L' amore è una cosa semplice

di _Secretly_93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


                            
Nevica. E’ la prima nevicata all' Upper East Side, ma non ho tempo per fermarmi ad ammirare lo spettacolo. Sono inesorabilmente in ritardo. Sono mesi che cerco di ottenere un’ intervista con il dottor Follow, uno dei migliori analisti del paese, e con molta determinazione sono riuscita a concordare questa cena nel ristorante del lussuosissimo  Empire Hotel, ma ovviamente il mio capo, John West, decide di farmi fare qualche straordinario.
Ma scusatemi, non mi sono ancora presentata. Sono Giulia, Giulia Robinson  e sono una psicologa. Mi sono trasferita dall’ Italia  più o meno due anni fa, subito dopo la laurea. Da piccola ho sempre sognato di vivere a New York. Mi attirava tutto di questa  città, dalla Statua della Libertà, la cultura presente ad ogni angolo, medallion cab cioè i famosi taxi gialli, ma decisamente quello che adoro di più sono i grattacieli. Avete mai provato a guardare un grattacielo quando avete una giornata no? Pensateci, sono edifici così impetuosi da farti mancare il fiato, dove centinaia di persone hanno dato il massimo giorno dopo giorno per far si che il loro lavoro portasse alla costruzione dei più alti grattacieli del mondo, e la vista da là su sarà sicuramente fantastica, sarei capace di ogni cosa da lassù. Quindi, per la cura al pessimismo mi basta alzare gli occhi ai possenti grattacieli per non dimenticare i miei sogni e per arrivare un giorno a guardare tutto ciò che mi circonda, a un passo dal cielo. Purtroppo la strada è ancora lunga, quindi meglio non sognare troppo. Ma vi parlerò più avanti del mio lavoro, adesso è il momento di presentarvi la mia coinquilina o sarebbe meglio dire la mia miglior amica, Hanna. Ci conosciamo praticamente da sempre, siamo cresciute nello stesso quartiere e dopo esserci laureate entrambe a pieni voti alla facoltà di psicologia di Caserta abbiamo deciso di intraprendere questa nuova avventura insieme ed eccoci qua. Quando rientro in casa, la trovo vicino ai fornelli a preparare il suo piatto forte: lasagne alla napoletana, questo non promette niente di buono.
 << Ciao Giulia!>> mi urla.
 << Sono lasagne quelle che stai cucinando? Devi dirmi qualcosa Hanna ?>> urlo di rimando, già diretta sotto la doccia.
<< No, cosa te lo fa pensare? Una persona non può più cucinare per la sua più cara amica senza destare dei sospetti? >> dice Hanna con finta aria offesa.
<< Hanna non ho tempo per questi giochetti. Tra un’ ora devo essere all’ Empire hotel per l’intervista con il dottor Follow e oggi John è stato insopportabile. Non faceva altro che invadere il mio spazio personale quello stronzo e trovare futili pretesti per avermi nel suo ufficio. Quindi per favore, vieni al sodo >> Esco al volo dalla doccia diretta verso la mia camera, dove sul letto a due piazze ho già preparato l’ abbigliamento adatto per la serata, ovviamente tutto approvato dalla fedelissima Hanna. E’ lei quella sexy ed esperta di moda. Anche in questo momento con un paio di jeans , una camicia di flanella. E i lunghi capelli rossi raccolti in una treccia è più sexy che mai.
<< Quel dannato bastardo! >> urla Hanna, mentre si precipita in camera mia << Giulia devi iniziare a reagire, non puoi permettere a quell’ uomo di trattarti così, non più. >>
Oh ,no! Adesso inizia la ramanzina.
<< Hanna ho bisogno di quel lavoro. Ti ricordo che la nostra situazione finanziaria non è delle migliori.>>
<< Certo che me lo ricordo, ma non mi piace vederti trattata in questo modo. Su dai, vieni qui lasci che ti aiuti coi capelli.>>  Entrambe lasciammo cadere l’ argomento e io inizia finalmente a rilassarmi con le mani agili di Hanna che gioca a barbie umana con me.
Mezz’ora dopo ero perfettamente truccata e i miei capelli, bhè ..erano fantastici.  I lunghi capelli castani mi ricadevano in morbide onde incorniciando il viso scarno, gli occhi grandi e verdi messi  in risalto dal trucco. Per l’ occasione ho scelto, o sarebbe meglio dire Hanna ha scelto, un semplice vestitino nero corto sul ginocchio e stretto in vita, molto professionale a suo parere e al quanto pare mette in risalto la mia figura, ma questa volta devo concederglielo , ha dato davvero il meglio di se, sono fantastica!
<< Grazie Hanna. Sono fantastica ed è tutto merito tuo.>>  Mi volto verso di lei e ci abbracciamo come solo due amiche, due vere amiche sanno fare. Avete mai provato a soffermarti sulle emozioni e sulle sensazioni che è in grado di trasmetterti un abbraccio? Quando abbracci qualcuno, non avverti forse uno straordinario calore umano, un intenso conforto e un profondo senso di pace? Abbracciarsi è così straordinariamente semplice e così meravigliosamente magico.
Prendo il cappotto e la borsetta e mi dirigo alla porta, ma prima di uscire Hanna mi ferma.
<< Hey Giulia, comunque c’ era qualcosa che volevo dirti.>> Lo sapevo. Hanna non cucina mai lasagne senza un valido motivo. Chissà cosa mi chiederà stavolta.
<< immaginavo. Dimmi Hanna>>
<< Bhè.. in realtà stasera avevo organizzato una serata romantica con Edward, e gli ho proposto di dormire qui da noi, ma se per te è un problema posso chiamarlo subito e disdire, scusa so che dovevo parlartene prima di invitarlo, ma non ci ho pensato.>> Come potrei mai dirle di no? E poi Edward è davvero un bravo ragazzo e soprattutto è innamorato di Hanna, basta osservarli. Si sono conosciuti più o meno un anno fa, in una galleria d’ arte e da allora non si sono più lasciati. La cosa più importante è che Hanna è davvero felice con lui, non l’ ho mai vista così spensierata e piena di vita come in quest’ ultimo anno.
<< Certo Hanna per me non è un problema, tornerò a notte fonda. E mi raccomando fate i bravi.>> Come premio Hanna mi regala uno dei suoi magnifici sorrisi, mi bacia la guancia e ci salutiamo. << Fatti valere Robinson.>>  << Oh, puoi starne certo cara! >>
 
