Inazuma Eleven ~ Alphabet Challenge

di OmgQueen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A ***
Capitolo 2: *** B ***
Capitolo 3: *** C ***
Capitolo 4: *** D ***
Capitolo 5: *** E ***
Capitolo 6: *** F ***
Capitolo 7: *** G ***
Capitolo 8: *** H ***
Capitolo 9: *** I ***
Capitolo 10: *** L ***



Capitolo 1
*** A ***


Ambientazione: Alleamento temporaneo con la Raimon, ma non ricordo in che occasione, che nabba sono :3
Personaggi: Endo e Afuro♥
Genere: Sentimentale
Avvertimenti: Mmmh... What if? Missing Moments? x°
 
Afuro non era mai stato così confuso prima d'ora.
Quel castano gli stava sconvolgendo la vita, o meglio... rivoluzionando.
Afuro non avrebbe mai pensato di poter vedere la vita così come Endo gliela aveva presentata davanti.
Per Endo ormai era diventata una cosa normale, dopotutto era nel suo carattere aiutare gli altri e far capire gli errori ad essi, ma Afuro lo trovò troppo gentile... come un qualcosa in più.
E intanto, mentre quello si logorava l'animo pensando a possibili e fiabeschi futuri, Endo non riusciva a cogliere nulla, con la sua sincera innocenza da bambino.
Ma tornando ad Afuro... Diciamo che lui non era quel tipo di persona.
Cioè, non che fosse interessato agli uomini, insomma, lui.
Ma il fatto è che Endo fu così gentile con lui che gli fece vedere, in tutti i suoi comportamenti (sempre e comunque), un interesse sentimentale per lui.
Era arrivata ad essere addirittura un'ossessione, fino a che, per volerne capire discretamente di più, volle entrare nella squadra della Raimon con la scusa di aiutarla. Non che non lo volesse. Ma insomma, c'era altro sotto, no?
Endo si comportava come al solito gentilmente con tutti, compreso il nostro biondo, il che faceva provare ad Afuro una sorta di rabbia, di essere al pari degli altri.
O almeno, voleva spiegarselo lui in questo modo: rabbia, semplice rabbia.
... Ma come si fa ad essere arrabbiati per della dolcezza diretta ad altri?
Ad ogni complimento fatto da Endo, Afuro si spingeva sempre più in là, per riuscire ad accaparrarsi altri complimenti, per riuscire a sentire ancora quella voce elogiarlo.
Durante le ennesime lodi dal portiere provò una nuova sensazione, una specie di calore avvolgergli e fasciargli il volto: stava arrossendo?
«Afuro, stai bene? Sei tutto rosso, vuoi riposarti un attimo?»
Sì, stava arrossendo, e tanto anche.
Endo, non cessando con le sue dolci preoccupazioni, non potè certo migliorare la situazione per Afuro.
«C... Certo, tutto bene...»
Il bruno gli sorrise a quella risposta, facendo distogliere lo sguardo di Afuro già difficile da tenere diritto verso lui.
 
 
 
«Ma come mi è venuto in mente di fare una cosa del genere...»
Afuro rimuginava sul bigliettino d'amore appena lasciato nell'armadietto di Endo, sperando di non essere stato visto da nessuno, sgattaiolando agilmente per il corridoio poco prima della fine degli allenamenti, che aveva lasciato con una scusa insostenibile ma a cui Endo abboccò.
Si appostò furtivamente dietro la porta di una classe, aspettando che la preda si avvicinasse.
Endo non tardò ad arrivare e prendersi il suo materiale, quando notò il bigliettino e lo prese in mano.
Afuro trasalì.
Lo aprì e lo lesse velocemente con gli occhi.
Afuro poteva seguire i movimenti delle sue iridi e a ogni momento trascorso il suo cuore batteva ancora più forte.
«Che bella scrittura, chissà di chi potrà essere, sarà una bellissima ragazza.»
«AH?! QUINDI LA MIA STRITTURA SAREBBE FEMMINILE?!»
Afuro si fermò all'istante e sgranò gli occhi, insieme a Endo.
Era uscito dal suo perfetto nascondiglio e aveva iniziato ad urlare in corridoio. Nulla di peggio, Afuro, non potevi fare nulla di peggio.
«Quindi questo è tuo, Afuro?»
Gli arrivò la domanda fatidica, ma tanto ormai un "no" non poteva dirlo.
Endo era sì fiducioso e innocente, ma non stupido
«Certo! Anzi, dovevi farlo tu questo bigliettino!»
Rispose così il biondo socchiudendo e portando le braccia al petto.
Ma rendendosi conto di quello che disse, sgranò di nuovo gli occhi e si morse il labbro.
Un'altra cosa mandata a monte, Afuro.
«D'amore? Per te?»
A questi chiarimenri Afuro si morse più forte il labbro, distogliendo lo sguardo verso il basso.
«Ma cosa mi sono aspettato...» pensava intanto, non riuscendo più a distringuere i suoni intorno a lui, per colpa del suo martellante cuore.
«Hai ragione, è vero: scusa!»
Disse semplicemente quello, socchiudendo gli occhi e sorridendo apertamente a lui.
Afuro per la prima volta riuscì a guardarlo dritto negli occhi appena Endo gli riaprì.
Aveva ragione: tutto quello che aveva pensato fino ad ora era giusto.
Senza neanche rendersene conto si ritrovò a correre per il corridoio, rosso in volto e a testa bassa, il suo cuore non poteva reggere più una situazione stupenda come quella.
 
Sicuramente l'allenamento di domani sarebbe stato meraviglioso.



