Over again.

di _Harriet
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo due ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro ***
Capitolo 5: *** Capitolo cinque ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno ***


                                                                                                     
12th July 2012, 8.34 a.m

"Vu..vuoi sposarmi Anne?"
"Oh Drew, non aspettavo altro da.. una vita!
"Sii mia An, ora e per sempre.." - Mi sfiorò le labbra mantenendo lo sguardo fisso su di me, eravamo a pochi centimetri di distanza e mi sentii bruciare.. sempre di più.. il calore percorreva il mio corpo a ritmo costante.. un brivido salì lungo la schiena e raggiunse le tempie..La testa sembrava scoppiare. Le mie mani sfiorarono il suo volto, la pelle soffice mi sfiorava e stuzzicava le mie gote, forse troppo rosee.. Mi abbandonai in un bacio appassionato, che mi fece fremere, sudare.. Tutto d'un tratto sentii non più calore , ma una senzazione di "umido", "bagnato" partire dalle caviglie..

"Cazzo"

Mi destai immediatamente e vidi le lenzuola bagnate andar via dietro la stretta morsa di Charlie. Il mio cane. Il suo vizio di fare zampilli qua e la era veramente irritante, e infuriata cominciai ad urlargli contro scostando le lenzuola umide dai miei piedi. Che schifo.
Mia madre sapeva che la mia camera era off limits per Charlie, tuttavia permetteva lui di fare tutto ciò che desiderava ed ogni volta che scorgeva uno spiraglio di luce proveniente dalla mia stanza si precipitava irrompendo con presunzione e distruggendo tutto ciò che intralciava il suo cammino.
Posai i piedi per terra e rimasi seduta sul letto con lo sguardo fisso in un angolo dove la pittura era venuta via, non avevo voglia di alzarmi, non oggi, questa data non mi era molto simpatica, non lo era mai stata per me. 
Avete presente i giorni sfortunati? Quelli che, anche se tutto perfettamente programmato, vanno a finire letteralmente a put*ane? Bene, per me quel giorno aveva da sempre avuto il nome di "12 luglio" ed eccolo qui, era tornato, in un nuovo anno, in una "nuova me" e prepotentemente irrompeva ancora, costantemente, nei miei pensieri, come sempre. E chissà quale catastrofe mi avrebbe riservato quest'anno.
 
Tornai in me, e alzando lo sguardo mi presi di coraggio e mi alzai dirigendomi verso lo specchio. Ma quale "nuova me" ero sempre la stessa, fisico nella norma, 1.72 centimetri di insicurezze, viso tondo e pallido, rosato sugli zigomi, per il continuo imbarazzo forse, disegnato da capelli castano scuro un po' arruffati, labbra piccole e non troppo carnose, e grandi occhi verdi nascosti da lunghe ciglia perennemente piegate dal mascara.
Eccomi, sono io, forse un po' troppo intimorita da ciò che mi avrebbe riservato quel fatidico "12 luglio", pronta ad imbattermi in una nuova giornata. 
Feci una doccia fredda, che favorì il mio risveglio, indossai un jeans e una t-shirt con qualche accessorio e uscii di corsa. 
Avevo mille impegni, e tutti i pensieri mi avevano distratta dal sogno che mi aveva lasciato l'amaro in bocca stamane, causa, sicuramente, di uno di quegli stupidi film sdolcinati che mandano verso le 3 del mattino in tv. Mi ero ripromessa di non guardarne più e invece continuo ad essere turbata in sogno da sentimenti e persone perfette inesistenti.
Divagai un po' dalla realtà e tornando in me, mi resi conto che ero già in ritardo di 20 minuti. Cavolo, quell'isterica della mia migliore amica mi starà odiando.
 
Ollie, questo è il suo nome, occhioni chiari e capelli scuri lisci come la seta, vive in un mondo a se stante dalla realtà, per lei esiste solo l'arte. e i ragazzi.. Avrà probabilmente letto più libri lei in questa settimana che io nella mia intera vita e in questo momento sarà infuriata.
 
Cominciai ad allungare il passo, il peso dei libri che portavo sotto braccio cominciava a gravare sui miei deboli ed inesistenti "muscoli" e mi maledissi per non aver preso la bicicletta. Attraversai il parco di corsa e finì con un piede in una pozzanghera, accidenti, avevo acquistato da poco quelle scarpe, ed ero già riuscita a rovinarle. Ma sapevo qual era  il problema. non avrei dovuto indossarle quel giorno. Il "12 luglio".
Continuai a correre con lo sguardo rivolto verso quella scarpa, un po' troppo nuova per essere già da buttare.. Quando sbattei violentemente contro qualcosa e caddi a terra..
 