 
Alle venti in punto sono seduta al tavolo che avevo prenotato una settimana fa.  Ma a mancare è proprio lui. Seduta da sola a quel tavolo, aspettando Mr. Follow,  sento tutto il peso di questa serata sulle spalle , per quello che rappresenta per la mia carriera, per il mio futuro. L’ articolo sarà pubblicato sul prossimo numero del New York Times. Sarà il mio trampolino di lancio per aprire finalmente uno studio tutto mio e per poter dire finalmente dire addio a John, e alla sua eccessiva “premura” nei miei confronti . E’ strano come una persona che non conosci può stravolgere in poche ore tutto ciò che avevi ritenuto fino a quel momento stabile nella tua vita. Credo che queste persone dovrebbero avvertirci in qualche modo, mandarci qualche segnale, almeno così potremmo prepararci nel modo che riteniamo più giusto a farle entrare nella nostra vita. Capire se siamo disposti a rimetterci in gioco , anche solo per vivere qualche brivido in più, o preferire la nostra vita più sicura e stabile ma più monotona. Io di sicuro so cosa voglio da quell’ uomo, e farò ogni cosa per ottenerlo.
Venti minuti più tardi, il mio ospite non è ancora arrivato. Se la sta prendendo comoda il dottorino!
 Si avvicina al mio tavolo uno dei camerieri, che mi consegna un biglietto ripiegato indirizzato a me, scritto in una bellissima e chiara grafia. Il cameriere si allontana, e io leggo il biglietto.
“Mi dispiace infinitamente  Miss  Robinson, ma un malore mi costringe a restare a letto. La mia segretaria  la contatterà al più presto per un nuovo appuntamento. Le mie più sentite scuse.
                                                                                              Alexander Follow
                P.S. Non aveva mai accennato di essere così bella, non vedo l’ ora di incontrarla.
Ma chi si crede di essere! Solo perché è un uomo ricco e famoso crede di poter trattare le persone a suo piacimento! E per lo più prendermi anche in giro con quel suo stupido post scriptum. E’ proprio il giusto compimento di una giornata schifosa. Prima John, con le sue molestie da maniaco, il non poter tornare a casa prima di notte fonda, perché ovviamente Hanna doveva scegliere proprio questa serata per dimostrare il suo amore a Edward, e adesso questo. No , questo è davvero troppo. Mi alzo come una furia dal tavolo, e mi dirigo all’ ingresso del ristorante dove mi viene riconsegnato il mio soprabito. Mi lascio trasportare dall’ istinto, o sarebbe meglio dire dalla rabbia, e mi avvicino alla reception, dove trovo un anziano signore sulla sessantina nel suo costoso abito firmato, che mi rivolge il suo sorriso professionale per l’ occasione.
<< La camera del dottor Follow, per cortesia>> dico con forzata gentilezza.
<< Il nostro ospite ha chiesto espressamente di non voler essere disturbato e di non voler ricevere visite, mi dispiace>>
<< No, no lei non ha capito. Io ho bisogno di vedere Mr. Follow adesso. Ho bisogno di parlargli.>>
<< Signorina mi dispiace, ma le ho detto che non è possibile. Le dirò che è passata. >>
Al diavolo le buone maniere. A mali estremi, estremi rimedi. Mi avvicino al suo volto, e afferro la sua costosa cravatta, in modo che possa capire bene quello che devo dirgli.
<< Lei forse non ha ancora capito che in questo momento sono a dir poco furiosa, quindi non le conviene discutere con me, e a meno che non vuole che vada a bussare  alla porta di ogni stanza di questo hotel, perché mi creda che lo farò, è meglio che mi dica subito quello che voglio sapere.>> sussurro in un tono molto poco amichevole.
Lo lascio andare , e il poverino si allontana mettendosi a distanza di sicurezza, e si ricompone.
<< Suite 318, ultimo piano.>> dice alla fine.
Finalmente ! << Grazie.>>
Mi volto e mi dirigo agli ascensori. Prenoto l’ ascensore , che in questo momento si trova al decimo piano. Mentre aspetto un briciolo di buon senso viene a trovarmi, suggerendomi di lasciar perdere, nonostante tutto, il prima possibile avrò lo stesso la mia intervista e potrei affogare i dispiaceri tra un bicchiere di rum e uno di tequila in qualche bar di Manhattan. Ma proprio in quel momento si aprono davanti a me le porte dell’ ascensore, fortunatamente vuoto, e salgo all’ultimo piano. Dopo ben 5 minuti chiusa in quel buco, arrivo all’ ultimo piano, dove il lusso regna sovrano. I lampadari di cristallo sono di una bellezza devastante così come i tappeti persiani che ricoprono la maggior parte del pavimento. Ci sono solo tre porte, e la 318 è l’ ultima porta.
Sono in piedi di fronte alla porta di suite , in uno dei più famosi hotel del mondo, infuriata con l’ uomo che si trova dall’ altro lato delle mura. Mi torna in quello che ho pensato seduta al tavolo del ristorante. Io voglio davvero cambiare la mia vita, e quest’ uomo ha la possibilità di farlo. Faccio un respiro profondo e busso.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Viene ad aprirmi Mr. Follow. Mezzo nudo. Indossa solo i pantaloni del pigiama. Una rapida occhiata ai suoi capelli lunghi e neri scompigliati dal sonno, gli occhi grandi e azzurri ancora assonati, naso dritto, labbra grandi incorniciano dei denti bianchissimi, mascella quadrata. Per non parlare del suo fisico. Pettorali e addominali scolpiti, spalle larghe e fianchi stretti, gambe lunghe, e anche i suoi piedi nudi sono una piacevole distrazione. Si, sapevo che il dottor Follow era un giovane uomo di bel aspetto, ma anche essendo preparata ho bisogno di un attimo per focalizzare tale bellezza. Ma credetemi è giusto un attimo.

