The true story of three men, a tie and a train

di I am in love with a train
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una serata tra amici ***
Capitolo 2: *** Do you really think this 'bout me? ***
Capitolo 3: *** Y'know? ***
Capitolo 4: *** Vetri e cuori infranti ***
Capitolo 5: *** Ma ti rendi conto?! ***
Capitolo 6: *** Perchè i peggiori incubi si ripresentano sempre, Billie... ***
Capitolo 7: *** Jenny ***
Capitolo 8: *** I heard you crying loud ***
Capitolo 9: *** You must be the reason I'm alive ***
Capitolo 10: *** Are you fucking kidding me? ***
Capitolo 11: *** They love Beautiful ***
Capitolo 12: *** Trè's revenge ***
Capitolo 13: *** Mike il salvatore ***
Capitolo 14: *** PIROMANE!! ***
Capitolo 15: *** L'insospettabile sospetto ***
Capitolo 16: *** Tra cravatte sperdute e tutù rosa ***
Capitolo 17: *** Nonhoabbastanzafantasiaperiltitolo ***
Capitolo 18: *** She is the granny most super in the world ***



Capitolo 1
*** Una serata tra amici ***


Allora, ehm.... questo primo capitolo è nato in un momento di sclero totale di noi due autrici e... speriamo solo che riusciate ad apprezzarlo (e a comprenderci). Le recensioni sono gradite come la nutella :3


“Vado al supermercato” Aveva detto Trè prima di sparire vestito da donna, ma gli amici erano abituati e quindi non ci avevano fatto molto caso.
Billie e Mike erano accoccolati sul divano da quali “buoni amici” che erano a guardare un film dell’orrore: il genere preferito del biondo e una delle scuse predilette dal moro per stargli vicino.
“Aiuto Mike, questa scena mi fa tanta paura!” Strillò come una femminuccia il vocalist stringendo forte l’amico e nascondendo il viso nel suo petto.
“Oh, dai Billie vieni qui non avere paura” Gli disse allora dolcemente il bassista accarezzandogli i capelli corvini.
“Evvai!”
I due rimasero per un tempo non ben quantificato di fronte alla televisione, molto probabilmente senza neanche notare il fatto che oramai il film era finito da un pezzo, e che ora davano “Via col vento” in edizione speciale con tutte le scene tagliate, cosa che prevedeva più di quattro ore di scassamento di maroni.
“A proposito, Trè non è ancora tornato dal supermercato, a quest’ora dovrebbe essere già chiuso, non trovi anche tu Billie?”
“Mmh” Fu la debole risposta dell’amico che era intento a godersi al meglio quel momento fra le braccia di Mike.
“Ma non sarà il caso di andarlo a cercare?” Domandò il bassista preoccupato, che in realtà non capiva neanche lui il motivo di tutta quella preoccupazione, lui che se n’era sempre bellamente sbattuto di cosa faceva il loro caro batterista.
“No, adesso non ne ho voglia, sono tanto stanco” Rispose Billie che per una volta era felice di gustarsi qualche momento da solo col suo “migliore amico” senza avere Trè fra i piedi.
“Sì, in effetti hai ragione, ci andremo domani mattina a cercarlo…” Assentì l’altro.
“Billie?”
“Sì?” La voce del vocalist era ormai andata a farsi benedire lasciando posto ad una vocina sognante e ad uno sguardo che risultò inquietante agli occhi dell’amico.
“Guarda che la scena che ti faceva paura è finita da un pezzo, ora puoi anche tirarti su” Gli disse il biondo.
“No, io ho ancora tanta paura!” Tagliò corto il moro sistemandosi meglio fra le braccia dell’altro e facendosi piccolo piccolo. In quel momento per lui Trè sarebbe potuto anche sparire dalla faccia della Terra, non gliene importava nulla.
La serata trascorse così, Mike si guardò altri svariati film dell’orrore rispolverati dalla sua vasta dispensa di pellicole cinematografiche da bravo intenditore (??) qual era, ridendo di gusto nei momenti più cruenti e tenendo in braccio Billie ormai ridotto ad uno stato di veglia semicosciente.
“Billie il film è finito” Le parole del bassista lo riportarono alla realtà. Il vocalist mugugnò qualcosa ma non si mosse di un millimetro.
“Billie andiamo a letto?” Chiese il biondo.
“Sì” Fu la debole risposta dell'altro.
Mike fece per alzarsi, quando la voce di Billie lo fermò.
“Mike?”
“Sì Billie?”
“Sono taanto stanco, mi porti in braccio?”
“Sì certo”
“Mike?”
“Sì?”
“Mi leggi una storia prima di dormire?”
“Certamente Billie”
“Mike?”
“Sì Billie?”
“Dormi con me che ho ancora taanta paura?”
“Ehm… non lo so, poi vediamo Billie, ok? Ma adesso andiamo” Rispose il bassista sollevando l’amico di peso dal divano.
 
“Mike, mi racconti un’altra storia? Daai l’ultima” Lo supplicò Billie.
“No dai Billie, è l’ottava storia che ti leggo, ho sonno voglio andare a dormire!” Rispose spazientito il biondo.

“Per favore Mickey!” Lo implorò il vocalist mettendosi in ginocchio sul suo lettino e facendo gli occhioni dolci.

“E va bene, però questa è l’ultima ok?” Disse il bassista rassegnato abbozzando un sorriso.
“Sìì!!!” Esultò Billie tutto contento.
A metà storia Mike non riusciva più a tenere gli occhi aperti tale era la stanchezza.
“E la fatina…… Yawn…… con i suoi incantesimi……Yawn…… trasformò la piccola serva…… in una principessa……” Così si addormentò all’istante cadendo all’indietro sul materasso.
“Yuppie!!” Il moro soffocò un gridolino, non aspettava altro: poggiò la testa sul petto dell’amico rannicchiandosi vicino a lui e assopendosi beato.

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Capitolo 2
*** Do you really think this 'bout me? ***


Bene, ecco a voi il secondo capitolo. Vorremo precisare una cosa che ci siamo dimenticate: la storia è ambientata a casa del nostro caro Mike :3 e vorremmo ringraziare tutte quelle buone e brave persone che hanno letto la nostra storia, siamo onorate di ciò *O* se poi ci lasciaste anche una recensione (positiva o negativa che sia) ne saremmo ancora più felici :) ci piacerebbe venire a conoscenza di ciò che pensate in merito alla nostra storia, e sapere anche se c'è qualcosa che va migliorato :)
Ora vi lasciamo al nuovo capitolo, "buona" lettura! ^_^


LA MATTINA DOPO…
Billie si svegliò presto, fresco e riposato; ma siccome non aveva voglia di alzarsi si risistemò meglio tra le braccia dell’amico, che inconsapevolmente aveva adempito al compito di cuscino per tutta la notte. Rimase così per un po’, cullato dai sui “bei” pensieri, quando venne distratto dallo scricchiolare del letto sotto ai movimenti del biondo, che si stava svegliando.
Iniziò allora ad allentare la presa dalle spalle di Mike, almeno per dargli la possibilità di respirare.
“Yawn…… Dove… sono?” Gli occhi azzurri del bassista si dischiusero, aprendo al più piccolo le porte del paradiso: sarebbe rimasto ore ad osservarlo.
E mentre Billie iniziava a perdersi nel suo mondo di frutta candita e confetti rosa, Mike tentava di divincolarsi dalla stretta ferrea di quest'ultimo, che, nonostante si fosse allentata, non accennava a lasciarlo.
“Uhm… Cosa?”
“Billie cosa… COSA CI FAI NEL MIO LETTO?!” Urlò spaventato il biondo.
“Cosa… ma… ma… COSA CI FAI TU PIUTTOSTO NEL MIO LETTO??!” Il moro mollò velocemente la presa dalle sue spalle, fingendo stupore.
“IL TUO LETTO?! Ma che diavolo…?! BILLIE JOE ARMSTRONG, come ho fatto ad addormentarmi qui?!” Gridò ancora più forte Mike, alzandosi di scatto e scaraventando l’amico contro la testiera del letto, alla ricerca di oggetti contundenti con i quali avrebbe potuto colpirlo la sera prima, senza trovarne traccia ovviamente. In compenso trovò un interessantissimo paio di jeans giallo fosforescenti appartenenti sicuramente a quello che ora si contorceva sul letto fingendo il suo più completo dolore; in fin dei conti, i suoi gusti hanno sempre lasciato a desiderare…
“AHI, mi hai fatto male, cattivo!!” Piagnucolò Billie nel tentativo di far calmare l’altro e cercando di farlo avvicinare per farsi consolare a causa del colpo alla testa che aveva appena preso, ma che aveva ovviamente finto.
“Ufff… Scusa… Ma ora spiegami… cosa ci faccio io QUI???” Disse il bassista, abbassando il tono della voce.
“Io non lo so…… mi stavi raccontando una storia… sai quella che mi piace taanto??” Chiese il vocalist con fare mellifluo.
“Sì… ma va avanti!”
“Beh… e poi non so! Io mi sono addormentato!! Non so tu come abbia fatto a finire nel mio letto… Senti non so tu, ma io ho fame, scendiamo a fare colazione?” Come se nulla fosse successo, si alzò e si diresse verso la porta, voltandosi non appena si accorse che Mike non lo stava seguendo.
“Ma che…?! Come puoi saltare da un discorso all’altro in questo modo??! Comunque d’accordo, scendiamo, ma poi noi due facciamo i conti!!”
“Ok… se lo dici tu…” Rispose il moro, soffocando una risata.
I due scesero le scale, Billie con un sorriso soddisfatto stampato sul viso, Mike provando moolta diffidenza verso il suo migliore amico.
“Buoni vero i pancakes?? Vedi che sono capace a fare qualcosa senza far esplodere tutto quello che mi sta intorno o far del male alle persone che passano nel raggio di 100 metri??” La voce impaziente di Billie risuonò nelle orecchie del biondo, e come era arrivata scomparve; era ancora troppo preso dai suoi pensieri e le sue elucubrazioni mentali per prestare attenzione alle frivolezze per le quali lo interpellava il suo amico. Infatti si dovette far ripetere qualche volta la domanda prima che riuscisse a svegliarsi dal suo stato.
“Sì, bravo Billie… bravo…”Il bassista rispose con ancora la bocca piena di sciroppo d’acero e pastella miracolosamente ben cotta: doveva ammettere che erano proprio buoni, a differenza dei soliti “esperimenti” del suo coinquilino, che in effetti finivano sempre con l’esplosione di uno dei suoi elettrodomestici o con la cucina completamente avvolta dalle fiamme (nessuno in quella casa era un grande esperto di fornelli o fuochi vari).
“Eh beh?? Solo bravo?? Ho dato il meglio di me!! E poi non si parla con la bocca piena, maleducato!!” Lo sgridò l’altro girandosi, dando sfoggio del  grembiulino a fiori che indossava addirittura con fierezza (Mike ha sempre avuto dei gusti moolto strani).
“Oh scusa mammina…… Ahahah!!” Rise di gusto il diretto interessato, provocando grande irritazione nell’amico, che divenne porpora e spinse forte le unghie nei palmi chiusi a pugni; era facile e divertente farlo arrabbiare, e ancora più bello era vedere le sue reazioni esagerate.
“Ahah, molto divertente. Io non lo dicevo solo per il fatto dell’educazione, ma anche perché quando si parla a bocca piena si rischia di soffocare, e non ho voglia di pensare a un alibi e spiegare alla polizia che non c’entro nulla con la tua morte, a parte per il fatto di averti fatto fare un ultimo pasto da re…”
“Come sei tragico!!”
“No è diverso, io sono realista, e siccome ti conosco…”
“Ma se non sai neanche cosa significa ‘realista’!! Comunque, penso che ora tu sia abbastanza lucido per provare a ripescare nei tuoi ricordi e dirmi cos’è successo ieri sera!” Il tempo dei giochi per il biondo era finito, e ora era curioso di sapere cos’era realmente accaduto.
“Ma te l’ho detto Mickey, non mi ricordo…… Ehi aspetta un momento, perché tu pensi che io ti……Scherzi Michael, vero??”
“Cosa? Ma che dici??.......... beh, forse per un attimo…… ma poi ho scartato subito l’idea!!!” Disse per tentare di discolparsi il bassista, imbarazzato per quello che era andato a pensare a proposito del suo migliore amico. Spostò lo sguardo verso i suoi piedi, per evitare quello di un Billie incazzato nero che stava con le mani puntellate sui fianchi e il viso contrito in un espressione accigliata.
“Mike mi stupisco di te!! Come hai potuto anche solo per un attimo non fidarti di me, il tuo migliore amico!!”
“Senti, mi spiace tanto… Non volevo dubitare di te… Facciamo pace?” Chiese dispiaciuto l’altro, abbozzando un sorriso e porgendogli il suo mignolo.
“Mh…” Il moro mise il broncio, incrociando le braccia e voltandosi con fare altezzoso; Mike allora lo fisso ancora per un po’ di sottecchi, tentando di addolcirlo.
“Daai… Guarda che se non facciamo pace non ti parlo più!”
“No no, ok!” Affermò il vocalist, affrettandosi a porgrgli anche il suo di mignolo.
“Bene! Ora che ne dici se andiamo a cercare Trè?” Domandò il bassista, curioso di sapere che fine avesse fatto il loro terzo componente.
“Ok…… Ma dimmi, da quant’è che ti interessi così tanto di Trè?”
“Forse da quando è diventato nostro batterista nonché componente essenziale del gruppo? E poi perché, a te non importa nulla di sapere che fine abbia fatto il nostro amico?”
“Acuta osservazione” Rispose il moro, dopo un attimo di ragionamento. 
 

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Capitolo 3
*** Y'know? ***


Ecco qua il terzo capitolo, è un po' corto, ma ci auguriamo possa piacere lo stesso :3 ringraziamo ancora tutte quelle buone anime che hanno letto la nostra storia e Vale Dirnt che l'ha messa tra le seguite, siamo fiere di ciò nonostante questa possa essere considerata una piccolezza, e ti diciamo che sei una ragazza meravigliosa *O* detto questo, aggiungiamo che le recensioni sono gradite quanto la nutella e le gibson (u.u), visto che finora non ne abbiamo ancora avute (il fatto è che magari la nostra storia non vi piace... sono dei dubbi che divorano la notte D:), e la smettiamo definitivamente di scassare le balle lasciandovi al capitolo :3

“Bene, non penso che Trè sia ancora al supermercato… Da dove possiamo iniziare?” Chiese Mike sul ciglio della porta, mentre si metteva il suo giubbotto di pelle preferito.
“Io so dove trovarlo!” Disse Billie in un momento di illuminazione divina.
“Dev'essere per forza dal fruttivendolo!!”
“Ma che dici Billie, Trè non mangia verdura da... Ah già...” Il bassista si bloccò a metà frase, ricordando che il suo amico utilizzava la lattuga in maniere “alternative” (Trè era un tipo moolto fantasioso...).
I due allora uscirono di casa e attraversarono quel tratto di giardino rivestito di ciottolato che li separava dalla macchina parcheggiata appena fuori dal garage.
“Bene allora: direzione fruttivendolo!!” Il biondo aprì la portiera e si catapultò letteralmente dentro al suo SUV, infilzandosi anche con la leva del cambio.
“Un momento! La sicurezza prima di tutto!!” Affermò l’altro, che nel frattempo si era comodamente seduto sul sedile del passeggero, allacciandosi la cintura.
“Che strazio che sei Billie!! Peggio di mia nonna!!” E così il bassista mise in moto il veicolo, uscendo dal vialetto di casa sua e quasi mettendo sotto il postino, una delle vittime predilette dal perfido basettone.
Il viaggio fu duro ed estenuante, nonostante durasse poco meno di 10 minuti, a causa dei continui chiacchiericci del cantante su tutto quello che gli passava per la mente: Mike pensò che neanche la sua ex ragazza lo aveva mai stancato così tanto con il suo continuo parlare, e questo è tutto dire.
Arrivati finalmente a destinazione, i due girarono senza meta per tutto il mercato, chiedendo alle diverse persone che incontravano se avessero visto il loro amico, mostrando loro sue foto (una in versione Trè Cool e una in versione Zia Franka).
“Mi sembra di averla vista questa signorina… un individuo molto particolare! Aveva un accento strano, e sembrava avesse la barba… Comunque, è passata di qui questa mattina presto, non saprei dirvi dove si trova ora…” Disse il fruttivendolo che, nonostante fosse vecchio, aveva ancora un buon occhio quando si trattava di distinguere un qualche individuo del gentil sesso.
“OH-MIO-DIO. Secondo lei quella era veramente una donna??” Chiese Billie sconvolto.
“Ehm… grazie per l’informazione… Andiamo Billie” Si affrettò a concludere Mike per evitare un crollo psicofisico dell’amico dopo ciò che gli aveva detto quell’uomo, e lo portò via tirandolo per un braccio.
Attraversarono a ritroso tutto il mercato, e corsero via verso il parcheggio.
“Però… non lo trovi strano?” Domandò il moro, risalendo sull’auto.
“Strano cosa?”
“Il fatto che Trè non si sia fatto la barba, lo sai, quando si traveste da donna ama curare il suo aspetto…”
“In effetti… Comunque! Prossima meta? Centro commerciale?” Propose il biondo, tentando di sviare il discorso senza senso dell’amico.
“Perché proprio il centro commerciale? Ah, forse lo possiamo trovare nel reparto dei profumi?” Tirò ad indovinare il vocalist, ricordando la predilezione di Trè per i gigli.
“In verità io pensavo di comprarmi un nuovo paio di pantaloni…”
“Come, Mike?”
“No, nulla!! Hai ragione Billie, mi hai proprio letto nel pensiero!” Il bassista rivolse un tenero ma sforzato sorriso all’altro, e mise in moto l’auto.
“Bene!” E così i due di avviarono, nella speranza di trovare il loro terzo componente e dei pantaloni per Mi… cioè, di riportare a casa Trè.
 
