Another Supernatural story

di missRosa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una speranza nel buio della notte ***
Capitolo 2: *** La mattina dopo ***
Capitolo 3: *** Il giorno prima ***
Capitolo 4: *** Una chiacchierata tra vecchi amici ***



Capitolo 1
*** Una speranza nel buio della notte ***


 NON HO ALCUN DIRITTO SUI PERSONAGGI  DI SUPERNATURAL E NCIS L.A

 

Era notte, poteva sentire le sirene di un’ambulanza avvicinarsi e delle voci intorno a lei, dovevano essere dei ragazzi e sembravano spaventati e questo la fece preoccupare. Doveva essere ridotta davvero male perché poteva sentire una ragazza che piangeva.
Sentiva le sue forze venir meno , cercò di resistere ma  alla fine perse completamente conoscenza. Intorno a lei ora c’era solo buio e silenzio ed era stranamente piacevole perdersi in quella calma.
 Si chiese se era questo quello che si provava quando si muore, non era affatto male, era come fluttuare senza pensieri o preoccupazioni in una calma pura e assoluta.
Eppure una vocina nella sua testa le sussurrava che c’era ancora qualcosa che doveva fare, sapeva che non poteva morire ma non riusciva a ricordare perché.
All’improvviso si ritrovò nel suo salotto, era in piedi accanto al divano e  l’uomo che amava la stava lasciando.
-Non ho mai pensato a noi in questo modo
-Nemmeno io, ma ora sono incinta e ho bisogno di sapere se posso contare su di te oppure no.
Il suo telefono squillo interrompendola
-Non rispondere!
Ma lui rispose comunque, anche se lei era arrabbiata e aveva le lacrime agli occhi. C’era sempre stato qualcosa più importante di lei nella sua vita, lo aveva sempre saputo ma aveva sperato che il suo amore per lui potesse far cambiare le cose.
-Devo andare era Hetty, ne parleremo stasera
-Se te ne vai ora non abbiamo più niente di cui parlare. Fai la tua scelta.
E lui era uscito da quella porta, lasciandola sola.
Aspettava un bambino, ecco perché non poteva morire.
I rumori tornarono a squarciare il buio, aprì gli occhi e le luci artificiali l’accecarono.
-Donna bianca, sui venticinque anni, ferita da taglio all’addome, forse è stata aggredita. E’ stata trovata sulla spiaggia  priva di conoscenza da un gruppo di ragazzi.
La sua vista si fece sempre meno sfuocata, osservò i medici e i paramedici che si muovevano freneticamente intorno a lei, aveva una maschera dell’ossigeno sulla bocca e sentiva freddo.
-bambino, io ho un bambino- disse togliendosi la mascherina e afferrando con forza il braccio di un’infermiera
-Come?
-Sono incinta…Garth, telefono!- riuscì a dire prima di perdere nuovamente conoscenza
 
Da qualche parte negli U.S.A
Erano le due del mattino quando il suo cellulare squillò, sentendo la canzone “I give you hell” seppe immediatamente che era Alex a chiamarlo e si allarmò.
-Ehi perché mi chiami a quest’ora, va tutto bene?
-Parlo con Garth?- chiese una voce maschile molto distaccata
-Si, io con chi parlo?
-Una giovane donna è stata portata all’ospedale di Santa Monica, dai documenti risulta chiamarsi Olivia Wilde
-E’ grave?
-Lei che rapporti ha con questa donna?
-E’ mia sorella! E’ grave?- chiese ancora
-E’ stabile ma ha perso molto sangue. E’ ricoverata al Santa Monica General Hospital
-Arriverò il prima possibile, può dirmi se le è successo qualcosa di strano?
-Strano?- chiese il poliziotto
-Si, strano
-No, è stata accoltellata ma niente di più
-La ringrazio.
Garth chiuse il telefono, fece i bagagli e salì in auto. Forse la “coltellata” non l’avrebbe uccisa ma il veleno della mantide si, doveva portarle subito  l’antidoto.

