Tra Bene e Male... di KiaraRowling (/viewuser.php?uid=30072)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1° settembre ***
Capitolo 2: *** La prima lezione ***
Capitolo 3: *** Penitenze e spiegazioni ***
Capitolo 4: *** Minacce ***
Capitolo 5: *** Desideri ***
Capitolo 6: *** A letto col nemico ***
Capitolo 7: *** Look trough my eyes ***
Capitolo 8: *** Imagine me without you ***
Capitolo 9: *** L'inizio della vendetta ***
Capitolo 10: *** La decisione ***
Capitolo 11: *** Il risveglio ***
Capitolo 1 *** 1° settembre ***
- Un nuovo anno sta per iniziare Albus. - disse Lord Voldemort
guardando fuori dalla finestra.
- Lo so bene Tom.. e non sarà certo un anno facile. - replicò
Albus Silente sorseggiando la sua tazza di thè.
- Ma magari quest’anno le cose saranno diverse.. - disse ancora
Silente, speranzoso.
- Albus, sapevamo come sarebbero andate la cose sin dal primo
anno: era semplicemente impossibile che quei due andassero d’accordo, e i nostri
dubbi sono stati confermati quando sono finiti in due case opposte. - ribattè
Voldemort.
- Già.. ma forse.. ora sono grandi, dovrebbero riuscire a
mettere da parte le loro divergenze.. - commentò Silente.
Voldemort sorrise: - Vorrei tanto avere anche solo la metà del
tuo ottimismo Albus - disse.
- E io vorrei avere anche solo la metà del tuo senso pratico,
Tom, ma temo sia una cosa impossibile - rispose Silente con un sorriso.
- Vado a controllare che sia tutto pronto per l’arrivo dei
ragazzi - disse Lord Voldemort, uscendo dalla stanza.
- Ah, Albus? - chiamò Voldemort, la mano sulla maniglia.
- Sì? -
- Non chiamarmi Tom. - disse Voldemort, chiudendosi la porta
alle spalle.
Il binario 9 e ¾ era come ogni anno affollatissimo.
- Ragazzi avete preso tutto? Tieni Ron, prendi Leotordo.. Harry
caro, mangia a scuola, sei così magro! Ginny ti prego fai la brava.. -
Molly Weasley parlava a raffica, cercando di dire tutto ai
ragazzi prima che salissero sul treno.
- Mamma dai.. - disse Ron imbarazzato, mentre la madre lo
stringeva in un abbraccio soffocante.
- Ciao Ronnuccio.. -
- Ci mancherai tanto.. -
I gemelli Fred e George Weasley non perdevano occasione per
prendere in giro il fratello minore.
- Davvero molto spiritosi.. - commentò Ron scoccando loro
un’occhiataccia.
- Ci vediamo Harry.. - disse Fred.
- Se hai bisogno di prendere un pò di fiato dalle lezioni.. sai
dove trovarci! - gli disse George.
- Fred, George!! Non lo farai, vero Harry caro? - chiese Molly
preoccupata.
Harry rise: - No signora Weasley, stia tranquilla -
Harry, Ron e Ginny salirono sul treno, il quale in quel momento
iniziò a muoversi.
- Andiamo - disse Ginny - Dobbiamo trovare Hermione.. -
Non dovettero cercare molto: la ragazza occupava uno
scompartimento da sola, uno dei più grandi del treno.
- Ciao Herm! - salutò Ron.
- Quante volte ti ho detto di non chiamarmi Herm, Ronald? -
disse Hermione con sguardo impassibile.
- Hai ragione.. scusa.. - disse lui arrossendo.
Era così goffo quando si trovava davanti a lei!! Forse perchè
era così bella..
- Com’è andata l’estate Hermione? - le chiese Ginny.
La ragazza alzò le spalle: - Le solite cose.. sono stata con i
miei al mare, poi siamo tornati a Londra e abbiamo passato qualche giorno dal
nonno.. -
Nel frattempo, il secondo dei due scompartimenti grandi
dell’Espresso si stava riempiendo di ragazzi.
- Ciao Draco! - salutò Blaise Zabini.
- Come mai così allegro? - chiese il biondo.
Zabini sorrise: - Dai Dray, non dirmi che non sei felice di
tornare ad Hogwarts.. un altro anno di lotta con i Grifondoro, cosa chiedere di
meglio? -
- Di vincere magari? - chiese Pansy Parkinson sarcastica,
riferendosi all’anno precedente, quando Grifondoro aveva battuto Serpeverde con
un margine di soli 30 punti.
Malfoy non rispose, rimase a guardare fuori dal finestrino: sì,
Serpeverde aveva un conto da regolare con Grifondoro.. e lui ce l’aveva con una
certa persona..
- Comunque quest anno vinceremo noi - affermò Blaise
convinto.
Draco ghignò al pensiero delle facce deluse dei grifoni davanti
alla loro sconfitta.
- Sapete che da quest anno studieremo scherma magica? -
intervenne Theodore Nott.
Gli altri Serpeverde si girarono verso di lui, interessati.
- Ho sentito mio padre che ne parlava con mia madre a cena.. a
quanto pare Voldemort e Silente hanno discusso a lungo, ma alla fine Silente ha
ceduto e ha permesso a Voldemort di inserire questa materia.. - spiegò il
ragazzo.
Malfoy ghignò ancora: era chiaro che Silente non volesse
mettere in pericolo l’incolumità dei suoi grifoni.. semplicemente patetico.
- Ma in cosa consiste esattamente? - chiese la Parkinson
incuriosita.
Nott scosse la testa: - Non ne ho la minima idea.. ma di certo
non sarà una materia facile, considerato che Silente non voleva inserirla nel
piano di studi.. - commentò il ragazzo.
I Serpeverde si raccontarono a vicenda delle loro vacanze,
mentre Malfoy rimaneva in disparte, silenzioso.
- Allora, qual’è il piano quest anno? - chiese Ron con un
sorriso.
- Io proporrei di stregare tutti i loro vestiti, e
rimpicciolirli così che non riescano a metterseli.. sarebbero costretti ad
andare in giro nudi come vermi! - esclamò Harry, e tutto lo scompartimento, che
nel frattempo si era riempito di altri ragazzi, scoppiò a ridere.
Anche Hermione sorrise, sebbene non propose nulla: Harry sapeva
essere davvero diabolico quando voleva.. fortuna che erano amici!!
- Ragazzi, siamo quasi arrivati - disse Ginny, indicando la
figura del castello all’orizzonte.
Tutti gli studenti si cambiarono, e, una volta che il treno si
fu fermato, scesero velocemente.
- Primo anno!! Primo anno.. da questa parte forza!!! - tuonava
Hagrid, mentre alcuni ragazzini gli si avvicinavano impauriti.
- Ve lo ricordate? Anche noi al primo anno eravamo
terrorizzati! - commentò Harry con un sorriso.
I ragazzi salirono sulle carrozze, che li portarono velocemente
al castello.
Di lì a poco iniziò lo Smistamento: era un evento
importantissimo, perchè avrebbe deciso quale delle due case sarebbe stata in
maggioranza.
- Miriam DeGaurt - chiamò la professoressa McGranitt.
La bambina dai capelli neri si sedette sullo sgabello, il
Cappello Parlante calato sulla testa.
- GRIFONDORO!! - urlò il Cappello, e dalla tavola dei grifoni
esplosero le urla.
- Sam Kithey -
- SERPEVERDE!! -
Un boato percorse la tavola dei Serpeverde, mentre il ragazzino
prendeva posto e riceveva i saluti dei compagni.
- Lidia Molten -
- SERPEVERDE!! -
- Zoe Ashtom -
- GRIFONDORO!! -
- Thomas Traip -
- GRIFONDORO!! -
- Carlos Miguel! -
- SERPEVERDE!! -
- Siria Chait -
- GRIFONDORO!! -
- Lucas Brodd -
- GRIFONDORO!! -
Il Cappello andò avanti così ancora per una decina di minuti,
poi con l’ultimo smistato (Peter Craddle, Serpeverde) la cerimonia terminò.
Silente e Voldemort si alzarono, e la Sala Grande si zittì.
- Studenti, studentesse.. benvenuti! - disse Silente.
- Un altro anno sta per iniziare, un anno che, speriamo,
porterà fratellanza e cooperazione tra le case - disse Voldemort con scarsa
convinzione.
- Sappiamo che siete affamati, quindi.. che il banchetto abbia
inizio! - esclamò Silente.
I due Presidi si sedettero, e davanti agli studenti comparvero
cibi e bevande di ogni sorta.
Mentre tutti mangiavano, un ragazzo e una ragazza si stavano
fissando con sguardo di sfida.
Non era certo la fratellanza e la cooperazione che avevano in
mente: quell anno, come tutti i precedenti, sarebbe stato all’insegna della
guerra.
I ragazzi alzarono i calici l’uno in direzione dell’altro, per
brindare al nuovo anno.
Lei, Hermione Jane Granger, nipote di Albus Silente e capitano
dei Grifondoro.
Lui, Draco Lucius Malfoy, nipote di Lord Voldemort e capitano
dei Sepeverde.
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Capitolo 2 *** La prima lezione ***
Ecco qui il secondo capitolo, che
spero vi piaccia.. mi raccomando, recensite!!! Ringrazio coloro che hanno
recensito fino ad ora, cioè: Shavanna, buffy88, Summers84, PiccolaSerpe,
Nimpha93.
Buona lettura, fatemi sapere se
il capitolo vi piace!!
Bacioni!!
Chiara
- Buongiorno.. - disse Hermione, sedendosi accanto a Harry e
Ron.
Il moro le passò il foglio con l’orario delle lezioni. Hermione
lo lesse impassibile, poi lo restituì a Harry.
- Hermione, tu ne sai qualcosa di questa " scherma magica" ? - chiese
Dean Thomas, seduto di fronte a lei.
La ragazza annuì: - Me ne ha parlato mio nonno: sostanzialmente
è come la scherma babbana, ovvero un duello tra maghi. La differenza è che le
spade sono anche in grado di lanciare incantesimi. - spiegò lei.
- Wow!! - commentò Seamus Finnigan impressionato.
- Mio nonno non voleva inserire questa materia nel piano di
studi, secondo lui non sarebbe stata altro che un’ulteriore opportunità di
scontro tra Grifondoro e Serpeverde.. ma alla fine Voldemort l’ha convinto. -
disse ancora la ragazza.
- Beh, oggi alla prima ora abbiamo la prima lezione.. - disse
Ron, lasciando in sospeso la frase.
In realtà, tutti sapevano cosa voleva dire: essendoci solo due
case ad Hogwarts, Grifondoro e Serpeverde, era chiaro che le due fazioni
avessero tutte le materie in comune.. e che quindi, quella lezione avrebbe dato
il via al’annuale guerra.
Hermione sorrise: aveva passato tutta l’estate a pensare al suo
più acerrimo nemico. L’anno scorso la sua casa aveva vinto, ma di pochissimo.
Quest anno, la loro vittoria avrebbe dovuto essere schiacciante.
Al tavolo dei Serpeverde, Malfoy ascoltava i discorsi dei
compagni di casa.
- Prima lezione: scherma magica.. partiamo alla grande! Quest
anno gliela facciamo vedere noi chi sono i perdenti.. - disse un Blaise Zabini
infervorato, mentre tutte le sue ammiratrici si affrettavano ad appoggiarlo.
Malfoy seguì con lo sguardo la ragazza appena entrata: la
Granger si diresse verso i suoi migliori amici, e si sedette accanto a loro.
Il biondo ghignò: l’estate gli era sembrata lunga un’eternità,
non aveva fatto altro che pensare a quando si sarebbe potuto scontrare di nuovo
con lei.
Lei alzò lo sguardo, incrociando il suo. Non si sorrisero. Tra
loro c’era solo odio, voglia di sfida, e.. sì, anche rispetto. Si odiavano
certo, e comandavano fazioni opposte.. ma si rispettavano e si stimavano come
capitani.
Silente e Voldemort osservarono quello scambio di sguardi con
interesse.
- Tu che ne pensi? - chiese Silente.
- Che stiamo per assistere ad una carneficina.. - commentò
Voldemort tetro.
Silente gli sorrise: - Io invece penso che tra quei due
potrebbe nascere una bella amicizia! - esclamò Albus con convinzione.
Voldemort alzò gli occhi al cielo.
In quel momento, i ragazzi si alzarono: le lezioni stavano per
cominciare.
Sia i Grifondoro che i Serpeverde presero i libri e
l’occorrente per la lezione, e si diressero verso l’esterno del castello, luogo
in cui si sarebbe svolta la lezione.
Le due fazioni si incrociarono a metà strada.
- Granger. -
- Malfoy. -
I due ragazzi si guardarono, mentre da entrambi i lati grifoni
e serpi trattenevano il respiro.
Sarebbe bastato un cenno, e le bacchette sarebbero state usate,
dando inizio al primo scontro.
Hermione e Draco si guardarono a lungo, poi decisero di lasciar
perdere, almeno per quel momento.
Procedettero insieme, fianco a fianco, mentre gli amici li
seguivano, le mani pronte sulle bacchette.
- Passato una bella estate Granger? -
- Meravigliosa Malfoy, e la tua? -
- Non male direi. Silluccio ti ha insegnato a ricamare
all’uncinetto? -
- Non ho bisogno che Silente me lo insegni Malfoy, sono in
grado di farlo da sola. Piuttosto, zio Voldy ti ha spiegato esattamente come
funziona la bacchetta? -
Malfoy s’irrigidì: la Granger si riferiva all’anno prima,
quando durante uno scontro con lei il biondino si era auto-inflitto uno
Schiantesimo, senza neanche sapere come avesse fatto.
