dangerous proximity

di ichigo_sakura
(/viewuser.php?uid=258538)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** the turning point ***
Capitolo 3: *** good morning! ***
Capitolo 4: *** rain and beats ***
Capitolo 5: *** breath ***
Capitolo 6: *** Honey ***
Capitolo 7: *** blackmail ***
Capitolo 8: *** let ***
Capitolo 9: *** visits ***
Capitolo 10: *** true ***
Capitolo 11: *** friends ***
Capitolo 12: *** To you ***
Capitolo 13: *** Up in the morning ***



Capitolo 1
*** prologo ***


Tirava forte vento quel giorno. Si capiva che qualcosa non andava.
Kisshu preparava la tavola guardando di tanto in tanto fuori dalla finestra, dalla quale si potevano vedere le goccioline d'acqua che picchiettavano violentemente contro il vetro, sua mamma cucinava e, in silenzio, aspettavano che il padre rincasasse.
Erano ormai le otto di sera quando il padre arrivò, tutto fradicio, a casa.
-Cavolo! Mai preso tant’acqua in vita mia- disse lui appoggiando a terra la casacca bagnata, starnutì ripetutamente e si sdraiò sul divano, sfinito.
-Kisshu!- sua madre ne attirò l’attenzione. –Per favore, vai fuori a buttare la spazzatura…-
Il ragazzo coi lunghi capelli verdi sgranò gli occhi ambrati.
-Perché io?- e ancora prima che la madre gli spiegasse che lei stava cucinando e suo padre era stanco morto, si rassegnò, andando a prendere il sacchetto nero informe, chiuso in cima con un semplice nodo, sapendo che una discussione con lei non l’avrebbe mai vinta.
Quando aprì la porta il vento gelido gli punzecchiò il volto costringendolo a socchiudere gli occhi e tirare su le spalle per tenere caldo il collo.
Il vialetto, di normalmente pochi metri, non era mai sembrato così lungo. Non si era neppure sprecato a mettersi le scarpe come si deve: aveva semplicemente infilato la parte anteriore del piedi, lasciando scoperti i talloni scalzi, il che rendeva davvero difficile camminare, quindi strisciava i piedi.
Era ormai vicino al cassonetto, lo capiva dal pessimo odore che ne fuoriusciva. In quel buio impestato, non poteva affidarsi a nessun altro senso. La luce era offuscata, non c’erano altro che due lampioni in tutta la via, e dalla luce fioca che emanavano, se visti in obliquo, si poteva vedere quanto fossero fitte le gocce d’acqua, nonostante fossero incredibilmente sottili e leggere come un soffio.
Appoggiò il sacchetto nero vicino agli altri, come faceva sempre e corse per tornare indietro, ormai si era reso conto di essere davvero bagnato, e la cosa cominciava ad infastidirlo.
Ci fu un momento, seguito da tanti altri più frequenti, nella quale si sentì mancare la terra sotto ai piedi. Il ragazzo cadde e imprecò.
-Ma che diavolo…? Un terremoto?- cercò di rialzarsi, ma le forti scosse lo riportavano a terra.
Davanti a lui la sua bella casa stava cedendo, e dall’interno di essa forti urla si facevano largo nel caos generale. Tutti i vicini ormai erano usciti dalle proprie abitazioni, incuranti della pioggia. Loro no. Perché sua madre e suo padre non uscivano?
Sfruttando un breve momento di pausa si lanciò verso quelle che non erano altro che future macerie, perse entrambe le scarpe, ma non gliene fregava niente. Era bagnato, i piedi gli facevano male per il continuo sfregare con la ghiaia, ma i suoi genitori erano più importanti.
Era quasi arrivato all’entrata, quando due forti braccia lo tirarono indietro: uno dei vicini lo aveva raggiunto e lo stava portando via da li, incurante delle grida e dei tentativi di ribellione del ragazzo.

Fine. La casa, la pioggia… le urla… tutto aveva avuto fine nello stesso istante.
Solo i frenetici sinchiozzi di Kisshu ruppero quel silenzio così intenso da sembrare rumoroso…
 
 

 
 
 

Ciao Ciao!!!! Sono tornata!
Non vi ho fatto attendere troppo per questa nuova storia, no? Effettivamente ci ho messo un po’ a pensarla… non avevo per niente ispirazione. Comunque ora sono qui!
Mi auguro che le lettrici di “Solo tu…” continuino a seguirmi, e che piaccia ad eventuali nuovi lettori!
Un bacio <3
 
ichigo_sakura

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** the turning point ***


Nonostante il temporale e le scosse del giorno precedente, quel giorno era splendido. Attraverso la finestra si poteva percepire chiaramente il tepore del sole brillante delle otto di una mattina invernale.
Sapeva che doveva alzarsi. Ma non ne aveva proprio voglia. Si stava così bene sotto le sue belle coperte… anche se… effettivamente a scuola ad aspettarla c’era il suo Aoyama... 
-Ichigo!!!- sua madre la chiamava dalla cucina, dalla quale si spandeva un piacevole odore di croissant alla quale, lei sapeva, non poteva proprio resistere.
Si trascinò svogliatamente fuori dal letto prese i vestiti e andò a cambiarsi in bagno, indossava la sua solita divisa grigia composta da un vestito con la gonna che le arrivava alle ginocchia, due mezze maniche a sbuffo e una giacchetta sopra, piuttosto sobria, il tutto rigorosamente decorato con un fiocco rosso. Si legò i capelli rossicci in due codini all’altezza delle tempie, con cura, senza lasciare nemmeno un ciuffo fuori dai due nastrini. Si pettinò la frangetta e, finalmente, scese le scale, rubò un croissant e salutando sua mamma, già ai fornelli di prima mattina, e suo padre che leggeva il giornale, anche se alzò lo sguardo per salutarla, uscì di casa leggiadra come una farfalla e pronta per affrontare un’altra giornata.
Arrivò a scuola giusto in tempo per l’inizio delle lezioni, ormai capitava davvero raramente che arrivasse puntuale…
Si sedette al suo posto e iniziò a guardare fuori dalla finestra, la sua mente prese a divagare, le nuvole le montagne… sembravano tutte definire il volto perfetto di Aoyama. Quei bei capelli neri, gli occhi profondi… la pelle scura. Ichigo avvampò al solo pensiero, attirando l’attenzione di buona parte della classe, avendo udito le sue risatine in sottofondo.
Quel giorno l’avrebbe visto dopo la scuola, non vedeva l’ora, certo, in realtà s’incontravano solo per studiare, ma non poteva pretendere troppo, in fondo doveva mantenere i suoi voti alti senza tralasciare il Kendo e tutto il resto… Ichigo non poteva certo biasimarlo, anzi era contenta che ricavasse un po’ di tempo per lei. Ne era fiera.
Le ore trascorrevano lentamente. All’intervallo incontrò Aoyama per mettere appunto i termini del loro incontro. Poi si separarono nuovamente.
 
-Haaa!!- Ichigo tirò un sospiro di sollievo –Finalmente, la giornata è finita!!- sorrise socchiudendo gli occhi marroni alla luce del sole.
-Quindi oggi è il giorno?!- chiese curiosa Megan appoggiandosi alle sue spalle sorridendo in maniera surreale.
-Che giorno?- chiese Ichigo fingendo di non aver capito.
-Ma è ovvio!- intervenne Mimì –Quello dell’appuntamento con il tuo bel “principe” Aoyama-kun!-
-Nhaa!!- ridacchiò lei sotto i baffi massaggiandosi la testa –In realtà… non è un vero e proprio appuntamento…- la sua voce divenne più flebile e leggermente triste, essendosi resa conto della verità nelle sue parole… non sarebbero neanche usciti a prendere una cioccolata… a fare un giro…
§ Uaa!!! Ma cosa penso? È già tanto che riesce a vedermi, devo esserne felice!!! §
era da parecchio tempo che i due si frequentavano, ma tra di loro, non c’era mai stata nessuna vera e propria dimostrazione d’amore… non avevano mai avuto un vero e proprio appuntamento… certo, si vedevano spesso, ma niente di speciale, che lasciasse il segno.
 
Era tesissima. Doveva bussare alla porta, ma si vergognava… non che non l’avesse mai fatto prima, ma non riusciva proprio a superare quella paura: “la paura del campanello” che quando sei li in quel momento ti sorgono sempre delle domande: “se non fosse ancora rincasato?” o “E se in questo preciso momento sta facendo qualcos’altro?” o ancora “disturberò di più se suono il campanello o se busso?” ovviamente tutte domande stupide, ma che puntualmente arrivano (io non so a voi, ma a me succede spessissimo, ho paura di fare di quelle figuracce XD).
Alla fine suonò il campanello per un lasso di tempo di circa un secondo. Subito, si sentì lo scatto della serratura, e un bellissimo ragazzo alto e moro gli aprì la porta con un bel sorriso.
-Ciao piccola! Tutto bene?- chiese facendole segno d’entrare
-Si, grazie!- si tolse le scarpe e fu accompagnata nella camera di lui, una camera spoglia: un letto, un computer e una scrivania. Tutto qui.
Iniziarono a studiare e dopo qualche minuto già Ichigo non ce la faceva più. Alzò lo sguardo incontrando quello di Aoyama che lo abbassò subito, sperando, invano, di non essere stato notato.
§ Ma che fa? Il timido? § il suo volto assunse un’espressione interrogativa § A volte mi chiedo se quello che prova per me non sia altro che semplice amicizia…§ scacciò immediatamente quei pensieri dalla sua testa.
Si decise, voleva darsi una risposta.
Gattonando sul tappeto s’avvicinava sempre di più alla figura del ragazzo che non mosse un muscolo. Avvicinò lentamente il viso alle sue labbra olivastre.
Si scostò all’ultimo.
-Ma che fai Ichigo??- Aoyama s’era alzato da terra e aveva buttato sul letto il libro. Delle gocce di sudore gli imperlavano il viso… era, forse, nervoso?
-Io… cercavo solo…- cercò di spiegare colta di sprovvista la ragazza. –Volevo baciarti…- ammise infine guardando a terra.
-Ichigo io non…- si frenò, nonostante all’inizio sembrasse così sicuro, la sua determinazione si spompò.
Aprì la porta della stanza e aggiunse –A tempo debito ti prometto che ti spiegherò… ma ora ti prego di andare!-
Una fitta terribile prese il cuore di Ichigo, come se qualcuno le avesse infilato un coltello nel cuore a adesso lo stesse rigirando sempre più in fondo nella ferita.
Ma s’alzò e uscì in silenzio, come una bambina castigata… cosa aveva fatto di così male? Davvero era così preso dallo studio? Ma allora, perché la stava guardando?
 
Corse a casa incurante delle pozzanghere ancora presenti che le infradiciavano tutta la divisa.
Quando poi entrò a casa il volto smunto di sua madre la spaventò.
-Gli zii anno avuto un terribile incidente ieri sera…- il volto della mamma si rigò appena con qualche lacrima amara.
-Cosa??? E come stanno???- chiese allarmata Ichigo prestando soccorso alla madre che era in procinto di svenimento.
-Sono ricoverati entrambi in ospedale, i dottori dicono che per la completa guarigione ci vorrà anche più di un mese… sono ridotti malissimo!- intervenne il padre da dietro mantenendo un profilo basso.
-Oddio…- disse Ichigo più a se stessa che non rivolta agli altri.
-Ma…- Sakura (la madre, per chi non lo sapesse) si riprese leggermente. –C’è una buona notizia tutto sommato…- fece asciugandosi le lacrime e appoggiandosi al marito.
-Hu? Cioè?- chiese incredula… che cosa poteva esserci di buono?
-Tuo cugino non si è fatto nulla!- sorrise il padre.
-Kisshu?- disse lei un po’ spiazzata, non c’era mai andata d’accordo con quel ragazzo lo definiva: “La perfetta combinazione della stupidità umana unita ad un donnaiolo e un cavernicolo… con un pessimo umorismo”. Tutto sommato però era felice che almeno lui stesse bene.
-Si! Kisshu!- chiamò la madre rivolta verso la cucina.
Un bellissimo ragazzo con i capelli verdi e gli occhi ambra, segnati da pesanti occhiaie dovute un po’ alla stanchezza e un po’ allo shock, spuntò dall’angolo della cucina.
-Kisshu starà con noi fino a data da stabilirsi…-
 
 
 

 
Allora che ve ne pare??? Nelle recensioni avete tutti pensato che i genitori del povero Kisshu fossero morti… ma io non l’ho mai scritto!
Anche se un po’ mi sono divertita a farvelo credere XD (parte sadica di me).
Ad ogni modo spero vi sia piaciuta, recensite!!!
Ciao ciao!
Ichigo_sakura
P.S. per domani non so se riesco ad aggiornare, ho una giornata stra piena, ma prometto che ci provero!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** good morning! ***


Ormai era da una settimana che Kisshu si era stabilito a casa loro…
Lui e Ichigo non facevano altro che litigare, per ogni piccola cosa, e poi passavano alle mani: lui le tirava i codini e lei lo graffiava. Sempre così. I genitori di lei, iniziavano a chiedersi il perché di tanto odio, ma non avevano ancora avuto il piacere di trovare risposta, molto probabilmente non lo sapevano neppure i diretti interessati.
Odio fraterno” in fondo erano parenti, non strettissimi, ma tali rimanevano. Si convinsero tutti che fosse così.
 
