Sakura, Shaoran and Love Memory

di Shainareth
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Premessa ***
Capitolo 2: *** Prologo ***
Capitolo 3: *** Capitolo Primo ***
Capitolo 4: *** Capitolo Secondo ***
Capitolo 5: *** Capitolo Terzo ***
Capitolo 6: *** Capitolo Quarto ***
Capitolo 7: *** Capitolo Quinto ***
Capitolo 8: *** Capitolo Sesto ***
Capitolo 9: *** Capitolo Settimo ***
Capitolo 10: *** Capitolo Ottavo ***
Capitolo 11: *** Capitolo Nono ***



Capitolo 1
*** Premessa ***


Sakura, Shaoran and Love Memory

 

 

PREMESSA

 

La storia che mi accingo a scrivere è frutto di una riflessione che ha preso il via dalla passione per un pairing che amo moltissimo (per l’innocenza e la tenerezza che lo contraddistinguono, in primo luogo) e che, con mia somma gioia, è al centro di ben due serie diverse: Card Captor Sakura, che ha riempito il mio cuore di dolcezza e di sentimenti puri, e Tsubasa RESERVoir CHRoNiCLE, una delle ultime – quanto splendide – serie delle CLAMP.

   La tenerezza e la purezza di Sakura e Shaoran, che già nella serie del 1996 mi avevano conquistata non poco, sono riaffiorate nel mio animo quando ho avuto la possibilità di conoscere, leggere e apprezzare il manga più moderno delle autrici – a mio avviso – più ingegnose e creative del Sol Levante. E la visione consecutiva delle rispettive serie animate da me effettuata nel giro di poche settimane, ha riacceso nel mio cuore quell’amore che solo la piccola Sakura ed il suo devoto Shaoran hanno il potere di infondere in me.

   Guardando il second movie di Card Captor Sakura, in particolare, mi sono resa conto di una cosa: qui c’è la base di Tsubasa RC. Non voglio entrare nel dettaglio per non rovinare la sorpresa a chi non ha ancora avuto modo di gustare il film in questione (lungometraggio che risale al 2000 e che è incentrato sull’amore che lega Sakura a Shaoran), e pertanto mi limito a citare quanto accaduto già al termine della prima parte del manga: se Sakura – la Card Captor – non fosse riuscita nel suo intento di far proprie le carte un tempo appartenute al grande mago Clow Reed, su di lei e su chiunque era entrato in contatto anche solo con una delle Clow Card, sarebbe piombata la catastrofe più atroce: la dimenticanza. Sakura avrebbe quindi rischiato di dimenticare l’affetto più grande della sua vita, e così anche Shaoran e tutti gli altri.

   E non c’è forse questa stessa “dimenticanza” alla base della serie più nuova delle CLAMP? Sakura non ha forse dimenticato, suo malgrado, Shaoran? Non è forse vero che non ricorderà mai più nulla di lui e del loro passato insieme?

   E’ stata questa chiave ad ispirarmi la seguente fanfiction. Questa, e anche la frase che riporterò qui sotto, al termine di questa premessa, che è insita non solamente in Card Captor Sakura e Tsubasa RESERVoir CHRoNiCLE, ma anche in xxxHOLiC. Pertanto, la storia che vi apprestate a leggere va catalogata come una crossover, in quanto vi ritroverete elementi di queste tre serie (che, ad onor del vero, sono già state collegate fra loro dalle stesse autrici), ed una What if…, perché contiene anche quello che potrebbe essere (lavorando molto di fantasia, o forse no) il futuro finale di Tsubasa RESERVoir CHRoNiCLE. In ultimo, ricordandovi che le inesattezze temporali che troverete fra un capitolo e l’altro sono dovute al diverso scorrere del tempo nelle varie dimensioni, come specificato in Tsubasa RESERVoir CHRoNiCLE, voglio fare un’ulteriore precisazione: per ideare questa storia mi sono rifatta unicamente ai suddetti manga delle CLAMP, tralasciando le aggiunte ed i filler delle serie animate tratte da essi; inoltre, all’epoca della progettazione di questa fan fiction non ero ancora stata assorbita dagli spoiler inerenti alle ultime serie, e pertanto mi scuso per l’ingenuità delle mie idee rapportate con la genialità delle autrici originali, genialità che continua a lasciarmi a bocca aperta, oltre che piena di ammirazione nei loro riguardi.

   Vi auguro una buona lettura, nella speranza che questa fanfiction vi appassioni, o che abbia almeno la forza di comunicarvi parte dei sentimenti che vi riverserò durante la stesura.

 

Shainareth

 

 

 

A questo mondo non esistono le coincidenze. Accade solo l’inevitabile.

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Capitolo 2
*** Prologo ***


Sakura, Shaoran and Love Memory

 

 

PROLOGO

 

C’era. Lei sapeva perfettamente che, da qualche parte, nel suo cuore, Shaoran era già esistito. Si sarebbero spiegate molte, moltissime cose, in questo modo. Anzitutto, il perché Shaoran si impegnava così tanto per cercare i frammenti della sua memoria; in secondo luogo, la forte affinità che li legava. Per quel che ricordava della sua vita passata grazie alle Piume recuperate lungo il loro interminabile viaggio, Sakura era convinta che con nessun altro, prima di allora, le era mai successo di trovarsi così bene come con Shaoran. E quando pensava a lui, quando incrociava il suo sguardo, quando lo vedeva sorridere, il suo cuore si riempiva di gioia, una gioia che le riscaldava l’animo, che la faceva sentire viva.

   Non sapeva cosa l’avesse legata a lui prima della perdita della memoria, ma di una cosa era certa: Shaoran era, almeno al presente, la persona più importante, per lei. E anche se ormai buona parte dei ricordi le erano tornati, non aveva ancora la malizia, la consapevolezza di classificare quel sentimento come amore, non più; non era ancora tornata la vecchia Sakura, Principessa del Regno di Clow.

   Il Regno di Clow… Aveva saputo che anche Shaoran veniva da lì, se l’era lasciato sfuggire lui stesso, mentre parlava soprappensiero. E questa notizia, unita alle percezioni di Sakura, convinceva sempre più la dolce Principessa che il giovane archeologo doveva aver già fatto parte della sua vita. Eppure, per quanto lei si sforzasse di ricordare, quel volto amato non compariva fra le sue memorie. Alla mente le affioravano quello del fratello, Re Touya, quello del Gran Sacerdote, Yukito, e persino quello del suo defunto padre: fra i tanti, erano quelli più familiari. O almeno questo era quello che poteva ricordare.

   Tuttavia, c’era. Sakura ne era convinta. Shaoran era esistito. Shaoran aveva fatto parte della sua vita. Shaoran era stato…

   …chi era stato Shaoran per lei?

   A questa domanda, i suoi occhi divennero vitrei, la spossatezza si impadronì del suo corpo, e la sua testa si vuotò di colpo. Ecco. Era accaduto di nuovo. Ancora una volta, come sempre quando tentava di recuperare i ricordi perduti, la mente le si appannava, e Sakura sprofondava quasi in uno stato di incoscienza, dimenticando quanto era riuscita a trovare nella memoria.

   Due braccia ferme e forti la sorressero. «Principessa!» La voce di Shaoran arrivò alle sue orecchie, e lei parve riprendere lucidità.

   Alzò i verdi occhi stanchi sul viso di lui, e sorrise. «Shaoran-kun…»

   «State bene, Principessa?» La dolcezza delle sue parole, del suo sguardo, le rasserenarono l’animo, e Sakura ritrovò la forza per reggersi da sola. Annuì per rassicurarlo e Mokona le trotterellò incontro, abbandonando la comoda e possente spalla di Kurogane per accertarsi che la sua cara amica si sentisse bene.

   «Sei stanca, Sakura-chan?» domandò Fay, avvicinandosi a loro e scrutando con una punta di preoccupazione la ragazzina.

   Questa scosse i corti capelli chiari. «Sto bene, ho solo avuto un capogiro» spiegò, senza aver bisogno di mentire. «Mi succede sempre, quando cerco di ricordare di mia iniziativa…» confessò poi, chinando lo sguardo. Si sentiva in colpa verso tutti loro che correvano quotidianamente dei rischi per aiutarla nella ricerca delle Piume delle sue Ali perdute, e per questo si sforzava di rendere loro il lavoro meno faticoso, anche se con scarsi risultati. Purtroppo la perdita della memoria ed il conseguente recupero di essa non dipendevano assolutamente da lei, ma da una magia molto potente che aveva rischiato di ucciderla. Fortunatamente, però, Shaoran era riuscito ad intervenire in tempo, e la vita della Principessa del Regno di Clow era così stata salvata. Ora, però, i frammenti delle Ali di Sakura, i frammenti della sua memoria, della sua anima, erano stati sparpagliati per i più disparati mondi, e loro due, in compagnia del burbero guerriero Kurogane e dell’enigmatico mago Fay D. Flourite, erano costretti a viaggiare per le varie dimensioni esistenti al fine di recuperare quei frammenti, quelle Piume contenenti i preziosi ricordi della Principessa ed il suo animo: se all’appello fosse mancata anche solo una delle Piume, seppur riacquistando quasi totalmente la memoria, Sakura non avrebbe potuto tornare ad essere quella che era stata in passato perché il suo animo sarebbe comunque risultato incompleto, anche se solo in minima parte.

   Shaoran, così come anche gli altri suoi compagni, sapeva bene che quell’eventualità era la più probabile, se non la più certa: Yuuko, la Strega Dimensionale, era stata chiara quando aveva preteso, come pagamento per l’aiuto che avrebbe dato loro affidandoli a Mokona, la relazione che legava il giovane alla dolce Principessa ed i ricordi di quest’ultima riguardo Shaoran ed il loro passato insieme.

   «Principessa,» riprese quindi il ragazzo, troppo impegnato a farsi forza, per non cadere preda dell’angoscia, per provare a sorriderle. «non dovete sforzarvi. I ricordi vi torneranno non appena troveremo le altre Piume, quindi state tranquilla. Me ne occuperò io. Ve lo prometto.»

   Kurogane e Fay sorrisero allo stesso modo, nonostante i loro temperamenti ed il loro modo di pensare fossero completamente agli antipodi: la determinazione, il coraggio, la devozione ed il senso di responsabilità di quel ragazzino erano a dir poco encomiabili. “Me ne occuperò io”, aveva detto; ergo, non contava sull’aiuto di nessuno, neanche sul loro benché i due si fossero mostrati più volte ben disposti ad aiutarli nella ricerca.

   «Shaoran-kun ha ragione, Sakura-chan» sorrise ancora Fay, chinandosi sulla fanciulla per guardarla dritta negli occhi, le mani, fasciate nei lunghi guanti neri che era solito portare, poggiate sopra le ginocchia. «Se dovessi sentirti male perché cerchi di fare tutto da sola, il nostro eroe finirebbe per perdere lo scopo della sua vita.»

   «Fay-san!» esclamò il detto eroe, arrossendo e protestando animatamente per quelle parole. «Sto solo cercando di aiutare la Principessa del mio Regno!»

   Sakura sorrise e, suo malgrado, non le riuscì di sopprimere una risata che imbarazzò il compagno ancora di più. «Scusa…» mormorò subito dopo, senza però riuscire a perdere l’aria allegra. Sapeva che Shaoran le voleva bene – anche se non aveva ancora realizzato quanto. Lo sapeva perché più d’una volta egli aveva affermato, durante la ricerca delle Piume, che esse appartenevano ad una persona a lui molto cara. Ragion per cui Sakura si era convinta che lei ed il giovane archeologo dovevano essersi già conosciuti in passato, magari uniti da un legame di profonda amicizia. E che quindi ora Shaoran cercasse di nascondere la verità, non convinceva nessuno, nemmeno la palletta di pelo bianca dalle lunghe orecchie di coniglio che i quattro compagni di viaggio portavano con loro – o per essere più precisi, era Mokona che portava con sé gli altri quattro in lungo e in largo per le varie dimensioni esistenti nell’universo.

   «Shaoran è diventato rosso! Shaoran è diventato rosso!» continuava a gorgheggiare la candida mascotte del gruppo, piroettando sulla punta di una zampetta e scappando a nascondersi sotto al mantello di Kurogane quando il ragazzo oggetto di scherno batté un piede in terra per zittirlo.

   «Forza, rimettiamoci in marcia» prese infine parola il nero guerriero che da qualche tempo aveva accettato come suo allievo il giovane Shaoran. «Siamo quasi arrivati, ormai» aggiunse, le iridi rosse fisse sul profilo di una grande città che li attendeva a pochi chilometri da lì. Infine, con una mano afferrò Mokona per le orecchie, se la scollò di dosso, e se la lanciò alle spalle per passarla, seppur in modo poco gentile, al maggiore dei suoi compagni di viaggio, il biondo e sorridente Fay, che lo seguiva ad alcuni passi di distanza insieme ai due ragazzini provenienti dal Regno di Clow.

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Capitolo 3
*** Capitolo Primo ***


Sakura, Shaoran and Love Memory

 

 

CAPITOLO PRIMO

 

Da un po’ di tempo a quella parte sentiva qualcosa. Un richiamo. Ma proprio non riusciva a comprendere di cosa potesse trattarsi. A volte si convinceva che quella strana sensazione fosse dovuta all’ansia e all’inquietudine che l’avevano assalita durante il periodo in cui era rimasta da sola, senza di lui, e che ancora non era del tutto riuscita a scaricare dopo una settimana. Tuttavia… tuttavia quel qualcosa c’era. Più d’una volta Kero-chan, Tomoyo e lo stesso Shaoran l’avevano sorpresa con lo sguardo fisso apparentemente nel vuoto, e più d’una volta lei li aveva rassicurati che tutto andava per il meglio. Il che era vero: suo padre godeva di buona salute, e anche suo fratello cominciava a star decisamente meglio dopo il grande sacrificio fatto mesi addietro per sopperire alla mancanza di poteri che avrebbero potuto compromettere l’esistenza di Yukito e di Yue; inoltre Tomoyo e gli altri suoi amici continuavano a volerle bene; dulcis in fundo, il suo Shaoran era tornato da lei per poterle restare accanto per sempre.

   Sospirò, rivolgendo lo sguardo assorto oltre i vetri della grande finestra che affacciava sul cortile della scuola, ma i suoi occhi andarono più in là, verso una zona imprecisata della cittadina, e forse più in fondo ancora. Tomoeda non era molto grande, e per raggiungere Tokyo occorreva prendere la metropolitana. Era da lì che proveniva quel richiamo, o per lo meno, questa era la convinzione che si faceva pian piano strada nella mente della ragazzina. Avere poteri più grandi di lei, si ripeteva sovente la dolce Sakura, non era affatto una passeggiata.

   La coda del suo occhio sinistro cercò la figura del ragazzo seduto alle sue spalle, e fu solo allora che si rese conto che Shaoran la fissava con fare preoccupato. Era chiaro che Sakura non era tranquilla, e questo sentimento schiacciante di impotenza da parte del giovane di Hong Kong affliggeva entrambi: Shaoran, perché, appunto, si sentiva incapace di aiutarla o anche solo di capirla; Sakura, perché temeva di farlo star male per colpa sua. Un circolo vizioso, insomma, che difficilmente avrebbe avuto termine se la ragazzina non si fosse decisa a parlarne almeno con lui.

 

«E’ come se qualcuno mi chiamasse» cominciò quindi a spiegargli non appena la campana dell’intervallo pose fine alla prima parte delle lezioni di quel venerdì mattina. «Non lo senti anche tu?» Shaoran scosse il capo, gli occhi fissi su di lei per cercare di carpirne almeno le emozioni attraverso le espressioni del viso o i movimenti del corpo. Per quanto quella dotata di maggior spirito d’osservazione fosse Tomoyo, Shaoran aveva imparato, a furia di osservarla, a leggere i pensieri e le sensazioni di Sakura attraverso il solo sguardo. Questa sorrise, volgendo la schiena alla rete che delimitava il confine fra la scuola media che frequentavano e quella elementare in cui si erano conosciuti e che divideva il loro istituto da quello superiore Seijyo, nel quale avevano studiato Touya e Yukito. «Beh, allora, se né tu né Kero-chan avvertite nulla, vorrà dire che è solo frutto della mia immaginazione» concluse la fanciulla, parzialmente rincuorata.

   «Però…» Quella parola tornò a farla sussultare. Perché Shaoran usava un “però”? «Però tu hai dei poteri più grandi dei miei, quindi forse sei in grado di sentire anche delle forze magiche molto deboli che io e Cerberus non siamo in grado di riconoscere…» Il suo discorso filava. Poteva anche essere così, in effetti. Eccola di nuovo assorta, si rammaricò il ragazzo, notando l’aria mogia con cui Sakura aveva chinato lo sguardo alla punta delle proprie scarpette nere, le mani incrociate sui reni, le spalle poggiate alla rete. «Sakura,» la chiamò, riuscendo ad ottenere nuovamente la sua attenzione. «questo… “richiamo”… come ti sembra?»

   Lei parve pensarci un attimo su. Infine, alzò il mento e volse il capo in direzione dello stesso punto che continuava a fissare ormai da alcuni giorni. «Triste» mormorò, socchiudendo gli occhi e sorprendendo il giovane. «Mi sembra molto triste.»

   «E di che natura pensi che sia? Maligna?» l’interrogò ancora Shaoran, cercando di esserle d’aiuto in qualche modo.

   «No… anzi…» La voce di Sakura, ora che il cuore di lei provava a sintonizzarsi sulla malinconia di quel richiamo, era ridotta quasi ad un sussurro. Una folata di vento più forte delle altre le scompigliò i capelli sul viso, e lei proruppe in uno starnuto quando questi le solleticarono il naso. Il contatto era stato spezzato, e ora Sakura riusciva a sentire unicamente la presenza di Shaoran, in piedi accanto a lei, quella delle creature viventi che li circondavano in quella piccola nicchia del giardino alle spalle dell’istituto, e quella di Tomoyo che si dirigeva nella loro direzione per la pausa pranzo, il bentoo stretto fra le braccia.

   «Disturbo?» proruppe quest’ultima con un sorriso.

   «No, affatto» le si fece incontro Sakura con la medesima espressione in viso, le mani giunte al petto. «Stavamo proprio aspettando che arrivassi per cominciare a mangiare, ho una fame!»

   Tomoyo inclinò il capo su una spalla ed i suoi occhi cercarono quelli di Shaoran. «Li-kun, tutto bene? Hai una faccia…»

   «Ah…» farfugliò Shaoran, senza riuscire ad articolare una frase di senso compiuto prima che Sakura lo interrompesse.

   «Ma va’! Shaoran ha sempre quel brutto muso lungo, di che ti meravigli?»

   «Ehi!» s’indispettì il ragazzo, imbronciato.

