La morte non muore mai

di AryYuna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nuova vita ***
Capitolo 2: *** Dove sono? ***
Capitolo 3: *** Cosa succederà, ora? ***
Capitolo 4: *** Un nuovo viaggio ***
Capitolo 5: *** Pericolo ***
Capitolo 6: *** Ricordi di un'altra vita ***
Capitolo 7: *** La lega della gioventù ***
Capitolo 8: *** Vivo dopo mille anni ***
Capitolo 9: *** Oltremondo ***
Capitolo 10: *** Io sono Sin ***
Capitolo 11: *** "Piana dei lampi: se l'attraversi non la scampi" ***
Capitolo 12: *** L'incanto spezzato ***
Capitolo 13: *** I tre capi di Spira ***
Capitolo 14: *** Rivelazione ***
Capitolo 15: *** Il piano di Yuna ***
Capitolo 16: *** Partenza ***
Capitolo 17: *** Battaglia finale? ***
Capitolo 18: *** Un nuovo piano ***
Capitolo 19: *** Gli altri invocatori ***
Capitolo 20: *** E' tutto finito ***



Capitolo 1
*** Nuova vita ***


Disclaimer: Final Fantasy X-2 e i suoi personaggi, luoghi e situazioni appartengono alla Square Enix. Mia è solo questa fanfiction, realizzata senza alcuno scopo di lucro


La morte non muore mai




Premessa
Vi prego di perdonare qualunque errore rispetto alla trama di FFX-2, perché non l’ho capita per niente. Cercate di vedere i miei errori come… libere interpretazioni. ^^
Ps: solo una cosa: non immaginate le YuRiPa con le divise da pornostar che hanno in FFX-2. Immaginatele vestite come volete, ma non come tre Veline!





Capitolo1-Nuova vita

–Che ne dici?
Esco ridendo dalla tenda di Wakka, dove ho appena indossato il mio nuovo abito di Spira, confezionato apposta per me.
Radunati di fronte alla tenda, Wakka e Rikku ridono appena mi vedono.
–Non sei fatto per certi vestiti!– commenta lei.
Sorrido imbarazzato, fissandomi nello specchio accanto alla tenda.
È un vestito veramente ridicolo, non so come ci si possa vestire così, anche se in effetti è abbastanza in stile Zanarkand, rispetto allo standard di Spira. In fondo, comunque non posso andare sempre in giro con la divisa degli Abes (NdA. Su questo punto siamo d’accordo tutti, per quanto figo possa essere: ad un certo punto, il vestito va lavato).
–Ti sta benissimo, non starli a sentire– è il commento di Lulu avvicinandosi alla tenda con un bellissimo (NdA. Ma dove?) bambino in braccio. Non ha più le treccine che portava due anni fa, ma i lunghi capelli sono fermati in una coda molto alta.
–Ciao, campione!– esclama Wakka accarezzando il bimbo.
–Yuna dov’è?– chiedo io.
–Al tempio, credo– è la risposta di Rikku.
Ci risiamo.
Ma Yevon non era diventato impopolare due anni fa? Perché la gente, e anche Yuna, continua a passare la giornata al tempio?
–Guarda che ora non è più un tempio– spiega Lulu a Rikku, rispondendo anche ai miei taciti pensieri. –È solo un luogo di raccolta. Il consiglio del villaggio si riunirà lì.
–Consiglio?– chiedo.
–È una cosa nuova. Vogliono convincere Yuna ad esserne la presidentessa. Fermala, prima che accetti.
Raggiungo Yuna al tempio e la trovo intenta a parlare con un gruppo di anziani.
È bellissima. È sempre bellissima, in effetti, ma onestamente sono contenta che non vada più in giro con gli abiti da cacciasfere. (NdA. E col sedere da fuori… Ehi, in fondo al fidanzatino non poteva fare piacere che mostrasse così le sue grazie al mondo… ^^)
–Vi prego, lady Yuna… Siete l’unica che può…
–Ehilà– interrompo.
–Hai messo il vestito nuovo. Ti sta benissimo– mi accoglie Yuna abbracciandomi.
–Lady Yuna…
–Spiacenti, ma Yuna è troppo impegnata e non può fare nulla– rispondo io per lei.
Gli anziani la fissano, aspettando la smentita, ma Yuna si limita ad annuire.
–Se non ci fossi io, ti cacceresti in un sacco di situazioni impossibili.
Yuna ride.
Insieme usciamo dal tempio, raggiungendo gli altri.
–Salvata appena in tempo.
Wakka ride, prima di entrare nella tenda, dove Lulu allatta il bimbo. Mi volto per non guardare, mentre Rikku scoppia a ridere.
–Che c’è da ridere?– le chiedo. –Non è carino guardare!
I miei amici scoppiano a ridere tutti insieme, e anche Yuna.
Com’è diversa la vita, da quando sono tornato!

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Capitolo 2
*** Dove sono? ***



Capitolo2-Dove sono?

          Fruscio si foglie.
          Mormorio di onde.
          Deboli versi di uccelli.
          Dove sono?
          Tutto intorno a me è offuscato, velato da un manto di nebbia bruna.
          Un vento gelido sibila improvvisamente accanto al mio orecchio.
          Rabbrividisco.

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Capitolo 3
*** Cosa succederà, ora? ***


Capitolo3-Cosa succederà, ora?

–Sorpresi!– esclama Rikku alle nostre spalle.
Yuna ed io sobbalziamo.
Siamo seduti in riva al mare, osservando il tramonto, mano nella mano.
–Lasciali respirare, Rik!– la richiama Paine arrancandole dietro.
–No-no-no-no-no!– risponde Rikku scuotendo le mille treccine bionde. –Non se ne parla! Va bene innamorati, ma ci sono comunque gli amici– spiega sedendosi tra noi due.
–Perché da buona amica non li lasci in pace, allora?– le dice Paine.
–Fa niente– risponde Yuna ridendo.
–Non preoccuparti– aggiungo io. –Prima il nostro dovere di baby-sitter, poi la nostra privacy, quando la bimba va a letto.
–Non sono una bimba! Di, clasu, cae em pespu! Eu huh cuhu ihy pespy, ru xiyce teleuddu yhhe! (=Tu, scemo, sei il bimbo! Io non sono una bimba, ho quasi diciotto anni!)
È divertente prendere in giro Rikku, perché poi inizia a parlare in Albhed come suo fratello maggiore ed è uno spettacolo imperdibile.

          Il vento porta una strana voce, profonda, eppure stridula.
          Non capisco cosa dice, ma mi gela il sangue.
          È spaventosa.
          Dove sono?

Le sue labbra sono morbide.
Il suo respiro è dolce e caldo.
I suoi capelli sono di seta.
Ho quasi paura di sognare…
–Tidus…– sussurra Yuna allontanandosi lentamente dal bacio. –È ora di andare. È tardi… e fa freddo…
Annuisco.
–Hai ragione. Altrimenti come facciamo se ti prendi un raffreddore?
Yuna ride.
–Già, lo mischierei a te!
–E sai che divertimento, poi, tutti e due!
Ridiamo.
È diverso da due anni fa, quando c’era poco da ridere.
Ora possiamo sempre ridere… Beh, almeno, possiamo ridere quando non ci stiamo baciando, no? E comunque, ridere è importante quanto baciarsi e anche di più, secondo me, specialmente dopo il pellegrinaggio in mezzo alla morte di due anni fa!
–Ehi, ti sei incantato?– mi riscuote Yuna.
Corriamo insieme al villaggio.

          Chi sei?
          …
          Non riesco a parlare
          …
          Chi sei?
          …
          Perché la voce non mi esce?
          …
          Chi sei?

–Che avete fatto fino a quest’ora? Mi ero rotta di aspettare!– ci accoglie Rikku al villaggio.
–Potevi non aspettare, no? O almeno evitare di costringere me a farti compagnia– le risponde assonnata Paine, seduta accanto al tronco di un albero.
–Weddy! È tardi-tardi-tardi!
–Rikku, crescerai mai? No, perché non li dimostri affatto diciotto anni. ‘Notte, gente– dice Paine entrando nella vecchia tenda della milizia dove dormiamo lei, Rikku, Fratello, Yuna ed io.
–Sembro davvero così infantile?– ci chiede Rikku.
Annuiamo energicamente tutti e due.
–Bene, allora da domani cambio, promesso, però ora voglio sapere che cosa avete fatto!
Yuna alza divertita gli occhi al cielo.
–È tardi, Rikku, ora andiamo a dor…– inizia Yuna, ma un forte rumore improvviso, come un rombo di un’aereonave lacera l’aria, mentre un’ombra gigantesca oscura la luna e le stelle passando sopra Besaid.
Molti abitanti del villaggio escono spaventati dalle proprie tende svegliati dal rumore.
–Yevon ci perdoni! È la fine! Sin è tornato!– grida un uomo correndo al tempio.
–Sin?– esclama Lulu sentendo le parole dell’uomo appena uscita dalla sua tenda.
–Sin è morto… E poi questo è più grosso– la tranquillizza, in un modo che meno tranquillizzante non si può, Wakka.
–State calmi!– grida Yuna, cercando di ristabilire la calma, ma molta gente sta correndo già al tempio.
–Se non ascoltano neanche la Grande Invocatrice siamo fregati!– è il tranquillo commento di Paine. Mi ricorda un po’ Auron… Se non fosse una ragazza, più giovane, più bassa, coi capelli castani, gli occhi di fuoco e vestita di nero direi che potrebbe essere lui…
–Tid!– richiama la mia attenzione Wakka puntando il cielo.
Alzo anche io lo sguardo.
L’ombra gigantesca è ricomparsa.
Delle altre ombre sembrano staccarsi dal suo corpo, cadendo tra i boschi intorno al villaggio, e alcune anche nel villaggio stesso.
Sono scaglie.
Scaglie di Sin.
Wakka si lancia a combattere afferrando il suo pallone e spingendo Lulu nella tenda perché protegga il bambino. Rikku tira fuori i suoi coltelli, Paine la spada, altri uomini le loro armi.
Yuna mi trascina nella nostra tenda e scava sotto al suo letto cercando qualcosa.
–L’ho conservata per te– mi dice porgendomi la mia spada. Poi afferra dal tavolino un ciondolo a sonaglio, quello che due anni fa teneva attaccato alla sua asta, e corre fuori, con me al seguito.
Combattiamo tutti quanti o quasi, nel villaggio.
Lulu e altre donne con la magia proteggono Vidinu e gli altri bambini, mentre Wakka, Rikku, Paine, io e altra gente combattiamo fisicamente le scaglie e Yuna si occupa di curare le ferite, ma non basta.
Presto, troppo presto, le scaglie iniziano a mietere vittime.
–Areiz!– grida Yuna, ma troppa gente muore, troppa gente ha bisogno di cure, troppo per una sola persona.
Lancio un paio di code di fenice seguite da alcune pozioni, ma non ne ho abbastanza per tutti in ogni caso, e le scaglie continuano ad arrivare, non posso distrarmi nemmeno un minuto.
–Areiz! Energiga!
Yuna continua ad agitare il suo ciondolo con una mano, ma non può occuparsi di tutti.
–Protect!– grida appena in tempo quando una scaglia le si lancia contro.
Affetto la scaglia di slancio, ma Yuna è troppo stanca per continuare.
–Energira!– grida ora, troppo provata per la magia di livello superiore.
Improvvisamente Lulu strilla, mentre un gruppo di scaglie si avvicina troppo ai bambini. Stringe forte il suo piccolo in braccio, iniziando a strillare magie.
–Firaga! Firaga! Firaga!
Troppe scaglie, troppi morti…
Un altro strillo mi rallenta il cuore, mentre realizzo che Yuna è ferita.
–Muori!– urlo con tutta la rabbia e l’odio che sono capace di provare lanciandomi sulla scaglia che l’ha assalita.
–Tidus…– mormora Yuna stringendosi un braccio.
–Tranquilla. Tieni– le do una pozione, l’ultima che mi è rimasta.
–Energia– sussurra lei per curare un uomo steso a terra moribondo.
–Così non andiamo da nessuna parte!– grida Wakka. È ferito, ma fa cenno a Yuna di non preoccuparsene, indicando gli altri.
Mi rilancio contro le scaglie, ma l’esito della battaglia sembra sempre più a nostro sfavore.
Le tende iniziano a crollare, sotto gli attacchi delle scaglie, e solo la nostra e poche altre restano ancora in piedi. Una parte del tempio frana, colpito dalle scaglie.
–E…ner…gia– affanna Yuna prima di svenire tra le mie braccia.
–Yuna!
–Portala via, Tidy! Ci occupiamo noi di questi qui!– mi grida Rikku bloccando con i suoi oggetti di fabbricazione Albhed alcune scaglie che le si avvicinano. –Vai! Prendo Yuna in braccio e corro nella tenda, rinfoderando la spada.
–Ehi, piccola… Tranquilla, sei solo stanca– le dico cercando nel disordine dei miei cassetti una pozione o una cosa qualunque per farla stare meglio.
Altri strilli, altro dolore proviene da fuori.
I lunioli, ormai, invadono anche le tende, e pochi sono quelli delle scaglie, rispetto a quelli degli uomini e le donne caduti.
Una scaglia entra nella nostra tenda, convinta di poter fare liberamente del male alla mia Yuna. Stupida. La affetto senza pietà, ma anzi con una forte soddisfazione. La battaglia, intanto, continua.
Il negozio del villaggio ha finito ogni tipo di cura, mentre i morti aumentano, e i lunioli sono talmente tanti che la notte è illuminata a giorno.
Rikku grida, mentre io continuo a distruggere da fuori le scaglie che cercano di entrare nella nostra tenda, dove riposa Yuna, ma non posso vedere se sta bene. Mentre prego - Yevon, chiunque - che stia bene, vengo anche io ferito sulla fronte, e la ferita brucia, brucia maledettamente mentre la polvere la infetta, ma la battaglia continua, non ci possono essere interruzioni, non ci può essere pace, nemmeno un minuto, nemmeno un secondo…

Ore dopo, quando è morta talmente tanta gente che è impossibile anche contarla, la grossa ombra nel cielo - ormai è chiaro che si trattava di Sin - se ne va. –Wakka! Stai bene?– grida Lulu piangendo. Non avevo mai visto Lulu piangere. Stringe in modo maniacale il bambino spaventato e piangente in braccio, tremando. Wakka la abbraccia, dandole la possibilità di sfogarsi.
Rikku è a terra, viva, ma distrutta. Sanguina abbondantemente, mentre Paine, accanto a lei, si asciuga una ferita con un panno pulito preso dalla tenda.
Alcuni consolano i bambini terrorizzati, altri piangono i caduti.
–Energia– mormora una voce debole alle mie spalle, mentre la mia ferita sulla fronte sparisce.
–Ehi, riposati, piccola. Sei esausta…– le sussurrò afferrandola prima che cada a terra per la debolezza.
–Sono morti…– mormora, completamente abbandonata tra le mie braccia. –Potevo curarli… Yevon, perdonami! Potevo salvarli…
–Ehi, non è colpa tua, ok? E poi… lasciamo Yevon fuori da questa faccenda.
–Era il Bonacciale Eterno…– singhiozza lei.
–Shhh… Tranquilla– le sussurro accarezzandola.
Rikku lancia un’ultima pozione su un uomo messo veramente male accanto a lei.
I lunioli riempiono ancora l’aria, sollevandosi leggeri nel cielo troppo limpido e ridente per l’orrore appena accaduto.
–Cosa succederà, ora?– sussurra tra i singhiozzi Yuna.
La mia risposta si limita ad un forte abbraccio.

