Fine anno

di Amarant
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1^ ora ***
Capitolo 2: *** 2^ ora ***
Capitolo 3: *** 3^ ora ***
Capitolo 4: *** 4^ ora ***



Capitolo 1
*** 1^ ora ***


Fine anno

Fine anno

L'anno scolastico volge ormai al termine e come consuetudine in classe la giornata scolastica viene cambiata in una bella festicciola fra amici.

Beh era l'inizio dell'apocalisse

1^ ora

10 zombie entrarono in classe che sembrava un film del terrore (ma in realtà era solo stanchezza accumulata durante l'anno). Beh ci accasciammo agonizzanti sui banchi e si cominciò a ronfare. Il mio amico commise il gravissimo errore di svenire sul banco sbagliato ovvero la cattedra. Entrò il prof di scienze in aula con in fronte una vena gonfia ai limiti dei principi fisici e cominciò a sbraitare verso il mio amico. Fra le urla confuse l'unica parola che fu compresa (non solo da me ma da tutto il pubblico circostante e credo anche dai preti del convento affianco alla mia scuola data l'intensità dell'urlo) fu "pulire". A questo punto mi venne da pensare "ma che pensa che abbiamo la scabbia o qualche altra malattia sconosciuta a trasmissione aerea? Ci manca che questo entra in classe con la mascherina antigas e ci passare in una camera per sterilizzarci tutti. "

Beh comunque il prof fece l'appello. Ad ogni cognome le lettere della parola presente cominciarono a sparire. Quindi partendo dal primo alunno che pronunciò a gran voce (gran voce in effetti è una parodia visto che il sonno che non ci si è scrollati ancora da dosso impedisce ogni attività che implichi uno sforzo superiore ad un respiro) "Presente"

L'ultimo alunno dell'appello vi dico solo che fu segnato come assente.

Dopo l'appello il prof disse "ragazzi oggi avevo in mente di spiegare." La classe miracolosamente trovò le energie per emettere un sonoro "nooooooooooooooooooooooooooo" con un'espressione che era un misto fra uno a cui hanno appena rubato la macchina e il viso di un cadavere in decomposizione.

Allora quell'uomo infido che aveva già previsto la nostra reazione aggiunse con tono innocente ma con sorriso così malefico (che Hannibal avrebbe detto con occhi luccicosi "insegnami maestro") "allora interroghiamo" e gli echi del "noooo" di prima imporvissamente cessarono. Nessuno voleva rovinarsi l'ultimo giorno di scuola ma nessuno osava replicare perchè sapevano che una parola significava la fine. Iniziò quindi una gara silenziosa fra chi riusciva a mimetizzarsi meglio col banco nella speranza di non essere visto. I più fortunati erano quelli che (avendo un culo quadrato) avevano gli zaini sui banchi e quindi potevano nascondersi li dietro. (Che poi diamine l'ultimo giorno di scuola questo non ha niente da fare). Io mi feci coraggio (era meglio se mi facevo i fatti miei fidatevi) e dissi con parole tremanti per il terrore "Veramente oggi...essendo l'ultimo giorno avevamo in mente di festeggiare". Lui con il sorrisino di prima (che mostrava quei canini che a confronto uno squalo tigre sarebbe sembrato una nonnina senza un dente) fece "C'è il tempo, giusto un paio di domande...E visto che ci troviamo cominciamo da te. Vieni al primo banco" Ed un macigno mi crollò sulle spalle. Pensai che il giorno prima non dovevo essere così scettico e stare a dormire (con la bocca aperta e il filino di saliva che cola ma questa è un'altra storia...) tutto il pomeriggio. Troppo tardi. Già stavo facendo i calcoli e prendendo in considerazione che la mia media (contando anche l'impreparato che avrei preso ora) si abbassava drasticamente quando il prof disse "Aspetta". Un raggio di luce mi illuminò e alcuni angioletti dal viso paffuto volarono verso di me con il sottofondo di una musichetta celestiale. "Non sarai solo in questa interrogazione. Anche stefano e luigi". La luce e gli angioletti si smateriallizarono all'istante e toccò anche ai miei amici condividere la sventure. Tre banchi e tre poveri umani che volevano godersi una festa e invece stavano per rovinarsi un voto. Il cellulare del prof squillò e lui si allontanò dall'aula per rispondere. (Nel frattempo gli angioletti ricomparvero) ma luigi accanto a me "Ma tu hai studiato le pagine assegnate per oggi?"

