Nuisance

di FeverSkating
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima elementare ~ Rossa ***
Capitolo 2: *** Seconda elementare ~ Angioletto ***
Capitolo 3: *** Terza elementare ~ Angel&Devil ***
Capitolo 4: *** Quarta elementare ~ Germi ***
Capitolo 5: *** Quinta elementare ~ Come la sabbia nelle mutande ***
Capitolo 6: *** Prima media ~ Le prime punizioni ***
Capitolo 7: *** Seconda media ~ A Natale ogni scherzo vale ***



Capitolo 1
*** Prima elementare ~ Rossa ***


'Sera a tutti! ^^
Allora, premetto col dire che è la prima storia che scrivo su "Angel's Friends", difatti mi sento un po' un'infiltrata... °-°' Cooomunque, come ho scritto nell'introduzione, questa sarà una raccolta di Flashfic o One-shot (Diciamocelo, la lunghezza di ogni capitolo dipenderà dall'ispirazione del momento. xD), e queste storie verteranno sulla “vita scolastica”, se così possiamo dire, di Raf e Sulfus...ovviamente con riferimenti a questa bellissima coppia! C: Per ora ho in mente i capitoli riguardanti le elementari, poi se vedo che piaceranno (Chissà, magari mi ci affeziono anch'io xD), potrei decidere di aggiungere anche capitoli su medie e superiori. ^^ Spero che i personaggi siano IC (Per me, questo è sempre un dramma! u.u). Vi lascio alla lettura.

Spero vi piaccia! ^.-


 


 


 

Prima elementare ~ Rossa


 


 


 


 

  

  Raf e Sulfus si conobbero in prima elementare. Lui era, già allora, un vero e proprio tornado, esuberante e monello, un diavoletto, insomma!

Prima di andare a scuola - ed anche ogni volta che usciva coi suoi genitori -, prendeva in prestito il rossetto della mamma e si disegnava sull'occhio sinistro una stella rossa. Poi si presentava così alle persone, spavaldo e fiero del suo operato, perché «Tutte le persone potentissime hanno un loro simbolo, come nei cartoni animati!».

Sulfus adorava anche fare scherzi - non sia mai che un vero diavolo non ne faccia! - e quale occasione migliore dell'inizio della scuola? Una marea di suoi coetanei pronta a subire le sue malizie.

E così arrivò anche i suo primo scherzo, fatto al di fuori della sua strana famiglia. Designata come sua vittima fu una bambina, una bellissima bambina con un caschetto di riccioli biondi e, ad adombrarle un occhio, un'insolita ciocca rossa.

Rossa come la sua stella.

Aveva sentito chiaramente la piccola, di cui ancora non sapeva il nome, ma poco gli interessava, sussurrare un «Che strano bambino, perché va in giro con una stella rossa in faccia?» ad una sua compagna, indicandolo spudoratamente, come se lui non se ne potesse accorgere.

Prima pensò che fosse maleducazione indicare le persone - glielo aveva insegnato la mamma - poi si chiese chi fosse lei, con quella testa bicolore, per permettersi di insultare la sua bellissima stella.

Ed è in questo modo che si conobbero: lui che rideva sguaiatamente, insieme a qualche suo compagno, per aver rovesciato in testa ad un'innocente bimba dai capelli biondi un secchiello di sabbia, ricoprendola da capo a piedi; lei che lo fissava - diversamente da ogni previsione di Sulfus, che la immaginava con le lacrime agli occhi per l'offesa - furente e per niente divertita, i boccoli dorati spettinati e gli occhi azzurri, grandi, grandissimi occhi azzurri, fissi nei suoi. Lo infastidivano, decisamente troppo grandi e carini.

Lei gli aveva urlato «Stupido!» impettita, con voce stridula e acuta, tossicchiando un poco, a causa della sabbia, e lui imperterrito aveva continuato a ridere, nuovamente fiero del suo operato.

Questo era stato il loro primo incontro, una lite tra bambini, niente di più, niente di meno.

 
 

 


 


 

~ 370 Parole 

 


 


 

Angolo Autrice

Ed ecco finita la mia prima flashfic di questo fandom! ^^
Beh, direi che non c'è molto da dire a riguardo...forse solo, com'è pestifero Sulfus! Già lo adoro! xD Insomma ve lo immaginate da piccolo con le guanciotte paffute e sbaciucchiose?! <3 :3

ok, si vede che ho fame, sto degenerando! .-.

Comunque, spero vi sia piaciuta, che non ci siano errori, ma conoscendomi so già che ce ne saranno (u.u). Fatemi sapere cosa ne pensate! ^.^
Grazie mille per aver letto, alla prossima! ^.-

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Capitolo 2
*** Seconda elementare ~ Angioletto ***


Ooookay. 'Sera a tutti...

Genteeee, sono stanca...ho sonno – nonostante l'ora non sia poi così tarda – e si vede...basta leggere cosa ho scritto! u.u Che tra l'altro non so bene neanch'io cosa sia... .-. Vabbuò...c'è ben poco da dire. ^^
Un grazie enorme a chi ha messo tra seguite e preferite e a chi a letto, grazie! <3 :3
E un grazie altrettanto enorme a
Eleanor_Devil per aver recensito! <3 :3
E ora, spero, buona lettura! ^.-


 


 

Seconda elementare ~ Angioletto


 

Raf passava lo sguardo dalla caramella nella sua mano a Sulfus e poi ancora caramella, Sulfus, caramella, Sulfus, in una catena quasi infinita, finendo col guardare il bambino con insistenza.

Quello era il giorno del suo compleanno, sette anni per la precisione, e sua mamma per festeggiare le aveva comprato le caramelle da regalare ai suoi compagni. Tuttavia c'era un problema: Sulfus.

