That dangerous fancydress ball...

di mangakagirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** One ***
Capitolo 2: *** Two ***
Capitolo 3: *** Three ***
Capitolo 4: *** Four ***
Capitolo 5: *** Five ***
Capitolo 6: *** Six ***
Capitolo 7: *** Seven ***
Capitolo 8: *** Eight ***
Capitolo 9: *** Nine ***
Capitolo 10: *** Ten ***
Capitolo 11: *** Eleven ***
Capitolo 12: *** Twelve ***
Capitolo 13: *** Thirteen ***
Capitolo 14: *** Fourteen ***
Capitolo 15: *** Fifteen ***
Capitolo 16: *** Sixteen ***
Capitolo 17: *** Seventeen ***



Capitolo 1
*** One ***


That dangerous fancydress ball…

1.

Ran sospirò fissando l’orologio sulla parete alle spalle della prof/iena di inglese: 15.26.
“4 minuti Ran, solo 4 minuti” cercò di autoconvincersi  sospirando ad occhi chiusi mentre la voce gracchiante della prof le arrivava assordante alle orecchie.
-Sembra che qualcuno oggi non segua…- Ran spalancò gli occhi sperando che non si riferisse proprio a lei, ma per fortuna si stava sbagliando: la prof. aveva rivolto la sua attenzione al nuovo allievo della classe: Chikao Oda
-Oda, posso sapere perché non segui la lezione e fissi l’orologio al muro con tanta insistenza?-
L’alunno divenne rosso scarlatto quando tutta la classe, compresa Ran, si voltò verso di lui curiosa.
-Mi scusi- disse imbarazzato abbassando lo sguardo colpevole.
La prof scrisse alla lavagna i compiti, poi la campanella graziò le orecchie di tutti gli allievi come il suono di un’arpa angelica provocando un sospiro di sollievo generale.
Ran si alzò e fissò per qualche secondo il banco accanto al suo: vuoto.
Shinichi mancava anche quel giorno, come tutti gli altri del resto.
Sospirò mentre Sonoko le si avvicinava sventolandole davanti un biglietto.
-Ohi ohi!- la chiamò -Guarda cosa ho qui! Ti sono arrivati anche a te, vero?-
Ran non la sentì e finì di fare la cartella ancora immersa nei suoi profondi pensieri: tutti rivolti a Shinichi.
Dov’era?
Perché non tornava?
Cosa stava facendo di tanto importante da saltare le lezioni?
-Ran-
E poi, perché la chiamava così poco?
Hattori aveva avuto ragione la prima volta che era piombato a casa sua.
Se non ti chiede come stai è perché è vicino a te e non ha bisogno di saperlo.*
Era davvero così?
-Ran!-
Shinichi era davvero vicino a lei?
-RAN!- urlò esasperata Sonoko battendo le mani sul banco. Ran alzò lo sguardo interrogativa mentre l’amica la fulminava con lo sguardo.
-Sonoko, tutto bene?- le domandò stupita mentre lei sbuffava sonoramente.
-Va’ al diavolo!- esclamò piantandola in asso e uscendo dalla classe con passo spedito trascinandosi dietro la cartella.
-Sonoko! Ma che ti prende?!- Ran cercò di fermarla ma non ci riuscì, si riavvicinò al proprio banco e sbattè in malo modo la sua borsa su di esso, pentendosene subito dopo: perché Sonoko era così arrabbiata?
-Peggio per lei- disse tra sé e sé qualche secondo dopo, arrabbiata a sua volta -È  sempre troppo paranoica: basta non ascoltarla un secondo e subito comincia: “Vabbè, fa’ finta che io non ci sia”, “Sta’ con le tue amiche”, “Non te lo dico neanche morta adesso visto che non mi hai ascoltata!” Ma vacci te al diavolo!- esclamò esasperata. Poi sentì gli occhi bruciare e subito li stropicciò con forza.
Prima Shinichi, ora anche Sonoko ci si metteva a farla sentire uno straccio.
“Non devi piangere baka!” si insultò da sola.
Qualcuno le si avvicinò da dietro e le porse un fazzoletto, Ran sbarrò gli occhi e si voltò di scatto: Oda Chikao.
-Oda- disse piano asciugandosi repentinamente gli occhi -S-sei ancora in classe… Non me ne ero accorta-
-Tutto bene Mouri?- domandò lui preoccupato mentre lei annuiva abbozzando un sorriso incerto.
-Certo- rispose sorridendo falsamente -Non ti preoccupare, stavo giusto andando a casa… Deve essermi entrato qualcosa nell’occhio…- cambiò repentinamente argomento grattandosi gli occhi mentre Oda sospirava.
-Ti ha chiamato più volte, ma tu sembravi assente… per questo se ne è andata via- spiegò il ragazzo riferendosi a Sonoko lasciandola di stucco.
-Ah- disse Ran un po’ sorpresa.
-Non mi stavo facendo i fatti vostri- ci tenne a precisare il ragazzo arrossendo -Solo che ero ancora in classe per fare la cartella…- aggiunse indicandogliela in un angolo della classe sul suo banco.
Ran annuì e sorrise ringraziandolo, poi afferrò la sua cartella e uscì dall’aula diretta a casa.

***

-Sono a casa!- urlò Conan sulla soglia della porta togliendosi le scarpe come era usanza in Giappone. Si diresse in cucina per salutare Ran e la vide con le mani poggiate agli angoli dell’acquaio notando subito una strana espressione sul viso: aveva pianto, anzi, forse stava ancora piangendo.
-Ran-neechan?- domandò incerto avvicinandosi a lei. la ragazza si asciugò repentina le lacrime e gli sorrise come se nulla fosse.
-Ciao Conan-kun… credevo saresti arrivato più tardi…-
-I ragazzi sono andati al negozio di giocattoli, io non ne avevo voglia…- spiegò distrattamente fissandole il viso -…Ran, hai pianto?- domandò poi serio mentre lei rimaneva qualche secondo spiazzata.
Sa sempre quando sto soffrendo…
Si asciugò di nascosto un’altra lacrima e sorrise voltandosi verso di lui.
-No, perché?- domandò con falso tono come se nulla fosse.
Conan sospirò e la scrutò a fondo: perché mentiva?
-So quando mi menti: ti conosco bene Ran… neechan- aggiunse quel suffisso dolorosamente, come se gli costasse una fatica immane, ma la ragazza sembrò quasi non notarlo. Lo fissò negli occhi blu come l’oceano, poi cadde sulle ginocchia e lo strinse a sé scoppiando in lacrime.
-Scusa Conan-kun… non volevo annoiarti con i miei problemi…- singhiozzò affondando il viso nella sua piccola spalla -…è che ho litigato con Sonoko, Shinichi non torna e io… mi sento sempre più sola… sempre più inutile… sempre più uno straccio…-
Conan la strinse forte a sé, accarezzandole i capelli castani con lo sguardo afflitto, quando la ragazza aumentò la presa fino quasi a comprimergli lo sterno al punto che non riusciva a respirare.
-Ran-neechan… sto soffocando- tentò di dire l’ex liceale mentre lei lo lasciava andare all’improvviso e lo scrutava con un’aura maligna e… viola?!
-Ran?- domandò impaurito Conan facendo un passo indietro mentre lei alzava un pugno su cui le vene pulsavano visibilmente.
-Ma certo! Perché è sempre colpa mia! Perché non è che è Sonoko la paranoica e quindi si litiga per colpa sua: no! Sono io! E non è colpa di Shinichi se io soffro per lui: no! È colpa mia! Mia che non riesco a fregarmene di lui! Ed è sempre colpa mia se papà è dovuto partire senza il pranzo stamattina perché lui non ha avuto voglia di prepararselo da sé! Ovviamente è colpa mia che ieri ho dovuto studiare fino a tardi!- guardò Conan, poi tutta la rabbia sbollì nel girò di qualche secondo e si asciugò gli occhi in fretta. Si abbassò e lo strinse ancora accarezzandogli la testa.
-Scusa- gli mormorò in un orecchio -Sono solo un po’… nervosa- aggiunse incerta senza sapere nemmeno lei se era la verità o meno. L’ex liceale annuì, ancora impaurito dalla sua reazione improvvisa, e tirò un sospiro di sollievo sperando che non arrivasse mai a sfogarsi su di lui con il suo micidiale karate.
La ragazza sospirando si alzò e si diresse verso il frigo.
-Cosa vuoi mangiare Conan-kun?- domandò pensierosa aprendolo -Cavolo! Papà poteva anche fare la spesa prima di partire per 10 giorni con i suoi amici! Non c’è niente, solo l’eco!-
Il bambino le si avvicinò incerto e alzò le spalle.
-Possiamo sempre accontentarci di quello che c’è-
-Il fatto è che non c’è niente- disse sconsolata chiudendo il frigo, sospirò e guardò l’orologio -Senti, è meglio andare a fare un po’ di spesa… Vuoi venire?-
Conan annuì ed entrambi si infilarono le scarpe sulla soglia di casa, per poi uscire nella sera imminente ancora torrida.
Durante il tragitto verso il supermarket, Ran prese la mano di Conan e la strinse leggermente, accarezzandone il dorso con il pollice.
-Sai- cominciò a dire interrompendo il silenzio -Ho ricevuto il biglietto per il Teitan’s Fancyfress Ball… la festa in maschera organizzata dalla scuola. Non so se ci andrò…-
-Perché?- domandò Shinichi dispiaciuto osservando il suo sguardo.
-Perché di solito è una festa a cui vanno le coppiette… Certo, ci vanno anche tanti da soli o con gli amici… Ma non so se sarò dell’umore adatto giovedì-
Conan sospirò all’unisono con la ragazza ed entrarono nel supermarket per una spesa veloce.

***

Ran scrisse la data sul margine del quaderno e sospirò: era già martedì. La festa sarebbe stata giovedì e lei non solo non sapeva ancora se ci sarebbe andata. inoltre non aveva neanche l’abito adatto. Estrasse di nascosto il biglietto dalla tasca e lo lesse furtivamente all’insaputa del prof. di giapponese:

Giovani studenti e studentesse del Teitan High School, siete pronti all’evento più aspettato dell’anno!? ><  Quale?!
Il Teitan’s Fancyfress Ball!!!!!
Vi aspettiamo numerosi giovedì alle 20,00 in via Haido 25-b al Kabuki Teather, che per l’occasione sarà adibito a sala da ballo. Uniche condizioni per partecipare: venire in maschera! Sono bene accetti anche i cosplayer!! Potete portare un massimo di tre amici e sono invitate ovviamente anche le coppiette di innamorati!
Che aspettate?! Ci vediamo giovedì sera!  ^_^
Teitan High School

Ran sospirò e si guardò attorno: Sonoko la squadrò male e voltò subito la sguardo concentrandosi sul suo quaderno più di quanto non avrebbe fatto in una verifica.
La karateka sbuffò infastidita dal suo carattere infantile e appoggiò la testa sulle braccia incrociate chiudendo gli occhi esausta.
-Mouri- una voce la chiamò -Mouri, svegliati-
Ran aprì gli occhi osservando la ragazza che la chiamava un po’ preoccupata.
-Takahashi…- mormorò stropicciandosi un occhio: era la rappresentante di classe.
-Hai dormito tutta la lezione… Ringrazia che non c’era la Iena o finivi in presidenza- la rimproverò la ragazza scuotendo la testa severa.
-Io… ho dormito male stanotte- confessò Ran ripensando alla notte in cui non aveva chiuso occhio per cause sconosciute… o forse in realtà le conosceva?
-Sì, ok, ma cerca di stare sveglia durante le lezioni. Sono già andati via tutti… Vado anche io- la congedò afferrando la sua borsa e uscendo dall’aula. Ran scrutò il banco di Sonoko: vuoto.
Non l’aveva aspettata.
Si voltò e guardò arrendevole il banco accanto al suo: vuoto anche quello.
Shinichi non era lì ad aspettarla come faceva quando aveva gli allenamenti e pioveva. Quelle volte la aspettava in classe per poi fare la strada insieme, ma nonostante fuori stesse piovendo, lui non c’era.
Ran si alzò e raggiunse l’entrata, si cambiò le scarpe e chiuse il proprio armadietto, poi uscì sotto la pioggia sbuffando e guardandosi attorno.
Una figura minuta la sorprese: aveva la schiena appoggiata alla cancellata della scuola con un ombrello in mano e un’espressione paziente sul volto.
-Conan-kun?!!!- domandò sorpresa riconoscendolo e andandogli in contro velocemente riparandosi la testa con la cartella.
-Ran-neechan sono venuto a prenderti- disse il bambino abbozzando un sorriso mentre lei prendeva l’ombrello che le porgeva e si posizionava sotto di esso. Lo guardò riconoscente e gli sorrise serena.
-Grazie tesoro-
Il bambino scosse la testa e cominciarono a cammminare verso casa.
-Sei in ritardo-
-Mi sono addormentata in classe- ammise in imbarazzo la ragazza grattandosi la testa -Ma sono fradicia!- esclamò sentendo tutti i capelli bagnati sotto le dita. Sfiorò con il gomito la testa di Conan e constatò che anche lui era fradicio -Conan-kun, ma quanto tempo mi hai aspettato?!-
-2 ore- disse piano il bambino mentre lei sbarrava gli occhi.
-Ma… non mi dire che ho dormito fino alle 17.30!?- esclamò aprendo impacciata la cartella cercando il cellulare, lo prese in mano, lo accese einserì il pin, poi sbarrò gli occhi osservando l’ora sullo schermo: 17.37.
-Conan-kun, scusa!- disse mortificata -Ma perché non sei andato a casa? Sei tutto bagnato…-
-Non importa Ran-neechan, è tutto apposto… Volevo venirti a prendere e l’ho fatto- spiegò lui sereno come se il fatto di averla aspettata due ore sotto la pioggia ed essere fradicio non fosse una cosa davvero così sgradevole.
Ran sbuffò sonoramente e imprecò sottovoce: Sonoko avrebbe anche potuto svegliarla!
Invece ci aveva pensato Takahashi, cha tra l’altro non sopportava, quando aveva finito con le riunioni del consiglio studentesco.
-Cavolo, non me ne va bene una…!- mormorò a denti stretti, quando Conan le strinse la mano sorridendole.
-Va tutto bene Ran-neechan- disse lasciandola stupita -Ci sono io con te-
La ragazza annuì incerta, poi sorrise a sua volta.
-Sì, giusto- rispose mentre la pioggia batteva sulle loro teste incessante -Ti va di fare una corsetta?- propose improvvisamente lasciandolo qualche secondo sorpreso - Tanto anche se camminiamo sotto l’ombrello arriveremo fradici a casa…-
Conan annuì e chiuse l’ombrello mentre l’acqua scendeva a picco sulle loro teste e i capelli di entrambi si incollavano al collo e alla fronte mentre e gocce di acqua li bagnavano senza pietà, poi Ran gli prese la mano e sorrise.
-Pronto?-
-Pronto- rispose lui stringendogliela forte e cominciando a correre e a ridere sotto la pioggia attirando l’attenzione dei pochi passanti che si affrettavano a raggiungere le proprie abitazioni.

*Episodio 49: faccio attenzione ai dettagli u.u !!!  xD!!!!!!!!!!


Mangakagirl's Corner:
alcuni di voi diranno:
Oh nooooo! eccola di nuovo qui! T.T
Emmmm... *///*
si eccomi in effetti ^-^"
Grazie a  Just a little wizard (scs paddy se scarico la "colpa" su di te xD sai ke ti voglio bn!) ke ha insistito tanto
ho deciso di iniziare a pubblicare la storia ke sto ancora scrivendo!
(roba da matti O.O io pubblico sl qnd ho scritto tt!)
Vabbè, una novità x me...
una seccatura x voi -.-
Ne approfitto quindi per avvisarvi ke nn ho una tempistica x l'aggiornamenteo qst volta...
pubblico qnd scrivo in poke parole
Sorry :(

bene bene...
ora ke ho kiarito le cose...
Minna Konnichiwaaaaaaa!
allora, ke ve ne pare di qst capitolo x iniziare???
Suvvia, fatemi sapere! ><
un bacio 
a presto
mangakagirl!

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Capitolo 2
*** Two ***


2.

Conan si asciugava i capelli con un asciugamano osservando Ran, senza che lei se ne accorgesse, mentre se li  asciugava.
Era seduto sul divano del salotto mentre lei era nella sua camera con la porta aperta che faceva avanti e indietro pensierosa strofinando la folta chioma scura con l’ asciugamano, persa in chissà quali pensieri.
Era davvero bellissima con la frangia che cadeva bagnata sugli occhi e le guance arrossate per il vapore della doccia da cui era appena uscita.
Shinichi non avrebbe mai smesso di contemplarla, non si sarebbe mai saziato della sua vista…
La ragazza uscì dalla stanza e lo raggiunse sul divano sorridendogli.
-È stato divertente, vero?- domandò allegra mentre lui annuiva -Dobbiamo farlo più spesso: correre e urlare sotto la pioggia!-
-Ran…- disse piano Shinichi dopo pochi attimi di silenzio accorgendosi in ritardo di non aver messo il suffisso -…neechan, andrai alla festa alla fine?-
Voleva assolutamene che si distraesse, che non rimuginasse più sui suoi problemi, voleva vederla tornare a sorridere serena.
La ragazza lo scrutò un po’ insicura e alzò le spalle sospirando.
-Non lo so ancora… Deciderò domani, così se voglio andarci sarò ancora in tempo per affittare il vestito…-
-Ah- disse Conan annuendo pensieroso.
-Perché?- domandò curiosa Ran smettendo di tamponarsi i capelli e mettendosi l’asciugamano in grembo mentre lo guardava con un mezzo sorrisetto.
-Curiosità- alzò le spalle lui senza guardarla negli occhi; lei annuì e si alzò dicendo che andava ad asciugarsi i capelli in bagno.  

***

A scuola Ran passò la giornata a scribacchiare appunti al margine del libro, mentre nell’intervallo uscì senza degnare Sonoko di uno sguardo.
All’uscita si sentì in colpa: si stava comportando come lei, come una bambina. Sospirò strascicando i piedi sul marciapiede, poi si sentì invadere da una strana sensazione e cambiò rapidamente il suo percorso verso la più famosa via per cosplayer.
Andrò a quella festa, cosa mi importa se ci sarà anche lei? Anzi, chiamo anche Kazuha e Hattori già che ci sono!
Ed ecco che si ritrovò davanti al negozio di abiti per cosplayer e feste in maschera. Posò la mano sulla maniglia fredda ed esitò a spingere la porta per aprirla: ma che avrebbe fatto da sola? Era un ballo dopotutto, sarebbe stato più logico avere un accompagnatore…
E chi ti ha detto che tutti saranno accompagnati?
Bene! Anche la coscienza adesso!
Si decise ed inspirò a fondo, poi spinse la maniglia e mise piede dentro il negozio mentre il campanellino attaccato alla porta tintinnava dolcemente risuonando nell’aria.
Una ragazza con una coda di cavallo castano scuro e gli occhi di un azzurro sbiadito uscì dal retro del negozio un po’ a soqquadro con un sorriso che le increspava le labbra.
-Ciao!- la salutò allegramente trasmettendole buonumore.
-Ciao- rispose Ran avvicinandosi al bancone -Emmm… il mio liceo dà una festa in maschera domani sera e…-
-Oh, sei del Teitan, vero?- domandò sorridendo la ragazza mentre Ran la guardava perplessa -In questi giorni un sacco di studenti di quella scuola sono venuti a scegliere il loro abito… Non mi è rimasto molto infatti…- le spiegò.
La karateka sospirò rassegnata mentre la commessa la scrutava con una mano sotto il mento pensierosa.
-Mmmmm… tu porti la S giusto?-
-Sì, perc…?-
-Allora è perfetto! Se non avevi già in mente nulla, ho quello che fa per te! Vado a prenderlo!- esclamò radiosa sparendo nel retro lasciandola basita.
La sentì rovistare qualche secondo, poi ricomparve con un vestito avvolto in una custodia abiti nera. Lo adagiò sul bancone e aprì la cerniera facendo trasparire un drappo di tessuro rosso scarlatto dall’interno.
-Mi è appena arrivato! È bellissimo! Ti starà a pennello…- disse tirando fuori il più bell’abito che Ran avesse mai visto, tanto che rimase senza fiato:
il corpetto era stretto e senza spalline con lo scollo a cuore e inserti e decorazioni dorate di perline su un fondo scarlatto, dietro si legava con una serie di fitti e sottili lacci neri, la gonna scendeva giù a balze, ognuna della quali veniva ripresa e raccolta sul lato sinistro, sempre decorata con inserti dorati su fondo scarlatto. Un vestito da principessa.
-Va’ indossato con questa!- la richiamò alla realtà la ragazza mostrandole una mascherina dorata e rossa da mettere sugli occhi.
-È perfettò- sussurrò Ran prendendo in mano la maschera -Volevo proprio nascondere la mia identità domani sera…-
-Lo proviamo allora?- domandò contenta la commessa mentre lei annuiva sorridendole di rimando.

***

-Kazuha, allora vieni?-
-Ma certo!- rispose radiosa l’interpellata dall’altra parte del telefono.
Ran sorrise reggendo il cordless con la spalla mentre lavava i piatti grattando una padella particolarmente incrostata.
-Grazie! Non sai quanto sia felice! Vi fermate a dormire qui poi, vero?-
-Sì, tanto né domani né venerdì abbiamo lezione per via di un’assemblea dei docenti… quindi rimaniamo davvero volentieri! Vero Heiji?- domandò la ragazza del Kansai mentre qualcuno mugugnava al suo fianco.
-È contentissimo- aggiunse con tono minaccioso al ragazzo che si sforzò di rispondere un “Sì” annoiato -Bè, allora ci vediamo domani pomeriggio, arriviamo non appena torni a casa da scuola!-
-Ok, a domani!- Ran sentì la ragazza chiudere e chiamò a gran voce Conan che aveva appena finito di lavarsi i denti.
-Che succede Ran-neechan?- domandò lui avvicinandosi interrogativo.
-Per favore tesoro, prendi il telefono e mettilo a posto, ho finito di parlare. Domani verranno anche Kazuha e Hattori alla festa…- spiegò sorridente mentre lui posava il cordless sulla base annuendo.
-Ran-neechan… visto che non c’è scuola domani e venerdì per uno sciopero… Io parto con il doc per il campeggio- disse incerto Conan con voce infantile mentre lei annuiva presa dai suoi pensieri.
-Ok, partite domani mattina?- il bambino annuì -Allora va’ a prepararti… Fate attenzione!- aggiunse mentre lui correva in camera di Kogoro per fare il borsone.
Beati loro! Io venerdì e domani ho scuola invece…
Ran finì di lavare i piatti e si asciugò le mani su uno strofinaccio, poi sfinita chiuse le finestre della cucina e la porta di casa e annunciò a Conan che se ne andava a letto.



Mangakagirl's Corner:
Minna Konnichiwaaaaaaaaaa!
salve! XD
perdonate il ritardo ma il chappy doveva essere revisionato e poi il
mio pc ha smesso di fare il suo dovere -.-
cattivo pc >.< !!!!!!!!!
cmq... sono tornata! :D
ke ne pensate del vestito???!???!??!
è la cosa ke mi preoccupa di +...
ce l'avete un'idea di com'é???? O.O
l'ho descritto bn???
mah... sn preoccupata...
è rosso scarlatto, lungo, ampio, corsetto stretto...
stile tipo (ma lontanamente) rococò... '600...
vabbè... la pianto -.-"
Ci saranno Hattori e Kazuha xD
Voglio fare un sondaggio:
secondo voi (x favore rispondete se leggete qst corner) cm verrà vestito hattori????
xD
kissà ki indovina!
grz a ki ha recensito lo scorso chappy:
Just a little wizard, Aliholmes, Aoko_90, LucyloveAnimemanga, Kaity, shinichi e ran amore
grz a ki l'ha aggiunta alle preferite:
LucyloveAnimemanga, shinichi e ran amore
grz a ki l'ha aggiunta alle seguite:
Aoko_90, Chibyroby, CecilyCullen94 e Kaity
Arigatò gozaimasu v.v
al prox chappy ke sarà molto + lungo di qst -.-"
(so ke è corto! kiedo perdoono X0 )
a presto
mangakagirl!

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Capitolo 3
*** Three ***


3.

DLIN DLON DLIN DLON!

-ARRIVOOO!- urlò elettrizzata Ran calciando la cartella lasciata sbadatamente nel corridoio mentre raggiungeva la porta rischiando di caderci sopra e spezzarsi l’osso del collo; in un’altra situazione si sarebbe messa ad imprecare dalla rabbia, ma non quel giorno.  La spalancò e con Kazuha sulla soglia scoppiò a ridere al settimo cielo.
-Ciao Kazuha!-
-Ran! Si va alla festa! Si va alla festa!- saltellò la ragazza del Kansai mentre Hattori, imbarazzato per la gente che li osservava dal marciapiede, la spingeva dentro con insistenza premendole una mano sulla schiena.
-State dando spettacolo! Volete entrare dentro?! Mi vergogno da morire!- esclamò stizzito pregando Ran con gli occhi di rientrare in casa.
-Dai entrate!- disse Ran ridendo più forte. I ragazzi entrarono nell’appartamento dei Mouri e Hattori, poggiatosul pavimento il suo borsone con i cambi per i giorni che avrebbe passato a Tokyo con Kazuha, si guardò attorno in cerca di qualcuno.
-Non c’è- disse Ran sorridendo immaginando chi cercava -è andato in campeggio col dottor Agasa-
“Probabilmente era demoralizzato perché non poteva accompagnarla al ballo” pensò il ragazzo del Kansai annuendo un po’ dispiaciuto per dirle che aveva capito. La karateka lo guidò in camera di suo padre e sorrise ancora accendendo la luce.
-La stanza sarà tutta per te questi giorni! Conan non torna prima di sabato e mio padre è in viaggio con gli amici del mahjong- spiegò radiosa -Sono troppo contenta che siate qui!- aggiunse mentre lui le sorrideva a sua volta divertito da quel comportamento euforico. Kazuha le saltò al collo da dietro la schiena e scoppiò a ridere.
-Non vedo l’ora di sapere da cosa ti vesti!- esclamò con una punta di impazienza di chi non sta più nella pelle.
-Vedrai! Anche io voglio vedere il tuo vestito e quello di Hattori…-
Nella stanza calò il silenzio e l’aria si fece improvvisamente gelida.
Kazuha corrugò le sopracciglia e fulminò il proprio “ragazzo” mentre lui rabbrividiva impaurito dal suo sguardo.
-Che ho detto?- domandò perlplessa Ran con un sorrisetto incerto che andava scemando man mano che i secondi passavano.
-Heiji-verrà-vestito-da-se-stesso- scandì piccata la ragazza del Kansai con le mani sui fianchi e gli occhi fiammeggianti.
-Eh?- domandò interrogativa Ran mentre tra i due cominciava uno dei loro famosi battibecchi.
-Non ci sarà nessun Hattori Heiji alla festa! Sarà un travestimento perfetto, no?- ribattè Heiji per l’ennesima volta in quei giorni alla ragazza.
-Ma che vuol dire?! Lo capiranno tutti che non è un travestimento, baka!-
-Ragazzi…- cercò di interromperli Ran imbarazzata con un gocciolone sulla fronte sorridendo, ma loro non la ascoltavano minimamente. La ragazza sospirò e si allontanò verso la cucina rassegnata.
Lasciamoli sbollire… quando cominciano non c’è niente che li possa fermare…!
Qualche minuto dopo li raggiunse portando in mano due bicchieri di succo di arancia e li trovò uno girato da una parte e l’altra dall’altra parte con le braccia incrociate al petto e gli occhi chiusi e sdegnati.
-Avete finito?- domandò scherzosamente Ran porgendo loro i due bicchieri -Suvvia, smettetela di battibeccarvi ogni volta che si presenta l’occasione! Secondo me l’idea di Hattori non è male…- Kazuha la fulminò -…ma non è molto originale!- si affrettò ad aggiungere imbarazzata sorridendo e portando le mani davanti al petto a mo’ di difesa.
-Te la concedo- borbottarono i due ragazzi  del Kansai all’unisono trangugiando il contenuto del loro bicchiere in pochi secondi. Fu come un balsamo per la sua gola secca e provata dalla discussione avuta con Hattori per Kazuha, che si sentì subito meglio e tornò di buon umore.
-Bè, sono le 17.30, manca pochissimo alla festa! Posso vedere il tuo vestito?- domandò curiosa come una bambina con gli occhi che brillavano dall’emozione. Ran annuì prendendo il bicchiere vuoto che Heiji le porgeva e, dopo averli portati in cucina e appoggiati dentro l’acquaio, tornò da lei facendole strada verso la sua stanza mentre Hattori annunciava che andava a farsi una doccia.
-Porta pure il bagaglio in camera mia, tanto dormiremo nella stessa stanza …- disse gentile Ran mentre l’altra annuiva trascinandosi dietro l’enorme trolley fucsia dall’aria pesante. Lo posizionò  a fatica sopra il letto dell’amica, aprì le cerniere lungo i lati rivelando una montagna di vestiti e frugò qualche secondo fra essi, finchè soddisfatta non tirò fuori ciò che cercava.
-Ecco il mio!- esclamò stendendo il costume sul letto mentre Ran sorrideva entusiasta:
era una maglietta verde chiaro con pezzi di tulle rosa cuciti all’altezza delle spalle, lo scollo a barca e le maniche che arrivavano solo a metà braccio, coordinata ad un pantaloncino a pinocchietto dello stesso verde decorato con pezzi di tulle rosa pallido come quello della maglia.
-Con queste scarpe- aggiunse Kazuha mostrandole delle paperine in vernice dello stesso rosa pallido dell’abito -è un vestito da elfa/folletta-
Ran le sorrise entusiasta, poi tastò il tessuto morbidissimo della maglia ed esclamò:
-Cavolo, ma è meraviglioso! Dove l’hai trovato?-
-Negozio per cosplayer di Kyoto… volevo un vestito gotico, come quella ragazza di quell’anime… come si chiama…- si battè un dito sul petto alzando concentrata gli occhi al soffito in cerca del nome -Ah sì! Victorique di Gosick*! Solo che poi Heiji ha detto che non mi stava bene e allora…-
-Frena frena!- esclamò divertita Ran -Hattori ha detto che ti stava male? Quindi l’ha scelto con te l’abito?-
Kazuha divenne fucsia e cominciò a borbottare incomprensibilmente qualcosa che la karateka non afferrò.
-Non capisco Kazuha!- disse divertita mentre l’altra inspirava per farsi coraggio.
-S-sì…in effetti è venuto anche lui… ha detto che non voleva che scegliessi qualcosa che mi avrebbe fatta sembrare un pagliaccio …- disse grattandosi la testa imbarazzata mentre Ran scoppiava a ridere.
-E da quando è geloso di te?!-
A questo punto l’amica del Kansai divenne viola e sbraitò che non era geloso perché non stavano insieme ma solo un rompipalle matricolato che si metteva sempre in mezzo ai piedi; la ragazza di Tokyo rise alzando gli occhi al cielo e pur di accontentarla annuì fingendo di crederle.
Ma a chi la vuoi dare a bere, Kazuha? Come se non lo sapessi che ami Hattori ma non hai il coraggio di dirglielo…! Anche se quella volta, dopo il caso…*
-Ora tocca a Te!- esclamò Kazuha distraendola dai suoi pensieri lasciati a mezz’aria.
-Ok, ok-
Ran aprì l’anta destra dell’armadio e tirò giù una gruccia con una custodia abiti nera che potreggeva il vestito, lo posò sul letto nell’esatto posto in cui qualche secondo prima si trovava quello di Kazuha, che l’aveva rapidamente lanciato nella valigia per farle spazio, e aprì la cerniera delicatamente per evitare di romperla. Qualche secondo dopo un drappo scarlatto uscì dalla custodia abiti lasciando Kazuha senza fiato: il vestito di Ran era meraviglioso già solo per il colore.
-Ran- sussurrò in un soffio tastando il tessuto che sembrava velluto -è… è…- la guardò con gli occhi che brillavano più di prima -Provalo subito!-
-Cosa?- domandò perplessa Ran con tono interrogativo mentre Kazuha scattava verso al porta e la chiudeva a chiave per evitare che Heiji irrompesse nella camera.
-Su, provalo! Voglio vedere come ti sta! Oh, Ran! Sarai meravigliosa! Kudo sarà entusiasto…! Già prevedo…-
-Non c’è- la interruppe fredda la karateka cominciando ad indossare l’abito.
-Come sarebbe a dire?!- domandò colpita e sdegnata l’altra mentre lei faceva spallucce.
-Non c’è e basta- spiegò semplicemente infilandosi dentro l’abito. Qualche secondo dopo si rotrovò le mani di Kazuha a trafficare dietro con i lacci del corpetto e, senza che lei se ne accorse, indossò la maschera rossa e oro, perfetta in quel momento per nasconderle l’espressione che le si allargava sul volto.
Quando si voltò Kazuha sobbalzò e fece un sorriso entusiasta: Ran non aveva mai visto i suoi occhi verde smeraldo così emozionati.
-C-cavolo!- esclamò al settimo cielo portandosi una mano alla bocca, lasciando cadere il discorso “Kudo”, osservando ogni singola decorazione dorata e ogni piega del vestito -Se-sei favolosa! Ancora più bella di quanto immaginassi!-
-Grazie- disse Ran arrossendo per via di tutti i complimenti che le stava rivolgendo.
-Non te lo togliere! Sono le 18.10 in fondo e dobbiamo ancora truccarci e pettinarci, quindi stai così!- ordinò la ragazza del Kansai tirando fuori dal suo enorme trolley una trousse di plastica colorata piena di trucchi di ogni genere.
-Ma…- cercò di obbiettare lei rinunciandoci subito: Kazuha stava già selezionando tutti gli ombretti oro che aveva per truccarla -Ok… ma solo perchè sei tu Kazuha- aggiunse ridendo sconsolata mentre si sedeva nel punto che le indicava battendo una mano sul letto l’amica senza nemmeno guardarla mentre rovistava minuziosamente nella trousse.

