The true story of three men, a tie and a train (/viewuser.php?uid=328544) Lista capitoli: Capitolo 1: *** Una serata tra amici *** Capitolo 2: *** Do you really think this 'bout me? *** Capitolo 3: *** Y'know? *** Capitolo 4: *** Vetri e cuori infranti *** Capitolo 5: *** Ma ti rendi conto?! *** Capitolo 6: *** Perchè i peggiori incubi si ripresentano sempre, Billie... *** Capitolo 7: *** Jenny *** Capitolo 8: *** I heard you crying loud *** Capitolo 9: *** You must be the reason I'm alive *** Capitolo 10: *** Are you fucking kidding me? *** Capitolo 11: *** They love Beautiful *** Capitolo 12: *** Trè's revenge *** Capitolo 13: *** Mike il salvatore *** Capitolo 14: *** PIROMANE!! *** Capitolo 15: *** L'insospettabile sospetto *** Capitolo 16: *** Tra cravatte sperdute e tutù rosa *** Capitolo 17: *** Nonhoabbastanzafantasiaperiltitolo *** Capitolo 18: *** She is the granny most super in the world *** Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
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Capitolo 14
*** PIROMANE!! ***
Finita la portata principale Mike portò in tavola un cesto di frutta; Trè fece cose discutibili con le mele, dopodiché i tre si spostarono in salotto per guardare un po’ di tv. “Mike ho tanto freddo, non è che mi porti la copertina?” Chiese Billie rannicchiato in un angolo del divano. “Va bene, che colore è la tua?” “Blu!” Quando il biondo tornò, sistemò la copertina al vocalist e si sedette di fianco a lui. “Cosa c’è di bello in tele Trè?” “Boh, sto facendo zapping… soap opera, soap opera, squartamenti, soap opera…” “Lascia lì che c’è la nuova puntata di Beautiful!” Urlarono all’unisono Billie e Mike. “Ma anche no… ve lo guardate domani che tanto registrate tutte le quattordici repliche che fanno al giorno…” Il batterista proseguì col suo giro di canali. “Teletubbies, televendita, il tizio del materassi, televendita, io che scalo la palla dei VMA, televendita, un tizio che parla di tre…” “TRENI!!! Lascia lì, lascia lì!!” Urlò il bassista strappando di mano il telecomando a Trè. “Guardate quella è Clarissa! Clarissa è in tv!! Ma aspetta un attimo perché… “ “Un piromane si è recato alla stazione questa notte dando fuoco al treno appena giunto in stazione. Non ci sono state vittime ma il colpevole non è ancora stato identificato…” Annunciò il reporter allo schermo. Mike ci mise un po’ a rendersi conto di quello che stava succedendo: stava guardando la tv con Billie e Trè e poi… poi quel signore in giacca e cravatta ha detto che un piromane aveva incendiato Clarissa… Ma no, non poteva essere vero, era uno scherzo, solo uno stupido scherzo… e se invece non stesse mentendo? Se l’amore della sua vita fosse davvero… La testa del bassista andò in tilt, non capì più niente e gli caddero le braccia: già, a lui succedeva spesso quando provava emozioni forti, ma non ditelo in giro, non vuole che si sappia… Si alzò di scatto scaraventando via Billie (non si sa bene dove, sicuramente in un qualche genere di varco spazio-temporale apertosi nel soggiorno della casa), che nel frattempo si era rannicchiato affianco a lui nella speranza di qualche film dell’orrore in tv; ma il biondo non fece neanche in tempo ad alzarsi che ebbe un crollo verticale e collassò a terra, svenuto. “Povero Mike, e pensare che si doveva sposare tra un mese!” Disse Trè avvicinandosi all’amico. “Dici che è morto?” Nel frattempo era tornato gattonando anche il vocalist. “Non lo so, prova a punzecchiarlo con un bastone, io nel frattempo vado a vestirmi da infermiera” Si congedò il batterista avviandosi verso le scale. “Ma Trè mi fa schifo!” Urlò di rimando il moro. “Senti, se non sono vestito da infermiera non riesco a ragionare in termini medici, quindi se vuoi che Mike sopravviva lasciami fare!” La voce di Trè giunse dal piano di sopra, dov’era camera sua e dove teneva tutti i suoi “vestiti”. “Vabbe proviamo… se è per il bene di Mike allora…” Sussurrò Billie mentre cominciava a dare dei piccoli colpetti all’amico con il telecomando. Mike, però, non dava segni di vita, quindi il vocalist cominciò a colpirlo più forte, più forte ancora, più forte, di più, fino ad arrivare a spaccargli il telecomando in faccia. “Ma cosa stai facendo!” Una soave voce giunse dall’alto. Una figura dai morbidi boccoli biondi con cappellino e vestitino rosa scese con grazia le scale. “OH-MIO-DIO” Disse scioccato il moro. “Infermiera Edwina al suo servizio” Si presentò Trè facendo un inchino. “Oooooook… va bene… ehm… INFERMIERA EDWINA… come facciamo a rianimarlo?” “Ehm… cosa?” Il batterista si voltò sorpreso mentre era intento a rifarsi il trucco. “Com’è che rianimiamo… questo?” Ripeté sottolineando l’ultima parola dando un calcio all’amico in stato di coma apparente sdraiato per terra. “Allora, la regola numero 421 del “Manuale della perfetta infermiera” dice che…” E così iniziò una lunga ed estenuante spiegazione di 2 ore sul da farsi. “Ehm… in parole povere?” Chiese Billie che nel frattempo si era fatto 4 o 5 sonnellini. “Vai a prendere un secchio di ghiaccio in cucina e sbattiglielo in faccia” “E tu mi hai tenuto qui DUE ORE per arrivare a QUESTO?!” Urlò il vocalist in preda ad una crisi di nervi. “Su su, sbrigati!” Lo congedò il batterista/infermiera con un gesto della mano. Billie andò in cucina, riempì un secchio con del ghiaccio e, prendendo la rincorsa, lo lanciò in faccia al povero Mike. “Ma che caz…?!” “Billie, quando ti dicevo che dovevi lanciargli il secchio in faccia mi riferivo solo al suo contenuto, non all’insieme!” Urlò spazientito Trè, non lasciando al bassista il tempo di finire la sua bestemmia. “Billie, ma che cavolo ti è saltato in mente di lanciarmi un secchio in piena faccia?!! Ma sei fuori?!!” Il biondo era fuori di sé, cosa che lo portò a sfoderare la sua famosa espressione della disapprovazione “No Mike, ti prego, non farlo!” Strillò il moro nascondendo la testa in un cuscino. Il bassista alzò gli occhi al cielo, e in quel momento il suo sguardo cadde su d’una strana figura femminile intenta a guardarsi allo specchio. “OH-MIO-DIO Trè, cosa è successo mentre ero svenuto?!” “Infermiera Edwina, prego” Puntualizzò il diretto interessato voltandosi in direzione dell’amico. “Ma cos’è questa storia?! E poi perché sono svenuto?” “Ehm… vuoi proprio saperlo?” “Ma che domande, certo che sì!” “Ehm… e se ti dicessi che mio figlio è all’ospedale?” “Frankito?! Oh