Gli angioletti scapparono di nuovo (questa volta facendo anche il gesto dell'ombrello). "Io no...Tu? e Stefano?" . Il lutto sui loro visi spiegava tutto. Afferrammo al volo il libro del prof (al diavolo tutto dovevamo cercare di salvarci no???) e leggemmo le prime 5 righe delle 10 PAGINE che erano state assegnate per quel giorno (ma MISERIACCIA ANCHE L'ULTIMO GIORNO!?!?!?) . Arrivati alla 7^ pagina il prof rientrò. Già mi prefiguravo la scena. L'essere demoniaco si sedette e guardandomi disse "Comincia tu". Cercando di pararmi il culo parto con un argomento che ricordavo meglio e diciamo che me la cavai. Continuai per 5 minuti (e il terrore cominciò a pervedermi visto che avevo esaurito le scorte di conoscenza) quando il prof mi interruppe. "Luigi continua tu" E il mio amico senza sapere quasi nulla e il vuoto cosmico nel cervello attaccò a parlare. Cominciò a sparare una marea di cretinate che io già pensavo alla figura di luigi penzolante da una trave dopo il trauma del voto che avrebbe avuto ma miracolo dei miracoli non succede nulla. Semplicemente continua a parlare. Stessa cosa per stefano. Beh comunque morale della favola a fine ora il prof " Allora visto che oggi era una giornata particolare meritate un premio (e intanto i nostri occhi erano diventati tutti sbrilluccicosi) 8 a te e 7 e mezzo a voi due"

Mentre tornavamo a posto gli sguardi affilatissimi dei nostri compagni (peggio di miracle blade 3 serie perfetta) non riuscivano a distrarci dalla visione celestiale che quei voti ci avevano provocato. (Anche se ci sarebbe da aggiungere che l'angioletto di prima che aveva fatto il gesto dell'ombrello giaceva senza vita dietro un banco). Una volta a posto la campanella suonò ma la giornata era appena cominciata

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Capitolo 2
*** 2^ ora ***


2^ ora

Grazie a quelli che hanno commentato ^_^ Spero che anche questo sia degno del precedente ^^

2^ ora

Il prof usciva dall’aula e tutti avevano tirato un grosso sospiro di sollievo. Il sonno era passato a tutti (giustamente la paura non concilia il sonno). Il prof delle 2 ore successive non entrava.

Già tutti esultavano. Improvvisamente (per una coincidenza astrale che capita circa ogni 1000 anni) in classe calò il silenzio senza un motivo, nello stesso istante un ragazzo per la gioia dell’assenza del prof disse ,aiutato da una voce a metà fra un orco e la voce dell’enigmista (quello che ogni tanto dice “Vuoi giocare con me?”), pronuncia un sonoro “FAMMOOOC” (che in dialetto vuol dire “evvai” ma in un modo molto più volgare) e in contemporanea indovinate chi varcò la porta dell’aula? Niente poco di meno che LA PRESIDE!!!! Un essere alto circa 1 metro e 50 con 10 centimetri di stivali. (Che poi quegli stivali, data la sua statura, si potrebbe dire che li porta a collo alto…) con una voce stridula (infatti i vetri si ruppero a priori senza che nemmeno lei proferisse parola) e il mio amico (che nel frattempo avrebbe preferito sciogliersi in un altoforno) si ammutolì. Sudava freddo e ogni istante di silenzio che passava aumentava il terrore. Era addirittura palpabile l’aura di paura attorno a lui. Le prime parole della preside (che in quanto a cattiveria non era da meno rispetto al prof di prima) furono “TU VIENI CON ME”. Nel frattempo tutti si rotolavano per terra come cani impazziti poiché la voce stridula della preside sortiva i suoi maledetti effetti. I vetri si ricomposero e si ruppero di nuovo (data l’intensità). Il mio amico voleva morire ma per sua sfortuna non c’erano oggetti contundenti a portata di mano (se escludiamo la preside…) e quindi trascorse una buon ora dalla preside e rientrò in classe solo dopo aver preso un accompagnamento (che poi DEMENTE di una preside…accompagnamento di cosa se oggi è l’ultimo giorno???). Nel frattempo noi eravamo senza prof alcuno e finalmente attacchiamo con la festa (FINALMENTE).

E adesso preparatevi alla genialata del momento

Riccardo (un mio amico che non ha MAI fatto una cosa intelligente in vita sua) prende la bottiglia di una bevanda gassatissima (sembrava una bomba all’idrogeno) la scuote come si fa con le maracas e poi (come fosse Ethan Hunt di Mission Impossible ) si avvicina di soppiatto alla presidenza. E li arriva la catastrofe. Riccardo (per vendicare l’amico di prima) apre la bottiglia e scappa in modo da non essere scoperto. L’unico problema era che eravamo solo 3 classi nell’intero istituto. E solo noi avevamo l’occorrente per la festa. A conclusione di tutto ,la preside ci rintraccia e (sempre con quella sua vocina stridula che anche i delfini dello zoomarine di roma volevano morire…) urla “CHI E’ STATO A SPORCARE LI DAVANTI ALLA PRESIDENZA??? SE NON ESCE FUORI IL COLPEVOLE CI ANDRETE DI MEZZO TUTTI ecc. ecc.”. Allora Riccardo (per farla smettere e porre fine alla tortura di quella voce) si costituì. Anche per lui l’accompagnamento (è un difetto genetico probabilmente oppure lo stivale a collo alto non permette l’afflusso dell’ossigeno al cervello…) e questa era solo la seconda ora.

