Carpe diem - La vita è imprevedibile e gli adolescenti lo sono ancor di più.

di Lost on Mars
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come rovinarsi il Natale. ***
Capitolo 2: *** Meglio soli che male accompagnati. ***
Capitolo 3: *** Una festa di compleanno, mille problemi. ***
Capitolo 4: *** Il Whisky Incediario porta ad inevitabili tragedie familiari. ***
Capitolo 5: *** Allenamenti di Quidditch e giocatori burloni. ***
Capitolo 6: *** Lily Potter: esperta in figuracce altamente mortali. ***
Capitolo 7: *** Strillettere, cugine pazze e bamboline vudù. ***
Capitolo 8: *** Una famiglia apparentemente (a)normale. ***
Capitolo 9: *** Baci equivoci in casa Malfoy. ***
Capitolo 10: *** Alleanza tra padri. ***
Capitolo 11: *** I più buoni ci rimettono sempre, in un modo o nell'altro. ***
Capitolo 12: *** Segreti impensabili finalmente rivelati. ***
Capitolo 13: *** Tra scompartimenti maledetti e cugine gelose. ***
Capitolo 14: *** Cosa succede quando Albus Potter mette la biancheria intima nel baule sbagliato. ***
Capitolo 15: *** Pozioni riappacificatrici. ***
Capitolo 16: *** Tale padre, tale figlio. ***
Capitolo 17: *** I piani ideati dai Serpeverde non falliscono mai (o quasi). ***
Capitolo 18: *** Lacrime vendicative per un Cercatore innamorato. ***
Capitolo 19: *** Mai accettare un bicchiere di Whisky Incendiario da Lily Potter. ***
Capitolo 20: *** Esami, esami e ancora esami! ***
Capitolo 21: *** Serviva solo un ricordo felice. ***
Capitolo 22: *** Il rossetto dello scandalo. ***



Capitolo 1
*** Come rovinarsi il Natale. ***


Carpe diem-La vita è imprevedibile e gli adolescenti lo sono ancor di più.




1. Come rovinarsi il Natale.

 
Quella sera di Dicembre i coniugi Potter erano stati invitati alla festa di Natale organizzata dal Ministero per tutti gli Auror.
Ginny per quella sera, aveva deciso di affidare i suoi tre figli a sua madre Molly, ma la piccola Lily non voleva saperne di rimanere a casa con i fratelli e la nonna, si era perfino messa a piangere per andare con i genitori e Harry, che trattava la sua unica figlia femmina come una principessa, aveva convinto sua moglie a portarla con loro, infondo aveva solamente cinque anni, non li avrebbe disturbati e non avrebbe creato alcun tipo di problema.

Così Ginny, dopo averle fatto un bagnetto e averle messo il vestitino più bello che avesse, aveva spazzolato i suoi capelli rossi ribelli e le aveva infilato le scarpette nere, quelle eleganti.
Erano le otto meno un quarto quando i tre partirono da casa Potter.
Avevano usato una passaporta per arrivare appena fuori dal Ministero, dove tutti gli Auror aspettavano che arrivasse l’ora stabilita per la festa, Lily era ancora una bambina, non era sembrata una buona idea smaterializzarsi.
«Harry, sei sicuro che la festa iniziasse alle otto? Manca poco e qui non c’è quasi nessuno» Osservò Ginny, rivolta al marito.
«Certo che ne sono sicuro, vedi sta arrivando anche Malfoy e di solito lui è un tipo puntuale» Rispose Harry osservando che il suo eterno rivale si avvicinava con la moglie al seguito, notò con grande sorpresa che stretto al braccio della signora Malfoy, c’era un bambino molto simile al padre, ad occhio e croce doveva avere l’età di suo figlio Albus.
Draco Malfoy era diventato un Auror, per chi conoscesse il suo passato poteva sembrare piuttosto strano, ma dopo la sconfitta del Signore Oscuro, dopo il matrimonio con Astoria Greengrass, Draco sembrava aver dimenticato tutto, e si era completamente dedicato allo studio e all’allenamento per diventare un cacciatore di maghi oscuri.
«Buonasera, Potter» Draco Malfoy salutò il salvatore del mondo magico educatamente mantenendo comunque uno tono  freddo e distaccato.
«Anche a te, Malfoy» Rispose Harry, i due, nonostante fossero colleghi e dai tempi della rivalità a scuola fossero passati molti anni, si ostinavano a chiamarsi per cognome, Ginny e Astoria non mettevano voce in capitolo, nulla avrebbe fatto ragionare i loro mariti.
I coniugi Malfoy si allontanarono con il loro figlio al seguito, intanto Lily osservava Scorpius Malfoy con un’ aria interessata, era felice di non essere l’unica bambina a quella festa, ma anche se si fosse annoiata a morte sapeva non sarebbe mai e poi mai andata a parlargli, pensò che con l’arrivo di suo zio Ron, sarebbero arrivati anche i suoi cugini, allora si che si sarebbe divertita.
«Ron è ritardo come sempre!» Disse un po’ spazientita Ginny mentre aguzzava la vista per vedere suo fratello ed Hermione spuntare da qualche parte.
Questi due si smaterializzarono dietro di lei, facendola voltare spaventata.
«Ronald, ti pare questo il modo? Scusaci Ginny» Disse Hermione sistemando un riccio che era sfuggito allo chignon dietro le orecchie.
Lily, stringendo la mano di sua madre, notò delusa che né sua cugina Rose, né suo cugino Hugo erano presenti.
«Direi che possiamo entrare» Disse Harry sorridente, facendo notare a tutti che le otto erano scoccate.
 