cavolo, spero non sia nulla di grave!!” “Ok, non ti preoccupare, Frankito sta splendidamente. È che devi sapere che Clarissa ora è in un prato meraviglioso insieme a tutti i suoi amici treni…” Gli spiegò Trè cingendogli le spalle con un braccio mentre con l’altro disegnava un arco immaginario davanti a sé. “Cioè?” “Ehm… è morta” Ci fu un attimo di silenzio dopo questa affermazione. Poi… “Nuuoooooaah!!!!” Urlò il biondo mettendosi le mani nei capelli e buttandosi in ginocchio per terra; si rialzò e scaraventò dall’altra parte della stanza Billie Joe, che tentava di bloccare l’ormai imminente furia omicida dell’amico. “PERCHÉ??!!” Pianse, mentre correva al piano di sopra verso camera sua. Si sentì sbattere la porta e poi nulla. “Tutto bene BJ?” Chiese Trè allungando una mano verso il moro. “Sì… non sarà il caso di andare da Mike? Magari andare a consolarlo, prima che… possa fare qualcosa di estremamente stupido o si suicidi” “Ma va, lascialo sfogare un po’ e vedrai che tempo qualche giorno e tornerà il Mike di sempre…” Concluse il batterista prima di rifugiarsi anche lui nella sua stanza per cambiarsi d’abito. “Se lo dici tu…” La giornata trascorse e Mike non si fece vivo: l’unica certezza che gli altri due avevano era che non si fosse impiccato/sparato, visto che ogni tanto si udivano dei lamenti provenire dalla camera del biondo. Billie era preoccupato, anche se da una parte era felice che Clarissa non ci fosse più, che ora il cuore del suo bassista fosse tutto per lui… “Billie, sei vivo?” Trè sventolò una mano davanti al viso dell’amico, facendolo risvegliare dai suoi pensieri perversi. “Uhm, sì. Io vado a letto Trè, buonanotte” “Eehm… da quando mi dai la buonanotte? Di solito mi insulti… coomuuunque… a domattina, vado a dormire anch’io ora” Billie non chiuse occhio tutta la notte. Avrebbe voluto andare dal suo migliore amico e consolarlo, stringendolo tra le sue braccia e farlo calmare con le sue parole, magari rivelargli una volta per tutte il suo smisurato e incondizionato amor… “MA CHE CAZ…?!” Il vocalist sentì un grido che proveniva dalla fine del corridoio, gli sembrava proprio la voce di Trè. Fece per alzarsi quando buttò uno sguardo sulla sveglia, che segnava le 9.00 di mattina. Si diresse verso la camera di Mike, da cui provenivano le urla. Trè poco prima, appena sveglio, aveva deciso di andare a vedere come stava il biondo; quando entrò nella stanza, rimase scioccato da ciò che vide: Mike era sdraiato sul letto, a pancia in giù, i muri e il pavimento erano sporchi di sangue, e sulla parete di fronte alla porta c’era una scritta a caratteri cubitali fatta con quel liquido scarlatto: “I’M ALONE AGAIN…” Fece per avvicinarsi all’amico, a passi lenti e tremolanti. Aveva paura che potesse avere reazioni esagerate verso di lui, che gli facesse del male. “Mike…?” In risposta non gli arrivò nulla. Che si fosse finalmente addormentato? O che… fosse morto dissanguato? No, alla seconda opzione non ci volle neanche pensare. In quel momento entrò nella stanza Billie, che sembrava abbastanza agitato. “Che cos..” “Ssh. Sta dormendo, non far rumore” Sussurrò Trè. Si mise ad osservare il biondo sdraiato e, a giudicare dalla condizione delle sue mani, dedusse che le scritte le aveva fatte con le dita, e che quest’ultime le aveva grattate sui muri e sulla porta, fino a farsele sanguinare. Ora il sangue sembrava essersi fermato, ma erano ridotte molto male. “Mi si spezza il cuore…” “Già, ora chi lo suonerà il basso?! Saremo rovinati!” Urlò il batterista in preda ad una crisi isterica prendendo Billie per le spalle. “Non mi riferivo a quello. Intendevo dire che mi spiace per lui, non mi piace vederlo in questo stato…” “Sì, anche questo è vero… appena si sveglia sarà il caso di portarlo all’ospedale, devono curargli le mani… sono ridotte malissimo!” “Ma… hai controllato che sia vivo?” “Idiota, respira, significa che è vivo!” Sbottò esasperato. “E che ne so io…” Concluse il moro. I due decisero che uno di loro sarebbe dovuto restare a sorvegliare Mike, e il vocalist si fece subito avanti. Rimase due ore a guardarlo estasiato dormire, quando finalmente il bassista si svegliò. “Uhm… Billie?” “Mike come stai?” “Uff… Auch, che male!” Il biondo fece per alzarsi, ma si accorse subito del dolore lancinante alle mani. “Sta calmo… vado a chiamare Trè e ti portiamo all’ospedale…” “Mi portate in quello schifo solo per le mani?! No grazie…” “Non si discute, si va e basta!” Disse Billie mettendosi le mani sui fianchi con una fermezza che avrebbe fatto invidia persino a sua madre. “Ok, scusa… hai ragione tu. Ma… quanto ho dormito?” “Non saprei dirti… comunque ora sono le 11, ti consiglio di alzarti e darti una bella lavata, sei tutto incrostato di sangue…” Il vocalist si avvicinò di più all’altro, sedendosi sul letto e accarezzando i suoi morbidi capelli biondi. Mike si girò, cosa che poté far constatare al moro le sue condizioni: oltre alle mani disastrate, aveva gli occhi rossi e gonfi e la faccia ricoperta di sangue, che si augurava provenisse sempre dal suoi arti sfregiati e non da un qualche genere di taglio che si era procurato sul suo bel visino. “Sì, mi lavo la faccia e andiamo…” “Mh” Rimase ad osservare l’amico che si avviava ciondolante alla porta del bagno, che comunicava direttamente con la camera da letto, pensando a quanto sembrasse piccolo e indifeso, a come assomigliasse a un cucciolo bisognoso d’affetto; avrebbe voluto prenderlo e stritolarlo con tutte le sue forze e sbaciucchiarlo come fosse un peluche… Mentre pensava questo si chiedeva da dove gli saltassero fuori certe cose e da quando ragionava come una ragazzina in preda ad una crisi di pucciosite. Mike tornò poco dopo pulito e profumato con una miriade di cerotti sulle dita… e anche qualcuno in faccia, sapete, quando Trè ci prende gusto… “Andiamo?” “Uhm… sì…” Billie distolse lo sguardo dal nulla e si alzò dal letto. “Ehm, Billie?” “Sì?” “Scusami se ieri ti ho lanciato in terra…” “Ma no, non preoccuparti… in fondo eri sotto shock per la morte di… un… treno… comunque, vieni che ti aiuto a scendere le scale” Quando arrivarono di sotto trovarono Trè ad aspettarli, attraverso la porta aperta si intravedeva la macchina accesa. “Cioè, mi stai dicendo che guidi TU?” Chiese il vocalist alzando un sopracciglio. “Ehm… direi di sì, dato che le mani di Mike non sono in condizione di manovrare un volante e tu