Si USA così - 2013

di elfin emrys
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ovvero Quando un eroe si annoia ***
Capitolo 2: *** Gennaio ovvero La prima foto non si scorda mai! ***
Capitolo 3: *** Febbraio ovvero La trasformazione da scone a tanta roba ***
Capitolo 4: *** Marzo ovvero Da zero a mito! ***
Capitolo 5: *** Aprile ovvero Quando un fucile rende solo figli ***
Capitolo 6: *** Maggio ovvero Vive l'amour, vive la dance, dopotutto... c'est la France! ***
Capitolo 7: *** Giugno ovvero Certe cose lasciano il segno ***
Capitolo 8: *** Luglio ovvero Se la metti così, allora ci sto! ***
Capitolo 9: *** Agosto ovvero La più dolce e ispirata melodia ***
Capitolo 10: *** Settembre ovvero Gli scottanti segreti di un tedesco perbene ***
Capitolo 11: *** Ottobre ovvero Tanto va Ore-sama al largo che ci lascia i cinque metri ***
Capitolo 12: *** Novembre ovvero Di intrighi, corruzioni e sparatoie! ***
Capitolo 13: *** Dicembre ovvero Anche in macchina, se ti piace l'idea ***
Capitolo 14: *** Epilogo ovvero Perchè presentare un calendario non è mai stato così divertente! ***



Capitolo 1
*** Prologo ovvero Quando un eroe si annoia ***


Si USA così

Prologo ovvero “Quando un eroe si annoia”

 

 

Era una notte buia e tempestosa... no, non è vero. In realtà era un caldo pomeriggio d'agosto, a dirla tutta. E dire che Alfred si stava annoiando da morire è un eufemismo. E, no, non è morto per nostra sfortuna. O fortuna, pensando a quello che stava progettando.

Dunque, dicevo... era un caldo pomeriggio d'agosto, gli uccelli cinguettavano, un hamburger stava sul tavolo e il nostro mentecat... eroe! Volevo dire “eroe”! Il nostro eroe stava telefonando in gran segreto alla persona più discreta di tutta Europa. Ebbene sì. Feliks. E se ve lo state chiedendo, non era per chiedergli delle manette fucsia.

-Un calendario?!

-Yeah!

-E perchè?

-Così... tanto per... no, in realtà ho un piano eroico per farmi adorare da ogni fangirl del mondo! E tu rientri fra i privilegiati che mi aiuteranno: conto sul tuo grande e indiscutibile senso estetico!

Feliks sorrise, muovendo la mano.

-Ma dai, non essere tipo così lusinghiero!

-Invece sei quello che ha più stile di tutti, non c'è persona al mondo che non lo pensi! Sei il più cool! You're great! You're the best, Feliks!

-Oh, beh, se la metti tipo così... Ma cosa tipo dobbiamo fare?

-Fregare varia gente.

-In che senso?

-Non ti posso dire tutto se non alla riunione ufficiale top secret. Ti dirò solo che stiamo facendo una buona azione e che...

Abbassò la voce.

-E che parteciperà anche Vash...

Feliks sussultò. Sul suo volto si allargò un sorriso che assomigliava molto di più a uno sghignazzo che a un vero e proprio sorriso.

-Allora sono tipo totalmente d'accordo.

E fu così che Alfred reclutò il primo membro della sua associazione a delinquere.

Dire che lui fu il più difficile da reclutare non è uno scherzo. Feliciano accettò subito, neanche Alfred aveva finito la frase che Italia aveva esultato con entusiasmo. Toris venne costretto da Feliks e da Ivan, che nel frattempo era venuto a sapere (con metodi oscuri) della cosa. In quanto a Yao, nessuno seppe mai come venne convinto, né chi lo convinse. Sappiamo solo che le voci in ogni Chinatown corrono. E, prese da un convulso presentimento che subito le aveva attanagliate allo stomaco e al cuore, là dove giacciono tutti i pensieri e i desideri più intimi da vera fangirl, anche tutte le signore e signorine si mossero a far visita ad America, che mai si sentì così popolare. Feel like a boss, insomma.

Quando tutti i reclutati, scelti con immensa cura dal nostro Super-State (ma non erano venuti quasi tutti da soli?), si incontrarono nei sotterranei della sede della CIA, si guardarono intensamente uno negli occhi dell'altro. Alcuni si mossero per salutare vecchi amici, altri evitarono di parlarsi. Come Feliciano, che evitò Ivan con tutto se stesso. E Toris, che tentò di fuggire, ma fu riacchiappato da un certo russo e un certo polacco, impensabilmente in combutta.

-Ladies and gentlemen, welcome!

Appena Alfred apparve nella stanza, con tanto di luci, musica e fumo, da vero super-hero (quale eroe non ha il proprio stacchetto?), un vociare tutt'altro che discreto si alzò dalla piccola folla. America rise, facendo avvicinare tutti al tavolo, l'unico pezzo di mobilio che ci fosse, per di più illuminato dall'alto dall'unica lampada funzionante.

Ed ecco, tutti la videro.

Sembrava impossibile, ma c'era.

Nessuno avrebbe mai pensato che esistesse una cosa simile.

Vi starete chiedendo cos'era.

Ma voi già lo sapete.

Ebbene sì, la LISTA.

Come “quale lista?”?! Ma che fangirls siete? La Lista, la fantomatica Lista! Quella di tutti i più faighi di Hetalia! QUELLA! Come sarebbe a dire che non ne sapevate nulla? Vabbè, adesso lo sapete.

-Non sarà...

-Sì.

Alfred si fece improvvisamente e insolitamente serio, strinse i pugni sul tavolo, abbassò il capo. Quando sembrò che il suo corpo fosse scosso da dei singhiozzi, si mise diritto e tutti poterono vedere che in realtà se la rideva come un matto. Una risata che Light Yagami in persona, il GoG (il God of Guffaws, il Dio degli Sghignazzamenti), avrebbe invidiato!

-Questa è la Lista di tutti gli stati del mondo. Quelli segnati in rosso sono quelli ritenuti più...

-...

-Più.

Feliciano si guardò intorno perplesso: si poteva dire? Ma a quanto pare era l'unico che si stava preoccupando di fare analisi grammaticale in quel momento.

-Dobbiamo stabilire l'ordine. E voglio un lavoro pulito.

Ivan sbuffò.

-Peccato.

Posò il piccone.

-Questa è la mappa che tutte le fangirls...

E qui ci fu un sospiro dal reparto femminile.

-... vorrebbero avere fra le proprie mani. Ma non si può! AH!

Alfred sfilò la mappa da sopra al tavolo, giusto in tempo per toglierla dalle grinfie di Lily. L'impensabile Lily. Quella che in quell'istante Vash stava sorvegliando era un fantoccio di pezza ben realizzato. E lui non se n'era manco accorto, povero ciccio.

-Ce l'ho solo io! AH AH AH! L'HO CREATA IO E IO ME LA TENGO!

Un piccolo “Brutto stronzbdygewiawbk” (perchè non si possono dire certe parole) partì dalle labbra di Feliks. Elizabetha annuì.

Alfred tossì, tentando di darsi un contegno. Tentando invano, ma questo è un dettaglio che per nessun eroe vale.

-E adesso vi spiegherò il piano. Ovviamente io sarò l'eroe!

-Ma vaaaaa', ma chi se lo aspettava, ve!

Feliciano si tappò la bocca. Ops!

-E questo è un calendario. Dobbiamo segnare chi, chi! Chi!

-Aaaaah, chiiii!

-Chi!

-Ma chi chi?

-Richi.

-PIANTATELA! SIETE O NON SIETE FAN SERI? Adesso cominciamo.

Alfred prese una penna stilografica (rubata a Light) e prese un quaderno nero (rubato, ma non a Light, sennò sarebbe davvero stupido come sembra). Avvicinò a sé il calendario, la Lista (parte musichetta) e la mappa.

Man mano che i nomi venivano scritti, dei segni disordinati comparivano sulla mappa, delle grandi croci sulle nazioni apparivano e neanche la barriera di eterna neutralità di Vash potè nulla contro tutto questo. E quando mancò solo un posto, dal buio apparì una figura.

-E io?

Tutti trattennero il respiro, un profumo di rose e vino li investì.

-Aaaah, ti stavamo per mettere...

-Vee? Ma non l'avevamo eliminat...

-Feliciano, zitto!

-Comunque, ci stavamo scordando di te!

-E chi sono, Matthew?

-Chi?

-Canada!

-Canada chi?

Feliciano sbuffò.

-E' una battuta vecchia, adesso basta, ve!

-Ti mettiamo... qui.

Francis sorrise, poi annuì e scomparve in un attimo, come era arrivato. E anche qui, nemmeno noi Somme Autrici sappiamo come avesse fatto. Intuito femminile?

Quando il lavoro fu completato e ogni ruolo fu deciso per quella trappola mortale, ogni nazione tornò a casa propria.

Alfred sorrise, guardando i fogli sparsi sul tavolo su cui tutto era stato deciso. Era come se il destino fosse nelle loro mani, come se loro stessi fossero il Fato beffardo. Neanche una guerra sarebbe stata più difficile da architettare: la strategia doveva essere perfetta, ogni mossa regolata da intuito, fortuna e forza. Tutto doveva essere com'era nei piani.

La trappola era pronta a scattare.

 

 

 

Note di Elfin e Vale (Sì, ci sto prima io!)

Una piccola cosuccia scritta a quattro mani, così, perchè non possiamo essere sempre intelligenti. Fanciulle, PUELLE CARE, questo è un regalo per voi e i vostri poveri miopi occhi, perchè torniate a vederci!

VALE: Quindi i signori maschietti tornino nel loro apposito contenitore, grazie!

ELFIN: A meno che non siano dei gran fighi, grazie.

L'idea è stata di Vale, ma il resto è mio.

VALE: Non è vero.

ELFIN: Il titolo della storia è mio, quello del capitolo è mio! A proposito, anche il capitolo è mio!

VALE: Ma il prossimo è mio!

ELFIN: E quello dopo ancora è mio, tiè!

VALE: Ma sono alternati!

ELFIN: Se non fosse stato per me questa storia non sarebbe mai venuta alla luce visto che l'avevi messa nel dimenticatoio: ho collaborato alla creazione della "trama" e alla stesura della storia, ho assistito alla creazione di ogni capitolo, anche i tuoi, correggendo le tue sviste, ho il diritto di essere riconosciuta come seconda autrice. Cioè, sei attendibile come quel mentecatto di Alfred!

VALE: Avevamo detto “niente bashing”: non voglio essere linciata via recensione per colpa tua.

ELFIN: Tanto la storia la devo mettere io, perciò sarò io a essere linciata. Vabbè, care lettrici, fate finta di non aver letto. In fondo in questa fanfiction anche lui ha la sua genialità!

Vi attendiamo nel prossimo capitolo, che vi svelerà l'arcano! Il segreto! Il mistero della fede!

Arrivederci e buona continuazione di fangirlaggio da Elfin e Vale ;D

Kiss

 

P.S. Piccolo avviso: questa storia è stata messa un mese in ritardo a causa mia (Elfin). Il primo e il secondo capitolo verranno messi entro la fine di febbraio, ma da marzo in poi verrà messo solo un capitolo al mese (capirete bene il perchè la prossima volta). Ho mantenuto intatta tutta la sclerata che avevamo fatto io e la Vale quando, a casa mia, ci siamo messe a scriverla. In ogni caso, mini-spiegazione degli avvisi. Crossover perchè faranno delle piccolissime comparsate minuscole anche i personaggi di Death Note (nominati o presenti in carne e ossa). OOC perchè la fanfiction è demenziale, quindi non sempre i personaggi sono "nei loro schemi". Riguardo ai Crack Pairing, come avete capito, c'è la SviPol *tanto amore* ma tutte le altre dovrebbero essere coppie normali XD Ciao!

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Capitolo 2
*** Gennaio ovvero La prima foto non si scorda mai! ***


Si USA così

Gennaio ovvero “La prima foto non si scorda mai!”

 

Il megatrappolone mondiale era scattato ed era pronto ad invischiare gli sfigati (nel senso non di "gente senza stile" ma di "gente presa di mira dalla malasorte") che erano stati designati come vittime in quel segretissimo meeting.

Sì, quello della puntata precedente.

Ma come sarebbe a dire 'e chi se lo ricorda'?! Ah, affari vostri! Non vorrete mica il riassunto come negli anime, vero?! Perché io non ve lo faccio!

Comunque...

Era tempo di trascinare al mattatoio la prima vittima, di passare nel tritacarne il primo dei poveracci, di sminchia... EEEEHM, volevo dire! di rovinare il primo degli sfortunati, di falciare senza pietà il povero disgraziato il cui nome compariva per primo su quello sciagurato foglio.

E indovinate un po' chi era?

...

Kiku Honda.

Ebbene sì.

Era lui il primo della lista.

Quel timido e gentile orientale era la prima delle vittime sacrificali.

E no, non c'entra nulla il fatto che fosse il personaggio preferito dell'autrice Vale, la quale era casualmente nata a Gennaio, no no!

Comunque...

Dato che, come dice saggiamente il proverbio, il buongiorno si vede dal mattino (soprattutto se non ci si alza dal letto), s'incaricò di provvedere a lui nientepopodimenoche il nostro supereroe preferito.

...

No, non è Batman! Un altro, un altro!

...

No, neanche Spiderman!

...

Neanche Thor!

E' Alfred Jones! Sveglia, gente: la guerra è finita!

Comunque...

Il nostro Yankee favorito si alzò di buon'ora (alle undici), fece una sana colazione (cheesburger e Coca-Cola), si vestì elegantemente (jeans e T-Shirt con la scritta I'm the hero!) e si recò (senza fare nemmeno uno straccio di telefonata per annunciarsi) a casa del suo amico del Sol Levante, che non sospettava ma manco lontanamente cosa lo attendeva.

"Kiku, sono io! Devo parlarti di una cosa importante!".

E lo sventurato fece come la monaca di Monza: rispose. Ignaro del pericolo che incombeva su di lui, aprì la porta e fece entrare Alfred.

Pensava fosse una semplice una visita tra amici.

Povero fanciullo illuso. Povera anima innocente. Povera colomba bianca (?).

"Devo dirti una cosa! Anzi, devo farti una proposta!".

"Sarebbe?".

"Ecco, io e... dei miei amici, abbiamo pensato di fare un'opera di beneficenza!".

"E' un'iniziativa lodevole.". Peccato che Alfred non avesse detto a beneficio di chi o di cosa fosse quest'opera, né in cosa consistesse, ma Kiku, in buona fede, non fece domande. Errore madornale. "E quindi?".

"E quindi volevo chiederti se volevi partecipare anche tu!".

"Se è per beneficenza accetto volentieri.".

Qualcuno in sala si alzò in piedi e urlò: "A rimbambito, ma non vedi che c'è il trappolone sotto?!". Costui/costei fu prontamente soppresso/a dalle fangirls lì presenti, che confidavano nelle straordinarie capacità persuasive e nel sommo fascino e carisma di Alfred (Ahahah! Carina questa!) per rifarsi gli occhi a scapito del povero giapponese.

"Ah, benissimo: sapevo di poter contare su di te! Dovresti posare per una foto!" rispose l'americano sopradetto sorridendo serafico.

E fu allora che Kiku si svegliò dal letargo e fiutò che qualcosa non andava. Alla buon'ora, starà pensando qualcuno di voi. "Posso sapere... per quale genere di foto dovrei posare?".

"No, non è nulla di strano, tranquillo!".

"Ovvero?".

"Una foto sexy per un calendario!".

"Assolutamente no!".

"E dai, ti prego! E' per una buona causa!".

"Mi dispiace, ma è del tutto fuori discussione!".

Alfred passò i successivi quaranta minuti tentando di corrompere Kiku. Gli offrì di tutto: cifre astronomiche, una botte da cento litri di saké, una fornitura di té verde a vita, vacanze pagate da lui nei posti più belli del mondo, tutte queste cose insieme, ma Kiku non demordeva.

Allora il nostro eroe capì che doveva cambiare approccio e passare alle maniere brute.

"Peccato!" fece trattenendosi dallo scoppiare a sghignazzare. "Vorrà dire che sbatterò sulla pubblica piazza tutto ciò che so di te!".

A quella frase la stoicità e l'impassibilità nipponica di Kiku andarono allegramente a farsi friggere. "Cosa vuoi dire?!" mormorò iniziando a tremare come un budino Cameo.

Alfred tirò fuori il cellulare. "Vedi, Kiku, memorizzati qui ho i numeri di tutte le più importanti riviste di gossip degli Stati Uniti: People, American Super Star, tutte. Ci metto un secondo a chiamare e a riferire tutti i particolari più interessanti della tua vita privata. Mmmh, potrei cominciare raccontando dello strano interesse che nutri nei confronti di mio fratello... Sì sì, credo proprio che inizierò da quello: sarebbe uno scoop di portata mondiale!".

"Non oseresti!" esclamò Kiku con voce stridula e diventando rosso come un pomodoro San Marzano ben maturo.

"Questo sei tu a deciderlo. Puoi scegliere: la foto o i segreti. Ti dò qualche minuto.".

I minuti seguenti furono i più terrificanti di tutta la lunga vita di Kiku Honda. Da una parte c'era l'idea di dover posare ignudo o semignudo per una foto che sarebbe poi finita su un fantomatico calendario di beneficenza (e riguardo al fatto che fosse effettivamente di beneficenza nutriva grossissimi dubbi), dove sarebbe stata esposta al pubblico ludibrio; dall'altra c'era il fatto che, se avesse rifiutato, Alfred avrebbe raccontato a tutti i rotocalchi i suoi segreti più intimi e privati rendendoli così di pubblico dominio.

Ma poi, come faceva Alfred a sapere che Kiku aveva una cotta tremenda per Matthew?! Non lo aveva raccontato a nessuno, nemmeno a Feliciano o a Ludwig, a nessuno! Era impossibile che lo sapesse! Qualcuno doveva aver capito e parlato.

In ogni caso la sua riservatezza, uno dei capisaldi della sua etica, era a serio rischio.

"... Va bene. Hai vinto.".

In sala si alzò un boato da paura da parte delle ragazze del Kiku Honda Fans Club e Alfred batté una sonorissima pacca sulla schiena di Kiku, il quale, non essendo notoriamente Hulk Hogan, rischiò seriamente più di un'ernia.

"YEAH! You're great, Japan! Andiamo all'aeroporto: ci aspettano!".

 

"Feliciano?!".

"Vee, ciao, Kiku! Hai accettato, che bello! Io sono il fotografo!". E a conferma di ciò sventolò la sua macchina fotografica digitale professionale ultimo modello. Macchina fotografica che era per di più di marca giapponese! E poi dicono di non credere alla coincidenze!

Il nipponico non poteva credere che Feliciano, quell'anima innocente e gentile, potesse essere coinvolta in quell'oscenità. Ed era pure il fotografo!

Kiku allora trovò cosa buona e giusta da fare sedersi in un angolo a tracciare cerchietti per terra con il morale ai minimi storici.

"E dai, non fare così!" lo incoraggiò Alfred. "Ci mettiamo cinque minuti! E poi è per beneficenza!".

In quel momento entrò nella stanza un turbine in pantaloni neri a coste, camicia rosa e sciarpa e basco bianchi che si rivelò essere Feliks.

"Ah, è arrivato! Bene bene! LIET! Prepara la stanza da letto!".

Stanza da letto?!

"Che vuol dire 'stanza da letto'?!" esclamò Kiku saltando in piedi. "Voglio delle spiegazioni!".

Feliks sorrise affabile. "Salve, io sono il make-up artist nonché costumista: insomma, decido totalmente io come dovrai vestirti... pardon, svestirti! Prego, via in sala trucco, marsh!". Feliks afferrò Kiku per un braccio e lo trascinò via.

Dopo qualche secondo si sentì il poveraccio urlare: "No! L'orecchino no!".

"Ma dai, sarai uno spettacolo!".

"Non lo voglio! No! Posa quell'ago! AHIAAA!".

"Dai, non ha fatto male! Ecco, tieni il ghiaccio sul buco!".

 

In piedi al centro della stanza, con indosso solo un paio di boxer neri, Kiku veniva esaminato dall'occhio esperto di Elizabeta manco fosse un branzino al mercato del pesce.

Era umiliante, degradante, avvilente.

"Allora, Lizzie, che ne dici?" chiese Alfred.

La ragazza si portò una mano al mento.

"Mmmmh... Non abbiamo tantissimo su cui lavorare...".

L'autostima di Kiku crollò ai minimi storici andando a fare compagnia al suo morale.

"Ma... No, ho un'idea. Possiamo fare in un altro modo. Dobbiamo tagliare via tutta la parte sotto.".

La bocca del giapponese si spalancò come se qualcuno avesse svitato i cardini. 'Tagliare via'?! Cos'aveva in mente?! "Ragazzi, io...".

"Tu tranquillo, ci pensiamo noi! " lo bloccò Elizabeta. "Feliks, senti un po'...".

Si allontanarono in un angolo e parlottarono a voce bassa tra loro. Dopo circa un minuto tornarono lì e Feliks, con un sorriso raggiante, esclamò: "Gioisci, Kiku: quando il calendario verrà tipo dato alle stampe diventerai il più grande sex simbol orientale della storia, roba che manco Lucy Liu!".

Kiku non rispose. Era in quel momento lacerato da un dilemma amletico: suicidarsi o togliersi la vita? Non riusciva a trovare risposta.

"Ok, chi tace acconsente! Ora andiamo tipo a prepararci!". Per la seconda volta Feliks lo trascinò in sala trucco. Il nipponico era talmente rassegnato al suo destino che si lasciò portare via senza fare alcuna protesta.

"Alfred, ma come hai fatto a convincerlo?" gli chiese Elizabeta.

L'americano ridacchiò. "Aaah, Lizzie, avresti dovuto esserci: è stata una scena da Oscar! L'ho ricattato, ecco come ho fatto! Gli ho detto che se non avesse partecipato avrei raccontato alle riviste di gossip tutti i dettagli più interessanti della sua vita privata, primo fra tutti il fatto che ha una cotta mostruosa per mio fratello!".

Dalla sala trucco arrivò la voce di Kiku: "No, non voglio il fondotinta!".

"Kiku, se tipo non lo metti non verrai bene in foto! Giusto un po', non tanto! ... Oh, bravo! Adesso i vestiti! Vediamo... Questo sì... Questo no... Questo boh... Levati la maglia e la canottiera e mettiti questa! E via i pantaloni!".

 

"Ve, siamo pronti?". Feliciano saltellava impaziente qua e là come un bimbo che non vede l'ora di scartare i regali natalizi.

"Quasi, Felì!" rispose Alfred sedendosi sulla sedia accanto ad Elizabeta e Ivan, mentre Toris ultimava i preparativi della scenografia.

Dalla porta entrò Yao, con un grembiule addosso e un carrello carico di cibo. "Spuntino per la troupe-aru!" annunciò.

"Aaah, grande! Da' qua!".

Quando i presenti si furono rimpinzati di tartine al caviale e cocktail di gamberi, entrò Feliks con aria commossa manco fosse un direttore d'orchestra dopo un'esecuzione trionfale.

"Signore e signori," fece con voce solenne, "ecco a voi il risultato di tipo tutti i miei sforzi! Kiku, prego!".

La vittima sacrifical... EEHM, volevo dire! il prescelto, entrò.

"Woow!" esclamò Feliciano saltando sul posto. "Ve, Kiku, sei troppo figo!".

In effetti Feliks aveva fatto un gran bel lavoro.

Kiku indossava una giacca uguale a quella che indossava sempre, solo nera, aperta sul torace nudo e un paio di boxer neri. E basta. Ah, no, anche un guanto nero alla mano destra e un orecchino argentato a forma di zanna all'orecchio destro. Ok, ora basta. In quanto alla sua faccia, sembrava quella di uno che sta per essere decapitato.

"Feliks, tu sei un dannato genio!" esclamò Alfred. Elizabeta si limitò a mettersi due dita in bocca e a cacciare un fischio degno di una locomotiva a vapore, Ivan sorrise soddisfatto annuendo e Yao e Toris sbarrarono gli occhi senza dire o fare nulla.

Il polacco congiunse le mani e sorrise come una star che ha appena ricevuto l'Oscar. "Oh, grazie, ragazzi: detto da voi è totalmente il massimo!". Tossicchiò.

"Dunque, ho scelto il nero come colore perché fa un contrasto TOTALMENTE super con la carnagione chiara di Kiku." spiegò con voce professionale. "Ad essere sinceri volevo tipo usare il rosa ma a Kiku sta totalmente male, quindi ho lasciato stare. Come avete visto, ho dato tipo disposizioni a Liet perché preparasse come... scenario di fondo, diciamo, un letto con le lenzuola bianche, che faranno un contrasto SUPER con tipo il nero della giacca. Considerando che il nostro Kiku non è esattamente un culturista, io e Ivan abbiamo tipo deciso che la foto prenderà solo la parte superiore del corpo, dalla vita in su.".

"E allora perché lo hai lasciato in mutande?" chiese Feliciano.

Feliks si strinse nelle spalle. "Così, mi andava... Ma bando alle ciance e scattiamo questa foto! Kikuu! Prego!".

Il poveraccio, rassegnato al volere del Fato crudele, si stese sul letto (sfatto) al centro della stanza.

"No, non va così!" fece Ivan alzandosi in piedi e scrutandolo. "Non come se stessi dormendo: sembri una mummia egizia! Piega un braccio in su, da? Ecco, così! L'altro... ripiegato sul petto! Bene, così va bene! Ora la testa... di lato, verso sinistra! Esatto, così! E non fare quella faccia depressa: facci un'occhiata sexy, da?".

"... Francamente non sono in vena...".

Alfred sbuffò. "Ma come, con tutti gli hentai che ti leggi al giorno non sai fare un'occhiata sexy?".

Feliciano fece una faccia perplessa. "Hentai? Cosa sono?".

Elizabeta fece una faccia assatanata. "Hentai?! Davvero?!".

Yao fece una faccia sconvolta. "Hentai?! Kiku, proprio tu-aru?!".

"Ecco, l'avete fatto arrossire!" esclamò irritato Feliks. "Gli avete totalmente rovinato il colorito! Liet, vammi a prendere il fondotinta, subito!".

Mentre Toris correva in sala trucco, Feliciano chiedeva insistentemente ad Alfred (che si guardava bene dal dirglielo) cosa fossero gli hentai, Elizabeta fangirlava senza ritegno, Feliks borbottava qualcosa sul fatto che non ci fosse rispetto per l'arte, Kiku voleva morire fulminato, Ivan cercava di convincerlo a fare 'sto benedetto sguardo sexy e Yao si asciugava la lacrimuccia.

"Sembra ieri che Kiku era un bambino... E adesso diventerà un'icona sexy... E' diventato grande-aru!". Tirò fuori un fazzoletto e si soffiò rumorosamente il naso.

Mentre il diretto interessato si chiedeva se ci fosse effettivamente da andarne fieri (e lui credeva di no), Toris tornò con il barattolo. "Ecco, Po!".

"Benissimo! Kiku, sta' tipo fermo! ... Ecco qua!". Gli aveva spalmato sulla faccia dieci chili di fondotinta: avrebbe fatto prima a usare la vernice per i muri. "Ora sbrighiamoci: col calore delle lampade tipo si scioglie! Kiku, sguardo sexy! Felì, pronto con la macchina?".

L'italiano fece il saluto militare. "Sissignore!".

"Vai!".

*ZZZ... CLICK!*

"Fatto fatto!".

Tutti si lanciarono verso Feliciano urlando: "Fa' vedere!" e nel parapiglia generale Kiku si alzò e tentò di battersela, ma fu immediatamente placcato da Ivan.

"Non puoi andare via: se la foto non passa l'esame dobbiamo rifarla! Quindi siediti e aspetta, da!".

Kiku si accasciò su una sedia in preda alla disperazione più nera. Esame?! Pure l'esame?! E che esame era?! Chi erano gli esaminatori, una giuria di registi di film porno?!

"A me piace da morire!" esclamò Alfred. "Lizzie, scaricala sul PC e inviala alle ragazze: sentiamo cosa dicono!".

"Volo!".

Una giuria di donne! Peggio dei registi di film porno, molto peggio! Lo avrebbero massacrato di critiche e lui sarebbe rimasto lì tutta la giornata a farsi scattare foto indecenti! Cosa poteva succedergli di peggio?!

"Quindi, Kiku sarà Gennaio!" fece Feliks spuntando il nome del giapponese dalla Lista.

Gennaio! Il primo mese, IL PRIMO! Ecco cosa poteva succedergli di peggio! Per la serie 'Ma sì, iniziamo in bellezza'!

"Alfred!" esclamò Elizabeta tornando. Reggeva un foglio. "Ho i responsi delle nostre opinioniste!".

"Leggi, leggi!".

Kiku desiderò svenire. O morire. O sparire. O uccidere Alfred.

L'ungherese si schiarì la voce e lesse: "Natalya ha scritto 'Passabile', ma da lei è il massimo, quindi ci siamo. Yekaterina ha scritto '... Wow...', è rimasta senza parole.".

"E bravo Kiku!" si congratulò Feliciano.

"Lily ha scritto 'Be'... è bello...', e quindi ok. Ma il top lo abbiamo raggiunto con Sesel, che ha scritto testuali parole 'E CHE CAVOLO ASPETTATE A PRESENTARMI 'STO PEZZO DI FIGO?!'. Kiku ha passato l'esame a pieni voti!".

Fu stappata una bottiglia di Berlucchi (gentilmente fornita da Feliciano) e tutti brindarono al primo grande successo. Tutti tranne Kiku, che crollò svenuto sulla sedia.

Alfred era al colmo della giuoia. Ma sapeva che il prossimo, il modello di Febbraio, sarebbe stato un osso duro.

 

 

Note di Vale:

*arriva canticchiando Get this party started*

Eccoci qua, il primo mese dell'anno! In ritardo, ma c'è.

Idea nata in un momento di noia in pieno agosto, alla fine questa storia ha finalmente acquistato una forma. E poi dicono che le idee nate in un momento di cazzeggio non valgono niente! Bah!

Be', nient'altro da dire. Il prossimo mese è Made in Elfin, quindi ci rivediamo per Marzo! A presto!

*se ne va canticchiando Ma il cielo è sempre più blu*

 

Note di Elfin:

Innanzitutto ringrazio vivamente Sweet Witch della recensione: è stata molto gradita da entrambe ;) Secondo poi, vi avverto che il prossimo capitolo sarà demenziale fino all'impossibile. E se ve lo dice l'autrice, è vero u_u Non so quanti di voi sopravvivranno, quindi state attenti =)

Poi, adesso sapete qual è l'oscuro piano di codesti giovanotti XD Potete tranquillamente capire come, una volta recuperato anche Febbraio, i capitoli verranno messi uno al mese u_u Spero che, nonostante la lentezza dell'aggiornamento non perdiate il filo del discorso!

Kiss



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Capitolo 3
*** Febbraio ovvero La trasformazione da scone a tanta roba ***


Si USA così

Febbraio ovvero “La trasformazione da scone a tanta roba”

 

 

Quando si ritrovò il viso sconvolto di Alfred davanti, una volta aperta la porta, Arthur pensò davvero che il mondo sarebbe finito di lì a poco. Lo fece entrare in casa, segretamente (ma non poi tanto) preoccupato: poche volte aveva visto Alfred triste, anche vederlo serio era un traguardo!

-Ecco... mi serve un aiuto...

-Dimmi tutto.

-Sto progettando di fare un calendario per beneficenza, ma... mi manca febbraio. E così ho pensato a te: sono sicuro che con la tua immensa gentilezza e con il tuo sconfinato altruismo tu sia capace di capire la portata di questa azione per tutti coloro cui servirà!

Sentendo tutte quelle moine, Arthur si irrigidì: cosa voleva chiedergli quell'invertebrato mollusco di America?

-Non so di cosa tu stia parlando, ma non posso farlo.

-Come sarebbe a dire?

-La crisi c'è anche per me, don't you know? Ho altro da fare.

-Ma... ma...

Il broncio che America mise su poteva sconvolgere, erodere, massacrare l'autocontrollo di qualunque altro stato, facendo scattare la scintilla del cosidetto “sentimento del puccioso”... ma ad Arthur fece saltare l'autocontrollo e basta.

-No! Non fare i capricci, non sei più un bambino! E adesso, se non ti dispiace...

-Mi dispiace.

-...SE NON TI DISPIACE vado a prepararmi il pranzo!

Inghilterra mise America sulla porta e lo cacciò fuori. Non fece caso, povera vittima ignara del destino infame, alla voce di Alfred che diceva “E' il tuo turno!”.

Sentì il campanello squillare. Aprì con violenza, pronto a dirgliene quattro a America, ma...

-Bonjour, mon amour!

Oh, no, God, QUESTO NO!

-Posso entrare?

Arthur era talmente sconvolto e Francis fu talmente veloce che in pochi secondi Inghilterra si ritrovò il biondo compare sdraiato elegantemente sul divano con una rosa rossa in mano. Arthur scosse la testa.

-Fuori! GET OUT, STUPID FROG!

-Dunque... ho saputo che non vuoi partecipare alla nostra iniziativa...

-Esatto. Non voglio, ok?

-Beh, però è un peccato, visto che vi partecipo anch'io.

-Meglio, così non mi ritrovo il tuo brutto muso vinofilo fra le pal... scatole!

Francis sospirò.

-Oh, Arthur, allora non starai con noi! Ma che peccato, davvero! A quanto pare non potrai stare insieme a noi né alla festa, né tantomeno potrai avere la fama e la gloria...

-Per un calendario? Ma fammi il piacere!

-Tu dici così, ma non sai cosa significa per certa gente quel calendario. In fondo, ricaveranno qualcosa e anche noi, se riusciremo a trovare un febbraio... Ma purtroppo, tu eri la nostra ultima possibilità. Ne rimarranno tutti molto, molto delusi.

Francis si alzò, lasciando la propria rosa sul tavolino da the.

-Tieni, per te.

Il biondo sospirò, camminando verso la porta con aria teatrale, mettendosi il dorso della mano sulla fronte.

-Oh! Che tragedia per quelle povere, povere persone! Questo calendario avrebbe permesso loro di curarsi gli occhi dopo quella gravissima epidemia! E non potranno farlo...

Si rivolse ad Arthur, puntandogli un dito contro.

-...A CAUSA TUA. Che mostro sei?

Inghilterra piegò il capo, guardandosi le mani.

-Ah! Addio! Non so cosa dovrò dire!

Francis cominciò a uscire, quando un “Aspetta!” lo bloccò di colpo.

 

Feliks si sfregò le mani soddisfatto. Schioccò le dita della mano sinistra e Toris, carico di costumi su costumi, gli arrivò accanto.

-Bene, Arthur, vediamo di farti diventare tipo totalmente figo!

A quella frase, all'inglese venne un terribile sospetto che, per sua somma sfortuna, ignorò completamente.

-Vieni, ti faremo diventare la star di Febbraio!

Feliks gli prese il polso e lo tirò nel camerino, mentre Alfred e Francis si mettevano comodi su delle sedie. Ivan stava schiavizzando Toris facendogli sistemare tutto. Il povero Lituania correva da una parte all'altra dello studio, dal camerimo alla scena e dalla scena al camerino, per stare dietro sia al russo che al polacco: missione impossibile, direte voi, ma no, non per lui.

-Toris!! TORIS! Portami la camicia da cameriere!

-Svelto! Il tavolo!

-Ohi! E tipo il camice??

-Kolkolkolkol

-IL FONDOTINTA!!

-Kolkolkolkol

-IL FONDOTINTA!! TIPO, DEVI ESSERE PIU' SVELTO!!

-Kolkolkolkol

-NO, QUESTA E' TIPO LA CIPRIA!

Alfred e Francis finsero di non vedere quello che doveva essere il contenitore della cipria volare oltre la porta del camerino. Sorrisero intimamente, sperando di vedere un Arthur come non l'avevano mai visto, e quando notarono la camicia e i pantaloni che in precedenza Toris aveva portato essere lanciati con violenza, pregustarono la scena.

Le due mascelle caddero contemporaneamente a terra quando videro uscire dal camerino un Arthur furioso, praticamente nudo, con solo un camice da cameriere addosso.

-Mi volete spiegare che cosa significa tutto questo??

Feliks uscì fuori, aprendo le braccia e urlando un “Ta-Taaaaan!” che avrebbe spaccato i timpani a chiunque.