<< Dottor Follow noi avevamo un appuntamento. >> esordisco.
<< Non le è arrivato il mio biglietto? >> Sembra davvero sorpreso.
<< Certo che mi è arrivato. Alquanto pare paga molto bene i suoi camerieri per un servizio così efficiente, e comunque mi sembra in ottima forma. >> Un’ ombra di un sorriso aleggia sul suo viso. E’ divertito!
<< Miss Robinson devo dire che sono molto colpito dalla sua audacia. Ma non le piacerebbe parlarne seduta comodamente su una poltrona magari davanti a un camino? Ma se preferisce possiamo anche restare qui sull’ uscio della porta. >>
Effettivamente l’idea non è male, inizia a far freddo e considerando che non posso tornare a casa.
<< Sa l’ idea del camino non è male.. >> Si fa da parte e con un gran sorriso mi lascia entrare.
Il salone è grande pressappoco quanto il mio appartamento, arredato con uno stile moderno e sofisticato, usando prevalentemente il bianco e nero.  In un angolo , vi è uno spettacolare pianoforte a coda, e non posso far a meno di strimpellare un po’ con i tasti. Da piccola prendevo lezioni di piano, non ero questo gran talento, ma amavo suonare. Soprattutto quando iniziai ad imparare uno o due brani. La sera prima di cena, con mamma in cucina a preparare la cena, e papà seduto sul divano ad ascoltarmi, sembravamo davvero una famiglia felice. Purtroppo non durò a lungo.
<< Gradisce qualcosa da bere? >> chiede gentilmente, interrompendo i miei pensieri.
<< Qualcosa di forte se è possibile. >>
<< Cercherò di accontentarla, Miss Robinson. Perché non inizia ad accomodarsi, io arrivo tra un minuto. >>
Sprofondo in una poltrona accanto al camino, e un brivido mi attraversa la schiena, non mi sono accorta di sentire così freddo. Mr  Follow arriva subito dopo e mi porge il mio drink.
<< Scotch. >> dice trionfante, e si siede di fronte a me, a dividerci c’ è solo un tavolino di cristallo.
<< Quindi mia cara Miss Robinson, lei è qui perché non mi sono presentato alla nostra cena, dico bene? >>
<< Esattamente. L ‘ intervista significa molto per me, ne va del futuro della mia carriera, e poi per essere sinceri, non mi piace essere presa in giro. >>
<< Oh, la prego di perdonarmi se l’ offesa in qualche modo, non era mia intenzione. Mi creda. >>
<< Lei prima mi manda un biglietto in cui si scusa per non poterci essere e poi si complimenta con me senza avermi mai vista, mi dica dottore, come dovrei interpretare la situazione? >>
Lui rimane in silenzio e fa tintinnare il ghiaccio del suo drink.
<< Il gatto le ha mangiato la lingua? >> Perché ho l’ impressione di parlare con un bambino colto con le mani nel barattolo di marmellata ?
 << Io sono un uomo molto potente Giulia, non potevo espormi senza sapere niente di te. >>
<<  Mi ha pedinata? >>
<< Non esattamente, ho solo chiesto qualche informazione in giro. So che ti sei trasferita dal Sud Italia due anni fa, insieme alla tua amica Hanna Hustings. Dividete un piccolo appartamento qui in zona, laureata in psicologia, lavori da un anno e mezzo circa come assistente per John West. Nessun parente, praticamente la tua vita è tutta qui. Queste sono tutte informazioni che, chi si impegna un po’ può ottenere. >>
Non posso crederci. Quest’ uomo continua a giocare con me come se fossi la sua bambola, e adesso mi guarda fissa con quegli  occhi azzurri come se volesse scavare dentro di me a trovare risposte alle sue domande. Non so se essere arrabbiata per questo comportamento da stalker  o essere lusingata per tanto interessamento. Opto per la prima.
<< Lei non può trattare le persone in questo modo. Non è giusto. Non siamo le sue bambole personali con cui lei può giocarci per un po’, finché non trova un hobby più interessante, e a quel punto ci butta via. Al contrario di lei, noi persone comuni abbiamo dei sentimenti e una dignità, e personalmente quelle sono notizie riservate della mia vita, e solo io, ripeto io, posso decidere con chi condividerle. >>
<< Lei è la prima persona dopo anni che mi parla in modo così sincero. Grazie. Tutti hanno paura di me, o di essere licenziati e acconsentono a tutto quello che dico. Puoi accettare le mie scuse, per la seconda volta? >> Certo che è bravo a cambiare discorso, a suo favore.
<< Scuse accettate, ma questo non significa che non sono più arrabbiata con lei. >>
<< Chiamami Alexander. >>
<< Ok, Alexander. >> Devo cercare di mantenere il punto della situazione, e soprattutto non devo cedere ai suoi modi gentili, al suo fascino, al suo sorriso, ai suoi occhi… ok sono fregata!
<< Perché non mi racconta qualcosa di lei, qualsiasi cosa. Sono molto curioso di conoscerla. >>
<< Non c’è molto da raccontare, sono una semplice ragazza come molte altre. Lei ha già detto tutto. >>
<< Insisto. Vabbè allora toccherà a me fare qualche domanda. Una donna bella come lei sarà sicuramente impegnata… >>
Scoppio in una gran risata. Ah, se sapesse tutto! Vediamo dove ci porta questo gioco.
<< Dalle sue indagini, non ha avuto risposta da sola a questa domanda? >>
<< Mi piacerebbe saperlo da lei. >>
<< Non ha risposto alla mia domanda, ma se proprio le interessa non ho un ragazzo. >>
Beve una lunga sorsata del suo drink e poggia il bicchiere, ormai vuoto, sul tavolino tra di noi, e inizia a toccarsi le labbra con le lunghe dita con le quali cerca di nascondere un sorriso.
E’ così sexy! Ed è una tale fonte di distrazione, non posso rimanere concentrata, con lui mezzo nudo e con quello sguardo da lupo affamato.
<< Nessuno le ha mai rubato il cuore? >>
<< Si, ma ero ancora in Italia. Si chiama Riccardo. Siamo stati insieme tre anni. Era tutto ciò che una ragazza potesse desiderare. Romantico, intelligente, simpatico, ricco e molto bello. E’ stato il mio primo e unico amore. Non ho mai amato più nessuno come lui. >>
<< Perché è finita? >>
<< Ho scoperto che mi tradiva. >> E adesso tocca a me scolarmi tutto il resto del drink. Anche se sono passati un paio d’ anni, Riccardo è ancora una ferita aperta.