non dormi da più di 24 ore…” “Ma ce l’hai almeno la patente?” “Non lo so, però sono bravo a giocare a Need For Speed…” “Come sarebbe a dire non lo so?! Oh mio Dio, sarà un miracolo se arriviamo vivi in ospedale…” I tre si sistemarono sull’auto e dopo circa mezz’ora arrivarono miracolosamente in ospedale. Dopo un po’ di tempo in sala d’attesa, a Mike vennero medicate per bene le ferite, alle quali vennero messi anche un po’ di punti; e, per precauzione, gli fecero anche una radiografia alla testa, che aveva sbattuto violentemente e svariate volte contro al muro. Billie nel frattempo era quasi riuscito a sentirsi male alla vista dell’ago, nonostante non fosse lui quello a dover essere “cucito”. Finita la visita i tre si avviarono verso l’uscita dell’ambulatorio, stavano per andarsene quando furono fermati dalla voce del medico. “Ehm scusate.. posso sapere come ha fatto il vostro amico a ridursi così?” “Ha grattato le dita contro il m…” “EH-EHM, lascia parlare me Billie” Lo interruppe Trè appena in tempo. “Lui è… caduto dalla bicicletta! Sa… sta imparando…” “A 40 anni?” Domandò il medico lasciando trasparire una nota di disappunto nella voce. “Che cosa c’è di strano? Una persona ha tutto il diritto di imparare quando ne ha voglia!” Ribattè il batterista uscendo dalla stanza e sbattendosi la porta alle spalle. “Dimmi Mike l’ago ti ha fatto male? Stai bene? Dimmelo, dimmelo, DIMMELO!” Chiese Billie tutto d’un fiato tremendamente preoccupato per le condizioni dell’amico. “Stai calmo Billie, sto bene. Sto bene…” Gli rispose il bassista con fare assente. Era ancora abbastanza scosso dagli avvenimenti del giorno prima e aveva mille domande che gli frullavano per la mente. Ma sapeva che molto probabilmente i suoi amici non avrebbero mai potuto dargli delle risposte; non sensate almeno. Ma alla fine non riuscì a trattenere in gola tutte quelle parole, e le vomitò tutte d’un fiato. “Ma… rispiegatemi meglio. Un piromane ha dato fuoco a Clarissa?” “Ehm… sì…” Billie dopo questa domanda sembrava abbastanza agitato. “E si sa chi è stato?” “No Mike… ma vedrai che preso verrà fuori il colpevole, e la pagherà cara” Lo rassicurò Trè osservandolo dallo specchietto retrovisore. “Lo spero… uff, la vita è proprio ingiusta” Mentre lo diceva aveva gli occhi lucidi e guardava assorto il paesaggio fuori stante. Osservava il susseguirsi di case, i bambini che giocavano felici, lo spezzarsi dei quartieri da strade deserte che immaginava potesse intraprendere, e che lo portassero lontano, lontano da questo dolore… I suoi pensieri vennero spezzati da un forte botto. Trè, spaventato, accostò subito la macchina e tentò di capire cosa avesse Billie. Billie?! Ah, tutto era più chiaro: il vocalist aveva sbattuto in modo abbastanza violento la testa sul cruscotto (dal quale molto stranamente non uscì l’airbag) ed era rimasto tramortito… forse. “Che cos’ha?!” “Non so Mike… oddio Billie, Billie, svegliati!” Il batterista lo prese per le spalle e lo scosse per un po’, finche il moro non riprese conoscenza. “Billie coma stai, che ti è successo?!” “E…eh? Ehm… penso…… io……… zzz…” E si riaddormentò, questa volta appoggiandosi delicatamente al poggiatesta. “Fiu… era solo un colpo di sonno…” Disse Mike passandosi una mano sulla fronte. “Già… c’era da aspettarselo dopo più di 24 ore che non dormiva…” Si risistemò sul suo sedile, e riprese il suo viaggio allucinante suicida/omicida. |
Capitolo 15
*** L'insospettabile sospetto ***
Tornati a casa, siccome il bassista non riusciva ancora ad usare le mani, il batterista si vide costretto a portare Billie in braccio fino alla sua stanza. Tornato in soggiorno, Trè trovò Mike seduto sul divano con bocca e occhi spalancati, ipnotizzato dallo schermo del televisore. “H-hanno scoperto chi è il piromane…” Disse balbettando il bassista. “Oh, finalmente!! .......... OH-MIO-DIO” Trè si bloccò nella stessa identica posizione dell’amico. “Quel piccolo bastardo… GLIELA FARÒ PAGARE!!!” Detto questo il biondo si scaravento su per le scale travolgendo il batterista che aveva tentato di bloccare la sua furia omicida. Arrivato nella camera, si avvicinò al corpo che riposava tranquillo sul letto in punta di piedi. Lo scosse delicatamente, fino a farlo svegliare. “Billie, Billie… ti devo dire una cosa molto importante…” Gli sussurrò dolcemente avvicinandosi con il viso a quello del vocalist. “Sìì?” Rispose con un’espressione da ebete stampata in volto, con il sorriso sulle labbra felice per aver visto il volto del suo migliore amico come prima cosa appena sveglio. “Io ti a…” Dopo questo Billie era andato in coma, non gli interessava più sentire il resto della frase. “… ammazzo!!” Gli si buttò addosso con l’intento di strozzarlo, ma Mike caddè goffamente sul letto, siccome il moro gli passò in mezzo alle gambe per poi volare al piano di sotto. “Trè aiuto! Mike mi vuole uccidere! E poi non so neanche perché!!” “Billie, è quello che ti meriti per aver dato fuoco a Clarissa!” Gli rispose alzando giusto lo sguardo dalla tv, fregandosene vistosamente della sorte che sarebbe toccata al suo amico. “Te ne pentirai un giorno per non avermi aiutato!” Detto questo scappò alla velocità della luce fuori di casa. Nello stesso istante scese le scale anche il bassista. “DIMMI DOV’È!!!” “Cosa?! Chi?! PERCHÉ?!!” Il biondo aveva afferrato il povero Trè, che scuoteva a mezz’aria di fronte a lui. “COME CHI?!! DIMMI DOV’È!!!” “È-è andato via!! Ma ti prego non farmi del male!!” Urlò mettendosi le mani davanti agli occhi. In tutta risposta Mike lo lanciò dall’altra parte della stanza e si precipitò all’inseguimento di Billie. Sull’uscio della porta vide un puntino in lontananza che fuggiva a gambe levate. Spinto dalla sua sete di vendetta, iniziò a rincorrerlo e in poco tempo riuscì a raggiungerlo; lo inchiodò a terra sedendosi sul suo petto. “MUORI SCHIFOSO ASSASSINO!!” Urlò poco prima di sradicare un cartello stradale e sbatterglielo ripetutamente in faccia. “Andiamo Mike, possiamo parlarne da persone civili quali siamo!” Disse Billie sputando sangue, mentre il bassista riprendeva fiato. “Al diavolo le persone civili!” Sbraitò ricominciando a pestarlo. In quel momento passò di lì una vecchina che, vedendo Mike che picchiava il suo amico, incominciò a prenderlo a borsate. Lui tentò in tutti i modi di coprirsi il volto, senza ottenere molti risultati. “La prego signora, la smetta!” “Come