Non svenni, come è solito nei film, semplicemente mi sentii girare la testa e cominciai a vergognarmi per il modo in cui avevo reso pubblica la mia goffaggine. Mi alzai in fretta e cominciai a sbattere i palmi delle mani sui jeans per spolverarli, quando una mano bloccò la mia..
Alzai lo sguardo e vidi due occhi verdi da far mancar l'aria ed una chioma di riccioli sul castano che lasciavano spazio a spiragli di luce abbaglianti. Probabilmente rimasi a bocca aperta, non so, ma lui sorrise e mi porse la mano.."Harry " disse.
"Oh.. bhe.. il mio nome è Anne" risposi trattenendo un sorriso.
"Non ti ho mai vista An.." "Ehm, si, bhe, forse perchè Londra fa circa 7 milioni di abitanti" risposi con un velo di ironia sul mio sorriso, ormai prevalso sulla mia espressione di imbarazzo.
"Penso che questo incontro abbia cambiato la mia giornata An" disse strizzando un occhio.. 
Trattenni un sospiro e con un espressione finalmente serena, pensai che dopo tutto, questo "12 luglio " non era cominciato poi così tanto male..

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Capitolo 2
*** Capitolo due ***


                                                                                                                   

12th July 2012, 12.03 a.m.


In quell'afoso 12 luglio si percepiva finalmente un po' di fresco, la biblioteca era semideserta, e io rimanevo lì a fissare la maestosità degli scaffali pieni di libri e ad ascoltare il grido sordo del silenzio.. che echeggiava e rimbombava nelle mie orecchie.

Ollie era persa nella lettura, con quegli occhi grandi e curiosi da bambina, e sembrava non accorgersi di me, che invece, con aria indifferente osservavo ogni suo movimento..

"Che fai mi fissi?!" -disse. Odiava essere guardata, e forse, era proprio quello il motivo per cui continuavo a seguire ogni suo movimento, avevo intenzioni chiare, infastidirla era l'obiettivo principale. "Ti do fastidio?"dissi,- "Molto. E lo sai." rispose con occhi minacciosi.
In realtà conoscevo già quale sarebbe stata la risposta alla mia domanda, conoscevo tutto di lei, ogni parte, tutto ciò che adorava e odiava, inclusa la sua intolleranza al cibo e le sue diete perenni. Mi alzai dalla sedia e mi sgranchii le gambe, rimasi a guardarla per qualche secondo e poi con un sorriso accennato la salutai. "Ollie il mio stomaco brontola! Se non vuoi seguirmi andrò a riempirlo da sola" Le mandai un bacio con la mano, e uscii dalla biblioteca, lasciandomi alle spalle un posto cupo ed un silenzio tombale.
Cominciai a camminare, stranamente ora l'aria era fresca e la gente si muoveva frettolosamente su e giù per la città; io a differenza loro però non avevo alcuna fretta, per qualche strano motivo mi sentivo rilassata, ma non lo era la mia mente, che continuava a pensare a quelle mani, quei riccioli, quegli occhi. Si, incontrare quel ragazzo aveva cambiato la mia giornata, e la sua immagine era ancora perfettamente nitida nei miei pensieri.
Scossi la testa, quasi come a voler scrollarmi di dosso tutto ciò, e tutto d'un tratto mi ritrovai a vagare senza meta e in solitudine per la città.
"Nando's" lessi in lontananza, "Non ricordavo ce ne fosse uno proprio qui" pensai, e mi diressi verso il locale. Aprii la porta e mi guardai intorno in cerca di un tavolo..
 
"Ei, non c'è bisogno che sforzi la vista in cerca di un posto libero, se vuoi puoi farmi compagnia, dividerò volentieri con te la mia aria"
..Un brivido attraversò interamente il mio corpo, il cuore sembrò fermarsi per qualche secondo. Di nuovo lui? il ragazzo dal sorriso perfetto che aveva rischiato di uccidermi stamane? No, non puo' essere, non puo' avermi trovata, proprio qui poi. Pensai tra me e me, poi feci un respiro profondo e mi voltai..
E con mia grande sorpresa mi ritrovai davanti il ragazzo più dolce e amorevole del mondo, il mio migliore amico.
Non lo vedevo da circa un mese e mezzo, era appena tornato dall'Irlanda dove vivono i genitori, mi guardò con quei suoi occhi brillanti color cielo e con le lacrime agli occhi lo strinsi forte fino a stritolarlo.
 
Niall James Horan, una delle persone più importanti della mia vita, capelli dorati e occhi in cui era possibile specchiarsi, tanto piccoli ma così tanto grandi, capaci di contenere un intero universo. Forse la persona più buona che io abbia mai conosciuto, e per quanto riguarda il cibo, lui era l'esatto opposto di Ollie. Sarebbe stato capace di divorare in un boccone anche me.

"Allora An, che novità mi racconti?"
"Purtroppo nulla di nuovo Horan, le mie giornate sono sempre le stesse da un po' di tempo ormai"
"E che mi dici di oggi? Oggi è 12 luglio, ricordo un odio profondo verso questo giorno, sbaglio?"
"No, non sbagli, è sempre stato il giorno peggiore dell'anno per me, ma mi sa che da oggi in poi le cose cambieranno."
"A cosa ti riferisci Anne?"  Disse con un'espressione preoccupata.
 