<< Deve’ essere stato un duro colpo. >>
<< Lo è stato, infatti. Ho sopportato tanto nella mia vita, ma come dico sempre, se non uccide fortifica. In un certo senso è stato un bene, se non avessi scoperto che se la spassava con la sua segretaria, non sarei mai partita per New York, e non mi sarei mai presentata in piena notte davanti alla sua porta, e adesso lei non potrebbe godere della mia compagnia. >>
<< Povero idiota, non ha idea di cosa ha perso. >>
<< Perché, lei lo sa? >>
<< Giulia, non ci vuole molto a capire che sei una donna fantastica. Hai talento, sei audace, coraggiosa, forte, testarda e per di più sei bellissima. Credimi non ci sono molte donne in giro come te. >>
Mi trovo con uno degli uomini più ricchi e sexy del paese, e mi ha appena fatto un bel elenco di complimenti, qualsiasi ragazza normale adesso già starebbe nel suo letto. Cerchiamo di ragionare, sicuramente sta facendo tanto il gentile solo per farsi perdonare, o molto probabilmente perché ha avuto pietà per la mia storia. Si, sarà sicuramente così, ma nonostante tutto non posso far a meno di arrossire.
<< Adesso tocca a me farle qualche domanda su di lei, in fondo sono qui per questo. >> Almeno così posso distogliere la attenzione da me e tornare su campo sicuro.
<< Sarò felice di rispondere ad ogni sua domanda.>>  Beh, allora tanto vale sfruttare l’ occasione per scoprire qualcosa in più sul nostro dottore .
<< Visto che lei sa praticamente tutto di me, vorrei sapere qualcosa sulla sua vita privata. Sappiamo tutti della sua carriera, del suo talento, del suo lavoro per aiutare gli altri, ma nessuno sa niente della sua vita. Nessuna foto, nessun nome. Come ha fatto a nascondere una persona, sempre se c’è, per così tanto tempo. >>
<< Semplicemente perché non c’è nessuna persona. Non c’è molto da dire sulla mia vita amorosa, pensa che la mia ultima fidanzata è stata in quinta elementare, sempre se si può considerare tale. Sono state tutte storie di una notte, al massimo due. >>
<< Sta scherzando? >>
<< Sono serissimo, Giulia >>
Il classico scapolo d’ oro. Ma quello che non riesco a spiegarmi è come una donna non riesca a capire le qualità che possiede quest’ uomo. Farebbe girare facilmente la testa a molte donne solo con il suo sorriso e i suoi occhi blu, così penetranti da poter leggere la tua anima.
<< Dico solo che è strano. >>
<< Non fraintendere Giulia, non sono un santo, ma non sono mai stato innamorato, nessuna donna  era mai all’ altezza puntavano tutte ai miei soldi, passando sempre prima per il mio letto. Tutte credono che sia il modo più facile per far innamorare un uomo. >>
<< Mi dispiace, è davvero triste come certe donne siano pronte a vendersi per un uomo ricco. Viviamo in un’ epoca dove l’ apparire è più importante di quello che siamo veramente. >>
<< Continui a sorprendermi, Giulia. Come può una donna così giovane avere la saggezza che tutti noi speriamo di raggiungere un giorno? >>
<< Se non le dispiace preferirei tenere il segreto per me. >>
Tutti questi complimenti mi stanno dando alla testa, nel vero senso della parola, e l’ ultima cosa che mi serve è una cotta per quest’ uomo.
<< Mr. Follow si è fatto tardi, è meglio che torni a casa, domani devo alzarmi presto. >>
Hanna dovrà accontentarsi, ma non posso più rimanere in questa stanza.
<< Certo, capisco. Dammi il tempo di mettermi qualcosa addosso così posso accompagnarti. >>
<< No, davvero mi creda non è il caso. Chiamerò un taxi, l’ ho già disturbata troppo presentandomi così all’ improvviso, e per di più lei non si sentiva bene quindi non le permetterò di uscire. >> 
Mi alzo dalla poltrona, ma lui mi segue e si avvicina. E’ talmente vicino che posso sentire il suo fiato caldo sul viso.
<< Giulia, è tardi e non ti permetterei mai di ritornare a casa da sola, quindi non discutere, e per di più mi fa piacere accompagnarti. >>
E probabilmente per la prima volta in vita mia sto zitta e faccio quello che mi dicono. Visto che rimango in silenzio Alexander si allontana, compiaciuto della vittoria ottenuta.
Dopo cinque minuti siamo già fuori. Alexander indossa un jeans blue scuro, un maglione a trecce di un beige chiaro che mettono in risalto la sua carnagione e i suoi occhi. Inutile dire che è fantastico. Ha in mano un maglione simile al suo in mano, solo di un azzurro chiaro, e me lo porge.
<< Mettilo, fuori fa freddo, non voglio che ti ammali. >>
E’ un gesto così affettuoso, così semplice, come se gli importasse davvero della mia salute, come se in qualche modo tenesse a me. E’ stupido lo so, molto stupido, ma era da tempo che qualcuno non faceva qualcosa di carino per me, a parte Hanna ovviamente. E’ difficile spiegare quello che provo in questo momento, perché sono la prima a essere confusa, so solo che quando sono entrata da quella porta, sapevo esattamente chi ero e cosa volevo dalla mia vita, adesso invece, dopo una chiacchierata con Alexander , sento che qualcosa dentro di me è cambiato, qualcosa si è mosso, o forse sarebbe meglio dire si è sciolto. Ma la vera domanda è, sono pronta a far spazio a qualcuno nella mia vita? Voglio davvero mettermi di nuovo in gioco e accettare tutto ciò che questo comporta?
<< Non posso accettarlo, davvero, sto bene, non fa così freddo. >>
<< Giulia non voglio sentire scuse, e poi il maglione è solo in prestito, me lo riporterai al nostro prossimo incontro… >>
<< Di lavoro.. ovviamente. >>
<< Certo Giulia. Se invece, hai qualche altra idea, sarei felice di sentirla. >>
Provo a fare una faccia indignata, ma il risultato è che scoppiamo entrambi a ridere, a ridere di gusto.
<< Aaah Miss Robinson, meglio che la riporti subito a casa prima che cambi idea e decida di godere ancora di più della sua compagnia. >>
Mi sorride e mi tende la mano, e io la prendo.
 