Era mattina. Di nuovo. Le giornate trascorrevano lentamente, ma la notte passava in un secondo. Ichigo non aveva alcuna ragione per alzarsi: Aoyama non ci sarebbe stato ad aspettarla, quel giorno aveva gli allenamenti già di prima mattina quindi era già a scuola, il tempo faceva schifo! Dalle tapparelle sbarrate si sentiva il vento che ululava, la pioggia che sbatteva violentemente contro tutto ciò che incontrava sul suo cammino… non escludeva neppure che nevicasse… e non voleva immaginare il gelo fuori dalle coperte!!
§ Io non mi muovo di qui!!!! § pensò prima di far tacere la sveglia, che trillava fastidiosamente, con un violento calcio. Tuttavia non sentì l’impatto diretto con il pavimento, che sarebbe dovuto finire con un sonoro “Spack!” o qualcosa di simile… certo il rumore ci fu, ma sembrava attutito alla quale segui un grido e un’imprecazione sibilata tra i denti.
-Ma che fai cretina!??!-
Ichigo s’alzò di scatto voltandosi verso la fonte della voce.
Arrossì di colpo: Kisshu era a petto completamente nudo, i suoi addominali scolpiti e marmorei erano in bella vista, indossava solo un paio di boxer neri portati bassissimi, i capelli erano completamente bagnati, e goccioline d’acqua scendevano lente e sinuose sulle sue scapole. Aveva uno asciugamano con la quale evidentemente si stava asciugando i capelli prima che gli arrivasse la sveglia sul piede, che ora stava massaggiando freneticamente.
-Che fai tu qui?????????- Ichigo chiuse gli occhi di scatto, nonostante quello fosse uno dei corpi più belli che avesse mai visto (non che ne avesse visti molti…) forse anche meglio di quello di Aoyama-kun.
-Non è colpa mia se nella mia stanza non si apre la porta del bagno!- s’alzò ispirando lentamente l’aria e buttandola fuori dalle narici, come faceva quando era irritato.
Ora il suo busto era completamente visibile.
-E per questo dovresti usare il miooo???- Ichigo gli scagliò contro un cuscino che si trovava di fianco a lei. –Ti pare il caso  di farti trovare mezzo nudo in camera di una ragazza????!-
-Ragazza…? Io proprio, non ne vedo nessuna!- ci rimase male, aveva perso un po’ di fiducia in se stesso dopo che Aoyama l’aveva rifiutata. Si coprì con le coperte fino alla testa. Lo odiava. Con lei si comportava sempre così!
-Ma piantala scema!- lo disse in tono più calmo, quasi dolce, salendo con le ginocchia sul letto cercando di toglierle il piumone di dosso. Quando ci riuscì vide che la ragazza aveva gli occhi chiusi e il volto paonazzo. Non indossava altro che una canottiera e un paio di pantaloni a vita bassa, entrambi leggerissimi. Il collo era lungo e snello le spalle strette e affusolate, sotto la canottiera s’intravedevano perfettamente i lineamenti del suo corpo, il seno, il ventre e i fianchi.
Non se ne rese neppure conto, ma era esattamente sopra di lei a cavalcioni e stava allungando la mano per sfiorarle il collo e la spalla ma si fermò a pochi centimetri dalla sua candida pelle.
§ Ma che diavolo sto facendo? § si tolse dal letto.
-Muoviti Ichigo!- disse scuotendosi la chioma ancora bagnata emanando mille riflessi.
-Non voglio arrivare tardi a scuola a causa tua!- così dicendo uscì sbattendo rumorosamente la porta.
-E di chi sarebbe la colpa?!- urlò Ichigo poco prima, alzandosi.
§ devo decidermi ad aggiustare la serratura del mio bagno § pensò Kisshu prima d’infilarsi la camicia della divisa.
 
 
 

 
 
Ciao!!!
Incredibile ma vero sono riuscita a pubblicare la storia nonostante l’orario… ringrazio chi ha letto, anche se a quest’ora e mi raccomando: recensite!!!
Ciao ciao <3
ichigo_sakura
 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** rain and beats ***


Quando Ichigo ebbe terminato di prepararsi scendettero. Ad aspettarli sul tavolo c’erano due splendide crepe (non riesco a mettere l’accento giusto, quindi intendo quei dolci tipici francesi ^-^) con fragole e cioccolato all’interno.
Ichigo si fiondò immediatamente su una di quelle, mentre Kisshu non le degnò di uno sguardo, uscì. La ragazza prese anche l’altra e lo seguì.
-Devi mangiare!- lo riprese lei –Dopo ti verrà fame, ti conosco!- cercò di mettergli il dolce davanti al naso, ma lui si voltò dall’altra parte.
-Non ne ho bisogno! Lasciami stare, stupida!- la scansò lui.
-Vorrà dire che la mangerò io!- lo provocò.
Lo stomaco di Kisshu ebbe un sussulto.
-Ok! Fai pure, così diventerai una balena!- rispose acido di rimando.
A quel punto Ichigo s’infuriò, lo prese per l’orecchio e lo batté a terra. Si voltò e continuò a camminare senza voltarsi, come se nulla fosse successo. Nel frattempo Kisshu s’era rialzato, le imprigionò le braccia da dietro cingendole con le proprie e sollevandola da terra.
-Uaaah!!- urlò lei scalciando –MOLLAMI!!!!-
-Chiedi scusa!- rise lui beffardo, cercando di schivare i suoi colpi.
Da lontanò, però, una voce interruppe il loro bisticciare caotico.
-Ichigo!- Masaya fece un cenno con la mano a mo’ di saluto, come per chiamarla.
-Masaya-Kun!!- gridò lei di gioia tirando una gomitata in pancia a Kisshu che così la mollò.
Ichigo corse tra le sue braccia, per qualche secondo stettero in silenzio in quella posizione poi Aoyama sciolse l’abbraccio, cercò di guardarla negli occhi, ma sviò lo sguardo verso Kisshu, come se si fosse accorto solo in quel momento della sua presenza.
-Salve Kisshu!- salutò Masaya accennando un sorriso stressato.
§ Idiota. § pensò Kisshu in risposta. In quella settimana non aveva avuto molte occasioni di parlarci, ma già da subito gli era stato antipatico: era assurdamente popolare, nonostante on fosse proprio quel gran ché, inoltre rivendicava il titolo di fidanzato di Ichigo, nonostante non avesse mai fatto nulla per lei. Insomma era un essere inutile alla società! (Pensieri assopiti del nostro Kisshu XD).
-Ciao- fu solo quello che gli disse.
Dopo una breve pausa Aoyama s’incamminò verso la scuola a grandi falciate con Ichigo appresso, distanziando Kisshu.
-Credevo che avessi gli allenamenti sta mattina!- disse Ichigo sorridendo, si era già dimenticata del rifiuto subito, in fondo, era fatta così!
-Infatti, li avevo, ma avevo bisogno di… parlare con te- non diede l’impressione di voler lasciare la frase in sospeso, evidentemente s’aspettava che fosse lei ad intervenire con la giusta domanda, cosa che fece.
-Allora? Puoi dirmi tutto!- Aoyama finalmente si fermò davanti all’ingresso della scuola, si girò in modo da averla di fronte. Le prese le mani e le strinse forte.
Seguì una breve pausa, ma sembrava infinita.
-Ichigo io…- il volto del ragazzo impallidì al suono della campanella, come se si fosse appena svegliato da un incubo.
Immediatamente la folla di ragazzi che s’erano appostati nel cortile e quelli che arrivavano sempre all’ultimo momento s’accalcarono per entrare in orario alle lezioni.
Masaya lasciò le sue mani.
-Ci vediamo dopo, aspettami qui!-
 
Appena entrata nell’alula si rimise a piovere a dirotto. Fortunatamente lei era al calduccio vicino al calorifero!
-Allora?- le chiese Kisshu riportando la sua mente nella stanza. –Cosa voleva quello?-
-Ha un nome!!! E comunque… non lo so, non è riuscito a dirmi nulla!-
Kisshu sbuffo guardando verso l’alto –Pff! Non me ne frega niente!-
-Allora non chiedere cretino!- sibilò a denti stretti in modo che potesse sentirlo solo lui.
Quando arrivò il professore la classe cadde in un monotono silenzio, interrotto solo dal flebile picchiettare della pioggia.
§ Cosa vorrà dirmi? § Ichigo picchiettava rumorosamente le unghie sul banco aspettando che suonasse l’ultima campanella § Magari vuole scusarsi… oppure dovrei farlo io, insomma… uffa! §
Quando poi la campanella suonò si precipitò fuori dalla classe urlando a suo cugino: “Non mi aspettare per venire a casa!”
Si recò sotto il cancello, si era affrettata, senza pensare che lui sarebbe uscito dopo, perché dall’altra parte della scuola. Ora era sotto la pioggia, aveva freddo.
§ Chissà… magari per scaldarmi… mi offrirà la sua giacca! Sarebbe una cosa carinissima!!! § le sue guance si tinsero dello stesso colore vermiglio dei suoi capelli.
-Ichigo!- Masaya la raggiunse sotto la pioggia.
-Cia…- la interruppe subito prendendo tutto il fiato che aveva in corpo.
-HO UN’ALTRA!!- urlò, anche se la sua voce fu per metà coperta dal rumore della pioggia scrosciante.
Ichigo non mosse un muscolo. Perse uno, due… o forse più battiti.
-…- cercò di dire qualcosa, ma le parole non le uscivano, così Aoyama ne approfittò per continuare.
-Ma non ti voglio lasciare! Tu sei…-
-BRUTTO BASTARDO!!!!!!!- gli occhi fi Ichigo s’infiammarono un po’ d’odio, un po’ di lacrime –Vorresti tenere i piedi in due scarpe? Non sei altro che un verme! Mi fai schifo!- apparte la prima frase, il resto non fu altro che un sussurro quasi impercettibile. Aveva la testa piegata in avanti con i codini che le coprivano il volto.
Lo alzò. Lo guardò in faccia per qualche secondo incredula, si girò e se ne andò camminando leggermente sul terreno bagnato.
 
Dopo un centinaio di metri si fermò nei pressi di un prato, si sedette incurante del fango, dell’acqua, di tutto.
-Heilà!- non si sprecò ad alzare lo sguardo, sapeva benissimo chi fosse. –Hei?? Baka (scema)???!!!!-
-Ti avevo detto di tornartene a casa da solo…- Ichigo si chiuse in posizione fetale stringendo le ginocchia al petto.
-Se me ne fossi andato chi è che stava qui a sorbirsi le tue lagne, me lo spieghi?- Finalmente Ichigo alzò lo sguardo, cosicché Kisshu poté notare le lacrime che segnavano il suo volto come solchi.
Si sedette vicino a lei, tremava.
-Ichigo…- prese la sua giacca e gliela posò sulle spalle. La ragazza spalancò gli occhi finora assopiti, come fossero in trance…
La prese per le spalle e con forza la tirò verso il suo petto bagnato, ma caldo.
Ichigo, che era rimasta zitta come un topolino, iniziò a singhiozzare. Cercò di non darlo a vedere nascondendo il viso tra i pettorali di lui. Tentativo del tutto inutile.
Rimasero in silenzio, una tra le braccia dell’altro, ascoltando il rumore della pioggia che accompagnava i loro cuori.
 
 
 

 
 
Ciaoooo!!!!
Sono un po’ triste… la storia non è ancora entrata nel vivo… e sinceramente non so come farò per farla evolvere ulteriormente… va beh!! M’inventerò qualche cosa!!
Spero vi sia piaciuto il capitolo!! In ogni caso fatemi sapere, recensite!!!
Ciao c:
ichigo_sakura <3
 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** breath ***


Ichigo smise di piangere solo qualche manciata di minuti dopo. S’alzò, girò la testa verso Kisshu, che ancora era seduto sul prato, e gli tese la mano. Lui l’afferrò.
Camminarono a lungo, lui seguiva lei e lei seguiva lui. Non parlavano, non ce n’era bisogno: con un semplice gesto, uno spostamento della mano, i due si capivano al volo.
Alla fine del lunghissimi percorso si ritrovarono a casa. Lui aprendo la porta urlò un saluto ai due zii, seguito a mo’ di eco dalla voce della ragazza con un altro saluto.
Dalla casa non arrivò risposta alcuna, la casa taceva nel buio.
Ichigo accese la luce, che in un primo momento li abbagliò, mentre secondariamente gli permise di vedere un bigliettino appeso alla porta della cucina, scritto frettolosamente e con alcune macchie d’inchiostro blu qua e là. Diceva:
 
Io e la mamma siamo fuori, l’ho portata a cena. Comunque, la vostra cena è in frigo, fatela scaldare… non fate casino, mi raccomando! Non litigate!
Ci vediamo domani!
                                                                        Papà
 
-Ci hanno lasciato del pollo arrosto… lo vuoi mangiare subito?- chiese Kisshu, tirando fuori dal frigo una vaschetta trasparente con all’interno il pollo già cotto, pronto per essere scaldato e mangiato.
-No… non ho fame, vado a farmi una doccia… grazie…- gli rivolse uno sfuggevole sorriso prima di ritirarsi in camera sua, ne suo bagno per riempire la vasca.
Quando finì di lavarsi si mise gli indumenti intimi puliti e sopra un pigiama leggero smanicato coloro rosa antico. Si tuffò letteralmente sul letto.
 
