The truth beneath

di simply_me
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 (FINE) ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


the truth beneath

ATTENZIONE SPOILER! questa storia segue l'attuale pubblicazione giapponese del manga(cap52)quindi se non volete anticipazioni è meglio che vi fermiate qui ^^

The truth beneath.

Capitolo 1

Non si sarebbe mai aspettato di capirlo in quel modo.

Adesso che la guardava intrattenere le clienti, rannicchiato dietro una colonna dell'Host Club, non poteva fare a meno di rendersene conto. Era proprio vero.

Era bastato poco.
Dieci giorni di lontananza e quella notizia al suo rientro: i gemelli in conflitto, Kaoru che le si era dichiarato e Hikaru… anch'egli innamorato.

Era assurdo, non poteva crederci, non voleva.

Era stato Honey a raccontargli tutto, a stupirlo a quel modo.

Certo, non poteva negare di aver capito che qualcosa non andasse , entrando nella terza aula di musica quel giorno…

- Il vostro King è tornano, miei adorati sudditi! - aveva esordito solennemente accompagnando il tutto con un gesto plateale della mano.

Dentro aveva trovato Kaoru seduto sul divano intento a leggere un libro, Hikaru alle prese con Pyo-chan rannicchiato in un angolo della sala e Mori e Honey seduti a un tavolino colmo di torte e pasticcini.
Mancava solo lei…

- Tama-chan! Kyo-chan! Bentornati!- gli aveva urlato allegramente Honey andandogli incontro festoso come sempre.

Al contrario, i gemelli avevano esitato.

- Beh! Che succede? Perchè non salutate il vostro King come si deve? –

Si erano lanciati una rapida occhiata, a seguito della quale Hikaru si era voltato e Kaoru aveva chinato un istante il capo per poi sforzarsi di sorridere dicendo:

- Bentornato Lord… -

No, qualcosa non quadrava. Che lo avessero scoperto?

- Cos… - aveva cominciato a chiedere prima di sentire la maniglia della porta.

Si era voltato giusto in tempo per vederle fare capolino, con fare concitato, da uno spiraglio della porta e entrare, chiedendo scusa del ritardo.

- Haruhi! – le aveva gridato sorridente.
- Ta … Tamaki-senpai! – era stata l'unica cosa in grado di dire prima che questi la abbracciasse stretta e cominciasse a volteggiare con lei. - Se … senpaaai ! –

- Tamaki… – lo aveva chiamato Kyouya sistemandosi gli occhiali sul naso.
- Ah… cosa? -
- Così le farai venire il mal di testa… -
- Ah! – si era bloccato – si, certo, certo! - aveva aggiunto sorridendo, poi chinandosi e scodinzolando speranzoso verso la ragazza - Dimmi Haruhi, ti è mancato il tuo adorato paparino? Eh? Eh? Eh? –

La aveva vista fare spallucce prima di sentirle dire:

- Uh… - annuendo rassegnata, poi sorridendo – bentornato senpai… bentornato anche a te, Kyouya-sen … -

Il suo sorriso era stato abbastanza per lui per precipitarsi nuovamente ad abbracciarla stretta al suo petto e dirle dolcemente:

- Non hai idea di quanto mi sei mancata, Haruhi… -

A quella frase Hikaru era scattato in piedi dal suo angolo e uscito di corsa dalla sala.

Ne era rimasto sorpreso: aveva battuto le palpebre perplesso un paio di volte, tenendo ancora Haruhi stretta al petto mentre aveva chiesto:

- Eh? cosa…? – voltando il capo a osservare gli altri.

Haruhi si era liberata dalla stretta a capo chino e poi, sforzandosi di sorridere, aveva detto voltandosi verso Kyouya:

- Ah… ecco… Kyouya-senpai… so che siete appena arrivati… e immagino vorrete subito riprendere le attività del club… ma … sono di turno in classe questa settimana, quindi preferirei assentarmi per un paio di giorni… se per te va bene… -

Si assentava? Proprio adesso che finalmente lui era tornato? Perchè?
E poi… da quando doveva chiedere alla mamma il permesso e non al paparino?

- Haruhi?! Perché? Perché la mia adorata figlia mi ignora?! Mamma! Diglielo anche tu! –

Kyouya lo aveva ignorato, soffermandosi sul volto di Haruhi prima di acconsentire dicendo:

- Capisco. Immagino che non ci sia nulla da fare… -
- Mamma! Anche tu… – aveva detto prima di rannicchiarsi sulle ginocchia a fare cerchi immaginari col dito sul pavimento, aggiungendo con aria depressa – nessuno mi tiene in considerazione in questa famiglia… -
- Grazie, devo proprio andare… - aveva aggiunto la ragazza prima di uscire dalla sala richiudendosi dietro la porta.

- Ah… Haruhi! –

Troppo tardi, era già andata via.

Era rimasto fermo un istante a guardare la porta chiusasi dietro la ragazza, avvertendo per un attimo ancora quella sensazione che lo aveva accompagnato nei giorni precedenti, solitudine, poi era tornato a curarsi della sala: qualcosa non andava, lo aveva avvertito.

Aveva guardato Kaoru, il quale era ancora a capo chino.
Avrebbe voluto chiedere cosa stesse succedendo, ma Kyouya lo aveva anticipato.

- Kaoru… va a chiamare tuo fratello. –
- Ah… Kyouya-sen … -
- Dobbiamo organizzare le prossime attività del club… -
- … uh… - aveva annuito il gemello prima di alzarsi e uscire anche lui dalla sala lasciando aperta la porta.

Che diamine stava succedendo?

Si era voltato verso Honey-senpai e Mori-senpai e aveva visto il primo stringere al petto il proprio coniglietto con aria triste.

- Honey-sen… - aveva cominciato a chiedere
- Hika-chan e Kao-chan hanno litigato… - lo aveva interrotto Honey seguitando a guardare in basso.
- Eh? Hanno litigato? Ma no! Ma no! Sarà uno dei loro soliti falsi litigi! – aveva detto ridendo – Si, si! Si saranno annoiati un sacco durante questi dieci giorni, senza le attività del club. - si era avvicinato a Honey e aveva poggiato la mano sulla sua spalla – Su senpai non preoccuparti. Vedrai che presto la smetteranno con questa farsa… -

Tuttavia Honey non era tornato sereno.

Forse questa volta si sbagliava, c'era qualcosa di diverso.

- Suppongo… che non sia il solito litigio Tamaki… - aveva detto Kyouya affiancandolo – Honey-senpai, puoi dirci cosa è successo? –

Timidamente il piccoletto aveva dato un'occhiata al cugino che lo aveva incoraggiato con un sorriso.

- È cominciato tutto quel giorno di pioggia, prima che voi partiste . Quel giorno Kao-chan ha fatto capire Hika-chan i suoi sentimenti. – aveva cominciato Honey – ma solo dopo la vostra partenza le cose sono peggiorate… buuhuu ! È colpa mia!!! – aveva esclamato scoppiando in lacrime.
- Mitsukuni… - era corso il cugino a consolarlo.
- Ehm… Honey-senpai… - lo aveva richiamato un po' sbigottito – non potresti… spiegarti un po' meglio? -

Il piccoletto dell'Host Club si era asciugato le lacrime cercando di farsi coraggio.

- Non penso… che tutto tornerà come prima così facilmente. Forse avrei fatto meglio a starmi zitto… - aveva aggiunto mordendosi il labbro inferiore.
- Mitsukuni, hai detto solo quello che ritenevi giusto… - gli aveva detto il cugino.
- Takashi… Però… -
- Però cosa? – gli aveva chiesto sempre più ansioso di scoprire la verità – che cosa… -

Kyouya lo aveva interrotto poggiandogli una mano dietro la schiena e si era rivolto al senpai:

- Honey-senpai, la ragione per la quale i gemelli hanno litigato… è Haruhi. Non è così? –

Honey non aveva risposto, non palesemente, ma il suo abbracciare ancora più stretto Usa-chan e chinare   il capo   nascondendo lo sguardo era stato più che sufficiente: era Haruhi.

Haruhi? Haruhi?! Perché? Come!?

- Kyouya… - aveva ripreso a parlare scuro in volto – vuoi forse dire che quei gemelli demoniaci hanno combinato qualcosa alla mia adorata Haruhi? Honey-senpai! Che cosa le hanno fatto? Come si sono permessi! Ah ma adesso che paparino è tornato ci penserà lui a difenderti, Haruhi! Proteggerò la mia adorata figlia come si deve! Quei due demoni… -
- Tamaki… -
- Eh? Cosa ? –
- Perchè non lasci che Honey-senpai possa spiegarsi? - aveva aggiunto Kyouya sorridendogli con quel solito enigmatico sorriso che indicava un ordine piuttosto che un suggerimento.
- Hm… - aveva annuito tornando a guardare serio Honey.

