Questo è il Burlesque.

di Vampirettalove
(/viewuser.php?uid=315164)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La nuova giornata di una nuova vita. ***
Capitolo 2: *** Il Burlesque ***
Capitolo 3: *** I ladri sono ovunque. ***



Capitolo 1
*** La nuova giornata di una nuova vita. ***


Tutti abbiamo dei sogni, delle ambizioni. Ambizioni grandi, piccole..alcuni non sanno nemmeno cosa voglia dire “Ambizione”. Ma Mercedes no. Mercedes Jones non è una di queste persone. Mercedes ha un sogno: andarsene via dalla sua città e diventare una cantante famosa.

Mercedes Jones è una fiera ragazza di colore, di 20 anni, appena diplomata e lavora come cameriera in un bar sotto casa sua. Cerca di guadagnare abbastanza soldi per poter andare via dalla sua città, Lima, Ohio. Ma Mercedes ha un problema: il suo datore di lavoro. Il datore di lavoro di Mercedes è sempre stato un uomo cattivo e tirchio, e ha sempre odiato la povera ragazza. Mercedes ha fatto di tutto per cercare di essergli simpatico, ma nulla ha mai funzionato. Ha sempre fatto straordinari e non è mai arrivata tardi a lavoro o fatto troppo ferie. Per tutti quegli straordinari che ha fatto Mercedes, il suo datore di lavoro non le ha mai dato soldi in più. E ogni volta che faceva anche un minimo errore, le sottraeva i soldi dalla sua misera “paga”. Mercedes non aveva mai detto nulla, e pensava che non avrebbe mai detto nulla a riguardo, ma si sbagliava. Un giorno lo fece.

“TU mi devi PAGARE per tutti gli STRAORDINARI  che IO ho fatto!” Urlò Mercedes al suo capo, alzando sempre di più la voce. “Sono stanca. Sono anni che lavoro in questo schifoso bar, cercando di guadagnare soldi per andarmene da qui. Ma non potrò mai andarmene se continui a sottrarmi i soldi per ogni stupido errore che faccio! Mi sono stancata! E ora voglio i soldi che mi spettano! Tutti!” Il suo datore aveva ascoltato ogni parola di quello che aveva detto Mercedes. E la sua risposta alla sua sfiorata fu un tremendo schiaffo che lasciò un segno rosso sulla guancia di Mercedes.
“Se non ti piace lavorare qui, puoi anche andartene.” E detto questo, se ne uscì. Mercedes rimase lì, immobile e con la guancia dolorante. La sua collega stava uscì dal bagno e corse da lei.
“Cedes, oddio che hai fatto??” le chiese, ma Mercedes non rispose. Rimase lì a guardarla. Dopo vari secondi di silenzio, Mercedes si avvicinò alla cassa e prese del soldi, contandoli attentamente.
“Me ne vado, per sempre. Prendo tutti i soldi che quel bastardo mi deve e me ne vado.” La sua collega aprì bocca per parlare ma Mercedes alzò un dito e lo cominciò a muoverlo per dirle “no”. “No Ali, non dire niente. Io me ne vado, mi mancherai…ma la mia casa non è qui. Casa mia è a Los Angeles. Non voglio rimanere un minuto di più in questa città. Puoi dirmi quello che vuoi ma--“ Mercedes non finì di parlare che la sua amica l’abbracciò forte. Si allontanò da lei e la guardò allegra.
“Vai Mercedes, devi andare. Tu hai ragione, quel bastardo è da anni che ti prende in giro. Prendi tutti i soldi che ti servono e vai.” Mercedes si buttò sull’amica e le disse “grazie.” prima di uscire dalla porta del bar, questa volta per sempre.

Arrivò a Los Angeles quel pomeriggio, il viaggio era stato molto veloce e tranquillo. Mercedes trovò subito un albergo dove abitare, finchè non avesse trovato una cosa dove vivere. Sistemò le sue cose e si riposò un po’. Dopo una mezzoretta uscì dall’albergo e comprò un giornale di annunci; la caccia al lavoro era cominciata. C’erano vari annunci di lavoro, ma Mercedes si concentrò solo su quelli in cui cercavano una cantante. Ognuno qi quegli annunci era o vecchio o ormai inutile. Mercedes continuò a cercare un lavoro, ma a un certo punto si fermò. Davanti a lei c’era un locale; “Burlesque.”, ecco come si chiamava il locale. C’erano molte persone che entravano, il locale doveva essere molto popolare. Mercedes vide un ragazzo uscire, era un ragazzo orientale. Era alto e magro, molto carino. Stava borbottando qualcosa, del tipo “Ma chi me l’ha fatto fare?”. Mercedes aspettò un paio di secondi e poi entrò nel locale. C’erano delle scale che portavano a  un piano sottoterra e non c’erano finestre. O meglio, una c’era. Una finestra dietro a un bancone, evidentemente dove si doveva pagare per entrare. A questo bancone era seduto un ragazzo. Il ragazzo era muscoloso e aveva una strana cresta in testa.
“Non abbiamo finestre, ma abbiamo senza alcun dubbio il miglior panorama di Los Angeles.” Il ragazzo stava guardando il palco che si riusciva a vedere dalla finestra. Sul palco c’erano delle ragazze svestite, quasi nude che ballavano. Mercedes capì tutto: era uno strip club.
“Ma cos’è, uno strip club?” chiese continuando a guardare il palco. Il ragazzo si girò verso di lei e la fulminò con gli occhi.
“Strip club? Dolcezza, dovrei sciacquarti la bocca con il Bloody Mary. Oppure lo farò fare al Signor Hummel.”
“E chi è il “Signor Hummel”?”
“Il proprietario di questo posto.” Rispose lui con tono ovvio. “Senti, l’ingresso è di 20 dollari. Vuoi entrare si o no?” Mercedes esitò un po’. Spendere 20 dollari per uno strip club? Anche se..quel posto l’attirava, era diverso. Non era un semplice strip club. Tirò fuori una banconota da 20 e la diede lentamente al ragazzo che sorrise. “Divertiti.” Mercedes entrò e si ritrovo sommersa da cameriere vestite con un vestitino corto e nero e con dei tacchi, persone che camminavano avanti e indietro e ragazzi –per di più, molto carini- che flirtavano con le cameriere. In che diavolo di posto era finita?

