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di releuse
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I capitolo ***
Capitolo 2: *** II capitolo ***
Capitolo 3: *** III capitolo ***
Capitolo 4: *** Side Story ***



Capitolo 1
*** I capitolo ***


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Di releuse




“E ora come la mettiamo, eh? Hanamichi Sakuragi! Noi siamo in cinque...tu sei da solo...AH AH AH AH!”


Cinque contro uno.

Hanamichi Sakuragi, il tensai del basket, l'uomo rifiutato da ben cinquanta ragazze, si trovava in un vicolo chiuso circondato da cinque teppisti dallo sguardo poco raccomandabile e armati di catene e coltelli. Quei tipi cominciarono ad avanzare verso di lui, minacciosamente.

Ad illuminarli un lampione all'ingresso del vicolo e i fari delle auto che sfrecciavano sulla strada principale.


“Pfiù, ma con chi credete di parlare, eh? Ci vuole ben altro per impaurire il grande Hanamichi Sakuragi, il tensai!”.


Il rossino ironizzò, per nulla spaventato. Guardava negli occhi i cinque ragazzi aspettando una loro mossa.


“Sbruffone! Ti faremo passare la voglia di scherzare! Diamogli una lezione, forza!” Gridò il più grosso del gruppo.

“All'attacco!!!”


SBONK! STOCK! SBRAM!


Non erano passati che pochi secondi...e si poteva ben dire che dei teppisti non erano rimaste che briciole. Sakuragi sedeva in cima ai loro corpi, ammucchiati uno sull'altro, a braccia conserte. Sorrise soddisfatto sfregandosi le mani.


“Allora? Avete qualcosa da ridire?” Disse il rossino tirando l'orecchio del corpo immediatamente sotto di lui.

“Pietà, pietà Sakuragi! Lasciaci andare! Oh, immenso tensai!” Pregava dolorante il ragazzo.

Il resto del gruppo lo seguì nel coro:

“Abbi pietà Sakuragi!! Ti promettiamo che non ti daremo più fastidio! Anzi, verremo a fare il tifo allo Shohoku! Pietàààà!!”

“Oh, grande Sakuragi! Ma come hai fatto? Eri solo, senza il resto dell'armata...è troppo forte...” Sibilò il tipo alla base del mucchio, prima di svenire per soffocamento.


Hanamichi scese da quel cumulo di tipacci malridotti e rise con orgoglio mettendosi le mani sui fianchi.

“Avete visto? Un genio è sempre un genio in tutto! Non ha bisogno di aiuto!!Ah, ah, ah! Sono un tensai! Posso fare tutto da solo...”




Nello stesso momento, ma in una zona alquanto più lontana, Kaede Rukawa camminava sulla via di casa, sbadigliando in continuazione per l'eccessiva stanchezza.


“Ti sei allenato molto oggi, eh? Domani non vuoi proprio perdere contro Sendoh...”

“Hn...no, infatti!”


Ayako, camminando a fianco a lui, sorrideva divertita. La ragazza, vicina di casa di Kaede dai tempi dell'infanzia, percorreva spesso la strada con il numero undici dello Shohoku, ben conscia del fatto che il ragazzo non avrebbe spiaccicato più di quattro parole durante tutto il tragitto. Ma la cosa non la infastidiva, anzi, si divertiva un mondo a pungolare Rukawa.


“Uff, Rukawa. Come sei musone. Se continui così rimarrai sempre da solo. Ti alleni da solo, consumi il pranzo da solo, prima o poi ti vedrò pure parlare da solo. Guarda che appoggiarsi a qualcuno è importante. Soprattutto in certe situazioni...”


IL tono scherzoso di Ayako si era fatto più serio nell'ultima frase, espressa proprio nel momento in cui Kaede si era fermato davanti la propria casa. Il ragazzo non ne era molto sicuro, ma gli parse che la manager nel pronunciare quelle parole avesse rivolto il viso verso la sua abitazione, come per indicarla. Fece comunque finta di niente.


“Hn..non ho bisogno di nessuno. Posso fare tutto da solo...A domani...”. Rukawa voltò le spalle e con un cenno di saluto si congedò dalla ragazza, entrando in casa.


Ayako sospirò alzando le spalle.

“...ci ho provato!” Sorrise fra sé e riprese a camminare, canticchiando una vecchia canzone giapponese.



“MA DOVE DIAVOLO SONO RUKAWA ED HANAMICHI?”


Ryota, quell'anno nuovo capitano della squadra di basket, gridava come in preda alla disperazione. La sua voce fece tremare tutta la palestra.

“Porca miseria! Fra poco arriveranno i ragazzi del Ryonan per la partita d'allenamento! Se li prendo li strangolo quei due!” Il playmaker iniziava a scricchiolare le dita.

“Calmati! Saranno qui a momenti” Rise Mitsui...Sicuramente Rukawa si sarà addormentato da qualche parte ed Hanamichi avrà perso tempo dietro ad Harukina...hihihi!”.Sghignazzò il numero quattordici.


Bè...purtroppo era proprio così.

Il numero dieci aveva incontrato nell'andito della scuola la sua cara Haruko, e nel pavoneggiarsi con lei aveva completamente dimenticato la partita..

Kaede Rukawa invece dormiva beatamente sul terrazzo, il suo luogo preferito in quella scuola. Dopo la palestra, ovviamente.


“Oh, Sakuragi!Non vedo l'ora di vedervi giocare contro il Ryonan...a che ora è la partita?” Haruko sorrideva con molta innocenza.

“Ah, ah, ah, Harukina! Il genio non ti stupir...eh? Partita? AAARGH! La partita!! è fra poco! Scusa Harukoooo!”

In pochi istanti la ragazza si trovò da sola, perplessa, mentre la paglia rotolava nell'andito...


Sotto il sole splendente di quella luminosa giornata e accarezzati da un'aria lievemente fresca, Sakuragi e Rukawa stavano correndo verso la palestra. Per fortuna anche il volpino si era svegliato ricordandosi improvvisamente della partita.


SBAM!


“AHIA!”

“Hng...”


Nella foga i due ragazzi si scontrarono cadendo a terra. Sakuragi dolorante si teneva la testa, guardando davanti a sé per capire con chi...

Aggrottò la fronte immediatamente.


“Dannato kitsune! Intralci la strada al tensai eh? Ammettilo, volevi farmi fuori per evitare che dimostri il mio immenso talento contro Sendoh!” Gridò il rossino alzandosi in piedi ed indicando minacciosamente il rivale.


Rukawa ignorandolo, si sollevò scrollandosi la terra di dosso.

“Hn...veramente sei tu che stai sempre fra i piedi. Do'hao...” Sibilò il moro cercando di superarlo, ma Sakuragi si piazzò davanti a lui afferrandolo alla collottola.


“Maledetto kitsune polare! Come osi? Se c'è qualcuno che ti ha sempre fra i piedi quello sono io. Tu sei solo una schiappa con manie di protagonismo!”

“Do'hao, mi vuoi mollare? Devo conservare le mie energie per la partita. Non posso consumarle inutilmente con te...” Rispose spazientito Rukawa.

“Checccccosa?!” Sakuragi si irritò ancora di più, guardò negli occhi il ragazzo con fare rabbioso. Avrebbe voluto riempirlo di pugni. Anche Kaede avrebbe voluto menarlo, ma sinceramente riteneva davvero più utile risparmiare le energie.


C'era una partita e nonostante fosse un'amichevole lui non la voleva perdere. Soprattutto non voleva perdere contro Sendoh.


Rukawa agguantò così il braccio di Sakuragi per levarselo dal collo strattonandolo.

Si bloccò, sentendo un forte calore sotto il suo palmo. Era la mano di Hanamichi che distrattamente aveva afferrato e dalla quale non riusciva ad allontanarsi.


Quel calore.

E quella caotica scarica di emozioni. Per la prima volta in vita sua Kaede Rukawa si sentì in preda alla confusione.

Gli erano sembrati attimi infiniti, in realtà erano stati solo pochi secondi, durante i quali era riuscito ad allontanare con forza la presa del rossino dalla sua divisa.

Si sentì sollevato pensando che il ragazzo non avesse capito quello che stesse provando.

Era vero.

Sakuragi non aveva capito cosa stesse provando Rukawa, poiché il suo animo era stato invaso dagli stessi pensieri del suo rivale.

Entrambi cercarono di non darci troppo peso.


Si fissarono con aria di sfida.


“Do'hao...”

“Baka kitsune...!”


Fiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii


Un sibilo nell'aria.

“ATTENZIONEEE!!”


SBONK!


Un pallone da calcio raggiunse la testa di Hanamichi colpendolo da dietro e facendolo sbattere violentemente contro la testa di Rukawa.

“Ahh!” Esclamarono contemporaneamente i due ragazzi in coro stringendo denti e occhi.. Un forte dolore invase la loro testa.


Una fitta estremamente pungente. Come prendere la scossa dalla corrente elettrica.

Un dolore acuto. Estremamente acuto. Come se fosse doppio.

Come se Sakuragi sentisse il dolore di Rukawa.

Come se Rukawa sentisse il dolore di Sakuragi.

Entrambi i ragazzi pensarono che la testa dell'altro fosse più dura del solito. Con tutte le capocciate che si davano, quella era stata di sicuro la peggiore.

Lentamente il dolore cominciò a svanire.


“Scusate...va tutto bene?” Disse un ragazzino avvicinatosi a loro: faceva parte del club di calcio.


Rukawa fu il primo a riprendersi, riaprendo gli occhi.

“Certo, il tensai è abituato a ben altro! Se questo kitsune non fosse stato d'intralcio starei meglio! Baka kitsune!”.

“Do'hao”. Rispose Hanamichi riprendendosi.


Ci fu un attimo di silenzio. Uno strano silenzio

Qualcosa non andava.

Non erano le loro voci a dire quelle parole. O meglio:


Perché la voce di Rukawa aveva pronunciato un “Baka kitsune?”

E perché Sakuragi aveva risposto con un “Do'hao”?

I due ragazzi si guardarono. Rimasero a fissarsi, senza parole.

Decisamente qualcosa non andava.


“Che diavolo ci fa una mia copia qui?” Se lo chiesero entrambi, in coro, indicandosi.

Impallidirono nel vedere il movimento della copia davanti a sè.

Ognuno di loro stava pensando di avere una copia di se stesso davanti i propri occhi.


Il ragazzino li guardava stupiti.. “Sarà la botta in testa...” Ridacchiò nervosamente e li lasciò lì.


La presunta copia di Rukawa si toccò la faccia, i capelli, le braccia.

Lo stesso fece la presunta copia di Hanamichi.

Sbiancarono.

“Tu sei me?!!” Si indicarono in coro.



Intanto in palestra tutta la squadra attendeva spazientita l'arrivo dei due ritardatari. Ryota stava per avere un esaurimento nervoso, Mitsui cercava di calmarlo, mentre l'allenatore Anzai rideva beatamente.

D'improvviso le porte della palestra si aprirono di scatto, sbattendo sul muro, facendo tremare le pareti.

Sulla porta stavano Sakuragi e Rukawa.


“Razza di mentecatti! Si può sapere dove eravate finiti? Io vi....” Ryota non riuscì a terminare la frase. Vide Rukawa fiondarsi rabbiosamente su di lui e afferrargli le spalle.


“CHI SONO IO?!” Rukawa urlava con gli occhi infuocati.


...SHOCK...


Tutta la squadra era scioccata. Ryota rimase senza parole non capendo bene cosa stesse succedendo. Rukawa che gli chiedeva chi fosse? Il playmaker non capiva.


“...bè...sei l'asso dello Shohoku, no?” Rispose un po' incerto, credendo fosse quello che voleva sentirsi dire.


“Ah, certo...io sono il te...No! Chi intendi per asso dello Shohoku?” Rukawa insisteva...

“Bè...eh eh...Kaede Rukawa, no?” Rispose nervosamente il ragazzo.

“AAARGH!!NOOO!”


....Nuovamente SHOCK....


I ragazzi della squadra non capivano più nulla. Davanti ai loro occhi Rukawa stava gridando per tutta la palestra con disperazione tenendosi la testa fra le mani.


“Do'hao...” Disse impercettibilmente la figura di Sakuragi dietro di lui, mentre con un calcio lo faceva cadere a terra.


“Tu, kitsune malefica!” Gridò Rukawa nel guardarlo.


Intanto la squadra si faceva ancora più allibita.


“Cosa è successo! Restituiscimi il mio corpo! Rivoglio il corpo!”


A quelle parole ci fu un rossore generale sulle guance dei presenti.

Rukawa saltò addosso ad Hanamichi spingendolo a terra e afferrandolo alla maglietta. Il rossino reagì strattonandolo via e caricando un pugno.

Si fermò in tempo.


“Hn. Non posso rovinarmi...” Disse sbuffando, pensando che il corpo che aveva davanti ai suoi occhi in fondo era il suo.

“AARGH! Come fai ad essere così calmo? Io ti...”


SBONK!


“Adesso basta!” Prontamente Ayako colpì i due con il suo ventaglio della giustizia.

Mitsui intanto afferrò Rukawa al colletto e lo trascinò per la palestra. In fondo era lui che stava facendo casino in quel momento.


“Forza che c'è la partita. Dopo potrai avere tutto per te il corpo di Hanamichi, tranquillo. Ma non c'è bisogno di fare tante scene se siete in astinenza....Tenetele per voi queste cose”.

Con il braccio libero Mitsui aprì la porta dello spogliatoio e ci gettò Rukawa.


“Cambiati!”Esclamò scocciato.

“Ahhh!non hai capito niente, Micchi!!!” la voce di Rukawa echeggiò nello spogliatoio.

“Ma quanto strilla oggi. Non ha mai parlato così tanto da quanto lo conosco. Dì un po' Hana, non è che la tua idiozia è contagiosa?” Scherzò il numero quattordici aspettandosi una sfuriata da parte del ragazzo.


Ma Sakuragi non reagì. Anzi, si limitò ad alzare le spalle e sospirare un

“Hn...”.


La squadra era in uno stato di perplessità dilagante...


Un'ora e mezza dopo aveva inizio la partita.

Molto dopo rispetto al previsto a causa di Akira Sendoh, asso della squadra del Ryonan e ritardatario di prima categoria.

.

Le due squadre erano posizionate.

In testa stavano Sendoh e Rukawa.


“Allora Rukawa? Giocherai con tutte le tue forze da subito o le risparmierai per il secondo tempo?” L'asso del Ryonan lanciò la sua sfida al numero undici.

“Come osi dannato porcospino? Il tensai non ha bisogno di questi insulsi giochetti per batterti!” Rispose con furia Rukawa.

Sendoh battè le palpebre perplesso.

Rukawa che gli dava del porcospino? Rimase attonito...


“Piantala, do...Rukawa!” Lo sgridò con severità Sakuragi.


Il rossino era particolarmente serio. Troppo serio per il suo essere il tensai.

Sendoh li guardava dubbioso. Non ci stava capendo nulla. Cos'era una tecnica nuova dello Shohoku per confonderli?


“Ahia!” Gridarono in coro i due ragazzi.

Mitsui aveva dato un colpo in testa ad entrambi.


