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Ciao a tutti!
Come promesso da tempo, ho finalmente ripreso la storia di Image me and
you, per farne una breve side story come suggerito da molte di voi! Ringrazio
infinitamente chi ha letto questa storia ( e naturalmente chi la leggerà in
futuro) e che l'ha apprezzata, spronandomi così a scrivere questo breve seguito.
A loro dedico questa side sperando vi piaccia e che vi faccia
divertire.
La famiglia tradizionale di Hanamichi e le due mamme di Rukawa sono
tornate!
Buona lettura!
Titolo: Image me and you – Side story-
Autore:Releuse
Pairing:HanaRu
Rating:R
Disclaimers: I personaggi di questa storia non sono miei, ma di Inoue.
Sono un'invenzione della sottoscritta le famiglie di Hana e
Ru.^_-
Image me and you
-Side story-
Di Releuse
“...sommo questo, estraggo la radice
cubica, divido per questo...HO FINITO! EVVIVA!”
Hanamichi Sakuragi si sollevò di scatto dalla sedia,
spingendola indietro non notando il rumore acuto e fastidioso che era seguito
allo sfregare di quella sul pavimento. Era troppo intento ad esultare
sventolando in aria il suo quaderno di matematica: finalmente aveva risolto un
difficilissimo problema d’algebra.
“Sono un vero tensai!Ah ah ah!”
Rideva pieno di sé inarcando leggermente la schiena e poggiandosi le mani sui
fianchi. Davanti a sé la scrivania ricoperta di cartacce appallottolate qua e
là, testimonianza dei suoi innumerevoli tentativi di risolvere
l'esercizio.
“Hn, do'hao la vuoi piantare? Non
riesco a concentrarmi...”
Disteso sul letto del rossino e poggiato su un gomito
stava Kaede Rukawa, che sbuffava ancora intento a terminare il suo
compito.
Era da diversi giorni che i due ragazzi studiavano
insieme, anche perché avvicinandosi gli esami si erano resi conto d’essere
parecchio indietro con il programma e in quel modo speravano di potersi aiutare
a vicenda. Due menti in fondo erano meglio di una. Le teste più calde di tutto
lo Shohoku avrebbero pur combinato qualcosa di buono assieme,
no?
Nell'esprimere il suo disappunto alle grida del
rossino, Rukawa non aveva sollevato lo sguardo che continuava ad essere assorto
sull'esercizio. Il soffice copriletto color smeraldo sul quale era disteso e le
pieghe che lo caratterizzavano, facevano sembrare Kaede come adagiato su
sensuali onde marine. Inoltre quel colore metteva in risalto i suoi bellissimi
occhi turchesi che, sotto la luce che filtrava dalla finestra, assumevano
sfumature verdastre.
“Mh, schiappa di una
kitsune, muoviti!” Lo stuzzicò Sakuragi, mentre si sedeva a cavalcioni sulla
sedia poggiando il petto sullo schienale in direzione di
Rukawa.
Smise così di parlare per non disturbare il suo ragazzo, ma
non si privò certo di ammirare la sua posizione altamente
seducente.
“Mi deconcentri do'hao...”
Disse Rukawa senza alzare lo sguardo, mentre scriveva qualcosa sul
quaderno.
“Io non ho fiatato!”
Esclamò ironico il rosso, sapendo bene quanto dava fastidio a Kaede sentirsi
'sotto esame'. Strano per un tipo come il moretto, abituato a stuoli di
ragazzine adoranti e ai riflettori puntati addosso per il suo talento. Ma una
cosa erano le masse informi che lui ignorava palesemente, un'altra il suo
do'hao, il cui sguardo, unico nel suo genere, poteva scatenare reazioni e
pensieri non troppo adeguati alle normali situazioni.
“Ho finito!” Rukawa
finalmente alzò lo sguardo soddisfatto per incontrare quello simile di
Hanamichi: la sfida era aperta.
Il rossino afferrò il suo quaderno aprendolo in direzione
di Kaede. “453ab! È il risultato!” Esordì con convinzione.
“Hn, incapace...è 78a...”
Sospirò Rukawa incrociando le braccia, mentre si sedeva comodo sul letto. Non
aveva alcun dubbio sul procedimento, lo aveva studiato più
volte.
“Eh? Ma ne sei certo?”
L'entusiasmo del rossino vacillò, anche perché fino a quel momento era stato il
moro a fare la maggior parte degli esercizi giusti, cercando di spiegare a
Sakuragi ciò che lui aveva capito. “Ero convinto di averlo fatto bene questa
volta...”. Pigolò il rosso accasciandosi sulla sedia.
“Devi applicarti di più
do'hao.”Rukawa aveva un sorriso di trionfo. Afferrò il libro sfogliandolo verso
l'ultima pagina e cercando l'esercizio corrispondente. “Vedi? Il risultato
esatto è 453ab...eh?” Kaede sbiancò.
“CHE COSA?” Hanamichi
balzò sul letto strappando il libro dalle mani di Rukawa per accertarsi con i
propri occhi se aveva davvero ottenuto lui il giusto risultato. “Lo sapevo! Sono
un tensai!” Esultò riprendendo la sua risata da genio sublime. “Chi sarebbe
l'incapace, Rukawa?” Guardò il compagno con superiorità, scandendo per bene il
cognome, sottolineando l'ironica formalità del tono
usato.
Kaede s'imbronciò deluso, evitando lo sguardo del ragazzo.
Lui odiava perdere e soprattutto odiava perdere contro Hanamichi. Sapeva bene
che ogni volta che il rosso faceva qualcosa in più di lui glielo avrebbe
ricordato per un'intera settimana, ripetendoglielo ad ogni occasione.
La cosa non lo entusiasmava per nulla...
“Non avevi fiducia nelle
mie doti di genio, eh Ru?” Domandò il rosso allungando la mano per rubare al
compagno la penna che teneva intrappolata fra le dita. Il moro non lo degnava di
uno sguardo.
“Ripeto l'esercizio!”
Pronunciò questi con fermezza. Se c'era riuscito il do'hao ci doveva riuscire
pure lui!
Ma Hanamichi non era dello stesso parere.
“No, no, cara la mia
volpaccia...” Disse con disappunto, chiudendo il quaderno di Kaede e poggiandolo
sul comodino. “Non posso lasciarti fare così, dopo che hai messo in dubbio le
doti del tensai...”. Era inginocchiato sul letto e, sussurrando quelle parole
con sensualità, si sporse verso le labbra invitanti del suo ragazzo,
mordicchiandole un poco.