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Capitolo 4
*** Un nuovo viaggio ***


Capitolo4-Un nuovo viaggio

Yuna danza con la sua vecchia asta di Invocatrice, trapassando le anime delle vittime di Sin, per le quali è tardi anche per le sue magie.
Piange.
Piange come al suo primo Trapasso, quando danzò sospesa sulle acque del mare di Kilika.
Piange perché sente di aver fallito.
Ma non è così.
Mi avvicino a lei, senza il coraggio di interrompere la sua danza, finché Paine non mi mette una mano sulla spalla.
–Lasciala sola per un po’. Ne ha bisogno. La danza è anche un modo per sfogarsi.
Yuna smette di danzare solo dopo alcune ore, e insieme ci dirigiamo al tempio, o meglio, in quel che resta del tempio.
–Ormai direi che è chiaro: era Sin sul serio– inizia Wakka vedendoci entrare.
È stato eletto capo del Consiglio, e questa è la prima riunione.
Yuna ed io prendiamo posto sulla base della statua di Braska.
Rikku, seduta a terra di fronte a noi, si rifà le treccine che ci sono sciolte durante la battaglia. Paine, accanto a lei, pulisce la sua spada dalla polvere. Lulu allatta in un angolo il bambino. Uomini e donne sono seduti sui massi staccatisi dal soffitto, attenti alle parole di Wakka.
–Probabilmente tutta Spira se ne sarà accorta, e il clero riprenderà ad organizzare pellegrinaggi e restrizioni, ma noi non dovremo lasciarci intimidire e non dovremo assolutamente ascoltare le stupidaggini su Yevon…
–Bada a come parli, infedele! Abbiamo accolto un’Albhed nel villaggio– interrompe con foga un uomo indicando Rikku, –e siamo stati puniti col ritorno di Sin. È Yevon che ci mostra la sua rabbia…
–Yevon non esiste!– grida improvvisamente Yuna facendolo tacere. –Non è una divinità, era solo un essere umano assetato di potere che creò Sin al solo scopo di ottenerne sempre di più! Ho sconfitto Sin senza Invocazione Suprema, distruggendo l’entità che lo teneva in vita, Yu Yevon! Yevon non è un dio che punisce o premia, è solo un uomo debole ed egoista che ha sacrificato la propria gente per ottenere l’immortalità!
L’uomo si risiede a testa bassa, mentre molti lo guardano male.
Yuna emana fuoco dagli occhi. Non l’ho mai vista arrabbiata. Credo che non si sia mai arrabbiata. Si risiede accanto a me, furiosa, aspettando il seguito della riunione.
–Ehm– si schiarisce la voce Wakka, –dunque… Non dobbiamo farci ingannare dalle voci che il clero rimetterà in giro su Yevon e le Invocazioni. L’importante ora è capire cosa sia successo, perché Sin è tornato e come fermarlo…
–Rikku! Cdye paha? Cunammehy! (Stai bene? Sorellina!)– urla un ragazzo entrando di corsa e stringendo Rikku quasi soffocandola. È Fratello.
–Ehi, lasciami, mycleyse! (=lasciami)! Fratello, mycleyse!
–Sin cubny Besaid… (=Sin sopra Besaid…)
–Cdu paha. Ceatede! (=Sto bene. Siediti!)
Il ragazzo prende posto accanto a lei, osservandosi intorno in silenzio.
–Dicevo– riprende Wakka, –Sin potrebbe tornare da un momento all’altro qui a Besaid, perciò dovremo organizzare qualcosa per la difesa… Intanto, un gruppo di noi partirà per Bevelle. Lì ne sapranno certamente di più.
–Se non è più una faccenda di clero e Yevon, perché a Bevelle dovrebbero saperne qualcosa?– chiedo io.
–Ci sono i tre capi di Spira– risponde Paine. –Gippal, capo dei rivoluzionari Albhed, Nooj, capo della nuova milizia, e Baralai, capo di un nuovo clero. Probabilmente non ne sapranno più di noi, ma hanno più esperienza: magari hanno una spiegazione.
–Mi sono perso parecchio– commento.
Yuna abbozza un sorriso.
–Bene, allora. Chi si offre di partire?– chiede Wakka.
Yuna scatta con la mano in aria prima ancora che Wakka abbia terminato la frase.
–Yuna…– inizio.
–Non ci provare. Io parto.
–D’accordo– rispondo alzando a mia volta la mano.
–Come due anni fa, carino!– commenta allegramente Rikku alzando la mano.
–Non proprio come due anni fa: diciamo che ci sarà qualche differenza– risponde Paine aggiungendosi al gruppo.
–Io verrei, ma il bambino…– mormora Lulu, con la voce ancora tremante, mentre il piccolo tira dolcemente il vestito che ricopre il seno della madre.
–Jehku yhlra eu! (=Vengo anche io!)– aggiunge Fratello dopo una traduzione da parte di Rikku di quello che sta succedendo.
–Bene, credo che cinque persone bastino e avanzino pure. Ora, cerchiamo di formare una squadra per la difesa di Besaid… Anche se non servirà a molto.
La riunione va avanti ancora per qualche ora, finché, stanchissimi, alle prime luci dell’alba, non andiamo tutti a dormire.

Quando mi sveglio, è pomeriggio.
Esco dalla tenda ancora assonnato, e vedo Yuna in mezzo alla piazza lanciare magie contro le protezioni di Rikku.
–Blizzara!– grida Yuna, mentre un grosso blocco di ghiaccio si frantuma sullo scudo Shell di Rikku.
–Ahia!– si lagna lei, mentre Yuna le lancia un’Energia.
–Ecco, si è svegliato! Ora puoi chiederglielo!– esulta Rikku vedendomi.
–Chiedermi cosa?– chiedo avvicinandomi.
–Di aiutarla ad allenarsi. Io la mia parte l’ho fatta, ora tocca a te farti lanciare fiamme e fulmini addosso, da bravo fidanzatino!– mi spiega correndo via prima che Yuna la blocchi.
–Yuna…
–Non fa niente. Posso allenarmi da sola.
–No, non dicevo questo. Sono magie nere…
–E allora? La piccola invocatrice deve lanciare solo protezioni? Non sono servite granché, ieri sera, no? Molto meglio se imparo anche la magia nera. In fondo sono già al secondo livello!– risponde aggressiva.
–Dovrei impararne qualcuna anche io, forse– sorrido.
–Ok, allora ci esercitiamo insieme. Hai un buon livello, potresti già iniziare con le magie semplici…
Ci esercitiamo per molto tempo, quasi per tutta la giornata, tolte le pause per mangiare.
–Dovrete partire domani– annuncia Wakka quando, la sera, siamo tutti nella sua tenda a mangiare. –Fratello dice che l’aereonave ha qualche problema e che quindi il viaggio durerà un po’ più del previsto, ma sarete più sicuri.
–Ok– è la secca risposta di Yuna.
–Yuna… sei certa di…– tenta Lulu.
–Sì.
La conversazione muore lì, senza che nessuno abbia il coraggio di dire nient’altro.

–Buon viaggio, piccola. Stai attenta– mormora Lulu abbracciando Yuna prima che saliamo sull’aereonave, sospesa sopra la spiaggia.
–Non ti preoccupare. Ciao, piccolo– risponde lei salutando anche il bimbo che Lulu ha in braccio.
–Kahda, ce bynda! (=Gente, si parte!)– grida Fratello dal ponte.
–Ehi, Fratello dice che dobbiamo andare– annuncia Rikku.
–Ok, veniamo subito– rispondo prendendo per mano Yuna.
Insieme, saliamo sull’aereonave, che subito decolla, diretta a Bevelle.
Ricordo perfettamente il viaggio in aereonave di due anni fa, ma allora era tutto diverso, mezzo compreso.
–L’avete ridipinta?– chiedo a Rikku notando delle differenze.
–L’abbiamo quasi ricostruita, così da creare anche una zona notte e una tavola calda.
Mi guardo intorno.
Ai posti di guida ci sono Rikku e Fratello, mentre Yuna siede davanti ad un monitor al lato del ponte di comando e Paine sta poggiata alla parete opposta. Mi ricorda sempre di più Auron.
–Huh cu ca Rikku ja mu ra taddu, sy m’yanauhyja ry xiymlra bnupmasy, banleù em jeykkiu cyny’ mihku… (=Non so se Rikku ve lo ha detto, ma l’aereonave ha qualche problema, perciò il viaggio sarà lungo…)
–Huh lybecluhu m’Albhed! TÈ ma lusa y sa, a eu ma telu y munu! Lusihxia mu cahhu key’. (=Non capiscono l’Albhed! Di’ a me le cose, e io le dico a loro! Comunque lo sanno già.)
–Guarda, Rik, che noi lo capiamo perfettamente l’Albhed!– risponde Paine.
–Tu forse, loro no!
–Janysyhda eu mu lybeclu… A yhlra Yuna (=Veramente io lo capisco… E anche Yuna)– rispondo io.
–Aha!– esclama trionfante Fratello.
Paine ed io ridiamo divertiti dall’ennesimo battibecco che si scatena tra lui e Rikku, ma Yuna sembra totalmente assente, gli occhi fissi sul monitor spento.
–Ehi, tutto ok?– le chiedo avvicinandomi.
–Sono la Grande Invocatrice che ha portato il Bonacciale Eterno. Per due anni tutti mi hanno ringraziata, venerata come la salvatrice, mi hanno costruito anche una statua, sai? E ora… Sin è tornato, rendendo vani tutti i nostri sacrifici, gettando il continente nello sconforto totale, perché ora, a differenze degli ultimi 1000 anni, nessuno si aspettava un possibile ritorno di Sin… Bella Grande Invocatrice che sono!
–Ehi, non è colpa tua…
Yuna si alza e corre nell’ascensore, diretta in coperta.
–Che fai, biondo, non la segui?– mi chiede Rikku.
–Vuole stare sola– rispondo scuotendo la testa.
Il viaggio prosegue.

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Capitolo 5
*** Pericolo ***


Capitolo5-Pericolo

La notte è calma, tranquilla, e noi siamo nel dormitorio. Yuna si agita nel sonno, mentre Rikku, Fratello e Paine dormono placidamente. Fratello russa anche.
Io non riesco a dormire.
Sin è tornato.
Ma come è possibile?
Sin si rigenera grazie all’Intercessore dell’Invocazione Suprema che lo distrugge, e noi non abbiamo usato nessuna Invocazione Suprema, abbiamo ucciso direttamente l’Intercessore… mio padre… Com’è possibile, allora che sia tornato?

Forse mio padre è vivo…

No, non è possibile, Yuna lo ha trapassato due anni fa.
Ma allora chi è l’Intercessore che lo tiene vivo?
Un allarme inizia a suonare improvvisamente all’interno dell’aereonave, mentre una spia rossa lampeggia in ogni piano.
–Che succede?!– grida Rikku alzandosi di scatto, spaventata.
–Sy bunly… (=Ma porca…)– impreca Fratello lanciando in aria il lenzuolo e saltando al di là della balaustra.
–Ehi!– lo richiama Rikku vedendolo atterrare su un tavolo e poi saltare giù, correndo verso il ponte. –Hanno inventato le scale apposta per non distruggere i tavoli, scemo! Ca mu nevye, de illetu! (=Se lo rifai, ti uccido!)– gli grida dietro prima di precederci per le scale.
Arrivati sul ponte, scopriamo il motivo per cui l’allarme ha suonato.
Scaglie alate, grosse il doppio della scaglia più grande che io abbia mai visto, ci attaccano da tutte le parti, cercando di farci precipitare.
L’aereonave subisce forti scosse, mentre noi siamo costretti ad aggrapparci a quello che troviamo per non cadere.
–Myhley e secceme! (=Lancia i missili!)– ordina Rikku a Fratello.
–Sy ymmuna cae clasy! E secceme cuhu viune icu! Sy se yclumde xiyhtu telu lra m’yanauhyja ry xiymlra bnupmasy? (=Ma allora sei scema! I missili sono fuori uso! Ma mi ascolti quando dico che l’aereonave ha qualche problema?)
–Huh bahcyju de nevanecce ye secceme! Bnujy yt ymmuhdyhynde, ymsahu ! (Non pensavo ti riferissi ai missili! Prova ad allontanarti, almeno!)
–Caluhtu da huh le cdu key’ bnujyhtu? (=Secondo te non ci sto già provando?)
–Siamo fregati– commento a bassa voce.
–Rikku, tu conosci delle magie, no?– interviene Yuna.
–Sì, ma…
–Andiamo in coperta. Noi due li teniamo lontani con la magia nera, mentre Fratello porta la nave fuori dalla loro portata! Tidus, Paine, se riescono ad entrare, e tra poco ci riescono sicuro, respingeteli con le spade.
–Ok– mormora non molto convinta Rikku. –Fratello, hue me nacbehkeysu, di lanly te ymmuhdyhynde! (=Fratello, noi li respingiamo, tu cerca di allontanarti!) Osservo Yuna guidare Rikku in coperta, sperando che non succeda nulla a nessuna delle due, poi aspetto con Paine.
–Ahdnyhu! (=Entrano!)– grida Fratello.
Io e Paine usciamo nel corridoio appena fuori il ponte di comando, e già lì le scaglie ci assalgono.
Sono troppo grosse rispetto allo spazio, così sfondano il soffitto, e arrivano fino ad aprire un buco grande quanto una casa fino alla coperta.
–Secondo te quanto tempo resisteremo?– mi chiede Paine annientando un gruppetto di scaglie che si sono incastrate nell’ascensore.
–Due minuti?
–Ottimista!
Le scaglie iniziano ad invadere l’aereonave, entrando dalla coperta, dalla sala macchine, dai vetri distrutti del ponte, finché un comando di Rikku non ci spinge ad abbandonare i resti del Celsius.
–Grandioso!– esclama Rikku quando siamo ormai al sicuro dalle scaglie, fuori dall’aereonave ormai completamente a pezzi. –La nave distrutta, dopo tutto quello che abbiamo fatto per riportarla ad uno stato decente, e noi a piedi al centro della Via Microrocciosa! Ci manca solo un attacco a sorpresa da qualche patetico mostro di queste parti!
–Beh, almeno siamo ancora vivi– rispondo.

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Capitolo 6
*** Ricordi di un'altra vita ***


Una piccola premessa
Io sto continuando a postare capitoli due al giorno (sorry a quelli che si aspettavano ieri i capitoli, non ho avuto tempo ^^) ma i commenti non salgono, eppure mi risultano parecchie visite. Vi dispiace tanto cliccare "aggiungi un commento" e poi scrivere due parole, anche solo "Ary, 'sta cosa fa pena?" Per favore, sto andando in depressione a furia di entrare e non vedere cambiamenti! Thanx ^^


Capitolo6-Ricordi di un’altra vita

          La sua voce - chiunque sia “lui” - continua a tormentarmi
          La mia voce continua a non uscire.
          Mi guardo intorno cercando ancora di capire dove sono.
          La nebbia è troppo fitta, e continua ad infittirsi.
          Sono seduto su qualcosa di granuloso, sembra sabbia.
          Ho quasi la sensazione di muovermi, come quando, dopo aver passato molto tempo a mollo nell’acqua, trasportato dalla corrente, continui a sentirti trascinato dalle onde, ma non mi sembra che nulla del genere sia successo.

