Un bagliore all'improvviso

di Valar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1 ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3 ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4 ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 1 ***


cap 1
Driiiiiiiin , driiiiiiiiiiin , era il suono della campanella che segnava la fine delle lezioni e faceva avviare i ragazzi nei vari club; come sempre c'era molto fermento tra gli studenti, forse perché i club erano un luogo di svago, un luogo di ritrovo con persone di altre classi, o forse perché era la fine della giornata e adesso tutti potevano fare ciò che più gli piaceva per almeno un paio d'ore; chissà, forse era proprio per questo. Nel bel mezzo della confusione, tra le parole di centinaia di studenti, il giovane Lukas intraprendeva la strada che portava al suo club ascoltando il suo lettore musicale canticchiando le frasi delle varie canzoni. Quel giorno era più felice del solito, ed ancora con l’allegria addosso aveva deciso di raccontarne il motivo al suo migliore amico. Arrivato all'ultimo piano dell'edificio scolastico, con un po’ di stupore, vide Rey che lo aspettava, o, meglio, che aspettava qualcuno.
- Ciao - disse lui alzando la mano - che stai facendo qui? Aspettavi qualcuno? Forse Henrietta, eh? -
- Sì stavo aspettando proprio lei, e anche te... -
- Me? Sicuro? -
- Certo, voglio che tu mi dia una mano con lei - ci fu un attimo di silenzio - voglio invitarla ad uscire con me! -
- Quindi vuoi che le parli io al posto tuo? - mentre camminava lungo il corridoio
- Ti prego, aiutami, sono disperato! -
- E va bene, ti aiuto - fece un piccolo sospiro - dio mio, potrebbe essere tua se solo fossi più dolce e facessi meno il ridicolo in sua presenza -
- Uhm tu che mi aiuti accettando subito la mia richiesta, qui c'è qualcosa sotto, parla! parla! parla! -
- In effetti ti cercavo per raccontarti una cosa, visto che non posso certo dirlo alle ragazze -
Rey, con scatto felino, si mise davanti a lui e gli bloccò le spalle, e con ansia attendette; passarono diversi secondi e i due si guardarono in faccia, scrutando con gli occhi cosa ognuno pensava dell'altro.
- Niente di che, con le due sorelle è andata molto bene , solo che adesso stanno litigando per me e quindi dovrò lasciare Rosy, che peccato! -
- Aspetta...fammi capire...tu hai fatto... l'hai fatto... con due ragazze...tra l'altro sorelle? -
- Sì - disse Lukas con estrema leggerezza
- E quando io ti chiedo di aiutarmi con la mia amata Henrietta tu dici di no, che non sai parlare bene e che ogni volta fai il possibile!!! -
- Sì - ripeté il ragazzo
- Bastardo! questa non te la perdonerò mai, o mi fai uscire con Henrietta o giuro che ti castro! -
- Non ti scaldare, parlo io con Henrietta...e comunque una delle sorelle era interessata anche a te...se vuoi vai, a me non importa. -

Lasciando il suo amico confuso, divertito e quasi basito dalle sue parole, arrivarono davanti alla porta ed entrarono. Ovviamente c'erano già sedute ai soliti posti Henrietta, Lea e Inaba, che vedendoli fecero finta di prendersela per il loro ritardo, salvo poi accoglierli nel club con la solita Lea che offriva loro dei biscotti, quelli preparati da lei e che piacevano tantissimo ai restanti membri. Seduta vicino alla finestra, al posto del capotavola, c'era Inaba che usava il suo portatile mentre sorseggiava della cioccolata: sembrava più asociale del solito. Alla sua destra c'era Lea, che, oltre ad offrire i biscotti e chiacchierare con i ragazzi, accordava la sua chitarra, mentre di fronte a lei c'era Henrietta che si sistemava i capelli con delle forcine. In realtà non era un vero e proprio club, però per loro era come se lo fosse; Lea, Inaba, Rey e Henrietta finirono lì per via della loro mancata iscrizione ai club che, con la nuova preside subentrata qualche settimana dopo, impose che tutti i ragazzi dovessero partecipare ad attività extrascolastiche, e non essendoci nulla che interessasse ai quattro, si ritrovarono in quello stanzino all'ultimo piano. Per Lukas era diverso, visto che, non essendo originario di Tokyo , arrivò quasi cinque settimane dopo l'inizio dell'anno scolastico e venne spedito come un oggetto inutile in quel posto. All'inizio i rapporti con gli altri non erano il massimo, anzi, nonostante Inaba fosse la più asociale, lui era ignorato dagli altri che diffidavano del giovane coetaneo. Pian piano, invece, grazie a Rey divennero tutti buoni amici. Le loro giornate passavano tra una canzone, una discussione e una merenda con the, cioccolata e biscotti preparati dalle ragazze; si divertivano molto e avevano preso ormai un certo livello di confidenza che li portava, di tanto in tanto, ad organizzare uscite notturne senza tornare a casa, dormendo in palazzi abbandonati; lo facevano per divertimento, per sfogarsi, per rilassarsi lontani dalle proprie famiglie come se pensavano di essere una vera e propria famiglia.
Quando uscirono per tornare nelle proprie case fecero la stessa strada insieme, con i due ragazzi che erano immersi in un dibattito su chi fosse la più bella fra le ragazze; ma, ridendo e scherzando , finivano con il farsi sentire sempre da Inaba che, essendo di natura non molto docile, rifilava calci ai loro stinchi facendoli accasciare in ginocchio per il dolore.
- Certo che Inaba è proprio violenta - disse Lukas
- Sarà bella, intrigante e dal fascino oscuro, amico mio, ma questa prima o poi ci farà fuori -
- Cosa avete detto? - domando Inaba fermandosi
- Niente, anzi continua a camminare e non pensare a noi, stiamo benissimo - rispose Rey
- Il prossimo che dice certe cose su di me subirà qualcosa di molto peggio, e sapete benissimo che sono in grado di farlo! -
- Sissignora...signorina...capo! - gridarono all' unisono come dei soldati provetti
Mentre camminavano, Rey fece segno al suo amico che era giunto il momento
- forza - e gli fece l'occhiolino
Lukas, aumentando il passo, si avvicinò a Henrietta e le sussurrò all' orecchio
- rallenta il passo che voglio parlarti -
Lei eseguì e si mise di fianco al ragazzo, mentre l'altro si mise tra Lea e Inaba chiacchierando allegramente , pensando però sempre alla sua Henrietta
- Allora cosa vuoi dirmi? Non sarà un'altra volta Rey che te l'ha chiesto? -
- Sì ma non voglio convincerti a baciarlo o mettervi insieme, voglio semplicemente che tu lo faccia felice andando ad un appuntamento con lui -
- Ma come faccio? Se accetto penserà che lo amo e si farà tremila film mentali! -
- Sì lo so come è fatto però ci parlo io, tu esci e basta e, se nel caso ti chiederà se vuoi stare con lui, digli che vuoi aspettare perché non ne sei sicura...perché è cosi vero? -
Henrietta arrossì e si girò
- S-si è vero...non è che non voglio stare con lui, anzi è divertente, forse pesante a volte, però voglio aspettare di vedere se per lui sono passeggera e se riesce a convincermi senza doverlo rifiutare almeno quattro volte al giorno...che sia un bravo ragazzo non lo metto in dubbio, però va troppo di fretta - si fermò e attese qualche secondo, ossia il tempo di vedere gli altri lontani così da poter parlare con sicurezza - a me lui piace, ma voglio capire...sai che voglio essere sicura di tutto Lukas. -
- Lo so ed è per questo che ti chiedo di uscire con lui. Si comporterà bene e poi almeno potrai capire se è un gentiluomo e ti rispetta.-
- Va bene, però voglio che sia lui a chiedermi di uscire, siamo intesi? -
- Intesi - disse sorridendo, e si avviò correndo insieme alla ragazza per andare a parlare con Rey.
Lo prese per la maglia e lo portò indietro
- Tutto bene! Uscirà con te ma devi chiederglielo tu -
- Grande, sei un mito, il mio Dio, ti amo -
- Sì ma se per caso tu dovessi fare il cretino, dovessi importunarla, dovessi chiederle di mettervi insieme, sappi che ti prenderò a pugni, anzi ti farò prendere a pugni e calci da Inaba intesi? Fai il dolce, l'educato e falla divertire, ma soprattutto non assillarla ok? Se la vuoi conquistare devi fare questi piccoli sforzi.-
- Ok benissimo! farò il bravo! per il mio amore farò tutto! A proposito, per caso sai cosa pensa di me? -
- No non so niente, la convinco sempre e basta! e poi non ti credere che sei un argomento interessante sai? - disse in tono ironico - andiamo comunque che ci stanno seminando...che avranno da camminare così velocemente! -
- Già! Me lo chiedo sempre anche io amico mio...sono i misteri della vita! -

Corsero per raggiungere le ragazze e toccando il lato B di Lea si fecero inseguire fino al solito semaforo, ovviamente rallentando di molto il passo per non distanziarle troppo. Si salutarono al solito incrocio qualche metro dopo e tornarono nelle rispettive case.
Appena varcò la porta della propria abitazione, Lea fu accolta dalla madre che cominciò, come al solito, ad assillarla con le domande sul club e sui ragazzi. Sua madre era molto protettiva e voleva sapere tutto di lei e non sopportava i ragazzi che considerava veri e propri approfittatori verso le ragazze più piccole. Forse con tutte le storie di tradimenti, di bambini nati con il padre che scappava via ed i pettegolezzi delle sue amiche, non voleva che succedesse anche a sua figlia. Invece lei non sembrava dar peso alle parole della madre, e raccontò soltanto delle varie lezioni soffermandosi sui soliti biscotti.
- Prepari biscotti per quei ragazzi? Dimmi la verità, ci hanno provato con te? - disse la madre
- No, come puoi pensare una cosa simile, sono soltanto dei semplici biscotti che mangiamo nel club, tutto qui, e poi ci sono anche Inaba e Henrietta lì dentro -
- E allora? Potrebbero influenzare anche loro e farvi fare cose sconce mentre tutti sono impegnati nei club e i docenti nelle loro mansioni del doposcuola -
- Come puoi pensare una cosa simile? - esclamò in tono dispregiativo la ragazza - loro sono bravi e divertenti e non farebbero mai una cosa del genere, ed inoltre sono miei amici e mi fido di loro! - finì urlando, e salendo velocemente le scale situate alla fine del corridoio andò in camera.

Si chiuse dentro, non accendendo nemmeno la luce, e facendo pochi passi verso la scrivania si inginocchiò a terra, cominciando a piangere e ad asciugarsi le lacrime con la maglia.
I rapporti con la madre non sempre erano ottimi, anzi, la maggior parte delle volte finiva sempre così, con lei che piangeva perché sua madre non credeva in lei e nei suoi amici. Da quando rimasero sole, dopo l'arresto del padre per droga, il legame familiare era come se fosse stato interrotto e lei cercava il conforto di qualcuno, e molto spesso questo qualcuno assumeva le sembianze di Inaba ed Henrietta, le uniche che si fidavano di lei e che l'avevano difesa e non derisa, al contrario di tutti gli altri studenti. Inoltre, si rifugiava nella musica perché le dava conforto, tranquillità e distruggeva i suoi tristi pensieri. Per lei la musica era l'unica cosa, insieme alle sue amiche, che la faceva rilassare, calmare, pensare in positivo. Certo, c'erano anche Rey e Lukas, ma loro erano ragazzi, non potevano capire cosa provasse in quei momenti, e soprattutto cosa significasse essere nella sua situazione, sia familiare che mentale; non potevano capire e nemmeno lontanamente immaginare cosa era diventata per lei essere una ragazza senza una vera e propria famiglia. Si maledì più volte quella sera, più del solito, e tra pianti e pugni sul muro ormai si era fatta l'ora di dormire. Neanche quella sera sua madre venne a parlare, a cercare di chiarire.

Henrietta, invece, appena arrivò a casa si ritrovò abbracciata dai due fratellini che l'aspettavano con ansia, e prendendola per le mani la portarono davanti alla televisione nel salotto.
- Oooooh è il vostro cartone preferito vero? - chiese sorridendo
- Tì Etta - disse Romeo, il più piccolo
- E mamma e papà dove sono ? -
- Tatà è al bagno e la mamma sta cucinando - rispose Kuneo

Salutò i fratellini e andò ad aiutare la madre in cucina. Cucinava il curry e preparava il sushi. Pensò che fosse un evento in particolare, ed infatti era così: suo padre era stato promosso a Vice-Direttore dell'azienda, e non potendo andare a cena fuori per via della febbre - seppur leggera - di Romeo, comprò il sushi direttamente da un ristorante lì vicino. Lei era contenta perché quando c'era una buona notizia mangiava sempre il sushi, il suo piatto preferito, e rideva e scherzava con la madre.
- Allora Henrietta, hai deciso cosa fare? Ti iscriverai al corso di scherma di quella mia amica? - chiese tutt'un tratto la signora che condiva il curry bollente nella pentola
- Sì credo che ci andrò, non mi dispiace fare qualche nuova attività - rispose lei mentre sbucciava le patate
- Bene, allora domani pomeriggio ti va se andiamo a dare un'occhiata ? -
- No, però se ho qualche impegno possiamo rimandare? -
- E che impegni hai? Tranne il club, non hai più attività ... -
- Lo so, ma forse Rey mi vuole invitare ad uscire con lui -
- Ancora Rey? Ahah è un tipo davvero ostinato e divertente! - disse la madre ridendo e con quella buffa frase fece ridere anche la ragazza
- Va bene allora! Se Rey ti invita vai pure, divertiti, ci andremo dopo domani -
- Grazie mamma! Vorrei capire che tipo è...se è un tipo divertente e serio o se vuole solo avermi - ci fu un imbarazzante silenzio tra le due che venne interrotto dai due marmocchi che entrarono di corsa
- Mamma abbiamo fame! - urlarono - tra quanto mangiamo? -
- Tra qualche minuto bambini, portate pazienza, intanto pensate voi ad apparecchiare in soggiorno? -
- Tiiii, la mammma ci fa apparecchiare, la mamma ci fa apparecchiare - canticchiarono allegramente, e quando i due uscirono la signora chiamò il marito per avvisarlo della cena in tavola
- Tesoro è pronto vieni! -
- Arrivo! -
- Comunque Henrietta, secondo me è un bravo ragazzo, si vede che ci tiene veramente a te, altrimenti non ti ronzerebbe intorno così assiduamente -
- Già, lo credo anche io...però voglio capire. -

Si diressero verso il tavolo, dove Henrietta aspettava l'arrivo del padre giocando con i suoi fratelli. Avevano 7 anni ciascuno e per loro lei era una seconda mamma. Si divertivano a creare casino insieme alla sorella, che quando era sola a casa, li accudiva come se fossero suoi figli. Più scherzava con loro e più desiderava avere da grande dei bambini come loro. Provava un amore enorme verso i suoi familiari e verso i suoi amici. Al contrario di Lea, i suoi si fidavano e questo le permetteva di aiutare l'amica in difficoltà. Inoltre, da quando aveva smesso con il nuoto e l'equitazione, fu più presente in casa e nelle uscite di gruppo con il club. Quando dormivano di nascosto la notte, a volte si sentiva in colpa per non aver detto nulla ai suoi, ma voleva, anzi desiderava avere in certi momenti un piccolo segreto che la facesse sentire più matura e nello stesso tempo più adolescente, e questo intrigava la sua voglia di evasione dalla felicità familiare. A volte, nonostante fosse tutto perfetto, desiderava essere veramente felice anche con il gruppo, con i suoi amici. Non sempre era così, però da molti anni le cose erano cambiate e tutto questo la fece sentire di nuovo libera di essere sincera, libera di aiutare Lea, Inaba, Lukas, Rey e chiunque chiedesse il suo aiuto. Ormai il periodo buio delle risse in classe con le altre ragazze, le sospensioni e i litigi tra la madre ed il suo ex-marito erano finiti. Adesso, dopo il periodo di ribellione, c'era una nuova vita, c'era la felicità e la tranquillità che aveva sempre desiderato. Il peggio era passato. Finito di mangiare si recò in bagno per lavarsi prima di andare a dormire – un’abitudine che la faceva dormire meglio. Mentre riempiva la vasca arrivò un messaggio da Rey :
<< Ciao Henrietta, come va? Tutto bene? Domani mattina vorrei parlarti perciò prima di entrare a scuola incontriamoci al solito bar lì vicino ok? Attendo risposta :) >>
Sorrise e rispose
<< Sì, allora domani alle 8.30 al bar, cerca di svegliarti in tempo dormiglione! Notte <3 >>
Si divertiva a stuzzicarlo con cuoricini e frasi dolci, magari proprio per capire i suoi sentimenti. In effetti le piaceva, ma prima di ogni scelta voleva capire se stava facendo la cosa giusta.
Si spogliò e si immerse nell'acqua calda, quasi bollente, e cominciò a pensare a Rey. Come era vestito adesso a casa o che cosa stesse facendo in quel momento, tanti pensieri riempivano la sua mente; eppure non capiva ancora se fosse davvero innamorata o no di lui.

Intanto Rey guardava un film d'azione alla tv, chiuso in camera come sempre, e mentre lo guardava pensava a Henrietta - dopo aver ricevuto il messaggio fece un salto di gioia dal letto e atterrò sul pavimento. Era contento, felice, ma anche tanto ansioso perché avrebbe chiesto alla sua adorata di uscire insieme. Dalla felicità chiamò Lukas
- Rispondi cavolo dai rispondi! - pensò ansioso mentre camminava come un forsennato per la stanza
- Pronto? -
- Lukas! Lukas! Lukas! Ha accettato di incontrarci al bar! Ha accettato! -
- Al bar? Intendi chiederle domani mattina di uscire con te? -
- Certo, davanti ad una bella colazione! Faccio bene? -
- Sì fai bene, però ricordati quello che ti ho detto! Dipende tutto da te! Se non farai il cretino a chiederle di mettervi insieme andrà tutto bene -
- Starò attentissimo, non farò nemmeno un mezzo passo falso, ce la farò! -
- Bravo, ben detto, a domani allora -
- A domani, sono tanto emozionato -

Tsk -pensò Lukas sorridendo - che idiota...però spero che vada tutto bene...se lo meriterebbe.

Sì, perché Rey, in passato, aveva sofferto molto per amore e da quando si era innamorato di Henrietta era cambiato, era tornato felice e allegro. Gli aveva raccontato della sua ex che lo aveva tradito con un ragazzo più grande di lui, di come lei l'avesse maltrattato davanti a tutti e della sua rissa con l'altro che finì male; gli costò il naso e una costola rotti. Fu una cosa brutta da sopportare, da dimenticare, specialmente per la doppia umiliazione subita, e per molto tempo si chiuse in sé stesso diventando quasi ginofobo. Forse era esagerato usare quel termine, però nel suo cuore c'era ormai, più che la paura, il disprezzo verso le ragazze, e anche se non era come esserne affetto, lui lo riteneva tale. Poi però incontro Henrietta il primo giorno di scuola, e da lì tutto cambiò. Il modo buffo nel quale si erano incontrati lo convinceva che era un segno del destino e che avrebbe fatto di tutto per di averla.

Lukas, immerso nei suoi pensieri, messaggiava con le due sorelle. Ormai aveva deciso di chiudere con loro, di lasciarle. Stava assieme a Rosy, ma la tradiva con la sorella, finché il giorno prima non si ritrovò a farlo con entrambe sul tavolo della cucina. Era stato fortunato! Non è roba da tutti - si ripeteva, eppure dentro di lui, sentiva di non aver più bisogno di loro. Voleva un periodo di pace e tranquillità. Per lui il tradimento era una cosa schifosa, eppure lo faceva ogni volta che lo invitavano nella loro casa. Si sentiva fortunato e stupido allo stesso tempo. Diede la buonanotte ad entrambe e aprendo la finestra osservò le stelle cercando le varie costellazioni; gli piaceva molto l'astronomia e sognava un giorno di vedere la Terra dallo spazio, magari accanto a chi amava. Era un sognatore, sapeva che era impossibile, però per lui fantasticare, magari con delle cuffie a portata di orecchio, significava libertà da ogni singola cosa; era unire la propria anima alle 7 note. Mentre il vento fresco della notte entrava in casa, Lukas ascoltava i suoi brani preferiti, quelli che adorava sentire prima di dormire, e mentre lo faceva pensava anche ai suoi amici. Certo, non era lì da molto, però pian piano erano diventati importanti. Senza di loro si sarebbe soltanto annoiato e probabilmente sarebbe tornato subito in patria, però ora come ora non voleva. Voleva divertirsi e in futuro vivere lì, magari riuscendo a togliersi qualche piccola soddisfazione come creare una band o scrivere un manga. Socchiuse la finestra e si mise a dormire. L'indomani avrebbe chiarito con le due ragazze.

Quando suonò la sveglia, Rey si alzò con un balzo felino dal letto e spalancò le finestre assaporando l'odore della rugiada mattutina. Di solito era un ghiro, ma non quel giorno, quello era il gran giorno. Si preparò come se dovesse uscire per un appuntamento. Si lavò, si improfumò più del solito e inviò un messaggio ai vari componenti del club. Era carico ma teso, era felice ma concentrato, era deciso ma timoroso : voleva fare bella figura con Henrietta e niente e nessuno al mondo lo avrebbe fermato.
Henrietta si svegliò di buon ora e andò a prepararsi con il solito dilemma mattutino
- Uffa cosa mi metto oggi per fare bella figura? - ripeté tra se e se
- Henrietta, sbrigati a prepararti, non perdere tempo a scegliere i vestiti giusti - urlò sua madre
- Ho capito mamma - sbottò lei - ma quale scelgo? Di sicuro Rey verrà vestito in maniera appropriata, non posso presentarmi come in un normale giorno di scuola...uffa! - sbuffò cosi tanto da sembrare una locomotiva , ma alla fine decise. Scelse dei jeans color blu scuro ai quali abbinò una maglietta verde e una piccola giacca rosso scuro. Non era il massimo ma poteva andare. Scese giù e bevette tutto d'un fiato il latte e uscì di casa. La madre aveva capito tutto, ma non riuscì a dirle niente perché sapeva che quando aveva appuntamenti sua figlia diventava frettolosa ed era impossibile parlarle. Le augurò soltanto una buona fortuna con la sua mente.
Uscita di corsa prese il bus che portava in città e alla solita fermata scese e si diresse subito davanti al bar. Rey arrivò puntualissimo, spaccando il secondo, e quando lo vide si intenerì.

Che carino...tutto questo solo per me...spero che non inizi a fare come al solito altrimenti mi farà vergognare davanti a tutti.