Note dell'autrice

Eccola, eccola che inizia *^*
La mia Alphabet Challenge, ho sempre sperato di farne una

Devo dire che mi piaciucchia la A, anche perché c'è Afuro >w<
Come al solito ho dato una piccola nota comica perché ci sta, ci sta l'Afuro uke e ci piaceeee u.u
Ho ancora 25 lettere, non vedo l'ora di continuare ♥
Spero che a quei... 3 dai, gatti, piaccia, se avete domande e curiosità nei prossimi capitoli vi risponderò in queste note(?) ~ >w<
(Il fatto che la A sia di Afuro non significa che ogni lettera ha un personaggio associato in base al nome, posso fare pure a caso °^°)

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Capitolo 2
*** B ***


Ambientazione: Fantasioso(?) passato di Hiroto e Reina
Personaggi: Hiroto, Reina e... simpatici animaletti ♥
Genere: Commedia
Avvertimenti: Pinguini! Sì, sono sicuramente animaletti spaventosi in IE ~ (Forse lieve OOC di Hiroto x°)
 
«Beh? Quando mi mostrerai questa nuova e potentissima mossa, Ulvida?» domandò impaziente Gran, comandante della potentissima Gaia, la migliore squadra a disposizione della Aliea Gakuen.
Non aveva sicuramente tempo da perdere ad aspettare i comodi di qualcuno.
«Mi prometti che non riderai?» 
A quella domanda Gran la fissò stupefatto: Ulvida, che lei conosceva come una validissima centrocampista con occhi e carattere di ghiaccio, gli aveva chiesto di non ridere? 
Non si sconvolse tanto per il tono colloquiale, ma più che altro per il lieve rossore sulle sue gote, che accompagnava quella domanda a cui non riusciva a trovare un senso.
«Stai scherzando, spero. Ora sbrigati: non ho tempo da perdere.»
Ulvida tirò un sospiro e si accinse a preparare la sua mossa micidiale.
Si accovacciò quasi a terra, mentre la avvolse una misteriosa luce blu e dal terreno uscirono fuori cinque pinguini (verdi. Con un broncio spaventoso, che non si addiceva sicuramente ai pinguini solitamente carini che tutti amano, che per questo sembravano tanto rispecchiare la padrona), travestiti da astronauti, con tanto di casco e tuta.
Non fece neanche finire la tecnica alla ragazza, che Gran scoppiò a ridere.
... Non era capace di smettere.
Non era da Gran: ma non ci riusciva. Quella non poteva essere seriamente una mossa micidiale.
Le risate risuonarono nella testa di Ulvida, che arrossì pomposamente in tutto il viso.
«S-SMETTILA!» gridò imbarazzata, con una lieve punta d'ira nella voce.
I pinguini, che intanto erano rimasti per una strana ragione anche senza essere stati invocati, si scaraventarono su Gran, che, non riuscendo a ricomporsi da quella tecnica veramente bizzarra, non potè fare altro che scappare da loro... e da una Ulvida davvero spaventosa.



Note dell'autrice


Eccone un'altra >w<
Molto più breve, ma con grande significato(?)
Cioè, io amo i pinguini. ♥
E amo i pinguini di Inazuma Eleven x°
Questa fanfiction non è nel mio stile, ma ho voluto provarci, perché non voglio sempre scrivere di amori e tragedie, diamo un tocco di colore x°
Ho paura di shippare e mettere Hiroto alieno da qualche parte, perché ho sempre risultati disastrosi come in questa storia, lo trovo troppo OOC >w<
Ma la prossima sarà meglio u.u
(Scusa a Summer perché dovevo fare una BanGaze, ma slitta e basta, la farò sicuramente ♥ çwç)
A preshto ai miei 3 gattini

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Capitolo 3
*** C ***


Ambientazione: /// (TWT x°)
Personaggi: Kidou e Fudou ♥
Genere: Sentimentale
Avvertimenti: Linguaggio volgare, Shounen-ai
 
«CAZZO, SMETTILA E ASCOLTAMI!»
Si sentì forte il suono di un pugno sbattere contro una parete, a opera di Fudou.
La scena raffigurava Fudou, dipinto con un volto rabbioso e Kidou, che aveva appena socchiuso gli occhi per il forte rumore prodotto, il quale non riusciva più a gestire la situazione troppo delicata creata dall'altro e da lui.
«Io ho solo domandato! Non ti devi alterare così per una serie di domande!»
Riuscì solo a proferire Kidou.
«Certo che sì, se mi inizi a blaterare cose insulse su amore, amicizia e varie stronzate del genere.»
«Come ti ho già accennato: ho capito questo da un po' di cose.»
«Dimmi da dove diavolo hai preso queste fantastiche deduzioni, regista del cazzo.»
«Da come parli.»
«Quindi se insulto qualcuno lo amo, quindi sono un pansessuale.»
«No, con me sei diverso che con gli altri.»
A quella affermazione il sangue di Fudou iniziò a ribollirgli dentro le vene, arterie e capillari, sentiva il bisogno fisico di prendere a pugni Kidou, un richiamo quasi naturale.
Come poteva essere così spontaneo per lui dire a qualcuno «Sei forse innamorato di me?», come se nulla fosse, partito da un discorso decentemente presentabile?!
Se Fudou non aveva nulla da dirgli, bastava così, no?
Rispondo io: No, doveva continuare per forza, lui.
Kidou doveva necessariamente continuare a fargli la ramanzina e raccomandazione di dirgli sempre tutto, perché lui ci sarebbe sempre stato, avrebbe accettato tutto da lui e bla bla bla.
Questa serie di pensieri affollava la mente di Fudou, mentre fissava irritato e vuoto un pezzettino dell'estremità della stanza.
Venne però dolcemente interrotto nel bel mezzo della sua tempesa interiore da una sensazione di calore che lo circondò, che lo costrinse a forza ad abbandonare la veduta di quel fantastico angolino di stanza per spostarsi con gli occhi sul ragazzo, che chissà cosa diavolo stava combinando, non era più di fronte a lui ma attaccato a lui, come una schifosa zecca.
Nella sua violenta reazione, insieme ad un vistoso rossore sulle gote si aggiunse uno spintone al rasta, che cadde con un tonfo fortissimo a terra.
Kidou non poteva certo lamentarsi: aveva ottenuto ciò che voleva, con solo un paio di lividi in più fatti dai calci del suo amato compagno.


