A pinkstone

Purify [Elettra Bailey Potter][110]

I suoi occhi sono perfetti antagonisti della realtà: ruggiscono con una rabbia fredda al cielo che si carica di [morte di fiamme, ovunque] presagi sinistri scritti con parole che lei sola comprende.

Elettra Bailey, alza lo sguardo verso una volta livida, che si tinge di sangue e che le sussurra [morte di fiamme, ovunque] di partire e andarsene e lasciarsi alle spalle destini terreni troppo bassi per una silfide come lei. Elettra ascolta, e tace, marcia di dubbi.

A chilometri di distanza, qualcosa brucia e consuma tutto: legno, pietre, carne, voci, amori. Brucia, e distrugge tutto quanto.

A chilometri di distanza, anche una donna brucia e nel fuoco, torna pura.

***

A darkrin: carissima. si si, pubblicata. Scritta in cinque minuti buoni, ma sembra che non sia venuta su poi così male. E come ci vai tu, a fondo di quello che scrivo, ci vanno davvero in pochi.

Ad Axia: Denny, ti prego. Eccome se dovevo. Era proprio il minimo.

Ad Herm85: bello far restare qualcuno senza parole, ma sarebbe ancora più bello ricevere un bel commento in cui qualcuno mi smonta una drabble. Grazie mille comunque!

Ad Hacate Sanghurst: cara! La Denny mi dice che esci pazza per le drabbles. Cavoli, tutti vorrebbero lettori così, grazie *_* 

Ad Angel Hope: mmh...in che senso non sei riuscita a farla tua? intendi dire che non sei d'accordo con la natura fragile di Glory - per quanto ella stessa cerchi di rigettarla e aspirare al divino - ? Fammi sapere!^-^

Next=>Cleaning out my closet [Lucas James Potter]:"Gli scheletri che sonnecchiano negli armadi furono corpi che rinchiudemmo lì dentro con la forza."

Lighting [Edward Dalton][110]

Mille e mille occhi si riempiono d’oro. Di ori.

La musica fluisce come miele dolcissimo, attraversa corpi intinsi nel profumo dell’ebbrezza.

[La voluttà che ricatta anche i più reticenti, veste abiti evanescenti.]

Un reticolo di luci si concentra nella curva di un fragile cristallo, nella molle pienezza di un bicchiere ospitante un liquore antico [per le labbra di un amore antico].

Un uomo che immagina una donna, dal basso della sua voragine: un uomo che ha visto il colore della luce e che intimamente, segretamente, se ne riveste tramite un singolo ricordo.

Ophelia Dalton entra nella sala gremita di ospiti: non vede colori, ma sfumature sbiadite.

Lui è già andato via.

***

Junction [Caroline Dalton][110]

I libri dimenticati sul tavolo dell’aula, testimoniarono con sguardo accusatorio la sua disattenzione.

La bocca di Caroline Dalton si piegò in una smorfia di disappunto. Dannazione.

[È lì]

La luce del pomeriggio, [caldissima] filtrava dalle ampie vetrate, per poi accasciarsi al suolo, giacendo addormentata. Faceva risplendere tutto, con noncuranza. Dannazione.

[Lo vedo]

La sua saliva si suicidò nella gola sottile: le sembrò quasi di sentirlo. L’urlo. L’eco dei passi si trasformò in una sinfonia di ansia, ogni corista lo urlava.

Dannazione mi sta guardando.

Ad un passo dai libri fu bloccata da Derek : sola, questa volta. Sola.

[Lei deve crescere.]

Si guardarono.

E lui deve essere ferito.

Finalmente.

Simpathy [James Potter centric/Glorya Artemisia Malfoy] [100]

Cadde l’ultima parola, e fu silenzio.

Non una chiacchiera vuota e vana in quegli sporchi locali. Non una.

[Appena un ronzio sordo, da identificare]

Non erano le bocche a parlare, ma i corpi, in quel silenzio sacro e terribile: era un’armonia muta, per orecchie esigenti, intenditrici.

Strano pensare che lei non se ne accorga: lei che vede sempre tutto.

[Strano pensare che non senta]

Se volesse potrebbe prenderla subito: sarebbe così facile farla ardere sotto di lui.

Ma la musica che produce è un godimento troppo forte, per rinunciarvi.

Strano pensare che lei non si senta, mentre vibra per lui.

***

Dust [Edward Deverall Dalton][110]

Non si dovrebbe tornare nelle stanze dell’infanzia, non quando sei adulto e del bambino che sei stato restano solo brutti ricordi.

I sorrisi che sperperavi senza raziocinio ora sono [polvere] esclusiva proprietà di figure che ricambiano indifferenti i tuoi sguardi vuoti, dal basso della loro posizione.

Avresti dovuto sapere che la gioia non ci è dovuta.

E ti chiedi [polvere] se davvero [sull’edera] eri tu quell’uomo [del nostro amore] che attendeva febbrile sull’altare il fantasma di una donna, se eri davvero tu, con quella luce così calda negli occhi a bearsi della poesia annidata [come polvere] in quel velo.