Kisshu sentiva, dalla cucina, l’acqua che scorreva. Involontariamente s’immaginò Ichigo mentre faceva il bagno: le sue forme… i suoi capelli rossi che aderivano col viso… si costrinse a cancellare quei pensieri dalla testa. Perché aveva fantasie così perverse nei confronti di sua cugina? Non era normale… affatto.
Finì di mangiare il pollo e per completa noia si mise a curiosare tra gli scaffali disordinati, nell’armadio, nel frigorifero e nel freezer dove ci trovò del gelato alla fragola. Decise che ne avrebbe portato un po’ a Ichigo, per tirarla su di morale.
§ Dovrà mangiare qualcosa! § pensò lui § Però questo è freddo… magari… § così pensando si mise a trafficare con i fornelli e il gas.
 
Ichigo aveva ancora i capelli bagnati: le goccioline d’acque scendevano lente sul suo viso per poi spandersi sul morbido cuscino che assorbendole rimaneva leggermente macchiato.
§ M’ammalo se non asciugo i capelli… § pensava lei, rimanendo però, immobile. L’ozio più assoluto le impediva di fare qualsiasi movimento fuorché respirare, e se avesse avuto abbastanza forza di volontà l’avrebbe pure fatto!
In quel momento Kisshu bussò brusco alla porta. Ichigo non emise nemmeno un suono, lasciò che capisse da solo se era il caso d’entrare o no.
-Io bussavo solo perché sono una persona gentile!- enfatizzò in particolar modo l’ultima parola mentre entrava –Invece tu sei una vecchia befana! Io sono così carino da portarti la cena e tu nemmeno mi degni di uno sguardo!!- aggiunse una linguaccia accompagnata da un versaccio.
-Pff!!- Ichigo si lasciò sfuggire un breve e risanatoria risata. La sua presenza, nonostante non facesse altro che offenderla, la riappacificava con se stessa, facendole dimenticare i problemi… forse perché era una presenza familiare? In fondo si conoscevano da quando erano piccoli…
Kisshu si mise in ginocchio sul letto morbido appoggiando di fianco alla testa di Ichigo una tazza enorme, emanava un odore dolcissimo, al suo interno c’era: sul fondo della semplice cioccolata calda, densissima e profumata, sopra del gelato alla fragola, in procinto di sciogliersi per le evidenti differenze di calore e in fine sopra tutto questo della candida panna montata, che dava sempre quel tocco scenografico.
Ichigo s’era alzata leggermente poggiando il peso del suo corpo sui gomiti, mentre fissava senza il minimo pudore la tazza.
-Oh! Guarda, ti sta scendendo della bava da un angolino della bocca!- scherzò lui, accortosi che la bella ragazza non ci vedeva più dalla fame.
-Ma taci scemo!- sorrise lei tirandogli un leggero pugno sul braccio, prima di mettersi seduta, prendere la tazza, un cucchiaino e fiondarcisi sopra. Era squisita.
Kisshu rimase in silenzio a guardarla di fronte  a lei, mentre allungava distrattamente una mano per sistemarle i capelli in modo che non bagnassero i suoi vestiti già così leggeri.
-Grazie!- Ichigo appoggiò la tazza ormai vuota sul materasso, poco distante dai due in modo che non cadesse.
-Finalmente mi ringrazi! Oggi è la terza volta che avresti dovuto farlo… ma visto che conosco i tuoi limiti ti perdono!- continuò a prenderla i giro.
-Ti odio!!- rise lei lanciandogli il cuscino che si trovava dietro di lei.
Fece senza dubbio, la cosa sbagliata.
Quando Kisshu si rialzò la prese per i piedi e la fece scivolare sulla schiena, per poi bloccarla con le braccia le spalle tenendole attaccate al materasso. Senza neppure accorgersene, tra risate e tonfi, si erano ritrovati uno sopra l’altra.
Gli occhi dei due sprofondavano rispettivamente negli occhi dell’altro, erano così assorti che per un minuto regnò il silenzio più assoluto… ma per tutti e due fu il minuto più breve della loro vita, a tal punto che ne avrebbero vissuti altri cento così.
-Che pasticciona…!- sussurrò sorridendo Kisshu, mostrando il suo miglior sorriso, a denti scoperti. –Ti sei sporcata di panna la guancia…-
Lentamente Kisshu avvicinò la mano per tirarla via, ma poi la ritrasse e la mise sotto il collo di lei alzandole leggermente la testa, mentre con la sua bocca s’avvicinò alla guancia e leccò via la panna, lentamente.
Ichigo nel sentire la lingua calda di Kisshu sulla sua pelle avvampò… ma non si mosse, era come pietrificata, cosa stava succedendo?
Kisshu, nel frattempo notando che Ichigo non opponeva resistenza, trascinò la lingua nell’angolo sinistro della bocca prendendo a baciarlo con leggerezza mentre con la mano libera ripercorreva il contorno del corpo di Ichigo dall’incavo del collo alla punta delle dita affusolate della sua bella mano.
Ichigo ancora non si muoveva, forse non poteva farlo, forse non Voleva farlo. Tra le sue braccia acquistava quella sicurezza che con mai nessun’altro aveva provato. I suoi occhi diventarono vitrei, lasciandosi trasportare dal leggero tocco delle dita di Kisshu.
Ora i baci di lui erano diventati più bramosi, volevano di più. Dischiuse le labbra della ragazza e ci fece passare la sua lingua che si unì a quella di lei, formando così un qualcosa che somigliava molto al movimento di una fiamma, sinuoso e zampillante.
Il corpo di lei aveva finalmente riacquistato mobilità, alzò timidamente le mani andando a cingergli il collo, mentre lui faceva scorrere le sue sul ventre piatto di lei per poi passare alle gambe che non appena vennero sfiorate dalle dita gelide le fecero emettere un flebile gemito.
Kisshu non sapeva quello che stava facendo, era guidato solo dall’istinto, s’accorse solo che stava cercando una posizione più comoda per farlo. La tazza che fino ad ora era rimasta immobile su letto, rotolò e cadde causando un fastidioso rumore che svegliò Ichigo dalla sua cosiddetta trance.
§ Che cosa sto facendo…? § si costrinse a pensare § Lui è il mio cuginetto! § Kisshu continuava imperterrito a baciarla, non si era accorto che Ichigo aveva ripreso la sua posizione rigida con le braccia lungo i fianchi. § Però… tutto questo è così… piacev… § si morse il labbro.
-NO!!!- Involontariamente gli tirò una ginocchiata nel basso ventre, costringendolo a ritrarsi su se stesso soffocando un urlo. –Oh cazzo! Kisshu, scusa…!- cercò di avvicinarlo, ma lui non glielo permise, allontanandosi.
-Ho capito, non aggiungere altro.- lasciò cadere le braccia lungo i fianchi, mettendosi apposto la maglietta nel punto nella quale era appena stato colpito. Si girò e uscì dalla stanza sbattendo rumorosamente la porta.
§ Oddio, che cosa ho fatto!? § Ichigo era terribilmente dispiaciuta, non per il calcio… ma per averlo rifiutato, cioè, erano consci di essere cugini, ma il loro calore reciproco era una cosa che da una relazione qualunque… nessuno se la sarebbe potuta aspettare.
Tra le lacrime si buttò sotto le coperte e s’addormentò.
Quella notte, finché non arrivarono i genitori di lei, Kisshu rimase dietro la sua porta ad ascoltare il suo respiro nel sonno.




Ciao a tutti!!! 
Ieri sono stata tremendamente ipegnata, quindi non ho potuto aggiornare, per rimediare ho fatto un capitolo leggermente più lungo del solito... spero vi faccia piacere!
Mi raccomado RECENSITE!!! (se volete XD)
Ci rivediamo nel prossimo capitolo!!
Ciao :)
ichigo_sakura<3
 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Honey ***


La mattina seguente al risveglio di Ichigo non vide davanti a se chi si aspettava di vedere. A dire il vero, la stanza era completamente vuota. Tutto era monotono e bianco come al solito, mentre la sera precedente, con Kisshu, se avesse dovuto darne un colore avrebbe scelto senza dubbio… il rosso.
Una volta preparata scese di corsa le scale cercando con lo sguardo gli occhi di lui, che però non riuscì a trovare.
-Ciao Ichigo!- la salutò il padre tra un sorso e l’altro di caffè.
-Ciao papà…- salutò lei sconsolata –Hai visto Kisshu?- chiese cercando di mostrarsi il meno interessata le era possibile.
-Kisshu…? Umm…- fece lui accostando la mano al mento –Si, è uscito presto questa mattina, ha detto di avere un impegno con la scuola…-
-Impegno?- chiese lei più a se stessa che non al padre.
Senza neanche aspettare una qualche sorta di risposta, s’infilò le scarpe e corse fuori dalla porta.
-Ich…ICHIGO!!- piagnucolò il padre –Non saluti neanche più il tuo papààà!!!?- urlò dalla cucina, ma lei già non poteva più sentirlo.
Aveva cominciato a correre veloce, il fiato le mancava, ma non si sarebbe fermata per così poco. Doveva raggiungerlo, voleva chiedergli scusa… e voleva dirgli che nonostante fossero cugini provava qualcosa di speciale per lui. Voleva stargli accanto e voleva che lui stesse accanto a lei… se qualcuno le avesse chiesto il perché probabilmente non avrebbe saputo rispondergli… ma spesso e volentieri quando non sai la ragione di un sentimento significa che è vero.
Raggiunse la scuola. Era deserta.
Ichigo guardò l’orologio, era in ritardo di dieci minuti, tutti erano già rientrati nelle rispettive aule.
Tutto il coraggio che si sentiva scorrere nelle vene come fiamme era scomparso spento dal vento gelido di quella mattina. Non voleva entrare in classe, probabilmente ci avrebbe trovato Kisshu pronta a guardarla con quegli occhi belli da morire, quegli stessi occhi che si era ritrovata a fissare senza pudore la sera prima, occhi che questa volta non le avrebbero riservato uno sguardo dolce, bensì carico di tristezza e sconsolazione, come quello di quando se n’era andato dopo essere stato respinto.
§ Mi farò un giro…§ Non fece neppure in tempo a finire di pensare quella semplice frase che una folata di vento unito a neve la spinse a ripensarci. Decise, invece di andare a spasso per il parco, di ripararsi all’interno della palestra: quelli del Kendo avrebbero già dovuto finire da un pezzo, quindi sarebbe stata vuota e chi lo sa, magari ne avrebbe approfittato per fare un riposino su uno di quegli enormi materassi… aveva sempre voluto provare, per curiosità, a dormirci sopra.
Aprì un piccolo spiraglio nella porta di servizio, giusto per riuscire a passarci. La palestra era completamente buia, non aveva idea di dove fossero le luci e non perse neppure molto tempo a cercarle. Fu distratta da dei rumori.
Ichigo era un’inguaribile fifona, aveva paura del buio, dei fantasmi… insomma di tutto!
Ma capì presto che quelli non c’entravano nulla con il sovrannaturale. Provenivano dallo scantinato, dove mettevano tutti gli attrezzi, dalla porta socchiusa si intravedeva la luce fioca che passava dalla finestrella in alto al muro.
Ichigo si sporse per vedere meglio: due figure ansimanti si muovevano all’unisono.
-Kisshu…!- gemette la ragazza all’interno della stanzetta.
Ichigo rimase paralizzata, le si spezzò il fiato e quasi non cadde, ma fortunatamente nessuno sembrò farci caso.
I rumori si fermarono, solo il fiato affannato di lei rompeva il silenzio.
-Dove vai? Su… rimani ancora un po’ qui con me…- La voce di quella ragazza dava davvero sui nervi, era squillante e insulsa. Ichigo strinse i pugni e ricorse a tutto il suo autocontrollo per non entrare e spaccarle la faccia.
-A farmi i cazzi miei!- (scusate i termini un po’ volgari ragazze, ma mi sembrava appropriato nd me) il cuore di Ichigo si fermò quando vide la ragazza indignata uscire dalla porta a passi pesanti ancora mezza nuda nell’intento di vestirsi… per fortuna era così presa da quel gesto da non accorgersi della sua presenza nella penombra.
Kisshu non era ancora uscito. Cosa aspettava? Ichigo si sentiva bruciare dentro tutta la rabbia, neanche lei sapeva come riusciva a sopportarla senza lasciare che questa la corrodesse all’interno.
Decise di dare un’occhiata, se ne sarebbe andata subito dopo e giurò a se stessa che mai più gli avrebbe rivolto la parola, non l’avrebbe nemmeno più voluto veder sotto il suo stesso tetto, o se ne andava lui o se n sarebbe andata lei.
Quando finì di pianificare le sue intenzioni nei riguardi del bel ragazzo, allungò  il collo cercando di scorgere il suo profilo. Rimase paralizzata.
Gli occhi di lui la fissavano, si erano incontrati, si era accorto di lei. Kisshu sgranò gli occhi e spalancò la bocca sorpreso, preso da un’improvvisa ed evidente agitazione.
-Ichigo…? Che cos…- Ichigo corse via. Percorse quasi tutto il perimetro della palestra rincorsa da Kisshu che indossava solo i pantaloni della divisa e nient’altro. Nel buio inciampò in un ostacolo e atterrò su un materasso dei salti in alto, sprofondando in esso. Ci mise un po’ a rialzarsi, ma orami era troppo tardi: Kisshu l’aveva raggiunta.
Si tuffò sopra di lei impendendole di muoversi, la stringeva in un abbraccio virile e caldo dalla quale era impossibile staccarsi sia per mancanza di forza sia per mancanza di volontà.
-Lasciamo bastardo!- gridò lei tirando calci in aria che poi ripiombavano sul materasso con rumorosi tonfi. Cercava di divincolarsi muovendo il corpo verso destra e verso sinistra ripetutamente, ma nulla da fare, ad ogni suo movimento Kisshu aumentava la stretta.
-Non ti lascio!! Fammi spiegare!!- affondò il suo volto appuntito nell’incavo della spalla fi lei, immergendo il naso nell’inebriante aroma dei suoi capelli.
-Cosa c’è da spiegare??? Sono affari tuoi quello che fai con le ragazze!!! Quindi mollami, non abbiamo nulla da dirci!!- approfittò della vicinanza e gli tirò i capelli con i denti ( a mali estremi… estremi rimedi no…? Nd me u.u)
-Haaa!!- urlò lui, ma non allentò la presa neppure per un secondo –Invece…-ansimò-abbiamo molto da dirci noi due!-
-Cosa? Forse che quello che è successo ieri era solo il risultato di una tua “astinenza” e che quindi ti sarebbe andato bene chiunque… persino tua cugina?? Ha beh, grazie, ma ci sono arrivata da sola!- ormai si era arresa, lui non l’avrebbe mollata. Si era posizionato completamente sopra di lei, facendo peso col suo petto nudo sopra quello di Ichigo.
-A me non va bene chiunque!!- urlò lui alzando per la prima volta lo sguardo, incrociando gli occhi color cioccolato di Ichigo, costringendola a cambiare visuale per l’imbarazzo. –Soltanto, mi sono reso conto che non avrei mai potuto averti Ichigo… per tutto il tempo che sono stato con quella…- Ci fu una breve pausa nella quale tutti e due trattennero il fiato –Ho pensato solo a te!-
Silenzio.
-Bugiardo-
-Ti sbagli!-
-BUGIARDO!!-
-Ok, sono un bugiardo, ricordatelo- enfatizzò prima di aggiungere- Allora io non ti voglio bene, non ho pensato a te fin dal primo giorno che ti ho visto dodici anni fa e soprattutto, mia cara Ichigo, io non ti amo!- Kisshu sorrise beffardo a ventotto denti.
-Sei un bastardo…- sorrise lei prima di essere colta da un dolce bacio a fior di labbra al dolce sapore di miele, come gli occhi di lui che da quel momento le avrebbero riservato solo sguardi ricchi d’amore.
 
