Revenge

di for___you
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** You're Mean! ***
Capitolo 2: *** Back to Holmes Chaple ***
Capitolo 3: *** Addio Bradford ***
Capitolo 4: *** You want some bread. Right? ***
Capitolo 5: *** Revenge. ***
Capitolo 6: *** Lost in confusion like an illusion ***
Capitolo 7: *** I trust you. ***



Capitolo 1
*** You're Mean! ***


10 Aprile 2002
 
Oggi è i mio 7° compleanno. 
Sono agitatissima e non vedo l'ora di sapere cosa mi ha regalato la mamma. 
Mio padre ha organizzato una festa di compleanno tutta per me a casa nostra. Sono presenti tutti i miei compagni di classe. 
Mia madre si avvicina a me e poggia le mani sui miei occhi. "Chiudi gli occhi, amore mio." dice. 
Faccio come dice lei e appena sento un applauso li apro di scatto.
Sul tavolino c'è una bellissima torta al cioccolato.
Sul mio viso si stampa un sorriso enorme e salto tra le braccia di mia madre per ringraziarla.
"Dai Jenny! Chiudi gli occhi, esprimi un desiderio e poi soffia" dice mio padre indicandomi le candeline sulla torta che giravano attorno ad una più grande al centro a forma di 7.
Mi avvicino e chiudo gli occhi.
Desidero tanto che Harry mi ami e che adesso mi chieda di sposarlo.
Soffio con tutta la forza che ho e le candeline si spengono all'istante.
Un altro applauso e poi iniziano a girare piatti con la torta.
Saltellando mi avvicino alle mie amiche che mi abbracciano.
"Aguriiii!" mi dicono entrambe.
Sulla mia faccia si stampa un sorriso, quando in lontananza vedo Harry avvicinarsi.
Velocemente mi passo una mano tra i capelli sperando che siano in ordine.
Era così dannatamente bello con quegli occhioni verdi e quei suoi ricci che gli donavano un casino.
Appena si accosta a me le mie amiche se ne vanno ed io rimango sola con lui.
L'ansia entra in me e le mie guance diventano di un rosso acceso.
Poso le mie mani su di esse e cerco di camuffare l'imbarazzo.
"Auguri Jenny!" mi dice.
Rimango con gli occhi spalancati, mentre lui sorride.
Si è accorto sicuramente di quello che provo per lui. E' così ovvio. 
Jenny. Solo le mie amiche ed i miei genitori mi chiamano così. Il suo tono di voce sin troppo da maturo per la sua età rimbomba nella mia mente. Forse piaccio anche io a lui.
"Grazie." sussurro tutta rossa in viso.
Abbasso la testa per guardare il pavimento. Non sarei resistita più a guardare quei meravigliosi occhi color smeraldo senza sciogliermi. 
Sin dal primo giorno in cui l'ho visto provavo qualcosa per lui, ma lui non ha mai mostrato il minimo interesse per me. 
Per lui ci sono solo quando in classe non sa rispondere alla maestra.
Ho cercato milioni di volte di dirgli di no, ma i suoi occhi mi rapivano ed in un istante il suggerimento usciva dalla mia bocca senza che me ne accorga.
Con lui è così.
"Hai espresso il tuo desiderio?" mi chiede sorridendo.
Se solo sapesse che il mio desiderio è lui.
Sto facendo di tutto per farmi notare da lui. Cerco di essere più grande di quanto sono dato che lui cerca sempre ragazze più grandi, ma nulla.
Per lui sarò solo quella Jennifer che non ha spazio nei suoi sogni.
"Si. Spero che si avveri." dico. Le mie guance diventano ancora più rosse e continuando a guardare a terra.
Ad un certo punto una risatina scappa dalla sua bocca.
Alzo lo sguardo e noto che sta guardando il mio vestito. Quando lo avevo comprato speravo che gli sarebbe piaciuto e dal suo sguardo credo che sia così.
Sul mio viso appare un piccolo sorriso.
"Immagino che tu abbia desiderato di dimagrire.”. dice ridendo.
Il sorriso scompare e d il mio viso prende un’espressione delusa.
"Che cosa?" gli chiedo con la voce bassa.
Sto cercando a fatica di mantenere le lacrime. 
Lo aveva detto davvero?
"Sei grassa. Nessuno si metterebbe con te." dice tranquillo.
Sento il mio cuoricino nel petto che si frantuma piano piano.
Credevo che lui fosse uno che va oltre l'aspetto fisico.
"Sei cattivo!" gli grido contro prima di dargli uno spintone ed entrare dentro casa piangendo.
Percorro le lunghe scale fino ad arrivare nella mia cameretta. Mi butto a capofitto sul letto e le mie lacrime iniziano a scendere e bagnare tutta la coperta.
Non lo voglio rivedere mai più quello stupido. Spero che se ne vada al più presto. Questa è la festa di compleanno peggiore della storia.
Sento dei passi avvicinarsi piano verso la mia camera.
Asciugo velocemente le lacrime e mi affaccio allo specchio. Gli occhi sono ancora un po' rossi, ma sorridendo nessuno si renderà conto di nulla.
Bussano alla porta e velocemente mi risiedo sul letto. "Avanti."
La porta si spalanca e intravedo la figura di mia madre. "Tesoro, ti è piaciuta la festa?" chiede lei sorridente.
Pian piano annuisco sorridendo. La festa era perfetta, era solo quel piccolo avvenimento che l'ha resa orribile. 
Non dimenticherò mai quello che Harry mi ha detto. Sono davvero grassa?
Un sorriso rassicurante si spalanca sul viso di mia madre. 
La porta si riapre e la figura di mio padre entra. Si accomoda accanto a mia madre e c'è un attimo di silenzio tra noi, fino a quando papà non decide di iniziare. "Tesoro, io e tua madre abbiamo preso una decisione." dice sicuro di se.
Aggrotto la fronte e mia madre continua. "Abbiamo deciso di trasferirci a Bradford.”. dice.
Al tocco con quelle parole, il mio cuore si rompe in antri mille pezzi.
Mi limito a spalancare gli occhi senza poter rispondere. 
Bradford. Suonava tanto di pane fresco.
Magari lì avrei trovato delle amiche migliori di quelle che ho qui dato che mi prendono sempre in giro. Magari incontrerò qualcuno di meglio di Harry. Magari potrò dimenticarlo.
"Partiamo domani." aggiunge mio padre.
Magari partire è la scelta giusta.
"Un attimo, devo fare prima una cosa." dico con tono autoritario.
Esco dalla porta e velocemente scendo le scale.
Sono ancora presenti tutte le persone alla mia festa. Mi faccio spazio tra la folla cercando quella chioma riccia.
Eccolo. Sta parlando con i suoi amici.
"Harry." lo chiamo facendogli segno di avvicinarsi. 
Perplesso dice ai suoi amici di aspettare e si avvicina lentamente.
Devo avere almeno un ricordo piacevole di lui una volta andata via. Devo avere qualcosa di piacevole da ricordare che lo riguardi.
Una volta accanto a me guarda incuriosito.
Dai, Jenny, ce la puoi fare.
Alzo con forza il ginocchio destro fino a non dargli un calcio esattamente in mezzo alle sue gambe. Si piega dal dolore e si accascia a terra.
"Ma sei pazza?" mi chiede dolorante sotto lo sguardo di tutti.
"E' solo un ricordino. Addio, Harry!" dico andandomene.



Yeahyeahyeah.
Ciao a tutti!
Ecco la mia nuova FF. bdsabfhjdsabfjasd
Non cedevo l'ora di postarla.
Allora, questo è sono una spece di introduzione. Nel prossimo capitolo ci trasferiremo nel 2013 e si vedrà cosa succede.
Spero che vi abbia incuriosito.
Lasciatemi una pizzola recensione e ditemi cosa ne pensate.
#Aryeah(?)

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Capitolo 2
*** Back to Holmes Chaple ***