Lily a cena, sedeva tra i suoi genitori, Harry era intento a scherzare con Ron e un altro Auror, mentre Ginny ed Hermione parlavano tra di loro.
Si stava annoiando a morte senza i suoi due cugini, in più il pesce che aveva nel piatto non le piaceva affatto, decise di andare in bagno, poiché tutte le voci delle persone nella sala, si accatastavano l’una su l’altra e le davano fastidio.
Scivolò giù dalla sedia e si diresse in bagno, era andata a lavoro con suo padre abbastanza volte da ricordare dove fosse, così apri la porta e sorrise sollevata quando sentì che il rumore si era affievolito.
Appoggiò la schiena al muro lastricato di mattonelle bianche e verdi, poi si voltò di scatto quando notò che la porta si aprì.
Era il bambino dai capelli biondi, figlio del collega di suo padre, quello che aveva osservato prima di entrare al Ministero.
«Sei nel bagno sbagliato» Disse Scorpius mentre la porta dietro di lui si richiudeva, con un aria di superiorità.
«Non è vero» Ribatté Lily, intanto il suo viso era diventato del colore dei suoi capelli.
«Sì, guarda» Le disse il bambino indicando un disegno sulla porta.
Lily rimase in silenzio, sapeva di aver sbagliato porta e si limitò ad annuire quando Scorpius le fece vedere dove si trovasse.
«Adesso mi fai andare in bagno o rimani qui?» Chiese infine Scorpius vedendo che la bambina dai capelli rossi non si era ancora mossa.
Lily arrossì ancora di più ma non si spostò. «Come ti chiami?» Gli chiese senza pensarci due volte.
«Scorpius Malfoy» Rispose lui meccanicamente.
«Io sono Lily Potter» Disse Lily, sfoggiando un sorriso dolce e innocente.
«Perché sei qui, Scorpius?» Chiese Lily.
«Devo andare in bagno» Rispose ovvio Scorpius.
Il bambino indicò il bagno con un dito, Lily allora uscì senza dire altro dalla porta.
Lei voleva chiedergli perché era venuto con i suoi genitori a quella festa, ma lui aveva frainteso, pazienza.
Ritornò a sedersi in mezzo ai suoi genitori, non era cambiato nulla, Harry e Ron continuavano a parlare di lavoro, mentre Hermione e Ginny avevano cambiato argomento.
Lily guardò schifata il pesce sul suo piatto e lo allontanò, poi Scorpius Malfoy, sedutosi di nuovo vicino alla madre catturò la sua attenzione.
Si stavano guardando, entrambi avevano l’idea di scambiarsi qualche parola per porre fine a quella noia mortale, ma nessuno dei due lo fece.
Lily, mentre guardava curiosa Scorpius, non avrebbe mai immaginato che quella stessa identica scena si sarebbe ripresentata dieci anni dopo.
L’unica differenza era che Lily non guardava Scorpius curiosa, desiderosa di andargli a parlare perché sua zia Hermione e sua madre Ginny continuavano a parlare di James, che finalmente era riuscito ad uscire sano e illeso da Hogwarts, bensì lo guardava in cagnesco, e se avesse potuto l’avrebbe incenerito con un solo sguardo.
D’altra parte Scorpius Malfoy cercava in tutti i modi di sfuggire allo sguardo omicida di Lily Potter, per essere la sorella del suo migliore amico Albus era davvero insopportabile.
Infatti da quando la piccola di casa Potter aveva compiuto tredici anni, era sempre il povero Albus ad andare a casa dei Malfoy per vedere il suo migliore amico, Lily non ce lo voleva quel finto biondo in casa.
Malgrado Scorpius avesse più volte detto che il colore dei suoi capelli era naturale, dopo quattro anni e mezzo passati a cercare di affatturarsi per i corridoi di Hogwarts, ci aveva rinunciato e aveva deciso che meno avrebbe visto Lily Potter più la sua vita sarebbe durata a lungo.
Lily era convinta che non avrebbe rivolto la parola ai suoi genitori per il resto della sua vita, non riusciva a credere che sua madre avesse minacciato di lanciarle una fattura Orcovolante pur di trascinarla in quel posto.
Solo due ore prima, mentre Ginny era già vestita di tutto punto per uscire di casa, Lily era nella sua grande e comoda tuta grigia e non voleva saperne di uscire, a volte invidiava James che dopo aver finito la scuola era scappato da quel covo di pazzi.
«Lily, non voglio sentire obiezioni, metti il vestito e le scarpe che ti ho preparato, e sbrigati!» Aveva detto Ginny.
«No mamma, io non ci vengo a quella festa di vecchi» Aveva risposto Lily sbattendo forte la porta della sua camera.
«Vorresti insinuare che tuo padre è un vecchio?» Disse Harry che intanto, stufo dei battibecchi delle sue donne, si era sentito chiamato in causa.
Lily non rispose, bensì chiese qualcos’altro a sua madre.
«Non posso rimanere a casa con Albus?»
«Albus deve studiare per i M.A.G.O.» Ribatté Ginny urlando, fuori dalla camera di sua figlia.
«Anche durante le vacanze di natale? E poi io quest’anno ho i G.U.F.O. anche io ho il diritto di rimanere a casa!» Disse Lily stupita.
«Lui almeno studia quando è in casa, non è un nullafacente come te» Gridò Ginny.
Lily allora era sempre più convinta di rimanere in camera e far fare tardi ai suoi genitori, ma quando sua madre la minacciò di affatturarla, sapendo che Ginny sarebbe stata capace di buttare giù la porta, si arrese.
Infilato quel vestito nero come la pece decisamente troppo stretto e quelle scarpe del medesimo colore che l’avrebbero uccisa da un momento all’altro, Lily uscì dalla stanza, sorridendo falsamente a sua madre.
Ritornando con la mente alla festa, Lily si alzò e cercando in tutti i modi di mantenersi in equilibrio arrivò davanti alla porta del bagno ed entrò.
Tirò fuori dalla borsa quell’aggeggio che i babbani usavano per parlare a distanza con le altre persone, gliel’aveva regalato un anno prima suo nonno Arthur che sembrava sempre più affascinato da quegli strani congegni.
Cercò il nome di suo fratello Albus e spinse il bottone verde come diceva il libricino delle istruzioni che aveva letto più volte prima di imparare ad usarlo.
«Dimmi sorellina» Rispose la voce assonnata di suo fratello.
«Albus, devi venirmi a prendere non ce la faccio più» Disse Lily di fretta.
Prima che Albus potesse rispondere la porta del bagno si aprì rivelando uno Scorpius piuttosto confuso.
«Hai sbagliato bagno, Malfoy» Sibilò Lily, guardandolo male.
«C’è Scorp? Passamelo» Gridò suo fratello Albus.
«No, io non ti passo proprio nessuno, vienimi a prendere» Rispose Lily acida chiudendo la chiamata e rimettendo l’oggetto nella borsa.
Aver visto Scorpius l’aveva irritata ancora di più, anche se lui non aveva proferito parola la sua sola presenza le dava sui nervi.
«Vuoi uscire?» Sbottò nervosa quando si rese conto che il ragazzo era impalato, appoggiato alle mattonelle del bagno.
«Dimentichi la parolina magica, Potter» Le disse Scorpius con un sorriso beffardo.
«Non dimentico niente, esci, è bagno delle donne» Rispose lei.
«Sono passati dieci anni, ancora non sei riuscita a distinguere i bagni?» Disse Scorpius indicandole, come tanto tempo prima, il disegnino sulla porta.
«Capisco che la tua femminilità non sia alle stelle ma…» Continuò Scorpius.
Lily forse non era l’esatta copia di Eleanor Zabini, che con una madre come Daphne Greengrass non poteva che essere la quint’essenza dell’eleganza; Lily aveva sempre preferito indossare i suoi immancabili jeans alle gonne, le maglie dei Cannoni di Chudley  di suo fratello James che le andavano decisamente larghe e facevano infuriare suo zio Bill – che tifava rigorosamente gli Appleby Arrows –  e preferiva di gran lunga le scarpe da ginnastica alle ballerine strette e scomode.
Se quella sera aveva indossato un vestito elegante e delle scarpe col tacco, lo aveva fatto solo sotto la minaccia di sua madre che ancora le riecheggiava nelle orecchie.
«Non ti sopporto, Malfoy» Disse indignata uscendo dal bagno.
«La cosa è reciproca, Potter» Disse lui facendo echeggiare la sua voce per i corridoi vuoti del Ministero.
Lily continuava a camminare, il rumore delle sue scarpe le dava sui nervi, già non sopportava vedere Scorpius ogni dannato giorno in Sala Comune, come ciliegina sulla torta alla fine della giornata; ritrovarsi a litigare con lui nei bagni del Ministero non era il massimo delle sue aspettative.
A dir la verità, non era il massimo delle aspettative di nessuno, si chiedeva come faceva Albus a sopportarlo anche di notte, avrebbero dovuto farlo santo, quel ragazzo.
Tornò a sedersi al proprio posto, composta, intanto avevano cambiato le portate.
Fortunatamente quell’anno il secondo era di carne, avrebbe mangiato, perché Lily Potter odiava il pesce, solo a vederlo le veniva la nausea, per questo ogni volta che sua madre Ginny cucinava del pesce andava a letto senza cena. (
«Pensa ai bambini poveri del terzo mondo, non ti vergogni? Ai miei tempi quando c'era la guerra magica, mangiavamo quello che trovavamo» Queste erano le sacrosante parole di Ginny Weasley ogni volta).
Finì quel che c’era nel suo piatto, chiedendosi se Albus sarebbe mai venuto a riprenderla, portandola via di lì, suo fratello era la sua unica ancora di salvezza.
Intorno ai tavoli c’era un viavai di gente e nessuno si sarebbe accorto di un diciassettenne che assomigliava terribilmente al capo degli Auror.
Perché se Albus avesse portato degli occhiali sul naso, lo avrebbero facilmente scambiato per Harry Potter.
Lily sentì una mano sulla sua spalla e trasalì, girandosi, le comparve il sorriso sul volto vedendo che suo fratello era finalmente arrivato.
«Albus, che ci fai qui?» Esclamò suo padre.
«Per la sanità mentale di ogni persona in questa stanza, porto Lily a casa» Rispose sorridente il giovane, mentre sua sorella si alzava dalla sedia per strangolarlo con un classico abbraccio alla Potter.
«Adesso, Lily, vado a salutare Scorp» Disse Albus scompigliando i capelli rossi di sua sorella che già sembravano vittima dell'esplosione di un Ricciocorno Schiantoso normalmente senza che suo fratello peggiorasse ulteriormente la situazione, quando aveva otto anni a Ginny era venuta una crisi di nervi, seguita da un emicrania per quanto fossero difficili da pettinare.
Lily dovette stare zitta e sorbirsi la ramanzina di sua madre, che le diceva che chiamare Albus era stato sbagliato, che ci avrebbero fatto una pessima figura e che una volta tornata a casa si sarebbe beccata una punizione. (
«Ti rendi conto dell'imbarazzo quando ci chiederanno dove sei finita? Dovremmo dire che ti sentivi male, difficile a crederci dato che hai voluto due porzioni di antipasto!»)
Bla, bla, bla.
Sfortunatamente la signora Potter non poté sgridare anche il suo secondogenito che già si era allontanato verso il tavolo dove sedevano i Malfoy e stava scherzando molto animatamente col suo migliore amico.
Quando Albus tornò al tavolo dove sua sorella l’aspettava, la prese a braccetto e una volta usciti dal Ministero di smaterializzarono.
«Avvertire no, eh?» Disse Lily in preda ad un conato di vomito, una volta sul giardino di casa sua.
«Scusami, avevo dimenticato che non ci sei abituata» Ribatté Albus con un sorrisetto sulle labbra.
«Piccola Serpe…» Bofonchiò Lily cercando di non farsi sentire dal fratello maggiore.
I due entrarono in casa, e Lily scivolò nel suo pigiama morbido e caldo, augurò la buonanotte al fratello con il solito bacio sulla guancia e decise di andare a dormire anche se erano solamente le dieci e venti, magari se sua madre l’avesse vista mentre dormiva beatamente come un angioletto, non l’avrebbe di certo svegliata per sgridarla.
Quello che preoccupava Lily erano i dieci giorni che la dividevano dall’inizio della scuola, e per la prima volta in vita sua desiderò tornare tra i banchi di Hogwarts il prima possibile.