Il francese e l'americano, dopo essersi gustati la scena, decisero che potevano avere di più. Strano a dirsi, ma ancor più a farsi, i due ebbero la stessa, terrificante, orripilante, fatidica idea, un'idea che cambiò la vita di Arthur per sempre. E, suo malgrado, anche quella di Feliks.

-Naaaah, non va bene!

-...Come “Non va bene”?

-Ha ragione Francis!

E qua si sollevo un “Che???” che fece vibrare le pareti.

-Così gli metti in risalto le gambe storte.

-C... WHAT?? IO NON HO LE GAMBE STORTE!

-E il bas cul!

-Il... MA CE L'AVRAI TU IL CULO BASSO, MA CHE VUOI?

-Ma io... pensavo andasse tipo totalmente bene...

-E invece no. Forza, riportalo dentro.

Feliks riportò dentro il camerino un Arthur decisamente arrabbiato, mentre Toris cominciava a smontare tutta la scena su ordine di Russia. Una tipica strada di Londra cominciò a formarsi, pezzo dopo pezzo, goccia dopo goccia del sudore di Lituania. Intanto dal camerino si sentiva urlare e bestemmiare in perfetto inglese britannico.

-G@/&%@, F#§%% &ç£!

-Stai tipo fermo!

Molto pittoresco, non trovate anche voi?

E' inutile dire che anche quando uscì un Arthur vestito con un abito da perfetto gentleman inglese, ma spettinato e praticamente mezzo spogliato, Francis e Alfred lo rimandarono indietro dopo essersi rifatti gli occhi, dicendo che così si metteva in risalto il fatto che era ossuto. E fu la stessa storia anche quando uscì con addosso praticamente solo il cappello da mago, quando uscì sporco sul petto di crema, quando uscì con tutta la camicia sbottonata che gli scendeva sulle cosce... nulla. Bocciato. Sempre e comunque.

E Feliks cominciava a non vederci più.

E l'autostima e l'autocontrollo di Arthur cominciavano a calare pericolosamente verso il punto di non ritorno.

Ed ecco, improvvisamente, Inghilterra tirò contro Francia e America delle sedie, un tavolo (tentò di tirare anche Feliciano, ma non riuscì a sollevarlo), ogni trucco di Polonia, una scatola. Rientrò in camerino incavolato, con le lacrime che gli pungevano gli occhi. Si guardò allo specchio.

-Non ho il culo basso, uffa!

Prese una sedia e ci si mise sopra, a guardarsi. Feliks entrò intimorito, sperando che Arthur non lo prendesse a calci.

-Posso... posso tipo entrare?

-NO!

Polonia fu tentato dal riuscire, ma poi il suo animo gentile si svegliò in lui. In fondo Inghilterra era stato insultato e offeso. Forse sarebbe riuscito a farlo venire fuori ancora. E avrebbero fatto tacere quei due uccellacci della malora.

Arthur sentiva il proprio orgoglio maschile ferito, a pezzi, schiacciato.

-Senti, possiamo tipo fargliela vedere a quei due lì. In fondo a te non è tipo mai importato cosa pensassero, no?

-Ma che ne sai tu? Non sai niente! ECCO! E neanche loro ne sanno niente! Che diritto avevano di insultarmi così? Manca solo che mi dicano che sono grasso e flaccido e mi hanno detto tutto.

Feliks gli si sedette vicino. Gli porse un pacchetto di fazzoletti che Arthur rifiutò, ma poi prese al volo. Cominciò a soffiarsi il naso: poco mancava che si mettesse le dita negli occhi per ricacciare indietro le lacrime.

-Io non ho le gambe storte.

-No, infatti.

-E non sono rachitico.

-No.

-E NON HO IL CULO BASSO, ECCO, QUELLO CE L'HA FRANCIS!

-Hai tipo ragione.

Inghilterra buttò il quarto fazzoletto nel secchio.

-Li odio. Li odio li odio li odio li odio li odio.

Feliks gli battè una mano sulla spalla.

-E pensare che voglio loro tanto bene...

-Ma non li odiavi tipo?

-Sì, ma... è così difficile da spiegare.

-Devi tipo provarci.

-Dunque... da dove comincio...

Arthur buttò il decimo fazzoletto nel secchio.

-Quando ero piccolo... ho messo una rana fangosa e bavosa nel cibo di Francis.

Feliks, dopo aver ricevuto l'illuminazione su il perchè in Francia si mangiassero le rane, si chiese che c'entrasse col discorso di prima.

-L'ho fatto perchè non voleva giocare con me. Poi gli ho messo una vipera nel letto. E una volta mi prendeva in giro per i miei capelli. Provai a renderli più carini ma lui continuava a prendermi in giro. Perciò una notte glieli ho legati tutti alla testata del letto grazie ai miei amici: bravi folletti, ottime persone.

-Folletti? Oddio, questo sta tipo male!

-Lui se li è dovuti tagliare, ahah. Una volta gli ho sputato da sopra il balcone in testa, che ridere! La sua faccia era incavolata nera! Capisci bene che lo odio, dunque.

Arthur si contorse le mani.

-...Però in realtà mi piace così tanto, nonostante il culo basso.

-Sta male, sta tipo totalmente male!

Feliks annuì con fare esperto, come uno psicanalista e la sua vitt... e il suo cliente.

-Ecco, credo di amarlo!

Feliks cadde dalla sedia.

-Ma non so perchè! E' brutto, schifoso, antipatico, orribile, bavoso, flaccido, peloso e imbecille...

-Ok, credo che tipo possa bastare.

-...disgraziato, deficente, pervertito, vinofilo, ranocchio...

-No, davvero.

-...puzzolente, bastardo, coj***...

-BASTA!

-Ah... sorry. Mi sono perso. Dov'ero rimasto?

-Dicevi che ti piaceva.

-Ah, sì!

Arthur buttò l'ennesimo fazzoletto.

-Una volta gli ho fatto lo sgambetto in chiesa e un'altra volta gli ho gettato un opossum in faccia e un'altra volta ancora gli ho messo i miei scones frullati al posto del suo amato vino. Eppure ci faccio certi sogni sopra...

Feliks quasi vomitò.

-E poi c'è Alfred. E che c****, l'ho cresciuto io! E' impossibile sia così stupido come sembra! Eppure lo è, capisci?

Arthur afferrò il colletto della camicia rosa del polacco e cominciò a scuoterlo avanti e indietro.

-Capisci? Ma da dove è uscito fuori? Eppure in qualche strana maniera amo anche lui!!

-Oh, mio Dio.

-Eh, già, hai proprio ragione. Insomma, anche lui è uno scemo, grasso, rozzo, maniacale, ignorante, infantile, lurido, pezzo di mer...

-OH! HO DETTO CHE TIPO BASTA COSI'!

-Mi vergogno tantissimo. Una volta ho sognato una bella cosuccia a tre...

-Con tipo quei due? Oh, Santo Pony rosa! Ascoltami, meglio che ti butti tipo su qualcun altro: apriti al mondo! Per esempio, Vash, Svizzera, no? E' tipo totalmente un gran bel pezzo di figo!

-Però non so chi scegliere! E' così difficile, capisci?

-E poi Vash ha tipo un gran bel corpo, sai...

-Non va bene! In senso, non sono neanche belli!

-Quanto vorrei tipo mettergli le mani addosso!

-Anche se a ben pensarci conosco Francis da più tempo, in realtà non ce la farei mai a stare con lui perchè non abbiamo nulla in comune.

-Ha anche degli occhi tipo meravigliosi.

-Però Alfred è troppo scemo. Sarebbe capace di addormentarsi mentre... mentre... vabbè, hai capito, no?

-E ha delle bellissime mani! Oh, quanto mi piacerebbe che tipo mi toccasse... uuuuh!

-Ma mi stai ascoltando?

-E poi... sarebbe tipo troppo mitico farlo insieme sulle Alpi svizzere...

-Chi? Io e te?

Arthur assunse un'espressione schifata.

-MA NO! Non mi stavi ascoltando? Sto tipo parlando di Vash!

-...Il capraro?

-N... Non è un capraro! E' tipo un gran figo!

-...Davvero?

-Oh, Paluszki cari, tipo aiutatemi voi! TORIS! LIET! QUESTO E' PAZZO! E' TIPO TOTALMENTE FRUSTRATO! UN DISADATTATO! VIENI!

Toris arrivò seguito da Ivan (che impiccione questo russo, però!). Feliks si alzò e mise Lituania seduto, dicendogli di fare lui da psicanalista. Uscì dal camerino dicendo “Ridicolo! Un capraro, bah! Non sa tipo cos'è la bellezza”.

-Emmm... Dunque...

-Allora devo ripartire da capo!

Toris si sorbì vita, morte e miracoli di Arthur Kirkland con tutti i suoi peccati: sembrava di essere in un confessionale. Mentre Lituania mano a mano stava cedendo al sonno (pur di non ascoltare, qualunque cosa), Ivan guardava l'inglese con aria interessata, facendolo continuare.

-Ah, sì? Ma dai! Kolkolkolkol! E poi? Mh mh. Caspita!

Ma, improvvisamente, Inghilterra sembrò tendere l'orecchio. Bloccò le sue parole e assunse un'aria minacciosa.

-Vuoi?

Ivan gli tese un piccone. Arthur lo prese senza farsi alcuno scrupolo, uscì dal camerino praticamente nudo come un verme con il piccone russo e andò dritto verso Feliks, il quale, totalmente ignaro di quello che stava per accadergli, diceva a Francis.

-No, perchè sai, Arthur è tipo totalmente perso per te...

-POLAND!

Nello stesso istante in cui quel ruggito riempì la sala, Polonia era sparito e Francis chiamava, di nascosto e tenendo il cellulare ben celato alla vista di Arthur, i suoi amici per dare loro la fantastica notizia. Smise di comporre il numero quando Feliks, che aveva cominciato a correre intorno alla sala urlando inseguito da Arthur, disse mentre passava.

-Comunque è tipo indeciso fra te e Alfred!

-I'LL KILL YOU, POLAND! YOU, BASTARD!

-AAAAAAAAAAAH!!

Francis si girò verso America con un'espressione che avrebbe fatto morire chiunque. Lui, intanto, si sfregava soddisfatto le mani.

-E dunque, sono stato scelto, eh? Ah, lo sapevo. Neanche Arthur poteva resistere al fascino dell'eroe.

-Eh. Eh. Eh. Aaaalfreeeed...

-Sì?

-Vieni qui...

America alzò lo sguardo e...

-Francia? FRANCIA? Che vuoi fare?

Ivan comparve improvvisamente.

-Vuoi?

-Grazie.

-FRANCIA, CHE CI VUOI FARE CON QUEL PICCONE!

-Sapessi, mon amì, sapessi... Si chiama “Eliminare la concorrenza”.

 

Poche ore dopo, Lizzie guardava i quattro imbavagliati.

-Ma cosa vi è saltato in mente? Non mi posso allontanare tre secondi che mi combinate un disastro. E... IVAN! NON PROVARE AD ANDARTENE, SAI!

Il russo rientrò col capo chino.

-Dunque?

-Mh mmmh mh.

-NON VOGLIO SAPERLO.

Elizabetha si passò una mano sulla faccia, poi, tenendo la padella ancora calda di sangue americano, francese, inglese e polacco, con le mani dietro la schiena cominciò a camminare avanti e indietro. Sospirò.

-Ormai Arthur è ferito. Potremmo usare questo espediente. Copriamolo con delle bende e mi raccomando, Feliks: rendilo figo. E voi altri NON assisterete.

Dei “Mh!” di protesta si alzarono dall'ex-reparto spettatori, ma Ungheria li zittì con un gesto imperioso della mano, uno dei tanti che utilizzava quando era una potenza sposata ad Austria.

-Non voglio sentire nient'altro da voi.

Fece un cenno a Toris, che slegò i quattro. Ivan scortò America e Francia alla porta. I due si girarono a guardare con sguardo supplicante Ungheria, ma lei, imperiosa, voltò il capo sprezzante. I due uscirono.

-Bene. E adesso che ci siamo sbarazzati della parte marcia di questo team, qualcuno mi può dire DOVE CAVOLO SI NASCONDE FELICIANO??

Il ragazzo uscì da sotto un tavolo.

-Ve! Eccomi!

-Vai a fotografare.

-Uh, agli ordini.

Feliciano scattò verso la scena, dove Ivan stava sistemando con l'aiuto di Toris una finta nave. Quando Feliks, ormai slegato, fece uscire Arthur, questo era coperto di bende sul torace scoperto, aveva una giacca rossa da pirata che gli copriva le spalle e un cappello nero che teneva con una mano. I pantaloni neri erano ben aderenti e gli stivali erano dello stesso colore.

-Che ve ne pare?

A Elizabetha brillarono gli occhi.

-PERFETTO!

Arthur si sistemò seduto su un barile di rum (come Jack Sparrow comanda... uh, pardon, il Capitan Jack Sparrow comanda), alzando un po' il capo e sorridendo maleficamente e facendo in modo che il cappello non gli coprisse il viso.

Il rumore dello scatto fu il via libera per Inghilterra, che improvvisamente sembrò meno figo di prima.

Lizzie mandò la foto alle opinioniste. Prima arrivò il parere di Natalya.

-Natalya dice...

-Ve, fammi indovinare! “Passabile”.

-Sì. Uh, ecco, Seychelles dice “Ma... ma... DOVE L'AVETE TROVATO UN PEZZO DI FIGO COSI'?? MA IO QUANDO SONO ANDATA AL G8 NON LI HO VISTI: DA DOVE SONO USCITI?”.

-Modestamente.

-Poi... Yekaterina dice “Ma chi è? Arthur? Wow! Non lo riconoscevo: lo poteva dire che non era SOLO uno stupido inglese rachitico!”

-C... Co... IO NON SONO RACHITICO!

Nessuno se lo filò di pezzo.

-Adesso attendiamo Lily.

Attesero quasi un'ora prima che Lienjsuavbvdzkkj... Lienchhdcauwf... QUELLA! Prima che quella rispondesse.

-Dice “Scusate, ma stavo con mio fratello (ignoriamo i sospiri di Feliks e andiamo avanti) e non potevo fargli vedere delle foto così! In ogni caso, quando l'ho visto mi si è preso un colpo: ma chi è? Lo conosco? E' così figo *ç*”. Beh, direi che l'esame è passato. Bravo Arthur!

-Thank you!

-Ma adesso cambiati che dobbiamo far rientrare Alfred e Francis.

Rientrando in camerino, Liet e Feliciano gli fecero i complimenti, sia a lui che a Feliks, poi si sistemarono per farsi portare da mangiare da Yao, che non aveva potuto portare il pasto a causa degli eccessi delle quattro nazioni che prima erano imbavagliate.

-Che ore sono?

-Le sei e mezza.

-OMG! COSA? HO SALTATO IL THE!

Tutti si misero a ridere, grati che quella tortura fosse finita. Ma chi sapeva -Alfred? Lizzie? Chi?- sapeva che stava per arrivare un bel problema.

Perchè Marzo, purtroppo, non si faceva da solo.

 

Note di Elfin:

Uh, siete arrivate fin qui? Caspita, che coraggio (e che resistenza)!

Dunque, innanzitutto, ringraziamento generale alle tre ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo (Vale è stata molto contenta), cioè Sweet Witch, SnowBlizard e Sam Lackheart. Le ultime due avevano azzeccato a dire che sarebbe stato Arthur febbraio e, come vedete, non ho fatto un grandissimo lavoro ^^" Mi sono limitata a descrivere una scena che mi stavo immaginando da tanto tempo e che, alla fine, non è venuta molto bene... Arthur è OOC in alcuni punti, ma vi avevo avvertite e nessuna si può lamentare.

In quanto alla FrUK e alla USUK... beh, nè a me nè alla Vale piace la USUK, anche se io la sopporto molto di più. Tuttavia, volevo provare a fare un accenno di entrambe, per soddisfare i gusti di tutte quante... Nessuna delle due ha un punto definitivo, sono messe sullo stesso piano, tanto che appaiono con la stessa importanza ugual numero di volte. Inoltre, io non faccio altro per sette capitoli (compreso prologo) che insultare America, insomma, un risarcimento ci vuole XD

Il prossimo capitolo verrà messo il 3 marzo per dare il tempo di leggere tutto. E poi, è fatto da Vale, quindi vi potete aspettare un minimo di senso compiuto XD

Inoltre, come avrete notato, questo capitolo è più lungo degli scorsi... e vi posso garantire che questa è la lunghezza medio-bassa. Un capitolo raggiungerà un numero di pagine assurdo (Aprile, per la precisione)! Tuttavia, speriamo siano abbastanza leggeri per non farvi venire il mal di testa u_u

Ok, dopo aver raddoppiato la fanfiction solo grazie a queste note, vi saluto. Spero vi siate divertite (almeno un po').

Kiss

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Capitolo 4
*** Marzo ovvero Da zero a mito! ***


Si USA così

Marzo ovvero “Da zero a mito!”

 

"Io continuo a non capire perché hai voluto mettere tuo fratello a Marzo-aru!" commentò Yao portando il carrello con la colazione.

"Sono d'accordo con lui." fece Elizabeta. "Matthew è un ragazzo dolce e molto gentile, quello sì, ed è sicuramente carino, ma francamente parlando, Alfred... non mi sembra un tipo da calendario.".

Feliks fece un sorrisetto sardonico e afferrò un cornetto dal carrello. "Tranquilli, signori, vedrete! Cioè, state parlando con quello che ha reso totalmente sexy Arthur Kirkland! Anche se" aggiunse scoccando un'occhiataccia ad Alfred, "un certo americano e un certo francese non mi lasciavano lavorare in pace!".

"Vedrete, vedrete!" rimarcò lo Yankee. "Mio fratello, in quanto tale, ha fascino e carisma da vendere: solo che non li tira fuori!".

"Ammesso che questo fascino e questo carisma ci siano, come pensi di tirarglieli fuori-aru?" chiese Yao sedendosi.

Eccola, la domanda da un miliardo e mezzo di dollari.

Alfred non aveva nulla con cui ricattare il suo timido fratello: nemmeno uno straccio di segreto scottante, neppure un minimo peccattuccio piccino picciò. Matthew conduceva una vita irreprensibile (pure troppo, a detta di Alfred) sotto ogni punto di vista: niente fumo, niente alcool, niente sostanze strane, niente donne, niente uomini, niente riviste e/o fumetti osceni, niente film porno.

Insomma, una noia mortale.

Quindi niente ricatti. E a supplicarlo non si sarebbe cavato un ragno dal buco: Matthew sapeva essere più irremovibile di Ludwig.

"Non possiamo fare il calendario senza di lui, ve: ci serve!" esclamò Feliciano.

"Giusto... Ma come facciamo? Eppure Matthew deve avere un punto debole, accidenti!".

Punto debole... Punto debole...

La lampadina di Alfred s'illuminò di colpo.

"Ma certo!" esclamò saltando in piedi. "Ci sono! Toris!".

"Non posso venire, Alfred: sto sistemando l'armadio dei costumi!" rispose quello dalla sala trucco.

"Lascia stare, questo è molto più importante! Prendi carta e penna e vieni qui!".

Quando Toris fu arrivato, Alfred scrisse qualcosa sul foglio. "Va' a comprare questo! Usa i soldi del fondo comune!".

Il lituano lesse cosa c'era scritto. "Cosa?! Ma, Alfred, non è un... ?!".

"Lo so benissimo cos'è, appunto ci serve! Corri! Ahahah, ho risolto il problema, ragazzi: se Maometto non va alla montagna, sarà la montagna ad andare da Maometto!".

 

Il rapporto tra Matthew e Alfred non era esattamente rose e fiori.

Non passava giorno in cui Matthew, ragazzo di indole mite e pacifica, non beccasse una frana di botte da gente varia -primo fra tutti da Cuba- a causa della sua presunta somiglianza con suo fratello (e su questo punto le autrici avevano PARECCHIO da dissentire, soprattutto l'autrice Vale). Perciò in quell'ultimo periodo aveva preso ad andare in giro con una felpa su cui era stampata la sua bandiera ma questo semplice trucco non funzionò, giacché Cuba lo pestò pensando che fosse (parole sue) “America in cosplay da Canada”. Così Matthew stava considerando la possibilità di tingersi i capelli e di mettere le lenti a contatto al posto degli occhiali: forse così avrebbe funzionato, FORSE.

Dal canto suo Alfred non era esattamente il fratello che tutti vorremmo: riteneva Canada un imbranato e lo prendeva parecchio in giro per la sua timidezza e goffaggine. Due cose che invece piacevano da morire ad un certo giapponese che viveva al di là del mare, ma questa è un'altra storia.

Perciò Matthew si stupì non poco quando Alfred lo invitò a casa sua per una serata insieme, ma lui, ragazzo buono e dolce, decise di dare un'opportunità al fratello.

Facendo una grandissima cazzata.

Difatti, due secondi dopo aver finito la sua coppa di gelato, Matthew sbadigliò sonoramente. "Mmmh... Non so perché... ma mi è venuto un sonno...".

"Allora il tuo solerte ed eroico fratello ti accompagnerà in camera! Dai, dammi il braccio!".

Arrivati in camera, Matthew fece appena in tempo a posare la testa sul cuscino che si addormentò di colpo.

Alfred, trattenendosi a malapena dall'esultare, si affacciò alla finestra.

"Ivan!" chiamò. "E' schiattato! Via libera!".

Il russo entrò in casa e raggiunse l'americano nella stanza.

"Afferralo per le spalle, io lo prendo per i piedi!".

Mentre scendevano le scale, Ivan chiese: "Ma quanto sonnifero gli hai messo nel gelato?".

"Trenta gocce!". Alfred sghignazzò mefistofelicamente. "L'ho letto su Internet, che con trenta gocce di Minias dormi per dieci ore di fila e non ti svegli neanche con le bombe!".

"Ma Matthew sarà contento?".

"Fidati, sarà felicissimo! Quest'esperienza lo aiuterà a superare la timidezza e a trovarsi una ragazza! O un ragazzo, non so!”. E Alfred ridacchiò pregustandosi la reazione che avrebbe avuto Kiku vedendo il ragazzo per cui era stracotto su un calendario sexy.

Un fratello esemplare, non c'è che dire!

Quale persona non metterebbe a tradimento una quantità industriale di sonnifero nel gelato del fratello/della sorella per poi sbatterlo/a ridendo e scherzando sulla pagina di un calendario senza crearsi problemi di sorta?! Suvvia, voi che state leggendo: chi di voi non lo farebbe con il proprio fratello o la propria sorella?!

Arrivati nel vialetto i due caballeros, con la complicità delle tenebre serali, caricarono l'esanime canadese nel bagagliaio dell'auto e salirono a bordo. Sembrava la scena di un film di mafia, tipo Scarface o Il padrino, per intenderci.

"Chauffeur, possiamo andare, da!".

Toris sospirò e mise in moto. "Sissignori...".

Quella storia stava diventando pesante. Erano appena al terzo mese dell'anno e lui era già stressato! Insomma, doveva fare l'assistente di Feliks, l'assistente di Ivan, lo sguattero per Yao in cucina e adesso pure l'autista! Sarebbe arrivato a Dicembre distrutto! Anzi, di questo passo non ci sarebbe mai arrivato!

 

Elizabeta studiò attentamente il viso addormentato di Matthew.

"Che ci facciamo con lui? Con Kiku un minimo su cui lavorare c'era, ma con lui... E come se non bastasse sta dormendo.".

Feliks sospirò. "Ha ragione lei: dobbiamo tipo ripiegare su qualcun altro. Per esempio, che ne dite di Olanda? Lui sarebbe perfetto!".

Feliciano guardò Matthew.

"Veee, com'è carino!" trillò deliziato. Anche lui era molto sensibile al sentimento del puccioso. "Sembra un angioletto! Ha un visetto così puro e candido!".

La scintilla creativa del polacco si accese.

"Puro e candido! Ma certo! Feliciano, ricordami che devo tipo sposarti!". Gli schioccò un bacio sulla guancia. "Ivan, dammi tipo una mano a portare Matthew in scena: mi è venuta un'idea totalmente stratosferica! Voialtri andate tutti fuori in cortile: vi chiamiamo noi! Liet, non scappare: ci servi!".

 

Era ormai da un'ora che quei tre trafficavano. Ogni tanto si sentiva Ivan fare: "Kolkolkolkol...", frase (o qualunque cosa fosse) seguita sempre da un urlo di puro terrore e da Feliks che chiamava: "LIET! Vieni qui, non scappare!".

"Ma quanto gli ci vuole-aru?" borbottò Yao passeggiando su e giù per il cortile.

"Chissà cos'hanno in mente!". Elizabeta sbuffò. "Guarda, se riescono a combinare qualcosa offro una cena al ristorante a tutti e tre!".

"Quattro, Liz!" fece Feliks dalla finestra. "E' tutto merito di Feliciano: la cena la devi tipo offrire anche a lui! Noi abbiamo finito!".

I quattro rientrarono, ma il polacco li bloccò un attimo sulla soglia della stanza.

"Piccola premessa. So benissimo che avevamo tipo stabilito che non sono accettati i nudi integrali perché ci sono tipo fans minorenni e non volete tipo beccarvi denunce. Ma ho trovato il modo di aggirare totalmente il problema... con arte! Pronti, signori? Sì? Entrate, prego!".

E la scena che si parò di fronte a loro era incredibile, tanto da lasciarli tutti senza parole.

Al centro della stanza, illuminata solo da candele, troneggiava un grande letto matrimoniale a baldacchino dalle cortine bianche. Adagiato su quel letto sfatto, tra le lenzuola di seta candida, c'era Matthew. Beatamente addormentato su un fianco, abbracciato ad un orso bianco di peluche e completamente nudo, non fosse stato per gli occhiali e un lembo del lenzuolo che si limitava a coprire... ehrm... le regioni vitali, sì. In un angolo della stanza c'era Ivan, che sorrideva soddisfatto tenendo una mano sulla testa di un esausto, sudato e terrorizzato Toris.

"... Cazzo..." si lasciò sfuggire Alfred fissando ad occhi sbarrati la scena. Yao si avvicinò lentamente al letto come fosse una reliquia e Feliciano batté le mani saltellando sul posto, mentre Elizabeta dovette fare appello a tutto il suo self-control per non andare all'arrembaggio della virtù di Matthew (ma si potrà dire di un uomo?).

"Ringraziate Feliciano per questo capolavoro!" spiegò Feliks. "L'idea me l'ha data totalmente lui, quando ha detto 'Ha un visetto così puro e candido': abbiamo pensato tipo di esaltare questa purezza con lenzuola di seta bianca, regalando tipo così a Matthew un'aria totalmente innocente e virginale, sottolineata tipo dal gioco di luci delle candele. Be', che ne dite?".

"Che questa l'esame lo passa di sicuro-aru!" esclamò Yao riavutosi dalla trance, mentre Alfred sollevava in trionfo l'italiano che aveva fatto da Musa ispiratrice e Elizabeta fissava Matthew con la bava alla bocca.

Placata la festa, Alfred chiese: "Felì, riesci a scattarci una foto con questa luce soffusa?".

"Ve, certo! Toglietevi tutti!". L'italiano si posizionò sul fondo del letto.

*ZZZ... CLICK!*

"DATEMELA!" ruggì Elizabeta assatanata facendo un balzo felino in direzione del letto. "LA VOGLIO!".

Non si capì a cosa si riferisse, se alla foto o alla verginità di Matthew. A modesto parere dell'autrice Vale, alludeva alla seconda.

"Buona, Lizzie, buona! Ivan, aiutami a tenerla!".

"Ci sto provando!".

Furono obbligati a rinchiuderla nel bagno femminile.

 

Una volta messa al sicuro la castità del canadese (che continuava a ronfare beato) e spedita la foto alle opinioniste si aspettarono i responsi, che non tardarono ad arrivare.

"Allora!" fece Alfred sventolando il foglio. "Natalya ci scrive 'Ottima l'idea di sfruttare il bianco, bravi'!".

Feliks sorrise e fece un mezzo inchino. "Cosa fareste senza di me?".

"Poi... Yekaterina ci scrive '... Sono senza parole... E'... Favoloso...'.".

L'ego del polacco crebbe a dismisura.

"Abbiamo Lily che ci dice '... Wow...', e infine Sesel, che ci ha scritto 'MA DOVE CAVOLO LI PESCATE, TUTTI 'STI BONAZZI?! DATEMENE UNO! Questo, per esempio!'. Direi che è passata a pieni voti, e meritatamente!".

Un brindisi, stavolta a base di vodka siberiana che Ivan aveva preso dalla propria riserva personale, seguì la lettura delle risposte mentre Feliks, al colmo della gioia, ballava la polka con un recalcitrante Toris.

"Devo ringraziare Matthew, appena si sveglia!" fece Alfred, per poi svuotare il suo bicchierino.

"Già! Senza di lui non avremmo saputo dove sbattere la testa-aru!". Yao prese la lista e la penna e cancellò con una riga 'Marzo'. "Adesso c'è Aprile, quindi... Oh. Il prossimo è Vash-aru.".

Quando quel nome fu pronunziato, Feliks mollò Toris (nel bel mezzo di una piroetta, facendolo volare diritto fuori dalla finestra) e iniziò a volteggiare da solo per l'intera sala sospirando e declamando amenità del tipo: "Vash! Vash! La creatura tipo più favolosa che l'Europa abbia mai tipo avuto il piacere di ospitare! Vash, Vash! L'uomo tipo più affascinante, sexy, figo e virile su cui io abbia mai tipo avuto il piacere di posare gli occhi! Aaaaah, Vash!".

"Lo sapevo!" commentò Alfred. "Ma non sarà facile: Vash non vorrà mai e poi mai posare per un calendario!".

"LO FARA'!". La voce del polacco si fece assatanata: metteva quasi paura. "Lo farà! Oh, se lo farà!".

 

 

Note di Vale:
*arriva canticchiando La prima volta che sono morto*
Eccomi qui con Marzo! Allora...
Io, e non ne ho mai fatto mistero, odio America. Veramente, è l'unico personaggio di Hetalia che detesto. Con lui è stato odio a prima vista; è stato odio a prima vista anche con la UsUk e la Ameripan, infatti sono fervente sostenitrice della FrUk e della Japanada. E in particolare in questo capitolo (che dovrebbe essere il più breve della storia: tre pagine di OpenOffice) Alfred fa in una maniera pazzesca la figura del fratello degenere, cinico e machiavellico, ma spero che le fan di America mi perdoneranno quest'attimo di debolezza =)
L'idea che Canada posasse inconsapevolmente per la foto è stata un lampo di genio che adoro, anche se, tra i capitoli da me scritti, i miei preferiti restano Settembre e Novembre *Sì, li abbiamo già tutti pronti XD*.
Quindi, abbiamo assistito alla metamorfosi di Matthew in un bel pezzo di figliuolo, abbiamo visto quanto Alfred se ne freghi dei legami di sangue quando c'è di mezzo la gloria e aspettiamo la reazione di Kiku nel vedere il suo amato Matt nudo su un calendario.
Il prossimo capitolo, cioè Aprile, è made by Elfin e dovrebbe essere il più lungo. Sarà un capitolo MOLTO particolare, non per la scrittura ma per... i "temi" trattati, diciamo così. A mio avviso è il più originale di tutta la storia, quindi aspettatevi di tutto.
Quanto a noi, ci rivediamo a Maggio! Hasta luego!
*se ne va canticchiando La prima volta che sono morto*

 

 

Note di Elfin:

Allora, prima di lasciarci, qualche appunto. Prima cosa, ormai il nome ufficiale di Ucraina è stato rilasciato, ma visto che ci fa pena e non mi va di correggere tutti i capitoli, lasceremo Yekaterina per un bel po' XD Secondo poi, Vale ha detto che il prossimo capitolo sarà il più originale della storia. Ne sono molto lusingata! Ho tentato di farlo migliore possibile tentando non solo di lasciare i personaggi IC, ma di mettere moltissimi elementi. E ancora quel capitolo è in trasformazione! E' in continuo cambiamento visto che ogni tanto correggo, aggiungo, tolgo... Stavolta comunque non è un mistero chi è il prossimo malcapitato: è quel poraccio di Vash XD Quindi, SVIPOL A VOLONTA' u_u

Poi, alcune di voi mi avevano chiesto se in questo capitolo ci sarebbe stato Germania, e vi ho risposto che era difficile “in un altro senso”. Adesso avete capito che intendevo?

Ci rivediamo con Aprile (che, non per spaventarvi, ma escluse note e titolo sono 14 pagine XD).

Kiss



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Capitolo 5
*** Aprile ovvero Quando un fucile rende solo figli ***


Si USA così

Aprile ovvero “Quando un fucile rende solo figli”

 

 

Vash non poteva neanche lontanamente immaginare che la sua tanto amata barriera di eterna neutralità fosse stata infranta giusto pochi giorni prima da un gruppo di manigoldi furfanti assassini. E per questo, proprio perchè -oh, povero fanciullo indifeso- non poteva sapere, stava tranquillo in casa a contare i sol... volevo dire, a leggere. Quando Lily si sedette sul divano davanti a lui, ancora sembrava fosse tutto in ordine. Lienchhdcauwf sapeva che qualcuno sarebbe venuto a prendere il fratellone, ma non sapeva né quando né come e, davvero, aveva paura. Per il malcapitato, ovvio. Ma se solo avesse saputo chi stava per suonare al campanello di casa, avrebbe avuto più paura per l'incolumità della Svizzera più che per i suoi soci.

Dling Dlong

Vash alzò il capo dai quattrini dal libro, alzandosi e facendo cenno alla sorella di rimanere seduta. Quando aprì la porta, si ritrovò davanti un sorriso malizioso e una camicia rosa Schiapparelli.

-...

-Ciao, bello svizzero!

Feliks entrò senza neanche aspettare che qualcuno gli desse il permesso, posando una mano sullo stipite della porta e assumendo una posa sexy... Cioè... Vabbè, insomma, era più ridicola che sexy, ma... vabbè, diciamo che era sexy, ok?

-...Polonia?

-Chiamami tipo Feliks, tesoro.

Il polacco gli si avvicinò, schioccandogli un bacio sulle labbra.

Polonia sentì un gran dolore al fondoschiena e si ritrovò a casa propria.

Vash si toccò la bocca, poi storse il naso.

-Sapevo che era matto, ma non pensavo fino a questo punto!

Ma Feliks era testardo. Neanche cinque minuti dopo, risuonò e fu nuovamente rispedito da dove era venuto. Provò almeno altre cinque volte prima di capire che mai, MAI lo svizzero l'avrebbe fatto entrare. Mandò un messaggio con cellulare a Lily dicendole di tenere una finestra al piano terra aperta. La ragazza eseguì il compito e, pochi secondi dopo (dopo aver eluso la sicurezza, passato il fossato, evitato ogni singolo raggio laser e avendo fatto un lupo fantoccio da mettere fra le pecore per distrarre i cani pastore), Feliks era all'interno di casa Zwingli.

-Perfetto. Adesso devo tipo trovare quel figo di Vash.

Il polacco vagò per casa per un po', prima di trovare lo svizzero che riponeva una strana sacca che tintinnava un libro in una cassaforte. Feliks si sistemò i capelli e la maglietta, poi entrò.

-Ehi...

Vash sobbalzò, girandosi, puntando un fucile.

-Chi se... COME HAI FATTO A ENTRARE?

-Sapessi! Per amor tuo, farei tipo qualunque cosa, tesoro!

-E non chiamarmi “tesoro”! Ma chi ti credi di essere?

Vash gli si avvicinò col volto contratto dalla rabbia. L'altro gli mise le braccia al collo, avvicinando le proprie labbra a quelle dell'altro senza però toccarle. Poi sussurrò poche parole, mentre lo guardava dritto negli occhi e stiracchiava il proprio corpo contro quello dello svizzero.

-Il tuo futuro marito, ovviamente.

Feliks spinse il ragazzo su una poltrona, mettendoglisi sopra, incurante delle proteste dell'altro che, intanto, pensava a come far fuori quell'essere immondo. Il fucile cadde a terra a qualche metro di distanza -sparò un colpo nel toccare terra, ma a nessuno gliene fregò alcunchè.

-Sai, ho tipo una proposta da farti...

Vash sentì le mani del polacco accarezzarlo.

-Uh, lo sapevo che avevi tipo i muscoli... Oh, quanto sei figo!!!

