I'll never let you go

di KissMeKidaruhl
(/viewuser.php?uid=325550)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***




Capitolo Uno


 
I miei genitori lavoravano davvero tantissimo, e spesso ero costretta ad andare per qualche settimana o qualche giorno a casa di amiche, visto che i miei non volevano che io fossi da sola in casa e confesso che da una parte li capisco.
Era Giovedì il giorno in cui i miei genitori sarebbero ritornati a casa. Ero a casa della mia migliore amica in assoluto: Annalisa. 
Ci facemmo entrambe una doccia e ci preparammo per andare a scuola. Indossai un maglioncino rosa chiarissimo che lasciava scoperta la spalla sinistra, un jeans blu attillato e sotto un paio di ballerine color carne. Raccolsi i miei capelli mossi in una mezza coda, mi truccai leggermente e andai giù in cucina a mangiare qualcosa prima di uscire. 

Mentre stavo mangiando una fetta biscottata con la marmellata sentii una vocina chiamarmi.

"Hey Ariana, buongiorno!" mi girai verso di lei sorridendole

"Ma buongiorno a te amore mio, hai dormito bene?"

"Oh, decisamente si! Come un ghiro ahah!" disse in un soffio prima di scoppiare a ridere.

Scoppiai a ridere insieme a lei. Eh si, lei era davvero la migliore amica in assoluto! Era praticamente la sorella che non avevo. Indossava un bellissimo abitino con le maniche a tre quarti stretto in vita che si allargava man mano sul sotto. Era color carne tutto fatto di pizzo con in vita una piccola cintura di cuoio marrone e delle ballerine abbinate. Aveva dei lunghi capelli castano chiaro lisci come la seta.

"Oh, bè come al solito allora ahah..." le feci l'occhiolino, lei prese a ridere prendendo a sua volta la fetta biscottata con su la marmellata finchè, prima di morderla, mi guardò.

"Ma va ahah, che cattiva!" disse lei scherzosamente facendomi il musino.

"Ti voglio bene!" 
la guardai facendole gli occhioni dolci, lei mi sorrise nuovamente.

"Certo, come no ahah, ti voglio bene anche io amore mio! Hey, siamo in ritardo!"

Mi girai guardando l'orologio, i miei occhi si spalancarono realizzando che eravamo davvero in ritardo!

"Oddio è vero, muoviamoci!!"

Ecco, e questo si ripeteva ogni giorno, eravamo le solite ragazze ritardatarie a vita! Ingoiammo di fretta e furia il restante della fetta biscottata, ci dirigemmo verso la porta, ci infilammo i cappotti e prendemmo gli zaini correndo fuori, la scuola non era molto distante da casa sua e così andammo a piedi. 

Oh, scusate, non mi sono ancora presentata, sono Ariana Rose Gilbert ed ho 18 anni, si sono molto sbadata.
Arrivammo a scuola giusto in tempo e ci accomodammo, ovviamente nella penultima fila, eravamo molto popolari a scuola essendo le capo-cheerleader.
Non fatevi ingannare dai banchi delle ultime file: eravamo due ottime studentesse! A parte in matematica per quanto mi riguarda, sono sempre stata una vera e propria frana.
Entrò la professoressa d'Inglese; la quale si accomodò e ci disse che avremmo avuto un nuovo compagno di classe. Ovviamente io ed Annalisa non la stavamo ascoltando, lei mi stava raccontando delle novità riguardo alla sua "cotta" ebbene sì, le piaceva il più bel ragazzo della scuola: Kristian Evans il capo della squadra di pallacanestro della scuola e devo dire che non le davo assolutamente torto. Lui è alto, bello, moro, palestrato e con gli occhi azzurri.
So bene a cosa state pensando: eh sì, un vero e proprio figo!
Essendo le capo-cheerleader eravamo molto in confidenza con i giocatori della squadra e in tutta la scuola girava voce che lui avesse una gran bella cotta per lei. Mentre mi congratulavo con lei per le novità riguardanti messaggini e sguardi languidi. Iniziammo a discutere su cosa ci saremmo messe alla festa di Kristian che si sarebbe tenuta la sera stessa quando sentii una voce maschile.

"Hey tu, sposta quello zaino, mi da fastidio!" disse in tono brusco.

Io non lo guardai, abbassai lo sguardo e prendendo il mio zaino lo spostai senza prestargli troppa attenzione.

"Certo, io posso spostarlo ma tu potresti essere leggermente meno acido!"

Dopodiché alzai gli occhi e vidi il nuovo arrivato, lui mi guardò con aria incazzata e si sedette nel posto dietro di noi. 
Mentre ragionavo su ciò che era appena accaduto la voce di Annalisa interruppe i miei pensieri.

"Oddio! Ti rendi conto che Justin Bieber è in classe con noi e che è seduto dietro di noi?! Però hai fatto bene a rispondergli così..."

Io la guardai con aria stranita e le risposi:

"E' stato un gran maleducato! Ma chi si crede di essere?!"

Lei mi sorrise senza dire nulla e la lezione iniziò. L'ora di inglese terminò e ci dirigemmo tutti in palestra per le prove e gli allenamenti, mentre eravamo negli spogliatoi Annalisa si faceva bella per Kristian e parlava con me della festa che ci sarebbe stata la sera stessa.

Mentre facevamo le prove per la partita e la squadra si allenava lei e Kristian si lanciavano occhiate languide. Arrivarono anche i nuovi arrivati fra cui Ryan, Chaz ed infine Justin; girava voce lui fosse venuto nella nostra scuola proprio per stare con i suoi amici perché voleva prendersi una pausa dalla musica e vivere un po' di più la sua vita, ma purtroppo (o almeno come pensava lui) non era capitato nella loro stessa classe, ma infondo gli andava bene ugualmente. 
Volevano fare i provini per entrare a far parte della squadra. Mentre l'ora passava Justin mi fissava, io facevo finta di niente. 
Finita la scuola io e Annalisa tornammo a casa sua, ogni ora che passava era sempre più eccitata e contenta! Del resto come darle torto, sperava che Kristian le chiedesse finalmente di essere la sua ragazza e in qualità di sua migliore amica lo speravo anche io per lei.



 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***






Capitolo Due

 
 
Prima di prepararci ci mettemmo un pò su twitter visto che, da brave scolarette, avevamo già fatto tutti i compiti. Annalisa andò sul profilo di Justin, se non la conoscessi bene direi che ci era andata giusto per dare un'occhiata.

Trovò un tweet che diceva: "a volte a scuola si fanno davvero degli incontri stupendi! ", e subito sotto c'era un altro tweet di Ryan con la risposta: "bro, è una delle ragazze più belle di tutta la scuola e ha un carattere troppo forte per te!", e sotto ancora c'era un'altro tweet di Chaz:"si bro, Ryan ha ragione... però te le scegli bene! ;) ". Mentre io ero assorta nei miei pensieri sentii Annalisa gridare il mio nome e saltai su.
 
"Anaaa! Secondo me stanno parlando di te!"
 
Mi girai di scatto verso di lei, che era seduta sul duo letto, sgranando gli occhi. La guardai con aria interrogativa e spostai le labbra serrate da un lato facendo un espressione confusa finchè non arrivai a capire di cosa stesse parlando.
 
"ma va, vuoi vedere che con una scuola intera a sua disposizione quello va a pensare giusto a me?! E poi è antipatico; odio i tipi che si danno arie."
 
Lei mi guardò con aria divertita facendo un mezzo sorrisetto, cosa che mi innervosiva, ma sapevo bene dove stava andando a parare. Sorrideva prendendomi in giro, io mi avvicinai al letto, allungai il braccio destro prendendo un cuscino e con un movimento fluido glielo tirai.
 
"dai scema!..." le dissi imbarazzata. Cercai di cambiare discorso: " prepariamoci che questa è la tua serata!".
 
Le feci l'occhiolino ed iniziammo a prepararci. Lei era davvero stupenda, aveva un abito bianco a maniche lunghe semplicissimo: molto aderente e abbastanza corto. Si era piastrata i capelli e indossò degli orecchini pendenti, delle scarpe con il tacco color carne e si truccò leggermente.
Mentre io indossavo un vestito nero in pizzo con le maniche lunghe trasparenti anch'esso abbastanza corto e aderente. Mi legai i capelli in una coda alta e riccia, indossai degli orecchini pendenti e mi feci un leggero smokey sugli occhi mentre sulle labbra applicai un rossetto nude e infine indossai delle decoltè nere con il tacco. Eravamo davvero mozzafiato, e tutta la scuola non faceva altro che mandare messaggi ad Annalisa augurandole buona fortuna.
Dopo esserci preparate per bene ci infilammo i cappotti e uscimmo per andare alla festa.

Arrivammo a casa di Kristian e lui era lì che ci aspettava, appena vide Annalisa rimase letteralmente a bocca aperta. Si vedeva che erano cotti l'uno dell'altra. Vedendo le loro reazioni mi scappò un sorriso e mi portai la mano destra sulla bocca per non farli sentire in imbarazzo. Prese la giacca di Annalisa dicendole: 
"Ciao Annalisa, stasera sei meravigliosa!".
 
In quel momento pensai che era davvero carino, lei lo ringraziò arrossendo; erano così bellini, mentre li stavo guardando lui chinò la testa verso destra guardandomi ed io gli sorrisi.
 
"Hey, ciao Ari, come stai? Ecco dammi anche tu la giacca se ti va". Io annuì e porgendogli la giacca lo ringraziai, ci disse di accomodarci.
Arrivammo in un grandissimo salone e notammo subito che c'era la folla vicino al divano che era nell'angolo sulla sinistra. Cercai di scrutare e di capire perché mai fossero tutti lì, allungando il collo intravidi un ragazzo con i capelli biondo scuro alzati, una maglia grigia con le maniche a tre quarti rosse e dei pantaloni neri.
Tutte le ragazze gli stavano intorno, mi resi conto che era Justin, mi girai verso Annalisa che era impegnata a fantasticare ad occhi aperti su Kristian
 
"visto? Cosa ti dicevo io?! è solo uno spaccone che se la fa con la prima che capita e il giorno dopo ne cerca un'altra..."
 
Lei non rispose, ma mi fece un cenno di consenso. Partì la musica e Kristian la tirò a ballare, mentre David tirò a ballare me. Era la canzone di Jennifer Lopez e Pitbull Dance Again, mentre ballavamo ad un certo punto scambiammo le coppie; non chiedetemi perché, ma io finii a ballare con Kristian mentre lei finì a ballare con David.
 
"wow Ariana, questa sera sei bellissima!". Gli sorrisi e lo ringraziai,  "allora? Hai preso una decisione?".
 
Lui arrossì guardandomi, si vedeva che era in imbarazzo, decisi di incoraggiarlo: "dai buttati, fai il primo passo! Vedrai che andrà bene!". Il suo viso si illuminò e mi sorrise.

Gli sorrisi a mia volta, cambiarono di nuovo coppie ed io ritornai a ballare con David, e lei con il suo Kristian. Li vedevo parlare, lui cercava di dirle qualcosa finché lei lo prese e lo baciò e lui sorridendo annuì con la testa, in quel momento capii che finalmente ce l'avevano fatta. Lei si voltò verso di me, io le feci l'occhiolino e lei sorrise come non l'avevo mai vista sorridere.
Arrivò una nuova canzone: Would You Hold It Against Me della grandissima Britney Spears, io ed Annalisa insieme alle altre stavamo preparando una coreografia su quella canzone e ci mettemmo a ballare tutte insieme.
Dopo poco si aggiunsero anche i ragazzi, ad un tratto mi sentii prendere per i fianchi, uno sconosciuto mi girò verso di sé e mi avvicinò al suo corpo, alzai lo sguardo e vidi che era Justin, non ebbi il tempo di dirgli nulla che lui mi fece girare di nuovo portando il mio fondo schiena vicino al suo corpo, mettendomi la sua testa sulla spalla, si avvicinò al mio orecchio sussurrandomi una frase: 
"sei folgorante stasera, non riesco a staccarti gli occhi di dosso!".
 
Un brivido percorse velocemente la mia schiena, inutile dire che non mi aspettavo minimamente da parte sua un gesto così, girai il mio volto e gli risposi
 
"queste stronzate con me non attaccano, mi dispiace, non sono una delle tante stupide oche senza cervello che cascano subito ai tuoi piedi... fattene una ragione!"
 
Mi scostai da lui, Annalisa stava ballando con Kristian, erano perfetti l'uno per l'altra. Andai fuori a prendere una boccata d'aria, ero in giardino, Kristian aveva una casa bellissima c'era perfino la piscina e lungo il bordo dei lettini per prendere il sole. Mi accomodai su uno di essi anche se devo dire che, per il vestito che avevo c'era un po’ freddino.
Mi girai per guardare Annalisa e Kristian quando l'occhio mi cadde su una coppia dietro di loro, era Justin che stava ballando con una tipa che gli si strusciava letteralmente addosso. Mi resi conto che la cosa mi infastidiva, ma non capivo il perché. A me lui non piaceva.
La serata passò velocemente ed ero circondata da una marea di ragazzi che volevano ballare con me, ma io continuavo a guardare Justin ballare con quella ragazza, non riuscivo a divertirmi come avrei voluto. Finita la festa tornammo a casa di Annalisa, Kristian fu così gentile da accompagnarci a casa.

Una volta arrivati io lo salutai ed entrai dentro per lasciarli da soli, ma a dire il vero mi misi a spiarli da dietro alla finestra, insomma in qualità di migliore amica dovevo vegliare su di lei.
Notai che lei aveva freddo, e che lui le mise la sua giacca sulle spalle, pian piano la portò a sé, si guardarono intensamente per qualche istante, e poi finalmente si baciarono. Fu un bacio molto passionale, fu sentito, era il bacio perfetto che aspettavano da tantissimo tempo.
Vedendo che tutto andava per il meglio mi spostai, andai a spogliarmi e a farmi una doccia veloce per infilarmi il pigiama. Dopo circa una ventina di minuti Annalisa rientrò con un sorrisone meraviglioso stampato sul viso e corse sul divano ad abbracciarmi.
Ci stringemmo forte e le dissi che ero felicissima per lei, mi raccontò di tutta la serata per filo e per segno e del meraviglioso bacio che si erano scambiati poco prima lei e Kristian, e poi andammo a dormire.

 
Prima di riuscire ad addormentarmi continuavo a rigirarmi nel letto, mi misi sul fianco sinistro ma niente, mi misi a pancia in su ma non funzionava neanche così, provai a mettermi sul fianco destro tirando la coperta più su, ma ancora una volta non funzionava.
Cercavo di liberare la mente da tutti i miei pensieri, ma l'unica cosa che riuscivo a fare era pensare a Justin. Pensavo ai suoi occhi, alle sue labbra meravigliose e carnose, pensavo alle sue mani sui miei fianchi, pensavo a quanto fosse stato bello sentire il calore del suo corpo attaccato al mio ma poi sentivo una vocina nella mia testa che mi diceva: "cazzo, Ariana ti vuoi riprendere?! Lui è solo un emerito pallone gonfiato che si crede di essere chissà chi! Non ti fila nemmeno di striscio e lo ha dimostrato".
Ignorai quella vocina e tra tutti questi mille pensieri riuscii finalmente ad addormentarmi.

 
Arrivò il mattino seguente, io ero nella camera degli ospiti a casa di Annalisa, mi alzai, mi lavai e tornai in camera per vestirmi. Presi dall'armadio una maglietta bianca a mezze maniche aderente, un cardigan a maniche lunghe blu che arrivava sui fianchi e sotto ci abbinai dei leggings blu con delle schiariture bianche sul davanti e sulle tasche, mi sedetti sul letto e mi infilai le mie nike alte blu con il segno bianco.
Mi sciolsi i capelli, mi passai un filo di trucco e preparai la borsa per tornare a casa mia, che era situata di fronte a  quella di Annalisa.
Quando finii di preparare la borsa scesi giù in cucina da lei che era tutta in ghingheri, indossava un top color carne con una gonna morbida a vita alta con la stampa a fiori con su un copri spalle e delle ballerine. Mi fissai a guardarla.
 
" Buongiorno amica mia! " ci abbracciammo, lei mi sorrise ed io ricambiai il sorriso.

" come hai dormito? hai sognato Kristian?? ahah sono troppo curiosa...!", inutile dire che lei arrossì. La guardai facendo una faccia buffa alzando e abbassando le sopracciglia.
"eddai, non farmi queste domande! " disse lei cercando di sviare il discorso.
"mmm allora era un sogno hot! " aggiunsi io prendendola in giro.
 
Le feci l'occhiolino spingendo piano il mio gomito contro il suo braccio sinistro, lei arrossì ancora di più facendomi così capire che qualcosa aveva sognato.
La guardai facendole un sorrisetto malizioso: 
"ahah allora ho ragione, vabbè dai, per questa volta ti lascio fare...".
 
Avrei voluto indagare e andare più affondo, ma lei, furba, cambiò immediatamente il discorso dirottando il tutto su di me.
 
"grazie cara, mmm e tu con quel sorrisetto stampato sul viso stamattina?? non è che per caso stai morendo dalla voglia di vedere Justin e saltargli addosso?? " voleva trattenere la risata ma non ci riuscì, ed iniziò a ridere. Io la guardai sgranando gli occhi.

"ma sei diventata matta?!? assolutamente NO! ", le risposi enfatizzando il no e presi il mio bicchiere con il latte freddo e un biscotto con le gocce di cioccolato. Eh sì devo ammettere che sono una vera e propria golosona, ma non ditelo a nessuno mi raccomando.
La guardai e continuai il mio discorso: 
"anzi vorrei tirargli un pugno in piena faccia, si crede di essere chissà chi e vuole avere tutte le ragazze ai suoi piedi, lo odio! ".
 
Lei, guardandomi con aria superiore mi sorrise e mi rispose con nonchalance: " mh si certo, ti aspetti davvero che io ti creda?? ".
 
Io bevvi l'ultimo sorso di latte e posai il bicchiere sotto il lavandino continuando a parlare con lei, probabilmente le diedi una risposta che non si aspettava di sentire in quel momento.
 
" mmm no, non necessariamente, tu puoi credere ciò che vuoi io ti dico semplicemente ciò che sento...! "
 
Lei non esitò minimamente a rispondermi, mi diceva sempre e comunque ciò che pensava davvero.
 
"mh, sarà, ma non mi convinci... ti conosco troppo bene amica mia... " 
 
Sapevo bene che questa conversazione non sarebbe mai più finita quando alzai gli occhi al cielo che per caso caddero sull'orologio appeso alla parete.
 