<< Pensavo che avremmo preso un taxi. >>.
Mi trovo seduta comodamente su sedile anteriore di una BMW X6 nera satinata, o almeno così credo che si chiami. Definirla “macchinone” non renderebbe giustizia.
<< Non sono mai salita su un’ auto del genere. E mi definisco alla sua stazza da carrarmato. >>
<< E’ uno dei vantaggi di essere ricchi, posso permettermi parecchi giocattoli costosi. >>
<< Magari un giorno potrò permettermela anch’ io. >>
<< Sai guidare? >> Sembra davvero sorpreso, mi sa che è non si è reso ancora conto che siamo nel 2013.
<< Certo che so guidare, come mai è così sorpreso? >>
<<  Non conosco nessuna donna capace di farlo, tutto qui.>>
<< Sa, dottore, credo proprio che lei non le conosca affatto le donne. >>
Si ferma al semaforo rosso, si volta verso di me e mi guarda, per un tempo che sembra interminabile, mi prende la mano e intreccia le sue lunghe dita alle mie.
<< Vorrei davvero credere alle tue parole, Giulia, ma ho visto cose che tu non puoi nemmeno immaginare. >>
<< Credo che lei stia esagerando, rendendo la cosa più tremenda di quella che è in realtà, e comunque, Mr Follow è scattato il verde. Dovrebbe ripartire. >>
Fortunatamente lui riparte senza ribattere. Ma come può un uomo così giovane, avere un’ idea così negativa del sesso femminile. E poi quella storia della guida è davvero assurda. Avrò molto a cui pensare stanotte, quest’ uomo è una fonte di domande, non di risposte.
Continuiamo i pochi minuti di viaggio in silenzio e parcheggia davanti casa mia, ovviamente da bravo stalker sa dove abito. Mi giro verso di lui per poterlo salutare, ma lui è già sceso dall’ auto per venirmi ad aprire la portiera. Ha proprio intenzione di farmi una buona impressione. Tanto vale farmi coccolare un po’.
<< Prego signorina, mi permetta di accompagnarla alla sua umile dimora. >> E mi porge il braccio.
<< Ma certo mio prode cavaliere, non potrei sopravvivere senza il vostro aiuto.
E ricambio con un sorriso, uno di quei sorrisi sinceri, che significano serenità, che significano star bene con l’ altra persona, un sorriso sincero significa felicità.
E così ci dirigiamo verso l’ atrio del palazzo. Lascio il suo braccio per poterlo salutare, ma lui non lascia le mie mani. Mi strattona e sono tra le sue braccia, i nostri corpi aderiscono alla perfezione e una sua mano scivola dietro la mia schiena per non farmi allontanare. Occhi negli occhi, fronte contro fronte, naso contro naso, e le sue labbra così vicine da sfiorare le mie.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Le sue labbra sono così vicine, così invitanti, così visibilmente morbide e lisce, un brivido mi attraversa lungo tutta la schiena. E’ così spudoratamente sexy, con i suoi capelli in disordine che gli ricadono sul viso, con un sorriso divertito sulle labbra, aah le sue labbra. Il solo guardare la sua bocca, e immaginarla sulla mia gola, sul mio seno, su ogni centimetro del mio corpo, mi infuocava. Ma baciarlo in quel momento andrebbe contro tutti i miei principi. Perché come ogni ragazza normale che si rispetti, avevo stabilito delle regole da rispettare: regola n°1- Mai unire il lavoro con il piacere. Lo so lo so, non è chissà quale principio morale, ma è sempre importante mettere le cose in chiaro. Magari, tutto questo doveva venirmi in mente qualche ora fa, quando il soggetto della mia intervista sedeva comodamente su una poltrona della sua costosissima suite, mezzonudo, e con uno sguardo da poter scongelare l’ Antartide. Meglio passare avanti. Regola n°2- cercare sempre di non far invadere il mio spazio personale, di mantenere una certa distanza, in modo di poter pensare lucidamente.. inutile ripetere che ci troviamo a pochi centimetri di distanza, il suo respiro caldo è sul mio collo, e il suo profumo mi inebria, mi da letteralmente alla testa. Un’ essenza forte, decisa, fresca- e direi anche alquanto costosa- che lo rappresenta appieno.
Potrei restare così, con lui così vicino, con la sua mano salda dietro alla mia schiena, per ore, giorni, senza mai stancarmi. Cosa stavo dicendo? Ah si, il mio spazio personale.
Terza, ed ultima  regola, mai, e dico mai, andare a letto con un collega. Quest ‘ ultima regola è sempre stata categorica, non che ci siano state così tante occasioni, ma non avrei mai sopportato l’ idea di andare a letto con qualcuno, per poi far finta il giorno dopo, che non fosse successo niente. E’ anche vero, che molte coppie nascono proprio in ufficio, o tra i banchi di scuola, ma io non ci ho mai creduto fin in fondo. Siamo sinceri, è una cosa del tutto campata in aria e per di più noiosa. Due persone non possono svegliarsi ogni giorno nello stesso letto, per poi trascorrere otto ore nella stessa stanza, condividendo il solito pranzo, scontato anche quello, bistecca al sangue per lui e insalata per lei, il tutto si sarebbe poi concluso facendo l’ amore, nel solito letto, nel solito modo, nella solita routine, dove tutto era iniziato.
E io in questo momento sto per buttare tutto all’aria, per un uomo che non conosco, ma sono sicura che saprebbe rubarmi anima e corpo, solo con i suoi occhi. Ma al diavolo le regole, al diavolo il passato, io voglio baciare quest’ uomo e mi prenderò tutte le conseguenze catastrofiche che seguiranno.
Peccato che non abbia considerato che proprio in quel momento, alle quattro del mattino circa, Hanna e Edward, hanno deciso che sarebbe stato romantico camminare mano nella mano, sotto le stelle, a -10°C.
“ Giulia, sei tu? “ la sua voce è un misto tra stupore, felicità e rabbia.
Mr. Follow si allontana dal mio viso, ma trattiene la sua mano ben salda sulla mia schiena, sembra non essere affatto sconvolto o arrabbiato di essere stati interrotti. Anche se nei suoi occhi, per poche manciate di secondi vi leggo quello che a mio parere sembra vera e propria frustrazione. Io cerco di ricompormi, anche se sotto lo sguardo truce di Hanna e quello divertito di Edward, mi sento come un adolescente colto in fallo alla prima cotta.
“ Ciao Hanna, come mai in giro a quest’ora? ” inizia per rompere il silenzio che si era creato tra noi.
“ Sinceramente ero in pensiero per te, stavamo venendo a dare un’ occhiata all’ hotel “ risponde incrociando le braccia con fare superiore. Cosa farei senza la mia Hanna? Lei è la mia casa, la mia famiglia, il mio luogo sicuro, il mio angolo di felicità. E’ una parte del mio cuore, come potrei viverne senza? Resta il fatto che ha interrotto uno dei momenti più eccitanti della mia vita degli ultimi due mesi, e in questo momento ho un desiderio impellente di strozzarla.
“ Giulia perché non ci presenti il tuo amico? “ chiede Hanna con uno sguardo alquanto eloquente, mentre Edward se la ride al suo fianco.
“ Certo” – okay cerchiamo di riprendere il controllo della situazione – “ Hanna, Edward, lui è il dottor Follow, dottor Follow lei è la mia migliore amica nonché coinquilina ,Hanna,  lui è Edward il suo ragazzo. “
“ E’ un vero piacere conoscervi.” Risponde educato stringendo la mano a entrambi.
Incrocio lo sguardo di Hanna e mi fulmina con uno dei suoi sguardi alla “ dobbiamo parlare” , ma poi guardando meglio Mr. Follow, una scintilla di compiacimento le attraversa gli occhi.
“ Giulia adesso che ho la certezza che non sia stata investita da un taxi impazzito, o rapita da qualche killer, io e il mio bellissimo ragazzo” – e nel dirlo abbraccia Edward, che la ricambia con un gran sorriso- “ possiamo tornarcene a dormire. E’ stato un piacere Dottor Follow. Buonanotte.”
“ Buonanotte Hanna, anche per me è stato un piacere. Edward.”  Alexander Follow d Edward si stringono ancora una volta la mano, dopo di che quest’ultimo prende sottobraccio la sua ragazza, e la trascina verso il nostro appartamento, mentre lei continua a lanciarmi sguardi accesi di curiosità. Non potevo non ridere, la sua faccia era troppo divertente. Quando poi, l’ uomo affascinante accanto a me con un tocco delicato e leggero sul viso richiama la mia attenzione. La mia pelle inizia a bruciare, nel punto esatto dove le sue dita hanno accarezzato il mio volto, ma è un bruciore piacevole che si espande sempre più, fino a diventare un lento e vivido focolare, che mi travolge tutta. Ma io non posso. Non posso permettermi di lasciarmi trasportare dall’ attrazione che provo per lui, non posso permettermi che qualcun’ altro mi spezzi di nuovo il cuore, so già che finirà male, so già che sarò io a soffrire.
Faccio un passo indietro. Ne ho bisogno, il suo profumo è una distrazione, mi inebria il cervello e mi impedisce di pensare.
“ Si è fatto tardi, è meglio che vada. Grazie per avermi accompagnata, è stato davvero gentile da parte sua.” Mi sorride. Ah , quel sorriso!
“ Miss Robinson, non starà mica scappando da me?”
“ Mi creda, dottore, ma ha sbagliato proprio persona se crede una cosa del genere.” Rispondo stizzita, anche se lui ha pienamente ragione.
“ Mi piace quando fai la permalosa.” Si avvicina di nuovo, ponendo fine alla distanza tra noi, mi solleva il mento con le sue lunghe dita, per potermi guardare negli occhi, verdi contro azzurri, e il fuoco dentro di me cresce sempre di più, e con mia gran sorpresa, poggia le sue labbra lisce e morbide sulla mia fronte, in un bacio delicato come il velluto e sussurra: “ Buonanotte piccola Giulia.”
Si volta e se ne va, lasciandomi li in piedi, impalata e desiderosa.
Sta camminando verso la sua macchina, ma arrivato a metà strada si volta verso di me.
“ Si tenga libera per pranzo, domani Miss Robinson, la nostra chiacchierata non è ancora finita.” Esclama soddisfatto, e si volta di nuovo in modo che io non possa controbattere. Sale in macchina, mette in moto e si allontana dalla mia vista.



