L'amore diciannove anni dopo

di potteriana96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** King's Cross ( prologo ) ***
Capitolo 2: *** Ti ho amato, Potter. ***



Capitolo 1
*** King's Cross ( prologo ) ***


L’ amore diciannove anni dopo.
 
Era il 1 Settembre del 2017, il treno di del binario nove e tre quarti emetteva vapore e come ogni anno era pieno di studenti che frequentavano dal primo al settimo anno ad Hogwarts.
In quel momento si riaprì di nuovo il passaggio che era tra il binario nove e dieci ed uscì una famiglia, ma non una qualsiasi, era la famiglia di Harry Potter, il Salvatore del Mondo Magico.
Con lui cerano la moglie Ginny Weasley, ed i loro tre figli: il più grande James Sirius Potter che doveva frequentare il secondo anno ad Hogwarts, Albus Severus Potter che doveva frequentare il primo e la terza, Lily Luna Potter che avrebbe frequentato il primo anno ad Hogwarts l’anno prossimo.
Harry dal giorno della fine della battaglia che aveva cambiato le loro vite era notevolmente cambiato, il sorriso che prima gli sorgeva spontaneo davanti alle altre persone ora lo regalava raramente, aveva la montatura degli occhiali diversa , ora  era come quella del padre, si era alzato di più ed era diventato più largo di spalle e non era quel che si diceva una persona felice e spensierata.
Il suo matrimonio con Ginny era  davvero messo male, sentiva di non provare più nulla per lei… se non semplice affetto, ma quello non si da ad una moglie, ma ad una figlia oppure ad una sorella…
Il tutto era iniziato con la sua promozione al Ministero della Magia, perché prima di diventare il capo del dipartimento era stato semplicemente una nuova recluta Auror.
Aveva iniziato ad uscire all’alba, a saltare la cena ed a vedere di più il suo ufficio che la sua famiglia, non riusciva più ad essere felice o almeno non come lo era un tempo e poi di certo non aiutava il fatto che pensasse che Ginny gli faceva ricadere contro la colpa della morte di Fred.
Perso com’era nei suoi pensieri non si accorse del figlio Albus che si era fermato dietro di loro, si girò e lo vide accucciarsi per allacciarsi una scarpa cosi sorridendo gli andò vicino e gli tolse le sue piccole mani allacciandogli velocemente la scarpa lui stesso, rialzò la testa e il figlio gli chiese
<< Papà e… e se mettono in Serpeverde? >>
Lui rispose:
<< Albus Severus Potter, tu porti il nome di due presidi di Hogwarts, uno di loro era un Serpeverde ed era la persona più coraggiosa che io abbia mai conosciuto… >>
Vide la titubanza del figlio cosi stava per dirgli qualche altra parole di conforto ma fu interrotto dalla sua voce
<< Ma diciamo che mi ci mettono… >>
Lo guardò seriamente, era cosi simile a lui quando aveva avuto undici anni….
<< Allora la casa Serpeverde avrà guadagnato un meraviglioso giovane mago, ma senti se proprio tu non vuoi, puoi scegliere Grifondoro il cappello parlante tiene cono della tua scelta >>
Lo rincuorò il sorriso che vide sul viso di Al
<< Sul serio? >>
Gli sorrise,  ecco a chi doveva pensare… ai suoi figli.
<< Sul serio… >>
Si alzarono entrambi per il fischio del treno e disse
<< Pronto? >>
<< Pronto… >>
Non avrebbe rivisto  James ed Albus per nove mesi ed Albus a differenza di James che, ne era  sicuro, aveva ripreso il carattere da suo padre, non si vergognava quando provava ad abbracciarlo, cosi lo strinse in un’ abbraccio forte e lo baciò sulla testa.
Mentre vedeva il treno allontanarsi si sentì prende per la manica della giacca, abbassò la testa , era Lily lei era molto triste per la partenza dei suoi due fratelli
<< Papà… voglio andare ad Hogwarts con James ed Al…>>
 Sospirò, era almeno la decima volta che lo diceva quella mattina
<< Tesoro lo so, ma tu ci andrai l’anno prossimo.. non manca tanto no? >>
Gli fece una carezza sulla testa  e quando stava per girarsi, mano nella mano con Lily sentì mancargli un colpo al cuore e gli si bloccò il respiro, non era possibile! lei! Lei, che era stata la persona che più aveva amato nella sua vita  era li… e sembrava non averlo notato.
Cercò di riprendere fiato, si portò una mano fino a massaggiarsi il petto per fermare quel dolore lancinante che sentiva, lei finalmente si girò e lo guardò sorpresa, Pansy, la sua Pansy lo guardava con sorpresa e preoccupazione, probabilmente perché aveva stretto di più la mano al petto o forse perché…. non riuscì a finire quel pensiero che lasciò la mano della figlia e crollò in ginocchio, sentì delle voce confuse accanto a lui, un’altra fitta al petto da mozzargli il fiato e fu tutto nero. 