"dai sbrighiamoci che faremo tardi! E poi Kristian ti aspetta aww i miei fidanzatini, che dolci! Ahah "
 
Lei arrossì, era in forte imbarazzo, amavamo davvero immensamente stuzzicarci a vicenda. Infondo è anche per questo che la nostra amicizia era così speciale.
Con un aria da superiore come solo Annalisa Luria sa fare, mi guardò e mi rispose: 
"meglio andare và...".
 
Pensai che lo disse tanto per dire, lei sapeva che se non la finivo qui avrei continuato all'infinito, e in effetti aveva ragione.
Ci incamminammo ed arrivammo a scuola, Kristian era lì che stava aspettando Annalisa in mezzo ad altre persone. Appena arrivammo lui la baciò lì davanti a tutti, pensai che era un'ottima cosa. Dopo di che arrivò il signorino, era così che chiamavo Justin, con i suoi due fedelissimi amici: Chaz e Ryan.
Era lì che si dava aria con le ragazze e mi guardava, decisi di ignorarlo ed andammo in classe. Quando arrivammo, ci sedemmo accomodandoci nei nostri due banchi.
Dopo qualche istante arrivò anche lui, entrando venne verso di noi con la sua solita aria da superiore e poggiò la sua mano sinistra sul mio banco. Lo guardai come per dire: "ma che vuoi?".
Lui colse al volo l'opportunità e mi rispose.
 
"Hey, bellezza, mi hai sognato? ma si che mi hai sognato, come si può non sognare un tipo attraente come me?!"
 
Dio mio, questo ragazzo era davvero capace di urtare profondamente i miei nervi.  

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***







Capitolo Tre
 


Prima di rispondergli cercai di calmare i miei nervi inutilmente, alzai la testa di scatto e lo guardai. Aveva un sorriso malizioso stampato sul viso, il che, mi faceva innervosire ancora di più.
 
"Hai il modo di fare di un povero bambino di due anni, sei uno sfigato, ma non hai davvero nient'altro di meglio da fare che pavoneggiarti? è inutile che ci provi con me perché ti ho già detto che non attacca, provaci con quelle galline, ho visto che con loro ci riesci davvero molto bene..."
 
Lui ebbe la reazione opposta a ciò che mi aspettavo. Il sorrisetto malizioso sul suo volto aumentò, aveva gli occhi fissi su di me; non ci avevo mai fatto caso prima, questo ragazzo ha gli occhi color miele, sono stupendi pensai. Lui scosse leggermente il capo leccandosi velocemente le labbra che in quel momento mi sembravano anche più carnose e mi rispose.
 
"Ah, ma allora mi hai guardato... sapevo di piacerti".
 
Se i miei nervi erano già da prima a dura prova adesso stavano davvero danzando. Ma decisi di stare al suo gioco e facendo un finto sorrisetto gli risposi: "Se non capisci un emerito tubo non è colpa mia, non mi interessa cosa sai e cosa non sai credimi... pensa a sederti, ascolta la lezione e lasciami in pace!". Non nascondo che ero stupita da come riuscisse a tenermi testa infatti lui non smise di continuare a stuzzicarmi.

"Come siamo scontrose stamattina... chi si odia si ama, non lo sai?"
 
Dio, quanto mi dava sui nervi. Stava mettendo davvero a dura prova la mia pazienza, e giuro che era difficile farmela perdere. Annalisa, che era alla mia sinistra, rimase lì a guardarci senza dire nulla, anzi, notai che era molto interessata a vedere le nostre rispettive reazioni . Sventolando lentamente la mia mano destra verso Justin gli risposi: "Ma stai zitto...!".
 
Lui mi guardò e mi fece l'occhiolino accompagnato da un sorrisetto ammiccante, e poi si andò a sedere nel posto dietro di me ed Annalisa nel banco vicino alla parete.
Presi il mio zaino e lo poggiai sulle mie gambe tirando fuori l'astuccio ed il necessario per la lezione, mentre sentivo lo sguardo di Annalisa fisso su di me esclamai una frase: 
"Oh finalmente si è tolto dalle scatole, ma cosa vuole da me?".
 
Una piccola smorfia comparse sul suo volto, io alzai il viso guardandola. Riponendo il mio zaino a terra poggiai la schiena contro la parete sollevando le ginocchia portandole contro il mio petto e poggiando i piedi sul bordo della sedia; ripresi a guardarla e lei osservandomi comprese subito cosa mi passasse per la testa, era la mia migliore amica e mi conosceva troppo bene.
 
"Cara mia, si vede che ti piace da impazzire e non mentirmi..." aggiunse lei. Dopo le sue parole sentì i miei nervi distendersi e mi scappò un sorriso, lei poteva dirmi davvero qualsiasi cosa, non mi sarei mai arrabbiata, anche perché sapevo che lei lo faceva solo per il mio bene. Eh sì, noi ci conosciamo fin dai tempi dell’asilo e sembra che siano passati anni luce d’allora.
Per intenderci, credetemi, a noi basta solo uno sguardo, è anche questo che amo di lei, lei riesce a capirmi come nessun'altro. A volte penso che lei mi conosca meglio di quanto io conosca me stessa e non mento, ci prende sempre su di me, ma questa volta è diverso perché a me Justin non piace.
Mentre sorridevo le risposi
: "Pfhh ma per favore, ma avete bevuto qualcosa voi due stamattina?".
Lei rise alla mia domanda, che a mio parere era lecita. Sapeva che con le parole voi due intendevo lei e Justin. Aveva già tirato fuori il necessario per la lezione e giocherellava con la penna sul quaderno facendola saltellare su e giù mentre parlava guardandomi.
 
"Mmm no, ok, ok sei cotta ora è ufficiale!" aggiunse facendomi l'occhiolino ed io scoppiai a ridere per ciò che aveva appena detto, per mia fortuna arrivò David.
Ci venne in contro, lui era nel posto davanti a noi seduto vicino a Margaret, avvicinandosi alzò la testa in segno di saluto. Si tolse il cappello, da bravo gentiluomo, e sorridendo ci disse: 
"Hey, buongiorno mie bellissime dame!".
 
Io ed Annalisa sorridemmo, era impossibile non farlo. David era fantastico e penso che sia giunta l'ora di parlarvi di lui.
Bè come avrete capito si chiama David; David Price. Lui è il mio migliore amico dalle elementari, è un ragazzo stupendo e no, lui non è nella squadra di pallacanestro, ha altre qualità, lui è il cantante degli Overnight Sensation la band della scuola.
Ha una voce splendida e con la chitarra è bravissimo. Ma forse a voi più che questo interessa sapere com'è fisicamente, bè vi accontenterò: David è abbastanza alto, di carnagione olivastra, moro con i capelli corti leggermente mossi e ha due occhi verdi che sono la fine del mondo. Ha un sorriso spettacolare e degli addominali scolpiti da far paura.
A questo punto so che vi starete chiedendo come faccia io a sapere degli addominali; bè conoscendolo dalle elementari l'ho visto parecchie volte senza maglia e in costume durante le estati e credetemi posso dirvi che ne è valsa davvero la pena. Io ed Annalisa gli rispondemmo in coro senza farlo apposta, ma ormai lui ci era abituato.
 
"Hey, Buongiornoa te!". Sorridendoci lui si accomodò e poco dopo entrò la professoressa di italiano e si sedette alla cattedra.
 
"Buongiorno ragazzi, accomodatevi pure. Allora come sapete quest'anno ci saranno gli esami e, a differenza degli altri insegnanti io ho deciso di assegnarvi un compito diverso e penso che sicuramente vi piacerà di più". Io ed Annalisa ci guardammo reciprocamente con facce al quanto perplesse chiedendoci cosa mai la professoressa avesse voluto assegnarci.
Lei continuò il suo discorso: 
"Allora, tranquilli, adesso vi illustrerò cosa dovrete fare. Dovrete semplicemente fare una tesi di letteratura, farete il lavoro in coppia ed ogni coppia sceglierà il proprio argomento. Vi vorrrei inoltre informare che queste tesi saranno argomento d'esame."
 
Il viso di Annalisa si rilassò e di conseguenza anche il mio; era tranquilla quando ad un tratto il suo volto si illuminò ed iniziò a sorridere come una scema. Iniziai a chiedermi a cosa mai stesse pensando anche se temevo di sapere già la risposta, e come volevasi dimostrare
 
"Oddio! che bello! spero tanto di capitare con Kristian", disse girando il suo volto sognante verso di me intrecciando le sue dita. In quel momento scoppiai a ridere, fu più forte di me.
 
"Disse colei ignorando la sua migliore amica qui presente..."
 
Ovviamente lo dissi scherzando e lei sorrise, sfortunatamente in quel preciso istante un presentimento mi colpì come un lampo a ciel sereno: con chi mai capiterò?.  
La vocina nella mia testa si fece sentire di nuovo, improvvisamente la mia espressione diventò pensierosa e mi morsi l'interno della guancia. Annalisa se ne accorse subito e non perse tempo a chiedermi a cosa stavo pensando: "Hey, Ana, che c'è? Hai una faccia strana!". La voce di Annalisa mi riportò sul pianeta terra.
Girando il mio viso verso di lei la guardai con aria stranita: 
"Mh?" le dissi sovrappensiero.
 
Lei fece un sospiro e capendo che non l'avevo sentita mi ripose la domanda: " A cosa stai pensando?!"
"Spero di capitare con te o con David oppure con Kristian, in realtà mi va bene chiunque tranne..." in quel momento la voce della professoressa mi interruppe, ma lei aveva capito bene a chi mi stavo riferendo.
 
"Allora ragazzi, ora che i maschi hanno pescato il bigliettino con i nomi delle ragazze faremo le coppie."
 
Ero talmente assorta nei miei pensieri che non mi ero accorta di nulla.
 
"Kevin dimmi che nome hai pescato per favore."
"Miriam" rispose lui.
 
Lei intanto prese appunti annotandoli sulla sua agenda. Ad ogni nome pronunciato le mie speranze andavano calando.
 
"David, tu che nome hai pescato?"
"Margaret"
 
Perfetto, un'altra speranza bruciata pensai. La professoressa andò avanti a chiedere i nomi finché non arrivò a quello di Kristian che pronunciò il nome di Annalisa, ecco, altre due speranze andate in fumo. La professoressa lesse tutti i nomi che aveva scritto fino ad ora. Annalisa si girò verso di me con occhi sognanti.
 
"Aww che bello, sono con Kristian hai visto? è il destino!" 
 
"Si, sono felice per te amica mia … e... oddio, ma io con chi capiterò?" le risposi sconsolata
 
"Ailìn e Nicholas, Amanda e Lucas, Kevin e Miriam, David e Margaret, Bridgit e Dimitri, Kristian e Annalisa...". Andò avanti pronunciando gli altri nomi che non ascoltai, finalmente arrivò ad un punto dove eravamo rimasti solo in quattro, si rivolse a Justin chiedendogli che nome avesse pescato.
In quel momento iniziai ad imprecare e pregare mentalmente che non fosse il mio, mentre cercavo di concentrarmi sui miei scongiuri la voce di Justin mi portò alla realtà.
 
"Ariana" disse rispondendo in modo deciso.
 
Ok, era ufficiale: pregare ed imprecare mentalmente non aveva funzionato. In quel momento alcune parole fuoriuscirono dalle mie labbra: "Oddio proprio l'ultima persona che avrei voluto...!".
 
Justin si alzò leggermente dalla sua sedia e tenendosi con le mani sul suo banco si avvicinò al mio orecchio sinistro sussurrandomi : "Questo è destino...".
Io ero ancora appoggiata con la schiena contro la parete e senza guardarlo gli risposi: "Ma per favore, dimmi come hai fatto a barare!", sentii il rumore di una piccola risatina.
 
" Anche se fosse non te lo direi mai...!" disse lui.
 
Si, era ufficiale. Questo ragazzo faceva davvero saltare i miei nervi come nessun'altro al mondo. Gli risposi senza pensarci due volte continuando a non guardarlo.
 
"Mi stai sulle scatole!"
"La cosa è reciproca!" mi rispose lui beffardo 
 
Non lo avrei mai lasciato vincere, ma questo lo sapeva bene. La risposta mi venne quasi naturale
 
"Ah si? buono a sapersi, almeno così ti togli da dosso!", in pochi secondi lui rispose continuando a darmi sui nervi.
 
"Andiamo, ti piace quando ti sto addosso, non mentirmi..."
"Ti preferisco decisamente quando mi stai lontano..."
 
Mentre io e Justin parlavamo a bassa voce la professoressa interruppe il nostro confronto, prendendo la parola.
 
"Bene, le coppie sono finite ed è finita anche l'ora, a domani ragazzi..." chiuse la sua agenda, prese la sua borsa e si avvivò verso la porta d'ingresso.
 
Wow, era già passata un'ora. Mentre iniziai a mettere via il quaderno dove avevo preso appunti Annalisa iniziò a parlare:
 
"Justin è cotto di te! E tu lo sei di lui! smettetela di mentire"
 
Mordendomi l'interno della guancia le risposi senza neanche pensarci.
 
"Gli leggi nel pensiero?" lo dissi con tono al quanto irritato. Lei sorrise e mi rispose con semplicità: "No, vedo semplicemente i vostri comportamenti e i vostri sguardi languidi!".
Chinai leggermente il capo e sgranai gli occhi alzando le sopracciglia incredula alla sua affermazione.
 
"Ma va, mi sa che non ci vedi bene, io odio quel tizio! E lui ha confermato che la cosa è reciproca, per cui..."
"Ti stava prendendo per il culo amore mio! Nel caso non l'avessi ancora capito, perché volete negare l'evidenza?" disse gesticolando.
 
Quando Annalisa Luria si mette in testa una cosa, anche la più assurda, non la ferma davvero nessuno: neanche un'uragano. Il vero
problema è che io, da questo punto di vista, sono peggio di lei: sono davvero cocciuta e testarda. Cercai di cambiare discorso: 
"Dai Cupido, sbrigati che dobbiamo andare nello spogliatoio a cambiarci per l'ora di educazione fisica!". Le dissi in modo simpatico facendole la linguaccia. Riponemmo tutto nei nostri zaini e alzandoci ci dirigemmo tutti verso gli spogliatoi. David ci raggiunse e mi mise il suo braccio sinistro sulle spalle.
 
"Hai da fare oggi pomeriggio?" mi chiese.
 
Mentre tenevo la mano stringendo gli spallacci del mio zaino poggiato sulla mia spalla sinistra alzai il mio viso verso di lui 
 
"Mmm vediamo, i miei sono tornati ieri sera, penso che vogliano che io stia un po’ con loro... Perché? Cosa succede oggi pomeriggio?" chiesi incuriosita.
 
Lui mi sorrise e, continuando a tenere il suo braccio sulle mie spalle mi rispose: "Niente di particolare, dei nostri amici hanno affittato il campo da calcio vicino a casa mia per fare una partita e mi chiedevo se ti andasse di venire a fare il tifo, ma se sei impegnata non fa niente!".
 
Mentre continuavamo a camminare verso la palestra per andare negli spogliatoi continuammo a parlare.
 
"Mi dispiace, ma oggi non penso proprio di riuscire a venire...". Arrivammo davanti agli spogliatoi e David dandomi un bacio sulla guancia mi rispose: "Hey tranquilla, sarà per un'altra volta!".
 
Gli sorrisi ed entrai nello spogliatoio. Nell'istante in cui entrai notai che Justin mi stava fissando ma non gli diedi importanza ed entrando chiusi la porta dietro di me. Annalisa, come sempre, aveva tenuto il posto anche per me. Appesi il mio zaino al gancio e tirai fuori il cambio, mentre ci vestivamo io e lei parlavamo come al solito. Mi sfilai la maglietta e la riposi sulla panca davanti a noi
 
"Tel'ho già detto? Kristian mi ha chiesto di uscire con lui oggi pomeriggio! Wow, che bello, sono emozionata! Sarà il nostro primo appuntamento ufficiale come coppia!"
 
Mentre lei si era già cambiata e vestita indossai la canotta bianca aderente; mi girai verso di lei e sorridendole le dissi:  "Wow, questa sì che è una splendida notizia! Vedrai che andrà tutto bene, siete stupendi insieme!".
Lei si mise seduta sulla panca mentre io finivo di cambiarmi. Presi i pantaloncini blu e li infilai mi stavano leggermente larghi e ripiegai l'elastico bianco sui fianchi. Mi accomodai anche io sulla panca per indossare le scarpe da ginnastica.
 
"Lo sai? Prima ho notato che, mentre parlavi con David, Justin ti fissava..." disse piano cercando di testare la mia reazione.
 
Allacciandomi la seconda scarpa le risposi: "Sì, l'ho notato anche io...". Mi alzai dalla panca e guardandola presi l'elastico che avevo sul polso destro legando i miei lunghi capelli mossi in una coda alta.
"Io penso che tu gli piaccia davvero, sai?" continuò lei.
"Ok, sono pronta. Andiamo?" le dissi ignorando il suo discorso. Ci dirigemmo verso la palestra ed entrammo, erano già tutti lì. Sì noi eravamo sempre le ultime ad arrivare.
 
******
 
Mentre noi stavamo provando i tiri a canestro arrivarono Annalisa e Ariana, Dio solo sa quanto sia bella. Probabilmente avrà pur un carattere di merda ma è bellissima. Mentre ero incantato a fissarla Kevin mi tirò una palla che prontamente afferrai con la mano sinistra. Gliela tirai indietro, sperava di beccarmi ma sapeva che non ci sarebbe mai riuscito.
Dopo aver fatto il riscaldamento il coach ci divise in due gruppi: un gruppo avrebbe fatto un giro di corsa e l'altro si sarebbe allenato a basket; io ero finito nel secondo. Il gruppo delle ragazze invece faceva riferimento all’altra professoressa di ginnastica.
Si misero a fare stretching e vi mentirei se vi dicessi che non guardavo il culo di Ariana. Pensai che questa era un'ottima occasione da sfruttare, mi impegnai al massimo anche se diciamo che per la maggior parte del tempo guardai Ariana; insomma come non farlo, è stupenda in tutti i modi.
Ha lunghi capelli castani mossi che le arrivano sul seno, un viso perfetto, due occhioni castani così misteriosi e magnetici con delle ciglia lunghe e folte, delle labbra che sembrano disegnate, un seno perfetto, la pancia piatta, un culo da paura e delle gambe da far girare letteralmente la testa; è snella e ha le curve al punto giusto senza parlare di quanto quei pantaloncini e quella canotta aderente le donino.


