Il Filo Del Destino

di Nicole_91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** -Capitolo 1°- ***
Capitolo 2: *** -Capitolo 2°- ***
Capitolo 3: *** -Capitolo 3°- ***
Capitolo 4: *** -Capitolo 4°- ***
Capitolo 5: *** -Capitolo 5°- ***
Capitolo 6: *** -Capitolo 6°- ***
Capitolo 7: *** -Capitolo 7°- ***
Capitolo 8: *** -Capitolo 8°- ***
Capitolo 9: *** -Capitolo 9°- ***
Capitolo 10: *** -Capitolo 10°- ***
Capitolo 11: *** -Capitolo 11°- ***
Capitolo 12: *** -Capitolo 12°- ***
Capitolo 13: *** -Capitolo 13°- ***
Capitolo 14: *** -Capitolo 14°- ***
Capitolo 15: *** -Capitolo 15°- ***
Capitolo 16: *** -Capitolo 16°- ***
Capitolo 17: *** -Capitolo 17°- ***
Capitolo 18: *** -Capitolo 18°- ***
Capitolo 19: *** -Capitolo 19°- ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20° ***



Capitolo 1
*** -Capitolo 1°- ***


Ciao a tutti.. volevo scusarmi per ieri, per sbaglio ho postato male il capitolo...

Questa storia l ho scritta nel 2006, per vari svariati motivi l'ho un po' abbandonata..

Ma ora che finalmente ho qualche momento libero ho deciso di continuarla, spero che piaccia com'è piaciuta in passato...

Fino al capitolo 26 posterò velocemente perché è già scritta, poi spremerò il mio cervellino in modo da andare avanti..


Buona lettura

Baci Nicole.




-Capitolo 1°-





31 Agosto 2006

Per essere l'ultimo giorno del mese estivo era piuttosto freddo,il cielo era coperto da nubi grige che promettevano pioggia.
Una ragazza non molto alta,snella,capelli neri come la pece con le punte color rosso acceso e occhi azzurro cielo,era seduta su un seggiolino.
In quei occhi potevi specchiarti dentro erano come acqua,lipide, due iridi completamente pure.
Era nella sala di attesa dell'aeroporto di Bergamo.
Era venuta da Brescia in pullman non aveva voluto farsi accompagnare dai suoi parenti odiava gli addii.
Perché da quel giorno non li avrebbe più visti per un anno.
Era stata invitata dai suoi nonni materni che non vedeva da ben due anni.
Si erano trasferiti in Giappone a Tokyo per motivi di lavoro e l'avevano invitata a passare un anno con loro.
Non era stato facile convincere i suoi genitori ma alla fine avevano acconsentito.
Non stava più nella pelle avrebbe frequentato la terza superiore nel suo stato preferito,per fortuna con la lingua non aveva problemi la studiava fin da piccola.
Una voce femminile la riportò alla realtà.
-IL VOLO CON DESTINAZIONE TOKYO PARTIRà TRA MEZZORA PREGO I GENTILI PASSEGGERI DI SALIRE SULL'AEREO GRAZIE-
La ragazza si alzò si mise la borsa a tracolla che avrebbe portato in aereo e diede le valige alla cassa.
Uscì nel "parcheggio" degli aerei dovette aprire l'ombrello cominciava a piovere.
-Fantastico il mio primo viaggio in aereo con tanto di tuoni e fulmini- pensò ad alta voce.
Fece vedere il biglietto al controllore e salì a bordo.
Cercò il suo posto era il n°43,scavalcò piedi zaini dei passeggeri e si sedette al suo posto accanto al finestrino nella fila a destra.
Dopo cinque minuti si sedette accanto a lei un ragazzo,capelli biondi legati in una treccia,occhi bellissimi e strani,erano due occhi color giallo-oro.
Era vestito con dei jeans neri e sotto il cappotto lungo rosso si poteva intravedere una maglietta nera era completamente fradicio.
A ruota arrivò un gigante coperto da un impermeabile verde e un cappello marrone sulla testa era...
"Un' armatura?" pensò stranita la ragazza.
-Ciao- li salutò con un sorriso.
-Ciao- la salutò il robot,aveva una voce da bambino che rimbombava in quell'armatura.
-Ciao- bofonchiò con scarso entusiasmo il ragazzo biondo.
"Evviva l'allegria" pensò lei.
-Io mi chiamo Luana- disse con un gran sorriso la ragazza allungando la mano verso l'armatura che sembrava molto più socievole del biondino.
-Ciao io sono Alphonse ma gli amici mi chiamano Al,lui invece è mio fratello Edward- indicò il ragazzo seduto a fianco.
-Tu sei il fratello minore?- domandò la ragazza rivolta a Edward.
-No il maggiore- rispose seccato.
-Oh......Scusa ma sembrava il contrario- rise lei.
-Cosa vorresti dire che sono fagiolino invisibile all'occhio umano??????- sbottò più che irritato.
-Bhè sicuramente non sei un gigante- rise sarcastica.
-Pensa alla tua di statura- incrociò le braccia al petto.
-é vero non sono tanto alta ma non ne faccio una tragedia- alzò le spalle Luana.
Al guardava i due ragazzi mentre "parlavano" più che parlare si urlavano battute sarcastiche.
Neanche un minuto che si conoscevano e già litigavano.
Suo fratello aveva trovato pane per i suoi denti.
Luana già li piaceva.

Era passata un ora e da quello che le aveva detto una Hostess mancavano ancora 11 ore per arrivare a Tokyo.
11 pallose ore.
Al si era addormentato e Edward giocava con la Play, o almeno tentava di giocare.
Luana prese la sua borsa e tirò fuori il suo lettore cd e si mise ad ascoltare la sua musica.
Lo ascoltò per circa cinque minuti,non ne poteva più un deficiente continuava a imprecare contro il gioco,come se ne avesse colpa.
Spense seccata il suo lettore e rubò dalle mani del ragazzo il Joistick -Ma che cazzo fai?- sbottò.
-Questo livello è una cazzata da bambini dell'asilo- e gli ridò Joistick lanciandoglielo sul ventre.
-Non mi serviva il tuo aiuto....ci sarei arrivato da solo- borbottò.
-Tranquillo l'ho fatto con piacere- rise sarcastica.
-Hn- riprese a giocare.
"Dio,lo conosco solo da un ora e già non lo sopporto" pensò rimettendosi le cuffie alle orecchie.

Le ore passarono in fretta.
Luana si divertì a parlare con Al e a prendere in giro quel tappo di Ed.
Erano due ragazzi in gamba.
Quello che non riusciva a capire è come potevano quei due essere fratelli.
Secondo la logica è impossibile avere come fratello un'armatura..
Se lo sentiva quei ragazzi erano speciali.
La ragazza si sentiva osservata,guardò nella fila a sinistra e incrociò due occhi color rosso fuoco che si intravedevano dietro a dei occhiali da soli fini.
Una cicatrice a X li segnava il viso,indossava un cappotto nero e un cappellino blu scuro.
Luana rimase paralizzata nel vedere quei occhi.
-Ehi Luana ci sei?- Ed li sventolò la mano davanti agli occhi.
-Eeh?!?Si si ci sono- si riprese lei.
-Ma che guardavi?- domandò Al.
-Niente niente- e si rimise a leggere la sua rivista.
-I GENTILI PASSEGGERI SONO PREGATI DI ALLACCIARE LE CINTURE DI SICUREZZA ATTEREREMO A TOKYO TRA MEZZORA-
Tutti i passeggeri compresi i tre ragazzi si allacciarono le cinture e dopo mezzora esatta l'aereo cominciò a planare fino ad atterrare.
Sulla capitale del Giappone c'era un bel sole che illuminava e scaldava la città.
Scesero dall'aereo.
Luana si guardò in giro l'uomo dagli occhi rossi era sparito.
Non ci pensò più.
Presero i rispettivi bagagli.
-Bene ragazzi è stato un vero piacere- sorrise la ragazza.
Abbracciò Al e si sorprese nel sentire che anche se era di metallo il suo corpo emanava calore.
Salutò con la mano Ed e li diede le spalle per uscire dall'aeroporto.
-Guarda che se mi abbracci non ti mangio- disse finto offeso.
-Ooh Ed- la ragazza si girò -Se volevi un abbraccio bastava dirlo- rise maliziosa.
Lui arrossì.
Lo abbracciò e li diede un piccolo bacio sulla guancia.
Lei sorrise vedendolo arrossire vistosamente.
-Ciao Ciao-
E corse.
-CI SI VEDE LULU- le urlò Edward.
Lei si bloccò e si volto con il fumo che le usciva dalle orecchie.
-NON PENDRE IL VIZIO DI CHIAMARMI COSI,TAPPO- li urlò in risposta facendoli le lingue.
-NON CHIAMARMI TAPPO- urlò lui.
Al stufo lo prese per il cappucciò e se lo trascinò dietro mentre il biondino si dimenava imprecando in tutte le lingue.
-é una ragazza dal carattere forte non credi fratellone?!E poi è carina-
-CARINA?!?!CARINA?!?!QUELLA è TUTTO TRANNE CHE CARINA GLIELA TAGLIO QUELLA LINGUACCIA!!!!DOVREBBE GUARDARSI LA SUA DI STATURA!!!- sbottò facendo venire un grande gocciolone sulla testa ad Al.
-Comunque- riprese contegno -Andiamo dobbiamo fare rapporto a Roy se no chi lo sente quello- e uscirono dall'aeroporto.

Luana uscì e guardò il cielo azzurro come i suoi occhi.
Respirò profondamente,finalmente era in giappone.
-TESORO PICCOLA MIA!!!!- lei si girò e venne abbracciata o meglio stritolata da una donna non tanto alta capelli castano scuro (tinti) e occhi nocciola sui cinquant'anni.
Lei ricambiò l'abbraccio -Nonna sono felice di vederti!!!-
-Ciao pulcino- un uomo alto capelli grigi un pò di barba grigina sul mento occhi marroni scuri.
Li sorrise dolce.
-Nonno- lo abbracciò forte -Quanto mi siete mancati-
Presero le valige e salirono sull'auto.
Lei dal finestrino guardò l'aeroporto.
"Spero di rivedervi presto ragazzi" pensò sorridendo.
Iniziava un nuovo anno diverso e fantastico.
Ma anche pieno di nuove rivelazioni e avventure.



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Capitolo 2
*** -Capitolo 2°- ***


Una sveglia suonava come impazzita.
-Mmh?AAAAH NONNAAAA PERCHE’ NON MI HAI SVEGLIATO?!?- saltò in piedi sul letto come una molla una ragazza dai capelli corvini con delle punte rosse acceso e delle iridi azzurre cielo.
Prese in mano la sveglia 07:50.
Aveva solo 10 minuti.
Era passata una settimana dal suo arrivo a Tokyo e oggi sarebbe iniziata la scuola.
Entrò come una furia in bagno,ma si bloccò sulla soglia.
Il bagno era occupato da un ragazzo alto,capelli castano scuro un po’ lunghi dietro la nuca,due iridi color cioccolato,indossava dei boxer neri e era a dorso nudo,si stava lavando i denti.
Lei sussurrò un “scusa non volevo” e chiuse la porta,per poi riaprirla di scatto –E tu chi saresti?!?!-
-Jess- sputò nel lavandino il dentifricio e si risciacquò la bocca –Sono arrivato stanotte,i tuoi nonni mi offrono ospitalità e io pago l’affitto- uscì dal bagno e poi si girò a guardare la ragazza –Carino il pigiama. Svegliati o faremo tardi-
Luana si guardò il pigiama con ricamati dei porcellini rosa,arrossì e si rinchiuse in bagno.
Si vestì mettendosi la divisa scolastica.
Una camicia bianca con sopra un maglioncino verde,gonna che arrivava qualche centimetro sopra le ginocchia sempre verde,alle caviglie dei scaldamuscoli bianchi,e una cravatta rossa.
Vestita,scese in cucina –Ciao nonna-
-Ciao tesoro hai già conosciuto Jess?-
-Sisi ora vado- addentò una fetta di pane tostato e si avviò verso l’ingresso.
-Hey nana aspetta-
Luana si girò con sguardo assassino stampato in volto (Stile Ed) –Nana a chi?!-
-Quante nane vedi in casa?- la ragazza stava per ribattere, ma intervenne la nonna a calmare le acque –Ragazzi sono le 8-.
-LE 8?!- esclamarono in coro,entrambi uscirono di casa e cominciarono a correre a perdifiato.
-è tutta colpa tua- sbottò Luana.
-Senti sei stata tu a stare sulla soglia del bagno a guardarmi 10 minuti….Nana-.
-Senti un po’ il mio nome è Luana chiaro?!?!L-U-A-N-A- entrarono nel cortile della scuola.
Ad attenderli davanti all’ingresso della scuola c’era un omettino basso e cicciotello,calvo solo in mezzo alla testa,baffetti bianchi e occhi marroni indossava un camice bianco.
-In ritardo già il primo giorno?- domandò 
-Ci scusi- mormorarono insieme.
-Dai forza entriamo-
Entrarono nella scuola,il professore li camminava davanti –Io sono il vostro professore di Scienze mi chiamo Noboru Tsukawa. Vi condurrò nella classe e appena ve lo dico io entrate e vi presentate-.
Arrivarono davanti ad una porta scorrevole con scritto 3°F,il professore entrò e fece gesto ai due di aspettare fuori.
Il professore entrò in aula.
-Buon giorno e ben tornati ragazzi. Dunque prima di iniziare la lezione voglio presentarvi due nuovi studenti che ci accompagneranno tutto l’anno. Bene siate gentili con loro mi raccomando. Prego entrate pure-
I due ragazzi entrarono in aula la prima a presentarsi fu Luana –Piacere di conoscervi il mio nome è Luana Antonelli,vengo dall’Italia e spero di fare amicizia con ognuno di voi- fece un debole inchino e poi sorrise.
Poi fu il turno di Jess che aveva già provocato occhi a forma di cuore da parte delle ragazze –Il mio nome è Jess Chooleman,vengo dall’Inghilterra. Felice di fare la vostra conoscenza- fece anche lui un breve inchino.
-Bene ora troviamo un banco per questi nuovi studenti. Vediamo….-il professore cominciò a scrutare l’aula –Signorina Antonelli vada nel penultimo banco in fondo vicino alla signorina Rockbell. Invece lei signor Chooleman nel banco dietro,sono entrambi vuoti ma vedrà che il suo compagno arriverà presto,come tutti gli anni è in ritardo-
I due ragazzi si sedettero ai loro posti.
Luana era vicina a una ragazza molto carina,capelli lunghi e biondi,occhi come i suoi azzurri solo che quelli della ragazza era più scuri,quattro orecchini all’orecchio destro.
-Ciao io sono Winry piacere- le sorrise e le pose la mano,Luana la strinse –Piacere-
Winry si girò anche verso Jess e si presentò.
-Comunque senti Winry chi ci dovrebbe essere accanto a me?- domandò Jess.
-Tranquillo arriva fra,3…2…1..-
-Scusi il ritardo- spalancò la porta un ragazzo.
-Signor Elric bene venuto tra noi- il ragazzo si scusò e si incamminò per andare a sedersi al suo banco, ma si paralizzò davanti a Luana.
Allargò gli occhi –E TU CHE CAVOLO CI FAI QUI?!?!?-
-Ciao Ed sono felice anch’io di vederti,si sto molto bene grazie- disse sarcastica.
Lui riprese la sua faccia normale –Hn- e andò a sedersi in parte a Jess-.
-Comunque non sapevo che sapessi cos’è una scuola- rise Luana.
-Infatti, non lo sa- disse sarcastica Winry.
-Ahahah dio quanto siete spiritose- poi si voltò verso il suo nuovo compagno di banco –Ciao io sono Ed-.
-Jess-
-Senti se uniamo le forze possiamo dominare queste due-.
Il ragazzo inglese rise –Ovvio-
E si misero a confabulare tra loro,mentre le due ragazze li guardavano leggermente preoccupate della loro salute mentale.
Passarono quattro noiosissime ore,ma poi la campanella del pranzo suonò per la felicità di tutti.
-Cosa abbiamo dopo?- domandò Winry, mentre mangiava il suo gustoso pranzo preparato da sua nonna,a quanto pare Winry aveva perso entrambi i genitori.
Luana ammirava quella ragazza,era forte e determinata.
-Non so….Tomoio mi ha detto che avremmo un nuovo prof…sostituisce quello di Scienze Sociali- disse Ed.
-E da quando tu e Tomoio parlate?- ghignò maliziosa Winry.
-Senti Winry, ma tu una volta non ti facevi i cazzi tuoi?- masticò il biondino.
-Ed,Al come sta?- cambiò argomento Luana,non sapeva perché ma parlare delle “amichette” di Ed li chiudeva lo stomaco.
-Stà benissimo è a casa adesso-
-Ma com’è che voi due vi conoscete?- domandò Winry.
-Ci siamo conosciuti in aereo- rispose Luana.
-Già per mia sfortuna- la ragazza li pestò il piede.
-Ahi ma che cazzo sei impazzita?Mi hai fatto male-
-Oh scusa ho un tic al piede- sorrise angelica.
Lui mugugnò qualche bestemmia poco fine.
-Jess tu invece la conoscevi già Luana?-
-L’ho conosciuta stamattina a casa-
-A casa?- ripeterono in coro Ed e Winry.
Ed non disse nulla ma sentì qualcosa dentro di se.
Quel ragazzo abitava con Luana.
Ma ed a te che cazzo te ne frega? Continuava a ripetersi.
-Si io pago l’affitto ai suoi nonni e loro mi danno un tetto sulla testa,sono arrivato stanotte da Londra-
-Ah e così abitate insieme- sorrise Winry.
-Purtroppo si- sbuffò la ragazza.
-Ragazzi dovete vedere il suo pigiama a ricamanti sopra dei…-ma non finì la frase perché si ritrovò una sedia spiaccicata in faccia.
La campanella suonò,i ragazzi sbuffando ritornarono ai loro posti.
Erano tutti curiosi di conoscere il loro nuovo professore.



Le ore passarono in fretta e finalmente la campanella di fine lezione suonò alle 3 in punto.
Avevano conosciuto il loro nuovo professore un tipo molto strano,alto capelli biondi tinti e muscoloso.
Diceva di aver 25 anni,per Luana era un gran bel ragazzo,finalmente un professore decente.
Si chiamava Takuya Hirotsu.
Tutti erano stati molto colpiti dal suo modo di fare molto demenziale.
Ma simpatico.
L’unico che rimase distaccato fu Edward anche se Luana non si spiegava il perché.
Uscirono da scuola.
-Le scuole in Italia sono meno faticose e durano di meno- si stiracchiò la ragazza Italiana. 
-Perché quanto durano?- domandò curiosa Winry.
-6 ore si parte alla pattina alle 8 e si finisce alle 13:20,tante scuole però finiscono ancora prima-
-Wow- sorrise la ragazza –La nonna ha detto che stanotte dormi da noi- si voltò verso Ed che camminava dietro di loro affianco a Jess.
-Ti ringrazio ma posso dormire....- ma le parole li morirono in gola nel vedere lo sguardo assassino di Winry.
-Stai dicendo che non vieni?- il ragazzo cominciò a sudare freddo.
-No no vengo volentieri- Luana scoppiò a ridere.
Quei due erano davvero buffi.
-Sentite perché non venite anche voi a dormire da me?Mia nonna ne sarebbe felice- domandò la biondina.
-Io non posso devo sistemare alcune cose- disse Jess –Mi spiace-
La ragazza sorrise –Tu Luana?-
-Bhè...Io non avrei niente da fare,però dovrei domandare a mia nonna. Jess mi presti il tuo cellulare?Il mio l’ho dimenticato a casa-
Il ragazzo sbuffò e annuì,la ragazza chiamò a casa e sua nonna acconsentì e riattaccò.
-Grazie Jess.Winry stanotte mi dovrai sopportare,ti avverto parlo nel sonno-
La ragazza sorrise e annuì contenta.
Salutarono Jess che andava dalla parte opposta e si incamminarono verso la casa di Winry.
Non sapendo che una figura li stava guardando dalla finestra dell’ufficio del preside.

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Capitolo 3
*** -Capitolo 3°- ***


I tre ragazzi camminavano affiancati, Luana spezzò il tombale silenzio che aleggiava tra loro.