Fortunatamente per il biondo, non ci furono ulteriori soliloqui del più piccolo, che ora era tutto concentrato sul suo cellulare.
"Ehi Billie, a cosa stai giocando di bello?" Chiese Mike tenendo lo sguardo fisso sulla strada.
"Ad un gioco strano, sai, si chiama tetris..." Rispose il moro impegnatissimo a smanettare con il telefonino.
"A si? E come sta andando la partita?"
"Bah, non bene, sai, tutte queste mucche non vogliono entrare nel recinto!" Disse il vocalist, evidentemente arrabbiato con questi "bovini". Mike rimase un po’ stroncato dalla demenza del suo amico, ma poi si riprese, facendogli appunto notare che forse aveva capito male lo scopo del gioco.
"Ah sì? Allora mi fai vedere tu come si gioca, y'know?" Controbatté il nano in tono di sfida.
"Magari dopo Billie, che adesso sto guidando, eh?"  Concluse il biondo tornando a concentrarsi sul volante. 
 

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Capitolo 4
*** Vetri e cuori infranti ***


uhm... questo capitolo è abbastanza corto, e... beh, non abbiamo nient'altro da aggiungere :) buona lettura :3


Arrivati al centro commerciale, girarono per tre ore nel parcheggio, nel tentativo di scovare un posto tra una macchina verde e una rossa, perché quel giorno Billie era ispirato dall’Italia.
Era ormai più di mezz’ora che cercavano l’amico scomparso, tanto che avevano avanzato l’idea che fosse stato rapito dagli alieni o da un circo itinerante, che si sa essere sempre a caccia di nuovi protagonisti per i loro show.
“Mike...” Sussurrò il moro voltandosi e spalancando gli occhi di colpo.
“TI AMO!!!!”
“COSA?! Billie, lo sai che anch'io ti voglio bene, ma sta succedendo tutto così in fretta, cioè, non mi aspettavo una reazione simile, insomma, così, senza preavviso... potevi almeno chiamarmi prima, farmi uno squillo... abbiamo passato tanti bei momenti insieme, perchè non me l'hai mai detto? Ma poi pensa ad Adrienne, ai tuoi figli... cosa penseranno di te??” Rispose il bassista che, nonostante fosse un po' scioccato, cominciava a prendere in considerazione l'offerta.
Intanto “l’amico” gli correva incontro a braccia spalancate e con la faccia di uno che ha appena visto la Madonna.
“Oh Billie...” Disse Mike pronto a ricambiare l'abbraccio (o forse qualcosa di più).
 Era fermo lì, con le braccia tese verso l'esterno, gli occhi chiusi e un sorriso da ebete stampato sul volto, e non si accorse che Billie gli passò di fianco senza manco filarlo, e che andò a finire nella vetrina del negozio più vicino, dopo averla prontamente sfondata a mo' di Terminator.
Dopo dieci minuti (durante i quali la gente che passava aveva guardato male il poveretto che non si era mosso di un millimetro) il bassista riaprì gli occhi e si voltò alla ricerca del suo innamorato, accorgendosi che i sentimenti del vocalist non erano rivolti a lui, ma alla cravatta esposta nel negozio.
“Ah” Esclamò il biondo con la delusione dipinta in viso. E lui che si era già figurato la sua fantastica quanto improbabile vita con Billie...
Entrò anche lui, rassegnato, notando le facce scioccate delle commesse, che ancora fissavano i frammenti di vetri per terra.
“Oddio Mike hai visto che roba??! Non è fantastica??! Ti amo tesoro mio, ti amo!!!” Urlò a squarciagola il moro, in adorazione dell’oggetto che teneva tra le mani.
“Sì sì, va bene Billie, ora comprala e usciamo di qua, prima che quelle lì si risveglino dal loro stato di coma e ci chiedano spiegazioni a proposito di questo disastro” Tagliò corto il bassista, che si chiedeva cosa ci fosse realmente nella testa del suo migliore amico per amare un pezzo di stoffa.
“Sìììì!!!”
Andarono alla cassa, pagarono e tornarono alla ricerca del terzo componente del gruppo, quello cerebroleso. 




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Capitolo 5
*** Ma ti rendi conto?! ***


“Senti, io non so più dove cercarlo, torniamo a casa e aspettiamo che si faccia vivo lui…” Sbuffò Billie, che non ce la faceva più a trascinarsi da un negozio all’altro alla ricerca di Trè.
“Idea! Ma perché non proviamo a chiamarlo? Il telefono tanto lo ha a dietro!”
“Mike, e tu mi vieni a dire solo ora che ha il cellulare con sé? Ma ti rendi conto che se lo avessi detto prima ci saremmo potuti risparmiare tutto ciò e io sarei ancora a letto a fare la nanna abbracciato a t… cioè, tra le mie belle coperte?” Chiese il moro, evidentemente scioccato.
“Sì sì, va bene… T… T… T… Ecco, Trè! Bene, sta suonando! Vediamo se per una volta lo sente o è completamente sordo! Ehi Trè sono Mike! Sì sì, ma dove sei ci hai fatto preoccupare! Come perché! Sei scomparso nel nulla senza far sapere niente! Devo guardare davanti a me? Aspetta… Oh, eccoti lì! Ciao Trè, grazie eh!”
“Ma che diavolo…?! Perché non lo abbiamo visto prima?! Direi che si distingue abbastanza!” Esclamò il vocalist, andando in contro all’amico/a.
“Ciao ragazzi, come va?” Domandò Trè (o meglio Zia Franka).
“Come va?! Come va??! Non sarebbe neanche da chiedere!! Ci hai fatto penare, e in più ho perso ore preziose di sonno per colpa tua!!!” Gridò Billie, infuriato come un bufalo.
“Ecco che ci risiamo con la ragazzina isterica…” Disse alzando gli occhi al cielo Mike, che non ne poteva più dei rimproveri e delle reazioni esagerate del nano.
“Dai BJ calmati… Mi sembra di essere un adulto responsabile… Non potete starmi sempre a dietro come se avessi 2 anni…”
“Trè, ‘adulto’ e ‘responsabile’ sono due parole che se usate per descriverti devono essere sempre precedute dal ‘non’… E in caso contrario non devono mai essere usate in un’unica frase!”
“Eddai Billie, come la fai lunga! Andiamo a casa, va’!” Disse il batterista, con la sua solita flemma.
“Ok…”
Così i tre (o meglio quattro) tornarono a casa. 

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Capitolo 6
*** Perchè i peggiori incubi si ripresentano sempre, Billie... ***


Ecco il sesto capitolo :3 Ringraziamo tanto Jade Shenanigans che ha recensito, ci hai reso molto felici! :D Grazie anche a tutti quelli che leggono e... beh, buona lettura! :)


Era ormai sera, ora di andare a nanna per i più piccoli, quindi Billie, che non si era ancora staccato dalla sua adorata cravatta, si tolse i pantaloni e li buttò da qualche parte (presumibilmente fuori dalla finestra) e si mise sotto le coperte.
“E vissero tutti felici e contenti”
“Woow… non avrei mai immaginato che alla fine sarebbe arrivato il Principe Azzurro… E tu, Mike?”
“Non lo avrei immaginato neanch’io, Billie. Ora dormi, da bravo” Disse Mike con fare paterno, carezzando i capelli neri dell’amico. Gli rimboccò le coperte, gli diede il bacio della buonanotte (un bacio sulla fronte, mica che vai a pensare male…) e uscì dalla stanza spegnendo la luce.
“ No Mike non farlo!! Ho paura del buio!” Urlò il vocalist rintanandosi sotto la coperta.
“Ok Billie, ti lascio accesa la lucetta…”
“Sìì, lucetta!!!”
“…Ehm, sogni d’oro” E il bassista uscì definitivamente dalla stanza.
Il più piccolo, nel suo bel lettino, si addormentò cullato dalla voce dell’amico che ancora gli rimbombava piacevolmente nelle orecchie.
“Trè guardalo! Ma non è carino quando dorme?” Esclamò Mike osservando Billie dormire sempre abbracciato stretto alla sua cravatta. In quel momento Mike rimpianse di non essere nato cravatta.
“Ehm… Dicevi Mike? Scusa ma non stavo ascoltando…” Interruppe Trè facendo tornare la mente del biondo dal “Fantastico mondo delle cravatte”.
“Non è carino Billie quando dorme?” Ripeté lui con voce mooolto sognante.
“Carino QUELLO? Con un’espressione ebete, la bava alla bocca, la maglietta sudata da far vomitare e inzuppata di birra e le mutande che ancora un po’ gli arrivano alle caviglie? Scusa ma a me fa anche un po’ schifo! Oh, e poi non dimentichiamoci di quella cosa che tiene stretta tra le braccia! Ma è ancora una cravatta o l’ha usata come carta igienica? Billie è una sottospecie di goblin, è da anni io che lo sostengo!” E detto questo si dileguò, lasciando l’amico al suo mondo degli aggeggi da collo.
“Povero piccolo… gliene dice di ogni Trè… però in effetti quella cravatta si è trasformata dal bianco al marrone in una sola giornata…” Pensò il bassista, mentre contemplava il suo nano preferito.
 
Il mattino seguente Mike si svegliò molto tardi, a causa della stanchezza accumulata il giorno prima nel correre per negozi.
Non appena aperti gli occhi, sentì delle urla provenire dal salotto.
Sarà il solito Trè che tortura Billie con qualcuno dei suoi giochi mattutini da cerebroleso” Pensò il bassista strofinandosi gli occhi.
Si alzò dal letto infilandosi le pantofole, per poi dirigersi nel luogo in cui si stava svolgendo il “misfatto”. Le urla si facevano sempre più forti e nitide.
Oh mamma mia, cosa gli starà facendo quel pazzo?! Non ho mai sentito Billie strillare in questo modo!” Si chiese fra sé e sé. Ma la scena che gli si parò davanti era ben diversa da quello che si immaginava: Billie era inginocchiato sul divano, intento a sventrarlo con un coltello. C’erano piume che volavano dappertutto.
“Oh mio Dio Billie, che cazzo stai facendo?! Pensavo che la fase de ‘l’accoltellamento divani’ fosse superata!” Urlò il biondo sconvolto. A sentire la voce dell’amico, Billie si voltò di scatto.
“Tu...” Sussurrò con gli occhi ridotti a due fessure.
“DIMMI DOVE L’HAI MESSA!!!” Urlò saltando addosso a Mike e inchiodandolo a terra.
“MESSO COSA??!” Il bassista era letteralmente terrorizzato.
“LO SAI COSA!!!”
“NO CHE NON LO SO!!”
“LA MIA CRAVATTA!!!!” Le mani di Billie si chiusero attorno al collo dell’amico.
“A-fi-o T-è!! (aiuto Trè)” Tentò di gridare il biondo, che pensava fosse giunta la sua ora.
Ma nessuno venne in soccorso della povera vittima.
“-illie –a-mahi!! (Billie calmati)” Con uno sforzo immane il biondo riuscì a togliersi dal collo le mani del moro, che intanto si dimenava per raggiungerlo di nuovo.
“… Billie… calmati!!” Tentò di dire tra un respiro e l’altro.
“DOVE L’HAI MESSA??!”
“CAZZO BILLIE, DATTI UNA CALMATA!!”
Il vocalist si fermò per un momento con un’espressione interrogativa sul volto.
“È in lavatrice”
“Cosa??”
“La cravatta”
“Ah”
“…” Billie appariva pensoso, e Mike non accennava a proferire parola. Il silenzio calò tra i due.
“CACCHIO E COSA ASPETTI, TIRALA SUBITO FUORI DI LÌ!! NON VOGLIO CHE FACCIA LA STESSA FINE DI ZERO!!” Billie era ancora più preoccupato di prima.
“Ma ti sei rotolato per tre ore nel fango ieri, DEVE essere lavata!!” Cercò di convincerlo Mike, ricordando i giochi da imbecille che il suo amico amava fare.
“Ho detto TIRALA FUORI DI LÌ!!!!” Ordinò il moro lanciandosi sull’altro e ricominciando a strangolarlo.
Il bassista esanime si trascinò fino alla lavatrice, aprì lo sportello e sbatté il pezzo di stoffa in faccia a Billie, cercando di immagazzinare più aria possibile nei polmoni.
“Amore va tutto bene, tuuutto bene…” Sussurrò il vocalist accarezzando dolcemente la sua amata, per poi afferrare Mike per il colletto del pigiama prima che potesse tornare ad avere una respirazione normale.
Il bassista emise un gemito strozzato, ma vedendo l’amico coccolare la sua cravatta tornò a far visita al “fantastico mondo degli aggeggi da collo”, isolandosi dalla realtà (o molto più probabilmente era svenuto).
Dopo un po’ Mike si riprese, e i due tornarono in salotto; e il moro si sedette sul divano (o almeno ciò che ne restava) a sussurrare altre dolci paroline alla sua cravatta. 

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Capitolo 7
*** Jenny ***


eccoci al settimo capitolo! :D ringraziamo sempre tutti quelli che leggono (che invitiamo a lasciare una recensioncina alla nostra storia, sapete, non costa nulla, e ci renderebbe molto felici :3) e Jade Shenanigans,che recensisce :3 :D molto bene, ora vi lasciamo al capitolo, buona lettura :3


Trè intanto si era appena svegliato da un incubo in cui i tizi con le maschere di Basket Case lo costringevano a mangiare dosi industriali di lattuga, mentre lui piangeva per lo spreco di tutto quel ben di Dio e si rigirava fra le coperte del suo lettino abbracciando (e baciando) il cuscino (segno che quella notte Trè non aveva fatto solo incubi).
Dopo mezz’ora passata a riflettere sulla teoria di un universo parallelo, decise di alzarsi. Ancora assonnato si costrinse a levarsi di dosso le sue morbide coperte profumate (Mike era un’ottima colf) e a scendere dal letto; a fatica si trascinò fino al soggiorno.
Stava ancora fantasticando su ciò che aveva sognato quando quello che vide nella stanza lo fece sussultare, qualsiasi cosa significasse quella parola.
“Ehm Billie, perché il divano è fatto a pezzi e Mike si sta rotolando a terra in preda ad attacchi epilettici?” Chiese sorpreso il batterista.
“Nessuno ti farà più del male calmati tesoro… basta piangere… viene qui, piccola…” Continuò Billie ignorando completamente la domanda dell’amico.
Intanto Mike si era accorto della presenza di Trè e cercava di spiegare l’accaduto con gesti e suoni incomprensibili.
“Ok… mentre Mike pensa a cosa dirmi io vado di là a prendere del latte!! In cucina…… dal cartone……… nel frigorifero……… ehm… ci vediamo!!” E con una sonora grattata di chiappe si congedò.
Nel frattempo il bassista era riuscito a riprendersi, e urlava contro il vocalist ogni genere di insulto che conoscesse.
“BILLIE MA CHE CAVOLO TI È PRESO!! POTEVI UCCIDERMI!! HAI CAPITO, POTEVO MORIREE!!”
“Ssh, non fare rumore, Jenny si è appena addormentata. Dopo una nottata turbolenta nella lavatrice merita un po’ di riposo.” Lo zittì dolcemente il moro.
“Ma che cavolo stai dicendo Billie?? Chi è Jenny??! Oh…… non mi dirai che adesso le hai anche dato un nome! QUANDO È TROPPO È TROPPO!!” Urlò il biondo fuori di sé saltando addosso all’ “amico” e cominciando a picchiarlo e a ricoprirlo di nuovo di insulti.
“Nooo Mike cosa fai, smettila subito altrimenti Jenny si sveglieràà!” Strillò Billie con una vocina effeminata.
“E CHI SE NE FOTTE DI JENNY!! IDIOTA!!”
“Trè mio prode aiutami!”
“OH-MIO-DIO, Mike cosa stai facendo??!” Urlò Trè sulla porta della cucina.
Mike si girò verso di lui con un’espressione affranta in volto e corse via piangendo chiudendosi in camera sua come Bianca della pubblicità della Santa Lucia, e rimanendoci per molto tempo.