 




Allora??? Che ne pensate??
Ho messo un finale dolce, ma da adesso in poi sorgeranno i eri problemi e la coppia sarà sottoposta a dure prove!!!
Nel capitolo precedente ho ricevuto solo una recensione, ma non mi lamento, spero che questo capitolo sia più commentato!!!
Ringrazio tutti i lettori e recensori, ci vediamo al prossimo capitolo!
Ichigo_sakura <3
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** blackmail ***


Ciao a tutti!!! E scusate il ritardo… mi dispiace… ma era una settimana impegnatissima, è già tanto che sono riuscita a pubblicare oggi >.< scusate!!
Comunque mi auguro che questo capitolo vi piaccia, buona lettura!!

 
 


Nella vita di entrambi, tutto procedeva per il meglio.
Si frequentavano, anche se di nascosto. Alcune volte, quando non c’erano i genitori di Ichigo, riuscivano pure a passare la notte assieme, anche se il mattino era sempre difficile doversi staccare l’uno dall’altra e fingere di odiarsi.
Quella era una di quelle mattine. Erano le nove di domenica.
Non c’era il sole e tirava un forte vento, stare sotto le coperte era un immenso piacere. Nessuno sarebbe entrato a disturbarli: la casa era deserta.
Ichigo ancora dormiva, ma Kisshu no. Era sveglio ormai da una mezz’ora buona, ma rimaneva in silenzio abbracciato alla sua amata.
Erano entrambi sdraiati su un fianco abbracciati uno di fronte all’altro. La testa di Ichigo era attaccata al petto nudo di Kisshu, i capelli rossi di lei gli solleticavano leggermente il naso, ma non ci faceva caso, era troppo infatuato del suo odore alla fragola. Lui faceva scorrere la mano su e giù lungo l’incavo sella schiena, dalle fossette di venere (per chi non lo sapesse, sono due fossette in fondo alla schiena, non tutti le hanno, ma nell’antichità arano considerate come simbolo di bellezza come si deduce dal nome nd me XD) alle scapole provocando alla sua bella gemiti nel sonno.
Piano Ichigo aprì gli occhi marroni.
-Buongiorno bellissima…- Kisshu le accarezzò una guancia scostando i ciuffi di capelli ribelli dal suo volto.
-Buongiorno…- non distingueva ancora bene i contorni, ma gli occhi ambrati di lui erano così vicini ai suoi che non notarli le sarebbe stato impossibile.
Kisshu avvicinò le sue fini labbra a quelle carnose e rosee della ragazza e prese a baciarle con foga. Fece passare la mano marmorea sulla gamba di lei per poi cingerle la coscia e portarsela sul fianco, continuando a carezzarla.
Al contempo le mani di Ichigo correvano lungo la schiena con leggerezza fino ad afferrare i morbidi capelli verdi e prendere a giocarci facendoli scorrere tra le dita fini.
Kisshu iniziò a sollevare la camicetta di seta, rosa antico, sopra lo stomaco e poi sopra al petto sfilandola con attenzione, lentamente. Per qualche minuto giocherellò con le spalline del reggiseno fino a farle scivolare sulle spalle una alla volta, continuando a baciarsi.
In quel momento squillò il cellulare di lui, con una di quelle stupide canzoncine già registrate in memoria.
-Rispondi… potrebbe essere imp…- disse Ichigo col fiatone per il lungo bacio, mentre Kisshu le leccava il collo.
-Non rispondo…- detto questo riprese a baciarla affannosamente, posizionandosi sopra di lei a cavalcioni e facendole inarcare la schiena per slacciarle i gancetti.
Il telefono smise di suonare.
-Visto? Non era nulla di importante…- Ichigo sorrise trascinando le dita sul petto marmoreo e scolpito sopra di lei.
Ma il telefono riprese a squillare.
-Ma chi cazz…?!- ringhiò Kisshu a quel punto voltandosi verso il comodino per vedere il numero in sovrimpressione.
-Chi è?- chiese Ichigo mettendosi a sedere e rimettendosi apposto gli indumenti intimi.
-Non conosco il numero…uff… rispondo e torno subito…- così dicendo prese il telefono e uscendo chiuse la porta alle sue spalle.
§ Sembrava strano… § pensò Ichigo § Perché sarebbe dovuto uscire dalla porta? § si chiese assumendo un’espressione crucciata… che gli stesse mentendo? No, non l’avrebbe mai fatto. O almeno è quello che pensava Ichigo.
Si rimise la canottiera che era volata giù dal letto e si rimise sotto le coperte ad aspettare. Dopo qualche minuto rientrò Kisshu con gli occhi persi nel vuoto.
-Hum? Che è successo?- chiese lei.
-Nulla amore mio…- Kisshu le diede un bacio sulla fronte e iniziò a trafficare con i vestiti stesi a terra.
-Dove vai?- continuò a chiedere.
-Ho… devo andare da un mio amico, ha bisogno d’aiuto con dei compiti- sorrise lui mostrando i denti bianchissimi.
-Okay, ma oggi siamo a casa da soli quindi…-
-Torno prestissimo!- concluse lui rubandole un bacio che la lasciò senza parole –E se torno tardi… sarò il tuo schiavo per il resto della giornata, potrai fare di me quello che vuoi…-
Il ragazzo uscì di corsa saltando le scale ogni quattro gradini.
Ichigo si rifugiò sotto le coperte in preda al rossore, si sentiva bruciare le guance.
-“Potrai fare di me quello che vuoi”- sussurrò lei quasi a convincersi di non aver sognato quelle parole –Ma si può sapere che cosa si va a immaginare quel pervertito!!!- urlò lei sotterrandosi ancora di più.
 
Le aveva mentito, non amava farlo, ma era necessario.
Appena fuori dalla scuola c’era un bellissimo parchetto che in quel periodo era brillante a causa dei riflessi della neve, ma quel giorno sembrava più tetro che mai, era deserto se non fosse stato per una figura esile appoggiata ad un albero.
La ragazza aveva lunghissimi capelli rossi, esattamente come quelli della sua Ichigo… era per quello che l’aveva scelta quel giorno: sarebbe stato più facile stare con una ragazza che le assomigliava, gli sarebbe sembrato più vero… ma si era accorto del suo errore. Per quanto simile potesse essere, nessuno avrebbe potuto sostituire la sua gattina.
La ragazza mosse qualche passo verso Kisshu arrivando vicina a tal punto da permettergli di vedere i suoi occhi, marroni, ma non esprimevano nulla. Non erano profondi come quelli di Ichigo, e non erano neppure grandi e lucenti come i suoi… a confronto non erano altro che pozzanghere fangose.
-Perché mi hai chiesto di vederci Mizutamari?- chiese lui mantenendo le dovute distanze.
-Questa mattina… mi sono guardata allo specchio…- fece lei prendendosi una ciocca di capelli e portandosela davanti al petto, dove prese a giocherellarci.
-Cosa me ne fre…?-
-Taci!- lo interruppe bruscamente per poi riprendere a parlare come nulla fosse –Ho notato una somiglianza con la tua cuginetta… Cheri?*-
-Si chiama Ichigo! E t’assicuro che non reggi il confronto con lei!- Kisshu accennò un sorrisetto mostrando il canino acuminato
-Tu dici?- rise lei scuotendo la chioma fiammante –A me non sembra… dimmi… sei innamorato di lei?- il suo sguardo arrivò come una freccia nella mente e nel cuore di Kisshu.
-C-cosa dici…? Ichigo… è …!- era sempre stato bravo a mentire, eppure in quel momento non riusciva neppure a mettere assieme una frase di senso compiuto.
-Hahahahaha!!!- iniziò a ridere a mo’ di psicopatica –Allora ho ragione! Quando l’ho pensato la prima volta no volevo crederci… che schifo! Ti scopi tua cugina?-
Mizutamari continuò a ridere.
-Allora cosa vuoi?- Kisshu riprese il suo solito tono e gli diede anche una cadenza minacciosa.
-Semplice: voglio te… dopo quello che mi hai fatto pensavi davvero che ti avrei lasciato andare?- disse avvicinandosi e prendendolo per il colletto facendolo avvicinare alle sue labbra impiastrate di lucidalabbra.
-Non me ne può fregare di meno! Se eri in cerca di una storia seria non ci saresti dovuta stare a principio!- le prese i polsi e se li strappò dalla maglietta.
-Ma dimmi… cosa ne penserebbero i nostri compagni del tuo rapporto incestuoso?- sorrise lei rimettendosi a giocherellare con i capelli –Potrebbero venire a saperlo… chissà come, chissà quando…-
§ Stronza! §
-Fai pure!- la decisione di Kisshu interruppe le sue risate –Urlalo a tutto il mondo, fai sapere a chiunque quanto io ami Ichigo!- sorrise -A me non importa!-
Seguì una breve pausa, poi Mizutamari riprese a sogghignare come nulla fosse.
-Magari a te non importa, ma sei sicuro che anche per la tua amata sarà così tutto rosa e fiori?
Immagina come tutti la escluderanno, i pettegolezzi, le voci girano… cosa credi? Si ritroverà esclusa e presa in giro da quelle che fino ad oggi si sono reputate sue amiche! Ti senti davvero così sicuro di voi da poterti permettere un tale rischio?-
In quel momento Kisshu se l’immaginò, non avrebbe voluto… ma lo fece ugualmente:
Ichigo seduta al suo banco e tutti gli altri intorno a lei che le parlavano dietro tra di loro anche se lei capiva benissimo di cosa stessero parlando… alla fine sarebbe caduta in depressione… lo sapeva…
Non poteva essere così egoista! No, sarebbe potuto stare senza la sua adorata, non poteva rilegarla ad una vita così difficile da sola.
-Cosa devo fare?- chiese infine Kisshu in un sussurro.
-Bene, bene…! Ci siamo intesi?- Kisshu annuì, mentre Mizutamari gli rimetteva le mani al colletto portandole verso di se per baciarlo.
 

 
 
Mi stavo scordando l'asterisco!! Comunque eccolo qui XD!  
*in giapponese Cheri vuol dure ciliegia e Ichigo fragola, quindi ha finto di confondersi per mostrare menefreghismo verso la nostra Ichigo (-.- che antipatica! )
 
Grazie per aver letto XD
Al prossimo capitolo!!!
ciao
ichigo_sakura <3

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** let ***


Sentì la porta d’ingresso sbattere.
Ichigo si trascinò fuori dalle coperte e iniziò a pettinarsi i capelli arruffati, legandoli infine in due semplici codini poco sopra le tempie.
Guardandosi allo specchio vide due segnetti sul collo rossastri che fecero diventare Ichigo del loro stesso colore. Glieli aveva fatti lui quella mattina.
Scese giù da basso, infilandosi un maglione a collo alto e cominciò a prepararsi la colazione.
Quando alzò lo sguardo s’accorse che ci aveva messo mezz’ora… chissà dov’era andato Kisshu… avrebbe voluto saperlo, per andargli in contro al ritorno.
-Uffa! Mi annoio a morte!- sbuffò Ichigo accendendo la televisione.
Non c’era nulla di bello da guardare, così faceva zapping tra un canale e l’altro, finché, dopo alcuni minuti, non si stancò e tornò di sopra e si sdraiò sul letto, rivolgendo lo sguardo verso la finestra, da dove poteva vedere la città, le strade tutto…
 
-Allora, cosa fai?- chiese Mizutamari un po’ impaziente.
-Non ti posso portare a casa mia… c’è Ichi…- Kisshu cercò di farla ragionare, ma lei non volle sapere ragioni.
-Cosa vuoi che me ne freghi di quella?- lo prese sotto braccio e cominciò a trascinarlo.
-No…non…- Non avrebbe mai voluto far soffrire Ichigo –Questo non era nell’accordo!- s’impuntò lui.
Mizutamari sorrise, come avrebbe sorriso una che a una partita di poker ha una scala reale.
-Credi davvero che ci sia un patto?- Kisshu alzò un sopracciglio –IO decido le regole, IO le cambio a mio piacere e tu non puoi farci nulla!- riprese a camminare.
Il ragazzo si rese conto che, far soffrire Ichigo era una cosa inevitabile.
-Poi, quante storie che fai… voglio solo accompagnarti a casa!- sorrise di nuovo prendendolo sotto braccio e cominciando a passargli una mano sopra il giubbetto all’altezza del petto –In oltre… non sono così tanto perversa neppure io a fare delle cose in presenza della tua cuginetta!- iniziò a sghignazzare in una maniera che richiamava molto lo squittio dei topi.
I pensieri di Kisshu s’annebbiarono. Non aveva mai desiderato mettere le mani al collo di una donna sino a quel momento.
 