Kaede a quel contatto sentì il suo corpo rabbrividire e
finalmente mosse i suoi occhi nella direzione di quelli di Sakuragi. Non c'era
più insoddisfazione nel suo sguardo, solo un'intensa sete di gioco che si
alimentava sempre di più a contatto con la brace dentro la quale si
specchiava.
“...non credevo che i
do'hao s'intendessero di matematica...”. Sussurrò sulle sue labbra allungando la
lingua per percorrerla sulla pelle vellutata del mento.
“I do'hao no...ma i tensai
sì...” Terminò il rossino prima di spezzare le sue parole con un improvviso
bacio, catturando la bocca di Rukawa e impedendogli di ribattere. A quel gesto
improvviso dalla gola del moro scappò un gemito di sorpresa, subito soffocato
dal calore e dalla passione della lingua di Hanamichi che prese possesso della
sua.
Il rossino spinse il suo ragazzo indietro, costringendolo
ad appoggiarsi allo schienale del letto, mentre con le proprie mani afferrò i
polsi del ragazzo bloccandoli sotto la sua presa.
“Ora puniamo questa
volpetta ritrosa...”
Sakuragi, dopo aver abbandonato le umide labbra di Rukawa,
fece scivolare la lingua al centro del suo mento e poi giù per il collo,
premendo un poco, mentre il moro gettava la testa all'indietro offrendosi
completamente al suo ragazzo, mostrandogli la vena pulsante della sua
giugulare.
Il rossino nella sua discesa raggiunse il colletto della
camicia bianca di Kaede, facendosi strada con la lingua nell'apertura dei primi
due bottoni slacciati.
“Mh...” Kaede gemette,
cercando di respirare profondamente; non voleva perdere subito il controllo,
anche se con Hanamichi sapeva essere difficile. Il do'hao era l'unica persona
capace di azzerare la sua fredda mente razionale.
“E uno...”
Sussurrò Sakuragi dopo aver slacciato un bottone con la
bocca, aiutandosi con i denti, per poi dedicarsi nell'immediato a quello
successivo.
“...due...”
Ad ogni allentamento il rosso passava la sua lingua sui
lembi di pelle appena liberati, scendendo a poco a poco sempre più giù, finché
non gli rimase solo l'ultimo bottone.
Ma il ragazzo decise di non liberarlo subito, dedicandosi
invece all'ombelico che si offriva ai suoi occhi, stuzzicandolo con la lingua,
spingendosi al suo interno e percorrendone la forma circolare.
“Ah, Hana...” Ansimava
Kaede, nel tentativo di liberarsi invano dalla presa del rossino sulle sue mani.
Voleva toccarlo, affondare le dita nei suoi capelli, impadronirsi della sua
pelle, ma quella prigionia glielo impediva, facendolo agonizzare ancora di
più.
Infine l'ultimo bottone fu sciolto e con esso anche i polsi
di Rukawa improvvisamente si ritrovarono liberi dalle mani di Hanamichi, che si
mossero svelte sul petto del moro pronte a sfilare definitivamente quella
camicia dal suo torace.
Liberato dall'indumento fastidioso, il petto scolpito di
Rukawa si offriva completamente alla vista del rossino, che poteva ammirarlo per
la bellezza delle forme, il candido colore della pelle diafana, resa più viva
dai raggi del sole che, simili a delle lame, la illuminavano
trasversalmente.
Sakuragi e Rukawa si fissarono per alcuni istanti...nei
loro occhi si era acceso un reciproco desiderio. Il rosso afferrò le spalle del
moretto per spingerlo verso di sé ed avventarsi nuovamente sulle invitanti
labbra, quando un forte rumore crescente arrivò dal corridoio. Prima che i
ragazzi potessero rendersi conto che si trattasse di una corsa, la porta della
camera si aprì di scatto sbattendo sulla parete.
“Hanachaaaaaan! Fammi
girareeeeeee!!”
Asuka, la sorellina di Hanamichi, era piombata nella camera
come un terremoto, pronta a giocare con suo fratello. Era ormai un rito che
quando tornasse da scuola il ragazzo dovesse prenderla in braccio e farla
roteare nell'aria, tenendola sotto le spalle.
“Aah! Asuka!” Esclamarono
improvvisamente spaventati i due, mentre Sakuragi balzava a sedere sul letto e
Rukawa cercava la sua camicia lanciata chissà dove dal compagno. Erano entrambi
imbarazzatissimi.
“Che cosa stavate
facendo?” Asuka, fermatasi a pochi passi dal letto, aveva lo sguardo dubbioso; i
suoi lunghi ricci rossi, che cadevano ribelli sulle guance e le spalle,
risaltavano inoltre il tono un poco accusatorio della sua
voce.
“Bè...” Il rossino si
guardò intorno spaesato, incapace di farsi venire in mente qualche genialata.
Solo Kaede, con noncuranza, afferrò il libro dal comodino per aprirlo sul letto
ad una pagina qualsiasi.
“Hn, studiavamo...” Disse
con la massima serietà fingendo di leggere.
La bambina saltellando si avvicinò al letto e il fratello
la prese subito in braccio sorridendo sornione.
“Eh eh, sì...studiavamo
inglese!” Esclamò, così confuso da non ricordare neppure la materia in cui si
stavano esercitando. Rukawa lo guardò con fare
interrogativo.
“E ora...si vola!”
Sakuragi si alzò dal letto con in braccio Asuka, facendola roteare nell'aria per
distrarla da quell'assurda situazione...farsi cogliere in flagrante dalla sua
sorellina non era certo l'ideale...
'Ma perché diamine non abbiamo chiuso la porta?' Pensò,
dandosi del vero do'hao.
“Ma quello è il libro di
matematica!” Esclamò Asuka appena fu di nuovo con i piedi per terra, indicando
con perspicacia il manuale sul letto e guardando il fratello con fare
sospetto.
“Eh?
Bè...ecco...noi...studiavamo i numeri in inglese!” Esordì Hanamichi con la prima
idea che gli era balzata in testa. “Non è vero Kaede?”
Il moro lo guardò non troppo convinto, ma non poté fare
altro che assecondare il ragazzo. “Hn, sì...”
Asuka era sorpresa, guardava il libro e poi loro due.
Infine sospirò, gettandosi indietro una ciocca riccia che le cadeva sul collo.
