Eien

di Sarn
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Opening ***
Capitolo 2: *** Non può essere così stupido... ***
Capitolo 3: *** Romance & Cigarettes ***
Capitolo 4: *** Laaaaaazy Boy! ***



Capitolo 1
*** Opening ***


Villa Hyuuga.
Ovvero: l'inizio di tutti i guai.

"Shikamaru, muoviti!! Farai tardi!!!!" la leggiadria della voce di una madre a volte può essere peggio delle cannonate. Shikamaru nara non poteva che esserne consapevole. Ogni giorno ripeteva a sé stesso che suo padre doveva essere un mezzo idiota.
Con tutto il rispetto, papà.
Come si può voler sposare un tale mostro?
Fai questo.
Fai quello.
No, così non va bene.
Insomma, Shikamaru, mettici più energia.
Possibile che tu non sia in grado di fare nulla?
Appunto, bisognava essere stupidi per decidere di passarci più di 3 minuti.
Deficienti se si sceglieva di oltrepassare il quarto d'ora.
Ma sposarla! Questo era degno di un ospedale pisichiatrico.
O di un autolesionista.
Il ragazzo evitò accuratamente di permettere a questa seconda ipotesi di farsi strada nella sua mente.
Non ci voglio nemmeno pensare.
Per sua sfortuna, si era perso troppo nei propri pensieri e aveva finito per addormentarsi di nuovo.
La porta della sua camera sbattè.
In effetti si era sempre chiesto perchè la madre avesse deciso di far mettere queste porte invece dei tradizionali pannelli da far scorrere.
Ecco la risposta.
Si divertiva a sentirle sbattere.
Proprio a me una così doveva capitare?
Tirò le coperte pesanti verso di sè fino a coprirsi interamente la testa.
Di certo non avrebbe fatto lo stesso errore.
Avrebbe sposato una donna nè brut...
"SHIKAMARU!!!" quella voce acuta gli forava i timpani.
L'unica cosa al mondo che poteva impedirgli di pensare.
Quella.
Dannata.
Voce.
Acuta.
Con enorme sforzo si astenne dal ribattere con lo stesso tono di voce, cosa che certamente non avrebbe fatto altro che peggiorare la sua situazione, specialmente in zona timpani.
"Mhm?" mugugnò.
A voler dire : "Sì, mammina mia adorata? Desideri qualcosa dal tuo figliolo caro che ti ama tanto?"
Solo che, ovviamente, dire "mhm?" comporta una fatica minore.
Confidando nella capacità della madre di capire i versi del figlio che lei stessa aveva dato alla luce, Shikamaru attese.
"Come sarebbe 'mhm?' ????? Sarà la quinta volta che ti chiamo!!! Vuoi deciderti ad alzarti?"
Ok.
Evidentemente non aveva compreso.
Shikamaru fantasticò per qualche secondo sul fatto che magari quella donna non fosse la sua vera madre.
Per sicurezza comunque decise di non aggiungere altro.
C'è da dire che per essere un ragazzo dal quoziente intelletivvo pari a 200, fece una mossa davvero stupida.
la madre infatti si infuriò ancor di più per la mancata risposta affermativa e per il mancato movimento.
Ovviamente Shikamaru si accorse di quanto fosse irritata solo quando lei gli strappò via le coperte lasciandolo al gelo di una mattina d'Ottobre.
Per sicurezza, la donna aprì anche la finestra.
Non fosse mai che (magari) durante la notte un po' di calduccio fosse rimasto nella stanza.
Il vento freddo svegliò del tutto il nostro povero ragazzo pigro.
La luce forte negli occhi gli diede il buon giorno.
"E ora vedi di scendere. Entro cinque minuti ti voglio fuori di casa."
Stavolta ebbe quantomeno l'accortezza di rispondere.
"Sì..."
Evidentemente il freddo gli aveva risvegliato anche i neuroni.
"E non rispondere così svogliato!!"
Buon giorno anche a te, mammina. Bella giornata, vero?
Con un enorme sforzo di volontà, si obbligò a scendere dal letto.
Diede un'occhiata fuori dalla finestra.
Nemmeno una nuvola in cielo.
No, decisamente non ne ho voglia.
Perchè a me?!?

Ichiraku. Qualche sera prima.
Non che ricordasse granchè di quella sera, a voler essere onesti.
Però quello se lo ricordava.
Era andato all'Ichiraku una sera con Ino, Sakura e Choji.
Nemmeno sapeva che vendessero alcolici lì.
Cioè, sì.
Lo sapeva.
Diciamo che non pensava che avrebbero venduto acolici a dei minorenni.
Quindi non se l'aspettava.
Come non si aspettava di finire mezzo ubriaco dopo solo cinque bicchieri di saké.
Ricordava però che a un certo punto erano apparsi dal nulla Kiba, Shino e Hinata.
Accompagnati dal pulcioso.
Come diavolo...?
Ah, sì.
Akamaru.
Non riusciva a ricordarsi i nomi dei cani.
Proprio non gli piacevano.
Mille volte meglio i gatti.
Quanto avrebbe voluto essere un gatto per poter dormire tutto il giorno...
"Cosa? Hinata-chan vai in missione sola soletta?" ricordò di aver sentito Sakura che lo strillava.
"Sì" aveva risposto cupo Kiba al suo posto.
Sinceramente aveva qualche difficolatà a capire perchè Kiba stesse così tanto attaccato a Hinata.
In fondo, lei era già occupata.
Pazienza.
Non erano affari suoi.
Anche se una vocina nella sua testa continuava a ricordargli che, vista una certa promessa, avrebbero dovuto esserlo.
"Ma non c'è nessuno che possa accompagnarti?" aveva urlato Ino.
Tutti i presenti erano impegnati a quanto pareva.
O almeno, così doveva essere, visto che Shikamaru non si prese la briga di alzare la testa dal bicchiere per verificarlo.
"Ma non preoccupatevi, è solo una missione diplomatica fino a Suna. Devo riferire a Gaara-sama un messaggio dell'Hokage."
"Non cambia le cose. Non è bello attraversare il deserto da sola. qualcuno ti deve accompagnare..."
Shikamaru sapeva già cosa sarebbe successo.
Ino si sarebbe accorta che lui non aveva nulla da fare in quei giorni.
E si preparò un bel "no" cortese ma irremovibile da dire alla ragazza.
"Shika?" la bionda si voltò verso di lui con voce melliflua.
Ecco, il momento era quello.
Doveva solo pronunciare quel monosillabo.
N.
O.
Ma i suoi riflessi cominciavano ad essere annebbiati dal saké.
E soprattutto, il suo occhio continuava a cadere sulla scollatura di Ino.
Era così vertiginosa anche prima di entrare nel locale?
"Allora?" gli chiese lei, avvicinandosi.

