Il Filo Del Destino di Nicole_91 (/viewuser.php?uid=128262)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** -Capitolo 1°- ***
Capitolo 2: *** -Capitolo 2°- ***
Capitolo 3: *** -Capitolo 3°- ***
Capitolo 4: *** -Capitolo 4°- ***
Capitolo 5: *** -Capitolo 5°- ***
Capitolo 6: *** -Capitolo 6°- ***
Capitolo 7: *** -Capitolo 7°- ***
Capitolo 8: *** -Capitolo 8°- ***
Capitolo 9: *** -Capitolo 9°- ***
Capitolo 10: *** -Capitolo 10°- ***
Capitolo 11: *** -Capitolo 11°- ***
Capitolo 12: *** -Capitolo 12°- ***
Capitolo 13: *** -Capitolo 13°- ***
Capitolo 14: *** -Capitolo 14°- ***
Capitolo 15: *** -Capitolo 15°- ***
Capitolo 16: *** -Capitolo 16°- ***
Capitolo 17: *** -Capitolo 17°- ***
Capitolo 18: *** -Capitolo 18°- ***
Capitolo 19: *** -Capitolo 19°- ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20° ***
Capitolo 1 *** -Capitolo 1°- ***
Ciao
a tutti.. volevo scusarmi per ieri, per sbaglio ho postato male il
capitolo...
Questa
storia l ho scritta nel 2006, per vari svariati motivi l'ho un po'
abbandonata..
Ma
ora che finalmente ho qualche momento libero ho deciso di
continuarla, spero che piaccia com'è piaciuta in passato...
Fino
al capitolo 26 posterò velocemente perché è già
scritta, poi spremerò il mio cervellino in modo da andare
avanti..
Buona
lettura
Baci
Nicole.
-Capitolo
1°-
31
Agosto 2006
Per
essere l'ultimo giorno del mese estivo era piuttosto freddo,il cielo
era coperto da nubi grige che promettevano pioggia. Una
ragazza non molto alta,snella,capelli neri come la pece con le punte
color rosso acceso e occhi azzurro cielo,era seduta su un
seggiolino. In
quei occhi potevi specchiarti dentro erano come acqua,lipide, due
iridi completamente pure. Era
nella sala di attesa dell'aeroporto
di
Bergamo. Era
venuta da Brescia in pullman
non
aveva voluto farsi accompagnare dai suoi parenti odiava gli
addii. Perché
da
quel giorno non li avrebbe più visti per un anno. Era
stata invitata dai suoi nonni materni che non vedeva da ben due
anni. Si
erano trasferiti in Giappone a Tokyo per motivi di lavoro e l'avevano
invitata a passare un anno con loro. Non
era stato facile convincere i suoi genitori ma alla fine avevano
acconsentito. Non
stava più nella pelle avrebbe frequentato la terza superiore
nel suo stato preferito,per fortuna con la lingua non aveva problemi
la studiava fin da piccola. Una
voce femminile la riportò alla realtà. -IL
VOLO CON DESTINAZIONE TOKYO PARTIRà TRA MEZZORA PREGO I
GENTILI PASSEGGERI DI SALIRE SULL'AEREO GRAZIE- La
ragazza si alzò si mise la borsa a tracolla che avrebbe
portato in aereo e diede le valige alla cassa. Uscì
nel "parcheggio" degli aerei dovette aprire l'ombrello
cominciava a piovere. -Fantastico
il mio primo viaggio in aereo con tanto di tuoni e fulmini- pensò
ad alta voce. Fece
vedere il biglietto al controllore e salì a bordo. Cercò
il suo posto era il n°43,scavalcò piedi zaini dei
passeggeri e si sedette al suo posto accanto al finestrino nella fila
a destra. Dopo
cinque minuti si sedette accanto a lei un ragazzo,capelli biondi
legati in una treccia,occhi bellissimi e strani,erano due occhi color
giallo-oro. Era
vestito con dei jeans neri e sotto il cappotto lungo rosso si poteva
intravedere una maglietta nera era completamente fradicio. A
ruota arrivò un gigante coperto da un impermeabile
verde
e un cappello marrone sulla testa era... "Un'
armatura?" pensò stranita la ragazza. -Ciao-
li salutò con un sorriso. -Ciao-
la salutò il robot,aveva una voce da bambino che rimbombava in
quell'armatura. -Ciao-
bofonchiò
con
scarso entusiasmo il ragazzo biondo. "Evviva
l'allegria" pensò lei. -Io
mi chiamo Luana- disse con un gran sorriso la ragazza allungando la
mano verso l'armatura
che
sembrava molto più socievole
del
biondino. -Ciao
io sono Alphonse ma gli amici mi chiamano Al,lui invece è mio
fratello Edward- indicò il ragazzo seduto a fianco. -Tu
sei il fratello minore?- domandò la ragazza rivolta a
Edward. -No
il maggiore- rispose seccato. -Oh......Scusa
ma sembrava il contrario- rise lei. -Cosa
vorresti dire che sono fagiolino invisibile all'occhio umano??????-
sbottò più che irritato. -Bhè
sicuramente non sei un gigante- rise sarcastica. -Pensa
alla tua di statura- incrociò le braccia al petto. -é
vero non sono tanto alta ma non ne faccio una tragedia- alzò
le spalle Luana. Al
guardava i due ragazzi mentre "parlavano" più che
parlare si urlavano battute sarcastiche. Neanche
un minuto che si conoscevano e già litigavano. Suo
fratello aveva trovato pane per i suoi denti. Luana
già li piaceva.
Era
passata un ora e da quello che le aveva detto una Hostess mancavano
ancora 11 ore per arrivare a Tokyo. 11
pallose ore. Al
si era addormentato e Edward giocava con la Play, o almeno tentava di
giocare. Luana
prese la sua borsa e tirò fuori il suo lettore cd e si mise ad
ascoltare la sua musica. Lo
ascoltò per circa cinque minuti,non ne poteva
più
un deficiente
continuava
a imprecare contro il gioco,come se ne avesse colpa. Spense
seccata il suo lettore e rubò dalle mani del ragazzo il
Joistick -Ma che cazzo fai?- sbottò. -Questo
livello è una cazzata da bambini dell'asilo- e gli ridò
Joistick
lanciandoglielo sul ventre. -Non
mi serviva il tuo aiuto....ci sarei arrivato da solo-
borbottò. -Tranquillo
l'ho fatto con piacere- rise sarcastica. -Hn-
riprese a giocare. "Dio,lo
conosco solo da un ora e già non lo sopporto" pensò
rimettendosi le cuffie alle orecchie.
Le
ore passarono in fretta. Luana
si divertì a parlare con Al e a prendere in giro quel tappo di
Ed. Erano
due ragazzi in gamba. Quello
che non riusciva a capire è come potevano quei due essere
fratelli. Secondo
la logica è impossibile avere come fratello un'armatura.. Se
lo sentiva quei ragazzi erano speciali. La
ragazza si sentiva osservata,guardò nella fila a sinistra e
incrociò due occhi color rosso fuoco che si intravedevano
dietro a dei occhiali da soli fini. Una
cicatrice a X li segnava il viso,indossava un cappotto nero e un
cappellino blu scuro. Luana
rimase paralizzata nel vedere quei occhi. -Ehi
Luana ci sei?- Ed li sventolò la mano davanti agli
occhi. -Eeh?!?Si
si ci sono- si riprese lei. -Ma
che guardavi?- domandò Al. -Niente
niente- e si rimise a leggere la sua rivista. -I
GENTILI PASSEGGERI SONO PREGATI DI ALLACCIARE LE CINTURE DI SICUREZZA
ATTEREREMO A TOKYO TRA MEZZORA- Tutti
i passeggeri compresi i tre ragazzi si allacciarono le cinture e dopo
mezzora esatta l'aereo cominciò a planare fino ad
atterrare. Sulla
capitale del Giappone c'era un bel sole che illuminava e scaldava la
città. Scesero
dall'aereo. Luana
si guardò in giro l'uomo dagli occhi rossi era sparito. Non
ci pensò più. Presero
i rispettivi bagagli. -Bene
ragazzi è stato un vero piacere- sorrise la ragazza. Abbracciò
Al e si sorprese nel sentire che anche se era di metallo il suo corpo
emanava calore. Salutò
con la mano Ed e li diede le spalle per uscire
dall'aeroporto. -Guarda
che se mi abbracci non ti mangio- disse finto offeso. -Ooh
Ed- la ragazza si girò -Se volevi un abbraccio bastava dirlo-
rise maliziosa. Lui
arrossì. Lo
abbracciò e li diede un piccolo bacio sulla guancia. Lei
sorrise vedendolo arrossire vistosamente. -Ciao
Ciao- E
corse. -CI
SI VEDE LULU- le urlò Edward. Lei
si bloccò e si volto con il fumo che le usciva dalle
orecchie. -NON
PENDRE IL VIZIO DI CHIAMARMI COSI,TAPPO- li urlò in risposta
facendoli le lingue. -NON
CHIAMARMI TAPPO- urlò lui. Al
stufo lo prese per il cappucciò e se lo trascinò dietro
mentre il biondino si dimenava imprecando in tutte le lingue. -é
una ragazza dal carattere forte non credi fratellone?!E poi è
carina- -CARINA?!?!CARINA?!?!QUELLA
è TUTTO TRANNE CHE CARINA GLIELA TAGLIO QUELLA
LINGUACCIA!!!!DOVREBBE GUARDARSI LA SUA DI STATURA!!!- sbottò
facendo venire un grande gocciolone sulla testa ad Al. -Comunque-
riprese contegno -Andiamo dobbiamo fare rapporto a Roy se no chi lo
sente quello- e uscirono dall'aeroporto.
Luana
uscì e guardò il cielo azzurro come i suoi
occhi. Respirò
profondamente,finalmente era in giappone. -TESORO
PICCOLA MIA!!!!- lei si girò e venne abbracciata o meglio
stritolata da una donna non tanto alta capelli castano scuro (tinti)
e occhi nocciola sui cinquant'anni. Lei
ricambiò l'abbraccio -Nonna sono felice di vederti!!!- -Ciao
pulcino- un uomo alto capelli grigi un pò di barba grigina sul
mento occhi marroni scuri. Li
sorrise dolce. -Nonno-
lo abbracciò forte -Quanto mi siete mancati- Presero
le valige e salirono sull'auto. Lei
dal finestrino guardò l'aeroporto. "Spero
di rivedervi presto ragazzi" pensò sorridendo. Iniziava
un nuovo anno diverso e fantastico. Ma
anche pieno di nuove rivelazioni e avventure.
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Capitolo 2 *** -Capitolo 2°- ***
Una
sveglia suonava come impazzita. -Mmh?AAAAH
NONNAAAA PERCHE’ NON MI HAI SVEGLIATO?!?- saltò in piedi
sul letto come una molla una ragazza dai capelli corvini con delle
punte rosse acceso e delle iridi azzurre cielo. Prese
in mano la sveglia 07:50. Aveva
solo 10 minuti. Era
passata una settimana dal suo arrivo a Tokyo e oggi sarebbe iniziata
la scuola. Entrò
come una furia in bagno,ma si bloccò sulla soglia. Il
bagno era occupato da un ragazzo alto,capelli castano scuro un po’
lunghi dietro la nuca,due iridi color cioccolato,indossava dei boxer
neri e era a dorso nudo,si stava lavando i denti. Lei
sussurrò un “scusa non volevo” e chiuse la
porta,per poi riaprirla di scatto –E tu chi saresti?!?!- -Jess-
sputò nel lavandino il dentifricio e si risciacquò la
bocca –Sono arrivato stanotte,i tuoi nonni mi offrono
ospitalità e io pago l’affitto- uscì dal bagno e
poi si girò a guardare la ragazza –Carino il pigiama.
Svegliati o faremo tardi- Luana
si guardò il pigiama con ricamati dei porcellini rosa,arrossì
e si rinchiuse in bagno. Si
vestì mettendosi la divisa scolastica. Una
camicia bianca con sopra un maglioncino verde,gonna che arrivava
qualche centimetro sopra le ginocchia sempre verde,alle caviglie dei
scaldamuscoli bianchi,e una cravatta rossa. Vestita,scese
in cucina –Ciao nonna- -Ciao
tesoro hai già conosciuto Jess?- -Sisi
ora vado- addentò una fetta di pane tostato e si avviò
verso l’ingresso. -Hey
nana aspetta- Luana
si girò con sguardo assassino stampato in volto (Stile Ed)
–Nana a chi?!- -Quante
nane vedi in casa?- la ragazza stava per ribattere, ma intervenne la
nonna a calmare le acque –Ragazzi sono le 8-. -LE
8?!- esclamarono in coro,entrambi uscirono di casa e cominciarono a
correre a perdifiato. -è
tutta colpa tua- sbottò Luana. -Senti
sei stata tu a stare sulla soglia del bagno a guardarmi 10
minuti….Nana-. -Senti
un po’ il mio nome è Luana chiaro?!?!L-U-A-N-A-
entrarono nel cortile della scuola. Ad
attenderli davanti all’ingresso della scuola c’era un
omettino basso e cicciotello,calvo solo in mezzo alla testa,baffetti
bianchi e occhi marroni indossava un camice bianco. -In
ritardo già il primo giorno?- domandò -Ci
scusi- mormorarono insieme. -Dai
forza entriamo- Entrarono
nella scuola,il professore li camminava davanti –Io sono il
vostro professore di Scienze mi chiamo Noboru Tsukawa. Vi condurrò
nella classe e appena ve lo dico io entrate e vi
presentate-. Arrivarono
davanti ad una porta scorrevole con scritto 3°F,il professore
entrò e fece gesto ai due di aspettare fuori. Il
professore entrò in aula. -Buon
giorno e ben tornati ragazzi. Dunque prima di iniziare la lezione
voglio presentarvi due nuovi studenti che ci accompagneranno tutto
l’anno. Bene siate gentili con loro mi raccomando. Prego
entrate pure- I
due ragazzi entrarono in aula la prima a presentarsi fu Luana
–Piacere di conoscervi il mio nome è Luana
Antonelli,vengo dall’Italia e spero di fare amicizia con ognuno
di voi- fece un debole inchino e poi sorrise. Poi
fu il turno di Jess che aveva già provocato occhi a forma di
cuore da parte delle ragazze –Il mio nome è Jess
Chooleman,vengo dall’Inghilterra. Felice di fare la vostra
conoscenza- fece anche lui un breve inchino. -Bene
ora troviamo un banco per questi nuovi studenti. Vediamo….-il
professore cominciò a scrutare l’aula –Signorina
Antonelli vada nel penultimo banco in fondo vicino alla signorina
Rockbell. Invece lei signor Chooleman nel banco dietro,sono entrambi
vuoti ma vedrà che il suo compagno arriverà presto,come
tutti gli anni è in ritardo- I
due ragazzi si sedettero ai loro posti. Luana
era vicina a una ragazza molto carina,capelli lunghi e biondi,occhi
come i suoi azzurri solo che quelli della ragazza era più
scuri,quattro orecchini all’orecchio destro. -Ciao
io sono Winry piacere- le sorrise e le pose la mano,Luana la strinse
–Piacere- Winry
si girò anche verso Jess e si presentò. -Comunque
senti Winry chi ci dovrebbe essere accanto a me?- domandò
Jess. -Tranquillo
arriva fra,3…2…1..- -Scusi
il ritardo- spalancò la porta un ragazzo. -Signor
Elric bene venuto tra noi- il ragazzo si scusò e si incamminò
per andare a sedersi al suo banco, ma si paralizzò davanti a
Luana. Allargò
gli occhi –E TU CHE CAVOLO CI FAI QUI?!?!?- -Ciao
Ed sono felice anch’io di vederti,si sto molto bene grazie-
disse sarcastica. Lui
riprese la sua faccia normale –Hn- e andò a sedersi in
parte a Jess-. -Comunque
non sapevo che sapessi cos’è una scuola- rise
Luana. -Infatti,
non lo sa- disse sarcastica Winry. -Ahahah
dio quanto siete spiritose- poi si voltò verso il suo nuovo
compagno di banco –Ciao io sono Ed-. -Jess- -Senti
se uniamo le forze possiamo dominare queste due-. Il
ragazzo inglese rise –Ovvio- E
si misero a confabulare tra loro,mentre le due ragazze li guardavano
leggermente preoccupate della loro salute mentale. Passarono
quattro noiosissime ore,ma poi la campanella del pranzo suonò
per la felicità di tutti. -Cosa
abbiamo dopo?- domandò Winry, mentre mangiava il suo gustoso
pranzo preparato da sua nonna,a quanto pare Winry aveva perso
entrambi i genitori. Luana
ammirava quella ragazza,era forte e determinata. -Non
so….Tomoio mi ha detto che avremmo un nuovo prof…sostituisce
quello di Scienze Sociali- disse Ed. -E
da quando tu e Tomoio parlate?- ghignò maliziosa Winry. -Senti
Winry, ma tu una volta non ti facevi i cazzi tuoi?- masticò il
biondino. -Ed,Al
come sta?- cambiò argomento Luana,non sapeva perché ma
parlare delle “amichette” di Ed li chiudeva lo
stomaco. -Stà
benissimo è a casa adesso- -Ma
com’è che voi due vi conoscete?- domandò
Winry. -Ci
siamo conosciuti in aereo- rispose Luana. -Già
per mia sfortuna- la ragazza li pestò il piede. -Ahi
ma che cazzo sei impazzita?Mi hai fatto male- -Oh
scusa ho un tic al piede- sorrise angelica. Lui
mugugnò qualche bestemmia poco fine. -Jess
tu invece la conoscevi già Luana?- -L’ho
conosciuta stamattina a casa- -A
casa?- ripeterono in coro Ed e Winry. Ed
non disse nulla ma sentì qualcosa dentro di se. Quel
ragazzo abitava con Luana. Ma
ed a te che cazzo te ne frega? Continuava a ripetersi. -Si
io pago l’affitto ai suoi nonni e loro mi danno un tetto sulla
testa,sono arrivato stanotte da Londra- -Ah
e così abitate insieme- sorrise Winry. -Purtroppo
si- sbuffò la ragazza. -Ragazzi
dovete vedere il suo pigiama a ricamanti sopra dei…-ma non
finì la frase perché si ritrovò una sedia
spiaccicata in faccia. La
campanella suonò,i ragazzi sbuffando ritornarono ai loro
posti. Erano
tutti curiosi di conoscere il loro nuovo professore.
Le
ore passarono in fretta e finalmente la campanella di fine lezione
suonò alle 3 in punto. Avevano
conosciuto il loro nuovo professore un tipo molto strano,alto capelli
biondi tinti e muscoloso. Diceva
di aver 25 anni,per Luana era un gran bel ragazzo,finalmente un
professore decente. Si
chiamava Takuya Hirotsu. Tutti
erano stati molto colpiti dal suo modo di fare molto demenziale. Ma
simpatico. L’unico
che rimase distaccato fu Edward anche se Luana non si spiegava il
perché. Uscirono
da scuola. -Le
scuole in Italia sono meno faticose e durano di meno- si stiracchiò
la ragazza Italiana. -Perché
quanto durano?- domandò curiosa Winry. -6
ore si parte alla pattina alle 8 e si finisce alle 13:20,tante scuole
però finiscono ancora prima- -Wow-
sorrise la ragazza –La nonna ha detto che stanotte dormi da
noi- si voltò verso Ed che camminava dietro di loro affianco a
Jess. -Ti
ringrazio ma posso dormire....- ma le parole li morirono in gola nel
vedere lo sguardo assassino di Winry. -Stai
dicendo che non vieni?- il ragazzo cominciò a sudare
freddo. -No
no vengo volentieri- Luana scoppiò a ridere. Quei
due erano davvero buffi. -Sentite
perché non venite anche voi a dormire da me?Mia nonna ne
sarebbe felice- domandò la biondina. -Io
non posso devo sistemare alcune cose- disse Jess –Mi spiace- La
ragazza sorrise –Tu Luana?- -Bhè...Io
non avrei niente da fare,però dovrei domandare a mia nonna.
Jess mi presti il tuo cellulare?Il mio l’ho dimenticato a
casa- Il
ragazzo sbuffò e annuì,la ragazza chiamò a casa
e sua nonna acconsentì e riattaccò. -Grazie
Jess.Winry stanotte mi dovrai sopportare,ti avverto parlo nel
sonno- La
ragazza sorrise e annuì contenta. Salutarono
Jess che andava dalla parte opposta e si incamminarono verso la casa
di Winry. Non
sapendo che una figura li stava guardando dalla finestra dell’ufficio
del preside.
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Capitolo 3 *** -Capitolo 3°- ***
I
tre ragazzi camminavano affiancati, Luana spezzò il tombale
silenzio che aleggiava tra loro.