***

Kazuha schioccò le labbra mentre Ran chiudeva il lucidalabbra rosa confetto con fare soddisfatto.
-Di verde c’è pochissimo, tanto hai già gli occhi verdi!- spiegò mentre lei si guardava allo specchio: sugli occhi aveva un trucco rosa non troppo pesante, del mascara e sulle tempie una decorazione formata da fiorellini intrecciati ad edera che Ran era stata abile a disegnarle con le matite per gli occhi verde e rosa e tanti brillantini argentati.
-Sembro davvero una folletta con questi fiori!- notò entusiasta voltando lo specchio in molte angolazioni diverse per godere al meglio della vista che le forniva.  
Ran sorrise contenta che le piacesse mentre qualcuno bussò alla porta con impazienza.
-Sarebbero le 19.30. Il Kabuki Teather non è dietro l’angolo da quanto ha detto prima Mouri!- esclamò stizzito Heiji dall’altra parte della porta mentre Ran correva ad aprirgli.
-Hai ragione- disse imbarazzata lanciando agitata un’occhiata all’orologio sulla parete della stanza messa totalmente a soqquadro.
-Avete fatto la lotta o vi siete preparate per un ballo?- domandò divertito Heiji notando il disordine.
-Ahaha, divertente- disse ironica Kazuha mostrandosi per la prima volta al ragazzo da quando Ran aveva aperto la porta.
Heiji deglutì rumorosamente osservandola spiazzato e senza parole: era semplicemente fantastica. Sapeva che quel vestito le sarebbe andato a pennello.
Ran notò il rossore che si era formato sulle guance di entrambi e sghignazzò senza farsi notare.
-Sta molto bene, vero?- domandò al ragazzo sorridendo, lui annuì appena e distolse subito lo sguardo uscendo dalla stanza come se la visione fosse troppo bella e avesse paura di sciuparla.
-Siamo in ritardo!- sbraitò imbarazzato raggiungendo la porta di ingresso. Le due alzarono gli occhi al cielo e lo raggiunsero, Ran indossò le sue scarpe rosse con il tacco e pregò tutti i Kami di non volare e fare una figuraccia, Kazuha indossò tranquilla le sue paperine mentre Heiji si infilava le sue Converse nere trafficando velocemente con i lacci bianchi.
-Alla fine ti se vestito davvero come tutti i giorni- notò la ragazza del Kansai con gli occhi ridotti a trattini squadrandolo.
-Sono vestito con Hattori Heiji- precisò lui infilandosi il cappellino bianco con la visiera blu degli New York Yankees, le diede un buffetto sulla coda di cavallo trattenuta da un nastro verde chiaro e sorrise.
-Ammettilo Kazu, è un’ idea geniale!- esclamò scendendo le scale e arrivando in strada incamminandosi dietro Ran che faceva da guida al piccolo gruppo. La ragazza divenne paonazza dalla rabbia e strinse i pugni lungo il corpo.
-BAKA! Fa schifo e poi ti ho detto milioni di volte che odio quando mi chiami Kazu!!!- sbraitò mentre Ran, con la maschera sugli occhi, rideva senza farsi notare.
-Quanto sei pignola!- disse divertito Heiji col tipico accento del Kansai, poi affrettò il passo fino a raggiungere la karateka, e le domandò curioso:
-Il perché di questa maschera posso saperlo anche io o è un segreto di stato?-
Ran scosse la testa sorridendo.
-Non mi andava di essere riconosciuta, volevo mantenere segreta la mia identità per almeno una sera…-
Hattori rimase colpito dalle parole “mantenere segreta la mia identità” e rallentò il passo rimanendo un po’ indietro. Quelle parole le aveva già sentite troppe volte…
“Non sarà che vuole fare come Kudo…?” si chiese perplesso, quando Kazuha gli arpionò un braccio costringendolo a camminare a passo spedito.
-Non ti lamentavi che eravamo in ritardo?- gli domandò piccata con gli occhi a trattini fissati davanti a sé.
Alle 19.57 arrivarono davanti al Kabuki Teather e Kazuha e Heiji rimasero senza parole: l’edificio era formato da un’enorme vetrata di vetro temprato, colorato e cristallino che risplendeva per via delle luci provenienti dal’interno; era interamente circondato da un giardino fiorito e una cancellata argento. Complessivamente sembrava un enorme diamante che risplendeva di luce propria.
Attorno a loro sciami di studenti in maschera si affrettavano ad entrare entusiasti ed elettrizzati, mentre la musica dall’interno risuonava tutt’attorno.
-Andiamo?- domandò sorridendo raggiante Ran voltandosi verso i due ragazzi che annuirono ancora scioccati.

*è un anime dove la protagonista mi ricorda un sacco Haibara xD. Xò lei è + bella e indossa abiti gotici.
*famoso episodio n° 655 in cui Kazuha dikiara a Heiji che le piace, ma lui nn la sente xkè scappa da Conan -.-“ ke delusione!



Mangakagirl's Corner:
minna konnichiwa!
carino cm chappy?
svelato il mistero: Heiji si veste da Heiji! xD
ahahahahaah
nn è male cm idea, vero?!
cmq... capitolo molto kazuhaxheiji devo dire...
ke ve ne pare?
grz a ki ha recensito lo scorso chappy e a ki ha aggiunto la storia tra le seguite e preferite
arigatò v.v
mangakagirl

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Capitolo 4
*** Four ***


4.

Non appena Ran mise piede nella sala rivestita di finissimo palquet chiaro, tutti si voltarono a guardarla sbalorditi e incantati da tanta bellezza: con quella maschera sul viso sembrava fosse priva di emozioni, sembrava una bambola se non quando sorrideva e stregava involontariamente tutti i ragazzi che credevano di incrociare il suo sguardo nascosto.
-Ma è fantastica!-
-Sembra una principessa europea!-
-Ma chi è?-
-Vorrei anche io il suo abito!-
Erano solo pochi dei commenti che percepiva alle orecchie mentre attraversava l’enorme sala passando in mezzo a zombi, pokemon, mostri e altre persone in maschera. Anche Heiji attirò l’attenzione di molti.
-Amico, è geniale il tuo travestimento! Sembri davvero il Detective dell’ovest!-
-Grazie- rispose lui con tipico accento del Kansai mentre il ragazzo esclamava ancora più entusiasta:
-Sa anche imitare il suo accento! Ma questo qui è troppo forte ragazzi!-
Hattori rise e avvicinò la bocca all’orecchio di Kazuha sussurrandole divertito:
-Te l’avevo detto, no? Anche la gente pensa che sia geniale come travestimento!-
Kazuha sbuffò infastidita e lo scacciò via agitando una mano come se fosse una mosca.
-Tiratela di meno- borbottò mentre lui salutava con la mano attorno a sé una serie di ragazzi che gli facevano “ok” con le dita, entusiasti del travestimento.
La ragazza del Kansai si avvicinò a Ran e le propose di sedersi ad un tavolo, lei annuì e si diresse verso un tavolo libero, si sedè facendo attenzione a non stropicciare l’abito e fece vagare lo sguardo sulla sala gremita di studenti in maschera.
Di tanto in tanto, chi passava e la notava per la prima volta, rimaneva a bocca aperta, mentre sentiva attorno a sé la gente parlare di lei che si chiedeva chi fosse.

***

Circa un’ora dopo Kazuha sbuffò sonoramente mentre Heiji si portava le mani dietro la testa e accavallava le gambe mentre le ragazze si fermavano, lo indicavano e arrossivano facendo commenti su quanto fosse carino.
Hattori di tanto in tanto ammiccava, ma in genere le lasciava parlare come se non le sentisse, mentre curioso si guardava attorno commentando i vestiti degli studenti.
-Quello vestito da Shinigami* è strepitoso, l’hai visto Kazuha?-
-Mh- rispondeva distaccata lei con la mano appoggiata al mento mentre si guardava attorno stizzita.
-Tutto bene Kazuha?- domandò un po’ imbarazzata Ran sporgendosi verso di lei.
Una ragazza vestita in stile gotico passò davanti ad Heiji e gli ammiccò con un risolino, lui rimase impassibile, forse troppo abituato a certi comportamenti delle ragazze o forse perché non amava lo stile gotico, in fondo l’aveva sconsigliato anche a Kazuha, ma proprio Kazuha strinse i pugni conficcandosi le unghie nella carne e si morse le labbra nervosa.
-Tutto a meraviglia- rispose velenosa fulminando la ragazza mentre si allontanava dal tavolo. Ran afferrò al volo il motivo della sua reazione e lanciò un’occhiataccia ad Heiji.
Lui la guardò interrogativo per via della maschera e lei gli indicò con un dito Kazuha senza che lei se ne accorgesse. Sillabò con le labbra “furiosa” e lui assunse un’espressione scocciata e imbarazzata.
Nella sala si diffuse una musica adatta a ballare in due, simile ad un lento, e Ran diede un calcione sotto al tavolo al ragazzo che la fulminò annuendo esasperato.
“Ok ok Mouri, hai vinto!” pensò raccogliendo tutto il coraggio che aveva.
-Senti Kazuha…- cominciò un po’ distaccato arrossendo -…Ti va… ti va di ballare?-
La ragazza lo guardò un po’ sconvolta e annuì debolmente chiedendosi se avesse sentito bene. Hattori le porse una mano alzandosi e lei la prese delicatamente stringendola con un sorriso. Il ragazzo la guidò fino alla pista sparendo poi dalla vista di Ran, che sorrise soddisfatta.
Ahh, finalmente!
Poco dopo si alzò annoiata e si diresse verso l’enorme buffet, prese un piatto e ci mise dentro un po’ di antipasti a caso, afferrò delle bacchette usa e getta e tornò al tavolo. Mentre tentava di staccarle tra loro, però, le scapparono dalla presa e si ferì all’indice destro contro la loro superficie legnosa mal limata.
-Ahi… dannazione!- imprecò osservando la ferita che cominciava a sanguinare. Si alzò e tornò al buffet in cerca di un tovagliolo con cui fasciarsi il dito, ma quando allungò la mano per prenderne uno sentì qualcuno parlarle.
-Tieni- disse una voce maschile alla sua sinistra.
Ran si voltò sorpresa e sbarrò gli occhi trovandosi davanti qualcuno vestito da Barone della Notte*, con la sua maschera bianca e il sorriso di falce sul viso, che le porgeva un cerotto.
-Grazie- disse piano Ran prendendolo un po’ incerta e guardandolo attratta dalla sua maschera. Lui alzò le spalle mentre lei cercava di aprirlo senza muovere troppo il dito, che doleva ad ogni movimento e sanguinava.
-Ti aiuto- disse gentilemente prendendoglielo dalle mani, privandolo delle pellicole di protezione per l’igiene e posizionandolo delicatamente sulla ferita senza farle male.
-Ah… grazie- ripetè stupita lei toccandosi il dito mentre nell’aria si diffondeva un’altra musica dolce e lenta.
-Ti va di ballare?- le domandò lui serenamente.
Lei annuì di getto afferrando la mano che le porgeva e sorrise dietro la maschera mentre raggiungevano la pista. Gli studenti attorno a loro rimasero basiti nel vedere le due figure dall’identità nascosta ballare insieme.
-Come sapevi che mi ero ferita?- domandò Ran perplessa mentre lui le poggiava delicatamente le mani sui fianchi e la guardava incerto da dietro la maschera.
-Non è che mi colpisci con una mossa di karate, vero?- domandò divertito mentre lei abbassava lo sguardo sulle sue mani appoggiate ai propri fianchi arrossendo.
-N-no…! Ma… come sai che pratico karate?!- esclamò perplessa credendo che l’avesse riconosciuta.
-Ahahah… guarda che stavo scherzando. Non sapevo che praticassi karate, l’ho sparato a caso per scherzare!- spiegò lui mentre lei arrossiva accorgendosi di essersi tradita -Non ti sei offesa, vero?- domandò lui un po’ preoccupato per quello che aveva detto, qualche secondo dopo.
-No- scosse la testa lei abbozzando un sorriso -Comunque… come sapevi che mi ero ferita?-
Dopo attimi di silenzio, Ran lo sentì ridere dietro la maschera e lui, facendola girare sul posto sulle note della musica, le rispose sereno:
-Diciamo che ti stavo osservando da un po’…-
-Sei uno stalker, quindi?- rise Ran mentre lui la faceva girare ancora tacendo.
-Non mi difinirei tale- disse alzando le spalle -Solo che mi è stato impossibile non notarti da quando sei entrata nella sala-
Ran arrossì fino al midollo assumendo lo stesso colore del vestito e, girando ancora, impiegò volutamente più tempo per tornare ad avere le mani poggiate alle sue spalle.
-Sei strano, sai?- ammise improvvisamente mentre lui le prendeva la mano delicatamente camminando per la pista per trovare un luogo dove non scontrarsi con gli altri ballerini -Ma non voglio ancora sapere chi sei…-
-Chi ti dice che ti svelerò la mia identità?- disse lui mentre lei assumeva un’espressione sicura sorridendo.
-Il mio intuito da detective-
-Sei una detective?- domandò curioso sempre ridendo.
-Diciamo di sì…- rispose lei vaga -Come posso chiamarti?-
-Barone della Notte?- rispose lui indicandosi il vestito.
-Ahah, che fantasia!- rise ironica Ran mentre lui la faceva ancora volteggiare tra le coppiette mentre la musica aumentava un po’ il ritmo.
-E io come ti posso chiamare, Karateka Misteriosa?- domandò divertito più che mai afferrandola da sotto le braccia e sollevandola da terra mentre giravano. Ran appoggiò gli avampiedi sul palquet leggiadra e sorrise scuotendo il capo.
-Baronessa Misteriosa suona meglio, no?- propose serena mentre la musica terminava dolcemente e un applauso si levava in tutta la sala -Ti va di untirti a me e ai miei amici? Si chiederanno con chi ho ballato e se non ti presento a loro mi terranno il muso a vita!-
Lui annuì prendendole la mano destra e si fece guidare tra la folla raggiungendo il tavolo di cui parlava la ragazza.

***

-Kaito hai visto come sono bravi? E il vestito di lei non è fantastico?!- domandò elettrizzata Aoko osservando con gli occhi a cuoricino la coppietta misteriosa con le mani giunte davanti al petto. Il ragazzo sorrise fissando il Barone della Notte.
-Sempre che fantastichi sulle romanticherie, eh?- la sfottè mentre lei gli dava un colpo sul cilindro bianco.
-Bakaito! Solo perché sei vestito come Kaito Kid, e gli somigli davvero tanto, non vuol dire che puoi prenderti la liberà di sfottermi!-
Kaito, indossando isuoi panni alla perfezione, scrutò la faccia imbronciata dell’amica vestita da Kagome Higurashi*, con l’arco in spalla, e le sorrise.
Quanto era carina quando si arrabbiava? E quel vestito le stava davvero bene, ma non l’avrebbe ammesso per nulla al mondo… Non ancora almeno…
-Permalosa- le disse toccandole la fronte con un dito divertito.
-Bakaito*!-
-Baroko*!-
-BAKABAKABAKABAKABAKA!-

*Dio della Morte: per avere un’idea dell’aspetto vedere Soul Eater o Death Note.
*Personaggio inventato dal padre di Kudo Shinichi e protagonista di una serie di suoi libri.
* “Amica” di Inu Yasha nel manga e anime Inu Yasha.
*modo in cui Kaito e Aoko si insultano nell’anime di Kaito Kid.



Mangakagirl's Corner:
Minna konnichiwa!
allora allora...
siamo entrati nella fict...
ke ve ne pare?????????
ipotesi su qst Barone della Notte???
ahahahaha Heiji e Kazuha sn smpr i soliti!
fortuna che c'era Ran!
e ci sn anke Kid e Aoko! <3
Kid vestito da Kid...
Heiji vestito da Heiji...
scusate ma me li sn immaginati cosi ^_^"
grz z chi ha recensito lo scorso chappy e a ki ha aggiunto la storia tra le seguite e preferite
v.v arigatò!
a presto
mangakagirl!

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Capitolo 5
*** Five ***


5.

Kazuha, che l’aveva osservata per tutto il tempo, si alzò estasiata e capì al volo dal segnale di Ran che non doveva chiamarla per nome.
-Come possiamo chiamarti, mademoiselle?- le domandò ammiccando.
-Baronessa Misteriosa, ispirato alla grande Yukiko Fujimine: la Baronessa della Notte- rispose Ran sedendosi e facendo cenno al ragazzo con cui aveva ballato di accomodarsi accanto a lei.
-Grande travestimento, sembri quasi il vero Hattori Heiji- commentò ridendo lui rivolto ad Heiji. Lui rise a sua volta e rispose tirandosela un po’:
-Grazie, me lo dicono in tanti-
-E te?- domandò Kazuha sorridendo dievertita al ragazzo -Come dobbiamo chiamarti?-
-Barone della Notte può andare-
-Hey- disse Hattori divertito e un po’ minaccioso -Non so se te l’ha detto, ma sarebbe già occupata- disse indicando Ran -Il suo ragazzo mi ha detto di tenerla d’occhio, quindi occhio a dove metti le mani amico. Io qui faccio le sue veci…-
-Hattori!- e -HEIJI!- sbraitarono in coro le due ragazze mentre il ragazzo misterioso annuiva ridendo di gusto.
-Tranquillo amico, lo terrò a mente ora che me l’hai detto-
-Non sono fidanzata- ci tenne a precisare rossa come un pomodoro Ran mentre si tartassava le dita delle mani con fare imbarazzato.
Un ragazzo vestito da Kaito Kid si avvicinò al tavolo seguito da una ragazza vestita da studentessa delle medie e sorrise.
-‘Sera! Volevamo solo complimentarci per i vostri vestiti: siete tutti strepitosi!- disse furbetto ammiccando alle due ragazze mentre Aoko annuiva.
-Grazie, anche tu non sei niente male con quel vestito lì, sembri quasi il vero Kaito Kid- rispose Hattroi fissandolo dritto negli occhi con uno strano sorriso sulle labbra.
-In effetti hai ragione, come tu sembri quasi il vero Hattori Heiji- rispose lui con il suo stesso tono e il suo stesso sorriso. Sembrava quasi che si conoscessero…
Aoko si avvicinò a Ran le sorrise.
-Sei bellissima- disse arrossendo mentre i suoi occhi brillavano emozionati.
-Grazie, come sei gentile! Anche tu stai benissimo vestita da Kagome-
Il viso di Aoko si illuminò e la ringraziò, poi Kid disse che dovevano andare e, afferrata Aoko per un braccio, si allontanarono entrambi.
Dietro la maschera del Barone della Notte, il ragazzo sorrise.
I quattro ragazzi intrapresero una conversazione divertente che coinvolgeva tutti poi, verso le 23.35 Kazuha e Hattori si alzarono e tornarono in pista mentre Ran e il Barone rimasero ancora seduti.
-Da come parli a volte mi sembra quasi di conoscerti, o sembra che tu conosci me…- ammise Ran ridendo mentre lui beveva il suo bicchiere di Coca Cola.
-Davvero? Strano. A me non sembra di conoscerti- rispose lui mentre Ran cercava di decifrare la sua espressione dietro la maschera, ma ovviamnete la cosa era alquanto impossibile.
-Sei di questo liceo?- domandò lei.
-Sì- rispose lui tranquillo -Ma non ti dico la sezione-
-Non la volevo sapere- rise Ran -Altrimenti averi avuto indizi sulla tua identità, e non li voglio…-
-Tu sei di questo liceo?- domandò lui mentre lei annuiva -E loro?- domandò riferito a Kazuha e Heiji.
-No- lei scosse la testa -Li ho invitati io: sono miei amici. Vengono dal Kansai-
-Pensavo sarebbe stata peggio questa festa…- disse dopo qualche secondo di silenzio il ragazzo guardandosi attorno -Tu la immaginavi così?-
-Con te? No- rise la ragazza -Non immaginavo che avrei incontrato il Barone della Notte qui!-
Risero entrambi, poi il ragazzo le prese la mano destra, quella con il cerotto, e la guardò in viso. Ran non riuscì a capire la sua espressione, ma ringraziò il cielo che entrambi indossassero una maschera: se era così tranquilla era solo perché non aveva la sua identità quella sera, ma quella della Baronessa Misteriosa.
-Facciamo un patto- disse dopo altri secondi di silenzio il ragazzo con voce divertita -Tra un po’ io e te torniamo a ballare e a mezzanotte in punto ci sfiliamo le maschere contemporaneamente. Ci stai?-
Ran ci riflettè un attimo: quel ragazzo le piaceva e aveva la strana sensazione di averlo già conosciuto da qualche parte, anche se non sapeva dove… Ma rivelargli la propria identità…
Però potrebbe offendersi se non accetti… in fondo lui si è fidato di te… ti ha anche dato il cerotto…
Oddio! Adesso anche la sua coscienza si intrometteva nelle sue decisioni. Il ragazzo sembrò un po’ deluso del tempo che stava passando senza che lei rispondesse.
-Se non ti v…- disse un po’ dispiaciuto mentre lei scuoteva prontamente la testa.
-No, mi va- ammise sorridendo -Sento che non me ne pentirò…-
Lo sentì ridere dietro la maschera mentre si alzava in piedi e le porgeva una mano.
-Baronessa Misteriosa, mi concede l’onore di questo ultimo ballo da identità ignota?- le domandò da bravo galantuomo ridendo divertito. Ran afferrò la mano e si alzò rimanendo qualche secondo incerta sui tacchi delle scarpe.
-Equilibrio precario?- domandò lui ridendo capendo la volo il problema.
-Non sono abituata alla scarpe alte- rispose lei imbronciata ristemandosi la gonna alla bell’e meglio con la mano libera.
Si fece poi guidare al centro della pista attirando nuovamente l’attenzione di tutti gli studenti che li osservavano incantati.
-Ma come sono carini!- esclamò una ragazza del primo anno vestita da gatto.
Ran sorrise mentre posizionava le mani attorno al collo del ragazzo lanciando una rapida occhiata all’orologio.
-Mancano 18 minuti a mezzanotte… ce la farai a resistere Barone della Notte?- domandò un po’ perfidamente con un sorriso. Lo sentì ridere e sentì le sue mani stringerle di più i fianchi.
-Vedrò cosa riesco a fare- rispose divertito mentre la alzava in alto girando su se stesso e il vestito della ragazza volteggiava leggiadramente nell’aria. Ran poggiò gli avampiedi a terra rimanendo qualche secondo sorpresa, poi si congratulò con lui.
-Te la cavi bene a ballare!-
-Nemmeno tu scherzi- rispose lui mentre, tenendola per una mano, la faceva girare sul posto lentamente.
Senza accorgersene si ritrovarono gli unici sulla pista: tutti i ragazzi si erano allontanati incantati da come i loro movimenti fossero fluidi e simultanei e avevano formato un enorme cerchio al centro del quale c’erano solo loro due, ignari di cosa stesse accadendo, troppo presi l’uno dall’aura misteriosa dell’altra.
-Che ne dici di fare un gioco?- propose Ran quasi incespicando nella gonna lunga.
-Quale?- domandò lui afferrandola al volo come se il movimento facesse parte di una coreografia.
-Non hai idee su chi sia?- domandò lei -Fai qualche ipotesi… sono curiosa di sapere chi pensi ci sia dietro la mia maschera-
Il ragazzo scoppiò a ridere e la lasciò qualche secondo andare scrutandola da capo a piedi allontandandosi di mezzo passo all’indietro.
-Non dovevo essere io quello che doveva resistere?- domandò divertito mentre lei gli si avvicinava e gli poggiava nuovamente le mani sulle spalle.
-Ummm… forse- rispose vaga con un sorriso -Dai, voglio sapere almeno 3 nomi-
-D’accordo- rispose lui tranquillo mentre la faceva volteggiare ancora in aria.

***

Poco lontano da loro Kazuha osservò la coppietta ridendo al settimo cielo.
-Heiji, non trovi che siano carini?!- squittì trapanandogli un orecchio mentre la musica sovrastava le loro voci -Chissà di cosa stanno parlando- aggiunse con una punta di curiosità.
-So solo che se ci fosse qui Kudo, sarebbe furioso!- urlò lui ridendo per farsi sentire dalla ragazza che aggrottò le sopracciglia.
-Aveva solo da venire! L’ha lasciata nuovamente da sola! Io lo so che a Ran piace, ma…- tornò a fissarla mentre volteggiava tra la pista -… Se Kudo non si fa vivo lei ha diritto a rifarsi una vita… Guarda come sembra felice in questo momento!-
Hattori alzò le spalle passando un braccio attorno alla vita di Kazuha per allontanarla da un ragazzo che si stava avvicinando con intenzioni che non lo convincevano. La ragazza lo guardò interrogativo arrossendo mentre lui fulminava il mal capitato con un’occhiataccia omicida.
-È già occupata. Fila- disse secco mentre lui alzava le mani a mo’ di scusa e si allontanava con la coda tra le gambe. Kazuha lo guardò stupita mentre il ragazzo le toglieva il braccio dalla vita.
-Grazie- disse lei sorridengli grata per quello che aveva detto.
-Niente- disse lui rosso voltandosi dall’altra parte cercando di far passare il suo gesto come puro “dovere da fratello maggiore”.

***

-Prima ipotesi- disse il ragazzo misterioso mentre la musica rallentava, alzò un dito davanti al suo viso  - 3 D, Takumi Miyu-
Ran sorrise mentre le sue gote si coloravano emozionate di un bel rosa acceso.
-Ci ho azzeccato?- domandò lui mentre lei scuoteva il capo.
-Se mai, per un caso fortunatissimo, dovessi azzecare il nome, sappi che non ti dirò se hai ragione o no neanche sotto tortura!- rispose lei battendogli un dito sulla maschera provocando un rumore sordo.
-Cattiva- disse lui senza demordere -Vorrà dire che resisterò e lo scoprirò tra poco-
-2 nomi e solo più 10 minuti- gli fece notare Ran mentre il suo cuore cominciava ad accellerare per lo sforzo: ballava da un po’ e la stanchezza su quei tacchi alti e scomodi cominciava a farsi sentire.
-Mi sembri un po’ a corto di fiato o sbaglio?- domandò lui divertito mentre lei annuiva arrossendo un po’.
-Bè, sì…solo un po’…-
Il ragazzo rallentò decisamente l’andatura, le posò le mani sui fianchi e cominciò ad ondeggiare sul posto lentamente.
-Almeno riprendi un po’ di fiato- le spiegò prima che lei riuscisse ad aprire bocca per lamentarsi -Ti serviranno le energie per toglierti la maschera tra…- guardò l’orologio a parete -…7 minuti-
-Ok Mister Galantuomo- rise Ran -spara la seconda ipotesi adesso-
-Ummm…- disse lui pensadoci un po’ su -Sono certo che non sei del primo anno… Vediamo… 2 C, Tsugumi Yu?-
Le labbra della ragazza si incresparono in un dolce sorriso mentre con la lingua emetteva il suono “Tst tst tst” per dirgli che era fuori strada.
-Non ci sei…- disse divertita mentre lui stringeva la presa sui fianchi per sollevarla nuovamente in aria.
-Avevi detto che non me lo dicevi neanche sotto tortura se ci azzeccavo o no, o sbaglio?-
-Giusto, giusto, sto zitta… Sentiamo l’ultima ipotesi-
Il ragazzo lanciò una rapida occhiata all’orologio: 23.55.
-Prima fa’ tu qualche ipotesi su di me- propose mentre lei rimaneva qualche secondo sbigottita.
-Non lo so proprio, sai?- rispose sincera lei qualche secondo dopo -Non ho idea di chi si celi dietro la tua maschera… Anche se mi sembra quasi di sapere chi sei… Ci saremmo sicuramente incontrati nei corridoi…-
-Ipotesiiiii- insistè lui con tono cantilenato.
-Ok… Emmm… 2 E, Kuroshi Daiki?-
-Ah, questa è buona!- rise lui mentre lei faceva un piccolo broncio indispettita.
-Che c’è da ridere?!-
-Senza offesa, ma quel tipo è davvero brutto! Io sono molto meglio, credimi…-
-Ma non mi dire- rispose ironica Ran con un sorriso furbetto sulle labbra.

***

-Ciao Kazuha- una timida voce alle spalle della ragazza del Kansai la salutò facendola girare.
-Sonoko!- esclamò lei mentre riconosceva dietro il trucco da strega l’amica di Tokyo -Ecco dov’eri! Mi chiedevo giusto se la Grande Sonoko Suzuki si sarebbe persa una festa del genere!-
-Emm… Ran è qui?- domandò con un sorrisetto incerto.
Kazuha, sapendo della loro litigata, scosse la testa desolata.
-Emm… no- rispose sbrigativa mentre l’altra emetteva un piccolo “Ah” delusa.
-Hai visto quei due?- domandò poco dopo con tono sempre dispiaciuto per cambiare discorso. Kazuha annuì prontamente e sorrise indicando Ran e il Barone della Notte.
-Sono carinissimi, vero?!-
-Già- rispose Sonoko mentre alle sue spalle arrivava Kiogoku con un bicchiere di succo in mano.
-Tieni amore- le disse dolcemente.
-Grazie- rispose Sonoko mentre Kazuha sorrideva intenerita dal loro comportamento.

***

-Mancano meno di 2 minuti… Vuoi dirmi l’ultima ipotesi o no?- domandò Ran con impazienza ridendo. Il ragazzo sorrise dietro la sua maschera creando ancora un po’ di suspance.
-Oh andiamo!- esclamò ancora dandogli un colpetto sul petto impaziente.
-2 B…- disse con voce seria mentre Ran sbarrava un po’ gli occhi -…Capitano della squadra femminile di karate… Mouri Ran-
La ragazza rimase senza fiato fermandosi e  accorgendosi solo in quel momento di essere da sola con il ragazzoin mezzo alla pista.
L’orologio sulla parete cominciò a suonare indicando a tutti che era mezzanotte in punto e il Barone della Notte rise.
-È ora della verità, sei pronta?- le domandò mentre lei, da dietro la sua maschera lo guardava ancora sconvolta con le labbra socchiuse e il cuore che batteva all’impazzata contro la gabbia toracica. Lo vide posizionare le mani sulla sua maschera e lo imitò prendendo tremante tra le dita la propria.
-Al tre, ok? Uno…due…-
Ran si sfilò la maschera e rimase letteralmente senza fiato specchiandosi negli occhi del Barone della Notte. 



Mangakagirl's Corner:
minna konnichiwaaaaaa!
ta daaaaaaaaaaaaaaaaaaan!
allora allora, capitolo luuuungo e pieno di surprise!!!
ahahahah...
ed ecco ke Ran e il Barone hanno abbassato la maschera!
ma ki sarà mai qst barone???
cm faceva a sapere ki era????
ooooooooooooo *^*
ahahahah
cmq, ke ve ne pare????
heiji con kazuha???
kaito e Aoko???
secondo voi hattori ha cpt ke era Kid??? ;)
grz a ki ha recensito lo scorso chappy!
arigatò
a presto
mangakagirl!

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Capitolo 6
*** Six ***


6.

La maschera le cadde di mano producendo un tonfo sordo sul palquet mentre tutto attorno taceva: gli studenti erano sconvolti dopo aver visto chi si celava dietro la maschera dei due ragazzi.
Il silenzio regnò solo qualche secondo, poi la sala scoppiò in urla di approvazione e compiaciute e urletti femminili estasiati.
Il cuore di Ran batteva imperterrito contro la scatola toracica tanto che le sembrava che stesse per sfondarla, la mano che aveva sfilato la maschera era ferma a mezz’aria e le dita posizionate come se la stessero reggendo ancora, invece quella giaceva a terra.
Il ragazzo davanti a lei le rivolse un sorriso che la fece sentire sempre più sconvolta ma, soprattutto, stupida: come aveva fatto a non capirlo?
Chi la poteva osservare e riconoscere da lontano, chi poteva conoscerla così bene come le era sembrato, chi parlava con quel tono divertito e un po’ di scherno, chi poteva dedurre che praticava il karate, chi poteva aver capito che era Mouri Ran, 2 B, se non…
-Shinichi- sussurrò in un soffio come se fosse un miraggio affogando il proprio sguardo sconvolto nei suoi occhi blu e profondi come l’oceano.
-Ciao Ran- disse dolcemente lui mentre tutto attorno si alzavano cori di “Kudo! Kudo! Kudo!”
-C-C…?- cercò di chiedere Ran, ma la voce non gli uscì, così si gettò tra le sue braccia e lo strinse forte affondando la testa nell’incavo della sua spalla sinistra.
-Mi sei mancato- disse sull’orlo del pianto mentre lui rideva accarezzandole i capelli.
-Anche tu, tantissimo- le soffiò in un orecchio provocandole un sorriso sulle labbra mentre le lacrime di gioia premevano agli angoli degli occhi per uscire.
Ran si staccò e Shinichi le prese delicatamente per mano guidandola verso Kazuha e Hattori, che li osservavano sconvolti in un angolo del cerchio mentre tutti battevano le mani e urlavano “BACIO! BACIO!” entusiasti e divertiti.
Poco dopo gli studenti ripresero a sciamare su e giù per la pista e la festa riprese mentre le due coppiette tornavano a sedersi al loro tavolo.
-KUDO!- urlò Kazuha entusiasta -Kudo, sei davvero tu!? Sei stato tu per tutto il tempo!-
-Ci hai fregati Kudo!- disse Hattori piantandogli diveritto una gomitata nelle costole.
-Complimenti per il travestimento Hattori: originale!- rise Kudo mentre lui si atteggiava divertito.
-Vero? Mi sta a pennello- rispose mentre scoppiavano entrambi a ridere.
-Ma perché non ci hai detto che venivi?- domandò la ragazza del Kansai mentre lui scuoteva la testa.
-Volevo fare una sorpresa- spiegò lanciando un’occhiata a Ran che ormai aveva solo occhi per lui.
-Grazie- disse lei stringendogli una mano mentre lui le sorrideva dolcemente. Kazuha si sentì invadere di euforia e battè le mani soddisfatta davanti al petto.
-Cavolo, ora ci siamo tutti!-
-Già- rispose Heiji lanciando un’occhiata leggermente risentita all’amico.
“Avrebbe anche potuto avvisarmi che tornava tra noi… Cavolo, mi ero accorto di Kid ovviamente, ma no pensavo fosse davvero lui il Barone! Anche se…” pensò mentre la sua “ragazza” lo tartassava chiedendogli:
-Non sei felice? Non sei felice?-
-Sì, sì, sono felice!- rispose Heiji scompigliandole dispettoso i capelli mentre lei sbraitava.
Ran si rivolse a Shinichi senza riuscire a smettere di sorridere.
-Che c’è?- domandò lui stringendole ancora la mano mentre l’atmosfera attorno a loro si faceva più tranquilla e le luci diventavano dolcemente soffuse.
-Come facevi a sapere che ero io?- domandò quasi sussurrando Ran mentre lui rideva piano passandosi una mano tra i capelli -Ok, ho capito…- riprese un po’ delusa  -Stai per rispondere: “Sono un detective, ricordi? Non mi sfugge niente! Dal modo in cui hai messo il piede ho capito che eri tu perché…” -
-Errato Watson- Shinichi le scosse un dito davanti al viso ridendo e interrompendola -Non centra niente il fatto di essere un detective, questa sera ti avrei riconosciuta tra mille…-
Ran arrossì distogliendo lo sguardo dal suo magnetico che la scrutava fin dentro l’anima, privandola della capacità di mantenere la calma. Si portò dietro le orecchie dei ciuffetti scuri ribelli e deglutì mentre le guance le si imporporavano.
-Ehy- le disse piano il ragazzo -Comunque prima non stavo scherzando, ti stavo veramente osservando da un po’ perché mi è stato impossibile non notarti appena sei entrata nella sala-
Wow, che gli prende stasera?!
-Ah… Ahahah- Ran rise nervosa mentre si perdeva nuovamente nei suoi occhi blu e profondi come l’oceano che la scrutavano come se avessero davanti una stella luminosa, un tesoro prezioso a cui non avrebbero potuto rinunciare -Emm… ma che ci fai qui?- domandò per cambiare argomento mentre lui distoglieva lo sguardo.
-Sapevo che c’eri tu- rispose vago -E volevo venire per vederti…-
Ran notò il suo sguardo tramutare mentre assumeva un aspetto misterioso e pensieroso.
-Tutto bene?- domandò stringendogli la mano che ancora stringeva nella sua.
-Mh- rispose lui perdendo lo sguardo lontano rispondendo debolemente alla presa mentre la sua mente vagava altrove, lontana da lì…

-Haibara, dimmi che ce l’hai!- la pregò il ragazzo con sguardo preoccupato mentre lei si voltava verso di lui con fare interrogativo. Era appena arrivato trafelato nonostante fosse mattina presto. Ai si chiese se avevano deciso di vedersi e se lei se ne era scordata.
-Eh?-
-L’antidoto dell’APTX4869-
-Ah- rispose lei come se le avesse appeno detto “Sai, il cielo è azzurro!” -Sì-
-Come non ce l’h…- Conan si bloccò: aveva sentito bene? Ce l’aveva?! -C-Ce l’hai?!-
Haibara alzò le spalle e gli rivolse uno strano sorrisetto compiaciuto.
-Che c’è? Sorpreso Kudo?-
-Perché non mi stai facendo la solita ramanzina? Cosa c’è sotto Haibara?- domandò di getto lui insospettito dal quell’aria così tranquilla che aveva: in fondo si era presentato senza preannuncio a casa Agasa dicendo a Ran di dover andare in campeggio… Lei rise, si alzò e prese da un cassetto una confezione di latta, ne tirò fuori una bustina traparente con dentro una pillola rossa e bianca.
-Eccolo- disse semplicemente passandoglielo in mano -è lui. Prendilo e fa quello che vuoi- finì tornando alla sua rivista sul divano. Shinichi la guardò perplesso: c’era qualcosa che non andava… Haibara era troppo… Ma com’era?! Non lo sapeva nemmeno lui…!
Osservò l’antidoto: sembrava come gli altri in fondo. Scosse la testa e guardò l’ora: 9.33. doveva ancora chiamare i suoi e chieder loro dove avevano conservato il vestito del Barono della Notte che avevano usato per simulare il suo rapimento quella volta…*
Sospirò e strinse la pillolina nel palmo.
-Quanto durerà?-
-Non ne ho idea! Dipende da te, Kudo!- rispose ridendo serena Haibara mentre lui aggrottava le sopracciglia sospettoso e stupito: ma che diavolo…?!
-Ok, ringrazia che sono di fretta Haibara… ma ne riparliamo di questa cosa!- esclamò indispettito correndo verso la porta per uscire e tornare a casa sua.