   Sakura gli rivolse uno dei suoi più bei sorrisi. «Non essere preoccupato, Shaoran: va tutto bene.» Lui sospirò e, forse per l’ennesima volta da che aveva cominciato a provare qualcosa per lei, gliela diede vinta, un sorriso a suggellare quel loro tacito accordo.

 

«Una voce?» Gli occhietti neri fissi su di lei, il nasino appuntito all’insù, Kero-chan, armato di un cucchiaino, cercava di immagazzinare la spiegazione della sua padrona.

   «Sì, esatto» annuì quella, aprendo le ante del guardaroba per riporre accuratamente la divisa scolastica. «Ma… ad essere onesta non è proprio una “voce”… è più un… qualcosa» precisò, alzando lo sguardo verso l’alto, il dito indice della mano destra al mento, l’altra mano che ancora posava sull’anta dell’armadio.

   Kero-chan inforcò meglio il cucchiaino ed andò ad incidere il budino che il signor Kinomoto aveva preparato quella mattina, prima di uscire per andare a lavorare. Da un po’ di tempo a quella parte, aveva osservato Sakura, suo padre aveva cominciato a cucinare sempre qualche porzione in più, indipendentemente dal fatto che avessero ospiti o meno. Kero-chan aveva spiegato alla ragazzina che probabilmente, visto che il potere di Clow Reed era ormai stato diviso a metà fra le due reincarnazioni del grande mago – Eriol Hiragizawa e Fujitaka Kinomoto – non era da escludere, quindi, che la forza magica di cui un tempo quest’ultimo era stato sprovvisto, ora guidasse il professor Kinomoto a compiere azioni o a presagire piccoli particolari che invece sfuggivano ad altri. In soldoni, non era da escludere che, così come era successo con Touya, anche suo padre si fosse accorto della presenza del Guardiano del Libro Magico.

   «E questo “qualcosa” sarebbe una forza magica?» domandò questi, giusto un attimo prima di ficcarsi fra i denti un grosso boccone.

   Sakura si volse a guardarlo da sopra alla spalla sinistra ed annuì una seconda volta. «Potrebbe essere. Shaoran dice che, siccome lui non sente nulla, potrebbe anche essere ch’io, con i miei poteri, riesca a percepire anche delle presenze molto deboli» spiegò, richiudendo l’armadio e tornando verso la scrivania per agguantare il proprio dessert prima che Kero-chan potesse prenderlo di mira, una volta finito il proprio.

   «Odio essere d’accordo con quel moccioso, ma ammetto che potrebbe aver ragione» sospirò il piccolo animaletto giallo con aria baldanzosa, gli occhietti chiusi, una zampetta al fianco e l’altra con il cucchiaino tenuto ritto a mo’ di lancia in resta. «Dopotutto, quel cinesino è solo un lontano parente del Maestro, quindi non possiede i nostri stessi poteri magici.»

   «Però, Kero-chan…» cominciò Sakura dopo un attimo di riflessione. «…neanche tu riesci a sentirla, vero?» Le piccole spalle del guardiano del Libro Magico si arcuarono in avanti, la presa sul cucchiaino si fece meno ferma, ed una piccola gocciolina sulla tempia dell’animaletto, unita all’espressione tutt’altro che tronfia com’era stata un attimo prima, convinsero la ragazzina della veridicità della propria osservazione.

   «E’… è solo perché non ci ho fatto caso, ecco!» tentò di giustificarsi alla bell’e meglio Kero-chan, colto in fallo, mentre tornava ad accanirsi contro il budino. «Ma ora che me lo hai detto, sono sicuro che anch’io riuscirò a sentire la voce di cui parli!»

   «Ma se nemmeno Yue se n’è accorto…» osservò la sua padroncina con fare demoralizzato, mentre prendeva finalmente posto sul letto, il dolce fra le mani. «O almeno credo… Insomma, Yukito ha cenato qui nelle ultime sere, eppure non mi ha dato modo di sospettare nulla riguardo a questa storia.»

   Divorato che ebbe il proprio budino, Cerberus tornò ad impensierirsi. «Sakura, da dove proviene questa voce?»

   «Da lì» rispose lei, allungando il dito verso la finestra aperta. «Ma non è vicina come lo erano le Clow Card, la sento un po’ più distante.»

   «L’avverti anche ora?»

   Sakura annuì una terza volta. «E’ molto debole, ma c’è. Non è una presenza negativa, ma è così… così… malinconica… Sembra che si lamenti, che pianga… che soffra…» aggiunse in un mormorio, gli occhi chiari che ora seguivano la direzione indicata da lei stessa un attimo prima.

   Kero-chan notò l’espressione rabbuiata del suo viso. Sakura riusciva a comprendere sempre molto bene i sentimenti di chi la circondava, e probabilmente anche questa volta accadeva la medesima cosa: il suo cuore si sintonizzava perfettamente con quel richiamo. «Vuoi andare a cercarla?» La ragazzina batté le palpebre, sorpresa per quella domanda inattesa, e si girò a guardarlo. «Beh, se ti fa stare male, dovresti appurarti di cosa si tratta, no?»

   «Però…»

   «Temi che sia una trappola?»

   «Cosa? Oh, no!» scosse vigorosamente il capo Sakura. «Non c’è traccia di malvagità, te l’assicuro!» affermò una seconda volta, determinata.

   Kero-chan sorrise. «Se dici così, vorrà dire che è la verità. Quindi propongo di seguire quel richiamo!» esclamò, alzando il cucchiaino per aria come fosse un trofeo. Gli occhi di lei tornarono a scrutare il cielo sulla città, e la ragazzina rimase in silenzio. «Che c’è, non ne sei convinta?»

   «Non è questo, è solo che… io… non so neanche se stia realmente chiamando me o qualcun altro, capisci?»

   «Ragiona, Sakura: se davvero sei l’unica che riesce a sentire quella voce, potrebbe anche darsi che tu sia anche l’unica a poterle offrire il tuo aiuto, no?» le fece notare l’animaletto. «L’hai detto tu che sembra che stia soffrendo. Vuoi lasciarla piangere ancora a lungo?» La ragazzina scosse il capo con maggior vigore di prima. «E allora forza! Andiamo ad offrirle il nostro aiuto!»

   «E se io non potessi fare nulla, per lei?»

   «In tal caso, sono sicuro che basterà uno dei tuoi sorrisi per riscaldarle il cuore» la consolò Kero-chan, volandole incontro e poggiando una zampetta sulla sua fronte.

   Sakura sorrise e lo prese fra le mani, per avvicinare il volto al suo con tenerezza. «Grazie infinite, Kero-chan…»

 

«Vuoi andare a cercarla?» domandarono quasi in coro i due ragazzini, anche se per nulla stupiti per quella decisione.

   Sakura sorrise. «Credo che sia la cosa migliore da fare» rispose, appendendo la cartella al gancio che spuntava dal lato destro del banco su cui si era appena seduta. «Non so se stia davvero chiamando me, ma se non provo a cercarla e a capire cosa sta cercando, non mi darò mai pace. E’ stato Kero-chan a dirmelo, e penso abbia ragione.»

   «Ma scusa, Li-kun, tu proprio non senti nulla?» chiese Tomoyo che, arrivata un attimo dopo di loro, era finalmente stata messa al corrente della cosa.

   Shaoran scosse il capo. «No, niente. Ma mi fido delle percezioni di Sakura, anche perché fino ad ora non si sono mai rivelate sbagliate.»

   «E’ vero» convenne la brunetta, una mano al petto. «Fu così anche quando arrivò la professoressa Mizuki, ricordate? Tu non la vedevi di buon occhio per via dei poteri misteriosi in suo possesso, mentre Sakura-chan l’adorava. E a ragione, direi, visto che la professoressa Mizuki aveva ricevuto l’incarico di aiutarla, non ti pare?»

   «Infatti è anche per questo che mi fido di Sakura» confessò Shaoran, un po’ a disagio per via della mancanza di simpatia che continuava a provare per la professoressa a causa della loro differente fonte di potere. «Ad ogni modo, hai intenzione di andarci dopo la scuola?» domandò poi, rivolto alla nuova padrona delle carte magiche.

   «Oggi non posso: papà e Touya torneranno a casa tardi, quindi devo occuparmi della spesa e della cena di stasera» spiegò lei, le sopracciglia distese in un’espressione dispiaciuta. «Però domani è domenica, e papà non deve andare al lavoro, quindi potrò restare fuori tutta la giornata, volendo. Prenderò il treno e andrò a Tokyo per vedere se riesco a venire a capo di questa situazione.»

   «Non vorrai mica andarci da sola, spero» s’insospettì il ragazzo, guardandola torvo.

   «Certo che no, verrà Kero-chan con me» rispose Sakura, come fosse la cosa più ovvia del mondo.

   Shaoran la fissò ancora peggio di prima. «Intendevo dire che verrò anch’io con te, sciocca!»

   «Ah» farfugliò l’altra comprendendo di aver mancato di sensibilità. Arrossì e si grattò la nuca, abbassando il capo sotto lo sguardo divertito di Tomoyo. «In effetti non mi dispiacerebbe per nulla…»

   Lui sospirò, rassegnato. «Non commettere imprudenze, specie quando sei da sola.»

   Sakura alzò gli occhi su di lui per un attimo; infine, chinò di nuovo il viso. «Hai ragione, ti chiedo scusa. E poi…» La campana suonò in quel momento, seguita immediatamente dall’ingresso del professore che coordinava la loro classe. Tomoyo dovette quindi allontanarsi per tornare al proprio banco, senza sentire il resto della frase dell’amica. «E poi, quando tu sei con me, mi sento più sicura» concluse quella, tornando a sorridere e a cercare lo sguardo del ragazzo.

   Questi avvertì un brivido caldo al petto, all’altezza del cuore, e quella punta di indignazione e di delusione provata a seguito della mancanza di Sakura, svanì di colpo per lasciare una piacevole sensazione di tepore. Fissò il suo visetto sorridente e sospirò una seconda volta, poggiando il mento alla mano destra, il gomito sul banco. «Accidenti a te…» mormorò, senza però farsi udire dall’interessata, costretta a prestare ora attenzione al professore che aveva cominciato a parlare alla classe.








Salve a tutti. ^^ Anzitutto è doveroso un ringraziamento per coloro che hanno letto l'imput di questa storia. Mi auguro vivamente di non deludere nessuno di voi, viste le speranze che - pare - state riponendo nella presente fanfiction. Ripeto: rispetto al genio delle CLAMP, la mia idea di base è senza dubbio molto, molto ingenua, ma... alla fine ho deciso di scriverla lo stesso, tanto per sfizio. E anche per esercitarmi un po', lo confesso. ^^;
Mando un bacio a: Dany92, sakura182blast e kia85, che sono state tanto gentili da mandarmi un incoraggiamento ad andare avanti. ♥
A presto,
Shainareth

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Capitolo 4
*** Capitolo Secondo ***


Sakura, Shaoran and Love Memory

 

 

CAPITOLO SECONDO

 

Shaoran calciò verso l’alto, arrivando a colpire il proprio avversario sotto al mento e riuscendo così a stenderlo al suolo. Avanzò a grossi balzi fra gli altri soldati, così rassomiglianti a quelli che erano comparsi dal nulla nelle rovine del Regno di Clow, e si fece largo a spallate, cercando di evitare ogni ulteriore contatto fisico per non avere la peggio. Uno di essi, tuttavia, riuscì a raggiungerlo con un fendente, affondando la lama della spada nella spalla del ragazzo e costringendolo così in ginocchio.

   «Shaoran-kun!» urlò Sakura, spaventata, costretta a trovar riparo dietro Fay che, non potendo fare altrimenti, si era ingegnato ad usare per difesa una barra d’acciaio di quelle che Kurogane aveva poco prima abbattuto con la spada per poter avere libero accesso al sotterraneo in cui era custodita la Piuma. Mokona, stretta fra le braccia della Principessa, continuava ad aver gli occhi spalancati nella solita espressione “Mekyo”, quella che, appunto, avvisava della presenza di una delle Piume delle Ali di Sakura.

   Un nuovo colpo minacciò di colpire Shaoran, ma qualcuno si mise di mezzo.

   «Kurogane-san!»

   «Qui ci penso io! Sbrigati a prendere la Piuma!»

   Il ragazzo non se lo fece ripetere una seconda volta, e premendo una mano sulla ferita che grondava abbondantemente sangue, corse a folle velocità presso il punto in cui, solitario, rimaneva incustodito il tesoro che entrambe le fazioni stavano cercando di assicurarsi. Un nuovo avversario gli sbarrò la strada, e Shaoran fu costretto a deviare, attirandolo verso di sé al fine di allontanarlo dalla Piuma. Riuscito nel proprio intento, ma senza più la spada che avrebbe potuto aiutarlo ad affrontare il nemico, risolse di dirigersi verso la parete rocciosa al di là della Piuma, e quando i suoi piedi arrivarono a battere contro di essa, il giovane spiccò un balzo per slanciarsi contro il guerriero. Colpitolo con un potente calcio in pieno volto, si servì anche di questo appoggio per spiccare ancora una volta verso l’alto, verso la Piuma che rimaneva sospesa a pochi metri dall’alto soffitto. Tese la mano, lo sguardo fisso in avanti, così come Kurogane gli aveva insegnato, e pochi attimi dopo le sue dita si strinsero attorno al candido tesoro che anelava ormai da quasi quindici giorni. L’ombra di un sorriso si dipinse sul suo volto, ma il ragazzo, nonostante la fiducia che albergava nel suo cuore e che gli dava la certezza che piuttosto che lasciar andare la Piuma avrebbe preferito farsi strappare il braccio dal corpo, non si concesse il lusso di cantar vittoria prima che quel prezioso ricordo non fosse stato riconsegnato alla sua legittima proprietaria. Atterrò saldamente sulle gambe, evitando altri fendenti scagliati a viva forza, e subito, senza lasciarsi più distrarre da niente e nessuno, scattò verso il suo nuovo obiettivo: Sakura.

   Era fatto così, Shaoran: quando prendeva una decisione, quando prendeva un impegno verso qualcuno, nulla al mondo lo avrebbe dissuaso dal tornare sui propri passi. La forza della determinazione che albergava nel suo cuore era immensa, e la si poteva vedere distintamente attraverso i suoi occhi intelligenti; così come da essi trasparivano una nobiltà d’animo ed una gentilezza fuor del comune. Se poi al centro delle sue decisioni c’era Sakura, allora queste virtù raddoppiavano di intensità, sospinte all’infinito dalla forza tempestosa dei suoi profondi sentimenti.

   Kurogane gli spianò la strada, e quando il giovane archeologo fu a pochi passi dalla Principessa, un nuovo nemico gli piombò addosso. Fu lesto, Shaoran, a scivolare sul lato, recuperando così la propria arma, perduta in precedenza, e a parare il colpo. Un altro calcio, e la spada dell’avversario volò per aria; uno sgambetto, e quello ricadde in terra, bloccato subito dopo da Fay, giunto a dar man forte al giovane amico dopo essersi assicurato la salvezza di Sakura.

   «Shaoran-kun!» chiamò questa, correndo verso di loro con aria allarmata per via della ferita del ragazzo. Subito ricadde in ginocchio al suo fianco, e tamponò l’emorragia a mani nude, lasciando così scivolare Mokona al suolo.

   «Principessa!» sgranò gli occhi Shaoran, sconvolto, cercando di divincolarsi dalla sua presa. «Vi sporcherete tutta!»

   «Cosa vuoi che mi importi?! Sei ferito!» protestò lei, facendosi più vicina.

   L’altro cercò di sdrammatizzare la situazione per tranquillizzarla. «Ma è una sciocchezza, e…»

   «Non è vero! Smettila di trascurarti in questo modo!» lo interruppe bruscamente la fanciulla, le lacrime agli occhi. Poggiò la fronte contro la sua spalla. «Non fai altro che ferirti per colpa mia… So che non dovrei sentirmi responsabile per quello che è accaduto, che io stessa sono stata la prima vittima di questa disgrazia, ma… non riesco a non sentire un dolore acuto al petto ogni qual volta ti vedo in difficoltà…»

   «Principessa…» mormorò Shaoran, osservandola dall’alto. Tutto quello che riusciva a fare, al momento, era vedere i suoi capelli ed inspirare il suo profumo, la Piuma ancora stretta nella mano.

   «Io ho fiducia in te, so che ce la farai, che ti rialzerai sempre, e che riuscirai in tutto quello che vorrai» continuò Sakura, dopo aver ripreso fiato. «Tuttavia, non riesco ad essere tranquilla» confessò, chiudendo gli occhi per qualche istante. «Quindi, per favore, lascia almeno ch’io mi prenda cura di te» concluse, alzando il capo per incrociare il suo sguardo.

   Shaoran la fissò negli occhi verdi, ed avvertì un battito anomalo al cuore. Sorrise. «Va bene» si arrese infine, donandole un sorriso. Alzò il braccio ferito verso di lei, mostrandole la Piuma. «Questa appartiene a voi, Principessa.»

   Sakura annuì, e mentre Kurogane finiva di sistemare gli ultimi soldati rimasti e Fay, tentando di fischiare, gli batteva le mani per l’aver avuto ragione su di un centinaio di avversari, Shaoran lasciava andare la Piuma verso la Principessa. Questa parve entrare in trance, un alone lucente ad imperlarle il corpo, e poco dopo la Piuma si dissolse a contatto con il suo petto. Nella mente di Sakura comparvero delle immagini, immagini preziose, ricordi che furono e che finalmente tornavano da lei. Adesso riusciva a ricordare molto, davvero tanto della sua vita passata; alla mente le tornavano tutti e tredici i compleanni passati, le cerimonie annuali, tutti i volti presenti al castello, i familiari sorrisi della sua gente, i giochi di bimba, gli scherzi di suo fratello, le parole di suo padre. Tutto. Le sembrava di aver recuperato ogni singolo ricordo.

   Però…

   «Principessa?» La voce di Shaoran la riportò alla realtà, e lei riaprì gli occhi, ritrovandosi fra le sue braccia, come tutte le volte che una delle Piume tornava da lei.

   «Shaoran-kun…» mormorò con aria assonnata.

   «Tutto bene, Principessa?»

   Sakura si scostò gentilmente da lui, il viso e gli abiti sporchi del suo sangue. Annuì. «Io credo… credo di ricordare tutto, del mio Regno… e anche della mia gente» cominciò, allora, quando anche Kurogane e Fay le furono vicini.

   Quest’ultimo stese le labbra in un largo sorriso. «Questo vuol dire che siamo riusciti a recuperarle tutte? Le Piume, intendo» osservò, al fine di tirare su di morale la ragazzina: nonostante la buona notizia, Sakura non pareva affatto essere contenta. Qualcosa continuava a turbarla. O per meglio dire, qualcosa turbava anche Shaoran, altra cosa che gli si poteva leggere negli occhi.

