Seven Devils di Contessa (/viewuser.php?uid=17577)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Sette mesi prima ***
Capitolo 2: *** Sei mesi prima ***
Capitolo 3: *** Cinque mesi prima ***
Capitolo 4: *** Quattro mesi prima ***
Capitolo 5: *** Tre mesi prima ***
Capitolo 6: *** Il Matrimonio - Epilogo ***
Capitolo 1 *** Prologo - Sette mesi prima ***
PROLOGO
Gli
sposi salutarono un’ultima volta gli ospiti, poi lui prese in
braccio la neo
moglie tra le risate e gli applausi. Lei gli sorrise, mentre varcavano
insieme
per la prima volta dopo il matrimonio le porte di Malfoy Manor.
Lo
sposo fece qualche passo oltre la soglia, stringendo la giovane, poi la
riappoggiò per terra con gentilezza. Le porte si chiusero
alle loro spalle,
lasciando fuori gli invitati, la brezza fresca della sera, la festa e
il
tramonto.
Lei
sfoderò la bacchetta.
“Benvenuto
all’Inferno, Draco Malfoy.” disse Hermione.
Capitolo
I
SETTE
MESI PRIMA
“Ma
sei proprio sicuro che sia lei,
Draco?”
“Certo,
mamma, è lei! Guardala,
guardala bene… l’ho riconosciuta subito. Non
potevo credere alla mia fortuna!”
“Draco,
sono così orgoglioso di te.
Il Signore Oscuro ti ricompenserà adeguatamente,
vedrai.”
“Lo
so. Voglio fargli una sorpresa…
non si aspetterà mai una cosa del genere. –
Hermione tossì, schiudendo appena
gli occhi. – Guardate, si sta svegliando. Granger! Ehi,
Granger, mi senti?”
“Dove…
dove sono?” chiese piano la
ragazza.
“Sei
a Malfoy Manor, stupida
Sanguesporco. – le rispose Draco dandole un calcio nella
pancia. Lei gemette e
tossì ancora. – Ti ricordi quello che mi hai
detto, Granger? ‘Sono troppo
intelligente per te, Malfoy, non riuscirai mai a prendermi.’
Chi dei due è
prigioniero adesso, eh?” un altro calcio
accompagnò la domanda.
“Così
toglierai tutto il
divertimento al Signore Oscuro, Draco. – disse Lucius Malfoy.
– Falla lavare.
Stasera la porteremo da Lui.”
“Sì,
adesso chiamo gli Elfi. Mamma,
abbiamo dei vestiti da darle?”
“Quelli
delle altre prigioniere,
direi.”
“Andranno
bene.”
“Che
cosa… che cosa sta succedendo?
– la voce di Hermione stava riprendendo forza. – Io
non ricordo nie-“
“Risparmia
il fiato, Granger;
stasera ti servirà. I Cruciatus del Signore Oscuro fanno
urlare parecchio.”
***
Il
lavaggio andò bene: Hermione
addirittura ringraziò gli elfi che le avevano portato gli
asciugamani,
spaventandoli con sorrisi e parole gentili.
La
vestizione invece fu più
problematica; quando Narcissa Malfoy le diede degli abiti dicendole che
erano
quelli con cui era arrivata Lavanda Brown, la giovane pensò
bene di stracciarli
e aggredire la donna. Draco, richiamato dalle urla, l’aveva
presa per i capelli
per strapparla dalla madre.
“Credo
che volesse cavarmi gli
occhi. Maledizione, quella piccola stupida mi ha graffiato le
mani!”
“Te
l’avevo detto che questa è
fuori di testa. Al terzo anno mi ha aggredito! Non vedo l’ora
di fargliela
pagare… - disse Draco. – Mettiti questa in
silenzio. E mangia. Lui preferisce i
prigionieri vispi.” aggiunse rivolto a Hermione lanciandole
un’altra tunica.
La
giovane mangiò in silenzio un
pezzo di pane, poi fu condotta in uno dei numerosi salotti; una volta
lì Lucius
Malfoy le fece indossare un lungo mantello con un ampio cappuccio.
“Dovrei
cruciarti per quello che
hai fatto a mia moglie, Sanguesporco. – disse
l’uomo dandole una spinta. Draco la
afferrò per un braccio. – Silenziala. Non possiamo
permetterci che inizi a
urlare all’improvviso.”
Il
giovane obbedì, e da sotto il
cappuccio vennero dei ringhi sommessi.
“Andiamo.”
disse Narcissa.
Draco
strinse a sé Hermione, poi il
mondo intorno a loro si compresse e ribaltò nel buio della
Smaterializzazione.
Riapparvero tutti e quatto davanti a una delle numerose
proprietà della
famiglia Black, che da qualche anno il Signore Oscuro aveva eletto
propria
dimora; Bellatrix ne era stata entusiasta almeno quanto i Malfoy, che
avevano
finalmente riottenuto la propria casa.
Il
cancello che si ergeva davanti a
loro si aprì quando Lucius alzò il braccio
sinistro, ed entrarono con passo
sicuro; Hermione incespicò più volte, muta e
cieca sotto il cappuccio troppo
grande. Draco la trascinò quasi di peso su per i tre gradini
che davano accesso
alla villa.
“Muoviti,
Sanguesporco. Cosa c’è,
improvvisamente hai paura?” le chiese con tono di scherno
strattonandola. La
giovane non poté far altro che scuotere la testa, mugugnando.
La
porta si aprì prima ancora che
qualcuno bussasse, e così si richiuse; un brusio sommesso
veniva da una porta
alla destra del piccolo gruppo.
“Ci
siamo… - disse Narcissa dopo un
profondo sospiro. – Draco, sii sicuro e tranquillo. Meriti
una grande
ricompensa, questa volta.”
Il
giovane annuì, serrando la presa
sul braccio della prigioniera.
“Ci
stanno aspettando tutti. Andrò
avanti io.” disse Lucius posando una mano sulla maniglia
della porta; quando la
aprì, improvvisamente la sala si zittì. La moglie
lo seguì nella stanza, mentre
Draco rimase sulla soglia.
I
Mangiamorte si aprirono in due
ali per lasciar passare i due coniugi, finché non giunsero
al centro della
sala, proprio davanti al Signore Oscuro; lui era seduto su
un’alta sedia
finemente intarsiata, e Bellatrix era alla sua destra, appoggiata al
bracciolo.
“Lucius…
- esordì Voldemort con
quello che doveva essere un sorriso. – Ho ricevuto il tuo
messaggio. Ti stavamo
aspettando.”
L’uomo
rabbrividì alla voce del
proprio padrone; gli anni non avevano cancellato la macchia dei suoi
fallimenti, e Lucius Malfoy sapeva bene quanto precaria fosse la sua
situazione. La moglie gli strinse una mano per fargli forza.
“Mio
Signore. – disse l’uomo con un
breve inchino. – Stasera sono venuto qui per risollevare
l’onore dei Malfoy.
Sono venuto qui con una sorpresa per voi.”
“Oh,
dubito che l’onore dei Malfoy
possa essere risollevato, ormai. – rispose Voldemort. I
Mangiamorte risero.
Quelli che si ritenevano al sicuro, almeno. – E sai che non
amo le sorprese.”
“Questa
vi piacerà, Signore, ne
sono certo. – ribatté Lucius cercando di sembrare
sicuro. Voldemort assottigliò
gli occhi rossi e gli fece un cenno della mano. – Draco!
Draco, vieni dentro. –
aggiunse girandosi verso l’ingresso della sala. Il giovane
entrò lentamente,
senza cedere di un millimetro la presa sul braccio della prigioniera.
– Mio
Signore, è stato mio figlio a trovare questo dono. Speriamo
che sia di vostro
gradimento.” disse quando il figlio lo raggiunse al centro
della stanza.
Fece
un cenno della testa a Draco,
e lui tolse il cappuccio alla giovane. La sala fu improvvisamente
percorsa da
mormorii eccitati.
“Ma
è proprio lei?!”
“Per
Merlino!”
“Non
ci posso credere…”
“Silenzio!
– disse Voldemort
alzandosi di scatto. Hermione serrò la mascella e
alzò la testa, mentre il
Signore Oscuro si avvicinava lentamente. – Draco…
questa prigioniera… è colei
che io penso sia?”
“Sì,
mio Signore. E’ Hermione
Granger. E’ la Sanguesporco di Potter. L’ho trovata
poche ore fa nella mia zona
di controllo, si aggirava per dei vicoletti di Londra. L’ho
battuta a duello.”
rispose il giovane orgoglioso.
“Draco,
Draco, Draco… - disse
Voldemort girando intorno alla prigioniera. – Sono stupito.
Sinceramente
stupito. Non mi aspettavo un risultato del genere da te… -
il giovane tacque.
Il Signore Oscuro fece un gesto con la bacchetta, e Hermione fece un
profondo
respiro. – Hermione Granger. Finalmente ci
conosciamo.”
“Credo
di non poter dire lo stesso,
Mio Signore.” rispose la giovane sprezzante.
“Sono
anni che ti cerchiamo, sai?”
“Bastava
inviare un gufo. Sarei
venuta con molto piacere.”
“Mi
avevano detto che eri
simpatica, per essere una Nata Babbana. – i Mangiamorte
risero. – Dicevano che
fossi la mente del Trio, eh? Effettivamente, sei stata
l’ultima a essere
trovata…”
“Ho
vinto qualcosa?”
“Ma
certo, cara; sarai l’unica ad
avere il piacere di provare i miei Cruciatus. Crucio! – disse
Voldemort con
calma. Draco trattenne la ragazza mentre si contorceva spasmodicamente,
ma
senza lasciarsi sfuggire nemmeno un lamento. – Sai,
è un vero peccato che anche
Weasley non abbia potuto provarli, non credi anche tu?”
Per
tutta risposta Hermione sputò
ai suoi piedi.
“Mio
Signore! – esclamò Bellatrix
accorrendo. – Lasciate che mi occupi di questa lurida
Sanguesporco che ha osato
fare una cosa del genere!”
“No,
no, Bella; tu hai già cruciato
questa ragazza, non ricordi? Non puoi avere sempre tutto il
divertimento. Le
avete fatto bere del Veritaserum?”
“No,
mio Signore. Abbiamo pensato
che così sarebbe stato più…
divertente.” rispose Draco.
“Bene,
Draco, molto bene. Sono
soddisfatto del tuo operato. – rispose Voldemort mettendogli
una lunga mano
pallida su una spalla. Draco si trattenne a stento dallo spostarsi con
un
balzo. – La tua ricompensa sarà la taglia della
Granger, e un nuovo incarico:
credo che tu sia pronto per qualcosa di più che semplici
ronde di controllo.
Tua zia sarà più che felice di avere il tuo
prezioso aiuto durante le sue
missioni. – continuò. Bellatrix annuì,
entusiasta, mentre il giovane cercò di
sorridere. La promozione era una cosa buona, affiancare la propria zia
folle
non proprio. – Ma prima, voglio che sia tu a occuparti della
prigioniera. Sei
un buon Legilimens, e con l’aiuto del Veritaserum immagino
che la nostra ospite
non sarà proprio in grado di tenere i segreti
dell’Ordine in bocca, non credi
anche tu, cara?” disse rivolto a Hermione.
“Sono
troppo intelligente per voi.”
rispose lei con un sorriso.
“Crucio!
- i Mangiamorte intorno a
loro risero ancora, mentre Hermione cadeva per terra contorcendosi.
Ancora una
volta serrò i denti per evitare di urlare; si poteva quasi
sentire il loro
scricchiolio. – Ma che Grifondoro coraggiosa…
è un vero peccato che la tua Casa
sia ormai estinta, eh?”
“Mio
Signore… - intervenne Draco
titubante. – Pensavo che voleste occuparvi voi del suo
interrogatorio.”
“Oh,
certamente. Le farò alcune
domande stasera stessa, ma sai quanto spesso mi lasci prendere la mano,
no? –
rispose Voldemort alzando nuovamente la bacchetta. –
Crucio!”
***
I
Malfoy tornarono al Manor solo
parecchie ore dopo.
Narcissa
fece un profondo sospiro
di sollievo quando apparvero di fronte al cancello, sorridendo. Lucius
le
strinse una mano e la baciò sulla guancia.
“Draco,
Draco… siamo così
orgogliosi di te.” disse l’uomo al figlio mentre
camminavano verso la porta d’ingresso.
“Grazie,
papà. Ho fatto solo il mio
dovere. – rispose il giovane con un sorriso.
L’atmosfera rilassata fu
interrotta da Hermione, che si accasciò al suolo tra i
lamenti. – Domattina
inizierò a interrogare questa Sanguesporco. Vedrete che
andrà tutto bene.” aggiunse
trascinandola all’interno del Manor.
“Merlino,
toglimela subito di
torno. Sono ore che fa quei versi; i Sanguesporco sono proprio animali.
- disse
Narcissa. – Vai a metterla in una delle celle, per favore. Il
Signore Oscuro ha
detto di lasciarla da sola, per ora.”
Draco
annuì e tirò la giovane per
un braccio fino alle scale per i sotterranei; scese senza curarsi
troppo dei
lamenti della ragazza, lasciando che cadesse a ogni gradino per poi
rialzarla
malamente. Sfoderò la bacchetta, aprì una delle
numerose celle e la buttò
dentro con malagrazia.
“Benvenuta
all’Inferno, Hermione
Granger.” disse Draco prima di chiudere la porta.
Eccomi
qui con un’altra long, che
poi tanto long non sarà: ho già deciso che
avrà sei capitoli, non uno di più,
non uno di meno.
Qualche
breve nota: il titolo viene
dalla canzone “Seven Devils”, di Florence &
The Machine, che mi ha ispirato
la storia, ma non ha niente a che vedere con la storia stessa. XD
Diciamo che
vi consiglio di ascoltarla perché secondo me rende bene
l’atmosfera.
Poi,
so che ci sono già in giro taaante
storie in cui Hermione viene catturata da Draco, o viceversa, quindi mi
rendo
conto che l’inizio non sia esattamente originalissimo; spero
solo che questo
primo capitolo vi sia piaciuto e vi abbia incuriosito almeno un
po’.
Il
prossimo aggiornamento sarà tra
due settimane! J
A
presto,
Contessa
|
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Capitolo 2 *** Sei mesi prima ***
Capitolo
II
SEI
MESI PRIMA
“Sai
che non puoi mentirmi, vero?”
“Certo.”
“E
allora dimmi, dov’è Potter?”
“Non
lo so.”
“Dov’è
il Quartier Generale
dell’Ordine della Fenice?”
“Non
so nemmeno questo.”