-Viene anche Al?- domandò speranzosa, aveva voglia di rivederlo.
-Conoscendo la zia Pinako lo avrà già trascinato a casa- rise Ed.
-Sentite voi due vi conoscete da tanto?-
Winry annuì –Si noi tre siamo cresciuti insieme-
-Anche Al?Ma ditemi com’era quando era piccolo?Una mini armatura?-
Il viso dei due ragazzi si rattristì,soprattutto quello di Ed –Ragazzi ho detto qualcosa di sbagliato?-
Ed scosse la testa –No tranquilla-
Luana non fece più domande,ad un tratto si trovarono fuori dalla città e vennero accolti da vasti campi.
La ragazza si bloccò a metà strada –Scusa Winry ma dove abiti?-
La ragazza bionda rise –Dobbiamo andare a quella piccola stazione noi abitiamo nei paeselli di Tokyo-.
-Ah!E dovete farvi tutta stò strada per venire a scuola?-
-Sai io vengo solo quando posso a scuola devo aiutare mia nonna a costruire gli automail,e poi preferisco lavorare con lei che andare a scuola. E lo stesso vale per Ed,lui non frequenta molto la scuola per vari motivi- Ed non rispose ma camminava silenzioso davanti alle due ragazze.
Dal canto suo Luana aveva trecento punti di domanda che le ronzavano intorno alla testa.
-Cosa sono gli automail?-
Gli occhi di Winry si illuminarono –Sono contenta che tu me l’abbia chiesto!!- le prese le mani tra le sue.
A Ed e Luana comparvero delle goccioline sulla testa.
Quella ragazza non era molto normale,pensarono.
-In pratica sono delle macchine,sostituiscono le parti del corpo che magari vengono a mancare per vari motivi.Per esempio tu non hai più un braccio?é facile risolvere il problema- sorrise fiera –Si costruisce una macchina al posto del braccio e funziona come se fosse un braccio vero-
Luana annuì anche se aveva capito molto poco.
Arrivarono a una stazione,se così si poteva definire,tutta in legno,come quelle di una volta.
-Winry a che ora passa il treno?- domandò sbadigliando Ed.
-Mmh…Vediamo…tra cinque minuti- i tre si sedettero sulla panchina,Ed era in parte a Luana che sedeva in mezzo tra lui e Winry.
Calò il silenzio.
Che venne spezzato da un rumore di passi,Ed si girò piano per poi ghiacciare di colpo.
-Ed tutto ok?- domandò Luana guardandolo,ma il ragazzo non rispose,la faccia completamente bianca e la bocca in paralisi.
Le due ragazze si girarono trovandosi davanti una donna,alta capelli castano scuro legati in una alta,occhi color marrone scuro,indossava un vestito lungo bianco un po’ stretto al seno.
Nella parte sinistra del petto uno strano tatuaggio rosso sangue.
In parte a lei un uomo alto come una montagna,muscoloso,capelli corti marroni e una barba corta.
Occhi color cioccolato,indossava una maglietta verde a maniche corte e dei pantaloni marroni.
-EDWARD ELRIC!!- Ed fece per svignarsela ma la donna li lanciò un palo di legno della stazione.
Winry e Luana andarono da Ed per accertarsi che fosse ancora vivo.
-Hey Ed tutto ok?- li domandò trattenendo le risate Luana.
-Da-dannazione- si tirò su lentamente.
-Maestra Izumi che ci fa qui?-
-Ho saputo che sei diventato un cane dell’esercito!- li arrivò a un centimetro dal naso –Dov’è Al?-
Il ragazzo ricominciò a sudare freddo –Bhè Bhè ecco…-
-è a casa mia!Mia nonna ci aspetta vuole unirsi a noi?- le domandò educatamente Winry.
Si prese una fulminata atroce da Ed.
La donna sorrise dolcemente –Certo grazie piccola.Piacere io mi chiamo Izumi-
Le due ragazze sorrisero,era una donna anche dolce,pensarono entrambe.
-Piacere io sono Winry-
-Io Luana-
La donna osservò la ragazza Italiana con particolare attenzione –Sei Italiana?-
La ragazza annuì e la donna le sorrise.
-Stà arrivando il treno- le avvisò l’uomo.
-Dai andiamo-
Ed con l’aiuto di Winry e Luana si alzò.
La donna si girò e guardò la gamba sinistra e il braccio destro di Ed,Luana lo sentì sussultare,ma la donna non disse nulla e continuò a camminare.
Salirono sul treno e si sedettero in uno scompartimento vuoto.
Luana era accanto al finestrino e ammirava il bel panorama che si propose davanti.
Prati verdi e in alcuni tratti dei bellissimi e limpidissimi laghetti.
Ed distrattamente si mise a fissarla.
Quando stava zitta e buona era molto carina.
Sembrava una bambina che si illuminava alla vista del suo giocattolo preferito.
Però Ed sapeva che era una ragazza forte e determinata ma anche dolce e gentile,certo era una rompipalle ma si sapeva far voler bene subito.
E prima o poi avrebbe scoperto la verità.
Chi era lui veramente.
Perchè Al era così.
Ed sapeva che di lei poteva fidarsi.
Izumi lo guardava mentre osservava la ragazza.
Sorrise sotto i baffi.
-Winry quanto manca?- domandò l’uomo seduto in parte alla donna.
La ragazza guardò fuori dal finestrino per vedere dov’erano –Ancora una fermata e poi c’è la nostra-
Finalmente giunsero alla loro fermata scesero in una stazione molto simile a quella precedente.
-Bene ora seguitemi c’è da fare dieci minuti di strada e poi saremo a casa-
Camminarono in silenzio per tutto il viaggio,finche non giunsero all’interno di un piccolo paese.
Le case erano abbastanza appiccicate tra loro,sembrava uno di quei paeselli di una volta,Luana si guarda intorno incuriosita.
Uscirono dal paese,salirono una collinetta e finalmente arrivarono alla casa di Winry.
Una casa dalle pareti gialle e il tetto a punta rosso.
Il cuore di Edward cominciò a battere forte.
Cosa avrebbe detto la maestra nel vedere Al?
Con il cuore in gola Ed essendo il primo della fila aprì la porta.
Luana entrò a ruota e osservò l’arredamento.
Un salottino molto semplice ma accogliente.
Comprendeva un divano,la tele e un tavolino rotondo.
In parte una porta che conduceva alla cucina.
Poi delle scale che portavano al piano superiore.
-Winry sei tu?-
Dalle scale scese una vecchietta bassa,capelli grigi legati in una coda,occhi marroncino chiaro,portava degli occhiali da vista rotondi,un vestito lungo verde con sopra un grembiule bianco,nella mano destra una pipa.
-Tesoro non mi avevi detto che portavi ospiti-
-Si scusa nonna,lei è Luana la mia nuova compagna di classe,invece loro...-
-Tranquilla cara loro li conosco già- sorrise la donna –E così tu sei la famosa ragazza-
Luana alzò un sopracciglio –Famosa?-
-Già Al non mi ha raccontato altro tutto il giorno,del vostro incontro in aereo- la ragazza sorrise.
-Winry fai accomodare Luana nella stanza degli ospiti-
Le due ragazze salirono al piano superiore.
-Winry Al dov’è?-
-Sarà in camera a sua dopo andiamo a trovarlo- le due ragazze arrivarono in fondo al corridoio e Winry aprì una porta di legno battuto.
-In parte c’è la mia e di fronte quella di Ed e Al-
Le due ragazze entrarono nella stanza.
Era abbastanza grande,un letto a una piazza e mezza,un armadio e una scrivania.
-Il pigiama te lo presto io,e se vuoi toglierti la divisa vieni in camera mia che ti do qualche mio vestito-
La ragazza annuì appoggiò la cartella sul letto e seguì Winry nella sua camera.
Appena entrò rimase a bocca aperta.
La camera di Winry era sommersa di quelli che ebbe intuito essere automail.
Non si vedeva neanche il letto quasi.
-Scusa il disordine- sorrise imbarazzata.
-Vedessi la mia- sorrise Luana.
-Comunque…Vediamo un po’- aprì l’armadio.
-Gonna o jeans?-
-Jeans sono più comoda- la ragazza si avvicinò all’amica che le pose dei jeans larghi a vita bassa e le diede una maglietta fucsia un po’ corta e attillata,con disegnata in mezzo una folletta nera.
-Grazie Winry,ti fa niente se mi cambio qui?-
-Fai pure tanto devo cambiarmi anch’io-
Le due si cambiarono,Winry mise dei pantaloncini e una maglietta entrambi neri,in quel paesello face ancora abbastanza caldo.
-Sai Luana mi piacciono i tuo capelli,le punte rosse sono originali-
La ragazza si prese tra le mani una punta di capelli rossa e sorrise.
-Senti Winry posso farti una domanda?-
-Mmh?Si dimmi…-
-Cosa significa che Ed è un cane dell’esercito?-
La ragazza sospirò –Non sono la persona più adatta a dirtelo Luana,deve essere Ed a spiegartelo-
Luana annuì –Andiamo a trovare Al- sorrise.
Le due uscirono dalla camera e andarono in quella dei fratelli,bussarono Al le fece accomodare.
-Luana!!!!!Ciao che sorpresa-
La ragazza rise e lo abbracciò –Sono felice di rivederti-
-Non sai io,ma che ci fai qui?!-
-Sono in classe con Ed e Winry- i due cominciarono a parlare allegri,raccontarono a Winry il loro incontro sull’aereo.
Ed fece irruzione nella stanza –Al scendi!!-
-Fratellone che succede?-
-La maestra Izumi ti vuole vedere-
Al ghiacciò e fece una faccia molto strana che fece sorridere le due ragazze –La…La maestra Izumi?-
-Si- il viso di Ed era triste e preoccupato.
Le due ragazze si guardarono,a quanto pare neanche Winry sapeva che cosa stava succedendo.
I due fratelli scesero in salotto.
La professoressa,per la sorpresa di entrambi,non si sorprese di vedere Al in quel modo.
E senza pensarci due volte diede un pugno,da far invidia a un pugile di box,ad entrambi.
Caddero doloranti al suolo.
Ed si portò la mano destra sul ventre dolorante.
-Fammi vedere il braccio destro e la gamba sinistra- sibilò fredda,Ed sgranò gli occhi d’oro.
-C-come ha fatto a capirlo?-
-Semplice,per il tintinnio che fa la tua gamba quando cammini e il braccio,quando ti ho colpito con il palo ha fatto uno strano rumore-
Li guardò entrambi con gli occhi pieni di delusione e tristezza –Pensavo di avervi insegnato qualcosa di buono ma a quanto pare mi sbagliavo-
Li diede le spalle ma poi si rigirò –Domani sera partiamo-
I due la guardarono increduli –Dove andiamo?- chiesero in coro.
-Avete bisogno di una lavata di capo-
E così dicendo uscì dalla casa con a ruota l’uomo.

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Capitolo 4
*** -Capitolo 4°- ***


Luana era seduta fra Winry e Izumi e gustava la sua cena in silenzio,come tutti gli altri del resto.
Nella stanza era caduto un pesante e gelido silenzio.
Luana spostava lo sguardo dalla maestra Izumi ai fratelli Elric.
-Ed- lo chiamò la ragazza.
Lui alzò le sue iridi dorate dal piatto e le posò sulla ragazza –Mi spieghi che succede?- ora tutti posarono gli occhi su Luana e su Ed.
-Non posso- sibilò lui.
-Non puoi o non vuoi?- la ragazza lo sfidava con gli occhi di ghiaccio.
-Non sono affari tuoi-
La ragazza si alzò di scatto e sbattè le mani sul tavolo –E certo!!!Non sono affari miei.Dopo tutto non ti conosco neanche giusto?!-
Luana aveva le lacrime agli occhi me le ricacciò,con forza.
Edward la guardò senza dire una parola.
-Scusate- sibilò la ragazza e uscì dalla cucina,si sentì la porta dell’ingresso sbattere rumorosamente e poi nella casa ricadde l’assoluto silenzio.
Winry si alzò per rincorrere l’amica la maestra Izumi la bloccò per un braccio e posò lo sguardo su Ed.
-Edward,va da lei-
Il ragazzo abbassò lo sguardo –E che cosa dovrei dirle?-
-Quello che ti senti- sorrise dolcemente.
Il ragazzo la guardò e poi si alzò uscendo anche lui dalla casa.

La notte abbracciava nella sua oscurità tutto quello che li stava intorno.
Ed si guardò in giro cercando di trovare Luana.
E la vide in cima alla collinetta in parte alla casa di Winry,seduta le gambe al petto e la testa nascosta nelle braccia,la sua criniera corvina era illuminata dalla luce della luna,giocando a sfumare di vari colori le sue punte rosso acceso.
La raggiunse a passo lento.
Le arrivò a fianco e si sorprese nel vedere le spalle tremare e alzarsi per colpa dei singhiozzi.
Stava piangendo.
-Luana- sussurrò.
-Vattene via Ed-
Lui si sedette accanto a lei,il braccio destro sul ginocchio destro,e la mano sinistra appoggiata al terreno dietro la schiena.
Strinse la mano destra in un pugno.
Guardò la luna piena risplendere limpida e fiera in mezzo al cielo.
Calò il silenzio spezzato solo dai singhiozzi soffocati di Luana.
-Sai anch’io ho dei automail- la ragazza alzò leggermente il capo,facendo intravedere due iridi azzurrissime ma anche rosse e gonfie per il troppo pianto.
-Il braccio destro e la gamba sinistra- la ragazza ora aveva alzato del tutto il capo e si era asciugate le calde lacrime che continuavano a scenderle ribelli.
Ed si alzò all’improvviso –Vieni- li pose la mano destra.
Lei la guardò –Tranquilla non morde- sorrise,lei ricambiò con un timido sorriso e strinse la mano di Ed alzandosi.
-Ora ti porto in un posto-
-Dove?- chiese curiosa.
-Vedrai-
Scesero la collinetta andarono verso il paese ma poi voltarono a destra e imbucarono una strada sterrata circondata da tanti alberi.
La strada era illuminata da alcuni lampioni sparsi qua e là.
Luana si strinse nelle spalle,si era dimenticata di prendere la felpa e adesso cominciava a tirare un’aria piuttosto fredda.
Ed se ne accorse,si tolse la sua giacca nera e la mise sulle spalle della ragazza.
Lo guardò,era rimasto con solo una canottiera senza maniche nera.
I muscoli erano ben scolpiti,osservò il suo braccio.
Così quello era un automail.

Un vero e proprio braccio meccanico.
-G-grazie- sussurrò un po’ in imbarazzo.
-Prego- anche se Luana non lo vide,Ed era diventato rosso come un pomodoro.
Salirono una piccola collinetta e davanti a loro un vasto campo.
Luana si guardò intorno,quel posto era pieno di lapidi.
Era il cimitero del paese.
Luana non riusciva a capire come mai Ed l’avesse portata li.
-Senti Ed,non è che mi vuoi violentare?- domandò un po’ timorosa.
Ed si girò di scatto –MA PER CHI MI HAI PRESO?!?!?- urlò –E per tua informazione io non spreco il mio tempo a violentare mocciose come te-
-Mocciosa a chi?!Si dal caso mio caro nano che io e te abbiamo la stessa età- li puntò un dito al petto.
-Quando sei nata?- mise le mani sui fianchi con aria spavalda.
-Il 10 Luglio e tu?-
-30 Dicembre-
La ragazza incrociò le braccia al petto -Ciò vuol dire che io sono più grande di te di 6 mesi- rise sadicamente.

Edward voltò il capo con aria imbronciata, lei sorrise,era troppo buffo quel ragazzo.
-Comunque allora sentiamo perché mi hai portato qui?-

Il ragazzo perse il sorriso che gli illuminava il viso e tornò serio –Seguimi-
Superarono un po’ di lapidi,per poi soffermarsi su una che era in parte a una quercia e illuminata da alcuni raggi lunari.
Luana si inginocchiò per vedere la foto.
Ritraeva una bella donna capelli castano chiaro raccolti in una coda bassa,lasciata cadere sulla spalla destra,due bellissimi occhi verdi,sorrideva felice in quella foto.
La ragazza venne colpita dalla scritta.
Trishia Elric”
Era la madre di Edward.
-Ma Ed questa è tua madre?-
Il ragazzo annuì –è morta quando io e Al eravamo piccoli,vedi mio padre se ne andato e lei ci ha allevato da sola-

Fece una pausa per poi guardarla intensamente negli occhi -Devi sapere che Al una volta era umano-

La ragazza sgranò gli occhi -Co...come umano?-
Ed sospirò –Vedi io sono un Alchimista,io e Al dopo che nostra madre è morta,abbiamo deciso di studiare l’alchimia per farla ritornare in vita-
Luana ascoltava senza dire una parola.
-Purtroppo la trasmutazione umana fallì,Al venne dissolto completamente e io persi la gamba sinistra così per riportare indietro l'anima di Al ho sacrificato il mio braccio destro- fece una pausa –Sono riuscito a trasferire l’anima di Al nel corpo di quell’armatura- la guardò negli occhi,per poi posarli sulla tomba della madre –Sono entrato a far parte degli alchimisti di stato per poter trovare la pietra filosofale-
-La pietra filosofale?Ma non è solo una leggenda?-
-No esiste e a noi serve,se la trovo posso ridare a Al un corpo e io posso riavere il mio braccio e la mia gamba,ma purtroppo non è facile,io e Al abbiamo scoperto che per creare la pietra c’è bisogno di sacrificare vite umane,così stiamo cercando un altro modo-
Luana non sapeva più cosa dire, non aveva capito una sola parola, alchimia? Pietra filosofale?

Al umano.

Quei due ragazzi dovevano soffrire terribilmente, si girò verso Ed e istintivamente lo abbracciò mettendoli le braccia intorno al collo.
Il suo corpo si era mosso da solo,non aveva pensato ma solo agito.
Ed dal canto suo rimase spiazzato da quel gesto improvviso,anche se un po’ imbarazzato la strinse a se.
-Mi dispiace- sussurrò la ragazza.
-Tranquilla-
Si staccarono e tutti e due non sapevano più cosa dire.
-Senti Ed che centra la maestra Izumi?-
-è lei che ci ha insegnato le prime formule alchemiche è lei che ci ha addestrato. Certo non sapeva le nostre vere intenzioni- sorrise tristemente –E poi non li va giù che sia entrato a far parte degli alchimisti di stato,domani noi partiamo,ci vuole “punire”-
La ragazza lo guardò per alcuni secondi –Vengo anch’io con te-
-Non se ne parla- disse serio.
-E invece si!!Io e Winry verremo che tu lo voglia o no- e dicendo questo cominciò a incamminarsi.
-Maledetta mocciosa- sibilò tra i denti.
Ritornarono a casa, Winry appena vide l’amica la trascinò in camera.
Izumi e Al guardarono Ed,lui annuì capendo quello che volevano chiedergli.
-Si le ho detto tutto-
-Bene- disse Al –Ci possiamo fidare di lei-
-Il problema maestra Izumi è che vuole venire con noi,e trascinerà anche Winry-
-Se la sua famiglia è d’accordo io non ho niente in contrario- sorrise la maestra.

Intanto al piano di sopra Luana raccontò tutto a Winry.
-Quindi ti volevo chiedere se venivi con me-
La biondina sorrise –E c’è da chiedere?Il problema è tua nonna-
Luana ci pensò un po’ su –La chiamo e mi inventerò qualcosa- alzò le spalle.
-Ragazze a nanna che domani avete scuola- arrivò in camera la zia Pinako.
-Pinako ascolta io dovrei chiamare mia nonna,ti fa niente se ti uso il telefono?-
Lei sorrise –Fai pure tesoro è in fondo al corridoio-
La ragazza ringraziò e uscì dalla stanza, prese la cornetta e chiamò sua nonna.
In poche parole si inventò una balla eclatante –Tesoro però io sarei più sicura se con te venisse anche Jess-
-Cosa?!Perchè?-
-Perché di si-
-Ok ok se proprio non puoi farne a meno…..Si ok…anch’io…ok ciao nonna ciao ciao-
E riattaccò sospirando.
-E così verrà anche Jess- disse Ed che era con le spalle al muro e le braccia incrociate al petto.
-No lui non verrà- il ragazzo alzò un sopracciglio.
-Starà qui con Pinako-
Li augurò buona notte e andò nella camera di Winry a prendere il pigiama.
Lui la guardò allontanarsi.
-Guarda che me la consumi- Ed fece un salto alto tre metri da sfondare in soffitto.
-Ma cosa dice?E poi mi vuole far prendere un colpo?-
-Te lo meriteresti- e dicendo questo andò in camera sua.
Ed sospirò e andò anche lui a dormire con suo fratello.



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Capitolo 5
*** -Capitolo 5°- ***


Luana si girava e rigirava nel letto.
Non riusciva a prendere sonno.
Troppi pensieri si formulavano nel cervello,Edward e Al dovevano soffrire molto.
Ripensare a Edward fece accelerare il battito del cuore alla ragazza,quell’abbraccio l’aveva fatta sentire bene e protetta.
Chiuse gli occhi per scacciare quell’assurdo pensiero,ma senza risultato.
Esasperata si alzò a sedere sul letto,si mise le pantofole che le aveva prestato Winry e uscì dalla sua stanza.
Guardò l’orologio a pendolo appeso alla parete del corridoio.
Le tre.
Andò in cucina per prepararsi una bella cioccolata calda.
Si bloccò a metà scala,la luce della cucina era accesa.
Chi poteva esserci a quest’ora?
Piano e silenziosamente scese le scale e sbirciò dalla porta della cucina.
Il suo cuore perse un battito e cominciò a battere forte.
Con la testa completamente nel frigorifero c’era li davanti a lei Ed.
In pantaloncini bianchi e una maglietta lunga nera a maniche corte.
Luana sempre silenziosamente li arrivò alle spalle.
-Non dormi?-
Ed dallo spavento,sobbalzò sbattendo la testa sul frigorifero.
Si girò con un bel bernoccolo ben visibile in testa.
-Ma sei scema?!Ti sembrano scherzi da fare?-
Lei rise divertita.
-Come mai non dormi?- le domandò lui sedendosi a tavola,addentando una fetta di torta che era rimasta dalla cena.
-Non riesco a dormire,hai voglia di bere una cioccolata calda?-
-No grazie la cioccolata è fatta con il latte-

Lei alzò un sopracciglio -Che hai contro il latte?-

-Fa schifo!-
La ragazza prese un pentolino e lo mise sul fuoco,prese la bustina di cioccolata e la mise bel pentolino insieme al latte..
E la lasciò bollire,quando fu bella calda la prese e la versò in una tazza.
Si sedette di fronte a Ed, tra i due calò il silenzio.
-Senti Ed,tutti possono diventare alchimisti?- soffiò sulla tazza.
Il ragazzo alzò un sopracciglio –Perché?- domandò sospettoso.
La ragazza alzò le spalle –Così-
-Comunque no,non tutti possono diventare alchimisti-
La ragazza posò la tazza sul tavolo e cominciò a grattarsi la mano destra.
-Che hai?-
-Eh?No nulla solo un prurito freddo alla mano-
-Freddo?- inarcò un sopracciglio.
-Si bhè sento un prurito freddo alla mano,ma adesso è passato-
E riprese a bere la sua cioccolata.
-Io vado a dormire- si alzò Ed.
-Aspetta vengo anch’io- anche la ragazza si alzò.
Salirono le scale e andarono in fondo al corridoio.
-Notte Ed- lo salutò con un sorriso la ragazza.
-‘Notte- si guardarono e poi ognuno entrò nella propria stanza.


La mattina dopo,Luana,Winry e Ed si prepararono per andare a scuola.
Presero il treno e alle otto in punto erano in classe.
-Ma ditemi vi dovete fare sempre tutte queste corse per venire a scuola?- domandò Luana con la testa appoggiata al banco,aveva il fiatone.
In quel momento entrò Jess,la faccia abbastanza incazzata.
Si diresse a passo veloce verso la ragazza dalle iridi azzurre.
-COSA SIGNIFICA CHE DEVO PARTIRE?!?!?!?- sbraitò attirando l’attenzione di tutta la classe.
-Non urlare per favore che mi scoppia già la testa- disse stizzita –Comunque tranquillo oggi pomeriggio ti spiegherò tutto a casa di Winry-
-Io voglio spiegazioni adesso- sibilò seccato.
-Mi dispiace ma aspetterai- lo guardò con gli occhi di ghiaccio.
Il ragazzo imprecò e si sedette al suo posto.
Le prime ore di lezioni trascorsero tranquille.
Alla lezione dopo la pausa pranzo entrò il preside.
Un uomo alto e dai lineamenti marcati,barba appena accennata,occhi marroni e capelli color biondo cenere.
Indossava un vestito elegante grigio –Buongiorno ragazzi….Scusate il disturbo ma avrei bisogno della signorina Antonelli-
La ragazza si alzò e salutando il professore seguì il preside.
Camminarono per tutti i corridoi in silenzio,arrivarono alla porta del suo ufficio.
Lui l’aprì ed entrarono.
Luana si guardò intorno,era una stanza abbastanza grande,davanti a lei una scrivania abbastanza grande di legno elaborato,lucida.
Le pareti piene di quadri e scaffali con in cima tanti libri.
Il preside si sedette sulla sua poltrona di pelle nera.
-Prego siediti- e con la mano le indicò la poltrona davanti alla scrivania.
Lei abbozzò un sorriso e si sedette.
-Allora come ti trovi qui?-
La ragazza sorrise –Molto bene, anche con la classe…Mi scusi ma perché non ha fatto venire anche Jess?-
-Con il signor Chooleman ho già avuto il piacere di parlare quest’estate prima che iniziasse la scuola- le rispose il preside.
-Ah capisco-
Parlarono per dieci minuti del più e del meno.
-Bene signorina,le ho già rubato abbastanza tempo,può tornare a lezione-
La ragazza fece un lieve inchino e poi uscì dall’ufficio.
Camminava con passo lento nel lungo corridoio della scuola.
Ne era sicura.
In quella stanza non c’era solo il preside.
Aveva avuto la sensazione di essere osservata.
Ma nella stanza non c’era nessuno.
Eppure….Eppure ne era sicura.
-Hey Lulu è da mezzora che ti chiamo-
La ragazza si voltò,incrociando gli occhi d’oro di Ed.
-Scusa nano non ti avevo sentito- Ed fece la faccia da incazzato.
-NANO A CHI?!?!- ma poi si riprese –Sono venuto a cercarti c’è educazione fisica adesso-
-Ah. Ma io non la faccio,non ho molta voglia-
-Allora andiamo dal professore-
Andarono in palestra.
Fortunatamente anche Winry non faceva ginnastica.
Si sedettero su una panchina attaccata al muro.
-Che voleva il preside?-
-Ma niente abbiamo parlato del più e del meno- alzò le spalle la ragazza.
-Senti Luana che vuoi fare con Jess?-
-Starà da tua nonna,così la mia pensa che sia con noi- disse semplicemente.
-Si è meglio così- sorrise la biondina.

Le lezioni finalmente finirono le lezioni, uscirono da scuola Edward e Winry accompagnarono Luana e Jess a prendere le loro cose.

Non sapendo che mentre si allontanavano due occhi viola stavano fissando proprio loro dalla finestra del preside.

I ragazzi arrivarono a casa della ragazza, Luana alla nonna le aveva detto che doveva aiutare Winry e sua nonna a fare una commissione che richiedeva un numero di persone.
Prepararono la valigia,salutarono i nonni di Luana e poi uscirono diretti a casa di Winry.