   Kurogane osservò il giovane archeologo, ma non fiatò, intuendone i sentimenti.

   «Cosa c’è, Sakura-chan?» dovette arrendersi il mago, accucciandosi accanto a lei per poterla guardare meglio in viso.

   «Ecco, io… io vedo mio padre, mio fratello, il Gran Sacerdote e tutti gli altri, ma… mi pare che ci sia ancora un vuoto, da qualche parte, nella mia memoria» spiegò la fanciulla, gli occhi bassi.

   Shaoran strinse le labbra. Fu questa l’unica reazione del suo corpo che potesse lasciar intuire il suo turbamento.

   «Io credo…» riprese Sakura, nel silenzio generale di chi non osava spiegarle che quel vuoto sarebbe rimasto dentro di lei per sempre. «… Sì, io credo che si tratti di mia madre.»

   I tre giovani rimasero stupiti. Effettivamente fino a quel momento la Principessa non aveva mai parlato di lei, oltre che di Shaoran. In qualche modo sollevato per questa rivelazione, il ragazzo si arrischiò a farle una carezza sul capo. «Troveremo anche la Piuma che contiene i ricordi di vostra madre. Siatene certa, Principessa.»

 

La ferita riportata da Shaoran durante la battaglia fu in realtà meno grave di quel che poteva inizialmente sembrare per via della gran quantità di sangue persa: una buona medicazione ed una fasciatura adeguata bastarono per dare la garanzia che il taglio sarebbe guarito in poco tempo. Anzi, ripeteva il giovane archeologo non vi era neanche ragione di ritardare la partenza per la prossima dimensione. Certo, se si fosse trattata di una ferita con gravi conseguenze, egli sarebbe stato il primo ad insistere per riposare fino a che non fosse tornato in forze, altrimenti la ricerca delle restanti Piume avrebbe potuto essere stata compromessa. Ma dal momento che lui stava bene, le Piume delle Ali della Principessa Sakura continuavano ad avere la priorità su tutto.

   Raccolte dunque le loro cose, i quattro compagni si affidarono ancora una volta a Mokona che, due ali bianche spiegate in cielo, spalancò le fauci creando un portale dimensionale capace di inghiottire e di teletrasportare in un nuovo, sconosciuto mondo.








Come avrete capito, per una buona dozzina di capitoli (prevedo infatti una ff piuttosto lunga, anche se spero di non arrivare ai quaranta capitoli), vedremo alternarsi le vicende di Sakura Kinomoto e Shaoran Li a quelle della principessa Sakura e del suo fido Shaoran.
Dal prossimo aggiornamento, oltretutto, entreranno finalmente in scena anche altri personaggi importanti ai fini della storia che prenderà pian piano il via a partire dal terzo capitolo, appunto.
Ringrazio infinitamente tutti voi che leggete, e mando un bacio a Dany92, sakura182blast e LizDreamer che hanno recensito l'ultima volta. Mi farebbe invero molto piacere conoscere le vostre opinioni non solamente sulla storia scritta fino ad ora, ma anche su quel che vi aspettate in futuro, anche se penso sia ancora presto per provare a fare delle previsioni... ^^; La cosa che mi renderebbe più felice di tutte, però, è la vostra opinione in merito al mio modo di scrivere e agli eventuali errori da me effettuati lungo la stesura di questa ff: non sapete quanto possano essere importanti le critiche costruttive per uno scrittore.
Confidando nel vostro aiuto, qualora vogliate offrirmelo, vi rimando al prossimo aggiornamento. ^^
Shainareth

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Capitolo 5
*** Capitolo Terzo ***


Sakura, Shaoran and Love Memory

 

 

CAPITOLO TERZO

 

Il treno scivolava rapido sui binari d’acciaio, e la città passava veloce sotto gli occhi attenti di chi guardava attraverso i vetri dei finestrini. La domenica era sorta insieme ad un bel sole primaverile, e moltissima gente aveva approfittato di quella splendida giornata per andare a far compere, visite a parenti ed amici, o anche solo una passeggiata. I vagoni erano gremiti di passeggeri che lasciavano poca libertà di movimento agli altri, e se non fosse stato per la consapevolezza che ci si trovava in un giorno festivo, qualcuno avrebbe potuto pensare che quell’affollamento di persone non era poi troppo diverso dalle quotidiane resse mattutine di impiegati e studenti.

   Tomoyo controllò il livello della carica della batteria della sua nuova videocamera, e canticchiando un allegro motivetto, la infilò nuovamente nella borsa con estrema cura, aiutata anche da un vanesio Cerberus che, ospite nel piccolo bagaglio della brunetta, attendeva contento che giungesse il momento di farsi riprendere per potersi in seguito ammirare con narcisistica soddisfazione nel grande schermo che Tomoyo aveva in camera sua.

   Shaoran li osservò con la coda dell’occhio e sospirò, tornando poi a guardare al di fuori dei vetri delle porte a cui erano addossati per mancanza di spazio. Alla fine, pensava con fare seccato, l’unico a non essere stato invitato a recarsi con Sakura sul presunto luogo da cui proveniva la forza magica che la ragazzina diceva di sentire da qualche tempo a quella parte, era proprio lui. Non ne voleva a Sakura, questo no, ma non poteva fare a meno di rimuginarci su.

   E come in un gioco di sguardi, quella che un tempo era stata sua rivale adesso lo fissava di sottecchi: le braccia incrociate al petto, le sopracciglia increspate sulla fronte nascosta dai capelli castani che ricadevano a ciocche sugli occhi scuri, la linea della bocca all’ingiù, facevano intuire che il ragazzo non doveva necessariamente essere di buon umore.

   «Quando mi hai chiesto se ci sarei venuta da sola, qui a Tokyo, pensavo fosse superfluo precisare che ti avrei voluto con me» sussurrò la ragazzina, puntando le iridi verdi in un punto imprecisato del pavimento del vagone. Shaoran si volse a guardarla, ma rimase in silenzio. «Insomma… ho aspettato tanto che tu tornassi in Giappone… sarebbe strano se ora non ti volessi al mio fianco per la maggior parte del tempo, non credi?» Il visetto arrossato, la voce flebile per l’imbarazzo e l’emozione, indussero il cinesino a sorridere proprio mentre quelle parole dissolvevano magicamente ogni suo malumore. «Se dipendesse da me, Shaoran, passerei tutto il giorno in tua compagnia» confessò lei, stringendo la presa sull’orlo della corta gonna, afferrata inconsciamente per darsi appoggio, ed alzando gli occhi sul ragazzo. «E poi, te l’ho già detto in più di un’occasione: quando sei con me, io mi sento più sicura. In tutto quello che faccio» aggiunse infine, incoraggiata dall’espressione, ora serena, di lui. Allungò le dita nella sua direzione e subito la mano di Shaoran accolse la sua, stringendola con affetto.

 

«La senti ancora?»

   Sakura calò le ciglia sul viso e rimase come in ascolto per diversi istanti. «E’… molto debole, ma la sento» rispose, le mani giunte al petto. Non sapeva spiegarne il motivo, ma da che erano scesi dal treno, avvertiva una strana sensazione proprio lì, all’altezza del cuore. Pareva che più si avvicinasse all’obiettivo, più questo peso le schiacciasse l’animo.

   «Sakura…» mormorò a fior di labbra Shaoran, intuendo che qualcosa cominciasse a preoccuparla. Fu sul punto di avvicinarsi a lei, quando un sussulto lo costrinse a fermarsi: anche lui, adesso, iniziava a sentire una presenza. Non sapeva spiegare se era ricollegabile a quella avvertita da Sakura o meno, ma era di fatto una presenza magica tremendamente debole che richiedeva un disperato aiuto. Era straziante, pensò Shaoran.

   «Qualcosa non va?» La voce di Tomoyo lo riportò con i piedi per terra.

   «Comincio a sentirla anch’io» disse il ragazzo, lo sguardo ancora incollato su Sakura, rimasta a qualche passo di distanza da loro.

   «Cosa?» si stupì Kero-chan, iniziando ad allarmarsi, il faccino accigliato. «E’ strano, io non avverto nulla… E di certo ho poteri magici molto più forti dei tuoi.»

   «Eppure ti dico che la sento» insistette Shaoran. «E’ appena percettibile, ma c’é.»

   «Non potresti esserti lasciato suggestionare da Sakura-chan?» intervenne Tomoyo, abbassando finalmente l’obiettivo della videocamera per concentrarsi sui suoi amici.

   Lui si accigliò. «No, assolutamente.»

   In quel mentre, Sakura schiuse gli occhi. «Da questa parte!» annunciò, riprendendo a camminare con passo veloce. Gli altri la seguirono immediatamente, ma man mano che proseguivano, la ragazzina accelerava l’andatura, fino a che non si ritrovò quasi a correre. «Ci stiamo avvicinando, la sento più distintamente, adesso!» esclamò, proprio quando credeva di esser giunta a poche decine di metri dal luogo in cui questa voce continuava a cercarla – poiché ora, ne era sicura, quella voce la chiamava con fare disperato.

   Pur con una stretta al cuore, Sakura dovette arrestare la propria corsa quando Cerberus volò via dal suo rifugio e si frappose fra lei e la strada ancora da percorrere. «Ferma» le intimò con sguardo tremendamente serio.

   «Che succede, Kero-chan?»

   «Non un passo di più, ragazzina» ordinò il Guardiano del Sole.

   Sakura lo fissò trepidante, la voglia di correre in soccorso di quella voce che si impadroniva di lei sempre più. «Ma… Kero-chan, io devo andare…»

   «No. E’ meglio tornare a casa.»

   La padrona delle Carte Magiche abbozzò un sorriso. «Ma cosa stai dicendo? Non sei stato forse tu a consigliarmi di venire fin qui?»

   «Sì, ma adesso la situazione è cambiata» l’avvertì l’altro.

   «Io non ti capisco…» mormorò ancora Sakura, confusa sempre più per quella strana reazione. «Andiamo, Kero-chan…» riprese poi, muovendo qualche passo in avanti. «Smettila di…»

   Un ruggito si levò nell’aria, ed una luce abbagliante avvolse il corpo dell’animaletto. Sakura alzò le braccia davanti al volto, come a volersi riparare, mentre Tomoyo, rimasta qualche metro indietro, si lasciava andare ad un urlo e Shaoran si poneva a difesa delle due con sguardo arcigno. «Che diavolo significa, Cerberus?!»

   La luce si dileguò, e due enormi ali chiare si spiegarono verso l’alto, svelando la testa felina del Guardiano del Sole; ed i suoi occhi dorati tornarono a fissare Sakura con rabbia.

   «Kero… Kero-chan…» mugolò questa, spaventata.

   La Bestia del Sigillo avanzò verso di loro, stanziandosi minacciosa al loro cospetto. «Sono uno dei due Guardiani delle Carte Magiche, ed è mio dovere proteggere esse e la mia padrona da qualunque pericolo esistente o latente che sia» prese dunque a spiegare. «Pertanto, tu non avanzerai oltre. Mi sono spiegato?»

   Quella voce possente, quell’espressione minacciosa, colpirono Sakura al punto da lasciarla senza parole. Non osò protestare, né muoversi. Rimase in attesa che qualcosa accadesse, che qualcun altro intervenisse al posto suo. E quel suo tacito desiderio, quella sua muta richiesta, fu tosto accolta.

   «Che brutto muso…» si udì pronunciare poco distante. Cerberus balzò davanti a Sakura e agli altri due ragazzi, ponendosi immediatamente a loro difesa, ed iniziò a ringhiare non appena inquadrò la figura che adesso si stagliava dinanzi a loro. Quella sorrise sorniona e mosse pochi passi nella loro direzione, arrestandosi ad alcuni metri di distanza, le mani ai fianchi formosi. «E’ da tanto che vi aspetto, sapete? Non vedevo l’ora di conoscere anche voi.»

   Sakura e Shaoran si sentirono osservati in modo insistente, e pertanto il ragazzo si avvicinò ulteriormente alla fanciulla. «Stai molto attenta» le sussurrò. «Avverto un forte potere provenire da questa donna.»

   Questa, lo sguardo furbo ancora fisso su di loro, lo tranquillizzò. «Non ho alcuna intenzione di far del male alla tua bella, non preoccuparti… Shaoran-kun» concluse, assumendo un’aria tenebrosa e stupendo tutti.

   «Come… come fa a sapere il mio nome?» domandò a quel punto lui, senza tuttavia abbassare la guardia.

   «Eheh…» rise la donna, attorcigliando attorno al dito una ciocca dei lunghissimi capelli neri che le ricadevano a cascata sulla schiena. «Io so molte cose. Sono… uhm… come dire… Ecco: sono la migliore maga del mondo» si vantò, tornando a poggiare entrambe le mani sulle anche, il petto formoso in fuori.

   «Non dire idiozie» ruggì Cerberus, rizzando il pelo, le fauci spalancate e le unghie ben in vista. «Il mago più potente del mondo…»

   «Quell’antipatico, odioso e prepotente è morto, lo so» concluse lei, interrompendolo con fare infastidito, le belle iridi cangianti che prendevano a fissare la Bestia del Sigillo con aria seccata. «E adesso ha lasciato tutto il suo potere a quella bella ragazzina alle tue spalle, dico bene?»

   «Come fa a sapere tutte queste cose?» domandò sottovoce Tomoyo ai suoi due amici.

   «Non lo so, ma questa donna ha un potere spaventoso» rispose Shaoran, sempre più all’erta, mentre Sakura osservava la situazione senza riuscire a spiccicare parola.

   «Tuttavia,» riprese la bella donna, il tono della voce nuovamente divertito. «questo è ancora da vedere: anche se quel mago da strapazzo ha affidato le Carte Magiche alla sua piccola e dolce bambina,» sorrise, e questa volta con fare tenero. «Sakura-chan ha ancora molta strada da fare prima di giungere al mio livello.»

   La ragazzina rizzò le antenne: l’aveva definita “la piccola e dolce bambina” di Clow Reed. Oh, beh… a ben guardare, quella donna non aveva tutti i torti: Sakura era effettivamente figlia di una delle due metà del grande mago vissuto tempo prima. Non ci aveva mai pensato, ma le cose stavano proprio così. Questa verità le fece avvertire un certo imbarazzo, tanto da costringerla a chinare il volto dietro alla spalla di Shaoran che, dalla sua espressione determinata, pareva non volersi assolutamente scollare da lei.

   «Sembrerebbe che tu sia a conoscenza di molte cose che ci riguardano…» osservò Kero-chan, sempre più guardingo. «Io so chi sei, anche se è stato soltanto quando sono arrivato qui che il tuo ricordo mi è tornato alla memoria. Sei brava a nascondere la tua aura magica.» La donna sorrise ancora con fare enigmatico, ma tacque.

   «La conosci davvero?» domandò Shaoran, alle sue spalle.

   La Bestia dagli occhi dorati rilassò i muscoli del corpo possente. «La chiamano “La Strega Dimensionale”.»

   Yuuko, questo il nome della maga, alzò la fronte al cielo con fare solenne. «Suppongo sia molto scomodo restare a chiacchierare qui, in mezzo alla strada» cominciò allora, lasciando intuire ai presenti che se nessuno si era accorto della presenza di un grosso felino alato nei paraggi, era dovuto al fatto che qualcuno o qualcosa teneva la gente alla larga da quel posto. «Quindi perché non…»

   «Mi spieghi perché diavolo diventa sempre più difficile raggiungere questo stupido posto?! Perché cavolo dovevi creare questa dannata barriera?!» si udì urlare alle sue spalle. Yuuko si voltò contenta verso il nuovo arrivato, un ragazzo più grande dei tre forestieri, i capelli neri in parte arruffati per la corsa che pareva averlo condotto fin lì, due grandi occhi celesti coperti da un paio di occhiali dalla montatura sottile. Istintivamente, Sakura rabbrividì e si strinse nelle spalle.

   «Watanuki!» esclamò la donna, correndogli incontro e gettandogli le braccia al collo. Ma, essendo più alta di lui, finì per strattonargli la testa verso il basso per portarselo al petto e cullarselo come un bambino. «Speravo proprio che arrivassi in questo momento! Abbiamo ospiti e mi serviva un cameriere!»

   Subito dopo si udì un’imprecazione.








E finalmente comincia a prender corpo la prima parte della storia, quella data dall'incontro fra Sakura e Yuuko. Dal prossimo capitolo, invece, inizieranno a smuoversi le cose anche per i protagonisti di "Tsubasa RESERVoir CHRoNiCLE". ^^
Ringrazio come sempre tutti i lettori di questa ff, ed in particolare mando un bacio a:
Kairi84: Tesorina! Da quanto tempo! Ti sono immensamente grata per il commento, non me l'aspettavo assolutamente! E' stata una bella sorpresa! ♥
sakura182blast: Sei stata gentilissima: con le tue belle parole, mi hai risollevato il morale. ^^ Tuttavia credo che di punti deboli, nella mia storia, ce ne siano diversi... Considera anche che non mi sto avvalendo di un beta-reader, quindi potrei aver commesso strafalcioni o sviste senza avvedermene e senza che nessuno me lo facesse presente... ^^; Ecco, anche, perché chiedo consiglio a voi. ^^
Dany92: Grazie infinite per la recensione e per i complimenti! L'alternarsi delle due vicende è necessario per poter portare parallelamente le due storie allo stesso punto, di modo che, e qui faccio una piccola anticipazione, arrivino ad intrecciarsi.
LizDreamer: Con tutti 'sti complimenti sto gongolando come una scema! XD Ovviamente chiedo anche a te di farmi notare quel che non va, in modo da porre rimedio agli errori (stilistici, grammaticali o logici che siano). Spero vivamente che la storia possa continuare a piacerti, anche perché è proprio incentrata sull'amore di Sakura e Shaoran (di entrambe le serie).
kia85: Io adoro i suffissi! *_* Penso che siano importanti per far capire il livello di confidenza ed il tipo di legame che vi è fra i vari personaggi. Ho cercato di rimanere fedele a quel che ho sentito negli anime e letto nelle scans inglesi, ma potrei anche aver commesso degli errori. ^^; Visto che comprendi i miei timori (e per questo ti ringrazio), spero di poter contare anche sul tuo aiuto. ^^
Non mi resta che darvi appuntamento al prossimo aggiornamento!
Shainareth

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Capitolo 6
*** Capitolo Quarto ***


Sakura, Shaoran and Love Memory

 

 

CAPITOLO QUARTO

 

Riprese lentamente conoscenza, e la prima cosa che avvertì fu il calore di una mano. La strinse d’istinto, e questa ricambiò la presa. «Principessa… come vi sentite?»

   Stese le labbra e riaprì gli occhi, cercando immediatamente la figura del giovane. «Scusa se ti ho fatto preoccupare di nuovo. Ora sto bene, sul serio.»