- Io e Takashi ce ne eravamo accorti già da tempo, solo… quella volta a casa loro… lì Kao-chan lo ha ammesso apertamente. Ma non voleva far cambiare le cose. Per questo lo aveva tenuto nascosto a tutti, anche a suo fratello. Quando però ha visto quanto anche Hika-chan ci tenesse… non ha più potuto nascondere le cose. Se non per lui, almeno per Hika-chan le cose dovevano cambiare… perché sebbene anche lui ne sia innamorato… quando gli ho chiesto cosa volesse a prescindere dal fratello, cosa volesse per lui, Kaoru, senza considerare nessun altro… lui ha scelto la felicità di Hika-chan . È la cosa più importante per lui… e lui sa che Hikaru non si sarebbe mai mosso . Per questo Kao-chan ha agito a quel modo. L'appuntamento, il bacio… voleva che Hikaru spezzasse il loro legame. È da allora che non si parlano e Haruhi… – non aveva osato continuare, ristringendo al petto il coniglietto con maggiore forza.

La spiegazione di Honey era stata confusa, ma più che sufficiente per cogliere tre concetti fondamentali: i gemelli erano innamorati della stessa persona, c'era stato un appuntamento e… un bacio.

Quello che la sua mente si era rifiutata di capire allora era il ruolo che Haruhi ricopriva, non perchè non avesse potuto immaginarlo a dire il vero, ma proprio perchè non aveva voluto.

- E cosa c'entra Haruhi? - aveva cominciato a chiedere come incapace di capire – come può Haruhi far parte di tutta questa storia? –

Si era rifiutato di credere una cosa del genere possibile in ogni modo, perchè accettarlo sarebbe stato ammettere di non esser stato in grado di vedere cosa si muoveva da tempo all'interno dell'Host Club, sarebbe stato ammettere la sua incapacità di King e di… padre.

- Ah ah ah ! – aveva riso passandosi una mano tra i capelli - È uno scherzo vero? Non può essere altrimenti… questa storia dell'appuntamento… sono sicuro che adesso quei gemelli demoniaci… -
- Non è uno scherzo Lord – lo aveva interrotto Kaoru sulla porta appena tornato col fratello.

Li aveva osservati come inerte: non era stato in grado di proteggerla.
Se solo non avesse finto…

- Io – aveva ripreso a parlare Kaoru – sono innamorato di Haruhi. –

Aveva sentito come un colpo al basso ventre

- Le ho chiesto di dedicarmi il suo tempo in questi giorni – aveva proseguito Kaoru entrando del tutto nell'aula e avvicinandosi alla finestra – e siamo andati al parco divertimenti della plebe… e l'ho bac … -

Non era riuscito a controllarsi: si era precipitato sul gemello afferrandolo per il colletto della camicia.

- E hai cosa? COSA ? – gli aveva urlato continuando a reggerlo dal colletto della camicia - L'hai baciata perché tuo fratello vedesse la scena e spezzasse il vostro legame? –
- Kaoru… allora… - aveva sentito dire a Hikaru
- Hai… Hai pensato ai sentimenti di Haruhi? Ti sei servito di lei solo perchè tuo fratello reagisse e si allontanasse da te? perchè trovasse la sua felicità anche a tuo discapito? Idiota! Come pensi si sia sentita Haruhi? Come credi che si senta adesso? – aveva lasciato andare il ragazzo che guardava in basso – e tu… tu hai il coraggio di dichiarati innamorato… innamorato di Haruhi? –

Aveva visto Hikaru affiancare il fratello, ma non gliene era importato.

- Voi gemelli, non avete pensato che a voi stessi ancora una volta! Haruhi… Haruhi non si merita questo. – aveva detto con voce tremante per la rabbia - Haruhi merita qualcuno che pensi a lei sopra ogni altro… non qualcuno… che la coinvolga in una stupida "lite fraterna" perché incapace di agire direttamente e di risolvere da solo i propri problemi… Haruhi merita qualcuno che… sia felice anche solo di passeggiare al suo fianco nei quartieri della gente comune… qualcuno che sia disposto a assaggiare il suo caffè istantaneo senza lamentarsi che non sappia di nulla, qualcuno che… qualcuno che voglia renderla felice… -
- E quel qualcuno dovresti essere tu Lord? – lo aveva interrotto con voce sprezzante Hikaru
- Hikaru… - aveva sussurrato il gemello
- Dovresti essere tu Lord? – aveva ripetuto – ah? –

Era rimasto in silenzio.

- Andiamo! Lo abbiamo capito da tempo tutti quanti qua dentro! Solo tu sembri fare il finto tonto, Lord… - aveva aggiunto Hikaru – Beh! lascia che ti dica una cosa senpai: forse Haruhi merita qualcuno che sia migliore di me o di mio fratello, ma merita anche qualcuno capace di affrontare apertamente i propri sentimenti e non nasconderli dietro la storiella del “caro… paparino ”! –
- Cos… -
- Anche tu… anche tu sei innamorato di Haruhi. Abbi il coraggio di ammetterlo! – lo aveva guardato spezzante
- Io… -
- Kyouya-senpai! – aveva seguitato Hikaru - Diglielo anche tu! Magari così se ne renderà conto una buona volta! –

Si era voltato a guardare Kyouya a pochi passi da lui ma questi non lo aveva ricambiato, il suo sguardo era rimasto fisso sui gemelli con un'aria imperscrutabile.

- Kyouya… - lo aveva chiamato esitando
- Credo che sia abbastanza per oggi. – aveva detto quest' ultimo con la sua solita freddezza – L'Host Club resterà chiuso, oggi e anche domani… -
- Ma … - aveva provato a controbattere.
- Con Haruhi assente e voi in queste condizioni non saremmo in grado di fornire un adeguato servizio alle nostre clienti. La settimana scolastica si chiuderà domani. Suppongo che un po' di tempo per riflettere farà bene a tutti no? Credo sia il caso di andare a casa, tutti quanti. – aveva infine aggiunto col suo solito sorriso.

Senza dire una parola, aveva visto i gemelli uscire dall'aula in silenzio seguiti dai due cugini…
Honey si era fermato di fronte a lui un istante prima di uscire dalla sala e aveva alzato il capo puntando gli occhi su di lui, come se avesse voluto dirgli qualcosa.
Tuttavia non c'era riuscito: aveva chinato il capo ed era uscito anch'egli seguito da Mori senpai.

Li aveva osservati, uscire ad uno ad uno, incapace di fermarli: tutto quello era più di quanto si sarebbe mai aspettato di trovare.

Ma ciò che più lo aveva sorpreso erano state le parole di Hikaru.

- Tamaki… - lo aveva riportato alla realtà l'amico – non pensare troppo alle parole di Hikaru… -
- Eh? –
- In fondo – aveva aggiunto serio – tu “non sei” innamorato di Haruhi… e non c'è motivo per cui le sue parole possano aver peso per te… Sbaglio? – aveva chiesto sorridendo in maniera enigmatica.

Non aveva risposto.
Forse perché quella domanda non aveva bisogno di una vera risposta, o semplicemente perchè non era in grado di darla.

- Andiamo – lo aveva esortato Kyouya
- Uh – si era limitato ad annuire incerto prima di uscire richiudendosi dietro la porta...

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


nota:prima di cominciare questo secondo capitolo volevo ringraziare tutti coloro che hanno lasciato un commento al primo... grazie mille davvero^_^




Capitolo 2

Quel giorno Tamaki era tornato a casa in silenzio.

Era rimasto davvero sconvolto, così sconvolto da non essere stato capace di pensare ad altro tutto il pomeriggio, nonostante la compagnia di Antoniette, nonchè per buona parte della notte.

Aveva dormito così poco la notte, che la mattina seguente la vecchia Shima aveva dovuto rincorrerlo con le scarpe in mano, perché aveva rischiato di andare a scuola in pantofole.

La mattinata era trascorsa velocemente, tra le ore di lezione e le domande delle compagne di classe sulla sua salute, che per alcuni istanti gli avevano dato tregua dal pensare alla condizione del loro club.

- Kyouya... - aveva richiamato l'amico voltandosi durante una delle pause tra una lezione e l'altra - ma come ti è venuto in mente di dire che avevo un attacco di diarrea!? -
- Tamaki... - aveva risposto l'altro - non potevo mica spiegare la reale situazione. Un attacco improvviso di diarrea era la scusa ideale. -
- Si, ma adesso la mia intera reputazione sarà rovinata! La mia immagine di King perfetto adesso sarà per sempre associata all'immagine di un attacco di diarrea! Ti rendi conto? -
- Al contrario: io direi... - aveva replicato Kyouya - che l'idea di un malore fisico abbia risvegliato l'istinto da crocerossina di molte principesse. Non trovi? - gli aveva sorriso con quel sorriso che non ammette proteste.
- Ah... quindi tu dici che potrei usarla nelle mie tecniche di corteggiamento per l'Host Club? - gli aveva chiesto ancora perplesso
- Senza alcun dubbio - aveva risposto Kyouya sorridendo e risistemandosi gli occhiali.