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Capitolo 6
*** -Capitolo 6°- ***


-Ma quanto manca ancora?- chiese per la millesima volta Jess.
-Che palle Jess,adesso siamo arrivati- alzò gli occhi al cielo Luana.
-Nana questo l’hai detto anche un ora fa- sibilò.
-LA SMETTI DI CHIAMARMI NANA?!?- si voltò andandogli a un centimetro dal naso,con lo sguardo infuocato.
Non sapeva perché ma quel ragazzo le dava i nervi in una maniera allucinante.
-Dai piantatela voi due- si mise in mezzo Winry.
La ragazza li mollò un’ultima fulminata e poi girò i tacchi e si affiancò a Ed.
Mentre Winry rimase dietro con Jess.
-Voi due non andate molto d’accordo- sussurrò Ed in modo da non farsi sentire dal ragazzo dietro di lui.
-è solo un rompiscatole,pieno di se e arrogante- incrociò le braccia al petto.
Ed sorrise –Assomiglia a qualcuno-
La ragazza lo guardò con gli occhi di ghiaccio,ma poi sorrise.
Inutile,solo a guardare quelle pozze dorate tutta la sua rabbia spariva.
Finalmente giunsero alla casa di Winry.
Luana raccontò velocemente la situazione a Pinako.
Lei sorrise –Ok nessun problema-
La ragazza l’abbracciò –Grazie sei fantastica!!-
La nonna sorrise e tornò nel suo ufficio pieno di automail.
Luana uscì,voleva prendere una boccata d’aria.
Appena uscì dalla porta venne abbracciata da una brezza fresca e piacevole,che li scompigliò i lunghi capelli.
Volse il capo a destra verso il grande campo,attirata da dei strani versi.
Si avvicinò lentamente nascondendosi dietro a un albero.
Davanti a lei c’erano Ed e Al che lottavano fra di loro.
-Ma che cazzo…- non riusciva a capire se facevano sul serio o se stavano solo giocando.
Rimase li impalata a osservarli.
Al si accorse della sua presenza –LUANA!!!VIENI!!- la ragazza dallo spavento cadde a terra.
Al si avvicinò a lei e l’aiutò ad alzarsi –Scusami davvero,non volevo spaventarti-
La ragazza sorrise –Tranquillo Al non mi sono fatta niente-
-Imbranata- sibilò avvicinandosi a loro Edward.
-Hei imbranata a chi?-
-Dai voi due non cominciate- li placò subito Al.
-Comunque ma mi spiegate che stavate facendo?-
-Allenamento- risposero in coro i due.
Lei alzò un sopracciglio,certo che erano proprio strani.
-Hai parlato con Jess?- tutti e tre erano seduti sull’erba.
-No!Ci parlerà Pinako- si lasciò andare sull’erba,le braccia dietro la nuca.
Guardò il cielo limpido,stava arrivando l’autunno ma le giornate erano ancora belle calde.
La ragazza chiuse gli occhi respirando l’aria fresca.
Ed la guardò,qualcosa in quella ragazza lo attraeva.
Ma non riusciva a spiegarsi cosa.
-Fratellone io vado,devo aiutare Pinako a fare alcune cose- disse Al e si alzò –Ciao Luana-
I due ragazzi lo salutarono.
Anche Ed si lasciò andare sdraiandosi sulla soffice erba.
-Deve essere dura per Al- disse all’improvviso Luana.
-Si lo è- sospirò lui.
La ragazza si girò sul fianco per poter guardare in faccia il ragazzo,che aveva chiuso gli occhi.
Non resistette prese un filo d’erba e li fece il solletico sul naso.
Il ragazzo starnutì rumorosamente,facendo ridere di gusto la ragazza.
-Ma che cazz….- la guardò per poi sorridere maligno.
La ragazza si bloccò di colpo –Ed che vuoi fare?- lui non rispose ma manteneva il suo perfido ghigno.
-Senti Lulu tu soffri il solletico?- la ragazza sbiancò.
-N-no-
-Sicura?- la ragazza non ebbe il tempo di rispondere che Ed aveva cominciato a farle il solletico dappertutto.
La ragazza cominciò a ridere come una matta.
Aveva gli occhi lucidi e le faceva male la pancia.
Cominciarono a rotolare sull’erba,entrambi ridevano come matti.
Si bloccarono di colpo,accorgendosi della imbarazzante posizione in cui si trovavano.
Ed era a cavalcioni sopra di lei.
Smise di farle il solletico,e lei smise di ridere.
Si guardarono negli occhi.
Edward era paralizzato,incantato a guardare quelle iridi azzurre.
Poi il suo sguardo si portò sulle labbra della ragazza.
Voleva baciarla.
Non desiderava altro.
I pensieri di Luana non erano tanto diversi.
Ed si avvicinò lentamente alla bocca della ragazza,che continuava a guardarlo pietrificata.
Erano a due centimetri di distanza,il cuore di entrambi batteva all’impazzata.
-LUANA!!!ED!!!DOVETE VENIRE SUBITO!!!- urlò dalla porta Winry.
I due si staccarono di colpo,rossi in viso.
-A-ARRIVIAMO- rispose Ed.
Si alzarono e senza guardarsi entrarono in casa.
Tutti erano in salotto,in parte alla porta c’era il marito di Izumi.
-Che succede?- domandò Ed all’uomo.
-Pinako stà parlando con il ragazzo- e indicò Jess.
I due si avvicinarono.
-Bene ragazzi vi ho fatto rientrare per dirvi che dovete prepararvi. Si parte- disse Izumi.
-Scusi maestra ma dov’è che andiamo precisamente- la donna lo guardò con sguardo alquanto masochista, Ed si fece piccolo e si nascose dietro le spalle di Luana.
-Muovetevi a prepararvi- e sparì in cucina.
-Luana vieni con me- Winry la prese per il braccio e la trascino al piano di sopra,nella sua stanza.
Le due ragazze entrarono in camera della biondina.
-Senti Winry sai per caso dove vuole portare Ed e Al,la maestra Izumi?- si sedette sul letto Luana.
La ragazza scosse il capo,mentre tirava giù dall’armadio un borsone nero –Non ne ho la più pallida idea sinceramente-
Luana sospirò.
Guardò fuori dalla finestra ripensando a quello che era successo pochi minuti prima.
C’era mancato poco,pochissimo.
Il suo cuore cominciò ad accelerare forte e le sue guance si colorirono senza che lei se ne accorse.
-Luana stai bene?Sei tutta rossa- Winry la guardava preoccupata.
-Eh?- si risvegliò la ragazza –Nono sto bene-
Winry la guardò per un attimo –è successo qualcosa che non mi hai detto?- domandò con gli occhi che brillavano di una strana luce.
La ragazza cominciò a sudare freddo –B-Bhè ecco…i..io….- cominciò a balbettare.
E adesso che le diceva?
-Tu cosa?-
In quel momento piombò nella stanza Ed,spalancando la porta.
-WINRY SEI MORTA!!!- urlò con i denti da squalo.
La ragazza sbatté le palpebre senza capire,poi posò gli occhi su quello che Ed teneva nella mano destra.
-Oh- fu l’unica cosa che riuscì a dire-
-Oh….OH?!?è TUTTO QUELLO CHE SAI DIRE?!?!SI Può SAPERE QUANDO IMPARERAI A FARE IL BUCATO?!?- e li sventò davanti dei boxer di un rosa acceso.
Luana aveva un po’ di punti di domanda che le ronzavano in torno alla testa.
-Devo aver cacciato dentro qualcosa di rosa per sbaglio- mise le mani davanti sulla difensiva –Suvvia Ed non ti scaldare-
Ma il ragazzo fumava come una locomotiva –Non mi dovrei scaldare?!?Winry questi erano i miei boxer preferiti- cominciò a piagnucolare.
Questo non è normale, pensarono entrambe.
Ed se ne andò depresso e con le lacrime agli occhi.
Winry non aveva più toccato l’argomento.
Per ora grazie a Ed,aveva scampato pericolo.
Dopo mezzora erano pronti davanti all’ingresso.
Salutarono Jess e Pinako e si incamminarono per la stazione.
Pronti a partire.

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Capitolo 7
*** -Capitolo 7°- ***



Arrivati alla stazione si sedettero sulle panchine in attesa del treno.
Ed indossava gli stessi vestiti di quando lui e Luana si erano conosciuti sull'aereo.
Winry una minigonna nera e una canottiera color panna con sopra un giubbetto nero.
Luana dei jeans e una maglietta a maniche corte rosa con sopra una felpa nera.
-Shigu a che ora passa il treno?- domandò Izumi a suo marito.
-Tra dieci minuti-
Passarono dieci minuti esatti e poi il treno arrivò.
Era più pieno del solito.
Si dovettero dividere in due scompartimenti.
Ed,Luana,Winry e Al in uno e la maestra e Shigu in quello a fianco.
Luana si sedette in parte al finestrino.
-Ragazzi secondo voi dove vuole portarci la maestra Izumi?- domandò Ed con fare annoiato,la testa appoggiata alla mano.
-Secondo me fratellino ci vuole portare in quel posto- disse Al.
Edward ghiacciò e si girò piano a movimenti a scatti verso il fratello.
-Sei sicuro?-
-Bhè è un idea- alzò le spalle lui.
-Quale posto?- domandarono curiose le due ragazze.
-Meglio non saperlo- sibilò Ed.

Al quartier generale di central city.
-A e così sono diretti all’isola…..ok va bene…fa come vuoi-
Una donna,all’apparenza non mostrava più di 30 anni.
Alta,capelli lunghi castani chiaro,e occhi marroni.
Sedeva dietro a una scrivania.
Riattaccò il telefono con fare pigro e svogliato.
Ma sorrise senza un minimo sentimento.

Luana e gli altri scesero dal treno e seguendo Izumi entrarono in un piccolo paesello.
Lo attraversarono finché non arrivarono davanti a un negozio di macelleria.
Entrarono e vi trovarono dietro al bancone un ragazzo,robusto, capelli marroni scuro tirati su da una fascia bianca,maglietta a maniche corte verde,e portava un grembiule bianco.
Appena li vide sorrise –Izumi!Shigu!ben tornati-
Poi posò gli occhi su Ed –Ma dai Edward sei veramente tu?Sei cresciuto- e li scompigliò i capelli in modo affettuoso –E dimmi dov’è Alphonse?-
I ragazzi si guardarono –S…Sono qui- disse timidamente Al.
L’uomo sbatté le palpebre –Oh…- guardò Izumi –Bhè sei cresciuto- sorrise.
Poi il suo sguardo si pose su Winry e Luana.
-Piacere io sono Mason- le due ragazze sorrisero.
-Luana-
-Winry-
-Mason,porta le due ragazze nella camera degli ospiti per favore-
L’uomo annuì e fece cenno alle due ragazze di seguirlo.
Winry e Luana si sistemarono in una stanza con due bei letti comodi uno affianco all'altro.
Misero a posto le loro cose e poi scesero in salotto.
-Bene,possiamo andare-
-Scusi signora Izumi,ma dove ci porta?- le domandò Luana.
La donna sorrise –Lo vedrete-
Uscirono dalla casa e si diressero fuori dal villaggio.
Camminarono su un sentiero per circa cinque minuti.
Poi arrivarono ad una spiaggia, davanti a loro il mare aperto.
Gli occhi di Luana s’illuminarono,quanto tempo che non vedeva il mare.
Il gruppetto si diresse verso una barca legata a un palo di legno.
Shigu la slegò,salirono sulla barca.
L’uomo diede in mano dei remi sia a Ed che a Al.
-E con questi che ci dovrei fare?- domandò Ed.
-Ci giochi a biliardo- sibilò sarcastica Luana –Secondo te ha cosa si usano i remi?-
L’alchimista brontolò qualcosa di incomprensibile,ma poi insieme a Shigu e a Al cominciò a remare.
Dopo un viaggio che sembrò non terminare mai Luana vide da lontano una piccola isoletta –Izumi l’ha c’è un isola-
Edward e Al ghiacciarono di colpo,
-M…Maestra- la chiamò pallido Ed.
-Si dimmi Edward- lei lo guardò con un ghigno sadico in volto.
-Non dirmi che…che quella- disse indicando l’isola.
-Si esatto Edward quella è l’isola dove vi ho fatto sostenere la prova-.
-Lo immaginavo- sospirò depresso.
La barca si fermò a riva della spiaggia bianca dell’isola.
Luana fu la prima a saltar giù dalla barca.
Sgranò gli occhi.
Si paralizzò,Ed le si affiancò –Luana tutto….- ma le parole li morirono in gola.
Mezza foresta davanti a loro era rasa completamente al suolo.
I rami e i tronchi degli alberi giacevano a terra spezzati e bruciati.
-Ma che diavolo è successo qui?- chiese Al.
-Ma guarda guarda chi si rivede!Fullmetal Shorty come te la passi?-
Davanti a loro avanzava un ragazzo.
Abbastanza alto,capelli lunghi verdi,alla fronte una fascia viola,sulla coscia sinistra aveva tatuato un simbolo,un drago che si mordeva la coda.
Arrivò a due mentri da loro,le mani ai fianchi.
-Envy!Ma che cazzo hai combinato?- sbraitò Ed.
-Hei Hei calmino Shorty,io non ho fatto assolutamente nulla-
Poi posò gli occhi su Luana.
La ragazza rimase colpita dalle iridi che aveva quel ragazzo.
Viola.
Erano di un viola molto scuro.
-E allora dimmi chi è stato?-
Lui sbadigliò e poi sorrise –Non ne ho idea-

-E allora che diavolo ci fai qui?- ringhiò stringendo i pugni.

-Mi annoiavo- disse semplicemente alzando le spalle.
–Guardate!Il terreno è spaccato come se tante scariche elettriche l’avessero bruciato- Izumi si inginocchiò scrutando attentamente le crepe profonde nel terreno.
All'improvviso qualcuno batté le mani.
I ragazzi alzarono lo sguardo, sopra la collinetta c’era una donna.
Alta e snella,indossava un abito di pelle corto e stretto color bordò.
Capelli color rosso sangue.
Le labbra sensuali e carnose,pelle bianca e lucida
Era una donna bellissima.
Con un salto a capriola arrivò davanti ai ragazzi.
Aveva due inquietanti ma bellissimi occhi.
Occhi rossi dalla pupilla completamente bianca.
Un ghigno maligno li disegnava il volto perfetto.
-Eccoli i fratelli Elric- disse guardando Ed e Al,la sua voce era ferma e decisa ma aveva qualcosa d’antico.
I ragazzi si misero subito sulla difensiva –Chi sei?- domandò Edward.
-Envy è amica tua?- sussurrò al ragazzo in parte a lui.
-No,ma mi piacerebbe approfondire una intensa amicizia- ghignò scrutandola da capo a piedi.
-Chi sono non è affar tuo Edward Elric- rispose la donna.
-Come sai il mio nome?-
-Fai troppe domande- e senza preavviso schioccò le dita della mano destra.
Una scarica elettrica li travolse,buttandoli tutti a terra.
-Luana,Winry state bene?- domandò Al alle due ragazze,le aveva protette.
Le ragazze annuirono.
-Luana,Winry mettetevi al riparo- gridò Edward.
Le ragazze si alzarono da terra e cominciarono a correre verso la foresta.
-E no!Tesorini miei vuoi non andate da nessuna parte- un’altra scarica elettrica le colpì in pieno,scaraventandole a terra.
Ed corse subito da loro,Winry anche se ha fatica si alzò ma Luana continuava a rimanere per terra.
La donna lanciò un’altra scarica elettrica in direzione di quest’ultima.
Edward era troppo lontano per riuscire a raggiungerla.
Una luminosa luce accecò l’intera isola.
L’alchimista d’acciaio aprì gli occhi,davanti a lui c’era Envy, in braccio Luana.
La lasciò in braccio a Edward poco delicatamente.
L'alchimista lo guardavò al quanto sorpreso,si sarebbe aspettato di tutto da uno come Envy,ma no che avesse il cuore di salvare qualcuno.
-Stai attento Shorty- sibilò seccato.
Ma cosa mi è preso?Ma mi sono rincitrullito? pensò mentre si allontanava da Edward.
La donna rise –Mi dispiace amori miei mai devo proprio andare ci si vede- e dicendo così scappò con tanti balzi nella foresta.
Edward guardò Luana svenuta tra le sue braccia,e la strinse forte.
Aveva avuto paura di perderla.
Ora capiva,capiva perché quella ragazza era importante.
Li piaceva tutto di lei.
E se non fosse stato per Envy non avrebbe più potuto rivedere quel sorriso che li scaldava sempre il cuore.
Ora era anche in debito con quel mentecatto di Envy.
Posò la ragazza del fra le braccia di Al e si avvicinò a Envy.
Il ragazzo dai capelli verdi incrociò le braccia al petto e sorrise beffardo –Che vuoi Fullmetal Shorty?-
Ed sospirò –Sappi Envy che per me è un grande sacrificio ma te lo devo dire…..Grazie per aver salvato Luana- voleva sprofondare,il suo orgoglio era andato a farsi benedire.
Envy alzò un sopracciglio,e poi sorrise sadico -Ripetilo-
L’alchimista d’acciaio diventò rosso dalla rabbia –Non farmelo ripetere,Homunculus dei miei stivali- urlò con i denti da squalo.
-Su su calmo Fullmetal Shorty-
Edward li diede le spalle, ma l' homunculus lo bloccò -Controlla la ragazza,ti può riservare grandi sorprese. Ci si vede Shorty- e così dicendo scomparve nella foresta.
Ed lo guardò mentre si allontanava.
Cosa intendeva dire?

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Capitolo 8
*** -Capitolo 8°- ***


Luana aprì le sue bellissime iridi azzurre, vedeva tutto sfuocato e le doleva la testa.
Strizzò più volte gli occhi poi finalmente mise a fuoco la stanza dove si trovava.
Capì subito che si trattava di una stanza d’ospedale,era tutta bianca in parte a lei dei macchinari che facevano un rumore insopportabile.
Alla sua destra una porta finestra,era aperta e faceva passare ogni tanto dei spifferi d’aria,che le rinfrescavano il viso.
Girò il capo a sinistra e vide una chioma bionda.
Sorrise.
Accanto a lei con la testa appoggiata sul materasso,dormiva Edward.
Lo fissò per alcuni minuti,poi distolse lo sguardo e si fissò le mani,entrambe erano fasciate,e anche la testa era circondata da una benda bianca.
Cercò di girarsi sul fianco sinistro ma non appesa lo fece,ebbe una fitta che le fece vedere le stelle.
Anche il suo fianco non era nelle condizioni migliori.
Quella fitta le fece scappare una smorfia di dolore.
Edward la sentì e alzò di scatto la testa, i loro occhi si incrociarono,le iridi dorate dell’alchimista avevano un velo di stanchezza mista a preoccupazione.
Non disse nulla ma l’abbracciò forte,Luana rimase immobile ad assaporare ogni secondo di quell’abbraccio,che come anche al cimitero,la fece sentire protetta.
-Ho avuto paura Luana- e la strinse di più –Ho avuto paura di perderti-.
Si staccò e si sedette sulla sedia,continuando a guardarla.
-Come ti senti?-
Lei si passò una mano sulla testa –Insomma,sembra di aver fumato mille canne in una sola volta, mi scoppiano la testa-
-è normale,quando quella donna ti ha colpito hai picchiato la testa- la sua voce tremò,ripensare che avrebbe potuto perderla lo faceva restare senza fiato,e lo assaliva una paura immensa.
-Ed stai bene?- li domandò Luana.
Lui scosse il capo –No,Luana non stò affatto bene- fece un profondo respiro –Ho rischiato di perderti tre giorni fa. E la colpa è unicamente mia!!Se non ci fosse stato….- strinse i denti e i pugni,le nocche divennero bianche.
-Ed..- sussurrò lei.
-…Se non ci fosse stato Envy tu saresti morta. Mi uccide il solo pensiero-
Luana aveva le lacrime agli occhi,non sopportava di vederlo così, le si stringeva il cuore.
-Ed,non è colpa tua- li sorrise dolcemente.
Li prese la mano metallica –Non ho avuto i riflessi pronti tutto qui. Tu non hai assolutamente colpa,e poi come vedi sono ancora viva!Quindi mi dovrai sopportare ancora per un po’- anche l’alchimista sorrise.
-Senti ma chi era quella donna?-
Ed scosse la testa –Non ne ho idea. Stasera verranno tutti a trovarti così ne parleremo-.
-Stanno tutti bene?-
-Winry a qualche graffio qua e là. Ma ci vuole ben altro per piegare quella- Luana rise.
-Gli altri stanno tutti bene-
Calò il silenzio –Senti Ed…-
-Mmh?-
-Quel ragazzo che mi ha salvato…- fece una pausa.
-Si chiama Envy ed è un Homunculus- l’anticipò l’alchimista.
-Cosa sono gli Homunculus?-
Ed sospirò –Gli Homunculus sono esseri artificiali, senz'anima. Ognuno di loro rappresenta uno dei sette peccati capitali,sono marchiati con un simbolo che si chiama Oroboru, è come se fossero immortali, ma a quanto ho scoperto anche se il numero di vite che hanno a disposizione sono tante non è illimitato, si nutrono di pietre filosofali incomplete. Sono dotati di una loro intelligenza- sospirò -Gli Homunculus sono divisi diciamo.. in due categorie, quelli creati dal corpo del padre o meglio chiamato il fondatore e ci sono quelli nati dalla pietra filosofale all'interno del corpo umano-
-Chi è il fondatore?-

Lui scosse il capo -Sto studiando gli appunti e le ricerche di mio...- si bloccò stringendo i pugni -Di Hohenheim, spero di venire a capo di qualcosa-
Luana pensò all' Homunculus, se Ed diceva che non possedevano anima allora perché quel ragazzo l'ha salvata?
-Anche se mi chiedo perché quel demente di un Homunculus ti abbia salvato,conoscendolo avrebbe goduto vedere una persona a me vicina morire- disse Ed,dando voce hai pensieri della ragazza.
Si mise a fissare fuori dalla finestra,mentre Ed continuava a borbottare fra se e se.
All’improvviso la porta si aprì,e dallo spavento L'alchimista cadde dalla sua sedia.
Davanti a loro un uomo alto,vestito con un uniforme blu.
Capelli neri e occhi verdi,barba appena accennata,portava degli occhiali quadrati.
-EDWARD!!!!!-
-Te-tenente colonnello Hughes- Ed si stava rialzando faticosamente –Che cosa ci fa lei qui?-
-E c’è da chiederlo?!Sono venuto a trovarti e a conoscere la signorina….-
-Luana. Luana Antonelli- sorrise a quello strano individuo.
-Molto piacere,io sono il Tenente colonnello Maes Hughes dei dipartimenti investigativi dell’esercito- Luana aveva trecento punti di domanda sulla testa.
Hughes spostava lo sguardo su Luana e poi su Ed.
-Mi scusi un attimo signorina Antonelli…- senza tante delicatezze trascinò Edward fuori dalla porta.

-Allora Edward che mi racconti?- disse con una strana luce negli occhi.
-Che le dovrei raccontare?- incrociò le braccia al petto l’alchimista.
-Eddai su non fare il timidone….E così ti sei trovato la ragazza!!sono fiero di tè piccolo-
A Ed li vennero i denti da squalo –NON CHIAMARMI PICCOLO!!!- poi tornò normale –E comunque Luana non è la mia ragazza- disse arrossendo lievemente.
L’uomo sorrise,poi assunse una incredibile espressione seria –Senti Edward,ho parlato con Winry e Al prima di venire qui e a grandi linee mi ha raccontato l’accaduto-
Ed non disse nulla –Edward voglio parlare anche con quella ragazza-
-Vuole parlare con Luana?Perchè?-
-Semplice curiosità,ma adesso passiamo alle cose importanti- dalla tasca dei pantaloni dell’uniforme,estrasse una foto –Guarda la mia Elisia è già una brava cuoca- e li piantò sotto al naso una foto che ritraeva una bambina di tre anni,capelli castano chiaro legati da due codini.
Era tutta impasticciata e sorrideva felice.
Ed si picchiò la mano sinistra in faccia, quell’uomo non cambierà mai.
Hughes dopo aver salutato Luana e averla tempestata di foto della figlia,se ne andò,ma prima di andare disse ad Ed che lui e il colonnello Mustang sarebbero venuti a trovare la ragazza la sera stessa.