  

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Capitolo 8
*** I heard you crying loud ***


Stanco del russare di Billie che nel frattempo si era addormentato, Trè si alzò dal divano e si diresse al piano di sopra per andare a parlare con Bianc… ehm, con Mike.
“Mike apri la porta, dobbiamo parlare”
“Noo!!” Strillò il biondo.
“Oh, e invece sì!” Disse Trè sfondando la porta col suo ariete tascabile.
Mike era sdraiato a pancia in giù sul suo letto, il viso affondato nel cuscino bagnato di lacrime.
Tutte le foto e i poster di Billie che ricoprivano le pareti erano stati strappati, e ora giacevano sul pavimento.
“Oh… ora capisco perché la sua ex moglie ha voluto il divorzio…” Pensò il batterista sedendosi accanto al bassista, che intanto non aveva smesso di piangere.
“Dimmi cosa c’è che non va, lo sai che con me ti puoi confidare…” Disse dolcemente accarezzando i capelli biondi dell’amico.
“Billie mi odia, cioè, prima mi voleva bene ma adesso sembra che non gliene importi più nulla di me!” Confessò Mike, come fosse una ragazzina complessata.
“Ma non è vero dai, Billie sta solo attraversando una fase difficile della crescita, vedrai che presto passerà...” Cercò di rassicurarlo Trè.
“Fase difficile della crescita a 40 anni??!!” Urlò di rimando il bassista tra i singhiozzi.
“… In effetti hai ragione, ma vedrai che passerà comunque… E adesso tirati su da quel cuscino che mi sembri una ragazzina, dai…” Rispose il batterista sollevando di peso l’amico che tentava disperatamente di aggrapparsi al cuscino strillando.
Lo staccò definitivamente e di tutta risposta il biondo si avvinghiò a lui singhiozzando più forte di prima.
“Trè aiutami!! Io voglio che torni tutto come prima!!!” Le urla di Mike vennero soffocate dal suo pianto disperato.
“E va bene, farò il possibile per farvi rimettere insiem… ehm, per farvi ritornare BUOONI amici… Ma adesso togliti che mi stai infradiciando la maglietta” Disse Trè spingendo via l’amico e tenendolo sollevato di fronte a sé.
“E adesso dormi così almeno ti calmi un po’” Gli sussurrò dolcemente posandolo sul suo bel lettino e rimboccandogli le coperte.
“Guarda te se adesso mi tocca anche fare da consulente di coppia a questi due! Ah, a proposito, queste le prendo io” Pensò mentre si allontanava verso la porta, raccogliendo le foto precedentemente fatte a pezzi dal biondo dal pavimento: le avrebbe riparate e, se proprio Mike non le voleva più, le avrebbe appese in camera sua. In fondo Billie era pur  sempre un bel ragazzo (?!).
Arrivato in salotto Trè si accorse che il vocalist si era svegliato, ed era ancora intento a coccolare la sua cravatta.
“Ciao Trè, che cos’hai in mano?” Chiese curioso senza staccare gli occhi dalla sua amata.
“Ehm, nulla!!”
“Ah ok, e dov’è Mike?”
“In camera sua”
“E perché?”
“Sta dormendo”
“E perchè dorme?”
“Perché era stanco”
“E perché era stanco?”
“Ha pianto”
“E perché ha pianto?”
“Perchè dice che non lo guardi più”
“Ah, e perché non lo guardo più?”
“Non lo so, questo lo dovresti sapere tu”
“Ah ok”
“Ehm, ciao Billie”
“Ciao Trè”
Il batterista si allontanò lentamente, tenendo gli occhi fissi sul moro, per poi voltarsi di scatto, e raggiungere camera sua chiudendosi la porta alle spalle.
“La situazione è peggio di quanto pensassi” Riflettè Trè, stendendosi sul letto e cominciando a mettere insieme i pezzi delle foto.
“Mh… Billie è proprio carino in questa foto” scosse la testa “Concentrati Trè, concentrati”.
La giornata trascorse così, Mike e Trè si fecero vedere solo a pranzo e a cena, Billie continuò a coccolare Jenny, e per la prima volta in vita sua, all’ora di andare a letto il bassista non era seduto accanto al suo migliore amico per raccontargli una storia e accendergli la lucetta prima di andarsene.
Se la sarebbe accesa da solo. 

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Capitolo 9
*** You must be the reason I'm alive ***


“Perchè, perchè??” Continuava a ripetersi Mike.
Ormai per Billie non esisteva più, e Trè era più il tempo che passava fuori a svolgere attività non  ben specificate, che quello che trascorreva con gli amici. Non si ubriacava nemmeno più! E quando tornava a casa non lo guardava nemmeno. Si aspettava almeno un “ciao” visto che lui era il padrone della casa in cui vivevano da ormai un mese, con la scusa di dover staccare la spina e stare lontani per un po' dalle loro famiglie rompiscatole.
E lui? Lui era considerato solo quando avevano bisogno di soldi o quando la dispensa era vuota. Neanche fosse stato la loro madre!
“Fortuna che ho ancora voi... se non ci foste potrei diventare realmente pazzo!!”
Mike era lì, fermo alla stazione, a osservare tutti i suoi amati treni.
“Siete gli unici che mi capiscano davvero...”
Quando si sentiva giù, o pensava di aver raggiunto il limite con i suoi amici con seri problemi mentali, il bassista veniva qui, ad ammirare tutti quei vagoni lucenti sfrecciare, e si sentiva rinascere.
Ebbene sì, a Mike piacevano i treni, anche se solo in pochi lo sapevano.
 
 “... Billie, dove hai detto che stiamo andando?”
“Trè, te l'ho ripetuto 20 volte, Mike è da almeno 2 giorni che è alla stazione dei treni, non sappiamo come sta e cosa più importante abbiamo finito tutti i soldi! Quindi ora andiamo là e lo riportiamo a casa, non m'importa se non vuole! Verrà via, costi quel che costi!” Sbottò il moro, facendo gesti poco opportuni, dimenticandosi per qualche secondo di essere lui alla guida dell'auto.
“Mh...”
“Che vuoi ancora?!”
“Nulla, sta calmo!! Ultimamente hai delle reazioni esagerate e poi stai sempre attaccato a quella stupida cravatta! Eddai Armstrong, cresci un po'!!”
“Senti, sono in astinenza da sigarette per colpa di quel taccagno di Mike, che non ne compra mai abbastanza! E poi non parlare male di Jenny, mostro!!”
“Oddio, gli hai dato anche un nome a quel coso?! A volte sembri proprio un idiota! Anzi, sei un idiota!!” Urlò Trè, tanto che divenne rosso come un pomodoro. Probabilmente i due stavano facendo una gara a chi urlava di più, tanto che i pochi passanti ai lati della strada furono costretti a tapparsi le orecchie per proteggerle dagli attacchi multipli che stavano ricevendo.
“Senti chi parla, quello che va a fare la spesa vestito da donna!! Perchè tu saresti quello normale?! Se non la smetti potrei commettere un omicidio! Non m'interessa se ci sono dei testimoni!”
E Billie faceva sul serio. Si era fermato in un parcheggio e si stava avvicinando in modo minaccioso al batterista. Nel frattempo lui si era schiacciato tutto contro la portiera, in preda al panico. Tentò di aprirla, ma l'amico aveva già bloccato tutte le vie di fuga.
“BJ, ragiona! Ti prego non farmi del male, ho ancora tutta la vita davanti, ho due figli... cosa farebbero senza di me?!”
Balbettò Trè, mettendosi quasi a piangere.
“Smettila di piagnucolare, Cool!”
Billie infilò una mano nella giacca dell'amico, e ne estrasse un piccolo pupazzetto rosa.
“Nuooaah!! Mr. Coniglino Morbidino noo!! Farò tutto quello che vuoi, ma lascia andare il mio amico!” Mentre lo diceva aveva le lacrime che gli scorrevano copiose sulle guance rosse, realmente spaventato per la piega che avevano preso le cose.
“Tu resta zitto per il resto del viaggio. E vedrai che al tuo amico non succederà nulla.” Scandì lentamente il vocalist, tenendo sempre stretto tra le mani il peluche.
“Ok ok, giuro sulle mie Converse che starò buono!!” Appena finita la frase strappò di mano all'amico-mostro il suo piccolo tesoro peloso.
“Spero tu abbia imparato la lezione!” Disse Billie risistemandosi sul  suo sedile e dando un'occhiata ai capelli nello specchietto.
Il viaggio continuò senza intoppi, Mr. Coniglino Morbidino posticipò di qualche giorno la sua morte, Billie riuscì a mantenere la sua fedina penale pulita e Trè il suo pupazzo preferito.
E i due, finalmente, arrivarono a destinazione. 

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Capitolo 10
*** Are you fucking kidding me? ***


Buongiorno! :D ecco a voi il decimo capitolo!! 
Ringraziamo ancora una volta tutte le persone che leggono, Jade Shenanigans, Vale Dirnt, xmarrybj e _Italian_Idiot_ che hanno messo la nostra storia tra le seguite e Brain_Stew_ che l'ha messa tra le ricordate :D
Buona lettura e... fateci sapere cosa ne pensate! :D :3


“Mike, eccoti!! Ci hai fatto preoccupare!!” Urlò Billie, correndo incontro all'amico.
“Lasciatemi in pace, io sto bene qui.” Fu la risposta monotono del biondo, che aveva sempre lo sguardo fisso sui binari.
“Ma ma... non ci puoi lasciare soli! Ti prego Mikey, torna a casa con noi!” Controbatté Trè, facendo gli occhioni da cucciolo.
“Trè... non mi farai cambiare idea con quella faccia!! Io voglio restare qui! Perchè...”
“Perchè??” Chiese curioso il vocalist.
“Perchè.... e che diamine, ho trovato la mia anima gemella ♥” Disse sognante, facendo gli occhi a cuoricino.
“S-sul serio?!! E-e... chi sarebbe questa??!” In quel momento il cuore di Billie perse qualche colpo. Perchè non glielo aveva detto prima?? E soprattutto, chi era questa tipa?? “No no Billie, dimenticati di Mike, lui ora ama un'altra. E poi il tuo cuore batterà sempre e soltanto per Jenny...” pensava il moro, amareggiato.
“Lei, beh... si chiama Clarissa ed è... tutto per me.” Rispose con uno sbuffo, un po' imbarazzato.
“Ma perchè non ce la presenti? State già pensando al matrimonio vero??” Domandò saltellando felice Trè, come fosse un bambino in un negozio di caramelle.
“Matrimonio???!! Trè, ma che cavolo vai a dire, porcocaz... ehm... cioè, penso sia una decisione che spetti a loro, non è il caso di mettergli pressione...” Si corresse Billie, appena in tempo.
“Ehehm... in verità, beh.... Ma perchè non venite con me che ve la faccio conoscere, eh?!”
“Sì dai Mike, facci conoscere la putt... ehm, fortunata!!”
E così i tre si avviarono verso il punto di scarico merci, dove Billie e Trè avrebbero conosciuto questa “Clarissa”.
“Eccola là!!”
“Mike, ma sai che quella è una locomotiva oppure hai rubato la polverina bianca dal comodino di Trè e ti sei giocato gli ultimi neuroni?” Chiese perplesso il vocalist.
“No, non mi sono sniffato-fumato nulla, è proprio lei la mia Clarissa!!”
“Oh, capisco... mi sa che Mike non ci sta più con la testa, deve aver preso una botta o qualcosa del genere, ci conviene dargli il nostro appoggio per non rischiare di aggravare la situazione” Bisbigliò Trè all'amico, preoccupato anche lui per la condizione neurologica del loro bassista.
“Bene! È proprio un bel treno.. cioè, locomotiva, giusto? Perchè se fosse stato un treno sarebbe stato un maschio, o mi sbaglio? Beh, ehm... mi fa piacere Mike che hai trovato una persona... cioè insomma qualcuno.... che ti completi!!” “ma che cacchio sto dicendo?” pensò Billie, estremamente confuso dalle sue stesse parole.
“Già... e abbiamo anche una cosa molto importante da dirvi!” Disse euforico Mike.
“ABBIAMO?? Perchè i treni parlano??” pensarono gli altri due, ancora più incerti a proposito della sanità mentale dell'amico.
“Io e Clarissa ci sposeremo il mese prossimo!!!”
“Sì come no, e io mi sposo con un pollo (che non sarebbe una brutta idea..)!!” Rise il batterista, ancora più preoccupato per il biondo. Nel frattempo a Billie era letteralmente caduta la mascella.
“Trè, non prendermi in giro, io dico sul serio!!”
“........ Trè... s-sei stato tu a dire 2 minuti fa che lo... lo dobbiamo appoggiare in tutte le sue idee, quindi...” Sussurrò il moro, ormai rassegnato.
“Ok scusa Mikey...”
“Allora congratulazioni...!!” Disse il moro incerto. 

A forza e con molta fatica caricarono Mike in macchina, e così tornarono felicemente e completamente scioccati a casa.
"Ehi ragazzi, io esc..."
"Eh no caro il mio bel signor Cool, non ti dò il permesso di scomparire di nuovo!!" Lo sgridò Billie, ancora incavolato con Trè per lo scherzo di pochi giorni prima.
"Billie ha ragione, dagli ascolto almeno per una volta..." Disse invece il biondo, alzando appena gli occhi dal giornale che stava leggendo.
"Da quanto siete diventati i miei genitori?? Non sapevo di esser tornato all'età di 9 anni, quando erano mamma e papà a decidere per me!!! Quante volte ve lo devo ripetere che so badare a me stesso?!!"
"Primo: non è che sei tornato all'età di 9 anni, è che tu non ti sei mai mosso da lì; secondo: ma quale badare a te stesso! Se a momenti non sai neanche allacciarti le scarpe da solo!!" Puntualizzò il vocalist, che solo quando era in compagnia del suo amico batterista riusciva a sentirsi intelligente (se così si poteva dire).
"Che palle che siete!!" E così si andò a risistemare sul divano, accompagnando la "caduta" con un sonoro sbuffo.
DRIIIIN!
"Chi cacchio è che telefona a quest'ora?!" Sbraitò Billie alzandosi per rispondere: quella sera ne aveva piene le scatole di tutto e tutti.
"Chi è?! .... OUH, Adrienne!!! Come stai????... Cosa?... Ma no, sono stato tutto il tempo da Mike!... Ah già, forse era meglio che prima di venire qui ti avvertissi, scusa... Vabbe, ma cosa vuoi che sia un mese, poco tempo no?... Tu preoccupata?... Hai anche chiamato la polizia??! Ok, ma ora che sai dove sono è a posto no? Sì... Sì... Ma no che non ho bisogno di... Beh, magari dei miei calzini portafortuna........ No, non ti preoccupare, è tuuutto ok!! Ciao Adie, ciao!" Si girò verso gli amici pallido in  viso, aveva temuto che la moglie sarebbe riuscita a fargli del male attraverso la cornetta. Questa volta l'aveva fatta grossa.
"Non avevi detto ad Adie che eri qui??! Ma sei completamente rincretinito??! A te in un mese che hai trascorso qui non ti è venuto in mente neanche una volta di chiamare tua moglie e dirgli dov'eri, come stavi...?? Chissà che colpo che avrai fatto prendere a quella povera donna!!" Disse Trè mettendosi le mani nei capelli, chiedendosi se finita quella "vacanza" e una volta tornati a casa avrebbe mai più rivisto l'amico, oppure se Adrienne lo avrebbe fatto a pezzi e dato da mangiare ai loro cani.
"Dai ragazzi, sono cose che succedono... con tutto quello a cui ho da pensare..." Tentò di discolparsi il moro, molto imbarazzato per quello che era appena successo.
"Ma non dovrebbe succedere" Concluse Mike, che fino a quel momento era rimasto a guardare senza proferire parola o cambiare espressione facciale: era impassibile. 









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Capitolo 11
*** They love Beautiful ***


"Trè, hai visto Billie da qualche parte? Stamattina mi sono svegliato e già non c'era..." Urlò Mike all'amico che si trovava al piano di sopra.
"No Mike... E smettila di preoccuparti per quel nano! Ha 40 anni e sa badare a se stesso,non ha bisogno di un Mike-babysitter che gli corra a dietro!" Gridò Trè, mentre scendeva le scale.
"AH!! Oddio Trè avverti prima di presentarti vestito così! Mi hai fatto quasi venire un infarto!!" Il biondo saltò sul divano in preda al panico, causato dal travestimento (solito) dell'amico.
"Pensavo ci fossi abituato!"
"Non ci si può abituare a una cosa del genere... e poi, da quando vai in giro per casa vestito così?!" Chiese Mike alzandosi, ancora rintronato per lo spavento.
"Perchè ora esco! O meglio, prima vado di là in cucina un attimo, e poi me ne torno alle mie... missioni top secret!!" Rispose il batterista sistemandosi la gonna e ravvivandosi i capelli, accompagnando il gesto con uno battito di ciglia.
"Ma Billie ti aveva detto che non potevi uscire..."
"Ma Billie, ma Billie!! Ora il tuo caro Billie non c'è e io faccio quel cavolo che mi pare!!" Controbatté l'altro facendo il verso all'amico.
"Ehm, ok... se lo dici tu... Beh, ci vediamo!!" E così il bassista si congedò, gettandosi di nuovo sul divano, a guardare Beautiful.
CINQUE MINUTI DOPO...
"Oddio Mike, abbiamo finito tutti i biscotti al cioccolato!!!" Urlò Trè correndo in soggiorno e scuotendo per bene il biondo, che era in lacrime, a causa del recente tradimento di Ridge con Taylor.
"Lo sapevo che quel Ridge non avrebbe portato a nulla di buono!!" Strillò Billie, saltato fuori da chissà dove.
"E tu quando sei arrivato??" Chiese Mike tra i singhiozzi vari, visibilmente sconvolto dall'improvviso arrivo dell'uomo (o gnomo?) dagli occhi smeraldo.
"Io sono sempre stato qui" Rispose lui in un modo alquanto inquietante.
"Sì... Comunque, sono finiti i biscotti al cioccolato!!"
"Trè, li andremo a ricomprare, non ti preoccupare..."
"E il latte!"
"Vuoi che Billie ti presti il suo cane??"
"Eddai Mike, basta rivangare il passato... è stato un momento di poca lucidità, o di debolezza... insomma, non posso arrivare a fine giornata senza il mio caffè latte, sai che potrei anche diventare violento!"
"Sì dai, non ti preoccupare..."
"Ehi ragazzi, sono finite le birre!!" Gridò il moro, che nel frattempo aveva infilato la testa nel frigorifero.
"Possa Dio aver pietà di noi" Dissero Mike e Trè, in coro.
Siccome i tre amici sapevano che non sarebbero riusciti ad arrivare a fine giornata senza la loro amata bevanda, il bassista si vide costretto ad uscire  per fare queste piccole commissioni e per distrarsi un po'. 