-Shinichi- la voce preoccupata di Ran lo richiamò alla realtà. La ragazza lo scrutava con occhi pirni di ansia e lui le sorrise scuotendo la testa.
-Va tutto bene! Stavo solo ripensando ad una cosa…- disse mentre lei cercava di carpire informazioni dalle sue espressioni.
-RAGAZZI, RAGAZZE, MOSTRI, POKEMON, DONZELLE, KAITO KID…- urlò un ragazzo vestito da Ash Ketchum sul palco reggendo un microfono -… STA PER COMINCIARE LO SPETTACOLO DI MAGIA! DIAMO IL BENVENUTO AL NOSTRO MAGO!-
Nella sala si levarono applausi e gridolini divertiti.
-Non sapevo che avrebbero tenuto uno spettacolo di magia!- esclamò Kazuha estasiata guardando verso il palco mentre tutte le luci si spegnevano.
Un riflettore illuminò improvvisamente una figura vestita di bianco e una serie di applausi si levarono ancora per l’ampia sala. Il mago si inchinò con un sorriso, era vestito da Kaito Kid,  e afferrò un lembo del mantello bianco facendo scoppiare attorno a lui nuvole di fumo, petardi e sparpagliando coriandoli ovunque. Battè un paio di volte le mani, afferrò un fazzoletto di stoffa rosso dalla tasca della sua giacca, lo infilò in una mano chiusa a pugno e non appena la aprì il fazzoletto era scomparso.
Gli applausi si levarono nella sala e lui si inchinò afferrando poi il suo cappello, da cui tirò fuori un coniglio bianco nonostante qualche secondo prima fosse vuoto.
-WOW! È bravissimo!- esclamò Ran con gli occhi emozionati mentre Shinichi al suo fianco, con gli occhi a trattini, sbadigliava annoiato.
-Tutte illusioni- disse agitando una mano noioso mentre Ran lo guardava delusa.
-Non ti diverti a guardarlo?- domandò un po’ risentita.
-Da morire- rise ironico mentre lei gli dava un pugno in testa sbuffando e gonfiando le guance che si colorarono di rosso porpora.
-Antipatico- disse con il tono di una bambina di 7 anni mentre lui scoppiava a ridere divertito: quando si arabbiava era stupenda.
-Non te la prendere- disse lui accarezzandole i capelli ridendo -Sai che sono un detective: sono obbiettivo io! E poi Kid è pur sempre il mio Rivale, no?- domandò ammiccandole.
-Ok, ok… te lo concedo Detective- rise Ran prendo la mano che le accarezzava la chioma e stringendola teneramente nella sua.
Un riflettore puntò proprio lei e il mago sul palco la chiamò:
-Per il mio numero vorrei che venissi proprio tu!- disse indicandola parlando al microfono mentre tutto attorno si alzava un rumoso vociferare. Ran divenne dello stesso colore del vestito e strinse più forte la mano di Shinichi guardandolo impanicata. Lui le sorrise e annuì.
-Vai- la incoraggiò -Ti aspetto qui-
Lei esitò ma lui scosse la testa sorridendo.
-Non scapperò via, tranquilla!- la rassicurò mentre lei annuiva con un sorriso incerto.
-Ok- disse alzandosi in piedi mentre attorno si allargava un applauso compiaciuto. Ran salì sul palco afferrando la mano che quel Kaito Kid le porgeva e salutò appena i ragazzi al suo tavolo arrossendo fino al midollo quando tutti gli sguardi si puntarono su di lei. Il mago prese un ampio lenzuolo bianco dal suo cilindro e sorrise compiaciuto.
-Ora la farò magicamente sparire da sotto i vostri occhi, signori… Fate attenzione!- disse sicuro di sé aprendo il lenzuolo bianco e lanciandolo in aria, si posò sopra la testa di Ran e la ricoprì per intero facendo anche sparire il suo vestito dalla vista degli studenti. 
Ran lo sentì pronunciare una formula magica e sorrise emozionata.
Il mago afferrò un lembo del lenzuolo, lo strattonò via e rivelò ai ragazzi solo la vista del palco vuoto: l’esperimento era riuscito, Ran era sparita.
Shinichi battè le mani con un sorriso mentre lui si inchinava davanti al pubblico e le luci si riaccendevano pian piano: finalmente poteva stare con Ran.

*ep 44



Mangakagirl's Corner:
minna konnichiwaaaaaaa!
allora...
AHAHAHAHAHA
mi viene da ridere! xD
vi ho fregati di nuovo, eh???
sn perfida, lo so ^^
no, skerzo!
è che potevo io...
nd tutti: FAN SFEGATA DELLA COPPIA RANXSHIN -.-
me: ^^" esatto... potevo io nn far comparire shin e spedirlo davvero in cmapeggio??? con i DB x di +!!!!!!!
povero shinichi! xD
invece no! SHINICHI è IL BARONE! YEEEEEEEEEEEE!
allora, ke ve ne pare????
secondo voi ke accadrà adesso???
mah... lo scoprirete leggendo il prox chappy... ke però nn arriverà domani...
sorry ^^"
grz a ki ha recensito lo scorso chappy e ha ki ha aggiunto la storia tra le seguite!
arigatò v.v
a presto
mangakagirl!

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Capitolo 7
*** Seven ***


7.

Qualche minuto dopo, Shinichi si guardò attorno interrogativo aspettandosi che Ran spuntasse fuori per tornare al tavolo, ma così non fu.
-Ma che…?- si domandò voltandosi verso Hattori -Hey, non credi che Ran sarebbe già dovuto tornare?-
-Sì, in effetti è strano che non sia ancora qui…- commentò il detective dell’ovest mentre Kazuha ascoltava confusa la conversazione.
-Qualcosa non va?- domandò con tono grave guardando prima Heiji poi Shinichi negli occhi. I due ragazzi, notando la sua agitazione, sorrisero scuotendo la testa.
-No no, tutto bene- disse Kudo.
-Sta’ tranquilla- finì Hattori alzando le mani davanti al petto a mo’ di scusa -Stavamo solo facendo ipotesi…-
Lei non sembrò del tutto convinta ma cercò di fidarsi di Heiji annuendo incerta, mentre lui e Kudo si guardarono con una strana espressione. Shinichi si alzò e a Hattori sembrò imitarlo, ma l’amico lo fermò.
-Vado solo a cercarla, sarà qui attorno…  sta’ con Kazuha- disse indicandogli con lo sguardo che la ragazza sembrava stesse capendo che qualcosa non andava.
-Ok, ma fa’ presto- gli raccomandò il ragazzo voltandosi poi verso Kazuha con un sorriso mentre lei sentiva la tensione crescere.
Shinichi si destreggiò tra la folla attirando ormai poco l’attenzione, raggiunse il palco e lo scrutò in cerca di Ran.
Era solo un trucco di magia, dove si sarà cacciata?
-Scusa- disse attirando l’attenzione del ragazzo vestito da Ash che aveva presentato il mago al pubblico poco prima -Hai visto dov’è andata la ragazza che è salita prima su palco?-
-Emmm… non mi sembra- rispose lui dispiaciuto di non poterlo aiutare.
-Se la vedi mi avvisi?- chiese ancora il detective dell’est mentre l’altro annuiva.

***

-Certo che è stato bravo, eh?- domandò entusiasta Aoko accanto a Kaito mentre lui si guardava serio attorno con espressione indecifrabile; la ragazza gonfiò le guance indispettita.
-Kaito- lo chiamò. Il ladro del secolo continuò a guardarsi attorno e prese ad attraversare la sala a grandi passi con Aoko al seguito che non gli dava tregua.
-Kaito!-
Ma dove sarà? Non l’ho vista tornare… Quel trucco aveva qualcosa che non mi convince…
-BAKAITO!- urlò la ragazza dietro di lui attirando l’attenzione di tutti coloro che li circondavano. Il giovane si voltò indispettito e l’aggredì con troppa foga.
-Aoko, che vuoi?! Sto cercando una cosa importante, potresti evitare di rompermi sempre le scatole ogni momento?!- esclamò esasperato mentre gli occhi di lei si incupivano di botto. Si accorse di avere esagerato e sospirò battendosi una mano sulla fronte.
Lei non centrava niente povera! Sono un Cretino!
-Aoko io…- ma non fece in tempo a dire nulla perché due gocce di cristallo rigarono il volto di Aoko mentre lei abbassava lo sguardo a terra. Kaito si sentì terribilmente in colpa e, allungando le braccia verso di lei, la strinse al suo petto sospirando. In un primo momento Aoko lottò con foga e rabbia per liberarsi dalla presa e la sentì imprecare sottovoce, poi la ragazza si arrese e lui la circondò completamente con le sue braccia mentre lei affondava il viso nella sua camicia blu.
Non gli importava se l’avrebbe macchiata col trucco, l’aveva aggredita come lei non avrebbe mai fatto con lui, si sentiva uno schifo.
-Scusa- le sussurrò avvicinando la bocca al suo orecchio mentre lei singhiozzava forte sul suo petto sussultando -Sono un idiota… Scusa Aoko…-
-S-sono d-davve-ro così r-r-rom-mpipalle…?- cercò di domandare mentre lui scuoteva fermamente il capo stringendola più forte.
-No- disse con tono risentito verso se stesso -Sono io che penso sempre ai fatti miei ignorandoti completamente… Scusa Aoko… Scusa…-
La ragazza alzò il viso fino ad incontrare lo sguardo di Kaito nascosto dietro la frangetta corvina e il monocolo, si asciugò le lacrime col dorso della mano e si calmò un po’.
-Hey- gli disse abbozzando un sorriso -Non starai piangendo, vero? Hai ragione tu dopotutto… sono davvero una rompipall…-
Kid la strinse più a sé e la baciò.
Al diavolo tutto!
Aoko rimase sconvolta, battè le palpebre più e più volte senza quasi rendersi conto di cosa stesse accadendo, poi il cuore cominciò ad accellerare in maniera spropositata e capì che non era un sogno: Kaito la stava baciando.
Rispose al bacio socchiudendo gli occhi e lo abbracciò a sua volta mentre attorno qualcuno osservava la scena con un sorriso, facendo battutine o notando la tenerezza di quel gesto.
Il giovane si staccò e l’abbracciò ancora più forte mentre lei rideva al settimo cielo.
-Hey- Kaito parlò piano ma con il suo tono furbetto, quello che lei adorava da una vita -Ti amo Aoko. Lo sapevi?-
La ragazza rimase ancora sconvolta: ma era davvero Kaito quello lì?!
-Sì- rispose dopo quella che a Kaito parve un’eternità -Lo immaginavo…- Kaito rise -Ma sai cosa è ancora più buffo?-
-Cosa?- domandò lui divertito e curioso: cosa passava nella testolina bacata della ragazza che gli stava di fronte?
-Che ti amo anche io- rispose Aoko baciandolo ancora.
Dopo quelli che parvero pochi attimi ai ragazzi, nonostante fossero minuti, una voce li distraè. Kid si voltò verso colui che lo chiamava e arricciò il naso.
-Che c’è Kudo? Proprio ora!? Non sono venuto a spifferare a tutti che eri il barone nonostante l’avessi capito quando sono venuto al tuo tavolo io! - esclamò stizzito mentre l’altro sbuffava un po’ a disagio.
-Non è che prevedevo che ti dichiaravi proprio adesso!- si giustificò in imbarazzo mentre Aoko diventava viola e Kaito rosso porpora.
-Che c’è? - domandò il ladro a disagio capendo che non era lì per un motivo futile: non è che a tutti facesse piacere essere il terzo incomodo mentre due si dichiarano! Shinichi sospirò e si lanciò ancora un’occhiata attorno, invano.
-Ran è sparita. Non è che l’hai vista? Da quando quel mago ha fatto quel trucco…-
-Allora avevo ragione- disse Kaito più a sé che a Kudo sbarrando gli occhi. Shinichi provò una strana sensazione e rabbrividì.
-Che intendi? Parla Kid!- sbottò il detective afferrandolo per il colletto mentre Aoko emetteva un gridolino impaurita. Kid si separò dal ragazzo con gesto brusco e rassicurò Aoko voltandosi a guardarla.
-Lo conosco, tranquilla… Senti- tornò a parlare con Shinichi con tono molto infastidito -Ti aiuto a cercarla, ma devi mantenere i nervi saldi, ok? La troviamo, sta’ tranquillo-
Lui annuì bofonchiando uno “scusa” e insieme, seguiti da Aoko, girarono per la sala chiamando Ran a gran voce, poi Shinichi si avvicinò ai responsabili della festa.
-Scusate, posso sapere chi era il mago sul palco? È andato via per caso?-
I due uomini si guardarono perplessi.
-A dire la verità…-

***

-Come sarebbe che quel tizio non aveva detto che avrebbe tenuto uno spettacolo di magia?!- esclamò sbalordito Heiji una volta raggiunto Shinichi vicino al palco affiancato da Aoko e Kid dopo aver capito che qualcosa non andava.
-Vuol dire che stasera quel tizio ha fatto un’improvvisata…?- domandò incerta Kazuha dietro il ragazzo del Kansai mentre Shinichi si mordeva nervoso il labbro e chiamava Ran al cellulare.
-Niente… non risponde maledizione!- imprecò mentre Hattori si guardava attorno.
-Kudo, non mi starai dicendo che…?- domandò capendo al volo cosa stava succedendo. Il ragazzo di Tokyo imprecò ancora e tornò nervosamente al tavolo appoggiandovi sopra entrambe le mani.
Era con me dannazione! Dove diavolo è finita? Quel tizio ha usato solo un trucco da 4 soldi…
Una busta rossa.
Shinichi sbarrò gli occhi alzando la mano sinistra sotto la quale c’era una busta rossa, la prese velocemente e mentre tutti e quattro i ragazzi lo raggiungevano lesse rabbrividendo il suo contenuto:

Kudo Shinichi-sama,
la ragazza è con me. Non temere, per ora sta bene, ma tutto dipenderà da te. Segui alla lettera le istruzioni che ti darò chiamandoti sul tuo cellulare e risolvi i miei codici. Hai poco tempo… Non chiamare la polizia o lei morirà; vedo ogni cosa che fai, ti sto tenendo d’occhio anche adesso. Potrai farti aiutare da quei due ragazzi e le rispettive ragazze… Per il resto dovrai cavartela da te.


Il ragazzo sbiancò al punto che Heiji lo afferrò per una spalla per evitare che rovinasse a terra, lo sentì respirare a fatica poi lesse anche lui il contenuto della lettera sbarrando gli occhi.
-L’ha rapita- disse Shinichi a denti stretti chiudendo gli occhi e battendo forte un pugno sul tavolo. L’amico imprecò a bassa voce, poi Kid tirò fuori dalla busta un altro foglietto.
-Credo dovremo partire da questo- disse Kid mostrandogli il biglietto.

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1110100 1101001 1101100 1101111 1101011 1110110 1101100 1110110
Si guarda indietro
_
T
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Shinichi fissò il biglietto e lo strinse forte tra le dita mentre Aoko e Kazuha leggevano la lettera e rabbrividivano. La ragazza del Kansai affondò il viso nel braccio di Heiji e lui le accarezzò distrattamente la testa fissando l’indizio.
-Codice binario- disse guardando l’amico, che annuì appena -Lo conosci a memoria?-
-No, ma su internet troveremo la tabella- rispose lui alzandosi in piedi -Andiamo a casa mia- concluse avviandosi all’uscita.
-Kaito- disse Aoko stringendogli la mano impaurita e confusa allo stesso tempo. Lui si voltò e le sorrise dandole un bacio a fior di labbra.
-Vieni. Andrà tutto bene Aoko, dobbiamo aiutare una persona- disse rassicurandola mentre lei annuì incerta stringendogli di più mano: si fidava di lui, questo era certo.



Mangakagirl's Corner:
minna konnichiwaaaaa!
gomennasen x il ritardo ^^"
xò... ke ne pensate di qst capitolo KAITOXAOKO???? <3
di kaito e aoko nn ci sn molte fict... x cui io ho voluto metterli ^_^
eeee... RAN T.T
è stata rapita dannazione!
e adesso???
ke accadrà????
shinichi ke farà???
vi è piaciuto il capitolo???
fatemi sapere ^^
i codici li ho inventati io... sembrano elementari ma meglio di così nn sapevo fare... -.-
se volete provare a risolverlo... :)
grz z ki ha recensito lo scorso chappy!
arigatò v.v
mangakagirl!

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Capitolo 8
*** Eight ***


8.

Hattori si sedè sul divano di casa Kudo mentre Kazuha si offrì di preparare il tè. Ci voleva proprio, specie per Shinichi che aveva i nervi a pezzi e lo sguardo distrutto.
Ran era stata rapita, lui doveva salvarla, ma cosa avrebbe fatto quando l’antidoto avrebbe smesso di funzionare?
Accese il pc portatile che aveva preso dalla sua camera e lo posizionò sul tavolo del soggiorno mentre Kaito si sedeva accanto ad Aoko. La ragazza si strofinò gli occhi arrossati dalla stanchezza, erano quasi le 2 di notte, e si ritrovò le dita piene di trucco.
-Se vuoi andare in bagno è in fondo al corridoio, l’ultima porta a destra- disse Shinichi sorridendole un po’ intenerito: sembrava Ran - e se sali con Kazuha al secondo piano, nell’armadio della camera dei miei ci dovrebbero essere degli abiti di mia madre che vi dovrebbero stare… Non deve essere il massimo rimanere ancora vestiti così- aggiunse notando il vestito da cosplayer.
-Grazie- rispose riconoscente lei alzandosi in piedi per raggiungere il bagno. Il detective dell’est guardò Kid e sospirò.
-Vado a prenderti dei miei vestiti… Anche tu non puoi rimanere vestito da ladro per tutta la notte- disse alzandosi mentre l’altro cercava di ribattere invano; mentre Kudo si allontanava sorrise ed Hattori si sedè al posto dell’amico aprendo la pagina di internet.
-A volte Kudo è lunatico, trovi?- domandò Kid a bassa voce portandosi le mani dietro la testa fissando il biglietto che Shinichi aveva lasciato sul tavolo cercando di capirci qualcosa.
-Mh- rispose Heiji troppo preso dalla sua ricerca mentre Kazuha entrava nel soggiorno reggendo un vassoio con sopra 5 tazze di tè verde fumante. Lo posò sul tavolo e ne offrì due tazze ai ragazzi, che accettarono volentieri per sciogliere la tensione.
-Kudo e l’altra ragazza?- domandò perplessa guardandosi attorno interrogativa. La ragazza di cui parlava spuntò sulla porta con il viso struccato e le sorrise stanca ma cordiale.
-Mi chiamo Nakamori Aoko, piacere- si presentò avvicinandosi a lei e facendo un breve inchino.
-Oh, io sono Toyama Kazuha. Il piacere è mio- rispose con un sorriso la ragazza del Kansai inchinandosi a sua volta. In quel momento Shinichi, vestito con abiti normali,  tornò giù e porse dei vestiti a Kid, poi si voltò verso Aoko.
-Quando volete cambiarvi andate pure…-
-Grazie- rispose lei mentre Kazuha fissava interrogativa il ragazzo.
-Che mi sono persa?- domandò mentre Aoko la afferrava delicatamente per mano.
-Te lo spiega Aoko, tranquilla- disse la ragazza mentre la trascinava su per le scale e Shinichi gli indicava urlando quale fosse la camera dei suoi genitori.
Poi il ragazzo si voltò verso i due amici, sprofondò in una sedia ed inspirò a pieni polmoni stanco.
-Kudo, ho trovato la tabella- disse piano Heiji risvegliandolo dal suo stato di trance. il detective alzò gli occhi arrossati per un motivo non ben definibile e si avvicinò il computer assottigliando gli occhi: quando ci avrebbero messo a ricollegare ogni codice al rispettivo simbolo o lettera?
Sospirò e prese in mano il biglietto che gli passò Kid mentre quest’ultimo si alzava per andare in bagno a cambiarsi.
-Vi raggiungo subito… Iniziate voi- disse sparendo nel corridoio.
Hattori scrutò l’espressione dipinta sul volto di Shinichi: non avevano parlato di cose serie per nulla quella sera.
-Hey- lo chiamò piano sperando che Kazuha e Aoko ritardassero -Che succede Kudo? Hai idea di chi sia stato?- lui scosse la testa -Ma te come farai adesso? Insomma… l’antidoto…-
-Andrò avanti finchè regge Hattori… poi la cercherò con le sembianze di Conan… che altro dovrei fare?- domandò stanco passandosi una mano tra i capelli. Dopo qualche attimo di silenzio, sospirò guardando il migliore amico negli occhi.
-Potevo stare con lei, potevo parlarle… sarebbe stata una festa perfetta… avrebbe ricordato la sorpresa del Barone della Notte per sempre. Invece dov’è adesso? Con chi? Che le stanno facendo? Possibile che la sfiga mi perseguiti, Hattori? Che sia io a portarmela dietro? Ovunque vado muore qualcuno, ovunque vado qualcuno viene rapito o ferito o aggredito… inizio a pensare seriamente di avere qualche maledizione-
-Kudo, creca di mantenere la mente lucida per l’amor del Cielo- disse seriamente preoccupato dai suoi discorsi l’altro offrendogli una tazza di tè -Bevi questo va…-
Shinichi sorseggiò la bevanda e Kid li raggiunse indossando i suoi abiti facendo sobbalzare Hattori, che poi sbuffò sonoramente.
-Che c’è?- domandò perlplesso Kuroba mentre Heiji bofonchiava sottovoce incomprensibilemente.
-Niente niente- sbuffò -Solo che già sei uguale a lui- indicò Kudo con un dito -in più indossi i suoi abiti…!-
Kaito ridacchiò ma Shinichi rimase impassibile nonostante Hattori avesse fatto tutta quella scena per distrarlo. Il ragazzo del Kansai sospirò esasperato, poi afferrò il biglietto e cominciò a cercare nella tabella i numeri corrispondenti. Cominciarono ad imitarlo anche gli altri due ma era un lavoro abbastanza lungo e da svolgere minuziosamente: una cifra invertita e cambiava la lettera corrispondente…
-Sentite, facciamo alla vecchia maniera che mi si stanno incrociando gli occhi!- sbuffò Shinichi quando, 10 minuti dopo, Kazuha e Aoko scesero con i vestiti di Yukiko addosso. Il ragazzo andò a prendere dei fogli e spiegò ai due ragazzi come dovevano decifrare i vari numeri.
-Allora, non è complicatissimo… prendete il numero e a partire da destra verso sinistra scrivete sotto ogni cifra le potenze di 2…- i due seguirono le indicazioni -Ok, ora sommate tra loro tutte le cifre ke stanno sotto agli 1, solo quelle, ok? Vi verranno dei numeri… poi cerchiamo quei numeri nella tabella e avremo la lettera o quello che è che il rapitore voleva indicarci…-
Kazuha osservò attenta e curiosa la risoluzione del codice binario e corresse un paio di volte i ragazzi quando per distrazione e fretta sbagliarono il calcolo. Heiji le rivolse un’occhiata dolce e lei sorrise arrossendo mentre Aoko, sul divano, si abbracciava ad un cuscino cercando disperatamente di non addormentarsi.
Il lavoro fu lungo e alla fine ricontrollarono più volte ogni numero per essere sicuri di avere azzeccato la lettera corrispondente. In tutto trovarono 8 lettere e Shinichi sbuffò sonoramente: T I L O K V L V.
-Non ha senso- disse nervoso osservando le lettere con odio mentre Hattori sospirava lanciando un’occhiata all’orologio sulla parete: 3.56.
Si voltò e vide le due ragazze sdraiate sul divano che dormivano profondamente.
-Forse non è questa la sequenza che dobbiamo considerare…- ipotizzò Kaito strofinandosi un occhio determinato, nonostante la stanchezza, a non mollare. Kudo annuì e osservò ancora le lettere scribacchiate velocemente su un foglio.
KLOVTLIV?
KOLTIVLV?
TIVVOKLL?
Era tutto insensato ciò che usciva… osservò il foglio con l’indizio e indugiò sulla seconda parte: Si guarda indietro?
Chi e in che modo si guarda indietro?
-Secondo voi la seconda parte centra con la prima?- domandò mentre gli occhi si facevano pesanti dal sonno. I due ci pensarono a lungo su, poi Kid si illuminò.
-E se ogni lettera si sguardasse indietro?-
-Eh?- domandò Hattori che si era appisolato due microsecondi.
Kid annotò su un foglio l’alfabeto latino e lo indicò tamburellandovi sopra la penna irrequieto.
-Se ogni lettera si guardasse indietro? Se dovessimo considerare…-
-…la lettera che la precede!- terminò Shinichi sorridendo con sguardo soddisfatto -Ha ragione lui-
Subito cominciarono a sostituire ogni lettera con quella che la precedeva, poi guardarono soddisfatti il risultato: SHINJUKU.
-Che è?- domandò Hattori col tipico accento del Kansai mentre Kudo sorrideva guardandolo negli occhi.
-È un quartiere di Tokyo, nemmeno tanto lontano da qui…-
-Non ci resta che l’ultimo indizio- disse Kaito distraendoli indicando il foglio con quello strano simbolo.
-Una T con un trattino sopra…-
I tre vennero folgorati dalla risposta e si guardarono sorridendo furbetti.
-Le poste giapponesi!- dissero in coro -Il simbolo delle poste giapponesi ricorda proprio una T con un trattino sopra- disse Shinichi -E al pc non è possibile riprodurlo fedelmente, ma imitarlo sì- finì Hattori.
-Ok, abbiamo la soluzione… Ora però possiamo riposarci un po’?- domandò sfinito Kaito mentre il detective dell’est anniva strofinandosi un occhio.
-Domani mattina appena aprirà l’ufficio postale di Shinjuku ci precipitermeo lì…-
I due annuirono e Kaito ringraziò il cielo che Nakamori era fuori città e non poteva sapere a che ora tornava a casa la figlia.
-Restate qui ovviamente, vero? O hai dei problemi con suo padre?- domandò Shinichi notando che fissava Aoko con la testa fra le nuvole.
-No, è fuori città… rimaniamo senza problemi-
-Bè, ho dei futon, dormirete nella camera degli ospiti tu e Hattori, mentre le ragazze potete portarle nella camera dei miei,.. Staranno più comode- propose il ragazzo mentre gli altri due annuivano. Kaito si avvicinò ad Aoko, la cinse con le braccia e la prese in braccio mentre Shinichi gli spiegava sottovoce per non disturbarla dove portarla, Hattori prese Kazuha allo stesso modo e seguì il ladro per le scale, facendo attenzione a non farla sbattere contro il corrimano.
Il ladro adagiò lentamente la ragazza sulle lenzuola e le spostò i capelli dal viso facendo attenzione a non svegliarla, poi posò le labbra sulle sue per alcuni secondi e le augurò buonanotte. Hattori adagiò Kazuha sul letto e osservò allibito Kid poi, quando uscì dalla stanza, gli piantò una gomitata nelle costole ammiccando furbetto.
-Lei lo sa di questi baci rubati?- domandò con tono malizioso mentre lui arrossiva.
-Stiamo insieme- spiegò mentre Hattori sbarrava gli occhi -Da stasera… Mi sono dichiarato…-
-Stai mentendo, vero?- domandò sconvolto e incredulo mentre Shincihi passava lì accanto per andare in camera sua -Kudo hai sentito?-
-Cosa?- domandò ignaro di tutto Shinichi.
-Lui e la ragazza stanno insieme… Mente, vero?-
-No- rispose semplicemente il detective dell’est scuotendo la testa -è vero, li ho visti e sentiti io- spiegò entrando in camera sua seguito da Kid mentre Heiji, basito, rimaneva impalato dov’era senza parole.
Quelche secondo più tardi si riprese ed entrò nella stanza dove Kudo stava dando un pigiama a Kid.
-Questo è un colpo basso…! Non può essere stato lui il primo a dichiararsi tra noi!-
-Invece sì! Ti consiglio di muoverti a farlo anche te- gli consigliò divertito ammiccandogli Kaito uscendo dalla stanza mentre Shinichi scoppiava a ridere -‘Notte!-
-Kid, aspetta!- sbuffò il ragazzo del Kansai sconvolto mentre afferrava al volo il pigiama che Shinichi gli aveva lanciato, poi uscì di corsa dalla camera seguendo il ladro.
-Non fate casino o sveglierete le ragazze!- gli ricordò Kudo affacciandosi nel corridoio, Heiji gli annuì poi spinse Kaito nella camera degli ospiti borbottando scocciato:
-Adesso mi racconti tutto…!-
Shinichi sorrise e raggiunse il suo letto pensanod a Ran. L’avrebbe trovata e poi avrebbe sbattuto in galera quel maledetto bastardo che l’aveva rapita.
Resisti Ran, ti salverò!

***

Ran aprì gli occhi e si guardò attorno stordita. Era buio, si trovava su qualcosa di morbito come un tatami e c’era odore di incenso e legno.
-Ma cos…?- si chiese quando si ricordò tutto. Sotto il lenzuolo aveva respiraro qualcosa che l’aveva fatta addormentare…
E adesso dov’era?
-Shinichi- chiamò il ragazzo a gran voce mettendosi a fatica in piedi impacciata per via dell’abito lungo -SHINICHI!- urlò rendendosi conto di non sapere dov’era -KAZUHA! HATTORI! SHINICHIIII!-
Inutile, del tutto inutile: era sola.
Le lacrime salirono agli occhi molto più velocemente di quanto si aspettasse e cominciarono a rigarle il volto. Si guardò attorno respirando grandi boccate d’aria per calmarsi e cercò di studiare l’ambiente attorno a sé:
tatami, almeno sei tatami ricoprivano il pavimento, attrezzi di legno simili a cucchiai per lavarsi le mani simbolicamente, targhette e lettere sparpagliate con le preghiere dei fedeli…
Ran scosse la testa, si avvicinò ad una finestra sprangata con assi di legno e, attraverso le fessure da cui filtrava la luce, la stanza era totalmente al buio, guardò l’esterno: un goshinboku gigantesco.
Un tempio shintoista!?
-Sta’ tranquilla- da una radiolina che Ran non aveva notato provenne una voce modificata al computer che la agitò.
-Chi diavolo sei?!- domandò furiosa e spaventata allo stesso tempo scuotendo la radiolina tra le mani.
-Non voglio farti del male, solo mettere alla prova qualcuno…-
-Maledetto, lasciami andare! Dove sono?!-
-Calmati- disse pacata la voce -non ti servirà a nulla gridare, sei all’ultimo piano di un tempio, non ti sentirà nessuno…-
-Perché sono qui?- domandò Ran sentendo le speranze svanire lentamente. Il rapitore rise.
-Te l’ho detto: voglio mettere alla prova qualcuno. Se ti vuoi cambiare nel montavivande ci sono degli abiti. A presto-
-Aspetta!- troppo tardi, aveva già interrotto la comunicazione.
Montavivande ?
Ran si guardò attorno e individuò davvero un piccolo montavivande nella parete, vi si avvicinò, lo aprì e trovò degli abiti da sacerdotessa shintoista: una casacca bianca e larghi pantaloni rossi. Si cambiò in fretta e indossò le calze bianche che c’erano insieme all’abito. Era decisamente più comoda in quel modo. Ora doveva trovare un modo per fuggire… (http://www.bibyportal.net/barbarascity/images/Inuyasha/vestiti/vestito_kikyo.JPG)



Mangakagirl's Corner:
minna konnichiwa!
cm al solito c'è qlcn ke preme x leggere il chappy x)
così mi obbligano a pubblicare!
xò vi avverto: il prox nn ho idea di qnd arriverà!
sorry ^^"
passiamo al capitolo: trpp OOC i personaggi???
mah...
mi ha ftt ridere scrivere di Shin ke si kiede se è lui ke porta sfiga! xD
l'ha capito!
cmq... il codice: avete seguito il mio ragionamento??
era trpp semplice?
scs se ho ftt confusione a descrivere cm si risolve il codice binario, ma meglio di così nn sn riuscita
ke ne pensate del chappy???
e di Ran???
rinchiusa in un tempio shintoista ahahah
ke idee -.- !
cmq vi ho messo l'immagine di una tunica, casacca, divisa... (chiamatela cm volete) shintoista
x darvi l'idea di cm è...
fatemi sapere ke ve ne pare del codice, del chappy, del vestito shintoista, di Kid ke bacia aoko, di hattori ke nn gli crede!... ^^
ahahah è terribile hattori! x)
bo... grz a ki ha recensito lo scorso chappy v.v
a presto
mangakagirl!

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Capitolo 9
*** Nine ***


9.

-Buongiorno- disse Shinichi ad Hattori ricercando sul pc posato davanti a lui, nel punto in cui l’aveva lasciato qualche ora prima, informazioni sull’ufficio postale di Shinjuku.
-‘Giorno- rispose l’amico ancora assonnato guardandosi attorno -Gli altri? Ok che Kaito dormiva ancora, ma pensavo che le ragazze…-
-Dormono ancora- disse il detective dell’est alzando le spalle appuntandosi su un foglietto gli orari dell’ufficio. Heiji gli si avvicinò interrogativo e lo osservò qualche secondo, poi si sedè accanto a lui e lo guardò serio negli occhi.
-La troveremo, poco ma sicuro- disse mentre l’amico, incrociando il suo sguardo, annuiva sicuro. Qualche secondo dopo, lo sguardo di Hattori si rilassò e il ragazzo si abbandonò allo schienale della sedia lanciando un’occhiata furtiva all’orologio a parete: 7.25.
-A che ora apre l’ufficio?- domandò curioso mentre Shinichi spariva in cucina.
-Alle 8.30 oggi- rispose mentre una serie di rumori metallici provenivano dalla cucina. Heiji sospirò, si alzò e lo raggiunse mentre era intento a preparare il caffè. Il ragazzo dell’ovest gli offrì il suo aiuto e Kudo gli chiese di mettere su il latte.
Qualche minuto dopo sulla soglia della porta della cucina comparvero Kazuha e Aoko assonnate che si strofinavano gli occhi con il dorso della mano.
-Buongiorno- le accolse divertito Heiji posando le tazze con il latte macchiato al caffè sul tavolo -Dormito bene?-
-Mh- mugugnò Kazuha per tutta risposta sedendosi davanti ad una tazza mentre la figlia dell’ispettore Nakamori si guardava un po’ a disagio attorno: in fondo non è che li conoscesse quei ragazzi.
-Emmm…- domandò timida arrossendo -Kaito?-
Shinichi le indicò di sedersi con fare gentile e le rispose che probabilmente stava ancora dormendo.
-Baka- sussurrò piano Aoko prendendo tra le mani la tazza fumante mentre gli altri scoppiavano a ridere.
-Chi sarebbe il baka?- domandò una voce entrando in cucina mentre gli occhi della ragazza si illuminavano sollevati.
-Tu- rispose con una linguaccia mentre il ragazzo le si avvicinava divertito. Le scompigliò i capelli con una mano mentre lei si lamentava, poi la baciò sulle labbra all’improvviso facendola tacere. Heiji e Shinichi si scambiarono un’occhiata divertiti mentre Kazuha sospirava con gli occhi a cuoricino. Al contrario Aoko divenne fucsia e, quando Kaito si staccò, affogò lo sguardo nel suo latte non rialzandolo più.
-Allora- Kaito cominciò a parlare come se nulla fosse successo -A che ora andiamo?-
-Non appena abbiamo finito- rispose Shinichi indicandogli la sua tazza di latte sul tavolo. Voltandosi verso il piano cottura, il ragazzo provò una fitta al cuore, ma non era dovuta agli effetti dell’APTX, ma alla mancanza di Ran.
Sospirò e vide la mano di Kazuha posare sul bancone della cucina la propria tazza vuota. Si voltò verso di lei che gli sorrise.
-Lavo io le tazze, ok?- gli disse spostandolo delicatamente dall’acquaio per poterle lavare comodamente. Lui annuì passandosi sconsolato una mano tra i capelli, quando la ragazza continuò:
-Kudo, sei un grande detective, inoltre hai anche l’aiuto di Heiji, di quel ragazzo e mio e di Aoko… La troveremo sicuramente- lo guardò sicura negli occhi, per poi aprirsi in un altro sorriso, a cui lui rispose con un cenno di capo.

