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di hawthorn__
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Ellen Brown era una ragazza estremamente introversa.
La sua vita era come la sua cameretta: sempre disordinata. Jeans, felpe e scarpe non avevano più un posto stabile da molto tempo. Quel mercoledì mattina di inizio Febbraio, come suo solito, guardò la schermata del suo telefono mentre si incamminava verso la biblioteca principale della città.
Pensava che anche questo sarebbe stato un giorno noioso, proprio come tutti quelli che aveva vissuto, dopo che si era trasferita a Londra per intraprendere una nuova vita universitaria. 
Appena fu dentro l'edificio, tirò fuori dalla tasca del suo giubbotto, il foglietto con la lista dei libri. Lo spiegò per dargli un aspetto dignitoso e l'appoggiò sul bancone. Conosceva bene l'aiutante del bibliotecario, così lo chiamò per nome.
"Martin? Avrei bisogno del tuo aiuto..."disse a bassa voce per non disturbare.
Si affacciò e guardò al di là del bancone. Riuscì a notare la sagoma di un ragazzo intento a raccogliere dei foglietti dal pavimento.
"Martin?!" continuò,sempre stando attenta a moderare il suo tono di voce.
Appena il ragazzo fece capolino da quel gigantesco tavolo, Ellen lesse la sua targhetta:"Conor Maynard".
Un lieve rossore dipinse le guance di Ellen.
"Oggi è il giorno libero di Martin..."le sorrise e prese il foglietto.
Lei lo guardò ancora intimidita e rimase per un po' in silenzio, immobile.
Per un attimo il ragazzo distaccò lo sguardo dalla lista dei libri e guardò Ellen. Notò subito come fosse del tutto impacciata, aveva le braccia conserte, come se volesse mettere un muro tra lei e quel ragazzo che non era il suo Martin. Teneva gli occhi sulle sue converse viola e solo ogni tanto e molto furtivamente li spostava verso Conor.
Lui sorrise, divertito da quella strana ragazza. 
"Devi seguirmi da questa parte,l'ultimo libro non penso che ci sia. Ti serviva oggi?"le chiese mentre iniziarono a camminare tra gli scaffali.
Ellen quasi lanciò le mani nelle tasche del suo giubbotto.
"N-no...posso farne a meno per oggi."si sforzò di sorridere."Mi dispiace di averti scambiato per un'altra persona...Insomma, pensavo che lui lavorasse anche il mercoledì."aggiunse per giustificarsi.
Il ragazzo sorrise, aveva dei denti perfetti e delle labbra rosa prive di una qualsiasi screpolatura. 
"Non preoccuparti."la rassicurò. "Il primo libro della lista è nel quarto scaffale, partendo dal basso verso l'alto, nella sezione D..."
Si guardò intorno e poi svoltò verso la sua destra. Fece scorrere la mano lungo tutta la fila dei libri e poi si fermò. Lesse il titolo e lo confrontò con quello della lista. Sfilò il libro e lo porse ad Ellen, la quale si accorse,solo in quel momento, degli occhi del ragazzo. Erano di un azzurro intenso, quasi luccivano sotto la luce bianca dei lampadari della biblioteca. Un particolare la incuriosì piacevolmente, Conor aveva un piccolo neo sotto l'occhio sinistro,che rendeva il suo viso ancora più bello.
Mantenne il libro al petto e andarono alla ricerca degli altri due.
"Questo è l'ultimo,visto che l'altro deve averlo preso un ragazzo la scorsa settimana."le disse.
"Okay,grazie per l'aiuto."abbozzò il suo solito sorriso impacciato e prima che il ragazzo potesse risponderle si allontanò alla ricerca di un tavolo per poter iniziare a studiare. 
Poggiò i libri e si sfilò il giubbotto, appena si sedette iniziò a raccogliere i suoi lunghissimi capelli in una coda elaborata,soddisfatta, frugò all'interno della sua borsa alla ricerca di una penna che appena ebbe fra le mani,ne iniziò a mangiucchiare il tappo. Conor riusciva ad osservarla anche dal bancone, non aveva mai visto una ragazza simile, sembrava fosse persa nel suo mondo, era così ingenua e distratta, sorrise appena si accorse delle sue mani così piccole e fini mentre sfogliavano i libri, quelle mani che per tutto il tempo aveva tenuto nascoste.