Ichigo s’alzò dal letto. Le era sembrato di vedere i capelli di Kisshu spuntare da dietro la strada. Dopo qualche altro secondo se ne accertò vedendo passare il bel ragazzo, a passi lenti e svogliati, sul vialetto di casa Momomiya. Non era solo.
Assieme a lui c’era una bella ragazza, estremamente formosa e con i capelli che richiamavano molto i suoi, solo che erano più lunghi.
-Ma… quella ragazza… dove…?- borbottò Ichigo cercando di ricordare. Stava per aprire la finestra, incurante del freddo pungente, per dare il ben tornato al cugino adorato. L’avrebbe anche fatto, se non fosse stato per il suo braccio, che non rispondeva più ai suoi comandi.
La ragazza dai capelli rossi era impegnata in un lungo e appassionato bacio con Kisshu. Alla mente di Ichigo affluirono tutti i ricordi collegati a quella giornata in palestra, ecco dove aveva già visto quella ragazza… ma perché era avvinghiata a Kisshu? E, soprattutto perché Kisshu non faceva nulla per distoglierla?
Ichigo scese le scale di corsa dirigendosi verso la porta d’ingresso. Cercò di aprirla, ma fu preceduta da Kisshu che sbloccò la serratura dall’altra parte entrando in tutta calma.
-Cosa succede?- chiese lui vedendola tutta trafelata.
Ichigo non rispose e rimase a guardarlo.
-Mah! Tu sei strana cuginetta!- disse lui sorridendo nervosamente.
-Perché mi hai mentito?- chiese lei senza staccare lo sguardo dai suoi occhi.
-Ma di chi parli? Forse hai bisogno di dormire…- disse lui sorpassandomi e salendo le scale. Avrebbe voluto dirle tutto… ma se l’avesse fatto Mizutamari l’avrebbe scoperto e così avrebbe rivelato tutto a tutti.
-No! Dimmelo Kisshu!- disse afferrandogli la maglietta da dietro.
-Non ho nulla da dirti!- sbuffò lui –Che stress!-se la scrollò di dosso, ma lei invece che mollare lo afferrò per gli avanbracci e lo fece girare.
-Mi hai detto che se fossi arrivato in ritardo saresti stato il mio schiavo…- disse lei con voce tremante guardandosi i piedi scalzi –Allora voglio sapere… la verità!- alzò lo sguardo di scatto.
Kisshu rise socchiudendo gli occhi.
-La verità?- disse facendosi d’un tratto serio –Ho notato, che per me non sei altro che una cugina. Così oggi, quando Mizutamari mi ha chiesto di incontrarci, ho ritenuto opportuno valutare le sue potenzialità… e mi sono ritrovato a capire che quello che provo per te è soltanto dovuto alla ravvicinanza, quando me ne tornerò a casa mia sarà tutto svanito…- poi in tono dolce aggiunse –Sarà così anche per te, vedrai!-
Ichigo lo guardò ancora un attimo negli occhi prima che salisse, per cercare qualche prova del fatto che stesse mentendo. Non la trovò.
 
 
 

 
 
Ciao a tutte!!!!
Scusate il ritardo spaventoso nel pubblicare… ultimamente la mia immaginazione sta cadendo a picco, quindi scusate se questo capitolo non è il massimo… sorry :(
Visto che questa storia non mi stimola sufficientemente credo che non la continuerò… però non ne sono sicura, è che ho paura di cadere nel banale!
Che stress!!
Ciao un bacio
Ichigo_sakura <3
 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** visits ***


La sveglia stava suonando, ma lei era già sveglia da un pezzo.
Non sbatteva le palpebre orami da qualche minuto, i suoi occhi erano diventati vitrei. S’alzò lentamente dalla “cuccia” che si era costruita con i cuscini e il piumone, e si mise a sedere guardando fuori dalla finestra con sguardo assente.
-Ichigo! Tesoro, alzati che è ora!- la madre picchiettava con le nocchie dolcemente la porta finché non tornò giù da basso, verso la cucina, come faceva sempre.
Ichigo non s’alzò. Al contrario si rimise sotto le coperte che si tirò fino a sopra la fronte e si rimise a dormire, per quel che riusciva.
Qualche minuto più tardi sentì la porta in corridoio aprirsi e dei passi leggeri farsi largo nel silenzio, di sicuro era suo cugino, ma questa volta non sarebbe entrato nella sua camera, non le avrebbe dato un caldo bacio sulla guancia e non l’avrebbe obbligata ad alzarsi per non fare tardi, come faceva sempre. 
Il pensiero la fece rigirare nel letto un paio di volte.
 
-Oh! Ciao Kisshu, tesoro!- esordì la donna dai corti capelli rossi mentre preparava la colazione –Ti va del chawanmushi*?- chiese Sakura porgendogli una tazza da thè con all’interno una sostanza molto simile al budino.
-No, grazie- disse afferrando un onigiri**- Prenderò questo…- detto questo lo addentò.
-Ichigo? Non l’ho ancora vista…- disse il padre della ragazza alzando gli occhi per la prima volta –Haaa! Scommetto che si è riaddormentata!!- disse sbuffando divertito.
-Kisshu, tesoro… puoi andare a svegliarla tu?-
-Hum?!- chiese sperando di non aver capito che doveva andare lui a chiamare lei nella sua stanza!
La madre di Ichigo assunse un’espressione da cucciola, alla quale Kisshu non resistette.
-Ok… ma non perderò troppo tempo, se non si alza… la lascio lì dov’è!- concluse prima di sparire sulle scale.
 
Salì velocemente, ma quando arrivò alla porta di lei, della ragazza che amava, alla quale stava continuando a mentire in senza tregua, si fermò, socchiuse la porta e sbirciò all’interno della piccola stanzetta tutta colorata.
Sdraiata sul letto dando le spalle alla porta c’era qualcosa di più grande di un gattino, ma che ne conservava la fragilità, un piccolo gattino abbandonato su una strada bagnata…
-Ichi…go…- sussurrò Kisshu guardando la sua adorata tremare sotto le coperte. 
Quanto avrebbe voluto poterle dire tutto, ma se quella ragazza terribile e di pochi valori morali, ne fosse venuta a conoscenza, avrebbero passato delle grane e la reputazione di Ichigo sarebbe crollata… ne era consapevole.
Kisshu si scrollò quei pensieri di dosso agitando un po’ la testa a destra e sinistra, socchiuse la porta nel modo in cui l’aveva trovata, si girò e scese le scale.
-Ichigo? Si è svegliata?- chiese il padre –Mah! Non mi rispondere! Tanto so che non la sveglierebbe neppure un carro armato, quando non si sveglia al primo colpo!- rise sotto i baffi lui.
-No, no… in realtà è malata, sta poco bene…- sussurrò Kisshu.
-La mia piccola Ichigo? Sta poco bene???!-
-Calmati zio! Ha solo bisogno di riposare… quindi lasciatela dormire- concluse lui prendendo la giacca.
-Ho, si tranquillo caro! Non ci saremo tutto il giorno noi due… avrà tanto di quel tempo per riposare!- sorrise Sakura mettendo in frigo la parte di colazione che spettava a Ichigo sussurrando una frase del tipo “Così quando avrà fame sarà già tutto pronto!”
-Okay, ciao zii.- disse Kisshu quasi apatico, in preda a mille pensieri riguardanti le sue giornate da quel momento in avanti: giornate senza la presenza di Ichigo erano come giornate nevicose, per quanto ti possano sembrare belle all’inizio arriverai sempre a sera congelato.
Uscì e a passo svelto s’avviò verso la scuola, per strada incontrò Aoyama.
-Buongiorno Kisshu!- salutò lui squadrando la zona circostante a lui. –Ichigo non è con te?- chiese fingendosi palesemente disinteressato.
§ Che cazzo gliene frega a questo qui?? §
-No, è ammalata!- rispose sgarbatamente aumentando il passo per seminarlo.
-Non sta bene?- chiese Aoyama raggiungendolo e piazzandosi davanti a Kisshu impedendogli di continuare a camminare.
-Ma sei scemo?!- disse rivolgendogli un’occhiataccia –è ovvio! E adesso levati dalle palle!! Ho già detto troppo a uno come te! Non avresti neppure il diritto di chiedere di lei, l’hai trattata come un giocattolo vecchio! Sparisci e non farti più vedere in giro da me!- disse il ragazzo dai lunghi capelli scompigliati scontrando violentemente una spalla contro la sua.
-È sempre piacevole discutere con te…- disse Aoyama, sarcastico, a bassa voce quando Kisshu fu lontano, massaggiandosi la spalla.
 
Ichigo, tesoro, Kisshu ci ha detto che stavi male, quindi non abbiamo voluto disturbarti, ad ogni modo, se hai fame la colazione è in frigo, mi raccomando falla scaldare!
Se hai bisogno chiamaci.
 
Riposati                                  Mamma & Papà
 
Ichigo ripose la lettera sul tavolo dove l’aveva trovata. Aprì il frigo quasi come se fosse una cosa meccanica, quando s’accorse che non sarebbe riuscita a mettere neppure un chicco di riso nello stomaco, lo richiuse in maniera violenta.
Tentò di salire le scale, ma le gambe non reggevano il suo peso: era distrutta, sia fisicamente che sentimentalmente.
Aveva bisogno di Kisshu! Aveva bisogno del suo affetto, delle sue frasi un po’ sarcastiche e scherzose, ma che ti riuscivano a scaldare… aveva bisogno dei suoi abbracci, del suo calore, aveva bisogno anche della verità, cosa gli stava succedendo veramente?? Non poteva averla davvero tradita, no, non ci avrebbe creduto mai.
Ma sopra tutte le cose, aveva bisogno del suo amore, un amore semplice e senza secondi fini, un amore un po’ malizioso ma puro.
S’aggrappò allo scorri mano senza risultati: Le scale risultavano ancora troppo faticose.
Il campanello suonò, la prima volta Ichigo non ci pensò due volte a girarsi dall’altra parte e ritentare di salire le scale, ma dopo il suono si fece sempre più insistente e fastidioso. In fondo, aprire la porta sarebbe stato sempre un compito più facile che non tornare nella sua stanza.
-Ichigo!- tutto trafelato, fuori dalla porta, c’era un ragazzo imponente con i  capelli corvini perfettamente pettinati sulla nuca e in dosso la divisa grigia della sua scuola. La pelle olivastra di lui era imperlata di piccole goccioline di sudore, che brillavano ai timidi raggi del sole.
-Ao…Aoyama-Kun…- le gambe le si paralizzarono, diventando come pezzi di marno, mentre le braccia si mossero d’istinto cercando di chiudere la porta, ma non furono sufficientemente veloci.
-Aspetta!- Aoyama con un braccio muscoloso aveva bloccato la chiusura della porta.
Ichigo non insistette. Lasciò che l’aprisse, senza però farlo lei stessa. Ormai non era neppure più in grado di essere arrabbiata, certo, lo odiava… ma non aveva la forza ne la lucidità mentale per dimostrarglielo. Gli occhi erano sempre opachi, senza nessuna espressività.
-Lascia che ti spieghi…- vedendo che Ichigo non diceva nulla continuò – La ragazza con la quale mi ero messo… ho capito che non era adatta a me… e mi scuso con te, per essermene accorto solo ora! Sono stato uno stupido, a non accorgermi di quello che provavo per te fino a quel momento!- concluse lui entrando e chiudendosi la porta alle spalle.
Ichigo non dava cenni di vita. Non l’avrebbe mai perdonato, ma ammesso e non concesso che l’avesse fatto, non sarebbe mai tornata ad amarlo… nessun’altro avrebbe mai potuto renderla felice e protetta come faceva Kisshu!
-Ti senti bene Ichigo?- le carezzò i capelli rossi spostandoglieli dietro le orecchie, la sua fronte era bollente –Hai la febbre! Ti porto in camera tua!- detto questo la prese di peso a mo’ di principessa e salì le scale.
L’appoggiò delicatamente sul letto ancora disfatto e si mise a cavalcioni su di lei, cominciando a baciarla. Aoyama cominciò a slacciarsi i bottoni della divisa e quando fu rimasto a petto nudo tirò sopra di se il piumone coprendo le loro figure sino alla testa. 
Passò una mano dietro la schiena di Ichigo facendola scorrere fino al fondoschiena, sotto i pantaloni del pigiama sfilandoglieli. Contemporaneamente gli mordicchiava il collo negli stessi punti dove l’aveva baciata Kisshu. Ichigo sussultò, il gesto ovviamente venne frainteso, scambiato per un gemito di piacere. Aoyama la morse più forte, slacciò camicetta e reggiseno e prese a stuzzicarle il capezzolo col pollice e l’indice.
Calde lacrime scesero sul volto di Ichigo, quando dopo pochi secondi lui la penetrò, ma non un sola parola, non cercò neppure di respingerlo. Sapeva che si stava solo approfittando della situazione, ma, anche se ne aveva le forze, non disse una parola per mandarlo via: i suoi gesti, anche se più rozzi, violenti e meno dolci, erano simili a quelli di Kisshu e lei aveva un disperato bisogno di sentirlo al suo fianco.
Così lo lasciò fare, concentrando tutta se stessa sul dolce ricordo della persona che davvero amava.
 