Rey invece appena la vide la salutò e le prese la mano e con un gesto delicato gliela baciò dinanzi alle persone che guardavano incuriosite
- Rey! Ci guardano tutti! Non potevi salutarmi come un normale essere umano? - disse lei mentre si sentiva osservata
- No Henrietta, tu sei speciale e io non sono un normale essere umano perché un essere umano non può innamorarsi di una dea così bella - rispose lui
- G-grazie Rey, sempre dolce. A-a-adesso andiamo dentro? non ho ancora fatto colazione - chiese lei tra l'imbarazzo e la tenerezza che il giovane le aveva provocato
- Certo cara andiamo -

Ok sembro un idiota! Ma come mi è venuto in mente di baciarle la mano davanti a tutti. Pensa Rey pensa...anche se è una cosa romantica non è quello che intendeva Lukas...comportati bene, comportati bene...però cavolo è così carina!

Che dolce, se soltanto la smettesse di farci vergognare con il suo romanticismo da tempi antichi andrebbe anche bene. Non cambierà mai, però forse è proprio per questo che sono qui con lui. Però è vestito in modo carino, io invece sembro una vecchia...

Entrarono e ordinarono un caffè . Entrambi si piacevano ma nessuno faceva il primo passo per organizzare un appuntamento vero e proprio. Più la guardava e più Rey si innamorava di lei, ormai era perso completamente.
- Senti Henrietta ... - disse ad un tratto - ti andrebbe di uscire con me oggi o quando sei libera? Di iniziare a frequentarci un pochino di più... -
Al sentir dire quella frase, tirò dentro di sé un sospiro di sollievo e rispose
- Certo, purché tu non faccia come sempre -
- No tranquilla, mi sono comportato da scemo in passato, adesso voglio soltanto conquistarti in modo serio e gentile. Te lo meriti. -
- Grazie...e ti perdono, anche se non hai chiesto scusa, a patto che paghi tu la colazione prrr - disse ridendo
- Ci penso io, ci mancherebbe altro! comunque grazie per la fiducia... -
- Vedi di non deludermi perché queste sono le tue ultime possibilità -

Che carino...quasi quasi lo stuzzico un po'.

Siiii, è andata, adesso devo mettercela tutta! La voglio la voglio la voglio!

Passarono i restanti minuti a parlare dei professori e del club. Si divertivano a prendere in giro, in modo scherzoso ovviamente, i loro compagni, e quando fu il momento di andare a scuola si recarono insieme nell'edificio. Durante la camminata Henrietta prese la mano di Rey e la strinse. Camminarono così fino al cancello scolastico. Rey poteva toccare il cielo con un dito in quel momento. Anche lui sapeva di esagerare nei suoi stati d'animo, ma non poteva farci niente, era troppo felice per volare basso e ragionare. Al diavolo la decenza e la realtà, la mia Henrietta è divina - pensò mentre camminava con lei mano nella mano. Arrivati al secondo piano si divisero ed andarono ognuno nelle rispettive classi. Le lezioni erano di una noia mortale che quasi fecero addormentare il ragazzo. Henrietta invece si divertiva e ascoltava con attenzione la lezione di Storia e prendeva appunti pensando però al gesto di qualche minuto prima. Ormai aveva intenzione di stare con lui, ma lo metteva alla prova e questa volta l'aveva stupita : niente scenate amorose, niente dichiarazioni e niente esaltazioni, era cambiato completamente!
Lukas invece durante la lezione cercava di scrivere un testo per una canzone servendosi del libro di Matematica che usava per coprire il suo block notes. In quei giorni era molto ispirato e sentiva di poter scrivere un buon testo.
- Signorino Lukas? - esclamò il professore
- Sì prof? Qualche problema? -
- Mi stai ascoltando? Perché non vieni qui alla lavagna a risolvere questa equazione? -
- Arrivo prof, ma non capisco come questo possa farla rispondere alla mia domanda -
- Non fare lo spiritoso giovanotto, eri distratto e sicuramente hai saltato il passaggio principale per risolvere questo genere di equazioni...vediamo come te la cavi -
- Come vuole lei... - disse sbuffando come un cavallo.

Prese il gesso e pian piano continuò l'equazione [ (k-1)x2 - 3x + 2 = 0 ] e dopo vari minuti la completò lasciando tutti a bocca asciutta, specialmente chi rideva di lui e il professore.
- Visto prof? La prossima volta prima di accusarmi e di fare il fighetto, risponda alla mia domanda, e, per la cronaca, non era poi tanto difficile - disse orgogliosamente in faccia al docente.

Quello che il professore e i compagni non sapevano è che Lukas era un mezzo genio, aveva un QI di 132 e, quando poteva, studiava in casa con il pc i vari argomenti perciò sapeva benissimo come si svolgeva l'esercizio. Non amava tanto lo studio però in mancanza d'altro si portava avanti con il programma. Si sedette e riprese a scrivere quando all'improvviso gli arrivò un messaggio di Lea
<< Hey Lukas che fai? Io mi sto rompendo davvero tanto. Questo qui non fa che parlare di motori, elettricità e tante altre cose della quale non capisco niente. Non vedo l'ora di vedervi tutti nel club comunque, anche se non ho preparato dei biscotti :( >>
<< Ahah non ti preoccupare comunque per i biscotti. L'importante è stare tutti insieme e divertirci e comunque anche io mi sto annoiando, però sto scrivendo un testo. Pensa che il prof mi ha rimproverato e l'ho dovuto smerdare alla lavagna. Comunque dai non manca molto alla pausa pranzo. Poi voglio farti leggere il testo ok? >>
<< Ok! ci conto! >>

Finita la lezione, infatti, si ritrovarono tutti alla mensa. C'era anche Inaba che però sembrava turbata. Era seduta al solito tavolo.
- Inaba tutto bene? - Chiese Henrietta preoccupata
- Sì tutto bene ragazzi, sono solo un po' stanca perché ieri i miei mi hanno fatto pulire casa dopo aver avuto degli ospiti noiosissimi -
- Stronzi! - esclamò Rey
- Già, non si fa così. Mi dispiace Inaba - aggiunse Lea
- Prima o poi vivrai senza di loro e starai più tranquilla. Se potessi ti ospiterei io, ma poi i tuoi e tutti gli altri penserebbero male di noi ahah - disse Lukas
- Sì, in effetti...però grazie mille. Ora non ci voglio pensare. Oggi comunque andrò a fare shopping per rilassarmi -
- Brava fai bene, comunque Lea posso parlarti in privato per quella cosa... - domandò Lukas
- Certo, andiamo dai! - rispose allegramente Lea
- Che cosa? Non mi direte che fate cose sconce a scuola? Lukas ma tu stavi con le sorelle, capisco che le volevi lasciare ma già le sostituisci? Ops - capì Rey in quel momento di aver toppato
- Grazie per la tua bocca cucita Rey, non so come farei senza di te! - si misero a ridere tutti - comunque andiamo Lea -
- Ok -

Uscirono dalla mensa e andarono nel corridoio.
- Stavi con le sorelle e non ci hai detto niente? Che storia è questa? - chiese Lea in maniera sospettosa e divertita
- Poi ti spiego, tranquilla, e comunque non stavo proprio insieme a loro, erano più delle scopamiche, ma vogliono una cosa seria e mi sono stufato di essere conteso -
- Non ti capirò mai, comunque prima che ci caschi anche io nel tuo " presunto charm " fammi leggere il testo -

Le porse il foglio e aspettò vari minuti sentendosi imbarazzato sia per la canzone sia per il piccolo fatto delle sorelle. Sapeva che se Lea o Inaba cominciavano a chiedere e a fare domande si sarebbe ritrovato nel bel mezzo di un terzo grado degno dell’F.B.I. Comunque, dopo qualche minuto la ragazza gli riconsegnò il foglio
- Wow, mi piace, forse un po' cruda ma è la verità. Sei forte Lukas! Scriviamola insieme ti va? Cercherò di convincere anche Inaba e gli altri a suonare ! - disse ad alta voce Lea
- Non è niente di che, è una cosa stupida! -
- E se è una cosa stupida perché me ne hai parlato? E perché siamo qui invece di mangiare? Non devi essere imbarazzato con me, Lukas. Sei intelligente, hai uno charm particolare ma sei timido, molto! Se fossi la tua ragazza ti vieterei di uscire di casa...peccato che non mi faccio abbindolare come le altre - rise lasciando senza parole il suo amico. Non era una risata cattiva, bensì una risata dolce e tenera.
- Comunque sia proveremo a scriverla, sei stato bravo. Un giorno di questi preparo un dolce per te! - gli diede un bacio sulla guancia e si diresse verso la mensa.

Lukas si sentiva imbarazzato da ogni singola frase che Lea gli aveva detto in quei minuti. L'aveva lodato, preso in giro, e seppur fosse un gesto di poco conto, gli aveva dato un bacino sulla guancia e gli aveva promesso una torta. Non capiva il motivo, ma si sentiva felice. La sua giornata era passata da noiosa a rilassante. Tornato anche lui in mensa trovò Rey accerchiato dalle ragazze.
- Lukas aiuto, mi stanno distruggendo! Non ho resistito, sono delle bestie! Non sono ragazze! Sono senza cuore! Mi hanno anche minacciato di chiudermi nel bagno delle docenti se non avessi detto tutto -
- E tu ovviamente hai ceduto come un soldato dalla poca resistenza mentale! -
- Allora Lukas, raccontaci com’è farlo con due ragazze nello stesso tempo - chiese Inaba che in realtà lasciò di stucco un po' tutti. Di solito si scherzava quando a qualcuno era capitata una cosa piacevole, invece questa volta era andata direttamente al sodo, e non erano state ne Lea ne Henrietta, bensì la più chiusa.
- Cosa volete che vi dica, è una bella sensazione, peccato che ho dovuto smettere dopo 20-25' min perché stavano per tornare i genitori. -
- E ora le vuoi lasciare? Sei un bastardo - disse Henrietta in maniera divertita
- Sì, più che altro perché litigano per me e vorrebbero una storia un po' più seria, e al momento non sono interessato. -
- Ma bravo, quindi se ora io e Lea ti saltiamo addosso tu accetti, ma se poi chiediamo di stare con te in maniera più seria ci diresti di no. Bravo. Ci consideri soltanto merce da piacere? - domandò Inaba facendo finta di essere arrabbiata. In realtà le sorelle non erano molto apprezzate, anzi, la loro etichetta di ragazze facili era conosciuta in tutta la scuola perciò capiva benissimo Lukas, e anche gli altri lo compresero immediatamente.
- Voi non siete merce da piacere, siete amiche e non siete delle troie come loro perciò tranquille, non vi tratterò male se un giorno ci provaste con me - rispose sorseggiando la Coca- Cola . Anche lui si divertiva a stuzzicare perché conosceva le reazioni delle tre ragazze e sapeva benissimo che poi nel dopo-scuola gliel'avrebbero fatta pagare, ma così non fu. Al club ci fu una normale " riunione " che finì un'ora prima; Rey ed Henrietta dovevano uscire insieme, mentre Lukas e Lea decisero di andare insieme ad un negozio di musica, e Inaba andò a fare shopping.

Lukas e Lea andarono insieme con la stessa metropolitana e durante il viaggio parlarono della musica in generale e degli strumenti. Per loro la musica era unica, mistica, e volevano suonare almeno una volta una loro canzone. Una volta arrivati si diressero subito nel settore delle chitarre e dei bassi. Subito dopo in quello delle tastiere e infine in quello delle batterie. Avrebbero acquistato ogni strumento se solo ne avessero avuto l'opportunità. Ad ogni strumento che provavano rimanevano incantati, sembravano dei bambini in un parco giochi, e andarono dal cassiere per chiedere se avesse degli strumenti a prezzi moderati per dei principianti.
- State iniziando a suonare? Andate a scuola di musica? O vuole comprare uno strumento alla sua ragazza? -
- Non è la mia ragazza! - disse imbarazzato, e fissandola la trovò rossa come un peperone
- Capisco, comunque dovete tornare tra una decina di giorni, ve li farò avere sicuramente -
- Grazie mille, a presto allora! -

Uscirono dal negozio molto imbarazzati
- D-davvero sembro la tua ragazza? - chiese lei abbassando lo sguardo
- Chissà , forse sembriamo davvero una coppia. Comunque sia non vedo l'ora di suonare insieme a te -

Lea si sentì ancora più imbarazzata, e vedendolo allontanarsi lo raggiunse e si aggrappò al suo braccio continuando a camminare insieme a lui. Non voleva avere nessun ragazzo, però stava bene in compagnia e probabilmente avrebbe fatto la stessa cosa anche con Rey, perciò non lo trovava così stupido come gesto. Fatto sta che si divertì e si sentì più sicura in quel momento. Sua madre sembrava un ricordo lontano che però avrebbe dovuto affrontare di nuovo tra poche ore. Non voleva, eppure fu costretta ad andare salutando Lukas come se fosse l'ultima volta che lo avrebbe visto. Era davvero un bravo ragazzo, e quando era con lui o con i suoi amici si sentiva protetta. Si dava colpe che non aveva e desiderava evadere da quella dimora maledetta, e guardando il tramonto dalla metrò situata quasi ai livelli dei grattacieli, una lacrima di speranza scese seguita da una di dolore. Era sola e iper protetta in casa ma era adorata fuori. Per lei, era come vivere una doppia vita.

Inaba quel pomeriggio lo passò nei negozi di vestiti e di biancheria. Ormai era stremata. Aveva girato tantissimi negozi e aveva acquistato quasi una decina di indumenti tra biancheria intima, magliette e pantaloni. Arrivò nell'ultimo negozio del centro commerciale, quello dove sua madre le comprava sempre i completini intimi e da uscita. Lo girò in lungo e in largo, tra la folla che cercava le ultime offerte : era periodo di saldi. C'erano tantissime donne e ragazze che provavano a turno e facevano vedere ai propri mariti e fidanzati, chiedendo pareri che a loro volta erano scontati.

Ma che galline...si mettono in mostra e chiedono ai loro uomini di dare un parere. Logico che per loro staranno bene. Mi danno il voltastomaco.

All'improvviso si imbatté in un vestitino di pizzo nero, molto marcato nelle decorazioni degli slip. Il reggiseno bisognava legarlo come in un bikini, e stessa cosa per le mutandine ricamate. Lo prese e stranamente cominciò ad immaginarsi con quel vestitino intimo insieme a qualcuno, magari proprio prima di un rapporto. Divenne rossa e scosse la testa ma decise di andarlo a provare. Non le costava nulla, e attese pazientemente il suo turno.
Entrò e si spogliò rimanendo praticamente nuda davanti allo specchio. Aveva freddo e si provò l'intimo. Le stava perfettamente e metteva molto in risalto le sue forme. Si sentiva una donna pronta per fare la sua prima esperienza in un letto. Certo, esagerava nei pensieri sconci, ma quel completino l'aveva incantata. Si rivestì e guardò il prezzo. Non aveva fatto caso al cartoncino fino a quel momento per via dei pensieri che le avevano intasato la testa. Si sentiva una pervertita ma non le importava. A lei non importava cosa pensasse la gente, voleva essere se stessa sempre. Appena vide il prezzo rimase quasi pietrificata. Costava praticamente come tutti gli articoli che aveva comprato e non poteva permetterselo; aveva paura di perderlo e cominciò a riflettere su cosa fare.

Che faccio, lo prendo? Poi non ho più soldi per questo mese. Che sfiga non è in saldo! Però qualcun'altro potrebbe prenderlo. Che cosa faccio...mi piace troppo...

Non sapeva che fare ma alla fine prese una decisione : decise di rubarlo!

Tanto lo farò solo questa volta, lo desidero tanto e se succede qualcosa lo pagherò...ma se non accettassero lo direbbero ai miei...che verrebbero derisi dai loro amici...

Inaba decise di compiere quel gesto anche per fare un dispetto ai suoi, specialmente verso suo padre che la trattava come una schiava. Voleva farlo deridere così non avrebbe più dovuto lavorare mentre lui e la madre si divertivano a letto. Certo, alla madre dispiaceva però in realtà non le importava niente. In lei pian piano si stava creando un senso di ribellione tale da far vergognare i suoi genitori. Entrambi dovevano pagarla. Infilò il completino in una delle buste, controllando che nessuno la vedesse, e si diresse alla cassa con uno slip da pochi soldi. Pagò, ma dentro di sé sentiva l'ansia e la paura, infatti appena oltrepassò le barriere l'allarme suonò e lei cominciò a correre verso l'uscita di emergenza. Sentiva le voci dietro di se che gridavano - Al ladro, fermate quella ragazza! Si sentiva davvero una criminale ma in quel momento l'unica cosa che contava era scappare. Raggiunse l'uscita e scese velocemente le scale, rischiando anche di cadere. Quando arrivò a terra si nascose dietro un vicolo e notando una coperta lasciata li vicino ad un secchio della spazzatura, si infilò sotto e si coprì, spostando anche un bidone per coprirla. L'odore di quel posto era di muffa, di marcio, di sporco, e le venne da rigettare ma resistette. Sentiva i passi degli agenti e le loro voci
- Dove sarà andata quella maledetta ladra?! Sarà sicuramente una ragazza di periferia! - disse uno dei due agenti
- Dai lasciamo stare, ormai se ne sarà andata in strada. - rispose l'altro
- Sì dai lasciamo stare. Tu l'hai vista in faccia? -
- No ma la cassiera sì e se tornasse qui se lo ricorderebbe di sicuro... -

I due andarono via. Per sicurezza Inaba fece passare una decina di minuti. Intanto aveva vomitato e per sua fortuna lo aveva fatto senza sporcarsi o macchiare le buste. Tolse la coperta e diede un'occhiata a tutte le buste; tutto ok, c'era tutto, anche il completino rubato. Si diede una sistemata ai capelli e ai vestiti e controllò il cellulare per vedere se era arrivato qualche messaggio. Metteva sempre il silenzioso quando andava a fare shopping ; non voleva essere disturbata per nessun motivo. Prese le buste e si incamminò, ma appena fece pochi passi sentì un pianto in sottofondo. Si fermò e cominciò ad ascoltare quella voce che piangeva. Non era un adulto e nemmeno un adolescente. Era la voce di un bambino, di un neonato per la precisione. Girò la testa e camminò seguendo la voce che pian piano si fece più forte, finché non arrivò al cassonetto dove era prima. Appoggiò l'orecchio per sentire e fu colta da un lamento. Posò le buste a terra e aprì premendo sulla leva dell'oggetto metallico. Si affacciò e rimase sconvolta. Dentro, in un cumulo di panni e di sporcizia, avvolto da un asciugamano, c’era un neonato che piangeva.

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2 ***


CAp2Ascoltando il pianto di quel neonato e osservandolo attentamente, Inaba rimase inorridita , e in pochi secondi lo prese e lo tolse da lì. In quel momento il mondo le apparse ancora più crudele di quello che era. Un bambino abbandonato in un secchione della spazzatura era troppo da sopportare. Sarebbe sicuramente morto per mancanza di cibo e cure, o peggio, sarebbe potuto finire schiacciato dal camion dei rifiuti. Lo avvicinò a lei per coccolarlo e farlo smettere di piangere, ma la puzza si sentiva fin troppo bene. Era lo stesso odore nauseabondo di prima e a stento riuscì ad abbracciarlo. Lo fece dondolare supplicandolo di stare zitto e di calmarsi; non sapeva come comportarsi, ma miracolosamente dopo qualche minuto ci riuscì, così si sedette vicino al bidone con le gambe incrociate

- Come si fa ad abbandonare una creatura cosi innocente. Vorrei che succedesse qualcosa a coloro che lo hanno lasciato qui, stronzi! Dannati stronzi! -

Si portò il bambino vicino allo stomaco e cominciò a dondolarlo per farlo addormentare canticchiando una ninna nanna. In poco tempo si addormentò facendo sentire meglio la ragazza che tirò un sospiro di sollievo. Nonostante puzzasse e avesse bagnato l'asciugamano con il quale era coperto, lo teneva vicino a sé e lo fissava mentre dormiva, fissava quell'innocente creatura come se fosse una madre premurosa. Sorrise e decise di chiamare i suoi amici : provò con Rey e Henrietta, ma non risposero. Passò a Lukas e Lea.
- Pronto, Lukas? -
- Inaba dimmi, è successo qualcosa? -
- Sì! Decisamente sì! Puoi chiamare anche Lea e gli altri e dir loro di raggiungermi nel solito cantiere dove andiamo a dormire? -
- Ok ci penso io, ma perché questa fretta? Vuoi che passiamo una nottata tutti insieme? -
- Non fare domande, a tempo debito saprai tutto! -
- Non ti incazzare Ina, ci penso io comunque...non vedo l'ora di sapere cosa vuoi ! A dopo -
- A dopo Lukas -

Era tutto sistemato e in poco tempo avrebbe mostrato ai suoi amici il neonato. Pensò a come portarlo lì senza che se ne accorgessero. Qualcuno poteva sempre pensare a male o, peggio, avrebbe potuto incontrare amici dei suoi genitori. Certo, sarebbe stato traumatizzante per i suoi sapere che accudiva in segreto un bambino, e in cuor suo voleva umiliarli ancora di più, però in quel momento non le importava di nessuno, voleva aiutare il bebè, dargli una casa calda, accudirlo. Non sapeva il perché, ma voleva farlo, voleva salvare il pargolo e basta! Non sapendo come portarlo per non destare sospetti, decise di togliersi la giacca e di metterla sotto ad un braccio, ricoprendo il piccolo che era posizionato a testa in su. Doveva sperare che non si svegliasse ed era pronta a rischiare. Aveva paura dei pregiudizi della gente e per questo agì in quel modo. Si introdusse in strada con una camminata veloce, cercando di mascherare il segreto attorno al suo braccio e ripetendo col solo movimento delle labbra

Non devo farmi scoprire, va tutto bene, non c'è niente di male e non stai facendo nulla di male.

In pochi la notarono ma nessuno fece caso al bambino. Camminava nervosamente per strada con la testa bassa stringendo la giacca in maniera non eccessiva, mentre dall'altra le buste cominciavano a farsi più pesanti. Per qualche strana ragione erano pesanti ma mancava poco ormai all'arrivo. Era questione di minuti, una manciata di minuti e sarebbe stata salva! Arrivò nel cantiere dove la maggior parte delle volte passava le serate insieme ai suoi compagni. Dinanzi al cantiere c'era un edificio mai utilizzato ma attivo con tanto di corrente e gas. Si trovava vicino al palazzo da demolire e, molte volte, in caso di necessità, i cinque ragazzi si rifugiavano in quella piccola abitazione. Compravano da mangiare e da bere e rimanevano lì fino a che non era l'ora di andare a scuola. Si divertivano molto esplorandolo e creando confusione, e questo contribuiva a fare crescere l'unione e la fiducia reciproca : quando erano lì tutti insieme, il mondo, la famiglia, la scuola, erano distanti nelle loro menti anni luce e questo rendeva tutto più speciale. Evadere per una notte da tutti i problemi faceva ritrovare la voglia di continuare, di vivere, di provare emozioni; le loro emozioni, seppur positive quando erano insieme, prese singolarmente erano negative, oscure, macabre, tristi, gelide : era come se fossero privi di un cuore e di una mente, era come essere dei robot. Certo, Rey e Henrietta tra i cinque erano quelli più positivi, ma a volte il passato tornava a tormentarli e subivano un cambiamento così drastico che si notava subito. Gli altri tre, invece, erano tristi e incompresi. Sempre. Mentre fissava la finestra all'ultimo piano, quella situata all'estrema destra dell'edificio, Inaba pensava ai sentimenti di ognuno e a come un piccolo palazzo abbandonato potesse dare tanta gioia. Attese per qualche minuto l'arrivo dei suoi compagni
- Inabaaaaa! - urlò Rey che correva verso la ragazza.

