Seven Devils

di Contessa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Sette mesi prima ***
Capitolo 2: *** Sei mesi prima ***
Capitolo 3: *** Cinque mesi prima ***
Capitolo 4: *** Quattro mesi prima ***
Capitolo 5: *** Tre mesi prima ***
Capitolo 6: *** Il Matrimonio - Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo - Sette mesi prima ***


PROLOGO

 

 

Gli sposi salutarono un’ultima volta gli ospiti, poi lui prese in braccio la neo moglie tra le risate e gli applausi. Lei gli sorrise, mentre varcavano insieme per la prima volta dopo il matrimonio le porte di Malfoy Manor.

Lo sposo fece qualche passo oltre la soglia, stringendo la giovane, poi la riappoggiò per terra con gentilezza. Le porte si chiusero alle loro spalle, lasciando fuori gli invitati, la brezza fresca della sera, la festa e il tramonto.

Lei sfoderò la bacchetta.

“Benvenuto all’Inferno, Draco Malfoy.” disse Hermione.

 

 

 

Capitolo I

SETTE MESI PRIMA

 

 

“Ma sei proprio sicuro che sia lei, Draco?”

“Certo, mamma, è lei! Guardala, guardala bene… l’ho riconosciuta subito. Non potevo credere alla mia fortuna!”

“Draco, sono così orgoglioso di te. Il Signore Oscuro ti ricompenserà adeguatamente, vedrai.”

“Lo so. Voglio fargli una sorpresa… non si aspetterà mai una cosa del genere. – Hermione tossì, schiudendo appena gli occhi. – Guardate, si sta svegliando. Granger! Ehi, Granger, mi senti?”

“Dove… dove sono?” chiese piano la ragazza.

“Sei a Malfoy Manor, stupida Sanguesporco. – le rispose Draco dandole un calcio nella pancia. Lei gemette e tossì ancora. – Ti ricordi quello che mi hai detto, Granger? ‘Sono troppo intelligente per te, Malfoy, non riuscirai mai a prendermi.’ Chi dei due è prigioniero adesso, eh?” un altro calcio accompagnò la domanda.

“Così toglierai tutto il divertimento al Signore Oscuro, Draco. – disse Lucius Malfoy. – Falla lavare. Stasera la porteremo da Lui.”

“Sì, adesso chiamo gli Elfi. Mamma, abbiamo dei vestiti da darle?”

“Quelli delle altre prigioniere, direi.”

“Andranno bene.”

“Che cosa… che cosa sta succedendo? – la voce di Hermione stava riprendendo forza. – Io non ricordo nie-“

“Risparmia il fiato, Granger; stasera ti servirà. I Cruciatus del Signore Oscuro fanno urlare parecchio.”

 

***

 

Il lavaggio andò bene: Hermione addirittura ringraziò gli elfi che le avevano portato gli asciugamani, spaventandoli con sorrisi e parole gentili.

La vestizione invece fu più problematica; quando Narcissa Malfoy le diede degli abiti dicendole che erano quelli con cui era arrivata Lavanda Brown, la giovane pensò bene di stracciarli e aggredire la donna. Draco, richiamato dalle urla, l’aveva presa per i capelli per strapparla dalla madre.

“Credo che volesse cavarmi gli occhi. Maledizione, quella piccola stupida mi ha graffiato le mani!”

“Te l’avevo detto che questa è fuori di testa. Al terzo anno mi ha aggredito! Non vedo l’ora di fargliela pagare… - disse Draco. – Mettiti questa in silenzio. E mangia. Lui preferisce i prigionieri vispi.” aggiunse rivolto a Hermione lanciandole un’altra tunica.

La giovane mangiò in silenzio un pezzo di pane, poi fu condotta in uno dei numerosi salotti; una volta lì Lucius Malfoy le fece indossare un lungo mantello con un ampio cappuccio.

“Dovrei cruciarti per quello che hai fatto a mia moglie, Sanguesporco. – disse l’uomo dandole una spinta. Draco la afferrò per un braccio. – Silenziala. Non possiamo permetterci che inizi a urlare all’improvviso.”

Il giovane obbedì, e da sotto il cappuccio vennero dei ringhi sommessi.

“Andiamo.” disse Narcissa.

Draco strinse a sé Hermione, poi il mondo intorno a loro si compresse e ribaltò nel buio della Smaterializzazione. Riapparvero tutti e quatto davanti a una delle numerose proprietà della famiglia Black, che da qualche anno il Signore Oscuro aveva eletto propria dimora; Bellatrix ne era stata entusiasta almeno quanto i Malfoy, che avevano finalmente riottenuto la propria casa.

Il cancello che si ergeva davanti a loro si aprì quando Lucius alzò il braccio sinistro, ed entrarono con passo sicuro; Hermione incespicò più volte, muta e cieca sotto il cappuccio troppo grande. Draco la trascinò quasi di peso su per i tre gradini che davano accesso alla villa.

“Muoviti, Sanguesporco. Cosa c’è, improvvisamente hai paura?” le chiese con tono di scherno strattonandola. La giovane non poté far altro che scuotere la testa, mugugnando.

La porta si aprì prima ancora che qualcuno bussasse, e così si richiuse; un brusio sommesso veniva da una porta alla destra del piccolo gruppo.

“Ci siamo… - disse Narcissa dopo un profondo sospiro. – Draco, sii sicuro e tranquillo. Meriti una grande ricompensa, questa volta.”

Il giovane annuì, serrando la presa sul braccio della prigioniera.

“Ci stanno aspettando tutti. Andrò avanti io.” disse Lucius posando una mano sulla maniglia della porta; quando la aprì, improvvisamente la sala si zittì. La moglie lo seguì nella stanza, mentre Draco rimase sulla soglia.

I Mangiamorte si aprirono in due ali per lasciar passare i due coniugi, finché non giunsero al centro della sala, proprio davanti al Signore Oscuro; lui era seduto su un’alta sedia finemente intarsiata, e Bellatrix era alla sua destra, appoggiata al bracciolo.

“Lucius… - esordì Voldemort con quello che doveva essere un sorriso. – Ho ricevuto il tuo messaggio. Ti stavamo aspettando.”

L’uomo rabbrividì alla voce del proprio padrone; gli anni non avevano cancellato la macchia dei suoi fallimenti, e Lucius Malfoy sapeva bene quanto precaria fosse la sua situazione. La moglie gli strinse una mano per fargli forza.

“Mio Signore. – disse l’uomo con un breve inchino. – Stasera sono venuto qui per risollevare l’onore dei Malfoy. Sono venuto qui con una sorpresa per voi.”

“Oh, dubito che l’onore dei Malfoy possa essere risollevato, ormai. – rispose Voldemort. I Mangiamorte risero. Quelli che si ritenevano al sicuro, almeno. – E sai che non amo le sorprese.”

“Questa vi piacerà, Signore, ne sono certo. – ribatté Lucius cercando di sembrare sicuro. Voldemort assottigliò gli occhi rossi e gli fece un cenno della mano. – Draco! Draco, vieni dentro. – aggiunse girandosi verso l’ingresso della sala. Il giovane entrò lentamente, senza cedere di un millimetro la presa sul braccio della prigioniera. – Mio Signore, è stato mio figlio a trovare questo dono. Speriamo che sia di vostro gradimento.” disse quando il figlio lo raggiunse al centro della stanza.

Fece un cenno della testa a Draco, e lui tolse il cappuccio alla giovane. La sala fu improvvisamente percorsa da mormorii eccitati.

“Ma è proprio lei?!”

“Per Merlino!”

“Non ci posso credere…”

“Silenzio! – disse Voldemort alzandosi di scatto. Hermione serrò la mascella e alzò la testa, mentre il Signore Oscuro si avvicinava lentamente. – Draco… questa prigioniera… è colei che io penso sia?”

“Sì, mio Signore. E’ Hermione Granger. E’ la Sanguesporco di Potter. L’ho trovata poche ore fa nella mia zona di controllo, si aggirava per dei vicoletti di Londra. L’ho battuta a duello.” rispose il giovane orgoglioso.

“Draco, Draco, Draco… - disse Voldemort girando intorno alla prigioniera. – Sono stupito. Sinceramente stupito. Non mi aspettavo un risultato del genere da te… - il giovane tacque. Il Signore Oscuro fece un gesto con la bacchetta, e Hermione fece un profondo respiro. – Hermione Granger. Finalmente ci conosciamo.”

“Credo di non poter dire lo stesso, Mio Signore.” rispose la giovane sprezzante.

“Sono anni che ti cerchiamo, sai?”

“Bastava inviare un gufo. Sarei venuta con molto piacere.”

“Mi avevano detto che eri simpatica, per essere una Nata Babbana. – i Mangiamorte risero. – Dicevano che fossi la mente del Trio, eh? Effettivamente, sei stata l’ultima a essere trovata…”

“Ho vinto qualcosa?”

“Ma certo, cara; sarai l’unica ad avere il piacere di provare i miei Cruciatus. Crucio! – disse Voldemort con calma. Draco trattenne la ragazza mentre si contorceva spasmodicamente, ma senza lasciarsi sfuggire nemmeno un lamento. – Sai, è un vero peccato che anche Weasley non abbia potuto provarli, non credi anche tu?”

Per tutta risposta Hermione sputò ai suoi piedi.

“Mio Signore! – esclamò Bellatrix accorrendo. – Lasciate che mi occupi di questa lurida Sanguesporco che ha osato fare una cosa del genere!”

“No, no, Bella; tu hai già cruciato questa ragazza, non ricordi? Non puoi avere sempre tutto il divertimento. Le avete fatto bere del Veritaserum?”

“No, mio Signore. Abbiamo pensato che così sarebbe stato più… divertente.” rispose Draco.

“Bene, Draco, molto bene. Sono soddisfatto del tuo operato. – rispose Voldemort mettendogli una lunga mano pallida su una spalla. Draco si trattenne a stento dallo spostarsi con un balzo. – La tua ricompensa sarà la taglia della Granger, e un nuovo incarico: credo che tu sia pronto per qualcosa di più che semplici ronde di controllo. Tua zia sarà più che felice di avere il tuo prezioso aiuto durante le sue missioni. – continuò. Bellatrix annuì, entusiasta, mentre il giovane cercò di sorridere. La promozione era una cosa buona, affiancare la propria zia folle non proprio. – Ma prima, voglio che sia tu a occuparti della prigioniera. Sei un buon Legilimens, e con l’aiuto del Veritaserum immagino che la nostra ospite non sarà proprio in grado di tenere i segreti dell’Ordine in bocca, non credi anche tu, cara?” disse rivolto a Hermione.

“Sono troppo intelligente per voi.” rispose lei con un sorriso.

“Crucio! - i Mangiamorte intorno a loro risero ancora, mentre Hermione cadeva per terra contorcendosi. Ancora una volta serrò i denti per evitare di urlare; si poteva quasi sentire il loro scricchiolio. – Ma che Grifondoro coraggiosa… è un vero peccato che la tua Casa sia ormai estinta, eh?”

“Mio Signore… - intervenne Draco titubante. – Pensavo che voleste occuparvi voi del suo interrogatorio.”

“Oh, certamente. Le farò alcune domande stasera stessa, ma sai quanto spesso mi lasci prendere la mano, no? – rispose Voldemort alzando nuovamente la bacchetta. – Crucio!”

 

***

 

I Malfoy tornarono al Manor solo parecchie ore dopo.

Narcissa fece un profondo sospiro di sollievo quando apparvero di fronte al cancello, sorridendo. Lucius le strinse una mano e la baciò sulla guancia.

“Draco, Draco… siamo così orgogliosi di te.” disse l’uomo al figlio mentre camminavano verso la porta d’ingresso.

“Grazie, papà. Ho fatto solo il mio dovere. – rispose il giovane con un sorriso. L’atmosfera rilassata fu interrotta da Hermione, che si accasciò al suolo tra i lamenti. – Domattina inizierò a interrogare questa Sanguesporco. Vedrete che andrà tutto bene.” aggiunse trascinandola all’interno del Manor.

“Merlino, toglimela subito di torno. Sono ore che fa quei versi; i Sanguesporco sono proprio animali. - disse Narcissa. – Vai a metterla in una delle celle, per favore. Il Signore Oscuro ha detto di lasciarla da sola, per ora.”

Draco annuì e tirò la giovane per un braccio fino alle scale per i sotterranei; scese senza curarsi troppo dei lamenti della ragazza, lasciando che cadesse a ogni gradino per poi rialzarla malamente. Sfoderò la bacchetta, aprì una delle numerose celle e la buttò dentro con malagrazia.

“Benvenuta all’Inferno, Hermione Granger.” disse Draco prima di chiudere la porta.

 

 

Eccomi qui con un’altra long, che poi tanto long non sarà: ho già deciso che avrà sei capitoli, non uno di più, non uno di meno.

Qualche breve nota: il titolo viene dalla canzone “Seven Devils”, di Florence & The Machine, che mi ha ispirato la storia, ma non ha niente a che vedere con la storia stessa. XD Diciamo che vi consiglio di ascoltarla perché secondo me rende bene l’atmosfera.

Poi, so che ci sono già in giro taaante storie in cui Hermione viene catturata da Draco, o viceversa, quindi mi rendo conto che l’inizio non sia esattamente originalissimo; spero solo che questo primo capitolo vi sia piaciuto e vi abbia incuriosito almeno un po’.

Il prossimo aggiornamento sarà tra due settimane! J

A presto,

Contessa

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Capitolo 2
*** Sei mesi prima ***


Capitolo II

SEI MESI PRIMA

 

 

“Sai che non puoi mentirmi, vero?”

“Certo.”

“E allora dimmi, dov’è Potter?”

“Non lo so.”

“Dov’è il Quartier Generale dell’Ordine della Fenice?”

“Non so nemmeno questo.”

“Devi dirmelo.”