Dopo qualche secondo, si sedette al bancone e aspettò che il barista fosse libero per dirgli la sua ordinazione. Sul palco salì un ragazzo, magro e di corporatura media. Aveva i capelli castano chiaro, quasi biondo ed era vestito con abiti molto eleganti. Mercedes sospirò, perché i migliori dovevano essere tutti gay? Non ci pensò e decise di ascoltare quello che il ragazzo stava per dire.
“Buona sera Los Angeles! Per le persone che ancora non mi conoscono, mi presento: sono Kurt Hummel e sono il proprietario di questo fantastico locale. Prima di cominciare la serata, ho un avviso da darvi; per stasera…non potrete ordinare nessun Bloody Mary, perché qualcuno..” fece cadere lo sguardo sul ragazzo di prima, quello del bancone, che era appena entrato. “..si è “dimenticato” di comprare il succo di pomodoro.” Guardò con uno sguardo assassino il ragazzo che ora aveva un’espressione arrabbiata.
“Non è colpa mia, Hummel. Non puoi dare sempre a me la responsabilità di tutto. E comunque Mike è uscito a comprarla, quindi non rompere le palle.” Il ragazzo sul palco roteò gli occhi e ridacchiò.
“Ti tengo d’occhio Puckerman.” Guardò di nuovo il pubblico che ormai aveva un’espressione divertita. “Fate finta che non abbia detto niente e godetevi lo spettacolo. Fate un grande applauso alla nostra star, l’unica ed inimitabile Rachel Barbara Berry! E per quelli nuovi, benvenuti al “Burlesque”!” Ci fu un grande applauso e il ragazzo andò via. Si aprì il sipario e sul palco ormai c’erano 4 ragazze semi vestite e una ragazza al centro completamente vestita. Partì la musica e la ragazza centrale cominciò a cantare, mentre le altre ballavano.

Show a little more,
show a little less,
add a little spark,
welcome to Burlesque!

Everything you dream of,
but never can possess,
nothing what it seems,
welcome to Burlesque!

Oooh, everyone is buying,
put your money in my hand,
if you got a little,
well, give it to the band.
You may not the guilty,
but you ready to confess,
tell me what you need,
Welcome to Burlesque!

La ragazza continuò a cantare. Quella ragazza era bravissima! Aveva una voce meravigliosa..era un giovane Barbara Streisand. Come poteva avere quella potenza nella sua voce? E quel rango vocale? Doveva essere almeno di 4 ottave. “Perché io non posso avere quella potenza vocale?” si chiese Mercedes.
“Cosa prendi?” una voce alle spalle di Mercedes, la fece sussultare e vide il barista. Era un ragazzo biondo con gli occhi verdi. Aveva moltissimo eyeliner sugli occhi. Eccone un altro.
“C-Cosa?”
“Cosa prendi da bere?” il ragazzo le stava sorridendo gentilmente. Mercedes rise e fece ridere anche lui.
“Oh..una coca.” Il ragazzo la  guardò con uno sguardo confuso. “Che c’e?” chiese ridacchiando Mercedes.
“Una coca? Sul serio?” le chiese ridacchiando il barrista.
“Perché, non posso averla?”
“Oh certo, ma mi sembra strano che tu voglia una coca; di solito nessuno prende cose non alcoliche.” Disse mentre le porse il bicchiere pieno di coca.
“Io non sono una che beve.” Disse questo è prese un sorso di coca. Si girò di nuovo verso il palco.

Show a little more,
show a little less,
add a little spark,
welcome to…. Burlesque!

E con quest’ultima nota –che la ragazza aveva fatto durare a lungo- la canzone finì. Il pubblico cominciò ad applaudire mentre il sipario si chiudeva. Era stato un meraviglioso spettacolo. Ma Mercedes non voleva vedere uno spettacolo, voleva esserlo. Mercedes si girò verso il barista.
“Con chi si deve flirtare per passare da qui, a li sopra?” disse indicando il palco.
“Stai flirtando adesso?” le chiese il ragazzo e Mercedes rise.
“Con uno che ha più eyeliner di me?” il ragazzo la guardò confuso e Mercedes ghignò. “Dai.”
“Oltre quella porta laggiù.” Il ragazzo indicò una porta. “Chiedi di Rachel o Kurt. Di’ che ti mando io. Flirta pure.” E detto questo, il ragazzo diede a Mercedes un biglietto. Mercedes guardò il biglietto e sorrise al barista.
“Grazie Sam.” Mercedes si alzò e cominciò a camminare, ma si fermò quando sentì Sam.
“Ehi, ragazza che non beve! Ti piacerebbe dirmi il tuo nome?” Mercedes rise e gli urlò il suo nome. Sam sorrise e la lasciò andare.