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Capitolo 12
*** Trè's revenge ***


Scusaaaate il ritardo mostruoso! ma la scuola mi impedisce di mettere su i capitoli regolarmente -.-" quindi ora vi lascio a questo capitolo (mi scuso in anticipo per eventuali errori di scrittura, ma non ho fatto in tempo a rileggerlo) e... buona lettura!

Era uscito da qualche minuto quando Trè comparve alle spalle di Billie, con un'espressione che non prometteva nulla di buono sul volto.
"Billie, lo sai che quello che hai fatto ieri a Mr. Coniglino Morbidino non mi è piaciuto per niente?" Gli chiese con una voce calma ma allo stesso tempo inquietante.
"Sì, lo so e mi dispiace, ma mi stavi proprio rompendo i co..."
"Shh" Lo zittì il batterista poggiandogli il dito indice sulle labbra.
"Non sono qui per sentire le tue scuse"
"Oh... ok... e allora perchè sei qui?" Domandò il vocalist che cominciava seriamente a preoccuparsi.
"Voglio che tu giochi con me" Affermò Trè.
"Mh... fammici pensare.... NO" Tagliò corto il moro, che non aveva nessuna intenzione di riportare gravi danni a polmoni, fegato, stomaco o danni permanenti al cervello.
"No dici? E cambieresti idea se ti dico che se non vuoi giocare svelo a Mike perchè ti piacciono tanto i film dell'orrore?" Propose il batterista con noncuranza guardandosi le unghie della mano sinistra.
"Trè non puoi farmi questo..." Lo supplicò Billie: quando voleva il suo amico poteva essere davvero bastardo.
"Oh, invece si che posso!" Disse l'altro mentre si accingeva a chiamare il bassista col cellulare.
"No! Farò tutto ciò che vuoi ma per favore non dirgli niente!" Urlò il vocalist gettandosi ai piedi del batterista e pregandolo in francese, spagnolo, moldavo, cinese antico, cinese semplificato, aramaico, bielorusso, greco e in alfabeto morse.
"E va bene, visto che insisti tanto per giocare con me..."
"In verità non è che ci tengo molto, sono piuttosto obbligato... Ok spara, basta che facciamo in fretta..." Controbatté il moro con fare mesto.
"Sì non ti preoccupare, sarà una cosa veloce... forse..."
"E indolore, mi raccomando!!"
"Mh..."
"..." Billie era terrorizzato, odiava questi momenti così silenziosi e pieni di tensione tra lui e Trè: non promettevano mai nulla di buono.
"Billie, ti ricordi del film 'Shinning'?" Chiese il batterista in un modo alquanto macabro.
"Ehm... Ssìì... perchèè???"
"Inizia a correre" Concluse serio lui, tirando fuori un machete da chissà dove.
"AHH!!! AIUTO!! TRE' MI VUOLE UCCIDERE!!!" Strillò il moro scappando da quel maniaco del suo amico.
Nel frattempo, Mike stava tranquillamente passeggiando per le vie del centro, nella speranza che un supermercato spuntasse fuori dal nulla, osservando le varie vetrine che incontrava e dimenticandosi per qualche momento di tutto, le persone che gli passavano affianco, lo stress causato da quelle giornate trascorse con i suoi amici, dei suoi due migliori amici che aveva abbandonato a casa in balia di sé stessi (o meglio, di Billie che aveva abbandonato a casa nelle mani Trè)… per un minuto si scordò anche come si chiamava.
Ma lo squillare del cellulare lo destò da questo suo mondo parallelo.
“Pronto?”
“MIKE! Ti prego aiutami, Trè mi vuole uccidere!!” Disse Billie Joe dall’altro capo del telefono, tra i singhiozzi vari.
“Che?! No scusa, ora spiegami cos’è successo in questi miei dieci minuti d’assenza!!”
“Tr-Trè mi ha minacciato, ha detto che se non avessi giocato con lui avrebbe… Ehm… E, beh, allora ho accettato, e ora se non sto attento sarà lui a prendere ad accettate mee!!” Urlò il vocalist scoppiando a piangere.
“O-ok… Billie, ora calmati e dimmi dove sei!!”
“S-sono in camera tua, n-nel guardaroba!!”
“Va bene, ora calmo, tieni Trè lontano da camera mia che in due minuti sono da te!”
“Fa in fretta!!!” E così Mike riattaccò e si mise a correre verso casa, pregando che riuscisse ad arrivare in tempo.
  

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Capitolo 13
*** Mike il salvatore ***


 

 

“Trè dove sei?!!” Urlò il bassista appena spalancata la porta.

Sentì un grido, e pensò subito al peggio.

Salì le scale di corsa e si fiondò in camera sua, in preda al panico. Il suo viso si contrasse in una smorfia confusa quando vide cosa stava accadendo.

“NOOO!!! Non farlo Trè, ti prego!!!” Gridò disperato il moro.

Era stato legato ad una sedia, mentre il suo amico era seduto per terra con l’accetta in mano, che prendeva le misure per tagliuzzare un pezzo di stoffa bianco molto famigliare.

“Ti supplico!! Risparmia Jenny! Prendi me al suo posto!!” Quel pezzo di stoffa era lei, la sua Jenny, l’amore di Billie.

“Ehm, ragazzi…… smettetela!!” Sbottò invece il biondo.

“Oh ciao Mike!” Disse tutto felice Trè sventolando il machete davanti a se in segno di saluto, come se nulla stesse accadendo, come se non stesse per fare del male a una povera cravatta innocente.

“Sì ciao Trè…” Rispose lui, mentre tentava di sciogliere i nodi che tenevano imprigionato il piccolo Billie.

“Eccomi qui tesoro! Nessuno ti farà più del male! E tu! Piccolo schifoso pezzo di m…”

“Wowowowowo. Billie, datti una calmata. Trè, smettila con i tuoi giochi idioti da cerebroleso. E tutti e due, fuori da camera MIA!!!” Affermò con tono duro Mike, indicando con un braccio la porta. Gli altri due se ne andarono sconsolati, continuando ogni tanto a litigare sottovoce.

“Che rompiscatole… sembrano due bambini! Anzi, sono molto peggio: i bambini non si rincorrono per casa con un machete in mano!” Pensò il bassista, mentre sistemava il disordine che regnava nella stanza.

“Trè, sei l’unica persona al mondo capace di farmi sperare che la morte arrivi prima che sia tu ad uccidermi… l’unica insieme ai miei figli…” Dichiarò Billie con lo sguardo perso nel vuoto, rabbrividendo al ricordo dei suoi figli da piccoli che lo legavano e imbavagliavano, per poi iniziare quelli che lui descriveva come riti satanici.

Passata qualche ora, Mike posò il suo sguardo sull’orologio da muro appeso alla parete verde fosforescente, e si accorse che era già ora di pranzo.

“Ehi ragazzi, avete fame?” Chiese il biondo scendendo le scale, osservando i due amici stravaccati sul divano a guardare la tv.

“Sì… abbastanza… Cosa ci prepari di buono?” Disse Billie, senza mai scollare gli occhi dallo schermo di fronte a lui.

“Perché dai così per scontato che sia io a farvi da mangiare? Comunque non lo so, non so neanche se ci sia qualcosa di commestibile in casa!” E detto questo il bassista si mise subito alla ricerca di un qualche genere di cibo nella dispensa, nel freezer e nel frigo, e fortunatamente riuscì ad imbastire un buon pranzo.

Mike adorava cucinare ed era molto fantasioso ai fornelli, anche se non era molto in gamba come chef.

Dopo circa 40 minuti era tutto in tavola.

“È prontoo!!” Trillò il biondo facendo risvegliare gli altri due dal leggero sonno in cui erano caduti (leggero si fa per dire, diciamo più che altro che il loro russare assomigliava al rumore di un martello pneumatico).

“Uff…… ehm…… Uh, arriviamo all’istante!!” Urlò Trè, correndo in cucina.

“Se, bravi bambini…… Pasta al pomodoro!” Esclamò invece Mike posando i piatti di fronte agli amici, che nel frattempo si erano seduti al tavolo.

Trè si avventò sulla pasta a mo’ di cane rabbioso, mentre Billie si ricopriva di sugo dalla testa ai piedi, non riuscendo neanche a centrare la bocca con la forchetta, che era rigorosamente di plastica: il biondo non gli permetteva più di usarne di metallo, dopo l’incidente verificatosi qualche anno prima, quando finì all’ospedale per la posata infilata in fronte.

“Mike!!”
“Uff… cosa vuoi Billie?”
“Ehm… sei tanto bravo a cucinare” Disse il moro arrossendo come un bambino che confessa la sua prima cotta.

“Awwn…” Rispose Mike preso da un attacco di pucciosite acuta, causata dagli atteggiamenti dell’amico.

Il vocalist gli sorrise. Sembravano madre e figlio (nonostante Mike fosse un uomo e entrambi avessero 40 anni).

“Ehi Mike, tutto bene?” Lo risvegliò dopo qualche minuto Trè, facendolo tornare dal suo mondo fatto di zucchero filato e Billie Joe saltellanti e morbidosi fatti apposta per essere strapazzati (la pucciosite è una malattia grave, che se non curata può degenerare e trasformarsi in pucciosite coccolosa, e il bassista ne era ad un passo).

“Uhm, sììì… Ehm… Finito di mangiare?” E senza neanche aspettare una risposta raccolse i piatti vuoti e li poggiò nel lavandino. Poi mise in tavola il secondo.

“Coniglio ripieno e spinaci!” Esordì infine prima di risedersi.

“OH-MIO-DIO. T-tu… hai cucinato il Drunk Bunny!! Mostro!!” Urlò il batterista avventandosi sull’amico.

“No, Trè, no! Non è il Drunk Bunny, stai calmo!” Mike tentò di levare dalle mani di Trè il coltello che stava brandendo in modo alquanto minaccioso, riuscendo anche a farlo calmare con le sue parole.

“Ah”

“Mike, ma io ODIO gli spinaci!” Gridò invece Billie piagnucolando come suo solito.

“Zitto e mangia nano” Disse freddo il batterista, che dei modi di fare dell’altro ne aveva piene le scatole.

“Mickey, mi insulta"

"Shut your mouth 'cause you're talking too much and I don't give a fuck anyway!" Lo sgridò cantando Trè, accompagnando le parole con molte espressioni facciali (o sarebbe meglio dire smorfie e boccacce?)

“Quella è una mia canzone, non ti concedo il permesso di cantarla senza prima chiedere i diritti!!”

“Billie, ti ricordo che siamo una band, quindi le canzoni non sono solo tue…”

“Sì, sì Mike, va bene!” lo interruppe il moro.

“Nano egocentrico che non sei altro…” Sibilò il batterista fulminandolo con lo sguardo.

"Tornando a noi, a me non piacciono gli spinaci!"

“Ma dai mangiali che ti faranno diventare grande e forte… proprio come Trè!” Cercò di convincerlo Mike.

“Ma io non voglio diventare come Trèè!!” Strillò il moro.

“Arriva l’aeroplanino…” Il bassista fece volteggiare la forchetta imitando un velivolo mentre Billie seguiva i suoi movimenti con la testa, sbavando.

“E… oplà!” Il biondo cacciò il boccone in bocca al vocalist.

“Sìì!!!” Esclamò Billie battendo le mani tutto contento.

“E poi sarei io l’irresponsabile rimasto bambino…” Disse fra sé e sé Trè mentre mordeva voracemente un pezzo della sua porzione di coniglio ripieno; ma non riuscendo a resistere  a quel gusto così sublime si fiondò sul piatto trangugiando il cibo come fosse un cane pima bastonato, poi abbandonato al suo destino e lasciato a digiuno per due settimane; in seguito il cane divenne randagio e imparò a cavarsela da solo, ebbe una storia d’amore con una bella cagnolina e fece tanti cucciolotti, ma questa è un’altra storia e andrà raccontata un’altra volta…

“Billie non è che mi passi il sale?” Chiese il batterista che solo dopo aver mangiato tre quarti del piatto si accorse che non lo aveva salato.

“Tieni, tieni, ma ti prego non farmi del male, per favore, PER FAVORE!!” Piagnucolò il moro chiudendo gli occhi in attesa di una violenta reazione da parte dell’amico.

“Se proprio insisti…” Disse Trè strappandogli il sale di mano e mettendone una discreta quantità sul suo coniglio.

 

 

 

Ehilà! Come va gente? :D chiedo umilmente scusa per il ritardo, ma ho passato un periodo un po' strano (della serie che non avevo voglia di fare nulla, e quindi non riuscivo a trovare la forza di salire qui su efp) e in più, quando ho provato l'altro giorno ad aggiungere questo capitolo, ho avuto un sacco di problemi con il codice html, che con il mio computer non riuscivo a creare -.-" e gli stessi problemi li ho avuto ora, quindi se c'è qualcosa di anomalo qui dentro prendetevela con il mio computer u.u se invece il problema è la grammatica o il modo in cui sono formulate le frasi, vi do il permesso di venire a casa mia a pestarmi a sangue u.u

Bien, ora vorrei taaanto ringraziare tuutti quelli che leggono, Jade Shenanigans e Stray_Heart che hanno recensito il capitolo 11 ma che ancora non avevo ringraziato, Lullaby_dream , _Moonbeam_ e Stray_Heart che hanno messo la storia tra le preferite, e poi tutti quelli che l'hanno messa tra le seguite (non ricordo più chi è nuovo, quindi vi ringrazio tutti u.u): Emy_Weasley13, Freak_90, Jade Shenanigans, slashell, Vale Dirnt, xmarrybj e _Italian_Idiot_. Grazie a tutti! :3

Alla prossima (che questa volta farò in modo che sia molto presto u.u) e... ehi, recensite! non vi mangio mica u.u vi vedo in tanti che leggete ma poi in pochi recensiscono... così mi gettate nello sconforto bella gente, chi me lo dice che questa storia vi piace? facciamo così, a chi recensisce do un  biscotto al cioccolato gentilmente offerto dal nostro Trè Cool u.u ( ehi, chi te lo dice che voglia condividere i miei biscotti? nd Trè   zitto e sta al gioco u.u nd me)

Bye! :D

 

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Capitolo 14
*** PIROMANE!! ***


Finita la portata principale Mike portò in tavola un cesto di frutta; Trè fece cose discutibili con le mele, dopodiché i tre si spostarono in salotto per guardare un po’ di tv.
“Mike ho tanto freddo, non è che mi porti la copertina?” Chiese Billie rannicchiato in un angolo del divano.
“Va bene, che colore è la tua?”
“Blu!”
Quando il biondo tornò, sistemò la copertina al vocalist e si sedette di fianco a lui.
“Cosa c’è di bello in tele Trè?”
“Boh, sto facendo zapping… soap opera, soap opera, squartamenti, soap opera…”
“Lascia lì che c’è la nuova puntata di Beautiful!” Urlarono all’unisono Billie e Mike.
“Ma anche no… ve lo guardate domani che tanto registrate tutte le quattordici repliche che fanno al giorno…” Il batterista proseguì col suo giro di canali.
“Teletubbies, televendita, il tizio del materassi, televendita, io che scalo la palla dei VMA, televendita, un tizio che parla di tre…”
“TRENI!!! Lascia lì, lascia lì!!” Urlò il bassista strappando di mano il telecomando a Trè.