La voce di Feliks si esaurì in un sospiro sognante, mentre le dita dello svizzero cominciavano ad avvicinarsi a una pistola che teneva segreta sotto la propria giacca militare. Ma quando raggiunsero il luogo dove doveva essere l'arma, non la trovò. Si mosse allarmato e a disagio.

-Ups! Cercavi tipo questa?

-Ma... Ma come...?

Vash guardò l'altro sinceramente colpito e ammirato: nessuno era mai riuscito a sgraffignargli qualcosa con una tale maestria e senza che lui se ne accorgesse, nessuno, mai! Feliks gli si strusciò sul petto, respirando a pieno il suo profumo, per poi posargli un bacio sotto la mascella.

-Non posso tipo crederci: sono qui e sono tipo insieme a te... Ooooooh!

Il polacco alzò il capo, poggiando la propria fronte contro quella dell'altro e sbattendo le ciglia con fare seducente (AHAHAHAHAHAH! Ops, scusate).

-Purtroppo, non sono tipo qui per questo.

Feliks accarezzò con il dito indice la spalla e il petto di Vash, spostandosi un po' sopra di lui.

-E per cosa saresti qui, di grazia?

Improvvisamente lo svizzero si ricordò non solo del fatto che sua sorella stava in casa, ma anche del fatto che lui stava lì, su una poltrona, con un maniaco, un pazzo perverso! Cercò di muoversi e di scostare l'altra nazione da sé, ma più si dimenava più l'altro si legava a lui e Vash si muoveva, scalciava, tentava invano di toglierselo di dosso... finchè non si alzò e tentò di scrollarselo in piedi, ma Feliks si strinse di più a lui. Improvvisamente, Vash perse l'equilibrio e cadde a terra, il polacco sopra di lui.

-Oh, Vash! Non ti facevo tipo così passionale!

-C... MA CHE HAI CAPITO?

-Ops.

Lo svizzero diresse terrorizzato il proprio sguardo verso la porta.

-Lily...

-Scusate... Non pensavo che... scusate, fate finta io non sia entrata!

-No, non è come sembra, Lily!

-Sì, Lily, vai, qui a tuo fratello ci penso tipo io! Me ne prendo tipo totalmente cura io, non ti preoccupare!

-Non dargli ascolto!

Ma la ragazza era già lontana. Vash guardò il polacco sopra di sé che sorrideva malizioso.

-Dunque, adesso nessuno tipo ci disturberà...

-Ok, vattene.

Feliks ridacchiò.

-Ma non ti ho ancora tipo detto cosa sono venuto a fare.

-A molestarmi sessualmente a quanto vedo.

-Nooooo, questo è solo perchè mi sono tipo approfittato dell'occasione! In realtà sono venuto qui con tipo un progetto ben preciso.

Vash tentò di alzarsi, ma il polacco lo piantò a terra, dandogli un altro bacio al lato della bocca.

-Però, se tipo vuoi, possiamo parlare d'altro...

-NO! Dimmi cosa cavolo sei venuto a fare qui e poi vattene.

Feliks lo guardò evidentemente deluso, prima di strusciarsi nuovamente su di lui e cominciare a parlare.

-Ecco, c'è tipo un progetto... sto partecipando a tipo un calendario di beneficenza... e mi servirebbe tipo il tuo aiuto per Aprile. Penso che tipo tu sia la persona più adatta!

-Pfiu! Seeee, come no! E cosa ci guadagnerei?

-Beh, tipo la fama, la gloria e... pasti tipo totalmente gratis.

Alla parola “gratis”, Vash sobbalzò e cominciò a sudare freddo. Come poteva non accettare a quel punto? Però il terrore che Feliks potesse stuprarlo si stava facendo seriamente largo in lui ed era molto combattuto. Cosa fare?

Il polacco si alzò improvvisamente. Vash guardò il ragazzo sorpreso e interiormente deluso sollevato, ma cominciò a spaventarsi quando vide che l'altro stava chiudendo tutte le porte a chiave e stava gettando il fucile, che precedentemente era caduto al suolo, e la pistola, che aveva rubato a Vash, dalla finestra.

-EHI! Hai la più minima idea di quanto mi sono venuti a costare quei cosi?

Feliks lo ignorò totalmente, continuando nella sua opera. Lo svizzero smise di guardarlo, sinceramente affranto per le sue belle armi andate ormai a farsi fottere e per il guaio in cui si era andato a cacciare. Inoltre avrebbe dovuto parlare con sua sorella, prima che lei si facesse strane idee che potevano infangare la sua piccola, innocente, pura anima candida (AHAHAHAHAH! Oh, un'altra risata fuori luogo!). Si alzò, sistemandosi i vestiti. Si girò verso Feliks. E rimase a bocca aperta.

-Potremmo tipo parlare meglio così, no?

Vash boccheggiò vedendo l'altro sdraiato sul divano mentre lo guardava con aria tutt'altro che casta. Lo svizzero gli si avvicinò, indeciso sul da farsi: come doveva reagire? Dopotutto non lo poteva far uscire nudo come un verme -che era fra l'altro-, ma del resto non poteva neanche cedere alle sue provocazioni.

-Allora?

Feliks si alzò, abbracciandolo e trascinandolo sul divano con sé, baciandolo appassionatamente.

-Devo resistere, devo resistere, devo resistere...

Il polacco gli baciò la mascella e gli fece posare le mani sui propri fianchi, aggrappandosi con una gamba all'altro e gettandosi all'indietro, facendo in modo che la camicia sbottonata cadesse lasciandogli scoperta tutta una spalla.

-Devo resistere, devo resiste... AH, AL DIAVOLO! IO ME LO FACCIO!

E questa fu la fine di Vash Zwingli, comunemente conosciuto come Svizzera. Pace all'anima sua.

 

-Beh, insomma, e poi abbiamo tipo scopato.

-Mh.

Kiku Honda, giapponese nella media, di età vent'anni (o almeno all'apparenza, essendo una nazione), stava sorseggiando del tè mentre osservava estremamente interessato le foto di Matthew che Alfred gli aveva fornito per il successo di Gennaio.

-Non puoi tipo capire, Kiku! E' stato tipo totalmente fantastico! E' stato COSI' bravo!

-Mh.

-Oh, non me lo scorderò mai, per tipo tutta la vita. Dovevi assistere: ha tipo dei pettorali fantastici! E poi non pensavo che ce l'avesse tipo così... così...

-Come?

-Così... AAAAH! Non puoi capire, no, tipo non puoi capire! E' stata tipo l'esperienza più bella e soddisfacente di tutta la mia esistenza.

-Mh. Ma, stavo pensando...

-Cosa?

-Che se avete fatto questo tipo di cose, dovreste sposarvi a questo punto. E' suo dovere dopo averti preso la tua verginità!

-...Mmmmh, non l'avevo tipo precisamente pensata così, anche se a dirla tutta non era certo tipo la mia prima volta...

-Ma sì! Non puoi continuare a vivere come se nulla fosse: sarebbe disonorevole.

-Hai tipo totalmente ragione! Devo convincerlo a sposarmi! Sarò il signor Feliks Lukasiewicz in Zwingli!

-Suona bene.

-Hai ragione! Ma devo tipo farmi accettare di più. Forse... UH, KIKU, HO TIPO UN'IDEONA!

-Quale?

-Ooooh, lo scoprirai, lo scoprirai tipo prestissimo!

-Ok.

-Ciao!

-Sayoonara.

Feliks guardò il soffitto rosa con aria sognante, mettendosi le mani unite vicino al petto. Ricordò cosa era successo a casa dello svizzero. Non avrebbe mai potuto scordarsi il suo sguardo scottante ed eccitato: era stato tutto così tremendamente erotico e sensuale da sembrare solo una bellissima immaginazione. E invece era tutto vero. Sospirò, ripensando a quando aveva legato le proprie gambe dietro la schiena dell'altro.

-...Sì, mi devo far sposare. E io so tipo come fare.

Detto questo, Feliks chiamò il resto della troupe per dare loro appuntamento il giorno dopo.

 

-Non ci posso ancora credere che hai convinto Vash Zwingli a posare per la foto.

Feliks sorrise, vedendo il suo futuro marito arrivare. Sbuffò, vantandosi con Lizzie, per poi andare verso lo svizzero.

-Vash, dobbiamo andare in camerino. Io sono il truccatore e il make-up artist! Divrò sistemarti.

-O... ok.

Svizzera lo guardò. Era molto imbarazzato per quello che era successo l'ultima volta che si erano incontrati.

Seguì il polacco fino in sala trucco. Quando la porta si chiuse, quest'ultimo mise la mano in alto e mosse il fianco in maniera sinuosa.

-Allora... cosa tipo abbiamo qui?

Vash provò a mostrarsi sicuro di sé, cosa che fallì miseramente trasformandosi in un'espressione alla “E pensare che me lo sono fatto” quando Feliks lo fece sedere e si slacciò la camicia.

-C... Cosa stai facendo? Ci aspettano fuori!

-Lascia che tipo attendando.

-Ma neanche per sogno! Su, togliti!

-Ma dai, ormai abbiamo tipo iniziato...

-Ma che di...

Solo in quel momento Vash si accorse di avere i pantaloni slacciati.

-MA QUANDO...??

-Shhhh!

Feliks gli diede un bacio sulle labbra.

-Lascia fare a me, tesoro.

Vash lasciò che le mani del polacco scivolassero sotto i vestiti mentre gli baciava piano il collo.

 

Toris, dopo circa un'ora di attesa, si avvicinò lentamente alla porta del camerino.

-Emmm... Feliks?

Provò ad aprire, ma la porta era bloccata.

-Ma cosa?

Sentì improvvisamente qualcosa cadere a terra e rompersi. Cercò disperatamente di aprire, ma non ci riuscì.

-Oddio, Vash sta uccidendo Feliks! Feliks!! Verremo a salvarti!

Peccato non sapesse che il polacco non voleva assolutamente essere salvato e che, in quel preciso istante, si stesse divertendo come non mai sul tavolino dove precedentemente stava il make-up.

Alfred si alzò dalla sua sedia (Eh! Miracolo!) e si diresse verso Toris.

-Vero: ci penserà l'eroe *ta ta taaaa* a salvarti!

America si gettò sulla porta alla velocità che il suo grasso culone gli permetteva della luce, ma l'unico risultato fu che si fracassò una spalla. Quindi tutti si rimisero ad attendere, tranne Elizabetha, che stava con un bicchiere appoggiato alla porta.

-Che sta succedendo?

-Shhhh!

La ragazza mosse un po' il bicchiere.

-Uh uh!

-Cosa?

-Sta zitto Toris!

Il ragazzo si imbronciò, mettendosi a sedere. Ivan stava spazzando allegramente la scena dove ormai era tutto pronto. Alfred, intanto, si stava tagliando le unghie dei piedi, che eroe lui! Improvvisamente, Elizabetha si illuminò.

-Uh, sono venuti!

-Chi è venuto?

-Vash e Feliks!

Toris la guardò.

-Ma perchè, non l'hai visti prima che sono arrivati?

La ragazza gli diede una padellata. Toris, indispettito, mise l'orecchio alla porta, giusto in tempo per sentire un “Mi fai tipo impazzire, quanto ti amo!” sospirato. In quel momento, la mente di Lituania si allarmò. No, non era possibile avessero tutta quella faccia tosta, o almeno, non Svizzera!

-Non dirmi che...

-Già.

Elizabetha sorrise tutta contenta, mentre Alfred cominciava a fare due più due e...

-Chi sono venuti? Gli amici di Mr Tony? Di già?

...gli risultava cinque.

-Ma che dici?

Ma che diamine...? Non c'entrava nulla!

-Ma dovevano arrivare a ora di cena e di passare per la porta senza rompere alcun muro! Yao non sarà per niente contento.

Alfred finì di tagliare l'unghia dell'alluce, sorridendo e rimettendosi le scarpe per andare ad avvertire Cina. Fu placcato da Ivan. L'americano urlò “Adesso ti seminerò con la mia supermossa copiata da Ellino!” e, dopo ciò, respirò pesantemente, fece due o tre false partenze, e poi si buttò a capofitto oltre il russo. Inutile dire che si ritrovò legato a una sedia e imbottito di vodka.

 

Vash soffocò un gemito di Feliks tappandogli le labbra con le proprie. Il polacco si aggrappò alle sue spalle spingendosi contro il corpo dello svizzero.

-Vash...

-Shhh...

Feliks lasciò cadere la testa all'indietro, lasciando scoperto il collo sul quale l'altro si gettò a capofitto. Gli accarezzò i capelli bagnati lasciando che un cofanetto cadesse a terra. Irresistibile, incredibilmente irresistibile. Lo svizzero gli afferrò i glutei (perchè siamo signorine e vogliamo essere eleganti, noi), mentre da fuori Ungheria ridacchiava e Yao, che aveva portato il pranzo nel frattempo, cominciava a preoccuparsi del fatto che il cibo si sarebbe raffreddato. Anche Ivan cominciava a innervosirsi: una strana aura omicida pervadeva l'aere.

-Basta. Io propongo di andare a schiantare la porta con un calcio!

-Ma se non ce l'hai fatta a spallate!

Alfred si sedette.

-Beh, l'eroe non ha altri impegni perciò...

Johnes, Johnes, calling Dr Johnes!

-Hello! Matthew? Sì, dimm... WHAT?! Arrivo!

America attaccò infuriato e borbottando qualcosa su uno stupido francese che stava importunando il suo inglese-a-sua-insaputa-fidanzato-con-lui, si tolse la camicia mostrando tre grandi lettere (U.S.A.) sul petto e, togliendo dai pantalomi un mantello, si tolse gli occhiali, rendendosi perciò irriconoscibile, e in soli trentadue secondi superUSA era pronto per la missione.

-Scusate, il dovere mi chiama!

Detto questo, uscì saltando per la sala. Yao lo guardò, poi prese un calmante e lo mise nel piatto che doveva essere di America.

-Forse questo lo aiuterà a risolvere i suoi “problemi”-aru.

Ungheria sospirò.

-Ne dubito, Yao, ne dubito seriamente.

In quel momento Feliks con la camicia allacciata saltando qualche bottone, la zip dei pantaloni tirata su a metà e i capelli spettinati uscì dal camerino. Toris spalancò gli occhi.

-Pol!

-Ho fatto tipo un sogno bellissimo...

Toris gli diede uno schiaffo. Un totale, silenzioso e raggelante stupore calò su tutti i presenti. La yanderemoction repressa di Lituania salì alle stelle.

-Ma dico, sei idiota?! Fare queste cose a lavoro mentre il tuo ex sta fuori dalla porta, ma sei deficiente? Mi hai fatto preoccupare, brutto stupido.

-I... Io...

-Cosa? Tu cosa?! Ti sei fatto lo svizzero (no, Novi!), complimenti, e ora, sei contento?

-M... ma...

-E ora?! Ti trasferirai da lui e mi lascerai solo con Mr Girasole? Mi hai rotto, ok, mi-hai-rotto!

Ivan, sentendosi chiamato in causa, sorrise, mentre Feliks indurì lo sguardo.

-Cosa numero uno: sei tu che tipo hai preferito quel russo bastardo e te ne sei andato.

Lituania aprì le labbra per ribattere: non era andata così, no, non era successo quello che aveva detto.

-Non è vero!

-Ah, no? Dillo al tuo cu[BIIIIIP]! Secondo poi, sì, andrò tipo da Vash perchè sono tipo totalmente incinto.

Toris lo guardò

-Che?

Ungheria lo guardò.

-Che?

Yao lo guardò.

-Che?

Feliciano lo guardò.

-Che?

Ivan lo guardò.

-Da!

Vash, che fino a quel momento era rimasto dentro per sistemarsi, uscì.

-Cosacosacosacosacosa?

Fatta questa rivelazione, Feliks girò i tacchi e, urlando il nome di Feliciano che allo schiaffo di Toris era fuggito, trascinò Vash in scena.

-Adesso fai questa benedetta foto e tipo andiamocene.

Lo svizzero fermò Feliks.

-Non puoi essere incinto! Sei un uomo! Non ci posso credere.

-Puoi crederci, bello. Sono tipo incinto della Polizzera. Feliciano?

-Eccomi! Veeee!

L'italiano corse con la macchina fotografica, mentre il polacco abbandonava la scena e diceva a Vash in che posizione mettersi.

-Adesso mettiti in una posizione tipo totalmente da teppista di strada, una mano fra i capelli, bravo... FERMO LI'!

Bzzzz click!

-Fatto. Vash, tesoro, torniamo tipo a casa.

-Nonono. Aspetta un minuto. Io torno a casa MIA e tu a casa TUA.

-Vash, devi prenderti le tue responsabilità. Oppure vuoi dirmi che per te è tipo solo stato sesso tutto quello che abbiamo passato insieme?

-Feliks, lascia che ti spieghi una cosa. Stiamo insieme da due giorni. Primo: non puoi rimanere incinto; secondo: è impossibile che tu te ne sia accorto in così poco tempo; terzo...

Il polacco iniziò a piangere.

-Lo sapevo! Tu tipo non mi ami!

-No, smettila di piangere, non ho detto questo.

-Sì invece: tu non vuoi tipo accettare la Polizzera, frutto della nostra unione! Dovevo saperlo che tipo ti interessava solo il mio corpo!

-Ma se sei tu quello che mi ha molestato.

-Bwaaaaaah! Io dovrò tipo crescere nostra figlia totalmente da solo e a te eternamente fedele, mentre tu tipo di divertirai alle mie spalle con un altro povero innamorato. APPROFITTATOOOOORE!

Feliks, dopo averlo indicato con fare accusatorio e melodrammatico e con la voce tremante, iniziò a correre verso la porta, ma Vash lo bloccò.

-Non è così! Io... Io ti amo! Sono pronto a... prendermi le mie responsabilità.

Il polacco tirò su col naso.

-Davvero?

-Mh mh.

-Uh, lo sapevo, che bello! Staremo tipo insieme per sempre!

Feliks gli diede un bacio, il viso come se non avesse mai pianto. Tutti capirono subito che quella di prima era stata tutta una messa in scena.

Inutile dire che Vash rimase esterrefatto.
-Tu... TU...!
-Sì, mi trasferirò tipo a casa tua, dove crescerà la piccola Polizzera! Che bello, sono la nazione più felice di questo universo!!
Mentre Toris boccheggiava incredulo, Vash sveniva e Ungheria ridacchiava (e Feliciano faceva i complimenti a Feliks), Ivan mandava la foto alle commentatrici. Rimasero entusiaste e Lily rispose colpita
-Non sapevo che mio fratello fosse UN TALE SUPER FIGO!! Ci dovrei fare un pensierino, su, sì sì! Adesso capisco perchè Austria aveva una cotta per lui!!
Yao, che stava guardando tutto da sopra la spalla del russo (o da sotto l'ascella visto che è tre mele e poco più??), cominciò a ridere a crepapelle. Vash, ripresosi dallo svenimento dovuto all'arrabbiatura e al pensiero di quanti quattrini gli avrebbe fatto spendere quel deficiente del fidanzato “incinto” si affacciò al computer e quando vide il commento di sua sorella poco ci mancò che si prendesse un infarto.

-LA MIA POVERA PICCOLA SORELLINA! L'AVETE TRAVIATA!

Feliks gli prese un braccio, strofinando la mascella contro di esso e... facendo... le fusa (?).

-No, tesoro, non è tipo come pensi.

-...TU! TUUU! E' DA DUE GIORNI CHE CI CONOSCIAMO ED E' DA DUE GIORNI CHE URLO IN CONTINUAZIONE! CHE VUOI? LA MIA TERRA? I MIEI SOLDI?

-Il tuo amore, tesoro!

-NO, TU MI VUOI UCCIDERE, VUOI BRUCIARMI APPENA MI ADDORMENTERO'! MOLESTATORE! TRUFFATORE!

Nessuno si preoccupò troppo di un Alfred e un Francis volanti che, nel frattempo, si vedevano dalla finestra.

 

-E allora gli ho detto di essere incinto!

-Mh.

Giappone passò a un'altra foto di Matthew, sorridendo malizioso.

-Ma sento tipo degli strani rumori...

-Sì, sono Alfred e Francis che stanno cercando di disincastrarsi dal tetto. Ad Arthur non gli è piaciuto che se lo litigassero.

-Povero, e pensare che l'ho tipo messo io in questa situazione.

-Infatti non ti vorrà mai più vedere nella sua esistenza.

-Ah... comunque, quando siamo arrivati, Lily ha detto tipo a Vash “Non sai chi ti sei portato in casa”. Non capisco, sono tipo totalmente ottimo come coinquilino!

-Forse è perchè hai molestato Vash.

-Senti tipo da che pulpito viene la predica! Mi è sembrato tipo di sentire che ieri hai tipo tentato di baciare Canada.

Giappone trasalì, mentre dietro di lui cadevano a terra un americano e un francese.

-Tu... come lo sai?

-Mph, miei informatori, Kiku. Comunque, l'ho detto a Vash che non sono tipo veramente incinto, ma solo dopo che mi ha portato in chiesa e sposato.

-E lui?

-Ha tentato di buttarmi fuori di casa.

Dal telefono Giappone sentì una porta aprirsi.

-E tu da dove stai chiamando?

-Da casa di Vash! Sono riuscito a ingraziarmelo convincendolo a fare sesso per la terza volta in due giorni, un vero recor...

Improvvisamente Kiku sentì degli urli, la voce di Vash che lo salutava frettolosamente dicendogli di dimenticare tutto e il “Tu tu tu” del telefono vuoto.

 

 

Note di Elfin

Devo dire una cosa... che questo capitolo è stato fatto solo per sbragharmi dal ridere XD Insomma, la SviPol piace a tutte noi, in fondo al nostro cuore! Inoltre, vi devo confessare che ho creato anche una versione uncensored di questo capitolo, con tutte le scene piccanti in versione integrale ;) Questo capitolo è di 14 pagine (nella versione uncensored sono 32 pagine) e credo sia quello che io e Vale abbiamo letto di più e in cui abbiamo riso di più, fino alle lacrime u.u

Quindi, buona Pasqua, buona Pasquetta e buon Pesce d'Aprile.

Kiss

 

P.S. Perchè la Ruliet è meglio della PoLiet, perchè Lituania in realtà è yandere e perchè Svizzera è troppo tsundere, ecco XD

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Capitolo 6
*** Maggio ovvero Vive l'amour, vive la dance, dopotutto... c'est la France! ***


Si USA così

Maggio ovvero “Vive l'amour, vive la dance, dopotutto... c'est la France!”


 

"Francis?!".

Il francese sollevò la tazza in un gesto di saluto. "Bonjour! Come va?".

"Hai... Hai dormito qui?!". Elizabeta era esterrefatta.

"Oui, mademoiselle. Non potevo rischiare di svegliarmi tardi e di arrivare di conseguenza in ritardo.".

Francis aveva bivaccato in una grossa tenda nel cortile degli studios e ora stava seduto ad un tavolino con tazza di cappuccino, giornale e brioche fresca di giornata.

"Quando si dice 'tenerci ad una cosa'-aru..." commentò Yao divertito.

 

"No, Francis, cioè, fino a prova contraria il costumista e make-up artist sono tipo io: non esiste che arrivi tu e tipo hai già il disegno bell'e pronto!".

"Senza offesa, Fèli, ma tu non ne capisci molto di stile!" ribattè il francese sventolando il foglio con la bozza -malfatta- della sua idea per la foto.

La scarsa pazienza del polacco diminuì ancora di più. "Il bue dice cornuto all'asino! Parli tu che vai in giro tipo nudo con una rosa addosso!".

"Parli tu che oggi stai vestito in nero, rosa e bianco! Chi è il tuo stilista, il barista dei Pink Floyd?!".

Un vasetto di cipria prese il decollo e si schiantò contro il muro dietro Francis.

"BASTA! Io con te non ci voglio tipo lavorare! Fa' da solo!". Feliks prese la porta e uscì con una faccia che avrebbe messo paura ad Ivan Braginski in persona. "Mi sto totalmente ammazzando di lavoro: un po' di rispetto! No, arriva tipo lui e m'insulta! Io me ne vado a casa! Anzi, vado da Vash!".

"E dai, Feliks, non fare così!" cercò di farlo ragionare Elizabeta. "Feliks!".

Troppo tardi. Un rumore di porta sbattuta chiuse la scena.

"Però! Permalosetto il vostro amico!" commentò Francis sorridendo.

"Ma trattenere la tua strafottenza no, eh?".

"E dai, Alfré, non scaldarti! Faremo a meno di lui! Da solo basto e avanzo!". E si chiuse in sala trucco.

 

"AAAAAAAH!".

L'urlo di terrore di Feliciano fu talmente forte da far vibrare tutte le finestre della stanza.

Francis era accosciato su un tappeto rosso al centro ed era completamente nudo, ad eccezione dell'ormai celebre rosa rossa. "Be'? Che ne dite, eh?".

"Francis, NO! No e no!" protestò Elizabeta. "Non è la versione maschile di un calendario per camionisti!".

"Elise, ma chérie, questa è arte.".

"Sì, l'arte del porno! Bocciato!".

Francis sospirò rialzandosi. "Va bene.". E rientrò mogio in sala trucco.

Toris si accasciò su una sedia. "Dov'è Feliks quando c'è bisogno di lui?!".

I tentativi seguenti furono a dir poco disastrosi. Francis continuava sempre e comunque a proporsi nudo con la rosa, soltanto in pose e atteggiamenti diversi (tutti parecchio equivoci), tanto che, al terzo tentativo, Feliciano corse a chiudersi a chiave nel bagno maschile strillando qualcosa a proposito del fatto che il fratellone Francis stava dando i numeri.

Quando Elizabeta minacciò di collaudare sulla testa del mangiarane la sua nuova padella d'acciaio inox, la situazione parve sbloccarsi. Il francese si nascose dietro Ivan promettendo solennemente di non comportarsi più da 'porco spudorato' (seguendo la definizione della ragazza di cui sopra), mentre Toris correva a telefonare a Feliks per convincerlo a tornare agli studios.

"NO! Visto che lui è tipo così esperto, che faccia da sé! Io me ne lavo totalmente le mani!" rispose il polacco.

"Po, ti prego, abbi pietà di noi! Non ne possiamo più!".

"No! No, no e no!".

Era difficile far cambiare idea a Feliks quando s'impuntava in quel modo. Ma Toris ebbe un'idea.

"Sei a casa di Vash, vero?".

"Sì.".

"Passamelo un attimo, per favore.".

"Ok... DROGI! C'è Liet che ti vuole parlare! ... Come 'chi è Liet'?! Liet è Liet, è Toris!".

Finalmente il lituano riuscì a parlare con Vash.

"Vash, sono Toris. Senti, abbiamo bisogno del tuo aiuto.".

"Ah, no, un'altra foto per il vostro calendario non la faccio, sappilo!".

"No, nessuna foto. Dovresti convincere Feliks a tornare qui per darci una mano con Francis.".

"Problemi con il pervertito, eh?".

Toris sospirò, guardando una furiosa Elizabeta che correva con la padella dietro a un Francis nudo-con-la-rosa mentre Alfred, Yao e Ivan cercavano invano di fermarla. "Non immagini quanti! Ti prego, Vash, sei la nostra unica speranza!".

E va bene. Vedrò cosa posso fare.".

"Grazie infinite!".

 

Lo svizzero attaccò il telefono e sbuffò alzando gli occhi al cielo. Erano fidanzati da appena cinque giorni e Feliks dava già problemi. La frase di Lily era stata profetica.

"Vash, tu non hai la minima idea di chi ti sei messo in casa!".

Be', quell'idea stava cominciando ad averla.

"Allora, cosa voleva da te Liet?" chiese Feliks sedendosi sul divano con un libro e scartando un bon-bon.

Vash si sedette accanto a lui. "Senti, Feliks, perché non li aiuti? Sono disperati.".

"No-oh! Non mi va!" rispose il polacco con voce da bambino lagnoso. "Facessero da soli, ecco!".

"Liet.... voglio dire, Toris, è il tuo migliore amico: almeno fallo per lui.".

"No, non mi va. E basta.". Poi buttò il libro a terra cominciò ad avvicinarsi a Vash con atteggiamento ALQUANTO preoccupante.

"E poi voglio stare qui. Con te. Da soli." mormorò con voce suadente calcando bene sul 'da soli'.

No, ancora... "Feliks, senti... Vai ad aiutare i tuoi amici, no? Sono disperati.".

Il polacco si portò una mano al mento. "Mmmh, forse. Dipende.".

"Da cosa?".

Feliks gli accarezzò l'orecchio con le labbra.

"Da cosa tu sei disposto a fare per me.".

 

Un'ora dopo, quando la situazione agli studios sembrava senza speranza, Feliks si degnò finalmente di arrivare a soccorrere i suoi disgraziati colleghi.

"Ehilà, gente! Mi hanno tipo detto che serve aiuto!".

"Feliks!". Elizabeta gli gettò le braccia al collo. "Dio sia lodato, sei qui! Non ne possiamo più di quel francese e delle sue trovate oscene! Fa' qualcosa!".

Il francese in questione era legato ad una poltrona con catene che avrebbero tenuto fermo anche un T-Rex in corsa. Ed era, manco a dirlo, nudo-con-la-rosa.

"Ok, mettiamoci all'opera! LIET! Dammi tipo una mano a portarlo in sala trucco!".

Trasferito Francis -con tutta la poltrona- in sala trucco, Feliks spedì Toris fuori dicendo: "Liet, va' in giro e tipo compra tutte le rose rosse che trovi! Fatti dare i soldi da Alfred!".

Dopo che il lituano fu uscito Feliks, fischiettando un motivetto da polka, si mise a rovistare con calma nell'armadio dei costumi, mentre Francis lo osservava con un sorrisetto.

Ah, lui conosceva bene quell'atteggiamento! Eccome, se lo conosceva!

"Allora, Fèli, cosa ti ha spinto a tornare?".

"Eeeeh, sapessi!". E sospirò.

"Ma come, avevi detto che non volevi più lavorare con me.".

"Ho cambiato idea.". Feliks tirò fuori dall'armadio un grosso telo di velluto scarlatto e lo posò sulla scrivania.

"Ah. E come mai.".

"Be'... Vash mi ha fatto totalmente capire che devo aiutare i miei amici.".

Il sospetto del francese trovò conferma. "E come ha fatto?".

Il polacco si lasciò sfuggire una risatina.

"Eeeeh! Certe cose Vash le sa fare proprio bene!”.

Quella frase sorprese Francis. Sapeva, da grande esperto in materia qual era, che i popoli dell'area centro-nord dell'Europa, inclusa l'adorabile Albione, erano rinomati per non essere abili nella nobile arte dell'erotismo: come si spiegava l'atteggiamento di Polonia?

Da astuto esperto qual era, iniziò a formulare ipotesi.

Che Feliks avesse in materia bassi standard di qualità? Poco probabile: il polacco era viziato ed esigente, lo era in tutto, e se qualcuno era viziato ed esigente doveva esserlo soprattutto sotto le lenzuola. Quindi era improbabile che lui fosse uno di quelli che si accontentavano del minimo sindacale.

Che Feliks stesse mentendo per farsi invidiare? Già più probabile: magari Vash non era un grande amatore ma il suo ragazzo stava cacciando balle per rendere la gente invidiosa. Ma era pure vero che Polonia era un pessimo bugiardo, quando diceva una frottola si vedeva lontano dieci chilometri. Balbettava, s'impicciava con le parole e si torceva le mani, cose che non aveva fatto. Quindi non stava bluffando.

E allora come si spiegava il suo comportamento?

Francis decise d'indagare con (falsa) discrezione. "Ah, davvero?".

"Eh, sì sì.".

"Però, non immaginavo.".

"Neanch'io. Cioè, la prima volta infatti mi ha stupito.".

"All'apparenza è così freddo e serio...".

Dici bene: all'apparenza. Ma poi...”. E giù un'altra risatina.

Ma pensa... Un tipo così riservato...”.

Feliks fece un sorriso assai malizioso. “Fidati, in certi contesti è tipo tutt'altro che riservato e pudico!”.

Francis tese le orecchie. “Ma dai!”.

Sì sì. Aaaah, cioè, non poteva tipo andarmi meglio! E' così... aaah, è una favola!”.

Sei stato fortunato, allora.”.

Tantissimo! E' così... passionale... e ardente... e focoso...”.

Francis appuntò mentalmente tutti quei dettagli importanti, ripromettendosi di comunicarli a Gilbert e Antonio il prima possibile.

TA TA TA TAAAAN!!!

Esatto!

Ditelo che non ve l'aspettavate, dai, ditelo, ditelo!

Francis era lì, oltre che come modello per Maggio, anche in qualità di infiltrato del velenoso e subdolo Bad Touch Trio, il fighissimo terzetto che da secoli raccoglieva informazioni scottanti su chiunque capitasse loro a tiro per poi sfruttarle al meglio! Era da tempo che cercavano di ottenere informazioni serie su quell'orso di uno svizzero e ora avevano l'occasione di sapere roba ASSAI privata sul suo conto! Uh, gioia e gaudio!

Ma dai, non ci credo!”.

Credici, è vero! E' talmente... mamma mia, se ci ripenso ho i brividi... Quando ti tocca senti i brividi dappertutto... e come bacia... aaah! Quando bacia ti senti l'adrenalina a mille... E poi... Aaaah!”.

Francis iniziò a pensare che Feliks stesse vaneggiando.

Insomma, quel cavolo di elvetico non poteva essere COSI' bravo! Va bene, Vash poteva essere l'eccezione che confermava la regola, ma addirittura un dio del sesso! No, bisognava prendere le parole di Feliks con le pinze. “Addirittura?”.

Sì...” fece il polacco sospirando. “Uno spettacolo... Meraviglioso, stupendo, splendido... E' nato per farlo, ci è portato, ce l'ha nel sangue...”.

Ok, Feliks era partito, basta così. Nessuno, NESSUNO poteva essere così bravo (a parte lui, beninteso), men che mai uno svizzero asociale che fino a quarantott'ore prima era ancora pulzello! Le informazioni attendibili le aveva, ora doveva solo passarle ai suoi stimatissimi colleghi.

In quel preciso momento rientrò Toris, carico di rose rosse fino ai capelli. “Po, eccomi!”.

Ah! Bravo, bravo!”.

 

Gli altri intanto cazzeggiavano.

Elizabeta leggeva l'ultimo numero di Uragiri sbavando sul fisicaccio di Zess, Feliciano e Yao preparavano i bucatini all'amatriciana (si era fatto mezzogiorno passato), Alfred faceva una partita alla PSP e Ivan rileggeva per la quintordicesima volta Anna Karenina seduto in poltrona.

Gente, siamo pronti!” annunciò Feliks aggiustandosi il basco.

I poveracci misero via i vari arnesi e si prepararono.

Apparve Francis.

Era nudo e accosciato a terra ma, ringraziando Iddio (e Feliks), era avvolto nel drappo di velluto rosso e la pelle si scorgeva a porzioni. A terra erano sparse svariate tonnellate di petali di rose rosse e reggeva in alto un calice di champagne stile Statua della Libertà.

Ooooh!” fecero in coro. “Ora sì!”.

Il polacco scoccò un'occhiata trionfante a Francis, che rispose sibilando un bel 'va te faire enculer'.

Felì, a te!”.

*ZZZ... CLICK!*

 

I responsi delle opinioniste furono tutti favorevoli, anche se Natalya commentò dicendo 'Non male, ma potevate sceglierne uno con un fisico un po' più prestante, eh?'. Quando Alfred lesse quel commento Feliks scoppiò a ridere fino alle lacrime, mentre Francis diventò rosso.

Ma era soddisfatto. Il mondo intero avrebbe visto e riconosciuto il sommo fascino francese e aveva ottenuto informazioni assai preziose sul conto del riccastro elvetico, informazioni che passò via telefono ai suoi compagni di malefatte non appena fu tornato a casa.

Qui parla Francis. Ragazzi, ci siete?”.

Hola, amigo! Com'è andata, hai fatto la foto?”.

Sì, l'ho fatta. E' venuta un capolavoro, ovviamente.”.

Kesesesese, sempre modesto. Allora, cos'hai scoperto?”.

Il francese sorrise. “Cosucce molto interessanti sul conto di Vash Zwingli.”.

Ma dai!”.

Nooo! Giuralo!”.

Giuro.”

Ma sei magnifico! Non quanto me, ma sei magnifico! Cos'hai scoperto?”.