Mercedes arrivò dietro le quinte dove c’erano musicisti, ragazze pronte ad andare in scena e ragazze sedute a scherzare e spettegolare. Si avvicinò a loro e chiese dove poteva trovare “Rachel” o “Kurt”. Il gruppo era formato da 4 ragazze: due bionde, una ragazza castana e una ragazza asiatica. Loro le dissero di entrare in una stanza e una delle ragazze –quella asiatica- le fece strada.
Mercedes entrò nella stanza dove c’erano dei grandi armadi, centinaia di armadi strapieni di vestiti di ogni tipo. C’erano un ragazza e un ragazzo vicino a uno di questi armadi.
“Scusate..siete voi Rachel e Kurt?” la ragazza e il ragazzo si girarono; si, erano loro.
“Si, siamo noi. Hai bisogno di qualcosa?” le chiese educatamente il ragazzo. Quel ragazzo aveva due occhi azzurri stupendi.
“Oh..ehm..io sono Mercedes Jones e-e mi piacerebbe..cioè vi ho visto ballare e cantare e--“ Mercedes fu interrotta dalla ragazza, Rachel.
“Ti piacerebbe lavorare qui?” Mercedes annuì.
“Va bene, e in quali locali hai ballato?” le chiese Kurt e Mercedes arrossì leggermente.
“Bhe..in nessun locale ma-ma mi so muovere!” Rachel guardò un attimo Kurt e lui le sorrise.
“Va bene, ragazza. Per adesso non abbiamo bisogno di altre ballerine ma quando ne avremo biso--“ Kurt fu interrotto da Rachel che gli urlò nell’orecchio.
“Kurt!! Ma che diavolo stai dicendo??” Kurt si girò verso Rachel confuso e Mercedes indietreggiò un pochino.
“Che ho detto?” chiese confusamente Kurt.
“Ma davvero vuoi far lavorare quella, nel mio locale??” chiese Rachel con aria sbalordita.
“Ok, prima cosa “quella” ha un nome. E seconda cosa, perché non dovrei farla lavorare? Ah, questo è il nostro locale, non è solo tuo.”
“Kurt tesoro, potevo sorvolare sul fatto che non ha ballato in nessun locale. Ma lei è..” guardò Mercedes e poi guardò di nuovo Kurt. “..grassa.”
“Ehi!” Mercedes guardò di scatto Rachel. “Si, sono grassa. Ma voglio davvero ballare e-e cantare, perfavore..” Rachel guardò Kurt.
“No. E il mio è un “no” definitivo. Kurt, mandala via.” E detto questo, Rachel sparì tra quegli armadi, lasciando soli Kurt e Mercedes.
“Lasciala stare, non è sempre così.” Disse Kurt a Mercedes.
“Ah no? Allora adesso era così perché c’ero io?” chiese Mercedes quasi arrabbiata.
“No..è..è un periodo duro, per lei. Ogni sera, dopo il numero di apertura comincia a bere, fino a non reggersi più in piedi. Comincia a dire cose senza senso, e si mette a litigare con tutti. Non sei tu che l’hai fatta arrabbiare. Non ti preoccupare.” Le disse Kurt, e Mercedes si rassicurò. Quel ragazzo era davvero rassicurante.
“Va bene..ma perché--“
“Non posso dirtelo.” Kurt aveva già capito cosa Mercedes gli volesse chiedere.
“Oh..scusami.” Si scusò Mercedes.
“Non fa niente. Comunque per quanto riguarda te, vorrei davvero farti lavorare qui, ma non abbiamo bisogno di altre ballerine.” Kurt guardò dispiaciuto Mercedes. Le alzò il viso e la guadò negli occhi. “Facciamo una cosa, lasciami il tuo numero, appena si libera un posto ti chiamo, va bene?” a Mercedes si illuminarono gli occhi e sorrise allegra.
“Va bene! Grazie Kurt! Ma..come faccio con Rachel?”
“Non ti preoccupare, a lei ci penso io.” Le disse rassicurante e Mercedes non si preoccupò più.
“Va bene..grazie Kur—Signor Hummel.” Si corresse Mercedes.
“Oh nonono, chiamami Kurt, ti prego.” Le disse ridacchiando e fece ridacchiare anche Mercedes.
“Va bene, Kurt.” Mercedes lasciò il suo numero a Kurt e si avvicinò alla porta. “Allora..a presto.”
“Certo.” Le disse allegro. “Ah, toglimi una curiosità; chi ti ha fatta venire qui?”
“Oh..quel barista biondo, Sam.” Rispose Mercedes e Kurt sorrise ancora di più.
“Oh...che bello!” Disse allegro e Mercedes lo guardò confusa.
“Che bello cosa?”
“Oh, niente, lascia stare.” Le rispose Kurt, che stava quasi saltellando dalla felicità. Quel ragazzo era tanto gentile e cordiale quanto misterioso e strano.
“KURT! Aiuto, Kurt! Vieni, c’e uno scarafaggio schifoso! Uccidilo, uccidilo! Ah, e portami anche un whisky, no..un brandy, no anzi, portameli entrambi!” Le grida di Rachel si potevano sentire ovunque. Kurt guardò Mercedes, quasi esausto.
“Quella donna mi farà impazzire.” Mercedes ridacchiò.
“Ce l’ha puoi fare.” Kurt la guardò e sorrise.
“KURT! VIENI!!”
“Vai.” Gli disse Mercedes ancora ridacchiando.
“E’ meglio.” Le disse Kurt.
“Buona fortuna!” Le disse Mercedes ormai fuori dalla porta. Kurt le fece un occhiolino e Mercedes chiuse la porta, sentendo un ultimo “KURT!!” di Rachel. Povero ragazzo, pensava Mercedes. Salutò le altre ragazze e uscì dal backstage. Quel backstage, prima o poi sarebbe diventato un po’ come la sua seconda casa. E quelle persone, la sua seconda famiglia.

Buona sera! Si, sono di nuovo io! Vi avevo detto che avrei cominciato un altra FF, bhe eccola u.u Ora sono sicura che vi state chiedendo "Ma come! Kurt e Rachel proprietari di uno strip bar??" Eh....si! Mi piaceva come idea! Per chi ha visto il film, capisce perchè ho messo loro 2. Per chi non ha visto Burlesque bhe, vi dico di andare subito a vederlo! Ecco le ragioni! 

1. C'e
Christina Aguilera! E da il meglio di se in quel film u_u <3 
2. C'e quel figone di
Cam Gigandet *-* 
3. C'e..
Dianna Agron! Eh si, c'e lei! Certo, fa una piccola parte e appare solo in una scena, ma è meravigliosa come sempre u_u 

Comunque...ho messo Mercedes come protagonista, perchè non ci sono molte FF dove lei è protagonista u.u E poi, la amo! 
Note! 

1. Ci sarà molta, ma tanta HummelBerry. Ormai lo sapete, io li amo insieme u.u Ma per questa volta sarà solo una semplice amicizia (Si.."amicizia"). 
2. La canzone che canta Rachel è "Welcome to Burlsque". La versione originale è cantata da Cher. 
3. Non so quando aggiornerò! Se sabato riesco, aggiornerò
"Quando un angelo non è altro che uno schifoso nazista". 