Hermione continuò a camminare tranquilla: sapeva che Draco non
l’avrebbe attaccata. Semplicemente, se avesse voluto farlo, non si sarebbe messo
a provocarla e a lasciarsi provocare. L’avrebbe fatto e basta.
I ragazzi arrivarono davanti al loro insegnante, un uomo di
bell’aspetto, sulla trentina, con profondi occhi scuri e folti capelli ondulati,
scuri anch’essi.
- Benvenuti, ragazzi, alla vostra prima lezione di scherma
magica! Io sono il professor Dribt, e mi occuperò di insegnarvi le basi di
questa stupenda materia! - disse il professore con entusiasmo.
- Dunque, forse non tutti di voi sanno come funziona questo
tipo di scherma: le mosse sono essenzialmente quelle del classico duello di
spada, ma con un particolare: le vostre spade saranno in grado di lanciare gli
incantesimi, con i quali potrete più facilmente disarmare e battere il vostro
avversario - spiegò l’insegnante.
Nessuno si mostrò stupito: sia Draco che Hermione avevano
provveduto a spiegare ai compagni in cosa consisteva quella nuova materia.
- Ora, ho bisogno di due volontari per provare qualche mossa
base! - disse l’insegnante battendo le mani.
Non ci fu bisogno di ripeterlo: una castana e un biondo si
fecero avanti, sicuri.
- Molto bene signorina..? -
- Granger -
- Signorina Granger, lei si metta da questa parte.. tenga la
sua spada.. perfetto! Lei invece signor.. -
- Malfoy -
- Lei signor Malfoy, di qua.. ecco la sua spada.. siamo pronti!
-
- Bene ragazzi, ora mostrerò ai vostri compagni come attaccare:
mostrerò un solo affondo, e in che modo pararlo - spiegò l’insegnante, ma
Hermione e Draco non lo stavano ascoltando.
Si fissarono per un lungo istante, senza parlare. Poi, uno
scintillìo negli occhi di lui.
Tentò l’affondo, ma lei fu veloce e lo parò.
- Ragazzi, ma cos.. - disse l’insegnante confuso.
Si volto verso i due volontari, che in quel momento avevano
deciso volontariamente di combattere.
Lui tentò un affondo, poi un altro ancora. Inutile, lei li
parava tutti.
- E’ il massimo che sai fare Malfoy? - chiese lei con una
risata di scherno.
Lui arrossì appena, e riprese a colpire aumentando la forza, ma
diminuendo la precisione.
- Ragazzi, ragazzi vi prego! Fermatevi!! - gridava intanto il
professore, cercando di dividere i due senza essere fatto a fette.
- Se fossi in lei, io lascerei perdere.. - disse Harry
all’insegnante.
Quando quei due iniziavano infatti, non c’era modo di farli
smettere, a meno che uno dei due non fosse sconfitto o si dichiarasse tale.
- Mi stai stufando Malfoy! - lo provocò Hermione con uno
sbadiglio, a sottolineare quanto fosse facile per lei tenergli testa.
Il biondino reagì esattamente come lei aveva previsto, tentando
affondi sempre più potenti ma imprecisi.
- Ragazzi, la lezione è finita.. dovete smetterla!! - disse il
professor Dribt quasi supplicando.
Hermione improvvisamente reagì: con un veloce gioco di polso,
fece roteare la spada del biondino, scagliandola lontano.
Lei indirizzò la sua spada al collo di lui, che però non si
mosse.
Rimase a guardarlo per qualche istante, poi scoppiò a ridere
abbassando la spada, mentre il volto di lui si coloriva appena per la vergogna
della sconfitta.
- Grifondoro in vantaggio Malfoy.. la prossima volta, vedi di
metterci più impegno. - disse Hermione allontanandosi da lui.
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Capitolo 3 *** Penitenze e spiegazioni ***
Eccomi qui con un nuovo capitolo!!
Purtroppo il tempo è sempre quello che è, perciò spero mi perdonerete se non
riesco mai a rigraziarvi come si deve!! Prometto di cercare di farlo nel
prossimo capitolo!!
Per ora vi auguro solo buona
lettura, sperando di trovare molte recensioni!!
Bacioni!!
Chiara
Non ci fu bisogno di aspettare molto: già all’inizio del
pranzo, insegnanti, presidi e ragazzi delle due case, grazie alle fedeli
ricostruzioni dei grifoni, sapevano cos’era avvenuto durante la prima ora di
lezione degli alunni del settimo anno.
Quando Hermione fece il suo ingresso nella Sala Grande, un
boato scoppiò al tavolo rosso e oro, seguito da un lungo applauso.
Hermione sorrise ai compagni, e si sedette accanto a loro,
subito sommersa dai complimenti.
- Grande Hermione! -
- Bravissima!! -
- Sei stata eccezionale! -
Hermione sorrideva: l’aveva fatto per la sua squadra certo, per
i Grifondoro.. ma ancora di più per se stessa.
Perchè la sua missione era dimostrare a Malfoy di valere quanto
lui, se non di più. E perchè, lo doveva ammettere, vedere la sua faccia
incazzata e rossa per la vergogna era una scena impagabile!
Al tavolo dei Serpeverde, Draco Malfoy consumava il suo pasto
in silenzio, fumante di rabbia.
Poteva accettare il fatto che la Granger lo battesse sulla
teoria: quella i libri non li leggeva, se li mangiava.
Poteva accettare il fatto che la Granger lo battesse sulla
pratica: imparando prima la teoria, aveva più tempo per esercitarsi.
Quello che non poteva accettare era il fatto che la Granger lo
battesse in quella che, fino a qualche ora prima, era materia di SUO campo.
Non era forse lui che era stato educato alla scherma fin da
bambino?
Non era stato lui ad aver duellato nelle competizioni juniores
e ad aver vinto il titolo?
E allora come si spiegava che la Granger l’avesse battuto?!?
Infatti, non si spiegava.
Alzò lo sguardo verso di lei, notando il suo comportamento da
vera grifona: sorrideva e ringraziava per i complimenti, ma non se ne
vantava.
- Una bella amicizia, vero Albus? - commentò Voldemort con una
punta di ironia.
I presidi infatti erano stati prontamente informati dal
professor Dribt, che aveva spiegato loro l’incresciosa situazione in cui si era
trovato.
- Oh, le garantisco che le è andata bene - aveva commentato
Voldemort con un sorriso - Solitamente quei due riescono a coinvolgere tutta la
classe - aveva spiegato ad un atterrito professore.
- Perchè no Tom? In fondo hanno solo fatto due tiri di spada,
non ci vedo nulla di male! - esclamò Silente divertito.
Lord Voldemort resistette al desiderio di affogare la faccia di
Silente nella zuppa.
Come poteva essere sempre così ottimistico? Proprio non lo
capiva.
Malfoy si alzò dal tavolo, i pugni stretti, le nocche bianche,
gli occhi ridotti a due fessure sottili.
Odiava doverlo fare, ma era una delle regole che aveva
sottoscritto con Hermione fin dal primo anno.
Si avvicinò al tavolo dei Grifondoro, che si fece
improvvisamente silenzioso.
Hermione si alzò in piedi, Draco si fermò davanti a lei.
Il biondo respirò a fondo, lo castana rimase impassibile.
Draco le consegnò la bacchetta, accompagnando il gesto con un
appena udibile e pronunciato a fatica: - Mi hai battuto Granger. -
L’intera Sala Grande fissò Hermione prendere la bacchetta di
Draco: avendo vinto la sfida contro di lui, secondo le regole Hermione avrebbe
potuto sequestrare la bacchetta di Malfoy per un giorno; in più il ragazzo
avrebbe dovuto subire una penitenza, a scelta della ragazza.
Nell’aria non si sentiva volare una mosca: Hermione guardò
Draco per qualche istante, poi sorrise.
Puntò la sua bacchetta contro Draco, e la agitò con un
movimento fluido: i capelli di Draco si drizzarono sulla testa, assumendo una
deliziosa tonalità rosa.
La Sala Grande scoppiò a ridere: Draco strinse ancora di più i
pugni, ma non disse nulla, anche perchè non si era ancora potuto rendere conto
di cosa lei gli avesse fatto. Ma tanto non avrebbe potuto fiatare comunque,
quelle erano le regole.
- Grazie Malfoy - disse la ragazza allargando il sorriso.
Malfoy, imbufalito, uscì dalla Sala Grande: quella bastarda
della Granger, chissà cosa gli aveva fatto?!?
Corse nel suo dormitorio, e andò in bagno a specchiarsi:
represse a stento un urlo, mordendosi la lingua.
I suoi capelli!!! Quella sottospecie di strega gli aveva
rovinato i capelli!!
Malfoy uscì come una furia dal bagno ed iniziò a dare calci a
destra e a manca.
I suoi compagni di casa, rientrati in sala comune, poterono
sentire le imprecazioni lanciate dal loro capitano.
La Granger ci era andata giù pesante: tutti sapevano quanto il
biondo tenesse al suo aspetto!
Nella sala comune dei Grifondoro invece, l’ilarità generale
regnava sovrana.
Hermione sedeva in camera sua, un libro in mano, ma poteva
sentire distintamente le risate e gli schiamazzi dei compagni grifoni che
prendevano in giro Malfoy.
Forse era stata un pò crudele: poverino, proprio il suo punto
debole era andata a toccare.. ma era una guerra, e come diceva il famoso
proverbio babbano: in guerra e in amore tutto è permesso.
Il libro che aveva davanti divenne improvvisamente bianco. Poi,
una scritta.
Alle 11, sulla Torre di Astronomia.
Da sola.
Hermione sorrise: a quanto pare le voleva parlare.
Il resto della giornata trascorse in fretta, e dopo la cena,
durante la quale il capitano dei Serpeverde non si fece vedere, i ragazzi si
ritirarono nei loro dormitori.
Alle 10.45 Hermione uscì dalla sala comune dei Grifondoro, e si
mosse velocemente verso la Torre di Astronomia. Lui era già lì.
Lo guardò per qualche istante seria, poi non resistette, e
scoppiò a ridere.
Malfoy socchiuse gli occhi: - Ti diverti vero Granger? -
- Im..immen..s-same..nte.. - biascicò la ragazza tra le
risate.
Aveva cercato di trattenersi.. ma come si faceva a non ridere
di fronte a Draco Malfoy con i capelli rosa?!
Decisamente impossibile!!
La grifona cercò di darsi un contegno, poi riprese a parlare: -
Perchè mi hai cercata? Vuoi propormi una sfida collettiva? -
Secondo le regole che Hermione e Draco avevano stilato dal
primo anno, e che entrambi avevano sempre mantenuto, le sfide erano di due tipi:
quelle singole, che riguardavano due studenti di casa opposte, e quelle
collettive, che riguardavano l’intera casa. Per le prime non c’era bisogno di
preavviso, esse potevano avvenire in qualunque momento; per quelle collettive
invece, gli sfidanti dovevano parlare col capitano della casa avversaria, il
quale aveva due giorni di tempo per preparare i propri compagni alla
battaglia.
- No. Voglio sapere come hai fatto a battermi oggi. - disse il
ragazzo.
- Pensi che ti abbia imbrogliato in qualche modo? - chiese
lei.
- Se lo pensassi Granger, non sarei certo qui a discutere con
te - replicò lui.
Hermione gli sorrise: - Basta un pò d’esercizio Malfoy -
Draco alzò un sopracciglio: - Non sapevo ti intendessi di
scherma.. -
Il sorriso di Hermione si allargò: - Infatti non me ne
intendo.. ma ho avuto tutta l’estate per allenarmi.. -
Draco sgranò gli occhi: - E’ stato Silente vero?! Lui ti ha
avvisata prima che quest anno ci sarebbe stata scherma, e tu sei corsa ad
allenarti! -
- E poichè tu ti credevi imbattibile, non ti sei esercitato per
tutta l’estate, col risultato di essere rimasto arrugginito ed esserti fatto
battere da una principiante - concluse Hermione.
Il bel Serpeverde fumava dalla rabbia: tutta colpa di
Silente.
- Non sei stato molto furbo, sai Draco? Con Voldemort come
nonno, potevi sapere le materie in anticipo e prepararti, e invece.. -
Draco aprì la bocca per ribattere, ma Hermione lo fermò.
- Sono stanca, e domani si prospetta una giornata impegnativa..
perciò me ne vado a dormire. -
E prima che lui potesse dire qualcosa, si girò e con un: -
Goditi quei capelli, Malfoy! - scese dalla Torre.
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Capitolo 4 *** Minacce ***
Quella mattina, il capitano dei Serpeverde si rifiutava
categoricamente di scendere in Sala Grande, e tantomeno di andare a lezione.
Un quanto mai divertito Blaise Zabini tentava di farlo
ragionare.
- Dray, non puoi saltare le lezioni.. i professori toglieranno
punti a Serpeverde, e non possiamo permettercelo, lo sai! -
- Mi hai visto bene Blaise?! Non posso andare in giro così! Non
esiste!! - sbottò Draco piazzandosi di fronte all’amico.
Blaise fece uno sforzo sovraumano per non ridere: erano amici,
ma conosceva l’ira di Draco, e sapeva che, se avesse riso, il biondo
gliel’avrebbe fatta pagare molto cara.
