When it's love

di Lemma
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La scelta del nome ***
Capitolo 2: *** Forse sta succedendo troppo in fretta ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** fine ***



Capitolo 1
*** La scelta del nome ***


“Catharine”
“Ma anche no, non mi piace e non chiamerò mia figlia così!”
 Erano tutto il giorno che io ed Eddie discutevamo sul nome che avremmo dovuto dare alla nascitura.
 Ormai la parola discutere non era più tanto adatta, eravamo arrivati al litigio vero e proprio
 “Ma non è possibile che non ti va bene niente!”
 “Se tu la smettessi di ripetere nomi detestevoli e iniziassi a dire nomi comuni come Sally, Luna ecc”
 “Io ripeto il primo che ho proposto! Amedea, mi ricorda Wolfgang Amadeus Mozart”
mi presi la testa fra le mani disperata, ma era possibile che avessi sposato uno che non sapeva nemmeno dire un nome che mi piacesse.
L’unica cosa che pensai fu “Dio, perché a me?!”
Eddie, seppur scazzato per la giornata a litigare, mi prese una mano con cui mi tenevo la testa
 “Tutto bene Annette?”
 non era da me, ma la stanchezza e tutto il resto messi insieme mi portarono all’incazzatura
“Benissimo, ora smettila di parlarmi, sono stufa di sentir le tue minchiate!”
 “Bene, è lo stesso per me”
Io e Eddie non ci parlammo per un’oretta buona evitandoci anche per casa. La situazione era sempre più snervante, iniziavo a non sopportarlo più, forse era meglio se fosse stato in tour in quel momento!
Mi sdraia sul letto ripensando al passato, i nostri amici ci avevano definiti una coppia perfetta, ma anche la perfezione può scoppiare.
 Tornai con la mente al giorno in cui scoprii di essere incinta per la prima volta, il mio ex ragazzo mi aveva picchiata e violentata, forse fu proprio quello che mi fece perdere il bambino. Il colpo fu anche più duro perché scoprii di averlo perso esattamente quando ormai mi ero decisa a far sapere a Eddie che era suo figlio.
Non si può negare che mi addormentai piangendo. Quello era un episodio della mia vita che cercavo di dimenticare e l’unico a conoscerlo a grandi linee era proprio Eddie.  La ferita era ancora aperta e alcuni momenti era esasperante.
 Direi volentieri di non aver sognato niente, ma mentirei! Quella notte risognai per l’ennesima volta proprio quei tre giorni della mia vita, poi tornai in uno stato di sonno agitato. Quando mi svegliai in condizioni pietose però mi ritrovai davanti Eddie con un vassoio con la colazione e una rosa rossa come quelle che ogni tanto mi faceva trovare in giro.
 Non parlammo, ci fissammo solamente negli occhi e la rabbia mi passò miracolosamente, poi ebbi un idea e appena aprii la bocca anche lui parlò.
“Amy”
fu una sola parola, ma entrambi la dicemmo nello stesso momento, nostra figlia si sarebbe chiamata così, Amy Van Halen.
Sorrisi rigirandomi la rosa fra le mani, anche sul suo volto si dipinse il suo caratteristico dolce sorriso e le nostre labbra si sigillarono in un accordo di pace.
Quella pace sarebbe durata sicuramente un po’ anche perché Eddie quel giorno stesso doveva ripartire per il tour con i Van Halen.  Erano sempre più famosi, le date aumentavano di numero ed era ormai impossibile stargli dietro.
Passò qualche giorno, la mia amica Olive mi venne a trovare a casa e fu proprio quel giorno che arrivò la notizia che il tour era stato allungato. Iniziavo a chiedermi se Eddie ci sarebbe stato quando Amy fosse nata.
“Mi piace il nome Amy, ci avete messo tanto a trovarlo?”
 “Meglio lasciar perdere, abbiamo smesso anche di parlarci per trovarlo”
 Live mi guardò preoccupata
“Ann non ti sembra esagerato?”
“Live diresti di si se tuo marito ti proponesse di chiamare vostra figlia Amedea?!”
 la mia amica passò da quell’espressione preoccupata a ridere incredula delle mie parole
“Solo Eddie poteva proporti una cosa del genere”
 la sua risata mi contagiò
“Oddio Live, ti ricordi Eddie vestito da principino e Alex da Thor?”
Andammo avanti per una mezz’ora a ricordare tutte le cazzate di quei due e a ridere come delle sceme, poi tornammo serie
“Ma quindi quando tornano?”
“Non lo so Ann, Alex mi ha detto che stavano organizzando. Che c’è che non va?”
“Niente”
ma come sempre non riuscivo a nascondere niente a Olive che mi guardò con sguardo severo
 “Annette!”
bastò il mio nome per farmi parlare
 “è che Eddie non mi dice mai niente”
 “e…?”
 non era ancora soddisfatta
“inizio addirittura a chiedermi se ci sarà quando nascerà Amy”
 la mia amica non parlò più, si limitò ad abbracciarmi forte e tenermi così per diversi minuti.
 
Tutte le persone sperano di diventare ricche e famose, ma attenzione, non sempre cambia la vita in meglio, anzi a volte la cambia in peggio e se non a te, succede alle persone che ti vogliono bene.


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Sono sempre qui! Vi avviso che tutta questa storia è stata scritta in piena notte e sinceramente non so ancora se mi convince o' no anche perché non ho idea di come si evolveranno del tutto le cose! Grazie a tutti quelli che continuano a leggere i miei deliri :D

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Capitolo 2
*** Forse sta succedendo troppo in fretta ***


“Annette vuoi che rimanga a farti compagnia?”
 non le risposi, annui semplicemente con un cenno della testa.  Era un brutto momento, non riuscivo più ad avere la certezza che Eddie fosse mio, ma non perché viaggiava tanto, ma perché non mi diceva più niente.
Live rimase a casa mia tutto il giorno, ma non sparammo cazzate dal mattino alla sera come al solito. Quel giorno non ero in vena, mi sentivo strana, ma non pensavo che Amy potesse nascere, era ancora il settimo mese.
 Presto dovetti ricredermi, probabilmente la mia paura di non avere Eddie accanto alla nascita di nostra figlia era una paura fondata.
“Live!”
 la mia amica si fiondò subito nella stanza in cui mi trovavo
 “Che succede Ann? Stai bene?”
“Amy sta per nascere!”.
 
Non mi ricordo neanche cosa bevvi quella sera, so solo che senza non sarei mai salito su quel palco! Ormai era diventata un’abitudine prima di un concerto o’ almeno quando Anny non c’era. Non volevo che lo sapesse così ogni tanto evitavo anche di telefonarle.
Fu un concerto da urlo, era pieno di gente e noi fummo dei grandi! Scendemmo dietro le quinte subito dopo quello che in scaletta era l’ultimo pezzo, ci saremmo riposati due minuti per poi tornare sul palco a dare al pubblico il bis che tanto chiedeva.
“Fratellino non ti sembra di essere già abbastanza su di giri?”
 eccolo lì il solito Alex rompicoglioni, non lo ascoltai e buttai giù un altro bicchiere, poi arrivò Dave che mi rubò la bottiglia. Cercai di protestare
“Zitto Van Halen, il cantante ha più bisogno di bere del chitarrista!”
 gli diedi una botta e lui se la prese, ma Alex ci interruppe
 “Zitti cazzo, sono al telefono!”
io e Dave ci guardammo per un secondo poi lui si alzò e andò a sfilare di mano ad Alex il telefono
“Pronto pronto, qui parla il figo!”
 “Scemo, è Olive”
 mio fratello si mise una mano sulla fronte scuotendo la testa, era un caso disperato!
Scoppiai a ridere, ma poi riportai l’attenzione su Dave che aveva completamente cambiato espressione e stava chiudendo la chiamata. Mi guardò in modo serio, non nascondo che mi preoccupai per un momento “Eddie alza quel culo, renditi decente in dieci secondi e sali sulla macchina!”
 “Calma biondo, dobbiamo fare il bis, perché dovrei andarmene?”
 intanto lui e mio fratello annuirono guardandosi, cosi Alex mi prese per le braccia e mi trascinò via
“Che cazzo stai facendo?”
“Ti porto da tua moglie”
 “Ma il bis…”
 “Zitto scemo, tua figlia sta nascendo, se fossi in te me ne fregherei del bis”
Ok, in mia discolpa voglio dire che non ci ero arrivato, mancava ancora del tempo e non pensavo proprio che sarebbe nata prima.
Mi portò nei camerini e aprì l’acqua di una doccia
 “Che stai facendo? Dobbiamo andare da Anny!”
 sorrise buttandomi sotto il getto gelido
 “Si, ma puzzi e hai bevuto come una spugna! Se ti porto in ospedale così al posto di farti vedere tua figlia ti ci ricoverano”
 “Stronzo, così mi ricoverano per una polmonite invece, l’acqua è gelida!!”
 Alex rise e ben presto mi lasciò uscire da quella doccia di ghiaccio per poi salire su una macchina al volo.
Alex aveva specificato che dovevamo fare presto così fummo fortunati a non vomitarci anche lo stomaco da come guidò l’autista. Fortunatamente non eravamo lontani da Los Angeles sennò saremmo sicuramente morti o’ nel nostro vomito o’ per infarto!
Mentre all’inizio il più agitato era Alex, finalmente mi stavo rendendo conto di cosa stava accadendo. Mille dubbi, no un attimo, mille è riduttivo come numero!
Comunque tantissimi dubbi iniziarono ad assalirmi. Alex che si era calmato e aveva notate che ero sul punto di sclerare, mi appoggiò una mano sulla spalla e a quel contatto saltai letteralmente sul posto.
“Sei teso come una corda di violino, o’ meglio di chitarra”
mi tese la mano per battergli il cinque, evidentemente pensava di aver fatto la battuta del secolo
“Non c’è da scherzare, cazzo!”
 “Ohy Eddie non prendertela con me, calmati”
 non riuscivo proprio a calmarmi
“Calmati un cazzo! Non puoi capire”
mio fratello mi guardò come per convincermi a parlare, passò qualche minuto e alla fine dovetti cedere “Alex io non sono pronto, poi c’è la band e il tour e…”
” Basta Eddie, non mi interessa che non sei pronto, hai avuto mesi per pensarci e ora tua moglie è in ospedale a far nascere la tua prima figlia!”
 “Ma…”
“Niente ma, dovevi diventare padre già qualche anno fa, ricordi?!”
 Alex riuscì a zittirmi, aveva ragione!
Il resto del viaggio passò in silenzio, era mio fratello e non avrebbe dovuto tirare fuori quella frase, lo sapeva benissimo che era stato un brutto periodo. Ora ero ancora più preoccupato anche perché Amy doveva nascere fra quasi due mesi.
 Quando arrivammo all’ospedale corremmo letteralmente dove l’infermiera ci aveva detto che si trovava Annette.
“Eddie!”
“Si piccola, sono qui”
 Anny cacciò un sospiro e rivolse uno sguardo a Live, poi la bacia
 “Cazzo Eddie, bevi di meno che resusciti i morti con sto alito”
 tutti iniziarono a ridere, tipico!
“Fratellino, fortuna che ti ho buttato sotto la doccia”
 “Si, grazie”
dissi molto poco convinto.
Quando portarono Anny in sala parto andai con lei, ma quando uscii Alex mi fermò, mi aprì una mano mettendoci dentro qualcosa e compiaciuto mi disse
“Ne avrai bisogno”
 “Grazie”
 uscii di corsa da lì lasciando Alex con un’espressione un po’ troppo divertita. Aprii la mano per vedere cosa mi aveva dato, caramelle extraforti alla menta, sempre il solito simpaticone, ma forse aveva dimenticato che io avevo ancora la foto di lui vestito da Thor! 