A.A.A. (Angolo dell'Autrice Anormale)
Ave, popolo!
La sottoscritta, nonostante abbia una long sui gemelli Weasley in corso e una raccolta di OS su Taylor Swift da portare avanti, ha deciso di far appordare l'ennesima cazz storia su EFP.
Questa volta tocca alla nuova generazione, mi sento molto soddisfatta del banner dato che l'ho fatto tutto da sola ghjfdhjd *fine momento di sclero*; sono stata anni e anni a cercare il titolo adatto e questo (anche se è lunghissimo e non so come sia uscito fuori dalla mia povera testolina bacata) mi piace.
Personalmente, vado fiera di questa fic che sto cominciando a scrivere, voglio farne una cosa seria (per modo di dire, io non ci riesco a scrivere cose serie), ergo, mi impegnerò abbastanza nella stesura di questa storia.
Bene, dopo aver riletto il capitolo per la quattrocentomiliardesima volta (le precauzioni non sono mai troppe) e dopo aver appurato che questo A.A.A. (che non è il "cercasi", chiariamo) è decisamente troppo lungo e noioso, vi saluto e vi chiedo un ultimissimo piccolo favore: so che non volete sciupare la bellezza del numero zero sotto la colonnina nelle recensioni, però non mi offendo, sappiatelo.
Tutti voi che leggete siete dei panda pucciosi e bellissimi.
A presto (si spera)
La vostra Autrice Anormale,
Marianne.



 

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Capitolo 2
*** Meglio soli che male accompagnati. ***



 