 
******
 
Dopo aver fatto stretching Annalisa diede alla professoressa la sua chiavetta usb con dentro tutte le canzoni per iniziare a provare che la collegò allo stereo. Le coreografie venivano ideate principalmente da me ed Annalisa e poi modificavamo alcuni pezzi insieme alle altre ragazze.
Partì la canzone: Till The World Ends dell'inimitabile Britney Spears. Eh sì, da come avrete capito io la adoro. Iniziammo a provare insieme alle altre ragazze.
 
*this kitten got your tong tied in knots i see spit it out cuz I’m dying for company i notice that you got it you notice that i want it you know that i can take it to the next level ba-by! If you want this good bitch sicker than the remix baby let me blow your mind tonight*
 
Mentre noi provavamo i ragazzi continuavano a giocare a basket e alcuni a correre; ogni tanto ci arrivava qualche palla che prontamente rilanciavamo a loro. 
 
*i can't take it take it take no more never felt like felt like this before c'mon get me get me on the floor dj what you what you waiting' for... 
Woah oh oh oh oh oh woah oh oh oh.. *
 
Mentre continuavamo a provare la coreografia la professoressa ci dava dei consigli su come poterla modificare e renderla migliore; intanto che provavamo Justin continuava a guardare verso di noi continuando a fare arrivare i palloni da basket verso di noi. Puntualmente qualcuna gli tornava il pallone. Annalisa venne verso di me
 
"Penso che voglia arrivare a te, sai?"
 
Io la guardai facendole un sorrisetto malizioso.
 
"Bene, diamogli ciò che vuole!"
 
Le feci l'occhiolino e presi al volo la palla che arrivò. Mi rivolsi alle ragazze dicendo di continuare a provare e tenendo la palla in mano mi avvicinai verso Justin.
 
"Ti serve questa?", gli dissi sorridendo e scuotendo la palla in mano mia, lui, sorridendomi mi venne ancora più vicino.
 
"Esatto", replicò lui. Si avvicinò ancora di più tentando di prendere la palla dalle mie mani, e io mi girai facendola palleggiare.
 
*see the sunlight we ain't stoppin' keep on dancing till the world ends if you feel it let it happen keep on dancing till the world ends keep on dancing till the world ends 
keep on dancing till the world ends*  la canzone di Briteney continuava.
 
Lui cercò di bloccarmi con le braccia, era molto divertito dalla cosa e mentirei se vi dicessi che io non lo ero altrettanto. Mi girai ancora verso di lui
 
"La vedi questa?", dissi indicando la palla, lui mi fece un cenno di consenso.
 
"Ecco, non l'avrai mai!", sorrisi, e visto che eravamo piuttosto vicino al canestro saltai leggermente e la tirai verso di esso facendola andare dritta dentro. Lui mi guardò entusiasta e sorrise maliziosamente. L'ora di educazione fisica finì e andammo tutti negli spogliatoi. Mentre mi cambiavo conversavo nuovamente con Annalisa.
 
"Hey, lo sai che ora non puoi davvero più mentirmi vero?" mi disse. Io la guardai con aria stranita chiedendomi a cosa si stesse riferendo, nel frattempo mi infilai la maglia.
 
"Sto parlando di te e Justin, in palestra guardandolo ti sei morsa più volte il labbro inferiore" continuò divertita dalla cosa. Mai una volta che le sfuggisse qualcosa. Ormai era ora di pranzo e avevo decisamente fame.
 
"Dai, andiamo in mensa è ora di pranzo e ho fame", le dissi guardandola con occhi languidi con le mani a preghiera. Lei mi sorrise e prendendo il suo zaino mi rispose: "Va bene, andiamo...". 
 
Ci incamminammo per andare in mensa dove i nostri amici compresi David e Kristian ci aspettavano al nostro solito tavolo, mentre passavo fra i tavoli per arrivare a quello dove ci aspettavano gli altri insieme ad Annalisa vidi Justin che cercava un posto dove potesse star da solo, non voleva stare vicino a nessuno. Mi rivolsi a lui per stuzzicarlo un po’.
 
"Che c'è superstar? le persone normali non possono sedere con sua maestà? hai paura che ti mangino o che possano rovinare la tua immagine?" gli domandai beffarda avvicinandomi a lui. Mi rispose prontamente, e dalla sua espressione riuscii a capire che questa volta stava perdendo le staffe. Eravamo uno di fronte all’altra e potevo leggere dal suo viso ogni sua espressione.
 
"Ma stai zitta, non sai un cazzo di me ma ti comporti come se sapessi tutto, specialmente su di me. Bè ti dò una piccola informazione... Di me non sai un cazzo lasciami perdere, sei solo una puttanella..."
 
Al suono dell'ultima parola emessa dalle sue labbra mi saltarono totalmente i nervi, e senza pensarci due volte gli tirai un ceffone in pieno viso.
 
"Ah si? Allora perché ci provi con me? Le altre puttanelle come dici tu, non vanno bene?", lui mi guardava furiosamente tenendosi la mano sulla guancia dove gli avevo dato lo schiaffo. Mi rovesciò il contenuto del suo piatto addosso.
"Le altre sono molto più simpatiche, molto più normali e meno acide di te!"
"Brutto stro...", non finii di proferire la mia frase che sentii pronunciare il mio nome e quello di Justin. Oh mamma, era la vice preside.
 
"Ariana Rose Gilbert, Justin Drew Bieber in presidenza, adesso!", enunciò la frase marcando la parola adesso. Ci recammo entrambi in presidenza. In tutta la mia carriera scolastica non mi era mai successo di arrivare dal preside. E certo, aspettavi che arrivasse Justin Drew Bieber per farlo!, la vocina nella mia testa riaffiorò in uno dei momenti meno adatti.
 
"Ragazzi, ragazzi... ma cosa mi combinate? Ma è mai possibile? Da voi non mi sarei mai aspettata un comportamento del genere! Non voglio neanche sentire le vostre spiegazioni, ma esigo che tutto questo non si ripeta mai più! E tu Ariana, quando mai hai fatto una cosa così? Per questa volta lascerò correre... Potete andare". 
 
Justin si alzò all’improvviso ponendosi davanti a me guardandomi in un modo che mi lasciò senza parole e uscì dalla stanza sbattendo la porta, io non dissi nulla e mi girai rivolgendomi alla vice preside: "mi dispiace signora vice preside, le prometto che non accadrà mai più...". Lei mi fece un cenno di consenso e mi congedò. Mi alzai e mi recai verso la porta uscendo e chiudendola adagio. Il mio cuore batteva all'impazzata dalla rabbia che scorreva nelle mie vene; avrei potuto strozzare quell'idiota con le mie stesse mani.
Indossai il cardigan per coprire la macchia che avevo sulla maglietta e mi diressi verso la porta d'uscita, per oggi le lezioni erano terminate. Tirai un sospiro di sollievo quando vidi che Annalisa era lì che mi stava aspettando per fare insieme la strada del ritorno e in quell'istante mi ricordai che avrei dovuto prendere il borsone con i miei vestiti da casa sua.
 
"Ana, non ho parole, mi dispiace ma non potete comportarvi così... Cosa vi è preso?" mi disse lei in tono di rimprovero. 

Feci un sospiro e mentre camminavamo per la strada le risposi continuando a guardare il marciapiede. 
 
"Lo so, e mi dispiace ma quell'idiota tira fuori il lato peggiore di me..." dissi con aria rassegnata. Nel frattempo vedemmo Justin salire nella sua Range Rover e andare via.
 
"Quello è un coglione, è solo un montato del cavolo! Non voglio fare il compito con lui, non voglio fare nulla con lui!", continuavo a pensarci anche mentre rientravo a casa e dopo aver salutato Annalisa. Una volta entrata trovai la mia mamma, corsi verso di lei e la strinsi forte a me.
 
"Ciao amore mio come stai? Come è andata a scuola?" mi sorrise dolcemente.
"Sto bene mamma, grazie, e tu? " le risposi evitando la seconda domanda. Stringendola a me mi guardai intorno e non vidi mio papà, iniziai a chiedermi dove fosse quando alzai la testa guardandola e le chiesi dove fosse. Lei mi raccontò un pò di ciò che avevano fatto e disse che era rimasto a Londra per lavoro.
"Ma ti saluta e ti manda un abbraccio fortissimo!" aggiunse.
Le sorrisi e mi staccai da lei, poverina, la stavo soffocando ma ero davvero felicissima di rivederla anche se mio papà era rimasto a Londra.
"Capisco mamma, vado a farmi una doccia e a cambiarmi ci vediamo tra poco..." avevo davvero bisogno di cambiarmi; mi sentivo appiccicosa.
"Va bene amore a dopo" disse sorridendomi.
 
Ero incazzatissima, ma non volevo che mia mamma se ne accorgesse. Andai di sopra in camera mia e presi dall'armadio dei pantaloni della tuta Free City grigi a vita bassa che stavano abbastanza larghi sulle gambe e si stringevano alla caviglia, un top aderente bianco con le bretelline ed una felpa rossa con il cappuccio e la cerniera. Andai in bagno a darmi una leggera ripulita e mi cambiai indossando la tuta e le mie nike rosse con il segno bianco. Mi legai i capelli in uno chignon un po’ scombinato e tornai in camera mia. Mi buttai sul letto con il mio i-pod in mano e  pressi play. La canzone che partì fu: I Do I Breathe di Mario, una delle mie preferite. Portai il braccio sinistro sul mio viso e rimasi lì a pensare.
 
******
 
Quella ragazza è maledettamente bella, ma ha davvero un carattere di merda, fisicamente mi attrae da morire e ha un culo da paura! Le sue forme sono meravigliose, potrei saltarle addosso, cazzo se è bella, ma poi si comporta sempre in quel modo e mi fa incazzare. Pensai mentre scesi dall'auto e mi diressi verso il portico di casa aprendo la porta. Entrando sentii una voce familiare.
 
"Bentornato caro, com'è andata a scuola?", mi resi conto che era mia madre. Chiusi la porta e mi avvicinai alle scale per andare su in camera mia.
 
"Ciao mamma, tutto bene grazie...", mentre stavo per salire mi rispose: "Sicuro che vada tutto bene?" bè certo; ho preso un ceffone da una ragazza e ho fatto una gran figura di merda perché mai non dovrebbe andare bene?! Pensai fra me e me. 
 
"Certo mamma, è andato tutto bene", mentii. Non so perché ma intuii che qualcosa sapeva.
Uscì dalla cucina e venne verso di me.


"Il preside mi ha chiamata, so tutto Justin! Ma come con una ragazza? Lo sai che le ragazze non vanno sfiorate neanche con il petalo di un fiore...!", disse rimproverandomi.
 
In quel momento le risposi di getto: "Ma ha iniziato lei, è stata scortese e maleducata! E mi ha tirato un ceffone in pieno viso! Io le ho semplicemente rovesciato addosso ciò che avevo nel piatto..."
 
Lei prese un sospiro e cercò di calmare i suoi nervi, mi guardò e con voce solenne mi rispose.
 
"Bè se ti ha trattato così un motivo ci sarà, tu non sei un angioletto sai? Ora vai su e cambiati che abbiamo un appuntamento con i nostri vicini. Non voglio che ti presenti così! E sbrigati per favore che dopo ho un impegno ...".
 
Decisi che era meglio ubbidire se volevo evitare una punizione e rispondendole cortesemente andai di sopra. Arrivai in camera e buttai lo zaino per terra, non avevo voglia di vedere nessuno in quel momento e neanche in quello dopo. Cazzo, io sono Justin Bieber nessuna ragazza può trattarmi così. Però cazzo, che carattere che ha, devo dire che mi piace poi con quel fisico meraviglioso... Mentre ero nei miei pensieri la voce di mia mamma che urlava mi riportò alla realtà.
 
"Justin, muoviti!"
 
Mi avvicinai all'armadio e presi una maglia a caso infilandomela.
 
"Arrivo mamma!" le risposi a voce alta in modo che potesse sentirmi.
 
Mentre uscivo dalla mia stanza e scendevo le scale, presi il mio i-phone e andai su twitter e scrissi un tweet: "giorno tremendo oggi a scuola...".
Delle fan mi risposero in pochi istanti: " ti capiamo justin la scuola è uno schifo...". Adoro questo tipo di fan mi capiscono sempre. Controllai ancora e c’erano altri tweets: " ah, no Justin non posso crederci. Un solo minuto con te non può andare male figuriamoci una giornata di scuola intera!", ed ecco che queste erano quel tipo di fan che detestavo, pensano solo al sesso e le odio. Lessi ancora: "hey bro, noi siamo con te!", oh, grazie al cielo c'erano anche dei tweets di Chaz e di Ryan. Decisi di inviare a loro un messaggio privato dove li avvertivo che domani saremmo usciti e che avrei portato qualche ragazza. Mentre inviavo i due messaggi la voce di mia mamma che urlava risuonava nelle mie orecchie: 
"Justin, muoviti a scendere!".
Mi sbrigai e mi diressi di sotto per non sentirla più. Quando arrivai lei era accanto alla porta che mi aspettava.
 
"Eccomi mamma, ma come ti sei conciata?! Ti sembra il modo di vestirsi per fare visita a dei vicini che per giunta neanche conosciamo?"
 
"Intanto non sono affari tuoi. Ho semplicemente dei jeans aderenti i tacchi ed una maglia con una giacca. Voglio solo fare una buona impressione ai nostri vicini! Su andiamo..."
 
Uscimmo, attraversammo la strada e suonammo il campanello.
 
 
******
 
Io ero scesa giù a guardare un po’ di tv, ero seduta sul divano con i piedi poggiati sul bordo del tavolino. Sentii suonare al campanello e subito dopo la voce di mia mamma che mi chiedeva di aprire; misi al muto la tv e andai ad aprire la porta. Quando l’aprii rimasi a bocca aperta per la sorpresa perché davanti a me mi trovai Justin. 
 
"No, non è possibile, che cavolo ci fai tu qui?" dissi seccamente. Lui mi guardò ma non disse una parola
 
******


Cazzarola se è bella. Pensai.
 
"Vorrei saperlo anche io..." le risposi.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***






Capitolo Quattro
 




"Non sei gradito, vattene...", gli dissi in tono freddo stando sul ciglio della porta. Lui mi rispose con tono seccato.
 
"Neanche io vorrei starci, che ti credi, sono stato costretto. Non farti illusioni".
 
Mentre io e lui ci fissavamo intensamente con sguardi molto seri mi accorsi subito che lui mi stava fissando in maniera diversa. 
 
Justin iniziò a perdersi in quei suoi occhioni castani che gli piacevano da morire, quando la voce di sua madre, che era dietro di lui, li riportò alla realtà.
 
"Ah, tu devi essere Ariana"
 
Disse allungando la sua mano verso di lei.
 
"Piacere io sono Pattie, la mamma di Justin. Wow! Sei una bellissima ragazza, complimenti!"
 
Ariana arrossì sorridendo. Justin vide la sua dolce reazione e subito pensò che era ancora più bella.
 
"Piacere mio signora, sono Ariana". Le disse cercando di nascondere la sua timidezza. Era un lato di lei che Justin non aveva ancora visto. Ariana allungò la sua mano verso sua madre, Justin aveva l'impressione che Ariana piacesse già molto a sua mamma, a primo impatto.
 
"Chiamami Pattie, cara!"
 
"Prego, accomodatevi" disse Ariana sorridendo e aprendo loro la porta di casa sua.
 
"Pfh adesso fa l'educata simpaticona" esclamò Justin sotto voce cercando di stuzzicarla e lei, puntando i suoi occhioni su di lui lo guardò in cagnesco. Si sorrisero maliziosamente ed entrarono anche loro in casa.
 
"Oh salve, molto piacere di conoscervi io sono Claire, la madre di Ariana"
 
Disse porgendo la sua mano prima verso la madre di Justin e poi allungandola verso di lui sfoggiando un sorriso. 
 
"Piacere, io sono Pattie la madre di Justin..."
 
"Piacere, io sono Justin", disse lui con un tono educato allungando la sua mano sinistra sorridendo. Claire gli rispose e sorridendogli strinse a sua volta la sua mano. "Si, mi sta simpatica", pensò lui. Dopo aver fatto le presentazioni le due donne dissero a Justin e ad Ariana di accomodarsi in soggiorno mentre loro sarebbero state lì a parlare; sappiamo tutti che le mamme sono pettegole.
 
 
******
 
Noi andammo in soggiorno, io mi sedetti sul divano e Justin si accomodò accanto a me stendendo il suo braccio sinistro lungo la spalliera arrivando dietro la mia schiena.
Allungando la mia mano destra presi il telecomando dal tavolino che stava davanti a noi e tolsi il muto alla tv. Pressi play per far ripartire l'episodio di The Vampire Diaries che stavo guardando quando Justin iniziò a parlare dandomi per l'ennesima volta sui nervi.
 
"Ma che cavolo di roba ti guardi?"
 
Mi girai verso di lui guardandolo con aria seccata per qualche istante per poi tornare a posare il mio sguardo sulla tv; giuro che la risposta mi venne del tutto naturale.
 
"Quello che voglio! Sono a casa mia, problemi?" risposi seccata
 
Stavo guardando la puntata della sera prima, lo davano ogni giovedì sera e puntualmente lo registravo quando ero fuori casa e ieri, come previsto, non avevo potuto vederlo. Justin mi rispose in un batter d'occhio.
 
"Si, è una stronzata!" disse in modo saccente
 
Dio se mi dava sui nervi. Mi morsi l'interno della guancia cercando di calmarmi e dopo qualche istante gli risposi.
 
"Nessuno ti ha chiesto di guardarla insieme a me infatti, puoi tranquillamente girarti dall'altra parte..."
 
Lui alzò gli occhi al cielo e la cosa mi infastidì ancora di più. Non avevo nulla contro di lui ma il suo modo di fare mi urtava profondamente. Rivolse il suo volto verso di me e guardandomi alzò il suo sopracciglio sinistro rispondendomi in modo arrogante come al suo solito.
 
"Sei antipatica!"
 
Io serrai le labbra spostandole da un lato del viso continuando a guardare la tv davanti a me e gli risposi senza prestargli attenzione.
 
"Pfh senti da che pulpito viene la predica..."
 
Si passò una mano fra i capelli tirandoli su arrivando fino alle punte, quando all’improvviso mi guardò con un’espressione seria e mi disse:
 
"Ma che ti ho fatto??"
 