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Eccomi qui! Un grazie speciale ad AleH96! E ovviamente grazie ai lettori silenziosi. Fatemi sapere cosa ne pensate.
Alla prossima ;)

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Capitolo 3
*** 3 ***


Nonostante le mie preoccupazioni Eddie era arrivato! Quasi mi scappò una lacrima quando lo vidi entrare, quasi non ci credevo.
Amy nacque abbastanza in fretta, era uno scricciolino, ma in fin dei conti era nata prematura, fortunatamente non troppo da dover stare in incubatrice.
Fu un momento magico, Amy era stupenda e Eddie, be Eddie quando la prese in braccio si mise a piangere!
In quel momento rifecero la loro comparsa anche Olive e Alex, il ragazzo mise un braccio intorno alle spalle del fratello e Live gli prese la bambina dalle braccia
 “Fratellino piangi?”
 “No, ma che dici?!”
Alex si girò verso di me e Live per chiedere conferma, noi annuimmo
 “Piange”
 Eddie diventò rosso quanto la sua amata chitarra
 “Uno, non sto piangendo, mi è entrato qualcosa nell’occhio! Due, siete delle traditrici!”
Alex tirò fuori una macchina fotografica e scattò una foto a Eddie che si asciugava un occhio
 “Che fai idiota?”
 “Semplice, ti scatto una foto! Che bello quando sui giornali vedremo il chitarrista dei Van Halen piangere come una femminuccia”
 poi un’infermiera fece capolino dalla porta facendo segno a Eddie e Alex di abbassare la voce, io e Live ci guardammo con aria sconsolata
 “Sempre a farvi riconoscere voi due!”
Due giorni passarono in fretta ed Eddie dovette ripartire per il tour, ma non rimasi sicuramente da sola.
Olive decise che doveva stare con la sua nipotina il più possibile e non si scollò quasi più da casa nostra
“Ann hai già deciso chi sarà la madrina?”
 ecco aveva deciso che voleva essere lei, non c’era dubbio
 “No, Amy è nata da una settimana, non ti sembra presto?”
 “Ma certo che no! Queste cose vanno organizzate prima, hai già qualche idea?”
 iniziò a fissarmi con gli occhi di un cucciolo, non le avrei detto di no sicuramente anche perché avrei scelto lei comunque. Non mi fidavo di Eddie per certe cose
“Live vorresti fare da madrina?”
 “Siiii”
mi abbracciò contenta urlando
“Così svegli la bambina!”
 la mia amica mi lasciò andare dall’abbraccio strangolatore e si ricompose tutta seria, poi ci guardammo negli occhi e scoppiammo a ridere. Erano successe tante cose, ma sicuramente nessuno di noi era cambiato! I ragazzi erano diventati famosi, avevamo delle nuove famiglie, ma eravamo sempre i soliti con pro e contro.
Eddie ricominciò a telefonare tutti i momenti liberi che riusciva a prendersi e mi disse che presto il tour sarebbe finito. Non mi disse però esattamente quando e non lo scoprii fin quando non lo ritrovai in casa.
Erano ormai passate sei settimane e una sera, come tutte le altre, sentii Amy piangere. Mi alzai per andare nella sua cameretta, ma giusto il tempo di alzarmi e non stava già più piangendo.
Arrivai davanti alla porta che era aperta e mi fermai lì quando vidi Eddie di spalle che la cullava canticchiando qualcosa
 “So when you sense a change, Nothing feels the same, All your dreams are strange, love comes walkin' in…”
 lo interruppi prima di commuovermi
 “Che canzone è? Non la conosco”
 Eddie rimise la piccola nella sua culla rosa e si girò sorridente
“Anny, scusa non volevo svegliarti”
“Tranquillo papà, ci sono abituata con lei, però se proprio vuoi farti perdonare”
 lo attirai verso di me e riassaporai il gusto delle sue labbra sulle mie, le nostre lingue di nuovo fuse in quel bacio che tanto mancava a entrambi, poi lo fermai un attimo
 “Non mi hai ancora detto che canzone è”
“Non lo so nemmeno io, non è nemmeno una canzone, era qualcosa che mi girava in testa”
 Amy si era decisamente addormentata, Eddie riprese a baciarmi con sempre più foga
“Mi sa che è l’unica che dormirà questa notte”
gli misi una mano sulla bocca fermando il suo flusso continuo di baci
“Vacci piano chitarrista, sei appena tornato da un tour, non sei stanco?”
 “Appunto, sono appena tornato, ho ancora l’adrenalina che mi scorre nelle vene!”
fu inutile, quando Eddie Van Halen si metteva in testa qualcosa, anzi più specificamente quella cosa, la otteneva!
Mi prese per i polsi e delicatamente mi portò in camera nostra, le mani sapienti del chitarrista arrivarono presto dove aveva deciso lui infondendo in entrambi ondate di piacere. Quella che doveva essere ancora una lunga notte passò via in fretta accompagnata dai gemiti della nostra passione.
Eddie era a casa per qualche tempo, i giorni passarono in tranquillità, era un ottimo padre.
Un giorno entrai in salotto e lo vidi che faceva avanti indietro con la sua fedele chitarra e dietro di lui lo seguiva Amy gattonando. Si fermò, la prese in braccio e si sedette sul divano, lui, lei e l’immancabile chitarra. Avevo l’impressione che molto presto Amy avrebbe seguito le orme del padre, in effetti un figlio di Eddie Van Halen che non sa suonare sarebbe un po’ strano! 


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Eccomi qui :D Dio, sto capitolo mi sa di orribile e sdolcinato, ma non è tutta così la storia! (sinceramente manco io so come sia, ma non sarà così)
Grazie a tutti come sempre e fatemi sapere che ne pensate ;)