“Pfiù, che ignoranti...se volete ve li insegno io i numeri in inglese, li
abbiamo fatti all'inizio dell'anno!” Esclamò con sufficienza la bambina che
frequentava la terza elementare.
Sakuragi e Rukawa, allibiti per la tagliente risposta della
bimba, risero nervosamente.
“Ma perché Kaede è nudo?
Che svergognato!” Constatò poi Asuka, incrociando le braccia non contenta di
quello spettacolo. “Che cosa stavate facendo?”
Kaede avvampò di colpo, non aspettandosi la domanda così
diretta della bambina, mentre Sakuragi ormai era rassegnato al terzo grado.
Purtroppo conosceva benissimo la sorellina.
“Hn, Asuka, io...” Rukawa
cercò, con tono serio, di dare una spiegazione, ma la bimba lo
precedette.
“Non è che facevate quelle
cose che fanno i grandi?”
“Asuka!” La richiamò
Hanamichi sconvolto dalle parole della sorellina.
Kaede era sbigottito. “Hana, ma che diavolo raccontate ad
una bimba di sette anni?” Domandò guardando il ragazzo di
sottecchi.
“No, ecco, non lo so...”
Il rosso non sapeva che dire.
“Quelle cose che fanno i
grandi, quando si spogliano e si danno i baci per fare nascere i bambini!”
Spiegò Asuka con convinzione ed atteggiamento da
saputella.
“Eh?” I due ragazzi si
guardarono...soffocando poi una risata, sollevati.
“Chi fa nascere i
bambini?” Improvvisamente la signora Sakuragi si affacciò nella stanza del
figlio, trovando la porta spalancata.
“Mamma!” Esclamò Hanamichi
imbarazzatissimo.
“Signora!” Rukawa trovò
finalmente la sua camicia finita non si sa come sotto il letto, e subito cercò
di infilarsela.
La donna si fermò sul posto, osservando curiosa la scena
davanti ai suoi occhi, ma non sembrò turbata, forse solo un po'
incuriosita.
“Bè, ecco, stavo solo
spiegando ad Asuka che Kaede aveva caldo, per questo sta a petto nudo. Lei si
pensava chissà cosa!” Hanamichi, sentendo la coda bruciare, sfoggiò il suo
sorriso più convincente, sperando che Asuka non tirasse fuori altre imbarazzanti
domande e che la madre abboccasse a quella scusa. Peccato che ricevette in testa
un piccolo pugno da parte di uno scontento Rukawa, accompagnato da un breve
“Do'hao!”.
“...la stanza è un
forno...eh eh eh...” Hanamichi era sempre più nervoso, ma cercava di mantenere
un sorriso ormai paralizzato sulle sue labbra.
“Tesoro...” Sorrise
dolcemente la donna sospirando un poco ed avanzando verso la finestra. “ Bastava
aprire questa...a quest'ora il sole batte sulla tua stanza...”. Disse con
gentilezza, mentre apriva la finestra lasciando entrare dell'aria respirabile
nei polmoni dei due agitatissimi ragazzi.
Kaede e Hanamichi si scambiarono uno sguardo di
sollievo.
“Ti fermi a cena Kaede?”
Chiese poi la donna prima di abbandonare la camera.
Il moretto era ancora stordito e un poco rosso in viso.
“Hn...non so...”
“Certo che si ferma!” Lo
contraddisse Sakuragi, ottenendo in cambio un'occhiata trucida dal suo ragazzo,
troppo imbarazzato per poter affrontare una cena con il suo tipico self control.
Ma ormai era fatta.
“Bene, allora vi chiamo
quando è pronto...continuate pure a studiare, ma fate uscire Asuka se dovete poi
proteggervi dal freddo!” Sorrise infine, prima di chiudersi la porta alle
spalle.
I due ragazzi ammutolirono per quella battuta che, alle
loro orecchie, parve molto ironica.
Asuka, seduta ancora sulle ginocchia del fratello li guardò
entrambi.
“In che senso dovete
proteggervi dal freddo?”
**********
“Il tensai è arrivato!”
Sbraitò platealmente Sakuragi non appena entrò in
cucina.
“Ciao figliolo! Oh, Kaede,
che sorpresa, ci sei anche tu?”Il signor Sakamoto, marito della signora
Sakuragi, sorrise con tanta gentilezza al numero undici appena lo vide
affacciarsi in soggiorno. Quest'ultimo ricambiò il saluto accennando un piccolo,
ma sincero sorriso. Apprezzava molto il patrigno di
Hanamichi.
“Hai visto papà? Oggi hai
qualcuno con cui parlare di basket! Sono un vero tensai che pensa a tutto! Wah,
wah, wah!”
“Veramente è merito mio
che l'ho invitato a cena!” Si affacciò la signora dall'angolo cottura,
minacciando tutti con il coltello da cucina che aveva in
mano.
“Che dici? Io l'ho portato
a casa!” Si difese Sakuragi per nulla intimorito.
“Ma io gli ho detto di
fermarsi! Tu l'avresti lasciato andare via senza cena!”
“Vieni, vieni figliolo,
mettiamoci in salvo! Quando Hana e sua madre cominciano a discutere, non li
ferma più nessuno!” L'uomo diede una pacca divertita sulla spalla di Kaede,
indicandogli il soggiorno.
“Sì, signor
Sakamoto...meglio dileguarci... quando Hana vuole avere ragione scatenerebbe il
finimondo pur di ottenerlo!” Sospirò rassegnato il
moretto.
“Hey, non chiamarmi
signore! Chiamami pure Taro, senza formalità...!” Gli sorrise l'uomo
rassicurandolo.
Rukawa celò un leggero rossore nel sentire quelle parole.
Annuì poi in silenzio, osservando le spalle di quell'uomo gentile e dal fare
paterno. Quando era in sua compagnia provava un tiepido calore dentro il
petto.
Lui non aveva mai avuto una figura paterna che lo
crescesse. Certo, aveva vissuto con i nonni fino a tre anni, ma non aveva un
gran ricordo di loro. Infatti, non appena sua madre Ruriko compì la maggiore
età, decise di prendere Kaede e andare via di casa, per poter vivere sola con
lui. In seguito non ebbe alcun uomo, finché non trovò Setsuna...ma nonostante
l'atteggiamento e l'apparenza, lei rimaneva pur sempre una
donna!