Non volevo ammetere di aver preso una cotta per un ragazzo che avevo visto soltanto una volta in tutta la mia vita e di cui conoscevo solo il nome, tuttavia non potevo nascondere nulla al mio Niall, lui se ne sarebbe accorto comunque.
 
"Ho rivisto te dopo tanto tempo, e questo mi ha reso la ragazza più felice del mondo." 
Lui mi sorrise e rimanemmo a guardarci in silenzio per un po'. Era bello come il sole, il suo sorriso era dolce e contagioso e io vedevo in lui il fratello che non avevo mai avuto.
 
"Come sono andate le vacanze?" Chiesi con aria curiosa..
"Abbastanza bene, ho rivisto i miei amici di  Mullingar.. mi sei mancata"
Al suono di quelle parole mi sciolsi, non era sempre rose e fiori tra di noi, a volte litigavamo, arrivavamo addirittura ad "odiarci" ma stavamo entrambi male, nessuno mai avrebbe potuto separarci.
 
 
Si era fatto tardi, ma non avevamo alcun impegno perciò decidemmo di andare a fare un giro in riva al fiume.
L'aria era fesca e la brezza scompigliava i capelli, cominciava a sentirsi la stanchezza di un giorno, ma in quel momento, con lui, sarei andata anche in capo al mondo.
Il crepuscolo tingeva ogni cosa di rosso, le sfumature del sole calante creavano giochi di luce che contribuivano a rendere l'atmosfera ancora più spettacolare, e i suoi occhi erano sempre più luminosi e spiccavano nell'ombra.
Percorremmo metri e metri, probabilmente chilometri, fino a che non arrivammo a casa.
I nostri appartamenti distavano soltanto qualche isolato, al mattino facevamo a turno per chi doveva andare a prendere la colazione all'altro, e spesso ci incontravamo a metà strada, entrambi con i sacchetti fumanti in mano. 
Eravamo diversi, ma al contempo troppo simili.
"Smetti di fantasticare An, so di essere bello, ma non farmelo notare ogni volta con i tuoi sguardi sognanti." disse rompendo il silenzio.
"Sei un cretino Horan. Stavo soltanto pensando a quanto ti voglio bene, ma non te lo dirò, perchè non ti meriti molta importanza." Ribattei scherzosamente.
Entrambi scoppiammo a ridere, mi mancava vedere il suo sorriso perfetto scoppiare all'improvviso, sentire il suono della sua felicità.
Ci abbracciammo un'ultima volta e ci abbandonammo così alla notte, non troppo buia finchè i suoi occhi erano con me.




                                                                                                                                    ***

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Capitolo 3
*** Capitolo tre ***


                                                                                                       
13th July 2012, 10.20 a.m.

 
Spiragli di luce abbagliavano il mio sonno, un nuovo sole era nato, più splendente che mai. Percepivo il suo calore avvolgermi dolcemente, e una leggera brezza mi accarezzava il volto.
Il miglior risveglio di sempre. Aprii gli occhi e mi ritrovai nel mio appartamento, non più nella mia cameretta da bambina, le mura qui erano spente, l'arredo di bassa qualità e le dimensioni eccessive per una sola persona. Da sempre avevo amato condividere le cose, e non era giusto dover vivere in solitudine, in un luogo perfetto per due; semplicemente non era giusto non poter rimproverare qualcun altro per il disordine, non dover condividere il divano, o litigare per quale film vedere in tv.
 
Horan veniva spesso nel mio appartamento, raramente passava con me anche la notte, e quando lui era lì, il cupo delle mura, le crepe nelle persiane, le macchie della moquette, non davano più di tanto nell'occhio, lui sarebbe stato capace di ravvivare qualsiasi cosa, figuriamoci cosa poteva farne di uno squallido appartamento.

 

*Driiin*


 
Sentii bussare alla porta e mi affrettai ad aprire, non curante di avere una montagna di boccoli scombinati  e indosso soltanto una larga maglietta.

Eccolo lì, fermo sulla soglia, con un gomito appogiato alla parete e le gambe incrociate. Aveva un espressione trasandata, di chi si era appena svegliato, ma anche in quelle condizioni era uno spettacolo.
 
"Horan sei il mio amore. ma non mi hai portato la colazione!" dissi con aria dispiaciuta ma al contempo scherzosa.
 
"Signorina An, riuscirà mai a perdonarmi?" rispose accennando un inchino.
 
"Dai su, entra. Per oggi la colazione te la preparo io" aggiunsi, felice di poter fare qualcosa per lui.
 