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Capitolo 4
*** 4 ***


 Amy era stupenda, non aveva però preso da me gli occhi azzurri e i capelli biondi che erano certamente ereditati da Anny.
Anny, be Anny era tornata subito in forma e quando tornai a casa dal tour e decisi di farle una sorpresa non potei resistere. La mattina dopo volevo svegliarla con la colazione, ma avevamo entrambi tirato fino a giorno decisamente molto svegli e attivi!
Qualche giorno dopo Anny mi lasciò a casa da solo con la piccola e quando tornò tutto andava bene. Fortunatamente non sospettava niente.
 In realtà, giunto il momento di cambiare il pannolino, andai in panico non sapendo come fare e senza neanche pensare chiamai Alex
“Alex vuoi dirmi si o’ no come si cambia sto cazzo di pannolino?!”
 mio fratello aveva continuato a dirmi che non lo sapeva, ma fortunatamente la voce che mi rispose dopo l’ennesima  domanda non fu la sua
“Arrivo io Eddie”
 in poco Olive arrivò a casa nostra e mi insegno a cambiare quella trappola infernale e se ne andò giusto un secondo prima che arrivasse Annette. Così quando mi vide con Amy e la chitarra in braccio credette che non ci fossero stati problemi.
Chi ero io per dire che c’erano stati problemi? Glielo lasciai credere molto volentieri, anche perché una ricompensa da Anny era sempre, e dico sempre, più che benvenuta. Forse era per gli ultimi due mesi di astinenza, ma recuperammo alla grande il tempo perso!
Una sera toccò a me il compito di mettere a nanna la piccola, quello potevo farcela!
Ok forse non era stata una gran idea cantare alla piccola qualche nostro pezzo, non erano proprio delle ninna nanne!
 Comunque ci misi un po’, ma le ricompense erano la parte migliore, anche se in quel momento non avevo intenzione di regalare un fratellino a Amy!
Andai in salotto a recuperare la mia chitarra e mi gettai sul divano a strimpellare, ovviamente senza amplificatore. Con la fatica che avevo fatto a far addormentare Amy non volevo certamente svegliarla. Iniziata l'introduzione di Stairway to heaven, la canzone che ci aveva tenuto compagnia così tante volte, comparve.
 Indossava solo una mia maglietta gialla che per lei era gigantesca, aveva i capelli legati con un mollettone azzurro come i suoi occhi e qualche ciocca selvaggia sfuggiva al suo controllo. La maglietta le arrivava fino a poco sotto il sedere ed era veramente sexy, addio chitarra, avevo qualcos'altro fra le mani!
"ciao mamma micia"
Anny stette al gioco e si avvicinò a me facendo finta di graffiarmi con la sua mano
"miao!"
a quel punto non ci pensai due volte a palparle il sedere alla quale la sua stupenda maglie dei Lakers lasciava via libera, il mio amico ai piani bassi apprezzava, eccome se apprezzava! Anny se ne accorse sicuramente e continuò il suo gioco da gattina ma questa volta al posto di graffiare si occupò della mia maglietta per poi passare a stuzzicare l'amichetto crudelmente senza l'intenzione di togliermi i jeans! Ci sapeva fare la ragazza, il piacere era insopportabile, così la presi per i fianchi e ribaltai la situazione. Finalmente fui io a stuzzicare lei infilando le mani nella sua maglia e costatando con immenso piacere che non portava il reggiseno, Anny iniziò a gemere, era sempre stata molto sensibile, ma mi fermò
"sei scemo Van Halen, ti ricordi che sto allattando?!"
 risi e passai ad altro. Con una mano inizia a torturarla sotto le mutandine finché non riprese lucidità e si attento sulla lampo dei miei jeans e liberando finalmente il mio amico ormai più che sveglio! In breve entrai in lei e all'unisono perfetto raggiungemmo l'apice del piacere fino a lasciarci andare ancora beati su quel divano immenso.
La mattina dopo mi sveglia con Annette appoggiata al mio petto che se la dormiva alla grande, ma Amy non era d'accordo.
 Cercai di alzarmi senza svegliarla, presi i miei vestiti e andai dalla piccola che però, nonostante tutto continuava a piangere imperterrita
 "Scusa Eddie, ma non penso proprio che voglia te!"
 Anny era di nuovo lì, sveglia come non mai. Prese Amy dalle mie braccia e mi cacciò a preparare un caffè extra
 "E mi raccomando, non farlo all'americana, ma come ti ho insegnato io!"
"E va bene capo, ma solo perché sei stata fantastica"
 "Scemo"
feci finta di non sentire e ridendo gli risposi che alle brioches ci pensavo io.
Cioccolato, la parola magica. Le brioches fecero anche passare il saporaccio lasciato in bocca dal mio terribile caffè. Non ero certo pignolo come Annette, ma non sapevo proprio farlo decente!
 "Dimmi la verità, quando lavi i piatti tieni l'acqua per fare il caffè vero?"
 all'inizio non la ascoltai, ma poi lo assaggiai anche io e quasi mi strozzai quando sentendo quel sapore scoppiai a ridere
 "mi sa che l'acqua è scaduta!"
 "Eddie da quando l'acqua scade?"
 mi guardava perplessa
 " da quando ci mettono la data"
 gli mostrai la bottiglia
"Fortuna che sei famoso e non devi lavorare in un bar, solo tu potevi fare un caffè con l'acqua frizzante!" ops aveva ragione, era frizzante! Ecco spiegato il mistero! Entrambi scopriamo a ridere come dei pazzi e alla fine andammo al bar che non era troppo lontano.
Tornammo subito a casa, io tenevo Amy in braccio, ma pur essendo corto il tragitto riuscirono a scattarci qualche foto
"Dio, ma non ti stufi mai di ste foto?"
 "è il prezzo da pagare piccola"
le diedi un bacio sul naso mentre la piccola mi tirava i capelli
"ahio"
Anny rise
 "spero te l'abbiano scattata ora una foto, sei buffissimo!
" rideva indicandomi
 "ridi ridi miss occhiaie dell'anno!"
 "non è colpa mia se voi due vi siete alleati per non farmi dormire!"
 In effetti forse era colpa nostra, tale padre tale figlia, ma doveva ammettere che quando ero io a tenerla sveglia la cosa non le dispiaceva affatto!


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Capitolo 5
*** 5 ***


 I giorni passavano, Amy gattonava in giro e io e i ragazzi ci ritrovammo per lavorare a dei nuovi pezzi. Presto avremmo pubblicato un nuovo album!
"Dove è la mia nipotina?"
"Ciao anche a te Alex"
Alex era sempre il solito
"ho un regalino per lei"
Corse in casa. Dovevamo incontrarci con gli altri, ma lo seguii, se dovevo aspettarlo fuori mettevo le radici.
Alex diede il pacchettino a Anny che lo ringraziò
"lo do a lei perché di te non mi fido"
 intanto Annette aveva aperto il pacchetto e ne aveva estratto una tutina con sopra disegnate tante piccole batterie
"Alex stai cercando di convertire mia figlia alla batteria?"
"è uno strumento fantastico"
"ok, ma mia figlia sarà chitarrista!"
 "Ma dai che ha preso dallo zio, guarda come è carina! Sarà un'ottima batterista"
"è bella perché assomiglia a me! Chitarrista!"
 andammo avanti con la litigata finché Annette non si stufò
"Basta voi due! Avete da incontrare gli altri, ricordate? E poi nessuno di voi due mi sembra biondo con gli occhi azzurri quindi Amy ha preso da me!"
 io e Alex ci guardammo porgendoci la mano in segno di resa. Facemmo per andare, eravamo già in un ritardo pazzesco, ma prima di varcare la soglia ci tenei a precisare una cosa
"Comunque si vede che è una Van Halen!"
 per una volta trovai mio fratello d'accordo con me.
 
Quei due erano un caso disperato, quando si mettevano riuscivano a esasperare chiunque, penso anche il Papa in persona! Ma guarda te se dovevano litigare anche su che strumento avrebbe suonato Amy che aveva solo tre mesi!
Fortunatamente riuscii a mandarli via, poi arrivò Live per controllare le ultime cose per il battesimo che si sarebbe tenuto la settimana dopo
"Ann hai trovato un vestitino per Amy?"
 "Si quello c'è"
"E le bomboniere?"
 "ci sono"
 "Ma Eddie si è deciso a scegliere il padrino?"
"Ecco, penso che l'abbia chiesto ad Alex"
 "E quando aspettava quello scemo a dirmelo?"
 scoppiamo a ridere per poi continuare la nostra lista.
"Aspetta, il fotografo!"
me ne ero completamente scordata
 "ci ho pensato io tranquilla"
 fu così che Live mi salvò, anche se sicuramente qualche cavolo di paparazzo ci avrebbe pensato nonostante la discrezione con cui organizzammo tutto.
Il giorno arrivò. Ci vollero le cannonate per svegliare Eddie a un'ora decente, la sera prima aveva deciso che dovevamo stare svegli al posto di perdere tempo dormendo. Di sto passo, anche con le precauzioni rischiavamo di dover organizzare un altro battesimo nel giro di un anno!
Tornando al battesimo, fu una cerimonia in piccolo, i miei arrivarono dalla Francia ancora mortificati per non essere stati presenti alla nascita della piccola, ma avevano organizzato il viaggio per quando sarebbe dovuta nascere e non prima.
L'ospite più eccentrico fu senza dubbio Dave, elegantemente vestito da un abito dai mille colori e delle scarpe bianche borchiate. Non c'è dubbio che in foto avrebbe attirato l'attenzione anche più dei fratelli Van Halen in completo nero coordinato!
Senza dubbio i regali furono molti e vari, succede quando la tua prima figlia è anche la figlia del primo a diventare padre di un gruppo di rockstar. Ma il regalo fuori dagli schemi di Alex riaprì la discussione con Eddie, infatti il ragazzo pensò bene di regalare a Amy una batteria! La discussione fra i due, ormai un po' allegri dal banchetto suscitò grandi risate, non solo a me e Olive che li dividevamo spesso, ma anche a tutti gli altri invitati. Amy era nata proprio in una famiglia che di monotono e ordinario aveva ben poco; se ne sarebbero vedute delle belle!
Un anno, Amy avrebbe compiuto il suo primo anno quella settimana ed Eddie era appena ripartito per un tour. Quel giorno Live venne a casa nostra portando una mega torta degna di una festa gigantesca, ma andò ovviamente sprecata! Eravamo io, lei, Alissa e la piccola Amy. Alissa non la vedevo da un bel po’ di tempo. Aveva lasciato Mike così le nostre strade si erano divise, ma quando venni a sapere che era in città decisi che le tre amiche si sarebbero dovute vedere almeno una volta!
"Ragazza mia, perché devo venire a sapere dai giornali che hai una figlia?"
 effettivamente era forse dal matrimonio che avevamo perso i contatti. Mike aveva combinato un casino e Alissa era partita senza meta
"Perché tu, cara mia, sei scomparsa nel nulla senza mai dirci niente"
"per forza, vi siete trasferite in questi villoni, dove vi trovavo?"
fummo interrotte da Olive che portò in tavola la famigerata torta e poi il telefono squillò
"Piccola, dove è la mia altra piccola?"
 "E dove è il papino della piccola?"
"Dai passamela"
"Subito Van Halen"
 presi in braccio Amy e le appoggia il telefono vicino alla testa, Eddie disse qualcosa che non riuscii a sentire poi
"Papà!"
 Amy parlò, rimanemmo tutti di stucco e quando ripresi il telefono non sentii niente dall'altra parte
 "Eddie ci sei ancora?"
 "Cosa?"
 ok l'avevamo perso del tutto
 "Sei ancora vivo?"
"Mi ha chiamato papà!"
 eravamo tutti felici, ma lui ci era rimasto secco! Lo salutai e pregai che Alex fosse in giro a scattar foto. Ero curiosa di vedere la sua faccia!
 