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Capitolo 2
*** La mattina dopo ***


Sam Hanna era seduto alla sua scrivania, aveva una tazza di tè verde fumante davanti a se e si godeva il silenzio che pervadeva l’ufficio.
Osservò il suo partner, l’agente speciale G Callen, che leggeva il giornale. Nell’ultimo mese il suo partner era stato intrattabile e si era comportato in modo strano, tuttavia lui non era stato in grado di capire perché. Callen era bravo a nascondere i segreti e non voleva parlare con lui del problema.
Sam volse lo sguardo verso l’ufficio di Hetty, La sua scrivania era vuota ma non significava che Hetty non fosse in ufficio, di solito la donna arrivava prima di loro e se non era alla sua scrivania poteva essere nella sala operativa con Eric e Nell o nell’archivio.
Dovunque fosse Sam sapeva che stava lavorando a qualcosa, Hetty lavorava sempre a qualcosa.
La voce di Kensi ruppe il suo momento di riflessione.
-Ehy ragazzi come va?- chiese la sua bella collega poggiando la sua borsa per terra.
-Bene- le disse Callen- tu hai passato un buon week-end?
-Fantastico! Sono stata con mia madre, ci siamo divertite- disse Kensi allegra
-Ehy ragazzi- disse Marty entrando in ufficio. L’uomo era stravolto, sembrava non aver riposato molto
-Notte brava?- chiese Kensi
-No, è Monty- disse lui
-Sta bene?- chiese Sam
-Ora si, ma ho passato la notte dal veterinario. Ha preso una brutta influenza, aveva la febbre e i brividi, ma si riprenderà. Questa sera vado a prenderlo alla clinica e lo riporto a casa
-Oh povero Monty, dopo il lavoro vengo con te, voglio salutarlo- disse Kensi
Il fischio di Eric chiamò tutti nella sala operativa, avevano un caso e Sam sapeva che la  giornata che era iniziata con un rilassante tè verde e un pacifico silenzio si stava per trasformare in qualcosa di molto movimentato.
Era sempre così ma lui non rimpiangeva le scelte che aveva fatto, amava il suo lavoro, proteggere il suo paese e le persone che amava.
-Signor Deeks ho saputo del povero Monty, spero che si riprenda presto- disse Hetty appena lo vide varcare la porta della sala operativa
-Grazie Hetty, ma come lo sai?
-Io ho i miei metodi- rispose lei sibillina
-Che succede Hetty?- chiese Sam notando che Hetty  non aveva un’aria allegra, anzi era decisamente infuriata ma anche preoccupata.
-non ho notizie della signorina Hall, la nostra archivista,  questa mattina non si è presentata in ufficio e non riesco a rintracciarla.  
-Hai provato a chiamarla?- chiese Callen preoccupato
-Si, ma non risponde. Il suo cellulare è spento da venerdì sera- spiegò Eric--Io e Nell abbiamo controllato gli ospedali, ma nessuna donna di nome Kaily Hall è stata ricoverata
-Donne non identificate che corrispondono alla sua descrizione negli obitori?- chiese Deeks
-No- rispose Eric
-Io e Sam possiamo andare subito a casa sua e controllare- disse Callen
-D’accordo, proceda signor Callen e mi faccia sapere subito
-Vi mando il suo indirizzo sul cellulare?- chiese Nell raggiungendo i due agenti sulle scale
-Si, grazie Nell- farfugliò Callen
Arrivarono a casa di Kaily, era un appartamento e si trovava in un palazzo di tre piani con piscina condominiale. Lei adorava nuotare si ricordò Callen.
-Ehy scusa, abiti qui?- chiese a un uomo che stavano portando via una valigia. Era altro e  mingherlino e dall’aria innocua.
-No, aiuto solo un’amica a traslocare. Qualcosa non va?
-No, niente. Volevamo solo sapere come sono gli appartamenti qui, vorrei affittare- mentì Callen
-Non posso proprio aiutarti, comunque sembra carino qui-disse prima di salire in auto
Callen e Sam andarono nell’appartamento di Kaily, non sembrava mancare niente, era tutto come lo ricordava.
-Allora mi dici la verità o devo indovinare- gli chiese Sam
-Scusa?
-Conoscevi già l’indirizzo della Hall e anche il numero del suo appartamento, da come ti guardi intorno conosci anche la casa. Manca qualcosa?
-No, non manca nulla- ammise Callen
-Da quanto va avanti
-E’ finita un mese fa, e andata avanti per circa sei mesi
-Sei mesi? G!
-E’ finita ormai!
-e come mai?
-Lei voleva che diventasse una cosa ufficiale, voleva sapere che intenzioni avevo. Mi ha detto….
-Cosa G? E’ da quasi un mese che sei strano, che cosa è successo?
-Kaily mi ha detto che aspetta un bambino e io me ne sono andato
-G, questo non è da te. Cos’è successo?
-Mi ha messo davanti ad un ultimatum, mi ha chiesto di decidere. Ma come posso fare il padre se non conosco neanche il mio nome Sam? E poi metterei in pericolo mio figlio con i Comescu che mi danno la caccia. In quel momento andarmene mi è sembrata la cosa giusta da fare ma ora….
-Non pensi che se ne sia andata per questo vero?- chiese Sam
- Voleva una risposta e io in queste quattro settimane non ho fatto altro che allontanarla.
-Perché G?
-Io  non  avevo mai pensato che tra noi potesse essere qualcosa di serio, ritrovarmi a dover condividere un figlio con lei è stato troppo in quel momento. Ancora non so cosa pensare di tutta questa situazione
-G! Sei stato con lei per sei mesi, non sei mai stato con nessuna così a lungo da quando ti conosco
-Lo so, e penso che sia durata tanto perché potevo essere sincero con lei. Sapeva chi ero e non dovevo inventarmi un nome o una storia. Ma la gravidanza mi ha preso in contropiede, abbiamo litigato. Pensavo di poter rimediare in qualche modo, ma ora è sparita
 -quando la troveremo potrai parlarle e chiarire
-Non so Sam, era molto arrabbiata.
-Ci sono delle telecamere di sorveglianza nel palazzo, se tornerà a casa Eric e Nell ci avvertiranno-  disse Sam- chiediamo anche i filmati all’amministratore