Bhe..che altro dire? Leggete e se vi piace mettete la storia tra le ricordate/seguite/preferite..e magari, lasciatemi una recensione u.u Se avete dubbi, domande o volete semplicemente sapere cosa ho mangiato a pranzo, chiedete pure! Risponderò a tutto! :D 

Alla prossima! E..
BuoGlee Day! <3 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Il Burlesque ***


Mercedes uscì dal locale e tornò al suo albergo. Intanto dietro le quinte del “Burlesque” le ragazze continuavano a parlare e perdere tempo. Kurt era andato da Rachel per cacciare via lo scarafaggio, mentre lei era andata a prendersi un wisky e un brandy, che già si era finiti.
Scese dal palco una ragazza con capelli rossi/arancioni e si un’ alle altre ragazza.
“Ehi ragazze, che si dice?” chiese mentre si sedeva.
“Niente, mentre eri in scena è entrata una ragazza di colore che voleva parlare con Kurt e Rachel.” Le rispose la ragazza castana.
“Una ragazza grassa.” Precisò una delle due ragazze bionde.
“Bhe, e allora? Che problema c’e con il suo fisico e il suo peso?” disse l’altra ragazza bionda.
“Le ragazze grasse, non sono attraenti. E non possono ballare qui.” Le rispose.
“Ma Kitty..che ne sai? Se magari è malata?” disse la ragazza castana.
“Oh andiamo, Marley. Lo sappiamo tutte che la vuoi proteggere perché è come tua madre!” rispose la ragazza bionda. Dopo aver detto questo, si alzò e guardò le altre. “Vado a prepararmi, fra poco tocca a me.” Disse con tono compiaciuto e si avviò nell’altra stanza.
“Lasciala stare, Marley. Sai che Kitty è fatta così..deve sempre offendere.” Disse la ragazza bionda alla ragazza castana.
“Lo so..” disse la ragazza castana guardando verso il basso.
“Comunque..a voi come vi sembra? Simpatica?” chiese la ragazza rossa.
“Si, molto.” Rispose la ragazza bionda e Marley annuì. Si sentì una porta chiudersi e da una stanza uscì la ragazza asiatica.
“Ragazze, il lavandino è di nuovo intasato.” Disse avvicinandosi alle altre.
“Vallo a dire a Finn.” Disse la ragazza rossa e la ragazza asiatica sbuffò. Si allontanò e andò in una parte più scura del backstage dove c’erano vari ragazzi.
“Finn, il lavandino si è di nuovo intasato.” Disse a un ragazzo altissimo e muscoloso.
“No, non dirmi niente. Non mi interessa, vai da Artie.” La ragazza sbuffò di nuovo e si avviò verso i musicisti. Si avvicinò ad un ragazzo sulla sedia a rotelle.
“Artie, il lavandino--“
“Non lo chiamo l’idraulico, Tina. L’ho già chiamato tre volte questo mese.” Gli disse cominciando a sistemare dei CD.

“Ehi Rachel, hai letto quest’avviso?” chiese Finn a Rachel, che aveva lasciato Kurt da solo a cacciare via lo scarafaggio. Le diede un foglio e lei lo guardò triste.
“Bhe, e che devo farci?” chiese lei scettica. Lui sbuffò e la guardò.
“Questa cosa non cambia mai. Non vuoi parlarmi prima dello show, non puoi parlarmi dopo lo show..sembra che tu voglia evitarmi.”
“Bhe, e per questo che ho divorziato da te, no? Non ho di certo divorziato per poter passare più tempo insieme!” rispose acida Rachel.
“Ok, forse non sarò più tuo marito, ma sono ancora il proprietario di metà di questo locale.”
“Il proprietario? No, i proprietari siamo io e Kurt, tu non fai niente!” Rispose Rachel e detto questo, tornò da Kurt. Kurt era seduto su una poltroncina e stava guardando serio Rachel.
“Rachel..dobbiamo parlare.” Le disse con voce bassa.
“Non lo stiamo già facendo?” chiese Rachel confusa.
“Rachel..vieni a sederti vicino a me.” Le disse dolcemente e Rachel si sedette accanto a lui. “Rachel..perchè hai mandato via quella ragazza?”
“Lo sai. Non poteva ballare, era grassa.”
“Ma Rachel..quella ragazza voleva davvero ballare qui. E se ballare fosse il suo sogno? E tu gliel’avessi infranto?” gli disse Kurt guardando Rachel negli occhi. Rachel si alzò e si allontanò da Kurt.
“Kurt..vuoi davvero parlarmi di sogni infranti?” chiese Rachel con voce quasi rotta, come se stesse per piangere.
“Rachel..lo so che tu--“ Kurt non finì la frase che Rachel scoppiò a piangere.
“Il mio sogno è stato infranto, Kurt! Il mio! La NYADA non mi ha accettata! E tu lo sai!” Kurt cercò di dire qualcosa ma Rachel continuò. “Questo locale è tutta la mia vita, Kurt. Ma..ma sta cadendo a pezzi, e sta fallendo. E..e io non posso far lavorare qui una ragazza in carne, quando il locale già sta fallendo..” Rachel piangeva e parlava allo stesso tempo. Si sedette su una poltroncina a un posto e continuò a piangere. “La..la banca mi..” si fermò un attimo per respirare e continuò, tirando fuori il foglio di prima. “..mi ha mandato questo. Ci..ci dice che se non paghiamo tutte le bollette…il locale verrà definitivamente chiuso. Abbiamo un mese di tempo. Credi che un mese possa bastare??! No! Non basterà e il locale verrà chiuso! Tutto il nostro lavoro andrà perduto per sempre! Io dovrò cominciare a lavorare in qualche posto orribile, come una fabbrica ad esempio! E magari comincerò a vendermi! Si, diventerò una prostituta e-e rimarrò incinta di tanti bambini e dovrò prendermi cura di loro da sola, sarò una madre single! E tu intanto cercherai di diventare stagista di Vouge.com, ma non ci riuscirai e allora comincerai a venderti anche tu! Diventerai la versione maschile di una prostituta e-e comincerai a fumare, ti verrà il cancro e ci perderemo di vista! Io perderò la casa e diventerò una barbona e--“ Kurt baciò dolcemente Rachel per farla stare zitta. Rachel spalancò gli occhi e Kurt si staccò. Rachel stava continuando a singhiozzare e il suo respiro era irregolare. Kurt le aprì le gambe e si inginocchio davanti a lei.
“Che..che stai facendo??” chiese un po’ spaventata Rachel. Kurt la guardò dolcemente negli occhi e le sorrise.
“Niente, volevo solo sistemarmi meglio. Adesso almeno mi ascolterai.” Rachel lo guardò e decise di ascoltarlo. In quella posizione si potevano vedere benissimo gli occhi di Kurt. Erano stupendi, magici. “Rachel, non diventerai mai una prostituta, o una madre single o una barbona. Mai. Sei una ragazza stupenda e hai moltissimo talento. Il locale non fallirà mai, e se mai dovesse succedere, sappi che avrai tantissime altre occasioni per poter fare altro. Riproverai alla NYADA e sono sicuro che questa volta ti accetteranno. E sai perché? Perché tu sei Rachel Berry. Sei la ragazza più talentuosa e ambiziosa del mondo. Non ti arrendi mai, e non dovresti farlo nemmeno ora. Le cose sembrano difficile, ma noi due” Kurt le prese le mani “sistemeremo ogni cosa. Riusciremo a salvare questo locale. E non ci perderemo mai di vista. Rimarremo insieme per sempre e rimarremo amici per sempre. Quando saremo anziani, vivremo nella stessa casa di riposo e romperemo le palle alle altre persone con i nostri discorsi su “Wicked”,“Rent” e “West Side Story”. Saremo così odiosi, che i proprietari della casa di riposo ci cacceranno via e ci bandiranno a via.” Rachel ridacchiò e Kurt le sorrise dolcemente. “Questo locale non fallirà e noi rimarremo insieme per sempre. Ok?” Rachel annuì e Kurt sorrise soddisfatto.
“Ti voglio bene Kurt.” Disse ancora lacrimando Rachel e Kurt l’abbracciò.
“Ti voglio bene anche io.” Le rispose Kurt, continuando ad abbracciarla. “E scusami se ti ho baciata, ma dovevo fermarti.”
“Non ti preoccupare, mi è piaciuto.” Ammise Rachel e Kurt ridacchiò facendo unire anche lei alla sua risata. 