10 Aprile 2013
 
Driiiin Driiiin
La sveglia è suonata.
Mi giro e rigiro nel letto fino a quando, ancora con gli occhi chiusi tiro un colpo alla sveglia.
Con un colpo secco butto le coperte a terra e sento un'ondata di aria fredda percorrermi. Cazzo, com'è straziante svegliarsi la mattina.
Metto i piedi a terra e inizio a camminare verso il bagno. Mi tolgo il pigiama ed entro nella doccia. Giusto cinque minuti ed esco.
Oggi, dovrebbe essere Domenica se non sbaglio. Mi avvio verso il calendario. 10 Aprile.
Si esatto. Ma vi rendete conto? E' domenica ed io sono sveglia dalle 7: 00 del mattino. Ma chi mi capisce.
Aspetta. One minute. C'è qualcosa che sto dimenticando.
Un’espressione indagativa si impossessa del mio viso e mi passo una mano tra i capelli.
10 Aprile. Il mio compleanno.
Ecco cosa avevo dimenticato.
Ogni anno è la stessa storia. Lo dimentico, perchè dal mio 7° compleanno sono stata sempre male ricordando quella data.
Mi incammino verso lo specchio.
Fisso il mio riflesso ed inizio a pensare. Non sono più la ragazzina di 11 anni fa.
In questi anni ho fatto sacrifici enormi e sono riuscita a dimagrire. Tutto per colpa di quello stronzo. Se solo lo avessi adesso tra le mie mani non so cosa potrei fargli.
Oggi è il mio 18 compleanno. Ho 18 anni, caspita. Come passa in fretta il tempo!
Scendo giù dai miei genitori e noto che sorridono come ebeti.
"Cosa c'è?" chiedo perplessa.
Prima di rispondere si scambiano uno sguardo di complicità e poi iniziano a sclerare. La mia famiglia non è normale. E' esattamente come quella del mulino bianco.
"Abbiamo un regalino per te." dice mia madre sorridendo.
Speriamo che non siano le mutande che mi aveva cucito mia nonna come l'anno scorso. Ho dovuto indossarle per forza altrimenti avrebbe avuto un attacco di panico. Li ha molto spesso e per non rischiare la sua vita l'ho accontentata.
Nemmeno il tempo per poter rispondere che mio padre mi prende per il braccio e mi porta fuori dalla casa con le sue mani che mi coprono gli occhi.
"3..." dice ansioso.
"2..." continua.
Passa quasi un minuto e non si decide a dire uno.
Inizio ad essere leggermente ansiosa.
"Muoviti, pà!" gli grido.
"1..." grida per poi togliere le sue mani dai miei occhi.
Una macchina.
Ommioddio.
Iniziano a lacrimarmi gli occhi. Mi porto le mani sulla bocca e non riesco a trattenere un grido di felicità.
"Grazie mille! Vi adoro." dico ai miei genitori mentre ammiro quello splendore.
Mio padre abbraccia mia madre e si scambiano un sorriso.
"Non vuoi provarla?" mi dice mia madre.
Non aspetto un attimo che subito corro al suo interno. Non ci sarà mai un regalo migliore di questo, ci scommetto. Beh, almeno da parte dei miei genitori sono sicura che non ce ne saranno più.
"Vado a farla vedere a Zayn!" dico eccitata.
Entro dentro e con una corsa degna di Bolt prendo la patente ed il portafoglio. Mi butto nella macchina ed inizio a guidare verso casa di Zayn.
Chi era Zayn? Semplice, il mio migliore amico.
E' mio amico sin dal primo momento che mi ha vista. E' un anno più grande di me, ma non importa. Lui non mi ha mai detto di essere grassa oppure che ero brutta. Molti ragazzi mi avevano preso in giro e lui mi ha sempre difesa. Mi ha aiutato anche in un periodo della mia vita davvero poco piacevole.
E' davvero la miglior cosa che mi potesse mai capitare.
In un cinque minuti sono davanti casa sua. Busso alla porta ed aspetto che qualcuno apra.
Un "arrivo" si sente da dietro la porta e subito dopo Zayn apre la porta.
Mi butto tra le sue braccia. "Ciao Jawaad!" dico contenta.
Lui ricambia l'abbraccio. "Ciao Jenny!" dice sorridendo.
"Indovina cosa succede oggi?" chiedo.
Fa un’espressione vaga. "Non lo so." mente. Fingo un broncio. "Sto scherzando! Auguri piccola!" dice abbracciandomi di nuovo.
Amo talmente tanto i suoi abbracci. Potrei rimanere così con lui per sempre.
"Sei arrivata qui a piedi?" mi chiede stranito.
"No." dico soddisfatta.
"Hai affittato un cammello?" chiede divertito.
"No."
"Tua nonna ti ha fatto le mutande con le ruote?"
Alzo gli occhi al cielo. "No, Malik. Sono venuta con la mia nuova macchina".
"Hai la macchina? Non ci credo nemmeno se la vedo!" dice ridendo.
Indico la mia nuova "vettura" e lui vedendola spalanca la bocca.
"Portami a fare un giro!" dice chiudendo la porta di casa sua e avviandosi.
Mi scappa una risata di gusto.
 
 
"Mamma, sono di nuovo a casa." grido poggiando le chiavi della macchina su un comodino.
Cavolo, e quanto mi sento potente.
Sono maggiorenne, ho la macchina.
"Vieni un attimo in cucina." dice mia madre alzando il tono per farsi sentire.
Butto la giacca sul divano e mi incammino verso la cucina. Oggi è una giornata perfetta. E' il miglior compleanno di sempre. Non potrei volere altro, davvero. Sapevo che qui a Bradfrord sarei stata felice. Adesso ne ho la prova concreta e credo che rimarrò qui per sempre.
"Cosa succede, mamma?" chiedo raggiungendola.
Mi siedo di fronte a lei e noto che è leggermente preoccupata.
Non l'ho mai vista così.
"Io e tuo padre abbiamo preso una decisione." dice.
Ricordo esattamente l'ultima volta che disse queste parole.
"Non dirmi che ci trasferiamo di nuovo." dico con un tono di preoccupazione nella mia voce.
Muove la testa da destra a sinistra per farmi capire che la risposta è "no".
"Non proprio. Io e tuo padre resteremo qui, ma tu no." dice guardando la tazza di tè che stava bevendo.
Sentendo le sue parole prendo un colpo al cuore.
Una lacrima scende dal mio viso. "Volete cacciarmi di casa? Vi prego, troverò un lavoro, farò di tutto ma non cacciatemi." dico tra i singhiozzi.
"No, tesoro. Non ti stiamo cacciando! E' solo che io e tuo padre avevamo deciso sin da quando siamo partiti da Holmes Chaple che appena avresti compiuto diciotto anni, saresti tornata nella nostra vecchia casa." dice.
Non riesco a crederci. "Mamma, la mia risposta è no. Non vado da nessuna parte." dico.
"Jenny, devi farlo. La nostra casa è disabitata da più di 10 anni. Ce la toglieranno se non c'è nessuno disposto ad abitarla." dice prendendo le mie mani fredde.
I suoi occhi sono fissi nei miei aspettando un sì.
Ma cosa ne sarà della mia vita? Non posso credere che lascerò qui Zayn e tutto quello che pian piano ho potuto creare.
Però pensandoci i miei genitori hanno sempre fatto di tutto per vedermi felice e dovrei essere disposta anch'io a fare qualcosa per loro.
So esattamente perchè mia madre non vuole che quella casa sia presa da qualcun altro. Semplicemente perchè lei e mio padre sono vissuti lì da sempre e quella casa è come un dolce ricordo del loro amore.
Ma Bradford è il ricordo più importante per me.
"Quanto tempo ho per decidere?" chiedo a mia madre.
"Domani mattina dovrai partire..." aggiunge.
Abbasso la testa verso il pavimento e mi alzo dalla sedia. Entro nel salotto prendendo il mio cappotto uscendo dalla porta. L'unica cosa di cui ho bisogno adesso è camminare. Devo chiarire le mie idee.






Hola !
Come va ragazze?? Ho agiornato (nuuuuuuoooooo)
allora, questo capitolo è una seconda introduzione come quello di prima. 
Ho una marea di idee per questa storia e spero davvero che possa piacervi. 
Davvero ce la sto mettendo tutta per sriverla e sta iniziando a piacere anche a me.
Vabbuono.(?)
potete lasciare una piccola recensione per dirmi cosa ne pensate?? 
accetto anche critiche ecc.
Vi aspetto al prossimo capitolo ;)
#ary

P.s. potete seguirmi su twitter...mi chiamo @ghiacciola ... se me lo chiedete vi ricambio il follow!
A presto. 
#Maria #mary #ary :)

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Capitolo 3
*** Addio Bradford ***