Inaba si voltò e lo fissò in maniera strana. I suoi pensieri l'avevano portata ad avere uno sguardo fisso, così intenso da portarla a guardare il vuoto.

- Inaba, allora, cosa sta succedendo? Perché questa fretta? Dai Henrietta muoviti! - mentre Henrietta parlava al telefono con sua madre
- Arrivo! Scusa mamma devo andare, scusa ciao - riattaccò in fretta e furia il cellulare e raggiunse Rey
- Ragazzi siete arrivati! E Lukas e Lea? Dove sono? Non sono ancora arrivati? - chiese lei con ansia
- Siamo qui non ti preoccupare! - disse all'improvviso Lukas con il fiatone. Dietro di lui c'era anche la ragazza.
- Allora? Questa urgenza? Cos’è successo? - chiese Rey
- Guardate! - esclamò Inaba sfilando la giacca, così che tutti potessero notare il neonato.

Le loro espressioni di palese stucco furono seguite da un verso di incomprensione.

- Inaba? Cosa caspita ci fai con un bambino? - chiese Lea
- L'ho trovato dentro un cassonetto in un vicolo e ho pensato di prenderlo! Poteva morire e adesso non so cosa fare! -
- Portarlo ad un orfanotrofio magari? Non sappiamo nemmeno di chi è! -
- No! - urlò la ragazza - non se ne parla nemmeno! Non permetterò che faccia una fine simile, non voglio! - continuò mentre stringeva il piccolo tra le sue braccia
- Inaba! Come fai a tenerlo? Ad accudirlo? I tuoi che direbbero? E cosa possiamo fare noi?! - domandò Henrietta
- Non lo so, non lo so, non lo so...ma non posso abbandonarlo... -
- Lo sappiamo, e vorremmo aiutarti, dicci come, e calmati Inaba! - Rey prese la ragazza per le spalle ma non riuscì a guardarla negli occhi perché lei abbassò lo sguardo dando il via a un piatto scosso da continui singhiozzi.

Non voleva lasciarlo, portarlo ad un orfanotrofio. E voleva soltanto far capire loro che desiderava essere aiutata. Era nel panico! Non ce la faceva a smettere di piangere e abbandonarlo significava essere come i suoi genitori, significava essere crudele e senza cuore. Lei non desiderava questo, non accettava il fatto di non poter fare nulla da sola, e non voleva ammettere che probabilmente i suoi amici avessero ragione. Si inginocchiò sporcandosi di polvere dalle ginocchia fino alle caviglie. I suoi amici capirono il momento e la guardavano con tristezza. Volevano aiutarla ma non sapevano come fare, cosa fare, come comportarsi e come nascondere il segreto. Si guardarono in faccia e senza proferire parola decisero il da farsi.

- Inaba ! - dissero canticchiando Lea e Henrietta
- Cosa volete? - rispose lei. Nel frattempo si erano inginocchiate anche loro
- Vuoi davvero tenerlo il bambino? -
- Sì...non lo lascio! - mentre il pianto diminuì
- Che ne dici se per questa sera dormiamo tutti insieme? Anche il piccolo è compreso -

Al sentir quelle parole smise di piangere e alzò la testa. Dinanzi a lei c'erano Rey, Lea, Henrietta e Lukas che la guardavano sorridendo. Per la prima volta quella ragazza fredda ed asociale faceva tenerezza e non paura. Per la prima volta era così dolce e bisognosa d'aiuto che era quasi impossibile dirle di no. Si alzò e si asciugò con una mano le lacrime cominciando a ridere. Sapeva di essersi comportata come una scema, come una bambina viziata, come una persona che molti riterrebbero debole, eppure non le importava. Era felice adesso e più sicura. Li guardò tutti ad uno ad uno
- Bene, adesso non ci resta che scegliere un nome per il neonato - disse Lukas
- Giusto! - Esclamò Henrietta - Che ne dite di Remy ? -
- No dai! Meglio Tatsuya - disse Rey
- Bruttissimo, perché non lo chiamiamo Lory ? - propose Lea con convinzione
- Non sappiamo nemmeno di che sesso è! Prima vediamo e poi decidiamo ok? - proferì Lukas

Tolsero l'asciugamano e notando i suoi piccoli genitali videro che era un maschietto

- Sì! Un maschio! Benvenuto nel club piccolino, adesso il conto degli uomini e delle donne è pari! - disse Rey ridendo
- Uffa un maschio - continuò Henrietta delusa - volevo una femminuccia così avrei potuto truccarla e coccolarla ancora di più -
- Secondo me se viene coccolato da te è ancora più contento - aggiunse Rey
- Scemo...comunque sia lo chiameremo Karl -
- Karl? Che razza di nome sarebbe Karl? - esclamò Lukas - allora chiamiamolo Alex e non se ne parla più - sbattendo le mani
- No si chiamerà Roxas – interferì Lea
- No! Lo chiameremo Ichigo - Rey
- William! - Henrietta

Andarono avanti così per quasi dieci minuti, proponendo nomi a ripetizione. Sembravano degli animali pronti ad azzuffarsi, eppure tutto questo fece sorridere Inaba che osservava la situazione con tranquillità quando il bebè si sveglio e toccò il suo braccio facendo un leggero verso. Abbassò lo sguardo e lo vide, e per un attimo sembrò come se stesse sorridendo; in quell'istante tutti i suoi pensieri svanirono, rimase a fissarlo per qualche secondo con il cuore stracolmo di felicità.
- Lo chiamerò Haru... - disse ad un certo punto accarezzandolo
- Come scusa? - Chiese Lea
- Haru...Ha-ru. Ti piace piccolino? - mentre cercava di fargli solletico con la punta delle dita. Il bimbo rise e cercò di prendere la mano della ragazza
- Haru...luce del sole – esclamò Lukas ad un tratto
- Esatto...lui è la mia luce...proprio come quella del Sole...senza non si vivrebbe... -

Alzò il piccolo e lo guardò negli occhi. Erano blu, un blu tendente a una sfumatura scura, erano particolari e per questo belli. Più continuava a fissarlo e più se ne innamorava; Haru l'aveva stregata. I suoi amici andarono dietro di lei per guardare meglio il neonato e la piccola creatura sembrava quasi intimorita da quella situazione: a riprova di questo fece dei versi di sgomento, ma Rey lo tranquillizzò con una faccia buffa. Cominciò a ridere vedendo il ragazzo fare gesti assurdi e musi strambi, e ad ogni smorfia Haru si divertiva sempre di più.

- Bene, adesso dobbiamo solo andare a fare spesa per stanotte - disse Rey
- Già, ma prima bisogna avvertire i parenti così non si preoccupano - aggiunse Lukas

Fecero tutti così

- Pronto mamma? Volevo dirti che stasera andiamo a mangiare una pizza tutti insieme e che mi fermo a casa di Inaba a dormire ok? -
- Va bene Henrietta, divertiti -

- Mamma sei tu? Ah no, papà senti stasera esco con Lukas e rimango da lui. -
- Va bene ma non combinare danni ok? -

- Sono con Inaba e Henrietta, dormiamo da Inaba. Ciao -
- Le....- cercò di dire la madre ma la figlia le attaccò il telefono in faccia

- Mamma stasera non torno a casa, andiamo al solito ostello per prepararci meglio alle interrogazioni di domani -
- E i vestiti e i libri per studiare? -
- I vestiti li vengo a prendere domani mattina insieme ai libri. Studiamo con quelli di Lukas -
- Ok a domani -
- Mamma! Non dire niente al vecchio. -
- Tranquilla! -

- Yo, stasera non torno, ho un impegno con Rey e le altre -
- Non ti preoccupare e se ti serve qualcosa chiama ok? -
- Ok ci vediamo domani ciao -

E finalmente poterono concentrarsi sul da farsi

- Allora, Lukas e Rey andranno a prendere da mangiare, e non prendete le solite schifezze - disse Inaba
- Noi? Perché noi ? - chiese Rey
- Voi sapete accudire un bambino? - rispose Henrietta seccata
- Voi forse sì? -
- Noi siamo donne, il nostro istinto materno è naturale, voi chissà cosa potreste fare al piccolo Haru -
- Ma non è giusto ! -
- Dai Rey, hanno ragione, probabilmente il piccolo nelle tue mani si ritroverebbe fuori dalla finestra in men che non si dica - interruppe Lukas
- Ti ci metti pure tu? Grazie della fiducia caro amico - in tono ironico e al contempo dispregiativo
- Prego amico, lo sai che sono sempre al tuo fianco ! - ridendo - Dai andiamo -
- Mi raccomando, niente schifezze! Una. al massimo due cose vi sono concesse ! -
- Sì lo sappiamo, ci vediamo dopo ragazze e mi raccomando, trattatelo bene -

Si incamminarono per andare al supermercato e, strada facendo, osservando i vari palazzi, le automobili e i pedoni, cominciarono a parlare

- Sai, già lo odio quel bambino - disse Rey
- Ahah è perché vorresti essere accudito da Henrietta -
- Esattamente ! -
- Dai smettila scemo! Piuttosto raccontami com’è andata con lei ! -
- Come vuoi che sia andata...bene...normale...non ho fatto scenate d'amore e sono stato sempre gentile...pensa che ci siamo anche tenuti per mano per tutto il tempo -
- Ooooh adesso non te la laverai più immagino -
- Ci stavo pensando. -
- Vabbè un giorno mi racconterai tutto ! -
- E tu con Lea? Non racconti? -
- Beh che devo dire, siamo andati al negozio, ci siamo divertiti e tra una decina di giorni torniamo per comprare gli strumenti -
- Non è di questo che voglio sapere e lo sai benissimo ! -
- Che palle che fai! Non è successo nulla, ne ci siamo stretti la mano, ne ci siamo baciati ! Una visita al negozio musicale e basta -
- Peccato... -
- Perché peccato? -
- Stanotte quando il bimbo dormirà faremo i soliti discorsi, lo sai, e staremo soli con le ragazze ...soli -
- Quindi? -
- Fai finta di non capire? Stanotte potresti portare Lea a fare una passeggiata o andare in disparte e provarci con lei -
- Mentre tu parlerai con Henrietta e Inaba rimarrà sola? Ma sei già ubriaco senza aver bevuto niente? -
- Perché no, Lukas! Parla con lei, faglielo capire, non pensare sempre agli altri .. - ci fu qualche secondo di silenzio, e intanto i due ragazzi si fermarono perché erano arrivati nei pressi di un semaforo. L'atmosfera tendeva al pesante e i due non sapevano cosa dire. Rey aveva ragione! Doveva fare qualcosa ma non voleva lasciare Inaba sola con il bambino, non se lo sarebbe mai perdonato.

- Va bene, non andrò con Henrietta in disparte, starò con Inaba e il mio angelo, così tu potrai andare in disparte con Lea...ti devo un favore dopotutto! – gli porse il pugno
- Grazie mille! Ma perché vuoi che parli con lei? - nonostante tutto Lukas era confuso
- Perché siete in completa sintonia! Adorate la musica, ti offre sempre più dolcetti e sembrate due scemi quando giocate. Siete come una coppia e secondo me è ora di fare il primo passo. Ovviamente sistemando la questione delle sorelle... -
- Capisco...comunque domani sistemerò con quelle due, non ti preoccupare. Però... -
- Però? -
- Però se dovesse andare male con Lea e i rapporti non saranno più come prima, ti riterrò responsabile, e scordati che poi ti aiuto con Henrietta . -
- Come dici tu playboy ! A tuo rischio e pericolo. Comunque andiamo, ché è la terza volta che scatta il verde -

Attraversarono l'incrocio e dopo qualche altro minuto passato a parlare delle ragazze, si trovarono dinanzi al supermercato. Entrarono e si diressero subito nel reparto alcolici. Presero due bottiglie di Sakè, una cassa di birra e dello spumante. Di solito andavano sul pesante ma quella sera volevano rimanere sobri per via di Haru e perché non volevano sfigurare davanti alle ragazze, non un'altra volta almeno. L'ultima volta Rey bevve così tanto che la mattina dopo non andò a scuola e Lukas rimase a controllarlo. Al contrario di Lukas, Rey non reggeva molto l'alcool, anzi, si poteva dire che dopo Henrietta lui era quello più " debole ". Lukas e Inaba invece raramente ne subivano gli effetti, infatti erano sempre loro che aiutavano a far rigettare gli amici e, sempre loro, facevano bere tanto caffè per farli riprendere. Comprarono anche il caffè solubile, qualche bottiglia d'acqua, del the verde e al limone e poi si diressero per comprare da mangiare. Presero carne, pesce,del ramen istantaneo e una confezione di onigiri. Qualche snack per spizzicare durante la nottata e della cioccolata. Si fermarono anche a prendere del latte per bambini e dei biscotti. Pagarono con la carta di credito di Lukas e tornarono subito al cantiere. Dopo mezzora arrivarono. Passarono quei minuti a pianificare la serata, aggiungendo magari qualche pensiero sconcio sulle loro amiche, sui loro completini intimi, sui loro gusti, sulle loro passioni erotiche, divertendosi come dei bambini. Pensarono anche a una serata hot in quel palazzo.

- Forse è meglio smettere di pensare a queste cose. Non credo succederanno mai - disse Lukas
- Purtroppo no, ma tanto io ho la mia Henrietta e prima o poi lo faremo! -
- Vacci piano...intanto pensa a conquistarla, poi penserai a domarla ahah -
- Credi che sia scalmanata? Io la immagino tanto dolce, delicata che attende le cure del suo amato Rey !-
- Mi fai paura . - guardandolo in maniera subdola
- Ahah dai, sei proprio un minchione quando fai così! -
- Se tu istighi io ti rispondo! -
- Lo so, però alla fine potresti avere ragione sai? -
- Su cosa? -
- Su Inaba! Secondo me quella riesce a domarti e ad ammaestrarti ! -
- Può essere! Con quel suo fare minaccioso. Però ha un fascino così oscuro che è difficile non pensare che sia così violenta anche in un rapporto. -
- Mi fai paura! -
- Lo so caro! Lo so! -

Arrivarono nel cantiere ma non trovarono le ragazze. Evidentemente erano già salite e si davano da fare. Entrarono e cominciarono a salire le scale. Erano otto piani e c'era un gran freddo, anche una puzza che era quasi nauseabonda. Ci vollero alcuni minuti prima di raggiungere l'ultimo piano. Entrarono e rimasero a bocca aperta. Dinanzi a loro trovarono le ragazze che osservavano il completino intimo rubato da Inaba.

- Lukas... avevi ragione... -
- Anche tu Rey...anche tu ! -
- Beh? Cosa sono quelle espressioni? Mai visto un completino intimo? - domandò Lea
- Forse perché loro sono abituati a vederle nude le donne...su internet - rispose Henrietta divertita
- Già già! - annuì Lea
- Comunque è di Inaba, e ce lo stava mostrando. E' grazie a questo completino che ha trovato Haru, sapete? -
- Non capisco...ma comunque Haru dov’è? – domandò Rey
- Tranquilli, sta dormendo nel letto, è al sicuro e al caldo non preoccupatevi. Piuttosto, cosa avete comprato? -

Fecero vedere i viveri alle ragazze, che rimasero abbastanza soddisfatte

- Bene, siete stati bravi questa volta - asserì Henrietta
- Vi siete meritati un premio - continuò Inaba
- Già, come premio stasera potete dormire nella nostra stanza -
- Come scusa? - chiese Lukas
- Hai capito bene, dormirete con noi, anche perché se Haru piange sarete voi ad accudirlo. -
- Cosa vi eravate immaginati? Eh pervertiti? - esclamò Lea che si avvicinò ai due ragazzi fissandoli negli occhi
- Non ci posso credere, davvero pensavate volessimo fare qualcosa con voi? Piuttosto facciamo qualcosa di hot tra di noi, senza farvelo vedere! -
- Mi fai paura! - dissero all'unisono e dopo un paio di passi superarono la ragazza e cominciarono a sistemare i viveri nel frigo.

Sistemarono quasi tutte le bevande, tralasciando una bottiglia di birra che aprirono subito per cominciare a dividerla. Passò di bocca in bocca ed in pochi minuti divenne vuota. Non era ancora ora di cena e i ragazzi ne approfittarono per parlare, esplorare a fondo i piani inferiori, facendo la conta per chi dovesse rimanere a controllare Haru : uscì Henrietta che accettò di buon grado di accudire il piccolo. Voleva rilassarsi un pochino e infatti andò ad allungarsi nel letto dove c'era il bambino. Gli altri invece uscirono e cominciarono a scendere di corsa per i piani. Sembravano dei bambini curiosi, anche Inaba, che non era molto socievole di carattere. Arrivarono al quinto piano, e mentre le ragazze avevano ormai preso le distanze dai ragazzi, che correvano più lenti, Lukas fece cenno a Rey di tornare sopra, indicando con la testa l'alto, ossia l'ultimo piano.
- Hai qualcosa da fare - disse indirizzando gli occhi al soffitto. Il suo amico recepì il messaggio e cominciò ad avviarsi
- Perché lo hai fatto? Non mi serviva . -
- Perché ti devo un favore per il tuo aiuto stasera. Vai e fai il tuo dovere. -

Rey era deciso a conquistare Henrietta e sapeva che soltanto stando insieme a lei, facendole capire che non era quel ragazzo che la perseguitava e che l'assillava, avrebbe potuto averla, e sapeva anche che doveva ringraziare Lukas per tutte le volte che l'aveva aiutato. Dal suo profondo sperava andasse tutto bene anche per lui. Se lo meritava, anche se con le ragazze si comportava male. Non lo faceva per cattiveria ma soltanto perché non era innamorato. Quando si sarebbe innamorato avrebbe smesso di comportarsi in quella maniera.
Arrivò da Henrietta e la trovò allungata sul letto a fissare il bambino. Era tanto bella e tanto dolce in quel momento che avrebbe voluto stoppare il tempo per osservarla, osservare i suoi lunghi capelli castani, i suoi occhi profondi, il suo corpo principesco... Lei lo notò e si sedette poggiando la schiena al muro
- Come mai sei qui? e gli altri? -
- Stanno esplorando come dei matti e io ho pensato di venire qui a farti compagnia, non volevo lasciarti da sola! Ho forse sbagliato? -
- No, no, anzi stavo per addormentarmi ahah, probabilmente per la noia -
- Allora ho fatto bene ahah - si sedette vicino a lei - allora? - sfiorandole la mano
- Allora cosa? - chiese lei, sapendo in realtà cosa stesse per chiedere Rey
- Hai passato una buona giornata? Ti ho fatto una bella impressione? -
- Sì! Sei stato bravo e mi hai stupito - sorridendo - evidentemente ci tieni davvero a me -
- Certo, sei importante lo sai - le strinse la mano e la guardò negli occhi - sei importantissima per me...sei...vitale. -

Henrietta arrossì, tolse la mano e subito si girò. In quel momento voleva sparire dalla faccia della Terra. Ripensò alla giornata passata insieme a lui, alle risate, al film, al fatto di essersi tenuti la mano per tutto il tempo. Alle sue battute e la sua dolcezza a volte smielata ma troppo irresistibile. Il loro primo appuntamento era andato benissimo e nonostante tutte le difficoltà iniziali, pensava sempre di più che con Rey potesse funzionare. Era emozionata e non pronunciò nemmeno una parola. Fu Rey a farla ritornare in sé, avvicinandosi cautamente per non svegliare il piccolo Haru: da dietro l'abbracciò e le diede un lieve bacio sul lato destro del collo. La ragazza si sentì impotente in quel momento e gli prese le mani
- Rey... -
- Dimmi -
- Che stai facendo? -

Ci fu un breve silenzio

- Quello che mi sento di fare...dimostrarti cosa significhi per me ... -
- Perché lo stai facendo? Siamo usciti soltanto una volta e avevi promesso che non avresti fatto cose del genere... -
- Henrietta... io voglio continuare ad uscire con te, ma adesso voglio abbracciarti... e se potessi non ti lascerei mai -

Lei si sentiva sempre più strana, aveva le palpitazioni più forti ma era anche un pochino delusa dal comportamento del giovane, ma per una volta se ne fregò. In realtà avrebbe voluto dirgli di non smettere di stringerla ma la timidezza e l'imbarazzo la fermarono. Lui avvicinò il proprio corpo appoggiandolo alla sua schiena. Era in paradiso e aveva capito le parole di Lukas : << Hai qualcosa da fare. Vai e fai il tuo dovere >> si riferiva a quella specifica situazione. Le diede un altro bacio sul collo mentre con la sua mano destra, lasciando la presa, portò la mano sinistra di Henrietta e la fece girare, riportandola a guardare il suo sguardo.
- Henrietta...-
- Rey - disse lei a bassa voce. L'atmosfera era diventata calda e assurda. Era come se il gelo dell'edificio si fosse trasformato in un calore amoroso e passionale
- Perdonami - sussurrò il ragazzo che dopo averla fissata per qualche secondo la baciò delicatamente . Credeva di aver commesso l'ennesimo sbaglio, quello più grande, ma non fu così. Henrietta ricambiò quel contatto e si baciarono. Si sentivano entrambi strani e in ecstasy. Per entrambi non era la prima volta ma non importava, era un bacio speciale atteso da tanto, troppo tempo. Le lingue si sfioravano e battevano l'una contro l'altra mentre le loro mani si stringevano sempre di più. Tutti i loro sogni, le paure e i dubbi amorosi vennero smorzati da quel gesto inaspettato - per come doveva svilupparsi la giornata e il corteggiamento - di Rey. Aveva osato, e gli era andata benissimo. Smisero di baciarsi fissandosi negli occhi, imbarazzati ma felici.
- Grazie per averlo fatto – sussurrò con voce roca Henrietta
- Perché? -
- Perché attendevo da tanto questo momento -
- Vuoi dire che ... -
- Esatto. Mi piacevi prima, mi piaci adesso e da questo momento in poi tu sei mio. -
- Solo tuo voglio essere. -

Lo prese e lo baciò lei questa volta, e il baciò fu meno dolce ma più passionale, così tanto che Rey la prese per le spalle e staccandosi qualche secondo la fece allungare sul letto portandosi sopra e bloccandole le braccia, iniziò lentamente a leccarle il collo con la punta della lingua e poi riprese a baciarla per diversi minuti. Finalmente era sua e doveva ringraziare Lukas ed il suo coraggio. Sapeva benissimo che non poteva esagerare ma in quel momento non ci furono pensieri sconci o sorta di " flashback ", in quel momento c'erano solo la sua amata Henrietta e le sue labbra. Aveva toccato il cielo con un dito grazie a quel bacio, ma per lui, o meglio, per loro, quel bacio ebbe un significato profondo e stupendo. Era il bacio di chi non riusciva ad esprimere le proprie emozioni, di chi era troppo insistente e di chi troppo insicura, era il bacio di due innamorati che prima non riuscivano a trovare la porta giusta, la porta che una volta aperta avrebbe unito i loro cuori e le loro anime. Da un semplice ma profondo bacio, le loro vite cambiarono. Adesso il mondo non era più crudele : adesso il loro mondo era rappresentato dalla loro metà, che stavano fissando proprio in questo momento.