ti permetti di fare del male ad un povero ragazzo indifeso!” Disse agitando la borsetta sopra la sua testa, facendosi anche notare da altri passanti. Infine lo prese per un orecchio, lo fece alzare e lo indirizzò verso l’altra parte della strada. “Non è finita qui BIllie! Me la pagherai!!” Concluse il biondo girandosi per un’ultima volta prima di tornare a casa. Il vocalist si mise a sedere, puntellandosi sulle mani. Con fare pensieroso. “E tu, la prossima volta non ti andrà così bene!” Urlò prima di andarsene l’anziana signora. E Billie rimase lì, triste e solo, a piangere silenziosamente: le sue lacrime si mischiavano col sangue delle ferite sul suo volto. Forse Mike aveva ragione, avrebbe dovuto morire e nel modo più orribile immaginabile. Non si sentiva degno di vivere un altro minuto: si sentiva un vigliacco. Ma suicidarsi lo avrebbe fatto sembrare ancora più vigliacco di quanto già non lo fosse; l’unica cosa che poteva fare era tentare di farsi perdonare. Tornò a casa di Mike nonostante sapesse quale sarebbe stato il suo destino. Suonò il citofono, fortuna che rispose Trè. “Chi è?” “Ehi amico, sono io Bi…” “Billie vattene, non tornare mai più se ci tieni alla tua pelle!” Il batterista aveva ragione, ma lui voleva chiarire le cose. “Trè non ti preoccupare, e ora fammi entrare…” Senza ribattere, gli aprì il cancello e la porta di casa, accogliendolo con uno di quegli abbracci da condoglianze, molto tristi. I due si parlarono quasi telepaticamente: non appena Billie tentò di aprire bocca, Trè gli fece segno con la testa che chi cercava era in giardino. Uscì timoroso, e vide Mike seduto sotto un albero, che accarezzava il prato verde e ogni tanto si soffermava sulle margherite che crescevano spontanee in quella distesa erbosa, che tanto faceva rilassare il biondo. BIllie tossì, cosa che fece sobbalzare il bassista; non appena egli alzò lo sguardo incrociò gli occhi dell’amico che vide tristi, quasi dispiaciuti, come quelli di un bambino che ha appena rotto il servizio buono della mamma. Per una volta non si fece addolcire da quella faccia da cucciolo bastonato. “Mike, io… so che può sembrare una cosa banale da dire ma… mi dispiace, molto” Ed era sincero, gli dispiaceva realmente; e Mike se ne accorse. “Billie… so che ora sei dispiaciuto, ma ci dovevi pensare prima!” “Quindi non ho possibilità di farmi perdonare?” Gli fece gli occhioni dolci: il biondo fece un mezzo sorriso, ma tornò subito serio. Billie alzò le sopracciglia e lo guardò con aria di sfida. Dopo qualche minuto Mike non resistette più e corse ad abbracciare il suo amico. “Non posso tenerti il muso!” Il vocalist a queste parole annuì con fare saggio: lui SAPEVA che nessuno riusciva a resistergli. “Sei ancora molto triste per Clarissa?” “Uff… Sìì… però non ci voglio più pensare, ok?” Gli sussurrò all’orecchio mentre lo stringeva più forte. “Se vuoi posso riempirlo io il vuoto lasciato da Clarissa…” “Cosa?!” “Niente, niente” Detto questo Billie si allontanò, rientrando in casa; Mike lo seguì e si sedette di fianco a lui sul divano. “Oh mio Dio! Avete fatto pace?!” Esultò Trè che si era leggermente addormentato sulla poltrona lì vicino. “Sì, alla fine è il mio migliore amico; e poi tutti fanno degli sbagli nella vita” Disse il bassista osservando il vocalist, che gli sorrise dolcemente per poi afferrare il telecomando e cambiare canale. “Ehi io lo stavo guardando!” Si lamentò il batterista mentre cercava si strappare il telecomando dalle mani di Billie. “Cosa My Little Pony?” Domandò il vocalist mentre si ammazzava a tenere quell’aggeggio lontano dalla portata di Trè. “Sì, hai problemi? E adesso fammi vedere se Rainbow Dash è riuscito a trovare il tesoro nascosto della Foresta Magica!” Rispose Trè entrando finalmente in possesso del telecomando. “Oh no! Un drago ha rapito Fluttershire! Attento Pinkypie! No, Pinkypie no! Tu non puoi… non puoi tradirli così…” Commentò il bassista scioccato dopo il presunto tradimento del gruppo da parte di Pinkypie. “Io lo sapevo che non avresti portato nulla di buono!!” Urlò tirando un pugno alla gamba di Billie Joe. “AAAHIAAA!!” Strillò quest’ultimo buttandosi addosso a Mike. “Smettila Trè stai esagerando!” Lo sgridò il bassista mentre cercava di calmare il moro. “Mike mi ha fatto la bua” Piagnucolò il vocalist rivolgendo all’amico uno sguardo da cucciolo bastonato. “Lo so, e adesso stai qui che ti metto la pomata” Disse il biondo alzandosi per andare a prenderla. “Frignone!” Sibilò Trè approfittando dell’assenza di Mike. “Zitto cicciopalla che non sei altro!” “Cicciopalla a chi?!” “A te grassone, dovresti andare a correre invece di passare ore e ore davanti alla tv a guardare My Little Pony!” “Non provocarmi…” “Oh, e invece sì che lo faccio!” Rispose Billie con tono di sfida. “Ah sì? L’hai voluto tu!” Trè prese il braccio destro del vocalist con entrambe le mani e cominciò a stritolarglielo con forza. “No no per favore mi fai male! Ahia!! AHI!! AH!!!!” Strillò il moro mentre cercava di divincolarsi dalla stretta ferrea del batterista. “Trè smettila subito!!” Urlò il bassista sulla soglia della porta del soggiorno. “MIKEE!!” Billie corse incontro all’amico e gli saltò in braccio. “Trè ma che comportamenti sono questi!” “Mi ha chiamato cicciopalla!” Cercò di difendersi il batterista. “Billie, non chiamare mai più Trè così ci siamo intesi?” “Ma lui mi ha chiamato frignone!” “E anche te Trè, non chiamare più Billie così, chiaro?” “Ma…!! Bha, io vado al bar a farmi una birra, va…” Trè cercò di difendersi, ma decise di lasciar perdere rassegnandosi davanti al modo in cui BIllie era capace di manipolare la mente del bassista a suo favore finendo sempre per fare la parte del “povero piccolo indifeso” in tutte le situazioni. “Sì ma vedi di tornare per cena” Lo ammonì Mike da brava mamma. “Dai Billie vieni qua che ti metto la pomata” Disse il biondo dopo che il batterista si fu chiuso la porta alle spalle. “Dove ti ha fatto male?” il bassista si inginocchiò di fronte all’amico, che era seduto su di una sedia in cucina. “Sul cinocchio” Disse come fosse un bambino capriccioso, facendo muovere avanti e indietro le gambe. “Ok… sta fermo…” Sbuffando gli fece scivolare un su una gamba dei pantaloni, in modo da scoprire il ginocchio sinistro. Le ore passarono, e ormai erano le 20.30. “Mike tu hai fame? Vuoi che prepari la cena?” Disse il vocalist speranzoso che l’amico gli lasciasse usare la cucina un’altra volta per i suoi esperimenti culinari. “Ehm… Billie… facciamo che preparo io che ne dici? Tu piuttosto, perché non provi a chiamare Trè? Tanto per sapere se torna a casa oppure ha intenzione di passare la notte su un marciapiede completamente ubriaco…” Sbuffando, Billie si diresse verso il piano di sopra, a prendere il suo cellulare. Intanto il bassista iniziò a preparare qualcosa di veloce, vista l’ora. Finita la chiamata tornò al piano di sotto. “Io vado a recuperare quell’idiota di Trè… ci vediamo dopo” Recuperò la sua giacca di pelle e le chiavi della macchina dal piatto che si trovava sul tavolino di fianco alla porta d’entrata. “Ciao” |
