Lost souls.

di chilometri
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Disclaimer: Questa storia NON mi appartiene in nessun modo. Tutto quello che è e sarà scritto in questo e nei prossimi capitoli non è altro che una traduzione.
Link per la storia originale: Lost Souls
Tumblr della ragazza che l'ha scritta: Daretoliveforever.tumblr.com

Questo
, è il consenso che l'autrice mi ha dato personalmente. :)

  


Prologo.

 
Le visioni iniziarono quando avevo circa tre anni.
Non ho mai saputo perché sono iniziate, ma la cosa certa è che no, non si sono fermate.
Adesso ho diciannove anni e, se possibile, queste stanno diventando anche peggiori. Le odio.
Mi fanno provare così tanta paura, così tanto dolore.
Non dolore fisico, ma è come se provassi uno strano formicolio sul retro dei miei occhi, niente che faccia troppo male, ma quello che mi preoccupa è il dolore emotivo. Non posso sfuggirne.
Cerco di fermare le visioni ogni volta che sento la sensazione familiare, ma non funziona mai, perché loro mi risucchiano sempre nel buio, in attesa di dare il via all'orrore.

Il mio nome è Zayn e le mie visioni, mi mostrano persone che perdono la loro vita.
Vedo chi porta via la propria vita, quasi ogni giorno.
E' sempre la stessa cosa.
Solitamente a causa di droghe, oggetti affilati, impiccaggioni, proiettili o salti molto, molto alti.
Ma ciò che odio di più, è vedere le persone a cui viene tolta la vita, quelle che non decidono di farlo, che subiscono.
Quelle che vengono uccise.
La parte peggiore di tutto questo è sapere di non poter fare niente per aiutare, perché non so chi loro siano.
Non ho mai visto le persone delle mie visioni, nella vita reale.
Mi sento impotente, voglio così tanto aiutarle, voglio trovare queste persone ed impedir loro di togliersi la vita, o salvarle prima che queste vengano uccise.
Non so quando questi decessi si verificano, non so se sono eventi passati o se succederanno nello stesso momento in cui io ricevo le visioni.
Ho sempre sperato che accadessero dopo, perché in quel caso avrei una possibilità di trovare le persone che vi sono all'interno, e salvarle.
Ma questo non è ancora successo, ed io non conosco ancora nessuna persona, di quelle che ho visto.
Intorno ai sei anni, hoiniziato a disegnare i volti delle persone che vedo.
L'ho fatto - e lo faccio - nella speranza di essere, poi, in grado ditrovare i loro nomi.
In un certo senso per ricordarli, credo. Almeno, se non riesco a salvarle, voglio che loro vengano ricordate.
Disegno nel momento in cui le visioni finiscono, quando ho ancora le immagini fresche nella mia mete.
Scrivo ciò che accade loro sul retro. Forse se riesco a trovare quello che sono, un giorno, potrei aiutare
la famiglia dicendo loro ciò che è successo. Sopratutto ai cari di chi è stato ucciso.
Ho centinaia di disegni.
Ciò signfica che centinaia di persone sono morte, mentre io le guardavo morire, ed ero lì, impotente.
Ho sempre e solo visto le persone una volta. Li vedo e poi loro, puf, sono andati. 
Per sempre.
Loro sono anime perdute.

 

 

 

 




Note dell'autrice Originale:
'Hiya! Quindi, questo è la nuova fanfiction su cui sto lavorando. Sono super eccitata! Spero che vi piaccia! Solo una precisazione, prenderò le personalità dei ragazzi e le cambierò completamente da quelle che sono ora, nella realtà. :)'

 

-

Note della vostra zietta, Romeo:  

Ed eccomi qui, pronta a rompervi le così dette palle con una nuova fan fiction tutta nuova, fuori dagli schemi ed emozionante! asdfghj
(Infatti non è mia :'D)
E, *rullo di tamburi* questa è.... una Ziall!
Okay, su con i pomodori <3
No, scherzo, dont touch my ziall e.e Sclero, io non shippo nemmeno Ziall!
Okay, faccio la seria e premetto una cosa velocissima: chiedo scusa all'amministrazione - nel caso dovesse trovare e leggere questa storia - ma purtroppo, ora come ora, non ho la possibilità di creare un nuovo account per tradurre questa fanfiction, cercherò di rimediare non appena mi sarà possibile, spero il prima possibile! :/
 
Btw, questo è solo il prologo, per vedere se qualcuna ha intenzione di seguire questo che è un esperimento.
Che servirà a me, per migliorare lessico/forme e strutture inglesi - okay, in realtà è solo che sono fissata con le fic in english, ma tralasciamo AHAHAHAH - e a voi per sognare :)
Lunedì ci sarà il primo capitolo effettivo, sono in tutto prologo + 16 capitoli + epilogo c:
Giuro, è davvero, davvero bellissima, è un'idea originale e non credo abbiate mai letto nulla di simile.
 
Un'ultima cosa e vado via: per chi segue "Think I love you better now", purtroppo, sto riscontrando lo stesso problema che ho riscontrato nel creare il nuovo account, ovvero il mio pc sta impazzendo, ergo sto usando i pc di tutti, tranne che il mio AHAHAH
Spero di riuscire ad aggiornarla domani, stasera dovrei finire il capitolo eue
Comunque, di questa, ho quasi tutti i capitoli già tradotti, quindi don't worry!
Perché, davvero, merita tantissimo, fa emozionare e boh, l'ho amata, spero piacerà anche a voi asdfghjlkjf

Fatemi sapere con una recensione se vale la pena di continuarla alskdfgl c:
Un bacione enorme,
Romeo.
<3

twitter: harrysromeo
ask: lostcause
tumblr: harrehscuddles.tumblr.com


Prossimo aggiornamento: lunedì.