- Ti ho visto Draco. Ma sei il capitano, e devi dare il buon
esempio. Oltretutto la Granger è stata corretta, ha agito secondo le regole.. e
poi dai, è solo per un giorno! - disse Blaise usando il suo tono più
convincente.
Draco inspirò a fondo: sì, forse l’amico aveva ragione. Erano
le regole. E doveva rispettarle.
- D’accordo, verrò a lezione.. ma te lo scordi che io scenda a
colazione! - disse il ragazzo buttandosi sul letto.
Blaise sorrise, soddisfatto.
La colazione si consumò tra la vergogna dei Serpeverde,
consapevoli di aver perso la prima sfida, e l’ilarità dei Grifondoro, che ancora
sghignazzavano all’idea di un Draco Malfoy dai capelli rosa.
Hermione, seduta accanto a Ginny, sorrideva compiaciuta. La
prima sfida era stata vinta da lei, e sperava che i Serpeverde avessero capito
l’avvertimento: non avrebbero avuto l’opportunità di vincere quell anno, perchè
Hermione era ben decisa a far vincere i Grifondoro.
Un piccolo gufo si posò davanti a lei: incuriosita, slegò il
piccolo rotolo di pergamena attaccato alla zampa del gufetto, e lesse il
contenuto della lettera, scritta con quella calligrafia obliqua ed
inconfondibile:
Cara Hermione,
ti pregherei di non far leggere a nessuno il contenuto di
questa lettera. Vorrei che ti presentassi nel mio ufficio subito dopo colazione.
Dobbiamo parlare di una questione molto importante. Ti aspetto.
Il nonno.
P.S. (Complimenti per la vittoria.. e per l’originalità della
penitenza!)
Hermione sorrise in direzione del nonno, seduto accanto a
Voldemort. Lui rispose al sorriso facendole l’occhiolino.
La grifona terminò la sua colazione, poi si alzò e si diresse
verso l’ufficio che il nonno condivideva con Voldemort.
- Mou Mollelingua! - disse la ragazza di fronte al gargoyle, il
quale balzò di lato.
Hermione salì le scale a chiocciola, e bussò alla porta dello
studio.
- Avanti. -
La giovane entrò: dentro, Albus Silente e Lord Voldemort la
stavano guardando, mentre di fronte all’ampia scrivania, Draco Malfoy fissava
scocciato i due presidi.
- Siediti Hermione - disse Silente indicando alla ragazza la
poltroncina rossa di fronte a lui.
- Immagino vogliate sapere perchè siete qui - esordì Lord
Voldemort.
I ragazzi annuirono.
- Se riguarda la sfida di ieri a lezione di scherma.. - iniziò
Hermione, ma Silente la fermò.
- Ormai ci siamo rassegnati alle vostre sfide, Hermione. In
fondo, vi siete dati delle regole ben precise, e le rispettate fedelmente.. e la
scuola deve insegnarvi anche questo, non solo come usare la magia. - le disse
Silente.
- Il motivo per cui siete qui è qualcosa di più grave. - disse
Voldemort serio.
- Di che si tratta? - chiese Draco.
I due Presidi si fissarono negli occhi per qualche istante, poi
porsero ai nipoti una lettera spiegazzata. I due ragazzi si sporsero per leggere
insieme:
Egregi Presidi di Hogwarts: il momento è finalmente giunto.
Vendicheremo i nostri antenati, e lo faremo
grazie ai vostri nipoti. L’equilibrio magico verrà ristabilito,
finalmente.
Perderete tutto, e noi torneremo all’antico splendore.
Preparatevi a perdere ciò che vi sta più a cuore, perchè il
momento della rivincita
si avvicina.
Con i nostri migliori saluti,
Lexius Moltrey, Christa Welf, Cordelia
Jastrom.
- Non capisco.. chi sono queste persone? - chiese Hermione
agrottando la fronte.
- E’ proprio questo il punto, Hermione. Non ne abbiamo idea. -
disse Voldemort, visibilmente teso.
- Tutto ciò che sappiamo, - aggiunse Silente - è che mirano a
voi. Sono stati molto chiari su questo. -
- Che cosa facciamo? - chiese Draco.
- Vorremmo che voi prendeste delle lezioni di magia avanzata,
insieme. -
I ragazzi guardarono stupiti i rispettivi nonni: erano convinti
che avessero intenzione di portarli via da Hogwarts!
I Presidi sorrisero: - Per il momento, Hogwarts è il luogo più
sicuro per voi.. - disse Silente, come se avesse letto loro nel pensiero.
- E voi due non siete certo dei principianti per quanto
riguarda le tecniche di attacco e difesa.. ma preferiremmo che vi impegnaste in
lezioni supplementari - concluse Voldemort.
- Immagino che non dovremo dire niente ai nostri amici, vero? -
chiese Hermione, conoscendo già la risposta.
- In effetti - disse Voldemort - Sarebbe meglio di no. Non è il
caso di allarmare i vostri compagni, che, in ogni caso, non avrebbero modo di
aiutarvi. -
Hermione e Draco annuirono, ma si notava che erano scossi.
- Per oggi siete esentati dalle lezioni, abbiamo già avvertito
i vostri insegnanti. Siete liberi di fare ciò che volete, ma vi pregherei di
rimanere entro i limiti del castello. - disse Silente.
- Potete andare ora. - aggiunse Voldemort.
I ragazzi si alzarono e uscirono silenziosamente.
- Pensi che siano seriamente in pericolo Albus? - chiese
Voldemort quando i ragazzi furono usciti.
- Non lo so Tom, ma temo per la loro incolumità. - rispose
Silente, lo sguardo perso nel vuoto.
- Tu che ne pensi? - chiese Hermione a Draco. I due giovani
avevano camminato fianco a fianco fino alla biblioteca, il posto perfetto per
parlare: a quell’ora infatti, tutti gli studenti erano a lezione, e la
biblioteca era deserta.
Si sedettero l’uno di fronte all’altro, in un tavolo di fronte
alla finestra. Rimasero in silenzio per alcuni minuti, fino a quando Hermione
chiese il parere di Draco sulla faccenda.
- Penso che tre pazzi vogliano ucciderci - rispose lui con
un’alzata di spalle.
Hermione alzò gli occhi al cielo, poi il suo sguardo si posò
sui capelli Draco.
Estrasse la bacchetta e la puntò contro il ragazzo: i capelli
di Malfoy tornarono normali.
Il ragazzo la guardò con sguardo interrogativo.
- Non farti strane idee, Malfoy. Semplicemente, non riesco a
parlare seriamente con te se hai quei capelli. -
Il silenzio calò nuovamente tra i due.
Questa volta fu Draco a parlare per primo: - Hai paura? - le
chiese.
Hermione notò che nella sua voce non c’era traccia di sarcasmo
o superiorità.
- Mi fa paura il non sapere chi ci vuole morti. - rispose lei
sinceramente.
- Pensi che ci sia da preoccuparsi? - chiese ancora il
ragazzo.
La ragazza riflettè qualche minuto prima di rispondere: - Beh,
potrebbe trattarsi di una stupidaggine, magari uno scherzo di cattivo gusto.. ma
se il nonno e Voldemort vogliono che prendiamo lezioni supplementari.. un motivo
ci deve essere, no? -
- Magari è solo per precauzione.. - disse Draco.
- Sì, forse.. - disse lei, con scarsa convinzione.
- Che facciamo ora? - chiese Hermione guardandosi in giro.
- Beh.. visto che siamo qui da soli.. - disse Draco lentamente
- Potremmo andare nella Stanza delle Necessità, e allenarci un pò a scherma..
sai, sono un pò arrugginito.. - aggiunse, strappandole un sorriso.
- D’accordo Malfoy - disse Hermione alzandosi - Ma sappi che,
finita l’esercitazione, i tuoi capelli ritorneranno rosa!! -
Lui annuì, rassegnato, e sorrise.
Perchè, in fondo, la Granger non era poi così male.
Eccomi qui!! Innanzitutto
ringrazio coloro che hanno recensito "Amore impossibile" (vi adoro!!) , e qui
per voi ho pronto il nuovo capitolo di questa fanfiction, che spero vi piacerà!!
Ringrazio tutte le 18 persone che hanno recensito i capitoli precedenti, e
ora vi confesso una cosa..
Buffy88 mi ha proposto di fare un
seguito di "Amore impossibile".. non l'avesse mai fatto!! Il mio cervello si è
messo in moto e, non ci crederete, ha già elaborato una possibile continuazione,
che potrebbe essere pubblicata se, e sottolineo se, la cosa vi farà piacere..
non voglio certo annoiarvi con le mie storie!!!
Sperando di ricevere molte
recensioni per questo capitolo, che ci fa entrare nel vivo della storia, vi
saluto e attendo i vostri giudizi su una possibile continuazione di "Amore
impossibile".
Bacioni!!!
Chiara
|
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Capitolo 5 *** Desideri ***
Ecco
qui un altro capitolo, la mia fantasia lavora a tutta birra per scrivere e
postare, in pratica sono diventata una dipendente del pc!! Spero che questo
capitolo vi piaccia, e che mette Draco e Hermione in una posizione più..
intima!! E soprattutto, che lascia aperto il finale.. per il seguito dovrete
attendere il prossimo capitolo!! Ringrazio coloro che stanno seguendo la storia
e la recensiscono, grazie grazie grazie!! Per quanto riguarda le informaioni sui
genitori di Draco, Harry, ecc.. abbiate un pò di pazienza, tutto vi sarà presto
più chiaro!!
Un
bacione a tutti!!!
Chiara
Erano li dentro già da un’ora, e lui non era ancora riuscito a
disarmarla. Neanche una volta.
- Cazzo Granger, ma quanto ti sei allenata?! -
Hermione lo attaccò: - Ogni giorno - un attacco - Tre ore al
giorno - un secondo attacco - Per tutta l’estate - al terzo attacco Draco si
trovò senza la spada.
- Come la mettiamo Malfoy? E’ la quarta volta che riesco a
vincere. - disse Hermione posando la spada a terra.
Draco strinse le labbra: quella era una strega nel vero e
proprio senso della parola!!
- Ok Granger.. ti propongo una sfida. Ma questa volta tra di
noi. Riguarderà solo me e te. - disse Draco.
- Ci sto - disse Hermione sorridendo, prima ancora di sapere di
che sfida si trattasse.
- Un altro duello di spade. Chi vince sceglie la penitenza, che
però avverrà all’interno di questa stanza, e non avrà un proseguio al di fuori
di qui. Ci stai? -
Hermione impugnò la spada e si mise in posizione: - Cominciamo?
-
Il combattimento cominciò, entrambi i contendenti si sentivano
sicuri di sè.
- Ti ho già battuto quattro volte Malfoy, posso batterti ancora
- pensò Hermione.
- Hai finito di avere fortuna Granger - pensò Draco.
Il tutto accadde in pochi attimi: una finta, un colpo deciso
sull’elsa, e Hermione si trovò disarmata.
- Merda, mi ha battuta! - pensò Hermione.
Draco ghignò: - Bene bene, a quanto pare qualcuno qui deve
scontare una penitenza.. -
Hermione incrociò le braccia al petto: chisà cosa le avrebbe
fatto fare quella Serpe!!
- Allora Granger.. tranquilla, non sarà niente di complicato..
dovrai solo baciarmi - disse Draco, sbalordito dalle sue stesse parole.
Non aveva mica detto alla Granger di baciarlo vero?!?.. cazzo,
l’aveva fatto eccome!!
Il biondo dissimulò la sorpresa con un ghigno; Hermione invece
non fece nulla per sopprimere il suo sbigottimento.
Stava scherzando?! Lei.. baciare.. Malfoy?!?
Lo guardò, ma lui sembrava perfettamente sicuro di sè.
- Allora Granger? - le chiese, mordendosi poi la lingua.
Ma era impazzito?! Invece di dirle che stava scherzando,
l’aveva incitata a baciarlo!!
Ma tanto la Granger non l’avrebbe mai fatto.. lui le faceva
troppo schifo, soprattutto dopo quello che era successo lo scorso anno.. non avrebbe mai accettato..
Hermione lo fissò per qualche istante, poi si avvicinò a
lui.
- Che fai? - le chiese lui indietreggiando.
Lei abbozzò un sorriso: - Ti bacio no? -
La grifona annullò la distanza tra di loro, e lasciò che le
loro bocche si sfiorassero.
Fu come se una scarica elettrica attraversasse le loro schiene:
Malfoy prese Hermione per i fianchi e la strinse a sè, lei affondò le mani tra i
capelli di lui. Ogni pensiero logico era andato a farsi benedire, i due erano
vittime di quelle sensazioni.
Hermione dischiuse le labbra, e la lingua di Draco guizzò
dentro la bocca di lei, esplorandola.
Presto anche la lingua di lei iniziò a giocare nella bocca di
lui, e quando le due lingue s’incrociarono, fu come assistere ad un nuovo
combattimento di spade.
Le mani di Draco avevano iniziato ad esplorare il corpo di lei,
infiltrandosi sotto i vestiti e accarezzando la sua pelle nuda, mentre Hermione
giocava con i capelli di lui, passandoseli tra le dita.
Dopo quelli che sembravano secoli, ma che in realtà erano solo
pochi minuti, i due ragazzi si staccarono.
Erano entrambi rossi in viso e accaldati, le labbra tumide e
rosse: lui aveva i capelli scompigliati, lei i vestiti fuori posto.
Si fissarono per un lungo istante, increduli per ciò che era
successo.
Hermione tentò di parlare, ma dalla sua bocca non uscì alcun
suono.