Ellen sollevò il viso, si voltò verso la finistra e si perse in quel cielo nuvoloso e grigio. << Se piove sono fottuta, quando mi deciderò a comprare un ombrello? >> pensò.
Poi ritornò velocemente sui suoi libri di biologia, sbuffò, scarabocchiò qualcosa sul suo quaderno e poi guardò l'orologio, era passata soltanto un'ora.
Ne approffittò per distrarsi ancora una volta e analizzò tutte le persone che erano sedute nella sua stessa area.
C'era un signore anziano, con dei lunghissimi baffi grigi che gli coprivano il labbro superiore della bocca e un naso pronunciato gli dava l'aria di un ormai pensionato banchiere, dietro di lui c'era un gruppetto di ragazzini che studiava italiano e alla loro destra una coppia di fidanzati che per tutto il tempo si erano tenuti per mano. Ellen era sola, non aveva nessuno con cui scherzare e condividere la propria giornata. Dopo essersi trasferita non aveva dato molto spazio alle amicizie e anche se ogni tanto si sentiva con una ragazza che frequentava i suoi stessi corsi, Katniss, era troppo diversa da lei e forse per questo motivo evitava di rispondere ai suoi messaggi o se le chiedeva di uscire si inventava una qualche scusa per rimanere a casa con i suoi libri. Prese di nuovo il quaderno e iniziò a disegnare il vecchio anziano facendo attenzione a non farsi vedere. 

Conor si inifilò il cappotto nero e afferò la sciarpa grigia dall'appendino non poco distante dal bancone, poi frugò in un cassetto e dopo poco prese le chiavi della sua auto. Era arrivata l'ora di chiudere la biblioteca e lui aveva il compito di spegnere tutte le luci ed accertarsi che tutti fossero andati via. Iniziò a vagare tra i vari scaffali, ma non vi trovò nessuno, per ultimo si lasciò la zona dei tavoli. Rimase sorpreso nel vederla ancora lì, era pienamente convinto che fosse andata via da un pezzo e invece Ellen stava ancora sui suoi libri. Conor si avvicinò lentamente e ben presto notò che la ragazza si era addormentata. La osservò, in ogni suoi piccolo particolare, si soffermò principalmente sulla postura, aveva entrambe le braccia incrociate sotto il viso, quasi per farsi ancora più piccola di quanto già non lo era e anche per proteggersi dal tutto quello che la circondava. Notò le ciglia lunghissime dei suoi occhi e il suo respiro era così tranquillo che in un certo senso gli dispiaceva svegliarla. Conor fece un altro passo verso di lei. Lanciò un occhio su quel quaderno che la ragazza aveva vicino al gomito e vi riconobbe subito il vecchio, il quale era solito venire in quella biblioteca. Sorrise e sfiorò il viso di Ellen con la mano, aveva la pella liscissima."Signorina?"le disse più volte.
Ad un tratto, lei, iniziò a muovere su e giù le palpebre e dopo che si abituò alle luci dei lampadari, aprì gli occhi. Quando riconobbe il viso del ragazzo che l'aveva aiutata a cercare i libri, per poco non cadda dalla sedia. Si portò le mani sulla testa e notò che la sua coda si era del tutto disfatta, così frettolosamente tirò giù l'elastico e lasciò i suoi capelli liberi. "M-mi sono addormentata e non mi sono accorta di niente. S-scusami!"disse frettolosamente mentre riponeva alla rinfusa i quaderni e le penne dentro la sua borsa. Conor continuava ad osservarla. "E' tardissimo." gli disse e si infilò il giubbotto. Ad un tratto si fermò e guardò la finestra.
"Merda!"sussultò.
Il ragazzo che le stava ancora accanto sgranò gli occhi. "Qualcosa non va'?"le chiese.