Il capraio biondo non è più vergine.”.

Due risate fragorose esplosero all'altro capo del telefono.

Buona questa, amigo, sei forte con le barzellette! Dai, ora le informazioni!”.

Era questa l'informazione!”.

Dai, piantala di scher... No, aspetta. Non stai scherzando, vero?”.

No, Gil, non sto scherzando.”.

QUESTA NON E' UN'INFORMAZIONE, QUESTA E' UNA BOMBA! UNA MAGNIFICA BOMBA!”.

E con chi si è divertito?! Dicci tutto!”.

Francis si fece una risata. “Sparate un nome, uno a caso. Vi dico solo che è un uomo.”.

L'austriaco!” esclamò Gilbert. “Se l'è fatta con l'austriaco! Ma certo, d'altro canto non serve nemmeno scomodare la mia magnifica intelligenza: non può essere che quel pesaculo snobbone e parassita, è talmente logico! Anche se devo dire che non lo facevo così disinibito.”.

No, Gil, non è Roderich, strano ma vero.”.

Ok, provo io. E'... E'... Sei tu! Sei stato tu! Ah, vecchio libertino, sapevo che saresti riuscito nell'impresa! No, un avvenimento simile va festeggiato a dovere: stasera andiamo al nostro pub e ci sbronziamo! E offro io!”.

Ritenta, Antonio, sarai più fortunato. Comunque, grazie per la fiducia. Gil?”.

Mmmmh... Non sarà mica Ita-chan, vero?! Perché se così fosse vado da Zwingli e lo scaravento giù dalle sue amate Alpi svizzere!”.

No, tranquillo. Antonio?”.

Eeeh, si fa difficile. Dunque, chi può essere? Vediamo... Non è Roderich, non sei tu e non è Feliciano... Non è Lovinito, vero?! Non mi ha messo le corna, VERO?!”.

No.”.

Fiuù, meno male!”.

Ora tocca al Magnifico! E'... E'... E' stato West! Ah, no, sta con Ita-chan. Francis, mi costa dirlo, ma non ne ho idea.”.

Ce l'ho, ce l'ho: è stato Olanda! Quel playboy! Giusto lui o te potreste riuscire a portarvi a letto lo svizzero!”.

"Neanche.".

"E allora non so che dire!".

Ve lo dico io.”.

Francis lasciò passare qualche secondo di suspence, poi sganciò la bomba.

Voi siete padroni di non crederci, ma è stato Feliks.”.

Dopo due secondi si levò un altro fragorosissimo duetto di risate che durò per cinque minuti buoni.

Feliks?! Feliks Łukasiewicz?! Il polacco?!".

"Gil, quanti Feliks conosci?".

"Quel pinkomane svampito ha... ?! Francis, ci stai prendendo per il culo, vero?!”.

No, è la verità.”.

Ma pensa te! Una coppia così allucinante, neppure la mia magnifica immaginazione riuscirebbe a concepirla! Io... Aspetta, Francis: Antonio si sta sentendo male, un attimo che gli dò il mio magnifico aiuto! Antonio, mettiti seduto per terra e calmati, ok?”.

Il francese si lasciò scappare una risata.

Rieccomi! Ma mi spieghi come cavolo ha fatto quello sciroccato a portarsi a letto Vash?!”.

Ah, questo non lo so. Ma sai chi me l'ha detto?”.

Chi?”.

Lo stesso Feliks! Gli ho cavato fuori tutto a furia di domande!”.

Gilbert scoppiò a ridere. “Che testa di cavolo che è, quello! E cos'altro ha detto?”.

Un po' di cose interessanti, credimi: quando arrivo là ne parliamo con calma. Antonio come sta? Lo sento urlare a squarciagola.”.

E' spalmato sul tappeto e sta piangendo dalle risate. Ora sta rotolando... Dà cazzotti per terra... Ora invece è steso sulla schiena e sgambetta come un matto.”.

Digli di calmarsi. Ho sbirciato la lista e il prossimo a dover posare per il calendario è lui: non vorrei morisse dalle risate.”.

Antonio, hai sentito? Calmati, che tra qualche giorno devi fare la foto per il calendario! Feliks a letto con Vash... Cose dell'altro mondo! Ma come cavolo ha fatto?!".

Non ne ho idea ma, credimi, pagherei per saperlo.".

"Certo che più ci penso e più mi sembra incredibile: Feliks che si porta a letto Vash Zwingli! Hai capito che roba...".

"Già, anch'io stentavo a crederci. Feliks è sempre stato imprevedibile, ma devo dire che stavolta ha decisamente superato se stesso.”.

Guarda, a me sta sulle scatole ma dopo questa lo ritengo degno della mia magnifica stima! Comunque sia, Francis, sei stato un grande! Ahahahah, questa è la volta buona che freghiamo quello svizzero spocchioso: se vuole che nessuno sappia gli affari suoi dovrà sborsare parecchi dei suoi adorati dindi!”.

"Sì, infatti! Ehi, Gil?".

"Sì?".

"... Non è che per caso conosci una buona palestra?".


Note di Vale:

*arriva canticchiando Army dreamers*

Ehilà!

Be', direi che questa era prevedibile! Maggio è il mese delle rose, quindi non poteva esserci che Francis a posare!

Francamente non so che dire, se non che questo capitolo (soprattutto la parte finale) ha subito parecchie modifiche e rimaneggiamenti nel corso dei mesi.

Quindi, nel prossimo capitolo avremo Antonio Fa caldo!!! a posare per Giugno! E' un capitolo molto simpatico, con un sacco di battute più o meno sceme (nel senso buono XD) e anche qualche colpo di scena! ;)

Noi ci rivediamo a Luglio! Hasta la vista!!!

*se ne va canticchiando Army dreamers*

 

Note di Elfin:

Niente da dire XD Sapete già, perchè Vale ve lo ha anticipato, che nel prossimo capitolo ci sarà Antonio ;) Unica cosa è che volevo approfittare di questo capitolo per pubblicizzare un'altra fanfiction che abbiamo scritto io e Vale a quattro mani ;) E' un Crossover fra una marea di anime, manga e c'è anche un film e un videogioco XD

http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1714786&i=1

E' ancora in corso e attualmente abbiamo messo solo il primo capitolo, tuttavia il secondo è praticamente finito e dovrebbe arrivare a brevissimo ;)

Grazie dell'attenzione! E complimenti a tutte coloro che hanno colto la citazione del titolo ;D

Kiss



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Capitolo 7
*** Giugno ovvero Certe cose lasciano il segno ***


Si USA così

Giugno ovvero “Certe cose lasciano il segno”

 

 

-Ah ah! Antonio!

Ungheria sorrise.

-Sarà una passeggiata, sono sicura che non farà obiezioni.

Alfred rise ancora, sbarrando il nome di Spagna dalla Lista (no, non l'avrete mai, inutile che continuate a sognarla come Lienchhdcauwf), per poi cominciare a masticare rumorosamente e in maniera alquanto vergognosa un hamburger. Feliks, sentendosi particolarmente ispirato da quella resa che si preannunciava facile, cominciò a stilar... veramente ordinò allo schiavetto a Toris di farlo, ma son dettagli. Fatto sta che un elenco di tutte le possibili pose c'era.

-Ma siamo sicuri che accetterà, vero?

-Ma certamente, Feli!

Alfred diede una pacca sulla spalla a Feliciano, che dovette essere portato in ospedale dall'allegro chirurgo per dei controlli alle ossa.

-E' naturale che lo faccia-aru!

Yao cominciò a preparare il pranzo, pensando anch'egli che sarebbe stata una cosa facile e veloce... ma non fu così.

-No.

-Come volevasi dimo... WHAT?

-Scusate, ma non posso farlo.

Un agghiacciante silenzio calò sullo staff alla secca risposta di Antonio. Alfred svenne (non sospirate di sollievo: è ancora vivo, ve lo assicuro), Ungheria quasi scoppiò a piangere (QUASI), a Feliks cadde il mondo addosso, Toris fu schiacchiato dal mondo caduto addosso a Feliks che non ne era stato minimamente scalfito, Ivan si armò di piccone e Feliciano esultava non avendo capito che Antonio aveva negato la sua partecipazione. “E Yao?”, vi direte voi, lettrici attente! Beh, Yao era andato a farsi consolare dal proprio capo, con un Hello Kitty sotto braccio.

-WTF?! Come sarebbe a dire?!

-Non posso, non posso proprio posare, scusate... se potreste aspettare per qualche tempo però...

-NOI NON ABBIAMO TEMPO!

Ungheria gli diede una padellata in fronte e Antonio cadde a terra stecchito.

-Nuooooooooo!

-Alfred, perchè vai a rallentatore?

Lui si riprese e, sorridendo, cominciò ad annuire.

-Nei miei film accade sempre.

Feliciano, risvegliatosi dal suo italian torpore di idiozia, corse verso Spagna.

-Ve, cosa gli avete fatto? Che paura, veeee, chi è stato?

Ungheria e America si guardarono, poi lei alzò le spalle.

-E' stato lui.

-America, perchè l'hai fatto? Ora come facciamo? Veeee!

-Ma non sono stato io!

-Ve, America, dovresti prenderti le tue responsabilità come Vash: che eroe sei?

-Ma... Ma... Cioè... Ma dico, lo sentite?

Gli risposero un Toris agonizzante con un enorme mappamondo sulla schiena, un Feliks che stava pregando il suo kochaine di venire da lui a convincere con le buone o le cattive Antonio e un Ivan che stava preparando la sua mossa di tipo Normale “Picconata”.

Sì, Ivan, SCELGO TE!

Fssssspshhubsfjawjss! (Non mi guardate così: è una Nazione-ball, fa un rumore strano, non è mica colpa mia).

Ivan colpì America con una picconata. Sì, America è un Nazionemon scrauso, non c'è nulla da fare.

Feliks saltò in aria.

-Scusa, tesoro, ti chiamo tipo dopo, ok? Sì, sì, ti amo tantissimo! Sì, vorrei stare lì con te. Baci... Baci... Oh, certo che mi ricordo cosa tipo abbiamo fatto ieri se...

Ungheria sbuffò.

-Feliks, per quanto mi dispiaccia, al momento non posso ascoltare i dettagli della tua vita amorosa, ti dispiace aiutarmi a risvegliare Antonio?

-Uuuuuf, quanto siete rompiscatole! No, non stavo tipo dicendo a te kochanie! Sento ancora le tue mani sopra il...

-FELIKS!

-Sì sì, scusa! Ciao. Ciao. Ciao ciao ciao.

Il polacco attaccò con un gran sospiro, poi si diresse verso lo spagnolo svenuto. Prese un respiro profondo e...

-ODDIO, C'E' LOVINO NUDO!

Antonio si alzò istantaneamente in piedi, guardandosi intorno.

-Dove? Dove dove dove?

Ungheria sorrise, mentre lo spagnolo capì di essere stato ingannato.

-Non c'è nessun Lovinito, vero?

-No.

L'espressione da cucciolo bastonato di Antonio era talmente pucciosa che anche Svezia si sarebbe sciolto, ma Feliks, da bravo polacco, gli diede semplicemente una pizza.

-Svegliati. Forza, adesso entriamo e mi spieghi perchè non puoi fare la foto, ok?

-I... Io non so se te lo posso dire.

-Tsè, non ti preoccupare! Ti risulta che tipo io vada a sparlare in giro dei fatti altrui?

Ivan, Toris, Alfred resuscitato e Elizabetha lo guardarono e risposero all'unisono.

-Sì.

-Sì, come no, scommetto che non sapete tipo farmi neanche un esempio.

Elizabetha si schiarì la voce.

-Quando hai detto dell'indecisione di Arthur, quando parli di tutte le cose strane di Vash, quando ci hai detto del “piccolo scandaloso segreto perverso” di Kiku, quando ci hai detto che Grecia se l'era fatta con Turchia, quando...

-Ok ok, basta, ho tipo totalmente capito.

Antonio si mise una mano sulla fronte, ripensando al motivo per cui non poteva fare la foto. Eppure voleva tanto partecipare, ma come poteva senza mostrare que...

-Forza, Antonio, andiamo dentro.

Feliks afferrò lo spagnolo per la spalla e lo spinse dentro casa, poi chiuse la porta dietro di sé e fece due giri di chiave. Ungheria si sedette con la padella in mano, Alfred guardò l'orologio e senza dire niente cominciò a dirigersi verso “una casa al di là del mare” (alias, casa di Inghilterra), Ivan decise che era ora di imboscarsi allegramente con Toris.

Intanto, dentro, Feliks si sedette sul divano.

-Dunque, spiegami.

Antonio sospirò.

-Ecco, non posso fare la foto perchè ho, diciamo, qualche problema fisico.

-Stai per morire?

-N...!!

Lo spagnolo si ritrovò la faccia di Feliks a due centimetri dalla propria con un'espressione degna di Russia.

-NO!

-E allora!

Antonio trattenne Feliks dall'alzarsi.

-Ma è... qualcosa che si vede. Ecco, non è nulla di “interno”!

-Ma ti fa tipo male?

-No, anzi!

-Non capisco dov'è tipo il problema.

Lo spagnolo si massaggiò la testa.

-Vedi, io e Lovinito...

-State insieme e fate tante cose sconce, so tipo tutto.

Antonio rimase basito. Va bene, la loro relazione non era tanto nascosta, ma da lì a dire la frase di Feliks ce ne voleva.

-Ma c'è una cosa che tu non sai.

-Tipo cosa?

-Prima giurami di non dirlo a nessuno.

-Perchè?

-Ne va la mia dignità!

-Lo giuro.

Antonio stava per parlare quando notò le dita incrociate dell'altro.

-Non valgono incrociamenti, Feliks.

L'altro sbuffò.

-Uhm, e va bene!

Lo spagnolo aprì le labbra, ma...

-Giuralo su Vash.

-NO, SU VASH NO!

-SI', SU VASH SI'!

-Ma... Ma io...

-E allora non saprai mai niente del mio piccolo e sconvolgente segreto.

Antonio incrociò le braccia: sapeva che aveva catturato l'attenzione del polacco. Come poteva quel gossipparo perdersi una chicca come quella che gli stava per essere servita su un piatto d'argento? In fondo, se lui avesse giurato, Antonio avrebbe avuto un peso in meno, si sarebbe risolta la questione e Feliks non avrebbe parlato di quella cosa con nessuno.

Il biondo sembrò rifletterci su. Inarcò le sopracciglia, strinse le labbra.

-Va bene, giuro tipo su quel figo di Vash.

Antonio sorrise.

-Vedi, io sono il seme, no?

-Sì.

-BIIIIP, ECCO L'ERRORE.

Feliks sussultò.

-Vuoi dire che...?

-Esatto, sono un uke segreto! In realtà è Lovinito a essere il seme!

-Naaaaa, non ci posso credere.

-Perchè?

-Perchè se uno è uke è uke e si vede, e se uno è seme è seme e si vede!

-Se non mi sbaglio anche il tuo caro “kochanie” viene sempre pensato uke e non mi pare che lo sia tanto.

Feliks sussultò, poi sospirò sognante.

-No, non ho mai conosciuto nessuno come lui: vedi, lui...

-Non mi interessa.

Oooooh, sorpresa!

-Dunque, io sono uke, ok? E Lovinito è seme.

-Non mi convince tipo molto questa storia, ma vabbè.

-E quindi noi... l'altro ieri sera...

Antonio fece un gesto con le mani.

-Cosa?

Antonio ripetè il gesto, mentre Feliks lo guardava stranito ed evidentemente rimbambito dalla recente nomina del suo ormai-ufficiale-fidanzato.

-Non...

-Feliks! Farfallina farfallina!

Lo spagnolo fece il segno con le mani. Il polacco aprì le labbra, sbarrò gli occhi e...

-Antonio, non ti facevo così infantile! Ancora tipo con le farfalline state?

L'altro si mise una mano sulla fronte.

-NO, ABBIAMO #@ààò@òùà!”&/%£@òà!!!!

-Aaaaaah! E beh, dillo tipo subito!

-Ma io l'ho detto!

-Senti, se mi devi far capire che avete fatto sesso, bastava tipo fare così.

Feliks mise due dita a formare un cerchio mentre con l'indice dell'altra mano ci passava in mezzo.

-Feliks! Non ti facevo così volgare!

-Parla tipo lui. Comunque, ciò che c'entra con tipo la foto?

-Ecco cosa c'entra.

Antonio si alzò, togliendosi la maglietta mostrando il busto.

-Ah.

La pelle era coperta da mille segni scuri dal collo giù giù fino alla cintola.

-Focoso il finto uke, eh?

-Sì, molto.

Antonio si rimise la maglietta.

-Capisci? Come posso fare la foto in queste condizioni? In qualunque posa io mi metta, qualunque maglia adatta io mi prenda, si vedranno sempre i segni.

-In effetti è tipo un bel problema.

Il silenzio calò nella stanza. Feliks si mise a pensare intensamente, mentre Antonio lo guardava speranzoso. Il polacco si mise in mille e più posizioni: alla fine sembrava Il Pensatore.

-Mmmmh, forse tipo in bagno mi si schiarirebbero le idee...

-C...?

Feliks si alzò e si chiuse al bagno, si sedette sulla water con la tavoletta abbassata e si mise a pensare fissando la propria immagine riflessa nello specchio davanti.

Antonio si mise nuovamente seduto sul divano dopo essere tornato in salotto da davanti al bagno e, presa una chitarra, si mise a canticchiare, aspettando che il polacco uscisse.

 

-Finalmente...

Feliks uscì e richiuse la porta alle spalle.

-Se avessi tipo potuto farmi la ceretta probabilmente questa genialata mi sarebbe venuta in mente prima.

La luna brillava alta nel cielo e Antonio si era addormentato sulla chitarra (e per chi lo volesse sapere, quegli altri sfigati stavano fuori a giocare a ruba mazzetto e, per la cronaca, Elizabetha non la smetteva di vincere).

-Antonio! Antonio!

Feliks scese le scale trovando uno Spagna sbavante sulla chitarra.

-Sì, Lovinito, mi amor, qualunque cosa...

-...Antonio?

-Te amo, Lovinito, te amo...

-Antonio?

-Sì, vieni qui, sarò tutto tu...

-ANTONIO.

Feliks lo scosse, prendendolo per il colletto della maglia.

-SVEGLIATI, SPAGNAAAA!

-Uh? Eh? Che succede?

Il polacco sospirò.

-Ho trovato.

-...Cosa?

-Ho trovato.

-Cosa?

-Ho detto “Ho trovato”.

-E COSA HAI TROVATO?

-Un'idea.

Feliks guardò lontano con aria ispirata. Antonio seguì lo sguardo del polacco, ma andò a cozzare contro un sovrammobile che lui stesso aveva sempre trovato di dubbio gusto, ma che, visto che gliel'aveva regalato secoli prima Isabella di Castiglia, aveva tenuto con estrema cura.

 

Feliks aprì la porta, colpendo Alfred dritto dritto sul naso. Ivan sorrise. Elizabetha si alzò, seguita da Lituania.

-Ce ne avete messo di tempo.

-Scusaci, Eliza.

Antonio fece un passo avanti, sorridendo. Si mise una mano a pugno chiuso sul petto, alzò lo sguardo verso il cielo.

-Sono pronto!

-Era ora, Spain!

Alfred si alzò, sistemandosi gli occhiali semi-rotti.

-Ma adesso non possiamo più fare la foto. Dobbiamo aspettare fino a domani.

-DOMANI?

-Sì, domani. Sai, no, today, tomorrow...

-...Toyota?

Alfred guardò Antonio.

-Che fai? Pubblicità occulta?

Ungheria sospirò.

-Inoltre ormai è una pubblicità vecchia. Dubito che se la ricordino tutti.

Feliks sospirò.

-Antonio, domani alle 11:30 in... tu sai dove...

-Naturalmente.

Il polacco sorrise.

-Adesso, scusatemi, ma tipo devo continuare a leggermi doujinshi FrUK.

Alfred divenne rossissimo.

-FRUK? FRUK?! SEI PASSATO AL NEMICO, DUNQUE, TRADITORE!

-Se se, certo Alfred. La verità è che mentre tu stai tipo qui a fare lo scemo, probabilmente Arthur starà tipo a fare cose con Francis, che con la grafica della nuova stagione è tipo diventato bello.

L'americano divenne, se possibile, ancora più rosso.

-C... COSA? ANCH'IO SONO MIGLIORATO!

Ungheria non riuscì a trattenere una risata sguaiata e ben poco elegante.

-Ups!

Alfred scosse un pochino la testa moooolto lentamente.

-E io vi credevo miei amici.

-E infatti, come tipo tuo amico, ti ho avvertito di ciò che sta tipo accadendo sicuramente in casa di Inghilterra!

America tremò un attimo, poi cominciò a correre verso nord est, attraversò la manica a nuoto e aprì con un calcio la porta di casa di Arthur.

SBAM!

Alfred crollò dal tetto col sedere dolorante.

-Ah, bentornato, America-san.

-Tha... Thank you, Japan.

 

-L'unica cosa che dovrai tipo fare è stare steso a pancia in giù nella sabbia e sorridere. Feli ti farà tipo la foto vicino al viso, il resto del corpo si intravederà solamente. Ci siamo?

-Sì!

Antonio si strinse l'asciugamano intorno alla vita. Uscendo dal camerino, vide Lituania e Ivan che procedevano a mettere una benda sugli occhi di Ungheria e a legare la ragazza a una sedia con catenacci pesanti, corde, addirittura lo spago (ogni aiuto sarebbe stato necessario).

-Feli, pronto?

-Ve!

L'italiano si mise alla sua postazione, mentre Antonio si liberava dall'asciugamano rivelando di non avere nulla sotto.

-Wooooo!

Feliciano sbarrò gli occhi.

-Vedi un po'! Ve, questo il fratellone non me l'ha mai raccontato!

-Gracias, Feli.

Antonio gli fece l'occhiolino, mettendosi in posa e sorridendo, stringendo delicatamente un pomodor in mano. Aspettò che la macchinetta facesse il suo solito rumore (e non solo quella fotografica, anche la macchina del caffè stava cominciando a ribollire), poi si coprì con l'asciugamano.

Elizabetha strepitava, Ivan la tratteneva puntandole contro un piccone.

Feliks sorrise, mentre provvedeva a mandare la foto alle commentatrici.

-Come vedi, Antonio, non si vede tipo nulla.

-Fantastico!

-Il tuo viso è venuto tipo benissimo e si vede solo la parte finale della schiena con un po' di sedere, ma giusto tipo in secondo piano.

Spagna sorrise ancora, mentre Feliciano portava il caffè (rigorosamente italiano).

Sorseggiandolo, dunque, videro arrivare i commenti delle opinioniste. Il primo ad arrivare fu quello di Bielorussia, che scrisse un “Passabile”. Poi arrivò Lily, che faceva vedere un video di lei che sveniva. Gli altri erano più o meno uguali: sangue che usciva dal naso ed esclamazioni di pura eccitazione.

Feliks diede una pacca sulla spalla a Spagna.

-Bravo! Sei stato un successo!

Quello ringraziò.

Yao entrò col pranzo fra le braccia e, dopo aver mangiato a sazietà, l'iberico se ne andò. Ovviamente vestito, che vi credete, zozzone?

Ungheria? Fu slegata solo il giorno dopo, quando dovettero dirsi qual era il prossimo sfigat- giovincello. E, purtroppo per loro, non era altri che...

*Non lo sapremo mai nelle prossime puntate di... Si USA così!*

 

 

Note di Elfin:

Bah, nulla XD Semplicemente a causa della scuola ho pensato di posticipare un attimo l'aggiornamento della storia... Spero vi sia piaciuto il capitolo ;)

E' stato scritto in un periodo in cui la Vale mi riempiva della frase "Perchè fossilizzarsi con le solite coppie?" e bla bla bla (ovviamente lo dico con affetto, tesoro ;D) e, pur di non scrivere un capitolo in cui non accade nulla, ho deciso di far diventare la AntonioxLovino una LovinoxAntonio ;)

Grazie per aver letto e grazie per chi recensirà ^-^

Kiss

 

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Capitolo 8
*** Luglio ovvero Se la metti così, allora ci sto! ***


Si USA così

Luglio, ovvero "Se la metti così, allora ci sto!"

 

 

"Ma col cazzo che mi metto nudo e mi faccio pure fotografare!".

"Veee, ti prego, fratellone! Se tu dici no, chi poserà per la foto di Luglio?!".

"Non me ne può fregare di meno!" dichiarò Lovino mentre si cimentava nell'antica e 100% italica arte di arrotolare le linguine al pesto attorno alla forchetta. "Io le foto porno non le faccio, punto e basta!".

"Ti prego, non sappiamo dove sbattere la testa!".

"Lì c'è lo spigolo, accomodatevi!".

Feliciano sospirò sconsolato guardando la pasta nel suo piatto. Gli era passata la fame. Intanto Lovino borbottava.

"Un calendario! Tsk! Roba da pornodivi! Col cavolo! Nudo, con tutti che ti fotografano... Ma voi state male, ma proprio male male male! Così se lo appende in camera quel porco spagnolo e ci si fa le seg...".

Ad interrompere i suoi borbottii fu il campanello.

"E mo' chi cazzo è che viene a rompere i coglioni mentre pranziamo?!".

"Ve, vado a vedere!". Feliciano si alzò e andò alla porta. "Chi è?".

"Feliciano, sono io!".

"Ciao, Antonio!".

Per la serie “Parli del diavolo e spuntano le corna”, ecco a voi Antonio Hernàndez-Carriedo.

"NO, LO SPAGNOLO NO!" strillò Lovino fiondandosi alla porta e chiudendola con due mandate di chiave, chiavistello e catenaccio. Non avrebbe ceduto, non di nuovo, avrebbe venduto cara la pelle!

"Lovinito, mi amor, fammi entrare!”.

"Col cazzo!".

"E dai, mi querido, aprimi!".

"Ma te lo scordi proprio! Non ti ci voglio a casa mia! Vattene! Vaffanculo, maniaco!".

Mentre Lovino si cimentava, con pregevoli risultati, nell'imitazione di Gordon Ramsay e Antonio tentava di farsi accogliere nella dimora del suo Lovinito-Mi Querido-Amorcito, Feliciano volò al telefono e chiamò Alfred.

"Ve, Alfred?".

"Felì, ciao! Allora, hai convinto tuo fratello?".

"No, non vuole.”.

"Ahi, bel problema... Ma sento urlare: che succede?”.

No, nulla: Lovino sta litigando con il fratellone Antonio.".

Aspetta, hai detto Antonio? Ho un'idea che potrebbe funzionare! Ascoltami bene...".

"HO DETTO DI NO! E FOTTITI!".

Imprecando in romano, napoletano, pugliese, calabrese e siciliano, Lovino tornò a tavola e ricominciò a mangiare le linguine ignorando le preghiere e le lusinghe di Antonio.

Feliciano si risedette a tavola, si schiarì la voce e disse: “Ve, sai che anche il fratellone Antonio ha fatto la foto per il calendario? Lui ha fatto Giugno!”.

Chissenefotte!”.

La sua foto era proprio bella, sai?”.

Chissenefotte!”.

Era veramente sexy!”.

Lovino scoppiò a ridere sonoramente.

Antonio sexy?! Non ci credo nemmeno se lo vedo! A quello servirebbero minimo seicento plastiche per essere anche solo decente!” esclamò con voce perfida e tono altissimo per farsi sentire dallo spagnolo, che intanto lo supplicava di farlo entrare lasciando sulla porta unghiate stile Gatto Silvestro.

Non è vero: nella foto era stupendo! Proprio figo!”. Per cavarsi quei complimenti e pronunciarli con voce convincente, Feliciano ripensò alla prima volta in cui aveva visto Ludwig in costume da bagno.

Il meridionale alzò gli occhi verso il fratello. Aveva un'espressione truce e perplessa. “Ah, sul serio?”.

Sì, sì!” rispose Feliciano annuendo vigorosamente. “Uno spettacolo! Ve, stupendo! Proprio figo!”.

Lovino si alzò di scatto e sbatté un pugno sul tavolo.

Se è una cosa che riesce a fare quel bastardo di uno spagnolo deficiente, allora io la so fare diecimila volte meglio sicuro!”.

 

Fare leva sullo spirito agonistico di Lovino e sul suo amore per Antonio si era rivelata una mossa vincente. La mattina dopo il maggiore dei Vargas si presentò negli studios alle undici spaccate (ora in cui in estate di solito era ancora nel Magico Mondo di Sonnolandia) strillando: “Allora, vogliamo farla o no 'sta cazzo di foto di Luglio, che devo far vedere a tutti chi è il più figo del Mediterraneo?!”.

Il gentil richiamo fece accorrere tutto la troupe, che si congratulò con Feliciano per aver convinto il fratello a partecipare e lo celebrò con un brindisi a base di gazzosa.

Piantatela di cazzeggiare e andiamo a fare la foto!” esclamò Lovino. “Allora, come cacchio la devo fare?”.

Feliks ed Elizabeta scrutarono Lovino. Poi si guardarono e annuirono.

Vieni con me, per cortesia!”.

Dove cacchio vuoi andare?”.

In sala trucco!”.

Lovino scrutò diffidente Feliks. “Mmmmh... Non è che ci provi con me? Perché ti ammazzo, sa?!”.

Chi?! Io?!” replicò scandalizzato il polacco. “Per tua norma e regola sono felicemente fidanzato!”.

Il meridionale sogghignò. “Ammazza! E chi è il cecato folle tanto disperato da mettersi con te?”.

Ci volle l'intervento congiunto di Ivan e Alfred per impedire che Feliks linciasse Lovino.

CON LUI NON CI LAVORO!”.

E dai, Po, calmati! Non fare come hai fatto con Francis per la foto di Maggio!”.

Placata l'ira del polacco (due ore e seicento strilli dopo), si poté procedere con la benedetta foto. La troupe si spostò in una grande piscina nei dintorni affittata per l'occasione.

La facciamo qui?” chiese bruscamente Lovino uscendo dallo spogliatoio e guardandosi attorno Indossava soltanto un costume arancione con fiori hawaiani bianchi che finiva poco sopra al ginocchio. “Complimenti per l'originalità, polacco!”.

Kolkolkol... Veramente ho scelto io la location...”.

Bellissima! Fantastica! Meravigliosa! Dai, facciamo la foto, che prima iniziamo e prima finiamo e ce ne andiamo a pranzo!”.

Feliks borbottò un 'fifone' e Toris iniziò a gonfiare un materassino galleggiante. Ovviamente senza pompa.

Ve, Toris è diventato blu!” esclamò Feliciano dieci minuti dopo. “Che bello!”.

Mentre Yao faceva stendere un cianotico lituano servendogli acqua e zucchero per ripigliarsi e Alfred rideva senza ritegno alcuno chiamandolo 'Grande Puffo', Lovino si stese sul materassino, che fu mandato alla deriva.

E ora?” esclamò il meridionale dal centro della piscina.

Feliks afferrò un megafono. “Ora stendi una gamba!”.

Le ho già stese tutte e due, testa di cavolo!”.

Calmo, bello! Fanne pendolare una nell'acqua!”.

Ma è fredda!”.

Allora niente foto!”.

Mugugnando qualche parolaccia in siciliano stretto, Lovino eseguì. “Brrrrr! Vaffanculo, stupido polacco! E ora?”.

Ora... Testa gettata all'indietro, come se stessi tipo prendendo il sole! LIET!”.

E' fuori uso-aru!” rispose Yao facendo vento con un foglietto al lituano semisvenuto.

LIZ! Apri la tettoia!”.

Subito!”.

La tettoia della piscina si spalancò rivelando un sole caldo e luminoso.

Aaaah! Porca puttana, ho il sole negli occhi! Chiudete quel cazzo di tetto!”.

Feliks s'infilò un paio di occhiali da sole. “Adesso bagnati un po'!”.

Cosa?!”.

Prendi tipo un po' d'acqua e buttatela addosso!”.

Che palle che sei... Aaaaah, 'nto è freddaaa!”.

Vai, fratellone!” esclamò Feliciano sventolando un tricolore su cui aveva scritto a pennarello 'Lovino sei il più forte!'.

Appena ti prendo, brutto cerebroleso, ti ammazzo, a te e a quel demente del polacco!”.

Feliks si trattenne dall'entrare in piscina e affogare Lovino e fece un respiro profondo. “Adesso posati un braccio tipo sulla fronte!”.

Oh! Così mi paro dal sole! Bravo polacco: una ce l'hai presa!”. Lovino si posò un braccio sulla fronte. “Abbiamo finito?”.

No! L'altra mano...”.

Dove?”.

Feliks sogghignò.

Nel costume, prego.”.

FELIKS!” strillarono scandalizzati tutti i presenti.

Col cazzo! Così sembra che mi sto facendo una sega davanti a tutti! Io non voglio mica le denunce!”.

Lovino, c'è una signorina, quindi modera il linguaggio-aru!”.

Grazie, Yao, ma non preoccuparti: sono abituata alle volgarità maschili!”.

Allora, cioè, questa mano?”.

NO!”.

Veee, fratellone!”.

Volete una mano dall'eroe?!”.

Uno sparo assordante risuonò nell'ambiente. Lovino urlò e rischiò di cadere in acqua, Alfred si ritrovò in braccio a Ivan, Feliciano sguainò una bandierina bianca e iniziò a sventolarla chiamando a gran voce un certo Ludwig, Toris si ripigliò all'improvviso, Yao quasi ebbe un infarto ed Elizabeta, pronta alla pugna, sguainò la padella con fare guerresco che manco Prussia.

Basta urlare! Vi si sente fino in fondo all'isolato!”.

Una figura era apparsa davanti all'entrata e reggeva una pistola ancora fumante. Manco a dirlo era...

"Vash! Come ti è venuto in mente di metterti a sparare?! Mi hai fatto prendere un colpo-aru!" esclamò Yao cercando di riprendersi.

"Tranquillo, è caricata a salve.".

VASH, AMORE MIO!”. Feliks lanciò in aria megafono e occhiali e si gettò addosso allo svizzero baciandolo appassionatamente. Un fragoroso applauso coronato da boati e fischi si sollevò dal resto della troupe.

Cosa?!” esclamò Lovino mettendosi a sedere. “Ehi, capraro, per metterti con uno così devi essere proprio disperato! Ma d'altronde si sa, Dio li fa e poi li appaia!”.

Consumato il primo bacio in pubblico, Feliks gli chiese: “Che ci fai qui?”.

Avevo promesso di venire a prenderti, ricordi?”.

Ma che carucci!” commentò sogghignando Lovino. “E' così dolce che mi sta venendo una carie!”.

Sei solo invidioso!” rimbeccò Feliks. “Per colpa tua non abbiamo ancora finito! E' tipo l'una passata: a quest'ora dovremmo essere tipo tutti a casa a pranzare!”.

Vash sospirò. “Dai, Lovino, fatti fare la foto, così la facciamo finita.”.

No! Il tuo adoratissimo fidanzatino vuole che mi metta una mano nel costume! E' un'oscenità!”.

Feliks!”.

Il polacco ridacchiò. “Ahahaha! Eeeeh... Sai com'è, kochanie: l'arte, l'amore per l'arte...”.

Feliks...”.

Va bene, ho capito! Lovino, rimettiti in posizione! … Ok, ora... Fa' tipo in modo che la mano sposti tipo un po' in giù il costume: si deve tipo vedere l'anca! … Peeerfetto! Felì, a te!”.

*ZZZ... CLICK!*

Ok, ora vado! Ciaciao! Su, kochanie, andiamo! Cosa c'è per pranzo?”.

La fonduta, Feliks: te l'ho detto stamattina.”.

Ah, già! Che smemorato che sono!”.

 

Anche stavolta i responsi furono favorevoli e, vista la fatica con cui era stata scattata la foto, ci sarebbe mancato altro.

Alfred cancellò 'Luglio' dalla lista. “Ora c'è Agosto, quindi... Naaah! Ragazzi, guardate chi c'è!”.

Tutti lessero e stavano per scoppiare a ridere, ma la scintillante padella di Elizabeta stroncò la loro ilarità sul nascere.

Bene...”. La voce dell'ungherese era assatanata. “Benissimo...”.


Note di Vale:

*arriva canticchiando Forever young*

Finalmente ecco Luglio!

Dopo Antonio non poteva che esserci il nostro caro Lovino, che pare sia stato molto atteso da voi care puellae!