Raf si girò ancora a fissarlo e, vedendolo ridere tranquillamente coi suoi amici, gonfiò le guance, scocciata. Lui nemmeno le aveva fatto gli auguri e ora lei era in dubbio se dargli quell'ultima caramella o meno. L'anno precedente quando lei gliel'aveva offerta – sempre per il suo compleanno – lui aveva rifiutato, rispondendole con superiorità che lui odiava le cose dolci.

A Raf quel bambino era sempre sembrato strano, insomma, come si faceva ad odiare le cose dolci? Ma non si sarebbe arresa,voleva che Sulfus le facesse gli auguri e che mangiasse la sua caramella!

Strinse la caramella in un pugno e con decisione si incamminò verso il moro, facendo scalpicciare le ballerine blu sul pavimento. Senza nemmeno guardarlo, prese Sulfus per un polso, allontanandolo dal resto della classe e trascinandolo in un angolo della stanza.

Il bambino si lamentò, puntando i piedi a terra e, quando Raf si fermò, non vece in tempo a dire una parola che si trovò una caramella davanti al naso.

«È il mio compleanno. Mangia.» ordinò la bambina.

Sulfus la guardò. Aveva il labbro inferiore sporgente, le sopracciglia bionde crucciate e le guance paffute colorate di rosso, probabilmente in imbarazzo.

Ghignò e sfilò la caramella dalle mani di Raf. Quando la mangiò, ciò che lo stupì maggiormente fu la reazione della bimba. Il viso di lei si era aperto in un bellissimo sorriso, che le illuminava il volto, e gli occhi brillavano di aspettativa. Quegli occhi azzurri erano decisamente troppo carini per appartenere ad una bambina qualunque.

«Allora?» chiese lei, saltellando sul posto, in ansia di sapere la risposta.

«Troppo dolce.» decretò, infine, lui, con un ghigno sulle labbra.

La felicità di Raf crollò rovinosamente. Incrociò le braccia al petto e sbatté un piede a terra, sbuffando d'irritazione. Quel bambino era definitivamente una cosa impossibile.

Lui ancora le esaminò gli occhi, che, nonostante l'espressione arrabbiata, rimanevano comunque troppo carini.

Senza alcun preavviso Sulfus alzò le mani al suo viso, strizzandole ogni guancia tra l'indice e il pollice.

«Buon compleanno, angioletto.»

Lei lo guardò dapprima confusa, regalandogli poi, per la seconda volta, uno splendido sorriso.


 


 

Angolo Autrice

Bene...grazie per aver letto...ho sonno...e voglio andare a nanna... ^.^
Ora vi lascio con un disegno di Raf fatto da me. ^^ (In pratica come io immagino una piccola Raf. ^^) ...spero si veda, anche perché io e i computer non andiamo molto d'accordo. Difatti l'immagine si vede storta... ^^” Nel caso l'immagine si veda...è molto evidente che non vado d'accordo con i pastelli? XD
Alla prossima! ^^


 

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Capitolo 3
*** Terza elementare ~ Angel&Devil ***


Ciao a tutteee! ^^
Finalmente sono tornata! Ce ne ho messo di tempo! u.u
Aaaallora, ringrazio chi ha letto, messo tra le preferite e le seguite! ^^
E ovviamente anche
Eleanor_Devil per aver recensito! ^.-

Su questo capitolo non c'è molto da dire, quindi, semplicemente, buona lettura! C;


 


 


 


 

Terza elementare ~ Angel&Devil


 


 

In quegli anni Sulfus aveva trovato in alcuni suoi compagni degli amici importanti. Aveva scoperto la loro indole pestifera e disubbidiente. Inutile dire che gli erano subito andati a genio.

Tra loro c'era un bambino in particolare che gli stava simpatico, si chiamava Gas. Era di tutti il più simile a Sulfus – ovviamente non uguale a lui, lui era il migliore! -, l'unico punto a suo sfavore era l'essere un'irrimediabile tontolone, un po' ottuso aveva constatato una volta. Però era esattamente il tipo di persona che gli piaceva, indisciplinato e ribelle, così un giorno lui, Gas e qualche altro bambino, ormai diventati inseparabili, avevano deciso di formare un gruppo: i Devil.

E poi c'erano loro, dolci, carine, gentili, in poche parole, rivoltanti. Tutte bambine votate all' “aiuto del prossimo”, se così poteva essere chiamato. Sulfus si chiedeva se si potesse essere più fastidiosi; più le guardava e più s'innervosiva. Insomma, dov'era il divertimento nel seguire le regole o nell'aiutare gli altri?! Tra l'altro, come se tutto il resto non gliele rendesse già poco tollerabili, le bambine si erano date anche un nome, un orribile e insensato nome: le Angels.

Anche loro avevano formato un gruppo e sventavano ogni “malefatta” che Sulfus e i suoi avessero in mente, e lì fu guerra!

Erano diventati come cani e gatti e tra tutti i peggiori erano Raf e Sulfus. Ogni occasione era buona per attacar briga e, ancora peggio, sfidarsi. Ogni qualvolta avessero da discutere finivano per sfidarsi. C'era stata la volta della corsa, poi del calcio e perfino del tris.

E in quel momento si trovavano nel giardino della scuola, Angel e Devil a fronteggiarsi per l'ennesima volta.

La sfida designata per quel giorno: palla prigioniera.

Raf, spalleggiata dalle sue amiche, puntò un dito contro Sulfus con aria di sfida.

- Questa volta non ce la farai, Sulfus. Preparati! -

Lui, armato di una palla blu sottobraccio, la guardò con arroganza.

- Vedremo, Angioletto. - e ghignò divertito, dando il via a quel nuovo duello.


 

 


 

Angolo Autrice

E anche questa è finishhhhh! ^^
Vi ringrazio per aver letto e spero che vi sia piaciuto. Ammetto che ero un po' a corto di fantasia .-.

