E tu, tu la chiami guerra...

di Akira14
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tu la chiami guerra e non sai che cos'è ***
Capitolo 2: *** E tu, tu la chiami guerra (1) ***
Capitolo 3: *** E tu, tu la chiami guerra (2) ***
Capitolo 4: *** E tu, tu la chiami guerra (3) ***



Capitolo 1
*** Tu la chiami guerra e non sai che cos'è ***


Non gli interessa.
Non lo riguarda. Non ha nulla da difendere, nessuno da proteggere.
Ha visto quale massacro ha portato l’aver voluto – con successo, per carità – evitare una guerra civile e gli è bastato.
Oh, non ha cambiato idea. Continua a desiderare che il Villaggio della Foglia venga raso al suolo, che paghino per ciò che hanno costretto suo fratello a fare e che i pochi sopravvissuti (Naruto, che par essere un’erbaccia davvero impossibile da debellare) conoscano la sua sete di vendetta e lo vengano a cercare.
Con loro sì che varrà la pena sporcarsi le mani. Loro sì che meritano di venir calpestati finché non saranno incapaci di rialzarsi, segregati nelle loro stesse paure e spinti a supplicarlo di ucciderli. Ma non lo farà, lascerà che si aggrappino come miserabili alla vita e solo quando in loro rinascerà la speranza di un domani migliore, un futuro pacifico in cui le rivalità e i rancori sono ormai dimenticati… Solo allora tornerà, e li farà fuori tutti. Dal primo all’ultimo.
La guerra in atto, i piani del tizio mascherato, il destino di Kabuto (se mai si libererà dall’illusione di Itachi), però, sono per lui solo insignificanti dettagli a cui può anche evitare di prestare attenzione.
Lui cerca una persona soltanto, una in particolare, e la troverà. Che gli altri si uccidano pure tra loro, nel frattempo. Che il mondo finisca pure, dopo che avrà avuto le sue risposte.
Probabilmente sarebbe l’unico vero modo per fare sì che non ci siano più guerre, eliminare in toto l’umanità. Soluzione semplicistica, infantile, ma efficace. No?
Poco importa.
Non gli interessa. Non lo riguarda.

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Capitolo 2
*** E tu, tu la chiami guerra (1) ***


Insopportabili. Ingrati. Disperati.
I giovani non sanno di cosa parlano, gli anziani sembrano aver dimenticato tutte le vite che hanno spezzato con le loro stesse mani. Si ostinano a contrastarvi, e per cosa?
Per tenere alto il nome della loro Nazione, per proteggere i cittadini inermi – peccato che una temporanea cessazione dei conflitti arrivi soltanto dopo una carneficina, eh? – o per i propri ideali ed i propri sogni?
Non lo capiscono, che volete fargli un favore. Che i loro buoni propositi potranno durare anche un paio di generazioni, forse un centinaio d’anni se sono particolarmente fortunati, ma che prima o poi accadrà di nuovo. Ci sarà sempre chi vorrà dominare sugli altri, chi si prende un braccio quando gli viene offerta una mano – schernendoti per l’ingenuità di avergliela tesa – ed è disposto a camminare sui cadaveri di un’infinità di innocenti per ottenere ciò che desidera. Tu gli offri la soluzione definitiva e loro che fanno?
Muoiono pur non lasciartela attuare. Quanto sono idioti.
Sarebbe bello credere al figlio del tuo Maestro, lasciarti raggirare dalle sue parole come tanti prima di te, ma come puoi dare ascolto a qualcuno che non conosce nulla della guerra se non queste sparute battaglie?
Avrai anche ucciso i suoi genitori, sarà anche stato osteggiato dal Villaggio, ma ciò nonostante non è cresciuto circondato dalla morte, con il perenne tanfo dei corpi in decomposizione nelle narici. Non ha sacrificato inutilmente la sua vita, per poi vedere il suo migliore amico uccidere la donna che amava senza poter fare nulla.
Non può capire, perciò è inutile discutere con lui e con tutti quelli che lo stanno a sentire.
Manca poco ormai, o almeno lo speri.
Il silenzio eterno non arriverà mai abbastanza in fretta.