 
Note dell'autrice

Salve

Anche questa è una storia abbastanza corta, ma mi sembra sia a posto così, mi piace u.u
Mi ha dilettato molto scrivere una KidoFudo, che ovviamente dedico a PandaH, che è tanto fanatica di questa coppia ♥
Fudou in questo periodo della mia vita(?) mi piace proprio tanto, un giorno voglio cosplayarlo, ma prima tocca a Shirou! :3
Spero piaccia anche a voi, miei 3 gattini ♥
Sto concludendo la mia ispirazione, spero di riuscire a fare la D a breve çwç
A preshto =3

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Capitolo 4
*** D ***


Ambientazione: Corea! Scenari varianti qua e là ♥
Personaggi: Suzuno e pa pa pa paaa: Nagumo ♥
Genere: Introspettivo
Avvertimenti: ///
 
«Dolce... Sogno?»
Il ragazzo dagli occhi (sgranati e) glaciali scandì bene tutte le sillabe del nome della gelateria, che Nagumo aspirava visitare. Con lui, sì. Improponibile.
«Dicono sia la migliore di tutta la Corea.»
«Scordatelo.»
«Ma perché?!»
Nagumo lo guardò negli occhi, così impassibili e fermi sulla decisione.
«Qualcuno fa qualcosa per te e decide di aiutarti a uscire da questa camera a gas e te la prendi. Questa gelateria è la più grande di tutto il paese e dicono che i suoi gelati siano buoinissimi!»
Si stava alquanto alternando, Nagumo.
Dal canto suo a Suzuno in sè e per sè non dispiaceva magari di uscire. Ma con Nagumo proprio no.
E poi di andare in una gelateria con un nome ridicolo come...
 
«Ricordami perché sono qui.»
Alla fine Suzuno cedette alle insistenti proposte del rosso, in un momento di disperazione o chissà cosa e si fece trasciare davanti a quella gelateria dal nome terribilmente sdolcinato.
«Perché mi vuoi tanto bene da accontentare i miei desideri.»
«Dopo questo favore me ne dovrai tanti, Nagumo.»
Entrarono e la prima impressione per Suzuno fu pessima.
Il locale era sì molto rifornito, dai frappè alle cioccolate, per non parlare di frutta ricoperta di cioccolato e super coni che sfamerebbero una persona per una decina d'anni, ma assurdamente floreale, pieno di merletti, fiocchi e altre cose terrificanti del genere.
A Nagumo non sembrava tanto importare della presentazione del locale ma a Suzuno sì.
Sentì grande la voglia di andarsene.
Ma Nagumo, prendendolo e portandolo avanti con sè con una particolare stretta fin troppo forte al suo braccio, fece sfumare l'intento di fuggire da quel roseo mondo davanti a Suzuno.
«Un cono da 4 gusti: cioccolato, nocciola, fragola e ace»
L'idea di mangiare una cosa del genere fece morire ogni singola cosa che poteva dire al rosso nella gola di Suzuno, che guardava con dispresso quel sorriso nel prendere quella sottospecie di bomba sotto forma di gelato.
«Tu?»
«... Fiordilatte...»
Da una faccia così contrariata non volle insistere ulteriormente nè il gelataio nè Nagumo, che fece da tramite.
Uscirono con espressiomi totalmente opposte, l'unica cosa che a volte li accomunava.
Camminarono senza una meta ben precisa, fino a trovarsi, al tramonto, in uno spazietto di giardino, davanti al paesaggio dipinto di case imbunite e un cielo rossastro.
«Sai Suzuno» incominciò Nagumo.
A quel richiamo il ragazzo si girò verso di lui con aria interrogativa sul volto.
«Quel gelato...»
«Il gelato?»
Guardò ancora più interrogativo il gelato che si trovata ancora fra le mani, non capace di sciogliersi con quel vento gelido che a volte gli sbuffava contro.
«Ti somiglia»
Lo sguardo di Suzuno tornò sul rosso, che questa volta lo ricambiò con i suoi occhi rossi infuocati, che sembravano capaci di rompere il ghiaccio in quelli dell'altro.
«Al contatto è freddo persino in estate... però è anche dolce e morbido nel gusto, ma soprattuto capace di sciogliersi»
Stettero a guardarsi per molto, molto tempo, fino alla fine del tramonto e all'arrivo della notte.
Non successe nulla di particolare, nè un lieve sorriso sulle labbra di alcuno o rossore alle gote.
Solo uno scambio di sguardi che non bastava mai, a nessuno dei due.