Lo aveva guardato ancora un po' dubbioso; l'idea del King malato non lo aveva allettato molto, ma lo aveva riportato a pensare a quanto era successo il giorno prima.

- Kyouya... senti... - era tornato a chiedere con aria grave - ma davvero anche oggi resteremo chiusi? -

Kyouya non aveva risposto.
D'altronde anche lui conosceva bene la risposta.

Aveva sospirato rassegnato.

- Suppongo che non ci sia altro da fare... - aveva aggiunto prima di voltarsi nuovamente verso la cattedra, mentre il professore stava facendo il suo ingresso.

A pranzo quel giorno non si era presentato a mensa.

Esserci andato avrebbe significato rivedere i gemelli e non era stato certo di riuscire a controllarsi.
Aveva preferito rimanere in giro, per la scuola, pensando a cosa avrebbe potuto fare nell'ennesimo pomeriggio libero.
Aveva desiderato con tutto il cuore trovare qualcosa, qualcosa che avesse potuto rendere quel pomeriggio differente dai dieci già trascorsi, senza l'Host Club.

Era stato quest'ultimo pensiero, forse, a guidare i suoi piedi e, alla fine, si era ritrovato esattamente lì davanti: aula di musica n°3.

Era entrato quasi con fare automatico e si era guardato attorno melanconicamente.

- È proprio enorme quest'aula quando è vuota - aveva detto sospirando tristemente.

- Uh? Tamaki-senpai...? - aveva chiesto con una punta di stupore una voce alle sue spalle.
- Ha... Haruhi? - aveva risposto colto un po' alla sprovvista - cosa... ci fai qui? -

“Anche tu sei innamorato di Haruhi”
Le parole di Hikaru gli erano tornate in mente suscitandogli un leggero imbarazzo.

- A dire il vero passavo per caso - aveva risposto la ragazza - ho visto la porta aperta e ho pensato che magari poteste essere tutti qui. Ho finito in anticipo i miei incarichi... Quindi pensavo di riprendere le attività qui al club nel pomeriggio... -

Le aveva sorriso.

- Ti manchiamo così tanto? - le aveva detto con lacrime di commozione agli occhi - Oh Haruhi! il tuo adorato paparino... -
- Affatto, - aveva risposto rapida la ragazza raggelandolo - se non lavoro non posso ripagare il vaso. -

Ancora una volta si era sentito sgretolare come una statua di sabbia.

“Anche tu sei innamorato di Haruhi”...

- Haruhi... - aveva cominciato a chiederle volgendole le spalle e andando alla finestra - se ti dicessi che non c'è più bisogno che tu lavori come Host, che il tuo debito è cancellato... resteresti ancora all'Host Club? -

Che diamine gli era passato per la testa?
Era stato certo che la risposta sarebbe arrivata prontamente: non sarebbe restata.
Non aveva avuto il coraggio di voltarsi a osservarla in attesa della risposta.
Silenzio...
Era questo quello che le sue orecchie avevano continuato ad udire per un po'.

- Haruhi? - si era voltato, convinto che la ragazza fosse andata via.

Contrariamente alle sue aspettative lei gli era andata alle spalle, a distanza di un braccio.
Le aveva vista sollevare la mano destra e mettergliela sulla fronte, mentre la sinistra andava alla sua.

- Senpai? - gli aveva chiesto perplessa - sei strano... hai forse la febbre? -

Era arrossito vistosamente a quel gesto...

- I... Io... no... ecco... -

Si era chiesto come avrebbe potuto spiegarle quello che aveva pensato, come avrebbe potuto spiegarle il fatto che non voleva che lei si ritenesse costretta a stare lì per via del debito, nonostante desiderasse averla lì, con lui.

“Anche tu sei innamorato di Haruhi”...

- Io... pensavo... - aveva ripreso a farfugliare nel tentativo di darle una risposta, mentre lei lo aveva osservato ancora più perplessa

Il forte rumore del brontolio del suo stomaco lo aveva interrotto.

Haruhi lo aveva guardato sconvolta.

- Beh! Ecco... -aveva ripreso a parlare imbarazzatissimo - non ho ancora pranzato... -

La sonora risata della ragazza lo aveva interrotto.

- Senpai... - aveva detto la ragazza con espressione seria - faresti bene a pranzare... a pancia vuota sei più strano del solito... - poi si era rimessa a ridere.

Anche lui aveva riso, un po' per spezzare il suo imbarazzo, un po' per cambiare discorso, un po' come per darsi dello stupido per aver ricordato le parole di Hikaru proprio in quel momento.

- A che ora riprendono le attività del club oggi? - gli aveva chiesto
- Ah... no... le attività sono sospese sino alla prossima settimana. - le aveva risposto sforzandosi di apparirle sereno - da bravo King ho voluto dare ai miei sudditi un giorno per caricarsi in attesa dell'intrattenimento spettacolare che offriremo la prossima settimana alle principesse. - aveva cominciato a vantarsi utilizzando la scusa che Kyouya gli aveva suggerito.
- Quindi Kyouya-senpai ha deciso di sospenderle sino alla prossima settimana... -
- Haruhi... ti ricordo che sono io quello che, col permesso di Kyouya, prende le decisioni in questo club... -
- Si... per l'appunto senpai, non intendevo diversamente... - gli aveva sorriso prima di esser tornata al tema principale - di conseguenza abbiam pomeriggio libero? -

Non aveva risposto, si era limitato ad annuire tristemente.
Aveva pensato che un altro pomeriggio solo non sarebbe stato il massimo.

Gli era parso che la ragazza si fosse fermata un istante a fissarlo perché si era ritrovato i suoi occhi puntati addosso.

“Anche tu sei innamorato di Haruhi”...

- Haruhi... visto che l'Host Club è chiuso... ti andrebbe di stare assieme... assieme al tuo paparino? - le aveva chiesto senza riflettere - so... so che c'è una fiera alimentare... -
- Veramente senpai pensavo di fare la spesa al supermercato e poi mettermi a studiare. - gli aveva risposto decisa la ragazza.
- Ah... si, certo... lo studio... capisco - le aveva detto sorridendo tristemente.
- Senpai...? - aveva chiesto Haruhi battendo le palpebre perplessa, poi aveva sospirato - e va bene... ma solo dopo che ritorno dal supermercato! -
- Ah! Ti porto i sacchi! - le aveva detto brillante
- Non se ne parla! -

Forse inconsciamente aveva reagito alla solita maniera a quelle parole, raggelando e mostrandosi poi con gli occhioni da cucciolo, poiché Haruhi alla fine aveva sospirato.

- Ma solo quelli più pesanti... e solo se prometti di non farmi comprare roba assurda giusto perché la vuoi provare! -
- Uh! - aveva annuito al settimo cielo - prometto solennemente che... -

Si era fermato udendo il suono delle campane annunciare la ripresa delle lezioni.

- Allora ci vediamo un'ora dopo la fine delle lezioni a casa mia senpai? -
- Si... -

Gli aveva sorriso prima di voltarsi e allontanarsi. Proprio davanti la porta l'aveva vista però tornare indietro...

- Ah! Senpai... - aveva detto la ragazza avvicinandosi nuovamente mentre con la mano stava frugando la tasca della giacca.
- Cosa? - aveva chiesto lui incuriosito
- Ecco... prendi queste! - gli aveva porto un pacchetto di caramelle senza zucchero alla fragola - le ho comprate ieri pomeriggio al supermarket. Non sono certo un pranzo, ma... meglio di nulla no? - gli aveva sorriso - Quando sei a pancia vuota sei troppo strano… magari queste possono aiutarti un po'... -
- Ah? Ah... si... grazie. - aveva risposto felicemente imbarazzato.

La aveva vista annuire, prima di voltarsi e andare via.
Lui era rimasto lì ancora un attimo, con quel pacchetto di caramelle economiche in mano, leggermente intontito.
Si era sentito felice. Anche se non era stato in grado di capire il perché.

“Anche tu sei innamorato di Haruhi”...

Aveva scosso con forza la testa, prima di scartare una caramella e tornare in classe.

Inaspettatamente il professore aveva tardato ad arrivare.
Lui aveva trovato Kyouya già seduto al suo posto intento a scartabellare qualcosa sulla sua agenda.

- Kyouya - lo aveva chiamato - questo pomeriggio vado con Haruhi a una fiera alimentare del popolino... vieni anche tu? -
- Temo di dover declinare l'invito Tamaki - gli aveva risposto - ho delle faccende da sbrigare. -
- Ah... -
- Tuttavia... - aveva ripreso a dirgli smettendo di scrivere e guardandolo dritto in volto - credo che sia una buona opportunità per mostrare a te stesso che quanto ti ha detto Hikaru non è vero... sempre se tu ci stia ancora pensando. Cosa che dubito fortemente. -
- Eh? Ah... si certo, certo... - si era sforzato di rispondere fingendo di assecondare l'amico - non ho motivo di pensarci... no? - aveva chiesto incerto.
- Precisamente - gli aveva risposto sorridendo e tornando a scrivere nella sua agenda.