“Guardate quella è Clarissa! Clarissa è in tv!! Ma aspetta un attimo perché… “
“Un piromane si è recato alla stazione questa notte dando fuoco al treno appena giunto in stazione. Non ci sono state vittime ma il colpevole non è ancora stato identificato…” Annunciò il reporter allo schermo.
Mike ci mise un po’ a rendersi conto di quello che stava succedendo: stava guardando la tv con Billie e Trè e poi… poi quel signore in giacca e cravatta ha detto che un piromane aveva incendiato Clarissa… Ma no, non poteva essere vero, era uno scherzo, solo uno stupido scherzo… e se invece non stesse mentendo? Se l’amore della sua vita fosse davvero…
La testa del bassista andò in tilt, non capì più niente e gli caddero le braccia: già, a lui succedeva  spesso quando provava emozioni forti, ma non ditelo in giro, non vuole che si sappia…
Si alzò di scatto scaraventando via Billie (non si sa bene dove, sicuramente in un qualche genere di varco spazio-temporale apertosi nel soggiorno della casa), che nel frattempo si era rannicchiato affianco a lui nella speranza di qualche film dell’orrore in tv; ma il biondo non fece neanche in tempo ad alzarsi che ebbe un crollo verticale e collassò a terra, svenuto.
“Povero Mike, e pensare che si doveva sposare tra un mese!” Disse Trè avvicinandosi all’amico.
“Dici che è morto?” Nel frattempo era tornato gattonando anche il vocalist.
“Non lo so, prova a punzecchiarlo con un bastone, io nel frattempo vado a vestirmi da infermiera” Si congedò il batterista avviandosi verso le scale.
“Ma Trè mi fa schifo!” Urlò di rimando il moro.
“Senti, se non sono vestito da infermiera non riesco a ragionare in termini medici, quindi se vuoi che Mike sopravviva lasciami fare!” La voce di Trè giunse dal piano di sopra, dov’era camera sua e dove teneva tutti i suoi “vestiti”.
“Vabbe proviamo… se è per il bene di Mike allora…” Sussurrò Billie mentre cominciava a dare dei piccoli colpetti all’amico con il telecomando.
Mike, però, non dava segni di vita, quindi il vocalist cominciò a colpirlo più forte, più forte ancora, più forte, di più, fino ad arrivare a spaccargli il telecomando in faccia.
“Ma cosa stai facendo!” Una soave voce giunse dall’alto.
Una figura dai morbidi boccoli biondi con cappellino e vestitino rosa scese con grazia le scale.
“OH-MIO-DIO” Disse scioccato il moro.
“Infermiera Edwina al suo servizio” Si presentò Trè facendo un inchino.
“Oooooook… va bene… ehm… INFERMIERA EDWINA… come facciamo a rianimarlo?”
“Ehm… cosa?” Il batterista si voltò sorpreso mentre era intento a rifarsi il trucco.
“Com’è che rianimiamo… questo?” Ripeté sottolineando l’ultima parola dando un calcio all’amico in stato di coma apparente sdraiato per terra.
“Allora, la regola numero 421 del “Manuale della perfetta infermiera” dice che…” E così iniziò una lunga ed estenuante spiegazione di 2 ore sul da farsi.
“Ehm… in parole povere?” Chiese Billie che nel frattempo si era fatto 4 o 5 sonnellini.
“Vai a prendere un secchio di ghiaccio in cucina e sbattiglielo in faccia”
“E tu mi hai tenuto qui DUE ORE per arrivare a QUESTO?!” Urlò il vocalist in preda ad una crisi di nervi.
“Su su, sbrigati!” Lo congedò il batterista/infermiera con un gesto della mano.
Billie andò in cucina, riempì un secchio con del ghiaccio e, prendendo la rincorsa, lo lanciò in faccia al povero Mike.
“Ma che caz…?!”
“Billie, quando ti dicevo che dovevi lanciargli il secchio in faccia mi riferivo solo al suo contenuto, non all’insieme!” Urlò spazientito Trè, non lasciando al bassista il tempo di finire la sua bestemmia.
“Billie, ma che cavolo ti è saltato in mente di lanciarmi un secchio in piena faccia?!! Ma sei fuori?!!” Il biondo era fuori di sé, cosa che lo portò a sfoderare la sua famosa espressione della disapprovazione
“No Mike, ti prego, non farlo!” Strillò il moro nascondendo la testa in un cuscino.
Il bassista alzò gli occhi al cielo, e in quel momento il suo sguardo cadde su d’una strana figura femminile intenta a guardarsi allo specchio.
“OH-MIO-DIO Trè, cosa è successo mentre ero svenuto?!”
“Infermiera Edwina, prego” Puntualizzò il diretto interessato voltandosi in direzione dell’amico.
“Ma cos’è questa storia?! E poi perché sono svenuto?”
“Ehm… vuoi proprio saperlo?”
“Ma che domande, certo che sì!”
“Ehm… e se ti dicessi che mio figlio è all’ospedale?”
“Frankito?! Oh cavolo, spero non sia nulla di grave!!”
“Ok, non ti preoccupare, Frankito sta splendidamente. È che devi sapere che Clarissa ora è in un prato meraviglioso insieme a tutti i suoi amici treni…” Gli spiegò Trè cingendogli le spalle con un braccio mentre con l’altro disegnava un arco immaginario davanti a sé.
“Cioè?”
“Ehm… è morta” Ci fu un attimo di silenzio dopo questa affermazione.
Poi…
“Nuuoooooaah!!!!” Urlò il biondo mettendosi le mani nei capelli e buttandosi in ginocchio per terra; si rialzò e scaraventò dall’altra parte della stanza Billie Joe, che tentava di bloccare l’ormai imminente furia omicida dell’amico.
“PERCHÉ??!!” Pianse, mentre correva al piano di sopra verso camera sua.
Si sentì sbattere la porta e poi nulla.
“Tutto bene BJ?” Chiese Trè allungando una mano verso il moro.
“Sì… non sarà il caso di andare da Mike? Magari andare a consolarlo, prima che… possa fare qualcosa di estremamente stupido o si suicidi”
“Ma va, lascialo sfogare un po’ e vedrai che tempo qualche giorno e tornerà il Mike di sempre…” Concluse il batterista prima di rifugiarsi anche lui nella sua stanza per cambiarsi d’abito.
“Se lo dici tu…”
La giornata trascorse e Mike non si fece vivo: l’unica certezza che gli altri due avevano era che non si fosse impiccato/sparato, visto che ogni tanto si udivano dei lamenti provenire dalla camera del biondo.
 Billie era preoccupato, anche se da una parte era felice che Clarissa non ci fosse più, che ora il cuore del suo bassista fosse tutto per lui…
“Billie, sei vivo?” Trè sventolò una mano davanti al viso dell’amico, facendolo risvegliare dai suoi pensieri perversi.
“Uhm, sì. Io vado a letto Trè, buonanotte”
“Eehm… da quando mi dai la buonanotte? Di solito mi insulti… coomuuunque… a domattina, vado a dormire anch’io ora”
Billie non chiuse occhio tutta la notte. Avrebbe voluto andare dal suo migliore amico e consolarlo, stringendolo tra le sue braccia e farlo calmare con le sue parole, magari rivelargli una volta per tutte il suo smisurato e incondizionato amor…
“MA CHE CAZ…?!” Il vocalist sentì un grido che proveniva dalla fine del corridoio, gli sembrava proprio la voce di Trè.
Fece per alzarsi quando buttò uno sguardo sulla sveglia, che segnava le 9.00 di mattina. Si diresse verso la camera di Mike, da cui provenivano le urla.
Trè poco prima, appena sveglio, aveva deciso di andare a vedere come stava il biondo; quando entrò nella stanza, rimase scioccato da ciò che vide: Mike era sdraiato sul letto, a pancia in giù, i muri e il pavimento erano sporchi di sangue, e sulla parete di fronte alla porta c’era una scritta a caratteri cubitali fatta con quel liquido scarlatto: “I’M ALONE AGAIN…”
Fece per avvicinarsi all’amico, a passi lenti e tremolanti. Aveva paura che potesse avere reazioni esagerate verso di lui, che gli facesse del male.
“Mike…?” In risposta non gli arrivò nulla. Che si fosse finalmente addormentato? O che… fosse morto dissanguato? No, alla seconda opzione non ci volle neanche pensare.
In quel momento entrò nella stanza Billie, che sembrava abbastanza agitato.
“Che cos..”
“Ssh. Sta dormendo, non far rumore” Sussurrò Trè. Si mise ad osservare il biondo sdraiato e, a giudicare dalla condizione delle sue mani, dedusse che le scritte le aveva fatte con le dita, e che quest’ultime le aveva grattate sui muri e sulla porta, fino a farsele sanguinare. Ora il sangue sembrava essersi fermato, ma erano ridotte molto male.
“Mi si spezza il cuore…”
“Già, ora chi lo suonerà il basso?! Saremo rovinati!” Urlò il batterista in preda ad una crisi isterica prendendo Billie per le spalle.
“Non mi riferivo a quello. Intendevo dire che mi spiace per lui, non mi piace vederlo in questo stato…”
“Sì, anche questo è vero… appena si sveglia sarà il caso di portarlo all’ospedale, devono curargli le mani… sono ridotte malissimo!”
“Ma… hai controllato che sia vivo?”
“Idiota, respira, significa che è vivo!” Sbottò esasperato.
“E che ne so io…” Concluse il moro.
I due decisero che uno di loro sarebbe dovuto restare a sorvegliare Mike, e il vocalist si fece subito avanti.
Rimase due ore a guardarlo estasiato dormire, quando finalmente il bassista si svegliò.
“Uhm… Billie?”
“Mike come stai?”
“Uff… Auch, che male!” Il biondo fece per alzarsi, ma si accorse subito del dolore lancinante alle mani.
“Sta calmo… vado a chiamare Trè e ti portiamo all’ospedale…”
“Mi portate in quello schifo solo per le mani?! No grazie…”
“Non si discute, si va e basta!” Disse Billie mettendosi le mani sui fianchi con una fermezza che avrebbe fatto invidia persino a sua madre.
“Ok, scusa… hai ragione tu. Ma… quanto ho dormito?”
“Non saprei dirti… comunque ora sono le 11, ti consiglio di alzarti e darti una bella lavata, sei tutto incrostato di sangue…” Il vocalist si avvicinò di più all’altro, sedendosi sul letto e accarezzando i suoi morbidi capelli biondi.
Mike si girò, cosa che poté far constatare al moro le sue condizioni: oltre alle mani disastrate, aveva gli occhi rossi e gonfi e la faccia ricoperta di sangue, che si augurava provenisse sempre dal suoi arti sfregiati e non da un qualche genere di taglio che si era procurato sul suo bel visino.
“Sì, mi lavo la faccia e andiamo…”
“Mh” Rimase ad osservare l’amico che si avviava ciondolante alla porta del bagno, che comunicava direttamente con la camera da letto, pensando a quanto sembrasse piccolo e indifeso, a come assomigliasse a un cucciolo bisognoso d’affetto; avrebbe voluto prenderlo e stritolarlo con tutte le sue forze e sbaciucchiarlo come fosse un peluche…
Mentre pensava questo si chiedeva da dove gli saltassero fuori certe cose e da quando ragionava come una ragazzina in preda ad una crisi di pucciosite.
Mike tornò poco dopo pulito e profumato con una miriade di cerotti sulle dita… e anche qualcuno in faccia, sapete, quando Trè ci prende gusto…
“Andiamo?”
“Uhm… sì…” Billie distolse lo sguardo dal nulla e si alzò dal letto.
“Ehm, Billie?”
“Sì?”
“Scusami se ieri ti ho lanciato in terra…”
“Ma no, non preoccuparti… in fondo eri sotto shock per la morte di… un… treno… comunque, vieni che ti aiuto a scendere le scale”
Quando arrivarono di sotto trovarono Trè ad aspettarli, attraverso la porta aperta si intravedeva la macchina accesa.
“Cioè, mi stai dicendo che guidi TU?” Chiese il vocalist alzando un sopracciglio.
“Ehm… direi di sì, dato che le mani di Mike non sono in condizione di manovrare un volante e tu non dormi da più di 24 ore…”
“Ma ce l’hai almeno la patente?”
“Non lo so, però sono bravo a giocare a Need For Speed…”
“Come sarebbe a dire non lo so?! Oh mio Dio, sarà un miracolo se arriviamo vivi in ospedale…”
I tre si sistemarono sull’auto e dopo circa mezz’ora arrivarono miracolosamente in ospedale. Dopo un po’ di tempo in sala d’attesa, a Mike vennero medicate per bene le ferite, alle quali vennero messi anche un po’ di punti; e, per precauzione, gli fecero anche una radiografia alla testa, che aveva sbattuto violentemente e svariate volte contro al muro.
Billie nel frattempo era quasi riuscito a sentirsi male alla vista dell’ago, nonostante non fosse lui quello a dover essere “cucito”.
Finita la visita i tre si avviarono verso l’uscita dell’ambulatorio, stavano per andarsene quando furono fermati dalla voce del medico.
“Ehm scusate.. posso sapere come ha fatto il vostro amico a ridursi così?”
“Ha grattato le dita contro il m…”
“EH-EHM, lascia parlare me Billie” Lo interruppe Trè appena in tempo.
“Lui è… caduto dalla bicicletta! Sa… sta imparando…”
“A 40 anni?” Domandò il medico lasciando trasparire una nota di disappunto nella voce.
“Che cosa c’è di strano? Una persona ha tutto il diritto di imparare quando ne ha voglia!” Ribattè il batterista uscendo dalla stanza e sbattendosi la porta alle spalle.
“Dimmi Mike l’ago ti ha fatto male? Stai bene? Dimmelo, dimmelo, DIMMELO!” Chiese Billie tutto d’un fiato tremendamente preoccupato per le condizioni dell’amico.
“Stai calmo Billie, sto bene. Sto bene…” Gli rispose il bassista con fare assente.
Era ancora abbastanza scosso dagli avvenimenti del giorno prima e aveva mille domande che gli frullavano per la mente. Ma sapeva che molto probabilmente i suoi amici non avrebbero mai potuto dargli delle risposte; non sensate almeno.
Ma alla fine non riuscì a trattenere in gola tutte quelle parole, e le vomitò tutte d’un fiato.
“Ma… rispiegatemi meglio. Un piromane ha dato fuoco a Clarissa?”
“Ehm… sì…” Billie dopo questa domanda sembrava abbastanza agitato.
“E si sa chi è stato?”
“No Mike… ma vedrai che preso verrà fuori il colpevole, e la pagherà cara” Lo rassicurò Trè osservandolo dallo specchietto retrovisore.
“Lo spero… uff, la vita è proprio ingiusta” Mentre lo diceva aveva gli occhi lucidi e guardava assorto il paesaggio fuori stante.
Osservava il susseguirsi di case, i bambini che giocavano felici, lo spezzarsi dei quartieri da strade deserte che immaginava potesse intraprendere, e che lo portassero lontano, lontano da questo dolore…
I suoi pensieri vennero spezzati da un forte botto.
Trè, spaventato, accostò subito la macchina e tentò di capire cosa avesse Billie. Billie?! Ah, tutto era più chiaro: il vocalist aveva sbattuto in modo abbastanza violento la testa sul cruscotto (dal quale molto stranamente non uscì l’airbag) ed era rimasto tramortito… forse.
“Che cos’ha?!”
“Non so Mike… oddio Billie, Billie, svegliati!” Il batterista lo prese per le spalle e lo scosse per un po’, finche il moro non riprese conoscenza.
“Billie coma stai, che ti è successo?!”
“E…eh? Ehm… penso…… io……… zzz…” E si riaddormentò, questa volta appoggiandosi delicatamente al poggiatesta.
“Fiu… era solo un colpo di sonno…” Disse Mike passandosi una mano sulla fronte.
“Già… c’era da aspettarselo dopo più di 24 ore che non dormiva…” Si risistemò sul suo sedile, e riprese il suo viaggio allucinante suicida/omicida.

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Capitolo 15
*** L'insospettabile sospetto ***


Tornati a casa, siccome il bassista non riusciva ancora ad usare le mani, il batterista si vide costretto a portare Billie in braccio fino alla sua stanza.

Tornato in soggiorno, Trè trovò Mike seduto sul divano con bocca e occhi spalancati, ipnotizzato dallo schermo del televisore.

“H-hanno scoperto chi è il piromane…” Disse balbettando il bassista.

“Oh, finalmente!! .......... OH-MIO-DIO” Trè si bloccò nella stessa identica posizione dell’amico.

“Quel piccolo bastardo… GLIELA FARÒ PAGARE!!!” Detto questo il biondo si scaravento su per le scale travolgendo il batterista che aveva tentato di bloccare la sua furia omicida.

Arrivato nella camera, si avvicinò al corpo che riposava tranquillo sul letto in punta di piedi.

Lo scosse delicatamente, fino a farlo svegliare.

“Billie, Billie… ti devo dire una cosa molto importante…” Gli sussurrò dolcemente avvicinandosi con il viso a quello del vocalist.

“Sìì?” Rispose con un’espressione da ebete stampata in volto, con il sorriso sulle labbra felice per aver visto il volto del suo migliore amico come prima cosa appena sveglio.

“Io ti a…” Dopo questo Billie era andato in coma, non gli interessava più sentire il resto della frase.

“… ammazzo!!” Gli si buttò addosso con l’intento di strozzarlo, ma Mike caddè goffamente sul letto, siccome il moro gli passò in mezzo alle gambe per poi volare al piano di sotto.

“Trè aiuto! Mike mi vuole uccidere! E poi non so neanche perché!!”

“Billie, è quello che ti meriti per aver dato fuoco a Clarissa!” Gli rispose alzando giusto lo sguardo dalla tv, fregandosene vistosamente della sorte che sarebbe toccata al suo amico.

“Te ne pentirai un giorno per non avermi aiutato!” Detto questo scappò alla velocità della luce fuori di casa.

Nello stesso istante scese le scale anche il bassista.