   Shaoran rimase a fissarla in silenzio per qualche istante, rinsaldando la stretta sulla mano e tenendola al caldo fra le sue. «Non dovreste sforzarvi troppo, ve l’ho già detto. Vi fa male.»

   «Però, io…» tacque. Sakura socchiuse nuovamente le palpebre, come volesse abbandonarsi ancora una volta al sonno; o forse semplicemente rassegnata alla nuova perdita di conoscenza che avrebbe fatto seguito alle sue parole.

   Attorno a loro regnava il silenzio più assoluto perché Fay, Kurogane e Mokona erano usciti per perlustrare la zona ed eventualmente localizzare la nuova Piuma. Dopo aver trascorso circa due settimane nel precedente mondo, erano stati catapultati in questa nuova dimensione, proprio al centro di un’enorme sala gremita di uomini e donne vestiti in sontuosi abiti ricchi di ornamenti, nastri e trine d’ogni tipo, destando, come sempre, una gran meraviglia. Dileguatisi alla svelta da lì, erano subito riusciti a procurarsi un alloggio grazie alla solita fortuna che Sakura aveva al gioco. La stanza in cui si trovavano ora non era molto ampia, ed in cinque, forse, ci si stava un po’ stretti. Ma per lo meno era dotata dell’indispensabile e pertanto nessuno si era lamentato di quella sistemazione provvisoria.

   «Sai, Shaoran-kun…» riprese la Principessa con voce fioca, la frangia chiara che le ricadeva scompostamente sulla fronte, il braccio libero abbandonato sotto al petto. «Da un po’ di tempo, io… sento una voce…» Il ragazzo la guardò stupito, ma non pose domande per lasciarle il tempo di spiegarsi meglio. «E’ molto debole, ma la sento. Sembra un brusio confuso, eppure riesco a percepire il suo dolore.» Riaprì gli occhi, fissandoli al soffitto. «E’ come un lontano richiamo, ma più cerco di ascoltarlo, più mi sfugge.»

   Shaoran abbassò lo sguardo, un nodo alla bocca dello stomaco: esattamente come il ricordo che Sakura aveva avuto di lui. Più lei cercava di ricordare, più quello fuggiva lontano. O per meglio dire, le veniva brutalmente strappato dal petto. E per quanto il giovane si sforzasse di apparire calmo, di non perdere mai di vista il proprio obiettivo, alle volte sentiva come un dolore fisico salirgli dalle viscere, e la voglia di gridare contro il cielo minacciava di esplodere per lasciar sfogo alla sofferenza che cercava a tutti i costi di evadere dal suo corpo.

   La Principessa chiuse nuovamente gli occhi. «Vorrei tanto cercare di raggiungerlo, sai? Perché sento che, riuscendo a trovare quella voce smarrita, potrò trovare una certa serenità. E non solamente io. E’ solo una sensazione, me ne rendo conto, ma… è così forte, che non riesce a darmi pace…»

   «Principessa…» mormorò flebilmente il ragazzo che le stava accanto, senza allentare mai la presa che aveva fra le mani.

   Sakura avvertì il turbinio di emozioni che scuotevano l’animo del compagno, e subito volse il capo verso di lui. «Shaoran-kun…» lo chiamò. E quando ebbe la sua attenzione, gli fece dono di un sorriso. «Grazie per tutto quello che fai sempre per me, Shaoran-kun.»

   «E’ mio dovere, Principessa» rispose composto lui, ricambiando il sorriso con sincera tenerezza.

   Lei, allora, si levò sul gomito per tirarsi su a sedere, aiutandosi anche con l’appoggio della mano sinistra, ancora dolcemente intrappolata fra quelle dell’archeologo. «Non dire così» lo riprese, infine. «Io non voglio il tuo aiuto soltanto perché pensi sia tuo dovere restarmi accanto.»

   «Ma… Principessa…»

   Sakura scosse violentemente il capo e subito lo fissò con stizza. «Noi siamo amici, Shaoran-kun?»

   Shaoran ammutolì, sgranando gli occhi. «A… “Amici”?» balbettò poi.

   L’altra annuì, lo sguardo accigliato. «Siamo amici, vero? Perché, se anche inizialmente mi hai aiutato perché ti sentivi in dovere di farlo, adesso è passato diverso tempo, e… e adesso direi che siamo diventati amici. Non lo credi anche tu?»

   Il cuore del ragazzo rallentò gradatamente i battiti che avevano accelerato in seguito a quel discorso, convinto che Sakura si stesse riferendo al passato. Sentendo il resto delle sue parole, però, fu libero di tirare un sospiro. Se di sollievo o di rassegnazione, non poté stabilirlo. Sorrise alla fanciulla, come a volerla tranquillizzare. «Sì» rispose solamente. Anche se non serbava più alcun ricordo del tempo trascorso insieme a lui da che si erano conosciuti da bambini, Sakura reagiva nei suoi confronti esattamente come aveva fatto anni prima.

   La vide illuminarsi all’istante. «Sono felice di sentirtelo dire!»

   In quell’istante, la porta si riaprì con prepotenza, facendoli sobbalzare, ed una fila di imprecazioni raggiunse le loro orecchie, anticipando la folle corsa di Fay e di Mokona, seguiti a ruota da un Kurogane a dir poco furibondo. «Kuro-rin, non è mica colpa mia!» tentava di giustificarsi il primo della fila, mentre si nascondeva dietro ai due ragazzini, un sorriso sornione sulle labbra a simboleggiare l’assoluta mancanza di pentimento delle proprie azioni.

   «Chiudi quella ciabatta, o giuro che ti affetto e ti riduco a brandelli!» urlò il guerriero, fermandosi a pochi passi per non travolgere Shaoran e Sakura nella foga. «Se ti azzardi di nuovo a sparare una…» e qui l’autrice è costretta alla censura. «…simile, ti ammazzo! Hai capito?! Giuro sul mio onore che ti ammazzo!»

   «Puh! Kuro-rin s’è arrabbiato davvero, questa volta!» esclamò Mokona, saltellando sulla testa bionda del mago.

   Il sorriso di quest’ultimo si fece più largo. «Mi pareva di aver capito che non puoi più ammazzare nessuno… caro, Kuro-pippi» affermò, serafico come sempre, mentre al povero Kurogane saliva sempre più un ben conosciuto prurito alle mani grandi e forti, probabilmente al punto da poter stritolare ossa umane senza bisogno di arma alcuna.

   Shaoran, che insieme a Sakura aveva assistito alla scena con stupore e rassegnazione al medesimo tempo, fece la domanda del secolo: «Cos’è accaduto, Fay-san?»

   «Beh…» iniziò il biondino, accovacciandosi in terra accanto a loro, un dito verso l’alto come chi sta saccentemente per fare il punto della situazione. «Eravamo in città per cercare la Piuma, quando all’improvviso…»

   «Se parli, sei morto!» abbaiò Kurogane, additandolo con fare minaccioso, una fila di venuzze rigonfie a sfigurargli la fronte, il volto dai lineamenti spigolosi in fiamme.

   «Su, su, Kuro-chowchow. Non c’è mica bisogno di arrabbiarsi per niente» sorrise Fay, sempre più divertito dalla situazione.

   «E tu lo chiami “niente”?!» continuò a latrare il guerriero, furioso, pestando un piede in terra e facendo tremare l’intero stabile – una palazzina di due piani adibita a locanda per i viaggiatori.

   «Ma l’ho fatto per il bene comune, non capisci?» ridacchiò il mago, le mani sulle ginocchia tirate al petto. «Dovete sapere» riprese quindi nella sua spiegazione, anche se a voce molto bassa per non provocare ulteriormente i nervi del compagno. «che in questo posto, dove tutti portano sempre vestiti eleganti, c’è l’usanza di dare dei sontuosi balli in maschera.»

   «Che bello, che bello! Andremo vestiti tutti come fossimo a Halloween!» gongolò Mokona, agitando le zampine per aria per la contentezza.

   «“Halloween”?» ripeté Shaoran, battendo le palpebre, una delle mani ancora stretta a quella di Sakura. «Non l’ho mai sentito…»

   «Mokona mi ha spiegato che si tratta di una festa del suo mondo, in cui ognuno indossa un costume di un mostro o di un essere fatato, o comunque degli abiti molto diversi da quelli che è solito portare» chiarì Fay. «Anche nel mio mondo c’è una festa simile, anche se i costumi sono diversi da quelli descritti da Mokona.»

   «Vorreste andare ad uno di questi balli per cercare la Piuma della Principessa?» chiese il giovane archeologo, intuendo subito il piano del compagno, che prontamente annuì.

   «Più popolosi sono i posti in cui ci rechiamo, maggiori possibilità abbiamo di trovarla, giusto?»

   «Dovremo vestirci da mostri?» domandò invece Sakura, il capo inclinato sulla spalla.

   «No, no» rise Fay, rizzandosi sulle lunghe gambe sottili. «Solo con abiti molto ricchi ed una maschera in viso. Avremo bisogno di te, Sakura-chan, per procurarci il tutto. Qui i vestiti costano caro, sai?» Tacque per qualche istante, poi riprese. «Piuttosto, come ti senti, ora?»

   «Meglio» sorrise di cuore la fanciulla.

   «Oh, lo vedo» insinuò lui, abbassando lo sguardo sulla mano di lei, ancora in quella di Shaoran. Accortisi entrambi della sua espressione, i ragazzini ritirarono contemporaneamente il braccio, senza commentare e lasciando sorridere di nuovo Fay per la loro ingenuità e la loro tenerezza.

   Tuttavia Mokona fu meno delicata, e cominciò a gongolare e a prenderli bonariamente in giro, trotterellando sul letto e decantando la bellezza dell’amore e dei suoi seguaci.

   E mentre la Principessa, imbarazzata, nascondeva il viso in fiamme contro le ginocchia, Shaoran tentò di cambiare discorso. «Ehm… Piuttosto!» esclamò, alzandosi dalla sedia che aveva accostato al letto quando vi aveva adagiato Sakura priva di sensi. «Per partecipare a questo tipo di feste di cui ci ha parlato Fay-san, occorre un invito o un lasciapassare?»

   Kurogane imprecò a labbra strette e distolse lo sguardo, gettandosi a sedere in terra, vicino l’uscio della stanza, ancora spalancato. Shaoran e Sakura, che ora aveva ritrovato il coraggio di allungare un occhio per prestare maggiore attenzione a quel che le accadeva intorno, lo guardarono stupiti, mentre Mokona riprendeva a ridere e a ripetere: «Kuro-rin è furioso! Kuro-rin è furioso!»

   «Taci, maledetta bestiaccia!» gridò il poveretto, mostrando il pugno.

   Fay non si scompose, invece, e continuò a sorridere come suo solito. «Beh, Shaoran-kun… Non servono né inviti né altro. Tuttavia, esiste una condizione per poter partecipare ai vari balli che si tengono qui.»

   «E sarebbe?»

   «Essere in coppia.»

   «Beh, noi siamo in quattro» osservò il ragazzo. «Cioè, saremmo in cinque, ma non credo che Mokona potrà essere considerata un invitato, dico bene?»

   «Precisamente» convenne il mago, prendendo fra le braccia la bestiola, finalmente ammutolitasi. «Mokona sarà con noi, logicamente, ma come una mascotte. Così potrà anche sentire l’eventuale presenza della Piuma.»

   «Mokona fa la mascotte! Mokona fa la mascotte!» zampettò nel vuoto quella, tutta contenta.

   «Quindi basta procurarci gli abiti, e tutto è risolto, giusto?»

   Di nuovo Kurogane grugnì. «A dire il vero… le coppie devono essere “coppie”. Capisci cosa intendo, Shaoran-kun?» domandò Fay, sempre più divertito dalla situazione.

   Il giovane archeologo rimase in silenzio per qualche attimo. «Intendi… coppie miste?»

   «Esatto.»

   «E come faremo?» chiese ancora, le sopracciglia inarcate sugli occhi.

   «Tu potrai presentarti con Sakura-chan, così potrai anche tenerla d’occhio, che ne dici?» rispose il maggiore, strizzandogli un occhio ed inducendolo così ad abbassare lo sguardo per il lieve imbarazzo che quel gesto aveva causato. «Riguardo me e Kuro-pun, invece…» e il tono della voce di Fay qui si fece canzonatorio.

   «Non ho alcuna intenzione di andarci con te, razza di cretino!» si sgolò a quel punto Kurogane, rivelando così l’arcano del proprio malumore – non che solitamente il guerriero fosse tutto scherzi e sorrisi come il biondino che tanto diceva di non sopportare – i nervi sempre più a fior di pelle.

   «Beh, ma allora dovremmo sbrigarci a trovare una dama a testa, altrimenti rimarremo tagliati fuori» gli fece notare il mago, mentre Mokona ricominciava a prendere per i fondelli il rude spadaccino con frasi del tipo: “Sììì! Mettiamo una parrucca con boccoli d’oro a Kuro-pun!”

 

Ed in quel mentre, Shaoran Li, il ragazzo della nostra dimensione, venuto da Hong Kong, e che all’epoca risiedeva nel Giappone che tutti noi conosciamo, starnutì inspiegabilmente.








Rieccomi ad aggiornare! ^^
Come al solito mando un bacio a:
Dany92: Sì, esattamente: d'ora in poi la storia prende il via, e le vicende di entrambe le dimensioni cominceranno a convergere in un unico punto. ^^
Killkenny: Kenny! XD Quanto tempo! Sono contenta che la ff piaccia anche a te! Mi chiedi del possibile pairing Eriol/Tomoyo... beh, a onor del vero non sono una fan di questa coppia, ma unicamente perché non ci ho mai pensato... ^^; Non so dirti come si evolveranno le cose, per cui non mi sento di escludere assolutamente nulla (c'è però da dire che, per mantenere l'IC dei personaggi, la vedo difficile poter approdare ad una Eriol/Tomoyo).
sakura182blast: Spero che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento, e spero che continuerai a sostenermi anche per i prossimi! ^^
kia85: Anche a me piace un sacco Watanuki! XD Riguardo i suffissi, a dire il vero l'ho fatto di proposito ad omettere il "-kun" di Sakura Kinomoto nel suo modo di chiamare Shaoran: è un espediente che uso per differenziare il legame che c'è fra le Sakura e gli Shaoran dei due universi. Questa mia scelta avrà un suo peso più in là. ^^
LizDreamer: Eheheh... Yuuko e Watanuki avranno un ruolo importante all'interno della trama, quindi resteranno in pianta stabile nella storia. Spero solo di riuscire a caratterizzarli bene... ^^;
Kairi84: Aspetta! Frena! Che vuol dire che non devo far soffrire Yuuko?! O_O Perché dovrei farlo, soprattutto?! O_O
piajoe22: Grazie mille per il commento! ^^ Spero davvero che questo binomio "Tsubasa RC"-"CCSakura" sia all'altezza delle tue aspettative!
Ringrazio tutti i lettori e mi congedo annunciandovi che non so se riuscirò ad aggiornare prima di mercoledì (ho un esame all'università, ahimé! ç_ç). Potrei anche riuscire a farlo, dal momento che la stesura della ff al momento è pronta fino al capitolo 10, ma non lo do per certo.
Spero di non deludervi mai. ^^
Shainareth

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Capitolo 7
*** Capitolo Quinto ***


Sakura, Shaoran and Love Memory

 

 

CAPITOLO QUINTO

 

«Bene, bene» cominciò la donna, stiracchiandosi, prima di lasciarsi andare a peso morto su un divano di velluto rosso addossato alla parete della grande stanza in cui aveva fatto accomodare i suoi ospiti. Pareva finalmente pronta a fornire delle spiegazioni. Due ragazzine dal buffo colore di capelli saltellarono attorno ai nuovi arrivati e portarono dei vassoi con tè e dolcetti di vario genere. La maga si accigliò. «Che fine ha fatto Watanuki?»

   «Ha detto che tornava subito» rispose Maru, la bambina dalla chioma cerulea raccolta in due buffi codini.

   L’altra ragazzina le fece subito da eco. «Ha detto che tornava subito.»

   «Tské! Quello scansafatiche…» sbadigliò Yuuko, rotolandosi a pancia sotto per cercare una posizione più comoda. «Moro, tesoro… mi prenderesti la pipa? Mi secca alzarmi per farlo da sola…» mugugnò pigramente, rivolgendosi alla seconda bambina, quella con i capelli rosa, che subito si adoperò per servirla prima di appoggiarsi al bracciolo del divano, esattamente come stava facendo anche Maru.

   La porta alle spalle degli ospiti si spalancò con un colpo secco. «E sarei io, lo scansafatiche…» ringhiò Watanuki, entrando con un’espressione decisamente imbronciata. Sakura rabbrividì di nuovo, accostandosi ulteriormente a Shaoran; il quale subito si accorse del suo turbamento, ma non fiatò. Watanuki si avvicinò a Yuuko e le passò una bottiglia di saké. «Visto che quello che avevo preso ieri l’hai già finito, ero andato a comprartene dell’altro. To’, ingozzati.»

   La donna rise di gusto e prese la fiasca con la mano sinistra – nella destra stringeva ora un lungo bocchino di color rosso scuro, i particolari rifiniti in oro intarsiato. «Potrei decidere di alzarti lo stipendio, sai?»

   «Vorrai dire a darmene uno, visto che non mi passi uno yen, brutta taccagna!» grugnì ancora Watanuki, facendola sorridere con fare bieco.

   «Eheheh… infatti ho detto “potrei”. Senza contare che sei tu quello che deve qualcosa a me» precisò la maga, mandandolo come sempre su tutte le furie. Pareva si divertisse a provocarlo. Sakura, Shaoran e Tomoyo guardavano la scena in silenzio, lo sguardo perplesso. L’unico che sembrava realmente circospetto era Kero-chan, che, tornato nella sua forma provvisoria di peluche, da un pezzo fissava con occhio torvo i biscotti serviti poc’anzi insieme al tè. Yuuko si volse nella loro direzione. «Guarda che maleducato, che sei, Watanuki… Abbiamo ospiti e tu ti diverti a fare tutti questi capricci.»

   I tre ragazzini di Tomoeda si domandarono se Watanuki non si fosse al fine deciso a schiaffeggiarla. Tuttavia egli non lo fece, e, pur imprecando fra i denti, si avvicinò loro, prese fiato per calmarsi, ed iniziò a servire il tè, scrutando di sottecchi soprattutto Shaoran e Sakura, volti a lui tremendamente familiari.

   E per l’ennesima volta, Sakura avvertì un brivido che la scosse da capo a piedi e che la costrinse ad afferrare il braccio di Shaoran. Questi, però, persistette nel suo mutismo, limitandosi a pazientare e a sopportare la stretta d’acciaio che la ragazzina aveva su di lui.

