Sweet and Bitter moments

di EvansLove
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sei ancora vergine, Remus? ***
Capitolo 2: *** Traditore ***
Capitolo 3: *** Dodici anni dopo ***
Capitolo 4: *** End ***



Capitolo 1
*** Sei ancora vergine, Remus? ***


"Remus, ma.."
Il biondo tolse gli occhi dal libro, per volgersi verso il suo amico moro, che aveva parlato.

E, ancora una volta, come da sette anni, si sforzò per trattenere il rossore delle guance.

Sì, Remus Lupin amava Sirius Black, e ormai si era abituato a vederlo e sapere che fra loro non ci sarebbe mai stato niente.

"Cosa, Sirius? Se ti stai chiedendo se la McGrannit ti faciliterà agli esami perchè sei bello e affascinante, bè, credo che puoi scordartelo!"

Sirius fece una mezza risata, e Remus tornò a leggere.

Il moro si voltò verso di lui, e si sedette sul bracciolo della sua poltrona.

"Cosa leggi?" disse con tono calmo.

Remus rispose sbrigativo. Per lui era troppo averlo così vicino.

"Un trattato sull'Amortentia. Per il tema di lunedì!"

Sirius annuì.

"Era questa la tua domanda esistenziale di cinque minuti fa?" chiese poi Remus, esasperato da tanta vicinanza.

"No! Era solo..." Sirius esitò "Niente di particolare!" disse alla fine, e si andò a sedere sul divano di fronte a Remus, che, dentro di sè, tirò un sospiro di sollievo.

"James è con Lily?" chiese Sirius, dopo aver scartato e messo in bocca una carammella alla menta.

"Sì.. e quelle caramelle sono di Lily, e fossi in te, gliele farei ritrovare appena tornerà dalla passeggiata..."

Sirius posò il pacchetto come se si fosse scottato.

"Senti Lunas..." si fece più serio.

"Devo studiare, Felpato! S-T-U-D-I-A-R-E! Capisci il concetto?" disse il biondo, ancora concentrato sul libro.

"Lo riuscirei ad afferrare lievemente, se mi impegnassi, sì!" disse il moro, non intendendo mollare l'argomento.

"Eddai, Remus, per favore, posa quel mattone... mi sto annoiando!"
Sbuffando, Remus mise il segno al libro e lo posò.

"Oh, alleluia! A chi potrebbe venire in mente di scrivere un'intero mattone solo sull'Amortentia?" disse schifato Sirius.

"Evidentemente non a te!" disse Remus.

"Allora... c'è qualche buona ragione per la quale vorresti così ardentemente parlare con me?"

Sirius lo guardò dritto negli occhi, ma rimase in silenzio, con espressione indecifrabile.

"Felpato, non era mica una domanda difficilissima, sai?" ripetè il biondo, stufo di quell'aria di mistero che aveva il suo amico quella sera.

"Sei ancora vergine, Remus?" disse quello poi, con lo stesso tono con il quale si parla di una foglia appena caduta da un'albero.

Remus s'infiammò. "Che cazzo di domande mi fai?"

Sirius alzò le spalle "Scusa, mi domandavo solo se.."

Remus era arrabbiato, sia perchè l'argomento per lui era scottante, sia perchè era stato proprio l'oggetto dei suoi desideri a fargli la domanda.
"Felpato, ma cazzo, sono sette anni che siamo nel dormitorio insieme, e come te ne esci? Se sono ancora vergine? Lo sai benissimo che lo sono! Cosa volevi fare? Averne la certezza per umiliarmi con James?"

Ansimava per il troppo urlare, gli occhi quasi gli erano usciti di fuori, ed era ancorato alla poltrona come se ne andasse della sua stessa vita.

"Ehi!" Sirius era sconcertato "Scusa. Io non volevo umiliarti. Lo sai, Rem, ti voglio bene..."
"Lo so!" disse sbrigativo Lupin, rinascondendosi sotto il libro.

Già si era pentito delle parole di prima.

"Posa quel libro, è evidente che dobbiamo parlare!" disse Sirius.

"No!" rispose lui in maniera glaciale "Non vedo perchè sia evidente!"
"Perchè metti in dubbio la nostra amicizia, Remus, e non è la prima volta!"

Remus non rispose. Aveva il libro all'altezza del viso.

"Tu pensi che io e James ti lasciamo in disparte solo perchè ci sembri minore, invece è perchè... cazzo, Remus, vuoi per favore posare quello stramaledetto libro e guardarmi in faccia mentre parlo?"