Nel pomeriggio Luana con il permesso del dottore poté alzarsi dal letto,per andare almeno in giardino a fare una passeggiata.
Naturalmente con lei c’era Edward,che non l’aveva persa d’occhio neanche per un secondo.
Ora passeggiavano nel viale del giardino dell’ospedale, c’erano tanti bambini che prendevano un po’ d’aria e ridevano fra loro.
Uno aveva fatto lo sbaglio di chiedere a Ed di giocare con lui.
Di per sé non sembra niente di male,ma il bambino aveva usato parole sbagliate.
-Scusa bambino ti va di giocare a palla con me?- Luana si piegò in due dal ridere,mentre Ed dopo un momento di confusione esplode agitandosi a destra e a manca come un forsennato.
Il fumo li usciva dalle orecchie e i denti li divennero affilati come uno squalo,e cominciò a urlare dietro al bambino.
-IO NON SONO AFFATTO UNFAGIOLINO MICROSCOPICO!!!!!HO DICIASSETTE ANNI QUASI DICIOTTO!!!HAI CAPITO MARMOCCHIO?!?!?-
Il bambino lo guardò in silenzio,poi gli occhi incominciarono a farsi lucidi e cominciò a piangere come una fontana.
Ed indietreggiò sbiancando, tutti i presenti nel giardino si voltarono verso di loro.
-Ed ma ti sembra il modo di parlare a un bambino?- lo rimproverò Luana avvicinandosi al bambino.
Si inginocchiò accarezzandogli affettuosamente la testolina ricoperta da tanti ricci biondi,il bimbo la guardava con gli occhi azzurri,lucidi per colpa delle lacrime.
I loro occhi così simili si specchiarono –Ssh non piangere piccolo,questo nano non voleva alzare la voce-
-Hei nano a chi?-
-Zitto Ed!- poi si rivoltò verso il bambino,e sgranò gli occhi.
Gli occhi del bambino non erano più,azzurri ma viola,come quelli del ragazzo che l’aveva salvata.
-Ma cosa….- il bambino li mise il dito indice sulle labbra,poi si avvicinò all’orecchio della ragazza.
-Sfasciati le mani,quando sei da sola-
Luana non mosse un muscolo,le iridi del bambino erano tornate azzurre.
-Grazie- sussurrò il bambino e si allontanò di corsa.
-Io odio i bambini- sibilò seccato Edward –Hei Luana tutto ok?-
La ragazza lentamente si alzò,si voltò verso Ed e sorrise –Certo tutto ok-
No,non era vero.
Ne era sicura quel bambino era il ragazzo che l’aveva salvata.
Passeggiarono ancora per qualche minuto,poi ritornarono nella stanza della ragazza.
Lei si chiuse subito il bagno.
Era con la schiena contro la porta e si guardava le mani fasciate.
Si levò le bende e poi girò entrambe le mani.
Sgranò gli occhi e spalancò la bocca.
No,impossibile…..

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Capitolo 9
*** -Capitolo 9°- ***


Luana si guardava le mani,gli occhi erano vuoti, tutto il corpo tremava.
Quei segni,su entrambi i palmi delle mani.
Aveva un cerchio all’interno una stella a sei punte color azzurro chiaro,in mezzo alla stella un tribale,sembrava un serpente che attorcigliava un fiocco di neve, ma non si capiva molto bene,e a differenza del cerchio e la stella,il tribale era di un blu acceso.
All’improvviso la vista si offuscò,cominciò a dolerle la testa e poi cadde nel buio.

Riaprì gli occhi era ancora nel bagno,intorno a lei una pozza di sangue,alcune gocce le bagnavano il viso,si guardò le mani,erano tagliate e poco più in là una lametta.
Era stata lei?
Non si ricordava nulla.
Poi sentì la voce di Edward da dietro la porta,stava cercando di buttarla giù.
L’ultima cosa che vide furono le iridi dorate di Ed spalancate,e poi fu di nuovo buio.


-Colonnello la vuole smettere di starle così vicino?!-
Questa voce la conosceva.
Edward.
-Edward- sussurrò Luana.
Aprì lentamente le iridi azzurre,incrociando due occhi neri come la pece, sbattè più volte le palpebre.
A due centimetri dal suo viso,c’era un ragazzo,i capelli neri come gli occhi,dimostrava non più di 26 anni,indossava una divisa come quella di Hughes.
Le sorrise –Ben svegliata piccola-
Luana lo guardò confusa –E lei chi è?-
Lui si allontanò –Io sono il colonnello Roy Mustang alchimista di stato-
-Eh?- lo guardò come se avesse davanti un mostro con tanto di corna e coda,poi dalla spalla di Roy spuntò una testa bionda.
Winry spostò “delicatamente” Roy,cioè lo fece sbattere contro il muro e le saltò al collo abbracciandola forte –Luana!- la ragazza diventò viola per la mancanza d’aria.
Salutò anche Al e Izumi.
-Ci hai fatto prendere una paura- rise Al.
La ragazza sorrise,incrociò lo sguardo di Ed,che se ne stava in un angolo e la fissava serio.
La ragazza abbassò lo sguardo.
-Allora- Hughes si avvicinò a Luana,per poi girarsi verso i presenti –Io e il colonnello vorremo parlare con la signorina Antonelli-
Izumi e Winry trascinarono via Ed e Al,visto che avevano tentato di replicare.
Non appena i quattro furono usciti,nella stanza calò il silenzio.
-Luana noi non vogliamo farti domande su quella donna,anche perché Ed e Al ci hanno dato abbastanza informazioni- Hughes si sedette in fondo al letto.
-E allora che cosa volete?-
Roy si avvicinò a lei,le prese la mano –Queste-
Luana tremò leggermente –Che ha le mie mani?-
-Questi cerchi alchemici non sono ne tatuati ne tanto meno sono dei guanti- il colonnello la fissava serio -Questi cerchi sono stati marchiati all'interno delle tue mani-
Roy la guardò,la ragazza si guardò le mani tremanti -Come... Io non li ho mai avuti- si sfilò le bende.
Entrambi i militari sgranarono gli occhi,i segni erano tagliati da una crosta di sangue secco a forma di X.
-Ma…che hai fatto?- le domandarono in coro.
Lei scosse il capo –Non lo so io…io non mi ricordo!!!-
Roy le mise una mano sulla testa –Stai calma piccola non agitarti, dici che non li hai mai visti-

-No mai-
-Senti Luana, nel tuo paese non si usa l'alchimia?- le domandò Hughes
Lei scosse il capo -No, non sapevo nemmeno l'esistenza dell'alchimia ne di questa terra, non si sa niente di tutta questa storia- sbottò -Perchè? Perchè non si sa niente-

-Perchè hanno deciso di tagliarci fuori, ora la nostra guerra dobbiamo combatterla da soli Amestris è stata abbandonata secoli fa da tutto il mondo- le rispose il colonnello.
Luana strinse i pugni
-Vedi piccola- Roy scambiò uno sguardo di intesa con l’amico –L’alchimia è una scienza che permette di comprendere la struttura della materia,di scomporla e ricomporla,chi è particolarmente dotato può trasformare il bronzo in oro,però l’alchimia essendo una scienza è sottoposta alle leggi della natura,si può ottenere un oggetto di una certa massa solo a partire da un altro delle medesima massa,questo è il principio dello scambio equivalente-
-Lo scambio equivalente?- sussurrò la ragazza.
-Si,gli uomini senza sacrificio non possono ottenere nulla,per ottenere qualcosa è necessario dare in cambio qualcosa che abbia il medesimo valore,è questo il principio dello scambio equivalente-

-Per il mondo l'alchimia è una scienza pericolosa così hanno deciso di lasciare a noi le nostre personali grane- sibilò il tenente con un pizzico di ironia nella voce.
Nella stanza calò il silenzio, Roy si avvicinò al comodino prendendo la lampada -Luana batti le mani e poi appoggiale su questa lampada-
Lei battè le mani per poi appoggiarle sulla lampada una luce azzurrina invase la lampada, era completamente ghiacciata.
Luana sgranò gli occhi,Hughes e Roy si guardarono -Alchimista del ghiaccio- sussurrò Hughes.
-Cosa?!-
-Sei proprio un' alchimista- le fece ok con il pollice Roy.

Ok, ora era ufficialmente scioccata.

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Capitolo 10
*** -Capitolo 10°- ***


La candida luna dominava il cielo nero, i raggi lunari penetravano nella camera di Luana.
La ragazza non era nel suo letto,ma sulla poltrona davanti alla porta-finestra e guardava le stelle.
Era ancora un po’ confusa per le rivelazioni di quel pomeriggio.
Lei era un’alchimista.
Cosa avrebbe detto Ed? Già si immaginava la sua faccia.
Edward
Perché penso sempre a lui?
Perché non mi lascia mai in pace?
Perché le sue iridi dorate,così belle,così pure mi tormentano?”
-Ma perché penso sempre a lui?!?- gridò nel vuoto.
-Hei bella,guarda che i timpani sono una cosa preziosa-
La ragazza sobbalzò,girò il capo e vide,che seduto sul suo letto c’era il ragazzo che l’aveva salvata.
Si alzò di scatto –Tu…Tu sei Envy-
Il ragazzo ghignò –E così shorty ti ha parlato di me- si alzò dal letto –Ne sono lusingato-
-Cosa vuoi?-
-Allora,dimmi un po’ alchimista come stanno le tue mani?- Envy aveva preso la forma del bambino di quel pomeriggio.
-Lo sapevo che eri tu!-
-Perspicace- e riprese le sue sembianze –Dov’è acciaio?-
-Non ne ho idea- sibilò la ragazza –Come facevi a sapere dei miei cerchi alchemici?-
L’homunculus la guardò attentamente –Li avevo visti,quando ti ho salvata- alzò le spalle.
-Allora,ghiacciolino dov’è fullmetal?-
-Ti ho già detto che non lo so,mica sono la sua balia-
-Non sei la sua ragazza?- domandò innocentemente.
Luana diventò rossa come un peperone –Ma sei scemo?!Io e Ed non stiamo insieme-
-Però ti piacerebbe- ghignò perfido lui.
Alla ragazza le uscì il fumo dalle orecchie,sembrava una locomotiva a vapore.
-Che sei venuto a fare qui?!?-cambiò discorso.
-Volevo conoscere il mio prossimo avversario,se sei alleata con shorty sei nostra nemica, ghiacciolino-
-Non chiamarmi ghiacciolino- incrociò le braccia al petto –Sei alleato con quella donna dell'isola?-
Lui rise –No dolcezza,non l’avevo mai vista prima-
-E allora perché ce l’hai tanto con Edward?-
L’homunculus cambiò espressione,strinse i denti -Direi in un certo senso affari di sangue, ma non lo voglio uccidere per ora, anche perchè è un'ottima anima sacrificabile-
Luana lo guardò attentamente -Che vuoi dire?- li domandò seria.
-Tutto a suo tempo bellezza- disse vago,poi si tranquillizzò e si avvicinò alla ragazza
Lei alzò un sopracciglio confusa da quella mossa.
L’homunculus si avvicinava sempre di più.
Lei indietreggiò e si ritrovò con la schiena contro la porta finestra.
Lui mise un braccio sopra la testa della ragazza i loro visi erano molto vicini.
Luana fissò quelle iridi viola.
Così belle e arroganti ma anche…
Si erano anche tristi.
-Devo ammetterlo,shorty a dei bei gusti- e la scrutò da capo a piedi.
Si fissarono negli occhi per qualche secondo,poi l’homunculus ghignò e si allontanò da lei.
-Ora devo proprio andare ghiacciolino-
Aprì la porta finestra,ma poi si girò verso la ragazza –Ah sappi che la prossima volta che ci incontreremo,non sarà come prendere il thè delle cinque,sei compagna di acciaio non avrò pietà di te,sappilo-
-L’importane è crederci- ghignò beffarda.
-Hn- un ultimo sguardo,e poi con un abile balzò sparì nell’oscurità.
Luana rimase a fissare per qualche secondo l’immenso cielo nero.
Ma perché tutti pensano che io e Ed stiamo insieme?”
Decise di non pensarci troppo,e così si mise sotto le calde coperte,addormentandosi subito.


Il suo sonno non fu per niente tranquillo
Continuava a vedere Edward,sdraiato a terra,in una pozza di sangue,uno squarcio li lacerava il petto.
La bocca spalancata da cui scendeva una striscia di sangue.
Le iridi dorate spalancate e prive di vita.
Poi quella donna,che gli aveva attaccati sull’isola,rideva.
E poi fu tutto buio.
Lentamente Luana aprì le sue iridi azzurre,guardò la sveglia sul comodino,9:30.
Che strano incubo, non riusciva a smettere di pensarci.

Si alzò e andò in bagno a lavarsi, tutte le ferite erano guarite completamente.
Si asciugò e si vestii,con gli abiti che le aveva portato Winry.
Mise dei guanti bianchi,in modo da coprire i cerchi alchemici sui palmi.
Notò che sulla sedia c’era un mantello nero,nel cappuccio c’era una lettera.
La prese e la lesse attentamente.

Il colonnello Mustang ci ha detto tutto!!
Questo mantello è un regalo di benvenuta nel mondo dell’alchimia..
Izumi”

Un sorriso le dipinse le labbra.
Lo prese e lo guardò,sul retro del mantello c’era un disegno,un simbolo come quello di Edward stampato dietro la sua giacca rossa.
Però il suo invece di essere nero,era azzurro.
Se lo mise e raccogliendo le ultime cose uscì dalla stanza.
Percorse il corridoio,fino ad arrivare al piano terra,stava uscendo quando qualcuno la chiamò.
-Luana!- lei si girò e sorrise calorosa.
-Ed!- il ragazzo le arrivò davanti.
-Dove stai andando?- le chiese riprendendo fiato.
-Volevo farvi una sorpresa- Edward guardava il mantello,lei si girò di schiena –Visto?Anch’io ho il tuo stesso simbolo-
-Chi te l’ha dato?-
-Izumi-
-Luana,come ti senti?-
-Stò bene Ed,tranquillo- lo rassicurò.
-Bene allora andiamo-
Le prese la valigia e insieme uscirono –Scusa Ed ma dove siamo?-
-Nel paese vicino a quello della maestra Izumi-
Andarono in stazione e presero il treno,in meno di mezzora erano nel villaggio di Izumi.
Camminavano in assoluto silenzio,erano a metà strada.
-Senti Ed- spezzò il silenzio lei.
-Mmh?-
-Sei arrabbiato?-
Lui la guardò –Perché dovrei?-
-Non lo so,mi guardavi strano ieri-
Lui rise –Ero solo un po’ scioccato-
-Ti dico subito che non mi ricordo-
Lui inarcò un sopracciglio –Cosa?-
-Io non ricordo di essermi procurata quei tagli,non ricordo di aver mai fatto una cosa simile-
Lui la guardò,ma poi sorrise come un bambino e le mise un braccio intorno al collo,fingendo di strozzarla –Adesso Lulu ci sarà da divertirsi a vederti usare l’alchimia-
Lei li prese il braccio –Vedrai cosa so fare!Nano!!-
Lui cominciò ad agitarsi come un matto –Chi sarebbe il più piccolo microscopico essere sulla faccia della terra?-
Luana rideva come una pazza e cominciò a correre,rincorsa da un Edward con corna e coda e denti da squalo.
Luana continuava a ridere,mentre correva.
Ora capiva.
Capiva che provava qualcosa di grande per quel deficiente.
Non sapeva se definirlo amore,ma era qualcosa che si avvicinava molto,moltissimo.
Arrivarono davanti al negozio di macelleria di Izumi.
Luana correva così forte,che non vide il povero Mason sulla porta.
Lo calpestò senza ritegno spiaccicandolo al suolo.
Il poverino non ebbe neanche il tempo di alzarsi che anche Edward lo calpestò senza guardarlo in faccia.
All’improvviso i due ragazzi si bloccarono,sentendo dei lamenti alle proprie spalle.
Si girarono,e finalmente videro il povero Mason,spalmato a terra come un budino,con un braccio implorava pietà.
-Hei Mason come mai li per terra?- li si inginocchiò accanto Luana.
-Perché……Due…Fu….Furie….-
-Scusa non ho capito-
-PERCHè DUE FURIE MI HANNO CAPLESTATO SENZA NEANCHE ACCORGERSENE!!!- si alzò di colpo,il viso aveva la forma del pavimento.
Luana e Ed incominciarono a ridere come matti.
La porta si spalancò di colpo –Cos’è tutto questo baccano?!?!- urlò Izumi.
Edward e la ragazza ghiacciarono e cominciarono a sudare freddo,quella donna certe volte era peggio del diavolo.
Ma nel vedere Luana sorrise –Ciao Luana-
La ragazza si avvicinò a lei –Grazie per il regalo-
Nella stanza piombò Winry travolgendo Edward e Mason (povero sfigato) che si trovavano sulla sua traiettoria,abbracciò forte Luana –Luana!Sono contenta chi ti sei ripresa-
La corvina rispose all’abbraccio –Dai vieni in camera- e la trascinò via la biondina.
Entrarono in camera,Luana si lasciò andare a peso morto sul letto –Dov’è Al?- domandò con il viso sprofondato sul cuscino.
-è andato con Shigu a fare la spesa. Comunque…- e incrociò le braccia al petto –Tu non me la racconti giusta-
-Mmh?- inclinò leggermente il capo.
-A te piace Ed vero?-
La ragazza cominciò a fumare dalle orecchie e diventò rossa come un pomodoro.
Ma si vede così tanto?
Ma che ce l’ho stampato in faccia a caratteri cubitali?”
-Ma che ti sei fumata Winry?Che idee ti vengono?- si mise a sedere a gambe incrociate.
Winry le andò a un centimetro di distanza,con gli occhi azzurri che le brillavano di una strana e preoccupante luce.
-Niente sfugge a Winry Rockbell!!Ricordatelo sempre- rise piena di sé –E poi siamo amiche giusto?- le fece gli occhi da cerbiatta.
L’alchimista di ghiaccio sospirò rassegnata –Già hai ragione-
Fece un profondo respiro –Io penso di essermi presa una cotta per Ed,anzi ne sono più che sicura-
Winry le fece un sorriso da accecarla,e cominciò a saltellare per tutta la stanza,urlando degli “Evviva”.
-E ora- e le puntò il dito contro –La prima mossa spetta a te-
La ragazza sbattè le palpebre –Come scusa?-
-Se spetti Edward Elric puoi stare certa che non ne vieni più a capo- fece un gesto vago con la mano –Quindi a te la prima mossa-
-Ma ti sei rincretinita?!-
La biondina non ebbe il tempo di ribattere che la porta si aprì e entrò Al.
-MA INSOMMA NON SI BUSSA?!- lo rimproverò Winry.
Al sbiancò e si fece piccolo piccolo.
-Sc…Scusatemi,ma il colonnello Mustang vuole parlare con Luana-
-Roy?Che vuole?-
-Non ne ho idea,comunque è in salotto,vieni-
Winry la guardò con stampato in faccia a caratteri cubitali “NON PENSARE DI SFUGGIRMI”.
Luana la guardò rassegnata.
I tre scesero in salotto,trovarono Roy seduto comodamente sul divano.
Non appena vide Luana si alzò e le andò incontro -Salve a tutti- alzò la mano in segno di saluto.
-Salve colonnello- lo salutò educatamente –Perché mi vuole parlare?-
-Prima di tutto diamoci del tu. Secondo,sono venuto qui per farti una proposta-
Le mise le mani sulle spalle –Ti và di diventare alchimista di stato?-
-COSA?!?- sbraitò Edward.
-Te la senti?- lo ignorò il colonnello.
La ragazza lo fissava.
Alchimista di stato?
Ma che si sono fumati tutti oggi?
Lei un’alchimista di stato?”
Luana non sapeva che rispondere.

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Capitolo 11
*** -Capitolo 11°- ***


-Ma colonnello Mustang è impazzito?- si mise in mezzo Edward.
-No- disse sorridendo innocentemente.
Ed si coprì il volto con la mano.
-Allora Luana che ne dici?- lei rimase in silenzio.
-Bene!!Chi tace acconsente!!!-
Tutti i presenti caddero a terra, maledetto colonnello.
-Ma scusa Roy,io non so nulla di alchimia-
-Tranquilla- sorrise, tirò fuori dei fogli dalla sua divisa,come ci stavano Luana doveva ancora capirlo.
-E io dovrei studiarmi tutta questa roba?- disse uscendo dalla montagna di fogli che l’aveva sotterrata.
-Ti aiuteremo io e acciaio- e prese una fulminata dal biondino.
-Hei hei colonnello aspetta un attimo,io non ho mai accattato di…..- si interruppe la ragazza,visto che Roy non l'ascoltava minimamente,troppo impegnato a sistemarsi i capelli allo specchio,e a borbottare un “Dio quanto sono figo”.
-COLONNELLO!!!- urlarono in coro Ed e Luana.
-Mmh?Che c’è?- li guardava dallo specchio.
-Accetto- si rassegnò Luana.
-COSA?!?!?!- urlò Edward.

-Iniziamo domani sera,signorina Izumi le fa niente se utilizziamo la sua casa?-
-Non mi piace avere troppi cagnolini dell'esercito fra i piedi...- mentre lo diceva scrocchiava le nocche, facendo gelare il sangue al colonnello e acciaio -Ma questa ragazzina deve imparare tutto quello che può quindi va bene-
Il colonnello salutò i ragazzi e poi uscì.
-Io quello lo strozzo- sibilarono a denti stretti Luana e Edward.
-Vi aiuto volentieri- si associò Al.
Proprio non riusciva a capire per quale motivo Mustang,voleva Luana nell’esercito.
Che intenzioni ha stavolta?”
Il comportamento del colonnello lo preoccupava non poco.
-Vado a fare una passeggiata- lo destò dai suoi pensieri la ragazza,e uscì.