"N-no no!"fece finta di niente ,appena mise la borsa sulla spalla,i suoi occhi caddero verso i libri che aveva preso e che non aveva messo a posto.
"Tranquilla, domani mattina li metto io negli scaffali!Non preoccuparti."la rincuorò.
"G-grazie"balbettò lei ma rimase immobile.
Dopo aver attraversato insieme qualche corridoio, il ragazzo si allontanò un attimo per spegnere le luci. Ellen guardò un'ultima volta la finistra, stava diluviando e sicuramente avrebbe dovuto aspettare finchè il temporale non le avesse permesso di tornare a casa. Dopo poco, Conor la raggiunse, le aprì la porta d'ingresso e la fece passare per prima, tanto che lei si stupì del gesto particolarmente gentile del ragazzo. Una volta fuori, un vento gelido colpì entrambi i volti dei ragazzi, la pioggia cadeva imperterritta e non aveva intenzione di fermarsi. Ellen rimase ferma e infilò le mani in tasca.
"Hai bisogno di un passaggio?"le disse il ragazzo mentre aprì il suo ombrello.
"No...aspetto che smetta."gli rispose.
"Penso che pioverà per tutta la sera, non mi dispiace accompagnarti,ho la macchina parcheggiata non poco distante da qui."insistette.
Lei lo guardò negli occhi, sembrava l'unica soluzione che aveva e alla fine decise di accettare il passaggio.
"Mi dici come ti chiami?"continuò il ragazzo.
"E-Ellen."
 "Ellen, io sono Conor!"gli sorrise mentre sollevò l'ombrello.
"Lo so, l'ho letto nella tua targhetta."gli rispose.
Lui sollevò il braccio. "Agrappati qui, così non ti bagni."
Lo guardò di nuovo, fece uscire la mano dal giubbotto e si avvicinò al ragazzo. Appena toccò il suo braccio,lui la avvicinò di più a se. Lei arrossì a quella vicinanza improvvisa.
"Okay Ellen, sei pronta a correre?"
"A correre?Che motivo c'è di correre se abbiamo l'ombrello?"
Ma il ragazzo fece finta di non sentirla e la trascinò con se.

 



Salve a tutti/e :)
Questa è la mia prima fanfiction, quindi per chi la leggesse,vi supplico di non essere troppo cattivi.
Mi scuso se ci sono errori di qualsiasi tipo,punteggiatura o doppie inventate ecc. Ma l'ora non mi è amica e domani ho anche un compito di latino.
Accetterò qualsiasi critica, quindi siate del tutto onesti e non preoccupatevi.
Appena sarà possibile metterò anche il secondo capitolo. Buona notte x 




 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Nella corsa verso l'auto di Conor, Ellen inciampò più volte sui suoi stessi piedi, a tal punto che le sue amate converse viola si inzupparono completamente.
Appena raggiunsero il veicolo,il ragazzo le aprì la portiera e la fece salire a bordo.La ragazza iniziò a prendere dei respiri profondi, il cuore le andava a mille e quella 
sensazione di bagnato che sentiva ai piedi, la infastidiva tantissimo,non vedeva l'ora di tornare nel suo appartamento.
Sentiva che l'auto profumava di muschio bianco e notò che uno strano orsetto penzolava dallo specchietto retrovisore, i sedili erano neri e sopra il cruscotto 
vi era un cappellino blu e rosso con le iniziali "LA".
Dopo poco anche il ragazzo salì in macchina,aveva i capelli leggermente bagnati e di fatto, alcune goccioline si erano posate sulle sue guance.
Ellen lo guardava, quasi incuriosita ma allo stesso tempo intimorita, sentiva il suo respiro affannato. Per un attimo incrociò gli occhi azzurri di Conor e subito, imbarazzata,
spostò lo sguardo verso le sue scarpe. Lo sentì sorridere, come se fosse divertito dal suo modo di fare.
Ad un tratto le si avvicinò e un suo braccio le toccò la spalla, a quel punto fu invasa dal profumo del ragazzo, lei chiuse gli occhi e strinse le mani in due pugni, da lì a poco avrebbe voluto gridare e scappare da quell'auto, ma tutte le sensazioni che provò vennero mandate via da un "click" che sentì provenire verso il basso.