Era il compleanno di Amy, ma io e i ragazzi eravamo a New York, così telefonai a Anny. Non mi sarei mai aspettato però che Amy mi avrebbe risposto chiamandomi papà! Devo ammettere che quasi mi commossi e mentre ancora ero al telefono lo dissi ad Alex, che felice tirò fuori una macchina fotografica. Quando misi giù la conversazione ormai Alex aveva scattato un mucchio di foto
 "Ma che cazzo stai facendo?"
 "Delle foto, non vedi?"
 "Si, ma per quale motivo?"
 mio fratello sorrise compiaciuto
 "Per una raccolta di momenti imbarazzanti del chitarrista dei Van Halen! Questo libro andrà a ruba in qualsiasi parte del mondo"
 mostrò la macchina fotografica e scattò un'altra foto della mia espressione a metà fra il sorpreso e l'incazzato. Scossi la testa per riprendermi e inizia a rincorrere Alex per tutto lo stadio dove dovevamo suonare quella sera
"Dammi quelle foto!!"
 "Te lo puoi scordare papino!"
era troppo veloce, ma poi dei cavi comparsi magicamente nel posto e nel momento giusto lo fermarono. Alex inciampò e rotolò in avanti lasciando cadere la macchina fotografica che però finì nelle mani di Dave che stava osservando la scena divertito.
"Allora signori Van Halen, chi mi fa l'offrta migliore?"
 sia io che Alex scattammo in avanti per prenderlo, ma Dave si scansò di colpo facendoci cadere entrambi. Fortunatamente io caddi sulla schiena di mio fratello così non mi feci male e ricevetti solo un mucchio di insulti.
David però continuava ad avere la machina fotografica in mano. La osservò poi ci scattò una foto. Io e Alex ci alzammo, il biondo si avvicinò a mio fratello
 "Se prometti che nella raccolta ci sarà anche questa che ho appena scattato ti restituisco la macchina"
Alex sorrise sornione e annuì, il cantante gli passò la macchina e io ripresi a rincorrere mio fratello.


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Mi dispiace, non sono morta e sono ancora qui a rompervi! Comunque spero mi scusiate per l'assenza, il capitolo però è un po' più lungo e ci avviciniamo a un cambiamento importante. Ok, non svelerò niente :D
Fatemi sapere che ne pensate e grazie a tutti come sempre ;)

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Capitolo 6
*** 6 ***


 Altri compleanni passarono e Eddie non fu presente a nessuno di essi, ma Amy era cresciuta così ed era abituata a non avere in torno il suo papà.
Nel 1984 uscì l'omonimo album che probabilmente fu il loro più grande successo e implicò un tour pazzesco! Alla data a L.A. Andammo anche io e Amy con Olive. Pazzeschi, ma presto mandarono via David e ne prese il posto Sammy.
La prima volta che incontrai Sammy non ero con Eddie, ma lo trovai fuori dagli studi dove i ragazzi provavano e dove ero andata a portare a Eddie quello che diceva essere il suo plettro fortunato.
Me lo ricordo perché non mi fece una bella impressione, appena aprì bocca ci provò spudoratamente con me. Il biondo si presentò e continuò senza lasciarmi nemmeno parlare, poi mi mise un braccio intorno alle spalle e continuò a blaterare cose sul fatto che stava andando dai Van Halen ecc ecc. Non riuscii a dibattere così entrai con lui allo studio. Probabilmente il cantante pensava di fare bella figura a presentarsi con una tipa, ma appena vidi gli altri e la faccia perplessa di Eddie finalmente riuscii a parlare
"Eddie, tesoro, mi togli di dosso questo cascamorto?"
 "Tesoro?"
 Sam era sospeso
 "Si, se mi fai il piacere di levare quel braccio da mia moglie magari è meglio"
 Eddie sorrise compiaciuto quando il biondo mi lasciò finalmente andare, mentre Alex e Mike non riuscivano più a trattenere le risate.
Un altro braccio mi avvolse la vita, ma questa volta era il mio bel moro che evidentemente voleva marcare il territorio con un bacio di quelli da lasciare senza fiato e senza parole
"A dopo Anny"
così me ne tornai finalmente a casa mentre Alex e Mike ormai ridevano complimentandosi con il chitarrista per come aveva reagito e Sammy chiedeva scusa a me, ma rivolto anche a Eddie.
Non fu un gran inizio, ma diventò lo stesso il cantante dei Van Halen.
Presto Amy andò a scuola, ormai cresceva a vista d'occhio, uscivano album e Eddie era spesso impegnato. Iniziavo a non sopportare più il fatto di non vederlo quasi mai!
Il 1995 arrivò presto, nostra figlia aveva 14 anni e continuava a dire che in estate voleva andare con Eddie in giro per il mondo.
Quell'anno io e Amy seguimmo quasi tutto il tour, di solito stavamo via poco, ma ormai era grande e non avevamo problemi. Comunque non c'è da dire che ci divertimmo tutti tantissimo, ma l'ultimo mese estivo mi sentii poco bene e quando ne scoprii la causa decisi di tornare a casa, quella vita non era ideale.
La notte prima di partire provai a dire a Eddie qualcosa sulla motivazione, ma lui era carico dal concerto e quando arrivammo in camera non mi lasciò nemmeno parlare. Il moro si allacciò alle mie labbra e iniziò a baciarmi con passione per poi sbottonare la camicetta e percorrere una linea con le labbra sul mio corpo. A quel punto mi sciolsi e lo lasciai fare aiutandolo anche. I nostri gemiti riempirono la stanza e quando Eddie uscì delicatamente da me entrambi ci lasciammo andare al sonno senza neanche più un pensiero per la testa.
La mattina dopo Eddie aveva le prove e io dovevo partire. Padre e figlia riuscirono a convincermi a lasciare Amy alle cure di Eddie, infondo in un mese sarebbero tornati a casa entrambi sani e salvi.
Eddie poteva anche avere la responsabilità di sua figlia, insomma girava per il mondo, poteva essere in grado anche di fare questo!
"Ann sei tornata, che bello!"
 Live si era beccata l'influenza ed era tornata a casa a riposare la settimana prima
"Si, mi sei mancata Live e ho un po’ di cose da raccontarti!"
Io e la mia amica ci sedemmo davanti a una tazza di thè e mi raccontò di quanto si fosse annoiata in quei giorni
 "Ma ora voglio sapere tutto da te, che mi devi dire di importante?"
"Ma vediamo un po’, be per un mesetto siamo solo noi e ci divertiremo fra ragazze, Amy è rimasta con Eddie e..."
 bastò un gesto per farle capire
 "Oddio Annette, veramente?"
 Annuii
 "Ti sembra che possa scherzare su una cosa del genere?"
 Olive mi abbracciò e quasi una lacrima mi rigò il volto.
Si dice che i casini avvengano tutti insieme, mi chiedevo se fosse vero!
Al ritorno dal tour Amy mi corse incontro abbracciandomi e lasciando così al padre anche la sua valigia stracarica. Finalmente, quando Eddie riuscì a trascinare quei mattoni in casa, risentii il sapore delle sue labbra sulle mie, ma forse per l'ultima volta per tanto tempo.


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In ritardo, ma viva! Cercherò di essere più regolare ad aggiornare ;)
E adesso che succederà? Fatemi sapere che ne pensate!
Alla prossima!

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Capitolo 7
*** 7 ***


 Quando andai in camera di Amy ad aiutarla a disfare la valigia infatti la trovai rannicchiata sul letto a piangere. Istintivamente mi avvicinai a lei e la presi fra le mie braccia, lei ricambiò la stretta e mi guardo con la paura stampata in volto
 "Mamma ho paura"
"Di cosa piccola mia?"
prese un profondo respiro e lo disse tutto d'un fiato spiazzandomi del tutto
 "Di essere incinta"
 per un momento non fiatai
"Non dire sciocchezze, lo sai come funziona, te l'ho spiegato"
"Mamma mi dovevano arrivare le mie cose settimana scorsa e non mi arrivano"
"Ma per esserlo avresti dovuto..."
"Ho fatto una cazzata mamma!"
 i singhiozzi della ragazzina si intensificarono e io la strinsi ancor più forte mentre lei mi raccontava. Mi raccontò di un ragazzo stupendo che incontrò nel backstage a San Diego, lui la convinse stressandola tutta la sera. Dopo averle fatto bere del Jack riuscì a portarla in albergo da lui. Eddie invece in quel momento era ubriaco dal party postconcerto e non se ne accorse nemmeno.
 Una furia pazzesca si impossessò di me e maledii il tipo che aveva fatto questo alla mia bambina, ma anche Eddie che non si era neanche preoccupato di sapere dove era nostra figlia.
Cercai di mantenere la calma e le feci fare il test, ne avevo fortunatamente uno in casa e quando l'esito si dimostrò negativo io e mia figlia ne fummo senza dubbio felici, era troppo giovane per avere un bambino.
Sistemato il casino con Amy però poi iniziò quello con Eddie.
Andai al piano di sotto dove lui era sdraiato sul divano e non riuscii a mantenere la calma. Lui mi aveva promesso che l’avrebbe tenuta d’occhio, mi aveva persuasa a lasciarla lì e poi non l’aveva neanche controllata! Inizia a urlare
 "Come è possibile? Tu hai permesso che nostra figlia rischiasse di rimanere incinta?"
 Eddie mi guardò interrogativo
"Ah e così neanche lo sai!"
 gli sbattei in faccia tutta la storia di Amy lasciando spiazzato anche lui.
La lite però diventò sempre più tremenda finché Eddie, stanco di tutto ciò, mi si avvicinò cercando di baciarmi e di arrivare alla tappa successiva, evidentemente pensando di risolvere così la storia, ma lo fermai.
 "Edward cazzo, non puoi risolvere tutto con il sesso! Basta, fra noi è finita"
 "Ma come? Anny calmati!"
 non stavo per niente scherzando e glielo dimostrai.
 Quella sera telefonai ai miei genitori in lacrime e gli chiesi della casa di Pasadena.
 Il giorno dopo, di mattina presto io ed Amy partimmo per iniziare la nostra nuova e modesta vita in quella casetta.
 A Eddie lasciai solo una lettera
Addio Edward, non provare a far casini legali perché sei dalla parte del torto! Non ti dirò dove sto andando, sappi solo che vedrai Amy quando lo vorrà lei.
Addio,
                                                                                                                                                            Annette
Scrivere quella lettera mi costò tanto, stavo dicendo addio alla mia vita, all'uomo che amavo, ma forse era destino.
Mi ricordai della leggenda del filo rosso di cui mi aveva parlato Alex, forse Eddie era legato a un'altra. Scacciai via subito il pensiero, mi faceva troppo male.
Continuavo a intervallare attimi di rabbia ad attimi di pianto, forse stavo facendo una cazzata assurda, ma in quel momento mi sembrava la cosa giusta da fare.
I mesi passarono e tutto sommato le cose non andarono male. Amy si abituò presto a Pasadena e non c’erano problemi con il fatto che Eddie fosse lontano, lo era sempre stato.
Io sinceramente non riuscivo a stare neanche lì, troppi erano i ricordi, ma pensavo solo a lei e non volevo sballottarla in giro per il mondo.
Trovai un lavoro da cameriera in un locale in centro, la mia vita non poteva andare meglio, ovviamente senza contare gli attimi di depressione totale.
Ovviamente Olive non mi lasciò mai in pace, mi telefonava tutti i giorni, specialmente da quando le avevo detto perché ero tornata a Los Angeles durante il tour.
Lei non era d’accordo sul tenerlo nascosto a Eddie, ma non diceva neanche una parola con Alex per non rischiare che parlasse
“Ann, sei al quarto mese, sei a Pasadena senza nessuno intorno tranne Amy, quando ti deciderai a dirglielo?”
“Te l’ho già detto, non glielo dirò e tu non ne farai parola!”
 “Ann pensi che quando porterai Amy a Los Angeles Eddie non se ne accorgerà o’ che sua figlia non glielo dirà?”
 “Non glielo dirà, comunque questa weekend vengo a Los Angeles, lascio Amy da lui poi ti passo a prendere così ci vediamo”