E così ora si ritrovava nell'aria fredda della mattina davanti a casa Hyuuga.
Ok, gli alcolici non avevano risolto il suo problema.
Sì, vero.
L'avevano peggiorato.
Non solo aveva continuato a pensare a lei...
A parte i trenta secondi della scollatura di Ino, ovvio
...ma per di più ora non sarebbe nessmeno riuscito nell'intento di starsene lontano.
Bussò alla porta.
Gli venne ad aprire Neji.
"Hinata sta arrivando."
Freddo come sempre.
Stettero in silenzio per diversi minuti.
"Sarà meglio per te che non el succeda niente di male."
C'era una tale minaccia nei suoi occhi chiari che per un attimo Shikamaru ebbe paura.
Ad ogni modo era strano.
Era convinto che il ragazzo degli Hyuuga avesse una storia con TenTen.
Almeno stando a quando Rock Lee aveva urlato in mezzo alla strada a Naruto prima che lui partisse.
Quei due baka non sapevano parlare normalmente.
No.
Dovevano dirsi i fatti degli altri in mezzo a una strada affollata.
Urlando.
"Se sei tanto preoccupato per lei, perchè non la accompagni tu?"
In fondo, per lui era solo una seccatura.
Chiese mentalmente perdono.
Sapeva di aver fatto quella promessa.
Ma questo non negava che certe cose fossero noiosissime e faticose.
E in questo caso, anche pericolose.
Neji lo fissò storto, e per un momento Shikamaru pensò che l'avrebbe fatto esplodere.
Ma dall'interno comparve Hinata.
"S-s-scusa per il ritardo, S-Shikamaru-kun."
"Non ti preoccupare. Andiamo?" lanciò un occhiata al cugino della ragazza  che continuava a guardarlo storto.
"C-ci vediamo tra qualche giorno, Neji-kun."
Lo sguardo di Neji si addolcì un poco.
"Sì." mormorò, quasi più a sé stesso.

Hinata si diresse spedita oltre le porte di Konoha.
Solo dopo diversi passi si accorse che Shikamaru era rimasto indietro.
Sembrava non voler uscire dalla città, e rimaneva lì, vicino alle grandi porte di legno massiccio.
"S-Shikamaru-kun? Q-qualcosa non va?"
Assolutamente no.
Tutto alla grande.
Semolicemente non riusciva a fare quel passo decisivo.
Quello che l'avrebbe avvicinato a lei.
Un brivido freddo gli percorse la schiena.
Criticava tanto il padre, ma lui non era molto diverso.
Dannazione, Temari.
Perchè sei così?
Certo di aver firmato la propria condanna a morte, raggiunse la ragazza che lo stava aspettando e lo fissava senza capire.
Di certo, si disse Shikamaru, questo non può che essere l'inizio di una lunga serie di disastri.
E sospirò sconsolato.
Perchè non poteva essere un gatto?



















Grazie in anticipo per i commenti ^^ (spero che ci siano...)
La fic, vi avverto, sarà un po' strana... spero di non metterci secoli per aggiornare come mio solito...
Ellie, grazie di tutto. Come sempre sei la migliore. E non osare contraddirmi su questo.

Ma questa la dedico anche a te.
Perchè alla fine sono dell'idea che parlerà un po' di noi.
Immagino che non la leggerai mai perchè non ti dirò che l'ho pubblicata.
Mi piace pensare che tra qualche anno, se mi vorrai ancora bene (sempre che tu me ne abbia mai voluto), io stessa ti leggerò quello che mi appresto a scrivere e insieme rideremo delle stupide paranoie della sottoscritta riguardo a una certa persona.
Ma probabilmente è solo una mia fantasia.

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Capitolo 2
*** Non può essere così stupido... ***


"Shikamaru-kun, siamo quasi arrivati. "
Il ragazzo del clan Nara non dava segni di risposta.
Se non fosse stato che stavano camminando, Hinata avrebbe detto che si era addormentato.
Gentilmente, anche se con un tono di voce leggermente più alto, ripetè la frase.
Shikamaru, un po' scocciato, riportò la sua attenzione sulla Hyuuga.
"Cos'hai detto, Hinata-chan?"
La ragazza ripetè per la terza volta.
"Ok, ho capito." rispose lui con voce atona.
Poi, con altrettanta inespressività, le propose una pausa.
Hinata spalancò gli occhi chiari, e il ragazzo potè chiaramente leggervi la domanda "Come, di nuovo?!?"

Una volta Shikamaru aveva la convinzione di preferire di gran lunga le ragazze timide e riservate.
Questo finchè, per sua sfortuna,  non aveva scoperto quanto potevano essere cocciute.
Quanto potessero essere dolci con quel sorriso gentile e il soffuso rossore sulle guance pallide mentre dicevano
"Shikamaru-kun..."
E quanto sapessero essere crudeli nel concludere la frase con un
"...no, è fuori discussione."
Sempre col dolce sorriso sulle labbra.
Perfida.
Sei perfida, Hinata Hyuuga.

Svariati chilometri più lontano, una città.
Circondata dal deserto.
Come una piccola oasi.
Un falco pellegrino sorvolò la città di Suna.
Case bianche dai tetti bianchi, circondate dalla sabbia del deserto, che, illuminata dagli impietosi raggi del sole di quel primo pomeriggio, mandava bagliori dorati.
Nel suo volo, assecondando le spinte del vento, il rapace planò verso un edificio bianco come il resto della città, ma decisamente più imponente.
Volteggiò attorno al palazzo del kazekage.
Tutto taceva.
Troppo caldo perfino per parlare.
Passò accanto a una finestra aperta.
"Etchum!!" starnutì qualcuno dall'interno.
"IDIOTA!!!" il falco, spaventato, si allontanò velocemente dalla fonte certamente pazzoide di tutto quel rumore, lasciando un paio di piume sul davanzale.

"Tebari, dod bi idsultare..." un altro starnuto.
"Cos'ha detto questo deficiente?!?"
Le mani sui fianchi, in un tipico gesto da tirannica sorella maggiore.
Gli occhi blu scuro mandavano lampi.
Letteralmente.
"Ha detto di non insultarlo."
Temari guardò irritata il più piccolo dei suoi fratelli.
Il ragazzino dai capelli rossi le restituì lo sguardo.
Impassibile.
Come un genitore che con pazienza assiste ad un capriccio della figlia di quattro anni, con la viva speranza che si zittisca il prima possibile.
"Gaara!! Non ti azzardare a rivolgerti a me con quel tono!"
Il kazekage sapeva riconoscere i nemici più pericolosi.
Senza contare che il ragazzo aveva sempre avuto una viva intelligenza e una spiccata perspicacia.
Fin troppo, a volte.
Lanciò un'occhiata al fratello maggiore.
Io ci ho provato.
E fece un piccolo passo indietro.
Temari soddisafatta lo prese per un " fa' come ti pare".
Sorrise.
Gaara l'avrebbe definita 'sadica felicità', ma ovviamente non era così stupido da esprimere i suoi pensieri ad alta voce.
Kankuro starnutì di nuovo.
Che straordinaria capacità di fare la cosa sbagliata al momento sbagliato.
Infatti, la sorella tornò a dedicargli la sua piena attenzione, distogliendola dal giovane kazekage che se non fosse stato Sabaku no Gaara certamente avrebbe sospirato di sollievo.
"E io non dovrei insultarti, baka?!?"
Kankuro non osò fiatare.
"Rispondi!"
Panico.
Puro panico negli occhi del marionettista.
Evidentemente la sua ora era giunta.
Anche perchè a volte aveva la sensazione che la sorella si divertisse a fargli domande del genere.
Qualsiasi cosa avesse risposto, sarebbe stata comunque sbagliata.
Pregò che Temari interpretasse il suo silenzio come la risposta giusta.
Qualunque essa fosse.
"Ma io dico.."
Miracolo.
Era ripartita.
"...come si fa ad essere così stupidi? "
Lo chiedeva a lui?
"Kankuro, secondo te..."
Ah, no.
Era una domanda retorica.
"...perchè si chiama paese della Pioggia?"
Merda.
Questa era una domanda vera.
Fece un respiro profondo.
"P-perchè...piove?"
Vide Gaara alzare gli occhi al cielo, disgustato dalla stupidità del fratello.
Ooooops.
Retorica pure quella?
Chiuse gli occhi, rassegnato.
Aspettando la filippica.
Temari prese fiato.
Pessimo segno.
Significava che si preparava ad urlare.

