The Heroes - La Scacchiera della Morte

di AngelBauer
(/viewuser.php?uid=303596)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** La notte del destino ***
Capitolo 3: *** Un treno di ricordi ***
Capitolo 4: *** Le lacrime non versate ***
Capitolo 5: *** Il ritorno di un re ***
Capitolo 6: *** Non piangere Rein ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


The Heroes
La scacchiera della morte

 
-Come fai a sapere qual è la cosa giusta da fare?- le chiese la ragazza di fronte a sé.
-Nessuno lo sa… ma stando al fianco di un eroe e hai l’occasione di salvarlo parecchie volte, la risposta giusta la trovi in fondo al cuore-
-Ma noi non siamo come voi… intendo una squadra- continuò la rossa.
-Noi non siamo una squadra, siamo una famiglia! Ci proteggiamo a vicenda. Ognuno ha il suo ruolo, e se uno sbaglia gli altri sono pronti ad aiutarlo.- poi gli mostrò il sorriso più rassicurante e sincero che aveva.
Eh sì, Chloe era entrata anche nei loro cuori grazie alla sua energia e alla voglia di aiutare gli altri. Proprio per questo Fine decise di unirsi a loro. Loro, una squadra di eroi che, come in un fumetto, salvano le persone in difficoltà e sconfiggono i cattivi.
 
Ma infondo gli eroi non sono quello che appaiono. Dietro la loro maschera di paladini della giustizia si celano dubbi, insicurezze e sbagli.
-Cosa sono per te gli eroi?- il ragazzo al fianco della rossa si decise a parlare e Chloe prontamente, come sempre, gli rispose.
-Bhè… non ne ho idea! So solo quello che siamo noi… Persone speciali che combattono per la giustizia.-
 
Chloe guardò con attenzione i due ragazzi un po’ spaesati. Il ragazzo alla destra della ragazza era piuttosto alto di almeno due spanne, rispetto a quest’ultima, e robusto. Aveva i capelli in disordine di un castano molto chiaro e gli occhi di un grigio particolare, molto intensi.
La ragazza invece aveva due splendidi occhi rossi che sembravano quasi brillare, mentre i capelli, anch’essi rossi, erano mossi e legati in una coda alta.                       
 
-Allora…- esordì la bionda per cercare di essere cordiale  –Raccontatemi un po’ di voi!- concluse.
Subito Fine, la rossa, prese parola –Non c’è niente da dire-. Puntualizzo con una nota acida nella voce, cosa che fece innervosire il ragazzo al suo fianco, che per alleggerire la situazione imbarazzante iniziò a fare qualche domanda a Chloe. Come ad esempio la loro presenza in quel luogo. Ma i due ragazzi non erano tanto sprovveduti ed ingenui, loro sapevano già tutto ma preferirono ascoltare comunque le parole della giovane donna –Il destino- concluse allora Chloe. Già! Il destino era la risposta di tutto!
 
Quei due ragazzini avrebbero presto intrapreso un viaggio che li avrebbe aiutati a compiere il loro destino. Eppure lo sapevano, non si può sfuggire al fato. Per quanto tu possa raggirarlo, tentare di cambiarlo, lui sarà sempre più forte di te.
E soprattutto a Fine, che le era stato riservato un destino più grande. Avrebbe salvato due mondi, sempre con l’aiuto della sua particolare squadra. Questo era il suo destino.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** La notte del destino ***


La notte del destino
 
I raggi del sole entravano deboli dalle tendine della piccola camera, ma non furono quelli a svegliare la giovane che si rigirava nel letto. Quella notte non riuscì a prendere sonno conoscendo i rischi del viaggio di ritorno a casa
Spostò con delicatezza quel adorabile testolina rosa che le dormiva accanto ed in punta di piedi uscì dalla stanza per non svegliarla, ma pensandoci bene non si sarebbe mossa nemmeno con le cannonate.
Chiusa la porta si diresse al bagno ma prima che potesse entrarvi sentì una voce abbastanza assonnata
-Giorno!- e seguì uno sbadiglio.
Si girò e gli sorrise -Buongiorno… sei mattiniero oggi?-
-Già-  rispose grattandosi la testa e scompigliandosi i capelli marroncini arruffati dal sonno -in realtà non ho proprio dormito… problemi in città stanotte.- continuò
-Checkmate?- gli domandò allarmata la rossa.
-No, no tranquilla i soliti ladruncoli da quattro soldi-
-Ah!-
Non le avrebbe mai mentito, glielo si leggeva in quegli occhi grigi, li conosceva bene.
-Prepari tu la colazione?- chiese con falsa innocenza la ragazza e seguì lo sbuffo del giovane che si diresse verso la cucina mentre lei entrava in bagno.
Si sciacquò la faccia, aveva le mani tremanti. Bèh.. che si aspettava infondo tra poco avrebbe rivisto i suoi genitori e sua sorella che non vedeva da cinque anni.
E subito i ricordi l’ assalirono.
 
Era una notte limpida e le stelle brillavano più che mai. Quella sera era speciale, nell’aria si sentiva voglia di festa, per altri voglia di divertimento, per altri ancora aria di cambiamenti… nel palazzo del regno della luna si erano riuniti tutti i più potenti nobili di Wonder insieme  alle famiglie reali al completo.
Era passato un po’ di tempo da quando  le nostre inseparabili gemelle erano tornate dall’accademia ed  in questo periodo successero tante cose ma riuscirono sempre ed affrontare tutto perché avevano sempre avuto bisogno l’una dell’altra. Anche quando il fidanzamento di Rein e Bright si ruppe, Fine era il solo punto di riferimento per la sorella. Oppure quando Fine seppe che il principe della luna che non poteva ricambiare i suoi sentimenti perché provava ancora qualcosa per la turchina, qualcosa che no era andato del tutto via neanche dopo le forti emozioni che questo ultimo provava al fianco di Fine. Nonostante tutte le batoste subite il loro legame non cessava di esistere.
Col passare del tempo arrivò un periodo in cui la principessa Rein e il principe Shade  iniziarono a frequentasi fino ad innamorarsi e ad ufficializzare la cosa. Fine prese la notizia meglio di quanto Rein si aspettasse. Era felice per la gioia della sorella anche se il dispiacere nel suo cuore era tantissimo, sperava di essere lei quella a cui Shade dichiarasse il suo amore.
Ma questo faceva parte del passato.
Nel presente c’era lei in una sala da ballo, con un vestito sfarzoso e a festeggiare la gioia di due ragazzi e l’infelicità del suo cuore.
Mentre la festa procedeva normalmente e Fine chiese un valzer a suo padre, cosa molto rara se non improbabile, i festeggiati si preparavano a dare una grande notizia ai loro invitati…
Era quasi la mezzanotte e la principessa dai capelli rosso fuoco decise di andare a prendere una boccata d’aria fresca. Si diresse su uno dei terrazzi più alti del castello, da lì si poteva vedere tutto il regno.
Era davvero un bel posto lassù forse anche più bello delle serre, c’erano varie aiuole in grandi vasi bianchi, affianco vi erano parecchie panchine e più sulla sinistra un gran gazebo con un elegante tavolino forse usato per prendere il thè.
Si affaccio alla ringhiera e ammirò il regno in tutto il suo splendore, tutte le strade illuminate da bellissime luci decorative sui toni del giallo, dell’azzurro e del verde, le persone che camminavano allegre e spensierate mentre la luna illuminava e dava magia a quella splendida serata.
 
E mentre distratta ammirava quello splendido panorama non immaginava minimamente che la sua vita sarebbe cambiata per sempre da li a poco.
 
Uno strano rumore la distolse dai suoi pensieri. Spaventata si girò di scatto e scrutò lo spazio intorno a sé era più buio per via delle nuvole che coprivano la luna e lei non riusciva a focalizzare bene tutte le sagome quando una di queste si mosse e si portò avanti.
-Hey non si saluta?- dall’ombra comparve la figura di un ragazzo che si poteva benissimo notare indossasse smoking e papillon. Pian piano Fine riconobbe la dolce voce di quel ragazzo, sgarrò le sue iridi rosse dalla sorpresa, quasi non ci poteva credere. Involontariamente dagli occhi iniziarono a cadere alcune lacrima di gioia e non appena il ragazzo  fece qualche altro passo avanti, mostrando anche il suo volto, due bellissimi occhi grigio ghiaccio e dei meravigliosi capelli marroncini scompigliati dal vento.
-Alla fine sei venuto!- esordì la principessa che scoppiò in un fiume di lacrime
-Avevi qualche dubbio?- rispose il ragazzo un po’ sarcastico. A quel punto Fine dalla gioia gli corse incontro e gli saltò letteralmente al collo, dal canto suo il giovane non poté fare a meno di stringerla forte tra le sue braccia muscolose.
-Che bello vederti-
-è bello essere tornato-. Quando finalmente sciolsero entrambi l’abbraccio si sedettero su una delle panchine nelle vicinanze. Parlarono tantissimo raccontandosi quasi tutto quello che era successo negli ultimi anni. Fine ascoltava meravigliata le cose formidabili che il fratello le stava raccontando d’altra parte Pitt non poteva credere che Fine, la sua dolce sorellina, si fosse innamorata di qualcuno, era tremendamente geloso della sua rossa. Ebbene si, il tanto misterioso ragazzo era in realtà il fratello maggiore delle gemelle. In realtà era stato adottato quando aveva 6 anni da Elsa e Toulouse. I genitori di Pitt erano morti in circostanze misteriose. Questi ultimi erano i migliori amici dei regnati che dopo l’accaduto  non potevano permettere che il bambino venisse affidato ad una casa famiglia, decisero quindi  di tenerlo con loro, anche perché ormai Fine e Pitt erano cresciti insieme e  si consideravano fratello e sorella.
 