Mi avvicinai al piano cottura e cominciai a scaldare un po' di latte, poi presi una padella e cucinai per Niall due uova e un po' di bacon.
"Ecco a lei, colazione all'inglese, il caffè è lì sul marmo, serviti pure!
 
"Come farei senza di te.." mi disse.
I suoi occhi erano piccoli e assonnati, le sue guance rosse come quelle di un bambino, e i suoi capelli scombinati gli davano un'aria da duro, anche appena sveglio era bello come il sole.
"Mentre tu finisci di ingozzarti io vado a fare una doccia fredda" dissi riordinando un po' la cucina..
 
lui rimase lì a fissarmi, e poco dopo aggiunse.. "Sei bellissima con la mia maglia"
 
In realtà non ricordavo fosse sua, nè tanto meno cosa ci facesse in casa mia, ma ora riuscivo a capire perchè la amavo, su di essa era ancora impresso il suo odore, e prima di allora ci avevo fatto caso soltanto inconsciamente.
Mi avvicinai a lui e gli diedi un bacio sulla fronte, amavo quando socchiudeva gli occhi, in realtà amavo tutto di lui, la sua pelle, il suo odore, la sua bocca, il modo in cui si scompigliava i capelli, e il modo in cui si muoveva quando qualcuno o qualcosa lo metteva in imbarazzo. Conoscevo ogni cosa di lui, i suoi movimenti, le parole che avrebbe detto, le sue buffe espressioni facciali che lo contraddistinguevano, fin troppo bene, conoscevo lui  forse anche più di quanto avessi mai potuto conoscere me stessa.


 
 
13th July 2012, 10.30 p.m.

 
Avevo trascorso la mia giornata con Niall, senza stancarmi di lui, ed ora mi ritrovavo sulla strada di casa, da sola. Horan aveva insistito nell'accompagnarmi con la sua auto, ma io non volevo fargli perdere tempo, perciò decisi di tornare a piedi.
 
Le strade erano buie, i suoi occhi non erano con me, ed io cominciavo ad avere un po' di paura. Per mia fortuna, o sfortuna, portavo con me i miei pensieri, capaci di tenermi compagnia, nella mia mente sempre le stesse immagini soppresse. Occhi color smeraldo, riccioli invidiabili e sorrisi perfetti. Non avevo più rivisto quel ragazzo e probabilmente le nostre strade non si sarebbero mai più incrociate, cominciava a svanire la sua figura nella memoria, quegli occhi, quei capelli, quella bocca, cominciavano a perdere particolari, e a rimpiazzarli ora c'era lei, Lottie , una ragazza che frequentava con me e il mio Horan il college, e con la quale Niall stasera avrebbe avuto un appuntamento.
 
Non ero mai stata gelosa delle sue storie, o meglio, mai più di quanto potevo esserlo ora. Per me Niall James Horan era tutto, l'avrei difeso contro tutto e tutti e protetto dal mondo intero. sempre. Non tolleravo quando la gente gli faceva del male, soprattutto le ragazze. Nessuno avrebbe mai potuto cancellare quel meraviglioso sorriso dalla sua faccia.

 
Fantasticando un po' su tutto, il buio prevaleva su qualsiasi altra fonte di luce, in piena notte, quello non era un luogo adatto per una ragazza.. Allungai il passo e a testa bassa continuai a camminare.. Quando, a pochi metri di distanza, mi apparve una sagoma, un uomo di cui non riuscivo a percepire i tratti. Avvicinandomi questa cominciava a farsi sempre più chiara, e quell'uomo, quei capelli, cominciavano a ricordarmi qualcosa.
 
Il fumo della sua sigaretta creava disegni irregolari nel buio della notte, le sue mani erano grandi e affusolate. Le sue labbra erano rosse, e in quel momento, non mi sarebbe dispiaciuto essere al posto di quel cilindro di carta e tabacco.
Era di nuovo lui, il ragazzo dagli occhi magnetici che vagava nei miei pensieri da un po'.
 
"Ei, che ci fai qui tutta sola?" mi sentii chiamare.
 
"Sono di ritorno a casa, il mio appartamento non è molto distante da qui " dissi intimorita, in fondo non conoscevo nulla di lui, avrebbe potuto essere un serial killer o uno stupratore, o semplicemente un ragazzo adorabile dal sorriso perfetto.
 
"Sai che non dovresti agirarti da sola per la città? A quest'ora della notte poi.."
 
"Si lo so, ma so  badare a me stessa, e certamente per una volta non mi succederà nulla" dissi con aria annoiata, come se la sua predica mi avesse dato fastidio, in realtà fremevo perchè lui si fosse preoccupato per me, o almeno credo.
 
"Non avrei mai pensato di riuscire a rivederti.." disse guardandomi negli occhi
 
"Neanche io ci speravo ormai più di tanto, Harry." risposi fissandolo con altrettanta decisione. Fu la prima volta che pronunciai il suo nome, e rabbrividii, ma non più di quando erano le sue labbra a dirlo.