“DIMMI DOV’È!!!”

“Cosa?! Chi?! PERCHÉ?!!” Il biondo aveva afferrato il povero Trè, che scuoteva a mezz’aria di fronte a lui.

“COME CHI?!! DIMMI DOV’È!!!”

“È-è andato via!! Ma ti prego non farmi del male!!” Urlò mettendosi le mani davanti agli occhi. In tutta risposta Mike lo lanciò dall’altra parte della stanza e si precipitò all’inseguimento di Billie.

Sull’uscio della porta vide un puntino in lontananza che fuggiva a gambe levate. Spinto dalla sua sete di vendetta, iniziò a rincorrerlo e in poco tempo riuscì a raggiungerlo; lo inchiodò a terra sedendosi sul suo petto.

“MUORI SCHIFOSO ASSASSINO!!” Urlò poco prima di sradicare un cartello stradale e sbatterglielo ripetutamente in faccia.

“Andiamo Mike, possiamo parlarne da persone civili quali siamo!” Disse Billie sputando sangue, mentre il bassista riprendeva fiato.

“Al diavolo le persone civili!” Sbraitò ricominciando a pestarlo.

In quel momento passò di lì una vecchina che, vedendo Mike che picchiava il suo amico, incominciò a prenderlo a borsate. Lui tentò in tutti i modi di coprirsi il volto, senza ottenere molti risultati.

“La prego signora, la smetta!”

“Come ti permetti di fare del male ad un povero ragazzo indifeso!” Disse agitando la borsetta sopra la sua testa, facendosi anche notare da altri passanti.

Infine lo prese per un orecchio, lo fece alzare e lo indirizzò verso l’altra parte della strada.

“Non è finita qui BIllie! Me la pagherai!!” Concluse il biondo girandosi per un’ultima volta prima di tornare a casa.

Il vocalist si mise a sedere, puntellandosi sulle mani. Con fare pensieroso.

“E tu, la prossima volta non ti andrà così bene!” Urlò prima di andarsene l’anziana signora.

E Billie rimase lì, triste e solo, a piangere silenziosamente: le sue lacrime si mischiavano col sangue delle ferite sul suo volto.

Forse Mike aveva ragione, avrebbe dovuto morire e nel modo più orribile immaginabile. Non si sentiva degno di vivere un altro minuto: si sentiva un vigliacco.

Ma suicidarsi lo avrebbe fatto sembrare ancora più vigliacco di quanto già non lo fosse; l’unica cosa che poteva fare era tentare di farsi perdonare.

Tornò a casa di Mike nonostante sapesse quale sarebbe stato il suo destino.

Suonò il citofono, fortuna che rispose Trè.

“Chi è?”

“Ehi amico, sono io Bi…”

“Billie vattene, non tornare mai più se ci tieni alla tua pelle!” Il batterista aveva ragione, ma lui voleva chiarire le cose.

“Trè non ti preoccupare, e ora fammi entrare…”

Senza ribattere, gli aprì il cancello e la porta di casa, accogliendolo con uno di quegli abbracci da condoglianze, molto tristi.

I due si parlarono quasi telepaticamente: non appena Billie tentò di aprire bocca, Trè gli fece segno con la testa che chi cercava era in giardino.

Uscì timoroso, e vide Mike seduto sotto un albero, che accarezzava il prato verde e ogni tanto si soffermava sulle margherite che crescevano spontanee in quella distesa erbosa, che tanto faceva rilassare il biondo.

BIllie tossì, cosa che fece sobbalzare il bassista; non appena egli alzò lo sguardo incrociò gli occhi dell’amico che vide tristi, quasi dispiaciuti, come quelli di un bambino che ha appena rotto il servizio buono della mamma.

Per una volta non si fece addolcire da quella faccia da cucciolo bastonato.

“Mike, io… so che può sembrare una cosa banale da dire ma… mi dispiace, molto” Ed era sincero, gli dispiaceva realmente; e Mike se ne accorse.

“Billie… so che ora sei dispiaciuto, ma ci dovevi pensare prima!”

“Quindi non ho possibilità di farmi perdonare?” Gli fece gli occhioni dolci: il biondo fece un mezzo sorriso, ma tornò subito serio.

Billie alzò le sopracciglia e lo guardò con aria di sfida.

Dopo qualche minuto Mike non resistette più e corse ad abbracciare il suo amico.

“Non posso tenerti il muso!” Il vocalist a queste parole annuì con fare saggio: lui SAPEVA che nessuno riusciva a resistergli.

“Sei ancora molto triste per Clarissa?”

“Uff… Sìì… però non ci voglio più pensare, ok?” Gli sussurrò all’orecchio mentre lo stringeva più forte.

“Se vuoi posso riempirlo io il vuoto lasciato da Clarissa…”

“Cosa?!”

“Niente, niente” Detto questo Billie si allontanò, rientrando in casa; Mike lo seguì e si sedette di fianco a lui sul divano.

“Oh mio Dio! Avete fatto pace?!” Esultò Trè che si era leggermente addormentato sulla poltrona lì vicino.

“Sì, alla fine è il mio migliore amico; e poi tutti fanno degli sbagli nella vita” Disse il bassista osservando il vocalist, che gli sorrise dolcemente per poi afferrare il telecomando e cambiare canale.

“Ehi io lo stavo guardando!” Si lamentò il batterista mentre cercava si strappare il telecomando dalle mani di Billie.

“Cosa My Little Pony?” Domandò il vocalist mentre si ammazzava a tenere quell’aggeggio lontano dalla portata di Trè.

“Sì, hai problemi? E adesso fammi vedere se Rainbow Dash è riuscito a trovare il tesoro nascosto della Foresta Magica!” Rispose Trè entrando finalmente in possesso del telecomando.

“Oh no! Un drago ha rapito Fluttershire! Attento Pinkypie! No, Pinkypie no! Tu non puoi… non puoi tradirli così…” Commentò il bassista scioccato dopo il presunto tradimento del gruppo da parte di Pinkypie.

“Io lo sapevo che non avresti portato nulla di buono!!” Urlò tirando un pugno alla gamba di Billie Joe.

“AAAHIAAA!!” Strillò quest’ultimo buttandosi addosso a Mike.

“Smettila Trè stai esagerando!” Lo sgridò il bassista mentre cercava di calmare il moro.

“Mike mi ha fatto la bua” Piagnucolò il vocalist rivolgendo all’amico uno sguardo da cucciolo bastonato.

“Lo so, e adesso stai qui che ti metto la pomata” Disse il biondo alzandosi per andare a prenderla.

“Frignone!” Sibilò Trè approfittando dell’assenza di Mike.

“Zitto cicciopalla che non sei altro!”

“Cicciopalla a chi?!”

“A te grassone, dovresti andare a correre invece di passare ore e ore davanti alla tv a guardare My Little Pony!”

“Non provocarmi…”

“Oh, e invece sì che lo faccio!” Rispose Billie con tono di sfida.

“Ah sì? L’hai voluto tu!” Trè prese il braccio destro del vocalist con entrambe le mani e cominciò a stritolarglielo con forza.

“No no per favore mi fai male! Ahia!! AHI!! AH!!!!” Strillò il moro mentre cercava di divincolarsi dalla stretta ferrea del batterista.

“Trè smettila subito!!” Urlò il bassista sulla soglia della porta del soggiorno.

“MIKEE!!” Billie corse incontro all’amico e gli saltò in braccio.

“Trè ma che comportamenti sono questi!”

“Mi ha chiamato cicciopalla!” Cercò di difendersi il batterista.

“Billie, non chiamare mai più Trè così ci siamo intesi?”

“Ma lui mi ha chiamato frignone!”

“E anche te Trè, non chiamare più Billie così, chiaro?”

“Ma…!! Bha, io vado al bar a farmi una birra, va…” Trè cercò di difendersi, ma decise di lasciar perdere rassegnandosi davanti al modo in cui BIllie era capace di manipolare la mente del bassista a suo favore finendo sempre per fare la parte del “povero piccolo indifeso” in tutte le situazioni.

“Sì ma vedi di tornare per cena” Lo ammonì Mike da brava mamma.

“Dai Billie vieni qua che ti metto la pomata” Disse il biondo dopo che il batterista si fu chiuso la porta alle spalle.

“Dove ti ha fatto male?” il bassista si inginocchiò di fronte all’amico, che era seduto su di una sedia in cucina.

“Sul cinocchio” Disse come fosse un bambino capriccioso, facendo muovere avanti e indietro le gambe.

“Ok… sta fermo…” Sbuffando gli fece scivolare un su una gamba dei pantaloni, in modo da scoprire il ginocchio sinistro.

Le ore passarono, e ormai erano le 20.30.

“Mike tu hai fame? Vuoi che prepari la cena?” Disse il vocalist speranzoso che l’amico gli lasciasse usare la cucina un’altra volta per i suoi esperimenti culinari.

“Ehm… Billie… facciamo che preparo io che ne dici? Tu piuttosto, perché non provi a chiamare Trè? Tanto per sapere se torna a casa oppure ha  intenzione di passare la notte su un marciapiede completamente ubriaco…”

Sbuffando, Billie si diresse verso il piano di sopra, a prendere il suo cellulare. Intanto il bassista iniziò a preparare qualcosa di veloce, vista l’ora.

Finita la chiamata tornò al piano di sotto.

“Io vado a recuperare quell’idiota di Trè… ci vediamo dopo” Recuperò la sua giacca di pelle e le chiavi della macchina dal piatto che si trovava sul tavolino di fianco alla porta d’entrata.

“Ciao”

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Capitolo 16
*** Tra cravatte sperdute e tutù rosa ***


 Arrivato sul posto, trovò il batterista seduto fuori dal bar, che si reggeva con la schiena al muro; sull’insegna del locale c’era scritto “Life cafè”.
“Trè! Mamma mia, sei sempre il solito! Forza sali in macchina!” Disse tentando di tirarlo su da terra, ma nonostante tutti i suoi sforzi non riuscì a muoverlo neanche di un millimetro.
“Ee se io mi rifiutassi??!” Biascicò Trè, mentre Billie lo fece alzare definitivamente, facendo mettere al batterista un braccio intorno al suo collo, e sorreggendolo meglio che poteva.
Lo portò in auto e lo fece sistemare sul sedile del passeggero, tenendolo fermo allacciandogli la cintura di sicurezza.
“Olà! Ora te ne stai buono buono qui, ok?”
“Te l’ho mai detto che hai degli occhi bellissimi?!” Farfugliò Trè stralunato, accarezzando una guancia all’amico.
“Ehm… inizi a farmi paura… torniamo a casa eh?” Era abbastanza spaventato, ma ormai conosceva le reazioni del batterista da ubriaco.
“Ti voglio taanto bbene!!” Gridò attaccandosi al collo del moro, facendogli mancare il respiro per qualche secondo: non per l’emozione, ma perché  gli stava letteralmente togliendo il fiato strozzandolo.
“T-Trè, ti-ti prego!!” Si dimenò per un po’ tentando di liberarsi, ma alla fine si rassegnò a quella stretta.
“Trè… per favore… mi lasceresti? Sai, non ho molta voglia si rimanere qui con il sedere per aria fuori dall’auto… sarei un po’ scomodo!” Appena lo disse Trè lo lasciò andare e mise subito il broncio.
“Sei uno stronzo”
“Che ho fatto di male?!” Era incredibile come riuscisse a cambiare umore velocemente: e non solo quando era ubriaco! Finalmente Billie riuscì a sedersi al posto di guida e tornare a casa.
“Ma quanto tempo ci avete messo?!” Li rimproverò Mike appena a casa.
“Piccoli intoppi… comunque che ne dici di darmi una mano?”
“Oh sì, scusa”
Portarono Trè sul divano, lo fecero sdraiare e gli portarono un bicchiere pieno di succo di limone da fargli bere, per fargli smaltire la sbornia. Si addormentò all’istante.
“Uhm… Mike?”
“Sì, Billie?”
“Il mio stomaco sta iniziando a cantare la Aguilera, che ne dici se mangiamo?”
“Vai a lavarti le mani però” Disse Mike indicando il bagno.
Billie trotterellò via fischiettando “la canzone del cesso”, un motivetto che aveva composto mentre faceva pipì e che aveva intenzione di inserire nel loro prossimo album.
Quando fu di ritorno, si sedette al tavolo e fece per avventarsi sul piatto.
“Mike… ehm… la forchetta” Billie fece notare al bassista che la sua forchetta era di metallo.
“Oh… sscusa… è che volevo vedere se eri così bravo da capire da solo che era di metallo… ma che bravo ometto che sei!” Tentò di discolparsi Mike, che in realtà sperava che non si accorgesse della differenza di materiale (un po’ era ancora arrabbiato per la morte di Clarissa).
“Ehm… ok…g-grazie…” Non era molto convinto, pensava che l’altro lo stesse trattando come uno stupido (come se non lo fosse).
Finito di cenare andarono a letto e Billie, che in quei tre giorni aveva dormito solo un ora, si addormentò all’istante al contatto col cuscino risparmiando al bassista il compito di leggergli la favola della buonanotte.
Il silenzio regnava in casa Pritchard, tutti dormivano beatamente cullati dal lieve ticchettio della pioggia. Il vento spirava muovendo le chiome degli alberi provocando un piacevole fruscio che faceva da sottofondo al canto dei grilli che di  notte popolavano le campagne circostanti.
Il ritmico cantare di un gufo scandiva il tempo come le lancette di un vecchio e fedele orologio che non aveva mai smesso di funzionare.
Sembrava l’immagine di un libro, già, uno di quei libri dolci e rilassanti che si leggono la sera davanti al camino mentre il lieve scricchiolare della sedia a dondolo di una donna che lavora a maglia accompagna il tutt…
“AAAAAAAAHHHH!!!!!” Un urlo squarciò il silenzio; Billie si precipitò nella stanza accanto alla sua.
“Mike, Mike svegliati…” Il bassista socchiuse gli  occhi trovando il viso del vocalist a pochi centimetri dal suo.
“Oh mio Dio, Billie che cavolo vuoi a quest’ora di notte…” Biascicò ancora non completamente cosciente voltandosi dall’altro lato e cacciando la testa sotto il cuscino.
“No Mike, guardami…” Il moro lo scosse leggermente tenendolo per le spalle e chinandosi di lato per guardare in faccia l’amico.
“Dai parla, cosa vuoi?” Disse Mike rassegnandosi all’idea di stare sveglio e mettendosi a sedere.
“Hai freddo?”
“No”
“Ti scappa la pipì?”
“No!”
“Hai paura di qualcosa?”
“No”
“Hai fatto un brutto sogno?”
“No, cioè più o meno, ma veramente potrei venire nel tuo letto per tutte queste cose?” Chiese curioso il vocalist.
“Ma che caz… comunque cosa avresti sognato di così tanto spaventoso?”
“Non ho sognato nulla di spaventoso, ho solo sognato Jenny…” Rispose Billie sedendosi accanto all’amico.
“E allora che cosa vorresti da me?” Il biondo cominciava a spazientirsi.
“Voglio che tu mi aiuti a cercarla”
“ALLE 4 DI NOTTE?! Ma tu sei scemo, io me ne torno a dormire!” Il bassista si sdraiò su di un fianco e chiuse gli occhi.
“Credevo che fossi mio amico…” Piagnucolò il moro facendo gli occhioni da cagnolino bastonato.
“Dai Billie non fare così… ma non puoi andare a cercartela da solo?” Domandò Mike addolcito dall’espressione dell’amico.
“Ma io ho paura ad andarmene di sotto solo soletto, è tutto buio…”
“Ah… e va bene, però cerchiamo di fare presto, ok?” Gli occhioni dolci funzionavano sempre.
Così i due scesero le scale e si ritrovarono in salotto; accesero la luce ma poi, ricordandosi di Trè che dormiva sul divano, decisero di utilizzare una torcia elettrica a testa.
Dopo mezz’ora di inutili ricerche Mike incominciava a spazientirsi.
“Dai Billie, torniamo a letto, la cerchiamo domani mattina…” Disse lasciandosi cadere sulla poltrona di fianco al divano.
“Ma mi ricordo che era qui da qualche parte… ah eccola! Ah no, è solo un pezzo di carta igienica…” Contestò Billie deluso.
“Visto? Non c’è… aspetta un momento, perché c’è della carta igienica sparsa ovunque per il mio salotto?”
“L’ho buttata iiio!” La testa di Trè comparve da dietro il bracciolo del divano; non aveva un’espressione molto cosciente in viso, probabilmente era ancora sotto l’effetto dell’alcool.
“M… ma dico sei impazzito? Dovrò stare a pulire per una settimana!” Strillò il bassista che esasperava sempre tutto alla follia quando si trattava di pulizie.
“Ma no dai, vedrai che in un ooora sarà tuuutto come nuovo!” Lo “rassicurò” il batterista cadendo pesantemente giù dal divano dando sfoggio del tutù rosa che portava intorno alla vita.
“E quello dove l’hai preso?!” Esclamò il biondo, un’espressione disgustata dipinta sul volto.
“A… appunto Trè, d… dove l’hai preso…?” Gli fece eco Billie poco convinto.
“Nell’armadio di Billie!” Rispose Trè scoppiando a ridere selvaggiamente.
Mike rivolse lo sguardo verso l’amico chiedendo spiegazioni.
“M… ma io non… senti, ognuno ha il diritto di vestirsi come vuole!” Tentò di difendersi il vocalist incrociando le braccia e guardandosi le punte dei piedi.
“Ho capito ma…!! Vabbe, lasciamo perdere… piuttosto, Trè, non è che hai visto la cravatta di Billie?”
“Uhm… ti prego esprimiti in maniera più comprensibile…” Disse il batterista tenendosi le tempie per il mal di testa.
“Sai.dove.è.il.pezzo.di.stoffa.bianca.di.forma.allungata.con.un.nodo?” Scandì lentamente Mike enfatizzando le parole disegnando con le mani la forma di una cravatta.
“Aaaaaaah…… NO” Concluse Trè andandosene via rotolando.
“Heheheheheheh!”
“Questo qua ha dei seri problemi…” BIllie era abbastanza sconvolto.
“Mike!” Gridò voltandosi verso l’amico.
“Cosa?”
“Andiamo a controllare in camera Trè! È l’unica che non abbiamo ancora sfasciato!”
E così i due si avviarono verso la camera e si misero a rovistare in ogni angolo mettendo a soqquadro la stanza del malcapitato.