-Viene
anche Al?- domandò speranzosa, aveva voglia di
rivederlo. -Conoscendo
la
zia Pinako
lo avrà già trascinato a casa- rise Ed. -Sentite
voi due vi conoscete da tanto?- Winry
annuì –Si noi tre siamo cresciuti insieme- -Anche
Al?Ma ditemi com’era quando era piccolo?Una mini armatura?- Il
viso dei due ragazzi si rattristì,soprattutto quello di Ed
–Ragazzi ho detto qualcosa di sbagliato?- Ed
scosse la testa –No tranquilla- Luana
non fece più domande,ad un tratto si trovarono fuori dalla
città e vennero accolti da vasti campi. La
ragazza si bloccò a metà strada –Scusa Winry ma
dove abiti?- La
ragazza bionda rise –Dobbiamo andare a quella piccola stazione
noi abitiamo nei paeselli di Tokyo-. -Ah!E
dovete farvi tutta stò strada per venire a scuola?- -Sai
io vengo solo quando posso a scuola devo aiutare mia nonna a
costruire gli automail,e poi preferisco lavorare con lei che andare a
scuola. E lo stesso vale per Ed,lui non frequenta molto la scuola per
vari motivi- Ed non rispose ma camminava silenzioso davanti alle due
ragazze. Dal
canto suo Luana aveva trecento punti di domanda che le ronzavano
intorno alla testa. -Cosa
sono gli automail?- Gli
occhi di Winry si illuminarono –Sono contenta che tu me l’abbia
chiesto!!- le prese le mani tra le sue. A
Ed e Luana comparvero delle goccioline sulla testa. Quella
ragazza non era molto normale,pensarono. -In
pratica sono delle macchine,sostituiscono le parti del corpo che
magari vengono a mancare per vari motivi.Per esempio tu non hai più
un braccio?é facile risolvere il problema- sorrise fiera –Si
costruisce una macchina al posto del braccio e funziona come se fosse
un braccio vero- Luana
annuì anche se aveva capito molto poco. Arrivarono
a una stazione,se così si poteva definire,tutta in legno,come
quelle di una volta. -Winry
a che ora passa il treno?- domandò sbadigliando
Ed. -Mmh…Vediamo…tra
cinque minuti- i tre si sedettero sulla panchina,Ed era in parte a
Luana che sedeva in mezzo tra lui e Winry. Calò
il silenzio. Che
venne spezzato da un rumore di passi,Ed si girò piano per poi
ghiacciare di colpo. -Ed
tutto ok?- domandò Luana guardandolo,ma il ragazzo non
rispose,la faccia completamente bianca e la bocca in paralisi. Le
due ragazze si girarono trovandosi davanti una donna,alta capelli
castano scuro legati in una alta,occhi color marrone scuro,indossava
un vestito lungo bianco un po’ stretto al seno. Nella
parte sinistra del petto uno strano tatuaggio rosso sangue. In
parte a lei un uomo alto come una montagna,muscoloso,capelli corti
marroni e una barba corta. Occhi
color cioccolato,indossava una maglietta verde a maniche corte e dei
pantaloni marroni. -EDWARD
ELRIC!!- Ed fece per svignarsela ma la donna li lanciò un palo
di legno della stazione. Winry
e Luana andarono da Ed per accertarsi che fosse ancora vivo. -Hey
Ed tutto ok?- li domandò trattenendo le risate
Luana. -Da-dannazione-
si tirò su lentamente. -Maestra
Izumi che ci fa qui?- -Ho
saputo che sei diventato un cane dell’esercito!- li arrivò
a un centimetro dal naso –Dov’è Al?- Il
ragazzo ricominciò a sudare freddo –Bhè Bhè
ecco…- -è
a casa mia!Mia nonna ci aspetta vuole unirsi a noi?- le domandò
educatamente Winry. Si
prese una fulminata atroce da Ed. La
donna sorrise dolcemente –Certo grazie piccola.Piacere io mi
chiamo Izumi- Le
due ragazze sorrisero,era una donna anche dolce,pensarono
entrambe. -Piacere
io sono Winry- -Io
Luana- La
donna osservò la ragazza Italiana con particolare attenzione
–Sei Italiana?- La
ragazza annuì e la donna le sorrise. -Stà
arrivando il treno- le avvisò l’uomo. -Dai
andiamo- Ed
con l’aiuto di Winry e Luana si alzò. La
donna si girò e guardò la gamba sinistra e il braccio
destro di Ed,Luana lo sentì sussultare,ma la donna non disse
nulla e continuò a camminare. Salirono
sul treno e si sedettero in uno scompartimento vuoto. Luana
era accanto al finestrino e ammirava il bel panorama che si propose
davanti. Prati
verdi e in alcuni tratti dei bellissimi e limpidissimi laghetti. Ed
distrattamente si mise a fissarla. Quando
stava zitta e buona era molto carina. Sembrava
una bambina che si illuminava alla vista del suo giocattolo
preferito. Però
Ed sapeva che era una ragazza forte e determinata ma anche dolce e
gentile,certo era una rompipalle ma si sapeva far voler bene
subito. E
prima o poi avrebbe scoperto la verità. Chi
era lui veramente. Perchè
Al era così. Ed
sapeva che di lei poteva fidarsi. Izumi
lo guardava mentre osservava la ragazza. Sorrise
sotto i baffi. -Winry
quanto manca?- domandò l’uomo seduto in parte alla
donna. La
ragazza guardò fuori dal finestrino per vedere dov’erano
–Ancora una fermata e poi c’è la
nostra- Finalmente
giunsero alla loro fermata scesero in una stazione molto simile a
quella precedente. -Bene
ora seguitemi c’è da fare dieci minuti di strada e poi
saremo a casa- Camminarono
in silenzio per tutto il viaggio,finche non giunsero all’interno
di un piccolo paese. Le
case erano abbastanza appiccicate tra loro,sembrava uno di quei
paeselli di una volta,Luana si guarda intorno incuriosita. Uscirono
dal paese,salirono una collinetta e finalmente arrivarono alla casa
di Winry. Una
casa dalle pareti gialle e il tetto a punta rosso. Il
cuore di Edward cominciò a battere forte. Cosa
avrebbe detto la maestra nel vedere Al? Con
il cuore in gola Ed essendo il primo della fila aprì la
porta. Luana
entrò a ruota e osservò l’arredamento. Un
salottino molto semplice ma accogliente. Comprendeva
un divano,la tele e un tavolino rotondo. In
parte una porta che conduceva alla cucina. Poi
delle scale che portavano al piano superiore. -Winry
sei tu?- Dalle
scale scese una vecchietta bassa,capelli grigi legati in una
coda,occhi marroncino chiaro,portava degli occhiali da vista
rotondi,un vestito lungo verde con sopra un grembiule bianco,nella
mano destra una pipa. -Tesoro
non mi avevi detto che portavi ospiti- -Si
scusa nonna,lei è Luana la mia nuova compagna di classe,invece
loro...- -Tranquilla
cara loro li conosco già- sorrise la donna –E così
tu sei la famosa ragazza- Luana
alzò un sopracciglio –Famosa?- -Già
Al non mi ha raccontato altro tutto il giorno,del vostro incontro in
aereo- la ragazza sorrise. -Winry
fai accomodare Luana nella stanza degli ospiti- Le
due ragazze salirono al piano superiore. -Winry
Al dov’è?- -Sarà
in camera a sua dopo andiamo a trovarlo- le due ragazze arrivarono in
fondo al corridoio e Winry aprì una porta di legno
battuto. -In
parte c’è la mia e di fronte quella di Ed e Al- Le
due ragazze entrarono nella stanza. Era
abbastanza grande,un letto a una piazza e mezza,un armadio e una
scrivania. -Il
pigiama te lo presto io,e se vuoi toglierti la divisa vieni in camera
mia che ti do qualche mio vestito- La
ragazza annuì appoggiò la cartella sul letto e seguì
Winry nella sua camera. Appena
entrò rimase a bocca aperta. La
camera di Winry era sommersa di quelli che ebbe intuito essere
automail. Non
si vedeva neanche il letto quasi. -Scusa
il disordine- sorrise imbarazzata. -Vedessi
la mia- sorrise Luana. -Comunque…Vediamo
un po’- aprì l’armadio. -Gonna
o jeans?- -Jeans
sono più comoda- la ragazza si avvicinò all’amica
che le pose dei jeans larghi a vita bassa e le diede una maglietta
fucsia un po’ corta e attillata,con disegnata in mezzo una
folletta nera. -Grazie
Winry,ti fa niente se mi cambio qui?- -Fai
pure tanto devo cambiarmi anch’io- Le
due si cambiarono,Winry mise dei pantaloncini e una maglietta
entrambi neri,in quel paesello face ancora abbastanza caldo. -Sai
Luana mi piacciono i tuo capelli,le punte rosse sono originali- La
ragazza si prese tra le mani una punta di capelli rossa e
sorrise. -Senti
Winry posso farti una domanda?- -Mmh?Si
dimmi…- -Cosa
significa che Ed è un cane dell’esercito?- La
ragazza sospirò –Non sono la persona più adatta a
dirtelo Luana,deve essere Ed a spiegartelo- Luana
annuì –Andiamo a trovare Al- sorrise. Le
due uscirono dalla camera e andarono in quella dei fratelli,bussarono
Al le fece accomodare. -Luana!!!!!Ciao
che sorpresa- La
ragazza rise e lo abbracciò –Sono felice di
rivederti- -Non
sai io,ma che ci fai qui?!- -Sono
in classe con Ed e Winry- i due cominciarono a parlare
allegri,raccontarono a Winry il loro incontro sull’aereo. Ed
fece irruzione nella stanza –Al scendi!!- -Fratellone
che succede?- -La
maestra Izumi ti vuole vedere- Al
ghiacciò e fece una faccia molto strana che fece sorridere le
due ragazze –La…La maestra Izumi?- -Si-
il viso di Ed era triste e preoccupato. Le
due ragazze si guardarono,a quanto pare neanche Winry sapeva
che cosa stava
succedendo. I
due fratelli scesero in salotto. La
professoressa,per la sorpresa di entrambi,non si sorprese di vedere
Al in quel modo. E
senza pensarci due volte diede un pugno,da far invidia a un pugile di
box,ad entrambi. Caddero
doloranti al suolo. Ed
si portò la mano destra sul ventre dolorante. -Fammi
vedere il braccio destro e la gamba sinistra- sibilò fredda,Ed
sgranò gli occhi d’oro. -C-come
ha fatto a capirlo?- -Semplice,per
il tintinnio che fa la tua gamba quando cammini e il braccio,quando
ti ho colpito con il palo ha fatto uno strano rumore- Li
guardò entrambi con gli occhi pieni di delusione e tristezza
–Pensavo di avervi insegnato qualcosa di buono ma a quanto pare
mi sbagliavo- Li
diede le spalle ma poi si rigirò –Domani sera
partiamo- I
due la guardarono increduli –Dove andiamo?- chiesero in
coro. -Avete
bisogno di una lavata di capo- E
così dicendo uscì dalla casa con a ruota l’uomo.
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Capitolo 4 *** -Capitolo 4°- ***
Luana
era seduta fra
Winry e Izumi e gustava la sua cena in silenzio,come tutti gli altri
del resto. Nella
stanza era caduto un pesante e gelido silenzio. Luana
spostava lo sguardo dalla maestra Izumi ai fratelli Elric. -Ed-
lo chiamò la ragazza. Lui
alzò le sue iridi dorate dal piatto e le posò sulla
ragazza –Mi spieghi che succede?- ora tutti posarono gli occhi
su Luana e su Ed. -Non
posso- sibilò lui. -Non
puoi o non vuoi?- la ragazza lo sfidava con gli occhi di
ghiaccio. -Non
sono affari tuoi- La
ragazza si alzò di scatto e sbattè le mani sul tavolo
–E certo!!!Non sono affari miei.Dopo tutto non ti conosco
neanche giusto?!- Luana
aveva le lacrime agli occhi me le ricacciò,con forza. Edward
la guardò senza dire una parola. -Scusate-
sibilò la ragazza e uscì dalla cucina,si sentì
la porta dell’ingresso sbattere rumorosamente e poi nella casa
ricadde l’assoluto silenzio. Winry
si alzò per rincorrere l’amica la maestra Izumi la
bloccò per un braccio e posò lo sguardo su
Ed. -Edward,va
da lei- Il
ragazzo abbassò lo sguardo –E che cosa dovrei
dirle?- -Quello
che ti senti- sorrise dolcemente. Il
ragazzo la guardò e poi si alzò uscendo anche lui dalla
casa.
La
notte abbracciava nella sua oscurità tutto quello che li stava
intorno. Ed
si guardò in giro cercando di trovare Luana. E
la vide in cima alla collinetta in parte alla casa di Winry,seduta le
gambe al petto e la testa nascosta nelle braccia,la sua criniera
corvina era illuminata dalla luce della luna,giocando a sfumare di
vari colori le sue punte rosso acceso. La
raggiunse a passo lento. Le
arrivò a fianco e si sorprese nel vedere
le
spalle tremare e alzarsi per colpa dei singhiozzi. Stava
piangendo. -Luana-
sussurrò. -Vattene
via Ed- Lui
si sedette accanto a lei,il braccio destro sul ginocchio destro,e la
mano sinistra appoggiata al terreno
dietro
la schiena. Strinse
la mano destra in un pugno. Guardò
la luna piena risplendere limpida e fiera in mezzo al cielo. Calò
il silenzio spezzato solo dai singhiozzi soffocati di Luana. -Sai
anch’io ho dei automail- la ragazza alzò leggermente il
capo,facendo intravedere due iridi azzurrissime ma anche rosse e
gonfie
per
il troppo pianto. -Il
braccio destro e la gamba sinistra- la ragazza ora aveva alzato del
tutto il capo e si era asciugate le calde lacrime che continuavano
a
scenderle ribelli. Ed
si alzò all’improvviso –Vieni- li pose la mano
destra. Lei
la guardò –Tranquilla non morde- sorrise,lei ricambiò
con un timido sorriso e strinse la mano di Ed alzandosi. -Ora
ti porto in un posto- -Dove?-
chiese curiosa. -Vedrai- Scesero
la collinetta andarono verso il paese ma poi voltarono a destra e
imbucarono una strada sterrata circondata da tanti alberi. La
strada era illuminata da alcuni lampioni sparsi qua e là. Luana
si strinse nelle spalle,si era dimenticata di prendere la felpa e
adesso cominciava a tirare un’aria piuttosto fredda. Ed
se ne accorse,si tolse la sua giacca nera e la mise sulle spalle
della ragazza. Lo
guardò,era rimasto con solo una canottiera senza maniche
nera. I
muscoli erano ben scolpiti,osservò
il suo braccio. Così
quello era un automail.
Un
vero e proprio braccio meccanico. -G-grazie-
sussurrò un po’ in imbarazzo. -Prego-
anche se Luana non lo vide,Ed era diventato rosso come un
pomodoro. Salirono
una piccola collinetta e davanti a loro un vasto campo. Luana
si guardò intorno,quel posto era pieno di lapidi. Era
il cimitero del paese. Luana
non riusciva a capire come mai Ed l’avesse portata li. -Senti
Ed,non è che mi vuoi violentare?- domandò un po’
timorosa. Ed
si girò di scatto –MA PER CHI MI HAI PRESO?!?!?- urlò
–E per tua informazione io non spreco il mio tempo a violentare
mocciose come te- -Mocciosa
a chi?!Si dal caso mio caro nano che io e te abbiamo la stessa età-
li puntò un dito al petto. -Quando
sei nata?- mise le mani sui fianchi con aria spavalda. -Il
10 Luglio e
tu?- -30
Dicembre- La
ragazza incrociò le braccia al petto -Ciò
vuol dire che io sono più grande di te di 6 mesi- rise
sadicamente.
Edward
voltò
il capo con aria imbronciata, lei
sorrise,era
troppo buffo
quel
ragazzo. -Comunque
allora sentiamo perché mi hai portato qui?-
Il
ragazzo perse il sorriso che gli illuminava il viso e tornò
serio –Seguimi- Superarono
un po’ di lapidi,per
poi soffermarsi su una
che era in parte a una quercia e illuminata da alcuni raggi
lunari. Luana
si inginocchiò per vedere la foto. Ritraeva
una bella donna capelli castano chiaro raccolti
in
una coda bassa,lasciata cadere sulla spalla destra,due bellissimi
occhi verdi,sorrideva felice in quella foto. La
ragazza venne colpita dalla scritta. “Trishia
Elric” Era
la madre di Edward. -Ma
Ed questa è tua madre?- Il
ragazzo annuì –è morta quando io e Al eravamo
piccoli,vedi mio padre se ne andato e lei ci ha allevato da sola-
Fece
una pausa per poi guardarla intensamente negli occhi -Devi
sapere che Al una volta era umano-
La
ragazza sgranò gli occhi -Co...come
umano?- Ed
sospirò –Vedi io sono un Alchimista,io e Al dopo che
nostra madre è morta,abbiamo deciso di studiare l’alchimia
per farla ritornare in vita- Luana
ascoltava senza dire una parola. -Purtroppo
la trasmutazione umana fallì,Al venne dissolto completamente
e io
persi la gamba sinistra così
per riportare
indietro l'anima
di Al ho
sacrificato il
mio braccio
destro-
fece una pausa –Sono riuscito a trasferire l’anima di Al
nel corpo di quell’armatura- la guardò negli occhi,per
poi posarli sulla tomba della madre –Sono entrato a far parte
degli alchimisti di stato per poter trovare la pietra filosofale- -La
pietra filosofale?Ma non è solo una leggenda?- -No
esiste e a noi serve,se la trovo posso ridare a Al un corpo e io
posso riavere il mio braccio e la mia gamba,ma purtroppo non è
facile,io e Al abbiamo scoperto che per creare la pietra c’è
bisogno di sacrificare vite umane,così stiamo cercando un
altro modo- Luana
non sapeva più cosa dire, non
aveva capito una sola parola, alchimia? Pietra filosofale?
Al
umano.
Quei
due ragazzi dovevano soffrire terribilmente, si
girò verso Ed e istintivamente lo abbracciò mettendoli
le braccia intorno al collo. Il
suo corpo si era mosso da solo,non aveva pensato ma solo agito. Ed
dal canto suo rimase spiazzato da quel gesto improvviso,anche se un
po’ imbarazzato la strinse a se. -Mi
dispiace- sussurrò la ragazza. -Tranquilla- Si
staccarono e tutti e due non sapevano più cosa dire. -Senti
Ed che centra la maestra Izumi?- -è
lei che ci ha insegnato le prime formule alchemiche è lei che
ci ha addestrato. Certo non sapeva le nostre vere intenzioni- sorrise
tristemente –E poi non li va giù che sia entrato a far
parte degli alchimisti di stato,domani noi partiamo,ci vuole
“punire”- La
ragazza lo guardò per alcuni secondi –Vengo anch’io
con te- -Non
se ne parla- disse serio. -E
invece si!!Io e Winry verremo che tu lo voglia o no- e dicendo questo
cominciò a incamminarsi. -Maledetta
mocciosa- sibilò tra i denti. Ritornarono
a casa, Winry appena vide l’amica la trascinò in
camera. Izumi
e Al guardarono Ed,lui annuì capendo quello che volevano
chiedergli. -Si
le ho detto tutto- -Bene-
disse Al –Ci possiamo fidare di lei- -Il
problema maestra Izumi è che vuole venire con noi,e trascinerà
anche Winry- -Se
la sua famiglia è d’accordo io non ho niente in
contrario- sorrise la maestra.
Intanto
al piano di sopra Luana raccontò tutto a Winry. -Quindi
ti volevo chiedere se venivi con me- La
biondina sorrise –E c’è da chiedere?Il problema è
tua nonna- Luana
ci pensò un po’ su –La chiamo e mi inventerò
qualcosa- alzò le spalle. -Ragazze
a nanna che domani avete scuola- arrivò in camera la
zia Pinako. -Pinako
ascolta io dovrei chiamare mia nonna,ti fa niente se ti uso il
telefono?- Lei
sorrise –Fai pure tesoro è in fondo al corridoio- La
ragazza ringraziò
e uscì dalla stanza, prese
la cornetta e chiamò sua nonna. In
poche parole si
inventò una balla eclatante –Tesoro
però io sarei più sicura se con te venisse anche
Jess- -Cosa?!Perchè?- -Perché
di si- -Ok
ok se proprio non puoi farne a meno…..Si ok…anch’io…ok
ciao nonna ciao ciao- E
riattaccò sospirando. -E
così verrà anche Jess- disse Ed che era con le spalle
al muro e le braccia incrociate al petto. -No
lui non verrà- il ragazzo alzò un sopracciglio. -Starà
qui con Pinako- Li
augurò buona notte e andò nella camera di Winry a
prendere il pigiama. Lui
la guardò allontanarsi. -Guarda
che me la consumi- Ed fece un salto alto tre metri da sfondare in
soffitto. -Ma
cosa dice?E poi mi vuole far prendere un colpo?- -Te
lo meriteresti- e dicendo questo andò in camera sua. Ed
sospirò e andò anche lui a dormire con suo fratello.
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Capitolo 5 *** -Capitolo 5°- ***
Luana
si girava e rigirava nel letto. Non
riusciva a prendere sonno. Troppi
pensieri si formulavano nel cervello,Edward e Al dovevano soffrire
molto. Ripensare
a Edward fece accelerare il battito del cuore alla
ragazza,quell’abbraccio l’aveva fatta sentire bene e
protetta. Chiuse
gli occhi per scacciare quell’assurdo pensiero,ma senza
risultato. Esasperata
si alzò a sedere sul letto,si mise le pantofole che le aveva
prestato Winry e uscì dalla sua stanza. Guardò
l’orologio a pendolo appeso alla parete
del
corridoio. Le
tre. Andò
in cucina per prepararsi una bella cioccolata calda. Si
bloccò a metà scala,la luce della cucina era
accesa. Chi
poteva esserci a quest’ora? Piano
e silenziosamente scese le scale e sbirciò dalla porta della
cucina. Il
suo cuore perse un battito e cominciò a battere forte. Con
la testa completamente
nel frigorifero c’era
li davanti a lei Ed. In
pantaloncini bianchi e una maglietta lunga nera a maniche
corte. Luana
sempre silenziosamente li arrivò alle spalle. -Non
dormi?- Ed
dallo spavento,sobbalzò sbattendo la testa sul frigorifero. Si
girò con un bel bernoccolo ben visibile in testa. -Ma
sei scema?!Ti sembrano scherzi da fare?- Lei
rise divertita. -Come
mai non dormi?- le domandò lui sedendosi a tavola,addentando
una fetta di torta che era rimasta dalla cena. -Non
riesco a dormire,hai voglia di bere una cioccolata calda?- -No
grazie la
cioccolata è fatta con il latte-
Lei
alzò un sopracciglio -Che hai contro il latte?-
-Fa
schifo!- La
ragazza prese un pentolino e lo mise sul fuoco,prese la bustina di
cioccolata e la mise bel pentolino insieme al latte.. E
la lasciò bollire,quando fu bella calda la prese e la versò
in una tazza. Si
sedette di fronte a Ed, tra
i due calò il silenzio. -Senti
Ed,tutti possono diventare alchimisti?- soffiò sulla tazza. Il
ragazzo alzò un sopracciglio –Perché?- domandò
sospettoso. La
ragazza alzò le spalle –Così- -Comunque
no,non tutti possono diventare alchimisti- La
ragazza posò la tazza sul tavolo e cominciò a grattarsi
la mano destra. -Che
hai?- -Eh?No
nulla solo un prurito freddo alla mano- -Freddo?-
inarcò un sopracciglio. -Si
bhè sento un prurito freddo alla mano,ma adesso è
passato- E
riprese a bere la sua cioccolata. -Io
vado a dormire- si alzò Ed. -Aspetta
vengo anch’io- anche la ragazza si alzò. Salirono
le scale e andarono in fondo al corridoio. -Notte
Ed- lo salutò con un sorriso la ragazza. -‘Notte-
si guardarono
e
poi ognuno entrò nella propria stanza.
La
mattina dopo,Luana,Winry e Ed si prepararono per andare a
scuola. Presero
il treno e alle otto in punto erano in classe. -Ma
ditemi vi dovete fare sempre tutte queste
corse
per venire a scuola?- domandò Luana con la testa appoggiata al
banco,aveva il fiatone. In
quel momento entrò Jess,la faccia abbastanza incazzata. Si
diresse a passo veloce verso la ragazza dalle iridi azzurre. -COSA
SIGNIFICA CHE DEVO PARTIRE?!?!?!?- sbraitò attirando
l’attenzione di tutta la classe. -Non
urlare per favore che mi scoppia già la testa- disse stizzita
–Comunque tranquillo oggi pomeriggio ti spiegherò tutto
a casa di Winry- -Io
voglio spiegazioni adesso- sibilò seccato. -Mi
dispiace ma aspetterai- lo guardò con gli occhi di
ghiaccio. Il
ragazzo imprecò e si sedette al suo posto. Le
prime ore di lezioni trascorsero tranquille. Alla
lezione dopo la pausa pranzo entrò il preside. Un
uomo alto e dai lineamenti marcati,barba appena accennata,occhi
marroni e capelli color biondo cenere. Indossava
un vestito elegante grigio –Buongiorno ragazzi….Scusate
il disturbo ma avrei bisogno della signorina Antonelli- La
ragazza si alzò e salutando il professore seguì il
preside. Camminarono
per tutti i corridoi in silenzio,arrivarono alla porta del suo
ufficio. Lui
l’aprì ed
entrarono. Luana
si guardò intorno,era una stanza abbastanza grande,davanti a
lei una scrivania
abbastanza grande
di legno elaborato,lucida. Le
pareti piene di quadri e scaffali con in cima tanti libri. Il
preside si sedette sulla sua poltrona di pelle nera. -Prego
siediti- e con la mano le
indicò
la
poltrona
davanti
alla scrivania. Lei
abbozzò un sorriso e si sedette. -Allora
come ti trovi qui?- La
ragazza sorrise –Molto bene, anche
con la classe…Mi
scusi ma perché non ha fatto venire anche Jess?- -Con
il signor Chooleman ho già avuto il piacere di parlare
quest’estate prima che iniziasse la scuola- le rispose il
preside. -Ah
capisco- Parlarono
per dieci minuti del più e del meno. -Bene
signorina,le ho già rubato abbastanza tempo,può tornare
a lezione- La
ragazza fece un lieve inchino e poi uscì
dall’ufficio. Camminava
con passo lento nel lungo
corridoio
della scuola. Ne
era sicura. In
quella stanza non c’era solo il preside. Aveva
avuto la sensazione di essere osservata. Ma
nella stanza non c’era nessuno. Eppure….Eppure
ne era sicura. -Hey
Lulu è da mezzora che ti chiamo- La
ragazza si voltò,incrociando gli occhi d’oro di
Ed. -Scusa
nano non ti avevo sentito- Ed fece la faccia da incazzato. -NANO
A CHI?!?!- ma poi si riprese –Sono venuto a cercarti c’è
educazione
fisica
adesso- -Ah.
Ma io non la faccio,non ho
molta voglia- -Allora
andiamo dal professore- Andarono
in palestra. Fortunatamente
anche Winry non faceva ginnastica. Si
sedettero su una panchina attaccata al muro. -Che
voleva il preside?- -Ma
niente abbiamo parlato del più e del meno- alzò le
spalle la ragazza. -Senti
Luana che vuoi fare con Jess?- -Starà
da tua nonna,così la mia pensa che sia con noi- disse
semplicemente. -Si
è meglio così- sorrise la biondina.
Le
lezioni finalmente finirono
le lezioni, uscirono da scuola Edward e
Winry accompagnarono Luana e Jess a prendere le loro cose.
Non
sapendo che mentre si allontanavano due occhi viola stavano fissando
proprio loro dalla finestra del preside.
I
ragazzi arrivarono a casa della ragazza, Luana
alla nonna le aveva detto che doveva aiutare Winry e
sua nonna a
fare una commissione che richiedeva un numero di persone. Prepararono
la valigia,salutarono i nonni di Luana e poi uscirono diretti a casa
di Winry.
