It's a damn cold night

di 28092013
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** easy come, easy go. ***
Capitolo 2: *** Gave up ***



Capitolo 1
*** easy come, easy go. ***


Easy come easy go : Lei era lì, immobile, una raffinata cornice di rame risalente agli anni '60, era piena zeppa di fiorellini piccolissimi ed ogni singolo petalo era curato nel dettaglio; contornava una vecchia foto, il vetro era impolverato e si scorgevano moltissime impronte. Era poggiata ad una mensola vicino alla finestra che dava sul Tamigi, quel buco minuscolo dal quale entrava uno spiraglio di luce la mattina presto per poi trasformarsi in una luce soffusa, grigia e trsite. 
Cara, con la schiena sorretta dalla parete, stringeva le gambe al petto ed i suoi lunghi e morbidi capelli biondi trovavano appoggio sulle sue spalle. I suo occhi erano tremendamente stanchi, rossi e gonfi; celesti come il mare e freddi come il ghiaccio, rivolti alla finestra, erano puntati in alto, probabilmente cercavano la luna che quella notte era assente. Le lacrime cominciarono a scendere una ad una lentamente e quel filo di mascara che aveva messo nella mattinata di fretta stava colando come cola il sangue da una profonda ferita. Nel cielo non c'era una nuvola e la cosa era tremendamente strana, sembrava che lei ed il cielo quella notte si fossero messi d'accordo. Cara pensava a lui, il ragazzo che aveva stravolto la sua vita; non sapeva se fosse sparito per sempre o se raramente si sarebbe fatto vivo. Immaginava ancora i suoi occhi verdi accesi e limpidi, emanavano allegria, voglia di sorridere, i suoi capelli ricci e mossi dal vento e le sue mani grandi e calde. Lo voleva accanto a sè in quel momento, sentire la sua forte stretta intorno alla vita e poi la mano posata sulla spalla per rassicurarla; desiderava tanto sentire il suo profumo di menta. Probabilmente lui si trovava in un'altra città con i suoi soliti amici e nel monotono locale a corteggiare, per divertimento, qualche bella ragazza che magari indossava una maglietta scollata ed una gonna fin troppo corta. Non poteva pensare a lei, chiusa in casa con un paio di jeans corti e strappati, uno di quei vecchi maglioni rovinati, accollati e trasandati e delle scarpe ormai rotte perchè mangiate dal tempo e dalle intemperie. 

Cara voleva sorridere, tornare a star bene, così prese le chiavi della macchina sulla scrivania accanto al suo letto sfatto, chiuse per bene la finestra, la serrò, prese il cappotto e chiuse il portone. Scese le scale furtivamente per non disturbare i condomini e chiuse il cancello di scatto. Si infilò immediatamente nella macchina e partì, nella corsa aveva dimenticato il cellulare sulla mensola della cucina, voleva chiamare Jude ma decise di andare senza preavviso. Poggiò a terra un piede dopo l'altro e scese dall'auto, la strada era ancora bagnata per l'alluvione dei giorni precedenti e l'acqua entrò dalle suole bucate. Corse nel vialetto ed attraversò lo steccato dalla porticina di legno. Bussò improvvisamente e con collera alla porta - non sapeva nemmeno lei stessa perchè aveva agito in quel modo, forse per non perdere tempo ed asciugarsi subito - ma nessuno era sveglio; provò varie volte a suonare il campanello e nulla ancora, così decise di picchiare alla finestra della camera di Jude che era accovacciata nel suo letto. Battè forte e ripetutamente fino a quando la sua cara amica non alzò la testa dal cuscino ancora caldo per andare ad aprirle. Jude le fece cenno di entrare anche se Cara già si era accomodata; fece come se fosse nel proprio appartamentino. Jude le chiese il motivo di tutto questo affanno e Cara le disse:
'Nulla! Volevo solo stare un po' con te, è da tanto che non ci vediamo ed ultimamente ti ho trascurata; sono stata un po' egoista scusami' Jude sorrise;
'Stai tranquilla batuffoletto - questo era il soprannome di Cara - vivo anche io quello che stai passando e non è una facile situazione' lei però non sapeva cosa preoccupava tanto Cara.

Nell'ultimo periodo lei si era spinta troppo oltre con il suo ex-ragazzo e temeva di essere rimasta incinta; cercava amore ma quest'ultimo l'aveva resa troppo cieca ed ora si trovava in un bivio. Se avesse partorito tutti l'avrebbero considerata una poco di buono ma se avesse abortito? Non avrebbe mai conosciuto suo figlio, provato quella gioia immensa. La ragazza si stava facendo troppe paranoie anche perchè non aveva fatto ancora nessun test. Parlò con Jude ore ed ore inventando storie da raccontare e per passare il tempo evitando però l'argomento 'Denny' - l'ex-ragazzo di Cara - e arrivata la mezzanotte dopo aver salutato Jude con un grande abbraccio decise di tornare a casa. Passò la notte in bianco a riflettere e nella mattinata seguente dormì affannosamente e pesantemente. 