Fatemi sapere cosa ne pensate!
Alla prossima! ^.-

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Capitolo 4
*** Quarta elementare ~ Germi ***


Buon dì carissime! ^^

Sooono tornata...dopo praticamente un mese! Chiedo venia. Q.Q

Comunque, a chi piace la domenica? (∩ _ ∩) A me tantissimo, visto che fino a un'ora fa stavo dormendo. Che bellezza. XD

Tra l'altro questo capitolo l'avevo iniziato, ma non riuscivo a finirlo... e poi boh, il tutto è stato misteriosamente ispirato da una canzone di un gruppo post-hardcore (parola che, nella mia ignoranza in fatto di musica, non ho idea di cosa significhi, che ho letto su Wikipedia, ma che adoro, perché anche solo pensarlo mi dà l'idea di essere una persona che se ne intende xD). E dico misteriosamente perché né musica né testo hanno niente a che fare con quello che ho scritto... .-.

Vabbé... questo capitolo è un po' strano, forse idiota, ma fa niente. ^^
Quando l'ho finito e l'ho riletto, ho pensato “Della serie: piccoli diavoli crescono.”

Bene, vi lascio al capitolo. ^^
Buona lettura!



 

 

 

Quarta elementare ~ Germi

 

 

 

 

« No, non lo farò mai, non voglio! » sbraitò il bambino, battendo i piedi a terra.

« E invece devi, Sulfus! Hai perso la sfida e adesso sei obbligato a fare penitenza! » asserì Gas, con le braccia incrociate.

Sulfus lo incenerì con lo sguardo, neanche avesse detto chissà quale eresia!

Tuttavia rimase per poco in silenzio, come a ponderare sull'affermazione dell'amico.

« Niente da fare, amico » scosse energicamente la testa, facendo ondeggiare ritmicamente i capelli neri « Non puoi costringermi! » affermò cercando di mantenere un tono il più convincente possibile. Aveva già perso quella dannata “battaglia” a braccio di ferro e adesso gli toccava pure fare penitenza?! Oltre al danno la beffa!

Perdere contro Gas, quell'imbranato - in senso positivo, infondo gli voleva bene...non troppo...giusto un po', ecco! -, era stata abbastanza umiliante, doveva assolutamente evitare quell'ulteriore smacco al suo orgoglio.

« Allora racconterò a tutti che il “Grande” Sulfus Zolfanelli, oltre a essere un perdente, non mantiene le promesse! »

Cos'è che voleva fare?

Nonostante fosse scioccato e adirato, non poté non sentirsi anche discretamente compiaciuto nell'apprendere le doti ricattatorie dell'amico. Era palese che avesse avuto un “Grande” - cioè pessimo - insegnante, che ovviamente era Sulfus; non che lui se ne vantasse, naturalmente!

Si sarebbe commosso – internamente, ovvio – se non fosse che il suo migliore amico stava ricattando lui.

Forse era un insegnante fin troppo bravo – quindi terribile –.

Doveva usare la testa! Gas non era una preda facile da raggirare, era un gran testone, cocciuto come pochi.

Doveva giocare d'astuzia!

Sotterfugi e scherzi erano il suoi pane quotidiano, sarebbe stato difficile, ma non impossibile - almeno sperava! -.

« Gas, come puoi farmi questo!? » incominciò, con tono melodrammatico « Non vorrai che il tuo migliore amico si ammali, vero?! »

L'unica cosa che ricevette da Gas fu un'occhiata confusa, accompagnata dal capo leggermente inclinato verso sinistra.

« Ma come? Stavi per mandarmi il patibolo senza saperlo?! » chiese ancora lui, fintamente stupito.

Gas boccheggiò, non capendo cosa intendesse dire Sulfus. E poi addirittura di patibolo parlava? Cosa ci fosse di tanto grave proprio non riusciva a capirlo.

Sulfus si concesse un sorrisetto, convinto ormai di averla vinta con quella sua messinscena.

« Non lo sai che le femmine hanno i germi! » affermò con una semplicità disarmante, attendendo la tanto amata vittoria.

Il silenzio cadde tra i due. Gas con un'espressione indecifrabile sul viso, mentre il moro sorrideva sornione.

E fu un quel momento, quando Sulfus sentiva già il sapore del trionfo, che Gas scoppiò a ridere sguaiatamente. L'altro era crollato nella confusione più assoluta.

Che aveva da ridere?! Dannato!

Lui, nel giro di qualche minuto, era stato capace di ordire un piano talmente perfetto da stupire anche sé stesso – modestia a parte – e quello rideva!

« Che cavolo hai?! » sbottò Sulfus. Si stava arrabbiando. Eccome se si stava arrabbiando! Odiava essere preso in giro sopra ogni altra cosa. E poi non si aspettava di certo una reazione simile, anzi, tutt'altro! Immaginava di vedere Gas prostrarsi ai suoi piedi, implorando perdono per aver quasi costretto il suo migliore amico a compiere quell'atto ignobile.

Okay, forse stava esagerando.

Gas tentò di calmarsi e, dopo essersi asciugato le lacrime causate dal troppo ridere, si rivolse all'amico.

« Non sono stupido, Sulfus » al che il moro fece una faccia scettica « Non crederai davvero che possa bermela questa? » e infine un'espressione di sconsolata rassegnazione.

Gas poggiò con fierezza, e una nota di divertimento, una mano sulla spalla di Sulfus « Vai e fatti onore, amico! »

Lo sguardo di Sulfus si assottigliò e, se solo avesse potuto, avrebbe incenerito l'altro lì, sul posto.

« Cos'è, paura? » lo stuzzicò nuovamente Gas.

Si scagliarono un'occhiata di sfida, entrambi convinti che sarà l'altro a cedere per primo.

Alla fine Sulfus si rassegnò – quel capoccione era troppo testardo per anche solo pensare di farlo desistere – e, di gran carriera, si fiondò in corridoio.