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Capitolo 6 *** -Capitolo 6°- ***
-Ma
quanto manca ancora?- chiese per la millesima volta Jess. -Che
palle Jess,adesso siamo arrivati- alzò gli occhi al cielo
Luana. -Nana
questo l’hai detto anche un ora fa- sibilò. -LA
SMETTI DI CHIAMARMI NANA?!?- si voltò
andandogli a un centimetro
dal
naso,con lo sguardo infuocato. Non
sapeva perché ma quel ragazzo le dava i nervi in una maniera
allucinante. -Dai
piantatela voi due- si mise in mezzo Winry. La
ragazza li mollò un’ultima fulminata e poi girò i
tacchi e si affiancò a Ed. Mentre
Winry rimase dietro con Jess. -Voi
due non andate molto d’accordo- sussurrò Ed in modo da
non farsi sentire dal ragazzo dietro di lui. -è
solo un rompiscatole,pieno di se e arrogante- incrociò le
braccia al petto. Ed
sorrise –Assomiglia a qualcuno- La
ragazza lo guardò con gli occhi di ghiaccio,ma poi
sorrise. Inutile,solo
a guardare quelle pozze dorate tutta la sua rabbia
spariva. Finalmente
giunsero alla casa di Winry. Luana
raccontò velocemente la situazione a Pinako. Lei
sorrise –Ok nessun problema- La
ragazza l’abbracciò –Grazie sei fantastica!!- La
nonna sorrise e tornò nel suo ufficio pieno di automail. Luana
uscì,voleva prendere una boccata d’aria. Appena
uscì dalla porta venne abbracciata da una brezza fresca e
piacevole,che li scompigliò i lunghi capelli. Volse
il capo a destra verso il grande campo,attirata da dei strani
versi. Si
avvicinò lentamente
nascondendosi dietro a un albero. Davanti
a lei c’erano Ed e Al che lottavano fra di loro. -Ma
che cazzo…- non riusciva a capire se facevano sul serio o se
stavano solo giocando. Rimase
li impalata a osservarli. Al
si accorse della sua presenza –LUANA!!!VIENI!!- la ragazza
dallo spavento cadde a terra. Al
si avvicinò a lei e l’aiutò ad alzarsi –Scusami
davvero,non volevo spaventarti- La
ragazza sorrise –Tranquillo Al non mi sono fatta
niente- -Imbranata-
sibilò avvicinandosi a loro Edward. -Hei
imbranata a chi?- -Dai
voi due non cominciate- li placò subito Al. -Comunque
ma mi spiegate che stavate facendo?- -Allenamento-
risposero in coro i due. Lei
alzò un sopracciglio,certo che erano proprio strani. -Hai
parlato con Jess?- tutti e tre erano seduti sull’erba. -No!Ci
parlerà Pinako- si lasciò andare sull’erba,le
braccia dietro la nuca. Guardò
il cielo limpido,stava arrivando l’autunno ma le giornate erano
ancora belle calde. La
ragazza chiuse gli occhi respirando l’aria fresca. Ed
la guardò,qualcosa in quella ragazza lo attraeva. Ma
non riusciva a spiegarsi cosa. -Fratellone
io vado,devo aiutare Pinako a fare alcune cose- disse Al e si alzò
–Ciao Luana- I
due ragazzi lo salutarono. Anche
Ed si lasciò andare sdraiandosi sulla soffice erba. -Deve
essere dura per Al- disse all’improvviso Luana. -Si
lo è- sospirò lui. La
ragazza si girò sul fianco per poter guardare in faccia il
ragazzo,che aveva chiuso gli occhi. Non
resistette prese un filo d’erba e li fece il solletico sul
naso. Il
ragazzo starnutì rumorosamente,facendo ridere di gusto la
ragazza. -Ma
che cazz….- la guardò per poi sorridere maligno. La
ragazza si bloccò di colpo –Ed che vuoi fare?- lui non
rispose ma manteneva il suo perfido ghigno. -Senti
Lulu tu soffri il solletico?- la ragazza sbiancò. -N-no- -Sicura?-
la ragazza non ebbe il tempo di rispondere che Ed aveva cominciato a
farle il solletico dappertutto. La
ragazza cominciò a ridere come una matta. Aveva
gli occhi lucidi e le faceva male la pancia. Cominciarono
a rotolare sull’erba,entrambi ridevano come matti. Si
bloccarono di colpo,accorgendosi della imbarazzante posizione in cui
si trovavano. Ed
era a cavalcioni sopra di lei. Smise
di farle il solletico,e lei smise di ridere. Si
guardarono negli occhi. Edward
era paralizzato,incantato a guardare quelle iridi azzurre. Poi
il suo sguardo si portò sulle labbra della ragazza. Voleva
baciarla. Non
desiderava altro. I
pensieri di Luana non erano tanto diversi. Ed
si avvicinò lentamente alla bocca della ragazza,che continuava
a guardarlo pietrificata. Erano
a due centimetri di distanza,il cuore di entrambi batteva
all’impazzata. -LUANA!!!ED!!!DOVETE
VENIRE SUBITO!!!- urlò dalla porta Winry. I
due si staccarono di colpo,rossi in viso. -A-ARRIVIAMO-
rispose Ed. Si
alzarono e senza guardarsi entrarono in casa. Tutti
erano in salotto,in parte alla porta c’era il marito di
Izumi. -Che
succede?- domandò Ed all’uomo. -Pinako
stà parlando con il ragazzo- e indicò Jess. I
due si avvicinarono. -Bene
ragazzi vi ho fatto rientrare per dirvi che dovete prepararvi. Si
parte- disse Izumi. -Scusi
maestra ma dov’è che andiamo precisamente- la donna lo
guardò con sguardo alquanto
masochista, Ed
si fece piccolo e si nascose dietro le spalle di Luana. -Muovetevi
a prepararvi- e sparì in cucina. -Luana
vieni con me- Winry la prese per il braccio e la trascino al piano di
sopra,nella sua stanza. Le
due ragazze entrarono in camera della biondina. -Senti
Winry sai per caso dove vuole portare Ed e Al,la maestra Izumi?- si
sedette sul letto Luana. La
ragazza scosse il capo,mentre tirava giù dall’armadio un
borsone nero –Non ne ho la più pallida idea
sinceramente- Luana
sospirò. Guardò
fuori dalla finestra ripensando a quello che era successo pochi
minuti prima. C’era
mancato poco,pochissimo. Il
suo cuore cominciò ad accelerare forte e le sue guance si
colorirono senza che lei se ne accorse. -Luana
stai bene?Sei tutta rossa- Winry la guardava preoccupata. -Eh?-
si risvegliò la ragazza –Nono sto bene- Winry
la guardò per un attimo –è successo qualcosa che
non mi hai detto?- domandò con gli occhi che brillavano di una
strana luce. La
ragazza cominciò a sudare freddo –B-Bhè
ecco…i..io….- cominciò a balbettare. E
adesso che le diceva? -Tu
cosa?- In
quel momento piombò nella stanza Ed,spalancando la
porta. -WINRY
SEI MORTA!!!- urlò con i denti da squalo. La
ragazza sbatté
le palpebre senza capire,poi posò gli occhi su quello che Ed
teneva nella mano destra. -Oh-
fu l’unica cosa che riuscì a dire- -Oh….OH?!?è
TUTTO QUELLO CHE SAI DIRE?!?!SI Può SAPERE QUANDO IMPARERAI A
FARE IL BUCATO?!?- e li sventò davanti dei boxer di un rosa
acceso. Luana
aveva un po’ di punti di domanda che le ronzavano in torno alla
testa. -Devo
aver cacciato dentro qualcosa di rosa per sbaglio- mise le mani
davanti sulla difensiva –Suvvia Ed non ti scaldare- Ma
il ragazzo fumava come una locomotiva –Non mi dovrei
scaldare?!?Winry questi erano i miei boxer preferiti- cominciò
a piagnucolare. Questo
non è normale, pensarono
entrambe. Ed
se ne andò depresso e con le lacrime agli occhi. Winry
non aveva più toccato l’argomento. Per
ora grazie a Ed,aveva scampato pericolo. Dopo
mezzora erano pronti davanti all’ingresso. Salutarono
Jess e Pinako e si incamminarono per la stazione. Pronti
a partire.
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Capitolo 7 *** -Capitolo 7°- ***
Arrivati
alla stazione si sedettero sulle panchine in attesa del treno. Ed
indossava gli stessi vestiti di quando lui e Luana si erano
conosciuti sull'aereo. Winry
una minigonna nera e una canottiera color panna con sopra un
giubbetto nero. Luana
dei jeans e una maglietta a maniche corte rosa con sopra una felpa
nera. -Shigu
a che ora passa il treno?- domandò Izumi a suo marito. -Tra
dieci minuti- Passarono
dieci minuti esatti e poi il treno arrivò. Era
più pieno del solito. Si
dovettero dividere in due scompartimenti. Ed,Luana,Winry
e Al in uno e la maestra e Shigu in quello a
fianco. Luana
si sedette in parte al finestrino. -Ragazzi
secondo voi dove vuole portarci la maestra Izumi?- domandò Ed
con fare annoiato,la testa appoggiata alla mano. -Secondo
me fratellino ci vuole portare in quel posto- disse Al. Edward
ghiacciò e si girò piano a movimenti a scatti verso il
fratello. -Sei
sicuro?- -Bhè
è un idea- alzò le spalle lui. -Quale
posto?- domandarono curiose le due ragazze. -Meglio
non saperlo- sibilò Ed.
Al
quartier generale di central city. -A
e così sono diretti all’isola…..ok va bene…fa
come vuoi- Una
donna,all’apparenza non mostrava più di 30
anni. Alta,capelli
lunghi castani chiaro,e occhi marroni. Sedeva
dietro a una scrivania. Riattaccò
il telefono con fare pigro e svogliato. Ma
sorrise senza
un minimo sentimento.
Luana
e gli altri scesero dal treno e
seguendo
Izumi entrarono in un piccolo paesello. Lo
attraversarono finché non arrivarono davanti a un negozio di
macelleria. Entrarono
e vi trovarono dietro al bancone un ragazzo,robusto,
capelli
marroni scuro tirati su da una fascia bianca,maglietta a maniche
corte verde,e portava un grembiule bianco. Appena
li vide sorrise –Izumi!Shigu!ben tornati- Poi
posò gli occhi su Ed –Ma dai Edward sei veramente tu?Sei
cresciuto- e li scompigliò i capelli in modo affettuoso –E
dimmi dov’è Alphonse?- I
ragazzi si guardarono –S…Sono qui- disse timidamente
Al. L’uomo
sbatté
le palpebre –Oh…- guardò Izumi –Bhè
sei cresciuto- sorrise. Poi
il suo sguardo si pose su Winry e Luana. -Piacere
io sono Mason- le due ragazze sorrisero. -Luana- -Winry- -Mason,porta
le due ragazze nella camera degli ospiti per favore- L’uomo
annuì e fece cenno alle due ragazze di seguirlo. Winry
e Luana si sistemarono in una stanza con
due bei letti comodi uno affianco all'altro. Misero
a posto le loro cose e poi scesero in salotto. -Bene,possiamo
andare- -Scusi
signora Izumi,ma dove ci porta?- le domandò Luana. La
donna sorrise –Lo vedrete- Uscirono
dalla casa e si diressero fuori dal villaggio. Camminarono
su un sentiero per circa cinque minuti. Poi
arrivarono ad una spiaggia, davanti
a loro il mare aperto. Gli
occhi di Luana s’illuminarono,quanto tempo che non vedeva il
mare. Il
gruppetto si diresse verso una barca legata a un palo di legno. Shigu
la slegò,salirono sulla barca. L’uomo
diede in mano dei remi sia a Ed che a Al. -E
con questi che ci dovrei fare?- domandò Ed. -Ci
giochi a biliardo- sibilò sarcastica Luana –Secondo te
ha cosa si usano i remi?- L’alchimista
brontolò qualcosa di incomprensibile,ma poi insieme a Shigu e
a Al cominciò a remare. Dopo
un
viaggio che sembrò non terminare mai Luana
vide da lontano una piccola isoletta –Izumi l’ha c’è
un isola- Edward
e Al ghiacciarono di colpo, -M…Maestra-
la chiamò pallido Ed. -Si
dimmi Edward- lei lo guardò con un ghigno sadico in
volto. -Non
dirmi che…che quella- disse indicando l’isola. -Si
esatto Edward quella è l’isola dove vi ho fatto
sostenere la prova-. -Lo
immaginavo- sospirò depresso. La
barca si fermò a riva della spiaggia bianca dell’isola. Luana
fu la prima a saltar giù dalla barca. Sgranò
gli occhi. Si
paralizzò,Ed le si affiancò –Luana tutto….-
ma le parole li morirono in gola. Mezza
foresta davanti a loro era rasa completamente al suolo. I
rami e i tronchi degli alberi giacevano a terra spezzati e
bruciati. -Ma
che diavolo è successo qui?- chiese Al. -Ma
guarda guarda chi si rivede!Fullmetal Shorty come te la
passi?- Davanti
a loro avanzava un ragazzo. Abbastanza
alto,capelli lunghi verdi,alla fronte una fascia viola,sulla coscia
sinistra aveva
tatuato un
simbolo,un drago che si mordeva la coda. Arrivò
a due mentri
da loro,le mani ai fianchi. -Envy!Ma
che cazzo hai combinato?- sbraitò Ed. -Hei
Hei calmino Shorty,io non ho fatto assolutamente nulla- Poi
posò gli occhi su Luana. La
ragazza rimase colpita dalle iridi che aveva quel
ragazzo. Viola. Erano
di un viola molto scuro. -E
allora dimmi chi è stato?- Lui
sbadigliò e poi sorrise –Non ne ho idea-
-E
allora che diavolo ci fai qui?- ringhiò stringendo i pugni.
-Mi
annoiavo- disse semplicemente alzando le spalle. –Guardate!Il
terreno è spaccato come se tante scariche elettriche
l’avessero bruciato- Izumi
si inginocchiò scrutando attentamente le crepe profonde nel
terreno. All'improvviso
qualcuno batté le mani. I
ragazzi alzarono
lo sguardo,
sopra la collinetta c’era una donna. Alta
e
snella,indossava
un abito di pelle corto e stretto color bordò. Capelli
color rosso sangue. Le
labbra sensuali e carnose,pelle bianca e lucida Era
una donna
bellissima. Con
un salto a capriola arrivò davanti ai ragazzi. Aveva
due inquietanti ma bellissimi occhi. Occhi
rossi dalla pupilla completamente bianca. Un
ghigno maligno li disegnava il volto perfetto. -Eccoli
i fratelli Elric- disse guardando Ed e Al,la sua voce era ferma e
decisa ma aveva qualcosa d’antico. I
ragazzi si misero subito sulla difensiva –Chi sei?- domandò
Edward. -Envy
è amica tua?- sussurrò al ragazzo in parte a
lui. -No,ma
mi piacerebbe approfondire una intensa amicizia- ghignò
scrutandola da capo a piedi. -Chi
sono non è affar tuo Edward Elric- rispose la donna. -Come
sai il mio nome?- -Fai
troppe domande- e senza preavviso schioccò
le dita della mano destra. Una
scarica elettrica li travolse,buttandoli tutti a terra. -Luana,Winry
state bene?- domandò Al alle due ragazze,le aveva protette. Le
ragazze annuirono. -Luana,Winry
mettetevi al riparo- gridò Edward. Le
ragazze si alzarono da terra e cominciarono a correre verso la
foresta. -E
no!Tesorini miei vuoi non andate da nessuna parte- un’altra
scarica elettrica le colpì in pieno,scaraventandole a
terra. Ed
corse subito da loro,Winry anche se ha fatica si alzò ma Luana
continuava a rimanere per terra. La
donna lanciò un’altra scarica elettrica in direzione di
quest’ultima. Edward
era troppo lontano per riuscire a raggiungerla. Una
luminosa luce accecò l’intera isola. L’alchimista
d’acciaio aprì gli occhi,davanti
a lui c’era Envy, in braccio Luana. La
lasciò in
braccio a
Edward
poco delicatamente. L'alchimista
lo
guardavò
al quanto sorpreso,si sarebbe aspettato di tutto da uno come Envy,ma
no che avesse il cuore di salvare qualcuno. -Stai
attento Shorty- sibilò seccato. Ma
cosa mi è preso?Ma mi sono rincitrullito? pensò mentre
si allontanava da Edward. La
donna rise –Mi dispiace amori miei mai devo proprio andare ci
si vede- e dicendo così scappò con tanti balzi nella
foresta. Edward
guardò Luana svenuta tra le sue braccia,e la strinse
forte. Aveva
avuto paura di perderla. Ora
capiva,capiva perché quella ragazza era importante. Li
piaceva tutto di lei. E
se non fosse stato per Envy non avrebbe più potuto rivedere
quel sorriso che li scaldava sempre il cuore. Ora
era anche in debito con quel mentecatto di Envy. Posò
la ragazza del fra le braccia di Al e si avvicinò a Envy. Il
ragazzo dai capelli verdi incrociò le braccia al petto e
sorrise beffardo –Che vuoi Fullmetal Shorty?- Ed
sospirò –Sappi Envy che per me è un grande
sacrificio ma te lo devo dire…..Grazie per aver salvato Luana-
voleva sprofondare,il suo orgoglio era andato a farsi benedire. Envy
alzò un sopracciglio,e poi sorrise sadico
-Ripetilo- L’alchimista
d’acciaio diventò rosso dalla rabbia –Non farmelo
ripetere,Homunculus dei miei stivali- urlò con
i denti da squalo. -Su
su calmo Fullmetal Shorty- Edward
li
diede le spalle, ma
l' homunculus lo bloccò -Controlla
la ragazza,ti può riservare grandi sorprese. Ci si vede
Shorty- e così dicendo scomparve nella foresta. Ed
lo guardò mentre si allontanava. Cosa
intendeva dire?
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Capitolo 8 *** -Capitolo 8°- ***
Luana
aprì le sue bellissime iridi azzurre, vedeva
tutto sfuocato
e le doleva la testa. Strizzò
più volte gli occhi poi finalmente mise a fuoco la stanza dove
si trovava. Capì
subito che si trattava di una stanza d’ospedale,era tutta
bianca in
parte a lei dei macchinari che facevano un rumore
insopportabile. Alla
sua destra una porta finestra,era aperta e faceva passare ogni tanto
dei spifferi d’aria,che le rinfrescavano il viso. Girò
il capo a sinistra e vide una chioma bionda. Sorrise. Accanto
a lei con la testa appoggiata sul materasso,dormiva Edward. Lo
fissò per alcuni minuti,poi distolse lo sguardo e si fissò
le mani,entrambe erano fasciate,e anche la testa era circondata da
una benda bianca. Cercò
di girarsi sul fianco sinistro ma non appesa lo fece,ebbe una fitta
che le fece vedere le stelle. Anche
il suo fianco non era nelle condizioni migliori. Quella
fitta le fece scappare una smorfia di dolore. Edward
la sentì e alzò di scatto la testa, i
loro
occhi si incrociarono,le iridi dorate dell’alchimista avevano
un velo di stanchezza mista a preoccupazione. Non
disse nulla ma l’abbracciò forte,Luana rimase immobile
ad assaporare ogni secondo di quell’abbraccio,che come anche al
cimitero,la fece sentire protetta. -Ho
avuto paura Luana- e la strinse di più –Ho avuto paura
di perderti-. Si
staccò e si sedette sulla sedia,continuando
a guardarla. -Come
ti senti?- Lei
si passò una mano sulla testa –Insomma,sembra di aver
fumato
mille
canne
in una sola volta, mi
scoppiano la
testa- -è
normale,quando quella donna ti ha colpito hai picchiato la testa- la
sua voce tremò,ripensare che avrebbe potuto perderla lo faceva
restare senza fiato,e lo assaliva una paura immensa. -Ed
stai bene?- li domandò Luana. Lui
scosse il capo –No,Luana non stò affatto bene- fece un
profondo respiro –Ho rischiato di perderti tre giorni fa. E la
colpa è unicamente mia!!Se non ci fosse stato….-
strinse i denti e i pugni,le nocche divennero bianche. -Ed..-
sussurrò lei. -…Se
non ci fosse stato Envy tu saresti morta. Mi uccide il solo
pensiero- Luana
aveva le lacrime agli occhi,non sopportava di vederlo così, le
si stringeva il cuore. -Ed,non
è colpa tua- li sorrise dolcemente. Li
prese la mano metallica –Non ho avuto i riflessi pronti tutto
qui. Tu non hai assolutamente colpa,e poi come vedi sono ancora
viva!Quindi mi dovrai sopportare ancora per un po’- anche
l’alchimista sorrise. -Senti
ma chi era quella donna?- Ed
scosse la testa –Non ne ho idea. Stasera verranno tutti a
trovarti così ne parleremo-. -Stanno
tutti bene?- -Winry
a qualche graffio qua e là. Ma ci vuole ben altro per piegare
quella- Luana rise. -Gli
altri stanno tutti bene- Calò
il silenzio –Senti Ed…- -Mmh?- -Quel
ragazzo che mi ha salvato…- fece una pausa. -Si
chiama Envy ed è un Homunculus- l’anticipò
l’alchimista. -Cosa
sono gli Homunculus?- Ed
sospirò –Gli Homunculus sono esseri artificiali,
senz'anima.
Ognuno di loro rappresenta uno
dei sette
peccati
capitali,sono
marchiati
con un simbolo che
si chiama Oroboru,
è
come se fossero immortali, ma a quanto ho scoperto anche se il
numero di vite che hanno a disposizione sono tante non è
illimitato,
si nutrono di pietre filosofali incomplete. Sono dotati di una loro
intelligenza-
sospirò -Gli Homunculus sono divisi diciamo.. in due
categorie, quelli creati dal corpo del padre o meglio chiamato il
fondatore e ci sono quelli nati dalla pietra filosofale all'interno
del corpo umano- -Chi
è il fondatore?-
Lui
scosse il capo -Sto
studiando gli appunti e le ricerche di mio...-
si
bloccò stringendo i pugni -Di Hohenheim, spero di venire a
capo di qualcosa- Luana
pensò all' Homunculus,
se Ed diceva che non possedevano anima allora perché quel
ragazzo l'ha
salvata? -Anche
se mi chiedo perché quel demente di un Homunculus ti abbia
salvato,conoscendolo avrebbe goduto vedere una persona a me vicina
morire- disse Ed,dando
voce hai pensieri della ragazza. Si
mise a fissare fuori dalla finestra,mentre Ed continuava a borbottare
fra se e se. All’improvviso
la porta si aprì,e dallo spavento L'alchimista
cadde
dalla sua sedia. Davanti
a loro un uomo alto,vestito con un uniforme blu. Capelli
neri e occhi verdi,barba appena accennata,portava degli occhiali
quadrati. -EDWARD!!!!!- -Te-tenente
colonnello Hughes- Ed si stava rialzando faticosamente –Che
cosa ci fa lei qui?- -E
c’è da chiederlo?!Sono venuto a trovarti e a conoscere
la signorina….- -Luana.
Luana
Antonelli- sorrise a quello strano individuo. -Molto
piacere,io sono il Tenente colonnello Maes Hughes dei dipartimenti
investigativi dell’esercito- Luana aveva trecento punti di
domanda sulla testa. Hughes
spostava lo sguardo su Luana e poi su Ed. -Mi
scusi un attimo signorina Antonelli…- senza tante delicatezze
trascinò Edward fuori dalla porta.
-Allora
Edward che mi racconti?- disse con una strana luce negli occhi. -Che
le dovrei raccontare?- incrociò le braccia al petto
l’alchimista. -Eddai
su non fare il timidone….E così ti sei trovato la
ragazza!!sono fiero di tè piccolo- A
Ed li vennero i denti da squalo –NON CHIAMARMI PICCOLO!!!- poi
tornò normale –E comunque Luana non è la mia
ragazza- disse arrossendo lievemente. L’uomo
sorrise,poi assunse una incredibile espressione seria –Senti
Edward,ho parlato con Winry e Al prima di venire qui e a grandi linee
mi ha raccontato l’accaduto- Ed
non disse nulla –Edward voglio parlare anche con quella
ragazza- -Vuole
parlare con Luana?Perchè?- -Semplice
curiosità,ma adesso passiamo alle cose importanti- dalla tasca
dei pantaloni dell’uniforme,estrasse una foto –Guarda la
mia Elisia è già una brava cuoca- e li piantò
sotto al naso una foto che ritraeva una bambina di tre anni,capelli
castano chiaro legati da due codini. Era
tutta impasticciata e sorrideva felice. Ed
si picchiò la mano sinistra in faccia, quell’uomo
non cambierà mai. Hughes
dopo aver salutato Luana e averla tempestata di foto della figlia,se
ne andò,ma prima di andare disse
ad Ed che lui e il colonnello Mustang sarebbero venuti a trovare la
ragazza la sera stessa.