Il primo a riprendersi fu Draco.
- Bene.. hai.. hai scontato la tua penitenza Granger.. è meglio
uscire da qui - disse lui.
Hermione non rispose, mentre lui le passò accanto e si avviò
verso la porta.
Qualcosa scattò nella grifona.
- Ti è piaciuto? - chiese lei.
- Cosa? -
- Ti ho chiesto.. - disse Hermione avvicinandosi nuovamente a
lui - se ti è piaciuto baciarmi.. -
Draco rimase interdetto: cos’era quel luccichìo negli occhi di
lei?
- Granger.. -
Lei si fermò ad un passo da lui.
- Rispondimi - gli sussurrò guardandolo negli occhi.
Draco sentì un brivido nella zona inguinale: che razza di
incantesimo gli aveva fatto??
La bocca improvvisamente asciutta, Draco non potè far altro che
annuire.
- .. anche a me.. - disse lei.
Annullò nuovamente la distanza tra loro, posando la bocca su
quella di lui.
Questa volta non ci furono esitazioni: il bacio divenne subito
passionale, segno evidente che entrambi i ragazzi volevano qualcosa di più.
Lui le alzò la gonna, ringraziando Salazar Serpeverde perchè
lei non portava le calze, ed iniziò ad accarezzarle le gambe, risalendo poi
sulla coscia.
Lei, dal canto suo, aveva preso a mordere e succhiare il collo
di lui, facendolo gemere, mentre con le mani gli apriva i pantaloni.
Improvvisamente, come se si fosse scottato, Draco si staccò
violentemente da lei.
- No! Cazzo Granger, non possiamo di nuovo.. -
Hermione abbassò lo sguardo, mordendosi il labbro.
- Senti Hermione.. -
Lei alzò lo sguardo: era dall’anno prima che lui non la
chiamava per nome.
- Granger.. - si corresse lui - Non possiamo ok? Semplicemente
non possiamo. Ci abbiamo già provato, ed è andata male.. sai cos’era per me e
cosa significava per te.. è inutile. Lasciamo perdere. -
Lei annuì, poi lo oltrepassò e uscì dalla Stanza.
Lui inspirò a fondo, appoggiandosi al muro: aveva fatto la cosa
giusta.. e allora, perchè si sentiva così vuoto? Ripensò all’anno
precedente.
La stava aspettando sulla Torre di Astronomia: dopo quell
incontro, lui lo sapeva, lei lo avrebbe odiato.
- Draco! - lo chiamò lei con un sorriso: era bellissima nel suo
semplice pigiama rosa.
- Ciao - la salutò lui, evitando di baciarla.
- E’ successo qualcosa? - chiese lei allarmata.
Draco scosse la testa: doveva dirglielo ora, altrimenti non ce
l’avrebbe più fatta.
- Senti Hermione.. è stato bello, mi sono divertito, ma.. è
meglio finirla qui. Ora ci sono le vacanze estive, e io non voglio legami. -
La ragazza era indietreggiata pallida.
- Draco, ma cosa dici? -
- Dai Granger, non pensavi fosse una cosa seria tra di noi
vero? Era solo sesso.. niente di più! -
Hermione l’aveva guardato ferita, si era voltata ed era tornata
al suo dormitorio.
Sapeva di averle fatto del male, ma non aveva avuto altra
scelta. Suo padre era stato molto chiaro sull’argomento: - Tu sei già stato
destinato alla figlia dei Parkinson, Draco. Non puoi avere un’altra ragazza! Mi
dispiace, ma è fuori questione. Divertiti con lei, se ti fa piacere. Ma tra voi
non ci deve essere altro. -
Da quella sera non si erano più rivolti la parola, e avevano
passato tutta l’estate tenendosi il più possibile impegnati.
Ma, evidentemente, non era servito.. era bastato un bacio
perchè lui desiderasse farla sua come una volta!
Doveva stare attento, non poteva permettersi errori. La Granger
era la sua nemica. Niente di più.
Uscì dalla Stanza: lei lo stava aspettando.
- Granger, si può saper che cav.. -
Lei non gli diede il tempo di finire la frase: con un gesto
secco della bacchetta, fece tornare i capelli di Draco color chewin-gum.
Nè a pranzo nè a cena i due capitani si fecero vedere, cosa che
preoccupò molto gli studenti: che fosse successo loro qualcosa?
Ginny si premurò subito d’informare che Hermione stava
benissimo, si sentiva semplicemente un pò fiacca, e aveva dunque deciso di
riposare.
Blaise, d’altra parte, non dovette dire molto: il motivo per
cui Draco si era rifiutato di scendere in Sala Grande era chiaro a tutti.
Quella notte, mentre tutti dormivano, Draco era uscito dal suo
dormitorio, aveva attraversato la sala comune di Serpeverde, e si era diretto
verso le cucine di Hogwarts: da lì, poteva accedere al suo nascondiglio segreto,
che conduceva ad una piccola stanzetta, arredata in modo semplice: un divano,
qualche libro e un bel camino.
L’aveva scoperta per caso, una sera, quando stava cercando di
sfuggire a Mrs. Purr: da allora era diventata il suo luogo segreto, soltanto
un’altra persona ne era a conoscenza..
E, guarda caso, quella persona era proprio di fronte a lui,
intenta a leggere, seduta sul divanetto.
Alzò gli occhi su di lui, e trasalì.
- Me ne vado - disse Draco.
Hermione sorrise: - Hai paura di me Malfoy? -
Draco ghignò: - Un Malfoy non ha mai paura Granger, ficcatelo
in testa. -
- Allora puoi restare, non mi dai fastidio. -
Draco la fissò per qualche istante, poi si sedette accanto a
lei e si accese una sigaretta: non lo faceva quasi mai, solo quando aveva
bisogno di rilassarsi.
Hermione riprese a leggere, ignorandolo.
- Che leggi? - chiese Draco dopo un pò.
- Niente - disse lei, conoscendo la reazione di lui: perchè
Draco Malfoy era un inguaribile curioso.
- Che significa niente? Se leggi, deve esserci scritto
qualcosa? - disse infatti lui, con un pizzico di curiosità nella voce.
- Ti dico che non è niente.. -
- Cazzo Granger, voglio sapere cosa stai leggendo! - disse lui
perdendo la pazienza.
- D’accordo Malfoy.. ma solo se mi fai fare un tiro - rispose
la grifona.
Draco alzò un sopracciglio: da quando Hermione.. cioè, la
Granger, fumava?
Ciò nonostante, le passò la sigaretta, e lei gli porse il
libro.
Hermione aspirò, poi reclinò la testa all’indietro e buttò
fuori il fumo lentamente.
Draco si impose di non guardarla, ma non potè farne a meno:
quella ragazza era maledettamente sexy anche quando fumava..
Il biondo si concentrò sulle pagine del libro: erano
bianche.
- Ma che cazz.. -
- Devi aspettare Malfoy. Quello è un libro magico.. riporta
sulle pagine quelli che sono i nostri pensieri e i nostri desideri.. - gli
spiegò Hermione.
Poco dopo infatti, caratteri neri cominciarono a riempire la
pagina.
Draco lesse:
Cazzo, quanto la desidero.
E’ incredibile come ogni suo sguardo, ogni suo gesto mi faccia
venire voglia di lei. Perchè non basta un’estate per dimenticarla. Non
basterebbe una vita intera.
Dimenticare quel sorriso radioso che illumina le tue giornate;
quegli occhi così espressivi, che sembrano capaci di leggerti l’anima; quella
bocca così dolce e morbida, fatta per essere baciata; quel corpo così pieno di
vita, fatto per essere toccato.
La voglio. La voglio ora. Adesso. Subito.
Voglia spogliarla, sdraiarmi sopra di lei e baciarla tutta,
lambire anche il più piccolo lembo della sua pelle con la mia lingua; voglio
sentirla gemere al tocco delle mie mani su di lei, su quel seno così bello e
sodo, su quel ventre piatto, su quelle gambe tornite, per poi risalire con la
mano lungo la coscia..
Draco chiuse il libro con uno scatto: se avesse letto ancora,
non avrebbe più resistito: le sarebbe saltato addosso seduta stante.
- Interessante? - chiese la grifona.
- Co.. cosa? - balbettò il biondino.
Hermione abbassò lo sguardo sui pantaloni di lui, da cui una
sporgenza eloquente rispondeva alla sua domanda.
- Sì, direi decisamente interessante.. - commentò la
ragazza.
Draco deglutì: come aveva fatto quella strega in una sola
estate a diventare così maledettamente provocante?!
Hermione sorrise, alzandosi dal divanetto.
- Qualcuno ha bisogno di una mano.. - disse la grifona,
indicando i pantaloni di Draco.
Si avvicinò a lui, mentre Draco impallidiva.
La Granger non aveva mica intenzione di.. ????
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Capitolo 6 *** A letto col nemico ***
Come spero vi ricorderete, abbiamo lasciato i nostri
protagonisti in una situazione un pò.. piccante, per così dire!! Ma sarà davvero
così? Come si risolverà alla fine? Vi lascio leggere..
baci!!
Hermione si avvicinò a lui, e gli aprì la cerniera dei
pantaloni.
Draco era immobile, sembrava avesse persino smesso di
respirare.
- Hermione.. - sussurrò, chiudendo gli occhi.
Lei si morse il labbro, poi decise di agire.
Tirò fuori la bacchetta, e mormorò un incantesimo: dalla punta
della bacchetta scaturì un getto d’acqua gelata, che si riversò sulla zona
inguinale di lui.
Draco non poteva credere a quello che stava accadendo: la
Granger stava per..
Chiuse gli occhi, troppo eccitato per fermarla: poi, sentì
freddo. Molto freddo.
Aprì gli occhi di scatto, con un urlo.
- Granger!! -
Lei lo stava guardando, un sorriso strafottente sulle
labbra.
- Cosa credevi che avrei fatto Malfoy? D’altronde, come mi hai
detto tu l’hanno scorso, tra noi c’è solo sesso, niente di più.. e con
quei capelli, te l’assicuro, non ecciteresti proprio nessuno. - disse
Hermione.
- Notte Malfoy! - lo salutò lei, mandandogli un bacio con la
mano.
Lui rimase lì, bagnato, furioso.
- Cazzo.. - imprecò, osservando il disastro sui suoi
pantaloni.
Il mattino dopo, prima di scendere a colazione, un serpeverde
del primo anno si avvicinò timido a Draco, porgendogli la sua bacchetta: la
penitenza era stata scontata.
Draco si sistemò i capelli, e scese in Sala Grande.
Lei era già lì, chiacchierava allegramente con Potter e
Weasley.
Lui si sedette accanto ai suoi amici, Blaise Zabini e Pansy
Parkinson.
- Che hai Dray? - gli chiese Blaise scrutandolo.
- Niente.. -
- Il tuo niente porta per caso il nome di Hermione Granger? -
chiese ancora Blaise.
- Vaffanculo Blaise. -
Il ragazzo sorrise: sì, si trattava proprio di lei.
Quella mattina, la prima lezione prevedeva una divisione della
classe: un gruppo sarebbe andato con l’insegnante di Babbanolgia a studiare la
storia babbana e i suoi più importanti personaggi, l’altro sarebbe andato in
infermeria, dova Madama Chips avrebbe illustrato alcuni semplici pozioni e
incantesimi curativi.
Questo perchè, essendo al settimo anno, i ragazzi avessero un
aiuto nella scelta della loro futura carriera.
Nel gruppo diretto da Madama Chips finirono Draco, Harry,
Blaise, Ron, Hermione, Pansy, Tiger, Goyle, Seamus e Lavanda. Gli altri si
diressero a Babbanologia, mentre i dieci ragazzi andarono in infermeria.
Gli amici dei due capitani si guardarono, tesi: Hermione e
Draco non si erano guardati in faccia neanche una volta, il che di solito era il
presupposto per una lite coi fiocchi.
- Benvenuti ragazzi - li accolse Madama Chips con un
sorriso.
I ragazzi la salutarono cortesemente, poi lei li fece
avvicinare ad un ragazzino Grifondoro, del secondo anno, che li guardava
spaventato.
- Come potete vedere ragazzi, questo ragazzo ha riportato una
frattura al polso: in questo caso possiamo procedere in due modi. Il primo.. -
Madama Chips continuò a parlare, ma Draco non la stava
scoltando.
- Bello scherzo ieri sera, Granger. - mormorò all’orecchio
della ragazza, la quale rimase impassibile.
- In effetti, sì, avevo frainteso le tue intenzioni - continuò
lui, mentre Hermione manteneva la sua aria indifferente - Ma cosa vuoi, pensavo
avessi voglia anche tu.. dopotutto, è tutta l’estate che non ti fai sbattere da
nessuno.. - aggiunse, e nel frattempo Hermione stringeva i pugni e si
costringeva a restare calma - Scommetto che anche Weasley ti ha rifiutato, vero?
D’altronde, puoi sempre pagare qualcuno.. i soldi non ti mancano.. -
Per Hermione fu decisamente troppo: con un sorriso, prese il
vaso di fiori accanto al letto del paziente, e scaraventò l’acqua che vi era
dentro in faccia a Draco.
I ragazzi trattennero il respiro: quel gesto voleva dire
guerra.
Draco si passò una mano sulla faccia, l’espressione del volto
trasmetteva una cosa sola: odio.
- Sei morta Granger!! - urlò lui impugnando la bacchetta.
- Expelliarmus! - urlò Hermione.
- Scudo! - gridò di rimando Draco.
