Rimpianto di The Mad Tinhatter (/viewuser.php?uid=8814)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lettera e Speranza ***
Capitolo 2: *** Decisione ***
Capitolo 3: *** Sorpresa ***
Capitolo 1 *** Lettera e Speranza ***
Rimpianto
Cap. 1: Lettera e Speranza
"Cara Luna,
Sono passati ormai diciannove anni da quella notte. La notte in
cui tutto è finito, e le nostre strade si sono divise.
Io sono ancora qui, in questo luogo. Ogni giorno ritorno in
quella sala, in quel campo di battaglia. Ogni giorno, ricordi che riaffiorano.
Ferite che si aprono.
Sono qui, insegno a questi ragazzi come mai è meglio non
avvicinarsi troppo ad un Tentacolo Velenoso. O come mai devono mettersi i
paraorecchi quando hanno a che fare con una Mandragola.
E tu, invece? Forse sarai da qualche parte nel mondo, cercando
qualche nuova pianta, o qualche nuovo animale da esaminare. Me l’avevi detto, il
tuo sogno era quello di diventare una naturalista.
Ma non pensavo che sarebbe accaduto tutto così velocemente. Sei
partita, così, il giorno dopo della fine della scuola. Non mi hai lasciato
nemmeno un attimo. Per dirti che ti amo. Per dirti che, anche ora, l’unica
persona che vorrei al mio fianco sei tu. Per dirti che, nonostante questi
diciannove anni, non ti ho ancora dimenticata.
Forse ti avrei dovuta seguire. Sarei rimasto con te. Magari non
avresti voluto, però. Magari non avresti provato gli stessi sentimenti.
Chissà se sei felice, ora. Chissà se stai realizzando il tuo
sogno. Magari hai già trovato qualcuno con cui passare il resto della tua vita.
Magari proprio ora, mentre leggi questa lettera, tieni in braccio un bambino, il
tuo bambino.
Se è così, ti dico che nessuno più di te si merita questa vita.
Entrambi abbiamo sofferto. So che è così, nonostante le
apparenze anche tu stavi male.
E ora, diciannove anni dopo, è giusto che almeno uno di noi due
abbia trovato la felicità.
E quello non sono io. Ho cercato di ripetere a me stesso che
dovevo cancellare il passato dalla mia mente, e pensare al futuro. Un futuro
calmo, tranquillo, dove vivere senza pensare che potresti essere ucciso in
qualsiasi momento. Tante porte davanti, tante persone da conoscere, tante con
cui essere felice.
Ma non ci riesco. La mia mente ritorna sempre al passato. Al
primo giorno in cui ti ho vista, per esempio. Mi eri sembrata così strana.
E poi, ti ho vista affrontare le difficoltà e le battaglie. E
ho capito che dietro alle collane di tappi c’era qualcos’altro. E mi sono
innamorato di te.
Non te l’ho mai detto, lo so, e non c’è altra anima al mondo
che lo sappia. Maledetta timidezza.
Se non fosse stato per colpa mia, forse ora saremmo assieme.
Forse saresti anche tu qui, forse staresti anche tu insegnando qualcosa.
Ma non è così, e devo farmene una ragione.
Sicuramente questa lettera non avrà alcun effetto su di te.
Probabilmente adesso vorrai strapparla in mille pezzi, e buttarla in mezzo al
fuoco. Ormai farò parte del tuo passato, ormai ti sarai rifatta una vita.
Volevo soltanto dirti tutto quello che avrei dovuto dirti tanto
tempo fa. E penso proprio che scrivere una lettera sia più semplice di dire
tutto a voce. Lo so, ne ho passate di tutti i colori, ma sotto sotto sono ancora
un codardo.
Mi piacerebbe una risposta da parte tua, anche se non ci spero
troppo. Fai di questo pezzo di pergamena quello che vuoi. Ma non dimenticare le
mie parole.
Con affetto,
Neville" .
Rileggo la lettera, tante volte da ricordarmela a memoria
parola per parola.
Mi sembra che vada bene, ma c'è qualcosa che mi dice che è
meglio non spedirla. Chissà dove sarà, chissà se il mio gufo riuscirà a
trovarla.
Respiro forte. Chiamo il mio gufo. Prendo una busta, ci scrivo
sopra il nome del destinatario. Metto la lettera nella busta, sigillo il
tutto.
Il mio gufo attraversa la stanza, e atterra dolcemente sulla
mia scrivania.