Lukas, Inaba e Lea invece girovagavano senza sosta per l'edificio aprendo tutte le stanze e ispezionando nel vano tentativo di trovare qualcosa. Le ragazze erano certamente più curiose del giovane, e infatti la maggior parte delle volte lo presero per le mani e lo trascinarono nella loro corsa verso le altre stanze. Non c'era bisogno di correre eppure quella situazione di libertà, seppur con un bambino a loro carico, esaltò lo spirito giovanile e la loro voglia di poter divertirsi senza pensare ai problemi. Anche Lukas era attivo ma non come loro, però rimase con le sue amiche per dare a Rey la possibilità di parlare con Henrietta; chissà come stavano andando le cose, pensava tra sé e sé mentre erano arrivati al secondo piano e si fermava sulle scale. Si sedette e lasciò le ragazze, che in pochi secondi aprirono la prima porta di quel piano. Entrarono e cominciarono a controllare nei vari cassetti se ci fosse qualcosa di rilevante e che potesse suscitare la loro curiosità. Niente, vuoto anche lì, ma non si arresero e proseguirono per tutta la stanza. Sembravano dei ricercatori attenti anche ai più minimi dettagli
- Inaba! Non c'è niente - disse Lea sbruffando in segno di noia, d'altronde era tanto curiosa e non trovare naturale che le provocasse questa reazione
- E’ naturale Lea! Cosa ti aspetti di trovare? - mentre scartava scatoloni
- Non lo so, qualche oggetto -
- Non ti aspettare niente di rilevante, al massimo troverai delle siringhe usate da qualche malvivente -
- Oddio - con aria quasi spaventata e scherzosa - vuoi dire che potrebbero venire dei criminali? E se ci fanno qualcosa di brutto? -
- E se arrivano siamo comunque in compagnia di due ragazzi, vedranno loro cosa fare -
- Che bella consolazione! - e scoppiarono a ridere tutte e tue

All'improvviso la porta si chiuse e la luce si spense, e le ragazze si spaventarono
- Lukas, sei tu? -

Non ricevettero risposta! Erano al buio, con il solo aiuto del display dei cellulari. L'interruttore era troppo lontano. Si abbracciarono per farsi coraggio e cercando di intravedere la porta. - Dov'è Lukas!? - Il loro pensiero fu quello. Ad un tratto Lea venne presa di sorpresa di spalle e con forza venne trascinata via, rompendo l'abbraccio con la sua amica. Le urla delle ragazze si fecero sempre più forti e Lea si ritrovò sbattuta sul tavolo con la testa poggiata sul ripiano.
- C-chi sei? -
- Sono il malvivente di cui parlavate - disse l'ombra con voce rauca
- Dov’è il nostro amico? -
- Appena mi ha visto è scappato come una femminuccia, ma non devi pensare troppo a lui, preoccupati per te! -

Iniziò a toccarle le gambe, con le due ragazze pietrificate dalla paura, infilando anche una mano sotto al vestito, raggiungendo il reggiseno e sganciandolo
- Fermati! Che vuoi fare? Lasciami stare ti prego! -
- Voglio farti provare un piacere nuovo, se non lo hai già provato... Lea -

Al sentir pronunciare il suo nome rimase stranita e confusa

- Lea...come fai a conoscere il mio nome? -
- Semplice! Mi porti ogni giorno dei dolcetti! -
- Un momento...Lukaaaaaaaas! -
- Ahaha vi ho messo paura eh? Ahahah -
- Bastardo! Stronzo, mi hai fatto prendere un colpo! -
- Dai stavo scherzando...avevo ascoltato i vostri commenti sui malviventi -
- Peccato che tra poco non avrai più nemmeno le orecchie! - disse Inaba da dietro che lo sgambettò e lo fece cadere a terra.
- Aspettate! Cosa volete fare? Stavo solo scherzando! -
- Uno scherzo pesante che pagherai a caro prezzo stronzetto - esclamò la ragazza che si sedette sulla sua schiena e lo morse sul collo, facendo urlare dal dolore il giovane malcapitato. Dopo di che Lea prese uno scatolone e glielo riversò sopra. Era tutto impolverato e sporco
- Ahaha, non sarà stato pesante come il tuo ma adesso sei davvero uno " sporco " malvivente - urlò Inaba che ridendo insieme a Lea corse fuori e si incamminarono per tornare all'ultimo piano.

Lukas rimase lì qualche secondo a fissare il pavimento. Si passò una mano in faccia e tra i capelli e se la portò davanti gli occhi. Era bianca. Era tutto sporco, ma se l'era cercata. Di certo c'erano andate leggere però si era divertito a spaventarle. Le loro reazioni quando sganciò il reggiseno di Lea furono così esilaranti che non smetteva di ridere e di pensarci. Decise di avviarsi e cominciò a salire le scale. Arrivò all'ultimo piano e vide che le due ragazze erano sedute sull'ultimo scalino e quando lo videro lo salutarono.
- Salve, come va? Perché sei così sporco? - Lea
- Colpa di due ragazze che volevano provare esperienze nuove - si fissarono e risero
- Dai andiamo così ti lavi - disse Inaba

Si incamminarono e dopo pochi passi furono nell'appartamento. In quell' edificio alcune stanze erano degli appartamenti e altre erano magazzini.
- Rey! Henrietta! Siamo tornaatiiii! - urlò Lea

Dalla camera da letto uscirono i due ragazzi con aria quasi sconvolta, certamente rammaricata perché erano in vena di romanticismi.
- Cosa stavate facendo? E, Henrietta, i tuoi capelli? -
- I miei capelli cosa? - chiese la ragazza, evidentemente colta in fallo
- Sono molto scompigliati... come se stavate facendo qualcosa di sconcio... -
- No! No! No! - urlò lei che divenne rossa . In realtà si stavano solo baciando e accarezzando, ma quella posizione per lei era troppo passionale
- Sarà...intanto sembrate più felici! -
- Se lo dici tu Inaba...piuttosto, cosa avete fatto a Lukas? – intervenne Rey
- Oh niente! Il signorino ha fatto uno scherzo di pessimo gusto e ne ha pagato, seppur in modo leggerissimo, le conseguenze! – rispose molto tranquillamente Lea accarezzando Lukas
- Cosa ha combinato? -
- Niente di che, ha chiuso la porta, ha spaventato me e Inaba e per rendere il tutto più orripilante ha fatto finta di essere uno stupratore - disse Lea con estrema leggerezza
- Ahaha non cambierai mai, volevo esserci anche io - camminando diede il cinque al suo amico e andarono in bagno ridendo come degli scemi
- Ma guardateli, ridono per uno scherzo idiota! - esclamò Inaba con serietà
- Sono uomini, o, meglio, tentano di esserlo...cerca di capirli - rispose Henrietta, che in realtà avrebbe voluto difendere Rey
- Secondo me sono simpatici! E’ stato pauroso ma divertente, ammetto che quando mi ha detto chi era volevo scomparire per la vergogna -
- In effetti ... - proseguì Inaba
- Vabbè dai cominciamo a preparare da mangiare! -

Intanto Rey e Lukas parlavano e mentre aspettavano che l'acqua della doccia uscisse, Lukas iniziò a spogliarsi
- Com’è andata? -
- Secondo te? -
- A giudicare dal tuo sguardo...alla grande, anzi di più – si tolse la maglia
- Alla grandissima Lukas! L'ho baciata, lei ha accettato e siamo stati a coccolarci e accarezzarci e scambiarci baci fino a che non siete arrivati voi ! -
- Davvero? Grande Rey! Mi hai stupito! - si girò e si diedero il pugno
- E tu con quello scherzo che tentavi di fare? -
- Spaventarle perché avevo sentito i loro discorsi, e poi perché almeno ho preso molta confidenza con entrambe quindi stasera potrei avere campo libero con una delle due visto che a te è andata a meraviglia. - si tolse anche i jeans, rimanendo in boxer
- Sisi stai tranquillo, stasera tu e Lea o tu e Inaba rimarrete soli! Vai a lavarti adesso, anche se non ci sono bagnoschiuma, anzi nessun genere flacone! -
- Mi arrangerò.-

Entrò nella doccia e iniziò a lavarsi. Ripensò allo scherzo e cercò di immaginare la serata con Lea o Inaba. Non sapeva scegliere ma in quel momento Lea sembrava più raggiungibile. Non voleva trattarla male, anzi, aveva serie intenzioni, però anche Inaba lo affascinava. Aveva sempre paragonato le due ragazze alle due facce di una medaglia : da una parte l'affascinante, timida e misteriosa Inaba e dall'altra l'estroversa, allegra e bella Lea. Non sapeva scegliere però in quel momento il cuore e il cervello dicevano Lea! Uscì dalla doccia e prese l'asciugamano lasciato lì l'ultima volta. Ne avevano uno a testa. Avvolse l'enorme panno attorno al suo corpo, lasciando la doccia libera per Rey, che nel frattempo aveva finito di spogliarsi. Si lavò più velocemente del suo compagno, anche perché ormai il suo desiderio era diventato realtà e non aveva quasi nulla su cui riflettere. Uscendo si coprì anche lui e uscirono dalla stanza.
- Che cosa state facendo? Perché ogni volta non vi cambiate in bagno come facciamo noi? – fece Henrietta coprendosi quasi completamente il viso
- Indovina? - chiese Rey
- Non saprei -
- Ma è ovvio, così potete fare pensieri sconci e osservarci meglio! Se poi vi vengono certe voglie siamo già pronti - rispose Lukas
- Secondo me siete voi che li fate, non abbiamo certo bisogno di osservarvi per capire che siete due pervertiti ! – sbottò Inaba
- Se lo dite voi... per vostra informazione siamo nella nostra stanza! Chiunque voglia venire è pregata di prendere il numeretto! -

Andarono a cambiarsi. Per fortuna alcuni vestiti erano rimasti lì. Ormai quel posto era come la loro casa, nella quale conservavano lo stretto indispensabile : vestiti di ricambio, asciugamani e flaconi di bagnoschiuma e shampoo e qualche rivista da spulciare nei momenti di noia, oltre che ai manga.
Le ragazze invece continuarono a cucinare. Ogni volta quei due uscivano in quel modo dal bagno, ma in realtà la cosa non dispiaceva a loro tre, anzi, essendo delle yaoiste sfegatate, la maggior parte delle volte immaginavano scene tra i due nella doccia, salvo poi finire in una risata. Tra i cinque c'era feeling e forse il fatto di essere in tre per due ragazzi un po' frenava anche gli animi e gli impulsi - anche se non erano certamente delle ragazze facili - però capitava quel periodo dove si sentivano iper attive; nonostante questo non tentarono mai di fare sesso o altre pratiche con loro. Finirono di preparare la cena e servirono tutto nella tavola che avevano apparecchiato; uscirono anche i ragazzi e si sedettero ognuno al solito posto. Mangiarono e parlarono in generale di musica, anime, scuola e pian piano cominciarono a bere. Sapevano che più in là ci sarebbero state anche le solite conversazioni decisamente più strane, che si focalizzavano su argomenti sconci, quindi al momento non era necessario soffermarsi su quel genere di pensieri. Spazzolarono tutto e si misero a svolgere gli incarichi. Fecero la conta
- Allora questa volta tocca a Rey e Lukas lavare i piatti mentre noi spazziamo per terra -
- Che palle! - sbottò Rey

Svolsero tutti e cinque le proprie mansioni e in breve tempo finirono. Erano le 21.30 e decisero di giocare a carte. Anche le carte facevano parte dei beni indispensabili : giocarono 3 vs 2, o meglio, era un 2 vs con Inaba che suggeriva alle sue amiche. Come sempre i ragazzi tentarono di imbrogliare
- Allora, chi perde esaudirà tre desideri del team vincente ok? E non ci saranno obiezioni! - propose Lea.
Lukas e Rey si guardarono in faccia
- Accettiamo, preparatevi a diventare le nostre schiave! -

Giocarono a Ramino, a Poker e a Briscola. Ovviamente Lukas insegnò agli altri come giocare a Ramino e Briscola.
La prima partita era a Briscola! Nonostante i ragazzi facessero dei segni per comunicare tra loro, le ragazze vinsero! Vinsero 3-2
- E la prima è andata! - dissero all'unisono le tre
- Non è ancora finita! E’ tutta fortuna!! - esclamò Rey

La seconda partita fu a Ramino. Durò qualche minuto di più e questa volta erano le ragazze che tentavano di imbrogliare, cercando di sfruttare il fatto che Inaba potesse vedere le carte di entrambe. Non poteva suggerire a meno che non era un errore logico e usarono questo trucchetto per far sì che Inaba trovasse le combinazioni vincenti. Ma i ragazzi furono astuti e usando i gesti delle mani cominciarono a comunicare tenendo le carte con le dita, cambiando sempre disposizione, creando così una frase di risposta. Vinsero i ragazzi, 1-1. Si fecero le 22.45 e cominciarono a fare a Poker, singolarmente. Se una ragazza vinceva, avrebbero perso. Fu così perché le ragazze, per vincere, ricorsero all'astuzia e con poche mosse distrassero i ragazzi e ne approfittarono. Avevano vinto
- Yuhuuuu ! Abbiamo vinto, abbiamo vinto, abbiamo vinto! - canticchiando
- Abbiamo perso! Come è potuto accadere??! - disse Rey a Lukas, guardandolo in faccia e rimanendo più scioccato di lui.
- Bene signori, avete perso e come da accordi abbiamo diritto a tre desideri! - esclamò Inaba
-Giusto, e come primo desiderio spostate il tavolo e il materasso così possiamo metterci comodi! Visto che non siamo crudeli? -

I due obbedirono. Tolsero le coperte e i lenzuoli e lo portarono nel salone e appoggiarono il materasso a terra. Henrietta spense le luci e si misero tutti sopra l'oggetto in cerchio con i cellulari al centro a illuminare. Era ormai un'abitudine fare quella cosa, era divertente!
- Haru? - chiese Lukas
- Tutto ok, mentre vi facevate la doccia si era svegliato e l'abbiamo fatto mangiare. -
- Meno male...- Rey
- Piuttosto... abbiamo diritto a due desideri ancora! - Disse Henrietta
- Esatto e come primo... -
- Secondo - interruppe Lea
- Sì insomma come secondo desiderio vogliamo che vi scambiate un bacio...a stampo...purtroppo... -
- Che?! - urlarono i due
- Avete sentito bene! Vi conviene farlo altrimenti a scuola potremmo anche spargere la voce di voi due che fate la doccia insieme. -
- Stronze! Abbiamo una reputazione da difendere. E va bene comunque, siete delle arpie! -
- Pronto Rey? - facendo una faccia schifata
- Pronto! -

I due si diedero velocemente un bacio a stampo sulla bocca, per la gioia delle ragazze, e poi girarono di scatto le teste per non guardarsi. Le ragazze avrebbero voluto vedere un altro tipo di bacio ma non era possibile, era troppo anche per loro e soprattutto Henrietta non sarebbe stata tanto contenta di vedere il suo ragazzo baciarsi con un altro proprio lo stesso giorno in cui si erano messi insieme.
- Che belli che siete ahah - rise Inaba - adesso però parliamo un po' ! -

Parlarono di argomenti ben più pesanti come la famiglia ed eventi passati, vecchi aneddoti, vicende tristi; insomma, argomenti utili a sfogarsi. Alternarono questo genere di argomenti con alcuni sconci, come le posizioni preferite, i pensieri erotici che un giorno avrebbero voluto mettere in pratica; ormai sapevano tutto di loro che a sentir i pensieri di Inaba o Lukas o degli altri, non si scandalizzavano più. Si divertivano anche, e facevano battute alle quali i ragazzi rispondevano con gusto. Venivano istigati dalle tre fanciulle ma avevano quasi sempre la risposta pronta. Quelle serate passate a parlare di cose tristi, cose divertenti e cose sconce erano l'ideale! Parlando, ridendo, scherzando e provocando, si fece mezzanotte. I cinque non avevano voglia di dormire, anzi, qualche vaga toccatina rese l'atmosfera più frizzante e, tra un sogno nel cassetto di Rey e un racconto sulle discussioni con la madre di Lea, il tempo volò, finché le ragazze non andarono a controllare Haru. Avevano sentito un pianto acuto provenire dalla camera da letto. Era il piccolo che piangeva e che doveva fare i bisogni. Cominciarono ad accudirlo ma per loro sfortuna si scordarono di commissionare i pannolini ai ragazzi, quel pomeriggio.
- Cazzo si sono dimenticati dei pannolini! - esclamò Lea
- Vero, però è colpa nostra anche - disse Henrietta

Nel frattempo Lukas e Rey giocavano a braccio di ferro.

- Lukas...-
- Dimmi -
- Adesso è il tuo turno! Fai quello che devi fare! Quando torna, trova una scusa per stare solo con Lea ok? -
- Ok, grazie! –

I due si guardarono in faccia e sorrisero. In realtà assomigliava di più a un sogghigno malvagio, anche se le intenzioni erano buone, ed i loro occhi alludevano ad una sola cosa : Lea doveva essere di Lukas! Costasse quel che costasse, doveva riuscire ad avere almeno un appuntamento! Continuarono la loro sfida attendendo il ritorno delle ragazze...poiché la nottata non era ancora finita, c'era ancora tempo per un tentativo, quello che avrebbe potuto cambiare la vita di altri due ragazzi.


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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3 ***


cap3Haru continuava a piangere mentre Inaba lo dondolava e lo implorava di stare zitto; non avevano i pannolini e come rimedio presero delle mutandine di ricambio e, dopo aver pulito il piccolo, gliele fecero indossare insieme a un'imbottitura di cotone tenuto lì per le emergenze. Sembrava calmarsi, mentre le tre ragazze lo accudivano erano rimaste ammaliate dal pianto del neonato. Si divertivano a fare le mamme, anche se un po’ di rammarico c'era, visto la loro chiacchierata con i due ragazzi era stata interrotta. Passarono una decina di minuti ed il bebè si addormentò. Lo distesero sul letto, sotto le coperte, e andarono di nuovo in soggiorno. Trovarono i loro amici a giocare a braccio di ferro e, senza proferire una parola, guardarono la sfida...anche se forse la loro attenzione era attirata semplicemente dai due ragazzi, e non da ciò che stavano facendo. Vinse Lukas
- Cavolo, hai vinto, 2-1 per te -
- Complimenti! Una sfida alla pari direi, anche se lo sconfitto c'è sempre... - disse Inaba
- Ce l'avete fatta! Come ve la siete cavate? - chiese Rey
- Bene, sta dormendo...ma prima abbiamo dovuto pulirlo -
- E il pannolino? -
- Lasciamo perdere - pronunciò Henrietta: d'altronde l'indumento era il suo
- Uhm...capisco. - e mentre le ragazze si sedettero continuò a parlare - Henrietta, posso dirti una cosa... in privato? -
- V-Va bene – rispose balbettando la ragazza. Credeva volesse parlare del loro bacio

Andarono nella cameretta, quella che di solito usavano lui e Lukas, e dopo aver chiuso la porta
- Henrietta devo chiederti un favore, un enorme favore -
- Dimmi – adesso si era incuriosita
- Voglio essere onesto e ammetto che se oggi c'è stato quel gesto, se sono migliorato, è merito di Lukas -
- Quindi? Pensi che nonostante sia merito suo, non ti accetti? -
- Non no è questo il problema ...- si avvicinò alla ragazza - vorrei ricambiare il suo aiuto, perciò ti prego, facciamo rimanere soli Lukas e Lea! -
- Cosa? Vuoi che Lukas ci provi con Lea? Ma se si sta lasciando! E poi vuole approfittare di lei? -
- No! Ha intenzioni serie e poi non vuole fare niente, soltanto stare da solo con lei e parlare...ti prego! -
- Non è che non mi fidi di lui...è che vedendo come si è comportato con le altre non voglio far soffrire Lea -
- Non farà niente del genere, abbiamo parlato di questa cosa e ti posso assicurare che è serio! Non vuole far soffrire ne Lea, ne Inaba e nemmeno te -
- Posso fidarmi? -
- Fidati, anzi sono disposto a rischiare io stesso per lui! -
- In che senso? -
- Se dovesse trattare male Lea, ti autorizzo a fare tutto ciò che vuoi, anche accusarmi e lasciarmi se lo desideri! -
- Rischi così tanto per il tuo amico? - lo prese per mano - sei davvero dolce - e lo baciò
- Va bene! Voglio proprio vedere cosa combineranno quei due! -
- Grazie mille... come facciamo però a portare Inaba di qua? -
- Uhm...lascia fare a me! -

Uscirono dalla stanza e notarono che Lukas era solo in compagnia di Inaba. Lea era in bagno probabilmente. Tutto rese le cose più semplici, pensarono i due.
- Inaba! Vieni con me per favore? Andiamo a fare una passeggiata? -
- Aspettiamo Lea e andiamo -
- No dai vengono dopo loro... lo sai che Lea ci mette sempre tanto ad uscire dal bagno... -
- E va bene, almeno ci sgranchiamo le ossa! Prendi una birra comunque, che ce la beviamo mentre camminiamo. -

Si alzò e cominciò ad avviarsi verso la porta con Henrietta che chiese a Rey di prendere la bevanda. Il ragazzo obbedì e guardò Lukas. Egli ricambiò lo sguardo con un sorriso. Era stato davvero bravo. Adesso era il suo turno.