 


Spoiler:


Vidi una camera da letto. Le pareti erano un misto tra il rosso ed il blu. Un letto, un divano, una scrivania era tutto ciò che vi era nella stanza. I vestiti erano sparsi tutt'attorno. Non c'era niente fuori dall'ordinario, era solo una stanza tipica di un adolescente.
[..]
Il ragazzo guardò in alto.
Vidi i suoi occhi, ed erano del blu più blu che io avessi mai visto. Potevo vedere come lui fosse quasi rotto. Nel profondo dei suoi occhi, lui era un'anima perduta.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1. ***


Disclaimer: Questa storia NON mi appartiene in nessun modo. Tutto quello che è e sarà scritto in questo e nei prossimi capitoli non è altro che una traduzione.
Link per la storia originale: Lost Souls
Tumblr della ragazza che l'ha scritta: Daretoliveforever.tumblr.com

Questo
, è il consenso che l'autrice mi ha dato personalmente. :)

  


Primo capitolo.

 
Riesco a sentire la sensazione inquietante solita di quando sto per avere una visione. C'è una leggera vibrazione sul retro dei miei occhi e tutto ciò che mi è attorno si oscura, diventa sfocato.
Vengo risucchiato nel buio più profondo.
Non appena riesco ad entrare completamente nella visione, una nuova immagine inizia a dispiegarsi davanti a me.
 
Vedo un bagno.
Pareti piastrellate di blu, un lavandino, un gabinetto ed una vasca da bagno accavallata alla parete.
Non ho visto nulla di strano in questa stanza, è il classico bagno che ho visto ovunque, il fatto è che non riesco a scacciare l'idea di conoscerla già.
L'ho già vista, ma dove.
Gli strilli di un bambino catturano nuovamente la mia attenzione, e mi concentro sulla questione che sto affrontando, non appena una donna entra nella stanza. La sua schiena è rivolta verso di me, ma posso chiaramente vedere che sta tenendo in braccio qualcuno che si dimena.
Lei si china leggermente e comincia a riempire il bagno, facendo fuoriuscire da un bagnoschiuma del liquido chiaro; ha ancora tra le braccia il bambino, che sta iniziando a calmarsi.
Una volta che la vasca è piena, la donna chiude l'acqua e pone il bambino, completamente vestito, nella vasca e, finalmente, riesco ad intravedere il bimbo.
O meglio, la bambina. 
Il panico prende il sopravvento dentro di me quando la vedo.
Io la conosco.
Il suo nome è Emmy, è la mia vicina di casa. Le ho spesso fatto da babysitter.
Ecco perché il bagno sembrava familiare!
Ma perché è qui?
Perché è nella mia visione?
Lei non dovrebbe esserci, tutto questo non ha alcun senso.
Emmy sta indossando un vestito viola a pois ed i suoi capeli sono raccolti in una treccia lunga, sembra felice, ma è piuttosto confusa non appena sua madre la mette nella vasca con i vestiti attaccati alla sua pelle.
Il mio stomaco inizia a rivoltarsi, un senso di nausea mi pervade e la mia testa inizia a pulsare violentemente mentre cerco di trovare un senso a ciò che sta accadendo.
Sua madre le spinge la testa sotto l'acqua.
Voglio urlare, voglio fare qualcosa, non posso lasciarla morire, è troppo giovane, non può succedere proprio a lei.
 
Vengo tirato fuori dalla visione con così tanta forza che rischio di cadere dalla sedia.
Gli altri studenti si voltano a guardarmi e iniziano a ridere, sono quasi sconvolti, perché ai loro occhi non sono altro che un sentimentale pazzo che, per questo, non ha mai legato con qualcuno.
Pensano che io sia strano.
E, attualmente, lo sono, ma come posso essere normale quando ogni giorno vedo persone che perdono la vita?
Mi piacerebbe vederli nella mia posizione.
Inizio a sudare freddo: quella visione è stata troppo, di tutte le visioni che ho avuto nella mia intera vita, questa è la prima che colpisce qualcuno così vicino alla mia casa, così vicino a me.
Mi alzo, prendo tutte le mie cose e corro fuori dalla porta, senza curarmi degli sguardi increduli della mia classe.
Corro a casa, corro il più veloce possibile, Emmy non può morire.
Non può, non può e basta. L'ho vista questa mattina, quindi magari non lo è ancora.
Forse le visioni mi mostrano qualcosa che accadrà nel futuro. O forse è la mia mente che sta mandandomi dei segnali, ma, ad ogni modo, ho bisogno di assicurarmi che lei sia viva.
Giro l'ultimo angolo che porta alla mia strada ed inizio a correre ancora più veloce, quasi come se mi stessi rompendo. 
Ho quasi raggiunto casa sua, ma scopro di essere completamente senza fiato, così mi fermo per un minuto per riprendermi abbastanza e lascio che il bruciore dei miei polmoni si plachi.
Salgo la via stretta fino ad ritrovarmi completamente di fronte alla porta.
Sono terrorizzato.
Invio una preghiera silenziosa e spero che Emmy stia bene, che lei sia viva.
Busso, e solo qualche minuto dopo la madre di Emmy apre e mi sorride.
«Salve, signora Wilkerson, Emmy è qui?» Chiedo, timidamente, probabilmente suonerà strano alle sue orecchie che io, nel bel mezzo del giorno, vada a chiedere di vedere la mia vicina di 4 anni, mentre, in teoria, io dovrei essere a scuola. La donna mi sorride ancora, si volta e chiama qualcuno dal piccolo soggiorno, diviso da una porta nel mezzo.
Qualche secondo dopo, la testa di Emmy spunta da dietro le gambe della sua mamma, emette un fin troppo familiare stridio e si lancia tra le mie braccia.
«Zaynie!» Mi dice, mentre io ridacchio al sentire il soprannome che mi ha riservato.
Sono sollevato, perché lei sta bene.
«Ehilà, nanerottola», rispondo, prima di prenderla in braccio.
Lei getta le sue piccole braccia intorno al mio collo e seppellisce la sua testa nella mia spalla.
«Zayn» mi richiama la signora Wilkerson «perché non sei a scuola?»
Alzo lo sguardo verso la donna snella, ma non riesco a incontrare i suoi occhi, non sapendo ciò che sta per fare, o quello che farà.
«Non mi sentivo troppo bene, ho un forte mal di testa. Ma mi sono fermato per vedere se avevi bisogno di qualcuno che facesse da babysitter ad Emma, qualche volte».
Le dico, stirando la mia bocca in un sorriso.
«Non ne sono ancora sicura, ma ti farò sapere sicuramente», mi dice, facendomi un sorriso dolce.
Faccio un cenno con la mia testa, guardo Emmy che è ancora appoggiata alla mia spalle e le sussurro all'orecchio di dover fare la brava con la sua mamma.
Lei annuisce e mi da un bacio bagnato sulla guancia, prima che io la posi a terra.
«Ci vediamo più tardi, allora».
Cammino pochi metri fino ad arrivare alla mia casa. Ho bisogno di annotare ciò che ho visto in classe, devo essere pronto.
Salverò Emmy.
 