Forse era per questo che il signor Sakamoto gli piaceva
così tanto, quell'uomo gli dimostrava una gentilezza e un affetto che il ragazzo
non aveva mai ricevuto da alcun uomo adulto. Era quasi come avere finalmente un
padre...
“ Siediti pure, intanto che
Midori prepara la cena guardiamo la partita del NBA!” Il signor Sakamoto invitò
il ragazzo a sedersi di fianco a lui sul divano, di fronte al televisore che
prontamente accese su un canale di sport.
“Hn, ci sto!” Esclamò con
sorriso d'intesa Kaede, sedendosi al suo fianco.
“Che guardi?” Domandò
curiosa la signora Sakuragi rivolgendosi al figlio, che scovò sbirciare
furtivamente verso il soggiorno in direzione dei due seduti sul
divano.
Avevano da poco finito il loro
battibeccare.
“Uh? Nulla!” Rispose
arrossendo Hanamichi, sentendosi messo a nudo. Poi però si rilassò. “Sono
contento che Rukawa e Taro vadano d'accordo...Kaede non è un tipo che ama
esprimersi, invece con papà parla molto, di basket soprattutto!” Sorrise fra sè.
“ Bè...parlare molto è un parolone!” Scherzò poi, strizzando un occhio verso la
madre che gli passava i piatti per apparecchiare la
tavola.
“Quindi sei contento?”
Chiese la donna, alzando gli occhi per incrociare quelli del figlio. Il suo tono
sembrò tingersi di una lieve incertezza.
“Eh? Certo che sono
contento! A me il basket piace, ma come sport da praticare! Le partite degli
altri, se non quelle degli avversari prossimi della mia squadra, mi annoiano!
Non riuscirei a seguirne o parlarne come fanno quella kitsune e il vecchio!”
Scherzò il rosso, rassicurando la madre. Si era reso conto del tono assunto
dalla voce della donna e non capiva dove volesse
portarlo.
“Senti, Hana...” Midori
tremava un poco, come se stesse per fare un’importante confessione. “Mi dispiace
non averti dato alcuna scelta...”.
Il rossino la osservò in quegli istanti, davvero sorpreso.
“Che dici, mamma? Scelta di cosa?”
“Del mio secondo
matrimonio...ho deciso tutto, senza chiederti cosa ne pensavi...in fondo tu un
padre ce l'hai avuto...”.
Solo con quelle parole Hanamichi capì cosa volesse dire sua
madre.
“Uff, sei la
solita...prima fai i danni e poi chiedi scusa...”. La rimproverò Sakuragi, in
tono fintamente arrabbiato. “Io sono proprio uguale a te! Ecco da chi ho preso!”
Appoggiò l'ultimo bicchiere sul tavolo prima di sedersi di fronte la donna per
poterla guardare meglio negli occhi.
“Mamma...” Si rivolse con
dolcezza. “Non hai sbagliato nulla! Sono io che non capivo all'inizio e me la
sono presa...egoisticamente pensavo che tu da 'brava madre' e 'brava moglie'
dovessi accudire i figli e rimanere devota al tuo primo marito, mio padre. Mi
sembrava quasi che stando con un altro uomo tu tradissi il ricordo di papà. Ma
mi sono reso conto che tu sei una persona, una donna con i suoi bisogni
d’affetto, con il bisogno di sentirsi apprezzata e appoggiata...prima d’essere
madre sei questo. E io non posso impedirti di vivere la tua vita...non ne ho
alcun diritto. Questo l'ho capito col tempo, mamma!Sono stato un vero do'hao,
come direbbe Kaede!” Rise, facendo quella battuta per spezzare l'atmosfera
tesa.
“Hana...”La donna era
commossa dalle parole del figlio.
“Mamma, io non ti
giudicherò mai per le tue scelte, per quelle che fai per te stessa! Da me avrai
sempre appoggio! Basta che poi non te ne scappi con qualche ricco signorotto e
ci abbandoni qui! Allora sì che mi alleo con Taro e veniamo a cercarti!” Scherzò
ridendo.
“Grazie Hana, grazie
davvero...” La signora Sakuragi sorrise avvicinandosi per dare un bacio in
silenzio sulla fronte del figlio e riprendere poi a
cucinare.
L'aria intanto si era colmata di un denso profumo di
stufato, dal quale si poteva cogliere il fresco sapore del sedano appassito col
bollore.
“Tesoro...” Riprese
all'improvviso la donna, ormai di spalle al figlio. “Sappi che anche da me avrai
il massimo appoggio per le tue scelte...io non ti giudicherò
mai...”.
“Cos...” Il ragazzo ebbe
un tuffo al cuore, sentendosi toccato per quelle parole di sua madre. Si chiese
se si riferisse alla sua relazione con Rukawa. Che l'avesse capito?
Forse no...parlava in generale, si
convinse.
“Kaede mi piace
molto...hai davvero buon gusto...”. Aggiunse la donna, prima che il rossino
potesse terminare le sue spiegazioni mentali.
“Ma...ma...” Il ragazzo
non riuscì a replicare, sua madre lo aveva spiazzato.
“A me invece non piace!
Non vuole mai farmi giocare!” Asuka, balzata in cucina, aveva un'espressione
corrucciata. A Sakuragi, nel vederla col broncio venne da sorridere pensando che
Rukawa giocasse con lei, ma che non riusciva mai a reggerne il ritmo e la
testardaggine, e quindi alla fine rinunciava.
“Dai, ci pensa il tensai!”
La prese in braccio per farla girare nuovamente.
“Ma quindi tu e Kaede vi
sposate fratellone?”
“Asuka!” Esclamarono in
coro madre e figlio.
“Mmmmh...do'hao...” Kaede
mugolava qualcosa, mentre nel letto si stringeva al corpo tiepido di Hanamichi,
poggiando la guancia sulla sua spalla e respirando sul suo collo che fremeva
sotto quel delicato soffio.
Il rossino, invece, ridacchiava nel sonno facendo chissà
quali sogni da eroe. Probabilmente sognava che il tensai sconfiggesse in un one
to one Akira Sendo, oppure che umiliasse la nobuscimmia di fronte a tutti i più
grandi giocatori della prefettura. Mentre la sua mente elaborava tutte queste
immagini, Hanamichi stringeva forte fra le sue braccia Kaede, con possesso, come
se avesse paura che la kitsune potesse sfuggirgli in qualche modo. Il moretto
non era per nulla infastidito da quella stretta decisa che, anzi, lo faceva
accoccolare ancora di più sul corpo del compagno, conciliandogli il sonno. Da
quando aveva scoperto le braccia di Sakuragi, Rukawa aveva iniziato ad amare
ancora di più il suo sacro sonno: spesso costringeva il rossino a saltare con
lui le lezioni e dormire nella terrazza della scuola, per poter avere il suo
'letto preferito' fra le braccia.