“Non posso dirti qualcosa che non so, mi dispiace. – disse Hermione; sembrava quasi dispiaciuta. – Sono troppo intelligente per voi.”

Draco le diede uno schiaffo, l’ennesimo della giornata.

“Non fai altro che sporcarti le mani, Draco; nemmeno il Veritaserum può forzarla a risponderti, lo sai. Non ci resta che portarla dal Signore Oscuro.” disse Lucius alzandosi. Narcissa sospirò profondamente.

“Sei sicuro? Non abbiamo scoperto praticamente nulla…  e quel poco che sappiamo non gli piacerà. Lui non ne sarà soddisfatto.” mormorò la donna.

“Non abbiamo scoperto nulla perché lei non sa nulla. Nemmeno nella sua mente ho trovato qualcosa; solo stupidi ricordi di Hogwarts e dei suoi genitori Babbani… - disse Draco scuotendo la testa. – Sono passate due settimane. Abbiamo fatto tutto il possibile.”

“E tutto il possibile basterà?” chiese Narcissa a bassa voce. Entrambi gli uomini sapevano di cosa stava parlando; quello che avevano fatto sarebbe bastato per farli rimanere nelle volubili grazie del Signore Oscuro? Per farli rimanere in vita?

“Basterà. Ne sono certo. – disse Lucius con sicurezza, appoggiando una mano sulla spalla della moglie. – Draco, riporta la prigioniera in cella. Domani sera la porteremo di nuovo dal Signore Oscuro.”

 

***

 

Quando la porta della casa si chiuse alle loro spalle con un tonfo, Narcissa sobbalzò e trattenne a stento un urletto.

“Mamma, se non te la senti puoi sempre rimanere qui…” disse Draco a bassa voce. Il suo sguardo diceva che anche lui sarebbe rimasto nel corridoio più che volentieri.

“No. No. – rispose Narcissa con voce ferma. – Non potrei mai rimanere qui mentre voi… no, verrò con voi.”

“Stai dietro di noi, e non dire nulla. Anche tu, Draco, lascia parlare me. Se dovesse succedere qualcosa, mi prenderò io ogni responsabilità. – sussurrò Lucius rapidamente. Strinse il braccio sinistro della prigioniera, mentre il figlio annuiva dal lato opposto. – Andiamo.”

Draco aprì la porta alla loro destra, e la sala si zittì immediatamente quando gli altri Mangiamorte li videro; Voldemort si sedette comodamente sulla propria sedia, pronto allo spettacolo.

“Draco… ti stavo aspettando con impazienza. – disse quando il piccolo gruppo arrivò al centro della sala. – Lucius e Narcissa. Anche voi qui? – la donna abbozzò un inchino con la testa, lottando contro l’impulso di scappare. – Allora, spero che tu abbia buona notizie per me.”

“Mio Signore, - iniziò Lucius. – abbiamo interrogato incessantemente la prigioniera per-“

“Non mi stavo rivolgendo a te, Lucius. Draco, prego; tuo padre può essere così maleducato, a volte.”

Il giovane deglutì nervosamente, poi si schiarì la voce.

“Ecco, abbiamo interrogato incessantemente la prigioniera per due settimane, ma purtroppo non abbiamo ottenuto le informazioni che speravamo. La sua mente non è stata un problema, ma i suoi ricordi sono del tutto irrilevanti. Con il Veritaserum abbiamo trovato qualcosa di più, ma molto… molto meno rispetto a ciò che speravamo. – disse Draco lentamente. Tutte le orecchie della sala erano tese per non perdere nemmeno una delle sue parole. – L’unica informazione di qualche importanza è-“

“Draco, Draco, non vorrai rovinarmi lo spettacolo, vero? Nessuna anticipazione. – lo interruppe Voldemort alzando una mano aperta. – La prigioniera è sotto Veritaserum, ora?”

“Sì, sì, mio Signore.”

“Bella, somministra alla nostra ospite un’altra dose di Veritaserum. – disse facendo un cenno alla donna al suo fianco. Bellatrix si avvicinò a grandi passi a Hermione, estraendo una fialetta dal mantello. – Oh, lasciate pure andare la signorina Granger; non credo che andrà molto lontano, in ogni caso. – Draco e Lucius lasciarono andare le braccia della giovane, che venne subito strattonata in malo modo da Bellatrix. La donna non si prese neanche il disturbo di ordinarle di aprire la bocca; gliel’aprì rudemente con una mano, mentre con l’altra le versava direttamente in gola tutto il contenuto della fiala. Infine le diede una spinta e tornò rapidamente accanto al proprio padrone. – Preferisco usare sempre la mia scorta privata. Niente di personale, Draco. – il giovane scosse la testa e fece un passo indietro, imitando il padre; Hermione rimase da sola al centro della sala. Draco vide che aveva la fronte imperlata di sudore e si mordicchiava le labbra. – Buonasera, Hermione.”

“Sai che non posso mentire, quindi non credo che ricambierò il saluto.”

“Deliziosa come sempre. Partiamo dalle domande più facili: dove si trova Harry Potter?”

“Non lo so.”

“Dove si trova il Quartier Generale dell’Ordine della Fenice?”

“Non lo so.”

“Immaginavo che non avrebbe funzionato, ma tanto valeva provare. – disse Voldemort con un  sospiro; aveva l’aria di divertirsi un mondo. – Quando hai visto Potter per l’ultima volta?”

“Un anno e mezzo fa, più o meno. Era il 23 settembre.”

“E in che condizioni era?”

“Stabili.”

“Puoi essere più precisa?”

“Era in coma.” rispose Hermione in un sussurro.

“C’è qualche possibilità che nel frattempo si sia risvegliato?”

“No. Ginny mi avrebbe avvertita, se fosse successo.”

“Vai avanti.”

“Era troppo pericoloso tenere Harry con noi, così ho proposto che Ginny Weasley partisse con lui. Nessuno dell’Ordine sa dove siano, questo fa parte del piano: le abbiamo dato tutto il denaro che siamo riusciti a mettere insieme, poi ci ha somministrato una Pozione Soporifera. Non avremmo potuto seguirla neanche se avessimo voluto. Abbiamo provato a rintracciarla, ma non ci siamo riusciti: lei è il Custode Segreto dell’Incanto Fidelius imposto sul loro nascondiglio. – disse Hermione rapidamente. – Se lui si fosse svegliato, o noi fossimo riusciti a ribaltare la situazione, lei avrebbe dovuto scrivermi per comunicarmi la loro posizione. Non ho mai ricevuto sue notizie.”

“Un ottimo piano; complimenti. Avete consultato dei dottori?”

“Sì. Sia medimaghi sia dottori Babbani.”

“E cos’hanno detto?”

“Sono stati tutti concordi nell’affermare che il danno subito da Harry durante la Battaglia di Hogwarts è… - la voce le si ruppe per un istante. - …irreparabile. Il suo coma è irreversibile. E’ un vegetale, e lo rimarrà per sempre.”

Un alto brusio si alzò immediatamente nella sala, mentre Voldemort sorrideva.

“Bene. Molto bene. – disse l’uomo riportando il silenzio tra i Mangiamorte. – Avete imposto l’Incanto Fidelius anche sul Quartier Generale dell’Ordine?”

“Sì.”

“E chi è il Custode Segreto?”

“Non lo so.”

“Continua.” la incitò Voldemort. Adesso sembrava leggermente irritato.

“E’ un altro piano concepito da me. Scegliere un Custode Segreto tra di noi sarebbe stato troppo rischioso, visti anche i precedenti, così ho chiesto a Minerva McGranitt di scegliere un nome a caso dall’elenco telefonico dei Babbani di Londra. Sono circa cinque milioni di persone. Non so chi abbia estratto: chiunque sia, è il nostro Custode Segreto. Lei ha lanciato l’Incanto Fidelius, gli ha fatto scrivere tutti i dati su un foglio e l’ha fatto leggere ai membri dell’Ordine. Nessuno di noi può rivelare nulla, e io ho cancellato la memoria di Minerva. – disse Hermione. – Abbiamo ripetuto lo stesso procedimento per tutti e sei i nostri Quartieri Generali.”

“Sei?”

“Ho pensato che fosse più sicuro. Solo io e Minerva sappiamo che sono sei.”

“Rimuovere qualche Incantesimo di Memoria non sarà certo un problema, per me. – replicò Voldemort tranquillo. – Quando hai visto per l’ultima volta Minerva McGranitt? Dove si trovava?”

“L’ho vista per l’ultima volta quattro mesi fa. Era tre metri sotto terra. Credo che sia ancora lì.” rispose Hermione con voce incolore, falsata dal Veritaserum. Dallo sguardo che lanciò intorno a sé, Draco intuì che si sarebbe ingoiata volentieri la lingua.

Voldemort sgranò gli occhi, sorpreso.

“Com’è successo? Uno dei miei Mangiamorte diceva di averla avvistata meno di due mesi fa.” disse cercando con gli occhi il Mangiamorte in questione nella sala. L’uomo stava tremando.

“Infarto. Durante una riunione dell’Ordine. L’abbiamo sepolta nottetempo in un cimitero Babbano. Sapendo che la sua perdita ci aveva reso più deboli, abbiamo organizzato avvistamenti programmati sfruttando la Pozione Polisucco.”

“E anche questa è stata una tua idea?”

“Sì.”

“Saresti una Mangiamorte perfetta. Sei proprio sicura di non voler passare dalla nostra parte?”

“Sì.” rispose Hermione, e la sua voce non ebbe la minima esitazione.

“Peccato, peccato. Draco. – il giovane si riscosse all’improvviso; fece un passo avanti. – Era questa l’informazione cui accennavi prima?”

“Sì, mio Signore.”

“Non è sicuramente quello che ci aspettavamo, ma è comunque di rilievo. C’è qualcos’altro di cui dovrei venire a conoscenza? Preferisco torturare le persone; chiacchierare non è mai stato il mio forte.”

“Sono morti alcuni membri minori dell’Ordine, mio Signore. Charlie Weasley è morto da due mesi, a causa delle ferite riportate quasi un anno fa nell’attacco che ha ucciso Kingsley Shacklebolt. Poi Dedalus Lux e Hannah Abbott. Aberforth Silente è zoppo. Neville Paciock soffre di frequenti attacchi di convulsioni in seguito a un Cruciatus particolarmente potente.”

Bellatrix accolse l’ultima notizia con una sonora risata.

“Un altro Weasley in meno. Quanti ne rimangono ancora?” chiese Voldemort con aria fintamente dispiaciuta.

“Cinque. – rispose Hermione senza riuscire a fermarsi. – Arthur, Molly, Bill, George e Ginny.”

“Oh, non credo di averti mai porto la condoglianze per la tragica perdita del tuo fidanzato. Ronald, giusto?”

“Sì.” Hermione si asciugò le lacrime prima ancora che si affacciassero ai suoi occhi.

“Bene, è un vero peccato, ma credo sia ora che questa piacevole serata giunga al termine. La nostra ospite sembra esausta. – disse Voldemort alzandosi dalla propria sedia. Hermione tremò; era malferma sulle gambe. – Stasera abbiamo avuto l’ennesima conferma del fatto che Harry Potter non è più una minaccia per noi. Il Bambino Che E’ Sopravvissuto ora è un… vegetale, secondo le parole della sua amica. – i Mangiamorte risero. – Ho distrutto la profezia che ci legava, così come distruggerò l’Ordine della Fenice, e chiunque altro cerchi di ostacolarmi. Niente e nessuno può fermarmi. – continuò avvicinandosi lentamente a Hermione. La ragazza deglutì nervosamente, guardandosi intorno alla disperata ricerca di una via di fuga. Draco non riusciva a smettere di fissarla.– Questa ragazza è la prova vivente che voi avete scelto la fazione giusta: la fazione dei vincitori. Senza la vecchia megera e questa Sanguesporco, do ai ribelli al massimo qualche mese, prima di sparire definitivamente dalla faccia della Terra. – l’uomo le mise una mano sotto il mento, costringendola ad alzare lo sguardo. – Speravo che tu ci fossi più utile; avevo sottovalutato la tua intelligenza. Per questo, sarà ancora più soddisfacente vederti soffrire ai miei piedi. Draco.”

Il giovane lanciò uno sguardo preoccupato al padre, poi si avvicinò di un passo.

“Mio… Mio Signore.”

“Senza di te non avremmo mai saputo della morte di Minerva McGranitt, e di alcuni particolari dell’Ordine. Non mi hai deluso. Per questo, sarai il primo ad avere la signorina Granger.” disse spingendo la ragazza verso Draco. Lei cadde a terra.

“Non avete intenzione di ucciderla?”

“No; la morte sarebbe un atto troppo misericordioso nei confronti di questa lurida Sanguesporco. Morirebbe con il sorriso sulle labbra. Mangiamorte. – Voldemort alzò la voce, facendo un lento giro su se stesso. – Draco sarà il primo, ma voi, tutti voi, potrete avere la Granger. In qualsiasi modo vogliate. E’ una strega potente. Nel corso degli anni ci ha dato parecchio filo da torcere, e probabilmente vi ha ferito, o ha ucciso qualche vostro parente; è il momento della vendetta. – dai Mangiamorte vennero delle grida di approvazione ed entusiasmo. – Narcissa, sono certo che sarai lieta di accogliere la signorina Granger nell’ala dei prigionieri di Malfoy Manor.”

“Ma certo, mio Signore. Ne sono onorata, mio Signore, grandemente onorata.” si affrettò a rispondere la donna. In realtà sembrava più sollevata che veramente felice.

“Draco, la prima notte è per te. Da domani, piccola Sanguesporco, sarai di proprietà di tutti i Mangiamorte.” disse Voldemort con un ghigno.

Questa volta Hermione non riuscì a trattenere le lacrime.

 

***

 

“Ciao.”