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Capitolo 3
*** Il giorno prima ***


Era a due ore di distanza da Los Angeles quando il suo telefono squillò di nuovo, hell’s bell degli AC/DC, era Dean Winchester
-Ehy Garth hai risposto al primo squillo, sei già in piedi a quest’ora?
-Si
-Senti io e Sam vorremmo vederti, siamo in Illinois
-Ora non è possibile, sto andando a Los Angeles
-Perché che c’è a Los Angeles?
-Un’amica, una cacciatrice. E’ stata ferita da una mantide e penso abbia bisogno dell’antidoto
-Di chi si tratta, forse la conosciamo
-Alex Evans
-Alexandria Evans? E’ grave?
-Non lo so, la conosci?
-Altro che, conosco lei e conoscevo suo padre.
-E’ al Santa Monica General Hospital, io sono suo fratello per l’ospedale quindi mi faranno entrare
-Ok, ti raggiungiamo li- disse Dean prima di chiudere
 
 
Quando aprì gli occhi e vide che si trovava in una stanza d’ospedale tirò un sospiro di sollievo, sarebbe potuta essere infondo all’oceano in quel momento.
-Ehy Alex, come ti senti?- le chiese Garth avvicinandosi al letto
-Come se una mantide mi avesse infilzata con uno dei suoi artigli e trascinata sul fondo dell’oceano! Quanto ho dormito?- disse lei cercando di mettersi a sedere, ma si sentiva ancora debole.
-E’ lunedì mattina, ero preoccupato- le disse lui
Due mani forti la sorressero con gentilezza aiutandola a sedersi.
-Allora che accidenti è successo?- chiese una voce che conosceva fin troppo bene
-Dean?- chiese sorpresa
-C’è anche Sam, è andato a prendere del caffè- la informò lui sedendosi vicino a lei- allora eri a caccia da sola?
-Qualche giorno fa in ufficio è arrivato un caso, un marine ucciso che trafficava in antichi manufatti e opere d’arte. Per sua sfortuna ha rubato un vaso antico in cui era imprigionata una mantide.  Il vaso si è rotto e la mantide si è liberata e  lo ha ucciso. Ho depistato gli agenti che lavoravano al caso facendo credere che sia stato un trafficante d’armi francese ad uccidere il marines, e ho chiamato Garth. Non volevo dare la caccia alla mantide da sola,  io stavo aspettando che arrivasse Tim Warren, forse lo conosci. Dovevamo vederci al molo.
-Si, sua moglie era una strega- disse Dean- sacrificò i suoi figli alla dea Calì. Brutta storia
-Già, lui ha una certa esperienza con  le mantidi.  Forse la mantide mi ha vista a casa del marines mentre prelevavo il sangue per incastrare il trafficante d’armi,  ha capito che ero una cacciatrice e mi ha seguita al molo.  Abbiamo lottato, sono riuscita a ucciderla ma mi ha ferita. Il veleno mi ha stordita,  sono svenuta e mi sono svegliata in ospedale.
-E Warren?
-Non ne ho idea, non riesco a contattarlo- disse Garth
-Ehy Alex sei sveglia?- disse Sam entrando nella stanza
-Sam! Abbracciami!
Sam poggiò le tazze di caffè e le diede un lungo abbraccio.
-Ok voi due, dateci un taglio- disse Dean separandoli
-Non ci vediamo da secoli, mi sei mancato Sam!
-E io?- chiese Dean
-Anche tu, lo sai che ti amo alla follia Dean Winchester!- disse Alex divertita
-Giusto, quindi Sam vedi di non scordartene!- scherzò Dean
-Mi sono perso qualcosa?- chiese Garth
-E’ una storia lunga- sentenziò Sam