Nel
pomeriggio Luana con il permesso del dottore poté
alzarsi dal letto,per andare almeno in giardino a fare una
passeggiata. Naturalmente
con lei c’era Edward,che non l’aveva persa d’occhio
neanche per un secondo. Ora
passeggiavano nel viale del giardino dell’ospedale, c’erano
tanti bambini che prendevano un po’ d’aria e ridevano fra
loro. Uno
aveva fatto lo sbaglio di chiedere a Ed di giocare con lui. Di
per sé non sembra niente di male,ma il bambino aveva usato
parole sbagliate. -Scusa
bambino ti va di giocare a palla con me?- Luana si piegò in
due dal ridere,mentre Ed dopo un momento di confusione esplode
agitandosi a destra e a manca come un forsennato. Il
fumo li usciva dalle orecchie e i denti li divennero affilati come
uno squalo,e cominciò a urlare dietro al bambino. -IO
NON SONO AFFATTO UNFAGIOLINO
MICROSCOPICO!!!!!HO
DICIASSETTE
ANNI QUASI DICIOTTO!!!HAI
CAPITO MARMOCCHIO?!?!?- Il
bambino lo guardò in silenzio,poi gli occhi incominciarono a
farsi lucidi e cominciò a piangere come una fontana. Ed
indietreggiò sbiancando, tutti
i presenti nel giardino si voltarono verso di loro. -Ed
ma ti sembra il modo di parlare a un bambino?- lo rimproverò
Luana avvicinandosi
al bambino. Si
inginocchiò accarezzandogli
affettuosamente la testolina ricoperta da tanti ricci biondi,il bimbo
la guardava con gli occhi azzurri,lucidi per colpa delle lacrime. I
loro occhi così simili si specchiarono –Ssh non piangere
piccolo,questo nano non voleva alzare la voce- -Hei
nano a chi?- -Zitto
Ed!- poi si rivoltò verso il bambino,e sgranò gli
occhi. Gli
occhi del bambino non erano più,azzurri ma viola,come quelli
del ragazzo che l’aveva salvata. -Ma
cosa….- il bambino li mise il dito indice sulle labbra,poi si
avvicinò all’orecchio della ragazza. -Sfasciati
le mani,quando sei da sola- Luana
non mosse un muscolo,le iridi del bambino erano tornate
azzurre. -Grazie-
sussurrò il bambino e si allontanò di corsa. -Io
odio i bambini- sibilò seccato Edward –Hei Luana tutto
ok?- La
ragazza lentamente si alzò,si voltò verso Ed e sorrise
–Certo tutto ok- No,non
era vero. Ne
era sicura quel bambino era il ragazzo che l’aveva
salvata. Passeggiarono
ancora per qualche minuto,poi ritornarono nella stanza della
ragazza. Lei
si chiuse subito il bagno. Era
con la schiena contro la porta e si guardava le mani fasciate. Si
levò le bende e poi girò entrambe le mani. Sgranò
gli occhi e spalancò la bocca. No,impossibile…..
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Capitolo 9 *** -Capitolo 9°- ***
Luana
si guardava le mani,gli occhi erano vuoti, tutto
il corpo tremava. Quei
segni,su entrambi i palmi delle mani. Aveva
un cerchio all’interno una stella a sei punte color azzurro
chiaro,in mezzo alla stella un tribale,sembrava un serpente che
attorcigliava un fiocco di neve, ma non si capiva molto bene,e a
differenza del cerchio e la stella,il tribale era di un blu
acceso. All’improvviso
la vista si offuscò,cominciò a dolerle la testa e poi
cadde nel buio.
Riaprì
gli occhi era ancora nel bagno,intorno a lei una pozza di
sangue,alcune gocce le bagnavano il viso,si guardò le
mani,erano tagliate e poco più in là una lametta. Era
stata lei? Non
si ricordava nulla. Poi
sentì la voce di Edward da dietro la porta,stava cercando di
buttarla giù. L’ultima
cosa che vide furono le iridi dorate di Ed spalancate,e poi fu di
nuovo buio.
-Colonnello
la vuole smettere di starle così vicino?!- Questa
voce la conosceva. Edward. -Edward-
sussurrò Luana. Aprì
lentamente le iridi azzurre,incrociando due occhi neri come la pece,
sbattè più volte le palpebre. A
due centimetri dal suo viso,c’era un ragazzo,i capelli neri
come gli occhi,dimostrava non più di 26 anni,indossava una
divisa come quella di Hughes. Le
sorrise –Ben svegliata piccola- Luana
lo guardò confusa –E lei chi è?- Lui
si allontanò –Io sono il colonnello Roy Mustang
alchimista
di stato- -Eh?-
lo guardò come se avesse davanti un mostro con tanto di corna
e coda,poi
dalla spalla di Roy spuntò una testa bionda. Winry
spostò “delicatamente” Roy,cioè lo fece
sbattere contro il muro e le
saltò
al collo abbracciandola forte –Luana!- la ragazza diventò
viola per la mancanza d’aria. Salutò
anche Al e Izumi. -Ci
hai fatto prendere una paura- rise Al. La
ragazza sorrise,incrociò lo sguardo di Ed,che se ne stava in
un angolo e la fissava serio. La
ragazza abbassò lo sguardo. -Allora-
Hughes si avvicinò a Luana,per poi girarsi verso i presenti
–Io e il colonnello vorremo parlare con la signorina
Antonelli- Izumi
e Winry trascinarono via Ed e Al,visto che avevano tentato di
replicare. Non
appena i quattro furono usciti,nella stanza calò il
silenzio. -Luana
noi non vogliamo farti domande su quella donna,anche perché Ed
e Al ci hanno dato abbastanza informazioni- Hughes si sedette in
fondo al letto. -E
allora che cosa volete?- Roy
si avvicinò a lei,le prese la mano –Queste- Luana
tremò
leggermente –Che ha le
mie
mani?- -Questi
cerchi alchemici non sono ne tatuati ne tanto meno sono dei guanti-
il colonnello la fissava serio
-Questi
cerchi sono stati marchiati all'interno delle tue mani- Roy
la guardò,la ragazza si guardò le mani tremanti
-Come... Io non li ho mai avuti- si sfilò le bende. Entrambi
i militari sgranarono gli occhi,i segni erano tagliati da una crosta
di sangue secco a forma di X. -Ma…che
hai fatto?- le domandarono in coro. Lei
scosse il capo –Non lo so io…io non mi ricordo!!!- Roy
le mise una mano sulla testa –Stai calma piccola non agitarti,
dici
che non li hai mai visti-
-No
mai- -Senti
Luana, nel
tuo paese non si usa l'alchimia?-
le
domandò Hughes Lei
scosse il capo -No,
non sapevo nemmeno l'esistenza dell'alchimia ne di questa terra, non
si sa niente di tutta questa storia-
sbottò
-Perchè?
Perchè non si sa niente-
-Perchè
hanno deciso di tagliarci fuori, ora la nostra guerra dobbiamo
combatterla da soli Amestris è stata abbandonata secoli fa da
tutto il mondo- le rispose il colonnello. Luana
strinse i pugni -Vedi
piccola- Roy scambiò uno sguardo di intesa con l’amico
–L’alchimia è una scienza che permette di
comprendere la struttura della materia,di scomporla e ricomporla,chi
è particolarmente dotato può trasformare il bronzo in
oro,però l’alchimia essendo una scienza è
sottoposta alle leggi della natura,si può ottenere un oggetto
di una certa massa
solo
a partire da un altro delle medesima massa,questo è il
principio dello scambio equivalente- -Lo
scambio equivalente?- sussurrò la ragazza. -Si,gli
uomini senza sacrificio non possono ottenere nulla,per ottenere
qualcosa è necessario dare in cambio qualcosa che abbia il
medesimo valore,è questo il principio dello scambio
equivalente-
-Per
il mondo l'alchimia è una scienza pericolosa così hanno
deciso di lasciare a noi le nostre personali grane- sibilò il
tenente con un pizzico di ironia nella voce. Nella
stanza calò il silenzio, Roy
si avvicinò al comodino prendendo la lampada -Luana
batti le mani e poi appoggiale su questa lampada- Lei
battè le mani per poi appoggiarle sulla lampada una luce
azzurrina
invase la lampada, era completamente ghiacciata. Luana
sgranò gli occhi,Hughes e Roy si guardarono -Alchimista
del ghiaccio- sussurrò Hughes. -Cosa?!- -Sei
proprio un' alchimista-
le fece ok con il pollice Roy.
Ok, ora era ufficialmente
scioccata.
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Capitolo 10 *** -Capitolo 10°- ***
La
candida luna dominava il cielo nero, i
raggi lunari penetravano nella camera di Luana. La
ragazza non era nel suo letto,ma sulla poltrona davanti alla
porta-finestra e guardava le stelle. Era
ancora un po’ confusa per le rivelazioni di quel
pomeriggio. Lei
era un’alchimista. Cosa
avrebbe detto Ed? Già si immaginava la sua
faccia. “Edward Perché
penso sempre a lui? Perché
non mi lascia mai in pace? Perché
le sue iridi dorate,così belle,così pure mi
tormentano?” -Ma
perché penso sempre a lui?!?- gridò nel vuoto. -Hei
bella,guarda che i timpani sono una cosa preziosa- La
ragazza sobbalzò,girò il capo e vide,che seduto sul suo
letto c’era il ragazzo che l’aveva salvata. Si
alzò di scatto –Tu…Tu sei Envy- Il
ragazzo ghignò –E così shorty ti ha parlato di
me- si alzò dal letto –Ne sono lusingato- -Cosa
vuoi?- -Allora,dimmi
un po’ alchimista come stanno le tue mani?- Envy aveva preso la
forma del bambino di quel pomeriggio. -Lo
sapevo che eri tu!- -Perspicace-
e riprese le sue sembianze –Dov’è acciaio?- -Non
ne ho idea- sibilò la ragazza –Come facevi a sapere dei
miei cerchi alchemici?- L’homunculus
la guardò attentamente –Li avevo visti,quando ti ho
salvata- alzò le spalle. -Allora,ghiacciolino
dov’è fullmetal?- -Ti
ho già detto che non lo so,mica sono la sua balia- -Non
sei la sua ragazza?- domandò innocentemente. Luana
diventò rossa come un peperone –Ma sei scemo?!Io e Ed
non stiamo
insieme- -Però
ti piacerebbe- ghignò perfido lui. Alla
ragazza le uscì il fumo dalle orecchie,sembrava una locomotiva
a vapore. -Che
sei venuto a fare qui?!?-cambiò discorso. -Volevo
conoscere il mio prossimo avversario,se sei alleata con shorty sei
nostra nemica, ghiacciolino- -Non
chiamarmi ghiacciolino- incrociò le braccia al petto –Sei
alleato con quella donna dell'isola?- Lui
rise –No dolcezza,non l’avevo mai vista prima- -E
allora perché ce l’hai tanto con Edward?- L’homunculus
cambiò espressione,strinse i denti -Direi
in un certo senso affari di sangue, ma non lo voglio uccidere per
ora, anche perchè è un'ottima anima
sacrificabile- Luana
lo guardò attentamente -Che
vuoi dire?-
li domandò seria. -Tutto
a suo tempo bellezza-
disse vago,poi si tranquillizzò e si avvicinò alla
ragazza Lei
alzò un sopracciglio confusa
da quella mossa. L’homunculus
si avvicinava sempre di più. Lei
indietreggiò e si ritrovò con la schiena contro la
porta finestra. Lui
mise un braccio sopra la testa della ragazza
i loro visi erano molto vicini. Luana
fissò quelle iridi viola. Così
belle e arroganti ma anche… Si
erano anche tristi. -Devo
ammetterlo,shorty a dei bei gusti- e la scrutò da capo a
piedi. Si
fissarono negli occhi per qualche secondo,poi l’homunculus
ghignò e si allontanò da lei. -Ora
devo proprio andare ghiacciolino- Aprì
la porta finestra,ma poi si girò verso la ragazza –Ah
sappi che la prossima volta che ci incontreremo,non sarà come
prendere il thè delle cinque,sei compagna di acciaio non avrò
pietà di te,sappilo- -L’importane
è crederci- ghignò beffarda. -Hn-
un ultimo sguardo,e poi con un abile balzò sparì
nell’oscurità. Luana
rimase a fissare per qualche secondo l’immenso cielo nero. “Ma
perché tutti pensano che io e Ed stiamo insieme?” Decise
di non pensarci troppo,e così si mise sotto le calde
coperte,addormentandosi subito.
Il
suo sonno non fu per niente tranquillo Continuava
a vedere Edward,sdraiato a terra,in una pozza di sangue,uno squarcio
li lacerava il petto. La
bocca spalancata da cui scendeva una striscia di sangue. Le
iridi dorate spalancate e prive di vita. Poi
quella donna,che gli aveva attaccati sull’isola,rideva. E
poi fu tutto buio. Lentamente
Luana aprì le sue iridi azzurre,guardò la sveglia sul
comodino,9:30. Che
strano incubo, non riusciva a smettere di pensarci.
Si
alzò e andò in bagno a lavarsi, tutte
le ferite erano guarite completamente. Si
asciugò e si vestii,con gli abiti che le aveva portato
Winry. Mise
dei guanti bianchi,in modo da coprire i cerchi alchemici sui
palmi. Notò
che sulla sedia c’era un mantello nero,nel cappuccio c’era
una lettera. La
prese e la lesse attentamente.
“Il
colonnello Mustang ci ha detto tutto!! Questo
mantello è un regalo di benvenuta
nel mondo dell’alchimia.. Izumi”
Un
sorriso le dipinse le labbra. Lo
prese e lo guardò,sul retro del mantello c’era un
disegno,un simbolo come quello di Edward stampato dietro la sua
giacca rossa. Però
il suo invece di essere nero,era azzurro. Se
lo mise e raccogliendo le ultime cose uscì dalla
stanza. Percorse
il corridoio,fino ad arrivare al piano terra,stava uscendo quando
qualcuno la chiamò. -Luana!-
lei si girò e sorrise calorosa. -Ed!-
il ragazzo le arrivò davanti. -Dove
stai andando?- le chiese riprendendo fiato. -Volevo
farvi una sorpresa- Edward guardava il mantello,lei si girò di
schiena –Visto?Anch’io ho il tuo stesso simbolo- -Chi
te l’ha dato?- -Izumi-
-Luana,come
ti senti?- -Stò
bene Ed,tranquillo- lo rassicurò. -Bene
allora andiamo- Le
prese la valigia e insieme uscirono –Scusa Ed ma dove
siamo?- -Nel
paese vicino a quello della maestra Izumi- Andarono
in stazione e presero il treno,in meno di mezzora erano nel villaggio
di Izumi. Camminavano
in assoluto silenzio,erano a metà strada. -Senti
Ed- spezzò il silenzio lei. -Mmh?- -Sei
arrabbiato?- Lui
la guardò –Perché dovrei?- -Non
lo so,mi guardavi strano ieri- Lui
rise –Ero solo un po’ scioccato- -Ti
dico subito che non mi ricordo- Lui
inarcò un sopracciglio –Cosa?- -Io
non ricordo di essermi procurata quei tagli,non ricordo di aver mai
fatto una cosa simile- Lui
la guardò,ma poi sorrise come un bambino e le mise un braccio
intorno al collo,fingendo di strozzarla –Adesso Lulu ci sarà
da divertirsi a vederti usare l’alchimia- Lei
li prese il braccio –Vedrai cosa so fare!Nano!!- Lui
cominciò ad agitarsi come un matto –Chi sarebbe il più
piccolo microscopico essere sulla faccia della terra?- Luana
rideva come una pazza e cominciò a correre,rincorsa da un
Edward con corna e coda e denti da squalo. Luana
continuava a ridere,mentre correva. Ora
capiva. Capiva
che provava qualcosa di grande per quel deficiente. Non
sapeva se definirlo amore,ma era qualcosa che si avvicinava
molto,moltissimo. Arrivarono
davanti al negozio di macelleria di Izumi. Luana
correva così forte,che non vide il povero Mason sulla
porta. Lo
calpestò senza ritegno spiaccicandolo al suolo. Il
poverino non ebbe neanche il tempo di alzarsi che anche Edward lo
calpestò senza guardarlo in faccia. All’improvviso
i due ragazzi si bloccarono,sentendo dei lamenti alle proprie
spalle. Si
girarono,e finalmente videro il povero Mason,spalmato a terra come un
budino,con un braccio implorava pietà. -Hei
Mason come mai li per terra?- li si inginocchiò accanto
Luana. -Perché……Due…Fu….Furie….- -Scusa
non ho capito- -PERCHè
DUE FURIE MI HANNO CAPLESTATO SENZA NEANCHE ACCORGERSENE!!!- si alzò
di colpo,il viso aveva la forma del pavimento. Luana
e Ed incominciarono a ridere come matti. La
porta si spalancò di colpo –Cos’è tutto
questo baccano?!?!- urlò Izumi. Edward
e la ragazza ghiacciarono e cominciarono a sudare freddo,quella donna
certe volte era peggio del diavolo. Ma
nel vedere Luana sorrise –Ciao Luana- La
ragazza si avvicinò a lei –Grazie per il regalo- Nella
stanza piombò Winry travolgendo Edward e Mason (povero
sfigato) che si trovavano sulla sua traiettoria,abbracciò
forte Luana –Luana!Sono contenta chi ti sei ripresa- La
corvina rispose all’abbraccio –Dai vieni in camera- e
la
trascinò via la biondina. Entrarono
in camera,Luana si lasciò andare a peso morto sul letto –Dov’è
Al?- domandò con il viso sprofondato sul cuscino. -è
andato con Shigu a fare la spesa. Comunque…- e incrociò
le braccia al petto –Tu non me la racconti giusta- -Mmh?-
inclinò leggermente il capo. -A
te piace Ed vero?- La
ragazza cominciò a fumare dalle orecchie e diventò
rossa come un pomodoro. “Ma
si vede così tanto? Ma
che ce l’ho stampato in faccia a caratteri cubitali?” -Ma
che ti sei fumata Winry?Che idee ti vengono?- si mise a sedere a
gambe incrociate. Winry
le andò a un centimetro di distanza,con gli occhi azzurri che
le brillavano di una strana e preoccupante luce. -Niente
sfugge a Winry Rockbell!!Ricordatelo sempre- rise piena di sé
–E poi siamo amiche giusto?- le fece gli occhi da
cerbiatta. L’alchimista
di ghiaccio sospirò rassegnata –Già hai
ragione- Fece
un profondo respiro –Io penso di essermi presa una cotta per
Ed,anzi ne sono più che sicura- Winry
le fece un sorriso da accecarla,e cominciò a saltellare per
tutta la stanza,urlando degli “Evviva”. -E
ora- e le puntò il dito contro –La prima mossa spetta a
te- La
ragazza sbattè le palpebre –Come scusa?- -Se
spetti Edward Elric puoi stare certa che non ne vieni più a
capo- fece un gesto vago con la mano –Quindi a te la prima
mossa- -Ma
ti sei rincretinita?!- La
biondina non ebbe il tempo di ribattere che la porta si aprì e
entrò Al. -MA
INSOMMA NON SI BUSSA?!- lo rimproverò Winry. Al
sbiancò e si fece piccolo piccolo. -Sc…Scusatemi,ma
il colonnello Mustang vuole parlare con Luana- -Roy?Che
vuole?- -Non
ne ho idea,comunque è in salotto,vieni- Winry
la guardò con stampato in faccia a caratteri cubitali “NON
PENSARE DI SFUGGIRMI”. Luana
la guardò rassegnata. I
tre scesero in salotto,trovarono Roy seduto comodamente sul
divano. Non
appena vide Luana si alzò e le andò incontro -Salve
a tutti-
alzò la mano in segno di saluto. -Salve
colonnello- lo salutò educatamente –Perché mi
vuole parlare?- -Prima
di tutto diamoci del tu. Secondo,sono venuto qui per farti una
proposta- Le
mise le mani sulle spalle –Ti và di diventare alchimista
di stato?- -COSA?!?-
sbraitò Edward. -Te
la senti?- lo ignorò il colonnello. La
ragazza lo fissava. “Alchimista
di stato? Ma
che si sono fumati tutti oggi? Lei
un’alchimista di stato?” Luana
non sapeva che rispondere.
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Capitolo 11 *** -Capitolo 11°- ***
-Ma
colonnello Mustang è impazzito?- si mise in mezzo Edward. -No-
disse sorridendo innocentemente. Ed
si coprì il volto con la mano. -Allora
Luana che ne dici?- lei rimase in silenzio. -Bene!!Chi
tace acconsente!!!- Tutti
i presenti caddero a terra, maledetto
colonnello. -Ma
scusa Roy,io non so nulla di alchimia- -Tranquilla-
sorrise, tirò fuori dei fogli dalla sua divisa,come ci stavano
Luana doveva ancora capirlo. -E
io dovrei studiarmi tutta questa
roba?-
disse uscendo dalla montagna di fogli che l’aveva
sotterrata. -Ti
aiuteremo io e acciaio- e prese una fulminata dal biondino. -Hei
hei colonnello
aspetta
un attimo,io non ho mai accattato di…..- si interruppe la
ragazza,visto che Roy non l'ascoltava
minimamente,troppo
impegnato a sistemarsi i capelli allo specchio,e a borbottare un “Dio
quanto sono figo”. -COLONNELLO!!!-
urlarono in coro Ed e Luana. -Mmh?Che
c’è?- li guardava dallo specchio. -Accetto-
si rassegnò Luana. -COSA?!?!?!-
urlò Edward.
-Iniziamo
domani sera,signorina
Izumi le fa niente se utilizziamo la sua casa?- -Non
mi piace avere troppi cagnolini dell'esercito fra i piedi...- mentre
lo diceva scrocchiava le nocche, facendo gelare il sangue al
colonnello e acciaio -Ma questa ragazzina deve imparare tutto quello
che può quindi va bene- Il
colonnello salutò i ragazzi e poi uscì. -Io
quello lo strozzo- sibilarono
a denti stretti Luana
e Edward. -Vi
aiuto volentieri- si associò Al. Proprio
non riusciva a capire per quale motivo Mustang,voleva Luana
nell’esercito. “Che
intenzioni ha stavolta?” Il
comportamento del colonnello lo preoccupava non poco. -Vado
a fare una passeggiata- lo destò dai suoi pensieri la
ragazza,e uscì.