Che dire... Non mi fa impazzire. E' un capitolo carino, ma non è proprio il massimo, anche se Elfin dice che è stupendo (valla a capire, quella... XD).

Per Agosto avremo un capitolo particolarissimo (anche se non quanto Aprile), con un protagonista assai particolare e situazioni molto ambigue, fidatevi!

Hasta la vista!

*se ne va canticchiando Forever young*

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Capitolo 9
*** Agosto ovvero La più dolce e ispirata melodia ***


Si USA così

Agosto ovvero “La più dolce e ispirata melodia”

 

 

Era una notte buia e tempestosa. E non mi guardate così, stavolta è vero! Dicevo, era una notte buia e tempestosa a Vienna, in Austria, e Roderich si rigirava nel letto sognando di foto, calendari e prussiani albini.

Si muoveva inquieto fra le sue aristocratiche lenzuola, sudato e impaurito.

-Mh... No... Prussia! Mh... mh!

Un ipotetico qualcuno da fuori avrebbe potuto pensare a qualcosa di zozzo (e, ammettetelo, ci avete pensato anche voi!), ma chi poteva vedere Austria poteva vedere il suo volto sconvolto (eh eh! Ma quanto sono divertente! Questi giochi di parole fanno proprio per me!). Avrebbe avuto pietà di lui, sì, avrebbe avuto compassione! Ma Elizabetha, da brava ex mogliettina, guardava soltanto, aspettando il momento in cui avrebbe potuto ingannare Roderich in maniera vile, subdola, crudele, schifosa, perfid... Ahi! Ungheria! Che vuoi? E' la verità! Ma guarda questa... ma... ma va' a morì ammazzata, va'!

Dicevo? Ah, sì, aspettava il momento, ecco.

-Tra poco si sveglierà e io lo costringerò a collaborare...

Sogghignando in perfetto stile Gollum, la donna si avvicinò al lettone dell'ex-marito.

-Pruss... AH!

Austria spalancò gli occhi, stringendo convulsivamente le coperte. Guardò Elizabetha che aveva il viso più preoccupato del secolo (FALSOOOONA!).

-Oh, Rod, cosa è successo?

-Ah, Ungheria, sei tu... Ma... Ma che fai?

La giuovincella si gettò fra le braccia del poverac- della nazione e cominciò a guardarlo sbattendo le luuuuunghe ciglia alla Feliks-mode.

-Mi dispiace disturbarti...

Roderich sentì improvvisamente caldo e, quando lei gli poggiò il viso sul petto, arrossì.

-E... Eliz...

-Amore mio, ho bisogno del tuo immediato aiuto!

-Tu?

-Sì, Rod!

-...Tu?

-Sì.

-Davvero?

-Mh mh.

-Sicura?

-Sì!

-Ma proprio certissima?

-Per la miseria, SI'!

Austria si ritrovò una padella a pochi centimetri dal viso. Ungheria mandò a quel paese ogni pazienza e ogni riserbo.

-Se ti dico che ho bisogno di te, E' COSI' E BASTA.

Roderich annuì piano basito. Ungheria abbassò la padella, sospirando. La realtà era che aveva un piano, al di là del calendario, un piano che coinvolgeva anche il nostro Magnifico Cinquemetrino Prussia. La ragazza chiuse gli occhi, ritrovando la quiete che prima aveva abbandonato.

-Roderich...

L'altro si ricompose, tentando di non sembrare minimamente sorpreso e agitato.

-Sì?

-Appena avrò la tua promessa solenne che mi aiuterai ti porterò del tè. Vedrai che tutto andrà bene. Io e alcuni miei amici stiamo facendo un calendario di beneficenza e ci servirebbe il tuo aiuto. Non sappiamo a chi rivolgerci e se non consegneremo il calendario entro poco non potremmo aiutare quelle povere ragazze in difficoltà, affette da cecità!

-Cecità?!

-Esattamente. Ti prego, Roderich, Austria!

Ungheria abbassò il capo.

-Puoi comprendere il mio nervosismo e la mia profonda inquietudine...

-Cosa dovrei fare esattamente?

-Posare, semplicemente posare per una innocentissima foto. Non chiedo altro. Col pianoforte.

Lui ci pensò un attimo su. In fondo a tutta la copertina da aristocratico perfetto, Austria aveva sempre avuto un buon cuore, sebbene spesso volesse nasconderlo. Sospirò: come poteva rifiutarsi?

-Va bene.

Ungheria sorrise, posando definitivamente la padella.

-Davvero?

-Sì.

-Grazie!

La ragazza gli si gettò nuovamente al collo. Gli diede un bacio sulla fronte e poi si alzò.

-Vado a preparare un tè.

-Sì.

Ungheria volò fuori dalla camera. Austria si grattò la testa perplesso: quella non era la solita Elizabetha. Forse le erano venute le “sue cose”. Forse.

In ogni caso, si sentì soddisfatto di se stesso: stava per compiere un'opera buona, in fondo, per un calendario di beneficenza.

Povera anima aristocraticamente pia.

 

-C... COSA DOVREI FARE?!

L'urlo ben poco aristocratico di Austria si sentì fino in Nuova Zelanda.

-Calma, calma, dovrai semplicemente posare per una foto sexy!

-E io sono tipo il make-up artist!

Austria si guardò intorno, sperando di venire salvato da Ungheria, che era andata a sbrigare, a detta sua, una qualche urgente commissione.

-Ma... ma io...

-Non ti preoccupare, Austria! Ti farò diventare tipo totalmente sexy! LIET!

Lituania afferrò Austria per le spalle, mentre Ivan dietro di lui emanava una strana aura a fiorellini. Così, Roderich fu portato all'interno dell'infimo camerino.

Più volte si vide la porta aprirsi e Austria uscirne per le mani per poi essere trascinato nuovamente dentro, si sentirono urla e botti. Ma alla fine, Polonia vince sempre, si sa, e così, dopo venti minuti, Austria uscì. Nello stesso momento in cui Elizabetha tornò.

La sua padella gocciolava sangue e il suo sguardo omicida avrebbe potuto spaventare addirittura Ivan. Con la mano sinistra aveva afferrato la povera testa di un Magnifico Essere chiamato Gilbert.

-Finalmente ce l'ho fat... ODDIO! AUSTRIA, SEI TU?

Quello la guardò non sapendo se essere sollevato o decisamente irritato.

Gilbert alzò il capo e diventò rosso paonazzo. Poi iniziò a ridere a crepapelle.

-AHAHAH! IL PESACULONE, AHAH! MA COME SEI CONCIATO?! AHAHAHAHAH!

Ungheria provvide a massacrarLo -nuovamente- e poi si avvicinò all'ex-marito con le mani giunte al petto e gli occhi brillanti.

-Sapevo che nascondevi tutta questa bella rob... volevo dire, sei fantastico!

Austria si incupì.

-Grazie.

Feliks sorrise.

-Bene, adesso Feliciano provvederà tipo alla foto.

L'italiano aveva appena finito di mangiare la pasta che aveva cucinato con i fornelli gentilmente offerti da Yao, che si era preso una lieve influenza.

Austria guardò la scena. C'era un pianoforte e sopra di esso degli spartiti. Era tutto arredato molto elegantemente e con gusto: gli sembrava quasi di essere a casa sua.

Venne spinto dentro da Feliks che si mise poi indietro insieme a Lituania, che tentava di evitare le palpatine di Ivan, che quel giorno sembrava particolarmente ingrifato ispirato.

-Cosa devo fare?

-Allora... devi tipo prendere quegli spartiti...

-Mh...

-Sdraiarti sul pianoforte lasciando tipo cadere la testa all'indietro verso di noi...

-Così?

-Sì, poi... TOGLITI GLI OCCHIALI. Oh. Ecco. Adesso devi tipo mettere la mano con gli spartiti vicino alla testa, con tipo un fare totalmente tragico e al contempo affascinante.

Austria eseguì.

-AHAHAH! COSI' SEMBRI PROPRIO LO SCEMO CHE SEI! E NUDO PER GIUNTA!

Gilbert fu nuovamente calciorotato da Elizabetha. Il suo grande maestro, Chuck Norris, è molto fiero di lei, sapete?

-Austria, non pensavo venissi così bene!

Alfred rise allegramente: sinceramente, non avrebbe mai creduto che Roderich sarebbe potuto mai diventare figo come in quell'istante in cui, spettinato, stava su quel pianoforte. Il calendario sarebbe stato proprio un grandissimo successo, non c'era più alcun dubbio. Insomma, avevano superato la metà, cavolo: erano ad agosto! Si sfregò le mani soddisfatto. Grazie a quella genialata aveva addirittura scoperto che Arthur aveva una cotta per lui! Ahah, se non fosse stato per quel maledetto francese, a questo punto poteva tranquillamente stare a letto con il suo inglesuccio a sorseggiare scotch.

-Oh, Alfred!

-Sì, Arthur?

-Alfred, quanto ti amo!

-ALFRED?

America si riprese a causa di una padellata di Ungheria. Anche lei quel giorno sembrava molto ispirata.

-A che stavi pensando?

-No no, nothing.

Peccato fosse solo un sogno. Oh, ma l'avrebbe reso reale, oh, sììì, MUAHAHAH! Uh? E questa risata da supercattivo? Da dove era uscita? AH, NO, NON POTEVA TRASFORMARSI IN UN SUPERCATTIVO, IL MONDO AVEVA ANCORA BISOGNO DI SUPER-USA!

No, non è vero che ne faremmo a meno. Lettrici, non distruggete i sogni di un povero mentecatto perdente, dategli almeno il gusto di immaginare, su. Quanto siete crude... no, non sto facendo tutto da sola. No. No. Vi ho detto di no: siete voi che mi state parlando e io vi sto rispondendo. Che significa che io sto scrivendo prima della pubblicazione del capitolo e che quindi voi non c'eravate? Che significa? Io leggo nelle vostre piccole menti perverse!

In ogni caso, mi fate tornare al capitolo ora? Grazie. Ehi, chi mi ha tirato questo pomodoro?!

Bzzz Click!

Ecco, ecco, hanno anche fatto la foto e io mi sono persa tutto. GRAZIE, VERAMENTE. Tsè!

-Adesso mandiamo alle opinioniste...

-Tanto diranno la verità... CHE NON E' MAGNIFICO QUANTO ME! AHAHAHAHAH! UGH!

-Sta' zitto, deficiente.

Roderich guardò interessato il computer, coprendosi e tentando di non dare dell'occhio. Perchè l'aveva fatto? Perchè? Nello stesso momento in cui Prussia era entrato, si era convinto che lo doveva fare. Orgoglio? Voglia di fargli vedere quanto vale anche sotto quel punto di vista?

-Ve, guarda quanti complimenti Austria!

Il ragazzo si chinò in avanti, mettendosi gli occhiali e leggendo ciò che c'era scritto. A parte il primo “Passabile”, tutti gli altri erano commenti entusiasti: addirittura Seychelles diceva -e citiamo testualmente- “Per qualche strana ragione, ho capito subito che era Austria: forse tutto questo fascino lo ha sempre avuto, anche quando sta al piano e tenta di fare il nobile spocchioso e con la puzza sotto al naso. Una trasformazione che non è una trasformazione, una materia prima a dir poco fantastica e, che dire, sogni erotici per mesi ;D Bravo, Austria, bravo *ç*”

Roderich arrossì, guardando di sottecchi Gilbert il Quale, al sommo del Suo Magnifico stupore, stava con la bocca Magnificamente aperta.

-Mein Gott... Certo che si accontentato di poco, queste qui.

SBAM!

Una nuova padellata raggiunse il bel volto prussiano.

-E tu devi stare zitto! ZITTO! Austria è un bellissimo uomo e tutti se ne sono accorti! Non a caso...

Ungheria sorrise, gonfiando il petto fiera.

-... Non a caso è stato mio marito. E ora, se non ti dispiace, noi andiamo a mangiare. Yao sta in cucina e non può uscire a causa del raffreddore (qua può prendere freddo), perciò, ADDIO.

Ungheria fece uscire tutti quanti, spingendoli delicatamente con mano e padella. Austria li guardò andarsene, per poi notare che lo stavano lasciando lì con Gilbert.

-Ehi, aspetta...

Bum! Click! Click! Click!

Roderich sbiancò e Gilbert sbarrò gli occhi.

-Ci hanno chiuso...

-...A chiave.

I due si guardarono esterrefatti. Li avevano dimenticati o l'avevano fatto apposta?

 

-Ve, giochiamo a qualcosa!

-Sì, non l'abbiamo tipo mai fatto prima!

Yao sorrise.

-Mi sembra un'ottima idea-aru.

Ungheria si mosse sulla sedia contenta all'idea e Alfred si alzò.

-Propongo obbligo o verità!

Ivan guardò Lituania.

-Io volevo fare il gioco della bottiglia... i due nominati vanno in quello stanzino e non ne escono per moooolto tempo.

Toris lo guardò tremando, avvicinandosi un po' agli altri.

-Ve, io sono d'accordo con Alfred: mi sembra un'ottima idea.

-Allora, potete scegliere fra obbligo o verità. Se scegliete obbligo dovrete fare una qualche punizione scelta da me, l'eroe.

Tutti sospirarono.

-Oh, beh, allora...

-ALLORA LA SCELGA RUSSIA.

Ivan sorrise, mentre una strana aura si creava intorno a lui. Tutti tremarono.

-Se scegliete verità ci dovete dire una cosa che nessun altro sa su di voi. NESSUN ALTRO. Ok?

I presenti annuirono.

-Bene, partiamo da me per poi andare verso sinistra.

Alzò la mano destra.

-Cominciamo. Scelgo verità!

Feliks aprì il suo taccuino sotto alla tavola. Uh uh, quanti segreti avrebbe scoperto!

-Una cosa che non ho mai detto a nessuno... una cosa che non ho mai detto a nessuno e che nessuno sa... Vediamo... Va bene se... Oh, no, non posso confessarlo!

Ivan e Feliks gli si avvicinarono minacciosi.

-Dicci dicci, dai, fidati!

-Ecco.

Alfred si grattò la testa. Anche se aveva scelto lui il gioco, non aveva pensato che sarebbe potuto essere imbarazzante anche per lui.

-Ho... due nei... nell'interno della coscia destra.

Tutti lo guardarono.

-E con ciò?

-E' ORRIBILE!

-Sì...

Lo sapevano: Alfred non poteva avere un segreto serio. Mph, ma figuriamoci, era Alfred F.(arlocco) Jones, tutto quello che pensava lo diceva e tutto quello che faceva veniva sbandierato ai quattro venti dal diretto interessato.

Sto mangiando!

Sto respirando!

Sto facendo la cacca!

Insomma, non era precisamente un esempio di riservatezza.

-E ora, alla mia sinistra, Yao!

-Sono alla tua destra-aru.

-Eh?

Cina sospirò.

-Niente-aru. Io scelgo obbli...

Ivan ridacchiò.

-Verità. Scelgo verità-aru.

-Kolkolkolkol. Sicurooo? Non stavi per dire “obbligo”?

-Che? Noooo! Ho detto verità, ahah! Veramente-aru.

-Dicci qualcosa, veee!

L'orientale annuì, pensando. Una cosa che non aveva mai detto a nessuno. Una cosa che non aveva mai detto a nessuno.

-Non so cosa dire-aru. Fatemi una domanda!

Feliciano si mise a pensare, poi alzò la mano.

-Sì?

-PASTAAAAAAAA!

Un silenzio glaciale attraversò la stanza.

-La faccio tipo io la domanda. SERIAMENTE.

Yao rabbrividì.

-Dicci, CINA, davvero hai semplicemente trovato Giappone?

-... Che intendi dire-aru?

-Non è che è tipo... TUO FIGLIO o qualcosa del genere?

Cina si mise a ridere.

-AHAHAHAH! Oh.

Si ricompose.

-Ma che stai dicendo-aru? Mio figlio? E con chi-aru?

Alfred sbuffò ridendo.

-Ma cosa ti viene in mente, Feliks? Chi se lo prende Yao?

-Esattame... E CON QUESTO COSA VORRESTI DIRE-ARU?

-Ora, Feliciano!

-EHI, NON MI IGNORARE-ARU!

-Veeee, verità anch'io! Il mio segreto segretissimo segretissimissimo è...

Tutti si chinarono verso l'italiano attendendo con ansia la rivelazione.

-In realtà io... ho tradito il mio paese.

-...Eh?!

-Lo ammetto: ho cucinato pasta con wrustel e crauti per Germania! Veeee, spero che il mio fratellone non venga a saperlo! Che paura!

Elizabetha assottigliò gli occhi.

-Tutto qui?

-Veee, ma è terribile!

-Ma qui nessuno ha un segreto interessante?

-Io ne ho tanti tipo totalmente interessanti.

Feliks si alzò, mentre Ungheria sbatteva una mano sul tavolo, improvvisamente molto interessata.

-Dicceli!

-No, perchè scelgo obbligo, AH. AH. SENTITO, RUSSIA, NON HO TIPO ALCUNA PAURA DI TE!

Tutti i presenti sobbalzarono stupiti e fra le lettrici si alzò un brusio di stupore. Ivan sorrise.

-Kolkolkolkol.

-Allora, dimmi tipo cosa devo fare.

Il russo si alzò e, preso Feliks per le mutande (rosa con i cuoricini fucsia) lo appese a un attaccapanni.

-Ehi!

Ivan si rimise al proprio posto, mettendo una mano sulla gamba di Lituania, il quale tentò di non farsi notare.

-Toris, tocca a te, dai!

-Mmmh, ecco... verità... mmmmh... io...

Improvvisamente il rumore di un gong fece sobbalzare la nostra compagnia. Yao afferrò il cellulare.

-Ma chi... Pronto? Corea? Cosa? Perchè dovrei mettere il vivavoce-aru? Uff, va bene.

Lituania si guardò un attimo intorno, profondamente imbarazzato.

-Vediamo... mmmmh... eeeeeeeeh...

-SEXY LADY! Ok, ora posso andare. Ciao!

Tu tu tu tu.

Alfred guardò Yao esterrefatto.

-Corea aveva chiamato solo per questo?

-A quanto pare-aru...

L'americano alzò le mani.

-E' parente tuo, mica mio. E meno male, aggiungerei.

ODDEI, RAGAZZE, ALFRED STA CRESCENDO! HA CAPITO CHE LA BATTUTA DI COREA ERA UNA CRETINATA! Vi prego, un applauso ci sta bene.

-Comunque, forza Toris!

Elizabetha sorrise incoraggiante.

-Mi... mi piace quando... ogni tanto... io e Russia dormiamo insieme. Ecco.

Ivan sorrise mentre nuovamente intorno a lui si riempiva di fiorellini.

Ungheria giunse le mani.

-Ma che cariiiiiniiii. E tu, Russia?

-Io scelgo obbligo, da!

-Ma ti dovrai fare la penitenza da solo!

Ivan, con tutta la calma del mondo, mise le mani sopra le spalle di Lituania.

-La mia penitenza sarà quella di chiudermi in quello stanzino con Lituania. Kolkolkolkol.

-CHEEEE?!?

Alfred, Elizabetha, Feliks, Feliciano e Yao videro Ivan prendere in braccio Toris e portarlo nello stanzino per chiudere tutto.

-...Oooook. Elizabetha? Tocca a te.

-Visto che il nostro giudice russo se n'è andato e NON VOGLIO DISTURBARLO...

Ungheria fece una faccia da vera fangirl, sorridendo maliziosa.

-...Scelgo verità. Ma sinceramente non so cosa dirvi, fate anche a me una domanda.

-Va bene-aru.

Feliks improvvisamente, dall'attaccapanni, sorrise scaltramente.

-Dicci, signorina Hérdévary, come mai hai lasciato Austria e Prussia su da soli?

Lei arrossì.

-Cosa?

-Ma sì, sai di che sto parlando... Tu tipo odi Prussia, no? Quindi perchè li hai lasciati tipo apposta su insieme e hai tipo chiuso la porta a chiave?

-Ecco, io...

Ungheria si guardò un attimo intorno, persa.

-Credo di... doverlo ammettere, ormai... io... io... SONO UNA FAN DELLA PRUAUS!!

Alfred quasi si strozzò con la propria stessa saliva, Feliciano svenne, Ivan e Toris uscirono dallo stanzino a bocca aperta, Yao impallidì e Feliks sorrise.

-Lo sospettavo da tempo, signori.

Si agitò come un tarantolato per poi cadere dall'attaccapanni e rimettendosi le mutande a posto.

-E come facevi a saperlo?

-Mph.

Feliks si disegnò dei baffi alla Poirot su delle dita della mano destra per poi mettersi quelle stesse dita sotto al naso, fingendo così di avere dei baffi.

-Vedete, signori, era da molti mesi, ormai, che ero a conoscenza di un traffico illegale di Doujinshi PruAus di rarissima qualità.

Elizabetha si strinse la gonna.

-Attraverso numerosi spionaggi e non poche deduzioni, sono riuscito a risalire ALLA SIGNORINA HERDEVARY! Non è forse vero? Lei, signorina, ha spacciato doujinshi PruAus NC17, facendosi pagare molto bene e tentando di occultare il tutto facendo ricadere la colpa sul mio povero bellissimo amore Svizzera. Non è forse così?

Feliks puntò una lampada sulla faccia di Ungheria, la quale sussurrò un solo monosillabo: “Sì”.

Il silenzio calò nella stanza, mentre una palla di fieno la attraversava.

-Le mie scelluline grigie mi hanno permesso di giungere quindi alla seguente conclusione: lei, signorina Hérdévary, desiderava che il suo ex-marito e il suo peggior nemico si mettessero insieme!

-Ve, ma perchè?

Ungheria si alzò.

-Perchè amo svisceralmente la PruAus: è la mia OTP! Loro due sono troppo perfetti insieme, possibile che non lo capiate? Anche quando ero sposata con Austria, ho sempre pensato che nutrisse una segreta attrazione per Prussia. E chi sono io per ostacolare il loro amore? Io li ho chiusi sopra nella speranza che finalmente si dichiarino e sarebbe stato tutto perfetto se un polacco ficcanaso non avesse rovinato tutto!

Feliks sorrise accondiscendente.

-Capisce, signorina Hérdévary, di aver fatto un grosso errore a sottovalutarmi. Ma va bene così, va bene che Prussia e Austria stiano chiusi lì sopra...

Tutti si girarono stupiti verso Feliks.

-...Perchè anch'io amo svisceralmente la PruAus.

-Ooooooooh!

Un boato di stupore si alzò da tutti i presenti. Elizabetha sorrise commossa.

-Allora puoi capire la bellezza suprema di questa coppia! Io l'ho sempre tenuto nascosto a causa del mio ruolo nell'anime, ma... ma... è insostenibile per me questa situazione, ormai. Ho pensato di poter approfittare del calendario per procurarmi vantaggio, per lo meno la soddisfazione di vedere finalmente quei due che si dichiarano il loro amore reciproco!

-Vero?

Feliks si tolse i finti baffi e si lanciò verso Elizabetha.

-ANCH'IO NE SONO TIPO TOTALMENTE CONVINTO!

-Waaaaa!

-Waaaaa!

Tanti cuoricini spuntarono intorno ai due che, sorridendo ebeti, parlavano della loro coppia preferita.

Ivan alzò un sopracciglio e, ripreso Toris per la vita e baciandolo appassionatamente, lo ritirò dentro lo stanzino.

L'italiano e l'americano annuirono insieme.

-Sii mio alleato in questa guerra, Feliciano!

-Sì!

Alfred prese in braccio Feliciano, che diede un calcio ai due PruAussiani, poi si lanciò verso la porta. L'italiano si girò, giusto in tempo per vedere Feliks e Elizabetha che afferravano il piede di Alfred e lo trascinavano giù.

-ALFRED!

-VAI, FELI! VAI, SALVA L'UNIVERSO! SOLO, ESAUDISCI IL MIO ULTIMO DESIDERIO.

-QUALUNQUE COSA.

-DI' AD ARTHUR CHE LO AMO, OK?

-... Mi dispiace, ve, sono un fan della FrUK.

-... COSA? TRADITORE! SONO CIRCONDATO DA TRADITORI! PRIMA FELIKS E ORA TU!

L'americano fu risucchiato nell'oscurità, ma Feliciano non si perse d'animo. Anche solo per curiosità, anche solo per vedere se Elizabetha e Feliks avevano ragione, voleva aprire quella porta e guardare con i propri occhi il frutto del piano di Elizabetha.

 

Roderich alzò la testa.

-Cos'è questo trambusto?

Gilbert, mettendoSi un po' su col busto, guardò verso la porta con i capelli spettinati.

-Uh, ma stanno tornando? Che penseranno se mi vedono nudo con te addosso, Prussia?

-Probabilmente che ti ho graziato con la Mia Magnificenza.

Austria Lo guardò male.

-Non mi sembrava che mi schifassi tanto dieci secondi fa.

-Se vuoi, posso tranquillamente tornare a non schifarti.

Gli prese il capo e lo baciò, riportandolo sdraiato sul divano e continuando ad accarezzargli le spalle e il busto. Austria lo allontanò.

-Non possiamo continuare: staranno per entrare! E se ci vedono?

-Tu lasciali vedere, no?

Prussia Si avvicinò nuovamente.

-Ma neanche per sogno! GILBERT, LASCIAMI!

Roderich si alzò.

-Uffa! Dovresti essermi grato!

-Se se. Oh, eccoli!

Feliciano, Elizabetha e Feliks spaccarono la porta e caddero a terra.

-Uh...

I tre si massaggiarono i corpi doloranti, poi guardarono le altre due nazioni. Austria si nascose in camerino, mentre Gilbert si metteva in una Magnifica posa figa sorridendo malizioso.

-Che avete da guardare? Sì, sono Magnifico, lo so.

-AH AH!

Feliks lo indicò.

-SEI TIPO A TORSO NUDO! LO SAPEVO! DIMMI COSA AVETE COMBINATO!

-Niente, sono stato un seme fantastico, come volevasi dimostrare.

Austria si mise a ridere in maniera vergognosa dal camerino.

-CHE TI RIDI?

-Nulla, Prussia, nulla.

Feliciano guardò Gilbert poi la stanza dove doveva esserci Roderich e sbarrò lo sguardo: non ci avrebbe mai creduto! Mai! E invece...

Elizabetha si sfregò le mani soddisfatta, poi prese la padella.

-Beh, PRUSSIA!

-Oh oh.

Feliks sbuffò. Quella non avrebbe mai fatto il suo coming out al mondo di vera fan della PruAus.

Ma in fondo andava bene così. L'equilibrio dell'anime doveva rimanere tale, altrimenti tutto il lavoro dell'autore sarebbe andato perso. Elizabetha doveva continuare a ostacolare Gilbert e Gilbert doveva continuare a ostacolare Elizabetha. E Roderich doveva continuare a suonare il piano come un vero Aristogatto, con dolci e ispirate melodie.

Perla di saggezza di Feliks Łukasiewicz.

 

Note di Elfin

Ammetto una cosa, signorE e signorE, e cioè che questo capitolo mi ha fatto crepare: sinceramente, ci ho messo moltissimo a scriverlo perchè non sapevo cosa farci accadere. E' forse il secondo più lungo, infatti ha 12 pagine. Spero siano volate ;)

Voglio condividere un piccolo pensiero con voi. Vedete, sono da poco tornata dall'Inghilterra, dove ho evitato la pasta come la morte (I TORTELLINI COTTI IN FORNO E CONDITI CON CREMA DI FORMAGGIO E AL POSTO DEL SUGO IL KETCHUP ME LA DEVONO SPIEGARE) e, quando sono tornata qui in Italia a mezzanotte passate, la prima cosa che ho mangiato è stato un piatto di pasta. Non mi ero mai resa conto di quanto fosse buona. Ha ragione Feliciano. Ho sentito come piccole bolle di allegria che mi scoppiavano in corpo e improvvisamente mi è venuta voglia di ridere XD Ero stata per giorni muta e senza troppe forze -veramente, ero grigia- perchè, detto fra noi, il cibo inglese è davvero triste e non scherzo, ma ora... Mi sento come se fossi rinata :D Può essere esagerato, ma è così, perciò, LODE ALLA PASTA!

Kiss

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Capitolo 10
*** Settembre ovvero Gli scottanti segreti di un tedesco perbene ***


Si USA così

Settembre ovvero

Gli scottanti segreti di un tedesco perbene!”

 

Alfred sbatté un pugno sul tavolo.

"Signori, questa sarà una battaglia." dichiarò con voce seria. "Una battaglia molto dura e difficile, e non vi nascondo che qualcuno potrebbe rimetterci la sanità mentale. Soffrirete, penerete, patirete dolori che non avete mai neanche immaginato e...".

"E basta, Alfred!" esclamò Elizabeta. "Passa al dunque senza troppi preamboli: sappiamo che sarà dura!".

"Ok! Come facciamo a convincere Ludwig a posare per la foto di Settembre?".

"Ricattiamolo!" propose Feliks con fare entusiasta. "Io so che ha tipo un sacco di riviste oscene e una libreria piena di film porno!".

"E' una cosa che sanno tutti, ormai!" commentò Toris.

"Peccato, cioè, poteva essere...".

*Driiin! Driiin!*

"Scusate, mi squilla il cellulare!". Feliks si alzò e uscì.

"Pronto? Amore mio, sei tu!".

"Ancora?! Ma è la terza volta che lo chiama nell'arco di due ore-aru!".

"Sì, sì, tutto ok, tranquillo! ... No, sono in riunione con la troupe: stiamo tipo studiando un modo per convincere quel bellimbusto del tedesco a posare per Settembre! Ehi, ma tu lo sai che Ludwig ha tipo una marea di riviste oscene e DVD porno? ... Cioè, ma come non lo sapevi?! Ma dai, Vash, lo sanno totalmente tutti! ... Be', ora lo sai! ... Sì, hai ragione: è incredibile che un tipo così rigido e serio abbia certi hobby!".

"Feliks, taglia!" esclamò Elizabeta.

"Ora devo andare, kochanie, mi chiamano! Ci sentiamo dopo, ok? Ok, ciaciao, ti amo tanto!". Feliks attaccò e tornò seduto. "Allora, dicevamo?".

"Dicevamo che ormai tutti sanno del 'vizietto' di Ludwig, quindi ricattarlo è inutile-aru.".

Toris sospirò. "E dire che pensavamo che con Vash sarebbe stata dura! Adesso sì che arriva la parte difficile!".

Alfred sbatté sul tavolo un pugno che li fece saltare tutti.

"Che vi prende, gente?! Abbiamo convinto Kiku, Vash e Lovino a posare per una foto sexy, abbiamo trasformato Arthur, Roderich e Matthew in tre strafighi, abbiamo aiutato Feliks a coronare il suo sogno d'amore e ci arrendiamo così?! Tirate fuori la grinta: forza e coraggio!".

"Sì!" esclamarono tutti decisamente rinfrancati.

"Così vi voglio, carichi e grintosi! Non possiamo cedere di fronte ad un tedesco qualunque!".

Mentre le autrici e la troupe cercavano di capire quanto cieco potesse essere Alfred per definire Ludwig 'un tedesco qualunque' Ivan, rimasto per fortuna sua incolume, si guardò attorno. "Ragazzi, io non vedo Feliciano! Dove sarà andato?".

"A slurparsi i bignè che ho portato per il dopopranzo, ecco dove!". Yao si alzò e si diresse verso la cucina. "Voi intanto cercatelo! Se lo prendo stavolta mi sente-aru!".

 

Il cinese aveva toppato in pieno.

Feliciano non era né in cucina a fare una strippata di dolci né da nessun'altra parte del quartier generale.

Era bensì sulla via per andare a casa di Ludwig.

E stava andando lì perché aveva un piano.

Un piano infallibile con cui far posare Ludwig per il calendario, un piano che solo lui poteva attuare.

Ok, non era un piano molto leale. Anzi, non lo era manco per niente. Ma era per una buona causa e, come diceva il fratellone Francis, il fine giustifica sempre i mezzi. Certo, Francis usava quel proverbio quando veniva beccato a spiare dalla finestra Arthur che si faceva la doccia, ma questi sono dettagli che non importano a nessuno.

Arrivato a casa di Ludwig, Feliciano tirò fuori le chiavi (gentilmente fornitegli da Gilbert, il quale giammai avrebbe saputo dire no al suo adoratissimo Ita-chan) ed entrò con l'espressione (finta) più triste e abbattuta del globo terracqueo.

"Feliciano, che hai?" gli chiese Ludwig alzando gli occhi dal libro.

Ma come?! direte voi. Nessuna reazione di stupore?! Nessun salto?! Nessun "Cosa ci fai a casa mia, come sei entrato, chi cavolo ti ha dato le chiavi"?!

Dettagli! vi rispondo. Quando si ha a che fare con Feliciano Vargas è meglio non porsi certe domande!

Comunque, tornando a bomba...

L'italiano sospirò sedendosi accanto a lui. "Ve, non è nulla...".

"Dai, hai un'espressione terrificante. Che succede?".

Feliciano sospirò ancora. "No, è che... Ho un problemino.".

Tanto per cambiare, pensò Ludwig bonariamente. "Cioè?".

"E' che... Io e Feliks stiamo facendo una cosa, ma nessuno vuole aiutarci perché tutti dicono che è una stupidaggine e una perdita di tempo e da soli non riusciamo a finirla.".

Ludwig si mise in allerta. Il nome 'Feliks' il più delle volte era sinonimo di 'grattacapi a non finire'. "Cosa state architettando, tu e quel pazzoide?".

"Veee, non dire così! Non stiamo facendo nulla di male, è una cosa innocua!". Feliciano lo abbracciò. "Ci aiuti? Ti preeegoo!".

 

"E' qui?".

"Ve, sì!".

Feliciano lo aveva portato in un grande capannone dismesso e apparentemente deserto.

"Ve, entriamo!".

Ludwig entrò e si guardò attorno.

Era un grande stanzone con sei sette sedie e parecchi fari tipo studio cinematografico. Non c'era nessuno.

"Allora, Feliciano, in cosa dovrei aiutarvi?".

"Ve, intanto levati la giacca e vieni con me!".

Lo seguì in un'altra stanza. C'era una scrivania carica di tubetti, barattoli e vasetti contenenti roba ignota (il nostro Ludwig non era esattamente un esperto conoscitore del mondo della cosmesi), due sedie una di fronte all'altra, un grande specchio con la cornice decorata da lampadine e un grandissimo armadio chiuso.

Feliciano chiuse la porta. "Ve, adesso levati la maglia e i pantaloni!".

"E perché mai?".

"Perché ti serve la divisa! Intanto spogliati: io vado a prendertela!". Uscì, chiuse la porta a chiave con tre mandate e corse dagli altri in sala riunioni.

"Ragazzi! Ve, ragazzi!".

"Feliciano! Dov'eri finito? Ti abbiamo cercato dappertutto-aru!".

"Venite con me, ho una sorpresa!".

Lo seguirono in sala pose.

"Ve, ascoltate!".

E si vide la porta della sala trucco scuotersi e si sentì una voce da dentro esclamare: "Feliciano, perché hai chiuso la porta a chiave?! Che scherzo è questo?! Ti avverto che non è affatto divertente!".

Alfred sbarrò gli occhi. "Ludwig?!".

"Cioè, ma come diavolo hai fatto?!".

L'italiano sorrise. "E' stato semplice!".

"Allora non sei da solo: hai dei complici! Da te non me l'aspettavo, mi hai deluso!".

"Ve, ora entriamo! Alfred, devi tenere ferma Lizzie!".

"Perché?".

"Fallo e fidati!".

 

"KYAAAAAA! MIO, MIOOOOOO!".

"LIZZIE, FERMA! CALMATI! IVAN, AIUTAMI A TENERLA!".

"Ci sto provando, da!".

"Cioè, ma portatela via!".

"E' una parola!".

Dopo un'ora di tentativi Alfred e Ivan riuscirono a trascinare Elizabeta fuori dalla sala trucco e a chiuderla a chiave nello scantinato mentre Ludwig si era messo in un angolo brandendo una sedia.

Non perché avesse paura, eh, ma prevenire è sempre meglio che curare.

Comunque... Sbrigato quel rognoso affare si poté procedere.

"Cosa volete da me?!" esclamò il tedesco senza mollare la sedia. "Parlate!".

"Una foto!" rispose Feliciano entusiasta. "Per il nostro calendario di beneficenza!".

Ludwig sbarrò gli occhi. "Calendario... di beneficenza?".