I nostri occhi non avevano intenzione di dividersi, eravamo a pochi centimetri di distanza ora, mentre la sua mano cercava nel buio la mia. Lentamente si avvicinò alle mie labbra..

 
"Forse è ora di tornare a casa Cenerentola" sussurrò sfiorando impercettibilmente il mio labbro inferiore.
 
Avrei voluto baciare quella bocca, ma mi sentivo come immobilizzata.
"Hai ragione, si è fatto tardi" riuscii a dire allontanandomi da quel viso perfetto.
 
"Ti accompagno fino a casa" aggiunse, e quella frase rimbombò nella mia mente.
 
Ero arrivata a casa, e ciò significava che avrei dovuto abbandonarlo, lasciarlo, e magari non poterlo rivedere mai più. Tutto questo mi spaventava, ma non potevo fare nulla. Credevo nel destino, e se ci avesse sorriso, noi ci saremmo rivisti. Non importa come dove e quando,  l'avrei rivisto, e questo mi bastava.
 
"Lasciarti il mio numero sarebbe troppo semplice, ci siamo rivisti, perciò probabilmente ci rivedremo ancora. Spero. Buonanotte An, dormi bene"
 
Solo allora mi accorsi di quanto era bello il mio nome, non credevo lo ricordasse ancora. Ero sicura che l'avrei rivisto, l'avrei rincontrato, magari in una notte in compagnia del fumo di una sigaretta, avrei rincontrato il suono della sua voce, e la luce dei suoi occhi.
 
 
Salii le scale e cominciai a cercare le chiavi del mio appartamento nella borsa, forse troppo incasinata, aprii la porta e me la chiusi alle spalle.
Ero soddisfatta della mia giornata, e con un enorme sorriso mi stesi sul mio letto.
L'atmosfera era l'esatto opposto del mio stato d'animo, quella sera, quelle mura, erano tristi e spente.
Presi il cellulare dal comodino, che illuminò il mio volto nel buio della notte..
*13 chiamate perse e 2 messaggi*
Subito mi alzai e controllai le chiamate, 6 di queste erano numeri sconosciuti, le altre tutte da parte di Ollie.
Preoccupata mi affrettai a leggere i messaggi

 
*Un nuovo messaggio da Niall*
 
"Ti amo An. Non voglio che tu lo dimentichi. Non ti azzardare a dimenticare. Ci vediamo dopo, okay? Niall James Horan."
 
*Un nuovo messaggio da Ollie*
 
"An sono Ollie, non sono riuscita a rintracciarti, Niall ha avuto un incidente...."

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Capitolo 4
*** Capitolo quattro ***


                                                                              

13th July 2012, 1.30 a.m.


Ero sola, in una notte troppo buia e dispersiva, cominciai a tremare e la mia mente si annebiò, agii di impulso e scappai fuori dalla porta sbattendola alle mie spalle, scesi di corsa le scale, e mi ritrovai sul marciapiede sola e disorientata.
 

Presi la bicicletta e cominciai a pedalare, come se tutta la forza del mondo, tutto d'un tratto, si concentrasse nelle mie gambe.
Ogni cosa mi faceva pensare a lui, quella strada, che percorrevamo sempre insieme, quel bracciale un po' consumato sul polso destro, quella bicicletta, con cui facevamo gare da cui uscivo sempre perdente.. e pugnalarmi, in quella notte di luglio, sarebbe stato più piacevole.
 
Le lacrime scendevano libere e mi bagnavano il volto, il vento freddo le asciugava in fretta e bruciava agli occhi, e nei miei pensieri solo lui. Niall. Con tutta la forza che avevo tentai di non mollare, dovevo raggiungerlo, dovevo trovarlo, prima che fosse stato troppo tardi.
 
Arrivai a quella che non avrei mai voluto fosse la mia meta, gettai la bicicletta a terra e corsi dentro l'ospedale con le gambe a pezzi, ma mai quanto il mio cuore.
Chiesi ovunque, ma nessuno sapeva darmi notizie, nessuno lo aveva visto, nessuno ne aveva sentito parlare.
Salii le scale e arrivai in un altro reparto, le infermiere mi pregavano di non correre, ma io non potevo farne a meno, niente mi avrebbe tranquillizzata, niente tranne la sua voce, "va tutto bene" sarebbero state le uniche parole che avrebbero potuto calmare il mio cuore.
 
"An.."
 
Una voce chiamò il mio nome, con le lacrime agli occhi mi voltai e vidi Ollie..
 
In fondo al corridoio, con aria distrutta, restava lì, immobile, e tutto ciò mi preoccupava ancora di più.
 
"Cos'è successo Ollie?! Ti prego.. " mi inginocchiai per terra, e con le mani sul volto liberai tutta la mia tristezza..




 
"An.. Niall non ce l'ha fatta."