 

 
 
Ciao a tutti!!!!
Innanzi tutto Augurii!!! Anche se in ritardo, volevo farvi gli auguri di Buon Natale (l’avete passato bene? Io sì!! XD), poi volevo farvi gli auguri di un sereno anno nuovo!!!
Scusate per il ritardo, la prima settimana di vacanze è quella più stressante: cerchi di recuperare più possibile il sonno, ma non ci riesci perché ci sono di mezzo pranzi e cenoni a tutte le ore!!! 
Comunque, cosa ne pensate del capitolo?? Recensite, mi raccomando!
 
Ha! Guisto, gli asterischi!! Beh, per chi non lo sapesse:
*Il chawanmushi (chawan: tipica tazza da tè, mushi: zuppa) è un budino a base di latte ed uova mangiato in Giappone come antipasto usando comunemente il cucchiaio e servito tipicamente in una ciotola per il tè. Viene aromatizzato con salsa di soia.
** L'Onigiri è uno spuntino tipicamente giapponese, composto da una polpetta di riso bianco e vari condimenti all’interno.Di solito l'onigiri ha una forma triangolare, con una striscia di alga su un lato per poter essere afferrato comodamente.
 
Buon proseguimento di vacanze, ciao!
Un bacione
Ichigo_sakura <3
P.S. volevo ringraziare particolarmente Rebecca Martire, che pur non avendo un account in EFP, è stata così gentile da darmi il suo parere della storia tramite Facebook! Grazie, sei stata carinissima <3

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** true ***


Si sa, le sventure non vengono mai sole.
 
Il giorno seguente Ichigo era andata a scuola normalmente: la solita città, la solita strada, le solite facce. Tutto seguiva lo stesso schema di sempre, lo stesso di quando Kisshu non era così presente nella sua vita.
Procedeva a sguardo basso, fissando le sue scarpe marroni, le aveva fissate così a lungo che si era accorta di particolari che non aveva mai notato: la pelle della cinghia della scarpa sinistra era tutta rovinata, mentre la suola della scarpa destra si stava scollando.
Pensava a futili sciocchezze come quelle pur di non pensare a quello che realmente stava succedendo nella sua vita:
-       Masaya la lascia;
-       Un cugino che non si vedeva da anni riappare dal nulla e come se non bastasse se ne innamora perdutamente;
-       Il suo adorato Kisshu la tradisce con una rossa di dubbia provenienza;
-       Il suo ex Masaya si ripresenta subito dopo e… (Zitta, zitta!!! Lo sanno!! Non ricordare! Nd Ichigo T^T, scusa!!! Non piangere che se no piango anche iooo!!! ç_ç nd me)
 
Insomma, non era esattamente la vita che si era programmata da piccola. Fin dal primo giorno che aveva incontrato Aoyama-kun aveva sempre creduto che sarebbe stata al suo fianco fino alla fine, ma quando i suoi sogni si erano infranti, come un angelo protettore, era apparso Kisshu, che aveva saputo consolarla, farla sorridere ed infine amarla. Ora che anche lui l’aveva abbandonata cosa avrebbe fatto? Sarebbe davvero stata capace di ricominciare, voltare pagina? No. Non credeva affatto.
 
-Ichigo!- poco prima che entrasse nella classe fu chiamata dalla professoressa Naoko, una donna sbadata e pasticciona, un po’ come la nostra Ichigo, ma davvero una brava donna. Dei professori potresti dire tutto tranne che sono umani, parlano sempre e solo di scuola, compiti, con la solita monotonia e quasi malavoglia, ma questa era diversa, lei aveva un non so ché di particolare, sembrava davvero che non ci fosse nulla che le piacesse di più dell’insegnare, di stare con i suoi ragazzi… una brava persona! – Ichigo, cara! – sbuffò la prof. Dopo la breve corsetta per il corridoio.
-Si, signorina Naoko?- chiese fermandosi sul ciglio della porta.
-Sono in ritardissimo per una riunione! Mi potresti portare questi fogli in sala insegnanti?- chiese lei affidando una risma gigantesca di fogli spiegazzati alla rossa prima di correre via senza aspettare nessuna risposta.
-Beh… visto che insiste…- disse Ichigo sarcastica, tra se e se.
Scese le scale veloce attenta a non inciampare, teneva la risma distante dal corpo così che potesse vedere dove metteva i piedi, anche se sembrava un po’ stupida.
Arrivata in sala insegnanti ripose i fogli sul primo tavolo vicino all’ingresso, attenta a non farsi notare da nessuno, quel posto aveva l’incredibile potere di mettere paura ad ogni studente ci passasse, anche solo per caso!
Contenta di non aver trovato nessuno in giro decise di tornare in classe, ma passando davanti al bagno delle femmine sentì la voce di una ragazza pronunciare il nome del suo amato.
-Kisshu?- fece una breve pausa come se stesse attendendo una risposta. Ichigo s’avvicinò senza fare rumore alla porta del bagno chiusa. –Hahah!! Ma si, tranquillo, è tutto a posto!- rise acida la voce seguita da un brusio proveniente, probabilmente da un telefono. –No, si … si… tranquillo, quella stupida Ichigo non sospetta nulla!-
§ Io? Io cosa centro?? §
-Uffa perché ti arrabbi con me Masaya?!-
§ Masaya?? Ma che diavolo succede? §
-Quante volte te lo devo dire?- sbuffò la ragazza dalla voce acuta alla cornetta –Ho detto a Kisshu che se non si metteva con me avrei detto a tutti della sua piccola relazione con la sua cuginetta, e lui si è subito arreso!!! Stai diventando paranoico cuginetto? Non sei contento che così hai avuto campo libero con quella là?-
Ichigo sgranò gli occhi fino a non vederci più. Cosa diavolo stava succedendo? Era tutto un ricatto? Kisshu la stava… proteggendo…
§ Lo sta facendo ancora… come quella volta sotto la pioggia…§
Ichigo sentì riagganciare e così si chiuse subito nel bagno di fianco sbirciando dalla fessura la sagoma sinuosa della ragazza dai lunghi capelli rossi che s’allontanava.
Ichigo strinse i pugni lungo i fianchi.
Lui l’aveva sempre protetta, ora toccava a lei!
 
 

 
 
Ciaooo!! Lo so, questo capitolo è corto e fa schifo, ma oggi non ero in giornata… quindi perdonatemi!!!!
Alla prossima, sperando che sia meglio!!
With love <3
ichigo_sakura
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** friends ***


Passi.
 
Solo il rumore dei suoi passi sul marciapiede grigio cenere, rompevano il silenzio, accompagnati da, qualche volta, il lontano rumore di macchine che passavano veloci.
 
Kisshu aveva deciso di saltare le prime ore di lezione, ormai non gliene fregava più niente della scuola. Se fosse stato espulso, sarebbe stato senza dubbio meglio: almeno non avrebbe dovuto vedere quella stronza di Mizutamari. Certo, un ragazzo in divisa liceale alle nove e mezza della mattina destava qualche sospetto e lui non voleva dare nell’occhio, decise quindi, di togliersi la giacchetta grigia, così da sembrare un qualunque ragazzo in giacca e cravatta che gironzolava per le strade di Tokyo. In fondo, aveva sempre dimostrato qualche anno in più.
 
Camminò, probabilmente girando sempre negli stessi punti, pensando. Non faceva altro che pensare, era così concentrato che la gente, quando gli passava accanto, sembrava addirittura non vederla, riuscendo comunque a muoversi sinuoso tra la folla, senza scontrarsi con nessuno (al contrario di qualche Ko-neko di nostra conoscenza). Poi, un rumore persistente, acuto e fastidioso continuò a riecheggiare nella sua testa, si accorse solo qualche secondo dopo che era il suo telefono. Prese quell’aggeggio tra le mani e il suo cuore si fermò per qualche secondo quando vide il mittente della chiamata. Sgranò gli occhi un paio di volte sbattendo le ciglia teatralmente.
 
Non è possibile.
 
-Pensa, pensa, pensa!!!!- Ichigo camminava paranoicamente su e giù per il corridoio desolato a quell’ora. Si teneva le mani strette alle tempie, massaggiandole con insistenza.
- Se solo ci fosse Kisshu, ora potrei prenderlo a pugni e dopo, risolvere la questione assieme ma… No!- sollevò la testa di scatto scuotendola a destra e sinistra, lentamente, per scacciare il pensiero.
§ Ho già contato fin troppo su di lui in questi ultimi tempi… ora tocca ame rimediare! §
non era neppure una questione così difficile da risolvere: sarebbe bastato andare a dire alla diretta interessata che lei sapeva, e che non le interessava quello che sarebbe potuta andare a dire. Ma questo a Ichigo non bastava, voleva che Mizutamari ci rimanesse male. Non voleva vendicarsi, sarebbe stata una cosa stupida, e Ichigo questo lo sapeva. Voleva solo precederla.
 
Un attimo… precederla? Cioè fare una determinata cosa prima che la faccia qualcun altro.
-Giusto!- urlò Ichigo guardando in alto convinta.
§ Io so, che non me ne frega niente, se Mizutamari rivela a tutta la scuola chi amo… § pensò Ichigo guardandosi i piedi con aria crucciata. § E so per certo che non importa neppure a Kisshu, se gli fosse importato, mi avrebbe detto cosa stava succedendo, non avrebbe pensato a me… a proteggermi § si convinse che con la sua idea non avrebbe ferito nessuno.
Decisa, finalmente, drizzò lo sguardo e cominciò a correre verso la sua classe, dove due ragazze, sue coetanee, parlavano allegramente: una, bionda coi capelli a caschetto stava seduta sulla sedia con i comiti poggiati sul banco a reggersi la testa, mentre annuiva al discorso della seconda amica, che al contrario aveva i capelli ben più corti e scuri, stava seduta sul banco  e parlava gesticolando.
-Mimì, Megan!!- chiamò Ichigo diminuendo il passo sino ad arrivare a una camminata veloce.
-Hu!?- fece Mimì alzando lo sguardo –Ichigo! Buongiorno, che fine avevi fatto?- chiese l’amica sfoggiando un sorriso furbetto –Non è che ti sei vista con qualc…-
-Ragazze! Ho bisogno di un favore!!- la interruppe subito.
-Chiedi e sarà fatto my lady!- scherzò la bionda
-Dovete coprirmi per la prossima ora, devo tornare a casa e…- fece una breve pausa, indecisa se dire o no alle sue amiche quello che stava succedendo, quando decise di parlare però fu subito interrotta da un flebile “Shhh”
-Non importa, abbiamo capito che è una cosa importante, non ci devi spiegazioni…- disse Mimì sorridendo a labbra chiuse.
-Beh… Mimì è troppo buona! Diciamo soltanto che ce lo dirai a tempo debito!!- le strizzò l’occhio Megan.
Quei piccoli gesti delle sue amiche le tirarono su il morale, e solo sorridendo di rimando, s’allontanò, uscendo dall’edificio.
 
______ A casa Momomiya ______
 
Ichigo salì le scale sue gradini alla volta e al massimo della velocità. Accese il computer e si mise a trafficare con il computer e la stampante. Diede l’ordine al computer e fece un centinaio di fotocopie , mentre picchiettava ritmicamente le unghie sul tavolo, nervosa.
 
-Mizu!!- la ragazza dai lunghi capelli rossi si girò socchiudendo gli occhi mentre squadrava la figura della persona che l’aveva chiamato.
Una ragazzina stava in piedi di fronte a lei a capo leggermente basso.
-Che cosa vuoi tu?- chiese acida rivolgendole uno sguardo accusatorio, come se dovesse scusarsi di averle rivolto la parola.
-Io, ho notato che sei molto brava in matematica… mi chiedevo se mi potessi dare una mano…- sussurrò la ragazza sorridendo spontanea.
-Che cosa ci guadagnerei io?- chiese Mizutamari sorridendo a denti stretti.
-Cosa…?- la ragazzina sbatté le palpebre un paio di volte presa alla sprovvista.
-Vedi, io potrei aiutarti senza chiederti nulla in cambio, ma dovresti essere una mia amica. Ma nessuno si può ritenere mio amico. Quindi affinché un accordo possa produrre qualcosa, ambedue le parti ci devono guadagnare. In poche parole: se tu fossi brava in economia domestica, potresti darmi una mano in quella, ma da quello che so, tu sei una frana in tutto. Sei inutile e io non voglio avere nulla a che fare con persone come te!-
gli occhi scuri della ragazza si riempirono di lacrime e per la vergona dovuta all’umiliazione appena subita corse via.
 