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Capitolo 2
*** Ti ho amato, Potter. ***


C’era grande fermento quel giorno al San Mungo: quella mattina era arrivata all'ospedale la moglie del Salvatore del Mondo Magico; quest’ultimo era tra le braccia del suo migliore amico, Ronald Weasley, e le due donne dietro di lui erano in lacrime. La prima aveva un’espressione spaventata, ma anche se poteva sembrare sconvolta agli occhi degli altri non aveva esattamente l’espressione di una moglie preoccupata di perdere suo marito.
Hermione Granger, che stringeva tra le braccia la piccola Lily, anch'essa in lacrime, si guardava attorno spaesata e sconvolta da quello che era successo all'amico. Sapeva che in quel periodo c’era molto lavoro per il dipartimento Auror al ministero, ma che Harry fosse così sotto stress non lo aveva mai pensato; e lei, essendo la sua migliore amica, doveva arrivarci. Ed invece no; ora Harry era tra le braccia di Ron con un volto spaventosamente pallido e le labbra livide…e lei si sentiva totalmente impotente.
Harry venne adagiato con delicatezza dalle braccia di Ron, che aveva un’espressione sconvolta sul viso, su un lettino che avevano portato due Guaritrici.
Gli sbottonarono la camicia da cui si intravide anche la cicatrice del medaglione di Serpeverde, che si era procurato a soli 17 anni quando erano a caccia degli Horcrux, poi un Guaritore si avvicinò e lo sentirono dire:
<< Portate il Signor Potter all'ultimo piano. Massima segretezza >>

Si svegliò. L’ultima cosa che aveva visto riluceva ancora nel suoi occhi. Vedeva tutto sfocato, come se avesse gli occhiali completamente appannati; però non stava indossando gli occhiali. Fece un respiro profondo e sentì una grande spossatezza. Riuscì a parlare:
<< Hermione! >>
Come gli era saltato in mente di urlare?!
Una donna entrò di fretta e lui sorrise, riconoscendola: era Hermione.
<< Harry! Perché diamine hai urlato?! Ti rendi conto che… >>
La vide mettersi le mani sul viso, l’anello di fidanzamento che Ron gli aveva regalato solo la settimana scorsa che brillava alla luce della lampada…
<< Stava per venirmi un colpo, quando finalmente vi siete decisi di sposarvi… >>
Strizzò gli occhi e si diede dell’idiota: quello era umorismo che in quel momento era fuori posto, visto che lui era finito in ospedale proprio per quel motivo.
<< Scusa, Herm >>
Vide il suo sorriso amaro e se la ritrovò tra le braccia in meno di una frazione di secondo.
<< Harry… come, puoi spiegarmi? >>
La strinse. Come poteva dirle il motivo?! Non voleva perdere la sua migliore amica...lei non lo avrebbe retto.
<< Cosa, esattamente? Perché mi sono fatto venire un infarto in piena regola? >>
Lei si staccò dall'abbraccio e si asciugò le lacrime alla base degli occhi.
<< Sai cosa intendevo… dovevi dirmi che eri troppo stressato, avrei potuto farti concedere dei giorni di permesso al ministero. >>
Per una volta, Hermione aveva sbagliato completamente. Le fece un sorriso amaro che però svanì subito dalla sue labbra.
<< Herm, sen... >>
Non poté finire di parlare, perché la porta si aprì di nuovo rivelando una Guaritrice che lo guardava con ammirazione. Merlino!. come odiava quello sguardo sul viso delle persone che lo incontravano; lui non aveva fatto nulla, se non spargere più dolore.
<< Signora Granger, il suo fidanzato la cerca e dovrei fare dei controlli al Signor Potter. Mi dispiace, ma deve uscire >>
Annuì verso Hermione, poi la vide uscire, e sospirò piano. La sua attenzione, dopo, fu catturata dalla voce della Guaritrice.
<< Grazie, Harry. Credo lo pensino tutti... >>
Lo colpirono profondamente, quelle parole. No, lui non doveva essere ringraziato! Sentì il suo cuore battere dolorosamente e gli sfuggì un lamento dalle labbra.
<< No, nessuno deve ringraziarmi, signorina. Proceda solamente con ciò che deve fare, per favore. >>.

Stava dormendo nel letto, non un solo rumore se non quello del suo respiro frammentato rompeva il silenzio.
All'improvviso un fruscio ed il rumore tipico di scarpe con i tacchi che battevano sul pavimento…
Pansy Parkinson si avvicinò di più al letto e si soffermò a studiare i lineamenti di quel viso più maturo e cambiato negli anni, che però non aveva perso comunque la sua bellezza…
Gli andò ad accarezzare, con la sua mano gelida, una guancia. Lo vide svegliarsi di colpo. Cacciò il pugnale fuori dalla borsa e lo colpì con un colpo secco al petto. Lo vide sobbalzare, e cercare di respirare. Non riuscì ad impedire ad una lacrima di scendere...gli baciò la fronte, accarezzandogli i capelli.
<< Ti ho amato, Potter… >>
Lui rispose, le lacrime che gli rigavano le guance.
<< Pansy, Pansy…. Amore mio >>
Sentì il pugnale andare più a fondo, cominciò a vedere tutto più buio, la sua stretta su di lei si sciolse.

Il giorno dopo Pansy Parkinson era nel reparto di psichiatria del San Mungo mentre il Mondo Magico piangeva il loro Salvatore; il segreto di quel'’amore malato nascosto per sempre.
Prima o poi loro due si sarebbero incontrati.
Il giorno del funerale nessuno aveva visto Harry che abbracciava i suoi figli e rivolgeva sguardi pieni di dolcezza ad Hermione, Ron si sarebbe preso cura di lei, ne era sicuro. Non avrebbe mai abbandonato la sua famiglia...e voleva la sua vendetta.

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