30 frammenti di noi

di Kastel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 - Holding hand ***
Capitolo 2: *** 2 - Cuddling somewhere ***
Capitolo 3: *** 3 - Gaming/watching a movie ***
Capitolo 4: *** 4 - On the date ***
Capitolo 5: *** 5 - Kissing ***
Capitolo 6: *** 6 - Wearing eachothers’ clothes ***
Capitolo 7: *** 7 - Cosplaying ***
Capitolo 8: *** 8 - Shopping ***
Capitolo 9: *** 9 - Hanging out with friends ***
Capitolo 10: *** 10 - With animal ears ***
Capitolo 11: *** 11 - Wearing kigurumis ***
Capitolo 12: *** 12 - Making out ***
Capitolo 13: *** 13 - Eating icecream ***
Capitolo 14: *** 14 - Genderswapped ***
Capitolo 15: *** 15 - In a different clothing style ***
Capitolo 16: *** 16 - During their morning ritual ***
Capitolo 17: *** 17 - Spooning ***
Capitolo 18: *** 18 - Doing something together ***
Capitolo 19: *** 19 - In formal wear ***
Capitolo 20: *** 20 - Dancing ***
Capitolo 21: *** 21 - Cooking/baking ***
Capitolo 22: *** 22 - In battle, side-by-side ***
Capitolo 23: *** 23 - Arguing ***
Capitolo 24: *** 24 - Making up afterwards ***
Capitolo 25: *** 25 - Gazing into eachothers’ eyes ***
Capitolo 26: *** 26 - Getting married ***
Capitolo 27: *** 27 - On one of their birthdays ***
Capitolo 28: *** 28 - Doing something ridiculous ***
Capitolo 29: *** 29 - Doing something sweet ***
Capitolo 30: *** 30 - Doing something hot ***



Capitolo 1
*** 1 - Holding hand ***


 

 

 

Non erano tipi da gesti istintivi.
Kuroko era la calma fatta a persona, Akashi possedeva fin troppo autocontrollo. Per loro comportarsi in maniera diversa da quella preventivata poteva portare a una rottura non voluta, qualcosa che poteva mettere in crisi un fragile rapporto fatto, appunto, di costruzioni predefinite e solide.
Ma a volte perfino il più tranquillo degli uomini poteva scegliere di seguire l'istinto. Fu per questo che, nel silenzio estivo che era nato dall'ora più calda della giornata, Tetsuya strinse un poco la mano di Seijuro, chiudendo gli occhi.
E fu solo perché erano soli nell'aula che ricevette una risposta positiva dalla mano di Akashi.
Non dissero nulla, perché non c'era nulla da spiegare.
Solo, ogni tanto era bello costruire qualcosa che fosse basato sull'imprevedibile.

 

First day – Holding hand

 



Ed ecco che mi metto alla prova con la 30 day challenge! 30 fic in 30 giorni, una mezza fatica! Speriamo di farcela...

 

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Capitolo 2
*** 2 - Cuddling somewhere ***


Akashi non sapeva proprio farle, le coccole. Non era una persona dolce; anzi, l'esatto opposto. Le sue mani tendevano a ferire, così come la sua voce rischiava solo di essere un freddo vetro che tagliava ogni cosa che trovava davanti.
Eppure qualche volta perfino il freddo Akashi allungava -lentamente, quasi come se si rendesse conto dell'assurdità del gesto- la mano verso il viso di Kuroko, passandoci due dita sopra, in un tentativo di carezza.
Non sapeva proprio farle, le coccole. Ma sapeva trattenersi nel ferire qualcuno. E quella era già una forma d'affetto.

 

Secondo giorno - Cuddling somewhere

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Capitolo 3
*** 3 - Gaming/watching a movie ***


Se c'era una cosa in cui andavano d'accordo erano i film da vedere insieme.
A volte capitava che Akashi lo invitasse a restare da lui il sabato sera. Niente di speciale, doveva avere la sua dose quotidiana di vittoria e visto che Tetsuya il sabato non faceva mai nulla di interessante diventava la persona perfetta. L'unica ricompensa era che Akashi aveva una videoteca immensa e che loro due avevano dei gusti identici. Quindi concludevano la serata vedendosi insieme un film scelto assolutamente a caso. Tanto andava sempre bene.
Quella sera la scelta cadde su “Vertigo”.
Stranamente, nonostante il tema trattato, era uno dei film preferiti di Akashi.
-Non pensi che sia bello avere un amore così profondo da voler perfino ricreare un morto?-
Sembravano le parole di un pazzo, ma Kuroko sapeva bene perché Akashi amasse così tanto quel film.
Non pensi sia bello poter controllare così tanto la persona che ami?
Perché sapeva che era quello.
E nonostante fosse folle rispondere a un legame sottinteso così pericoloso non fece altro che tirare fuori la voce sottile e fissarlo negli occhi, senza cambiare espressione.
-Si, lo è, Akashi-kun.-
Se sei tu è bellissimo.

 

Terzo giorno - Gaming/watching a movie

 

Per capire bene cosa la fic consiglio a tutti di vedersi il film (in italiano “La donna che visse due volte”), anche perché è davvero bello.
La prima what if? della raccolta, da prendere ovviamente con le dovute distanze. E credo tratterò ancora questo loro stare insieme il sabato sera.