Luana stava camminando da un po’ nelle vie del paese,decise di andare in spiaggia,il mare era l’unica cosa che riuscisse a calmarla.
Arrivò alla spiaggia e tolse le scarpe,camminando scalza si sedette alla riva,l’acqua le bagnava le caviglie.
Chiuse gli occhi e ispirò profondamente l'aria,il vento le accarezzava il viso,e le scompigliava i capelli corvini dalle punte rosse.
Due iridi dorate,la guardavano dalla collinetta.
Una dea.
Ecco cos’era Luana per Edward Elric.
Una dea,bellissima e pura.
Determinata,orgogliosa e testarda.
Ma anche dolce e fragile,ormai non faceva altro che pensare a lei.
La ragazza fissava l’orizzonte,e pensava a tutte le cose che erano accadute in un solo mese.
Un mese,era bastato così poco tempo,per sconvolgere la sua vita.
Sentii una presenza alle spalle e si voltò,incrociando lo sguardo di Edward.
Quelle pozze dorate la incantavano,la ipnotizzavano riuscendo a farle dimenticare tutto.
Silenziosamente si sedette accanto a lei e fissò anche lui il mare.
-A che pensi?- ruppe il silenzio l’alchimista d’acciaio.
-Il destino gioca brutti scherzi,in un solo mese la mia vita è completamente cambiata-
-Diciamo sconvolta- sorrise.
-Ed-
-Mmh?-
-Sono felice di avervi incontrato-
-Anche noi Luana,credimi-
Si guardarono, all'improvviso il sole venne oscurato da qualcosa.
I due alzarono lo sguardo e sbiancarono,davanti a loro un’onda gigante.
Non ebbero neanche il tempo di urlare che furono travolti.
Non si sa come,ma si ritrovarono in una posizione al quanto imbarazzante,come quella nel giardino di Winry.
Lei sotto,e lui a cavalcioni sopra di lei,entrambi erano bagnati fradici.
Si guardarono,lei li accarezzò la guancia bagnata,asciugandoli alcune gocce d’acqua.
-Ed sono stanca di aspettare-
Un invito.
Per Edward era il consenso che tanto aveva sognato.
Il consenso di assaporare quelle labbra che da quando l’aveva vista,bramava.
E ora avrebbe potuto finalmente assaporare.
Lentamente si avvicinò al viso della ragazza,il cuore di entrambi batteva all’impazzata.
Le labbra morbide e umide si posarono su quelle della ragazza.
Lei sentì i brividi in tutto il corpo.
La lingua dell’alchimista d’acciaio,chiedeva il consenso di entrare,li fu subito acconsentito.
Non appena Luana sentì il contatto della calda lingua di Edward,il suo cuore aumentò il battito,sembrava scoppiare.
Le loro lingue s’intrecciarono e lottavano.
Di malavoglia,ma senza fiato,si staccarono, non appena incrociarono gli sguardi arrossirono entrambi.
Edward le accarezzò la guancia e sorrise.
-HEI NANA!!!!-
Luana si alzò di colpo,facendo cadere Edward.
-Jess?Che cazzo fai qui?-
-Ciao anch’io sono contento di vederti,non preoccuparti stò benone- disse sarcastico -Comunque,Izumi ha chiamato i tuoi nonni,quando eri ricoverata in ospedale- le spiegò il ragazzo.
-Merda- imprecò a denti stretti.
-Perché Ed è impiantato con la testa nella sabbia?-
Luana si girò,fece per avvicinarsi a Edward,ma si bloccò di colpo.
Qualcuno correva,a velocità della luce,verso di lei.
-No….Oh no….- balbettò.
Solo una persona poteva correre in quel modo.
Quel povero sfigato di Edward,era sulla traiettoria del “tornado”,aveva appena tolto la testa dalla sabbia,che venne ricacciato subito sotto la sabbia.
Il “tornado” si piazzò davanti a Luana.
Era una ragazza abbastanza alta,capelli castano chiaro,lunghi fino alle spalle,occhi verde smeraldo,portava degli occhiali da vista,la montatura era color rosa trasparente.
Luana aveva occhi e bocca spalancati -Cla..Clarissa?-
La ragazza l’abbracciò forte –Mi sei mancata tanto!!-
L’alchimista dopo un attimo di confusione sorrise e l’abbraccio –Ma che fai qui?-
-Sono venuta a farti una sorpresa-
-Sc….Scusate- le due ragazze si girarono.
-Ed!!- Luana si avvicinò al ragazzo,e l’aiutò a uscire dalla sabbia.
-Hei Ed,tutto ok?!-
-Oh una meraviglia- cominciò a sputare sabbia.
Anche l’altra ragazza si avvicinò a lui –Scusami,ma non ti avevo proprio visto-
-E certo come fai a vedere un piccolo microscopico come me?Vero?- si agitò.
-Hei hei calmo non ho mai detto,una cosa simile- alzò le mani in segno di difesa.
-Dai Ed calmati- lo tranquillizzò Luana –Edward lei è Clarissa,una mia amica che vive con me in Italia, lui è Edward-
Lui si calmò –Piacere- e si strinsero la mano.
-Che mano dura e fredda che hai-
I due alchimisti si guardarono -Clary i miei nonni sono arrabbiati?- cambiò discorso.
-Mmh lasciami pensare….- si portò il dito indice al mento -…..Si-
Lei appoggiò la testa sulla spalla di Ed,lui per confortarla le diede alcune pacche sulla spalla –Lo sapevo-
-Ehm Luana- la chiamò Jess.
-Sono morta-
-Luana…-
-Sono completamente finita-
-Luana….-
-Addio a tutti è stato un piacere conoscervi-
-LUANA!!!- urlò Jess.
-CHE VUOI?!?!-
Lui le indicò di guardare oltre le sue spalle,lei staccò la testa dalla spalla di Ed e si voltò,ghiacciando e sbiancando.
I suoi nonni avanzavano verso di lei con passo felpato.
Edward le strinse la mano e lei ricambiò.
Sua nonna le arrivò davanti,a un centimetro di distanza, non spiccicò parola,ma dalla faccia si capiva che era molto arrabbiata.
-Nonna io….- non ebbe neanche il tempo di finire la frase,che sua nonna le mollò uno schiaffò facendole voltare il capo dall’altra parte.
Luana sgranò gli occhi,si passò la mano sinistra,visto che la destra stringeva quella di Ed,sulla guancia,che scottava ed era rossa.
Fissò sua nonna,calò un silenzio pesante e tagliente,il vento si alzò.
Sua nonna dopo alcuni secondi di silenzio,l’abbracciò forte –Non farmi più una cosa simile- Luana si liberò dalla presa di Ed e abbracciò forte sua nonna –Scusami- sussurrò l’alchimista,con gli occhi lucidi.
La donna sciolse l’abbraccio e la guardò –Come mai porti i guanti?- la ragazza tremò leggermente e guardò Edward –Andiamo da Izumi,vi racconterò tutto li- e insieme arrivarono davanti alla macelleria.
Erano in salotto,Luana era seduta tra Clarissa e Edward,i suoi nonni di fronte a lei,Izumi,Jess e Winry sul divano.
Al,Shigu e Mason erano andati in paese a fare compere.
La ragazza raccontò tutto ai nonni -….E il colonnello Mustang mi ha proposto, anzi imposto di diventare Alchimista di stato-
Clarissa e Jess avevano gli occhi e la bocca spalancata.
I nonni della ragazza erano immobili,Luana ebbe il timore che avessero avuto un infarto.
-Nonna…Nonno state bene?-
I suoi nonni si ripresero –Tesoro ci stai prendendo in giro?- le domandò l’uomo,nella voce un pizzico di speranza.
L’alchimista scosse il capo –No,non vi stò prendendo in giro-
-Tesoro ho due domande-
-Dimmi nonna-
-Perchè il Giappone non sa dell'esistenza di Amestris?-

-Sa di tutto quello che accade, ma chiude gli occhi, ci deve essere qualcuno che li pare il culo e insabbia tutto detto in parole povere- le rispose Edward.

-Capisco- l'aziana signora abbasso lo sguardo -Tesoro... Vuoi tornare a casa?-
Lei abbassò il capo e strinse la mano a Edward, quel gesto non scappò a nessuno dei presenti.
-No nonna io….Voglio diventare un alchimista di stato-
La donna sospirò rassegnata –Va bene-
La ragazza sorrise –Davvero?Non direte niente hai miei genitori vero?-
-No tranquilla,però ti lasceremo qui a una condizione- fece una pausa –Jess e Clarissa devono stare sempre con te-
-Cosa?!Ma nonna…-
-Niente ma!!- la zittì.
-Ok va bene- sospirò rassegnata.
I suoi nonni si alzarono –Ora torniamo a Tokyo,mi raccomando piccola stai attenta-
-Tranquilli- li abbracciò.
La nonna si avvicinò all'orecchio della nipote -Tesoro non tutto quello che scoprirai ti piacere forse... ma ricorda.. Devi scoprire la verità dentro la verità-

Luana sgranò gli occhi, ma non disse nulla, dentro di lei si stava agitando qualcosa, paura, era davvero pronta per quel viaggio così lungo?

-Ragazzi la lascio nelle vostre mani- disse il nonno guardando i quattro ragazzi.
-Non si preoccupi- risposero in coro.
-Siamo posto- sibilò la ragazza.
-Ti abbiamo sentito- la fulminarono con lo sguardo
Salutarono i nonni di Luana e poi Izumi spinse i ragazzi a calci nel sedere in cucina a preparare la cena.
Luana era andata nella sua stanza, Winry indicò la stanza a Clarissa e poi entrò anche lei.

Clarissa si diresse dalla parte opposta, ma all’improvviso andò a sbattere contro qualcosa di metallico.
Cadde a terra –Ahi!- si massaggiò la schiena.
-Ti sei fatta male?-
Lei alzò lo sguardo e rimase pietrificata, si trovava davanti a un armatura parlante.
Cacciò un mezzo grido soffocato.
-No calma non avere paura,non mordo- rise lui -Io sono Alphonse,tu chi sei?-
La ragazza si riprese –Io..Io Clarissa sono un’amica di Luana-
-Ah capisco- l’aiuto ad alzarsi.
-Scusa se ti sono venuta addosso- si scusò lei.
-Non preoccuparti,comunque dov’è adesso Luana?-
Clarissa non ebbe il tempo di rispondere,perché si sentì un forte rumore.
Un’esplosione fece tremare le pareti,la ragazza si aggrappò a Al,che anche se non si vedeva,diventò rosso come un peperone.
Il suolo non smetteva di tremare -Ma cosa succede?- urlò Clarissa per farsi sentire,visto che c’era un rumore infernale.
-Cazzo,Envy non se ne poteva stare a casa oggi?- li sorpassò sbraitando Ed –Al rimorchierai più tardi ora vieni con me- stavolta fu Clarissa ad arrossire.
-Pistaaaa- li scansò Luana.
-Luana che succede?- le domandò l'amica.
-Nulla non preoccuparti,Al c’è bisogno di te-
Al guardò Clarissa,le fece cenno di seguirli e insieme uscirono a vedere cosa voleva stavolta quel maledetto homunculus.

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Capitolo 12
*** -Capitolo 12°- ***


Appena uscirono dalla casa di Izumi vennero circondati da una nebbia di sabbia.
-Cazzo non si vede niente- sbraitò Ed –ENVY!!!!Che vuoi stavolta?-
Non ottenne nessuna risposta.
-Non è da lui fratellone- disse Al -Non è da Envy farsi attendere-.
-Hai ragione- sibilò a denti stretti.
-Hei Luana vedi qualcosa?-
Ma la ragazza non rispose –Luana?-
-ED!!Vieni presto- urlò all’improvviso Luana.
-Si ma non ti vedo- poi si sentì prendere per il braccio sinistro.
Dopo qualche istante la nebbia si diradò, Ed vide Luana e sgranò gli occhi nel vedere chi c’era in parte a lei.
A terra,ricoperto di sangue Envy.
-Che cos'è successo?-
L’homunculus sputò qualche goccia di sangue –Da quando ti preoccupi per me Shorty?- ghignò.
-Stupido,smettila e dimmi che cazzo ti ha ridotto così- lo prese per il collo.
-Ed..- Luana li prese la mano,per calmarlo,lui strinse i denti e lasciò la presa.
-è stata lei fullmetal,quel schianto di donna che c’era sull’isola-
-E adesso dov’è?-
-Sta arrivando- sibilò.
-Andiamo Luana- si alzò.
-Ma Ed non possiamo lasciarlo qui-
-Ti ricordo che per lui io sono solo un sacrificio prezioso, solo una cosa da usare nel momento opportuno- sussurrò –Perché dovrei avere pietà e cuore per lui?-
-Perché sei tu Ed- si guardarono per qualche secondo,lui si inginocchiò e la baciò sulla fronte –Portalo via-
Lei sorrise,si caricò sulle spalle Envy e entrò in casa di Izumi,seguita a ruota da Jess,Winry e Clarissa.
Ed,Al e Izumi andarono incontro a quella misteriosa donna.
Luana aiutata da Jess,adagiò l’homunculus sul letto -Clari vammi a prendere delle bende devo…..-
-Non ce ne bisogno- la bloccò lui.
-Ma…-
-Sono un homunculus non puoi uccidermi in questo modo- e l’indicò le ferite,si erano completamente rimarginate.
-Devo solo darmi una pulita- e si alzò dal letto.
-Aspetta ti accompagno-
-Ti ricordo Luana che io e te non siamo amici,chiaro?!- e uscì sbattendo la porta.
-Che tipo- incrociò le braccia al petto Clarissa -Tu lo aiuti e lui fa l’arrogante-
L’alchimista del ghiaccio senza dire una parola uscì,andò in bagno,e come sospettava,di Envy neanche l’ombra.
Era andato da Edward.
Uscì dalla casa di Izumi e cominciò a correre,in cerca degli altri.
Corse per svariati minuti,all’improvviso la terra ricominciò a tremare, si spaccò in due,proprio sotto i piedi della ragazza.
Lei cadde nel buio,stava già dicendo addio a tutti,quando due braccia la strinsero forte.
Lei aprì un occhio e vide davanti a lei Envy.
La fece risalire -Grazie- sussurrò lievemente rossa.
Lui non disse nulla ma ricominciò a correre,Luana lo seguì.
Il paese era per metà distrutto,tante crepe spezzavano il terreno,Luana si affiancò a Edward.
-Dov’è Envy?- chiese Ed.
-Sono qui shorty- ghignò l’homunculus –Non sono ancora morto,tranquillo-.
Ed fece un mezzo sorriso tirato,poi si girò verso Luana –Riesci a usare l’alchimia?-
-Ci posso provare,che devo fare?- si sfilò i guanti bianchi,buttandoli a terra.
Ed vide per la prima volta i cerchi alchemici,l’ultima volta erano ricoperti di sangue e tagliati.
-Fai diventare il terreno una lastra ghiacciata-.
-Eh?-
-Tu fallo e basta-
Lei battè le manie appoggiandole al terreno,una luce bianca l’avvolse e il terreno si ghiacciò.
Envy,Al e Izumi,che non se l’aspettavano,scivolarono e caddero a terra.
-Cazzo ghiacciolino!!Avvisa la prossima volta- sbraitò l’homunculus.
-Non rompere- dissero in coro i due alchimisti.
Edward battè le mani e le appoggiò sulla lastra ghiacciata,da cui,fuoriuscirono degli spuntoni di ghiaccio,che cercavano di colpire la donna.
Lei li schivò senza difficoltà,con abile agilità.
-Cosa credi di fare Elric?-
-Dimmi chi sei- sbraitò,trasformando il suo automail in una lama.
-Se proprio ci tieni a saperlo,il mio nome è Kurai sono l’alchimista del tuono e dell’intrappola anime,molto piacere-
-Intrappola anime?- ripeté Luana.
-Esatto piccola,tu invece neo alchimista, giusto?Hn,che ironia- piegò l’angolo delle labbra in un sorriso divertito –Sembra di essere tornati indietro col tempo. Davanti a la copia sputata di Hohenheim e un Triavers-
-Cosa?- sgranò gli occhi Edward, il nome di suo padre li risvegliava tutta la rabbia.

-Chi?- chiese confusa Luana.
La donna cominciò a ridere –Ma non mi dire!!La vita non smetterà mai di stupirmi!!Tenetevi in testa una cosa mocciosi,non me la farò portare via da voi.Fosse l’ultima cosa che faccio-

-Ma di cosa parli?- urlò Alphonse -Come conosci nostro padre?-

La donna ghignò malignamente, un tuono scagliato a terra alzò di nuovo un polverone di sabbia e quando si diradò la donna era sparita.
I due alchimisti si guardarono confusi –Ed….-
-Non lo so- scosse la testa lui,si girò verso Al e Izumi –State bene?-
La maestra si accasciò a terra e cominciò a sputare sangue.
-Izumi!!- tutti e tre andarono intorno alla donna.
-Ed, perchè non fa altro che sputare sangue?- domandò Luana.
-è malata- fu la semplice risposta del biondo si alzò –Al prendila in braccio- il fratello annuì e prese tra le sue braccia metalliche la maestra.
Luana si girò verso Envy,ma lui non c’era più.
Arrivarono davanti al negozio di Izumi,che fortunatamente,non aveva subito gravi danni.
Non appena la vide,Shigu la prese in braccio e la portò in camera sua.
Poi l’uomo scese il salotto,dove si erano radunati tutti.
-Shigu non è meglio portare Izumi in ospedale?- propose Winry,
L’uomo scosse il capo –è tutto inutile,Izumi non può essere curata-
-Ma come fai a dirlo?!Portiamola all’ospedale di Central City- insistette la bionda.
-A Izumi mancano degli organi interni- disse all'improvviso Ed.
Nella stanca cadde il silenzio –Or….Organi?E come fa a vivere?- domandò Jess.
-La domanda è un’altra Jess- lo interruppe Edward –Come li ha persi?- scrutò l’uomo.
-Ha tentato una trasmutazione umana- disse l’uomo abbassando lo sguardo.
-Cosa?- Luana non credeva alle sue orecchie.
-Non hai notato che anche la maestra Izumi fa le trasmutazioni senza usare il cerchio alchemico? Solo chi ha visto la verità può farlo, anche Al dopo essere riusciti a fargli tornare la memoria ci riesce-
-Ma chi cercò di far tornare?- domandò Luana.
-Nostro figlio. Vedi Izumi era rimasta incinta,ma il bambino nacque morto-
Nella stanza ricalò il silenzio -Tornate a Central City- sulla porta,apparve Izumi,sorretta da una stampella.
-Perché?- domandò Al.
-Dovete ritornare alle vostre ricerche, avete perso troppo tempo- cominciò di nuovo a sputare sangue cadendo in ginocchio -E poi quella donna ha nominato vostro padre ragazzi, e anche quel certo Triavers-
Ed sospirò e annuì -Partiremo domani mattina presto- si alzò stiracchiandosi -Meglio sistemare il casino che a combinato quella pazza suicida- stava per lasciare la stanza affiancato da Al ma la donna con la stampella li colpì,facendoli cadere a terra.
Si inginocchiò davanti a loro,e li abbracciò lasciandoli pietrificati.
-Non voglio perdere di nuovo dei figli- Ed nascose il viso nel collo della maestra e l’abbracciò,come fece anche Al.

Al,Jess e Edward erano già fuori dal negozio ad aspettare le tre ragazze,che arrivarono con venti minuti di ritardo.
-Era ora- alzò mani e occhi al cielo Jess.
-Non è colpa mia se QUALCUNO,perde un ora davanti allo specchio,pensando di andare chissà dove- sibilò Luana guardando Clarissa con la coda dell'occhio.

La diretta interessata fece finta di nulla.
-E comunque perché dovete venire con noi voi due?-
-Perché,se non ricordo male,mi hanno detto che io e Clarissa dobbiamo sempre stare insieme a te- ghignò Jess –Non sei contenta?-
-Da suicidio- strinse i denti.

Arrivarono alla stazione e presero il primo treno del mattino diretto a Central City, non sapendo che due piccole iridi viola coperti da dei occhiali da sole li stava guardando con un ghigno avido sul volto.

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Capitolo 13
*** -Capitolo 13°- ***


Il viaggio sembrava interminabile,Jess era comodamente sdraiato sul seggiolino e la testa appoggiata alle gambe di Clarissa -Che ore sono adesso?-
-La stessa di 5 minuti fa- sbuffò Clarissa che leggeva annoiata una rivista.

-Come fa a essere la stessa se sono passati 5 minuti?-

-Quanto sei seccante, sono quasi le 8 manca ancora un'oretta- sbuffò Edward.
-Che palle- il ragazzo si alzò -Vado nella sala fumatori- e uscì dallo scompartimento.

-Al vieni con me a prendere qualcosa da mangiare?- chiese Edward al fratello lui annui e si alzarono -Ah Winry,il mio braccio a bisogno di una aggiustatina-
Frase sbagliata la bionda si illuminò -Facciamo tappa a Rush Valley!-

-Dobbiamo proprio?-

-Sei tu che devi aggiustare l' Automail- fece gli occhioni dolci e il biondo alla fine si rassegnò -Non mancano tante fermate vado ad avvisare Jess-
Rimaste sole le tre ragazze si guardarono, o meglio Clarissa e Winry guardavano Luana -Stai bene?- le domandò la bionda -è da quando siamo partiti che non parli-

Lei sorrise -Sto bene tranquille-
-Non mentire- la minacciò Winry con una chiave inglese in mano -Tu e Ed mi state nascondendo qualcosa-

Luana di colpo ripensò al bacio sulla spiaggia e diventò rossa come un pomodoro, si mise sulla difensiva -No ma che dici Winry non potrei mai nasconderti qualcosa-

Lei la guardò dubbiosa -Per stavolta lascio passare, ma scoprirò quello che mi nascondete- e mettendo giù il broncio si risedette.

Finalmente arrivarono alla fermata di Rusch Valley in un nano secondo si spogliarono più che potevano -E' un inferno! Ma che diavolo di caldo fa?!- domandò esasperata Luana, ormai stavano camminando da un po' in mezzo a delle montagne rocciose e aride.
-Per fortuna non sei mai stata nel deserto moriresti- rise Ed.

Svoltarono l'ennesima curva e per la gioia di tutti finalmente erano davanti alla città degli Automail.

Winry partì come una furia urlante e alzò un polverone, in un nano secondo era già sparita.

Edward sospirò -Vado a telefonare al tenente Hughes, voi fate un giro senza perdervi-

I tre annuirono e cominciarono a percorrere quelle vie piene di negozi di Automail.




-COSA????- urlò.

Tutti i presenti della locanda si voltarono verso di lui che rise nervosamente borbottando uno “scusate tanto”.

-Ne è sicuro tenente?- sussurrò.

-Si, ha ucciso due alchimisti di stato tra qui Basque Grand- rispose la voce dall'altra parte della cornetta

-L'alchimista di ferro e sangue?- sgranò gli occhi Edward.

-Si, non so se è molto sicuro farvi venire qui-

-No tenente dobbiamo assolutamente andare avanti con le ricerche, non abbiamo più molto tempo ormai-

-Ok, ma manderò una scorta-

Edward rimase in silenzio per poi cominciare a sudare -Per scorta intende-

L'uomo rise -Esatto, comunque quanto vi fermerete li a Rusch Valley?-

-Spero che entro sera Winry abbia svaligiato abbastanza negozi da rendersi soddisfatta- sospirò immaginandosi già sotterrato da bulloni,chiavi inglesi e mille pezzi indescrivibili di Automail.

-Bene ora ti lascio la mia adorata Elicya mi sta aspettando bye bye- e chiuse la comunicazione.

Edward uscì dal bar, ora doveva solo trovare gli altri, stava camminando tranquillo quando andò a sbattere contro qualcuno.

-Scusami tanto- le disse la ragazza, capelli castani raccolti in una coda occhi nocciola e pelle leggermente scura.

-Non ti preoccupare- e ricominciò a camminare imitato dalla ragazza che con un ghigno divertito strinse di più l'oggetto che aveva in mano cominciando a correre nella parte opposta.

L'alchimista arrivò a un bar dove fuori vi erano seduti tutti tranne quella malata di mente, ovvero Winry.

-Allora fratellone? - domandò Al -Che dice il tenente Hughes?-

-A quanto pare Scar si è fatto vedere a Central City, seminando corpi come briciole di pane- si passò stancamente le mani sul volto.

-Chi è Scar?- domandò Luana sorseggiando la sua limonata, non riusciva a guardare veramente Edward negli occhi e questo lui lo notò.

-Bhè la storia è un po' lunga- rispose Al.

-Tranquillo abbiamo tutto il tempo- disse Jess accendendosi una sigaretta.

-Scar è uno dei pochi sopravvissuti alla guerra di Ishibar- cominciò Edward.

-Ishbar? Non è la guerra dove sono morti i genitori di Winry?- domandò Luana.

-Si, gli alchimisti di stato distrussero ogni cosa, uccidendo donne uomini e bambini- Ed aveva i pugni serrati -Ora lui va in giro ad ammazzare tutti gli alchimisti di stato per vendicare la sua gente, anche se l'alchimia per gli abitanti di Ishbar era una materia proibita e maligna lui uccide proprio con l'alchimia, anche se si ferma solo alla scomposizione-

I tre lo guardarono confusi Ed sospirò -L'alchimia si basa su tre fasi di trasmutazione, ovvero la comprensione della struttura della materia, poi la scomposizione dove si ferma Scar e poi c'è la ricomposizione-

-Queste tre fasi sono la base dell'alchimia- continuò Alphonse -Ne hai di cose da studiare Luana per diventare alchimista di stato-

Lei lasciò andare il capo sul tavolo -Me ne sono accorta-

-E poi se scoppiasse una qualsiasi guerra potresti trovarti ad usare l'alchimia come arma per uccidere- la guardò serio Ed -Io lo faccio per le ricerche, per i nostri corpi, tu sei sicura di quello che fai?-

-Non sarei qui se non lo fossi Edward- lo guardò freddamente, sospirando il ragazzo mise le mani in tasca, lentamente lo videro ghiacciare, diventare viola, verde e persino giallo.

-AAAAAAAAAH!!!!! IL MIO OROLOGIO!!!!!!- veloce come un fulmine si mise a cercare in ogni angolo, poi un flash li passò nella mente, la ragazza che gli era andato addosso.-

-Maledetta stronza- sbottò al vento e cominciò a correre.

-Fratellone dove diavolo stai andando???- lo ricorse Al seguito a ruota da Luana e gli altri.

-A stare con loro perderò tutti i chili che ho messo su- rise Clarissa.



Dopo aver fatto il giro della città per quasi tutto il pomeriggio e di aver chiesto informazioni sulla ragazza a ogni anima presente in quella città riuscirono ad avere un indirizzo.

Arrivarono davanti a un ponte lo attraversarono trovandosi davanti un'officina per Automail, Winry che aveva dato “gentilmente” tutti i suoi pacchi a Jess e Al si piazzò davanti cominciando ad adulare ogni centimetro del materiale esposto fuori dal negozio.

-Ei c'è nessuno?- urlò l'alchimista d'acciaio.

Dopo qualche secondo uscì la ragazza con cui Ed si era scontrato, le puntò il dito -TU MI HAI RUBATO IL MIO OROLOGIO!!!!-

-Oh oh perchè ti scaldi tanto?- gli ghignò in faccia sventolando l'orologio d'argento nella mano destra.