***

-Apre tra cinque minuti- affermò sicuro Shinichi davanti alle porte scorrevoli dell’ufficio postale di Shinjuku. I ragazzi attorno a lui annuirono e sospirarono guardandosi attorno.
Ma cosa dovremo fare una volta dentro?
 Shinichi si passò una mano tra i capelli con una nota di preoccupazione: non sapeva cosa cercare dentro l’ufficio.
DRRR. DRRR. DRRR.
Il suo cellulare vibrò all’interno della tasca dei jeans e lui lo prese scrutando interrogativo lo schermo: Privato.
È il rapitore!
-Pronto- disse agitato portandosi l’apparecchio all’orecchio mentre gli amici lo scrutavano interrogativi.
-Kudo, ma che bravo, hai decifrato il mio indizio- la voce modificata del rapitore gli arrivò all’orecchio rendendolo furioso.
-Chi diavolo sei?!- domandò con odio Shinichi alzando il tono di voce. L’interlocutore dall’altra parte rise.
-Non ho molto tempo da perdere, ti sto tendendo d’occhio: sei davanti all’ufficio postale, indossi una t-shirt azzurra, sbaglio?- il liceale digrignò i denti -Bene, ora che ti sei reso conto di essere sorvegliato, passo al dunque: entra nell’ufficio e chiedi alla commessa di ritirare una lettera a nome di Mouri Ran dicendo che sei Kudo Shinichi. torverai il nuovo indizio-
-Ran sta bene?- domandò preoccupato il ragazzo ma lui aveva già attaccato. Imprecò e si voltò verso i compagni che lo guardavano interrogativi e preoccupati.
-Dobbiamo solamente ritirare un indizio- spiegò sbrigativo mentre le porte dell’ufficio si aprivano -Vado da solo, devo solo prendere una lettera-
Poco dopo uscì con una busta in mano e la scrutò serio mentre Hattori e Kaito gli si avvicinavano.  La aprì e tirò fuori il foglio con il nuovo indizio.

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332,6

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-Ma che…?!- cercò di domandare Hattori battendo le palpebre velocemente ma Kazuha lo interruppe.
-Kudo, hai notizie sulla salute di Ran?- domandò preoccupata mentre il ragazzo sospirava esasperato.
-No, non mi ha detto nulla su di lei- confessò Shinichi con rammarico e rabbia mentre Hattori fulminava la ragazza.
-Kazuha, per favore- le disse semplicemente facendole capire che non doveva interferire, non ora che Kudo era così vulnerabile. La ragazza bofonchiò uno scusa e si fece da parte mentre Kid prendeva in mano l’indizio.
-Che roba è? 332.6 e l’ideogramma “stella”…- disse mentre il detective dell’est fissava l’indizio intensamente.
Quel numero… l’aveva già sentito molte volte… ma dove?
332.6…
È alta 332.6 metri Shinichi ed è la struttura di acciaio più alta del mondo…
La voce di suo padre gli folgorò la mente: lui glielo aveva detto quando aveva 7 anni che la Torre di Tokyo era alta 332.6 metri.
-La Torre, è la Torre- disse riprendendo in fretta in mano il foglio.
-Cosa?!- domandarono tutti stupiti mentre lui si voltava in direzione della Torre, ovviamente troppo lontana da lì: era nel quartiere di Minato!
-Dobbiamo muoverci, ci metteremo un po’ ad arrivare a quest’ora con il traffico che c’è- disse Shinichi preso dai suoi pensieri mentre Aoko gli afferrava un polso scuotendo la testa.
-Aspetta un attimo- lui la guardò sorpreso ma lei continuò -E l’ideogramma?-
-Indica che dobbiamo salire al punto di osservazione dei 250 mentri, dove si possono osservare bene le stelle-
Hattori annuì insieme a Kaito mentre lui liberava il polso dalla presa.
-Ci si mettono in media 35/40 minuti senza traffico e bisogna prendere 2 linee di metropolitane diverse… Ma considerando che a quest’ora tutta Tokyo è in giro ci metteremo molto di più- sospirò Shinichi camminando in direzione della stazione metropolitana mentre gli altri lo seguivano un po’ demoralizzati.

***

-Come sarebbe a dire che aprirà solo stasera alle 20.00 perché ci sono lavori in corso?!- sbottò Kudo contro una ragazza che consentiva l’accesso alla Torre alla recepition. Hattori posò una mano sulla spalla di Kudo e fece pressione come a dirgli “Calmati”.
Il liceale prese fiato e si calmò sottraendosi alla presa.
-Scusi- disse alla ragazza -Ma è un’emergenza, non potrebbe chiudere un occhio e farci salire?-
La ragazza scosse la testa desolata e spiegò che ci rimetteva il lavoro a fare una cosa del genere. I ragazzi decisero di lasciare perdere e uscirono dalla Torre sconsolati.
-Che facciamo? Sono solo quasi le 10.00…-
Shinichi guardò in alto, verso la punta della Torre, poi abassò lo sguardo e si trovò davanti Kid. Un’idea gli folgorò la mente.
-Kid- sussurrò avvicinandosi a lui -Abbiamo bisogno del deltaplano-
-EH?!- esclamò il ladro sconvolto mentre il detective si guardava attorno premendosi agitato un dito sulle labbra.
-Hai capito, dobbiamo salire lì sopra! Ci serve il deltaplano, con il tuo travestimento…-
-Sei scemo o cosa Kudo?!- sbottò Kid a sua volta sottovoce mentre Kazuha, Hattori e Aoko, nonostante non sentissero una parola di quello che confabulavano, li fissavano con gli occhi stupiti e la bocca semiaperta.
-Kid ci serve il deltaplano!-
-Appunto, è un deltaplano! Non un aereo! E poi è giorno! Kid non va in giro di giorno! Sai quanta gente ci beccherebbe di giorno?!-
Il liceale sbuffò bofonchiando “coniglio” nemmeno troppo sottovoce poi si voltò verso i tre spettatori mentre l’altro si lamentava sonoramente.
-Ma sentitelo!- esclamò sdegnato incrociando le braccia al petto.
-Andiamo a casa, torneremo stasera- disse Shinichi arrendevole camminando verso la metropolitana per tornare a Beika. Hattori guardò desolato Kid e sospirarono entrambi seguendolo.
A casa di Shinichi l’atmosfera era tetra e triste. Il detective dell’est, seduto sul divano, faceva zapping solo per non rimanere incantato a fissare il vuoto, mentre Aoko e Kazuha si erano offerte di cucinare. Hattori e Kaito ricercavano informazioni sulla Torre su internet per sapere se era possibile quel giorno salire ai 250 metri e parlavano lanciando occhiate in tralice a Shinichi, che era totalmente assente con la testa.
 Kazuha uscì dalla cucina e posò un vassoio sulla tavola apparecchiata che conteneva degli onigiri. Osservò Shinichi, che aveva già detto di non avere fame, e si sedè accanto ad Heiji.
-Heiji- susurrò mentre lui rispondeva sbuffando.
-Che c’è?-
Kazuha cercò di non farci caso e sussurrò:
-Non pensi che dovresti consolarlo, o perlomeno parlargli… Insomma… è depresso e…-
-Senti un po’- nonostante anche lui stesse sussurrando il suo tono era carico di nervoso e infastidì la ragazza -è il tuo migliore amico? Lo conosci bene come me? Sai quello che vuole? No, non lo sai! Per cui Kazuha tieniti pure i consigli per te: io ho altro da fare che starli a sentire, ok?-
La ragazza rimase di sasso, si alzò di scatto strisciando rumorosamente la sedia sul pavimento, mentre Kaito alzava lo sguardo su di lei. Sentì le lacrime arrivarle agli occhi ma le bloccò sul nascere.
-Fottiti Heiji- gli disse senza più curarsi di mantenere un tono basso e gli voltò le spalle rientrando a passo spedito in cucina. Aoko, che era uscita proprio in quel momento, la seguì sconvolta con lo sguardo mentre lei faceva scorrere la porta sui binari sbattendola.
-Cos…?- cercò di domandare ma vedendo Kaito scuotere la testa tacque. Il ladro si voltò con espressione di rimprovero verso Hattori, che intanto cercava di non far capire che era colpa sua la reazione della ragazza.
-Che diavolo ti è preso?!- gli chiese con rimprovero a denti stretti mentre Aoko si sedeva a tavola sconvolta. Il detective dell’ovest non gli rispose, si alzò di scatto e si avviò in cucina mentre l’altro lo seguiva con lo sguardo, severo.

***

Era un cretino, un vero e proprio cretino. Non sapeva come definirlo diversamente se non in quel modo.
Heiji era sempre stato un inguaribile scontroso, a volte antipatico e dispettoso, ma quella reazione era davvero fuoriluogo. Gli aveva dato un consiglio, l’aveva fatto per Kudo. Non si trattava di lui, si trattava del suo migliore amico, ma lui, da buon egoista, aveva solo pensato a non farsi ferire il proprio orgoglio e l’aveva umiliata davanti a due totali estranei.
Non capiva che Kudo era importante anche per lei, che era anche suo amico, lui credeva di essere il migliore, quello che sapeva fare tutto, quello che non aveva bisogno di consigli di nessun tipo.
E anche adesso che le lacrime solcavano le guance e cadevano sul tagliere bianco su cui stava affettando le verdure se ne rendeva conto: Heiji era un cretino.
Un insensibile che trovava soddisfazione nel farla soffrire, nell’umiliarla, nell’escluderla dalla sua vita. Affettò con forza la malcapitata carota e lasciò un profondò solco nel tagliere rimanendo qualche secondo ad osservarlo: era simile alla ferita che le aveva procurato Heiji qualche minuto prima.
La porta scorrevole della cucina attraversò i binari, si aprì e si richiuse in pochi secondi, ma chiunque fosse entrato stava indugiando sulla soglia. Kazuha si sentiva osservata ma non si voltò, sperando in cuor suo che si trattasse di Aoko, con cui stava stringendo velocemente amicizia. L’ “intruso” prese a camminare e percorse la cucina dei Kudo a passi lenti ed incerti mentre lei si lasciò scappare un singulto. I passi si fermarono e la ragazza sentì la presenza dietro di lei, a pochi centimetri di distanza. Una mano le afferrò l’avambraccio e strinse piano come a farle sentire il suo sostegno, ma Kazuha conosceva quella presa, la forma di quella mano, il calore che emanava.
La rabbia montò velocemente dentro offuscandole i pensieri e si ritrasse con un scatto dalla presa mentre lacrime nervose scivolarono velocemente giù sul suo mento.
-Vattene- scandì con tono più violento che potè, ma la voce le uscì incrinata e debole dimostrando che non riusciva a far valere le proprie scelte.
-No, voglio parlare- disse Heiji piano con tono risentito mentre lei rideva sperezzante nonostante le lacrime solcassero ancora le sue gote arrossate.
-Bè, io no. Hai avuto occasione di farlo prima e mi sembra che l’hai sfruttata a pieno- disse lei non incrociando mai il suo sguardo e continuando a tagliare furiosamente le verdure. Heiji strinse la presa attorno al braccio e riuscì a farsi guardare strattonandola un po’. Gli occhi di Kazuha, verde smeraldo, era velati da copiose lacrime amare e rossi, e la sua espressione era arrabbiata e allo stesso tempo addolorata. La ragazza si morse le labbra per non cedere al pianto che sentiva premere nella gola e cominciò a singhiozzare guardandolo negli occhi.
-Sei un cretino Heiji. Tu provi soffisfazione nel vedermi soffrire per te, ammettilo- disse piano con tono furioso mentre lui sbarrava gli occhi afferrandola per le spalle.
-AMMETTILO!- urlò Kazuha non riuscendo più a trattenersi e scoppiando in un pianto ininterotto singhiozzando e tremando da capo a piedi.
Heiji sentì una terribile fitta al cuore: era arrivato a farle credere quelle cose orrende, a farle credere che gioiva nel vederla soffrire come in quel momento?
Le asciugò gli occhi con le dita delle mani mentre lei abbassava lo sguardo a terra e scuoteva la testa per non farsi toccare.
-Non voglio la tua compassione Heiji, non dopo come mi hai tratt…- ma Kazuha non riuscì a finire perché il ragazzo, con gli occhi chiusi, la baciò sulle labbra abbracciandola al suo petto come se fosse un cucciolo indifeso.
La ragazza si sentì confusa, decisamente confusa: perché stava facendo qualcosa che la rendeva felice? Perche se lui riusciva sempre a farla soffrire.
Gli posò una mano sul petto per allontanarlo ma non ci riuscì: era troppo che sognava quel momento.
Erano entrambi senza fiato, ma nessuno dei due aveva intenzione di staccarsi dalle labbra dell’altro: era troppo bello per essere vero, era sicuramente un sogno…
Ma quando i polmoni chiesero pietà, Heiji si staccò guardando incerto la ragazza negli occhi, che ricambiava confusa il suo sguardo come a chiedergli: “Ma è successo davvero?”
Lui le sorrise annuendo e il viso di lei si illuminò sorridendogli.
-I-io…- tentò di dire Kazuha, ma lui scosse prontamente il capo posandole un dito sulle labbra, quelle che aveva appena baciato.
-Ti ho sempre amata Kazuha, sempre… e sentirti dire quelle cose mi ha fatto davvero male… Male come ti sei sentita tu prima. Sono un cretino, un brutto cretino capace solo di fallire e farti soffrire, ma voglio davvero che tu sappia che ti ho da sempre amata- le disse mentre lei annuiva debolmente abbozzando un sorriso.
-Lo so- disse Kazuha mentre lui sbarrava un po’ gli occhi -Perché ti amo e ti ho sempre amato anche io… solo che credevo fosse un sentimento non ricambiato… fino ad ora, almeno-
Heiji le sorrise radioso e la strinse a sé più forte che poteva, la baciò ancora e le asciugò tutte le lacrime con le dita.
-Scusami, ti prego-
-Va tutto bene- rispose Kazuha alzando le spalle -Hai saputo farti perdonare-
Poco dopo cominciarono a preparare il pranzo insieme, scherzando come sempre, ridendo più gioiosi che mai, poi uscirono dalla cucina uno a fianco all’altra reggendo in mano i vassoi con un’espressione sul viso che diceva: “Stiamo insieme”.
Aoko, capendo al volo tutto, piantò un urlo di gioia e abbracciò Kazuha mentre Kid ammiccò ad Hattori.
-Era la cosa migliore da fare- gli sussurrò mentre si sedeva.
-Lo penso anche io-
Shinichi spuntò alle spalle dei due ragazzi e, anche se malinconicamente, sorrise posando una mano sulla spalla del migliore amico, che gli sorrise grato.
-Tutto grazie a te Kudo- gli fece notare Hattori mentre lui chiudeva gli occhi.
-Sì, in effetti- disse il detective dell’est tirandosela, poi tutti scoppiarono a ridere e si sederono a tavola per pranzare.



Mangakagirl's Corner:
minna konnichiwa gente!
anke se in ritardo, ci sono! ^^"
premessa: qst è l'ultimo chappy che pubblico x ora, ci si rivede verso la fine di agosto ^^
ma passiamo ai fatti: che ve ne pare????????? O.O
ALLORAAAAAAAAA...
le info sui quartieri, la torre, le metropolitane ecc.. le ho prese grz a ore di ricerche su internet e google maps
(si, mi sn studiata anke i percorsi -.-")
poi... l'ideogramma vuol dire stella x ki nn lo avesse cpt dal capitolo...
emm...
a sì!
la coppietta HEIJIXKAZUHAAAAAAAA! *^*
ne è valsa la pena di aspettare o no????!!!!!!!!!!!! ^^
eee già, stanno insieme! ^^
pardon fan cm me di HEIJXKAZUHA se heiji è stato scontroso da morire, ma poi è stato dolce! <3
(si sn anke fan di heijixkazuha e kaitoxaoko ^^" )
ahahahah xD
vabbè...
passo ai ringraziamenti:
arigatò a ki ha recensito lo scorso chappy
e arigatò a tt coloro ke stanno aggiungendo la storia tra seguite e preferite!
siete fantastici!
al prox chappy!
buone vacanze!
mangakagirl! ^^

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Capitolo 10
*** Ten ***


10.

Shinichi raggiunse la Torre con i suoi compagni e presero l’ascensore per raggiungere il secondo punto di osservazione.
Nell’ascensore Aoko abbracciò Kaito per tutto il tempo: soffriva di claustrofobia.
-Mi manca l’aria- piagnucolò con gli occhi chiusi e la testa affondata nel petto del ragazzo.
-Tranquilla- la rassicurò lui accarezzandole la testa mentre Shincihi li osservava sorridendo -Ci sono io, amore, va’ tutto bene…-
Le porte si aprirono e i ragazzi si riversarono nell’osservatorio totalmente vuoto: i turisti di solito non salivano alle 20.00 alla Torre.
-Bene- disse Shinichi guardandosi attorno -Cerchiamo l’indizio dividendoci-
Il gruppetto si sparpagliò setacciando ogni angolo della Torre osservando di tanto in tanto il cielo fuori dalle vetrate.
Circa mezz’oretta dopo Kazuha sospirò e alzò la testa riflettendosi nel soffitto a specchio e intravide un punto strano.
-Kudo- lo chiamò senza staccare gli occhi dal soffitto mentre Shinichi le si avvicinava speranzoso.
-Dov’è?- chiese con impazienza.
-Lì- rispose Kazuha indicando l’adesivo argentato attaccato allo specchio per confonderli.
-Ok, ti prendo sulle spalle e lo stacchi tu…- disse il ragazzo abbassandosi mentre lei cercava di opporsi imbarazzata.
-No, io…- ma Shinichi l’aveva già caricata sulle spalle e sollevata da terra prima che finisse.
-Coraggio Kazuha- disse un po’ provato dal peso della ragazza fucsia in volto.
“Proprio in questo periodo che ho preso due chili di troppo!” pensò imbarazzata, afferrò i suoi capelli per sicurezza, mentre lui sbraitava dal dolore, e si allungò fino a toccare il soffitto con le dita. Afferrò un piccolo lembo dell’adesivo e lo tirò via. Shinichi la rimise velocemente a terra e lei gli passò l’indizio.
-Bravissima- si congratulò il ragazzo mentre tutti accorrevano averso di loro.

-------------------------------------------------------------------------------------------------------
T===T
Tokyo
-------------------------------------------------------------------------------------------------------

Shinichi scosse la testa e sbarrò gli occhi.
Che diavolo significava?!

***

Ran si alzò camminando sui tatami al buio: non sapeva da quanto fosse chiusa in quel tempio ma era spaventata. Il suo rapitore era gentile con lei, le dava da mangiare mettendo leccornie nel montavivande e spesso le diceva di non preoccuparsi, che il test stava andando bene…
Ma il test a chi?!
Osservò il vestito che aveva gettato in un angolo e si inginocchiò davanti ad esso tastandone la stoffa scarlatta: solo poche ore prima ballava con Shinichi senza sapere che era davvero lui… Poi l’aveva scoperto e ne era rimasta scioccata: finalmente potevano stare insieme dopo tempo che non si vedevano, poteva parlargli, lui era stato così dolce, invece…
Si asciugò le lacrime che erano spuntate repentine agli angoli degli occhi e deglutì per calmarsi: doveva fuggire, doveva farlo per Shinichi.
Si avvicinò alla porta scorrevole della stanza e la fece scorrere per l’ennesima volta nei binari: niente.
Tentò con tutte le sue forze di aprirla, ma non ci riuscì come le altre 26 volte prima in cui aveva tentato. Le mani le dolevano e si era quasi rotta un’ unghia a furia di provare ad aprire quella maledetta porta, che invece di essere solo per metà di legno e per metà di carta di riso, era tutta di legno. Si fermò con il fiatone.
Ragiona… Se Shinichi fosse qui cosa farebbe? Troverebbe la soluzione più efficace…
Ran scavò nella sua mente alla ricerca di informazioni preziose con gli occhi chiusi: Shinichi le aveva mai spiegato come spostare qualcosa più grossa di lei?
Fisica!
La fisica era la soluzione: le leve. Ran si guardò attorno per cercare un attrezzo che fungesse da leva. Che cos’era in fondo una leva? Una macchina semplice studiata da Archimede, un’asta o un suo simile che permettesse di impiegare al minino le energie per raggiungere al massimo il proprio obbiettivo. Leva di secondo genere: era quella che serviva a lei. Ecco a cosa servivano le lezioni di quella materia che trovava tanto difficile e noiosa.
Afferrò un cucchiaio di legno, uno di quelli tipici per lavarsi le mani nei santuari, e lo incastrò nella porta facendo poi leva con tutta la forza che aveva: era intenzionata ad andarsene di lì, a costo di rompersi tutte le unghie.

***

Shinichi, seduto sul divano di casa Kudo, studiava concentrato e serio l’indizio trovato. Che diavolo significava?
-Kudo- Hattori lo chiamò sedendosi accanto a lui e passandogli una tazza di caffè. Il ragazzo la prese in mano, ne bevve un sorso e la posò sul tavolino basso davanti al divano mentre l’amico lo guardava un po’ preoccupato -Kudo fa’ una pausa, non hai un bell’aspetto…-
-Mi piacerebbe Hattori, ma la vita di Ran dipende da questi maledetti indizi- rispose lui battendosi una mano sulla fronte sospirando sfinito -Non ha alcun senso T===T Hattori, nessuno…-
Kazuha li raggiunse e si sedè accanto al proprio ragazzo, fissando preoccupata Kudo.

DRRR. DRRR. DRRR. DRRR.

Shinichi sobbalzò sul divano e tirò fuori dalla tasca dei jeans il cellulare: Privato.
-Pronto- rispose serio mentre Hattori e Kazuha lo guardavano preoccupati.
-Kudo-sama- la voce modificata al computer gli arrivò alle orecchie fastidiosa -Come va?-
-Fa poco il simpatico, come sta Ran?- domandò lui rabbioso: non avrebbe commesso l’errore di chiederglielo per ultima cosa come la volta prima.
-Ahahah… La tua principessa sta bene, non temere… Ma sappi che le cose cambieranno se non la trovi entro domani alle 18.00. Ti consiglio di darti da fare Kudo, perché non avrai più tempo dopo…-
-Dannato, cosa vuoi da lei?!- domandò urlando e alzandosi in piedi.
-Non da lei, da Te Kudo Shinichi- rispose il rapitore serio, poi riagganciò mentre Shinichi imprecava sonoramente guardando l’orologio: 22.15.
Meno di 24 ore per trovarla e ancora non aveva decifrato l’indizio.
-Che ha detto Kudo?- domandarono in coro Kazuha e Heiji mentre Aoko si avvicinava al divano preoccupata. Shinichi la guardò e rivide Ran per alcuni secondi: erano molto simili tra loro, cambiava solo il taglio di capelli, la sfumatura dell’azzurro dei loro occhi e la voce, per il resto…
Chiuse gli occhi portandosi una mano alla fronte sfinito mentre una fitta dolorosa lo fece gemere: troppo stress, troppa tensione a cui si sommava la preoccupazione dell’antidoto… Come faceva a non essere ancora tornato normale?
-Kudo, stai male?- gli domandò Hattori posandogli una mano sulla spalla mentre lui scuoteva la testa sedendosi sul divano.
-No, sto bene- disse piano con tono debole mentre Aoko e Kazuha si scambiavano uno sguardo preoccupato.
-Kudo- disse Kazuha -Devi dormire un po’… hai l’aspetto sfinito-
-Non posso… Se non troviamo Ran entro le 18.00 il rapitore le farà del male- spiegò quasi disperato mentre Aoko sbuffava esasperata.
-Per tutti i templi shintoisti del Giappone Kudo, così non la aiuti! Devi riposare la mente se vuoi trov…-
-AOKO!- urlò Shinichi scattando in piedi con gli occhi illuminati di una strana luce mentre lei sobbalzava spaventata -COSA HAI DETTO?!-
-C-cosa?- domandò impaurita la ragazza indietreggiando.
-Ripeti quello che hai appena detto!-
-Devi rip…-
-No prima!- la interruppe Shinichi avvicinandosi a lei con una strana espressione mentre Kid spuntava alle spalle di Aoko guardandolo perplesso.
-P-per tutti i templi shintoisti del Giappone?- ripetè incerta, quando Shinichi la strinse a sé lasciando di stucco sia lei, sia i ragazzi del Kansai, sia Kid che guardava la scena a bocca aperta.
-Sei un genio!- disse il detective dell’est lasciandola andare e fiondandosi al pc posato sul tavolo.
-Kudo…?- domandò sconvolto Kid mentre lui tastinava violentemente sulla tastiera del pc a velocità esemplare. Aprì una pagina e mostrò le immagini ai ragazzi.
-Ora- cominciò -Quale è il simbolo dei templi shintoisti?-
I ragazzi guardarono le immagini con gli occhi sbarrati, poi i loro sguardi si illuminarono.
-Torii!-
-Bingo- esclamò furbetto Shinichi aprendo World -e qual è il modo migliore per rappresentare un torii al pc?- domandò mentre tutti si avvicinavano a lui presi dal ragionamento.
Shinichi battè sulla tastiera T===T.
-Non potendolo rappresentare meglio di così…- cominciò Kid.
-… il rapitore ha usato T===T….- continuò Hattori.
-…per rappresentare un torii ed indicarci che Ran si trova in un tempio shintoista di Tokyo- finì Kudo.  Le ragazze annuirono soddisfatte del ragionamento e Shinichi, preso dalla stanchezza, cadde all’indietro sulla sedia sfinito passandosi una mano tra i capelli.
-Kudo, ora andiamo a riposare, domattina alle 8.00 cominceremo a girare tutti i templi di Tokyo, ok?- disse Hattori deciso non lasciandogli possibilità di ribattere.
Il liceale sbuffò ma annuì senza ribattere e si alzò diretto nella sua stanza.
-Vado a dormire… ‘Notte-
Tutti salirono al piano superiore e si misero a letto provati: li aspettava una giornataccia.

***

Shinichi stampò tre fogli identici e li consegnò ad Hattori e a Kid tenendone uno per sé.
-Bene, questa è la lista dei templi di Tokyo, ci dividiamo in 3 gruppi e li giriamo in cerca di Ran, chiaro?- disse afferrando il proprio cellulare e controllando la carica -Avete i cellulari carichi? Chi la trova per primo chiama gli altri… e se ci fossero problemi…-
-Ci avvisiamo- finirono in coro tutti sbuffando leggermente infastiditi: Shinichi aveva ripetutto loro quelle cose già 13 volte da quando si erano alzati. Kid osservò la lista e sospirò arrendevole:

Santuario di Hie ---> Kid
Santuario Meiji ---> Kid
Santuario di Nogi --->  Kid
Santuario di Okunitama ---> Kid
Santuario di Daijingu ---> Hattori
Santuario di Tsukudo ---> Hattori
Santuario di Togo --->Hattori
Santuario Yasukuni ---> Kudo
Santuario di Yushima Tenjin ---> Kudo
Santuario di Higurashi ---> Kudo
Santuario di Kanda ---> Kudo

Kudo aveva diviso i vari templi per ogni gruppo, Aoko si sporse sulla lista e sbarrò un po’ gli occhi guardando in tralice Kaito senza che lui se ne accorgesse. Ma allora…
-Hattori ne ha di meno perché non essendo di Tokyo non so come se la caverà a trovarli tutti…- disse Shinichi fissando l’amico un po’ preoccupato.
-Andrà bene Kudo!- disse stizzito il ragazzo con l’accento del Kansai scuotendo una mano come se nulla fosse mentre Kazuha fissava la lista allibita. Ma allora…
-Speriamo- disse a bassa voce Shinichi dando un’occhiata all’ora: 7.47.
-Ok, direi di muoverci…- disse passandosi una mano tra i capelli; uscirono tutti di casa e presero la stessa strada: Kid e Aoko diretti al santuario di Hie nel quartiere di Akasaka, accanto a Chiyoda, Kazuha e Hattori diretti a quello di Daijingu nel quartiere di Chiyoda e Shinichi, con loro, diretto però a quello di Yasukuni sempre a Chiyoda. Il primo percorso era uguale per fortuna e il detective dell’est si sentì un po’ rincuorato nonostante avrebbe lasciato presto i compagni.
Circa mezz’ora dopo scese dalla metropolitana e si diresse verso il santuario, che distava circa un quarto d’ora da lì. Arrivato al santuario deglutì sperando, anche se era una remota possibilità, che Ran si trovasse proprio imprigionata lì. Si avvicinò all’entrata e scorse una sacerdotessa con abiti rossi e bianchi, che gli rivolse un timido sorriso: era giovane, vent’anni circa.
-Posso aiutarti?- domandò un po’ rossa in viso facendo un piccolo inchino con il capo. Il ragazzo sorrise e tirò fuori dalla tasca dei jeans il cellulare, cercò in galleria la foto di Ran e gliela mostrò.
-Questa ragazza si trova al tempio? È stata qui? L’hai mai vista?- la travolse di domande mentre lei arrossiva ancora più perdendosi nei suoi occhi blu e profondi come l’oceano.
-No- disse timida -Non è mai stata al tempio… Non l’ho mai vista-
-Ne sei certa?- insistè lui facendo un passo avanti e mostrandole ancora la foto. Lei la studiò ancora, poi annuì dispiaciuta.
-Sì
Shinichi sbuffò e la ringraziò, poi si allontanò visitando tutto il tempio, da cima a fondo, guardando nei posti più improbabili e, dopo quasi mezz’ora, si decise a raggiungere l’altro tempio.

***

Aoko, camminando al fianco di Kaito diretti al tempio, lo scrutava con uno strano sguardo in volto.
-Che succede?- le domandò Kaito dopo essersi accorto che lo osservava insistentemente. La ragazza si fermò e affogò gli occhi nei suoi azzurri come il cielo.
-Kaito, voglio la verità- disse sicura mentre lui socchiudeva la bocca non capendo bene a cosa si riferisse.
-Ma cos…?-
-Tu sei Kaito Kid- disse Aoko seria in volto mentre il ragazzo sentiva un tuffo al cuore e l’aria mancare nei polmoni.
Ma certo, quanti dettagli mi sono fatto scappare questi giorni…!
La ragazza sembrava delusa, profondamente delusa, e lui non sapeva come risponderle: negare la verità o confermare la sua teoria?
-Aoko…- tentò di dire ma lei scosse la testa.
-Tu sei Kaito Kid. L’ho sempre sospettato e ora ne ho le prove. Quel ragazzo, Kudo, e anche l’altro continuano a chiamarti Kid da quanto siamo alla festa, e tu hai anche detto di conoscerlo… e tutti sanno che Shinichi Kudo è il rivale di Kid-
“Come sarebbe?!”si chiese il ragazzo, poi capì: Nakamori doveva averglielo riferito.
-Inoltre- Aoko sollevò la lista -Qui c’è scritto Kid, non Kaito né Kuroba… e ciò non è dovuto al fatto che il tuo vestito fosse quello di Kid, ma al fatto che tusei Kid- fece una pausa mentre lui abbassava lo sguardo a terra. Sembrava studiarlo con aria affranta.
-Come hai potuto non dirmi nulla?- domandò  piano lei nonostante la voce fosse priva di rabbia, ma solo di delusione -Io credev…-
-8 anni fa- disse Kid piano mentre lei si bloccava stupita -mio padre è morto, ricordi? Durante uno spettacolo di magia… Ma non era un incidente, bensì un omicidio premeditato- la ragazza si portò una mano alla bocca sbarrando gli occhi -lui è stato ucciso da qualcuno di cui io non conosco l’identità, lui era il Kaito Kid della prima generazione- alzò lo sguardo incontrando i suoi occhi azzurro pallido -Ho trovato la sua stanza segreta dietro un quadro di casa mia e Jii-chan mi ha raccontato tutto… Sono Kaito Kid solo per trovare coloro che l’hanno ucciso Aoko, non perché lo voglia davvero. In questo modo attirerò la loro attenzione. Vorranno sicuramente eliminarmi una seconda volta e, quando ciò accadrà, io mi vendicherò di mio padre sbattendoli in galera-
-Kaito- Aoko aveva le lacrime agli occhi -Perché… prechè non hai detto nulla?-
-Perché saresti stata contraria e, sosprattutto, in pericolo Aoko e questo non potevo permettermelo… ti amo troppo- aggiunse infine abbracciandola dolcemente mentre lei lo stringeva asciugandosi le lacrime con il dorso della mano destra.
-Io non so se potrai mai accettare quello che faccio ma…-
-Shhh- sussurrò Aoko in un suo orecchio scuotendo il capo -Va tutto bene… Io non mi intrometterò stavolta… - si staccò e gli sorrise anche se con rammarico.
-Grazie- rispose Kid prendendole la mano -Ora però dobbiamo muoverci- aggiunse scrutando l’ora sul display del cellulare, lei annuì.
-Ran deve essere salvata-

***

 
Kazuha osservò il profilo di Heiji incantata per qualche secondo, poi sollevò il foglio con la lista dei santuari e sospirò leggendo quella parola: Kid.
Heiji era preoccupato per Shinichi.
Quanto sarebbe durato l’antidoto?
 Era strano che ancora non fosse tornato Conan…
-Heiji- quasi non sentì che Kazuha lo chiamava.
-Sì?- le rispose abbozzando un sorriso. Lei gli mise davanti la lista mentre il cellulare vibrava all’interno della sua tasca. Il ragazzo si scusò un secondo e lo prese, sullo schermò c’era una busta e sotto un nome: Kid. Lo aprì e lesse mentalmente:
Aoko sa chi sono… l’ha scoperto da sola e la lista non ha fatto altro che confermare le sue ipotesi. Se vuoi parlarne a Kazuha fa pure. Torno alla mia ricerca. Kid
Il ragazzo si morse un labbro: ma come era potuto accadere!?
Bè, era ora che la ragazza facesse 2+2 però…
Sospirò mentre Kazuha gli mostrava di nuovo la lista.
-Lui- indicò il nome Kid -è davvero lui, vero? Intendo, quel Kaito… è davvero Kaito Kid?- domandò la ragazza incerta fissandolo speranzosa della verità negli occhi. Hattori riflettè qualche secondo poi si arrese: tantovaleva…
-Sì, è lui…- rispose mentre lei spalancava la bocca.
-E… Aoko lo sa?-
-Sì- disse lui mostrandole il messaggio mentre lei sbarrava ancora più gli occhi. Poi riprese il controllo e gli donò un bacio a fior di labbra.
-Grazie per esserti fidato- gli sussurrò mentre lui annuiva sorridendo.
-Ora andiamo, ok?-
-Sì- rispose lei prendendolo per mano.


Mangakagirl's Corner:
emmmm.... *//////*
M-minna konnichiw...AAAAAAAAAAA!
nn lanciatemi quei pomodori!!!! T.T
Sono tornataaaaaaa! ^//^"
tutti: -.- ERA ORAAAAA! >< 
me: gomennasen T.T 
cmq... ora sn quiiii!
e il capitolo è luuuuungo x farmi perdonare ^^
tutti: -.-
me: ^^" ok avete ragione...sn un caso perso T.T
però, insomma... ke ne pensate???
kissà ki mi seguirà ancora dp tt qst tempo T.T!!!
prego ke ci sia anco qlcn!
fatevi sentire con una recensione  x dirmi ke ve ne pare di qst chappy!
please!
grz a ki ha recensito lo scorso chappy v.v
^^
mangakagirl

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Capitolo 11
*** Eleven ***


Premessa:
Questa fict avevo cominciato a scriverla mesi fa e avevo pubblicato anche i primi dieci capitoli, ma essendo poi a corto di idee sul finale l’avevo abbandonata a malincuore T.T
Pochi giorni fa ho però avuto l’illuminazione, per cui vi annuncio ufficialmente che la pubblicherò tutta, arrivando fino alla fine senza problemi questa volta  :)
Per i nuovi lettori e per i miei vecchi lettori, che spero con tutto il cuore che la seguiranno ancora, posto alla fine di questo capitolo un piccolo riassunto con i fatti più importanti per rinfrescarvi la memoria di ciò che è accaduto. Se preferite, magari dategli un’occhiata prima di coinciare a leggere. ;)
Buona lettura!
Mangakagirl 


11.