Non aveva osato aggiungere altro.
Si era voltato in silenzio e aveva aperto il libro per la lezione fingendo di ripassare, sebbene i suoi pensieri erano corsi al pomeriggio che avrebbe trascorso con Haruhi...

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


note: innanizitutto mi scuso per ritardo che porta questo capitolo ^_^, ma agosto è il mese dell'ozio XD, comunque... Originariamente questo che vi apprestate a leggere avrebbe dovuto essere l'ultimo capitolo di questa fanfic. Tuttavia ho deciso di trasformare questo capitolo perchè ritengo che due aspetti della storia andassero osservati separatamente. Quindi sì! questo è il penultimo. l'ultimo, prometto non tarderà ad arrivare...
ringrazio tutti quelli che finora hanno letto questa fanfic e hano lasciato un commento, grazie di cuore...
Un'ultima cosa: poichè questa fic parte dal ch 52 ritengo si discosti dagli avvenimenti che son accaduti nei capitoli 53 e 54 di Hc, anche se in una certa misura ne richiama qualcosina...
non mi resta che augurarvi una buona lettura! ^__^





Capitolo 3

Tornato a casa per cambiarsi si era fermato un po’ ad accarezzare il morbido pelo di Antoinette, perdendosi a pensare a cosa avrebbe fatto quel pomeriggio.

Per prima cosa la spesa, sì: sarebbero dovuti andare al supermercato. Poi, la fiera alimentare.
Aveva pensato a quanto si sarebbe potuto rivelare divertente andarci tutti assieme: lui, i senpai, i diabolici gemelli, Kyouya, Haruhi…

Nel ricordarli aveva smesso per un attimo di accarezzare l’allegra cagnetta e aveva sorriso amaramente nel constatare che quella di certo non era l’occasione ideale per vedere i fuochi tutti assieme.

Tutti assieme.
Chissà se mai lo sarebbero stati ancora.

L’abbaiare vivace di Antoinette lo aveva ridestato da quei tristi pensieri.
Le aveva sorriso, riprendendo ad accarezzarle il pelo.

- Hai ragione – aveva detto alla cagnetta – non devo certo scoraggiarmi. Tutto si risolverà comunque. Kyouya ha fatto bene: quelle due pesti hanno il tempo di pensare alle loro malefatte e, tutto sommato, non sono più solo. -
- Bau? –

Aveva riso.

- Ma no! ma no! Lo so che ci sei tu a farmi compagnia… solo che… che… -

Si era fermato un attimo prima di riprendere a parlarle allegro.

- Beh! Intanto meglio che mi prepari, - aveva detto alzandosi dal pavimento – e magari al supermercato ti prendo qualche croccantino con cui il popolino sfama i propri animali! Che ne dici? Vuoi provarli anche tu? –

Antoinette si era limitata a osservarlo scodinzolante, mentre lui aveva preparato meticolosamente il suo abbigliamento. Dopo tutto era un host, lui, e ci teneva alla sua immagine, soprattutto quando era con lei.

Soprattutto.

“Anche tu sei innamorato di Haruhi”…

- Forse questa è un po’ troppo – aveva detto riposando dentro l’armadio la camicia nera griffata per un’altra leggermente più comune.

Era stato in quel momento che gli era venuta l’idea: se Haruhi doveva fare la spesa, perché non farla nel più grande centro commerciale della città?

Se l’era vista allora, nel suo teatrino immaginario, sorridergli con timidezza e ringraziarlo amorevolmente:


- Senpai… - le avrebbe detto la ragazza – è così grande qui… ho paura di perdermi -

Allora lui prontamente l’avrebbe presa per mano e attirata a sé abbracciandola.

- Sta tranquilla, Haruhi. – le avrebbe risposto con voce suadente – Non ti perderai, ci son io qui con te… vieni – la avrebbe poi ripresa per mano – andiamo ad acquistare del sushi con tonno pregiato -
- Oh.. senpai!


Si era portato le mani alle labbra sorridendo compiaciuto.
Eh si! Era un genio lui! Sarebbe andata sicuramente in quel modo, aveva pensato.



Il supermercato non distava che qualche isolato dall’appartamento della ragazza.

Haruhi aveva con forza respinto la sua proposta di condurla in un grande centro commerciale in periferia piuttosto che al supermarket del quartiere.

- Sarebbe uno spreco, – gli aveva detto rifiutando – so esattamente quello che mi occorre e lo hanno anche qui vicino. –
- Ah! Ma… Haruhi, avresti la possibilità si scegliere tra diverse qualità della stessa merce – le aveva detto brillante cercando di convincerla.

La ragazza non aveva risposto. La aveva vista sospirare rassegnata prima di cominciare ad avviarsi a piedi verso il supermercato in vicinanza, ignorando palesemente la portiera della lussuosa Mercedes che lui le aveva aperto.

- Ha… Haruhi? Haruhi! Aspettami! –

Le aveva gridato rincorrendola a piedi anch’egli.



La spesa della ragazza non era stata poi molta a dire il vero.
Delle verdure, riso, ingredienti per il ramen, per l’onabe, qualche bottiglia di succhi da bere e il caffé istantaneo che comprava ormai spesso anche a loro.

- Haruhi… – le aveva chiesto soffermandosi sul bancone delle bevande istantanee – ma esiste davvero anche questo? –

Le aveva porto una busta di the solubile.

- Qui c’è scritto che una sola di queste buste – aveva ripreso a parlare leggendo la confezione - è sufficiente a preparare oltre sei litri di the! – aveva poi sollevato lo sguardo stupito – ma davvero? – poi con occhi speranzosi – Compriamola! –
- Senpai… – lo aveva rimproverato la ragazza.
- Uh? – aveva chiesto, poi ricordandosi – ah… già! La promessa… Lo metto giù? –
- Tamaki senpai… - lo aveva guardato storto.

Aveva riposato la busta al suo posto e sorridendole aveva alzato le mani per indicare di averle vuote. Haruhi aveva sospirato prima di voltarsi e andare avanti tra i banconi.



Tornati a casa della ragazza, mentre questa aveva sistemato i pacchi della spesa e lui, seduto, la aveva osservata sollevarsi sulla punta dei piedi per riporre il caffé nella credenza, si era sentito un po’ in imbarazzo.

Non era riuscito a spiegarsi il perché quell’improvviso entrare nel suo appartamento, soli, loro due, lo aveva reso così nervoso. Era assurdo, sciocco, immotivato.
Più volte avevano passato dei momenti da soli, anche se sempre guastati da quelle pesti di gemelli.
Non era il caso di essere in imbarazzo, assolutamente.

“Anche tu sei innamorato di Haruhi”…

Si era alzato di scatto in quel momento e si era precipitato verso l’uscita, infilandosi in fretta le scarpe e agguantando la maniglia della porta.

- Senpai? -

Sulla soglia, si era ritrovato la ragazza dietro di lui che era rimasta a osservarlo con aria interrogativa.

- Ah ecco… Haruhi… qui… noi due… una fanciulla… non sta bene… bisogna preservare… -
- Eh? – gli aveva chiesto con un espressione ancor più interrogativa
- Ecco… Ah! Mi sono scordato di prendere dei croccantini per i cani della plebe a Antoinette al supermercato! – aveva detto rosso in volto cercando di cambiare discorso - Le avevo promesso che glieli avrei fatti provare una volta. Io… ecco… stavo tornando a prenderli. –
- Mmm… senpai… ti scorto io. - aveva detto la ragazza, poi sottovoce tra sé e sé – Mi sa che se ci va da solo combina qualche guaio… –
- Haruhi… - le aveva detto triste prendendole le spalle – Non hai fiducia nel tuo adorato paparino? Ti preoccupi per me? – le aveva chiesto melodrammatico.
- Per nulla, mi preoccupo del gestore del supermercato. - aveva risposto laconica.

Per un attimo si era sentito come se un improvviso fulmine l’avesse colpito sulla testa. La sua adorata bambina lo credeva incapace di affrontare lo sconosciuto mondo della plebe.

- Resta qui! – le aveva detto deciso, fiero - Vedrai che il tuo caro paparino se la caverà senza alcun problema rendendoti fiero di lui – le aveva sorriso – Torno in un istante, non ti farò neppure sentire la mia mancanza… -

Si era precipitato fuori chiudendosi dietro la porta e fingendo di non sentire la voce della ragazza che, nel frattempo, gli aveva urlato contro:

- Di chi è che dovrei sentire la mancanza?! –

Aveva riso a quelle parole per poi sospirare appoggiando la schiena sulla porta.
Era quella la loro atmosfera, non quello sciocco e immotivato imbarazzo che lo aveva illogicamente sorpreso.
Perché, poi, permettere che una frase di Hikaru lo rendesse così nervoso?
Kyouya aveva ragione: non aveva motivo di pensarci, quindi perché reagiva a quel modo?