“Ci vorrebbe il gorilla punch di Akagi. Uff! Lasciali stare Sendoh, questi due oggi hanno voglia di fare i cretini...”

Il ragazzo lanciò un sorriso d'intesa a Sendo, e questi rispose con il suo categorico sorriso smagliante.


“Ah, ah, ah. Tranquillo Mitsui...”


Intanto Koshino si rodeva dalla gelosia.


La partita ebbe inizio.

La palla fu subito nelle mani del Ryonan e di Akira che prontamente minacciava il canestro dello Shohoku.


“Eh? Che ci fa Rukawa sotto canestro?” Sendoh non capiva.

E non solo lui.

Anche i giocatori dello Shohoku si stupirono delle posizioni di gioco dei due ragazzi.

“Che diavolo fai, Rukawa?” Gridò Ryota impallidendo.


Sendo non si scompose e con uno scatto fulmineo scansò Rukawa che goffamente tentava di fermarlo, riuscendo a fare uno splendido canestro.

Rimasero tutti di stucco.

Come un fulmine Sakuragi recuperò la palla e scansando gli avversari, incapaci di realizzare cosa stava accadendo, riuscì a mettere a segno un canestro.


“Grande Hanamichi!” Esclamò Ayako dalla panchina. Il resto della squadra non esultò.

decisamente...erano tutti più confusi che mai.


Anche Rukawa era davvero stupito. Vedere Hanamichi, giocare in quel modo...

Diamine!

Era quella l'immagine che lui aveva di se stesso. Anzi no. Quello era lui.

No era Rukawa.

Oddio. Non ci stava davvero capendo più nulla.


“Cerca di rilassarti, do'hao!”

Hanamichi a braccia incrociate e visibilmente irritato guardava il numero undici caduto a terra dopo la stoppata di Sendoh.

Era furibondo.

Non poteva sopportare di vedere se stesso giocare così male. Fare figure di quel genere. La figura del do'hao.

Lui invece gli stava pure facendo un favore. Lo faceva giocare bene!

Rukawa lo guardò con un certo imbarazzo per la figura appena fatta. Si sentiva a disagio. Lui era Hanamichi Sakuragi. Non riusciva a gestirsi dentro il corpo del kitsune.

Hanamichi, ossia Rukawa, invece non ci pensava più di tanto. Ora gli interessava la partita non voleva perderla. Voleva battere Sendoh.


Ma...poi ragionò.

In quella situazione non sarebbe stato lui a batterlo. Sarebbe stato Sakuragi. Almeno per gli altri e per Sendo sarebbe stato così.

Il pensiero non gli piacque.

Mentre erano disposti in difesa, il rossino fece cenno a Rukawa.

“Do'hao...cerchiamo di imitare il nostro gioco. Tu impegnati a giocare al meglio. Io giocherò come te...”

“Ah...ok...” Rispose il moro ancora più confuso.


Lui Hanamichi Sakuragi.

Era nel corpo di Rukawa.

E doveva imitarne il gioco.

Per la prima volta in vita sua fu in preda al panico: in quella situazione si rese davvero conto di non essere all'altezza di Rukawa.



La partita fu un vero disastro.

Un Rukawa che a momenti giocava bene, in altri, la maggior parte, che faceva errori eclatanti e spesso stupidi.

Un Sakuragi che a momenti aveva dei brillanti lampi di genio e riusciva a fare azioni spettacolari, e altri in cui tornava ad essere se stesso compiendo i soliti errori banali.


“Che diavolo fai?” Gridò all'improvviso Rukawa vedendo Sakuragi tentare una schiacciata dei poveri e sbattere la palla sulla testa di un giocatore del Ryonan.

“Pfiù...imito il tuo gioco.” Rispose Sakuragi alzando le spalle per noncuranza.

“Maledettoooo!!!”

Si azzuffarono.

In quello almeno non c'era niente di diverso dal solito.


La partita fu vinta dal Ryonan. Con un non eccessivo distacco di punti, anche Perché Mitsui, Ryota e Yasuda riuscirono a giocare al meglio.


“Fuori forma eh, Rukawa?”

Sendoh sorrideva al numero undici con un velo d'ironia. Rukawa stava per reagire, ma la presenza minacciosa di Ryota e Mitsui dietro di lui lo fece desistere.

Di fronte a quella scena Akira Sendoh si rese conto che doveva andare via... e presto pure!


“VOIIIII!!!!!!” La voce cavernosa di Mitsui riecheggiò nell'aria.


I due ragazzi subirono una strigliata incredibile da lui e Ryota. Che erano quelli più arrabbiati.

Ma potevano leggere la delusione negli occhi del resto della squadra. Anche di Anzai.


I due ragazzi, mortificati per quella figuraccia, rimasero in silenzio.

Lentamente e silenziosamente i membri della squadra si dileguarono, nessuno ebbe il coraggio di dire nulla.


“Ora è tutto tuo...” Fece Mitsui a Rukawa indicandogli Sakuragi. Ma non stava scherzando. Era davvero deluso.


Alla fine rimasero solo Hanamichi e Kaede.

L'uno di fronte all'altro.

Nessuno dei due alzava lo sguardo.


“Forse è meglio che ne parliamo.”


Sakuragi la riconobbe. Era la sua voce. La sua voce da cui parlava Rukawa.


Sospirò, come rassegnato.


“Sì...forse è meglio.” rispose il ragazzo.


Era la voce di Rukawa. Che ora apparteneva a lui.


Non era uno scherzo, allora.

Hanamichi era diventato Rukawa.

Rukawa era diventato Hanamichi.

Finalmente si resero davvero conto di quello che era successo.

E che stava succedendo.




“Cosa ci è successo?”

Hanamichi, questa volta davvero lui, ma nel corpo del kitsune, era in preda allo sconforto, si sedette in una panchina nello spogliatoio, mentre teneva la testa fra le mani.

“Non lo so...” Rispose Rukawa appoggiandosi agli armadietti e tenendo la braccia incrociate. Intanto guardava il se stesso di fronte ai suoi occhi. Gli faceva una strana sensazione vedersi così agitato e preoccupato. Gli scappò un sorriso.


“Guarda che non c'è niente da ridere, Rukawa! Come fai ad essere così calmo?”

“Do'hao. Sei tu che sei troppo agitato. Non innervosirti troppo, altrimenti mi rovini il fegato!”


Voleva scherzare, probabilmente, ma la frase fece arrabbiare ancora di più Sakuragi che balzò in piedi.


“Tu hai il cervello fuso! Ma pensi solo a te stesso? Al tuo corpo? Non l'ho scelto io di scambiarci i corpi! Io non ci voglio stare nel tuo dannatissimo corpo, kitsune della malora!!”


“Sentimi bene!” Il tono di Rukawa si fece d'un tratto minaccioso, e Sakuragi s'impietrì: vedere se stesso con quell'espressione lo inquietò non poco.

Pensò che faceva davvero paura quando era arrabbiato.


“Neanche a me piace l'idea di dovere stare nel tuo corpo. Il corpo di uno stupido do'hao. Ma credi che agitarsi serva a qualcosa, eh? Io non credo proprio!”.


Hanamichi ci pensò su, calmandosi di conseguenza e gettandosi sulla panca.

“Hai ragione. Ma che cosa possiamo fare...Magari...”


Non gli piacque. A Rukawa non piacque quella luce che emanava il suo stesso sguardo di fronte a lui.


“Che...che stai pensando, do'hao?” . Rukawa indietreggiò, nella sua mente aveva capito cosa avesse intenzione di fare quel mentecatto.

Di scatto Sakuragi si alzò afferrando il suo corpo con forza.

“Lasciami, cretino!” Urlò Rukawa.

“No! Se è successo così, così finirà!!” Hanamichi sembrava assatanato.


SBONK! SBONK! SBONK!


I due ragazzi finirono per terra doloranti con due grossi bernoccoli in fronte. Le capocciate li avevano sfiniti.


“Soddisfatto ora?” Mugolò Rukawa con gli occhi a rotella. Sentiva tutta la stanza girargli intorno.

“Certo ora siamo tornati...AARGH! Perché hai ancora il mio corpo!!!” Urlò barcollando Sakuragi indicando il ragazzo.

“Perchè la tua è stata una idea cretina. Sei sempre un do'hao. Manco stare nel mio corpo ti fa salire il sale alla zucca.” Rukawa cercò di alzarsi.


Alla fine Hanamichi si arrese e tornò a sedersi con una faccia imbronciatissima.


“Cosa facciamo, Rukawa?” Mugolò con serietà.


Rukawa si sedette a fianco a lui. Non lo dava a vedere, ma era comunque preoccupato.


“Aspettiamo. È l'unica cosa che possiamo fare. Torniamo a casa... Anzi, prima dovremmo spiegarci dove abitiamo e con chi.” Sospirò il ragazzo.

“Che? Dovrei andare a casa tua? Che stai...”

“Ah, bè certo, ora torno a casa e dico: ciao mamma, sono sempre io, Kaede, non farci caso se ho il corpo di Hanamichi Sakuragi....Semplice, vero?”


Sakuragi lo guardò ridendo nervosamente.

...nuova ondata di sconforto...


Non poteva essere altrimenti.


“Sigh...e va bene....”












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Capitolo 2
*** II capitolo ***


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II parte.


Nota: da questo momento in poi indicherò come Hanamichi Sakuragi proprio lui nel corpo di Rukawa. E come Kaede Rukawa il nostro numero 11 dentro il corpo del rossino. Prima ho fatto il contrario per rendere l'idea della confusione, ma ora che la situazione si normalizzerà, meglio evitare troppa confusione. Baci!






Due ore dopo Hanamichi Sakuragi era davanti casa dei Rukawa.


' Quel kitsune mi ha detto che vive con sua madre, sua zia...come si chiamava? Ah, Setsuna...e suo fratello minore...mah. Speriamo bene...'


Il ragazzo tremava come una foglia. Si sentiva imbarazzatissimo.


'Che faccio? Suono? No entro con le chiavi che mi ha dato...no, suono...Aaargh! Al diavolo, entro!”


“Ciao mamma! Sono tornato!!!” Gridò aprendo la porta. Si bloccò all'ingresso: si guardò intorno...non era casa sua!


“........”


Si rese conto che quello era il suo modo di entrare in casa.


“WA! KAEDE!!! TESOROOOOO!”


A Sakuragi prese un colpo.

In men che non si dica si trovò al collo le braccia di una donna che si teneva sospesa da terra aggrappata a lui. Questa lo guardò con occhi luccicanti. Erano di un profondo colore blu come quelli di Rukawa. Come quelli che aveva lui ora.

E poi quei capelli così lisci e neri...era la copia femminile di Rukawa!

Sakuragi pensò che il kitsune non gli aveva detto di avere una sorella.


“Oh Kaede caro! Sei sempre così espansivo con la tua mamma, eh?” Disse la donna ridendo, vedendo che il ragazzo non reagiva. Per lei era comunque una cosa normalissima.


'Checcosa?'


Il ragazzo non credeva ai suoi occhi. La madre di Kaede? Ma se aveva sì e no 30 anni quella donna! Era così minuta e magra, vestita con jeans a vita bassa e maglietta colorata. Come una ragazzina.


“Kaeduccio caro! Vai pure a farti la doccia, che intanto finisco di preparare la cena. Quando arriva Setsuna ceniamo.”


La donna facendo una giravolta su se stessa si dileguò verso la cucina, lasciando il povero Sakuragi allibito sulla porta.

Meccanicamente e con la testa confusa il ragazzo salì le scale: fortunatamente Rukawa gli aveva spiegato dove fosse la sua stanza.

Entrò. C'era buio. Nel tentativo di cercare l 'interruttore inciampò su qualcosa.


“AHIAAA!!!”

Per poco non si rompeva l'osso del collo...

Finalmente lo trovò ed accese la luce.

Era inciampato su un pallone da Basket. Sakuragi aggrottò la fronte.

“Ti pareva.”


Davanti a sé c'era la camera di Rukawa: Sulle pareti posters di giocatori di basket americani, su di un lato un piccolo canestro appeso.

Quello se lo aspettava...ma non...tutto quel disordine!


Il letto era sfatto, su di esso e sulla scrivania vi stavano cd, libri sparsi e cartacce.

Sakuragi pensò che il suo rivale era davvero disordinato. Non l'avrebbe mai detto. Era strano per lui trovarsi lì. Una sensazione nuova, e forse non troppo spiacevole. Lo stesso ragazzo se ne rese conto per un istante.

In fondo era come stare da un amico.

Ah, già. Loro mica erano amici...

Alla fine Sakuragi decise comunque di farsi una doccia, almeno si sarebbe rilassato un po' e non avrebbe pensato troppo a quell'assurda situazione.




Intanto Rukawa aveva anche lui varcato la soglia di casa Sakuragi. Aveva aperto la porta, silenziosamente, come faceva di solito. Era quello il problema.


'Sicuramente quel do'hao non torna a casa così...'


Rukawa sembrò pensare qualcosa. Arrossì a quel pensiero, ma decise di farsi coraggio. Tossì leggermente per scacciare l'imbarazzo, respirò a pieni polmoni...


“SONO A CAAASAAAAAA!!!”


Diventò completamente rosso, come i capelli che ora aveva.


“Oh, Hana! Bentornato tesoro!” Disse con molta tranquillità una voce gentile.


Ecco, nessuno si era messo problemi per le sue grida. Rukawa aveva azzeccato in pieno.


'...è proprio un do'hao'.


Si avvicinò in cucina, incuriosito da quel profumo invitante che si diffondeva nella casa. Era un ottimo odore di riso al curry.

Entrò quasi timidamente in cucina, guardandosi intorno per studiare l'ambiente. Era una casa piccola quella della famiglia Sakuragi, ma nell'aria si percepiva una sensazione di calore e intimità, che si amplificò nel momento in cui Rukawa si trovò davanti la madre di Hanamichi: una donna sui 45 anni, un po' robusta e dall'aspetto vissuto. Aveva i capelli castani, raccolti in un foulard bianco e indossava un grembiule da cucina.

La signora sorrise, di un sorriso che a Kaede parve di una gentilezza infinita.


“Tesoro, Perché mi fissi così? C'è qualcosa che non va? Non ne avrai combinata un'altra delle tue, eh?”


Nelle parole della donna c'era una dolcezza profondamente materna.

Rukawa arrossì vistosamente.


“No, no, che dici...ma...mamma. Em...è tutto a posto”.


La donna gli sorrise, intuendo che c'era qualcosa che turbava il figlio. Ma capì anche che non doveva essere nulla di preoccupante. Almeno era quello che credeva, pensando a come conosceva bene Hanamichi!


“Dai, Hana, tranquillo. Vai a farti una doccia, vedrai che starai meglio...” Gli consigliò la donna.

“S..sì...”Rispose Rukawa abbassando gli occhi. Sorrise fra sè. Quella signora era davvero diversa da sua madre!


“HANACHAN!!!” una voce femminile attirò l'attenzione di Rukawa. Qualcosa gli stava tirando il pantalone. Abbassò gli occhi: una bambina dai capelli ricci rossi e gli occhi nocciola stava aggrappata alla sua gamba, sorridendo animatamente. Il ragazzo notò subito lo sguardo furbetto di quella creaturina di sei anni. Sicuramente era molto più sveglia rispetto alla sua età: lo si capiva a vista d'occhio.