Lo chiese con estrema semplicità, il che, in quel momento, mi lasciò spiazzata. Girai il mio viso verso di lui e lo guardai con aria davvero molto perplessa. Mi chiedevo se stesse scherzando o meno, ma decisi di rispondergli ugualmente.
 
"Sei antipatico, hai un modo di fare che mi dà sui nervi e ti senti sempre superiore agli altri..."
 
Lui mi guardò senza dire una parola, fece solo un cenno che mi fece capire che stava ascoltando. Abbassò lo sguardo e si mise a fissare il pavimento davanti a sé.
Aveva un'espressione triste e confesso che un po’ mi sentivo in colpa, in fin dei conti effettivamente non mi aveva fatto niente. Vederlo così mi faceva sentire in colpa.
Nella mia testa i miei pensieri non mi davano pace: infondo perché lo odio così tanto?; lui ha ragione sono acida e cattiva con lui... bè non che lui con me sia poi così gentile ma perché odiarlo a priori?; perché è famoso?; infondo cerca solo di farsi nuove amicizie. 

 
Mentre ascoltavo la vocina che ronzava nella mia testa non mi accorsi che ero lì a fissarlo e che stavo sognando ad occhi aperti. 
Ero talmente immersa nei miei pensieri profondi su di lui che tutto d'un tratto mi ritrovai un cuscino in faccia che afferrai con la mano sinistra, mi girai verso di lui.
Era lì che rideva a crepapelle tenendosi le mani sul torace. Gli lanciai uno sguardo di sfida e gli tirai a mia volta il cuscino.
 
"Evvaiii! Beccato in pieno, tiè!"
 
Gli dissi ridendo e facendo il segno di vittoria con la mano prendendolo in giro, mi divertivo troppo. Lui guardandomi tirò su il suo sopracciglio destro facendomi un sorrisetto ammiccante. 
 
"Vogliamo scommettere?"
 
Prima che finisse di rispondermi mi tirò di nuovo il cuscino, io ricambiai e in men che non si dica mi ritrovai le sue mani sui miei fianchi, e senza nemmeno accorgermene mi sollevai e finìì in braccio a lui che guardandomi prese il cuscino dalla mia mano, e sorridendo lo buttò dietro di sé. Iniziò a guardarmi con quei suoi meravigliosi occhi color nocciola, iniziai a perdermi nel suo sguardo era impossibile non farlo.
Mentre lo fissavo il mio sguardo cadde sulla sua bocca perfetta; quella bocca meravigliosamente carnosa che in quel momento avrei tanto voluto sentire sulla mia. Lui si morse il labbro inferiore e in pochi istanti mi spinse e mi ritrovai con la schiena distesa sul divano e lui sopra di me.

 
 
******
 
 
I miei occhi erano ancorati ai suoi. I suoi splendidi occhioni marroni così profondi. Guardandola pensai subito: "Com'è bella voglio baciarla, io devo baciarla! Non resisto. Ma c'è qualcosa che mi blocca, quel suo sguardo. Non è timoroso, né impaurito, ma non è neanche compiaciuto. Sta cercando di leggermi dentro e ci sta riuscendo, ma come fa? Come riesce questa ragazza così semplice e schietta a leggermi nell'anima? Il suo profumo, il modo in cui mi guarda, come faccio a non innamorarmi di lei? Come posso resisterle? Basta, ho deciso ora la bacio". 
Smisi di ascoltare i miei pensieri e lentamente mi avvicinai al suo volto. Mentre ero ad un passo dal baciarla sentimmo una voce
 
"Ragazzi"
 
 
******
 
 
"Oh, grazie al cielo! Mamma mi hai salvata", pensai. Justin si tolse e io mi sedetti normalmente. Ma perché il mio cuore batteva all'impazzata? Perché non riuscivo a calmarmi? E soprattutto perché cavolo avrei voluto rifarlo all'istante? Non riuscivo a capirlo. Mentre pensavo e cercavo di controllare i miei respiri la voce di mia madre che prese la parola mi riportò sul pianeta terra.
 
"Hey ragazzi, oh, vedo che state guardando la tv. Bene io e Pattie abbiamo una cosa da dirvi."
 
Io e Justin ci guardammo reciprocamente con facce al quanto perplesse chiedendoci cosa mai dovessero dirci. La nostra curiosità non durò a lungo
 
"Ariana, come sai io domani dovrò ripartire..." disse mia madre rivolgendosi a me continuando il suo discorso
"Però non voglio disturbare troppo la mamma di Annalisa, e Pattie molto gentilmente, si è offerta di ospitarti"
 
Ad ogni parola che mia madre pronunciava la mia faccia e quella di Justin diventavano sempre più perplesse. Cercavo ancora di capirci dentro qualcosa quando Pattie iniziò a parlare e spostai il mio sguardo su di lei.
 
"Ma certo, ti ospito molto più che volentieri. Sarai nostra ospite, vedrai che ti troverai bene. Justin infondo non è così male..."
 
Pronunciò l'ultima frase con tono buffo sorridendo, il che, fece sorridere anche me finché non realizzai del tutto ciò che era appena successo. Nella mia testa era scoppiata una tempesta di pensieri tutti diversi: "Oddio ma proprio a me doveva capitare? E ora che cavolo faccio? Non posso certo dire di no, ma uffa! Lo sa benissimo che la mamma di Annalisa mi adora e che non ci sono problemi. Perché ora se li fa venire? Oddio, ora che faccio? Mamma, ti sto odiando in questo momento". 
La vocina nella mia testa tornò a farmi visita e realizzai che avevo tutti i loro occhi addosso e probabilmente avevo un’espressione da abete dipinta sul volto, il che mi fece diventare viola. Cercai di far finta di niente e mi rivolsi a Pattie.
 
"Grazie infinite per l'invito e per l'ospitalità Pattie".
 

******
 
 
"Uffa, ma perché mai questa pazza dovrebbe venire a casa nostra? Ma mamma è uscita fuori di senno? Ma che ha nella testa? Saranno due settimane infernali, le peggiori della mia vita! Ti odio mamma. E poi cos'è che ha detto? Justin non è così male? Per favore, io sono perfetto! Mettetevelo in testa!". 
Mia madre disse qualcosa ma non le prestai ascolto.
 
"Bene allora a domani cara" disse mia madre
 
"Hey, aspetta un attimo, potrei rigirare la cosa a mio favore! La cosa si fa molto interessante!", pensai strofinandomi il mento fra l'indice ed il pollice quando la voce di mia madre interruppe i miei pensieri.
 
"Justin, ti sei incantato? Muoviti!"
"Si mamma, arrivo"
 
Mi girai verso Ariana cercando di stuzzicarla un'ultima volta.
 
"Ciao pazza, a domani...!"
 
Lei, senza scomporsi minimamente mi rispose.
 
"Ciao, scemo!"
 
Le sorrisi e portando la mano vicino alla mia fronte le feci un saluto da capitano e lei sorridendo mi fece una linguaccia. 
 
 
******
 
 
Appena Pattie e Justin andarono via corsi di sopra in camera mia e afferrando il mio i-phone inserì la chiamata.
*Tutù ... tutù ... tutù*
"Dai, Annalisa, rispondi a questo maledetto telefono!", pensai. Finalmente lei rispose.
 
"Pronto? Dimmi tutto amore mio!"
"Mamma mi vuole morta!"
"Ma che stai dicendo?"
"Sto dicendo che mia madre mi ha incastrata per ben due settimane a casa di Justin!" Le dissi con tono abbastanza deciso e sconvolto marcando su due settimane e casa di Justin
Lei mi rispose con tono sorpreso e mi accorsi che era sconvolta quanto me.
 
"Oddio ma davvero?"
 
Anche se stavo parlando al telefono spostai le mie labbra su un lato del viso alzando gli occhi al cielo.
 
"No per finta! Ma certo che dico davvero! Io non voglio, cosa devo fare? Aiutami tu..." le risposi alzandomi in piedi. 
Continuai a parlarle mentre andavo avanti e indietro per la stanza gesticolando.
 
"Ahah si, scusami... Amore mio io vorrei tanto aiutarti, ma a dirti la verità penso che questa sia un'ottima cosa per voi due. Potreste conoscervi meglio, però sento che c'è dell'altro che non mi stai dicendo..." disse pensierosa
"non penso" risposi vaga 
"Ana, parla!"
 
In quel momento mia mamma mi chiamò per farmi scendere giù da lei, aveva bisogno di parlarmi.
 
"Amore mio, perdonami ti spiego tutto domani o dopo, ora devo andare, c'è mamma che mi chiama, ti voglio bene" le dissi 
 
Sentì la sua dolce risata che mi metteva sempre di buon umore.
 
"Anche io amore, a domani!" conclusi chiudendo la chiamata. 
 
Posai l'i-phone sul letto e aprendo la porta mi diressi verso le scale per andare giù da mia madre per sentire di cosa voleva parlarmi ormai era ora di cena.
 
 
******
 
 
Appena rientrammo a casa decisi di andare su a farmi una doccia.
 
"Mamma io vado a farmi una doccia!"
"Va bene caro a dopo... Ti chiamo quando è pronta la cena"
"Perfetto mamma, a dopo!"
 
Le sorrisi e andai di sopra. Entrai in camera, misi un po' di musica e mi diressi verso il bagno. Mi sfilai le Supra e i calzini, mi tolsi la maglietta e mi sbottonai la cintura togliendomi di conseguenza i pantaloni ed infine i boxer. Entrai in doccia.
 
"Quella ragazza mi ha preso totalmente, ho provato a non pensare a lei, ma... Ma proprio non ci riesco". Aprì l'acqua che iniziò a scorrere sul mio viso e passai le mani fra i capelli tirandoli indietro.
 
Dio quanto è bella, ma cos'è che mi attrae di più di lei? I suoi occhioni marroni? Il suo sorriso meraviglioso? Le sue labbra sensuali? O è il suo carattere? Penso che la risposta sia che mi attrae tutto questo. E poi quei suoi splendidi capelli che sembrano seta... Oddio sono proprio andato, non mi è mai capitato di perdere la testa in questo modo per una ragazza.”
 
Presi il doccia schiuma e ne versai un po’ nel palmo della mano. Iniziai ad insaponarmi partendo dal petto passando sulle braccia e arrivando all'inguine. L'acqua continuava a scorrere dolcemente sul mio corpo, mi piaceva sentirla sul viso, mi rilassava ma non pensavo ad altro che a lei: la vorrei qui con me, proprio qui
 
Abbassai la testa sentendo l'acqua scorrere su tutto il mio corpo. Sarai mia, è una promessa! Pensai.
Uscì dalla doccia e legandomi l'asciugamano in vita mi specchiai quando mi venne in mente un'idea. Tornai in camera e presi il mio i-phone.
Mandai un messaggio a Chaz e Ryan: “Ragazzi domani si va a ballare, ci state? ;) ". Loro mi risposero immediatamente. 
Il messaggio di Ryan diceva: "certo bro ;)" e quello di Chaz: "yeah bro...".
Mandai un altro messaggio ad entrambi: "porterò la mia donna ... Poi vi dirò... ;)". 
Mi avvicinai alla finestra scostando le tende, ero impegnato a guardare il mio riflesso quando i miei occhi caddero su una ragazza che era affacciata alla finestra di fronte, era meravigliosa.
Ebbene sì, era proprio la mia Ariana in tutta la sua bellezza. Era lì ad ammirare il cielo con gli auricolari nelle orecchie, sperai che stesse pensando a me.
Decisi di non farmi vedere e la osservai un po’, non passò molto tempo, quando si girò accorgendosi che la stavo guardando, pensai che a quel punto non potevo far finta di niente e sorridendole la salutai. Lei non ricambiò ma sono molto più che sicuro che quella piccola smorfia che comparse sul suo volto era un lieve sorriso. 

 
 
******

 
Oddio, avevo appena visto Justin praticamente nudo, indossava solo un asciugamano. Il mio cuore batteva talmente forte che avevo l'impressione che stesse per uscire dal petto. 
Certo che avrei anche potuto ricambiare il saluto, infondo non c'era nulla di male. Lui è stato così dolce ... Dio sono proprio una cretina! " pensai. 
 
Non riuscivo a capire più niente, perché cavolo il mio cuore batteva all'impazzata? E perché mai solo lui mi faceva quest'effetto? Non riuscivo a capire cosa mi stava succedendo, avrei voluto averlo qui con me, in questo momento vorrei solo essere tra le sue braccia "Hey? Pronto? C'è nessuno qui? Ti vuoi riprendere?" disse la vocina che rimbalzava nella mia testa. 
Mi ero quasi dimenticata che stavo ascoltando il mio i-pod quando partì On The Floor della magnifica Jennifer e decisi di provare un po’ la mia nuova coreografia.

 
******
 
Stavo lì a guardarla ballare, era davvero bravissima e devo dire che era altrettanto sexy ma decisi che dovevo pensare ad altro.
Mi spostai e mi infilai i boxer e i pantaloni del pigiama, presi il mio i-phone e mi buttai sul letto. Decisi di scrivere un tweet: "forse questa ragazza mi ha davvero stregato il cuore...".
Una fan mi rispose in pochi istanti: "Oh mio dio! Justin sono io?". Subito pensai: “oh, che palle!”. Ma certo che non poteva essere lei, manco la conosco, andai avanti a leggere i tweet: "wow Justin dicci tutto, chi è?".
Avrei voluto scriverlo, ma in quel momento non me la sentivo, decisi di leggere gli altri tweet e ne trovai uno di Chaz: "eh sì brò sei proprio andato! ;)" e sotto ancora uno di Ryan: "hey brò ce la farai, noi crediamo in te..."

 
******

 
Avevo finito di provare la coreografia e decisi di andarmi a fare una doccia. Entrai in bagno e mi buttai sotto l'acqua bollente, la sentivo scorrere su di me era così rilassante.
Alzai la testa all'insù come per voler far scivolare via tutti i miei pensieri, ma in realtà il mio pensiero era solo uno e il suo nome era Justin.
Finita la doccia mi avvolsi nell'asciugamano e entrando in camera indossai l'intimo per poi infilarmi la maglia del pigiama ed il pantalone. Dopo essermi vestita presi il telecomando e diedi un'occhiata ai programmi della serata, vidi che davano uno dei miei film preferiti: La Dura Verità. Realizzai che mancava poco, mi ero già accomodata sul letto quando mi accorsi che avevo lasciato le tende della finestra aperte e alzandomi di fretta e furia andai verso la finestra. Afferrai le tende e mentre stavo per chiuderle vidi Justin seduto sul suo letto a dorso nudo con i pantaloni del pigiama ma mi accorsi che non era solo quando i miei occhi caddero su una ragazza che gli stava seduta accanto che improvvisamente avvicinò il suo volto e iniziò a baciarlo.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***








Capitolo Cinque


 

In quel momento un sentimento contrastante si fece spazio dentro di me prendendo il sopravvento: era la rabbia. Non riuscivo a credere ai miei occhi, come cavolo poteva comportarsi così con me per poi baciare un'altra? Il mio cuore si intorpidì e le mie mani strinsero inavvertitamente le tende che mi affrettai a chiudere. Mi buttai sul letto e presi il mio i-phone, decisi di mandare un messaggio ad Annalisa: " amore mio, non immaginerai mai cos'ho appena visto! Dio... io lo odio, è uno stronzo!".
La sua risposta arrivò in pochi istanti. Feci scorrere il pollice destro sullo schermo in modo da sbloccarlo e aprendo il suo messaggio lessi: "Hey amore mio, calmati, che è successo?? Dimmi tutto!". Le risposi in un batter d'occhio: "Per caso ho visto Justin baciarsi con una ragazza...", dopo qualche minuto mi arrivò il suo messaggio di risposta: "Oddio, ma che stronzo! Amore mio, non pensarci domani ne parliamo insieme... lo sai che io per te ci sono sempre!".
Inavvertitamente sorrisi leggendo ciò che mi aveva scritto, lei era capace di farmi sorridere anche quando ero arrabbiata.
Mentre stavo per risponderle mi arrivò un nuovo messaggio, tornai indietro per vedere chi fosse e vidi che era ancora lei, lo aprii: "Hey, Ari, sono Kri... non dar retta a quel coglione, non capisce niente! ;)". Questa volta scoppiai a ridere, quei due erano una coppia davvero perfetta. Gli risposi e in qualche istante lui mi rispose, decisi di non disturbarli oltre e li salutai, mi misi sotto il piumone per guardare il mio film e così mi addormentai. 

 
Arrivò il mattino seguente, stavo ancora dormendo quando il mio i-phone prese a suonare, allungai il mio braccio sinistro verso il comodino, lo presi e spensi la sveglia. Erano le sette e venti, riposi il cellulare sul letto e mi alzai andando in bagno, mi lavai e avvolgendomi nell'asciugamano tornai in camera avvicinandomi all'armadio, presi i vestiti da indossare e li poggiai sul materasso. Prima di vestirmi controllai il cellulare e trovai un messaggio di Annalisa e uno di David con su scritto buongiorno, risposi ad entrambi e lo riposi nuovamente sul letto.
Indossai l'intimo e presi un top grigio chiarissimo aderente con le spalline e la scollatura fatta in pizzo bianco con un piccolo fiocco nero al centro, mi accomodai sul letto e indossai dei jeans scuri aderenti e su indossai un maglioncino viola anch'esso aderente con la scollatura a "v", mi alzai dal letto ed indossai i miei stivali marroncini con il tacco basso quadrato con la punta stondata.

 
Mi avvicinai allo specchio e mi truccai leggermente, mi pettinai i capelli lasciandoli sciolti, mi girai e iniziai a preparare il borsone con i vestiti ed il resto che mi sarebbero serviti per le prossime due settimane. Lo avrei lasciato giù vicino alla porta in modo che quando sarei tornata da scuola lo avrei preso più facilmente, presi lo zaino e scesi al piano di sotto. Poggiai il borsone accanto alla porta, indossai il mio monclèr blu con la pelliccia sul cappuccio e chiudendo la porta uscì sul portico di casa dove trovai, come ogni mattina, Annalisa che mi stava aspettando per andare a scuola. Mi avvicinai a lei e stringendola a me le diedi il buongiorno. 
 
Mentre ci incamminammo le raccontai tutto ciò che era successo con Justin nei minimi particolari, con lei non avevo alcun segreto. Sulla strada per andare a scuola incontrammo David che si unì a noi.
 