Madama Chips urlò scandalizzata: - Siamo in infermeria, un pò
di rispetto!! Ragazzi!! RAGAZZI!!! -
Tutto inutile; intanto, quei due avevano deciso che era inutile
usare la magia, quando potevano distruggere tutto ciò che avevano a tiro,
lanciandoselo l’uno contro l’altro.
- Che facciamo? - chiese Harry.
- Dobbiamo fermarli, altrimenti quelli distruggono l’intera
scuola! - gridò Pansy, mentre una pozione sfrecciava sopra la sua testa.
- Ma non possiamo.. le regole.. - disse Ron, schivando
all’ultimo secondo un vaso di fiori.
- Dobbiamo avvertire qualcuno! - disse Blaise, avanzando a
carponi verso l’uscita dell’infermeria per evitare di essere centrato da
qualcosa.
Corse a perdifiato fino alla prima aula a disposizione, dove la
McGranitt stava facendo lezione agli alunni del primo anno, e andò incontro
all’insegnante, ansimando.
- Professoressa.. - sbuffò cercando di riprendere fiato -
Hermione.. Draco.. infermeria.. -
Per la McGranitt fu abbastanza: intimò ai suoi alunni di stare
in silenzio, e si mosse a passo veloce verso l’infermeria, seguita da
Blaise.
- Prendi questo bastardo! - urlò Hermione lanciandogli addosso
una pozione soporifera.
- Prova a schivare questo brutta strega inacidita! - rispose
lui, armato di bende e ingessature.
La McGranitt sgranò gli occhi, incredula davanti alla scena che
le si presentava davanti.
- Smettetela immdiatamente!!! - urlò l’insegnante furiosa.
I due ragazzi si fermarono e abbassarono contemporaneamente le
braccia.
- Ma siete impazziti?! Vi rendete conto della gravità di ciò
che avete fatto?!? Avete 17 anni, per l’amor del cielo!! Quando la smetterete di
comportavi come bambini e vi deciderete a crescere?!? Settanta punti in meno a
entrambe le case, e stanotte rimarrete qui, in punizione, a pulire tutto il
disastro che avete combinato!! E state pure tranquilli che i vostri genitori
saranno informati, così come i vostri nonni! - disse la McGranitt arrabbiata,
prima di girarsi e tornare nella sua classe: ne aveva abbastanza di quei due.
Questa storia della guerra tra Serpeverde e Grifondoro doveva finire, e in
fretta anche.
Hermione e Draco si guardarono furibondi: la questione non era
ancora chiusa.
Superfluo dire che, per l’ora di pranzo, tutta la scuola era a
conoscenza, con abbondanza di particolari, della lite avvenuta in
infermeria.
Silente e Voldemort erano a metà tra il deluso e il diverito:
certo, non tolleravano che i loro nipoti si comportassero così.. ma dovevano
ammettere che, secondo il resoconto della McGranitt, sarebbe stato divertente
vederli litigare.
- Quei due finiranno per ammazzarsi un giorno o l’altro -
commentò Voldemort.
- Chi disprezza compra, Tom.. - disse Silente, osservando la
nipote da sopra gli occhiali a mezzaluna.
- Quante volte devo dirti di non chiamarmi Tom, Albus? - chiese
Voldemort scocciato.
Silente non rispose, si limitò a sorridere tranquillamente.
Quella sera, dopo cena, Hermione e Draco si ritrovarono in
infermeria, con Madama Chips che li scrutava, torva.
- Io sarò di là, nell’altra stanza: non voglio sentire una
mosca volare intesi? Dovrete ripulire tutto, l’infermeria deve risplendere come
uno specchio! -
- Ma ci vorrà tutta la notte.. - commentò Draco.
- Non mi interessa signor Malfoy: forse così imparerete come
comportarvi. - disse l’infermiera.
Madama Chips se ne andò, lasciandoli soli.
Hermione e Draco si guardarono senza dire una parola, poi
iniziarono a pulire: anzi, più che altro Hermione puliva e Draco la
guardava.
Era bella, semplicemente bella. Anche in quel momento, con i
capelli che le ricadevano scomposti sugli occhi, la fronta corrugata per lo
sforzo, i vestiti spiegazzati.
Lei si accorse che la stava fissando, e si avvicinò a lui,
scocciata.
- Pensi di darmi una mano? - gli chiese.
Lui non resistette all’impulso di scostarle un ricciolo dal
viso per posarglielo dietro l’orecchio.
Quel contatto fece rabbrividire entrambi: si guardarono, e
tutto tornò come l’anno precedente, come se quell’estate di separazione non
fosse mai esistita.
- Draco.. - mormorò lei.
Lui le posò le labbra sulle sue.
Si baciarono, perchè era quello che entrambi avevano desiderato
da tempo.
Si baciarono, perchè non sarebbe bastata una vita per
cancellare il loro sentimento.
Si baciarono, perchè per loro era la cosa più naturale del
mondo.
Si baciarono, perchè semplicemente non c’era altro da fare.
Lei si appoggiò a lui, inclinando la testa; lui la prese tra le
braccia, approfondendo quel bacio tanto desiderato.
Si spogliarono, senza timidezza, perchè l’avevano già fatto
tante volte. Lui la fece distendere sul letto, posizionandosi sopra di lei.
Risero insieme per il letto troppo stretto, per le lenzuola
ruvide, per la possibilità che Madama Chips li scoprisse, per non aver
dimenticato il sapore dell’altro.
Lui entrò dentro di lei, lentamente, con dolcezza, godendo di
ogni istante.
Hermione potè percepire ogni minimo movimento che lui faceva
dentro di lei, e si lasciò andare a quelle meravigliose sensazioni, che le
inebriavano i sensi.
Si mossero insieme, in perfetta sincronia, le bocche una
sull’altra, le mani intrecciate, i corpi fusi insieme.
Vennero contemporaneamente, tra gemiti strozzati e grida
soffocate per non fare rumore: eppure, tutto intorno a loro sembrava scomparso,
lasciando il posto a loro, al loro piacere.. al loro amore.
Lui si appoggiò su di lei, con l’orecchio poteva percepire i
battiti del suo cuore.
Lei gli accarezzò i capelli, lasciando che le sue dita si
perdessero tra quei fili color del sole.
Si addormentarono nudi, stretti l’uno all’altro, con un sorriso sulle labbra,
unico testimone di ciò che avevano fatto.
Piaciuto????? Spero di sì, come
spero di ricevere tante recensioni.. e vi assicuro che presto arriveranno le
spiegazioni sui genitori di harry, sul mondo magico, su voldemort, ecc..
ringrazio tutti coloro che recensiscono ( siete insuperabili!!) e coloro che semplicemente leggono..
sperando che il capitolo vi sia piaciuto.. alla prossima!!!
Bacioni!!!!
Chiara
|
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Capitolo 7 *** Look trough my eyes ***
Ringrazio tantissimissimissimo tutti coloro che
recensiscono e che mettono la storia tra i preferiti, e un grazie gigante anche
a coloro che leggono, chiedendo loro se magari, se hanno due minuti di tempo, mi
lasciano un commentino.. solo per sapere cosa ne pensate!!! Questo capitolo..
beh, non vi anticipo nulla, spero solo che vi piaccia!!!! Un mega bacio a
tutti!!!! Chiara
Hermione fu la prima ad aprire lentamente gli occhi.
Si sentiva un peso sul petto, ma non si sarebbe mossa per nulla
al mondo: Draco dormiva profondamente, appoggiato su di lei.
Hermione sorrise: era così dolce quando dormiva, così
indifeso.. era semplicemente bellissimo.
Ripensò a quella notte: avevano fatto l’amore, ed era stato
semplicemente magnifico.
Si era lasciata andare completamente, desiderosa di essere
nuovamente sua.
Non sapeva come avrebbe reagito lui appena sveglio, se lo
conosceva almeno un pò, avrebbe scommesso che la sua reazione sarebbe stata
quella di minimizzare la cosa, come se non fosse stata importante.
Ma a lei non importava.
Perchè, qualunque cosa lui avesse detto, quello non era stato
solo sesso.
E lui lo sapeva.
Draco si mosse appena, cercando di aprire gli occhi: si era
addormentato su qualcosa di morbido, ma cos..
Aprì gli occhi di scatto, confermando le sue supposizioni:
aveva la testa appoggiata sul petto di Hermione, poteva sentire il respiro
regolare della ragazza che faceva alzare e abbassare il petto, e il pulsare
ritmico del suo cuore.
Tirò su la testa, puntellando i gomiti sul quanto mai stretto
letto dell’infermeria.
- Ben svegliato.. - lo salutò lei.
- Granger.. - iniziò lui, ma lei non gli diede tempo di
parlare.
- Lo so, lo so.. è stato un errore, è stato solo sesso, e non
si ripeterà mai più. -
Lui alzò un sopracciglio: lo conosceva dannatamente bene.
- Esatto. - disse il biondo.
- Ti alzeresti per favore? Mi vorrei vestire - disse lei,
imperturbabile.
Lui la guardò confuso, poi si mise a sedere sul bordo del
letto, e iniziò a infilarsi boxer e pantaloni.
Si era aspettato una scenata da lei, un " abbiamo fatto l’amore, non significa niente per
te?" , ma niente.
Era come se a lei non importasse nulla, come se tra loro ci
fosse stato solo sesso.
E non era così. Lo sapeva lui, e di sicuro lo sapeva pure
lei.
Draco si infilò anche la maglia, mentre Hermione si passava le
dita tra i capelli, per sistemarli.
Il biondo tirò furoi la bacchetta, e con un incantesimo
mormorato a fior di labbra, ripulì da cima a fondo l’infermeria: così, nessuno
avrebbe potuto accusarli di non aver scontato la punizione.
Hermione sorrise appena: aveva visto la faccia di Draco, sapeva
perfettamente che lui si aspettava una scenata, o quantomeno un tentativo di
discussione su cosa era accaduto tra di loro.. lei invece era rimasta
impassibile, si era comportata esattamente come avrebbe fatto lui.
- Granger - disse Draco - Quello che è successo stanotte.. -
- Lo so Malfoy. E’ stato solo sesso, senza nessuna importanza.
Usciti da qui, continueremo ad odiarci come se nulla fosse mai successo. Vuoi
aggiungere altro? - chiese Hermione, le braccia incrociate al petto.
Draci ammutolì: non per ciò che lei aveva detto, in effetti era
esattamente quello che lui aveva intenzione di dirle, ma per il come
l’aveva detto.
Il biondo scosse la testa, incapace di parlare.
- Perfetto Malfoy. Ci vediamo a lezione. -
Hermione uscì dall’infermeria, trattenendosi a fatica dal
correre tra le sue braccia, per fargli capire quanto fosse stato importante per
lei fare di nuovo l’amore con lui. Ma non lo fece. Non poteva farlo.
Non voleva soffire di nuovo, lui le aveva già spezzato il cuore
una volta.. non gli avrebbe permesso di farlo di nuovo.
Lui rimase lì, a fissare il vuoto. Il mondo doveva essere
impazzito, visto che la Granger era del tutto indifferente all’aver passato la
notte con lui, mentre al contrario, lui si era trattenuto a stento dal chiederle
cos’aveva significato per lei quella notte.
Scosse la testa, e si decise ad uscire dall’infermeria.
Si diresse in Sala Grande, e lei era già lì, circondata dai
suoi amici, sorridente e.. bellissima.
Draco si sedette accanto a Blaise, che lo fissava curioso.
- Com’è andata la punizione? -
- Abbiamo scopato. -
Blaise sgranò gli occhi, divertito: - E hai quella faccia? Che
c’è? Scommetto che ha già iniziato a parlare del vostro rapporto.. -
Draco scosse la testa.
Blaise aggrottò la fronte: - Allora non capisco, qual’è il
problema? -
- E’ proprio questo il problema Blaise. Non ha detto nulla. -
Il moro si morse il labbro, evitando di ridere: il suo migliore
amico, il Re degli Slytherin, il Dio del Sesso, il Guru dell’Usa e Getta, era
preoccupato perchè la sua acerrima nemica, dopo aver scopato con lui, non gli
rompeva le scatole con domade tipo " stiamo
insieme" e affini?
- Non ho fame, vado a farmi un giro. - disse Draco alzandosi e
abbandonando la Sala.
Hermione lo seguì con lo sguardo, ma non disse nè fece
niente.
Draco uscì dal castello, le mani in tasca, lo sguardo a terra:
non riusciva a capire la Granger.
Possibile che.. che davvero per lei fosse stato solo.. solo
sesso?
No, non era da lei.. o perlomeno, non era dalla Granger
dell’anno prima.
Era davvero possibile cambiare così tanto in una sola estate?
Doveva ammetterlo, rispetto all’anno precedente, la Granger si era fatta più
provocante, più spavalda, più bella.. e forse, più fredda.
E, Draco lo sospettava, nell’ultimo caso la colpa era solo
sua..
Ma non aveva avuto scelta.
L’aveva fatto per lei.
E per se stesso.
Perchè se ne stava innamorando. E un Malfoy non poteva, non
doveva innamorarsi.
Soprattutto di una ragazza che non era stata destinata a lui
dalla nascita.
Camminava, ma un puntino nel cielo, proveniente dal castello,
catturò la sua attenzione.
Era un piccolo gufetto, che si posò sulla sua spalla,
porgendogli la zampina.
Draco lo guardò sorpreso, poi slegò la lettera che il gufo
aveva trasportato, la srotolò e la lesse.