Ho ancora un attimo per pensarci. Un attimo per decidere se
tirarmi indietro.
Respiro ancora più forte. Non posso tornare indietro, ormai ho
deciso.
Lego la lettera alla zampa del gufo. Un secondo, e il gufo è
partito. Lo vedo volare via, nella notte. Porta con sè la mia
speranza. |
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Capitolo 2 *** Decisione ***
Cap. 2: Decisione
Notte. Sono seduta su una poltrona, cercando di rilassarmi. Ho
lavorato molto oggi, quell'ibrido che ho incontrato mi ha dato parecchio filo da
torcere. Era così vivace, impossibile da bloccare nemmeno per osservare meglio
il colore del suo manto. Insomma, mi ha proprio fatto sudare sette camicie.
Ad un tratto, sento un picchiettio provenire dalla finestra. Un
gufo.
Scruto tra il buio, per vedere se è un gufo che conosco, magari
il mio Astor. Negativo, non è lui. Comunque sia, porta con sè una lettera
indirizzata a me, e dovrei leggerla.
Apro la finestra, lo lascio entrare. Si appollaia sullo
schienale della poltrona, su cui mi siedo dopo aver preso la lettera. Mi chiedo
proprio chi voglia scrivermi in questo momento.
Nessuno dei miei vecchi amici, sicuramente. Sono diciannove
anni che non sento o vedo nessuno di loro.
Eppure, il tipo di scrittura sulla busta mi è familiare.
Scrittura stretta, un po' spigolosa ma comunque ordinata.
Apro la busta, e comincio a leggere. I miei occhi scorrono tra
le righe di quella lettera. E si riempiono di lacrime.
No, non sono felice. No, non ho trovato nessuno con cui
trascorrere la mia vita. Non reggo tra le mie braccia il mio bambino. E no, non
fai parte solo del mio passato.
Sono qui, da sola, in un buco di casetta, in qualche paesetto
sperduto tra le montagne della Scozia. Sto cercando di fare il mio lavoro, ciò
che ho sempre sognato. Ma ho sempre sentito qualcosa che mancava.
Io sono una di quelle persone che, quando sperimentano qualcosa
di così forte da poter cambiare loro la vita, cercano con tutte le loro forze di
respingerlo, di evitarlo, di sminuirlo affinchè diventi nulla. Ecco perchè sono
partita subito, Neville. Pensavo che forse un distacco così brusco mi avrebbe
aiutata ad annullare tutto. Ma non è stato così.
Sicuramente in molti ti avranno dimenticato. Io non sono tra
questi.
Continuo a piangere. Perchè ormai è troppo tardi per tornare
indietro. Siamo troppo lontani. Forse anche troppo impegnati. Perchè anche io
avrei dovuto dirtelo prima.
Che anche tu sei nel mio cuore.
Che sei stato tutto ciò che mi è mancato.
Forse un tempo sarebbe stato più facile. Ci potevamo vedere per
molto più tempo, ogni giorno c'era un'occasione almeno per salutarci.
Ma ora no. Ora mi capita più di una volta di passare intere
giornate senza rivolgere la parola a nessuno, impegnata come sono nel rincorrere
stupide bestie.
Sto pensando di risponderti, sai? Ma ora non riesco proprio a
scrivere. Sono stanca... non saprei nemmeno cosa scriverti....
Pochi minuti dopo, sono a letto. Nonostante il sonno, non
riesco a dormire. Troppi pensieri affollano la mia mente.
Mi accorgo subito che non è la stanchezza ad impedirmi di
scrivere, ma qualcos altro. Perchè ciò che voglio dire è impossibile da
scrivere, è troppo profondo.
Continuo a rigirarmi tra le lenzuola, alla ricerca di una
soluzione. Soluzione che non riesco a trovare, almeno non stando confinata in
queste quattro mura.
Poi, un'idea balena nella mia mente. Trovare il coraggio di
parlarti, faccia a faccia, e dirti tutto.
Non l'ho mai fatto prima, è una cosa che tutto sommato non mi
piace. Ma ho passato l'esame, diciotto anni or sono, quindi dovrei riuscirci.
Mi immagino già la tua faccia, vedermi lì, davanti a te, in
carne ed ossa e non in sogno... per me varrebbe tutto, quella semplice
espressione....
Basta solo un attimo, un colpo di bacchetta, e sarei lì....