 
Quelle parole fecero fracasso nella mia mente, distrussero tutto, tutto ciò che in me era rimasto.
Rimasi lì per terra, con lo sguardo fisso sul pavimento, non meritavo di rimanere li.. non era più il luogo fantastico di una volta.. E sapete perchè?! Perchè lui non era più con me.
Il suo sorriso illuminava il mondo. e come avrei fatto ora a vivere senza luce?
 
La sua forza, la sua tenacia, la sua presunzione, la sua dolcezza. Come avrei potuto vivere senza di lui, se era l'unica cosa buona nella mia vita?! 
Quel luogo chiamato mondo, immediatamente mi sembrò spoglio, nero, inutile. La mia vita, senza di lui, non avrebbe avuto più alcun senso.
 
Ormai senza alcuna forza, racimolai tutta la rabbia rimasta e mi alzai, andai a cercarlo. Io dovevo trovarlo, dovevo vederlo, guardare i suoi occhi, il suo sorriso un'ultima volta..
 
 
Eccolo lì, più bello che mai. i suoi capelli biondi non c'erano più, una fascia avvolgeva la sua testa, i suoi occhi stanchi erano chiusi e scuri, e la sua pelle soffice e candida era ricoperta da graffi e lividi.
Rimasi a guardarlo da dietro uno stupido vetro, mentre piano piano si consumava, e il mio stomaco si contraeva.
 
I medici gli ronzavano intorno tenendolo ancora attaccato ai macchinari, non capivo, se non c'era più nulla da fare perchè continuavano ancora a provarci?
Aspettai per ore ed ore, seduta in un angolo con le spalle contro la parete che mi divideva da lui, ogni tanto mi alzavo per controllarlo, ma la sua posizione era sempre la stessa.. 
 
"Anne Evans?
 
"Si sono io.."
 
"Il ragazzo aveva chiesto di lei ore fa.. puo' entrare"
 
Il mio stomaco continuava a contrarsi, e il mio cuore, beh, quello aveva smesso di resistere ore fa..
 
Entrai in quella stanza.. Niall James Horan cominciava a perdere colore, la sua pelle pallida in contrasto con le ferite mi faceva stare male.
Mi sedetti accanto a lui e gli presi la mano.. Il suo corpo era freddo e privo di forze.


 
"Forza Horan.. stringimi la mano.."  dissi con gli occhi gonfi di lacrime e la voce tremante.
 
"Ricordi come amavi stringerla fino a farmi male? Stringimi la mano Niall.. ti prego..Stringila"
 
Le lacrime ora scendevano senza freni, ero spossata, le mie gambe avevano ceduto, ed il mio cuore anche.
Appoggiai la testa accanto alle nostre mani congiunte e abbandonandomi alla tristezza chiusi gli occhi.

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Capitolo 5
*** Capitolo cinque ***


                                                                                


14th July 2012, 9.30 a.m.

"La luce a tratti ..il verde chiaro, il rosso forte, la puzza di bruciato.
Il boato mi assorda, chissà a cosa pensi tu.. disteso li inerme.
Le mie urla, forse le ho solo pensate, era tutto così strano.. 
ma Dio quanto ti amo.."
 
Occhi color cielo, labbra insanguinate e biondi capelli, prepotentemente disturbavano i miei pensieri.. Lacrime amare cominciarono a rigare le mie guance, e l'aria sembrò non bastarmi quando tutto d'un tratto aprii gli occhi.
 
Nella stanza entrava una luce familiare, l'aria era fresca e profumata ed io mi sentii spiazzata e disorientata. Le lacrime continuavano a scendere come un fiume in piena, ma il mio animo ora era sereno. Strizzai gli occhi, e vidi una finestra, con infissi bianchi in legno un po' antiquati. Mi rigirai su me stessa e mi ritrovai sul mio letto, con la giacca ancora in dosso..
Mi alzai immediatamente e cercai di fare il punto della situazione, non poteva essere stato solo un brutto sogno, mi guardai allo specchio ed indossavo i medesimi abiti della sera precedente, presi il cellulare, e controllai i messaggi ..
 
*13 chiamate perse e 2 messaggi*

La mia mente si annebbiò, il mio cuore cominciò a battere all'impazzata.
Non può essere. Ditemi che è stato solo un incubo.
 
6 chiamate da sconosciuto.
7 chiamate da Ollie.


 
*Un nuovo messaggio da Niall*
 
"Notte An, è stata una bella giornata, a domani! Ti voglio bene"
 
*Un nuovo messaggio da Ollie*
 
"Oggi mi hai abbandonata. Hai preferito Niall a me! Come sempre.. Pagherai per questo! ah e anche per non aver risposto alle mie chiamate!! Avevo visto in un negozio delle scarpe favolose! A domani ribelle. Buonanotte <3"


 
Il mio corpo cominciò a tremare, i miei occhi ancora umidi si socchiusero stringendosi e sul mio volto scoppiò un sorriso, forse il più vero della mia intera esistenza.
 