Sgusciò tra tutti i bambini che, felici e contenti, si godevano la ricreazione. Quando vide il suo obbiettivo, gli si avvicinò il più velocemente possibile – forse anche troppo visto che aveva fatto cadere a terra un paio di bambini -.

La prese per un polso, facendola girare. I boccoli biondi svolazzarono e gli occhi azzurri si spalancarono sorpresi.

Senza alcun preavviso, Sulfus le scoccò un bacio sulla guancia, facendola arrossire all'inverosimile.

Anche lui arrossendo lievemente, le diede le spalle.

« Adesso vedi di non montarti la testa... » e se ne andò, addirittura più velocemente di come era arrivato, lasciando la piccola Raf che, con sguardo trasognato, si sfiorava la guancia.

 

 

 

Angolo Autrice

 

E anche questa è andata, alèèè! (∩ _ ∩) Aaallora com'era? Piaciuta? ^^
*Frinire delle cicale*

Bene, bene... prima di dimenticarmi! Ringrazio adesso, visto che non l'ho fatto prima. (Maleducataaaa! NdTutti) (Sorry... Q.Q ndMe) (Pentiti! NdSulfus) (Ehi, cavolo ci fai qua?! ò.O ndMe) (Infierisco. NdSulfus) (Adesso, SCIOLA! Torna nella storia, che poi mi dimentico cosa dovevo scrivere! Via, via, via! NdMe) (Schizofrenica... ndSulfus) (VIAAAAA! NdMe)

Viva la tranquillità! ^^

Allora, ringrazio chi legge/preferisce/segue/ricorda, grazie ciccine! ^^

...oggi sono troppo dolce...=.= Vedrò di porvi rimedio. u.u

E poi ringrazio TANTISSIMISSIMO, ovviamente, chi recensisce. ^^
Ovvero:
Eleanor_Devil, SilverEmperess001 e errewaylove4ever9.

Thankssss! ^^

Detto questo, alla prossima!!! =^.^=

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Capitolo 5
*** Quinta elementare ~ Come la sabbia nelle mutande ***


  Mi prostro ai vostri piedi e vi chiedo umilmente e penosamente perdono!!
  È passato più di un anno, e nemmeno me ne sono accorta!! Q.Q Poi magari a nessuno glie ne frega un ciufolo se sono di nuovo qui o meno, sta di fatto che è passato UN ANNO…sono un essere ignobile e senza cuore. Q.Q
  Comunque, sono tornata con i nostri cicciosissimi protagonisti, che sono finalmente approdati alla quinta elementare! :D Anche se questa One-shot di 989 parole ( Che numero simpatico. :3 ) non è propriamente ambientata a scuola…anzi, a onor del vero la scuola non c’entra un tubo. Diciamo che sono un po’ uscita fuori tema, e anche su come ho trattato il carattere dei personaggi non sono molto sicura. ^^’
  Detto ciò vi lascio alla lettura, sperando veramente che vi piaccia e ringraziandovi enormemente se lo leggerete. ^^’

 
 
 
 
 
Quinta elementare ~ Come la sabbia nelle mutande
 
 
 
 
  Mamma e papà l’avrebbero pagata cara, questa volta. Il fatto che fossero adulti non gli permetteva di fare tutto ciò che volevano…giusto?
  « Raf, tesoro, sarà divertente. » cercò di convincerla suo padre, mentre tirava fuori le valigie dal bagagliaio dell’auto.
  La bambina sbuffò, incrociando le braccia al petto.
  « Lui non doveva venire. » mugugnò, gonfiando adorabilmente le guance in un’espressione infastidita.
  « Non potevano lasciarlo a casa da solo. » cercò di farla ragionare.
  La bimba sbuffò « Potevamo andare noi in vacanza da soli. »
  Suo padre la guardò un attimo con aria stupita, poi si concesse una lieve risata, mentre trascinava i trolley sul viottolo.
  Raf si sedette a terra, scocciata, poggiando il viso sui pugnetti. Si concedette di guardare la distesa di acqua cristallina e azzurra e la spiaggia bianca proprio dall’altro lato della strada. C’era un gruppo di bambini che giocava a pallone e altre persone stese a prendere il sole. Da che ne aveva ricordo, i suoi genitori l’avevano sempre portata lì a passare le vacanze, ormai era una tradizione. Stavano nella vecchia casa dei nonni, una grande villetta bianca, luminosa e ariosa con uno stupendo giardino pieno di fiori. Praticamente un sogno! Solo una cosa quell’anno stonava. C’era quell’unico, piccolo e – per quanto insignificante – persistente e fastidioso difetto, che rendeva tutto inverosimilmente…insopportabile.
  Nemmeno l’avesse detto ad alta voce, un macchinone nero accostò al marciapiede, davanti all’auto dei suoi genitori. Ne uscì una donna, a lei ormai familiare, che le sorrise con garbo.
  « Che fai lì a terra, angioletto? Così ti sporchi tutta. » le parlò la donna.
  « Ciao, angelo. » una figura beffarda spuntò dall’altro lato del veicolo, sulle spalle uno zainetto rosso e nero « Noiosa, come al solito. Non hai idea di come ci si diverta. » la accusò, vedendola seduta a far nulla.
  « Sulfus, non ti permettere! » lo riprese prontamente la donna, che poi con cipiglio severo ordinò « Chiedile scusa, avanti! »
  Il bimbo liberò uno sbuffo impertinente, si girò verso Raf e, notandola ancora più infastidita di prima, sorrise, come per schernirla; solo un lembo delle pallide labbra stiracchiato verso l’alto. « Scusa. » disse, con l’ironia che traboccava da ogni lettera.
  Insopportabile, decisamente.
 