E ti chiedi, infine, cosa ne è rimasto, di tutto quello.

***

Ad Angela: tantissimi auguri per i tuoi 19 anni.

A kind of happiness: feminine smiles [Draco Lucius Malfoy/Glorya Artemisia Malfoy][110]

L’odore dello champagne è tanto forte da manifestarsi alla vista quasi come un fiume. L’aria gassosa [una sorta di euforia triste] satura l’ambiente rendendolo dolciastro.

C’è una festa, si, ma nell’altra sala[e c’è una felicità, si, ma non tua] e tu sei seduto davanti ad uno spettacolo di stoviglie sporche, di piatti in bilico, di confusione.

Cos’è un Natale senza un sorriso di donna…

Un dea umana, ad un tratto, illumina la luce della cucina.

[Di una famiglia?]

Guardi [l’occhio d’oro di Hermione dentro] il viso di tua figlia, la sua bocca piegata in un sorriso triste.

Ma Draco, è pur sempre [lei in ] un sorriso.

<< Buon Natale, papà. >>

Rules of seduction: old lies [Cally Bones][110]

È un gioco a cui aveva sempre assistito, e mai partecipato.

Quello no, le era proibito.

Allora era rimasta [e poi chi avrebbe voluto] a guardare le sue [giocare quel gioco] amiche diventare donne, complete in tutti i sensi [con Cally Bones?], così abili con quelle regole.

Regole che lei, così brava in tutto, non riusciva ad imparare.

Si riprese da quei pensieri – la mente offuscata da quell’unico bicchiere di vino [di parole] -  e si concentrò di nuovo sulle forme [di bellezza] del suo interlocutore

Le venne porso un secondo bicchiere, lui la guardò.

E lasciò che per una notte, una sola notte, si illudesse di quella splendida, dorata bugia.

True life [Francine Greviance][110]

Ci sono mondi di cui lei è l’unica abitante, e ci sono solitudini che lei sola può vivere.

Quando bocche le parlano e occhi la osservano e mani la scuotono, lei risponde con il suo sguardo vacuo, perso in altro grigiore, immerso in un cielo che è vero limite di se stesso.

Fluttua.

Naviga in un limbo fatto di sentimenti più che di sensazioni, non sente sulla pelle ma nell’anima.

E non sente voci umane, lei. Non può.

Ma sa che nessuna di loro potrebbe eguagliare il sussurro di Dio che è sempre nel suo orecchio.

Francine Greviance dunque non è malata: è semplicemente viva in un mondo di morti.

Bolla di sapone: peace [Harry Potter/Elettra Bailey][110]

Vedeva il viso di sua moglie attraverso le rotondità di una bolla di sapone.

Il bianco della schiuma, dei panni asciutti, del marmo si rifletteva nello specchio e li racchiudeva gentile [in una bolla di sapone] in una pace che Harry sapeva non avere fondamento.

La mano di Elettra vagò fino al suo ginocchio [la Pace come una bolla di sapone] e lui capì l’errore della sua gloria. 

La sua voce era pesante e ruvida, ma i concetti che esprimeva erano morbidi e fragili: Harry avrebbe dovuto aver compassione di lei, ma mentre ascoltava non poté impedire ad un infido sorriso di affiorare sulle labbra.

Elettra sarebbe tornata a casa.

Cinderella: like crystal [Faith Meridiana Potter][110]

Congiunse le mani, stringendole forte tra le pieghe del tulle azzurro: vide le scarpette di cristallo, così fragili [anche per lei che moriva di fragilità] alla vista, riflettere le basse luci della sala, amplificandole.

Non le sarebbe bastata una vita per dimenticare la bellezza di tutto quello.

Non le sarebbe bastata l’eternità intera per decidersi ad alzarsi e a vivere.

Faith alzò lo sguardo e sembrò vedere tutto come attraverso del vetro: provò a bussare, ma nessuno le aprì.

Lui, lui era dall’altra parte e…

L’orologio suonò l’ora e ripetè a se stessa che se il suo sogno svaniva a mezzanotte, il suo incubo sarebbe durato per tutta la vita.

Cesar non aveva detto a Denise che le perle nere che indossava, erano appartenute ad un’altra persona.

Non [un’altra donna] le aveva parlato del giorno in cui [prima di lei]  le aveva fatte scivolare [come vecchi occhi] nelle sue mani bianche. Il ricordo del sorriso di Imperia, aveva sostituito ogni fonte di luce.

Niente, niente di tutto questo era stato rivelato.

Si era preferito tacere per ragioni fin troppo chiare.

[Polverosa la via delle ossa stanche]

Denise guardava se stessa e la collana allo specchio, e sembrava rivedere [quegli occhietti neri] un preciso volto e una risata conosciuta, anche se mai ascoltata [ticchettanti come biglie di vetro in orbite vuote].