“Devi
dirmelo.”
“Non
posso dirti qualcosa che non
so, mi dispiace. – disse Hermione; sembrava quasi
dispiaciuta. – Sono troppo
intelligente per voi.”
Draco
le diede uno schiaffo,
l’ennesimo della giornata.
“Non
fai altro che sporcarti le
mani, Draco; nemmeno il Veritaserum può forzarla a
risponderti, lo sai. Non ci
resta che portarla dal Signore Oscuro.” disse Lucius
alzandosi. Narcissa
sospirò profondamente.
“Sei
sicuro? Non abbiamo scoperto
praticamente nulla… e
quel poco che
sappiamo non gli piacerà. Lui non ne sarà
soddisfatto.” mormorò la donna.
“Non
abbiamo scoperto nulla perché
lei non sa nulla. Nemmeno nella sua mente ho trovato qualcosa; solo
stupidi
ricordi di Hogwarts e dei suoi genitori Babbani… - disse
Draco scuotendo la
testa. – Sono passate due settimane. Abbiamo fatto tutto il
possibile.”
“E
tutto il possibile basterà?”
chiese Narcissa a bassa voce. Entrambi gli uomini sapevano di cosa
stava
parlando; quello che avevano fatto sarebbe bastato per farli rimanere
nelle
volubili grazie del Signore Oscuro? Per farli rimanere in vita?
“Basterà.
Ne sono certo. – disse
Lucius con sicurezza, appoggiando una mano sulla spalla della moglie.
– Draco,
riporta la prigioniera in cella. Domani sera la porteremo di nuovo dal
Signore
Oscuro.”
***
Quando
la porta della casa si
chiuse alle loro spalle con un tonfo, Narcissa sobbalzò e
trattenne a stento un
urletto.
“Mamma,
se non te la senti puoi
sempre rimanere qui…” disse Draco a bassa voce. Il
suo sguardo diceva che anche
lui sarebbe rimasto nel corridoio più che volentieri.
“No.
No. – rispose Narcissa con
voce ferma. – Non potrei mai rimanere qui mentre
voi… no, verrò con voi.”
“Stai
dietro di noi, e non dire
nulla. Anche tu, Draco, lascia parlare me. Se dovesse succedere
qualcosa, mi
prenderò io ogni responsabilità. –
sussurrò Lucius rapidamente. Strinse il braccio
sinistro della prigioniera, mentre il figlio annuiva dal lato opposto.
–
Andiamo.”
Draco
aprì la porta alla loro
destra, e la sala si zittì immediatamente quando gli altri
Mangiamorte li
videro; Voldemort si sedette comodamente sulla propria sedia, pronto
allo
spettacolo.
“Draco…
ti stavo aspettando con
impazienza. – disse quando il piccolo gruppo
arrivò al centro della sala. –
Lucius e Narcissa. Anche voi qui? – la donna
abbozzò un inchino con la testa,
lottando contro l’impulso di scappare. – Allora,
spero che tu abbia buona
notizie per me.”
“Mio
Signore, - iniziò Lucius. – abbiamo
interrogato incessantemente la prigioniera per-“
“Non
mi stavo rivolgendo a te,
Lucius. Draco, prego; tuo padre può essere così
maleducato, a volte.”
Il
giovane deglutì nervosamente,
poi si schiarì la voce.
“Ecco,
abbiamo interrogato
incessantemente la prigioniera per due settimane, ma purtroppo non
abbiamo
ottenuto le informazioni che speravamo. La sua mente non è
stata un problema,
ma i suoi ricordi sono del tutto irrilevanti. Con il Veritaserum
abbiamo
trovato qualcosa di più, ma molto… molto meno
rispetto a ciò che speravamo. –
disse Draco lentamente. Tutte le orecchie della sala erano tese per non
perdere
nemmeno una delle sue parole. – L’unica
informazione di qualche importanza è-“
“Draco,
Draco, non vorrai rovinarmi
lo spettacolo, vero? Nessuna anticipazione. – lo interruppe
Voldemort alzando
una mano aperta. – La prigioniera è sotto
Veritaserum, ora?”
“Sì,
sì, mio Signore.”
“Bella,
somministra alla nostra
ospite un’altra dose di Veritaserum. – disse
facendo un cenno alla donna al suo
fianco. Bellatrix si avvicinò a grandi passi a Hermione,
estraendo una fialetta
dal mantello. – Oh, lasciate pure andare la signorina
Granger; non credo che
andrà molto lontano, in ogni caso. – Draco e
Lucius lasciarono andare le
braccia della giovane, che venne subito strattonata in malo modo da
Bellatrix.
La donna non si prese neanche il disturbo di ordinarle di aprire la
bocca;
gliel’aprì rudemente con una mano, mentre con
l’altra le versava direttamente
in gola tutto il contenuto della fiala. Infine le diede una spinta e
tornò
rapidamente accanto al proprio padrone. – Preferisco usare
sempre la mia scorta
privata. Niente di personale, Draco. – il giovane scosse la
testa e fece un passo
indietro, imitando il padre; Hermione rimase da sola al centro della
sala.
Draco vide che aveva la fronte imperlata di sudore e si mordicchiava le
labbra.
– Buonasera, Hermione.”
“Sai
che non posso mentire, quindi
non credo che ricambierò il saluto.”
“Deliziosa
come sempre. Partiamo
dalle domande più facili: dove si trova Harry
Potter?”
“Non
lo so.”
“Dove
si trova il Quartier Generale
dell’Ordine della Fenice?”
“Non
lo so.”
“Immaginavo
che non avrebbe
funzionato, ma tanto valeva provare. – disse Voldemort con un sospiro; aveva
l’aria di divertirsi un mondo.
– Quando hai visto Potter per l’ultima
volta?”
“Un
anno e mezzo fa, più o meno.
Era il 23 settembre.”
“E
in che condizioni era?”
“Stabili.”
“Puoi
essere più precisa?”
“Era
in coma.” rispose Hermione in un
sussurro.
“C’è
qualche possibilità che nel
frattempo si sia risvegliato?”
“No.
Ginny mi avrebbe avvertita, se
fosse successo.”
“Vai
avanti.”
“Era
troppo pericoloso tenere Harry
con noi, così ho proposto che Ginny Weasley partisse con
lui. Nessuno dell’Ordine
sa dove siano, questo fa parte del piano: le abbiamo dato tutto il
denaro che
siamo riusciti a mettere insieme, poi ci ha somministrato una Pozione
Soporifera. Non avremmo potuto seguirla neanche se avessimo voluto.
Abbiamo
provato a rintracciarla, ma non ci siamo riusciti: lei è il
Custode Segreto
dell’Incanto Fidelius imposto sul loro nascondiglio.
– disse Hermione
rapidamente. – Se lui si fosse svegliato, o noi fossimo
riusciti a ribaltare la
situazione, lei avrebbe dovuto scrivermi per comunicarmi la loro
posizione. Non
ho mai ricevuto sue notizie.”
“Un
ottimo piano; complimenti.
Avete consultato dei dottori?”
“Sì.
Sia medimaghi sia dottori
Babbani.”
“E
cos’hanno detto?”
“Sono
stati tutti concordi
nell’affermare che il danno subito da Harry durante la
Battaglia di Hogwarts è…
- la voce le si ruppe per un istante. - …irreparabile. Il
suo coma è
irreversibile. E’ un vegetale, e lo rimarrà per
sempre.”
Un
alto brusio si alzò
immediatamente nella sala, mentre Voldemort sorrideva.
“Bene.
Molto bene. – disse l’uomo
riportando il silenzio tra i Mangiamorte. – Avete imposto
l’Incanto Fidelius
anche sul Quartier Generale dell’Ordine?”
“Sì.”
“E
chi è il Custode Segreto?”
“Non
lo so.”
“Continua.”
la incitò Voldemort.
Adesso sembrava leggermente irritato.
“E’
un altro piano concepito da me.
Scegliere un Custode Segreto tra di noi sarebbe stato troppo rischioso,
visti
anche i precedenti, così ho chiesto a Minerva McGranitt di
scegliere un nome a
caso dall’elenco telefonico dei Babbani di Londra. Sono circa
cinque milioni di
persone. Non so chi abbia estratto: chiunque sia, è il
nostro Custode Segreto.
Lei ha lanciato l’Incanto Fidelius, gli ha fatto scrivere
tutti i dati su un
foglio e l’ha fatto leggere ai membri dell’Ordine.
Nessuno di noi può rivelare
nulla, e io ho cancellato la memoria di Minerva. – disse
Hermione. – Abbiamo
ripetuto lo stesso procedimento per tutti e sei i nostri Quartieri
Generali.”
“Sei?”
“Ho
pensato che fosse più sicuro.
Solo io e Minerva sappiamo che sono sei.”
“Rimuovere
qualche Incantesimo di
Memoria non sarà certo un problema, per me. –
replicò Voldemort tranquillo. –
Quando hai visto per l’ultima volta Minerva McGranitt? Dove
si trovava?”
“L’ho
vista per l’ultima volta
quattro mesi fa. Era tre metri sotto terra. Credo che sia ancora
lì.” rispose
Hermione con voce incolore, falsata dal Veritaserum. Dallo sguardo che
lanciò
intorno a sé, Draco intuì che si sarebbe ingoiata
volentieri la lingua.
Voldemort
sgranò gli occhi,
sorpreso.
“Com’è
successo? Uno dei miei
Mangiamorte diceva di averla avvistata meno di due mesi fa.”
disse cercando con
gli occhi il Mangiamorte in questione nella sala. L’uomo
stava tremando.
“Infarto.
Durante una riunione
dell’Ordine. L’abbiamo sepolta nottetempo in un
cimitero Babbano. Sapendo che
la sua perdita ci aveva reso più deboli, abbiamo organizzato
avvistamenti
programmati sfruttando la Pozione Polisucco.”
“E
anche questa è stata una tua
idea?”
“Sì.”
“Saresti
una Mangiamorte perfetta.
Sei proprio sicura di non voler passare dalla nostra parte?”
“Sì.”
rispose Hermione, e la sua
voce non ebbe la minima esitazione.
“Peccato,
peccato. Draco. – il
giovane si riscosse all’improvviso; fece un passo avanti.
– Era questa
l’informazione cui accennavi prima?”
“Sì,
mio Signore.”
“Non
è sicuramente quello che ci
aspettavamo, ma è comunque di rilievo.
C’è qualcos’altro di cui dovrei venire a
conoscenza? Preferisco torturare le persone; chiacchierare non
è mai stato il
mio forte.”
“Sono
morti alcuni membri minori
dell’Ordine, mio Signore. Charlie Weasley è morto
da due mesi, a causa delle
ferite riportate quasi un anno fa nell’attacco che ha ucciso
Kingsley
Shacklebolt. Poi Dedalus Lux e Hannah Abbott. Aberforth Silente
è zoppo.
Neville Paciock soffre di frequenti attacchi di convulsioni in seguito
a un
Cruciatus particolarmente potente.”
Bellatrix
accolse l’ultima notizia
con una sonora risata.
“Un
altro Weasley in meno. Quanti
ne rimangono ancora?” chiese Voldemort con aria fintamente
dispiaciuta.
“Cinque.
– rispose Hermione senza
riuscire a fermarsi. – Arthur, Molly, Bill, George e
Ginny.”
“Oh,
non credo di averti mai porto
la condoglianze per la tragica perdita del tuo fidanzato. Ronald,
giusto?”
“Sì.”
Hermione si asciugò le
lacrime prima ancora che si affacciassero ai suoi occhi.
“Bene,
è un vero peccato, ma credo
sia ora che questa piacevole serata giunga al termine. La nostra ospite
sembra
esausta. – disse Voldemort alzandosi dalla propria sedia.
Hermione tremò; era
malferma sulle gambe. – Stasera abbiamo avuto
l’ennesima conferma del fatto che
Harry Potter non è più una minaccia per noi. Il
Bambino Che E’ Sopravvissuto
ora è un… vegetale, secondo le parole della sua
amica. – i Mangiamorte risero.
– Ho distrutto la profezia che ci legava, così
come distruggerò l’Ordine della
Fenice, e chiunque altro cerchi di ostacolarmi. Niente e nessuno
può fermarmi.
– continuò avvicinandosi lentamente a Hermione. La
ragazza deglutì
nervosamente, guardandosi intorno alla disperata ricerca di una via di
fuga. Draco
non riusciva a smettere di fissarla.– Questa ragazza
è la prova vivente che voi
avete scelto la fazione giusta: la fazione dei vincitori. Senza la
vecchia
megera e questa Sanguesporco, do ai ribelli al massimo qualche mese,
prima di
sparire definitivamente dalla faccia della Terra. –
l’uomo le mise una mano
sotto il mento, costringendola ad alzare lo sguardo. –
Speravo che tu ci fossi
più utile; avevo sottovalutato la tua intelligenza. Per
questo, sarà ancora più
soddisfacente vederti soffrire ai miei piedi. Draco.”
Il
giovane lanciò uno sguardo
preoccupato al padre, poi si avvicinò di un passo.
“Mio…
Mio Signore.”
“Senza
di te non avremmo mai saputo
della morte di Minerva McGranitt, e di alcuni particolari
dell’Ordine. Non mi
hai deluso. Per questo, sarai il primo ad avere la signorina
Granger.” disse
spingendo la ragazza verso Draco. Lei cadde a terra.
“Non
avete intenzione di
ucciderla?”
“No;
la morte sarebbe un atto
troppo misericordioso nei confronti di questa lurida Sanguesporco.
Morirebbe
con il sorriso sulle labbra. Mangiamorte. – Voldemort
alzò la voce, facendo un
lento giro su se stesso. – Draco sarà il primo, ma
voi, tutti voi, potrete
avere la Granger. In qualsiasi modo vogliate. E’ una strega
potente. Nel corso
degli anni ci ha dato parecchio filo da torcere, e probabilmente vi ha
ferito,
o ha ucciso qualche vostro parente; è il momento della
vendetta. – dai
Mangiamorte vennero delle grida di approvazione ed entusiasmo.
– Narcissa, sono
certo che sarai lieta di accogliere la signorina Granger
nell’ala dei
prigionieri di Malfoy Manor.”
“Ma
certo, mio Signore. Ne sono
onorata, mio Signore, grandemente onorata.” si
affrettò a rispondere la donna.
In realtà sembrava più sollevata che veramente
felice.
“Draco,
la prima notte è per te. Da
domani, piccola Sanguesporco, sarai di proprietà di tutti i
Mangiamorte.” disse
Voldemort con un ghigno.
Questa
volta Hermione non riuscì a
trattenere le lacrime.