-Perchè me l'hai rubato?-

-Vieni a prenderlo se lo vuoi- e così dicendo saltò sul tetto del negozio con un abile balzo.

-Maledetta- Ed trasmutò il suo Automail in una lama e la segui.

-Ci risiamo- sospirò Winry -Altro che aggiustatina-

-Luana andiamo- Al prese sotto braccio la ragazza e battendo le mani sul terreno una mano si terra li sollevò fino al tetto e inseguirono Edward.

-Fermati e dammi l'orologio ladra-

La ragazza si fermò, sorrise e di colpo qualcosa fuori uscì dal suo ginocchio sinistro, Ed schivò quello che era un razzo per un pelo e lo stesso fecero Luana e Al che erano poco dietro di lui.

La guardarono allibita -Hai un razzo nell'automail- sbraitò scioccato Edward -Ma sei impazzita? Potevi colpirmi-

-Fratellone l'intento era quello- li fece notare Al.

-Perchè non mi dai l'orologio e basta? Chi sei?-

All'improvviso una mano afferrò la gamba della ragazza, lei abbassò il capo trovandosi a fissare gli occhi azzurri luccicanti di Winry -Questo...Questo è un vero amoreeeeeeeeeee- cominciò a strusciarsi sulla sua gamba.

-Hei maniaca leva subito le mani dalla mia gamba- la ragazza cercava di scollarsela in tutti i modi senza grandi risultati.

Si rassegnò e gli invitò ad entrare nel negozio, avevano già fatto abbastanza casino.

-Tutti interi?- rise Jess una volta che i ragazzi scesero dal tetto.

-Diciamo di si- rise Luana guardando Winry che era ancora attaccata alla ragazza che aveva detto di chiamarsi Paninya.

Entrarono nell'officina dove li accolse un uomo di mezza età che era intento a mettere a posto una gamba artificiale -Pininya eri tu a fare tutto quel baccano?- le domandò. -Scusami, ho dei ospiti-

-Che hai combinato stavolta?- sospirò alzando il capo -Perchè quella ragazza è attaccata alla tua gamba?-

Winry si staccò presentandosi si piazzò davanti a lui curiosando ogni suo movimento questo lo irritò non poco.

-Io sono Dominic, spero che Paninya non vi abbia provocato troppi guai-

-Deve solo darmi il mio orologio- gracchio l'alchimista d'acciaio.

-Si adesso te lo do- e andò di sopra -Fatti aggiustare l'automail prima- li urlò dalle scale.

Winry si mise subito al lavoro con il braccio di Ed, Jess e Clarissa erano impegnati a osservarla curiosi.

Dominic osservava l'automail del giovane Erlic -Questo automail è un po' pesante, forse è per quello che sei rimasto così basso-

Edward assunse la sua solita espressione arrabbiata per poi realizzare le vere parole dell'uomo -Vuole dire che se il mio braccio pesasse di meno crescerei?!- domandò speranzoso facendosi già il suo film in testa, ovvero lui un gigante tutti gli altri delle misere formiche, soprattutto il colonnello Mustang e questo li provocò un ghigno sadico in faccia.

-Ed fai paura- lo guardò Luana -Che diavolo pensi?-

-Winry sai cosa devi fare vero?!-

Lei sospirò -Vedrò di mettermi al lavoro- si alzò -Signor Dominic dovrei andare un attimo in bagno-

-Sali le scale a destra-

La bionda salì le scale fece per entrare in bagno, ma un rumore proveniente dalla stanza in parte la bloccò.

Entrò nella stanza e trovò Paninya che cercava di aprire l'orologio di Ed -Che diavolo fai?-

La ragazza sobbalzò -Non riesco ad aprirlo-

-Semplice...- disse ghignando -Non hai gli attrezzi giusti- e fra le sue dita apparvero non si sa come tutti gli strumenti possibili per scardinare qualcosa che dovrebbe rimanere chiuso

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Capitolo 14
*** -Capitolo 14°- ***


Winry teneva saldo fra le mani l'orologio aperto, incisa una data alla bionda tremarono le mani, la data di quando avevano bruciato la casa dei giovani Erlic.

Pinynia -Che c'è scritto?- la ragazza lo richiuse di scatto -Daglielo tu per favore- e lanciandoglielo si rinchiuse in bagno.

La ragazza guardò l'orologio e alzò le spalle scendendo le scale -Tieni piccoletto- gli lanciò l'orologio l'alchimista lo prese al volo rimettendolo al suo posto, ovvero attaccato ai jeans nella tasca, si guardò intorno notando che Luana non era li -Al hai visto Luana?-

-Si è uscita a prendere una boccata d'aria- rispose il fratello che giocava a carte con Clarissa e Jess.

Edward uscì di casa e trovò Luana seduta sul cassone metallico intenda a scrutare il buio che stava impossessando il del cielo ancora rosso.

-Hei nana! Che fai qui fuori?-
Lei si voltò appena -Avevo bisogno di aria- sibilò.
-
Che cos'hai Luana? Sei strana- la guardò intensamente Ed.
Lei arrossì lievemente -Be...Sono un po' in imbarazzo-

-A chi lo dici- rise nervosamente lui -Quindi che hai intenzione di fare?-

La corvina lo guardò confusa -In che senso?-

Ed diventava rosso a livelli finchè non assunse un color rosso fuoco -Bè...Stiamo insieme.. o forse anche no è da egoisti devi decidere tu- andò avanti a borbottare più da solo che con la ragazza che ridendo lievemente scese dal cassone avvicinandosi al biondo lo zittì mettendogli un dito dolcemente sulle labbra -Si Edward- lo baciò cingendoli le braccia intorno al collo assaporando ogni istante di quel momento.
-Ed...- il sibilo che provenne dalle loro spalle gli fece voltare, davanti a loro Winry con lo sguardo basso -Ed...Mi..Mi dispiace- balbettò tremando.

-Winry che succede?- si avvicinò a lei preoccupato.

La ragazza cadde in ginocchio scoppiando a piangere -NON DOVEVO APRIRLO MI DISPIACE ED, SO CHE STATE SOFFRENDO TANTO E...e non avrei dovuto aprirlo- finì in un soffio.

L'alchimista la guardò confuso, poi capendo mise la mano in tasca prendendo l'orologio fra le mani -Winry...-

La ragazza aveva le spalle tremanti -Ed davvero mi dispiace-

La ragazza sgranò gli occhi quando si trovò la faccia contro il petto del ragazzo -Tranquilla Winry, è solo il ricordo della mia punizione- e la ragazza si lasciò andare in uno sfogo che da anni teneva nel cuore.


Nelle vie di Rusch Valley un ragazzo alto non più di venticinque anni camminava a testa alta fra le vie.

Gli occhialetti da sole a coprirgli gli occhi e un ghigno avido stampato sul volto, guardò dentro la vetrata della locanda vedendo ciò che cercava.

Luana addentò una coscia di pollo per poi infilzare la mano di Jess che aveva cercato di rubagli una patata dal suo piatto.

-Ma che cazzo sei impazzita?-

-Su Jess è solo un graffio- rise Al.

-Facile per te che sei un'armatura- brontolò massaggiandosi la mano.

Il campanello attaccato alla porta del locale suonò facendo entrare il nuovo cliente.

-Scusa avrei bisogno di parlarti-

I ragazzi si girarono trovandosi davanti un ragazzo dai capelli scuri e degli occhiali da sole, una giacca di pelle nera con al collo del pelo bianco.

Lui si era rivolto ad Alphonse -Allora? Te lo devo chiedere per favore?-

A nessuno dei presenti scappò il suo tatuaggio sul palmo della mano sinistra, un drago che si mangiava la coda.

Homunculus.

-Chi sei?- domandò a denti stretti Edward.

-Il mio nome è Greed l'avido- gignò -Dovrei parlare con questa fantastica creatura- indicò Al.

All'improvviso arrivò una ragazza dai capelli corti biondi che con una agilità pazzesca di intrufolò nell'armatura di Al, come se fosse un serpente -Ah signor Greed aveva ragione quest'armatura è completamente vuota- disse la ragazza all'interno del giovane Erlic.

Luana aveva gli occhi sgranati -Ma che diavolo è?-

-Non ti piace signorina, lei è Martel, era un soldato della guerra di Ishbar, è una chimera, fusa con un serpente- rise avido Greed.

Al cominciò a muoversi contro la sua volontà e cominciò a correre insieme all'homunculus.

-Maledizione voi tre rimanete qui e avvisate il colonnello, Luana vieni con me-

Lei annuì e insieme i due alchimisti uscirono dalla locanda sotto gli sguardi allucinati di tutti i presenti.

-Ma dove diavolo siamo finiti?!?- dissero disperati in coro Jess e Clarissa.



Edward e Luana correvano a perdifiato dietro ai due che non accennavano a fermarsi, svoltarono in un vicolo, li imitarono bloccandosi di colpo anche perchè Ed andò a sbattere contro a un muro.

Strada chiusa -Impossibile da dove sono passati?-

-Ei Ed guarda- Luana gli indicò un buco al lato del vicolo abbastanza grande da passarci in due.

Lui deglutì -Odio gli spazzi chiusi-

-Non è tempo di fare il fifone- e senza tante cerimonie lo spinse dentro per poi seguirlo, percorsero uno scivolo e poi Luana appoggiò il sedere su qualcosa di morbido, ovvero la schiena di Ed che poverino aveva ogni centimetro del corpo andato per gli affari suoi.

-Tesoro pesi-

Lei a sentirsi chiamare così arrossì vistosamente scollandoli da lui -Sc...Scusa Edward!- si alzarono, davanti a loro un tunnel lungo scuro e puzzolente.

-Dove siamo?- domandò la ragazza.

-Siamo nel canale della città- i due alchimisti cominciarono a camminare -Stammi vicino e tieni gli occhi aperti-

Camminarono per svariati minuti sentendo come rumore solo il squittio dei topi che avevano fatto venire un infarto più di una volta a Luana, li odiava a morte.

-Dimmi qual'è il tuo segreto- si sentì all'improvviso la voce di Greed.

-Ti dico che non lo so,mio fratello ha trasferito la mia anima in quest'armatura- rispose esasperato Al.

I due sfondarono la porta di metallo entrando nella stanza -Lascia in pace mio fratello- Ed trasmutò il suo automail, mentre Luana toglieva i guanti.

-Non puoi sconfiggere lo scudo perfetto- ghignò l' homunculus, il suo corpo si trasformò,divenne tutto blu scuro,gli occhi iniettati di sangue dalla pupilla piccola e nera,i denti bianchi appuntiti,sporgevano fuori dalle labbra.
-Fatti sotto- sibilò.
-Ma che diavolo….-
L’homunculus si scagliò contro l’alchimista d’acciaio,Ed li diede un pugno ma il suo automail si frantumò.
-Ahaha….piccoletto non sei convinto di ciò che fai-
-CHI SAREBBE IL FAGIOLINO MINUSCOLO E MICROSCOPICO?!?!-
Luana si coprì il volto con una mano.
-Ma quante energie…ma vedi per sconfiggermi devi essere sicuro di quello che fai!!Il mio corpo è uno scudo perfetto…duro come un diamante-
Luana battè le mani per poi toccare la parete in parte degli spuntoni di ghiaccio infilzarono Greed sbattendolo dalla parte opposta, cadde a terra per poi rialzarsi quasi subito rigenerato completamente -Mi hai infastidito- la guardò imbronciato -Ora, voglio smontare tuo fratello ma la cosa diventa difficile con voi due fra i piedi-

I due alchimisti ringhiarono guardandolo male -Martel porta il nostro ospite al sicuro-

-NO NO NO!- si lamentava Al, ma alla fine la chimera ebbe la meglio e Al se ne andò.

Luana lo seguì schivando per un pelo un attacco di Greed -Ok allora me la vedo con te piccoletto-

All'imprivo si sentì un'esplosione provenire non lontano da dove erano loro -Abbiamo visite?- domandò l'homunculus.

-Deduco alchimisti di stato- ghignò il biondo attaccandolo, riuscì a danneggiare il suo scudo perfetto, anche se non per molto.

-Ma che diavolo...- lo guardò con gli occhi viola allibito -Che bravo alchimista hai scomposto il mio corpo- e dicendo questo se ne andò alla velocità della luce proprio mentre alcuni alchimisti di stato fecero irruzione nella stanza aiutando il giovane Elric.

L'istinto di Luana l'aveva messa a spalle al muro, aveva sentito qualcosa che non andava, al da dieci minuti era seduto che se la chiacchierava tranquillo con la chimera, erano arrivati da loro anche due strani tipi, uno si chiamava Dolcetto e Roa il primo fuso con un cane e l'altro con un toro.

Non riusciva a capire il perchè se ne stava li impalata, i suoi sensi le dicevano di stare all'erta.

-Come mai Greed lascia le sue creaturine incustodite?- una voce sensuale e tagliente si fece largo nell'oscurità, seguita da una voce più da uomo ritardato -Cibo, tanto cibo Lust posso mangiarliiii???- dall'oscurità venne fuori un grosso e basso uomo vestito con una tuta nera, gli occhi piccoli rotondi e bianchi.

Spalancò la bocca dove aveva tatuato l'uroboro, le chimere lo evitarono per un soffio, Luana spalancò gli occhi, ma erano tutti in giro stasera?

Stava per intervenire ma la mano sulla spalla di Greed la bloccò -Lascia fare a me piccola-

-Brava Lust, la lancia perfetta, fai sempre le tue entrate mozzafiato- ghignò l'homunculus verso la donna che usciva dall'oscurità, belle e sensuale, capelli lunghi scuri, un vestito verde attillato le fasciava il corpo, il tatuaggio sul petto.

-Scudo perfetto quanto tempo, al paparino manchi tanto sai?-

-Hn, lui non manca per niente a me- e dicendo questo s scagliò contro di lei, che veloce come un fulmine trasformò le sue unghie in lame affilate.

Le lame di Lust riuscivano a scalfire lo scudo di Greed, se fosse stato umano sarebbe morto subito.

Lo incatenarono -Sai che c'è una persona che non vede l'ora di rivederti?- disse la donna dopo aver trafitto Dolcetto. -Gluttony andiamo-

L'altro homunculus dopo aver pranzato con i resti di Dolcetto e Roa si avvicinò al lei che si fermò davanti a Al -Arriveremo anche per te e il tuo fratellino prima o poi- e sparì nell'oscurità.

Martel dall'interno dell'armatura tremava, mentre combatteva Greed aveva ordinato ad Alphonse di non farla uscire per nessun motivo dall'armatura.

Luana anche se non vedeva un tubo sentì dei passi avvicinarsi, il cuore cominciò a batterle forte, qualcuno si stava avvicinando ad Al, riuscì a distinguere la divisa dell'esercito degli alchimisti di stato.

-Tutto bene giovane Erlic?-

-Ge...Generale Bradley- ansimò l'armatura -Che cosa fa qui?-

Di colpo dall'armatura uscirono le mani di Martel che prese per il collo il generale, Al cercava di calmarla invano, anche perchè di colpo non sentì più nulla, sangue dappertutto sulle pareti, Luana aveva gli occhi azzurri sbarrati.

Il generale rimise a posto la spada, ne la corvina ne Al lo avevano visto tirarla fuori.

Il corpo inerte di Martel stava immobile nell'armatura -Signorina Antonelli può anche uscire da li- lei sobbalzò e mettendosi sulla difensiva uscì allo scoperto.

-Ritornate in superficie dagli altri, saranno preoccupati- sorrise sistemandosi la benda che gli copriva l'occhio sinistro -Cominceranno a preoccuparsi- sorpassò il giovane Erlic -Ci vediamo a Central city e state in guardia-

I due lo guardarono andar via, Al di colpo non parlò più, era come se aveva perso i sensi.




In un laboratorio Greed finalmente aprì gli occhi trovandosi davanti a lui quattro persone, o meglio quattro esseri artificiali.

-Oooh la famiglia quasi al completo- rise privo di divertimento.

-A Greed tu non hai conosciuto Warth vero?- ghignò Envy indicando l'uomo in parte a lui.

L'homunculus sembrò stupirsi -Bene bene niente meno che tu, sei un homunculus che invecchia, com'è possibile?-

L'uomo tolse la benda dell'occhio sinistro rivelando l'uroboro proprio nella pupilla, -Il mio nucleo è un corpo umano e non artificiale, non sono nato dalla pietra. La pietra è stata impiantata nel mio corpo, e sono l'unico sopravvissuto a questo esperimento- sipiegò calmo e impassibile -Mi hanno creato per tenere sotto controllo l'esercito-

-Già generale King Bredley- ghignò avido Greed.

Calò il silenzio che venne spezzato da una voce antica e immortale -Tu mi hai tradito figlio mio- dall'oscurità uscì un uomo dai capelli e la barba color biondo grano.

-Oh oh quale onore... Padre-

-Sai la punizione che ti aspetta- da sotto i piedi dell'homunculus apparve un grande pentolone contente lava bollente.

Lentamente Greed venne calato giù, ma non smetteva di ridere avidamente.

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Capitolo 15
*** -Capitolo 15°- ***


-Al... ALPHONE!- il grido disperato di Edward risvegliò il fratello.

-Fratellone...- l'armatura di Al cominciò a tremare -Non sono riuscita a proteggerla- si coprì il volto con le mani.

-Non è colpa tua Al- sussurrò Luana -Comunque ci conviene ripartire per Central City-

Clarissa si avvicinò all'armatura che grazie a Ed era stata ripulita dal sangue della chimera, lo abbracciò, Al rimase impalato e in panico non sapendo più come comportarsi -Sei un'anima fantastica-

Anche se non si poteva vedere l'anima del giovane Erlic, aveva vibrato, si vibrato di emozione.

Salutarono Paninya che li aveva gentilmente accompagnati alla stazione, ringraziò Winry per averle fatto capire che esisteva un altro modo per ripagare il signor Dominic, arrivò il treno e i ragazzi salirono.

Dopo quattro ore giunsero alla stazione di Central City, i tre nuovi arrivati si guardavano in giro spaesati.

-Sembra di essere finiti in un altro mondo- sibilò Clarissa.
Luana si guardò intorno, possibile che tutto quello in cui aveva sempre creduto potesse nascondere un'intera nazione?
La voce di Ed la fece riportare alla realtà -MAGGIORE ARMSTRONG SIAMO QUI!!!-

Un uomo alto e particolarmente grosso li corse incontro facendo tremare l'intera stazione, indossava la divisa dell'esercito, gli occhi piccoli azzurri e un unico ciuffo biondo sulla testa pelata e baffi biondi sotto il naso.

-Fratelli Elric!- li abbracciò prendendo anche Winry.

-Mi lasci maggiore- rognò l'alchimista opponendosi al suo abbraccio.

Il maggiore Amstrong si accorse solo in quel momento di Luana, Jess e Clarissa.

-Salve ragazzi, io sono Alex Louis Armstrong, alchimista di stato noto anche come l'alchimista nerboruto- e dicendo tutto questo rimase a torso nudo con i muscoli che brillavano di una strana e inquietante luce.

-AAAAh SI COPRA MAGGIORE!- urlò Ed.

-Ma perchè si è spogliato?- domandò Jess.

-Lascia perdere- sospirò Al -Maggiore ci accompagna lei al quartier generale?-

-Certo ragazzi, Scar è in giro anche se non sappiamo bene dove, ieri sera c'è stata un'esplosione, abbiamo trovato la giacca di Scar lacerata e piena di sangue ma di lui nemmeno una traccia.

I due fratelli Elric sospirarono guardandosi, non potevano comunque stare tranquilli.

-Maggiore il generale Hughes è al lavoro?- domandò Edward camminandogli affianco.

-Già ultimamente fa le ore piccole-

Il maggiore portò l'attenzione a Luana che accanto a Edward si guardava in giro circospetta.

Quella sensazione di pericolo che aveva provato nelle fognature non la mollava, si sentiva osservata, inseguita e la cosa cominciava anche a irritarla.

-Signorina lei assomiglia molto a un mio vecchio conoscente-

Luana sentì una fitta allo stomaco e fissò l'alchimista negli occhi -Mi sa che mi sbaglio, non mi pare avesse qualche parente stretto-

-Di chi parla maggiore?- domandò curioso Al.

-Di Heric Triavers, l'alchimista dell'acqua, era un uomo davvero strano, aiutava ogni tanto l'esercito nella guerra di Ishval-

Luana e Edward si bloccarono guardandosi, il biondo le fece cenno di tacere davanti al maggiore e andarono avanti a camminare verso il Quartier Generale.



-Ciao piccolo acciaio-

Edward fumava dal naso e continuava a borbottare un “ti odio, ti odio, ti odio”.

Luana invece venne subito sommersa di libri da una donna con l'uniforme militare, capelli biondi raccolti in un fermaglio e occhi color cioccolato -La ri... ringrazio- sibilò la ragazza emergendo dalla pila di libri e fulminò il colonnello.

-Non preoccuparti Luana ti aiuteranno anche loro- rise Roy indicando i cinque militari nella stanza, la donna si chiamava Riza Hawkeye, in parte al tenente vi era un ragazzo alto e biondo cenere,occhi azzurri e in bocca una sigaretta, sottotenente Jean Havoc, in parte a lui un uomo più anziano capelli grigi e occhi azzurri maresciallo Vato Falman, poi un ragazzo basso con gli occhiali, capelli neri come gli occhi sergente maggiore Kain Fury giocava con un cucciolo bianco e nero di nome Black Hayate e infine si presento anche il ragazzo con i capelli rossicci e gli occhi neri tenente Heymans Breda.

Fatte tutte le presentazioni Jess e Clarissa furono scortati nelle loro camere e Winry disse che doveva fare una telefonata a Paninya a quanto pare la biondina fanatica di automail non si dava per vinta.

Doveva diventare apprendista del signor Dominic il quale aveva già rifiutato una decina di volte.

Luana fu messa subito a studiare con l'aiuto del maresciallo Falman esperto della storia dell'alchimia, mentre la pratica se ne sarebbe occupato Roy stesso, e a questo pensiero alla ragazza sudavano le mani.

Non ci teneva a finire abbrustolita accidentalmente.

Edward diede un bacio sulla testa della ragazza e questo gesto bloccò tutti i presenti.

L'alchimista d'acciaio diventò rosso come un peperone e prendendo Al se ne andò fumando come una locomotiva a vapore.

Il colonnello assunse la sua solita faccia bastarda e andò in parte alla ragazza che non aveva nemmeno alzato il capo dal suo libro.

-Dunque che succede piccola? Qualche novità nell'aria?-

-Nessuna in particolare- rognò lievemente arrossita.

-Sei sicura? Io sento uno strano profumo- rise divertito.

-L'unico profumo che sentirà colonnello se non mi lascia studiare...- Luana alzò gli occhi azzurri dal libro fissando quelli neri come petrolio dell'uomo -E' la sua carne che brucia sotto il suo stesso potere,SONO STATA CHIARA?!?-

Il colonnello diventò piccolo piccolo e andò dietro a Riza -Ce ne una peggio di te!- e ricevette la pistola del tenente in piena faccia.

L'alchimista del fuoco si mise seduto sulla sua poltrona mettendo il broncio.



Edward e Al percorrevano i corridoi diretti alla biblioteca, ma svoltando l'angolo si imbatterono in qualcuno di molto interessante -Fratelli Erlic- li salutò sorridente come sempre il Generale Bradley.

-Salve generale- Ed fece il saluto militare.

-Mi hanno informato che la signorina Antonelli ha cominciato il suo studio sotto le direttive del colonnello Mustang-

-Esatto generale-

-E ditemi, le vostre ricerche dopo il laboratorio numero 5 hanno avuto sviluppi?-

L'alchimista rimase un po' spiazzato dalla domanda del generale -Abbiamo aggiornato la lista degli Homunculus con Greed, ma dopo lo scontro che ha avuto con lei non lo abbiamo più trovato-

-Già se lo sono portato via- sospirò l'uomo sorpassando il ragazzo e gli appoggiò una mano sulla spalla -Non arrendetevi fratelli Elric- e così dicendo se ne andò.

-Fratellone...Qui la cosa mi puzza- sussurrò Al entrando con il fratello nell'ampia biblioteca.