**
 
Mi siedo ed aspetto, guardo la casa di Emmy ogni giorno, perché sto aspettando il giorno in cui lei uscirà con il suo abito a pois, il giorno in cui l'ho vista in quel vestito e la mia vita è iniziata a diventare - ancor più - un Inferno.
Adesso sto camminando verso la mia casa, sto tornando da scuola e, come di consueto, mi volto a guardare la casa di Emmy. 
Il mio stomaco sussulta e si rivolta.
Emmy è di fronte alla sua casa, sulla parte anteriore della porta e indossa l'abito che ha ossessionato i miei pensieri per le ultime due settimane.
Si siede sulla veranda e issa il suo sguardo sulla strada, i suoi occhi si fermano sui miei e mi sorride, dolcemente, mentre mi saluta.
Ricambio il gesto, ma le mie braccia sono come di piombo ed il mio corpo è intorpidito.
E' uguale a come era nella mia visione, ed oggi, so che sua madre tenterà di ucciderla.
Non sono sul punto di lasciare che questo accada, perciò mi volto verso la mia casa e cammino.
Non ho intenzione di andare da nessuna parte, oggi, l'unica cosa che voglio fare è aspettare ed osservare.
Salverò la vita di Emmy. Non può morire.
Non so quando accadrà, ma spero solo di non rovinare tutto.
Emmy sta giocando nel piccolo cortile di casa sua da tutto il giorno. Si sta solo divertendendo giocando con le bambole, i fiori e qualche cimice occasionale.
E' un sollievo vederla, è così innocente.
Non riesco a capire perché sua madre voglia... farle del male. Sono seduto in una delle stanze che si affacciano al suo cortile, lo so che è una cosa da pazzi, una cosa strana, da persone viscide, ma lo faccio per una buona ragione.
 
Sto quasi per addormentarmi, non è accaduto nulla per ore e sto inziando a pensare che magari è solo la mia mente che da di matto, che le visioni non sono reali, ma poi la signora Wilkerson esce e chiama Emmy. La chiama per farsi un bagno.
Scatto e mi alzo dalla mia sedia.
Sua madre non ha intenzione di farle un bagno, sua madre sta per levare la vita a sua figlia.
Anche lei ha lo stesso aspetto che aveva nella visione.
Emmy guarda sua modre con il broncio, stanno avendo una conversazione, ma non riesco a sentire.
Vedo la donna uscire dalla veranda e prendere in braccio Emmy, e, proprio come in ciò che avevo visto, inzia a dimenarsi, perché non vuole farsi il bagno.
Non appena rientrano in casa, prendo il telefono e corro fuori dalla porta.
Faccio una corsa fino alla casa dei miei vicini, controllo la maniglia della porta sperando che sia stata lasciata aperta, la giro e quella fa un rumore.
Si è aperta.
Lancio un sospiro che avevo trattenuto fino a quel momento, entro e do un'occhiata in casa.
La stanza è vuota, ma sento che Emmy strilla in fondo al corridoio e sento anche il rumore della vasca da bagno che si riempie.
Prima di camminare compongo un numero sul telefono, senza chiamare il numero di emergenza, ma, semplicemente, avendolo pronto; poi cammino e mi avvicino alla stanza da bagno.
L'acqua è spenta ed Emmy è tranquilla, così come sua madre.
Poi sento degli spruzzi. Spruzzi d'acqua. E' Emma che si sta agitando nella vasca, spinge con il corpo e cerca disperatamente di uscire.
Guardo nella stanza.
La signora Wilkerson è piegata sopra la vasca, mentre tiene la testa di Emmy sotto.
Qualcosa nasce dentro di me, non sono sicuro, non riesco a capire se sia determinazione o forza, ma spingo la porta e la signora Wilkerson alza i suoi occhi, che incrociano i miei; sono pieni di rabbia. Le urlo di smetterla, la afferro e la allontano dalla vasca, ma lei è più forte di me, più forte di quanto sembri. Sta combattendo, contro di me, artigliando e tirando pugni.
Allora faccio qualcosa che non avrei mai pensato di fare, le tiro un pugno con quanta più forza possibile, e, per fortuna sembra sufficente.
Ho il respiro pesante e la mia mano pulsa.
Poi ricordo di Emmy, che non ha fatto un rumore da quando sono entrato nel bagno. E' ancora sommersa nell'acqua.
Il mio cuore perde un battito, corro verso la vasca e la tiro fuori. Sta diventando blu.
La appoggio sul pavimento ed inzio ad applicare una compressione con le mani, sul petto del paziente, alternando una respirazione bocca a bocca*, spero sia sufficente almeno abbastanza da farla resistere fino all'arrivo dei paramedici.
Finalmente si lascia sfuggire un colpo di tosse e sputa un po' di acqua che è rimasta nella sua gola.
E' viva.
Chiamo il 999, e, dopo quella che sembra un'eternità, i paramedici e la polizia arrivano.
Spiego tutto a quest'ultima e loro mi ringraziano, mi ringraziano perché l'ho salvata.
La signora Wilkerson viene portata in ospedale perché il pugno che le ho dato deve essere controllato, ma poi sarà condotta in carcere per tentato omicidio.
Guido con Emmy fino all'ospedale, sta già meglio.
 