“Lucius! Non ti ho sentito Smaterializzare. – disse Narcissa alzandosi dalla poltrona. Si avvicinò al marito e lo baciò. – Come stai? Com’è andata la missione?” aggiunse osservandolo con attenzione; sembrava incolume.

“Non bene. – rispose lui sedendosi su uno dei divanetti. Sospirò. – Male. Molto male. Un totale buco nell’acqua. Temo che i ribelli rimasti siano meno sprovveduti di quanto credessimo. Pensavamo che senza la Granger sarebbero stati prede facili, invece non ne abbiamo trovato nemmeno uno, e gli avvistamenti di cui abbiamo avuto notizia si sono rivelati infondati.”

“Mi dispiace, tesoro… è passato poco tempo. Vedrai che andrà meglio.”

L’uomo sorrise.

“Ma certo. A te com’è andata, oggi?”

“Oh, niente di nuovo; i soliti… ospiti. – rispose Narcissa scrollando le spalle. – Almeno metà dei Mangiamorte è venuta a fare visita alla Sanguesporco, ed è passata appena una settimana! Quella ragazzina deve aver pestato parecchi piedi, negli ultimi anni; sembra che tutti vogliano vendicarsi di qualcosa…”

“E’ quello che si merita. Draco?”

“No, Draco l’ha avuta solo la prima notte, ma credo che non l’abbia toccata… non in quel senso, almeno.”

“Nostro figlio ha sempre avuto un certo gusto, d’altronde.”

“Penso l’abbia solo Cruciata; sai, credo che gli facesse un po’… un po’ pena.”

“Pena?”

“Sì. Oh, quanto avrei voluto liberarmi di quella Sanguesporco… non mi piace tenerla in casa. Non mi piace questo via vai, lo sai.”

“Dobbiamo solo sperare che qualcuno esageri e la uccida. – rispose Lucius passando un braccio attorno alle spalle della moglie. – Dove l’hai messa, adesso?”

“Insieme all’altra ragazza, la bionda… quella che è arrivata quattro mesi fa. Come diamine si chiama… Lola?”

“Luna. Luna Lovegood.”

“Ah, sì, Luna! Ecco, le ho messe nella stessa stanza. Ho pensato che avrebbero potuto farsi compagnia.”

 

 

Eccomi qui con il nuovo capitolo, addirittura con un giorno d’anticipo! Probabilmente domani non avrei potuto aggiornare, e morivo dalla voglia di sapere se anche questo capitolo vi sarebbe piaciuto, a dirla tutta… XD

Ecco, ora sapete che fine hanno fatto Harry e Ron, e non è una bella fine; ma forse c’è ancora qualche speranza per la fazione del bene…

Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto; ci rileggiamo tra due settimane, con la prigionia di Hermione e Luna!

A presto,

Contessa

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Capitolo 3
*** Cinque mesi prima ***


Capitolo III

CINQUE MESI PRIMA

 

 

Draco aprì la porta e spinse malamente Hermione nella stanza; la ragazza cadde sul pavimento e si rialzò lentamente, gemendo.

“Fossi in te la smetterei di fare versi inutili e mi darei una mossa, Sanguesporco; tu e la tua amichetta avete mezz’ora per rendervi presentabili e raggiungere gli Elfi. – disse lui chiudendo la porta. – Buona colazione!” aggiunse allontanandosi lungo il corridoio. Luna versò un po’ d’acqua in un bicchiere e si avvicinò a Hermione, aiutandola a sedersi sul letto.

“Ecco, tieni. – le disse porgendole il bicchiere. – Ieri ti hanno presa presto; quando sono tornata per la cena non c’eri più. Ti hanno fatto mangiare?”

“Oh, sì, mi hanno invitata a tavola con loro. – rispose Hermione con una risata amara, che le strappò un altro gemito. – Sono venuti verso le cinque, mi pare. Stavo pulendo la cucina.”

“Sono?”

“Tre o quattro. Ricordo con precisione solo Dolohov. – rispose bevendo lentamente. – Questa volta niente magia; hanno detto che l’hanno fatto in mio onore. In onore delle mie origini. Solo Babbanissime botte. E il solito.” aggiunse toccandosi una guancia tumefatta.

“Ti ci abituerai.”

“Non andrà meglio, vero?”

“Oh, no, no, altrimenti te l’avrei detto. E’ troppo divertente vederci soffrire, per loro. Schiacciarci e umiliarci e… - Luna lasciò la frase in sospeso. Sospirò. – Quando ero da sola era peggio. Sono contenta che tu sia con me.” aggiunse con un sorriso.

“Io preferirei non essere qui, sai com’è. Preferirei che fossimo entrambe al sicuro. – rispose Hermione alzandosi lentamente. Zoppicò fino all’unico comodino della stanza, posto tra i due letti; sopra era appoggiato il vassoio della colazione. Qualche biscotto, delle fette di pane tostato ed una caraffa d’acqua; Narcissa Malfoy non le faceva morire di fame solo perché adorava osservarle mentre pulivano il Manor, e gli altri Mangiamorte adoravano divertirsi con le prigioniere. Qualche giorno prima la donna aveva usato la schiena di Hermione come poggiapiedi quasi tutto il pomeriggio, per poi dirle che il pouf era decisamente meglio di lei. – Cosa vuoi?” chiese la ragazza prendendo un biscotto.

“Solo una fetta di pane. Sai che al mattino non ho mai fame.” rispose Luna.

“Sì, e so anche che oggi dovremo pulire tutte le finestra, quindi ti converrebbe mangiare di più. – ribatté porgendole due fette di pane. – Non hai una bella cera.”

“Forse non ti sei accorta che siamo prigioniere ridotte in schiavitù.” rise Luna dando un piccolo morso al pane. Hermione sbuffò.

“Intendevo negli ultimi giorni.”

“Oh, è solo un brutto periodo. Passerà.” rispose scrollando le spalle.

“Ok. – disse Hermione senza troppa convinzione. – Vado a darmi una sciacquata. Spero di riuscire a togliere il sangue dai vestiti. Dubito che Lady Malfoy me ne concederà altri.” aggiunse alzandosi. Luna rise ancora. Dopotutto in due non si stava così male.

 

***

 

“Credo che sia oggi.” disse improvvisamente Luna bloccandosi a metà di un movimento. Il panno che aveva in mano sgocciolò sul pavimento. Quel giorno stavano pulendo i vetri della serra di Malfoy Manor, e Luna si trovava su una scala.

“Che cosa?” chiese Hermione alzando lo sguardo; lei stava lavando i vetri più in basso.

“Il giorno in cui è morta Lavanda. Oggi è il 9, giusto?”

“Io non… non ne sono sicura.”

“E’ il 9, lo sento. E’ morta da quattro mesi. – ribatté con sicurezza. – Siamo state insieme due mesi, qui. E’ stato un bel periodo.”

“Era una brava ragazza...”

“Tu non la sopportavi, vero? - disse Luna con naturalezza. Hermione arrossì. - Oh, non negarlo. Al sesto anno era chiaro a tutti che avresti voluto strangolarla. Sembra tutto così lontano, adesso. - continuò in un sussurro. - E' lontano, in effetti.” si corresse con un sorriso triste.

“Dopo il sesto anno è andata molto meglio.”

“Oh sì, sì. Le hai salvato la vita, durante la Battaglia di Hogwarts, e questa è una di quelle cose che non si dimenticano. Era davvero dispiaciuta per te, quando Ron è morto. - Hermione deglutì a vuoto e voltò il viso dall'altra parte. - Perdere Ernie era la sua paura più grande. Sai che lui le aveva chiesto di sposarlo solo tre giorni prima che venisse rapita?”

“No. Non lo sapevo, no.”

“Lei ha sempre sperato di riuscire a tornare da lui. Di sposarsi. Fino all'ultimo. Fino all'ultimo giorno. - continuò Luna, volgendo lo sguardo verso i fiori attorno a loro. Al di là dei vetri della serra il sole splendeva ed il cielo era azzurro; la libertà sembrava così vicina. Era quasi doloroso guardare fuori. - Quando sono tornata in camera lei era già lì, sul letto. Pensavo dormisse.”

“Luna...”

“L'hanno lasciata lì per quattro giorni. Poi la puzza ha iniziato a dare fastidio anche a loro. Non so se l'abbiano seppellita o cremata. Mi sarebbe piaciuto farle un funerale.”

“Luna, non c'è bisogno di-”

“Lei adorava lavorare nelle serre. Adorava i fiori. Guardava fuori e diceva sempre che voi avreste potuto essere lì, a pochi metri da noi. Scrutava il bosco alla ricerca di Ernie.”

“Noi abbiamo provato, Luna. Abbiamo provato a salvarvi, ma-”

“Non è colpa tua, lo so benissimo. Non è colpa di nessuno, Hermione. - la interruppe nuovamente Luna. Si sedette su uno dei pioli della scala e allungò una mano verso l'altra ragazza, che si alzò; le posò una mano sulla testa spettinata e l'accarezzò. Hermione chiuse gli occhi per un attimo. - E' solo che sono così stanca, così esausta...”

“E' stata una lunga giornata.” rispose Hermione riaprendo gli occhi. Non poteva lasciarsi andare a simili debolezze. Non doveva.

“Non è per quello, e lo sai. Come sta Ernie?”

Hermione tacque a lungo.

“E'... è morto. Si è suicidato due settimane prima del mio rapimento.” rispose poi in un sussurro.

“Capisci cosa intendo? - chiese Luna scuotendo la testa. - Non vorrei dire queste cose, ma sono... sono così stanca. A volte vorrei solo... fare come Ernie. - disse chiudendo gli occhi e coprendoli con una mano. - Mi gira la testa. Sono troppo stanca.”

“Scendi da lì, dai. Devi andare a riposarti.” disse Hermione decisa, porgendole una mano. Strinse quella dell'altra ragazza con forza.

“Sai che non posso.”

“Vai nelle cucine; dietro i sacchi di farina c'è un posticino un po' appartato in cui potrai fare un pisolino. Gli elfi non diranno niente, e ti avvertiranno nel caso in cui Lady Malfoy dovesse infilare il suo regale naso in cucina.” continuò Hermione facendole cenno di scendere. La aiutò nella lenta discesa; Luna si muoveva piano, come se avesse paura di rompersi. Quando arrivò a terra sospirò profondamente; Hermione notò che aveva delle occhiaie più scure del solito.

“Neanch'io ti sono mai stata particolarmente simpatica, eppure mi stai aiutando così tanto...”

“Oh, mi sei sempre stata simpatica, Luna; il problema erano i Gorgosprizzi e il Ricciocorno Schiattoso e... insomma, hai capito.” rispose Hermione cercando di sembrare allegra. Luna non lasciò andare la sua mano per qualche secondo.

“Grazie.” mormorò lasciandola andare. Si voltò e si allontanò lentamente.

 

***

 

Il rumore dello sciacquone del gabinetto svegliò Hermione all'improvviso. Si mise a sedere sul letto e guardò fuori dalla finestra; i primi raggi di sole stavano iniziando a fare capolino al di là del bosco intorno a Malfoy Manor. Narcissa le faceva svegliare presto, ma non così presto. Si voltò verso l'altro letto: Luna non c'era.

“Luna? Luna stai bene? - chiese alzandosi. Si stropicciò gli occhi e si avvicinò alla porta del bagno, socchiusa. - Luna?”

Sentì dei brevi colpi di tosse, poi il rumore dell'acqua che veniva tirata nuovamente; aprì la porta mentre Luna si stava rialzando.

“Sto bene, sto bene.” rispose lei passandosi una manica sulla bocca. Hermione vide il suo riflesso nel piccolo specchio sopra il lavandino quando si girò per sciacquarsi il viso: avevo un aspetto terribile.

“Luna, hai delle occhiaie tremende, e... sembri a pezzi. Che cosa è successo?”

“Mi sembrava di averti già detto che siamo prigioniere ridotte in schiavitù, no?” rispose l'altra asciugandosi il viso.

“Non è quello, lo sai. Nelle ultime settimane sei peggiorata, eppure ho sempre cercato di- - Hermione s'interruppe all'improvviso. Sospirò. - Cosa sta succedendo?”

“Oh, pensavi non avessi capito che stavi cercando di aiutarmi? Da quando sei arrivata non hai fatto altro che cercare di fare tutti i lavori al posto mio, anche quando eri appena tornata da una notte terribile. Ogni volta che c'era qualcosa da fare, tu l'avevi già finita ancora prima che io mi muovessi. Sei stata gentile, Hermione. Ma non puoi fare nulla per questo. - disse Luna con calma. - Mi dispiace averti svegliata, di solito riesco a fare piano. Torna a dormire; gli elfi verranno a svegliarci tra un'oretta.”

“Di solito? Cosa intendi con di solito, Luna?”

La ragazza sorrise e sospirò.

“Sei così intelligente, eppure non hai capito questo... Sono incinta, Hermione. Quasi al quarto mese,  se non ho fatto male i calcoli.”

“Incinta?” boccheggiò Hermione guardandole immediatamente la pancia.

“Lo so, non si vede molto. Credo che neanche i Malfoy se ne siano accorti. A lui l'ho detto solo una settimana fa.” rispose Luna scrollando le spalle. Hermione la prese per un polso e la trascinò fino al suo letto; la fece sedere con ferma dolcezza.

“Lui chi, Luna? Chi è lui?” le chiese con urgenza.

“McNair. Da mesi è l'unico che viene da me. Gli altri hanno smesso presto. Credo di essere troppo strana anche per i loro gusti.”

“McNair? Il boia? - Hermione scosse la testa. - Luna, perché non me l'hai detto subito?”

“Be', credevo che l'avresti capito da sola, ad un certo punto.”

“Ovviamente ad un certo punto l'avrei capito! Luna, avresti dovuto dirmelo prima! Avrei potuto fare di più, per te, avrei potuto...” si sedette sul letto di fianco a lei.