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Capitolo 4
*** 4 - On the date ***


Uscivano spesso insieme da scuola. Abitavano vicini, quindi era naturale, per loro, prendere la stessa strada per tornare a casa. Questo succedeva, ad esempio, quando Akashi non doveva discutere con l'allenatore o Kuroko non si esercitava fino a tardi.
Allora si ritrovavano fuori dal cancello scolastico, iniziando a camminare insieme, senza fretta. Non parlavano tanto, giusto magari qualche cosa sul basket. Puntualmente Kuroko si fermava a prendere il suo amato milkshake alla vaniglia. Poteva succedere, delle volte, che Akashi glielo offriva, come per premiarlo per i duri sforzi che faceva sul campo. Poi andavano ognuno a casa propria.
Non si poteva proprio definire appuntamento, ma solo Kuroko riceveva qualcosa in cambio da Akashi.
E ogni volta che succedeva perfino il gusto del milkshake era più buono.

 

Quarto giorno - On a date

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Capitolo 5
*** 5 - Kissing ***


I baci di Akashi erano morsi.
Non perché fosse violento, del resto non era mica Aomine. Ma perché mentre baciava tendeva a parlare.
-Sei bravo ad amarmi nonostante io non lo faccia.-
Erano parole che ferivano, che sbranavano quel poco di orgoglio che Kuroko possedeva. Tendevano a tenerlo stretto nella morsa di quel dannato controllo che Akashi doveva avere in ogni istante della sua esistenza.
Il problema era che dopo le parole seguivano le labbra. E poi la lingua. Era come se prendesse una pillola mischiata a dello zucchero: tutto diventava dolce, anche il più crudele dei morsi.
Era vero che i baci di Akashi facevano male. Ma se erano rivolti solamente a lui allora andava bene anche così.
Era un forma di amore anche quella.

 

Quinto giorno - Kissing

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Capitolo 6
*** 6 - Wearing eachothers’ clothes ***


Molto spesso, quando si fermava da lui a dormire, dopo aver fatto sesso, capitava che si scambiassero le camicie.
La cosa non era assolutamente voluta, ovviamente. Quando erano presi dalla passione (se così si poteva chiamare con Akashi) l'unico gesto che si poteva dire istintivo era quello di togliersi gli abiti e lasciarli cadere a terra. Non che si potesse definire fretta, solo che si desideravano e basta.
Quindi, quando la mattina arrivava e dovevano vestirsi succedeva che prendessero le camicie sbagliate. Avevano la stessa taglia, quindi non era possibile distinguerle.
O meglio, questo valeva per Akashi.
Kuroko, invece, sapeva benissimo qual'era la sua, di camicia. Le prime volte, certo, si sbagliava pure lui, ma con il tempo aveva incominciato a vedere le piccole differenze. Quindi sapeva esattamente qual'era la sua e quale dell'altro. Ma, volontariamente, prendeva la camicia di Akashi, indossandola.
Era morbida e sapeva di buono. Sapeva di Akashi. E bastava quello per renderla speciale ai suoi occhi.

 

-Ehi, Tetsuya... ricordati che poi la rivoglio pulita.-
E quando una mattina gli disse quello, dopo avergli stretto i fianchi da dietro, gli venne naturale sorridere.
-La stessa cosa vale per te.-

 

Sesto giorno - Wearing eachothers’ clothes

 

Il fluff che ogni tanto esce anche da me. Perdono se è OOC, la cosa non è assolutamente voluta.
Ricordo a tutti che una recensione, anche piccola piccola, non mi dispiacerebbe. Anche solo per dirmi che questa raccolta fa schifo e che mi devo ritirare.

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Capitolo 7
*** 7 - Cosplaying ***


Se non lo avesse visto con i suoi occhi non ci avrebbe mai creduto.
Akashi era vestito come Izaya Orihara, uno dei protagonisti di Drrr!!. E non sembrava particolarmente felice di ciò.
Quella che sembrava una follia era stata una “gentile” richiesta di Momoi. Ma non era solo toccato a lui: Midorima era vestito come Shizuo mentre Kise come Kida. E tutto perché Momoi aveva deciso di attirare le matricole in quella maniera.
Anche Kuroko, ovviamente, non fu risparmiato. A lui fu assegnato Mikado.
Quando Akashi lo vide non disse nulla. Solo si limitò a sorridere, anzi, a ghignare.
-Così questa volta chi comanda sei tu, eh?-
Kuroko non capì subito cosa intendeva dire. Solo quando lo vide inginocchiarsi davanti a lui e baciargli la mano comprese.
Solo per quel giorno i ruoli erano invertiti. E ciò significava che si sarebbe divertito parecchio, soprattutto quella sera.

 

Settimo giorno - Cosplaying

 

Ringrazio cortesemente Hiroshi Kamiya che doppia sia Akashi che Izaya. Il doppiaggio salva sempre. XD
Un ringraziamento (serio stavolta) a nove_76 che mi ha lasciato una recensione.

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Capitolo 8
*** 8 - Shopping ***


Come tutti i maschi odiavano andare a fare compere.
Kuroko era indifferente al concetto di shopping e Akashi aveva abbastanza soldi da mandare qualcun altro a farlo al posto suo. Se succedeva era perché Momoi, da brava manager, li obbligava a partecipare alle sue sessioni di tale attività. Che fosse ben chiaro, Kuroko era invitato perché alla ragazza piaceva e Akashi perché era il capitano. E anche perché quel furbone di Aomine, così, poteva evitare di sentire la ragazza urlare per quello che (tutti i maschi in squadra concordavano) erano “autentiche sciocchezze”. Ovvero vestiti, vestiti, vestiti. Perché teoricamente dovevano sempre comprare cose per il club, in pratica accompagnavano Momoi a scegliersi il guardaroba nuovo. Il che voleva dire che dovevano ascoltarsi i vari discorsi su qualcosa che non interessava loro assolutamente.
Kuroko, però, trovava sempre qualcosa di bello in quei pomeriggi. Per esempio, alla fine di tutto quella che potevano definire tranquillamente definire tortura psicologica salutavano Momoi e andavano a mangiare insieme. Oppure andavano a vedere i negozi di sport (quelli che avrebbero dovuto vedere fin dall'inizio ma che Momoi, nella foga, dimenticava) e discutevano di quale paia di scarpe fosse migliore.
Forse non era ciò che la gente definiva shopping, ma sia ad Akashi che a Kuroko andava bene così.