2.      Meglio soli che male accompagnati.

 
Quella notte, raggomitolata tra le calde coperte del suo letto, Lily sognò la sera del suo Smistamento.
James e Albus l’avevano spaventata tantissimo quando le dissero che per essere smistati si doveva superare una prova mortale che comprendeva una cane a tre teste capace di attorcigliare le budella, e Albus, preda di quello stesso scherzo da parte di James due anni prima, non aveva perso l’occasione di farlo anche alla sua sorellina Lily, da bravo Serpeverde qual’era.
Harry le aveva detto più volte che non c’era nessuna prova da superare, e di non credere a quello che i suoi fratelli le dicevano; Hogwarts era un bel posto e sicuramente le sarebbe piaciuto.
Sognò l’infinito viaggio in treno e la traversata sul lago nero con delle barche che ospitavano un notevole gruppetto di alunni alla volta.
Poi la Professoressa McGranitt, nonché preside,  aveva raccolto tutti gli alunni del primo anno in un’unica grande stanza e gli aveva detto che lo Smistamento si sarebbe svolto a breve, prima della cena.
Lily ascoltava attenta, con lei c’era suo cugino Hugo a darle forza.
Hugo qualche tempo prima le aveva detto che suo padre Ron e suo nonno Arthur l’avevano minacciato di non parlargli mai più se solo fosse capitato in Serpeverde.
Lily rabbrividì, lei i suoi nonni paterni non li aveva mai conosciuti, ma sapeva che i suoi genitori non le avrebbero fatto un colpa se fosse capitata in Serpeverde, con Albus non l’avevano fatto, nutriva un po’ di paura per suo nonno Arthur e suo zio Ron, anche se con Albus continuavano a parlarci normalmente.
Dopo aver appreso che sarebbero stati chiamati in ordine alfabetico, Lily osservò i primi smistamenti e sorrise: non c’era nessuna prova da superare con nessun cane a tre teste.
Quando la McGranitt chiamò il suo nome si incamminò con il cuore in gola verso lo sgabello al centro della Sala Grande, sotto gli occhi di tutti.
Le fu messo il vecchio cappello in testa e appena questo iniziò a parlare Lily sussultò.
«Un'altra giovane Potter» Disse il cappello per nulla sorpreso. «Hai un lingua tagliente e sei abbastanza scaltra, però non nascondo che sei imprevedibile, non ti tiri mai indietro, furba abbastanza, fammici pensare…» Rifletté il cappello.
Mentre il cappello prendeva la sua decisione, blaterando sulle sua doti e qualità, notò che seduto vicino a suo fratello Al c’era il ragazzino biondo che aveva visto quando era più piccola alla festa di Natale.
Suo fratello James la guardava coi pollici in su: era il segnale per dirle che tutto sarebbe andato per il verso giusto, che tra i Grifondoro si sarebbe trovata bene.
«Sei un enigma Lily Potter, davvero complicata… ho deciso: Serpeverde!» Annunciò il cappello.
Lily inizialmente era rimasta spiazzata, impaurita dalla stessa affermazione del cappello, si alzò con le gambe tremolanti, e mentre si avvicinava lentamente verso il tavolo all’estrema sinistra della sala che si era trasformato in una cascata di applausi, mentre la sua cravatta cambiava nei colori della Casa a cui ormai apparteneva, vide la mascella di James che avrebbe presto toccato terra.
Vide i grandi occhi verdi di Albus allargarsi, Lily ci si sarebbe potuta buttare dentro.
Poi vide Scorpius Malfoy, del tutto indifferente mentre la osservava avvicinarsi a lui e al suo migliore amico, un’ espressione spaesata e confusa attraversò per un attimo il viso  di Scorpius, tradendolo.
Lanciò un ultimo sguardo sconsolato al tavolo dei Grifondoro dove suo fratello e tutti i suoi cugini avevano un’espressione delusa sul viso.
Poi lanciò uno sguardo a Hugo ancora tra i ragazzi da smistare, uno sguardo che racchiudeva delle scuse, lei gli aveva promesso che ci sarebbe sempre stata come lui c’era stato per lei, ma non poteva.
A Lily piaceva sognare e rivedere il suo Smistamento, anche se inizialmente non era stato del tutto piacevole.
Era lì che era nata la sua grande intesa di amore e odio con Albus, lì che aveva cominciato a coltivare la passione per il Quiddich dato che suo fratello era un incapace, ma sua madre doveva sempre rovinare tutto.
Ginny Weasley in Potter a volte sembrava essere programmata per rovinare la vita di sua figlia.
Che senso aveva mettersi ad urlare come una iena isterica e in astinenza alle nove del mattino del ventotto Dicembre?
Lily si svegliò, e solamente il fatto di avere ancora sonno la trattenne ancorata al letto, si rigirò verso il muro, si mise il cuscino in testa, ma sua madre stava ancora urlando e non accennava a smettere.
Allora si alzò e infilate le pantofole uscì dalla stanza con i capelli arruffati e il viso che doveva sembrare quello di uno zombie, ignorando sua madre che stava ancora dando di matto poiché non riusciva a trovare uno stramaledetto oggetto a Lily ignoto nello sgabuzzino.
Si diresse in cucina sbadigliando, dove suo padre stava leggendo il giornale, godendosi l’ultimo giorno di vacanza.
«Buongiorno Lily» Le disse Harry, con un tono affettuoso ma severo allo stesso tempo.
«Buongiorno papà» Rispose la ragazza sbadigliando mentre cercava di capire dove fossero i biscotti tempestati di gocce di cioccolato che sua nonna Molly le aveva dato dopo il cenone di Natale.
«Li ho finiti io» Disse Albus mentre entrava in cucina stiracchiandosi.
Lily sbuffò e si limitò a versare nella sua tazza il caffè che era rimasto.
«Dobbiamo parlare di ieri sera ragazzi» Esordì Harry.
I due sbuffarono, ma Lily non aveva paura della molto probabile punizione che i genitori le avrebbero attribuito, anzi provava anche un po’ di felicità nel sapere che con lei l’avrebbe scontata anche Albus.
Ripensandoci, il cappello, quel primo settembre di cinque anni prima, non aveva sbagliato affatto.
«Perché hai chiamato Albus, Lily?» Le chiese calmo Harry.
«Io a quella festa non volevo venirci dal principio, mi annoiavo, e poi c’era quell’idiota di…» Lily si bloccò, stava per pronunciare Malfoy, ma avvertiva la presenza di sua madre e sapeva che avrebbe cominciato a fare battutine sul fatto che le piacesse Scorpius Malfoy.
E Lily odiava quando le persone insinuavano cose non vere, idee senza delle basi concrete.
Suo fratello Albus aveva già capito tutto, e fissava Lily con una risata tra le labbra che cercava di soffocare in tutti i modi, in fondo suo padre gli stava facendo una ramanzina, non era il caso di ridere.
«E tu Al, non saresti dovuto venire a prendere tua sorella» Disse poi Harry, rivolto al figlio.
«Ma conosci Lily, se le avessi detto di no avrebbe cominciato a rompermi fino alla fine dei miei giorni!» Disse Albus per giustificarsi.
Intanto era Lily a guardare Albus con un ghigno malefico, degno di una Serpeverde.
«Beh, una cosa è certa: fino al sei Gennaio nessuno di voi due uscirà da questa casa» Disse Ginny irrompendo in cucina.
«Che cosa?!» Urlarono i due fratelli contemporaneamente.
«Avete capito bene, se vedrete la luce del sole sarà solo accompagnati da uno di noi» Continuò la donna stizzita.
«Infondo siete abituati a stare in un luogo privo di luce, no?» Ironizzò loro padre Harry, facendo riferimento alla loro Sala Comune.
Era una battuta che avrebbe fatto ridere lo zio Ron, forse James, ma non Lily e Albus.
Il diciassettenne era dell’idea che non sarebbe sopravvissuto per dieci giorni, ventiquattro ore su ventiquattro con sua sorella, senza vedere Scorpius, d’altra parte Lily pensava che sua cugina Rose l’avrebbe uccisa prima per non essersi fatta vedere durante le vacanze di natale.
«E tutto questo solo perché me ne sono andata ad una stupida festa di Auror?» Chiese ancora Lily.
«E solo perché io l’ho portata via di lì? Dovreste ringraziarmi o vi avrebbe fatto penare l’inferno» Ribatté Albus indignato.
«Dai mamma, riduci la punizione ad una settimana» Cominciò a fare Lily.
«Per una volta assecondo mia sorella» Si aggiunse Albus.
«Filate in camera e stasera a cena ne riparleremo» Disse Ginny cacciandoli dalla cucina.
La donna tirò un sospiro di sollievo quando i suoi due figli, con l’umore sotto i piedi, se ne andarono in camera loro senza dire una parola.
Si sedette di fronte al marito che aveva osservato tutta la scena in silenzio.
«Per me un semplice rimprovero sarebbe andato bene» Disse Harry alla moglie, chiudendo la Gazzetta del Profeta e posandola sul tavolo.
«Sono stata troppo dura?» Chiese Ginny.
«Un po’»
Ginny sospirò ancora e annunciò che sarebbe andata a trovare suo fratello Ron, chiese ai ragazzi se fossero venuti con lei, magari per stare un po’ con i loro cugini, ma entrambi, come era prevedibile, le dissero di no.
 