Rukawa era in dormiveglia e con le mani cercava l'ampia
schiena del suo ragazzo, accarezzandola con cura, seguendone le forme e
scendendo poi verso le natiche, che prese a palpare con insistenza. Il
trattamento sembrava piacere al rossino che cominciava ad emettere confusi suoni
d’approvazione.
“...mh, kitsune.” La sua
voce impastata si scioglieva fra i capelli di Kaede, mentre le sue mani si
risvegliavano, accarezzando le gambe del moro con la punta delle dita,
elettrizzando la sua pelle. La mano di Hanamichi cominciò a risalire dal
ginocchio, lentamente, raggiungendo l'interno coscia del ragazzo pronta ad
insinuarsi nel basso ventre fino a scovare il membro già in fase di risveglio
del compagno. Almeno c'era una parte di lui che non faceva fatica a
svegliarsi!
“Ah...” Entrambi i ragazzi
soffocarono un gemito, sotto il contatto delle reciproche mani.
Sakuragi ormai si era completamente risvegliato, i suoi
occhi ancora arrossati potevano vedere l'espressione di godimento che Kaede
aveva assunto, nonostante avesse ancora gli occhi chiusi. Il rossino
approfondiva il suo tocco, facendo scivolare il sesso del compagno nella propria
mano, in un movimento crescente.
Ad avvolgerli in quel contatto intimo, vi erano delle
setose lenzuola bianche e una morbida coperta azzurra che sembrava proteggerli
dal mondo esterno.
Persi in quello scambio di piacere, il respiro dei due
ragazzi si faceva sempre più veloce...
Improvvisamente, senza udire alcun avvertimento, la porta
della stanza si aprì di scatto.
“Kaede, tesoruccio! La
mamma è tornat...” Ruriko, mamma di Kaede, si era inchiodata sulla porta senza
parole, sconcertata. Nel bloccarsi aveva lasciato che la sua borsettina di Hello
Kitty cadesse a terra.
Hanamichi era rimasto altrettanto di ghiaccio non appena la
donna era entrata in stanza, lasciando immediatamente la presa dal corpo di
Kaede; fortuna che c'erano le coperte a nascondere quello che stavano
facendo.
“Voi...voi...” Ruriko non
riusciva a parlare, il suo sguardo sbarrato continuava a rimanere fisso sul
letto del figlio.
“No signora, noi non
facevamo nulla di male, davvero...non fraintenda...”. Balbettò il rossino
mordendosi le dita.
“Da...davvero?” La donna
era confusa. Sakuragi, notando la titubanza della signora, che sapeva essere un
po' ingenua, cercò appoggio nel suo ragazzo.
“Ma certo! Diglielo pure
tu, Kaed...” Si rivolse verso Rukawa notando...che dormiva beato ancora
abbracciato a lui. “Argh, Kaede, sveglia!” Lo scosse Hanamichi
sbraitando.
“Hm, do'hao...ho sonno...”
Kaede si accucciava sempre più sul corpo del suo ragazzo, mentre la madre lo
osservava con ansia e spaesamento. “Lo sai che non perdono chi disturba il mio
sonno...”. Aggiunse ancora in dormiveglia.
“Sì sì, ne subirò le
conseguenze, ma svegliati, per favore...”. Il rosso era sempre più
agitato.
Finalmente, con comodo e con grande sforzo, Rukawa aprì gli
occhi.
Si stiracchiò un pochino, stropicciandosi le palpebre,
mentre sbadigliava infastidito per quel risveglio costretto. Si sollevò di
schiena notando una figura di fronte a sè: gonna a campana fino al ginocchio
ornata di pizzi e pieghe morbide, maglietta a manica lunga con dei lacci sul
petto, color verde acqua, capelli lisci neri che scendevano delicati sulle
spalle.
“Mh, ciao mamma, che ore
sono?” Domandò un po' stordito Rukawa, liberandosi delle coperte e scendendo dal
letto.
Peccato fosse completamente nudo.
“AAAAHH!!” Gridò Ruriko a
quella vista, coprendosi gli occhi, mentre Kaede si tappava le orecchie con le
dita, senza preoccuparsi più di tanto di quella reazione da parte della
madre.
Ruriko stava già per lasciare la stanza quando, voltandosi,
urtò contro Setsuna accorsa in suo aiuto.
“Tesoro, cosa succede?”
Chiese preoccupata la donna, con ancora indosso la tuta rossa da
motociclista.
“Kaede...il mio
Kaede...nudo...” Balbettava pigolando la signora
Rukawa.
“Cara, ma non è la prima
volta che lo vedi così...è tuo figlio...”. La rassicurò Setsuna accarezzandole i
capelli dolcemente.
“No, non è quello...è
che...è con un uomo! Ed è nudo pure lui!” Esclamò con gran disperazione Ruriko,
indicando la stanza alle sue spalle. Setsuna si affacciò nella stanza, vedendo
Kaede aggiustarsi il paio di boxer che si era appena indossato. Guardò poi in
direzione del letto e, notando il rossissimo viso di Hanamichi, sorrise
furbamente. “Ho capito!” Esclamò, strizzando un occhi verso il
moro.
“Hn?” Rukawa, non ancora
padrone di tutte le sue facoltà mentali (per lui il risveglio era qualcosa di
lungo e tormentato), si voltò verso il letto, notando il suo Hana accovacciato
sotto le coperte rigido come il marmo.
“Do'hao, che ci fai qui?”
Chiese sorpreso il moro.
“Ma come cosa ci faccio
qui, Kaede? Questo pomeriggio sono venuto a studiare...dovevo andare via per
cena...aaargh, sono già le 10!” S'infuriò il rossino. Come al solito Kaede, dopo
il risveglio, malapena sapeva il proprio nome.
Rukawa, come imbambolato, si sforzò di
pensare.
Dopo l'esperienza della sera prima, lui e il suo do'hao si
erano imposti un pomeriggio di studio selvaggio, ripromettendosi di finire il
programma del semestre in una sola serata! Questa volta avevano deciso di
studiare a casa di Kaede poiché per tutto il giorno sua madre e Setsuna con il
piccolo Yugo sarebbero state fuori. Sakuragi si era così ripromesso di andare
via non appena avessero finito di studiare e prima del rientro delle due donne.