Nella sala da ballo il re solare si accorse della mancanza di una delle figlie e per non far preoccupare la consorte decise di andarla a cercare. Quando si trovò nei pressi di uno di corridoi esterni tre giovani gli sbarrarono la strada. La fioca luce che arrivava dal cielo permise al re di osservare con chiarezza chi aveva dinnanzi. Tre ragazzi vestiti con quelle che si direbbero delle uniformi, un ragazzo con i capelli rossicci ed una giacca di pelle blu  a destra, una ragazza con lunghi capelli biondi e occhi verdi e con indosso una giacca simile a quella del precedente ma rossa ed infine al centro un ragazzo con un’espressione decisamente più matura, quest’ultimo aveva capelli marrone scuro e ricci e portava la medesima giacca ma nera. Toulouse riconobbe subito quelle figure e nonostante fossero passati quasi vent’anni non erano cambiate di una virgola.
Il primo a prendere la parola fu il ragazzo rossiccio che con molta confidenza si rivolse al re.
-Ci si rivede capo!-
-Scusa l’improvvisata visita ma è una questione delicata e non potevamo aspettare- continuò la giovane in modo molto cordiale.
-Caspita non pensavo di rivedervi più- il re del regno solare era di certo esterrefatto ma immensamente felice di rivedere quei vecchi compagni “d’armi” per così definirli.
-Toulouse dobbiamo parlarti di tua figlia…- a quelle parole l’uomo concentrò tutta la sua attenzione al ragazzo in nero, e con un rapido sguardo lo incitò a continuare.
-Imra, Garth ci potete lascia...- Ma non riuscì a terminare la frase perché venne interrotto da Toulouse –lascia Rokk infondo anche loro fanno parte della squadra-
Dopo un lieve cenno del capo Rokk continuò.
-Si tratta di Fine!-
 
Intanto sul terrazzo Fine e Pitt stavano progettando una fuga all’ultima gara di monster truck che si sarebbe tenuta tra un’oretta verso il confine del regno al di là del deserto. Quelle erano le gare preferite da quei due ragazzi! Anche quand’erano piccoli il papà di Fine li portava a vederle, all’insaputa di Elsa, che se l’avesse saputo si sarebbe di certo infuriata poiché non erano idonee all’educazione dei figli poiché troppo violente, ma per fortuna li beccò solo una volta.
Ma in realtà a Pitt serviva una scusa per portare Fine lontano da quel posto, non le avrebbe permesso di restare lì su quel pianeta a soffrire, lui voleva che la seguisse ma non sapeva che era la stessa cosa a cui la sorella stava pensando: Andare via, vivere nuove emozioni, fare altre esperienze, viaggiare, avventurarsi nei posti più impensabili, mettersi nei guai…Ma soprattutto voglia di cambiare! E la sua non doveva essere considerata una fuga bensì il godere della vita. Perché la vita da principessa ben educata e sempre vestita in maniera impeccabile non faceva per lei, ma i genitori no le avrebbero mai permesso di andare via. Ma grazie a Pitt e la fiducia che le trasmetteva aveva deciso di compiere questo passo… E chi poteva saperlo, magari sarebbe davvero riuscita a cambiare la sua vita!
 
I ragazzi si voltarono verso l’uscita appena sentirono il suono di passi che man mano si facevano più chiari e riecheggiavano nell’aria. Sulla soglio del cancellino che divideva il corridoi al terrazzo apparve la figura regale di Toulouse. Fine notò subito il suo sguardo preoccupato ed a sua volta si agitò. Il re si posizionò proprio di fronte i due giovani e con voce tremante iniziò a parlare.
-Andate…- sussurrò con gli occhi umidi, voleva mostrare l’immagine di un uomo forte ma vedendo il volto di sua figlia così preoccupato per lui involontariamente due lacrime bagnarono le sue guance e finirono sui suoi abiti.
-ma papà come fai a sap…-
-Fine tu devi andare… E quando tornerai mi racconterai tutte le tue avventure- finì Toulouse con un sorriso amaro, non voleva lasciare una delle sue bambine ma doveva, era il suo compito, sapeva che Fine e Rein erano destinate ad altro, a qualcosa di molto più grande, a sfide che andavano ben oltre quelle affrontate fino ad oggi, qualcosa che le avrebbe cambiate e aiutate allo stesso tempo a diventare mature. Doveva andare per forza così, era il loro destino!
Fine si gettò tra le forti braccia del padre per un ultimo saluto, nell’aria si sentiva solo il suono di singhiozzi che provocavano tanta tristezza. Il re allontanò con dolcezza la figlia e sempre guardandola si rivolse al ragazzo facendogli promettere di proteggerla e di starle accanto.
Così Fine e Pitt lasciarono il regno e si diressero alla stazione dove sarebbe presto partito il loro treno.
 
E fu così che iniziò la nostra storia, proprio grazie ai meccanismi del destino che quella sera si misero in moto progettando un grande destino che Fine avrebbe dovuto compiere.
 
 
 
 
Angolo Autrice
Salve gente mi presento sono Angel
Per iniziare ringrazio chi ha letto la storia e chi la recensita J
Ma un grazie speciale va alla mia amica Blue che mi ha aiutata tantissimo. E colgo l’occasione per dedicarle il capitolo (un piccolo pensierino per il tuo compleanno)… Tanti auguri Bluueeee :D
Fatemi sapere se vi è piaciuto e se c’è qualche errore!
Alla prossima
Angel <3

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Un treno di ricordi ***


Un treno di ricordi
 
Era intenta a piegare e sistemare alcuni indumenti nel borsone che le sarebbe servito per il viaggio quando qualcuno busso alla porta della sua camera da letto con un tocco quasi impercettibile. Dalla porta semi chiusa si fece spazio una giovane ragazza sulla ventina con degli splendidi capelli mossi, marroni e dei riflessi biondi .
-Noi siamo quasi pronti-  gli occhi verde acqua della ragazza erano annebbiati da un velo di preoccupazione e questo Fine lo capì in un solo sguardo.
-Arrivo subito Kara!- concluse chiudendo il borsone e caricandoselo sulle spalle e prima di uscire prese la sua inseparabile giacca rossa.
-Pitt tornerà tra poco- avvisò Kara, Fine intanto chiudeva la porta della camera e buttava il borsone a terra al divano. Inizio a scrutare la stanza che la circondava. Era un piccolo appartamento che lei e il fratello avevano preso in affitto e si trovava all’ultimo piano di una palazzina in una piccola cittadina di periferia chiamata Samllville. La casa in sé non era molto grande ma era luminosa e arredata modernamente, con l’ambiente aperto tra lo spazioso soggiorno e la piccola cucina. L’arredamento era abbastanza moderno, ma la particolarità erano sicuramente i tre divani nel soggiorno. Nel frattempo che Fine pensava al suo rifugio lontano dal mondo e lontano da tutti, Kara aveva preparato una tisana e l’aveva posizionata sul tavolino di fronte al divano dove aveva gia disposto due tazze. La ragazza porse con gentilezza una delle tazze alla rossa ma lei rifiutò dicendole che non era in vena, conoscendo la preoccupazione di Fine, Kara la invitò a sedere sul divano e le fece bere la sua tisana per calmarla.
Lo scatto della serratura dalla porta d’ingresso fece alzare in piedi la rossa seguita a ruota dall’amica. Dalla porta entrò un Pitt sorpreso di vedere le due giovani li ad aspettarlo, con una mano manteneva la chiave mentre l’altra la maniglia e addentava un cornetto di sicuro al cioccolato dato la crema che fece cadere sulla soglia. Fine subito si innervosì e inizio ad accusarlo come una furia di essere in ritardo e di non fregarsene niente della loro missione, questo sfogo alleggerì il suo nervosismo che era sparito e resasi conto della situazione inizio a ridere di gusto travolgendo nella sua risata anche gli altri due. Finita la fase isterica della giovane iniziarono a radunare le cose necessarie per andare in stazione. Scesero le quattro rampe di scale della palazzina ed usciti dal portone trovarono una bella sorpresa sotto un cielo limpido con solo poche nuvole che faceva da cornice.
La poche gialla era parcheggiata a lato della strada e dietro si intravedeva una splendida moto nera.
-Piccolo bonus! Stare al fianco del boss si guadagnano dei privilegi- si vantò Pitt. Subito Fine si diresse alla sua moto, era da tanto che non la guidava. Sfilò prima le schiavi dal cappottino del fratello e salì in sella una volta acceso il motore sfrecciò per quelle piccole stradine lineari di Smallville con il vento che soffiava su tutto il suo corpo, era molto rinfrescante dato che le giornate erano ancora calde. Guidare quella moto era anche un modo per stare senza pensieri.
Sotto la stazione cerano parecchi treni in partenza altri fermi altri arrivati da poco c’era gente che faceva le corse per non restare fuori, persone che si salutavano dai finestrini altri ancora intenti a fare una fila chilometrica. A Fine tornò in mente la sera in cui salutò Wonder dal piccolo finestrino di un treno, nessuno quella sera era a conoscenza della sua decisione solo il padre che stranamente decise di lasciarla andare, forse solo adesso sapeva dare una spiegazione a quelle parole. Infatti a quel tempo non comprendeva l’importanza del suo viaggio. Ma forse suo padre sapeva a cosa stava andando incontro, e lo capiva solo adesso.
Però era strano tornare nel luogo in cui la sua avventura aveva avuto inizio, proprio in una stazione, così come in un treno era nata una grande amicizia. Fine meccanicamente alzò gli angoli della bocca a quel ricordo e guardò distrattamente Kara che discuteva con Pitt, forse per i posti a sedere, e sorrise pensando a come si erano conosciute…
 