Mi alzai immediatamente dal letto e cominciai a correre.. correre senza fermarmi, saltai per le scale, travolsi il portiere e mi sbattei il cancello alle spalle.
Continuai a correre, correre correre, il mio viso bagnato cominciava a seccarsi, i miei polmoni imploravano pietà ma il mio stato d'animo era tale da superare qualsiasi altra cosa, qualsiasi altro ostacolo. Giunsi davanti quella porta, e con insistenza cominciai a bussare violentemente, sapendo che qualcuno avrebbe risposto, che qualcuno avrebbe aperto. Le mie nocche erano ormai diventate rosse quando si sentirono dei rumori provenire dall'interno..

Eccolo lì. 
Il mio Niall James Horan bello come il sole, come il cielo, come il mare, come la primavera, l'estate, bello che più bello non si puo'. Mi aprì la porta come suo solito, strizzando un occhio e tenendo l'altro socchiuso. Amavo i suoi capelli scombinati al mattino, i suoi occhi assonnati, la sua espressione da deficiente, e le magliette imbarazzanti con cui dormiva,
anche se, quel giorno, non ne indossava..
Appena lo vidi mi buttai tra le sue braccia intrecciando le gambe sui suoi fianchi e cominciai a stringerlo e a baciarlo sulle sue guance morbide e delicate.
Il suo corpo era caldo, i suoi addominali sfioravano la mia pelle, e le sue braccia ora cingevano il mio corpo.
 
"Non puoi immaginare cosa sto per raccontarti.. non ci crederai mai!"
 
Lo guardai negli occhi, e con un'espressione da bambina, cominciai a ridere liberando qualche lacrima.. Mi sentivo un'idiota per aver sognato qualcosa di tanto terribile e surreale ma al contempo ero felice. Niente avrebbe potuto placare la mia felicità in quel momento.
Nulla, tranne la sua reazione fredda e distaccata.
 
Il suo corpo si irrigidì, e le sue braccia cominciarono ad abbandonare la presa sui miei fianchi.. Misi da parte l'entusiasmo, e ritornando con i piedi per terra lo guardai con occhi preoccupati e intimoriti..

"N.. Niall.. c'è qualcosa che non va?"
 
Lui scostò gli occhi dai mei guardando in basso, ed emettendo un sospiro si mise una mano tra i capelli..

"Niall.."  insistetti..
 
Dal fondo della stanza si sentì lo stridio di una porta, mi affacciai per vedere a cosa fosse dovuto e con mia grande sorpresa mi accorsi che era la camera da letto..

"Ei Horan.. dove diavolo sei finito? L'acqua della doccia scorre!"
 
Una voce femminile disturbò i miei pensieri, una ragazza dai lunghi capelli biondi e grandi occhi azzurri si trovava ora nel centro della stanza. 
Era Lottie . Ed indossava soltanto un corto asciugamano con un nodo in prossimità del seno.
Dalla sua espressione non mi sembrò ben accetta la mia presenza, ma io rimasi lì, senza parole, ferma per qualche secondo a pensare. 
Horan era ancora lì davanti, con la sua mano tra i capelli.. ora i suoi occhi erano rivolti verso di me, ma per me era già tutto troppo chiaro, e senza dire una parola indietreggiai.
Indietreggiai fino a sparire.. 
 
..Lasciando loro tutto il tempo di amarsi.




14th July 2012, 5.40 p.m.

 
Mi trovavo in riva al fiume, amavamo andarci insieme, io e Niall, e amavo andare lì a pensare.  Sapevo che non era quella la giusta reazione da avere, ma a me dava fastidio la presenza di un'altra ragazza nella sua vita. Sapevo di essere nel torto, avevo sbagliato, e lui era sicuramente infuriato con me, ma la cosa peggiore era non riuscire a smettere di pensare alla figuraccia che avevo fatto.
 
Tornai a casa e trovai Horan sulla soglia ad aspettarmi, vederlo in quel modo mi preoccupava e la sua espressione mi intimoriva..

"Finalmente"
 
"Ora devo tener conto anche a te per ciò che faccio?" Risposi seccata dalla sua arroganza.
 
"Che diavolo volevi stamattina? che ti è preso?!"
 
"Mi era successa una cosa .. e avevo voglia di raccontartela, ma soprattutto di vederti e abbracciarti. Non pensavo che miss perfettina si concedesse così al primo appuntamento"
 
"Non parlare di lei in questo modo. Tu non sei di meglio"
 
"Vaffanculo Niall" 
 
Entrai in casa sbattendogli la porta in faccia, ma lui la bloccò con un braccio e mi seguì dentro.
 