 
Dopo cena, Albus e Lily erano rimasti stupiti dalla benevolenza della madre che aveva annullato del tutto la loro punizione, ma che in cambio aveva preteso che l’aiutassero nella faccende domestiche per almeno una settimana.
Lily non ci credeva, aveva passato la sera a ringraziare Salazar, Merlino, Circe, Morgana e chi più ne ha più ne metta.
Fatto sta che in quei dieci giorni, Lily non si era minimamente curata dei compiti che doveva ancora iniziare e si era data alla pazza gioia tra shopping sfrenato con Dominique per le vie di Londra – sotto stretta raccomandazione di suo padre Harry di non parlare agli sconosciuti –, Quiddich negli immensi campi poco distanti da casa di suo zio George con Roxanne e Fred, lunghe chiacchierate davanti ad infinite tazze di tè con Rose, era anche andata a trovare suo fratello James che aveva scoperto aver rimediato una casa grazie a Teddy, era incredibile come due scavezzacollo come loro erano perfino riusciti a trovare un posto dove vivere.
Solo il cinque Gennaio si accorse di dover finire i compiti: era giunto il momento di evocare l’aiuto di suo fratello Albus.
Il destino però – e anche la sfortuna che seguiva Lily ovunque andasse – voleva che Albus quel giorno andasse a casa dei Malfoy per finire i compiti con Scorpius, quando Lily gli aveva chiesto se poteva aiutarla con i suoi di compiti, Albus le aveva detto di no, poi un’idea migliore e senza dubbio malefica gli balzò alla mente.
«Posso aiutarti, ma devi venire con me a casa di Scorpius» Le aveva detto, suscitando una marea di insulti proveniente dalla bocca di Lily che è meglio non riportare.
Tuttavia, la rossa, si era ritrovata ad accettare, anche se secondo lei la furia dei suoi professori era niente in confronto ad un intero pomeriggio passato tra quattro mura con Scorpius e Albus, ma quest’ultimo la minacciò di dire tutto alla madre, e allora sì che sarebbe stata la fine per Lily.
Un’altra smaterializzazione improvvisa fece quasi vomitare Lily nel giardino perfettamente curato dei Malfoy, maledì mentalmente suo fratello mentre si avvicinava a lui, che aveva già suonato il campanello.
Gli venne ad aprire uno Scorpius molto sorridente, troppo sorridente a giudizio di Lily, ma il sorriso che aveva appena vide il suo migliore amico sparì non appena la ragazza si presentò al fianco di Albus.
«Al, perché hai portato tua sorella?» Gli chiese incenerendolo con lo sguardo.
«Le serve una mano con i compiti» Si limitò a rispondere Albus sorridendo innocente.
Scorpius guardò male Lily che non accennava a staccarsi da Albus mentre si guardava intorno.
Quella casa le sembrava enorme, ogni oggetto le sembrava così fragile che pensò che si potesse rompere con un singolo soffio di vento, sarà stato per quello che tutte le finestre così grandi erano chiuse?
Ovvio che no, erano in pieno inverno e fuori faceva un freddo cane, un solo spiraglio e in quella casa sarebbero congelati tutti, e a quel pensiero Lily si chiese quanto fosse difficile aprire una di quelle vetrate.
Lily seguì Albus tra i corridoi di quella casa che sicuramente lui conosceva meglio di lei, salirono due rampe di scale, fino ad arrivare davanti ad una porta che poi si rivelò essere la camera di Scorpius.
La ragazza esitò prima di entrare, poi i libri che aveva in mano cominciarono a pesare e sentì l’impulso di appoggiarli da qualche parte.
Quindi si decise ad entrare, sorprendendosi di quanto quella stanza emanasse serenità, al contrario di tutto il resto della casa.
«Potter, vuoi rimanere sotto lo stipite della porta per sempre?» Il tono brusco di Scorpius riportò Lily alla realtà, gli occhi castani della ragazza si infuocarono e per un attimo l’idea di tirare il libro di Trasfigurazione in testa al finto biondo non si rivelò così cattiva.
Si misero seduti tutti e tre intorno alla grande scrivania che occupava un angolo della stanza, si ritrovarono a fissarsi con le loro pile di libri accanto.
«Prima finiamo meglio è, quindi cominciamo» Disse Lily dopo aver passato cinque imbarazzanti minuti a fissare Albus e a concedersi solo qualche fugace occhiata verso Scorpius che – in quanto la sfortuna non abbandonava mai Lily Potter – incrociava ogni volta il suo sguardo.
«Lily Potter che non vede l’ora di studiare, questa sì che è nuova!» Esclamò Scorpius.
«Malfoy, questa è la prima e l’ultima volta che metto piede in questa casa, e ho intenzione di rimanerci i meno possibile, quindi diamoci una mossa» Disse Lily spazientita.
Il biondo sbuffò. «Cominciamo, Al»




NdA: (Oggi sono tradizionalista)
Buon pomeriggio! È venerdì, la settimana è finita e anche il capitolo numero due (in particolare è stato perfezionato ieri sera).
Dunque in cinque giorni il primo capitolo è arrivato a 144 visualizzazioni e io quasi non ci credo.
In primis, ringrazio per le 16 persone che seguono la storia - vi rendete conto? 16! - e i 2 che l'hanno messa tra i preferiti, poi in particolare ci tengo a ringraziare i 5 che hanno recensito lo scorso capitolo (cioè il primo, è un traguardo mai raggiunto per me).
Poi, dopo cinque giorni passati ad essere stalkerata in classe (ciao Bea :3) perchè continuassi, sono approdata con il secondo capitolo, e sì, la mia Lily è Serpeverde.
Voglio dire, chi non ama Serpeverde? È così aslhkjf (spero di aver reso il senso, cioè io l'adoro, non per niente sono una Serpe su Pottermore).
Forse mi sto dilungando troppo, anzi, leviamoci il forse che è meglio.
Detto ciò spero che questo capitolo sia di vostro gradimento e sinceramente non so quando posterò il terzo, ma intanto godetevi questo u_u
Baci svolazzanti,
Marianne.






 
 

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Capitolo 3
*** Una festa di compleanno, mille problemi. ***