   Non avvertendo nulla di particolare, a differenza loro, Tomoyo si precipitò ad aiutare Watanuki nel versare l’infuso nelle tazze, lasciando il giovane esterrefatto: finalmente qualcuno con un po’ di cuore, pensò commosso. «Grazie, ma non occorre. Siete nostri ospiti» sorrise, rivelando così di essere molto diverso dal ragazzo musone ed iracondo che appariva quando Yuuko gli parlava. Era palese che il loro rapporto non fosse propriamente dei migliori. «Solo… state ben attenti a non chiedere qualcosa a quella megera, o finirete con il rimetterci come è successo a me» e qui, al sol pensarci, una piccola vena prese a pulsargli sulla tempia.

   «Ehi, lavapiatti» proruppe la donna, piantandogli il piede scalzo sulla nuca e spingendogli la testa verso il basso. «Ti ho detto di farmi da cameriere, non di sparlare di me ai miei ospiti» avvertì, accigliata. «Piuttosto, hai chiamato Domeki-kun come ti avevo chiesto di fare?»

   «Ha detto che non poteva venire perché aveva gli allenamenti, quindi…» aveva preso a rispondere l’altro, scostando il piede della maga con fare seccato.

   Yuuko rovesciò la testa all’indietro. «Questo sì, che è un guaio…» sospirò, una mano sugli occhi. «Così la piccola Sakura-chan morirà di paura…»

   «Eh? E perch…?»

   Ma la domanda di Watanuki non poté essere formulata nella sua interezza, perché la piccola Sakura-chan ululò, le lacrime agli occhi, affondando le unghie nel braccio del suo protettore e spaccando i timpani di quest’ultimo.

   «Quindi… è… vero…» annaspò Shaoran, cercando di salvare qualche brandello di carne del suo povero arto. «Ahi, Sakura! Mi fai male!» si lagnò, senza riuscire ad ottenere una tregua. Sospirò, rassegnato, quando constatò che la fanciulla aveva preso a tremare come una foglia, il viso nascosto contro la sua spalla.

   Tomoyo, preoccupata, li osservava con occhi sgranati. «Ma… che succede…?»

   «Tu riesci a vedere i f… ehm… quelle cose, vero?» domandò Shaoran, rivolto a Watanuki che, come Tomoyo, non ci aveva ancora capito un’acca.

   «Intendi i fantasmi?» rispose ingenuamente lui, non sapendo che, a pronunciare quella parola, si correva il rischio di dover vedere il cinesino uscire di lì con un braccio in meno. E di avere dei danni permanenti all’udito di tutti, oltretutto.

   Un secondo ululato si levò per la casa, e Sakura si gettò completamente addosso a Shaoran, rischiando, con quel gesto istintivo, di: a) rompergli il naso con una testata; b) soffocarlo con un abbraccio troppo appassionato; c) castrarlo con una ginocchiata dalla violenza di un proiettile. Di certo, Shaoran rimpianse di non aver ascoltato gli avvertimenti di Cerberus riguardo la pericolosità di quel luogo…

   E mentre Yuuko, Moro e Maru ridevano, trovando la scenetta divertente, Watanuki sudava freddo, credendo di aver a che fare con un’altra malata di mente. «Sakura-chan ha una paura folle dei fantasmi» gli bisbigliò Tomoyo, rendendolo finalmente partecipe delle cause scatenanti quella tortura ai danni del loro unico ospite di sesso maschile – e chissà per quanto ancora egli avrebbe potuto vantarsi di appartenere a quel genere.

   «Ah…» mormorò il giovane occhialuto, esterrefatto. «Certo… anche a me non piacciono, ma…»

   «Shaoran-kun, se cerchi vendetta, sappi che Watanuki non riesce soltanto a vederli, ma li attira a sé come fossero amanti focosi» intervenne allora Yuuko, seria, omettendo per ovvie ragioni il soggetto del discorso. «E’ per questo che ti avevo detto di chiamare Domeki-kun, stupido!» inveì poi, colpendo di nuovo col piede il proprio sottoposto. «Fortuna che qui c’è un’ottima barriera protettiva.» Un attimo dopo, però, incurante degli insulti dell’aiutante, si rivolse nuovamente ai tre forestieri, le spalle gettate all’indietro, i gomiti poggiati allo schienale del divano, le gambe seminude accavallate in modo terribilmente seducente. Sorrise e prese finalmente a parlare. «Dimmi un po’, bambina…» iniziò, rivolta alla piccola Sakura, seduta sul canapè dirimpetto a quello su cui si crogiolava la bella donna. O per meglio dire, sdraiata su un sofferente Shaoran, a sua volta seduto scompostamente sul canapè dirimpetto a quello su cui si crogiolava la bella donna. «Cos’è che ti ha spinto fin qui?»

   La ragazzina cercò allora di calmarsi, mossa a pietà anche da un disperato appello da parte di Shaoran per aver salva la vita. «Ecco, io…» farfugliò, abbassando il visetto ma tenendo comunque le iridi chiare intrise di lacrime incollate a quelle della maga.

   «Se lo sai, perché glielo chiedi?» intervenne finalmente Kero-chan, che per tutto il tempo era rimasto in silenzio. Era ora intento ad annusare i dolci che le bambine avevano portato loro, lo sguardo rivolto alla donna.

   Yuuko lo guardò con fare bieco. «Sei tale e quale a quell’antipatico del tuo creatore… Tské, guarda che brutto muso che ti ritrovi…»

   «Che cosa hai detto?!» urlò la bestiola, balzando in piedi come volesse scagliarsi contro di lei.

   La strega gettò il capo all’indietro con fare superiore. «Sei maleducato come quel maguncolo da quattro soldi» rincarò la dose, infischiandosene di provocare ulteriormente i nervi del suo interlocutore. «Scommetto che non sei buono nemmeno a fare magie elementari» lo canzonò, ridendo senza ritegno.

   Kero-chan fu davvero sul punto di volare a rotta di collo verso di lei per fargliela pagare, ma Sakura lo prese per la collottola e lo sbalzò in grembo al povero Shaoran – al quale lei stessa rimaneva vergognosamente incollata – raccomandandogli di stare calmo. «Ma hai sentito cos’ha detto del Maestro?!»

   «E’ chiaro che lei e Clow Reed-san non sono stati amici, in passato» commentò Tomoyo, ringraziando ed accettando poi la tazza che Watanuki le porgeva con gentilezza.

   «In effetti sarei curioso di sapere in che rapporti era con Clow Reed» convenne Shaoran, evidentemente riuscito ad entrare di nuovo in possesso della facoltà di parlare, oltre che di respirare; guardò la donna con fare accigliato e scostò bruscamente di lato Cerberus per via della solita antipatia che i due provavano l’uno verso l’altro.

   Yuuko fissò gli occhi cangianti su di lui e rimase in silenzio per qualche istante. «Sai,» cominciò poi, il tono della voce molto più rilassato. «gli somigli molto. E’ proprio vero che l’anima resta sempre la stessa. Lo vedo dai tuoi occhi. Sono molto belli.»

   «Prego?» cadde dalle nuvole il ragazzo, non comprendendo a cosa lei potesse riferirsi.

   La donna sorrise, curvandosi in avanti e poggiando il volto sul palmo della mano destra, il gomito sul ginocchio. «Lascia perdere, probabilmente lo capirai fra qualche tempo» rispose, spolverando via la questione e lasciando Shaoran parecchio confuso. «Immagino che sia il caso di presentarci, dico bene? I nomi di questa dolce fanciulla e del suo prode cavaliere li conosco già, come conosco bene anche quella bestiaccia pulciosa dal muso di maialino…» provocò divertita in direzione di Kero-chan, di nuovo messo a tacere dalla mano di Sakura. «Questa graziosa signorina, invece, mi è parzialmente sconosciuta» riprese la maga, posando lo sguardo su Tomoyo.

   Questa sorrise e chinò il capo. «Mi chiamo Tomoyo Daidoji, signora.»

   «Sei una loro cara amica, suppongo, altrimenti non saresti potuta arrivare sin qui, visto che non avverto alcuna forza magica in te» concluse la maga. «E dire che la bella principessa del Giappone sa il fatto suo…» sospirò poi, un vago sorriso sulle labbra sottili. «Bene, ora tocca a me: molti mi conoscono come “La Strega Dimensionale”, ma il mio nome, vero o falso che sia, è Yuuko Ichihara. Conoscevo molto bene il creatore delle Carte Magiche ora in tuo possesso, Sakura-chan, e posso assicurarti che, per tua fortuna, non assomigli per nulla a quel ciarlatano del tuo predecessore. Possiamo dire che eravamo rivali…» spiegò in maniera spiccia. «Anche se ovviamente il mio potenziale magico era di gran lunga superiore al suo» concluse, baldanzosa.

   «Ma se, mentre il Maestro usava sia il potere del Sole che quello della Luna, il tuo si fermava solamente a quello della Luna…» la corresse con fare istigatore la Bestia del Sigillo, convenendo finalmente che i biscotti servitigli non erano affatto avvelenati, ed addentandone uno.

   Yuuko gli scoccò un’occhiataccia. «La magia che sfrutto è molto più efficace di quella di quel ciarlatano. Se fossi stata io a crearti, oltretutto, ti avrei fatto meno permaloso e meno antipatico.»

   «Senti da che pulpito viene la predic…!» e di nuovo Sakura fu costretta a tappare la bocca al Guardiano del Sole.

   «Adesso basta, Kero-chan! Non essere maleducato!»

   «Ma è stata lei ad iniziare!»

   «Vorrei ricordarti che sei stato tu ad insinuare ch’io fossi pericolosa per la tua cara padroncina» sbadigliò nuovamente la maga, tornando a stendersi lascivamente sul divano e portandosi la bottiglia alle labbra. Rimase per qualche attimo pensierosa, poi tornò a rivolgersi a Sakura. «Dimmi, piccola… Cos’è che ti ha guidato sin qui?»

   «Una voce» affermò infine la ragazzina, fattasi più sicura – ma non tanto da lasciare andare il proprio rifugio umano. Checché ne dicessero Kero-chan e Shaoran, quella donna non le pareva affatto malvagia, e Sakura aveva ormai imparato a fidarsi del proprio istinto che mai, in passato, l’aveva tradita. «Una voce… molto triste…»

   Yuuko la fissò con estremo interesse, le lunghe ciglia che nascondevano in parte le pupille scure. «E pensi di averla trovata?»

   «Sì» confermò Sakura, attirando l’attenzione di tutti su di sé. «Si trova qui.»

   «Ne sei proprio sicura?» Lei assentì, e la maga spostò lo sguardo su Shaoran. «E tu? Anche tu avverti qualcosa?»

   Anche lui annuì. «Dapprima non sentivo nulla, ma non appena ci siamo avvicinati a questo posto, ho cominciato ad avvertire anch’io una sorta di richiamo. Non so a chi appartenga questa voce, ma sembra… stia piangendo» si rammaricò, terribilmente a disagio per la malinconia che continuava a penetrargli l’anima.

   Yuuko tornò a scrutare Sakura. «Tu sai a chi appartiene quella voce, non è vero?»

   La ragazzina rimase in silenzio per alcuni istanti. Infine, rimettendosi a sedere in modo parzialmente composto e calando le ciglia sul viso chiaro, sussurrò con voce malferma: «E’ mia.»

   Un sorriso comparve sul volto della Strega.








Rieccomi! @_@
Uscita pressocché indenne dal primo esame della sessione, finalmente riesco ad aggiornare... anche se sono talmente rimbambita dallo studio e dallo stress che non garantisco un perfetto binomio di grammatica e sintassi in questo capitolo...
LizDream: Anch'io ho immaginato Kurogane con i boccoli e la cosa mi ha causato un leggero trauma! XD
sakura182blast: Sì, ho visto la prima serie dell'anime (che puoi trovare presso questo link: http://www.unlimitedbladeworks.com/ ). E' molto ben realizzata, sotto tutti i punti di vista, anche se personalmente continuo a preferire il manga (ma solo perché odio i filler in genere).
piajoe22: Oddio, che paragone! Bwahahahahah! XDDD Ovviamente non ti dico cosa succederà. ù_ù
Dany92: Questo capitolo di dolce ha ben poco, ma spero che sia almeno divertente... ^^;
Kairi84: Ah, ecco! Adesso è chiaro! ...però... Andiamo, se Yuuko non tratta male Watanuki, non ci si diverte! XD Anche se lei la trovo perfida, quando lo fa! çOç Povero Watanuki... ç*ç
Killkenny: Sì, lo so: Tomoyo fa MOLTA più paura degli spiriti che vede sempre Watanuki! XD Per quanto riguarda il pairing... non so, ci dovrei pensare... Soprattutto, però, dipende da come si evolverà la storia. Lo sai che le mie ff si scrivono da sole e che i personaggi fanno di testa loro... ^^;
kia85: Hai capito chi saranno le loro dame? Sul serio? ò_o Se sì, dimmelo, ti prego! Poi ti spiegherò il perché della mia curiosità! XD
Bene, e per questa volta è tutto... Mi scuso, anzi, se sono stata poco prolissa, ma sono stanca! çOç Cercherò di rifarmi la prossima volta. ^^
Grazie a tutti i lettori e a tutti voi che continuate a commentare. ^*^
Shainareth

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Capitolo 8
*** Capitolo Sesto ***


Sakura, Shaoran and Love Memory

 

 

CAPITOLO SESTO

 

Sakura, la mano appoggiata al braccio del suo cavaliere, una graziosa maschera rosa a forma di farfalla stilizzata sul nasino, prese a guardarsi attorno con occhi sgranati, ammirando con estrema meraviglia la sontuosità della sala in cui si trovavano ora. Per quel che poteva ricordare, al castello né suo padre né suo fratello avevano mai dato feste tanto sfarzose per non sperperare inutilmente il denaro del popolo. Dopotutto, ripetevano, le entrate al castello servivano unicamente per la prosperità del Regno, e quindi per migliorare la vita della gente, e non per il futile divertimento dei sovrani e dei loro amici.

   Accanto a lei, Shaoran non riusciva a fare a meno di fissarla: definirla semplicemente “bella” non sarebbe stato sufficiente. Di lei gli erano da sempre piaciute la spontaneità, l’allegria, l’innocenza, la bontà di cuore; e non di meno, Sakura aveva un viso dolcissimo ed ogni suo sorriso era in grado di illuminargli l’animo, da sempre sprofondato in una misteriosa e fitta oscurità. Perdendo i suoi ricordi, Sakura era diventata come lui, senza un passato, ed era per questa ragione che Shaoran riusciva a comprendere perfettamente quanto ella dovesse sentirsi infelice. Tuttavia, ora voleva, doveva aiutarla, donarle una speranza, un sorriso, una carezza gentile, così come lei aveva fatto con lui allorquando si erano conosciuti, molti anni prima. A Sakura non era mai importato del passato di Shaoran, della sua vera identità: per lei, Shaoran era Shaoran, e nessuno al mondo aveva il diritto di parlar male di lui o di provare a separarli. Pur essendo la Principessa di un bel regno pacifico, pur essendo amata da tutto il popolo, era Shaoran il suo tesoro più prezioso, il bene più caro. Lui lo sapeva, ma doveva far finta di nulla: sarebbe risultato sconveniente, perché un suddito non avrebbe mai potuto ardire alla mano della propria sovrana. Eppure… eppure quell’incessante calore che avvertiva nel petto ogni qualvolta lei gli sorrideva o quando lui riusciva a stringerla a sé, era troppo forte per esser messo a tacere. E allora, l’unica cosa da fare era quella di portar pazienza e di pregare unicamente per la felicità della sua amata Principessa, del bene più importante che la vita gli avesse donato fino a quel momento. L’amava, e non poteva averla. L’amava, e doveva tacerlo persino a se stesso.

   Né, probabilmente, avrebbe mai potuto osare sperare in un finale diverso da quello, dal momento che i ricordi di Sakura che riguardavano lui ed il loro legame erano stati presi dalla Strega delle Dimensioni come pagamento per il viaggio che adesso li stava conducendo alla ricerca delle Piume delle Ali dell’anima della dolce Principessa. Per quanto Sakura si sforzasse di ricordare i suoi momenti più felici, quelli trascorsi insieme al suo Shaoran, lui non sarebbe mai più esistito nella sua memoria, non nei ricordi antecedenti a quel terribile incidente avvenuto fra le rovine del Regno di Clow. Il giovane ne era a conoscenza, e questo opprimente pensiero gli schiacciava il cuore.

   «Shaoran-kun» si udì chiamare, e subito si scosse, tornando con i piedi per terra.

   «Cosa c’è, Principessa?»

   «Qualcosa non va, Shaoran-kun?» domandò lei, le sopracciglia ripiegate quasi all’ingiù per il dispiacere di vederlo così scuro in viso, le labbra schiuse in attesa di una risposta che tardava a venire, una mano stretta al petto, segno che la preoccupazione per l’amico le procurava un vero e proprio dolore fisico.

   Il ragazzo le sorrise con tenerezza, come sempre. «Se voi state bene, allora sto bene anch’io. Per cui, state tranquilla e godetevi la festa.»

   La mano di Sakura salì a coprirle la bocca, il capo abbassato, gli occhi verdi che cercavano timidamente quelli scuri di lui. «Ma Shaoran-kun è preoccupato per qualcosa, ed io vorrei poterlo aiutare…»

   Di nuovo Sakura gli leggeva nell’anima, di nuovo una fitta al petto. «Io… voglio solo che voi possiate ritrovare al più presto i vostri ricordi. Tutti quanti…» aggiunse il giovane, confessando la verità e chinando lo sguardo. Sapeva che era cosa impossibile, e sapeva che era meglio non sperare così vanamente nel miracolo. Dopotutto Sakura stava lentamente tornando quella di un tempo, e pertanto più passava il tempo, più lei riprendeva a trattarlo come aveva sempre fatto; dunque, non era da escludere che il loro rapporto, seppur privo di un passato da una parte, potesse tornare a splendere come il sorriso della Principessa.

   E difatti almeno questo non tardò a rallegrare l’umore del devoto suddito. «Sei molto caro, Shaoran-kun. Ma non devi preoccuparti per questo, perché sono sicura che andrà tutto bene. Ti stai impegnando così tanto per me, che non può essere altrimenti. Sei… sì, credo che tu sia davvero un ottimo amico, Shaoran-kun. Sono stata fortunata ad incontrarti.»

   Il ragazzo strinse il pugno della mano destra, quella che gli ricadeva lungo il corpo, e serrò le mascelle nel tentativo di controllare le emozioni. «Vi ringrazio… Principessa» riuscì ad annaspare poi, costretto a trovare un certo equilibrio interiore per non dar nuova fonte di preoccupazione alla fanciulla. Ormai si era abituato a reprimere i sentimenti più forti. O meglio, era abituato a tenerli solo per sé, perché, per quanto si sforzasse, questi risultavano immancabilmente troppo smisurati per esser vinti dalla sola forza di volontà, sebbene Shaoran ne fosse provvisto in maniera impressionante.