La nostra piccola principessa fuggitiva aveva ancora il fiatone per aver corso per un’intera stazione nella speranza di non perdere il treno, proprio come era suo solito insieme alla gemella. Emise un sospiro non appena le porte del vagone di chiusero alle loro spalle, Pitt la teneva ancora per mano e le sorrideva mentre lei iniziò a ridere. Il ragazzo la invitò ad entrare nel vagone e subito una ragazza li avvicino sfoderando un meraviglioso sorriso.
-Piacere sono Kara- e porse la mano alla rossa che la strinse con titubanza anche perché un po’ sorpresa per questa inaspettata presentazione.
-P-piacere!- balbetto Fine, provocando la risata del fratello.
-Fine lei è Kara una mia amica- spiegò ma si vedeva forse un po’ troppo il  rossore comparso sul suo volto ma Fine preferì non infierire al notevole imbarazzo del fratello.
-Andiamo a scuola insieme- sembrava quasi che Kara volesse dare delle spiegazioni sul fatto che si conoscessero. Fine allora per farla sentire al suo agio sorrise e la invitò a sedere per chiacchierare. Tra le due ragazze subito nacque una forte amicizia. Nella prima parte del tragitto da Wonder sapevano già la storia l’una dell’altra. Kara veniva da una famiglia nobile della terra ed era figlia unica. Aveva deciso di studiare al college di Smallville, ma per il momento era ancora all’ultimo anno di liceo. Proprio come pitt era un anno più grande di Fine che al momento ne aveva  quasi diciassette. Lei aveva scelto di studiare teatro e recitazione perché era davvero portata. Al contrario di Pitt che aveva deciso di andare a studiare in quella scuola perché offriva maggiori studi e opportunità in campo della danda. Di certo era un ballerino eccezionale!
Così passo la metà del viaggio quando…
 
La voce di Pitt che gridava fece tornare Fine con i piedi per terra e accorgendosi che i due ragazzi stavano salendo li chiamò domandandogli se dovevamo aspettare gli altri, ma Pitt riferì che sarebbero arrivati i tempo. Detto questo anche la rossa si decise a salire e a prendere posto, si sedette comodamente ad aspettare il resto della squadra.
 
Nello stesso momento ma in un luogo alquanto lontano, più precisamente sul pianeta Wonder, un uomo con i capelli blu camminava frettolosamente per i corridoi di un palazzo molto soleggiato. Arrivato di fronte una grande porta decorata con un grande sole stilizzato al centro la spalancò entrando in una sala con grandi vetrate sulla destra da dove si poteva intravedere tutto il regno, era meraviglioso! Inoltre c‘era un gioco si colori tra l’arancione, il giallo e il rosato che esaltava ancora di più il luogo.
L’uomo si avvicina ad una donna con degli splendi capelli rossi raccolti. La donna in questione era seduta ad una grande tavola rettangolare col sole che arrivava ad illuminarla direttamente. Le si avvicinò senza fare rumore e le appoggiò le mani sulle spalle. Subito la donna si girò per guardare il marito negli occhi e domandargli cos’è che lo turbava.
-Ha convocato il consiglio dei re- rivelò l’uomo lasciando capire di chi stesse parlando.
-Andiamo… Sei solo dispiaciuto che appena tornato non è venuto a salutarti di persona-
-E ti pare poco? Elsa lo conosco da quando eravamo dei ragazzini e mi ha solo mandato una misera lettera per comunicarci della sua “ricomparsa”- sottolineò quest’ultima parola mimando le virgolette –Tutto così improvvisamente, non si è degnato di venirmi a salutare… Neanche per dirmi un “Ciao tutto bene? Mi sei mancato tanto”… Eppure ha avuto quattro giorni!- fece una piccola pausa e continuò –Lo credevo morto, per tutti questi anni!-
Il re a quel punto di lasciò cadere sulla sedia mettendosi le mani tra i capelli. Subito la regina lo abbraccio accarezzandogli i morbidi capelli.
-Otto lunghi anni… Non credi che dopo tutto questo tempo anche tu vorresti passare del tempo con la tua famiglia? Adesso il suo unico pensiero sono loro, ha addirittura scoperto di avere una figlia…  -
-Va bene! Forse sono stato un po’ egoista…-
-Un po’?-
-D’accordo… un po’ troppo…. Ma mi è mancato tanto!- sbuffo leggermente per non far notare quelle piccole lacrime celate nei suoi occhi d’orati pronte ad uscire da un momento all’altro.
La regina lo guardò con occhi dolci, anche se era il re più potente dell’intero pianeta restava un uomo dolce e sensibile. Fu distolta da quei pensieri dal suono della pesante porta che veniva aperte. Da essa comparve una giovane ragazza ben vestita, con dei lunghi capelli cerulei, proprio come il cielo sereno che mettevano in risalto il diadema dorato che portava sul capo. Con molta eleganza si avvicinò ai regnati e rivolse la parola all’uomo avvisandolo dell’arrivo di alcuni ospiti. La ragazza guardò con i suoi grani occhi verde acqua quelli della madre, la donna al fianco del re, era spaesata e voleva ricevere un po’ di fiducia dai bellissimi occhi rubino della madre, e così fu.
La donna porse la mano al marito per incitarlo ad alzarsi, da parte sua l’uomo la prese e la stinse forte si ricompose e insieme alla mogli e alla figlia andarono dai loro ospiti.
 