Capitolo 16
*** Tra cravatte sperdute e tutù rosa ***
Arrivato sul posto, trovò il batterista seduto fuori dal bar, che si reggeva con la schiena al muro; sull’insegna del locale c’era scritto “Life cafè”. “Trè! Mamma mia, sei sempre il solito! Forza sali in macchina!” Disse tentando di tirarlo su da terra, ma nonostante tutti i suoi sforzi non riuscì a muoverlo neanche di un millimetro. “Ee se io mi rifiutassi??!” Biascicò Trè, mentre Billie lo fece alzare definitivamente, facendo mettere al batterista un braccio intorno al suo collo, e sorreggendolo meglio che poteva. Lo portò in auto e lo fece sistemare sul sedile del passeggero, tenendolo fermo allacciandogli la cintura di sicurezza. “Olà! Ora te ne stai buono buono qui, ok?” “Te l’ho mai detto che hai degli occhi bellissimi?!” Farfugliò Trè stralunato, accarezzando una guancia all’amico. “Ehm… inizi a farmi paura… torniamo a casa eh?” Era abbastanza spaventato, ma ormai conosceva le reazioni del batterista da ubriaco. “Ti voglio taanto bbene!!” Gridò attaccandosi al collo del moro, facendogli mancare il respiro per qualche secondo: non per l’emozione, ma perché gli stava letteralmente togliendo il fiato strozzandolo. “T-Trè, ti-ti prego!!” Si dimenò per un po’ tentando di liberarsi, ma alla fine si rassegnò a quella stretta. “Trè… per favore… mi lasceresti? Sai, non ho molta voglia si rimanere qui con il sedere per aria fuori dall’auto… sarei un po’ scomodo!” Appena lo disse Trè lo lasciò andare e mise subito il broncio. “Sei uno stronzo” “Che ho fatto di male?!” Era incredibile come riuscisse a cambiare umore velocemente: e non solo quando era ubriaco! Finalmente Billie riuscì a sedersi al posto di guida e tornare a casa. “Ma quanto tempo ci avete messo?!” Li rimproverò Mike appena a casa. “Piccoli intoppi… comunque che ne dici di darmi una mano?” “Oh sì, scusa” Portarono Trè sul divano, lo fecero sdraiare e gli portarono un bicchiere pieno di succo di limone da fargli bere, per fargli smaltire la sbornia. Si addormentò all’istante. “Uhm… Mike?” “Sì, Billie?” “Il mio stomaco sta iniziando a cantare la Aguilera, che ne dici se mangiamo?” “Vai a lavarti le mani però” Disse Mike indicando il bagno. Billie trotterellò via fischiettando “la canzone del cesso”, un motivetto che aveva composto mentre faceva pipì e che aveva intenzione di inserire nel loro prossimo album. Quando fu di ritorno, si sedette al tavolo e fece per avventarsi sul piatto. “Mike… ehm… la forchetta” Billie fece notare al bassista che la sua forchetta era di metallo. “Oh… sscusa… è che volevo vedere se eri così bravo da capire da solo che era di metallo… ma che bravo ometto che sei!” Tentò di discolparsi Mike, che in realtà sperava che non si accorgesse della differenza di materiale (un po’ era ancora arrabbiato per la morte di Clarissa). “Ehm… ok…g-grazie…” Non era molto convinto, pensava che l’altro lo stesse trattando come uno stupido (come se non lo fosse). Finito di cenare andarono a letto e Billie, che in quei tre giorni aveva dormito solo un ora, si addormentò all’istante al contatto col cuscino risparmiando al bassista il compito di leggergli la favola della buonanotte. Il silenzio regnava in casa Pritchard, tutti dormivano beatamente cullati dal lieve ticchettio della pioggia. Il vento spirava muovendo le chiome degli alberi provocando un piacevole fruscio che faceva da sottofondo al canto dei grilli che di notte popolavano le campagne circostanti. Il ritmico cantare di un gufo scandiva il tempo come le lancette di un vecchio e fedele orologio che non aveva mai smesso di funzionare. Sembrava l’immagine di un libro, già, uno di quei libri dolci e rilassanti che si leggono la sera davanti al camino mentre il lieve scricchiolare della sedia a dondolo di una donna che lavora a maglia accompagna il tutt… “AAAAAAAAHHHH!!!!!” Un urlo squarciò il silenzio; Billie si precipitò nella stanza accanto alla sua. “Mike, Mike svegliati…” Il bassista socchiuse gli occhi trovando il viso del vocalist a pochi centimetri dal suo. “Oh mio Dio, Billie che cavolo vuoi a quest’ora di notte…” Biascicò ancora non completamente cosciente voltandosi dall’altro lato e cacciando la testa sotto il cuscino. “No Mike, guardami…” Il moro lo scosse leggermente tenendolo per le spalle e chinandosi di lato per guardare in faccia l’amico. “Dai parla, cosa vuoi?” Disse Mike rassegnandosi all’idea di stare sveglio e mettendosi a sedere. “Hai freddo?” “No” “Ti scappa la pipì?” “No!” “Hai paura di qualcosa?” “No” “Hai fatto un brutto sogno?” “No, cioè più o meno, ma veramente potrei venire nel tuo letto per tutte queste cose?” Chiese curioso il vocalist. “Ma che caz… comunque cosa avresti sognato di così tanto spaventoso?” “Non ho sognato nulla di spaventoso, ho solo sognato Jenny…” Rispose Billie sedendosi accanto all’amico. “E allora che cosa vorresti da me?” Il biondo cominciava a spazientirsi. “Voglio che tu mi aiuti a cercarla” “ALLE 4 DI NOTTE?! Ma tu sei scemo, io me ne torno a dormire!” Il bassista si sdraiò su di un fianco e chiuse gli occhi. “Credevo che fossi mio amico…” Piagnucolò il moro facendo gli occhioni da cagnolino bastonato. “Dai Billie non fare così… ma non puoi andare a cercartela da solo?” Domandò Mike addolcito dall’espressione dell’amico. “Ma io ho paura ad andarmene di sotto solo soletto, è tutto buio…” “Ah… e va bene, però cerchiamo di fare presto, ok?” Gli occhioni dolci funzionavano sempre. Così i due scesero le scale e si ritrovarono in salotto; accesero la luce ma poi, ricordandosi di Trè che dormiva sul divano, decisero di utilizzare una torcia elettrica a testa. Dopo mezz’ora di inutili ricerche Mike incominciava a spazientirsi. “Dai