Lukas, ho fatto il possibile, adesso è tutto nelle tue mani...non deludermi perché sto rischiando anche io... conquistala

Attese la ragazza per qualche minuto: in effetti ci metteva tanto ogni volta. Chissà perché. Mentre aspettava inviò un messaggio a Rey con scritto
<< Grazie socio...vedi di non fallire neanche tu con Henrietta e soprattutto non fate tornare subito Inaba... >>

Nel frattempo Lea uscì
- Gli altri? -
- Sono andati a fare una passeggiata, sai, per sgranchirsi... -
- E tu sei rimasto qui? -
- Più o meno, sono rimasto ad aspettarti -
- Andiamo allora! -
- A me non va...preferirei rimanere qui con te...da solo non mi piace stare... -
- Sei pigro! Molto! -
- Può essere... -

La ragazza si sedette alla sua sinistra
- Bella serata vero?- disse lei
- Come al solito, quando stiamo insieme è sempre una bella cosa -
- Già... - ci furono vari attimi di silenzio - sai non mi sembra vero che ci sia un bambino qui con noi... -
- A chi lo dici! Io ero contento per il nostro piccolo viaggio al negozio di musica e ricevo una chiamata e subito dopo ci ritroviamo tutti qui ad accudire un bambino...wow, è affascinante come cosa. -
- Se lo dici tu...- ancora un silenzio; erano imbarazzati e non sapevano cosa dire, cosa fare. Non era la prima volta che rimanevano soli, ma di notte e quasi al buio non era mai successo. La loro timidezza era talmente evidente, ma provarono comunque a parlare.
- Sai Lea...sono stato tanto felice quando mi hai detto che il testo ti piaceva...-
- E’ la verità, sei stato bravo, ma non avevo dubbi. Si vede che ci sai fare... -
- Grazie di nuovo, comunque anche tu sei brava -
- IO? Cosa ho fatto di speciale? -
- Be prepari biscotti, dolci, e senza di te e la tua allegria non sapremmo cosa fare durante il giorno. -
- Non sono così eccezionale Lukas, anzi, probabilmente ci sono diverse differenze tra la me scolastica e la me di quando sono in casa. -
- Lo so...è difficile quando non si ha fiducia in qualcuno...l'ho imparato a mie spese... -
- Davvero? - chiese lei avvicinandosi ancora di più
- Sì, una volta pedinai la mia ragazza per paura che mi mentisse, e mi sbagliai, fece esattamente ciò che mi scriveva nei messaggi. Forse aveva capito che la stavo seguendo, però ci rimasi male e decisi dopo qualche giorno di lasciarla. Per gelosia. -
- Stupido...non sempre noi ragazze mentiamo...-
- Se è per questo neanche noi - intanto Lea si appoggiò alla sua spalla con la testa
- A voi viene più facile...-
- Io non sono così! - ribatté
- Lo so, o almeno immagino tu non sia così, anzi sei fin troppo subdolo e diretto .-
- Davvero? -
- Sì...avanti, perché siamo solo noi qui? -

Lukas girò la testa e la trovò intenta a fissarlo negli occhi. Nessuno dei due parlò. Rimasero così per molti secondi. Gli occhi della ragazza, seppur quasi all'oscuro visto che l' about-jour era accesa a bassa intensità , erano di un color nocciola, quasi sul verde...degli occhi strani ma belli.
Lea invece scrutava gli occhi del ragazzo, occhi che aveva già visto più volte ma mai in quel modo. Più i loro sguardi si incrociavano e più notava in lui un’espressione di desiderio. Forse carnale, forse no. In fin dei conti con lui si trovava bene e avevano quasi gli stessi sogni, la stessa paura di rimanere soli, gli stessi gusti musicali; insomma, era una Lea versione maschile. Lukas lentamente e delicatamente spostò il braccio e lo portò dietro ai capelli della sua amica e iniziò ad accarezzarli, ad arricciarli, rimanendo con lo sguardo sul viso della fanciulla : la bocca, le labbra, gli occhi e anche quel piercing sul sopracciglio - fatto probabilmente per dispetto - sembravano incatenarlo, incantarlo e invitarlo a sfiorare le labbra. Non c'era bisogno di parlare, i due avevano raggiunto un'intesa mentale da poter evitare qualsiasi suono vocale, e mentre continuava a giocherellare con quella chioma liscia, la ragazza all'improvvisò lo baciò. Ormai la tensione, l'emozione e la voglia si erano fuse nella mente della ragazza come un vento tempestoso, e senza pensare più a niente l'aveva baciato, e non se ne rammaricò. L'aveva fatto per davvero. Provò una strana sensazione, come se attendesse quel bacio da una vita. Non pensava di essere una cattiva ragazza, o una facile, però se anche lo era stata in quel momento, era davvero troppo felice per pensare ai pregiudizi. Continuò a baciarlo con delicatezza e tenendo gli occhi chiusi, e nel frattempo si appoggiava alle sue spalle, prolungando sempre di più quel gesto così bello da sembrare infinito. Ricambiando il bacio, Lukas smise subito di accarezzarle i capelli e cominciò a sfiorarle le guance, scendendo giù per il collo, fino a portarsi ai suoi fianchi; proseguendo, aumentarono l'enfasi, la voglia di baciarsi ancora e ancora, e si allungarono sul materasso : Lea era sopra di lui e fermandosi lo guardò soddisfatta, entusiasta, vogliosa di averlo tutto per se. Si tolse la maglietta nera, rimanendo in reggiseno, e riprese a baciarlo, a morderlo, ad accarezzarlo. Erano in preda alla foga, alla passione, al desiderio, e lui cominciò ad accarezzarle il fondoschiena con una mano, mentre con l'altra percorreva brevemente la schiena della giovane, finendo poi con l'accarezzarla sempre di più, ricambiando colpi di lingua e morsi dell'ormai sua Lea. Infilò una mano dentro il reggiseno, alzando la parte destra e cominciando a palpare il seno della sua amica, che aveva smesso di possederlo e lo fissava come se volesse invitarlo a prenderla in quel materasso; aveva una voglia matta di farlo con il suo amico, o meglio ragazzo ormai, che gli tolse la maglietta e cominciò anch'ella ad accarezzare il suo petto. Era palese che avesse fatto nuoto e altri sport, anche se comunque il suo rimaneva un fisico normale. Si sbottonò completamente il reggiseno e si aggrappò al ragazzo che le morse l'orecchio e la strinse a se.
- Lukas...- con voce desiderosa
- Lea...sei davvero scema...ti sei fatta abbindolare...- disse sorridendo
- Lo so, ma non ne potevo più, mi sento libera adesso...- e lo guardò
- Se non lo vuoi fare non me la prendo... -
- Ti sbagli! Voglio, ma ho paura, la stessa paura di mia madre...ma comunque voglio...sono tua... -
- Come desideri... -

L'allungò e si mise sopra, e cominciò a sbottonarle i jeans. Lei si coprì il seno poiché si sentiva imbarazzatissima. L'avrebbe fatto per la prima volta, con chi non si sarebbe mai aspettata. Lukas stava per sfilarle i pantaloni quando si accese la luce : Inaba, Rey e Henrietta erano tornati! Li videro in quella situazione così hot e imbarazzante e non ci furono parole, soltanto un lungo silenzio con Inaba letteralmente sconvolta. Non se lo aspettava! Non avrebbe mai voluto vedere quella scena ed infatti corse in camera seguita a ruota da Henrietta, che cercò di fermarla. Si chiusero dentro. I due capirono di aver fatto un grave sbaglio e tentarono subito di spiegare da dietro la porta.
- Inaba apri! Apri! - urlò Lukas
- Henrietta per favore apri - continuò Rey
- No! Finché quei due non spiegano che cazzo pensavano di fare! - rispose lei
- Noi non volevamo fare niente...ci siamo ritrovati così...stavamo parlando e ci siamo baciati e ci siamo fatti prendere...apri la porta, apritela! - continuando a bussare
- Rey! tu lo sapevi? -
- No! Non ne sapevo nulla, credevo che avrebbero parlato e al massimo si sarebbero baciati! -
- Davvero? -
- Fidati Henrietta! Non ne sapevo nulla, e per favore fateli scusare! Sono più dispiaciuti di me! -
- Entrate forza! -

Entrarono e trovarono Inaba e Henrietta tristi, deluse, con la prima che piangeva lentamente. Chissà, forse vedere quella situazione l'aveva fatta piangere. Da Lea non se lo sarebbe mai aspettato! Ripeteva sempre di non essere una facile ed invece stava per farlo alla prima occasione. Era delusa dalla sua amica, non perché aveva baciato Lukas e stava andando oltre, ma perché si era comportata da ipocrita. Lea lo sapeva e si sentiva giù, triste e senza parole: provava vergogna verso se stessa e basta. Eppure era così felice, così in ecstasy in quel momento quando lo stava baciando, che non aveva pensato minimamente a quel genere di cose, invece era andata oltre e non era stato Lukas a toglierle la maglia, era stata lei stessa a voler provare quelle emozioni. Forse Inaba era esagerata, però capiva la situazione e si scusò
- Scusa... - pronunciò a bassa voce
- Come hai potuto? Avevamo un patto noi tre lo sai? - urlò Inaba. Il patto consisteva nel trovare un ragazzo, e soltanto una volta che fossero state tutte e tre impegnate, se fossero state sicure, l'avrebbero fatto. Un patto banale in realtà, e lo sapevano anche loro, però un patto tra amiche resta sempre un patto tra amiche, tra ragazze, tra donne.
- Ho sbagliato...-
- Spero che non succeda mai più...mi hai deluso... -
- Lo so...scusa, scusa scusa! Mi sento così stupida! -
- Voglio perdonarti però...purché tu non tradisca di nuovo il nostro patto... -
- Va bene! Per te, per noi farei tutto! -
- E tu Lukas? -
- Io mi scuso e prometto, anzi giuro di far rispettare il vostro patto! Io e Lea abbiamo sbagliato e stavamo andando oltre...so cosa significhi avere un patto, un accordo, una promessa con degli amici, perciò chiedo scusa anche io per non essermi fermato! – un momento di pausa - ...in realtà era bellissimo e non avrei voluto fermarmi, ero in preda al desiderio...e non ero a conoscenza del patto...neanche adesso so di che parlate ma chiedo lo stesso scusa a tutti... -
- Perdonato e perdonata! Adesso non pensiamoci più ok? Lukas...direi che è meglio lasciare le ragazze sole e di prendere Haru... - propose Rey
- Cosa? Voi Haru? - disse Henrietta
- Fidati, è meglio che voi tre chiariate, Haru darebbe solo fastidio. A domani, buonanotte ! - e prese Haru senza farlo svegliare
- Buonanotte e state attenti ! -

I due andarono in soggiorno, misero Haru sul primo materasso – accertandosi che non potesse cadere mentre loro non lo controllavano, grazie a due cuscini sistemati ai lati del bambino - e cominciarono a portare il secondo nella stanza; sistemarono il letto e dopo di che presero il bambino e lo accomodarono sul letto bell’e sistemato, e andarono a prendere l'altro materasso sistemando anche quello. Unirono i letti e misero il piccolo al centro, tutti e tre sotto le coperte.
- Lukas...sei un grande...però sei un deficiente... - cominciarono a parlare a bassa voce
- Lo so Rey... lo so... ma non ne sapevo niente del patto e poi è stata lei a spogliarsi...tu che avresti fatto? -
- In effetti...avrei fatto come te...però hai sbagliato, avete sbagliato...anche io ho sbagliato e spero si sistemi tutto... -
- Speriamo, l'unica cosa che mi preoccupa adesso è il rapporto tra Inaba e Lea...chissà se faranno pace...mi sento stupido... -
- Sei stupido, è questa la realtà, però speriamo bene per quelle due... comunque toglimi una curiosità... -
- Quale? -
- Ma le hai toccate? -
- Certo -
- E come erano? -
- Uhm...soffici ahah -
- Beato te... -
- Dai un giorno anche tu farai la stessa cosa ad Henrietta -
- Lo spero, lo desidero tanto, però mi basta che sia felice...-
- Lo spero anch’io per voi tutti. Adesso dormiamo...buonanotte -
- Buonanotte -

Si addormentarono quasi subito, buttandosi alle spalle ciò che era accaduto qualche minuto prima. Certo, non era facile, e Lukas comprese di aver fatto una cavolata, però sperò in cuor suo di non aver rovinato il rapporto tra i cinque, specialmente tra Inaba e Lea. Le ragazze invece parlavano del patto, cercando di scherzarci su, ma erano profondamente deluse da Lea. Henrietta pensò al bacio e alle carezze e raccontò alle altre cosa era successo quel pomeriggio, e grazie al racconto della propria esperienza riuscì a comprendere il gesto della sua amica : anche lei desiderava Rey e quel bacio, quel momento, quell'attimo, erano stati infiniti, e avrebbe voluto non fermarsi, perciò capiva Lea e per questo cercò di far ragionare Inaba. Riuscirono a fare pace e a riderci su, parlando proprio delle emozioni, come se non fosse successo niente e si stessero raccontando a vicenda i fatti loro. Inaba rideva e voleva mettere una pietra sopra all’accaduto, però quella scena era difficile da dimenticare; ma, parlando con Lea, comprese la situazione e cercò di fidarsi perché sapeva che per Lea l'amicizia con loro era di vitale importanza. Insomma, sembrava tutto sistemato nel gruppo, però da quella sera erano cambiate molte cose : Rey aveva baciato Henrietta e si erano messi insieme, mentre Lea e Lukas erano un'incognita visto il desiderio di lei e la poca serietà - almeno secondo le ragazze che in passato si erano già fidate delle parole di Rey - del ragazzo. Inoltre c'era Haru, quel piccolo raggio di sole che aveva permesso tutto questo,o almeno aveva anticipato quei gesti. Uscirono dalla stanza di soppiatto, senza fare il minimo rumore, e andarono a prendere la bottiglia di champagne e i bicchieri :
- Brindiamo ad Haru, ai baci e a noi tre, sempre unite rispettando il patto, rimanendo sempre e per sempre amiche fidate – disse solennemente Inaba
- Brindiamo! - urlarono insieme - in realtà a bassa voce per non svegliare i ragazzi.

Risero e finirono completamente la bottiglia , rimanendo sveglie tutta la notte a parlare di ogni argomento, spaziando dal più serio al più banale. Dopo alcuni momenti tristi, l'amicizia e la serenità erano tornate nell'aria.
Il giorno dopo andarono a scuola - tutti tranne Lukas, che rimase con il piccolo. Gli altri erano tornati nelle rispettive case a prendere vestiti e libri. Le ragazze erano esauste, quasi addormentate, ma con una forza di volontà immensa cercarono di seguire le varie lezioni. Ognuno ripensava al giorno prima, ad Haru, ai racconti dei baci, ai giochi, ad ogni singola cosa. Lea sembrava rinata, era felice e più attiva del solito, un po' rammaricata ma cosciente di dover riconquistare la fiducia di Inaba - seppur lei avesse detto che fosse tutto ok – e, per farlo, all'ora di pranzo la prese di forza e la portò nell'aula del club.
- Cosa vuoi? Ho fame, non potremmo andare a mangiare prima che ricomincino le lezioni? -
- Tra poco andiamo...ti ho portato qui solo per chiederti scusa... -
- Di nuovo? Ti ho perdonata! -
- Sì, di nuovo... mi sono comportata male e anche se hai detto di avermi perdonata e di dimenticarci tutto, mi sento in dovere di riconquistare la tua amicizia e la tua fiducia... -
- Grazie...ma come ti ho già detto sei perdonata! Tanto più che eri immersa in un bel momento... - e fece l'occhiolino
- Be...in effetti...non era niente male... - arrossendo e portandosi la mano si accarezzò la testa - eheh -
- Immagino, però un patto è un patto e mi fido di te...so che non sbaglierai di nuovo...e capisco il perché tu l'abbia fatto... -
- Immagino tu l'abbia capito...mia madre...-
- Già, però anche il fatto che ti piace e sentendo delle sue conquiste volevi provare anche tu... -
- Si... dico sempre che non mi abbindolerà ma alla fine mi stavo comportando come le sue...scopamiche... -
- Su, su, è acqua passata, adesso divertiamoci e andiamo a mangiare, e se dovessimo trovarci sole con lui... -
- Sole? Cosa c'entri tu? -
- No ho detto sola! -
- Io ho capito sole... -
- Sei sorda, dai forza andiamo a mangiare! -
- Andiamo! Ho una fame immensa! -

Il resto della pausa pranzo lo passarono insieme a Rey e Henrietta, parlando dei professori e di cosa stesse facendo Lukas. Sembrava essere tornato tutto alla normalità, e tra una risata, una lezione e una discussione nel club sulla musica, la giornata passò abbastanza velocemente. Come sempre, del resto, entro la prospettiva de club e del gruppo erano entusiasmanti, l'esatto contrario della vita familiare, almeno per Lea e Inaba. Usciti dall'edificio quest’ultima chiamò sua madre
- Mamma...volevo dirti che rimango da Henrietta insieme a Lea, la madre può ospitarci -
- Va bene amore, però vieni a prendere i vestiti di ricambio ok? -
- Sì tranquilla, stiamo passando anche da Lea ... a tra poco -
- A tra poco ciaooo -

- Mamma mamma! Lea e Inaba possono dormire da noi? -
- Certo Henrietta , preparo subito i letti -
- Grazie mamma sei la migliore! -

Decisero di andare a casa di Lea per poi passare a casa di Inaba, dopo di che partirono all’insegna della casa di Henrietta. Il piano era quello di far vedere Inaba alla madre per poi farla uscire di nascosto e farla andare nel cantiere senza che la madre se ne accorgesse. Ovviamente la mattina dopo Inaba sarebbe ritornata, e nonostante fosse un piano altamente rischioso era l'unico che potesse funzionare. Certo, avrebbero potuto semplicemente dire che Inaba dormiva lì, ma poi, conoscendo il padre, sarebbe arrivata la telefonata e la smentita da parte di sua madre su dove si trovasse la loro figlia.
Camminarono per diversi minuti, attendendo per almeno un quarto d'ora l'arrivo dell'autobus che di solito passava per quella via, ma attesero invano : non passò. Mentre camminavano parlavano del piccolo Haru, di come si sarebbero comportate e della fatica che avrebbe comportato accudirlo, e in effetti avevano ragione: non tanto per la fatica, ma per la presenza costante che avrebbe richiesto; non potevano stare tutti i giorni e tutte le notti lì, e nemmeno potevano chiedere a Lukas o Rey di occuparsene. L'unica soluzione sembrava il sistema rotativo: in poche parole uno alla volta, ogni sera o ogni due giorni, si sarebbero cambiati di turno; ma purtroppo anche quel piano era poco fattibile. Pensarono per tutta la durata del tragitto a cosa potessero fare, ma senza che un’illuminazione li sorprendesse. Per Inaba era un grande problema perché, nonostante fosse passato un giorno, si era affezionata subito al bambino. Certo, non era stata molto presente per via degli amici e della loro cena, però si sentiva in dovere di crescerlo, di salvarlo, anche perché era stata lei a trovarlo. Il solo pensiero di doverlo abbandonare o di portarlo ad un orfanotrofio la faceva star male perché non voleva perderlo, farlo soffrire da solo in attesa di una madre e un padre. Pensò e ripensò quasi a scoppiarle la testa, però si accorse di non poter fare nulla. Divenne triste. Arrivati a casa di Lea suonarono alla porta aspettando l'arrivo della madre della ragazza. Dopo qualche secondo la signora aprì
- Prego ragazze, accomodatevi. - con un sorriso amichevole. In realtà non era molto contenta però non poteva certo far scenate con le uniche amiche della figlia. Aveva paura che la coinvolgessero in brutte faccende però voleva dare fiducia a tutt’e tre. Sapeva di sbagliare e di comportarsi male ogni volta che rimproverava sua figlia , eppure ripeteva continuamente i propri errori.
Lea non salutò nemmeno e andò direttamente in camera sua, ignorando la madre persino con lo sguardo. Entrò in stanza e cominciò a prendere i vestiti e i libri utili per il giorno dopo, liberando la cartella da quelli che non servivano. Intanto la madre offrì alle ragazze qualcosa da bere
- Allora come mai siete tutte qui? -
- Giusto, lei non lo sa! - disse Henrietta
- Cosa non so? - domandò la donna mentre lavava i piatti
- Ho invitato Inaba e Lea a casa mia questa sera, ovviamente rimangono a dormire...non le dispiace vero? -
- No non mi dispiace, solamente fate le brave! Non vorrei vi accadesse qualcosa -
- Ma no, non si preoccupi, noi non usciamo, anzi, dopo passati a casa di Inaba andiamo direttamente a casa mia... -
- Va bene, mi fido! Certo che è davvero dura la vostra scuola... -
- E già, i professori non si danno mai pace! - esclamò Inaba
- Ahah immagino, e ditemi, Lea come va? Combina guai? -
- No, anzi è brava e tanto simpatica -
- Capisco, e con quei due ragazzi? -
- Lukas e Rey? Niente di che, sono idioti ma simpatici. Parliamo sempre e cantiamo...niente di più - proseguì Henrietta
- Allora mamma? Hai finito di fare l'interrogatorio? - ad un tratto Lea
- Non stavo facendo nessun interrogatorio, stavo soltanto chiedendo -
- Lo so che non ti fidi di me e di quei ragazzi, ma almeno evita di infastidire loro! - prese e uscì sbattendo la porta
- Ci scusi ...- disse Henrietta
- Non fa niente, anzi forse con voi si calmerà... -
- Ci pensiamo noi non si preoccupi! – le promise Inaba mentre usciva dalla cucina
- Arrivederci -

Uscirono in fretta e furia e scorsero Lea già molto lontana da loro, sicuramente nervosa , e correndo a perdifiato la raggiunsero
- Leaaaaa! - urlarono alternatamente