Appena riaprì gli occhi, Ellen si rese conto che le aveva appena messo la cintura di sicurezza e quasi fu sollevata da quel gesto.
Un leggero grazie le uscì dalla bocca e rilassò le mani all'interno delle tasche del suo giubbotto.

Conor provava piacere a metterla in difficoltà, era come se fosse affascinato da tutte le espressioni e gesti che lei faceva così spontaneamente, la paragonava ad una
piccola bambina, così indifesa ed ingenua, che molto probabilmente avrebbe voluto nascondersi dietro le gambe della propria madre. 
Riusciva a scorgere ogni suo timore, sapeva che in un certo senso non si fidava di lui e che malvolentieri avrebbe parlato a lungo, se non per dirgli dove abitava.
Una volta che mise in moto l'auto, la guardò di nuovo e notò che aveva il viso più rilassato rispetto a qualche minuto prima.
Voleva sapere qualcosa di più di lei, vista la sua stranezza e il carattere completamente chiuso, che oltre a darle un'aria del tutto goffa, appariva assai misteriosa.
"Sei una studentessa oppure lavori?" le chiese con assoluta disinvoltura.
Ellen lo guardò, non si spiegava il perché quel ragazzo volesse sapere quel particolare e rifletté se mentirgli oppure no. Infondo era un completo sconosciuto, ma visto
che lei andava molto spesso in quella biblioteca,dove lui lavorava, decise di dirgli la verità.
"Studio."e subito dopo aver pronunciato quella singola parola,guardò attraverso il finestrino.
"Studi arte?Ho visto il disegno che hai fatto al signor Berry..."si voltò per un attimo, giusto il tempo di accorgersi che era completamente presa nel guardare tutte quelle goccioline
d'acqua che si scagliavano contro il vetro. Pensò che fosse talmente immersa all'interno di quel mondo di pioggia,che di sicuro non aveva ascoltato la domanda che le aveva appena posto. Infatti passò qualche minuto di silenzio e solo poco dopo gli rispose.
"No no...studio biologia e chimica."non distolse lo sguardo.
"Disegni molto bene."disse in modo sincero. Ellen quasi si svegliò dall'incantesimo che aveva subito dalla pioggia e si voltò verso di lui. Sorrise, non era abituata a ricevere dei complimenti, soprattutto sui suoi disegni che teneva gelosamente nascosti in tantissimi quaderni. La passione per le matite l'aveva avuta fin da piccolina, disegnava per gioco e man mano che cresceva sentiva l'esigenza di rappresentare solo quello che la incuriosiva. Con una semplice matita riusciva ad esprimere tutta se stessa. 
"Grazie, t-tu ti interessi solo di libri?"per non far sembrare la conversazione troppo forzata, accompagnò le sue parole con un leggerissimo sorriso.
Conor rimase sorpreso, era la prima domanda che quella ragazza gli aveva fatto e fu felice di risponderle.
"Diciamo che per adesso mi piace ciò che faccio, ma sono uno che ha cambiato spesso i suoi lavori."fermò la macchina al semaforo e si voltò verso Ellen.
Questa volta, la ragazza si trattenne dal spostare lo sguardo sulle sue converse. Si accorse che gli occhi di lui brillavano anche nel buio.
Per tutto il tragitto continuarono a farsi una domanda dopo l'altra,fino a quando la macchina si fermò,esattamente davanti al portoncino dell'appartamento di Ellen.
La ragazza afferrò la sua borsa e Conor le slacciò la cintura.
"G-grazie per il passaggio..."arrossì. Una parte di lei voleva rimanere su quell'auto,per parlare ancora con lui, visto che da quando era a Londra, non aveva mai avuto una conversazione così lunga. "Figurati, alla prossima El."le sorrise.
 Goffamente scese dall'auto e raggiunse la sua abitazione. Si lasciò dietro il portoncino ed entrò in casa. 