Shinichi, seduto sulla metropolitana diretto all’ultimo tempio, si tormentava le mani in grembo mordendosi nervoso un labbro.
Ran non era in nessuno di quelli che aveva visitato fino a quel momento e il tempo continuava a passare inesorabilmente: erano circa le 17.10 e ciò significava che aveva meno di un’ora per trovarla.
Il cellulare vibrò all’interno della tasca dei jeans e il liceale lo tirò fuori a velocità esemplare leggendo il kanji sullo schermo: Hattori.
-L’hai trovata?- domandò subito con tono agitato mentre una gocciolina di sudore freddo gli imperlava la fronte. Il ragazzo del Kansai sospirò.
-Kudo, non c’era da nessuna parte- disse sconsolato mentre Shinichi imprecava sottovoce.
-Dove sei ora?-
-Sono sulla metropolitana diretta a Chiyoda insieme a Kid, ci siamo beccati per caso…- spiegò Heiji mentre il detective dell’est sospirava un po’ sollevato.
-Ok, anche io sono su una metropolitana per Chiyoda, mi è rimasto da visitare solo più il Kanda Myojin Shinre… Senti, ci incontriamo lì, ok?-
-Ok, a dopo- rispose l’altro. Il liceale riattaccò e ricominciò a tormentarsi il labbro: se Ran non fosse stata lì, non sapeva cose le sarebbe accaduto, e non sapeva cosa avrebbero fatto…

***

Ran continuava a fare leva sulla porta da ore ormai. Aveva rotto almeno sette cucchiai di legno, rischiato di spezzarsi le unghie almeno cinque volte e imprecato contro quella porta  sodida e ferma un’infinità di volte. Ci provava da tutto il giorno, anche se ormai aveva perso la cognizione del tempo.
Da quanto era lì? Perché era stata rapita?
Le salì il nervoso e si sfogò con tutta la forza sul maledetto cucchiaio incastrato nello stipite della porta scorrevole. Doveva farcela, doveva uscire di lì e scappare il più in fretta possibile.
Doveva farlo, doveva per Shinichi.
Urlò per caricarsi ancora di più, com’era solita fare a karate, quando un suono sordo, aspro e violento si propagò nella stanza. Il manico del cucchiaio si frantumò in una miriade di schegge, alcune si infilarono nei suoi polpastrelli e Ran, presa alla sprovvista, perse l’equilibrio e cadde indietro, sui tatami giallino smorto battendo la testa.
Fortuna che sono morbidi!
Si rialzò imprecando contro le schegge, il pavimento e tutto ciò che aveva a tiro, quando si accorse che la porta scorrevole si era aperta: finalmente ci era riuscita!
Si alzò in piedi di scatto, impacciata per via dell’enorme veste da sacerdotessa, si infilò i sandali e inspirò a pieni polmoni: doveva andare, e per qualsiasi motivo, non doveva fermarsi finchè non avrebbe messo abbastanza distanza tra lei e quel maledetto tempio.
Scattò in avanti spalancando quello che rimaneva della porta e prese a correre come un’ossessa per tutti gli stretti corridoi del tempio. Incrociò lo sguardo con alcune sacerdotesse sconvolte nel vederla per la prima volta, ma le ingnorò continuando ad andare avanti.
Correre con quei sandali ai piedi non era facile: il pavimento di legno faceva scivolare la suola come se fosse su acqua saponata, ma non ci badò.
Un urlo maschile le fece aumentare la velocità.
-FERMATI!- urlò ancora la stessa voce e Ran capì che si trattava del suo rapitore. Ma non sarebbe riuscita a fermarla.
Scese tutte la scale provocando un rumore sordo sul legno lucido e scuro di cui erano fatte, scivolò fino all’entrata per via dello slancio che aveva accumulato e spalancò le porte scorrevoli rivelando il cortile del tempio che si affacciava su una strada di Tokyo.
(http://www.giapponizzati.com/2011/05/27/kanda-myojin-il-santuario-di-zenigata/)
Corse verso l’entrata con le colonne scarlatte, il tetto verde e le mille decorazioni dorate, per poi cominciare ad attraversare a grandi falcate i marciapiedi affollati di gente. Sbatteva addosso alle persone, si faceva largo con le braccia attirando non poco l’attenzione mentre alle sue spalle udiva la voce di quell’uomo che chiedeva alla gente di fermarla. Ran imboccò vie laterali, attraversò solo se il semoforo era già verde o cambiava strada nonostante non sapesse dove stavav andando, schivava per miracolo le biciclette che le sfrecciavano accanto e non inciampò nella veste dai larghi pantaloni solo perché qualche kami, dall’alto dei cieli, probabilmente stava dalla sua parte.

***

Shinichi cominciò a correre a perdifiato per le vie di Chiyoda in cerca del tempio; non ci era  mai stato ma sua padre gli aveva detto, quando era più piccolo, che era fantastico. La gente, passando, lo guardava interrogativo mentre lui, grazie agli allenamenti fatti quando apparteneva alla squadra di calcio del Teitan, sfrecciava come un razzo tra la folla pomeridiana, che si apprestava a tornare a casa dopo una giornata di duro lavoro. Lanciò una rapida occhiata all’orologio: 17.48.
Era maledettamente tardi.
-KUUUUUDO!- sentì qualcuno col tipico accento del Kansai chiamarlo ma non si fermò, semplicemente si lanciò un’occhiata alle spalle continuando a correre: Hattori, Kazuha, Kid e Aoko lo stavano seguendo.
-Non abbiamo tempo!- urlò loro affrettando la corsa nonostante l’acido lattico nei suoi polpacci glieli rendesse dolorosi e duri quasi da impedirgli di correre. Svoltò a sinistra e si ritrovò in una strada larga e lunga, in salita. Imprecò, ma continuò a fare leva sui muscoli in modo disumano, quando una figura bianca e rossa spuntò all’orizzonte della strada e il suo corpo, per qualche strano motivo, smise di correre da solo.

***

Ran imboccò una via laterale con l’impressione che il suo rapitore l’avesse persa di vista ma non ebbe il coraggio di voltarsi a guardare: era troppo presto per cantar vittoria. Svoltò a destra e si ritrovò in una larga e lunga via in discesa, pregando che i sandali da sacerdotessa non la facessero rotolare giù. Corse giusto qualche secondo, poi alzando lo sguardo si bloccò come pietrificata da ciò che le si parava di fronte.
Solo in quel momento si rese conto che il cuore batteva all’impazzata contro le costole, che l’anidride carbonica nel suo corpo era arrivata a livelli altissimi, che tutti i muscoli dolevano incontrollabilmente, che era totalmente sudata e i capelli erano tutti attaccati alla fronte.
Respirando con la bocca rumorosamente, sbarrò gli occhi rendendosi conto che colui che aveva davanti, altri non era che…
-Shinichi- disse con la voce rauca mentre anche il ragazzo batteva incredulo le palpebre con a seguito Hattori, Kid e le rispettive ragazze, tutti piegati in avanti con le mani sulle ginocchia che riprendevano fiato.
Ran scattò con l’ultima riserva di energie e si gettò tra le sue braccia affondando il viso nella sua maglietta mentre lui la stringeva fortissimo a sé.
-Ran… Ran…- il ragazzo continuò a sussurrare il suo nome all’infinito mentre lei sorrideva sentendo il cuore di lui battere forte contro il suo orecchio.
-Mi hai trovata- sussurrò mentre lui la stringeva ancora di più a sé chiudendo gli occhi e affondando il capo nei suoi capelli.
-Ah… Finalmente!- una voce maschile proveniente da qualche metro da loro li scosse entrambi come acqua ghiacciata. Shinichi e tutti gli altri alzarono lo sguardo mentre l’individuo, i cui tratti del viso non erano visibili per via del sole che gli tramontava alle spalle e lo oscurava, camminava lentamente verso di loro. Il ragazzo afferrò per un polso Ran e la spinse dietro di sé proteggendola con le braccia aperte e protese all’indietro.
-Chi sei?- domandò furioso con espressione accigliata e tono duro. L’uomo fece ancora qualche passo e finalmente i suoi tratti furono visibili. Ran sbarrò gli occhi scioccata e scosse la testa incredula.
Non può essere!
-Chikao Oda?!- esclamò sbigottita mentre Shinichi si voltava sconvolto verso di lei.
-Lo conosci?!- domandò col tono più interrogativo e sorpreso che mai mentre lei annuiva mettendosi al suo fianco.
-Lo conosceresti anche tu se frequentassi le lezioni… è il nostro nuovo compagno di classe- gli rispose senza riuscire a staccare gli occhi dal nuovo arrivato mentre il liceale spalancava la bocca incredulo tornando a guardarlo a sua volta.
E Chikao Oda ridacchiò imbarazzato portandosi una mano dietro la testa.
-Emm… Sì, diciamo che sono e non sono io…- disse arrossendo e sghignazzando come se stesse raccontando ad un gruppo di amici di quando era caduto sulla pista da pattinaggio perché non sapeva pattinare mesi prima.
-Come sarebbe?!- domandò scaldandosi Shinichi mentre Hattori faceva qualche passo verso di loro per sentire meglio cosa diceva quell’imbecille che era appena arrivato. Quest’ultimo sospirò e ammise con un certo imbarazzo:
-Vabbè, tanto vale dirvi tutto, ora come ora… Il mio vero nome è Okada Daisuke e solitamente non sono un rapitore, ma un detective alle prime armi…-
Il detective dell’est rise sprezzante mentre lui lo guardava interrogativo.
-Vaì avanti Okada, sono tutto orecchie!- gli disse mentre l’altro sospirava a disagio.
-Non mi credi, eh?-
-Neanche una parola- rispose acido Shinichi mentre lui si grattava la testa guardandosi attorno.
-Comunque…- riprese -Io non aveva nessuna intenzione di rapirti Mouri, anche perché nemmeno ti conoscevo, ma circa due settimane fa…-
Din don! Din don!
-ARRIVOOOOOO!- urlò Natsumi precipitandosi alla porta. Aprì e si trovò davanti Sonoko Suzuki, piantò  un urletto femminile con la ragazza, ridendo e invintandola ad entrare.
-Finalmente Sonoko!- esclamò al settimo cielo mentre la ragazza entrava.
Sonoko le sventolò davanti due biglietti con sopra stampato “Teitan Fancydress Ball” ed entrambe cacciarono un altro urletto.
-Sono già arrivati i biglietti!- Sonoko saltellava per tutto il corridoio mentre l’amica la guidava per la casa verso il soggiorno.
-MERAVIGLIOSO! Coraggio siediti- le disse indicandole i cuscini disposti attorno al tavolino basso nel soggiorno. Un ragazzo uscì dalla cucina reggendo un vassoio con sopra tre tazze di tè e un piatto di sembei e salutò l’ospite.
-Ciao Sonoko-chan!-
-Dai-niichan- esclamò lei abbracciandolo: si conoscevano da quando erano piccoli nonostante lui avesse un paio d’anni in più di lei, per questo lo chiamava fratellino.
-Com’è?- le chiese lui mentre Natsumi si sedeva accanto a Sonoko.
-Bene e te? È un sacco che vengo a casa vostra e Natstumi continua a dirmi che sei fuori per investigare…- rispose l’ereditiera storcendo il naso.
-Scusa, ma sai com’è… un’investigazione tira l’altra e alla fine si finisce col passare più tempo fuori che a casa…-
-Lo so- Sonoko appoggiò i gomiti sul tavolo e affondò il viso sui palmi delle mani prendendosi le guance -Il ragazzo di una mia amica è un fanatico come te… Pensa che ultimamente non viene neanche più a scuola talmente tanti casi ha da risolvere-
-Wow- disse il ragazzo passandole una tazza di tè.
-Chi è Sonoko?- domandò Natsumi curiosa mentre addentava un sembei.
-Shinichi Kudo, il ragazzo di Ran… Te la ricordi vero?- lei annuì -Bè, è perennemente fuori di casa… Ran sta soffrendo parecchio per questo… Non si vedono mai- aggiunse malinonica per la migliore amica.
-Perché non si vedono al di fuori dell’orario scolastico?-
Sonoko sospirò e si passò una mano tra i capelli.
-Non può… dice di essere troppo occupato- storse il naso al solo pensiero di Shinichi -Ran è una santa, lo sta aspettando da non sai quanto tempo! E ora che ci sarà il ballo saranno dolori… Sono sicura che ci verrà da sola, col cuore spezzato, o che addirittura vi rinuncerà!- sospirò.
Il silenzio regnò sovrano per qualche attimo, poi Sonoko alzò lo sguardo sdegnata.
-Probabilmente l’unica cosa che lo farebbe tornare sarebbe sapere che Ran fosse in pericolo… Tu che sei un detective molleresti tutto per questo motivo?- si rivolse all’amico mentre girava noiosamente il cucchiaio nella tazza del tè.
 -Naturalmente!- rispose lui sdegnato come se la cosa fosse ovvia.
-Bè, credo allora che solo un miracolo potrà aiutare Ran…-
-Eh se inscenaste un rapimento?- domandò Natsumi mentre Sonoko la guardava interrogativa -Dì a Ran di fingersi rapita, chiamate questo Kudo…-
-Oh, ma andiamo… Sarebbe una cosa terribile se scoprisse che era tutta una messa in scena- l’ereditiera scosse la testa.
-E voi non glielo dite- ammiccò la ragazza guardando poi il fratello.
-Dai-niichan, ci aiuti?-
-Cosa!?-
-Oh andiamo… Fallo per una coppietta di innamorati! Inoltre tu che sei un detective alle prime armi, avrai così l’occasione di incontrare il grande Shinichi Kudo! Insomma… da quello che ti sento sempre dire lo ammiri tantissimo!- lo pregò mentre lui scuoteva la testa.
-Non credo che Ran accetterebbe…- disse Sonoko storcendo il naso, e l’amica sbuffò.
-Basta non dirglielo! Insomma, fate finta di rapirla alla festa, poi le spiegate tutto e attendete l’arrivo di Kudo. Non è difficile, no?-
-Non ne sono convinta…- tentennò Sonoko mentre Daisuke pensava.
-Però potrebbe essere l’unica soluzione, no? - domandò rendendo ovvia la risposta -E poi potrei davvero conoscere Kudo…-.
Shinichi ascoltò sconvolto la spiegazione mentre Ran, al suo fianco, sussurrava  qualcosa che non riuscì a capire.
Ma che importava in fondo?
-E tu hai accettato?! Per vedere me?!- esclamò furioso mentre la ragazza lo afferrava per un braccio per evitare che saltasse addosso ad Oda, anzi ad Okada.
-Lo so, non avrei dovuto ma Sonoko era preoccupata per voi due, io avrei voluto conoscerti… Così io e mia sorella abbiamo deciso di intervenire…- si giustificò il ragazzo mentre Shinichi scuoteva il capo furioso -Per favore, perdonateci- aggiunse facendo un piccolo inchino in direzione di Ran.
-Perdonarvi?!- domandò sorpreso Shinichi sentendo il sangue bollire nelle vene -Sai che faccio ora io? Vado alla polizia a denunciarti per rapimento di persona! E poi vado da Sonoko a spaccarle la faccia! Quella dannata oca va sempre in giro a raccontare i fatti degli altri… -
-Shinichi, aspetta!- Ran lo fermò mentre lui era già pronto ad andare alla centrale più vicina. Il ragazzo la guardò interrogativo mentre lei affogò i propri occhi nei suoi blu come l’oceano.
-Sonoko- cominciò piano lei -Sonoko non l’ha fatto apposta… Sai com’è fatta… Senti… So che eri preoccupato per me, ma io sto bene… Non potremmo chiudere un occhio? Inoltre lui è un tuo fan…-
-Chiudere un occhio? Un mio fan?!- Shinichi non riusciva a credere che quelle parole fossero uscite davvero dalla bocca di Ran -Ran, sei stata rapita! Non sei andata in campeggio, non eri in piscina, eri chiusa in un tempio! E ci sei stata per giorni!-
-Sì, ma…- tentò di ribattere lei mentre i suoi occhi si rattristivano.
-Ho avuto paura- ammise Shinichi affogando i suoi occhi in quelli azzurro-lilla di lei -Una maledetta paura di non fare in tempo, di non vederti mai più… Ero appena arrivato e già eri sparita…-
Ran sentì un moto di rabbia premerle dentro per quelle ultime parole.
Non era forse quello che tutte le volte accadeva a lei?
Quello che succedeva ogni volta che Shinichi tornava?
 Abbassò lo sguardo mentre le lacrime premevano contro la sua volontà per uscire.
-Non è…- cominciò a dire sorprendendo il ragazzo che la teneva per le spalle -Non è forse quello che accade a me tutte le volte che torni, eh Shinichi?- domandò alzando lo sguardo su di lui: era furiosa.
Piangeva lottando contro se stessa e il ragazzo sentì una voragine dentro di sé .
-NON è QUELLO CHE ACCADE TUTTE LE VOLTE A ME, SHINICHI?!- urlò con tutto il fiato staccandosi dalla sua presa con gesto brusco -Pensi mai a me? Ma dove sei quando ho bisogno di te? Dove? Non ci sei! Quando ti chiamo non rispondi, non rispondi ai messaggi, quando passo davanti a casa tua è vuota, quando faccio vagare lo sguardo in camera c’è solo una foto che testimonia che tu esisti veramente e che non sei solo un mio ricordo o il frutto dell’immaginazione di qualche giornalista in cerca di scoup! Quando mi volto il tuo banco è perennemente vuoto, quando cado nessuno più mi dà una mano a rialzarmi come una volta, quando piango nessuno asciuga le mie lacrime, quando ho bisogno di affetto nessuno è li per darmelo!
Ma dove sei quando ho bisogno di te, Shinichi?! Si può sapere perché tutte le maledette volte che ho bisogno non ci sei? Perché?!-
Shinichi, abbassato lo sguardo a terra, stette immobile, con gli occhi coperti dalla frangia, ad incassare, parola dopo parola, tutta la rabbia, il dolore e la frustrazione di Ran senza dire nulla.
Che poteva dirle in fondo?
Che era sempre con lei in realtà?
Che sapeva che piangeva tutte le notti per lui?
-Non hai nemmeno il coraggio di difenderti- disse delusa Ran mentre le lacrime imperlavano le sue gote arrossate. Se le asciugò con la manica della casacca bianca mentre i loro 4 amici scrutavano la scena senza parole: Hattori e Kid guardando addolorati Shinichi, le ragazze passando lo sguardo da uno all’altra.
La karateka si avvicinò a Okada e disse decisa:
-Non ti denunceremo, l’hai fatto per Sonoko, per noi, volevi conoscere Shinichi… anche se quello che hai fatto è sbagliato. Però voglio un favore: riportami il vestito a casa appena puoi, devo restituirlo al negozio…-
Il ragazzo annuì, Ran fece lo stesso e si voltò per andarsene, ma lui la bloccò per un polso.
-Anche se non lo vedi, non vuol dire che lui non ci sia. Io credo che abbia una buona ragione per non risponderti per cui… Cerca di avere un po’ di fiducia in lui- disse serio a bassa voce mentre lei fissava l’asfanlto in discesa sotto i suoi sandali. Liberò il polso lentamente dalla presa e sussurrò un “Devo andare” senza guardarlo in faccia.
Si avvicinò a Kazuha e la abbracciò venendo accolta da un caloroso sorriso.
-Ciao- le sussurrò la ragazza del Kansai.
-Voglio tornare a casa mia- disse Ran mentre l’altra annuì raggiunta da Aoko.  La karateka le rivolse un sorriso -Ci siete anche voi? Grazie-
-Figurati- rispose Aoko abbracciandola affettuosamente mentre Kazuha diceva ad Hattori di andare.
-Dovremo comunque andare a casa di Kudo- la avvertì poi voltandosi verso di lei -La tua borsa si trova a casa sua, e le chiavi sono lì dentro-
Ran annuì.
-Non è un problema-
-Ok- disse la ragazza del Kansai avviandosi con Aoko verso la stazione metropolitana per tornare a Beika. Hattori si avvicinò a Kudo, ancora fermo con lo sguardo nascosto, e gli poggiò una mano sulla spalla seguito da Kid.
-Vieni- gli disse piano con tono comprensivo.
Si avviarono anche loro verso la stazione dietro le ragazze, mentre Okada fissava la scena sospirando, per poi girarsi e tornare al tempio a recuperare l’abito come gli aveva chiesto Ran. 


Riassunto di ciò che è accaduto fin’ora:
Nel liceo di Ran viene organizzato un ballo in maschera a cui la ragazza non vorrebbe partecipare però per via dell’assenza di Shinichi. Al Teintan, intanto, Ran ha un nuovo compagno di classe…
 Dopo aver litigato con Sonoko per un futile motivo, Ran decide di partecipare comunque al ballo e invita i ragazzi del Kansai a raggiungerla. Affitta in un negozio per coplayer un meraviglioso abito rosso e dorato a cui  è allegata una maschera che  servirà coprirle il viso.
Alla festa, a cui Heiji partecipa vestito da se stesso nonostante lo sdegno di Kazuha, vi sono anche Kid e Aoko. Non appena Ran entra nel Kabuki Teather, subito viene notata da tutti ma nessuno conosce la sua identità, che la ragazza è decisa a mantenere segreta per tutta la serata.
Tuttavia, dopo aver spinto Heiji e Kazuha a ballare, si ferisce un dito e un ragazzo vestito da Barone della Notte, il famoso personaggio del romanzo di Yusaku Kudo, le si avvicina porgendole un cerotto.
La ragazza si sente subito attratta dalla sua figura misteriosa e accetta volentieri di ballare con lui nonostante anche il ragazzo porti una maschera che gli nasconde interamente il viso.
I due hanno subito una grande affinità e in pista sono oggetto di molti commenti di ammirazione.
Il Barone della Notte, dopo aver scherzato con la ragazza, propone un patto: non appena scoccherà la mezzanotte le propone di sfilarsi le maschere contemporaneamente per rivelare le loro identità e lei accetta. Con sua grande sorpresa, trova dietro la maschera Shinichi e lo accoglie  felice del suo ritorno; nel frattempo, Kaito si dichiara ad Aoko baciandola.
Durante lo spettacolo di magia che si svolge subito dopo la mezzanotte, un mago sale sul palco e, chiamata Ran come “vittima”, la fa sparire magicamente. Shinichi, non vedendola tornare dopo il numero, comincia a cercarla con l’aiuto del ladro e dell’amico, trovando poi un biglietto al tavolo dove era seduto che gli annuncia che se rivuole vedere viva la ragazza, dovrà risolvere una serie di enigmi.
Insieme agli amici, Shinichi risolve gli indizi dategli, che lo avvicinano sempre di più a Ran, mentre nel frattempo anche Hattori e Kazuha si dichiarano.
Risolto anche l’ultimo enigma, Shinichi finalmente capisce che Ran è nascosta in un tempio shintoista di Tokyo e con gli amici comincia a girarli tutti.
Ma i patti sono che se non riuscirà trovarla entro le 18.00 la ragazza morirà.
Il ragazzo ha solo più un tempio da visitare ma poco tempo a disposizione…


Mangakagirl’s corner:
Minna konnichiw… AAAAA!
*SPLASH*
Chiunque mi abbia tirato questa secchiata di vernice viola in testa, me la sono meritata davvero -.-“
^////^”
Salve gente… com’è???
Lo so, sono un caso senza speranza! “°>.<°”
Avevo sospeso questa fict, lo so, ma come già detto nella premessa ora la storia l’ho finita…
Per cui posso finalmente pubblicarla! >w<
Ok, spero davvero di cuore (T.T) che i miei vecchi lettori siano ancora interessati a questa storia e che magari attiri anche l’attenzione di altri >.<
Please gente! Mi ci sono messa davvero di impegno per finirla bene!
Ah, se chiunque di voi avesse dubbi riguardo qualche dettaglio della storia che si è perso strada facendo…
Chiedete pure ;)
Che ve ne pare, comunque? J
Dunque, finalmente Ran e Shin si sono ritrovati ma… ma…
Chi si immaginava fosse Chikao Oda il colpevole? ^^
E tutto pur di incontrare Shinichi… roba da matti O.O
Tuttavia ran e Shin litigano… T.T
E se pensate che questo sia uno dei colpi di scena, non avete visto ancora niente ^_^
Sono stata un po’ cattivella nello stendere i capitoli che arriveranno xD
Vedrete  presto di che parlo ^^
Grazie mille per l’attenzione e scusate questi papiri di riassunti, introduzioni e note finali ^^”
Mangakagirl!

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Capitolo 12
*** Twelve ***


12.

A villa Kudo l’aria era tetra e pesante. Non appena entrarono dentro, Shinichi salì in camera sua mentre Ran si preoccupava di trovare la sua borsa con dentro le chiavi per tornare a casa.
-Oh- disse Kazuha -è in camera dei genitori di Shinichi, vado a prendertela-
Ran annuì mentre Hattori le chiedeva come stava.
-Bene… Allora, che mi sono pers…?- rimase con le parole a mezz’aria fissando il vuoto, lasciando Kid e Hattori perplessi mentre la guardavano sorpresi. Non appena Kazuha le porse la borsa, la ragazza la afferrò agitata, rovistò dentro come una forsennata e tirò fuori il cellulare.
-Ran, ma ch…?!- cercò di chiederle ma lei la interrupe agitatissima.
-CONAN! Dov’è?-
Heiji e Kaito sbarrarono gli occhi scambiandosi un’occhiata, mentre lei prendeva il cellulare e lo accendeva. Il ragazzo del Kansai decise di prendere in mano la situazione.
-L-lui è in campeggio! Ehehe- ridacchiò nervoso ricevendo un’occhiataccia da Kazuha e Aoko.
-Non è possibile! Sono passati… quanti giorni sono passati? Che giorno è?!-
-D-domenica?- rispose Heiji in difficoltà.
-Hattori dov’è Conan?! Doveva sicuramente tornare prima di oggi!- disse la karateka mentre inseriva il pin nel telefono per accenderlo.
-Ma è con il doc in campeggio! Te l’ho detto Mouri!- rispose lanciando un’occhiata supplichevole a Kaito mentre lui annuiva prontamente. Ran sfogliò la rubrica in cerca del numero di Conan e il ragazzo del Kansai sussurrò a Kid:
-Guadagna tempo! Vado a parlare con Kudo!-
Corse al piano superiore, rischiando di rompersi l’osso del collo sull’ultimo scalino, spalancò la stanza di Shinichi e vi si fiondò dentro come un razzo.
-KUDO!- esclamò sottovoce agitato mentre lui, sdraiato di fianco sul suo letto, fissava il vuoto con occhi spenti. Lo afferrò per la spalla destra e lo scosse muovendo tutto il letto. Il liceale sbuffò ma non disse nulla, semplicemente lo ignorò chiudendo gli occhi.
-Kudo, non è il momento di fare il bambino! Anzi lo è proprio!- si corresse ripensando a ciò che aveva detto -Ran sta per chiamare Conan! Prendi quel maledetto farfallino e dille che sei ancora in campeggio col doc e che stai bene-
Cominciò a rovistare dentro il cassetto a fianco al letto e trovò il cellulare di Conan e tutti i gadget che utilizzava il migliore amico da bambino. Prese il papillon e il telefono e glieli porse mentre lo accendeva.
-Il pin?- silenzio -Il pin Kudo!-
Il ragazzo alzò la mano e indicò lentamente alcuni numeri con le dita, Heiji sospirò ringraziando il cielo e li inserì, ma quando porse il cellulare al ragazzo lui si voltò dall’altra parte deciso.
-Kuudoo!!- ringhiò furioso l’amico, ma il cellulare nella sua mano cominciò a vibrare e lui sobbalzò impanicato.
-Kudo, devi rispondere!-
Nulla.
-Kudo!!!!!!!- esclamò mentre sentiva il cuore accellerare: lo sapeva dall’inizio che sarebbe andata a finire in quel modo.
-Kudo, mi devi un favore! E grosso anche!- disse prima di prendere il papillon, sedersi sul letto dell’amico rischiando di buttarlo giù per via della sua grazia da elefante; regolò la rotella sulla voce di Conan e tossicchiò per scaldarsi le corde vocali.
Eh adesso l’accento?!
-Ripeto: un favore bello grosso Kudo!- disse con la voce di Conan per provare che tutto andasse bene, poi schiacciò il verde avvicinando all’orecchio l’apparecchio.
-Pronto?- domandò imitando con la voce di Conan il tono infantile e l’accento edochiano: il risultato fu cacofonico, tanto che sia lui sia Shinichi strizzarono schifati gli occhi.
-Conan?!- domandò sconvolta Ran -Ma sei davvero… tu?!-
-M… RAN!- si corresse Heiji agitato ridacchiando mentre la ragazza rimaneva sempre più stupita dall’altra parte -Emm… volevo dire: Ran-neechan! Com’è?- cercò di rimediare qualche secondo dopo rendendosi conto di non sembrare affatto Conan, ma un Hattori in miniatura: l’accento era terribilmente forte nonostante cercasse di nasconderlo.
-Emmm… bene- mentì Ran: non voleva farlo preoccupare -Tu piuttosto come stai? Dove sei?-
-Sono ancora con il dottor Agasa in campeggio Ran-neechan! Heiji-niichan non ti ha avvisata?- il tono ricordava tanto quello del lupo cattivo nella favola di Cappuccetto Rosso, tanto che Shinichi gli piantò una gomitata nella schiena.
-AHIO!- esclamò Hattori dolorante imprecando sottovoce.
MA NON ERA DEPRESSO?!
-Conan, sei strano…- disse Ran preoccupandosi mentre lui ridacchiava cercando di salvare il salvabile della situazione,
-Nooo Ran-neechan! Tutto bene! Solo che… mi stanno chiamando per giocare a calcio. Devo andare, ci sentiamo!- fece per riattaccare ma Ran riuscì a fermarlo.
-ASPETTA CONAN! Quando torni?- domandò lei agitata.
-P-presto, non ti preoccupare. Il dottore non ha ancora deciso quando torneremo, ma te lo faccio sapere presto…- rispose Heiji voltandosi verso Shinichi: ora che ci pensava, non era strano che ancora non fosse tornato ad essere un marmocchio?
-Devo andare, ciao!- disse riagganciando e lasciando Ran senza parole dall’altra parte del telefono.
-Kuuuuuudoooooo- disse furioso voltandosi verso il ragazzo ancora sdraiato -Che diavolo ti salta in mente?!-
Silenzio.
Heiji sospirò cercando di mantenere la calma, poi guardò l’amico con occhi comprensivi e gli posò una mano sulla spalla.
-Kudo- riprese con tono serio -So quello che stai passando… Con Ran credevamo tutti che le cose sarebbe state diverse, però…- sospirò rendendosi conto che quello che stava dicendo non aiutava per nulla l’amico -…devi cercare di reagire-
Dopo qualche secondo di silenzio, Shinichi si mosse sul materasso, si alzò in piedi e si diresse alla porta per scendere di sotto.
-Kudo?- domandò Hattori interrogativo seguendolo con lo sguardo preoccupato -Dove vai?-
-Via- rispose lui scendendo le scale e dirigendosi verso la porta d’ingresso.
-Aspetta!- urlò il ragazzo del Kansai raggiungendolo al piano terra scivolando giù per il corrimano per sbrigarsi e fermarlo, ma grazie al cielo ci pensò Kazuha afferrandolo per un polso.
-Kudo- disse preoccupata arrossendo un po’ per come Shinichi le rivolse lo sguardo -Noi… perché non organizziamo qualcosa per distrarci un po’… Vedrai che R…-
-Fate come a casa vostra- disse atono sottraendosi dalla presa, per poi aprire la porta e uscire sbattendosela alle spalle.
-Kudo!- urlò Kazuha, ma Heiji scosse la testa afferrandole un braccio. La ragazza si voltò verso di lui con occhi supplichevoli mentre sospirava.
-Heiji dobbiamo fermarlo-
-No, meglio lasciarlo andare-
Ran, ancora indossante l’abito da sacerdotessa, osservò appoggiata allo stipite della porta del soggiorno la scena e, per un momento, ebbe l’impressione che Shinichi le avesse rivolto lo sguardo.
Baka.

***

Per quanto desiderasse sparire, partire, uscire da quell’incubo, allontanarsi il più possibile da Ran e i suoi amici, Shinichi si ritrovò a 10 passi da casa sua, davanti a Villa Agasa.
Aveva bisogno di parlare con Haibara.
Lei era stata vaga, troppo vaga quando gli aveva dato quel prototipo, e lui non si era per nulla convinto della sua strana “arietta innocente”.
Il cancello era aperto: il professore  si dimenticava sempre di chiuderlo, e anche in sua assenza Haibara non se ne occupava; così entrò e suonò il campanello sentendo qualcuno dire dall’interno della casa: “Arrivo”.
Una ragazza sui 17/18 anni, con capelli castano chiaro, ramati, occhi grigi e sembianze moolto familiari, aprì la porta rivolgendogli un sorrisetto divertito.
-Kudo, qual buon vento- disse ironica Shiho Miyano accogliendolo. Lui la degnò di uno sguardo sorpreso, entrò e si diresse verso il divano sprofondandoci sopra. Lei lo fissò allibita per quel silenzio inaspettato, poi sorrise chiudendo la porta e lo raggiunse.
-Tutto qui? Mi aspettavo almeno un commento- gli fece notare incrociando le braccia al petto fissandolo in piedi, davanti al divano.
-Haibara, che diavolo sta succendo? Perché, davvero, io non ci sto capendo più niente…- disse Shinichi con gli occhi sorpresi.
La scienzata si sedè sul divano di fronte a lui e accavallò le gambe.
-Kudo, era quello definitivo- lui sbarrò gli occhi  mentre lei sospirava alzando gli occhi al cielo -L’antidoto dell’APTX4869 definitivo… sì-
-Come…?!-
-Vermouth- disse abbassando lo sguardo a terra mentre una strana sensazione si impossessava del suo corpo e il sorrisetto che aveva avuto fino a quel momento scemava.
-Lei mi ha aiutata… Sta facendo il doppio gioco per noi, Kudo- spiegò guardandolo dritto negli occhi. Shinichi notò una nota di terrore nel suo sguardo grigio ghiaccio e rimase sempre più allibito.
-Lei-lei ti odia…, sì?! Ti voleva morta Haibara! Cosa diavolo…?!-
-L’ha fatto per te…  e gliel’ho chiesto io- disse atona abbassando nuovamente lo sguardo sul tappeto preferito del dottore che c’era tra i due divani.
Il ragazzo, sempre più confuso, si alzò in piedi, camminò in giro per la casa qualche secondo, poi si risedè sconvolto.
-Devo strapparti le parole di bocca, o…?- domandò impaziente mentre lei sbuffava stizzita: perché non capiva che non era facile parlarne?
-L’ho trovata io, all’incirca un paio di mesi fa… Era in un vicolo, intenta a freddare un debitore dell’Organizzazione. Non appena mi ha vista, mi ha puntato la pistola addosso e abbiamo cominciato a parlare- si alzò e si avvicinò alla finestra guardando fuori preoccupata -Sei saltato fuori tu nei nostri discorsi… Chissà perché, vero?- domandò ironica con un sorriso -Ha voluto ovviamente sapere di te e della ragazza dell’agenzia. Poi ha abassato l’arma…- i suoi occhi si fecero opachi e spenti.
Shinichi pendeva dalle sue labbra: quelle pause che faceva lo innervosivano non poco,
-Ha detto che se ci fossimo alleate, forse avremmo potuto aiutarti… Diceva di avere un conto in sospeso con te, con Silver Bullet…- il ragazzo rabbrividì a quel nome mentre lei tornava a sedersi al suo fianco. Lui la fissò dritta negli occhi, pregandola di continuare con lo sguardo e lei sospirò di nuvo, per l’ennesima volta.
-Ha rubato la formula dell’antidoto nel laboratorio dei MIB, è stufa di quella vita, me la portata in segreto e io ho creato l’antidoto… Solo che…-
-Solo che…?- ripetè Shinichi col cuore a mille mentre lei taceva abbassando lo sguardo a terra.
-Mi hanno vista e hanno ricominciato a darmi la caccia- rispose in un sussurro mentre lui sobbalzava -Credo anche che abbiano capito dove sono, chi sono… Cercano anche te probabilmente… Siamo nei guai, Kudo- alzò lo sguardo e Shin intravide l’ombra di  alcune lacrime.
-Haibara, mi stai dicendo che l’Organizzazione sa di noi due?- domandò scioccato, quando lei annuì.
-Non sanno che collaboro con Vermouth ma… Sì, sanno che siamo vivi entrambi-
-Come hai fatto farti vedere?!- esclamò arrabbiato lui alzandosi in piedi, mentre lei lo guardava inespressiva.
-Per prendere la formula, ho dovuto rischiare-
-Baka! Non erano questi i piani per tornare adulti!- Shinichi furioso cominciò ad attraversare a grandi falcate il salotto.
Come poteva aver commesso un errore del genere?!
-Perché, hai mai avuto altri piani per tornare adulti, Kudo?- domandò stizzita lei alzandosi a sua volta in piedi sul piede di guerra. Shinichi la fulminò ma non le rispose, continuò invece imperterrito ad attraversare a grandi falcate il salotto di Agasa.
-Ok, dobbiamo rimediare- disse dopo minuti di silenzio e grandi giri per la casa -Tu sai dove è la base dei MIB adesso… Andremo lì e li coglieremo di sorpresa: non si aspettano che reagiremo e…-
-Kudo, che ti sei bevuto?! Moriremo- Shiho lo squadrò seria e lui le si avvicinò molto velocemente, ragionando.
-Cosa intendevi esattamente quando hai detto che la durata dell’antidoto sarebbe dipesa da me?- domandò sedendosi sul divano fissando il tavolino basso pieno delle riviste che lei leggeva.
-Che durerà finchè non morirai… Cos’altro pensavi?-
Shinichi riflettè serio qualche secondo, poi la guardò deciso.
-E allora durerà almento altri 100 anni, Haibara: perché non mi lascio uccidere da una banda di criminali che mi ha rovinato la vita. Non dopo essere riuscito a trovare una soluzione. Se devo morirà sarà solo dopo che loro saranno dietro le sbarre- disse serio e determinato mentre lei sbarrava gli occhi sorpresa. Dopo qualche secondo, la scienzata sorrise senza guardarlo.
-Quante possibilità ci sono di farti cambiare idea, Kudo?- domandò aprendo un cassetto e rovistandovi dentro lentamente. Lui sorrise deciso.
-Zero, anche perché è proprio qui che tutto ha inizio-
-Bè, allora ci servirà un piano- disse lei piazzandogli davanti fogli e penne -Come te la cavi in disegno, Detective?-



Mangakagirl's Corner:
Minna Konnichiwa!
Allora gente...
Vi avviso: dal prossimo capitolo, ho scatenato l'inferno xD
naaa scherzo... però entreremo nel vivo O.O della storia 
;)
Dunque dunque...
questo è solo un capitoletto di passaggio per fare capire che succede.
Piaciuta la scenetta di Hattori? xD
Che ne pensate della storia di Haibara?
Ve lo aspettavate??
Fatemi sapere ^^
Un grazie grandissimo a chi ha ripreso a seguire la storia, ai nuovi lettori e recensori,
a chi l'ha aggiunta tra le seguite e a chi l'ha aggiunto alle preferite v.v
Arigatò v.v
Ah, se non mi vedete x un po'... Sappiate che è perchè il PC probabilmente
mi ha mollato T.T
ma sono fiduciosa e spero non accadrà, vero PC??? ^^"
I prossimi capitoli anche saranno più lunghi ;)
see youuu!
mangakachan!