Il giorno dopo, Mercedes continuò la sua ricerca al lavoro ma non trovò niente; possibile che in una città così grande come quella, non si trovasse un lavoro? Continuò per tutta la giornata e quella sera, decise di tornare al “Burlesque”. Quelle ragazze erano bravissime a ballare e avevano dei corpi bellissimi. Ma Mercedes aveva notato una cosa: tutte le ragazze -apparte Rachel- cantavano in playback. Come mai? Mercedes ci pensò per molto tempo, ma quando vide Sam che la salutava dal bancone smise di pensarci e si avvicinò a lui.
“Di nuovo qui?” le chiese Sam.
“Già. Mi sta cominciando a piacere questo posto.” Disse allegra Mercedes.
“Che ti do’? Oh aspetta, non dirmelo. Una coca.” Mercedes ridacchiò e Sam la guardò allegro.
“Indovinato.” Sam le diede il suo bicchiere di coca e Mercedes cominciò a bere.
“Quindi..non sei riuscita a flirtare con Kurt e Rachel.” Mercedes guardò Sam e lui rise.
“Con Kurt si, ma con Rachel no…vabbè, mi troverò un altro lavoro. Anche se non ho trovato ancora nulla, per ora.”
“Troverai qualcosa, non ti preoccupare.” Sam le sorrise e Mercedes ricambiò il sorriso.
“Ehi, piccioncini. Se proprio dovete farlo, almeno trovatevi una stanza.” Mercedes si girò e vide Kurt che sorrideva divertito.
“Kurt, ciao!” Disse allegra Mercedes e Kurt le diede un bacio sulla guancia.
“Come va? Hai trovato lavoro?”
“Non ancora..comunque sto’ bene!” Rispose allegra Mercedes e Kurt sghignazzò. “Lo vedo..” mormorò a bassa voce Kurt, guardando Sam.
“Che ci fai qui, Kurt? Non dovresti essere di là a litigare con Rachel?” chiese scettico Sam, evidentemente imbarazzato per quella situazione.
“E proprio per Rachel che sono qua; preparami due wisky. Io vado un attimo in bagno e quando torno, li voglio trovare pronti.”
“Va bene.” Disse Sam cominciando a preparare i due alcolici, mentre Kurt andava in bagno.
“Sam, li porto io a Rachel.” Disse Mercedes quando l’ordine fu pronto. Sam la guardò confuso ma glieli porse lo stesso.
“Va bene, vai.” Mercedes sorrise e entrò nel backstage.

Le ragazze salutarono Mercedes e le chiesero cosa ci faceva là dentro. Mercedes rispose che doveva portare due wisky a Rachel,e  proprio in quel momento Rachel la vide.
“Cosa ci fai tu qui?” chiese Rachel e Mercedes le porse i due wisky.
“Questi sono tuoi. Kurt è andato in bagno e quindi te li ho portati io.” Rachel guardò Mercedes e prese i due alcolici.
“Grazie. Ora vattene.” Mercedes annuì e si girò, andando a sbattere con una ragazza mora e con gli occhiali da sole.
“Ma che fai?!” girdò la ragazza mora.
“Oh Dio, Santana! Pensavo non saresti più arrivata!” Disse Rachel e la ragazza mora si levò gli occhiali mostrando dei bellissimi occhi neri.
“Manicure e pedicure, ci hanno messo un secolo..” disse levandosi il giubbino.
“E quanti ce ne metterai tu, dopo che ti avrò licenziata?” disse Rachel e Santana ghignò.
“Dai, Rachel..”
“Preparati!” E detto questo, Rachel se ne andò. Mercedes -che aveva assistito a tutta la scena- provò ad andarsene, ma Santana la bloccò.
“Ehi tu, portami un martini. Grande, tre olive e anche un Bloody Mary, fa presto!” Disse mentre si sedeva davanti a uno specchio e cominciava a truccarsi.
“I-Io--“Mercedes tentò ma qualcuno gli mise due mani sulle spalle; era la ragazza bionda del giorno prima.
“Non lavora qui, San.” Disse gentilmente.
“Allora non ha niente da fare.” La ragazza bionda se ne andò e Mercedes rimase a guardare la ragazza mora truccarsi.
“La tua mamma non ti ha detto che è mal’educazione fissare?” disse la ragazza mora.
“E’ che sei così bella--“
“Oh bhe, allora al diavolo la tua mamma e fissami pure.” Disse soddisfatta la ragazza.
“E’ quasi impossibile non notarlo!” Continuò Mercedes e la ragazza la guardò confusa.
“Non notare cosa?”
“Che sei un travestito.*” Disse Mercedes andando via e facendo ridere le altre ragazze, tranne Santana che la guardò con odio e rabbia.