 

Ottavo giorno - Shopping

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Capitolo 9
*** 9 - Hanging out with friends ***


Raramente uscivano con amici. Il motivo, incredibile ma vero, era uguale per entrambi: non ne avevano uno.
Kuroko era invisibile per chiunque, Akashi troppo autoritario per essere apprezzato appieno dagli altri. Quindi le uniche occasioni in cui uscivano erano coi compagni di squadra.
C'era da dire, però, che raramente si divertivano. Aomine tendeva a fare un sacco di casino e, per quanto questo fosse accettabile durante gli allenamenti, fuori era a dir poco insopportabile. Midorima era fissato con l'oroscopo e quindi ogni uscita era influenzata da essa. Kise prendeva sempre in giro Kuroko, rendendo il ragazzo davvero odioso. E Murasakibara... beh, non faceva altro che mangiare. Non proprio una grande compagnia.
Non l'avrebbero mai ammesso, ma preferivano passare le giornate loro due soli in una stanza a giocare, parlare, vedere film, fare altro. Era il loro modo migliore di divertirsi.
Soli, senza nessun altro.
Come la migliore coppia di amanti.
Come i migliori degli amici.

 

Nono giorno - Hanging out with friends

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Capitolo 10
*** 10 - With animal ears ***


Prima o poi avrebbe ucciso Momoi, poco ma sicuro.
Akashi si fissava allo specchio, toccandosi le orecchie da coniglio rosso fuoco (dove diavolo le aveva trovate??) che indossava. Era stata la ragazza ad obbligarlo a metterle: fosse stato per lui le avrebbe prese e buttate. E si considerava fortunato che si era accontentata di fargli una foto. E che non c'era nessun altro della squadra attorno.
-Buongiorno, Akashi-kun.-
Le ultime parole famose.
Akashi fissò Kuroko attraverso lo specchio, osservandolo mentre, dopo un attimo di spaesamento, gli si avvicinava. Non si girò: preferiva essere protetto dallo specchio.
Appena gli fu dietro Kuroko allungò una mano, accarezzando il pelo morbido di una delle orecchie finte. E fu quasi sicuro di vederlo sorridere.
Nonostante avesse ancora voglia di uccidere Momoi decise che qualche volta avrebbe potuto ancora metterle, quelle orecchie.
Ma solo il sabato sera. E solo per Kuroko.

 

Decimo giorno - With animal ears

 

 

Ok, questa è STUPIDA, ma STUPIDA FORTE! XD
Personalmente ho preferito che, per una volta, fosse Akashi quello ridicolizzato e non Kuroko... troppo scontato. Anche se il risultato finale non mi è piaciuto appieno...
Ringrazio Sapphire_ per le recensioni che mi ha lasciato.

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Capitolo 11
*** 11 - Wearing kigurumis ***


Kuroko aveva un segreto. Ovvero, che aveva un kigurumi a forma di cagnolino che usava come pigiama.
Che fosse ben chiaro, non l'avrebbe mai indossato né mostrato a qualcuno. Gli era stato regalato, per scherzo, da Kise, sostenendo che così sarebbe diventato visibile e, soprattutto, carino. Inizialmente il suo pensiero fu che Kise era un idiota. Cambiò idea mettendolo. Perché era talmente morbido e comodo che si trovò benissimo.
Fu per quello che divenne un suo pigiama.
Un giorno, per errore, aprì la porta di casa conciato così. Nella sua ingenuità pensava che fossero i genitori che si era dimenticati di qualcosa. In realtà era Akashi, andato da lui per fargli visita.
Se la prima reazione del giovane fu di trattenersi dal ridergli in faccia, quella successiva fu di entrare, abbassare il cappuccio dell'enorme peluche e baciarlo.
-Sei davvero un cagnolino adorabile.-
Fu per quello che quel regalo stupido divenne il suo preferito. E il perché Akashi, per prenderlo in giro (e non solo), lo chiamasse cagnolino.
Visto e considerato che il rosso odiava i cani poteva considerarlo un mezzo traguardo.

 

Undicesimo giorno - Wearing kigurumis

 

E se ieri è toccato a Akashi oggi la cosa stupida se la becca Kuroko.
E ovviamente anche questa non mi piace. Ma fa niente.
Ringrazio purplefox per la recensione lasciatemi. ^^

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Capitolo 12
*** 12 - Making out ***


Perfino nel toccarlo Akashi continuava a tenere il controllo della situazione.
Non era semplice fare certe cose con lui. Non che non amasse proprio ciò del giovane, ma a volte era snervante vedere come si tratteneva. E non era di certo perché considerava fare sesso sbagliato o robe del genere. Era solamente perché doveva tenere in pugno la persona sotto di lui. Quindi doveva essere lucido, come se si trattasse di una sfida piuttosto che un rapporto amoroso.
Le sue mani gli sfioravano la pelle, togliendogli lentamente gli abiti. Andava a stimolarlo, ma senza mai farlo arrivare a provare qualcosa.
Era come se giocasse con lui.
Per non parlare dei suoi baci, che lo lasciavano senza fiato, ma che non erano mai troppo liberi.
Fu per quello che una volta (una sola volta) fu Kuroko a lasciarsi andare.
Lo baciò come se non ci fosse un domani, sotto lo sguardo sorpreso di Akashi.
Gli strappò gli abiti di dosso, iniziando a baciare la sua pelle e a leccarlo.
Ma soprattutto le sue mani iniziarono a vagare per il suo corpo, toccando quei punti che su di lui facevano tanto effetto.
E solo quella volta sentì la voce di Akashi gemere.
Fu talmente bello, sentire quella voce che si liberava per la prima volta, che avrebbe avuto voglia di farlo sempre.
Ma Akashi non amava le sconfitte. Anche se veniva da lui.
Fu solo la voce di Kuroko a gemere, da quella volta in poi.