 

Poco più in là, addossati ad una parete priva di finestre, i loro compagni rimanevano in silenzio, chi osservandosi attorno con curiosità e divertimento, chi maledicendo il giorno in cui si era deciso a prender servizio presso la Principessa Tomoyo, colei che lo aveva esiliato dal suo amato Giappone. Fay e Kurogane erano infine riusciti nella titanica impresa di trovare due dame: si trattava di due delle cameriere che lavoravano nella locanda presso la quale i nostri attualmente alloggiavano, e che, disinibite ed abituate alla compagnia degli sconosciuti, avevano di fatto espresso volontariamente il desiderio di andare alla festa con loro. La sfortuna, però, fu che nessuno dei due cavalieri – a differenza di Shaoran che ora guidava Sakura fra le altre coppie di invitati – aveva invero intenzione di condurle al centro della stanza da ballo; l’uno perché indolente, l’altro perché allergico a quel tipo di riunioni a scopo di mero divertimento. E così le due povere fanciulle erano rimaste non poco deluse dalla loro scelta e li fissavano con occhi carichi di bruciante risentimento.

   «Kuro-pun, potresti almeno concedere un ballo alla tua bella dama. Non vedi come ti guarda imbronciata?»

   «Fallo tu, se ci tieni tanto» fu la poco cortese risposta che seguì quella domanda. «Non sono uno a cui piace perder tempo, e questo posto mi urta i nervi.»

   «Kuro-pun è sempre molto nervoso.»

   «Piantala di chiamarmi in quel modo.»

   «Come vuoi, Kuro-pun.»

   «Ma brutto…!»

   «Oh» si meravigliò Fay, attratto da una bellissima ragazza che si faceva largo fra la folla, i lunghi capelli castani che ricadevano sulle spalle come una cascata, i grandi occhi intelligenti fissi verso di loro, un’eleganza ed un fascino fuor del comune. «Sembrerebbe proprio che non tutti siano stati costretti a presentarsi in coppia, per avere accesso a questo posto» commentò il mago, ignorando le minacce fisiche e verbali del proprio compagno.

   Questi, incuriositosi, gettò un occhio alla fanciulla, che, continuando ad avvicinarsi, si fermò infine a pochi passi da loro. L’abito che noi definiremmo in perfetto Stile Impero ne evidenziava la figura longilinea, e la luce degli splendidi lampadari di cristallo che illuminavano i gioielli con cui i suoi capelli erano stati impreziositi in occasione della serata, le conferiva un aspetto magnifico. Sorrise. «Benvenuti nella mia umile casa, forestieri. Il mio nome è Kendappa-o» iniziò quindi con le presentazioni, rivolgendosi ad entrambi, senza accorgersi – o forse ignorandole – delle loro dame; le quali, accecate da tanta eleganza, la fissavano tra l’ammirazione e l’invidia. «Spero non vi stiate annoiando.»

   «No, affatto, mia signora» rispose allora Fay, inchinandosi a lei per renderle omaggio. «E’ solo che il mio amico non è avvezzo a questo tipo di intrattenimenti, e allora rimanevo qui insieme a lui per fargli compagnia» spiegò, attirandosi, come si può ben immaginare, l’astio di Kurogane.

   «Nessuno ti ha chiesto di…!» stava per latrare quest’ultimo, prima di essere bruscamente interrotto dal compagno.

   «Permettete di fare le presentazioni anche per lui, mia signora. Il mio nome è Fay, mentre questo è Kuro-pippi.»

   Kendappa-o trasecolò, fissando il rude guerriero – che già aveva afferrato un candeliere da una delle tavole imbandite e minacciava di inglobarlo nel corpo del biondino. «Ku… Kuro-pippi?» ripeté la fanciulla, una mano alla bocca per non scoppiare a ridere. «Non è un nome molto virile, direi… e visto il suo aspetto, credevo si trattasse di un uomo forte…»

   Fay dovette intervenire per non lasciar fuoriuscire dalla bocca di Kurogane delle parole poco consone all’udito di una dama tanto graziosa e regale. «Piuttosto, vorremmo scusarci per esserci introdotti in casa vostra senza esserci presentati prima.»

   «Oh, nessun problema» sorrise lei, fissando di sottecchi il più alto dei due, forse ormai incuriosita dalla sua presenza. «Qui l’accesso è libero a chiunque sia amante delle feste.»

   «Scusate se mi permetto, ma non credete sia pericoloso per l’incolumità di qualcuno?» domandò Fay, il cervello sempre in moto. «Con tutto questo sfarzo, queste leccornie, questi gioielli… mi chiedevo se non potessero risultare delle ottime tentazioni per dei ladri o dei vagabondi.»

   Kendappa-o rise, e lo fece in maniera talmente graziosa che chi ebbe la fortuna di udirla, ne restò deliziato. «Tutt’al più potrebbero fare razzie di cibi, immagino, e non credo vi sia nulla di male in questo, anzi. Vedete, tra gli invitati vi sono anche molte guardie al servizio del nostro Imperatore.»

   «Oh, questo non lo sapevo. Costui dev’essere una persona d’animo molto nobile, se vi offre la propria protezione. Perdonate la mia ignoranza» s’inchinò nuovamente il biondo con il suo solito fare galante.

   «Non datevene pena, per carità. Non siete di qui, non potete certo conoscere la grandezza del nostro Imperatore. Egli è un uomo molto forte, sapete? Proprio il genere di persona che piace a me» sorrise affabilmente la fanciulla, rivolgendosi palesemente al giovane che ancora rimaneva in silenzio e che ora la scrutava con un sopracciglio inarcato, mentre Fay, essendo già arrivato al dunque prima di lui, se la rideva sotto ai baffi.

 

La bestiola scosse il buffo musetto. «Mokona non ha sentito nulla! Mokona non sa se qui c’è una Piuma!»

   Shaoran, in ginocchio di fronte a lei, non si perse d’animo. «Ma avverti qualcosa di strano, vero?» domandò. La stessa Sakura, quella sera aveva affermato di aver avvertito qualcosa; solo, non sapeva se ricollegabile alla voce che aveva detto di sentire quella mattina, o se invece riguardava unicamente la Piuma.

   «Mokona sente un potere molto forte, ma non sa da dove viene e non sa se si tratta della Piuma di Sakura-chan…» si rattristò la palletta di pelo bianca, accovacciata sulle ginocchia della Principessa.

   Questa le fece una carezza sulla testolina per tranquillizzarla, e Shaoran le sorrise. «Non crucciarti, Mokona: se la Piuma è qui, la troveremo. Tu tieni sempre i sensi allerta, d’accordo?»

   «Puh!» rispose lei, rianimandosi e lasciandosi coccolare dalla ragazzina, accomodata su di uno dei sedili presenti nella grande terrazza dei giardini pensili del palazzo di Kendappa-o. Si erano meravigliati per la grandezza di quel posto, ma quando avevano sentito dire da altri invitati che il palazzo imperiale era grande almeno il doppio, avevano strabuzzato gli occhi e le loro menti erano corse a fantasticare su quale meraviglia doveva celarsi dietro le alte mura cinte da enormi cascate magiche disposte a protezione del castello. «Mokona si darà un gran da fare per aiutare Shaoran-kun e Sakura-chan! Mokona mantiene le sue promesse!»

   «Credete sia il caso di andare a curiosare al castello?» domandò Fay, le mani sul pomello a forma di testa di cavallo del bastone che aveva comprato insieme al vestito con parte dei soldi che Sakura aveva vinto a carte nella sala più grande della locanda in cui alloggiavano. I suoi occhi azzurri si levarono fino alle mura d’acqua del palazzo imperiale che si scorgeva il lontananza. «Visto il potere delle Piume, e visti i precedenti, non è da escludere che lì potremmo trovare qualcosa di interessante.»

   «Era quello che stavo pensando anch’io» rispose il giovane archeologo, rimettendosi in piedi. «L’unico problema è trovare un modo per essere ammessi a palazzo…»

   Il mago sorrise, gettando un occhio alla bella Kendappa-o che, qualche metro più indietro, teneva sotto assedio il povero – o il fortunato, a seconda dei punti di vista – Kurogane. «Direi che quello non è poi un problema insormontabile. Tutto sta ad affidarsi all’abilità di Kuro-pion: quella ragazza conosce bene l’Imperatore, potrebbe aiutarci.»

   «Credi che Kurogane-san ci aiuterà?» domandò Sakura, dubbiosa, osservando il giovane che gridava contro la bella padrona di casa di esser lasciato in pace.

   Fay alzò le spalle. «Forse se glielo chiedete voi due, con i vostri occhioni tenerosi, potrebbe cedere, sì» ammiccò verso i due ragazzini. Per quanto Kurogane apparisse duro ed impenetrabile, Shaoran e Sakura erano gli unici due ad avere il potere di fargli chinare la testa. Anzi, a onor del vero vi era una terza persona che riusciva in questa titanica impresa, e cioè la principessa Tomoyo. La differenza, però, stava nel fatto che quest’ultima non era avvezza ad usare metodi molto ortodossi per far ragionare il brutale guerriero dal burrascoso passato sanguinario.








Chiedo venia per il ritardo, ma non ho avuto molto tempo né per scrivere (anche se i capitoli fino al decimo, ripeto, sono pronti da un pezzo) né per la correzione del presente capitolo.
sakura182blast: Felice di esserti stata d'aiuto e grazie mille per i complimenti! :D
piajoe22: Eh, già! La voce che Sakura Kinomoto avvertiva, apparteniene nientemeno che a lei stessa! *O* Sono contenta di esser riuscita a suscitare una tale sorpresa a qualcuno! E sono ancor più felice di sapere che ti ho strappato un sorriso. ^^
Dany92: Wah, grazie anche a te! XD Ahimé, devi sapere che non son brava con le storie troppo serie, anzi... sono un disastro, e per di più non mi diverte neanche scriverle. Ergo, se non ci metto delle scemenze di mezzo, non sono io... ^^;
Killkenny: Mah, non lo so se devi invidiare o compiangere Shaoran... ma che mi dici di Kurogane, adesso? Lo invidi o lo compiangi? :P
kia85: ...no... dunque... cioé... effettivamente sarebbe stato molto più logico trovare una Tomoyo ed una Chii per quei due... però... come dire... ecco... non ci avevo minimamente pensato! O_O Oddio, che scema, che sono! XD Ma vabbé! Ormai ho scritto così, anche perché mi serve Kurogane piuttosto libero, per il momento! XD Grazie mille per i complimenti! Aspetto anche il tuo, di aggiornamento! ^^
Spero come sempre di non aver deluso le vostre aspettative. E spero anche e soprattutto di non deluderle d'ora in avanti, visto che la storia ormai sta prendendo il via.
Alla prossima e grazie ancora a tutti i lettori che per me non hanno ancora un nome! ^O^
Shainareth

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Capitolo 9
*** Capitolo Settimo ***


Sakura, Shaoran and Love Memory

 

 

CAPITOLO SETTIMO

 

«Questa voce… Questa voce è mia» ripeté Sakura, le ciglia calate sul volto, le mani giunte al petto. «Inizialmente la credevo soltanto una voce familiare, ma adesso ne sono certa: questa è la mia voce.»

   Shaoran la fissò con sguardo attento, il cipiglio corrucciato come al solito. Anche lui aveva dato un che di conosciuto a quel richiamo, ma di associarlo alla ragazzina non gli era mai passato per la testa. Se però lei l’affermava con tanta sicurezza, allora era la verità: quella era la voce di Sakura. Solo… perché era tanto triste? Cosa poteva farla struggere in quel modo? Cosa poteva provocarle tanto dolore? A sentirla invocare aiuto, c’era da straziarsi il cuore.

   «Com’è possibile?» domandò Tomoyo, stupita. «Come può essere la tua voce, Sakura-chan?»

   «Io… non lo so» rispose lei, riaprendo gli occhi e fissando un punto imprecisato verso il basso, le braccia che tornavano a rilassarsi in grembo.

   «Che trucco è mai questo?» si insospettì a quel punto Kero-chan, scoccando un’occhiata torva alla bella maga che continuava a sedere di fronte a tutti loro. «E’ chiaro che c’è il tuo zampino in tutta questa faccenda, non è forse così?»

   Yuuko rise, poggiando la testa alla mano, il gomito sullo schienale del divano. «Sei così ottuso da non riconoscere la voce della tua padrona?» lo provocò. «Quel mago da quattro soldi che ti ha creato, dopotutto, non ha fatto poi questo gran lavoro, se una delle sue creature risulta essere difettosa.»

   «Che hai detto?!» ruggì l’altro, scattando in avanti, pronto a prendere le proprie sembianze originali. E questa volta riuscì nel suo intento, balzando giù dalle gambe di Sakura e scavalcando il tavolino su cui Maru e Moro avevano servito il tè ed i pasticcini.

   «Kero-chan!» gridarono in coro Sakura e Tomoyo, saltando in piedi per lo spavento. Watanuki, meno coraggioso, indietreggiò di qualche passo per la sorpresa, mentre le due bambine, Shaoran e Yuuko, invece, restarono al loro posto, chi ancora accigliato, chi sorridente.

   «Credi di farmi paura assumendo il tuo vero aspetto, Cerberus?»

   «Bada a come parli, donna!» ringhiò quest’ultimo. «Se provi a fare qualcosa a Sakura, giuro che te la faccio pagare cara!»

   La maga sbuffò, contrariata. «Non mi pare di aver mai fatto del male ad una mosca, prima d’ora. Figurarsi se posso dar noie ad una ragazzina tanto adorabile» precisò subito. «Sakura-chan,» riprese, indignata, spostando lo sguardo su di lei. «la prossima volta che vieni a trovarmi, per favore, invece di questa palla di pelo, portati dietro il Giudice: per quel che ricordo Yue è incommensurabilmente più amabile ed affascinante di questo brutto muso bavoso.»

   A Kero-chan saltarono i nervi. Ma non come sarebbero saltati ad un enorme felino famelico, quanto ad un bambino viziato ed immaturo. «Tutto questo è dovuto al vostro maledetto influsso lunare!» starnazzò, battendo una zampa in terra e facendo tremare tutto, le porcellane tintinnarono, Tomoyo perse l’equilibrio e ricadde seduta sul canapé. «Io sono molto più bello e adorabile di lui!»

   Yuuko scoppiò a ridergli in faccia, e Sakura, aiutata questa volta da Shaoran, fu costretta a gettare le braccia al collo alla Bestia del Sigillo per evitare che questa saltasse addosso alla bella maga. «Kero-chan, adesso basta! Lasciale spiegare la situazione! Voglio capire cosa sta succedendo!»

   «Succede che questa donnaccia si sta prendendo gioco di noi!» insistette Cerberus, calmando un po’ i bollenti spiriti per non travolgere la piccola Sakura nella foga.

   «Io non mi prendo gioco di nessuno, brutto screanzato» si imbronciò nuovamente Yuuko, fissandolo in tralice, gli occhi ristretti in due fessure. «Domanda al ragazzo se le sensazioni di Sakura sono sbagliate o meno.» Sentendosi chiamato in causa, Shaoran tacque gli insulti che stava amorevolmente ringhiando all’orecchio di Kero-chan, al fine di farlo star buono, e alzò lo sguardo su di lei. «Poco fa hai asserito di sentirla anche tu, quella voce, dico bene? Dunque, puoi confermare le parole di Sakura-chan?»

   «Sì» annuì il ragazzo, allentando la stretta attorno al collo di Cerberus. «Anche se mi ha sorpreso molto, adesso riesco a distinguere bene la sua voce» affermò, perplesso. «E tuttavia…»

   «Tuttavia?» lo invitò a continuare Yuuko, rilassando i lineamenti del viso.

   «Tuttavia, anche se questa voce appartiene a Sakura, ha in sé qualcosa di diverso.»

   La donna sorrise di nuovo, allo stesso modo in cui aveva sorriso quando Sakura aveva capito che la voce che l’aveva guidata sin lì apparteneva a lei stessa. «La stessa anima…» sussurrò Yuuko, attirando la tacita attenzione di tutti. «La forza dei tuoi sentimenti è immensa» continuò la maga, alzando il tono e tornando a sedersi in maniera composta, le lunghe gambe seminude accavallate, pipa e saké ancora fra le dita. «Invidio molto la tua bella, sai?» scherzò a quel punto, regalando un sorriso carico di tenera malizia ai due ragazzini, che subito chinarono lo sguardo con fare impacciato. «Riconoscere la voce della persona che si ama e tuttavia comprendere che non si tratta di lei… Non lo trovi un po’ un controsenso?»

   Shaoran scosse il capo. «Non so spiegarlo, ma anche se si tratta della voce di Sakura, sono certo che non appartiene a lei. Non alla mia Sakura, per lo meno.»

   «Cielo, ma io lo mangerei di baci, uno così!» uggiolò a quel punto Yuuko, gettandosi in ginocchio davanti al ragazzo e prendendogli il viso fra le mani. «Sono commossa da tanta dedizione!» esclamò ancora, strusciando estasiata il proprio volto a quello di lui.

   «E-Ehi!» protestarono all’unisono Shaoran e Sakura. L’uno imbarazzato, l’altra gelosa forse per la prima volta in vita sua.

   «Ma perché devi sempre comportarti in modo assurdo?!» intervenne Watanuki, accorrendo per salvare una crisi matrimoniale. Prese la maga per la vita e la staccò a forza dal poveretto. «Ci mancava solo che saltassi addosso agli ospiti! Che altro ti metterai a fare, la prossima volta?! A danzare nuda per strada?!»

   Yuuko rise. «Chi ti dice che non l’abbia già fatto, scusa? E comunque, mio caro, tu non puoi capire: non possiedi i poteri della Luna, e perciò non puoi rimanere affascinato da quelli di questo bel giovanotto. Anche se ha lo stesso sangue di quell’impostore…» ringhiò poi, fra i denti.

   «Sì, ma questo “bel giovanotto” ha già un’innamorata» osservò Tomoyo, divertita dalla situazione e dalle smorfie dovute all’imbarazzo, alla gelosia e al disagio che Sakura e Shaoran stavano sfoggiando una dopo l’altra.

   «Oh, ma non ho alcuna intenzione di mettermi di mezzo, figurarsi» li rassicurò la maga, ancora in terra, trattenuta per le braccia da Watanuki, in piedi dietro di lei. «Quando due persone sono destinate a stare insieme per sempre, non c’è verso di dividerle» spiegò, tornando seria e rimettendosi finalmente in piedi. «Anche per gli altri due è così» aggiunse a mezza voce, dando un tono misterioso a quelle parole.

   «Gli altri due?» ripeterono Shaoran e Sakura, osservando la donna con fare stupito.