3.  Una festa di compleanno, mille problemi.
 

Quel pomeriggio per Lily era stato senza dubbio il pomeriggio più lungo di tutta la sua vita.
Quando la sera, tornata a casa, si era buttata sul suo letto con molta poca grazia, come un sacco di patate, si stupì di essere ancora viva.
Scorpius e Albus l’avevano costretta a studiare e a fare tutti i compiti scritti da sola, non era esattamente la sua prospettiva dell’essere aiutata, poteva farlo benissimo senza il bisogno di rinchiudersi in una stanza con Albus e Scorpius, una volta ad Hogwarts quel doppiogiochista di suo fratello gliel’avrebbe pagata, eccome se gliel’avrebbe pagata.
Lui sapeva che Lily odiava Scorpius e sapeva anche che Scorpius odiava Lily, quindi che bisogno c’era di tenere due dinamiti pronte per scoppiare nella stessa stanza? La sua imprudenza e le sue idee geniali non l’avrebbero portato lontano, uno dei due l’avrebbe schiantato prima.
Sul treno per Hogwarts, Lily non gli aveva parlato e lui non se ne curò, infatti aveva passato tutto il tempo con Scorpius, anche se Lily sapeva che a lui non piaceva il broncio, soprattutto quando era la sua piccola sorellina a metterlo, così decise di passare il tempo con Hugo, il suo cugino preferito.
I giorni passarono, il professor Vitious e la professoressa McGranitt si complimentarono con Lily per i suoi miglioramenti in Incantesimi e Trasfigurazione.
Ripensandoci, il pomeriggio di studio-suicidio non era stato poi così inutile, ma Lily continuò a non rivolgere la parola ad Albus dato che aveva capito il trucco usato quel pomeriggio, e di certo l’intento non era quello di aiutarla con i compiti.
Era una domenica di marzo abbastanza soleggiata quando Lily fu fermata dai gemelli Scamandro mentre stava per rientrare nel castello.
«Ehi, Lily, che fortuna averti incontrato!» Esclamò Lorcan, o era Lysander? Lily non riusciva mai a distinguerli, erano così uguali, avevano gli stessi capelli biondi, gli stessi occhi azzurri, era sicura che avessero addirittura lo stesso numero di lentiggini sul volto.
«Già, altrimenti saremmo dovuti andare fino ai sotterranei, ugh» Disse Lysander.
«Rabbrividisco solo al pensiero» Aggiunse l’altro.
«Dovete dirmi qualcosa?» Chiese Lily.
I gemelli Scamandro erano un anno più grandi di lei, quindi quello era il sesto anno che passavano ad Hogwarts.
«La nostra festa di compleanno! Stasera alle nove in punto davanti la Stanza delle Necessità, verrai?» Chiese Lysander.
«Ehm, io vorrei ma…» Iniziò Lily, le sarebbe piaciuto ma quella sera davvero non se la sentiva.
«Perfetto! Ti aspettiamo allora» Dissero in coro sorridendo. «Di a tuo fratello che è invitato anche lui e che, se vuole, può portare il suo amichetto del cuore» Aggiunse Lysander alludendo a Scorpius mentre si allontanava al seguito del fratello.
«Ma non è obbligato a farlo» Disse ancora Lorcan, mentre la sua voce di disperdeva per i corridoi.
Lily annuì divertita e ancora col sorriso stampato in faccia si dirette verso la sua Sala Comune.
Entrò e si disse che era giunto il momento di tornare a parlare con Albus, infondo le mancava non gridargli più contro o non sentire le sue continue battutine, seguite dalla risata soffocata e fastidiosa di Scorpius.
«Al…» Iniziò Lily vedendo che suo fratello era seduto su una poltrona  leggere.
Albus alzò lo sguardo, e Lily giurò di aver visto un piccolo sorriso sulle labbra del fratello.
«Dimmi, Lils» Le rispose lui.
Lils. L’aveva chiamata Lils, non era arrabbiato con lei, anzi!
Quando Albus chiamava sua sorella in quel modo in genere era per farsi perdonare da qualcosa di veramente brutto, o qualcosa che comunque aveva dato parecchio fastidio a Lily.
«Lysander e Lorcan ci hanno invitati alla loro festa di compleanno, vieni con me?» Gli chiese gentilmente guardandolo negli occhi verdi, che erano luminosi.
«Certo» Si limitò a rispondere Albus sorridendo, spostò gli occhi da quelli castani della sorella e li rimise tra le pagine del libro che stava leggendo, intanto Lily si era allontanata ma le venne in mente quello che i gemelli le avevano detto poco prima.
«Hanno detto anche che se vuoi puoi portare Malf…cioè Scorpius con te» Disse ancora Lily prima di sparire per il corridoio che portava al dormitorio femminile.
Quel giorno si era comportata decisamente troppo bene, aveva pensato di non dire ad Albus del fatto che poteva portare Scorpius alla festa, ma le era sembrato sbagliato.
Era un’idea piuttosto allettante e in altre situazioni Lily l’avrebbe sicuramente sfruttata a suo vantaggio, ma ci teneva ad Albus.
Sperava solo di non pentirsene, si sarebbe tenuta alla larga da quei due durante la festa, così nessun biondo tinto avrebbe potuto rovinarle la serata.
Appena aprì il baule per cercare un vestito adatto Lily ebbe l’impulso di trovare Dominique, ovunque lei fosse e di ringraziarla a dovere.
Non aveva mai trovato divertente lo shopping con Dominique, il più delle volte la Weasley passava più della metà del tempo nei camerini, a provarsi decine di vestiti per poi comprarne nemmeno la metà.
Si ricordò di quel vestito grigio, che sua cugina le aveva fatto comprare per forza.
Inizialmente aveva colpito anche Lily ma dopo averlo provato si convinse che le allargava i fianchi, che le andava troppo corto, certo, Lily si vedeva orribile con ogni vestito che indossava, niente avrebbe mai sostituito i suoi amati jeans.
Lo tirò fuori e lo guardò per bene, era il vestito perfetto: lungo fin sopra il ginocchio, era grigio con il bordo superiore nero, abbinato con le scarpe che aveva indossato a Natale, Lily sarebbe stata magnifica.
 