 

Dodicesimo giorno - Making out

 

Dopo due giorni di cavolate assurde ecco una più seria. E, incredibile ma vero, è una KuroAka. Si, Kuroko che prende l'iniziativa è una cosa rara, no? Eppure è interessante.
Making out significa “pomiciare”.

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Capitolo 13
*** 13 - Eating icecream ***


L'estate a Kyoto era davvero calda.
Akashi lo aveva invitato pochi mesi dopo il suo trasferimento per fargli vedere la città e Kuroko aveva accettato, visto che non ci era mai stato. Solo che non si era di certo aspettato una città così bollente.
Dovettero restare in casa per la maggior parte del tempo, visto e considerato che il troppo caldo non faceva bene a nessuno dei due. Uscivano solo la sera, quando la temperatura era più fresca.
Chiusi in casa passavano le giornate a giocare, a vedere film ma soprattutto a mangiare gelati. Erano l'unica cosa che rendeva sopportabile il calore quasi soffocante.
Poi venne l'ultimo pomeriggio.
Come gli altri avevano iniziato a mangiare le loro coppe di gelato, parlando del più e del meno. L'argomento cadde sulle loro nuove scuole.
-Come ti sembra la nuova scuola, Akashi-kun?-
-L'ho scelta solo perché sono gli imperatori del basket. Mi è sufficiente per starci bene.-
A quella risposta Kuroko fissò Akashi, che gli sorrise di rimando.
-E tu?-
Avrebbe potuto dirgli parecchie cose. Che si trovava bene, che i senpai erano gentili e che si divertiva parecchio. Oh, e che aveva trovato un pazzo peggio di Aomine.
Ma l'unica cosa che fece fu mangiare un piccolo boccone di gelato, abbassando la testa.
A quella vista Akashi gli si avvicinò, accarezzandogli un poco la nuca.
Non avevano bisogno di dirsi altro.
Se ci fossi tu allora mi piacerebbe di più, Akashi-kun.
Solo questo.

 

Tredicesimo giorno – Eating icecream

 

L'idea per questa fic mi è venuta da una doujinshi che ho letto su loro due, dove Kuroko andava a Kyoto sotto invito di Akashi.
Forse un po' troppo dolce... ma non posso farci nulla.

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Capitolo 14
*** 14 - Genderswapped ***


 

-Mi presti le forbici?-
Se Kuroko avesse capito cosa la ex-compagna di squadra aveva intenzione di fare probabilmente sarebbe corsa verso di lei, cercando di fermarla.
E invece quello che i suoi occhi videro furono i lunghi capelli rosso fuoco di Akashi cadere a terra, come un incendio domato.
Kuroko non lo aveva mai detto a nessuno, ma se c'era una cosa che amava di lei erano i bellissimi capelli, di un colore splendente. E invece Akashi li stava gettando a terra una ciocca alla volta, come se non gliene importasse nulla.
Se Kuroko avesse potuto parlare probabilmente avrebbe urlato (lei, che era tanto silenziosa) di fermarsi, di non rovinare se stessa solo per poter giocare meglio.
Solo quando furono molto corti Akashi si fermò, fissando le altre ragazze con i suoi occhi di colore diverso.
-Ora devo andare. Ci vediamo durante le partite.-
Si avviò nella direzione dove stava Kuroko, che era ancora sconvolta e con lo sguardo sui capelli a terra.
Amava tutto di Akashi, ma non riusciva ad accettare che la ragazza avesse buttato così facilmente quel capolavoro che erano i suoi capelli.
Si accorse tardi del fatto che passando Akashi le aveva preso una mano, donandole qualcosa.
Le sue dita strinsero una ciocca di capelli.
E chissà perché le sembrava che la stessero bruciando viva.
O forse erano le lacrime?

 

Quattordicesimo giorno - Genderswapped

 

E solamente per oggi pubblico la fic di domani, visto che non ci sarò per tutto il giorno.
Che dire... questa mi ha fatto dannare. Non sapevo, sul serio, come trattare l'argomento. Ma poi ho avuto un flash, anche grazie a un'immagine di Akashi donna che si accinge a tagliarsi i capelli.
Non è il massimo, ma devo ammettere che il risultato finale non mi dispiace per nulla.

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Capitolo 15
*** 15 - In a different clothing style ***


Quando era a casa Akashi preferiva indossare un comodo kimono invece che un pigiama o una tuta.
A Kuroko piaceva tantissimo vederlo vestito così: gli dava un'aria ancora più forte e regale.
Un giorno Akashi, spinto da un moto che neanche lui si sapeva spiegare del tutto, propose a Kuroko di provarne uno.
-Sono curioso.-
Fu la sua risposta alla domanda che lo sguardo di Kuroko gli stava ponendo. Nessuno sapeva come faceva, ma era l'unico che capiva appieno ogni sfumatura di quello sguardo monocolore.
Fu così che gliene diede uno suo, sapendo benissimo che gli sarebbe a pennello. E infatti appena si mostrò, un poco impacciato perché non abituato, Akashi non ebbe neanche bisogno di sistemarlo.
Gli si avvicinò, toccandogli il collo lasciato libero dall'abito con due dita.
E iniziò a capire come mai gli era venuta quella strana voglia.
Perché gli bastò scendere per poter mettere la mano dentro le pieghe dell'abito, andando a toccare la pelle calda di Kuroko.
Sorrise, avvicinandosi al suo viso con il sorriso sulla bocca.
-Stai davvero benissimo.-
La risposta di Kuroko fu un gemito.