Ancora non le aveva conosciute e non si sentiva mai pronto a
presentarsi.
Peccato che quel pomeriggio ad essere selvaggio non fu lo
studio, per i due ragazzi.
Purtroppo si resero ben conto che era impossibile tentare
di studiare insieme...alla fine finivano per fare l'amore almeno tre volte di
seguito, probabilmente per scaricare la tensione data dallo
studio.
Kaede cominciò a ricordare di aver praticamente costretto
Hanamichi a stendersi nel letto con lui, perchè voleva stargli un po'
abbracciato. Il rossino però gli aveva detto che se ne sarebbe andato di lì a
poco, dato che, come disse lui scherzando, 'non voglio farmi trovare in questo
stato'...
Realizzato quanto accaduto Rukawa, vedendo la madre
piagnucolare in quel modo fra le braccia di Setsuna, scrollò le spalle,
sospirando in direzione di Hanamichi che lo guardava incerto sul da
farsi.
Intanto Setsuna continuava ad accarezzare la testa di
Ruriko nel tentativo di calmarla. “Tesoro, non è successo nulla...non sei
contenta? È un ragazzo! Anche Kaede è come noi!” Le sorrise costringendo la
donna a guardarla negli occhi.
Ma Ruriko sembrava non volere sentire
ragioni.
“Ma...ma...è il mio
bambino!Il mio piccolo Kaede che fa queste cose...oh, il mio bimbo! Non posso
pensarci!”
Hanamichi era esterrefatto, non sapeva se sorridere per
quella reazione o disperarsi ancora di più...
La donna schivò Setsuna allontanandosi di corsa e tenendosi
il viso coperto con le mani.
Setsuna fece un profondo respiro colmo di comprensione. “
Ci parlo io...” Disse poi in direzione di Rukawa, ottenendo un rassegnato
consenso da quest'ultimo prima di chiudere la porta della
stanza.
“Lo sapevo!” Sbuffò il
moretto con un lieve sorriso, sedendosi sul bordo del
letto.
“Eh? In che senso?” Chiese
il rosso sentendosi sollevato nel sentirsi chiuso nella stanza.
“Sapevo che avrebbe avuto
questa reazione...sia nel vedermi così con te, sia se glielo avessi soltanto
detto...per questo rimandavo sempre il momento della vostra
conoscenza...”.
“Mi dispiace...non
pensavo...” Si rammaricò Hanamichi grattandosi la testa
imbarazzato.
“Hn? No, che dici!
Tranquillo! Ora è tutto a posto!” Rukawa non sembrava per nulla preoccupato,
anzi, sembrava quasi divertito per aver previsto quella situazione. “Mia madre è
proprio una ragazzina. Ha reazioni da ragazzina...ora Setsuna le dirà che non
c'è nulla di cui preoccuparsi e tornerà tutto come prima. È come una bambina che
è rassicurata dai genitori!” Scherzò Kaede con una nota di dolcezza nel timbro
della voce.
Sakuragi afferrò bene il concetto espresso dal suo ragazzo.
“È molto attaccata a te...” Constatò sorridendo.
“Sì...lo sai...mi ha
partorito a 16 anni... i miei nonni per la vergogna non volevano neanche che mi
tenesse...ma lei nonostante l'età era già molto testarda e decise che avrebbe
portato a termine la gravidanza. Una volta mi disse che lei ci teneva tantissimo
e già da allora era certa di volermi...”.
Sakuragi ascoltava in silenzio la tenera confessione che
Kaede gli stava facendo e si rese conto che, nonostante il suo tono sembrava
ricalcare un discorso privo d'importanza, in verità quello era solo un
atteggiamento di superficie per affrontare il peso di quei
ricordi.
“...contro ogni volontà in
famiglia mia madre partorì. Si mise subito a lavorare perché non voleva
dipendere dai suoi genitori, che la rimproveravano sempre per il suo
comportamento poco dignitoso. Volevano anche farla sposare con un tizio per
coprire l'accaduto e tappare le voci della gente. Un matrimonio
tampone...fortunatamente mia madre seppe imporsi, rifiutando queste follie e,
compiuta la maggiore età, se ne andò di casa portandomi con sè. Io avevo solo
cinque anni. E fino a tre anni fa io e lei abbiamo vissuto praticamente soli,
cioè io e lei insieme e basta. Si è creato un forte legame fra noi...per questo
si è attaccata in questo modo...”. Sospirò Kaede
bonariamente.
“Già...ma è stata davvero
molto forte e tenace...non è da tutti...” Aggiunse Hanamichi, ammirando con
sincerità il coraggio di Ruriko.
“Hn, è vero! Nonostante il
suo comportamento un po' svampito e infantile è una donna davvero forte. Io la
ricordo sempre così mia madre e forse è stato proprio questo suo modo un po'
giocoso di affrontare le cose che l'ha aiutata ad affrontare la vita...e poi
l'avermi partorito così giovane ha fissato questo suo comportamento...dovrebbe
crescere un pochino...no?” Kaede un po' imbronciato cercò conferma negli occhi
del rossino.
“Ah, ah, ah! Secondo me
rimarrà sempre così...è bello però!” Esclamò questi entusiasta. Ma il moro non
era dello stesso parere.
“Grrr, colpa di Setsuna,
la vizia! La porta fuori a cena, le fa i regali per ogni ricorrenza, le porta i
fiori, le apre pure la portina quando salgono in macchina o entrano in un
locale!”
“Bè, secondo me la tua
mamma ha proprio bisogno di queste cose...non le ha mai provate, è giusto che
almeno ora si senta desiderata e importante.”
“Mh, sarà...” Sbuffò Kaede
un po' malcontento, cercando sollievo nelle labbra del suo ragazzo, spingendosi
verso di lui.
“Mmmmm...scendiamo giù?”
Domandò Rukawa allontanandosi dalla bocca succosa di Hanamichi, facendolo
entrare in panico.
“EH? Che diavolo dici?
Baka kitsune!Tua mamma mi spella!”
“Uff, do'hao! A quest'ora
è tutto risolto...”
Pochi minuti dopo, in seguito ad un'attenta vestizione, i
due ragazzi si recarono in cucina.