          La voce misteriosa si affievolisce improvvisamente fino a scomparire.
          Inspiegabilmente, la nebbia inizia a diradarsi, mentre i versi degli uccelli ora sembrano più vicini.
          È notte.
          Il mare, di fronte a me, si mostra limpido e sereno.
          La luna si riflette sulla linea dell’orizzonte.
          Una nuova, potente folata di vento mi scompiglia i capelli, potando con sé un fresco profumo di foglie, frutta dal bosco alle mie spalle.
          Non riesco a riconoscere il luogo, eppure mi è familiare…

          Sono già stato qui, penso mentre mi alzo e mi dirigo verso il mare.
          E non ero solo, mi dico osservando il bosco.
          Tolgo gli stivali, camminando nell’acqua bassa.
          Sento nella mia mente il ricordo di una risata allegra, mentre avanzo nell’acqua che ora mi arriva al ginocchio, sfiorandomi l’orlo dei pantaloni.
          Mi specchio sulla superficie trasparente del mare.
          Osservo il mio viso riflesso, nitido nonostante il buio.
          Un nuovo ricordo sussurra un nome al mio orecchio.
          I ricordi legati al suo nome - com’era bella! - si inseguono fino a formare una chiara successione di pensieri, di eventi.
          Ricordo.
          Ricordo cosa è successo.
          Ma quanto tempo fa è successo?
          Improvvisamente mi sento stanco, e i ricordi mi sembrano lontani, come appartenenti ad un’altra vita…
          Un’altra vita.
          Prima.
          Con lei.

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Capitolo 7
*** La lega della gioventù ***


Capitolo7-La Lega della Gioventù

–Vivi?– esclama Rikku. –Al centro della Via Microrocciosa? E per quanto credi che durerà?
–Ehi, due anni fa è durato fino a Zanarkand, no?
–Due anni fa era due anni fa: eravamo sette, c’era un guerriero non-trapassato che valeva per trenta, c’era una maga di livello decente, c’erano Eoni potentissimi… e ci aspettavamo che Sin potesse attaccare! Ora non abbiamo niente di tutto questo!
–Rikku, lymsyde… (=Rikku, calmati…)
–Non dirmi di calmarmi!
–Proseguiamo, altrimenti ci attaccheranno anche i mostri della Via– interviene Yuna.
Sembra più calma, o forse solo più risoluta.
Le prendo la mano, e lei mi sorride.
Ci incamminiamo per la Via, finché Paine non si ferma improvvisamente.
–C’è qualcuno.
Ci guardiamo intorno, cercando di cogliere il minimo rumore…
–Fermi dove siete! Siete sul territorio della Lega della Gioventù!– ci grida un ragazzo dall’aria familiare parandosi davanti a noi con un fucile puntato.
–Ciao, Clasko– lo salutiamo.
–Non volevi aprire un ranch per i chocobo? Che ci fai qui?– gli chiede Rikku.
–C’ho rinunciato. E poi qui ci sono anche Lucil e Elma.
–Nooj è qui?– chiede Yuna.
–È partito ieri sera per Bevelle. Non so se avete visto…
–Sin è tornato. Lo sappiamo. Ha attaccato Besaid– risponde Paine.
–Stiamo organizzando delle spedizioni verso tutte le città, per proteggere tutti… Ma abbiamo già notizie di stragi a Kilika e Luka…
–… e Besaid– completa Paine.
–Questa non la sapevamo. Comunque, Nooj è a Bevelle, ora.
–Avete dei chocobo da prestarci?– interviene Yuna.
–Non lo so… ci dovrebbero essere dei chocobo, ma sono di Lucil…
–Ho sconfitto Sin una vola, lo sconfiggerò di nuovo, ma ho bisogno di un chocobo, non negarlo ad una Grand’Invocatrice!– grida Yuna.
Non l’avevo mai sentita chiedere qualcosa come suo di diritto come Invocatrice.
–Vado a prenderlo– risponde con un filo di voce Clasko.
–Abbiamo bisogno di almeno due chocobo– aggiunge lei.
Clasko annuisce nervosamente, poi entra in un’apertura sul lato della strada.
–Yuna…
–Rikku, non rompere!
–La ragazza ha carattere!– commenta divertita Paine.
–La ragazza sembra una psicopatica!– corregge Rikku osservando la cugina seguire Clasko.
–Lasciatela stare– dico ridendo.
Non so perché rido, ma credo che sia giusto per Yuna sfogarsi così. Due anni fa si teneva tutto dentro, rabbia e frustrazione, odio e dolore… È giusto che si sfoghi. –Dovremo aspettare domattina! Al momento non ci sono chocobo disponibili!– esclama Yuna infuriata tornando indietro.
–Ci avviamo senza?– chiede Paine.
–È quasi notte: se Sin torna, rischiamo di non farcela– risponde scoraggiata Yuna.
–Possiamo passare la notte qui, no?– propongo io. –Domattina, poi, partiremo coi chocobo.
Yuna annuisce.
Clasko ci offre un posto all’interno della base della Lega, nel piccolo crepaccio.
Yuna passa la serata ad allenarsi con Rikku, che invece trascorre il tempo lamentandosi di dover fare da bersaglio alle magie, ora di terzo livello, della cugina; io e Paine ci alleniamo con la spada, mentre Fratello cerca di riparare l’aereonave, trasportata all’interno della base.
Mentre i miei compagni vanno a dormire, faccio un giro all’interno della base.
Gruppi di duellanti si sfidano ancora a copi di spade, sotto l’occhio attento di Lucil e Elma, che hanno il compito di addestrarli.
Ci sono ragazzi di ogni età, molti più giovani di me, e quasi la metà addirittura bambini, allenati da adulti. Sono gli orfani di Sin, quelli che hanno perso i genitori prima che Yuna lo sconfiggesse, ma alcuni, mi racconta Clasko, sono appena arrivati dalle città colpite dal Peccato resuscitato.
Peccato.
Il Peccato.
Sin.
Sicuramente il nome gli è stato attribuito dal clero, che ha sempre sostenuto che Sin sia una punizione data agli uomini che oziavano mentre le macchine lavoravano… All’intera Zanarkand, praticamente, me compreso, visto che per diciassette anni ho vissuto esattamente così, per quanto fosse solo un’illusione.
Mi fa ancora male pensare che tutta la mia vita, prima di finire qui su Spira, fosse un’illusione.
Mi guardo ancora intorno, entrando in una caverna in fondo al crepaccio, illuminata da migliaia, milioni di lunioli.
L’atmosfera qui è strana, pesante, come se qualcosa di orribile fosse accaduto.
–Questo posto raccoglieva i ricordi di Shuyin riguardo alla notte in cui Lenne morì– mi spiega Yuna entrando dietro di me. (NdA. Perché Lenne ci morì davanti a Vegnagun, giusto? No, perché sul serio non ci ho capito niente in FFX-2)
Annuisco senza replicare.
–Non dormi?– mi chiede.
–Faccio un giro, prima. Manco da tanto… Qui non c’eravamo mai venuti o sbaglio?
–Non c’era nulla di inerente al pellegrinaggio– risponde scuotendo la testa.
–Ti senti meglio?– le chiedo dopo una pausa, pensando che forse ora è il momento giusto per parlarne.
–Non lo so. Credevo che la pace fosse durata per sempre… E invece già ci sono stati tanti morti… E nessuno se lo aspettava. Almeno, prima, sapevamo che ogni dieci anni Sin sarebbe ricomparso… Sento di aver deluso tutti. Come se li avessi prima illusi con un miraggio, e poi… gli avessi tolto tutto…
–Non sentirti in colpa. Tu hai combattuto Sin, lo hai distrutto senza Invocazione Suprema…
–Sarebbe dovuto durare per sempre, ho raccontato questo a tutti…
–Tu hai fatto di tutto, hai cercato di donare la pace, ma non è colpa tua se non è stato così. E poi… possiamo sconfiggerlo di nuovo, no?– le dico, abbracciandola sorridente.
–La gente non avrà più fiducia in me. Li ho ingannati! Molti penseranno che lo sapevo dal primo momento, forse!
–Nessuno lo penserà. E se anche succedesse… Dimostreremo loro che si sbagliano! In fondo, due anni fa erano tutti convinti che fossi una traditrice di Yevon, no? E poi si è scoperto che Yevon era Sin e che non c’era bisogno di nessuna Invocazione Suprema per sconfiggerlo, e tutti ti hanno creduto di nuovo!
–Hai ragione– si riscuote lei. –Lo sconfiggeremo di nuovo, con o senza il supporto degli altri! Insieme– sussurra avvicinando le sue labbra alle mie.
I lunioli riempiono la caverna, avvolgendoci in un’atmosfera magica, quasi come quella notte al lago, mentre un nuovo bacio dà ancora coraggio, determinazione e forza. Forza di andare avanti, per distruggere la morte e le illusioni: Sin.

–Ecco i due chocobo, così almeno non dobbiamo preoccuparci dei mostri lungo le strade– annuncia Yuna trionfante tornando indietro con due chocobo.
Ha una nuova luce negli occhi, molto simile a quella che aveva dopo la notte a Macalania.
Salgo su uno dei due grossi uccelli, mentre Yuna sale dietro di me e Rikku e Paine sull’altro.
–Di huh jeahe? (=Tu non vieni?)– chiede Rikku a Fratello.
–Lanlu te nebynyna m’yanauhyja (=Cerco di riparare l’aereonave)– risponde lui.
–T’ylluntu, sy vymmu tahtnu ymmy pyca, lucè cynye beì celinu (=D’accordo, ma fallo dentro alla base, così sarai più sicuro)– si raccomanda Rikku, dopodichè ci avviamo.

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Capitolo 8
*** Vivo dopo mille anni ***


Capitolo8-Vivo dopo mille anni

          La nebbia cala di nuovo, mentre la sgradevole voce di prima torna a farsi sentire.
          Il mare diventa nero, denso, vorticante di orrori e paure.
          Tremo al soffio del vento, di nuovo gelido, mentre versi spaventosi provengono dal bosco.
          –Davvero non ricordi questo posto?
          La voce ora è più chiara.
          –Chi sei?– urlo, sorpreso sentendo la mia voce, finalmente libera di uscire.
          Un’ombra scura, più opaca della nebbia, più nera del mare, più agghiacciante della massa informe degli alberi, dietro la riva, inizia a condensarsi davanti a me. Non distinguo cosa sia, non ne vedo neppure i contorni.
          –Chi sono? Non mi riconosci? Eppure sei stato il primo essere umano a vedermi in questa forma.
          Non rispondo, cercando di ricordare.
          –Ti piace il paesaggio che ho creato? Ho pensato che ti ricordasse qualcosa…
          Creato?
          –Non sei realmente nel luogo che vedi. Questa è solo un’illusione, una proiezione dei tuoi ricordi. Ho pensato che così ti sarà più semplice tornare a vivere…
          Tornare a vivere?
          –Oh, non te l’avevo detto? Sei morto quasi mille anni fa, sai?
          Morto? Mille anni?
          La vista mi si annebbia, mentre barcollo e tutto sembra girarmi intorno.
          Morto.
          Mille anni.
          Tutto mi sembra così lontano… per questo?
          Sono stato davvero morto per mille anni?
          –Ti ho riportato in vita per usarti, come ti ho usato mille anni fa. Ceto, potevo scegliere chiunque altro, ma nessuno è abbastanza semplice da controllare… solo tu…
          Controllare?
          –Che vuoi da me?– chiedo con voce roca.
          –Una cosa per volta. Perché non cerchi prima di ricordare chi sei?
          Chi sono.
          Mi guardo intorno, cercando di distinguere tra la nebbia il luogo che prima mi era sembrato familiare.
          Di nuovo la sua risata mi avvolge, mentre chiudo gli occhi.
          –Yunalesca– mormoro.
          –Era la donna che amavi. Quella per cui sei morto, e che è morta con te.
          –Perché mi ricordo di lei ma non ricordo il mio nome?
          –L’amore– sussurra con la sua voce viscida. –Che emozione meravigliosa! Il legame più forte, l’unico in grado di sprigionare un’energia che sopravvivere anche dopo la morte. Suppongo sia per questo che ricordi il suo nome, il suo aspetto, la sua voce… ma non sai chi sei tu.
          Ride.
          Una risata gelida, accompagnata da una potente folata di vento gelido.
          –Comunque– continua sempre viscido e gelido, –se proprio ci tieni a saperlo, il tuo nome è Zaon (NdA. Si era capito, no?) e vivevi mille anni fa nell’attuale capitale di Spira, Bevelle. Yunalesca, la donna che amavi, divenne Invocatrice per distruggere Sin, l’essere che portava la morte, e donare così la pace al popolo. Solo che entrambi doveste morire perché questo fosse possibile.
          Fa una pausa.
          –E il bello è che dopo dieci anni dalla vostra morte, Sin rinacque… “Perché?” si chiesero tutti. Perché in realtà tu non eri morto. Non ricordi neppure questo? Perché eri diventato il nuovo Sin. L’essenza di Sin si nutriva di chi lo aveva distrutto, rinascendo dieci anni dopo. E solo allora, quando un altro Invocatore distrugge il nuovo Sin, il precedente muore, sostituito da uno nuovo. Così, tu moristi dieci anni dopo della tua donna.
          Si ferma, fissandomi, o almeno così mi sembra.
          –Cosa vuoi da me?– chiedo con un filo di voce.
          –Suppongo che queste parole ti suoneranno strane, nuove… anche se ormai tutti le conoscono… ma in fondo mille anni fa era tutto diverso, no?– fa un’altra pausa. –La morte ha sempre regnato su Spira. Due anni fa una ragazzina ha cambiato tutto. Io voglio riportare quell’equilibrio.
          –Equilibrio?
          –Sin rappresentava il ciclo della morte necessario alla vita. Tu mi servi per ripristinarlo. Tu sei il nuovo Sin, come già lo sei stato una volta.
          –No! Non sarà il tuo Sin, il tuo strumento di morte!
          –Povero stupido. Lo sei già, Zaon.
          –No… io… non porterà la morte.
          –Guarda!– urla, mentre la nebbia sparisce insieme a tutto il paesaggio come disintegrata. Una luce accecante, bianca mi avvolge, mentre anche l’ombra nera del mio interlocutore svanisce, poi il buio.
          Un’immagine sfocata si materializza sotto di me, come il riflesso indefinito di qualcosa nell’acqua.
          Una città costruita su ponti di legno sull’acqua.
          Una mostro tanto grande che la sua ombra la oscura completamente le passa sopra.
          Altri mostri più piccoli si staccano dal suo corpo, cadendo sulla città come grossi proiettili, radendola quasi completamente al suolo.
          –Questo è accaduto appena due giorni fa– sussurra quasi sensualmente la voce al mio orecchio. –E lo stesso è accaduto anche in altre due città. E tra poco toccherà alla tua Bevelle.
          –No!– grido fendendo l’aria con le mie mani, tentando di respingere l’essere mostruoso che mi parla, ma non colpisco niente. –Chi sei, mostro?
          –Chi sono? Sono la volontà di Sin, la sua essenza, ciò che lo ha generato, ciò che per mille anni lo ha fatto rinascere… Il mio nome da mortale non conta più, anche se per mille anni è stato considerato il nome di una divinità… Yu Yevon… E sai perché ero considerato una divinità?– ride, freddo. –Perché il potere è quanto di più sensuale ci sia al mondo. Potere. È questo che ha spinto un gruppo di persone a riunirsi, a creare insieme una storia che spiegasse la comparsa di Sin - anche il nome è opera loro, il Peccato - per convincere il popolo a seguirli… E come potevano chiamare il loro dio se non Yevon come colui che aveva dato loro la possibilità di ottenere quel potere? Sì, Zaon, perché il credo che ha spinto la tua Yunalesca a morire, il credo di Yevon, altro non è che questo: una favola per attirare il popolino ignorante, per convincerlo a donare tutto se stesso ad una causa irreale. Lo stesso Inno intercessore altro non era che un canto di sfida di Zanarkand verso Bevelle, durante la guerra. Ma fu integrato nei testi sacri. È affascinante come un credo basato su una favola inventata intorno ad un tavolo sia resistito per mille anni, eppure è molto semplice: il popolo ha bisogno di credere in qualcosa, ha bisogno della speranza, anche falsa, che l’orrore finirà. E tutto perché? Perché delle persone volevano il potere. Io non sarei sopravvissuto tanto senza il loro desiderio di potere: è stato quello che ha spinto tante vite innocenti a morire, senza sapere che così mi avrebbero solo ridato la vita, per l’eternità…
          –Ma poi sei stato sconfitto!
          –Già– la voce si inclina leggermente. –Ma ora, come vedi, sono tornato, perché il desiderio è più forte della morte. Come l’amore. O meglio, è l’amore che è più forte della morte come il desiderio, perché è il desiderio che anima tutto, amore compreso– spiega con la stessa foga entusiasta di un invasato. –E così sono rinato. E ho fatto rinascere anche te, il mio primo Intercessore, per vivere di nuovo. E presto, un nuovo gruppo di persone bramose di potere ricreerà la favola che soggiogherà gli animi deboli del popolo. E io vivrò di nuovo, mentre la stupida ragazzina che è stata la mia fine troverà la morte per mano del popolo che ha tentato di salvare, come tutti gli Invocatori della storia. È così che devono andare le cose. E così andranno.
          Resto senza parole, non sapendo cosa dire, fissando il vuoto che mi circonda.
          –E tutto grazie a te– grida, e la sua voce riempie tutto lo spazio, amplificata di mille volte, e una nuova risata gelida quanto le precedenti la accompagna.
          Tutto intorno a me comincia a vorticare, più veloce mano mano che la risata aumenta, la testa inizia a girarmi, e alla fine perdo conoscenza.