Sirius si era incavolato, e di brutto.

Remus lanciò il libro e si alzò in piedi.

"Che cazzo vuoi?" disse pieno d'ira, e bloccò Sirius al muro.

In quell'istante, un vuoto allo stomaco lo prese.

Non si era mai trovato a così poca distanza dal moro.

"Se ti lasciamo fuori dalle cose più stronze, è perchè sappiamo che il tuo cuoricino non reggerebbe alla mortificazione di una punizione, ok?"

Ribadì con furia Sirius.

Remus si girò.

E Sirius si pentì dei toni duri.

"Scusa, Remus, io non volevo..."
"No, Sirius, sono io che ho sbagliato..."

Remus si stava passando una mano sul viso, cercando di rilassarsi.

Si era fatto trascinare e stava per baciare Sirius, e questo non andava bene.

Dove era finito tutto il suo autocontrollo? Doveva ritrovarlo.

Poi, Sirius gli mise un braccio sulle spalle.

"Ehi.. ma lo sai che è parecchio che sei strano? E se tu parlassi un pò di più con noi, invece di nasconderti dietro ai libri..."

Sirius aveva ragione. Remus si stava isolando troppo nei suoi preziosissimi libri.

Non che avrebbe dovuto parlare con Sirius o James dei sentimenti che provava, ma almeno doveva far sembrare che tutto stesse andando bene, o era fritto.

"Sì, Sirius, hai ragione.. scusa, è un periodo... strano!"

Sirius annuì.

"Quando vuoi, io ci sono, ok?"

E detto ciò, gli diede un bacio rovente sul collo.

Remus si girò precipitosamente verso l'amico, cercando di capire se aveva inteso male, e lo guardò.

Ma Sirius non gli diede il tempo di esaminare la questione, che lo baciò.

Con trasporto, con avidità, fino a farlo sbattere contro il muro.

Fu una sensazione magnifica, per Remus.

Fu come toccare il paradiso dopo aver vissuto sette anni nell'inferno.

Era qualcosa di assolutamente meraviglioso. sembrava di volare, mentre la lotta delle loro appendici d'amore si faceva più ardua.

Remus era accalorato, e sentiva l'erezione di Sirius premergli contro la coscia.

Tuttavia, per lui, le sensazioni erano le stesse.

Sirius, con un rapido gesto, tolse le cravatte a tutti e due e sbottonò ad entrambi i primi bottoni della camicia.

Poi, per un momento si staccò e guardò Remus negli occhi, facendogli una carezza.

"Sai...me ne ero accorto da un pò... "

Remus deglutì "E perchè non me lo hai detto?"

Sirius alzò le spalle, sorridendo "Sei così bello, quando arrossisci mentre fingi di leggere, spesso, succede quando mi spoglio!"

Remus arrossì, e Sirius lo bloccò con un'altro, morbido bacio.

Poi, bè, poi si amarono. Come entrambi avevano sempre sognato.

E, dopo un pò, stesi sul tappeto rosso, coperti solo da una coperta che avevano trovato là attorno, ansanti, ma felici e stretti, ricominciarono a parlare.

"Sei ancora vergine, Remus?" disse Sirius sorridendo, al suo compagno, stretto sul suo petto, mentre gli accarezzava i fini capelli castani.

"Credo di no!" disse Remus, sospirando.

"Anche se non so se vale... insomma, tecnicamente, essere vergini vuol dire non aver mai fatto l'amore con una donna..."

Sirius sospirò "E questo dove sta scritto?"

Remus alzò le spalle "Credo che sia opinione comune, comunque..."

Si alzò per guardare meglio il compagno in viso.

"Se essere vergini vuol dire non aver mai fatto l'amore, in sintesi, io credo di non esserlo!"
Sirius gli posò un leggero bacio sulle labbra.

"Già. Oggi abbiamo fatto l'amore! Diciamo che anche per me, era la prima volta,..."
Remus lo guardò perplesso

"La prima volta che non facevo solo sesso!"
Remus sorrise.

"Non ci credo!"

Sirius annuì, serio.

"Ti amo Remus. Credo che... una cosa così non l'ho mai provata!"

Remus si morse il labbro inferiore, e disse.

"Anche io ti amo Sirius. Non so perchè, ma so che non mi passerà... ormai... e so anche che non ti lascerò mai!"

Sirius annuì "Nemmeno io!"