Intanto al palazzo nel regno dei gioielli il re e la regina erano a pranzo col il loro figlio Bright da poco tornato dopo circa sei mesi da un viaggio “educativo”.  Il principe aveva espresso il desiderio di conoscere di più il mondo che lo circondava prima di compiere il passo che lo avrebbe portato al trono. Così decise di viaggiare per un po’.
I sovrani erano molto curiosi di conoscere le esperienze che aveva vissuto il figlio, il pranzo infatti si prolungò di parecchio. Ad interromperlo era stato l’arrivo della sorella di Bright, arrivata da poco nel regno. I due fratelli che si incontravano dopo tanto tempo decisero di andare a passeggiare per il regno. Molti abitanti nel vedere il loro principe si fermarono a salutarlo calorosamente.
La loro passeggiatina li condusse in una zona quasi nelle vicine campagne in un posto dove i due principi da piccoli amavano andare a giocare. Era una piccola radura dove crescevano esclusivamente fiori di campo di svariati colori. Più in lontananza c’era un albero che a vederlo pareva secolare e forse era proprio così! Da uno dei possenti e grandi rami cadevano delle corde marroncini, un po’ vecchiotte, dalla cui estremità era legata una piccola asse di legno che fungeva da altalena. Altezza con molta disinvoltura si sedette  e si lascio dondolare, il vento le sfiorava i capelli ricci che lasciavano nell’aria il loro profumo.
-è proprio in questi momenti che non sembra cambiato niente- esordì Bright sedendosi ai piedi del maestoso albero.
-Invece sono cambiate tante cose, sembra solo ieri quando venivamo a giocare qui da bambini-
 -Come vanno le cose  qui?-
-Tutto nella norma, cosa potrebbe mai succedere?- finì con una risatina che lasciava intendere che su Wonder le probabilità di grandi scoop erano piuttosto basse.
-come ti trovi nel regno del Mulino a vento?- chiese proprio come un fratello premuroso.
-Molto bene, mi trattano tutti con molto riguardo e poi Auler è fantastico!- detto questo le gote della bionda si imporporarono nel pronunciare quell’ultima frase di innanzi al fratello.
-Hai saputo cos’è successo nel regno della luna?- chiese Altezza senza giri di parole.
-Si ho saputo…-
-Cosa pensi che succederà adesso?- gli occhi verdi di Altezza si specchiarono perfettamente con quelli rossi di Bright.
-Vedremo…-
Dopo questo piccolo momento di scombussolamento ritornarono alle loro storie…
E così che il resto della giornata passò tra chiacchiere e risate. Mentre il sole dava spazio ad una luna ansiosa di coprire con la sua imponenza il cielo notturno.
 
In una camera dal pavimento a scacchiera una donnaseduta alla sua scrivania guarda furibonda lo schermo di alcuni monitor, gli unici a portare un po’ di luce in quell’ambiente scuro e tetro. Si alza schiacciano i palmi della mano contro la fragile scrivania di vetro. Ed urla:
-La voglio morta! Uccidete la regina rossa!-
Dritto sul tavolo un pezzo degli scacchi si mostrava fiero nella sua diversità, infatti era il pezzo di una regina, molto particolare, era una Regina Rossa! innervosita da quel pezzo lo scaglia lontano da lei. L’oggetto in questione inizia a rotolare fino ad arrestare la sua corsa ai piedi di qualcuno. Una mano, a guardarla ghiacciata, prende il pezzo di questa scacchiera e lo gira tra le sue mani fredde come la neve
-Sarà fatto!- E ghigna soddisfatto per poi scomparire in un turbine di piccole schegge di ghiaccio, così piccole eppure così letali.
 
 
 
 
L’angolo di Angel
Salve gente magnifica gente! Piaciuto il capitolo? Lo so che è un casino ma purtroppo sono i primi capitoli e non so come strutturarli XD ma spero di fare capitoli più movimentati -.-
Abbiamo scoperto un po’ di cose tra cui le palesi rivelazioni alla fine che penso tutti abbiano capito -.-
Fatemi sapere e se volete consigliarmi qualcosa, sono a piene orecchie :3
Angel <3

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Le lacrime non versate ***


Le lacrime non versate
 
Una giovane camminava frettolosamente tra le strade ingorgate della città. Il vento le scombinava i corti capelli biondi mentre lei per il freddo, cercò di coprirsi meglio con la su giacca a vento verde acqua, la quale coloriva l’ambiente grigiastro che portava l’autunno ormai imminente. Compose di nuovo il numero sulla tastiera touch e per l’ennesima volta si dovette accontentare di un messaggio, lasciato alla segreteria telefonica.
-Fine sono Chloe, chiamami appena arrivate, ciao!-
La sua corsa la portò nel cuore della città, dove emergeva il grattacielo più antico di essa. Il grattacielo in questione aveva, alla punta, la forma di un osservatorio, era decorato da un particolare colore verde e lo circondavano enormi finestre circolari, che gli davano la forma di uno di quei vecchi campanili.
Chloe si diresse all’ascensore, dove una volta al suo interno compose il numero dell’ultimo piano, quando l’ascensore finì la sua, quasi interminabile salita, si diresse al suo loft. Le grandi porte vetrate a semicerchio, erano decorate da vetri colorati di rosso, giallo e verde, che non appena si aprirono mostrarono un enorme stanza buia. Chloe sembrava abituata, infatti senza inciampare in quel luogo senza luce, si spogliò della sua giacca a vento sistemandola su un uomo morto. Avvicinandosi alla scrivania prese un piccolo telecomando con due pulsanti, non appena premette il primo, la luce del giorno iniziò ad entrare allegra dalla finestra principale, prima chiusa con le solite piastre metalliche,che si aprirono come l’obbiettivo di una macchina fotografica, ironia della sorte…
-Sai le persone della nostra età il sabato sera vanno al ristorante, a teatro, a farsi una passeggiata. Perché per oggi non ci prendiamo un po’ di tempo, per noi?- Chloe, senza nemmeno voltarsi verso il ragazzo che era appena entrato, si diresse alla sua tecnologica scrivania.
-Sai meglio di me quali sono i miei compiti!- fece ricordare la giovane.
A quel punto l’attraente biondo, ancora impalato sulla soglia, si fece avanti e porse il braccio come un perfetto cavaliere alla sua dama.
Chloe sorrise a quel gesto romantico, un po’ ridicolo di sicuro, ma si trattava sempre del grande Oliver Queen!
Gli occhi azzurri di Chloe si specchiarono in quelli trasparenti di Oliver. Era dà un po’di tempo che nei suoi occhi Chloe riusciva a vedere quella che davvero era, finalmente si sentiva nel posto giusto!
Non poteva farci niente, non avrebbe potuto dirgli di no, ma forse poteva “guadagnare tempo”.
-Che ne dici di andare a prendere un panino al Talon? Prima però finisco di controllare delle “cosine”.- Uno sguardo d’intesa complice, scambiato sempre in modo furtivo, le diede il via libera.
Fece scorrere le sue dita sul touch della scrivania per controllare la posiziona della squadra. Oliver, che non aveva intenzione di lasciarla sola, si diresse ad un piccolo armadietto, che si aprì automaticamente, mostrando al suo interno un arco e delle frecce di colore verdi, molto velocemente li prese e ritornò al centro della stanza, dove ad aspettarlo c’era Chloe. Tutti e due posizionarono i loro auricolari all’orecchio. 
Tutti i monitor che circondavano la stanza si illuminano al tocco di Chloe sul suo tablet. Su ognuno di essi apparvero diverse foto con delle didascalie, che formavano dei contatti.
Ormai era quasi un’abitudine, una specie di ricorrenza, tutte le volte era sempre così. Ma questa volta c’era qualcosa di diverso, si sentiva nell’aria, quel pizzico di angoscia.
-Wachtower online- La voce fiera e decisa della ragazza riecheggia per la stanza. Mentre si dava inizio ad un’altra lotta contro la Checkmate!
 
-Milky sbrigati è già tardi- richiamò una donna dai corti capelli blu ad una buffa bambina, intenta nel far uscire la sua piccola testa dallo scollo della T-shirt. Quando la sua testa fu fuori con un veloce scatto aprì gli occhi mostrano delle magnifiche iridi cobalto. Poi sistemando la sua gonnellina corse dalla madre, che subito le strinse forte la piccola manina per non farla scappare chi sa dove. Insieme alla bambina, la donna si incamminò lungo un corridoio, dal quale notò camminare a passi decisi un giovane dai capelli cobalto.
Il suono di quei pesanti passi arrivò quasi con note di minaccia alle orecchie della donna. Non appena il ragazzo le fu vicino la guardò dritta negli occhi del colore dell’oceano più profondo di tutti, come i suoi, senza distogliere lo sguardo chiese con gentilezza alla bambina di lasciarlo solo con la loro mamma. La piccola bambina face un cenno con il capo per poi correre nei lunghi corridoi del castello diretta all’enorme cucina.
-Questa storia mi preoccupa, perché non vuoi dirmi niente?-
-Perché non capiresti!-
-Proviamo allora! Mettimi alla prova!-
-Ti prego Shade non fare così, capirai tutto quando sarà il momento!-
-… Perché?- di certo l’ultima domanda non era riferita al discorso appena avvenuto. La madre lo comprese dal suo tono di voce, era quasi una supplica e la cosa a cui la regina del regno della luna non poteva davvero credere erano gli occhi del figlio lucidi. Comprese perfettamente il suo stato d’animo in fondo erano molto legati, di sicuro era disorientato dagli avvenimenti degli ultimi quattro giorni, non lo aveva mai visto così.
D’istinto gli si avvicinò e gli diede un bacio sulla tempia, proprio come una normale mamma premurosa. Poi senza dargli il tempo di proseguire gli parlò molto seriamente.
-Sai, un caro amico mi diceva sempre: “Un re non mostra mai le sue debolezze e nemmeno le sue lacrime!” e sai io come gli rispondevo?- un gesto col capo da parte del ragazzo dai capelli cobalto in segno di negazione la fa continuare. –Che non bisogna nascondere le lacrime. Al contrario, in alcuni casi sono la tua forza, e non aver timore del giudizio delle persone, perché chi ti capisce è pronto a non permettere che scorrano e ti è vicino dandoti una mano.-
-D’accordo! Adesso andiamo si è davvero fatto tardi, gli altri ci staranno aspettando nel regno solare-
Detto questo si diressero all’aperto dove era situata la mongolfiera pronta per la partenza, Milky era già dentro saltellando euforica, mentre faceva roteare tra le mani un sacchetto, forse un piccolo spuntino preparato dallo chef. La regina Maria intanto, seguiva il figlio, mancavo soltanto lui…
Proprio lui. La persona che stava facendo parlare di sé tutto il regno lunare. Era appena trapelata la notizia e c’era grande scalpore. Il popolo e tutti i nobili del regno erano sconvolti e incuriositi da questa informazione arrivata da poco. Molti dei negozianti ne discutevano nei loro locali con le clienti più pettegole, le quali non aspettavano altro che sapere più dettagli, per poi spettegolare ancora, anche perché la curiosità cresceva man mano in tutto il pianeta Wonder e con questa anche la rivelazione della riunione speciale del consiglio dei re. Chiesta solo per questo evento memorabile proprio da lui…Il re del regno della luna: Stiven!
 
