Il mio migliore amico

di cantsayno
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hamptons, sto arrivando ***
Capitolo 3: *** Mi è sempre piaciuto sbagliare ***



Capitolo 1
*** Hamptons, sto arrivando ***


-Come faccio, non ci entra tutto in una sola valigia, e mi ero ripromessa di portarne solo una- dissi mentre mi preparavo per partire.
–Puoi sempre rimandare il viaggio e stare qui con me, mi mancherai Emm - disse Gemma che mi stava aiutando.
–Perché non vieni con me, un’ estate negli Hamptons con la mia migliore amica, sarebbe eccezionale!- le proposi.
–Non posso ho promesso a mia madre di rimanerle vicino, sai, dopo la morte del suo 3° marito, che io non ho mai conosciuto.- mi rispose, con un pizzico di rimpianto che non voleva farmi notare, o meglio che anche lei ignorava.
–Bene Gemm, mi mancherai, cercherò di scriverti durante l’ estate anche se penso che sarò impegnata nelle mie infinite conquiste- le dissi ironicamente.
–AHAHHAHAHA, mi mancherai anche tu.- mi rispose ridendo.
Così partii, per una volta volevo lasciarmi la mia vita di tutti i giorni alle spalle, non ne potevo più, per una volta potevo ricominciare da capo, dove nessuno mi conoscesse, e dove potevo essere una persona diversa da come mi descrivevano gli altri. Dopo circa 3-4 ore di asfissiante viaggio in limousin, che mia madre aveva gentilmente offerto pagando con la carta di credito di mio padre, e che io avevo gentilmente rifiutato, sono arrivata a casa. Me la ricordavo diversa, ci mancavo da un po’, beh, circa 6 anni, cioè da quando mia mamma e mio padre avevano divorziato la prima volta. Quando ero piccola vedevo quel posto come un luogo dove potevo giocare alla principessa e il principe felicemente sposati con mio fratello, un posto dove dimenticare tutti i problemi di casa e trasformarmi. L’ idea dopo 6 anni non era cambiata, infatti ancora una volta mi accingevo ad andare lì per essere  qualcun altro. Posai le valigie e mi diressi in spiaggia. Quella, a differenza della casa non era cambiata per niente, lo stesso mare, lo stesso profumo, lo stesso sole, forse le persone erano cambiate, tutti erano cresciuti, non riconoscevo più nessuno. Entrai, presi un ombrellone, e mentre mi accingevo a raggiungerlo mi scontrai con un ragazzo, e che ragazzo, lei mi riconobbe e mi disse :
-Hey Emm, ti ricordi di me, sono Conor, quando eravamo bambini giocavamo al principe e alla principessa- per un momento rimasi in silenzio poi gli sorrisi e gli dissi:
- Certo che ricordo, eri il mio migliore amico.-

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Capitolo 3
*** Mi è sempre piaciuto sbagliare ***


-Non sapevo vivessi qui- gli risposi sorpresa cercando di allentare la tensione che si era creata quando ci siamo guardati negli occhi. –Infatti non vivo qui, sono in vacanza, mi ero stancato della vita di città, così sono venuto nel mio rifugio estivo.- mi rispose con un sorriso che mi aveva incantata. Non potevo crederci, era lì per lo stesso motivo per il quale vi ero io, mi ricordava nonostante erano passati circa 6 anni e si ricordava dei nostri giochi demenziali. –Ah, beh, anch’ io sono qui per prendermi una pausa dalla mia vita, ma sono venuta qui per non pensarci, per ricominciare daccapo, quindi che ne dici di andare a prendere un gelato, e poi bagno in piscina da me proprio come facevamo ai vecchi tempi?- gli proposi sperando con tutto il cuore che lui accettasse. –Okay ci sto.- mi disse con l’ aria di essere contento, come non lo era da tanto. Andammo al bar, e prese il suo solito gelato pistacchio e vaniglia, mentre io il mio solito nutella e vaniglia, almeno sapevo che i gusti erano rimasti gli stessi. Ci sedemmo al tavolo e con mia sorpresa mi domandò: -Sei fidanzata?- e io risposi:- si nell’ altra vita, ma qui sono libera come una piuma- entrambi scoppiammo in una sonora risata. Andammo da me proprio come facevamo ai vecchi tempi, e lui esclamò:-me la ricordavo diversa!- a quel punto ebbi davvero paura: la pensava come me! Ci mettemmo in costume e prendemmo il sole, intanto parlavamo. –cosa hai fatto durante questi 6 anni?- gli chiesi con l’ aria di una fidanzatina gelosa. Lui gentilmente mi rispose: -Niente, sono finito in vari guai, ma niente di serio, a parte il fatto che mi hanno scambiato per uno spacciatore mio omonimo, e sono stato due giorni in carcere.- tu invece, che hai combinato?- mi chiese con vero interesse. –niente anch’ io, anche se non mi sono fatta arrestare, ho avuto la mia dose di guai.- Lo guardai, lui mi guardò, e ci baciammo, così all’ improvviso, senza pensarci. –Forse è un errore.- gli dissi, ma lui rassicurandomi mi rispose: -mi è sempre piaciuto sbagliare.-

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