**

Emmy è salva, finalmente lo so, e quindi vado a sedermi vicino a lei. Sembra così piccola e fragile sdraiata sul letto d'ospedale di così grande dimensioni. Afferro la sua mano piccola e mi accomodo accanto al letto.
L'ospedale aveva chiamato suo padre poco dopo l'accaduto. Quando finalmente arriva è frenetico, isterico, e non appena vede Emmy si precipita al suo fianco. 
«Oh Emmy, cos'è successo?» Il padre di Emmy chiede con un filo di voce, sapendo che non sarebbe arrivata una risposta da parte di sua figlia.
Salta al suono della mia voce quando «La tua ex-moglie ha cercato di affogarla», spiego.
Lui mi guarda con così tanto dolore negli occhi che mi trovo costretto a distogliere lo sguardo. E' stato orribile ciò che ha fatto la signora Wiklerson, ha fatto male sia ad Emmy, ma anche il padre.
«Cosa è successo, Zayn?» Chiede.
Sono sorpreso che si ricordi di me.
Ha lasciato la moglie poco dopo che Emmy era nata, ma andava spesso a far loro visita.
Comunque, mi schiarisco la voce e spiego la storia.
E' ferito, ed è chiaro come il sole. Ad un certo punto inizia a piangere, si alza e si avvicina a me, abbracciandomi.
«Grazie Zayn. Grazie per aver salvato mia figlia», sussurra.
Mi lascia andare e «La lascio solo con sua figlia», dico. Esco dalla stanza sapendo che ho fatto qualcosa di giusto.
Ho finalmente salvato una vita.
 
**
 
Sono passati quasi quattro giorni da quando Emmy è quasi morta.
La notizia si è venuta a sapere ovunque nel giro di qualche giorno ed i miei compagni di classe sono rimasti stupidi non appena hanno saputo ciò che qualche giorno fa ho fatto. E la cosa migliore di tutte è che non ho ancora avuto visoni, niente, da quel giorno.
Sto inziando a pensare che forse, salvando Emmy, le visioni si siano fermate del tutto. 
Ma mi sono sbagliato. 
Mi sono sbagliato eccome.
 
Mi sto preparando per andare a scuola, un giorno come tutti, quando sento la familiare sensazione nel retro dei miei occhi. Sospiro.
Sapevo che era tutto troppo bello per essere vero.
Ho dovuto affrontare la paura di rimanere bloccato in queste terribili visioni, ed, una volta sconfitte, eccole che tornano.
Mi siedo sul mio letto, preparandomi mentalmente.
Vengo praticamente trascinato nel buio.
 
Tutto ciò che vedo, ora, è una stanza da letto. Le pareti sono un misto tra il rosso ed il blu. Un letto, un divano, una scrivania è tutto ciò che vi è nella stanza. I vestiti sono sparsi tutt'attorno.
Non c'è niente fuori dall'ordinario, è solo una stanza tipica di un adolescente.
Vedo una bandiera Irlandese sulla parete. Questo deve per forza significare che la persona che sto per vedere, si trova in Irlanda, da qualche parte.
Un ragazzo entra nella stanza.
Sembra avere circa la mia età.
Ha dei colorati capelli biondi, larghi pantaloni, uno cappuccio nero e rosso tirato sulla testa, Supra e un paio di cuffie firmate Beats, allacciate al collo.
Si siede all'inizio del suo letto ed inizia a fissare il pavimento.
C'è qualcosa nelle sue mani. Non riesco a capire cosa sia, ma, basandomi sulle vecchie visioni, è probabilmente una bottiglietta di pillole.
Il ragazzo prende l'oggetto, lo rigira tra le mani e lo apre.
Quelle sono pillole.
Svuota l'intero contenuto e lo fa cadere sul suo palmo, le tiene su, le osserva, non le butta giù, ma non le rimette nemmeno al loro posto.
Si strofina  l'angolo dell'occhio, mentre una lacrima scivola lungo la sua guancia.
Qualcuno inizia ad urlare in sottofondo, ed il ragazzo guarda in alto.
Vedo i suoi occhi, sono del blu più blu che io abbia mai visto, posso vedere quanto lui sia quasi...rotto.
Nel profondo dei suoi occhi, riesco a vedere che anche lui è un'anima perduta.
 
Quando riesco ad uscire dalla visione, sento i miei occhi bagnati, ci sono delle lacrime che spingono per uscire.
Come posso salvare qualcuno che viene da un altro paese?
Prendo il mio album da disegno e comincio a disegnare tutto ciò che ho visto, annotando quello che era successo. Ho bisogno di ricordarlo.
Voglio aiutarlo.
Ma come?
 
 

 

 

 


 

*= nella storia originale c'era scritto 'cpr', informandomi, ho capito che parlava della respirazione, ed è abbreviata in cpr (cardiopulmonary resuscitation), ma non potevo scriverlo, ergo, ho fatto una breve descrizione di ciò che è, in senso medico. :)

Note dell'autrice originale: 
'Hiya! Quindi sì, eccoci con il primo capitolo della mia nuova fanfiction! Sono davvero presa da questa storia e penso che anche voi l'apprezzerete. Spero che vi piaccia! Divertitevi!'
 