'Deve essere Asuka, sua sorella....è identica a lui...'


Sorrise nel notare le stesse sopracciglia scure del fratello sopra quegli occhietti vispi.


“Waaah! Hanachan!” La bimba lo guardava arrabbiata stringendogli la gamba. Rukawa la guardò.


“Em..cosa c'è piccola?” Chiese gentile. La bambina lo guardò incerta, poi sbuffò credendo che il fratello le stesse facendo uno scherzo.


“Mi devi prendere in braccio e farmi girare. Te lo sei dimenticato?” Si imbronciò, offesa.


Rukawa rise perplesso. Titubante prese la bambina in braccio e fece come gli aveva detto. Era impacciatissimo. Non era davvero abituato a certe cose.



Intanto a casa Rukawa, Hanamichi si preparava per farsi un bel bagno rilassante. Entrato in bagno cominciò a spogliarsi canticchiando.

Fatto.

Poteva immergersi nella vasca...

Alzò gli occhi: c'era un enorme specchio di fronte a lui. E quindi si trovò con il corpo di Rukawa davanti agli occhi.

Nudo. Completamente.

Inconsciamente lo sguardo del ragazzo si posò poco più giù del petto...

Una vampata di rossore colorò il suo viso.


“AAAAHHHH!!!!!” Il suo grido fece tremare i vetri.


In preda al delirio e all'imbarazzo, Hanamichi si agitò enormemente.

E fu panico totale.


“AAARGH!”


Gli stava sanguinando il naso!

Il ragazzo confuso più che mai, aprì di scatto la porta del bagno per correre in camera, da qualche parte, ma si trovò di fronte un bambino dall'aria molto innocente, coi capelli e occhi neri.

Era Yugo. Il bambino guardò Hanamichi incuriosito.


“AAAHHH!” Gridò il bambino.

“AAAHHH!” Gridò Sakuragi.


“MAMMA!!A Kaede sanguina il naso!” Gridò il piccolo indicandolo.


Hanamichi si mise una mano sotto il naso e la guardò: era vero! Avrebbe voluto sprofondare dalla vergogna.


“Kaedeeeee!” Arrivò anche la mamma di Rukawa che balzò addosso al figlio.

“Che succede! Oddio, ti sanguina il naso! Vieni!!!” la donna lo trascinò in bagno, mentre il ragazzo ancora sconvolto e in stato di shock non reagiva più.


La donna gli passò del cotone sotto il naso, e Hanamichi si riprese.


“Ah...va megl...AAAHHH!”

Si accorse di essere completamente nudo davanti alla donna e arrossì vivacemente cercando di spingerla fuori.


“Suvvia, sono la tua mamma...” Ridacchiò lei uscendo dal bagno.

“E non fare più pensieri sconci, capito!” Aggiunse strizzando l'occhio e mandandogli un bacio.


Hanamichi rimase seduto ed impietrito a lungo in quel bagno...voleva morire!




Nello stesso momento anche Rukawa si stava preparando per fare un bagno. Era doppiamente sfinito dato che Asuka l'aveva costretto tutto il tempo a giocare con lei.

Si era procurato il cambio curiosando nei cassetti della stanza del do'hao. Stranamente quella camera era molto ordinata. Cosa alla quale Kaede non avrebbe mai minimamente pensato. Era tutto il contrario della sua.

Il ragazzo entrato in bagno si spogliò, ma non ebbe di sicuro la stessa reazione di Hanamichi col suo corpo. Anzi, il ragazzo andò volutamente davanti uno specchio per guardarsi. Si fermò a fissare quell'immagine specchiata di fronte a lui.

Si voltò sul lato destro.

Sul sinistro.

Dietro.

E sotto. Dove si soffermò più a lungo.

Sembrò soddisfatto di quella ispezione.


“Quel do'hao non è poi niente male” Disse infine fra sè.


Dopo il bagno Rukawa scese in cucina, dove il profumo di cibo si era fatto più invitante. Entrato, vide la tavola apparecchiata con un sacco di vivande tradizionali e ben disposte.


“Hai fatto, tesoro?” Disse la signora Sakuragi sentendo entrare il ragazzo. Intanto continuava a mescolare il riso.

“Si...mamma...” Rispose sempre un po' timidamente Rukawa. Era strana quell'atmosfera. Così diversa da casa sua. Lui adorava sua madre, ma che dire, lei era davvero come una ragazzina. Giovanile e un po' ingenua. E poi in cucina...bè...non era proprio portata! Anche se ci si metteva d'impegno!

La signora Sakuragi era invece la maternità in persona. E questo riuscì a mettere Rukawa a suo agio.


“Hana...giochiamo!!” Asuka nuovamente lo tirava per la gamba.

Il ragazzo la guardò sorridendole. Non aveva molta intenzione di giocare con lei...

“HIIIII!!!!” Urlò stridula la bambina. “GIOCHIAMOOO!!!”

“Eh...'” Rukawa rise nervosamente. Dovette arrendersi e assecondarla. Era più testarda del fratello!


“Sono a casa!” Disse improvvisamente una voce maschile dall'ingresso. Un uomo un poco goffo, ma dall'aspetto gentile e pacato si affacciò in cucina sorridendo.


“Caro, bentornato!” Esclamò la signora Sakuragi.

“PAPààààà!!!” Asuka gli saltò al collo.

“Ciao piccola...” Gli sorrise l'uomo. “Ciao, Hana...” continuò rivolgendosi al rossino.


“Ciao papà!” Rispose con un sorriso grande e sicuro di sé Rukawa. Voleva essere certo di imitare bene Hanamichi.


Silenzio. L'uomo si bloccò guardandolo incredulo. Asuka si zittì dalle sue urla. La signora smise di mescolare.


Rukawa li guardò non capendo cosa stesse succedendo.

“Bé? Che ho detto...?”


Vide gli occhi dell'uomo riempirsi di lacrime, e così la signora Sakuragi.

“Oh, tesoro, hai sentito?” Disse commossa la donna.

“Siii...oh, Hana, come sono felice! Grazie...” L'uomo lo abbracciò in lacrime.


Rukawa si sentì soffocato da quella stretta. Non solo suo padre, ma anche la madre del do'hao lo stava stritolando.

L'uomo pigolò poche parole.

“Finalmente mi hai chiamato papà....”


'Occavolo....'


Era vero. Sakuragi glielo aveva detto. Non era suo padre. Era...era... non si ricordava più il nome! Sì, insomma, era il nuovo marito della signora!

Rukawa capì di avere fatto un bel danno. Sakuragi l'avrebbe ucciso.

Ma insomma! Pensò che in fondo mica era colpa sua! Non poteva certo ricordarsi tutto!

Sì sì. Se ne convinse. Aveva ragione lui.



Hanamichi intanto stava disteso sul letto. Tutta quella confusione lo aveva privato di ogni energia. Si sentiva davvero un cretino per la figuraccia che aveva fatto. Arrossire così, pensando al corpo di Rukawa.

Quel corpo così bianco, così sodo, così incredibilmente sexy...

Ecco! Stava sanguinando di nuovo!

Mise così sottosopra la stanza per cercare un fazzoletto.


“Sono proprio un do'hao...” Sospirò Sakuragi vergognandosi da morire, mentre si asciugava il naso. Poi d'un tratto si voltò verso lo specchio che stava appeso alla parete vicino la finestra. Uno specchio per vedersi a mezzo busto. Il ragazzo si fermò nuovamente a fissare l'immagine...per fortuna era vestito...

Aggrottò la fronte e assunse un'espressione seria. Poi si imbronciò. Poi sbuffò.


“Ah, ah, ah! Sono proprio Rukawa!” Rise di gusto Hanamichi indicando lo specchio.

“Ah, ah, ah, è proprio lu...Eh?”.


Una nota di stupore risuonò nella mente del ragazzo di fronte a quell'ultima immagine riflessa, finchè sentì un lieve rossore scaldargli le guance. Sakuragi si avvicinò di più allo specchio.

Sorrise. Una, due, tre volte. Poi sembrò soddisfatto.


“Allora avevo ragione. Dovrebbe sorridere di più quel kitsune tremendo!!”


.......WROOOM...WROOOM......


Il rumore di una moto di grossa cilindrata rubò improvvisamente la sua attenzione.


“Ma che è? Sono arrivati dei teppisti?”


Il ragazzo si precipitò preoccupato alla finestra, affacciandosi. Qualcuno aveva appena parcheggiato la moto.

Una moto da strada di grossa cilindrata, di colore nero con delle fiamme verdi sfumate sulla carrozzeria. Sakuragi notò un uomo scendere dal veicolo: una figura alta, slanciata, con pantaloni lucidi neri e il giubbotto da moto rosso fiammante, che si abbinava col casco che si stava sfilando.

Si spaventò nel vedere improvvisamente la madre di Rukawa uscire fuori, temendo per lei.


“Amore!” Disse la donna stampando un bacio sulle labbra di quell'uomo e stringendolo forte.


Sakuragi tirò un sospiro di sollievo. Era solo il...

Chi?

Ci pensò bene.

Rukawa non gli aveva parlato di un padre. E neanche di un fidanzato della madre. Né di un convivente, nè...


“Ciao, Kaede!” Disse il tipo alzando gli occhi verso di lui e sorridendogli.


Sakuragi lo guardò bene.

Aveva i capelli biondi corti, con un ciuffo simile al suo che gli accarezzava il viso. Un orecchino ad anello brillava sul suo orecchio destro.

Lo sguardo deciso, il sorriso tenace.

E la voce. Non ne era proprio sicuro ma...Era una donna!


“Tesoro! Ora che Setsuna è tornata possiamo cenare! Scendi!” Gli gridò la madre agitando la mano tutta contenta, cercando di attirare la sua attenzione.


'Setsuna.....'


Era la zia di Rukawa. O almeno così gli aveva detto lui.

Quel dannato kitsune! Ma perché diavolo non glielo aveva detto? Sua mamma e quella donna...stavano assieme?

Si arrabbiò molto, sedendosi con fare offeso sul letto.


“Quel cretino! Voleva prendersi gioco di me, eh?”. Sbuffò.


Scese poco dopo. Entrato in cucina notò la madre di Kaede apparecchiare, mentre Setsuna stava lavorando qualcosa in padella. Notò inoltre uno strano odore di bruciato...


“Eh, eh, eh, tesoro. Ho bruciato la cena. Purtroppo .” La mamma di Rukawa lo disse come se fosse una cosa normale. Anzi, era normale!


“Ah, ah, ah, lo sai che non devi metterti a fare cose elaborate! Dovevi aspettarmi!” Le sorrise Setsuna.

“Si, lo so....sob!” La donna versò qualche lacrima.

“Dai, tranquilla, non fa nulla, faccio io...” La voce di quella donna bionda era gentile, e rassicurante. Si avvicinò alla madre di Rukawa, accarezzandole la testa con premura. Quest'ultima arrossì, con innocenza.


Sakuragi di fronte a quella scena si sentì fortemente imbarazzato.

Il ragazzo notò come lei indossasse dei pantaloni e camicia tipicamente maschili. Sorrise fra sè. Ma non era un sorriso ironico o nervoso. Per lui non c'era proprio nulla di strano in quel rapporto, anzi, gli facevano quasi tenerezza. Soprattutto la mamma di Kaede. Con quello sguardo semplice e limpido, quei modi di fare da ragazzina un poco inesperta.


“Ti do una mano?” Domandò sorridendo Sakuragi rivolgendosi a Setsuna. Questi lo guardò, un po' stupita.

“Oh...certo Kaede, grazie!” Ricambiò titubante il sorriso.


Cenarono in un'atmosfera serena e allegra. Sakuragi si divertiva ad imboccare Yugo, inventandosi dialoghi

scherzosi fra i bastoncini per convincerlo a mangiare quando si rifiutava. Era lo stesso gioco che faceva con sua sorella.

Le due donne guardavano quel Kaede incredule. Non l'avevano mai visto comportarsi così, o ridere in quel modo.

Sicuramente doveva essergli accaduto qualcosa di veramente bello...o almeno era quello che credevano.


“Ah, a proposito. Domani dovrò portare la moto dal meccanico...” Disse ad un certo punto Setsuna.

“Perchè? È successo qualcosa?” Chiese la mamma di Rukawa dispiaciuta.

“Sì, oggi mi ha dato dei problemi col motore. L'ho guardata, ma non ho capito cos'ha...”

“Se vuoi dopo la guardiamo assieme, così vedo di capire che problema c'è....” Disse con molta disponibilità Sakuragi.

Ecco. Si rese subito conto di aver fatto qualche errore: entrambe le donne lo guardavano senza parole.

OPS!

Era Hanamichi che se ne intendeva di motori. Se stesso. Se Rukawa ne capisse...questo non lo sapeva!

Cercò di contenere l'imbarazzo e di prepararsi a qualche scusa...

Ma le due donne non erano stupite per quello. Erano stupite per “lo guardiamo assieme...” che aveva pronunciato prima. Incredule.


“Va bene, Kaede. Grazie” Disse infine Setsuna con un sorriso vivamente sereno. Era felice.



Intanto a casa Sakuragi....


“Forza con quella palla! Dai, scansa l'avversario!” Rukawa si agitava sul divano, mentre guardava in televisione una partita del l' NBA.

Seduto con lui c'era l'uomo che poco prima aveva chiamato papà: il signor Sakamoto. Questi era divertito nel vedere quel ragazzo così preso dalla partita, ma allo stesso tempo si sentiva davvero felice che per la prima volta Hanamichi aveva deciso di vedere una partita di basket con lui. Ma questo Rukawa non poteva saperlo. Il ragazzo parlò tantissimo con il signor Sakamoto quella sera. E si trovò molto bene, anche perché l'uomo s'intendeva benissimo di Basket e sembrò davvero felice di poterne finalmente parlare con lui. Con Hanamichi. Lo aveva tanto desiderato.








“COME L'HAI CHIAMATO?”

“COSA HAI FATTO CON SETSUNA?”

“HAI GUARDATO LA PARTITA CON LUI?”

“HAI AGGIUSTATO LA SUA MOTO?”


Due grida atroci riecheggiarono per il terrazzo dell'istituto Shohoku. Quella mattina Kaede e Hanamichi si erano incontrati lì, per sfuggire l'uno dall'armata Sakuragi, l'altro dalle fans del Rukawa fan club.

I due ragazzi si fissavano, più sconvolti che arrabbiati per quello che era successo.


“Tu...dannato kitsune...co-come hai pot-potuto...” Sakuragi balbettava indicando Rukawa di fronte a sé.


Era proprio strano sgridare una persona col proprio aspetto.

Hanamichi si mise una mano sulla fronte barcollando. Desiderava non avere capito bene.


“...Kami sama! Devo sedermi....” Si piegò sulle ginocchia coprendosi con una mano.


Rukawa si piegò a fianco a lui, guardandolo. Pensò di averla davvero fatta grossa. Di aver ferito quel decerebrato d'un do'hao. In fondo sapeva bene che suo padre era morto pochi anni prima, e che non dovesse essere facile per lui accettare una nuova figura maschile nella sua casa.