La ragazza era così presa dai pensieri che non le sentì e continuò a camminare finché non venne fermata dalle due che l'aggrapparono e la riportarono tra i " comuni mortali "
- Cavolo ma quanto cammini? - Inaba con il fiatone
- Perché?-
- Perché? Perché forse ci hai seminato e non ci ascoltavi? -
- Scusate...ero sovrappensiero per colpa di quella stronza... -
- Lo sappiamo, ma non ti devi preoccupare, stasera sei con noi - e l'abbracciarono. La ragazza si sentì commossa, consolata e non più nervosa. Stare con loro era davvero una via di fuga. Quasi pianse ma trattenne le lacrime e dopo averle ringraziate si incamminarono per andare a casa di Inaba. Dopo venti minuti di camminata, tra uno scherzo per farsi rincorrere, una battuta e un'idea su come accudire il bambino, raggiunsero l'abitazione. Era una casa molto grande, di ben altro stile rispetto a quelle di Henrietta e Lea o Rey. Entrarono e togliendosi le scarpe andarono nella cameretta della ragazza. La stanza era grande, con un letto matrimoniale e addirittura una poltrona dove guardare la tv a schermo piatto. La scrivania era bianca e grande come il tavolo di un salone e aveva sopra il PC, la stampante, delle casse con il dolby surround e anche una specie di reggi spartito che Inaba usava per studiare più comodamente. Di fianco, alla sinistra del tavolo, c'era uno specchio con una cornice a sorreggerlo di color argento. La finestra era grande metà stanza e c'era un piccolo balcone che si affacciava sul retro del giardino. Ovviamente gli armadi e il posto dove riporre i libri erano grandi, anzi, sopra i libri scolastici c'erano tantissimi libri di ogni genere : dai racconti horror a quelli fantasy, polizieschi e anche qualcuno erotico. Rimasero estasiate! Era la prima volta che Inaba le portava a casa sua, siccome era sempre piena di impegni per colpa del padre e raramente della madre, e per lei quella stanza non era niente di speciale, anzi, riteneva quella casa, quella stanza e la sua intera famiglia inutili.
- Wow Inaba...questa stanza è meravigliosa - esclamò Henrietta
- Vorrei averla io una stanza così grande! - anche Lea
- Non è niente di che... andiamo ora. - rispose Inaba che ripose i libri e li sostituì con quelli utili nei loro scomparti. Prese anche dei vestiti per il giorno dopo : una gonnellina nera, una maglietta dello stesso colore e una felpa color argento e nero. Mise i vestiti dentro uno zainetto insieme al materiale scolastico e andarono. Era seccata e tesa dal dover fare tutto di corsa, però era decisa nel vedere di nuovo Haru. Scesero le scale, immense anche quelle, e dopo aver fatto una ventina di scalini sentirono una voce
- Inaba sei tu? -

Che palle...era in casa

- Sì mamma sono io, e ci sono anche Lea e Henrietta - urlò per farsi capire, con la madre che uscì dal salone situato a sinistra delle scale, proprio sotto la stanza della ragazza
- Ciao care...come è andata la scuola? Divertitevi comunque questa sera! -
- Come vuoi che sia andata...come sempre! Una noia mortale! -
- Immagino...volete del the? -
- No grazie - rispose Lea
- Sì in effetti abbiamo fretta perché prima di andare a casa vogliamo noleggiare un film - disse Henrietta
- Ok ok andate! Ci vediamo domani Inaba -
- Mamma...dì al vecchio che può anche chiamare...tanto rimarrà deluso dal sapere che sono con loro... -

La signora non proferì parola, si limitò ad annuire e sorridere alle ragazze. I rapporti tra Inaba e il padre erano pessimi, specialmente quando discutevano. Molte volte la madre si era dovuta schierare dalla parte dell'uomo nonostante non avesse voluto. Sapeva che più passavano i giorni e più l'odio della figlia per il padre cresceva, e quelle poche volte che poteva, o potevano, sistemare la situazione finivano con l'eterna discussione tra i due, anche su cose futili.
Lungo la via Inaba era diventata nervosa e per qualche assurda ragione non parlò, anzi nessuna delle tre proferì parola. Conoscendo Inaba, poi, decisero di stare zitte per farla calmare, anche perché solamente poche ore prima c'era stato l'episodio di Lea e Lukas che l'aveva turbata. Purtroppo, nonostante fosse una ragazza intelligente e ragionevole era asociale, ma non per timidezza, ma perché la sua vita, il suo passato pian piano avevano creato in lei un muro quasi impossibile da distruggere, che l’aveva fatta chiudere in se stessa. Si teneva tutto dentro e pur di non rovinare la giornata alle sue più fidate e uniche amiche, preferiva sfogarsi interiormente, magari la notte mentre era sola in stanza: più pensava a suo padre e più la rabbia cresceva, si coltivava dentro di lei così tanto che rischiava di scoppiare da un momento all'altro.
Arrivarono a casa di Henrietta dopo una lunghissima camminata, e quando entrarono vennero travolte dai fratelli della ragazza che l'abbracciarono e poi fecero la stessa cosa con le sue amiche. Inaba e Lea rimasero quasi paralizzate mentre la loro amica le guardava divertita;
- Dai forza adesso staccatevi e ritornate a giocare -
- OK Etta! - dissero entrambi e tornarono in salotto a giocare con la console
- Che carini - esclamò Lea, che dopo il piccolo imbarazzo si sentiva coccolata, seppur da due bambini.
- Fanno sempre così? - chiese Inaba
- Più o meno... -
- Siete arrivate finalmente! Forza aiuta le tue amiche a sistemarsi che la cena è quasi pronta! - disse la madre che sbucò dalla cucina
- Ok mamma, venite forza! Vi faccio vedere la mia casa! -

Salirono le scale seguendo Henrietta che le indirizzava e indicava le varie stanze come se fosse una guida turistica. A sentir parlare la ragazza cominciarono a ridere perché era troppo buffa, ed infatti anche lei rise. Dopo avere fatto far loro il giro della casa, entrarono nella stanza di Henrietta. Ovviamente non era grande come quella di Inaba ma era altrettanto graziosa, con tre letti singoli, la televisione, due armadi pieni di vestiti della giovane e la scrivania per studiare; qualche poster dei vari cantanti e attori e la Wii " personale. Non era immensa e " lussuosa " come casa di Inaba, ma era comunque il suo regno, che per la prima volta avrebbe diviso con le sue amiche. Posarono i loro zaini sul pavimento e andarono a cena. Mangiarono carne, delle verdure, qualche frutto, e come dessert del gelato al cioccolato. Passarono il tempo a rispondere alle domande dei genitori di Henrietta e ascoltando i loro racconti ironici e gli aneddoti sulla loro figlia. Alcune le trovarono davvero divertenti e cominciarono a prenderla in giro scherzosamente, mentre lei si imbarazzava e cercava di smentire in qualsiasi maniera. Appena finito di mangiare si misero a giocare alla console insieme ai due fratellini e successivamente andarono a farsi un bagno tutte e tre insieme. Fare il bagno dopo mangiato era un classico di Henrietta, meno per Lea e Inaba, però anche loro due lo trovarono rilassante. Cercarono di entrare tutte nella vasca e ci riuscirono a fatica, quasi con le ginocchia in gola, ma non importava. Stare dentro a quell'acqua calda fumante era quello che ci voleva. Si lavarono a vicenda e, dopo essersi asciugate, indossarono il pigiama e andarono a dormire. Nella stanza di Henrietta giocarono alla Wii e aspettarono che i genitori andassero a dormire. Ci volle una mezzoretta, e come furono sicure che si fossero addormentati, di soppiatto aprirono la porta della cameretta e Henrietta, muovendosi delicatamente, in punta di piedi si recò nella stanza dei suoi e, aprendo pian piano la porta, appurò che fosse realmente così. Ritornò dalle amiche, e insieme a Lea aspettò Inaba davanti alla porta di casa. Lei si cambiò completamente, mettendosi alcuni vestiti di Henrietta. Poteva portarsi altri vestiti ma nello zaino non entravano perciò decise di usufruire di quelli della compagna. Per fortuna le andavano bene, forse leggermente stretti in petto per via delle misure, ma non poteva lamentarsi. Scese delicatamente le scale con lo zaino in spalla.
- Mi raccomando Inaba, stai attenta! - disse Henrietta
- Tranquille non è tanto distante...-
- Lo sappiamo, però stai attenta anche per tu sai cosa... - guardando Lea
- Tranquille, non faccio nulla e comunque dormirà nella stanza dei ragazzi, non ci tengo proprio a dormire con un ragazzo! -
- Bene, fatti rispettare comunque...-
- Come sempre ahah - risero insieme

Uscì e cominciò a camminare. Il cantiere non era lontano da casa di Henrietta perciò tra 20-30 sarebbe arrivata. Il cantiere si trovava quasi vicino al centro della città e la zona dove viveva Henrietta era in quei paraggi. Da casa sua invece ci voleva almeno un'ora. Il vento quella sera era abbastanza forte e freddo ed infatti cercò di coprirsi il più possibile con la felpa e con il cappuccio. Inviò un messaggio a Lukas
<< Sto per arrivare, come va con Haru? Scusa se non mi sono fatta sentire oggi ma ci sono stati tantissimi problemi che neanche ti immagini >>
La risposta del ragazzo arrivò dopo qualche minuto
<< Tranquilla, Haru è qui che dorme e oggi è andata bene, sono uscito una volta sola per comprare da mangiare e i pannolini al piccolo. A tra poco allora Ina :) >>

Decise di accelerare il passo e dopo una ventina di minuti arrivò. In quel lasso di tempo ripensò a Lea e Lukas, a come doveva comportarsi e a cosa avrebbero fatto da soli se nel caso si fossero ritrovati nello stesso letto: in poche parole, cercò di mettersi nei panni di Lea la scorsa notte, e capì che non trovarsi nella sua situazione non sarebbe stato facile. Pensò anche ad Haru...aveva una voglia matta di rivederlo, di coccolarlo e di abbracciarlo, così tanta voglia che ogni volta che rimembrava il suo visino sorrideva da sola...
Appena arrivata davanti al cantiere si assicurò che non ci fosse nessuno. Notò soltanto le travi lasciate lì insieme ai sacchi di cemento e alla capanna con i vari attrezzi. Con il vento che soffiava di meno, diede un'ultima occhiata a 360° gradi ed entrò nell'edificio. Fece di corsa gli 8 piani per paura che ci fosse qualcuno che la potesse prendere all'improvviso e quando arrivò nella stanza all'ultimo piano bussò e Lukas aprì. Notò che la luce era accesa e che il piccolo Haru non c'era: probabilmente era nel letto. Sul tavolo c'erano le carte da gioco e una birra mentre dal bagno uno strano calore arrivava. Evidentemente si era lavato da poco. Pensò subito a qualcosa di losco, però quella marea di pensieri venne interrotta dal ragazzo che la prese per mano e la trascinò nella camera matrimoniale; la luce era accesa e il piccolo dormiva beatamente. Aveva addirittura un pigiamino blu come il mare e quella visione le fece tenerezza. Si girò a guardare Lukas che le sorrise.
- Vedi? Ci ho pensato io...te l'avevo detto! -
- Vedo...vedo...grazie... -
- Non c'è di che, anzi l'ho fatto molto volentieri, specialmente perché sapevo che ci tenevi tanto -

Arrossì leggermente

- Non ci provare con me...hai già avuto Lea e ti stava andando bene... -
- Non ci sto provando con te, se avessi voluto provarci con te ti avrei presa... - e la prese di forza - e ti avrei sbattuta al muro guardandoti negli occhi - e fece quello che aveva detto. Si fissarono per diversi secondi, con ma ragazza che si fece leggermente male - infatti le fuoriuscì un verso di dolore, però non oppose resistenza, sentendosi ormai domata - però stai tranquilla che non faccio nulla del genere - aggiunse e lasciò la presa andandosene in cucina

Inaba rimase ferma per qualche secondo, sogghignando e facendo un grosso respiro. Per un attimo credette a un suo bacio, magari con lo stesso modo con la quale aveva " conquistato " Lea, ma non fu cosi. Per lei Lukas non rappresentava ne una valvola di sfogo, ne un pensiero sconcio, ne perlomeno un innamoramento. Era semplicemente un suo amico, quello che aveva controllato il piccolo tutta la giornata e che aveva comprato un pigiama e dei pannolini. Erano gesti semplici però apprezzò molto l'aiuto di Lukas, tant’è che lo ringraziò più di una volta.
Si sedette di fronte a lui senza proferire parola, soltanto guardandosi rare volte negli occhi. Erano entrambi intimiditi dall'altro, ognuno per le proprie ragioni, seppur una in comune : Lea. Inaba non poteva più ignorare quel gesto e anche se aveva perdonato entrambi aveva paura a lasciarli soli, però adesso che era lei sola ne era tremendamente impaurita, pietrificata, eppure era un suo amico, l'unico che l'aveva aiutata e che non aveva problemi con la famiglia che potessero interferire con la cura di Haru. Lukas, vedendo la ragazza impaurita o comunque dubbiosa nei suoi confronti, prese le carte e le raggruppò, iniziando successivamente a mischiare e tagliare il mazzo. Fece un ventaglio con la mano destra
- Avanti, scegli una carta -
- Cosa? - incuriosita
- Scegli una carta - Lei obbedì e tra quelle scelse l'asso di fiori
- Bene. Adesso rimettila nel mazzo, in qualunque punto tu voglia -

Fece come aveva detto Lukas e decise di mettere la carta quasi alla metà del mazzo. Lukas chiuse il ventaglio e iniziò a mischiare le carte all'americana e all'indiana mentre guardava la ragazza divertita. Lei non capiva niente, era solo incuriosita dal gioco del ragazzo e osservava i movimenti delle carte, delle mani e ogni tanto gli occhi quasi neri del suo amico. Dopo aver eseguito vari miscugli e tagli, il ragazzo diede il mazzetto alla ragazza
- Adesso dividi il mazzo in altri tre mazzi e sistemali come vuoi - e lei tagliò in tre il mazzo e mise il terzo sopra il primo e il secondo sopra tutto. Il ragazzo fece cenno di voler il mazzo e lei glielo diede : con estrema facilità il ragazzo lancio metà mazzetto sul tavolo, e alzando la prima carta scoprì l' asso di fiori. La ragazza rimase sbalordita da quel trucco. Quel piccolo giochetto l'aveva affascinata e la fece sorridere. Forse sono proprio scema - pensò, però era stato divertente e anche strano.
- Finalmente! -
- Finalmente cosa? -
- Finalmente stai sorridendo...è da quando sei entrata che sei giù di morale...e pensavo, anzi penso, che molto probabilmente una parte della tua tristezza è causa mia...indovinato? -
- Indovinato...diciamo che la scena di ieri è stata alquanto assurda... -
- Lo so, però so di aver sbagliato, e di non aver resistito alla tentazione -
- Ti capisco...e capisco Lea...non è una vita facile la sua... -
- Se è per questo nemmeno la tua... - i due si guardarono, ed Inaba si intristì di nuovo
- Lo so...tutta colpa di mio padre... - sbattendo i pugni sul tavolo
- Su, su, calmati...tutti sbagliano e di certo un giorno tuo padre lo capirà...credo... -
- Beato te che non hai questi problemi -
- Non dire così perché potrei smentirti e raccontarti la storia della mia vita, dopo di che ti renderesti conto di quanto simili siamo o di quanto abbia dovuto sopportare io in confronto a te...e fidati, non è una bella cosa... -

Lei lo guardò con aria di sfida, ma al sentir quelle parole provò pena per il suo amico : è vero, non sapeva niente di lui, però se aveva detto quelle parole un motivo ci stava.
- Scusa... - disse lei chinando la testa
- Non ti scusare...piuttosto che ne dici di uno spuntino ? Ho preso della cioccolata... fondente... -
- Come fai a sapere delle cioccolata fondente?! - esclamò la ragazza spalancando gli occhi e desiderosa di averla
- Eeeee se-gre-to ! - cacciandola dal frigorifero e sventolandola come un foglietto di carta
- Dimmi chi è stato maledetto! - e cominciarono a rincorrersi per l'appartamento ridendo
- Non te lo dico nemmeno se tu mi torturi ! E se non riesci a prendermi ti avverto che me la mangerò tutta io, a costo di andare al bagno per una nottata intera! -
- Scordatelo! Sarà mia! Vieni qui! -

Si rincorsero per diversi minuti finché, togliendosi una scarpa e lanciandola, Inaba prese Lukas in testa facendolo cadere a terra. Si inginocchiò davanti a lui e raccolse le tre tavolette di cioccolata
- Bene bene...guarda qui cosa abbiamo! Della cioccolata e un ragazzo in ginocchio...sei fortunato che non mi piaci altrimenti avrei fatto molti giochetti con te! - ridendo come una scema

Lui la guardò dal basso verso l'alto, fissando il suo sorriso e la sua espressione che in poco tempo era completamente cambiata. Fu soddisfatto, anche se probabilmente avrebbe voluto evitare quella botta in testa, ma in fin dei conti era andata bene ugualmente e alla fine aveva fatto tornare il sorriso alla sua amica, proprio come Lea e Henrietta gli avevano chiesto per messaggio poco prima che lei arrivasse. Inoltre, mentre erano a scuola, gli avevano riferito che adorava la cioccolata fondente e che probabilmente sarebbe servita. Cominciò a ridere anche lui e si alzò andando insieme a lei sul divano
- Tieni, questa è la tua - disse Inaba mentre spezzava metà della prima tavoletta e gliela offrì
- Grazie ma se vuoi puoi mangiarla tutta -
- Tranquillo, diciamo che è un piccolo pagamento per il lavoro svolto -
- Capisco, però non è un vero e proprio pagamento visto che l'ho comprata per te... -
- Cosa vuoi che ti dica...va bene un altro grazie? -
- Meglio la cioccolata .... - sorrisero e addentarono la barretta e spezzarono la prima striscia. Arrivò ad entrambi un messaggio, e in pochi secondi presero i cellulari dalle loro tasche e li lessero con la mente

<< Allora Ina come va? Ci ha provato con te? Piaciuta la sorpresa della cioccolata? Ci manchi molto e ci fidiamo di te! Fallo nero... >>
<< Hey Lukas come è la situazione? Non dirmi che sei a letto con lei e sto disturbando...se così fosse ti dico che sei un cretino ma anche un mito! A domani...a meno che tu non risponda >>

Scossero la testa entrambi e risposero

<< Tutto bene ragazze, abbiamo riso e scherzato e per prendere la cioccolata gli ho tirato una scarpa in testa...adesso la stiamo mangiando..comunque siete delle grandissime z..... >>
<< Non sono a letto con lei, però stiamo mangiando la cioccolata assieme. Tutto bene anche se passare tutta la giornata senza fare niente è davvero noioso...tu ti stai divertendo? E a quel gioco come va? >>

<< Ahah ha detto Lea che forse lei lo è per davvero xD però stai in guardia...adesso ti auguriamo la buonanotte altrimenti domani non ci svegliamo neanche con le cannonate! Notte Ina! >>
<< Bene bene, l'ho quasi finito perciò non preoccuparti non mi serve il tuo aiuto :P comunque vedi di non fare casini stavolta ok? A proposito...se vedi Inaba mentre si spoglia per mettersi il pigiama, dimmi come è! A domani socio! Vado a dormire...domani mattina se mi sveglio presto faccio un salto da voi prima di andare a scuola! >>

<< Notte e comunque anche tu lo sei Henrietta U_U io invece sono l'unica sana e brava U_U a domani e comunque lo so che parlerete tutta la notte -.- beate voi! Io devo stare qui con un ragazzo e un bambino è_é il mio bambino é_é >>
<< A domani e stai tranquillo pervertito...ti racconto tutto ;) se ovviamente si spoglia... >>

Smisero di messaggiare e finirono di mangiare lo spuntino.
- Allora buonanotte Inaba... - mentre percorrevano il piccolo corridoio che portava alle camere da letto
- Già...buonanotte Lukas...e...grazie per la cioccolata... - abbassando la voce
- Di nulla...anzi grazie per la scarpata, mi ci voleva una botta del genere... -
- Ahah scemo, se vuoi te ne do un' altra così ti addormenti subito -
- No grazie, sono a posto così..a domani Ina ..’notte -
- A domani - sorridendo al giovane

Prima di entrare nella stanza andò a prendere lo zaino lasciato vicino alla porta d'ingresso e una volta entrata nella stanza da letto si spogliò. Si tolse la maglia fissando Haru. Per sicurezza mise la maglia davanti alla fessura della porta e si tolse anche i pantaloni. L'avesse vista Lukas in quel momento probabilmente si sarebbe vergognata da morire, però si sarebbe anche eccitata nel ricevere attenzioni da un ragazzo: questi furono i suoi pensieri mentre si guardava allo specchio e osservava le sue curve che con quel reggiseno e quelle mutandine sembrava darle meno risalto rispetto a quel completino intimo rubato. Ripensò anche a quel gesto, perché se non avesse rubato quell'indumento non avrebbe mai trovato Haru e soprattutto non si sarebbe trovata in quella situazione. Ringraziò quel completino e la sua stupidaggine che le aveva fatto compiere quel gesto. Si toccò per un attimo la parte superiore per sistemarlo meglio e mettersi il pigiama. Notò che quel rosso scuro le donava quasi quanto il nero, e ne fu non poco entusiasta. Si mise il pigiama e spense la luce. Si allungò di fianco ad Haru, circondandolo con il braccio. La schiena era rivolta verso la direzione della porta e non riusciva a dormire. Fissava Haru e ripensava a tutto : ai suoi, al passato, al giorno prima, ad Haru, a Lea, e cercò di immaginare il passato di Lukas. Quelle parole la fecero riflettere più del solito, il che era strano per una come lei che era asociale e si fidava solamente delle sue amiche. Erano passate ormai due ore da quando era lì, e tra il provare una posizione comoda per dormire e i pensieri che le ingombravano la mente, iniziò a sussurrare a bassa voce il nome di Haru, di Lukas, di Rey, di Lea e di Henrietta: si sentiva a disagio con un bambino e un ragazzo, voleva una compagnia che la rassicurasse. Cercava di dormire e all'improvviso sentì una mano accarezzarle la spalla. Rimase con il cuore in gola per qualche secondo ma poi, appena la mano iniziò a scivolare lungo tutto il braccio ripetutamente, capì che era Lukas che era entrato in camera sua. In un attimo si sentì più sicura, più protetta e sorrise tra se e se. Intanto Lukas si era allungato poggiando il petto alla sua schiena. Lei si sentì ancora più felice e sicura, come una bambina che dorme affianco al proprio genitore. Prese il braccio del ragazzo e lo portò intorno alla sua vita, bloccandolo con il proprio braccio: voleva dormire in quel modo. Lukas, capendo cosa desiderasse la sua amica, non fece altro se non un ultimo gesto : le diede un leggero bacio sulla guancia e poggiò la testa sul cuscino. Inaba si sentiva sicura e serena in quel momento, anzi, quel gesto la fece tranquillizzare così tanto che i pensieri sparirono. Ringraziò a voce bassissima Lukas e cercò di dormire. Adesso sì che poteva, ed infatti dopo qualche minuto chiuse gli occhi e si assopì tra le braccia del ragazzo.