*
 
  Gli Zolfanelli sembrava essere diventati amici di famiglia, tanto da decidere di invitali a passare le vacanze assieme… com’era potuto succedere? Tutta colpa dei colloqui genitori-insegnanti, dove la madre di Sulfus aveva amorevolmente fatto amicizia con quella di Raf. Poi entrambi i loro padri aveva scoperto l’hobby comune della pesca e da sì si era dato il via a cene mensili, che spesso – e malvolentieri, per Raf – diventavano settimanali, a cui anche i figli delle rispettive famiglie erano costretti a sottostare. E ora anche le vacanze estive.
  “Incredibile!” Raf puntò i piedi nella sabbia, mentre guardava da lontano Sulfus che distruggeva il castello di sabbia di un povero bambino, che mancava poco che scoppiasse in lacrime.
  Un Devil. Non era altro che uno stupido Devil e nulla di più! Solo questo riusciva a pensare, vedendo Sulfus ridere sguaiatamente, dopo essersi divertito a calpestare il cumulo di sabbia bagnata.
  Raf era furibonda, forse fin troppo, ma non se ne curò. Invece, partì a passo di marcia. Calpestò con rabbia la sabbia incandescente, tanto che per un momento credette di aver spruzzato della sabbia in faccia a un tipo sdraiato al sole. Comunque nemmeno di quello le importava.
  « TU! » quasi urlò, appena era arrivata nelle vicinanze di Sulfus, che come trafitto da una freccia si pietrificò, guardandola confuso e, forse, anche un po’ spaventato.
  Raf si piegò verso il bambino seduto a terra, che ancora piangeva « Non ti preoccupare, piccolo. Adesso a rifarti il castello ci pensiamo io… » si prese del tempo per incenerire Sulfus con gli occhi « …e questo stupido. » e Sulfus non ci mise nemmeno mezzo secondo a rispedirle lo stesso sguardo.
  « Non vedo perché dovrei farlo. » esclamò roteando gli occhi al cielo.
  « Perché io so che dormi ancora con la luce accesa. » replicò, sfidandolo.
  Gli occhi dell’altro si all’argarono all’inverosimile. Come aveva fatto quell’arpia a scoprirlo?!
  “Forse perché vivete nella stessa casa da una settimana, genio?” gli suggerì una voce altezzosa nella sua testa. Guardò quella strega travestita da angelo, sperando di capire cos’avesse in mente. Non avrebbe mai osato dirlo a qualcuno…vero?
  Negli occhi di Raf, però, infiammava un’accesa determinazione che gli suggeriva che, no, non stava affatto scherzando.
  Che gli toccava sopportare!
  Si abbassò a recuperare il secchiello da terra « Allora, quante torri aveva ‘sto castello, uhn? » sospirò rassegnato, mentre Raf esultava.
  “Insopportabile…”
 
*
                                                                               
  « E con questo abbiamo finito. » Raf si alzò da terra soddisfatta, ammirando il castello di sabbia abbellito con tanto di bandierine.
  « Ne sei sicura? »
  Non fece in tempo a girarsi che si vide scagliare addosso una palla di sabbia bagnata.
  « Sulfus, smettila! » stillò e intanto il bambino se la rideva, facendo ondulare le ciocche nere.
  Allora Raf si concedette una piccola vendetta. Si avvicinò al mare riempì il secchiello, fino a poco prima usato per costruire il loro stupendo castello, e lo rovesciò addosso a Sulfus, fermando le sue risate e appiccicandogli i capelli al viso.
  « Questo non lo dovevi fare! » con sguardo gelido si avventò su Raf e iniziò una guerra a palle di sabbia, all’ultimo sangue.
  Più lontano le madri dei due li guardavano rotolarsi nella sabbia e urlarsi contro.
  « Devono starsi divertendo un mondo, non trovi? » disse la madre di Sulfus.
  L’altra non poté che dagli ragione, annuendo « Dovremmo andare in vacanza assieme anche a Natale. »
  E la madre di Sulfus si voltò, quasi folgorata, con un sorriso enorme in viso « Sarebbe un’ottima idea! » e soddisfatte le madri tornarono a chiacchierare, mentre i loro figli, imperterriti, continuavano a schizzarsi e ricoprirsi di sabbia, ignari quello a cui, controvoglia, stavano andando incontro.
 


 
 
 
Angolo autrice
 
  Bene, bene…finito!! :D
  Non tutta la storia, ovviamente, ma solo il quinto capitolo. Eh sì, perché ce ne saranno altri! Presto, si spera. u.u Quindi inizierà il periodo delle medie! Ma io sto agognando le le superiori, solo per poter scrivere miriadi di fluffosità. Afhdkslgh *o*
  Detto questo, ringrazio tutte le anime pie che daranno retta alla povera anima pia, che poi sarei io, che non fa altro che blaterare in questi spazi, comunemente chiamati angoli autrici o autori. u.u E appena avrò postato il capitolo risponderò alle vostre stupende recensioni. ❤
  Quindi, vi saluto e vi ringrazio immensamente! ^_^
  Alla prossima! :D

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Capitolo 6
*** Prima media ~ Le prime punizioni ***


  Ciao a tutti! :D
  Allora, scusate il ritardo (come al solito…mi sa che anche voi avete perso ogni speranza. xD), comunque in generale quest’anno è stato, nel complesso, abbastanza pensante. A Giugno non sono riuscita a scrivere questo capitolo perché era tempo di maturità (lo so perfettamente che molti di voi hanno tremato a questa parola! xD).
  Comunque luglio mi ha dato il tempo di scrivere un pochettino…se non fosse che questo capitolo continuava a venir fuori più che schifezzoso! Per farvi una panoramica di come stava andando la scrittura: avevo tre possibili inizi, con tre cose più o meno simile da scrivere e non me ne piaceva nessuna! Alla fine penso di aver scelto la meno peggio. :/   La scrittura un po’ a rilento è dovuta anche al fatto che questo capitolo non mi soddisfa per niente…
  Tuttavia, sorvolando i miei scleri da autricetta di paesello, lascio a voi l’arduo compito di giudicare!
  Buona lettura! ;D
 