toc toc.
Non era esattamente quello il suono che il marionettista si era aspettato.
Pur con prudenza, osò aprire gli occhi.
Temari era ancora davanti a lui.
Ma la sua aura omicida era rivolta verso la porta.
"Chi cavolo è ?!?"
Da dietro la porta, una voce femminile rispose
"Chiedo perdono, Temari-sama. Ho un messaggio per il kazekage."
E perchè devi venire a rompere le scatole qui ?
Ancora più innervosita (mai interrompere una donna quando sta per fare una predica) guardò verso Gaara, come a sottolineare che era colpa sua.
Il fratello intuì quello che lei pensava.
E sentiva che la tempesta ora stava per abbattersi su di lui.
Sarebbe davvero stato curioso di sapere che le aveva fatto quello stupidissimo ninja di Konoha.
Da quando era tornata, la sorella non era più la stessa.
E dire che era più scontrosa del solito era più che altro un pallido eufemismo.
Come dimostrava il fatto che stava facendo una scenata per il raffreddore di Kankuro.
Quando non c'era nulla di più banale di prendere freddo nel paese della pioggia.
Oppure il fatto che stava per prendere a ceffoni il kazekage perchè qualcuno era venuto a cercarlo.
Nel suo ufficio, tra l'altro.
Come se fosse così assurdo cercare il kazekage nell'ufficio del kazekage.
"Temari-sama, per favore, mi faccia entrare. E' un messaggio da parte di Konoha."
Kankuro impallidì.
Gaara si preparò psicologicamente a vedere volare teste.
Nessuno dei due infatti aveva ancora avuto l'ardire di pronunciare la parola Kon...sì, bè, il nome di quel villaggio davanti a Temari.
Insomma, il suicidio non era la loro massima aspirazione nella vita.
Nè tantomeno la morte per decapitazione.
O peggio.
Nella stanza si era fatto un silenzio quasi più insopportabile del caldo afoso che li perseguitava da tutto il giorno.
Temari fece due passi lentissimi verso la porta.
"Hai...detto 'Konoha'?"
Silenzio.
Rispondi di no rispondi di no rispondi di no rispondi di no rispondi di no rispondi di no.
"..S-sì."
Il kazekage si appuntò mentalmente di dare degna sepoltura alla poverina che ora stava oltre la porta.
Il suo coraggio era ammirevole.
"M-mi hanno chiesto di informare il kazekage che due ninja di Konoha stanno arrivando qui."
C'è un'infinità di ninja a Konoha. Una percentuale bassissima di possibilità che sia lui. Kankuro si aggrappò a quel pensiero.
Temari spalancò la porta dell'ufficio.
Una ragazza bionda con il coprifronte della sabbia e un pacco di fogli tra le braccia fece un salto indietro.
"Di chi si tratta?"
Temari cercò di assumere un tono di voce distaccato.
In fondo non me ne importa niente. E' solo per sapere. si disse.
E' comunque il cry baby non può essere così stupido.
"Allora? Ti ho fatto una domanda."
Anche la ragazza era incappata nella trappola psicologica del "domanda vera/ domanda retorica" che terrorizzava sempre Kankuro.
Quando realizzò che la sorella del kazekage era lì ad aspettare una sua risposta, si mise freneticamente a rovistare tra le carte che aveva in braccio.
Temari sembrava molto molto spazientita.
Ma certo, a lei non importava niente.
Voleva saperlo solo per informazione.
Non può essere così stupido.
"Hyuuga Hinata..."
Ecco, aveva trovato il foglio giusto.
Appunto.
Visto, Temari? Non avrebbe il coraggio di presentarsi qui.
"...e Nara Shikamaru."

Gaara sedeva alla sua scrivania, nel proprio ufficio.
Ora vuoto.
Aveva mandato Kankuro in camera sua.
Con quel raffreddorenon poteva fare molto, oltre a starsene a letto a pensare alle modifiche da apportare alle sue marionette.
La sorella invece si era volatilizzata.
Le relazioni con le persone erano così complicate.
A volte fin troppo.
Un nome.
Era sufficiente un nome per far crollare la più forte e dispotica delle donne.
Ma che le hanno fatto?
Se quello era il sentimento chiamato "amore", a volte ringraziava di cuore di non esserne soggetto.
"Kazekage-sama?"
La ragazza di prima fece capolino.
Gaara la osservò.
Sì, la testa era ancora al suo posto.
"Ti sto ascoltando. Dimmi pure."
Notò che lei non lo osservava negli occhi.
Il timore reverenziale che la gente aveva.
La sensazione che tutti sapessero che alla fine non era altro che un mostro.
Magari era quello ad impedirgli di provare quel sentimento.
"I due Ninja di Konoha. Sono arrivati."

"Finalmente siamo arrivati." disse con uno sbadiglio Shikamaru.
Hinata sorrise.
"Mi dispiace che tu sia stato costretto a un viaggio del genere, Shikamaru-kun. So che lo trovi scocciante."
Il ragazzo la guardò con un sorrisetto divertito.
"Non è colpa tua, Hinata-chan." disse con un tono vittimistico nella voce.
"La causa di tutto sta in quella bionda..." aggiunse.
"Non parlare di Ino-chan in quel modo, Shikamaru-kun. Sai che non è cattiva."
Shikamaru sospirò, afflitto.
E chi parlava di Ino?
Poi si ricordò di una cosa.
"Non ti preoccupare, Hinata."
Le mise una mano sulla spalla e si chinò a sussurrarle all'orecchio
"...ho fatto una promessa a Naruto, e non posso tirarmi indietro."
E le fece l'occhiolino.
Hinata ridacchiò, rossa come un pomodoro.
"O-ok. S-Shikamaru-kun, è meglio se entriamo..."
E i due ninja varcarono le porte del palazzo del kazekage.

Stupidissimo cry baby!!!
Non poteva starsene a casa sua a passare le sue stupide giornate a guardare le sue stupide nuvole?
Temari camminava a grandi passi per la sua camera.
Era tutta colpa sua.
Ci voleva tanto ad uscirsene per sempre dalla sua vita?
Ci voleva tanto a capire la frase "Non ti voglio più vedere" ?
Evidentemente sì.
Oh, fantastico.
Si era anche messa a piangere.
Lei, Temari.
Una delle migliori kunoichi di Suna.
Che piangeva.
Per uno stupido.
Fu fortemente tentata di prendersi a schiaffi.
Scostò la tenda della sua finestra e guardò in basso.
Kami..
Era già lì?
Ma quel che vide non le piaque molto.
"Vai a quel paese, Shikamaru Nara!" sibilò, allontanandosi dalla finestra con un gesto brusco.
Uscì dalla stenza, sbattendo la porta con un gesto altrettanto violento.
Adorava quelle porte.