Erano le nove e cinque minuti e la Stanza delle Necessità era gremita di persone, voleva andarci con Albus, ma come era prevedibile lui ci sarebbe andato con Scorpius, perciò Lily si fece ben nove piani da sola, tutta sola, e arrivò pure in ritardo di cinque minuti.
«Lily, sei bellissima, potrei essere geloso» Le aveva detto Albus prima di uscire dalla Sala Comune.
Avrebbe potuto accompagnarla se aveva paura delle occhiate indiscrete che sua sorella avrebbe guadagnato.
Una volta entrata, Lily cercò i gemelli con lo sguardo, per fargli gli auguri, una volta trovati li raggiunse, cercando di spaventarli inutilmente.
«Ecco la nostra Lily e….wow» Esclamò Lysander una volta averla osservata per bene.
«Se ci fosse stato ancora James, e se ti avesse sentito, non potresti festeggiare il tuo diciassettesimo compleanno, Lys» Lo riprese Lorcan.
Lily scoppiò a ridere; suo fratello James era estremamente geloso e iperprotettivo, era stata dura sopravvivere a quattro anni di scuola con lui, ma Albus sembrava molto meno innocuo e impulsivo, di certo, non era il tipo che minacciava qualunque ragazzo che le chiedeva di uscire, almeno Lily non l’aveva ancora sperimentato.
«Beh, allora aug…» Iniziò Lily, quando Lorcan le tappò la bocca.
«Non prima della mezzanotte!» Esclamò, convinto di aver appena evitato che la sfortuna seguisse lui e suo fratello per il  resto dei loro giorni.
Lily alzò gli occhi al cielo e si addentrò nella festa, c’erano tutti i suoi cugini, purtroppo c’era anche quella smorfiosa e di Eleanor Zabini, una ragazza intelligente ma letale, aveva la sua stessa età e si stupì quando fu smistata in Corvonero e non a Serpeverde con suo cugino, comunque sia, Lily era ben felice non trovarsela tra i piedi ogni sera.
Ben presto Lily si rese conto che lei, Albus e Scorpius erano gli unici Serpeverde che erano stati invitati, non c'era molto da stupirsi, sembrava che tutti li odiassero in quella scuola, i Serpeverde.
Lily si avvicinò all’inconfondibile gruppetto di Weasley al centro della sala e si infiltrò furtiva tra di loro, per essere notata solo qualche minuto dopo da Hugo.
«Lily, avevo ragione, questo vestito ti sta d’incanto» Disse Dominique che nel suo abito color zaffiro, decisamente troppo corto per i gusti di Lily, sembrava una dea.
Infondo Dominique Weasley era una dea.
Era il sogno proibito di almeno metà degli studenti maschi di Hogwarts, era bionda, aveva ereditato gli occhi azzurri da suo padre e in più aveva un fisico mozzafiato, in poche parole Dominique era tutto ciò che le ragazze avrebbero voluto essere.
Lily abbozzò una sottospecie di sorriso, perché chiamarlo sorriso era davvero tanto, era più o meno una leggera curvatura verso destra delle sue labbra colorate molto leggermente di un rosa pallido.
Si voltò per un attimo verso la porta, dato che l’aveva sentita aprirsi, e vide Albus e Scorpius entrare.
Lily era sicura che se non ci fosse stata Rose a richiamarla più e più volta sarebbe stata con lo sguardo incollato all’amico di suo fratello per tutta la serata; dovette lottare contro tutta se stessa per ammetterlo, ma non ebbe altra scelta: quella sera Scorpius Malfoy, con quella camicia bianca candida con i primi bottoni aperti che portava fuori dai pantaloni neri e decisamente troppo stretti, era bellissimo.
«Lily Luna Potter!» Squillò la voce di Rose.
«Cosa è successo? Malfoy ha combinato qualcosa?» Chiese confusa, dato che era stata bruscamente riportata alla realtà.
«Cosa centra Malfoy?» Chiese Rose.
«Nulla, nulla» Rispose Lily rendendosi conto di aver parlato fin troppo.
«Sei strana Lily, ti sto chiamando da almeno dieci minuti ma continui a fissare tuo fratello» Le disse Rose con un espressione preoccupata sul viso.
Una cosa era sicura: Lily non stava assolutamente fissando suo fratello, in tutta onestà, suo fratello avrebbe potuto anche non esistere, Lily era concentrata su ben altro e ora che ci pensava forse i capelli di Scorpius non erano tinti.
Cercò in tutti i modi di cambiare argomento e sviare i pensieri di sua cugina da qualche altra parte, ma Rose non era il tipo da farsi influenzare facilmente, se voleva sapere una cosa l’avrebbe saputa con le buone o con le cattive maniere.
Alla mezzanotte mancava davvero poco e Rose, che dopo ragionamenti strani e del tutto illogici era arrivata ad una conclusione piuttosto improbabile, decise di testare se ciò che pensava era vero.
La stanza della Necessità, per volere di Lysander e Lorcan, aveva annessa una piccola stanzetta dove Rose aveva deciso di nascondere la torta che avevano preparato lei i suoi cugini per fare una sorpresa ai gemelli, e ovviamente le bottiglie di Whisky Incendiario che avrebbero aperto solo dopo le candeline – era stata un’idea di Fred, chiariamo.
Così Rose, trovò una scusa per allontanarsi da Roxanne che non faceva che parlare dei nuovi schemi di Quiddich e andò a cercare Lily che se ne stava in un angolo, con la schiena addosso al muro a sorseggiare qualcosa mentre osservava attentamente la stanza, la classica ragazza tappezzeria, possibile che non sapesse divertirsi?
Una volta trovata, la prese per mano e nonostante le proteste della più giovane dei Potter, la trascinò fin dove stavano Albus e Scorpius.
«Al, dovrei parlarti» Disse Rosse sorridendo al cugino «Intanto voi due potete andare a prendere la torta?» Disse poi rivolta a Lily e Scorpius.
Senza che i due potessero alzare un sopracciglio o replicare, Rose si era già allontanata con Albus al seguito lasciando Lily e Scorpius da soli.
«Vai a prendere questa torta, Potter» Le disse Scorpius che non aveva assolutamente intenzione di prendere ordini da una Weasley.
«Primo, tu non mi dici cosa devo o non devo fare; secondo, conosco Rose, la torta che ha preparato sarà di almeno cinque piani, non ce la farò mai da sola» Disse Lily già irritata dalla sola presenza di Scorpius.
Quest’ultimo sbuffò e seguì Lily verso la stanzetta, l’aprirono e la porta si richiuse dietro di loro.
Forse l’ho sbattuta un po’ troppo forte pensò Scorpius, ma non poteva farci niente, non voleva stare con Lily, da solo per di più.
Dovette riconoscere però che la ragazza aveva ragione, la torta era davvero grande e pesante, Lily rabbrividiva al solo pensiero di quanta panna ci fosse sopra.
La sollevarono alla base e la portarono verso l’uscita, quando Scorpius cercò di aprire la porta però, questa rimaneva chiusa.
«Accidenti Malfoy, sai come si apre una porta?» Disse Lily nervosa.
«Non si apre, è bloccata» Disse lui, cos’era quella cosa nella sua voce tremolante, paura?
Allora poggiarono la torta sul tavolino dove era sistemata prima.
«Alohmora» Sibilò Lily puntando la bacchetta verso la serratura ma questa non si aprì.
«L’hanno chiusa con un incantesimo molto al di sopra delle tue capacità» Osservò Scorpius.
«Scusami se non frequento ancora l’ultimo anno» Rispose acida Lily.
Scorpius la scansò prendendo il suo posto, ripeté l’operazione che aveva fatto prima Lily, senza notevoli risultati.
«L’hanno chiusa con un incantesimo molto al di sopra delle tue capacità» Ripeté Lily scimmiottandolo.
Scorpius si innervosì ancora di più, era possibile che quella ragazza non sapesse stare zitta un momento?
«Bene, finché non si decidono a riaprirla siamo chiusi qui dentro» Sbottò Scorpius.
Lily allora cominciò a battere pugni sulla porta a dare calci, si tolse perfino una scarpa e la tirò contro il legno bianco, ma niente da fare, era sigillata e non sarebbe bastato un semplice incantesimo per aprirla, c'era qualcosa di motlo più grande sotto.
Quella maledetta porta restava chiusa.
«Rinunciaci, con tutto il casino che c’è li fuori non ci sentirà nessuno» Disse Scorpius che si era appoggiato al muro.
«Dimmi, genio, cosa pensi di fare?» Chiese allora Lily rimettendosi la scarpa.
Scorpius non le rispose, Lily si girò solo quando ebbe assestato un altro calcio alla porta.
«Siamo bloccati dentro uno sgabuzzino, con una torta enorme da portare lì fuori e tu bevi?» Gridò esasperata quando vide che Scorpius beveva tranquillamente da una bottiglia di Whisky.
«Vuoi?» Chiese il ragazzo allungando la bottiglia sul tavolo verso Lily.
Lei lo guardò accigliata, poi spostò lo sguardo su quell’invitante bottiglia, si disse che con l’alcool magari, avrebbe sopportato di più la presenza di Scorpius Malfoy.
Afferrò la bottiglia senza dire niente e bevve direttamente, non c’erano bicchieri e non le importava.
Non le importava nemmeno che le labbra di Scorpius si erano posate esattamente dove stavano le sue in quell’istante.
Sentì la gola bruciare dopo qualche sorso e la testa diventare più leggera, improvvisamente stare con Scorpius non le dava così fastidio.