   Lei sorrise loro con affetto sincero. «Lo capirete presto.» Volse le spalle agli ospiti e prese a muovere i passi verso una grande tenda scarlatta. «Per oggi direi che possiamo salutarci qui.»

   «Cosa…?»

   «Ci rivedremo la settimana prossima, non preoccupatevi. Per il momento, però, è meglio che andiate.»

   «Ma quella voce…» provò a protestare Sakura, rimettendosi in piedi anche lei.

   Yuuko volse il capo nella sua direzione, l’espressione del viso serena. «Non è ancora il momento, mi spiace.»

   «Ci stai prendendo in giro, ammettilo!» incalzò ancora Cerberus.

   «Ti sbagli. E te ne accorgerai presto» ribatté la donna, aggrottando nuovamente le sopracciglia. «Ad ogni modo, Sakura-chan…» riprese, tornando a sorridere alla ragazzina. «Non temere: andrà tutto bene.»








Di nuovo qui! Ahimé, non sono ancora riuscita ad andare avanti con la storia per via di alcuni problemi che mi hanno anche costretto a rimandare un esame... che seccatura! Vabbé, l'importante è che sia passata e che d'ora in poi io possa dedicarmi di più alle ff!
KillKenny: immagino che invidierai Shaoran anche in questo capitolo, eh? :P Grazie per i voti alti che dài alla mia ff!
Kia85: sto gongolando come una demente a sapere che sono riuscita a comunicarti dei sentimenti tanto forti! ** Ne approfitto anche per chiederti scusa se sono ferma con la lettura della tua ff, ma i problemi di cui sopra mi hanno tenuta lontana dal PC. Rimedierò quanto prima, forse oggi stesso! ^^
piajoe22: per quel che ne so, Kuro-pion potrebbe vestirsi comunque da donna più in là... giuro che non ne ho idea! XD Ho solo pensato che un uomo virile ed orgoglioso come lui non sembra il tipo da scendere a questo tipo di compromessi, ma... mai dire mai! Se glielo chiede Tomoyo, magari... boh! Vedremo! XD
sakura182blast: anch'io rido come una scema per Kurogane! XD Specie se è in coppia con Fay! ** Li trovo buffissimi, insieme! >_< Piuttosto... non ci sono altri posti dove puoi trovare il manga? ò_o
Dany92: ecco un altro commento che mi ha fatto gongolare come una scema! XD Sei troppo, troppo gentile! Grazie! >*<
Yumemi: Waaah! Una nuova lettrice che mi fa arrossire! XD (Quando mi imbarazzo, rido... Sono deficiente, lo so! XD) Grazie mille anche a te! Spero di non deludere le tue aspettative con il seguito della storia! ^O^
Bene, e per stavolta è tutto. Alla prossima e grazie a TUTTI! Anche a chi non recensisce! >***<
Shainareth

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Capitolo 10
*** Capitolo Ottavo ***


Sakura, Shaoran and Love Memory

 

 

CAPITOLO OTTAVO

 

«Levatevelo dalla testa!» tagliò corto Kurogane, libero finalmente di riprendere fiato, quando i nostri tornarono alla locanda. «Quella ragazza è più appiccicosa di una sanguisuga!» sbuffò, gettandosi a sedere per terra, le gambe incrociate, mentre si slacciava il colletto dell’abito scuro.

   «Andiamo, Kuro-pciu, non farti pregare» tentò di dissuaderlo Fay, posando sul tavolo al centro della stanza il cappello che si era levato all’ingresso di essa.

   «Se ci tieni tanto, fallo tu.»

   «Ma a lei piacciono gli uomini forti come te.»

   Kurogane grugnì. «Bell’affare… E ora mi ritrovo nei casini per colpa tua e delle tue stupide idee!»

   «Ah-ah» lo corresse il biondino, agitando per aria un dito a mo’ di avvertimento. «La mia idea era quella di farti indossare una parrucca coi boccoli d’oro, non di sedurre la padrona di casa.»

   L’altro imprecò fra i denti, ma non replicò. In compenso lo fece Mokona, saltellando sul letto e ripetendo a passo di danza: «Kuro-pciu, il gran seduttore! Kuro-pciu, il gran seduttore!»

   «Ad ogni modo, visto che hai insistito tanto nell’andare a quella festa nei panni di un cavaliere, ora dovresti comportarti come tale, con Kendappa-o e soprattutto con Sakura-chan, che conta su di te per ritrovare i suoi ricordi» continuò Fay con fare suadente.

   Kurogane spostò lo sguardo sulla dolce Principessa, che subito si fece piccola dietro Shaoran, a sua volta in piedi dietro il mago. «Ecco, io…» farfugliò la ragazzina. «Non voglio disturbare Kurogane-san…»

   «Sono d’accordo» convenne immediatamente il giovane archeologo, col solito cipiglio serio e determinato. «Anche se fino ad ora ci avete sempre aiutato, questo rimane un nostro problema, e non è giusto continuare a contare su di voi» affermò, convinto delle proprie parole.

   «Shaoran-kun» intervenne Fay, volgendosi verso di lui. «Come hai intenzione di fare?»

   «Non so ancora, ma forse se mi presento al castello dicendo che sto facendo delle ricerche…» azzardò Shaoran, cercando di trovare una soluzione a quel problema.

   «In tal caso potrebbero mandarti indietro raccomandandoti a qualche mecenate o a qualche storico del posto, non credi?»

   «Anche questo è vero, ma devo almeno provare, non credi?»

   «E piantatela!» sbottò il nero guerriero, gettando la giacca sul pavimento con malagrazia. «Vi aiuterò, va bene?!»

   Il viso di Fay si rallegrò. «Bravo, Kuro-sama!»

   «Non voglio causare problemi» ribatté invece Shaoran, niente affatto schiavo del proprio orgoglio, quanto del proprio senso di responsabilità.

   «Taci, marmocchio» grufolò Kuro-pippi, stendendosi all’indietro. «Vorrà dire che in futuro tu e la ragazzina mi restituirete il favore» stabilì, convinto, socchiudendo gli occhi.

   Fu però costretto a riaprirli subito dopo, quando il biondino gli fece notare una cosa di fondamentale importanza: «Vorrei ricordarti che quelli in debito con Sakura-chan, siamo noi due, caro Kuro-pion. E’ lei che ci consente di avere un tetto sotto cui dormire, degli abiti con cui vestirci e del cibo da mettere nello stomaco…»

   Kurogane si voltò sul fianco, dando le spalle a tutti. «Ho detto che lo faccio, va bene?!»

 

Kendappa-o saltò alla gola – questa fu l’interpretazione che ne diede poi Kurogane – dell’alto guerriero, gioiosa come mai prima di allora. «Kuro-pippi, ti aspettavo!» esclamò, agitando la punta dei graziosi piedini per aria, dal momento che, appesa al collo taurino del giovane, non le riusciva di toccare terra. «Speravo proprio che venissi!»

   Kurogane scoccò un’occhiata in tralice ai suoi compagni: Shaoran e Sakura osservavano con un certo imbarazzo e, soprattutto, una non indifferente preoccupazione; gli altri due, invece, avevano il sorriso stampato sul volto, ed entrambi facevano “ciao-ciao” con la manina/zampina per incitarlo a dar corda alla bella Kendappa-o.

   «Sai che sei molto più affascinante senza maschera?» osservò soddisfatta quest’ultima, congratulandosi con se stessa per il proprio buon gusto. «E sono anche contenta che questa volta non ti sia portato dietro quella brutta, scialba sciaquetta con cui ti eri presentato ieri sera» gongolò ancora, balzando giù e lasciandogli la libertà di muoversi. «Non sarà mica tua moglie, spero! Beh, poco male: se lo è, ti porterò via dalle sue grinfie.» Kurogane non rispose, troppo impegnato a snocciolare mentalmente un rosario di parolacce indirizzate al bel mago che lo aveva spinto fra le fauci del lupo. Kendappa-o lo prese per mano e prese a trascinarlo via. «Su, su! Andiamo a fare colazione tutti insieme! Venite anche voi, forza! Così potrò avere l’onore di conoscere meglio gli amici del mio adorato Kuro-pippi!»

   «Senti, donna» cominciò rozzamente questo, quando si furono infine accomodati ad un tavolo circolare dove furono loro servite diverse bevande e leccornie dolci e salate.

   E sebbene Shaoran non riuscì a contenere una smorfia scandalizzata in viso, la brioche che Sakura stava per addentare rimase a mezz’aria e Fay sgranò gli occhi considerando ormai persa quella magnifica occasione per via della mancanza di galanteria nel loro compagno, Kendappa-o si lasciò andare ad un gridolino estasiato e si aggrappò al braccio muscoloso del nero guerriero. «Kuro-pippi, i tuoi modi mi fanno impazzire!»

   «Va bene, va bene, ma ora mollami e stammi a sentire!» ringhiò l’uomo, scrollando l’arto per scollarsela di dosso sotto gli sguardi esterrefatti degli altri tre.

   «Sono tutta orecchi, mio adorato!»

   Kurogane, seduto scompostamente, un gomito sul tavolo, l’altro braccio che penzolava al di là dello schienale della sedia su cui era stravaccato, parlò: «Vogliamo incontrare l’Imperatore.» La fanciulla ammutolì, guardandolo con estrema curiosità. «Allora? Cosa dobbiamo fare per entrare al castello? Di sfondarne le mura non se ne parla, visto che questi qui hanno una fifa matta di scatenare una guerra…» accusò il giovane, additando col pollice gli altri, sempre più allibiti.

   «Ku… Kurogane-san…» osò balbettare Shaoran, senza avere la forza di aggiungere altro.

   «Come mai volete incontrare l’Imperatore?» domandò legittimamente Kendappa-o, per nulla scossa dalle parole di Kurogane.

   «Stiamo effettuando delle ricerche» rispose Fay, sorseggiando la sua tisana calda. «Vedete, dopo aver parlato con voi, ieri sera, ho deciso di scrivere un libro sulla grandezza di questo Impero, e dal momento che mi avete dipinto l’Imperatore come un essere superiore, non mi dispiacerebbe poter avere accesso al palazzo reale e, se possibile, incontrare a quattr’occhi il vostro Re.»

   La bella fanciulla esibì un sorriso che partiva da un orecchio e terminava all’altro, gli occhioni sognanti incollati al volto del guerriero. «Kuro-pippi, anche tu sei uno studioso?»

   «No, lui è la mia guardia del corpo» lo precedette ancora il biondino, con estrema nonchalance. Pareva aver imparato bene la parte che più di una volta Shaoran era stato costretto a recitare durante il loro lungo viaggio, cominciato ormai da così tanto che nessuno di loro riusciva a portarne il conto, visto anche il diverso scorrere del tempo che vi era tra un mondo e l’altro. «Pensate, dormiamo persino insieme perché Kuro-pippi è molto scrupoloso, nel suo lavoro» buttò lì il presunto studioso, palesemente sotto forma di scherzo.

   Un nuovo gridolino estasiato perforò i loro timpani e prima ancora che Kurogane riuscisse a poggiare sul tavolo il piede col quale si sarebbe dato la spinta per saltare su Fay al preciso scopo di azzannarlo alla gola e squarciargli il ventre, per poterne così mangiare le viscere, Kendappa-o gli fu addosso, bloccando ogni suo istinto omicida e facendo nascere in lui la consapevolezza di essersi cacciato in una brutta, pessima situazione. «Un amore omosessuale! Che cosa meravigliosamente eccitante!» esclamò la ragazza, le lacrime agli occhi per la commozione, lasciando sbellicare dal ridere il mago e facendo andare Shaoran e Sakura in ebollizione per via dell’imbarazzo creatosi. Mokona intanto continuava a mangiare come se nulla mai fosse accaduto. E sorda alle proteste, alle bestemmie e alle maledizioni che il guerriero stava elargendo a tutti con sentito odio, Kendappa-o aggiunse con fare entusiastico: «Lasciate fare a me! Vi accompagnerò oggi stesso dall’Imperatore!»

 

I grandi occhi scuri di Shaoran vagarono al di sopra delle loro teste, estasiati dinanzi allo spettacolo che le rigogliose cascate delle mura di cinta del palazzo imperiale regalavano ai sudditi e ai visitatori. Durante i suoi viaggi non aveva mai avuto l’opportunità di assistere a simili meraviglie, e pertanto, forse per deformazione professionale, la prima cosa che fece fu quella di cercare carta e penna per appuntare tutto quel che la sua mente ritenesse degno di attenzione. Sospirò e lasciò ricadere le braccia lungo i fianchi, sotto lo sguardo incuriosito di Sakura, quando si ricordò che non solamente non portava con sé quella roba, ma soprattutto era da tempo che aveva smesso i panni dell’archeologo per vestire quelli di guardia del corpo della sua amata Principessa.

   «Tutto bene?»

   Sorrise alla fanciulla. «Avrei voluto fare qualche schizzo del posto» confessò, con un’alzata di spalle.

   «A te piace davvero tanto la storia, non è così? Questo posto sembra molto antico» osservò Sakura, alzando le iridi chiare fin sopra la parte più alta del palazzo verso il quale continuava la loro marcia a bordo di un sontuoso tiro a quattro, spazioso al punto da poter ospitare comodamente fino a sei persone al proprio interno.

   «Sento una forza magica» mormorò Mokona che, accovacciato in grembo alla fanciulla, era impossibilitato ad alzare troppo la voce per non attirare l’attenzione della loro bella guida – manco a dirlo, avvinghiata al braccio del possente guerriero nero. «Più ci avviciniamo al castello, più diventa forte!»

   «Credi si tratti di una Piuma?» domandò subito Shaoran, mentre Sakura indirizzava lo sguardo oltre il finestrino, verso l’entrata principale del palazzo, le mani strette a pugno all’altezza del cuore con fare determinato: se lì c’era una delle sue Piume, doveva ottenerla senza permettere agli altri di correre nuovamente dei rischi. Checché ne dicesse Shaoran, quello era un suo problema, e pertanto era suo dovere non coinvolgere terze persone. Neanche lui.

   «Mokona non riesce a distinguere bene, mi spiace…» chinò il musino la bestiola, riuscendo ad ottenere però una carezza da parte del giovane, cosa che subito attirò l’attenzione della Principessa.

   «Non preoccuparti: se c’è, la troveremo e la riprenderemo. Costi quel che costi.» Quella risposta ebbe come effetto quello di far calare le ciglia sul viso della ragazzina: di nuovo Shaoran avrebbe rischiato il tutto e per tutto per ottenere una delle sue Piume. E se da una parte la cosa la lusingava non poco, visto il profondo affetto che la legava all’archeologo, dall’altra fortificava quella determinazione che la voleva artefice del proprio destino.

 

Shaoran le porse la mano per aiutarla a scendere dalla carrozza, e lei l’accettò con un sorriso, lasciando prima che Mokona scivolasse via, pronto a balzare poi sulla spalla di Fay. Meno galante, Kurogane aveva messo piede in terra senza neanche volgere uno sguardo alla ragazza che tanto pareva spasimare per lui. Kendappa-o, tuttavia, non vide in questa mancanza di tatto un valido motivo per scoraggiarsi e, anzi, subito gli si affiancò e ricominciò a strattonarlo per un braccio, trotterellando in avanti nella convinzione di trascinarlo con sé. Le sue aspettative, però, furono presto deluse, visto che il rude guerriero se ne stava naso all’aria ad osservare, come gli altri, la solennità di quel monumento senza accorgersi delle pretese della fanciulla.

   «Kurogane-sama» intervenne allora a voce bassa Fay, avvicinandosi all’orecchio del giovane. «Dovresti almeno cercare di collaborare.»

   Lui spostò lo sguardo accigliato sul viso del compagno. «Ho fatto quel che dovevo: ora siamo qui. Erano questi i patti, no?» ribatté, senza curarsi di moderare il tono. «Non è mia intenzione fare di più.»

   Il mago lo contraddisse all’istante. «Ma il patto durava sino a che non fossimo riusciti a trovare la Piuma… Non vorrai deludere le aspettative dei nostri figlioletti, vero, Kuro-papà?» Un’imprecazione soffocata unicamente da un’elegante mano guantata. «Non davanti ai ragazzi, Kuro-papà» soffiò ancora Fay, chiaramente non molto legato alla vita.

   I grandi occhi intelligenti di Kendappa-o osservarono la scena con vivo interesse, e sebbene la sua espressione lasciasse intendere esattamente il contrario, la sua fantasia fu terribilmente stuzzicata da quella serie di immagini. «Vogliamo entrare?» chiese quindi, lasciando da conto i commenti a quel teatrino offerto da quelli che, evidentemente, erano ormai diventati Kuro-papà e Fay-mamma.

   E mentre, con uno sbuffo ed un sorriso, i due uomini e Mokona si lasciavano guidare con grazia all’interno del palazzo imperiale, Shaoran e Sakura si attardarono davanti all’ingresso principale, alla presenza si alcune guardie in armatura.

   «Shaoran-kun, ascolta…» Il ragazzo si volse nella sua direzione, in attesa che Sakura continuasse nel suo discorso. «Se dovessimo trovare una delle mie Piume, qui…» e la voce le tremò, costringendola al silenzio e a chinare lo sguardo.

   «Qualcosa vi preoccupa, Principessa?» volle sapere Shaoran, facendosi vicino. In risposta, Sakura lasciò andare la sua mano e passò entrambe le braccia attorno al collo del giovane, facendolo irrigidire all’istante per quel contatto tanto confidenziale – e alla presenza di terzi, oltretutto. «P-Principessa…?» tartagliò, impacciato, senza sapere se ricambiare l’abbraccio, come praticamente tutte le guardie lì attorno gli suggerivano di fare fra un fischio ed un’esclamazione goliardica, o meno.

   «Shaoran-kun…» riprese quindi lei con un filo di voce, il viso nascosto nell’incavo del suo collo, il respiro vicino, troppo. «Per favore, Shaoran-kun: non farti male, questa volta.»

   Dopo un primo attimo di stupore, il ragazzo sorrise e poggiò gentilmente le mani sulle sue esili spalle. «Non temete, Principessa» le rispose, allora, sciogliendo, seppur a malincuore, l’abbraccio. «Cercheremo di recuperare la vostra Piuma senza dover necessariamente correre dei rischi.»

   Il dolce sorrise di Sakura fu l’ultimo attacco al suo tenero cuore. «Grazie.»