Salve ragazze, scusate l' attesa ma sono stata davvero impegnata e non ho potuto pubblicarlo prima. questo è più un capitolo di passaggio per far capire meglio cosa passa nella testa della nostra Giulia. vi prometto che il prossimo capitolo sarà davvero piccante, e che non aspetterete tutto questo tempo. E grazie a tutte voi che leggete e recensite, accetto qualsiasi tipo di critica. Spero che vi piaccia questo capitolo. un bacio a presto :)

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


bBuon pomeriggio ragazze!! scusateil ritardo, ma sono stata un po' impegnata ultimamente e quando non ero impegnata mi mancava l'ispirazione...cmq questo capitolo mi piace particolarmente, lo trovo parecchio divertente xD ma come sempre lascio a voi i giudizi! iniziamo a conoscere un po meglio i nostri personaggi,e anche il nostro caro dottore, anche se la nostra Giulia incontrerà una persona che non le piacerà tanto... vabbè ma ho già detto troppo. Grazie Grazie a tutte voi, davvero.




Giro le chiavi nella toppa e apro la porta. Silenzio. Ottimo, questo significa che non dovrò sopportare il terzo grado di Hanna Hustings, almeno per ora. Sono troppo stanca per pensare o per valutare la serata, per non parlare del quasi bacio dato al dottor Follow. Mi spoglio velocemente e indosso qualcosa di più comodo per dormire, il mio pigiama di pail, azzurro con dei fiorellini gialli, che mi fa sentire così a casa, la mia vecchia casa. Amo New York, amo la grande mela, la città che non dorme mai, ma ci sono momenti in cui ho nostalgia di casa. L’unica cosa che mi legava alla mia Napoli era Riccardo, dopo la fine della nostra storia, raccolsi i pezzi del mio cuore e della mia anima e diedi una svolta a quello che era rimasto della mia vita. Da allora non sono più tornata a casa mia, nonostante Hanna torni almeno una volta all’ anno dalla sua famiglia, e io mi sento incredibilmente sola durante la sua assenza, non sono ancora pronta ad affrontare tutto il dolore e le lacrime che porto dentro dalla morte dei miei genitori, e che ho provato a chiudere in una vecchia casa, in un’altra città, in un’altra vita.
Mi infilo nel letto, che con mio gran piacere è bollente. Hanna è davvero un angelo se ha avuto il pensiero di accendere il mio scaldaletto in una notte gelida come questa. Ma ovviamente il mio amore incondizionato va al genio che ha ideato. Le mie notti invernali sono decisamente più piacevoli dal splendido giorno in cui mi fermai dinanzi a quel supermarket e decisi di comprarti.
Mi godo la piacevole sensazione di calore, che riscalda pian piano ogni mio muscolo, e finalmente inizio a rilassarmi e a scaricare la tensione della serata. Mi ritrovo a guardare il mio soffitto buio, ma che io so che è di un colore verde pastello, il colore preferito di mio padre, pregando il mio buon senso di concedermi qualche briciola di sonno, per non pensare a colui che ha sconvolto la mia serata. Ovviamente la mia mente perversa non fa che mandarmi immagini del dottor Follow mezzo nudo sull’ arco della sua stanza d’ albergo. E lo conosco da meno 10 ore! Povera me. Ma non è il momento di pensarci, tra poche ore devo alzarmi per andare a lavoro, e anche se l’ idea di passare un’ altra giornata in compagnia di John non mi alletti per niente, dovrò essere il più attenta possibile per sviare i suoi ossessivi tentativi di corteggiamento, quindi meglio dormirci su. Mi giro verso la finestra della mia camera, e mi addormento.
 