Goodbye Bradford







Mi siedo lentamente su una panchina nel parco di Bradford. Mi piace venire qui. È un posto meraviglioso, soprattutto adesso in primavera quando gli alberi iniziano a germogliare.
Una fresca ondata di vento mi scompiglia i capelli.
Non avrei mai pensato di trovarmi in una situazione del genere. Non avrei mai creduto di dover lasciare la cittadina in cui ho trascorso la maggior parte della mia vita.
Qui ho conosciuto Zayn che è il migliore amico che abbia mai incontrato ed è anche la persona a cui tengo più al mondo. A Holmes Chaple ho solo i brutti ricordi. Ma cosa posso farci se quella casa è il nido dell’amore dei miei genitori e so che ne morirebbero se andrebbe nelle mani di qualcuno?
Potrebbero anche trasferirsi loro, ma mio padre per avere il lavoro che tuttora ha dovuto faticare tanto e trasferirsi e lasciare tutto sarebbe ingiusto.
Io ancora non mi creo una vita lavorativa e potrei nel migliore dei modi andarmene e farmi un futuro. Facile a dirsi.
Se non fosse per il fatto che sono affezionata a Bradford me ne andrei a gambe levate.
“Jenny!” sento una dolce voce chiamarmi, distogliendo la mia attenzione dai miei pensieri.
Safaa. Lei è la sorellina piccola di Zayn. È una bambina meravigliosa.
Sono affezionata moltissimo a lei e a quanto pare anche lei a me. Io amo i bambini e non vedo l’ora di averne uno tutto per me. Ovviamente tra un po’ d’anni.
La piccola mi corre incontro fino a non buttarsi tra le mie braccia.
“Ciao, Safaa!” dico stringendo forte il suo corpicino.
Caspita e quanto mi mancherà anche lei!
Mi mancherà il suo sorriso, la sua allegria e tutti i dispetti che fa a Zayn.
Una lacrima scende dal mio viso. Safaa molla l’abbraccio e mi guarda aggrottando la fronte. “Perché piangi?” mi chiede con la sua voce dolce.
“I grandi piangono spesso.” Le dico sorridendo alla sua domanda.
Alza lentamente la manina fino a non poggiarla sul mio viso e asciugare la lacrima che scendeva sulla guancia.
Come si fa a non volere bene ad una bambina del genere?
Lentamente asciugo tutte le mie lacrime e le mostro un sorriso, anche se dentro sto morendo. “Come mai sei qui?” le chiedo, mentre si siede accanto a me.
“Ho obbligato Zayn a portarmi a fare un giro qui.”. Dice facendo spallucce.
Un sorriso compare sul mio viso.
Già immagino Safaa minacciare Zayn di entrare la notte nella sua stanza e tagliargli a zero tutti i suoi capelli. Una volta lo aveva fatto davvero e lui è andato girando per un mese con il cappello in testa.
“Jenny, sai qual è il mio sogno?” mi chiede tutta eccitata.
“No. Dimmelo tu.” Le dico sorridendo.
“Vorrei che tu fossi mia sorella. Perciò sogno sempre che tu e Zayn vi sposerete!” dice felice.
Arrossisco solo al pensiero. Zayn per me è solo un amico e anche io per lui e solo ad immaginare me e lui al altare sarebbe buffo. Non avevo mai pensato a una cosa del genere. “Oh…Anch’io ho molti sogni, ma non si possono realizzare tutti.”. Le dico cercando di farle capire che quello che desiderava era qualcosa di irraggiungibile.
“Ciao Jenny” dice Zayn arrivando al momento giusto.
Meglio di un orologio svizzero direi.
“Hey, Zayn!” gi rispondo sorridendo.
“Io corro a giocare!” dice allontanandosi verso l’altalena.
Zayn si siede accanto a me e tira un sospiro. “Cosa succede?” mi chiede.
Ha già capito tutto. È questo che mi piace della nostra amicizia; lui capisce subito cosa succede a me ed io capisco subito cosa succede a lui.
“Me ne devo andare da Bradford.” Dico secca. Cerco in tutti i modi possibili di trattenere le lacrime.
Mi mordo un labbro e guardo la punta delle mie scarpe.
“Jenny, non è pesce d’Aprile oggi.” Mi dice con aria seria.
So esattamente che lui sa che quello che sto dicendo non è uno scherzo.
“Vorrei anch’io che lo fosse, Zayn.” Dico.
Alzo la testa e punto i miei occhi nei suoi. Si vede perfettamente che stanno iniziando ad inlacrimarsi. Non riesco a non fare lo stesso.
“Perché? Ho fatto qualcosa che non va? È colpa mia? Ti giuro che se ho fatto…” inizia a dire prima che io lo interrompo.
“No, Zayn. Non è colpa tua.” Dico. “La nostra casa ad Holmes Chaple è disabitata da molto tempo. Hanno intenzione di togliercela se non è abitata. So esattamente quanto essa vale per i miei genitori. Devo andare lì.” Dico piangendo.
Improvvisamente sento la sua testa poggiarsi sulla mia spalla e inumidirla con le sue lacrime. Poggio le mie mani tra i suoi capelli.
“Perché devi abbandonarmi? Tu sei la mia unica amica. Jenny, tu sei tutto per me.” Dice.
Non avrei mai pensato di vederlo così distrutto, ma soprattutto non avrei mai pensato di poterlo vedere piangere. Lui è sempre stato il tipo tosto e solamente io sapevo quello che aveva davvero dentro, ma nonostante ciò non l’ho mai visto piangere.
“Non ti sto abbandonando, Zayn! E’ l’ultima cosa che vorrei fare! Non ho altra scelta, capiscimi!” dico.
“No, non ti capisco! Tu devi restare qui!” dice ancora poggiato sulla mia spalla.
“Ti prego, non rendere tutto più difficile.” Sussurro.
Pian piano si allontana da me e mi guarda diritto negli occhi. Si vede che sta molto male.
Non avrei mai pensato che qualcuno possa tenere a me così tanto quanto lui.
“Mi prometti che non ti dimenticherai mai di me?” mi chiede singhiozzando.
“Zayn, come potrei dimenticarmi di te? Verrò a trovarti spesso e ci sentiremo per telefono! Sei il mio migliore amico, come potrei fare una cosa del genere?” dico ovvia.
Noto che porta le mani dietro la sua nuca e sbottona lentamente la sua collanina portandola al mio collo. “Zayn, non credo di poterla accettare. È la tua collana preferita ce l’hai sin da piccolo…” gli dico.
“Voglio che adesso la tenga tu. Ogni volta che la guarderai saprai che sono lì con te e che nulla potrà mai farmi smettere di volerti bene.” Dice.
Gli sorrido e lo abbraccio.
“Anch’io ti voglio bene.” Gli dico.
Lentamente si stacca da me. “Sai, quella collanina l’ho comprata l’esatto giorno in cui ci siamo conosciuti. Ti ho voluto bene sin da subito e sapevo che sarebbe durato per sempre. Allora ho deciso di prenderla con il segno dell’infinito.” Racconta.
“Mi mancherai.” Dico scoppiando di nuovo tra le lacrime e buttandomi a capofitto tra le sue braccia.
“Anche tu.”
 
 
 
“Mamma, sono in casa.” Dico buttando la giacca sul divano come è mia abitudine fare.
La figura di mia madre esce dalla porta della cucina e si avvicina a me.
“Hai deciso?” mi chiede poggiando la sua mano sulla mia spalla.
Annuisco lentamente e non posso fare a meno di far cadere una lacrima.
Lei mi culla immediatamente in un dolce abbraccio. Già sa qual è la mia scelta. “Come farò senza di te?” dico.
“Ce la farai! Sei sempre stata una ragazza forte, non puoi arrenderti a questo. E’ l’inizio di una nuova vita.” Dice tra le lacrime.
 
 
 
Sono esattamente le 5 del mattino. Ho deciso di partire con la mia macchina.
Mi vesto velocemente e scendo giù dove trovo i miei genitori.
“E’ arrivato il grande momento.” Dico sorridendo.
Mia madre piange tra le braccia di mio padre.
“Ciao piccola. Stai attenta a tutto. Mi raccomando a tutti quei tiretti che ci sono in giro.” Si raccomanda mio padre integrandomi nell’abbraccio.
“Vabbene papà.” Dico staccandomi.
Mi avvio verso la porta e prima di aprirla mi volto verso di loro e sorrido. “Grazie di tutto.” Sussurro per poi uscire fuori.
Tiro un lungo sospiro e poi alzo lo sguardo verso la macchina.
Zayn!” dico vedendolo poggiato ad essa e corro verso di lui abbracciandolo.
Ricambia l’abbraccio e mi solleva da terra facendomi girare.
Dopo un po’ ci fermiamo e i nostri occhi si incontrano. “Sarai sempre qui.” Dice poggiando una mano sul cuore.
“E tu sarai qui.” Dico poggiando la mano sul mio.
Entro nella macchina e gli faccio un saluto con la mano. Lui ricambia.
Il motore della macchina parte e con tanto di quel dolore sulle spalle inizio a guidare.
La collanina salda nella mia mano. Le lacrime agli occhi. Il cuore spezzato. Addio Bradford.









yeyeyeyeyeyeyey
Sciao bellesse!
Alloooora. So esattamente che iniziare con i capitoli tristi già dal terzo è un assurdità ma credo che i prossimi siano più comici(?) perchè si vedrà il carattere di Jenny, un po' come il mio...
No vabbuò lei è più seria, ovviamente.
Comunque perdonatemi di aver aggiornato tardi, ma il computer si è riformattato ed ho perso la bellezza dei due capitoli(questo e il prossimo)...
è stato un orrore riscriverlo.
Comunque lasciatemi una piccola recensione in segno di pace(?)
No, davvero. Ci tengo molto alle mie storie e faccio di tutto per scriverle al meglio.
Accetto anche critiche e neutre(?). almendo ditemi se faccio cagare o meno.
Per maggiori informazioni leggete il foglietto illustrativo(?) che troverete su Twitter (sono @ghiacciola). Questo non è un medicinale ma può creare dipendenza...lol...
Sciao belle. A presto.
#ary

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Capitolo 4
*** You want some bread. Right? ***


You want some bread. Right?







Il viaggio sta diventando davvero stressante e più chilometri faccio e più mi sento lontana dalle persone che amo davvero.