Luana
stava
camminando da un
po’ nelle vie del paese,decise
di andare in spiaggia,il mare era l’unica cosa che riuscisse a
calmarla. Arrivò
alla spiaggia e tolse le scarpe,camminando scalza si
sedette alla riva,l’acqua le bagnava le caviglie. Chiuse
gli occhi e ispirò profondamente l'aria,il
vento le accarezzava il viso,e le scompigliava i capelli corvini
dalle punte rosse. Due
iridi dorate,la guardavano dalla collinetta. Una
dea. Ecco
cos’era Luana per Edward Elric. Una
dea,bellissima e pura. Determinata,orgogliosa
e testarda. Ma
anche dolce e fragile,ormai non faceva altro che pensare a lei. La
ragazza fissava
l’orizzonte,e pensava a tutte le cose che erano accadute in un
solo mese. Un
mese,era bastato così poco tempo,per sconvolgere la sua
vita. Sentii
una presenza alle spalle e si voltò,incrociando lo sguardo di
Edward. Quelle
pozze dorate la incantavano,la ipnotizzavano riuscendo a farle
dimenticare tutto. Silenziosamente
si sedette accanto a lei e fissò anche lui il mare. -A
che pensi?- ruppe il silenzio l’alchimista d’acciaio. -Il
destino gioca brutti scherzi,in un solo mese la mia vita è
completamente cambiata- -Diciamo
sconvolta- sorrise. -Ed- -Mmh?- -Sono
felice di avervi incontrato- -Anche
noi Luana,credimi- Si
guardarono, all'improvviso
il
sole
venne oscurato da qualcosa. I
due alzarono lo sguardo e sbiancarono,davanti a loro un’onda
gigante. Non
ebbero neanche il tempo di urlare che furono travolti. Non
si sa come,ma si ritrovarono in una posizione al quanto
imbarazzante,come quella nel giardino di Winry. Lei
sotto,e lui a cavalcioni sopra di lei,entrambi erano bagnati
fradici. Si
guardarono,lei li accarezzò la guancia bagnata,asciugandoli
alcune gocce d’acqua. -Ed
sono stanca di aspettare- Un
invito. Per
Edward era il consenso che tanto aveva sognato. Il
consenso di assaporare quelle labbra che da quando l’aveva
vista,bramava. E
ora avrebbe potuto finalmente assaporare. Lentamente
si avvicinò al viso della ragazza,il cuore di entrambi batteva
all’impazzata. Le
labbra morbide e umide si posarono su quelle della ragazza. Lei
sentì i brividi in tutto il corpo. La
lingua dell’alchimista d’acciaio,chiedeva il consenso di
entrare,li fu subito acconsentito. Non
appena Luana sentì il contatto della calda lingua di Edward,il
suo cuore aumentò il battito,sembrava scoppiare. Le
loro lingue s’intrecciarono e lottavano. Di
malavoglia,ma senza fiato,si staccarono, non
appena incrociarono gli sguardi arrossirono entrambi. Edward
le accarezzò la guancia e sorrise. -HEI
NANA!!!!- Luana
si alzò di colpo,facendo cadere Edward. -Jess?Che
cazzo fai qui?- -Ciao
anch’io sono contento di vederti,non preoccuparti stò
benone- disse sarcastico -Comunque,Izumi
ha chiamato i tuoi nonni,quando eri ricoverata in ospedale- le spiegò
il ragazzo. -Merda-
imprecò a denti stretti. -Perché
Ed è impiantato con la testa nella sabbia?- Luana
si girò,fece per avvicinarsi a Edward,ma si bloccò di
colpo. Qualcuno
correva,a velocità della luce,verso di lei. -No….Oh
no….- balbettò. Solo
una persona poteva correre in quel modo. Quel
povero sfigato di Edward,era sulla traiettoria del “tornado”,aveva
appena tolto la testa dalla sabbia,che venne ricacciato subito sotto
la sabbia. Il
“tornado” si piazzò davanti a Luana. Era
una ragazza abbastanza
alta,capelli
castano chiaro,lunghi fino alle spalle,occhi verde smeraldo,portava
degli occhiali da vista,la montatura era color rosa
trasparente. Luana
aveva occhi e bocca spalancati -Cla..Clarissa?- La
ragazza l’abbracciò forte –Mi sei mancata
tanto!!- L’alchimista
dopo un attimo di confusione sorrise e l’abbraccio –Ma
che fai qui?- -Sono
venuta a farti una sorpresa- -Sc….Scusate-
le due ragazze si girarono. -Ed!!-
Luana si avvicinò al ragazzo,e l’aiutò a uscire
dalla sabbia. -Hei
Ed,tutto ok?!- -Oh
una meraviglia- cominciò a sputare sabbia. Anche
l’altra ragazza si avvicinò a lui –Scusami,ma non
ti avevo proprio visto- -E
certo come fai a vedere un piccolo microscopico come me?Vero?- si
agitò. -Hei
hei calmo non ho mai detto,una cosa simile- alzò le mani in
segno di difesa. -Dai
Ed calmati- lo tranquillizzò Luana –Edward lei è
Clarissa,una
mia amica che
vive con me in Italia,
lui è Edward- Lui
si calmò –Piacere- e si strinsero la mano. -Che
mano dura e fredda che hai- I
due alchimisti si guardarono -Clary
i miei nonni sono arrabbiati?-
cambiò discorso. -Mmh
lasciami pensare….- si portò il dito indice al mento
-…..Si- Lei
appoggiò la testa sulla spalla di Ed,lui per confortarla le
diede alcune pacche sulla spalla –Lo sapevo- -Ehm
Luana- la chiamò Jess. -Sono
morta- -Luana…- -Sono
completamente finita- -Luana….- -Addio
a tutti è stato un piacere conoscervi- -LUANA!!!-
urlò Jess. -CHE
VUOI?!?!- Lui
le indicò di guardare oltre le sue spalle,lei staccò la
testa dalla spalla di Ed e si voltò,ghiacciando e
sbiancando. I
suoi nonni avanzavano verso di lei con passo felpato. Edward
le strinse la mano e lei ricambiò. Sua
nonna le arrivò davanti,a un centimetro di distanza, non
spiccicò parola,ma dalla faccia si capiva che era molto
arrabbiata. -Nonna
io….- non ebbe neanche il tempo di finire la frase,che sua
nonna le mollò uno schiaffò facendole voltare il capo
dall’altra parte. Luana
sgranò gli occhi,si passò la mano sinistra,visto che la
destra stringeva quella di Ed,sulla guancia,che scottava ed era
rossa. Fissò
sua nonna,calò un silenzio pesante e tagliente,il vento si
alzò. Sua
nonna dopo alcuni secondi di silenzio,l’abbracciò forte
–Non farmi più una cosa simile- Luana si liberò
dalla presa di Ed e abbracciò forte sua nonna –Scusami-
sussurrò l’alchimista,con gli occhi lucidi. La
donna sciolse l’abbraccio e la guardò –Come mai
porti i guanti?- la ragazza tremò leggermente e guardò
Edward –Andiamo da Izumi,vi racconterò tutto li- e
insieme arrivarono davanti alla macelleria. Erano
in salotto,Luana era seduta tra Clarissa
e Edward,i suoi nonni di fronte a lei,Izumi,Jess e Winry sul
divano. Al,Shigu
e Mason erano andati in paese a fare compere. La
ragazza raccontò tutto ai nonni -….E il
colonnello Mustang mi ha proposto, anzi imposto di diventare
Alchimista di stato- Clarissa
e Jess avevano gli occhi e la bocca spalancata. I
nonni della ragazza erano immobili,Luana ebbe il timore che avessero
avuto un infarto. -Nonna…Nonno
state bene?- I
suoi nonni si ripresero –Tesoro ci stai prendendo in giro?- le
domandò l’uomo,nella voce un pizzico di
speranza. L’alchimista
scosse il capo –No,non vi stò prendendo in giro- -Tesoro
ho due
domande- -Dimmi
nonna- -Perchè
il Giappone non sa dell'esistenza di
Amestris?-
-Sa
di tutto quello che accade, ma chiude gli occhi, ci deve essere
qualcuno che li pare il culo e insabbia tutto detto in parole povere-
le rispose Edward.
-Capisco-
l'aziana signora abbasso lo sguardo -Tesoro... Vuoi tornare a
casa?- Lei
abbassò il capo e strinse la mano a Edward, quel gesto non
scappò a
nessuno dei presenti. -No
nonna io….Voglio diventare un alchimista di stato- La
donna sospirò rassegnata
–Va bene- La
ragazza sorrise –Davvero?Non direte niente hai miei genitori
vero?- -No
tranquilla,però ti lasceremo qui a una condizione- fece una
pausa –Jess e Clarissa
devono stare sempre con te- -Cosa?!Ma
nonna…- -Niente
ma!!- la zittì. -Ok
va bene- sospirò rassegnata. I
suoi nonni si alzarono –Ora torniamo a Tokyo,mi raccomando
piccola stai
attenta- -Tranquilli-
li abbracciò. La
nonna si avvicinò all'orecchio della nipote -Tesoro non tutto
quello che scoprirai ti piacere forse... ma ricorda.. Devi
scoprire la verità dentro la verità-
Luana
sgranò gli occhi, ma non disse nulla, dentro di lei si stava
agitando qualcosa, paura, era davvero pronta per quel viaggio così
lungo?
-Ragazzi
la lascio nelle vostre mani- disse il
nonno guardando i
quattro ragazzi. -Non
si preoccupi- risposero in coro. -Siamo
posto- sibilò la ragazza. -Ti
abbiamo sentito- la
fulminarono con lo sguardo Salutarono
i nonni di Luana e
poi Izumi spinse i ragazzi a calci nel sedere in cucina a preparare
la cena. Luana
era andata nella sua stanza, Winry
indicò la stanza a Clarissa e poi entrò anche lei.
Clarissa
si diresse dalla parte opposta, ma all’improvviso
andò a sbattere contro qualcosa di metallico. Cadde
a terra –Ahi!- si massaggiò la schiena. -Ti
sei fatta male?- Lei
alzò lo sguardo e rimase pietrificata, si
trovava davanti a un armatura parlante. Cacciò
un mezzo
grido soffocato. -No
calma non avere paura,non mordo- rise lui -Io sono Alphonse,tu chi
sei?- La
ragazza si riprese –Io..Io Clarissa
sono un’amica di Luana- -Ah
capisco- l’aiuto ad alzarsi. -Scusa
se ti sono venuta addosso- si scusò lei. -Non
preoccuparti,comunque dov’è adesso Luana?- Clarissa
non ebbe il tempo di rispondere,perché si sentì un
forte rumore. Un’esplosione
fece tremare le pareti,la ragazza si aggrappò a Al,che anche
se non si vedeva,diventò rosso come un peperone. Il
suolo non smetteva di tremare -Ma
cosa succede?- urlò Clarissa
per farsi sentire,visto che c’era un rumore
infernale. -Cazzo,Envy
non se ne poteva stare a casa oggi?- li sorpassò sbraitando Ed
–Al rimorchierai
più tardi ora
vieni con me- stavolta fu Clarissa
ad
arrossire. -Pistaaaa-
li scansò Luana. -Luana
che succede?- le domandò l'amica. -Nulla
non preoccuparti,Al c’è bisogno di te- Al
guardò Clarissa,le
fece cenno di seguirli e insieme uscirono a vedere cosa voleva
stavolta
quel maledetto
homunculus.
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Capitolo 12 *** -Capitolo 12°- ***
Appena
uscirono dalla casa di Izumi vennero circondati da una nebbia di
sabbia. -Cazzo
non si vede niente- sbraitò Ed –ENVY!!!!Che vuoi
stavolta?- Non
ottenne nessuna risposta. -Non
è da lui fratellone- disse Al -Non
è da Envy farsi attendere-. -Hai
ragione- sibilò a denti stretti. -Hei
Luana vedi qualcosa?- Ma
la ragazza non rispose –Luana?- -ED!!Vieni
presto- urlò all’improvviso Luana. -Si
ma non ti vedo- poi si sentì prendere per il braccio
sinistro. Dopo
qualche istante la nebbia si diradò, Ed vide Luana e sgranò
gli occhi nel vedere chi c’era in parte a lei. A
terra,ricoperto di sangue Envy. -Che
cos'è
successo?- L’homunculus
sputò qualche goccia di sangue –Da quando ti preoccupi
per me Shorty?- ghignò. -Stupido,smettila
e dimmi che cazzo ti ha ridotto così- lo prese per il
collo. -Ed..-
Luana li prese la mano,per calmarlo,lui strinse i denti e lasciò
la presa. -è
stata lei fullmetal,quel schianto di donna che c’era
sull’isola- -E
adesso dov’è?- -Sta
arrivando- sibilò. -Andiamo
Luana- si alzò. -Ma
Ed non possiamo lasciarlo qui- -Ti
ricordo che per
lui io sono solo un sacrificio prezioso, solo una cosa da usare nel
momento opportuno-
sussurrò –Perché dovrei avere pietà e
cuore per lui?- -Perché
sei tu Ed- si guardarono per qualche secondo,lui si inginocchiò
e la baciò sulla fronte –Portalo via- Lei
sorrise,si caricò sulle spalle Envy e entrò in casa di
Izumi,seguita a ruota da Jess,Winry e Clarissa. Ed,Al
e Izumi andarono incontro a quella misteriosa donna. Luana
aiutata da Jess,adagiò l’homunculus sul letto -Clari
vammi a prendere delle bende devo…..- -Non
ce ne bisogno- la bloccò lui. -Ma…- -Sono
un homunculus non puoi uccidermi in questo modo- e l’indicò
le ferite,si erano completamente rimarginate. -Devo
solo darmi una pulita- e si alzò dal letto. -Aspetta
ti accompagno- -Ti
ricordo Luana che io e te non siamo amici,chiaro?!- e uscì
sbattendo la porta. -Che
tipo- incrociò le braccia al petto Clarissa
-Tu
lo aiuti e lui fa l’arrogante- L’alchimista
del ghiaccio senza dire una parola uscì,andò in bagno,e
come sospettava,di Envy neanche l’ombra. Era
andato da Edward. Uscì
dalla casa di Izumi e cominciò a correre,in cerca degli
altri. Corse
per svariati minuti,all’improvviso la terra ricominciò a
tremare, si spaccò in due,proprio sotto i piedi della
ragazza. Lei
cadde nel buio,stava già dicendo addio a tutti,quando due
braccia la strinsero forte. Lei
aprì un occhio e vide davanti a lei Envy. La
fece risalire
-Grazie-
sussurrò lievemente rossa. Lui
non disse nulla ma ricominciò a correre,Luana lo seguì. Il
paese
era per metà distrutto,tante crepe spezzavano il terreno,Luana
si affiancò a Edward. -Dov’è
Envy?- chiese Ed. -Sono
qui shorty- ghignò l’homunculus –Non sono ancora
morto,tranquillo-. Ed
fece un mezzo sorriso tirato,poi si girò verso Luana –Riesci
a usare l’alchimia?- -Ci
posso provare,che devo fare?- si sfilò i guanti
bianchi,buttandoli a terra. Ed
vide per la prima volta i cerchi alchemici,l’ultima volta erano
ricoperti di sangue e tagliati. -Fai
diventare il terreno una lastra ghiacciata-. -Eh?- -Tu
fallo e basta- Lei
battè le manie appoggiandole
al
terreno,una luce bianca l’avvolse e il terreno si
ghiacciò. Envy,Al
e Izumi,che non se l’aspettavano,scivolarono e caddero a
terra. -Cazzo
ghiacciolino!!Avvisa la prossima volta- sbraitò
l’homunculus. -Non
rompere- dissero in coro i due alchimisti. Edward
battè le mani e le appoggiò sulla lastra ghiacciata,da
cui,fuoriuscirono degli spuntoni di ghiaccio,che cercavano di colpire
la donna. Lei
li schivò senza difficoltà,con abile agilità. -Cosa
credi di fare Elric?- -Dimmi
chi sei- sbraitò,trasformando il suo automail in una lama. -Se
proprio ci tieni a saperlo,il mio nome è Kurai sono
l’alchimista del tuono e dell’intrappola anime,molto
piacere- -Intrappola
anime?- ripeté Luana. -Esatto
piccola,tu invece neo
alchimista,
giusto?Hn,che ironia- piegò l’angolo delle labbra in un
sorriso divertito –Sembra di essere tornati indietro col tempo.
Davanti a la
copia sputata di Hohenheim
e un Triavers- -Cosa?-
sgranò gli occhi Edward, il nome di suo padre li risvegliava
tutta la rabbia.
-Chi?-
chiese
confusa Luana. La
donna cominciò a ridere –Ma non mi dire!!La vita non
smetterà mai di stupirmi!!Tenetevi in testa una cosa
mocciosi,non
me la farò portare via da voi.Fosse
l’ultima cosa che faccio-
-Ma
di cosa parli?- urlò Alphonse -Come conosci nostro padre?-
La
donna ghignò malignamente, un tuono scagliato a terra alzò
di nuovo un polverone di sabbia e quando si diradò la donna
era sparita. I
due alchimisti si guardarono confusi –Ed….- -Non
lo so- scosse la testa lui,si girò verso Al e Izumi –State
bene?- La
maestra si accasciò a terra e cominciò a sputare
sangue. -Izumi!!-
tutti e tre andarono intorno alla donna. -Ed,
perchè
non fa altro che sputare sangue?-
domandò Luana. -è
malata- fu
la semplice risposta del biondo si
alzò –Al prendila in braccio- il fratello annuì e
prese tra le sue braccia metalliche la maestra. Luana
si girò verso Envy,ma lui non c’era più. Arrivarono
davanti al negozio di Izumi,che fortunatamente,non aveva subito gravi
danni. Non
appena la vide,Shigu la prese in braccio e la portò in camera
sua. Poi
l’uomo scese il salotto,dove si erano radunati tutti. -Shigu
non è meglio portare Izumi in ospedale?- propose Winry, L’uomo
scosse il capo –è tutto inutile,Izumi non può
essere curata- -Ma
come fai a dirlo?!Portiamola all’ospedale di Central City-
insistette la bionda. -A
Izumi mancano degli organi interni- disse all'improvviso
Ed. Nella
stanca cadde il silenzio –Or….Organi?E come fa a
vivere?- domandò Jess. -La
domanda è un’altra Jess- lo interruppe Edward –Come
li ha persi?- scrutò l’uomo. -Ha
tentato una trasmutazione umana- disse l’uomo abbassando lo
sguardo. -Cosa?-
Luana
non credeva alle sue orecchie. -Non
hai notato che anche la maestra Izumi fa le trasmutazioni senza usare
il cerchio alchemico? Solo chi ha visto la verità può
farlo, anche Al dopo essere riusciti a fargli tornare la memoria ci
riesce- -Ma
chi cercò di far tornare?- domandò Luana. -Nostro
figlio. Vedi
Izumi era rimasta incinta,ma il bambino nacque morto- Nella
stanza ricalò il silenzio -Tornate
a
Central City-
sulla porta,apparve Izumi,sorretta da una stampella. -Perché?-
domandò Al. -Dovete
ritornare alle vostre ricerche, avete perso troppo tempo-
cominciò
di nuovo a sputare sangue cadendo in ginocchio -E poi quella donna ha
nominato vostro padre ragazzi, e anche quel certo Triavers- Ed
sospirò e annuì -Partiremo domani mattina presto- si
alzò stiracchiandosi -Meglio sistemare il casino che a
combinato quella pazza suicida- stava per lasciare la stanza
affiancato da Al ma la donna
con la stampella li colpì,facendoli cadere a terra. Si
inginocchiò davanti a loro,e li abbracciò lasciandoli
pietrificati. -Non
voglio
perdere di nuovo dei figli- Ed nascose il viso nel collo della
maestra e l’abbracciò,come fece anche Al.
Al,Jess
e Edward erano già
fuori dal negozio ad
aspettare le tre ragazze,che arrivarono con venti minuti di
ritardo. -Era
ora- alzò mani e occhi al cielo Jess. -Non
è colpa mia se QUALCUNO,perde un ora davanti allo
specchio,pensando di andare chissà
dove-
sibilò Luana guardando Clarissa
con la coda dell'occhio.
La
diretta interessata
fece finta di nulla. -E
comunque perché dovete venire con noi voi due?- -Perché,se
non ricordo male,mi hanno detto che io e Clarissa
dobbiamo sempre stare insieme a te- ghignò Jess –Non sei
contenta?- -Da
suicidio- strinse i denti.
Arrivarono
alla stazione e presero il primo treno del mattino diretto a Central
City, non sapendo che due piccole iridi viola coperti da dei occhiali
da sole li stava guardando con un ghigno avido sul volto.
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Capitolo 13 *** -Capitolo 13°- ***
Il
viaggio sembrava interminabile,Jess era comodamente sdraiato sul
seggiolino e la testa appoggiata alle gambe di Clarissa -Che
ore sono adesso?- -La
stessa di 5 minuti fa-
sbuffò Clarissa
che leggeva annoiata una rivista.
-Come
fa a essere la stessa se sono passati 5 minuti?-
-Quanto
sei seccante, sono quasi le 8 manca ancora un'oretta- sbuffò
Edward. -Che
palle- il
ragazzo si alzò -Vado nella sala fumatori- e uscì dallo
scompartimento.
-Al
vieni con me a prendere qualcosa da mangiare?-
chiese Edward al fratello lui annui e si alzarono -Ah
Winry,il mio braccio a bisogno di una aggiustatina- Frase
sbagliata la bionda si illuminò -Facciamo tappa a Rush
Valley!-
-Dobbiamo
proprio?-
-Sei
tu che devi aggiustare l' Automail- fece gli occhioni dolci e il
biondo alla fine si rassegnò -Non mancano tante fermate vado
ad avvisare Jess- Rimaste
sole le tre ragazze si guardarono, o meglio Clarissa e Winry
guardavano Luana -Stai
bene?- le domandò la
bionda -è
da quando siamo partiti che non parli-
Lei
sorrise
-Sto
bene tranquille- -Non
mentire- la minacciò Winry con una chiave inglese in mano -Tu
e Ed mi state nascondendo qualcosa-
Luana
di colpo ripensò al bacio sulla spiaggia e diventò
rossa come un pomodoro, si mise sulla difensiva -No ma che dici Winry
non potrei mai nasconderti qualcosa-
Lei
la guardò dubbiosa -Per stavolta lascio passare, ma scoprirò
quello che mi nascondete- e mettendo giù il broncio si
risedette.
Finalmente
arrivarono alla fermata di Rusch Valley in un nano secondo si
spogliarono più che potevano -E' un inferno! Ma che diavolo di
caldo fa?!- domandò esasperata Luana, ormai stavano camminando
da un po' in mezzo a delle montagne rocciose e aride. -Per
fortuna non sei mai stata nel deserto moriresti- rise Ed.
Svoltarono
l'ennesima curva e per la gioia di tutti finalmente erano davanti
alla città degli Automail.
Winry
partì come una furia urlante e alzò un polverone, in un
nano secondo era già sparita.
Edward
sospirò -Vado a telefonare al tenente Hughes, voi fate un giro
senza perdervi-
I
tre annuirono e cominciarono a percorrere quelle vie piene di negozi
di Automail.
-COSA????-
urlò.
Tutti
i presenti della locanda si voltarono verso di lui che rise
nervosamente borbottando uno “scusate tanto”.
-Ne
è sicuro tenente?- sussurrò.
-Si,
ha ucciso due alchimisti di stato tra
qui Basque Grand-
rispose la voce dall'altra parte della cornetta
-L'alchimista
di ferro e sangue?- sgranò gli occhi Edward.
-Si,
non
so se è molto sicuro farvi venire qui-
-No
tenente dobbiamo assolutamente andare avanti con le ricerche, non
abbiamo più molto tempo ormai-
-Ok,
ma manderò una scorta-
Edward
rimase in silenzio per poi cominciare a sudare -Per scorta intende-
L'uomo
rise -Esatto, comunque quanto vi fermerete li a Rusch Valley?-
-Spero
che entro sera Winry abbia svaligiato abbastanza negozi da rendersi
soddisfatta- sospirò immaginandosi già sotterrato da
bulloni,chiavi inglesi e mille pezzi indescrivibili di Automail.
-Bene
ora ti lascio la mia adorata Elicya mi sta aspettando bye bye- e
chiuse la comunicazione.
Edward
uscì dal bar, ora doveva solo trovare gli altri, stava
camminando tranquillo quando andò a sbattere contro qualcuno.
-Scusami
tanto- le disse la ragazza, capelli castani raccolti in una coda
occhi nocciola e pelle leggermente scura.
-Non
ti preoccupare- e ricominciò a camminare imitato dalla ragazza
che con un ghigno divertito strinse di più l'oggetto che aveva
in mano cominciando a correre nella parte opposta.
L'alchimista
arrivò a un bar dove fuori vi erano seduti tutti tranne quella
malata di mente, ovvero Winry.
-Allora
fratellone? - domandò Al -Che dice il tenente Hughes?-
-A
quanto pare Scar si è fatto vedere a Central City, seminando
corpi come briciole di pane- si passò stancamente le mani sul
volto.
-Chi
è Scar?- domandò Luana sorseggiando la sua limonata,
non riusciva a guardare veramente Edward negli occhi e questo lui lo
notò.
-Bhè
la storia è un po' lunga- rispose
Al.
-Tranquillo
abbiamo tutto il tempo- disse Jess accendendosi una sigaretta.
-Scar
è uno dei pochi sopravvissuti alla guerra di Ishibar- cominciò
Edward.
-Ishbar?
Non è la guerra dove sono morti i genitori di Winry?- domandò
Luana.
-Si,
gli alchimisti di stato distrussero ogni cosa, uccidendo donne uomini
e bambini- Ed aveva i pugni serrati -Ora lui va in giro ad ammazzare
tutti gli alchimisti di stato per vendicare la sua gente, anche se
l'alchimia per gli abitanti di Ishbar era una materia proibita e
maligna lui uccide proprio con l'alchimia, anche se si ferma solo
alla scomposizione-
I
tre lo guardarono confusi Ed sospirò -L'alchimia si basa su
tre fasi di trasmutazione, ovvero la comprensione della struttura
della materia, poi la scomposizione dove si ferma Scar e poi c'è
la ricomposizione-
-Queste
tre fasi sono la base dell'alchimia- continuò Alphonse -Ne hai
di cose da studiare Luana per diventare alchimista di stato-
Lei
lasciò andare il capo sul tavolo -Me ne sono accorta-
-E
poi se scoppiasse una qualsiasi guerra potresti trovarti ad usare
l'alchimia come arma per uccidere- la guardò serio Ed -Io lo
faccio per le ricerche, per i nostri corpi, tu sei sicura di quello
che fai?-
-Non
sarei qui se non lo fossi Edward- lo guardò freddamente,
sospirando il ragazzo mise le mani in tasca, lentamente lo videro
ghiacciare, diventare viola, verde e persino giallo.
-AAAAAAAAAH!!!!!
IL MIO OROLOGIO!!!!!!- veloce come un fulmine si mise a cercare in
ogni angolo, poi un flash li passò nella mente, la ragazza che
gli era andato addosso.-
-Maledetta
stronza- sbottò al vento e cominciò a correre.
-Fratellone
dove diavolo stai andando???- lo ricorse Al seguito a ruota da Luana
e gli altri.
-A
stare con loro perderò tutti i chili che ho messo su- rise
Clarissa.
Dopo
aver fatto il giro della città per quasi tutto il pomeriggio e
di aver chiesto informazioni sulla ragazza a ogni anima presente in
quella città riuscirono ad avere un indirizzo.
Arrivarono
davanti a un ponte lo attraversarono trovandosi davanti un'officina
per Automail, Winry che aveva dato “gentilmente” tutti i
suoi pacchi a Jess e Al si piazzò davanti cominciando ad
adulare ogni centimetro del materiale esposto fuori dal negozio.
-Ei
c'è nessuno?- urlò l'alchimista d'acciaio.
Dopo
qualche secondo uscì la ragazza con cui Ed si era scontrato,
le puntò il dito -TU MI HAI RUBATO IL MIO OROLOGIO!!!!-
-Oh
oh perchè ti scaldi tanto?- gli ghignò in faccia
sventolando l'orologio d'argento nella mano destra.
-Perchè
me l'hai rubato?-
-Vieni
a prenderlo se lo vuoi- e così dicendo saltò sul tetto
del negozio con un abile balzo.
-Maledetta-
Ed trasmutò il suo Automail in una lama e la segui.
-Ci
risiamo- sospirò Winry -Altro che aggiustatina-
-Luana
andiamo- Al prese sotto braccio la ragazza e battendo le mani sul
terreno una mano si terra li sollevò fino al tetto e
inseguirono Edward.
-Fermati
e dammi l'orologio ladra-
La
ragazza si fermò, sorrise e di colpo qualcosa fuori uscì
dal suo ginocchio sinistro, Ed schivò quello che era un razzo
per un pelo e lo stesso fecero Luana e Al che erano poco dietro di
lui.