Note della vostra zietta Romeo che si chiede perché l'autrice originale scriva sempre Hiya D: :
 
OLLALLAAAA', SONO PUNTUALE COME UN OROLOGIO SVIZZERO! RICOOOLAAAA <3
Ho già iniziato a dire cazzate, visto?
Ecco, durerà poco perché vado di fretta: ho tipo 234567845 compiti e sono appena tornata dalla palestra SONO STANCA TROPPO STANCA I CANT DO THIS ANYMOREEEEEEE la smetto :')
Quindi niente, vi ringrazio con tutto il cuore per le 21 (omg quanto vi amo? o.m.g.) seguite, le tre preferite e le 4 ricordate.
Inoltre ringrazio le cinque bellissime ragazze che hanno recensito e che mi hanno scritto su ask/tumblr, siete sempre così partecipi, omg asdfghjkl<3
In questo capitolo non succede ciò che alcune di voi avevano sicuramente ipotizzato, ovvero che Zayn incontra Niall, no, anzi, è parecchio lontano, ancora, ma questo non significa che non lo vedrà ancora uu
Nei prossimi capitoli ne vedremo delle belle asdfghjkl 
Uno dei miei personaggi preferiti è Louis, ma lo conoscerete solo molto più avanti aslkdfgjhiuio
Comunque la smetto di rompere le palline e vi ringrazio ancora, anche se la storia non è mia, vedervi così attive mi fa riempire il cuore di gioia ç_ç<3
Adesso vi lascio, purtroppo lol, fatevi sentire con qualche recensione asdfghjk
Vi amo tanto, un bacione,
Romeo.
<3
 
Prossimo aggiornamento: Mercoledì.
 
 





Spoiler: 
 
«Harry, loro... loro stavano per ucciderti». Sussurro, 
«Co-cosa?» Mi risponde, la voce ridotta ad un sussurro.
Non riesco a trovare le parole, quindi, semplicemente, annuisco, sperando che lui capisca.
«Per favore, per favore, non lasciarmi qui. Loro torneranno». Harry mi prega, ed io non posso ignorare i suoi occhi distrutti.
 
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2. ***


Disclaimer: Questa storia NON mi appartiene in nessun modo. Tutto quello che è e sarà scritto in questo e nei prossimi capitoli non è altro che una traduzione.
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Questo
, è il consenso che l'autrice mi ha dato personalmente. :)

  



Secondo capitolo.


 
Dare dei nomi a facce che non hai mai visto nella tua vita, è più difficile di quanto sembri.
Qualche giorno dopo l'incidente con Emmy e la sua mamma, ho ricominciato a fare ricerche per trovare le persone che vedo nelle mie visioni.
E' un lungo ed estremamente stancante - nonché fastidioso - compito, ma sono determinato a trovarle, tutte. 
Sono partito con la ricerca dell'ultima persona che ho visto nella mia visione.
Nel corso degli anni in cui ho vissuto con le visioni, maledicendole, ho imparato che, con un po' di sforzo, riesco a rievocarle più tardi, ed è per questo che sono più descrittivo, riguardo ciò che succede, nelle mie note, e gli schizzi delle persone sono diventate più chiare. 
Così, ho pensato che potrebbe funzionare.
La prima persona che sono riuscito a scovare è stato un uomo sulla quarantina.
Era abbastanza alto, magro, con occhiali e barba.
E' stata una di quelle persone che hanno commesso il suicidio.
Riesco ancora a ricordare la visione, è avvenuta mentre ero seduto in classe di inglese.
La povera anima si sentiva trascurata, aveva lasciato un biglietto ai suoi parenti, io lo avevo letto ed avevo capito a fondo come si sentisse.
Aveva poi preso una miscela mortale di pille che lo hanno fatto addormentare, per poi morire in modo completamente indolore.
Adesso sono seduto davanti al mio computer portatile, e fuori fa freddo e c'è pioggia ed è Venerdì, e la mia ricerca ha avuto inizio.
L'uomo è morto solo un mese fa, credo, quindi ogni informazione potrebbe e dovrebbe essere recente.
Il punto è che non ho idea di dove iniziare a cercare.
Inizio a girare su Internet ed apro la pagina di Google.
Dopo aver pensato per qualche secondo, digito "registri di morte pubblica", nel motore di ricerca; più di 121 milioni di resultati spuntano.
Clicco sul primo link indicato.
E' diretto ad un sito web, ma mi viene chiesto il nome ed il cognome della persona ed io non so nemmeno chi sono, quindi questo non fa al caso mio.
Continuo a provare alcuni altri siti web, poi provo con "morte necrologi pubblici", e questa volta ci sono 393 milioni di risultati.
Uno dei siti web apertosi offre un database di annunci funebri.
Inserisco la data nella barra di ricerca e davanti a me si aprono circa 1354 decessi, che si sono verificati in quel giorno.
Sospiro e inizio a cercare attraverso i necrologi.
Dopo 3 ore passate davanti al computer a scorrere quella che sembrava una lista infinita, lo trovo. E non mi sembra vero. Il suo nome è - anzi, era - Andrew Thompson.
Leggendo l'avviso della morte, intuisco quanto la sua famiglia lo amava e lo ami ancora ora che non c'è più.
Se solo lo avesse saputo prima di prendere i farmaci. 
Butto giù la data ed il suo nome sul disegno, allegando anche l'avviso.
E' stata dura, ma sono riuscito finalmente a mettere uno tra tanti nomi delle anime perse. 
 
**
 
Ho speso il resto del mio weekend a cercare i nomi delle altre persone che ho visto. Fortunatamente, sono stato abbastanza abile e sono riuscito a scovarne altre undici.
Ogni volta che trovo un nuome, mi sento come se dentro di me ci fosse un mix di emozioni che vanno dal dolore della loro morte alla felicità di averli - finalmente - trovati.
Ho notato, inoltre, che il tempo tra le visioni e le morti effettive è di circa due settimane, questo mi ha reso più fiducioso perché potrebbe aiutarmi con le mie future visioni.
 
Oggi è Domenica, è tardi; il mio cervello si è completamente fuso perché ho passato tutto il fine settimana davanti allo schermo del pc.
Nemmeno una tazza di tea mi potrebbe aiutare, ora come ora, ma tentare non nuoce.
Mi alzo dal divano, mi stiracchio e sento le ossa scricchiolare piacevolmente e mi dirigo verso la cucina; prendo una tazza ed una bustina di tea, ed imposto il bollitore sul fuoco, per riscaldare l'acqua.
Poi,  poi non so cosa succede esattamente, tutto quello che capisco è che, se il momento prima aspettavo che il tea bollisse, adesso sono steso sul pavimento, i miei occhi sono risucchiati nel buio ed una visione si insinua nella mia mente.
 