Holaaa!! :D Come va? A me molto bene, ma immagino non interessi a nessuno :D coomunque, piaciuto il capitolo? Ah, nel caso ve lo stiate chiedendo (??) tra gli avvertimenti della storia abbiamo messo "Incompiuta" perchè realmente non sappiamo se la finiremo mai o.o cioè, questa ff abbiamo iniziato a scriverla qualcosa come *conta sulle dita* NOVE mesi fa (poi il fatto che il coraggio di metterla su l'abbiamo trovato solo 3-4 mesi fa è una cosa a parte u.u) e non abbiamo mai pensato a una cosa basilare come.... in che modo andrà a finire O.O cioè, magari una mezza idea ce l'abbiamo, non è detto che non la finiremo mai, ma preferisco avvertire ("come se a qualcuno interessasse veramente" nd moscerino adimensionale "zitta tu" nd me) u.u. E, altra cosa, non so quando riusciremo a pubblicare ancora, perchè fra un po' iniziano gli esami (O.O) e... insomma abbiamo poco tempo. MA! Non è detta l'ultima parola u.u perchè abbiamo qui tanti capitoli già pronti, quindi se troviamo anche solo cinque minuti tenteremo di metterlo su :3 eeeee..... no nient'altro u.u al prossimo capitolo :3

p.s. oddio il24eravamoalconcertodeiGreenDayèstataunacosafantasticaa *^* eravamo subito dietro le seconde transenne, a neanche 20 metri dal palco *^* io per colpa di quelli davanti a me (una coppia che ha continuato a parlare per tutto il tempo -.-") riuscivo a vedere solo Mike che saltellava in giro (e solo quando quei due si scollavano...) ma è stato troppo bello *^* anche solo per il fatto di cantare e pogare insieme a tutta la gente (sapete, era il mio primo concerto... erano esperienze nuove per me u.u) *^* voi invece siete andati a qualche data? o magari ci dovete ancora andare? ("fatti i cazzi tuoi" nd tutti) :3
bene, sclero time
ciaooo :3

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Capitolo 17
*** Nonhoabbastanzafantasiaperiltitolo ***


“L’ho trovata!!” Esclamò Mike tenendola sollevata per aria.
“Oh, finalmente” e dov’era…? Oh mio Dio” Billie rimase scioccato nel vedere che il bassista aveva tirato fuori la SUA Jenny dal cassetto del CALZINI di TRÈ.
“Io lo sapevo che avrei dovuto darle più attenzioni, in questi giorni la vedevo così distante…” Si lasciò cadere sulle ginocchia disperato, nascondendo il viso tra le mani.
“Oh… ehm… mi dispiace tanto…” Tentò di rincuorarlo l’amico.
“Non tentare di consolarmi… mi dovrei fare schifo da solo…”
“Uhm, se…” Si allontanò lentamente il biondo, per poi scappare alla velocità della luce fuori dalla stanza, abbastanza spaventato dalla reazione del vocalist.
“Trè… uhm… sai spiegarmi come mai Jen- cioè, la cravatta di Billie era nel tuo armadio?” Chiese spiegazioni sedendosi al tavolo della cucina, dove il batterista si stava sfogliando tranquillamente una rivista di gossip…
“Ehm… non saprei dirti…”
“Forse però…”
INIZIO FLASHBACK
Trè aprì gli occhi a fatica. Era buio, si sentiva stanco, gli scoppiava la testa, stava male.
Ma dov’è che era? Non si ricordava nulla della sera prima, e non era neanche certo che fosse notte.
Si puntellò sui gomiti per osservare meglio l’ambiente che aveva attorno.
Ok, era sicuro di essere sdraiato su un divano, e aveva una coperta addosso…
Se la levò con foga, si sentiva soffocare: tutto quel buio non lo aiutava a rimanere lucido di mente, e nemmeno tutti quegli elfi che gli svolazzavano davanti agli occhi.
Si alzò barcollando, era ancora ubriaco; fece per aggrapparsi al tavolino di fronte alla televisione, ma era troppo basso e cadde irrimediabilmente per terra.
Dopo qualche imprecazione fece leva sulle braccia e a fatica si rialzò.
“La vecchiaia inizia a farsi sentire” Sussurrò tenendosi con una mano la testa.
Dopo un po’, ebbe un’illuminazione (!!).
“Ma certo, ieri sera Claudia mi ha mandato a dormire in soggiorno, perché ero totalmente sbronzo!” Pensò.
“Un momento, ma io non sono più sposato con Claudia da un sacco di anni…” Ma allora chi era la ragazza della sera prima? Si ricordava solo che aveva i capelli scuri e impastati e che… oddio, i suoi occhi! Erano stupendi! Erano di un verde accecante, ed erano contornati da uno strato pesante di matita nera.
Ma chi era?
Pensò che alla fine non era poi così importante.
“Cretino che sono! Questa è casa di Mike! Credo…”
Iniziò a salire le scale facendo il meno rumore possibile, o meglio, quello che secondo lui era il meno rumore possibile, ergo, svegliò persino i vicini.
Fortunatamente, ai piani superiori Billie e Mike russavano come caterpillar, e non si accorsero di niente.
Trè si trovò di fronte ad una dura scelta: prendere la porta a sinistra o a destra?
“Ambarabà, Ciccì, Coccò, tre civette sul comò…” Finita la conta aprì lentamente quella che si trovava alla sua sinistra.
Di fronte a lui si trovò un letto a due piazze su cui giaceva un corpo senza vita… no un momento, era Billie.
Il nano era riuscito a far cadere le coperte a terra, rimanendo completamente scoperto, così mettendo in mostra il suo… ugh, fisico.
Dopo svariati conati di vomito dovuti all’alcool ancora in circolo e alla vista dell’amico con solo addosso i boxer e che sbavava sul cuscino, il batterista si guardò un po’ intorno e notò un piccolo particolare sul comodino affianco al letto.
Mr. Coniglino Morbidino! Perché era in camera di quel maniaco? Corse da lui, e nell’afferrarlo vide scivolare per terra un pezzo di stoffa bianca.
“E questo cos’è? Mah…” Lo raccolse e se lo mise in tasca.
FINE FLASHBACK
“Capisco…” Disse Mike alla fine di tutto questo racconto.
“Questo spiegherebbe tutto, no?”
“…”
“Mike?” Trè scosse leggermente l’amico.
“Eh? Cosa? Sì, hai ragione!” Il biondo era oramai immerso nei suoi pensieri, si era fermato alla descrizione dell’altro del sexy Billie in mutande.
“Uhm, Billie?”
“Che vuoi Mike?” Nel frattempo il vocalist era sceso al piano terra, ciondolando le braccia mentre camminava, demoralizzato. Mike gli raccontò tutto.
Gli occhi del moro si fecero lucidi, e in seguito si lasciò andare ad un pianto liberatorio, aggrappandosi e nascondendo la testa nella maglietta del biondo, che lo teneva stretto a sé accarezzandogli i capelli corvini.
“Su, non fare così… ora le cose si sono risolte, no?” Lo incoraggiò, per poi posargli un bacio sulla fronte. Si asciugò allora le lacrime, e rivolse all’amico uno sguardo carico d’affetto.
“G-grazie Mike… io… io… t-ti voglio bene” Disse Billie per poi scappare al piano di sopra.
Mike rimase paralizzato, e per la seconda volta dopo poco tempo gli caddero le braccia.
In quel momento provava stupore, confusione, felicità, rabbia (non sapeva neanche lui il motivo di quest’ultima)… tutte insieme!
“Ho bisogno di una doccia” Sussurrò massaggiandosi le tempie. Aveva sempre pensato che in momenti come quelli non c’era niente di meglio di una bella doccia bollente per schiarire le idee; Trè avrebbe detto che non esisteva nulla che non si potesse risolvere di fronte ad un hamburger o una bottiglia di birra, ma in quel momento non gli importava di quello che pensava Trè.
Mentre si insaponava i capelli con il suo shampoo all’albicocca, ripensava a tutti quegli anni passati con Billie, e arrivò ad una conclusione: era inutile farsi mille film mentali per un semplice “ti voglio bene”.
Uscì dalla doccia e prese l’accappatoio, per poi uscire dal bagno: seduto sul suo letto si trovava proprio Billie, il suo pensiero fisso in quel quarto d’ora sotto l’acqua.
Era di spalle, quindi non si accorse che Mike era lì e lo stava fissando; il biondo deglutì rumorosamente e iniziò a parlare.
“Hai bisogno di me, Billie?”
Nel sentire quella voce il moro sobbalzò e si girò di scatto.
“Uhm, sì… io… mi spiace di… esser scappato in quel modo prima e… volevo ringraziati ancora per aver tentato di consolarmi” Disse alzandosi e andando incontro all’amico sorridendo. Gli si fermò di fronte, lo fissava negli occhi.
“Ehi fratello, non ho fatto nulla di speciale… è il minimo che potevo fare… ora scusa, possiamo continuare il discorso appena mi sono vestito?”
“Oh certo” Rispose Billie girandosi dall’altra parte.
“Guarda che mica mi vesto qua in camera, puoi pure girarti”
“Oh certo, certo” Disse rigirandosi verso l’amico.
Mike lo guardava in modo dolce, scuotendo la testa: si infilò di nuovo in bagno.
Dopo poco tornò vestito e con i capelli asciutti: il vocalist invece era ancora lì sul letto che si fissava i piedi.
“Billie sono tornato”
Nessuna risposta.
“Billie?” Lo chiamò di nuovo il biondo.
Ancora niente.
“Oh mio Dio Billie sei morto?” Il bassista si avvicinò a lui e lo scosse energicamente.
“Sì…?” Chiese il moro con voce flebile sbattendo più volte le palpebre.
“Fiù, grazie al cielo ti eri solo addormentato!” Disse Mike stringendo a sé l’amico.
“Mike…?” Mormorò il vocalist accoccolandosi fra le braccia del biondo.
“Cosa c’è Billie? Lo sai che con me ti puoi confidare”
“Mi sa che fra me e Jenny è finita…” Dichiarò Billie sospirando tristemente.
“Oh… mi dispiace molto… comunque era solo una cravatta, no?” Si azzardò il bassista.
“Non lo so sono confuso… ma adesso lasciami dormire che sto morendo di sonno…” Il moro chiuse gli occhi ma li riaprì quasi subito.
“Mike puoi restare qui con me?” Chiese col suo solito fare da “awwn, povero cucciolo” a cui nessuno poteva resistere.
“Va bene Billie, tutto ciò che vuoi” Detto questo Mike si sdraiò raccogliendo le coperte dal fondo del letto e posandole sopra sé e Billie.
Peccato che i due piccionc… ehm, amici, non si fossero accorti che era mattina e il loro caro amico Trè entrò di corsa in camera, con la colazione in mano.
“Ragazzi ho pensato di portarvi la… co… la…zione” Si bloccò di colpo vedendo i due.
“Vabbe vi lascio soli, ho fatto male a disturbarvi…”
“No no, ehi!! Ma che cavolo dici, torna subito qui!” Lo bloccò poco prima che uscisse dalla camera Mike, che nell’alzarsi di scatto dal letto aveva fatto rotolare a terra il povero Billino, che ora si contorceva scomposto sul pavimento per il dolore.
“Ma tu non dovresti essere al piano di sotto a soffrire SILENZIOSAMENTE per il mal di testa post-sbornia?” Chiese il biondo a Trè, poggiandogli una mano sulla spalla.
“Forse” Fu la risposta indifferente di questo, che alzò le spalle.
“E allora perché sei qui e hai pure preparato la colazione?! E poi, chi ti ha insegnato l’educazione?! La prossima bussa prima di entrare, potevo essere anche nudo!”
Trè rimase scioccato dall’ultima affermazione.
“Ma io…! Pensavo che tu e Billie foste solo amici!! Cioè, so che siete GRANDI amici… ma non pensavo fino a questo punto!!” Urlò sconvolto.
“Ma che…?!”
Ci fu un attimo di silenzio tra i due, interrotto solo dalle continue bestemmie del vocalist, ancora steso per terra.
“OH DIO TRÈ, MA DOVE CE L’HAI IL CERVELLO?! COSA CAZZO VAI A PENSARE DI ME E DI BILLIE?!” MA SEI IDIOTA?!!” Gridò ancora più forte di prima Mike, con l’imbarazzo che ormai gli aveva preso ogni centimetro del viso.
“Scusa, è che mi hai detto così e ho pensato che…”
“STOP! Discussione finita! Ora fuori da camera mia!” Lo spinse fuori dalla stanza e si richiuse velocemente la porta alle spalle, per poi correre da BIllie che ancora si agitava per terra come un pesce appena saltato fuori dall’acquario.
“Billie, ti consiglio di alzarti da terra all’istante”
“Perché scusa?”
“Perché sei all’altezza dei miei piedi, e siccome ho tanta voglia di prenderti a calci… non mi facilitare il compiti” Disse freddo il bassista, fissando negli occhi l’amico, alquanto terrorizzato.
“Ok ok” Detto questo si alzò di scatto e scappò via, diretto dal batterista, che molto probabilmente avrebbe accoltellato.
Alla fine anche Mike si decise a scendere e i tre fecero colazione: due di loro presi dall’istinto di sgozzare Trè, mentre quest’ultimo bello pimpante che si sorseggiava il suo caffelatte.
“Ehi ciao ragazzi, dormito bene?” Domandò come se nulla fosse. In tutta risposta Billie Joe gli tirò un’occhiataccia di quelle che avrebbero fatto rabbrividire anche il più spavaldo dei leoni della savana.
“Mike ho dimenticato i calzini di sopra me li andresti a prendere per favore?” Domandò il vocalist con un sorriso evidentemente forzato in volto.
“Va bene, tanto a questo punto…” Detto questo il bassista si avviò tristemente su per le scale lasciando Trè e Billie da soli.
“Tu, piccolo bastardo… e osi anche chiedermi se ho dormito bene?” Sibilò il vocalist avvicinandosi minacciosamente all’amico.
“Ehm, scusa non volevo disturbarvi, pensavo che aveste fame…” Cercò di difendersi il batterista seriamente preoccupato per la piega che stava prendendo la situazione.
“Io avrei potuto fare la dormita più bella della mia vita se TU non fossi venuto a ROVINARE LE COSE COME FAI DI SOLITO!!! Cioè, ma lo sai che una cosa così ti capita una volta nella vita?! Dormire abbracciato stretto stretto a Mike non è così facile come credi!!!” Urlò il moro scaraventando una sedia a qualche metro di distanza.
“Aiuto Billie calmati, te l’ho già detto che mi dispiace!!!”
“Oh, ma sai che non me ne frega proprio niente delle tue scuse?!”
“Mike aiuto!!!”
“Billie ecco i tuoi calzini e smettila di strangolare Trè…” Fortunatamente il biondo era arrivato appena in tempo non facendo però neanche una piega di fronte alla scena che gli si presentava davanti.
“Ah grazie…” Billie afferrò i calzini al volo lasciando così a Trè la possibilità di respirare.
“Mike mi sembri un po’ depresso…” Aggiunse poi squadrando l’amico dalla testa ai piedi.
“Soffoco la rabbia nella tristezza…” Rispose il bassista gettandosi sul divano e cominciando a fissare un punto nel vuoto.
“Se vuoi posso tirarti su io, posso fare qualsiasi cosa, basta chiedere!” Si offrì il vocalist che non sopportava di vedere Mike in quello stato.
Alla mancata risposta dell’amico il moro si mise a ballare, saltare e a fare il gattino coccoloso in un disperato bisogno di attenzioni; il biondo però continuava ad ignorarlo.
“Questo è un caso disperato…” Constatò Billie demoralizzato dal fatto che neanche il gattino coccoloso  bisognoso d’affetto aveva funzionato, e pensare che quella era sempre stata la sua ultima risorsa! Avrebbe fatto venire la pucciosite anche al cuore più duro e freddo della terra.
All’improvviso un’idea malsana attraversò la piccola mente perversa del vocalist, seguita da una sua espressione terribilmente disgustata. 