Mercedes tornò in sala e Kurt tornò dietro le quinte. Mercedes vide un signore che chiamava una cameriera, troppo impegnata ad amoreggiare con un ragazzo per ascoltarlo. Prese allora un vassoio e cominciò a prendere alcune ordinazioni. Andò al bancone e Sam la guardò confuso.
“Allora..un baby Patròn..e quel signore laggiù vuole un Bloody Mary.” Disse allegra.
“Che stai facendo?” chiese confuso Sam.
“Una serata, ti prego! Se non sono meglio di “mi metto ad amoreggiare durante il lavoro” non dovrai pagarmi.” Disse Mercedes e Sam cominciò a preparare i drink.

Mercedes continuò a servire per tutta la sera, finchè non fu vista da Rachel e Kurt.
“Ma che diav-ehi, Sam.” Rachel fece segno a Sam di avvicinarsi. “Quella che ci fa lì?”
Quella si chiama Mercedes. Ed è la nuova cameriera.” Disse allegro Sam.
“E da quando ti ho nominato capo del personale?” chiese scettica Rachel.
“Aveva bisogno di un lavoro, e io glielo dato.”
“Hai fatto bene.” Disse allegro Kurt e Rachel lo guardò arrabbiata.
“Kurt, perfavore.”
“Rachel, non vuoi farla ballare ma almeno falle servire i tavoli! Ha bisogno di un lavoro.” Kurt disse questo quasi supplicandola e Rachel chiamo Mercedes, che si avvicinò esitante.
“Senti, sei carina e visto che hai bisogno di un lavoro, ti farò servire i tavoli. Ma non fare mai più niente alle mie spalle.” Disse Rachel e Mercedes annuì.
“Si signora.”
“E non chiamarmi mai più signora.”
“Si signora..no cioè signore- no ehm..Rachel.” Disse Mercedes rossa per l’imbarazzo mentre Kurt rideva insieme a Sam.
“Puoi andare.” Disse Rachel e Mercedes continuò il suo lavoro. “Secondo te ho fatto la cosa giusta?” chiese a Kurt.
“Hai fatto la cosa migliore.” Le disse sorridente Kurt e Sam annuì.
“Va bene..andiamo di là.” Disse tirando per il braccio Kurt e lasciando Sam al suo lavoro; cioè, quello di guardare tutto il tempo Mercedes e sorriderle ogni volta che gli si avvicinava. Sam Evans, si era preso una bella cotta per la sua nuova collega.

Buon pomeriggio! Come va? Ancora scossi per la 4x14? Io si, e lo sarò per almeno un mese. Comunque, ieri avrei dovuto aggiornare "Quando un angelo non è altro che uno schifoso nazista" ma sono stata rapita dagli alieni che mi hanno costretta a studiare matematica. Quindi avrei dovuto aggiornare oggi, ma il capitolo lo sto ancora scrivendo perchè è veramente lungo! So..non so quando aggiornerò, penso Martedì sera...ah! Avviso per le persone che leggono "Non mi fido di te"...ho deciso, cancellerò la FF. La ricomincerò ma molto cambiata e forse anche più bella! ^^

Comunque, passiamo al capitolo! Si scopre che il "Burlesque" tira avanti per miracolo e grazie solo, per l'aiuto di Kurt, visto che Rachel beve sempre e Finn..non fa una mazza. Finn e Rachel hanno divorziato, e voi mi odiate, o mi amate, dipende dai casi. Mercedes e Sam si stanno avvicinando piano piano...e grazie a Sam, Mercedes comincia a lavorare come cameriera! Che succederà? <3 

* Battuta del film, la dovevo mettere, scusate. 
So che ora state pensando, che io sia davvero pazza a far baciare Kurt e Rachel, ma scusate..non riesco a non farli avviccinare sempre di più! >.< Sono meravigliosi! 

Ci vediamo al prossimo capitolo (Chissà quando lo metterò) e..non so, magari lasciatemi una piccola recensione e ditemi cosa ne pensate del capitolo..oppure ditemi le vostre impressioni della 4x14 (Per chi l'ha vista) :D 

Bye Bye! <3 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** I ladri sono ovunque. ***


Mercedes era passata dal fare la cameriera di un bar di Lima, a fare la cameriera in un locale di Los Angeles. Non era cambiato niente. Ma per lei era diverso; quella città era sempre stata il suo sogno, e non le importava se continuava a fare la cameriera. L’importante era che ora non fosse più in Ohio.
Quella mattina Mercedes si svegliò, fece colazione e andò in libreria. Comprò tutti i libri che parlavano dell’arte del “Burlesque” e tornò in camera. Si stese sul letto e con un pacco di cioccolatini e del latte, cominciò la sua avventura nel mondo del “Burlesque”. Si informò su tutto quello che c’era da sapere: i vestiti, le musiche e i balli. Mercedes sapeva bene che Rachel non l’avrebbe mai fatta salire su quel palco, ma non le importava. Forse non il giorno dopo, o fra un mese, ma Mercedes sapeva che prima o poi, sarebbe diventata una star.