Ovunque io sia, l'unica cosa che riesco a capire è che c'è il sole, è mattina. Riesco a vedere delle macchine parcheggiate in uno spiazzo alla mia destra ed un edificio - una scuola - alla mia sinistra.
Noto il nome della scuola e cerco di tenerlo a mente, sperando che questo mi possa aiutare a ricordare, poi, ciò che accadrà qui. I miei occhi si fermano su un ragazzo che sta uscendo dal palazzo, aggrappato ai libri di testo e lo zaino a tracolla sulla schiena.
Sembra più giovane di me.
I capelli sono ricci, sarà alto circa un metro e settanta, una corporatura magra ma muscolosa, occhi verdi e qualche piercing.
E' agitato, lo riesco a percepire, si muove veloce, come se sappia che qualcosa debba accadere, solo che non ha idea di dove o quando.
Comincia a camminare verso il parcheggio.
«Hey, Styles». Una voce sconosciuta grida, da lontano.
Il ragazzo, che doveva per forza essere 'Styles', si blocca e rimane fermo.
E' completamente radicato al suo posto, senza preoccuparsi di voltarsi verso il tipo che lo ha chiamato, quasi a volersi coprire gli occhi.
Un rumore sfreccia attraverso l'aria nello stesso momento in cui quella che sembra essere una roccia, colpisce il ragazzo nella parte posteriore della testa.
Il riccio inciampa, preso alla sprovvista dalla forza con cui è stato preso di mira, lascia cadere i suoi libri per mettere una mano dietro al capo.
Allontana la sua mano dalla testa dove vi è una macchia di sangue che inizia a scendere tra le sue dita sottili.
Tossisce, poi si alza ed inizia a camminare velocemente verso la sicurezza della scuola.
«Styles» Dice la voce, ancora una volta, con brutalità «torna qui, gay».
La voce della persona è così piena di divertimento e di odio e disgusto che mi irrigidisco, seppur nel bel mezzo della visione.
Il riccio, però, non lo ascolta, continua a camminare sui suoi passi e continua ad andare verso l'edificio.
Il suono di alcuni passi che corrono, arriva alle mie orecchie. 
Il tipo che aveva gridato di fermarsi al ragazzo, è ora accompagnato da altri ragazzi corpulenti, che corrono verso il ragazzo.
Il primo pugno colpisce la sua faccia ed il giovane si piega, accasciandosi a terra e tira - automaticamente - il suo corpo verso di se, raggomitolandosi.
Il gruppo di ragazzi inizia a tirare calci al riccio, mentre lui non cerca di difenersi, di combattere, accetta il pestaggio.
Lo accetta e basta.
Il gruppo non si ferma, continuano a tirare pugni e calci e a colpirlo in ogni spazio che riescono a trovare.
E' solo allora che uno dei ragazzi nota che 'Styles' aveva smesso di muoversi.
Si ferma, chinandosi, e prende il polso del ragazzo tra le mani. Inizia a scuotere la testa sussurrando a sé stesso.
Si alza in piedi. 
«Ragazzi, siamo... siamo stati... ci siamo comportati da pazzi. Non respira. Penso che... credo... credo che lo abbiamo ucciso». Dice, con vera e propria paura nella voce.
 
Il fischiare del bollitore mi riporta alla realtà.
Tremante, lo spengo ed affondo la testa nelle ginocchia, sedendomi sul pavimento.
Faccio un respiro profondo, per cercare di calmare i miei nervi, tesissimi.
So il nome della scuola ed il cognome del ragazzo, ora quello che devo fare è trovarlo prima che tutto accada.
 
**
 
Dopo una ricerca sul nome della scuola che ho visto nella visione, trovo che il luogo dove accadrà il tutto, è Holmes Chapel.
Senza pensarci due volte, incomincio ad impacchettare la mia roba.
Devo andare in quella città, devo salvare la vita a quel giovane.
Mia madre entra nella mia stanza nello stesso momento in cui finisco di impacchettare freneticamente le mie cose.
«Zayn, che stai facendo?» Chiede, con voce dolce.
Alzo lo sguardo per incontrare i suoi occhi caramellati, «Niente, mamma».
Mia madre non sa nulla delle visioni, nessuno lo sa, a dire il vero. La mia famiglia pensa solo che io sia 'interessante'.
Quindi, non c'è modo che io possa dirle che vado a salvare la vita ad un ragazzo che non conosco ma che ho visto in una visione che ho avuto.
Già, sarebbe troppo... fuori dal comune.
«E perché, allora, stai impacchettando le tue cose?» Mi chiede.
«Um, sto... solo andando a fare un viaggio con la scuola. Tornerò presto». Dico, mentendo a mia madre.
A volte vorrei porterle dire quello che mi sta succedendo, ma non posso. La mia famiglia non capirebbe.
Mi porterebbero in un manicomio prima che possa effettivamente provarlo.
Mia madre non sembra del tutto convinta, ma mi lascia continuare.
Amo questo di lei: non ha mai curiosato sui dettagli delle cose che mi riguardano.
Una volta finito di impacchettare il tutto, vado verso la macchina e parto per Holmes Chapel.
 