╔ Note dell'autrice

Ciao gattini, sono tornata da una lunga gita in ospedale per forte malessere ♥
Tornata questa volta, a grande richiesta(?) da parte della Sun/Sunny, con questa bellisshima coppia u.u
Non ho voluto mettere confessioni, passioni o baci, semplici sguardi, perché penso che non siano tipi da lasciarsi andare questi due, ma l'interesse sentimentale sembra esserci ♥
Bon, è tutto, non ho altro da dire x°
Spero che ai miei 3 gattini piaccia e a preshto ♥ 

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Capitolo 5
*** E ***


Ambientazione: UnaLineaTemporaleACavolo(?)
Personaggi: I fratelli Tsurugi, miei unici amori ♥ 
Genere: Inizio Drammatico / Sentimentale
Avvertimenti: Shonen-ai e il mio tanto amato tema Incest ♥

 
«È davvero bellissima lei, vero Kyousuke?» chiese retoricamente Yuuichi, con un sorriso curioso.
Il più piccolo dei fratelli a quella domanda, non seppe più cosa dire.
 
Lui, in quella estate, assentanto fortunatamente da obbligatori corsi scolastici che non voleva seguire e che molto spesso marinava, potè ritagliare gran parte del suo tempo e dedicarlo al suo fratello, che purtroppo ancora, dopo l'intervento, era in ospedale. Stava meglio, ma pur sempre in ospedale.
Kyousuke gli raccontò per caso che, vicino ad una persona (di cui il sesso non venne specificato) si sentiva strano, si sentiva avvolgere da un calore al volto e poteva chiaramente ascoltare il cuore battere più forte.
 
Inutile dire che Yuuichi afferò subito il fatto che, per la prima volta, il suo fratellino si era innamorato di chissà quale bellezza e dolcezza, una ragazza praticamente perfetta, perché capace di smuovere una persona che mai aveva manifestato sentimenti all'infuori di quelli premurosi per lui.
Tempestato di domande, Kyousuke doveva rispondere al curioso fratello indicando quell'individuo con aggettivi femminili, per evitare che il maggiore capisse che non era una ragazza, la persona di cui si era innamorato.
 
A malincuore sì, amava suo fratello.
E non poteva farci nulla.
 
Insomma, come fare per non innamorarsene? Lui era dannatamente perfetto, un angelo. Era innamorato davvero dei suoi lineamenti sempre sorridenti, ormai più somiglianti a quelli di un adulto che a quello di un ragazzo... E tra le tante altre cose c'era la sua voce calda e profonda che a volte lo destava all'incantarsi troppo nel guardarlo...
Il suo volto era l'unico che poteva far sorridere sinceramente Kyousuke, l'unico con cui si era veramente aperto del tutto.
 
«S-Sì... lo è» rispose lui risveglianosi dai suoi pensieri, distogliendo lo sguardo dalle coperte che stava fissando.
«Perché non la porti qui, un giorno?» chiese Yuuichi con un sorriso.
«N-Nii-San!» esclamò Kyousuke, rosso in viso, facendo cenno di no con il capo.
«Ma io voglio vederla!» gli rispose il maggiore, ridacchiando 
 
Kyousuke si era fregato da solo, volendo confidare i suoi sentimenti a qualcuno come suo fratello. Si morse con forza il labbro inferiore.
Non poteva ingannare Yuuichi con un'altra ragazza e presentargliela, non conoscendone neanche una.
E nemmeno sarebbe mai riuscito a confessare i suoi sentimenti, pur volendo sbarazzarsene.
 
Da che mondo e mondo è moralmente normale amare il proprio fratello?
Anche se quest'ultimo ha fatto di tutto per te, è una cosa schifosa.
La rigettava Kyousuke stesso.
 
Ma quando vedeva il suo volto non poteva farne a meno, non poteva non sentire il cuore battere, non poteva non arrossire ad un suo sorriso.
Non poteva volere altri o altre che siano, voleva solo lui.
 
E questa era la realtà, che gli piaceva o meno.
Un amore impossibile.
 
Sentì gli occhi umidi e prima che potesse fare qualcosa, una lacrima solcò il suo viso fino ad arrivare al mento.
Poi cadette per terra, era così pesante che fece un lieve rumore, come una goccia di pioggia sul cemento.
Yuuichi che nel frattempo lo stava guardando, a quella reazione slanciò il suo corpo verso di lui, non importandosene del dolore provocato da quel brusco movimento.
Lo abbracciò con un affetto quasi paterno, per il quale Kyousuke non riuscì più a trattenere le lacrime.
 
«Ti amo, Nii-San, non amo nessuna, solo te.»
 
Sgranarono gli occhi entrambi a quella confessione.
L'uno per aver riuscito a proferire tali parole, l'altro per la sorpresa, la scioccante sorpresa che provava qualcosa per lui.
Kyousuke si aggrappò alla maglia del fratello, continuando a piangere silenziosamente. Pianse senza rumore, era questo che imparò da bambino.
«Kyousuke...»
«Nii-San... io non voglio un amore ricambiato, volevo solo dirtelo. Non ce la facevo più. Era tutto una bugia, ma io non riesco a mentirti.
Non devi sentirti in dovere di ricambiare tutto questo schifo che c'è in me.»
«Ma anch'io ti amo.»