There are things in life you learn And oh in time you'll see ‘Cause
out there somewhere It's all waiting If you keep believing So don't
run Don't hide It will be alright You'll see Trust me I'll
be there watching over you
(Ci sono cose nella vita che impari
e lo vedrai nel tempo
Perchè lì fuori da qualche parte
tutto sta aspattando
se continui a credere
Non correre
Non nasconderti
Andrà tutto bene
Lo vedrai
Credimi
Sarò qui a proteggerti)
Draco la riconobbe subito: l’aveva scritta per lei, l’anno prima. Non era
intonato, quindi aveva deciso di scriverle una canzone, con sotto la musica,
cosìcche lei potesse cantarla.
Just take a look through my eyes There's a better place somewhere out
there Just take a look through my eyes Everything changes You'll be
amazed what you'll find If you look through my eyes
(Basta che mi guardi negli occhi
C’è un posto migliore lì fuori da qualche parte
Basta che mi guardi negli occhi
Tutto cambia
Sarai sorpreso da ciò che troverai
Se mi guardi negli occhi)
Gliel’aveva regalata una notte, dopo aver fatto l’amore. Era il loro primo
mese insieme, nessuno lo sapeva, era il loro segreto.
There will be times on this journey All you'll see is darkness But
out there somewhere Daylight finds you If you keep believing So
don't run Don't hide It will be alright You'll see Trust me
I'll be there watching over you
(Ci saranno volte in questo viaggio
Tutto ciò che vedrai è l’oscurità
Ma lì fuori da qualche parte
L’alba ti troverà
Se continui a credere
Non correre
Non nasconderti
Andrà tutto bene
Lo vedrai
Credimi
Sarò qui a proteggerti)
L’aveva scritta pensando a come la sua vita fosse stata sempre buia e senza
uno scopo, un vero motivo per andare avanti, per dare il meglio di sè.. fino a
che non aveva incontrato lei. Lei era la sua alba. Lei era la sua
vita.
All the things that you can change There's a meaning in everything
And you will find all you need There's so much to understand
(Tutte le cose che puoi cambiare
C’è un significato per tutto
E troverai tutto ciò che ti serve
C’è così tanto da capire)
Lui aveva capito presto che la loro relazione non li avrebbe mai portati da
nessuna parte, perchè sarebbe stato troppo bello per essere vero. Perchè
evidentemente non era il loro destino.
Just take a look through my eyes Theres better place somewhere out there
Just take a look through my eyes Everything changes You'll be amazed
what you'll find If you look through my eyes Just take a look through my
eyes If you look through my eyes Take a look through my
eyes
(Basta che mi guardi negli occhi
C’è un posto migliore lì fuori da qualche parte
Basta che mi guardi negli occhi
Tutto cambia
Sarai sorpreso da ciò che troverai
Se mi guardi negli occhi
Basta che mi guardi negli occhi
Se mi guardi negli occhi
Guardami negli occhi)
Guardami negli occhi Hermione.
Perchè sono ancora innamorato di te.
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Capitolo 8 *** Imagine me without you ***
Dieci recensioni????
Che bello, adoro trovarne così tante, stimolano la mia creatività!!!!
Innanzitutto volevo informare che, per coloro che me l'hanno chiesto, il titolo
della canzone dello scorso chappy è "Look trough my eyes" di Phil Collins. Poi
ringrazio coloro che hanno recensito, rispondendo brevemente:
magicrossy: ho letto
la tua fanfiction e l'ho recensita, molto bella!! Spero che anche questo chappy
ti piaccia!!
HermyKitty: il mio
tesorino indiscusso.. che ti posso dire?? Ormai ci sentiamo sempre per mail!!!
In effetti Hermione versione "dura" è molto bella, anche se mantiene sempre il
suo lato dolce.. anche perchè, quando ha un'espressione dolce dolce da cucciola,
come si fa a resisterle?? Inutile aggiungere che mi aspetto un commento..
tvb!!!!
piperina: sono felice
che, mentre leggevi, riuscivi ad immaginarti la scena, significa che era ben
scritta.. me orgogliosa!!! Penso che di lacrime te ne scenderanno parecchio in
questa fanfiction, quindi ti ho avvisata!!!
ninny: ecco qui the
new chappy, fammi sapere se ti piace!!
Shavanna: grazie
grazie grazie, in effetti Hermione con questo lato più duro del carattere è
molto più intrigante e interessante, e Draco.. è innamorato, deve solo
accettarlo e combattere in nome del suo amore!!! Dimmi se il capitolo ti
piace!!
buffy88: tutti a
sostegno di Hermione vedo!! Mi fa piacere, perchè io l'adoro!!! Fammi
sapere se anche questo capitolo ti è piaciuto!!!
titti6493: ^////^ me
arrossisce per i complimenti!!! Spero che la tua opinione rimanga immutata anche
nei chappy seguenti, a cominciare da questo!! Dimmi che ne pensi, mi
raccomando!!
tarabe: come scritto
sopra il titolo è "Look trough my eyes" di Phil Collins.. sono felice
che ti sia piaciuto, fammi sapere se anche questo merita i complimenti!!
:-D
8marta8: sì, in
effetti non è da tutti, tantomeno da Draco, scrivere una canzone del genere...
ma lui è un tipo imprevedibile!!! La canzone è "Look trough my eyes"
di Phil Collins.. spero che anche questo capitolo ti
piaccia!!!
Mi raccomando, aspetto
i vostri commenti, sapete che siete voi la mia ispirazione.. non
deludetemi!!
Baciottoli!!
Chiara
Teneva la lettera tra le mani, sentendosi al tempo stesso
spaventato e felice; in un’unica parola, era confuso.
Perchè lei gli aveva scritto proprio quella canzone? Cosa
voleva fargli capire? Che lo amava ancora? Che quella notte era stata speciale
anche per lei? O forse che, semplicemente, sapeva ciò che lui provava per lei, e
voleva dimostrargli che neanche il suo sentimento era cambiato?
- Hermione.. - mormorò, assaporando nuovamente l’effetto del
nome di lei pronunciato dalla sua bocca.
E si riscoprì a sorridere. Perchè il suo era il nome più dolce
del mondo. O forse, lo era perchè ne era innamorato. Del suo nome, del suo
sorriso, del suo carattere.. di lei.
Hermione aveva visto Draco uscire dalla Sala Grande, e non
aveva resistito: al diavolo il fare l’indifferente e la fredda!!! Aveva scritto
in fretta e furia la lettera ed era corsa in guferia, per spedirla.
Gli aveva scritto il testo della canzone che lui aveva scritto
per lei, e che le aveva regalato per il loro primo mese insieme.
Amare è il più grande rischio che si possa correre..
Gliel’aveva detto sua madre quell estate.. e a volte, le
relazioni finivano, e si rivelavano un fallimento..
Ma, aveva aggiunto sua madre, il fallimento più grande è
arrendersi.
E no, lei non si sarebbe arresa.
Si alzò dalla Sala Grande, salutando Harry e Ron.
Uscì dal castello, incrociando le braccia al petto per
proteggersi dal freddo.
Camminò a passo svelto fino al limitare della foresta, poi
svoltò a sinistra, e si inoltrò in un sentiero in salita, molto stretto e
impervio, pieno di rovi e rami.
Camminò per una decina di minuti circa, arrivando su una
piccola collina rialzata, ma sapeva che ne sarebbe valsa la pena: di fronte a
lei, il paesaggio che si estendeva era da mozzare il fiato: il lago occupava tre
quarti del campo visivo, col sole che rifletteva la sua luce su di esso;
intorno, una distesa verde che sembrava animata dal vento, mentre in lontananza
erano visibili le montagne, già coperte delle prime nevicate.
L’aria sferzava gelida, facendole lacrimare gli occhi, ma lo
spettacolo era impagabile.
La sua mente iniziò a vagare, ripercorrendo le ultime ore,
fermandosi su quella notte.. la loro notte.
Chiudendo gli occhi, Hermione poteva sentire la labbra di Draco
sulle sue, le sue mani che la accarezzavano, poteva addirittura sentirlo dentro
di sè, con un tale calore da procurarle una serie di brividi lungo la
schiena.
Senza neanche pensare, Hermione lasciò che il suo cuore
parlasse per lei:
As long as stars shine down from heaven
And the rivers run into the sea Till the end of time forever You´re
the only love I´ll ever need In my life you´re all that matters In my
eyes the only truth I see When my hopes and dreams have shattered You´re
the one thats there for me When I found you I was blessed And I will
never leave you, I need you
Era vero, Hermione aveva bisogno di lui. E sperava che per lui
fosse lo stesso. Cantava, senza far caso a ciò che la circondava, al ritmo, o
all’intonazione. Cantava, perchè il suo cuore voleva esprimersi con quella
melodia.
Imagine me without you I´d be lost and so confused I wouldn´t last a
day, I´d be afraid Without you there to see me through
Imagine me without you Lord you know is just impossible Because of
you, It´s all brand new My life is now worthwhile I can´t imagine me
without you
Ripensò a quando si erano visti, il primo anno: si erano
sfidati dal primo sguardo.
Le avevano detto chi era, e quando erano finiti lei a
Grifondoro e lui a Serpeverde, aveva capito che avrebbero combattuto l’uno
contro l’altro, per fare primeggiare la propria casa.
Ed era stato effettivamente così, per i primi cinque anni; poi,
l’anno precedente.. una mattina, avevano alzato lo sguardo.. e si erano guardati
come mai prima.
Avevano preso consapevolezza di chi erano davvero. Hermione e
Draco. Lei e lui. E, stranamente, quel legame le era sembrato perfetto.
Avevano iniziato a parlare una sera, nel loro posto segreto: si
erano incrociati, non sapendo che anche l’altro ne fosse a conoscenza.
Ovviamente, agli occhi degli altri, continuavano ad odiarsi.
Ma, di notte, potevano essere se stessi.
E, piano piano, l’amore era sbocciato ed era cresciuto,
intrecciando i loro cuori e le loro anime.
When I met you I was falling You love lifted me back on my feet It
was like you heard my calling And you rushed to set me free When I found
you I was blessed And I will never leave you
Imagine me without you I´d be lost and so confused I would´t last a
day, I´d be afraid Without you there to see me through Imagine me
without you Lord you know is just impossible Because of you, It´s all
brand new My life is now worthwhile I can´t imagine me without you
Ripensò a quando lui le aveva detto che tra loro c’era solo
sesso, che per lui la loro relazione non significava niente.. le aveva spezzato
il cuore. Perchè lei si era davvero innamorata di lui. Una parte di sè le diceva
che stava mentendo, che non era possibile.. ma quello sguardo freddo, quel tono
duro.. si era sentita morire.
Aveva passato l’estate tra gli impegni di giorno e i pianti di
notte, perchè ormai non poteva più immaginarsi la vita senza di lui: erano
bastati pochi mesi per considerarlo parte della sua anima.
When I found you I was blessed And I will never leave you, I need you
Imagine me without you I´d be lost and so confused I wouldn´t last a
day Without you to see me through Imagine me without you Lord you
know is just impossible Because of you, It´s all brand new My life is
now worthwhile I can´t imagine me
- I can´t imagine me..
without you.. - mormorò Hermione.
Non si era accorta che qualcuno l’aveva ascoltata per tutto il
tempo.
Un rumore la fece voltare: Draco, le braccia incrociate al
petto, le sorrideva.
- L’ho sempre detto io, che saresti una cantante perfetta - le
disse.
Lei gli sorrise, un lieve imbarazzo le imporporava le guance di
rosso.
Il sorriso di Draco si spense, trasformandosi in puro
terrore.
- Hermione! - urlò, puntando il dito verso qualcosa dietro di lei.
La ragazza si voltò di scatto, e sentì come una forza che la
trascinava a terra: perse l’equilibrio, sbattendo la testa, mentre qualcosa, che
assomigliava ad un ramo, nato dalla distesa erbosa sottostante la collina, che
prima Hermione aveva ammirato, la trascinava giù.
- Hermione!!!!! - urlò ancora Draco, scattando in avanti.
Il ramo diede uno strattone, facendo scivolare Hermione dalla
collina, e lasciandola cadere nel vuoto.
- NOOO!!!! - urlò Draco, tentando di afferrarla.
Troppo tardi.
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Capitolo 9 *** L'inizio della vendetta ***
Purtroppo vado di corsa, e non ho tempo
di rispondervi singolarmente, ma voglio comunque ringraziarvi per le recensioni,
e augurarvi buona lettura per questo capitolo, che, devo ammettere, è davvero
brutto.. non a livello di contenuto in sè, ma per gli avvenimenti che vi
accadono.. beh, mi direte voi!! Spero di ricevere tante recensioni.. quindi
fatevi sentire!!!! Bacioni!! Chiara
Si era voltata con un sorriso verso di lui, quando aveva
sentito la sua presenza.
Le aveva sorriso, e lei si era semplicemente sentita
sciogliere.
Dopo pochi istanti però, il suo sorriso si era trasformato in
una smorfia di terrore.
- Hermione! - le aveva urlato, e lei si era voltata, appena in
tempo per sentirsi afferrare per una gamba, e perdere l’equilibrio, sbattendo la
testa a terra.
Draco non perse tempo: - Accio Nimbus!!!!! - urlò alzando la
bacchetta.
Dopo qualche secondo, un oggetto sfrecciava nel cielo: la sua
scopa.
Draco la afferrò, e salitovi, partì all’inseguimento di
Hermione, che veniva trascinata da quel ramo.
- Se non mi sbrigo si schianterà - pensò Draco, incitando la
scopa ad andare più veloce.