Billie, torniamo a letto, la cerchiamo domani mattina…” Disse lasciandosi cadere sulla poltrona di fianco al divano. “Ma mi ricordo che era qui da qualche parte… ah eccola! Ah no, è solo un pezzo di carta igienica…” Contestò Billie deluso. “Visto? Non c’è… aspetta un momento, perché c’è della carta igienica sparsa ovunque per il mio salotto?” “L’ho buttata iiio!” La testa di Trè comparve da dietro il bracciolo del divano; non aveva un’espressione molto cosciente in viso, probabilmente era ancora sotto l’effetto dell’alcool. “M… ma dico sei impazzito? Dovrò stare a pulire per una settimana!” Strillò il bassista che esasperava sempre tutto alla follia quando si trattava di pulizie. “Ma no dai, vedrai che in un ooora sarà tuuutto come nuovo!” Lo “rassicurò” il batterista cadendo pesantemente giù dal divano dando sfoggio del tutù rosa che portava intorno alla vita. “E quello dove l’hai preso?!” Esclamò il biondo, un’espressione disgustata dipinta sul volto. “A… appunto Trè, d… dove l’hai preso…?” Gli fece eco Billie poco convinto. “Nell’armadio di Billie!” Rispose Trè scoppiando a ridere selvaggiamente. Mike rivolse lo sguardo verso l’amico chiedendo spiegazioni. “M… ma io non… senti, ognuno ha il diritto di vestirsi come vuole!” Tentò di difendersi il vocalist incrociando le braccia e guardandosi le punte dei piedi. “Ho capito ma…!! Vabbe, lasciamo perdere… piuttosto, Trè, non è che hai visto la cravatta di Billie?” “Uhm… ti prego esprimiti in maniera più comprensibile…” Disse il batterista tenendosi le tempie per il mal di testa. “Sai.dove.è.il.pezzo.di.stoffa.bianca.di.forma.allungata.con.un.nodo?” Scandì lentamente Mike enfatizzando le parole disegnando con le mani la forma di una cravatta. “Aaaaaaah…… NO” Concluse Trè andandosene via rotolando. “Heheheheheheh!” “Questo qua ha dei seri problemi…” BIllie era abbastanza sconvolto. “Mike!” Gridò voltandosi verso l’amico. “Cosa?” “Andiamo a controllare in camera Trè! È l’unica che non abbiamo ancora sfasciato!” E così i due si avviarono verso la camera e si misero a rovistare in ogni angolo mettendo a soqquadro la stanza del malcapitato. Holaaa!! :D Come va? A me molto bene, ma immagino non interessi a nessuno :D coomunque, piaciuto il capitolo? Ah, nel caso ve lo stiate chiedendo (??) tra gli avvertimenti della storia abbiamo messo "Incompiuta" perchè realmente non sappiamo se la finiremo mai o.o cioè, questa ff abbiamo iniziato a scriverla qualcosa come *conta sulle dita* NOVE mesi fa (poi il fatto che il coraggio di metterla su l'abbiamo trovato solo 3-4 mesi fa è una cosa a parte u.u) e non abbiamo mai pensato a una cosa basilare come.... in che modo andrà a finire O.O cioè, magari una mezza idea ce l'abbiamo, non è detto che non la finiremo mai, ma preferisco avvertire ("come se a qualcuno interessasse veramente" nd moscerino adimensionale "zitta tu" nd me) u.u. E, altra cosa, non so quando riusciremo a pubblicare ancora, perchè fra un po' iniziano gli esami (O.O) e... insomma abbiamo poco tempo. MA! Non è detta l'ultima parola u.u perchè abbiamo qui tanti capitoli già pronti, quindi se troviamo anche solo cinque minuti tenteremo di metterlo su :3 eeeee..... no nient'altro u.u al prossimo capitolo :3 p.s. oddio il24eravamoalconcertodeiGreenDayèstataunacosafantasticaa *^* eravamo subito dietro le seconde transenne, a neanche 20 metri dal palco *^* io per colpa di quelli davanti a me (una coppia che ha continuato a parlare per tutto il tempo -.-") riuscivo a vedere solo Mike che saltellava in giro (e solo quando quei due si scollavano...) ma è stato troppo bello *^* anche solo per il fatto di cantare e pogare insieme a tutta la gente (sapete, era il mio primo concerto... erano esperienze nuove per me u.u) *^* voi invece siete andati a qualche data? o magari ci dovete ancora andare? ("fatti i cazzi tuoi" nd tutti) :3 bene, sclero time ciaooo :3 |
Capitolo 17
*** Nonhoabbastanzafantasiaperiltitolo ***
“L’ho trovata!!” Esclamò Mike tenendola sollevata per aria. |
Capitolo 18
*** She is the granny most super in the world ***
All’improvviso un’idea malsana attraversò la piccola mente perversa del vocalist, seguita da una sua espressione terribilmente disgustata. “Non avrei mai pensato di dire una frase simile ma è la nostra ultima speranza: Trè vai di sopra e vestiti da infermiera o da quello che vuoi, basta che sia di sesso opposto. Non so se questo farà ridere Mike o lo farà vomitare a getto, l’importante è che si smuova di lì” Disse il moro sapendo che si sarebbe pentito amaramente di ciò che aveva appena detto. Quando Trè tornò, aveva indosso un vestito fucsia, che gli arrivava alle ginocchia, un paio di calze a rete ed uno strato pesante di trucco in faccia. “Come sto?” “Sei la miglior drag queen che abbia mai visto” Billie gli fece un segno di approvazione con la mano, mentre cercava di reprimere un conato di vomito. Toccò leggermente la spalla di Mike e, vedendo che non dava segni di vita, gli girò bruscamente il viso, godendosi la sua espressione: sgranò gli occhi di colpo, e iniziò ad impallidire spaventato; neanche avesse visto un fantasma! “Mike, tutto bene?” Chiese Billie tentando di intromettersi nella sua visuale. “U-uhm… c-credo di sì… ora devo andare” Spaventato, il biondo uscì sul retro, in giardino, per godersi un po’ d’aria fresca mattutina e per togliersi dalla mente l’immagine di Trè che, era sicuro, lo avrebbe perseguitato per molte notti. “Ehi Mike… ti abbiamo spaventato troppo?” Il moro lo inseguì, pensando di aver esagerato: in risposta non ricevette nulla. “Mickey… rispondimi ti prego… scusami…” Billie si mise a fare il micino per convincere l’amico a parlare, accovacciandosi a terra vicino a lui e strusciando il viso sulla sua spalla. Mike accennò un sorriso e iniziò ad accarezzare i morbidi capelli del vocalist; si bloccò, però, non appena gli si appallottolò in braccio e iniziò a fare le fusa. “Ehm Billie… che stai facendo?” “Mmh… sei morbido!” Esclamò felice lui, mentre si sistemava meglio le zamp… ehm, mani sotto il viso e chiudeva gli occhi, per provare a sonnecchiare sul suo migliore amico un’altra volta. “Ma Billie…” In risposta ricevette solo il ronfare del moro, che gli stava anche infilando le unghie nelle gambe, in un continuo avanti e indietro delle dita, proprio come un gatto. “Senti… Billino caro… io sarei un po’ scomodo e…… SEI GRASSO! Levati di dosso che sto