La luce in quella giornata era più accecante che mai. Per ripararsi dai violenti raggi Rein dovette coprirsi il volto con l’ombra del suo braccio. Cosa non proprio regale ecco perché si ricompose e cercò di aspettare quieta l’arrivo delle ultime mongolfiere. Il calore sembrava aumentare e di certo i capelli sciolti non aiutavano un gran ché. Una mano leggere si posò con la grazia di una libellula sulla spalle della principessa. Voltò i suoi bellissimi occhi per incrociarne un paio aranciati sgargianti.
-Perché non vieni dentro?-
-Grazie Lione ma preferisco aspettare gli ultimi ospiti.-
-Bene! Vuol dire che ti faremo compagnia.- e da lontano si intravidero i sorrisi di Mirlo ed Altezza. Come avrebbe fatto senza le sue amiche nel suo periodo buio? Si ritrovò a pensare allo squarcio nel suo cuore non ancora del tutto rimarginato, da cui cadevano ogni tanto delle piccole gocce di sangue… Tutta la sua tristezza scomparì a quei rassicuranti sorrisi.
A sua volta Rein si fece coraggio per affrontare, quello che di li a poco si sarebbe trasformata, da una calda giornata di sole ad una di bufera e neve.
-Scusali non hanno mai fatto così tardi- si mortificò Altezza dello strano ritardo della sua famiglia. Lei era arrivata prima per far compagnia alla principessa solare e si ritrovò a dover aspettare anche lei i ritardatari.
-Ma che dici Altezza!- la rassicurò con il suo caloroso sorriso –E poi non è il solo!- una risatina nervosa partì dalla gola della turchina.
Alzò il capo per ammirare il cielo limpido di quella giornata, solo qualche nuvola ogni tanto interrompeva l’estesa di turchese.
Era in pensiero per quel tenebroso principe, non sapeva come il suo cuore aveva preso questa notizia, voleva abbracciarlo e fargli sapere che lei c’era in quel momento particole. Ma allo stesso tempo la innervosiva il fatto che in tutti i modi Shade la facesse preoccupare tanto.
Uno sbuffo proveniente dalle labbra di Rein fece girare tutte le principesse sorprese, che nel vedere la sua buffa faccia, a stento trattennero le risate.
-Eccoli li! finalmente- strillò Altezza con voce acuta, indicando un piccolo puntino colorato su nel cielo. 
Non appena la mongolfiera si poggiò a terra, vi scesero in tutta la loro eleganza i regnanti del regno dei gioielli, seguiti dal loro figlio.
Quegli occhi rossi scrutavano l’ambiente circostante e si poggiarono sulla figura azzurra della principessa Rein. Un passo dopo l’altro lo portarono al suo costretto e da fare da gentiluomo le baciò al mano, salutandola cortesemente e scusandosi del ritardo. Le guance della giovane senza volerlo si imporporarono e la principessa si diede della stupida mentalmente. Perché le faceva ancora questo effetto dopo tanto tempo?
Vista da fuori questa scena poteva essere del tutto normale, conoscendo il principe, ma Rei intuiva che qualcosa era cambiato. Forse dal modo in cui si era avvicinato, forse dal modo in cui l’aveva salutata, non lo sapeva per certo ma sentiva che quel ragazzo non era del tutto Bright.
Dopo che anche il re e la regina del regno dei gioielli si scusarono per il ritardo entrarono nel palazzo solare, accompagnati dalla figlia Altezza.
Bright sembrava del tutto naturale mentre parlava con le amiche di vecchia data Lione e Mirlo. Ma anche oro si sorpresero nel veder Bright congedarsi così improvvisamente e raggiungere i genitori.
-Che strano…- cominciò il discorso Mirlo, seguita da Lione che sembrava aver capito i suoi pensieri. –Il principe Bright sembrava… così…-
-Distaccato?- fini del tutto Rein. Le tre si guardarono negli occhi come per riuscire a dare una spiegazione a tutto questo.
Sembrava quasi che quei occhi rossi avessero visto qualcosa di incredibilmente meraviglioso ed adesso si fossero spenti nella quotidianità del normale. Creavano una sorta di barriera che non lasciava passare alcun sensazione. Come se volessero tenere per se le cose che hanno visto.
Ma non sempre quello che si vede è la realtà!
 
 
 
L’angoletto di Angel!

Ciao a tutti! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Nella prima parte ho cercato di descrivere l’edificio dove si reca Chloe e vedremo tra un po’ quale scopo ha in realtà. Sempre all’inizio compare un nuovo personaggio: Oliver. Lui avrà un ruolo particolare, ma non dico tanto su di lui ;)!
Spero che alcune di voi siano felici… è arrivata Shade u.u Anche se non era in perfetta forma hahah per ultimo ma non ultimo Bright che nasconde qualcosa…
Ringrazio chi sta seguendo questa ehm… Storia XD e se notate degli errori o se non capite qualcosa e volete delle spiegazioni fatemelo sapere :D
Dato che la mia grandiosa fantasia mi ha lasciato sul più bello, volete aiutarmi a trovare un titolo per questo capitolo? Ditemi la vostra!
Al prox capy (su cui sto già lavorando)
Un bacio, Angel <3

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Il ritorno di un re ***


Il ritorno di un re
 
‘Correva, correva senza sosta, fin quando non inciampò nel suo lungo abito nero, sporco di sangue, del suo sangue. Sentì il suono di altri passi avvicinarsi sempre di più. Si rialzò aggrappandosi all’elegante parete di quel lussuoso palazzo e continuò a correre fin quando non si bloccò spaventata dal cielo che quella sera era più maestoso che mai. Ma come sapeva non era il cielo a bloccarla, ma lei… La luna. La luna rossa!
Lo sentì arrivare sempre più vicino... Quel passo deciso che avanzava a tempo di un pendolo di un grande orologio. Era dietro l’angolo. Si fece coraggio. Strinse più forte che poteva il pugnale nella sua mano destra, pronta a guardare in faccia la morte, una morte che portava lo stesso colore di occhi. Grigi, per la prima volta freddi e spenti, di tutto il suo essere.
Iniziò a sudar freddo, il suo addome cominciò ad andare su e giù con molta velocità una lacrima si permise di scorrere sulla sua guancia. Ma lei dovevo essere forte e non lasciar vedere a nessuno le sue debolezze.
Con un rapido gesto della mano la spazzò via. Aspettava che lui arrivasse, ma qualcosa la fece girare dalla parte opposta, un lamento affannato. Ricominciò a correre, la sua corsa si fermò in un giardino pieno di rose. Queste, non appena sentirono al sua presenza, iniziarono a mutare. Il loro rosso scarlatto rientrava all’interno del fiore lasciando al suo posto un colore nerissimo. 
La sua mano volle posarsi su una di quelle rose che apparivano senza vita mentre cercava di afferrarne una, ma prima che potesse sentire la sua morbidezza, un altro lamento la riportò a quella che sembrava la realtà.
Nell’ombra di quella notte, che nemmeno la luna con la sua luce poteva penetrare, riuscì a vedere distesa per terra, oltre il roseto, una sagoma, ma non riuscì ad identificarla. Voleva correre in quella direzione ma non ci riuscì, i suoi piedi sembravano come incollati al prato. Uno strano senso di vuoto le perforò lo stomaco. Non capendo il motivo di tutto questo iniziò a piangere. Le sue lacrime cadevano per terra formando un enorme pozzanghera. Si sporse per guardare la sua immagine nel riflesso e quello che vide la lasciò esterrefatta…’
 