Note dell'autrice


Hey gattini miei! Sono tornata ç\\ç
E... e... amore per questa storia, cioè... non so voi, ma io da grande mi sposerò un cuscino con sopra Kyousuke, perché è l'amore fatto persona ♥
Com'è possibile che non ho trovato shippati questi due! Questo incesto è perfetto.
Come loro due ♥
Beh, non mi dilungo ancora... grazie ai miei gattini che leggeranno ♥

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Capitolo 6
*** F ***


Ambientazione: Per qualche arcana ragione, in un prato. Sì, ce lo vedo bene in un bellissimo prato fiorito. // Futuro; Inazuma Eleven GO Chrono Stone episodi 1-4;
(Ma non ci sono grandi spoiler, se non per il fatto che c'è Alpha e piccoli accenni all'el Dorado ò.ò)
Personaggi: Quel bonazzo di Alpha
Genere: Sentimentale
Avvertimenti: Shonen-Ai (TenmaxAlpha accennato) // Inizio Angst // Alpha's Centric


 
«Forse io...?»  Alpha se ne accorse solo in seguito. Si accorse che aveva pensato per sbaglio ad alta voce.
Non si ricordava cosa esattamente avesse detto; ma era riuscito a concludere una frase.
Una frase di cui anch'essa non ricordava provenienza e fine.
Ma poco importava se parlava fra sè e sè o ad alta voce, era solo.
Non era solo interiormente come è solito pensare di lui, ma totalmente solo.
Aveva appositamente scelto un luogo in cui rintanarsi per tutto il giorno; per non essere disturbato da nessuno, per non essere coinvolto da inutili questioni umani, per potersi finalmente dedicare un momento a lui e ciò che la sua mente lo obbligava a pensare.
 
Effettivamente era quasi sempre occupato nello svolgere missioni per l'El Dorado, effettivamente era quasi sempre messo in mezzo da Beta e Gamma e dai loro stupidi e inutili litighi, effettivamente era quasi sempre costantemenete seguito da Einamu.
Non aveva tempo per sè stesso. E sinceramente, non gli importava di ritagliarsi del tempo per sè.
Ma sempre più spesso si è rivelato inefficiente nel suo lavoro.
Sempre più spesso le pressioni da parte degli altri capitani della Protocol Omega si erano fatti insistenti.
Sempre più spesso sentiva nascere nuove sensazioni in lui.
 
Tutto ciò che sapeva sugli umani era stato studiato, era tutta teoria.
Aveva studiato molto sull'amore umano, sul sesso, sui rapporti, sui sentimenti, sull'anatomia, sulla storia del mondo.
Il suo -grande- sapere non veniva dalle esperienze, ma dai libri.
Ciò può far piacere e forse addirittura un comportamento da elogiare o meno, sta di fatto che Alpha era preparato ad ogni evenienza, qualsiasi situazione umana avesse dovuto affrontare.
O almeno, questo credeva.
 
Aveva studiato del dolore e della tristezza in maniera... possiamo dire platonica.
Provò del "dolore" nei confronti del calcio, ma come ben si sa le forme di manifestazioni del dolore sono molteplici: agonia, disprezzo, rabbia, rimorso... E tutte fanno male nello stesso modo. Ma si provano diversi sentimenti.
E questo lui non poteva saperlo, questo non viene riportato nei libri.
Questo lo imparò a sue spese durante le partite contro la Raimon.
No, esattamente non contro la Raimon, ma contro Matsukaze Tenma.
 
Quel ragazzo castano con quell'orribile capigliatura lo scosse, in qualche modo, con il suo infinito amore per il calcio.
E capì, dopo le numerose perdite, che esiste anche un dolore diverso per il calcio, escluso il disprezzo che provava da sempre: il senso di vuoto dopo una sconfitta.
Un dolore al petto, una stretta al cuore, una chiusura forzata al suo muscolo che credeva servisse solo per pompare quel rosso liquido nel corpo.
 
Tutto grazie ad un ragazzo, l'unico ragazzo che vide le labbra di Alpha schiudersi in un sorriso.
 
E qui si ricordò a cosa stava pensando prima, facendo intravedere una lieve smorfia di riso dalle sue labbra.




Note dell'autrice

Gattini miei ♥
C'ho messo un mese per aggiornare, lo so, azz... E neanche con la dedica che volevo fare çAç
Ma arriverà, Alice, scusa il ritardo ma arriverà... Ho già una mezza idea con la G, dato che ho in mente il casino più totale ♥
Non ho resistito a questa bomba Alfatica di figazzosità, ehggià.
Ultimamente mi piace molto il personaggio di Alpha.
È così solo, misterioso... E poi ngehadfb, nel primo episodio quando teletrasporta Tenma è a pochi centimentri dal suo viso -KYAAAH- *^*
Quindi eccomi qui v.v
Con un Alpha depresso... Cucciolo ti consolo io, bye~ ♥ *ruba Alphy*

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Capitolo 7
*** G ***


Ambientazione: El Dorado, camera di Alpha.
Personaggi: Gamma / Alpha
Genere: Sentimentale
Avvertimenti: Shonen-Ai (se vi immaginate il dopo pure Yaoi(?) // Forse piccolopiccolo OOC di Alphy // Crack? Non vedo perché debbano essere crack queste meravigli-
 
«Gamma?»
Il richiamo dell'altro riportò Gamma ad un certo stato di dormiveglia; più dormi, che veglia.
Si era addormentato, non ne poteva seriamente più di quei corsi che doveva seguire insieme ad Alpha, per tutto il giorno.
Inoltre i maschi erano separati dalle femmine, quindi non avrebbe potuto litigare neanche un pochino con Beta, giusto per aver almeno il motivo di rimanere sveglio durante il giorno. 
«Gamma.»
Lo richiamò ancora Alpha.
Gamma gli lanciò una fugace occhiata, oramai completamente svegliato dai suoi pensieri.
Forse gli stava spiegando qualcosa fino a poco fa, forse stava studiando per conto suo, ma incredibilmente si era accorto che dalla parte dell'altro ragazzo di attenzione ce ne era ben poca, cosa davvero strana. La maggior parte delle volte lo aveva lasciato stare.
«Mi hai seguito?» chiese l'altro, con la sua solita voce atona, ma che da un lato accennava a una sfumatura di sentimento, senza però capire bene che sentimento fosse.
«Mh? C-certo!» rispose Gamma, mentendo, ma si sarebbe dovuto capire, no? Che stava dormendo. Lo aveva addirittura svegliato.
Alpha rimase zitto; ciò significava che toccava a Gamma parlare... e dire la sua su quello che aveva detto Alpha.
Non sapeva minimamente che argomento tirare fuori per uscirsene.
 