Shikamaru sentì un brivido freddo scendergli lungo la schiena.
Cominciò a pensare che avrebbe fatto meglio a restarsene a casa propria, al calduccio sotto le coperte.
Un'altra occasione mancata di fare qualcosa di intelligente.













Finalmente ho postato il secondo capitolo.
Sì, lo so che "finalmente" dovreste dirlo voi  ^^'''                                      
Comunque sia, spero che vi piaccia...ci ho messo molte ore di letteratura inglese a scriverlo (tanto per quello che spiega certa gente...)
Spero di aggiornare presto il terzo capitolo, ma non assicuro nulla..
Grazie per aver letto ^.^ (commentate, mi raccomando, che rendete felice questa povera ragazza )
Un grazie particolare a
rolly too: devo ammettere che io mi sono appassionata alle ShikaTema da poco...nonostante adori da morire Shikamaru ^^ grazie per i complimenti u////u
bambi88: o.o sei svenuta?!? per favore riprenditi, che poi finisco male ^^''' cmq felice che tu sia felice ^^
LEA91: ehm, credo di aver colto l'immagine di Shika perchè mi assomiglia molto (ma come ripeto sempre, non dal punto di vista dell'intelligenza...purtroppo) ..grazie, troppi complimenti u///////////u
SaraDj: Davvero trovi che facesse ridere? Non so,mi è venuta così...mi viene da immaginare che Shikamaru abbia un po' questa visione sarcastica delle cose che succedono...
Lolly: Grazie mille!!! ^///^ non credo che questo secondo capitolo facesse ridere come l'altro...dimmi che ne pensi ^^
MoMozzia: woooow, non pensavo che le fan delle ShikaTema fossero così tente *____* (me molto felice)
NaTemari: ahahahah!!! Non pensavo che si potesse essere tanto felici di una ficcy del genere...ç___ç fa sentire anche me molto felice...
eaglestar: grazie ^^ Io conto di continuarla, anche se non ho bene idea di quando riuscirò ad aggiornare...che palle questa stupida scuola ;_; (tutto questo lamentarmi mi fa sentire molto Shika )
SK: ah sì? allora mi prendo tutto il merito della bellissima fic che hai scritto ^^ 

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Capitolo 3
*** Romance & Cigarettes ***


Shikamaru Nara sonnecchiava appoggiato ad una parete del palazzo del kazekage.

M-mi dispiace, S-Shikamaru-kun, ma l-l'Hokage mi ha raccomandato d-di riferire il messaggio s-solo a G-Gaara-sama.

Traduzione: aspetta fuori e non rompere tanto.
Quando mai, quando mai aveva deciso di partire!
Anzi, quando mai non aveva imparato a dir di no a Ino!
E' solo una sillaba.
Ma...lei si era chinata verso di lui, i sottili capelli le erano scivolati giù dalle spalle come una cascata dorata, sprigionando il solito profumo dolce che la ragazza adorava mettere...
E, sì, poi aveva anche buttato l'occhio sulla scollatura.
Che palle.
Rivoleva indietro i vecchi tempi in cui poteva dormire all'ombra di un albero senza che la ragazza bionda che lo tormentava anche nei sogni venisse a disturbarlo.
Ammesso ovviamente che un bacio si potesse considerare un disturbo.
Sbuffò.
Prima la Hyuuga usciva da quella porta, prima poteva tornare a Konoha.
A dormire, non c'era nemmeno bisogno di chiederselo.
Sbadigliò al solo pensiero dell'orario cui era stato costretto a svegliarsi quella mattina.
Si frugò in una tasca del giubbotto da chunin, recuperando sigarette e accendino.
Con calma metodica ne sfilò una dal pacchetto. La portò alle labbra e l'accese.
Inspirò lentamente il fumo scuro.

"Lasciami in pace! Non voglio mai più vederti in vita mia!!"
Non l'aveva mai vista piangere.
Era come se avesse sempre pensato inconsciamente che non ne fosse in grado.
Certo, le ragazze di solito piangono.
Ino aveva pianto, in diverse occasioni. E lei era una ragazza forte.
Aveva pianto quando l'Uchiha aveva tradito il villaggio.
Anzi, quando se n'era andato, come diceva lei.
Ma la ragazza della Sabbia...
Non se lo aspettava, la verità era quella.
Veder Temari versare lacrime era come veder piangere Yoshino. E in diciott'anni di vita non gli era  mai successo.
Oltretutto, la coscienza di essere lui la causa di quel pianto che non credeva possibile, era come una morsa allo stomaco.

Tenendo lo sguardo fisso sulla porta dietro cui era sparita Hinata, soffiò fuori il fumo, che si disperse nell'aria in nuvolette grige.
Non avrebbe dovuto lasciarla andar via.
Non avrebbe dovuto andare a Suna. Le possibilità di incontrarla - nel palazzo del kazekage, poi! - erano del 95,7 % .
Che palle.
Non avrei dovuto,  avrei dovuto, vorrei, farei, se, ma...
Che palle.
Non me ne frega niente.
Le donne sono una gran rottura.
Voglio solo sdraiarmi da qualche parte a guardare le nuvole.
Invece si trovava lì, mezzo addormentato, ad accontentarsi delle nuvolette che gli uscivano dalle labbra.
Sorrise tra sè all'improvviso pensiero che gli era balenato nella mente: una figura grande e grossa, dai vestiti impregnati di quell'acre odore di fumo e l'immancabile sigaretta tra le labbra. Cosa che, ovviamente, suscitava da parte di Ino non solo strilli, ma infinite filippiche e tentativi di portare tutta la squadra a noiosissime conferenze sugli effetti del fumo passivo.
Come notò con sarcasmo Shikamaru, osservando la sigaretta che teneva tra le dita con una smorfia che era quanto di più vicino a una mezza risata che ci si potesse aspettare in quel momento da un Nara addormentato (quasi),  la lezione non gli era rimasta particolarmente in testa.
Immerso nei ricordi, notò con ritardo la presenza di un ripetuto e fastidiosissimo rumore, una sorta di ticchettio di scarpe sul pavimento.
Oddio, a ben vedere "ticchettio" era un eufemismo.
Chiunque fosse, doveva essere vagamente infuriato. E dopo un pensiero del genere, Shikamaru Nara si sentì pronto per indire la Giornata Mondiale del Sarcasmo, visto che quel qualcuno che sembrava dirigersi verso di lui camminava producendo suoni più che mai simili al classico elefante nella cristalleria.
Il ragazzo cominciò da vero idiota (tanto che in seguito gli venne il dubbio che il suo cervello da duecento punti di quoziente intellettivo e apparentemente infallibile  si fosse ridotto a meno della metà di quello di Naruto) a riflettere sul perché si utilizzasse l'espressione "elefante in una cristalleria".
Insomma, da quando gli elefanti entrano nelle cristallerie?
[ .. passi pesanti e moooooolto arrabbiati .. ] urlava disperatamente il suo unico neurone al momento funzionante ( infatti i pensieri sugli elefanti nelle cristallerie non si possono considerare il prodotto del lavoro di qualche neurone, bensì frutto di una qualche demenza senile sviluppata per strani motivi molto precocemente).
E perché proprio un elefante?
[ .. Suna .. ]
Perché non un...rinoceronte, magari?
[ .. sorella del Kazekage .. ]
Non che avesse mai visto un rinoceronte in una cristalleria...
[ .. davanti all'ufficio del Kazekage .. ]
A dire il vero non aveva mai visto un rinoceronte punto.