Un violento sospiro, il cuore che le batteva all'impazzata e gli occhi lucidi. Fine si era svegliata improvvisamente dall’incubo appena fatto. Istintivamente strinse i pugni e solo allora si accorse della calda mano nella sua, che la stringeva forte, per darle sostegno.
Gli occhi cirenei di Pitt lentamente lasciarono il panorama per posarsi sul volto, ancora assonnato, della giovane. Non appena le sue iridi si mescolarono con quelle scarlatte di Fine, un sorriso sereno apparve sul volto di quest’ultima. Sapeva che quegli occhi non potevano perdere la loro vita e lei sarebbe stata sempre lì, pronta ad evitare che ciò accadesse…
-Hai di nuovo fatto lo stesso incubo, eh?-
-Già! Erano due settimane che non lo facevo- rispose Fine sorpresa scrutando il paesaggio fuori dal finestrino.
Era uno stano luogo, conoscendo il percorso a cui già una volta era andata incontro. Il paesaggio si presentava molto terrestre. Sembrava un classico lungomare costeggiato da numerosi alberi, con cortecce quasi beige e le foglie verdi chiare. Si era preparata ad un milione di stelle scintillanti nell’immenso blu notte dello spazio. Ma solo adesso ricordava che il treno doveva fare prima uno scalo.
-Adesso vado dalle ragazze, ma ti lascio in buona compagnia!- Pitt fece un occhiolino e alzò lo sguardo al ragazzo appena entrato nel vagone. Il sorriso di Fine ampliò nel vederlo sorridere.
Mentre Pitt si alzava ed usciva dal suo posto accanto il finestrino, l’ultimo ragazzo prese il posto adiacente a quello di Fine e non appena i loro occhi si incontrarono i due giovani ebbero un sussulto ed una strana sensazione allo stomaco, come quasi tutte le volte che si vedevano.
Fine amava quegli occhi così puri da sembrare due diamanti, erano di un azzurro che le ricordava inesorabilmente il suo cielo privato, come li chiamava da bambina, gli occhi di Rein.
Prima di parlare il giovane si sposto un ciuffo biondo, caduto in avanti, facendo passare le dita tra i capelli lucenti. 
-Banale e scontato chiederlo ma… Tutto bene?- chiese con occhi dolci ed uno sguardo apprensivo.
-Adesso va meglio!- trattenendo una piccola risatina, si sporse in avanti per avvicinarsi al suo viso.
Il biondo fece la stessa cosa e non appena fu vicino al viso di Fine le lasciò un dolce bacio su quella fossetta che si era formata al suo sorriso, proprio vicino il labbro.
Man mano che il treno si alzava verso il cielo continuando la sua corsa, più il pericolo di tornare aumentava.
Una lunga chioma ondeggiata di rosa passò accanto ai sedili con molta grazia, facendo volteggiare il suo semplice abito bianco, puro come la ragazza che l’indossava. 
-Posso disturbare?- chiese quasi mortificata.
-Quando vuoi Princess!- e subito Josh con un allegro sorriso fece spazio alla ragazza appena arrivata.
-Dove hai lasciato quei due?- chiese Fine con sguardo curioso. Ci fu uno scambio di occhiate d’intesa tra le due, occhi rossi che andavano a contrasto con un paio viola intensi. Gli occhi di Grace non erano da considerarsi scuri per quanto lo potevano apparire, erano sempre pieni di luce e gioia.
-Tra quanto arriviamo?- chiese Grace.
-Tra un mezz’oretta- rispose la rossa lanciando uno sguardo al finestrino vuoto, i due compagni di viaggio si guardarono un secondo negli occhi per poi tentare di distrarre la loro amica. Senza nemmeno pensarci due volte Grace strinse Fine in un dolcissimo abbraccio, mentre l’altra si faceva coccolare, Josh guardava con occhi dolci la scena. Non avrebbe mai pensato che questa missione li avrebbe portati a diventare più uniti di una squadra, ormai la loro era da considerarsi una famiglia!
 
Nel piccolo salottino, nel palazzo solare calò il silenzio non appena le grandi porte si spalancarono, facendo entrare la famiglia reale del regno della luna.
Tutti i regnanti si erano riuniti lì, in attesa dell’inizio del consiglio.
La regina Maria ed i suoi figli salutarono e andarono a sedersi su un piccolo divano, mentre un uomo si faceva avanti. C’era chi si guardava intorno e chi scrutava i movimenti con curiosità.
Il suono fastidioso del cucchiaino che sbatteva contro il piattino da thè rendeva quel silenzio ancora più pesante. Ma ciò nonostante la regina Camelia non cessava quel girotondo tra tazza e cucchiaino.
Occhi dorati, proprio come due luminose lune, scrutavano i dintorni di quella piccola stanza. Pian piano si posavano su delle figure familiari.
Si chiedeva cosa fosse successo in tutti questi anni. Le sue domande erano tante ma potevano aspettare. La cosa che gli importava adesso era avvertirgli della minaccia che incombeva.
In quel momento nessun sovrano sapeva cosa dire, non sapevano nemmeno se era il caso di dire qualcosa. Una cosa assurda.
Il più coraggioso fu il re Toulouse, che andò incontro al suo ultimo ospite porgendogli educatamente la mano. I suoi occhi erano lucidi e per quanto tentasse di nasconderlo, il suo sorriso ampliò dinnanzi a Stiven. Proprio per la loro grande amicizia, di cui tutti erano a conoscenza, nessuno si sorprese nel vedere un caloroso abbraccio tra i due.
Adesso che erano tutti riuniti si poteva dare inizio al fantomatico consiglio. Il re Stiven parlò.
-Sarebbe il caso che voi rimaniate qui. Non è un posto per giovani principi e principesse questo. Inoltre non potreste capire è complicato…- rivolse queste parole agli sguardi un po’ delusi dei giovani. A Stiven dispiaceva più che a tutti non poter rivelare la verità. Era consapevole che ormai i principi erano pronti a prendere in mano i loro regni ma non poteva permettere che assistessero alla riunione. C’erano troppi segreti che tutti preferivano far rimanere tali.
-Io invece credo che sia il caso che restino!- la regina Yumal impose il suo volere –Un giorno saranno loro a portare avanti tutto il pianeta e dovranno conoscere i pericoli a cui potrebbero andare incontro.- A quelle parole ci fu un consenso quasi generale.
E così tutti si incamminarono per il corridoio che portava al salone del consiglio. Le possenti porte solcarono il pavimento in un semicerchio, aprendosi in una luminosissima stanza. Non appena tutti presero i loro rispettivi posti la riunione cominciò. Ma nessuno a parte i più grandi dei principi si accorse della mancanza di uno di loro…
 
Il treno fermava la sua corsa sbuffando al suo arrivo in stazione. Le porte si aprirono e scesero tutti i passeggeri. Il sole picchiettava sulle lenti scure di Fine che si guardava intorno riconoscendo quel posto. Così come riconobbe quell’odore tipico
I cinque ragazzi si diressero all’uscita accompagnati da un venticello che sembrava alzatosi solo per guidarli in quella giusta direzione. La verità!
 
