Tra due.

di McD
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Da dove cavolo è iniziato tutto?! ***
Capitolo 4: *** Il campino ***



Capitolo 1
*** Da dove cavolo è iniziato tutto?! ***


L'inizio..L'inizio di questa storia..Beh! Sinceramente non saprei neppure io da dove è incominciato tutto questo..
Ah si! Da uno sguardo. Un fottutissimo sguardo, che mi ha tormentato per tutti questi ultimi mesi, anzi no,due sguardi per l'esattezza..Perchè le persone sono due.

Siamo a Settembre,poche settimane dopo l'inizio della scuola. "Nuova scuola, nuovi amici!" Così si dice.
E per fortuna nel nuovo liceo mi trovai subito a mio agio, la classe era simpatica ( tutte ragazze per lo più), professori buoni, ero più sicura di me stessa,adesso che ero cresciuta. " Manca solo il fidanzato!" mi dissi con un sorriso, sul seggiolino dell'autobus,diretta verso casa mia. Stavo aggeggiando con il mio nuovo Ipod, quando il bus si fermò e fece salire altri ragazzi; distrattamente riconobbi alcune facce delle medie, ma ero troppo presa,nel cercare di capire il nuovo apparecchio elettronico che avevo tra le mani. Mi sentii chiamare:  "Chiara!!" e mi girai verso la voce. Una faccia simpatica con due occhiali rettangolari mi si parò davanti. "Ema, ciao!"dissi. Emanuele era un mio compagno di classe delle medie, mingherlino e scuro di capelli, con un carattere sarcastico e divertente che mi faceva morire dalle risate, io e lui eravamo quei pochi che non ci eravamo persi di vista, perchè uscivamo con lo stesso gruppo di amici. Si sedette accanto a me e iniziammo a parlare; nel mezzo della chiaccherata alzai gli occhi un attimo e mi bastò. Davanti a me, in piedi, perchè i seggiolini erano tutti occupati, trovai un ragazzo, carino era dire poco: fisico allenato, capelli a spazzola sul castano biondiccio, con gli occhi azzurri.
Ci guardammo..Io arrossii e abbassai lo sguardo. Dopo di che fu tutto un "gioco di sguardi", come lo chiamo io, gli lanciavo piccole occhiatine e lui ricambiava; notai meravigliata. Alla fine trovò posto su un seggiolino, non lontano dal mio e si mise a sedere; cavolo! adesso non potevo più osservarlo e in più mi sentii goffa quando presi la cartella e scesi da bus, cercando di apparire tranquilla e sicura di me, mentre invece dovevo sembrare una papera che non sapeva camminare.
Tornata a casa, mi buttai sul letto e ripensai a quel breve incontro con il ragazzo sconosciuto. "Qual'è il tuo nome?" pensai mentre chiudevo gli occhi e mi appisolavo.

Sabato finalmente! E' il mio giorno preferito,il giorno in cui non fai compiti e pensi a uscire,dormire e dormire. Mi alzai molto tardi,quel sabato mattina,mi piaceva grogiolarmi nel caldo del letto,senza pensare alla scuola e alle interrogazioni; mi diressi verso lo specchio del bagno, una ragazzina di 14 anni stava li davanti,ancora insonnolita per la lunga dormita,alta,snella, con i capelli biondicci,che incorniciavano un viso morbido,con occhi verdi-marroni. E poi posai lo sguardo sul mio unico difetto: il naso. Da piccola avevo sbattuto il naso sul cemento,cadendo, da principio nulla di grave, ma col tempo la botta si è fatta vedere,eccome se si è fatta vedere!. In poche parole, naso storto. Avevo fatto molte operazioni e tutte riuscite con successo,ma io riuscivo a vedere ancora qualcosa che non andava in quel naso, pur sentendomi dire dai miei genitori che ero bella e che quel problema non si vedeva affatto, mi sentivo diversa e mi odiavo per questo.
L'acqua fresca mi risvegliò dal torpore mattutino e dopo essermi vestita con una tuta,scesi giù da mia madre in cucina.
"Buongiorno,mimma" trillò lei,una donna bassina, con i capelli colorati di biondo e nero e occhi vivaci; era una persona che ti faceva fare tutto o quasi,bastava che tu le dicessi la verità: con chi uscivi, se potevi saltare la scuola perchè eri stanca,che voti avevi preso a scuola..
"Giorno.." biascicai,mi sedetti al tavolo e iniziai a fare colazione
"Allora tesoro che fai oggi?" chiese mia madre.
"Mamma non so.. Penso che andrò dalla Lisa". Quest'ultima era una mia amica, più grande di me di un anno,con cui andavo molto d'accordo.
"Già! Oggi pomeriggio vuoi uscire? "Si,ci troviamo al campino dietro la chiesa,come sempre!" E con questo finii la conversazione,mangiai gli ultimi resti della colazione e andai su in camera mia.
La mattina la passai a leggere e sul computer,nulla di chè insomma; poi scesi giù alla chiamata di mia madre per il pranzo e mentre aspettavo seduta al tavolo di cucina, due paia di teste spuntarono dalle scale: mia sorella e mi fratello,tutti e due più grandi di me.
Noi siamo una famiglia grande se si pensa paragonata agli standard di oggi, siamo in cinque: Mia madre,mio padre,Sara la mia sorella,Andrea mio fratello e io,la più piccola ( se si vuole contare anche i due cani in sette).
Molti dicono: Ma come fai a stare con due fratelli ventenni? Ma non è brutto una famiglia così grande? E io gli rispondo di no,che è stupendo stare in una famiglia così spaziosa,perchè a tavola siamo sempre a ridere,discutere,parlare. Ci aiutiamo tra di noi per qualunque cosa,siamo uniti, quando ci prende la voglia andiamo fuori a cena, ci sosteniamo nelle nostre scelte,siamo una piccola tribù insomma.
E così il pranzo mi mise di buon umore,dopo aver dato una mano a sparecchiare la tavola, corsi su a prepararmi per uscire..