 

 

Quindicesimo giorno - In a different clothing style 

 

No, no vi darò mai la soddisfazione di una scena di sesso spinta, mi dispiace. LOL
Non so se sono l'unica che si domanda perché Akashi è sempre visto in kimono. Dopo averci pensato un bel po' credo di averlo capito: i giocatori di shogi hanno l'obbligo durante le gare ufficiali (come il titolo per il Meijin, ovvero il migliore giocatore in assoluto) di indossare il kimono.
Cavolata, ma mi piace pensare che Akashi rispetti così tanto lo shogi da adottare alcuni comportamenti del gioco.

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Capitolo 16
*** 16 - During their morning ritual ***


Per loro era un rituale quello di vedersi tra una lezione e l'altra.
Approfittavano di una delle tante pause di cinque minuti a loro concesse per trovarsi nel bagno. Un posto non esaltante, ma era l'unico con una porta che si poteva chiudere.
Si nascondevano lì dentro, lasciando il mondo fuori, per potersi almeno dare un bacio. Che poi Akashi si divertiva a torturare Kuroko: gli imponeva di sussurragli all'orecchio che cosa voleva, sapendo bene che il gioco si reggeva proprio perché il ragazzo era sempre un po' titubante nel pronunciare quella parola.
Tu.
Dopodiché Akashi lo accontentava e poi usciva, lasciando Kuroko solo. Dovevano ovviamente uscire a tempi sfasati, perché non potevano farsi beccare.
E a volte il fatto che dovessero nascondersi faceva un po' male.
Soprattutto perché, almeno, Akashi avrebbe smesso di torturarlo in quella maniera.
Anche se, sotto sotto, non gli dispiaceva così tanto.

 

Sedicesimo giorno - During their morning ritual

 


Questa non mi piaceeeeee! Ma non sapevo che cavolo di rituale mattutino fare...

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Capitolo 17
*** 17 - Spooning ***


Il primo ad addormentarsi era sempre Akashi.
Sembrava che nessun tipo di pensiero o problema lo infastidisse tanto da togliergli il sonno. Neanche la presenza di Kuroko, che gli si metteva affianco, poteva impedirgli di dormire in maniera serena. Anche perché, una volta assunta una posizione, non si muoveva mai da lì. Sembrava quasi che morisse ogni notte, per poi resuscitare la mattina successiva.
Kuroko, invece, faceva fatica a prendere sonno, soprattutto se Akashi era presente. Era il suo respiro, principalmente, che la notte non lo faceva dormire: era così tranquillo che lo avrebbe ascoltato in eterno. E poi aveva anche il problema della posizione: non sapeva mai come mettersi, perché Akashi non amava essere abbracciato o altro, nonostante gli concedesse di dormire nello stesso letto.
Una sera, stanco di stare scomodo, decise di incorrere nella possibile punizione che Akashi avrebbe preparato per lui stringendo il ragazzo a sé. Da dietro gli mise un braccio intorno al petto, mentre l'altro lo sistemò sopra le loro teste. Non molto comodo, certo, ma almeno avrebbe usato a dovere lo spazio a lui concesso.
Quello che non si aspettò fu di sentire le mani di Akashi prendere il braccio lontano e metterselo sotto il collo, lasciando l'altra mano nella posizione dove Kuroko l'aveva appoggiata.
-Domani vedrai.-
Il tono forse poteva fare paura, ma il fatto che le loro mani si strinsero fece perdere efficace alla minaccia.
Il problema era che Akashi aveva una cosa in comune con Kuroko: non scherzava mai.

 

Diciassettesimo giorno - Spooning

 

Il tema che, forse, mi sono più divertita a scrivere fin'ora XD Povero Kuroko XD
Lo spooning è un abbraccio, cercatelo online per vedere com'è.

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Capitolo 18
*** 18 - Doing something together ***


Se qualcuno avesse saputo del loro rapporto (non semplici compagni di squadra) e di conseguenza li avesse visti insieme avrebbe strabuzzato gli occhi.
Loro non era una classica coppia. Non si giuravano amore, neanche si dicevano che si volevano bene. Non amavano passare troppo tempo assieme e se lo facevano spesso erano chiusi nei rispettivi pensieri e mondi. Erano due persone che, nel loro modo di essere, erano troppo simili per poter durare a lungo.
Eppure c'era un motivo perché, sotto sotto, si definivano entrambi impegnati in un rapporto quasi amoroso.
Erano i sabati sera, quando vedevano insieme un film, godendosi sia la visione che la presenza silenziosa dell'altro seduto accanto.
Erano le partite a shogi, dove Kuroko puntualmente perdeva.
Erano le notti, nel letto troppo piccolo di Akashi, dove nudi, l'uno sopra l'altro, si ripetevano di essere, a loro modo, insieme.
Erano quei piccoli momenti. E bastavano solo quelli.