“Piacere! Sono Ruriko
Rukawa!” La mamma di Kaede accolse Hanamichi con uno splendido sorriso sulle
labbra. “Scusatemi per prima, ma non me lo aspettavo! Setsuna mi ha fatto capire
di avere esagerato, non c'era motivo di reagire così...è che Kaede mi sembra
sempre un bambino, non mi accorgo che ha già 15
anni...”.
“Mamma, ne ho 17!” Sbuffò
Kaede spazientito.
Hanamichi constatò che Rukawa avesse ragione: grazie a
Setsuna sua madre aveva ripreso la padronanza di sè ma, nonostante tutto, non
poté comunque non arrossire pensando a quello che era successo. “Piacere
signora, io sono Hanamichi Sakuragi!” Rispose infine, stringendole la mano. Poi
salutò anche Setsuna che si presentò a lui.
“Visto, tesoro? Si vede
che è un bravo ragazzo...” Setsuna rassicurò ancora di più la sua donna,
accarezzandole una guancia.
“Oh, amore è vero!”
Rispose Ruriko con occhi trasognanti. Le due donne si scambiarono un casto bacio
sulle labbra.
“Oh, no! Le smancerie no,
vi prego!” Si disperò Kaede, afferrando il braccio di Hana per trascinarlo fuori
dalla stanza, fermandosi poi notando il piccolo Yugo affacciato alla porta
curioso.
“Yugo!” Lo riprese Kaede,
ma prima che potesse allontanarlo, sua madre lo precedette e prese il piccolo in
braccio.
“Yugo tesoro!” Esclamò
contenta scompigliandogli i lisci capelli tenuti con un corto
caschetto.
“Mamma Ruriko! Cosa
facevate tu e mamma Setsuna?” Chiese con innocenza il
bimbo.
“Ci scambiavamo tanto
affetto!”Rispose tutta contenta Ruriko.
Kaede cominciava ad avere la nausea.
“Ah!” Ruriko sembrò avere
un pensiero improvviso, velocemente lasciò Yugo fra le braccia della madre e
corse verso Kaede afferrandogli un braccio. “Stai bene?” Gli chiese
apprensiva.
“Hn?” Rukawa non
capiva...
“Ti fa male da qualche
parte?” Sembrava molto preoccupata...
“Hn, ma che intend...”
Inizialmente Kaede non stava afferrando il concetto, ma notando Hanamichi
avvampare furiosamente, capì il senso di quelle parole. Si trattenne con
difficoltà dal non arrossire di colpo anche lui. Certo che sua madre non aveva
limiti!
Ma non si perse d'animo.
“Tranquilla mamma! Sono io
il ruolo attivo della coppia!” Esclamò con estrema
convinzione.
“CHECCOSA?!” La risposta
evidentemente non piacque al rossino. “Ma se sono io che ti...” Una precisa e
ben assestata gomitata nello stomaco fece retrocedere Hanamichi dai suoi
propositi di verità.
“Che cosa intendeva dire?”
Ruriko si stava nuovamente agitando.
“Nulla, nulla tesoro...
vieni prepariamo qualcosa da bere per loro...”Setsuna distrasse ancora una volta
Ruriko, strizzando divertita un occhio a Kaede che, per tutta risposta, la
ignorò forzatamente. Lei aveva ben capito come stavano le
cose.
Poco dopo si trovavano tutti in
soggiorno.
Ruriko era intenta a spolverare i soprammobili con un
piumino ed intanto canticchiava una canzone.
“Hn, è maniaca delle
pulizie; quando è nervosa rispolvera ogni cosa almeno venti volte!” Disse ad
alta voce Kaede, mentre beveva un'aranciata seduto su una
poltroncina.
Setsuna intanto armeggiava con il computer portatile, alla
ricerca di un pezzo di ricambio per la sua moto nella rete
internet.
Hanamichi stava invece seduto per terra di fronte a Yugo;
gli raccontava le imprese del grande tensai, mentre il bimbo lo guardava con
occhi meravigliati.
“Hn, do'hao...Asuka non se
le beve di certo queste baggianate!” Lo stuzzicò Kaede, conoscendo bene
l'ingenuità del 'fratellino'.
“Baka, che dici? Queste
sono tutte le verità sul tensai! Volpe diffidente!” Lo sgridò
Sakuragi.
“Oh, come si vogliono
bene, non è vero Setsuna? Sembrano noi due all'inizio della nostra bellissima
storia!” Sorrise emozionata Ruriko, mentre passava lo spolverino sul pc di
Setsuna.
“Già, tesoro...”Le rispose
la donna ricambiando il sorriso.
Sakuragi a quelle parole smise di parlare con Yugo e,
stuzzicato dalla curiosità, rivolse a loro la sua attenzione. “Ma...come vi
siete conosciute?” La domanda gli sorse spontanea, la espresse senza
pensarci.
“Do'hao!” Gli ringhiò
Rukawa, facendolo sobbalzare. Hanamichi credette di aver fatto un grosso errore,
ma ormai era troppo tardi.
Gli occhi di Ruriko cominciarono a brillare. “Davvero lo
vuoi sapere?” Chiese contenta; il rossino cominciava a starle proprio
simpatico.
“Oh, no...anche questa...”
Si abbatté Rukawa sconfitto, distendendosi sul divano: quella storia la
conosceva a memoria.
Setsuna sorrise fra sè, sapeva quanto ci tenesse Ruriko a
raccontare quella storia, e di quanto fosse felice nel sentire qualcuno
interessarsi sinceramente a loro due. In fondo non poche volte si erano dovute
scontare con i giudizi negativi della gente circa la loro
relazione.
“Allora...” Ruriko si alzò
dal divano, cominciando a camminare nella stanza come se stesse recitando.
Hanamichi deglutì, un po' in ansia e molto curioso.
“Era una serata un po'
scura, dove una delicata e romantica pioggerellina animava le vie della
città...”.
“Hn, c'era il
diluvio...”Sospirò Kaede dal divano.
“Io ero appena uscita dal
lavoro, quel giorno la mia carrozza non voleva
ripartire...”
“...è l'auto...aveva il
motore fuso...” Sbadigliò Kaede.
“Mi stavo tutta inzuppando
d'acqua facendo avanti indietro fra il posto di guida, per tentare di farla
partire, e il motore...finché mi sentì protetta dalla pioggia. Mi voltai e
davanti a me c'era Setsuna che mi copriva con il suo ombrello. Fin dal primo
istante capì che sarebbe stata la donna della mia
vita...”.
“Peccato che capì fosse
una donna solo dopo un mese che stavano uscendo
insieme...”.