“Perché sei così agitata? Non avresti potuto fare niente di più, lo sai.” le disse Luna con calma. Hermione le rivolse un sorriso triste.

“Quasi quattro mesi, eh? - disse dopo un po', guardandole la pancia. - Lui cos'ha detto?”

“Niente. Ha riso e mi ha scopata come al solito. Sai, Cho è rimasta incinta di Travers; io ero appena arrivata. L'ha portata a casa sua. Si diceva che avesse problemi ad avere un erede con sua moglie, così si è accontentato di un bastardo. Lei dovrebbe essere più o meno all'ottavo mese, adesso.”

“E' questo quello che vuoi, Luna? Essere portata a casa di McNair?”

“Certo che no. Ma non posso negare il fatto che il figlio è anche suo. Ma lui… o lei, ovviamente, è innocente. Verrà al mondo senza sapere cosa sta succedendo. Io amo questo bambino, Hermione. Non voglio che viva come me. Se avessi anche la minima possibilità di dargli una vita migliore, la prenderei al volo.”

“Forse l'Ordine riuscirà a liberarci prima della sua nascita. Forse riusciremo a scappare.”

“Certo. Forse. - rispose Luna, ma scosse la testa. - Mi hai detto che Harry è ancora in coma, no?”

“Sì, ma l'Ordine può ancora farcela, ne sono convinta.” disse Hermione con sicurezza.

“Vorrei esserne convinta anch'io... lo vorrei davvero.” rispose Luna abbassando lo sguardo sulla propria pancia; la accarezzò lentamente. Hermione mise una mano sopra quella della ragazza.

“Tieni duro ancora un po', Luna. L'Ordine arriverà. Ne sono convinta.”

 

***

 

Draco aprì la porta e spinse Hermione all’interno della stanza; lei si lasciò cadere sul letto con un sospiro mentre il ragazzo chiudeva la porta alle sue spalle. Era stata una giornata particolarmente pesante. Fece un altro sospiro, si massaggiò lentamente le tempie e si mise a sedere.

“Luna, sei in bagno? - disse a voce alta. La ragazza avrebbe dovuto essere già lì; Hermione l'aveva mandata nelle cucine a riposarsi mentre finiva di spolverare la biblioteca del Manor, ma si erano accordate per ritrovarsi nella stanza. - Luna?” nessuna risposta.

Hermione pensò con terrore che avrebbe potuto essere con McNair. Si passò una mano sul viso e guardò fuori dalla finestra mordendosi il labbro inferiore; il sole era appena tramontato su un altro giorno di prigionia.

Stava cercando invano di trovare qualche parola da rivolgere a Dio per chiedergli di proteggere Luna, quando sentì un gemito, appena udibile sopra il rumore del vento. Tese le orecchie. Dopo qualche secondo ne sentì un altro, più forte.

“Luna! - si alzò immediatamente e scavalcò il letto dell'altra ragazza: lei era lì per terra, davanti alla porta del bagno, nelle ombre della sera appena iniziata. - Luna, Luna! Sono qui!” disse prendendola tra le braccia. Le cercò subito il battito sul polso: era flebile e lento, troppo lento.

“Hermione... sei tu?” chiese Luna in un sussurro, aprendo appena gli occhi.

“Sono io, sono io. Cos'è successo? Cos'è successo, Luna? Tieni gli occhi aperti!” rispose scuotendola.

“Io non... non lo so. Stavo bene, volevo solo fare una doccia... Hermione, volevo solo fare una doccia, davvero...”

“Lo so, lo so, Luna, vedrai che andrà tu- - la frase le morì in gola. Sotto il corpo di Luna c'era una grossa macchia scura. - Luna! Luna, stai perdendo sangue! Sei ferita? Luna, rispondimi!” le chiese urlando.

“Non... Hermione non...”

“Luna, Luna, rimani con me, rimani qui. - Hermione le tastò velocemente le braccia, la pancia, le gambe, le tirò su la maglietta, ed infine capì. - Luna, andrà tutto bene. Andrà tutto bene.”

“Che cosa...”

“Non è niente, non è niente, adesso chiamo Malfoy ed andrà tutto bene, ok? Rimani qui solo un attimo, non chiudere gli occhi, non chiuderli mai. - rispose Hermione velocemente. La prese delicatamente sotto le ascelle e la tirò vicino al letto, dove la mise a sedere. La macchia di sangue la seguì. - Malfoy! Malfoy! Draco! Torna indietro, torna subito qui!” urlò avvicinandosi alla porta.

“Hermione... Hermione che cosa...”

“Malfoy! Torna qui, cazzo!” urlò battendo i pugni sulla porta. - Non è niente, Luna, non è niente, adesso arriverà Malfoy, lo sento, lo sento lungo il corridoio.” aggiunse poi a voce più bassa, cercando di forzare il suo viso a formare un sorriso.

“E' il bambino? Hermione... - chiese Luna in un sussurro.  - E' il… bambino?”

“MALFOY TORNA QUI! - diede un calcio alla porta con tutta la sua forza, poi si girò verso Luna. Aveva gli occhi chiusi. Con un balzo fu di nuovo di fianco a lei. - Luna, Luna apri gli occhi. Malfoy sta arrivando, non lo senti? Apri gli occhi... - Luna si mosse appena tra le sue braccia. Si portò una mano sulla pancia. - Luna... non puoi lasciarmi qui da sola. Luna! - la scosse con forza. Si accorse di piangere solo quando le lacrime le appannarono la vista. - Malfoy! Vieni qui!”

 

 

Ed eccomi qui con il nuovo capitolo! Diciamo che è un piccolo regalo, dato che settimana prossima non potrò sicuramente aggiornare per tutta la settimana: giovedì ho l’ultimo esame, ed in più devo ripassarmi per bene la discografia di Bruce Springteen perché andrò al suo concerto a San Siro! :D No, non credo che ripasserò per l’esame, invece.

Poi, ci tengo a dirvi che non potrò garantirvi di riuscire ad aggiornare tra due settimane: ovviamente ci proverò con tutte le mie forze, ma ve lo dico comunque per sicurezza. Spero di farcela, ma durante il prossimo mese devo dedicarmi alla stesura di una certa cosa chiamata tesi, dato che il 5 luglio a quanto pare ci sarà la discussione… quanto vorrei poter portare questa fan fiction! XD

Detto questo, qualche veloce nota: Lavanda ovviamente è Lavanda Brown, Ernie è Ernie MacMillan, Tassorosso dello stesso anno di Hermione, mentre Cho è Cho Chang. Li ho inseriti, anche se solo velocemente, per far capire meglio quanto questa guerra stia davvero distruggendo la loro generazione. Non so se nei libri Lavanda o Ernie abbiano mai avuto una solo scena insieme, ma mi piaceva l’idea di una loro storia.

Poi: mi rendo conto che l’ultima scena potrebbe non piacere a tutti. Non mi sembra di aver esagerato con i particolari splatter, ma in caso a qualcuno abbia dato fastidio posso alzare il rating. Spero comunque di non aver turbato nessuno.

Come sempre, spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto!

A presto,

Contessa

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Capitolo 4
*** Quattro mesi prima ***


Capitolo IV

QUATTRO MESI PRIMA

 

 

Draco si lasciò cadere su una poltrona con un sospiro.

“Ciao.” disse ad occhi chiusi.

“Ciao, tesoro. Com’è andata la tua giornata?” gli chiese Narcissa appoggiando il libro che aveva in mano su un tavolino. Draco riaprì gli occhi e le lanciò un’occhiata eloquente.

“Come vuoi che sia andata? La zia ha torturato fino alla morte un altro Babbano; era convinta che fosse un membro dell’Ordine che aveva usato la Pozione Polisucco. Dopo più di un’ora si è decisa ad andarsene, ma l’ha comunque lasciato lì a morire dissanguato. Alla faccia della politica della discrezione.”

“Ancora? Sarà la seconda volta in un mese!”

“La terza. Voglio proprio vedere come il Signore Oscuro spiegherà questo al Primo Ministro Babbano; credo che tra poco getterà la maschera e lancerà l’attacco finale… - un altro sospiro. – Sapevo che la zia era pazza, ma… non mi aspettavo una cosa del genere. E’ completamente fuori di testa!”

“Già, e per questo farai meglio a non ripetere una cosa del genere davanti a lei e a non farla mai arrabbiare. Anche Rodolphus ormai le sta lontano, lo sai.”

“Be’, lui è stato stupido a sposarla; noi dobbiamo tenercela in ogni caso.”

“Draco! – esclamò Narcissa a metà tra lo scandalizzato ed il divertito. – Bellatrix non è sempre stata così; quand’eravamo giovani era forte, indipendente, sicura… ma non fuori di testa, no. Ora è poco più di un cagnolino. Un cagnolino pericoloso.”

“A volte mi ricorda Greyback. Loro sono… puro attacco. Nessuna strategia. Solo morte.” disse Draco in un sussurro. La madre lo guardò per qualche secondo, poi si sporse dal divano e gli sistemò affettuosamente i capelli.

“Stai attento, Draco.” gli disse cercando di sembrare tranquilla. Lui sorrise.

“Ma certo, mamma. – le prese la mano e gliela baciò con leggerezza, come gli aveva insegnato a fare suo padre. – Com’è andata la tua giornata?”

“Oh, come al solito. Ho controllato che gli elfi lavorassero, mi sono occupata dei nostri ospiti… sembra che la Granger stia riscuotendo ancora più successo, adesso che è fuori di sé. A quando pare apprezzano il fatto che urli e si dibatta per tutto il tempo.”

“Non sono passate nemmeno due settimane da quando la sua amica è morta, è normale. E non credo che le passerà molto velocemente, sai?”

“Odio le prigioniere difficili. La bionda era un po’ svampita, ma almeno non ci ha mai dato problemi.”

“Certo, dopotutto non sei stata tu a trovarla in un lago di sangue.”

“Non starai iniziando a provare compassione per loro, vero? Sono prigioniere, Draco.”

“No. No, mamma, stai tranquilla. – rispose lui alzandosi. – E’ che a volte… a volte vorrei non dover vedere certe cose tutti i giorni.”

“Lo so, tesoro. Lo so fin troppo bene.” sussurrò Narcissa con un sospiro. Tacquero entrambi per qualche minuto.

“Vado a farmi una doccia, dai. – disse alla fine Draco cercando di sembrare allegro. – Ci vediamo a cena.”

“Ma certo. – rispose Narcissa con un sorriso. – Stai attento, Draco.” ripeté mentre lui si allontanava.

 

***

 

“Oh, buon pomeriggio, Granger! – disse Draco entrando in biblioteca. Hermione stava pulendo il pavimento. – Non sapevo che fossi qui. Come va oggi? – la ragazza gli rivolse uno sguardo furioso e si indicò la gola. -  Mia madre non ti ha ancora tolto l’incantesimo? Ma è passata più di una settimana! – Draco rise, prese la bacchetta e la mosse verso la ragazza. – Ecco fatto.”

Hermione si portò una mano alla gola e tossì un paio di volte, schiarendosi la voce.

“Vi… vi odio.” disse a voce bassissima. Tossì un’altra volta.

“Be’, forse un grazie sarebbe stato meglio, sai? Ora capisco perché mia madre ti ha silenziato per così tanto tempo. - disse Draco sedendosi comodamente su una poltrona. - Ci sei mancata così tanto alla cerimonia di due settimane fa. Sono già passati quattro anni! Hogwarts è molto migliorata; ti piacerebbe. O forse no. - rise della propria battuta, mentre Hermione continuava a pulire il pavimento con rabbia. - Io avrei voluto portarti, magari al guinzaglio, sai, per fare bella figura; gli altri mi hanno detto che ti adorano. Ma il Signore Oscuro ha detto 'nessun Sanguesporco metterà mai più piede a Hogwarts', quindi... peccato, peccato. Per terra c'è ancora la macchia di sangue dove il tuo amichetto Potter ha battuto la testa.”

“Niente Sanguesporco a Hogwarts? E allora come mai il Signore Oscuro ha partecipato alla commemorazione?” chiese Hermione senza alzare lo sguardo dal pavimento.

“Lui non è un Sanguesporco.”

“Ah, già, dimenticavo; lui è solo un Mezzosangue.” la voce della ragazza era ancora bassa e roca, piena di odio.

“Bada a come parli, Granger; in questi mesi ti ho lasciato in pace solo perché mi fai troppo schifo. Non costringermi a farti del male.”

“Le minacce hanno smesso di farmi paura anni fa, Malfoy. Specialmente se a farle è un patetico ragazzino viziato. - Draco strinse i braccioli della poltrona fino a sbiancarsi le nocche. -  Attento a non fare troppo male alla poltrona, eh. So che sei molto impressionabile, ultimamente.”

“Che cosa... che cosa intendi, stupida Sanguesporco?”

“'E' che a volte... a volte vorrei non dover vedere certe cose tutti i giorni.' - disse Hermione in falsetto. - Povero, piccolo Malfoy. Cosa c'è, il sangue di qualche Babbano ti ha macchiato le scarpe?”

“Tu. Tu hai sentito?”

“Un Mangiamorte tenero. Che cosa dolce...” continuò Hermione con un sorrisetto.

“Stai zitta!”

“Hai mai partecipato ad una battaglia, Malfoy? O corri sempre a nasconderti insieme ai tuoi genitori? D'altronde, devi pur aver preso da qualcuno il tuo cuor di leone...”

Hermione ebbe appena il tempo di registrare un movimento improvviso con la coda dell'occhio; il manrovescio si abbatté su di lei con insospettata forza, sbattendola per terra.

“Ti avevo detto di stare zitta, no? - disse Draco prendendola per i capelli e sollevandola. - Tu puoi anche aver partecipato a tante battaglie, Sanguesporco, ma chi ti ha catturato in quel vicolo? Eh?” le chiese scuotendola.