-Sono stato prigioniero della Checkmate!- 
Così aveva ricominciato a ricordare tutte le brutte esperienze, quelle che voleva dimenticare. Quelle che lo avevano portato lontano dalla sua famiglia. Ma Stiven doveva farsi coraggio per superare questo dolore, conosceva bene la sua posizione su questa scacchiera, non era più una semplice pedina. Adesso era portatore di rivelazioni importanti, dalle quali dipendeva il futuro del suo pianeta.
-Per tutto questo tempo?- disse meravigliata la regina Elsa che non riusciva ad immaginare uno spirito libero come quello del re Stiven chiuso in una prigione per otto lunghi anni.
-Papà ma cosa stai dicendo? Noi ti credevamo morto! Abbiamo visto…- il pugno di Shade si strinse al ricordo di quel giorno che cambiò la sua vita. I suoi occhi erano attenti ai movimenti del padre, aspettava una risposta, un chiarimento, ma stavolta voleva la verità e non voleva essere trattato come un ragazzino.
-Hanno inscenato la mia morte… -
-Chi?- domandò di getto Rein presa dalla discussione.
-Sono dettagli irrilevanti Rein, lascia stare!- ordinò il re Toulouse con una strana luce negli occhi. Rein non seppe quasi decifrare quella luce. Ad un primo impatto sembrava paura.
-E il merito del mio ritorno va solo ad una giovane squadra di promettenti eroi- un sorriso più sincero che strano del solito comparve sul suo volto per poi continuare – Dovete sapete che mi hanno liberato con una facilità impressionante, anche se ammetto di averli indirizzati bene-.
Un ragazzo della servitù entrò in maniera educata inchinandosi e, non appena scorse il gesto del capo del re che lo invitava a parlare, disse:
-Sono appena arrivati dei giovani che chiedono udienza. Abbiamo provato a spiegare loro che siete occupati ma non sentono ragioni-.
-Lasciali passare.- Stiven alzando il braccio per invitarli ad entrare. Cosa che sconvolse la sala. Modi di fare molto “aperti” per così dire.
-Per-rmesso?- disse una voce titubante che proveniva da dietro la porta e i padroni di casa educatamente accolsero questi nuovi ospiti inaspettati. Anche se la mente di Toulouse aveva già capito le intenzioni di Stiven. Mancava solo un dettaglio… il più importante. Non si aspettava nessuno di così importante varcare quella soglia.
Una giovane dai lunghi capelli marroni si fece avanti seguita da altri giovani.
Alla vista di quei inaspettati ospiti rimasero tutti sorpresi. Non credevano che un giorno sarebbe tornata. Dopo tanto tempo Fine era tornata ed era proprio lì... Davanti ai loro occhi. A Rein venne quasi voglia di piangere. Gli era mancata la sua frizzante sorellina. Ma la cosa che più sconvolgeva era la presenza di un'altra figura femminile, simile ad una persona che tutti credevano morta da tempo. Nessuno credeva che ci fosse una persona identica a lei. Alla principessa Grace. Eppure era lì davanti ai loro occhi. Stessa cosa valeva per Fine.
Finalmente era tornata e il cuore le scoppiava dalla gioia non appena vide la sua famiglia. Pitt salutò “Elsa e Toulouse”, come li aveva sempre chiamati lui, con un cenno del capo ed un sorriso, dato che per lui non era il momento di perdersi in questo genere di “affettuosità”. Ma si dovette ricredere.
Il rumore dei piedi della sedia che venivano tirati all’indietro con un gesto per niente principesco fece voltare i presenti verso la principessa dai capelli turchesi, che con gli occhi lucidi guardava solo lei. La sua amata gemella. Ma rimase ferma li, forse bloccata dalla troppa paura di sapere che i suoi sentimenti erano cambiati. Se solo si fosse spinta in quell’abbraccio avrebbe saputo che era quello che Fine aspettava da troppo tempo ormai.
Ma la loro “rimpatriata” non era la sola. Shade scrutava ogni lineamento di quel ragazzo alla quale la “sosia” di Grace si teneva stretta al braccio. Non poteva crederci…
-Josh?- chiese molto contuso.
-Ah ciao Shade- si rivolse a lui con un luminoso sorriso per poi continuare –Ciao zia Maria- già le sorprese sembravano non finire più.
Fine finì di scrutare la sala e commentò in un modo banale con un –Salve!-
 
 
 
 
 
L’angoletto di Angel
Mi scuso, so di aver perso molto tempo con questo capitolo e come penso tutte capirete gran parte della colpa è della scuola. Spero che vi sia piaciuto!
Ringrazio tutte voi. Tutte quelle che sono arrivate fin qui a leggere… Sarà stata dura per voi lo so xD
A presto

Angel ♥

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Non piangere Rein ***


Non piangere Rein

 

-Salve!- suonava molto nervoso.

-Salve? Non avevi niente di meglio da dire? Salve?- gli sussurrò Pitt sconcertato da tanta inopportunità.

-Non avevo preparato mica un discorso, sinceramente non sapevo che dire, è la prima cosa che mi è venuta in mente- si giustificò la rossa un po’ in imbarazzo.

Un tossire riportò lo sguardo dei due alla sala, si ricomposero dal loro “fuori luogo” e ripresero.

-Suppongo che adesso ci darai tutte le spiegazioni che dobbiamo- cominciò il re Aron.

-È normale, le devo a tutti-

 

 

Gli occhi di Rein scrutavano il cielo fuori la finestra.

Quel tiepido azzurro stava lasciando spazio ad un caldo arancio che si diffondeva pian piano.

Mentre la sua mente tentava di rimettere in ordine gli avvenimenti delle ultime ore.

Continuando a tener d’occhio il cielo che si scuriva sempre di più, non si accorse della persona che arrivò alle sue spalle, poggiò le sue grandi e calde mani sulle spalle dritte della ragazza per poi lasciarle un dolce bacio sulla tempia.

La giovane capì subito il significato di quel gesto. Sapeva che Shade le voleva solo restare accanto, come uno spettatore silenzioso. Pronto ad aiutare non appena Rein glielo aveste chiesto.

-Che situazione!- commentò il ragazzo poggiandosi alla schiena di lei.

- E adesso cosa possiamo fare? Siamo davvero così in pericolo?-

-Ma no Rein. Hanno detto di avere tutto sotto controllo, una soluzione l’hanno già trovata-

-Si a parte del problema però-

-Guardami!- la girò dolcemente per le spalle e le alzò il mento con due dita. Molto dolcemente poggiò la fronte alla sua per poi dire –Non succederà niente di brutto, credimi. Riusciremo a sconfiggere questo nuovo nemico chiunque sia- la rassicurava dolcemente il principe.

Un colpo di tosse li fece allontanare bruscamente. Con molta tranquillità quest’ultima figura che ancora dovevano riconoscer parlò.

-Non credo abbiate capito con chi abbiamo a che fare! Non è un sempliciotto. Questo nuovo nemico è molto più potente del cristallo oscuro che abbiamo già affrontato e sconfitto. Lui vive nelle nostre paure ci può manipolare a suo piacimento, se non siamo in guardia. Non si farà scrupoli ad usarle contro di noi. Non avete la minima idea di cosa è capace di fare- mentre parlava le mani di Fine passarono dalle tasche del jeans lungo i fianchi, stringendole in due pugni.

-Contro chi dovremo lottare? Almeno questo potete dircelo- suggerì un po’ innervosito Shade.

-Non ancora. Vi esporremo a troppi pericoli, per il momento la cosa più giusta è questa. Lasciate fare a noi- finì con un sorriso rassicurante. E li sorpassò con passo lento.

 

 

 

-È normale, le devo a tutti- sicuro di se Stiven iniziò a parlare.

-Cos’è successo otto anni fa?- il re si sentì mortificato sentendo la voce della sua dolce figlia che gli chiedeva spiegazioni. Era la cosa che più lo addolorava, non aver visto crescere i suoi figli. Ma adesso le cose sarebbero cambiate.

-Milky, tu sei una bambina matura e sono sicuro che capirai- poi si rivolse a tutta la sala.

-Gli uomini della Checkmate arrivarono nel mostro regno con l’intendo di iniziare a manovrare i regni più coinvolti con quello solare, per poi introdursi anche in quest’ultimo. Ovviamente io mi rifiutai e ci fu uno scontro. Come ho già detto inscenarono la mia morte perché la Regina bianca aveva dato l’ordine di farmi prigioniero.-

-Chi è la regina bianca?-  domandò Auler.

-Diciamo uno dei capi di questa organizzazione. La loro base si trova sulla Terra, più precisamente nella vicinanze di una grande città-

-Metropolis, è vicino Smallville. Il posto in cui viviamo- specificò Fine irrompendo nel discorso.

-La loro organizzazione è nata in seguito alla prima pioggia di meteoriti, di cui i media non parlano. Loro credono di avere intenzioni nobili, voglio salvaguardare la razza terrestre dall’inserimento di altre forme di vita nel loro pianeta. In realtà è solo un pretesto per prendere il controllo delle più potenti nazioni e governare da dietro le quinte.- finì Pitt che fu abbastanza sorpreso di vedere tutti gli occhi dei presenti puntati su di lui.

-Un po’ come vogliono fare su Wonder. Macchinare tutto a loro piacimento.- si fece notare Josh salvando l’amico dagli sguardi che lo mettevano a disagio.

-Va bene. Ma questo cosa centra col fatto che ti volevano prigioniero papà? Non sarebbe stato più semplice eliminarti?- chiese Shade.

-Gli serviva vivo, per le sue capacità.- spiegò Fine.

-Che tipo di capacità?- chiese nuovamente Shade, non capendo a cosa si riferissero.

-Questa è un’altra storia, avremo altro tempo per raccontarla.- suggerì Fine guardando prima Shade e poi Stiven, come a voler dire “Adesso non è il momento”.

Lo sguardo di Fine poi passò alla sedia vuota al fianco di Altezza e dedusse che Bright non fosse ancora arrivato. Uno strano comportamento da parte sua.