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Capitolo 4
*** Il campino ***


Scesi una stradina sterrata,che si trovava dietro la chiesa del paesino in cui abitavo. Sbucai in un piccolo prato erboso,costeggiato da una rete metallica,che ne impediva l'accesso; in quel luogo,ci ritrovavamo sempre io e il mio gruppo di amici,laggiù potevamo ridere,scherzare,giocare oppure parlare del più e del meno,ci divertivamo ed era così da sempre. Scavalcai la rete e andai incontro a delle figure di giovani che giocavano a calcio,intravidi Alessio,detto Ciola,un ragazzo alto,moro di capelli che stava giocando con Emanuele. In porta si trovava Leonardo,detto Boga, di statura alta, con gli occhi e i capelli castani, accompagnato dal suo immancabile marsupio. Sulla destra vidi la mia amica Lisa,seduta sull'erba e le andai incontro. Lei aveva una carattere dolce, a volte timido,forse anche perchè si vergognava della suo robustezza nel fisico,ma per il resto aveva dei bellissimi occhi celesti incorniciati da capelli molto scuri. Mi sedetti con lei, ma mi accorsi che mancava ancora una persona "Lisa dov'è Nino?" chiesi, mi sorrise e disse"Stà arrivando..Ah eccolo!" Mi girai e vidi sulla fine della stradina,un ragazzo,che scavalcò la rete e si avvicinò a noi due.Mi squadrò con i suoi occhi verdi e disse" Ciao stupida!" Lo guardai,i suoi capelli neri facevano contrasto con gli occhi,era un bel ragazzo "L'unico problema"pensai "E' che era più basso di me di alcuni centimetri,solo di pochi. Dopo che lo ebbi salutato,chiese "Lisa,dov'è il tuo fidanzato?" - Perchè dovete sapere che lei e Leonardo erano fidanzati- lei rispose" E' laggiù a giocare con gli altri" Gabriele ( questo era il suo vero nome,Nino era solo un soprannome), si girò e si mise a giocare con gli altri ragazzi. "Allora,che mi racconti di nuovo?..Con leo?" chiesi alla mia amica. "Tutto bene,sabato prossimo usciamo insieme..Te invece? C'è qualcuno che ti interessa?" e mentre lo diceva guardava maliziosamente verso il gruppetto che giocava a calcio. " Cosa??..Chi vorrsti dire scusa?..Nino?..No no!..E poi ho visto un ragazzo molto carino sul bus ieri,ma non so il suo nome" dissi con un sospiro e le raccontai del piccolo incontro con il ragazzo sconosciuto,le dissi che sapevo solo che andava al liceo scientifico,proprio come Emanuele. "Quindi forse lui lo conosce! Aspetta glielo chiedo..Emaaa!!" disse a voce alta,io cercai di protestare,ma inutilmente,ormai Emanuele si era girato e aveva una faccia interrogativa. " Sai chi era il ragazzo nel bus ieri pomeriggio?Quello biondino che viene a scuola con te.." Chiese Lisa "Si lo conosco,si chiama Julien!" rispose Emanuele. Volevo sprofondare dalla vergogna,guardai il gruppetto dei ragazzi e sentii Nino chiedere con aria stizzita un " Perchè lo vuoi sapere?!". Ma io gli feci un segno di diniego e mi apprestai a ricominciare il discorso con Lisa,quando il pallone mi sfiorò la testa,urlai un"Chi cazzo è stato?!" E guardai Nino che mi sorrideva con aria di finta innocenza. Stizzita corsi a riprendere il pallone e lo lanciai,prendendo la mira e colpendo in pieno Nino. Mi misi a ridere,ma fu un grosso errore,perchè lui mi venne incontro e mi buttò a terra e iniziammo a fare la lotta; alla fine vinse mettendosi a sedere su di me,bloccandomi ogni movimento. Allora feci l'unica cosa che potevo fare: lo morsi e lui, un pò per il dolore un pò perchè non se lo aspettava, si alzò in piedi e io sgusciai dalla sua presa ridendo,mentre mi rincorreva per tutto il campino;sentii qualcuno dire un "Sono proprio fatti per stare insieme!..Tutte le volte così!" Ma non ci feci caso,ero troppo impegnata nella mia fuga. La domenica studiai e godetti del dolce far niente. Solo verso pomeriggio,accesi il computer e entrai sul mio profilo Facebook. Notai il segnalino rosso che indicava una “richiesta d’amicizia” e cliccai sull’icona. Mi apparve la scritta Julien** vorrebbe stringere amicizia con te. Non ci potevo credere!..Era lui! Accettai la richiesta e mi misi a curiosare nelle sue foto e nel suo profilo. Così seppi che abitava non lontano da me e che avevamo molti amici in comune. Avevo una voglia matta di parlargli, ma mi vergognavo da morire,sicchè uscii dal mio profilo e spensi il computer. Mentre mi apprestavo a andare a dormire,scrissi distrattamente,su un foglio la lettera J e poi, senza pensarci disegnai anche una G. “Chiara,non facciamo confusione!..Julien,ricordati Julien!” Mi dissi tra me e me. Poi infilai a letto,spensi le luci e tutto fu buio.

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