“Pura fortuna, Malfoy.”

Un altro schiaffo, questa volta con il palmo della mano.

“Chi dei due è prigioniero adesso, Granger? Chi dei due morirà in catene? La mia fortuna è la tua schiavitù.”

“Allora devi sperare che non arrivi la mia fortuna, Malfoy, perché non sarò così gentile.”

“Oh, Granger, la tua unica fortuna è che io ti abbia lasciato in pace finora.”

“Ho apprezzato molto la tua gentilezza.”

Draco tirò di più i capelli della ragazza, strappandole un gemito.

“Per un attimo, per un solo attimo, ho provato un po' di compassione per te. Ma non ricapiterà mai più, stanne certa. Sai, ora capisco cosa ci vedono in te gli altri; la tua amichetta ormai era poco più di una bambola, ma tu... tu sei sempre così aggressiva, così orgogliosa. Così stupida da continuare a combattere, anche quando ormai non c'è più nessuna guerra.”

“Non osare parlare di lei. Mai più.” sibilò Hermione.

“Ecco, visto? Difendi la tua amica come se a qualcuno potesse importare ancora qualcosa di lei. E' morta, Granger; fattene una ragione. Avete perso, e tu passerai tutta la tua vita qui. Oh, sì, credimi, io farò in modo di tenerti in vita più a lungo possibile. Non ti concederò di morire finché non ti avrò strappato quella tua stupida espressione orgogliosa dal viso. - Hermione lo guardò dritto negli occhi, ignorando le lacrime. - Proprio questa, ecco. Anche mentre piangi riesci a farmi arrabbiare, ci credi?”

“Un giorno... un giorno te la farò pagare, Malfoy. La farò pagare a tutti voi.”

Draco rise, e la lasciò andare; Hermione si accasciò al suolo.

“Ma certo, Granger. Adesso continua a pulire il pavimento. - disse tornando a sedersi sulla poltrona, come se non fosse successo nulla. - Sai, oggi ho incontrato MacNair; ha detto che la tua amichetta gli manca. Ha detto che stasera verrà a trovarti.”

Hermione non rispose; ricominciò a pulire senza guardarlo, senza prestare attenzione al dolore o alle lacrime.

Draco rimase a guardarla finché non ebbe finito. Notò che le nocche della mano con cui l'aveva colpita erano ancora rosse. Distolse lo sguardo.

Avrebbe voluto ucciderla. Avrebbe voluto ucciderla per non doverla più vedere in giro per il Manor, con quella sua stupida espressione orgogliosa e le sue stupide lacrime. Allora forse, finalmente, la compassione se ne sarebbe andata una volta per tutte.

 

***

 

“Buonasera! - disse Draco entrando in sala da pranzo. - Avete già iniziato a mangiare?”

“Oh, gli elfi hanno appena iniziato a servire il primo. Dai, siediti, adesso facciamo portare un altro piatto.” gli rispose la madre con un sorriso.

“Come va?” gli chiese Lucius versando un po' di succo di zucca nel bicchiere del figlio. Nessun Malfoy avrebbe mai servito un pasto, ma lui aveva l'abitudine di riempire sempre il primo bicchiere del figlio, sin da quando era piccolo.

“Come al solito; giornata normale. Ho fatto un giro a Diagon Alley con Theodore e Vincent, abbiamo fatto un salto al negozio di Quidditch... - rispose Draco scrollando le spalle e prendendo il bicchiere. - Abbiamo incontrato Pansy.”

“E?...” lo incitò Narcissa.

“E sembra che stia meglio. Ci ha detto che è stata via per un po', in Scozia, mi pare; sua madre invece è ancora... è ancora molto giù, ecco.”

“Credo che molto giù sia un eufemismo... ha perso il marito da meno di sei mesi! Oh, e Pansy, povera Pansy... era una ragazza così solare. Spero davvero che si sia ripresa.”

“E povero William. - aggiunse Lucius scuotendo la testa. - Era un brav'uomo. Quelli dell'Ordine sono solo dei porci.” Narcissa e Draco annuirono.

“A te com'è andata, papà? Avete ricevuto qualche soffiata?”

“Un paio; credo che nei prossimi giorni ci sarà parecchio movimento, sai? Questa volta le fonti sembrano attendibili.” rispose Lucius sorridendo alla moglie.

“Mi raccomando...” sussurrò lei.

“Mi raccomando? Cosa mi raccomandi?”

“Lo sai, tesoro. Stai... stai attento, insomma.” rispose velocemente la donna.

Lucius le prese una mano; anche se il tavolo della sala da pranzo poteva ospitare una decina di persone, loro sedevano sempre vicini.

“Ma certo. Ma certo.” le rispose accarezzandole la mano, passando sopra la fede nuziale con dolcezza.

“Se avete finito di scambiarvi smancerie...” li interruppe Draco.

“Oh, tesoro; forse un giorno capirai... - gli disse la madre scambiando un sorriso complice con il marito. - A proposito, hai più visto Astoria? Alla commemorazione mi è sembrato che andaste particolarmente d’accordo…”

“L'ho rivista in giro, sì... forse usciremo settimana prossima. - rispose il ragazzo in modo vago. - Ma quando arriva il mio piatto? Ho una fame tremenda.”

“Dovrebbe arrivare tra... oh, ecco, ecco Trixie.”

La piccola elfa si avvicinò compostamente a Draco, ed appoggiò il piatto davanti a lui.

Nell'istante esatto in cui lui prese in mano la forchetta, udirono in lontananza un urlo, ed il rumore di qualcosa di fragile che si rompeva. Si guardarono stupiti. Due secondi dopo sentirono un altro urlo, poi un tonfo.

“Ma cosa è stato? Chi c'è?” chiese Lucius posando la propria forchetta, infastidito.

“Non sono sicura, ma mi sembra che- - Narcissa s'interruppe, lasciando cadere la propria forchetta sul piatto. - Oh Merlino. MacNair. C'è MacNair. Con la Sanguesporco.”

Draco lanciò la forchetta sul tavolo e uscì di corsa; Lucius era subito dietro di lui, Narcissa poco più in là. Corridoio, scale, rumori sempre più vicini, rumori che sembravano... un altro corridoio, e Draco si ritrovò davanti alla lunga fila della camere degli ospiti. Una porta era aperta.

Con un ultimo scatto la raggiunse.

“Che cosa?! Spostati, spostati subito! - urlò prendendo Hermione per le spalle e spingendola lontano, per terra. - Che cosa diamine pensavi di fare?”

Lucius e Narcissa arrivarono pochi secondi dopo.

“Merlino. Oh, per Merlino...” sussurrò la donna coprendosi la bocca con una mano.

Dove fino a pochi istanti prima si stava accanendo Hermione, giaceva il corpo di MacNair; una grossa macchia di sangue si stava allargando sotto la sua testa, e sul collo aveva i segni evidentissimi delle mani della ragazza. Intorno a lui erano sparsi i pezzi di quello che doveva essere stato un vaso.

Lucius si chinò sul corpo del Mangiamorte e gli prese un polso.

“Non... non sento niente... - disse dopo un intero minuto. Lo prese per una spalla e lo scosse. - Walden... Walden! Rispondimi!”

Draco si chinò dall'altra parte del corpo e lo sollevò delicatamente. Si vedeva chiaramente il punto in cui era stato colpito dal vaso; i capelli erano pregni di sangue e il cranio era rientrato.

“Lucius... Lucius?” sussurrò Narcissa senza avvicinarsi. Il marito lasciò andare il polso di MacNair.

“E' morto.” rispose rialzandosi.

Draco riappoggiò il corpo a terra e si allontanò di un passo. Si girò verso Hermione, ancora sul pavimento, spettinata e semi nuda.

“Che cosa diamine hai fatto? Che cosa diamine hai fatto, Sanguesporco?”

“Ha parlato di lei. Lui ha osato pronunciare il suo nome. Lui, fra tutti! - rispose Hermione scuotendo la testa. - Te l'avevo detto, Malfoy, te l'avevo detto che ve l'avrei fatta pagare. Lui è stato solo il primo.” continuò. Una risata isterica le scappò dalla gola, poi si raggomitolò su se stessa, lontana da loro, lontana dal corpo di MacNair.

“Prendila e riportala nella sua cella. - disse Lucius al figlio. - Narcissa, tu chiama gli elfi; vattene. Non voglio che guardi per un secondo di più. Vai.” aggiunse avvicinandosi alla moglie e spingendola gentilmente fuori dalla stanza.

“Che cosa faremo, Lucius? Che cosa faremo adesso? Lui ce l'avrà con noi?” gli chiese tremando.

“No, no tesoro. Ma ce l'avrà di sicuro con la Sanguesporco. La porteremo subito da lui. Vai, adesso.” rispose con un'ultima carezza. Lei non se lo fece ripetere due volte.

Draco uscì dalla stanza stringendo Hermione per un braccio.

“Che cosa succederà adesso? Che cosa farai?”

“Gli scriverò tutto. E non credo che questa volta le risparmierà la vita. - rispose Lucius passandosi una mano sul viso. Draco sentì un brivido corrergli lungo la schiena. - Convocherà tutti i Mangiamorte. Gli piace fare le esecuzioni in pubblico, lo sai.”

 

 

Eccomi finalmente con il nuovo capitolo!

Ci tengo davvero a ringraziarvi anche qui per le bellissime recensioni che mi avete lasciato: adoro scrivere, e tengo molto a questa storia in particolare, ma senza di voi e le vostre parole non sarebbe la stessa cosa! J (Ah, giusto per la cronaca: ho passato l’ultimo esame, il concerto di Bruce Springsteen è stato FAVOLOSO, e la tesi procede… benino. Di solito quando mi metto a scriverla mi viene l’ispirazione per questa storia. XD)

Poi, qualche nota: anche se Malfoy è tornato indietro, purtroppo Luna ha perso sia il bambino che la vita. Difficilmente un aborto spontaneo porta alla morte, ma bisogna tenere conto che Luna veniva da mesi di prigionia e privazioni…

La commemorazione di cui parlano Draco e Hermione nella seconda scena è ovviamente per la Battaglia di Hogwarts, che si è tenuta il 2 Maggio 1998. Non ho trovato da nessuna parte il nome del padre di Pansy Parkinson, quindi ho scelto un nome inglese piuttosto comune.

In questo capitolo ho effettivamente descritto delle scene un po’ più violente: non mi sembra di aver esagerato, ma se qualcuno ne è rimasto turbato sono disposta ad alzare il rating.

Come sempre, grazie di avermi letto; il prossimo capitolo è quasi pronto, quindi dovrei riuscire ad aggiornare in una settimana. Come farà Hermione a scampare all’esecuzione? Spero di avervi incuriosito!

A presto,

Contessa

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Capitolo 5
*** Tre mesi prima ***


Capitolo V

TRE MESI PRIMA

 

 

Antonin Dolohov aprì la porta della piccola stanza in cui aveva scortato i Malfoy circa un’ora prima.

“Sono arrivati tutti. Lui ha detto di farvi entrare nella sala principale.” disse tenendo aperta la porta. Narcissa e Lucius si scambiarono un’occhiata, si presero per mano e si alzarono dal divanetto; Draco andò in un angolo e prese Hermione per un braccio, sollevandola di peso. L’avevano fatta vestire, ma aveva ancora i capelli spettinati ed un’aria vagamente isterica.

“Andiamo. Andrà tutto bene.” sussurrò Lucius uscendo per primo. Dolohov li precedette ed aprì anche la porta della sala principale: tutti i presenti si zittirono all’istante, ritirandosi ai lati della stanza. I Malfoy entrarono lentamente, fino ad arrivare al centro: Voldemort li aspettava sulla sua sedia lavorata, gli occhi scintillanti di rabbia e pregustazione. Bellatrix era di fianco a lui.

“Sai, Granger, credevo che non ti avrei più rivista. – iniziò tranquillo. – Avrei dovuto sapere che tu non avresti mai smesso di procurarmi fastidi. – si alzò e fece un paio di passi verso il gruppetto.  – Vi starete chiedendo perché mai siete stati convocati tutti in fretta e furia, ma, soprattutto, cosa ci fa ancora qui la Sanguesporco, immagino. Ebbene, miei Mangiamorte, poche ore fa questa Sanguesporco ha osato aggredire uno di voi. – fece una pausa e osservò tutti i presenti. - Poche ore fa, questa Sanguesporco ha ucciso uno di voi. – la notizia venne accolta da un brusio stupito ed indignato. – Walden MacNair è morto, miei Mangiamorte: è stato barbaramente ucciso a mani nude da questa lurida sciocca, questa strega che non merita nemmeno un grammo della magia che possiede.” continuò puntando un lungo dito verso Hermione.

“Com’è successo?”

“Come diamine ha fatto?”

“Vogliamo giustizia!”

Voldemort placò i Mangiamorte alzando una mano.

“Miei Mangiamorte, ovviamente avrete giustizia. Sapete qual è la pena che spetta alle prigioniere ribelli, no?” chiese loro in maniera retorica. Naturalmente, tutti lo sapevano.

“Morte! – urlarono i Mangiamorte come un sol uomo. – Morte! Morte alla Sanguesporco!”

“Il vostro compagno stava degnando questa Sanguesporco della sua compagnia, quando lei l’ha aggredito con un vaso. Gli ha fracassato il cranio e poi, non contenta, ha infierito sul suo cadavere. – le urla si fecero ancora più fragorose. – Siamo tutti qui, stasera, per porre fine una volta per tutte alla vita di questa miserabile Sanguesporco. Ma prima, prima, miei Mangiamorte, affinché non si dica che la nostra giustizia sia corrotta, daremo una possibilità di difendersi alla signorina Granger. Hermione: cos’hai da dire in tua difesa?” chiese Voldemort a voce bassa e tranquilla.

La ragazza sbatté le palpebre un paio di volte, poi deglutì. Scosse la testa, come per scacciare gli ultimi residui di paura e confusione.