E passarono il loro pomeriggio più bello.

Almeno fino verso le otto, quando decisero di vestirsi, altrimenti li avrebbero scoperti.

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Capitolo 2
*** Traditore ***


Era l'una di notte del 31 ottobre, quando il campanello di Grimmauld Place numero dodici, suonò a perdifiato, quasi fino a fondersi, come se chi lo suonasse fosse in serio pericolo di vita.

Il rumore aveva svegliato il ritratto di Walburga Black, che aveva cominciato ad urlare la disapprovazione per suo figlio fuggitivo, tornato a casa quando loro non c'erano pù, solo per disperato bisogno.

E, appunto questo figlio diseredato, di nome Sirius Black, venne svegliato dal fracasso, quella notte.

"Potessi finire nelle reti dei Mangiamorte, chiunque tu sia!" borbottò fra sè e sè il moro, giungendo alla porta, in mezzo al rumore.

DRIIIN.

"FIGLIO DEGENERE CHE HAI TRADITO UNA CASATA DI NOBILI ORIGINI..."

"Zitta, vecchia strega!" disse passando al ritratto di sua madre, noncurante.

"Ho detto che arrivo!" disse Sirius, e aprì finalmente quella porta.

La gioia nel vedere l'amore della sua vita, che si chiamava Remus Lupin, venne smorzata da un cazzotto che, proprio questo, con gli occhi pieni di lacrime, gli tirò nello stomaco.

Il moro indietreggiò, piegato in due.

In nove anni che conosceva e amava Remus, non lo aveva mai visto picchiare la gente.

Più indietreggiava, più Remus lo seguiva, dandogli in continuazione botte, poi, finalmente, quando Sirius fu arrivato al muro, riuscì ad alzarsi dritto in piedi, e bloccò i pugni di Remus.
"Che cazzo ti succede?"

Remus gli sputò in faccia.

"Figlio di puttana, perchè l'hai fatto? Perchè? Cosa ti hanno fatto i Mangiamorte, eh? Ti scopi Greyback, adesso, eh?"

Disse Remus, pieno d'ira

"Bastardo... loro non ti avevano fatto niente..!" aveva le lacrime agli occhi, tuttavia, i pugni si erano fermati.

"Remus, non sto capendo un cazzo! Cosa diavolo è successo?"

Una nuova ondata di lacrime sommerse il biondo, togliendogli un pò di forze.

"Lily e James... perchè? Cazzo, perchè?"

In quel momento, qualcosa crollò nel mondo di Sirius. Lasciò la presa di Remus, e si fece picchiare.

Lily e James, morti...

E tutto per colpa sua.

Era stato lui a dare l'idea di fare di Peter il loro Custode.

E quel lurido sorcio li aveva traditi.

E ora Remus non credeva più in lui, e lo stava riempendo di botte.

"Brutto bastardo..."

Sirius sputò una goccia di sangue, e quella visione, fece fermare Remus.

Sembrava che tutto stesse procedendo al rallentatore.

Sirius si chinò sul pavimento, con gli occhi spalancati.

Remus lo guardava.

Poi, chinandosi, prese il moro per i capelli.

"E la cosa che mi fa più schifo, è che io ti amo ancora, ti amo troppo per poterti ammazzare di botte come dovresti!"

E detto questo, il biondo se ne andò.

E Sirius rimase lì, a chiedersi, per la prima volta, se davvero ne era valsa la pena di nascere.

Ora, dopo tutto, doveva subire anche lo schifo della persona che amava.

Lo schifo della persona che, in quel momento, più di tutte gli serviva accanto a lui.

Ma avrebbe dimostrato la sua innocenza.

Sì, doveva fargliela pagare a quel lurido topo di fogna... e non poteva aspettare.

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Capitolo 3
*** Dodici anni dopo ***


La stamberga strillante sembra non essere cambiata per niente.

Sì, forse è più lercia, ma per il resto, è rimasta la stessa.

D'altronde nessuno sa come arrivarci da Hogwarts, e gli abitanti di Hogsmeade, sono troppo fifoni riguardo le vecchie leggende di fantasmi, per poter entrare e perlustrare quella vecchia casa.

Che stupidi i maghi, hanno paura della magia stessa!

Questo pensava Sirius Black, seduto su una sedia mangiata dai tarli, che però reggeva ancora bene il suo peso...