Finalmente intravedo in insegna che dice “Welcome to Holmes Chaple”.
Finalmente sono arrivata.
Da quando ho lasciato questa cittadina da piccola è cambiato praticamente tutto. Ci sono moltissimi più palazzi e negozi e anche le persone sono decisamente molte di più di undici anni fa.
Quanti infiniti ricordi che passano per la mia testa... ho passato qui la mia infanzia.
Finalmente arrivo davanti casa mia e parcheggio la macchina sul vialetto.
Esco e inizio a fissare la casa che avevo lasciato tempo fa. E' ancora bianca come il latte, proprio come me la ricordavo.
Apro lentamente la porta ed entro nella casa anche internamente bianca. I mobili sono ricoperti di lenzuola bianche per non farli impolverare ed è tutto così freddo e vuoto.
Sarà una bella sfida vivere da sola.
Mia madre mi ha fatto tipo un milione di raccomandazione su tutto quello che devo comprare, fare cucinare, mangiare, indossare.
Improvvisamente mi squilla il cellulare nella tasca.
Un piccolo sorriso compare sul mio viso quando leggo il nome sul display.
Zayn! Come stai?” chiedo contenta. Finalmente sento la voce di qualcuno.
Bene Jenny! Com'è andato il viaggio?”
Sono arrivata sana e salva fortunatamente.” dico iniziando ad incamminarmi verso la finestra.
Meno male. Sappi che mi manchi tantissimo.” mi dice.
Sorrido leggermente mentre guardo dalla finestra una signora anziana che fatica a portare le buste della spesa.
Anche tu Zayn! Adesso devo andare però! Ti richiamo io.” dico.
Perfetto. A presto.” Attacco la chiamata e mi dirigo verso la porta per uscire.
Signora, ha bisogno di aiuto?” chiedo alla signora sulla settantina che cammina a fatica con quattro buste pesantissime in mano.
Lei si volta verso di me e mi sorride. “Te ne sarei grata. Quella è casa mia.” dice indicando la casa proprio alla destra della mia.
Prendo le buste e iniziamo a camminare insieme.
Sai, non ti ho mai visto da queste parti.” dice iniziando a rovistare nella borsa in cerca delle chiavi.
Beh, che dire; non credo che si veda spesso una ragazza che a 7 anni si è trasferita da qui.
Sono parecchi anni da quando io e la mia famiglia ci siamo trasferiti a Bradford.” dico.
Non appena sente le mie parola la signora smette di rovistare e si butta abbracciandomi forte. “Jenny Ellenson, sei davvero tu?” mi chiede ancora stringendo. Confusa ricambio l'abbraccio e annuisco lentamente. “Oh, si. Sono io.” dico.
Evidentemente non ti ricordi di me. Da piccola giocavi sempre con mio nipote. Sai, è stato molto difficile non sentire più squillare il campanello della tu bicicletta in giro per la stradina da quando te ne sei andata.” afferma.
Lo ricordo esattamente. La mia piccola bicicletta rosa con la quale rompevo i timpani a tutto il vicinato.
A lei però non la ricordo. Ha sicuramente qualcosa di molto familiare ma a dire la verità non ricordo cosa.
Dai entra.” dice aprendo la porta della sua casa.
Sinceramente devo dire che mantiene molto bene la sua casa nonostante sia anziana.
Avete proprio una bella casa.” dico guardando i bellissimi quadri appesi al muro e tutto l'ordine che regnava in quella casa.
Scommetto che casa mia tra meno di una settimana sarà una stalla di mucche e maiali che fanno parti rock.
Ho molto tempo libero. Mi piace pulire e cucinare, poi sono sola e le uniche cose che posso fare sono pulire e lavorare all'uncinetto.” dice mentre poso le buste sul tavolo della sua cucina.
Mi invita gentilmente a sedermi e faccio come mi ha chiesto.
Evidentemente quando ero piccola era molto affezionata a me. Non so, ma il tempo passato a Bradford mi ha fatto dimenticare tutto ciò che avevo qui.
Adesso devo solo ricomporre i pezzi rotti cercando di ricordare e rifare amicizia con quelli con cui l'ho persa.
Allora, com'è Bradford?” mi chiede sedendosi difronte a me, poggiando sul tavolo due tazze di tè.
Oh, è a dir poco meravigliosa. Ho fatto presto ad ambientarmi e ho molti amici lì.” dico sorseggiando il liquido.
La signora sorride. “I tuoi genitori come stanno?” mi chiede.
Si, stanno bene. “ dico sorseggiando di nuovo.
Sono ancora innamorati come una volta?” dice ridendo.
Si. Forse anche più di prima. Sinceramente non so come facciano.” dico.
Infatti i miei si amano ogni giorno di più e davvero non riesco a capire come una cosa del genere sia possibile. Ho sempre creduto nel fatto che dopo un po' di tempo il rapporto tra una coppia non sia affiatato come i primi tempi, ma loro sono l'esatta dimostrazione del contrario.

 

 

 

Dopo mezz'ora di interrogatorio la signora Ellen mi ha lasciato andare a casa.
Verso la fine del discorso sono riuscita a estrapolare il suo nome, ma nonostante ciò non ricordo ancora nulla di lei. Probabilmente è una lontana zia, oppure una conoscente.
Rientro nella mia casa e salgo le scale. Ho intenzione di entrare nella mia vecchia cameretta e vedere un po' le differenze che ci sono tra questa è quella a Bradford. La prima è sicuramente quella che questa è la camera di una bambina di appena sette anni, l'altra invece è di una ragazza di 18.
Apro lentamente la porta ed entro.
E' esattamente come l'ho lasciata. I muri sono ancora rosa e i pupazzi sono tutti intatti sullo scaffale.
Mi affaccio allo specchio. Per un attimo non mi sembra di vedere la ragazza che sono adesso, ma quella bambina che piange la sera del suo compleanno per essere stata giudicata “grassa”.
A 14 anni mi ero stufata di sentire questa voce nella mia testa e ho fatto di tutto, ma davvero di tutto per dimagrire. Ovviamente Zayn è stato contrario a tutto ciò e mi ha aiutato molto.
Tutta colpa di uno stronzo che proprio adesso si trova nella stessa città dove mi trovo io. A meno che non si sia andato a buttare da qualche ponte o lo hanno mandato in missione speciale in siberia ed è diventato un ghiacciolo e non tornerà più.
Improvvisamente sento una specie di fitta allo stomaco. Ci credo. Non ho pranzato oggi. Esco dalla camera e scendo le scale fino a non arrivare nella cucina. Apro il frigo e prendo un po' di cose che ho comprato poco tempo fa al supermercato e le poggio sul tavolo. Mi incammino verso la dispensa e appena la apro noto che è vuota.
Testa di merluzzo che sono. Solo io potevo dimenticare di comprare il pane.
Sbuffo e mi dirigo verso l'appendi panni, dove per la prima volta in vita mia ho appeso la giacca e la borsa. Esco e prendo la macchina avviandomi verso una panetteria.
Ma io non so dove sia la panetteria. Perfetto.

 

 

 

Sono esattamente 30 minuti da quando giro in tondo nel paese cercando una panetteria ma non ne trovo nemmeno l'ombra. Che stress. La pancia brontola incessantemente fino a quando davanti agli occhi non si accende una luce. La panetteria.
Ce l'ho fatta finalmente.
Scendo dalla macchina e prendendo la borsa incamminandomi verso l'entrata.
Con mia grande fortuna noto che all'interno non c'è nessuno.
Mi posiziono davanti al bancone dietro al quale non c'è nessuno.
Cavolo, quant'è bello l'odore del pane fresco e appena sfornato.
Mi schiarisco la voce per fare in modo che qualcuno mi senta ma non ne ottengo nessun risultato. Sposto gli occhi lungo il bancone e vedo un piccolo campanello. Ecco come funziona qui.
Prendo il campanello e lo scuoto fino allo sfinimento.
Arrivo!” grida finalmente una voce roca dietro la tendina.
Credo che fosse finalmente ora! E' un sacco di tempo che sono qui, in questa panetteria e non c'è ombra di anima viva. Se venisse un ladro qui farebbe la rapina più semplice di sempre.
Improvvisamente la tendina si sposta facendomi sobbalzare.
Un ragazzo alto con i capelli ricci castani, dannatamente bello con gli occhi verdi esce.
Ragazzo. Capelli ricci. Castani. Occhi verdi.
Harry.
Qualcosa sta iniziando a muoversi nello stomaco e sono alquanto certa che questa volta non centra affatto la fame.
Resto a fissarlo senza rendermene conto e lui sorride.
Hai bisogno di qualcosa?” chiede.
Che figura di merda.
Inizio a balbettare senza rendermi conto di quello che dico. “Oh..io...credo..ehm..” dico non capendo più niente.
Sei venuta a comprare del pane giusto?” mi chiede ridendo divertito.
Oh, si. Esattamente.” dico mettendomi le mani sulle guance. Scottano come se fossimo in mezzo al fuoco, caspita.
Si gira e prende del pane e me lo porge.
Cerco il portafogli nella borsa e gli porgo la somma richiesta.
Faccio per andarmene, ma mi blocca.
Sai, non ti ho mai visto da queste parti.” dice.
Mi rivolto verso di lui e sorrido. “Oh, sono appena venuta qui.” gli rispondo con un filo di voce.
Quindi da adesso è probabile che ci vedremo in giro.” dice con aria da Playboy. Può darsi che fisicamente sta cambiato un pochino, infatti ha un fisico muscoloso e ben curato, ma il suo cervello è sempre quello del conquistatore che era anche a 7 anni.
Probabile.” dico voltandomi e incamminandomi verso la porta.
Aspetta. Ti va di lasciarmi il tuo numero di telefono?” chiede prendendo carta e penna.
No. Ti ho già lasciato un ricordino un po' di anni fa.” affermo iniziando a ricordare la sua espressione dolente.
Cosa?” chiede confuso.
Cerca di ricordare, Styles.” dico sbattendo la porta alle mie spalle.
Poggio la busta sul sedile posteriore della macchina e mi poggio sulla porta subito dopo averla chiusa.
Quella di aver dimenticato Harry è stata solo una mia convinzione, non quello che era realmente accaduto. Se poi davvero lo avevo dimenticato adesso è iniziato tutto da capo.
I suoi capelli, il suo sorriso, le sue fossette, le sue labbra...mi fanno ancora svolazzare le farfalle nello stomaco e mi fanno battere il cuore.
Per lui ho passato un periodo infernale della mia vita e adesso mi ritrovo ancora a corrergli dietro come una bambina.
Questo non deve succedere.