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Capitolo 13
*** Thirteen ***


13.

 Shinichi sospirò forte mentre al suo fianco Ai, ormai diventata Shiho, tracciava a grandi linee la piantina del covo dei MIB grazie ad una copia che Vermouth le aveva mostrato qualche tempo prima, ma che non aveva potuto darle: se gli uomini dell’Organizzazione si fossero accorti che era sparita una piantina dalle poche esistenti sarebbe saltata tutta la copertura della donna.
Stretti corridoi, scale, stanze…
Più che un covo sembrava tanto un labirinto.
Sbuffò mentre ripassava con un pennarello un corridoio, ringraziando allo stesso tempo il Cielo per la memoria fotografica che Madre Natura le aveva generosamente donato, poi si voltò verso Shinichi che si dilettava nell’arte dei doodles…
Osservò come il ragazzo disegnasse minuziose ragnatele che andavano via via allargandosi dall’angolo del foglio da cui era partito e sospirò.
-Certo che non smetti mai di pensare al tuo lavoro…-
-Mh?- Shinichi cadde dalle nuvole e la fissò interrogativo, spostando poi lo sguardo sul suo disegno solo quando lei glielo indicò con un cenno di capo.
-Ragnatele. Significa che vuoi incastrare qualcuno- spiegò con semplici parole la ragazza mentre lui batteva incredulo le palpebre: quasi non si era accorto di aver disegnato quella roba!
D’altronde i doodles vengono fuori quando meno ci si fa caso…
Quando la mente è staccata dal corpo.
-Io…- mormorò incredulo di se stesso, ma alla fine rinunciò a trovare una spiegazione con cui controbattere a quel commento e mollò carta e penna incrociando le braccia sul tavolino basso e osservando lei, che aveva ricominciato a tracciare sul foglio stanze segrete.
-Toglimi una curiosità: perché non sei venuto prima? Capisco che volevi goderti la ragazza dell’agenzia e tutto…- Shinichi avvampò, ma il solo pensiero di Ran gli fece subito tornare in mente ciò che era successo solo poco prima -…Inoltre non ti ho visto molto in casa… Dov’eri? Non vi dovevate incontrare ad un ballo? Cos’è…? Ti sei trasferito a casa sua?- aggiunse Shiho ironica e curiosa posando lo sguardo su di lui con un sorriso furbetto, che scemò nel giro di qualche secondo.
Il ragazzo, con un sospiro, raccontò a grandi linee tutto ciò che era successo dopo il ballo… Sino ad arrivare a quel pomeriggio.
Lo faceva giocherellando nervosamente con una penna, passandola da una mano all’altra, scambiandola tra le varie dita, imprimendole la rabbia che non poteva sfogare in altri modi.
Miyano sospirò scuotendo la testa e abbassando il capo sconsolata quando cessò di parlare.
-Allora avevo ragione io poco fa…- mormorò -non smetti davvero mai di pensare al tuo lavoro, nemmeno quando sei con lei-
Il ragazzo sospirò irritato da quella frase e fece per difendersi, ma lei alzò prontamente lo sguardo.
-Se fossi nei panni di Ran, se ti amassi come ti ama lei- la voce tremò pronunciando quelle parole -Avrei avuto la stessa reazione, Kudo- disse tentando di mantenere il tono più atono possibile.
-Haibara, non ti ci mettere anche tu per favore…- sbraitò lui alzandosi in piedi  affondando le mani nei capelli mentre attraversava il salotto di villa Agasa a grandi falcate.
-La stai perdendo, te ne rendi conto o no?- domandò la ragazza dura alzando la voce.
Era stata una sciocca ad aver esistato poco prima: Lei non poteva dimostrarsi debole, capace di amare
O meglio, non poteva fargli capire di amare proprio lui
In fondo non le sarebbe servito a nulla:
Kudo apparteva a Ran e questo, sapeva bene purtroppo, non sarebbe mai cambiato.
-Ran avrebbe probabilmente voluto stare con te, dimenticarsi di tutto… Ma tu e quel tuo fottutissimo senso di giustizia e orgoglio da detetive che ti porti dietro avete rovinato tutto, come al solito del resto…- aggiunse pungente e severa facendolo sentire più straccio di quanto già non fosse.
-Grazie Haibara, adesso sì che mi sento davvero meglio!- esclamò ironico Shinichi fulminandola con un’occhiataccia mentre lei sospirava.
-Non c’è che dire… Sei davvero un bambino, Kudo…-
-Eh No! Non sono un bambino, cara, si da il caso che io sia un detective.
E se ricordi bene è proprio quello che fanno i detective: assicurare i malviventi, i bastardi che rovinano la vita alle persone alla legge!- precisò accalorandosi sentito ferito nel profondo: oltre a criticare le sue doti stava anche insinuando che lui, per quanto fosse finalmente tornato un 17enne, fosse ancora un bambino.
-Pensala come ti pare- rispose lei senza curarsene molto -Comunque, tornando al piano, sappi che non ce la faremo mai in due…-
Shinichi, dopo aver vagato ancora per il salotto per sbollire la rabbia che lei gli aveva fatto salire, sbuffò e tornò a sedersi sul divano, al suo fianco, prendendo in mano la penna e tamburellandola freneticamente sul tavolino.
Non voleva farli rischiare, metterli in pericolo…
Anche perché sapeva che avrebbe coinvolto anche Ran in qualche modo…
D’altronde era sempre così: più tentava di tenerla lontana dai pericoli, più lei ci finiva dentro…
E la cosa davvero singolare tutte le volte, era che nemmeno lui sapeva come ci riusciva! Era come se Ran fosse attirata dai suoi guai come una calamita…
-Non avrei voluto metterli in mezzo…- cominciò piano, ma lei lo interruppe brusca.
-Bè dobbiamo se non vuoi morire non appena metterai piede dentro la base dell’Organizzazione-
Il ragazzo si voltò verso di lei un po’ sorpreso, ma Haibara distolse prontamente lo sguardo, pentita di quella reazione troppo diretta. Sospirarono entrambi, poi la scienzata si alzò dirigendosi in cucina e lui affondò il viso nella braccia incrociate sul tavolino basso.
Chiuse gli occhi e la prima immagine che si formò davanti ai suoi occhi fu proprio quella di Ran.
-Pensi mai a me? Dove sei quando ho bisogno di te? Dove? Non ci sei!-
Le parole della ragazza rimbombarono nella sua mente.
Se pensava a lei? 
Non c’era mai quando ne aveva bisogno?
Shinichi sospirò affranto: se solo avesse saputo la verità, se avesse saputo quanto invece pensava a lei, quanto conosceva bene come soffriva per la sua mancanza…
Non era affatto vero che non c’era mai…
Negli ultimi tempi, Conan non aveva fatto altro che starle accanto e aiutarla invece…
Negli ultimi tempi, quando l’aveva vista depressa per quel ballo… Non aveva esistato a dirigersi a villa Agasa e chiedere l’antidoto per presentarsi alla festa e sorprenderla.
Nemmeno per un istante aveva pensato ai pericoli che avrebbe corso, al dolore che avrebbe scosso e distrutto il suo corpo dall’interno…
Una vibrazione improvvisa del tavolo lo scosse dai suoi pensieri riportandolo alla realtà. Intravide dagli occhi socchiusi che il display del cellulare touch-screen che aveva abbandonato tra le riviste della ragazza era illuminato e lo prese di malavoglia in mano.
“Dove sei? Hattori“ citava il messaggio che era appena arrivato. Il ragazzo meditò sul da farsi qualche secondo, poi articolò una risposta sullo schermo e la inviò, lasciando di nuovo cadere il telefono tra le riviste e chiudendo nuovamente gli occhi.
Si abbandonò di nuovo ai pensieri funesti che gli ingombravano la mente da ore.
Perché era tutto così maledettamente complicato?

***

DIN DON!
Haibara uscì dalla cucina e si diresse all’ingresso, accostandosi poi all’occhiello prima di abbassare la maniglia: un paio di agitati occhi smeraldini sembravano voler attraversare la porta per scrutare l’interno della casa.
Aprì nascondendosi dietro ad essa per precauzione, mentre Hattori, come una furia, entrava senza nemmeno badare alla sua presenza.
-Kudooo!- urlò raggiungendo il salotto con aria agitata, mentre al seguito Kid si guardava attorno curioso: era la prima volta che entrava a villa Agasa.
-Ma buongiorno anche a te, Osaka- disse la ragazza ironica chiudendo la porta con gesto brusco e raggiungendolo in salotto con aria stizzita per non essere stata notata.
-Lady Macbeth… Dov’è Kudo?- domandò Hattori in fretta mentre Kaito la scrutava perplesso con i suoi occhi azzuro cielo.
-È in bagno, Osaka. Sai, è umano anche lui…- rispose stizzita, passando poi lo sguardo sul ladro, che sembrava intento a farle i raggi X.
-Tu chi saresti?- domandò lui provocandole un sorriso un tantino malefico sulle labbra. Spostò i capelli ramati dietro le orecchie e lo scrutò divertita.
-Shiho Miyano, alias Sherry. Ma puoi chiamarmi Haibara- il ragazzo sbarrò gli occhi e battè il pugno destro nella mano sinistra.
-Ma certo! Eri quella bambina innamorata di Kudo che gli stava sempre appiccicata! Quella biondina piccola…- esclamò voltandosi poi verso Hattori per avere una conferma, che però non arrivò.
Il ragazzo del Kansai era infatti intento a scrutarla attentamente mentre lei arrossiva alle parole “bambina innamorata di Kudo che gli stava sempre appiccicata”, distogliendo lo sguardo prontamente.
C’era qualcosa di strano in lei…
-E tu sei quel ladro gentiluomo che ci prova con tutte- rispose perfidamente tornando sicura a fissarlo negli occhi mentre il rossore scemava dalle sue gote qualche secondo dopo. Il ragazzo scoppiò a ridere e annuì, mentre Heiji sobbalzava.
-LADY MACBETH! MA TU… TU SEI UNA RAGAZZA!-
Sia Kid che l’interpellata lo guardarono con gli occhi a puntini, poi lei si riprese.
-Però, che vista Hattori- disse ironica incrociando le braccia al petto mentre lui arrossiva scuotendo la testa.
-Intendevo… sei tornata adulta!-
Il rumore di una porta che si apriva distrè tutti. Shinichi uscì dal bagno e fulminò il ragazzo con gli occhi a trattini, avvicinandosi ad Haibara a sua volta sdegnato.
-Possibile che vado in bagno un secondo e qui fate un casino assurdo?- domandò mentre i due ragazzi ridacchiavano colpevoli e Shiho fulminava quello del Kansai.
Tutti e quattro si accomodarono sui due divani di casa Agasa e Shinichi sospirò passandosi una mano tra i capelli: gesto che ad Hattori non sfuggì.
-Kudo, allora… che succede? Quando hai detto: “Vieni, abbiamo una cosa urgente di cui parlare” nel messaggio…-
Poiché il ragazzo rimase in silenzio qualche secondo, poi Haibara prese in mano la situazione.
-Siamo nei guai…- cominciò, ma fu subito interrotta.
-L’Organizzazione sa di me e di Haibara- disse esplicitamente il liceale lasciando Heiji e Kaito di stucco.
Il ladro scoppiò a ridere credendo fosse una bufala, mentre Hattori si voltò verso la ragazza sconvolto.
-Che diavolo significa?!-
-Significa…- riprese Shinichi -…che siamo nei guai, e sto usando un eufemismo, Hattori-
-Come è successo?- domandò il ladro tornando serio dopo l’occhiataccia del detective liceale dell’Est. La giovane abbassò lo sguardo colpevole e, dopo essere stata fulminata da Shinichi, che in fondo non la reputava colpevole di quella situazione, cominciò a spiegare l’accaduto.
I due rimasero scioccati, forse più di Shinichi, e il ragazzo del Kansai strabuzzò gli occhi al sentir nominare “Vermouth”
-No dico… è uno scherzo?! La donna che ti odiava alla follia e ti voleva morta che ti aiuta per Kudo?!- lei annuì lasciandolo senza parole -Oh, ok…-
-Ragazzi, vogliamo colpire l’Organizzazione prima che loro colpiscano noi e ci ammazzino…- spiegò Kudo prendendo in mano la situazione -Ma da soli verremo uccisi prima ancora di trovare l’entrata del covo-
Hattori annuì con un sospiro, poi si scambiò un’occhiata furbetta con Kid, e disse:
-Bè amico, conta su di no-
Shinichi sorrise, ma Ai non era altrettanto soddisfatta come lui.
-Il piano ragazzi?- domandò il ladro già pronto all’azione, ma il detective dell’Est arrossì leggermente. Kaito alzò un sopracciglio interrogativo e Haibara rispose stizzita:
-Non abbiamo un piano-
-Ah- furono le risposte in coro dei due nuovi arrivati.
Shinichi lanciò un’occhiata all’orologio sulla parete del salotto e sbarrò gli occhi.
-Ok, sentite, è meglio se ne riparliamo domani mattina, a mente fredda. Si è fatto tardi…- si alzò e si voltò verso Shiho -Buonanotte-
-‘Notte- mormorò lei alzandosi mentre i tre si dirigevano alla porta.
Non appena questa si chiuse, prese il vassoio sul tavolino basso con le tazze di tè che aveva servito e si diresse in cucina, senza accorgersi che una finestra scorrevole si era lentamente aperta.
Due figure interamente vestite di nero entrarono nell’appartamento silenziose e le si avvicinarono alle spalle.
-Ciao Sherry-
Quella voce così fredda e così maledettamente familiare le fece cadere di mano il vassoio e le tazze si frantumarono in mille pezzi.
Il cuore perse più di un battito mentre il gelo si diffondeva nell’intera villa.
Non appena si voltò con gli occhi dilatati dalla paura, una mano si appoggiò violentemente alla sua bocca con un fazzoletto che puzzava di cloroformio, premendo forte mentre lei opponeva resistenza.
E poi fu tutto buio.


Mangakagirl's Corner:
Minna Konnichiwa xD
Allora gente...
Prima di tutto ci tengo a ringraziare tutti coloro che
stanno aggiungendo la storia tra le seguite e preferite:
vedervi aumentare così tanto mi riempe di gioia *^*
grazie v.v
Ok, passo al capitolo...
Dunque dunque...
Come già sapete io non sono una Grandissima fan di Shiho Miyano,
 per cui me la immagino con un carattere del genere:
atona, fredda, innamorata di Shinichi ma volenterosa di tenerlo  ben nascosto all'interessato.
Per cui spero che non vi risulti OOC ^^"
in tal caso, vi chiedo di essere comprensivi:
non essendo, ripeto, nei miei personaggi preferiti non riesco a descriverla meglio di così.
Ora, cosa ne pensate della fine? *--*
Inutile stare a precisare chi entra in casa, no? xD
Alzi la mano chi non l'ha capito:
...
*silenzio*
Nessuno, benissimo ^^
Ora, cosa vi aspettate che accada?
Sarei curiosa di sapere le vostre supposizioni, davvero :)
Rigrazio tutti coloro che hanno recensito lo scorso capitolo
e anche chi legge soltanto.
Se ci sono domande, non esitate a chiedere ;D
al prossimo capitolo, dove avremo il Vero l'inizio dell'azione ;)
mangakagirl

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Capitolo 14
*** Fourteen ***


14.

-Hattori- Shinichi esitò prima di entrare in casa sua con le chiavi che Heiji gli aveva passato, visto che era stato l’ultimo ad uscire da villa Kudo -Ran…?-
-Non appena sei andato via, lei ha preso le sue cose e con le ragazze è andata all’agenzia- spiegò lui capendo al volo il motivo della preoccupazione del ragazzo, che sospirò infilando la chiave nella toppa e facendola scattare, quasi sollevato, verso sinistra.
Entrò a casa sua lasciando le scarpe nell’ingresso, poi con i ragazzi si diresse al piano di sopra, dove dormivano ormai da giorni.

***

Ran si voltò per l’ennesima volta nel suo letto, avvolta nelle lezuola leggere che sapevano di ammorbidente e di pulito, e ascoltò in silenzio i respiri leggeri delle due ragazze che dormivano in due futon accanto al suo letto.
Avevano entrambe raccontato cosa era successo in quei giorni, senza di lei, e con imbarazzo avevano anche confessato le due dichiarazioni fatte loro dai rispettivi ragazzi.
Ran ancora ci pensava incredula: Hattori e Kazuha?
Kid - che era davvero Kid! - e Aoko?
Voltandosi di nuovo con la faccia contro al muro, chiuse gli occhi riportando alla mente a ciò che era successo poche ore prima con il ragazzo che aveva sperato di vedere per giorni.
Non doveva andare così…
Dopo mesi che non ci vedevamo, dopo giorni che mi ha cercato incessantemente… L’unica cosa che riusciamo a fare è litigare?
Decise: l’indomani mattina sarebbe andata a villa Kudo, da lui, e avrebbe parlato e chiarito.
Voleva la verità, ma voleva anche uscire da quella situazione difficile, fatta di sguardi rubati e parole non dette.

***

Shinichi non chiuse occhio per tutta la notte, ripensando a Ran e al casino in cui si era cacciato, o meglio, in cui Haibara lo aveva involontariamente cacciato.
Di buon’ora svegliò entrambi i ragazzi, si vestirono e poi andarono a villa Agasa, ma arrivati davanti al cancello lo trovarono aperto.
Shinichi alzò sorpreso lo sguardo, notando che anche la porta di ingresso era spalancata e una strana sensazione lo folgorò. Corse all’interno del cortile fino alla porta, entrò in casa e subito notò il vassaio frantumato sul pavimento e non ci fu bisogno di altro: capì.
-Kudo, che succede?!- domandò agitato Hattori raggiungendolo mentre lui si guardava attorno, camminando piano per non ferirsi con i vetri sparsi ovunque.
Una busta.
Si avvicinò al tavolino dov’era posata e vi lesse sopra il suo nome. Strinse forte le labbra poi la aprì senza degnare di risposte i due amici accanto a lui.

Kudo-sama,
se tieni alla sua vita, presentati entro le 12.00 al covo dell’Organizzazione. La tua amichetta ti ha lasciato le indicazioni, no?
Se non lo farai, potrai dirle addio.

Gin

-Merda!- imprecò Shinichi mollando la lettera aperta sul tavolino -Dobbiamo muoverci, da qui ci vuole almeno un’ora per arrivare al covo!-
-Kudo- Hattori lo afferrò per un braccio l’esatto secondo prima che lui scattasse fuori dalla porta -é una trappola: Loro vogliono te!-
-Non abbiamo un piano- disse serio Kid mentre il liceale fremeva di rabbia divincolandosi.
Shinichi stette in silenzio qualche secondo, combattendo una battaglia di sguardi con il migliore amico, poi disse serio:
-Ecco il piano: io entro nel covo a cercare Haibara, voi state fuori e attendete l’arrivo della polizia. Mi cattureranno sicuramente nel giro di poco, ne sono certo. Ma voi interverrete coi poliziotti e si risolverà tutto…. Se dovessi morire- fissò a lungo il migliore amico negli occhi: verde smeraldo nel blu oceano -giurami Hattori che li sbatterai in galera: uno ad uno-
Il ragazzo ricambiò serio per alcuni secondi il suo sguardo determinato, che però nascondeva una scintilla di panico nella parte più profonda, quella che da sempre Kudo tentava di tenere nascosta agli altri per non essere reputato fragile.
-Non riuscirò a farti cambiare idea, vero?- domandò piano e serio stringendo la presa attorno al suo braccio.
Lui scosse la testa, provocando il suo sospiro sconsolato. Il ragazzo del Kansai lo lasciò andare e fece un mezzo passo indietro per guardarlo meglio in faccia.
-Te lo giuro Kudo, ma ti giuro sulla mia vita che farò di tutto per non farti ammazzare da quei bastardi-
Shinichi sorrise flebilmente, poi tirò fuori il cellulare e correndo fuori dalla villa chiamò la polizia: era tempo di agire.

***

Ran esitò qualche secondo davanti al cancello in ferro battuto di Villa Kudo, che si ergeva al di là dell’inferriata. Osservò la finestra della camera di Shinichi, che aveva la tenda tirata e impediva di vederne l’interno.
Era già sveglio?
Come avrebbe reagito nel vederla dopo ciò che era successo?
Avrebbero davvero parlato e chiarito?
Aoko, alla sua destra, sorrise incoraggiante ed aspettò che annuisse per suonare al campanello.
Il suono del campanello rimbombò nelle orecchie di Ran come un rombo di tuono che squarcia il silenzio della notte più nera. Il cuore le batteva forte mentre aspettava che il ragazzo chiedesse chi era con la voce metallica del citofono.
Dopo quasi trenta secondi di puro silenzio, battè confusa le palpebre e guardò la ragazza di Kid interrogativa.
-Riprovo?- chiese lei incerta.
-Sì- annuì la karateka mentre un nuovo DIN DON si diffuse nell’aria. Ma per la seconda volta nessuno andò ad aprire.
Ran fece qualche passo indietro, arrivando al bordo del marciapiede e rischiando di cadere in strada, deserta come al solito in quella tranquilla via di Beika. Si guardò attorno sorpresa che non ci fosse davvero nessuno, poi notò il cancello di casa Agasa aperto.
Strano, il professore non dovrebbe essere in campeggio?
Si avvicinò alla villa e spinse l’inferriata facendo qualche passo nel cortile di ciottoli e erba mentre il rumore mettallico dei cardini un po’ arrugginiti si diffondeva attorno a lei.
-Ran, dove stai andando?- le domandò piano Kazuha, quasi timorosa di rompere quel silenzio che le circondava come nebbia, ma lei non rispose e si avvicinò alla porta di ingresso, notando che era stranamente aperta. Deglutendo incerta, decise di entrare mentre Aoko e l’aikidoka la seguivano sentendosi delle ladre per aver violato una proprietà privata.
L’interno era come Shinichi e gli altri l’avevano lasciato: la lettera era sul tavolino, aperta, e il vassoio e le tazze in frantumi sul pavimento.
Ran si avvicinò ai due divani, prese in mano la lettera e il solo leggere la prima parola la fece morire sul colpo.

Kudo-sama,
se tieni alla sua vita, presentati entro le 12.00 al covo dell’Organizzazione. La tua amichetta ti ha lasciato le indicazioni, no?
Se non lo farai, potrai dirle addio.

Gin

-Ran?- domandò preoccupata Kazuha mentre lei mollava il foglio sul tavolo  con aria agitata e prendeva una piantina disegnata a mano con un pennarello che giaceva tra le scartoffie e le riviste da donna.
Sotto una stretta rete di corridoi e stanze, c’era un indirizzo.
Capì che era lì che Shinichi era andato.
 Era per quel motivo che non era a casa, e lì avrebbe sicuramente trovato le risposte alle sue domande.
-Ragazze- mormorò voltandosi verso di loro determinata -Dobbiamo andare anche noi-

***

Shinichi si mosse furtivo nei corridoi dell’edificio in cui era appena entrato, stupendosi che in giro non ci fosse nessuno.
Haibara aveva parlato di una scala che portava al piano superiore…
Vermouth diceva che era lì che si veniva portati una volta catturati…
Svoltato a sinistra e rizzato bene le orecchie in cerca di un minimo rumore di passi, appurò che la via era libera e corse verso la porta che stava di fronte a lui, in fondo a quel corridoio scoperto, sperando che lo portasse da qualche parte.
Non era facile orientarsi lì dentro: un labirinto avrebbe avuto un criterio logico senz’altro più evidente.
Molti corridoi finivano infatti in vicoli ciechi: era tutto strutturato in modo che i membri dell’Organizzazione potessero  incastrare le loro possibili prede, infiltratatesi per qualche (s)fortunata ragione nel covo, con le spalle al muro in ogni momento e in ogni dove.
Finalmente trovò le scale che aveva menzionato la ragazza e le salì a passo svelto e felpato, badando bene a non far strisciare le suole di gomma delle Converse nere sul pavimento consumato. Incepiscando su un gradino, si fermò posando una mano sul muro di pietra grezza alla sua sinistra per ristabilire l’equilibrio: l’intera struttura era fatiscente e consumata dal tempo e dalla muffa.
Un oggetto metallico, circolare e freddo come la Morte si impiantò in mezzo alle sue scapole, mentre una bassa risata maligna si levava attorno a lui:
Chianti l’aveva sottotiro.
-Ma guarda guarda… Gin aveva detto che avremmo avuto un ospite- disse con la sua voce sprezzante scoppiando a ridere. Appoggiò la testa sulla sua spalla e gli baciò in collo mentre lui rabbrividiva inorridito dandole sempre le spalle -E sei così giovane… Proprio un’ottima preda direi-
Lo spinse a terra improvvisamente facendogli sbattere il mento su un gradino e subito il sapore del sangue si diffuse in tutta la sua bocca. Shinichi lo sputò sprezzante e si voltò verso la donna che, con il fucile in spalla e una mano sul fianco, lo osservava dall’alto verso il basso orgogliosa di se stessa.
-Shinichi Kudo, quanto tempo che aspetto di incontrarti- sibilò abbassandosi alla sua altezza e spostandogli i capelli dalla fronte con gesto sensuale.
-Non mi toccare!- sibilò lui schifato issandosi con le braccia sul gradino superiore a quello su cui si trovava.
-Che grinta Detective!- disse lei entusiasta puntandogli nuovamente il fucile addosso e posizionando l’occhio nel mirino -Ma siamo in ritardo per la festa, per cui alzati, da bravo, e seguimi… o ti pianto del piombo nel cervello. Il che sarebbe un vero peccato, sai?- rise -Sei un così bel ragazzo!-
Shinichi si alzò e si fece guidare senza opporre resistenza, sarebbe stato inutile, per i vari corridoi, finchè la donna non si fermò davanti una porta. La aprì con fare annoiato e lo sbattè dentro facendolo cadere a terra.
-A dopo bel bocconcino- disse chiudendolo dentro mentre il rumore metallico della serratura che scattava si diffondeva in tutta la stanza.
Totalmente al buio, il ragazzo si alzò, mosse qualche passo incerto, poi inciampò e finì a terra su qualcosa che sembrava un corpo. Subito accese l’orologio-torcia e illuminò attorno a lui, rabbrividendo quando si accorse su cosa, o meglio, su chi era caduto.
-Haibara!- la scosse inginocchiandosi al suo fianco, ma la ragazza rimase inerme per qualche secondo mentre lui notava i lividi e le ferite che aveva sul corpo -Coraggio, svegliati- mormorò sollevandole la testa e mettendosela sulle sue gambe.
Lei strinse gli occhi riprendendo un po’ di colore, poi intravide il suo viso scuro illuminato solo dal bagliore dell’orologio.
-K-Kudo- esclamò sbarrando gli occhi -Cosa ci fai qui?- si mise a sedere massaggiandosi la testa mentre lui si guardava attorno in cerca di una via di fuga.
-Sono stato catturato da Chianti… Gin mi ha lasciato una lettera dove minacciava di ucciderti se non venivo al covo prima delle 12.00-
-Idiota- mormorò Shiho, senza riuscire a fare a meno di sorridere però -Ora moriremo in due-
Shinichi la guardò indecifrabile, poi sicuro di sé si alzò in piedi.
-Non moriremo. Hattori e Kid sono fuori da qui… Tra poco arriverà la polizia… - si voltò verso di lei illuminandola -Ce la caveremo. Sai che sono duro a morire, no?- aggiunse furbetto con un sorriso.
Lei sorrise, poi tentò di alzarsi ma cadde debole a terra.
-Quel bastardo di Gin mi ha dato l’assaggio di quello che ci accadrà dopo… O almeno così lui l’ha definito- mormorò a denti stretti mentre si osservava i lividi che aveva sparsi in tutto il corpo e le macchie gialle-violacee per via delle contusioni ricevute. Accese anche il suo orologio-torcia, poi illuminò Shinichi in viso, scrutandolo torva.
-Non dovevi venire. Era una trappola per prendere anche te, lo sai vero? Ieri, non appena ve ne siete andati, lui e Vodka sono entrati dalla finestra e mi hanno addormentata col cloroformio… Poi mi hanno portata qui e riempita di botte finchè non sono svenuta… Ci vogliono morti, Kudo -
Il ragazzo strinse i denti furioso e poi tornò a sedersi accanto a lei con un sospiro.
Pensò a Ran.
Non sapeva se l’avrebbe rivista, non le aveva detto ciò che voleva dirle da tempo…
Ma se fosse morto, Hattori le avrebbe detto la verità.
Non glielo aveva mai chiesto direttamente, ma sapeva che il migliore amico lo avrebbe fatto comunque: a loro bastava un’occhiata per intendersi.
Dopo infinità di tempo, qualcuno aprì la porta e la luce del corridoio rese scure le figure che si stagliavano sulla soglia.
-Oh oh- ridacchiò Gin -Chianti ha fatto un ottimo lavoro- disse soddisfatto mentre scrutava i due ragazzi a terra, illuminati dal fascio di luce proveniente dalle sue spalle. Si voltò verso le due figure che aveva accanto e annuì.
Subito i due scattarono dentro e li affarrarono per i vestiti, trascinandoli fuori mentre loro opponevano resistenza a dentri stretti, dimenandosi.
-Ahah, Kudo, finalmente ti vedo col tuo vero aspetto- disse Bourbon tenendolo ben stretto mentre il ragazzo lo fulminava.
-Maledetto- sibilò furioso mentre lui lo trascinava per i corridoi, seguendo Gin che faceva da guida. Haibara, dietro di loro, era tra le grinfie di Vodka.
-Come butta, Sherry?- le chiese l’uomo ironico -Piaciuto il benvenuto?- domandò riferendosi ai lividi. Lei gli tirò una gomitata nelle costole e lui imprecò a gran voce, facendo per colpirla in viso con una mano, ma Gin lo fermò.
-Vodka, lascia perdere. Ora avrà quel che si merita una traditrice, non sprecare energie-
L’uomo con gli occhiali scuri abbassò la mano e la guardò furioso.
Dopo aver sceso una lunga rampa di scale, Shinichi fu scaraventato giù per gli ultimi gradini, cozzando con il pavimento grezzo e sudicio del magazzino in cui li avevano portati. Il ragazzo gemè massaggiandosi rannicchiato su se stesso le costole e il braccio che aveva sbattuto, passandosi poi il dorso della mano sul labbro spaccato e sanguinante.
-Però, che stile!- commentò Amuro afferrandolo per il cappuccio della maglia e trascinandolo al centro della stanza -Nemmeno un lamento. I miei complimenti, Kudo-
Vodka lanciò addosso a Shinichi Shiho, che gli cadde sopra schiacciandolo a terra dopo che lui, a fatica, si era messo a sedere. Gin li raggiunse e li osservò, malridotti com’erano, ridendo trionfale.
-Vi farei una foto, sapete? Siete pietosi- disse indicando poi ai due collaboratori le scrivanie e i mobili vecchi ammucchiati al fondo del magazzino -Sedetevi pure, stanno per arrivare anche Vermouth, Chianti e Korn- annunciò rigirandosi  poi verso i due catturati con un sorriso malefico.
I tre annunciati dall’uomo si presentarono non più di 30 secondi dopo.
Vermouth, in fondo alla “fila”, lanciò un’occhiata penetrante a Shiho, ma non aggiunse altro. Si sedè come se nulla fosse con le gambe acccavallate ad una vecchia scrivania indossando la sua solita tuta nera da motociclista dalla scollatura provocante. Si accese una sigaretta, inspirò a fondo, poi espirò lentamente il fumo dalle labbra truccate di scuro mentre Gin le sorrideva. Bourbon si piazzò alle sue spalle e, sorridendo, le sfilò la sigaretta dalle dita provocando una sua occhiata raggelante.
-Bourbon- disse col suo solito tono sensuale -Quante volte ti ho detto che devi di smettarla di rubarmi la sigaretta?-
Il ragazzo sorrise complice restituendogliela mentre soffiava fuori il fumo.
-Scusa Vermouth, ma sai che sono pazzo di te- si giustificò tentando di baciarla, me lei lo respinse via come se fosse un gioco; in realtà non lo sopportava.
-Giù le zampe, o ti pianto una pallottola nel cervello- disse come se stesse scherzando, anche se le intenzioni era del tutto vere. Lui scoppiò a ridere mentre Gin, geloso, lo fulminava.
Chianti prese in mano la situazione.
-Gin, raccontaci ancora una volta come hai conosciuto quel bel bocconcino di Kudo- disse entusiasta sedendosi su una poltrona vecchia reggendo il fucile in mano come un figlio.
L’uomo sorrise, fiero che qualcuno glielo avesse chiesto, e si voltò verso di lui, che continuava a tamponarsi la ferita al labbro con la manica della felpa.
-Shinichi Kudo- cominciò a camminare attorno a lui disegnando un cerchio perfetto mentre il mantello e i capelli biondi gli svolazzavano dietro -Tutto è cominciato per una fatale coincidenza, vero? Solo perché una dannata ragazzina ha voluto uccidere il suo ex fidanzatino su un ottovolante… Non è vero, Kudo?- si inginocchiò davanti al ragazzo con il suo solito ghigno. Shinichi gli rivolse l’occhiata più meschina che poteva avere, poi l’uomo fece scivolare lo sguardo sulla ragazza aggrappata al suo braccio.
-Sherry… Non immagini che gioia riaverti con noi!- esclamò passandole una mano in viso. Lei provò a ritrarsi ma Vodka le puntò una Beretta alla testa diffondendo nell’aria un suono metallico. Gin le accarezzò la guancia sorridendo, poi sogghignò.
-Così simile ad Akemi…-
-STA’ ZITTO!- urlò lei sentendo il sangue arrivare alla testa -NON TI PERMETTERE DI PRONUNCIARE IL SUO NOME!- disse mentre la voce vibrava pericolosamente vicina al pianto.
 Shinichi strinse al corpo il braccio a cui lei si teneva aggrappata per farle sentire che le era vicino, e lei annuì impeccertibilmente.
Gin si alzò in piedi mentre il sorriso scemava dalla sua faccia e si voltò verso la sua squadra.
-Chi vuole avere l’onore di fare fuori la traditrice?- domandò con tono furioso -Mi ha già rotto abbastanza-
Chianti alzò la mano come se si fosse appena offerta di consegnare le fotocopie ai compagni di classe delle elementari.
-Posso, Gin?- domandò con la voce tremante dell’emozione, gioendo quando lui si spostò dalla traiettoria che avrebbe seguito il suo proiettile.
-Tutta tua- si limitò a dire Gin osservando la ragazza, bianca come un lenzuolo, tremare vistosamente a terra.
La donna prese la mira come se stesse per compiere un’azione del tutto abituale e sorrise posizionando le dita attorno al grilletto, assaporando gli attimi di terrore che la vittima subiva aspettando la sua ora.
Shiho chiuse gli occhi.
Sapeva che stava per morire, che tutto sarebbe finito, che avrebbe sofferto finchè la Morte non si sarebbe decisa a venirla a prendere, provando pietà per lei che aveva avuto una vita miserabile…
L’unico lato positivo poteva essere che avrebbe presto riabbracciato Akemi, la sorella.
Così, con un sospiro di rassegnazione, non oppose resistenza e aspettò.
Lo sparò frantumò il silenzio che si abbattuto sul magazzino.
E lei aspettò il dolore.