Le sinapsi cerebrali di Shikamaru Nara (da sottolineare: Q.I. 200 pt , a dimostrazione che la genialità non è una garanzia e che non bisognerebbe mai sottovalutare quello che può pensare - non "fare", ovviamente la pigrizia lo impedisce - un Nara quando si annoia ) riuscirono a risolvere l'espressione :

passi pesanti + arrabbiati + Suna + sorella Kazekage + ufficio Kazekage = ?

solo quando il viso imporporato di collera di Temari sbucò da dietro l'angolo.
E, naturalmente, realizzò in ritardo che le possibilità di incontrarla erano salite al 101% , diventando certezze.
Grazie tante, cervello.

Lentamente, molto lentamente, il bravo criceto nella sua testa aveva ricominciato a correre sulla ruota. Fortunatamente il cervello era una delle poche parti di Shikamaru che non fosse pigra, anche se al momento era decisamente lento. Troppo.
Infatti Temari svoltò completamente l'angolo e lo vide prima che il rqagazzo potesse instaurare una comunciazione con il suo criceto.
Fu allora che cominciò a chiedersi se per caso i suoi vestiti non fossero diventati arancioni e i suoi occhi celesti. Ancora un po' e se ne sarebbe andato in giro a dire "dattebayo!" ad ogni occasione.
Ad ogni modo ormai l'aveva visto, ne era una prova l'occhiata glaciale al cui confronto quelle di Neji Hyuuga erano teneri sguardi d'amore.
Ergo, inutile fuggire.
Shikamaru decise quindi, con un pensiero geniale degno di lui, di adottare il tanto amato dai Nara Principio di Economia. In altre parole, era troppo pigro per tentare una fuga inutile.
Perciò adottò la strategia "far finta di niente", sperando che con Temari, come con gli squali, funzionasse il principio che se non ti muovi non ti vedono.
Più la ragazza si avvicinava più Shikamaru poteva effettivamente notare in lei una certa somiglianza con uno squalo.
Osservando con la coda dell'occhio e finto atteggiamento distaccato non potè fare a meno di pensare che, certo, era arrabbiata nera e non ci voleva un genio per capire che il responsabile era il ninja di Konoha appoggiato alla parete con la sigaretta tra le dita e, sì, sapeva di stare per morire di una morte lunga, atroce e dolorosa, però c'era un qualcosa nel passo quasi militare con cui Temari avanzava, nell'ondeggiare di quella massa di capelli ribelli color miele, nelle guance abbronzate arrossate dall'ira e negli occhi profondi che potevano ucciderlo a distanza in due secondi netti...Shikamaru non trovò altro aggettivo per descrivere quella Furia reincarnata che "bella". Perchè pure in quel momento, Temari era davvero bella, e l'amore per la logica impediva al Nara di negare l'evidenza.
Se lei gliel'avesse chiesto, probabilmente avrebbe ripetuto pari pari questi pensieri, ma Temari non chiese e Shikamaru tornò a preoccuparsi per la propria incolumità fisica, con la vaga sensazione che il piano di rimanere immobile non stava funzionando.
Dannazione, Hyuuga! Esci di lì!
Ovviamente Hinata non possedeva (quantomeno al momento) particolari abilità nella lettura del pensiero, quindi il ragazzo rimase ad implorare mentalmente una porta chiusa. E lei era sempre più vicina.
Si rese conto di aver smesso di fumare.
Che spreco, la sigaretta era già consumata per metà.
La riportò alle labbra, immedesimandosi nel suo ruolo da Shikamaru Nara prima della crisi ormonale/sentimentale provocata da una certa persona. Ovverò, finse di addormentarsi (almeno si suppone che finse) .

Temari era a pochi passi da lui e il ragazzo aspettava che da un momento all'altro lei rallentasse l'andatura.
A meno che il suo diabolico piano non fosse quello di travolgerlo, in fondo le donne sono esseri incomprensibili.
Shikamaru sottovalutava l'imprevedibilità di Temari oppure sopravvalutava la propria intelligenza, fatto sta che la ragazza non si fermò e non lo travolse. Anche lei infatti aveva deciso per la tattica del far finta di niente. Almeno, era il suo intento.
Ma dopo che ebbe superato il Nara, si rese conto di una cosa.
Sempre con passo deciso (così lei infatti vedeva quello che per Shikamaru era un passo da elefante in una cristalleria ) ritornò sui suoi passi, si piantò davanti al ragazzo che nel frattempo sudava freddo e faceva testamento mentale e con una certa  brutalità gli strappò via la sigaretta di bocca, la buttò in terra e la pestò (altro grande eufemismo) con la suola del sandalo.
Shikamaru non ebbe il tempo di riprendersi quando
"Non si fuma qui dentro, deficiente!!!! Vai a intossicarti da qualche altra parte, non ho intenzione di crepare per colpa di un cretino!!!"
Decisamente, l'aveva sottovalutata.
Ancora sbigottito, la vide attraversare il corridoio e fare per aprire la porta dell'ufficio del Kazekage.
"Temari, vieni qui. Non hanno ancora finito." Quello era un tono di voce calmo? Era il meglio che il criceto fosse riuscito a trovare in così poco tempo.
Lei si voltò e lo fulminò.
"Pensavo di averti detto che non ti volevo più vedere!" a Temari non fregava nulla di tenere un tono di voce basso o calmo. Sarebbe stato come chiedere a un maremoto di andare a far danni su un'altra costa.
In effetti l'aveva detto.
Ma Temari non aveva mai provato cosa significhi avere un'amica bellissima che ti chiede un favore quando sei mezzo ubriaco.
Quantomeno, Shikamaru ebbe l'accortezza di non fare il nome di Ino. Aveva quel briciolo in più di prudenza che mancava totalmente a Kankuro.
"Lo so..."
"Se lo sai allora perché sei qui ?!?"
"Sono stato costretto!!!"
Eh, certo. Lo so io da chi è stato costretto. pensò Temari, rendendosi conto solo in quel momento di una cosa che prima le era sfuggita. Era...gelosa?
Del crybaby? Impossibile. le disse il suo orgoglio, con una vocina che però lasciava pensare tutto il contrario.
Decise che non voleva saperlo.
"Nara, non attacca l'autocommiserazione."
"Che palle, Temari."
Oddio, l'aveva detto.
Aveva detto il solito "che palle" seguito dal suo nome.
Era spacciato.
Peggio.
Era una merda, un idiota..
Aveva ragione lei, però. Si stata autocommiserando.
"Cos'hai detto, Nara?!?"
Addio mondo crudele.
Temari fece due passi verso di lui ed entrambi seppero che era la fine.
Shikamaru sapeva che stava per essere ucciso e Temari sapeva che stava per mettersi a piangere. Di nuovo. Sapeva che stava per chiedergli scusa, che stava per cedere. Anche se non era colpa sua e anche se era consapevole che Shikamaru aveva torto marcio. Importava davvero?
Certo che importa!! strillava agitato il suo orgoglio mentre il cuore giocava brutti scherzi.
Fu allora che udirono un urlo terrificante provenire dall'ufficio di Gaara.
Si guardarono negli occhi per un secondo, al massimo due. Temari fu in un balzo alla porta, che aprì con forza.
Si gettò dentro la stanza, seguita a ruota da Shikamaru che aveva tanto pregato per un qualsiasi diversivo ma che ora temeva che quel diversiavo gli avrebbe portato più guai e lavoro da fare che altro.
L'ufficio era vuoto.
Deserto.
Solo, dove un tempo c'era la scrivania, una voragine nera, che si richiuse davanti a due paia di occhi che la guardavano sconvolti.
