Peso, poi. Solo quel vecchio scheletro che è resistito a quegli infernali dodici anni ad Azkaban, cercando di resistere, con il pensiero persistente che lui era innocente, un pensiero talmente persistente da avergli forato il cervello.

E poi, gli unici altri ricordi che aveva cercato di non far volare via erano tutti quelli in cui c'entravano i Malandrini... c'entrava Remus.

Per uno scatto d'ira, rovesciò uno sgabello a terra, con un gesto brusco del braccio.

Remus, avrebbe finalmente capito che lui era innocente?

Che lui, mai e poi mai avrebbe pensato di tradire James e Lily, i suoi amici più cari, le persone che per lui erano state la vera famiglia.

E poi, le cose erano cambiate?

Remus adesso aveva trovato altri occhi da guardare, un'altro corpo da stringere fra le sue braccia?

In fondo erano passati dodici fottutissimi anni....

Piccole lacrime di disperazione gli invasero il viso.

Era il massimo per lui, non aveva mai pianto. Mai.

Provò a cullarsi nei dolci ricordi di quando loro si potevano amare felicemente, senza problemi.

Essere sfottuti soltanto da James, che ci rideva su e poi andavano tutti a cena insieme...

Ma ora tutto quello era finito.

Già. Più niente sarebbe tornato come prima.

Poi sentì un rumore provenire dal passaggio del Platano.

Si rizzò in piedi, come un fulmine.

Chi diavolo poteva essere? Solo Peter e Remus, di quelli ancora in vita, sapevano come bloccare i rami del passaggio.

E Remus non avrebbe avuto motivo di andare là.

Non era luna piena.

Bè, allora forse era Peter. Menomale, la vendetta si sarebbe compiuta più in fretta.

Stavolta non si sarebbe fatto cogliere di sorpresa.

Levò la bacchetta in alto, ma proprio quando stava per lanciare l'incantesimo, dal passaggio, invece di Peter, sbucò un uomo.

Un uomo con fini capelli color paglia e lo sguardo ambrato pieno, sia d'ira, che d'amore.

E non c'era combinazione peggiore.

"Sirius!" disse con odio Remus.

"Remus!" disse atono Sirius, posando la bacchetta sul tavolo lì vicino.

Si squadrarono per un lungo momento di silenzio.

Poi Remus si fiondò a baciarlo.

Si baciarono violentemente, spingendosi, scappando e riprendendosi, e, ancora una volta, come quel giorno di tanti anni fa, Remus bloccò Sirius al muro, e poi, si staccarono, ma il biondo teneva sempre il moro bloccato a sè.

Gli diede un cazzotto sul teschio smagrito.

Sirius si portò una mano dove aveva accusato il colpo, per controllare se ci fosse sangue, poi rise.

E, con uno scattò, riportò a sè Remus e lo ribaciò.

Poi si staccarono.

Si riguardarono.

"Non avevo mai picchiato nessuno prima di te, quella sera infame!" disse Remus.

"Lo so!" disse Sirius, guardandolo dritto negli occhi.

"Ma non me ne sono mai pentito. Mai."
"So anche questo!"
"E ti amo ancora!"
"Credevo di non saperlo!"

Remus lo guardò. Gli scansò una ciocca dal viso.

"Sei smagrito... sei ridotto da far schifo!" gli disse, contemplandolo, senza però, lasciarlo andare dal muro.

"Ma sono ancora innamorato di te!"

Remus sorrise "Però sei sempre il solito!"
Sirius annuì e sorrise. Il suo primo sorriso.

Sis entì un pò strano. Si sentì come quando si rivà in bicicletta dopo tanto.

Senti di nuovo il vento sulla faccia, e scopri un sapore nuovo, che ti eri dimenticato, e per questo ti sembra più bello.

Remus lo ribaciò, e cominciò a sbottonargli quella divisa lercia.

Quella volta, comandava lui, e Sirius lo sapeva.

Si sentiva di nuovo eccitato, e innamorato, ed era bello.

Rifecero l'amore come quella lontana sera di quattordici anni prima, come se fosse la prima volta.

E dopo, quando erano stretti vicini, Sirius pianse.

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Capitolo 4
*** End ***


"Sirius, che cazzo fai? Dove cazzo vorersti andare??"

Così diceva Remus al suo compagno, la sera di giugno 1996 in cui si stavano preparando per andare a combattere i Mangiamorte e ad aiutare Harry e gli altri ragazzi al Ministero della Magia.

Sirius stava dando proprio l'impressione di voler andare a combattere.