 



yeayayyaya
e fammi male, fammi male, fammi male tanto male e fammi male fammi male fammi male tanto male.... cavolo, mi sono fissata con questa canzone. E' troppo djgvcdsfkjvbfdvbjksfz e anche Antonio Maggio non scherza eh djfkjabhtr.... vabbè comuuunque ciaoo a tutte..
allora..che dire?
oggi sono rimasta a casa e ho potuto scrivere. Questo è il capitolo in cui Harry torna nella vita di Jenny. 
Mi piaceva l'idea che Harry fosse un panettiere...non so perchè. lol
comunque lasciatemi una piccolissima recensione se vi va e ditemi cosa ne pensate.
ciauz a tutte.

su twitter sono @ghiacciola ...se volete contattarmi rispondo a tutte e mi farebbe piacere leggere qualcosa nelle interazioni dato che sono morte da parecchio...lol
ciaooo #ary

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Capitolo 5
*** Revenge. ***



Revenge










La fame è ormai passata. Insomma, è mai possibile che dopo undici anni lui mi fa lo stesso effetto di quando avevo 8 anni.
Tanto sta però che non mi ha nemmeno riconosciuta. A dirla tutta nemmeno io mi riconoscerei, insomma, non sono più quella ragazzina grassa, brutta che si subiva sempre le prese in giro.
Mi butto a capofitto sul divano. La fame è passata e non so davvero cosa fare adesso.
Infondo dovevo saperlo che venendo qui lo avrei rincontrato.
L'unica cosa che posso fare in questo momento è chiamare Zayn e chiedergli cosa fare. Lui sa sempre tutto. Non muoverei un passo senza prima consultarlo.
Digito velocemente il numero e dopo interminabili squilli risponde.
"Jenny...cosa c'è?" dice assonnato.
A quanto pare sta dormendo infatti è piuttosto tardi.
"Non so cosa fare, Zayn."
"Cos'è successo?"
"Ho rivisto Harry." dico con voce tremolante.
"Quello stronzo. Fossi stato al poso tuo gli avrei tirato un calcio nelle palle. Cosa ti ha detto?" chiede piuttosto infuriato.
"L'ho incontrato nella panetteria dove lavora. Non mi ha riconosciuta per niente. Sai, non è cambiato per niente." dico.
"Io lo ricorderei quel calcio nelle palle." afferma ridendo.
"Mi ha chiesto anche il numero di telefono. Che stupido. Non andrò mai più a comprare il pane." rido.
"Ti ha chiesto il numero di telefono?" chiede sorpreso.
"Si. Diciamo che ci ha provato." rispondo mordendo una mela.
"Non sai che grande vantaggio che hai!" grida quasi meravigliato e felice allo stesso tempo.
"Pensi che mi venderebbe il pane gratis?" chiedo.
La sua affermazione non ha senso.
"No, Jenny! No! Ma non capisci? Puoi vendicarti con lui!" dice.
Mi si è aperto un mondo.
"Sei un genio!" affermo spalancando gli occhi.
Posso rigirarmelo in tutti i modi che voglio adesso. Gliela farò pagare, lo farò sentire in colpa, lo farò innamorare di me e poi lo lascerò.
"Modestamente. Mi aggiornerai vero?" chiede.
"Certo che lo farò! A presto."
"Ciao. Ti voglio bene."
Attacco.
Che il piano abbia inizio.

 

 

 

Ok. Mi serve un piano. Uno che funzioni però, non come tutti gli altri che hanno fallito immediatamente.
Tipo quella volta quando Zayn mi ha sporcato la maglietta e per vendicarmi avevo riempito una pistola d'acqua con del sugo al pomodoro. Quando dovevo sparargliela in faccia non mi resi conto che era rivolta verso di me e mi macchiai tutta. È stata l'esperienza più brutta di sempre.
Tipo che non ho voluto mangiare più pasta al sugo per 3 anni.
Nel mezzo dei miei bei pensieri sento il campanello suonare.
Mi alzo stufa dal divano e lentamente vado ad aprire la porta.
"Ma mi insegui per caso?" dico aggrottando la fronte.
"No. L'ho fatto solo ieri sera quando te ne sei andata. Volevo vedere dove vivevi." dice.
Tipo che la soluzione alle mie domande mi è scesa dal cielo?
"Ok. Adesso lo sai." dico quasi per chiudere la porta, quando lui improvvisamente ci mette un piede in mezzo. "Cosa vuoi?" dico riaprendola.
"Esci con me." dice.
Ah, beh, sta facendo tutto lui. Non c'è sfizio, però!
Devo fargli vedere che non mi importa di lui.
"Senti...non lo so." dico.
"Cosa non sai? Sai il mio cognome e tutto il resto. Dai, solo per oggi. Poi mi leverò dalle palle." dice.
"Appunto. Tu non sai il mio nome e nemmeno chi sono. Dubito che se tu lo sapresti saresti ancora qui a chiedermi di uscire." dico.
Non dimenticherò mai quando da piccola mi ha detto che nessuno si metterebbe con me. Adesso invece mi sta chiedendo di uscire.
"Doppio appunto. Dimmelo." dice. Esco dalla soglie della porta e iniziamo a camminare.
"Davvero non ti sembro qualcuno di già visto?" chiedo perplessa camminando.
Fa un espressione come per dire "no" e mi guarda.
Cavolo, ne è passato davvero di tempo.
"Allora ti aiuterò a ricordare." dico.
Sorride leggermente. "Va bene." dice.
"Ti ricordi una ragazza grassa e brutta che conoscevi fino ad undici anni fa?" chiedo.
Improvvisamente alza la testa e mi guarda con aria stranita.
Nemmeno gli avessi detto che lumache sono arancioni.
"Jenny Elenson?" chiede spalancando gli occhi.
Quando la gente mi riconosce fa sempre le stesse cose? "Esattamente." dico spalancando gli occhi per prenderlo in giro.
"Ma tu eri grassa...e brutta...e adesso...wow." afferma calmandosi.
Perché tutti i ragazzi pensano con il pene, scusatemi. Vabbè, anche noi ragazze a volte guardiamo solo l'aspetto ma subito dopo andiamo a vedere il carattere. Però nemmeno lì ci facciamo una bella figura perché scegliamo sempre ed esclusivamente gli stronzi. Siamo fatte così.
"Ne è passato di tempo." affermo guardando per terra.
Lui cammina ancora con gli occhi spalancati quando improvvisamente sbatte contro un palo. "Aia."
Inizio a ridere. È talmente colpito dal mio cambiamento che non vede nemmeno come cammina.
"Ehi. Non prendermi in giro." dice massaggiandosi la fronte.
Continuo a ridere anche più forte ed è in quel momento che anche a lui scappa un sorrisino. “Non è affatto divertente.” afferma cercando di non ridere.
Si, come no. Ridi anche te. “Invece lo è.”
Non lo è.” dice sbuffando.
Dai, ammettilo.”
Va bene. Un po' divertente lo è stato.” si arrende poi alla fine.
Momenti come questi con lui non li avevo mai vissuti. Di solito era il contrario. Io fallivo e lui rideva di me. “Raccontami un po' di te.” dico passando una mano tra i miei lunghi capelli castani.
Sai già che lavoro in una panetteria. Ho anche una band. A volte stiamo insieme e proviamo. E' solo per divertimento, nulla di importante.” afferma guardando un punto indefinito sulla strada. “Tu invece?” mi chiede.
Oh, sono tornata qui perché altrimenti ci toglievano la casa. Ho lasciato Bradford ed eccomi qui.” affermo.
Annuisce leggermente.
C'è un attimo di silenzio.
E parla, cavolo. Non mi vedi da undici anni e non hai nulla da dirmi.
Scusa per averti detto quelle cose brutte da piccoli. Sai, non capivo niente.” dice imbarazzato.
Perché ti sembra che adesso capisci? Io credo che sei più coglione di prima. Ma convinto tu, convinti tutti.
Sorrido leggermente “Troppo tardi per chiedere scusa.” affermo.
Il piano è iniziato. Devo farlo sentire in colpa. Ma non di cose che mi invento al momento, ma di cose che mi sono successe davvero e che non potrò mai scordare.
Non voglio farlo soffrire perché mi ha detto di essere grassa ma per il modo in cui quell'affermazione ha influito su di me e le conseguenze che ho pagato per colpa sua.
Troppo tardi per cosa?” chiede.
Ovviamente lui a molto chilometri di distanza da me non poteva saperlo.
Quel 'sei grassa' mi rimbombava continuamente nella testa. Non riuscivo a guardarmi allo specchio senza ripetermelo. Infatti era così. All'età di quattordici anni sono diventata bulimica. Sono stata da tutti i dottori possibili e immaginabili, ma nessuno è riuscito a curarmi. Quando il mio migliore amico Zayn è venuto a sapere di questa 'malattia' che avevo ha fatto di tutto per aiutarmi. E ci è riuscito. Lui per me è la persona più importante.” dico tutto d'un fiato.
Si ferma improvvisamente guardando sempre per terra.
Tutto questo per colpa mia?” dice alzando il suo sguardo fino a non incontrare i miei occhi marroni.
Mi sto sinceramente sentendo in colpa per averlo fatto sentire in colpa. Però dai.
Non preoccuparti. Ormai è passato. Non ci penso nemmeno più.” mento. Quello è il tormento che ho sempre avuto. Ho sempre paura che quel periodo possa tornare. Ho paura che io debba di nuovo fingere sorrisi quando dentro sto morendo.”Dai, non prendertela. Per me è apposto.” dico sorridendogli.
Alza il suo sguardo e vedo che si sente in colpa.
Improvvisamente mi piomba addosso in un abbraccio forte. Ricambio l'abbraccio e poggio la testa sulla sua spalla. Improvvisamente qualcosa inizia a muoversi nel mio stomaco. Di nuovo le farfalle di ieri sera, cavolo.
Sono certa solo di una cosa. Non ho mai dimenticato Harry completamente. Volevo solo dimenticare quel ricordo, ma ormai è tardi. Adesso fa parte di me, del mio passato.
L'unica parte buona di quel episodio è stato il fatto che ho imparato molto. Come dice il detto 'quel che non ti uccide ti fortifica'. In pratica è stato così.
Che ne dici di iniziare tutto da capo? Non ti chiedo di perdonarmi, ma pian piano voglio aiutarti a farlo. Non voglio che tu viva qui e che ogni volta che mi vedi pensi a quello che hai passato per colpa mia.” dice staccandosi piano.
La sincerità nelle sue parole mi colpisce.
Va bene. Iniziamo tutto da capo.” dico sorridendogli.
Adesso te lo chiedo ufficialmente.” dice sorridendo. “Jenny Elenson, vuoi essere mia amica?” dice.
Un sorriso a cinquantamila denti mi compare sul viso. “Ne sarei onorata.” affermo.