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4 ***


cap4CAPITOLO 4

Erano passate ormai due settimane da quando Haru aveva fatto irruzione nei cuori e nelle menti dei cinque ragazzi : Lukas ormai era diventato un esperto nel cambiare pannolini che il piccolo sporcava con assidua frequenza. Lo faceva soprattutto per Inaba, che considerava sempre di più una ragazza che aveva bisogno di cure e di attenzioni, in particolare in una situazione delicata come la sua, o, meglio, la loro. Si divertiva anche a giocare con il bambino accudendolo anche la notte. Non tutte i giorni era presente, infatti facevano a turno cercando però di rimanere sempre in coppia, e pian piano inizio a funzionare. I primi tempi fu dura per tutti però alla fine riuscirono a cavarsela dopo i primi errori. In quei quindici giorni, poi, i loro umori erano totalmente cambiati, e anche le loro attività giornaliere; ormai occuparsi di Haru era parte integrante della loro giornata. Anche Lea riusciva ad occuparsene con la stessa regolarità degli altri, nonostante la madre continuasse a tormentarla per le sue uscite coi suoi amici, però non le importava più niente di lei. Ormai era diventata un corpo estraneo e come tale la trattava, ormai voleva vivere la sua vita senza dover rendere conto a nessuno, specialmente a sua madre! Avrebbe sbagliato, imparato, e sarebbe cresciuta nel fisico e nella mente soltanto con le proprie forze. Gli altri invece facevano la solita vita familiare, persino Inaba con suo padre che continuava a maltrattarla e a impartirle ordini. Lei in realtà voleva dire ai suoi di Haru e chiedere aiuto, ma sapeva già quale sarebbe stata la reazione dell'uomo : l'avrebbe punita e Haru sarebbe finito in un orfanotrofio. Neanche a sua madre disse nulla, ma non perché non si fidasse, ma perché poi sarebbe stato più difficile nascondere il tutto. Rey ed Henrietta approfittarono di quei giorni insieme al piccolo per stare soli in intimità, mentre quando non era il loro turno uscivano come una normale coppia. I due andavano sempre più d’accordo e mai una volta Rey fu assillante, ne le chiese di andare oltre poiché voleva aspettare che fosse lei a fare il primo passo. Lukas tornava poco nell'appartamento che divideva con due ragazzi più grandi di lui, alcuni suoi amici che come lui si erano trasferiti lì. Quel posto lo annoiava e lo usava solo per dormire perciò decise di essere più presente nel palazzo vicino al cantiere. Con Inaba parlò raramente di ciò che era accaduto quella sera, accennando soltanto al fatto che era stato gentile e carino a stringerla a se per farla dormire. Quando gli chiese il motivo per cui l'avesse fatto, egli rispose solamente che non riusciva a dormire e voleva stare con lei ed il piccolo. Nonostante tutto la ragazza non pensò quasi più a quel giorno, e rimosse quasi completamente il pensiero di Lea e Lukas semi-nudi sul materasso. Ormai la sua vita era Haru! Pian piano lo stava crescendo come una vera mamma, ma dentro di se non era libera, non era tranquilla...era sì felice, ma anche molto impaurita dal fatto che i suoi potessero scoprirla. Quel giorno tutti e cinque andarono nel prato a fare un pic-nic. Con loro c'era pure Haru. Alcuni notarono il bambino ma pensarono che fosse il fratellino di qualcuno di loro e non ci fecero tanto caso. Era una bella giornata e i vestiti del piccolo sembravano dare un tono più allegro allo sfondo verde che li circondava; era vestito con una maglietta arancione a maniche corte e dei piccoli pantaloni. Loro invece indossavano abiti quasi da lavoro, perlomeno Lukas e Rey, mentre Henrietta non rinunciava a vestirsi come si deve anche nelle occasioni più tranquille come un pic-nic o una gita. Soltanto quando rimaneva a casa non si cambiava, anzi, si lasciava il pigiama. Aveva una maglietta senza maniche, con due lacci che appoggiavano alle spalle e dei pantaloncini bianchi quasi lucenti. Inaba aveva una gonnellina a righe rosse e nere e una maglia a collo alto anch'essa nera ma con alcuni ricami rossi che partivano da un estremità fino ad arrivare all'altra. Aveva anche dei guanti senza dita, leggeri, abbinati al suo look. Lea indossava dei pantaloncini di jeans e una t-shirt colorata. Aveva gli stessi stivali della sua amica ed infatti i ragazzi si chiesero come era possibile che non avessero ancora litigato. Erano neri con alcune borchie e con poco tacco. Tutte e tre vestite in modo carino, che le rendeva ancor più appetitose per gli occhi dei ragazzi, che non perdevano occasione per parlarne a bassa voce tra di loro.
- Hai visto che angelo la mia Henrietta? -
- Sì, sì, e Inaba e Lea? Più Inaba in realtà, però cavolo...fortunati saranno i loro futuri ragazzi -
- Eh già, purtroppo tu potresti provarci con Lea, ma hai deciso di non fare più niente mentre con Inaba non tenti nemmeno un piccolo approccio...vuoi soltanto aiutarla con il bambino...a proposito...mi spieghi perché devo portare io Haru? E’ da stamattina che è tra le mie braccia! - lamentandosi
- Dai, non vuoi fare bella figura con Henrietta? Pensa che potrebbe guardarti e dirti che sei un padre eccezionale... -
- E’ inutile che cerchi di corrompermi! Prenditi Haru, cambia-pannolini! -
- E va bene, ma poi non ti lamentare se Henrietta ti sgrida - e prese il piccolo tra le mani
- Siamo arrivati finalmente! - urlò Lea girandosi

Il luogo designato dalle ragazze si trovava sotto un vecchio ciliegio su una collinetta del prato. Era così maestoso che l'ombra si estendeva fino a una decina di metri sotto l'altura. La stagione della fioritura era appena iniziata ed infatti era ricoperto di petali, il che rendeva tutto molto romantico. Allungarono le due coperte sul prato e si sedettero, cominciando ad estrarre dai cestini dei panini e delle bibite. Lukas si distese appoggiando la testa sulla corteccia mentre Henrietta si accasciò tra le braccia del suo Rey. Inaba e Lea invece cominciarono a giocare con Haru, facendo versi stupidi e stuzzicandolo con il peluche a forma di cane che gli avevano comprato. Il piccolo rideva e cercava di afferrarlo ma non ci riusciva ed emetteva lamenti che fecero intenerire i cinque ragazzi. Erano le 11.00 e, guardandosi intorno, videro molte persone - la maggior parte coppie e famiglie - divertirsi giocare e chiacchierare. Fecero anche loro la stessa cosa e non sapendo cosa fare i due ragazzi cominciarono a lottare tra di loro.
- Guardami tesoro - disse Rey mandando un bacio con la mano ad Henrietta, che arrossì. Nonostante fossero passate due settimane, si imbarazzava facilmente quando Rey si complimentava o era dolce con lei. - Guarda come batto il cambia-pannolini - con aria di sfida verso il suo amico
- Vedi di non gasarti troppo romanticone, altrimenti Henrietta penserà che sei solo un ciarlatano -
- Cara sei consapevole che non c'è storia? - chiese Lea ad Henrietta per stuzzicarla
- No, il mio Rey si farà valere -
- Staremo a vedere, di certo Rey parte sfavorito per molti fattori -

I due iniziarono ad azzuffarsi, stringendosi le mani e spingendosi a vicenda , come prova di forza. All'inizio Rey era in vantaggio e, anche se con difficoltà, riuscì a spostare Lukas che impuntò i piedi e lo spinse quasi verso la corteccia; per qualche minuto fecero in quel modo, spingendosi a ripetizione. Sentendo gli incitamenti di Henrietta, Rey prese coraggio e continuò

Non posso perdere! Devo fare bella figura con Henrietta
Mi dispiace Rey...so che ci tieni tanto ma non mi piace perdere...nemmeno contro un amico...una sfida è una sfida

Lukas si sbilanciò all'indietro ruotando di 90° e buttò Rey a terra e salendo sopra gli bloccò un braccio dietro la testa, facendo pressione col sinistro. Era una tecnica di Wrestling che gli piaceva molto ed infatti dopo qualche secondo Rey cedette. Nel combattimento Lukas se l'era sempre cavata, sin da quando da bambino praticava Tae Kwen Do. Era la sua disciplina preferita, anche se aveva praticato pure altri stili come il Muay Thai e il Karate. Ovviamente era molto bravo nelle sottomissioni, infatti in quel piccolo duello con il suo amico aveva sfruttato le sue debolezze per immobilizzarlo nella presa. Si erano comunque divertiti, anche se per poco
- Te l'avevo detto - disse Lea ad Henrietta allargando le braccia come per enfatizzare che avesse ragione a priori.
- Uffa - sbruffando la ragazza

I due si sedettero
- Cosa c'è Henrietta? - chiese Rey
- Niente, è che hai perso... -
- Mi dispiace, però per farmi perdonare ti do un bacio - e le diede un bacio a stampo sulla bocca
- E va bene ti perdono, però la prossima volta non perdere subito...cerca di durare - ridendo scherzosamente insieme agli altri
- Dì un po' Lukas, hai fatto Muay Thai? - chiese Inaba
- Si perché? -
- Vedo sempre i combattimenti e quella sequenza la praticano molti, perciò ho dedotto che facevi questa disciplina -
- Esatto! - Rimanendo quasi di stucco, più che altro perché non si aspettava che una ragazza guardasse quel genere di cose - l'ho praticato per quattro anni -
- Inaba tu guardi i combattimenti di Muay Thai e altre discipline? - chiese Henrietta
-Sì! -
- Ti prego dimmi che lo guardi solo per i ragazzi - esclamò Lea, che trovava anormale l'interesse della ragazza.
- No, lo guardo perché è una bella disciplina! - sentenziò fieramente

Tra una chiacchierata e l'altra e tra il giocare con Haru e cercare di farlo ridere, il tempo passava, e arrivò il momento di pranzare. Le ragazze offrirono ai ragazzi dei bento preparati da loro, lasciandoli lievemente sorpresi perché, in fondo, se l'aspettavano da Lea e da Henrietta - che era giustificata vista la sua relazione con Rey - ma addirittura da Inaba sembrava essere tutto troppo strano. Chissà, forse con l'arrivo di Haru anche il carattere poco docile di Inaba si era sciolto, o forse semplicemente era un piccolo premio per l'aiuto svolto. I ragazzi aprirono le scatolette, ognuna del loro colore preferito, e dentro trovarono onigiri e altre specialità. All'inizio dubitarono che fossero state loro a preparare quelle prelibatezze, però, nonostante tutto, guardare le loro espressioni curiose, ansiose e anche divertite non aveva prezzo. Presero un onigiri e cominciarono a degustarlo : era ottimo! Si guardarono in faccia stupiti e molto contenti , perché il cibo preparato - o cucinato ma i dubbi erano svaniti - dalle ragazze era una delizia per il loro palato. Divorarono tutto in pochi minuti mentre le ragazze parlavano sottovoce . Erano soddisfatte dato avevano messo tanto impegno nel prepararlo. In realtà Henrietta e Inaba si fecero aiutare da Lea che era una brava cuoca, che per sua fortuna non dovette far quasi nulla se non preparare quello per Lukas insieme a Inaba. Erano rimaste a dormire insieme quel giorno e la sera avevano cucinato per i ragazzi: volevano farli contenti e volevano contraccambiare il loro impegno, anche per le cose più banali. Purtroppo i ragazzi non avevano preparato niente, probabilmente perché il giorno prima lo avevano dedicato interamente a Haru, ed infatti le tre signorine non se la presero più di tanto. Dopo i bento, presero del caffè dal termos e lo bevettero. Ad un certo punto Lukas si alzò per sgranchirsi le gambe, seguito da Lea che voleva stare con lui e iniziarono a camminare per il prato; Inaba, seduta li vicino, prese un altro bicchierino di caffè e, notando le carezze che Rey rivolgeva a Henrietta, capì di essere di troppo, così, alzandosi cominciò a correre per andare dagli altri. Scese di corsa la piccola pianura e dopo un'ottantina di metri raggiunse i due ragazzi che chiacchieravano e ridevano sotto un altro ciliegio che, a differenza del loro, era di modeste dimensioni. Lukas era appoggiato con la schiena sul tronco con gambe e braccia incrociate mentre Lea era davanti a lui con le mani unite dietro la schiena. Sembrava una scena da film romantico con lei dolce, gentile, innocente, che ci provava con il duro di turno.

Mio dio..meglio che li fermi altrimenti me ne vado

- Di che state parlando? -
- Ce l'hai fatta ad arrivare Ina! - esclamò Lea sorridente
- Ve ne siete andati per lasciarli soli giusto? -
- Certo, ma anche perché mi dovevo sgranchire per davvero...- rispose Lukas - per un'oretta almeno lasciamoli soli...in un posto così romantico mi pare anche giusto che si godano la loro intimità -
- Già...beati loro... - disse Lea
- Guarda Lea che se vuoi un po' di intimità con Lukas potete andare nel boschetto laggiù - in tono ironico
- Ci andrei volentieri, cara Inaba, ma poi verrei uccisa dalla tua gelosia - rispose anch'ella, provocando l'amica
- A me non piace questo idiota! Preferisco rimanere vergine tutta la vita! - Urlando e facendo girare alcune persone.

Tutti e tre si sentirono imbarazzati e andarono via a testa bassa vergognandosi come non mai. Lukas era davanti a loro e camminava fischiettando, fregandosene degli sguardi della gente. Quando veniva squadrato da sconosciuti sentiva dentro di se una rabbia enorme, perché lui odiava chi guarda gli altri dall'alto in basso. Sono cose naturali – pensava - per quale motivo dovete pensare a male di me? E queste esatte parole avrebbe voluto dire a quegli idioti. Nel frattempo Lea e Inaba si punzecchiavano a vicenda. Non era chiaro il perché Lea cercasse di far passare Inaba per gelosa nei confronti di Lukas, però lo faceva, forse anche per divertirsi e per vedere la reazione del ragazzo.
- Non mi piace...finiscila! -
- Davvero? Quindi se adesso camminiamo mano nella mano o abbracciati a te non importa? -
- Fai quello che vuoi con lui...non sono certo io quella che vuole farsi sbattere.... -
- Ah davvero? - sogghignando, fregandosene di quello che le aveva detto...anche perché era la verità.

Accelerò il passo e si aggrappò al braccio di Lukas appoggiandosi con la testa sulla spalla, prendendogli la mano. Guardò dietro Inaba con un'espressione di sfida, che venne subito accettata dalla ragazza, che fece la stessa cosa con l'altro braccio. Lukas si ritrovò ad essere abbracciato dalle due ragazze che si scambiavano sguardi come se fosse un oggetto di loro proprietà, come se fosse una gara a chi era più femminile per il ragazzo, a chi l'avrebbe tenuto di più. Il giovane non capiva bene ma era divertito dal comportamento delle due, e si sentiva come un re. Lea e Inaba erano due belle ragazze, che lui apprezzava molto nei loro aspetti fisici e caratteriali : se Lea era la ragazza provocante e allegra, Inaba era quella seria, con un fascino oscuro tutto da scoprire;
- Ragazze dai non litigate per me, ne ho per tutte e due se volete - ridendo da solo
- No grazie! Credo che Lea sia più interessata! Se volete dopo potete andare in un Love Hotel -
- Potremmo anche andarci sai? Però poi ci rimarresti male, specialmente perché non potresti mostrarti con il tuo completino intimo a lui, mentre io ci starò nel letto insieme -
- Come ti permetti?! - pronunciò alzando la voce Inaba
- Mi permetto eccome visto che mi stai dando della troia solo perché quella sera stavamo per farlo -
- Alt! Basta così, la sfida e la competizione finisce qui! Mi avete rotto entrambe... Va bene essere conteso o comunque scherzare tutti insieme ma non voglio insulti a nessuna delle due! Se vi piaccio è un vostro problema, dovete fare voi qualcosa perché io non ho intenzione di provarci con tutte e due, specialmente se sono due ottime amiche come voi! - e s’incamminò sciogliendo la presa e spingendole via. Le due si guardarono in faccia e capirono di aver esagerato
- Scusa Inaba, ho esagerato... - abbassando la testa
- Anche io ho esagerato...scusami...vorrei proprio sapere cosa ci ha preso... -
- Non saprei...eppure io dicevo quelle cose per stuzzicarlo e magari vedere la tua reazione...e sono rimasta sorpresa...sei gelosa... -
- Non è vero...non mi piace... - quasi balbettando - davvero...non trovo nulla di affascinante in lui..forse sarà perché mi hai sfidato... -
- Se lo dici tu...però tranquilla, mi fido di te - abbracciandola e prendendola per mano - però eri così decisa a mettermi in riga che ho pensato che alla fine ci saremmo picchiate - ridendo scherzosamente
- In quel caso ti avrei fatta nera! -
- Ci credo...da una violenta che guarda le arti marziali miste non potrei aspettarmi tanta delicatezza! - continuando a ridere

Si presero per mano e raggiunsero Lukas. Avevano fatto pace e, per la prima volta, o, meglio, la seconda, Lukas era stato l'oggetto di una loro discussione e questa volta non si trattava del patto, bensì di una sfida tra le due. Inaba ripeteva di non provare nulla per il ragazzo, neanche una minima attrazione fisica però in quel momento la sua femminilità era stata intaccata e si era sentita offesa, irritata, e voleva dimostrare a Lea che non era inferiore a lei nel fare la dolce con un ragazzo. Dall'altra parte Lea era quasi pazza del suo amico, forse perché quella sera era stato tutto così bello, seppur interrotto dagli altri, e nonostante molti ragazzi ci avessero provato con lei , non erano come il suo Lukas. Li aveva respinti tutti, anche quelli che le compagne di classe reputavano carini. Aveva un forte innamoramento per Lukas ma non voleva sbagliare nei confronto di Inaba, d'altronde, se avesse trovato un ragazzo, lei sarebbe stata libera di farlo con Lukas ; il suo desiderio di averlo tutto per se cresceva sempre di più, ma il forte legame con Inaba e Henrietta la spingeva a riflettere e a far calmare la sua voglia. Si " insultava " da sola dandosi della poco di buono, ma in realtà lei voleva farlo solo con il suo amico il che non la rendeva una vera e propria cattiva ragazza, ma soltanto una follemente innamorata e bramosa di farsi possedere da una persona sola, quella che occupava il suo cuore e la sua mente, il suo Lukas e niente più.

I due erano abbracciati e si scambiavano carezze e qualche bacino a stampo, assaporando quel momento come se fosse la cosa più bella che potesse mai capitare. In quei giorni erano usciti ma sempre in giro per la città e per negozi o i vari game center, volevano andare al parco a osservare il laghetto che rendeva il posto molto adatto per la loro situazione, ma tra gli impegni e la cura di Haru si limitarono solo a uscite semplici. Henrietta poi si era iscritta a scherma dall'amica di sua madre perciò le sue giornate risultavano essere più impegnative, ma questo non scoraggiava i due, dato che per loro l'importante era stare insieme e vedersi a scuola. Uscire era un dettaglio, o per lo meno era la cosa meno preoccupante del loro rapporto, perciò accettarono di buon grado quella situazione. Quello lì era il loro momento di pace, tranquillità, e volevano trascorrerlo senza baciarsi come forsennati, ma solamente assaporando il venticello che accarezzava i loro corpi uniti e abbracciati, scambiandosi coccole e piccole risate che riempivano il cuore di entrambi. Henrietta fissava Rey con aria persa, dolce, notando i suoi capelli brizzolati e biondi, accarezzando il viso soffice e ben curato del suo amore; era completamente in pace con se stessa e ogni tanto sospirava e quasi impazziva quando il ragazzo l'accarezzava e la stringeva sempre più forte a se, cercando di arricciare i suoi lunghi capelli. Si guardavano intensamente, facendo parlare gli occhi che si scrutavano guardandosi dall'alto al basso e viceversa. La giovane fanciulla prese la mano sinistra del ragazzo e la strinse poggiandola sulla coperta e alzando la testa chiuse gli occhi e, con un piccolo sforzo con le ginocchia, baciò Rey che accettò quel dolce gesto e proseguì giocando lentamente con la lingua della ragazza, assaporando quel bacio come se fosse il primo, come se fosse l'ultimo; passarono la maggior parte del tempo in quel modo, tra un piccolo e innocente bacio ed una carezza amorevole, soffermandosi ogni tanto ad osservare l'immenso prato come se fossero al cospetto di uno splendido tramonto. Parlarono poco quell'oretta, ma quelle poche parole furono apprezzamenti e sdolcinerie. Si piacevano, erano innamorati, e pian piano Henrietta capì cosa provava Rey quando lei lo rifiutava e lo accusava di essere pesante e troppo diretto. Lui voleva solo essere amato e voleva dimostrarle il suo amore, ma lei non voleva e finiva con il trattarlo male ;
- Scusa Rey ... - disse a voce bassa
- Per cosa? - chiese lui, preso alla sprovvista
- Per averti rifiutato e trattato male...sono stata una stupida...volevi solo dimostrarmi cosa significassi per te... scusami -
- Henrietta...non ti scusare...adesso siamo qui...insieme...abbracciati, ed è bellissimo...è bellissimo perché sono insieme alla ragazza dei miei sogni... la ragazza che mi ha risollevato la vita -
- Anche tu...anzi...tu mi hai stravolto la vita...e ne sono contenta...vorrei stare qui con te anche questa notte ad osservare la luna... -
- Potremmo farlo...però non abbiamo neanche un sacco a pelo...e comunque io la luna la vedo sempre anche di giorno...è qui accanto a me... -

La ragazza si emozionò e arrossì: come sempre del resto i complimenti di Rey la facevano imbarazzare e sciogliere. Il cuore batteva sempre più forte ad ogni parola del ragazzo e ad ogni suo gesto...si rendeva conto che stava diventando sempre più importante per lei. Avrebbe fatto di tutto pur di non perderlo. Anche se non era bellissimo, per lei lo era e difendeva questa sua scelta anche quando le compagne di classe lo criticavano. Nessuna e nessuno doveva criticare il suo adorato Rey! Passarono alcuni minuti e Rey ricevette un messaggio da parte di Lukas.
<< Aiuto...sono in mezzo a due fuochi...stavano discutendo per me, e adesso hanno ripreso seppur in tono leggero! Che devo fare? Ritorniamo lì o vuoi rimanere un altro po' con Henrietta? >>

Rey cercò di non fare leggere il messaggio a Henrietta e scrisse velocemente
<< Almeno un'altra ventina di minuti ti prego ç_ç devo darle tu sai cosa... >>