A voi il terzo capitolo...capisco che la mia capacità di aggiornare dopo mesi e mesi possa essere sconvolgente. Nemmeno io me ne capacito, davvero. In caso contrario non mi ritroverei tutte le volte qui a porvi le mie umilissime scuse...
Tra l'altro dovrei scusarmi pure con Naruto, che in questo capitolo viene usato come lo stereotipo del "baka" ( e con la nee-chan, che se legge il capitolo mi decapita...prenditela con Sas'ke!! Colpa sua! )...ho esaurito le scuse, ma immaginatevi che vadano avanti per pagine e pagine...passo ai ringraziamenti che mi sembrano più importanti ^^''
arwen5786:  merci  u///////////u  Temo che Kankuro resterà un personaggio abbastanza secondario, ma presto si capirà il perchè...personalmente adoro i tre fratelli della Sabbia, spero siano abbastanza IC, soprattutto Gaara ^^
SaraDj: povero Kankuro, forse sono stata troppo cattiva con lui...la descrizione di una sorella che sclera con il fratello per un idiozia mi riesce bene, chissà perchè... ( i miei fratelli mi guardano male xD )
LalyBlackangel: scusami davvero, non so cosa sia la puntualità...solo io posso aggiornare a Gennaio quando ho pubblicato il secondo capitolo a Ottobre...posso solo promettere che cercherò con tutte le mie forze di scrivere il prossimo il prima possibile..
MoMozzia: certo che la ShikaTema conquisterà il mondo!!! *___* ammetto di avere un grandissimo debole anche per le SasuHina (già mi vedo i lettori che cercano di picchiarmi)...cmq, i problemi tra Tem e Shika saranno resi noti prossimamente (almeno credo)...non so se questo capitolo faccia particolarmente ridere, ma sono in una fase molto molto sarcastica quindi non riesco bene a controllarmi ^^' Ho la sensazione che Shika sembri un idiota..
Lily_90: wow, non mi aspettavo che Knakuro e il suo raffreddore avessero questo successo!! Vedo con piacere che ShikaTema rulez..^___^
Uriko: mi spiace, ho davvero un concetto molto discutibile di "presto" ...cmq grazie mille per i complimenti ^^
bambi88: non hai idea di quanto significhi per me un complimento da parte tua...adoro le tue ShikaTema e non me ne perdo una, quindi anche solo il fatto che commenti mi rende felicissima ^__________^ grazie!
NaTemari: lo dico e lo ripeto: io e Shika siamo gemelli separati alla nascita...xD idiozie a parte, è un personaggio che mi viene molto naturale perchè capisco la sua pigrizia ^^
Jiraiya: ti devo un ringraziamento molto speciale, perché ero davvero in crisi con questo capitolo...ero del tutto senza ispirazione, l'avrò riscritto una cosa come tre volte ed ero sul punto di lasciar perdere, in fondo pensavo che non fosse tutta questa gran cosa e quindi non era chissà quale danno se anche lasciavo in sospeso al secondo capitolo...poi ho letto il tuo commento e so che sembra una cosa idiota, ma mi ha fatto decidere che non potevo lasciar perdere...va bè, poi come puoi notare i risultati sono quello che sono (ovvero lasciano un po' a desiderare xD)...però grazie, sul serio. ;*
Kowalski: ehm, come puoi vedere, dopo un sacco di tempo sono riuscita ad aggiornare ^^''
Alfakein: i fan delle ShikaTema sono tantissimi!!! *________* grazie per i complimenti!!

Mi metto subito al lavoro per il quarto...quindi vuol dire che forse (forse!) entro qualche settimana (scuola permettendo) riuscirò ad aggiornare..:*

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Capitolo 4
*** Laaaaaazy Boy! ***



"Quel bambino non è normale."
"Okasan, ti prego. Non cominciare." Yoshino scoccò uno sguardo esasperato alla donna seduta di fronte a lei.
La visita mensile di sua madre rientrava tra le prime della lista delle cose che in assoluto riuscivano ad irritarla maggiormente e con più facilità. In seguito avrebbe aggiunto anche la pigrizia del suo adorato figlio primogenito ( e unico ) , ma la neo signora Nara questo ancora non poteva saperlo. A meno che, ipotesi fervamente sostenuta dallo stesso Shikamaru, Yoshino in realtà non avesse strane capacita preveggenti e onniscenti (il che avrebbe spiegato come faceva a sapere sempre tutto...ma forse Yoshino Nara era solo una persona un po' pettegola ).
Ad ogni modo, ogni volta che vedeva sua madre, ringraziava di essersi sposata giovane e quindi di essersi allontanata alla svelta da quella gabbia di matti che era la sua casa natale (per poi infilarsi in un'altra gabbia di matti che aveva lei stessa come regina indiscussa, ma questa è un'altra storia...).
"Dico davvero Yoshino, mi preoccupa! Guardalo, non si muove!"
Un sorriso tirato da parte di sua figlia, alle prese con insulti mentali degni di uno scaricatore di porto. Ovviamente, sua madre era fermamente convinta di aver cresciuto una figlia dolce ed educata, quindi Yoshino si guardò bene dall'esprimere ad alta voce i suoi pensieri, e disse invece
"Non c'è niente di cui preoccuparsi, okasan."
Dannata vecchia iperprotettiva.
Si voltò verso Shikamaru, quattro anni, fotocopia di suo padre, seduto immobile sul tappeto, sguardo nel vuoto. Per la serie "il lupo perde il pelo ma non il vizio".
Le venne da sorridere.
Non c'era da meravigliarsi che il piccolo fosse così, bastava vedere le grandiose tecniche educative del padre. Giusto ieri gli aveva spiegato come non avesse senso farsi prendere dal panico, anche nella situazione peggiore, visto che un Nara utilizza sempre logica e razionalità per tirarsi fuori dai guai.
E Shikamaru era stato ad ascoltarlo, attentissimo.
Degno figlio di suo padre...
"Yoshino, sono i geni Nara che lo rovineranno, quel bambino."
La donna sbuffò. "Magari invece sono proprio quelli che lo renderanno una persona fantastica. Guarda, è già molto intelligente per la sua età."
Di nuovo uno sguardo al bambino, d'orgoglio stavolta. A dimostrare che all'inizio anche la madre più intransigente non vede che i pregi del proprio adorato pargoletto. E questa è chiamata da noi comuni mortali con il nome scientifico di "cecità".
Nel frattempo il piccolo Nara da seduto aveva iniziato ad oscillare, fino ad abbandonarsi di sasso sul tappeto, ronfando di gusto.
"Sarà..." commentò la nonna " Ma a me sembra solo molto pigro..."