 
******

 
Erano le sette e trentacinque quando realizzai che avevo spento la sveglia per ben due volte. Saltai su dal letto correndo dritto in bagno a lavarmi. Tornai in camera e mi vestii di fretta e furia indossando una maglietta bianca, dei jeans blu ed una felpa grigia. Mentre saltellavo a destra e a sinistra per infilarmi le supra presi il mio zaino e corsi giù per le scale, mia mamma era già uscita. Mi diressi in cucina prendendo una fetta di torta di mele (di cui vado matto!) la addentai e tornai in salotto, indossai il mio giubbino blu scuro con la pelliccia sul collo, presi lo zaino e mi diressi verso la mia Range Rover
 
In circa cinque minuti arrivai a scuola e parcheggiai, guardandomi nello specchietto mi aggiustai i capelli ed una volta che furono perfettamente in piega scesi dall'auto e andai verso Ryan e Chaz.
 
Mi stavano aspettando davanti all'entrata della scuola insieme a delle ragazze, e tra l'altro devo dire che erano molto carine. Avvicinandomi a loro ci salutammo come al solito abbracciandoci e dandoci un colpetto sulla schiena. Mentre parlavo con loro il mio sguardo si insediava fra le persone presenti cercando di vedere lei, ma non riuscivo a trovarla. Dopo qualche minuto vidi arrivare Annalisa con Kristian e pensai che con lei avrebbe dovuto esserci anche Ariana. Quelle due stanno sempre insieme, pensai. Così fu, ma non era sola c'era David con lei e avevano le mani intrecciate.  In quel preciso istante la gelosia si impadronì di me e le mie mani, che erano nelle mie tasche, si strinsero a pugno. Ryan e Chaz se ne accorsero.
Serrai le labbra e rimasi lì a fissarla.
 
"Hey, bro... che c'è?" mi chiese Ryan incuriosito dalla mia reazione.
Non ricevendo nessuna risposta si avvicinò a me e allungando il collo seguì il mio sguardo. Vide Ariana che stringeva la mano di David sorridendogli. Iniziò a stuzzicarmi prendendomi in giro.
 
"Hey, bro... è la prima volta che ti vedo così, mi preoccupi ahah...", mi scappò una risatina. 
"Ariana non ti si fila neanche di striscio, non penso che la bacerai mai..." continuò Chaz stuzzicandomi maggiormente.
 
Deglutii inumidendomi le labbra, presi un respiro e continuando a guardare Ariana gli risposi.
 
"Vogliamo scommettere?" 
 
Ryan iniziò a ridere e Chaz mi rispose:
 
"Uhm, Bro... sinceramente, sei sicuro che ti conviene scommettere?"
 
Feci spallucce quando un sorrisetto malizioso comparve sul mio volto e scuotendo il capo risposi.
 
"Ma certo, io non ho paura..." dissi impavido.
"Va bene, allora scommessa fatta! Ricordati che se non ci riesci dovrai pagare pegno!", disse Chaz con aria al quanto divertita e soddisfatta, Ryan non era da meno.
 
Mi morsi il labbro inferiore compiacendomi," perfetto!" risposi loro. Stavo ancora fissando Ariana quando lei se ne accorse, le sorrisi e alzai leggermente la testa in segno di saluto, ma lei non ricambiò. Mi accorsi che il suo sguardo era diverso nei miei confronti. Iniziai a chiedermi il perché anche quando entrammo in classe per la prima ora di lezione.
 

 
******
 
 
Dopo aver fatto tutta la strada insieme arrivammo a scuola ed Annalisa corse davanti a baciare Kristian prendendolo per mano, sorrisi, erano una coppia così bella e affiatata... si vedeva che erano fatti per stare insieme. Mentre stavo a guardare la mia amica David iniziò un discorso.
 
"Quei due stanno molto bene insieme, vero?"
 
Mi girai verso di lui sorridendogli, ero davvero felicissima per lei, non l'avevo mai vista così contenta. Da quando la sua relazione con Kristian era iniziata è radiosa.
 
"Si, sono davvero la coppia perfetta... aww i miei piccioncini..."
 
Dissi io di proposito a voce alta per farmi sentire da loro, mi divertivo da morire a stuzzicarli un po', anche se sapevano che lo facevo con ingenuità.
In quel momento David iniziò a ridere e quando, dopo qualche istante, tornò serio mi accorsi che strinse la mia mano più forte. Sentendomi osservata mi girai e mi accorsi che Justin mi stava fissando, alzò leggermente il capo in segno di saluto. In quel preciso istante mi venne in mente ciò che avevo visto la sera prima dalla finestra in camera mia. Decisi di ignorarlo e rivolgendomi ai miei amici dissi:
 
"Hey, che ne dite se entriamo in classe?"
 
Sorridendo acconsentirono ed entrammo, mentre ci dirigevamo verso l'aula di lezione la mia mano era ancora intersecata a quella di David, lui si fermò di scatto facendo fermare di conseguenza anche me, tenendo stretta la sua mano lo guardai perplessa chiedendomi cosa mai gli stesse passando per la testa.
La mia curiosità non durò a lungo. Passandosi la mano sinistra fra i capelli guardando fisso davanti a sè iniziò a stringere più forte la mia mano ed esclamò una frase:
 
"Loro si conoscono da poco e sono innamorati, mentre noi ci conosciamo da una vita... perche non ci è successo lo stesso? te lo sei mai chiesto Ari?"
 
In quel momento rimasi senza parole, ero lì immobile a guardarlo pensierosa e, prima ancora che potessi realizzare del tutto ciò che effettivamente mi aveva detto mi si avvicinò posandomi un bacio sulla guancia sinistra. 
 
"Pensaci..." mi disse prima di lasciare dolcemente la mia mano e allontanarsi entrando in aula. Dopo qualche istante entrai in aula anche io e andai a sedermi al mio solito posto accanto ad Annalisa. Avrei voluto dirle tutto immediatamente ma non potevo. Subito dopo arrivò anche il signorino e si accomodò nel suo banco dietro di me.
 
"Buongiorno, pazza..."
 
Mi disse a bassa voce mentre si accomodava, io, che ero nella mia solita posizione con la schiena poggiata al muro girai il mio viso verso di lui, lo guardai per qualche istante con aria decisamente seccata e senza neanche rispondergli posai il mio sguardo sul professore di matematica che si accomodò alla cattedra.
Justin non disse più niente e così iniziò la lezione. Le tre ore di matematica sembravano non finire più, era il mio incubo peggiore, insomma per una ragazza che detesta la matematica è davvero un omicidio. Durante le spiegazioni del professore i miei pensieri erano tutti rivolti alle parole pronunciate poco prima da David: cosa mai voleva dirmi? Cosa intendeva dire con quella frase? E a cosa dovrei pensare?.
 
Ma poi finivo per pensare a Justin, ciò che avevo visto ieri sera mi tormentava e non riuscivo a capire perchè mai, infondo non me ne importava niente, o almeno così credevo fino a quell’istante in cui per la prima volta mi vennero dei dubbi.
Finalmente con mio grande sollievo, suonò la campanella della terza ora interrompendo così tutti i miei pensieri. Ci recammo in corridoio per la ricreazione, Annalisa si mise seduta sul muretto accanto a Kristian, mentre io le stavo in braccio e parlavo con lei.
 
"Lo sai? Mi sembri pensierosa... è successo qualcosa amore mio?"
"Mmm..."
 
Io la guardai senza darle una vera e propria risposta, lei capì che era succeso qualcosa ma che non era il momento per parlarne e così fece finta di niente. Mentre parlavamo del più e del meno Margaret ci si avvicinò di fretta e furia ansiosa di dirci qualcosa.
 
"Cioè, Ariana, non immaginerai mai che cosa sono venuta a sapere..." disse con voce affannata dalla corsa.
 
Io spostai il mio sguardo su di lei incoraggiandola a continuare il suo discorso, così come fecero Kristian ed Annalisa.
 
"Sì, bè, scusate stavo riprendendo fiato.. allora, come dicevo ho saputo una cosa che penso tu non sappia, è tutta la mattina che se ne parla a scuola... Gira voce che Justin abbia fatto una scommessa con i suoi amici e che ti voglia baciare..."
"Che cosa?" le dissi quasi urlando incredula alle sue parole.
"si si così ho sentito ... e sono venuta subito a dirtelo" mi disse.
 
In quel momento sgranai gli occhi, il mio cuore iniziò a battere all'impazzata, non riuscivo a dire altro e Annalisa, stringendo leggermente le sue braccia sui miei fianchi, prese parola al mio posto.
 
"Ma ne sei sicura?"
 
Margarett acconsentì e in quel preciso istante la campanella suonò, tornammo tutti in aula e riponemmo tutto negli zaini per dirigerci verso gli spogliatoi. 
Noi, gli alunni del quinto anno avevamo organizzato una festa di compeanno a sorpresa per il professore di educazione fisica che oggi, compiva quarantacinque anni. 
Avevamo riempito la palestra di palloncini, cartelloni, palloni da basket e pon-pon. Dopo aver riposto gli zaini a terra Annalisa iniziò a parlare con me.
 
"Cosa ne pensi di ciò che ha detto Margarett? Io penso che sia vero..."
 
Mentre mi infilavo le mie superga bianche alzai il mio viso e la guardai.
 
"Sinceramente non so cosa pensare, specialmente dopo ciò che ho visto ieri, e poi anche la frase che mi ha detto oggi David mi ha confusa parecchio..."
"Perchè? Cos'ha detto?" disse con aria estremamente curiosa.
 
Io le spiegai tutto riportandole parola per parola.
 
"Oddio, ma davvero? Sai, ho sempre pansato che lui fosse ancora innamorato di te, ma non pensavo fino a questo punto".
 
Dopo esserci cambiate le scarpe ci dirigemmo tutte in palestra portando i vassoi con il cibo e le bevande, i ragazzi erano già tutti lì compresi Justin e David. Ammetto che facevo di tutto per evitare i loro sguardi, con uno mi sentivo a disagio e con l'altro non volevo averci niente a che fare. Avevano messo anche un pò di musica e si erano messi tutti a ballare, Annalisa trascinò anche me quando dopo qualche canzone misero un lento e tutte le coppiette iniziarono a ballare,che tristezza, pensai. 
 
Mi avvicinai al tavolo dove avevano appoggiato tutto il cibo ed il resto per prendere un bicchier d'acqua quando la professoressa mi venne vicino chiedendomi di andare a prendere altre bibite nello spogliatoio. Pensai che era un'ottima scappatoia, in questo modo avrei potuto mettere ordine nei miei pensieri e non me lo feci ripetere due volte. 
 
Mi incamminai e mentre raggiungevo lo spogliatoio pensai alle parole pronunciate da Annalisa qualche istante prima, la frase di David continuava a rimbombare nella mia testa ininterrottamente, e no, effettivamente non mi ero mai posta quelle domande. Improvvisamente mi venne in mente ciò che aveva detto Margarett su Justin. Finalmente arrivai alla porta dello spogliatoio e aprendola entrai, afferrai le bibite rimaste e le poggiai a terra, presi un respiro profondo e mi misi seduta sulla panca, feci scorrere dolcemente le mani fra i miei capelli portandoli indietro e alzai la testa guardando il soffitto.

 
 
******

 
Queste tre ore di matematica sembravano non passare mai, mentre ascoltavo il professore il mio i-phone prese a vibrare, stando attento a non farmi vedere lo tirai fuori e vidi che c'era un nuovo messaggio: "Ciao, sono Tara, una ragazza della scuola, ti va di uscire con me?", mi arrivavano messaggi di questo tipo ogni dieci minuti, non ne potevo più.
Mentre stavo per riporlo in tasca vibrò di nuovo, era un messaggio di Ryan: "Hey bro... allora? Ancora niente?", gli risposi in qualche istante dicendogli che non ne avevo ancora avuto l'opportunità e lui ricambiò scrivendo soltanto "ok..."

 
Riposi il cellulare in tasca e iniziai a chiedermi dello strano comportamento di Ariana: l'ho provocata e non ha neanche reagito... non è da lei, pensai. Quando credevo di non reggere più la terza campanella suonò e finalmente arrivò la ricreazione, presi su il mio zaino e andai dai ragazzi per stare un po’ in loro compagnia.
 
Finita la ricreazione mi diressi dritto negli spogliatoi con gli altri, mi sfilai la felpa e rimasi con la maglietta bianca a mezze maniche, i jeans e mi cambiai le scarpe. Appena arrivammo in palestra cantammo la canzoncina d’auguri per il professore e iniziammo a divertirci, dopo poco arrivarono anche Ariana ed Annalisa che si misero a ballare.
Mentre ero lì a commentare la bellezza delle ragazze insieme ai miei compagni di classe il mio sguardo si posò su Ariana che stava uscendo dalla palestra, iniziai a chiedermi come mai.

 
Il tempo passava e non la vedevo tornare, iniziai a chiedermi cosa stesse succedendo e tutte le mie domande sul suo comportamento di oggi iniziarono a tornarmi in mente per l'ennessima volta. Ero stufo di continuare a pormi domande e decisi di andare a cercarla per poterle parlare.  
Senza dire niente a nessuno mi allontanai dirigendomi verso gli spogliatoi femminili, mi avvicinai, vidi che la porta era aperta e intravidi Ariana, decisi di entrare e chiudendo la porta dietro di me mi avvicinai a lei. 
 
 
******

 
Ero immersa nei miei pensieri quando sentii un rumore e girandomi  di scatto vidi Justin.
 
"Che cavolo ci fai tu quì?" gli dissi con aria sorpresa 
"Mi hai spaventata..." aggiunsi prendendo un respiro poggiandomi la mano destra sul petto.
 
"Oh, scusami, non era mia intenzione spaventarti... tutto bene?" aveva un'aria così preoccupata, in quel momento mi sembrò quasi dolce.
 
"Non fa niente, comunque sì..." gli dissi continuando a stare seduta poggiando la mano che avevo sul petto contro il bordo della panca.
 
"Sei buffa, sai?" mi disse beffardo facendo un sorrisetto.
 
Ecco, ritiro tutto ciò che ho pensato su di lui qualche istante prima, pensai fra me e me. Incrociai le mie braccia sul petto e guardandolo gli risposi.
 
"Sentiamo, cosa c'è di così buffo?"
"La tua faccia..." mi rispose ridendo
"Sei un idiota!" gli dissi in un sospiro rassegnandomi al fatto che sarei dovuta stare a sentirlo distogliendo il mio sguardo da lui.
 
"Si può sapere che cavolo ti prende? Non fai altro che evitarmi e darmi risposte secche!" mi disse con tono deciso e un pò irritato.
 
"Davvero non ci arrivi?"
"No, dimmelo tu!" rispose quasi arrabbiandosi con me, in quel momento abbassai la testa.
 
"Ti..." esitai per un attimo 
"Ti ho visto dalla mia finestra con quella ragazza". Gli dissi a voce alta alzando di scatto la mia testa guardandolo, lui ci pensò un attimo.
 
"Ah si, Tiffany... e beh? Sono problemi tuoi?" rispose facendomi saltare i nervi.
 
Riposi le bottiglie nella busta per portarle in palestra.
 
"Non mi piace Justin..."
"Non sono affari miei se ti piace o meno..." disse gesticolando con le mani.
 
Iniziavo ad innervosirmi, come cavolo faceva a non capire che ero solo ... ecco cos'ero? Oddio non ci posso credere, sono gelosa di lui, sono gelosa di questo idiota!
Abbassai il viso quasi sconfitta dalla mia stessa ammissione, lui mi guardò.
 
"Allora? Non parli più?"
 
Mi alzai in piedi di scatto afferrando la busta con le bottiglie e feci per andarmene quando lui mi fermò prendendomi per il polso. Ci guardammo, non ci vidi più.
Lasciando cadere la busta con le bibite mi avventai su di lui e lo presi a pugni sul petto.
 
"Perche?" continuai a ripetere, vidi il suo volto confuso.
"Mi dici che ti prende adesso?"
"Sono gelosa" feci una pausa 
"sono gelosa di te..." dissi tutto d'un fiato con un filo di voce.
 
Mi accorsi che ero fra le sue braccia quando le sue mani strinsero dolcemente il maglioncino sulla mia schiena e lui, sollevandomi leggermente da terra, si sporse e posò le sue labbra sulle mie. In quel preciso istante sentii il mio stomaco riempirsi di farfalle. Le mie mani, che erano sul suo petto, scivolarono lungo il suo collo arrivando alla sua nuca. Inavvertitamente lo strinsi a me e lui face lo stesso, sentivo il sapore delle sue dolcissime e carnose labbra sulle mie. 
La sua lingua scivolò contro la mia, erano perfettamente in sintonia l'una con l'altra. Sentivo i battiti del mio cuore accellerare ad ogni nostro minimo movimento.
Stringendo i miei fianchi fra le sue mani mi fece indietreggiare portandomi con la schiena contro la parete e si avvicinò ancora di più a me.
La sua mano sinistra sollevò leggermente il mio top, mentre le mie erano fisse sul suo collo con i pollici poggiati sulla sua mascella. Un brivido percorse tutto il mio corpo, gli morsi il labbro inferiore. Ero sopraffatta, non riuscivo più a staccarmi da lui.

 
Ci seperamo nel momento in cui sentimmo un rumore fuori dalla porta, i nostri volti erano arrossati, i nostri respiri erano più corti e affannati e le nostre labbra gonfie.
Ci guardammo imbarazzati finchè lui non abbassò il viso.
 
"Scusami..." mi disse prima di fuggire via lasciandomi così, sola in quello spogliatoio.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***






Capitolo Sei


 
Rimasi lì immobile, lo lasciai andare via senza neanche dire una parola. Cosa mai era successo? Perchè entrambi ci siamo comportati in quel modo? Perché gli ho permesso di baciarmi nonostante sapessi di quella maledetta scommessa? Mi odio. Mentre ragionavo fra me e me sfiorai le mie labbra con l'indice ed il medio, il mio cuore batteva talmente forte che avevo l'impressione che potesse esplodere da un momento all'altro. A questo punto non potevo davvero più mentire a me stessa. Era stato bellissimo, fottutamente bellissimo. Ero immersa nei miei pensieri quando sentii una vocina pronunciare il mio nome.
 
"Ana, tutto bene?"
 
Alzai gli occhi e vidi Annalisa che entrando chiuse la porta e mi si avvicinò. Presi un respiro profondo e cercai di calmarmi, il mio cuore continuava a battere all'impazzata.
 
"Ah, sei tu..."
"Cos’ è successo? Sono venuta a vedere se stavi... Hey, aspetta un attimo, cosa ci faceva Justin qui? L'ho visto uscire, mi è sembrato strano..." disse indicando la porta dietro di sé. 
Lessi un misto di confusione e curiosità sul suo volto.
 