 

 

 

Rientro in casa fischiettando una canzone incomprensibile.
Mentre mi siedo sul divano sento il cellulare vibrarmi nella tasca.
Ciao Zayn!” dico felice di sentirlo.
È passato poco tempo da quando l'ho sentito l'ultima volta ma mi manca sempre. Non passare una giornata con lui è stranissimo.
Jenny, come va?” mi chiede.
Bene. Te?”
Anche. Il piano?”
Il piano procede. Mi ha chiesto di diventare amici. Mi sembrava molto sincero. Senti, non credo di voler continuare. Mi ha chiesto scusa, ci rimarrebbe malissimo alla fine.”
Sento una calorosa risata dall'altra parte del telefono. “Ma tu pensi davvero che sia pentito? Jenny, non puoi essere così ingenua. I ragazzi come lui pensano solo ad una cosa. E tu sai cosa. Farebbero di tutto per averla. Anche fingersi pentiti e tutte cavolate del genere.”
Hai ragione.” affermo.
Come sempre.” dice.
Sbuffo sorridendo. “La tua modestia mi colpisce Malik.”







 







E farmi male e farmi male e farmi male tanto male.
che ci volete fare, mi sono fissata. 
Comunque da qui si iniziano a complicare le cose. Non so, Zayn in queso capitolo mi sembra il diavoletto che ci induce a fare peccati. hahhaa
Vabbè. 
L'ultima settimana è stata orribile. Ho avuto interrogazioni e verifiche a volonta. però sono andate bene.
Spero che il capitolo vi piaccia e se è così recensite e ditemi cosa ne pensate.
Accetto critiche e resto. 
Ciao a tutti.
Se volete contattarmi su twittah sono @ghiacciola .... scrivetemi qualcosa perchè ho le inetrazioni morte. lol.
Questo è il mio ask 
 ... FATEMI QUALCHE DOMANDA E RISPONDO A TUTTO.
Sono talmente pigra che non me ne tiene nemmeno di riscrivere la parte che per sbaglio è uscita in grassetto. vabbene.
Ary vi saluta. 
Un bacione.

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Capitolo 6
*** Lost in confusion like an illusion ***


Lost in confusion like an illusion









Se dovessi pensare ad una frase che mi potesse descrivere in questo momento sarebbe Lost in cofusion like an illusion. No, davvero, non so che fare più.

Harry si è comportato benissimo con me, mi ha chiesto scusa e si vedeva dai suoi occhi lucidi che ci era rimasto davvero male. Sicuramente è rimasto il solito play boy, questo non lo metto di sicuro in dubbio, ma è stato molto maturo da parte sua chiedermi scusa. Poi, dall'altra parte del ring c'è Zayn che se lo troverebbe gli fracasserebbe le costole. Spero che non si incontrino mai, davvero.

Sono le sei del mattino ed io sto nel letto a pensare a questo. Purtroppo dovrò conviverci con il senso di insicurezza. Forse la cosa migliore da fare è fare a modo mio, almeno se sbaglio non ci sarà nessuno a dirmi 'te l'avevo detto' o cose del genere. A parte Zayn che mi dice 'te l'avevo detto' anche quando non mi aveva detto proprio nulla. Ma questi sono dettagli irrilevanti, oramai ci sono abituata. Sfortunatamente sbaglio tutto. Sono sempre insicura anche se il mio aspetto dimostra il contrario. Mi mostro sempre sorridente, sicura di me stessa, determinata e incrollabile. Ma nella realtà on sono così.

Improvvisamente i miei pensieri vengono bloccati dal campanello che suona.

Ma sono le sei del mattino, perché dovete rompermi le palle anche adesso?

Con uno scatto veloce butto le coperte ed in pigiama inizio a scendere le scale. Appena apro la porta una figura anziana mi si presenta di fronte.

Buongiorno figliola. Ti va di fare un po' di corsa?” dice la mia cara e anziana vicina di casa.

Corsa?

Correre?

Stancarsi?

Respiro affannato?

Sudare?

Faticare?

No. Io non corro e non correrò mai.

Beh, veramente io preferirei dormire...” dico sbadigliando.

Speriamo che un po' di pietà per una povera diciottenne l'abbia questa signora. Insomma una settantenne corre ed io no. Sinceramente non ne ho mai avuto la necessità. Per essere sincera non ne ho avuto mai, nemmeno la voglia o l'idea di farlo. Correre per me è come alzare una montagna. Non lo farei mai.

Sciocchezze tesoro. Vai a metterti una tuta che ti aspetto qui.” dice tranquilla.

Ma sono le sei del mattino!” mi lamento.

Questo è l'orario migliore per correre, tesoro. Su su, non possiamo perdere tempo.” dice entrando e sedendosi sul divano. Ma faccia come se fosse casa sua.

Corro di sopra e mi infilo una tuta. Perché devo subire tutto ciò? I miei genitori non mi avevano accennato nulla. Veramente non ricordavo nemmeno che ci fosse questa vicina ossessionata per la corsa che ha i muscoli un bel po' di volte più deboli dei miei, ma si allena come un corridore professionista.

Scendo velocemente giù e la trovo mentre fa flessioni sul pavimento. Ditemi in cosa ho sbagliato per meritare tutto ciò.

1...2...3...” conta le sue flessioni.

Ehm, io sono pronta.” dico interrompendola.

Con uno scatto da terra degno di Michael Jackson si rialza e corre verso la porta. La seguo quasi strisciando sui miei stessi piedi.

"Giovinotta, dovresti correre meglio di me alla tua età.” dice.

Sbuffo in silenzio. “Io non ho mai corso, in realtà.”

 

 

 

 

Casa dolce casa. Tipo che la mia vicina di casa anziana sbarra corritrice affiatata mi ha fatto correre per due ore. Sono appena le otto del mattino e sto per collassare a terra dal dolore. Mi fanno male le gambe e la testa sta letteralmente esplodendo. Per non parlare della chiacchiera che quella donna ha. Parlava in continuazione del suo bellissimo nipote che lei paragonava al principe azzurro. Per poco non ci organizzava anche il matrimonio. Non mi ha nemmeno detto come si chiama. Evidentemente non capisce che il mio unico bersaglio è il panettiere sexy che da piccola mi chiamava grassa e adesso, secondo le teorie di Zayn, fa il carino con me per portarmi a letto. Come se lui non lo avesse mai fatto. Ma questi sono altri discorsi.

Mi butto a capofitto sul divano, stanca morta. Devo aggiungere la corsa alla cosa che non dovrei rifare mai nella vita. Chiudo lentamente gli occhi. Sto per addormentarmi quando sento quel maledetto campanello suonare. Basta semplicemente immedesimarsi nell'aria e far finta di non esserci. Non funziona. Il campanello suona di nuovo. Non devo alzarmi. Non è nessuno di importante.

Jenny, apri. So che ci sei. Ti ho vista entrare.” dice la voce dietro la porta.

Harry.

Cazzo. Mi alzo di botta dal divano e mi incammino verso la porta. Prima di aprire mi affaccio allo specchio di fronte all'entrata e mi sistemo un po' i capelli. Se voglio conquistarlo non devo sembrare un istrice in crisi.

Apro la porta. “Ciao Harry.” dico sorridente.

Lui ricambia il sorriso. “Perché fingevi di non esserci?” chiede.

Non è vero. Io non fingevo.” dico cercando di essere naturale.

Sorride leggermente. “Dai, se non mi vuoi qui me ne vado.”

No. Assolutamente! Sono felicissima che tu sia qui. Cosa vai a pensare!” dico facendogli cenno con la testa di entrare.

Sinceramente sono felice che sia venuto.

Allora perché ti immedesimavi con l'aria?” chiede.

Questo tipo legge nel pensiero. È strano. “Io non... e va bene. Credevo fosse la mia vicina anziana sbarra rompicoglioni sbarra che mi ha fatto correre tutta la mattina peggio di una trottola per tutta Holmes Chaple. Mi sono rotta le palle con lei. Poi per non parlare del fatto che ha parlato anche del suo “bellissimo” nipote senza nome che è talmente bello da far invidia a Leonardo Di Caprio. Scommetto che è un topo di fogna che si infila le dita nel naso. È stata la mattinata peggiore della mia vita.” dico tutto di un fiato.