Stranamente quell'episodio gli era tornato in mente quattordici anni dopo nell'ufficio del kazekage a Suna.
Logica. Razionalità.
Aveva visto un buco nero, una voragine aperta sul pavimento dell'ufficio.
Razionalità. Logica.
L'aveva vista. E la voragine si era richiusa sotto i suoi occhi.
Logica.
Razionalità.
Si era chiusa - puf! - come non fosse mai esistita.
Ed ora osservava il pavimento ai suoi piedi, perfettamente liscio, nemmeno fosse stato levigato.
Si voltò verso Temari e per un istante infinito si guardarono negli occhi. Mancavano solo i cuoricini e la musichetta dolce di sfondo e sarebbe stata la perfetta scena da manga shoujo.
Temari sta per andare nel panico.
Shikamaru Nara poteva essere un ragazzo pigro (non che ci fosse nulla di male, ovvio!) , come giustamente sosteneva quella vecchia gallina di sua nonna, che infatti aveva meritato l'appellativo in una delle innumerevoli occasioni in cui aveva fatto notare all'adorato nipote il suo insignificante difettuccio, ma fortunatamente l'opportunismo non rientrava nell'elenco dei suoi difetti.
Quindi, invece di darsela a gambe come lo pregava di fare il suo saggio istinto di sopravvivenza, decise cavallerescamente di rimanere a prestare aiuto alla donzella in difficoltà accanto a lui.
Ovviamente nè lui nè la donzella in questione avrebbero descritto la scena esattamente in questi termini.   
Le posò una mano sulla spalla, psicologicamente pronto ad affrontare la propria parte di acavliere senza macchia e senza paura.
Teamri guardò la mano, poi lui, poi di nuovo la mano.
D'accordo. si disse Shikamaru. E' ora di recitare la battuta da protagonista di shoujo.
Pensare che prima avrebbe trovato rivoltante anche solo l'idea.
Il Nara respirò profondamente...
"Tranquillo crybaby, ci penso io." disse Temari con un sorriso rassicurante e un certo fare protettivo che lasciò di stucco il povero ragazzo.
Oddio, Shikamaru sta andando in panico.
Eh, non ci sono più i giovani di una volta.
Con grandi passi, Temari tornò alla porta, con l'aria di chi nel frattempo ha sfogliato il Manuale di Sopravvivenza per la Sorella Maggiore, al capitolo "Cosa fare se tuo fratello viene inghiottito da un buco nero" (*) , per poi affacciarsi sul corridoio e urlare candidamente un "Kankuro!!!!" che riuscì a far tremare l'edificio.
Il ninja di Konoha osservo ( era terrore quello? ) la ragazza infuriarsi sempre di più ad ogni secondo che passava, scandito dal picchettare nervoso delle sue scarpe sul pavimento.
Si ritrovò a ringraziare di non essere Kankuro, cosa che gli avrebbe fatto scappare un sorrisetto se l'occasione fosse stata leggermente diversa. Meglio non giocare con fuoco.
"Perché non è ancora arrivato?!?" gli chiese esasperata Temari dopo un po'.
Shikamaru rispose con una faccia in stile Cosa vuoi che ne sappia io? che la innervosì ancora di più.
Certa gente non capiva nemmeno le cose più elementari. Tipo che se lei chiamava bisognava almeno rispondere...come fosse chissà cosa. E sostenevano che fosse dispotica!! Dispotica! Valli a capire...
"Bi hai chiabato, Tebari?"
Un ragazzo biondo, rosso in viso, si reggeva allo stipite della porta come se stesse per svenire.
"Sì. Vai a chiamare il vecchio."
Un mapo gli attraversò il viso. Impallidì al solo pensiero di muoversi di nuovo.
"Bi hai chiabato per questo? Dod puoi addarci tu?"
capacità di reazione : 7+
intelligenza di risposta : 4-  
fu l'analisi di Shikamaru.
Vale a dire che quel povero sprovveduto aveva un certo coraggio. Ma questo non toglieva che fosse fondamentalmente un idiota che sfidava l'ira della ragazza nel momento meno opportuno possibile. Perfino lui aveva accuratamente evitato di rivolgerle la parola.
Il che significava che era la seconda occasione per l'eroe di entrare in azione. Meglio sorvolare sul ricordo del fatto che la prima fosse fallita miseramente. Il fatto è che, da bravo Nara, se avesse potuto evitare di recitare quella parte l'avrebbe fatto. Una persona normale non immagina quanto possa essere faticoso fare l'eroe, quindi Shikamaru non è che fosse lì ad aspettare proprio quello.
Sbuffò mentalmente contro il caratteraccio di Temari (sbuffare apertamente sarebbe stato un pericolo per la propria incolumità).
"Temari, ha solo sbagliato a formulare la risposta. Intende dire che ci andrà subito." intervenne, con un'occhiata al povero sfortunato che diceva in termini ben poco gentili che si doveva togliere dalle scatole il prima possibile.
Il biondino si trascinò via, in un misto di riconoscenza e odio profondo.
"Che palle, tutte quelle scene per un raffreddore." si lamentò Temari quando se ne fu andato.
Guardò Shikamaru, sinceramente colpita.
"Comunque, grande velocità di reazione, Nara. Mi hai colpita, è la prima volta che ti dimostri intelligente come dicono."
Il ragazzo rimase in dubbio se cogliere o meno il complimento tra i vari insulti, quindi optò per un diplomatico ringraziamento senza entusiasmo.
"Grazie. Senti piuttosto, chi era quello?"
Temari lo guardò come il peggiore degli idiota, con una faccia che avrebbe fatto invidia a un Uchiha.
"Lascia stare, ritiro quello che ho appena detto."
Intanto Kankuro, attraversando i corridoi del palazzo reggendosi al muro, continuava a starnutire, con la sensazione che da qualche parte qualcuno parlasse di lui (o era il raffreddore?) .

"Temari-chan, Nara-san, desiderate qualcosa da me?"
Visto che Kankuro non tornava, erano andati loro a cercarlo. Shikamaru aveva evitato commenti sul fatto che Temari fosse dispotica, anche perchè lei sembrava aver ricordato il motivo per cui aveva deciso di non parlargli più, quindi avevano camminato con un romanticissmo silenzio glaciale e imbarazzante ogni tanto inframezzatto dai borbottii della ragazza sull'idiozia maschile in generale e altri commenti più in particolare che però Shikamaru fortunatamente non era stato in grado di afferrare.
Si era un po' addolcita (almeno così sembrava) quando aveva trovato il fratello accasciato per terra con la febbre alta.
Quindi avevano (dovuto) trascinarlo, tenendolo un braccio per uno, fino alla stanza del "vecchio". Lì l'avevano abbandonato su un vecchio divano senza troppe cerimonie.
Ovviamente, sentirla chiamare "Temari-chan" suscitò in Shikamaru quello che avrebbe potuto essere uno scoppio incontrollato di risa se non si fosse sfozato di impiegare tutte le sue energie per trattenersi.
In due parole, chiara e concisa, Temari gli spiegò la situazione.
D'accordo, Shikamaru ammirava quel lato di lei, e non se ne vergognava. Faceva sembrare perfettamente normale anche un fatto come quello. Aveva un non so che di estremamente tranquillizzante.  Davvero una bella sensazione.
"Sveglia, Nara!!!"
"Eh? Sono sveglio, non urlare."
Che odiose le persone che urlano. Però effettivamente si stava addormentando.
Come poteva addormentarsi in un posto e in una situazione del genere, lo sapeva solo il crybaby. Che odiose le persone che non ascoltano quando parli.
"Non litigate" disse con un sorriso sardonico il vecchietto che, come aveva scoperto Shikamaru, in realtà era un membro eminente del consiglio degli anziani di Suna ( l'unico, in realtà, dopo la prematura scomparsa della sorella) .
Aveva un'aria simpatica però.
Temari tirò a Shikamaru l'ennesima gomitata, visto che aveva notato che si stava distrendo di nuovo.
Questo ragazzo ha bisogno di una balia.
"Dicevo" riprese il discorso il simpatico vecchietto "che effettivamente quello che è successo non mi stupisce."
Questo era piuttosto evidente. L'aria sorridente parlava da sola.
Non che ci fosse granchè da ridere in realtà, pensava nervosamente Temari, ma esprimere quei pensieri ad alta voce avrebbe significato ammettere una debolezza e non aveva intenzione di permetterselo davanti a lui. Il fatto che l'avesse vista piangere era più che sufficiente, non intendeva umiliarsi ancora.
"Non è la prima volta che succede, anzi in questi giorni il kazekage stesso ha ricevuto diverse notizie del genere."
Questa volta non era stato difficile attirare la loro attenzione.
"Dov'è Gaara?" si lamentò Kankuro.
"Sta' zitto!" gli urlò la sorella "Ha detto che è già successo? Dove?"
Il vecchio diede un sorso al suo the bollente (bere una roba del genere a Suna in pieno pomeriggio faceva sospettare a Shikamaru che quello strano personaggio non fosse esattamente quel che si dice a posto) e rispose:
"A Oto. E' per quello che ha mandato lì Kankuro-kun."
"Davvero??" chiesero in coro Temari...e Kankuro.
Davanti all'occhiata accusatoria della sorella, il marionettista si difese "Non lo sapevo, mi aveva detto che era una missione ricognitiva, ma non ho notato nulla a parte la pioggia."