***
“Ciao.”
“Lucius!
Non ti ho sentito
Smaterializzare. – disse Narcissa alzandosi dalla poltrona.
Si avvicinò al
marito e lo baciò. – Come stai?
Com’è andata la missione?” aggiunse
osservandolo con attenzione; sembrava incolume.
“Non
bene. – rispose lui sedendosi
su uno dei divanetti. Sospirò. – Male. Molto male.
Un totale buco nell’acqua.
Temo che i ribelli rimasti siano meno sprovveduti di quanto credessimo.
Pensavamo
che senza la Granger sarebbero stati prede facili, invece non ne
abbiamo
trovato nemmeno uno, e gli avvistamenti di cui abbiamo avuto notizia si
sono
rivelati infondati.”
“Mi
dispiace, tesoro… è passato
poco tempo. Vedrai che andrà meglio.”
L’uomo
sorrise.
“Ma
certo. A te com’è andata,
oggi?”
“Oh,
niente di nuovo; i soliti…
ospiti. – rispose Narcissa scrollando le spalle. –
Almeno metà dei Mangiamorte
è venuta a fare visita alla Sanguesporco, ed è
passata appena una settimana!
Quella ragazzina deve aver pestato parecchi piedi, negli ultimi anni;
sembra
che tutti vogliano vendicarsi di qualcosa…”
“E’
quello che si merita. Draco?”
“No,
Draco l’ha avuta solo la prima
notte, ma credo che non l’abbia toccata… non in
quel senso, almeno.”
“Nostro
figlio ha sempre avuto un
certo gusto, d’altronde.”
“Penso
l’abbia solo Cruciata; sai,
credo che gli facesse un po’… un po’
pena.”
“Pena?”
“Sì.
Oh, quanto avrei voluto
liberarmi di quella Sanguesporco… non mi piace tenerla in
casa. Non mi piace
questo via vai, lo sai.”
“Dobbiamo
solo sperare che qualcuno
esageri e la uccida. – rispose Lucius passando un braccio
attorno alle spalle
della moglie. – Dove l’hai messa, adesso?”
“Insieme
all’altra ragazza, la
bionda… quella che è arrivata quattro mesi fa.
Come diamine si chiama… Lola?”
“Luna.
Luna Lovegood.”
“Ah,
sì, Luna! Ecco, le ho messe
nella stessa stanza. Ho pensato che avrebbero potuto farsi
compagnia.”
Eccomi
qui con il nuovo capitolo, addirittura
con un giorno d’anticipo! Probabilmente domani non avrei
potuto aggiornare, e
morivo dalla voglia di sapere se anche questo capitolo vi sarebbe
piaciuto, a
dirla tutta… XD
Ecco,
ora sapete che fine hanno
fatto Harry e Ron, e non è una bella fine; ma forse
c’è ancora qualche speranza
per la fazione del bene…
Spero
che anche questo capitolo vi
sia piaciuto; ci rileggiamo tra due settimane, con la prigionia di
Hermione e
Luna!
A
presto,
Contessa
|
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Capitolo 3 *** Cinque mesi prima ***
Capitolo
III
CINQUE
MESI PRIMA
Draco
aprì la porta e spinse
malamente Hermione nella stanza; la ragazza cadde sul pavimento e si
rialzò
lentamente, gemendo.
“Fossi
in te la smetterei di fare
versi inutili e mi darei una mossa, Sanguesporco; tu e la tua amichetta
avete
mezz’ora per rendervi presentabili e raggiungere gli Elfi.
– disse lui
chiudendo la porta. – Buona colazione!” aggiunse
allontanandosi lungo il
corridoio. Luna versò un po’ d’acqua in
un bicchiere e si avvicinò a Hermione,
aiutandola a sedersi sul letto.
“Ecco,
tieni. – le disse porgendole
il bicchiere. – Ieri ti hanno presa presto; quando sono
tornata per la cena non
c’eri più. Ti hanno fatto mangiare?”
“Oh,
sì, mi hanno invitata a tavola
con loro. – rispose Hermione con una risata amara, che le
strappò un altro
gemito. – Sono venuti verso le cinque, mi pare. Stavo pulendo
la cucina.”
“Sono?”
“Tre
o quattro. Ricordo con
precisione solo Dolohov. – rispose bevendo lentamente.
– Questa volta niente
magia; hanno detto che l’hanno fatto in mio onore. In onore
delle mie origini.
Solo Babbanissime botte. E il solito.” aggiunse toccandosi
una guancia
tumefatta.
“Ti
ci abituerai.”
“Non
andrà meglio, vero?”
“Oh,
no, no, altrimenti te l’avrei
detto. E’ troppo divertente vederci soffrire, per loro.
Schiacciarci e
umiliarci e… - Luna lasciò la frase in sospeso.
Sospirò. – Quando ero da sola
era peggio. Sono contenta che tu sia con me.” aggiunse con un
sorriso.
“Io
preferirei non essere qui, sai
com’è. Preferirei che fossimo entrambe al sicuro.
– rispose Hermione alzandosi
lentamente. Zoppicò fino all’unico comodino della
stanza, posto tra i due
letti; sopra era appoggiato il vassoio della colazione. Qualche
biscotto, delle
fette di pane tostato ed una caraffa d’acqua; Narcissa Malfoy
non le faceva
morire di fame solo perché adorava osservarle mentre
pulivano il Manor, e gli
altri Mangiamorte adoravano divertirsi con le prigioniere. Qualche
giorno prima
la donna aveva usato la schiena di Hermione come poggiapiedi quasi
tutto il
pomeriggio, per poi dirle che il pouf era decisamente meglio di lei.
– Cosa
vuoi?” chiese la ragazza prendendo un biscotto.
“Solo
una fetta di pane. Sai che al
mattino non ho mai fame.” rispose Luna.
“Sì,
e so anche che oggi dovremo
pulire tutte le finestra, quindi ti converrebbe mangiare di
più. – ribatté
porgendole due fette di pane. – Non hai una bella
cera.”
“Forse
non ti sei accorta che siamo
prigioniere ridotte in schiavitù.” rise Luna dando
un piccolo morso al pane.
Hermione sbuffò.
“Intendevo
negli ultimi giorni.”
“Oh,
è solo un brutto periodo.
Passerà.” rispose scrollando le spalle.
“Ok.
– disse Hermione senza troppa
convinzione. – Vado a darmi una sciacquata. Spero di riuscire
a togliere il
sangue dai vestiti. Dubito che Lady Malfoy me ne concederà
altri.” aggiunse
alzandosi. Luna rise ancora. Dopotutto in due non si stava
così male.
***
“Credo
che sia oggi.” disse
improvvisamente Luna bloccandosi a metà di un movimento. Il
panno che aveva in
mano sgocciolò sul pavimento. Quel giorno stavano pulendo i
vetri della serra
di Malfoy Manor, e Luna si trovava su una scala.
“Che
cosa?” chiese Hermione alzando
lo sguardo; lei stava lavando i vetri più in basso.
“Il
giorno in cui è morta Lavanda.
Oggi è il 9, giusto?”
“Io
non… non ne sono sicura.”
“E’
il 9, lo sento. E’ morta da quattro
mesi. – ribatté con sicurezza. – Siamo
state insieme due mesi, qui. E’ stato un
bel periodo.”
“Era
una brava ragazza...”
“Tu
non la sopportavi, vero? -
disse Luna con naturalezza. Hermione arrossì. - Oh, non
negarlo. Al sesto anno
era chiaro a tutti che avresti voluto strangolarla. Sembra tutto
così lontano,
adesso. - continuò in un sussurro. - E' lontano, in
effetti.” si corresse con
un sorriso triste.
“Dopo
il sesto anno è andata molto
meglio.”
“Oh
sì, sì. Le hai salvato la vita,
durante la Battaglia di Hogwarts, e questa è una di quelle
cose che non si
dimenticano. Era davvero dispiaciuta per te, quando Ron è
morto. - Hermione
deglutì a vuoto e voltò il viso dall'altra parte.
- Perdere Ernie era la sua
paura più grande. Sai che lui le aveva chiesto di sposarlo
solo tre giorni
prima che venisse rapita?”
“No.
Non lo sapevo, no.”
“Lei
ha sempre sperato di riuscire
a tornare da lui. Di sposarsi. Fino all'ultimo. Fino all'ultimo giorno.
-
continuò Luna, volgendo lo sguardo verso i fiori attorno a
loro. Al di là dei
vetri della serra il sole splendeva ed il cielo era azzurro; la
libertà
sembrava così vicina. Era quasi doloroso guardare fuori. -
Quando sono tornata
in camera lei era già lì, sul letto. Pensavo
dormisse.”
“Luna...”
“L'hanno
lasciata lì per quattro
giorni. Poi la puzza ha iniziato a dare fastidio anche a loro. Non so
se
l'abbiano seppellita o cremata. Mi sarebbe piaciuto farle un
funerale.”
“Luna,
non c'è bisogno di-”
“Lei
adorava lavorare nelle serre.
Adorava i fiori. Guardava fuori e diceva sempre che voi avreste potuto
essere
lì, a pochi metri da noi. Scrutava il bosco alla ricerca di
Ernie.”
“Noi
abbiamo provato, Luna. Abbiamo
provato a salvarvi, ma-”
“Non
è colpa tua, lo so benissimo.
Non è colpa di nessuno, Hermione. - la interruppe nuovamente
Luna. Si sedette
su uno dei pioli della scala e allungò una mano verso
l'altra ragazza, che si
alzò; le posò una mano sulla testa spettinata e
l'accarezzò. Hermione chiuse
gli occhi per un attimo. - E' solo che sono così stanca,
così esausta...”
“E'
stata una lunga giornata.”
rispose Hermione riaprendo gli occhi. Non poteva lasciarsi andare a
simili
debolezze. Non doveva.
“Non
è per quello, e lo sai. Come
sta Ernie?”
Hermione
tacque a lungo.
“E'...
è morto. Si è suicidato due
settimane prima del mio rapimento.” rispose poi in un
sussurro.
“Capisci
cosa intendo? - chiese
Luna scuotendo la testa. - Non vorrei dire queste cose, ma sono... sono
così
stanca. A volte vorrei solo... fare come Ernie. - disse chiudendo gli
occhi e
coprendoli con una mano. - Mi gira la testa. Sono troppo
stanca.”
“Scendi
da lì, dai. Devi andare a
riposarti.” disse Hermione decisa, porgendole una mano.
Strinse quella
dell'altra ragazza con forza.
“Sai
che non posso.”
“Vai
nelle cucine; dietro i sacchi
di farina c'è un posticino un po' appartato in cui potrai
fare un pisolino. Gli
elfi non diranno niente, e ti avvertiranno nel caso in cui Lady Malfoy
dovesse
infilare il suo regale naso in cucina.” continuò
Hermione facendole cenno di
scendere. La aiutò nella lenta discesa; Luna si muoveva
piano, come se avesse
paura di rompersi. Quando arrivò a terra sospirò
profondamente; Hermione notò
che aveva delle occhiaie più scure del solito.
“Neanch'io
ti sono mai stata
particolarmente simpatica, eppure mi stai aiutando così
tanto...”
“Oh,
mi sei sempre stata simpatica,
Luna; il problema erano i Gorgosprizzi e il Ricciocorno Schiattoso e...
insomma, hai capito.” rispose Hermione cercando di sembrare
allegra. Luna non
lasciò andare la sua mano per qualche secondo.
“Grazie.”
mormorò lasciandola andare.
Si voltò e si allontanò lentamente.
***
Il
rumore dello sciacquone del
gabinetto svegliò Hermione all'improvviso. Si mise a sedere
sul letto e guardò
fuori dalla finestra; i primi raggi di sole stavano iniziando a fare
capolino
al di là del bosco intorno a Malfoy Manor. Narcissa le
faceva svegliare presto,
ma non così presto. Si voltò verso l'altro letto:
Luna non c'era.
“Luna?
Luna stai bene? - chiese
alzandosi. Si stropicciò gli occhi e si avvicinò
alla porta del bagno,
socchiusa. - Luna?”
Sentì
dei brevi colpi di tosse, poi
il rumore dell'acqua che veniva tirata nuovamente; aprì la
porta mentre Luna si
stava rialzando.
“Sto
bene, sto bene.” rispose lei
passandosi una manica sulla bocca. Hermione vide il suo riflesso nel
piccolo
specchio sopra il lavandino quando si girò per sciacquarsi
il viso: avevo un
aspetto terribile.
“Luna,
hai delle occhiaie tremende,
e... sembri a pezzi. Che cosa è successo?”
“Mi
sembrava di averti già detto
che siamo prigioniere ridotte in schiavitù, no?”
rispose l'altra asciugandosi
il viso.
“Non
è quello, lo sai. Nelle ultime
settimane sei peggiorata, eppure ho sempre cercato di- - Hermione
s'interruppe
all'improvviso. Sospirò. - Cosa sta succedendo?”
“Oh,
pensavi non avessi capito che
stavi cercando di aiutarmi? Da quando sei arrivata non hai fatto altro
che
cercare di fare tutti i lavori al posto mio, anche quando eri appena
tornata da
una notte terribile. Ogni volta che c'era qualcosa da fare, tu l'avevi
già
finita ancora prima che io mi muovessi. Sei stata gentile, Hermione. Ma
non
puoi fare nulla per questo. - disse Luna con calma. - Mi dispiace
averti
svegliata, di solito riesco a fare piano. Torna a dormire; gli elfi
verranno a
svegliarci tra un'oretta.”
“Di
solito? Cosa intendi con di
solito, Luna?”
La
ragazza sorrise e sospirò.
“Sei
così intelligente, eppure non
hai capito questo... Sono incinta, Hermione. Quasi al quarto mese, se non ho fatto male i
calcoli.”
“Incinta?”
boccheggiò Hermione
guardandole immediatamente la pancia.
“Lo
so, non si vede molto. Credo che
neanche i Malfoy se ne siano accorti. A lui l'ho detto solo una
settimana fa.”
rispose Luna scrollando le spalle. Hermione la prese per un polso e la
trascinò
fino al suo letto; la fece sedere con ferma dolcezza.
“Lui
chi, Luna? Chi è lui?” le
chiese con urgenza.
“McNair.
Da mesi è l'unico che
viene da me. Gli altri hanno smesso presto. Credo di essere troppo
strana anche
per i loro gusti.”
“McNair?
Il boia? - Hermione scosse
la testa. - Luna, perché non me l'hai detto
subito?”
“Be',
credevo che l'avresti capito
da sola, ad un certo punto.”