< spazio autore > : premetto di essere un ragazzo e di avere un sei in italiano, spero che la storia vi sia piaciuta, aggiornerò presto perchè tengo a questa ff,
   ci saranno molti capitoli interessanti, un bacio 
  - andrea su twitter @purifjed -

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Capitolo 2
*** Gave up ***


Gave up - Quella mattina il sole sembrava vegliare su Londra, l'umidità notturna aveva contribuito a rendere il paesaggio bello come non mai con un pizzico di rugiada sui prati verdi e sulle piante da giardino potate. Si sentiva un leggero cinguettio che rendeva gradevole il risveglio ma anche i movimenti di routine dei condomini: Annie, una studentessa, che ascoltava la musica; George e Katy, la coppia che abitava accanto, che si preparavano per andare a lavorare; Nevil, un anziano signore, che si spostava di sala in sala con il suo amato bastone ed infine i Collins, una famiglia allargata, che si preparava ad affrontare la giornata.

Cara aprì con fatica e a stento le palpebre a causa del faro di luce proveniente dalla piccola finestra. Le sue guance erano di un incarnato rosso vivo e le sue braccia affaticate. Scosse la testa e distese gambe e braccia; disattivata la vecchia sveglia rotonda ed impolverata come il resto della sua camera si girò verso le scale muovendo una gamba alla volta, era ancora molto stanca. Si sgranchì il collo per bene e si alzò per preparare la colazione. Iniziò a slacciarsi il reggiseno lentamente, si sfilò le mutande rapidamente alzando prima un piede e poi l'altro e inchinandosi leggermente afferrò il suo shampoo preferito, uno tra i tanti bagnoschiuma ed una lozione per il corpo. Prese il suo mp3, schiacciò il tasto play e si stese con calma nella vasca, appoggiò la nuca al bordo più alto e si sistemò un'ultima volta i capelli nella cuffia. Ammirava il cielo ceruleo, senza nuvole ancora una volta, gli aerei passare e la loro scia.
Era rilassata ed aveva poggiato il telefono accanto a lei proprio sopra il lavandino per evitare di perdere chiamate o messaggi vocali; ogni tanto lo fissava come se fosse in cerca di qualcuno, forse aspettava che la chiamassero o forse no. Muoveva le dita dei piedi a tempo di musica e canticchiava spostando la testa da una parte all'altra seguendo il ritmo, ogni tanto tendeva a se una gamba per insaponarla e sembrava che ci giocasse, d'altronde lei era sempre rimasta la bambina di una volta, la piccola Cara che pettinava le bambole anche se giocava a pallone con i maschietti, passava la spugna sulla pelle come se fosse una morbida macchinina da corsa, era così divertente. Improvvisamente sentì un dolore forte al cuore mentre la schiuma le attraversava l'addome, un brivido, qualcosa di strano. Posò la mano sul ventre e sgranò gli occhi.
Se fosse veramente rimasta incinta?
Se Denny ne sarebbe venuto a conoscenza?

Era troppo preoccupata. Uscì poco dopo dalla vasca, prese l'accappatoio e lo avvolse intorno a sé stando bene attenta alla cuffia per capelli, si asciugò bene gambe e piedi, infilò il primo paio di ciabatte che le era davanti e corse in camera sua. Iniziò a vestirsi in fretta e furia prendendo tutto ciò che le passava per la testa. Scese le scale con ansia e affanno. Andava per la sua strada a passo svelto; entrò nella farmacia più vicina a lei e con timore e vergogna chiese un test di gravidanza sussurrando, non capì nessuno quindi dovette ripetere ma a bassa voce. Le sue mani tremolanti lo nascosero nella borsa di pelle nera, era impaurita,spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e corse a casa. Strappò la piccola scatola di scatto e corse sopra, voleva sapere, intanto Cara alzava gli occhi al cielo facendo cadere qualche lacrima sopra il vecchio maglione della sera prima. C
hiuse la porta del bagno a chiave anche se non c'era nessuno

< spazio autore > : spero che questo capitolo vi sia piaciuto anche se vi lascio sulle spine AHAHAHAH se ho tempo aggiorno stasera c: recensite in tanti/e vi prego sdfghj <3

- andrea (twitter: @purifjed)

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