"Ve, esatto! Cosa pensavi che fosse?".

"Be', se è per beneficenza se ne può discutere. Che genere di foto dovrei fare?".

"Una foto sexy!".

"NO!".

Feliks sogghignò. "Ludwig, non fare il santo: sappiamo che non lo sei. Sappiamo del tuo vizietto.".

"Quale vizietto?! Non so di cosa tu stia parlando!".

Il polacco iniziò a camminare su e giù per la stanza.

"Sto parlando della tua collezione di Playboy, della tua collezione di Penthouse, della tua raccolta completa di film di Tinto Brass, della tua raccolta di doujinshi R18 che hai chiesto in prestito al tuo amico Kiku e che non gli hai mai restituito, del tuo abbonamento a tutti i migliori manga hentai, del tuo abbonamento ai migliori canali pornografici disponibili su scala non nazionale ma mondiale, del tuo abbonamento a YouPorn e della tua collezione di stampe di carattere erotico.". Si fermò e osservò Ludwig con un sorriso malefico.

"E' di questo che sto parlando.".

Il tedesco si ritrovò senza sapere cosa dire.

"Ma come fai a sapere tutti questi dettagli-aru?!".

Feliks fece una lieve risatina Evil Overlord. "Ho i miei informatori, Yao. Allora, caro Ludwig, vogliamo continuare questa patetica sceneggiata o ti decidi a buttare giù la maschera da perbenista e a rivelare ciò che sei veramente?".

"Ve, Feliks, mi stai facendo paura!".

"Allora?".

"Mai! Io non cederò alle tue subdole torture psicologiche!".

A quella frase il polacco gettò la testa all'indietro e si esibì in una lunga e agghiacciante risata che avrebbe fatto accapponare la pelle a Light, L, Misa, Ryuk e tutto il resto della cricca di Death Note.

Gli altri membri della troupe si ritirarono indietro tremando per il terrore, mentre Ludwig scrutava Feliks con faccia agguerrita.

"Come vuoi..." fece Feliks dopo aver finito di sghignazzare. "Come vuoi...".

Si voltò verso Alfred.

"Sai, c'è una cosa che il nostro stallone biondo ci nasconde da un bel po' di tempo.".

"C-cioè?". Persino l'eroe (o presunto tale) era atterrito di fronte alla spaventosa metamorfosi del polacco.

Un'altra risatina Evil Overlord. "Un segreto veramente scottante, Alfred. Veramente scottante.".

"Sta' zitto!" gli intimò Ludwig, capendo subito a cosa il polacco si riferisse.

Feliks guardò il tedesco e sogghignò. "Troppo tardi, caro. Troppo tardi.".

"Zitto! Non osare!".

Ma il polacco era inarrestabile. "Vedete, il qui presente Ludwig non si è limitato a raccogliere riviste oscene, DVD porno, stampe erotiche e doujinshi R18 praticamente rubate a uno dei suoi migliori amici, oh no. Costui ha toccato un nuovo vertice di perversione.".

"P-Po, ti prego, smettila!" balbettò Toris nascondendosi dietro ad un terrorizzato Ivan. "Mi stai facendo paura!".

Feliks fece un'altra risatina Evil Overlord.

"Costui ha segnato veramente la storia dei voyeur pervertiti. E sapete come l'ha fatto?".

La troupe scosse la testa, mentre Ludwig guardava agghiacciato Feliks.

"L'ha fatto raccogliendo un'incredibile quantità di foto. Foto che hanno tutte per soggetto una sola persona.". Il polacco guardò Toris.

"Ti starai chiedendo: chi?".

Lui annuì.

"E fai bene. La persona raffigurata in tutte quelle foto è nientemeno che...".

"BASTA!". Ludwig gli afferrò un braccio. "Va bene. Hai vinto. Ma lascia almeno che sia io a dirglielo.".

Soddisfatto, Feliks fece un sorriso un po' meno Evil Overlord. "Così va bene. Forza, biondo, confessa.".

Ludwig sospirò passandosi una mano fra i capelli.

"Ecco... Feliciano, sei tu.".

"Cosa?! Ve, ma perché?! Mi vedi quasi tutti i giorni, a che serve farmi le foto?!".

"Ottima domanda, Felì.” disse Feliks con voce crudele e melliflua guardando Ludwig. "Perché?".

Il tedesco si accasciò sulla sedia. "Perché... Perché... Mi servono. Le tue foto... mi servono.".

"Ve, a cosa?".

Visto che ci stava mettendo un po' a rispondere, Feliks fece: "Rispondo io per lui. Permetti, Ludwig?".

"No, no. Faccio io. Ecco... Le vendo. Le vendo alle tue fans. Ci faccio parecchi soldi.".

Il polacco scoppiò di nuovo a sghignazzare con quella terribile risata Evil Overlord.

"Ahahah! In tanti anni che ti conosco, mai avevo sentito una simile idiozia uscire dalla tua bocca! Ah, Ludwig, vecchio mio, riesci sempre a stupirmi!".

"N-non è un'idiozia, è la verità!".

"La tua verità. Ora gli racconterò la mia verità, quella giusta e imparziale.".

Ludwig, vedendo che il polacco stava per rivelare il suo più oscuro segreto, si vide costretto a tentare una soluzione da lui sempre sommamente schifata.

"Feliks, ascoltami!” sussurrò in preda al panico (incredibile ma vero). “Quanto vuoi per stare zitto?! I soldi non mi mancano: spara una cifra, una qualsiasi, basta che ti cuci la bocca!".

Feliks levò una mano. "No, Ludwig. Sarò incorruttibile come Robespierre. Neanche dandomi tutto il tuo denaro mi farai tacere. La verità non si compra con nulla.". Si voltò verso Feliciano, che tremò aggrappandosi ad un pietrificato Yao.

"Feliciano, da quanto tempo ci conosciamo, io e te?".

"Tanto.".

"Esatto. Tu mi vuoi bene?".

"Ve, sì.".

"Come io voglio bene a te. Ti ho mai mentito?".

"No.".

"Esatto. Perché tu sei un mio carissimo amico, e quindi giammai ti nasconderei qualcosa di grave che ti riguarda. Come in questo caso.". Indicò Ludwig, che stava seduto sulla sedia a testa bassa.

"Costui, che si professa tuo amico, ha raccolto foto che hanno per soggetto te. Tante foto, Feli. Per l'esattezza sono sessantaquattro foto.".

"Come fa a sapere il numero esatto-aru?!" mormorò Yao.

Feliks lo sentì. "Non angustiarti: sappi solo che i miei informatori sono molto efficienti. Ma torniamo a noi. Dicevo, Feli, che questo sedicente migliore amico ha raccolto sessantaquattro foto che hanno tutte per soggetto te. Non le hai mai viste perché le tiene nascoste in casa, dentro una scatola di legno messa sotto un'asse del parquet della sua stanza da letto. Sono foto che ti ritraggono in vari atteggiamenti e situazioni, alcune delle quali alquanto... private, diciamo.".

"C-c-che vuoi dire?".

Feliks fece un sospiro. "Vedi, Feli, per farti capire cosa intendo ti farò un esempio. In una di queste foto ci sei tu mentre ti fai il bagno, ma il fatto è che, se ti capitasse tra le mani, vedresti che è tutta sgualcita. Per il semplice motivo che è in assoluto quella che è stata presa in mano più volte da questo losco figuro che si spaccia per tuo amico fidato.".

"Feliks, smettila!" esclamò Ludwig.

Lui lo ignorò. "Costui ti ha detto una bugia, Feli, una grossa bugia. Lui non vende le tue foto alle tue fans. Piuttosto che separarsi da una sola di quelle foto si sparerebbe un colpo in testa.".

"V-ve, m-ma allora... a che gli servono?".

Il polacco sospirò.

"E' questa la parte più vergognosa di questa faccenda.". Guardò Ludwig, poi Feliciano.

"Vedi, amico mio, l'uso che questa turpe e abietta persona fa di quelle foto è a dir poco orribile, visto e considerato che ti fidi ciecamente di lui e lo consideri il tuo migliore amico.".

"Feliks, basta! Abbi un minimo di umana pietà!" esclamò Ludwig.

"La verità è spietata, vecchio mio." rispose il polacco. "Non si può continuare con questa penosa farsa, con questa terribile menzogna. Feliciano...", pausa teatrale, "... ha il diritto di sapere come stanno davvero le cose.". Tornò a rivolgersi all'italiano.

"Non ti piacerà sapere a cosa gli servono le tue foto, credimi. Ma voglio che tu lo sappia perché ti voglio bene e quindi voglio che tu apra gli occhi e veda l'effettiva realtà delle cose.".

Tutti quei preamboli erano terribili. L'intera troupe (a parte Elizabeta, che stava tentando disperatamente di forzare la porta dello scantinato con una forcina per capelli) era paralizzata lì, nella stanza, nell'attesa di scoprire la terribile verità.

"Mi dispiace, Feli, di doverti comunicare tali notizie. Ma sono tuo amico e non voglio e non devo nasconderti nulla.". Feliks sospirò.

"Costui" esclamò indicando Ludwig stile Inquisitore spagnolo del Seicento, "utilizza la tua immagine per i suoi lascivi scopi, Feliciano! Una cosa che mai nessun vero amico farebbe, mai! Soddisfa le sue perverse brame usando le tue foto! Che amico è, uno che si comporta così?!".

"Cosa fa?!".

"Hai capito bene, Ivan. Non voglio dirlo in maniera esplicita e volgare: sarebbe assai squallido e io mai mi abbasserei ad un tale livello. Ma penso" esclamò alzando teatralmente la voce, "che tutti voi abbiate capito di cosa si sta parlando! Si sta parlando di una vile persona" e indicò nuovamente Ludwig, "che ha approfittato della fiducia e dell'innocenza di un ragazzo gentile e altruista per soddisfare le basse brame del suo corpo! A quale livello di squallore è giunto questo mondo?! Persino un valore sacro come l'amicizia viene brutalmente e cinicamente calpestato per lasciare spazio ai più primitivi bisogni fisici! Che orrido mondo è, questo?! Dove non ci si può fidare di una persona che si pensa essere nostro amico, nostra guida, quasi un padre! Che mondo è, questo?".

Feliks riprese fiato e sospirò pesantemente.

"Feliciano, ora conosci la verità." concluse con voce drammatica. "Conosci la squallida e abietta verità su quest'uomo di cui ti sei fidato ciecamente e che consideravi il tuo migliore amico. Ora sta a te decidere cosa fare. Signori, io ho parlato. A voi le conclusioni su questa penosa storia di amicizia tradita. Io mi ritiro.". Feliks si avviò con fare drammatico verso il bagno, lasciandoli lì.

La troupe, dopo qualche secondo, si disperse mormorando frasi del tipo: "Incredibile!", "Non me l'aspettavo...", "Che roba!".

Feliciano, invece, rimase in sala trucco a fissare attonito Ludwig, che stava seduto a testa bassa.

"Ve, Ludwig... E' vero? Quello ha detto Feliks... è vero?".

"... Sì. E' vero.".

L'italiano prese l'altra sedia e si mise accanto a lui. "Sul serio?".

"Sì. Ha detto la verità.".

"Ma... Perché?".

Ludwig sospirò.

"E' che... Non ce la facevo più a trattenermi. Tu... tu mi piaci veramente, Feli, non è soltanto una cosa fisica, checché ne dica Feliks. All'inizio, parecchio tempo fa, lo era, ma adesso non lo è più. Il fatto è che... ho sempre avuto... paura. Ogni volta che penso a te in... in quei termini, mi sento un verme. Il fatto è che ti vedo così buono, così dolce, e pensare di coinvolgerti in certe... certe situazioni, mi fa sentire un mostro. Quindi ho preferito... trovare questa soluzione. E' stata una vigliaccheria colossale, ma mi sembrava il male minore. Preferivo passare per un vigliacco piuttosto che per un verme. Se Feliks non avesse detto nulla tu non avresti mai saputo niente e non ne saresti stato coinvolto. Però... è andata così. Ora lo sai.".

Dopo qualche secondo di silenzio, il tedesco fece: "Mi dispiace. Ti ho offeso pesantemente e, cosa ancora più grave, ho tradito la tua fiducia. Non me lo perdonerò mai.".

"Ve, tranquillo. Non sono offeso.".

Il tedesco alzò lentamente la testa. "Eh?".

"EH?!". Feliks saltò dentro la stanza tipo pupazzo a molla. "No no, aspettate un secondo! Cioè, io ho imbastito tutto quel discorso PER NIENTE?! Ma stiamo tipo scherzando?! Cioè, ho visto tutte le nove stagioni di Perry Mason e tutti i ventisei film PER QUESTO?! MA ANDATE TUTTI A (£&$=)%)^)&/£$=!!! MA CHE /ç§$(%)£)(£$?$)!!!”. *Annuncio di servizio: l'autrice Vale ha ritenuto opportuno censurare tutto per non offendere i lettori più sensibili*

 

Com'era prevedibile, Feliks si chiuse nel bagno maschile rifiutandosi di lavorare. Nemmeno la promessa che sarebbe arrivato il suo adoratissimo kochanie riuscì a farlo tornare sui suoi passi.

Ah, senti, non possiamo sottostare ai tuoi capricci! Esci e basta-aru!”.

Per tutta risposta Yao ricevette una bella pernacchia.

Così il resto della troupe (tranne Elizabeta, che stava cercando di sfondare la porta dello scantinato a spallate) si dovette riunire per decidere chi sarebbe stato il suo supplente.

Io, io!” esclamò Feliciano sventolando le braccia. “Voglio sostituire io Feliks!”.

Non ci furono altri volontari, così l'italiano venne eletto all'unanimità nonostante le proteste di Alfred, che continuava a ripetere di lasciar fare tutto ad un fantomatico eroe di cui nessuno vedeva neppure l'ombra.

Feliciano acchiappò lo sventurato germanico per il polso -fu buffo notare come la mano dell'italiano riuscisse a malapena a cingerlo (IL POLSO! Non pensate subito male, perdinci bacco!!!)- e lo trascinò ridendo e scherzando in sala trucco, per poi chiudere a chiave.

 

Passò un quarto d'ora.

Passò mezz'ora.

Passarono tre quarti d'ora.

Dopo un'ora, Feliciano e Ludwig ancora non davano segni di vita.

Che palle...” borbottò Alfred tirando fuori la fidata PSP. “Ma cosa stanno facendo?”.

Yao, che qualcosina la sospettava, ridacchiò. “Sai, Alfred, sicuramente non stanno giocando a scacchi-aru!”.

Nel mentre Ivan scoccava strane occhiate al povero Toris che, essendo senza Feliks e quindi privo di difese, tentò più volte di scappare in bagno senza successo. Una mano sovietica lo recuperava sempre per il collo della camicia e lo rigettava sulla sedia in una scena che aveva un che di surreale, un po' come nei libri di Ammaniti.

Dopo un'ora e mezza lo Yankee si spazientì.

Feliciano! Ludwig! Ma che, vi siete addormentati?!”.

In risposta ricevette un silenzio che al confronto una tomba sotterranea nel Sahara è una discoteca nel centro di Mikonos la notte di Ferragosto.

Stanno dormendo, da!” commentò Ivan accarezzando i capelli di Toris.

Accarezzando i capelli di Toris”...

C'è qualcosa che non mi quadra in questa frase, ma non riesco a capire cosa...

Vabbe', andiamo avanti!

Yao!” comandò l'americano. “Butta giù la porta con una mossa di kung-fu!”.

Te lo scordi!” rispose il cinese dalla cucina. “Sto preparando il pranzo-aru!”.

Allora Alfred si alzò e bussò violentemente alla porta.

Ragazzi! Ragazzi! Oh, ma siete morti?!”.

Come se non avesse parlato.

Eh, adesso basta! Ivan!”.

Da?”.

Fammi un piacere, sfonda la porta! E smettila di importunare Toris!”.

Il russo, sospirando, si alzò malvolentieri dalla sedia. Peccato, proprio adesso che Toris aveva smesso di tremare come un budino Cameo! In compenso aveva assunto uno strano colorito bianco-bluastro piuttosto sgradevole, chissà perché...

Grazie al provvidenziale intervento del sovietico la porta non si staccò semplicemente dai cardini: volò attraverso il camerino e si sfracellò contro la parete opposta, fracassando lo specchio e mandando allegramente a farsi benedire svariati barattoli di fondotinta e una trousse.

Eheheh... Scusate, da!”.

Ma l'italico e il germanico non c'erano. Toris -nel frattempo miracolosamente ripresosi dal brutto quarto d'ora passato con Ivan- svuotò tutto l'armadio, ma niente. Si erano volatilizzati. Non potevano essersela svignata dalla finestra, visto che di finestre non ce n'erano.

Ma dove cavolo sono andati, quei due?!”. Alfred camminava su e giù per la stanza tra calcinacci, vestiti, pezzi di specchio e vetri rotti. “Non possono essere spariti così!”.

Tutto era sospeso. Bisognava assolutamente trovare quei due e capire come accidenti avessero fatto ad uscire. Insomma, sembrava che fossero svaniti nell'aere!

Cosa stava succedendo? Era un sogno? Era una visione? I membri della troupe erano diventati clienti di Olanda e avevano iniziato a fumare le sue rinomate “sigarette speciali”?

Chi lo sa!

Fatto sta che, dopo mezz'ora di camminata su e giù, l'enigma era ancora insoluto.

Ma perché non andiamo a chiedere una mano ad L? Sono sicuro che ci aiuterà, è una persona molto disponibile!” propose Toris, sicuramente sotto l'ispirazione delle Muse.

Naaa, quello è un complessato schizofrenico, lascialo perdere! Voi avete me, il grande eroe!”.

L'autrice Vale, sdegnata da tale tracotanza e insolenza nei confronti del migliore dei personaggi di Death Note, punì il malcapitato yankee facendolo scivolare su un collant e facendolo atterrare col muso in una pozza di fondotinta rosa caramella.

Oh, grande eroe!” lo chiamò una voce da dietro. “Non scomodarti: ci ho totalmente pensato io!”.

Era Feliks, che si era finalmente degnato di smetterla di fare i capricci. Accanto a lui c'erano Ludwig e Feliciano, il primo incazzato come un grizzly, l'altro decisamente abbacchiato.

Ma dov'eravate?! Vi ho cercato ovunque!”.

Mentre il resto della troupe e le autrici facevano un minuto di silenzio per la bestialità di quell'ultima frase, Feliks sorrise. “Li ho tipo visti dalla finestra mentre amoreggiavano su una panchina in cortile.” rispose.

In cortile? E come ci siete arrivati, da?”.

Ludwig sospirò. “Dal condotto dell'aerazione.”.

Alfred schioccò le dita.

Aaah! Ma chi è lo sciocco che si è scordato dell'esistenza del condotto dell'aerazione?! Che tonto! Ma chi può essere?!”.

Tu.” rispose Yao uscendo con il carrello con il pranzo. “Su, mangiamo e poi scattiamo la foto, che è tardissimo-aru!”.

 

Ciononostante, Feliks decise di continuare il suo sciopero ad oltranza. Si sedette su una sedia -posizionandosi strategicamente tra Ivan e Toris- e prese a limarsi le unghie, fregandosene altamente della foto. Perciò fu Feliciano a occuparsene.

Ok, Felì, esponici la tua idea-aru!” lo invitò Yao mentre stringeva i nodi che tenevano Elizabeta legata alla sedia.

Feliciano era in piedi davanti ad una tenda bianca con le mani dietro la schiena, come un bambino delle elementari allo spettacolo di fine anno che deve recitare un monologo davanti a seicentomila fra genitori, nonni, fratelli, cugini, zii, amici e relativi vari.

Ecco... Ho pensato... Ve, ad una cosa semplice... non tanto elaborata! Però... spero vi piaccia!”. E fece un piccolo inchino, come aveva sempre visto fare a Kiku.

E, con un breve ma caloroso applauso, la tenda s'aprì.

L'urlo fangirlico di Elizabeta superò i diecimila decibel assordando temporaneamente tutti i presenti e mandando in frantumi le finestre

Ludwig era steso su un tappeto rosso vermiglio, a torso nudo, con la testa verso di loro, i pantaloni della divisa abbassati fino alle caviglie e la giacca aperta e stesa a terra.

Feliciano, devo stare così ancora per molto? No, sai com'è, sono mezzo nudo in una posizione imbarazzante e per di più piuttosto scomoda, quindi possiamo sbrigarci?”.

Ve, ok!”.

Mentre gli altri, Feliks incluso, fissavano stupefatti l'ottimo lavoro dell'italico, Elizabeta cercava invano di liberarsi rompendo le corde con i denti per saltare addosso a Ludwig. Invano perché, in previsione di una simile mossa, Yao aveva usato corde speciali con un'anima fatta di lega nichel-titanio, ergo indistruttibili.

*ZZZ... CLICK!*

 

Non reggerà ancora per molto.” fece Ludwig rinforzando la barriera con una scrivania e due piante. “Possiamo solo sperare che i ragazzi arrivino presto.”.

Io lo dicevo che dovevamo usare Fort Knox come studios!” fece Alfred. “Dovete dare sempre retta all'eroe!”.

I nostri sospirarono.

Chi se lo sarebbe mai aspettato che, ricevendo la foto di Ludwig, tutte le opinioniste sarebbero venute là per saltargli addosso spalleggiate da Elizabeta e capitanate dall'autrice Elfin (si sospettava ci fosse in mezzo anche l'autrice Vale, ma la cosa non era sicura) e che loro, poveri maschi, si sarebbero dovuti barricare in sala riunioni aspettando i soccorsi?

 

 

NOTE

 

*arriva cantando Kashka from Baghdad*

Finalmente eccolo!

Probabilmente è il capitolo più atteso visto che c'è Germania (lasciamo perdere... *-*) e devo dire che ho amato scrivere l'arringa di Feliks, anche se fa sembrare Ludwig un sociopatico maniaco!

Ok, allora vi lascio. Ci vediamo a Novembre, che è, per la cronaca, il mio capitolo prefito! Alla prossima!

* se ne va cantando Kashka from Bahgdad*

 

Note di Elfin:

AH. AH. AH. E' IN ASSOLUTO IL MIO CAPITOLO PREFERITO XD Non solo perchè c'è quel figo di Germania, ma perchè io amo Feliks XD Vale ha fatto un ottimo lavoro, credo che questo sia il capitolo migliore ;)

Grazie a tutte le recensitrici dello scorso capitolo e... so che qualcuno attendeva da tempo Ludwig ;) Spero tu sia felice ^-^

Nel prossimo capitolo (mio) c'è il ritorno di un grande personaggio :D Non dico altro!

Kiss

 

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Capitolo 11
*** Ottobre ovvero Tanto va Ore-sama al largo che ci lascia i cinque metri ***


Si USA così

Ottobre ovvero “Tanto va Ore-sama al largo che ci lascia i cinque metri”

 

 

Feliks soffiò sulle unghie appena smaltate, guardando pigramente Vash mettersi il pigiama.

-Oggi eri in ritardo.

Polonia sospirò, annuendo.

-Lo so, kochaine, non volevo. Ma tipo oggi sono successe le peggio cose.

-Sì, ho incontrato Prussia subito prima tu uscissi fuori dallo studio.

-Ah. E che ti ha detto?

- “Ciao, spilorcio!” e ha fatto la sua risata, sai, quella fastidiosa.

Vash storse il naso, sistemando il fucile accanto al letto.

Feliks gli cinse la vita con le braccia, facendo attenzione alle unghie.

-Sì, ha tipo fatto così tutto il tempo.

Alzò un sopracciglio irritato.

-La prossima volta non so se sarò tipo consapevole delle mie azioni.

Feliks sbattè le ciglia, guardandolo dal basso mentre Vash si sedeva.

-Vuoi che tipo ti racconti tutto, vero?

Svizzera alzò gli occhi al cielo. Non sarebbe mai riuscito a combattere con Polonia.

-Dimmi tutto.

L'altro si mise seduto, muovendo la mano avanti e indietro.

-Dunque, tutto è iniziato...

Io stavo tipo tamburellando con le dita sul tavolo. Ormai avevamo finito il pranzo e poco mancava alla cena. Yao, ripresosi dal raffreddore, stava in cucina preparando del buon riso alla cantonese, mentre Feliciano lo aiutava canticchiando insieme a lui una canzone. Qualcosa tipo “La bella lavanderina”, ma non sono tipo totalmente sicuro. Quel pervertito di Germania stava lì a fissare tipo il culo del mio amico.

Credo che tipo guardai l'orologio due o tre volte nell'arco di sette secondi, poi mi alzai e iniziai a fare avanti e indietro.

Toris, che sembrava tipo totalmente frustrato, stava lavorando a un maglione decorato con girasoli seduto sulle gambe di Ivan che tipo sorrideva in maniera inquietante. Come al suo solito, no?

Elizabetha si stava godendo una bella doujinshi PruAus, ormai libera di mostrare la sua insana, strampalata, ossessiva e insospettabile passione ai quattro venti (se non capite che stiamo dicendo, andatevi a rivedere Agosto, mie astute puellae!).

-Scusa, Feliks, ma America dov'era?

-Ci sto tipo arrivando, kochaine, non mettermi fretta!

-Elizabetha, ma Alfred dov'è?

-Mh. Ah, era arrivato, prima. Poi l'ha chiamato Canada avvertendolo del fatto che Francis stava invitanto Arthur a uscire e quindi è scappato con una strana tuta, gridando “Super-USA, TATA TA TAAAAA!”.

-E perciò...

-Sinceramente, Feliks, non lo voglio sapere. Non voglio sapere né il come, né il perchè, grazie.

Poi Elizabetha tipo rificcò il naso nella sua doujinhi, ridacchiando tipo totalmente compiaciuta una volta girato pagina.

-SON QUAAAAAAAAAAA!

Gilbert spalancò la porta con un calcio tipo alla Kuzco, mentre dichiarava la sua -cito tipo da lui- “Magnifica presenza”.

Vash alzò gli occhi al cielo.

-E allora gli ho tipo detto: “Tu, è tipo questa l'ora di arrivare?”. E sai lui come mi ha risposto?

-No.

-Mi ha fatto, muovendo la mano in maniera tipo totalmente disinteressata “Le star si fanno attendere”. Ma dico io, è tipo normale questo?

-No.

Feliks ignorò la sensazione che Vash non lo stesse ascoltando e continuò.

Ludwig gli si parò tipo davanti.

-Non è stato educato da parte tua.

-Ah, West! Mio caro fratellino: ho saputo che te la stai spassando con Ita-chan!

Gilbert gli fece tipo l'occhiolino, facendo cenni.

-Bravo, bel colpo!

Il tedesco sbarrò gli occhi. Dovevi vederlo, era tipo totalmente buffo.

Elizabetha, che appena aveva sentito la ridicola entrata in scena di Gilbert aveva fatto tipo misteriosamente sparire la doujinshi PruAus, si alzò, sbattendo in faccia al suddetto la padella, sua fedele compagna di pistaggi.

Io sbuffai, guardando nuovamente l'orologio perchè tipo ero già troppo in ritardo per il nostro appuntamento, kochaine...

Feliks gli accarezzò il viso con un dito. Ah, sempre molto sexy, lui!

-Elizabetha!

-Sì.

Lei spinse Gilbert tipo a calci nello studio.

-Ve, siate gentili!

-Grazie, Feli, tu sei sempre così cortese col Magnifico Me! La loro invece è tutta invidia.

-Se se, adesso corri tipo dentro al camerino.

Feliks si rotolò.

-E lui mi ha tipo dimostrato nuovamente la sua maleducazione e il suo poco rispetto nei miei confronti!

Vash prese un libro, aprendolo dove l'aveva lasciato la sera prima.

-Mh mh, e che ha detto?

-Tsè, non Mi serve il camerino o il trucco di Polonia. E nemmeno che Russia Mi sistemi la scena. La Mia Magnificenza penserà a tutto. Feliciano, sei pronto?

-Ve, ma, Gilbert...

-Shhhh...

Poi gli ha posato tipo un dito sulle labbra.

-Sono sicuro che farà piacere a tutti che si concluda tutto il prima possibile. Tu avrai il tempo di stare con Mio fratello, quello svampito del polacco potrà andare insieme al suo fidanzato dal braccino corto.

-B... Braccino corto? IO non ho il braccino corto!!

-E io non sono tipo uno svampito, kochaine!

-I miei sono solo calcoli precisi! NON E' ESSERE TIRCHI.

-Ehi, ma non pensi tipo a me?

-No, mi rifiuto, domani gliene dirò quattro.

-Kochaiiiineeee!

-Allora, veeee, ti devi mettere in posa!

-Ma certo. AMMIRATE LA MIA MAGNIFICENZA!

Prussia si è tipo strappato la camicia di dosso, si è tolto scarpe e calzini e ha tipo cominciato a rovistare fra gli oggetti di scena.

-Ecco, questo è quello che fa per Me.

-...Una pistola? E che ci fai con tipo una pistola e delle manette?

-Non quello che ci fai TU, pinkomane.

-Capisci? Mi ha tipo chiamato “pinkomane”!

Feliks mise su il broncio e si posizionò sopra Vash, togliendogli il libro e lanciandolo dall'altra parte della stanza.

-Sono pronto, Feli, dai, scatta!

-Eh? Sì!

Il suono della fotocamera ha dato tipo il via libera a Gilbert, che tuttavia ha addirittura preteso di fare tipo altre ventotto foto in altrettante pose diverse! Ma dico, questa è follia! (No, è Sparta!). Poi le ha fatte stampare tutte, tranne la prima che abbiamo inviato alle opinioniste.

-Dunque, questa è per Ita-chan, quest'altra è da mettere nel Mio diario, quest'altra è per Austria, quest'altra è per Austria, questa per Ita-chan, questa per QUELLO SVAMPITO DEL POLACCO PER FARGLI VEDERE QUANTO SONO FIGO, questa la do a Francis e Antonio, questa è per Austria, questa è per Roderich e questa è per quel parassita aristocratico, questa è per Ita-chan, questa è da far firmare per tutte le Mie fan...

Elizabetha gli ha dato un'altra padellata. E ha tipo totalmente ragione: mi ha dato dello svampito ancora! Kochaine, si ci fossi stato tu a difendermi, questo non sarebbe successo!

-Sì sì, ma il commento delle opinioniste quando arriva?

-Uff, quanto tipo sei noioso, ci stavo arrivando.

Io sapevo che tipo Elizabetha aveva raccomandato di fare tutti commenti negativi, ma le cose non sono andate precisamente come previsto.

Gilbert infatti si sedette, cominciando a leggere tipo totalmente ad alta voce, mentre Elizabetha si sfregava le mani soddisfatta, attendendo tipo la propria vittoria.

Vidi Prussia sobbalzare e stringere le labbra.

-Alloooora, dicci, Prussia, cosa c'è scritto?

-...

-Cosa ti ha scritto Bielorussia, dicci dicci.

-Mi ha scritto...

- “Passabile”? E' perchè non sei buono, Pru...

-Ma che stai dicendo?

-...Perchè?

-Cito testualmente (divertiti, Ungheria): “Chi è 'sto pezzo di figo? Ha i capelli quasi dello stesso colore di mio fratello! Ah, ma è Prussia, ha anche il nome simile a quello di mio fratello! Gilbert, lasciatelo dire, sei proprio un gran bel pezzo di figliolo: non sto più nei collant.”

-...COSA?!

Ungheria spinse Gilbert tipo giù dalla sedia! Gli stava bene, a quello! Spero si sia tipo fatto male, ecco!

-Ma che...? “Non sto più nei collant”??!! E, guarda te quest'altra, dice “Se venisse da me lo accoglierei già in lingerie”! E, ANCHE LILY MI HA TRADITA!

Vash tentò di prendere il fucile e aprire il cassetto del comodino per iniziare a lucidarlo, ma Feliks glielo tolse dalle mani.

-Ma c'è tipo una cosa, kochaine, che ho mancato di dire. Hai tipo notato?

-No.

-Perchè tipo non sei abbastanza attento, tesoro!

Feliks gli diede un bacio sul naso.

-Non ho detto quando Prussia si è rivestito e tolto tipo le manette! E tu vuoi sapere il perchè, vero?

Vash sospirò, guardando il labbro tremolante di Polonia.

-Mi arrendo: perchè?

Lo sguardo di Feliks si indurì.

-PERCHE' QUEL CRETINO NON SAPEVA TIPO DOVE ERANO LE CHIAVI!

Feliks si mise il dorso della mano sulla fronte.

-Perchè, ti chiederai, PERCHE' TIPO TUTTO CIO' IL GIORNO DEL NOSTRO APPUNTAMENTO!

Vash sbuffò.

-Eh, “perchè”, bella domanda.

-Per questo sono tipo arrivato in ritardo, kochaine, a causa di questo! E sai CHI aveva le chiavi, kochaine?

-Senti, Feliks, io vorrei dormire or...

-AMERICA! PERCHE' AVEVA AMERICA QUELLE CHIAVI?

-Non lo so.

-Non lo so neppure io! Tipo, lui ha detto “Eh, ma mi dite sempre che devo fare il mio dovere, che devo avere le chiavi di tutto nello studio!”. Ma perchè fai tipo il tuo dovere solo quando non devi? Ah, nessuno è preciso e responsabile come te!

Feliks si spostò, posando la testa sul cuscino. Il suo respiro, che si era velocizzato per la furia verso Prussia e America, tornò alla normalità.

-E dunque, kochaine, ti rendi conto del mio sforzo, quest'oggi? Tipo, ho fatto di tutto per arrivare a te, a tipo il nostro magnifico appuntamento! Vash? Vaaaa-aaaash! Kochaine! Tesoro? Ehi!

Lo scosse.

-Ma che fai, dormi? Eh, ma non ho tipo ancora finito!

Lo guardò. Non si svegliava.

-AH, KOCHAINE, UN LADRO IN CASA! STA APRENDO LA CASSAFORTE!

-DOVE?!

Feliks lo guardò alzando un sopracciglio. Sbuffò, girandosi.

-I soldi però tipo ti interessano, eh? Non ti parlo più.

Polonia iniziò a fingere di singhiozzare. Vash sorrise.

-Finalmente.

L'altro si girò lentamente, come se fosse stato un film dell'orrore.

-...Cosa...?

-Ehm...

Feliks si alzò dal letto, guardandolo scioccato. Indispettito, prese le coperte facendo cadere Vash dal letto.

-Fuori!

-Ma è casa mia!

-FUORI!

Feliks lo spinse fuori dalla camera, poi lo fece scendere le scale e lo spinse fuori casa, chiudendo la porta a chiave.

 

Gilbert si guardò i polsi, sospirando. Ingranò e partì a tutta velocità dallo studio, dove America stava ancora litigando con Elizabetha.

Direzione: Vienna.

 

-Prussia.

-Pesaculone.

Austria sospirò pesantemente, spingendo continuamente lo stesso tasto del pianoforte per ritrovare il ritmo, che riprese subito.

-Che cosa ti ha portato qui?

Prussia gli mise le foto nel posto dove dovevano esserci gli spartiti. Roderich alzò un sopracciglio, guardandole con aria distaccata.

-Perchè me le stai facendo vedere?

Gilbert Si chinò sopra l'altro, pigiando le punta delle dita per far sentire meglio la propria presa.

-G... Gilbert...?

Roderich sentì l'altro baciargli il collo e slacciargli la giacca.

-B... Basta...

Gilbert lo ignorò bellamente e continuò, afferrandogli i fianchi per poi scendere con le mani lungo le cosce.

-Dai, non ora.

L'altro scrollò le spalle e gli morse un orecchio.

-Prussia.

Il Magnifico Lui gli tolse totalmente la giacca, dedicandosi ad aprire la camicia.

-Prussia!

Gli portò la testa indietro per baciarlo sulle labbra. La mano scese lungo il busto, per fermarsi in mezzo alle gambe.

-PRUSSIA!! GIU' LE MANI!

E in quel momento Gilbert sentì un fortissimo dolore sui Suoi cinque metri.

 

-Sei cattivo.

-No, sono giusto.

-No, sei cattivo. E talmente pesaculone da non voler accettare l'onore di fare sesso con il Magnifico Me.

Austria si sistemò gli occhiali sul naso, poi sorrise e gli indicò la parte lesa.

-Diciamo che ti ho voluto dare una ridimensionata...

-Ah. Ah. Ah. Molto divertente, pianista fallit... AAAAAAAAAH!

Austria tossicchiò.