Le mie dita accarezzano il suo petto nudo e ogni muscolo si tende sotto le mie carezze, la mia mano si ferma sul suo cuore e riesco a sentire il suo battito accelerato. Alzo lo sguardo e incontro il suo sorriso smagliante e i suoi occhi azzurri, che si fissano nei miei e mi trasmettono una tranquillità che cercavo da tanto tempo. Con tutta la dolcezza del mondo, solleva la mia mano dal suo petto e se la porta alle labbra , baciando lentamente, ogni dito, uno per uno, per poi incrociare le nostra dita in una stretta ben salda, scatenando brividi di piacere per tutta la mia colonna vertebrale. Con un passo verso di me fa aderire perfettamente i nostri corpi, con la mano libera agguanta il mio fianco, con fare possessivo, si avvicina minacciosamente al mio collo dove il suo respiro caldo mi solletica la pelle prima di posarvi un bacio caldo, umido, per risalire così, lentamente, al lato della mia bocca. Manca così poco, riesco già ad immaginare il suo sapore con le sue labbra a pochi millimetri dalle mie…
“ Giulia! GIULIA! Svegliati è tardissimo” la voce di Edward mi riporta alla realtà.
“ Che ore sono?” chiedo senza troppa convinzione, cercando di far continuare il mio sogno nella mia testa, per poter avere quelle labbra sulle mie.
“ Giulia dai alzati, sono le 8 passate” esclama scuotendomi, visto che mi ero riavvolta nella trapunta.
Tra mezz’ora devo essere in ufficio e devo ancora decidere cosa indossare per il pranzo di oggi. Brava Giulia, iniziamo proprio alla grande questa giornata. E’ tutta colpa del dottor Follow e del suo fascino. Anche nei sogni è decisamente attraente, ma non ho abbastanza tempo per pensare a qualche maledizione da mandargli, ma sicuramente saprò vendicarmi. Mi alzo come una furia dal letto e mi precipito dentro l’ armadio cercando qualcosa di decente da indossare. Ma dove diavolo è Hanna? Ho bisogno di lei, adesso! Anzi, perché è venuto Edward a svegliarmi e non lei? Oh no, cosa ha combinato questa volta?!
“ Edward, dové Hanna? Perché non è venuta lei a svegliarmi?” Il poverino si gira verso di me e vedo tutto il suo dispiacere dipinto sul suo viso.
“ Hanna credeva che oggi fosse il tuo giorno libero, così ha preso la tua macchina per andar a fare un po’ di jogging al Central park, sai come è fatta, era sicura che sarebbe tornata prima che tu ti svegliassi quindi l’ ho lasciata fare. Non pensavo che..”
“ Perché cos’ altro è successo?” la mia voce si alza di due ottave.
“ Ti hanno rubato la macchina, mi dispiace tanto Giulia. Adesso sto andando a prendere Hanna ma accompagno prima te a lavoro, mi sembra il minimo.” Edward cerca di giustificarla e so benissimo che non è colpa sua ma non posso fare a meno di farmi prendere dalla rabbia.
“ Ma come diavolo è potuto succedere? Non poteva scegliere un altro giorno per andare a correre, o magari andare con la sua macchina? Perché capitano tutte a me?” Parlo più con me stessa ormai, che con il povero Edward che non può fare altro che guardare.
Okay , respiro profondo. Cerchiamo di riprendere il controllo.
Dentro..
Fuori …
Dentro…
Fuori…
“ Okay, Edward. Dammi 15 minuti e sono pronta, andiamo insieme da Hanna e poi andiamo alla polizia. Chiamerò l’ ufficio strada facendo, non dovrebbero fare problemi se mi prendo un’ ora libera.” La mia voce è stranamente calma, che anch’ io mi sorpresi di me stessa.
“ Sei sicura? Possiamo occuparci di tutto io e Hanna, so quanto sia importante per te il lavoro.” Ribatte ancora.
Ah povero ragazzo, vuole davvero urtare ancora di più il mio poco stabile sistema nervoso e fammi esplodere.
“ Edward, ti prego. Adesso si fa come dico io, e se non ti dispiace vorrei vestirmi così da poter raggiungere la tua ragazza e vedere di poter risolvere per quanto possibile questa situazione.” La rabbia sta facendo ritorno in me, vistò che la mia voce poteva risultare un tantino minacciosa .
“Okay ho capito, levo le tende. Ti aspetto in cucina.”  Alza le mani in segno di resa ed esce dalla mia stanza chiudendosi la porta alle spalle.
Ritorno al mio armadio e pesco un tailleur nero con una camicetta bianca, corro in bagno per una doccia veloce e soprattutto bollente per cercar di calmarmi e trovare la forza di affrontare il resto di questa pessima giornata. I capelli fortunatamente sono ancora guardabili grazie al tocco magico di Hanna della sera prima, mi trucco leggermente e così sono pronta per uscire. Recupero in camera mia borsa e cappotto e raggiungo Edward in cucina.
 
 
“ Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace davvero tanto.”
“ Hanna sarà la duecentesima volta che mi chiedi scusa, credo di aver capito il concetto. Sappi solo che mi devi un regalo molto costoso.” Sono arrabbiata, ma vedere Hanna che salta da un piede all’ altro con le mani giunte chiedendo il mio perdono è un toccasana per i miei nervi.
“ Prometto che non toccherò più niente di tuo, giurin giuretto” e mi propose il mignolo “ a parte le tue scarpe fucsia, sai che le adoro tanto.” E il suo volto diventa improvvisamente serio.
“ Hanna” esclamiamo in coro io e Edward prima di scoppiare a ridere tutti insieme, dimenticando per un attimo la nostra disavventura.
 
 
“ Sei sicura che quello schifoso non ti farà problemi?” mi chiede Hanna, mentre Edward accosta l’ auto davanti l’ ingresso del palazzo di John West, purtroppo si, quel lurido del mio capo ha un palazzo tutto suo al centro di New York.
“ No, solo non vedrà l’ ora di farmi recuperare il tempo perso trattenendomi di più in ufficio. Ora è meglio che vada. Edward, grazie mille per il passaggio.”
“ E’ stato un piacere, Giulia. Io oggi ho la giornata libera, se vuoi io e Hanna possiamo passare a prenderti anche al ritorno.” Propose gentile Edward.
“ Non preoccuparti, prenderò un taxi” e apro la portiera del sedile posteriore “ ah, e tu Hanna almeno per oggi, sta lontana dalle mie cose” e esco dall’ auto senza darle l’ opportunità di ribattere.
Ma ovviamente stiamo parlando di Hanna, e la ragazza non contenta, abbassa il finestrino dell’ auto e mi urla “ Tesoro, lo sai che oggi sei un vero schianto” e mi fa l’ occhiolino, senza preoccuparsi che tutti i passanti non fanno altro che fissarmi come se fossi lì in esposizione per loro.
“ Mi dispiace cara, ma non ti perdono così facilmente” Mentre mi volto per entrare nel palazzo di John, sento la risata fragorosa di Hanna e non posso far a meno di sorridere a mia volta.
 