“Anche tu sei innamorato di Haruhi”…

Aveva scosso il capo cercando di scacciare via quella voce rimbombante; avrebbe anche preso a testate la porta se non avesse avuto timore di farla crollare, le case del popolino gli sembravano sempre così fragili rispetto alle loro residenze.



Tornato calmo dal secondo viaggio al supermercato si erano diretti finalmente alla fiera alimentare.
Gli era parso il paradiso del popolino!

Aveva visto la gente accalcarsi in massa tra le varie bancarelle per degustare prodotti tipici delle varie regioni e i bambini correre tra la folla; aveva visto i venditori offrire con abile maestria la propria merce come se fosse qualcosa di raro e esclusivo e le signore assaporare con allegria i prodotti più disparati.
Anche lui si era cimentato, sovreccitato, nell’eroica impresa di assaggiare tutti i prodotti della fiera, nessuno escluso, trascinando di qua e di là velocemente Haruhi per un braccio tra la folla e dicendole:

- Assaggiamo questo! Oh guarda voglio assaggiare anche quello! Haruhi! Guarda la folla lì davanti… devono offrire qualcosa di incredibilmente saporito… andiamoci! -

Nell’essere stato così sovreccitato non si era neppure accorto che la ragazza gli era rimasta mano nella mano quasi tutto il tempo, se ne era reso conto solamente quando, probabilmente stanca, Haruhi aveva richiamato la sua attenzione rafforzando la stretta nella mano e chiamandolo.

- Tamaki senpai, - lo aveva chiamato un po’ affaticata – potresti cercare di andare un po’ più piano? Non riesco a tenere il tuo stesso passo. –
- Eh? Ah… scusa, scusa. – aveva detto imbarazzato il ragazzo.

Ad aver sentito quella stretta ed essersi accorto che, nonostante la fatica, la ragazza avesse tutto il tempo mantenuto il suo passo non era riuscito a fare altro che sorridere felice del fatto che lei gli fosse comunque rimasta a fianco: non era solo, c’era lei al suo fianco. Di meglio non avrebbe mai desiderato.

“Anche tu sei innamorato di Haruhi”…

Aveva guardato le loro mani intrecciate e era arrossito violentemente lasciando andare quella della ragazza e voltando il capo destra.

- Ah guarda Haruhi! Lì c’è uno spazio aperto e una gradinata… che ne dici? Ci riposiamo un istante? Oh.. tu va a sederti, nel frattempo io compro qualcosa da bere a quei distributori… –

Si era allontanato rapidamente verso il distributore automatico e, riacquista la calma dopo un breve sproloquio mentale in cui si era ripetuto di non pensare alle parole di Hikaru almeno una ventina di volte, era tornato dalla ragazza che, seduta sui gradini, lo aveva atteso silenziosa.

- Ecco, a te... - le aveva detto porgendole una lattina di cola e sedendole al fianco.

La aveva vista sorridergli per ringraziarlo e cominciare a sorseggiare la bevanda guadando avanti a sé.

Capelli corti, grandi occhi castani che guardavano innanzi senza alcuna indecisione...
Si, in quel momento aveva pensato a quanto fosse bella, così naturale, così diversa, così vera.

Era stato allora che si era voltata a osservarlo dritto in volto...

- Senpai? -
- Ah... ahahah – aveva riso come se temesse che lei gli avesse potuto leggere nel pensiero – Haruhi hai visto quella bancarella strapiena di dolci? Ce ne erano di tutti i tipi e di tutte le forme! -

Haruhi aveva riso, tornando a guardare avanti.

- È vero! Honey senpai si sarebbe divertito un sacco. Credo che avrebbe assaggiato tutti i dolci della bancarella... - aveva detto la ragazza allegramente.
- Si! è proprio vero! Mentre invece Hikaru e Kaoru sarebbero stati lì a lamentarsi tutto il tempo che la metà delle cose che abbiamo assaggiato non sapeva di nulla. – aveva aggiunto lui senza pensare – già me lo vedo Hikaru dire: “Ma lord! Come fai a mangiare quella roba?” -
- Ah... già... - aveva aggiunto la ragazza sforzandosi di sorridere.

Solo allora si era reso conto che nominare i gemelli non era stata affatto una idea brillante.
Il sorriso tirato con cui Haruhi aveva ricambiato la sua battuta gli era bastato a ricordare il racconto di Honey senpai e comprendere come effettivamente la ragazza si sentisse.

Si era sentito stupido, idiota, imbecille.
Non solo non era stato capace di proteggerla quando avrebbe dovuto, ma aveva riportato alla sua mente quegli avvenimenti.

- Haruhi... io... - aveva cominciato a dire.
- Honey senpai ti ha raccontato cosa è accaduto in tua assenza vero? - lo aveva interrotto la ragazza.

Aveva annuito silenzioso.

- Quello che mi preoccupa... - aveva ripreso a parlargli – sono Hikaru e Kaoru. -
- Come? - le aveva chiesto stupito.
- Si, non li avevo mai visti così. Tempo fa, senpai, hai detto che il loro mondo era davvero molto piccolo, comprendendo solo loro due, ma mandarlo in frantumi in questo modo... non è certo il modo adatto di allargarlo. -

Era rimasto in silenzio un secondo, non riuscendo bene a capire a cosa stesse pensando la ragazza.

- Haruhi? ma... tu? -
- Io? beh! io sto bene! -
- Ma... Kaoru... -
- Kaoru? Immagino sia quello che sta soffrendo di più in questo momento... - aveva risposto pensierosa.
- No, non dicevo questo! Io... parlavo di quello che ha fatto Kaoru, quello che ti ha fatto! -
- Eh? -
- Si, violare a questo modo il tuo cuore di fanciulla... - aveva cominciato a delirare.
- Eh? - lo aveva guardato ancora perplessa Haruhi – senp... -
- Si! per quello che ti ha fatto io... non posso perdonarlo... -
- Senp... -
- Macchiare in questo modo il tuo candore, le tue labbra, solo per Hikaru... -
- Le mie labbra? - lo aveva interrotto Haruhi – Tamaki senpai... ma di che cosa stai parlando? -
- Eh? come di cosa? Haruhi, Kaoru... beh! si insomma! Kaoru ti ha... ti ha baciata, no? -
- Baciata? Ah! Quello! - gli aveva detto ridendo.
- Come quello? - le aveva chiesto stupito – Haruhi, la tua reazione... non sta bene che una fanciulla venga... baciata sulle labbra da un ragazzo che non è il suo innamorato... -
- Eh? - aveva ripetuto Haruhi prima di scoppiare a ridere, poi trattenendo a stento le risate - senpai ma cosa hai capito?! Non mi ha mica baciata sulle labbra! -
- Ah... - era stata l'unica cosa in grado di dirle a quella notizia.

Non era riuscito a spiegarsi il perché quella risata allegra, quel negare il bacio con una tale spensieratezza, lo avessero reso così contento. L'immagine di quel bacio, che tanto gli era ronzata in mente ogni volta che ripensava alla situazione, quella chissà perché fastidiosa immagine delle labbra di Kaoru su quelle della ragazza, si era dissolta, con un sollievo che mai, aveva pensato, avrebbe potuto nutrire.

- Ma allora... dove... -
- Sulla guancia... - lo aveva poi guardato storto – Stavi già pensando a qualcosa di indecente? Tamaki senpai sei davvero un baciomane pervertito! -
- C-ch-che... Haruhi! Ti sbagli! ti sbagli!- le aveva detto saltando in aria – Non è così! Non sono un baciomane pervertito! Io... ero solo preoccupato per te... - aveva infine aggiunto imbronciato rannicchiandosi sulle ginocchia.

Si era sentito gli occhi di Haruhi addosso, mentre era rimasta in silenzio un istante.