-Ops, mi deve essere partito il ginocchio. Ancora.

Prussia lo indicò, parlando con una voce sottile e acuta.

-Un giorno... sarò... io sopra e... allora vedrai... come... ti combino.

-Con quella vocina che ti ritrovi, dubito che potrai mai essere l'attivo.

-Brutto... brutto str[BIIIIIIIIIIP]

L'altro ridacchiò.

-Tsè, cinquemetrino svilito.

-Vaffanculo, austriaco schifoso.

-Attento a come parli.

Austria si chinò sul prussiano e Gli diede un bacio sul naso.

-Povero il piccolino!

Oh, no, quello era troppo. Prussia Si alzò, incurante del dolore, e gli saltò addosso.

- “Piccolino”? Vediamo il nostro amichetto allora come sta!

-MA CHE FAI?!

-Quello che stavo facendo prima, e stavolta non Mi sfuggirai.

 

-E non te ne potevi uscire col tuo solito “Passabile”, eh, traditrice?!

 

Note di Elfin:

Ammetto che, almeno a me, risulta disomogenea questa fanfiction. Nonostante sia quella che in fondo ha avuto meno riletture, Ottobre ha ricevuto una ristesura quasi completa... ieri XD

Spero che la gradiate, è sicuramente la ristesura più soddisfacente di questo capitolo v.v

Kiss



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Capitolo 12
*** Novembre ovvero Di intrighi, corruzioni e sparatoie! ***


Si USA così

Novembre ovvero “Di intrighi, corruzione e sparatorie!”

 

Era stata una scelta assurda, dettata dalla disperazione, folle e priva di senso.

Come avrebbero fatto a convincere Emil Steilsson, alias Islanda, a posare per una foto sexy?

Correzione: come avrebbero fatto a convincere Emil Steilsson, alias Islanda, a posare per una foto sexy senza incappare nella spietata furia vendicatrice del suo protettivo e gelosissimo fratello maggiore Lukas Bondevik, alias Norvegia?

Quello era capace di ammazzarli tutti dal primo all'ultimo senza crearsi alcun tipo di problema. Se avesse visto Emil seminudo in un calendario, ciò avrebbe significato per la troupe intera una condanna a morte mediante stritolamento senza possibilità di appello e/o ricorso in Cassazione.

Per decidere cosa fare in merito i nostri eroi, col favore delle tenebre, si erano riuniti in un appartamento al primo piano di un condominio che faceva parte del set di Hetalia e che era stato messo a loro disposizione dalla benevola autrice Vale.

Non tutti però partecipavano. Erano quasi le undici e Ivan e Feliciano dormivano: il primo era seduto in poltrona e avvolto nel suo inseparabile completo giubbotto-sciarpa, il secondo era steso sul divano e coperto da un plaid. Ma mentre Ivan stava buono e quieto, Feliciano nel sonno continuava a fare strani sorrisini, sospirare e mormorare: “Veee, Ludwig...” con una voce che di casto non aveva assolutamente nulla, visto che stava facendo sogni erotici rating R con protagonisti lui e il sopracitato tedesco.

E dire che quel povero sant'uomo di Ludwig si era fatto un sacco di seghe film mentali sulla questione della purezza di Feliciano...

Vabbe', lasciamo perdere!

Dicebamus... Mentre Russia dormiva e Veneziano faceva sogni porno, gli altri discutevano animatamente.

Ragazzi, non è neanche detto che Emil accetterà-aru!”.

Cioè, io insisto totalmente nel dire che dobbiamo rivolgerci ad Olanda!”.

Sì, perché accetterebbe!” commentò ironica Elizabeta. “Lo sai com'è fatto: accetterebbe solo se lo pagassimo fior di quattrini. E siamo in periodo di crisi: chi ce li ha, i soldi?”.

Possiamo chiedere a kochanie! Cioè, lui ne ha tanti e non li usa!”.

L'intera troupe scoppiò a ridere selvaggiamente. Naturalmente era impensabile chiedere soldi a Vash Zwingli: era come pretendere di percorrere la tratta Mosca-New York su di una slitta trainata dai criceti di Hamtaro. Risero talmente forte che ad un certo punto dal piano di sopra scese il buon Light Yagami, armato del suo fidato quaderno, a chiedere cortesemente (ironia, please) di smetterla di far casino.

...

Come avete detto? Cosa ci faceva lì il nostro Kira preferito? Tranquille, ragazze, fra poco si spiegherà tutto!

Comunque...

Dopo aver scampato del moro Raito l'ira funesta, i nostri amati protagonisti tornarono a disperarsi pensando a come far posare Emil per la foto senza che Lukas li tramutasse tutti in carne macinata per polpette.

Dopo mezz'ora si era ad un punto morto, quando qualcuno bussò alla porta e Alfred andò ad aprire.

Light, ci siamo lamentati a voce bassa: non puoi protestare per ogni minimo...”.

Buonasera.”.

Non era il geniale Kira, bensì...

Emil?!”.

L'islandese annuì. “In persona. Posso entrare?”.

Sì, ma... perché sei qui?”.

Emil entrò, si sfilò la giacca e si accomodò su una sedia. “Per dirvi che accetto.”.

Cosa?”.

Di posare per il vostro calendario.”.

Dopo qualche secondo scoppiarono tutti a ridere di cuore. A quel giro scese nientemeno che il magnifico L: si presentò con un frappè alla fragola da due litri e mezzo chiedendo con la sua impeccabile cortesia di parlare piano e di aver pazienza con Light perché era "un po' esaurito" (cit.), ma dovette scappare dopo due minuti per evitare che Elizabeta gli saltasse giustamente addosso.

Mentre il più fascinoso detective del mondo nippoanimato risaliva di corsa le scale andando a barricarsi in casa e Light imprecava contro un certo Hidekaz Himaruya (chissà chi era...), Feliks si asciugò le lacrime.

Calendario?! Cioè, noi non stiamo facendo nessun calendario!”.

Emil scosse la testa. “Guardate che so tutto. Gilbert ha raccontato tutto a Den che l'ha raccontato a me.”.

GILBERT?!" strillò il polacco. "QUEL BRUTTO CRETINO DI UN PRUSSIANO!”.

Al che Light tornò a farsi sentire strepitando di fare silenzio e iniziando poi ad inveire contro il suo favoloso fidanzato coinquilino.

Giuro che alla prossima idea che ti viene in mente ti ammazzo a mani nude, senza nemmeno scomodare il Death Note!”.

Ma perché gridi in questo modo? Calmati e parla a bassa voce.” rispose quel gran figo di L con la sua consueta tranquillità. Gli Hetaliani non potevano vederlo, ma aveva davanti a sé un vassoio di biscotti e una tazza di té. Che raffinatezza! che stile! che classe! Ma dopotutto è di L Lawliet che si parla, che diamine!

Senti, L, stavolta è colpa tua! E' stata tua l'idea di venire a vivere in questo schifo di condominio per scappare dalle fans, e come se non bastasse ti sei pure portato dietro quei piantagrane dei tuoi compari!”.

Primo: eri tu quello che si lamentava perché non aveva più privacy, io l'ho fatto per te. Secondo: non ho detto io a Near, Matt e Mello di venire con noi, ci hanno seguito di loro volontà perché volevano stare un po' in pace.”.

Va bene, ma cavolo, proprio Hetalia dovevi scegliere?! Porca miseria, ci sono più casini in questo anime che in Medio Oriente! La prossima volta andiamo da quelli di Yu-Gi-Oh!: perlomeno quelli stanno zitti, visto che passano tutto il tempo giocando a carte!”.

Al che quel genio di L iniziò a spiegargli che Yu-Gi-Oh! era stato massacrato di censure dalla 4Kids e che nella versione uncensored e nel manga il gioco di carte era solo un mezzo per far progredire la trama (non lo sapevate? Male, incolti e ignoranti!). Elizabeta, imitata da entrambe le autrici, si gustava la lezione sospirando ad ogni frase che il grande L diceva, mentre Feliks insultava pesantemente Gilbert e Alfred cercava di capire come Ore-Sama avesse avuto tutte quelle informazioni Top Secret.

Ah, se avesse saputo di una certa talpa francese! Ai suoi occhi sarebbe stato tutto più chiaro!

Fatto sta che Emil accettò di posare per la foto di Novembre.

Come... così?”. Toris non ci credeva. “Senza lamentele, senza esitare...”.

L'islandese scosse la testa. “E perché? Non devo mica rapinare una banca.”.

Ma sei un grande!”. Alfred gli diede una pacca sulla schiena che quasi lo stroncò. “L'unico che non ci ha dato problemi!”.

Ma i problemi li avremo, e anche tanti, quando suo fratello scoprirà la faccenda-aru!” commentò Yao, mentre si appuntava mentalmente di telefonare al notaio appena fosse tornato a casa. Per redigere il testamento, obviously.

Tranquilli, Lukas non vi darà alcun fastidio. E' ora che si metta in testa che non sono più un bambino e che sono maturo ed emancipato.”.

Abbastanza per posare per un calendario?”. Elizabeta pareva dubbiosa.

Ma sì, ha ragione lui!” esclamò entusiasta il sedicente eroe. “E poi, sai quante ragazzette rimorchierà, in questo modo?!”.

Feliks tossicchiò. “Ehm... Alfred?”.

Eh, che c'è?”.

Non ricordi?”.

Cosa?”.

Yao disse più volte: “Lettonia-aru!” a denti stretti.

Lettonia? Cosa c'entra adesso il tappo?”.

Alfred, non urlare: Ivan e Feliciano stanno dormendo.” gli disse Emil. “Ricordi lo scorso Capodanno?”.

A casa di Feliciano e Lovino! Che Capodanno fantastico, da paura! Quando siamo andati a vedere i fuochi d'artificio sotto al Colosseo e all'una siamo andati a mangiare la pizza a Via del Corso! Come dimenticarlo?!”.

E ti ricordi che verso le due abbiamo preso il pullman e siamo andati a fare un pic-nic notturno a Villa d'Este? Quel parco enorme, pieno di fontane...”.

Ah, sì sì! Dove Francis non faceva che provarci con Arthur! Brutto bastardo francese! Certo che me lo ricordo!".

E ricordi cos'è successo dopo, verso le tre e mezza?”.

L'americano scosse la testa. Gli altri sospirarono sconsolati. Tutti ricordavano chiaramente cos'era successo in quella nottata di Capodanno: era stato un evento talmente clamoroso e inaspettato che non s'era parlato d'altro per quattro mesi.

Se ricordi bene, ad un certo punto io ero sparito e Lukas mi cercava dappertutto.”.

Ah, sì! A momenti ce lo siamo perso: urlava come un pazzo e correva a destra e sinistra per tutto il parco! Ed era anche un bel po' ubriaco.”.

In effetti sì. E certo ricorderai anche che, qualche minuto dopo, Eduard... Estonia... si è guardato attorno e ha detto 'Ragazzi, Raivis non c'è più!' e si è messo a cercarlo assieme a Toris e Timo.”.

Sì!”.

Bene. E ti ricordi che una mezz'oretta dopo, verso le quattro... io sono uscito da un boschetto con la camicia sbottonata... e dietro di me c'era Raivis con i capelli in disordine e la maglia piena di foglie?”.

Ah, sì! Che quando siete usciti Estonia ha avuto un collasso e tuo fratello è svenuto sul prato e Matthias gli ha dovuto fare la bocca a bocca! Certo, certo! E quindi?” (La DeNor... La mitica DeNor... Oh, scusate, mi levo di torno!).

Emil meditò il suicidio. Ma Alfred lo faceva apposta o era proprio così?

... No, aspetta, forse ho capito! Vuoi dire che tu e il tappo...”.

Raivis. O tutt'al più Lettonia.”.

Vabbé, è lui! Insomma, vuoi dire che tu e Lettonia ve la intendete?! Ma dai!”.

Effettivamente sì, io e Raivis stiamo insieme. Quindi non ti sembra assurdo che io voglia fare la foto per... rimorchiare ragazze, come dici tu? Non è per quello.”.

E allora per cosa?”.

Per divertirmi.”.

Tutti tacquero. Persino Light e l'insuperabile L si misero in ascolto incollando l'orecchio al pavimento.

... Divertirti?”. Yao fece un sorriso tirato. “Emil... Forse sono io ad essere all'antica, ma... i ragazzi della tua età di solito hanno altri modi per divertirsi o sbaglio-aru?”.

Sì! Escono con gli amici, vanno in discoteca, si ubriacano il sabato sera, giocano con la Playstation e la Xbox, pomiciano nei bagni, guardano i film porno su Internet, ogni tanto si fumano una ca...”.

Ok, Alfred, abbiamo tipo capito!”.

Sì, ma...”. Emil sospirò. “In realtà voglio dare una lezione a Lukas. S'impiccia troppo dei miei affari personali e mi ha stancato. Voglio fare questa foto per fargli capire una volta per tutte che ormai sono cresciuto.”.

Parole sante.” commentò l'eccelso L dal pian di sopra.

 

Si decise di fare tutto in gran segreto, in modo che Lukas e Raivis -al quale Emil voleva fare una sorpresa coi fiocchi- non sospettassero nulla. La troupe si organizzò per scattare la foto la notte successiva in un posto sicuro e lontano da occhi indiscreti.

Bisognava solo trovarlo, il posto sicuro e lontano da occhi indiscreti.

Al meeting, che si tenne subito dopo la sopra riportata discussione, fu messo assieme un ventaglio di opzioni di posti strasicuri. Dopo un'attenta scrematura rimasero queste opzioni: la base americana in Antartide, il quartier generale del KGB, l'Area 51, la base spaziale di Cape Canaveral, la Wammy's House (l'inimitabile L, sempre gentilissimo, si offrì d'intercedere per loro presso Watari nel caso avessero optato per questa scelta), la già nominata Fort Knox e l'Archivio Vaticano. La discussione durò per un'ora, fino a quando una certa persona della troupe ebbe un lampo di genio.

Casa di kochanie! Quello è totalmente il posto più sicuro del mondo!”.

Secondo voi, care puellae, cosa fecero i nostri?

... Tu, ragazza in fondo a sinistra! Sì, tu! Hai detto “scoppiarono a ridere”?

... Sì? Allora congratulazioni, hai vinto un pupazzo a scelta tra ChibiL, ChibiLight, ChibiNear, ChibiMello e ChibiMatt! Passa dietro le quinte, l'autrice Elfin ti consegnerà il premio!

E manco a dirlo scese Light. Quello vero, però: in carne e ossa, grande e vaccinato, a dir poco inalberato e...

In boxer.

...

Insomma, il Kira che tutti noi conosciamo chiese ai ragazzuoli di smetterla di piantar grane, pena la scrittura di tutti i loro nomi su una certa agenda killer.

Io sono venuto qui per scappare dalle fangirls e devo sorbirmi tutto 'sto macello?! Già dieci minuti fa sono dovuto salire al terzo piano e litigare con quel sociopatico di Mello perché lui, Matt e Near non la piantavano di fare casino: se adesso vi ci mettete pure voi divento scemo! ”.

E dai, Light, sii paziente: stanno lavorando.” lo chiamò quel santo di L dal pian di sopra. “Su, torna a letto.”. Frase, quest'ultima, che scatenò le fantasie fangirliche di Elizabeta, che rimase per le successive due ore in una condizione di estatico delirio.

Attenti a voi.” li minacciò Raito, per poi raggiungere il suo sublime fidanzato coinquilino.

Quando il drago si fu ritirato nel suo oscuro antro, l'ungherese fu appoggiata su una sedia in un angolo e la riunione poté proseguire.

L'idea di Feliks non era del tutto da buttar via. Certo, casa di Vash era cento volte più sicura di tutti i posti sopra elencati (sì, anche della Wammy's House) ma era anche dannatamente off-limits.

La residenza di Vash Zwingli era il luogo più inaccessibile di tutta l'Eurasia, forse dell'intero globo terracqueo. Da secoli si tramandavano leggende spaventose su quale terribile destino attendesse chiunque osasse oltrepassarne la sacra soglia senza l'esplicito consenso del padrone, il quale, implacabile e inflessibile guardiano, la sorvegliava ventiquattr'ore al giorno, sette giorni la settimana, trecentosessantacinque giorni l'anno.

Ma i nostri eroi avevano un asso nella manica: Feliks. Usato in maniera corretta, il polacco avrebbe potuto rivelarsi la carta vincente per abbattere le altrimenti impenetrabili difese dell'elvetico e portare così al successo tutta l'operazione.

Quindi hai un piano-aru?”.

Feliks ghignò.

Certo. Fidatevi di me, stimati colleghi. Entro domani alle sei avremo il consenso totale di Vash.” fece, mentre un sorriso perverso e crudele si allargava sul suo viso.

 

Il piano scattò il giorno successivo alle tre postmeridiane. A quell'ora Vash, esausto, rientrò a casa e, senza neanche mangiare, decise di farsi un bagno. Stabilì che, per risparmiare sulla bolletta del gas, avrebbe riscaldato l'acqua come faceva ai bei vecchi tempi quando ancora non c'era tutta quella costosa e dispendiosissima tecnologia: in un pignattone sul fuoco del camino.

Ma, ahìlui, la Sorte maligna aveva ben altri piani. Se pensava davvero di farsi un bagno in tutta tranquillità stava facendo un errore grosso quanto una piscina olimpica.

Difatti, quando entrò in bagno per prendere il sapone, Vash vide la vasca piena con candele accese lungo tutto il bordo, petali di rosa nell'acqua calda e un flacone mezzo vuoto di sali da bagno al muschio bianco posato sul lavandino.

Stava ancora cercando di realizzare cosa stava guardando quando la porta del bagno si chiuse dietro di lui a doppia mandata.

Maccheccos... ?!”.

Ciao, kochanie...” lo salutò Feliks con voce sensuale (no comment). Si avvicinò a lui con passo felino (no comment) e Vash si sentì mancare il pavimento sotto i piedi quando si rese conto che il suo fidanzato/marito/chiamatelo-come-ve-pare indossava soltanto un risicatissimo negligé rosa di seta, tulle e pizzo con una scollatura che lasciava ben poco all'immaginazione. Non che avesse qualcosa da nascondere ai piani alti ma, hey ragazze, this is Yaoi!

Feliks, cosa significa tutto questo?” chiese Vash sforzandosi di stare calmo.

Poi gli venne un sospetto.

Che Feliks fosse definitivamente andato ai pazzi?

Dopotutto era da secoli che si comportava in maniera alquanto inusuale e girava indossando bizzarri completini bianchi, viola prugna e rosa, era plausibile che avesse sbroccato. Fosse stato veramente così c'era gente tipo Gilbert, Roderich e Ivan (forse pure Ludwig) che ne sarebbero stati strafelici e che, anzi, si sarebbero offerti volontari di portare il pinkomane in un centro d'igiene mentale, chiuderlo in una stanza, prendere un volo per l'Italia e gettare la chiave nell'Etna. Per poi organizzare una bella festa in spiaggia con tanto di falò, grigliata di pesce e bagno di mezzanotte.

Ma a Vash non sarebbe piaciuto per niente.

Certo, era assolutamente innegabile il fatto che ci volesse una pazienza da monaco buddhista per sopportare Feliks senza impazzire ogni due per tre. Era capriccioso, più lunatico di una tredicenne, viziato, prepotente, imprevedibile e spesso infantile. Ma quella era solo la superficie.

Innanzitutto Polonia era tutt'altro che stupido, faceva soltanto finta di esserlo. Seconda cosa, non era affatto codardo. Quando Vash scoprì che non aveva minimamente paura né di Ivan né tantomeno di Natalia, non poteva crederci e pensò di aver finalmente trovato la sua anima se non gemella almeno simile.

Altra cosa molto interessante era il fatto che Feliks sapeva essere molto dolce, affettuoso e sensibile. Quella fu una vera scoperta, vista e considerata l'opinione tutt'altro che eccelsa che svariati Stati europei avevano di lui. Inoltre era anche divertente e spiritoso, se preso nei momenti buoni. E, dulcis in fundo, come amatore era tutt'altro che incapace, if you know what I mean.

Feliks sospirò sensualmente (no comment), si portò dietro Vash e gli passò le braccia attorno al petto, iniziando a sbottonargli la giacca con fare provocante (no comment).

Nulla.” gli bisbigliò all'orecchio. “Cioè, non posso essere tipo... carino con te?”.

No, è che quando fai così è perché vuoi qualcosa in cambio.”.

Ma dai, cosa te lo fa pensare? Cioè, non dire sciocchezze.”. Feliks gli sfilò la giacca e la lasciò cadere sul pavimento.

No, non per terra! L'ho presa stamattina dal bucato! Brutto disgraziato!”.

Vash Zwingli non disse altre parole nelle due ore successive.

 

Erano ormai le cinque del pomeriggio quando a casa Jones il telefono squillò.

Pronto, qui è l'eroe che parla! Chi è?”.

Alfred, sono io.”.

Ehi, Feliks! Allora, ce l'hai fatta?”.

Tutto risolto.”.

Solo allora l'americano si accorse che la voce di Feliks era molto, molto, molto rilassata. “Ehi, amico, tutto bene?”.

Mai stato meglio, Alfred. Credimi, mai stato meglio. Abbiamo tipo casa in concessione dalle otto a mezzanotte.”.

Dalle otto a... ?! Ma sei un grande! Ti adoro, sei mitico! Chiamo subito gli altri!”.

Alle otto spaccate la troupe, assieme ad Emil, era davanti casa Zwingli (ormai praticamente diventata casa Zwingli-Łukasiewicz). Tutti loro erano eccitatissimi: mai erano entrati là dentro, per loro era come essere i primi fortunati ad entrare dentro un'inviolata tomba egizia. Ad accoglierli venne Feliks, che fu festeggiato con un brindisi a base di Martini.

Dopo un quarto d'ora di baldoria l'allegra brigata si recò al piano di sopra.

Feliks, mi spieghi come hai fatto a convincere Vash?” gli chiese Alfred mentre salivano le scale.

Il polacco sorrise. “Te lo spiego quando tipo non ci sono ragazzini nei paraggi.” rispose indicando Emil con gli occhi.

Ah, tranquillo, probabilmente non è nulla che io e Raivis non abbiamo fatto.” commentò in rimando l'islandese facendo restare tutti di stucco.

Mentre Ivan prendeva ispirazione per strani progetti da realizzare con la partecipazione più o meno volontaria di Toris, la combriccola arrivò in una delle stanze degli ospiti.

Ok, ora tipo tutti fuori a parte me ed Emil! Su, sciò sciò! Tornate quando tipo vi chiamo io!”.

Così Alfred, Ivan, Toris, Yao, Feliciano ed Elizabeta si ritrovarono in corridoio come sei imbecilli. Ognuno si trovò qualcosa da fare: Yao e Feliciano scesero in cucina a preparare gli spuntini di mezzanotte, Alfred si fiondò nell'armeria personale di Vash (che lo avrebbe fucilato seduta stante se l'avesse beccato là), Elizabeta se ne andò in giardino a spiare Roderich e Gilbert, mentre Ivan iniziò a tentare di portare Toris in un'altra stanza degli ospiti. E di certo non per un pokerino.

Ehm... Po...”.

Cosa c'è, Liet?”.

Ecco... C'è Ivan che mi sta guardando in modo strano... Come se stesse guardando un piatto di caviale del Volga...”.

IVAN! Cioè, lascia stare Liet o Varsavia diventerà la tua nuova capitale prima che tu abbia tipo il tempo di dire 'Quant'è figo Vash'!”.

Quella minaccia tipicamente Made In Poland lasciò Ivan interdetto il tempo sufficiente per consentire al lituano di barricarsi in uno sgabuzzino di 2x2 in compagnia di un AK47, che mai prima di quel momento si era rivelato più utile.

Su, Toris, esci! Giochiamo insieme, da!”.

No grazie, non ne ho voglia!”.

Ma ci divertiremo un mondo!”.

No! Vattene via! Aiuto!”.

Chi ha chiesto aiuto?!”.

Tipo pupazzo da una scatola saltò fuori Alfred carico di fucili, pistole e mitragliatrici.

Qualcuno ha invocato aiuto! Niente paura, è arrivato l'eroe!”.

Alfred, aiuto! Ivan ce l'ha con me!”.

Dopo quella frase Alfred e Ivan ingaggiarono un conflitto a fuoco nei corridoi della villa, fracassando cocci e disseminando i muri e i mobili di fori di pallottole, tanto che sembrava di essere finiti in uno scenario di Medal of Honor. A sedare il caos intervenne Yao che, armato della sua fidata casseruola (la stessa con cui aveva saccagnato di botte Kiku e Ludwig, come voi ben ricorderete), placò i bollenti spiriti dei due contendenti a suon di mazzate in testa.

Ommioddio!”. Feliks uscì dalla stanza e iniziò a correre per il corridoio. “Brutti stupidi, cos'avete fatto?! Oddio! Ora cosa dirò a kochanie?! S'infurierà a morte!”.

 

Ci vollero tre ore per sistemare il macello che i due avevano combinato. Dopo aver imbavagliato e legato Alfred e Ivan come salami e averli appesi ad un lampadario come prosciutti di Parma (tanto il quoziente intellettivo complessivo dei due stava più o meno su quei livelli), i superstiti entrarono nella stanza per vedere l'opera di Feliks.

Emil indossava soltanto una camicia bianca sbottonata e i boxer ed era semisdraiato in un letto dalle lenzuola nere e scombinate. In mano teneva un libro, ma aveva uno sguardo fin troppo ammiccante per essere quello di uno che legge.

TA DAA!”.

Bello! Sì sì! Ci piace, ci piace!”.

Elizabeta, è un ragazzino e ha un fratello pericoloso, tienilo a mente-aru!”.

Ve, allora scatto!”.

*ZZZ... CLICK!*

 

La mia casa! La mia bellissima casa! Cosa è successo qui dentro?! FELIKS!”.

L'irata voce di Vash li raggiunse mentre stavano in salone leggendo i responsi delle opinioniste.

FELIKS, COS'E' SUCCESSO QUI?!” ruggì lo svizzero scendendo a passi larghi le scale. Teneva in mano una pistola ben carica, ma aveva i capelli in disordine e indossava soltanto una maglia e i boxer. Evidentemente l'integrità della sua dimora contava così tanto da fargli dimenticare di essere in desabillé.

Kochanie! Amore della mia vita!”. Feliks gli corse incontro praticamente volando a dieci centimetri dalle piastrelle del pavimento. “Ma tipo quanto sei sexy così!”.

Vero...” commentò Elizabeta trattenendosi a stento.

Cos'avete combinato?! I corridoi del primo piano sono crivellati di fori di proiettili e nell'armeria sembra sia esplosa una bomba da quanto disordine c'è! Dovevate fare una foto o girare un film di 007?!”.

No, è che c'è stato tipo un casino assurdo con Alfred e Ivan!”. Feliks gli passò un braccio attorno ai fianchi e lo portò via facendo cenno agli altri di proseguire la lettura. “Sai com'è, vecchi rancori e nuovi grattacapi: ora ti racconto tutto...”.

Fiù, che fortuna!”. Toris sospirò. “Già mi vedevo sistemato per le feste!”.

Tutti i responsi furono favorevoli: molto entusiastico fu quello di Lily, che scriveva da un Internet café di Zurigo e alla quale non era parso vero di vedere un così bel ragazzo più o meno suo coetaneo.

Feliciano sbarrò il nome di Islanda dalla Lista. “Ve, ora manca soltanto... Oh, manca lui!”.

Toris lesse il nome e scoppiò quasi in lacrime. “Quello non lo convinceremo MAI! E' troppo difficile! E' un'impresa impossibile!”.

Emil gli batté una pacca sulla spalla sorridendo.

No, Toris.” disse. “Non è impossibile, se si ha un certo alleato.”.




Note di Vale:

*arriva canticchiando Tunnel of love*

Eccolo, il meraviglioso Novembre!

Dei capitoli che ho scritto questo è in assoluto il mio preferito. Principalmente perché c'è il mio adorato Ice (*-*), ma anche perché Light e L fanno un cammeo memorabile e... Non lo so perché. So solo che lo amo follemente, questo capitolo!

Il prossimo capitolo, l'ultimo mese dell'anno, è stato l'ultimo ad aver visto la luce e, credetemi, per Elfin tirarlo fuori è stata un'impresa a dir poco titanica. Dicembre l'ha fatta penare per mesi ma alla fine ce l'ha fatta, e credetemi se vi dico che quel capitolo vale pienamente ogni secondo che ci ha messo a venir fuori!

Alla prossima!

*se ne va canticchiando Tunnel of love*

 

Note di Elfin:

Signore e signorine, ci stiamo avvicinando alla fine D: Questo è il penultimo capitolo >.< Tuttavia, abbiamo ancora delle sorprese per voi e assi nella manica (*si vede Elfin in canottiera*) v.v

Ringrazio come al solito tutte per aver recensito, ci vediamo a Dicembre ;)

Kiss

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Capitolo 13
*** Dicembre ovvero Anche in macchina, se ti piace l'idea ***


Si USA così

Dicembre ovvero “Anche in macchina, se ti piace l'idea”

 

 

Alfred può sembrare stupido, ma in realtà... LO E' ANCORA DI PIU'! Infatti, questo uomo delizioso non solo aveva pensato di squagliarsela a Dicembre, ma addirittura di consigliare di andare da Danimarca per convincere il Prescelto a posare per il nuovo mese.

Come, prego? Mh? Sì, sì. Sì. Sì, esatto. Quella ragazza laggiù ha già compreso di chi stiamo per parlare.

Esatto, ragazze, un dieci a tutte voi, il gelido Norvegia.

Fu così che Alfred, predicendo un rifiuto categorico, sparì dalla circolazione e Feliks e Elizabetha furono spediti a prelevare Danimarca -che era risaputo essere amico intimo di Norvegia.

Dling Dlong

Ungheria aspettò qualche secondo.

Dling Dlong

Feliks si guardò intorno in attesa.

Dling Dlong

I due cominciarono a limarsi le unghie.

-...Ehm... Ma secondo te sono in casa?

-La domanda giusta è: “Ma secondo te esistono?”. Io non li ho mai visti.

Dling Dlong

-Per me sono un'invenzione di America.

-No, per me sono un'invenzione di Islanda.

Dling Dlong

Feliks cominciò a rovistare nella borsa per tirarne fuori delle mutande di pizzo.

-Ma secondo te queste sono abbastanza sexy per farmi trovare seminudo nel cavour di Vash?

-Naturalmente. Io ti direi anche di metterle un po' storte, in maniera da fare un giochino “vedo-non-vedo”.

Feliks si illuminò.

-Hai tipo totalmente ragione, non ci avevo pensato!

-Cos'è quella roba?

I due sobbalzarono, girandosi. Davanti a loro c'era nientepopodimeno che...

-N... Norvegia?

-Che ci fai qui?

Il ragazzo fece spallucce e non rispose. Fece un cenno con la testa e Ungheria decise di farsi avanti.

-Siamo venuti per Danimarca... E' in casa?

-Mh, sì. Aspettate un attimo.

Norvegia richiuse la porta. Elizabetha sorrise a Feliks, che mormorò qualcosa sul fatto che quel nordico aveva una voce sottile e carinissima, forse solo quella di Timo la superava. Ma improvvisamente, da dietro la porta, si sentì un vocione potente.

-DANIMARCA! DANIMARCA! SVEGLIATI, BABBEO! E' PER TE!

I due si guardarono a occhi spalancati e con la bocca aperta in una grossa “O” -espressione che fino a ora avevo incontrato solo ne “Il bambino con il pigiama a righe”.

La porta si riaprì mostrando un giuoviale figliuolo, con un'espressione tanto ebete da sembrare un vicino cugino di Alfred.

-Chi siete?

Elizabetha prese nuovamente la parola.

-Siamo Ungheria e Polonia. Vorremmo discutere con te di una questione.

Il sorriso dell'altro si spense.

-Se... Se state parlando di quel piccolo guasto al pianoforte di Austria, VI GIURO CHE NON SONO STATO IO.

-N... No! No, scusa un attimo: conosci Roderich?

L'altro non ascoltò.

-Uh, ah, meno male. Beh, in ogni caso non sono stato io, chiaro? Al cento per cento? Sicuri? Bene.

Gli altri due non avevano proferito parola.

-Potete entrare.

Elizabetha, fatto passare Feliks perchè “prima le signore”, diede un'occhiata alla casa. Era ben arredata, ma disordinata e per terra, poco lontano dal divano, le sembrava ci fosse un preservativo usato. Vide Norvegia guardarlo, sbarrare gli occhi, correre e prenderlo, per poi sparire in un'altra stanza che doveva essere la cucina.

-Accomodatevi.

Danimarca si lasciò cadere di peso sul divano.

-Allora... cosa vi mena nella mia umile dimora?

Feliks scosse la testa avvilito.

-Allora è proprio scemo come dicono...

-Siamo venuti fin qui perchè...

Elizabetha gli fece cenno di avvicinarsi e abbassò la voce.

-...perchè dovresti convincere Norvegia a fare qualcosa per noi...

Lui sorrise perfido.

-Nulla di più semplice. Ma cosa, di grazia?

-Beh, vedi, stiamo facendo un calendario di beneficenza e ci servirebbe... AH, SI', sì sì, mi pare giusto.

Ungheria aspettò che Norvegia riuscisse dalla stanza, poi ricominciò a parlare abbassando la voce.

-E ci serve che Norvegia posi come modello: una piccola foto sexy, nient'altro. Vorremmo solo questo.

L'altro si illuminò.

-Hai detto “foto sexy”? Uh uh! Sì, sì, assolutamente sì, accetto di fare parte della vostra allegra combriccola!

Feliks e Elizabetha sospirarono, iniziando ad alzarsi.

-Ma!

Si risedettero di peso.

-Ma voglio una buona percentuale sugli incassi. Diciamo il...

-5%?

-...il 20%. O non se ne fa nulla

Elizabetha si alzò, brandendo la propria padella.

-IL VENTI PER CENTO?! DEFICIENTE, IMBROGLIONE, COME POSSIAMO DARTI UNA CIFRA TANTO ALTA?

Feliks le fece cenno di tacere, vedendo Norvegia affacciarsi preoccupato.

-E' successo qualcosa?

-Ahah, no, nulla.

-Mh.

Danimarca fece per proporre il 15%, ma Ungheria gli piantò la padella in mezzo alla fronte.

-Allora il 10%... Uh! Il 5%... AHIA! E va bene. Sentite, allora: non so quanto guadagnerete, ma questa è la cifra che voglio.

Prese un pezzo di carta, ci scrisse qualcosa sopra e glielo fece vedere. I due sbiancarono.

-E dove li troviamo tutti questi soldi?

Danimarca guardò Feliks.

-Beh, qualcuno potrebbe averceli...

Il polacco ricambiò l'occhiata, non capendo cosa intendesse, per poi ricordarsi la piscina di denaro in cui Vash soleva farsi il bagno ogni venerdì sera. Scosse la testa.

-No... Tipo non posso farlo! Lui non si stacca mai dai suoi soldi.

-Le voci mi dicono una cosa diversa: per te farebbe qualunque cosa. Ti basterà passarci una delle vostre nottate di fuoco e lui sarà disposto a darti questa cifra.

Danimarca incrociò le braccia e li guardò con un'espressione da boss mafioso. Ma lui non aveva mai conosciuto Elizabetha o, peggio ancora, cosa per cui rimproverò la sorte, non aveva mai avuto modo di testare le capacità di Polonia.

Quest'ultimo, dopo aver abbassato il capo, ridacchiò. Guardò Danimarca con aria di sfida, battagliero -all'altro gli prese quasi un colpo al cuore, tanto era il fuoco nei suoi occhi.

-Quindi, mi stai tipo dicendo che mi basterà aprire le gambe e mi darà quella cifra... Ma tipo per chi mi hai preso? Oltretutto...

Sbattè le ciglia con aria fintamente innocente.

-Qui c'è qualcun altro che, con una nottata di fuoco, potrebbe ottenere tutto quello che vuole. Nevvero, Danimarca? Sai... ho delle foto. Delle foto molto piccanti. Dietro un cespuglio, te e Norvegia, eh, birbantelli?

Si mise la mano nei jeans fucsia, tirandoci fuori le suddette foto. Danimarca impallidì.

-C... come le hai avute...?

Provò a prenderle, ma Feliks le mise fuori dalla sua portata.

-Non sono tipo affari tuoi. Il tuo pagamento sarà... che queste foto non vengano allo scoperto.