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Capitolo 3
*** 3^ ora ***


Grazie a tutti ancora per i commenti

Grazie a tutti ancora per i commenti. Ecco la terza ora. Spero vi piaccia ^_^

3^ ora

Dopo i due accompagnamenti (di cui non capisco ancora l’utilità) la preside se ne ritornò in presidenza. Appena suonò la campanella la festa fu trasferita. Infatti la 3^ ora era di educazione fisica. Quindi andammo tutti in palestra

(qui bisogna aprire una piccola parentesi. Infatti la mia scuola è un ex convento e quella che dovrebbe essere una palestra è un angusto cortile con un accozzaglia di pseudo strumenti che, in apparenza sembrerebbero essere utili all’esercizio fisico; in realtà servono solo ad appoggiarci cartelle o giubbini.. Ci sono una rete di pallavolo e un campo da ping pong)

All’inizio cominciammo a fare una partita di pallavolo. Io ero in ricezione e (visto che il destino mi è avverso) la battuta spettava ad un ragazzo che gioca come professionista da ben 5 ANNI. Inutile dire che quel proiettile (che ,a mio parere, fu sparato ad aria compressa dal braccio del ragazzo) arrivò sulle mie braccia però, data la potenza, superò le mie braccia e mi colpì in pieno petto. Io fui sbalzato mezzo metro indietro (ora che ci penso non era un proiettile ma una palla di cannone) e mi accasciai per terra in preda alle convulsioni (come se mi avessero sparato davvero). Dopo il mio bel attacco epilettico mi alzai e (non contento della batosta) dissi “E’ tutto apposto. Continuiamo”. Ero tutto rosso per la vergogna (infatti sul ballatoio c’erano le due classi che erano entrate con noi ad assistere alla partita) e non volevo dar a vedere che soffrivo come un uomo al quale stanno strappando i cosiddetti con uno stuzzicadente. Il ragazzo battè di nuovo e con la stessa potenza di prima. Questa volta però ero più preparato e riuscì a ricevere decentemente. Volevo esultare ma quando alzai le braccia…SORPRESA. Erano per terra…Il colpo era stato fortissimo. Era come se mi fossi abbronzato istantaneamente. Al posto delle braccia mi ritrovavo due protuberanze color SANGUE che non rispondevano ai miei ordini. Dopo la seconda figura di niente me ne andai sconsolato e capii perché tutti mi avevano detto “E’ meglio se non giochi…”. Me ne andai sul ballatoio anche io per prendere un po’ di sole. Ero stato una buona mezz’oretta a prendere il sole per i fatti miei quando improvvisamente sentii delle urla correre verso di me. Aprii gli occhi e GAVETTONI. (Altra parentesi. Io abito lontano dalla mia scuola. Quindi avrei dovuto farmi un bel po’ di strada a piedi e completamente bagnato) Con uno scatto felino, peggio di un gatto svegliato dalla fase REM con una trombetta da stadio, feci un salto all’indietro per scansarmi il primo palloncino con l’acqua. Ben presto capii di essere in trappola però. Avevano organizzato tutto nei minimi particolari. Tutti quelli che erano sul ballatoio erano imprigionati. Gavettoni da destra e da sinistra. (Di saltare giù non se ne parlava perché non mi chiamano ancora “Alfredo dalle 7 vite”). Visto che non avevo nulla da perdere mi lanciai verso uno degli aggressori cercando di disarmarlo. Feci uno sgambetto. Il palloncino cadde per terra ma non esplose. Ne approfittai per prenderlo e lanciarlo addosso all’attaccante che veniva dal versante opposto. CENTRATO IN PIENO. Ma non era ancora finita. Alla fine di tutto mi rimaneva solo un palloncino da scansare per uscire indenne da quella battaglia. Il palloncino venne lanciato con poca forza quindi non ci misi nulla a evitarlo. Lo presi in mano e alzai le braccia (per quello che potevo dato che il colpo di prima faceva ancora male) in segno di esultanza. Ma la sfiga (che ha fatto un gemellaggio con me) voleva che mi bagnassi. Infatti il palloncino si ruppe da solo e io mi feci una doccia. Inutile dire che tutti risero di me. Avevo rimediato la terza figura di niente in un ora. Mi misi al sole cercando di asciugarmi e intanto era suonata di nuovo la campanella.