 

Diciottesimo giorno - Doing something together

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Capitolo 19
*** 19 - In formal wear ***


Akashi non era cambiato per nulla.
Erano passati ben dieci anni da quando avevano lasciato le scuole medie. Anni in cui si erano combattuti più e più volte, con risultati altalenanti. Anni dove la distanza li faceva vedere solo quando c'erano gli scontri tra le scuole. E, una volta usciti da lì, alle cene tra ex compagni di scuola.
Era in uno di quegli incontri dove Kuroko e Akashi si erano incontrati, entrambi dentro i loro abiti così formali da essere quasi delle costrizioni. E costrizioni erano anche stati i freddi saluti che si erano dati a vicenda, come se il passato fosse stato solo un avvenimento senza importanza.
E nessuno dei due si spiegò mai del tutto perché, una volta ritrovatosi casualmente al bagno insieme, la mano di Akashi era andata a prendere quella di Kuroko, portandolo lontano da sguardi indiscreti. Né perché quella stessa mano andò a slacciare la cravatta che stringeva troppo il collo del compagno. E neanche perché si sostituì la bocca all'indumento, lasciando un morso sul collo troppo bianco di Kuroko.
O forse c'era un motivo e stava tutto in quel passato che nessuno dei due poteva e voleva dimenticare, dove c'era stato qualcosa di talmente grande che aveva cambiato l'esistenza ad entrambi.
Forse non sarebbe stato male portarlo anche al presente.
E le loro mani, intrecciate, sembravano pensare la stessa cosa.

 

Diciannovesimo giorno - In formal wear

 

Questa è stata difficilissima, giuro. Non sapevo che cavolo fare. Meno male che l'ispirazione è arrivata... 

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Capitolo 20
*** 20 - Dancing ***


Appena le loro mani si erano strette era partita una musica, come se fossero state loro il segnale prestabilito.
Entrambi si fermarono, alzando la testa. Era un valzer, una musica orecchiabile e, soprattutto, facile da ballare.
E fu quello che Akashi, prendendo il fianco di Kuroko, iniziò a fare.
Sorprendentemente chi aveva iniziato le danze si dimostrò parecchio portato. Come se non bastassero la sue abilità nel basket e nello shogi. 
Ma non aveva importanza. A Kuroko bastò stringersi a lui per farsi guidare in un mondo dove esistevano solo loro due, dove qualsiasi persona spariva.
Era il loro ballo e nessuno li avrebbe interrotti. E non si fermarono neanche quando la musica si concluse.
Il loro passo finale fu un bacio.
Il resto lo avrebbero eseguito in una camera lontana da quel luogo.

 

Ventesimo giorno - Dancing

 

Ieri non ho potuto pubblicarla quindi lo faccio oggi.
Seguito di “In formal wear”.

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Capitolo 21
*** 21 - Cooking/baking ***


La domenica mattina era sempre una specie di sfida.
Erano sempre soli, visto che i genitori di Akashi andavano a fare compere, lasciando i due ragazzi dormire. E visto che nessuno dei due era capace di cucinare dovevano sempre fare, appena svegli, una sfida per decidere chi avrebbe avvelenato l'altro.
Kuroko aveva sempre paura di perdere. Non che fosse molto più bravo di Akashi ai fornelli, ma almeno aveva il buon senso di capire che ci andava il sale sul pesce e non lo zucchero. Davvero, Akashi non aveva per nulla il gusto per il cibo. Per lui uno valeva l'altro, considerando le colazioni, i pranzi e le cene solo degli obblighi imposti dal proprio corpo.
Quando però, dopo aver tremato tutto il tempo dopo aver perso a morra cinese, Kuroko si ritrovò un piatto tutto sommato accettabile di pesce, riso e uova rimase piacevolmente stupito.
-Non mi piace perdere in nessun campo.-
Questo fu quello che gli disse e non si era aspettato nulla di diverso.
Fece comunque un piccolo sorriso.
So benissimo che non ti piace perdere, Akashi-kun. Soprattutto con me.

 

 

Ventunesimo giorno - Cooking/baking

 

Akashi è troppo perfetto, quindi l'ho reso incapace di cucinare v.v

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Capitolo 22
*** 22 - In battle, side-by-side ***


Ogni partita, per loro, era un'autentica guerra.
L'unica cosa importante era la vittoria. Era come se rischiassero sul serio la vita ogni volta che giocavano. E per farlo, strano a dirsi, combattevano separatamente, ognuno con il proprio ruolo, senza chiedere aiuto a nessuno.
Solo Kuroko ci provava, a fare gioco di squadra. Essenzialmente perché aveva bisogno di un compagno per poter partecipare.
Solo in quei momenti non aveva al suo fianco Akashi. Il capitano era troppo concentrato a far muovere tutti i burattini che aveva a disposizione per dedicarsi solo a lui.
O meglio, così succedeva la maggior parte delle volte. In alcuni rari casi si ritrovavano, insieme, a combattere, diventando quasi invincibili.
Solo in quei momenti i loro sguardi si trovavano. E sostituivano le mani, occupate dal pallone che entrambi usavano.
Se lo passavano per darsi una mano a vicenda.
E in quei momenti Kuroko, nonostante in campo si sentiva quasi sempre solo, riusciva a percepire colui che aveva scelto come compagno di fianco a sé, a proteggergli le spalle.
Insieme, fianco a fianco, in qualsiasi battaglia.
Sempre e comunque.

 

Ventiduesimo giorno - In battle, side-by-side

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Capitolo 23
*** 23 - Arguing ***


-Non capisco perché dovremmo fare gioco di squadra.-
-E io non capisco perché non potremmo provarci.-
Generalmente andavano d'accordo su un po' tutto, ma quando si trattava della tattica di gioco da adottare le cose cambiavano.
Akashi era un individualista, Kuroko cercava di creare un gruppo. Erano due visioni di gioco (e anche di vita) totalmente distanti che non potevano trovare punti in comune. E anche il fatto che Kuroko fosse il solo a pensarla così non faceva altro che rendere perdente la sua idea già in partenza.
Ogni volta che facevano quel discorso finivano sempre a non parlarsi per un po', ognuno chiuso nel suo pensiero, considerandolo l'unico
possibile.