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Ehy gente! Che ritardo pazzesco! Questo capitolo doveva essere messo quasi subito dopo l'altro D: Ma l'ispirazione è tornata e questa storia è ormai pronta quindi non scomparirò più nel nulla ;) Come sempre spero vi piaccia, alla prossima!

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Capitolo 8
*** 8 ***


 Quel weekend arrivò in fretta e mi fece strano fermare la macchina davanti a quella casa dove vivevo con lui
“Ciao Amy, divertiti e ricordati del nostro segreto”
 “Certo mamma, ci vediamo domani”
mia figlia corse fuori e andò a citofonare , volevo evitare di vederlo per diverse ragioni.
Non mi fermai neanche il tempo che Eddie aprisse la porta, non ce l’avrei fatta, così via verso casa di Olive.
Quando arrivai mi invitò a entrare, ma ci pensai un secondo, se le avevo chiesto di uscire c’era un motivo “Dai Ann, Alex non c’è se è questo che ti preoccupa”
 ci aveva decisamente azzeccato! Mi mancava Alex, così come gli altri, mi sarebbe piaciuto rivederli, ma non era il caso.
Live mi stritolò in uno dei suoi classici abbracci, mi venne da ridere, certe cose cambiano, ma altre rimangono sempre uguali
 “Allora, maschio o’ femmina?”
 “Se non mi stritoli magari lo scoprirò!”
Live mi lasciò andare ridendo
 “Osa scappare ancora e sei morta”
“Non vorrai mica uccidermi e poi ti ho detto dove sono e ci sentiamo tutti i giorni”
 il bello era che con Olive riuscivo a ridere anche in quel momento e non ridevo da quando avevo lasciato Los Angeles, anzi piangevo solamente
 “Non è la stessa cosa e lo sai anche tu”
era vero, ma come potevo fare altrimenti
“Live lo sai che non posso rimanere qui”
 “E tu lo sai che secondo me stai facendo una cazzata colossale”
 finalmente riuscii a cambiare discorso così io e lei uscimmo e andammo per negozi. Un po’ di divertimento ci voleva proprio, era un ottimo modo per non pensare e la ringraziavo per questo.
Dopo aver fatto fuori mezzo mio stipendio e ore di shopping tornammo a casa di Live dove dovetti salutarla
 “Ann, ma perché al posto di andare a Pasadena e tornare domani non rimani qui? Sono solo cinque minuti da qui a casa sua”
 “Non ti preoccupare, sono quaranta minuti di macchina da casa mia, non è poi così tanto e poi Alex lo direbbe a Eddie”
“Fa come vuoi, ma pensavo sapessi a cosa possono portare le bugie”
 “Live è solo un segreto”
 sorrisi per convincerla e rientrai in macchina, destinazione Pasadena!
La solitudine non era certamente la cosa più bella in quel periodo, ma due giorni passano in fretta e presto tornai a prendere Amy.
 

Posso solamente ammettere di non essere stato responsabile come avrei dovuto e che quella litigata fu veramente colossale.  Anny arrivò a dirmi che era finita, non volevo crederci e cercai di calmarla, di baciarla un’altra volta, ma lei non me lo permise.
 La mattina dopo però mi aspettava il colpo più duro, Anny se ne andò con Amy lasciandomi solamente una lettera. Un misero pezzo di carta che non mi diceva neanche dove andava, ma solo che avrei rivisto Amy, di lei non faceva parola.
Era sparita nel nulla, come se un soffio di vento l'avesse portata via. Poteva essere ovunque, probabilmente a Parigi, ma io dovevo trovarla!
Annullai l'incontro con gli altri di quel pomeriggio così vidi solo Alex. Lui aveva intuito che c'era qualcosa sotto e si era presentato a casa mia.
Suonò il campanello per poi irrompere in casa come un fulmine a ciel sereno
 "Che succede Eddie?"
 non riuscii a rispondergli
 "Fratellino ti rendi conto che stai piangendo? Dove sono Ann ed Amy?"
 aveva colto nel segno
"Non lo so, se ne è andata e ha portato Amy con se"
 "Che cazzo hai combinato per far andare via la donna che ti sopporta più di ogni altra persona al mondo?"
cercai di essere forte
"Siediti Al, ti dirò tutto"
 mio fratello si sedette e iniziò ad ascoltare la storia senza fiatare, io invece mentre raccontavo mi sentivo un idiota. Per una festa avevo mandato all'aria tutto!
"Sei un cretino! Che cosa hai intenzione di fare adesso?"
"La troverò!"
 ero più deciso che mai, era l'unica cosa che volevo fare!
 "Ma almeno ti ha detto se sta bene? Se ne era andata dal tour"
 aveva ragione, con tutto il trambusto non le avevo neanche chiesto come stava
 "L'ultima volta che mi aveva detto qualcosa aveva detto di avere una notizia da darmi, ma non lo so. Alex aiutami, ti prego!".
I giorni passarono senza nuove notizie, non avevo idea di dove potesse esser e in più avevo quella nuova domanda che mi tormentava. Non sapevo se stava bene o' no! Mi dissi che dovevo scacciare via quei pensieri, non avrebbero portato a nulla di buono.
I giorni passarono e chiesi anche a Olive se aveva qualche idea di dove potesse essere, ma non mi volle rispondere. Pensai che nascondesse qualcosa, ma forse stavo diventando troppo paranoico!
Mesi, mesi senza saper niente, poi quella telefonata, era Amy.
"Papà sei a casa!"
 "Amy, dove sei? Come stai? E la mamma?"
 "Va tutto bene, ma mi manchi, posso venire a trovarti?"
 "Ma che domandi fai? Ovvio, mi mancate tanto, ti aspetto fine settimana allora"
 fu una chiamata breve e non riuscii ad avere informazioni da Amy, si limitò a dirmi solo quello che voleva. Quel weekend però le avrei riviste!
Quel sabato il campanello suonò e mi precipitai fuori dalla porta. Ok, ero il fottuto chitarrista della grandissima band dei Van Halen, ma ammetto che quella notte non dormii. Potevo fare il duro quanto volevo, ma senza la mia famiglia non ero niente e purtroppo queste cose le si capisce sempre troppo tardi!
Aprii il cancello e finalmente potei riabbracciare mia figlia, ma subito notai che Anny non era lì.
"E tua madre?"
"Ehm aveva da fare"
se c'era qualcosa che Amy non sapeva fare era tenere nascoste le cose, ma pur facendomi capire che sapeva tutto non mi disse niente.
Quei due giorni purtroppo volarono, strimpellando e parlando dei suoi nuovi amici non ci accorgemmo del tempo passare ed Amy  tornò da lei.
Un pomeriggio ci trovammo per provare, ma Alex era un po' assente
"Che ti prende fratello? Dovrei essere io quello giù di corda"
 "Non lo so, ho ascoltato qualche frase di Live mentre era al telefono"
 il batterista si guardava intorno, voleva forse evitare altre domande, ma io gliele feci lo stesso. C'era sempre stato un ottimo rapporto fra me e lui.
"E allora? Che avrà detto mia?"
 "Non so, ho sentito che parlava di ecografie, di un bambino ecc con un'amica"
 "Allora diventerò zio?"
 "In realtà da quel che ho capito parlava della sua amica non di se stessa"
 "Alex proprio non ti capisco!"
era strano, ma di cosa si preoccupava a fare se non era lui il futuro padre
 "Non sono preoccupato per me"
fu l'unica cosa che disse, non volle darmi altre spiegazioni e incitò gli altri a iniziare il lavoro.