“Ovviamente
ad un certo punto
l'avrei capito! Luna, avresti dovuto dirmelo prima! Avrei potuto fare
di più,
per te, avrei potuto...” si sedette sul letto di fianco a lei.
“Perché
sei così agitata? Non
avresti potuto fare niente di più, lo sai.” le
disse Luna con calma. Hermione
le rivolse un sorriso triste.
“Quasi
quattro mesi, eh? - disse
dopo un po', guardandole la pancia. - Lui cos'ha detto?”
“Niente.
Ha riso e mi ha scopata
come al solito. Sai, Cho è rimasta incinta di Travers; io
ero appena arrivata.
L'ha portata a casa sua. Si diceva che avesse problemi ad avere un
erede con
sua moglie, così si è accontentato di un
bastardo. Lei dovrebbe essere più o
meno all'ottavo mese, adesso.”
“E'
questo quello che vuoi, Luna?
Essere portata a casa di McNair?”
“Certo
che no. Ma non posso negare
il fatto che il figlio è anche suo. Ma lui… o
lei, ovviamente, è innocente.
Verrà al mondo senza sapere cosa sta succedendo. Io amo
questo bambino,
Hermione. Non voglio che viva come me. Se avessi anche la minima
possibilità di
dargli una vita migliore, la prenderei al volo.”
“Forse
l'Ordine riuscirà a
liberarci prima della sua nascita. Forse riusciremo a
scappare.”
“Certo.
Forse. - rispose Luna, ma
scosse la testa. - Mi hai detto che Harry è ancora in coma,
no?”
“Sì,
ma l'Ordine può ancora
farcela, ne sono convinta.” disse Hermione con sicurezza.
“Vorrei
esserne convinta anch'io...
lo vorrei davvero.” rispose Luna abbassando lo sguardo sulla
propria pancia; la
accarezzò lentamente. Hermione mise una mano sopra quella
della ragazza.
“Tieni
duro ancora un po', Luna.
L'Ordine arriverà. Ne sono convinta.”
***
Draco
aprì la porta e spinse
Hermione all’interno della stanza; lei si lasciò
cadere sul letto con un
sospiro mentre il ragazzo chiudeva la porta alle sue spalle. Era stata
una
giornata particolarmente pesante. Fece un altro sospiro, si
massaggiò
lentamente le tempie e si mise a sedere.
“Luna,
sei in bagno? - disse a voce
alta. La ragazza avrebbe dovuto essere già lì;
Hermione l'aveva mandata nelle
cucine a riposarsi mentre finiva di spolverare la biblioteca del Manor,
ma si
erano accordate per ritrovarsi nella stanza. - Luna?” nessuna
risposta.
Hermione
pensò con terrore che
avrebbe potuto essere con McNair. Si passò una mano sul viso
e guardò fuori
dalla finestra mordendosi il labbro inferiore; il sole era appena
tramontato su
un altro giorno di prigionia.
Stava
cercando invano di trovare
qualche parola da rivolgere a Dio per chiedergli di proteggere Luna,
quando
sentì un gemito, appena udibile sopra il rumore del vento.
Tese le orecchie.
Dopo qualche secondo ne sentì un altro, più forte.
“Luna!
- si alzò immediatamente e
scavalcò il letto dell'altra ragazza: lei era lì
per terra, davanti alla porta
del bagno, nelle ombre della sera appena iniziata. - Luna, Luna! Sono
qui!”
disse prendendola tra le braccia. Le cercò subito il battito
sul polso: era
flebile e lento, troppo lento.
“Hermione...
sei tu?” chiese Luna
in un sussurro, aprendo appena gli occhi.
“Sono
io, sono io. Cos'è successo?
Cos'è successo, Luna? Tieni gli occhi aperti!”
rispose scuotendola.
“Io
non... non lo so. Stavo bene,
volevo solo fare una doccia... Hermione, volevo solo fare una doccia,
davvero...”
“Lo
so, lo so, Luna, vedrai che
andrà tu- - la frase le morì in gola. Sotto il
corpo di Luna c'era una grossa
macchia scura. - Luna! Luna, stai perdendo sangue! Sei ferita? Luna,
rispondimi!” le chiese urlando.
“Non...
Hermione non...”
“Luna,
Luna, rimani con me, rimani
qui. - Hermione le tastò velocemente le braccia, la pancia,
le gambe, le tirò
su la maglietta, ed infine capì. - Luna, andrà
tutto bene. Andrà tutto bene.”
“Che
cosa...”
“Non
è niente, non è niente, adesso
chiamo Malfoy ed andrà tutto bene, ok? Rimani qui solo un
attimo, non chiudere
gli occhi, non chiuderli mai. - rispose Hermione velocemente. La prese
delicatamente sotto le ascelle e la tirò vicino al letto,
dove la mise a
sedere. La macchia di sangue la seguì. - Malfoy! Malfoy!
Draco! Torna indietro,
torna subito qui!” urlò avvicinandosi alla porta.
“Hermione...
Hermione che cosa...”
“Malfoy!
Torna qui, cazzo!” urlò
battendo i pugni sulla porta. - Non è niente, Luna, non
è niente, adesso
arriverà Malfoy, lo sento, lo sento lungo il
corridoio.” aggiunse poi a voce
più bassa, cercando di forzare il suo viso a formare un
sorriso.
“E'
il bambino? Hermione... - chiese
Luna in un sussurro. -
E' il… bambino?”
“MALFOY
TORNA QUI! - diede un
calcio alla porta con tutta la sua forza, poi si girò verso
Luna. Aveva gli
occhi chiusi. Con un balzo fu di nuovo di fianco a lei. - Luna, Luna
apri gli
occhi. Malfoy sta arrivando, non lo senti? Apri gli occhi... - Luna si
mosse
appena tra le sue braccia. Si portò una mano sulla pancia. -
Luna... non puoi
lasciarmi qui da sola. Luna! - la scosse con forza. Si accorse di
piangere solo
quando le lacrime le appannarono la vista. - Malfoy! Vieni
qui!”
Ed
eccomi qui con il nuovo
capitolo! Diciamo che è un piccolo regalo, dato che
settimana prossima non
potrò sicuramente aggiornare per tutta la settimana:
giovedì ho l’ultimo esame,
ed in più devo ripassarmi per bene la discografia di Bruce
Springteen perché andrò
al suo concerto a San Siro! :D No, non credo che ripasserò
per l’esame, invece.
Poi,
ci tengo a dirvi che non potrò
garantirvi di riuscire ad aggiornare tra due settimane: ovviamente ci
proverò
con tutte le mie forze, ma ve lo dico comunque per sicurezza. Spero di
farcela,
ma durante il prossimo mese devo dedicarmi alla stesura di una certa
cosa
chiamata tesi, dato che il 5 luglio a quanto pare ci sarà la
discussione…
quanto vorrei poter portare questa fan fiction! XD
Detto
questo, qualche veloce nota:
Lavanda ovviamente è Lavanda Brown, Ernie è Ernie
MacMillan, Tassorosso dello
stesso anno di Hermione, mentre Cho è Cho Chang. Li ho
inseriti, anche se solo
velocemente, per far capire meglio quanto questa guerra stia davvero
distruggendo
la loro generazione. Non so se nei libri Lavanda o Ernie abbiano mai
avuto una
solo scena insieme, ma mi piaceva l’idea di una loro storia.
Poi:
mi rendo conto che l’ultima
scena potrebbe non piacere a tutti. Non mi sembra di aver esagerato con
i
particolari splatter, ma in caso a qualcuno abbia dato fastidio posso
alzare il
rating. Spero comunque di non aver turbato nessuno.
Come
sempre, spero che anche questo
capitolo vi sia piaciuto!
A
presto,
Contessa
|
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Capitolo 4 *** Quattro mesi prima ***
Capitolo IV
QUATTRO
MESI PRIMA
Draco si lasciò cadere
su una poltrona con un sospiro.
“Ciao.” disse
ad occhi chiusi.
“Ciao, tesoro.
Com’è andata la tua giornata?” gli
chiese
Narcissa appoggiando il libro che aveva in mano su un tavolino. Draco
riaprì
gli occhi e le lanciò un’occhiata eloquente.
“Come vuoi che sia
andata? La zia ha torturato fino alla
morte un altro Babbano; era convinta che fosse un membro
dell’Ordine che aveva
usato la Pozione Polisucco. Dopo più di un’ora si
è decisa ad andarsene, ma l’ha
comunque lasciato lì a morire dissanguato. Alla faccia della
politica della
discrezione.”
“Ancora?
Sarà la seconda volta in un mese!”
“La terza. Voglio
proprio vedere come il Signore Oscuro
spiegherà questo al Primo Ministro Babbano; credo che tra
poco getterà la
maschera e lancerà l’attacco finale… -
un altro sospiro. – Sapevo che la zia
era pazza, ma… non mi aspettavo una cosa del genere.
E’ completamente fuori di
testa!”
“Già, e per
questo farai meglio a non ripetere una cosa del
genere davanti a lei e a non farla mai arrabbiare. Anche Rodolphus
ormai le sta
lontano, lo sai.”
“Be’, lui
è stato stupido a sposarla; noi dobbiamo tenercela
in ogni caso.”
“Draco! –
esclamò Narcissa a metà tra lo scandalizzato ed
il
divertito. – Bellatrix non è sempre stata
così; quand’eravamo giovani era
forte, indipendente, sicura… ma non fuori di testa, no. Ora
è poco più di un
cagnolino. Un cagnolino pericoloso.”
“A volte mi ricorda
Greyback. Loro sono… puro attacco.
Nessuna strategia. Solo morte.” disse Draco in un sussurro.
La madre lo guardò
per qualche secondo, poi si sporse dal divano e gli sistemò
affettuosamente i
capelli.
“Stai attento,
Draco.” gli disse cercando di sembrare
tranquilla. Lui sorrise.
“Ma certo, mamma.
– le prese la mano e gliela baciò con
leggerezza, come gli aveva insegnato a fare suo padre. –
Com’è andata la tua
giornata?”
“Oh, come al solito. Ho
controllato che gli elfi
lavorassero, mi sono occupata dei nostri ospiti… sembra che
la Granger stia
riscuotendo ancora più successo, adesso che è
fuori di sé. A quando pare
apprezzano il fatto che urli e si dibatta per tutto il tempo.”
“Non sono passate
nemmeno due settimane da quando la sua
amica è morta, è normale. E non credo che le
passerà molto velocemente, sai?”
“Odio le prigioniere
difficili. La bionda era un po’
svampita, ma almeno non ci ha mai dato problemi.”
“Certo, dopotutto non
sei stata tu a trovarla in un lago di
sangue.”
“Non starai iniziando a
provare compassione per loro, vero?
Sono prigioniere, Draco.”
“No. No, mamma, stai
tranquilla. – rispose lui alzandosi. –
E’ che a volte… a volte vorrei non dover vedere
certe cose tutti i giorni.”
“Lo so, tesoro. Lo so
fin troppo bene.” sussurrò Narcissa
con un sospiro. Tacquero entrambi per qualche minuto.
“Vado a farmi una
doccia, dai. – disse alla fine Draco
cercando di sembrare allegro. – Ci vediamo a cena.”
“Ma certo. –
rispose Narcissa con un sorriso. – Stai
attento, Draco.” ripeté mentre lui si allontanava.
***
“Oh, buon pomeriggio,
Granger! – disse Draco entrando in
biblioteca. Hermione stava pulendo il pavimento. – Non sapevo
che fossi qui.
Come va oggi? – la ragazza gli rivolse uno sguardo furioso e
si indicò la gola.
- Mia madre non ti
ha ancora tolto
l’incantesimo? Ma è passata più di una
settimana! – Draco rise, prese la
bacchetta e la mosse verso la ragazza. – Ecco
fatto.”
Hermione si portò una
mano alla gola e tossì un paio di
volte, schiarendosi la voce.
“Vi… vi
odio.” disse a voce bassissima. Tossì
un’altra
volta.
“Be’, forse
un grazie sarebbe stato meglio, sai? Ora capisco
perché mia madre ti ha silenziato per così tanto
tempo. - disse Draco sedendosi
comodamente su una poltrona. - Ci sei mancata così tanto
alla cerimonia di due
settimane fa. Sono già passati quattro anni! Hogwarts
è molto migliorata; ti
piacerebbe. O forse no. - rise della propria battuta, mentre Hermione
continuava a pulire il pavimento con rabbia. - Io avrei voluto
portarti, magari
al guinzaglio, sai, per fare bella figura; gli altri mi hanno detto che
ti
adorano. Ma il Signore Oscuro ha detto 'nessun Sanguesporco
metterà mai più
piede a Hogwarts', quindi... peccato, peccato. Per terra c'è
ancora la macchia
di sangue dove il tuo amichetto Potter ha battuto la testa.”
“Niente Sanguesporco a
Hogwarts? E allora come mai il
Signore Oscuro ha partecipato alla commemorazione?” chiese
Hermione senza
alzare lo sguardo dal pavimento.
“Lui non è
un Sanguesporco.”
“Ah, già,
dimenticavo; lui è solo un Mezzosangue.” la voce
della ragazza era ancora bassa e roca, piena di odio.
“Bada a come parli,
Granger; in questi mesi ti ho lasciato in
pace solo perché mi fai troppo schifo. Non costringermi a
farti del male.”
“Le minacce hanno
smesso di farmi paura anni fa, Malfoy.
Specialmente se a farle è un patetico ragazzino viziato. -
Draco strinse i
braccioli della poltrona fino a sbiancarsi le nocche. -
Attento a non fare troppo male alla poltrona,
eh. So che sei molto impressionabile, ultimamente.”
“Che cosa... che cosa
intendi, stupida Sanguesporco?”
“'E' che a volte... a
volte vorrei non dover vedere certe
cose tutti i giorni.' - disse Hermione in falsetto. - Povero, piccolo
Malfoy.
Cosa c'è, il sangue di qualche Babbano ti ha macchiato le
scarpe?”
“Tu. Tu hai
sentito?”
“Un Mangiamorte tenero.
Che cosa dolce...” continuò Hermione
con un sorrisetto.
“Stai zitta!”
“Hai mai partecipato ad
una battaglia, Malfoy? O corri
sempre a nasconderti insieme ai tuoi genitori? D'altronde, devi pur
aver preso
da qualcuno il tuo cuor di leone...”
Hermione ebbe appena il tempo di
registrare un movimento
improvviso con la coda dell'occhio; il manrovescio si
abbatté su di lei con
insospettata forza, sbattendola per terra.
“Ti avevo detto di
stare zitta, no? - disse Draco
prendendola per i capelli e sollevandola. - Tu puoi anche aver
partecipato a
tante battaglie, Sanguesporco, ma chi ti ha catturato in quel vicolo?