 
 
 
 

Prima media ~ Le prime punizioni

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  Quando l’ennesima pallina di carta l’aveva colpita sulla nuca, Raf non ci aveva visto più! Si era alzata di scatto, quasi facendo cadere la sedia, e si era voltata verso quegli hooligan travestiti da bambini. Si era sfogata come mai aveva immaginato di poter fare prima di allora. Non aveva urlato, ma – cavolo! – quel discorso sarebbe rimasto negli annali! Gli sguardi di tutti erano allibiti.
  Sulfus aveva ancora una pallina in mano e si era come pietrificato. Le era sembrato una di quelle statuette che si piazzano in giardino.
  Sulfus, il nano da giardino.
  Aveva ridacchiato sul momento. Poi si era ricordata di essere a scuola, più precisamente in classe, proprio nel bel mezzo di una lezione. “Stupendo…” aveva pensato. E poi: illuminazione! C’era anche qualcun’altro in classe, qualcuno di decisamente più minaccioso.
  Raf si era voltata verso la cattedra con una calma sovraumana, dettata dalla paura di quello che sarebbe potuto accadere, aveva ipotizzato.
  Se l’incredulità e l’ansia non gliel’avessero impedito, sarebbe scoppiata a ridere. La professoressa l’aveva guardata come fosse appena atterrata in mezzo all’aula con una navicella spaziale. Gli occhi erano spalancati; piatti e tondi come i piattini del servizio da tè della nonna.
  Raf aveva pensato che avrebbe potuto sfruttare il momento per darsi alla fuga, e magari non tornare mai più, ma era durato pochi secondi, abbastanza perché la prof si risvegliasse dallo stato catatonico e sgridasse lei e Sulfus con una voce che mai nessuno aveva immaginato potesse uscire da un corpicino così minuto.
  Non aveva nemmeno avuto il coraggio di sospirare per la rassegnazione, tanto era tesa. Lei, studentessa modello – un po’ cocciuta, a volte, ma nessuno è perfetto –, era stata richiamata per la prima volta in tutto l’anno scolastico.
  Essendo la fine dell’anno quasi imminente, l’insegnante, piuttosto che dare chissà quali crudeli punizioni, aveva semplicemente chiesto che i due svolgessero assieme i propri compiti fino all’inizio delle vacanze estive, nel limite del possibile, ovviamente. E, per precauzione, scrisse un comunicato sui loro libretti, che avrebbe voluto veder firmato dai loro genitori il giorno seguente.
  Ecco come Raf si trovava ad affrontare un faticoso – e, sembrerebbe, infinito – pomeriggio a casa Zolfanelli. Con Sulfus. Ovviamente.
  Raf si era semplicemente seduta al tavolo del salotto, con la penna alla mano e tutti i libri nelle cartella lasciata a terra. Si era quasi rassegnata a dover passare così anche le vacanze estive. Quando le loro madri erano venute a saperlo, avevano approfittato della cosa per passare il maggior tempo possibile assieme. Quando si dice la fortuna!
  Quello che a Raf ancora non era chiaro era come potesse fare i compiti con Sulfus, senza Sulfus. Stava, infatti, aspettando che il signorino la degnasse della sua onorevole presenza da almeno una mezz’oretta. Se non fosse arrivato subito, avrebbe iniziato senza di lui!
  Neanche avesse urlato il suo nome, vide Sulfus zampettare giù dalle scale, coprendo uno sbadiglio con la mano.
  « Beh, buongiorno » sibilò Raf con una punta di acidità. Lei lo stava aspettando e lui dormiva beatamente!
  Sulfus grugnì in risposta, passandosi una mano sulla nuca.
  « Forza, dobbiamo fare i compiti » disse lei, per un momento fiduciosa che il bambino fosse sceso per quello.
  Al contrario il moro le diede le spalle stravaccandosi sul divano di pelle nera. «Fa quello che vuoi, Angelo, ma non contare su di me »
  « Non pensarci nemmeno! Non puoi presentarti a scuola senza averli fatti! »
  « L’importante è che uno di noi due li faccia, ti pare? » e le sorrise sornione, sporgendosi dalla testiera del divano, per poi ributtarsi giù.
  Raf era sconvolta. « Non ti farò copiare i miei compiti, te lo puoi scordare! »
  Quasi non ci credeva, quello scansafatiche! E mentre tentava con tutte le sue forze di non arrossire dalla rabbia, le venne un’illuminazione. Guardò il divano e sogghignò. In un modo o nell’altro lo avrebbe convinto.
  Si schiarì la gola e parlò, fingendo di essere indispettita « Anche uno stupido riuscirebbe a fare questi esercizi » Sembrava quasi altezzosa.
  Sulfus parve venire attraversato da una scarica elettrica, tanto si alzò velocemente. « Io non sono uno stupido »
  « Sarà » sospirò teatralmente Raf « Non è che non vuoi venire qui ad aiutarmi perché non ne sei affatto capace? »
  Se fosse esistito un premio per il miglior piano diabolico, Raf l’avrebbe vinto senz’ombra di dubbio. Altro che Sulfus e i suoi dannatissimi scherzi!
  E, infatti, come aveva previsto, Raf non trovò il tempo di aggiungere altro che Sulfus  l’aveva già raggiunta e si era seduto al tavolo affianco a lei.
  « Dai, fammi vedere, incapace! » le strappò i libri dalle mani con un impeto tale che Raf ne rimase più che sorpresa   « Ho capito che vuoi il mio aiuto perché non sai farli sa sola, sai? » detto questo si curvò sul tavolo, mentre un’espressione concentrata gli increspava la fronte. Raf lo vedeva chiaramente in difficoltà, come se non fosse sicuro di quello che avrebbe dovuto fare. Così, reprimendo quel sorrisetto soddisfatto che le usciva naturale, decise di aiutarlo, tuttavia con un po’ di discrezione.
  « Guarda, io avevo pensato di fare così » gli mostrò, prendendo un foglio di brutta e scribacchiandoci sopra « Secondo te potrebbe andare? »
  « Sì… »
  Raf fissò ancora le sopracciglia crucciate del bambino e, sempre lievemente divertita, continuò « E qui, non saprei, magari così? Sembra giusto, no? » e regalò a Sulfus uno spontaneo e bellissimo sorriso.
  Sulfus sembrò risvegliarsi di colpo « Sì, sì! Assolutamente! Era proprio quello che volevo fare io! » annuì convinto, ostentando una sicurezza che, tuttavia, in quel momento non gli apparteneva per nulla.
  « Perché non vai a prendere i tuoi libri, così mi aiuti a farli, visto che insieme siamo così bravi? » lo esortò Raf, che nel frattempo sperava di non dover tornare a litigare.
  « Tutti merito mio, ovviamente! » affermò tronfio e, poi, si alzò subito dalla sedia e corse su per le scale « Aspetta, arrivo! »
  E Raf aorrise, contenta della buona riuscita del suo operato.
  Quello che non si sarebbe mai aspettata, però, fu il resto del pomeriggio, Scoprì che, quando voleva, Sulfus sapeva essere una bella persona con cui parlare e si rese conto, inoltre, che passare del tempo insieme non era né inutile né fastidioso. Anzi, era tutto il contrario.
 