“Niente. – disse infine con voce forte e chiara. – Niente. Ho ucciso MacNair e… ne vado fiera. Lui meritava la morte.” alzò la testa senza curarsi degli sguardi d’odio intorno a lei.

“Temo che questa difesa sia piuttosto debole, sai, Granger? – Voldemort si avvicinò lentamente alla ragazza. – E’ un vero peccato che tu debba morire; i miei Mangiamorte erano così… soddisfatti dei tuoi servigi. Draco. – il ragazzo sobbalzò. Stringeva ancora il braccio di Hermione. – Sei stato tu a catturarla. Oggi, sarai tu a ucciderla. Per Walden.”

“Ma certo, mio Signore.” rispose Draco annuendo rapidamente. Voldemort gli appoggiò una mano sulla spalla, solo per un attimo, poi si voltò e tornò alla propria sedia.

“Mangiamorte! Avete sentito tutti la confessione della Granger: è inutile indugiare oltre. Come Giudice Supremo dell’Inghilterra, con i poteri conferitimi da tutti i cittadini, io condanno Hermione Granger a morte. La sentenza è da eseguire immediatamente. – i Mangiamorte esultarono. Erano mesi che non assistevano ad un’esecuzione. – Ora, com’è consuetudine… le tue ultime parole, Granger.” aggiunse con gentilezza artefatta. I Mangiamorte risero.

Quando Hermione si unì alla risata, tutti tacquero immediatamente.

“Oh, non ho niente di nuovo da comunicarvi; mi sembra di avervi già detto che sono troppo intelligente per voi, giusto? D’altronde, Tom, tu stesso hai ammesso di avermi sottovalutata, qualche mese fa. Non sai quanto avevi ragione. – disse tranquilla. Poi si girò verso Draco ed annuì. Immediatamente lui infilò una mano nel mantello ed estrasse la sua bacchetta, quella che avrebbe dovuto essere spezzata mesi prima. Hermione la prese e la puntò verso Voldemort. – Avada Kedavra.”

Il raggio verde attraversò la sala in un istante, e non mancò il suo obiettivo: Voldemort si accasciò sulla sedia dietro di lui con un’espressione sorpresa sul viso.

Nessuno si mosse.

Poi Bellatrix urlò, e tutti i Mangiamorte sfoderarono le bacchette. Draco balzò su Hermione per proteggerla prima ancora di rendersene conto, ma nel fragore della battaglia pochi incantesimi erano diretti verso la ragazza. I Mangiamorte si stavano uccidendo tra loro, con espressioni incredule ma senza riuscire a fermarsi.

“Andiamo via da qui. – disse Hermione, e Draco si voltò subito per aprirle la strada verso la porta, facendole da scudo. Quando arrivarono nel corridoio, Draco chiuse la porta e la sigillò: ebbe appena il tempo di vedere che i suoi genitori erano nel bel mezzo della battaglia. – Bene. Ne avranno ancora per una decina di minuti.”

“Devo tornare dentro! Devo tornare dai miei genitori!” esclamò Draco, ma senza muoversi.

“No, non devi. Non sei contento? Stai per ereditare una fortuna!”

“Ma che cosa… che cosa sta succedendo?! E la tua… la tua bacchetta. Io credevo di averla spezzata mesi fa!”

“Appunto, Malfoy: tu credevi. Credi di aver fatto parecchie cose negli ultimi mesi, vero? Credi di avermi picchiata, di avermi umiliata, di avermi schiacciata, forse… credi persino di avermi catturata.” rispose Hermione con una risata.

“Io non… non capisco.”

“Lo so, lo so. E quando lo farai, sarà ancora peggio. – gli rispose accarezzandogli una guancia come si farebbe con un bambino molto carino, ma un po’ stupido. Alzò la bacchetta e appoggiò la punta contro la sua tempia destra. – Perché non cominciare dall’inizio? Questo è quello che è successo veramente quattro mesi fa. La sera in cui io ti ho catturato.”

 

Draco sospirò. Mancavano solo venti minuti alla fine del suo turno di sorveglianza, ed era esausto. A dire il vero, dopo quasi quattro anni non aveva ancora capito l’utilità di quegli stupidi turni di sorveglianza; c’era davvero qualche possibilità che qualcuno dell’Ordine si facesse beccare nei pressi di Diagon Alley? Nemmeno loro potevano essere così stupidi!

Un altro sospiro. Oh, quanto avrebbe voluto infilarsi nel Paiolo Magico e bersi un Firewhiskey. La cosa migliore sarebbe stata un bel bagno caldo, per lavarsi via la stanchezza di quell’ennesima giornata inutile, ma l’alcool sarebbe stato comunque un gradevole sostituto temporaneo. Be’, dopotutto avrebbe sempre potuto bersi un bel bicchiere nella vasca, per poi-

Non era possibile. Non poteva essere possibile.

Draco spalancò gli occhi e deglutì a vuoto. Hermione Granger si era appena infilata in un vicolo a meno di cinque metri da lui. Senza vederlo.

Era stato solo un attimo: un uomo le aveva urtato una spalla ed il cappuccio del mantello le era scivolato solo di pochi centimetri, ma era bastato. Avrebbe riconosciuto ovunque quella testa riccia e quella faccia da Sanguesporco.

Draco strinse la bacchetta e si avviò velocemente verso il vicolo, giusto in tempo per vedere il mantello marrone della ragazza svoltare ancora. Si fece largo tra la gente cercando di non dare troppo nell’occhio, aumentando il passo ad ogni svolta, ma senza avvicinarsi troppo; non poteva permettersi di spaventarla e farla fuggire. C’erano sempre meno persone in giro, ed i vicoli si facevano più bui, ma la ragazza era lì, a pochi metri da lui. Destra, destra, sinistra, ancora destra ed erano rimasti solo loro, in una stradina così stretta da essere soffocante.

Hermione svoltò un’altra volta, e Draco seppe che quella era la sua occasione: sfoderò la bacchetta e girò nel vicolo con un balzo.

Solo che lei non era lì. Il giovane rimase per un attimo immobile, il braccio sollevato e la bocca aperta nello Schiantesimo che aveva avuto intenzione di lanciarle.

Poi la sentì. Alle proprie spalle.

“Petrificus totalus. – disse Hermione, e Draco cadde a terra con un tonfo sordo. – Oh, Malfoy, Malfoy, è stato fin troppo facile. – la giovane fece alcuni passi e si mise davanti a lui; gli sorrise, e Draco non ricordava di aver mai visto un sorriso del genere sul viso della Grifondoro. Era un sorriso spietato. – E’ un po’ che non ci vediamo, ma tu sei sempre il solito cretino. Sapevo che saresti stato la scelta giusta. – Draco avrebbe voluto chiederle di cosa diamine stesse parlando, ma ovviamente non poté; a quel punto, probabilmente doveva ritenersi fortunato di essere ancora vivo. – Non ti preoccupare; tra qualche mese saprai, e capirai. Ogni cosa a suo tempo. Ma ora è il momento di iniziare lo spettacolo.”

Hermione fece un respiro profondo, poi chiuse gli occhi; un altro respiro, e li riaprì. Sembrava determinata e decisa. Draco pensò che qualsiasi cosa avesse avuto in mente di fare quella Sanguesporco, non sarebbe stato sicuramente niente di buono per lui.

Pensò che sicuramente sarebbe arrivato qualcuno a salvarlo, perché ad un certo punto avrebbero dovuto per forza notare la sua assenza.

Pensò che era stato davvero uno stupido a farsi fregare con un incantesimo che insegnavano al primo anno.

Pensò che dopotutto lei era una dei buoni, quindi forse sarebbe riuscito a cavarsela senza troppi danni.

“Imperio.”

Draco non pensò più niente.

 

***

 

Dalla Gazzetta del Profeta del 31 Maggio 2002

 

INTERVISTA ESCLUSIVA CON HERMIONE GRANGER, SALVATRICE DEL MONDO MAGICO E NUOVO MINISTRO DELLA MAGIA AD INTERIM

 

 

Ho incontrato Hermione Granger per la prima volta parecchi anni fa, ma la donna determinata e bellissima che ho incontrato per quest’intervista non ha più nulla della ragazzina di quei tempi. Capelli legati, sguardo sempre attento e bacchetta a portata di mano, ci incontriamo in un hotel Babbano, lontano dall’ovvio clamore che l’ha investita negli ultimi dieci giorni.

Dopo quasi quattro anni di clandestinità e quattro mesi di prigionia, Hermione è riemersa dall’ultima battaglia per portarci la notizia della definitiva caduta del Signore Oscuro, e la ritrovata libertà dell’Inghilterra; da lì alla nomina di Ministro della Magia ad interim, il passo è stato davvero breve.

Hermione, ti trovo davvero bene, nonostante tutto; l’ultimo periodo non è stato facile, per te… come ti senti adesso?

Grazie, Rita. E’ davvero difficile descrivere le mie sensazioni in questo momento: sono sollevata e decisamente più serena, come tutti, immagino, ma i ricordi di questa guerra sono ancora troppo freschi. Ora il mio primo impegno è quello di lavorare per riportare stabilità e sicurezza nel mondo magico.

La tua nomina a Ministro della Magia ad interim ti ha stupita?

Sì, ovviamente sì. Voldemort  - pronuncia il suo nome senza paura, guardandomi dritto negli occhi - e la maggior parte dei suoi Mangiamorte  sono morti, mentre molti altri sono stati catturati: questo ha portato all’interruzione delle Maledizioni Imperius che erano state imposte a moltissimi dipendenti del Ministero, tra cui il Ministro stesso. Il signor O’Tusoe ha deciso di rassegnare immediatamente le proprie dimissioni; lui e i Mangiamorte ribelli hanno stabilito di comune accordo che fossi io fossi il nuovo Ministro, almeno temporaneamente.

I Mangiamorte ribelli, ecco; nessuno immaginava che esistesse un movimento di questo tipo! Come hai fatto a scoprirlo? E come avete fatto a sconfiggere Voldemort?

Un lungo silenzio accoglie la mia domanda; Hermione sospira, si passa una mano sul viso, accarezza distrattamente la propria mano sinistra. E’ ovvio che questi ricordi le facciano ancora molto male.

Nemmeno noi dell’Ordine immaginavamo una cosa del genere. A dire il vero, non ci abbiamo mai neanche sperato. Sono stata catturata da Draco – la sua voce trema per un attimo - , e Voldemort aveva deciso di affidarmi alla famiglia Malfoy come prigioniera di guerra; mi sono subito accorta che c’era qualcosa di strano, in loro. Mi aspettavo torture, insulti, privazioni… ed invece mi sono ritrovata ad essere trattata con gentilezza. All’inizio pensavo fosse una trappola, ma col passare del tempo ho capito che erano sinceri, e potevo fidarmi di loro. Draco non avrebbe mai potuto non catturarmi, perché Voldemort l’avrebbe visto nella sua mente, ma lui e i suoi genitori erano liberi di trattarmi come preferivano in casa loro. Poi, una sera, ho assistito per caso ad una riunione segreta tra i Malfoy ed altri Mangiamorte ribelli: in quel momento ho capito che forse non tutto era perduto…

E a quel punto?

A quel punto ho chiesto a Draco di poter partecipare alle loro riunioni; per più di un anno si erano limitati ad incontrarsi per parlare e cercare di trovare nuovi modi per allentare la morsa di Voldemort sulle loro vite. Io era l’anello mancante verso la libertà: grazie alla mia esperienza come ribelle e alla loro abilità di combattenti, abbiamo iniziato a progettare qualcosa di più di qualche riunione. Quando degli informatori di Voldemort hanno iniziato a riportare notizie attendibili sull’Ordine e lui ha pianificato un ultimo attacco definitivo, abbiamo capito che era il momento di agire. Sono riusciti a portarmi di nascosto nella dimora di Voldemort, e lì ha avuto luogo l’ultima battaglia… il resto lo conoscete già, immagino.

Avete vinto. Avete riportato la libertà a tutti noi, e non potremo mai esservene abbastanza grati. Adesso quali sono i tuoi primi obiettivi?

Sicurezza e stabilità, come ho già detto. Alcuni Mangiamorte sono riusciti a sfuggirci, ma contiamo di riuscire a catturarli entro breve; poi, ho già iniziato una totale revisione della legislazione magica, e sono in contatto con Ministri stranieri che ci hanno offerto il loro aiuto per voltare pagina una volta per tutte e lasciarci questo periodo buio alle spalle. Sto cercando di creare delle basi stabili per chiunque verrà dopo di me.

A fine giugno ci saranno le elezioni per il nuovo Ministro della Magia; ovviamente tu hai presentato la tua candidatura. Cosa credi che succederà? In molti pensano che la tua elezione sia praticamente scontata.

Sinceramente, non lo so. Ora sto solo cercando di fare il mio lavoro al meglio. Sono davvero lusingata da questa affermazione; se la gente vorrà darmi la sua fiducia ne sarò davvero onorata, e cercherò di non deluderli mai.

Nel frattempo, però, sappiamo che stai organizzando un altro evento molto importante per la tua vita…

L’aria seria e determinata scompare in un attimo, e Hermione arrossisce; è facile dimenticarsi che, nonostante tutto, ha solo ventidue anni. Torna ad accarezzarsi la mano sinistra, giocando con l’anello che spicca al suo anulare.

Una delle cose che mi ha insegnato questa guerra è che la vita a volte è davvero troppo breve. Io e Draco l’abbiamo imparato fin troppo presto, ed ora non vogliamo perdere tempo inutile; speriamo di riuscire a sposarci alla fine dell’estate. Non mi piace parlare della mia vita privata, perciò preferisco non aggiungere altro.

Ma certo. Un’ultima domanda, quella che probabilmente si staranno facendo tutti: dov’è finito Harry Potter?