- Ti ringrazio... Tamaki senpai... ma... sul serio... io sto bene. - gli aveva sorriso – Non preoccuparti per me... certo, le azioni di Kaoru all'inizio hanno sorpreso anche me... ma poi ho capito. -
- Però... usarti così... non è giusto. Non è stato corretto! Servirsi di te... se solo avessi potuto impedirlo... se solo... -
- Mmm... sarebbe stato impossibile senpai, no? -
- Eh? -
- Voglio dire, non potevi certo essere a scuola in questi giorni, no? -
- Ah... si, non potevo, certo, certo. -
- Con il viaggio... -
- Si certo, certo. - aveva cominciato ad annuire
- La Francia, i souvenir ... -
- Si certo... -
- Non potevi mica presentarti a scuola e svelare a tutti che in realtà non eri partito... -
- Infatti, esattamente...- aveva annuito automaticamente – non potevo dire che non... eh? - solo allora si era reso conto di quello che la ragazza aveva detto – ah...AHHHH! - aveva urlato scattando in piedi e ritirandosi - Ha-Ha-Haruhi t-t-tu s-sa-sa... -
- Sapevo che non eri partito? - lo aveva interrotto allora la ragazza – Si, lo sapevo. -
- E-e-e c-co-come... -
- Beh senpai... non è stato poi così difficile capirlo dopo averti visto appostato sotto casa mia due pomeriggi consecutivi, mentre avresti dovuto essere in Francia. -

In quel momento si era sentito come pietrificare all'improvviso. Si era reso conto che la sua disattenzione era stata tale da farlo scoprire, nel modo più inaspettato.
Effettivamente, aveva dovuto constatare allora, piazzarsi sotto casa della ragazza, non era stata di certo la più brillante delle idee. Ma non aveva potuto fare a meno di andarci, tanto gli era mancata.

- Se pensi che anche gli altri lo sappiano comunque puoi stare tranquillo senpai. -
- Eh? -
- Non ne ho fatto parola con nessuno. -
- Come? -
- Ho immaginato che ci fosse una ragione per la quale ci hai nascosto il fatto che non saresti partito... e poi non era certo compito mio dire agli altri una cosa del genere. -
- Uh... si. - aveva risposto pensieroso, guadando in basso.

Si era reso conto che avrebbe dovuto dirle qualcosa, ma a dire il vero non aveva saputo da dove cominciare. Spiegare le ragioni che non l'avevano fatto partire? Spiegarle il perché tenere comunque nascosta la cosa anche a loro? Dirle che gli dispiaceva?

La aveva sentita sospirare, allora, e si era voltato a guardarla.

- Tamaki senpai, tu fai sempre così. Ricordi quando siamo andati a mare nella spiaggia privata di Nekozawa senpai? Ricordi perché abbiamo litigato allora? Perché non avevo chiamato aiuto... beh tu non ti comporti in maniera differente. -

Si era voltata a guardarlo dritto in volto.

- Quando abbiamo saputo che le seconde sarebbero partite per la Francia ognuno di noi era preoccupato per te, ma tu non ne hai parlato con nessuno. -
- Io... -
- So che sicuramente lo hai fatto perché non volevi farci preoccupare, lo hai fatto per proteggerci, ma tu? Si, hai le tue ragioni per non essere partito, che noi magari possiamo o meno condividere, ma nessuna ragione è valida per farti sentire solo. -
- ... - era rimasto senza parole.
- Da piccolo, mi hai detto, non avevi molti amici e passavi poco tempo a divertirti, beh se l'Host Club è per te una famiglia allora non credi che sia scorretto non dire quello che pensi, che provi? - aveva fatto una breve pausa - Ho sempre pensato che tra voi ragazzi e me ci sia sempre stato come un muro da scalare, per comprendervi... senpai il tuo è il più alto di tutti, perché è il più invisibile. Riesci a sorridere così serenamente, quando molti nella tua situazione non sarebbero neppure in grado di camminare a testa alta. Ci son volte in cui dimostri di avere un cuore grandissimo e di non essere poi il perfetto idiota di cui dai sempre mostra. -
- Idiota? Haruhi... -
- Quello che voglio dire, Tamaki senpai, è che se Honey senpai è capace di mangiare torte tutto il dì così allegramente, se Hikaru e Kaoru hanno cominciato a parlare con gli altri, se perfino Kyouya senpai ti ritiene un suo amico per davvero, e, si, se anche io, che non avevo il minimo interesse di farmi degli amici all'Ouran e puntavo troppo seriamente in avanti in direzione del mio obiettivo, riesco a trovare, per qualche momento a volte, piacevole stare con tutti voi, in fondo non è altro che merito tuo. -
- Haru... -
- Quindi, senpai, perché non permetti anche noi di fare qualcosa per te? Perché non ci permetti di preoccuparci per te? -
- ... -
- Credo che tutti la pensiamo allo stesso modo al club. Ognuno di noi vorrebbe fare qualcosa per te. E, per quanto mi riguarda, se mi toccherà girare per le fiere alimentari e preparare milioni di tazze di caffè istantaneo, sopportando le tue stramberie da ricco incosciente, pur di farti capire che non sei solo, lo farò volentieri. – gli aveva sorriso - Non dovrai mai più restare solo. Non voglio che tu ti senta solo. -
- Haruhi... – aveva sussurrato con un leggero batticuore.
- Andiamo? - gli aveva infine chiesto alzandosi e porgendogli la mano – abbiamo ancora metà della fiera da girare... -

Aveva accettato la sua mano, sorridendole con enorme dolcezza.

Si era reso conto di una cosa allora: quella frase, inaspettatamente, non gli era più parsa così illogica.

“Anche tu sei innamorato di Haruhi”…


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Capitolo 4
*** Capitolo 4 (FINE) ***


nota:Ed eccomi qui a presentare il capitolo finale di questa ff. Inizialmente avevo previsto un paio di scene differenti da immettere,specie a conclusione del capitolo, ma alla fine ho sentito che questo fosse il modo migliore di chiudere questa non poi così breve ff dedicata a HC.
Tra i personaggi di questo capitolo forse uno vi potrà sembrare ooc, ma considerata la situazione in cui ci viene presentato e lo stato di esasperazione a cui lo porta Tamaki credo che il suo atteggiamento possa davvero essere questo. Detto questo non mi resta che augurarvi una buona lettura, nella speranza di potervi intrattenere piacevolmente anche in quest'ultimo capitolo e ringraziandovi di avere atteso.

...


Capitolo 4


Da quel momento in poi, quel pomeriggio non aveva più voluto pensare.
Nell’aver preso la mano di Haruhi così, spontaneamente, si era imposto di non pensare.

Non pensare che quel gemello demoniaco forse avesse detto qualcosa di corretto, non pensare alle parole di Kyouya, non pensare che forse lui…
No, aveva scelto di non pensarci, perché pensarci avrebbe ridestato quella tensione che la voce della ragazza, le sue parole, avevano magicamente sciolto. E lui non aveva voluto questo.

Quello che si era reso conto di desiderare, nello stringerle la mano e sorriderle, era stato di voler davvero godere della sua compagnia, allora, impedendo che strani pensieri potessero offuscarne il piacere.

In quell’atmosfera gioiosa, dopo aver inabissato aldilà di quel muro invisibile il batticuore, l’imbarazzo, le voci, aveva completato il giro della fiera, continuando a tenere Haruhi per mano, ma facendo molta attenzione, questa volta, alla sua andatura.



Riaccompagnatala al calar della sera, si era fermato un istante sotto casa sua a ringraziarla. Solo allora, mettendo una mano nella tasca dei pantaloni, mentre lei stava risalendo le scale si era ricordato di una cosa.

- Ah… Haruhi! Aspetta!– la aveva chiamata cominciando a salire anche lui i gradini.

La aveva vista voltarsi piuttosto sorpresa e osservarlo avvicinarsi con aria interrogativa.

- La mano. – le aveva detto sorridente.
- Uh? –
- La mano… porgimela. –
- La mano? –

La aveva allungata con scetticismo e lui le aveva messo tra le mani una confezione di caramelle alla fragola, della stessa marca di quelle che la ragazza gli aveva dato la mattina.

- Tamaki senpai… -
- Le ho viste al supermercato e ho pensato di ricomprartele. – la aveva interrotta sorridendole – Queste caramelle devono piacerti molto. Di solito non ami particolarmente le cose dolci, ma ti piacciono le fragole. Sbaglio? –

Aveva visto il capo della ragazza chinarsi un istante sulla piccola confezione, poi lo aveva sollevato e gli aveva sorriso con molta dolcezza.

- Si. -

Le aveva sorriso allora, prima di voltarsi e scendere le scale velocemente gridandole di spalle che si sarebbero visti al club quel lunedì.

- Senpai! - gli aveva gridato dietro la ragazza sui gradini mentre lui aveva già raggiunto lo sportello dell’auto. – Grazie! –

Di spalle, le aveva sorriso ancora una volta.

- Grazie a te di avermi accompagnata! – aveva aggiunto prima di salutare con un cenno della mano e entrare in auto.



Quello che Haruhi non aveva visto, quello che lui non le aveva mostrato, scendendo di corsa quei gradini, era stato il rossore che, nuovamente a quel sorriso, si era impadronito del suo volto, insieme alla tornata consapevolezza che forse Hikaru non aveva tutti i torti.

Si era rannicchiato come un bambino allora, sul sedile posteriore dell’automobile, abbracciando le gambe e poggiando la testa sulle ginocchia.

- Aaaargh! – aveva sbraitato all’improvviso passandosi violentemente le mani tra i capelli.

Quel pensiero inabissato dietro al muro invisibile era riemerso ancora più prepotentemente e, gli era parso, non aveva avuto alcuna intenzione di allontanarsi.