Eh?” le
chiese scuotendola.
“Pura fortuna,
Malfoy.”
Un altro schiaffo, questa volta
con il palmo della mano.
“Chi dei due
è prigioniero adesso, Granger? Chi dei due
morirà in catene? La mia fortuna è la tua
schiavitù.”
“Allora devi sperare
che non arrivi la mia fortuna, Malfoy,
perché non sarò così
gentile.”
“Oh, Granger, la tua
unica fortuna è che io ti abbia
lasciato in pace finora.”
“Ho apprezzato molto la
tua gentilezza.”
Draco tirò di
più i capelli della ragazza, strappandole un
gemito.
“Per un attimo, per un
solo attimo, ho provato un po' di
compassione per te. Ma non ricapiterà mai più,
stanne certa. Sai, ora capisco
cosa ci vedono in te gli altri; la tua amichetta ormai era poco
più di una
bambola, ma tu... tu sei sempre così aggressiva,
così orgogliosa. Così stupida
da continuare a combattere, anche quando ormai non c'è
più nessuna guerra.”
“Non osare parlare di
lei. Mai più.” sibilò Hermione.
“Ecco, visto? Difendi
la tua amica come se a qualcuno
potesse importare ancora qualcosa di lei. E' morta, Granger; fattene
una
ragione. Avete perso, e tu passerai tutta la tua vita qui. Oh,
sì, credimi, io
farò in modo di tenerti in vita più a lungo
possibile. Non ti concederò di
morire finché non ti avrò strappato quella tua
stupida espressione orgogliosa
dal viso. - Hermione lo guardò dritto negli occhi, ignorando
le lacrime. -
Proprio questa, ecco. Anche mentre piangi riesci a farmi arrabbiare, ci
credi?”
“Un giorno... un giorno
te la farò pagare, Malfoy. La farò
pagare a tutti voi.”
Draco rise, e la
lasciò andare; Hermione si accasciò al
suolo.
“Ma certo, Granger.
Adesso continua a pulire il pavimento. -
disse tornando a sedersi sulla poltrona, come se non fosse successo
nulla. -
Sai, oggi ho incontrato MacNair; ha detto che la tua amichetta gli
manca. Ha
detto che stasera verrà a trovarti.”
Hermione non rispose;
ricominciò a pulire senza guardarlo,
senza prestare attenzione al dolore o alle lacrime.
Draco rimase a guardarla
finché non ebbe finito. Notò che le
nocche della mano con cui l'aveva colpita erano ancora rosse. Distolse
lo
sguardo.
Avrebbe voluto ucciderla. Avrebbe
voluto ucciderla per non
doverla più vedere in giro per il Manor, con quella sua
stupida espressione
orgogliosa e le sue stupide lacrime. Allora forse, finalmente, la
compassione
se ne sarebbe andata una volta per tutte.
***
“Buonasera! - disse
Draco entrando in sala da pranzo. -
Avete già iniziato a mangiare?”
“Oh, gli elfi hanno
appena iniziato a servire il primo. Dai,
siediti, adesso facciamo portare un altro piatto.” gli
rispose la madre con un
sorriso.
“Come va?”
gli chiese Lucius versando un po' di succo di
zucca nel bicchiere del figlio. Nessun Malfoy avrebbe mai servito un
pasto, ma
lui aveva l'abitudine di riempire sempre il primo bicchiere del figlio,
sin da
quando era piccolo.
“Come al solito;
giornata normale. Ho fatto un giro a Diagon
Alley con Theodore e Vincent, abbiamo fatto un salto al negozio di
Quidditch...
- rispose Draco scrollando le spalle e prendendo il bicchiere. -
Abbiamo
incontrato Pansy.”
“E?...” lo
incitò Narcissa.
“E sembra che stia
meglio. Ci ha detto che è stata via per
un po', in Scozia, mi pare; sua madre invece è ancora...
è ancora molto giù,
ecco.”
“Credo che molto
giù sia un eufemismo... ha perso il marito
da meno di sei mesi! Oh, e Pansy, povera Pansy... era una ragazza
così solare.
Spero davvero che si sia ripresa.”
“E povero William. -
aggiunse Lucius scuotendo la testa. -
Era un brav'uomo. Quelli dell'Ordine sono solo dei porci.”
Narcissa e Draco
annuirono.
“A te com'è
andata, papà? Avete ricevuto qualche soffiata?”
“Un paio; credo che nei
prossimi giorni ci sarà parecchio
movimento, sai? Questa volta le fonti sembrano attendibili.”
rispose Lucius
sorridendo alla moglie.
“Mi
raccomando...” sussurrò lei.
“Mi raccomando? Cosa mi
raccomandi?”
“Lo sai, tesoro.
Stai... stai attento, insomma.” rispose
velocemente la donna.
Lucius le prese una mano; anche
se il tavolo della sala da
pranzo poteva ospitare una decina di persone, loro sedevano sempre
vicini.
“Ma certo. Ma
certo.” le rispose accarezzandole la mano,
passando sopra la fede nuziale con dolcezza.
“Se avete finito di
scambiarvi smancerie...” li interruppe
Draco.
“Oh, tesoro; forse un
giorno capirai... - gli disse la madre
scambiando un sorriso complice con il marito. - A proposito, hai
più visto Astoria?
Alla commemorazione mi è sembrato che andaste
particolarmente d’accordo…”
“L'ho rivista in giro,
sì... forse usciremo settimana
prossima. - rispose il ragazzo in modo vago. - Ma quando arriva il mio
piatto?
Ho una fame tremenda.”
“Dovrebbe arrivare
tra... oh, ecco, ecco Trixie.”
La piccola elfa si
avvicinò compostamente a Draco, ed
appoggiò il piatto davanti a lui.
Nell'istante esatto in cui lui
prese in mano la forchetta,
udirono in lontananza un urlo, ed il rumore di qualcosa di fragile che
si rompeva.
Si guardarono stupiti. Due secondi dopo sentirono un altro urlo, poi un
tonfo.
“Ma cosa è
stato? Chi c'è?” chiese Lucius posando la propria
forchetta, infastidito.
“Non sono sicura, ma mi
sembra che- - Narcissa s'interruppe,
lasciando cadere la propria forchetta sul piatto. - Oh Merlino.
MacNair. C'è
MacNair. Con la Sanguesporco.”
Draco lanciò la
forchetta sul tavolo e uscì di corsa; Lucius
era subito dietro di lui, Narcissa poco più in
là. Corridoio, scale, rumori
sempre più vicini, rumori che sembravano... un altro
corridoio, e Draco si
ritrovò davanti alla lunga fila della camere degli ospiti.
Una porta era
aperta.
Con un ultimo scatto la raggiunse.
“Che cosa?! Spostati,
spostati subito! - urlò prendendo
Hermione per le spalle e spingendola lontano, per terra. - Che cosa
diamine
pensavi di fare?”
Lucius e Narcissa arrivarono
pochi secondi dopo.
“Merlino. Oh, per
Merlino...” sussurrò la donna coprendosi
la bocca con una mano.
Dove fino a pochi istanti prima
si stava accanendo Hermione,
giaceva il corpo di MacNair; una grossa macchia di sangue si stava
allargando
sotto la sua testa, e sul collo aveva i segni evidentissimi delle mani
della
ragazza. Intorno a lui erano sparsi i pezzi di quello che doveva essere
stato
un vaso.
Lucius si chinò sul
corpo del Mangiamorte e gli prese un
polso.
“Non... non sento
niente... - disse dopo un intero minuto.
Lo prese per una spalla e lo scosse. - Walden... Walden!
Rispondimi!”
Draco si chinò
dall'altra parte del corpo e lo sollevò
delicatamente. Si vedeva chiaramente il punto in cui era stato colpito
dal
vaso; i capelli erano pregni di sangue e il cranio era rientrato.
“Lucius...
Lucius?” sussurrò Narcissa senza avvicinarsi. Il
marito lasciò andare il polso di MacNair.
“E' morto.”
rispose rialzandosi.
Draco riappoggiò il
corpo a terra e si allontanò di un
passo. Si girò verso Hermione, ancora sul pavimento,
spettinata e semi nuda.
“Che cosa diamine hai
fatto? Che cosa diamine hai fatto,
Sanguesporco?”
“Ha parlato di lei. Lui
ha osato pronunciare il suo nome.
Lui, fra tutti! - rispose Hermione scuotendo la testa. - Te l'avevo
detto,
Malfoy, te l'avevo detto che ve l'avrei fatta pagare. Lui è
stato solo il
primo.” continuò. Una risata isterica le
scappò dalla gola, poi si raggomitolò
su se stessa, lontana da loro, lontana dal corpo di MacNair.
“Prendila e riportala
nella sua cella. - disse Lucius al
figlio. - Narcissa, tu chiama gli elfi; vattene. Non voglio che guardi
per un
secondo di più. Vai.” aggiunse avvicinandosi alla
moglie e spingendola
gentilmente fuori dalla stanza.
“Che cosa faremo,
Lucius? Che cosa faremo adesso? Lui ce
l'avrà con noi?” gli chiese tremando.
“No, no tesoro. Ma ce
l'avrà di sicuro con la Sanguesporco.
La porteremo subito da lui. Vai, adesso.” rispose con
un'ultima carezza. Lei
non se lo fece ripetere due volte.
Draco uscì dalla
stanza stringendo Hermione per un braccio.
“Che cosa
succederà adesso? Che cosa farai?”
“Gli
scriverò tutto. E non credo che questa volta le
risparmierà la vita. - rispose Lucius passandosi una mano
sul viso. Draco sentì
un brivido corrergli lungo la schiena. - Convocherà tutti i
Mangiamorte. Gli
piace fare le esecuzioni in pubblico, lo sai.”
Eccomi
finalmente con il nuovo capitolo!
Ci tengo
davvero a ringraziarvi anche qui per le bellissime recensioni che mi
avete
lasciato: adoro scrivere, e tengo molto a questa storia in particolare,
ma
senza di voi e le vostre parole non sarebbe la stessa cosa! J (Ah, giusto per la cronaca: ho
passato l’ultimo
esame, il concerto di Bruce Springsteen è stato FAVOLOSO, e
la tesi procede…
benino. Di solito quando mi metto a scriverla mi viene
l’ispirazione per questa
storia. XD)
Poi, qualche
nota: anche se Malfoy è tornato indietro, purtroppo Luna ha
perso sia il
bambino che la vita. Difficilmente un aborto spontaneo porta alla
morte, ma
bisogna tenere conto che Luna veniva da mesi di prigionia e
privazioni…
La
commemorazione di cui parlano Draco e Hermione nella seconda scena
è ovviamente
per la Battaglia di Hogwarts, che si è tenuta il 2 Maggio
1998. Non ho trovato
da nessuna parte il nome del padre di Pansy Parkinson, quindi ho scelto
un nome
inglese piuttosto comune.
In questo
capitolo ho effettivamente descritto delle scene un po’
più violente: non mi
sembra di aver esagerato, ma se qualcuno ne è rimasto
turbato sono disposta ad
alzare il rating.
Come sempre,
grazie di avermi letto; il prossimo capitolo è quasi pronto,
quindi dovrei
riuscire ad aggiornare in una settimana. Come farà Hermione
a scampare
all’esecuzione? Spero di avervi incuriosito!
A presto,
Contessa
|
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Capitolo 5 *** Tre mesi prima ***
Capitolo
V
TRE
MESI PRIMA
Antonin
Dolohov aprì la porta della
piccola stanza in cui aveva scortato i Malfoy circa un’ora
prima.
“Sono
arrivati tutti. Lui ha detto
di farvi entrare nella sala principale.” disse tenendo aperta
la porta.
Narcissa e Lucius si scambiarono un’occhiata, si presero per
mano e si alzarono
dal divanetto; Draco andò in un angolo e prese Hermione per
un braccio, sollevandola
di peso. L’avevano fatta vestire, ma aveva ancora i capelli
spettinati ed
un’aria vagamente isterica.
“Andiamo.
Andrà tutto bene.” sussurrò
Lucius uscendo per primo. Dolohov li precedette ed aprì
anche la porta della
sala principale: tutti i presenti si zittirono all’istante,
ritirandosi ai lati
della stanza. I Malfoy entrarono lentamente, fino ad arrivare al
centro:
Voldemort li aspettava sulla sua sedia lavorata, gli occhi scintillanti
di
rabbia e pregustazione. Bellatrix era di fianco a lui.
“Sai,
Granger, credevo che non ti
avrei più rivista. – iniziò tranquillo.
– Avrei dovuto sapere che tu non
avresti mai smesso di procurarmi fastidi. – si
alzò e fece un paio di passi
verso il gruppetto. –
Vi starete
chiedendo perché mai siete stati convocati tutti in fretta e
furia, ma,
soprattutto, cosa ci fa ancora qui la Sanguesporco, immagino. Ebbene,
miei
Mangiamorte, poche ore fa questa Sanguesporco ha osato aggredire uno di
voi. –
fece una pausa e osservò tutti i presenti. - Poche ore fa,
questa Sanguesporco
ha ucciso uno di voi. – la notizia venne accolta da un brusio
stupito ed
indignato. – Walden MacNair è morto, miei
Mangiamorte: è stato barbaramente
ucciso a mani nude da questa lurida sciocca, questa strega che non
merita
nemmeno un grammo della magia che possiede.”
continuò puntando un lungo dito
verso Hermione.
“Com’è
successo?”
“Come
diamine ha fatto?”
“Vogliamo
giustizia!”
Voldemort
placò i Mangiamorte
alzando una mano.
“Miei
Mangiamorte, ovviamente
avrete giustizia. Sapete qual è la pena che spetta alle
prigioniere ribelli,
no?” chiese loro in maniera retorica. Naturalmente, tutti lo
sapevano.
“Morte!
– urlarono i Mangiamorte
come un sol uomo. – Morte! Morte alla Sanguesporco!”
“Il
vostro compagno stava degnando
questa Sanguesporco della sua compagnia, quando lei l’ha
aggredito con un vaso.
Gli ha fracassato il cranio e poi, non contenta, ha infierito sul suo
cadavere.
– le urla si fecero ancora più fragorose.
– Siamo tutti qui, stasera, per porre
fine una volta per tutte alla vita di questa miserabile Sanguesporco.
Ma prima,
prima, miei Mangiamorte, affinché non si dica che la nostra
giustizia sia corrotta,
daremo una possibilità di difendersi alla signorina Granger.
Hermione: cos’hai
da dire in tua difesa?” chiese Voldemort a voce bassa e
tranquilla.