**
 
Un'ora e mezzo più tardi, sono lì, sono nella piccola cittadina del Cheshire.
E' una bella città, tranquilla e pacifica.
E' difficile credere che un ragazzo sta per venire ucciso, proprio qui.
Tra circa due giorni la visione dovrebbe avverarsi, almeno questo mi darà abbastanza tempo per capire come ho intenzione di fermare il tutto.
Cerco un hotel a buon mercato, poi comincio a girare per la cittadina.
Mentre cammino, il mio stomaco comincia ad urlarmi di mangiare.
Mi guardo intorno e, tra i vari negozi, scorgo un forno non troppo lontano. Inizio a dirigermi verso quel punto e intanto penso a come fermare la morte.
Idee diverse vagano per la mia testa.
Non posso semplicemente chiamare la polizia, penserebbero sicuramente che sia un pazzo e poi dovrei spiegare loro come sapevo che sarebbe successo.
Non è un rischio che sono disposto a correre.
Alzo lo sguardo e apro la porta del panificio, accolto dal rumore di un campanello e dal calore della struttura.
Mi avvicino al banco espositore, guardando la varietà di cibi.
«Ciao, posso fare qualcosa per te?» Dice una voce tranquilla dietro il bancone. 
Alzo gli occhi che incontrano degli occhi verdi e penetranti.
Perdo tutte le parole appena lo vedo, non pensavo mica di trovarmi il ragazzo della visione prima di quel giorno.
Ma eccolo lì. Sembra quasi felice, non capisco perché non si difenderà, quando quei... ragazzi lo picchieranno.
«Um, puoi darmi 2 croissant, per favore?» Chiedo.
Mi fa un sorriso genuino, e si china ad afferrare due dei dolci.
Ne approfitto e guardo il cartellino che ha attaccato al petto; Harry Styles.
«Non sei di qui, vero?» Mi domanda, mentre posa i pasticcini in un sacchetto di carta marrone.
«No, no. Sono qui solo per pochi giorni». Rispondo, tirando fuori il portafoglio per pagare.
Harry annuisce e mi sorride appena gli do i soldi.
Sembra davvero un bravo ragazzo, perché nel mondo quello che sta per succedere, deve succedere proprio a lui? E perché?
«E' bello vedere un viso nuovo, ogni tanto. Buona giornata». Harry rifletté ad alta voce.
Sorrido al ragazzo e cammino fuori al negozio.
Ora che l'ho incontrato, non posso lasciarlo morire.
 
**
 
Il giorno dell'omicidio di Harry, decido di prepararmi per prevenirlo.
Ho trovato la sua scuola solo ieri, quindi so dove avrebbe avuto luogo il tutto.
Ho trovato tutto ed, essendo sul posto, ho potuto lentamente vedere ciò che accadrà tra qualche ora.
Ora sono a scuola, gli studenti stanno uscendo, io aspetto. Per fortuna, c'è una zona vicino al parcheggio che è coperto di alberi, e mi nascondo lì.
Vedo il flusso di persone che comincia ad andare via.
Mezz'ora dopo la scuola è quasi vuota, ma non ho ancora visto né Harry, né i teppisti che stanno per prendere la sua vita.
Sono quasi tentato di entrare nella scuola e trascinare con me Harry, almeno, così non lo avrebbero ucciso per certo.
Alla fine, comincio quasi a sonnecchiare per tutto il tempo che rimango. 
Poi, però, sento una porta chiudersi in lontananza, ed i miei occhi si spalancano mentre, nel mio campo visivo, rientra una testa con capelli ricci. Mi alzo in piedi e cerco di farmi il più vicino ad Harry, senza farmi vedere.
Mi accovaccio dietro ad una macchina, ed ho una chiara visione di tutto.
«Hey, Styles». Sento in lontananza. Mi guardo intorno e vedo il gruppo di ragazzi, poi poso nuovamente il mio sguardo su Harry che, come nella visione, si issa sul suo posso.
Salto fuori da dietro la macchina nello stesso momento in cui la roccia va a colpire Harry. Faccio quello che ritengo sia giusto; esco dal mio nascondiglio e spingo Harry a terra, prima che la pietra lo colpisca.
A giudicare dall'espressione di Harry, deve sicuramente aver pensato che sia stato il gruppo dei ragazzi, ad attaccarlo, perché si raggomitola come una palla quasi come se stesse aspettando un brutale pestagio.
Mi giro verso il gruppo che ora sembra più incazato che mai.
Incominciano a farsi strada verso di me, ora voglio me, morto, non più Harry.
Scavo nella mia tasca, prendo una manciata di pietre che ho raccolto quella stessa mattina e inizio a lanciarle verso di loro.
Iniziano ad urlare parolacce contro di me, mentre scansano le pietre.
Alla fine, la maggior parte dei ragazzi si arrendono, solo uno - evidentemente il capo del gruppo, quello decisamente stronzo - cotinua a camminare verso di me.
«Quale cazzo è il tuo problema, razza di coglione?» Mi urla contro.
So che sta per avvenire una lotta. Il grosso sacco di carne che è, troneggia sopra di me, il pugno già alto.
Quest'ultimo oscilla all'indietro, ma, proprio quando sta per scagliarsi contro la sua faccia, si ferma.
A qualche centimetro.
Gli occhi del ragazzo incrociano per un secondo quelli verdi, prima che cada al terreno, a causa del pugno del riccio.
Guardo Harry, che ha gli occhi spalancati, è scioccato da ciò che ha fatto.
Ha appena impedito di fare del male, ancora, al più grande della gang, semplicemente colpendolo dove è maggiormente ferito. Il ragazzo mi guarda a sua volta, afferra la mia mano e mi tira lontano dalla scuola.
Poco dopo, siamo arrivata alla sua casa.
Apre la porta e mi conduce in cucina, sprofondando nella poltrona e nascondendo il volto tra le mani.
«Harry, che cosa è appena successo, lì?» Domando, tranquillo, ancora in piedi sulla soglia della cucina.
Lui non risponde, ma vedo che le sue spalle tremano leggermente.
Faccio un passo incerto verso di lui, mentre poso una mano sulla sua schiena, strofinandola e cercando di calmarlo.
Harry alza lo sguardo verso di me, gli occhi pieni di lacrime e le emozioni che vanno dalla depressione alla paura.
«Non pensavo che lo avrebbero fatto». Sussurra, ad un passo dalle lacrime.
«Perché lo fanno, Harry? Cosa stavano per fare?» Chiedo, senza smettere di accarezzarlo.
Harry osserva la cucina, i suoi occhi diventano ancora più opachi non appena inizia a parlare.
«Loro... loro sono un gruppo di ragazzi che hanno reso la mia vita un Inferno, per... per molto tempo. Mi picchiavano ogni giorno, sono ancora coperto di lividi. Ma un giorno... ero così stanco di essere così impaurito, di vivere così. Ero stanco di tornare a casa con lividi e occhi neri. Quindi, ho detto a qualcuno quello che loro facevano, ma loro lo hanno scoperto. Sono venuti al mio posto di lavoro, l'altro giorno, il giorno in cui sei entrato anche tu, e mi hanno minacciato. Hanno detto che mi avrebbero picchiato fino a ché non avessi perso i sensi e la coscienza e sarei finito in ospedale. Non... non pensavo che lo avrebbero fatto davvero. Ma, loro, loro stavano davvero – »
Harry si ferma, non riesce a continuare e le lacrime, semplicemente, scendono giù.
Lo avvolgo in un abbraccio sperando che si calmi.
Si aggrappa disperatamente alle mie spalle, alla ricerca di qualsiasi fonte di conforto.
«Harry non erano... non stavano solo per mandarti all'ospedale. Loro... loro di avrebbero ucciso». Sussurro all'orecchio del ragazzo che singhiozza. Non sono sicuro che sia una buona idea, ma merita di saperlo.
Harry si tira indietro, i suoi occhi sono pieni di quello che definisco shock.
Puro.
«Co- cosa?» Mi risponde, la voce ridotta ad un sussurro.
Non riesco a trovare le parole, quindi annuisco, annuisco e basto, sperando che lui capisca.
«Per favore, per favore, non lasciarmi qui. Torneranno». Harry mi prega, ed io non posso ignorare i suoi occhi distrutti. Decido che lo porterò a casa con me. Mi ringrazia e corre verso la sua stanza per raccogliere alcune delle cose che gli appartengono.
 