Mi avvio verso il frigo e prendo la bottiglia di succo all'arancia e due bicchieri e li poggio sul tavolo. Uno di fronte a me e l'altro a Harry. Ne verso un po' a lui e un po' a me.

Inizio a sorseggiare.

Quindi credi che mia nonna sia una rompicoglioni ed io un topo di fogna?” domanda.

Cosa? Per poco non affogo. Inizio a tossire incessantemente. “Ellen...è...tua...nonna?” chiedo tra i colpi di tosse.

La figura peggiore di tutta la mia vita. E di figure ne ho fatte moltissime.

Annuisce ridendo.

Che figura di merda.” affermo con la mano ancora appoggiata sul petto.

Non preoccuparti. Lo dicono tutti.” dice posandomi una mano sulla spalla.

Probabilmente sta pensando di andare via e andare a dire a nonna Ellen che io l'ho chiamata così. Poi si alleano contro di me e butteranno torte al cioccolato sulla mia casa per vendicarsi. Poi la nonna si vestirà tipo da pirata e pitterà la casa come un vascello. La sto prendendo in giro ancora.

Scusa.” dico a bassa voce.

Cavolo, sono irrecuperabile.

Non preoccuparti!” dice insistendo. “Nemmeno a me sta molto simpatica.” dice.

Tiro un sospiro. “Scusa per il topo di fogna che si infila le dita nel naso.”

Beh. Almeno adesso credo che tu ti sia smentita su questa cosa. Sono un topolino carino, vero?” dice quasi sottovoce.

Ha una voce molto sexy. Caspita, perché mi fa quest'effetto? “Siii...cioè può darsi. Insomma sei carino, ma pur sempre un topino. Hai visto? Ho fatto la rima? Tu sai fare le rime? Dai è semplicissimo. Esistono diversi tipi di rima...” inizio a dire cercando di cambiare argomento quando improvvisamente mi blocca.

Ammettilo che ti piaccio.” dice poggiando delicatamente la sua mano sulla mia guancia.

Un brivido mi percorre la schiena. Ormai la distanza tra noi è pochissima. I suoi occhi verdi sono fissi nei miei.

Certo che mi piaci Harry. Mi sei sempre piaciuto.

No. Mi allontano bruscamente alzandomi dalla sedia e inizio a dire cose insensate. “Vuoi dei biscotti. Anzi, no. Facciamo una bella partita a carte. Sai giocare?” dico.

Sul suo viso si stampa un sorriso e si alza anche lui dalla sedia e mi raggiunge. “Sto andando troppo di fretta?” dice ad un palmo dal mio naso.

Oh, io direi proprio di si. Annuisco lentamente. "Il fatto è che non riesco ancora a fidarmi di te."

Il suo sguardo diventa cupo e deluso.
Ho capito. Ci vediamo.” dice baciandomi la guancia.

Vedo che prende la sua giacca, che aveva poggiato poco prima sul divano e si avvia verso la porta. Arrivato davanti ad essa fa una specie di sorrido dispiaciuto e con un cenno della mano mi saluta ed esce. Ha la faccia triste. Evidentemente non gli era mai successo di essere rifiutato da una ragazza. Ma deve andare così. Lui mi piace, un sacco, ma probabilmente io a lui interesso solo per l'aspetto fisico. Sono solo due giorni che mi conosce e già prova a baciarmi. Non posso caderci di nuovo. Devo farmela passare anch'io questa cotta per lui. Infondo devo vendicarmi e per vendicarmi devo farlo innamorare davvero di me. Ho fatto bene. Se lo avessi baciato, probabilmente avrebbe ottenuto ciò che voleva e non ci saremmo visti più. A quel punto sarei stata io quella a perderci. Ci sarei rimasta sicuramente male.

Non so cosa fare, più che idee vendicative, ho idee confuse. Da una parte c'è Zayn che mi dice che Harry mente e dall'altra c'è Harry che mi mostra di essere sincero.

Il cellulare nella tasca squilla e velocemente rispondo alla chiamata. “Ehi, Zayn!” dico sorridendo.

Come va il piano?” mi chiede.

Ah. Io sto bene, tu? Grazie per averlo chiesto.” dico in modo ironico.

Scusa. Solo che non vedo l'ora di farla pagare a quel bastardo.” dice.

Tiro un sospiro. “Senti Zayn, io voglio tirarmi indietro.”
“Cosa vorresti dire?”

Mi dispiace. Non voglio che lui ci resti male, poi. Ha anche lui un cuore.”

Jenny, dimmi che scherzi.”

No, Zayn. Sta iniziando a piacermi veramente.” dico decisa.

Improvvisamente attacca la chiamata.

 




E farmi male tanto male, e farmi male .... ok...smetto.
Approposito c'è qualche fan di antonio maggio??
Lol.  questo capitolo fa cagare perchè lo sto scrivendo in un periodo che fa cagare.
Sto male, triste ecc. In poche parole mi sento una merda tutta colpa del ragazzo che mi piace. E' un coglione. 
vabbè. Se volete recensire recensite. Scusate ma ho aggiornato solo per voi.
Scusate se sono sgarbata. Ciao
Ary.
Se volete sapere qualcosa, io sono @ghiacciola su twitter c:

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Capitolo 7
*** I trust you. ***


I trust you.






Il suono, che io chiamerei 'rumore assordante ed inutile che serve a svegliarti la mattina', della sveglia mi fa cadere improvvisamente dal letto. Perché sinceramente, ogni canzone che utilizzo come sveglia diventa antipatica. Ad esempio adesso ho come sveglia 'One Day' di Asaf Avidan ed ogni volta che l'ascolto mi viene istintivamente da bloccare la musica, pensando che fosse la sveglia.

Sono le 7:00 del mattino ed è Lunedì.
E' passata una settimana dall'episodio con Harry e da allora non l'ho più rivisto. Sono andata in panetteria a cercarlo ma non c'era, poi ho chiesto alla sua cara nonnina rompiscatole che mi ha fatto un paio di maglie di lana in Aprile ma nemmeno lei non sapeva nulla. Sinceramente non so che pensare, forse c'è rimasto male. E a dirla tutta ci sono rimasta male anch'io. Annullo tutti i piani e basta, lui mi ha fatto del male ed io gli porgo l'altra guancia. Tutti possono cambiare e credo che anche se minimamente sia cambiato anche lui. Sono passati 10 anni in fondo, e per non parlare del fatto che quando mi aveva detto quelle cose eravamo piccolissimi, adesso è cambiato tutto.
Scendo dal letto e mi avvio verso la cucina dove sul tavolo c'è un enorme cartello con scritto "Hey cogly oggi devi andare a scuola!" L'ho scritto io ieri sera dato che sapevo che stamattina me ne sarei scordata e infatti è stato così. Ma come mi conosco bene!
Risalgo le scale ed entro nel bagno a farmi una doccia, per poi entrare in camera e vestirmi. Prendo la borsa e mi incammino per la scuola. Fortunatamente mi sono informata dove essa si trovi, per non fare la stessa fine di quando cercavo la panetteria.
La strada è piena di gente e devo dire che riesco a riconoscere qualcuno. Tornare qui mi fa ricordare tutta la mia infanzia e devo dire che credo che mi piacerà vivere qui.
Mi ritrovo davanti alla scuola e onestamente mi sento in imbarazzo. Tutti parlano tra di loro, si aggiustano i capelli insieme, ascoltano musica insieme, ripassano le interrogazioni insieme e poi ovviamente ci sono io, poggiata ad un muretto, a fissare colore che hanno molto più da fare di me.
Tutto d'un tratto vedo Harry passarmi davanti senza nemmeno accorgersi della mia presenza. E adesso che gli prende?
Lo prendo per il polso facendolo girare verso di me. Non ha un espressione molto contenta, lo si vede dal sorriso sforzato che mi ha appena mostrato.
«Adesso perchè fai l'indifferente?» gli chiedo cercando di restare calma.
Lui con aria strafottente si passa la mano tra i capelli ed ecco che gli elefanti nello stomaco stanno facendo i salti mortali. «Non è vero. E' solo che non ti avevo vista. Tutto qui.»
E' talmente evidente che sta mentendo. «Harry, ti ho cercato in panetteria e non c'eri, ho chiesto a tua nonna dov'eri e non lo sapeva, poi mi passi davanti senza nemmeno salutare, cosa dovrei pensare a questo punto? Senti, se è per la settimana scorsa ti assicuro che ci sono rimasta male anch'io. E' solo che sono appena tornata ed ho ancora la testa confusa. Non prendertela con me ti prego.» gli dico.
«Ti chiedo scusa. Mi sono comportato da perfetto idiota.» dice. La sua espressione è pentita.
Gli sorrido e lui ricambia proprio nel momento in cui la campanella suona.
«Senti, abbiamo gli stessi orari. Dai, vieni con me.» dice prendendomi per mano e portandomi con lui.
A quel tocco per poco non resto immobile. E' strano l'effetto che questo ragazzo mi fa.
Entriamo in classe e troviamo i nostri compagni già in classe ad aspettare la prof.
«Harry, non ci presenti la tua nuova amica?» gli chiede un ragazzo biondo appena ci vede entrare in classe. Harry fa finta di non vederlo e continua a camminare avanti ed io lo seguo.
Arriviamo ai posti in ultima fila ed mi fa cenno di posare lo zaino.
«Senti, quel ragazzo biondo fai finta che non esiste.» dice ad un palmo da mio naso a bassa voce.
«Che cosa?» gli chiedo incuriosita. Non sapevo cosa intendesse. Mi sembra un ragazzo normale.
«Ha... dei problemi. Un anno fa ha cercato di stuprare una ragazza. Ha fatto tantissimi incontri con una psicologa e può sembrare una barzelletta, ma ha cercato di stuprare anche lei. Devi semplicemente far finta che non esista.» La sua espressione infonde preoccupazione da parte sue. Sono rimasta molto scioccata da quello che mi ha appena detto. Mi sembrava il ragazzo più dolce in questa classe e invece guarda un po'.
Annuisco con un espressione preoccupata quasi quanto la sua. Solo abbassando per caso lo sguardo noto che la sua mano è ancora ben salda alla mia.
Le mie guance prendono fuoco e scanso la mano guardando a terra.
«Scusa» dice arrossendo anche lui.
La professoressa entra in classe facendo in modo che tutta la classe prendesse posto. È una tipa sui 50 che non vedo particolarmente gentile. Probabilmente è una di quelle professoresse che ogni volta che entrano in classe ti fanno pregare per la prima volta in vita tua anche essendo atea. Prima di sedersi sulla sedia guarda attentamente la classe e in seguito guarda il registro.
«Chi è Jennifer Ellenson?» chiede senza mostrare un minimo di sorriso.
Questa donna è da un minuto che la vedo e già mi sta calorosamente sulle palle. Non so se la sopporterò a lungo.
Mi alzo in piedi e con tono deciso dico «Io.»
Si toglie di nuovo gli occhiali rimasta colpita dalla sfacciataggine con cui avevo risposto. «Vedo che avrò un'altra alunna da aggiungere alla lista nera.» dice quasi ridendo. E ripeto 'quasi' perchè già sto capendo che i tipi come lei non ridono.
Semplicemente non rispondo e mi risiedo mentre lei inizia a firmare e scrivere cavolate sul registro. Perfetto. Già sono entrata nella lista nera di un prof. Lista nera. Credo di star per entrare anche nella lista nera di Zayn. Non mi scrive da giorni, non mi chiama da una settimana. Solitamente non perdeva occasione per vedere come stavo, cosa accadeva. Adesso invece sembra proprio che si sia dimenticato di me e questa è una delle cose che ho sempre temuto e che ho cercato di evitare in tutti i modi. La mia vita senza Zayn non sarebbe una bella vita. Ormai mi ero abituata alla sua presenza, a vederlo tutti i giorni e a dire la verità mi sta mancando infinitamente. Sarebbe davvero bello vivere in due posti nello stesso momento.
«Non preoccuparti, ci siamo tutti sulla sua lista nera» dice Harry distogliendomi dai miei pensieri.
Sorrido leggermente e lui ricambia. Probabilmente Zayn ha solamente paura che Harry prenda il suo posto nel mio cuore. Beh, dovrebbe sapere perfettamente che se c'è qualcosa che mi lega ad Harry è solamente attrazione fisica. Io non lo conosco completamente, non potrei dire di essere innamorata di lui. Zayn è tutta un'altra storia: è il mio migliore amico che conosco da quando avevo otto anni. Zayn è il pilastro della mia vita.