Mizutamari, come se nulla fosse successo, si passò una mano tra i capelli e scese nel cortile per l’intervallo.
Nel cortiletto della scuola, c’era molto più brusio del solito. Molti più ragazzi erano radunati al di fuori dei portoni, mentre normalmente, la maggior parte andava alla mensa o stava all’interno dell’edificio per il freddo. Dopo qualche secondo, nella quale si era persa a guardarsi intorno, rivolse lo sguardo al cemento dove posava i piedi: era ricoperto di fogli.
No, non erano fogli qualunque: su ogni foglio c’era una foto, una foto senza dubbio stupenda, una bella ragazza dai capelli rossi corti fino alle spalle tutti stropicciati, abbracciava un’altra figura dai capelli verdi anch’essi stropicciati, entrambi erano ancora in pigiama ed erano impegnati in un bacio intenso, uno di quei baci che al solo guardarli arrossisci, uno di quei baci che fanno trapelare tutto l’amore del mondo, in un gesto così piccolo e quotidiano.
La foto non era ottima, probabilmente era stata scattata da un computer… ma era comunque la più bella foto che avesse visto, certo loro due, singolarmente non erano nulla di ché, ma assieme erano…
Perfetti…
Sul fondo del foglio solo due nomi: Ichigo Momomiya ∞Kisshu Ikisatashi
-Loro…Hanno…- le parole le morivano in bocca, strinse il foglio tra le mani con lo sguardo perso nel vuoto.
Una macchia rossa sporgeva dalla parete del cortile sul retro. Capelli?
Mizutamari la seguì e come si aspettava, Ichigo era lì.
-Tu!- sogghignò a volto basso lei.
-Ciao, non ci siamo mai presentate ufficialmente, ma tu devi essere Mizutamari… vorrei poterti dire che ho sentito molto parlare di te da Kisshu… ma mentirei.- Ichigo le rivolse un piccolo sorriso.
-Brutta idiota! Hai idea di che cazzo hai fatto?- urlò lei sgranando gli occhi disorientata dalla spensieratezza di Ichigo.
-Io, ho solo detto la verità…- rise leggermente –anzi, l’ho fatta vedere!-
-Ma taci, cretina! Lo sai vero che ora sarai odiata da tutti? Nessuno vorrà più avere a che fare con voi due! La vostra relazione è inconveniente, in fondo io ti stavo solo facendo un favo…-
-TI SBAGLI!- urlò Ichigo, provocando un brivido all’altra ragazza –Ti sbagli… io ho degli amici che non mi abbandonerebbero mai, mi vogliono bene e io voglio bene a loro… qualsiasi siano le mie decisioni! In oltre, anche se dovessi restare senza amici, non sarei mai sola, ci sarebbe sempre Kisshu con me! Sono sicura che sarebbe disposto anche a scappare con me e farsi una nuova vita, con nuovi amici… dove nessuno ci conosce!- riprese fiato e sorrise di nuovo –Ma come ho già detto, questo non si renderà necessario, perché i nostri amici non ci abbandoneranno!- Ichigo mosse qualche passo verso la ragazza a bocca aperta per lo shock –Ma questo tu non lo capisci, vero? Ti ho osservata, sai… non hai molti amici…- tese lentamente la mano –Allora…- disse avvicinandosi ancora un po’ – Diventiamo amiche!!-
Mizutamari arrossì di colpo balbettando qualche parola.
-I-io non ne ho bisogno…! Sto bene così…!- si voltò fece qualche passo e poi si fermò e dandole la schiena aggiunse –Ci vediamo in giro…- detto questo se ne andò.
-Haha! Ci vorrà un po’ prima che si lasci andare… ma è già un passo avanti!- sorrise Ichigo felice della sua impresa ben riuscita.
§ Mizutamari non è cattiva, è solo una ragazza molto sola… §
 
Ichigo non si prese neppure la briga di vedere la reazione dei suoi amici nel vedere i volantini, ma filò subito a casa correndo, voleva vedere Kisshu… doveva dirgli quello che era successo, dirgli che ora potevano stare assieme, amarsi, nessuno li avrebbe più separati!
Aprì la porta di casa facendola sbattere contro il muro e senza togliersi le scarpe salì nella camera di Kisshu.
-Kisshu!!-
Non rispose nessuno.
Si diresse nella sua stanza.
-Kisshu, sei qui?!- Chiese ancora, ma il suono rimbombò nella stanza e poi morì, senza accenno di risposta.
Ichigo scese la scale saltando, dirigendosi in cucina.
-Okasan*!! Dov’è Kisshu??-
Sakura rimase un po’ in silenzio accanto al padre che leggeva il giornale, poi alzò lo sguardo.
 
-Kisshu è…-
 
 

 
 
*Mamma in giapponese ^^
 
 
Ciaooo a tutti!!!!!
 
Sono resuscitataaaa!!!!! Lo so che vi sono mancata così tanto che alcuni di voi avranno tentato il suicidio (Egocentrismo a livelli pericolosi, attenzione, pericolo, pericolo!! Nd omini nel mio cervello XD), quindi ho deciso di tornare dal mondo dei morti per scrivere uno degli ultimi capitoli!!!  ;)
Non vorrei rischiare che il mio egocentrismo ritorni… ma, questo mi pare un capitolo ben riuscito, anche se non tocca a me dirlo, ma a voi!! Quindi, mi raccomando recensite!!! è.é (<3)
Ha!! Prima che mi dimentichi: non mi ricordo più se l’avevo già chiesto a qualcuno… ma evidentemente, non ho avuto risposta (o sono io che me lo sono dimenticata XP) quindi, volevo chiedere se qualcuno sapesse come si mettono i disegni in un capitolo, perché sarebbe molto carino se li poteste vedere, perché li faccio io! <3 ^//^ (ed ecco l'ego che ritorna...)
Me lo potete scrivere in una recensione o per messaggio privato?
 
Icchy (adotto questo soprannome anche se un po’ in ritardo, grazie a Fujiko_Matsui97 >.<) ringrazia <3

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** To you ***


Non so perché… ma da quando misi piede in casa, capii subito che qualcosa non andava. Eppure quella doveva essere una giornata stupenda.
Invece, ero lì: sulla soglia della cucina, con la bocca socchiusa per lo shock.
 
Kisshu è tornato con i suoi genitori… le loro condizioni sono migliorate molto velocemente, quindi, com’è giusto, l’hanno rivoluto da loro
 
era con questa frase che Sakura l’aveva zittita.
A passo lento e svogliato si diresse verso camera sua, socchiudendo la porta e affondando, assieme al viso, tutti i suoi pensieri dolorosi… cercando di soffocarli, ma erano lì. Sempre e costantemente presenti, a ricordarle quanto nella sua breve vita fosse stata patetica.
 
“Quindi è così, vero? Con tutto quello che hai fato, con quello che avete fatto… finisce tutto in questo modo? Senza neanche una fottuta stretta di mano?”
 
“Sei semplicemente ridicola. Innamorarti di tuo cugino e pretendere di avere una vita bella e lunga come in una fiaba… non trovi, che sia palesemente impossibile?”
 
Era incredibile come il suo subconscio riuscisse a farle più male che non cento pugni tirati da un campione di boxe. Forse, perché in fondo aveva ragione? Davvero era stata così patetica?
Ichigo si rannicchiò su un lato tenendo strette a se le ginocchia.
In fondo tutto sarebbe tornato normale, come prima. Era meglio così. Non avrebbe più dovuto soffrire, non aveva mai sofferto così tanto come nelle ultime settimane. Non avrebbe mai voluto soffrire ancora così tanto.
S’alzò dal letto, decisa a far finta che quelle settimane non fossero mai esistite, Kisshu non aveva mi frequentato la sua stessa scuola, non aveva mai abitato nella stanza di fianco alla sua e non aveva mai visto Ichigo come qualcosa al difuori di quello che è: una cugina impacciata e un po’ stupida, che non sa tenersi un ragazzo.
Tutto qui, fine.
 
Mettendo in ordine la stanza, un oi’ perché era un vero disastro un po’ per distrarsi, trovò un volantino… tutto colorato con scritto a caratteri cubitali: “Festa in maschera della scuola!!”
Ichigo lo fissò per qualche secondo senza sbattere ciglio posi sospirò.
Quanto ci sarebbe voluta andare, tutta addobbata per la festa con tutti i suoi amici che parlavano e ballavano assieme… poi sarebbe stato messo un Valzer lento e lui, il suo bellissimo accompagnatore dagli occhi ambra le avrebbe chiesto l’onore del ballo… e lei avrebbe accettato nonostante  non sapesse un singolo passo, sarebbe inciampata ripetutamente, ancora e ancora… ma ci sarebbe sempre stato lui a sorreggerla e a dirle che è un’imbranata…
La rossa sorrise al pensiero. Era così che se l’era immaginato… ma quella sera non ci sarebbe andata, non più… senza Kisshu non era la stessa cosa…
-Che idiota che sono!!!- Ichigo fece cadere il volantino che si poggiò leggiadramente sulla scrivania, quasi non si fosse mai mosso, mentre lei si portava le mani alla testa.
-Ho già infranto… la mia promessa… che sciocca, possibile che non riesca a non pensarci?- sussurrò a se stessa portandosi una mano al petto e stringendola forte, quasi sanguinasse. In effetti era così, da quando s n’era andato, il suo cuore sanguinava dolorosamente.
 
Non poteva. Forse non sarebbe stato per sempre, forse non sarebbe stato magnifico come lo immaginava, ma adesso, aveva bisogno di Kisshu. Non poteva lasciarlo andare.
 
Ichigo si precipitò di sotto, senza neppure prendere giacca o altro, dirigendosi verso la porta. L’aprì quasi lanciandosi la maniglia dietro le spalle, lasciando che la porta andasse a sbattere rumorosamente contro le pareti bianche, seguito da un: “Cos’è successo?” di sua madre e in seguito un “Dove vai Ichigo??!!” di suo padre.
§ Scusatemi, mamma, papà… ma adesso devo andare da lui, anche se voi non approvereste sapendo la situazione… §
Ichigo aveva iniziato a correre, il sangue pompava nelle sue vene così veloce e forte che lo poteva sentire scrosciare caldo, come mille fiammelle che si spargevano lungo il corpo dandogli forza nelle gambe e speranza nel cuore… ne aveva bisogno.
Ichigo assieme alla sua famiglia abitava a Tokyo, mentre Kisshu abitava nella prefettura di Osaka. Quattrocento quattro chilometri di distanza, avrebbero preso l’aereo delle cinque e mezza in partenza dall’aeroporto centrale di Tokyo, circa mezz’ora a piedi dalla casa di Ichigo.
-Sono le cinque e sei… non ce la posso fare!!!- urlò la rossa stremata, ma continuò imperterrita a correre.
Quando finalmente intravide l’aeroporto in lontananza le si allargò un’enorme sorriso che però si spense subito appena vide l’ora: cinque e venticinque.
-Prendete in giro??? Come diavolo faccio a trovarlo in tempo!? È un aeroporto cazzo!!!-
strinse i pugni e corse più forte, spingendosi al limite delle sue forze.
 
-Ma perché tutta questa urgenza di partire?- chiese Kisshu esitando al check-in.
-Tesoro, siamo stati così tanto tempo lontani, o almeno ci è sembrato…- sussurrò la madre addolcendo lo sguardo –Ora vogliamo solo voltare pagina e riprendere la nostra vita- disse più decisa.
-Io e tua madre abbiamo passato un’esperienza orribile, siamo contenti che tu non abbia dovuto condividerla con noi- continuò il padre, vedendo che la donna era ancora lievemente sotto shock. –Capisci vero?- lo incalzò il padre.
Kisshu rimase un secondo in silenzio.
-Certo…- sorrise –Su, sbrighiamoci, altrimenti rischiamo di perdere il volo!-
I suoi genitori avevano sofferto tanto… non poteva fare l’egoista proprio ora. Sei i suoi genitori volevano passare del tempo come una normale famiglia… li avrebbe accontentati, gli voleva bene.
Solo, avrebbe voluto che Ichigo fosse li con lui… quantomeno per dirle addio.
-Kisshu, tesoro…- fece la madre alzando lo sguardo e rivolgendolo alle spalle del figlio.
-Si, mamma? Che c’è?- chiese lui notando che lo sguardo non cadeva nei suoi occhi ambrati, come invece faceva sempre.
-Ma quella, non è…?- chiese la madre strizzando gli occhi per mettere a fuoco.
Kisshu si girò, e alle sue spalle una figura femminile, snella, con i capelli raccolti in due buffi codini, si faceva largo tra la folla inciampando di tanto in tanto tra qualche bagaglio mal riposto. Stava urlando, urlava qualcosa, ma non riusciva ad afferrare, era troppo lontana. Però, piano piano, avvicinandosi riuscì a distinguere una parola, un nome… il suo.
-I…Ichigo…- Riuscì a sussurrare lui in risposta.
 