“...mi dispiace...credimi.” Furono improvvisamente le parole di Rukawa. Chiaramente sincere.


Sakuragi, sorpreso per quello che aveva appena sentito, si scoprì il viso voltandosi verso il ragazzo. Si specchiò in quegli occhi. I suoi occhi. Profondamente dispiaciuti. Che lui ricordasse, non aveva mai visto uno sguardo così sul proprio volto. Pensò che era davvero curioso conoscere aspetti di sé a cui non aveva mai fatto caso.

Rukawa lo guardava mortificato.


“...non ci ho pensato...è stato così, spontaneo...mi...”

“Non devi scusarti.” Hanamichi abbozzò un sorriso e si poggiò a terra.

“...è che...è strano.”

“...Hn?”

“ Una cosa che io tentavo di fare da tempo, per la quale mi mettevo in continuazione mille problemi...tu l'hai affrontata in maniera così, come hai detto? Ah, spontanea...cavolo!”.


Sakuragi sorrise arrossendo un po'.

Rukawa lo guardò stupito.


“Volevi...dirglielo?”

“Bè, sì. Non è una cosa facile. Io ho avuto un padre. E chiamare papà quest'uomo è per me molto difficile. Asuka lo fa, la mamma lo vorrebbe. Anche per non indurre domande inopportune in mia sorella Lui in fondo è un brav'uomo...più che rifiuto, mi vergognavo molto a chiamarlo papà. In realtà desideravo anche io trovare un'occasione per rompere il ghiaccio con lui...e tu sei riuscito a farlo con tanta spontaneità. È incredibile!...credo dovrei ringraziarti...”

“Hn?”Nonostante fosse nel corpo di Sakuragi, Rukawa non rinunciava al suo Hn di battaglia.


Hanamichi lo guardò sorridendo soddisfatto.

“Mi hai spianato la strada, kitsune!!”


“Hn...forse...è la stessa cosa anche per me...” Disse improvvisamente Rukawa sorridendo fra sé e sedendosi accanto a Sakuragi.


I due ragazzi erano appoggiati sul muro del terrazzo. Una leggera brezza si era alzata da poco, ma gli intensi raggi del sole di quella mattina inondavano l'aria di un piacevole calore.


“Eh? Che intendi? Anzi! Perché diavolo non mi hai detto che tua madre e Setsuna stavano assieme? Lei non è tua zia!” Sakuragi sgridò il ragazzo, voleva ancora capire tutta quella storia.


“Bè...perchè...come facevo a dirtelo?” Rukawa si chiuse il viso fra le ginocchia soffocando la voce.

“Come 'come facevo a dirtelo'. Mica c'è qualcosa di male!”. Sakuragi lo guardò sorpreso ma, altrettanto e di più, sorpresa fu l'espressione di Rukawa nel guardarlo.

“Eh? La trovi...una cosa...normale?”.


Sakuragi continuava a guardarlo perplesso.

“Bè...sì!...” Poi assunse la sua tipica espressione da tensai...! Oltre che per le parole, Rukawa quasi si scioccò nel vedere se stesso con quella faccia tutta sicura di sè.


“Ah, ah, ah! Ma dove vivi, Rukawa? È una cosa normalissima! La sorella di mia madre sta con una donna da una vita!! E poi c'è pure la vicina di casa...ah! E 'altra cugina di mia madre...e mi pare...”.


Rukawa si sentì davvero rincuorato a quelle parole.


“Non mi dirai che tu non le accetti, eh, kitsune?” Chiese curioso Hanamichi improvvisamente.


Kaede scosse la testa e sorrise.

“No, anzi. io...sono davvero felice per mia madre. Lei ha davvero bisogno di qualcuno che le voglia bene. È così giovane. Mi ha avuto a 16 anni...con qualcuno che l'ha lasciata subito dopo. Siamo stati dai suoi finché lei è diventata maggiorenne e ha cominciato a lavorare da sola. Non mi ha fatto mai mancare nulla. Lavorava e non si dedicava a sé stessa. Credo che questo suo atteggiamento da ragazzina un po' svampita dipenda dal fatto che non si sia goduta la giovinezza...”


Le parole di Rukawa furono molto dolci in quell'ultima frase.


“Poi è arrivata Setsuna, tre anni fa. E mia madre ha ripreso a sorridere. Setsuna la riempie di attenzioni, di premure, di sicurezza. Credo che con lei mia madre si senta finalmente protetta. Non mi importa se non è un uomo. Lei le da davvero tanto. L'importante è che mia madre sia felice...non mi importa degli altri.”


Quella confessione, espressa timidamente e quasi sottovoce, colpì profondamente Hanamichi.


“E Yugo?” Chiese poi, curioso.

“È figlio di Setsuna. Lui chiama mamma entrambe...”

Rukawa inconsciamente arrossì mentre svelava quel particolare. Fu un rossore impercepibile che comunque Sakuragi riuscì ad afferrare.


“Ma...allora se non la odi...perchè non le parlavi quasi mai?” Sakuragi era sempre più curioso.

“Bè...” Rukawa si rannicchiò completamente sulle ginocchia...


“...va...zione...”

“Cosa? Parla più forte, kitsune!”

“...mi mette in soggezione....” Rukawa voleva sprofondare dalla vergogna.


Hanamichi lo guardò incredulo.

“Pf...AH AH AH AH AH!” Scoppiò in una fragorosa risata.


Rukawa sprofondava sempre di più...era diventato rosso come i suoi capelli.

Poi però alzò lo sguardo, guardò quel Kaede che rideva così apertamente davanti ai suoi occhi. E prese a ridere anche lui.


Quella era la prima volta che i due eterni rivali ridevano insieme.


“Mi pare...che mi abbia spianato la strada anche tu...” Sorrise Rukawa.

“Già! Sono o no il tensai? Anche nel corpo del freddo kitsune il tensai risolve sempre tutto!” Rispose con fierezza Sakuragi.


Lo avevano detto entrambi a qualcuno. Spesso.

Di non avere bisogno di nessuno, che potevano fare tutto da soli.

Eppure si resero conto come, in un solo giorno, l' affidarsi a qualcuno aveva cambiato profondamente la loro vita. In positivo, aiutandoli a fare ciò che non pensavano sarebbero riusciti mai a fare.

Kaede e Hanamichi in quel momento condividevano questo pensiero.


“Bè...quando torneremo normali, sarà tutto più facile!” Concluse Hanamichi.


Calò il silenzio. Rukawa lo guardava dubbioso.


“Eh..eh...perchè torneremo normali, vero?” Hanamichi congiunse le mani rivolgendo due occhi luccicanti verso il cielo.

“Hn...speriamo...”.

“Ah, ah, ah, kitsune. Lo sai che è così strano vedere me stesso fare le tue espressioni seriose e imbronciate? Dovrò provarci anche io, sembro più figo!”

“Pf...do'hao! Comunque...anche per me è strano vedermi ridere così...non pensavo che la mia faccia fosse capace di farlo!” Ironizzò Rukawa.

“Ah, ah, ah, è vero kitsune. Dovresti ridere più spesso, sei molto più bello quando sorridi!”


Nonostante l'innocenza con cui Sakuragi avesse espresso quell'ultima frase, il cuore di Rukawa prese a battere forte, in preda a un a un forte e piacevole disagio.


“. Credo che alla fine ci stia servendo questa esperienza...” Hanamichi, finalmente rilassato si distese completamente a terra, con le mani dietro la testa.

“...stiamo imparando a conoscerci di più...” Rise.

“Hn...già...” Rukawa la pensava come lui.


“Ah...dopo ci saranno gli allenamenti. Non possiamo rifare la figuraccia di ieri...” Pensò improvvisamente Sakuragi.

“Hn...già...” Inutile. Per Rukawa il suo hn era irrinunciabile.


Sakuragi lo guardò: i suoi occhi erano fiammanti. Aveva avuto un lampo di genio. E la cosa, per l'appunto, non piaceva a Rukawa.

Già. Non prometteva nulla di buono.

“ E se cercassimo di comportarci come facciamo quando siamo noi?”....












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Capitolo 3
*** III capitolo ***


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III parte




Più tardi, in palestra si svolgevano gli allenamenti...


Un leggero imbarazzo.

Un po' di timidezza.

....si fa forza....

Un bel respiro...


“Hey, stupido kitsune!Smettila di darti tante arie e passa la palla al mitico Sakuragi, il numero uno della prefettura di Kanagawa!”

“Hn? Pfiù...sì, il numero uno degli imbecilli!”

“Come osi? Kitsune spelacchiata!”

“Do'hao!”

“Baka!”


I due eterni rivali si stavano fulminando con lo sguardo.


SBONK! TONK! SBONK!


E cominciarono pure a menarsi, come di consueto.


“La volete smettere voi due? Cos'è? Siete tornati in voi?” Ryota si avvicinò a loro minaccioso.

“ Pensate ad allenarvi invece di litigare!” Li sgridò Mitsui.


La squadra era in fermento. L'allenamento pesante cercava di compensare la sconfitta che i ragazzi avevano subito il giorno prima.

Per fortuna tutto sembrava essere tornato normale agli occhi degli altri giocatori dello Shohoku. Sakuragi E Rukawa non erano più strani come il giorno prima.


“Ecco in azione il re del rimbalzo!” Gridò Rukawa afferrando la palla rimbalzata sul canestro da un tiro di Mitsui.


SBONK!


Il ventaglio di Ayako fece giustizia sulla testa rossa di Kaede.


“Sakuragi! Chi ti ha detto di metterti in mezzo!”


“Ayako, cattiva!”

Kaede si teneva la testa dolorante...fare la parte del do'hao aveva anche i suoi lati negativi, purtroppo!


“Scansati, do'hao...” Disse Hanamichi con sguardo severo mentre si preparava a tirare a canestro, riuscendolo, con grande fortuna, a centrare...


“Come osi parlare così al tensai? Eh, kitsune?”

“Le schiappe devono farsi da parte....”

“COSA? Guarda che il mio talento è un milione di volte superiore al tuo...!”

“...sì magari in una delle tue prossime cento vite...”


Era divertente. Sakuragi pensò che fosse davvero divertente imitare l'atteggiamento del kitsune. Fare quelle facce da indifferente lo gasava tantissimo.

Inoltre si divertiva nell'osservare il kitsune che lo imitava: era proprio bravo. Ma sicuramente non ancora all'altezza dell'originale!


Dal canto suo, anche Rukawa in fondo trovava divertente imitare il do'hao. Era strano per lui, eppure dentro quei panni si sentiva più libero di muoversi e parlare, cosa che gli veniva davvero difficile quando era se stesso. Guardando Hanamichi che lo imitava, lo portò a riflettere sul suo atteggiamento.

Proprio vero.

Certe volte era davvero insopportabile!


“SMETTETELAAAA!!!!” Urlarono Ryota e Mitsui in coro.


“Oh, oh, oh, vedo che siete tornati in forma...” L'allenatore Anzai si avvicinò ai due con la sua espressione beata.

“ Mi auguro che nella prossima partita non commetterete più errori....oh oh oh. Era molto divertente...”


Rukawa pensò se era il caso di farlo. Se ne vergognava, ma doveva sforzarsi. Lui era Hanamichi Sakuragi.


“AH; AH; AH! Ma che dici, nonno?” Il ragazzo cominciò a dare colpetti sotto il mento grasso dell'allenatore.

“Credi davvero che il tensai possa compiere errori? È impossibile!”


“Molla l'allenatore, Hanamichi!” Gridò Mitsui.

“Uff! Il solito do'hao....”

“Io sono il tensai, stupido kitsune!”




L'allenamento continuò fino a serata inoltrata.

Alla fine, dopo la consueta doccia, lo spogliatoio cominciò a svuotarsi, lasciando solamente Hanamichi e Kaede che, per un tacito accordo, si aspettarono l'un l'altro.


Infine rimasero solo loro due.


Silenzio.

Entrambi i ragazzi chiusero il proprio armadietto.


Clack.


“......”

“.....”

“....pff...”

“...pf...”


“AH! AH! AH! AH!AH!” I due ragazzi iniziarono a ridere intensamente, con tutto il fiato che avevano nei polmoni.


“Ma li hai visti? Ci sono cascati in pieno, Rukawa!” Rideva Sakuragi con una mano allo stomaco per sorreggersi.

“Già...è incredibile!” Rispose Rukawa cercando di contenersi. Ma non era possibile, la cosa lo aveva divertito tantissimo! Non poteva negarlo.

“...quando hai palpato il mento del nonno per poco non scoppiavo a ridere...ohi, è stata una cosa memorabile!” Sakuragi si asciugò gli occhi: piangeva dal ridere!

“...è stato terribile, non ricordarmelo!” Esclamò Rukawa scuotendo la testa.

“Ah, ah, ah! Immagino! Certe cose sono fattibili solo dal vero, unico, inimitabile tensai!”

“Ah, Bè. Però devo dire che mi hai stupito. Nell'allenamento non hai fatto troppi errori di gioco...mmm...si vede che il mio corpo si ricordava bene come muoversi!” Ironizzò Kaede.


Inutile. Non poteva rinunciare ad attaccare Hanamichi. Era più forte di lui.


“Come ti permetti? Io ho giocato bene perché so giocare bene. Meglio di te, kitsune incapace!”


Ed Hanamichi non poteva rinunciare alle sue risposte immediate...


Però era diverso dal solito. Era tutto diverso. I loro insulti questa volta non erano carichi d'astio o rabbia. Non ostentavano l'odio che i due eterni rivali si erano reciprocamente dimostrati fino a quel momento.

Erano parole scherzose, ironiche, divertite.

Ma in fondo...si erano mai davvero odiati?


“Hn? Ma cosa dici?”

“Che sono migliore di te!AH! AH! AH! Comunque tu mi hai imitato discretamente, diciamo. Non eri all'altezza dell'originale, però ci sei andato vicino...” Sorrise strizzando un occhio Sakuragi.

“...hn? E che posso farci? Mi sei sempre fra i piedi...”


Era una risposta ambigua quella di Rukawa. Il ragazzo la pronunciò con un accento di serietà, fissando negli occhi Hanamichi, per pochi attimi finché...


Buio.

Non si vide più nulla. Improvvisamente le luci al neon che illuminavano gli spogliatoi si spensero, oscurando tutta la stanza.

Era impossibile vedere la qualsiasi cosa.


“Hey, ma...che succede? È andata via la luce?” Domandò Hanamichi, smarrito per pochi secondi.


Nessuna risposta.


“...kitsune? Oltre alla luce ti si è spenta la parola? O il cervello?”


...


“Kits...mpf!”


Hanamichi si sentì afferrare le spalle di colpo e qualcosa invase le sue labbra. Una bocca umida e calda lo intrappolò, mentre una lingua furtiva si insinuava con irruente passione nella sua.

Il ragazzo dapprima si stupì per quel gesto improvviso, ma, complice quella sensuale oscurità, quel calore che improvvisamente si scatenò nel suo cuore, la morbidezza di quelle labbra, si lasciò andare. Abbracciò così quel corpo che sentiva sempre più a contatto col suo e ricambiò quel bacio con altrettanta passione.