Ciò che aveva trovato assurdo, inconcepibile allora, era stato non tanto quel pensiero, quanto il fatto che non fosse capace di negarlo in alcun modo.

Forse si sbagliava, aveva pensato, le parole di quella peste di gemello forse lo avevano colpito solo perché erano state inaspettate e il suo non trovarle illogiche forse era dovuto solamente al fatto che, ingenuamente, se ne era lasciato influenzare. Forse.

Lui voleva bene ad Haruhi, senza ombra di dubbio.
Per lui Haruhi era la… sua adorata bambina?

Una certezza che mai aveva pensato di poter mettere in discussione, da quando aveva sentito quelle parole era invece diventata un interrogativo.

Sua adorata bambina. Bambina?
Come se lui avesse mai saputo cosa volesse dire essere genitore, essere padre.

I suoi occhi si erano spalancati pieni di sconcerto in quell’istante, nel constatare che per la prima volta aveva pensato a una cosa del genere.

- No, decisamente. - si era detto portandosi una mano al mento – Qualcosa non va in me oggi. Perché? Perché? – aveva aggiunto colpendosi la fronte.

Un interrogativo al quale non aveva saputo dare risposta né a cena, né di notte, rannicchiato sul suo letto, interamente coperto dalle lenzuola raffinate, incapace di prendere sonno.



Nello specchiarsi in bagno, la mattina seguente, era saltato in aria urlando di terrore. Due cerchi violacei attorno agli occhi erano apparsi a guastare il suo bellissimo viso.

- C-ch-che cosa? – aveva balbettato in maniera sconclusionata picchettandoli – la mia immagine… la freschezza della mia bellissima immagine… AAAH! – aveva urlato portandosi le mani alle guance.

Si era risciacquato il viso con acqua fredda e, dopo essersi lavato, era corso in camera a rivestirsi.

- Devo farmi curare e in fretta! Non dormire per una stupida battuta! Ridurmi in questo stato… - aveva seguitato a blaterare vestendosi – e se mi dovesse spuntare qualche ruga o peggio dei capelli bianchi? - si era bloccato un istante mentre aveva infilato una gamba dei pantaloni – No, non è possibile…- aveva ripreso scuotendo la testa e seguitando a vestirsi – Haruhi… Haruhi poi mi prenderebbe per un vecchietto… Devo guarire…e subito! –

Si era seduto ai piedi del letto cercando di trovare una cura alla sua malattia. Era stato così che, per un attimo allora, una voce gli era risuonata in testa.

“Tamaki… non pensare troppo alle parole di Hikaru”

- Kyouya! – aveva esclamato alzandosi quasi con lacrime di commozione.

Si, lui sarebbe stata la sua guida, il suo medico. Lo avrebbe guarito in un istante.
Gli avrebbe fatto immediatamente valutare come stavano le cose facendolo smettere di torturarsi a quel modo.



Con questa fede, o meglio disperato appello, si era diretto all’abitazione di Kyouya, dimentico del fatto che fossero appena le 8:00 del mattino.

Nonappena la domestica lo aveva fatto accomodare, dicendogli come l’amico stesse ancora dormendo, l’immagine terrificante dello sguardo di Kyouya in versione “nostro signore Satana”, gli era apparsa davanti facendolo deglutire silenziosamente.

Non aveva osato immaginare in quali ire sarebbe incorso. Non aveva voluto immaginarlo perché, aveva ritenuto, la sua guarigione mentale era più importante al momento.

Entrato nella camera, aveva visto nella penombra Kyouya, dormire tra le coperte.

- K-Kyouya… - aveva esitato a chiamarlo.
- … - non aveva risposto.
- Kyouya… Kyouya sveglia! – aveva ripetuto a voce alta tirando le tende e lasciando che la luce inondasse la camera.

Il volto dell’amico si era piegato in una debole smorfia, nel disperato tentativo di non lasciare che la luce filtrasse sul suo volto.

- Vattene. – aveva detto l’amico perentoriamente senza aprire gli occhi voltandosi dall’altra parte.

Lo aveva guardato un istante, timoroso di quale flagello avrebbe potuto scatenare insistendo, ma poi si era deciso.

- Kyouya! Kyouya svegliati! – aveva ricominciato a gridare strattonandolo – Ho bisogno di te! Svegliati! Kyouya! –
- Tamaki… - aveva cominciato a parlargli rizzandosi a sedere sul letto e guardando ancora in basso – di grazia, potresti dirmi quale lettera della parola vattene non riesci a comprendere?! – aveva urlato infine sbattendogli in faccia uno dei cuscini.
- M-ma… Kyouya… -
- Ieri ho passato metà della notte a fare transazioni al computer per procurarci i fondi per i costumi da host che mi hai detto di voler importare dalla Svizzera! E pretendo di dormire in pace! Vattene! –
- Ma Kyouya… - aveva detto in maniera supplichevole – so che non avrei dovuto mai svegliarti così presto… ma non ce la faccio più! Che devo fare? Mi hai detto di non darci peso… ma non ci riesco! Sto cominciando a pensare che Hikaru abbia ragione Kyouya! –

La furia dell’amico si era arrestata improvvisamente. Aveva cominciato a fissarlo, allora, concedendogli la sua piena attenzione.

- E se Hikaru avesse davvero ragione, Kyouya? – aveva seguitato a domandargli sedendosi sul letto – È possibile che io davvero sia innamorato di Haruhi? Non è sbagliato? Io… sono il suo paparino… non posso innamorami di lei… no? E poi lei… il club, mandare in sfacelo una famiglia. Non posso farlo? No? Quello che Hikaru mi ha detto… gli sto solamente dando peso perché non me l’aspettavo… deve essere così. No? Mamma! –

Kyouya era rimasto in silenzio chinando il capo verso il basso.

- Si – aveva continuato a parlare Tamaki – deve essere davvero così. No? -
- … -
- Kyouya? Kyouya! –
- Tamaki… – aveva cominciato a parlare seguitando a guardare in basso - sei un idiota. –
- Eh? –
- Svegliarmi per farmi sentire questi tipo di discorsi… sei un idiota che più idiota non ne esistono! –
- Questo tipo di… ma Kyouya! Sono serissimo! Sono disperato! –
- Mmm… Tamaki, tu vedi davvero il club come una famiglia? –
- Certamente! Lo abbiamo messo su con le nostre mani quindi io e tu siamo i genitori di questa famiglia, i senpai sono i vicini socievoli e i gemelli sono i nostri figli dispettosi e poi… -
- Da quando? – lo aveva interrotto Kyouya
- Eh? –
- Ti sto chiedendo… da quando hai cominciato a pensare al club come a una famiglia? –
- Da quando? –
- Si, da quando? –
- … -
- Hmf – aveva sorriso sarcasticamente l’amico – Suppongo che il fatto che tu abbia cominciato a pensare al club come a una famiglia esattamente dopo l’arrivo di Haruhi, che tu abbia trasformato il club in una famiglia solo dopo questo, è una cosa del tutto irrilevante. Non è così? –
- … -
- E non ti è mai parso assurdo che alla tua età avessi dei sentimenti paterni per una ragazza di un solo anno più piccola di te? Sei un idiota! –
- Idiota! Idiota! – gli aveva ripetuto – lo so anche io che Haruhi non è biologicamente mia figlia, è materialmente impossibile che lo sia, però… -
- Però il fatto che tu abbia scelto per te e Haruhi il legame padre-figlia, facendomi tra l’altro diventare improvvisamente “madre”, non ha nulla a che vedere col fatto che ritieni sia la forma di amore più forte e impossibile da spezzare, no? -
- Io… -
- E, in quanto padre, se Haruhi si innamorasse veramente di qualcuno, magari proprio di Hikaru, un giorno non potresti fare altro che lasciarla andare no? –
- Hm… pensi che Haruhi possa innamorarsi di Hikaru? Veramente? -
- Tamaki… sei uno stupido idiota! Invece di pensare alla possibilità che Haruhi possa innamorarsi di Hikaru, perché non pensi a come ti potresti sentire tu a vederla amare qualcuno?! –
- Eh? Io? –
- Non soffriresti forse? E come diamine è possibile che tu possa soffrirne perché pensi di amare Haruhi come padre se non sai neppure che cosa voglia dire essere padre? E, soprattutto, le tue fantasie su una commedia romantica tra te e Haruhi in che modo si conciliano con l’immagine del paparino? –
- … -
- Vattene. –
- Eh? –
- Vattene! – gli aveva urlato l’amico dandogli un calcio per buttarlo giù dal suo letto.
- Ahi! Kyouya! Io… -
- Se davvero vuoi che ti aiuti a guarire prova a dare una risposta a queste domande! E cerca di trovare quella giusta! – gli aveva gridato contro ristendendosi sul letto e coprendosi con le coperte.
- È proprio perché non so dare una risposta a queste domande che sono venuto da te! –

Aveva visto l’amico fissarlo per un istante carico di rabbia prima di sospirare rialzandosi rassegnato.