"Andiamo An, falla finita. Ho litigato con Lottie per colpa tua, dopo aver passato una notte indimenticabile"
 
"Non m'importa nulla di come è andata la tua nottata, lo vuoi capire? Ah e per informazione, non ho idea di chi tu sia amico, perchè non mi risulta di essere una ragazza facile. Ora puoi anche togliere il disturbo"
 
"Come non ti è importato stamattina, lo hai fatto a posta. Tu volevi rovinare tutto."
 
"Non sapevo neanche che quella li fosse in casa tua! Falla finita tu Niall, non ho più voglia di parlarne." 
 
"Bene perchè ormai è passata la voglia anche a me. Ciao"  Disse sbattendosi la porta alle spalle.

 
 Le mura tremarono quando lui uscì da quella stanza, e non so perchè ma avevo come l'impressione che non l'avrei più rivisto. Ci era andato giù pesante, in fondo non avevo nessuna colpa, eccetto quella di essere forse troppo istintiva. 
Cominciai a piangere dal nervoso e seduta in un angolo del mio letto, con le ginocchia raccolte al petto, cominciai a pensare..
 
 
"Ho voglia di abbracciarti An" disse con lo sguardo rivolto verso il cielo rimanendo immobile disteso sull'erba bagnata.
 
"Abbracciami allora, non aspettare che lo faccia io.. Se senti di fare qualcosa, con me, devi farla. Se ti va di tirarmi un pugno non devi dirmelo in anticipo, fallo e basta." risposi proteggendomi la faccia con le mani.
 
Lui scoppiò a ridere e avvicinandosi mi avvolse tra le sue braccia dandomi un bracio tra i capelli.
 
"Non ci lasceremo mai Horan, vero?  Il tempo passerà, gli amori anche, ma tu non te ne andrai mai.. non è così?" Sussurrai stringendolo più forte

 
"Staremo insieme per sempre An, te lo prometto.."

 
Erano passati 4 anni da quella notte, che passammo lì, distesi sull'erba a ridere e scherzare. Furono tante le promesse che ci scambiammo nel buio.. Noi non eravamo semplici amici, avevamo qualcosa in più. Ci promettemmo di sentirci ogni giorno per il resto della nostra vita, anche solo per assicurarci che fossimo ancora vivi, o che l'uno pensasse all'altro. Ci promettemmo di ricordare sempre di sorridere, perchè l'infelicità di uno avrebbe distrutto l'altro, ma soprattutto giurammo che non avremmo mai litigato per un ragazzo o per una ragazza.
 


28th July 2012, 3.10 p.m.


Tutte quelle parole, in quei pomeriggi di luglio, mi sembrarono sempre di più mai pronunciate.. Eravamo distanti, e non ci sentivamo ormai da 2 settimane.. Avevamo avuto parecchi litigi, ma mai con conseguenze come queste.

Forse il mio sogno voleva farmi capire qualcosa, forse voleva porprio dirmi che lo stavo perdendo in qualche modo. 

Mi mancava.. mi mancava vederlo al mattino, mi mancava quella sua faccia stupida, il modo in cui mi infastidiva tirandomi i capelli o mordendomi le guance e le sue continue attenzioni.
Perciò misi da parte l'orgoglio e con la giacca in spalla andai a casa sua..
Avevo imparato la lezione, o forse no, in ogni caso ora avevo un po' di timore a bussare alla sua porta senza avergli dato alcun preavviso, ma qualcuno dei due avrebbe dovuto fare il primo passo, prima o poi, perciò con tutto il mio coraggio mi incamminai.. salii quelle strette e odiose scale ed arrivai davanti a quella dannatissima porta. Non avevo voglia di esser io la prima a cercarlo, sono sempre stata una grande orgogliosa, ma la sua voce mi mancava troppo.
 
Bussai dolcemente, ma non ricevetti alcuna risposta, riprovai con più decisione... Niente.
Cominciai e tirare pugni mettendoci tutta la rabbia che potevo. Erano le 3 del pomeriggio. Sapevo che Horan era in casa a quell'ora. Sempre. A meno che ora non aveva deciso di cambiare letto con la sua fidanzatina. Ma avrebbe rinunciato anche a lei pur di non uscire di casa alle 3. perchè diavolo non voleva aprirmi!?
 
Prima di voltarmi e andare via indignata, rassegnata abbassai lo sguardo, e mi saltò all'occhio un pezzo di carta posizionato all'angolo della porta, una metà di esso si trovava all'interno dell'appartamento, l'altra fuori.. Pensai fosse opera del postino, ma non consegnavano mai porta per porta.. perciò decisi di prenderlo..
Era un semplice foglietto di carta sgualcito ai lati ma conoscevo quella scrittura, era stato scritto da Niall..
Girai e rigirai quel pezzo di carta tra le mani, con su disegnato un asterisco, e così capii che quel messaggio era indirizzato a me, era così che ci firmavamo nei messaggi anonimi quando litigavamo, gli asterischi mi ricordavano lui e a lui ricordavano me. E come sempre non portavano buone notizie..
 
" *   Sono andato via, non cercarmi"

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