Era bello lavorare al “Burlesque”. Tra le battute di Puck, le chiacchierate con le ragazze e i litigi di Kurt e Rachel, Mercedes quasi si dimenticava di essere solo una cameriera. Ed erano passati solo un paio di giorni da quando aveva cominciato ad lavorare.  
“Buona sera Sam!” Disse allegra avvicinandosi al barista.
“Ehi, ciao!” Rispose il biondo sorridendo.
“Tutto bene?” chiese la ragazza prendendo un vassoio.
“Si, ieri mi ha chiamato la mia ragazza e--“ Sam si fermò quando vide Mercedes sghignazzare. “Che c’e da ridere?” chiese confuso.
“Bhe, è così ovvio.” Disse continuando a ridere. Sam la guardò ancora più confuso e Mercedes gli sorrise. “Tesoro, non ci credo che hai una ragazza. Al massimo un ragazzo.” Sam la guardò interdetto.
“Pensi davvero che io sia gay?” chiese con gli occhi spalancati.
“Certo.” Disse Mercedes mentre scrollava le spalle.
“Ma-ma perché?” chiese il biondo.
“Sam, dimmi perché un ragazzo etero si dovrebbe mettere l’eyeliner sugli occhi.” Disse la ragazza appoggiandosi al bancone. Il ragazzo sembrava in difficoltà e non rispose. “Hai visto? Dai, a me non importa se sei gay. Mi piaci lo stesso.” Disse sorridendogli. Sam ricambiò il sorriso e cominciò a prendere delle bottiglie.
“Stanno arrivando i clienti, preparati.” Disse a Mercedes.
“Sempre pronta.”

Rachel entrò nel bagno e andò a lavarsi le mani. Aprì l’acqua e in quel momento sentì degli strani versi provenire da una delle cabine. Chiuse l’acqua e si girò verso le cabine. Da una di esse uscì Quinn -una delle due ragazze bionde- con una mano sulla bocca e gli occhi verso il basso. Si avvicinò ai lavandini, vicino Rachel.
“Stai bene Quinn?” chiese Rachel. Quinn annuì debolmente e aprì l’acqua.
“Si, ho solo vomitato un po’. Niente di grave..” disse sciacquandosi la bocca.
“Oh Dio, fa che non sia influenza.” Disse Rachel roteando gli occhi. Quinn scosse la testa e cominciò a singhiozzare. Rachel la guardò confusa e finalmente capì. “Oh Dio, fa che sia influenza!” Disse preoccupata. “Quinn, ti prego dimmi che non è quello che penso!” Disse all’amica che cominciò a singhiozzare più forte.
“E’ quello che pensi…sono incinta.” Disse abbassando la testa. Rachel spalancò gli occhi.
“Oddio…l’hai già detto a Puck?” chiese alla bionda che scosse la testa.
“No..non posso. Ho paura.” Disse tra un singhiozzo e l’altro. “E se non volesse più stare con me?!” urlò ad un certo punto.
“Quinn, ma che stai dicendo?! Puck ti ama! Ti ha sempre amata e ti amerà per sempre! Sarà felicissimo di diventare padre! So che è un po’ idiota, ma lui non ti lascerebbe mai, per nessuna ragione!” Rachel guardò Quinn negli occhi. “Sono sicurissima che ti amerà ancora di più quando gli dirai che sei incinta, e sai perché?? Perché quella piccola creaturina che ora è dentro di te, l’avete fatta insieme. Lega te a Puck, e lui a te. Vi lega e vi legherà per sempre.” Fece un piccola pausa per riprendere fiato. “Non devi avere paura di lui, o di quello che dirà. Devi essere felice, perché presto diventerai mamma! E devi ricordarti, che avrai sempre il sostegno mio, di Kurt e di tutti quelli che lavorano qui.” Rachel finì e Quinn si buttò su di lei, abbracciandola. Continuò a piangere mentre Rachel l’accarezzava.
“Grazie Rachel.” Sussurrò e Rachel sorrise. Quinn si staccò da quell’abbraccio e la guardò negli occhi. “Sei l’amica migliore del mondo.”
“Lo so.” Disse Rachel facendo ridere Quinn. “Andiamo, dobbiamo esibirci.” Quinn annuì e insieme uscirono dal bagno.

La serata stava andando bene, come sempre. Mercedes serviva tutti i tavoli e ogni tanto lanciava a Sam qualche sguardo dolce. Dopo un paio di numeri si sedette al bancone, lasciando il lavoro alle sue colleghe. Si fermò a vedere l’esibizione di Quinn. Quella ragazza era veramente bellissima, ed era anche simpaticissima. Tutte le ragazze erano simpatiche. Forse quella meno simpatica era Kitty..e poi, c’era Santana. Da quando era stata assunta non l’aveva ancora vista, ma si ricordava com’era. Mercedes già sapeva che Santana non la poteva vedere. L’aveva capito al loro primo incontro. Ma non le importava, avrebbe provato a diventare sua amica.
Dietro le quinte intanto, era finalmente arrivata Santana. Si stava mettendo in fretta e furia i vestiti per lo spettacolo, quando Kurt andò da lei.
“Santana! Ma dov’eri finita??” chiese il ragazzo. Santana non lo pensò nemmeno e continuò a vestirsi. “Puoi anche fermarti, è entrata Quinn al tuo posto.” Santana si girò di scatto verso di lui e poi verso il palco; era davvero entrata Quinn. Santana sbuffò e il suo sguardo cadde su una cameriera; Mercedes.
“Che ci fa lì quella cameriera? Voglio che la butti fuori, adesso.” Disse con rabbia.
“Ma perché? Che ti ha fatto?” chiese il ragazzo.
“Mi ha detto che sono un travestito!” Sbottò la ragazza. Il ragazzo scrollò le spalle e ghignò.
“Eh allora? Non sarà la prima volta che te lo dicono.” Disse con nonchalance. La ragazza lo guardò di scatto e si rivolse al ragazzo sulla sedia a rotelle.
“Accendi la mia base!” Gridò per farsi sentire e il ragazzo annuì. Kurt guardò confuso Santana.
“San? Che stai facendo??” la ragazza non rispose e entrò in scena. Cominciò a “cantare” e a ballare, dando del filo da torcere alla bionda. Continuarono a rubarsi le frasi della canzone e a ballare una avanti all’altra, per farsi notare. La canzone finì e Santana buttò via dalla scena Quinn; voleva stare solo lei sul palco.