**
 
Il viaggio di ritorno verso Bradford, non è stato poi così pessimo.
E' sembrato solo più lungo di quando ero sulla strada di ritorno, ma ora ho Harry con cui posso parlare.
Gli spiego come facevo a sapere dell'attacco.
Sembra sorpreso, ma meravigliato dal fatto che io lo abbia fermato.
Non mi sembra poi così sconvolto al sapere delle visioni, e se possibile, sembra quasi pensare che il mio sia un dono.
Mi ha ringraziato numerose volte per averlo salvato.
Poi, si è addormentato completamente perché era decisamete troppo stanco.
Prendo tra le mie braccia Harry e lo faccio dormire nel mio letto. Appena il suo corpo si adatta al materasso, si stiracchia, sempre dormendo e rivela le braccia coperte di lividi, proprio come aveva detto.
Scendo le scale, gli occhi pesanti di sonno. Sono all'ultimo gradino quando sento la sensazione fastidiosa di quando sto per avere una visione. Mi dirigo velocemente verso il divano e la visione sboccia davanti a me.
 
Sono in un altro bagno, adesso. Una persona giace nella vasca, mentre tiene stretta al petto una bottiglia di liquore. Non riesco a vedere chi sia, vedo solo la sua mano che stringe la bottiglia. 
Il ragazzo si sporge in avanti, rivelando il familiare casco disordinato di capelli biondi. Sembra frantumato. E' chiaramente ubriaco, probabilmente perché sta cercando di scacciare il dolore emotivo.
Il ragazzo si china sulla vasca da bagno e prende un oggetto di metallo lucido.
Le mani gli tremano, le lacrime scendono sul viso. Alza gli occhi al soffitto e sussurra qualcosa di impercettibile.
Con un movimento rapido, fa scivolare la lama affilata sulla pelle pallida del suo polso destro, poi il sinistro.
Si appoggia allo schienale della vasca, gli occhi vitrei, lo sguardo verso il soffitto.
 
Vengo tirato fuori dalla visione. Le lacrime bagnano il mio viso non appena rievoco ciò che ho appena visto.
Perché ho visto lo stesso ragazzo due volte? E' strano. Non ho mai visto qualcuno più di una volta nelle mie visioni.
Afferro una penna ed un pezzo di carta, scribacchiando velocemente tutto quello che è successo.
Sono deciso a capire chi sia.



 


Romeo's space:
 
NAVIGARE E MESSAGGIARE, ILLIMITATAMENTEEEEEEEEE 
Basta, Pino il Pinguino mi sta fottendo il cervello çwç
Ed eccomi qui, puntuale (io? puntuale? WATTAFACK) come sempre (sì, sure AHAHAH) con un nuovo capitolo asdfghjkl
Da questo iniziamo ad entrare nel vivo della storia, infatti è tutto un mezzo casino perché insomma, chi è questo biondino misterioso che Zayn vede ben due volte? 
(WOW CHI SARA' MAI SE QUESTA STORIA E' UNA ZIALL? CHISSA'<3)
E perché appare nelle sue visioni?
Perché non riesce a trovarlo? Ed Harry, che c'entra in tutto questo?
Troppe domande e così poche risposte #troppitelefilm.
La smetto.
<3
Vi ringrazio come sempre per le recensioni, le visite, le seguite omg, siete bellissime ed io vi amo ma voi lo sapete già.<3
Quindi niente da dire, fatevi sentire con una recensione e ditemi se vi piace come prosegue la storia sdfghjklas
grazie davvero per il supporto e alksiudfg vi amo tanto,
un bacione,
Romeo.
<3
 
Prossimo aggiornamento: Venerdì/Sabato. (shame on school) (però è probabile che sia Venerdì perché il prossimo capitolo è piuttosto corto eue)
 
 

 


Spoiler.
 
«Hai...?» Inizia a chiedermi Harry, prima che lo blocchi in partenza.
«Sì, ho appena avuto una visione».
(...)
«Wolverhampton?» Mi domanda, non appena scrivo il nome della città.
«Sì, questa sarà la nostra prossima tappa». 



twitter: harrysromeo
ask: lostcause
tumblr: harrehscuddles.tumblr.com


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