Mangakagirl's Corner:
Minna konnichiwaaaaaaaaaaaaaaaa!
Buahahahahahahah *risata malefica*
Ma salve gente! xD
Oggi sono particolarmente di buon umore...
Specie dopo aver pubblicato questo capitolo che non vedevo l'ora di mettere xDDD
Allora...
Che ne pensate?
Sono stata cattiva?? xDDD
Naaa vero??? xD
Io sono bravissima... (le cresce il naso come Pinocchio -.-)
Alzi la mano chi pensa che sia stata perfida
*tutti alzano la mano e la fulminano*
xD
Alzi la mano chi pensa che io non sia una vera RanxShin quando scrivo questi capitoli
*tante mani alzate*
XDDDD
E qui gente vi sbagliate: lo SONO ECCOME una RANXSHIN,
una fanatica RANXSHIN u.u
Cmq cmq...
che ne pensate?
Ne succedono un po', vero?? ^^
Allora...
Shin va a salvare Shiho, ma viene catturato da Chianti (mi è piaciuto descriverla 
innamorata di Shin ^^)
Viene sbattuto nella stanza con Shiho... Arrivano Amuro e Vodka...
Vermouth con Amuro...
Bla bla bla!
L'avete appena letto cosa è successo, inutile ribadirlo ^^
Ma che ne pensate?
Di Ran?
Della promessa che si è fatto fare Shin da Heiji?
Del finale??? xDDD
tutti: pazza é________________è
Vorrei sapere cosa pensate che accadrà ^^
Me lo dite, please?? *^*
So che molti mi detesteranno x aver fatto finire il capitolo così... ^^"
ma è tutto x aumentare la suspance u.u
Yosh yosh (bene in jap)
ora devo andare, ma aspetto le vostre recensioni >.<
mi raccomando!!!!!
Un bacio
mangakagirl!

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Capitolo 15
*** Fifteen ***


Premessa:
In questo capitolo Ran potrebbe risultare un po' OOC, ma vi chiedo di mettervi nei suoi panni: credo che tutti avrebbero reagito così in fin dei conti in una situazione del genere u.u
Buona lettura!


15.

Hattori arrivò a mangiarsi tutte e 10 le unghie delle mani aspettando il maledetto arrivo della polizia.
Cosa ci voleva ad arrivare fin lì?!
Kudo era sparito da tempo dentro il covo, e di lui non avevano più avuto notizie. Aspettando dietro il muro che dava sull’entrata di quel postaccio, una porta banalissima e sgangherata dall’aspetto comune, con Kaito aveva quasi sperato di beccare un MIB per coglierlo di sopresa, saccagnarlo di botte e farsi dire dov’era l’amico.
Idea che, ora che ci pensavo sopra, non era poi così grande…
Un rumore che non era né il suo mangiarsi le unghie, nè il continuo camminare nervoso di Kid avanti e indietro, attirò l’attenzione di entrambi, che si nascosero meglio dietro il muro e attesero di vedere di chi si trattava.
I passi si fecero sempre più vicini finchè una ragazza dagli occhi azzurro-lilla e i capelli castani sciolti sulle spalle, seguita da altre due, non spuntò all’angolo dell’edificio con aria intimorita e smarrita.
Heiji sbarrò gli occhi chiedendosi come diavolo potevano essere arrivate fin lì quelle tre.
Saltò fuori dal vicolo e si mostrò loro, le quali quasi urlarono dallo spavento, poi Kazuha si lanciò tra le sue braccia repentina.
-Heiji, dannazione!- si lamentò dallo spavento, anche se era molto sollevata di vederlo. Lui le accarezzò distrattamente i capelli, poi, rivolto a Ran chiese:
-Grazie a quali santissimi templi shintoisti siete arrivate fino a qui, si può sapere?!-
Ran si osservò attorno preoccupata e non rispose, ma chiese con voce tremante:
-Dov’è Shinichi?-
Kid fece per spiegare ma uno sparo si sollevò attorno a loro, spaventandoli tutti a morte. Hattori, preso dal panico e mosso da una forza improvvisa, lasciò andare Kazuha e corse verso il luogo da cui proveniva, mentre il rumore di auto della polizia si avvicinava, finalmente, all’edificio fatiscente.
-Kudo- mormorò il ragazzo tra sé correndo verso un vecchio magazzino, seguito a rotta di collo da tutti i ragazzi. In lontananza sentì Takagi chiamarlo per nome e voltandosi, vide l’agente, l’ispettore Megure e molti altri poliziotti scendere dalle macchine seguirlo.
Kudo, stiamo arrivando!

***

Lo sparo si diffuse attorno a lei, qualcuno urlò, altri imprecarono, eppure non provò alcun dolore.
Morire era indolore?
Non era possibile…
Chiunque soffriva prima di morire ferito da una pallottola…
Lei aveva assistito molte volte alla morte delle persone, sapeva com’era…
Sua sorella aveva sofferto, ne era certa.
Kudo le aveva raccontato che sembrava serena mentre il tutto accadeva, quando lui era con lei, ma sapeva bene che era una bugia.
Lo aveva detto solo per non farla soffrire ancora di più.
Aprì gli occhi e rimase senza fiato vedendo Shinichi, piazzatosi davanti a lei, che si reggeva gemendo la spalla sinistra totalmente ricoperta di sangue, nella quale si era conficcata la pallottola destinata a lei.
-KUDO!- urlò mentre le lacrime salirono agli occhi e il ragazzo si accasciava contro il suo corpo con gli occhi chiusi e gli abiti già coperti di liquido caldo e scarlatto.
-Ahahahahaa!- sghignazzò Gin mentre Chianti imprecava sonoramente contro il ragazzo -Ma Kudo, credevo che tu avessi già una ragazza! Non mi dire che, oltre a quella Ran Mouri, hai come amante la cara Sherry!- tutti i membri, tranne Vermouth, scoppiarono in una fragorosa risata mentre la ragazza, schifata dalle sue parole, stringeva la spalla ferita dell’amico con entrambe le mani per fermare l’emorragia.
-Idiota… Idiota…- mormorava mentre le lacrime scendevano copiose sulle guance -Perché l’hai fatto!? Perché farmi da scudo col tuo corpo?!-
Il ragazzo abbozzò un sorriso sofferente voltandosi in sua direzione, poi la sua faccia venne deformata dal dolore mentre si rannicchiava sempre più su se stesso.
-Molto gentile da parte tua, Kudo, sacrificarti al posto suo… Ma non è servito a molto visto che sto per ammazzarla comunque… Le armi qui non mancano di certo!- rise sprezzante il biondo puntando la sua pistola contro Shiho -Sei un povero idiota Kudo, e dopo avere ucciso lei, ti finirò lentamente… Soffrirai come un misero cane. Maledetta Sherry, avrei dovuto ucciderti io dall’inizio. Che tu possa bruciare per l’eternità all’Inferno… e che questo moccioso ti segua a ruota libera- disse con odio premendo il grilletto.
-MANI IN ALTO!-  proprio in quell’istante la polizia fece irruzione nel magazzino sfondando la porta fatiscente mentre i MIB rimanevano senza parole, presi alla sprovvista.
-Vodka, spara a quell’uomo…- tentò di ordinare deciso Gin per evitare che gli venisse impedito di uccidere Sherry, ma l’ispettore Megure puntò la pistola alla tempia del suo socio appena menzionato.
-Abbassa la pistola!- ordinò al biondo mentre tutti i membri, costretti, gettavano le armi a terra. Gin esitò lanciandosi un’occhiata alle spalle, ma l’ispettore insistè -GETTA L’ARMA HO DETTO!-
-Arrenditi Gin- Vermouth, decisamente a suo agio e con un sorriso furbetto in volto, gettò la pistola ai suoi piedi -Ormai hai perso-
-Taci Vermouth!- disse sprezzante l’uomo guardandola maligno, ma lei scosse la testa.
-Ormai è finita- annunciò trionfante alzandosi dalla scrivania su cui era seduta -L’Organizzazione è morta, Gin! Hai perso-
L’uomo sbarrò gli occhi in sua direzione, rimase impassibile qualche secondo, poi, furioso,  capì tutto e alzò la pistola su di lei.
Era stata tutta opera sua.
-Tu, è opera tua, brutta…!-
-ABBASSA L’ARMA!- urlò ancora l’ispettore mentre lei sorrideva sicura di sé. Gin imprecò e finalmente, al suono di altre pistole puntate addosso, fece cadere la pistola a terra arrendevole.
-Mi vendicherò, Vermouth- minacciò serio e furioso.
Fu subito assalito da tre poliziotti, Chiba, Sato e Takagi, che lo bloccarono e lo ammanettarono senza pietà.
Hattori corse all’interno del magazzino violando le regole impartitegli dall’ispettore prima dell’assalto, ma la cosa non gli interessava: il suo migliore amico era agonizzante e ferito a terra.
-Kudo!- urlò gettandosi accanto a lui mentre Haibara tamponava decisa la ferita con entrambe le mani. Il ragazzo del Kansai tirò fuori dalla tasca il suo fazzoletto e lo usò per aiutarla.
Kid prese dalla sue tasche una serie di fazzoletti colorati legati tra loro, di quelli che tirava fuori durante i suoi numeri, e glieli passò.
Heiji, piazzandoli sulla ferita, commentò:
-Per una volta le tue stramberie servono a qualcosa, Kid!-
Kid sorrise desolato mentre anche le ragazze entravano nel magazzino correndo. I MIB vennero portati fuori uno ad uno mentre l’ispettore Megure prese il cellulare avvicinandosi al ragazzo ferito.
-Serve un ambulanza…-
-Non ce n’è bisogno - disse il ragazzo dagli occhi smeraldini stringendo con forza la ferita mentre Shinichi gemeva dal dolore contorcendosi -Ho già chiamato io l’elisoccorso. Arriverà a momenti… Resisti Kudo- disse mentre il rumore delle pale dell’elicottero si faceva davvero vicino.
Ran, scioccata da ciò che aveva davanti agli occhi, rimase ancor più sconvolta nel notare quella ragazza che non aveva mai visto, chiamare il suo Shinichi e dirgli di resistere tra le lacrime.
Si aggrappò al braccio di Kid barcollante e il ragazzo la afferrò al volo prima che cadesse a terra, pallida e sudata.
-Ran, tieniti a me- disse stringendo la presa attorno alle sue braccia e guardandola preoccupato mentre gli occhi di lei bruciavano fastidiosamente.
-Shinichi, non puoi abbandonarmi così… NON ABBIAMO NEANCHE PARLATO DI NOI DA QUANDO MI HAI SALVATA! NON TI AZZARDARE A MORIRE, SHINICHI!- urlò con tutta se stessa, furiosa, quando l’elicottero atterrò finalmente vicino all’edificio grazie all’ampio parcheggio abbandonato.
I barellieri, avvertiti dai poliziotti della posizione del ferito, si precipitarono nel magazzino e issarono piano il ragazzo dagli occhi blu su una barella, poi corsero verso l’elicottero seguiti da Ran e il resto dei ragazzi.
-Ispettore- disse Heiji voltandosi verso l’uomo  -Lei cosa fa?-
-Io devo andare alla centrale, ma vi raggiungerò all’ospedale più tardi…-
Hattori annuì e salì sull’elicottero sedendosi come aveva ordinato il barelliere.
Ran, infastidita dalla lacrime di Shiho, si avvicinò piano a Shinichi mentre l’elicottero si sollevava in volo e gli spostò agitata i capelli dal viso, mentre lui contraeva la faccia in una espressione sofferente.
Si sentì inerme al suo cospetto, impossibilitata di fare qualsiasi cosa, di aiutarlo in qualche modo, poi ripensò a ciò che gli aveva appena detto e si sentì anche terribilmente in colpa con se stessa.
Come ho potuto urlargli contro mentre è ferito?!
Lasciò scivolare le lacrime lungo le guance, poi gli afferrò la mano destra, coperta di sangue, e la strinse attirando la sua attenzione.
-Mi dispiace…- sussurrò tra le lacrime -Mi dispiace di averti urlato contro… Mi dispiace per quello che ti ho detto… Shinichi…-
Lui abbozzò un debole sorriso e tentò di parlare, ma lei scosse la testa.
-Shhh- sussurrò posandogli un dito sulle labbra -Non ti devi sforzare, Shinichi…-
Il ragazzo chiuse gli occhi espirando rumorosamente, poi lei, spinta da un’attrazione invisibile e da un coraggio improvviso, posò le labbra sulle sue delicatamente.
Solo un secondo.
Ma Shinichi non avrebbe mai saputo di quel bacio…

***

Rannicchiata su se stessa, con il viso affondato nelle ginocchia, aspettava ascoltando i sussurri di quella ragazza e di Hattori che sembrava stessero discutendo, seduta su una sedia della saltetta d’attesa dell’ospedale di Adachi: totalmente dall’altra parte di Beika.
Kid e le altre due ragazze erano scese al piano terra, forse alle macchinette o all’accettazione per dare i dati di Shinichi, ma lei non riusciva a muoversi da dov’era…
Shinichi era uscito dalla sala operatoria dopo due ore e mezza di intervento, ma ancora non si era svegliato.
-Haibara, che diavolo è successo si può sapere decentemente?!- sussurrava Heiji col suo fortissimo accento accentuato dalla rabbia mentre la ragazza, medicata a sua volta, scuoteva la testa asciugandosi le ultime lacrime che le imperlavano le guance: finalmente era riuscita a calmarsi.
-Te l’ho detto… mi ha fatto da scudo… Chianti ha sparato… io avevo gli occhi chiusi e non mi sono accorta che si era messo in mezzo, quell’idiota!-
Il ragazzo imprecò contro il migliore amico e quella banda che Ran aveva capito chiamarsi “Organizzazione”.
La ragazza maledì la scienziata per come appellava Shinichi…
Il suo Shinichi.
Ma quante domande aveva Ran per la testa…
Non era riuscita a parlare da quando Shinichi era entrato in sala operatoria…
Ma lei meritava delle risposte ora, perché sapeva benissimo che per qualche ragione quella maledetta “Organizzazione” c’entrava con la verità, che quella ragazza nascondeva un segreto…
Che tutto era legato a quello, che non era il solito caso in cui si cacciava il suo detective…
Suo.
Averlo visto tra le braccia di quella ragazza l’aveva turbata non poco.
Come poteva lei essergli così… intima?
Era Lei la ragazza che lo conosceva meglio di chiunque altro, non quella nuova arrivata.
Sempre che fosse una nuova arrivata
Ed era davvero ora di risposte.
Si alzò dalla sedia della saletta in cui erano e si avvicinò ai due, che continuavano a bisbigliare sottovoce.
Shiho tacque fissandola dritta negli occhi e Ran mantenne lo sguardo senza paura.
Era come se stessero combattendo una guerra di occhiate.
-Tu chi sei?- domandò sicura la karateka trovandosi a poca distanza da lei, che incrociò le braccia al petto.
-Non sono io che devo darti spiegazioni- si limitò a rispondere lei atona.
-E chi allora?- domandò Ran infastidita da quel suo tono indecifrabile e quasi altezzoso.
-Direi di chiedere all’idiota che si è fatto sparare- disse dura dalla rabbia facendo infuriare non poco la ragazza dagli occhi azzurro-lilla.
-Chi diavolo sei tu?- domandò più decisa provocando un sorrisetto da parte della scienzata.
-Diciamo che, se proprio ci tieni a saperlo, posso definirmi la socia di Kudo-
-Socia?-  domandò stupita Ran facendo un mezzo passo indietro mentre Heiji cominciava a preoccuparsi: la tensione iniziava a farsi sentire.
-Socia- ripetè Haibara sicura facendo un passo avanti così da riavere la stessa distanza con la ragazza. Ran si voltò verso l’amico e lo scrutò come ad avere una conferma.
-Cosa sta succedendo qui?- gli chiese lasciandolo senza parole: cosa doveva fare adesso?!
-Te l’ho già detto, sarà Kudo a spiegarti tutto- ribadì la ragazza dagli occhi grigi stizzita. La karateka la fulminò, poi a passo spedito uscì dalla saletta diretta alla stanza del ragazzo.
Socia?!
Non poteva credere che quella fosse la “socia” del ragazzo!
Doveva avere risposte.
Arrivata davanti alla sua porta, aprì piano e si andò a sedere nel silenzio più totale sulla sedia accanto al letto.
In quel momento, Shinichi cominciò a svegliarsi e socchiuse appena le palpebre. Lei, con un tuffo al cuore, gli prese la mano, accuratamente pulita dal sangue dagli infermieri, e la strinse.
Ci mise un paio di minuti a riprendere coscienza e a capire chi era, dov’era, cos’era succsso.
-Ran…- momorò roco e debole mentre lei abbozzò un sorriso.
-Ciao- rispose stringendo la presa attorno alle sue dita. Il ragazzo gemè e lei lo lasciò andare mormorando -Scusa-
Dopo un altro minuto di silenzio, lei sospirò un po’ stufa di quella maledetta situazione che li aveva inghiottiti da tempo ormai e decise di farsi avanti.
-Shinichi- disse piano -Io… ho bisogno di risposte-
Il ragazzo la fissò assente e stanco mentre lei trovava il coraggio di pronunciare quello che disse dopo,
-Voglio la verità. Voglio sapere cosa è successo oggi, chi erano quei tizi, cosa c’entravano con te…. Voglio sapere chi è quella tizia che dice di essere la tua “socia”- sottolineò l’ultima parola con rabbia mentre lui chiudeva gli cochi.
-Ran, sono stanco- mormorò debole -Parleremo, te lo giuro, ma non ora…-
-No- disse Ran scuotendo la testa mentre le speranze che si era fatta si frantumavano all’istante a quelle parole -Ti prego, Shinichi… devo sapere…- lo supplicò.
Ma il ragazzo si voltò dall’altra parte e tacque.
Non era ancora pronto.
Non saprei da dove iniziare adesso, Ran…
Delusa, Ran fu folgorata da un’intuizione e si alzò di scatto dalla sedia.
-Lo sapevo…- mormorò dirigendosi poi a passo spedito verso la porta, che sbattè con forza uscendo uscendo.
Ripercorse i corridoi al contrario, poi raggiunse nuovamente la saletta dove trovò ancora quella ragazza ed Heiji che confabulavano tra loro.
 Si diresse a grandi passi verso di lei e le si piazzò davanti furente.
-Voglio sapere immediatamente chi diavolo sei e che cosa hai a che fare con Shinichi- scandì bene ogni parola sorprendendo lei e l’amico non poco.
-Ran…- tentò di dire lui, ma lei lo zittì alzando una mano senza staccare gli occhi da Shiho.
-Non ti immischiare, Hattori-
Shiho ridacchiò.
-Cosa ti succede. Mouri? Non sarai gelosa di me…- disse sentendo a sua volta una nota dello stesso sentimento crescerle dentro.
Gelosia per… Kudo?
Ran si morse il labbro inferiore, ma non rispose.
-Parla- ordinò seria -Perché sembri cosìintima con lui?-
-Perché, a te cosa cambia? Ti darebbe fastidio anche se lo fossi?- domandò con tono di sfida incrociando le braccia al petto. Ran sferrò un pugno al muro dietro di lei e la mancò volutamente per un soffio.
-Può darsi- rispose furente mentre la ragazza dagli occhi grigi vedeva l’amico sbiancare al suo fianco.
La rabbia aveva totalmente annebbiato la mente di Ran, che quasi non risultava più lei agli occhi dei due. Aveva perso il controllo di sè, abbandonato la vecchia aria da ragazza dolce e fragile.
Ran era totalmente in balia della gelosia.
-Calma i bollenti spiriti, Mouri…-
-Ragazze…- disse Heiji, ma entrambe lo fulminarono.
-Non ti immischiare, Hattori! Cosa intendi quando dici che sei la sua socia?- chiese la karateka tornando a Miyano -Intendi dire che sei una sua amica? No di certo…! La sua ragazza, vero?-
-Ragazza?- rise Shiho -Davvero pensi che lo sia?-
-Insomma chi diavolo sei?!- Ran perse le staffe e l’altra aggrottò le sopracciglia, seria.
-Sono solo qualcuno che è stato capace di stargli vicino più di quanto non abbia fatto tu- disse arrabbiata sentendo uno strano calore diffondersi nel corpo -Qualcuno che non piangeva tutte le volte che spariva, che non gli faceva pesare la sua assenza, visto che se non c’era era per validi motivi… - avanzò verso di lei -Al contrario di te, ovviamente, Mouri-
-Taci! Tu non sia niente di me o di lui!-
-Oh, ti sbagli!- le si scagliò contro -Io di lui so molto più di quanto tu possa immaginare!-
-Io lo conosco da 17 anni, da tutta la vita-  sottolineò Ran avanzando verso di lei furente.
-Errore, tu lo conosoci da 16 anni, Mouri… Ma cosa sai su di lui di quest’ultimo anno che è passato?- domandò tagliente mentre lei sbarrava gli occhi -A parte il fatto che lui non c’era… Sai dov’era? Sai cosa ha passato? Cosa ha affrontato? Sai quanto l’hai fatto soffrire con i tuoi piagnistei e le tue lamentele?! Non hai idea di quello che ha passato nell’ultimo anno Kudo, anche per colpa tua…-
-Tu però sembri saperlo bene- riconobbe Ran assottigliando gli occhi furibonda - Perché?  Perché sei la sua ragazza?-
-Ragazza?! Perché, saresti tu la sua ragazza ?! Credi che ti tradisca? Per questo sei gelosa? Credi che io ti abbia rimpiazzata? Che te lo abbia soffiato? Tu non sei la sua ragazza, Mouri … E puoi definirlo davvero amore quello che provi per lui? Non fai altro che accusarlo e metterlo sottotorchio visto che non può starti accanto…! Inoltre, ripeto, non mi risulta che voi due stiate insieme…-
-Zitta! Non sei tu quella che può venire a parlarmi di amore!- Ran le si scagliò contro con parole taglienti -Dalla tua faccia, dalle tue espressioni si capisce benissimo che sei una ragazza fredda che non ha mai nemmenolontanamente saputo cosa significhi davvero la parola Amore! Vorresti accusarmi di non amare Shinichi solo perché ne sei innamorata anche tu e hai paura di non riuscire a conquistarlo! Sarà sicuramente l’unico per cui provi qualcosa… Forse anche il primo, vero? - le lacrime le spuntarono agli occhi -Sono io quella che ha sofferto per un anno intero aspettandolo, aspettando che chiamasse, che tornasse, piangendo ogni singola notte soffocando i singhiozzi in un cuscino per non distrurbare con i miei problemi le persone attorno a me! Tu non sai niente di me, non sai niente di Shinichi… Sei solo una maledetta che si è infilata nella nostra vita! Ho capito benissimo che la causa di tutto sei tu! Qui nessumo vuole spiegarmi cosa succede, persino Shinichi si rifiuta!
E quando ti ho nominata, nella sua stanza, non mi ha nemmeno guardata in faccia, si è voltato dall’altra parte: mi pare ovvio che tu sia la causa di tutto! - non riuscì più a trattenersi e scoppiò a piangere disperatamente lasciando Haibara di stucco.
Corse via, mentre la scienzata si appoggiò con la schiena al muro fissando il vuoto. Qualche secondo dopo scivolò a terra senza parole.
Aveva esagerato.
Heiji decise di predere la situazione in mano: erano state fraintese troppe cose e se Kudo non si muoveva a chiarire tutto, avrebbe davvero perso Ran.
Per sempre.


Mangakagirl's Corner:
Minna konnichiwaaaaaaa!
Dopo 5 giorni di febbre alta e influenza maledetta,
la mangaka ancora convalescente (-.-)
ritorna con un capitolo che credo sia un po'...
O.O
Allora gente, ricapitoliamo un po' il tutto??? ^^
1. Come aveva previsto J_angel Shin fa da scudo a Shiho O.o
Fan RanxShin non odiatemi: sappiamo che lo farebbe u.u
è troppo nobile quel ragazzo u.u
2. La parte di tensione tra Vermouth e Gin
Ok, magari trovate ridotto il tempo dedicato all'Organizzazione, ma avevo fretta
di passare a quello che sarebbe successo dopo e comunque mi smebra che si cpaisca che alla fine vanno in galera u.u
cmq ci sarà un altro riaggancio con qst scena nell'ultimo capitolo.
3. Dettaglio di poco conto magari... Comunque è Ran che nota Shiho x la prima volta e 
l'urlo disperato che rivolge a Shinichi agonizzante a terra.
4. Il bacio rubato che Shin mai verrà a sapere... T.T
5. Ran gelosa di Shinichi *^*
6. Ran litiga con Shiho O.O
Lo so, sicuramente direte che sono andata OOC, che Ran non
avrebbe mai reagito così...
Ma io penso che x gelosia nei confronti di SHinichi,
anche Ran andrebbe OOC nel manga/anime u.u
Bè... Spero che vi sia piaciuto il capitolo anche se
ha di nuovo un finale interrotto xDDD
lo so, sono crudele a volte ^^
Anche con la mia coppia preferita xDD
Vi è piaciuto il chappy??
Secondo voi che accadrà ora??
Ran e Shiho si scontreranno ancora?
Ran se ne andrà?
Lo scopriremo nel prossimo capitolo: il 16 che sarà il penultimo.
Un bacio a tutti e grazie a chi ha recensito lo scorso!
Recensite in tanti x favore *^*
Mangakagirl!

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Capitolo 16
*** Sixteen ***



Dedicated to neechan <3

16.


Hattori raggiunse la camera dell’amico, riflettè un paio di secondi su come informarlo di ciò che era appena successo, poi abbassò la maniglia ed entrò.
Trovò il ragazzo sdraiato, con gli occhi aperti, che fissava il soffitto pensieroso. Gli si avvicinò abbozzando un sorriso, sollevato nel vederlo sveglio, e si sedè nella sedia accanto a lui.
-Hattori- mormorò il ragazzo sorridendo nella sua direzione -Credevo ti fossi dimenticato di avere un migliore amico…!-
-Ma che vai dicendo, stordito?- domandò con finto sdegno il ragazzo del Kansai incrociando le braccia al petto, poi sorrise sereno abbandonando ogni forma di ostilità nei suoi confronti -Come ti senti?-
-Mi sentivo meglio quando non avevo un proiettile conficcato nella spalla sinistra- rispose ironico assottigliando gli occhi mentre Heiji pensava al modo migliore per introdurre l’argomento… Ma ci pensò Shinichi a semplificargli le cose.
-Hattori… Hai visto Ran? È venuta qui in cerca di risposte… ma non ero ancora pronto a dirle tutta la verità… poi ha nominato Haibara e se ne andata dicendo che “lo sapeva, aveva capito”…-
-Ecco- cominciò il ragazzo del Kansai nervosetto -Il fatto, Kudo, è che… Ran e Haibara hanno appena discusso… di brutto…- Shinichi sbarrò gli occhi -Per te- aggiunse quasi timoroso della reazione che avrebbe avuto l’amico convalescente.
-COSA?!-
Il detective dell’Est scattò a sedere sul letto e subito dopo si portò una mano alla spalla.
-Aiiiie aiiii!!- mormorò strizzando gli occhi dal dolore. Heiji si agitò e tentò di convincerlo a rimettersi sdraiato, ma lui ignorò le sue parole -Hattori, che diavolo mi stai dicendo?!!- domandò incredulo fissandolo negli occhi.
-Kudo… ecco… Ran pensa che tu e Haibara stiate insieme e che lei sia la causa della tua scomparsa…-
Shinichi rimase a bocca aperta, senza parole e senza respirare, col cuore che batteva a mille.
No, non è possibile…
-Scusa e tu cosa hai fatto in tutto ciò?!- domandò sconvolto mentre rivoli freddi gli attraversavano il collo e una forte nausea, dovuta all’agitazione e ai movimenti bruschi che non avrebbe dovuto fare dopo l’operazione, lo assaliva.
-Bè, io non ho potuto fare molto… Mi hanno assalito non appena ho provato a chiarire la cosa!-
-Ed Haibara, dannazione?!- Shinichi si portò una mano alla fronte pallido come un lenzuolo mentre la pressione gli scendeva vertiginosamente. Heiji si fece prendere dal panico, afferrò la cartelletta posata sul suo comodino e cominciò a fargli aria preoccupato.
-Kudo, non morire! Non voglio sentirmi un assassino!- esclamò poi pigiando il tasto accanto al letto per chiamare l’infermiera, che si precipitò nella stanza in meno di 20 secondi.
-Che succede?- domandò agitandosi dopo aver visto come Shinichi era in procinto di svenire. Corse verso il letto, lo sbattè tra i cuscini e lo scoprì, sollevandogli le gambe e ordinando ad Heiji di fargli più aria.
-Tranquillo, tranquillo… Respira- gli disse con tono calmo facendogli vedere i movimenti che doveva fare col petto -Inspira ed espira piano… va tutto bene…- si voltò sdeganata contro il ragazzo dagli occhi smeraldini e lo fulminò -Posso sapere che diavolo è successo, di grazia?!-
-Hattori- disse Shinichi tornato del suo colore originale e ripresosi un po’ -Posso sapere perché Haibara non ha chiarito la cosa?
-Kudo…- mormorò lui -Sai che è innamorata di te, no? Forse avendoti visto ferito… Non so che le è preso…!-
-Porta immediatamente qui Ran. Non può davvero aver frainteso tutto in quel modo!-
L’infermiera squadrò truce entrambi i ragazzi, mentre lui annuì e le mollò la cartelletta in mano, correndo poi alla porta della stanza.
-Saggia decisione, Kudo!- disse all’amico, poi si rivolse alla donna - Glielo affido!- chiuse la porta e corse per i corridoi in cerca della ragazza.
Ho quasi ucciso il mio migliore amico!
Scosse il capo.
Se il mio intuito da detective non mi tradisce, Ran dovrebbe essere nel cortile dell’ospedale…

***

Anche volendo tornare a casa, non avrebbe potuto.
L’ospedale era ad almeno un’ora e mezza da casa sua e lei non aveva abbastanza soldi per permettersi il taxi, inoltre, nonostante quello che aveva scoperto, non se ne sarebbe mai andata senza accertarsi dellesue condizioni…
Ran, con la schiena appoggiata ad una colonna del porticato del cortile dell’ospedale, piangeva di rabbia mordendosi fino a farsi male le labbra.
Come aveva potuto, anche se solo per un secondo, sfiorare quelle del ragazzo che l’aveva tradita?!
Si sentiva una sciocca.
Per tutto quel tempo non aveva mai pensato che avesse un’altra e che quella potesse essere la ragione del suo allontanamento.
Ma evidentemente aveva ragione quella tipa di cui ignorava ancora il nome:
non conosceva Shinichi abbastanza bene come pensava.
Flettè le ginocchia, affondandovi la testa sopra, poi si rannicchiò su se stessa mentre i capelli le scivolavano davanti al viso e sulle braccia silenziosamente.
Era stata una sciocca a pensare che Shinichi l’amasse davvero…
Che sarebbero stati insieme…
Sperò quasi che quel lontano giorno a Londra, mesi prima, lui non si fosse mezzo dichiarato.
Ma era una bugia anche quella, dopotutto…
Se stava con un’altra non potava certo dirglielo, ma pur di farla soffrire, pur di non ammettere la cosa perché era un codardo, aveva finto di provare qualcosa per lei e aveva messo in piedi quella sceneggiata davanti al Big Ben.
L’aveva tradita…
Tradita?
 Si morse più forte le labbra.
Ma in fondo ha ragione lei, no? Noi non stiamo insieme…
In mezzo a tutti quei pensieri non si accorse che qualcuno le si avvicinava silenziosamente. Una figura dagli occhi verdi venne illuminata dalla luna piena che si ergeva nel cielo blu notte, fermandosi davanti a lei e accovacciandosi alla sua altezza.
Ran alzò lentamente gli occhi specchiandosi in quelli del suo amico dell’Ovest, che sorrideva un po’ dispiaciuto. Il ragazzo si sedè accanto a lei, con la schiena a sua volta appoggiata alla colonna, flettè un po’ le gambe e le passò un braccio attorno alle spalle con un sospiro.
-Hey- mormorò dolce cercando di consolarla -Shhh, basta piangere…-
-H-Hai sentito anche tu, no?- domandò Ran sdegnata -Mi ha illusa per tutto questo tempo…-
Heiji scosse il capo mordendosi le labbra un po’ nel panico.
Perfetto, e adesso?!
-No no, ascolta…- si riprese cercando di apparire tranquillo -Io so cosa stai pensando in questo momento…- lei lo guardò tra le lacrime aspettando che andasse avanti -Pensi che sia uno stronzo, uno che ti ha fatto soffrire e che aveva un’altra per tutto questo tempo…-
La ragazza annuì fermamente convinta.
-Eh no! C’è un piccolo dettaglio che ti è sfuggito: hai frainteso tutto, Mouri- disse ridacchiando per smorzare la tensione mentre lei aggrottava le sopracciglia.
-Tu stai dalla sua parte, vero?- domandò arrabbiata mentre Heiji si affrettava a scuotere il capo e a mettere le mani avanti.
-No no no- la paura che l’aggredisse con un colpo di karate incombeva sul ragazzo, ma si fece coraggio -Ascolta… Hai frainteso dei dettagli molto importanti… perché non sai tutta la storia!-
-Bè, allora che qualcuno la chiarisca questa dannata storia!- si scaldò Ran mentre lui deglutiva calcolando quante possibilità di sfuggire dalle sue grinfie avrebbe avuto in caso di attacco.
-Infatti- disse cogliendo la palla al balzo -Proprio ora mi ha chiesto di venirti a cercare e di dirti di andare a parlare con lui: è arrivata l’ora della verità, Ran-
La ragazza riflettè su quelle parole e sulle possibilità di inganno che ci potevano essere.
-Mi dirà tutto?- chiese sospettosa -Tutta la verità, Hattori? Perché se non è così, non voglio nemmeno vederlo…-
-Tutta la verità- giurò lui portandosi una mano al cuore e convincendola del tutto.
La karateka sspirò chiudendo gli occhi, poi si alzò e annuì.
-Andiamo- disse al ragazzo, e si avviarono alla stanza di Kudo.
Passando per l’entrata dell’ospedale, Heiji, senza farsi notare da Ran, fece un cenno di capo a Kid e a Aoko e Kazuha di seguirlo e loro annuirono alzandosi in piedi.
Arrivati davanti alla stanza 404, Ran esitò un paio di secondi prima di aprire la porta, poi si fece coraggio ed entrò lasciando Hattori nel corridoio, che subito fu raggiunto da Kid e le ragazze.
-L’hai convinta?- domandò Kid sottovoce mentre il ragazzo del Kansai annuiva appoggiando l’orecchio alla porta: aveva raccontato tutto ai tre prima di uscire nel cortile a chiamare Ran.
Tutti e quattro appoggiarono l’orecchio alla porta e aspettarono che uno dei due parlasse, curiosi di sapere come si sarebbero risolte le cose.