"Bene.Conviene andare a Oto per fare una vera  ricognizione."
Anche perchè il vecchietto non era stato granchè utile, su questo concordavano entrambi.
Nel silenzio del corridoio, quella fu l'unica frase che Temari riuscì a dire per spezzare l'imbarazzo. Sapeva benissimo che aveva deciso di non parlargli più, non lo rimpiangeva certo. Aveva avuto ragione allora come continuava ad avere ragione adesso, non c'era nemmeno bisogno di sottolinearlo. Ma aver sempre ragione non le impediva di sentire quel disagio che la attanagliava quando Shikamaru era lì. Eppure era insignificante e si comportava da vero stupido, non aveva una sola delle caratterestiche che Temari ammirava in un'altra persona. Però quel silenzio...non le piaceva. Non che le avesse mai dato fastidio, il silenzio, solo che la faceva sentire distante. Certo, era stata lei ad andarsene, ma averlo lì era diverso.
Piantala con queste idiozie da ragazzina smielata. Ti rendi conto di quello che stai dicendo?
"Bè, Nara, direi che ora te ne puoi andare. Riferisci alla Godaime che ci pensiamo noi."
Bene, in quel modo tutto era a posto. Lui sarebbe tornato a Konoha a fare picci-picci con la sua amata Ino, non le avrebbe più rotto le scatole. E lei avrebbe recuperato da sola Gaara, perchè non era una ragazzina smielata e incapace. Poteva farcela da sola, non ne aveva mai dubitato. Non aveva bisogno di qualcuno, nè tantomeno di un crybaby.
Conosceva la sua pigrizia, quindi sapeva benissimo cosa avrebbe detto.
"Oto è lontana?"
Ecco, appunto.
A parte il fatto che quel ragazzo dall'intelligenza spaventosa (lo sapeva benissimo, non c'era bisogno che fosse lei a dirglielo) aveva scarse nozioni di geografia oltre il paese del fuoco (probabilmente, secondo lei, perchè sapeva che era troppo faticolo allontanarsi da Konoha e Oto era decisamente lontano) , era proprio da lui fare una domanda del genere.
Gentilezza, forse.
Sapeva che avrebbe declinato la missione. Del resto non era che lei gli avesse chiesto di andare con lei. E occorreva puntualizzare che lei non lo voleva, non ne aveva bisogno. E comunque non parlava con lui.
"Molto."
Non gli parlava, quelle erano le sue ultime parole. Poteva essere gentile anche lei, se voleva.
Non si voltò verso Shikamaru perchè non voleva vederlo che se ne andava. E poi sarebbe stata una perdita di tempo.
"Bè, direi che non ci possiamo fare molto."
Sconvolta e incapace di formulare una domanda, si girò a guardarlo.
Aveva acceso di nuovo quella  maledetta sigaretta.
La superò con passi lenti e tranquilli.
"Dai, vieni. Conviene sbrigarci."
Shikamaru si voltò ed espirò il fumo grigiastro, facendo un mezzo sorriso, per poi ricominciare a camminare.
Dannatissimo crybaby. In un modo o nell'altro, riusciva sempre a fregarla.


















(*) per chi avesse il Manuale (che suggerisco, è molto utile ) , il capitolo è a pagina 165 xDxDxD
Passiamo ai ringraziamenti (vorrei sottolineare che non sono cooooooooooosì in ritardo, giusto un pochino pochino ) , meglio non lasciare troppo spazio ai pensieri della sottoscritta...
bambi88: i complimenti te li meriti tutti, in fondo sono solo un'umile scrittrice, niente al tuo confronto xDxD Non so se Tem in questo capitolo è uscita come dovrebbe...ho i miei dubbi...sigh, me la cavo meglio con Shika...mi sa che siamo tutti di parte!!! xD
Jiraiya: eh, il principio di economia rulez! L'importante è applicarlo (sento che la sottoscritta sta convertendo alla pigrizia un sacco di lettori ) xD cmq grazie, spero che il capitolo ti sia piaciuto..
stefy90: non ti devi scusare!! Mi fa stra piacere che la ficcy ti piaccia e che mi abbia voluto lasciare un commento ç______ç grazie, ti lovvo! ehm, i ragionamenti contorti di Shika riescono bene perchè io ho un modo di pensare contorto ( così sostiene la mia prof. di italiano ) ... personalmente lo trovo un po' preoccupante...xD grazie ancora ^^
Lily_90: fa piacere che i ragionamenti di Shika abbiano avuto questo successo, anche perchè io mi sono divertita un casino a scriverli...mia amdre mi guardava malissimo perchè continuavo a ridere come una scema...merci, merci!!!
NaTemari: all'inizio di questo capitolo ho un po' ripreso quello che è successo alla fine del terzo, spero che stavolta si sia capito! "estenuante" xDxD in effetti è vero...ammetto che l'ho fatto apposta, mi è riuscito bene? xD
Uriko: è stato faticoso, ma ho modificato il mio concetto di "presto" (solo leggermente, però, per non esagerare e non tradire la mia natura xD)...sono felice che il capitolo ti sia piaciuto ^^ Le teorie di Shika hanno fatto scalpore O.O Potrei scriverci un libro...(lo comprerebbe qualcuno?)
Yaoista for life: u/////////////u non sono brava...me la cavo abbastanza...grazie dei complimenti! =*

Alla prossima...giuro che se ci sono un po' di commentini, comincio a scrivere già da domani. Davvero! (so anch'io che sembra impossibile, infatti il mio cervello sta urlando "Ma che cavolo dici????" ma ci proverò!)
Un grandissimo arigatou alle 12 santissime persone che hanno messo la ficcy tra i preferiti *__________* Vi lovvo un sacco!!! Alla prossima! kiz





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