-Sentite voglio andarmene da Los Angeles, questa città porta sfortuna. Potete andare a casa mia, prendere le mie cose e poi venirmi a prendere qui?
-Disturbo?- chiese la dottoressa entrando
-No, si figuri- le disse Dean notando che la dottoressa era molto attraente
-Signorina Wilde possiamo parlare delle sue condizioni con i signori presenti?- chiese la dottoressa titubante
-Certo, sono la mia famiglia dottoressa- rispose lei sicura- non abbiamo segreti. Giusto ragazzi?
-Giusto-rispose Garth serio
-Allora la ferita al braccio è stata richiusa, le rimarrà una cicatrice ma niente di più. Non ha leso muscoli o nervi, era meno grave di quanto sembrasse. Ha una costola incrinata, contusioni e lividi ma guarirà.
E’ stata fortunata, soprattutto considerando il suo stato
-Quale stato?- chiese Dean guardando il medico
-Ecco forse dovremmo parlarne in privato
-No, va bene- le disse Alex
-se c’è qualcosa che non va vogliamo saperlo anche noi- aggiunse Sam
-Il bambino sta bene- disse il medico
-Cosa?-chiese Dean- quale bambino?
-Secondo le nostre analisi la sua “amica”  è incinta di otto settimane- disse la dottoressa
-Cosa?- chiese Dean sbiancando
-Rilassati, sono quasi sicura che non sei tu il padre- scherzò Alex
Lei era fatta così, nei momenti difficili  non poteva fare a meno di fare una battuta e scherzare.
-Ti sembra questo il momento di scherzare? Sei incinta! Chi diavolo è il padre?
-Dean!- lo riprese Sam
-Per fortuna il suo bambino sta bene ma dovrà riposarsi, stare tranquilla e fissare un appuntamento con uno specialista che la seguirà per tutta la gravidanza
-La ringrazio dottoressa ora potrebbe lasciarci soli?- chiese Alex
Quando la donna uscì Alex si lasciò cadere sui cuscini mentre Dean, Sam e Garth la fissavano.
-Ve l’ho detto, Los Angeles porta sfortuna
-Che intenzioni hai?- le chiese Garth
-Andarmene da qui tanto per cominciare
-Ti servirà un posto tranquillo e sicuro dove stare, potresti stare da me per un po’- suggerì Garth
-A proposito di questo, io e Sam abbiamo un posto che fa al caso tuo- disse Dean- era di questo che volevamo parlarti Garth
-Davvero, di che si tratta?
-Perché non facciamo così: Garth, chiama padre Michale della parrocchia di Sant Mary, lui può portare via i mobili, i vestiti e darli ai poveri.  
-C’è niente che vuoi portare via?- le chiese Sam
-Si, potete prendere la valigia che c’è già pronta all’ingresso e  svuotare la  cassaforte che c’è sotto il letto, la combinazione è 1-2-3- asterisco.
-La tua combinazione e un-due-tre stella?- chiese Dean sconcertato
-E allora? Mi piaceva giocarci da bambina, e anche a te se non ricordo male!
-Ti confondi con Sammy
-piuttosto pensa a  procurami qualcosa da mettere  addosso per andar via! Ci rincontriamo allo Spring motel, sulla statale 24 e li ci spiegherete con calma- propose Alex
-Per me va bene, andiamo?- chiese Sam a Garth
I due cacciatori uscirono e Dean lasciò la stanza per andare a procurarle dei vesti con cui svignarsela dall’ospedale.
Alex si accarezzò lo stomaco, una vita cresceva dentro di lei e questo le dava speranza. Dopo tutto il male che aveva visto e le persone a cui aveva dovuto dire addio finalmente arrivava qualcosa di buono, puro e innocente nella sua vita e lei l’avrebbe protetto.