Quasi due anni fa lui e Ginny sono scappati, per proteggersi da Voldemort, che li cercava ancora senza sosta; ora noi stiamo facendo lo stesso. Ci tengo a lanciare una appello a Ginny, che per me è come una sorella: Ginny, la guerra è finita. Voldemort è stato definitivamente sconfitto. Contattami il prima possibile, e verrò a prenderti, dovunque tu sia. La Fenice è risorta.

La Fenice è risorta?

Prima di separarci, abbiamo deciso che questa sarebbe stata la nostra parola d’ordine per far sapere l’una all’altra che la guerra era finalmente finita. Erano anni che aspettavo di pronunciarla.

Il sorriso che si apre sul viso del giovane Ministro è il segno che la pace è davvero tornata in Inghilterra; Hermione si alza e mi stringe la mano. Si allontana nel tramonto, pronta a cominciare la suo nuova vita.

La Fenice è davvero risorta.

A pagina 3: Le prime azioni del nuovo Ministro! La manovra economica e le modifiche legislative: cosa cambierà?

A pagina 5: La romantica storia d’amore tra il Ministro ed il Mangiamorte ribelle! Foto esclusive dei lavori a Malfoy Manor!

A pagina 7: I Mangiamorte ribelli! Interviste e schede d’approfondimento!

 

***

 

Un gufo planò sul davanzale del nuovo ufficio del Ministro della Magia ed iniziò a picchiettare con insistenza sul vetro. Hermione si alzò dalla scrivania ed aprì la finestra; riconobbe immediatamente la scrittura sulla busta. L’aprì in un attimo, senza degnare di un’altra occhiata il gufo.

Harry Potter si trova al numero 23 di Letteragh Road a Galway, in Irlanda.

La Fenice è risorta.

Ginny

 

 

Ecco il nuovo capitolo!

Ok, ok, calma: probabilmente non è quello che vi aspettavate… e, in effetti, l’effetto sorpresa è esattamente quello che cercavo di ottenere. Spero di non avervi deluso! In ogni caso, io tra gli avvertimenti avevo messo OOC.

Se invece non avete ancora capito che cosa cavolo sia successo… niente, dovrete aspettare il prossimo capitolo. Ma nemmeno Draco ha capito un cavolo, tranquilli. XD

Qualche nota veloce: Galway è la terza città più grande d’Irlanda, mentre Letteragh Road è una via che ho scelto a casa spulciando Google Maps. Ho immaginato che Ginny si sia nascosta in Irlanda perché pur, essendo vicina, è comunque uno stato a parte rispetto all’Inghilterra, ed in un paese anglofono sarebbe stato molto più facile non dare nell’occhio. Idem per quanto riguarda il trasferimento in una città piuttosto che in un piccolo villaggio: Dublino sarebbe stata una scelta troppo ovvia, ma un’altra grande città avrebbe inghiottito e nascosto molto bene due giovani in fuga.

Spero davvero davvero tanto che questo capitolo vi sia piaciuto e non vi abbia deluso! A settimana prossima, con il matrimonio e lo spiegone finale. XD

Contessa

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Capitolo 6
*** Il Matrimonio - Epilogo ***


Le scuse dettagliate e profuse per la mia latitanza sono alla fine del capitolo. Ora vi lascio al gran finale! :D

 

Capitolo VI

IL MATRIMONIO

 

 

Gli sposi salutarono un'ultima volta gli ospiti, poi lui prese in braccio la moglie tra le risate e gli applausi. Lei gli sorrise, mentre varcavano insieme per la prima volta dopo il matrimonio le porte di Malfoy Manor.

Lo sposo fece qualche passo oltre la soglia, stringendo la giovane, poi la riappoggiò per terra con gentilezza. Le porte si chiusero alle loro spalle, lasciando fuori gli invitati, la brezza fresca della sera, la festa e il tramonto.

Lei sfoderò la bacchetta.

“Benvenuto all'Inferno, Draco Malfoy. - disse Hermione. - Ti ricordi, tesoro? Sono le stesse parole che mi hai rivolto la mia prima sera di prigionia. O meglio, le parole che credi di avermi detto...”

“Ti prego, io... io...” balbettò Draco allontanandosi di qualche passo.

“Fermo. Fermo. - disse Hermione, e lui si bloccò all'istante. - Da oggi siamo marito e moglie, e ci comporteremo come tali. Niente più cella, per te; dormiremo nella stanza padronale.”

“Ma lì... lì ci dormono i miei genitori.”

“Oh, tesoro, hai ancora problemi di confusione. I tuoi genitori sono morti. Tre mesi fa. - Draco aprì la bocca per ribattere, ma la richiuse subito; abbassò lo sguardo ed annuì un paio di volte. - Ne hai parlato al Profeta settimana scorsa, nell'intervista sul matrimonio, ti ricordi?”

“Sì, sì, io...mi ricordo qualcosa. - Hermione fece un paio di passi verso di lui, e Draco la guardò ad occhi spalancati, alzando le mani davanti a sé come per proteggersi. - Tu... non ti avvicinare, non venirmi più vicino! Io sono sotto Imperius!”

“Esattamente. Ora ho solo allentato un po' la Maledizione. - si allontanò da lui e appoggiò al bacchetta su un tavolino lì vicino, accanto ad un bicchiere di cristallo ed una caraffa colma di un liquido ambrato. - Ecco, vedi? Lascio la bacchetta qui. Tanto non mi serve. Calmati.” aggiunse con un sorriso.

“Che cosa... che cosa sta succedendo?”

“Una cosa alla volta, Draco. Ora siediti. - rispose Hermione indicandogli il divano più vicino, in una stanza attigua all'ingresso. Gli occhi di Draco saettarono verso le porte che avevano appena superato, ma subito dopo andò a sedersi in silenzio. La Maledizione era troppo forte. Si guardò intorno con aria spaesata, mentre Hermione prese la caraffa e riempì il bicchiere fino all'orlo. - Ecco, tieni.” aggiunse avvicinandosi e porgendoglielo. Lui s'irrigidì appena, quando sfiorò le dita della giovane.

“Che cos'è?”

“Solo una pozione per calmarti un po'; l'ho fatta preparare da Nott prevedendo la tua confusione. Bevine due sorsi abbondanti.”

“Nott? Theodore Nott? Quel Nott?”

“Certo; quanti altri Nott conosci? D'altronde, dovevo pur lasciar sopravvivere qualcuno. Ora bevi.” rispose mentre si sedeva accanto a lui, sistemando l'ampia gonna del vestito da sposa. Draco obbedì all'istante.

“C'è qualcosa di diverso, qui...” disse lui quando ebbe finito di bere.

“Abbiamo fatto dei lavori prima del matrimonio; non avrei mai potuto vivere qui con quell'arredamento.”

“Quale matrimonio?”

“Il nostro, Draco. Guarda.” rispose Hermione mostrandogli la propria mano sinistra: una fede d'oro giallo brillava accanto all'anello di fidanzamento.

“Quindi io sono... tuo marito? - chiese Draco incredulo, guardando ora la propria mano sinistra. Hermione annuì. - Ma tu... tu sei una Sanguesporco! Non ti avrei mai sposata!”

“Ottima osservazione. Bè, la Maledizione Imperio serve proprio a questo, no? Costringere un rampollo ricco e razzista a sposarmi. - Draco non sorrise neppure. - Oh, non hai proprio senso dell'umorismo. Su, bevi un altro po'; mi sembri ancora confuso.”

Lui bevve un altro sorso.

“Io... io mi sento più lucido, ora. Ma ci sono comunque troppe cose che non riesco a spiegarmi, che non capisco...” mormorò portandosi una mano alla testa.

“Sono qui proprio per questo, Draco: voglio che tu sappia esattamente quello che sta succedendo, e quello che succederà da domani. Gli ospiti se ne stanno andando, e i servitori hanno l'ordine di non disturbarci, a meno che non sia una questione di lavoro assolutamente improrogabile. Dopotutto, è la nostra prima notte di nozze!” disse Hermione con una risata.

“Lavoro? Quale lavoro?”

“Oh, ci arriveremo, non ti preoccupare. Probabilmente l'ultimo lavoro che ti ricordi io abbia fatto è pulire il pavimento del Manor. Allora, Draco, dimmi: cosa ti ricordi? Cosa pensi che sia successo?”

Il giovane fece un profondo respiro.

“Io so... so di essere sotto Imperio. Ora lo so con certezza. Prima non riuscivo a rendermene conto, ma adesso sento chiaramente che la Maledizione è allentata. È come se avessi una catena... una catena direttamente nel cervello. Qualcosa che stringe, e mi costringe a fare le cose ogni giorno.”

“Da quanto pensi di essere sotto Imperio?”

“Non... non riesco a capirlo. A volte mi sembra di ricordare perfettamente gli ultimi mesi, ma ogni tanto vedo delle cose... - Draco rabbrividì. - Immagini, più che altro. E mi sembra di essere stato io il prigioniero per tutto il tempo.”

“Ora che la Maledizione è allentata inizi a ricordare qualcosa della verità; è normale.” disse Hermione tranquilla.

“Ma da quanto? Da quanto sono così?”

“Oh, tesoro, pensavo che ormai l'avessi capito. Ho organizzato la mia stessa cattura in modo che fossi tu a trovarmi. Gli ultimi sette mesi sono stati solo un'illusione. - gli rispose scrollando le spalle. - Sai, il bello della Maledizione Imperio è proprio questo: non solo puoi far fare alle persone ciò che vuoi, ma puoi far credere loro quello che preferisci. Il controllo del corpo è solo il primo livello.”

Draco balzò in piedi, gettando il bicchiere a terra.

“Non è possibile. Non è assolutamente possibile! Io... io ho fatto l'Imperius, qualche volta, e non è possibile raggiungere un controllo di questo tipo, io, io me ne sarei accorto, ecco!”

“Mi fai quasi tenerezza, sai?”

“Che cosa? Perché? Io...” Hermione allungò una mano verso di lui, e Draco si accorse di essere ancora seduto, il bicchiere stretto in mano.

“Ora che la Maledizione è allentata hai una minima libertà di pensiero, ma senza il mio permesso non puoi fare assolutamente nulla. Hai desiderato di alzarti in piedi e gettare il bicchiere per terra, e io ti ho lasciato credere di averlo fatto. Di solito faccio in modo che tu non possa neanche pensare. - lui rimase immobile quando lei gli toccò la fronte. - Sei caldo. E sconvolto. Forse avrei dovuto farti preparare qualcosa di più forte. Su, bevi ancora. - Draco obbedì. - Ti sei mai chiesto che fine facciano i Mangiamorte catturati?”

“Ho sempre pensato che... bè, che venissero uccisi.”

“Noi siamo i buoni, non facciamo cose del genere! No, Draco; alcuni di voi sono stati uccisi in battaglia, ovviamente, ma i nostri prigionieri vengono interrogati a lungo, e, quando riteniamo che non possano più esserci utili, Obliviati. Inventiamo per loro delle nuove identità e li spediamo nei posti più disparati, spesso tra i Babbani. Nessuno di loro è mai stato ritrovato, o è riuscito a tornare indietro. E sono stati tutti molto utili per il mio allenamento. Sai quanti dei vostri prigionieri vi siete lasciati scappare dalla Battaglia di Hogwarts, negli ultimi quattro anni?”

“No; non credo che il Signore Oscuro facesse delle statistiche a riguardo.”

Hermione sorrise appena.

“Male, molto male, Draco. Bè, te lo dico io: cinque. Due sono morti poco dopo la fuga; erano in condizioni disperate. L'unica consolazione è che siano morti tra di noi, e non come animali nelle vostre case. Ma tre di loro, Draco, tre si sono ripresi, e ci hanno raccontato tutto della loro prigionia. Tra di loro c'era anche Calì Patil; te la ricordi?”

“Io... no, non credo. Dovrei?”

“Era una mia compagna di Casa, a Hogwarts. Circa due anni e mezzo fa è stata catturata da tuo padre; è stata vostra ospite per tre mesi, durante i quali diversi Mangiamorte hanno abusato di lei. Alla fine è stata ceduta ad Amicus Carrow, che era il suo più assiduo frequentatore; è rimasta con lui sei mesi. Ha avuto due aborti spontanei. Ora ricordi qualcosa?”

“Due anni fa, sì, sì. Amicus era furioso quand'è scappata! Diceva che lei era la migliore che avesse mai avuto.”

“Già, lo diceva anche a lei; un vero romanticone. Ecco, Draco, è stato in quel periodo che ho iniziato a concepire il mio piano. Voi Mangiamorte siete stati troppo sicuri della vostra intoccabilità: vi date tanta pena per difendere le vostre case, e poi lasciate che i prigionieri vi girino liberamente, con la possibilità che possano origliare qualsiasi cosa. Non solo, li scambiate come se fossero oggetti, dimenticandovi completamente che sono prima di tutto nemici.”

“Nemici in catene. Nemici senza bacchetta.”

“Oppure, nemici che stanno fingendo di esserlo. Vedi, Draco, dopo quattro anni la gente stava cominciando a capire che Harry non si sarebbe mai risvegliato; io l'avevo accettato da anni. Oggi Ginny non è voluta venire al nostro matrimonio. 'Mi dispiace così tanto, Hermione, ma preferisco rimanere con Harry; magari potrebbe svegliarsi proprio quel giorno, e voglio che il mio viso sia la prima cosa che vedrà.', mi ha detto. Lei non ha ancora perso la speranza; l'Ordine invece era ormai agli sgoccioli. La McGranitt e Shacklebolt hanno fatto del loro meglio negli ultimi anni, ma il Prescelto è sempre stato uno solo. E ormai era perso per sempre. Non avevamo nessuna possibilità di vincere in una battaglia campale, lo sapevo fin troppo bene. Ma uccidere Voldemort non sarebbe stato abbastanza: senza una guida forte ed un totale stravolgimento della situazione, tutto quello che avremmo ottenuto sarebbe stata l'ascesa di un nuovo Signore Oscuro. Avremmo dovuto indebolirvi lentamente, infiltrarci tra di voi... Inizi a capire dove voglio andare a parare?”