Le porte dell’ ascensore si aprono dinanzi a me, arrivati al decimo piano, mi dirigo subito alla mia scrivania, ma ci trovo seduto sopra con le gambe penzoloni il mio giovane capo. I capelli ricci e castani disordinati, con un ciuffo ribelle che gli ricade sugli occhi, anch’ essi castani, naso greco e mascella spigolosa, delle spalle larghe sempre avvolte da capi firmati, gambe lunghe e forti. Nel complesso è davvero un bel ragazzo, peccato che io lo consideri uno psicopatico.
“ Sei in ritardo.” La sua voce risulta profonda, serie, che non ammette repliche.
“ Ti ho lasciato un messaggio sul cellulare, stamattina mi hanno rubato la macchina, non preoccuparti recupererò al più presto il tempo che ho perso stamattina..”
“ Non preoccuparti non c’è bisogno, ero solo preoccupato per te.” La sua voce è diventata calda e  penetrante, mi prende la mano tra le sue e mi guarda fisso negli occhi.
 “ E’ già arrivato il paziente delle 10?” dico mentre sfilo la mia mano dalle sue e mi porto dietro la mia scrivania.
“ Non ancora, però stamattina ha chiamato la signora Davis, che porterà il figlio tra circa un’ ora, te ne puoi occupare tu?” mi chiede gentilmente.
“ Si si non ti preoccupare, è il ragazzo della settimana scorsa, anche se credo che un aiuto serva più alla madre che al ragazzino.” Esclamo più a me stessa.
“ Senti Giulia, se dopo sei libera che ne dici di..” inizia a proporre John ma fortunatamente in quel momento squilla il telefono dell’ufficio. Salvata in calcio d’angolo.
 “ Buongiorno, ufficio del dottor West come posso aiutarla?”
“ Ciao, sono io.” E’ lui. Non ha bisogno di presentarsi avevo già riconosciuto la sua voce. Possibile che mi fa un effetto del genere dopo nemmeno 24 ore?
“ Ciao, come stai?” dico cercando di controllare la mia voce.
“ Non posso lamentarmi, a me invece interessa più sapere tu come stai.” Mi chiede gentilmente.
“ Sono stata meglio, ma come mai ha chiamato?” dico passando di nuovo al lei ricordandomi della presenza di John, che mi stava fissando, o meglio dire radiografando con gli occhi, in piedi davanti la mia scrivania.
“ Volevo ricordarti del nostro pranzo di oggi, se vuoi posso passarti a prendere, mi farebbe davvero piacere”.
Come potevo digli di no? “ Certo, immagino che ha anche l’indirizzo di dove lavoro, quindi vi aspetterò qui fuori all’ una in punto. A dopo”
“ A dopo piccola.” Il mio cuore fa un tuffo, e riattacco.  
“ Chi era?” chiede indispettito John.
“ Il Dottor Follow, devo andare a pranzo con lui oggi per finire l’intervista di cui ti ho parlato.” Rispondo seccamente.
“ Ti premetto di andarci ad una condizione.”
“ Cosa?” Sta davvero cercando di farmi arrabbiare, e visto com’è iniziata la giornata manca solo una goccia per far traboccare il vaso.
“ Accompagnami al ballo di beneficenza che si terrà domani sera all’ Empire Hotel, altrimenti oggi sarò ben felice di rimanere qui in ufficio con te per il pranzo.” E si stampa in faccia uno dei suoi sorrisi da vincitore.
Non posso che accettare, questo pranzo è troppo importante e poi non sono mai stata a un ballo, non credo che mi ucciderà, magari sarà divertente.
“ E vabbene John, hai vinto.” Dico alla fine.
“ Perfetto.” E se ne va rubandosi un bacio sulla guancia.
 
 
Entriamo in un piccolo ristorantino, tra la 42th e la 53th, che dall’esterno sembra un posto dimenticato dal mondo, mentre all’interno ogni dettaglio è ricercato in un vecchio stile anni ’20, con tovaglie rosso fuoco in contrasto con le pareti giallo oro. I tavoli molto distanziati tra loro,  a lume di candele, creano un’ atmosfera molto intima e riservata. Un giovane cameriere, sulla ventina ci viene incontro con un gran sorriso cordiale stampato in faccia.
“Buon pomeriggio, signori. Come posso aiutarvi?” chiede il cameriere, indugiando un po’ troppo lo sguardo su di me.
“ Abbiamo un tavolo prenotato per le 13.30. Follow.” Risponde Alexander con un tono alquanto infastidito.
“Certo, prego venite con me.” Il cameriere ci accompagna ad un tavolo per due, illuminato da una candela a forma di rosa, vicino la vetrata principale del locale. E’ incantevole.
Il ragazzo si allontana un attimo per tornare con due menù, che ci consegna velocemente.
 Scende il silenzio sul nostro tavolo, e per sfuggire al suo sguardo fisso su di me, mi concentro sul menù.
Visto che lui non ha intenzione di proferire parola, decido che tocca a me iniziare a parlare.
“E’ davvero carino qui, mi piace tantissimo.”E sfoggio uno dei miei sorrisi a “ti-faccio-cadere-ai-miei-piedi”.
“Sono contento che ti piaccia, ho preferito un posto più semplice e intimo che lussuoso e pieno di snob con la puzza sotto al naso.”risponde dopo un attimo di smarrimento. Il mio sorriso ha sempre il suo effetto!
“Stai cercando di dirmi che anche lei fa parte di questi snob antipatici e presuntuosi?”chiedo con voce candida e volutamente ingenua.
“Certo che no mia cara, anche se spero che arriverai a conoscermi così bene che sarai tu a giudicarmi.” Mi sfiora la mia mano poggiata sul tavolo, e un brivido mi percorre la schiena. Forza Giulia, devi resistere.
“Non vedo come, dottore. Dopo questo pranzo, io avrò avuto la mia intervista e potrò finalmente lasciarla in pace.” Brava Giulia, avanti così.
“Lei mi fraintende, la sua presenza qui rende il tutto decisamente più piacevole, ma soprattutto rende l’atmosfera piccante.” Ribatte con quel suo sorriso, capace di sciogliere l’ Everest.
Ma in quel momento ritorna il cameriere per prendere le nostre ordinazioni, due risotti e una bottiglia di vino bianco, ovviamente lui sceglie il più caro.
“Il povero ragazzo è caduto ai tuoi piedi.” Esclama non appena il cameriere si allontana, dopo aver indugiato con lo sguardo su di me per un bel po’, devo ammetterlo.
“ Uno dei migliori psicologi del mondo è per caso geloso di un ragazzino?” ribatto con uno sguardo decisamente provocante.
“Si.” Il mio inconscio inizia a ballare il tango, con tanto di rosa tra i denti.
“Che ne pensa se continuiamo con l’intervista?” cerco un disperato tentativo di portare la conversazione su un terreno tranquillo.
“Sarò lieta di darle quel che desidera.” Te! Te! Io voglio te!
Il pranzo continua nel miglior modo possibile. Alexander è disponibile,socievole e simpatico. Ma ovviamente non può che finire. La nostra pace viene interrotta dall’ ingresso di una bionda mozzafiato,alta, capelli lunghi che le ricadevano in grandi boccoli sulla schiena,occhi scuri,naso dritto ,labbra gonfie. Praticamente una Barbie. Non mi sorprese il fatto che tutte le persone di sesso maschile si voltano al suo passaggio, come se stesse camminando su una passerella illuminata da mille riflettori, con una leggera brezza (proprio in quel momento era entrato un anziano signore) che le muove i capelli rendendola ancora più sexy, ma che la barbie umana si sta dirigendo verso il mio tavolo, buttandosi tra le braccia del mio Alexander.
E’ guerra.

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