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Capitolo 9
*** Oltremondo ***


Nota: Capitolo dedicato a Yuna the Black Angel, l'unica che ha recensito la mia fanfiction, quindi suppongo l'unica a cui sia piaciuta ^^'. Scusa per il ritardo, ma vengo poco su internet e mi sono accorta solo ora del tuo commento.     *Sorry*
Comunque, ecco che aggiorno ^^



Capitolo9-Oltremondo

Il bivio ci si presenta ancora una volta davanti, come due anni fa, solo che stavolta prendiamo direttamente la strada di sinistra, quella per il Fluvilunio.
I lunioli rendono il paesaggio bello come sempre, ma ancora una volta carico di malinconia.
Attraversiamo il fiume a bordo dello shoopuf, dopodichè ci dirigiamo a Guadosalam.
Non so perché, ma essere solo noi quattro mi fa sentire… scoperto.
Due anni fa, con Lulu, Wakka, Kimahri… ma, soprattutto, con Auron, mi sentivo in un certo senso al sicuro.

Che discorso da ragazzino!
Ma è vero: Auron ispirava un senso di fiducia, dava sicurezza, anche col suo modo di fare non proprio sempre gentile, aveva sempre una risposta e una spiegazione, per quanto spesso incomprensibili.
–Tidy? Ci sei?– mi chiama Rikku sventolandomi una mano davanti agli occhi.
–Sì, scusa, pensavo… Ma… Seymour è morto, due anni fa, no? Ora chi il leader dei Guado?
–Nessuno. Infatti la città è mezza disabitata. I Guado si sono dispersi per Spira, nel Bosco soprattutto– è la risposta di Paine. –Il popolo di Spira li ritiene responsabili quanto Seymour delle azioni del loro capo.
–Che idiozia!
–Già. Fatto sta che ora sono considerati più o meno come erano considerati gli Albhed fino a due anni fa.
–Insomma, la pace pare proprio impossibile su Spira.
–E ora ci mancava solo Sin.
Due Guado sbarrano la strada per la Piana dei Lampi.
–Dobbiamo passare– dice loro gentilmente Yuna.
–Spiacenti, Lady Yuna, ma non possiamo: la Piana è sotto attacco da parte di Sin. Fortunatamente non è abitata, ma sta distruggendo le torri parafulmini, perciò per un po’ di tempo dovrà restare chiusa.
–Cosa?!– esclama Rikku. –Noi dobbiamo andare a Bevelle o-r-a!
–Mi dispiace, ma è troppo pericoloso, senza le torri. E comunque, ora sicuramente è impossibile, durante l’attacco di Sin.
–Favoloso!– esclama Rikku quando ci siamo allontanati dall’ingresso alla Piana. –Qualche altro contrattempo?– chiede guardando verso l’alto, come rivolta a un dio o al destino stesso.
–Almeno per oggi dovremo restare qui. Domani vedremo: magari riusciamo a fare a meno delle torri– annuncia Yuna.
–A meno delle torri? Yunie, secondo te le hanno costruite per divertimento? Sono indispensabili! Ti ricordo che sono state costruite dagli Albhed!
–Andiamo in albergo. Tra poco sarà buio.
–Dici?– chiede Rikku alzando la testa per scorgere il cielo tra la fitta vegetazione. –Come fai a dirlo? Qui non si vede niente!
Yuna scuote la testa, sorridendo, poi ci precede all’interno dell’albergo. (NdA. Ce n’è uno, vero?)
–Ci dà una stanza?– chiede alla signorina alla reception.
La giovane Guado la osserva perplessa.
–Una stanza! S-t-a-n-z-a! Capisce?– scandisce Rikku.
La ragazza ci consegna una chiave, restando completamente in silenzio.
–La prossima volta, attraversiamo lo stesso la Piana e ce ne andiamo a dormire alla Casa del Viante– mormora Rikku mentre ci dirigiamo in camera.
Mentre le mie compagne vanno a dormire, io giro per la città. So bene che non è assolutamente il momento, ma mi piace rivedere i luoghi di due anni fa, ricordare…
Salendo sul grosso ramo che fa da strada per l’Oltremondo (NdA. Perché È un ramo), noto che l’ingresso è sbarrato, inchiodato da grosse assi.
–Siamo rimasti in pochi. Troppo pochi per controllare l’energia dell’Oltremondo– mi spiega un ragazzino avvicinandosi a me. –Tra pochi giorno anche io me ne vado. Tanto Sin comunque prima o poi distruggerà anche Guadosalam.
–E non si può entrare?– chiedo.
–Devi chiedere al guardiano. Dovrebbe abitare ancora lì, se non se n’è andato– risponde il bambino indicandomi una porta sulla destra, lungo la strada sottostante.
“Perché voglio andare nell’Oltremondo?” mi chiedo mentre busso alla porta del guardiano, “cos’è che voglio vedere, o meglio chi?”
Il guardiano mi maledice data l’ora, poi acconsente, brontolando, a condurmi nell’Oltremondo, vedendo quanto sono disposto a pagarlo.
–Guarda che posso tenere aperto l’ingresso solo per poco, quindi sbrigati!– mi ruggisce prima di staccare un’asse. –Abbassati e entra, che più di così non posso aprire.
Strisciando gattoni nel buco, perché è un buco, non un’apertura, mi trovo sul sentiero luccicante che ricordo così bene.
Percorro il sentiero, salgo le scale, finché non mi trovo ad attraversare la barriera che mi conduce sul terrazzo di pietra.
Rivedo Wakka e Lulu parlare con l’immagine di Chappu, Yuna osservare i suoi genitori uniti…
Mi avvicino al bordo, cercando di capire per chi sono venuto, chiudendo gli occhi.
Quando li riapro, mio padre è davanti a me. Accanto all’uomo, felicemente stretta a lui, mia madre sorride, guardandomi.
So che sono solo immagini.
Proiezioni dei lunioli e dei miei ricordi.
Ma mi danno forza.
–Ciao!– saluto, ben conscio che non possono sentirmi, vedermi, o rispondermi.
Resto in silenzio, pensando a cosa dovrei dire.
–Sai, pa’, Sin è tornato. A quanto pare non è servito a molto… ucciderti…– qualcosa mi si stringe nello stomaco. –Ma noi lo sconfiggeremo di nuovo… e…
Mi sento stupido.
–Ciao, mamma. Ora sei… felice? C’è papà con te… non sei più sola. E tu… ora sei con la mamma…
Mi sento sempre più stupido.
–Non è vero che ti odio, pa’. Lo so, te l’ho detto già due anni fa… Ma te lo voglio ripetere: non ti odio, non ti ho mai odiato, sai? E… mi sento stupido. Ora devo andare… il guardiano mi ha detto di restare poco… e ho paura che mi chiuda dentro.
Mi volto, deciso ad allontanarmi dall’immagine dei miei genitori, che mi attira come una calamita, quando una nuova immagine appare accanto a me, senza che io l’abbia chiamata.
È l’Intercessore di Bevelle, quello che mi svelò che ero solo un’illusione, un sogno.
–Aspetta, Tidus– mi dice.
Le immagini dell’Oltremondo non possono parlare… o sì?
–Non sono solo un’immagine, io– mi sorride.
–Ma… gli Intercessori…
–… sono morti? Infatti. Ma non dimenticare che sei nell’Oltremondo. È vero, qui si possono richiamare solo le immagini– mi spiega abbracciando con uno sguardo la terrazza, –ma giù, ai piedi della cascata, dove vedi interi prati di fiori… c’è tutto un regno, dove viviamo ancora. Normalmente non potremmo salire, ma devo parlarti– conclude, e il sorriso sparisce dalla sua faccia, improvvisamente seria, cupa.
–Di Sin?– chiedo
Annuisce.
–Manca un’anima, nell’Oltremondo. Un’Intercessore è stato riportato in vita.
Fa una pausa, per permettermi di assimilare la notizia.
–Chi?– chiedo, quasi sperando che si tratti di mio padre, pur avendolo appena visto come immagine.
–Il primo Intercessore dell’Invocazione Suprema.
–Ah… il marito di Yunalesca… Zeno? Zano?– chiedo cercando di ricordare il nome.
Il piccolo Intercessore sorride di nuovo.
–Zaon– mi corregge.
–Ma chi lo…– inizio.
L’Intercessore scuote la testa, mentre il suo corpo inizia a svanire, tramutandosi in lunioli.
–Naturalmente– commento quando è completamente sparito.
Mai una volta che si riesca ad avere una spiegazione completa. Sparisce sempre quando deve rispondere!
Oltrepasso la barriera che separa il sentiero dall’Oltremondo e attraverso il buco che mi porta a Guadosalam.
–C’hai messo un secolo, ragazzo!– borbotta irritato il guardiano inchiodando nuovamente l’asse che sbarra l’ingresso.
–La ringrazio per il disturbo– mormoro mettendogli in mano una manciata di guil e tornando il albergo.
–Dove sei stato?– mi chiede Yuna.
È seduta al centro del letto che dividiamo, mentre nell’altro Rikku e Paine lucidano le armi.
–Nell’Oltremondo.
Yuna abbassa lo sguardo.
–Non ci sono più entrata… Da quando è finito il pellegrinaggio.
Sorrido.
Me lo aveva detto: aveva paura di trovarmi lì.
–Pensavo fosse chiuso– aggiunge alzando lo sguardo.
–Ho svegliato il guardiano e l’ho convinto ad aprirmelo.
–Lo hai corrotto!– mi corregge Rikku con un sorrisetto.
–Ho rivisto i miei genitori– inizio. –E l’Intercessore di Bevelle.
–Non hai niente di meglio da fare che cercarti gli Intercessori, lì dentro?
–È venuto lui da me. Non l’ho chiamato io, Rik. E… non era un’immagine. Era vero. Pare che le anime continuino a vivere, nell’Oltremondo.
–Sì, questo lo abbiamo scoperto da poco, con Lenne– risponde Paine. (NdA. Almeno, io questo ho capito)
–Già… Pare che il marito di Yunalesca sia sparito.
–Sparito?– ripete Yuna. –Che significa?
–Che ci manca un’anima, nell’Oltremondo, l’anima del marito di Yunalesca.
–Quindi Sin è di nuovo lui!– esclama Rikku.
–Già.
–Ma chi lo ha resuscitato?– chiede ancora Yuna. –Yu Yevon è morto due anni fa, no? E allora…
–A meno che non sia vivo– la interrompe Paine.
Restiamo tutti in silenzio.
Non ci avevo pensato.
Ma… Perché l’Intercessore di Bevelle non mi ha detto che ci mancavano due anime, allora? In fondo, Yuna trapassò l’anima di Yu Yevon, no?
Ceco di aggrapparmi a questo piccolo dettaglio, cercando di costruirci sopra una teoria salda, secondo cui Yu Yevon è morto.

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Capitolo 10
*** Io sono Sin ***


Capitolo-10-Io sono Sin

          La voce di Yu Yevon mi tormenta.
          Dal nulla mi appaiono immagini relative alle città che Sin ha distrutto…
          Alle città che io ho distrutto.
          Io sono Sin.
          Io sono Sin.
          Io sono Sin.
          Ricordo che mi ripetevo spesso queste parole, quando ero Intercessore, quando sentivo che Sin rinasceva grazie a me. O, meglio, a causa mia.
          Io sono Sin.
          Una nuova immagine mi si presenta davanti, come riflessa in uno specchio di acqua.
          È diversa dalle altre.
          È una camera.
          D’albergo, credo.
          Tre ragazze chiacchierano sedute sui due letti.
          Un ragazzo entra, raggiunge una di loro, e introduce una nuova conversazione.
          Capisco dalle loro espressioni che l’argomento non è piacevole, ma non sento le loro voci.
          Cerco di leggere sulle loro labbra cosa si dicono, ma il ragazzo mi dà le spalle.
          La più piccola, una ragazzina bionda di… forse nemmeno diciotto anni… pronuncia il nome di Sin, poi quella accanto al ragazzo pronuncia quello di Yu Yevon.
          L’altra ragazza dice qualcosa, ma anche lei mi dà le spalle.
          Rimangono tutti in silenzio.
          Probabilmente avranno capito qualcosa, o almeno l’avranno ipotizzata.
          Scuoto la testa, mentre l’immagine svanisce.
          Sento che Sin si sta muovendo.
          Cerco di condizionarlo ancora con la mia volontà, cercare di trattenerlo sulla Piana dei Lampi, l’unico luogo in cui non può fare del male a nessuno…
          Ma non ci riesco.
          Man mano che uso la mia volontà per influenzarlo, lui mi resiste sempre di più.
          Sono riuscito a portarlo qui una volta, ma non ci riuscirò una seconda.
          Non posso fermare io Sin.
          Deve essere qualcun altro a fermarlo.
          Deve essere qualcun altro a fermarmi.