«Penso che... sia molto... noioso» provò.
Ovviamente era sicuro che Alpha prima gli aveva ripetuto la lezione della giornata, come ogni sera. Quindi dire la verità ogni tanto non sarebbe stato male.
«Noioso?» chiese Alpha, dopo pochi minuti di silenzio.
«Certo, è tutto così noioso, soprattutto tu che continui a ripetere le stesse cose.» continuò l'altro, sicuro di argomentare un discorso sulla lezione del giorno.
«Capisco.» rispose l'altro, alzandosi.
Gamma lo seguì con gli occhi, guardandolo alzarsi, per poi salire ai suoi occhi; trovando ovviamente Alpha ricambiare il suo sguardo.
«Esci.» comandò il ragazzo dagli occhi grigi.
«C-cosa?» ci volle un po' di tempo per far realizzare a Gamma le parole del ragazzo. «Uscire?»
Alpha non parlava, continuava a guardarlo negli occhi, impassibile, davanti a lui, ma soprattutto più grande di lui.
Gamma si alzò in piedi, non sopportando più la sua alta ombra dominarlo; ma rimaneva comunque più basso di statura dell'altro ragazzo, ciò gli dava da tempo troppo fastidio.
«Perché dovrei uscire?!» chiese con un tono di voce lievemente alterato dalla situazione che non capiva, esplicitando la domanda scontata già fatta.
«Sono noioso, hai detto.» rispose l'altro, fissandolo.
«È ovvio che tu lo s-»
Alpha gli tappò quelle maledette labbra che non voleva più vedere e sentir muoversi con le sue; e Gamma non si aspettava di certo questa reazione in lui.
Non lo faceva da tanto tempo, da quel che ricordava.
«Hai detto che i miei sentimenti sono noiosi.» continuò Alpha, rimanendo vicino a lui.
Gamma iniziava ad immaginare qualcosa sul discorso di prima di Alpha e a capire il perché di quelle reazioni esagerate in lui.
«Ne sei davvero sicuro?» concluse Alpha, accennando ad un lieve sorriso malizioso vicino alle sue labbra, abbassandosi poi verso il suo collo.
Quella sarebbe stata sicuramente la giustissima punizione di Gamma per non aver ascoltato le parole del suo fidanzato.



╔ Note dell'autrice

Oh God, gattimi miei.
Mi siete mancati un botto ♥
Torno dopo anni, ma almeno torno, no? ♥
Finalmente una GammaxAlpha.
Cioè, la necessitavo.
Ma voi vi chiederete: cos'è che ha spinto Queen a scrivere, lei che è così svogliata e con le idee che vanno e vengono?
Gamma, in questa fanart: 
http://i.imgur.com/DqEKQVS.jpg
Ed è capitato. Ehssì, l'amore è una bella cosa. *sparge fiorellini a forma di capelli di Gamma*

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Capitolo 8
*** H ***


Ambientazione: Raimon (Chrono Stone) ~ Dopo la puntata 18 ~ / A seguito, futuro(?)
Personaggi: Kinako / Fey~
Genere: Angst / Sentimentale
Avvertimenti: Mmh... come dire... Incesto di madre e figlio e morte di quella tizia, così Kinako non tocca Kyousuke 

 

«Hai mai mangiato del melone, Kinako?» chiese Fey, guardando la fetta del frutto che stringeva fra le mani.
La ragazza, sentendosi chiamata, si girò verso di lui con un sorriso.
«No! Ma è arancione!» rispose lei, dolcemente.
Il ragazzo, a quella risposta, la guardò con un'espressione interrogativa. Non riusciva davvero a collegare il verbo mangiare con l'affermazione ricevuta da lei, anche se rimase sicuramente a pensarci due buoni minuti sopra, mentre lei fissava meravigliata quell'oggetto arancione, verde e beige, davvero stupita del fatto che un frutto possa avere così tante sfumature di colore.
«Tutto ciò che è arancione è sicuramente buono!» 
Fey a quella risposta così innocente accennò ad un sorriso che parve davvero piccolo a confronto con quello di Kinako, che non si accingeva minimamente a far tornare alla loro normale posizione quelle labbra.
«Dimenticavo che ti piace tanto l'arancione» affermò, guardandola. «Ne vuoi un pezzo?»
Kinako annuì, allungando le mani verso Fey e prese una fetta di melone.
Riprese a guardare il pezzo di frutta ancor più meravigliata di prima.
 
«Non ne hai mai visto uno?» domandò Fey, quasi stupefatto dalla sua reazione così strana e infantile.
La ragazza scosse la testa, facendo capire da questo movimento un triste "no". Portò il melone alla bocca e ne addentò un pezzettino, guastandolo.
Le sue labbra non poterono infine che schiudersi in un sorriso.
 
«È davvero buonissimo!» affermò con sicurezza alla fine, addentandone un pezzo ancor più grande della sua bocca, cercando però di tratenerlo nella sua piccola bocca.
A quella scena, Fey non potè che ridacchiare di gusto;
Kinako diventava davvero bellissima quando sorrideva felice - praticamente di lei pensava che era sempre bellissima? - per non parlare poi del modo dolce e infantile in cui si comportava.
 