Affiancò Hermione, saldamente trattenuta dal ramo.
- Diffindo!! - urlò Draco, puntando la bacchetta contro il
ramo, senza successo.
- Andiamo.. Diffindo!! Cazzo, DIFFINDO!!! -
Questa volta l’incantesimo riuscì, e Draco riuscì a liberare
Hermione: la prese al volo, issandola sulla sua scopa.
Il ramo si erse sopra di lui, cercando di farlo cadere.
- Via da qui!! - urlò Draco, facendo manovra con la scopa e
partendo alla fuga.
Il ramo, come animato da vita propria, si lanciò
all’inseguimento dei ragazzi.
- Più veloce!!! - pensò Draco, tenendo stretta Hermione.
- Se riusciamo ad arrivare al castello siamo salvi!! Ti prego,
dobbiamo farcela.. resisti Hermione!! - pensò ancora, abbassandosi per aumentare
ulteriormente la velocità.
Il ramo ridusse la distanza, e tentò di colpire la scopa. Draco
lo schivò all’ultimo secondo, lanciando poi un urlo di gioia: era appena
arrivato al castello!
Si girò verso il ramo, e vide che esso dovette ritirarsi.
Atterrò di fronte al portone principale, e corse in infermeria,
trasportando Hermione tra le braccia.
- Madama Chips!! Madama Chips!!!! -
- Signor Malfoy, ma cos.. oh per Merlino! Cos’è successo??
Presto, l’appoggi qui!!! -
- Ha sbattuto la testa, credo sia svenuta.. -
Madama Chips tastò la testa delle ragazza, e dopo averne
tastato la nuca, vide sulle dita tracce di sangue.
- Signor Malfoy, vada ad avvertire immediatamente suo nonno e
il Preside Silente. -
- Ma Hermione.. -
- Ci penso io a lei, vada!! -
Dracò uscì dall’infermeria, e corse fino al gargoyle che
custodiva l’ingresso dell’ufficio dei Presidi.
- Mou Mollelingua!! -
Salì i gradini a due a due, e spalancò la porta dello studio,
mentre Voldemort e Silente si voltarono a fissarlo.
- Nonno.. Silente.. dovete venire, presto! Si tratta di
Hermione.. -
Silente balzò in piedi e fece segno a Draco di precederlo.
Il ragazzo e i Presidi camminarono velocemente verso
l’infermeria.
- Hermione.. - mormorò Silente, piegandosi sulla ragazza e
sfiorandole delicatamente la fronte.
Faceva paura: i capelli scomposti, la ferita che aveva sparso
sangue sul cuscino, e che le appiccicava i capelli alla testa, sporchi di sangue
rappreso, il viso pallido, un pallore quasi mortale, le labbra viola.
- Madama Chips.. -
- Professor Silente.. non si tratta di una ferita normale.. non
vede il suo volto? Sembra.. è come se.. stesse morendo.. - sussurrò Madama
Chips, spaventata.
- Draco, cos’è successo? - chiese Voldemort.
Il biondo raccontò per filo e per segno l’accaduto.
- Un ramo hai detto? - chiese Voldemort agrottando la
fronte.
Draco annuì: - Lo so che sembra incredibile, ma era proprio un
ramo. Ha afferrato Hermione per la gamba, e l’ha trascinata via. E’ per questo
che ha sbattuto la testa. Nonno.. tu pensi che.. sì, insomma.. quella lettera..
quella dove ci minacciavano di morte.. c’entri qualcosa? -
Voldemort non rispose, e Silente rimase con lo sguardo fisso
sulla nipote.
- Non morirà, vero? - chiese Draco, lo sguardo che lasciava
trapelare tutta la sua angoscia.
Neanche questa volta i Presidi risposero.
- Nonno.. Silente.. Hermione non morirà.. vero?? -
Voldemort scosse la testa: - Non sono in grado di risponderti
Draco.. -
Draco impallidì: - Ma.. ha solo sbattuto la testa!!! -
Silente alzò gli occhi verso di lui: - Qualcuno o qualcosa le
ha fatto un incantesimo Draco. Lei sta.. sta.. - la voce del Preside si
spezzò.
- NO!! - urlò Draco sbigottito.
No, lei non poteva.. non.. no!!
- Lei non.. non può.. non morirà.. - mormorò il ragazzo,
stringendo i pugni.
Un verso li fece voltare.
Un gufo completamente nero era planato nell’infermeria, e si era
posato sul bordo del letto dove giaceva Hermione.
Voldemort prese la lettera che il gufo trasportava, e lesse ad
alta voce:
La nostra vendetta è
cominciata. La giovane è la nostra prima vittima.
Presto toccherà anche al ragazzo.
E allora, una nube oscura calerà su Hogwarts, e le ombre
trionferanno sulla luce.
Con i nostri più distinti saluti,
Lexius Moltrey, Christa Welf, Cordelia Jastrom.
La mano di Silente continuò ad accarezzare il viso di Hermione,
ma lo sguardo brillava per la rabbia.
Draco scosse vigorosamente la testa: - No. Lei non morirà,
aveva capito? E’ troppo forte, troppo speciale.. si sveglierà presto, ne sono
sicuro!! -
Voldemort accortocciò la lettera tra le mani, a manifestazione
del suo stato d’animo.
Silente si alzò in piedi, una lacrima scendeva lungo il suo
volto rugoso.
Draco lo guardò: - Che c’è, che succede? -
Silente abbassò lo sguardo sulla nipote.
Voldemort si avvicinò a Draco, lo cinse con le sue braccia, e
cercò di farlo uscire dall’infermeria.
- Nonno, cosa.. - poi, la realtà gli si presentò davanti di
colpo.
- No.. lei.. non è.. Hermione!!! - chiamò il ragazzo.
Lei avrebbe aperto gli occhi, ne era convinto.
Gli avrebbe sorriso, e allora lui avrebbe potuto dirle quanto
l’amava, e che non gli importava di suo padre o del suo destino, ma che voleva
passare il resto della sua vita con lei.
Doveva solo aprire gli occhi.
Hermione, apri gli occhi.
Hermione.. no..
- HERMIONE!!! - urlò Draco, le lacrime che avevano vinto il
classico orgoglio stile Malfoy, ed erano libere di scendere, di testimoniare il
suo dolore.
- No, Hermione ti prego.. no!!! -
Voldemort fece presa sul ragazzo, cercando di tenerlo stretto e
allo stesso tempo sostenerlo, dato che il ragazzo sembrava aver perso le
forze.
Silente piangeva silenziosamente, accanto alla nipote.
- Andiamo via Draco.. vieni.. -
- Lasciami!! Non è morta, non è morta!!! -
Voldemort lo trascinò di peso fuori dall’infermeria, cercando
di calmarlo.. ma le sue urla vennero comunque udite per tutto il castello.
Silente accarezzò un ultima volta la nipote.
- Madama Chips - chiamò il Preside con voce flebile.
L’infermiera, a dir poco sconvolta, si fece avanti.
- Per favore, chiami mia figlia. Le dica.. le dica di venire
subito a Hogwarts. -
Madama Chips annuì, e uscì in fretta dall’infermeria, lasciando
Silente solo. |
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Capitolo 10 *** La decisione ***
Un fantagigantesco thanks a tutti coloro che hanno
recensito lo scorso capitolo, che, penso, vi abbia lasciato a dir poco
sconvolti. Qui c'è il nuovo capitolo, triste, ma importante per il proseguimento
della storia.
Voglio però avvertire tutti voi di una cosa: io amo
scrivere fanfiction, e mi spiacerebbe non farlo più. Però è anche vero che è
attraverso le recensioni che sono in grado di capire se la storia piace o
meno.
Finora, meno di un quarto delle
persone che leggono, recensisce. Ora, io capisco che a volte manchi la voglia o
il tempo, però ve lo chiedo seriamente: dopo aver letto, me li dedicate due
minuti in più per lasciarmi una piccola recensione? Anche solo per dirmi se il
capitolo vi è piaciuto, o se voi avreste cambiato qualcosa, o magari descritto
una scena in modo diverso.
Se il numero di recensioni dovesse rimanere
così esiguo, io vi avverto, potrei anche decidere di non postare più. Mi
dispiacerebbe solo per le "fedelissime", che puntualmente recensiscono ogni mio
capitolo.
Detto questo, vi lascio alla
lettura.
Bacioni.
Chiara
- Lasciami, lasciami!! Non è morta, non può essere morta!! Ti
dico che è viva!! Lasciami!!!! -
Draco urlava tra i singhiozzi: e, nonostante i ragazzi fossero
tutti a lezione, tanto gli studenti che gli insegnanti uscirono dalle aule per
capire cosa stesse accadendo.
Voldemort, nonostante i tentativi di trasportare Draco nel suo
ufficio, non potè evitare che tutta la scuola sentisse, e soprattutto vedesse,
suo nipote.
- Draco.. - sussurrò Pansy, strattonando Blaise per un
braccio.
Il moro era completamente paralizzato: non aveva mai visto
l’amico ridotto in quello stato.
- Devo andare da lei, ha bisogno di me!!! -
Draco urlava, urlava perchè il dolore era atroce, immenso,
semplicemente troppo forte da provare.
Anche i Grifoni si fecero largo tra i Serpeverde, per capire
cosa fosse successo.
Harry notò lo sguardo dei migliori amici di Draco, Zabini e
Parkinson, lo shock perfettamente evidente.
Voldemort chiamò Piton.
- Severus, porta Draco nel mio ufficio. -
Piton annuì, usando tutta la forza che possedeva per
costringere il biondo a seguirlo.
- Pregherei i signori Zabini, Potter e Weasley, e le signorine
Parkinson e Weasley di accomodarsi nel mio ufficio. Per gli altri, suggerirei di
tornare immediatamente in classe. -
I cinque ragazzi si guardarono spauriti, poi decisero di fare
ciò che il Preside aveva detto loro.
- Siediti Draco. - disse Piton, spingendo il biondo sulla
sedia.
Qualche minuto dopo, la porta dell’ufficio si aprì, e Pansy,
Blaise, Ron, Ginny e Harry entrarono.
Piton fece comparire altre sedie, e il gruppo si sedette.
- Draco, cosa.. - fece per chiedere Blaise.
- Non ora signor Zabini. - lo interruppe Piton.
I ragazzi aspettarono per una decina di minuti, quando Silente
fece la sua comparsa nell’ufficio.
Aveva gli occhi pieni di tristezza e dolore, i ragazzi se ne
accorsero subito.
Silente si voltò verso Draco: - Ho chiamato i tuoi genitori.
Saranno qui a momenti. -
Draco non disse nè fece nulla. Si limitava a guardare a
terra.
Silente si volse poi verso i ragazzi: - Vi chiederete perchè
siete qui. Ebbene, una cosa terribile è successa oggi. Vedete.. -
Un fuoco verde erse dal camino, portando con sè Lucius e
Narcissa Malfoy.
- Padre.. - iniziò Narcissa, ma Voldemort le fece cenno di
rimandare le spiegazioni.
Appena qualche istante più tardi, la porta dello studio si
aprì, e i genitori di Hermione entrarono.
Silente fece loro cenno di chiudere la porta.
- Bene, ora siamo tutti qui. Vi chiedo di essere forti, sebbene
ciò che è successo sia oltremodo atroce.. -
Draco non riuscì più a trattenersi, e si alzò di scatto
esplodendo: - ATROCE?!?!? Hermione è morta, e tutto quello che lei sa dire è che
si tratta di un fatto atroce?!?!?! Era sua nipote!!!!!!!! E sembra che a lei non
freghi nulla!!!! Come fa a starsene tutto tranquillo?!?!? E’ morta!!!! Mi ha
sentito?!?!?!?!? E’ MORTA!!!!!!!!!!! -
Il ragazzo aveva appena realizzato la verità: la sua Hermione,
la sua più grande nemica, la sua unica ragione di vita.. si era spenta.
Per sempre.
Non era certo così che Silente aveva pensato di dare la notizia
alla figlia.
- Padre.. cosa.. è uno scherzo? - chiese la signora
Granger.
Silente abbassò lo sguardo, mentre l’urlo della figlia si
propagava per tutto lo studio.
Il marito la prese tra le braccia, condividendo il dolore in
modo più contenuto: non urlò, ma pianse in silenzio, come aveva fatto Silente in
infermeria.
Tanto i genitori di Draco, quanto i ragazzi erano rimasti
sconvolti dalla notizia.
- Non è vero.. non è vero, non può.. - mormorava Harry tra le
lacrime, mentre Ron era troppo sconvolto persino per piangere.
La sua migliore amica, la sua confidente.. non poteva, non
doveva essere morta.
Narcissa e Lucius rimasero in silenzio, i visi pallidi, gli
occhi bassi.
- Cosa.. come è.. - provò a chiedere Narcissa, scoprendo di non
riuscire nemmeno a parlare.
Silente si sedette, sopraffatto dal dolore.
Voldemort parlò al posto suo, raccontando l’accaduto, a
cominciare dalla prima lettera che avevano ricevuto, e che minacciava Hermione e
Draco di morte.