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Capitolo 11
*** "Piana dei lampi: se l'attraversi non la scampi" ***


Capitolo-11-”Piana dei Lampi: se l’attraversi non la scampi”


Perdono! Ho appena riavuto internet e sono in ritardo pazzesco con l'aggiornamento di tutte le mie storie! Chiedo umilmente perdono alle poche persone che mi hanno letto e recensito, continuerò a pubblicare per voi! Grazie ancora, e già che ci sono BUON NATALE (beh, che c'è? E' la vigilia, no? ^^)

Svegliati di buon mattino dalla luce che filtra tra i fitti rami che avvolgono Guadosalam, siamo presto pronti a riprendere il nostro viaggio.
L’ingresso alla Piana dei Lampi, ora, è libero, ma un grosso cartello inciso nel legno recita “Le torri parafulmini sono state distrutte. Attraverserete la Piana a vostro rischio e pericolo.”
–Mitico– mormora Rikku, mentre un brivido la scuote.
–Non avevi superato la paura dei fulmini, tu?– le chiede Yuna.
–Sì, certo, ma quando ci ho campeggiato c’erano le torri!
–Ci hai campeggiato?– chiedo.
–Per una settimana. Così ho superato la paura… Ma c’erano le torri!– grida spaventata da un fulmine che cade molto vicino all’ingresso.
–Abbiamo tutti delle protezioni contro Thunder, no?– chiedo.
–Sì, ma quelle sono contro i mostri che usano Thunder, non verso un cielo infuriato!
–Rikku, piantala!– interviene calma Paine.
Yuna si incammina nella Piana, schivando alcuni fulmini, ma ha fatto appena pochi passi, mentre io e Paine siamo trattenute da una terrorizzata Rikku, che torna indietro correndo.
–È impossibile!– annuncia.
–Grande– commenta piatta Paine. –Scusa, ma non è stato un Albhed a costruire le torri? Non potresti fare qualcosa?
–E come? Non ho attrezzi, non ho materiali…
–Non può essere così complicato!– intervengo io.
Stiamo davvero sfiorando il ridicolo: quattro deficienti fermi all’ingresso troppo terrorizzati per proseguire!
Tiro fuori dalla tasca del ridicolo vestito di Besaid la catena che portavo sulla la divisa da blitzer e l’avvolgo in cima alla mia spada, assicurandomi di non impugnare la parte metallica del manico, ma quella di plastica (NdA. Vi siete mai chiesti come fanno a tirare fuori le armi? Mentre avanzano non ce l’hanno, poi appaiono per i combattimenti! Tasche alla Guybrush Treepwood? … O anche in FFX c’erano delle robe tipo looksfere in cui mettere le armi? Mi vengono i brividi al pensiero…) .
–Yuna, vieni.
Yuna mi si stringe contro.
Sento il suo cuore battere accanto al mio, in sincronia perfetta…
Scuoto la testa per concentrarmi.
Levo la spada e mi incammino, avvolgendo Yuna col braccio.
La catena in cima alla mia spada fa da parafulmine, così che non possiamo essere colpiti. (NdA. Un piano degno di Benjamin Franklin! … Se non fosse che la Fraternity è fatta d’acqua e l’acqua conduce elettricità, non la para! … Un piano che fa acqua da tutte le parti… E delle battute squallide… -.-) Paine fa lo stesso appendendo un orecchino alla punta della spada e stringendo Rikku.
–Moriremomoriremomoriremotutti!– ripete lei. Proprio non invidio Paine.
Facciamo una breve sosta alla Casa del Viante… cioè, ci fermiamo un istante a guardare i resti della Casa del Viante, distrutta dalle scaglie e dai fulmini, poi proseguiamo fino a giungere accanto alla pagoda parafulmine dove due anni fa Yuna annunciò che avrebbe sposato Seymour.
–Yuna…– inizio esitante. Lei solleva lo sguardo verso di me. –Tu… avresti davvero sposato Seymour, se non fossimo irrotti nel vestibolo del tempio di Macalania? Yuna torna a guardare per terra.
–Dovevo fermarlo, in qualche modo… E questo mi sembrava l’unico possibile. Quando siete entrati… Allora scoprii che Seymour già sapeva che conoscevo la verità su Jyscal… il mio piano non andava bene…
–Ma poi ci hai riprovato, a Bevelle.
–Dovevo ancora trapassarlo, e quello, di nuovo, mi sembrava l’unico modo, quello più facile, quello di fronte al quale nessuno avrebbe fatto nulla per fermarmi. Solo allora ho capito che sarebbe stato inutile comunque.
–Eri bellissima con quell’abito– le sussurro.
Yuna sorride.
–Eri geloso? Di vedermi con Seymour, intendo.
–Lo avrei tagliato a fette– rispondo.
Yuna sorride ancora.
La Piana dei Lampi termina, e noi giungiamo sani e salvi al Bosco di Macalania.

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Capitolo 12
*** L'incanto spezzato ***


Minicapitoletto, lo posto insieme al precedente, perché è davvero microscopico. Ancora Augurissimi a chi legge!^^
Capitolo-12-L’incanto spezzato

–Ma cosa…– inizio lentamente, guardandomi intorno.
Avanziamo in quello che dovrebbe essere il Bosco di Macalania, ma davvero non ha nulla del meraviglioso Bosco che ricordo.
I tronchi degli alberi non luccicano più, e molte foglie sono ai loro piedi, morte.
Non ci sono farfalle che volano intorno a noi, né quella dolce atmosfera calma ed estasiante.
–Cosa è successo, qui?
–Il Bosco sta morendo– mi risponde Rikku. –Nessuno sa spiegarlo.
La stradina di cristallo che conduce al Lago è sparita, e gli alberi grigi verso Bevelle hanno un aspetto quasi inquietante.
–Siamo quasi arrivati– dice Yuna ad un tratto. –Andiamo.
Attraversando il sentiero per la città, mi spingo oltre, fermandomi tra la Fonte Sacra e la radura che, due anni fa, dopo aver combattuto contro Seymour a Bevelle, eleggemmo a nostro accampamento.
Osservo la Fonte senza avere il coraggio di avvicinarmici.
Dal sentiero non sembra cambiata, luccichii a parte.
–Tidy?– mi chiama Rikku. –Bevelle è di qua. Da quella parte si va alla Piana della Bonaccia.
–Sì, lo so… Arrivo…
Mi ricongiungo con le ragazze.
Yuna mi guarda tristemente.
Le do un bacio, poi proseguiamo.

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Capitolo 13
*** I tre capi di Spira ***


Capitolo-13-I tre capi di Spira

Entriamo a Bevelle, che troviamo nello stesso stato di allarme che si venne a creare dopo la scomparsa di Mika, due anni fa.
–Alt! Di qui non si passa!– ci ferma una guardia puntandoci contro la lancia.
–Dobbiamo parlare con Baralai, Gippal e Nooj– risponde Rikku.
–Al momento non possono ricevere nessuno.
–Noi non siamo nessuno! Noi saremo ricevuti!– grida Rikku.
–Non posso far passare nessuno– ripete la guardia, poi lancia un’occhiata sprezzante a Yuna, rimasta dietro di noi, –nemmeno a chi si gloria di aver portato una pace fasulla…– aggiunge, ma se vuole aggiungere altro non ne ha il tempo. Sguaino la spada, puntandogliela alla gola, mentre Paine lo afferra da dietro e gli sussurra all’orecchio, tagliente –Facci passare. Lui– sibila indicando me –non è molto comprensivo se si tocca la sua ragazza– gli spiega premendogli la punta della sua spada contro la schiena.
–D’accordo– boccheggia la guardia. –Potete passare. Ma io non c’entro niente.
Lo molliamo.
–Wow!– esclama Rikku. –Non ti avevo mai visto così!
Entriamo nel tempio, che mi sembra parecchio cambiato rispetto a due anni fa, ma, dato che le mie compagne non mostrano segni di stupore, suppongo sia così da un po’… O forse sono io che non me lo ricordo, visto che quando ci sono stato eravamo nel bel mezzo di un processo.
–Avevamo detto nessuno…– inizia un ragazzo coi capelli chiari e una lunga tunica verde (NdA. Sempre perché nessuno si lava i vestiti) sentendoci entrare, ma si ferma appena ci vede. –Oh, Lady Yuna. Suppongo siate qui per Sin.
–Ehilà, Rik…– inizia il ragazzo biondo alla sua destra, ma l’uomo in ombra al di là del duo lo blocca avanzando in luce.
–Sappiamo che ha attaccato il vostro villaggio– ci si rivolge diretto. –Vittime?
Yuna abbassa lo sguardo.
–Molte.
–E lo stesso a Kilika, Luka, sulla Via Mihen e a Guadosalam– conta il ragazzo con la tunica verde.
–Guadosalam?!– esclama Yuna. –No, non è possibile, ci siamo stati fino a stamattina e non…
–La notizia è appena arrivata, Yuna– le spiega il ragazzo biondo. Il riflesso di una lampada gli illumina l’occhio senza la benda, rivelando la pupilla a spirale.
L’uomo scuote la testa e le strane trecce stoppose dei suoi capelli.
–I Guado sono stati quasi del tutto sterminati, e la città è stata completamente rasa al suolo.
–Tipo Zanarkand, hai presente?– interviene nuovamente il ragazzo biondo.
–Come ha fatto Sin a rinascere?– chiede Paine.
–È quello che stiamo cercando di capire– risponde l’uomo.
–Nooji-Nooji, non dovreste riposarvi un po’? siete qui da tanto, e non avete ancora fatto una pausa nemmeno per mangiare…– interviene una donna entrando da una porta sulla destra del tempio. Ha i capelli biondi, un abito rosa, corto al ginocchio (NdA. Quindi neanche lei ha la divisa da pornostar) , e un’espressione preoccupata, mentre si rivolge all’uomo con le trecce.
–Io sono d’accordo con la tua ragazza, Nooji: facciamo una pausa, tanto niente cambiano cinque minuti in più o in meno– risponde il ragazzo Albhed saltando oltre la balaustra del palco ed infilando una porta a sinistra.
–Nooj?– chiede l’altro ragazzo.
–Ormai è andato– risponde lui. –Vai pure tu. LeBlanc, ti raggiungo subito– aggiunge rivolto alla donna bionda, che torna nella stanza a destra.
–Credo abbiate capito che noi non sappiamo niente– ci comunica.
Yuna mi guarda eloquente.
–Manca un’anima all’Oltremondo: quella di Zaon– annuncio.
–Zaon è Sin?
Annuisco.
–Yu Yevon è morto. Come avrebbe fatto Zaon a tornare Sin?
–Non ne abbiamo idea.
–Magari è stato un altro con le stesse idee di Yu Yevon a resuscitarlo– azzarda Rikku.
Nooj scuote la testa.
–Beh, fare congetture su una base è sempre meglio che farne senza. Vado a chiamare Baralai e Gippal, voi aspettate qui– ci dice prima di inoltrarsi nel buio dietro al palco.
–È bello vedere che noi siamo venuti qui per saperne qualcosa e loro, invece, ne sanno meno di noi!– commenta Rikku.
–Non scherzare– le dice Paine accennando con la testa a Yuna.
–Yu? Yunie?
–Nessuno sa niente. E, mentre noi parliamo, Sin può aver distrutto e ucciso ancora.
–Vedrai che se ne starà buono da qualche parte, a riposarsi– la consola Rikku.
–Io voglio sapere che devo fare…
–Niente Yunie, mica devi fare sempre tutto tu! Adesso parliamo coi tre pezzi grossi e vedrai che insieme troveremo una soluzione e uccideremo Sin di nuovo.
–Non sanno niente. Per loro è una novità anche che c’entra Zaon…
È la prima volta che non le sento dire Lord Zaon.
–Insieme troveremo una soluzione– le ripete Rikku.
–Perché nessuno sa mai niente quando voglio sapere che devo fare?– grida Yuna. –Voi tre state dormendo? Vi date una mossa?– chiama.
–Ora calmati, Yuna. Così non risolvi niente– interviene Paine.
Abbraccio Yuna sussurrandole che tutto andrà bene, ma so che non andrà tutto bene, e so anche che il mio abbraccio non serve a nulla. Quello che serve sono risposte, non consolazione.
–Mi sembri un po’ nervosa, Lady– ridacchia il ragazzo biondo rientrando. –Si sentivano i tuoi toni soavi fin nel Naos!
Yuna lo fulmina con lo sguardo.
Nooj e l’altro ragazzo entrano dal fondo, sopra al palco, dove ora è salito anche l’Albhed. Parlottano tra di loro per un po’, mentre Yuna sembra sempre più furiosa per l’attesa, e non è l’unica.
–Ci dite che avete da chiacchierare tanto?!– li chiamo. –Non c’è molto da dire, no? Zaon è resuscitato ed è tornato dentro di Sin, e ora può ammazzare ancora. I tre capi si scambiano un’occhiata, ma non per la mia uscita.
–C’è qualcosa che sappiamo– ci informa il ragazzo coi capelli più chiari.

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Capitolo 14
*** Rivelazione ***


Capitolo-14-Rivelazione

–E che aspettavate a dircelo?!– sbotta Rikku. –Cos’è, un altro Vegnagun?
–Peggio– risponde il ragazzo biondo.
–Volete aumentare la suspance o vi decidete a parlare?– interviene Yuna.
–Non è così semplice– tenta di rispondere il ragazzo con la tunica verde, ma a questo punto ne ho davvero abbastanza dei misteri di Spira.
–Diventate più loquaci con una spada puntata alla gola?
–Sin fu generato dal desiderio– inizia Nooj.
Dietro di noi entra silenziosamente anche LeBlanc.
–Yu Yevon voleva il potere, e non voleva perderlo. Per non perderlo doveva essere immortale– continua il ragazzo con la tunica verde.
–Così generò Sin– completa l’Albhed. –Quando Sin veniva sconfitto da un’Invocazione Suprema, Yu Yevon si univa all’Intercessore e generava un nuovo Sin. Quando anche questo veniva sconfitto, era sempre l’Intercessore a morire, mai Yu Yevon, che semplicemente si univa alla nuova Invocazione.
E fin qui ci siamo arrivati due anni fa.
–Ma ciò che ha tenuto Yu Yevon in vita per oltre mille anni non sono stati gli Eoni Finali– aggiunge il ragazzo coi capelli più chiari. –Il suo corpo comunque morì, e sfruttare quello di un Intercessore non era una soluzione: erano come due anime in un solo corpo, e la volontà dell’uno condizionava l’altro, così che la coscienza di Sin era divisa in due.
E anche a questo ci siamo arrivati due anni fa: riuscimmo ad attirare Sin sfruttando l’inno intercessore, che a mio padre piaceva tanto…
–Doveva impossessarsi completamente di un corpo, annullare la psiche del corpo ospite– spiega Nooj, ma noi sappiamo bene anche questo: “presto sarò Sin, completamente. Non sarò più in grado di trattenermi”… –E poteva farlo solo grazie ad una volontà più potente di quella dell’Intercessore, una volontà spinta dal desiderio, dalla brama. È questa che lo ha tenuto in vita così a lungo, non la semplice fusione con l’Intercessore.
–Vuoi arrivare al dunque?– incalza spazientita Rikku.
–Il desiderio, la brama del potere, lo ha tenuto in vita per oltre mille anni, malgrado tutte le volte in cui sarebbe dovuto morire a causa degli Invocatori. Certo, voi lo avete sconfitto senza un’Invocazione con cui potesse unirsi, ma un desiderio abbastanza forte da tenere in vita un essere umano per mille anni può facilmente adattarsi ad un cambiamento.
–Si chiama spirito di adattamento, o, se preferisci, “la necessità aguzza l’ingegno”– spiega ridacchiando il ragazzo Albhed.
O semplicemente “Volere è potere.”
Sento Yuna sospirare.
Sospiro anche io.
Ecco perché l’Intercessore di Bevelle non mi ha parlato di due anime mancanti: Yu Yevon lì non c’è mai stato, nemmeno dopo il nostro pellegrinaggio…
–Bene, ok, ora sappiamo come è successo il tutto, ma allora come lo uccidiamo se, a quanto pare, è immortale?– chiede Rikku.
–È questo il punto: Sin è immortale– risponde il ragazzo Albhed.
–No! Sin si può uccidere! Noi…
–Rikku, come fai ad essere così ingenua?– ribatte ancora il ragazzo biondo. –Hanno attaccato Besaid mentre c’eri anche tu, no? Hai combattuto contro le scaglie, no? Avrai notato che è stato più difficile di quanto non sia stato due anni fa, no?
Rikku tace.
–Yu Yevon è diventato più potente. Il desiderio di potere, di immortalità, si è acuito, e non dovendo aspettare di unirsi ad un Intercessore e assimilarlo lentamente, può liberamente dare sfogo alla sua crudeltà, scatenando Sin sull’intero continente senza una seconda psiche che gli resista! Ormai, è davvero immortale!
–Aspetta, ha resuscitato Zaon, no?– chiedo. –A cosa gli serve? Cioè, prima gli serviva l’Intercessore dell’Invocazione Suprema per unirsi a lui e resuscitare dopo dieci anni, no? Ora a che gli serve?
–Yu Yevon è solo spirito. Il suo corpo è morto quando Yunalesca lo sconfisse per la prima volta. Zaon gli serve per generare il corpo di Sin.
–Quindi è come se ci fosse un Intercessore, no? Due anime in un corpo…– suggerisco, ma Nooj scuote la testa.
–Ho detto che gli serve per generare il corpo di Sin. Non si è unito a Zaon, perché Zaon non è un corpo, lo deve solo generare, creare dal nulla.
–È complicato– commenta il ragazzo coi capelli più chiari.
–Già– gli fa eco il ragazzo Albhed.
–La volontà di Sin ora è solo quella di Yu Yevon. Zaon non è nulla più che uno strumento.
–Come fa a generare un corpo?– chiedo.
–Questo dovrai chiederlo a Yu Yevon, quando lo incontri– è la risposta del ragazzo biondo.
–Bene, allora che facciamo?– chiede Rikku.
–Non lo so– risponde calmo Nooj. È fastidiosa la sua calma.
–È bello vedere che sei così calmo anche se tra poco su Spira non ci sarà abbastanza gente da formare una squadra di blitzball– commenta ironica Rikku.
–Senti un po’, bambolina, non è colpa sua se Sin è tornato!– interviene per la prima volta LeBlanc.
Rikku alza gli occhi al soffitto e si volta per uscire.
–Yunie, facciamo di più da sole che con loro.
–Smettila di essere così infantile– la riprende Paine, sempre incredibilmente calma, snervante quanto Nooj.
–Senti, Pay, siamo venute qui per avere una mano, ma questi o ne sanno meno di noi o non vogliono dirci quello che sanno, e comunque non sembra che gliene importi granché. Francamente preferisco combinare qualcosa da sola, piuttosto che non fare niente con loro.
–Yuna? Che ne pensi?– le chiedo mentre Rikku e Paine discutono e i tre capi di Spira parlano tra loro.
–Che probabilmente mi pentirò di quello che sto per dire– mi risponde sorridendo.