-Già, ci sono troppi fattori che non coincidono, per esempio perchè il generale è venuto al Sud? Poteva catturare le chimere di Greed per farle parlere invece le ha uccise-

-E poi c'è la storia di quella donna, non capisco cosa centri in tutto questo, conosceva il papà e quel Triavers che conosceva anche il maggiore-

-Come al solito troppe domande e nessuna risposta- sospirò rassegnato -Che dici di andare alla biblioteca centrale? Così dopo andiamo anche dal tenente Hughes a fare quelche ricerca- propose il ragazzo.

-Fratellone c'è in giro Scar, non pensi che sia un po' pericoloso?-

-Come hanno detto gli Homunculus io sono una preziosa vittima sacrificale, non rischieranno che io ci rimetta la pelle- ghignò sicuro di se e insieme uscirono dal quartier generale.

Roy era alla finestra e guardò i due fratelli uscire dai cancelli.

-Riza...- la donna seguì il suo sguardo e annuì.

-Vado signore- e congedandosi uscì.

Il colonnello ghignò guardando con la coda dell'occhio Luana che continuava a studiare.

La partita stava cominciando a valere la pena di essere giocata del tutto.

E il passato sarebbe tornato e avrebbe spaccato il cuore di troppe persone, ma se questo era il prezzo da pagare per restituire l'equilibrio ad Amestris e far emergere tutta la verità lui non si sarebbe mai tirato indietro.










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Capitolo 16
*** -Capitolo 16°- ***


I mesi passavano in fretta e dicembre era alle porte, Luana aveva passato brillantemente l'esame per diventare alchimista di stato e le era stato assegnato il secondo nome di Ice Alchemist, l'alchimista del ghiaccio.

Luana Ed e Al camminavano per le vie di Central City, erano appena usciti dalla biblioteca centrale.

Le ricerche avevano preso una strana piega, aveva scoperto su alcuni libri che Heric Triavers era diventato noto per aver sviluppato l'alkahestry, un'alchimia diversa da quella sviluppata ad Amestris, originaria dello stato di Xing, un'alchimia specializzata nel campo medico, ma purtroppo non trovarono altro su di essa.

Alphonse tirando fuori un giorno gli appunti del padre lo trovò accennato, ma nulla di significativo.

-Uff senza Winry non mi sento più sicuro- sospirò il biondo mettendo un braccio intorno alle spalle

-Sono contento che il signor Dominic l'abbia raccomandata a Garfild, è molto bene voluta- rise Al.

-Già manca comunque la sua presenza- sospirò Luana -Ma Jess e Clari che fine hanno fatto?-

-Jess è al pentagono con Havoc e il tenente Hawkeye ,a quanto pare ha un'ottima mira-

-Allora immagino che Clarissa sarà in qualche centro estetico- ghignò la corvina fermandosi di colpo, si staccò da Edward avvicinandosi al vicolo in parte a loro.

-Hei Luana che cos'hai trovato?- si avvicinò Ed -Non fare come Al che raccoglie gattacci ovunque-

-Hei- protestò l'armatura -Che cosè?-

La ragazza si voltò e fra le mani teneva un ragazzo privo di sensi, i due fratelli Elric la guardarono per poi sbiancare.

-Che cazzo è morto?!?- urlò l'alchimista cominciando a prenderlo a schiaffi.

Il ragazzo che aveva ancora gli occhi chiusi si avvicinò alla ragazza -Ci..Cibo-

-Questo tizio sta morendo di fame- esalò Luana, Edward lo prese in spalle e insieme andarono nel ristorante più vicino.

Dire che aveva fame era un eufemismo visto che si era fatto fuori metà del ristorante.

-OOOh sono sazio- esalò finendo l'ultima porzione -Grazie mille ragazzi prima o poi vi ripagherò-

-Chi ti dice che paghiamo noi?- brontolò Edward.

-Senti non sei da queste parti vero?- domandò Alphonse -Come ti chiami?-

-Ling Yao vengo da Xing- disse tranquillamente.

I tre fecero mente locale della mappa, Xing si trovava a Est oltre l'area desertica, lo guardarono scioccati -Ci credo che hai perso i sensi- disse Luana.

-Cosa ti porta qui?- domandò Edward sospettoso.

Il ragazzo aprì gli occhi rivelando due pupille nere come petrolio -Cerco.. L'immortalità-

Calò il silenzio -E come faresti?- domandò Al.

-Con la pietra filosofale, voi siete alchimisti giusto? Ditemi come faccio a trovare la pietra per favore-

Edward lo guardò seriamente -Mi spiace non ne sappiamo nulla- si stava alzando ma il ragazzo lo fermò -Dai amico-

-Non sono tuo amico- sbottò dandogli le spalle -Dai andiamo-

Non fecero in tempo ad alzarsi che un'esplosione non lontana da loro catturò la loro attenzione.

-Ma che diavolo succede?- sussurrò Luana cominciando a correre con i fratelli Elric -A quanto pare oggi Scar a deciso di darci la caccia- ghignò Edward.

Poco dopo si ritrovarono faccia a faccia con l'assassino degli alchimisti di stato, gli occhi rossi dietro le lenti degli occhiali da sole brillavano come fuoco.

-Buongiorno Scar- ghignò l'alchimista d'acciaio -Ripreso?-

-Completamente- ringhiò correndo verso di loro.

Luana battè le mani e dal terreno cominciarono a uscire punte di ghiaccio che cercano di colpire l'uomo che abilmente le schivava.

-Un nuovo alchimista di stato?- portò l'attenzione alla ragazza.

-Indovinato- ghignò lei beffarda.

Edward trasformò il suo automail in una lama e insieme i tre cominciarono ad attaccarlo.

Il quartiere dove si svolgeva il combattimento era per metà raso al suolo provocando una leggere incazzatura al colonnello Mustang che arrivato con la sua squadra si era ritrovato davanti ai detriti.

IL cielo si era oscurato, stava per cominciare a piovere, Luana e Edward cominciavano a dare i primi segni di stanchezza -Ma perchè quei dannati Homunculus non arrivano?- sbottò acciaio schivando per un soffio il braccio distruttore di Scar.

-Scar sei circondato- i quattro si fermarono trovandosi accerchiati da tanti militari al centro Roy.

Un'esplosione sollevò un polverone, non si vedeva niente, Scar approfittando della confusione si ritirò in un vicolo andandosene, non prima di aver guardato bene Luana negli occhi, lei rimase paralizzata dal quello sguardo e non riuscì a muovere un muscolo lasciandolo andare.

-Lu...Luana dove sei? Stai bene?- Edward si agitava a destra a manca sollevando detriti, si sentì tirare per la treccia -Smettila di agitarti sono qui- la guardò spiecchiandosi nei suoi grandi occhi azzurri.

Quanto amava guardare quei occhi, amava sentirla vicina, abbracciarla baciarla, la desiderava con ogni sua minima particella del corpo e questo pensiero lo fece diventare rosso come un pomodoro, e cominciò a farsi le sue giornaliere seghe mentali sotto sguardo perplesso di tutti i presenti.

-Ed tutto bene? Sei rosso...- lo guardò Riza mettendogli una mano sulla fronte.

-Nulla tenente sto bene- rise nervosamente per poi voltarsi verso Luana, seguì la traiettoria del suo sguardo e trovò Ling che litigava con un militare per il visto, faceva finta di non capire la lingua, alla fine se lo portarono via come clandestino.

-Ci penseremo più tardi a lui- disse acciaio andando verso il colonnello -Come al solito non fa mai niente-

-Zitto acciaio- rognò fulminandolo -Comunque Hughes vi aspetta a casa sua-

I tre si guardarono -Perchè?!-

Lui ghignò diabolico -Io non servo a niente- disse alzando le spalle.

I militari se ne andarono portando via anche il povero Ling, e i tre ragazzi andarono all'hotel dei militari per prepararsi e andare dal tenente Hughes.

Nell'atrio trovarono Jess e Clarissa intenti a litigare per chi dei due doveva andare a prendere le sigarette.

-Fate a meno di fumare e la questione è risolta no?- se ne uscì Alphonse, frase sbagliata visto che Clari dopo aver definito una stronzata tutto quello che aveva detto li rifilò i soldi e lo fece uscire a prendere le sigarette.

-Sei una strega- se ne uscì Edward ricevendo la poltrona in piena faccia dalla ragazza.

-E' particolarmente suscettibile quando è in carenza di nicotina- rise Luana.

-Ho notato- si massaggiò la testa il biondo, un'inserviente dell'hotel si avvicinò a loro -Signor Elric c'è una telefonata per lei-

Lui si alzò andando al telefono, dall'altra parte della cornetta la voce squillante di Winry, lo informava il giorno dopo sarebbe venuta a Central City per un paio di giorni, fortunatamente dopo lo scontro di oggi il suo automail non aveva ricevuto particolari danni quindi aveva solo bisogno di una revisione, se no chi le avrebbe sopportate le chiavi inglesi della bionda in piena faccia.

Ritornò dagli altri -Winry domani ci raggiunge qui-

-Oh finalmente- se ne uscì Luana -Ho bisogno di parlare con una ragazza che non ha in mente solo rossetti e smalti- fulminò Clari che in quel preciso momento si stava mettendo uno smalto verde acido e fischiettava allegramente.

-Bè allora parlerai di bulloni e arti artificiali- ghignò Jess che puliva con cura la pistola nera.

-E quella?- domandò la corvina guardandolo scioccata.

Il ragazzo la prese in mano sventolandola tranquillamente facendo venire i capelli bianchi a tutti -E' solo il mio nuovo giocattolino-

-Fai paura- dissero in coro nascosti dietro al divano.

Ritornò Al per la felicità di Clarissa, poi tutti cominciarono ad andare nelle loro camere a prepararsi per raggiungere il tenente Hughes.

Clarissa si mise sdraiata sul letto di Luana sospirando, la corvina la guardò sospettosa -Che hai?-

-Stavo pensando a te e Ed, non siete ancora arrivati a quel punto vero?-

Luana la guardò confusa -Come?-

-Il biscotto...-

-Il biscotto?- domandò con mille punti di domanda sulla testa.

-Si non ha n'ancora inzuppato il biscotto-

Ci fu un secondo di gelido silenzio, poi l'alchimista ci arrivò e diventò rossa come un pomodoro -MA CHE CAZZO TI VIENI IN MENTE?!PERVERTITA!!!- e urlando la sbattè poco delicatamente fuori dalla porta per richiuderla di colpo, clarissa ghignò e se ne andò anche lei nella sua camera a prepararsi.

Luana si lasciò andare esasperata sul letto, ogni volta che pensava a Edward il suo cuore voleva scoppiare fuori dal corpo, era allucinante le emozioni che provava solo a sentire la sua voce, i brividi ogni volta che la sfiorava.

Si mise a sedere guardandosi le mani, le vennero in mente le parole di Roy e della nonna, i suoi cerchi alchemici erano parte del suo corpo, come se fosse il suo corpo stesso a generare la sua alchimia e poi... Sono sicura che troverai la verità dentro la verità.

A quanto pare la sua famiglia le doveva qualche spiegazione, anzi cominciava a dubitare che quella non fosse la sua vera famiglia e la cosa cominciava a farle paura.

Ma doveva scoprire tutto, doveva ricostruire tutta la sua vita.

Lei avrebbe scoperto tutta la verità a qualunque costo, e con questa promessa nel cuore uscì dalla stanza con lo sguardo di una che a solo una cosa dentro di se.

Fuoco.



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Capitolo 17
*** -Capitolo 17°- ***


Già non potevano aspettarsi altro...”

Era questo il pensiero che assillava la mente dei cinque ragazzi seduti in mezzo a mille marmocchi che mangiavano e strillavano “auguri” alla piccola Elicya che in quel momento stava soffiando per spegnere tre candeline su una fantastica torta.

-Ma che mi tocca subire- sospirò Al che era sovraccarico di bambini che toccavano affascinati dall'armatura.

Ed e Jess se la ridevano come due veri bastardi, alla fine i ragazzi i ragazzi andarono sul balcone con il tenente in modo che Clarissa e Jess potessero fumare.

-Allora ragazzi- li fissò serio -Qualche novità?-

-Non molte, non riesco venirne a capo- sbottò il biondo -Troppe coincidenze, troppi nomi, troppe domande e... pochissime risposte- strinse i denti, si sentiva impotente.

-E lei tenente?- domandò speranzoso Al.

-Non so, come ha detto Ed tante domande e poche risposte, domani andrò a guardare nell'archivio ci sono due cose che mi interessa vedere-guardò i due fratelli Elric poi si girò verso la porta finestra che dava al salotto, il suo volto assunse un' espressione omicida che fece sbiancare i ragazzi.

Nel salotto due bambini stavano litigando per chi doveva giocare con la piccola Elicya, il fatto è che la tiravano e questo non piacque affatto al tenente che tirò fuori anche la pistola scaraventandosi dentro.

-Quello li è tutto matto- ridacchiò Jess appoggiandosi con i fianchi alla ringhiera, Luana si avvicinò a lui -Jess dammi una sigaretta-

Clarissa si strozzò con il fumo e Ed la guardò allibito -Fumi?-

-Ogni tanto non fa male-

Edward la guardò -Dai voglio provare anchio!-

-EH?- lo guardarono tutti sconvolti.

-Ed...Ed..- Jess li mise un braccio intorno al collo -Non lo sai che se i bassi nanetti microscopici fumano restano esattamente così?-

-IO NON SONO NE NANETTO NE MICROSCOPICO!!- lo scaraventò giù dal balcone -TOSSICO DEI MIEI STIVALI-

Luana si avvicinò a Ed e lo baciò ridendo di tutta la rabbia che quel piccolo ma grande corpo poteva contenere.

Ora che lo guardava bene si era un po' alzato, ma era meglio non dirglielo prima che si montasse la testa.




La notte era fredda e tagliente, stava cambiando, l'aria da qualche giorno aveva un profumo diverso.

Luana se ne stava seduta a ¾ sul davanzale della finestra nelle mani un libro che parlava di tutti i più importanti alchimisti del mondo, aveva trovato il nome di Triavers, ma niente parentele, aveva trovato anche la foto capelli neri e occhi azzurri ghiaccio, una coincidenza che le provocava il vuoto allo stomaco.

I suoi pensieri vennero interrotti da qualcuno che bussava alla porta -Avanti-

Entrò Ed -Ciao scusa se ti disturbo- si grattò nervosamente la nuca -Non riuscivo a dormire- si sedette in parte a lei appoggiando il mento sulla testa della ragazza -Che stavi leggendo?-

-Tanto per cambiare informazioni su quell'uomo che a quanto sembra siamo anche due gocce d'acqua- e li piazzò davanti la foto che ritraeva l'alchimista.

Ed sinceramente non sapeva cosa dirle,aveva ragione erano molto simili -Non montiamoci la testa- la guardò sfiorandogli le labbra -Posso fermarmi qui stasera?-

La ragazza rimase spiazzata, non se l'aspettava, le venne in mente la conversazione con Clarissa riguardante il biscotto e arrossì vistosamente.

-Luana...- le mise la mano sinistra sulla fronte -Sei bollente-

-No è che...-

Non riusciva proprio a capire perchè Ed le facesse quell'effetto da togliere il respiro, da avere le vertigini anche se si trovava con i piedi attaccati al terreno.

-Luana io...Vorrei- era visibilmente imbarazzato e agito e questo le fece tenerezza, lo zittì con un tenero bacio -Anchio Ed- glielo disse a fior di labbra, facendo vibrare ogni particella del corpo dell'alchimista.

Ed dolcemente la alzò dal davanzale della finestra prendendola in braccio, lei li cinse i fianchi con le gambe aggrappandosi di più al suo corpo.

La fece sdraiare sul letto e i loro baci cominciarono a diventare più passionali, quasi violenti bramosi del desiderio che provavano uno nei confronti dell'altro.

La ragazza sentiva gli automail del ragazzo quasi bruciare, tutto in lui era puro fuoco, pura passione e questo la travolse in una beatitudine mai provata prima.

I loro corpi si muovevano all'unisono, come se fossero stati creati unicamente per danzare e muoversi insieme.

Alla fine stanchi e soddisfatti si guardarono negli occhi, Ed la baciò teneramente sulla punta del naso -Ti amo-

Lei rimase per un attimo senza parole, i suoi occhi si riempirono di pura felicità -Anchio ti amo-



Meas Hughes era nel suo ufficio illuminato solo dalla lampada dello scrittoio le mani congiunte davanti al volto, il viso stanco dal troppo sforzo e segnato dal terrore che da pochi minuti lo aveva invaso.

Sotto i suoi gomiti la cartina dello stato di Amestris segnato con delle date cerchiate dei massacri più cruenti avvenuti nello stato in tutti gli anni da partire dalla fondazione, dopo averli uniti aveva capito tutto.

Già l'esercito era coinvolto non c'erano più dubbi, il motivo per il quale lo stato di Amestris e gli altri paesi affiancati non erano alla luce del mondo era per il semplice fatto che esisteva solo per un unico scopo.

Creare una pietra filosofale.

-Non mi sono mai piaciuti gli uomini troppo svegli sai?-

Il tenente alzò di colpo il capo trovandosi a fissare due occhi viola, davanti a lui una donna bellissima come il peccato.

-Bel tatuaggio...quale Homunculus sei?- senza farsi notare tirò fuori dalla manica della divisa un coltello nello stesso tempo che Hughes lanciò il coltello Lust all'ungò le unghie conficcandole nella spalla dell'uomo che imprecò.

Il coltello andò a impiantarsi proprio nella fronte di Lust facendola cadere lungo la parete, il tenente si alzò uscendo dall'ufficio, arrivò nell'atrio dell'edificio dove stavano tutti i telefoni, la ragazza dell'accoglienza lo guardò allarmata -Tenente lei sta perdendo sangue-

-Non preoccuparti non è niente- si teneva la spalla ferita, stava perdendo parecchio sangue, guardò i telefoni davanti a lui per poi voltarsi dirigendosi verso l'ingresso -Scusa il disturbo vado a chiamare fuori-

Uscì e arrivò a una cabina non lontana dall'ufficio, chiamò la centralina per farsi passare Mustung.

-Non possiamo prendere telefonate da una linea pubblica- protestò la centralinista dall'altra parte della cornetta.

-E' un'emergenza! MI passi il colonnello Roy Mustng SONO IL TENENTE HUGHES-

-Mi fornisca il suo codice di alchimista di stato-

Lui imprecò -Maledizione pure quello- lo diede e la ragazza aprì la comunicazione con Roy Mustang, ma purtroppo un rumore lo fece voltare e trovò a fissare gli occhi del sottotenente del maggiore Armstrong, Maria Ross.

Il tenente la fissò attentamente per poi ghignare -Tu non sei Maria Ross?-

-Ma come non mi riconosce?- non accennava ad abbassare la pistola.

-Maria Ross ha un neo proprio sotto l'occhio sinistro!-

Lei ghignò -Lo dicevo io che eri troppo sveglio da lasciare in vita ancora a lungo- e dicendo questo fece apparire il neo sotto l'occhio -Va meglio così tenente?-

Hughes cercò di attaccarla, ma Miaria Ross di colpo divenne l'unica donna per la quale il tenente viveva.

Sua moglie Glacier li puntava la pistola alla testa.

-Non.. No...- l'uomo non riusciva a muoversi, era pietrificato davanti alla figura falsa della moglie.

Un colpo di sparo fece volare via gli uccelli dai rami, un corpo inerme appoggiato alla cabina telefonica.

Meas Hughes stringeva tra le mani la foto della sua adorata bambina e della sua amata Glecia, calde lacrime cominciarono a rigargli il viso -Scusa cara piccola Elicya ti avevo promesso che... sarei.. tornato a casa presto..- chiuse gli occhi e in quella notte scomparvero anche le stelle.


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Capitolo 18
*** -Capitolo 18°- ***


Le prime luci dell'alba filtravano dalla finestra dell'alchimista di ghiaccio, era ancora fra le braccia protettive di Edward.

Aprì gli occhi ancora lucidi dal sonno, alzò appena il capo guardando il volto dell'angelo in parte a lei.

Era incredibile che esistesse un ragazzo dalle simili caratteristiche, i suoi occhi dorati perfetti, già dopo tutto l'oro era definito il materiale perfetto.

Si alzò lentamente attenta a non svegliarlo, indossò la maglietta che le arrivava fino alle cosce stiracchiandosi andò alla finestra spalancandola.

Qualcosa le mise i brividi, silenzio, c'era troppo silenzio.

Andò in bagno e si fece una bella e rinfrescante doccia, ma quel senso di terrore non la mollava, lo sentiva, sentiva che era successo qualcosa era come se il sottosuolo si stesse contorcendo e questa sensazione non le piaceva per niente, si vesti e svegliò Edward con un tenero bacio -Buongiorno-

-'giorno- mugugnò ancora assonnato -Perchè così presto?-

-Io devo andare da Sheska per due libri che mi servono, se non hai niente da fare dormi ancora un pò-

-Sisi- brontolò -Dopo andrò a prendere Winry con Al e poi ci vediamo in biblioteca ok?- l'attirò a se baciandola -Sei fantastica-

-E tu un dormiglione- e dandogli un buffetto uscì dalla stanza.

L'hotel era silenzioso, la maggior parte dormivano ancora, salutò le ragazze della reception che confabulavano qualcosa fra loro e uscì dall'edificio dirigendosi verso l'edificio dove lavoravano Hughes e Sheska.

Ma non arrivò mai all'interno dell'edificio, già perchè si fermò prima pochi metri dopo c'erano dei militari che coprivano un corpo.

Si bloccò paralizzata, incrociò lo sguardo di Riza e Havoc che le corsero incontro -Luana che ci fai qui?-

-Devo..Dovevo vedere Sheska- scrutò oltre le spalle dei due militari -Che cos'è successo?-

I loro volti si incupirono e non risposero, lei li sorpasso e andò davanti al corpo che era ai piedi del colonnello Mustang.

-Colonnello- lo chiamò -Chi è?-

Di nuovo nessuna risposta, nessuno aveva la forza o il coraggio di dire niente, così Luana scoprì per metà il cadavere e rimase senza fiato.

No non lui.

Si inginocchiò cominciando a piangere calde lacrime di disperazione, battè più volte i pugni sull'asfalto.

Qualcuno la prese di spalle, si voltò incrociando gli occhi nocciola del tenente Hawkey -Luana torniamo al Quartier generale-

Lei scosse il capo, si levò dalla presa della donna cominciando a correre nel cuore della città, il cielo era diventato scuro e annunciava pioggia, qualche brontolio spazzò il silenzio che aleggiava su Central City.

Svoltò in un vicolo appoggiandosi con la schiena alla parete, si lasciò scivolare e cominciò a piangere, pensava alla piccola Elicya, la gioia del suo papà che ora non c'era più.

Un rumore le fece alzare il volto di scatto, si ritrovò a fissare le iridi viola di Envy.

-Ma tu guarda..Ghiacciolino che fai qui?- chiese con voce beffarda e strafottente.

Lei continuò a fissarlo, la sua voce era lontana, tutto nel corpo di Luana rimbombava, si una tempesta cominciava a farsi spazio dentro di lei.

-Che ti è successo?- si avvicinò di più con le mani sui fianchi -Litigato con Shorty per caso?-

La pioggia cominciò a cadere violenta, tante gocce d'acqua taglienti -Lui non c'entra nulla- sussurrò, la sua voce venne ricoperta dai tuoni -Voglio stare sola vattene Envy-

L'homunculus non l'ascoltò minimamente -Ti prenderai un raffreddore ghiacciolino-

Si avvicinava sempre di più e la cosa cominciò ad innervosire la giovane alchimista, le prese il pento fra l'indice e il pollice scrutandola seriamente, lei spalancò gli occhi per lo stupore di quel gesto.

L'oscurità aveva avvolto tutta la città, Luana lo vedeva nitidamente, un lampo spaccò di colpo il cielo e i loro occhi si fissarono.

Luana doveva ammetterlo, quelle maledette iridi ti paralizzavano.

-Envy cosa vuoi?- la sua voce rotta quasi soffocata sorprese anche lei.

-Oggi è una giornata particolarmente noiosa- la fissò ghignando -Visto che Acciaio alla fine è una vittima sacrificale non posso andarci troppo pesante con lui- si allontanò di poco permettendo alla ragazza di tirare il fiato.