soffocando e mi stai bloccando la circolazione nelle gambe!” Sbottò Mike scherzosamente per farlo alzare. Billie sgusciò via raso terra: al biondo sembrò di vedere anche una coda passargli davanti al viso. Era triste, deluso, non si aspettava di venir trattato così dal suo migliore amico, non aveva capito che lo stava prendendo in giro. Come un bambino, iniziò a singhiozzare: il labbro inferiore cominciò a tremargli e subito dopo si lasciò andare in un pianto disperato. “M-Mike io pensavo che tu mi volessi benee!” Corse via, sentiva il suo piccolo e fragile cuoricino andare in frantumi, insieme alla sua dignità. Trè vide l’amico corrergli incontro con la testa china, emettendo continui singulti. Gli allacciò le braccia intorno al collo e lo strinse forte, facendogli mancare il respiro e nascose la testa nell’incavo del collo del batterista: questo sentì le lacrime di Billie, il quale si stava soffocando con i suoi stessi singhiozzi, bagnargli la maglietta. “Ah, prima mi vuoi uccidere e poi vieni a piangere sulla mia spalla?” Lo schernì Trè mentre cercava di scrollarsi di dosso l’amico. “Non si fa così Billie, no no!” Lo sgridò tata Lucia, saltata fuori da non si sa dove. In tutta risposta il vocalist la guardò con un’espressione che era qualcosa tra l’arrabbiato e l’affranto… insomma, qualcosa di molto puccioso. “Nessuno mi vuole bene…” Mormorò prima di scappare in camera sua al piano superiore. “Mamma mia questo è complessato mica poco…” “Ehi Trè, sai dov’è finito Billie? Devo parlargli…” Domandò Mike facendo irruzione nella stanza. “È corso su in camera sua piangendo… ma si può sapere che cavolo è successo?” “Te lo racconto dopo, eh?” E detto questo il biondo si lanciò su per le scale. “Secondo me Billie è tipo quella del Mondo di Patty: se non piange almeno 11 volte al giorno non è contento…” Riflettè Trè mentre si accingeva a prendere il telecomando per accendere la tv. “Ehi Billie? Billie dove sei devo parlarti” Chiamò il bassista mentre si guardava in giro per la stanza in cerca del suo migliore amico; il suo sguardo cadde su uno strano rigonfiamento delle coperte ai piedi del letto. “Dai Billie vieni fuori” Mike sollevò le coperte infilando la testa sotto di esse: Billie era rannicchiato sul fondo del letto e lo fissava coi suoi occhioni verdi spalancati e ancora lucidi per il pianto. “Scusami, io stavo solo scherzando…” Il biondo allungò una mano per accarezzare la spalla dell’amico, col solo risultato della fuga del moro nell’altro angolo del letto. “Oh dai vieni qui, non avere paura di me…” Mike distese nuovamente il braccio riuscendo però a sfiorare l’amico che si allontanò nuovamente da lui. “Dai, adesso basta Billie, lo sai che non voglio farti del male…” Il bassista tentò questa volta di afferrarlo con entrambe le mani ma ancora una volta il vocalist sgusciò via. Spazientito il biondo si lanciò addosso all’amico tentando in tutti i modi di farlo stare fermo mentre quello continuava ad agitarsi come un matto per cercare di scappare dalla stretta del bassista. “E va bene, io mi arrendo!” Sbuffò Mike appoggiandosi sfinito allo schienale del letto. Dopo qualche istante passato a riflettere sulla situazione decise di utilizzare la sua ultima risorsa. “Billie guarda che se non vieni subito qui non ti faccio più le coccole!” Sapeva quanto piaceva al suo amico essere coccolato e lodato, cose che accrescevano in modo esagerato la sua autostima e quindi il suo egocentrismo, non ci avrebbe rinunciato per nulla al mondo. Infatti poco dopo la testa del vocalist fece capolino da sotto le coperte fissando nuovamente il bassista con i suoi occhioni da cucciolo. “Mettiti qua” Mike si batté più volte una mano sulle ginocchia. Dopo un attimo di esitazione Billie si avvicinò lentamente all’amico accoccolandosi sulle sue gambe. “Ecco bravo” Il bassista incominciò ad accarezzarlo proprio come si fa con i gattini, che infondo erano la cosa a cui il vocalist assomigliava di più: era decisamente più vicino a uno di quegli animaletti pelosi che ad un adulto responsabile. “Ascoltami Billie, io quelle cose le ho dette per scherzare, non intendevo assolutamente offenderti capito?” Il moro rispose annuendo lievemente. “Quindi mi perdoni?” Il vocalist assentì di nuovo con il capo e un sorriso affiorò sulle labbra. “Grazie” Disse Mike grattando l’amico dietro le orecchie. “Miaaaaow!” Billie miagolò felice. Il biondo, dopo l’esclamazione dell’amico, si batté una mano in fronte, sconsolato. “Avevi detto che stavi cercando di smettere!” Lo rimproverò. “Scusa…” Il moro abbassò le orecchie (non si sa bene come) imitando nuovamente gli atteggiamenti di un gatto. “Billie!” “Ok non lo faccio più!” Disse alzandosi. “Però era divertente…” Aggiunse prima di chiudersi la porta alle spalle. “Stiamo rasentando il ridicolo… che qualcuno mi aiuti…!” Si sfogò il bassista, iniziando a parlare da solo, lamentandosi dei comportamenti di Billie e incolpandolo di qualsiasi cosa, dal vicino che fa rumore alle due di notte al riscaldamento globale. E mentre Mike sclerava, il campanello d’entrata iniziò a suonare: il vocalist, che passava di lì, andò ad aprire e non appena vide chi era rimase immobile, e poi estasiato si inginocchiò a terra con le braccia spalancate, con un sorriso ebete in volto, di chi ha appena visto la Madonna. “Sei venuta qui per me!!” Si rialzò e prese in braccio quello che lo stava attendendo sul porticato, avvolto da una luce divina. “Ehi Billie, che ti pren… oh mio Dio. È venuta qua da sola?” Esclamò Trè vedendo l’amico in uno stato catatonico. “Sì, sì! Ma ti rendi conto?!” Urlò a squarciagola il moro sbatacchiando Blue, la sua chitarra, a destra e a manca e facendo svegliare anche il biondo che nel frattempo era caduto in un leggero sonno dopo aver smadonnato per un abbondante quarto d’ora. “Uh, uh, uh, uh!! C’è un biglietto Billie guarda!!! Leggilo, leggilo, leggilooo!!!!” Gli fece notare il batterista che aveva già incominciato ad immedesimarsi in un investigatore privato. “È vero!! Allora vediamo dice…