Dopo questa canzone, ne partì un'altra. A cantarla fu Santana e a ballare intorno a lei, ci furono Tina e Sugar. Le due ragazze avevano due vestiti da infermiere, infermiere sexy. Santana era stesa su di un lettino. Mercedes diede uno sguardo al palco e continuò il suo lavoro. Un cliente le fece segno di avvicinarsi e Mercedes si avvicinò al suo tavolo. Il ragazzo era castano e aveva dei bellissimi occhi verdi.
“Un martini e un Bloody Mary. Ah, puoi dire a Kurt che sono qui?” il ragazzo aveva uno strano accento, francese.
“E lei sarebbe?” chiese Mercedes e il ragazzo sorrise.
“Sebastian Smythe.” La ragazza annuì e andò verso il bancone.
“Quel ragazzo là” Mercedes indicò il ragazzo al tavolo. “vuole un martini e--“
“E un Bloody Mary.” Sam finì la frase di Mercedes e lei rise.
“Si, cliente abituale eh?”chiese Mercedes.
“E’ Sebastian Smythe. Viene qui ogni sera, esce con Santana per questa settimana.” Disse Sam con nonchalance.

I’ve got a dentist,
who’s over seven feet tall.
Mm I’ve got a dentist baby.
The man is over seven feet tall.
His name is Doctor Long John,
and he answers every call.

You know, I went to Long John’s office, and said
“Doctor the pain is killing me”.
Mmm I went to Long John’s office, and said
“Doctor the pain is killing me”.

He said “Don’ worry baby,
it’s just your cavity in need to feel a filling”.

Santana aveva una voce bellissima. Calda e sensuale. Ma Mercedes capì che era una poco di buono. L’aveva capito grazie a quella canzone. La canzone era già di per sé, volgare e spinta. Ma Santana la rendeva ancora più volgare con gesti e urli. Mercedes non ci pensò molto e guardò il posto dove prima c’era il ragazzo francese. Adesso era vuoto, perché il ragazzo era andato a parlare con Kurt e Rachel. Mercedes avrebbe voluto sapere di cosa era andato a parlare.

“Allora, cosa vuoi da noi, Smythe?” Kurt era annoiato. Aveva le braccia incrociate e non vedeva l’ora di tornare a casa. Lui e Rachel erano seduti da un lato di un tavolino, dietro loro, in piedi, c’era Finn. Seduto di fronte a loro c’era Sebastian Smythe. Stava ghigando e Kurt avrebbe tanto voluto tirargli qualcosa in faccia, non lo sopportava.
“Bhe Kurt, sono qui per aiutarvi.” Disse Sebastian e Kurt alzò un sopracciglio confuso.
“Aiutarci?” chiese Kurt.
“Si. Finn mi ha detto che avete qualche problemino con le tasse..” Kurt e Rachel si girarono verso Finn che fece spallucce.
“Bhe? Si siamo incontrati e gli ho detto la verità.” Disse Finn e Kurt alzò gli occhi al cielo.
“E in che modo, vorresti aiutarci?” chiese Rachel.
“Dovete solo vendermi il locale, solo questo.” Disse Sebastian e Kurt spalancò gli occhi.
“Venderti il locale??” chiese Kurt quasi sorpreso.
“No, assolutamente no. Questo locale è mio e di Kurt.” Disse Rachel con fare autoritario.
“So che ci tenete al vostro locale, ma se davvero volete che torni splendente come prima, dovete vendermelo.” Disse Sebastian .
“Perché ci tieni tanto al nostro locale, Bas?” chiese Kurt e Sebastian scrollò le spalle.
“E’ bello e mi piace. E quando una cosa mi piace, dev’essere mia! Ero così pure da bambino.”
“Dovevi avere davvero tanti amici al parco giochi.” Disse Kurt sarcastico.
“Può darsi, comunque” Sebastian si alzò e prese la sua giacca. “l’offerta è sempre valida.” Detto questo, se ne andò.

La serata continuò normalmente e finalmente, Mercedes tornò al suo albergo. Non vedeva l’ora di mettersi nel letto e addormentarsi. Non avrebbe messo la sveglia, non si voleva svegliare la mattina dopo. Prese le chiavi della sua camera e salì le scale. Si avvicinò alla sua camera e allora si paralizzò. La serratura era stata scassinata. Mercedes entrò di colpo in camera e cominciò a tremare; era tutto in disordine, i quadri erano rotti e i vetri delle finestre erano spaccati. Erano stati dei ladri, sicuramente. Mercedes si avvicinò alla televisione e l’alzò dal mobiletto. I soldi che aveva nascosto erano spariti. I ladri le avevano rubato tutto. Come avrebbe fatto a continuare la sua vita a Los Angeles?

Saaalve! Si, sono ancora viva! *Passa balla di fieno* Ok, so quello che avevo detto "Aggiornerò in un paio di giorni!", e poi passarono settimane....ma ho una spiegazione! La spiegazione è che sono pigra. Sono davvero pigra e mi scocciavo di scrivere. Quelle volte che avevo voglia di scrivere, il computer o si bloccava, oppure lo stava usando mio fratello, o altre cose. Poi ho anche ricevuto un messaggio dal mio ex e...vabbè, lasciamo stare.
Mi dispiace tanto di avervi fatto aspettare e..di rifilarvi questa sottospece di capitolo. Lo so, è orribile. Ma il prossimo sarà più bello! Promesso! u_u 

La canzone che canta
Santana è "Long John Blues". Hanno fatto varie versioni di questa canzone. 

Vi ricordo che sono accettate/i recensioni/critiche/consigli so...recentite/criticate/consigliate! <3 E se la storia vi piace, mettetela tra le preferite/seguite/ricordate ^^ 

Ci vediamo venerdì con il decimo capitolo della mia
FF HummelBerry! :) A presto! <3

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1613624