In quel momento mi venne in mente ciò che era successo poco prima, sentii le guance avvampare ed immediatamente abbassai il mio sguardo riunendo le mani lungo sul mio grembo.
 
"Allora? Si può sapere cosa è successo? Aspetta, frena... Ariana..." fece una pausa.
"è per caso successo ciò che sto pensando?" continuò
 
Il mio viso si arrossò ancora diventando di un colore, quasi tendente al viola e senza dirle una sola parola acconsentii chinando leggermente il capo. In quel preciso istante Annalisa iniziò letteralmente ad urlare e a dare i numeri.
 
"Oddiooooo, non posso crederci! Parla, io voglio… ma che dico, io de -"
 
Non ebbe il tempo di finire la sua frase che mi fiondai su di lei mettendole la mia mano destra sulla bocca per zittirla.
 
"Hey, cavolo... calmati!" le dissi preoccupata che qualcuno potesse sentirla.
 
Portai il mio indice sinistro fra il naso e la bocca dicendole di fare silenzio, lei scosse leggermente il capo acconsentendo ed io,  lentamente, tolsi la mano dalle sue labbra. Prese un respiro e si calmò.
 
"Allora? Me lo vuoi dire o no?" disse aprendo le sue braccia in segno di resa. Mi resi conto che era sull'orlo della disperazione per la curiosità.
 
Presi un ultimo respiro e mi accomodai di nuovo sulla panca, lei si sedette accanto a me.
 
"Bè ecco stavamo discutendo, gli ho detto che avevo visto la ragazza..." incominciai
"E? Su continua..." mi incitò lei spingendomi a continuare.
 
Poggiai la schiena contro la parete e guardando il soffitto continuai a raccontarle tutto ciò che era successo.
 
"Ecco, questo è tutto..." feci una pausa.
"Mi chiedo se mi abbia baciata esclusivamente per quella stupida scommessa del cavolo... non avrei mai dovuto permettergli di farlo" le dissi finendo la mia storia mordendomi l'interno della guancia.
 
Mi girai verso di lei e guardandola lessi un miscuglio di rabbia e confusione nei suoi occhi.
"Ma che cavolo stai dicendo? Se gli hai permesso di farlo è perché ti stai innamorando di lui e per una volta in vita tua, finalmente, ti sei lasciata andare... è la prima volta che qualcuno riesce a fare ciò con te..." mi disse sgridandomi.
 
Alzai le sopracciglia e feci un sorrisetto sarcastico.
 
"Sì, e guarda cosa ho ottenuto..." dissi 
"Smettila di dire così, io sono sicura che anche lui si stia innamorando di te"
"Ma se neanche lo- " mi interruppe.
"è vero, non lo conosco ma Ana... si vede da come ti guarda, non ti avrebbe mai baciata solo per una stupida scommessa, ne sono sicura!"
"Mmm non lo so..." in quel momento portai entrambe le mani sul mio viso in modo da coprirlo abbassando leggermente la testa.
 
Lei si avvicinò a me e scostandomi dolcemente i capelli con la sua mano mi abbracciò. Il pensiero che Justin avesse potuto baciarmi per una stupida scommessa mi logorava.
 
"Dai, che ne dici? Torniamo di là a divertirci?"
 
Poggiando la sua mano sulle mie le portò via dal mio volto facendomi sorridere.
 
"E sappi anche che stasera si esce, non voglio scuse! Ti farai splendida, come al tuo solito, e usciamo... capito?"
 
Scoppiai a ridere per le sue parole, era davvero unica. Ricambiai l'abbraccio e le risposi.
 
"Perfetto e dove andiamo di bello?"
"Mmm andremo al Blue Moon" mi disse sorridendo.
 
Ruppe l'abbraccio e alzandosi dalla panca allungò la sua mano, mi alzai anche io e accentando la sua stretta, prendemmo la busta con le bibite, tornammo in palestra.
 

******
 
I suoi fianchi fra le mie mani, il suo corpo attaccato al mio, le sue labbra sulle mie, le sue mani sul mio collo, il suo respiro che dolcemente si infrangeva sul mio viso, le nostre lingue. Dio, è stato magicoMa cosa mi è preso? Cosa mi succede? Quando sto con lei non capisco più niente. Scossi leggermente la testa e passai la mano sinistra fra i capelli tirando su le punte. Non avevo mai provato emozioni del genere, inizio a pensare di essere davvero andato questa volta. Mentre mi dirigevo verso la palestra continuavo a ripensare a quel bacio e diamine lo avrei rifatto all'istante.
Avevano iniziato una partita di basket e decisi di giocare anch’io, dopo qualche minuto entrarono anche Ariana ed Annalisa che si misero a fare le prove insieme al gruppo delle cheerleaders. Quando i nostri sguardi si erano incrociati, lei abbassò il volto. So bene che avrei dovuto smettere di guardarla ma proprio non ci riuscivo, era più forte di me.
Le due ore restanti passarono in fretta e appena finimmo mi diressi negli spogliatoi. Quando ebbi finito di cambiarmi le scarpe, uscii e mi diressi dai ragazzi che mi stavano aspettando fuori.
 
"Hey bro, allora? Tutto ok?", mi disse Ryan.
"Si tutto bene e voi?"
"Tutto bene grazie, allora?? Ce l’hai fatta?" 
 
In quel momento non risposi e Chaz ci salutò, aveva delle commissioni da fare e ci saremmo rivisti la sera. Ed io rimasi solo con Ryan.
 
"Allora? Mi dici cos'hai amico?" chiese Ryan incuriosito dal mio silenzio.
"Non lo so, sono confuso..." gli dissi a bassa voce.
"Confuso riguardo a cosa? L'hai baciata vero?"
 
Guardando fisso il cortile davanti a me deglutii e inumidendomi le labbra feci un cenno di consenso scuotendo il capo.
 
"Fammi indovinare, hai perso la testa ed ora hai paura... vero?" disse lui centrando in pieno il punto della questione. Si mise a braccia conserte.
"Penso che lei sia quella giusta, ma..." mi bloccai.
"Ma sai che se vuoi stare con lei dovrai cambiare..." disse lui concludendo la mia frase.
 
"Esattamente..." risposi deglutendo
 
"Ti conviene pensarci bene Bro..." mi disse dandomi un colpetto sulla schiena. Io lo ringraziai e lui sorridendomi andò via. 
"Ci vediamo stasera" mi disse allontanandosi. 
 
Mi diressi verso la mia auto e tornai a casa.
 
******
 
Quando io ed Annalisa rientrammo in palestra vedemmo che le nostre compagne si erano messe a provare le coreografie e così ci unimmo a loro. I ragazzi, compreso Justin, giocavano una partita a basket. Ammetto che cercavo spesso il suo sguardo, ma non so perché, quando lo trovavo finivo per abbassare il viso quasi imbarazzata. Ripensavo a tutto ciò che era successo fra di noi nello spogliatoio e mi sentivo avvampare. Era la prima volta che un ragazzo mi faceva quest'effetto e ciò mi spaventava. Le due ore restanti passarono in fretta e così, dopo esserci cambiate, io ed Annalisa uscimmo. Ci fermammo un po' fuori a parlare con le altre e poi mi accompagnò a casa di Justin.
 
"Ciao amore mio, ci vediamo stasera. Verrò alle dieci e mi raccomando: niente scuse!" disse puntandomi l'indice contro il petto e rivolgendomi un sorrisetto malizioso.
"Ahah, che scema..." le risposi sorridendole e facendole una linguaccia, lei mi salutò e mandandomi un bacio con la mano andò via.
 
Presi un respiro e girandomi verso la porta suonai il campanello. Avevo già preso il borsone e quando aprirono la porta vidi Pattie.
 
"Ciao bellissima, prego accomodati..." mi disse con un magnifico sorriso.
 
Entrando l'abbracciai, lei chiuse la porta e prese il mio giubbotto riponendolo sull'appendiabiti. Mi fece strada e mostrandomi la casa giungemmo a quella che sarebbe stata la mia camera. Era davvero bellissima ed era tutta dipinta di viola. Appena si entrava si vedeva il letto matrimoniale, mentre sulla sinistra c'era la scrivania e più in là un armadio ad angolo bianco. Sulla destra una grande finestra con delle bellissime tende viola, sulla parete di fronte al letto c'èra una tv a schermo piatto, sotto di esso c'era un piccolo comò anch'esso bianco e a terra un grande tappeto morbido. Era davvero una stanza stupenda.
 
"Wow, ma è bellissima!" dissi entusiasta.
"Ti piace?" mi chiese Pattie.
"Moltissimo! Grazie infinite per l'ospitalità Pattie" le dissi sorridendole mentre lei mi fece una carezza sulla spalla.
"Dai, smettila di ringraziarmi... accomodati pure, e quando vuoi io sono di sotto, ok?"
"Perfetto! A dopo allora!" le risposi, lei lasciò la stanza e raggiunse il piano di sotto.
 
Mi misi a sistemare tutte le mie cose quando notai che di fronte, sullo stesso pianerottolo, c'era un'altra porta. Doveva essere la camera di Justin. Riposi gli abiti nell'armadio e posai il mio pc portatile sulla scrivania. Decisi di cambiarmi, presi l'intimo, i pantaloni grigi della tuta free city, un top bianco aderente e la felpa rossa con la cerniera ed il cappuccio dal mio borsone e mi incamminai verso la sala da bagno. Mentre stavo per entrare sentii la voce di Justin, stava salutando sua madre. Stavo per aprire la porta del bagno quando percepii un rumore dietro di me, mi girai e vidi che era lui. Ci guardammo per qualche istante senza dire nulla. Ci ignorammo ed io entrai chiudendo la porta dietro di me poggiandomi ad essa con la schiena, ascoltai il rumore di un'altra porta ed evidentemente era Justin che era entrato in camera sua. Presi un respiro e cercai di calmarmi. Ancora una volta il mio cuore era impazzito in sua presenza. 
Appoggiai gli indumenti sulla cesta, mi spogliai e mi misi sotto il getto d'acqua bollente, era così rilassante. Chiusi l'acqua e uscendo dalla doccia presi l'asciugamano che avvolsi intorno al mio corpo, con un dischetto di cotone inibito di struccante tolsi i residui di trucco e mi vestii. Tornai in camera e decisi di mettermi un po' a ripassare chimica, presi il libro ed il mio i-phone e mi accomodai sul letto. Mentre stavo studiando il mio telefono vibrò, c'era un nuovo messaggio di Annalisa, sbloccai lo schermo, lo aprii e lo lessi: "Amore mio, ciao cosa ti metti stasera? Io sono indecisa, non so cosa scegliere " 
Sorrisi senza accorgermene e le risposi dicendole che non ci avevo ancora pensato e che come al solito avrei scelto all'ultimo istante. Lei ricambiò scrivendomi: "sei sempre la solita, ma come fai? dimenticavo che tu sei sempre bella amore mio". Subito dopo averle risposto mi arrivò un nuovo messaggio e questa volta era di David: "Hey ari, ci sarai anche tu stasera al Blue Moon?" gli risposi in pochi istanti: "affermativo! :)" 
Lui mi rispose con uno smile ed un cuoricino
Continuai a ripassare chimica quando dopo un po' presi il telefono e guardai l'ora, erano le sette e decisi di andare giù da Pattie a vedere se aveva bisogno di un aiuto per preparare la cena. Poggiai il libro sul letto, infilai le nike e mi diressi verso le scale, mentre scendevo mi accorsi che c'erano delle foto di Justin da piccolo attaccate al muro. Mi soffermai a guardarle, erano stupende. Lui era così tenero peccato che poi si sia perso per la via, pensai.
Arrivai giù e mi diressi in cucina, Pattie era lì che armeggiava ai fornelli, mi fermai sul ciglio della porta ad osservarla: era sempre così bella e sorridente. Aveva lunghi capelli corvini mossi, due occhi azzurri splendidi ed un sorriso da fare invidia a chiunque e inoltre era di una dolcezza unica. Guardandola iniziai a chiedermi come mai, vista la madre, Justin potesse essere così idiota, acido, scostante, antipatico, stronzo, e manipolatore. Tornando sul pianeta Terra chiesi il permesso per entrare nella cucina.
 
"Ma certo cara, dai entra..." mi disse sorridendo mentre tagliava una mela a fette.
"Posso aiutarti a preparare la cena?" le dissi entrando.
"Ma certo, mi farebbe davvero molto piacere!"
"Però devo informarti che non sono bravissima" le dissi facendo una piccola smorfia. Lei mi si avvicinò con fare furtivo.
"Lascia che ti riveli un segreto, non ci so fare molto neanche io...".
Io le sorrisi quasi d’istinto, amavo questa donna. Mentre entrambe ridevamo sentimmo una voce maschile.
"Tranquilla mamma, non è propriamente un segreto!" disse ridacchiando.
 
Mi girai e vidi Justin in piedi vicino al frigo che beveva un bicchiere d'acqua e rideva. Pattie gli tirò lo straccio da cucina scherzando e lui andò via, iniziammo a ridere entrambe. Per cena cucinammo bistecca ai ferri con contorno di verdure ed insalata e lei preparò anche una torta di mele, rivelandomi che la faceva spesso perchè era la torta preferita di Justin. Mangiammo tutti insieme, ma nessuno disse una parola. Dopo quello che era successo nello spogliatoio Justin era freddo e scostante, tutto ciò mi convinceva maggiormente del fatto che mi avesse baciata esclusivamente per scommessa. Finito di cenare aiutammo Pattie a sparecchiare la tavola e riponemmo i piatti, le posate ed i bicchieri sporchi nella lavastoviglie, Justin disse che sarebbe uscito alle dieci e mezzo e andò di sopra. Io rimasi lì ad asciugare le stoviglie con Pattie.
 
"Tu non esci stasera?" mi chiese in modo discreto.
"Oh si, alle dieci passerà a prendermi la mia migliore amica, andremo insieme al Blue Moon" le risposi.
"Ne ho sentito parlare, dicono che sia un bel locale"
"Oh si, si... è un bel posto" ci guardammo e sorridemmo.
 
Tornai su in camera per prepararmi, dall' armadio presi un top bianco rivestito in pizzo nero con le bretelle sottili ed una gonna abbastanza corta, bianca, con una fascia elasticizzata a vita alta e dei volàn. Presi il telefono ed inviai un messaggio ad Annalisa dicendole che stavo iniziando a prepararmi e lei mi rispose che stava facendo la stessa cosa. Iniziai a cambiarmi ed indossai il top e la gonna, infilai le ciabatte e presi il mio beauty con in trucchi per andare in bagno a truccarmi. Guardandomi allo specchio applicai un po’ di ombretto beige sfumandolo con un po’ di nero nell'angolo esterno e nella piega; in più applicai l'eye-liner all'attaccatura delle ciglia ed il kajal nella rima inferiore dell'occhio, stesi del fondotinta e conclusi con un bel po’ di mascara ed un lucidalabbra rosso. Soddisfatta del mio trucco tornai in camera ed indossai le decoltè nere laccate con il tacco e mi aggiustai i capelli lasciandoli sciolti, ormai erano le dieci e venti. Mi avvicinai all'armadio e presi la mia giacca nera di pelle, la indossai e aprendo la porta di camera mi diressi verso le scale. Mentre mi stavo preparando sentii suonare il campanello, pensai che fossero Ryan e Chaz.
Scendendo le scale intravidi una ragazza abbastanza alta, magra con i capelli tinti biondi, dei leggins neri in pelle ed un corpetto bianco che le copriva esclusivamente il seno, indossava dei tacchi vertiginosi. Immaginavo chi fosse, ma non le diedi importanza e salutando Pattie mi diressi fuori dove c'era Annalisa che mi stava aspettando in auto con Kristian.




_______________________________________________________________________________________________________________


 
Guardando fisso il cortile davanti a me deglutii e inumidendomi le labbra feci un cenno di consenso scuotendo il capo.

Fammi indovinare, hai perso la testa ed ora hai paura... vero?

Penso che lei sia quella giusta,ma...

 
Ma sai che se vuoi stare con lei dovrai cambiare... 
 
disse lui concludendo la mia frase.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***





Capitolo Sette

Mentre io uscì Pattie mi accompagnò alla porta e mi salutò, avevo l'impressione che non fosse molto felice della presenza di quella ragazza, anzi, mi sembrava molto indispettita. Ricambiai il saluto con un sorriso e mi avvicinai all'auto, Kristian mi aprì lo sportello ed io entrai. Annalisa era seduta nel posto del passeggero davanti insieme a Kristian che si era appena seduto alla guida. Entrambi mi salutarono con un sorriso, io ricambiai e così partimmo. 
 
Nessuno diceva una parola, ci sarebbero voluti una ventina di minuti circa per arrivare al Blue Moon; io mi misi comoda sul sedile riunendo le gambe e sponstandole su un lato. Posai lo sguardo sulla strada fuori dal finestrino ed iniziai a pensare: quella ragazza era davvero chi penso che sia? Come mai Justin non è sceso sapendo che lei era in salone? Cosa ci faceva lì? Ha davvero tutta questa confidenza? Bè insomma, ieri era in camera sua seduta sul suo letto mentre lui era a dorso nudo... di cosa mi stupisco? Annuii a me stessa e mi morsi l'interno della guancia. Mentre ero immersa nei miei pensieri la voce di Annalisa mi riportò alla realtà:
 
"Hey, Ana come mai sei così silenziosa?" si rivolse a me guardandomi con occhi curiosi.
 
Le dissi che non avevo nulla e arrangiai un sorriso, conoscendola, sapevo bene di non essere riuscita a convincerla; ma bastò a far sì che non mi rivolgesse ulteriori domande. In quel momento non avevo davvero voglia di parlare ulteriormente. Mentre i suoi occhi erano puntati fissi su di me mettendomi così a disagio sentii il mio i-phone vibrare. Distogliendo il mio sguardo da lei allungai la mano sinistra e lo presi dalla tasca, sbloccai lo schermo con il pollice e vidi che c'era un nuovo messaggio di David. Lo lessi: "Hey stellina io vi aspetto fuori al locale, a dopo :) ". 
 
Quando voleva essere dolce mi chiamava stellina. Era una cosa che mi faceva piacere ma in realtà non sapevo proprio come comportarmi con lui, io ero interessata a qualcun altro purtroppo, e sapevo che prima o poi avrei dovuto dirglielo.
Proprio continuando a pensare, avvicinai senza rendermi conto la mano sinistra al viso e portai una ciocca di capelli dietro l'orecchio scostandoli così dal mio volto. 
 