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E menomale che avevo detto che non sarei sparita! Scusate, ho avuto vari problemi, ma ora dovrei essere di nuovo qui ;) Spero vi piaccia! Sinceramente non me lo ricordo nemmeno ahahahahah alla prossima,
Lemma

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Capitolo 9
*** 9 ***


 Ormai erano otto mesi che non vedevo Eddie, il bambino stava per nascere e non avevo alcun rapporto ne di amore ne di amicizia con nessuno. Inconsciamente ero rimasta legata alla mia vita con Eddie, Olive, Alex e gli altri.
 Il 1996 fu l'anno in cui nacque Rufus, il nostro secondo genito. Era nato biondissimo e con gli occhi azzurri, ma nonostante questo assomigliava molto a Eddie.
Il giorno che il piccolo venne al mondo Olive si precipitò a Pasadena senza dire niente a nessuno. Amy era contenta di avere un fratellino e mi aveva aiutata a scegliere il nome.
Qualche mese dopo dovetti riprendere a lavorare, Amy spesso faceva da babysitter e si divertiva molto.
Era agosto quando ricevetti la raccomandata che aspettavo da tempo, Eddie aveva deciso dopo praticamente un anno di firmare il divorzio. La verità è che fu un brutto momento, ero consapevole di averlo chiesto io e che probabilmente lui si era già rifatto una vita, ma quella firma su quel pezzo di carta era la certezza che era finita veramente!
Quella sera chiamai mia madre, presto io, Amy e Rufus saremmo andati a Parigi, i miei erano ansiosi di vedere i loro nipotini e pensavano mi avrebbe fatto bene cambiar aria per un po’.
A dicembre partimmo destinazione Parigi, avremmo passato le festa nella capitale francese. Sembrava una favola invernale, quando arrivammo in città iniziò a nevischiare rendendo l'atmosfera ancora più magica. I miei stavano in centro così non fu difficile raggiungerli anche se Amy si fermava davanti a qualsiasi vetrina o' ad ammirare qualche scorcio di quella che dicevano essere una delle città più romantiche al mondo.
Faceva freddo, ero avvolta in un cappottino rosso e tenevo stretto a me Rufus per evitare che prendesse troppo freddo. Quando suonai al campanello la porta si apri e una folata di invitante aria calda ci avvolse. Mia madre stritolò in un abbraccio Amy per poi portare la sua attenzione sul nuovo arrivato che prese in braccio permettendomi di gestire con più facilità i bagagli che mio padre mi aiutò a portare in quelle che sarebbero state le nostre camere.
Quei giorni furono un sollievo anche perché i miei tenevamo i figli e potevo uscire a comprare i regali in tranquillità.
Un pomeriggio mi scontrai per sbaglio con un uomo biondo, sui quaranta, con uno strano fascino e una luce negli occhi quasi famigliare.
"Scusami, non volevo"
 subito si chinò a raccogliere il sacchetto che mi era scivolato di mano e me lo porse gentilmente
"Scusami tu, avevo la testa da un'altra parte"
 era vero, ultimamente ero ancora più svampita
 "Tu non sei di qui, vero?"
 ecco ora passavo per l'americana, ormai avevo preso l'accento di Los Angeles
"In realtà sono di qui, ma vivo a Los Angeles da tanti anni"
 il biondo sorrise imbarazzato per la gaffe, ma sembrò anche ricordare qualcosa
"Io sono Luc, ti va un caffè?"
"Io sono Annette, con molto piacere"
ci sedemmo al tavolino di un bar e iniziammo a parlare. Era strano, mi sembrava così famigliare e mi sentivo libera di parlare come se lo conoscessi da tanto, ma allo stesso tempo qualcosa dentro di me sembrava volermi avvertire che qualcosa non andava.
"Allora Annette, sei sposata? Sicuramente una bella dona come te"
 alzai velocemente la mano per mostrargli che non portavo la fede, sorrisi amaramente dicendo
"Divorziata e tu?"
sorrise compiaciuto e alzò la mano appoggiandola sulla mia
"Anche io"
 iniziò così quella simpatia particolare che ci legò.
Il Natale passò in allegria e anche le altre feste volarono via. Continuai a vedermi con Luc e la nostra amicizia iniziò a trasformarsi fino alla sera in cui mi invitò a casa sua. Quella notte ci rifacemmo del tempo passato da soli amici e alla fine non prenotai il volo per tornare a Pasadena.
Presi un appartamento in centro a Parigi vicino a casa dei miei e ci fermammo lì. Eravamo tutti contenti, Amy amava Parigi, i miei avevano Rufus da coccolare tutti i giorni e io stavo bene.
Mia figlia accettò presto la situazione, ormai Luc era il mio compagno a tutti gli effetti. Lavorava molto e il tempo che non passava al lavoro stava a casa nostra. Forse mi innamorai e il tempo iniziò a passare velocemente. Per ben tre anni le cose andarono così, ma come avevo imparato le bugie avevano le gambe coste e Luc ne era la prova.
Un giorno aveva dimenticato le delle cose a casa così lo seguii per portargliele siccome diceva che gli servivano. Quando lo trovai era a casa di una, mi vide e si fermò sullo zerbino con il mazzo di chiavi a mezz'aria. Intanto una mora alta e snella aveva aperto la porta e l'aveva salutato baciandolo e chiamandolo amore
"Luc che significa?"
 ero in lacrime, ma rimanevo lì perché volevo una spiegazione
"Questa è mia moglie, tu che vuoi da me?"
 disse qualcosa alla presunta moglie che rientrò in casa e lui mi si avvicinò
"Allora Anny, che effetto fa?"
 una strana luce di follia gli illuminò gli occhi, c’era qualcosa di molto famigliare, ma non osavo neanche pensarci
"Luc non capisco, spiegami!"
 il biondo mi prese i polsi, un flashback mi colse all'improvviso. Si trattava di quello che mi era successo ai tempi dell'università.
"Sai Anny - continuò a sottolineare il nome Anny anche se non mi aveva mai chiamata così- non pensavo che non mi avresti riconosciuto così quel giorno al bar ho dovuto inventare tutto al momento"
avevo capito, come avevo fatto ad essere così stupida? Dovevo fidarmi del mio istinto che mi metteva in guardia di qualcosa. Era lui, Lucas, quello che dopo aver scoperto che ero incinta aveva abusato di me. Lui era la causa della perdita del mio primo figlio!
 Continuai a piangere e balbettando chiesi quello di cui avevo paura, la verità
"Lu-Lucas? Tu ti sei approfittato di me per tre anni solo perché io amavo un altro?”
 "Ti piace fare la sgualdrina adesso?"
 stava stringendo troppo la presa e mi faceva male, lo implorai di lasciarmi andare, ma niente
 "Sei uno stronzo, non ti voglio più vedere!"
 riuscii finalmente a reagire e appena fui libera dalla stretta corsi a casa.
La sera stessa andai dai mie a cui raccontai tutto e il giorno dopo tornammo a Pasadena.
Rufus aveva quattro anni, ma sapeva che il suo papà non era Lucas nonostante vivesse con noi, così non stette male per quella fuga improvvisa. Amy ormai era grande e capì la situazione e io, be io ero ferita da tutto questo!
Quando succedono cose del genere stare da soli con un bambino piccolo e una figlia di 18 anni non è il massimo!
Appena tornammo decisi che sarei andata a trovare Olive, era tanto che non la vedevo e avevo bisogno di un'amica in quel momento.

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Sono un caso disperato, ho passato un momento da dimenticare e così non ho più condiviso niente! Sinceramente ho finito di scrivere sta storia da talmente tanto che non so nemmeno di che parla il capitolo :D
Alla prossima (e sta volta si spera presto!)