La
ragazza sbatté le palpebre un
paio di volte, poi deglutì. Scosse la testa, come per
scacciare gli ultimi
residui di paura e confusione.
“Niente.
– disse infine con voce
forte e chiara. – Niente. Ho ucciso MacNair e… ne
vado fiera. Lui meritava la
morte.” alzò la testa senza curarsi degli sguardi
d’odio intorno a lei.
“Temo
che questa difesa sia
piuttosto debole, sai, Granger? – Voldemort si
avvicinò lentamente alla
ragazza. – E’ un vero peccato che tu debba morire;
i miei Mangiamorte erano
così… soddisfatti dei tuoi servigi. Draco.
– il ragazzo sobbalzò. Stringeva
ancora il braccio di Hermione. – Sei stato tu a catturarla.
Oggi, sarai tu a
ucciderla. Per Walden.”
“Ma
certo, mio Signore.” rispose
Draco annuendo rapidamente. Voldemort gli appoggiò una mano
sulla spalla, solo
per un attimo, poi si voltò e tornò alla propria
sedia.
“Mangiamorte!
Avete sentito tutti
la confessione della Granger: è inutile indugiare oltre.
Come Giudice Supremo
dell’Inghilterra, con i poteri conferitimi da tutti i
cittadini, io condanno
Hermione Granger a morte. La sentenza è da eseguire
immediatamente. – i
Mangiamorte esultarono. Erano mesi che non assistevano ad
un’esecuzione. – Ora,
com’è consuetudine… le tue ultime
parole, Granger.” aggiunse con gentilezza
artefatta. I Mangiamorte risero.
Quando
Hermione si unì alla risata,
tutti tacquero immediatamente.
“Oh,
non ho niente di nuovo da
comunicarvi; mi sembra di avervi già detto che sono troppo
intelligente per
voi, giusto? D’altronde, Tom, tu stesso hai ammesso di avermi
sottovalutata,
qualche mese fa. Non sai quanto avevi ragione. – disse
tranquilla. Poi si girò
verso Draco ed annuì. Immediatamente lui infilò
una mano nel mantello ed
estrasse la sua bacchetta, quella che avrebbe dovuto essere spezzata
mesi
prima. Hermione la prese e la puntò verso Voldemort.
– Avada Kedavra.”
Il
raggio verde attraversò la sala
in un istante, e non mancò il suo obiettivo: Voldemort si
accasciò sulla sedia
dietro di lui con un’espressione sorpresa sul viso.
Nessuno
si mosse.
Poi
Bellatrix urlò, e tutti i
Mangiamorte sfoderarono le bacchette. Draco balzò su
Hermione per proteggerla
prima ancora di rendersene conto, ma nel fragore della battaglia pochi
incantesimi erano diretti verso la ragazza. I Mangiamorte si stavano
uccidendo
tra loro, con espressioni incredule ma senza riuscire a fermarsi.
“Andiamo
via da qui. – disse
Hermione, e Draco si voltò subito per aprirle la strada
verso la porta,
facendole da scudo. Quando arrivarono nel corridoio, Draco chiuse la
porta e la
sigillò: ebbe appena il tempo di vedere che i suoi genitori
erano nel bel mezzo
della battaglia. – Bene. Ne avranno ancora per una decina di
minuti.”
“Devo
tornare dentro! Devo tornare
dai miei genitori!” esclamò Draco, ma senza
muoversi.
“No,
non devi. Non sei contento?
Stai per ereditare una fortuna!”
“Ma
che cosa… che cosa sta
succedendo?! E la tua… la tua bacchetta. Io credevo di
averla spezzata mesi fa!”
“Appunto,
Malfoy: tu credevi. Credi
di aver fatto parecchie cose negli ultimi mesi, vero? Credi di avermi
picchiata, di avermi umiliata, di avermi schiacciata, forse…
credi persino di
avermi catturata.” rispose Hermione con una risata.
“Io
non… non capisco.”
“Lo
so, lo so. E quando lo farai,
sarà ancora peggio. – gli rispose accarezzandogli
una guancia come si farebbe
con un bambino molto carino, ma un po’ stupido.
Alzò la bacchetta e appoggiò la
punta contro la sua tempia destra. – Perché non
cominciare dall’inizio? Questo
è quello che è successo veramente quattro mesi
fa. La sera in cui io ti ho
catturato.”
Draco
sospirò. Mancavano solo venti minuti alla fine del suo turno
di sorveglianza,
ed era esausto. A dire il vero, dopo quasi quattro anni non aveva
ancora capito
l’utilità di quegli stupidi turni di sorveglianza;
c’era davvero qualche
possibilità che qualcuno dell’Ordine si facesse
beccare nei pressi di Diagon
Alley? Nemmeno loro potevano essere così stupidi!
Un
altro sospiro. Oh, quanto avrebbe voluto infilarsi nel Paiolo Magico e
bersi un
Firewhiskey. La cosa migliore sarebbe stata un bel bagno caldo, per
lavarsi via
la stanchezza di quell’ennesima giornata inutile, ma
l’alcool sarebbe stato
comunque un gradevole sostituto temporaneo. Be’, dopotutto
avrebbe sempre
potuto bersi un bel bicchiere nella vasca, per poi-
Non
era possibile. Non poteva essere possibile.
Draco
spalancò gli occhi e deglutì a vuoto. Hermione
Granger si era appena infilata
in un vicolo a meno di cinque metri da lui. Senza vederlo.
Era
stato solo un attimo: un uomo le aveva urtato una spalla ed il
cappuccio del
mantello le era scivolato solo di pochi centimetri, ma era bastato.
Avrebbe
riconosciuto ovunque quella testa riccia e quella faccia da
Sanguesporco.
Draco
strinse la bacchetta e si avviò velocemente verso il vicolo,
giusto in tempo
per vedere il mantello marrone della ragazza svoltare ancora. Si fece
largo tra
la gente cercando di non dare troppo nell’occhio, aumentando
il passo ad ogni
svolta, ma senza avvicinarsi troppo; non poteva permettersi di
spaventarla e
farla fuggire. C’erano sempre meno persone in giro, ed i
vicoli si facevano più
bui, ma la ragazza era lì, a pochi metri da lui. Destra,
destra, sinistra,
ancora destra ed erano rimasti solo loro, in una stradina
così stretta da
essere soffocante.
Hermione
svoltò un’altra volta, e Draco seppe che quella
era la sua occasione: sfoderò
la bacchetta e girò nel vicolo con un balzo.
Solo
che lei non era lì. Il giovane rimase per un attimo
immobile, il braccio
sollevato e la bocca aperta nello Schiantesimo che aveva avuto
intenzione di
lanciarle.
Poi
la sentì. Alle proprie spalle.
“Petrificus
totalus. – disse Hermione, e Draco cadde a terra con un tonfo
sordo. – Oh,
Malfoy, Malfoy, è stato fin troppo facile. – la
giovane fece alcuni passi e si
mise davanti a lui; gli sorrise, e Draco non ricordava di aver mai
visto un
sorriso del genere sul viso della Grifondoro. Era un sorriso spietato.
– E’ un
po’ che non ci vediamo, ma tu sei sempre il solito cretino.
Sapevo che saresti
stato la scelta giusta. – Draco avrebbe voluto chiederle di
cosa diamine stesse
parlando, ma ovviamente non poté; a quel punto,
probabilmente doveva ritenersi
fortunato di essere ancora vivo. – Non ti preoccupare; tra
qualche mese saprai,
e capirai. Ogni cosa a suo tempo. Ma ora è il momento di
iniziare lo
spettacolo.”
Hermione
fece un respiro profondo, poi chiuse gli occhi; un altro respiro, e li
riaprì.
Sembrava determinata e decisa. Draco pensò che qualsiasi
cosa avesse avuto in
mente di fare quella Sanguesporco, non sarebbe stato sicuramente niente
di
buono per lui.
Pensò
che sicuramente sarebbe arrivato qualcuno a salvarlo, perché
ad un certo punto
avrebbero dovuto per forza notare la sua assenza.
Pensò
che era stato davvero uno stupido a farsi fregare con un incantesimo
che
insegnavano al primo anno.
Pensò
che dopotutto lei era una dei buoni, quindi forse sarebbe riuscito a
cavarsela
senza troppi danni.
“Imperio.”
Draco
non pensò più niente.
***
Dalla
Gazzetta del Profeta del 31
Maggio 2002
INTERVISTA
ESCLUSIVA CON HERMIONE GRANGER, SALVATRICE DEL MONDO MAGICO E NUOVO
MINISTRO
DELLA MAGIA AD INTERIM
Ho
incontrato Hermione Granger per la prima volta parecchi anni fa, ma la
donna
determinata e bellissima che ho incontrato per
quest’intervista non ha più
nulla della ragazzina di quei tempi. Capelli legati, sguardo sempre
attento e
bacchetta a portata di mano, ci incontriamo in un hotel Babbano,
lontano
dall’ovvio clamore che l’ha investita negli ultimi
dieci giorni.
Dopo
quasi quattro anni di clandestinità e quattro mesi di
prigionia, Hermione è
riemersa dall’ultima battaglia per portarci la notizia della
definitiva caduta
del Signore Oscuro, e la ritrovata libertà
dell’Inghilterra; da lì alla nomina
di Ministro della Magia ad interim, il passo è stato davvero
breve.
Hermione,
ti trovo davvero bene, nonostante tutto; l’ultimo periodo non
è stato facile,
per te… come ti senti adesso?
Grazie,
Rita. E’ davvero difficile
descrivere le mie sensazioni in questo momento: sono sollevata e
decisamente
più serena, come tutti, immagino, ma i ricordi di questa
guerra sono ancora
troppo freschi. Ora il mio primo impegno è quello di
lavorare per riportare
stabilità e sicurezza nel mondo magico.
La
tua nomina a Ministro della Magia ad interim ti ha stupita?
Sì,
ovviamente sì. Voldemort -
pronuncia il suo nome senza paura, guardandomi dritto negli occhi - e la maggior parte dei suoi
Mangiamorte sono
morti, mentre molti
altri sono stati catturati: questo ha portato
all’interruzione delle Maledizioni
Imperius che erano state imposte a moltissimi dipendenti del Ministero,
tra cui
il Ministro stesso. Il signor O’Tusoe ha deciso di rassegnare
immediatamente le
proprie dimissioni; lui e i Mangiamorte ribelli hanno stabilito di
comune
accordo che fossi io fossi il nuovo Ministro, almeno temporaneamente.
I
Mangiamorte ribelli, ecco; nessuno immaginava che esistesse un
movimento di
questo tipo! Come hai fatto a scoprirlo? E come avete fatto a
sconfiggere
Voldemort?
Un
lungo silenzio accoglie la mia domanda; Hermione sospira, si passa una
mano sul
viso, accarezza distrattamente la propria mano sinistra. E’
ovvio che questi
ricordi le facciano ancora molto male.
Nemmeno
noi dell’Ordine
immaginavamo una cosa del genere. A dire il vero, non ci abbiamo mai
neanche
sperato. Sono stata catturata da Draco –
la sua voce trema per un attimo - ,
e Voldemort aveva deciso di affidarmi alla famiglia Malfoy come
prigioniera di
guerra; mi sono subito accorta che c’era qualcosa di strano,
in loro. Mi
aspettavo torture, insulti, privazioni… ed invece mi sono
ritrovata ad essere
trattata con gentilezza. All’inizio pensavo fosse una
trappola, ma col passare
del tempo ho capito che erano sinceri, e potevo fidarmi di loro. Draco
non
avrebbe mai potuto non catturarmi, perché Voldemort
l’avrebbe visto nella sua
mente, ma lui e i suoi genitori erano liberi di trattarmi come
preferivano in
casa loro. Poi, una sera, ho assistito per caso ad una riunione segreta
tra i
Malfoy ed altri Mangiamorte ribelli: in quel momento ho capito che
forse non
tutto era perduto…
E
a quel punto?
A
quel punto ho chiesto a Draco di
poter partecipare alle loro riunioni; per più di un anno si
erano limitati ad
incontrarsi per parlare e cercare di trovare nuovi modi per allentare
la morsa
di Voldemort sulle loro vite. Io era l’anello mancante verso
la libertà: grazie
alla mia esperienza come ribelle e alla loro abilità di
combattenti, abbiamo
iniziato a progettare qualcosa di più di qualche riunione.
Quando degli
informatori di Voldemort hanno iniziato a riportare notizie attendibili
sull’Ordine e lui ha pianificato un ultimo attacco
definitivo, abbiamo capito
che era il momento di agire. Sono riusciti a portarmi di nascosto nella
dimora
di Voldemort, e lì ha avuto luogo l’ultima
battaglia… il resto lo conoscete
già, immagino.
Avete
vinto. Avete riportato la libertà a tutti noi, e non potremo
mai esservene
abbastanza grati. Adesso quali sono i tuoi primi obiettivi?
Sicurezza
e stabilità, come ho già
detto. Alcuni Mangiamorte sono riusciti a sfuggirci, ma contiamo di
riuscire a
catturarli entro breve; poi, ho già iniziato una totale
revisione della
legislazione magica, e sono in contatto con Ministri stranieri che ci
hanno
offerto il loro aiuto per voltare pagina una volta per tutte e
lasciarci questo
periodo buio alle spalle. Sto cercando di creare delle basi stabili per
chiunque verrà dopo di me.
A
fine giugno ci saranno le elezioni per il nuovo Ministro della Magia;
ovviamente tu hai presentato la tua candidatura. Cosa credi che
succederà? In
molti pensano che la tua elezione sia praticamente scontata.
Sinceramente,
non lo so. Ora sto
solo cercando di fare il mio lavoro al meglio. Sono davvero lusingata
da questa
affermazione; se la gente vorrà darmi la sua fiducia ne
sarò davvero onorata, e
cercherò di non deluderli mai.
Nel
frattempo, però, sappiamo che stai organizzando un altro
evento molto
importante per la tua vita…
L’aria
seria e determinata scompare in un attimo, e Hermione arrossisce;
è facile
dimenticarsi che, nonostante tutto, ha solo ventidue anni. Torna ad
accarezzarsi la mano sinistra, giocando con l’anello che
spicca al suo anulare.
Una
delle cose che mi ha insegnato
questa guerra è che la vita a volte è davvero
troppo breve. Io e Draco
l’abbiamo imparato fin troppo presto, ed ora non vogliamo
perdere tempo
inutile; speriamo di riuscire a sposarci alla fine
dell’estate. Non mi piace
parlare della mia vita privata, perciò preferisco non
aggiungere altro.