"Di chi era il messaggio?" mi chiese Annalisa rivolgendosi a me con aria incuriosita.
"Oh, era David, mi ha scritto che ci aspetta fuori al Blue Moon" riposi il cellulare in tasca dopo aver inviato un messaggio di risposta a David. Sentii il rumore di una piccola risatina; mi accorsi che questa volta era di Kristian: "Bene, più siamo e meglio è", disse ridendo. Io ed Annalisa sorridemmo insieme a lui.
 
 
******

 
Dopo aver cenato aiutai mamma ed Ariana a sparecchiare la tavola e tornai in camera mia. Devo dire che per essere due che in cucina non ci sanno fare più di tanto hanno preparato un'ottima cena; era tutto squisito. Controllai il cellulare e vedi che c'erano dei messaggi di Ryan e Chaz; risposi loro e decisi di andare a farmi una doccia veloce per potermi preparare.

Entrai in bagno chiudendo la porta dietro di me e aprii l'acqua nella doccia. Mi spogliai e mi posizionai sotto il getto d'acqua bollente che iniziò a scorrere sul mio corpo, abbassai il capo sentendo l'acqua solcare il mio petto scivolando dolcemente su di me. Poggiai la mano destra contro le mattonelle. Mi tornò in mente quel meraviglioso bacio con Ariana nello spogliatoio; ripensandoci mi morsi il labbro inferiore.
Avrei voluto rifarlo, volevo di nuovo le sue labbra sulle mie a tutti i costi, volevo ancora una volta i suoi fianchi fra le mie mani, volevo sentire le sue mani accarezzare dolcemente il mio collo per poi sfiorare il mio volto; stavo impazzendo. 

 
Scossi leggermente la testa e tornando alla realtà, mi insaponai. Tornai sotto il getto d'acqua per togliermi il sapone di dosso e uscendo presi un'asciugamano che legai in vita. Specchiandomi mi asciugai i capelli con il phon e tornai in camera mia. Mi avvicinai al comò e presi un paio di boxer che indossai subito e feci lo stesso anche con i jeans che presi dall'armadio.
Mentre finivo di vestirmi sentii il campanello suonare ma non mi disturbai a pensare a chi poteva essere. Mi accomodai sul letto ed infilai le surpa. Presi una semplice maglietta bianca dal cassetto del comò quando ad un tratto la porta di camera mia si aprì rivelando così Tiffany che con il suo solito fare sicuro si accomodò sul mio letto mettendosi a gambe accavallate. Mi salutò ed io ricambiai, indossai la maglia che avevo in mano quando lei iniziò a parlare:
 
"Chi era quella ragazza che ho visto uscire poco fa?" mi chiese con tono leggermente irritato. Sorrisi a me stesso, era gelosa.
 
"Semplicemente un'ospite, tesoro" le dissi voltandomi verso di lei che rise con fare compiaciuto.
 
"Come l'hai conosciuta?" ribattè lei.
 
"E' una mia compagna di classe" le risposi.
 
"Siete in buoni rapporti?" sparava domande a raffica.
 
"Normale, nulla di che..." risposi vagamente.
 
"Come mai abita quì?" giuro che iniziavo a non poterne più di tutte le sue domande, ma risposi ugualmente:
 
"I suoi sono in viaggio" dissi quasi seccato.
 
"A tua madre sta simpatica, vero?"
 
"Penso di si ... ecco, io sono pronto. Andiamo?" le dissi spostando la mia testa in direzione della porta, non avrei potuto resistere ad altre domande.
 
Lei acconsentì e così uscimmo dalla stanza. Ci dirigemmo giù in salone dove lei prese la sua giacca e uscì senza aspettarmi. Guardai mia madre nel momento in cui mi avvicinai per poterla salutare e scrutando nei suoi occhi vidi quello sguardo che faceva sempre quando Tiffany era presente, sapevo bene che a lei non andava molto a genio. Mi diceva sempre che non la trovava adatta a me. Posando un bacio sulla sua guancia mi diressi fuori sul portico di casa, dove Tiffany mi aspettava e così salimmo in auto.
 

 
******
 
 
Mentre eravamo in auto tutto sembrava andare bene, Annalisa e Kristian erano sorridenti e non perdevano occasione per scambiarsi occhiate languide, erano così dolci ed io ero sempre più convinta che fossero la coppia perfetta.
David ci aspettava al locale e ormai non mancava poi molto al nostro arrivo. La mia mente continuava a viaggiare fra le mille domande che continuavo a pormi su Justin e sul suo comportamento quando ad un tratto la mia vista iniziò ad annebbiarsi.
 
"Hey Ana, stai bene? Mi sembri un po' pallida ..." disse Annalisa rivolgendosi a me con tono preoccupato.
 
Annuii con il capo cercando di non farla preoccupare ulteriormente, ma iniziai a sentirmi stanca.
La mia vista si faceva sempre più sbiadita, non riuscivo a capire cosa mai mi stesse succedendo mi sentivo spossata quando d'improvviso vidi tutto nero. Non mi resi conto di quanto tempo passò prima che riprendessi i sensi, ma quando mi svegliai trovai Annalisa e Kristian accanto a me. Ero decisamente intontita.
 
"Hey tesoro, come ti senti?" mi chiese lei mentre era vicino a me.
 
"Mh? Cosa è successo?" le chiesi cercando di mettermi seduta mentre lei, posando una mano sulla mia spalla, mi poggiò con la schiena contro il sedile dell'auto.
 
"Tranquilla, va tutto bene ora... hai perso i sensi per qualche istante ..." mi disse con voce calma cercando di tranquillizzarmi.
 
Pian piano portai la mano destra vicino al mio viso coprendone la metà e dissi loro che ero dispiaciuta. Kristian mi rincuorò dicendomi che poteva capitare a chiunque e che si era preoccupato per me, mentre Annalisa disse lui di riaccompagnarmi poichè dopo ciò che era appena successo riteneva più sicuro che io stessi a riposo e così mi riportarono a casa di Justin dove trovai lì Pattie pronta ad accogliermi.

Li salutai, mi scusai nuovamente e li ringraziai a dovere. Scesi dall'auto ed entrai in casa. Pattie era preoccupatissima per me, cercai di tranquillizzarla dicendole che ogni tanto mi succedeva e che non era nulla di grave. Lei mi abbracciò e mi consigliò di andare su a cambiarmi, presi le sue parole alla lettera e ringraziandola mi diressi di sopra ed entrai in camera mia.
Mi tolsi i tacchi e di seguito il giubbotto in pelle. Mi avvicinai all'armadio presi il mio pigiama e togliendomi gli abiti di dosso lo indossai. Riposi tutto nell'armadio e andai in bagno, mi struccai e decisi di andare un pò giù da Pattie a tenerle compagnia.
Passammo la serata sedute sul divano sotto la coperta a parlare, ridere scherzare e guardare dei film fantastici; amavo stare in sua compagnia.

 
 
******

 
Ormai eravamo quasi arrivati al Blue Moon, da casa mia ci volevano più o meno una ventina di minuti.
Parcheggiai e scendemmo dall'auto. Tiffany mi raggiunse ed entrammo, posammo le giacche nel guardaroba e ci dirigemmo in sala dove Ryan e Chaz mi aspettavano al tavolo che avevano prenotato precedentemente. Il Blue Moon è un locale che ultimamente va molto di moda; è praticamente pieno ogni sera e per avere un tavolo bisogna prenotarlo almeno una settimana prima.
Li salutai e ci accomodammo sui divanetti, stesi il mio braccio lungo la spalliera e Tiffany si accomodò accanto a me. La sala era colma di gente, iniziai a dare un'occhiata in giro per cercare Ariana, ma non la vedevo. Era difficile trovarla in mezzo a tutte quelle persone. Chaz iniziò a prendermi in giro come era solito fare.
 
"Hey bro, cerchi qualcuno di preciso?" mi chiese beffardo prendendosi gioco di me.
 
Decisi di non dargliela vinta e scuotendo leggermente le mie spalle sorrisi. Tiffany, che era alla mia destra, iniziò a sbuffare.
 
"Si può sapere chi cavolo stai cercando con così tanta foga?" disse con tono spazientito.
 
"Nessuno ..." le risposi in modo vago senza guardarla.
 
Lei non rispose ma continuò a guardarmi sospettosa, mi venne voglia di bere un drink e così chiesi ai ragazzi se volevano qualcosa da bere anche loro. Acconsentirono ed io mi alzai, andai verso il bar e una volta arrivato ordinai un sex on the beach per tutti. Tornai a sedere ed il cameriere ci portò le ordinazioni insieme a qualche stuzzichino. 
Dopo poco Chaz e Ryan decisero di ballare con due ragazze che avevano appena conosciuto. Devo dire che, a mio parere, erano carine anche se non proprio del mio genere.
Tiffany colse l'occasione e mi chiese di fare lo stesso. La guardai e poi decisi di accontentarla e così andammo tutti in pista. In ogni singolo istante della serata i miei pensieri erano rivolti ad Ariana, non riuscivo a pensare ad altro che a lei e penso che se ne stesse accorgendo anche Tiffany. 
 
Mi chiedevo come mai non fosse lì anche lei. Mentre ballavamo Tiffany cinse il mio collo con le sue braccia e pian piano portò il suo corpo sempre più vicino al mio; percepii le sue mani che solleticavano la mia nuca. Mi fissò negli occhi e si morse maliziosamente il labbro inferiore. Mi tornò in mente come un lampo il bacio con Ariana: le sue mani sul mio collo, il suo corpo adagiato al mio e i suoi occhioni marroni fissi sui miei.
Mi ripresi dai miei pensieri e osservai meglio la ragazza tra le mie braccia, mi guardò ancora e piegò le sue labbra in un sorriso. Ma era inutile, tutto ciò a cui pensavo era che lei non era Ariana. Il suo volto si avvicinava sempre di più al mio, ormai eravamo a pochi millimetri di distanza e stava per baciarmi. In quell'istante mi resi conto che non potevo andare avanti, capii che iniziavo a provare qualcosa di davvero forte per Ariana e non potevo ancora far finta di nulla.
 
"Scusami, ma non possiamo più..." le dissi poggiando le mie mani sulle sue spalle e scostandola via da me.
 
"Ma perchè?" disse sbuffando 
"Sei innamorato di quella ragazza, vero?" continuò aprendo le sue braccia in segno di resa.
 
Scossi leggermente il capo in segno di consenso. Stava per infuriarsi, potevo leggerlo sul suo volto, ma ad essere sincero non me ne importava poi molto. Lei per me non era importante.
Mentre parlavo con Tiffany intravidi Annalisa che ballava con Kristian. Mi scusai con lei, le dissi di aspettarmi lì e corsi da loro a chiedere informazioni su Ariana.
Mi dissero che durante il tragitto non si era sentita bene e che l'avevano riaccompagnata a casa mia. 
Sorrisi e li ringraziai, tornai da Tiffany e le dissi che l'avrei riaccompagnata a casa, lei acconsentì e così salutammo Ryan e Chaz e andammo via. La riaccompagnai a casa sua, prima di scendere dall'auto mi fece alcune domande:
 
"Sei innamorato davvero, Justin?"
 
Le sorrisi, e facendo scorrere la mano sinistra fra i miei capelli le risposi: "Si... penso proprio di si" ero imbarazzato. Lei mi sorrise a sua volta, non era più arrabbiata. Era consapevole del nostro rapporto e sapeva che prima o poi sarebbe arrivato questo momento.
 
"La sai una cosa? Si vede che sei perso di lei ... è la prima volta che ti vedo arrossire" disse prendendo un respiro per poter continuare
 
"Però devo dirti la verità, un po' la invidio ... vorrei esserci io al suo posto" terminò mentre guardava la strada di fronte a sè.
 
Capii che era in difficoltà e l'abbracciai per qualche istante, dopo di chè ruppi l'abbraccio e così ci salutammo.
Tornai a casa, parcheggiai l'auto in garage ed entrai. Cercai di far meno rumore possibile quando mi accorsi che mia madre era lì seduta sul divano ad aspettarmi, ed osservandola mi sentii un'idiota.
 
"Hey mamma, ciao" dissi imbarazzato da ciò che era appena successo strofinandomi leggermente la nuca, cercai di far finita di niente. Lei prese a ridere.
 
"Hey, ciao tesoro tutto bene?" disse girandosi verso di me posandosi con le braccia ed il viso sulla spalliera.
 
"Si, tutto bene mamma grazie... come sta Ariana?", un sorriso malizioso comparve sul suo volto
"Sta bene, è andata di sopra ... ti sei preoccupato per lei?"
 
Credo che in quel momento arrossii leggermente poichè mi accorsi che il sorriso sul volto di mia madre aumentò, scossi le spalle e mi diressi di sopra
"Notte mamma" le dissi. Sentii il dolce rumore della sua risata, "Notte tesoro mio" ribattè lei mentre mi allontanai sorridendo.
 
Arrivai finalmente al piano di sopra, avevo bisogno di parlare con lei, di sentire la sua voce, volevo vedere con i miei occhi come stava. Lentamente cercando di fare il meno rumor possibile mi avvicinai alla porta di camera sua e notai che era socchiusa. Con la mano la scostai leggermente aprendola di più, feci capolino con la testa e vidi che era nel suo letto; si era addormentata.
Mi soffermai qualche istante a guardarla dormire, era così dolce. Inavvertitamente sorrisi. Presi un respiro e decisi che le avrei parlato domani, tornai in camera mia, mi spogliai ed indossai i pantaloni del pigiama. Spensi il telefono e mi misi sotto le coperte.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo otto

Erano le nove del mattino, dormivo raggomitolata sul fianco destro abbracciando il cuscino, quando improvvisamente il mio i-phone prese a suonare e svegliandomi allungai la mia mano sinistra prendendolo dal comodino. 

Mi strofinai leggermente gli occhi con le mani e dopo essermi ripresa un'attimo sbloccai lo schermo del callulare con il pollice; lessi: un nuovo messaggio da Annalisa: "Buongiorno tesoro mio, come ti senti oggi? Ti sei riposata? Mi sei mancata ieri sera... Non è lo stesso senza di te. Quasi dimenticavo, ti devo raccontare una marea di cose!"
Leggendo il suo messaggio sorrisi di getto, si preoccupava sempre per me. Mi misi seduta sul letto lasciando che il piumone coprisse le mie gambe; con la mano destra portai una ciocca di capelli dietro l'orecchio per poi risponderle: "Buongiorno a te tesoro, oh si ora sto decisamente bene; lo sai che a me basta una bella dormita ;) e tu come stai? Com' è andata la serata? Cosa mi devi raccontare? Lo sai che sono curiosa... Sputa il rospo!"

Poggiai il cellulare sul materasso e prendendo un respiro profondo mi stiracchiai. Allungando la mano verso il comodino afferrai l'elastico e raccolsi i miei capelli in una crocchia.

Aspettando che Annalisa mi rispondesse decisi di chiamare mia madre. Presi l'i-phone, che avevo poggiato sul materasso, composi il numero ed inserii la chiamata.
"Pronto?" disse lei con voce squillante.
"Buongiorno mamma!" le risposi con aria ancora leggermente assonnata.
"Buongiorno a te tesoro mio, come ti senti oggi?" mi chiese lei con tono preoccupato. 
La sera prima Pattie la chiamò e la mise al corrente del mio piccolo malore. Lei, che è sempre stata abbastanza apprensiva nei miei confronti, si preoccupò. Io le dissi che stavo bene e che l'avrei chiamata la mattina seguente appena mi sarei svegliata per rassicurarla; e così feci.
"Tranquilla mamma sto benissimo! Non preoccuparti; sono sana come un pesce!" le dissi facendo una piccola smorfia e sorridendo successivamente consapevole del fatto che non potesse vedermi. La sentii tirare un sospiro di sollievo.
"Sei sicura che non vuoi che io e tuo padre torniamo prima?" chiese in modo dolce. Sorrisi d'istinto.
"Assolutamente si, fate ciò che dovete, io sto benissimo e Pattie è fantastica; quindi non preoccuparti e stai tranquilla ... Okay?" poggiai la mia schiena al cuscino mentre gesticolavo con la mano destra.
"Mmm va bene, c'è quì tuo padre che ti saluta e ti manda un bacione"
"Salutalo e dagli un abbraccio ed un bacio da parte mia; mamma ora scappo a farmi una doccia okay? Ci sentiamo più tardi e mi raccomando stai tranquilla che io sto bene!"
"Va bene tesoro mio, saluta e ringrazia Pattie da parte nostra anche se io e lei ci sentiamo sempre". Scostai la mia schiena dal cuscino ritornando nella posizione iniziale.
"Tranquilla mamma, lo farò" dissi sorridendo portando successivamente la mano destra sulle mie labbra per far sì che lei non sentisse che mi stavo per commuovere, mi mancavano tanto, ma era un bene che imparassi a cavarmela da sola.
"Ah, e ricordati di passare a vedere come sta nonna ogni tanto..."
"Va bene mamma ora vado; a più tardi"
"Mi raccomando ... A più tardi tesoro, un bacio" sorrisi.
"Un bacio anche a voi, vi voglio bene" 

Ci salutammo e così chiusi la chiamata. Controllai di nuovo lo schermo e vidi che Annalisa non mi aveva ancora risposto; chissà cosa doveva dirmi di così interessante, forse doveva dirmi qualcosa su David o magari su Justin, pensai. Effettivamente dovrei decidermi a parlare con David di ciò che sento; Probabilmente dovrei dirgli che i miei sentimenti nei suoi confronti non sono gli stessi che prova lui; Oppure dovrei parlare con Justin? Ma cosa dovrei dirgli? Dovrei dirgli che provo qualcosa per lui e dargliela vinta? Dio continuo a pensare a quel bacio ... Nessuno mai mi aveva baciata così; non avevo mai provato delle emozioni simili. Entrai in un turbine di pensieri senza fine che non mi davano pace. Scossi leggermente la testa. Decisi di lasciar stare i miei pensieri e di andare a farmi una doccia. Scostai il piumone dalle mie gambe, scesi dal letto e mi avvicinai all'armadio. Presi l'intimo, un paio di blu skinny jeans con delle schiariture bianche ed una felpa sottile grigia svasata con delle scritte color borgogna e mi diressi verso la sala da bagno.