Sapori diversi, insoliti si mescolavano nelle bocche dei due ragazzi. Un gusto che non avevano mai sentito prima. Era il proprio sapore che sentivano nella bocca dell'altro? O il sapore dell'altro si era finalmente fatto sentire nelle loro bocche?

Non se lo posero, questo problema. Sapevano che in quel momento, privi di luce, privi di un'immagine, non aveva più importanza quale corpo possedevano. Erano solo Hanamichi e Kaede, confusi nell'oscurità. Una cosa sola.

Sakuragi sentì le mani di Rukawa invadere i suoi capelli, afferrarli, stringerli, mentre con la bocca, quasi con delirio lo mordeva...sulle sue labbra, sul mento, sul collo. Poteva sentire quel respiro solleticare la sua pelle, eccitare la sua carne. In quello stato d'estasi Hanamichi strinse le proprie mani sui fianchi di Kaede, avvicinandolo a sè, morbosamente, mentre con la lingua intingeva l'orecchio del ragazzo, strappandogli gemiti soffocati. Kaede, inebriato da quelle improvvise scariche di piacere, afferrò il sedere del ragazzo, lo strinse con forza e con un colpo secco lo spinse verso di sè, mettendo in contatto violentemente entrambi i bacini, entrambi i sessi, ormai accesi per quel gioco sensuale.


Gemettero entrambi, senza smettere di baciarsi, di assaporarsi.


Rukawa spinse Hanamichi contro gli armadietti e quando sentì il ragazzo con le spalle al muro gli afferrò le braccia, portandole sopra la testa per bloccarne i polsi con una mano. Ora Sakuragi era legato, di fronte a lui.


Cominciò a baciarlo, di nuovo, con passione, mentre si avvinghiava sempre di più col corpo sopra quello del ragazzo, facendoli aderire perfettamente. Hanamichi poteva sentire il petto di Rukawa contro il suo, il movimento del suo bacino che ondeggiava sfiorando il suo più volte. In quel punto sempre più infuocato.

Poi la mano, calda e lenta, di Rukawa cominciò a scendere più giù...il petto, i fianchi, per fermarsi lì. Dove i pantaloni di Sakuragi si erano fatti più stretti. E lì cominciò a sfiorarlo.


“mmm...”


A raggiungerlo.


“ Ah!...”


A toccarlo con insistenza.


Hanamichi intanto accarezzava la testa, i capelli, il petto di Rukawa, mentre cominciava a sentire quella mano cercare di farsi strada sotto l'indumento...



“Ah, Ru...mh!” Hanamichi trattenne il respiro.

Rukawa si bloccò.


Una paio di occhi blu.

Un paio di occhi nocciola.

Era tornata la luce.


“AH!”


I due ragazzi arrossirono di colpo e con movimento fulmineo si staccarono l'uno dall'altro dandosi le spalle.


Se stessi.

Tornarono alla realtà. Stavano toccando...se stessi. Erano i loro corpi quelli che stavano toccando.

Entrambi si vergognarono da morire. Per diversi minuti non riuscirono a parlare.


“Io...vado...” Disse improvvisamente Rukawa prendendo la sua borsa.

“A...anche io...” Rispose balbettando Sakuragi incapace di guardare l'altro in faccia.


Uscirono dalla palestra. Il cielo scuro era avvolto da un manto stellato.

L'aria fresca liberò i due ragazzi dal torpore in cui si erano chiusi, permettendo loro di poter respirare profondamente. Fecero pochi passi fino al cancello dell'istituto, in silenzio.

Fu Hanamichi che improvvisamente si bloccò, attirando l'attenzione del compagno.


“Senti...quello che noi, cioè, prima...non...” Diceva frasi sconnesse mentre la vergogna s'impadroniva di lui.

“Avrei continuato...” Rispose serio in viso Rukawa.

“Cosa?”

“Se non ti fossi spaventato...”


Hanamichi strabuzzò gli occhi. Non capiva...


“Ma quale spaventato Rukawa! Anche tu ti sei spaventato!”

“Non è vero! Sei tu che ti sei agitato per primo! E mi sono scostato per quello!”

“...che diavolo dici? E poi...eravamo...non siamo nei nostri corpi!”

“E allora?”

“Come allora! Non posso fare...em, quella cosa che stavamo facendo...con il mio stesso corpo!!” Hanamichi si agitò.

“Uff. sei un do'hao!” Sbuffò scocciato Rukawa stufo dell'imbarazzo del numero dieci. Possibile che non riusciva a parlarne in maniera normale?


“E tu un kitsune testardo!” Replicò Sakuragi.


I due ragazzi iniziarono a guardarsi con sfida.


Fiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii


Un fischio nell'aria.


“ATTENZIONE!!!”



SBONK!


Una pallonata che raggiunge nuovamente la testa di Hanamichi, che va a sbattere su quella di Rukawa, che le invade con un intenso dolore. Forte. Insopportabile. Pungente.

Inesorabilmente doppio.




“Hana! Rukawa! Hey! Siete vivi?”


...la voce di Mitsui in lontananza.

Una luce fastidiosa che impedisce agli occhi di aprirsi.


“...mh, Mitchi?”

“Hn?”


Hanamichi e Kaede aprirono gli occhi: erano distesi a terra e sopra di loro potevano vedere le facce di Mitsui, Ryota e Ayako guardarli con stupore misto a sollievo.


“Finalmente vi siete ripresi! Pensavamo non vi sareste svegliati più...!” Esclamò con un respiro rilassato il playmaker.


Sakuragi e Rukawa ancora con la testa dolorante e un po' confusi si guardarono intorno.

Era giorno. Si sentivano in lontananza delle voci, mescolate, un po' fastidiose.


“Ma...che è successo?” Chiese Hanamichi guardandosi intorno cercando di mettere a fuoco le immagini. Si sentiva la testa scoppiare.


“Bè, è venuto uno del club di calcio dicendo che vi aveva colpito con una pallonata. Che tu sei andato addosso a Rukawa e che vi siete dati una bella capocciata!” Rideva Mitsui.

“...sì, però dicevano che non si stavano più riprendendo!” Sottolineò Ayako.


“Mh? Il pallone di calcio...? ma come..”


Quella bocca. Quelle mani....


“Ah!”


Improvvisamente la mente di Sakuragi riacquistò lucidità. Il ragazzo si alzò di scatto.


“Non così veloce Sakuragi!” Esclamò la manager preoccupata per la sua botta in testa.


Il ragazzo si guardò intorno. Era a scuola. Ed era mattina! Ed aveva la divisa! E... Rukawa era di fronte a lui ancora seduto per terra!


Rukawa seduto di fronte a lui?

Hanamichi si fermò un attimo. Poi si guardò le mani, le braccia, si toccò in viso.


Anche Rukawa si portò la mano sotto gli occhi guardandosi un po' perplesso. Anche per lui c'era qualcosa che non andava.


“Sì, tranquillo, Hana! Sei tutto intero!” Gli disse Mitsui mettendo una mano sulla spalla del rossino.


L'aveva chiamato Hana!

Questo significava...che era tornato in lui! Non poteva crederci! Finalmente! Stava per esplodere di gioia quando improvvisamente gli venne un dubbio: perché diavolo era in quel punto? Di mattina?


'Mah...io e Rukawa, dopo em, quello...eravamo sul cancello...e un colpo...'


“Bè, ora che vi siete ripresi non c'è tempo da perdere! Forza!” Esclamò Ayako afferrando Hanamichi per un braccio.


“...c'è la partita con il Ryonan fra poco!”


“....CHECCOSA?” gridò Hanamichi.

“Che stai dicendo? Quale partita!”

“Come quale partita? Ma l'amichevole, no? Cos'è la botta in testa ti ha prosciugato la memoria?” Ribattè Ayako trascinandolo via.

“Ma comeeeeee! Lasciami, Ayakoooooo!!!” Sakuragi allungò la mano verso Rukawa. Vide che il moro lo stava seguendo con lo sguardo. Ma cosa c'era in quello sguardo? Non lo capiva.

Perché Rukawa non diceva nulla?

La partita con il Ryonan non l'avevano giocata il giorno prima? Possibile che...fosse tutto un sogno?


Se ne convinse.


Alla fine della partita ne era convinto. L'incontro era stato vinto comunque dal Ryonan. Con lo stesso punteggio.

Quello stesso punteggio di cui il rossino si ricordava. Eppure... si svolse tutto normalmente.

Il gioco di Sendoh. I suoi scontri personali con Rukawa. I rimbalzi di Hanamichi. I suoi slam dunk. E gli insulti al porcospino. E al kitsune. Soprattutto a lui, con insistenza.


Niente. Reagiva come al solito.

Con il suo “Do'hao”.

Come sempre. Era come se Rukawa non ricordasse nulla.


“...è stato un sogno. Incredibile...” Continuava a ripetersi Sakuragi, mentre si faceva la doccia. Mentre si vestiva, mentre chiudeva l'armadietto.


Lo scambio. La mamma di Rukawa, Setsuna, Yugo.


E loro due...


Possibile fosse tutto un sogno?


“...è così...” Sospirò infine.


Aveva salutato i compagni di squadra con noncuranza, sul cancello dell'istituto, mentre Kaede era ancora lì in mezzo a loro. Si erano guardati per un istante, ma da nessuno dei due uscì alcuna parola. Neanche un insulto.

Stranamente erano rimasti da soli in quel momento. La squadra era tutta andata via.

E loro lì a guardarsi.

Per non dirsi niente.


Hanamichi, che di solito era il primo ad avere una parola pronta contro il kitsune, non aveva la forza di aprire bocca. Sapere che si era sognato tutto, che non aveva scambiato il suo corpo con Rukawa, che fra loro...non c'era mai stato niente.

Sapere questo lo rendeva profondamente triste.


Si diedero le spalle...ed ognuno proseguì per la propria strada...




Un minuto...

Due minuti...

Tre minuti...

Cinque minuti...

Cinque minuti e Kaede e Hanamichi, nonostante fossero lontani, si fermarono nello stesso istante.




Rukawa si guardò intorno. Osservò la strada, le case, i cancelli.


Sakuragi fece la stessa cosa. Osservò la strada, le case, i cancelli.


Entrambi pensavano che c'era qualcosa che non quadrava.


“Non è possibile!” Dissero contemporaneamente in preda allo stupore.


Se ne resero conto in quel preciso istante.


“Sto andando a casa di Rukawa!”

“Sto andando a casa di Sakuragi!”


Un unico pensiero...


La gomma delle scarpe stridette al contatto improvviso con il suolo rovente.

Una corsa su quella stessa strada.

Nuovamente il cancello dello Shohoku.


Hanamichi e Kaede si trovarono al punto di partenza. L'uno di fronte all'altro, affaticati e col fiatone per la corsa improvvisa e per l'emozione che li aveva coinvolti.

Si guardarono, con stupore.

Neanche Rukawa riuscì a nascondere la sorpresa.


“Kitsune, ma allora tu...io credevo...”

“Hn? Veramente ero io che credevo....”


Non sapevano proprio cosa dire.

Continuarono a fissarsi...



“Ah, ah, ah, ah,ah!” Entrambi scoppiarono in una fragorosa risata.


Dentro di sé si sentirono sollevati.

Di essere tornati se stessi. Di non aver sognato. Di sapere che anche l'altro ricordasse ogni cosa.


“ Siamo pazzi, Rukawa!” Esclamò ridendo Hanamichi.

“Sì...”


Rukawa poggiò la sua mano dietro la testa del ragazzo...


“E io voglio continuare questa pazzia...” concluse Kaede.


Catturando le labbra di Hanamichi con le proprie.

Un bacio dolce, ma sensuale allo stesso tempo, a cui i ragazzi si concedettero con delicato trasporto.



Sarà stato un sogno.

Oppure realtà.

Alla fine nessuna risposta era importante.

Solo una cosa sapevano essere vera.




“Ciao Mamma, ciao papà, sono a casa!!!”

“Oh, Hana!! Non è possibile! Mi hai chiamato papààààà!!”



“Hey, Setsuna! Che ne dici se dopo ci facciamo un giro con la tua moto?”

“...Come? Certo, ma...Kaede, sei sicuro di stare bene?”



Né Sakuragi né Kaede avrebbero mai più detto a qualcuno di non avere bisogno di nessuno.

Questo l'avevano imparato.

Ed era la cosa più reale che ci potesse essere.

Fine











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Capitolo 4
*** Side Story ***


i


Ciao a tutti!

Come promesso da tempo, ho finalmente ripreso la storia di Image me and you, per farne una breve side story come suggerito da molte di voi! Ringrazio infinitamente chi ha letto questa storia ( e naturalmente chi la leggerà in futuro) e che l'ha apprezzata, spronandomi così a scrivere questo breve seguito. A loro dedico questa side sperando vi piaccia e che vi faccia divertire.


La famiglia tradizionale di Hanamichi e le due mamme di Rukawa sono tornate!


Buona lettura!



Titolo: Image me and you – Side story-

Autore:Releuse

Pairing:HanaRu

Rating:R

Disclaimers: I personaggi di questa storia non sono miei, ma di Inoue. Sono un'invenzione della sottoscritta le famiglie di Hana e Ru.^_-



Image me and you

-Side story-

Di Releuse




...sommo questo, estraggo la radice cubica, divido per questo...HO FINITO! EVVIVA!”

Hanamichi Sakuragi si sollevò di scatto dalla sedia, spingendola indietro non notando il rumore acuto e fastidioso che era seguito allo sfregare di quella sul pavimento. Era troppo intento ad esultare sventolando in aria il suo quaderno di matematica: finalmente aveva risolto un difficilissimo problema d’algebra.

Sono un vero tensai!Ah ah ah!” Rideva pieno di sé inarcando leggermente la schiena e poggiandosi le mani sui fianchi. Davanti a sé la scrivania ricoperta di cartacce appallottolate qua e là, testimonianza dei suoi innumerevoli tentativi di risolvere l'esercizio.

Hn, do'hao la vuoi piantare? Non riesco a concentrarmi...”

Disteso sul letto del rossino e poggiato su un gomito stava Kaede Rukawa, che sbuffava ancora intento a terminare il suo compito.

Era da diversi giorni che i due ragazzi studiavano insieme, anche perché avvicinandosi gli esami si erano resi conto d’essere parecchio indietro con il programma e in quel modo speravano di potersi aiutare a vicenda. Due menti in fondo erano meglio di una. Le teste più calde di tutto lo Shohoku avrebbero pur combinato qualcosa di buono assieme, no?

Nell'esprimere il suo disappunto alle grida del rossino, Rukawa non aveva sollevato lo sguardo che continuava ad essere assorto sull'esercizio. Il soffice copriletto color smeraldo sul quale era disteso e le pieghe che lo caratterizzavano, facevano sembrare Kaede come adagiato su sensuali onde marine. Inoltre quel colore metteva in risalto i suoi bellissimi occhi turchesi che, sotto la luce che filtrava dalla finestra, assumevano sfumature verdastre.

Mh, schiappa di una kitsune, muoviti!” Lo stuzzicò Sakuragi, mentre si sedeva a cavalcioni sulla sedia poggiando il petto sullo schienale in direzione di Rukawa.

Smise così di parlare per non disturbare il suo ragazzo, ma non si privò certo di ammirare la sua posizione altamente seducente.