A Fey piaceva tanto il modo in cui Kinako si rapportava con gli altri: non mostrava mai un minimo di tristezza, riusciva sicuramente a illuminarti una giornata triste con un solo sorriso. E lei di sorrisi ne aveva tantissimi da donare.
Kinako, seppur con una strana intromissione nella vita della squadra, non fece che gioviare a questa; tutti impararono a volerle bene, entrando nei loro cuori.
Fey era davvero felice di aver conosciuto Kinako e lei sembrò ricambiare.





Come sfondo di quel giorno, 8 Novembre, non c'era nulla a renderlo più triste di ciò che già aveva di suo.
Non pioveva, nè c'erano crisantemi a decorare l'erba o le mani di qualcuno.
L'atmosfera, però, era pesante, si capiva dai visi tirati e stanchi delle persone.
Era forse l'aria espirata dalle tante persone ad appesantirla... o la loro tristezza?
Le persone, nere e anonime, rimanevano in circolo a guardare la lapide di una donna.
Era davvero bellissima, tutti lo pensavano.
Ma nessuno ricambiava più il suo sorriso nella foto, rimanendo fermi a guardarla.
 
Così un ragazzo con una cravatta arancione, si avvicinò per primo alla tomba.
Poggiandoci sopra una rosa rossa e bianca, rigò il suo volto di calde lacrime e forzando un promesso sorriso, ruppe il silenzio delle persone.





╔ Note dell'autrice

Amori  
Sono così felice di aver finalmente scritto qualcosa contro Kinako 
~
8 Novembre è il mio compleanno *salta*
Ammetto che il finale mi spegne lievemente il sorriso(?)... ma mi piace, la adoro
~
Comunque sì, ciò che ho scritto è un incesto. E me ne vanto. Questa sarà la mia nuova, unica e sola otp con Kinako, insieme alla vecchia AsuKina.

BASTA KYOUKINA FINALMENTE ♥ *butta via la cattiva KyouKina(?)*
Finalmente poi ho scritto qualcosa çAç
Non ho più idee riguardo la fanfiction a OC... ma spe- penso che fa poco un'idea nascerà 
~
Grazie a tutti 

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Capitolo 9
*** I ***


Ambientazione: Galaxy. Di conseguenza possibili spoiler :3 // Oh, io immagino la casa di Kyokke vicino all'ospedale, di conseguenza, per orientarvi, sono lì vicino le loro case.
Personaggi: Kyousuke et Hakuryuu 
Genere: Sentimentale, ma rude... mmh... forse Comico? Abboh
Avvertimenti: OOC. Ho paura che ci sia dell'OOC.


 
Il malcapitato cellulare venne fatto scivolare poco dolcemente dalle dita di Hakuryuu e si andò a schiantare contro il letto.
Il suo padrone gli si sdraiò superbamente sopra, ma, come se non bastasse, sentendendo qualcosa di non molto comodo sotto la sua schiena, lo scaraventò ancora una volta lontano da lui.
 
Hakuryuu era seriamente infuriato in quel momento per non badare al costo di quel cellulare.
 
Da poco c'erano state le selezioni per entrare a far parte della nuova Inazuma Japan, che avrebbe sfidato le rappresentative di ogni paese esistente, ogni vincitore del girone continentale.
Era una sfida contro l'intero pianeta.
E lui era sicuro di poter sfidare il mondo e portare tutti alla vittoria.
 
Ma purtroppo per lui, non fu preso in squadra.
 
Sicuramente deluso di sè, tornò a casa dopo aver bevuto.
Non era sicuramente un vizio di Hakuryuu bere, anzi, odiava farlo poiché ben poco reggeva l'acool, ma non sapeva per niente come avrebbe dovuto comportarsi, era sopraffatto dal dispiacere ma al tempo stesso ne era davvero furibondo.
L'albino non era bravo a manipolare i suoi sentimenti, li faceva uscire e basta, come capitavano.
A volte neanche lui riusciva a capire cosa stesse provando.
Ma sicuramente Hakuryuu non era il ragazzo giusto da fare arrabbiare.
Ma dato che questa volta non aveva qualcuno con cui prendersela o che scatenasse in lui qualche genere d'ira, bevve e basta. Bevve per dimenticare tutto.
E dormì fino all' una e quarantotto della notte, dimenticando sul serio tutto.
Non che dormì molto, sia chiaro.
Ma essendo andato a ubriacarsi di mattina, appena saputi i risultati e i membri della squadra, ovviamente era lievemente comica come cosa che dovevo riportarla.
 
Ancora vittima di un post-sbronza, si alzò poggiandosi una mano sulla testa e l'altra ad asciugarsi le labbra oramai secche.
Sentiva che la testa gli sarebbe esplosa da un momento all'altro, sentiva i conati di vomito salirli su e giù per l'esofago.
Sentiva ancora di non essere perfettamente lucido.
 
Difatti i suoi pensieri si andarono a posare nuovamente sull'evento infausto della mattinata e soprattutto sul fatto tralasciato primamente che non avrebbe potuto essere in squadra con Tsurugi Kyousuke.
Questo era il suo peggior pensiero, quello per cui si era dannato durante tutta la sua sbronza, il non poter rivedere più Kyousuke, se non attraverso uno stupido schermo.
Quanto avrebbe dato per poter far tornare indietro le lancette al loro primo incontro, quanto avrebbe dato per poterlo seguire.
Tutto.  Assolutamente tutto quello che aveva.
 