- Cos’è successo Rey? - chiese la ragazza cercando di sbirciare
- Niente! Niente di particolare...solo Lukas che mi diceva che si sono fermati sotto un albero - infilando il cellulare in tasca
- Come mai? Non sarebbe meglio che venissero qui? -
- Naaaa, tranquilla stanno bene e poi almeno siamo qui soli...ed è bellissimo... - accarezzandola
- Hai ragione...credo proprio che ringrazierò Lukas...d'altronde se non fosse per lui non ci saremmo mai messi insieme... - sorridendo
- Eh già...probabilmente ti starei ancora rompendo... -
- Esattamente..ma non pensiamoci più...adesso io sono tua e tu sei mio - con sguardo vispo si tuffò tra le braccia del ragazzo abbattendolo . Finirono allungati entrambi e fissandosi risero
- Ah Henrietta...dentro la tasca interna del giubbino ho le cuffie...ti va di sentire un po' di musica? Ho fatto una playlist solo per te . -
- Sì dai! Sono curiosa! - e andò a prendere il giubbino. Infilò la mano dentro la tasca interna situata alla sinistra e trovò un oggetto duro e lo estrasse : era una scatoletta
- Questa è opera tua vero? Non volevo un regalo e lo sai bene .. - disse la ragazza con tono seccato guardando Rey con aria arrabbiata, anche se dentro di se pensava a quanto dolce fosse il suo fidanzato
- Lo so ma aprilo - indicando la scatoletta. La ragazza la aprì e dentro c'erano due braccialetti color amaranto con delle pietrine blu. Una pietrina era più grande delle altre e il nero formava una H mentre nell'altro braccialetto una R.
- Questo è per te, anzi per noi. So che è presto e so che non avrei dovuto farlo però quando l'ho visto non ho resistito...voglio che tu lo accetti in segno di amore e di affetto... - chinando la testa quasi arrossendo

Lei non sapeva che dire, guardava i due braccialetti ammaliata dalla bellezza del gesto. Certo, non erano maestosi, supercostosi o di diamante, ma erano davvero un bel regalo.
- Grazie! Sono bellissimi entrambi...dai proviamoceli! Andavano benissimo e la ragazza per la felicità saltò nuovamente addosso al ragazzo e si ritrovarono uno sopra l'altro. Lei lo baciò accarezzando la sua guancia e ringraziò. Erano davvero belli, simbolici e da far vedere alle sue compagne che probabilmente avrebbero rosicato per la gioia della giovane. Rey era stato davvero carino e aveva organizzato tutto, anche con l'aiuto di Lukas, e questo fece riflettere la ragazza anche sul suo amico; probabilmente non era cosi " malvagio " come pensava, anzi doveva ringraziarlo. Guardava il braccialetto mentre Rey mangiava uno snack e non proferì parola, ripeteva soltanto grazie è bellissimo e questo fece intenerire molto il ragazzo. Era così dolce la sua Henrietta, così pura e delicata, era come un soffice cuscino di seta da trattare con cura e lui voleva farlo, lo avrebbe fatto finché lei non si fosse stufata di lui, ma sperò che non arrivasse mai quel giorno perché altrimenti avrebbe perso tutto se stesso, la sua anima, il cuore donato alla ragazza, tutto! Sarebbe ritornato in quel brutto periodo, forse peggiorato, e non voleva tornarci mai più! Henrietta era la donna della sua vita e l'avrebbe sposata, avrebbe fatto di tutto pur di vederla ridere e sorridere, voleva amarla, darle tutto, pur ricevendo in cambio medesime cure, ma su questo ne era sicuro, avrebbe messo la mano sul fuoco sull' affetto della ragazza per lui. L'amore è sempre strano si ripeteva ed infatti dopo vari tentativi, varie parole, espressioni ed esagerazioni, i due si erano innamorati ed erano già pronti per il grande passo : presentare - anche se era soltanto una formalità - alle proprie famiglie la dolce metà. Presero quella decisione mentre aspettavano il ritorno dei loro amici. Parlarono a lungo e sebbene le due famiglie si conoscessero già, ebbero sin da subito una grande ansia, anche solo nel parlarne, ma furono felici della loro decisione. Tutto andava per il verso giusto e niente li avrebbe fermati.

Quella sera nel palazzo c'erano Lukas e Rey ad accudire il piccolo Haru. Era l'unica coppia che ancora non aveva avuto modo di guardare il bambino.
Quel pomeriggio era stato bello per entrambi, forse meno per Lukas. Con Henrietta era andato tutto bene e la compagnia e la giornata erano state meravigliose, mentre per il suo amico Lukas le uniche pecche furono la discussione di Lea e Inaba e la loro competizione. Certo era una cosa buona, bella, positiva tutto sommato ma anche strana : come mai Inaba era entrata in competizione? E perché Lea continuava a provocarla? Per lui? O perché piaceva davvero anche all'affascinante e fredda Inaba? Quel comportamento lo fece riflettere su Inaba. Non avrebbe mai voluto una competizione all'interno del gruppo perché gli equilibri si sarebbero spostati. Non poteva scegliere solamente in base al carattere e alla bellezza ma soprattutto non poteva scegliere nessuna delle due , fin quando non avrebbe capito i sentimenti di Inaba.
- Yo! A che cosa stai pensando? - domandò Rey mentre prendeva due birre dal frigorifero
- A Lea e Inaba... -
- In effetti quello che mi hai raccontato è strano...Inaba non è tipa da mettersi in competizione, figurarsi per un ragazzo, per te poi -
- Che vorresti dire? -
- Che Inaba non farebbe mai una cosa del genere per un ragazzo, specialmente se sei tu...non per qualcosa ma l'unica cosa che avete in comune sono le arti marziali e a volte quella freddezza...e forse l'intelligenza -
- Cosa c'entra...allora tu e Henrietta cosa avete in comune? E poi spiegami perché Inaba no e Lea si? -
- Prima di tutto io e Henrietta ormai siamo un'unica entità...seconda cosa, forse perché Lea è una zoccoletta che vorrebbe saltarti addosso al primo cenno di intesa? -
- Cosa c'entra ... ok piaccio a Lea ma lei ha rifiutato tanti ragazzi per me e quindi non è quel tipo di ragazza. Diciamo che in questo periodo ha una vitalità eccessiva! - sorseggiando
- Eccessiva? Secondo me ti consuma, ti ritroverò nella fossa senza energie, senza linfa, prosciugato - mentre si sedeva prese il mazzo di carte - e comunque lascia stare...è stata soltanto una competizione tra donne e tu caro mio dovresti sapere meglio di me che quando due donne entrano in competizione su chi ha più fascino è meglio non stuzzicarle...come le due sorelle. -
- Già per fortuna che le ho lasciate, e adesso già sono fidanzate! Quelle sono zoccole, non Lea...Lea è così carina e divertente...domani andiamo al negozio di musica... -
- Divertitevi...comunque sia amico mio...spera per te che sia soltanto semplice competizione altrimenti l'amicizia tra quelle due finirà moooolto male, e lo sai a cosa mi riferisco - mischiando le carte
- Già...non hanno delle famiglie che le capiscono e litigare per me sarebbe come dare il colpo di grazia alla loro parte oscura...cercherò di non stuzzicarle anche se alla fine è sempre Lea ad iniziare -
- Non avevo dubbi...Non avevo...dubbi! -
- Cosa vuoi dire? - con tono minaccioso e ironico
- Niente..dai alza che ti sfido a Ramino! -

Passarono la serata a giocare e a raccontare esperienze con ex, passando da storie serie a cavolate vere e proprie. Probabilmente aveva ragione Rey, era soltanto una competizione, l'avrebbe fatto anche lui se qualcuno avesse intaccato la sua moralità e la sua virilità, perciò non vi si soffermò più di tanto. Certo che essere conteso da due ragazze belle ma che sono l'opposto non era proprio il massimo. Ironizzando su questo parlarono di cose sconce tra loro cinque che finirono sempre con una grande risata. Quella notte cambiarono Haru due volte, stranamente non voleva dormire e i due ragazzi tentarono in tutti i modi di metterlo nel letto : cantarono delle ninne nanne e lo accarezzarono dolcemente . Gli fecero bere anche del latte caldo e, quando si addormentò, andarono a lavarsi e poi si misero a letto anche loro. Era stata una bella giornata dopotutto. Bella e ricca di emozioni, e dentro di loro speravano di viverne tantissime altre di quel tipo. Grazie ad Haru le loro vite erano cambiate, sia in bene che in peggio; il bambino era stato il punto d'incontro di due rette, due rette che rappresentavano il “prima” e il “dopo” il suo arrivo. La loro adolescenza era la più strana e complicata di tutte, eppure non smisero mai di accudire il piccolo e non pensarono mai male di lui perché non avrebbero potuto. Haru era come un fratellino minore e " sognavano " un giorno di guidarlo come loro erede, trasmettendo la dolcezza e la simpatia di Rey e lo charm e la grinta di Lukas; sarebbe diventato un mostro probabilmente, il loro mostro che avrebbe dimostrato a tutti chi era, e che li avrebbe resi orgogliosi. Non erano i suoi padri, non erano una coppia, ma provavano grande affetto per il neonato.

Lea intanto era a letto, che, guardando la piccola televisione, pensava al suo Lukas, ad Inaba, a tutto. Certo la sua vita non era facile però aveva deciso di gestirsi da sola. Delle lamentele della madre non le importava più; voleva vivere la sua vita senza essere trattenuta da delle catene invisibili che la madre le aveva messo. Pensò anche al dolce e piccolo Haru che ogni tanto accudiva, coccolava e che, se non fosse stato per lui, probabilmente non avrebbe vissuto quell'incontro ravvicinato con Lukas. Pian piano il ragazzo cominciava a piacere sia per il suo carattere, sia per le affinità e sia per la sua popolarità. Non era un figo da paura, di quelli per la quale le ragazze sbavano, però era carino, e a volte era anche molto carismatico, da far rabbrividire. L'osservò mentre litigava con dei ragazzi di una classe superiore che lo stavano importunando e li metteva a tacere tutti. Era il suo carattere : timido ma scherzoso, serio ma anche divertente, isolato ma con un gran carisma. Quei momenti passati insieme la fecero innamorare, perdere completamente di lui e il loro feeling la portava ad essere quel che era in sua presenza. Tra qualche giorno poi, sarebbero dovuti andare a comprare gli strumenti ordinati e non vedeva l'ora di utilizzarli insieme a lui. Non importa se la canzone esce male o bene - pensava la ragazza - l'importante è stare con lui, suonare ed essere uniti nell'anima. Prima o poi sarebbero stati uniti anche nel corpo, se lo sentiva. Però c'era Inaba, la misteriosa Inaba, che quel pomeriggio aveva reagito alle provocazioni. Non si aspettava un comportamento così da parte della più " seria " del gruppo, e probabilmente fu per via della competizione tra loro, però continuava ad avere dei dubbi sulla sua amica. E se Lukas era ambito anche da lei? E perché quella sera aveva fatto quella scenata? Solo per il patto? O perché stava per farlo con il ragazzo che piaceva anche a lei? Non seppe rispondere a nessuna delle domande. Era ormai l'una di notte e non riusciva ad addormentarsi, avrebbe voluto essere in quell'appartamento, sola con il suo adorato Lukas, magari a chiacchierare o giocare, scherzare o, semplicemente, a baciarsi e coccolarsi o, perché no, anche a fare l'amore. Aveva così tanta voglia di stare con lui che voleva scappare di casa per raggiungerlo, ma era troppo distante. Voleva dichiararsi di nuovo, a voce questa volta, però Inaba non l'avrebbe permesso e questo infastidiva la giovane.

Maledetta Inaba...trovati un ragazzo...non posso aspettare che tu decida di farlo solo perché c'è il patto...ti voglio bene però cerca di capirmi...mi piace...mi piace...e probabilmente piace anche a te...ma se ti piace diglielo...fatti capire...

Pian piano iniziò ad accarezzarsi sul petto, massaggiandolo delicatamente. Pensava a Lukas e diede sfogo alla sua fantasia perversa e vogliosa. Si alzò la maglietta del pigiama e continuò a palparsi, a stringersi il seno finché non portò una delle due braccia giù e lo infilò nei pantaloni. Iniziò a toccarsi anche lì, accarezzando pian piano le parti più sensibili e cominciando a mugolare delicatamente. Continuò per diversi minuti, era completamente persa che si tolse i pantaloni e continuò a farlo, infilando poi due dita delicatamente e pian piano aumentando il ritmo, ansimando sempre più forte, fin quando non venne emettendo un piccolo gemito di goduria. Portò la mano bagnata a se e la leccò gustosamente, si sentiva più sollevata e anche, stranamente, stanca. Si rivestì e spense la televisione, e allungandosi di nuovo sul letto chiuse gli occhi cercando di fare bei sogni.

Qualche giorno dopo Inaba si trovava da alcuni parenti insieme alla sua famiglia. Era il compleanno di un suo cuginetto e la festa era molto divertente, specialmente per i più piccoli. Lei si annoiava, pensava ad Haru e inviava messaggi agli altri per far passare il tempo. Rey e Lea accudivano il piccolo mentre Henrietta era a scherma. Non sapeva cosa fare e cercava ogni tanto di ridere e di far contenti i suoi genitori, specialmente il padre. C'erano anche altri cugini ma erano talmente noiosi che cercava di ignorarli. Alcuni più piccoli di qualche anno cominciarono a farle delle domande
- Sei fidanzata Ina? - chiesero due ragazzine di 12 e 13 anni
- No, per fortuna no. -
- Come no? E con chi messaggi sempre? - chiese un maschietto appena arrivato
- Con i miei amici... voi invece? non sapete cosa fare? -
- Veramente speravamo tu potessi aiutarci a conquistare dei ragazzi, sai, una come te dovrebbe averne uno -
- Non posso, non sono un'esperta e a me i ragazzi non interessano - disse Inaba lasciando le due perplesse
- No? Ti piacciono le ragazze? -
- Nooo! Non mi interessa avere una relazione, tutto qui - esclamò
- Dai non ti arrabbiare...come possiamo fare per conquistarli? Sono cosi boni e fichi...pensa che fanno cose assurde...così dicono loro ...hanno già fatto sesso! -
- A 13 anni? - sogghignando per sfotterle - non dategli retta, lo dicono soltanto per farsi notare, in realtà non sanno nemmeno come è fatta la nostra ...-
- Inaba! Che cosa stai dicendo alle ragazzine? - la zia per rimproverarla
- Ma ...niente..mi stavano chiedendo... -
- Niente un cavolo! Non devi dire certe cose davanti a dei ragazzini, capisco che tu sei abbastanza pronta per queste cose e sai come funziona però non ti azzardare a dire certe cose ok? -
- Ok e per la cronaca io sono vergine! -
- Se sei vergine o no non mi interessa! Non puoi parlare di sesso a delle bambine -
- Ok ok stai tranquilla! - Parli proprio te che da adolescente avevi più ragazzi intorno che mosche - mi dispiace, avete sentito Hitler...non posso dire nulla. Comunque tranquille, non l'hanno fatto e sono solo dei ridicoli...non sono questi i veri uomini! -
- Perché, tu sai quali sono? C'è qualcuno che ti piace per dirlo? - chiese una di loro
- No! Però per quel che sono i miei valori morali dei ragazzi del genere non sono rappresentano il tipo di uomo che mi piace. E adesso scusatemi, vado in bagno -

Lasciò un’atmosfera abbastanza turbolenta, strana, da litigio. Non aveva detto nulla di eclatante, stava solo rispondendo e la colpa era andata a lei. Come sempre!

Che famiglia di merda...tutti contro di me...

Si lavò la faccia e rispose al messaggio di Lea. Con la sua amica i rapporti erano rimasti buoni e per fortuna non erano nate altre sfide, però a volte non la sopportava. Il modo in cui si avvicinava a Lukas, le sue frecciatine... in quei momenti avrebbe voluto zittirla. Poggiò il cellulare sul lavandino e si sedette sul bordo della vasca da bagno. Pensava, pensava e pensava sempre e solo ad Haru. Ormai accudirlo a turno non bastava, stava diventando difficile e soltanto lei e Lukas potevano essere presenti, molto più degli altri. Era confusa, non poteva certo vivere da sola con il piccolo ma non poteva continuare a dare disturbo ai suoi amici che, seppur disponibili, a volte credeva che si annoiassero. Non diceva niente a nessuno per non causare problemi però stava diventando stancante e doveva trovare una soluzione.

Pensa Inaba pensa! Come posso fare per Haru? Non voglio sia un peso per gli altri...io l'ho trovato e io lo devo accudire però come...se soltanto quel bastardo lo facesse tenere sarebbe tutto più facile, ma non si può. Lo porterebbe via da me sicuramente. Devo trovare il modo per stare con il piccolo ogni giorno. Vorrei tanto avere una famiglia come quella di Henrietta dove non si deve mentire, dove ci si diverte e tutto è allegro. Forse anche loro litigheranno ma mai come accade da me. Certo c'è Lea che è in una situazione peggiore però anche io non sono di certo in paradiso....è un inferno...pulire, cucinare...lavare...sgobbare mentre loro si divertono...e maltrattarmi anche se prendo un mezzo voto più basso della media...darei tutto pur di vederlo soffrire davanti ai miei piedi...

Mentre pensava si accarezzava i suoi capelli neri e scalati, cercando di riflettere su una possibile soluzione. Non la trovò e ad un tratto udì la madre chiamarla.
- Inabaaaa sei viva? -
- Sì entra -

La donna entrò con aria tranquilla e si sedette vicino a lei
- Ma cosa stavi dicendo alle tue cuginette? Zia mi ha raccontato tutto ...- disse divertita
- Zia non ha capito un cavolo...mi avevano chiesto consigli per rimorchiare dei ragazzini di 13 anni che si vantano di aver fatto sesso... e io stavo spiegando che si stavano solo vantando e che non era vero...poi zia .... -
- Ho capito e ti credo, non sei certo tipo da parlare di certi cose, specialmente con delle ragazzine...e comunque lasciala stare a zia, ha bevuto troppo. Se hai qualche problema dimmelo però ok? -
La ragazza esitò qualche secondo, con un brivido lungo la schiena e una fitta al cuore e, a bassa voce, quasi con un suono strozzato rispose - Ok... -
- Dai adesso andiamo che c'è la torta -
- Mi vuoi fare ingrassare? -
- No e anzi un po' di ciccia ti farebbe bene, vorrei avere io il tuo corpo...chissà quante conquiste hai fatto a scuola eh - spingendola con il gomito
- Non è vero non piaccio a nessuno -
- Questo perché metti paura a tutti...se fossi più dolce saresti l'idolo della scuola... -
- Ma io non voglio essere dolce... -
- Lo so, andiamo adesso altrimenti tuo padre si arrabbia -

Scesero e mangiarono la torta. Per qualche assurdo motivo la chiacchierata con la madre fu per la ragazza una liberazione; sentiva meno peso sulle spalle, come se si fosse sfogata leggermente. Ovviamente non era così e, anzi, le aveva mentito di nuovo, però non poteva dirle di Haru. In macchina cercò di dormire, fissando il vetro del finestrino, ma non ci riuscì subito, c'era ancora il problema da risolvere. Ormai era quasi un mese che Haru era nella sua vita e non poteva non dedicarsi al piccolo. Si sentiva sua madre e presto avrebbe fatto le visite di controllo ma non sapeva come fare per continuare la sua vita. Senza la famiglia ad appoggiarla, la giovane Inaba si sentiva persa ed esclusa dal mondo. Arrivarono alcuni messaggi dai suoi amici e lei sorrise, dopo di che si addormentò in una maniera scomoda.

Il pomeriggio seguente la ragazza aveva dato appuntamento a Lukas fuori dalla scuola. Voleva parlare con lui a tutti i costi : gli aveva inviato un messaggio alla fine durante le lezioni e nel club non parlarono perché c'erano gli altri. Desiderava parlare in privato con il suo amico. Arrivò con qualche minuto di ritardo e si trovarono davanti al cancello. Lei lo attendeva con la cartella tenuta tra le mani, come se fosse una ragazza che aspetta il suo fidanzato per entrare a scuola. Era frenetica e il cuore le batteva più forte, stranamente, e cominciava a sudare a freddo. Non era un comportamento da Inaba pensava tra se e se, ma si fece coraggio
- Sei in ritardo... - facendo finta di essere offesa, ma in realtà era molto agitata dentro di se
- Colpa del professore di ginnastica, l' ho dovuto aiutare a portare dei banchi in un'aula -
- Capisco ... - abbassando lo sguardo
- Allora? cosa volevi dirmi di importante? -
- Volevo chiederti...dirti...- era in palla
- Perché sei così agitata? Non è che vuoi chiedermi di uscire? Perché nel caso accetto volentieri -

Zitto idiota - pensava la ragazza

- No è che quello che voglio dirti è una cosa seria ed importante e so che solo tu sei in grado di capirmi - facendo girare la punta del piede a destra e a sinistra
- Dimmi..sono qui per te... -
- Ok...ti prego Lukas...aiutami a tenere Haru! - urlò alzando la voce ma ancora a testa bassa
- Lo stiamo già tenendo...tutti e cinque...forse sei un po' stressata dal periodo? -
- No non hai capito...vivi con me! Viviamo insieme e aiutami a cresce Haru - continuando a tenere la testa bassa
- Perché lo chiedi a me? - chiese il ragazzo incuriosito e colto di sorpresa
- Perché tu sei l'unico che può aiutarmi - piangendo e singhiozzando - ti prego...non voglio più vivere in quella lurida casa...voglio crescere Haru ma non posso farlo da sola...tu sei l'unico che può aiutarmi...l'unico di cui mi fido...l'unico che è libero..l'unico a cui ho chiesto ... - piangendo sempre più forte...

Ormai aveva deciso, sapeva cosa fare e in cuor suo sperò che Lukas accettasse. Non poteva vivere da sola, ci voleva una presenza per aiutarla e soltanto il ragazzo poteva. Sarebbe stato strano, difficile se non impossibile crescere un neonato alla sua età, ma lei lo desiderava. Non voleva più essere maltrattata e sfruttata. Voleva vivere ed essere felice con il suo Haru crescendolo come una madre. Avrebbe lasciato la scuola, la famiglia per lui, ma non gli amici. E tra tutti i suoi amici, tra Rey, Henrietta, Lea e Lukas soltanto quest'ultimo poteva darle una mano. Avrebbe vissuto sotto lo stesso tetto, anche nello stesso letto, ma ormai era decisa. Via il passato brutto, macabro e umiliante : adesso c'erano solo gli amici e Haru!
Continuò a piangere perché sapeva che non avrebbe mai accettato ma non poteva fare a meno di chiedere, di ricevere attenzioni, di essere sorretta da una forte presenza. Il suo cuore batteva più forte, le sue paure si svegliarono e invasero la sua mente; l'Inaba seria ormai era diventata fragile e ridicola. In cuor suo sapeva già la risposta, però sperò di sbagliarsi e in quel momento si sentì stupida e inutile, e forse da quel pomeriggio i rapporti con gli amici e con la famiglia, non sarebbero più stati gli stessi. Sotto quel fievole tramonto, metà del cuore di Inaba soffrì per la sua scelta ma l'altra metà gioì perché stava per abbandonare l'oscurità. Da sola o con Lukas, lei avrebbe vissuto con Haru, con il suo bambino, con suo figlio, perché questa era la sua vita e niente e nessuno l'avrebbe fermata.

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