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Capitolo 3
*** E tu, tu la chiami guerra (2) ***


Non è arrivato fin qui per lasciare che i deliri di due vecchiacci lo mettano in crisi.

Okay, l’ex amico del maestro Kakashi – a proposito: rescindere i legami e calpestare le amicizie è una prerogativa degli Uchiha? – non è poi così vecchio, ma non è questo il punto.
Il punto è che non si è mai arreso finora. Mai. È stato sul punto di farlo, più volte ma alla fine si è rialzato ed ha ribaltato le sorti di un combattimento che ormai sembrava perso.
Si è ricordato di non essere solo, si è rifiutato di rendere vani i sacrifici che l’hanno aiutato ad arrivare fin qui. Non potrà sempre mantenere le proprie promesse, non potrà evitare che i suoi amici siano disposti a morire per proteggerlo esattamente come lui sarebbe pronto ad immolarsi per loro.
Può però prendere un bel respiro, schiarirsi le idee e ripartire da zero.

Ora ha dalla sua anche Kurama, il che non è poco.
Non sarà facile, non lo è mai stato. Tuttavia è sereno, rinfrancato dal sostegno dei suoi compagni e del resto dell’esercito.

Vinceranno la guerra, e poi riporterà Sasuke a casa. Passerà qualche anno, e quando Nonna Tsunade si sarà stancata di fare da balia a Konoha passerà il comando a lui.
Sasuke sarà il suo braccio destro, il capitano della squadra ANBU o qualcosa del genere. Chiunque avesse qualcosa da ridire, tipo quei due idioti chiamati Homura e Koharu, sarà ascoltato com’è giusto che sia e poi mandato a quel paese da dove si spera non faccia più ritorno. Almeno finché non avrà cambiato idea, ovvio.
Non è un sogno. È la realtà che verrà.

Ne è certo.

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Capitolo 4
*** E tu, tu la chiami guerra (3) ***


Non direbbe che ha agito d’istinto. Non è stata nemmeno una forza imprecisata a muoverlo, senza che lui nemmeno se ne accorgesse. Non si va in guerra per fare certe idiozie.

Ha avuto appena un millesimo di secondo per valutare la situazione, per soppesare i pro ed i contro, per immaginarne gli esiti.
Gli è bastato: lui, dopotutto, è un genio. Forse il suo talento sarebbe potuto tornare utile in futuro, ma non si sarebbe rivelato indispensabile.
Non quanto il difendere Naruto e Hinata, anche a costo di usare il proprio corpo come scudo.

Non è forse la morte che si confà ad una mente brillante come la sua, non è quella che s’era immaginato.
Avrebbe voluto sopravvivere almeno per passare le sue conoscenze ad un’altra generazione e per sconfiggere Lee un altro migliaio di volte e magari finire per essere come il Maestro Gai e Kakashi, dove lui era il Kakashi della situazione ovviamente. Esalare l’ultimo respiro durante una battaglia per difendere i suoi sottoposti, dopo aver dimostrato in modo inequivocabile il suo valore. Essere ricordato come un eroe.

Non è la morte che avrebbe voluto, ma è quella che si è scelto.

Ha sempre tenuto a mente le parole di Naruto, quel discorso che avevano fatto durante la prova finale dell’esame. Mai prima d’ora si è sentito tanto vicino a suo padre, comprendendo finalmente la scelta che aveva fatto. Mai come ora è padrone del suo destino.
Non può negare di avere dei rimpianti, di essere un po’ invidioso di chi sopravvivrà e vedrà come andrà a finire il conflitto. Se davvero quell’idiota diventerà Hokage e la sua epica storia d’amore con Sasuke avrà un lieto fine –non è che ci voglia il Byakugan per cogliere certe cose, andiamo – e tutti vivranno felici e contenti.
Forse sarà un mondo così vomitevolmente pacifico che tutto sommato andarsene ora non è così male.

No?

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