Si alzò di scatto dal letto e, già vestito, uscì di casa.
In pochi minuti, fu già davanti casa sua.
Suonò parecchie volte al campanello del ragazzo, davvero insistentemente. Al che, Kyousuke uscì dal suo rifugio, guardandolo torvo.
«Serviva davvero?» chiese, con sguardo assonnato ma allo stesso tempo alterato.
«Taci. So che vivi da solo.» rispose lui.
«Cosa vuoi?» domandò Kyousuke, arrivando al punto.
«Scommetto che questa sarà l'ultima notte in cui dormirai in questa casa.»
«Esatto. Quindi?» continuò Tsurugi, cercando di stringere e accorciare una situazione a lui difficilmente trattabile e sostenibile.
Hakuryuu si sporse verso di lui e, a occhi aperti, senza mostrare un minimo di dolcezza o anzi, il contrario, lo forzò a baciarlo.
Non fu davvero per niente un bacio casto o romantico.
«C-Che diav-» iniziò Kyousuke, guardandolo sconcertato dopo esser riuscito a ribellarsi alla sua presa.
Il ragazzo scrollò le spalle, mostrando un sorriso.
Questa sarebbe stata l'ultima volta in cui Hakuryuu sarebbe riuscito anche solo a sfiorare Kyousuke.
«Sono semplicemente ubriaco.»
 
 
 
╔ Note dell'autrice

HAHAHAHA che finale oddio che schif-
Mamma mia che obrobrio, non so scrivere di pomeriggio o di mattina.
Tiè, beccatevi questa schifezza :3
Comunque non penso ci sia nulla da spiegare, è tutto qui...
Ma se volete chiarimenti tanto rispondo sempre a tutti nelle recensioni °°
Faccio schifo, scusa Hakuryuu, scusa Kyou-Chan çAç *scappa lontano dai pomodori e nel caso di LùH-Chan dalle carote*

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Capitolo 10
*** L ***


Ambientazione: Futuro -> Poi un ovvio e necessario parco per bimbi nel tempo di Nishiki.
Personaggi: Zanark e Nishiki ♥ Awww, l'amore
Genere: Baby!Fic *^* Fluffangst, tanto fluff quanto angst.
Avvertimenti: OOC. Potrei fare Zanark all'inizio IC per ingannarvi e poi OOC



La grande quantità di bambini, prima riunitasi allegramente intorno al ragazzo dai capelli color mirto fuggì d'improvviso, impaurita.
Il ragazzo fu così - ovviamente - lasciato solo.
Beh, questa non era una novità per Zanark: spesso veniva scacciato dagli altri ragazzi della sua età, spesso a causa sua i bambini lo trattavano male.
Tutti, adulti compresi, avevano paura di Zanark Abalonic e della sua spaventosa e immane forza.
Non mancavano i giorni in cui gli ripetevano quanto fosse orribile d'aspetto, quanto dannatamente fosse solo uno scherzo della natura, un diverso.

Così non resistette: fuggì. Fuggì quanto lontano potette, attraversando quante più ere possibili.
Ma era impossibile per lui iniziare una nuova vita, la macchia era oramai stata versata sulla sua pelle, non solo sui suoi abiti.


 


«Chi sei? Perché stavi dormendo nella sabbia?» chiese un ragazzino dalla carnagione simile a quella di Zanark, mentre lui apriva lentamente gli occhi.
Si alzò di scatto balbettando qualcosa di incomprensibile, mentre il ragazzo affianco accennò a una risata.
«Non stavo dormendo!» si giustificò lui, aggrottando le sottili e zig-zaggate sopracciglia. «Sono un fuggitivo senza nome, sono Zanark Abalonic.»
Guardandolo meglio, il piccolo bambino era più diverso da ciò che si era immaginato all'inizio.
Aveva una pelle allo stesso tempo lucida e scura, ma non come la sua, era sicuramente più curata. Anche i capelli erano simili ma allo stesso tempo differenti: i suoi erano di un bellissimo nero pece, quelli di Zanark erano neri per la sporcizia.

«Ciao! Io sono Nishiki» pronunciò sicuro, poggiandosi la mano aperto sul cuore e gridandolo veramente fiero: poteva esserci una persona fiera del suo nome?
«Perché ne sei così felice? Ti piace il tuo nome?» domandò annoiato Zanark, pensava certamente che fosse strano quel ragazzino, aveva un sorriso troppo solare.
«Discendo da una famiglia di samurai, il mio nome è importante!»
«Oooh... sono stato nell'epoca dei samurai ma non mi pare che ci fosse nessun Nishiki» lo prese in giro Zanark.
«Non puoi esserci andato dai guerrieri antichi!» 
«E invece sì, io vengo dal futuro.»
Mh, ma cosa si aspettava Zanark? Era ovvio che non gli avrebbe mai creduto, come era già successo con dei bambini. Lo avrebbe isolato anche lui a momenti.

«Davvero?! E com'è il futuro, com'è?!»
Nishiki si sporse e si buttò sopra Zanark, eccitatissimo come non mai: non aveva mai conosciuto nessuno dal futuro! Insomma, era un evento rarissimo! Voleva assolutamente sapere tuuutto di questo ragazzo dagli strani capelli verdi.
Dal canto suo Zanark ne rimase esterrefatto, questo Nishiki sarebbe diventato un gran credulone se riusciva addirittura a capacitarsi di una simile visita dal futuro.
Ma tutto sommato, quel pomeriggio passato con Nishiki fu la più bella giornata in tutta la sua vita, chissà per quale strana ragione, no?






Note dell'autrice - che deve andare dal parucchiere}
Waaah, finalmente l'ho finita.
... Non ho molto tempo, devo sbrigarmi ad andare o mai tornerò!
Tutto sommato mi piace, amo questa crack damn♥
Perché nessuno scrive di questi due? Siete crudelissimi ç___ç
Comunque l'ho scritta di fretta perché ero anche ispirata un botto, quindi me ne dispiaccio ma ci saranno tanti errori-
E dopo devo scrivere ancora tanto altro, yay! HEADCANOOOON *^*

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