La prossima volta stai più attento ragazzino rammollito! “Esatto figliolo, proprio così!” Il viso alquanto famigliare di una vecchietta comparve oltre lo stipite superiore della porta. “Aiuto!!!” Strillò Billie voltandosi per abbracciare Mike; peccato che si accorse che il suo amico non era presente solo dopo aver preso lo slancio, e quindi cadde rovinosamente a terra. “Non avrai mica paura di una povera vecchietta! In piedi femminuccia!!” Lo rimproverò l’anziana signora lasciandosi cadere facendo una capriola prima di arrivare coi piedi per terra, dato che era appesa al contrario. “M… Mike mi ha chiamato femminuccia!!” Il vocalist scoppiò a piangere battendo i pugni per terra. “E adesso cosa c’è ancora?” Il bassista fece la sua comparsa in cima alle scale. Ma il suo sguardo si addolcì subito alla vista di un povero piccolo piagnucoloso e coccoloso Billie Joe che si rotolava per terra. “Awwn poverino… chi ti ha fatto piangere? Dillo a Mike” Tentò di consolarlo il biondo prendendolo in braccio. “È shtata lei, mi ha chiamato femminuccia!” Piagnucolò il vocalist indicando l’anziana signora. “Signora non si permetta più di chiamare il mio amico in questo modo!” Esclamò fermo Mike. “Pfiù, parla quello che se la prende con quelli più piccoli di lui” Rispose spavalda la vecchina. Quest’ultima frase lasciò perplesso il bassista che si fermò un attimo a riflettere. La signora si rivolse allora a Trè che fino a quel momento era rimasto ammutolito fissandola esterrefatto. “Ma fammi sapere una cosa: il tuo amico, quello lì bassino, fa sempre così?” “Chi Billie? Oh sì, ma quello è il minimo mi creda…” Rispose lui alzando gli occhi al cielo. “Sa signora, anch’io vorrei una nonna come lei…” Ammise poi il batterista arrossendo leggermente in viso. “Oh, anche a me piacerebbe avere un nipote come te figliolo, forte e robusto, e non quel rammollito che mi ritrovo che passa la maggior parte delle sue giornate davanti al computer e non ha neanche il coraggio di trovarsi uno straccio di fidanzata!” “Lei è proprio forte, sa nonnina? Ma dico, come faceva a stare appesa in quel modo?” Domandò Trè curioso. “ Vent’anni come ufficiale nell’esercito, ecco come figliolo! Poi quei pappamolli mi hanno mandata via per aver picchiato uno che aveva paura di un semplice e innocuo amputamento di una gamba!” Raccontò la vecchietta agitando il suo bastone per aria. “MA IO HO CAPITO CHI È LEI!!” L’urlo di Mike interruppe la conversazione tra i due. “Lei è quella che mi ha preso a borsettate mentre… beh ecco… ehm… mentre stavo prendendo a cartellate stradali Billie…” Svelò il biondo mentre quel ricordo fece rabbrividire il povero Billie che ancora teneva in braccio. “Oh, ce ne hai messo di tempo! Scommetto che questo giovanotto… come ti chiami figliolo?” “Trè” “Ecco, scommetto che Trè l’avrebbe capito subito!” Esclamò la vecchietta. In tutta risposta gli altri due membri del gruppo si guardarono in faccia trattenendo a stento una risata. “Vabbè, signora la ringraziamo molto per averci riportato la chitarra di Billie sana e salva…… vuole che le offriamo qualcosa? Non so, una tazza di thè…” Esordì il bassista interrompendo quell’imbarazzante silenzio nel quale i quattro erano caduti. “Nonnina vuole un po’ di questa?” Domandò Trè porgendole la bottiglia che teneva in mano. “Ma cosa dici Trè, non si offre la birra alle vecch…” Il biondo si blocco di colpo quando l’anziana signora strappò dalle mani del batterista la bottiglia e se la scolò tutta d’un fiato. “Ma che…?!” “Nonnina lei è un mito!! Non ci sarei riuscito neanch’io!!!” Esclamò Trè fissando incredulo la bottiglia vuota. “Ah, mi ci voleva proprio! Era da tanto che non bevevo un po’ di birra! Quell’idiota di mio figlio non me la compra mai, dice che fa male alle persone di una certa età come me” La vecchietta si diresse verso la porta d’entrata. “Io vi saluto ragazzi buona giornata!” “No, aspetti un attimo nonnina!” La bloccò Trè mentre correva in cucina. Poco dopo fu di ritorno con una bottiglia di birra in mano. “Volevo darle questa! Dato che suo figlio non gliela compra…” Disse porgendola all’anziana signora. “Grazie figliolo, non dovevi! Lasciati abbracciare…” “È stato un piacere nonnina, non la dimenticherò mai!” Il batterista accompagnò la vecchietta alla porta e la salutò con un gesto della mano. “Oh mio Dio ma chi era quella?!” Esordì scioccato Mike. “È la nonnina più super del mondo, ecco chi è! Ma dico ragazzi l’avete vista?!” Rispose Trè saltellando sul posto. “Sarà, ma a me quella donna fa paura! A te no Billie? Billie…?” Il bassista scosse il povero nano che nel frattempo si era addormentato profondamente. “Chi…? La vecchietta…? È forte sì…” mugugnò socchiudendo gli occhi. “Vabbè…” Alzando gli occhi al cielo e sbuffando, Mike si diresse al piano di sopra con ancora il corpo del suo amico semi-svenuto tra le braccia, dove avrebbe potuto godersi qualche ora di meritato riposo. Arrancò fino alla camera del vocalist e lo adagiò sul letto per riprendere fiato dopo la salita, o meglio ardua arrampicata, e constatando il fatto che Billie avrebbe dovuto perdere qualche chilo. Si diresse poi di nuovo verso il moro e si fermò a osservarlo pensoso: lo doveva lasciare così 0 doveva tentare di metterlo sotto le coperte? Si convinse del fatto che non poteva far prendere freddo al suo migliore amico, quindi avvicinandosi lentamente iniziò a levargli i pantaloni e la maglietta, lasciandogli su solo i boxer. Lo fissò ancora, indeciso sul da farsi: come faceva a tirarlo di nuovo su e metterlo sotto le coperte senza svegliarlo e senza farsi prendere per un maniaco? Mentre pensava si perse tra i tatuaggi del vocalist: belli, che coprivano gran parte delle sue braccia e parte del suo petto candido, e poi quelli sulle gambe, fasciate da quei boxer aderenti… “Mike concentrati, mettere Billie sotto le coperte, questo è il tuo obiettivo… non far sì che i tuoi pensieri vengano deviati da uno stupido nanetto sexy…” Sussurrò a se stesso per tentare di calmarsi. Riprese le facoltà mentali, sollevò di nuovo delicatamente l’amico, e finalmente riuscì a rimboccargli le coperte. Tirò un respiro di sollievo e si sedette sul bordo del materasso, a contemplare la figura del moro e passando le dita nei suoi capelli increspati. Dopo un po’ decise di lasciarlo dormire in pace e uscì dalla stanza chiudendo la porta. “Oh Michael Michael… neanche tu sai resistermi…” Sogghignò Billie rivolgendo lo sguardo verso la poca luce che filtrava da sotto di essa. Holaaa!! Capitolo lungo! :D u.u piaciuto? Devo dire che io quella vecchietta la vorrei come nonna u.u Comunque! Vado di corsa quindi non ho molto da dire.... se non: RECENSITE!! :D e che non so perchè ma oggi scrivo in verde, non.lo.so. Vabbè, alla prossima! |