Non erano abituati a litigare e non piaceva a nessuno dei due, perché si allontanavano troppo da quello che avevano costruito.

 

Ventitreesimo giorno - Arguing

 

Arguing significa litigare.

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Capitolo 24
*** 24 - Making up afterwards ***


Normalmente chi iniziava a parlare dei due dopo i loro litigi era sempre Akashi. Ufficialmente lo faceva passare come un dovere del capitano, ufficiosamente perché altrimenti non avrebbero mai fatto pace. E la cosa, anche se non lo dava a vedere, non gli piaceva molto.
Gli si avvicina, quindi, fissandolo con quei suoi occhi che sembravano il fuoco puro.
-Sai che hai torto.-
Non era il metodo migliore di iniziare una conversazione e infatti la prima volta che glielo disse Kuroko rimase senza parole. Solo con il tempo aveva capito che Akashi doveva dimostrare, sempre e comunque, di aver ragione.
E la risposta, ogni volta, gli veniva spontanea, come se stessero recitando.
-Questo non vuol dire che non ci posso provare.-
Oramai le loro azioni erano sempre quelle: Akashi lo fissava senza rispondere, poi gli tendeva una mano e stringendosela a vicenda proclamavano pace.
Davanti al palcoscenico che era il campo da basket dimostravano di rispettarsi l'un l'altro, come due compagni di squadra.
Dietro le quinte, invece, non si limitavano a stringersi la mano, ma si baciavano.
Era quello il loro vero modo di fare pace.
E poco importava se l'argomento saltava fuori spesso: avrebbero ripetuto il rituale finale ogni qualvolta fosse a loro possibile.
E anche fuori dal litigio, ovviamente.

 

Ventiquattresimo giorno - Making up afterwards

 

E se arguing è il litigio, ovviamente making up afterwards è fare pace.

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Capitolo 25
*** 25 - Gazing into eachothers’ eyes ***


Kuroko guardava raramente negli occhi Akashi.
Non era una persona timida e con tutti gli altri non si faceva problemi a farlo. Solo con il ragazzo non ci riusciva.
Forse era perché Akashi aveva degli occhi così freddi che il colore sembrava quasi una maschera. O forse perché gli bastava una sola occhiata per capire chiunque e qualunque mossa avrebbe fatto da lì a poco.
Akashi, dal canto suo, fissava spesso negli occhi di Kuroko. Lo faceva apposta per vedere la reazione del giovane, anche se la conosceva in anticipo. Sapeva benissimo che avrebbe distolto lo sguardo, imbarazzato (anche se solo lui poteva vederlo).
Le uniche volte dove si guardavano entrambi negli occhi senza strani pensieri o problemi erano quando si baciavano. Solo lì facevano cadere ogni specchio o ogni muro che nascondevano, lasciandosi liberi, un poco, di scoprirsi a vicenda.

 

Venticinquesimo giorno - Gazing into eachothers’ eyes

 

Semplicemente, il prompt significa guardarsi negli occhi.

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Capitolo 26
*** 26 - Getting married ***


-Ti donerò ciò che per me è più prezioso.-
Glielo aveva detto sorridendo, stringendogli la mano con una presa ferrea. Kuroko non abbassò neanche lo sguardo per osservare quel paio di forbici che le sue dita stringevano. Fissava Akashi negli occhi, quegli occhi di colore diverso che tanto avevano osservato e predetto.
-Solo a te.-
Continuò a guardarlo negli occhi, chiudendo i suoi solo quando la sua mano scattò.
Non importava quanto sangue usciva, quando dolore sentissero.
Era il sangue il loro testimone, il loro dolore il prete.
Ti donerò ciò che per me è più prezioso.
Per Akashi l'occhio, per Kuroko la mano destra.
Ti donerò l'unica cosa che potrei dare alla persona che amo e che voglio sposare.
Ciò che rappresenta me stesso.

 

Ventiseiesimo giorno - Getting married

 

Ebbene, è un po' angst, perché ci sta sempre bene.

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Capitolo 27
*** 27 - On one of their birthdays ***


Akashi non considerava importante il proprio compleanno.
Nessuno dei suoi familiari aveva il tempo di festeggiarlo e lui con il tempo aveva imparato a considerare il 20 dicembre un giorno come un altro, con la sola differenza che la sua età aumentava di una unità.
Era nato in una fredda giornata che sapeva di ghiaccio, quasi uno scorcio di come sarebbe stato col tempo. Ed era uguale anche quando compì quindici anni. Lo stesso clima, lo stesso cielo triste. Era come se il tempo si fosse fermato in una bolla di sapone, anzi, di neve. Eppure non gli interessa. Non era importante.
Nessuno gli fece gli auguri neanche a scuola. Nessuno dei suoi compagni di squadra diede segno di sapere di quella ricorrenza.
Non gli interessava molto.
Neanche Kuroko parlò di qualcosa di diverso rispetto ai loro soliti discorsi, tutti incentrati sul basket.
Non gli interessava molto.
Oramai non gli importava più nulla.
E sarebbe stato così per ogni anno a venire, se solo Kuroko non lo avesse aspettato negli spogliatoi facendogli una sorpresa, canticchiando a voce bassa uno stonato “Buon compleanno”.
E in quel momento, mentre rimaneva fermo sulla porta, senza osare entrare, si rese conto di una cosa.
Forse non gli importava molto se tutto il mondo non lo festeggiava a dovere.
Bastava solo Kuroko a rendere quel giorno speciale, com'era giusto che fosse.