Ossignore, mi rendo conto che aggiorno dopo quasi un mese, ma da allora sono successe un sacco di cose e l'ispirazione, come al solito, è andata allegramente a donnine... Mi scuso con tutti voi! ç_ç
Passo subito a dire, però, che sono sulla buona strada per riprendere a scrivere con un certo ritmo, quindi... incrociate le dita! >_<
Dany92: sono contenta di sapere che ti piaccia la mia versione di Yuuko! ^^ Ho già in mente un casino di altri teatrini, su di lei! Povera me! E' un personaggio che mi sfugge completamente di mano e che fa quel che le salta in testa! XD
sakura182blast: tesorina, come va la ricerca del manga? Non c'è nessuna fumetteria nelle vicinanze? é_è
Kia85: ripeto quanto detto a Dany92: la Yuuko della mia ff ormai fa vita a sé... ^^; Ah, volevo ringraziarti per avermi detto dove trovare la seconda serie di Tsubasa CHRoNiCLE! Come una tamarra non ti ho ringraziato, quella volta! Scusascusascusa! Mi sono fatta prendere dalla recensione alla tua ff e me ne sono completamente dimenticata! Ho una memoria da far concorrenza a quella di Dori de Alla ricerca di Nemo! ç*ç Quanto prima torno a leggere tutti i capitoli che ho in arretrato della tua storia! ^*^
Yumemi: come avrai potuto leggere, questo era proprio il capitolo su TsubasaRC, esatto! ^^ Spero di non aver deluso le tue aspettative!
piajoe22: grazie mille per la recensione! ^*^
Kairi84: lol! XD Proprio stamattina mi è venuta in mente la scena di quando Yuuko e Yue si ritroveranno a quattr'occhi! E ti assicuro che NON sarà un capitolo serio, ahimé! XD Oddio, ma com'è che non riesco a scrivere storie serie? E' grave? çOç
LizDream: ahah! XD Yuuko che "zompa" addosso a Shaoran e Sakura gelosa sono piaciute parecchio, vedo! XD Chissà che altro succederà... Quando catapulto i personaggi di questa ff nel negozio di Yuuko, perdo completamente il controllo delle mie dita, che subito si mettono a scrivere idiozie... Fortuna che vengono apprezzate, guarda, perché ho sempre il terrore che qualcuno arricci il naso, leggendole, e pensi che sono troppo OOC... ^^;
Killkenny: inquietante? Yuuko? Naaah, è solo la tua impressione. Anche perché non era mica ubriaca, qui. Vedrai come sarà quando la farò bere sul serio! *___*
Ok, basta! Devo scappare ad aggiornare un'altra ff! XD
Ringrazio di tutto cuore coloro che sono ancora qui a leggere imperterriti questo parto assurdo, con la speranza di non deludervi MAI.
Un bacio,
Shainareth

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Capitolo 11
*** Capitolo Nono ***


Sakura, Shaoran and Love Memory

 

 

CAPITOLO NONO

 

Watanuki osservò i quattro ospiti allontanarsi dall’abitazione della maga, il vassoio con la roba da portar via fra le mani. Era incredibile, pensava, che ci fosse qualcun altro, al mondo, capace di smascherare i poteri di Yuuko, o anche semplicemente di intuire cosa stesse accadendo. Una ragazzina di quell’età, poi…

   Da quel che aveva capito dalla conversazione della donna con Sakura, poi, era chiaro che quest’ultima era la “graziosa fanciulla” di cui Yuuko gli aveva parlato allorquando lui aveva preso servizio al negozio di magia, e che quindi l’imitazione dello scettro rosa trovato nel magazzino delle cianfrusaglie – così lo chiamava Watanuki – faceva riferimento a quello posseduto da Sakura stessa. Dunque, Sakura era una maga, e anche molto, molto potente. Era la figlia di Clow Reed, per di più, l’antico rivale di Yuuko, colui che, insieme alla donna, aveva dato vita ai due piccoli Mokona affinché la Principessa Sakura e l’archeologo Shaoran del Regno di Clow potessero servirsene, insieme al mago Fay e al guerriero Kurogane, per poter viaggiare attraverso i mondi alla ricerca dei ricordi della fanciulla e per comunicare con il Giappone in cui lui e Yuuko vivevano.

   Inoltre, quando Yuuko aveva parlato a Shaoran, quello proveniente dal Regno di Clow, dell’eventualità di potersi imbattere in persone già conosciute in altre dimensioni, Watanuki si era chiesto se potesse davvero esistere questa possibilità anche nel loro mondo, ed in che modo queste persone potessero condividere la medesima anima: ora, dopo aver conosciuto anche lo Shaoran e la Sakura della sua dimensione, aveva compreso le parole della maga, perché gli occhi di Shaoran Li risplendevano della stessa identica determinazione di quel ragazzo sporco di polvere e di terra piombato dal cielo qualche tempo prima. E quella voce che i due dicevano di sentire, oltretutto…

   Lo sguardo del ragazzo scivolò verso il magazzino in cui Yuuko era solita nascondere o semplicemente conservare la propria roba, dagli oggetti magici in suo possesso alle ricompense per il lavoro svolto. Era stato lì, quando aveva trovato quello scettro rosa con le ali, imitazione di quello originale, che aveva sentito per la prima volta parlare di Clow Reed, ed era stato sempre lì che aveva trovato i due Mokona Modoki. Ed era ancora lì che…

   «Watanuki-kun?» chiamò la voce squillante di Yuuko dall’altra parte della casa. «Preparami un bagno caldo, ho bisogno di rilassarmi un po’!»

   «Come se finora avesse faticato…» mugugnò il giovane, tornando con i piedi per terra e riprendendo svogliatamente le sue faccende da schiavo presso il negozio di magia della Strega Dimensionale. Tuttavia, il suo pensiero andò un’ultima volta alla piccola Sakura Kinomoto: se era vero che la settimana successiva avrebbe fatto ritorno lì, nonostante il kekkai, allora lui doveva assolutamente trovare un modo per convincere Domeki a recarsi da Yuuko per poter esorcizzare i demoni, i fantasmi e tutte le altre bizzarre creature che il povero Watanuki attirava su di sé e che tanto spaventavano la dolce Sakura.

 

«Cosa avrà voluto intendere, quella donna, dicendo che non è ancora il momento? Per cosa, poi?» domandò Tomoyo, soffermandosi insieme agli altri a guardare la casa dalla strada che avevano imboccato per far ritorno alla stazione dei treni.

   «Non so, ma ci ha invitato a tornare da lei la prossima settimana…» replicò Sakura, ancora scossa per quanto accaduto, una sensazione di ansietà nel petto.

   «Hai intenzione di tornare, allora?» chiese sospettoso Kero-chan, indovinando già la risposta.

   «Quella maga proprio non ti piace, eh, Kero-chan?» ridacchiò la brunetta, ben conoscendo l’indole del Guardiano del Sole, tornato a cercar riparo nella sua borsa.

   «Per forza! Hai visto come parla del Maestro?! E solo perché erano sempre in competizione!»

   «Però né Sakura-chan né Li-kun hanno notato nulla di strano in lei…» osservò ancora Tomoyo, una mano al volto con fare pensieroso.

   «Ti sbagli» la corresse Shaoran, lo sguardo fisso sull’edificio da cui erano appena usciti. «Inizialmente non abbiamo avvertito la sua presenza perché ci eravamo concentrati entrambi sulla voce misteriosa, ma ti assicuro che di strano c’è molto, in quella donna. Fortunatamente, però, non ho avvertito alcuna presenza negativa, in quella casa…»

   «E direi che questo basta e avanza per non farci sospettare complotti, no?» sorrise Sakura, fiduciosa come sempre – o forse sollevata dal fatto che l’abitazione della maga era protetta da una barriera spirituale che impediva alle creature soprannaturali di seguire Watanuki al suo interno. «Anche se pare non aver avuto molta simpatia per il signor Clow Reed, questo non vuol dire che sia una persona cattiva. Al contrario, nonostante tutte le sue stranezze, mi ha fatto una buona impressione.»

   Anche Tomoyo tornò a stendere le labbra in un’espressione allegra. «Non possedendo alcun potere magico, non ho molta voce in capitolo al riguardo, ma sono d’accordo con te, Sakura-chan. Pensateci bene: se fosse una persona cattiva, quel ragazzo che non fa altro che sbuffare non le sarebbe così devoto e affezionato, giusto?» fece notare loro con ovvietà.

   «E se invece lo tenesse sotto un influsso magico?» mise subito in dubbio Cerberus, sempre più contrariato.

   «Se così fosse, io o Sakura ce ne saremmo dovuti accorgere… e anche tu, ti pare?» lo corresse Shaoran, di malavoglia, mentre, le mani in tasca, tornava a dare la fronte alla strada e riprendeva il cammino.

   Kero-chan mise su il broncio. «D’accordo, ma dovete ammettere che è ben sospetto il fatto che in casa sua voi avvertiate una voce uguale, o per lo meno simile, a quella di Sakura. E non vi ha neanche concesso di andare in fondo alla faccenda!»

   «Ragiona, Kero-chan: non potevamo mica metterci a fare i padroni in casa d’altri» lo riprese Sakura, seguendo Shaoran insieme a Tomoyo. «Oltretutto, è stata chiara. Ci ha detto: “non è ancora il momento” e “lo capirete presto”. Il che significa che è disposta a venirci incontro.»

   «Ha anche aggiunto che ci rivedremo domenica prossima» confermò la brunetta, appoggiando l’amica.

   «Le sue parole mi ricordano quelle della signorina Mizuki» aggiunse questa, con aria pensierosa. Alzò lo sguardo verso il ragazzo che li precedeva. «Anni fa non ti disse forse le stesse cose, Shaoran? La professoressa, intendo…»

   «Sì, più o meno…» annuì lui, calciando un sasso trovato lungo il cammino. «E questo mi lascia pensare che, oltre ad essere in possesso di poteri molto forti, quella donna sappia perfettamente quel che sta accadendo.»

   «E’ probabile» rispose Sakura, accelerando il passo per affiancarsi a lui. «Ma mi fido di lei» aggiunse, serena in volto. «L’unica cosa che mi lascia perplessa è quella voce… E’ così triste…»

   Shaoran levò gli occhi su di lei. «Anche se ti fidi di quella donna, tieni sempre gli occhi ben aperti.»

 

La porta di casa si richiuse, e quando Sakura si affacciò dalla soglia del salotto, scorse suo fratello intento a togliersi le scarpe, una mano poggiata alla parete, un piede sollevato da terra. Touya frequentava l’università, adesso, e ovviamente seguiva tutti i corsi insieme a Yukito; così, quest’ultimo era ancora spesso presente nei maggiori eventi della famiglia Kinomoto, il che era considerata una fortuna sia per quanto riguardava l’amicizia che ormai legava il ragazzo a Fujitaka e a Sakura, sia perché in questo modo al Guardiano della Luna sarebbe risultato più semplice proteggere la sua nuova padrona.

   Touya alzò lo sguardo stanco sulla sorella. «Già a casa?»

   «Veramente è quello che stavo per chiederti io: non dovevi restare fuori fino a stasera?»

   «Non più» rispose, indossando le vecchie ma comode pantofole che avevano la forma di una tigre. Oltrepassò l’ingresso e si diresse verso la cucina, lasciando indietro la ragazzina. «Il locale presso il quale avrei dovuto lavorare ha avuto dei problemi all’impianto elettrico, e siccome ieri notte ha rischiato di saltare per aria per via di un corto circuito, hanno deciso di chiuderlo fino a che non avranno effettuato le dovute riparazioni» spiegò allora, aprendo il frigorifero ed infilandoci dentro la testa.

   Sakura attraversò il corridoio e raggiunse il giovane. «C’è del tè caldo, se vuoi.»

   «Grazie, ma preferisco qualcosa di solido.»

   «Touya?» Lui si voltò a guardarla, cacciando fuori dal frigo diversa roba e richiudendo la porta. «Ehm… Yukito-san?» domandò timida la fanciulla, chinando lo sguardo e adoperandosi per versare comunque del tè in una tazza.

   Touya la fissò tra il perplesso e l’incuriosito. «E’ tornato a casa anche lui. Ti serviva qualcosa?» Sakura esitò a rispondere, e allora l’altro aggiunse: «To’: preparami degli okonomiyaki per cena, e lo chiamo» ordinò come fosse stato al ristorante, poggiando quel che aveva preso dal frigo sul piano di lavoro.

   Il viso di sua sorella si illuminò. «Grazie!» esclamò lei, mentre il giovane le passava accanto e, facendole una carezza sulla testa, le rubava la tazza di tè caldo dalle mani.

 

«Di cosa desideravi parlarmi?» la voce atona di Yue arrivò come una carezza alle orecchie di Sakura quando questa e Yukito finirono di lavare i piatti e di rimettere in ordine la cucina, una volta che Touya si ritirò per fare un bagno caldo e Fujitaka si chiuse nel proprio studio per la stesura di una relazione da portare ad un congresso che si sarebbe tenuto di lì a poco.

   «Tu conosci una maga di nome Yuuko Ichihara?»

   Quella domanda colse il Giudice di sorpresa, lo si poteva notare dalle sopracciglia chiare inarcate sui caldi occhi di ghiaccio. Yue, in piedi accanto al tavolo, le braccia conserte, spostò la propria attenzione sull’altro Guardiano. «Parla di quella donna?»

   «Precisamente» annuì Kero-chan, approfittando della breve assenza di Touya per far man bassa del dessert che Sakura gli aveva tenuto da conto. «Quell’antipatica strega che crede di sapere sempre tutto» aggiunse poi, il boccone fra le fauci, la crema agli angoli della bocca. «Oggi Sakura è andata a casa sua, e vuole tornarci anche la prossima settimana. Diglielo anche tu che è una follia!»

   Il silenzioso sguardo di Yue tornò sul visetto roseo di Sakura. «Perché dovresti tornare lì?» domandò, in tutta calma.

   «Perché in quella casa avverto una presenza magica che… mi appartiene» rispose lei, pesando bene le parole. Effettivamente le cose parevano stare proprio così.

   «In che senso?»

   «Sono stata guidata sin lì da una sorta di richiamo, una voce molto simile alla mia» prese a spiegare la ragazzina, inquieta. «E siccome quella voce mi sembra triste, vorrei poterla aiutare, capisci?»

   Kero-chan ingoiò finalmente l’ultimo boccone. «Tu senti niente, Yue?»

   Quello sembrò pensarci un attimo. «No» rispose quindi, senza scomporsi. «Ma se la nostra padrona afferma di aver sentito una presenza magica simile alla sua, allora deve esserci per forza.»

   «E’ quello che ha detto anche quel moccioso che le fa il filo…» storse il naso Cerberus, attirandosi l’astio di Sakura che, immediatamente, lo sollevò per un orecchio.

   «Prova a parlare ancora male di Shaoran, e ti lascio a digiuno per una settimana, capito?!» lo minacciò quindi, sorda alle sue pretese di esser rimesso immediatamente giù. La ragazza tornò a fissare Yue. «Anche Shaoran, una volta giunti vicino all’abitazione di quella donna, ha avvertito quella voce. E da quel che diceva Yuuko Ichihara, era chiaro che volesse lasciarci intendere che avessimo ragione. E’ per questo che, dietro suo invito, domenica vorrei tornare da lei… per capire cosa si nasconde dietro a tutta questa storia.»

   «Dille di no, Yue!» sbottò Kero-chan, ancora sollevato in aria per un orecchio. «Non possiamo fidarci di quella donna! Sparla ancora del Maestro!»

   «Sparlerei anch’io del Maestro, dopo tutto quello che ci ha fatto passare» lo contraddisse il Giudice, serafico.

   Il sorriso tornò ad illuminare il visetto di Sakura. «Significa che mi accompagnerai?»

   «Il mio compito è proteggerti sempre e comunque» rispose lui. «Yukito saprà liberarsi da ogni impegno durante il corso della settimana, non temere.»

   «Evviva!» saltò la ragazzina, senza curarsi di lanciare il povero Cerberus per aria e di fargli quasi rompere la zucca contro il soffitto. «Grazie infinite, Yue!»

                                    






Oddio, oddio, oddio... ç_ç
Chiedo implorante il vostro perdono. Ahimé, ho avuto altri problemi di carattere personale e familiare, ai quali si sono aggiunti un nuovo esame ed un calo mostruoso dell'ispirazione. Qui lo dico e qui lo nego: PARREBBE che quest'ultima sia tornata a bussare alla mia porta, quindi potrei aggiornare di nuovo quando meno ve lo aspettate. Di una cosa, comunque, potete star certi: ho tutta la storia in mente, quindi è certo ch'io la porti a termine.
Passo ai ringraziamenti! ^^
sakura182blast: Mi è piaciuto da morire quel "pazzescamente bene" riferito al mio Kuro-pippi! XD Sono felicissima di essere riuscita nel mio intento! >_< Spero di poter continuare così! ^^ Ah, e il manga? Sei riuscita a reperirlo?
Killkenny: Purtroppo non ho seguito Saiyuki, ma sta' tranquillo: Yuuko non è poi così terribile, da ubriaca. Credo. Forse. Non lo so. Quando scriverò quel capitolo, te lo farò sapere! XD Grazie mille per il 9! **
Dany92: Kendappa-o è un'altra che, come Yuuko, tende a sfuggirmi di mano, purtroppo! Spero di non far danni alla sua vera immagine, quella di RG Veda! XD Mi sono più che altro rifatta al suo modo di fare nei confronti di Yasha (non so se hai letto l'altro manga delle CLAMP su citato), ma non mancherà di diventare seria quando arriverà il momento. ^^
Kia85: Sto gongolando! XD Quando mi si fanno complimenti sull'IC dei personaggi, comincio a sciogliermi! XD E' una delle cose a cui tengo di più, in effetti, anche perché è raro ch'io riesca a leggere storie i cui protagonisti sono OOC... ^^; Ho visto che hai finalmente concluso la tua ff! In questi giorni mi dedicherò alla lettura di tutti i capitoli che mi sono persa! ^O^
eragon1001: Una new entry! ** Sono felicissima che l'idea del crossover piaccia anche a te! Se devo essere sincera, è un genere che non mi ispira affatto, ma vedendo che comunque le serie delle CLAMP sono così già di loro (intrecciando personaggi e storie in maniera a dir poco incantevole), ho pensato che potessi mettere da parte ogni scrupolo e dedicarmi a questa fanfiction. ^^ Spero di non deludere neanche le tue aspettative!
Kairi84: Kairi, cucciolotta! Se non ricordo male, giorni fa è stato il tuo compleanno! Perdona il ritardo, ma, per quel che può valere adesso, TANTISSIMI AUGURI! Per Kendappa-o... si aprono le scommesse: riuscirà o no a fare suo il nostro povero, povero Kuro-pippi? XD
Bon, concludo qui e vi do appuntamento al più presto, spero! ^^ Sono armata di buone intenzioni, quindi dovrei aggiornare quanto prima! Incrociamo tutti le dita! XD
Un bacio a tutti coloro che hanno recensito questa storia o l'hanno aggiunta fra i loro preferiti, nonché a tutti coloro che si limitano anche solamente ad una semplice lettura: mi si riempie il cuore di gioia ogni volta che do uno sguardo al contatore.

BUON NATALE A TUTTI!

Shainareth

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