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Capitolo 4
*** 4^ ora ***


Chiedo scusa a tutti se ci ho messo molto per completare la storia

Chiedo scusa a tutti se ci ho messo molto per completare la storia. Ma le vacanze mi hanno tenuto molto impegnato e non ho avuto il tempo di seguirla ^^”. Ringrazio ancora tutti per i commenti e mi auguro che la 4^ e ultima ora sia all’altezza delle precedenti.

4^ ora

Rientro in classe tutto bagnato e appena compare la prof le chiedo di andare in bagno (in realtà volevo mettermi sul balcone in modo da prendere il sole). Neanche il tempo di uscire dalla classe che si levano delle urla di terrore. Mi giro verso la porta e un mio amico strillando in modo molto virile (almeno quanto Cristiano Malgioglio) corre verso il corridoio. Io chiedo cosa sia successo e tutti pietrificati dal terrore (compresa la prof) indicano verso la lavagna. Dapprima non riuscivo a vedere niente. Ma poi mettendo a fuoco mi accorgo che una figura nera indefinita era ferma sulla lavagna e non accennava a muoversi da li.Avvicinandomi di più (sprezzante del pericolo) riesco finalmente a capire cos’è. Uno scarafaggio geneticamente modificato uscito da qualche laboratorio chissà dove e finito in classe nostra. [Più che uno scarafaggio ora pensandoci bene secondo me era un cucciolo di alien.]. In classe non avevamo alcun’ arma adatta a farlo fuori ( a meno che uno di noi non porti con se abitualmente qualche arma di piccolo calibro). Appena mi sono accorto del pericolo Alien volevo darmi anche io alla fuga ma non era possibile. Un altro cucciolo di quel mostro si era posizionato di fronte alla porta. Ci avevano teso una trappola! Nessuno sapeva cosa fare. L’unica cosa utile sarebbe stata affrontarle. Ma serviva un “volontario”.Come trovarlo? Il destino ha voluto che fosse la prof a sceglierlo. E visto che io ero stato quello che si era avvicinato di più sono stato io il prescelto. Mi armo come posso. Prendo un giornale, lo arrotolo e mi avvicino al primo mostro. Quello vicino alla porta in modo che se avessi avuto successo gli altri sarebbero potuti scappare. Mi avvicino con passo felino al bersaglio e senza perdere tempo (ma con un volta stomaco che solo la visione di platinette in perizoma poteva provocarmi) cerco di colpire l’immonda bestia. Centro perfetto!!. Ma così facendo perdo la mia arma. La creatura perde sangue e finisce spappolata su tutto il giornale [notoriamente il sangue degli alien è corrosivo quindi del giornale è rimasto poco e niente]. Tutti scappano via dalla classe (come se avessero avuto dietro un gorilla che è rimasto senza la propria femmina per due anni) e quindi mi ritrovo da solo contro l’altra belva feroce. Non sapevo se si era accorta della fine del suo amico ma ero sicuro di me. A questo punto mi sono guardato intorno e decisi di prendermi la mia piccola vendetta (dovete sapere che c’è un tipo in classe [quello virile quanto malgioglio] che mi sta altamente sui cosiddetti). Allora mi fabbricai la mia nuova arma arrotolando il quaderno di questo ragazzo e in seguito mi avventai contro il mio nemico. Questa volta però il colpo non lo diedi forte. Lo colpii in modo da stordirlo. Quindi sempre usando il SUO quaderno lo presi e lo misi nel SUO portapastelli. Dopodichè andai a dire a tutti che il pericolo era passato. Ero diventato l’eroe della classe. Prima di sedermi feci una risata malefica degna di un demone degli inferi e tutti mi guardarono male. Ma poi assunsi uno sguardo angelico e tutti si dimenticarono presto del mio guizzo di malignità. Il mio piano era cominciato. La prof verso la fine della lezione si prende sempre 5 minuti per segnare assenti e presenti sul suo registro personale. Puntualmente però non ha mai la penna. E chi gliela presta? Quel uomo (solo all’anagrafe però…) che è talmente lecchino che dare ripetizioni a Emilio Fede. Tutto è andato come previsto. Appena ha aperto il portapastelli si è levato l’urlo più assordante che io abbia mai ascoltato in vita mia. Penso proprio che una decina di balene si sia arenata su una spiaggia a causa di quel grido. La mia vittima si è spostata inorridita verso il muro con il viso di chi è scampato alla morte e sudando freddo. Inutile dire le risate che mi sono fatto. C’è anche da dire che per questo scherzo mi sono preso un bel rapporto. [Volete mettere la soddisfazione che mi ha procurato lo scherzo rispetto ad un banale rapporto?]. Dopo aver passato il resto dell’ora fuori la classe per punizione (su balcone ad asciugarmi…infatti l’acqua del gavettone era ancora sulla mia maglietta) sono tornato a casa. E quando mamma m’ha fatto la solita domanda “Cosa hai fatto oggi a scuola?” Io ho risposto “Niente…:”

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