          –Non sono nemmeno capaci di andare d’accordo.
          La raccapricciante presenza di Yu Yevon si materializza accanto a me, mentre guardo le immagini relative ai quattro ragazzi che già avevo visto discutere nella stanza d’albergo a Guadosalam.
          –Speri che questi ragazzini siano in grado di distruggere Sin?
          La ragazza con gli occhi di colore diverso è la Grande Invocatrice che ha portato il Bonacciale Eterno… Se non ci riesce lei…
          –Non ci riuscirà, è inutile che ci speri tanto. Con certi compagni, poi…
          Yu Yevon ride, mentre la ragazzina bionda litiga con la sua compagna coi capelli corti, poi sparisce così com’è venuto.
          Io continuo a guardare, sperando che la Grande Invocatrice sia davvero in grado di distruggere Sin.

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Capitolo 15
*** Il piano di Yuna ***


Capitolo-15-Il piano di Yuna

Yuna avanza fin sotto il palco, richiamando l’attenzione dei tre capi.
–Due anni fa– inizia, –distruggemmo Sin uccidendo l’Intercessore e combattendo l’anima di Yu Yevon.
Rikku e Paine smettono di discutere, mentre i tre capi sul palco tacciono. LeBlanc si avvicina.
–Ora non c’è un Intercessore, ma il corpo di Sin è generato comunque da qualcuno.
–Zaon non ha un corpo. Non può essere ucciso come avete fatto due anni fa…– inizia l’Albhed.
–Lo so– risponde calma Yuna scuotendo la testa, –ma togliendo a Yu Yevon il mezzo per generare il corpo di Sin, gli togliamo Sin. In fondo, nemmeno i normali mostri che popolano le regioni di Spira hanno un corpo, eppure li si può uccidere.
–I mostri si rigenerano– ribatte Nooj.
–È vero– risponde pazientemente Yuna, –ma se qualcuno trapassasse i lunioli, dopo aver sconfitto i mostri, da cosa si rigenererebbero?
Il ragazzo Albhed si china verso Rikku e scambia qualche parola con lei.
Rikku annuisce, poi si rivolge a Yuna.
–Yunie, Zaon si trova all’interno di Sin. E non nella pancia, o comunque nel corpo, come il papi di Tidy: Zaon è il corpo di Sin– spiega scambiandosi un’occhiata con il ragazzo Albhed. –Non basta entrare in Sin come abbiamo fatto due anni fa, perché non troveremmo Zaon sotto forma di Intercessore.
–Lo so– risponde Yuna perdendo un po’ quell’aria paziente di poco prima, –ma potremmo almeno tentare di portarlo fuori, di allontanarlo da Yu Yevon, così che lui non possa più generare un corpo a Sin. Non parlo di entrare dalla bocca come abbiamo fatto due anni fa, ma di privare Yu Yevon del corpo di Sin, tirando fuori Zaon.
–E come, principessa?– ribatte tagliente LeBlanc.
–Non sono ancora sicura che funzioni, ma ho una mezza idea. Possiamo ancora accedere all’Oltremondo, vero?– chiede rivolta a Nooj.
–Sì, attraverso i templi… Cosa ci vuoi fare nell’Oltremondo?
Yuna non risponde, ma sulle sue labbra si disegna un largo sorriso.
–Ok, Lady, allora possiamo fare una pausa adesso, no?– suggerisce speranzoso il ragazzo Albhed.
Yuna annuisce.
–Perfetto!– esclama quello saltando nuovamente la balaustra del palco.
–Gippal– lo ferma Nooj, –aspetta.
–Che c’è ancora?
–È questo il tuo piano, Yuna? Privare Yu Yevon del corpo di Sin?
–Sì, e poi distruggere Yu Yevon. Solo che stavolta ci accerteremo di averlo fatto definitivamente.
–Come si fa a distruggere qualcuno che è tenuto in vita dal desiderio?– commenta mestamente il ragazzo coi capelli chiari, che dovrebbe essere, per esclusione, Baralai.
–A quello ci penseremo poi.
–Come hai intenzione di avvicinarti a Sin? Hai visto anche tu che le sue scaglie sono più forti, come ha detto Gippal, no?– chiede ancora Nooj.
–Chi ha detto che dobbiamo avvicinarci a Sin?– è la sibillina risposta di Yuna.

          Hanno un piano.
          Distruggeranno Sin.
          L’immagine svanisce davanti a me, ma ormai non ha più importanza guardarla.
          Distruggeranno Sin.

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Capitolo 16
*** Partenza ***


Capitolo-16-Partenza

–Non dovremmo dirlo agli altri?– azzarda Rikku mentre aspettiamo che i tre capi terminino il loro summit.
–Agli altri?– chiedo.
–Lulu, Wakka…
–No– risponde Yuna scuotendo la testa. –Direbbero di no.
–Appunto– mormora Rikku.
–Piantala, fifona– le risponde Paine. –Yuna, quando ci dirai come hai intenzione di avvicinarti a Sin?
–Ve l’ho detto: non ci sarà bisogno di avvicinarci.
–E allora come…
–Quando ci arriveremo ve lo dirò.
–Tu sei pazza, invocatrice!– è il commento di LeBlanc mentre si avvicina a noi.
–Nessuno ti costringe a venire, se devi lamentarti!– la aggredisce Rikku prima che Yuna possa fermarla.
–Senti chi parla! Non sei tu quella che fino a due secondi fa si lamentava?
–Basta, non litigate– si intromette Paine con la stessa calma di sempre.
–Non vuoi dirlo nemmeno a me?– chiedo a Yuna.
–Non credere che solo perché ti trovo bellissimo puoi chiedermi quello che vuoi!– mi risponde ridendo.
–D’accordo, ci ho provato, almeno!
–Molto bene, signorine!– annuncia Gippal con un ampio e teatrale inchino raggiungendoci. –Dopo oltre mezz’ora di attesa, non dovuta a me, ve lo giuro, siamo pronti a partire!
–Non puoi essere serio, per una volta?– lo riprende Nooj dandogli uno schiaffo dall’apparenza non troppo leggera sulla nuca.
–Come ci andiamo?– chiede Rikku.
–E poi: dove dobbiamo andare?– aggiunge LeBlanc.
–Nell’Oltremondo, nonna– le risponde Rikku, ma Paine riesce a fermarle prima che discutano di nuovo.
–Ci andiamo come abbiamo fatto l’altra volta, no? A piedi da uno dei templi. Già che ci siamo, direi di partire da Bevelle– le risponde.
–No– ribatte Yuna scuotendo la testa.
–No?
–No. Voi raggiungete la Piana della Bonaccia e dite a chiunque si trovi lì… anche se dubito ci sia qualcuno… di tornare subito a Bevelle. Io andrò nell’Oltremondo.
–Scordatelo!– esclamo. –Hai detto che la strada era piena di mostri, no? Beh, da sola non ci vai!
–D’accordo, tanto è inutile discutere con te– sorride. –Voialtri, però, andateci subito. Noi vi raggiungeremo al più presto.
–Aspetta, Yunie… che dovete fare nell’Oltremondo?
–Non c’è tempo per spiegartelo ora. Cominciate a fare come vi ho detto.
–Bambolina, ti decidi a parlare? Sarai anche affascinante, con tutta quell’aria di mistero, ma poiché il biondino è già cotto di te non è che ti serva a molto, no?– sbotta LeBlanc.
–Alla Piana vi spiegherò tutto.
Detto questo, Yuna mi conduce attraverso il passaggio per i sotterranei del tempio, che nascondono la strada per l’Oltremondo.
Il percorso tra le rocce sospese è irreale, strano, e l’aria è calda e pesante.
–Yuna?
Yuna mi precede, sicura e a testa alta.
È così cambiata…
È la prima volta che mi trovo a pensarlo, ma… è cambiata.
È più sicura… due anni fa era determinata, sì… ma ora è più spavalda, meno…
Fragile?
–Mi spieghi il tuo piano.
–Aspetta ancora un poco e lo capirai da solo.
Finalmente, dopo un lungo percorso con pochi ma pericolosi mostri, raggiungiamo un giardino di fiori colorati.
Guardando in alto davanti a me scorgo la piattaforma di pietra alla quale si accede da Guadosalam.
Proprio allora, ci appare l’Intercessore di Bevelle.
–Yuna– sussurra chinando il capo davanti a lei.
Yuna si inchina a sua volta.
L’Intercessore sorride, poi svanisce.
–Da questo deduco che lui sappia il tuo piano… giusto?– azzardo.
Yuna annuisce sorridente.
No, è sempre la stessa Yuna…
Mentre sto ancora pensando a questo, alle sue spalle i lunioli prendono la forma di una donna dai lunghi capelli bianchi.
–Yunalesca!– esclamo capendo, finalmente.
–Esatto! La donna amata da Zaon, con cui aveva un rapporto tale da riuscire a generare la prima Invocazione Suprema!– spiega Yuna.
–Aspetta! Vuoi attirare Zaon come abbiamo attirato mio padre due anni fa usando l’inno? Perché i tre capi hanno detto che Zaon non ha potere su Sin…
–Non voglio attirare Zaon.
Yuna scambia alcune parole con la sua omonima di mille anni fa. Lei annuisce e si dissolve in lunioli con un sorriso. Le piccole luci colorate volano verso l’alto.
–Ora raggiungiamo gli altri alla Piana della Bonaccia– mi dice.
Sì, è cambiata.
Due anni fa non avrebbe fatto tanti misteri, avrebbe parlato e basta…
Ora è troppo sicura…

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Capitolo 17
*** Battaglia finale? ***


Capitolo-17-Battaglia finale?

Raggiungiamo la Piana della Bonaccia senza troppi problemi.
Gli altri ci aspettano al centro, accanto alla filiale deserta della Casa del Viante di Rin.
–Allora, ti decidi a spiegare?– incalza LeBlanc.
–Che avete fatto nell’Oltremondo?– chiede Rikku, più a me che a Yuna, che sembra non avere alcuna intenzione di dare spiegazioni.
–Abbiamo parlato con Yunalesca… Cioè, Yuna le ha parlato.
–Zaon non ha controllo su Sin…– inizia Nooj.
–Ho capito!– sbotta Yuna. –Lo avete già detto, me lo ha ripetuto Tidus e ora me lo dite di nuovo, ma non ho intenzione di attirare Sin!
Cambiata.
Cambiata tanto…
–Perché non ci spieghi una volta per tutte cosa…– ribatte LeBlanc, ma Paine la ferma con un cenno.
–Quando fa così è meglio non insistere: rischi solo di trovarti a fette.
Yuna si allontana da noi, levando le braccia in alto.
Simboli magici le appaiono sotto i piedi, mentre il cielo cambia colore, passando dall’azzurro sereno ad un blu polveroso, violetto, triste. Le nuvole si addensano sopra di noi, mentre i simboli luminosi sull’erba si estendono all’intera Piana.
–Yuna?– la chiamo, ma un vento gelido si genera all’improvviso da lei, impedendoci col suo ululare di sentire le parole del compagno accanto a noi.
–Yunie! Che sta succedendo?– grida Rikku, ma il vento è troppo forte, e Yuna non ci sente.
Tento di avvicinarmi a lei, ma la furia della tempesta mi respinge…
Che diavolo sta succedendo?
–Yuna!– urlo.
Sin appare sopra di noi, nel cielo.
Lunioli colorati escono in quel momento dal suo corpo, ma non sono suoi.
Yunalesca sta lasciando il corpo del mostro.
–Ecco cosa voleva fare!– grida Gippal abbastanza forte da farsi sentire da tutti, meno Yuna, troppo lontana. –Anche Yunalesca è un’anima senza un corpo! E il suo legame con Zaon l’ha portata ad avvicinare facilmente Sin!
–Dopodichè è riuscita a guidare la sua volontà– esclama Baralai afferrando il ragionamento del compagno. –Yu Yevon aveva controllo completo sulla volontà di Zaon, ma l’intrusione di Yunalesca, che con la sua anima aveva un rapporto più profondo, gli ha impedito di mantenere la guida di Sin!
–E così Sin è davanti a noi, d’accordo… Ma ora?– chiede Rikku.
–Yuna sta combattendo– risponde Nooj.
Ci voltiamo tutti verso di lui.
Non ha gridato, o almeno è rimasto comunque calmo.
–Combattendo?– chiedo. –Che vuoi dire?– grido.
–Calmati. Yuna ha ricevuto in dono degli Eoni, durante il suo pellegrinaggio, ricordi? Sa come guidare le anime. È l’unica a poter combattere contro Sin.
–Di che diavolo parli, vecchio?! Anime, combattere… Spiegati!– mi infurio.
–Sin, ora, è composto da due anime, una delle quali genera il suo corpo, giusto?
–Arriva al punto!– ruggisco.
–Yuna sta invocando l’anima di Zaon, per strapparla al controllo di Yu Yevon. È l’unico modo per distruggere Sin!
–E noi?– chiede Rikku.
–Suppongo che dovremo entrare in gioco una volta che Sin ha perso il corpo, per sbarazzarci una volta per tutte di Yu Yevon– risponde Gippal.
Mi volto nuovamente verso Yuna.
Ora è sospesa in aria, appena sopra le nostre teste, sostenuta dal vento che la sua invocazione ha generato.
Il suo viso è contratto, come in preda al dolore dovuto allo sforzo…
Cambiata, non cambiata… è la mia Yuna!
–Yuna!– grido correndo verso di lei, contro la tempesta, fino a trovarmi proprio sotto di lei, ma è troppo in alto… e poi… cosa potrei mai fare, io?
Sento un fragore di vetri rotti, e al di sopra di Yuna vedo il corpo di Sin andare in mille pezzi, mentre i lunioli di Zaon raggiungono quelli di Yunalesca.
La tempesta si calma, il cielo torna chiaro, la sfera buia che è l’anima di Yu Yevon scende lentamente a terra, mentre Yuna, svenuta, precipita tra le mie braccia.
–Yuna…– sussurro.
Gli occhi chiusi, la bocca atteggiata ad una smorfia di dolore e di stanchezza, è abbandonata tra le mie braccia.
La sfera buia prende la forma di un uomo.
–Stupida ragazzina. Sei scampata alla morte degli altri invocatori… perché rinnegare la tua fortuna?
Cosa?
No!
No! No! No!
Yuna?
Yuna!
Il suo corpo abbandonato, gli occhi chiusi…
…non un respiro…
–YUNA!
–Pensa a lei, Tidy! Noi pensiamo a mostro!
Ho una confusa visione di Rikku e gli altri che corrono verso Yu Yevon, ma è tutto offuscato, irreale…
Yuna?
Yuna, ti prego rispondi…
Accarezzo il suo viso pallido, freddo…
No, non può finire così.
–NO!– grido lanciandomi verso il mostro che me l’ha portata via, tagliando il suo corpo a metà, accanendomi contro il suo viso, sfregiandolo…
Ma ogni mio colpo viene subito beffato da un guizzo scuro che gli ridona la sua forma.
–Non ho un corpo che tu possa distruggere, ragazzino. Non puoi nulla contro di me. La brama, il potere… possono molto di più della tua cieca rabbia. Sono immortale!
Sento lo scoppio dell’arma di Gippal dietro di me, e vedo Yu Yevon andare in pezzi, ma le ombre tornano di nuovo, riformando il suo corpo… che corpo non è.
Yu Yevon ride di fronte ai miei stupidi, inutili tentativi, ma io non capisco, non vedo nulla tranne la mia Yuna stesa senza vita sull’erba.
La rabbia mi invade, colpisco ancora, e ad ogni colpo Yu Yevon ride.
Intercetto il suo sguardo, beffardo, pieno di disprezzo e superiorità, poi mi sembra di vedere un nuovo guizzo d’ombra, e un pugno mi penetra tra le costole.
Cado a terra, stordito, ma ancora pieno della stessa furia.
Tento di rialzarmi, di oppormi ancora a lui…
Yu Yevon blocca con le mani la mia Fraternity e mi scaglia lontano, accanto al corpo della donna che amo.
–Via!– grida Nooj. –È troppo forte!
Sento qualcuno sollevarmi di peso, portarmi via… Non vedo nulla, e l’unica cosa che riesco a dire è –Yuna– con un filo di voce.
Poi tutto è buio.