Appena raggiunse il soggiornò, lanciò la borsa sul divano e quasi corse verso la sua cameretta.
Si sfilò le converse dai piedi e camminò scalza fino al bagno, sfiorò il rubinetto della vasca e l'acqua iniziò a scorrere. 
In quel momento sentì squillare il telefono che aveva lasciato ancora in borsa. Appena lo ebbe tra le mani lesse il nome, "Katniss"
"E adesso cosa vuole questa?!" pensò e subito dopo rispose alla chiamata.
"Pronto?"disse in tono quasi scocciato.
"Ciao El, mi chiedevo se ti andrebbe di uscire stasera, in un locale non poco distante da casa tua. Passo a prenderti io."
"Ho un mucchio di cose da fare...ehm...sono successe un paio di cose in biblioteca e non ho finito la relazione di biologia..."
"Non mi interessa, oggi esci con me!Passo a casa tua tra mezz'ora. Ciao El."e in quel momento attaccò la chiamata.
"Merda,perché le ho risposto?"lanciò il telefono sul tavolino e ritornò in bagno.

L'acqua calda la rilassò e per un attimo non pensò che da lì a poco sarebbe arrivato "l'uragano Katniss", così come lei stessa la chiamava,a portarla via dalla
sua stanzetta. Ma invece si soffermò a pensare a quel ragazzo, sui suoi occhi in particolar modo, per poi pensare a quello che si erano detti. Avevano scambiato dei piccoli squarci 
della loro vita in poco meno di dieci minuti. Non riusciva a ritenerlo possibile, perché nemmeno con Katniss aveva mai parlato di argomenti come l'arte,la musica e dei piccoli sogni
nel cassetto. Chiuse gli occhi e prese un gran respiro per poi immergersi completamente nell'acqua. 
Appena riemerse sentì il campanello della porta suonare.
Di corsa uscì dalla vasca e afferrò l'asciugamano che si avvolse accuratamente su tutto il corpo. A piedi nudi raggiunse il corridoio.
Appena aprì le uscì quasi un sussulto.
"Ciao...ehm...ti disturbo?"disse il ragazzo davanti a lei, il quale fu sorpreso nel vederla con un solo asciugamano come vestito.
"I-in realtà ho appena finito di fare il bagno e sto aspettando un'amica..."gli rispose, mentre il rossore sulle sue guance diventava sempre più nitido.
"Tanto faccio in fretta, ti dev'essere caduto dalla borsa!"
Conor gli porse il quaderno con tutti i suoi disegni. Lei lo afferrò e rimase immobile davanti a lui.
"Tranquilla, non l'ho guardato." i suoi occhi azzurri iniziarono ad esaminarla dal basso verso l'alto.
"G-grazie per avermelo riportato." sorrise timidamente.
"Ok, allora vado...ah dimenticavo,una cosa l'ho fatta...ho scritto sull'ultima pagina del quaderno."
"Hai scritto?"gli chiese perplessa.
Lui gli fece un cenno di si con la testa mentre stava sul punto di andare via.
"Ah carino l'asciugamano." si morse il labbro inferiore e poi le diede le spalle.
Ellen era completamente in confusione. Tutto il viso era come se fosse andato a fuoco e il cuore sembrava che da un momento all'altro sarebbe uscito dal petto, in particolare,dopo l'ultima affermazione che aveva fatto il ragazzo. Si chiuse la porta alle spalle e andò all'ultima pagina del quaderno dove c'era scritto un numero di telefono con 
uno smile che sorrideva. Lei fece una piccola smorfia, era un po' sorpresa ma allo stesso tempo ancora in imbarazzo.
Dopo poco mise il suo quaderno in camera e iniziò a prepararsi, perché da lì a poco sarebbe arrivata Katniss.






Ok anche il secondo capitolo è andato :') 
Mi scuso sempre se ci sono imprecisioni o errori, purtroppo ho capito che a me piace scrivere solo la sera.
Spero che quello che ho appena scritto possa piacere, ripeto, accetto qualsiasi tipo di giudizio :) 
Se avete piacere, lasciate una recensione. Buona notte :)

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