“Tu... Tu hai detto di aver organizzato la tua stessa cattura, giusto? Il ricordo reale è quello che mi hai mostrato dopo aver ucciso Voldemort?” chiese Draco esitante.

“Esatto.”

“Quindi quando siamo arrivati al Manor... aspetta, i miei genitori sono morti in quella battaglia; questo è reale? Sono morti in quel momento?”

“Sì; sono stati uccisi entrambi da Antonin Dolohov.”

“Come fai a saperlo?”

“Prova a pensarci, Draco. A Hogwarts eri piuttosto intelligente, dopotutto.” gli rispose Hermione con un sorriso.

Draco rimase in silenzio almeno due minuti buoni, cercando di mettere insieme ciò che rimaneva dei suoi ricordi, e distinguere quelli reali dalle illusioni. Ripensò agli ultimi mesi, alla morte del Signore Oscuro, alle espressioni sconvolte dei Mangiamorte durante quell'ultima battaglia, e, prima ancora, a tutti i Mangiamorte che erano passati dal Manor.. molti più del solito, e tutti per Hermione.

Quando finalmente capì, tacque ancora a lungo. Chiuse gli occhi e si portò una mano sul viso.

“Hai bisogno di altra pozione?” gli chiese Hermione dopo un po', sollecita.

“No. No, io... ce la faccio. - rispose lui con un lungo sospiro. Riaprì gli occhi; aveva un'espressione terrorizzata. - I miei genitori erano sotto Imperio?”

“Certamente.”

“E quanti... quanti altri?” chiese infine. Temeva la risposta.

“Tredici persone. Esclusi voi Malfoy, ovviamente. Ogni Mangiamorte che è venuto a Malfoy Manor pensando di trovare un nemico innocuo e piegato, poco più di un oggetto, ognuno di loro è caduto sotto la mia Maledizione.” rispose Hermione con perfetta calma.

“Ma sono... sono quasi tutti i più stretti Mangiamorte. Dolohov, Carrow, Yaxley, Mulciber, Lestrange... Anche i Lestrange? Tutti loro?”

“Sia Rodolphus sia Rabastan mi hanno fatto visita, quindi sì, Draco. Rodolphus stesso ha ucciso sua moglie. Sai, girava voce che Mulciber fosse uno specialista dell'Imperius, ma nemmeno lui è riuscito a resistermi a lungo. È stato facile, dopotutto: tutti si aspettavano una prigioniera disarmata e denutrita. Contavo proprio su questo.”

“Tu... tu sei completamente fuori di testa! Sedici persone sotto Imperio?! È... È un piano folle! Totalmente folle!”

“Be', ha funzionato. La sicurezza intorno a Voldemort era troppo alta: ucciderlo in un'occasione ufficiale, in mezzo alla gente, sarebbe stata una missione suicida. Te l'ho detto: io volevo cambiare il Mondo Magico.” rispose Hermione scrollando le spalle.

“Tu? Una lurida Sanguesporco?”

“Forse è meglio che tu beva un altro sorso di pozione, e poi vada a prendere il Profeta di oggi. È su quel tavolino alla tua destra. Su, bevi.”

Draco obbedì docilmente, nonostante avesse uno sguardo sconvolto. Quando ebbe finito si alzò e si avvicinò al tavolino: sulla copertina del giornale campeggiava un'enorme foto di un gruppo di persone nell'atrio del Ministero della Magia, da cui erano stati tolti tutti i segni del regno di Voldemort. Hermione era al centro del gruppo, sorridente ed elegante, e Draco fu sconvolto nel riconoscere in sé stesso l'uomo al suo fianco che le stringeva la mano. Intorno a loro, facce rilassate. E conosciute.

Il titolo recitava: “Il giorno del Ministro!”

“Ma che cosa?... Chi è il Ministro?” chiese Draco girando il giornale verso Hermione, ancora seduta.

“Io, ovviamente. Questo è il lavoro di cui ti parlavo, tesoro. Il numero di oggi è quasi interamente dedicato al nostro matrimonio.”

“E loro? Loro cosa ci fanno lì? Perché sono vivi? - urlò Draco puntando un dito contro le figurine sorridenti che li salutavano. - Tiger, Nott, Alecto Carrow... C'è anche mio zio! Che cosa diamine ci fanno lì?”

“Ti avevo detto che avrei pur dovuto far sopravvivere qualcuno, no? Non ascolti mai con attenzione, Draco.”

Il giovane lesse rapidamente la prima pagine del Profeta, sempre più sconvolto.

“Io ho detto queste cose su di noi? Sul nostro matrimonio? E Tiger... Per Merlino! Tiger lavora al Ministero?!”

“Tutti gli ex Mangiamorte lavorano al Ministero; sono i miei più fidati consiglieri.”

“Ma come diamine è possibile? Tutti sanno che erano dei Mangiamorte. E anch'io... io... - Draco guardò la fede sulla propria mano sinistra, confuso. - Perché sono ancora vivo? E perché mi hai sposato?”

“Vedi, Draco, la gente ha bisogno di speranza; la gente ha bisogno di amore, e di belle storie, e io ho dato loro tutto questo. Ho trasformato una terribile prigionia nel romantico inizio di un grande amore, ho inventato i Mangiamorte ribelli per far sì che la mia storia stesse in piedi, e ho ridato a tutti la libertà. Sai, un paio di persone si sono presentate per le elezioni alla carica di Ministro: hanno ricevuto a malapena un centinaio di voti. Chi avrebbe potuto competere con Hermione Granger, giovane paladina della giustizia dal passato tragico? Non credo che la storia degli Imperio avrebbe attirato la simpatia della gente in questo modo.”

“Perché mi hai sposato? Perché hai scelto me?”

“Oh, avevo bisogno di un cognome influente e di parecchi soldi; ti ho scelto perché conosco fin troppo bene te e la tua famiglia, ed ero già stata a Malfoy Manor una volta, purtroppo. E poi, il patrimonio dei Malfoy è uno dei maggiori d'Inghilterra, come tu ben saprai. Attualmente controllo anche tutte le proprietà dei cosiddetti Mangiamorte ribelli, tra l'altro. Insomma, ho una liquidità quasi infinita.” rispose Hermione sorridendo.

“Tu sei... sei solo una bastarda. Sei solo una bastarda fuori di testa. - mormorò Draco scuotendo la testa. - E sei molto peggio di noi, lo sai? Lo sai, stronza?”

Nell'istante in cui Hermione si alzò Draco cadde in ginocchio, spinto da una forza incontrastabile.

“Draco, Draco, non mi sembra questo il modo di rivolgersi alla propria moglie. - disse con aria di rimprovero, sfiorandogli appena i capelli biondi. - Vi meritate tutto questo e molto di più; lo sai.”

“Cos'hai intenzione di fare adesso, eh? Mi ucciderai?”

“Ti piacerebbe, tesoro. Ma no, no, la tua morte non è vicina. Ho già deciso come morirai, ovviamente: un infarto, nel tuo ufficio. Probabilmente intorno ai cinquantasei, cinquantasette anni. Sarà terribile: la gente sarà sconvolta, ma sarai morto svolgendo il tuo incarico, amato e rispettato da tutti. Non capisci? Ti ho salvato da una vita inutile al servizio di un pazzo.”

“E Luna? Luna non sei riuscita a salvarla, eh?”

Hermione impallidì. Per la prima volta, sembrò che la sua sicurezza vacillasse.

“Luna è stata un... un errore di calcolo. Non potevo usare l'Imperio su di lei, non l'avrei mai fatto. McNair era uno dei pochi Mangiamorte che mi mancavano; se solo l'avessi incontrato prima, avrei saputo della gravidanza di Luna, e... - sussurrò Hermione torcendosi le mani. - Ma lui ha pagato per quello che ha fatto. E verrà anche il tuo turno, non ti preoccupare.”

“Tu sei fuori di testa. Sei andata completamente fuori di testa.”

“Oh, può essere, dopotutto. - disse Hermione ridendo. - Ma cos'avevo da perdere, Draco? Harry è un vegetale. Ron è morto. La McGranitt e Shacklebolt anche. E i miei genitori... prima di partire alla ricerca degli Horcrux ho modificato la loro memoria cancellandomi dalle loro vite, e li ho mandati in Australia per proteggerli. Un anno fa sono morti in un incidente stradale. Io li mando dall'altra parte del mondo per proteggerli da Voldemort, e loro muoiono in uno stupido incidente stradale. - rise ancora, senza nessuna allegria. - Perciò, vedi, mi sentivo come se fossi rimasta l'unica persona viva sulla faccia della Terra. Continuare così era inutile. Se Voldemort mi avesse uccisa subito, sarei morta senza rimpianti. Ma, purtroppo per te, il mio piano ha funzionato. Noi saremo un esempio per il Mondo Magico, Draco: per quanto possa fare schifo anche a me, avremo dei figli. Dei bambini Mezzosangue che cresceremo con amore in un mondo finalmente privo di pregiudizi.”

“Non puoi tenermi sotto Imperio per sempre. Non appena allenterai la Maledizione io ti ucciderò, Granger.” disse Draco digrignando i denti. Era ancora in ginocchio, mentre lei torreggiava su di lui, bianca e implacabile.

“Credo che dovresti chiamarmi Lady Malfoy, adesso. - gli rispose accarezzandogli lentamente una guancia. Le sue mani erano gelide come la morte. - Ti lascio dieci minuti per pensare ai tuoi piani di vendetta. Poi, stringerò la Maledizione fino a che non ricorderai nemmeno più il tuo nome.”

“Sei solo una stronza.”

Hermione gli sorrise. Si chinò a baciargli la fronte.

“Dieci minuti, tesoro. Ti aspetto di sopra.”

 

***

 

EPILOGO

 

Hermione tolse la neve dalla pietra tombale con gesti delicati, poi si chinò all'altezza della foto.

“Ciao, amore. - disse passandoci sopra una mano guantata. - Neve a fine aprile? Non se l'aspettava nessuno. I lavori di ristrutturazione di Hogwarts sono stati un po' rallentati, ma riusciremo comunque a riaprirla a settembre. È difficile eliminare tutte le tracce di magia oscura, sai? Ecco, ti ho portato dei fiori. - posò un mazzetto di fiori colorati sull'erba coperta di neve. - Lo so, lo so, non passo da quasi due settimane, ma ho avuto molto da fare al Ministero. E ti ho pensato ogni giorno. I tuoi genitori stanno meglio, sai? Mi occupo io di loro, non ti devi preoccupare. Ginny sta come al solito, invece. È sempre al capezzale di Harry, Parla sempre meno. Ormai... ormai credo che non cambierà. - un lungo sospiro, un'altra carezza alla foto. - Sono incinta. - disse velocemente. - Di quasi due mesi. L'altra volta non ho avuto il coraggio di dirtelo. - una lunga pausa. - Oh, per Morgana... Non sai quanto vorrei che fossi qui. Questo bambino dovrebbe essere tuo! Questa... questa non è la vita che immaginavo. Non è la vita che volevo per noi. Sapevo che sarebbe stata dura, ma... diamine, è davvero tremendo. Oh, diamine, spero davvero che ne valga la pena, perché è così fottutamente dura! - un'altra pausa. Hermione rimase immobile, mentre le lacrime le rigavano le guance e cadevano ai suoi piedi. - Un tempo non avrei mai detto una cosa del genere. Ma sono cambiata così tanto... Oh, non avreste dovuto lasciarmi da sola. A volte non mi riconosco più. Ma se non l'avessi fatto io, chi altri avrebbe potuto farlo? - Hermione tacque a lungo, accarezzando la foto. Dei passi risuonarono dietro di lei, sulla ghiaia; si asciugò rapidamente le lacrime e si voltò. Draco la stava aspettando, sorridente e con lo sguardo vacuo. Hermione tirò su con il naso e si alzò. - Ora devo andare. Ho davvero tante cose da fare. - la sua espressione era tornata quella distaccata e cortese dell'efficiente Ministro Malfoy, quella che tutti conoscevano. - Tornerò presto.” sussurrò con un'ultima punta di dolcezza. Poi si voltò e s'incamminò verso Draco.

L'immagine sorridente di Ron li salutò mentre si allontanavano.

 

 

Sono passati più di sette mesi da quando ho scritto che avrei aggiornato entro una settimana, e non so bene in che modo scusarmi. Ho avuto qualche problema con la tesi di laurea, che ho dovuto rifare in un week end causa relatrice schizzata e latitante, ed ero agitatissima per la discussione. Ho dovuto scegliere dove e cosa fare per la Magistrale, e poi iniziare le lezioni, e dare i primi esami... Insomma, tra una cosa e l'altra mi ero completamente dimenticata di questa ff, e l'ispirazione latitava. Tutto questo non mi giustifica in ogni caso: non credo che qualcuno sia morto durante l'attesa, ma davvero, mi dispiace per l'enorme ritardo.

Detto questo... ecco, tutte le carte sono in tavola. In realtà avete letto cinque capitoli di quello che Hermione fa credere a Draco. Spero che vi sia piaciuto il colpo di scena! :) So bene che è alquanto improbabile che Hermione diventi così spietata, infatti ho messo OOC tra gli avvertimenti, ma mi piace immaginare che anche i buoni abbiano un lato oscuro. Molto oscuro, in questo caso. XD Se avete dei dubbi riguardo al diabolico piano di Hermione, ovviamente sono a vostra disposizione; spero che lo spiegone finale sia stato abbastanza chiaro. ;)

Come sempre, non vedo l'ora di leggere i vostri pareri! Grazie mille per aver seguito la mia storia fin qui. :)

Contessa

 

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