***

Ran, entrando, trovò Shinichi seduto con la schiena appoggiatata tre cuscini: era stata una vera impresa convincere l’infermiera a farlo mettere seduto dopo quello che era successo!
La sedia su cui sia lei che Heiji si erano seduti poco prima era sparita, così lei pensò seriamente di stare in piedi, a braccia incrociate, ad ascoltare quello che lui aveva da dirle: valutato tutto ciò che finalmente sarebbe venuta a sapere, le sarebbe stato più facile andarsene via nel caso di altre bugie.
Ma Shinichi la pensava diversamente.
Si spostò un po’ a destra, facendole posto al bordo del letto per farla sedere e glielo indicò. Ran lo fissò seria per qualche secondo, poi con un sospiro si andò a sedere in quel ritaglio di materasso.
-Ciao- disse Shinichi abbozzando un sorriso, a cui lei non rispose.
-Hattori mi ha detto che mi avresti raccontato la verità… è vero?- lui annuì e aspettò che lei facesse la prima domanda.
-Allora?-
-Allora cosa?- domandò Ran leggermente stizzita.
-Cosa vuoi sapere per primo? Ah, a proposito- Shinichi fu incredulo di quello che stava per dire -Com’è questa storia che hai litigato con Haibara?!-
-Eh no!- Ran si scaldò -Le domande le faccio io, adesso. Chi erano quei tipi di oggi? Cosa c’entrano con te? Dove sei stato tutto questo tempo? Perchè non mi hai mai detto la verità? Haibara? Si chiama così? Chi diavolo è quella ragazza?!- pronunciò l’ultima parola con foga assalendolo.
-Wow, wow frena!- Shinichi sorrise in imbarazzo portando la mano sana davanti al petto come a ripararsi -Cominciamo dall’inizio, ok?-
Lei annuì incrociando con più foga le braccia al petto e lui prese un bel respiro.
-Tropical Land- la ragazza sbarrò gli occhi -Ti dice qualcosa?- domandò lui per iniziare il discorso dal principio.
Quello che Ran venne a sapere dopo, fu sconvolgente: la faccenda di Conan, il bambino che le era stato sempre accanto non era altro che lui, dell’Organizzazione, del dover frequentare le elementari e fingere di vivere una vita che non gli apparteneva,di come lui potesse parlare con lei grazie ai gadget…
Alla ragazza parve frutto di un libro di fantascienza partorito da un autore con un fervida immaginazione, ma se ci rifletteva bene tutto tornava…
La storia dell’APTX, degli scontri avuti coi MIB, di Bourbon, di Haibara atterrata magicamente nella vita del ragazzo…
Shinichi impiegò quasi un’ora buona a raccontare tutto nei minimi dettagli, ma Ran non pronunciò nessuna parola, non volle alcun chiarimento, nessuna domanda…
Lui era così bravo da darle la risposta prima ancora che lei chiedesse qualcosa su cui aveva un dubbio.
Alla fine del racconto, Ran abbassò lo sguardo sulle lenzuola e il ragazzo temè di aver esagerato a confessarle tutto in una sola giornata: non si accettava tutti i giorni di credere che una persona potesse restringersi!
Riflettè un po’ su quello che aveva appena saputo, poi rialzò lo sguardo su di lui esitante. C’erano ancora delle domande che le premevano…
-Così…- cominciò smorzando il silenzio che si era creato attorno a loro -Così tu non eri in giro con… altre…- arrossì al pensiero -Eri sempre con me…-
-Sì- lui annuì -ma se ti avessi detto qualcosa, ti avrei messa in pericolo…-
-E allora- Ran si fece coraggio e lo guardò determinata -Chi è quella ragazza per te? Che rapporto c’è tra di voi?-
Lui battè qualche secondo le palpebre sorpreso: possibile che non avesse ancora capito?
-Te l’ho detto Ran, è solo un’amica. Tra me e lei non c’è mai stato niente. Ci frequentiamo solo a scuola-
-Bugiardo- mormorò Ran con gli occhi lucidi -Non ti credo. Lei sembra conoscere davvero molte cose di te… Ti sei addirittura parato davanti a lei per salvarla oggi… Tu stai mentendo, Shinichi! E per l’ennesima volta!-
-No Ran, davvero, tu hai frainteso un po’ di cose!- si affrettò a chiarire la situazione lui -Haibara sa molte cose di me perché essendo nella stessa situazione, è normale che mi confidassi e parlassi con lei di ciò che accadeva che con i Detective Boys!- sottolineò il nome della banda per ricordarle che loro invece erano solo bambini, ma lei scosse la testa e fece per alzarsi e andarsene.
Shinichi la afferrò saldamente per un polso e lei si girò arrabbiata, fissandolo negli occhi per interminabili secondi, finchè lui, con uno strattone, non l’attirò a sé e non la baciò lasciandola senza fiato.
Ran sbarrò gli occhi incredula: non poteva credere a quello che stava accadendo.
Shinichi chiuse gli occhi assaporando le sue labbra per la prima volta e l’attirò di più a sé, ignorando la possibilità che lei avrebbe potuto cadergli addosso perdendo l’equilibrio e fargli molto male alla ferita.
Al diavolo tutto!
Basta barriere, basta mezzi termini: amava Ran e voleva davvero dimostrarle che per lui non esisteva nessun’altra al di fuori di lei.
Lei rimase inerme, lasciandosi baciare col cuore che palpitava all’impazzata, lasciandosi trasportare solo quando le loro lingue si incontrarono per la prima volta.
Era una sensazione del tutto nuova, non credeva di essere capace di baciare in quel modo, non aveva mai immaginato così esplicitamente come sarebbe stato quel momento…
Si stupì di quanto Shinichi fosse bravo e maledettamente dolce in quel tipo di cose e arrossì mentre anche lei gli affondava una mano nei capelli come aveva fatto lui qualche secondo prima.
Per quegli attimi eterni in cui le sue labbra la scottarono permanentemente, quasi dimenticò di essere arrabbiata con lui e di averlo accusato di essere un bugiardo.
Ma, presto o tardi, si dovettero separare per riprendere fiato.
Shinichi divenne scarlatto e lei piantò lo sguardo sulle lenzuola tremando leggermente dall’emozione:
il loro primo bacio.
-Q-Questo? Credi davvero che con un bacio risolverai tutto?- domandò tramante anche se una vocina dentro di lei le faceva ben presente che, con quel gesto improvviso e dannatamente bello, ovviamente l’aveva già perdonato di tutto quello che le aveva fatto passare.
-Hai ragione- rossi in viso, entrambi alzarono lo sguardo l’uno sull’altra -Però volevo solo farti presente che… Sì, bè… quello che ti ho detto a Londra…- il cuore di Ran avrebbe cominciato a palpitre ancora più forte se solo non avesse già raggiunto la velocità massima -Quel giorno, con quella mezza dichiarazione… Non era per giustificare la mia assenza, perché io… Io… Insomma…-
Pausa.
La porta della stanza si aprì e Hattori fece capolino con solo la testa, guardando il migliore amico tutto divertito.
-Sa Kudo, passa al sodo!- esclamò mentre Shinichi desiderava ardentemente fulminarlo sedutastante. Il ragazzo uscì dalla stanza come se nulla fosse.
Ran sembrò non notare nemmeno quell’intrusione: pendeva letteralmente dalle sue labbra e ascoltava ciò che stava per dirle con gli occhi azzurro-lilla che brillavano dall’emozione.
Shinichi la osservò un altro paio di secondi sorpreso che non dicesse o facesse nulla per la comparsa di Hattori, poi sorrise comprendendo.
-Hattori ha ragione in fondo … Basta giri di parole- prese fiato ispirando a fondo e finalmente disse -La verità, Ran Mouri, è che io ti amo-
La ragazza perse più di un battito, portò una mano sul cuore come a controllare che fosse ancora  viva, senza però staccare gli occhi dal ragazzo, poi divenne di mille colori, perché lui aggiunse con un sorriso colpevole -Però tu non mi hai ancora risposto da Londra, ricordi?-
-Ah- si inceppò nelle sue stesse parole, cercando di connettere il cervello con la realtà, di formulare qualcosa di sensato, ma sembrava che nulla potesse uscire dalla sua bocca.
-Sì, no, bè, ecco, io…- fece tante pause tra una parola all’altra, ridendo nervosa, rossa in volto, e passandosi una mano tra i capelli portando una ciocca dietro l’orecchio mentre abbassava lo sguardo selle lenzuola -Sì, insomma… A-A Londra…-
Heiji, con lo sguardo che fremeva mentre aspettava di sapere la sua risposta, rientrò con la testa nella stanza ed esclamò:
-Coraggio Ran, meno giri di parole e più sostanza!- battè addirittura le mani come si fa per incitare le persone, ma non appena incrociò lo sguardo nero e imbarazzato di Kudo, ridacchiò e chiuse di nuovo la porta lasciandoli soli.
Vuoi vedere che ci stanno spiando tutti e quattro?!
Shinichi fece per urlare all’amico di non intromettersi più e di smetterla di origliare insieme al resto della banda, ma Ran si decise a prendere il coraggio in mano e a parlare.
-Shinichi anche io ti amo, da sempre-
Gli si gettò al collo abbracciandolo forte, finchè lui non attirò di nuovo le sue labbra a sé e non la baciò ancora più passionalmente mentre, fuori dalla porta, scoppiavano fragorose urla di gioia e risate.
-Wooooohooooooo!- urlò Hattori battendo il cinque a Kid -è stata travagliata come dichiarazione, ma almeno ci siamo riusciti socio!-
Kaito e le ragazze scoppiarono a ridere, quando Haibara arrivò davanti a loro.
Heiji si parò davanti alla porta socchiusa, da cui si intravedevano i due dentro baciarsi, e rise nervosetto.
-Macbeth! Sei arrivata finalmente!- disse smorzando la tensione che si era creata mentre lei, interrogativa, alzava un sopracciglio guardando i quattro sorpresa.
-Che mi sono persa?- domandò la scienzata mentre Kid si scambiava una rapida occhiata con Hattori.
-Emmm… Tra Ran e Kudo le cose si sono, emmm…. Diciamo chiarite- pronunciò il ladro mentre gli occhi di lei si spensero un po’.
Ma d’altronde sapeva che i due si sarebbero chiariti e messi insieme come da tutti sempre sperato da entrambi...
-Capisco… Bè è possibile parlare con lui?- domandò con tono sereno -Dovrei partire per cui ho una certa fretta…-
Heiji sbarrò gli occhi  e Kazuha domandò un po’ dispiaciuta:
-Vai via Miyano?-
-Sì, ma non preoccupatevi per me…- sorrise -So già dove starò e mi rifarò finalmente una vita-
I quattro annuirono e Ran, forse sentendo tutto, dopo essersi staccata dalle labbra del ragazzo, si alzò e uscì dalla camera, incrociando il suo sguardo.
-Mouri- cominciò lei seria ma serena e arrendevole -Mi dispiace per quello che ti ho detto… Ma sono felice per te e… lui- fece male ammettere che Shinichi apparteneva davvero ad un’altra.
Ran annuì e le porse una mano, che lei strinse in segno di pace.
-Buon viaggio, Shiho- disse Ran abbozzando un sorriso -E anche a me dispiace per quello che ho detto… Ho solo frainteso tutto…-
-Non c’è problema- disse la scienzata entrando nella stanza -Ora è tutto chiarito: è questo ciò che conta. Te lo lascio subito- disse poi riferendosi a Shinichi -Solo una questione di un paio di minuti- chiuse la porta sparendovi dietro.

***

-Ciao- disse piano la ragazza sedendosi nel punto in cui fino a pochi secondi prima c’era Ran. Shinichi le sorrise mentre lei osservava la ferita.
-Fa male?- domandò provoncando un’espressione interrogativa sul suo volto.
-Cosa? Ah… questa?- il ragazzo si fissò la spalla come se nulla fosse -No, non sento nulla. È un graffietto da quattro soldi…-
Bugiardo …
Shiho sorrise arrendevole: anche sotto torchio non le avrebbe fatto pesare che era lei la causa di quella ferita.
-Grazie- disse piano lei mentre Shinichi scuoteva il capo.
-Shiho- la chiamò per nome per la prima volta -Io e te siamo soci, siamo amici ricordi?- le sorrise -Non potevo non mettermi in mezzo a te a e al proiettile, no? Non me lo sarei mai perdonato!- aggiunse con sdegno teatrale provocandole una risata.
-Ho sentito che parti- disse poi tornando un po’ serio. Lei annuì serena.
-Vado in America… Anche se può sembrare strano, lì ho qualche lontano parente… E poi ho studiato in una scuola: ho degli amici, conoscenti che magari si ricordano di me- gli fece l’occhiolino, anche se lui non era del tutto sicuro di quello che stava dicendo.
-Haibara-
-Sì?-
-Rimarremo per sempre amici, lo sai, sì?-
La ragazza abbassò lo sguardo e sorrise. Poi si alzò e annuì.
-Ho un volo che mi aspetta- commentò dirigendosi alla porta -E se non vado a fare le valigie adesso, non arriverò in aeroporto prima di domani sera: sai che noi ragazze siamo molto lunghe in queste cose, no?- sorrise mentre lui annuiva.
-Buon viaggio-
Fece per aprire la porta, ma qualcosa la trattenne mentre fissava la maniglia.
Finiva così?
Finiva davvero tutto così?
Mesi passati insieme, come vicini di banco, come amici…
Lui era il ragazzo che amava. Lui era l’unico che avesse mai amato.
Lui era l’unico disposto a salvarle la vita mettendo a repentaglio la propria.
Lui era l’unico che l’aveva accettata per quello che era, che sapeva leggerle nel pensiero.
Lui era tutto per lei.
Si voltò verso Shinichi con gli occhi pieni di lacrime e abbozzò un altro sorriso.
-S-sono una sciocca- si rimproverò asciugandosele con le dita -Adesso piango anche per un idiota che rischia la sua vita solo per fare lo sborone…-
Shinichi sorrise e la strinse forte quandolei, correndogli incontro, gli si gettò tra le braccia in lacrime.
-Mi mancherai, Kudo- sussurrò mentre lui sorrideva triste passandole una mano tra i capelli ramati.
-Anche tu, ma sappi che, in qualsiasi momento tornerai, mi troverai, Haibara: siamo soci, no?- ripetè sorridendo sicuro mentre lei alzava lo sguardo e annuiva asciugandosi le lacrime.
-Soci- poco dopo si staccò e si avviò alla porta.
-Ciao, Kudo-
-Ciao-


Mangakagirl's Corner:
Minna Konnichiwa!
*--------------------*
Scusate questa faccia ma...
Sììì SI SONO BACIATIIIIIIIIIII!!! *w*
<3<3<3
xDDDDDDDDDDDDDDDDDDD
Eeeeeeee non poteva mancare un momento del genere, gente ^^
Non nelle mie fict, almeno u.u
Che ve ne pare?
ahahahaha!
vorrei sapere che impressioni avete avuto leggendo,
e che ne pensate delle intrusioni di Hattori xD
E del finale? ^^
Ho reso giustizia anche a Miyano anche se non la sopporto u.u
Sono stata brava u.u ('sta volta xD)
E che ne pensate dell'inizio, quando Hattori fa prendere un infarto al povero Shin moribondo?
 xD
Bè bè... manca solo una capitolo gente T.T
Mi viene già da piangere >.<
Ma come al solito ho delle fict da parte, don't worry ;)
A voi l'arduo compito di recensire u.u
Please, fatemi sapere che ne pensate *^*
Un bacio e al prossimo e ultimo capitolo T.T
Mangakagirl!


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Capitolo 17
*** Seventeen ***


17. The Ending

Shinichi entrò nel cortile di casa sua e attraversò il viale di ciottoli affondando le Converse nere con noia nel terreno, diffondendo attorno a lui un rumoroso scalpiccio:
un altro intero pomeriggio passato in una struttura di tortura, meglio detta “ centro di fisioterapia”.

Ovviamente notava quanti miglioramenti avesse avuto da quando la signorina Takao, un donnone enorme sui 50 anni che metteva i brividi solo a guardarla, lo aveva “teneramente” accolto nelle sue grazie e aveva deciso di seguirlo personalmente negli esercizi che servivano a recuperare il movimento della spalla e del braccio sinistro.

Solo che per la signorina Takao riabilitare un braccio significava distruggere il resto del corpo del poveraccio che vi era disgraziatamente attaccato con esercizi estenuanti e lunghi come la Muraglia Cinese.
Shinichi imprecò sottovoce massaggiandosi l’articolazione con una smorfia in viso e ripensando alla lettera ricevuta pochi giorni prima…
“Sono fiera di te Silver Bullet e felice di averti restituito il tuo corpo. Avevamo un conto in sospeso con te Angel e e ho ripagato il mio debito. Salutala da parte mia: è soprattutto per lei che ho fatto tutto ciò.
Per ridarle la felicità che tu le stavi negando.
Vermouth”
Era rimasto colpito da quella lettera, ma aveva deciso di non parlarne con nessuno: in fin dei conti non sarebbe cambiato nulla anche se lo avesse fatto.
Vermouth sarebbe rimasta in prigione a pagare per il male che aveva compiuto prima della sua “conversione”.
Infilò le chiavi nella toppa della porta d’ingresso ed entrò senza degnare di uno sguardo l’appartamento.
Molto male.
Non appena alzò lo sguardo sobbalzò trovandosi di fronte non più il suo salotto, ma una sala addobbata di festoni, palloncini, coriandoli e… riflettori?!
Rimase spiazzato facendo cadere le chiavi a terra mentre un’Aoko vestita da Kagome Higurashi, salita su una sedia, fissava l’estremità di un festone di carta colorata ad una parete.
-Kaito- disse senza sconcentrarsi dal suo lavoro - Qui va bene?-
Il mago, vestito con il suo costume bianco da ladro gentiluomo, lanciò un’occhiata nella sua direzione e annuì.
-Perfetto Amore, direi che sta venendo uguale…-
-Cosa-diavolo-state-facendo-voi-due?!- esclamò sconvoltò Shinichi lasciando perdere le chiavi e raggiungendo a passi spediti il suo povero salone, pulito solo il giorno prima, che ora era pieno di coriandoli e simile ad un… un… a cosa?!
-Kudo!- esclamò felice Kid balzando giù dalla scala con un agile gesto -Non ti aspettavamo così presto- disse con un sorriso mentre Aoko scendeva giù dalla sedia.
-Kid, quale stramberia…?!- ma non terminò perché Aoko gli si attaccò ad un braccio euforica.
-Sorpresa-sorpresa-sorpresa!- esclamò saltellando ad ogni parola mentre lui la fissava incredulo. Lei lo trascinò su per le scale mentre Kid batteva le mani davanti al petto.
-Io comincio a preparare da mangiare- disse avviandosi in cucina alzando un dito  mentre Shinichi, nelle grinfie della sua ragazza, si ritrovava a salire a velocità supersonica le scale che portavano al secondo piano.
-Kid la tua ragazza mi sta rapendooooooooo!- disse inciampando sull’ultimo gradino mentre Aoko non si decideva a mollarlo.
-Tranquillo, se fai come ti dice è innocua- rispose dalla cucina il ladro ridendo.
-Innocua?- ripetè preoccupato Shinichi mentre lei lo getteva sul letto con una risata.
Il ragazzo si preoccupò seriamente quando si voltò a guardarlo con sguardo improvvisamente serio: era più inqueitante di Ran intenta a sferrare attacchi di karate.
-A-Aoko?- domandò intimorito mentre lei spalancava il suo armadio minacciosamente e vi frugava dentro con fare deciso -Che stai cercando tra i mie vestiti?- domandò demoralizzato mentre lei scombinava tutte le maglie che aveva stirato da poco.
-Questo!- la ragazza tirò fuori un abito che lui ben conosceva e glielo gettò addosso, facendoglielo prendere al volo -Coraggio- lo incitò -Ti devo anche sistemare al meglio!-

***

Shinichi, dietro la sua maschera, scese i gradini di casa sua con fare più attento del solito per non inciampare nel lungo mantello blu notte mentre Aoko lo seguiva entusiasta.
-Kudo stai di incanto!- esclamò saltandogli davanti agli occhi tutta presa. Lui annuì ridacchiando nervosetto: aveva capito che se non l’assecondava, la ragazza diventava davvero pericolosa.

-Perfetto Kudo!- disse anche Kid passandogli davanti mentre posava su un tavolino in un angolo, che di solito inveca stava al centro del salotto, un vassoio con aperitivi e stuzzichini di ogni genere.
-La tua ragazza è pericolosa, lo sai!?- esclamò Shinichi non appena lei si allontanò sparendo chissà dove. Lui scoppiò a ridere e alzò le spalle.

-Non ti preoccupare, è sempre così… Non hai ancora visto niente! In classe con la scopa…- ma non riuscì a finire perché il campanello suonò.
Il padrone di casa andò ad aprire e si ritrovò un’imbarazzata Sonoko Suzuki che faceva capolino davanti alla soglia, seguita da Kiogoku.

-Sonoko- pronunciò Shin con tono un po’ risentito mentre lei sorrideva temendo di alzare lo sguardo direttamente su di lui.
-Ciao Kudo!-
-Kiogoku- il ragazzo sorrise -è un sacco che non ci si vede!- batterono la mano com’è solito tra i ragazzi e li fece etrare in casa.
-Kudo io…- cominciò Sonoko vestita da strega -Mi dispiace- disse palesemente in imbarazzo -Non credevo che quel mio amico facesse davvero una cosa del genere…-
Shinichi sospirò, poi sorrise.
-Diciamo che per stavolta ti perdono, Sonoko, ok? Ma vediamo di piantarla di andare a raccontare i miei fatti in giro, eh?-
La ragazza sorrise felice e abbracciò Kiogoku che rideva a sua volta.
Poco dopo, Shinichi cominciò finalmente a capire cosa stava succedendo…
Nessuno si era deciso a dirglielo, ma già sospettava chi sarebbero stati i prossimi arrivati…
Mentre si dirigeva al tavolino degli stuzzichini, Aoko accese le casse sparse per la casa e da esse cominciò a diffondersi la musica che andava forte tra i ragazzi.
Pensò a quale aperitivo prendere, quando il campanello suonò una seconda volta e Aoko urlò tutta trafelata, sfrecciando sul palquet del salotto come una saetta per arrivare più in fretta di tutti.
-FERMI TUTTI VADO IOOOO!!!-
In scivolata, arrivò davanti alla porta e quasi la mancò facendo per cadere a terra, ma si riprese al volo e la aprì.
Una ragazza con scuri capelli che cadevano sulle spalle entrò facendo un passo avanti: il corpetto stretto e senza spalline con lo scollo a cuore e inserti e decorazioni dorate di perline su un fondo scarlatto, dietro si legava con una serie di fitti e sottili lacci neri, risaltandole dolcemente le curve; la gonna scendeva giù a balze, ognuna della quali veniva ripresa e raccolta sul lato sinistro, sempre decorata con inserti dorati su fondo scarlatto. Un vestito da principessa.
Il suo viso era nascosto dietro una maschera rossa e oro che nascondeva gli occhi e lasciava visibili sola le labbra truccate con un lucidalabbra rosso-arancio.
Il suono dei tacchi alti risuonava all’interno del salotto mentre lei, impassibile, si guardava attorno girando piano la testa e increspava le labbra in dolci sorrisi.
Shinichi non potè fare a meno di notarla immediatamente, proprio come la prima volta…
Heiji, vestito da Hattori Heiji, teneva per mano Kazuha, indossante il suo abito da folletta rosa e verde. Aoko si avvicinò alla Baronessa Misteriosa entusiasta e la salutò allegra.
-Stai di incanto!-
-Grazie- rispose lei sorridendo con le guance che si andavano imporporando gradualmente.
Poi tutti cominciarono la festa proprio come quel giorno.
Tra gli schiamazzi di Hattori e Kid che, per la seconda volta, si lanciavano frecciatine sui loro costumi, Ran si avvicinò al tavolo degli stuzzichini, dove c’era Shinichi, facendo finta di non notarlo.
-Stasera non ti ferirai un dito, vero?- domandò lui avvicinandosi con un ampio sorriso nascosto dalla maschera, a lei. Ran si voltò e sorrise a sua volta.
-Non so… Tu che ne dici?-
-Direi che puoi benissimo evitare- disse attirandola a sé prendendola dalla vita.
-Sei strano, sai? Ma mi incuriosisci- disse lei ridendo mentre lui la stringeva a sé -Ma non voglio ancora sapere chi sei…-
-Oh- Shinichi capì che voleva ricreare quel giorno -Chi ti dice che ti svelerò la mia identità?- rise poi mentre lei assumeva nuovamente un’espressione sicura sorridendo.
-Il mio intuito da detective-
-Sei una detective?- domandò lui esattamente come la prima volta.
-Diciamo di sì…- rispose lei vaga senza quasi riuscire a trattenersi dal ridere -Come posso chiamarti?-
-Barone della Notte?- rispose lui indicandosi il vestito per la seconda volta.
-Ahah, che fantasia!- rise ironica Ran allontanandosi un po’ dalla sua stretta, come a dispetto.
-E io come ti posso chiamare, Karateka Misteriosa?- domandò divertito più che mai facendo per alzarle la maschera per poterla baciare.
-Baronessa Misteriosa suona meglio, no?- propose serena lei fermando la sua mano delicatamente e scuotendo il capo -No, fidati di me. Teniamola ancora-
Lui annuì mentre lei lanciava un’occhiata all’orologio antico che apparteva al padre di Shinichi.
-Che ne pensi se alle 20,00 in punto ci sfiliamo le maschere? La mezzanotte è troppo lontana e non resisterei…- propose come aveva fatto lui la prima volta, facendo divertita una smorfia con le labbra.
-Mi sembra un’ottima idea- Shinichi si spostò verso quella che era ormai una pista da ballo, ma che una volta era il salotto su cui passava le ore a giocare o leggere -Ti va di ballare?-
Afferrata la mano del ragazzo, cominciarono a muovere qualche passo esattamente come la prima volta, creando una coreografia improvvisata ma aggraziata e perfetta in ogni dettaglio.
Ogni movimento di Shinichi finiva in quelli di Ran, ogni piega degli abiti si fondeva con i loro passi, ogni giravolta, o saltello, o l’avvicinarsi lento tra i due erano così sincronizzati da incantare coloro che li guardavano.
Le due figure rosse e blu creavano uno stupendo gioco cromatico agli occhi dei loro spettatori.
Shinichi, poco dopo, lanciò un’occhiata all’ora e sorrise divertito da dietro la sua maschera posando lo sguardo su Ran: anche se non voleva darlo molto a notare, era ancora davvero impacciata sui tacchi alti che portava.
Il liceale era molto stupito dal modo in cui però riusciva a coordinare i movimenti con i suoi senza cadere per terra.
-Meno di 5 minuti alle 20.00 Baronessa… Hai ipotesi su chi sia?- domandò piano stringendo di più la presa attorno alla sua vita mentre lei alzava lo sguardo su di lui dopo essersi fissata a lungo la gonna per evitare di inciamparci sopra.
Sorrise spostandosi una ciocca dietro l’orecchio e ripensando ai nomi che aveva sparato la volta prima.
-Ummm… -
-Ipotesiiiii- insistè lui con tono cantilenato mentre lei alzava gli occhi al cielo, stizzita dalla sua fretta.
Era passato del tempo dal ballo: doveva fare mente locale!
-Ok… Emmm… 2 E, Kuroshi Daiki?- sperò con tutta se stessa di aver azzeccato il nome, e dalla reazione del ragazzo capì che c’era riuscita.
Shinichi, infatti, aggrottò le sopracciglia sdegnato e alzò gli occhi al cielo con uno sbuffo sonoro.
-Ti piace proprio quel tipo, vero?- domandò ironico e con una certa stizza nella voce facendola scoppiare a ridere.
-Non mi dirai che sei geloso, Barone!-
-Chi, io?- lui arrossì diminuendo la presa sui suoi fianchi -E perché dovrei? Solo che quello lo nomini ogni volta ed è davvero un cesso se permetti… Io sono di gran lunga più interessante e attraente!-
-Se se…- lo prese in giro Ran non credendo ad una parola -Io ho la sensazione che tu sia davvero geloso invece…- insistè divertita da come lui si scaldava e arrossiva.
-B-Baro! Non è vero… Puoi frequentare chi v…- ma ci ripensò: non era pronto a cederla facilmente ad un altro -No, non puoi invece-
-Ma sentitelo!- lei scoppiò a ridere -Guarda che io faccio come mi pare, Detective- si avvicinò pericolosamente alla sua maschera, posando poi le labbra in corrispondenza della sua bocca.
 Shinichi maledì sottovoce quella barriera che gli impediva di baciarla, ma lei lo sentì ugualmente e sorrise osservando il segno del rossetto che aveva lasciato sulla maschera. Lanciando poi un’occhiata all’orologio sulla parete, tornò a fissarlo e si fermò in mezzo al salotto.
-Sono le 20.00 Barone se non te ne sei accorto…-
-Direi che è ora di togliere le maschere… O vuoi che chiami quello del 2 E?- chiese ironico mentre lei rideva.
-Non ci penso proprio a cambiarti…-
Shinichisorrise impaziente e le posò le dita sulla maschera, lei fece lo stesso sulla sua.
-Al tre… Uno… due…-
-Tre- Ran sfilò la maschera, sorridendogli poi radiosa mentre incrociava profondi occhi blu, che sembravano più vivi e brillanti del solito, con i suoi azzurro-lilla.
Shinichi non le diede il tempo di dire nulla, la attirò a sé impaziente e la baciò passionalmente lasciando cadere la maschera sul pavimento con un tonfo sordo.
Lei fece lo stesso, affondando poi le mani nei capelli corvini del ragazzo e rispondendo con foga al bacio.
Avevano aspettato anche troppo.
Hattori mise due dita in bocca e fece un lungo fischio di ammirazione mentre Sonoko sghignazzava e fischiava a sua volta.
-Vi dichiaro Marito e Moglie!- urlò lanciando un bacio con la mano come a dare la sua benedizione, mentre Kid saliva sul tavolino che aveva lasciato libero di proposito al fondo del salotto. Aoko puntò il riflettore su di lui come da piano, tutte le luci si spensero e la musica si abbassò.
Il ladro galantuomo, con la sua aria furbetta, fece volteggiare il mantello bianco nell’aria con maestria e una serie di coriandoli, fumi colorati e fazzoletti arcobaleno si sparsero ovunque. Tossicchiò rumorosamente, poi con un sorriso tutto divertito disse:
-Se quella coppia laggiù ha finito di pomiciare- Ran e Shinichi si staccarono rossi in viso: si erano dimenticati di essere circondati anche da altri.
Il liceale, paonazzo, rivolse stizzito lo sguardo verso di lui, fulminandolo con un’occhiataccia per averlo interrotto.
-Possiamo dare inizio al Kaito Kid Magic Show! Avvicinatevi!-
Il detective dell’est, scocciato, si avvicinò come diceva al tavolo, incrociò le braccia al petto mentre Ran, emozionata, lo seguiva.
Il ladro, dopo una seria di trucchi davvero ben riusciti, applausi e coriandoli ovunque, che poi Shinichi avrebbe dovuto pulire suo malgrado, fissò lo sguardo sul “pubblico” e sorrise.
-Per il prossimo numero ho bisogno di una gentile donzella da far sparire…- fece vagare divertito lo sguardo su tutti, ma non appena incrociò quello di Ran, Shinichi le si parò davanti deciso.
-Scordatelo, Kid! Lei non fa più questi giochetti stupidi da maghi da strapazzo. È già sparita una volta… e mi è bastata sepermetti-
Kaito si finse sdegnato arricciando il naso.
-Ma come Kudo?- sorrise furbetto -Non ti fidi deme?-
Il detective storse il naso a sua volta con gli occhi a trattini.
-Ah, non ci sperare dopo quello che è successo sul dirigibile*…- gli ricordò mentre Ran arrossiva al pensiero.
Una strana aura piombò nel salotto, la musica si spense di colpo e Kid strinse i denti impaurito voltandosi verso Aoko, che lo fulminava minacciosa con lo sguardo.
-Perché, cosa è successo sul dirigibile, Kaito Kuroba?- domandò avvicinandosi pericolosamente al tavolino mentre il ragazzo indietreggiava ridacchiando con un enorme gocciolone sulla testa.
-Nulla… Nulla Aoko, che vuoi che sia successo? Kudo è un burlone…- rise grattandosi la testa decisamente poco convincente.
La ragazza afferrò una scopa riposta in un angolo e scattò in avanti. Il ragazzo scese agilmente dal tavolo con un salto, cominciando a correre mentre lei lo inseguiva per tutto il salotto.
-BAKAITOOOOOOOO TORNA QUI!-
-BARAOKO! Fermati!- urlò lui mentre tutti, specie il detective dell’est, ridevano a crepapelle osservando la scenetta comica.
-Kudo, mannaggia alla tua boccaccia!- imprecò passandogli accanto mentre Aoko quasi lo beccava con la scopa, imitando quello che faceva tutte le volte in classe.*
-SEI UN CASCAMORTO CON TUTTE LE RAGAZZE!-
Shinichi strinse la mano di Ran e la guardò ridendo, mentre lei si avvicinava al suo braccio e posava la testa sulla sua spalla.
-Kudo- mormorò Hattori piegato in due -Credo che l’amico Friz qui- si riferì al ladro che era tra le grinfie della sua ragazza -Si vendicherà di questa sera!-
-E tu lascia che si vendichi- sorrise divertito lui -Comunque aveva ragione- osservò seguendo Aoko con lo sguardo -Sarà inoocua quando non le fai nulla, ma a guardarla adesso fa paura!- riscoppiò a ridere sereno mentre Ran gli baciava una guancia teneramente.
Era quella l’atmosfera che desiderava vivere da tanto.
Certo, ne erano successe di cose in quei pochi giorni…
L’Antidoto definitivo, la scomparsa di Ran, l’incontro con l’Organizzazione…
Aveva quasi perso la ragazza per sempre per colpa di un fraintendimento…
Le aveva raccontato tutta la verità nonostante temesse di perderla.
Ma ora, guardandola dritta negli occhi, seppe che più nulla li avrebbe separati.
Loro erano Shinichi e Ran, la coppia più famosa del Liceo Teitan grazie all’oca Sonoko Suzuki, e non c’era più nulla ormai che avrebbe rotto il loro filo rosso.

*Film 14 Kid tenta di baciare Ran ma non ci riesce perchè... Non voglio spoilerare ma quello che succede dopo è EPICO xD
Se non l'avete visto, vedetelo xD
*Magic Kaito 1: L'inseguimento di Aoko e Kaito è presente in questo anime ed è EPICO a sua volta xD




Mangakagirl's Corner:
Minna Konnichiwa!
Ed ecco qui la fine di questa fict T.T
Buuuuuuuuuuuuu sono così triste!
Mi ero affezionata!
Sniff... Mi mancherà! ><
Allora, che ne pensate gente?
Ve la aspettavate così^
siete Delusi?
Spero di no! ^^"
Shin e Ran hanno il loro lieto e meritato fine!
Inoltre Kaito e Aoko hanno organizzato x loro una sorta di altro Fancydress ball
visto che il primo era andato male xD
Che grandi amici, eh?
Il disegno, se ve lo state chiedendo, l'ho fatto io ^----------^
Vi piace? *------*
Vi annuncio già che arriveranno prestissimo (prossima settimana)
due OS nuove e che il seguito di "E se Shinichi...." è in fase di scrittura ^^"
Ringrazio tutti coloro che mi hanno seguita, recensita e hanno aggiunto la storia tra le preferite:
arigatò v.v
Spero che recensiate in tanti ^----^
Mangakagirl! <3

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