 



Sto perdendo colpi!!!! -.-‘’’’ aggiorno sempre più raramente, mi dispiace tanto ç_ç!!!!
Comunque cosa ve ne pare di questo capitoletto?
Fatemelo sapere, critiche e commenti sono sempre ben accetti come al solito!!!! :)
La vostra svampita,
Icchy <3
P. S. Nel prossimo capitolo, molto probabilmente aggiungerò un disegno fatto da me :) grazie alla gentilissima LilyOok_ che mi ha spiegato come si fa!! Ora resta solo a me mettere in pratica (se ne sarò capace) le sue istruzioni :) alla prossimaaa!!!
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Up in the morning ***


-I…Ichigo…-
-Kisshu!!-  La ragazza aveva il fiatone, ma non rallentò l’andamento finché non fu a pochi passi dal suo amato, finché non riuscì a scorgere l’oro colato che scorreva nelle iridi dei suoi occhi, finché non riuscì a percepire il suo profumo fresco, che gli ricordava tanto casa sua: un luogo caldo e sicuro dove stare.
–Ce… ce l’ho fatta…!- disse lei passandosi una mano sul petto come per calmare i battiti frenetici del suo cuore – Non siete ancora partiti! – realizzò.
-No, no… siamo qui…- Kisshu fece una breve pausa, nella quale si fece scorrere una ciocca dei capelli Kurenai* di Ichigo e glieli posizionò in modo tale che si potesse vedere il bel viso lievemente arrossato per via della corsa – Io sono qui…- concluse infine.
-Kisshu, io…!- cominciò decisa a parlare tutto d’un fiato, ma fu immediatamente interrotta.
-Ichigo, tesoro… ci fa piacere che sia voluta venire a salutarci… ma, il nostro aereo sta partendo…- disse la bella donna dai capelli quasi dello stesso colore del figlio, nel modo più gentile che le riuscì.
-No!- Sussultò Ichigo senza neppure accorgersene.
-Mi fa piacere che vi siate legati tanto in questi tempi… e ci saranno altre occasioni per vedervi- sorrise la madre –Non partiamo mica per sempre!!- la donna si fece sfuggire una risatina.
-Esatto. Quindi, Kisshu saluta tua cugina che partiamo… ok?- esitò il padre capendo che c’era qualcosa che non quadrava in tutta quella situazione.
Ichigo stette in silenzio, un po’ perché non sapeva cosa dire e un po’ perché sperava che Kisshu venisse in suo aiuto… ma, in quel momento, era paralizzato quanto lei.
Prese una boccata d’aria, aspirando quell’odore di aeroporto stantio, misto all’odore delle brioches calde nel bar poco più lontano. Buttò fuori tutta l’aria appena raccolta e scosse leggermente la testa, non ancora convinta di quello che stava per fare.
-No. Non potete portarmelo via.- cominciò la ragazza mettendosi davanti a Kisshu –Non mi interessa… anche se pensate che sono la persona più egoista del mondo, non è affare mio… ma Kisshu, lui…- Ichigo si voltò leggermente verso la persona alla quale aveva dato le spalle sino a quel momento, e mentre si girava si perse nel suo sguardo… si, il suo sguardo sempre così malizioso e arrogante, ma adesso no, le sue labbra erano inarcate mentre accennavano leggermente un sorriso a labbra chiuse, ma i suoi occhi erano pieni di preoccupazione, come se stessero vedendo un tesoro preziosissimo per l’ultima volta, dopodiché avrebbero dovuto rigettarlo nelle profondità sconfinate dell’oceano. Perché la guardava così? La stava forse sottovalutando? Credeva che non ce l’avrebbe fatta a farsi valere? Ma mentre formulava quei pensieri gli occhi di lui si socchiusero come se stesse sorridendo, no. Stava sorridendo. Ichigo si rese conto dell’assurdità che aveva pensato, lui aveva fiducia in lei, l’amava. Come avrebbe potuto non averla?
Con una nuova certezza nel cuore, dettata esclusivamente dallo sguardo della persona che amava Ichigo si decise e, muovendo lentamente le mani verso il volto del bel ragazzo, disse.
-È la persona che più amo al mondo, nemmeno la Morte potrebbe portarmelo via!- concluse ad alta voce in modo che non fossero possibili fraintendimenti.
La frase fu seguita da un lungo silenzio, quindi Ichigo, anche se un po’ di malavoglia, si girò. Quello che le vide non le piacque: la madre di Kisshu aveva spalancato i grandi occhi in una maniera tale che sembravano irreali e la carnagione, già pallida normalmente, si era fatta cadaverica. Nel volto del padre, e non chiedetemene il motivo, s’intravedeva un angolino della bocca incurvato verso l’alto che lasciava spazio alla vista di un bianchissimo canino appuntito esattamente come quelli di Kisshu.
-I…Ichigo, cosa stai dicendo?- si riprese la madre riacquistando un poco del suo normale colorito –Ti sei forse scordata che siete cugini…? Di primo grado per giunta!- continuò lei prendendo di fretta i bagagli.
-Lo so zia… ma noi…!- cercò di spiegare Ichigo.
-Non voglio sentire altro! Su muoviamoci, non voglio perdere il volo!- poi si fermò un secondo  -È solo una crisi, quando torneremo la prossima volta ti sarà passata!- sollevò i bagagli a mano e prese sottobraccio il marito dando una piccola spallata al figlio che ancora teneva la mano di Ichigo. –Muoviti- ordinò.
Kisshu mosse qualche passo verso l’entrata ma senza staccare la mano, voleva sentire fino all’ultimo secondo il calore e la morbidezza della sua pelle. Ma quando fu al limite massimo di estensione delle loro braccia, fu obbligato a staccarsi e il volto di Ichigo che fino a quel momento era rimasto impiantato su di lui si abbassò in preda alla disperazione. Il ragazzo abbassò anch’esso lo sguardo e avanzò al seguito dei genitori.
 
-Al diavolo!!!-
 
Fu l’unica cosa che riuscì a sentire la ragazza prima di essere accolta da un calore inaspettato, le mani di Kisshu erano di nuovo incollate alle sue e la stringevano più forte che mai, ma senza farle alcun male, anzi avrebbe voluto che le stringesse ancora di più attorno alle sue. Portò entrambe le mani al suo petto vicino al cuore cosicché Ichigo poté sentire il suo battito.
-il nostro cuore- cominciò lui –batte esattamente come quello di qualunque altra coppia…- sorrise lui –all’unisono, e se tu in questo preciso istante mi dicessi che ti basta questo allora io lascio tutto, senza se e senza ma e resterò con te finché lo vorrai…- sorrise lui avvicinando la sua fronte a quella della bella ragazza dai capelli scarlatti, mentre i suoi genitori si erano voltati indietro a guardare la scena in silenzio -…se invece non ti dovesse bastare, allora…-
-Mi basta!- sbottò Ichigo senza aspettare un secondo di più, poi scoppiò in una fragorosa risata –Si… mi basta, ora e per sempre!-
sul volto di Kisshu s’allargò un’enorme sorriso subito tolto e sostituito da un bacio, fu lui ad avvicinarsi velocemente a lei, senza neppure l’asciarle il tempo di respirare e prese a baciarla con tanta passione quanto dolcezza, era sicuro: non l’aveva mai baciata così, ma era sicuro che da quel momento in poi ce ne sarebbero stati altri.
 
Poco più lontano…
-Ma che cosa stanno facendo?- la donna fece cadere a terra i bagagli e prese a camminare a passi pesanti verso i due. Non aveva perso una sola parola del dialogo ed ora più che mai sentiva di doverli fermare.
Però, due braccia forti le impedirono di proseguire, imprigionandola in un abbraccio.
-Dove credi di andare?- chiese il marito sfoderando un sorriso magnetico alla Kisshu.
-Ma non vedi? Io devo…!-
-Tu devi cosa?- ciese lui con un accenno di sarcasmo – Devo per caso informarli di un paio di cosette che ti riguardano…anzi, ci riguardano?- socchiuse gli occhi lui rigirandosi la minuta donna tra le braccia in modo da trovarsi faccia a faccia con lei.
-Non capisco di cosa stai parlando…!- s’agitò lei.
-devo forse parlargli della sorella di mia nonna?- chiese lui
-Intendi mai nonna…? Cosa c’entr… Ha!- urlò brevemente lei –Non azzardarti a dirgli che siamo cugini di secondo grado!!!!-
-Poi quella frase: “è solo una crisi, quando torneremo la prossima volta ti sarà passata!”- imitò la moglie in falsetto –Ma ti sei sentita? Sembravi tua madre quando lo diceva a me!!!-
- È solo che non voglio che facciano i nostri stessi errori!!- abbassò lo sguardo lei affogando il viso nella felpa dell’uomo.
-Tu consideri il nostro amore uno sbaglio?- chiese lui inarcando un sopracciglio offeso.
-No, certo che no…! però…-
-Shhh!! Ti sei risposta da sola- sorrise l’uomo.
 
 
-Ichigoooo!!!-
-Mimì, Megan! Ciao, come siete carine!!!- sorrise Ichigo guardando gli adorabili costumi da festa in maschera delle due ragazze.
-Scherzi? Tu invece, sei fantastica!! Questo vestito da ragazza-gatto ti calza a pennello!- disse Megan accarezzando la lunga coda che sbucava dalla gonna a palloncino rosa di Ichigo.
-Gra…zie- il fiato le venne meno quando vide in lontananza un bel ragazzo alto e magro, il suo costume era a dir poco bizzarro e appariscente: portava una maglietta cortissima che gli arrivava appena sotto i pettorali, lasciando scoperti gli addominali scolpiti nella pelle color marmo bianco, i pantaloni erano portati bassissimi e arrivavano al ginocchio dalla quale partivano delle bendature esattamente come nelle braccia.
-Scusate ragazze, ma ora devo andare!- sorrise alle due e poi corse via accompagnata dal suono del campanellino sulla sua coda.
 
-Allora, da cosa sei vestito?- chiese Ichigo –No, No!!- lo interruppe senza lasciare nemmeno il tempo di aprir bocca –Fammi indovinare: da folletto?- rise lei, mentre inconsci entrambi si dirigevano al di fuori dell’edificio, verso il balcone, deserto per il freddo.
-Ha…ha… no! Sono un alieno!!- rise sarcastico lui tirandole la coda.
-Tu invece si capisce subito che sei un gatto! Sarà che il costume si adatta perfettamente a una pigrona perdigiorno come te!!- rise lui rubandole il cerchietto con le orecchie da gatto.
-Molto divertente Kisshu!-  gli corse dietro saltando per cercare di afferrare il cerchietto e quando in fine ci riuscì disse –Però effettivamente si capisce che sei un alieno… ma probabilmente hai dimenticato qualcosa sul tuo pianeta!-
-Cioè?- Fece lui curioso.
-Il cervello!!!- s’alzò Ichigo in punta di piedi per fronteggiare il suo sguardo e dopo qualche secondo di silenzio scoppiarono a ridere così forte che alcune delle persone nei pressi del balcone si voltarono.
-Ma tu riesci a capire come è successo?- Chiese Ichigo quando si fu calmata appoggiandosi al bordo del balcone.
-In realtà no… quando sono tornati vicino a noi all’aeroporto mio padre se n’è uscito con un: “Effettivamente casa nostra non è ancora del tutto pronta, quindi ci farebbe comodo un alloggio!”- disse imitando bonariamente suo padre.
-Lo sai vero…?- iniziò lei –Che non durerà a lungo…-
-Haaa…- sospirò Kisshu –Non m’importa, sono deciso a passare ogni secondo che la vit… i nostri genitori- si corresse immediatamente –ci permettono di passare assieme, al meglio!- dalla sala si diffuse una flebile melodia, un lento, calmo e melodioso, Kisshu guardò di sottecchi Ichigo che, avendo capito quello che stava pensando, prese a fare segno di “no” con la testa in maniera frenetica.
-Credo che inizierò a concederti l’onore di questo ballo!!- sorrise malizioso lui tendendoli la mano dalle lunghe dita magre e affusolate.
-Ha si? Normalmente non è la donna a concedere…?- chiese lei afferrando timidamente la mano di lui.
-Si, ma così ti avrei dato una scelta… invece tu sei obbligata a ballare con me!!- sorrise tirandola a se il più che poteva.
-Se ti pesto i piedi, poi non ti lamentare!!- ma non fece in tempo a finire che Kisshu soffocò un urlo –Haha! Te l’avevo detto… se vuoi rinunciare questo è il momento adatto!-
-Non ci provare, finché non sarò soddisfatto della performance ballo danzeremo!- si riprese lui rincominciando a muovere i passi.
-Preparati a danzare tutta notte!!- scherzò lei.
-Ottimo, era proprio quello che volevo fare!-
-Cosa? Danzare tutta la notte con tua cugina che non fa altro che pestarti i piedi?- chiese lei un po’ vergognosa.
-No!- sussultò lui –Danzare tutta la notte e farmi pestare i piedi si… ma dalla ragazza che amo!-
E danzarono, danzarono davvero tutta la notte avvolti nell’abbraccio l’uno dell’altra, finché non nacque un nuovo giorno… da passare insieme.
 
 
 
 
 
 
THE END <3
 
 
 
*Kurenai significa cremisi
 
Fine ragazze!!!! Ora comincio con i ringraziamenti!!!!
 
Innanzi tutto chi ha messo nelle preferite la mia storia:
1 - fedy3 
2 - helena485 
3 - la_bella_ 
4 - Melody90
Subito a seguire chi ha messo la storia tra le seguite:
1 - CartoonWorld 
2 - darkmagic31 
3 - dovilia 
4 - hina 
5 - pollonlove 
6 - Strawberry_chan93 
7 - TheLadyVampire97 
Chi ha messo la storia nelle ricordate:
1 - alexandra995
2 - Corinne_Writer 
E per ultime, ma non per importanza, chi ha seguito la storia in silenzio e chi l’ha recensita, sia occasionalmente co costantemente!!! Ho apprezzato tantissimo, per questo:
 
UN GRAZIE A TUTTE SIETE FANTASTICHE!!
Con affetto
Icchy <3<3
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1412397