-Fine tu che ruolo hai in tutta questa faccenda?- Rein era curiosa di conoscere la sua risposta, infatti i suoi occhi non staccavano la figura della sorella.

 

Un uomo vestito con un costume verde, alquanto insolito, si catapultò come una fionda sul tetto di quell’enorme palazzo, che chiamavano anche castello.

Il cappuccio gli copriva tutta la testa, in più scendeva in basso sugli occhiali scuri, che portava sempre per non farsi riconoscere, ma questo non gli impediva di aggirarsi indisturbato anche nei lunghi più bui.

Il buio era il suo più grande alleato, ma da qualche tempo non la pensava più così tanto.

Camminando nell’ombra cercava di arrivare a quelle enormi antenne satellitari.

Ad un passo dal piazzare il dispositivo di Chloe qualcosa di violento colpì alcuni dei tubi di metallo che erano situati quasi all’altezza della sua testa coperta di verde.

Schivando le pallottole che in seguito arrivavano dalle pistole degli agenti di sicurezza, riuscì a nascondersi dietro un muretto.

-Dannazione!-

Estrasse una delle sue speciali frecce e posizionò l’arco all’altezza della sua visuale. Scese in campo sicuro di quel che faceva.

Una freccia colpì la spalla destra di una delle tre guardie. Un’altra la indirizzò alla mano di quello che aveva sparato, la freccia gli sfiorò esattamente l’indice, con il quale stava per premere il grilletto, per poi aggiungere al bersaglio anche l’arma da fuoco, per il dolore la guardia la lasciò scivolare a terra, ma subito una freccia speciale lo colpì alla coscia. Erano le frecce che Oliver usava da un po’ di tempo a questa parte con più frequenza, esse a contatto con il proprio bersaglio rilasciavano una carica elettrica così elevata da stordire o, per giunta, uccidere un uomo. Ma lui non era un assassino a sangue freddo. Lui uccideva solo se costretto.

Il terzo uomo, vestito di nero, l’attaccò alle spalle, stringendo il paladino mascherato a lottare a mani nude, dato che il suo arco era caduto a qualche metro da lui dopo la colluttazione.

Non si lasciò sopraffare e stese l’ultimo uomo con due pugni ben assestati nello stomaco ad una ginocchiata alla fronte.

Un po’ affannato si avvicinò nuovamente alla costruzione metallica, dove posizionò il marchingegno argentano, lo attivò e sparì nel buoi da dove era venuto.

L’arciere di smeraldo aveva portato a termine un’altra missione, peccato che l’indomani mattina i giornali avrebbero riportato un’altra storia, solo nel caso lo avrebbero scoperto.

 

Seduta sul tavolo, con i gomiti poggiati sulle gambe, Fine sorseggiava il suo bicchiere di latte fresco.

Era notte fonda quindi le cucine reali erano vuote. I corridoi erano freddi e bui. E sono ogni tanto si sentivano provenire da fuori i passi delle sentinelle di turno.

Quella notte aveva faticato a prendere sonno. Gli era stata proposto di fermarsi a dormire a castello e alla fine fu costretta ad accettare. Avevano fatto preparare delle camere molto accoglienti per ospitarli, ma a giudizio di Fine troppo eccessive. Ad ognuno di loro avevano dato una camera singola, quando potevano benissimo dividere una camera le ragazze ed un’altra i ragazzi. Ma adesso i suoi pensieri erano concentrati su altro.

Poggiò il bordo della tazza sul labbro inferiore ma non bevve, restò in silenzio ad ascoltare strani rumori che si facevano largo nel corridoio.

Era uno strusciare di pantofole sul pavimento misto a sbadigli molto potenti.

La porta era per metà aperta e da dietro comparvi il re Toulouse in vestaglia da notte e pieno di sonno, i capelli spettinati e le vecchie pantofole non facevano su di lui un bello spettacolo.

Portò nuovamente la mano alla bocca per poi sbadigliare di nuovo più rumorosamente, strizzò gli occhi e li aprì pian piano. Solo allora si accorse di Fine seduta sul tavolo che lo guardava divertita con un sorrisino molto tenero, quello che non le vedeva da tempo.

Si avvicinò ad una sedia e, cercando di non fare rumore, la spostò da sotto il tavolo per sedersi.

-Non riesci a dormire?- chiese con dolcezza Toulouse.

-No, diciamo che non è il momento perfetto per rilassarmi in un caldo letto-  la guardò bene.

Era cresciuta, maturata, glielo leggeva negli occhi e aveva paura di quello che poteva leggere in quegli occhi tanto limpidi. Avevano conosciuto le ombre e i mali del mondo e adesso chiedevano solo la felicità.

Restarono così seduti a parlare per parecchio tempo quando gli sbadigli di entrambi non gli ricordarono di andare a dormire.

Dopo quella conversazione Fine si infilò sotto le coperte con un bel sorriso che le dipingeva il volto.

 

Piccolissime schegge di ghiaccio venivano trasportate al lato della strada accanto al marciapiede, trasportate dal vento. Era notte fonde e per la strada si vedevano solo duo o tre carrozze in lontananza.

Lo scricchiolio del ghiaccio che si rompeva sotto le scarpe, ad ogni passo, riecheggiava nell’aria, come una musica tetra.

Un ragazzo con vestiti sgualciti si aggirava sospettoso. Passò le sue mani nei capelli che formavano una grande cresta, per poi rimetterle nelle tasche dei jeans consumati.

Dopo diversi incroci prese un vialetto isolato, molto stretto e buoi, che non riusciva ad essere illuminato dalla luce della luna.

Le sue mani passarono dalle tasche dei jeans alla zip della felpa, che aprì lasciando vedere la maglia a girocollo sotto.

Poco a poco percepì altre presenze da sopra i tetti dei palazzi, alquanto bassi da quelli di Metropolis.

Senza perder tempo si concentrò e la sua pelle divenne di ghiaccio. Iniziò a scrutare l’ambiente che lo circondava. La temperatura si abbassò vertiginosamente mentre un vento ghiacciato si alzava.

-Icicle! Che sei venuto a fare qui?- chiese una delle ombre che spiavano.

-Una visita di cortesia alla regina rossa- fece il ragazzo con tono beffardo, per poi continuare –mi hanno dato il compito di ucciderla, sapete?-

A quelle parole la rabbia prese il possesso di Josh, che uscì dall’ombra per prendere a pugni il suo avversario.

Fu in un attimo, il pugno che stava sferrando si fermò a pochi centimetri da dove pochi secondi fa si trovava il volto di Icicle. Quest’ultimo comparve d’un tratto alle sue spalle per poi puntargli un pezzo di giaccio affilato, che fungeva da coltello, alla gola del biondo.

-Io non muoverei un solo muscolo se fossi in te- si fece notare spavaldo Pitt, che intanto si era appoggiato con il busto al muro di una palazzina alle spalle di questi.

Incrociò le braccia e alzò una gamba contro il muro.

Era molto strano, aveva appena minacciato il ragazzo che tentava di uccidere il suo migliore amico eppure non muoveva un muscolo per aiutarlo, se non rilassarsi e mettersi comodo.

Da parte sua Icicle sapeva benissimo di essere circondato. Se solo avesse fatto un movimento sbagliato frecce e pugnali sarebbero arrivati da ogni direzione.

Lasciò scivolare lentamente il ghiaccio sulla sua pelle, che sembrava assorbirlo.

Voltandosi lentamente si preparava alla “battaglia” che doveva vincere, assolutamente.

Poi incrociò degli occhi ametista molto profondi e le sue possibilità di attuare qualsiasi piano svanirono in un istante.

Non le avrebbe fatto del male.

 

Il pavimento a scacchiera ricopriva come sempre tutte le stanze di quel castello.

Il suono di un telefono proveniente dalla stanza accanto era percettibile anche dalla posizione in cui si trovava la donna. Dall’altra parte della cornetta un informatore avvisò la regina bianca della scomparsa di Icicle. 


L'angoletto di Angel
Mi scuso con coloro che seguono questa storia. Sono stata assente per molto tempo e mi dispiace per chi segue :(
Il fatto è che tra vacanze e poca ispirazione nn sapevo come finire e definire alcune parti.
Come sempre ci tengo alla vostra opinione e per me conta tantissimo, mi aiuta e mi infonde fiducia!
Ringrazio tutti quelli che hanno seguito fino a questo momento!
Parlando della storia, a mio parere, si incasina sempre di più XD e sono sicura che nessuno ci sta capendo niente!
Quindi per qualsiasi chiarimeno chiedete pure. E se credete che stia sbagliando in qualcosa non esitate a dirlo ;)
Dopo il breve poema vi saluto :)
Bacioni

Angel ♥ 

 

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1592565