-Hn, hai bisogno di un nuovo giocattolo?-

-Se la vuoi mettere su questo piano- alzò le spalle indifferente.

-In questo scontro uno dei due potrebbe morire sai?- anche se Luana non lo vedeva bene a causa dell'oscurità era sicura che stava ghignando, come solo lui sapeva fare.

Valeva la pena di sfidare la signora con la falce?

Si ritrovò a pensare mentre schivava di pura fortuna un calcio del homunculus, l'alchimista scrutava nel buio affinando i sensi -Envy non ti stai impegnando seriamente-

Perchè lo provocava così? Scema scema scema” pensò dandosi piccoli pugnetti sulla testa.

-Che fai ti picchi da sola?-

Luana si abbassò appena in tempo per poi voltarsi dandogli un pugno in piena faccia, la mano le faceva male da morire ma non lo diede a vedere.

L'homunculus non si stancava mai, lei invece ormai era al limite, era stancante e snervante attaccare alla ceca e lui non aveva nemmeno un capello fuori posto, Luana si sentiva indolenzita e aveva graffi e tagli non gravi ma che le stavano facendo perdere parecchio sangue.

Si sentì sbalzare all'improvviso contro il muro, Envy la teneva per le spalle -In trappola ghiacciolino- lei ghignò priva di divertimento e lasciò la sua lancia creata con l'alchimia a terra.

-Forza...Hai..Hai vinto-

Per qualche secondo Envy rimase in silenzio -Non essere stupida- lasciò la presa -Non uccido chi si offre spontaneamente, che gusto c'è scusa?- le accarezzò la guancia, la ragazza venne invasa da brividi in tutto il corpo -Questa guancia non è bagnata di sola pioggia vero?- lei granò gli occhi azzurro ghiaccio, i lampi spaccavano sempre più frequentemente il cielo -Come...-

-Hei piccola ho duecento anni, penso di riconoscere quando voi miseri umani piagnucolate- ghignò -Peccato che queste calde lacrime non sono per implorarmi pietà-

Luana abbassò il capo, i capelli bagnati le coprivano il viso -Sono proprio messa male-

-Come?- lui la scrutò confusa.

Di colpò il ragazzo si sentì cingere le braccia al collo, aveva fra le braccia il corpo di Luana che era scosso dai singhiozzi, il viso contro il suo petto e non faceva altro che piangere, di sfogare tutto il suo dolore, non c'era più, Hughes non c'era più.

Come un lampo a ciel sereno si staccò dall'homunculus -Lui...Lui stava facendo le ricerche.. Lui aveva capito qualcosa che non doveva capire- sussurrò tutte quelle parole velocemente tanto che Envy la guardava tra il divertito e confuso della salute mentale della giovane alchimista.

Il suo sorriso sparì nel vedere lo sguardo che la ragazza li puntò addosso di colpo -Voi...-

Si stava avvicinando lentamente -Voi centrate qualcosa sulla morte del tenente Hughes- la sua voce si era fatta tagliente come la lama di un coltello.

Di colpo tutta la rabbia che aveva in corpo ritornò a galla -ENVY CENTRI QUALCOSA?!?- urlò con tutto il fiato che aveva.

-Non fare mai troppe domande ghiacciolino- le arrivò in un secondi a pochi centrimetri dal viso -Ci vedremo presto-

Fece qualcosa che la lasciò senza respiro, ragione e lucidità, posò le sue labbra su quelle della ragazza rubandole un bacio avido e senza alcuna emozione per poi sparire coperto dalla pioggia.

Luana rimase immobile dove si trovava, con la mano tremante si toccò le labbra, scottavano quasi da bruciare.




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Capitolo 19
*** -Capitolo 19°- ***


La pioggia non cessava di cadere su Amestris, una capigliatura bionda si fece largo fra la folla che c'era nella grande stazione di Central City.

-Lo sapevo che si sarebbe dimenticato di me- sbuffò Winry lasciando andare per terra il suo borsone, aprì l'ombrello e cominciò a scendere le scale della stazione nemmeno all'entrata c'era l'ombra di Edward sospirando Winry si incamminò decisa ad andare a trovare il tenente Hughes a casa visto che gli altri bastardi si erano dimenticata di lei, a questo pensiero il fumo le uscì dalle orecchie e aumentò il passo facendosi guardare male dai passanti.




Nell'ufficio del colonnello Mustang regnava l'assoluto silenzio, non volava nemmeno una mosca.

Edward era seduto sul divanetto i pugni serrati le nocche della mano sinistra erano bianche,sembrava che le ossa stessero per uscire, Al lo guardò -Fratellone non..-

-NO AL! NON DIRE CHE NON E' COLPA NOSTRA!- picchiò i pugni sul tavolino facendolo traballare -E'...è tutta colpa delle nostre ricerche- si coprì il volto con le mani in un gesto disperato.

Luana era in parte a lui, i tagli erano stati curati e bendati, anche la testa era fasciata, Edward aveva fatto il diavolo a quattro vedendola arrivare conciata in quel modo, ma nel vedere la sua faccia aveva deciso per una volta nella sua vita di non fare domande, non in quel momento almeno.

La ragazza aveva lo sguardo perso nel vuoto, non una parola sembrava che tutta la sua vitalità era stata strappata via, annientata completamente, vederla così distruggeva il cuore del suo ragazzo.

-Colonnello ha qualche sospetto?- domandò Clarissa che fumava con Havoc alla finestra, la sua quarta sigaretta in dieci minuti, le veniva da piangere ma cercava di non farlo, Luana non aveva bisogno di gente che passava il suo tempo a piangere, nessuno di loro ne aveva bisogno, doveva decidersi a fare qualcosa.

-Sinceramente si sta già sollevando qualche mormorio fra gli anziani, ma non ne so nulla- la sua voce era vuota e tagliente, ma i suoi occhi erano infuocati di una rabbia cieca priva di ragione.

Edward si alzò andando alla finestra e guardava la pioggia cadere, si voltò verso l'orologio a pendolo appeso al muro guardando l'ora ghiacciò per poi cominciare a sudare freddo erano le cinque del pomeriggio passate -Oh merda..- sibilò prendendo il mantello rosso e se lo mise sopra la canottiera nera -Ho dimenticato Winry!-

-COSA?!?!?!?!?- Al e Luana si alzarono di colpo colpendolo alla nuca -Sei sempre il solito svampito- urlò la ragazza.

-Chissà ora dove è andata!- piagnucolò Alphonse -Come abbiamo fatto a dimenticarci di Winry?-

Mentre i due fratelli Elric si disperavano Luana e Clarissa li presero trascinandoli fuori dall'ufficio del colonnello con a ruota Jess che scuoteva il capo rassegnato.

Ora dovevano cercare Winry per tutta Central City sotto un diluvio universale “Che seccatura..” si ritrovò a pensare il ragazzo mentre seguiva i quattro ragazzi davanti a lui “mi sono fatto coinvolgere troppo, ma dopo tutto la nonna di Luana mi ha chiesto di proteggerla e aiutarla ad alzarsi una volta che avesse scoperto la verità dietro la verità”

Li vennero in mente quelle parole e si bloccò di colpo -Se il tenente Hughes è stato ucciso vuol dire che aveva scoperto qualcosa che non doveva giusto?-

I quattro si bloccarono girandosi a guardarlo -Molto probabile- rispose cupo l'alchimista d'acciaio.

-Dove è stato l'ultimo posto che il tenente è stato visto vivo-

Quell'ultima parola fece venire i brividi freddi ai quattro giovani ragazzi, Luana ci pensò su -Credo di aver sentito un sottufficiale dire che il tenente voleva fare la telefonata al colonnello dal centralino del suo ufficio ed era già ferito, ma poi per qualche strano motivo ha deciso di chiamare da una cabina pubblica- l'indice era appoggiato al mento nella classica posa da pensatore, Ed la osservò e il suo sguardo si addolcì, le mise un braccio intorno al collo appoggiando la testa contro la sua sorrise, un sorriso tirato ma che per Luana valeva più di mille consolazioni, lo guardò anche lei sorridendo e arrossendo leggermente.

-Quindi prima deve essere stato da qualche parte nel suo dipartimento- annuì Jess.

-Dobbiamo chiedere a Sheska o a qualcuno che quella notte era di turno- continuò Clarissa battendo il pugno sull'armatura di Al -E noi scopriremo chi è-

I quattro annuirono sorridendo, Ed e Al si guardarono e pensando la stessa cosa si avviarono insieme all'uscita del quartier generale.

Finalmente non erano più soli”



-Colonnello perchè non ha detto dei veri sospetti?- Riza lo guardò con sguardo duro e severo come solo lei sapeva guardarlo.

-Perchè Acciaio mi rovinerebbe i piani se sapesse che il sospettato è una persona che li ha anche fatto da scorta- alzò lo sguardo dal suo bicchiere di scock che teneva stretto nella mano destra.



Winry tremava, aveva i pugni serrati nella sua minigonna nera, con forza tratteneva le lacrime davanti a Glacier e a Elycia che dormiva sulle gambe della propria madre.

La donna la guardò con dolcezza -Winry...- si interruppe, qualcuno aveva bussato alla porta, adagiò delicatamente la figlia sul divano e andò ad aprire trovandosi davanti per primo Edward -Signora Glacier scusi il disturbo, Winry è qui?-

Lei annuì e sorrise facendoli entrare e accomodare, Luana andò affianco a Winry stringendole le mani -Scusa non volevamo dimenticarti-

Lei scosse il capo, aveva gli occhi lucidi era sull'orlo di piangere -Non.. Lo so- abbassò il capo stringendo di più le mani dell'amica.

Edward la guardò tristemente per poi portare la sua attenzione alla padrona di casa -Signora Glacier se me ne da il permesso vorrei parlarle-

Lei lo guardò sorpresa per il suo tono formale -Edward sono io che voglio farti una domanda, mio marito era coinvolto in quella ricerca sulla pietra filosofale vero?-

Lui strinse i denti annuendo, non riusciva quasi a guardarla in faccia.

-E' la vostra ricerca vero?-

-Noi...-

-Non avrete mica intenzione di fermarvi?-

I due fratelli Elric alzarono lo sguardo stupiti da quelle parole, lei sorrise dolcemente -Non capite? Se voi vi fermate mio marito sarà morto per niente e poi sono tanti quelli che aspettano di vedere i fratelli Elric con il proprio corpo-

Luana la guardò stupita, stupita della forza che quella donna aveva dentro di se, anche se faceva male la verità andava sempre affrontata, mai arrendersi, ma cadere e rimanere a terra, rialzarsi, rialzarsi sempre.

Un mezzo sorriso le dipinse il volto, avrebbe trovato l'assassino di Hughes a costo di far sputare a sangue la verità anche a Envy.

Già Envy...

Si morse le labbra, doveva fargli pagare anche quel brutto tiro mancino, guardò di striscio Edward, si sentiva un verme, ma di una cosa era assolutamente sicura, amava quel ragazzo dagli occhi dorati e non se lo sarebbe fatto portare via per nulla al mondo.

Salutarono la donna e la piccola Elycia che si era appena svegliata, nell'uscire Edward chiuse la porta e distintamente sentì la donna piangere con la piccola che cercava di consolarla.

Strinse di più la porta, si voltò trovandosi davanti solo Luana e sua fratello gli altri stavano già scendendo le scale.

-Al- lo guardò con sguardo deciso, gli occhi d'oro infuocati -Noi riavremo i nostri corpi e daremo un calcio a quella verità bastarda!-

Il fratello annuì deciso e li diede il pugno, Luana guardò Edward dargli le spalle e il suo cuore ebbe un sussulto, quelle spalle erano spalle di un uomo.




Il silenzio venne spezzato dal rumore dei militari che avevano dato il primo fuoco di saluto verso un grande uomo.

Meas Hughes

1885-1914

Promosso di due gradi a generale di brigata.

Il prete cominciò la sua cerimonia, pochi lo ascoltavano veramente, Luana era stretta a Edward poco avanti a lei Glacier e la piccola Elycia che tirava sempre di più la gonna della mamma a ogni palata di terra il becchino dava sulla bara di legno ben elaborato.

-Mamma... Se mettono il papà li sotto non potrà più svegliarsi per andare al lavoro- la bambina guardò con gli occhi lucidi la mamma che tristemente l'abbraccio scoppiando a piangere.

-Mamma digli di fermarsi- cominciò a dimenarsi dalle braccia della donna.

L'alchimista strinse ancora di più il ragazzo -Ed...-

-Piangi quanto vuoi Lulu- la strinse forte a se lasciando che la ragazza desse libero sfogo al suo dolore.

-Mamma digli di fermarsi- le urla di Elycia si erano trasformate in un pianto disperato tanto da straziare anche i cuori più forti.

Piano piano la gente cominciò ad allontanarsi, Luana fece un cenno di saluto al colonnello strinse la mano a Edward e insieme agli altri andò.

Roy fissava la lapide dell'amico tristemente, era rimasto da solo in quel momento con l'unica persona di cui si poteva fidare e anche lasciarsi andare, Riza Hawkeye lo guardò dolcemente -Colonnello comincia a far freddo è meglio andare-

-Si- l'uomo alzò il viso al cielo -Tenente...Comincia anche a piovere vero?-

Lei lo guardò confusa -No, non mi...- si bloccò vedendo delle calde lacrime sul volto del suo colonnello -Si ha ragione- chiuse gli occhi sorridendo tristemente.


Dovevi stare con me fino alla fine, volevi far parte del mio piano, ma...ma ora bastardo mi hai lasciato da solo con una vedetta da compiere.”


E con questi pensieri Roy si richiuse la porta dell'edificio dell'investigazione alle spalle, se doveva liberare il sospettato doveva anche scoprire per che cosa il suo migliore amico era stato ucciso.



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Capitolo 20
*** Capitolo 20° ***


Luana guardava fuori dalla finestra, il vento scuoteva violentemente gli alberi delle vie di Central City, fra le mani teneva un pezzo di carta, l'indirizzo che sua nonna le aveva fatto avere per lettera.


Da questa persona ti saranno chiarite tante cose.

Stai atteneta tesoro mio.

Con affetto.

Nonna Angie.”


Il cuore galoppava impazzito, la porta della camera si aprì, entrò Edward -Tutto bene?-

Lei annuì e lo abbracciò di slancio cingendoli le braccia intorno al collo.

-Ora puoi dirmi cosa ti è successo ieri?- la staccò da se guardandola seriamente negli occhi.

-Ho...Ho incontrato Envy in un vicolo- li diede le spalle.

-Pensi che centrino loro con la morte di Hughes?-

-Non li escluderei dalla lista- si mise il mantello nero sotto lo sguardo perplesso del suo ragazzo.

-E adesso dove vai?-

-Vado a fare due passi vieni con me?-

Lui annuì e insieme uscirono dalla stanza.



La prigione di Central era irrequieta, i carcerati non facevano altro che sbraitare e picchiare oggetti contro le sbarre, qualcosa o meglio qualcuno era entrato fra le mura del carcere.

Era pesante e metallico si dirigeva a passo deciso con un grande coltello da macellaio in mano.

L'armatura dai capelli bianchi passava indifferente verso chiunque, anche se i militari sparavano all'impazzata e lo colpivano lui non faceva la minima piega e li sorpassava senza degnarli di uno sguardo.

-Hei tu a cui i proiettili non fanno niente!- un ragazzo dietro le sbarre lo richiamò sventolando il braccio -Per favore liberami!-

Lui li passò accanto -Spiacente ragazzino non ho tempo da sprecare-

-Io provengo da Xing, il mio paese è ricco e posso ricompensarti- cercò di convincerlo, lui si voltò scrutandolo -Hai detto che vieni da Xing?- lo liberò -Seguimi ragazzo dai occhi chiusi!-

Maria Ross era sdraiata sulla brandina, le braccia coprivano l'intero viso, i pugni serrati e le lacrime lottavano furiose per uscire dagli occhi.

Dei strani rumori la fecero alzare di scatto, si trovò davanti l'armatura -Ma tu sei il numero 68, Berry!-

-Ottima memoria bambolina! Ho ancora il tuo maledetto buco che mi hai fatto nella mano destra!- e le mostrò il foro arrabbiato.

-Che ci fai qui?-

-Sono qui per farti visita- si agitò -Secondo te? Sono qui per liberarti- la prese per il polso ma lei esitò -Vuoi morire per un crimine che non hai mai commesso? O preferisci scappare ora con me?-

-Non ho molta scelta- disse depressa, ma poi si decise e corse via con gli altri due.



Luana e Edward camminavano da diversi minuti, si erano inoltrati fuori città, la ragazza teneva stretto il biglietto in mano -Ormai dovremmo essere vicini-

-Hai un'idea di chi sia?-

L'alchimista scosse il capo, ad un tratto il sentiero finì e davanti a loro un grande prato che circondava un'immensa villa.

-Questa casa è proprio enorme- fischiò il biondo -E anche isolata per bene-

-Già- annuì Luana -Sembra anche disabitata-

Si avvicinarono alla grande porta d'ingresso, bussarono ma il silenzio regnava sovrano, non vi era anima viva.

Edward provò a spingerla e visto che non si apriva le diede un calcio buttando giù metà battente.

-Oooooh sei figo e forte per essere un tappo-

Lui si voltò indiavolato -CHI SAREBBE IL MICROBO INUTILE E INSIGNIFICANTE?!-

Una risata sincera riecheggiò nella vallata, Edward la fissò ridere, era quella la ragazza di cui era innamorato.

La baciò di slancio lasciandola per un attimo senza fiato e con i brividi in tutto il corpo, avrebbe mai smesso di farle questo effetto? Sperava sinceramente di no.

Lo spinse dentro mantenendo il suo splendido sorriso, l'interno della villa era buio e puzzava terribilmente di chiuso.

Enormi ragnatele dominavano tutti i mobile e gli angoli delle pareti -Mi sa che mia nonna si è persa qualche passaggio-

-No tesoro, tua nonna ci ha visto giusto-

I due ragazzi alzarono il capo,dalla cima delle scale Kurai li scrutava con un lieve ghigno stampato sul volto -E' un po' che non ci si vede marmocchi-

-Che ci fai qui?- Luana si sfilò i guanti mettendosi in posizione di difesa.

-Tesoro io ci abito qui-

I due ne rimasero sorpresi, Ed si guardò intorno -Non hai molto il senso della pulizia in casa-

-Dopo duecento anni ti stufi a fare anche quelli credimi- sventolò la mano con fare annoiato -Deponete le armi piccoletti, siete qui per delle risposte non per combattere-

I due alchimisti si guardarono e per un attimo tirarono un sospiro di sollievo -Tu sei Kurai giusto?- Luana si avvicinò ai primi scalini -Come fai a conoscere mia nonna Angie?-

La donna era intenta a levarsi un' enorme ragnatele che le si era attaccata ai lunghi capelli rossi -Si si vi spiego tutto dopo essermi allontanata da queste cazzo di ragnatele - le fulminò facendo traballare l'intera casa -Seguitemi-

Anche se titubanti i due ragazzi la seguirono, percorsero un lungo corridoio fino ad arrivare ad un enorme porta.

Edward fissò le immagini marchiate nel legno di ebano lucido e spesso, i suoi occhi si sgranarono, non credeva a ciò che aveva davanti -Il...Il portale-

-Già il portale della verità, rispecchia molto l'originale non trovi?- lo guardò di sottocchio.

Adesso che la guardava bene Edward ebbe la netta sensazione di averla già vista da qualche parte, Luana li afferrò la mano e insieme entrarono con la donna in una grande stanza e ben arredata.

-Un colpo all'occhio rispetto al resto della villa- sussurrò Luana facendo ridacchiare il biondo.

Kurai si sedette su una poltrona di pelle invitando i due a fare altrettanto, al centro un tavolino basso di vetro con sopra una bottiglia di ottimo vino con tre bicchieri.

-Ci stavi aspettando?- domandò sorpresa la ragazza.

-Sulla mia tavola i bicchieri sono sempre stati tre- la sua espressione per un momento si addolcì per poi riassumere l'espressione fredda -Luana devi sapere che tua nonna ai suoi tempi era una dotata alchimista, conobbe Heric Triavers quando era molto giovane e lo aiutò a compiere un suo viaggio a Nord- la donna si versò un bicchiere di vino -Tu sei la figlia di Heric, credo che qualche sospetto ti sia venuto-

Lei strinse i pugni annuendo -Si...E..E anche lui è come te?-

La donna battè più volte le ciglia confusa -In che senso come me?-

-Ti pare normale avere duecento anni?!- sbottò irritata.

Kurai scoppiò a ridere quasi istericamente -Si lui è come me, tutti noi quattro sopravvissuti a quella notte siamo così, o meglio tre per l'altro è molto diversa la storia-

-Quale notte?- domandò Edward.

-La notte della scomparsa dell'intera città di Xerxes-

-Xerxes?- Edward la guardò sorpreso -Ora non ne rimane che poche rovine in mezzo al deserto-

-Una volta era una grande capitale, la notte che morì la città, alle prime luci dell'alba nacque Amestris-

-Tu eri di Xerxes?- le domandò Luana.

-Diciamo di si- sorrise quasi con malinconia.

-Quindi tu sei una dei quattro sopravvissuti- Ed la scrutò attentamente -E gli altri tre?-

-Per quello c'è tempo- disse incurante lasciandoli completamente di sasso.

-E...- Luana la fissò freddamente -E lui è ancora vivo?-

La donna non rispose subito scrutandola attentamente, lei si sentì completamente nuda sotto i suoi occhi.

Le stava leggendo l'anima, era una sensazione fastidiosa e che dava la nausea.

-Certo che è vivo, come lo sono io e anche Hohenheim-

A quel nome Edward ebbe un sussulto, Luana lo guardò di striscio ma continuò con le sue domande -E mia madre?-

-Di lei io non so niente-

-E quindi tutta la mia famiglia, tutto quello che è successo nella mia vita era tutta una finzione?!-

-Tuo padre ha sempre avuto il cuore troppo tenero- si alzò andando alla finestra, il sole stava tramontando -Ha voluto proteggerti finchè non saresti stata pronta per tutto quello che succederà e che sta succedendo, ha inciso la sua alchimia direttamente nel tuo sangue- si rivoltò verso di loro -Ora vi conviene andare qualcosa nelle vie di Central city si sta muovendo-

Edward si alzò -Non mi bastano come risposte!-

-Ed..- Luana lo prese per il mantello -Le nostre risposte le troveremo lottando-

Lui la guardò, quello sguardo deciso li fecero tornare tutte le sue speranze a galla, annuì -Si...Andiamo- e corsero via lasciandosi la villa alle spalle.

-E' bella non trovi?- da dietro uno scaffale uscì un uomo, capelli lunghi e neri e occhi azzurro ghiaccio.

-Grazie a dio ha il carattere di sua madre- Kurai si risedette accavallando le snelle gambe.

-Già ha la sua forza, tra poco arriverà anche Hohenheim sarà meglio muoversi ormai manca davvero poco- e dicendo questo brindò con la donna, con la sua amica d'infanzia.



Luana svoltò in un vicolo seguita da Edward, i militari erano già in movimento per le strade.

A quanto avevano sentito un sospettato dell'omicidio del tenente Hughes era evaso di prigione aiutato da qualcuno che non moriva neanche volendo.

La fortuna volle che si imbatterono proprio in lui e il sospettato, Maria Ross.

-Cosa? Sottotenente Ross?- Edward aveva lo sguardo sbarrato dallo stupore -Che diavolo fa con Barry?-

Lei lo guardò con gli occhi lucidi -Ed..Mi dispiace- si voltò scappando via, l'armatura lo guardò -A dopo piccoletto-

-Ci vediamo dopo amico- li sorpassò anche Ling sorridendo.

-Ling?- domandarono in coro -CHE DIAVOLO STAI FACENDO?!-

-Spiegherò tutto più tardi- e si allontanò anche lui.

I due cercarono di raggiungerli, ma un'esplosione potente di fuoco che proveniva a pochi isolati da loro li fece credere il peggio.

Arrivarono nel vicolo, una puzza nauseante di cadavere bruciato invase le loro narici, sgranarono gli occhi quando realizzarono che il cadavere bruciato ai loro piedi era quello del sottotenente Ross, la riconobbero dalla targhetta al polso, alzarono lo sguardo trovandosi a fissare il colonnello Mustung.


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