La
guardarono allibita -Hai un razzo nell'automail- sbraitò
scioccato Edward -Ma sei impazzita? Potevi colpirmi-
-Fratellone
l'intento era quello- li fece notare Al.
-Perchè
non mi dai l'orologio e basta? Chi sei?-
All'improvviso
una mano afferrò la gamba della ragazza, lei abbassò il
capo trovandosi a fissare gli occhi azzurri luccicanti di Winry
-Questo...Questo è un vero amoreeeeeeeeeee- cominciò a
strusciarsi sulla sua gamba.
-Hei
maniaca leva subito le mani dalla mia gamba- la ragazza cercava di
scollarsela in tutti i modi senza grandi risultati.
Si
rassegnò
e gli invitò ad entrare nel negozio, avevano già fatto
abbastanza casino.
-Tutti
interi?- rise Jess una volta che i ragazzi scesero dal tetto.
-Diciamo
di si- rise Luana guardando Winry che era ancora attaccata alla
ragazza che aveva detto di chiamarsi Paninya.
Entrarono
nell'officina dove li accolse un uomo di mezza età che era
intento a mettere a posto una gamba artificiale -Pininya eri tu a
fare tutto quel baccano?- le domandò. -Scusami, ho dei ospiti-
-Che
hai combinato stavolta?- sospirò alzando il capo -Perchè
quella ragazza è attaccata alla tua gamba?-
Winry
si staccò presentandosi si piazzò davanti a lui
curiosando ogni suo movimento questo lo irritò non poco.
-Io
sono Dominic, spero che Paninya non vi abbia provocato troppi guai-
-Deve
solo darmi il mio orologio- gracchio l'alchimista d'acciaio.
-Si
adesso te lo do- e andò di sopra -Fatti aggiustare l'automail
prima- li urlò dalle scale.
Winry
si mise subito al lavoro con il braccio di Ed, Jess e Clarissa erano
impegnati a osservarla curiosi.
Dominic
osservava l'automail del giovane Erlic -Questo automail è un
po' pesante, forse è per quello che sei rimasto così
basso-
Edward
assunse la sua solita espressione arrabbiata per poi realizzare le
vere parole dell'uomo -Vuole dire che se il mio braccio pesasse di
meno crescerei?!- domandò speranzoso facendosi già il
suo film in testa, ovvero lui un gigante tutti gli altri delle misere
formiche, soprattutto il colonnello Mustang e questo li provocò
un ghigno sadico in faccia.
-Ed
fai paura- lo guardò Luana -Che diavolo pensi?-
-Winry
sai cosa devi fare vero?!-
Lei
sospirò -Vedrò di mettermi al lavoro- si alzò
-Signor Dominic dovrei andare un attimo in bagno-
-Sali
le scale a destra-
La
bionda salì le scale fece per entrare in bagno, ma un rumore
proveniente dalla stanza in parte la bloccò.
Entrò
nella stanza e trovò Paninya che cercava di aprire l'orologio
di Ed -Che diavolo fai?-
La
ragazza sobbalzò -Non riesco ad aprirlo-
-Semplice...-
disse ghignando -Non hai gli attrezzi giusti- e fra le sue dita
apparvero non si sa come tutti gli strumenti possibili per scardinare
qualcosa che dovrebbe rimanere chiuso
|
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Capitolo 14 *** -Capitolo 14°- ***
Winry
teneva saldo fra le mani l'orologio aperto, incisa una data alla
bionda tremarono le mani, la data di quando avevano bruciato la casa
dei giovani Erlic.
Pinynia
-Che
c'è scritto?- la ragazza lo richiuse di scatto -Daglielo tu
per favore- e lanciandoglielo si rinchiuse in bagno.
La
ragazza guardò l'orologio e alzò le spalle scendendo le
scale -Tieni piccoletto- gli lanciò l'orologio l'alchimista lo
prese al volo rimettendolo al suo posto, ovvero attaccato ai jeans
nella tasca, si guardò intorno notando che Luana non era li
-Al hai visto Luana?-
-Si
è uscita a prendere una boccata d'aria- rispose il fratello
che giocava a carte con Clarissa e Jess.
Edward
uscì di casa e trovò Luana seduta sul cassone metallico
intenda a scrutare il buio che stava impossessando il del cielo
ancora rosso.
-Hei
nana! Che fai qui fuori?- Lei
si voltò appena -Avevo bisogno di aria-
sibilò. -Che
cos'hai Luana? Sei strana-
la
guardò intensamente Ed. Lei
arrossì lievemente -Be...Sono un po' in imbarazzo-
-A
chi lo dici- rise nervosamente lui -Quindi che hai intenzione di
fare?-
La
corvina lo guardò confusa -In che senso?-
Ed
diventava rosso a livelli finchè non assunse un color rosso
fuoco -Bè...Stiamo insieme.. o forse anche no è da
egoisti devi decidere tu- andò avanti a borbottare più
da solo che con la ragazza che ridendo lievemente scese dal cassone
avvicinandosi al biondo lo zittì mettendogli un dito
dolcemente sulle labbra -Si Edward- lo baciò cingendoli le
braccia intorno al collo assaporando ogni istante di quel
momento. -Ed...-
il sibilo che provenne dalle loro spalle gli fece voltare, davanti a
loro Winry con lo sguardo basso -Ed...Mi..Mi dispiace- balbettò
tremando.
-Winry
che succede?- si avvicinò a lei preoccupato.
La
ragazza cadde in ginocchio scoppiando a piangere -NON DOVEVO APRIRLO
MI DISPIACE ED, SO CHE STATE SOFFRENDO TANTO E...e non avrei dovuto
aprirlo- finì in un soffio.
L'alchimista
la guardò confuso, poi capendo mise la mano in tasca prendendo
l'orologio fra le mani -Winry...-
La
ragazza aveva le spalle tremanti -Ed davvero mi dispiace-
La
ragazza sgranò gli occhi quando si trovò la faccia
contro il petto del ragazzo -Tranquilla Winry, è solo il
ricordo della mia punizione- e la ragazza si lasciò andare in
uno sfogo che da anni teneva nel cuore.
Nelle
vie di Rusch Valley un ragazzo alto non più di venticinque
anni camminava a testa alta fra le vie.
Gli
occhialetti da sole a coprirgli gli occhi e un ghigno avido stampato
sul volto, guardò dentro la vetrata della locanda vedendo ciò
che cercava.
Luana
addentò una coscia di pollo per poi infilzare la mano di Jess
che aveva cercato di rubagli una patata dal suo piatto.
-Ma
che cazzo sei impazzita?-
-Su
Jess è solo un graffio- rise Al.
-Facile
per te che sei un'armatura- brontolò massaggiandosi la mano.
Il
campanello attaccato alla porta del locale suonò facendo
entrare il nuovo cliente.
-Scusa
avrei bisogno di parlarti-
I
ragazzi si girarono trovandosi davanti un ragazzo dai capelli scuri e
degli occhiali da sole, una giacca di pelle nera con al collo del
pelo bianco.
Lui
si era rivolto ad Alphonse -Allora? Te lo devo chiedere per favore?-
A
nessuno dei presenti scappò il suo tatuaggio sul palmo della
mano sinistra, un drago che si mangiava la coda.
Homunculus.
-Chi
sei?- domandò a denti stretti Edward.
-Il
mio nome è Greed l'avido- gignò -Dovrei parlare con
questa fantastica creatura- indicò Al.
All'improvviso
arrivò una ragazza dai capelli corti biondi che con una
agilità pazzesca di intrufolò nell'armatura di Al, come
se fosse un serpente -Ah signor Greed aveva ragione quest'armatura è
completamente vuota- disse la ragazza all'interno del giovane Erlic.
Luana
aveva gli occhi sgranati -Ma che diavolo è?-
-Non
ti piace signorina, lei è Martel,
era un soldato della guerra di Ishbar, è una chimera, fusa con
un serpente- rise avido Greed.
Al
cominciò a muoversi contro la sua volontà e cominciò
a correre insieme all'homunculus.
-Maledizione
voi tre rimanete qui e avvisate il colonnello, Luana vieni con me-
Lei
annuì e insieme i due alchimisti uscirono dalla locanda sotto
gli sguardi allucinati di tutti i presenti.
-Ma
dove diavolo siamo finiti?!?- dissero disperati in coro Jess e
Clarissa.
Edward
e Luana correvano a perdifiato dietro ai due che non accennavano a
fermarsi, svoltarono in un vicolo, li imitarono bloccandosi di colpo
anche perchè Ed andò a sbattere contro a un muro.
Strada
chiusa -Impossibile da dove sono passati?-
-Ei
Ed guarda- Luana gli indicò un buco al lato del vicolo
abbastanza grande da passarci in due.
Lui
deglutì -Odio gli spazzi chiusi-
-Non
è tempo di fare il fifone- e senza tante cerimonie lo spinse
dentro per poi seguirlo, percorsero uno scivolo e poi Luana appoggiò
il sedere su qualcosa di morbido, ovvero la schiena di Ed che
poverino aveva ogni centimetro del corpo andato per gli affari suoi.
-Tesoro
pesi-
Lei
a sentirsi chiamare così arrossì vistosamente
scollandoli da lui -Sc...Scusa Edward!- si alzarono, davanti a loro
un tunnel lungo scuro e puzzolente.
-Dove
siamo?- domandò la ragazza.
-Siamo
nel canale della città- i due alchimisti cominciarono a
camminare -Stammi vicino e tieni gli occhi aperti-
Camminarono
per svariati minuti sentendo come rumore solo il squittio dei topi
che avevano fatto venire un infarto più di una volta a Luana,
li odiava a morte.
-Dimmi
qual'è il tuo segreto- si sentì all'improvviso la voce
di Greed.
-Ti
dico che non lo so,mio fratello ha trasferito la mia anima in
quest'armatura- rispose esasperato Al.
I
due sfondarono la porta di metallo entrando nella stanza -Lascia in
pace mio fratello- Ed trasmutò il suo automail, mentre Luana
toglieva i guanti.
-Non
puoi sconfiggere lo scudo perfetto- ghignò l' homunculus, il
suo corpo si trasformò,divenne tutto blu scuro,gli
occhi iniettati di sangue dalla pupilla piccola e nera,i denti
bianchi appuntiti,sporgevano fuori dalle labbra. -Fatti
sotto- sibilò. -Ma
che diavolo….- L’homunculus
si scagliò contro l’alchimista d’acciaio,Ed li
diede un pugno ma il suo automail si frantumò. -Ahaha….piccoletto
non sei convinto di ciò che fai- -CHI
SAREBBE IL FAGIOLINO MINUSCOLO E MICROSCOPICO?!?!- Luana
si coprì il volto con una mano. -Ma
quante energie…ma vedi per sconfiggermi devi
essere
sicuro di quello che fai!!Il mio corpo è uno scudo
perfetto…duro come un diamante- Luana
battè le mani per poi toccare la parete in parte degli
spuntoni di ghiaccio infilzarono Greed sbattendolo dalla parte
opposta, cadde a terra per poi rialzarsi quasi subito rigenerato
completamente -Mi hai infastidito- la guardò imbronciato -Ora,
voglio smontare tuo fratello ma la cosa diventa difficile con voi due
fra i piedi-
I
due alchimisti ringhiarono guardandolo male -Martel porta il nostro
ospite al sicuro-
-NO
NO NO!- si lamentava Al, ma alla fine la chimera ebbe la meglio e Al
se ne andò.
Luana
lo seguì schivando per un pelo un attacco di Greed -Ok allora
me la vedo con te piccoletto-
All'imprivo
si sentì un'esplosione provenire non lontano da dove erano
loro -Abbiamo visite?- domandò l'homunculus.
-Deduco
alchimisti di stato- ghignò il biondo attaccandolo, riuscì
a danneggiare il suo scudo perfetto, anche se non per molto.
-Ma
che diavolo...- lo guardò con gli occhi viola allibito -Che
bravo alchimista hai scomposto il mio corpo- e dicendo questo se ne
andò alla velocità della luce proprio mentre alcuni
alchimisti di stato fecero irruzione nella stanza aiutando il giovane
Elric.
L'istinto
di Luana l'aveva messa a spalle al muro, aveva sentito qualcosa che
non andava, al da dieci minuti era seduto che se la chiacchierava
tranquillo con la chimera, erano arrivati da loro anche due strani
tipi, uno si chiamava Dolcetto e Roa il primo fuso con un cane e
l'altro con un toro.
Non
riusciva a capire il perchè se ne stava li impalata, i suoi
sensi le dicevano di stare all'erta.
-Come
mai Greed lascia le sue creaturine incustodite?- una voce sensuale e
tagliente si fece largo nell'oscurità, seguita da una voce più
da uomo ritardato -Cibo, tanto cibo Lust posso mangiarliiii???-
dall'oscurità venne fuori un grosso e basso uomo vestito con
una tuta nera, gli occhi piccoli rotondi e bianchi.
Spalancò
la bocca dove aveva tatuato l'uroboro,
le chimere lo evitarono per un soffio, Luana spalancò gli
occhi, ma erano tutti in giro stasera?
Stava
per intervenire ma la mano sulla spalla di Greed la bloccò
-Lascia fare a me piccola-
-Brava
Lust, la lancia perfetta, fai sempre le tue entrate mozzafiato-
ghignò l'homunculus verso la donna che usciva dall'oscurità,
belle e sensuale, capelli lunghi scuri, un vestito verde attillato le
fasciava il corpo, il tatuaggio sul petto.
-Scudo
perfetto quanto tempo, al paparino manchi tanto sai?-
-Hn,
lui non manca per niente a me- e dicendo questo s scagliò
contro di lei, che veloce come un fulmine trasformò le sue
unghie in lame affilate.
Le
lame di Lust riuscivano a scalfire lo scudo di Greed, se fosse stato
umano sarebbe morto subito.
Lo
incatenarono -Sai che c'è una persona che non vede l'ora di
rivederti?- disse la donna dopo aver trafitto Dolcetto. -Gluttony
andiamo-
L'altro
homunculus dopo aver pranzato con i resti di Dolcetto e Roa si
avvicinò al lei che si fermò davanti a Al -Arriveremo
anche per te e il tuo fratellino prima o poi- e sparì
nell'oscurità.
Martel
dall'interno dell'armatura tremava, mentre combatteva Greed aveva
ordinato ad Alphonse di non farla uscire per nessun motivo
dall'armatura.
Luana
anche se non vedeva un tubo sentì dei passi avvicinarsi, il
cuore cominciò a batterle forte, qualcuno si stava avvicinando
ad Al, riuscì a distinguere la divisa dell'esercito degli
alchimisti di stato.
-Tutto
bene giovane Erlic?-
-Ge...Generale
Bradley- ansimò l'armatura -Che cosa fa qui?-
Di
colpo dall'armatura uscirono le mani di Martel che prese per il collo
il generale, Al cercava di calmarla invano, anche perchè di
colpo non sentì più nulla, sangue dappertutto sulle
pareti, Luana aveva gli occhi azzurri sbarrati.
Il
generale rimise a posto la spada, ne la corvina ne Al lo avevano
visto tirarla fuori.
Il
corpo inerte di Martel stava immobile nell'armatura -Signorina
Antonelli può anche uscire da li- lei sobbalzò e
mettendosi sulla difensiva uscì allo scoperto.
-Ritornate
in superficie dagli altri, saranno preoccupati- sorrise sistemandosi
la benda che gli copriva l'occhio sinistro -Cominceranno a
preoccuparsi- sorpassò il giovane Erlic -Ci vediamo a Central
city e state in guardia-
I
due lo guardarono andar via, Al di colpo non parlò più,
era come se aveva perso i sensi.
In
un laboratorio Greed finalmente aprì gli occhi trovandosi
davanti a
lui quattro persone, o meglio quattro esseri artificiali.
-Oooh
la famiglia quasi al completo- rise privo di divertimento.
-A
Greed tu non hai conosciuto Warth vero?- ghignò Envy indicando
l'uomo in parte a lui.
L'homunculus
sembrò stupirsi -Bene bene niente meno che tu, sei un
homunculus che invecchia, com'è possibile?-
L'uomo
tolse la benda dell'occhio sinistro rivelando l'uroboro proprio nella
pupilla, -Il mio nucleo è un corpo umano e non artificiale,
non sono nato dalla pietra. La pietra è stata impiantata nel
mio corpo, e sono l'unico sopravvissuto a questo esperimento- sipiegò
calmo e impassibile -Mi hanno creato per tenere sotto controllo
l'esercito-
-Già
generale King Bredley- ghignò avido Greed.
Calò
il silenzio che venne spezzato da una voce antica e immortale -Tu mi
hai tradito figlio mio- dall'oscurità uscì un uomo dai
capelli e la barba color biondo grano.
-Oh
oh quale onore... Padre-
-Sai
la punizione che ti aspetta- da sotto i piedi dell'homunculus apparve
un grande pentolone contente lava bollente.
Lentamente
Greed venne calato giù, ma non smetteva di ridere avidamente.
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Capitolo 15 *** -Capitolo 15°- ***
-Al...
ALPHONE!- il grido disperato di Edward risvegliò il fratello.
-Fratellone...-
l'armatura di Al cominciò a tremare -Non sono riuscita a
proteggerla- si coprì il volto con le mani.
-Non
è colpa tua Al- sussurrò Luana -Comunque ci conviene
ripartire per Central City-
Clarissa
si avvicinò all'armatura che grazie a Ed era stata ripulita
dal sangue della chimera, lo abbracciò, Al rimase impalato e
in panico non sapendo più come comportarsi -Sei un'anima
fantastica-
Anche
se non si poteva vedere l'anima del giovane Erlic, aveva vibrato, si
vibrato di emozione.
Salutarono
Paninya che li aveva gentilmente accompagnati alla stazione,
ringraziò Winry per averle fatto capire che esisteva un altro
modo per ripagare il signor Dominic, arrivò il treno e i
ragazzi salirono.
Dopo
quattro ore giunsero alla stazione di Central City, i
tre nuovi arrivati si guardavano in giro spaesati.
-Sembra
di essere finiti in un altro mondo- sibilò Clarissa. Luana
si guardò intorno, possibile che tutto quello in cui aveva
sempre creduto potesse nascondere un'intera nazione? La
voce di Ed la fece riportare alla realtà -MAGGIORE ARMSTRONG
SIAMO QUI!!!-
Un
uomo alto e particolarmente grosso li corse incontro facendo tremare
l'intera stazione, indossava la divisa dell'esercito, gli occhi
piccoli azzurri e un unico ciuffo biondo sulla testa pelata e baffi
biondi sotto il naso.
-Fratelli
Elric!- li abbracciò prendendo anche Winry.
-Mi
lasci maggiore- rognò l'alchimista opponendosi al suo
abbraccio.
Il
maggiore Amstrong si accorse solo in quel momento di Luana, Jess e
Clarissa.
-Salve
ragazzi, io sono Alex Louis Armstrong, alchimista di stato noto anche
come l'alchimista nerboruto- e dicendo tutto questo rimase a torso
nudo con i muscoli che brillavano di una strana e inquietante luce.
-AAAAh
SI COPRA MAGGIORE!- urlò Ed.
-Ma
perchè si è spogliato?- domandò Jess.
-Lascia
perdere- sospirò Al -Maggiore ci accompagna lei al quartier
generale?-
-Certo
ragazzi, Scar è in giro anche se non sappiamo bene dove, ieri
sera c'è stata un'esplosione, abbiamo trovato la giacca di
Scar lacerata e piena di sangue ma di lui nemmeno una traccia.
I
due fratelli Elric sospirarono guardandosi, non potevano comunque
stare tranquilli.
-Maggiore
il generale Hughes è al lavoro?- domandò Edward
camminandogli affianco.
-Già
ultimamente fa le ore piccole-
Il
maggiore portò l'attenzione a Luana che accanto a Edward si
guardava in giro circospetta.
Quella
sensazione di pericolo che aveva provato nelle fognature non la
mollava, si sentiva osservata, inseguita e la cosa cominciava anche a
irritarla.
-Signorina
lei assomiglia molto a un mio vecchio conoscente-
Luana
sentì una fitta allo stomaco e fissò l'alchimista negli
occhi -Mi sa che mi sbaglio, non mi pare avesse qualche parente
stretto-
-Di
chi parla maggiore?- domandò curioso Al.
-Di
Heric Triavers, l'alchimista dell'acqua, era un uomo davvero strano,
aiutava ogni tanto l'esercito nella guerra di Ishval-
Luana
e Edward si bloccarono guardandosi, il biondo le fece cenno di tacere
davanti al maggiore e andarono avanti a camminare verso il Quartier
Generale.
-Ciao
piccolo acciaio-
Edward
fumava dal naso e continuava a borbottare un “ti odio, ti odio,
ti odio”.
Luana
invece venne subito sommersa di libri da una donna con l'uniforme
militare, capelli biondi raccolti in un fermaglio e occhi color
cioccolato -La ri... ringrazio- sibilò la ragazza emergendo
dalla pila di libri e fulminò il colonnello.
-Non
preoccuparti Luana ti aiuteranno anche loro- rise Roy indicando i
cinque militari nella stanza, la donna si chiamava Riza Hawkeye,
in parte al tenente vi era un ragazzo alto e biondo
cenere,occhi azzurri e in bocca una sigaretta, sottotenente Jean
Havoc, in parte a lui un uomo più anziano capelli grigi e
occhi azzurri maresciallo Vato Falman, poi un ragazzo basso con gli
occhiali, capelli neri come gli occhi sergente maggiore Kain Fury
giocava con un cucciolo bianco e nero di nome Black Hayate e infine
si presento anche il ragazzo con i capelli rossicci e gli occhi neri
tenente Heymans Breda.
Fatte
tutte le presentazioni Jess e Clarissa furono scortati nelle loro
camere e Winry disse che doveva fare una telefonata a Paninya a
quanto pare la biondina fanatica di automail non si dava per vinta.
Doveva
diventare apprendista del signor Dominic il quale aveva già
rifiutato una decina di volte.
Luana
fu messa subito a studiare con l'aiuto del maresciallo Falman esperto
della storia dell'alchimia, mentre la pratica se ne sarebbe occupato
Roy stesso, e a questo pensiero alla ragazza sudavano le mani.
Non
ci teneva a finire abbrustolita accidentalmente.
Edward
diede un bacio sulla testa della ragazza e questo gesto bloccò
tutti i presenti.
L'alchimista
d'acciaio diventò rosso come un peperone e prendendo Al se ne
andò fumando come una locomotiva a vapore.
Il
colonnello assunse la sua solita faccia bastarda e andò in
parte alla ragazza che non aveva nemmeno alzato il capo dal suo
libro.
-Dunque
che succede piccola? Qualche novità nell'aria?-
-Nessuna
in particolare- rognò lievemente arrossita.
-Sei
sicura? Io sento uno strano profumo- rise divertito.
-L'unico
profumo che sentirà colonnello se non mi lascia studiare...-
Luana alzò gli occhi azzurri dal libro fissando quelli neri
come petrolio dell'uomo -E' la sua carne che brucia sotto il suo
stesso potere,SONO STATA CHIARA?!?-
Il
colonnello diventò piccolo piccolo e andò dietro a Riza
-Ce ne una peggio di te!- e ricevette la pistola del tenente in piena
faccia.
L'alchimista
del fuoco si mise seduto sulla sua poltrona mettendo il broncio.
Edward
e Al percorrevano i corridoi diretti alla biblioteca, ma svoltando
l'angolo si imbatterono in qualcuno di molto interessante -Fratelli
Erlic- li salutò sorridente come sempre il Generale Bradley.
-Salve
generale- Ed fece il saluto militare.
-Mi
hanno informato che la signorina Antonelli ha cominciato il suo
studio sotto le direttive del colonnello Mustang-
-Esatto
generale-
-E
ditemi, le vostre ricerche dopo il laboratorio numero 5 hanno avuto
sviluppi?-
L'alchimista
rimase un po' spiazzato dalla domanda del generale -Abbiamo
aggiornato la lista degli Homunculus con Greed, ma dopo lo scontro
che ha avuto con lei non lo abbiamo più trovato-
-Già
se lo sono portato via- sospirò l'uomo sorpassando il ragazzo
e gli appoggiò una mano sulla spalla -Non arrendetevi fratelli
Elric- e così dicendo se ne andò.
-Fratellone...Qui
la cosa mi puzza- sussurrò Al entrando con il fratello
nell'ampia biblioteca.
-Già,
ci sono troppi fattori che non coincidono, per esempio perchè
il generale è venuto al Sud? Poteva catturare le chimere di
Greed per farle parlere invece le ha uccise-
-E
poi c'è la storia di quella donna, non capisco cosa centri in
tutto questo, conosceva il papà e quel Triavers che conosceva
anche il maggiore-
-Come
al solito troppe domande e nessuna risposta- sospirò
rassegnato -Che dici di andare alla biblioteca centrale? Così
dopo andiamo anche dal tenente Hughes a fare quelche ricerca- propose
il ragazzo.