Prima di uscire del tutto dalla mia stanza guardai la porta di fronte; La camera di Justin. Il mio cuore iniziò a battere freneticamente. Finirà mai questa sensazione? Pensai alzando gli occhi al cielo in segno di frustrazione. Fortunatamente era chiusa il che significava che stava ancora dormendo e potevo usare il bagno senza problemi. Mi defilai in pochi istanti e chiusi la porta del bagno dietro di me.
Poggiai il beauty sul ripiano del lavandino e appesi i vestiti sugli appendini. Mi svestii e riposi il pigiama e l'intimo nella cesta per la biancheria da lavare. Regolai l'acqua nella doccia e mi posizionai sotto il getto. Era così rilassante. Presi il docciaschiuma ed insaponai delicatamente tutto il mio corpo. La mia mente iniziò a viaggiare. Tutte le domande che mi ponevo tornarono a galla quando d'improvviso tutto si focalizzò sul bacio. Quel bacio meraviglioso con Justin. I miei muscoli si tesero e involontariamente morsi il mio labbro inferiore stordita dal desiderio di lui sulle mie labbra. Presi un respiro e tornai sotto il getto d'acqua per lavare via la schiuma dal mio corpo. Quando finii chiusi il rubinetto e uscendo dalla doccia mi avvolsi nel morbidissimo asciugamano. Indossai i miei vestiti e mi avvicinai al lavandino. Dopo essermi lavata i denti aprii il beauty e presi il fondotinta; ne versai una noce sul palmo della mano e guardandomi allo specchio lo stesi, con pochi movimenti, sul viso.
Presi la matita nera e delineai la palpebra superiore facendo una linea sottile. La sfumai leggermente e  apllicai la matita anche nella rima interna dell'occhio. Lavorai bene il mascara sulle ciglia ed infine applicai un po' di gloss rosato sulle labbra. Soddisfatta del mio lavoro riposi tutto nel beauty ed uscii dalla sala da bagno. Mi guardai intorno per l'ennesima volta.

La porta della camera di Justin era ancora chiusa e, strano a dirsi, la cosa mi rendeva più tranquilla. Entrai in camera mia e riposi il beauty sul comò; mi guardai intorno e decisi di rifare il letto. Scostai i cuscini, tirai le lenzuola, aggiustai il piumone ed infine rimisi i cuscini al loro posto. Presi le mie all star, mi accomodai sulla sedia vicino alla scrivania e le indossai. Decisi di andare giù in cucina; presi il mio i-phone e mi diressi verso le scale. Mi soffermai ancora una volta ad ammirare quelle meravigliose fotografie ritraenti Justin, Pattie ed un'uomo che non avevo notato prima; propabilmente era il padre di Justin.

Quando arrivai davanti alla porta della cucina vidi Pattie ad armeggiare ai fornelli; stava preparando la colazione per tutti. Era così dolce e buffa allo stesso tempo che sorrisi e decisi di entrare. 
"Buongiorno, Pattie ... come stai?" le dissi sfoggiando uno dei miei sorrisi migliori. L'abbracciai e poggiai il mio i-phone sul ripiano della cucina.
"Buongiorno a te cara, io bene e tu? Come ti senti?" disse sorridendomi a sua volta ricambiando il mio abbraccio. Poggiai la mia schiena contro il bancone della cucina tenendo le mani poggiate sul ripiano.
"Decisamente bene, grazie ..." lei mi guardò. Azzarderei l'ipotesi che mi stesse scrutando.
"Ne sei sicura? Mi sembri pensierosa" mi chiese in modo discreto. Adoravo la sua infinita dolcezza.
In quel momento ripercorsi mentalmente tutti i miei pensieri cercando di metterli in ordine. Non potevo certamente raccontarle del bacio con Justin. Annuii di getto. Pattie continuò a preparare la colazione quando si rivolse a me e sorridendomi con semplicità mi disse
"Sai ... io penso che se una persona ha un problema, oppure delle ansie o anche delle domande su qualcosa o su qualcuno, la cosa migliore da fare sia sempre parlarne con il diretto interessato. O almeno questo è il metodo che uso sempre io" concluse sorridendomi sinceramente mentre poggiava le tazze per la colazione su un vassoio.
Rimasi pienamente senza parole. Aveva centrato ogni singolo punto, tutto ciò che feci fu annuire. L' aiutai a poggiare tutto in tavola e ad apparecchiare. Notai che avevamo apparecchiato solo per due persone. In pochi istanti Pattie rispose alla mia domanda inespressa.
"Io ora devo uscire cara ... Oddio sono in ritardo!" Disse guardando freneticamente l'orologio sul suo polso.
"La colazione per te e per Justin è pronta. Aspettalo pure se vuoi ... Noi ci vediamo stasera" concluse abbracciandomi e posando un leggero bacio sulla mia guancia. 
Io ricambiai e l' accompagnai alla porta. Ci salutammo un'ultima volta e lei andò via.

Chiusi piano la porta e tornai in cucina. A questo punto ero da sola in casa con Justin. Il mio cuore riprese a battere all'impazzata: ecco che ci risiamo, pensai. Scossi leggermente il capo e presi il mio i-phone che avevo poggiato precedentemente sul ripiano della cucina. Controllai: non c'era ancora alcun messaggio da Annalisa. Delle volte quella ragazza ci metteva degli anni luce per rispondere ad un messaggio. Mi avvicinai alla tavola imbandita e mi accomodai sulla sedia. Pattie aveva preparato tutto il necessario e aveva un'aspetto davvero molto invitante; non vedevo l'ora di addentare qualcosa. Mi guardavo intorno curiosa quando il mio sguardo si posò sull'orologio, attaccato alla parete, e vidi che erano le nove e mezzo. 

Ogni sabato, a scuola, entravamo sempre alle dieci avevo solo mezz'ora per fare colazione, finire di prepararmi ed incamminarmi per arrivare in classe in orario. Il mio stomaco iniziò a brontolare e notai che sulla tavola c'erano dei biscotti con delle gocce di cioccolato adagiati in un delizioso cestino. Decisi di prenderne uno quando udii dei passi ed in pochi istanti una figura piuttosto familiare entrò in cucina. Il mio cuore balzò in gola. Sentii le mie guance bruciare.
Justin era lì in piedi di fronte a me. Lo guardai avvicinarsi al frigo e prendere del latte. Indossava una maglietta bianca a mezze maniche che gli cadeva deliziosamente sui pantaloni grigi del pigiama ed i capelli postcoito che gli davano un'aria vissuta ed estremamente sexy.
E tu cara mia? Vorresti davvero dirmi che vuoi farti scappare questo gran pezzo di figliolo?! Spero che tu stia scherzando ovviamente! Scommetto che vorresti passare le tue mani fra quei capelli deliziosamente scarmigliati e posare le tue labbra sulle sue ... Fatti avanti. Digli quello che provi e fregatene di tutto!
Diedi il benvenuto alla vocina nella mia mente ed ignorandola cercai di tornare con la testa sul pianeta terra, per quanto mi fosse possibile.

Justin si avvicinò alla tavola e si accomodò sulla sedia. Il silenzio era spezzato unicamente dal rumore dei nostri respiri. I nostri sguardi si incrociarono più volte fin quando non diventarono fissi. Il silenzio era padrone finchè Justin prese parola
"E' stato davvero bello ieri, non mi ero mai sentito così ... questa è la prima volta che provo qualcosa del genere" i suoi occhioni color miele fissavano incessantemente i miei color cioccolato.
Ingoiai il succo, che stavo bevendo, a fatica. Non riuscivo a credere a ciò che aveva appena ammesso e subito dei dubbi inondarono la mia mente come un fiume in piena. Non sapevo se credergli o meno. Non riuscivo a capire se si stesse prendendo gioco di me o se stava dicendo per davvero e non riuscivo a dire nulla. Per la prima volta da quando lo conoscevo rimasi in silenzio.
Poggiai il mio bicchiere con il succo sul tavolo mentre lui versò il latte nel suo. Continuammo a fare colazione in silenzio mentre ci scambiavamo qualche sguardo quando lui mi chiese di passargli lo zucchero. Presi il barattolo, che era accanto a me, e lo allungai a lui che afferrandolo sfiorò casualmente la mia mano. In quel breve istante immaginai me stessa in un futuro remoto in una casa lontana con un possibile fidanzato ed una colazione di questo genere fatta con la persona che si ama. In quel momento mi resi conto che era lui quello che volevo nella mia vita, che era lui la persona di cui ero innamorata e adesso la sola cosa che dovevo fare era risolvere la situazione. Presi un respiro profondo e mi rivolsi a Justin ottenendo così la sua attenzione.

"E' stato bello anche per me e anch'io non mi ero mai sentita così prima di ieri", le mie guance bruciavano e così presi un' altro respiro prima di continuare il mio discorso. Lo sguardo e l'attenzione di Justin erano rivolti unicamente a me. "Ma ho bisogno di risolvere delle cose prima di buttarmi...".
Mi spostai più in avanti sulla sedia e riunii le mani poggiate sulle mie gambe. "Perciò ti chiedo di aspettarmi, ti chiedo di aspettare una sera soltanto, in modo che io riesca a risolvere tutto". Senza neanche accorgersene Justin prese e strinse la mia mano. Il mio cuorè iniziò a battere come quando eravamo insieme nello spogliatoio.
 
"Si", mi disse sorridendo. Era il suo sorriso più bello e sincero. In quel momento il mio stomaco fece una tripla capriola e le farfalle iniziarono a svolazzare libere come non mai. Ricambiai quel meraviglioso sorriso del quale mi stavo innamorando ogni giorno di più. Finii la mia colazione e lo salutai.
Entrai in camera mia chiudendo la porta dietro di me e tirai un sospiro di sollievo; il mio cuore stava ancora tremando. Poggiai la mia mano destra su di esso cercando di calmarmi. Decisi che dovevo informare Annalisa e così presi il mio i-phone e le scrissi un messaggio: "Amore mio, ho una grande novità! Te ne parlo dopo a scuola... SONO FELICE!".
Riposi il cellulare in tasca e tornai in bagno per aggiustarmi i capelli. Sciolsi la crocchia e li piastrai, dopodiché ripassai leggermente il gloss sulle labbra. Sistemai tutto ciò che avevo usato. Presi la giacca dall'armadio, la indossai e presi lo zaino. Mi diedi un'ultima occhiata allo specchio: sorridevo come una stupida. Mi diressi verso le scale e successivamente verso la porta dove, una volta uscita, trovai Annalisa dall'altra parte della strada ad aspettarmi.

"Ana, ti devo raccontare tante di quelle cose che neanche immagini!" mi disse lei con aria sognante e disinvolta mentre l'abbracciai.
"Oh si che devi! Io sto ancora aspettando il tuo messaggio!" le risposi in tono di rimprovero puntandole l'indice contro; lei arrossì e sorrise.
Questa era una delle nostre discussioni più frequenti- diciamo che nel caso stessi per morire "incrocio le dita" non sarebbe lei la prima persona alla quale manderei un messaggio per chiedere aiuto; ed è una cosa che le dico spesso scherzando- una delle mie più grandi lacune è quella di non riuscire affatto a tenerle il broncio; mi è praticamente impossibile.

Ascoltai le sue scuse e sorrisi; eravamo sempre le solite. Ci incamminammo e così le raccontai di ciò che era successo poco prima; le dissi di come mi sentivo e di cosa aveva detto Justin riguardo al bacio. Le raccontai della colazione e arrivai all'unica conclusione possibile: le dissi che provavo qualcosa per lui.

"Oh mio dio! Dici sul serio? Lui ti ha detto così?" disse con tono leggermente più acuto del solito in preda all'incredulità. Io annuii.
"Wow, se ti ha detto così significa che è davvero cotto e stracotto di te! Ce ne avete messo di tempo per capirlo ... pensavo che sarei stata costretta a farvi dei cartelloni per farvelo capire!" disse lei picchiettandosi ripetutamente l'indice destro sul mento mentre camminavamo. In quel momento scoppiai in una fragorosa risata.
"Perchè mai non mi sei stata a sentire fin dall'inizio? Io te l'avevo detto che vi piacevate da impazzire sin dal principio ma tu non hai voluto ascoltarmi" disse rimproverandomi; in quel momento riunii le mie mani e abbassai la testa piuttosto imbarazzata. "Sei una testona così dura..." aggiunse lei espirando.

Arrossii alla sua affermazione sapendo perfettamente che era la pura verità e guardandola sorrisi mordendomi leggermente la lingua. Decisi di cambiare argomento.

"Allora? Cosa dovevi raccontarmi di così interessante?" sfiorai leggermente la mia spalla contro la sua che mi guardò sorridendo.
"Beh ecco, ieri Justin era al Blue Moon" rivolse il suo sguardo a me per vedere la mia reazione.
"Ah si?" le dissi io rimanendo spiazzata e ripensando a Tiffany.
"Si ed era con quella ragazza della quale mi hai parlato e smettila di fare quella faccia da musona" disse lei ammonendomi. "Non hai alcun motivo di ricrederti e adesso ti spiego il perchè; appena si è reso conto che tu non c'eri ha mollato lì la ragazza ed è venuto da me e da Kristian a chiedere spiegazioni" aggiunse lei subito dopo.
"Cosa? Davvero?" l'incredulità sul mio volto e nelle mie parole era tangibile, non credevo che il suo interesse fosse tale.
"Esattamente e quando gli ho detto che non ti eri sentita bene e che ti avevamo riaccompagnata a casa sua è corso via ringraziandoci ... penso che sia tornato a casa subito dopo".
Mi presi qualche istante per immagazinare le nuove informazioni e ragionarci qualche istante.
"Mmm sinceramente non lo so, quando sono andata a dormire Justin non era ancora tornato" le dissi mentre entrammo in aula accomodandoci ai nostri soliti posti.

"Hey stellina, buongiorno!", udii una voce maschile ed alzando il mio sguardo posai gli occhi su David che si avvicinò a noi.
"Hey, buongiorno a te" gli feci un bel sorriso. "Allora? Come stai?" aggiunse lui sorridendomi a sua volta.
"Oh, io bene grazie" 
"Beh perfetto perchè oggi abbiamo una partita con amici sul campo da calcio in paese e ti voglio assolutamente lì! L'altra volta mi hai detto di no per cui questa volta non puoi assolutamente rifiutare. Ci andiamo all'uscita da scuola". 

Detto ciò che doveva dirmi si accomodò e così mi aveva incastrata; ah lui e i suoi modi di fare ... riesce sempre ad incastrarmi! Ed io che volevo andare a parlare con Justin ... beh però sarebbe l'occasione perfetta per potergli parlare; si penso che farò così! Ragionai fra me e me.

"Tranquilla, gioca anche Kristian e verrò anch' io!" disse Annalisa, con un filo di voce, alla mia sinistra. Sapeva sempre bene cosa c’era nella mia mente ed io sapevo bene cosa dovevo fare. 

Le cinque ore di scuola filarono velocemente e in men che non si dica io ed Annalisa ci ritrovammo a fare il tifo alla partita dei nostri amici. Era divertente stare in loro compagnia ed inoltre eravamo libere di parlare tutto il tempo che volevamo il che non ci dispiaceva affatto.

"Allora? Glielo dirai a partita finita?" mi chiese Annalisa riferendosi alla questione con David.
"Si, non posso farlo aspettare ancora ... non sarebbe giusto"
"Stai tranquilla andrà tutto bene, del resto con i sentimenti non si può fingere e tu non puoi far finta di provare ciò che non provi".
Poggiai le mani sulla rete che recintava il perimetro del campo da calcio e ragionando sulle parole di Annalisa mi soffermai a guardare David. Mi chiesi ancora una volta se stavo facendo la scelta giusta. La mia testa mi diceva David, ma il mio cuore tirava verso Justin e non potevo fare a meno di provare tutte quelle sensazioni. Sensazioni che con David non avevo mai provato, sensazioni che mai nessuno era stato capace di farmi provare prima di Justin.

Decisi che stavo facendo la scelta giusta e di seguire il mio cuore. I miei pensieri vennero interrotti quando Kevin, uno dei nostri compagni di classe, fece goal e così io ed Annalisa esultammo.

"Abbiamo vinto!" disse David a voce alta correndo verso di me.
"Si, siete stati grandi!" risposi io sorridendogli mentre mi si avvicinava. Sorridendomi mise il suo braccio sulle mie spalle come suo solito e ci dirigemmo tutti verso casa di Kristian dove andavamo dopo ogni partita. Decisi che lì gli avrei finalmente parlato.
Mentre erano tutti intenti a festeggiare la vittoria ottenuta io mi avvicinai a David dicendogli che dovevo parlargli e così ci spostammo in cucina per poter parlare liberamente. Mi sentivo un po' una guastafeste ma era una cosa che dovevo fare. Presi un respiro.

"Beh ecco, da dove devo cominciare?" dissi un po' impacciata, non era esattamente il genere di conversazione che amavo avere.
"Penso di sapere cosa tu stia per dirmi" aggiunse lui facendomi un sorriso spento. In quel momento mi sentii ancora più empia. 
"Mi dispiace ..." dissi in un sospiro.
"Dispiace anche a me" replicò lui.
"Ma mi devi dire perchè hai scelto lui" mi chiese quasi con un tono infastidito nella voce.
Abbassai il capo in segno di scuse, non volevo ferirlo ulteriormente. David mi si avvicinò accorciando la distanza che io avevo posto fra noi.
"Ti prego..." mi disse in un sussurro, incrociai i suoi occhi verdi che mi guardavano incessantemente.
In quel momento mi sentii di dovergli una risposta e gli dissi che con lui scoprivo altri lati di me stessa, che con lui provavo delle sensazioni e delle emozioni che non avevo mai provato prima e che provavo qualcosa di forte.
"Sappi che semmai ti farà del male in qualunque modo dovrà vedersela con me" in quel momento sorrisi d'istinto e gettai le braccia al suo collo abbracciandolo.

Tornammo in salone dove erano tutti intenti a vedere la tv. David si accomodò con gli altri mentre Annalisa venne verso di me, parlammo un po' e poi salutammo tutti. Ormai era ora di tornare a casa e di prepararsi per uscire. 





___________________________________________________________________________________________________________________

 
Ed ecco finalmente il nuovo capitolo; mi scuso tantissimo per l'infinita attesa. Spero mi possiate perdonare e che questo capitolo vi piaccia!  Colgo l'occasione per ringraziarvi tutti. Grazie infinite per il vostro sostegno. Aspetto un vostro parere! Grazie mille! :) quì potrete trovare la pagina dove scriverò vari aggiornamenti sulla fan fiction; datele un'occhiata se vi va: https://www.facebook.com/pages/Die-in-your-arms/448005521938620
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1606356