Mi deconcentri do'hao...” Disse Rukawa senza alzare lo sguardo, mentre scriveva qualcosa sul quaderno.

Io non ho fiatato!” Esclamò ironico il rosso, sapendo bene quanto dava fastidio a Kaede sentirsi 'sotto esame'. Strano per un tipo come il moretto, abituato a stuoli di ragazzine adoranti e ai riflettori puntati addosso per il suo talento. Ma una cosa erano le masse informi che lui ignorava palesemente, un'altra il suo do'hao, il cui sguardo, unico nel suo genere, poteva scatenare reazioni e pensieri non troppo adeguati alle normali situazioni.

Ho finito!” Rukawa finalmente alzò lo sguardo soddisfatto per incontrare quello simile di Hanamichi: la sfida era aperta.

Il rossino afferrò il suo quaderno aprendolo in direzione di Kaede. “453ab! È il risultato!” Esordì con convinzione.


Hn, incapace...è 78a...” Sospirò Rukawa incrociando le braccia, mentre si sedeva comodo sul letto. Non aveva alcun dubbio sul procedimento, lo aveva studiato più volte.

Eh? Ma ne sei certo?” L'entusiasmo del rossino vacillò, anche perché fino a quel momento era stato il moro a fare la maggior parte degli esercizi giusti, cercando di spiegare a Sakuragi ciò che lui aveva capito. “Ero convinto di averlo fatto bene questa volta...”. Pigolò il rosso accasciandosi sulla sedia.

Devi applicarti di più do'hao.”Rukawa aveva un sorriso di trionfo. Afferrò il libro sfogliandolo verso l'ultima pagina e cercando l'esercizio corrispondente. “Vedi? Il risultato esatto è 453ab...eh?” Kaede sbiancò.

CHE COSA?” Hanamichi balzò sul letto strappando il libro dalle mani di Rukawa per accertarsi con i propri occhi se aveva davvero ottenuto lui il giusto risultato. “Lo sapevo! Sono un tensai!” Esultò riprendendo la sua risata da genio sublime. “Chi sarebbe l'incapace, Rukawa?” Guardò il compagno con superiorità, scandendo per bene il cognome, sottolineando l'ironica formalità del tono usato.

Kaede s'imbronciò deluso, evitando lo sguardo del ragazzo. Lui odiava perdere e soprattutto odiava perdere contro Hanamichi. Sapeva bene che ogni volta che il rosso faceva qualcosa in più di lui glielo avrebbe ricordato per un'intera settimana, ripetendoglielo ad ogni occasione.

La cosa non lo entusiasmava per nulla...

Non avevi fiducia nelle mie doti di genio, eh Ru?” Domandò il rosso allungando la mano per rubare al compagno la penna che teneva intrappolata fra le dita. Il moro non lo degnava di uno sguardo.

Ripeto l'esercizio!” Pronunciò questi con fermezza. Se c'era riuscito il do'hao ci doveva riuscire pure lui!

Ma Hanamichi non era dello stesso parere.

No, no, cara la mia volpaccia...” Disse con disappunto, chiudendo il quaderno di Kaede e poggiandolo sul comodino. “Non posso lasciarti fare così, dopo che hai messo in dubbio le doti del tensai...”. Era inginocchiato sul letto e, sussurrando quelle parole con sensualità, si sporse verso le labbra invitanti del suo ragazzo, mordicchiandole un poco.

Kaede a quel contatto sentì il suo corpo rabbrividire e finalmente mosse i suoi occhi nella direzione di quelli di Sakuragi. Non c'era più insoddisfazione nel suo sguardo, solo un'intensa sete di gioco che si alimentava sempre di più a contatto con la brace dentro la quale si specchiava.

...non credevo che i do'hao s'intendessero di matematica...”. Sussurrò sulle sue labbra allungando la lingua per percorrerla sulla pelle vellutata del mento.

I do'hao no...ma i tensai sì...” Terminò il rossino prima di spezzare le sue parole con un improvviso bacio, catturando la bocca di Rukawa e impedendogli di ribattere. A quel gesto improvviso dalla gola del moro scappò un gemito di sorpresa, subito soffocato dal calore e dalla passione della lingua di Hanamichi che prese possesso della sua.

Il rossino spinse il suo ragazzo indietro, costringendolo ad appoggiarsi allo schienale del letto, mentre con le proprie mani afferrò i polsi del ragazzo bloccandoli sotto la sua presa.


Ora puniamo questa volpetta ritrosa...”

Sakuragi, dopo aver abbandonato le umide labbra di Rukawa, fece scivolare la lingua al centro del suo mento e poi giù per il collo, premendo un poco, mentre il moro gettava la testa all'indietro offrendosi completamente al suo ragazzo, mostrandogli la vena pulsante della sua giugulare.

Il rossino nella sua discesa raggiunse il colletto della camicia bianca di Kaede, facendosi strada con la lingua nell'apertura dei primi due bottoni slacciati.

Mh...” Kaede gemette, cercando di respirare profondamente; non voleva perdere subito il controllo, anche se con Hanamichi sapeva essere difficile. Il do'hao era l'unica persona capace di azzerare la sua fredda mente razionale.

E uno...”

Sussurrò Sakuragi dopo aver slacciato un bottone con la bocca, aiutandosi con i denti, per poi dedicarsi nell'immediato a quello successivo.

...due...”

Ad ogni allentamento il rosso passava la sua lingua sui lembi di pelle appena liberati, scendendo a poco a poco sempre più giù, finché non gli rimase solo l'ultimo bottone.

Ma il ragazzo decise di non liberarlo subito, dedicandosi invece all'ombelico che si offriva ai suoi occhi, stuzzicandolo con la lingua, spingendosi al suo interno e percorrendone la forma circolare.

Ah, Hana...” Ansimava Kaede, nel tentativo di liberarsi invano dalla presa del rossino sulle sue mani. Voleva toccarlo, affondare le dita nei suoi capelli, impadronirsi della sua pelle, ma quella prigionia glielo impediva, facendolo agonizzare ancora di più.

Infine l'ultimo bottone fu sciolto e con esso anche i polsi di Rukawa improvvisamente si ritrovarono liberi dalle mani di Hanamichi, che si mossero svelte sul petto del moro pronte a sfilare definitivamente quella camicia dal suo torace.

Liberato dall'indumento fastidioso, il petto scolpito di Rukawa si offriva completamente alla vista del rossino, che poteva ammirarlo per la bellezza delle forme, il candido colore della pelle diafana, resa più viva dai raggi del sole che, simili a delle lame, la illuminavano trasversalmente.

Sakuragi e Rukawa si fissarono per alcuni istanti...nei loro occhi si era acceso un reciproco desiderio. Il rosso afferrò le spalle del moretto per spingerlo verso di sé ed avventarsi nuovamente sulle invitanti labbra, quando un forte rumore crescente arrivò dal corridoio. Prima che i ragazzi potessero rendersi conto che si trattasse di una corsa, la porta della camera si aprì di scatto sbattendo sulla parete.

Hanachaaaaaan! Fammi girareeeeeee!!”

Asuka, la sorellina di Hanamichi, era piombata nella camera come un terremoto, pronta a giocare con suo fratello. Era ormai un rito che quando tornasse da scuola il ragazzo dovesse prenderla in braccio e farla roteare nell'aria, tenendola sotto le spalle.

Aah! Asuka!” Esclamarono improvvisamente spaventati i due, mentre Sakuragi balzava a sedere sul letto e Rukawa cercava la sua camicia lanciata chissà dove dal compagno. Erano entrambi imbarazzatissimi.

Che cosa stavate facendo?” Asuka, fermatasi a pochi passi dal letto, aveva lo sguardo dubbioso; i suoi lunghi ricci rossi, che cadevano ribelli sulle guance e le spalle, risaltavano inoltre il tono un poco accusatorio della sua voce.

Bè...” Il rossino si guardò intorno spaesato, incapace di farsi venire in mente qualche genialata. Solo Kaede, con noncuranza, afferrò il libro dal comodino per aprirlo sul letto ad una pagina qualsiasi.

Hn, studiavamo...” Disse con la massima serietà fingendo di leggere.

La bambina saltellando si avvicinò al letto e il fratello la prese subito in braccio sorridendo sornione.

Eh eh, sì...studiavamo inglese!” Esclamò, così confuso da non ricordare neppure la materia in cui si stavano esercitando. Rukawa lo guardò con fare interrogativo.

E ora...si vola!” Sakuragi si alzò dal letto con in braccio Asuka, facendola roteare nell'aria per distrarla da quell'assurda situazione...farsi cogliere in flagrante dalla sua sorellina non era certo l'ideale...

'Ma perché diamine non abbiamo chiuso la porta?' Pensò, dandosi del vero do'hao.

Ma quello è il libro di matematica!” Esclamò Asuka appena fu di nuovo con i piedi per terra, indicando con perspicacia il manuale sul letto e guardando il fratello con fare sospetto.

Eh? Bè...ecco...noi...studiavamo i numeri in inglese!” Esordì Hanamichi con la prima idea che gli era balzata in testa. “Non è vero Kaede?”

Il moro lo guardò non troppo convinto, ma non poté fare altro che assecondare il ragazzo. “Hn, sì...”

Asuka era sorpresa, guardava il libro e poi loro due. Infine sospirò, gettandosi indietro una ciocca riccia che le cadeva sul collo. “Pfiù, che ignoranti...se volete ve li insegno io i numeri in inglese, li abbiamo fatti all'inizio dell'anno!” Esclamò con sufficienza la bambina che frequentava la terza elementare.

Sakuragi e Rukawa, allibiti per la tagliente risposta della bimba, risero nervosamente.

Ma perché Kaede è nudo? Che svergognato!” Constatò poi Asuka, incrociando le braccia non contenta di quello spettacolo. “Che cosa stavate facendo?”

Kaede avvampò di colpo, non aspettandosi la domanda così diretta della bambina, mentre Sakuragi ormai era rassegnato al terzo grado. Purtroppo conosceva benissimo la sorellina.

Hn, Asuka, io...” Rukawa cercò, con tono serio, di dare una spiegazione, ma la bimba lo precedette.

Non è che facevate quelle cose che fanno i grandi?”

Asuka!” La richiamò Hanamichi sconvolto dalle parole della sorellina.

Kaede era sbigottito. “Hana, ma che diavolo raccontate ad una bimba di sette anni?” Domandò guardando il ragazzo di sottecchi.

No, ecco, non lo so...” Il rosso non sapeva che dire.

Quelle cose che fanno i grandi, quando si spogliano e si danno i baci per fare nascere i bambini!” Spiegò Asuka con convinzione ed atteggiamento da saputella.

Eh?” I due ragazzi si guardarono...soffocando poi una risata, sollevati.

Chi fa nascere i bambini?” Improvvisamente la signora Sakuragi si affacciò nella stanza del figlio, trovando la porta spalancata.


Mamma!” Esclamò Hanamichi imbarazzatissimo.

Signora!” Rukawa trovò finalmente la sua camicia finita non si sa come sotto il letto, e subito cercò di infilarsela.

La donna si fermò sul posto, osservando curiosa la scena davanti ai suoi occhi, ma non sembrò turbata, forse solo un po' incuriosita.

Bè, ecco, stavo solo spiegando ad Asuka che Kaede aveva caldo, per questo sta a petto nudo. Lei si pensava chissà cosa!” Hanamichi, sentendo la coda bruciare, sfoggiò il suo sorriso più convincente, sperando che Asuka non tirasse fuori altre imbarazzanti domande e che la madre abboccasse a quella scusa. Peccato che ricevette in testa un piccolo pugno da parte di uno scontento Rukawa, accompagnato da un breve “Do'hao!”.

...la stanza è un forno...eh eh eh...” Hanamichi era sempre più nervoso, ma cercava di mantenere un sorriso ormai paralizzato sulle sue labbra.

Tesoro...” Sorrise dolcemente la donna sospirando un poco ed avanzando verso la finestra. “ Bastava aprire questa...a quest'ora il sole batte sulla tua stanza...”. Disse con gentilezza, mentre apriva la finestra lasciando entrare dell'aria respirabile nei polmoni dei due agitatissimi ragazzi.

Kaede e Hanamichi si scambiarono uno sguardo di sollievo.

Ti fermi a cena Kaede?” Chiese poi la donna prima di abbandonare la camera.

Il moretto era ancora stordito e un poco rosso in viso. “Hn...non so...”

Certo che si ferma!” Lo contraddisse Sakuragi, ottenendo in cambio un'occhiata trucida dal suo ragazzo, troppo imbarazzato per poter affrontare una cena con il suo tipico self control. Ma ormai era fatta.

Bene, allora vi chiamo quando è pronto...continuate pure a studiare, ma fate uscire Asuka se dovete poi proteggervi dal freddo!” Sorrise infine, prima di chiudersi la porta alle spalle.

I due ragazzi ammutolirono per quella battuta che, alle loro orecchie, parve molto ironica.

Asuka, seduta ancora sulle ginocchia del fratello li guardò entrambi.

In che senso dovete proteggervi dal freddo?”


**********


Il tensai è arrivato!” Sbraitò platealmente Sakuragi non appena entrò in cucina.

Ciao figliolo! Oh, Kaede, che sorpresa, ci sei anche tu?”Il signor Sakamoto, marito della signora Sakuragi, sorrise con tanta gentilezza al numero undici appena lo vide affacciarsi in soggiorno. Quest'ultimo ricambiò il saluto accennando un piccolo, ma sincero sorriso. Apprezzava molto il patrigno di Hanamichi.

Hai visto papà? Oggi hai qualcuno con cui parlare di basket! Sono un vero tensai che pensa a tutto! Wah, wah, wah!”

Veramente è merito mio che l'ho invitato a cena!” Si affacciò la signora dall'angolo cottura, minacciando tutti con il coltello da cucina che aveva in mano.

Che dici? Io l'ho portato a casa!” Si difese Sakuragi per nulla intimorito.

Ma io gli ho detto di fermarsi! Tu l'avresti lasciato andare via senza cena!”

Vieni, vieni figliolo, mettiamoci in salvo! Quando Hana e sua madre cominciano a discutere, non li ferma più nessuno!” L'uomo diede una pacca divertita sulla spalla di Kaede, indicandogli il soggiorno.

Sì, signor Sakamoto...meglio dileguarci... quando Hana vuole avere ragione scatenerebbe il finimondo pur di ottenerlo!” Sospirò rassegnato il moretto.

Hey, non chiamarmi signore! Chiamami pure Taro, senza formalità...!” Gli sorrise l'uomo rassicurandolo.

Rukawa celò un leggero rossore nel sentire quelle parole. Annuì poi in silenzio, osservando le spalle di quell'uomo gentile e dal fare paterno. Quando era in sua compagnia provava un tiepido calore dentro il petto.

Lui non aveva mai avuto una figura paterna che lo crescesse. Certo, aveva vissuto con i nonni fino a tre anni, ma non aveva un gran ricordo di loro. Infatti, non appena sua madre Ruriko compì la maggiore età, decise di prendere Kaede e andare via di casa, per poter vivere sola con lui. In seguito non ebbe alcun uomo, finché non trovò Setsuna...ma nonostante l'atteggiamento e l'apparenza, lei rimaneva pur sempre una donna!