-Fratellone
c'è in giro Scar, non pensi che sia un po' pericoloso?-
-Come
hanno detto gli Homunculus io sono una preziosa vittima sacrificale,
non rischieranno che io ci rimetta la pelle- ghignò sicuro di
se e insieme uscirono dal quartier generale.
Roy
era alla finestra e guardò i due fratelli uscire dai cancelli.
-Riza...-
la donna seguì il suo sguardo e annuì.
-Vado
signore- e congedandosi uscì.
Il
colonnello ghignò guardando con la coda dell'occhio Luana che
continuava a studiare.
La
partita stava cominciando a valere la pena di essere giocata del
tutto.
E
il passato sarebbe tornato e avrebbe spaccato il cuore di troppe
persone, ma se questo era il prezzo da pagare per restituire
l'equilibrio ad Amestris e far emergere tutta la verità lui
non si sarebbe mai tirato indietro.
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Capitolo 16 *** -Capitolo 16°- ***
I
mesi passavano in fretta e dicembre era alle porte, Luana aveva
passato brillantemente l'esame per diventare alchimista di stato e le
era stato assegnato il secondo nome di Ice Alchemist, l'alchimista
del ghiaccio.
Luana
Ed e Al camminavano per le vie di Central City, erano appena usciti
dalla biblioteca centrale.
Le
ricerche avevano preso una strana piega, aveva scoperto su alcuni
libri che Heric Triavers era diventato noto per aver sviluppato
l'alkahestry, un'alchimia diversa da quella sviluppata ad Amestris,
originaria dello stato di Xing, un'alchimia specializzata nel campo
medico, ma purtroppo non trovarono altro su di essa.
Alphonse
tirando fuori un giorno gli appunti del padre lo trovò
accennato, ma nulla di significativo.
-Uff
senza Winry non mi sento più sicuro- sospirò il biondo
mettendo un braccio intorno alle spalle
-Sono
contento che il signor Dominic l'abbia raccomandata a Garfild, è
molto bene voluta- rise Al.
-Già
manca comunque la sua presenza- sospirò Luana -Ma Jess e Clari
che fine hanno fatto?-
-Jess
è al pentagono con Havoc e il tenente Hawkeye ,a quanto pare
ha un'ottima mira-
-Allora
immagino che Clarissa sarà in qualche centro estetico- ghignò
la corvina fermandosi di colpo, si staccò da Edward
avvicinandosi al vicolo in parte a loro.
-Hei
Luana che cos'hai trovato?- si avvicinò Ed -Non fare come Al
che raccoglie gattacci ovunque-
-Hei-
protestò l'armatura -Che cosè?-
La
ragazza si voltò e fra le mani teneva un ragazzo privo di
sensi, i due fratelli Elric la guardarono per poi sbiancare.
-Che
cazzo è morto?!?- urlò l'alchimista cominciando a
prenderlo a schiaffi.
Il
ragazzo che aveva ancora gli occhi chiusi si avvicinò alla
ragazza -Ci..Cibo-
-Questo
tizio sta morendo di fame- esalò Luana, Edward lo prese in
spalle e insieme andarono nel ristorante più vicino.
Dire
che aveva fame era un eufemismo visto che si era fatto fuori metà
del ristorante.
-OOOh
sono sazio- esalò finendo l'ultima porzione -Grazie mille
ragazzi prima o poi vi ripagherò-
-Chi
ti dice che paghiamo noi?- brontolò Edward.
-Senti
non sei da queste parti vero?- domandò Alphonse -Come ti
chiami?-
-Ling
Yao vengo da Xing- disse tranquillamente.
I
tre fecero mente locale della mappa, Xing si trovava a Est oltre
l'area desertica, lo guardarono scioccati -Ci credo che hai perso i
sensi- disse Luana.
-Cosa
ti porta qui?- domandò Edward sospettoso.
Il
ragazzo aprì gli occhi rivelando due pupille nere come
petrolio -Cerco.. L'immortalità-
Calò
il silenzio -E come faresti?- domandò Al.
-Con
la pietra filosofale, voi siete alchimisti giusto? Ditemi come faccio
a trovare la pietra per favore-
Edward
lo guardò seriamente -Mi spiace non ne sappiamo nulla- si
stava alzando ma il ragazzo lo fermò -Dai amico-
-Non
sono tuo amico- sbottò dandogli le spalle -Dai andiamo-
Non
fecero in tempo ad alzarsi che un'esplosione non lontana da loro
catturò la loro attenzione.
-Ma
che diavolo succede?- sussurrò Luana cominciando a correre con
i fratelli Elric -A quanto pare oggi Scar a deciso di darci la
caccia- ghignò Edward.
Poco
dopo si ritrovarono faccia a faccia con l'assassino degli alchimisti
di stato, gli occhi rossi dietro le lenti degli occhiali da sole
brillavano come fuoco.
-Buongiorno
Scar- ghignò l'alchimista d'acciaio -Ripreso?-
-Completamente-
ringhiò correndo verso di loro.
Luana
battè le mani e dal terreno cominciarono a uscire punte di
ghiaccio che cercano di colpire l'uomo che abilmente le schivava.
-Un
nuovo alchimista di stato?- portò l'attenzione alla ragazza.
-Indovinato-
ghignò lei beffarda.
Edward
trasformò il suo automail in una lama e insieme i tre
cominciarono ad attaccarlo.
Il
quartiere dove si svolgeva il combattimento era per metà raso
al suolo provocando una leggere incazzatura al colonnello Mustang che
arrivato con la sua squadra si era ritrovato davanti ai detriti.
IL
cielo si era oscurato, stava per cominciare a piovere, Luana e Edward
cominciavano a dare i primi segni di stanchezza -Ma perchè
quei dannati Homunculus non arrivano?- sbottò acciaio
schivando per un soffio il braccio distruttore di Scar.
-Scar
sei circondato- i quattro si fermarono trovandosi accerchiati da
tanti militari al centro Roy.
Un'esplosione
sollevò un polverone, non si vedeva niente, Scar approfittando
della confusione si ritirò in un vicolo andandosene, non prima
di aver guardato bene Luana negli occhi, lei rimase paralizzata dal
quello sguardo e non riuscì a muovere un muscolo lasciandolo
andare.
-Lu...Luana
dove sei? Stai bene?- Edward si agitava a destra a manca sollevando
detriti, si sentì tirare per la treccia -Smettila di agitarti
sono qui- la guardò spiecchiandosi nei suoi grandi occhi
azzurri.
Quanto
amava guardare quei occhi, amava sentirla vicina, abbracciarla
baciarla, la desiderava con ogni sua minima particella del corpo e
questo pensiero lo fece diventare rosso come un pomodoro, e cominciò
a farsi le sue giornaliere seghe mentali sotto sguardo perplesso di
tutti i presenti.
-Ed
tutto bene? Sei rosso...- lo guardò Riza mettendogli una mano
sulla fronte.
-Nulla
tenente sto bene- rise nervosamente per poi voltarsi verso Luana,
seguì la traiettoria del suo sguardo e trovò Ling che
litigava con un militare per il visto, faceva finta di non capire la
lingua, alla fine se lo portarono via come clandestino.
-Ci
penseremo più tardi a lui- disse acciaio andando verso il
colonnello -Come al solito non fa mai niente-
-Zitto
acciaio- rognò fulminandolo -Comunque Hughes vi aspetta a casa
sua-
I
tre si guardarono -Perchè?!-
Lui
ghignò diabolico -Io non servo a niente- disse alzando le
spalle.
I
militari se ne andarono portando via anche il povero Ling, e i tre
ragazzi andarono all'hotel dei militari per prepararsi e andare dal
tenente Hughes.
Nell'atrio
trovarono Jess e Clarissa intenti a litigare per chi dei due doveva
andare a prendere le sigarette.
-Fate
a meno di fumare e la questione è risolta no?- se ne uscì
Alphonse, frase sbagliata visto che Clari dopo aver definito una
stronzata tutto quello che aveva detto li rifilò i soldi e lo
fece uscire a prendere le sigarette.
-Sei
una strega- se ne uscì Edward ricevendo la poltrona in piena
faccia dalla ragazza.
-E'
particolarmente suscettibile quando è in carenza di nicotina-
rise Luana.
-Ho
notato- si massaggiò la testa il biondo, un'inserviente
dell'hotel si avvicinò a loro -Signor Elric c'è una
telefonata per lei-
Lui
si alzò andando al telefono, dall'altra parte della cornetta
la voce squillante di Winry, lo informava il giorno dopo sarebbe
venuta a Central City per un paio di giorni, fortunatamente dopo lo
scontro di oggi il suo automail non aveva ricevuto particolari danni
quindi aveva solo bisogno di una revisione, se no chi le avrebbe
sopportate le chiavi inglesi della bionda in piena faccia.
Ritornò
dagli altri -Winry domani ci raggiunge qui-
-Oh
finalmente- se ne uscì Luana -Ho bisogno di parlare con una
ragazza che non ha in mente solo rossetti e smalti- fulminò
Clari che in quel preciso momento si stava mettendo uno smalto verde
acido e fischiettava allegramente.
-Bè
allora parlerai di bulloni e arti artificiali- ghignò Jess che
puliva con cura la pistola nera.
-E
quella?- domandò la corvina guardandolo scioccata.
Il
ragazzo la prese in mano sventolandola tranquillamente facendo venire
i capelli bianchi a tutti -E' solo il mio nuovo giocattolino-
-Fai
paura- dissero in coro nascosti dietro al divano.
Ritornò
Al per la felicità di Clarissa, poi tutti cominciarono ad
andare nelle loro camere a prepararsi per raggiungere il tenente
Hughes.
Clarissa
si mise sdraiata sul letto di Luana sospirando, la corvina la guardò
sospettosa -Che hai?-
-Stavo
pensando a te e Ed, non siete ancora arrivati a quel punto vero?-
Luana
la guardò confusa -Come?-
-Il
biscotto...-
-Il
biscotto?- domandò con mille punti di domanda sulla testa.
-Si
non ha n'ancora inzuppato il biscotto-
Ci
fu un secondo di gelido silenzio, poi l'alchimista ci arrivò e
diventò rossa come un pomodoro -MA CHE CAZZO TI VIENI IN
MENTE?!PERVERTITA!!!- e urlando la sbattè poco delicatamente
fuori dalla porta per richiuderla di colpo, clarissa ghignò e
se ne andò anche lei nella sua camera a prepararsi.
Luana
si lasciò andare esasperata sul letto, ogni volta che pensava
a Edward il suo cuore voleva scoppiare fuori dal corpo, era
allucinante le emozioni che provava solo a sentire la sua voce, i
brividi ogni volta che la sfiorava.
Si
mise a sedere guardandosi le mani, le vennero in mente le parole di
Roy e della nonna, i suoi cerchi alchemici erano parte del suo corpo,
come se fosse il suo corpo stesso a generare la sua alchimia e poi...
Sono sicura che troverai la verità dentro la verità.
A
quanto pare la sua famiglia le doveva qualche spiegazione, anzi
cominciava a dubitare che quella non fosse la sua vera famiglia e la
cosa cominciava a farle paura.
Ma
doveva scoprire tutto, doveva ricostruire tutta la sua vita.
Lei
avrebbe scoperto tutta la verità a qualunque costo, e
con questa promessa nel cuore uscì dalla stanza con lo sguardo
di una che a solo una cosa dentro di se.
Fuoco.
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Capitolo 17 *** -Capitolo 17°- ***
“Già
non potevano aspettarsi altro...”
Era
questo il pensiero che assillava la mente dei cinque ragazzi seduti
in mezzo a mille marmocchi che mangiavano e strillavano “auguri”
alla piccola Elicya che in quel momento stava soffiando per spegnere
tre candeline su una fantastica torta.
-Ma
che mi tocca subire- sospirò Al che era sovraccarico di
bambini che toccavano affascinati dall'armatura.
Ed
e Jess se la ridevano come due veri bastardi, alla fine i ragazzi i
ragazzi andarono sul balcone con il tenente in modo che Clarissa e
Jess potessero fumare.
-Allora
ragazzi- li fissò serio -Qualche novità?-
-Non
molte, non riesco venirne a capo- sbottò il biondo -Troppe
coincidenze, troppi nomi, troppe domande e... pochissime risposte-
strinse i denti, si sentiva impotente.
-E
lei tenente?- domandò speranzoso Al.
-Non
so, come ha detto Ed tante domande e poche risposte, domani andrò
a guardare nell'archivio ci sono due cose che mi interessa
vedere-guardò i due fratelli Elric poi si girò verso la
porta finestra che dava al salotto, il suo volto assunse un'
espressione omicida che fece sbiancare i ragazzi.
Nel
salotto due bambini stavano litigando per chi doveva giocare con la
piccola Elicya, il fatto è che la tiravano e questo non
piacque affatto al tenente che tirò fuori anche la pistola
scaraventandosi dentro.
-Quello
li è tutto matto- ridacchiò Jess appoggiandosi con i
fianchi alla ringhiera, Luana si avvicinò a lui -Jess dammi
una sigaretta-
Clarissa
si strozzò con il fumo e Ed la guardò allibito -Fumi?-
-Ogni
tanto non fa male-
Edward
la guardò -Dai voglio provare anchio!-
-EH?-
lo guardarono tutti sconvolti.
-Ed...Ed..-
Jess li mise un braccio intorno al collo -Non lo sai che se i bassi
nanetti microscopici fumano restano esattamente così?-
-IO
NON SONO NE NANETTO NE MICROSCOPICO!!- lo scaraventò giù
dal balcone -TOSSICO DEI MIEI STIVALI-
Luana
si avvicinò a Ed e lo baciò ridendo di tutta la rabbia
che quel piccolo ma grande corpo poteva contenere.
Ora
che lo guardava bene si era un po' alzato, ma era meglio non
dirglielo prima che si montasse la testa.
La
notte era fredda e tagliente, stava cambiando, l'aria da qualche
giorno aveva un profumo diverso.
Luana
se ne stava seduta a ¾ sul davanzale della finestra nelle mani
un libro che parlava di tutti i più importanti alchimisti del
mondo, aveva trovato il nome di Triavers, ma niente parentele, aveva
trovato anche la foto capelli neri e occhi azzurri ghiaccio, una
coincidenza che le provocava il vuoto allo stomaco.
I
suoi pensieri vennero interrotti da qualcuno che bussava alla porta
-Avanti-
Entrò
Ed -Ciao scusa se ti disturbo- si grattò nervosamente la nuca
-Non riuscivo a dormire- si sedette in parte a lei appoggiando il
mento sulla testa della ragazza -Che stavi leggendo?-
-Tanto
per cambiare informazioni su quell'uomo che a quanto sembra siamo
anche due gocce d'acqua- e li piazzò davanti la foto che
ritraeva l'alchimista.
Ed
sinceramente non sapeva cosa dirle,aveva ragione erano molto simili
-Non montiamoci la testa- la guardò sfiorandogli le labbra
-Posso fermarmi qui stasera?-
La
ragazza rimase spiazzata, non se l'aspettava, le venne in mente la
conversazione con Clarissa riguardante il biscotto e arrossì
vistosamente.
-Luana...-
le mise la mano sinistra sulla fronte -Sei bollente-
-No
è che...-
Non
riusciva proprio a capire perchè Ed le facesse quell'effetto
da togliere il respiro, da avere le vertigini anche se si trovava con
i piedi attaccati al terreno.
-Luana
io...Vorrei- era visibilmente imbarazzato e agito e questo le fece
tenerezza, lo zittì con un tenero bacio -Anchio Ed- glielo
disse a fior di labbra, facendo vibrare ogni particella del corpo
dell'alchimista.
Ed
dolcemente la alzò dal davanzale della finestra prendendola in
braccio, lei li cinse i fianchi con le gambe aggrappandosi di più
al suo corpo.
La
fece sdraiare sul letto e i loro baci cominciarono a diventare più
passionali, quasi violenti bramosi del desiderio che provavano uno
nei confronti dell'altro.
La
ragazza sentiva gli automail del ragazzo quasi bruciare, tutto in lui
era puro fuoco, pura passione e questo la travolse in una beatitudine
mai provata prima.
I
loro corpi si muovevano all'unisono, come se fossero stati creati
unicamente per danzare e muoversi insieme.
Alla
fine stanchi e soddisfatti si guardarono negli occhi, Ed la baciò
teneramente sulla punta del naso -Ti amo-
Lei
rimase per un attimo senza parole, i suoi occhi si riempirono di pura
felicità -Anchio ti amo-
Meas Hughes era nel suo ufficio
illuminato solo dalla lampada dello scrittoio le mani congiunte
davanti al volto, il viso stanco dal troppo sforzo e segnato dal
terrore che da pochi minuti lo aveva invaso.
Sotto i suoi gomiti la cartina dello
stato di Amestris segnato con delle date cerchiate dei massacri più
cruenti avvenuti nello stato in tutti gli anni da partire dalla
fondazione, dopo averli uniti aveva capito tutto.
Già l'esercito era coinvolto
non c'erano più dubbi, il motivo per il quale lo stato di
Amestris e gli altri paesi affiancati non erano alla luce del mondo
era per il semplice fatto che esisteva solo per un unico scopo.
Creare una pietra filosofale.
-Non mi sono mai piaciuti gli
uomini troppo svegli sai?-
Il tenente alzò di colpo il
capo trovandosi a fissare due occhi viola, davanti a lui una donna
bellissima come il peccato.
-Bel tatuaggio...quale Homunculus
sei?- senza farsi notare tirò fuori dalla manica della divisa
un coltello nello stesso tempo che Hughes lanciò il coltello
Lust all'ungò le unghie conficcandole nella spalla dell'uomo
che imprecò.
Il coltello andò a impiantarsi
proprio nella fronte di Lust facendola cadere lungo la parete, il
tenente si alzò uscendo dall'ufficio, arrivò nell'atrio
dell'edificio dove stavano tutti i telefoni, la ragazza
dell'accoglienza lo guardò allarmata -Tenente lei sta perdendo
sangue-
-Non preoccuparti non è
niente- si teneva la spalla ferita, stava perdendo parecchio sangue,
guardò i telefoni davanti a lui per poi voltarsi dirigendosi
verso l'ingresso -Scusa il disturbo vado a chiamare fuori-
Uscì e arrivò a una
cabina non lontana dall'ufficio, chiamò la centralina per
farsi passare Mustung.
-Non possiamo prendere telefonate da
una linea pubblica- protestò la centralinista dall'altra parte
della cornetta.
-E' un'emergenza! MI passi il
colonnello Roy Mustng SONO IL TENENTE HUGHES-
-Mi fornisca il suo codice di
alchimista di stato-
Lui imprecò -Maledizione pure
quello- lo diede e la ragazza aprì la comunicazione con Roy
Mustang, ma purtroppo un rumore lo fece voltare e trovò a
fissare gli occhi del sottotenente del maggiore Armstrong, Maria
Ross.
Il tenente la fissò
attentamente per poi ghignare -Tu non sei Maria Ross?-
-Ma come non mi riconosce?- non
accennava ad abbassare la pistola.
-Maria Ross ha un neo proprio sotto
l'occhio sinistro!-
Lei ghignò -Lo dicevo io che
eri troppo sveglio da lasciare in vita ancora a lungo- e dicendo
questo fece apparire il neo sotto l'occhio -Va meglio così
tenente?-
Hughes cercò di attaccarla, ma
Miaria Ross di colpo divenne l'unica donna per la quale il tenente
viveva.
Sua moglie Glacier li puntava la
pistola alla testa.
-Non.. No...- l'uomo non riusciva a
muoversi, era pietrificato davanti alla figura falsa della moglie.
Un colpo di sparo fece volare via gli
uccelli dai rami, un corpo inerme appoggiato alla cabina telefonica.
Meas Hughes stringeva tra le mani la
foto della sua adorata bambina e della sua amata Glecia, calde
lacrime cominciarono a rigargli il viso -Scusa cara piccola Elicya ti
avevo promesso che... sarei.. tornato a casa presto..- chiuse gli
occhi e in quella notte scomparvero anche le stelle.
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Capitolo 18 *** -Capitolo 18°- ***
Le
prime luci dell'alba filtravano dalla finestra dell'alchimista di
ghiaccio, era ancora fra le braccia protettive di Edward.
Aprì
gli occhi ancora lucidi dal sonno, alzò appena il capo
guardando il volto dell'angelo in parte a lei.
Era
incredibile che esistesse un ragazzo dalle simili caratteristiche, i
suoi occhi dorati perfetti, già dopo tutto l'oro era definito
il materiale perfetto.
Si alzò
lentamente attenta a non svegliarlo, indossò la maglietta che
le arrivava fino alle cosce stiracchiandosi andò alla finestra
spalancandola.
Qualcosa
le mise i brividi, silenzio, c'era troppo silenzio.
Andò in bagno e si fece una
bella e rinfrescante doccia, ma quel senso di terrore non la mollava,
lo sentiva, sentiva che era successo qualcosa era come se il
sottosuolo si stesse contorcendo e questa sensazione non le piaceva
per niente, si vesti e svegliò Edward con un tenero bacio
-Buongiorno-
-'giorno- mugugnò ancora
assonnato -Perchè così presto?-
-Io devo andare da Sheska per due
libri che mi servono, se non hai niente da fare dormi ancora un pò-
-Sisi- brontolò -Dopo andrò
a prendere Winry con Al e poi ci vediamo in biblioteca ok?- l'attirò
a se baciandola -Sei fantastica-
-E tu un dormiglione- e dandogli un
buffetto uscì dalla stanza.
L'hotel era silenzioso, la maggior
parte dormivano ancora, salutò le ragazze della reception che
confabulavano qualcosa fra loro e uscì dall'edificio
dirigendosi verso l'edificio dove lavoravano Hughes e Sheska.
Ma non arrivò mai all'interno
dell'edificio, già perchè si fermò prima pochi
metri dopo c'erano dei militari che coprivano un corpo.
Si bloccò paralizzata,
incrociò lo sguardo di Riza e Havoc che le corsero incontro
-Luana che ci fai qui?-
-Devo..Dovevo vedere Sheska- scrutò
oltre le spalle dei due militari -Che cos'è successo?-
I loro volti si incupirono e non
risposero, lei li sorpasso e andò davanti al corpo che era ai
piedi del colonnello Mustang.
-Colonnello- lo chiamò -Chi
è?-
Di nuovo nessuna risposta, nessuno
aveva la forza o il coraggio di dire niente, così Luana scoprì
per metà il cadavere e rimase senza fiato.
No
non lui.
Si inginocchiò cominciando a
piangere calde lacrime di disperazione, battè più volte
i pugni sull'asfalto.
Qualcuno la prese di spalle, si voltò
incrociando gli occhi nocciola del tenente Hawkey -Luana torniamo al
Quartier generale-
Lei scosse il capo, si levò
dalla presa della donna cominciando a correre nel cuore della città,
il cielo era diventato scuro e annunciava pioggia, qualche brontolio
spazzò il silenzio che aleggiava su Central City.
Svoltò in un vicolo
appoggiandosi con la schiena alla parete, si lasciò scivolare
e cominciò a piangere, pensava alla piccola Elicya, la gioia
del suo papà che ora non c'era più.
Un rumore le fece alzare il volto di
scatto, si ritrovò a fissare le iridi viola di Envy.
-Ma tu guarda..Ghiacciolino che fai
qui?- chiese con voce beffarda e strafottente.
Lei continuò a fissarlo, la
sua voce era lontana, tutto nel corpo di Luana rimbombava, si una
tempesta cominciava a farsi spazio dentro di lei.
-Che ti è successo?- si
avvicinò di più con le mani sui fianchi -Litigato con
Shorty per caso?-
La pioggia cominciò a cadere
violenta, tante gocce d'acqua taglienti -Lui non c'entra nulla-
sussurrò, la sua voce venne ricoperta dai tuoni -Voglio stare
sola vattene Envy-
L'homunculus non l'ascoltò
minimamente -Ti prenderai un raffreddore ghiacciolino-
Si avvicinava sempre di più e
la cosa cominciò ad innervosire la giovane alchimista, le
prese il pento fra l'indice e il pollice scrutandola seriamente, lei
spalancò gli occhi per lo stupore di quel gesto.
L'oscurità aveva avvolto tutta
la città, Luana lo vedeva nitidamente, un lampo spaccò
di colpo il cielo e i loro occhi si fissarono.
Luana doveva ammetterlo, quelle
maledette iridi ti paralizzavano.
-Envy cosa vuoi?- la sua voce rotta
quasi soffocata sorprese anche lei.
-Oggi è una giornata
particolarmente noiosa- la fissò ghignando -Visto che Acciaio
alla fine è una vittima sacrificale non posso andarci troppo
pesante con lui- si allontanò di poco permettendo alla ragazza
di tirare il fiato.
-Hn, hai bisogno di un nuovo
giocattolo?-
-Se la vuoi mettere su questo piano-
alzò le spalle indifferente.
-In questo scontro uno dei due
potrebbe morire sai?- anche se Luana non lo vedeva bene a causa
dell'oscurità era sicura che stava ghignando, come solo lui
sapeva fare.