Bene, a grande richiesta (??) ecco un altro capitolo! Non ho granchè da dire se non che non sono riuscita a trovare un'idea decente per il titolo(^_^") e che ora devo scappare che devo finire la tesina D:
Bye!

 
 

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Capitolo 18
*** She is the granny most super in the world ***


All’improvviso un’idea malsana attraversò la piccola mente perversa del vocalist, seguita da una sua espressione terribilmente disgustata. 

“Non avrei mai pensato di dire una frase simile ma è la nostra ultima speranza: Trè vai di sopra e vestiti da infermiera o da quello che vuoi, basta che sia di sesso opposto. Non so se questo farà ridere Mike o lo farà vomitare a getto, l’importante è che si smuova di lì” Disse il moro sapendo che si sarebbe pentito amaramente di ciò che aveva appena detto.
Quando Trè tornò, aveva indosso un vestito fucsia, che gli arrivava alle ginocchia, un paio di calze a rete ed uno strato pesante di trucco in faccia.
“Come sto?”
“Sei la miglior drag queen che abbia mai visto” Billie gli fece un segno di approvazione con la mano, mentre cercava di reprimere un conato di vomito.
Toccò leggermente la spalla di Mike e, vedendo che non dava segni di vita, gli girò bruscamente il viso, godendosi la sua espressione: sgranò gli occhi di colpo, e iniziò ad impallidire spaventato; neanche avesse visto un fantasma!
“Mike, tutto bene?” Chiese Billie tentando di intromettersi nella sua visuale.
“U-uhm… c-credo di sì… ora devo andare” Spaventato, il biondo uscì sul retro, in giardino, per godersi un po’ d’aria fresca mattutina e per togliersi dalla mente l’immagine di Trè che, era sicuro, lo avrebbe perseguitato per molte notti.
“Ehi Mike… ti abbiamo spaventato troppo?” Il moro lo inseguì, pensando di aver esagerato: in risposta non ricevette nulla.
“Mickey… rispondimi ti prego… scusami…” Billie si mise a fare il micino per convincere l’amico a parlare, accovacciandosi a terra vicino a lui e strusciando il viso sulla sua spalla.
Mike accennò un sorriso e iniziò ad accarezzare i morbidi capelli del vocalist; si bloccò, però, non appena gli si appallottolò in braccio e iniziò a fare le fusa.
“Ehm Billie… che stai facendo?”
“Mmh… sei morbido!” Esclamò felice lui, mentre si sistemava meglio le zamp… ehm, mani sotto il viso e chiudeva gli occhi, per provare a sonnecchiare sul suo migliore amico un’altra volta.
“Ma Billie…” In risposta ricevette solo il ronfare del moro, che gli stava anche infilando le unghie nelle gambe, in un continuo avanti e indietro delle dita, proprio come un gatto.
“Senti… Billino caro… io sarei un po’ scomodo e…… SEI GRASSO! Levati di dosso che sto soffocando e mi stai bloccando la circolazione nelle gambe!” Sbottò Mike scherzosamente per farlo alzare.
Billie sgusciò via raso terra: al biondo sembrò di vedere anche una coda passargli davanti al viso.
Era triste, deluso, non si aspettava di venir trattato così dal suo migliore amico, non aveva capito che lo stava prendendo in giro.
Come un bambino, iniziò a singhiozzare: il labbro inferiore cominciò a tremargli e subito dopo si lasciò andare in un pianto disperato.
“M-Mike io pensavo che tu mi volessi benee!” Corse via, sentiva il suo piccolo e fragile cuoricino andare in frantumi, insieme alla sua dignità.
                         
Trè vide l’amico corrergli incontro con la testa china, emettendo continui singulti.
Gli allacciò le braccia intorno al collo e lo strinse forte, facendogli mancare il respiro e nascose la testa nell’incavo del collo del batterista: questo sentì le lacrime di Billie, il quale si stava soffocando con i suoi stessi singhiozzi, bagnargli la maglietta.
“Ah, prima mi vuoi uccidere e poi vieni a piangere sulla mia spalla?” Lo schernì Trè mentre cercava di scrollarsi di dosso l’amico.
“Non si fa così Billie, no no!” Lo sgridò tata Lucia, saltata fuori da non si sa dove. In tutta risposta il vocalist la guardò con un’espressione che era qualcosa tra l’arrabbiato e l’affranto… insomma, qualcosa di molto puccioso.
“Nessuno mi vuole bene…” Mormorò prima di scappare in camera sua al piano superiore.
“Mamma mia questo è complessato mica poco…”
“Ehi Trè, sai dov’è finito Billie? Devo parlargli…” Domandò Mike facendo irruzione nella stanza.
“È corso su in camera sua piangendo… ma si può sapere che cavolo è successo?”
“Te lo racconto dopo, eh?” E detto questo il biondo si lanciò su per le scale.
“Secondo me Billie è tipo quella del Mondo di Patty: se non piange almeno 11 volte al giorno non è contento…” Riflettè Trè mentre si accingeva a prendere il telecomando per accendere la tv.
“Ehi Billie? Billie dove sei devo parlarti” Chiamò il bassista mentre si guardava in giro per la stanza in cerca del suo migliore amico; il suo sguardo cadde su uno strano rigonfiamento delle coperte ai piedi del letto.
“Dai Billie vieni fuori” Mike sollevò le coperte infilando la testa sotto di esse: Billie era rannicchiato sul fondo del letto e lo fissava coi suoi occhioni verdi spalancati e ancora lucidi per il pianto.
“Scusami, io stavo solo scherzando…” Il biondo allungò una mano per accarezzare la spalla dell’amico, col solo risultato della fuga del moro nell’altro angolo del letto.
“Oh dai vieni qui, non avere paura di me…” Mike distese nuovamente il braccio riuscendo però a sfiorare l’amico che si allontanò nuovamente da lui.
“Dai, adesso basta Billie, lo sai che non voglio farti del male…” Il bassista tentò questa volta di afferrarlo con entrambe le mani ma ancora una volta il vocalist sgusciò via. Spazientito il biondo si lanciò addosso all’amico tentando in tutti i modi di farlo stare fermo mentre quello continuava ad agitarsi come un matto per cercare di scappare dalla stretta del bassista.
“E va bene, io mi arrendo!” Sbuffò Mike appoggiandosi sfinito allo schienale del letto.
Dopo qualche istante passato a riflettere sulla situazione decise di utilizzare la sua ultima risorsa.
“Billie guarda che se non vieni subito qui non ti faccio più le coccole!”
Sapeva quanto piaceva al suo amico essere coccolato e lodato, cose che accrescevano in modo esagerato la sua autostima e quindi il suo egocentrismo, non ci avrebbe rinunciato per nulla al mondo. Infatti poco dopo la testa del vocalist fece capolino da sotto le coperte fissando nuovamente il bassista con i suoi occhioni da cucciolo.
“Mettiti qua” Mike si batté più volte una mano sulle ginocchia.
Dopo un attimo di esitazione Billie si avvicinò lentamente all’amico accoccolandosi sulle sue gambe.
“Ecco bravo” Il bassista incominciò ad accarezzarlo proprio come si fa con i gattini, che infondo erano la cosa a cui il vocalist assomigliava di più: era decisamente più vicino a uno di quegli animaletti pelosi che ad un adulto responsabile.
“Ascoltami Billie, io quelle cose le ho dette per scherzare, non intendevo assolutamente offenderti capito?” Il moro rispose annuendo lievemente.
“Quindi mi perdoni?” Il vocalist assentì di nuovo con il capo e un sorriso affiorò sulle labbra.
“Grazie” Disse Mike grattando l’amico dietro le orecchie.
“Miaaaaow!” Billie miagolò felice.
Il biondo, dopo l’esclamazione dell’amico, si batté una mano in fronte, sconsolato.
“Avevi detto che stavi cercando di smettere!” Lo rimproverò.
“Scusa…” Il moro abbassò le orecchie (non si sa bene come) imitando nuovamente gli atteggiamenti di un gatto.
“Billie!”
“Ok non lo faccio più!” Disse alzandosi.
“Però era divertente…” Aggiunse prima di chiudersi la porta alle spalle.
“Stiamo rasentando il ridicolo… che qualcuno mi aiuti…!” Si sfogò il bassista, iniziando a parlare da solo, lamentandosi dei comportamenti di Billie e incolpandolo di qualsiasi cosa, dal vicino che fa rumore alle due di notte al riscaldamento globale.
E mentre Mike sclerava, il campanello d’entrata iniziò a suonare: il vocalist, che passava di lì, andò ad aprire e non appena vide chi era rimase immobile, e poi estasiato si inginocchiò a terra con le braccia spalancate, con un sorriso ebete in volto, di chi ha appena visto la Madonna.
“Sei venuta qui per me!!” Si rialzò e prese in braccio quello che lo stava attendendo sul porticato, avvolto da una luce divina.
                     
“Ehi Billie, che ti pren… oh mio Dio. È venuta qua da sola?” Esclamò Trè vedendo l’amico in uno stato catatonico.
“Sì, sì! Ma ti rendi conto?!” Urlò a squarciagola il moro sbatacchiando Blue, la sua chitarra, a destra e a manca e facendo svegliare anche il biondo che nel frattempo era caduto in un leggero sonno dopo aver smadonnato per un abbondante quarto d’ora.
“Uh, uh, uh, uh!! C’è un biglietto Billie guarda!!! Leggilo, leggilo, leggilooo!!!!” Gli fece notare il batterista che aveva già incominciato ad immedesimarsi in un investigatore privato.
“È vero!! Allora vediamo dice…
                                                                                       

  La prossima volta stai più attento ragazzino rammollito!
Questa è la seconda volta che ti copro il culo!
 p.s.= te la stavano rubando…         
 
 

“Cosa?! Stavano rubando la mia Blue?!”
“Esatto figliolo, proprio così!” Il viso alquanto famigliare di una vecchietta comparve oltre lo stipite superiore della porta.
“Aiuto!!!” Strillò Billie voltandosi per abbracciare Mike; peccato che si accorse che il suo amico non era presente solo dopo aver preso lo slancio, e quindi cadde rovinosamente a terra.
“Non avrai mica paura di una povera vecchietta! In piedi femminuccia!!” Lo rimproverò l’anziana signora lasciandosi cadere facendo una capriola prima di arrivare coi piedi per terra, dato che era appesa al contrario.
“M… Mike mi ha chiamato femminuccia!!” Il vocalist scoppiò a piangere battendo i pugni per terra.
“E adesso cosa c’è ancora?” Il bassista fece la sua comparsa in cima alle scale.
Ma il suo sguardo si addolcì subito alla vista di un povero piccolo piagnucoloso e coccoloso Billie Joe che si rotolava per terra.
“Awwn poverino… chi ti ha fatto piangere? Dillo a Mike” Tentò di consolarlo il biondo prendendolo in braccio.
“È shtata lei, mi ha chiamato femminuccia!” Piagnucolò il vocalist indicando l’anziana signora.
“Signora non si permetta più di chiamare il mio amico in questo modo!” Esclamò fermo Mike.
“Pfiù, parla quello che se la prende con quelli più piccoli di lui” Rispose spavalda la vecchina. Quest’ultima frase lasciò perplesso il bassista che si fermò un attimo a riflettere.
La signora si rivolse allora a Trè che fino a quel momento era rimasto ammutolito fissandola esterrefatto.
“Ma fammi sapere una cosa: il tuo amico, quello lì bassino, fa sempre così?”
“Chi Billie? Oh sì, ma quello è il minimo mi creda…” Rispose lui alzando gli occhi al cielo.
“Sa signora, anch’io vorrei una nonna come lei…” Ammise poi il batterista arrossendo leggermente in viso.
“Oh, anche a me piacerebbe avere un nipote come te figliolo, forte e robusto, e non quel rammollito che mi ritrovo che passa la maggior parte delle sue giornate davanti al computer e non ha neanche il coraggio di trovarsi uno straccio di fidanzata!”
“Lei è proprio forte, sa nonnina? Ma dico, come faceva a stare appesa in quel modo?” Domandò Trè curioso.
“ Vent’anni come ufficiale nell’esercito, ecco come figliolo! Poi quei pappamolli mi hanno mandata via per aver picchiato uno che aveva paura di un semplice e innocuo amputamento di una gamba!” Raccontò la vecchietta agitando il suo bastone per aria.
“MA IO HO CAPITO CHI È LEI!!” L’urlo di Mike interruppe la conversazione tra i due.
“Lei è quella che mi ha preso a borsettate mentre… beh ecco… ehm… mentre stavo prendendo a cartellate stradali Billie…” Svelò il biondo mentre quel ricordo fece rabbrividire il povero Billie che ancora teneva in braccio.
“Oh, ce ne hai messo di tempo! Scommetto che questo giovanotto… come ti chiami figliolo?”
“Trè”
“Ecco, scommetto che Trè l’avrebbe capito subito!” Esclamò la vecchietta.
In tutta risposta gli altri due membri del gruppo si guardarono in faccia trattenendo a stento una risata.
“Vabbè, signora la ringraziamo molto per averci riportato la chitarra di Billie sana e salva…… vuole che le offriamo qualcosa? Non so, una tazza di thè…” Esordì il bassista interrompendo quell’imbarazzante silenzio nel quale i quattro erano caduti.
“Nonnina vuole un po’ di questa?” Domandò Trè porgendole la bottiglia che teneva in mano.
“Ma cosa dici Trè, non si offre la birra alle vecch…” Il biondo si blocco di colpo quando l’anziana signora strappò dalle mani del batterista la bottiglia e se la scolò tutta d’un fiato.
“Ma che…?!”
“Nonnina lei è un mito!! Non ci sarei riuscito neanch’io!!!” Esclamò Trè fissando incredulo la bottiglia vuota.
“Ah, mi ci voleva proprio! Era da tanto che non bevevo un po’ di birra! Quell’idiota di mio figlio non me la compra mai, dice che fa male alle persone di una certa età come me” La vecchietta si diresse verso la porta d’entrata.
“Io vi saluto ragazzi buona giornata!”
“No, aspetti un attimo nonnina!” La bloccò Trè mentre correva in cucina. Poco dopo fu di ritorno con una bottiglia di birra in mano.
“Volevo darle questa! Dato che suo figlio non gliela compra…” Disse porgendola all’anziana signora.
“Grazie figliolo, non dovevi! Lasciati abbracciare…”
“È stato un piacere nonnina, non la dimenticherò mai!” Il batterista accompagnò la vecchietta alla porta e la salutò con un gesto della mano.
“Oh mio Dio ma chi era quella?!” Esordì scioccato Mike.
“È la nonnina più super del mondo, ecco chi è! Ma dico ragazzi l’avete vista?!” Rispose Trè saltellando sul posto.
“Sarà, ma a me quella donna fa paura! A te no Billie? Billie…?” Il bassista scosse il povero nano che nel frattempo si era addormentato profondamente.
“Chi…? La vecchietta…? È forte sì…” mugugnò socchiudendo gli occhi.
“Vabbè…” Alzando gli occhi al cielo e sbuffando, Mike si diresse al piano di sopra con ancora il corpo del suo amico semi-svenuto tra le braccia, dove avrebbe potuto godersi qualche ora di meritato riposo.
Arrancò fino alla camera del vocalist e lo adagiò sul letto per riprendere fiato dopo la salita, o meglio ardua arrampicata, e constatando il fatto che Billie avrebbe dovuto perdere qualche chilo.
Si diresse poi di nuovo verso il moro e si fermò a osservarlo pensoso: lo doveva lasciare così 0 doveva tentare di metterlo sotto le coperte?
Si convinse del fatto che non poteva far prendere freddo al suo migliore amico, quindi avvicinandosi lentamente iniziò a levargli i pantaloni e la maglietta, lasciandogli su solo i boxer.
Lo fissò ancora, indeciso sul da farsi: come faceva a tirarlo di nuovo su e metterlo sotto le coperte senza svegliarlo e senza farsi prendere per un maniaco?
Mentre pensava si perse tra i tatuaggi del vocalist: belli, che coprivano gran parte delle sue braccia e parte del suo petto candido, e poi quelli sulle gambe, fasciate da quei boxer aderenti…
“Mike concentrati, mettere Billie sotto le coperte, questo è il tuo obiettivo… non far sì che i tuoi pensieri vengano deviati da uno stupido nanetto sexy…” Sussurrò a se stesso per tentare di calmarsi.
Riprese le facoltà mentali, sollevò di nuovo delicatamente l’amico, e finalmente riuscì a rimboccargli le coperte.
Tirò un respiro di sollievo e si sedette sul bordo del materasso, a contemplare la figura del moro e passando le dita nei suoi capelli increspati.
Dopo un po’ decise di lasciarlo dormire in pace e uscì dalla stanza chiudendo la porta.
“Oh Michael Michael… neanche tu sai resistermi…” Sogghignò Billie rivolgendo lo sguardo verso la poca luce che filtrava da sotto di essa. 







Holaaa!! Capitolo lungo! :D u.u piaciuto? Devo dire che io quella vecchietta la vorrei come nonna u.u Comunque! Vado di corsa quindi non ho molto da dire.... se non: RECENSITE!! :D e che non so perchè ma oggi scrivo in verde, non.lo.so.
Vabbè, alla prossima!

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