(NdA. Credete sia finita qui? Attenti, guardate bene il titolo del capitolo...)

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Capitolo 18
*** Un nuovo piano ***


Capitolo-18-Un nuovo piano

Riprendo lentamente conoscenza nel letto di Wakka e Lulu.
Vidinu strilla nella culla accanto a me.
Mi alzo dolorante e mi accorgo di avere solo i pantaloni e una larga fasciatura attorno al torace sporca di sangue.
Mi gira la testa.
Mi sento uno schifo.
Ci metto un po’ a ricordare cosa sia successo, poi l’orrore degli avvenimenti della Piana della Bonaccia mi travolge, spezzandomi il respiro.
Stringo gli occhi come per contenere il dolore.
–Ehi, blitzer! Ti sei ripreso, eh? Non sforzarti, però– mi saluta Wakka entrando, richiamato dal pianto del bambino.
Lulu è dietro di lui.
–Tranquillo: Yu’ sta bene– mi risponde Wakka, intuendo che è l’unica cosa a cui sto pensando.
–Dov’è?– chiedo in fretta, col respiro ancora mozzo.
–Nella tenda della milizia, ma– mi ferma vedendo che sto già per precipitarmi fuori –lasciala riposare. È un miracolo che sia ancora viva.
Già, un miracolo…
L’immagine di Yuna senza vita tra le mie braccia mi provoca un brivido.
Lulu culla il bambino cantando a bassa voce una ninna nanna.
Mi sorride.
Sorrido anche io… ci provo, almeno.
–Yu Yevon…– mormoro.
Wakka scuote la testa.
–Riposati, non è una ferita da nulla, quella– mi risponde accennando con la testa alla mia fasciatura. –A Yu Yevon ci penserai poi.
Pensare poi.
–No, sto bene.
Mi alzo e mi infilo gli stivali e la maglia, accuratamente piegata sul tavolo, pulita.
–Lu’ te l’ha lavata– sorride Wakka.
Come fanno ad essere così tranquilli?
Sin non è morto…
Ehi, un momento!
Yu Yevon è vivo, ma… non ha più Zaon! Sin non ha più un corpo!
Raggiungo il mio gruppo fuori dalla tenda.
–Tidy! Stai bene?– grida Rikku correndomi incontro.
Annuisco.
–Yuna à tahdnu (=Yuna è dentro)– mi comunica Fratello.
Noto l’aereonave dietro al tempio.
–Lo so.
Paine, Nooj, Gippal e Baralai sono dietro di loro, mentre LeBlanc è seduta sui gradini del tempio, roteando il suo ventaglio attorno a dito.
–Che facciamo, ora?– chiedo.
Rikku si volta verso i tre capi di Spira.
–Non lo sappiamo. Stiamo aspettando che Yuna si riprenda.
Sediamo tutti sui gradini, accanto a LeBlanc, aspettando…
Un uomo ci passa davanti rivolgendoci uno sguardo di disprezzo, poi si allontana a testa alta, sdegnoso.
Non è l’unico.
Molti ci oltrepassano per entrare nel tempio chiacchierando a bassa voce nella nostra direzione, senza preoccuparsi minimamente di dissimulare lo sguardo.
Rikku scuote la testa.
–Ignorali. Ho provato a prenderne a schiaffi un paio, ma non posso prenderli a schiaffi tutti.
–Perché fanno così?– chiedo.
–Meglio che tu non lo sappia. Se Rikku li ha presi a schiaffi tu li faresti a pezzi– è la risposta di Paine.
–Perché?
–Due anni fa ci guardavano male perché dopo aver ucciso Seymour eravamo diventati dei traditori del clero. Poi ci osannarono dopo la sconfitta di Sin. Ora che Sin è tornato siamo di nuovo dei traditori, che hanno osato andare contro le leggi millenarie di Yevon e bla bla bla– risponde Rikku.
–La gente è proprio stupida!
–Traditori!– grida una donna prima di nascondersi dietro ad un albero.
–Il bello è che non hanno nemmeno il coraggio di farsi avanti a dirci in faccia quello che pensano!– commenta Rikku rivolgendo una linguaccia alla donna nascosta. Entro nel tempio, che trovo ricostruito rispetto alla notte del ritorno di Sin e riportato al suo vecchio ruolo di luogo di culto.
C’è più folla di quanta ce ne fosse due anni fa.
Una vecchia ripete instancabilmente la riverenza davanti alle statue dei Grandi Invocatori, e un uomo inginocchiato di fronte alle scale invoca Yevon.
Possibile che dopo tutto quello che è successo due anni fa ancora ci sia gente che invoca Yevon?
Mi fermo davanti alla statua di Braska, sorprendendomi a pregare che Yuna stia bene.
–Ehi, innamorato: la principessa è sveglia– mi chiama LeBlanc interrompendo la pace del luogo.
Corro fuori, e noto la tenda della milizia aperta, con tutti i miei compagni intorno, che aspettano me.
Entro, mentre gli altri aspettano fuori.
Yuna è seduta sul letto, spettinata e coi vestiti gualciti.
La treccina di vetro azzurro e il ciondolo sono su un comodino.
–Ciao– mormora vedendomi.
–Ciao, piccola– la saluto sedendomi accanto a lei. –Stai bene?
Annuisce sorridendo.
–Yu Yevon è ancora vivo, vero?
Abbasso lo sguardo.
–Non ha ancora richiamato Sin, vero?– chiede ancora, stavolta speranzosa.
–Credo di no.
–Dobbiamo fare presto!– si anima all’improvviso, scattando in piedi.
–Calmati, sei ancora debole…
–No, sto bene– risponde in fretta infilandosi gli stivaletti e mettendo la treccina di vetro e il ciondolo. –Avanti, andiamo…
–Ferma.
Le blocco il polso, impedendole di uscire.
–Tidus…
La tiro a me, abbracciandola con tutto me stesso.
–Ehi, biondino, sto bene– ride. –Ehi?
–Scusa. Ma mi hai fatto spaventare. Non ci dicevi niente… E poi sei svenuta, non respiravi… E Yu Yevon ha detto che eri morta…
–Non vi dicevo niente perché probabilmente Yu Yevon ci spiava… e non volevo che scoprisse il mio piano. E… effettivamente ero morta. Lulu mi ha risvegliata. È diventata tanto potente da saper controllare anche le magie bianche, sai?
Sapere che “effettivamente era morta” mi fa mancare il respiro per un attimo…
Ma ora sta bene… no?
–Ora andiamo, prima che Yu Yevon si procuri un altro corpo.
Raggiungiamo gli altri fuori dalla tenda.
Rikku salta addosso a Yuna gridando –Stai bene!– mentre gli altri la accolgono in maniera più civile.
–Dobbiamo trovare Yu Yevon e distruggerlo prima che riformi Sin– annuncia Yuna dopo essersi liberata di Rikku, che le si era attaccata come una piovra.
–E come?– chiede calmo come sempre Nooj. –È invulnerabile.
–Tu non lo hai visto– interviene Gippal, –ma lui– indica me –lo ha attaccato come un pazzo e quello rideva. Lo ha tagliato a metà e quello si è riformato! Non ha un corpo fisico. Non può essere attaccato…
–Non con una spada– conclude semplicemente Yuna, –ma forse con la magia sì.
–Dubito– risponde Baralai scuotendo tristemente la testa.
–Ehi!– li richiama Yuna. –Dobbiamo vincere! Distruggere Yu Yevon! Riportare il Bonacciale Eterno!– spiega Yuna con enfasi. Alcuni abitanti del villaggio le rivolgono sguardi torvi quando lei nomina il Bonacciale Eterno. Yuna non li vede.
–M’yanauhyja à y tecbuceweuha (=L’aereonave è a disposizione)!– annuncia Fratello.
–Sul serio?– esclama Yuna. –Perfetto! Allora tutti a bordo: partiamo subito!
–Calma, invocatrice– la ferma Nooj. –Partiamo per dove? Non sappiamo dove possa essere Yu Yevon. E non abbiamo un piano.
–Gli ho sottratto il corpo di Sin invocando l’anima di Zaon come facevo con gli Eoni. Ora posso invocare l’anima di Yu Yev…
–Non se ne parla proprio!– grido. –Sei morta– mi passa un brivido –per invocare Zaon, pensa con Yu Yevon, che è diecimila volte più forte! Scordatelo, tu non invochi nessuno!
–Ragazzi… Forse mi è venuta un’idea– annuncia Rikku.
La guardiamo.
–Yuna ha invocato Zaon come invocava gli Eoni, perché era un’invocatrice. Possiamo chiedere agli altri invocatori di aiutarci… Possono invocare Yu Yevon insieme a lei, e poi… beh, poi dobbiamo ancora pensare a come sconfiggerlo.
–L’idea è sensata, nonostante sia stata Rikku a proporla– è il commento di Gippal.
–Perfetto!– risponde Yuna. –Allora cerchiamo Isaaru e Dona!
–In tre non andrete lontano…
–Allora cercheremo chiunque sappia invocare!
–Resta ancora il problema di come sconfiggerlo– interviene Nooj.
–Possiamo provare con la magia nera– risponde Yuna.
–E se non funzionasse?
–Funzionerà. Sennò… proveremo in qualunque modo ci venga in mente!
–Questo sarebbe un piano?– commenta LeBlanc.
–Tu hai qualche idea?– risponde acida Rikku.
–Fratello, bundale y Kilika! (=Fratello, portaci a Kilika!)– annuncia Yuna.
–Kilikaaa!– grida Fratello correndo verso l’aereonave.
Perché deve sempre tirare questi strilli da pazzo?

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Capitolo 19
*** Gli altri invocatori ***


Capitolo-19-Gli altri invocatori

Atterriamo sulle acque di Kilika, e il portellone si apre facendoci da passerella fino alle banchine di legno.
–Mio…– mormora Rikku.
Restiamo tutti fermi, impalati davanti alla scena di una Kilika ancora una volta distrutta.
Le case sono a pezzi, completamente, le banchine sono solo frammenti di legno montati su paletti in mezzo all’acqua.
La città non esiste più.
–L’avevano ricostruita…– inizia Yuna.
Le prendo la mano e lei me la stringe forte.
Alcuni uomini lavorano intorno ad un cancello di legno, in fondo, verso il bosco, tentando di renderlo agibile.
Ci avviciniamo a loro.
Ci guardano torvi come gli abitanti di Besaid.
Nooj si fa avanti.
–Sapete dove si trova Dona?– chiede senza troppi giri di parole.
Un uomo piuttosto grosso si stacca dal gruppo e gli si avvicina.
È Barthello.
–Perché la cercate?
–Ci serve il suo aiuto– risponde Yuna.
Barthello incrocia il suo sguardo, poi fa un breve inchino.
–Sono tutti nel tempio– risponde facendoci strada.
Gli altri continuano a guardarci accigliati.
Barthello ci conduce attraverso il Bosco, rimasto invariato da quando ci passammo durante il pellegrinaggio.
Fu qui che Yuna mi chiese di diventare suo guardiano…
–Qualunque cosa vogliate chiederle, portatela via di qui. Non se ne può più: la gente è troppo stupida– ci dice Barthello.
Saliamo le scale del tempio, fino a trovarci dentro, dove sono radunati i superstiti del nuovo attacco di Sin.
Dona è tra loro.
Yuna le si avvicina.
–Ciao, Dona.
–Yuna– risponde altera come sempre.
–Ci serve il tuo aiuto.
–A chi non serve?– risponde lei accennando agli abitanti che le sono intorno. –Dall’attacco, non ho fatto altro che trapassare i morti.
La sua voce è dura.
Più dura di due anni fa…
–Cosa ti serve?– riprende dopo un sospiro.
–Abbiamo un piano, ma ci serve l’aiuto di altri invocatori. Da sola non posso.
–D’accordo– risponde secca Dona intercettando lo sguardo supplichevole di Barthello. –Solo un momento– aggiunge dirigendosi verso alcuni bambini feriti.
Sembra… fredda.
Più fredda di due anni fa, intendo.
Yuna mi guarda interrogativa.
Io alzo le spalle.
–Da quando Sin è tornato, tutti cercano una risposta– ci spiega Barthello. –E tutti pensano che… sì, insomma… sia colpa vostra. Che gli abbiate fornito il mezzo di tornare prima della fine dei dieci anni del comune Bonacciale. E se la sono presa con tutti gli invocatori– lancia uno sguardo a Dona. –Ha dovuto trapassare le anime dei morti, curare i feriti… e rispondere a tutti quelli che le chiedevano di riprendere il pellegrinaggio. La metà delle mascelle rotte sono opera sua.
Sorrido figurandomi la scena di Dona che prende a pugni l’uomo grosso e minaccioso inchinato davanti ad una statua con la mascella rotta.
–Si è infuriata un po’ con tutti: gli uomini perché volevano che riprendesse il pellegrinaggio, le donne perché volevano che curasse i loro bambini, i bambini perchè facevano chiasso lamentandosi di non poter giocare… Ma hanno tutti bisogno di un’invocatrice, e non hanno nemmeno pensato a cacciarci– riprende. –Volevamo andare via… Cioè, io gliel’ho proposto… ma lei non se la sentiva di abbandonare tutti… non senza un motivo. Non lo ammetterebbe mai, ma comunque tiene agli abitanti della sua città– aggiunge abbassando la voce perché Dona non senta. –Almeno, ora ci avete dato una scusa per partire.
Guidiamo Dona in città, seguita da Barthello, fino all’aereonave.
–Ancora con questo coso?– commenta, ma non aspetta risposta ed entra.
Noi la seguiamo.
–Vyddu? (=Fatto?)– chiede Fratello.
–Cè (=Sì)– risponde Rikku. –Una bundale y… (=Ora potaci a…) Dove, Yuna?
–Zanarkand.
–Zanarkand?– chiedo con una strana sensazione nello stomaco.
Zanarkand.
La mia Zanarkand…
No, la Zanarkand distrutta, quella vera.