 
 
 
 
 
Angolo dell’autricetta di paesello
 
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, e spero anche che non ci siano errori visto che non l’ho ancora riletto e corretto. ^^’
Forse Raf è un po’ OOC, ma mi serviva a fini letterari, diciamo. xD
Detto questo, come sempre, ringrazio chi ha messo la storia tra preferite/seguite/ricordate, chi la legge silenziosamente e anche chi recensisce! ❤
Vi saluto e vi auguro stupende vacanze!
 
PS: Partirò a breve e, a meno che io trovi un’idea che mi soddisfa prima di quel giorno, avrete mie notizie tra un po’. :’(
Bie, bie! ❤

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Capitolo 7
*** Seconda media ~ A Natale ogni scherzo vale ***


Ohilà! :D
Allora, ci ho messo un po’ e mi scuso per questo. So Alcune di voi oggi potrebbero aver iniziato la scuola e quindi dedico questo capitolo assolutamente fuori tema a voi, sperando di rallegrare la giornata! :D
Buona lettura!


 
 
 

Seconda media A Natale ogni scherzo vale 

 
 
20 Dicembre
 
  « Mi sento preso in giro. »
  Le parole “vacanze natalizie” avevano riempito Sulfus di talmente tanta gioia che, quando i suoi genitori gli avevano annunciato che avrebbero passato una settimana in montagna, dentro alla valigia aveva messo pure i libri di scuola. Certo, non si sarebbe mai sognato di fare nemmeno mezzo compito, ma l’intenzione era comunque lodevole.
  Aveva passato i giorni antecedenti alla partenza a  pregustarsi le battaglie a palle di neve, i pupazzi di neve, le rotolate sulla neve, le scivolate con lo slittino…sempre sulla neve. Insomma, tanta neve.
  E non c’è nulla di meglio che un bambino possa immaginare, se non ampi spazi aperti colorati da tanta neve bianca.
  Fiducioso, dunque, si era caricato in spalla il suo fidato zaino nero ed era partito all’avventura con i suoi genitori.
  Quello che non si aspettava era Raf che lo guardava stupita dal centro del salotto di un grazioso appartamento di montagna. E, evidentemente, nemmeno lei se lo aspettava.
  « Sorpresa! » gridarono all’unisono i loro genitori, meritando un’occhiata da Sulfus che sembrava tanto dire “Non prendetevi gioco della mia intelligenza, qui non c’è nulla di cui essere contenti”
  « Passeremo le vacanze insieme, è una cosa che abbiamo deciso all’ultimo momento. »
  « Non siete contenti? Tutti assieme! » Dissero i coniugi Zolfanelli sorridenti.
  Raf e Sulfus si guardarono e, in quel momento, non riuscirono a fare altro se non pensare un'unica cosa: i loro genitori non potevano essere persone normali.
 
 
21 Dicembre
 
  « Tu credi che facciano apposta? » domandò Raf a Sulfus, mentre addobbavano il piccolo abete di plastica, piazzato in un angolo della stanza.
  « Non lo so, ma certo si divertono. » rispose lui, scoccando un’occhiata incandescente ai loro genitori che viaggiavano da una parte all’altra della casa per appendere decorazioni ovunque.
  Non avevano mai fatto tutti quei preparativi per Natale e ora erano presi da una foga incredibile. Apparentemente, stare tutti assieme li aveva mandati in brodo di giuggiole.
  « Ecco cosa ci vuole! » esclamò Sulfus improvvisamente.
  « Eh..? »
  « Vendetta! »
  Per poco ci fu solo silenzio tra i due e, come sottofondo, i passi concitati dei loro genitori.
  « Scherzi, vero? » Disse Raf, decisamente poco convinta.
  « Affatto! » e iniziò a litigare con uno dei ganci per appendere le palline, come se nulla fosse.
 