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Capitolo 10
*** 10 ***


Amy volle venire a Los Angeles, si sentiva spesso per telefono con suo padre e ovviamente voleva rivederlo come era giusto che fosse. La lasciai davanti al cancello di quella villa che ancora dopo quattro anni era così famigliare "Mamma non vieni almeno a salutarlo?", ci sperava ancora, ma non ero abbastanza forte, mi salivano le lacrime agli occhi solo stando lì "Scusa tesoro, Olive mi aspetta, salutamelo tu ok?" anche se un po' delusa Amy si precipitò al citofono sorridente, la salutai con la mano e misi in moto.
"Mamma dove andiamo? Ed Amy?" Rufus era stufo di stare in macchina nonostante non fosse nemmeno un ora "Dalla zia Olive tesoro, Amy è andata da un amico" non potevo dirgli che era dal padre così mi inventai quella palla al volo.
Citofonai e subito la mia amica mi venne ad aprire, mi accolse con un abbraccio stritolatore dei suoi" "E questo ometto biondo?" si inginocchiò per stare all'altezza di Rufus che si nascondeva timidamente dietro di me "Tu sei la zia?", Live guardò gli occhioni blu del piccolo e gli sorrise rassicurante "Si piccolino" il bambino uscì dal suo nascondiglio e si lasciò prendere in braccio da Live.
"Allora Ann, cosa ti riporta fra noi?" era andata dritta al punto, pur con un nodo in gola parlai "Era Lucas, era sposato e mi ha presa in giro tutto il tempo!" detta così non capì niente, infatti non le avevo detto per telefono perché ero andata via da Parigi. Dovetti ricacciare dentro le lacrime e mentre Rufus se ne stava seduto buono buono a sgranocchiare biscotti io e lei perdemmo la cognizione del tempo parlando di quei lunghissimi anni.
"Se lo sapesse Eddie lo ammazzerebbe e farebbe bene!" quella frase sfuggì a Live mentre parlavamo di Lucas, ma subito se ne rese conto "Scusami Ann, non volevo" la zittii "Non chiedermi scusa, anzi dimmi di lui per favore" non sapevo niente da tanto tempo, ma ancora sentito il desiderio di saperlo "Anche lui si è trovato una, ma poi l'ha piantata!", "E come sta?", "Ultimamente non troppo bene, sta facendo delle analisi" mille preoccupazioni mi assalirono, ma doveva star bene, lui era Eddie!  "Annette, tu lo ami e ti manca e lo stesso vale per lui" stavo per cercare di ribattere ma il rumore della porta di ingresso ci interruppe e la voce di Alex mi fece sobbalzare "Live indovina chi c'era da Eddie? Amy, chissà Ann che fine ha fatto!" entrambe guardammo l'orologio, erano ore che parlavamo. Alex arrivò in salotto dove eravamo "Ciao Alex" il batterista rimase spiazzato, io sorrisi "Sorellina, fatti abbracciare" lo abbracciai, "Mi sei mancato tantissimo!", "Anche tu, che fine avevi fatto?", ma in quel momento Rufus mi chiamò, alex non si era ancora accorto di lui e rimase a bocca aperta "Mamma, chi è lui?" chiese facendosi prendere in braccio siccome Alex lo fissava come se fosse un alieno. Olive me lo prese dalle braccia per lasciarmi spiegare, Alex la seguì con lo sguardo ancora incredulo "Annette quello è tuo figlio?!", "Si chiama Rufus" sorrisi, ormai ero alle strette, la verità doveva venir fuori prima o' poi "E mi dici perché è la fotocopia di mio fratello da piccolo a parte gli occhioni e i capelli? Eddie non mi ha mai detto niente", "Lui è nato quando non stavamo più insieme", Alex se mise una mano sulla fronte "Ann dimmi solo se è o' non è suo figlio", glielo avrebbe detto sicuramente e mi avrebbero odiato entrambi, ne ero certa, ma lo implorai lo stesso "Ti prego, non dirglielo!", "È mio fratello", "Glielo dirò io" fu l'unica soluzione per cercare di salvare la situazione. Alex inaspettatamente mi abbracciò di nuovo con fare fraterno "Ann perché sei scappata?!" non era una vera domanda, bensì era una frase retorica.
Era tardissimo "Sentite ho fatto la più grande cazzata di tutti i tempi, ma non posso nemmeno presentarmi a casa sua con Rufus e dirgli tutto così" i due annuirono, era una cosa impensabile "Mi terreste Rufus mentre vado a prendere Amy?", "Certo!" Live era ben contenta di fare la zia, "Vi prego, tenete il segreto, non so se riuscirò a dirglielo questa sera, è complicato! Ma lo saprà, state tranquilli" Alex sorrise compiaciuto, poi mi accompagnarono alla porta "Grazie ragazzi! Amore mio, mamma torna fra poco, stai un attimo con gli zii" fece segno di si con la testa e io andai.
Quando mi trovai davanti a quel cancello rimasi paralizzata un attimo prima di riuscire a fare qualsiasi cosa, poi presi un profondo respiro e citofonai. Eddie aprì la porta e rimase paralizzato anche lui nel vedermi. Era cambiato, aveva tagliato i capelli e li aveva chiari, ma era sempre lui ed ebbi un tuffo al cuore "Anny, sei veramente qui?", "Si, come stai?" Eddie fece segno di entrare, Amy ci osservò dal divano "Bene grazie e tu?" era molto imbarazzante poi nostra figlia si intromise stufa della situazione "Basta con sta sceneggiata, si vede lontano un miglio che avete voglia di salvarvi addosso l’un l’altro, non fate i bambini!" rimanemmo spiazzati, ma entrambi sapevamo che aveva ragione "Sai, ha ragione - un sorriso sghembo gli illuminò il volto - ti va se ricominciamo da capo?", "Si, assolutamente! Ho fatto troppe cazzate!", "Allora Ann, ti andrebbe di frequentare un chitarrista?" acconsentii con la testa e poi mi abbracciò, inutile, quel contatto mi era mancato troppo! "Halleluja! Era ora" Amy esultò contenta, era convinta che finalmente le cose sarebbero tornate come una volta.
Io e Eddie ci mettemmo a parlare di tutto e di più e a ridere. Fu bellissimo, come se niente fosse cambiato e bastarono poche ore per farci dimenticare tutto e tornare complici come una volta. Infondo si dice che l’amore dura per sempre, ma il tempo passa molto in fretta!
 "Cazzo è tardissimo! Devo scappare", "Perché non rimanete qui questa notte? Sai benissimo che di posto ce ne è" non potevo assolutamente, Rufus era da Alex e Olive ed erano passate ore ormai, "Non posso, ho... Un impegno" Eddie mi fissò dritto negli occhi, il suo sguardo mi provocò un brivido sulla schiena. In quel momento l'avrei solamente voluto baciare "Anny se vogliamo ricominciare tutto forse non dovremmo farlo sulle menzogne" mi aveva beccata, non ero capace a mentire, specialmente a lui nonostante non fosse più mio marito! Quanta ragione aveva.
Presi un lunghissimo respiro, era giunto il momento di vuotare il sacco. Ormai non avevo nulla da perdere, potevo benissimo dirlo senza temere reazioni  "Ti ricordi che avevo lasciato il tour un mese prima?", "Si certo, non eri stata bene", "La verità Eddie è che la nausea, i capogiri ecc li avevo per un motivo preciso" mi guardò perplesso "Ero incinta!" Eddie non sapeva come reagire, non sapeva se essere felice o' arrabbiato o' che altro, semplicemente era rimasto senza parole. Diventò serio e preoccupato "Sta bene?", "Dio, Eddie te lo avrei dovuto dire invece sono stata a Pasadena come una stupida finché non è nato!" Eddie mi strinse a lui, stava reagendo bene "Come si chiama?" sorrise un secondo, forse al pensiero di quel figlio che non aveva ancora conosciuto, "Rufus, è a casa di tuo fratello in questo momento!" sorrise, tirai un sospiro di sollievo da quella reazione "È un nome stupendo! E allora andiamo a prenderlo così poi state qui", alzai la testa e lo fissai negli occhi. A quel punto Eddie mi prese il volto fra le mani e mi avvicinò sempre di più. Fu lento per permettermi di fermarlo se non me la sentivo, ma non lo feci.
Ci baciammo, fu come se non ci fossimo mai lasciati, poi Eddie si alzò e mi porse una mano per seguirlo.

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Capitolo 11
*** 11 ***


 La cercai per un anno intero, l'unica cosa che mi era arrivata da lei erano le carte per il divorzio. Fu difficile firmarle, ma dopo un anno mi dissi che forse era meglio per entrambi. Infondo neanche sapevo dove era finita.
La casa fra era di un vuoto pazzesco senza le mie donne in giro. Durante le feste di Natale Amy mi telefonò, disse di stare bene, che le mancato, ma era troppo lontana per venire qui. Questa storia dell'essere troppo lontana durò anni.
Nel backstage di uno dei tanti concerti avevo conosciuto una, si chiamava Val. All'iniziò fu solo una notte di divertimento per voltare pagina, rassegnarmi e togliermi Anny dalla testa. Val era mora, alta, magra, ma aveva anche un po' l'aria da falsa. Era bella senza dubbio così non dirsi di no quando me la ritrovai di nuovo in torno.
Dopo dei mesi addirittura la invitai a stare da me, non riuscivo più a vedere quella casa vuota! Fra noi due andava tutto a gonfie vele, ma poi iniziò a parlare di matrimonio, cercai sempre di evitare il discorso, non me la sentivo proprio. Val un bel giorno si mise in testa che non le dedicavo le attenzioni giuste e iniziò a fare un discorso farneticante. La cosa che mi diede più fastidio fu quando tirò in ballo Amy facendo una scenata. Amy è mia figlia e guai a chi la tocca! Quel giorno la mollai e la mandai via di casa mia.
Come se non bastasse verso il 2000 inizia a sentirmi poco bene e iniziai una serie di lunghe analisi.
Un pomeriggio Amy mi avvertì che sarebbe venuta a trovarmi, era tornata. Quando me la ritrovai davanti non riuscii a trattenermi e subito la abbracciai, la mia bambina era cresciuta tantissimo! Parlammo un sacco e suonammo. Alex quel pomeriggio passò da casa mia e fu sorpreso di vederla.
Verso sera però il citofono suonò nuovamente. Anny era lì davanti alla porta, ancora bella come anni prima, sembrava che per lei il tempo non passasse mai. Rimasi pietrificato nel vederla poi riuscimmo a iniziare una conversazione imbarazzantemente formale. Quando Amy si intromise però la situazione cambiò, decisamente in meglio.
Parlammo, ci divertimmo, quella era la mia Anny e avrei dato di tutto per averla nuovamente e solamente mia! Annette si accorse che era diventato tardi e disse di voler andare, io cercai di trattenerla qui, ora che stavamo nuovamente parlando come persone civili non volevo che se ne andasse, ma lei cercò delle scuse. Non aveva mai saputo mentire, specialmente a me. Le chiesi cosa stava succedendo realmente e lei tirò in ballo quel maledetto tour dell'anno in cui mi aveva lasciato, non capivo a cosa volesse andare a parare.
Poi lo disse, rimasi completamente spiazzato, era incinta! Avevo un figlio e lei non mi aveva detto niente, ero arrabbiato, ma anche contento. Anny era visibilmente dispiaciuta, aveva ammesso di aver fatto una cazzata e non riuscii a rimanere arrabbiato. Erano anni che non la vedevo e ora volevo sistemare le cose.
Presi il suo viso fra le mani e la avvicinai lentamente, finalmente risentii il sapore delle sue labbra sulle mie. Lei non si oppose, ricambiò il baciò. Mi alzai di colpo e le offrii una mano che afferrò e mi seguì.
“Eddie, lui sa solo che suo padre è in giro per lavoro, che in effetti con il tour è vero, ma come facciamo?”
Stavo guidando verso casa di Alex senza pensare, ma aveva ragione, cosa avrei detto? “Dovrebbe saperlo”, “Lo so anche io, ma mi chiedo come glielo diremo”, “Troveremo il modo”.
Arrivati da Alex Anny citofonò e Olive arrivò ad aprire. La mora sorrise soddisfatta quando mi vide dietro di lei. Anny non fece in tempo a chiedere che Live le aveva già risposto “Sono in sala”, la bionda mi prese la mano e mi trascinò con se. Quando arrivammo Alex era sul divano con i braccio un bambino biondissimo con i capelli sparati da tutte le parti e degli occhioni blu. Il piccolo stava giocando con delle bacchette che Alex gli insegnava a tenere in mano correttamente. Appena si accorse del nostro arrivo saltò giù dalle gambe di Alex e corse sorridente verso Anny che lo prese in braccio.
Per tutto il tempo rimasi in mobile a guardarli, una sensazione di tenerezza e di orgoglio per quel nanerottolo biondo mi invase.
“Come ti senti fratellino?”, Alex era venuto accanto a me, ma mi fece sobbalzare perché non me ne ero neanche accorto, “Penso bene”, cercai di calmarmi e mi riavvicinai a Anny, “Ciao Rufus, io sono Eddie”, gli occhioni blu del bambino mi fissarono curiosi “Anche il mio papà si chiama Eddie” rimasi spiazzato e cercai con lo sguardo gli occhi di Annette per chiederle aiuto, anche lei era rimasta senza parole, ma cercò comunque di risolvere la situazione “Rufus tesoro, ti piacerebbe se lui fosse il tuo papà”, “Se mi fa un bel regalo si” tutti scoppiarono a ridere e io mi rilassai. Anny scosse la testa disperata guardandomi “Tale padre tale figlio”.
Promisi a Rufus che gli avrei regalato ciò che voleva poi salutammo Alex e Olive e uscimmo di lì. Anny mise in macchina il bambino, ma prima che entrasse la fermai “Stai da me vero?”, “Eddie, non saprei”, “Annette io voglio riprovarci, non ti sto chiedendo di venire a letto con me questa notte, ma di stare da me! Voglio provare a essere un buon padre sia per Amy anche se ormai è grande che per lui”, Amy si girò a guardare Rufus dal finestrino della macchina, “Ok, hai vinto tu”.