Mi manca la mia città.
–Isaaru è lì. Almeno credo– risponde Yuna.
Isaaru a Zanarkand? E che ci fa?
–Non credo che sia lì– interviene Rikku. –Maroda e Pacce erano alla Lega della Gioventù… Sono i suoi fratelli, no? Suppongo che, dopo quello che è successo, li abbia raggiunti.
–Allora cerchiamoli lì. Fratello, yhdeysu ymmy Maky tammy Keujahdìn (=Fratello, andiamo alla Lega delle Gioventù).
Fratello lancia il suo stupido grido da pazzo, mentre Rikku alza gli occhi al cielo, e l’aereonave decolla diretta alla Via Microrocciosa.
Atterriamo di fronte all’ingresso.
–È inutile che ci andiamo tutti– annuncia Yuna. –Tidus viene con me– aggiunge prima che possa intervenire, –voi spiegate il piano a Dona.
–Vengo anche io– risponde Nooj e, senza attendere risposta, ci segue, facendo cenno a LeBlanc di restare.
Entriamo nel Quartier Generale della Lega, dove, come l’altra volta, ci sono gruppi di duellanti che si allenano sotto lo sguardo vigile di Elma e Lucil, che ci salutano da lontano.
Clasko si occupa dei chocobo in un angolo.
Noto anche i due uccelli che ci avevano prestato e che avevamo lasciato una volta giunti al Fluvilunio.
Troviamo Maroda e Pacce intenti a discutere, sudati e stanchi per l’allenamento appena terminato.
–Lady Yuna!– grida Pacce correndole incontro e abbracciandola.
Maroda compie la riverenza.
–Ciao, Pacce. Ciao Maroda. Cerchiamo Isaaru.
–Di là– indica Maroda, –in fondo al crepaccio, accanto alla Cava.
Yuna annuisce per ringraziare e mi guida lungo il crepaccio.
Noto che Nooj non è più con noi.
–Sarà da qualche parte a dare ordini. In fondo è il capo qui– risponde Yuna notando che mi guardo intorno.
–Hai idea di dove trovare altri invocatori, dopo Dona e Barthello?
–Quando ero nella base Albhed, prima che i Guado mi portassero a Bevelle perché sposassi Seymour– stringo i pugni, immaginando di colpire Seymour, –ne ho incontrati molti. Alcuni… la maggior parte… sono morti, ma alcuni dovrebbero essere ancora a Bevelle, probabilmente al tempio a cercare di riportare un po’ d’ordine.
Raggiungiamo Isaaru all’ingresso della Cava piena dei dolorosi ricordi di Shuyin.
–Lady Yuna– saluta senza nemmeno voltarsi a guardarci.
–Isaaru, ci serve il tuo aiuto. Abbiamo un piano per distruggere Yu Yevon, ma ci servono altri invocatori– spiega Yuna.
Isaaru si volta.
–Che piano?
–Noi sappiamo invocare le anime, lo abbiamo imparato per richiamare gli Eoni. Yu Yevon è un’anima: noi lo invocheremo nella Piana della bonaccia, e loro– accenna a me– lo attaccheranno. Distruggeremo Sin in modo che non possa tornare mai più.
Isaaru scuote la testa.
–Io mi fido molto di voi, Lady Yuna, ma… Già una volta siete andata contro le leggi di Yevon per cercare di potare un Bonacciale Eterno e non ha funzionato… Perché vi ostinate?
Non mi aspettavo una risposta simile, da Isaaru.
–Il Bonacciale Eterno è contro la natura– continua, –perciò Sin è tornato! Sin non morirà mai! Fa parte del ciclo della vita! Dobbiamo seguire i precetti di Yevon, è l’unico modo per espiare i nostri peccati, nati con la Città delle Macchine!
Peccati nati con la Città delle Macchine?
–Senti un po’, credi davvero che Sin sia una punizione divina per la tecnologia?– esclamo.
Isaaru non si aspettava questa reazione da me più di quanto io non mi aspettassi la sua risposta.
–La storia dei peccati è tutta un’invenzione del clero per ottenere più potere, tenendo soggiogato il popolo ignorante di Spira! Sin altro non è che il mezzo creato da un uomo per ottenere un potere immortale! Ma Sin non è immortale! Sin è solo… uno strumento! E Yu Yevon altro non è che l’anima malvagia di un uomo egoista!– grido.
Isaaru mi fissa negli occhi.
Sostengo il suo sguardo.
–Nuovi pellegrinaggi si stanno organizzando. Saranno loro a fermare Sin, non voi, Lady Yuna– aggiunge infine, sempre fissando me.
Yuna cerca il mio sguardo in cerca di un aiuto.
–Stai solo condannando Spira– dico calmo ad Isaaru.
–Sto solo rispettando le leggi di Yevon– ribatte lui con la stessa calma.
–Yevon non esiste.
–Il ciclo si ripete da mille anni: ci sarà un motivo se ha retto tanto.
–L’ignoranza di un popolo vigliacco che preferisce credere alle favole piuttosto che guardare in faccia la realtà.
Isaaru non risponde.
–Vi aiuterò– dice infine. –Ma non condivido– conclude precedendoci lungo il crepaccio.
Yuna continua a fissarmi.
–Stupido– mormoro.
Torniamo all’aereonave seguiti da Isaaru, Maroda, Pacce e Nooj, ricomparso dal nulla.
Isaaru e Dona si scambiano uno sguardo, mentre Pacce corre accanto a Fratello.
L’aereonave decolla.
–Ancora strumenti infedeli– mormora Isaaru.
–Puoi seguirmi un attimo?– gli chiedo. –Voglio mostrarti una cosa.
Isaaru alza le spalle e mi segue di malavoglia nell’ascensore.
Seleziono Sala Macchine.
–È questo che mi volevi far vedere? Le macchine proibite?
–No, questo– rispondo menandogli un pungo che gli fa perdere l’equilibrio. Cade all’indietro. –Cos’è cambiato rispetto a due anni fa?– gli chiedo con foga mentre lo guardo rialzarsi con una mano sul naso sanguinante.
–Sin è tornato.
–”Sin è tornato” non è una risposta! Due anni fa, sembravi crederci, che il clero si prendesse gioco del popolo e che la storia di peccati fosse solo un’invenzione: ora cosa è successo?
–Due anni fa, vidi Sin sparire, e come tanti ho creduto che effettivamente fosse possibile sconfiggerlo senza Invocazione Suprema. Ora ho visto Sin tornare, e non so più a cosa credere, perché il Bonacciale Eterno in cui avevamo tutti sperato è svanito senza darci il tempo di capire!– risponde Isaaru cercando di colpirmi a sua volta.
Scanso facilmente il suo pugno, e lo vedo cadere accanto a me.
–Avevo creduto che l’orrore fosse finito. Che fossimo al sicuro, e invece è tornato, e ha ucciso più di quanto non abbia mai fatto prima!– grida.
Resta a terra, col viso rivolto verso il pavimento, le gocce di sangue che gli colano dal naso forse rotto.
–Lo sconfiggeremo…
–Non ha funzionato una volta, non funzionerà di nuovo!– urla voltandosi verso di me, ma senza alzarsi.
Respira affannosamente, osservandomi duro, pieno di una rabbia che continua ad accumularsi.
–Sapere che Sin sarebbe tornato, dopo dieci anni, ci rendeva pronti ad aspettarlo. Sapevamo che sarebbe tornato, non ce lo trovavamo improvvisamente davanti, pronto a distruggere tutto!
Si ferma per riprendere fiato.
–È vero, la storia del peccato sarà una favola, qualcosa dietro cui nasconderci, ma almeno ci dava una speranza, per quanto falsa potesse essere. Il ritorno di Sin ogni dieci anni non è una soluzione, su questo non ti do torto, ma era un ciclo, qualcosa a cui eravamo in un certo senso abituati, faceva parte della vita!
Si ferma di nuovo.
Lentamente si calma e si rialza.
Il sangue ha smesso di uscirgli dal naso.
Passa la manica sul viso, per asciugare il sangue fermo e le lacrime che ora gli escono dagli occhi.
–Ora finirà– gli dico prima di voltarmi a riprendere l’ascensore.
Isaaru resta ancora lì, al centro della Sala Macchine, mentre io raggiungo gli altri sul ponte.
Yuna mi guarda interrogativa.
Scuoto la testa per dirle di non preoccuparsi, ma lei capisce ugualmente cosa è successo.
Mi prende la mano.
–Abbiamo trovato altri invocatori– annuncia Rikku. –Stiamo andando a prenderli.
–Sperando che non siano tutti come Isaaru. Non puoi prenderli a pungi tutti– commenta a bassa voce Yuna osservando la mia mano macchiata di sangue.
La nascondo perché gli altri non vedano.
Yuna sorride.

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Capitolo 20
*** E' tutto finito ***



    AryYuna presents


Capitolo-20-È tutto finito

    L'ultimo capitolo! (scrosci di applausi - NdA. Grazie, grazie)

Ho preferito pubblicare gli ultimi tre insieme, per finire la saga (parolone!) con la fine dell'anno. Buona lettura, e buona fine del 2007 *kiss*


Atterriamo alla Piana della Bonaccia dopo essere passati a prendere gli altri invocatori, che, chi più chi meno, hanno rivelato gli stessi pensieri di Isaaru prima di seguirci.
Yuna li giuda al centro della Piana e insieme a loro inizia l’invocazione.
I simboli magici ricoprono nuovamente la Piana, ma non c’è nessun forte vento, e Yuna appare più calma.
–E ora?– chiede Rikku.
–Dobbiamo aspettare.
Aspettiamo per un bel po’.
Alcuni invocatori iniziano a mostrare segni di stanchezza.
Un’ombra scura appare improvvisamente in cielo.
–Pronti?– grida Gippal imbracciando la sua arma.
–Non aspettavamo altro!– è l’inaspettata risposta di LeBlanc.
Il cielo si copre di nuvoloni neri e minacciosi.
Un’invocatrice cade improvvisamente priva di sensi con un gridolino, stanca per la prolungata invocazione.
Altri invocatori appaiono ormai allo stremo.
Cerco con gli occhi Yuna, al centro del cerchio degli invocatori, mentre il cielo diventa sempre più scuro.
La sfera buia di Yu Yevon scende lentamente, leggera, vorticante.
Altri invocatori svengono senza un suono.
–Calmi– mormora Nooj diretto a noi, osservando la lenta discesa di Yu Yevon. –Non attaccate senza un’idea precisa.
–Alle idee precise avremmo dovuto pensare prima. Ora è un po’ tardi, no?– risponde secca Rikku.
–Attaccatelo fisicamente– rispondo io. –Rikku, LeBlanc, Baralai, voi sapete usare la magia nera, vero? Mentre loro lo distraggono attaccandolo da vicino con le armi, noi lo colpiamo con le magie. Le più potenti che possiamo invocare.
La sfera buia atterra di fronte a noi.
Un corpo d’ombra si forma da essa.
–Tentate ancora?– chiede beffardo Yu Yevon.
–Pronti?– chiedo.
Domanda retorica.
Gippal carica la sua arma e fa fuoco su Yu Yevon, mentre Paine e Nooj iniziano a colpirlo con le loro spade.
Yu Yevon ride, mentre guizzi scuri ricompongono il suo corpo dove i miei compagni lo colpiscono.
–Avanti col fuoco!– grida Rikku, alzando il braccio e gridando la magia del fuoco di secondo livello.
LeBlanc le fa eco.
Io e Baralai tentiamo col terzo livello.
Il corpo di Yu Yevon inizia a presentare delle bruciature che i guizzi d’ombra non riescono a riparare.
–Firaga! Firaga! Firaga!– grido in rapida successione, prima che Yu Yevon possa reagire.
–Voi…– ansima Yu Yevon.
–Firaga!– grido ancora.
I guizzi del suo corpo rallentano, mentre Yu Yevon cerca di sollevarsi nuovamente in cielo, bloccato, però, dalla forza degli invocatori.
–Firaga!– grida come me, ma con molta più calma, Baralai, e nuove bruciature si aggiungono sul corpo di Yu Yevon, sempre più consistente e debole anche agli attacchi fisici di Nooj, Paine e Gippal.
–Para…fire– mormora debolmente Yu Yevon, mentre con una sola occhiata io, Rikku, LeBlanc e Baralai decidiamo di cambiare elemento e insieme passiamo al tuono.
Yu Yevon è sempre più debole, eppure non dà segni di cedimento vero e proprio.
Io e i miei compagni, invece, iniziamo ad essere stanchi.
–Thunder…– mormora Rikku, presto seguita da LeBlanc.
Baralai sembra quello con più resistenza.
Un tuono di straordinaria potenza illumina il cielo nero e cade sull’ombra scura di Yu Yevon, che cade in ginocchio con un grido.
Mi volto verso l’origine di quella potentissima magia, e vedo Lulu all’ingresso della Piana.
Marcia verso di noi col suo Moguri in braccio, che si agita insieme alla sua padrona, mentre un blocco di ghiaccio si forma sotto Yu Yevon, sollevandolo da terra e facendolo nuovamente precipitare dopo essere svanito.
–Felice di vederti, Lulu– mormora Rikku stremata.
–Ci penso io– le sorride lei facendole cenno di smettere.
LeBlanc le crolla accanto.
–Non ce la faccio più!– strilla.
–Idroga!– grida Lulu, mentre un fiume in piena straripa sulla figura sempre più malridotta di Yu Yevon.
–Thungada!– gridiamo contemporaneamente io e Baralai mentre ancora l’acqua lo ricopre.
L’effetto è immediato.
L’acqua prolunga l’effetto della nostra magia di tuono, subito rafforzata dall’intervento di Lulu, finché Yu Yevon, sfinito, non crolla riverso a terra, circondato da guizzi d’ombra disperati.
La maggior parte degli invocatori ha ormai perso i sensi, ma quelli ancora coscienti iniziano subito la loro danza funeraria, mentre lunioli insolitamente scuri escono dal corpo di Yu Yevon.
Il cielo torna sereno, accogliendo le ultime ombre del mostro.
Lulu porge a Rikku e LeBlanc alcune pozioni, mentre Baralai provvede agli altri invocatori.
–Yuna– le sussurro avvicinandomi a lei.
Lei mi sorride.
–È tutto finito– mormora sorridente abbandonandosi al mio abbraccio.
La bacio.
–Ti amo.
–Non tornerà più?– chiede Gippal voltandosi per non guardarci.
–Chi può dirlo?– è la retorica risposta di Nooj. –La morte non muore mai.


Allora! Che ne pensate, ora che la fic è finalmente finita? Aspetto commenti e critiche, ovviamente ^^

Ora posso dirvelo: in realtà avevo in mente di finirla in tutt'altro modo, tre capitoli fa, ma poi ho deciso che era davvero deprimente far morire la mia Yunie (*sigh*) e qualcun altro (sì, l'idea di base era fare una carneficina *.* sangue sangue *.*)... Sono per i lieto fine, in certi casi, anche perché di fic deprimenti ne ho già scritte abbastanza senza far anche morire Yuna, no?
Resto in attesa dei vostri commenti, allora, e ringrazio TANTOTANTOTANTO tutti coloro che mi hanno letto e, ovviamente, ringrazio TANTOTANTOTANTOTANTOTANTOTANTOTANTO....TANTO chi mi ha commentato

Baci baci, e alla prossima fic ("Storei d'invocatori: Isaaru", tra dieci minuti sugli schermi del vostro pc ^^)

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