“Kaede!” Lo riprese
Setsuna, in fondo anche lei divertita per i suoi 'fuoriscena', a cui comunque né
Ruriko né Hanamichi avevano dato peso. Erano troppo coinvolti dalla storia.
Anche Yugo, nonostante la conoscesse a memoria, la riascoltava come se fosse una
vecchia fiaba.
“Fu così gentile...”
Ruriko aveva gli occhi pieni d'adorazione. “Riparò in breve tempo la mia auto,
rimettendola a nuovo ma, notando che ero bagnata fradicia e cominciavo a
starnutire, m’invitò a bere una cosa calda in un locale. E alla fine,
preoccupata perché avevo un forte mal di testa forse dovuto al freddo, Setsuna
mi scortò fino a casa con la sua moto, seguendo a breve distanza la mia auto.
Che tesoro!” Ruriko si portò le mani alle guance con
emozione.
“E poi?” Chiese Hanamichi
ansioso di sapere il seguito.
Ruriko arrossì. “E poi, sotto il portone di casa...mi
chiese se potevamo rivederci e, dopo aver acconsentito... mi ha dato un
dolcissimo ed indimenticabile bacio!”
Hanamichi era a bocca aperta. “Davvero? Ma...così...il
primo giorno che vi siete viste?” Si voltò sorpreso verso
Setsuna.
“Certo, sono una donna
intraprendente! Non bisogna perdere tempo!” Esclamò Setsuna continuando a
leggere la schermata del pc e portando alle labbra una tazza di
caffé.
“Anche per voi è stato
così?” Chiese improvvisamente curiosa Ruriko rivolta a Hanamichi. Ormai lo aveva
preso in simpatia.
Kaede, sentendo quella domanda, per poco si strozzava con
il succo di frutta.
“Ah, ah, ah! Veramente io
e Kaede ci siamo picchiati la prima volta che ci siamo visti!” Esclamò
imbarazzatissimo il rossino.
“Hn, già!” Lo seguì
Rukawa.
“Oh, bè allora è stato
come per noi!” Si emozionò Ruriko.
“Hn? Mamma ti ho detto che
ci siamo picchiati...”.
“Bè, probabilmente quella
è stata la vostra dimostrazione d'affetto... in fondo siete sempre degli uomini,
le cose romantiche non fanno per voi! Oh, che carini!” Ruriko si stava perdendo
in estasiate fantasticherie.
Hanamichi si voltò allibito dal suo ragazzo, ormai
rassegnato. “Andiamo do'hao!” Kaede prese il braccio del rossino sollevandolo da
terra. “Accompagno Hana, altrimenti fa tardi!” Esclamò, mentre trascinava
esasperato il confuso compagno fuori dalla stanza.
“Ciao, Hana, torna presto
a trovarci!” Salutò Setsuna sorridendo con velata
malizia.
“Ciao tensai!” Esclamò
Yugo agitando la manina.
“Kaede tesoro non fare
tardi o la mamma si preoccupa!” Aggiunse infine Ruriko, mentre il figlio
accennava un saluto disperato con la mano.
Poco dopo i due ragazzi camminavano in una strada deserta,
illuminata da bianche luci artificiali.
“... finalmente!Non ne
potevo più!” Esclamava Rukawa stiracchiandosi le
braccia.
“Eh, eh, eh! Che dici? Io
mi stavo divertendo! Tua madre è davvero simpatica! E anche Setsuna è in gamba!”
Constatò con sincerità Hanamichi.
“Hn, sì...dici così perché
non ci vivi ogni giorno...”.
“Ma, va! Mi piace la tua
famiglia alternativa!”
“Hn, si? Allora potremmo
scambiarci, tu vieni da me e io da te...!”
“Eh?
Scambiarci?”
I due ragazzi si guardarono improvvisamente, cominciando a
ridere ripensando a com’era iniziata per davvero la loro
storia.
“Se sapessero!”
Esclamarono insieme.
“Mh, Kitsune...”La voce di
Hanamichi si fece un poco cupa.
“Che
c'è?”
Il rossino si fermò sul posto.
“Pensi che io sia poco
romantico o dolce?”
“Eh? Che diavolo dici,
do'hao?” Kaede non capiva che cosa passasse per le testa del suo pazzo
ragazzo.
“Bè, ecco...”Sakuragi
diventava sempre più rosso in viso, superando la tonalità dei suoi capelli.
“Pensavo alle parole di Ruriko. La prima volta che ti ho visto ti ho picchiato e
ancora adesso spesso cerco la rissa con te. Tua mamma dice che è perché siamo
uomini...però se vuoi potrei cercare d’essere più romantico...come
Setsuna!”
Hanamichi sembrava davvero preoccupato, quel discorso lo
aveva colpito seriamente. Forse non dimostrava davvero a Kaede quanto ci tenesse
a lui...in fondo era vero che ancora adesso si picchiavano
molto.
Kaede lo guardava sorpreso, poi cominciò a pensarci su.
“Questo significa che ti vedrò portarmi dei fiori, ricordarti di ogni
anniversario, e magari aprirmi la porta della palestra o dei locali dove
andiamo?” Il ragazzo non sembrava molto allettato all'idea.
“Mah...non
saprei...”Hanamichi sembrava davvero in crisi.
“Hana...” Kaede gli
rivolse uno sguardo dolce. Mentre continuavano a camminare gli cinse le spalle
con il braccio.
“Vai bene così come sei,
do'hao!”
Lo rassicurò, sussurrando quelle parole nel suo
orecchio.
“Kae...”
“Hn?”
“E con lo studio come
facciamo? Non abbiamo combinato molto in questi due
giorni...”.
“Hn, già. Né casa mia, né
casa tua sono adatte...”
“Forse dovremmo studiare
ognuno per conto suo...così niente distrazioni e irruzioni improvvise...”.
Hanamichi alzò un poco lo sguardo di fronte a sè, riflettendo sul da
farsi.
“Hn...” Kaede dispiaciuto,
non era molto convinto. Però capiva cosa volesse dire il suo
rossino.
“Oppure c'è un altra
soluzione!” Esclamò Sakuragi con il suo tono da tensai.
“Hn, cioè?”
Hanamichi si voltò da Rukawa guardandolo negli occhi con un
leggero sorriso. Si sporse verso di lui e rubò un bacio a quelle morbide
labbra.
“Chiudiamo la porta a
chiave...”
Fine.
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