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Capitolo 12
*** fine ***


 
Tale padre tale figlio, Rufus accettò l'idea di conoscere suo padre in cambio di un regalo. Mi sembrava ieri che Eddie tornava a casa dall'ospedale e alla domanda "Come ti senti?" rispondeva "Come se mi servisse una chitarra nuova".
Fu bellissimo però, entrambi sembrarono prenderla bene. Quando uscimmo da casa di Alex Eddie riuscì a convincermi a stare da lui, infondo ormai era anche tardi e di tornare a Pasadena non ne avevo molta voglia così rimasi. Fortunatamente in casa c'erano anche delle stanze per gli ospiti, Eddie quando mi aveva detto per la prima volta quel giorno di rimanere lì non sapeva di Rufus! Andai a mettere a letto il piccolo che appena rimboccate le coperte chiese "Mamma, il bacio della buona notte", gli accarezzai i capelli e glielo diedi, "Papà anche tu!" mi girai, Eddie era rimasto a fissarci appoggiato alla porta a braccia conserte. Sembrò sorpreso, ma dopo un attimo di stupore si avvicinò per accontentare il figlio. Uscimmo insieme e chiusi la porta, "Dove vai? Non vuoi dormire?", "Guarda che lo so che l'altra stanza degli ospiti è di qua", "Ma non è la tua stanza! Al massimo ci dormo io in quella", "Ma..." non ebbi il tempo di controbattere che mi prese per mano trascinandomi in quella che era stata la nostra stanza, non era cambiato quasi niente. "Buona notte Anny" fece per andarsene, ma lo fermai "Aspetta, tu dormi qui!", "Ma ti ho detto che ti lascio la camera", "E se io volessi compagnia? L'Eddie che conoscevo non avrebbe detto di no" rise ripensando probabilmente a tutte quelle che avevamo combinato e si tuffò sul letto, "Alza quelle chiappe, mi devi prestare qualcosa, ho solo quello che indosso!", "Puoi anche dormire senza" eccolo qui l'Eddie che conoscevo! Lo guardai in cagnesco e lui si alzò di fretta dandomi una maglietta sua che mi stava ovviamente grande, la presi e andai in bagno a cambiarmi. Quando uscii era di nuovo spaparanzato sul letto, mi squadrò per un lungo istante "Wow Anny, mi sei veramente mancata", "Sempre scemo Van Halen?" quello era sempre stato il nostro tipico scambio di battute. Mi tuffai anche io sul letto accanto a lui, "Mamma, voglio anche io il bacio della buona notte", non si può mai dir di no a Eddie Van Halen così lo accontentai.
Inizialmente rimanevo da Eddie con i ragazzi tipo tre sere a settimana, poi dopo un mese e mezzo quei semplici baci tornarono a essere qualcosa in più, la fiducia aumentava e noi tornavamo a essere la coppia che eravamo sempre stati. C'era sempre stato un bel rapporto fra Amy e Eddie e ovviamente erano entrambi contenti di vedersi così spesso. Rufus si era subito legato a suo padre, era un legame molto forte che era ricambiato. Forse era così proprio perché per quattro anni non si conoscevano nemmeno.
Una giorno arrivai a Los Angeles e trovai Eddie che girovagava per casa inquieto, non l'avevo mai visto così prima d'ora e mi preoccupava. Lo convinsi a parlarmi, mi portò in camera assicurandosi che i ragazzi non potessero sentirci "Eddie che ti prende?", "Annette ti prego, torna a vivere qui, ho bisogno di te!", "È solo per questo che sei così disperato? Mi stai facendo preoccupare" bastava guardarlo per capirlo, non era solo per quello "Mi hanno dato i risultati delle ultime analisi" sbiancai di colpo, c'era per caso qualcosa che potesse minacciare il nostro percorso per tornare a essere una famiglia? "Oddio, Edward parla!", mi prese le mani e le strinse fortissimo, poi chiuse gli occhi e lo disse "Annette, io ho il cancro".
Il mondo mi crollò addosso in un solo istante, pensavo che niente potesse andare male in quel periodo, tutto stava procedendo così bene! Mi gettai su di lui e lo abbracciai più forte che potei. Tenevo gli occhi chiusi per non piangere e lo stringevo come se dovesse scappare da un momento all’altro. Non volevo perderlo, specialmente in quel momento.
“Anny, anche se allenti la presa non scappo”, cercò di sorridermi mentre con una mano mi sollevava la testa costringendomi a guardarlo negli occhi, “Non ti voglio perdere”, “Io non ti lascerò, se mi starai accanto sarà tutto diverso”, “Non ti lascerò mai andare, puoi, anzi devi vincere”.
I giorni passarono tesi, Eddie spiegò a Amy la situazione e presto iniziò a sottoporsi alle dovute cure. Affrontò un paio di interventi e sembrò andare tutto per il meglio.
Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto cercavo di stargli il più vicina possibile. Rufus non capiva quello che stava succedendo, ma stava sempre appiccicato al padre.
Dopo l’ultimo intervento lasciarono passare del tempo per poi sottoporre Eddie a dei nuovi esami. L’attesa per l’esito fu il periodo più snervante per tutti.
“Annette, ho bisogno di parlarti” ebbi un tuffo al cuore, la sua voce era estremamente serie e temevo mi stesse per dare delle brutte notizie, “Arrivo” corsi in cucina da dove avevo sentito provenire la sua voce.
Quando entrai notai una rosa in mezzo al tavolo, Eddie era vestito elegante e la tavola era apparecchiata per due. “Che succede?” avrei posto altre mille domande se solo lui non mi avesse fatto segno di tacere. Mi fece sedere e iniziò a servire la cena. “Ma Amy e Rufus?”, “I fratelli ogni tanto sono utili”, aveva pensato a tutto e la cena era fantastica. Verso la fine soddisfatto disse “Potrei fare lo chef se non dovessi andare avanti con i Van Halen” cercai di mettere insieme una risatina convincente, ma ero un fascio di nervi. Doveva dirmi qualcosa di importante, ne ero sicurissima.
Fu abbastanza silenzioso tutto il tempo, ma c’era qualcosa nell’aria, una sorta di magia. Finito il dolce finalmente parlò di quello che pensavo “Sai Anny, tu mi sei stata veramente vicina tutto questo tempo. Questa malattia è come una guerra e oggi ho avuto i risultati delle analisi” a quel punto smisi di respirare, sentivo gli occhi umidi e una stretta allo stomaco. Mi guardò e inclinò un lato della bocca a formare una specie di sorrisetto sghembo “Avevi ragione quando dicevi che avrei potuto vincere la battaglia, per ora sto bene” mi alzai di scatto, sorpreso fece anche lui lo stesso e gli avvolsi le braccia al collo piangendo, ma dalla gioia. Eddie però dopo poco sciolse l’abbraccio e mi scostò indietro leggermente “C’è un’altra cosa che vorrei fare adesso. In realtà è un po’ imbarazzante, non so che parole usare” lo guardai perplessa, proprio non riuscivo a capire di cosa stesse parlando “Di cosa stai parlando”, si infilò una mano nei capelli scompigliandoli e quasi ridendo si inginocchiò. Tirò fuori una scatoletta dalla tasca e l’aprì davanti a me “Quando l’ho fatto per la prima volta non immaginavo di doverlo fare di nuovo, ma sono completamente sicuro che questa sarà l’ultima! Annette vorresti risposarmi?” mi inginocchiai davanti a lui e lo baciai come non facevo da anni. Fu un bacio lungo e intenso, pieno di emozioni, “Penso che questo sia un sì”, “Sì, sì e altre mille volte sì!”

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