-M... Ma perchè state chiedendo a me, allora, se avete quelle foto? Potreste farle vedere direttamente a Nor e farla finita.

-Mh, no. Vedi, la faccia di Norvegia tipo non si vede mai: potrebbe essere chiunque. Ma, ecco, la tua si vede di faccia. Tu sei l'unico tipo totalmente ricattabile. E ora, con l'affermazione che hai fatto prima...

Tirò fuori dall'altra tasca un registratore.

-...Non solo abbiamo tipo le prove del fatto che il tuo amante in questa foto sia proprio Norvegia, ma abbiamo anche prove del fatto che hai provato a estorcerci soldi e, gran finale, che tipo hai tentato di prostituirmi.

-Prostituirti?

-Sì sì, a Vash.

-Ma Vash è il tuo ragazzo!

-Già, e far fare sesso in cambio di soldi è prostituzione.

Danimarca si mise le mani fra i capelli. Nulla, proprio non gli veniva bene fare il cattivo: prova ad avere soldi e si ritrova a poter essere ricattato, prova a farsi una seratina bondage con il suo ragazzo e finisce per essere lui quello legato e imbavagliato. No, davvero, era troppo per il suo grande cuore e il suo piccolo cervello.

Feliks era troppo furbo per lui, troppo astuto.

-D'accordo, ho capito. Domani, Norvegia sarà nel vostro studio, pronto per essere fotografato.

Tese la mano ai due, che gliela strinsero e uscirono dalla casa.

Quando furono lontani, Elizabetha sospirò.

-Feliks, non so proprio come fai ad avere certe informazioni, ma sei stato grande.

Lui sorrise.

-Segreti del mestiere, figliola, segreti del mestiere.

 

Danimarca si scaldò le mani, guardando fissa la parete. Pareva molto concentrato, ma in realtà non stava pensando a una beneamata mazza. Sentì il suo ragazzo sederglisi accanto.

-Cosa volevano?

Danimarca tirò fuori da sotto al divano un pacchetto di sigarette. Norvegia gliele tolse dalle mani e le lanciò nell'altra stanza, perchè, diamine, DANIMARCA NON FUMAVA: gli sembrava solamente figo averle fra le labbra, fossero anche spente, le sigarette!

-Ah, nulla di speciale.

Sbattè le palpebre, riprendendosi da quel torpore in cui era caduto, e si avvicinò a Norvegia. Gli diede un bacio sull'orecchio.

-Ma... c'è qualcosa che puoi fare per me?

L'altro lo guardò un attimo, scrutandolo. Poi aprì le labbra sorridendo.

-Ma certo, per te qualunque cosa...

-Davvero?

-No.

Danimarca lasciò scivolare le mani sui suoi fianchi, mordendogli il lobo dell'orecchio sinistro.

-E daaaai... ti preeeeegoooo! Faremo l'amore tutte le volte che vorrai, dove vorrai e come vorrai. Allora?

Norvegia sbuffò.

-E poi... poi non ti costringerò più a chiamare facendo finta di essere il dottore.

-Ah, sì: “Ciao sono io, amore mio! Pensavo a te!”.

Norvegia rabbrividì.

-E poi... poi... ti preparerò la colazione e... ti prometto che leggerò più libri e... ti comprerò tutti i vestiti che vuoi.

Norvegia non cambiò minimamente espressione. Nonostante questo, era quasi lusingato di tutte le promesse che gli stava facendo in quel momento, anche se non le avrebbe mai mantenute.

Danimarca gli si strusciò, facendo le fusa -sembrava il rumore di un tosaerba in realtà, ma non glielo dite.

-Anche in macchina?

-Mh? Come prego?

Norvegia lo guardò.

-Saresti disposto a farlo anche in macchina?

Arrossì lievemente perchè non era abituato a fare quelle sconce richieste, ma l'aveva visto in un film e voleva assolutamente provare. Danimarca sorrise.

-Se lo faccio, prometti che farai quello che ti dico questa volta?

-Mh... sì.

L'altro rise.

-Allora, sì, anche in macchina, se ti piace l'idea!

Ma Norvegia non aveva chiesto che cosa doveva fare: perchè, perchè non l'ha fatto? Ma per la nostra somma gioia, ovviamente.

 

-Perchè mi guardano così?

-Perchè... perchè... perchè sei appena arrivato! Sì!

Danimarca spinse Norvegia verso Feliks.

-Tu sei quello di ieri.

-Feliks, Polonia, marito di Vash alias Svizzera e tipo il tuo make up artist.

-Ah.

-Vieni: ti farò tipo diventare un vero e proprio sex-simbol!

Lo prese per mano e lo sbattè dentro il camerino. Si sentirono numerosi versi, che Danimarca solo riconobbe come i rumori di un raro esemplare di Incazzatus Norvegis.

Vide Ivan fischiettare, sistemando un albero di Natale farlocco (e con “farlocco” intendo sia l'albero che il Natale, visto che era estate). Rimase seriamente impressionato dall'abilità circense di Lituania, che andava e veniva dalla scena al camerino. A volte camminava su un piede solo, altre volte teneva una sedia, un rossetto, una candela, un mascara e altra roba in equilibrio con le braccia e il naso, ancora, a volte faceva capriole e ruote, cercando di andare più veloce.

-Bravo! Bravo!

Appena Toris si sedette, avendo finalmente finito tutto, gli tirò addosso delle monetine.

-E tipo ecco a voi!

Feliks uscì dal camerino, fiero come non mai.

-Il fantasticooooo NORVEGIA!

Partì un applauso da Yao, che era appena arrivato e che non stava capendo cosa stava accadendo.

Norvegia uscì fuori incavolato come una bestia, ma così affascinante che a nessuno gliene fregò nulla del suo stato d'animo. Era talmente figo che sembrava un modello anche se aveva

  1. Le narici dilatate

  2. Una vena pulsante sulla tempia

  3. Le mani che tremavano

  4. La bocca mezza storta per trattenere i ringhi

Neanche Danimarca se ne rese conto e corse in giro a urlare “E' il mio fidanzato! Me lo faccio ogni sera! Guardate che gran pezzo di figo!”.

Infatti il caro Danimarca, piccolo scemo, si era totalmente dimenticato di dire a Norvegia che la foto sarebbe dovuta essere sexy e si era semplicemente divertito, in macchina, scordandosi molti dettagli, tipo che quella foto provocante sarebbe stata venduta a tutto il mondo e che sarebbe stato quel team scade... AHIA! Dicevo, team stupendo a farla. E soprattutto che sarebbe stato quel pacchiano di Feliks a essere il costumista.

Ivan prese Norvegia di peso e lo buttò nel mezzo della scena. Intorno al russo stavano sputando tanti fiorellini inquietanti.

-Ordunque...

Feliks sospirò, sedendosi davanti alla scena: una tipica baita in occasione della festa di Natale, con regali sotto l'albero e fuoco fasullo nel camino.

-Mettiti sul divano... Non così! Devi tipo far vedere come ti cade bene il maglione sulla spalla mostrando quasi tutto il petto! Ecco, bravo... Poi metti le gambe... tipo così...

Feliks lo inquadrò con le dita, per poi mormorare un “Ora è tipo totalmente perfetto”.

Feliciano, che fino a quel momento era rimasto a fare i complimenti a Danimarca per il fidanzato, dicendo che il suo comunque era meglio, inciampò e quasi uccise la macchinetta fotografica.

-No, Feli, nooooooo!

Click!

-Ve, ha scattato una foto.

Feliciano controllò per vedere com'era.

-Come vuoi che sia, Feli! E' stata scattata a casaccio!

-Ve, ma è bella!

Ungheria prese la macchinetta, guardando scetticamente lo schermetto. Ma i suoi occhi si illuminarono!

-E' magnifica! Anche meglio di quelle che Feli fa apposta! Senza offesa, tesoro.

-Veeee...

Gelosissima della foto, Ungheria stette dieci minuti buoni a riflettere se mandarla alle opinioniste o meno e, quando Feliciano con abile mossa come Lady Oscar, le rubò la macchinetta per mandare la foto, Elizabetha per poco non svenne.

-Ve, qua dicono... “Passabile”... Poi...

-AH! A LUI DICE PASSABILE E A PRUSSIA DICE CHE “NON STA PIU' NEI COLLANT”! ASSASSINA!

-Poi... ve... “Non so chi è, ma me lo farei immediatamente”... E poi... “Da ora in poi amerò il Natale per sempre: voglio che, chiunque sia, stia nudo e legato nel mio pacco sotto l'albero l'anno prossimo! <3”...

Yao finì di mettere il riso alla cantonese nei piatti.

-Beh, direi che è andata bene-aru.

-Benissimo, solo l'eroe poteva fare una cosa simile!

Tutti si girarono.

-Alfred? Maledetto co*one, dove sei stato fino a ora?

-A cercare di salvare il mio amoruccio inglese da quel francese. E vi ho portato dell'ottimo champagne.

Feliciano alzò la mano.

-Ve, ma quello è spumante italiano.

Alfred lo guardò.

-Beh? Che differenza fa?

Morale di “Si USA così”: mai fidarsi degli americani perchè non sanno distinguere uno champagne da uno spumante. Oh yeah, baby. Fine.

-E comunque, sappiate che l'eroe sconfiggerà Francia e avrà Arthur tutto per sé un giorno di questi.

Ho detto “Fine”.

-Ah, e lo champagne e lo spumante sono uguali, non capisco perchè hanno nomi diversi.

FINE DI SI USA COSI'.

-E poi, che lavoraccio mi avete fatto fare! Ho gente da salvare nel mondo, io!

ALFRED, STAI ZITTO.

-E comunque c'è anche l'epilogo, non finisce mica così! Guarda, le ho salvate, solo l'eroe poteva fare qualcosa di simi-mph...

Ecco, bravo, imbavaglialo, grazie Ivan.

-Kol kol kol kol kol

Fine di Si USA così.

 

 

Note di Elfin:

E vabbè, puelle. Manca solo l'epilogo, scritto dalla Vale, e anche questa fanfiction a quattro mani è terminata. Vi ringraziamo enormemente per averci seguito e per aver recensito. Anche tutto lo staff per il calendario ringrazia :)

Piccolo appunto: nessun Alfred è stato maltrattato durante le "riprese" v.v Lo dico perchè non si sa mai :)

Abbiamo altre storie in mente, io e la Vale, alcune delle quali davvero geniali ;D Speriamo le leggiate ^-^

All'epilogo :D

Kiss

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Capitolo 14
*** Epilogo ovvero Perchè presentare un calendario non è mai stato così divertente! ***


Si USA così
Epilogo ovvero
"Perché presentare un calendario non è mai stato così divertente!"


In quel meeting mondiale fuori programma, alcune tra le Nazioni maschili avevano comportamenti decisamente strani (o forse no?). Nella fattispecie:

  1. Kiku Honda sembrava calmo come al solito, ma era pronto a sguainare la katana e fare harakiri se le circostanze l'avessero richiesto;
  2. Arthur Kirkland fulminava la bandiera statunitense con lo sguardo meditando di tagliarla a strisce e di usarla come carta igienica;
  3. Matthew Williams, ignaro di tutto, se ne stava seduto tranquillamente al suo posto chiacchierando con Cuba;
  4. Vash Zwingli tentava di respingere le effusioni del suo fidanzato/marito/chiamatelo-come-volete ricevendo occhiatine divertite dai suoi vicini di posto;
  5. Francis Bonnefoy sorseggiava un calice di rosso di Borgogna pregustando il suo imminente trionfo;
  6. Antonio Hernàndez-Carriedo rideva e scherzava con tutti come al suo solito;
  7. Lovino Vargas teneva sott'occhio il suo ragazzo temendo di ritrovarsi improvvisamente cornuto;
  8. Roderich Eldenstein veniva stuzzicato da Gilbert e gli gridava contro per tentare (invano) di farlo smettere;
  9. Ludwig Beilschmidt leggeva un giornalino porno a cui aveva applicato la sovraccoperta del libro Critica della ragion pura dell'illustre filosofo Immanuel Kant (che in quel momento stava ballando la break-dance nella tomba);
  10. Gilbert Beilschmidt stuzzicava Roderich rubandogli gli occhiali e tirandogli il ciuffo;
  11. Emil Steilsson accarezzava teneramente i capelli di Raivis, che aveva appoggiato la propria testa contro il suo petto (facendo venire una crisi fangirlistica ad Ungheria);
  12. Lukas Bondevik (alias Norvegia) squadrava il suo ragazzo/amante Matthias Kohler (alias Danimarca) con aria leggermente scazzata, mentre quest'ultimo faceva un sorriso a trentamila denti per scongiurare il pericolo imminente.


Le luci si spensero.
"Signore e signori, a me gli occhi!".
Alfred F. Jones, che si era palesemente montato la testa, entrò nella sala illuminato da un occhio di bue e annunciato dall'inno americano. Indossava un frac con tanto di gardenia all'occhiello e aveva il papillon al collo e il cilindro in testa. Sembrava un malriuscito incrocio tra Vito Corleone e Rockfeller, ma tutti applaudirono per educazione.
Le luci si riaccesero e America tossicchiò.
"Signore e signori! Noi, eroica persona, assieme ad un gruppo sceltissimo di coraggiosi, abbiamo testé portato a termine un'opera monumentale, grandiosa, destinata a restare nella storia dell'arte mondiale!".
Mein Gott, cosa s'è fumato? pensò Germania sospirando in preda allo sconforto. E' solo un calendario e lo presenta con il plurale maiestatis!
"Oggi, alla presenza di tutte gli Stati del mondo, sarà mostrato in anteprima esclusivissima il primo calendario delle Nazioni!".
Un "oooh!" di meraviglia attraversò la sala, mentre Lukas sussurrava a Matthias: "Dopo andiamo a casa mia e facciamo i conti.".
"Ebbene sì, amici miei, e non un calendario qualsiasi! Per la gioia delle signorine qui presenti, a cui dedichiamo questo bacio," e Alfred schioccò un bacio nell'aere manco fosse la Monroe, "questo calendario sarà...".
Silenzio carico d'attesa.
"Sarà...".
Altro silenzio carico d'attesa.
"Sarà...".
La tensione era a livelli astronomici.
"Uno splendido, meraviglioso, esasiante.. calendario maschile... SEXY!".
Un boato allucinante si sollevò dall'ala femminile assordando quella maschile per quasi dieci secondi, tanto che alcuni dei maschietti dovettero rifugiarsi sotto al tavolo.
Quando la baraonda si fu placata, Alfred spense le luci e accese un proiettore che proiettava (ma va'?!) su uno schermo appeso alla parete.
"Cominceremo dalla copertina di questo meraviglioso calendario. La copertina è stata fatta ieri pomeriggio all'ultimo secondo, visto che... ce la siamo scordata, ecco!".
Risate in sala.
"Ma ciò non ha influito sulla buona riuscita dell'opera. Protagonista della copertina è un personaggio che ha da poco debuttato nell'anime, ma che ha tutte le carte in regola per una luminosa e sfolgorante carriera! Signore, ecco a voi... Olanda!".
Sullo schermo apparve la copertina del calendario, accolta da fischi di apprezzamento e svenimenti vari. Nella foto c'era Olanda che beveva da una tazza seduto in poltrona in boxer neri e canotta bianca, i capelli bagnati e un asciugamano sulle spalle. L'olandese, sorridendo soddisfatto, sollevò la pipa in un gesto di saluto, mentre Bella riceveva dalle ragazze complimenti e strette di mano per un fratello così figo.
"Adesso iniziamo il vero calendario, signore!". Alfred fece sparire la diapositiva della copertina e tossicchiò.
"Il modello che ha gentilmente posato per Gennaio, con gran gioia dell'autrice Vale, è uno dei personaggi che da più tempo è presente nell'anime, nonché un mio amico di vecchia data. Elegante, sempre cortese, impeccabilmente gentile... Kiku Honda!".
Quando la foto di Giappone apparve, accompagnata da un coro da stadio, Mei si alzò in piedi sulla sedia urlando: "Quel gran figo è il mio vicino di casa!" e Im Yoong tentò di strillare: "Ma io sono molto più bello di lui!", venendo prontamente inibito da un cazzotto di Vietnam. Kiku guardò di sottecchi Matthew, che fissava la foto ad occhi sbarrati. Ormai era fatta, era rovinato! come poteva mostrarsi a lui dopo cotale figuraccia, come?!
"L'ho allevato io-aru! Sono stato io che gli ho fatto da fratello maggiore-aru!" gridava Yao.
Mentre Taiwan preparava uno scandaloso tariffario per le fans del giapponese ("sì, tremila dollari americani una cena con lui! Una settimana con lui in vacanza? Guarda, faccio cinquecentomila dollari perché sono buona!"), Kiku ricevette da mezzo mondo complimenti, pacche sulla spalla e battutine.
"Ehm... Kiku... La foto è bellissima. Davvero.". Era Matthew, rosso come un'aragosta. "Il nero... ti dona.".
Giappone rischiò seriamente un infarto, ma non lo diede a vedere. Matthew, il suo amato Matthew, gli stava facendo i complimenti! Questo ripagava l'umiliazione di essere stato visto seminudo da tutto il mondo! "Ah... Grazie... molte grazie.".
Canada sorrise timidamente e in quel momento Kiku si sentì volare. Ah, quel sorriso! quel sorriso che era come il sorriso di Beatrice a Dante! Ah, la dolcezza di quel sorriso! ah, la bellezza di quel volto! ah, la limpidezza di quegli occhi! Incomparabile!
Come si potrebbe confondere un viso tanto meraviglioso con quello di Alfred, come?! Solo uno stolto potrebbe!
Mentre Kiku inconsapevolmente (ma non a torto) bollava il 98% dei personaggi di Hetalia come una manica di deficienti, la foto di Gennaio sparì dallo schermo.
"Il modello di Febbraio," declamò Alfred, "è una persona che conosco da oramai molto tempo, e che spero di conoscere ancora meglio.".
Fuck you, America!
Va te faire enculer, Amérique!
"Ecco a voi colui che ha fatto conoscere il significato della parola 'tsundere' tra i miscredenti: Arthur Kirkland!".
E la foto di Arthur versione Sexy Pirate apparve sullo schermo scatenando il finimondo.
India sbarrò gli occhi e si voltò a guardare Inghilterra, Australia saltò addosso alla sua ex-madrepatria strillando: "England the best of the world!", Nuova Zelanda fissò la foto attonito, Sealand lanciò urla di tripudio assoluto e Seychelles batté le mani entusiasta.
"Arthur, ce lo potevi dire che nascondi tutto quel ben di Dio sotto i vestiti!".
"Australia, you idiot, get off me!".
America contemplò per almeno una dozzina di minuti la foto di Arthur con la bava alla bocca e facendo senza alcun ritegno fantasie spudoratissime sul biondo britannico facendo incazzare non poco l'autrice Vale. Il suo sguardo incrociò Francis, che contemplava la foto sospirando con aria sognante, il mento posato su una mano e il calice di vino ormai semivuoto nell'altra.
L'ira s'accese entro America. Perché non poteva essere come nei film?! Perché l'eroe non poteva prendere in braccio la sua bella (il suo bello, in questo caso) e allontanarsi verso il tramonto?! Perché quello stracciascatole francese doveva mettersi in mezzo ogni volta, PERCHE'?!
Naturalmente Alfred non poteva sapere che ciò accadeva per il volere dell'autrice Vale, che era fan sfegatata della FrUk dal primo momento in cui aveva visto Francis e Arthur all'opera in coppia (tradotto per voi puellae: un paio d'anni), come non poteva sapere che l'autrice Elfin appoggiava tale opera. Lasciamolo nella sua crassa ignoranza, poveraccio.
"Alfred! Sono tre ore che ti rimiri quella foto, cambia!" protestò Gilbert imitato da parecchi altri.
"Eh?! Ah, sì sì! Dunque!".
La foto di Febbraio sparì.
"Per la foto di Marzo abbiamo scelto un modello inconsueto, ma il risultato è stato... Be', incredibile! Ora di certo non passerà più inosservato quando camminerà per strada: signore... Matthew Williams!".
Matthew urlò: "Cosa?!", Kiku sbarrò gli occhi, Arthur e Francis si guardarono attoniti e la foto di Canada praticamente nudo apparve facendo strillare le ragazze di eccitazione.
"Ma io non ho mai posato per quella foto!".
Alfred fece l'occhiolino. "My dear brother, stavi dormendo e non te lo ricordi!".
Fu allora che quel santo ragazzo capì tutto.
Il gelato... Il sonno... Il gelato... Il sonnifero nel gelato...
Nella mente di Matthew scattò l'interruttore dell'istinto omicida.
"AMERICA! I'LL KILL YOU, AMERICA!".
Il canadese si avventò brandendo una sedia sul fratello, che iniziò a correre per la sala ben poco eroicamente rischiando più volte di inciampare nelle code del frac. All'inseguimento di Matthew si lanciò Francis, mentre Arthur si gustava la scena ridendo selvaggiamente e Kiku fissava la foto finendo in balia di strane, sconce fantasie.
"America, you'll die! America, you bloody bastard!".
"Mathìu, fermati!".
Fortunatamente intervenne Germania, che afferrò Canada per le spalle bloccandolo sul posto e salvandolo così il culo la pelle di Alfred che non se lo meritava affatto.
"Fiù! Thank you, Germany!".
"Non è stato un bel gesto da parte tua." lo redarguì Ludwig, mentre Matthew si dimenava come un cane idrofobo. "Avresti dovuto chiedergli il permesso. Sei stato scorretto e disonesto, per di più nei confronti di tuo fratello: ha ragione ad essere arrabbiato.".
"Alfred! Io ti giuro che appena restiamo soli a casa vedrai! Tutte le botte che ho preso a causa tua le prenderai con gli interessi, te lo giuro!" strillò Matthew facendo preoccupare assai il fratello. Frattanto Kiku era semplicemente in crisi mistica et erotica, tanto che Yao iniziò a preoccuparsi.
"Giappone, tutto bene-aru?".
"...".
"E' andato!" annunciò Taiwan dopo avergli sventolato una mano davanti agli occhi senza ricevere alcun segnale di vita. Nel frattempo Canada si andò a sedere fissando America con occhi infuocati macchinando vendette atrocissime e dolorosissime, così accanto a lui, per controllarlo, si misero Francis e Arthur.
Alfred si sistemò cilindro e frac e come se nulla fosse e continuò.
"Per la foto di Aprile abbiamo scelto... un'autentica sorpresa. Non dico altro! Ecco a voi Vash Zwingli!".
La foto di Vash versione badass apparve accompagnata da un boato generale.
"Ma cosa... ?!" esclamò Roderich.
"Hai capito lo svizzero! Ehi, Vash, quanto ti hanno pagato?".
"No, Antonio, dovresti chiedergli come l'hanno pagato!" lo corresse Gilbert.
"Non sono stato pagato in nessun modo!".
"Ah, davvero?! No, perché a me risulta che un certo Feliks Łukasiewicz ti abbia corrisposto un ingente pagamento in natura!" commentò il prussiano per poi scoppiare a ridere.
"Vash!".
"Austria, fatti gli affari tuoi!".
"Ma come, ti atteggi a paladino della rettitudine morale e poi ti fai comprare da... Dio, non oso neanche pensarci!".
"Io e Polonia stiamo insieme, lo volete capire?!".
Un silenzio assoluto cadde nella sala.
"Ma come, non era soltanto un pettegolezzo che girava?!" esclamò allibito Eduard, allorché Toris, anima buona e pia, lo informò che no, non era solo "un pettegolezzo che girava".
"... C... Cosa?" mormorò Roderich esterrefatto. "Tu e... Tu e quel... quel...".
"Siiì!" trillò Feliks abbracciando Vash. "Io e lui stiamo assieme, ed è totalmente la cosa più bella del mondo! Alla faccia tua, austriaco!" esclamò per poi fargli la linguaccia.
"Perciò" aggiunse Svizzera, "non c'è stato nessun pagamento in natura.".
"Sì, esatto! E' stato tipo sesso tra due adulti consenzienti!".
"Ok, Feliks, ora basta.".
"E ti dirò di più, è stato totalmente una favola! Cioè, ma tipo sapete che questo ragazzo a letto è un uragano?".
"FELIKS!".
"Cioè, stamattina quando ci siamo svegliati le lenzuola era totalmente staccate dal letto: non solo quelle sopra, ma anche il coprimaterasso, e un cuscino era tipo finito sotto al letto! La cosa però più bella è che tipo la mia maglia era finita sapete dove? sul lampadario! Ma immaginate?!".
"Feliks, piantala!".
"E non solo quello: qualche sera fa... uhuh! questo ragazzo ha avuto tipo la brillante idea di usare il cioccolato al latte fuso... non vi dico come! Uhuh! che serata totalmente stupenda, non avevo mai fatto del sesso simile!" raccontò il polacco con entusiasmo, facendo venire al suo ex-amante Toris un micidiale complesso d'inferiorità.
"Basta!".
"Eh già, questo bel biondino sembra tipo tutto perbene ma credetemi, come amante è tutt'altro che pudico, ve l'assicuro! Anzi, è veramente una bomba: è focoso, passionale, irrue...".
Vash agguantò Feliks per la camicia. "Ma la pianti di sbandierare a tutti cosa facciamo a letto?!" gli sibilò all'orecchio.
"Perché?! A me interessa!" esclamò famelica Elizabeta. "Continua, Feliks caro, va' pure avanti!".
"Zitta tu e metti via quel bloc-notes! Anche tu, Prussia! Feliks, ora tu ti siedi e stai buono e soprattutto la smetti di infrangere la nostra privacy!".
"Altrimenti?".
Lo svizzero sogghignò.
"Altrimenti niente sesso per due mesi.".
"COSA?! Kochanie, non puoi farmi questo!".
"E non solo quello, eh no. Niente sesso, niente baci, niente pomiciamenti, niente di niente.".
"Astinenza totale?! Vash, stai tipo scherzando, vero?!".
"No.".
"Ti prego, cioè, non posso tipo stare per due mesi senza toccarti, diventerei totalmente matto, al solo pensiero mi sento male!".
"Allora sta' seduto e smettila di fare il gossipparo pettegolo.".
Una volta che Polonia si fu seduto e Roderich si fu ripreso dallo shock psicofisico causato dalle rivelazioni di Feliks, Alfred poté proseguire con la presentazione e quando si accorse che doveva presentare Maggio si sentì male.
"Dunque, ora tocca a Maggio!" fece a denti stretti e con un entusiasmo falsissimo, mentre Francis lo guardava dritto negli occhi con un sorriso al tempo stesso sfacciato e innocente. "Maggio è... il mese delle rose... e quindi non potevano... sì, non potevano... non scegliere...".
"Dai, che entro dopodomani ce la fai!".
"America, muovi il culo, ho preso degli impegni per il finesettimana!".
"FRANCIA!".
La foto di Francis passò in un lampo sullo schermo e svanì.
"Ehi, faccela vedere!".
"Non vale, vogliamo vederla bene!".
"Ma no, fanciulle, è che... E' la peggiore del calendario, sapete... l'abbiamo fatta di fretta...".
Un pomodoro sfrecciò nell'aria e colpì il muro dietro Alfred.
"Ok, ok, va bene!".
La foto riscosse un gran successo come le precedenti e Francis fu sollevato e portato in trionfo per la sala da Gilbert e Antonio, mentre Arthur fissava la foto ad occhi sbarrati senza proferir verbo. E Alfred rosicava come mai nella vita.
In rapida carrellata seguirono Giugno e Luglio con modelli rispettivamente Antonio e Lovino, il quale s'arrabbiò non poco vedendo il proprio ragazzo ignudo sulla pagina di un calendario.
"Ma Lovinito, pure tu hai fatto la foto e non mi sono arrabbiato!".
"Ma io non stavo col culo all'aria come te! Che cazzo credevi, di essere in un filmaccio porno di merda?! Appena arriviamo a casa vedrai come ti combino!".
Placati i roventi spiriti di Romano, seguì la foto di Agosto con Roderich, accolta con espressioni di eccitazione e stupore.
"Certo che per fare questo calendario avete accettato cani e porci." commentò sogghignando Vash e in un attimo l'austriaco fu pronto per la pugna.
"Che cosa vorresti insinuare?".
"Che non sei adatto ad un calendario.".
"Neanche tu sei un adone, Vash.".
"Non sarò un gran figo ma sicuramente sto messo meglio di te.".
"Ma certo che sei tipo un gran figo, kochanie!" intervenne Polonia guardando in cagnesco Roderich. "Cioè, lascialo stare, la sua è tipo tutta invidia, bisogna compatirlo!".
Austria ridacchiò. "Invidioso? Di chi, di un tappetto alto nemmeno un metro e settanta?".
In un lampo il viso di Vash si tinse di viola.
"Come mi hai chiamato?!" sbraitò sguainando la spingarda.
La lite fu sedata prima che potesse degenerare in un brutale pestaggio da pub da quattro soldi e si poté partire con la quaterna finale dei mesi autunno-invernali.
La foto di Ludwig costrinse il povero tedesco sopracitato ad arrampicarsi sul lampadario per evitare che le ragazze assatanate gli saltassero addosso per farne chissà-cosa, Feliciano gridava loro di sedersi entrando in crisi di pianto, Lovino imprecava contro i muscoli di Germania, Gilbert si vantava di avere un fratello figo "ma mai quanto il Magnifico Me, naturalmente!" e Vash continuava a farsi complessi mentali sulla propria statura mentre Feliks cercava di rincuorarlo. Stesso casotto si scatenò con la foto di Prussia, il quale salì in piedi sul tavolo autoproclamandosi "Re del pianeta Terra" acclamato dalle fanciulle e dai suoi due fedelissimi compari, mentre Ludwig dal lampadario gli ordinava di piantarla con quella pagliacciata.
Qualcosa cambiò.
Qualcosa cambiò quando si dovette passare a presentare Novembre.
I membri della troupe si guardarono spaventati e preoccupati assai. Lukas era lì, nella sala con loro. Sarebbe stata una strage. Un eccidio. Una carneficina in grande stile come non se n'erano mai viste.
Alfred chiuse gli occhi e, dopo aver rivolto una preghiera all'alto dei cieli, presentò la foto di Emil, che scatenò anch'essa il putiferio tra le donne ivi presenti.
Raivis fissò la foto. Poi il suo ragazzo. Poi la foto. Poi il suo ragazzo. Poi diventò rosso come un pomodoro.
"Piaciuta la sorpresa, hatskel?".
"Ehm... Be'... Io... Ma... Non...".
Emil sorrise e lo baciò sulle labbra. "Va bene, ho capito. Ne riparliamo stasera.". Abbassò la voce. "Casa tua o casa mia?".
Norvegia invece ci mise svariati minuti di orologio a realizzare cosa stava guardando.
"Mio fratello... Avete fatto posare... il mio fratellino... per un calendario?".
"Eeheh! Eh già!". Alfred ridacchiò ostentando tranquillità. "Chiamaci stupidi!".
"No, io vi chiamo 'corruttori di minorenni'." ringhiò Lukas alzandosi lentamente e scrocchiandosi le nocche. Prima che il norvegese potesse fare un'altra mossa il proiettore switchò all'ultima foto.
"E qui abbiamo Lukas Bondevik per Dicembre!" strillò America per poi filarsela ben poco eroicamente nei bagni.
Emil guardò il fratello. "Da che pulpito arrivò la predica." commentò ridacchiando.
"Lo vedete quel gran pezzo di figo?!" urlò Matthias saltando per la stanza. "Lo vedete?! E' il mio ragazzo! E' il mio ragazzo! Ci vado a letto quasi tutte le sere! Quel grandissimi figo è il mio ragazzo!".
"Continua a urlare così, Den, e ti ritroverai improvvisamente single e senza arti superiori.".
Tale gentile richiesta fece placare il danese, che però continuò a vantarsi sottovoce del proprio fighissimo fidanzato.

E fu così che il calendario venne realizzato e presentato. Il successo fu astronomico: le librerie e le edicole venivano prese d'assalto da legioni di fanciulle più o meno nel fiore degli anni che volevano assolutamente aggiudicarsi quel tesoro. Ma il calendario portò anche cambiamenti a livello di rapporti tra le Nazioni.
Lukas riuscì finalmente ad accettare il fatto che suo fratello era ormai cresciuto, che non dipendeva più da lui e che aveva il sacrosanto diritto di possedere una vita privata e sentimentale. Matthias comprò una copia del calendario, ritagliò la foto di Lukas e la mise nel portafoglio. Stessa cosa fece Raivis con la foto di Emil: la teneva sotto al cuscino e la sera passava intere ore ad ammirarla.
Kiku riuscì, dopo mesi di film mentali e autocommiserazioni, a dichiararsi a Matthew e nel giro di un paio di mesi erano una coppia. Pare che Alfred fu così contento della notizia che rischiò di uccidere Kiku abbracciandolo in preda all'euforia.

Arthur alla fine accettò di avere un appuntamento con entrambi i suoi amabili pretendenti per fare finalmente la sua scelta. Alfred cercò in ogni maniera di minare l'appuntamento con Francis e quest'ultimo fece altrettanto con quello dell'americano. Dopo cinque mesi e mezzo, Arthur sta ancora riflettendo.
Ludwig e Feliciano, realizzando i pronostici di moltissime altre Nazioni, si fidanzarono ufficialmente. Tale fu la gioia di Lovino che scoppiò in lacrime per poi cercare di buttarsi da uno scoglio in Sicilia, prontamente fermato da Antonio.
Elizabeta continuò a shippare la PrussiaXAustria e i due interessati continuarono a punzecchiarsi a vicenda come due scolaretti. Nessuno però sapeva spiegarsi da dove venissero i segni violacei sul corpo e le occhiaie che i due mostravano ogni domenica mattina.
Toris vinse le ultime paure e diffidenze nei confronti di Ivan e i due iniziarono a vedersi. Non si sa se divennero o no una coppia effettiva, ma quel che è certo è che ogni giorno Toris riceveva mazzi di girasoli freschi.
Quanto a Feliks, la sua relazione con Vash procedeva a gonfie vele, nonostante le picciole incomprensioni e le trascurabili differenze di carattere.
Tali sconvolgimenti e nuovi amori certo cambiarono lo scenario e certo accadde qualcosa...


Ma questa è un'altra storia




Note di Elfin, perchè Vale se l'è data a gambe XD
Ehm... *coff*coff* “Ma questa è un'altra storia”. E già. Non avete idea di quello che vi attende, muahahaha XD Vi dico solo che stiamo parlando di qualcosa che abbiamo progettato insieme a Si USA così 2013 e che inserirà la Vale ;) Un sequel? Un prequel? Una cosa che non c'entra nulla? Chissà XD Sto facendo la vaga per farvi attendere con ansia questa nuova storia XD Vi dico solo “2014” *scoppia a ridere*
Passiamo ai ringraziamenti generali :3
Per prima cosa, ringraziamo vivamente chi ha recensito!
Phandor Kokoro, SnowBlizard, Lady White Witch, Sam Lackheart, Panda27, Icy_N, shaya12, rockelenelly, Cecchan, Ale_Be, Hetaliame, Rivai, Pierrot Lunaire, Princess L, IMmatura, Lady Sjofn
Ringraziamo chi ha messo la storia fra le preferite (alcuni nomi si ripeteranno, ma al massimo qualcuno avrà più di un ringraziamento, dubito faccia male XD)!
Callidea, Cecchan, doctorwhohetalia, Icy_N, Panda27, persephone_, Princess L, Sam Lackheart, SnowBlizard, _Chibitalia_, _Katja_
Ringraziamo chi ha messo la storia fra le ricordate (ancora nomi già sentiti XD)
IMmatura, Lady White Witch, Nakamura Itoe
E infine chi ha messo la storia fra le seguite (e ancora ci sono “doppioni”, ma pazienza, puelle XD)
aka_sama, Ale_Be, AmorePsiche97, Black Air, blackwhiteeli, elly_elly, FM107 3 RADIOCAOS, Fred_Deeks_Ben, free_happy, Icy_N, Iris_Blu, jiuho, LaElle_, Magika_, Nakamura Itoe, Panda27, Pazzabest, persephone_, Phandor Kokoro, Roby_in the Darkness, rockelenelly, superpoltix, Triscele_Celtica98, Yuki_987, _Rilen
Grazie a tutte voi, vi attendiamo pure nella “altra storia” :D
Vale ed Elfin

Auguri di buon anno nuovo a tutte quante :D



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