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Capitolo 4
*** Una chiacchierata tra vecchi amici ***


-Ricordo che anche tuo padre amava usare nomi di attori per le sue false identità
-Tu usi ancora il nome Sambora?- chiese Alex
-Puoi giurarci! Allora chi è il padre- le chiese Dean mentre raggiungevano il motel
-Un collega
-E come stanno le cose tra voi?
-In nessun modo- rispose lei infastidita
-Cosa vuol dire?
-Ci siamo lasciati un mese fa
-Come mai?
-Ci vedevamo di nascosto, in ufficio non lo sapeva nessuno. Un mese fa ho deciso di uscire allo scoperto, non so perché, ma dopo aver scoperto di aspettare un bambino all’improviso volevo qualcosa di più di un’eccitante relazione clandestina. Mi sentivo…
-Pronta a fare il nido?- scherzò Dean
-Già, proprio così!-rise lei- Gli ho detto che volevo una relazione vera, che volevo sapere quali erano le sue intenzioni. Lui è un agente dell’NCIS e vive giorno per giorno, rischia la vita, lavora sotto copertura ed era molto eccitante ma ad un certo punto è diventato un ostacolo. Gli ho detto che ero incinta e lui …. Dovevi vederlo, è sbiancato!
-Non posso dire che non lo capisco- ammise Dean- forse non si sentiva pronto
-Non è solo questo Dean. Se n’è andato dicendo di aver bisogno di tempo per pensare
-Non vuole mollare la sua vita eccitante per stare con te e mettere su famiglia?
-Non voleva stare con me, non a lungo. Sono stata uno svago passeggero
-te l’ha detto lui?
-Si, mi ha detto che non aveva mai pensato a noi due in quel modo- ammise Alex ancora incredula
Nelle sue parole c’era una tristezza palpabile, Dean odiava vederla in quello stato per colpa di un bastardo qualunque. Non era abituato a vedere Alex tanto abbattuta, non la vedeva da quasi sei anni ma la Alex che ricordava era una donna allegra, sicura di se e sempre ottimista.
-Se la pensa così è un’idiota, tu sei bellissima, forte, intelligente. Non ne troverà mai un’altra come te quindi non farti venire la depressione per colpa sua- disse Dean per rincuorarla- inoltre che razza di bastardo abbandona un figlio così?
-Questo lo so Dean, ma questa situazione mi ha fatto pensare a qualcos’altro
-A cosa?
-Io sono una cacciatrice Dean, so per certo che non è qualcosa che potrò mai abbandonare. In un modo o nell’altro questa vita ti ripiomba addosso, sempre. Volevo parlargliene, ma non puoi condividere un segreto così grande con qualcuno che non ti ama. Lui non mi ama- gli disse Alex
-Questo è chiaro, se ti avesse amata ora saresti ancora a Los Angeles
-Però allo stesso tempo mi chiedo se restando, magari tra noi le cose…
-Non fare questo discorso Alex, si va a finire in posti pericolosi con i se e i ma- l’avvertì Dean- e poi non è una cosa su cui pensare. Per la miseria, sei incinta di suo figlio e lui se ne va?
-Sai cos’è la cosa che mi spaventava prima di dirgli che ero incinta?
-No quale?
-Dirgli la verità, che ero una cacciatrice e tutto il resto. Ma pensavo che se  mi avesse amata, se fosse rimasto con me l’avrebbe accettato
-D’altro canto mentire e smettere di cacciare non sarebbe stata un’opzione praticabile. Se c’è una cosa che ho capito è che questo sangue che ci scorre nelle vene ci rende destinati a essere cacciatori.
-Lo credi davvero?
-Mia madre l’ha fatto e guarda com’è finita, e mio padre…
-I tuoi genitori venivano da una famiglia di cacciatori? Non lo sapevo
-L’abbiamo scoperto di recente ed è di questo che dobbiamo parlare al motel-Ricordo che anche tuo padre amava usare nomi di attori per le sue false identità