Ma
certo. Un’ultima domanda, quella che probabilmente si
staranno facendo tutti:
dov’è finito Harry Potter?
Quasi
due anni fa lui e Ginny sono
scappati, per proteggersi da Voldemort, che li cercava ancora senza
sosta; ora
noi stiamo facendo lo stesso. Ci tengo a lanciare una appello a Ginny,
che per
me è come una sorella: Ginny, la guerra è finita.
Voldemort è stato definitivamente
sconfitto. Contattami il prima possibile, e verrò a
prenderti, dovunque tu sia.
La Fenice è risorta.
La
Fenice è risorta?
Prima
di separarci, abbiamo deciso
che questa sarebbe stata la nostra parola d’ordine per far
sapere l’una
all’altra che la guerra era finalmente finita. Erano anni che
aspettavo di
pronunciarla.
Il
sorriso che si apre sul viso del giovane Ministro è il segno
che la pace è
davvero tornata in Inghilterra; Hermione si alza e mi stringe la mano.
Si
allontana nel tramonto, pronta a cominciare la suo nuova vita.
La
Fenice è davvero risorta.
A
pagina 3: Le prime azioni del
nuovo Ministro! La manovra economica e le modifiche legislative: cosa
cambierà?
A
pagina 5: La romantica storia
d’amore tra il Ministro ed il Mangiamorte ribelle! Foto
esclusive dei lavori a
Malfoy Manor!
A
pagina 7: I Mangiamorte ribelli!
Interviste e schede d’approfondimento!
***
Un
gufo planò sul davanzale del
nuovo ufficio del Ministro della Magia ed iniziò a
picchiettare con insistenza
sul vetro. Hermione si alzò dalla scrivania ed
aprì la finestra; riconobbe
immediatamente la scrittura sulla busta. L’aprì in
un attimo, senza degnare di
un’altra occhiata il gufo.
Harry
Potter si trova al numero 23 di Letteragh Road a Galway, in Irlanda.
La
Fenice è risorta.
Ginny
Ecco
il nuovo capitolo!
Ok,
ok, calma: probabilmente non è
quello che vi aspettavate… e, in effetti,
l’effetto sorpresa è esattamente
quello che cercavo di ottenere. Spero di non avervi deluso! In ogni
caso, io
tra gli avvertimenti avevo messo OOC.
Se
invece non avete ancora capito
che cosa cavolo sia successo… niente, dovrete aspettare il
prossimo capitolo. Ma
nemmeno Draco ha capito un cavolo, tranquilli. XD
Qualche
nota veloce: Galway è la
terza città più grande d’Irlanda,
mentre Letteragh Road è una via che ho scelto
a casa spulciando Google Maps. Ho immaginato che Ginny si sia nascosta
in Irlanda perché pur, essendo vicina,
è comunque uno stato a parte
rispetto all’Inghilterra, ed in un paese anglofono sarebbe
stato molto più
facile non dare nell’occhio. Idem per quanto riguarda il
trasferimento in una
città piuttosto che in un piccolo villaggio: Dublino sarebbe
stata una scelta
troppo ovvia, ma un’altra grande città avrebbe
inghiottito e nascosto molto
bene due giovani in fuga.
Spero
davvero davvero tanto che
questo capitolo vi sia piaciuto e non vi abbia deluso! A settimana
prossima,
con il matrimonio e lo spiegone finale. XD
Contessa
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Capitolo 6 *** Il Matrimonio - Epilogo ***
Le
scuse dettagliate e profuse per la mia latitanza sono alla fine del
capitolo. Ora vi lascio al gran finale! :D
Capitolo VI
IL MATRIMONIO
Gli
sposi salutarono un'ultima volta gli ospiti, poi lui prese in braccio
la moglie tra le risate e gli applausi. Lei gli sorrise, mentre
varcavano
insieme per la prima volta dopo il matrimonio le porte di Malfoy Manor.
Lo
sposo fece qualche passo oltre la soglia, stringendo la giovane, poi
la riappoggiò per terra con gentilezza. Le porte si chiusero
alle loro spalle,
lasciando fuori gli invitati, la brezza fresca della sera, la festa e
il
tramonto.
Lei
sfoderò la bacchetta.
“Benvenuto
all'Inferno, Draco Malfoy. - disse Hermione. - Ti ricordi, tesoro?
Sono le stesse parole che mi hai rivolto la mia prima sera di
prigionia. O
meglio, le parole che credi di avermi detto...”
“Ti
prego, io... io...” balbettò Draco allontanandosi
di qualche passo.
“Fermo.
Fermo. - disse Hermione, e lui si bloccò all'istante. - Da
oggi
siamo marito e moglie, e ci comporteremo come tali. Niente
più cella, per te;
dormiremo nella stanza padronale.”
“Ma
lì... lì ci dormono i miei genitori.”
“Oh,
tesoro, hai ancora problemi di confusione. I tuoi genitori sono
morti. Tre mesi fa. - Draco aprì la bocca per ribattere, ma
la richiuse subito;
abbassò lo sguardo ed annuì un paio di volte. -
Ne hai parlato al Profeta
settimana scorsa, nell'intervista sul matrimonio, ti ricordi?”
“Sì,
sì, io...mi ricordo qualcosa. - Hermione fece un paio di
passi verso
di lui, e Draco la guardò ad occhi spalancati, alzando le
mani davanti a sé
come per proteggersi. - Tu... non ti avvicinare, non venirmi
più vicino! Io
sono sotto Imperius!”
“Esattamente.
Ora ho solo allentato un po' la Maledizione. - si allontanò
da lui e appoggiò al bacchetta su un tavolino lì
vicino, accanto ad un
bicchiere di cristallo ed una caraffa colma di un liquido ambrato. -
Ecco,
vedi? Lascio la bacchetta qui. Tanto non mi serve. Calmati.”
aggiunse con un
sorriso.
“Che
cosa... che cosa sta succedendo?”
“Una
cosa alla volta, Draco. Ora siediti. - rispose Hermione indicandogli
il divano più vicino, in una stanza attigua all'ingresso.
Gli occhi di Draco
saettarono verso le porte che avevano appena superato, ma subito dopo
andò a sedersi
in silenzio. La Maledizione era troppo forte. Si guardò
intorno con aria
spaesata, mentre Hermione prese la caraffa e riempì il
bicchiere fino all'orlo.
- Ecco, tieni.” aggiunse avvicinandosi e porgendoglielo. Lui
s'irrigidì appena,
quando sfiorò le dita della giovane.
“Che
cos'è?”
“Solo
una pozione per calmarti un po'; l'ho fatta preparare da Nott
prevedendo la tua confusione. Bevine due sorsi abbondanti.”
“Nott?
Theodore Nott? Quel Nott?”
“Certo;
quanti altri Nott conosci? D'altronde, dovevo pur lasciar
sopravvivere qualcuno. Ora bevi.” rispose mentre si sedeva
accanto a lui,
sistemando l'ampia gonna del vestito da sposa. Draco obbedì
all'istante.
“C'è
qualcosa di diverso, qui...” disse lui quando ebbe finito di
bere.
“Abbiamo
fatto dei lavori prima del matrimonio; non avrei mai potuto
vivere qui con quell'arredamento.”
“Quale
matrimonio?”
“Il
nostro, Draco. Guarda.” rispose Hermione mostrandogli la
propria mano
sinistra: una fede d'oro giallo brillava accanto all'anello di
fidanzamento.
“Quindi
io sono... tuo marito? - chiese Draco incredulo, guardando ora la
propria mano sinistra. Hermione annuì. - Ma tu... tu sei una
Sanguesporco! Non
ti avrei mai sposata!”
“Ottima
osservazione. Bè, la Maledizione Imperio serve proprio a
questo,
no? Costringere un rampollo ricco e razzista a sposarmi. - Draco non
sorrise
neppure. - Oh, non hai proprio senso dell'umorismo. Su, bevi un altro
po'; mi
sembri ancora confuso.”
Lui
bevve un altro sorso.
“Io...
io mi sento più lucido, ora. Ma ci sono comunque troppe cose
che
non riesco a spiegarmi, che non capisco...”
mormorò portandosi una mano alla
testa.
“Sono
qui proprio per questo, Draco: voglio che tu sappia esattamente
quello che sta succedendo, e quello che succederà da domani.
Gli ospiti se ne
stanno andando, e i servitori hanno l'ordine di non disturbarci, a meno
che non
sia una questione di lavoro assolutamente improrogabile. Dopotutto,
è la nostra
prima notte di nozze!” disse Hermione con una risata.
“Lavoro?
Quale lavoro?”
“Oh,
ci arriveremo, non ti preoccupare. Probabilmente l'ultimo lavoro che
ti ricordi io abbia fatto è pulire il pavimento del Manor.
Allora, Draco,
dimmi: cosa ti ricordi? Cosa pensi che sia successo?”
Il
giovane fece un profondo respiro.
“Io
so... so di essere sotto Imperio. Ora lo so con certezza. Prima non
riuscivo a rendermene conto, ma adesso sento chiaramente che la
Maledizione è
allentata. È come se avessi una catena... una catena
direttamente nel cervello.
Qualcosa che stringe, e mi costringe a fare le cose ogni
giorno.”
“Da
quanto pensi di essere sotto Imperio?”
“Non...
non riesco a capirlo. A volte mi sembra di ricordare
perfettamente gli ultimi mesi, ma ogni tanto vedo delle cose... - Draco
rabbrividì. - Immagini, più che altro. E mi
sembra di essere stato io il
prigioniero per tutto il tempo.”
“Ora
che la Maledizione è allentata inizi a ricordare qualcosa
della
verità; è normale.” disse Hermione
tranquilla.
“Ma
da quanto? Da quanto sono così?”
“Oh,
tesoro, pensavo che ormai l'avessi capito. Ho organizzato la mia
stessa cattura in modo che fossi tu a trovarmi. Gli ultimi sette mesi
sono
stati solo un'illusione. - gli rispose scrollando le spalle. - Sai, il
bello
della Maledizione Imperio è proprio questo: non solo puoi
far fare alle persone
ciò che vuoi, ma puoi far credere loro quello che
preferisci. Il controllo del
corpo è solo il primo livello.”
Draco
balzò in piedi, gettando il bicchiere a terra.
“Non
è possibile. Non è assolutamente possibile! Io...
io ho fatto
l'Imperius, qualche volta, e non è possibile raggiungere un
controllo di questo
tipo, io, io me ne sarei accorto, ecco!”
“Mi
fai quasi tenerezza, sai?”
“Che
cosa? Perché? Io...” Hermione allungò
una mano verso di lui, e Draco
si accorse di essere ancora seduto, il bicchiere stretto in mano.
“Ora
che la Maledizione è allentata hai una minima
libertà di pensiero,
ma senza il mio permesso non puoi fare assolutamente nulla. Hai
desiderato di
alzarti in piedi e gettare il bicchiere per terra, e io ti ho lasciato
credere
di averlo fatto. Di solito faccio in modo che tu non possa neanche
pensare. -
lui rimase immobile quando lei gli toccò la fronte. - Sei
caldo. E sconvolto.
Forse avrei dovuto farti preparare qualcosa di più forte.
Su, bevi ancora. -
Draco obbedì. - Ti sei mai chiesto che fine facciano i
Mangiamorte catturati?”
“Ho
sempre pensato che... bè, che venissero uccisi.”
“Noi
siamo i buoni, non facciamo cose del genere! No, Draco; alcuni di
voi sono stati uccisi in battaglia, ovviamente, ma i nostri prigionieri
vengono
interrogati a lungo, e, quando riteniamo che non possano più
esserci utili,
Obliviati. Inventiamo per loro delle nuove identità e li
spediamo nei posti più
disparati, spesso tra i Babbani. Nessuno di loro è mai stato
ritrovato, o è
riuscito a tornare indietro. E sono stati tutti molto utili per il mio
allenamento. Sai quanti dei vostri prigionieri vi siete lasciati
scappare dalla
Battaglia di Hogwarts, negli ultimi quattro anni?”
“No;
non credo che il Signore Oscuro facesse delle statistiche a
riguardo.”
Hermione
sorrise appena.
“Male,
molto male, Draco. Bè, te lo dico io: cinque. Due sono morti
poco
dopo la fuga; erano in condizioni disperate. L'unica consolazione
è che siano
morti tra di noi, e non come animali nelle vostre case. Ma tre di loro,
Draco,
tre si sono ripresi, e ci hanno raccontato tutto della loro prigionia.
Tra di
loro c'era anche Calì Patil; te la ricordi?”
“Io...
no, non credo. Dovrei?”
“Era
una mia compagna di Casa, a Hogwarts. Circa due anni e mezzo fa
è
stata catturata da tuo padre; è stata vostra ospite per tre
mesi, durante i
quali diversi Mangiamorte hanno abusato di lei. Alla fine è
stata ceduta ad
Amicus Carrow, che era il suo più assiduo frequentatore;
è rimasta con lui sei
mesi. Ha avuto due aborti spontanei. Ora ricordi qualcosa?”
“Due
anni fa, sì, sì. Amicus era furioso
quand'è scappata! Diceva che lei
era la migliore che avesse mai avuto.”
“Già,
lo diceva anche a lei; un vero romanticone. Ecco, Draco, è
stato in
quel periodo che ho iniziato a concepire il mio piano. Voi Mangiamorte
siete
stati troppo sicuri della vostra intoccabilità: vi date
tanta pena per
difendere le vostre case, e poi lasciate che i prigionieri vi girino
liberamente, con la possibilità che possano origliare
qualsiasi cosa. Non solo,
li scambiate come se fossero oggetti, dimenticandovi completamente che
sono
prima di tutto nemici.”
“Nemici
in catene. Nemici senza bacchetta.”
“Oppure,
nemici che stanno fingendo di esserlo. Vedi, Draco, dopo quattro
anni la gente stava cominciando a capire che Harry non si sarebbe mai
risvegliato; io l'avevo accettato da anni. Oggi Ginny non è
voluta venire al
nostro matrimonio. 'Mi dispiace così tanto, Hermione, ma
preferisco rimanere
con Harry; magari potrebbe svegliarsi proprio quel giorno, e voglio che
il mio
viso sia la prima cosa che vedrà.', mi ha detto. Lei non ha
ancora perso la
speranza; l'Ordine invece era ormai agli sgoccioli. La McGranitt e
Shacklebolt
hanno fatto del loro meglio negli ultimi anni, ma il Prescelto
è sempre stato
uno solo. E ormai era perso per sempre. Non avevamo nessuna
possibilità di
vincere in una battaglia campale, lo sapevo fin troppo bene. Ma
uccidere
Voldemort non sarebbe stato abbastanza: senza una guida forte ed un
totale
stravolgimento della situazione, tutto quello che avremmo ottenuto
sarebbe
stata l'ascesa di un nuovo Signore Oscuro. Avremmo dovuto indebolirvi
lentamente, infiltrarci tra di voi... Inizi a capire dove voglio andare
a
parare?”