 

 

Dopo tre strazianti ore di studio con quella vipera, finalmente la campanella decide di suonare provocando in me un' insolita gioia.
«Io esco a fare una telefonata.» affermo rivolgendomi ad Harry che annuisce.
Esco dalla scuola per trovare un posto più tranquillo nel cortile. Prendo il cellulare e compongo il numero di Zayn. Dopo tanti squilli risponde la segreteria «Il numero da lei composto ha rifiutato la sua chiamata.»
Zayn si sta comportando davvero come un bambino. Deve capire che la vendetta non è tutto quello che serve per essere felici. Lui, anche non conoscendolo, ha sempre odiato Harry a causa del fatto che per quello che mi ha detto da piccoli ha influito molto su me.
«Merda, ma la vuoi smettere di chiamarmi? Ho anch'io una vita.» dice una ragazza mora sulla panchina accanto alla mia. «Non devi essere così ossessionato» aggiunge. «Se continui a chiamarmi mi perderai veramente. Ciao.» dice attaccando.
Mi siedo accanto a lei. È una ragazza molto carina. È mora con i capelli neri corti fino al collo, leggermente scapigliati ed ha la pelle chiarissima. «Fidanzato troppo appiccicoso?» mi permetto di chiederle.
La ragazza si gira verso di me e sorride. «Non è proprio il mio ragazzo. È lui che crede di esserlo.» dice.
«Storia interessante» aggiungo provocando la sua risata.
«Tu sei fidanzata?» mi chiede.
La guardo per un attimo e poi le rispondo. «No. Sto in una situazione leggermente complicata.» dico.
«Tu non sei di qui vero?» mi chiede.
«Beh, io sono nata qui, ma ho vissuto da quando avevo otto anni a Bradford. Adesso sono tornata.»
«Storia interessante.» dice lei «Conosci qualcuno qui?» aggiunge poi.
"Oh, conosco solo Harry... Styles. Sua nonna è la mia vicina di casa e da piccoli giocavamo insieme.» affermo.
«Sai, sei l'unica ad aver avuto il coraggio di parlarmi... o almeno la voglia.» dice.
«Tu non hai amici?» le chiedo curiosa.
«Ho molti amici, ma per la maggior parte sono maschi. Per questo le ragazze mi considerano una puttana. È solo che io vado maggiormente d'accordo con i maschi.» dice tutto d'un fiato.
«Guarda, io non ci trovo nulla di male ad avere amici maschi. Anch'io a Bradford non avevo amiche femmine per lo stesso motivo. Il mio migliore amico è il ragazzo che tutte vorrebbero e mi hanno sempre odiata per questo.» dico.
«Come ti chiami?
«Jenny Ellenson...tu?»
«Tamara Brown...per gli amici Tam.»
«Ok»
«Sai, mi sei simpatica. Che lezione hai adesso?» mi chiede.
«Letteratura.»
«Anch'io. Ci sediamo vicine?» mi chiede.
«Certo.»
Finalmente qualcuno qui che vuole stringere amicizia con me. Fino a poco fa credevo di avere la rogna. Ma vabbè.

 



«Ci vediamo domani» afferma Tam prima di salire sulla sua moto e andare via.
Questa ragazza mi è davvero simpatica. È stata l'unica che non mi ha lasciato in disparte e mi sono davvero divertita con lei. È la mia prima amica femmina.
Appena alzo lo sguardo noto Harry che mi sta fissando con un' espressione arrabbiata e preoccupata. Me ne ero completamente dimenticata di avvertirlo che sarei andata con Tam. Testa di cazzo che sono.
«Scusa Harry.» dico andando da lui.
«Sai che mi sono preoccupato? Non tutti sono affidabili qui!» dice con aria dolce e premurosa poggiando la sua mano sulla mia guancia. Ormai l'effetto che questo tocco mi fa lo sapete a memoria.
«Stai dicendo che non devo fidarmi di Tam? Guarda che lei...»
«Non mi stavo riferendo a lei. I ragazzi di questa città non sono affidabili.» dice.
«Quindi in teoria nemmeno tu lo sei.» dico ridendo.
«Con le persone a cui non tengo davvero lo sono.» dice ad un palmo dal mio naso.
Sorrido debolmente. «Che ne dici di tornarcene a casa? Aspetta, tu dove abiti?» chiedo curiosa.
Non so proprio come immaginarla. Penso che sia dolce e carina come quella della nonna.
«Vuoi venire a vederla?» mi chiede sorridendo.
«Mi piacerebbe.» dico.
«Quindi tu ti fidi di questo cattivo ragazzo? Sai, potrebbe portarti a casa sua e farti qualcosa di cattivo dato che sei una ragazza così bella!» dice malizioso.
«So che non lo faresti. Io mi fido di te. Adesso mi fido di te.» dico sorridendo.
Rimane impressionato dalla mia risposta, ma vedo che ne è felice. Mi da il casco e mi metto dietro di lui, poggiando le mani dietro al sedile per mantenermi.
«Guarda che le mani le devi mettere attorno a me. Così potresti cadere.»
Fortunatamente ho il caso e non si può vedere ma sto diventando rossa come un pomodoro. Faccio come dice e mi ritrovo il cuore che batte come il ritmo di una musica da discoteca.
«Adesso va meglio.» dice Harry per poi accendere il motore e partire.


 


Ciao pipooool! Come state?
So che non aggiorno da mesi e per questo vi chiedo tantissime scuse.
Ho avuto gli esami ieri, però adesso sono liberissima.
Ho anche una bella sorpresa.
Ho iniziato a scrivere una nuova FF che publicherò a breve. 
Non so. finalmente ho passato il mio periodo triste e ne sono felice perchè non ce la facevo più di piangere ogni giorno.
Vabbè, Harry in questo capitolo è particolarmente dole(?) e non so la parte finale mi fa morire awww infatti l'ho appena cambiata  messa come descrizione della storia. Potete contattarmi su twitter... sono @ghiacciola e spero immensamente che vi sia piaciuta questa storia.
Un bacione a tutte!
KEEP CALM
AND
LASCIATE
UNA 
RECENSIONE.

#Ary

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