-Tu usi ancora il nome Sambora?- chiese Alex
-Puoi giurarci! Allora chi è il padre- le chiese Dean mentre raggiungevano il motel
-Un collega
-E come stanno le cose tra voi?
-In nessun modo- rispose lei infastidita
-Cosa vuol dire?
-Ci siamo lasciati un mese fa
-Come mai?
-Ci vedevamo di nascosto, in ufficio non lo sapeva nessuno. Un mese fa gli ho chiesto di uscire allo scoperto, non so perché, ma dopo aver scoperto di aspettare un bambino all’improvviso volevo qualcosa di più di un’eccitante relazione clandestina. Mi sentivo…
-Pronta a fare il nido?- scherzò Dean
-Già, proprio così!-rise lei- Gli ho detto che volevo una relazione vera, che volevo sapere quali erano le sue intenzioni. Lui è un agente dell’NCIS e vive giorno per giorno, rischia la vita, lavora sotto copertura ed era molto eccitante ma ad un certo punto è diventato un ostacolo. Gli ho detto che ero incinta e lui …. Dovevi vederlo, è sbiancato!
-Non posso dire che non lo capisco- ammise Dean- forse non si sentiva pronto
-Non è solo questo Dean. Se n’è andato dicendo di aver bisogno di tempo per pensare
-Non vuole mollare la sua vita eccitante per stare con te e mettere su famiglia?
-Non voleva stare con me, non a lungo. Sono stata uno svago passeggero
-te l’ha detto lui?
-Si, mi ha detto che non aveva mai pensato a noi due in quel modo- ammise Alex ancora incredula
Nelle sue parole c’era una tristezza palpabile, Dean odiava vederla in quello stato per colpa di un bastardo qualunque. Non era abituato a vedere Alex tanto abbattuta, non la vedeva da quasi sei anni ma la Alex che ricordava era una donna allegra, sicura di se e sempre ottimista.
-Se la pensa così è un’idiota, tu sei bellissima, forte, intelligente. Non ne troverà mai un’altra come te quindi non farti venire la depressione per colpa sua- disse Dean per rincuorarla- inoltre che razza di bastardo abbandona un figlio così?
-Questo lo so Dean, ma questa situazione mi ha fatto pensare a qualcos’altro
-A cosa?
-Io sono una cacciatrice Dean, so per certo che non è qualcosa che potrò mai abbandonare. In un modo o nell’altro questa vita ti ripiomba addosso, sempre. Volevo parlargliene, ma non puoi condividere un segreto così grande con qualcuno che non ti ama. Lui non mi ama- gli disse Alex sconsolata
-Questo è chiaro, se ti avesse amata ora saresti ancora a Los Angeles
-Però allo stesso tempo mi chiedo se restando, magari tra noi le cose…
-Non fare questo discorso Alex, si va a finire in posti pericolosi con i se e i ma- l’avvertì Dean- e poi non è una cosa su cui pensare. Per la miseria, sei incinta di suo figlio e lui se ne va?
-Sai cos’è la cosa che mi spaventava prima di dirgli che ero incinta?
-No quale?
-Dirgli la verità, che ero una cacciatrice e tutto il resto. Ma pensavo che l’avrebbe accettato perché mi amava
-Non avresti smesso di cacciare?
-Credi che sia possiblie? Io non conosco nessuno che l'abbia fatto-ragionò Alex- la caccia è come una droga, tutta quell'adrenalina. Ti fa sentire vivo, non trovi?
-Non penso che sia l'adrenalina  o l'azione a impedirci di smettere di cacciare.Se c’è una cosa che ho capito è che questo sangue che ci scorre nelle vene ci rende destinati a essere cacciatori.
-Lo credi davvero?
-Mia madre ha smesso di cacciare per dedicarsi alla famiglia e guarda che fine ha fatto. Mio padre…meglio lasciar perdere!
-I tuoi genitori venivano da una famiglia di cacciatori? Non lo sapevo
-L’abbiamo scoperto di recente ed è di questo che dobbiamo parlare 

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