 

Ventisettesimo giorno - On one of their birthdays

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Capitolo 28
*** 28 - Doing something ridiculous ***


Non sapeva neanche perché avesse avuto la brillante idea di cucinare.
Molto probabilmente voleva dimostrare a Kuroko che anche lui poteva contribuire in quel versante: odiava il fatto di essere secondo al ragazzo in qualcosa, anche se ciò aveva salvato la loro convivenza.
Perché Akashi, coi fornelli, era assolutamente negato: era capace di far bruciare un semplice uovo al tegamino, come poteva prendere di poter fare una torta (l'alimento scelto da martoriare)? E infatti ciò che venne fuori era qualcosa che avrebbe dovuto essere vagamente un dolce, ma che era bruciato in buona parte. Per non parlare del fatto che avrebbe dovuto essere morbida e invece era dura come il legno. E come dimenticarsi che aveva quasi mandato a fuoco la casa, visto che si era dimenticato di tenere d'occhio il tempo di cottura.
Insomma, un mezzo disastro. Già si immaginava la scena: Kuroko non avrebbe detto nulla, ma il suo sguardo sarebbe bastato per farlo desistere una seconda volta nel tentativo.
E così avvenne: Kuroko tornò a casa dopo una lunga giornata di lavoro all'asilo, trovandosi davanti Akashi con in mano una torta (se così si poteva chiamare) e la cucina che ancora fumava.
Non ebbe neanche bisogno di fare due più due per capire cosa diavolo fosse successo. E lo sguardo che gli lanciò non avrebbe neanche avuto bisogno di essere sottolineato dalla frase successiva.
-La prossima volta, Seijuro, vai a farti una partita alla Shogi Kaikan invece di cercare di distruggere casa nostra.-

 

Ventottesimo giorno - Doing something ridiculous

 

Non è propriamente ridicolo ma mentalmente l'idea che Akashi non sa cucinare e che ci prova comunque mi ha fatto morire dal ridere.
E' una AU, dove Kuroko e Akashi svolgono i mestieri che l'autore ha immaginato per loro (maestro di asilo per Kuroko e giocatore di Shogi professionista per Akashi).
La Shogi Kaikan è l'edificio dove si svolgono le gare di shogi e anche gli allenamenti.

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Capitolo 29
*** 29 - Doing something sweet ***


Akashi era davvero un grande testardo quando voleva. Non solo sapeva benissimo di non essere capace di cucinare qualcosa, ma ci aveva provato ancora una volta!
Non era di certo la prima e non sarebbe neanche stata l'ultima: conosceva fin troppo bene quel testardo che si era scelto come ragazzo per non indovinare che ci avrebbe riprovato di nuovo.
Ma di certo non era solamente perché Akashi odiava perdere in qualsiasi campo.
La colpa era anche sua. Non doveva sempre prima arrabbiarsi poi, sospirando, provare quello che il ragazzo gli porgeva, cercando di non soffocare. Era come dichiarare la propria condanna a morte.
Ma se c'era una cosa che aveva imparato stando tanto con i bambini stava nel fatto che bisognava sempre mettere un po' di dolcezza in ogni rapporto d'affetto.
Perché ciò che ci avrebbe guadagnato sarebbe stato maggiore del rischio.

 

Ventinovesimo giorno - Doing something sweet

 

Seguito di quella di ieri. Non è dolce come cosa rischiare la vita per chi si ama? XD
Ringrazio Appuru per la recensione lasciatami ^^

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Capitolo 30
*** 30 - Doing something hot ***


Era sotto di lui, stringendo forte il cuscino per scaricare la tensione che ogni suo gesto gli stava dando.
Akashi non aveva un minimo di pietà nei suoi confronti: si muoveva senza concedergli il tempo di un sospiro, facendolo gemere così forte che aveva paura che i genitori avrebbero sentito tutto. E non era solo il bacino a muoversi: erano anche le mani che si spostavano in tutto il suo corpo senza fermarsi, era anche la lingua che leccava dov'era possibile.
Era Akashi che aveva deciso di farlo impazzire, come sempre, come ogni volta.
E si sentiva legato proprio per questo al ragazzo, dentro una ragnatela che non poteva né voleva distruggere.
Ma sarebbe stato sciocco considerare la loro solo una storia di sesso. Era qualcosa di più, qualcosa di profondo.
Ed era quello il vero motivo per cui Kuroko avrebbe lasciato il suo corpo a godere nelle mani di Akashi, a farsi controllare da lui.
Ed era bellissimo così.

 

Trentesimo (e ultimo) giorno - Doing something hot

 

 

Ebbene si. Con questo capitolo si conclude questa piccola raccolta.
Lo ammetto, era tutto partito come una sfida con me stessa per vedere se ce l'avrei fatta. Con il tempo è diventata una piccola routine, qualcosa che mi ha aiutato e mi ha divertito allo stesso tempo. E ora vedere che tutto finisce mi mette, davvero, tanta tristezza.
Come ultimo ringraziamento per le recensioni lasciatemi va a MidnightChaos che mi ha mostrato la sua classifica personale per questa raccolta XD Grazie mille, sul serio.
E ovviamente ringrazio anche chi mi ha seguito e chi mi ha messo fra i preferiti. Davvero, grazie mille. E' vero che si scrive principalmente per se stessi, ma anche sapere che agli altri piace ciò che si scrive è un vero onore.
Con questo vi saluto e vi ringrazio per tutto il pesce. 

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