- Farmi fare certi discorsi…- aveva detto mettendosi una mano sulla fronte - Tamaki… vuoi bene ad Haruhi? –
- Eh? Si, certo! –
- Le vuoi bene come alle principesse nostre clienti? –
- No. –
- Allora, considerato che dici di amare le tue clienti, tu non ami Haruhi. Sbaglio? –
- … -
- Tamaki… tu non “ami” Haruhi. Sbaglio? Se lei non ci fosse, sarebbe lo stesso per te. Sbaglio? Considerato che ami le tue clienti anzi la presenza di Haruhi è del tutto inutile. –
- No! Ti sbagli! Non è inutile! –
- No? Perché? –
- Perchè… perchè… non amo Haruhi come se fosse una delle nostre clienti… ma… -
- Ma? –
- Io… la amo comunque.-
- Più delle nostre clienti? –
- Si. –
- Perchè sei suo padre? –
- … -
- Perchè hai dei “sentimenti paterni” per lei? –
- … no. –
- Perchè allora? –
- … -
- Perchè? –
- … -
- Perchè? –
- La amo e basta. – aveva ammesso alla fine – Sono un idiota. – aveva detto imbronciato.

Aveva visto l’amico sorridergli.

- Davvero, sei un idiota. E adesso esci da questa camera e fammi dormire. –
- Uh… - aveva annuito silenzioso dirigendosi verso la porta. – Kyouya! – aveva detto prima di uscire – grazie. –
- Dimmelo dopo che ti avrò presentato il conto del resto del debito di Haruhi… papà. –

Gli aveva sorriso prima di richiudersi dietro la porta.



Dopo averlo ammesso così apertamente, non era stato più in grado di negarlo.
Aveva atteso le ore del club del lunedì con ansia, nel timore di dover affrontare tutti. Anche i gemelli. Soprattutto loro.
Fortunatamente Haruhi aveva tardato quel tanto che gli era bastato per parlare loro sinceramente.

Nonappena erano arrivati, si era inginocchiato di fronte a loro, con grande stupore dei gemelli.

- Hikaru… avevi ragione. Io amo Haruhi. Ma non era una tutta una farsa – aveva detto rialzandosi e guardandolo dritto in volto – Pensavo che l’amore che c’è in una famiglia potesse essere l’unico in grado di rappresentare quello che effettivamente provo per Haruhi e per voi. Non posso pensare che a causa della mia idiozia questo club si possa sciogliere. –

Hikaru era rimasto senza parole.
Era stato Honey a mettersi in mezzo e parlare allegro stringendo il suo coniglietto.

- Hika-chan! Tama-chan ha dimenticato una cosa: oltre all’amore che c’è in una famiglia, c’è anche l’amore che permette agli amici di passare il tempo allegramente, no? No? Hika-chan! Non lo pensi anche tu? Non siamo tutti amici? –
- Honey senpai… - aveva visto sussurrare ad Hikaru.
- Facciamo tutti pace… no? No? – aveva detto sorridendo guardando Hikaru.

Per un istante Hikaru aveva taciuto, poi aveva sorriso.

- Ci rinuncio. – aveva detto - È già grave sapere di non aver speranze, se poi devo pure combattere contro un Lord idiota come te. – aveva aggiunto tornando ad affiancare il fratello che lo guardava serio.
- Hikaru… - gli aveva sussurrato il fratello.
- È tutto a posto, non ci sarebbe gusto a combattere con un Lord idiota come quello. -
- Chi sarebbe l’idiota? – gli aveva risposto Tamaki – e poi ti ho detto mille volte di chiamarmi King! King! –

I gemelli si erano guardati e poi in contemporanea gli avevano fatto una linguaccia.

- Voi! – li aveva guardati furioso, poi gli aveva sorriso brillantemente voltandosi verso la porta - Hmf! Ridete pure… ma l’avevo detto all’inizio: io e Haruhi saremmo stati i protagonisti di una storia romantica, voi quelli di una storia “gay”! –


...


Seminascosto dietro quella colonna vedeva Haruhi sorridere alle clienti, non potendo fare a meno di riconscerlo: era vero, incredibilmente vero.
Lui ne era innamorato.
E più la guardava da dietro quella colonna, più non poteva far altro che confermarlo.

La osservava intrattenere le clienti attendendo con ansia il momento di poterle parlare, il momento in cui lei avesse alzato lo sguardo accorgendosi di lui.

- Lord… - lo chiamò Hikaru - Invece di fare il maniaco guardone, non hai di meglio da fare? –
- Il Lord è un maniaco guardone – gli fece eco Kaoru.

Si voltò di scatto verso i gemelli imbarazzato e infuriato.

- Chi è il maniaco guardone? Solo perchè guardo amorevolmente Haruhi… -
- Senpai? – lo interruppe la voce della ragazza.

Si voltò e, vedendola, saltò in aria arrossendo.

- Ha-Ha-Haruhi… che ci fai qui? –
- Uh? Le attività del club. – rispose la ragazza – Le nostre clienti sono appena andate via. –
- Uh? Ah! Già… eheheh! – rise imbarazzato.
- Tamaki senpai... non sarai di nuovo a pancia vuota? Ho finito le caramelle… –
- Eh? – gli chiese sorpreso, mentre dietro le sue spalle sentiva le risatine a stento soffocate dei gemelli – ah! No. No, ho pranzato in mensa. Piuttosto Haruhi… - seguitò a parlarle facendo cenno a i gemelli di sparire con la mano dietro la schiena mentre con l’altra metteva sotto braccio la ragazza portandola in disparte - se io… se io… se il paparino… se non fosse… - seguitò a parlare facendo toccare tra loro timidamente le punte degli indici.
- Se non fosse? –
- Se non fosse… non fossi… -
- Haru-chan, Haru-chan! È rimasta la torta! – li interruppe Honey tirandola per un braccio - Torta! Torta! –

La vide allontanarsi protestando a stento mentre il senpai continuava a trascinarla via saltellando.

- Tamaki… - lo sorprese di spalle Kyouya – non dirmi che avevi intenzione di dichiararti adesso? –

Tamaki deglutì.

- Che vergogna Lord – aggiunsero Hikaru e Kaoru con una faccia nauseata.
- Eheh… Kyouya… che dici? – provò a dissimulare – Volevo solo fare qualche innocente domanda ad Haruhi. –
- Avete visto ragazzi: – disse Kyouya voltando il capo verso i gemelli con noncuranza e battendo le mani – non c’è nulla da preoccuparsi. Vi avevo detto che Tamaki non avrebbe mai fatto una dichiarazione così squallida. –

Deglutì ancora.

- D’altronde, – seguitò a parlare Kyouya risistemandosi gli occhiali – per quanto "protagonisti di una storia gay", non avremmo mai dovuto dubitare del fatto che il nostro King subisse una caduta di stile di questo genere. Anche Kasanoda avrebbe avuto un gusto migliore. Non trovi anche tu Tamaki? – gli chiese con uno dei suoi soliti sorrisi.
- Eheheheh… si, infatti. – fu costretto ad ammettere totalmente imbarazzato.

Dentro sé dovette riconoscere che una dichiarazione di quel genere, per quanto fosse difficile nascondere i suoi sentimenti adesso che li aveva riconosciuti, non era di certo tollerabile, specie per uno come lui.

Stava per commettere l’errore più indecoroso della sua vita.

- Tamaki senpai! Kyouya senpai! – li richiamò la voce di Haruhi che si avvicinava – ci sono ancora un sacco di dolci da finire… venite anche voi a mangiarli? Hikaru, Kaoru? Honey senpai finirà per fare indigestione di dolci. –

I gemelli si scambiarono un sorriso dispettoso, prima di prendere Haruhi sottobraccio uno da una parte e uno dall’altra.

- Certo che veniamo ad aiutarti! Mica vogliamo che ingrassi, Haruhi!-
- Chi è che dovrebbe ingrassare?! – rispose secca Haruhi sotto braccio a loro avviandosi verso il tavolino dove Mori e Honey senpai erano già ad attenderli.

La osservò allontanarsi coi gemelli, prendendo a rosicchiarsi le unghia per la gelosia.

- Tamaki senpai? – gli chiese voltandosi – tu non vieni? –
- … -
- Tamaki… - gli disse a voce bassa Kyouya – penso che sia il caso di evitare che Honey faccia indigestione. Solo in questo, dovresti sbrigarti. –

Guardò Haruhi, poi chinò il capo e sorrise: aveva ragione Kyouya.
Solo in quello… non c’era fretta.

- Arrivo! – le rispose sorridendole - La torta alle fragole è mia! –

Si scambiarono una breve occhiata, sorridendosi con una leggera complicità, memori forse entrambi del pomeriggio alla fiera.

“Si” pensò “non c’è fretta… per adesso...”



FINE

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