"Mi sembra ovvio. Vado a salvare il mio figlioccio!"

Remus si riempì di collera.

"Sirius, non fare cazzate! Ti possono prendere, potresti.."

Non riuscì a finire la frase, perchè il solo pensiero gli bloccava la gola.

Non sapeva neanche perchè quella sera era così determinato a non far combattere Sirius, in fondo, lo sapeva che l'uomo non sarebbe rimasto a casa neanche sotto tortura, ma sentiva uno strano presentimento... sentiva che non ne sarebbe nato niente di buono....

"Per favore, Remus, se volevo avere una moglie rompiballe, ero etero!"

Quella frase fece male a Remus, forse perchè era pronunciata con forte rabbia.

Perciò, reagì nel solo modo in cui era solito reagire.

Voltò la testa sillabando un debole "Come ti pare..."

Sirius si bloccò. Sapeva cosa voleva dire quando Remus faceva così, e si pentì immediatamente delle parole di prima.

Stanco, si passò una mano sul viso, e poi si avvicinò a Remus.

Lo abbracciò.

Remus non se lo aspettava e sussultò, ma non reagì. Era ancora arrabiato.

"Scusa, Rem. Davvero, non volevo ferirti, ma... sono stanco. Nervoso. E Harry è in pericolo. Ho promesso a James che l'avrei protetto!"

Remus si girò.

"C'è uno stramaledetto momento nel quale non pensi a James?" chiese, furioso.

"Sì!" rispose il moro "Quando sto con te!"

Remus si bloccò.

In fondo era quello il modo di chiedere scusa di Sirius. Sospirò.

Sirius lo baciò sulle labbra.

"Remus, io devo andare a combattere, e lo sai anche te. Ti prometto che quando tornerò faremo l'amore, dieci, cento, mille volte, ma adesso devo salvare Harry. Lui è tutto ciò che mi rimane di James, e, porco cazzo, lo sai quanto mi manca James!"

Remus annuì accarezzandogli il viso.

"Lo so Sirius, scusa!"

Si baciarono e poi, tenendosi per mano, erano andati a combattere, con la voglia di fare tutto di insieme per altri cento anni.

Ma quella sera, qualcosa era andato storto.

Remus vide il corpo di Sirius toccare l'arco, ancora prima che avesse potuto capire cosa stava succedendo.

Voleva urlare, voleva piangere, voleva sfogarsi in qualche stramaledetta maniera, ma...

Doveva consolare Harry, o sarebbe finito nei guai, con quella sua stramaledetta impulsività, ereditata da James.

James, Lily. Peter. Sirius.

Come avevano potuto essere così felici per nove anni e essere così maledetti per più di dieci?

Mentre Remus teneva stretto Harry, dicendogli che Sirius era ormai morto (più per farlo realizzare a se stesso che al ragazzo), sentì qualcosa spezzarglisi dentro.

In un momento, fu come morire, rivide tutti i dolci momenti passati con lui.

Quelli dolci e quelli amari come il veleno.

Ma erano serviti tutti dentro la loro storia.

Ogni momento che avevano passato era stato solo per potersi amare di più, amarsi fino alla fine, amarsi fino a non poterne più, sia che stessero facendo l'amore, sia che fossero sdraiati stretti.

E, in un secondo, si rese conto di aver sprecato troppo tempo in silenzio.

Forse, se avesse espresso prima i suoi sentimenti, bè, allora avrebbe avuto più cose da ricordare...

E poi, avrebbe dovuto insistere di più per far rimanere Sirius a casa.

Magari anche con un potente incantesimo.

Avrebbero litigato magari, ma avrebbero fatto pace, e lui sarebbe stato ancora là, a prenderlo con la sua forza, come solo lui sapeva fare, a fargli vedere quella metà del mondo alla quale lui apparteneva, l'esatta metà che mancava a Remus.

Per questo si erano amati contro il mondo fino a non poterne più.

Ma adesso era tutto finito.

Adesso erano rimasti solo i ricordi.

E, ancora una volta, avrebbe voluto quei magnetici e strafottenti occhi grigi a chiedergli, con il sole davanti...

Sei ancora vergine, Remus?

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Anche questa fic è finita.

E mi dispiace, ma era nata per essere breve.

E' tutta dedicata a Regulus_Black, che l'ha apprezzata come doveva essere;

E a Elly, che mi ha introdotto nel fantastico mondo yaoi!!

Baci Baci,

EvansLove

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