Ho preso la mia decisione. Il sonno, lentamente, cade su di
me.
Mi sveglio che è già mattina. Il sole mi stuzzica gli occhi,
invitandoli ad aprirsi. Non c'è bisogno di farsi pregare: sono già sveglia.
Mi vesto, e sono pronta. Il cuore mi batte forte, era da tanto
che non provavo qualcosa del genere.
Prendo in mano la bacchetta. Ed è un attimo. Un fruscio
leggero. Il tempo di un respiro. E mi sono Smaterializzata.
Naturalmente ringrazio SakiJune che ha commentato... è vero, cerco di
mantenere vivo questo sogno... anche se la Rowling ha detto di no! |
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Capitolo 3 *** Sorpresa ***
Con questo terzo capitolo questa fanfiction
giunge alla fine (eh, si, è una storia piuttosto corta...). Ringrazio
Lady_Sue1789 per il commento... lo so, è molto ingiusto che la Rowling non abbia
realizzato questa coppia, anche se a me sembrava tanto ovvio... ha inserito
invece coppie tipo Harry/Ginny, che sembrava davvero forzata....
SakiJune, grazie ancora per il commento e
anche per il voto alla fanfic "What I've Done..."!
Ma ora, leggetevi il finale!
Cap. 3: Sorpresa
Mattino. La luce solare mi tormenta affinchè metta i piedi giù
da questo letto. Fortunatamente oggi non c'è lezione. Per oggi è prevista una
gita ad Hogsmeade, ma dubito che lascerò la scuola.
Amo vedere il castello e il parco silenziosi e deserti. Mi dà
un'incredibile sensazione di pace. Quando ero io uno studente, non vedevo l'ora
di rifugiarmi da Mielandia, o nel negozio di scherzi di Zonko.
Sono passati però un bel po' di anni, e credo proprio che le
mie preferenze in fatto di luoghi siano cambiate.
Mi vesto, ed esco fuori. Respiro la fresca aria autunnale, e
assaporo il silenzio, rotto soltanto dal cinguettare di qualche uccello e dal
frusciare di qualche foglia.
Mi dirigo verso il lago. Era uno dei miei luoghi preferiti, da
ragazzo, e lo è ancora. Lì attorno crescono sempre molte piante, ed è curioso
vedere come ce ne siano sempre di nuove.
Mi avvicino alla riva, e immergo le mani nell'acqua. è fresca e
pura.
Poco più in là c'è la Foresta Proibita. Proprio lì, al limitare
della foresta, c'è un piccolo cimitero. Là è sepolto quello che forse è stato il
Preside più famoso di Hogwarts, Albus Silente. Assieme a lui, ci sono anche
tutti i morti della Battaglia di Hogwarts. Remus Lupin e Ninfadora Tonks. Fred
Weasley. Colin Canon. E con loro tanti altri.
Mi si stringe sempre il cuore a pensare che loro, i miei amici,
sono lì, sottoterra, mentre invece io sono ancora qui, a respirare quest'aria
pura....
Ad un tratto, sento un rumore. Il clangore del grande cancello
di accesso alla scuola. Un rumore inconfondibile, non posso certo
confonderlo.
Mi dirigo verso il cancello. Sicuramente sarà qualche ragazzo
che ha dimenticato qualcosa a scuola.
Raggiungo il vialetto che porta all'uscita. E mi rendo conto
che ad entrare non è stato uno studente.
Una giovane donna bionda, di spalle, sta chiudendo il cancello
con un colpo di bacchetta.
Spalanco gli occhi, cercando di riconoscerla. Perchè non può
essere lei....
La donna si gira, e mi guarda. I suoi splendidi grandi occhi
non mentono. Si, è proprio lei.
Non faccio in tempo a dire o a fare nulla. Lei sta già correndo
verso di me.
Mi raggiunge, e mi butta le braccia al collo. Mi stringe più
forte che può, e io faccio lo stesso. Mi sembra così incredibile che lei sia
qui, davanti a me. Che non sia lontana. Che mi sta abbracciando.
Poi mi bacia. Così forte che è come se volesse colmare
diciannove anni di lontananza.
Come se avesse paura di perdermi di nuovo.
Anche dopo avermi baciato, continua a stringermi. Piange. Di
gioia, forse, perchè è quello che sto facendo anch'io.
Poi mi parla. E mi dice la frase più bella che io abbia mai
sentito.
- Ti amo anch'io, Neville.... |
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