Forse era per questo che il signor Sakamoto gli piaceva così tanto, quell'uomo gli dimostrava una gentilezza e un affetto che il ragazzo non aveva mai ricevuto da alcun uomo adulto. Era quasi come avere finalmente un padre...

Siediti pure, intanto che Midori prepara la cena guardiamo la partita del NBA!” Il signor Sakamoto invitò il ragazzo a sedersi di fianco a lui sul divano, di fronte al televisore che prontamente accese su un canale di sport.

Hn, ci sto!” Esclamò con sorriso d'intesa Kaede, sedendosi al suo fianco.



Che guardi?” Domandò curiosa la signora Sakuragi rivolgendosi al figlio, che scovò sbirciare furtivamente verso il soggiorno in direzione dei due seduti sul divano.

Avevano da poco finito il loro battibeccare.

Uh? Nulla!” Rispose arrossendo Hanamichi, sentendosi messo a nudo. Poi però si rilassò. “Sono contento che Rukawa e Taro vadano d'accordo...Kaede non è un tipo che ama esprimersi, invece con papà parla molto, di basket soprattutto!” Sorrise fra sè. “ Bè...parlare molto è un parolone!” Scherzò poi, strizzando un occhio verso la madre che gli passava i piatti per apparecchiare la tavola.

Quindi sei contento?” Chiese la donna, alzando gli occhi per incrociare quelli del figlio. Il suo tono sembrò tingersi di una lieve incertezza.


Eh? Certo che sono contento! A me il basket piace, ma come sport da praticare! Le partite degli altri, se non quelle degli avversari prossimi della mia squadra, mi annoiano! Non riuscirei a seguirne o parlarne come fanno quella kitsune e il vecchio!” Scherzò il rosso, rassicurando la madre. Si era reso conto del tono assunto dalla voce della donna e non capiva dove volesse portarlo.


Senti, Hana...” Midori tremava un poco, come se stesse per fare un’importante confessione. “Mi dispiace non averti dato alcuna scelta...”.

Il rossino la osservò in quegli istanti, davvero sorpreso. “Che dici, mamma? Scelta di cosa?”

Del mio secondo matrimonio...ho deciso tutto, senza chiederti cosa ne pensavi...in fondo tu un padre ce l'hai avuto...”.

Solo con quelle parole Hanamichi capì cosa volesse dire sua madre.

Uff, sei la solita...prima fai i danni e poi chiedi scusa...”. La rimproverò Sakuragi, in tono fintamente arrabbiato. “Io sono proprio uguale a te! Ecco da chi ho preso!” Appoggiò l'ultimo bicchiere sul tavolo prima di sedersi di fronte la donna per poterla guardare meglio negli occhi.

Mamma...” Si rivolse con dolcezza. “Non hai sbagliato nulla! Sono io che non capivo all'inizio e me la sono presa...egoisticamente pensavo che tu da 'brava madre' e 'brava moglie' dovessi accudire i figli e rimanere devota al tuo primo marito, mio padre. Mi sembrava quasi che stando con un altro uomo tu tradissi il ricordo di papà. Ma mi sono reso conto che tu sei una persona, una donna con i suoi bisogni d’affetto, con il bisogno di sentirsi apprezzata e appoggiata...prima d’essere madre sei questo. E io non posso impedirti di vivere la tua vita...non ne ho alcun diritto. Questo l'ho capito col tempo, mamma!Sono stato un vero do'hao, come direbbe Kaede!” Rise, facendo quella battuta per spezzare l'atmosfera tesa.

Hana...”La donna era commossa dalle parole del figlio.

Mamma, io non ti giudicherò mai per le tue scelte, per quelle che fai per te stessa! Da me avrai sempre appoggio! Basta che poi non te ne scappi con qualche ricco signorotto e ci abbandoni qui! Allora sì che mi alleo con Taro e veniamo a cercarti!” Scherzò ridendo.

Grazie Hana, grazie davvero...” La signora Sakuragi sorrise avvicinandosi per dare un bacio in silenzio sulla fronte del figlio e riprendere poi a cucinare.

L'aria intanto si era colmata di un denso profumo di stufato, dal quale si poteva cogliere il fresco sapore del sedano appassito col bollore.

Tesoro...” Riprese all'improvviso la donna, ormai di spalle al figlio. “Sappi che anche da me avrai il massimo appoggio per le tue scelte...io non ti giudicherò mai...”.

Cos...” Il ragazzo ebbe un tuffo al cuore, sentendosi toccato per quelle parole di sua madre. Si chiese se si riferisse alla sua relazione con Rukawa. Che l'avesse capito?

Forse no...parlava in generale, si convinse.

Kaede mi piace molto...hai davvero buon gusto...”. Aggiunse la donna, prima che il rossino potesse terminare le sue spiegazioni mentali.

Ma...ma...” Il ragazzo non riuscì a replicare, sua madre lo aveva spiazzato.

A me invece non piace! Non vuole mai farmi giocare!” Asuka, balzata in cucina, aveva un'espressione corrucciata. A Sakuragi, nel vederla col broncio venne da sorridere pensando che Rukawa giocasse con lei, ma che non riusciva mai a reggerne il ritmo e la testardaggine, e quindi alla fine rinunciava.

Dai, ci pensa il tensai!” La prese in braccio per farla girare nuovamente.

Ma quindi tu e Kaede vi sposate fratellone?”

Asuka!” Esclamarono in coro madre e figlio.






Mmmmh...do'hao...” Kaede mugolava qualcosa, mentre nel letto si stringeva al corpo tiepido di Hanamichi, poggiando la guancia sulla sua spalla e respirando sul suo collo che fremeva sotto quel delicato soffio.

Il rossino, invece, ridacchiava nel sonno facendo chissà quali sogni da eroe. Probabilmente sognava che il tensai sconfiggesse in un one to one Akira Sendo, oppure che umiliasse la nobuscimmia di fronte a tutti i più grandi giocatori della prefettura. Mentre la sua mente elaborava tutte queste immagini, Hanamichi stringeva forte fra le sue braccia Kaede, con possesso, come se avesse paura che la kitsune potesse sfuggirgli in qualche modo. Il moretto non era per nulla infastidito da quella stretta decisa che, anzi, lo faceva accoccolare ancora di più sul corpo del compagno, conciliandogli il sonno. Da quando aveva scoperto le braccia di Sakuragi, Rukawa aveva iniziato ad amare ancora di più il suo sacro sonno: spesso costringeva il rossino a saltare con lui le lezioni e dormire nella terrazza della scuola, per poter avere il suo 'letto preferito' fra le braccia.

Rukawa era in dormiveglia e con le mani cercava l'ampia schiena del suo ragazzo, accarezzandola con cura, seguendone le forme e scendendo poi verso le natiche, che prese a palpare con insistenza. Il trattamento sembrava piacere al rossino che cominciava ad emettere confusi suoni d’approvazione.

...mh, kitsune.” La sua voce impastata si scioglieva fra i capelli di Kaede, mentre le sue mani si risvegliavano, accarezzando le gambe del moro con la punta delle dita, elettrizzando la sua pelle. La mano di Hanamichi cominciò a risalire dal ginocchio, lentamente, raggiungendo l'interno coscia del ragazzo pronta ad insinuarsi nel basso ventre fino a scovare il membro già in fase di risveglio del compagno. Almeno c'era una parte di lui che non faceva fatica a svegliarsi!

Ah...” Entrambi i ragazzi soffocarono un gemito, sotto il contatto delle reciproche mani.

Sakuragi ormai si era completamente risvegliato, i suoi occhi ancora arrossati potevano vedere l'espressione di godimento che Kaede aveva assunto, nonostante avesse ancora gli occhi chiusi. Il rossino approfondiva il suo tocco, facendo scivolare il sesso del compagno nella propria mano, in un movimento crescente.

Ad avvolgerli in quel contatto intimo, vi erano delle setose lenzuola bianche e una morbida coperta azzurra che sembrava proteggerli dal mondo esterno.

Persi in quello scambio di piacere, il respiro dei due ragazzi si faceva sempre più veloce...

Improvvisamente, senza udire alcun avvertimento, la porta della stanza si aprì di scatto.

Kaede, tesoruccio! La mamma è tornat...” Ruriko, mamma di Kaede, si era inchiodata sulla porta senza parole, sconcertata. Nel bloccarsi aveva lasciato che la sua borsettina di Hello Kitty cadesse a terra.

Hanamichi era rimasto altrettanto di ghiaccio non appena la donna era entrata in stanza, lasciando immediatamente la presa dal corpo di Kaede; fortuna che c'erano le coperte a nascondere quello che stavano facendo.

Voi...voi...” Ruriko non riusciva a parlare, il suo sguardo sbarrato continuava a rimanere fisso sul letto del figlio.

No signora, noi non facevamo nulla di male, davvero...non fraintenda...”. Balbettò il rossino mordendosi le dita.

Da...davvero?” La donna era confusa. Sakuragi, notando la titubanza della signora, che sapeva essere un po' ingenua, cercò appoggio nel suo ragazzo.

Ma certo! Diglielo pure tu, Kaed...” Si rivolse verso Rukawa notando...che dormiva beato ancora abbracciato a lui. “Argh, Kaede, sveglia!” Lo scosse Hanamichi sbraitando.

Hm, do'hao...ho sonno...” Kaede si accucciava sempre più sul corpo del suo ragazzo, mentre la madre lo osservava con ansia e spaesamento. “Lo sai che non perdono chi disturba il mio sonno...”. Aggiunse ancora in dormiveglia.

Sì sì, ne subirò le conseguenze, ma svegliati, per favore...”. Il rosso era sempre più agitato.

Finalmente, con comodo e con grande sforzo, Rukawa aprì gli occhi.

Si stiracchiò un pochino, stropicciandosi le palpebre, mentre sbadigliava infastidito per quel risveglio costretto. Si sollevò di schiena notando una figura di fronte a sè: gonna a campana fino al ginocchio ornata di pizzi e pieghe morbide, maglietta a manica lunga con dei lacci sul petto, color verde acqua, capelli lisci neri che scendevano delicati sulle spalle.

Mh, ciao mamma, che ore sono?” Domandò un po' stordito Rukawa, liberandosi delle coperte e scendendo dal letto.

Peccato fosse completamente nudo.

AAAAHH!!” Gridò Ruriko a quella vista, coprendosi gli occhi, mentre Kaede si tappava le orecchie con le dita, senza preoccuparsi più di tanto di quella reazione da parte della madre.

Ruriko stava già per lasciare la stanza quando, voltandosi, urtò contro Setsuna accorsa in suo aiuto.

Tesoro, cosa succede?” Chiese preoccupata la donna, con ancora indosso la tuta rossa da motociclista.

Kaede...il mio Kaede...nudo...” Balbettava pigolando la signora Rukawa.

Cara, ma non è la prima volta che lo vedi così...è tuo figlio...”. La rassicurò Setsuna accarezzandole i capelli dolcemente.

No, non è quello...è che...è con un uomo! Ed è nudo pure lui!” Esclamò con gran disperazione Ruriko, indicando la stanza alle sue spalle. Setsuna si affacciò nella stanza, vedendo Kaede aggiustarsi il paio di boxer che si era appena indossato. Guardò poi in direzione del letto e, notando il rossissimo viso di Hanamichi, sorrise furbamente. “Ho capito!” Esclamò, strizzando un occhi verso il moro.

Hn?” Rukawa, non ancora padrone di tutte le sue facoltà mentali (per lui il risveglio era qualcosa di lungo e tormentato), si voltò verso il letto, notando il suo Hana accovacciato sotto le coperte rigido come il marmo.

Do'hao, che ci fai qui?” Chiese sorpreso il moro.

Ma come cosa ci faccio qui, Kaede? Questo pomeriggio sono venuto a studiare...dovevo andare via per cena...aaargh, sono già le 10!” S'infuriò il rossino. Come al solito Kaede, dopo il risveglio, malapena sapeva il proprio nome.

Rukawa, come imbambolato, si sforzò di pensare.

Dopo l'esperienza della sera prima, lui e il suo do'hao si erano imposti un pomeriggio di studio selvaggio, ripromettendosi di finire il programma del semestre in una sola serata! Questa volta avevano deciso di studiare a casa di Kaede poiché per tutto il giorno sua madre e Setsuna con il piccolo Yugo sarebbero state fuori. Sakuragi si era così ripromesso di andare via non appena avessero finito di studiare e prima del rientro delle due donne. Ancora non le aveva conosciute e non si sentiva mai pronto a presentarsi.

Peccato che quel pomeriggio ad essere selvaggio non fu lo studio, per i due ragazzi.

Purtroppo si resero ben conto che era impossibile tentare di studiare insieme...alla fine finivano per fare l'amore almeno tre volte di seguito, probabilmente per scaricare la tensione data dallo studio.

Kaede cominciò a ricordare di aver praticamente costretto Hanamichi a stendersi nel letto con lui, perchè voleva stargli un po' abbracciato. Il rossino però gli aveva detto che se ne sarebbe andato di lì a poco, dato che, come disse lui scherzando, 'non voglio farmi trovare in questo stato'...

Realizzato quanto accaduto Rukawa, vedendo la madre piagnucolare in quel modo fra le braccia di Setsuna, scrollò le spalle, sospirando in direzione di Hanamichi che lo guardava incerto sul da farsi.

Intanto Setsuna continuava ad accarezzare la testa di Ruriko nel tentativo di calmarla. “Tesoro, non è successo nulla...non sei contenta? È un ragazzo! Anche Kaede è come noi!” Le sorrise costringendo la donna a guardarla negli occhi.

Ma Ruriko sembrava non volere sentire ragioni.

Ma...ma...è il mio bambino!Il mio piccolo Kaede che fa queste cose...oh, il mio bimbo! Non posso pensarci!”

Hanamichi era esterrefatto, non sapeva se sorridere per quella reazione o disperarsi ancora di più...

La donna schivò Setsuna allontanandosi di corsa e tenendosi il viso coperto con le mani.

Setsuna fece un profondo respiro colmo di comprensione. “ Ci parlo io...” Disse poi in direzione di Rukawa, ottenendo un rassegnato consenso da quest'ultimo prima di chiudere la porta della stanza.

Lo sapevo!” Sbuffò il moretto con un lieve sorriso, sedendosi sul bordo del letto.

Eh? In che senso?” Chiese il rosso sentendosi sollevato nel sentirsi chiuso nella stanza.

Sapevo che avrebbe avuto questa reazione...sia nel vedermi così con te, sia se glielo avessi soltanto detto...per questo rimandavo sempre il momento della vostra conoscenza...”.

Mi dispiace...non pensavo...” Si rammaricò Hanamichi grattandosi la testa imbarazzato.

Hn? No, che dici! Tranquillo! Ora è tutto a posto!” Rukawa non sembrava per nulla preoccupato, anzi, sembrava quasi divertito per aver previsto quella situazione. “Mia madre è proprio una ragazzina. Ha reazioni da ragazzina...ora Setsuna le dirà che non c'è nulla di cui preoccuparsi e tornerà tutto come prima. È come una bambina che è rassicurata dai genitori!” Scherzò Kaede con una nota di dolcezza nel timbro della voce.