 
22 Dicembre
 
  « Allora, questo è il piano, capito? »
  « Sì, sì, ma non sono molto convinta. Sei sicuro che… »
  « Raf, per cortesia, hai presente con chi stai parlando? Ormai sono abituato a queste cose! »
  « … »
  « Beh?!  »
  « Sulfus, hai detto davvero “per cortesia”? »
  « Ma dai! Ti interessa questo? Sul serio?! »
  « Non pensavo conoscessi espressioni del genere… »
  « Non sono stupido! »
  « Mi hai stupito, da te non me lo aspettavo. »
  « Oh, andiamo, non essere ridicola! »
  « Sto iniziando a rivalutarti, sai? »
  « … »
  «Intellettualmente parlando, ovviamente. Non sperare in nulla di più, non… »
  « Va bene, va bene, ho capito, adesso piantala! »
  « Okay, calmati! Dovresti essere contento, stavo quasi per farti un complimento! »
  « Veramente? »
  « Adesso non gasarti, però, per me rimarrai comunque il solito tonto. »
  « Lasciamo stare…hai capito cosa dobbiamo fare? »
  « Sì, sì, anche se continuo a pensare che sia una pessima idea. »
  I due uscirono la loro nascondiglio dietro a un muretto di pietra che stava nel giardino e si avvicinarono il più silenziosamente possibile ai loro genitori, mentre questi chiacchieravano tranquillamente sotto la neve che cadeva sulle soro teste.
  Sulfus fece dei segnali a Raf, che annuì, sorridendo divertita. Si chinarono a terra e gli adulti, senza quasi accorgersene, si ritrovarono bombardati da una pioggia di palle di neve, mentre Sulfus compiaciuto pensava   “VENDETTAAA!”.
 
 
24 Dicembre
 
  « Col senno di poi, avremmo dovuto aspettarcelo, non ti pare? » gli disse Raf, sconsolata.
  « Ah! » sospirò Sulfus, frustrato « Non farmici pensare! »
  Raf abbassò lo sguardo e diede un’occhiata ai suoi vestiti e, poi, a quelli di Sulfus. Un elfo e una renna. Certo i loro genitori avevano uno spropositato senso dell’umorismo.
  I loro genitori li avevano costretti a vestirsi cos’ perché “Fa parte dello spirito natalizio!” “E, poi, siete così carini!”, ma loro li avevano visti i sorrisi furbetti sulle facce soddisfatte dei loro genitori mentre scattavano loro delle foto che avrebbero reso immortale quell’imbarazzante e dimenticabilissimo momento.
  « Non ce lo faranno dimenticare tanto facilmente. » constatò Raf, mentre entrambi guardavano i loro genitori commentare carinamente le foto appena fatte.
  « Lo so. » grugnì Sulfus, con le sopracciglia aggrottate.
  « Guai a te se organizzi chissà-che-cos’altro, chiaro? »
  Sulfus sbuffò « Non ti preoccupare, nessuna vendetta o roba simile…anzi, qualcosa di decisamente meglio! » Raf spalancò gli occhi e lo guardò allibita e anche un po’ arrabbiata « E tu verrai con me! »
  « Ma tu sei pazzo! Assolutamente no! »
 
***
 
24 Dicembre – Notte fonda
 
  Raf sbadigliò rumorosamente, grattandosi il retro del collo con una mano, mentre l’altra andava a coprirsi la bocca.   « Mi spieghi che perché diavolo mi hai svegliata a quest’ora, Sulfus? Stavo dormendo così bene. » e si stiracchiò, inarcando la schiena.
  « Shh! Vuoi parlare piano, altrimenti li svegli! » sussurrò lui, facendo con il capo alle stanze degli adulti.
  « Voglio dormire, Sulfuuus! » si lamentò sfregandosi gli occhi, con un’espressione assonnata in volto.
  « Adesso io e te andremo al piano di sotto e sbirceremo tutti i nostri regali per vedere quello che c’è dentro! » sussurrò lui, fiero di sé e della sua trovata.
  « Cos- Sulfus! Fra poche ore sarà la mattina di Natale, non ha senso! Potevamo restare a letto e aprire i regali domattina, come le persone normali! »
  « È una questione di principio, non mi aspetto che tu capisca. E adesso vieni con me! » disse, afferrandola per una mano e trascinandola giù dalle scale, mentre Raf si esibì in un grugno piuttosto offeso.
  Si immersero nel buio pesto del salotto, cercando a tentoni l’interruttore.
  « Sufus, veramente, non credo che sia- »
  « Shh, ho sentito qualcosa! » la zittì, fermandosi di botto.
  E all’improvviso…
  « BUH! »
  « WAAAAH! »
 
 
25 Dicembre
 
  La brutta esperienza di quella notte di certo aveva impartito ai due una lezione importante: mai fidarsi dei loro genitori, soprattutto se molto allegri e propensi a scherzare.
  Lo spavento che gli avevano fatto prendere li aveva fatti urlare talmente forte, che forse avevano anche svegliato i vicini. A quanto pare, non erano riusciti a capire come, i loro genitori li avevano preceduti, nascondendosi in salotto per poi uscire allo scoperto proprio quando loro erano appena entrati e la stanza era ancora immersa nel buio. A Raf era venuto il dubbio che non fosse la prima volta che Sulfus tentava di aprire i regali in anticipo.
  Il lato positivo fu che lei era potuta tornare a dormire.
  « Mai più una cosa simile, mai più. » sentenziò Raf, seduta al tavolo da pranzo, mentre mangiava pandoro e mascarpone, ancora vestita da elfo.
  Sulfus, accanto a lei borbottò, mentre si sistemava le corna da renna sulla testa. « Sono d’accordo. » fece una pausa, ma poi continuò « Almeno è stato divertente. »
  « Mmmh…abbastanza. » mugugnò Raf, cercando di trattenere un sorrisetto complice.
  Sulfus le tirò una gomitata giocosa « Tanto lo so che ti sei divertita. »
  Si fissarono per qualche secondo per poi scoppiare a ridere, ripensando a quegli ultimi giorni passati l’uno in compagnia dell’altra.
 


 
 
Angolo Autrice
 
E anche questo capitolo è andato! Spero vi sia piaciuto. E che un po’ vi abbia fatto ridere. C:
Ringrazio tutte coloro che fino ad ora hanno letto, recensito e messo la storia tra preferite/ricordate/seguite.
Alla prossima! :D

 

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