Valeva la pena di sfidare la
signora con la falce?
Si
ritrovò a pensare mentre schivava di pura fortuna un calcio
del homunculus, l'alchimista scrutava nel buio affinando i sensi
-Envy non ti stai impegnando seriamente-
“Perchè lo provocava
così? Scema scema scema” pensò
dandosi piccoli pugnetti sulla testa.
-Che
fai ti picchi da sola?-
Luana
si abbassò appena in tempo per poi voltarsi dandogli un pugno
in piena faccia, la mano le faceva male da morire ma non lo diede a
vedere.
L'homunculus
non si stancava mai, lei invece ormai era al limite, era stancante e
snervante attaccare alla ceca e lui non aveva nemmeno un capello
fuori posto, Luana si sentiva indolenzita e aveva graffi e tagli non
gravi ma che le stavano facendo perdere parecchio sangue.
Si
sentì sbalzare all'improvviso contro il muro, Envy la teneva
per le spalle -In trappola ghiacciolino- lei ghignò priva di
divertimento e lasciò la sua lancia creata con l'alchimia a
terra.
-Forza...Hai..Hai
vinto-
Per
qualche secondo Envy rimase in silenzio -Non essere stupida- lasciò
la presa -Non uccido chi si offre spontaneamente, che gusto c'è
scusa?- le accarezzò la guancia, la ragazza venne invasa da
brividi in tutto il corpo -Questa guancia non è bagnata di
sola pioggia vero?- lei granò gli occhi azzurro ghiaccio, i
lampi spaccavano sempre più frequentemente il cielo -Come...-
-Hei
piccola ho duecento anni, penso di riconoscere quando voi miseri
umani piagnucolate- ghignò -Peccato che queste calde lacrime
non sono per implorarmi pietà-
Luana
abbassò il capo, i capelli bagnati le coprivano il viso -Sono
proprio messa male-
-Come?-
lui la scrutò confusa.
Di
colpò il ragazzo si sentì cingere le braccia al collo,
aveva fra le braccia il corpo di Luana che era scosso dai singhiozzi,
il viso contro il suo petto e
non faceva altro che piangere, di sfogare tutto il suo dolore, non
c'era più, Hughes non c'era più.
Come
un lampo a ciel sereno si staccò dall'homunculus -Lui...Lui
stava facendo le ricerche.. Lui aveva capito qualcosa che non doveva
capire- sussurrò tutte quelle parole velocemente tanto che
Envy la guardava tra il divertito e confuso della salute mentale
della giovane alchimista.
Il
suo sorriso sparì nel vedere lo sguardo che la ragazza li
puntò addosso di colpo -Voi...-
Si
stava avvicinando lentamente -Voi centrate qualcosa sulla morte del
tenente Hughes- la sua voce si era fatta tagliente come la lama di un
coltello.
Di
colpo tutta la rabbia che aveva in corpo ritornò a galla -ENVY
CENTRI QUALCOSA?!?- urlò con tutto il fiato che aveva.
-Non
fare mai troppe domande ghiacciolino- le arrivò in un secondi
a pochi centrimetri dal viso -Ci vedremo presto-
Fece
qualcosa che la lasciò senza respiro, ragione e lucidità,
posò le sue labbra su quelle della ragazza rubandole un bacio
avido e senza alcuna emozione per poi sparire coperto dalla pioggia.
Luana
rimase immobile dove si trovava, con la mano tremante si toccò
le labbra, scottavano quasi da bruciare.
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Capitolo 19 *** -Capitolo 19°- ***
La
pioggia non cessava di cadere su Amestris, una capigliatura bionda si
fece largo fra la folla che c'era nella grande stazione di Central
City.
-Lo
sapevo che si sarebbe dimenticato di me- sbuffò Winry
lasciando andare per terra il suo borsone, aprì l'ombrello e
cominciò a scendere le scale della stazione nemmeno
all'entrata c'era l'ombra di Edward sospirando Winry si incamminò
decisa ad andare a trovare il tenente Hughes a casa visto che gli
altri bastardi si erano dimenticata di lei, a questo pensiero il fumo
le uscì dalle orecchie e aumentò il passo facendosi
guardare male dai passanti.
Nell'ufficio
del colonnello Mustang regnava l'assoluto silenzio, non volava
nemmeno una mosca.
Edward
era seduto sul divanetto i pugni serrati le nocche della mano
sinistra erano bianche,sembrava che le ossa stessero per uscire, Al
lo guardò -Fratellone non..-
-NO AL!
NON DIRE CHE NON E' COLPA NOSTRA!- picchiò i pugni sul
tavolino facendolo traballare -E'...è tutta colpa delle nostre
ricerche- si coprì il volto con le mani in un gesto disperato.
Luana
era in parte a lui, i tagli erano stati curati e bendati, anche la
testa era fasciata, Edward aveva fatto il diavolo a quattro vedendola
arrivare conciata in quel modo, ma nel vedere la sua faccia aveva
deciso per una volta nella sua vita di non fare domande, non in quel
momento almeno.
La
ragazza aveva lo sguardo perso nel vuoto, non una parola sembrava che
tutta la sua vitalità era stata strappata via, annientata
completamente, vederla così distruggeva il cuore del suo
ragazzo.
-Colonnello
ha qualche sospetto?- domandò Clarissa che fumava con Havoc
alla finestra, la sua quarta sigaretta in dieci minuti, le veniva da
piangere ma cercava di non farlo, Luana non aveva bisogno di gente
che passava il suo tempo a piangere, nessuno di loro ne aveva
bisogno, doveva decidersi a fare qualcosa.
-Sinceramente
si sta già sollevando qualche mormorio fra gli anziani, ma non
ne so nulla- la sua voce era vuota e tagliente, ma i suoi occhi erano
infuocati di una rabbia cieca priva di ragione.
Edward
si alzò andando alla finestra e guardava la pioggia cadere, si
voltò verso l'orologio a pendolo appeso al muro guardando
l'ora ghiacciò per poi cominciare a sudare freddo erano le
cinque del pomeriggio passate -Oh merda..- sibilò prendendo il
mantello rosso e se lo mise sopra la canottiera nera -Ho dimenticato
Winry!-
-COSA?!?!?!?!?-
Al e Luana si alzarono di colpo colpendolo alla nuca -Sei sempre il
solito svampito- urlò la ragazza.
-Chissà
ora dove è andata!- piagnucolò Alphonse -Come abbiamo
fatto a dimenticarci di Winry?-
Mentre
i due fratelli Elric si disperavano Luana e Clarissa li presero
trascinandoli fuori dall'ufficio del colonnello con a ruota Jess che
scuoteva il capo rassegnato.
Ora
dovevano cercare Winry per tutta Central City sotto un diluvio
universale “Che seccatura..” si
ritrovò a pensare il ragazzo mentre seguiva i quattro ragazzi
davanti a lui “mi sono fatto coinvolgere troppo, ma
dopo tutto la nonna di Luana mi ha chiesto di proteggerla e aiutarla
ad alzarsi una volta che avesse scoperto la verità dietro la
verità”
Li
vennero in mente quelle parole e si bloccò di colpo -Se il
tenente Hughes è stato ucciso vuol dire che aveva scoperto
qualcosa che non doveva giusto?-
I
quattro si bloccarono girandosi a guardarlo -Molto probabile- rispose
cupo l'alchimista d'acciaio.
-Dove
è stato l'ultimo posto che il tenente è stato visto
vivo-
Quell'ultima
parola fece venire i brividi freddi ai quattro giovani ragazzi, Luana
ci pensò su -Credo di aver sentito un sottufficiale dire che
il tenente voleva fare la telefonata al colonnello dal centralino del
suo ufficio ed era già ferito, ma poi per qualche strano
motivo ha deciso di chiamare da una cabina pubblica- l'indice era
appoggiato al mento nella classica posa da pensatore, Ed la osservò
e il suo sguardo si addolcì, le mise un braccio intorno al
collo appoggiando la testa contro la sua sorrise, un sorriso tirato
ma che per Luana valeva più di mille consolazioni, lo guardò
anche lei sorridendo e arrossendo leggermente.
-Quindi
prima deve essere stato da qualche parte nel suo dipartimento- annuì
Jess.
-Dobbiamo
chiedere a Sheska o a qualcuno che quella notte era di turno-
continuò Clarissa battendo il pugno sull'armatura di Al -E noi
scopriremo chi è-
I
quattro annuirono sorridendo, Ed e Al si guardarono e pensando la
stessa cosa si avviarono insieme all'uscita del quartier generale.
“Finalmente
non erano più soli”
-Colonnello
perchè non ha detto dei veri sospetti?- Riza lo guardò
con sguardo duro e severo come solo lei sapeva guardarlo.
-Perchè
Acciaio mi rovinerebbe i piani se sapesse che il sospettato è
una persona che li ha anche fatto da scorta- alzò lo sguardo
dal suo bicchiere di scock che teneva stretto nella mano destra.
Winry
tremava, aveva i pugni serrati nella sua minigonna nera, con forza
tratteneva le lacrime davanti a Glacier e a Elycia che dormiva sulle
gambe della propria madre.
La
donna la guardò con dolcezza -Winry...- si interruppe,
qualcuno aveva bussato alla porta, adagiò delicatamente la
figlia sul divano e andò ad aprire trovandosi davanti per
primo Edward -Signora Glacier scusi il disturbo, Winry è qui?-
Lei
annuì e sorrise facendoli entrare e accomodare, Luana andò
affianco a Winry stringendole le mani -Scusa non volevamo
dimenticarti-
Lei
scosse il capo, aveva gli occhi lucidi era sull'orlo di piangere
-Non.. Lo so- abbassò il capo stringendo di più le mani
dell'amica.
Edward
la guardò tristemente per poi portare la sua attenzione alla
padrona di casa -Signora Glacier se me ne da il permesso vorrei
parlarle-
Lei
lo guardò sorpresa per il suo tono formale -Edward sono io che
voglio farti una domanda, mio marito era coinvolto in quella ricerca
sulla pietra filosofale vero?-
Lui
strinse i denti annuendo, non riusciva quasi a guardarla in faccia.
-E'
la vostra ricerca vero?-
-Noi...-
-Non
avrete mica intenzione di fermarvi?-
I
due fratelli Elric alzarono lo sguardo stupiti da quelle parole, lei
sorrise dolcemente -Non capite? Se voi vi fermate mio marito sarà
morto per niente e poi sono tanti quelli che aspettano di vedere i
fratelli Elric con il proprio corpo-
Luana
la guardò stupita, stupita della forza che quella donna aveva
dentro di se, anche se faceva male la verità andava sempre
affrontata, mai arrendersi, ma cadere e rimanere a terra, rialzarsi,
rialzarsi sempre.
Un
mezzo sorriso le dipinse il volto, avrebbe trovato l'assassino di
Hughes a costo di far sputare a sangue la verità anche a Envy.
Già
Envy...
Si
morse le labbra, doveva fargli pagare anche quel brutto tiro mancino,
guardò di striscio Edward, si sentiva un verme, ma di una cosa
era assolutamente sicura, amava quel ragazzo dagli occhi dorati e non
se lo sarebbe fatto portare via per nulla al mondo.
Salutarono
la donna e la piccola Elycia che si era appena svegliata, nell'uscire
Edward chiuse la porta e distintamente sentì la donna piangere
con la piccola che cercava di consolarla.
Strinse
di più la porta, si voltò trovandosi davanti solo Luana
e sua fratello gli altri stavano già scendendo le scale.
-Al-
lo guardò con sguardo deciso, gli occhi d'oro infuocati -Noi
riavremo i nostri corpi e daremo un calcio a quella verità
bastarda!-
Il
fratello annuì deciso e li diede il pugno, Luana guardò
Edward dargli le spalle e il suo cuore ebbe un sussulto, quelle
spalle erano spalle di un uomo.
Il silenzio venne spezzato dal rumore
dei militari che avevano dato il primo fuoco di saluto verso un
grande uomo.
Meas
Hughes
1885-1914
Promosso
di due gradi a generale di brigata.
Il prete cominciò la sua
cerimonia, pochi lo ascoltavano veramente, Luana era stretta a Edward
poco avanti a lei Glacier e la piccola Elycia che tirava sempre di
più la gonna della mamma a ogni palata di terra il becchino
dava sulla bara di legno ben elaborato.
-Mamma... Se mettono il papà
li sotto non potrà più svegliarsi per andare al lavoro-
la bambina guardò con gli occhi lucidi la mamma che
tristemente l'abbraccio scoppiando a piangere.
-Mamma digli di fermarsi- cominciò
a dimenarsi dalle braccia della donna.
L'alchimista strinse ancora di più
il ragazzo -Ed...-
-Piangi quanto vuoi Lulu- la strinse
forte a se lasciando che la ragazza desse libero sfogo al suo dolore.
-Mamma digli di fermarsi- le urla di
Elycia si erano trasformate in un pianto disperato tanto da straziare
anche i cuori più forti.
Piano piano la gente cominciò
ad allontanarsi, Luana fece un cenno di saluto al colonnello strinse
la mano a Edward e insieme agli altri andò.
Roy fissava la lapide dell'amico
tristemente, era rimasto da solo in quel momento con l'unica persona
di cui si poteva fidare e anche lasciarsi andare, Riza Hawkeye lo
guardò dolcemente -Colonnello comincia a far freddo è
meglio andare-
-Si- l'uomo alzò il viso al
cielo -Tenente...Comincia anche a piovere vero?-
Lei lo guardò confusa -No, non
mi...- si bloccò vedendo delle calde lacrime sul volto del suo
colonnello -Si ha ragione- chiuse gli occhi sorridendo tristemente.
“Dovevi stare con me fino
alla fine, volevi far parte del mio piano, ma...ma ora bastardo mi
hai lasciato da solo con una vedetta da compiere.”
E con questi pensieri Roy si richiuse
la porta dell'edificio dell'investigazione alle spalle, se doveva
liberare il sospettato doveva anche scoprire per che cosa il suo
migliore amico era stato ucciso.
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Capitolo 20 *** Capitolo 20° ***
Luana
guardava fuori dalla finestra, il vento scuoteva violentemente gli
alberi delle vie di Central City, fra le mani teneva un pezzo di
carta, l'indirizzo che sua nonna le aveva fatto avere per lettera.
“Da
questa persona ti saranno chiarite tante cose.
Stai
atteneta tesoro mio.
Con
affetto.
Nonna
Angie.”
Il
cuore galoppava impazzito, la porta della camera si aprì,
entrò Edward -Tutto bene?-
Lei
annuì e lo abbracciò di slancio cingendoli le braccia
intorno al collo.
-Ora
puoi dirmi cosa ti è successo ieri?- la staccò da se
guardandola seriamente negli occhi.
-Ho...Ho
incontrato Envy in un vicolo- li diede le spalle.
-Pensi
che centrino loro con la morte di Hughes?-
-Non
li escluderei dalla lista- si mise il mantello nero sotto lo sguardo
perplesso del suo ragazzo.
-E
adesso dove vai?-
-Vado
a fare due passi vieni con me?-
Lui
annuì e insieme uscirono dalla stanza.
La
prigione di Central era irrequieta, i carcerati non facevano altro
che sbraitare e picchiare oggetti contro le sbarre, qualcosa o meglio
qualcuno era entrato fra le mura del carcere.
Era
pesante e metallico si dirigeva a passo deciso con un grande coltello
da macellaio in mano.
L'armatura
dai capelli bianchi passava indifferente verso chiunque, anche se i
militari sparavano all'impazzata e lo colpivano lui non faceva la
minima piega e li sorpassava senza degnarli di uno sguardo.
-Hei
tu a cui i proiettili non fanno niente!- un ragazzo dietro le sbarre
lo richiamò sventolando il braccio -Per favore liberami!-
Lui
li passò accanto -Spiacente ragazzino non ho tempo da
sprecare-
-Io
provengo da Xing, il mio paese è ricco e posso ricompensarti-
cercò di convincerlo, lui si voltò scrutandolo -Hai
detto che vieni da Xing?- lo liberò -Seguimi ragazzo dai occhi
chiusi!-
Maria
Ross era sdraiata sulla brandina, le braccia coprivano l'intero viso,
i pugni serrati e le lacrime lottavano furiose per uscire dagli
occhi.
Dei
strani rumori la fecero alzare di scatto, si trovò davanti
l'armatura -Ma tu sei il numero 68, Berry!-
-Ottima
memoria bambolina! Ho ancora il tuo maledetto buco che mi hai fatto
nella mano destra!- e le mostrò il foro arrabbiato.
-Che
ci fai qui?-
-Sono
qui per farti visita- si agitò -Secondo te? Sono qui per
liberarti- la prese per il polso ma lei esitò -Vuoi morire per
un crimine che non hai mai commesso? O preferisci scappare ora con
me?-
-Non
ho molta scelta- disse depressa, ma poi si decise e corse via con gli
altri due.
Luana
e Edward camminavano da diversi minuti, si erano inoltrati fuori
città, la ragazza teneva stretto il biglietto in mano -Ormai
dovremmo essere vicini-
-Hai
un'idea di chi sia?-
L'alchimista
scosse il capo, ad un tratto il sentiero finì e davanti a loro
un grande prato che circondava un'immensa villa.
-Questa
casa è proprio enorme- fischiò il biondo -E anche
isolata per bene-
-Già-
annuì Luana -Sembra anche disabitata-
Si
avvicinarono alla grande porta d'ingresso, bussarono ma il silenzio
regnava sovrano, non vi era anima viva.
Edward
provò a spingerla e visto che non si apriva le diede un calcio
buttando giù metà battente.
-Oooooh
sei figo e forte per essere un tappo-
Lui
si voltò indiavolato -CHI SAREBBE IL MICROBO INUTILE E
INSIGNIFICANTE?!-
Una
risata sincera riecheggiò nella vallata, Edward la fissò
ridere, era quella la ragazza di cui era innamorato.
La
baciò di slancio lasciandola per un attimo senza fiato e con i
brividi in tutto il corpo, avrebbe mai smesso di farle questo
effetto? Sperava sinceramente di no.
Lo
spinse dentro mantenendo il suo splendido sorriso, l'interno della
villa era buio e puzzava terribilmente di chiuso.
Enormi
ragnatele dominavano tutti i mobile e gli angoli delle pareti -Mi sa
che mia nonna si è persa qualche passaggio-
-No
tesoro, tua nonna ci ha visto giusto-
I
due ragazzi alzarono il capo,dalla cima delle scale Kurai li scrutava
con un lieve ghigno stampato sul volto -E' un po' che non ci si vede
marmocchi-
-Che
ci fai qui?- Luana si sfilò i guanti mettendosi in posizione
di difesa.
-Tesoro
io ci abito qui-
I
due ne rimasero sorpresi, Ed si guardò intorno -Non hai molto
il senso della pulizia in casa-
-Dopo
duecento anni ti stufi a fare anche quelli credimi- sventolò
la mano con fare annoiato -Deponete le armi piccoletti, siete qui per
delle risposte non per combattere-
I
due alchimisti si guardarono e per un attimo tirarono un sospiro di
sollievo -Tu sei Kurai giusto?- Luana si avvicinò ai primi
scalini -Come fai a conoscere mia nonna Angie?-
La
donna era intenta a levarsi un' enorme ragnatele che le si era
attaccata ai lunghi capelli rossi -Si si vi spiego tutto dopo essermi
allontanata da queste cazzo di ragnatele - le fulminò facendo
traballare l'intera casa -Seguitemi-
Anche
se titubanti i due ragazzi la seguirono, percorsero un lungo
corridoio fino ad arrivare ad un enorme porta.
Edward
fissò le immagini marchiate nel legno di ebano lucido e
spesso, i suoi occhi si sgranarono, non credeva a ciò che
aveva davanti -Il...Il portale-
-Già
il portale della verità, rispecchia molto l'originale non
trovi?- lo guardò di sottocchio.
Adesso
che la guardava bene Edward ebbe la netta sensazione di averla già
vista da qualche parte, Luana li afferrò la mano e insieme
entrarono con la donna in una grande stanza e ben arredata.
-Un
colpo all'occhio rispetto al resto della villa- sussurrò Luana
facendo ridacchiare il biondo.
Kurai
si sedette su una poltrona di pelle invitando i due a fare
altrettanto, al centro un tavolino basso di vetro con sopra una
bottiglia di ottimo vino con tre bicchieri.
-Ci
stavi aspettando?- domandò sorpresa la ragazza.
-Sulla
mia tavola i bicchieri sono sempre stati tre- la sua espressione per
un momento si addolcì per poi riassumere l'espressione fredda
-Luana devi sapere che tua nonna ai suoi tempi era una dotata
alchimista, conobbe Heric Triavers quando era molto giovane e lo
aiutò a compiere un suo viaggio a Nord- la donna si versò
un bicchiere di vino -Tu sei la figlia di Heric, credo che qualche
sospetto ti sia venuto-
Lei
strinse i pugni annuendo -Si...E..E anche lui è come te?-
La
donna battè più volte le ciglia confusa -In che senso
come me?-
-Ti
pare normale avere duecento anni?!- sbottò irritata.
Kurai
scoppiò a ridere quasi istericamente -Si lui è come me,
tutti noi quattro sopravvissuti a quella notte siamo così, o
meglio tre per l'altro è molto diversa la storia-
-Quale
notte?- domandò Edward.
-La
notte della scomparsa dell'intera città di Xerxes-
-Xerxes?-
Edward la guardò sorpreso -Ora non ne rimane che poche rovine
in mezzo al deserto-
-Una
volta era una grande capitale, la notte che morì la città,
alle prime luci dell'alba nacque Amestris-
-Tu
eri di Xerxes?- le domandò Luana.
-Diciamo
di si- sorrise quasi con malinconia.
-Quindi
tu sei una dei quattro sopravvissuti- Ed la scrutò
attentamente -E gli altri tre?-
-Per
quello c'è tempo- disse incurante lasciandoli completamente di
sasso.
-E...-
Luana la fissò freddamente -E lui è ancora vivo?-
La
donna non rispose subito scrutandola attentamente, lei si sentì
completamente nuda sotto i suoi occhi.
Le
stava leggendo l'anima, era una sensazione fastidiosa e che dava la
nausea.
-Certo
che è vivo, come lo sono io e anche Hohenheim-
A
quel nome Edward ebbe un sussulto, Luana lo guardò di striscio
ma continuò con le sue domande -E mia madre?-
-Di
lei io non so niente-
-E
quindi tutta la mia famiglia, tutto quello che è successo
nella mia vita era tutta una finzione?!-
-Tuo
padre ha sempre avuto il cuore troppo tenero- si alzò andando
alla finestra, il sole stava tramontando -Ha voluto proteggerti
finchè non saresti stata pronta per tutto quello che succederà
e che sta succedendo, ha inciso la sua alchimia direttamente nel tuo
sangue- si rivoltò verso di loro -Ora vi conviene andare
qualcosa nelle vie di Central city si sta muovendo-
Edward
si alzò -Non mi bastano come risposte!-
-Ed..-
Luana lo prese per il mantello -Le nostre risposte le troveremo
lottando-
Lui
la guardò, quello sguardo deciso li fecero tornare tutte le
sue speranze a galla, annuì -Si...Andiamo- e corsero via
lasciandosi la villa alle spalle.
-E'
bella non trovi?- da dietro uno scaffale uscì un uomo, capelli
lunghi e neri e occhi azzurro ghiaccio.
-Grazie
a dio ha il carattere di sua madre- Kurai si risedette accavallando
le snelle gambe.
-Già
ha la sua forza, tra poco arriverà anche Hohenheim sarà
meglio muoversi ormai manca davvero poco- e dicendo questo brindò
con la donna, con la sua amica d'infanzia.
Luana
svoltò in un vicolo seguita da Edward, i militari erano già
in movimento per le strade.
A
quanto avevano sentito un sospettato dell'omicidio del tenente Hughes
era evaso di prigione aiutato da qualcuno che non moriva neanche
volendo.
La
fortuna volle che si imbatterono proprio in lui e il sospettato,
Maria Ross.
-Cosa?
Sottotenente Ross?- Edward aveva lo sguardo sbarrato dallo stupore
-Che diavolo fa con Barry?-
Lei
lo guardò con gli occhi lucidi -Ed..Mi dispiace- si voltò
scappando via, l'armatura lo guardò -A dopo piccoletto-
-Ci
vediamo dopo amico- li sorpassò anche Ling sorridendo.
-Ling?-
domandarono in coro -CHE DIAVOLO STAI FACENDO?!-
-Spiegherò
tutto più tardi- e si allontanò anche lui.
I
due cercarono di raggiungerli, ma un'esplosione potente di fuoco che
proveniva a pochi isolati da loro li fece credere il peggio.
Arrivarono
nel vicolo, una puzza nauseante di cadavere bruciato invase le loro
narici, sgranarono gli occhi quando realizzarono che il cadavere
bruciato ai loro piedi era quello del sottotenente Ross, la
riconobbero dalla targhetta al polso, alzarono lo sguardo trovandosi
a fissare il colonnello Mustung.
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