La signora Granger alzò gli occhi verso suo padre: - Avevano
minacciato mia figlia.. e tu non mi hai avvertito?!? -
Il marito tentò di trattenerla, ma lei non volle sentire
ragione: - COME HAI POTUTO?!?!? Nostra figlia era in pericolo, e tu non ci hai
detto nulla!!!!! L’HAI LASCIATA MORIRE!!!!!! E’ MORTA PER COLPA TUA!!!! -
Voldemort tentò di calmare la donna, ma lei era troppo
arrabbiata: - Mi avevi promesso, mi avevi giurato che sarebbe stata al sicuro,
che l’avresti protetta!!!!! Mi sono fidata di te, di questa scuola, e tu ripaghi
così la mia fiducia?!? Lasciando morire mia figlia?!?!? -
Silente alzò gli occhi verso di lei: - Era anche mia nipote. -
- E L’HAI LASCIATA MORIRE!!!!!!!!!! -
- Tesoro, basta.. - disse il padre di Hermione, stringendo a sè
la moglie.
- Albus.. dov’è? - chiese il signor Granger.
- In infermeria.. - rispose con voce flebile Silente.
- Te la senti? - chiese l’uomo alla moglie, che annuì.
I due uscirono, e Silente fece cenno a Piton di accompagnarli
sino all’infemeria.
Lucius fu il primo a parlare: - Se ho capito bene, il loro
prossimo obiettivo è Draco.. -
- Esatto. - rispose Voldemort.
Lucius annuì: - Bene. Penso che la cosa più sicura per lui sia
che venga a casa con noi. A Malfoy Manor potremo tenerlo sotto controllo 24 ore
su 24, e non potranno fargli del male. -
- No. - mormorò Draco, che non si era ancora seduto.
- Come dici caro? - chiese Narcissa al figlio.
- Io non verrò a casa. - ripetè Draco.
Lucius agrottò la fronte: - Non era una richiesta la mia,
Draco. Era un ordine. -
Draco alzò lo sguardo verso il padre, il quale non potè fare a
meno di provare un brivido lungo la schiena per l’espressione del figlio: rabbia
e odio, questo si leggeva nei suoi occhi.
- Troverò coloro che hanno ucciso Hermione. E la vendicherò. Li
farò soffrire, finchè non imploreranno la morte. E allora, li ucciderò
lentamente, uno per uno. -
Lucius non riuscì a controbattere, suo figlio sembrava emanare
potere magico da ogni parte del corpo.
Harry si alzò in piedi: - Non puoi farcela da solo. Ti aiuterò
io. -
Draco lo guardò: si erano sempre odiati, com’era giusto che
fosse tra un Grifondoro e un Serpeverde. Ma era il migliore amico di Hermione.
Erano uniti dall’odio verso coloro che gliel’avevano portata via.
- Harry ha ragione. Hai bisogno di aiuto. Ci sono anch’io. -
disse Ginny, alzandosi anche lei in piedi.
Blaise e Pansy si alzarono contemporaneamente. Draco li
guardò.
- Siamo i tuoi migliori amici. Non ti lasceremo solo. - disse
Pansy, mentre Blaise annuiva.
Rimaneva solo Ron. Era seduto, le mani tra i capelli.
Alzò lo sguardò verso Draco.
- Ero innamorato di lei, lo sai? - gli disse - Ma sapevo che il
suo cuore apparteneva ad un altro. -
Draco sussultò a quelle parole.
- Volevo che fosse felice. E quelli che l’hanno uccisa
gliel’hanno impedito. Sono con te. -
Silente guardò quei ragazzi, due fazioni da sempre nemiche, ora
unite dal desiderio di vendicare Hermione, unite dall’amore per sua nipote.
Narcissa aprì la bocca per protestare, ma Lucius,
sorprendentemente, la trattenne.
Conosceva lo sguardo di Draco, perchè era anche il suo: quella
determinazione, quel desiderio di raggiungere il proprio scopo.. non l’avrebbero
mai convinto a rinunciare.
Voldemort fu il primo a parlare: - Se davvero siete decisi,
dobbiamo avvisare i vostri genitori. Prenderete tutti lezioni di magia avanzata,
ovviamente col permesso dei vostri parenti. -
I ragazzi annuirono, mentre Draco teneva lo sguardo a terra: il
dolore gli lacerava il petto, e lui si chiese se fosse in grado di
ucciderlo.
Sentiva la risata di Hermione, vedeva il suo sorriso ovunque,
la percepiva ancora dentro di sè, come la notte in cui avevano fatto
l’amore.
Lacrime salate ricominciarono a scendere sul suo volto: non gli
importava più dell’orgoglio, del doversi dimostrare sempre duro e
indifferente.
Pianse, calde lacrime che venivano dal cuore.
Pianse, sotto lo sguardo di tutti.
Pianse, perchè aveva perso l’unica persona che aveva mai veramente amato.
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Capitolo 11 *** Il risveglio ***
Finalmente si è fatta sentire "la
voce del popolo" !! Sono felicissima che abbiate recensito, e vi ringrazio con
questo capitolo, dove le cose si sistemeranno.. in un certo senso.. e si
complicheranno per l'altro!! Comunque spero di ricevere tante recensioni come lo
scorso capitolo!!! Grazie a tutte, e rispondo in particolare
a semplicementeme: capisco il tuo punto di vista, e posso anche
darti ragione (non mi offendo assolutamente per la recensione, anzi sono
felice che tu me l'abbia fatta!!) , però vedi, il fatto che tu mi abbia dato un
tuo parere da scrittrice non professionista, come me del resto, mi ha aiutato
molto: mi ha fatto notare, per esempio, che nonostante il mio sia uno stile,
come hai detto tu, più dinamico, d'azione, a volte dovrei soffermarmi di più
sulle descrizioni dei luoghi, delle situazioni, dei personaggi e delle
loro emozioni: il che vuol dire che il tuo commento può essere utile
per migliorarmi!! Per questo invito coloro che leggono a recensire, a
darmi un parere.. non sembra, ma anche la più piccola recensione è preziosa
per me!! Perciò non abbandonatemi adesso, per favooore!!!!
Bacionissimi!!
Chiara
Harry si avvicinò a Draco, titubante. Gli posò la mano sulla
spalla, e il biondò alzò lo sguardo verso di lui.
Verde smeraldo e girgio tempesta s’incrociarono, fierezza e
orgoglio, tristezza e dolore. E si accorsero di avere molto in comune, più di
quanto avessero mai notato.
- La vendicheremo. - disse Harry.
Draco annuì: non era in grado di ringraziare, nessuno gli aveva
mai insegnato la gratitudine.. ma non c’era bisogno di parlare. Bastò uno
sguardo tra i due perchè potessero comprendersi, e Harry fece un cenno di
assenso col capo.
- Noi ce ne andiamo. - disse Lucius.
Voldemort guardò sia lui che la moglie: - Voi siete.. - disse,
ma suo figlio lo anticipò.
- Noi diamo il nostro consenso affinchè nostro figlio prenda
lezioni di magia avanzata. D’altronde, è una sua scelta e, anche volendo, temo
non saremmo in grado di fermarlo. - rispose Lucius.
L’uomo, salutato il padre e il figlio con un breve cenno del
capo, uscì dall’ufficio dei Presidi, mentre Narcissa prese tra le braccia Draco,
che però rimase immobile.
- Stai attento - gli sussurrò, poi uscì anche lei.
I ragazzi rimasero in silenzio per alcuni minuti, poi
iniziarono a parlare.
- Cosa sappiamo di questi pazzi? - chiese Blaise guardando
Draco.
- Che vogliono uccidermi - rispose il biondo in un sussurro,
poi riprese più convinto: - E sono convinto che fossero loro a controllare quel
ramo. -
- Ma non è possibile! - replicò Ginny - Se quello che dici tu
fosse vero, vorrebbe dire che quei tre si trovavano dentro Hogwarts! -
- Ginny ha ragione - l’appoggiò Ron - Nessuno può entrare a
Hogwarts senza essere visto! -
- Magari con un mantello dell’invisibilità? - ipotizzò
Harry.
Silente, che fino a quel momento era rimasto in silenzio,
intervenne: - Dopo la prima lettera minatoria, abbiamo notevolmente aumentato le
difese attorno a Hogwarts. Posso assicurarvi che nessuno avrebbe potuto entrarvi
o uscirvi senza che noi lo sapessimo, anche con un mantello dell’invisibilità. -
- Albus ha ragione, ragazzi. Hogwarts era difesa al meglio.
Chiunque controllasse quel ramo, non si trovava all’interno del castello. -
aggiunse Voldemort.
- Ma nonno.. - replicò Draco - Quel ramo non poteva certo
muoversi da solo! -
- Magari con un incantesimo a distanza.. - azzardò Pansy.
- Sì, ma a che distanza? Se fossero stati lontani chilometri,
l’incantesimo sarebbe dovuto risultare debole, no? - ragionò Ron.
- Quel ramo era tutto tranne che debole.. - commentò Draco.
- Il che significa che non dovevano essere molto lontani -
disse Harry.
Voldemort interruppe i loro ragionamenti.
- Ragazzi, prima di formulare qualunque altra ipotesi, dobbiamo
avere il permesso dei vostri genitori di farvi avere delle lezioni
supplementari.. il che significa.. -
- Una bella Strillettera di mamma. - concluse Ron, suscitando
sorrisi da parte degli altri.
L’unico a rimanere serio fu Draco.
- Nonno.. - disse il ragazzo - Vorrei.. vorrei vedere
Hermione.. -
L‘atmosfera tornò subito tesa.
Voldemort scosse la testa: - Draco non credo sia una buona
idea.. -
- Per favore. - disse il biondo.
- Presidi, anche noi vorremmo.. - aggiunse Harry, guardando i
compagni, che annuirono.
Voldemort guardò Silente, che abbozzò un sorriso e si alzò in
piedi, facendo segno ai ragazzi di seguirlo.
Arrivarono in infermeria, dove i genitori di Hermione
piangevano di fronte al corpo senza vita della figlia.
Draco, nel silenzio rotto solo dai singhiozzi soffocati della
signora Granger, si avvicinò al letto: le mani gli tremavano, ma s’impose di non
piangere.
Accarezzò il viso freddo della ragazza, con un sorriso pieno di
dolore.
- Sei bellissima - le sussurrò, come se lei potesse
sentirlo.
- Ti vendicherò Hermione - aggiunse lui; un lampo di vendetta
gli brillava negli occhi.
Dopo si avvicinarono Harry, Ron e Ginny: quest’ultima piangeva
in silenzio, mentre Harry e Ron avevano gli occhi lucidi.
- Ciao Herm.. - le disse Ron con un sorriso tremulo.
Poi, per un attimo, il silenzio avvolse l’infermeria, e sembrò
che il tempo si fosse fermato.
Subito dopo, però, si udì un vociare sempre crescente.
- Per favore, aspettate qui.. - la voce di Voldemort appariva
forzatamente calma.
Rumore di passi, poi l’apparizione del Ministro della Magia in
persona, Cornelius Caramell, seguito da una decina dei suoi collaboratori.
- Silente, per Merlino! - esclamò il Ministro, entrando
nell’infermeria.
La madre di Hermione si piazzò dinnanzi a lui: - Un pò di
rispetto Ministro. Mia figlia è morta. - disse con voce flebile ma decisa.
Caramell abbassò lo sguardo, imbarazzato: - Oh, ehm.. sì.. sì, mi
scusi.. Albus, io.. io ti aspetto fuori.. -
Silente guardò i ragazzi, poi Voldemort.
- Vi consiglio di riposare un pò. Tom, tu manda dei gufi ai
genitori dei ragazzi. - detto questo, Silente uscì.
- Andiamo Draco.. - disse Pansy, prendendolo per un
braccio.
I ragazzi si separarono, tre a Grifondoro e tre a
Serpeverde.
- Cornelius - disse Silente al Ministro, che l’aveva aspettato
fuori dall’infermeria - Andiamo nel mio ufficio. -
In infermeria erano rimasti solo i signori Granger e Madama
Chips.
- Madama Chips - chiamò il signor Granger - Ci lascerebbe un
momento soli per favore? -
L’infermiera annuì, uscendo velocemente.
- Hermione.. - mormorò la madre tra le lacrime.
- Piantala Cordelia.. mi dai il voltastomaco.. -
La signora Granger alzò lo sguardo verso il marito, con un
ghigno sul volto.
- Ammettillo Lex, la mia recitazione è stata assolutamente
convincente.. -
- Sì, sei stata bravissima, ma adesso possiamo tornare al
nostro aspetto originale? -
Nel silenzio dell’infermeria, due figure si trasformarono: la
madre di Hermione mutò in una giovane ragazza, dai lunghi capelli viola, che
ricadevano lisci sulle spalle, e dagli occhi blu elettrico. Portava una gonna
corta di pelle nera, stivali neri fino al ginocchio, e un corpetto aderente di
pelle anch’essa nera, che lasciava scoperte le braccia ed evidenziava la
scollatura.
Il signor Granger invece, cambiò in un giovane uomo, con i
capelli corti, arruffati, color del miele, e gli occhi azzurri e profondi come
il mare: il suo abbigliamento consisteva in un paio di pantaloni marroni,
mocassini vecchi e sporchi, e una camicia bianca sgualcita con sopra un giacca
marrone.
- Non ce la facevo più.. - commentò la ragazza
stiracchiandosi.
- Sì ok, ma dobbiamo muoverci, non abbiamo tempo da perdere. -
- Ok, ok.. rilassati.. -
La ragazza si accostò ad Hermione, e le mormorò qualcosa
nell’orecchio.
- Tocca a te - disse poi la giovane.
Il ragazzo si sporse su Hermione, e la baciò dolcemente sulle
labbra.
- Hermione.. - la chiamò lui.
Sotto lo sguardo soddisfatto dei due, la giovane grifona aprì gli
occhi.
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