Sakuragi afferrò bene il concetto espresso dal suo ragazzo. “È molto attaccata a te...” Constatò sorridendo.

Sì...lo sai...mi ha partorito a 16 anni... i miei nonni per la vergogna non volevano neanche che mi tenesse...ma lei nonostante l'età era già molto testarda e decise che avrebbe portato a termine la gravidanza. Una volta mi disse che lei ci teneva tantissimo e già da allora era certa di volermi...”.

Sakuragi ascoltava in silenzio la tenera confessione che Kaede gli stava facendo e si rese conto che, nonostante il suo tono sembrava ricalcare un discorso privo d'importanza, in verità quello era solo un atteggiamento di superficie per affrontare il peso di quei ricordi.

...contro ogni volontà in famiglia mia madre partorì. Si mise subito a lavorare perché non voleva dipendere dai suoi genitori, che la rimproveravano sempre per il suo comportamento poco dignitoso. Volevano anche farla sposare con un tizio per coprire l'accaduto e tappare le voci della gente. Un matrimonio tampone...fortunatamente mia madre seppe imporsi, rifiutando queste follie e, compiuta la maggiore età, se ne andò di casa portandomi con sè. Io avevo solo cinque anni. E fino a tre anni fa io e lei abbiamo vissuto praticamente soli, cioè io e lei insieme e basta. Si è creato un forte legame fra noi...per questo si è attaccata in questo modo...”. Sospirò Kaede bonariamente.

Già...ma è stata davvero molto forte e tenace...non è da tutti...” Aggiunse Hanamichi, ammirando con sincerità il coraggio di Ruriko.

Hn, è vero! Nonostante il suo comportamento un po' svampito e infantile è una donna davvero forte. Io la ricordo sempre così mia madre e forse è stato proprio questo suo modo un po' giocoso di affrontare le cose che l'ha aiutata ad affrontare la vita...e poi l'avermi partorito così giovane ha fissato questo suo comportamento...dovrebbe crescere un pochino...no?” Kaede un po' imbronciato cercò conferma negli occhi del rossino.

Ah, ah, ah! Secondo me rimarrà sempre così...è bello però!” Esclamò questi entusiasta. Ma il moro non era dello stesso parere.

Grrr, colpa di Setsuna, la vizia! La porta fuori a cena, le fa i regali per ogni ricorrenza, le porta i fiori, le apre pure la portina quando salgono in macchina o entrano in un locale!”

Bè, secondo me la tua mamma ha proprio bisogno di queste cose...non le ha mai provate, è giusto che almeno ora si senta desiderata e importante.”

Mh, sarà...” Sbuffò Kaede un po' malcontento, cercando sollievo nelle labbra del suo ragazzo, spingendosi verso di lui.

Mmmmm...scendiamo giù?” Domandò Rukawa allontanandosi dalla bocca succosa di Hanamichi, facendolo entrare in panico.

EH? Che diavolo dici? Baka kitsune!Tua mamma mi spella!”

Uff, do'hao! A quest'ora è tutto risolto...”


Pochi minuti dopo, in seguito ad un'attenta vestizione, i due ragazzi si recarono in cucina.

Piacere! Sono Ruriko Rukawa!” La mamma di Kaede accolse Hanamichi con uno splendido sorriso sulle labbra. “Scusatemi per prima, ma non me lo aspettavo! Setsuna mi ha fatto capire di avere esagerato, non c'era motivo di reagire così...è che Kaede mi sembra sempre un bambino, non mi accorgo che ha già 15 anni...”.

Mamma, ne ho 17!” Sbuffò Kaede spazientito.


Hanamichi constatò che Rukawa avesse ragione: grazie a Setsuna sua madre aveva ripreso la padronanza di sè ma, nonostante tutto, non poté comunque non arrossire pensando a quello che era successo. “Piacere signora, io sono Hanamichi Sakuragi!” Rispose infine, stringendole la mano. Poi salutò anche Setsuna che si presentò a lui.

Visto, tesoro? Si vede che è un bravo ragazzo...” Setsuna rassicurò ancora di più la sua donna, accarezzandole una guancia.

Oh, amore è vero!” Rispose Ruriko con occhi trasognanti. Le due donne si scambiarono un casto bacio sulle labbra.

Oh, no! Le smancerie no, vi prego!” Si disperò Kaede, afferrando il braccio di Hana per trascinarlo fuori dalla stanza, fermandosi poi notando il piccolo Yugo affacciato alla porta curioso.

Yugo!” Lo riprese Kaede, ma prima che potesse allontanarlo, sua madre lo precedette e prese il piccolo in braccio.

Yugo tesoro!” Esclamò contenta scompigliandogli i lisci capelli tenuti con un corto caschetto.

Mamma Ruriko! Cosa facevate tu e mamma Setsuna?” Chiese con innocenza il bimbo.

Ci scambiavamo tanto affetto!”Rispose tutta contenta Ruriko.

Kaede cominciava ad avere la nausea.

Ah!” Ruriko sembrò avere un pensiero improvviso, velocemente lasciò Yugo fra le braccia della madre e corse verso Kaede afferrandogli un braccio. “Stai bene?” Gli chiese apprensiva.

Hn?” Rukawa non capiva...

Ti fa male da qualche parte?” Sembrava molto preoccupata...

Hn, ma che intend...” Inizialmente Kaede non stava afferrando il concetto, ma notando Hanamichi avvampare furiosamente, capì il senso di quelle parole. Si trattenne con difficoltà dal non arrossire di colpo anche lui. Certo che sua madre non aveva limiti!

Ma non si perse d'animo.

Tranquilla mamma! Sono io il ruolo attivo della coppia!” Esclamò con estrema convinzione.

CHECCOSA?!” La risposta evidentemente non piacque al rossino. “Ma se sono io che ti...” Una precisa e ben assestata gomitata nello stomaco fece retrocedere Hanamichi dai suoi propositi di verità.

Che cosa intendeva dire?” Ruriko si stava nuovamente agitando.

Nulla, nulla tesoro... vieni prepariamo qualcosa da bere per loro...”Setsuna distrasse ancora una volta Ruriko, strizzando divertita un occhio a Kaede che, per tutta risposta, la ignorò forzatamente. Lei aveva ben capito come stavano le cose.

Poco dopo si trovavano tutti in soggiorno.

Ruriko era intenta a spolverare i soprammobili con un piumino ed intanto canticchiava una canzone.


Hn, è maniaca delle pulizie; quando è nervosa rispolvera ogni cosa almeno venti volte!” Disse ad alta voce Kaede, mentre beveva un'aranciata seduto su una poltroncina.

Setsuna intanto armeggiava con il computer portatile, alla ricerca di un pezzo di ricambio per la sua moto nella rete internet.

Hanamichi stava invece seduto per terra di fronte a Yugo; gli raccontava le imprese del grande tensai, mentre il bimbo lo guardava con occhi meravigliati.

Hn, do'hao...Asuka non se le beve di certo queste baggianate!” Lo stuzzicò Kaede, conoscendo bene l'ingenuità del 'fratellino'.

Baka, che dici? Queste sono tutte le verità sul tensai! Volpe diffidente!” Lo sgridò Sakuragi.

Oh, come si vogliono bene, non è vero Setsuna? Sembrano noi due all'inizio della nostra bellissima storia!” Sorrise emozionata Ruriko, mentre passava lo spolverino sul pc di Setsuna.

Già, tesoro...”Le rispose la donna ricambiando il sorriso.

Sakuragi a quelle parole smise di parlare con Yugo e, stuzzicato dalla curiosità, rivolse a loro la sua attenzione. “Ma...come vi siete conosciute?” La domanda gli sorse spontanea, la espresse senza pensarci.

Do'hao!” Gli ringhiò Rukawa, facendolo sobbalzare. Hanamichi credette di aver fatto un grosso errore, ma ormai era troppo tardi.

Gli occhi di Ruriko cominciarono a brillare. “Davvero lo vuoi sapere?” Chiese contenta; il rossino cominciava a starle proprio simpatico.

Oh, no...anche questa...” Si abbatté Rukawa sconfitto, distendendosi sul divano: quella storia la conosceva a memoria.

Setsuna sorrise fra sè, sapeva quanto ci tenesse Ruriko a raccontare quella storia, e di quanto fosse felice nel sentire qualcuno interessarsi sinceramente a loro due. In fondo non poche volte si erano dovute scontare con i giudizi negativi della gente circa la loro relazione.

Allora...” Ruriko si alzò dal divano, cominciando a camminare nella stanza come se stesse recitando. Hanamichi deglutì, un po' in ansia e molto curioso.

Era una serata un po' scura, dove una delicata e romantica pioggerellina animava le vie della città...”.

Hn, c'era il diluvio...”Sospirò Kaede dal divano.

Io ero appena uscita dal lavoro, quel giorno la mia carrozza non voleva ripartire...”

...è l'auto...aveva il motore fuso...” Sbadigliò Kaede.

Mi stavo tutta inzuppando d'acqua facendo avanti indietro fra il posto di guida, per tentare di farla partire, e il motore...finché mi sentì protetta dalla pioggia. Mi voltai e davanti a me c'era Setsuna che mi copriva con il suo ombrello. Fin dal primo istante capì che sarebbe stata la donna della mia vita...”.

Peccato che capì fosse una donna solo dopo un mese che stavano uscendo insieme...”.


Kaede!” Lo riprese Setsuna, in fondo anche lei divertita per i suoi 'fuoriscena', a cui comunque né Ruriko né Hanamichi avevano dato peso. Erano troppo coinvolti dalla storia. Anche Yugo, nonostante la conoscesse a memoria, la riascoltava come se fosse una vecchia fiaba.

Fu così gentile...” Ruriko aveva gli occhi pieni d'adorazione. “Riparò in breve tempo la mia auto, rimettendola a nuovo ma, notando che ero bagnata fradicia e cominciavo a starnutire, m’invitò a bere una cosa calda in un locale. E alla fine, preoccupata perché avevo un forte mal di testa forse dovuto al freddo, Setsuna mi scortò fino a casa con la sua moto, seguendo a breve distanza la mia auto. Che tesoro!” Ruriko si portò le mani alle guance con emozione.

E poi?” Chiese Hanamichi ansioso di sapere il seguito.

Ruriko arrossì. “E poi, sotto il portone di casa...mi chiese se potevamo rivederci e, dopo aver acconsentito... mi ha dato un dolcissimo ed indimenticabile bacio!”

Hanamichi era a bocca aperta. “Davvero? Ma...così...il primo giorno che vi siete viste?” Si voltò sorpreso verso Setsuna.

Certo, sono una donna intraprendente! Non bisogna perdere tempo!” Esclamò Setsuna continuando a leggere la schermata del pc e portando alle labbra una tazza di caffé.

Anche per voi è stato così?” Chiese improvvisamente curiosa Ruriko rivolta a Hanamichi. Ormai lo aveva preso in simpatia.

Kaede, sentendo quella domanda, per poco si strozzava con il succo di frutta.

Ah, ah, ah! Veramente io e Kaede ci siamo picchiati la prima volta che ci siamo visti!” Esclamò imbarazzatissimo il rossino.

Hn, già!” Lo seguì Rukawa.

Oh, bè allora è stato come per noi!” Si emozionò Ruriko.

Hn? Mamma ti ho detto che ci siamo picchiati...”.

Bè, probabilmente quella è stata la vostra dimostrazione d'affetto... in fondo siete sempre degli uomini, le cose romantiche non fanno per voi! Oh, che carini!” Ruriko si stava perdendo in estasiate fantasticherie.

Hanamichi si voltò allibito dal suo ragazzo, ormai rassegnato. “Andiamo do'hao!” Kaede prese il braccio del rossino sollevandolo da terra. “Accompagno Hana, altrimenti fa tardi!” Esclamò, mentre trascinava esasperato il confuso compagno fuori dalla stanza.

Ciao, Hana, torna presto a trovarci!” Salutò Setsuna sorridendo con velata malizia.

Ciao tensai!” Esclamò Yugo agitando la manina.

Kaede tesoro non fare tardi o la mamma si preoccupa!” Aggiunse infine Ruriko, mentre il figlio accennava un saluto disperato con la mano.


Poco dopo i due ragazzi camminavano in una strada deserta, illuminata da bianche luci artificiali.


... finalmente!Non ne potevo più!” Esclamava Rukawa stiracchiandosi le braccia.

Eh, eh, eh! Che dici? Io mi stavo divertendo! Tua madre è davvero simpatica! E anche Setsuna è in gamba!” Constatò con sincerità Hanamichi.

Hn, sì...dici così perché non ci vivi ogni giorno...”.

Ma, va! Mi piace la tua famiglia alternativa!”

Hn, si? Allora potremmo scambiarci, tu vieni da me e io da te...!”

Eh? Scambiarci?”

I due ragazzi si guardarono improvvisamente, cominciando a ridere ripensando a com’era iniziata per davvero la loro storia.

Se sapessero!” Esclamarono insieme.

Mh, Kitsune...”La voce di Hanamichi si fece un poco cupa.

Che c'è?”

Il rossino si fermò sul posto.

Pensi che io sia poco romantico o dolce?”

Eh? Che diavolo dici, do'hao?” Kaede non capiva che cosa passasse per le testa del suo pazzo ragazzo.

Bè, ecco...”Sakuragi diventava sempre più rosso in viso, superando la tonalità dei suoi capelli. “Pensavo alle parole di Ruriko. La prima volta che ti ho visto ti ho picchiato e ancora adesso spesso cerco la rissa con te. Tua mamma dice che è perché siamo uomini...però se vuoi potrei cercare d’essere più romantico...come Setsuna!”

Hanamichi sembrava davvero preoccupato, quel discorso lo aveva colpito seriamente. Forse non dimostrava davvero a Kaede quanto ci tenesse a lui...in fondo era vero che ancora adesso si picchiavano molto.

Kaede lo guardava sorpreso, poi cominciò a pensarci su. “Questo significa che ti vedrò portarmi dei fiori, ricordarti di ogni anniversario, e magari aprirmi la porta della palestra o dei locali dove andiamo?” Il ragazzo non sembrava molto allettato all'idea.

Mah...non saprei...”Hanamichi sembrava davvero in crisi.

Hana...” Kaede gli rivolse uno sguardo dolce. Mentre continuavano a camminare gli cinse le spalle con il braccio.

Vai bene così come sei, do'hao!”

Lo rassicurò, sussurrando quelle parole nel suo orecchio.


Kae...”

Hn?”

E con lo studio come facciamo? Non abbiamo combinato molto in questi due giorni...”.

Hn, già. Né casa mia, né casa tua sono adatte...”

Forse dovremmo studiare ognuno per conto suo...così niente distrazioni e irruzioni improvvise...”. Hanamichi alzò un poco lo sguardo di fronte a sè, riflettendo sul da farsi.

Hn...” Kaede dispiaciuto, non era molto convinto. Però capiva cosa volesse dire il suo rossino.

Oppure c'è un altra soluzione!” Esclamò Sakuragi con il suo tono da tensai.

Hn, cioè?”

Hanamichi si voltò da Rukawa guardandolo negli occhi con un leggero sorriso. Si sporse verso di lui e rubò un bacio a quelle morbide labbra.

Chiudiamo la porta a chiave...”




Fine.









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