“Tu...
Tu hai detto di aver organizzato la tua stessa cattura, giusto? Il
ricordo reale è quello che mi hai mostrato dopo aver ucciso
Voldemort?” chiese
Draco esitante.
“Esatto.”
“Quindi
quando siamo arrivati al Manor... aspetta, i miei genitori sono
morti in quella battaglia; questo è reale? Sono morti in
quel momento?”
“Sì;
sono stati uccisi entrambi da Antonin Dolohov.”
“Come
fai a saperlo?”
“Prova
a pensarci, Draco. A Hogwarts eri piuttosto intelligente,
dopotutto.” gli rispose Hermione con un sorriso.
Draco
rimase in silenzio almeno due minuti buoni, cercando di mettere
insieme ciò che rimaneva dei suoi ricordi, e distinguere
quelli reali dalle
illusioni. Ripensò agli ultimi mesi, alla morte del Signore
Oscuro, alle
espressioni sconvolte dei Mangiamorte durante quell'ultima battaglia,
e, prima
ancora, a tutti i Mangiamorte che erano passati dal Manor.. molti
più del
solito, e tutti per Hermione.
Quando
finalmente capì, tacque ancora a lungo. Chiuse gli occhi e
si
portò una mano sul viso.
“Hai
bisogno di altra pozione?” gli chiese Hermione dopo un po',
sollecita.
“No.
No, io... ce la faccio. - rispose lui con un lungo sospiro.
Riaprì
gli occhi; aveva un'espressione terrorizzata. - I miei genitori erano
sotto
Imperio?”
“Certamente.”
“E
quanti... quanti altri?” chiese infine. Temeva la risposta.
“Tredici
persone. Esclusi voi Malfoy, ovviamente. Ogni Mangiamorte che
è
venuto a Malfoy Manor pensando di trovare un nemico innocuo e piegato,
poco più
di un oggetto, ognuno di loro è caduto sotto la mia
Maledizione.” rispose
Hermione con perfetta calma.
“Ma
sono... sono quasi tutti i più stretti Mangiamorte. Dolohov,
Carrow,
Yaxley, Mulciber, Lestrange... Anche i Lestrange? Tutti loro?”
“Sia
Rodolphus sia Rabastan mi hanno fatto visita, quindi sì,
Draco.
Rodolphus stesso ha ucciso sua moglie. Sai, girava voce che Mulciber
fosse uno
specialista dell'Imperius, ma nemmeno lui è riuscito a
resistermi a lungo. È
stato facile, dopotutto: tutti si aspettavano una prigioniera disarmata
e
denutrita. Contavo proprio su questo.”
“Tu...
tu sei completamente fuori di testa! Sedici persone sotto
Imperio?! È... È un piano folle! Totalmente
folle!”
“Be',
ha funzionato. La sicurezza intorno a Voldemort era troppo alta:
ucciderlo in un'occasione ufficiale, in mezzo alla gente, sarebbe stata
una
missione suicida. Te l'ho detto: io volevo cambiare il Mondo
Magico.” rispose
Hermione scrollando le spalle.
“Tu?
Una lurida Sanguesporco?”
“Forse
è meglio che tu beva un altro sorso di pozione, e poi vada a
prendere il Profeta di oggi. È su quel tavolino alla tua
destra. Su, bevi.”
Draco
obbedì docilmente, nonostante avesse uno sguardo sconvolto.
Quando
ebbe finito si alzò e si avvicinò al tavolino:
sulla copertina del giornale
campeggiava un'enorme foto di un gruppo di persone nell'atrio del
Ministero
della Magia, da cui erano stati tolti tutti i segni del regno di
Voldemort.
Hermione era al centro del gruppo, sorridente ed elegante, e Draco fu
sconvolto
nel riconoscere in sé stesso l'uomo al suo fianco che le
stringeva la mano.
Intorno a loro, facce rilassate. E conosciute.
Il
titolo recitava: “Il giorno del Ministro!”
“Ma
che cosa?... Chi è il Ministro?” chiese Draco
girando il giornale
verso Hermione, ancora seduta.
“Io,
ovviamente. Questo è il lavoro di cui ti parlavo, tesoro. Il
numero
di oggi è quasi interamente dedicato al nostro
matrimonio.”
“E
loro? Loro cosa ci fanno lì? Perché sono vivi? -
urlò Draco puntando
un dito contro le figurine sorridenti che li salutavano. - Tiger, Nott,
Alecto
Carrow... C'è anche mio zio! Che cosa diamine ci fanno
lì?”
“Ti
avevo detto che avrei pur dovuto far sopravvivere qualcuno, no? Non
ascolti mai con attenzione, Draco.”
Il
giovane lesse rapidamente la prima pagine del Profeta, sempre
più
sconvolto.
“Io
ho detto queste cose su di noi? Sul nostro matrimonio? E Tiger... Per
Merlino! Tiger lavora al Ministero?!”
“Tutti
gli ex Mangiamorte lavorano al Ministero; sono i miei più
fidati
consiglieri.”
“Ma
come diamine è possibile? Tutti sanno che erano dei
Mangiamorte. E
anch'io... io... - Draco guardò la fede sulla propria mano
sinistra, confuso. -
Perché sono ancora vivo? E perché mi hai
sposato?”
“Vedi,
Draco, la gente ha bisogno di speranza; la gente ha bisogno di
amore, e di belle storie, e io ho dato loro tutto questo. Ho
trasformato una
terribile prigionia nel romantico inizio di un grande amore, ho
inventato i
Mangiamorte ribelli per far sì che la mia storia stesse in
piedi, e ho ridato a
tutti la libertà. Sai, un paio di persone si sono presentate
per le elezioni
alla carica di Ministro: hanno ricevuto a malapena un centinaio di
voti. Chi
avrebbe potuto competere con Hermione Granger, giovane paladina della
giustizia
dal passato tragico? Non credo che la storia degli Imperio avrebbe
attirato la
simpatia della gente in questo modo.”
“Perché
mi hai sposato? Perché hai scelto me?”
“Oh,
avevo bisogno di un cognome influente e di parecchi soldi; ti ho
scelto perché conosco fin troppo bene te e la tua famiglia,
ed ero già stata a
Malfoy Manor una volta, purtroppo. E poi, il patrimonio dei Malfoy
è uno dei
maggiori d'Inghilterra, come tu ben saprai. Attualmente controllo anche
tutte
le proprietà dei cosiddetti Mangiamorte ribelli, tra
l'altro. Insomma, ho una
liquidità quasi infinita.” rispose Hermione
sorridendo.
“Tu
sei... sei solo una bastarda. Sei solo una bastarda fuori di testa. -
mormorò Draco scuotendo la testa. - E sei molto peggio di
noi, lo sai? Lo sai,
stronza?”
Nell'istante
in cui Hermione si alzò Draco cadde in ginocchio, spinto da
una forza incontrastabile.
“Draco,
Draco, non mi sembra questo il modo di rivolgersi alla propria
moglie. - disse con aria di rimprovero, sfiorandogli appena i capelli
biondi. -
Vi meritate tutto questo e molto di più; lo sai.”
“Cos'hai
intenzione di fare adesso, eh? Mi ucciderai?”
“Ti
piacerebbe, tesoro. Ma no, no, la tua morte non è vicina. Ho
già
deciso come morirai, ovviamente: un infarto, nel tuo ufficio.
Probabilmente
intorno ai cinquantasei, cinquantasette anni. Sarà
terribile: la gente sarà
sconvolta, ma sarai morto svolgendo il tuo incarico, amato e rispettato
da
tutti. Non capisci? Ti ho salvato da una vita inutile al servizio di un
pazzo.”
“E
Luna? Luna non sei riuscita a salvarla, eh?”
Hermione
impallidì. Per la prima volta, sembrò che la sua
sicurezza
vacillasse.
“Luna
è stata un... un errore di calcolo. Non potevo usare
l'Imperio su
di lei, non l'avrei mai fatto. McNair era uno dei pochi Mangiamorte che
mi
mancavano; se solo l'avessi incontrato prima, avrei saputo della
gravidanza di
Luna, e... - sussurrò Hermione torcendosi le mani. - Ma lui
ha pagato per
quello che ha fatto. E verrà anche il tuo turno, non ti
preoccupare.”
“Tu
sei fuori di testa. Sei andata completamente fuori di testa.”
“Oh,
può essere, dopotutto. - disse Hermione ridendo. - Ma
cos'avevo da
perdere, Draco? Harry è un vegetale. Ron è morto.
La McGranitt e Shacklebolt
anche. E i miei genitori... prima di partire alla ricerca degli Horcrux
ho
modificato la loro memoria cancellandomi dalle loro vite, e li ho
mandati in
Australia per proteggerli. Un anno fa sono morti in un incidente
stradale. Io
li mando dall'altra parte del mondo per proteggerli da Voldemort, e
loro
muoiono in uno stupido incidente stradale. - rise ancora, senza nessuna
allegria. - Perciò, vedi, mi sentivo come se fossi rimasta
l'unica persona viva
sulla faccia della Terra. Continuare così era inutile. Se
Voldemort mi avesse
uccisa subito, sarei morta senza rimpianti. Ma, purtroppo per te, il
mio piano
ha funzionato. Noi saremo un esempio per il Mondo Magico, Draco: per
quanto
possa fare schifo anche a me, avremo dei figli. Dei bambini Mezzosangue
che
cresceremo con amore in un mondo finalmente privo di
pregiudizi.”
“Non
puoi tenermi sotto Imperio per sempre. Non appena allenterai la
Maledizione
io ti ucciderò, Granger.” disse Draco digrignando
i denti. Era ancora in
ginocchio, mentre lei torreggiava su di lui, bianca e implacabile.
“Credo
che dovresti chiamarmi Lady Malfoy, adesso. - gli rispose
accarezzandogli lentamente una guancia. Le sue mani erano gelide come
la morte.
- Ti lascio dieci minuti per pensare ai tuoi piani di vendetta. Poi,
stringerò
la Maledizione fino a che non ricorderai nemmeno più il tuo
nome.”
“Sei
solo una stronza.”
Hermione
gli sorrise. Si chinò a baciargli la fronte.
“Dieci
minuti, tesoro. Ti aspetto di sopra.”
***
EPILOGO
Hermione
tolse la neve dalla pietra tombale con gesti delicati, poi si
chinò all'altezza della foto.
“Ciao,
amore. - disse passandoci sopra una mano guantata.
- Neve a fine aprile? Non se l'aspettava nessuno. I lavori di
ristrutturazione
di Hogwarts sono stati un po' rallentati, ma riusciremo comunque a
riaprirla a
settembre. È difficile eliminare tutte le tracce di magia
oscura, sai? Ecco, ti
ho portato dei fiori. - posò un mazzetto di fiori colorati
sull'erba coperta di
neve. - Lo so, lo so, non passo da quasi due settimane, ma ho avuto
molto da
fare al Ministero. E ti ho pensato ogni giorno. I tuoi genitori stanno
meglio,
sai? Mi occupo io di loro, non ti devi preoccupare. Ginny sta come al
solito,
invece. È sempre al capezzale di Harry, Parla sempre meno.
Ormai... ormai credo
che non cambierà. - un lungo sospiro, un'altra carezza alla
foto. - Sono
incinta. - disse velocemente. - Di quasi due mesi. L'altra volta non ho
avuto
il coraggio di dirtelo. - una lunga pausa. - Oh, per Morgana... Non sai
quanto
vorrei che fossi qui. Questo bambino dovrebbe essere tuo! Questa...
questa non
è la vita che immaginavo. Non è la vita che
volevo per noi. Sapevo che sarebbe
stata dura, ma... diamine, è davvero tremendo. Oh, diamine,
spero davvero che
ne valga la pena, perché è così
fottutamente dura! - un'altra pausa. Hermione
rimase immobile, mentre le lacrime le rigavano le guance e cadevano ai
suoi
piedi. - Un tempo non avrei mai detto una cosa del genere. Ma sono
cambiata
così tanto... Oh, non avreste dovuto lasciarmi da sola. A
volte non mi
riconosco più. Ma se non l'avessi fatto io, chi altri
avrebbe potuto farlo? -
Hermione tacque a lungo, accarezzando la foto. Dei passi risuonarono
dietro di
lei, sulla ghiaia; si asciugò rapidamente le lacrime e si
voltò. Draco la stava
aspettando, sorridente e con lo sguardo vacuo. Hermione tirò
su con il naso e
si alzò. - Ora devo andare. Ho davvero tante cose da fare. -
la sua espressione
era tornata quella distaccata e cortese dell'efficiente Ministro
Malfoy, quella
che tutti conoscevano. - Tornerò presto.”
sussurrò con un'ultima punta di
dolcezza. Poi si voltò e s'incamminò verso Draco.
L'immagine
sorridente di Ron li salutò mentre si allontanavano.
Sono
passati più di sette mesi da quando ho scritto che avrei
aggiornato
entro una settimana, e non so bene in che modo scusarmi. Ho avuto
qualche
problema con la tesi di laurea, che ho dovuto rifare in un week end
causa
relatrice schizzata e latitante, ed ero agitatissima per la
discussione. Ho
dovuto scegliere dove e cosa fare per la Magistrale, e poi iniziare le
lezioni,
e dare i primi esami... Insomma, tra una cosa e l'altra mi ero
completamente
dimenticata di questa ff, e l'ispirazione latitava. Tutto questo non mi
giustifica
in ogni caso: non credo che qualcuno sia morto durante l'attesa, ma
davvero, mi
dispiace per l'enorme ritardo.
Detto
questo... ecco, tutte le carte sono in tavola. In realtà
avete
letto cinque capitoli di quello che Hermione fa credere a Draco. Spero
che vi
sia piaciuto il colpo di scena! :) So bene che è alquanto
improbabile che
Hermione diventi così spietata, infatti ho messo OOC tra gli
avvertimenti, ma
mi piace immaginare che anche i buoni abbiano un lato oscuro. Molto
oscuro, in
questo caso. XD Se avete dei dubbi riguardo al diabolico piano di
Hermione,
ovviamente sono a vostra disposizione; spero che lo spiegone finale sia
stato
abbastanza chiaro. ;)
Come
sempre, non vedo l'ora di leggere i vostri pareri! Grazie mille per
aver seguito la mia storia fin qui. :)
Contessa
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