NdA:
Salve a tutti! Cosa abbiamo qui? Ah, già, la piccola schif opera che è il terzo capitolo...
Personalmente penso che sia un capitolo un po' di passaggio, cioè non succede niente di estremamente importante, però se avessi messo anche il seguito sarebbe diventato un capitolo mastodontico e troppo lungo.
Perciò va bene così.
Dunque, dunque, dunque *feesl like Effie* ci tenevo a ringraziare particolarmente tutti (ma proprio tutti).
Chi recensisce, chi segue la storia, chi la legge silenziosamente, chi la legge senza avere un account su EFP, chi la mette tra le preferite, ricordate...e credo di aver finito :3
Dato che il quarto capitolo è per un quarto su Word, per metà nella mia testa e l'altro quarto deve ancora essere procreato, molto probabilmente aggiornerò un po' prima dei miei soliti cinque giorni (ci ho fatto caso ieri, lol) quindi boh, direi che per venerdì potrei metterlo *^*
Okay, ho finito per davvero, sparisco molto silenziosamente *saluta con la mano*
Baci,
Marianne


 


 

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Capitolo 4
*** Il Whisky Incediario porta ad inevitabili tragedie familiari. ***




4.   Il Whisky Incendiario porta ad inevitabili tragedie familiari.
 


«E così, sei stato con la McMillan?» Disse Lily dopo l’ennesimo sorso di Whisky, passando la bottiglia a Scorpius.
I due erano seduti sul pavimento della stanza da circa mezz’ora, nessuno si era accorto della loro assenza alla festa e l’artefice dello scherzo aveva deciso di non aprire la porta.
«Già, ma la odio, non l’ho sopportata per più di una settimana» Rispose Scorpius, fissando le quattro bottiglie vuote di fronte a se.
«Siamo in due, amico» Disse Lily, aveva le guance arrossate e i capelli leggermente scompigliati.
Lily non reggeva l’alcool, e il solo pensiero che si era finita due intere bottiglie avrebbe fatto rabbrividire suo fratello Albus, in più aveva chiamato Scorpius amico, James avrebbe ingaggiato uno dei più esperti esorcisti.
«Sai Lily, non sei così antipatica» Disse Scorpius dopo essere scoppiato a ridere senza motivo.
Lily dovette ammetterlo: nemmeno Scorpius era così fastidioso come credeva, ma sapeva che era tutta colpa del Whisky Incendiario, qualche ora di sano e meritato riposo e avrebbe ricominciato ad odiarlo.
Una piccola parte del cervello di Lily però, era rimasto lucido.
«Come mi hai chiamata?» Chiese dopo aver realizzato il senso della frase di Scorpius.
«Lily. come dovrei chiamarti, Luna?» Disse Scorpius barcollando per rialzarsi in piedi, però non ci riuscì e fu costretto a rimanere sul pavimento.
Se solo Lily avesse respirato un po’ d’aria fresca si sarebbe ricomposta, invece era chiusa dentro uno sgabuzzino, con i sensi annebbiati.
«Come conosci il mio secondo nome?» Chiese Lily, la ragazza si tolse le scarpe e si alzò in piedi, riuscendo stranamente a rimanere in equilibrio.
«Albus» Si limitò a farfugliare Scorpius.
Lily annuì e si diresse di nuovo verso la porta, spinse la maniglia me questa non si mosse, batté qualche pugno sul legno e solo dopo un po’ sentì la voce di Rose avvicinarsi.
«Miseriaccia! Ho dimenticato Lily lì dentro, adesso mi ucciderà!» Urlava sua cugina, Lily non capiva il senso delle sue parole, voleva solo uscire.
Sentì Scorpius avvicinarsi a lei e appoggiare l’orecchio sulla porta, il suo sguardo attraverso gli occhi grigi era perso, Scorpius aveva bevuto di più, e doveva stare davvero male per averla chiamata Lily e non Potter, come faceva sempre.
«Che Godric me la mandi buona!» Disse la ragazza prima di sciogliere l’incantesimo alla porta, Lily chiuse gli occhi appoggiandosi alla maniglia, stavolta la porta si aprì rischiando di far cadere Lily a terra, ma Scorpius l’afferro per un braccio sorreggendola.
«Tutto bene?» Chiese il ragazzo evidentemente ubriaco.
Lily annuì e rivolse il suo sguardo ai presenti, molti di meno rispetto all’inizio della festa.
«Ci dispiace per la torta gente, e anche per il Whisky» Disse la rossa sorreggendosi alla spalla destra di Albus.
Albus sgranò gli occhi: sua sorella che parlava di fronte a metà degli studenti di Hogwarts? Impossibile.
Che fine aveva fatto la Lily fredda e distaccata con tutti? Quella non era sua sorella.
«Lily hai bevuto?» Le chiese Albus.
«Un po’» Rispose Lily barcollando mentre tentava di recuperare una scarpa che le era caduta a terra.
«Un po’ tanto, vi siete scolati quattro  bottiglie di Whisky Incendiario…» Iniziò gettando un’occhiata alla bottiglia vuote sul pavimento.
«Quattro e mezzo» Lo corresse Scorpius alzando in aria quella che aveva ancora in mano.
«Non avresti dovuto farle bere del Whisky, lo sai che mia sorella non regge l’alcool!»  Disse Albus rivolto al suo migliore amico.
«Non sono io suo fratello!» Si giustificò il ragazzo.
«Andiamo Lily» Disse Albus prendendo per mano sua sorella e trascinandola. «E con te non ho ancora finito» Aggiunse guardando Scorpius che fece spallucce.
Lily seguì Albus per i corridoi, suo fratello la pregava di non parlare e di non fare rumore, avrebbero dovuto percorrete ben nove piani senza essere scoperti, non che nei sotterranei ci fossero molte persone a controllare ma togliendo i due piani, ne rimanevano sette, che non erano comunque una passeggiata.
Indenni, arrivarono nella loro Sala Comune, Albus scaricò sua sorella nel primo divano che trovò libero, con molta poca grazia, dato che arrivati al quarto piano, Lily aveva cominciato a piagnucolare e per farla stare zitta Albus l’aveva presa in braccio, trasportandola per altri sei piani.
«Dove sono finite le buone maniere?» Chiese Lily alzandosi dal divano.
«Vai a dormire, Lily» Le disse Albus.
La ragazza non disse niente e andò nel suo dormitorio, anche se raramente faceva quello che suo fratello Albus le diceva.
Albus rimase seduto ad aspettare Scorpius, e quando rientrò in Sala Comune solo mezz’ora dopo, avrebbe dovuto aspettarsi una delle ramanzine di Albus.
Se c’era una cosa che Scorpius odiava, erano i terzi gradi del suo migliore amico, stava sempre a rimproverarlo di cose che non andavano bene, come se la vita fosse la sua.
«Dimmi maestro» Cominciò Scorpius dopo essersi seduto di fronte ad Albus.
Il ragazzo si aspettava una reazione divertita, ma Albus non mosse un muscolo, il suo viso era teso ed arrabbiato.
«Eravate ubriachi, avresti potuto farle qualcosa» Disse a bassa voce.
Scorpius spalancò gli occhi incredulo, il suo migliore amico stava veramente dubitando di lui?
Dopo sette anni passati a combinare di tutto e di più, per poi salvarsi solo grazie al buon senso di Albus, questo non si fidava più di lui?
«Pensi davvero che ne sarei stato capace?» Chiese sconcertato Scorpius. «Va bene, non la sopporto ma…» disse ancora cercando di capire come mai Albus avesse detto una cosa del genere.
Il moro fece per parlare ma fu bloccato dal suo migliore amico.
«Mi hanno insegnato a rispettare le donne sin da quando ero piccolo, credi davvero che avrei potuto toccare tua sorella anche con un solo dito?» Gli chiese ancora Scorpius, non gli importava che stavano tutti dormendo, aveva alzato la voce.
«Non eri in te» Disse Albus, consapevole di aver torto.
«Non sono una quindicenne senza nessuna esperienza, sapevo quello che facevo» Disse Scorpius.
Albus rimase in silenzio, perché riusciva sempre a rovinare tutto?
«Hai finito? Posso andare a dormire?» Chiese ancora Scorpius alzandosi da divano per raggiungere il dormitorio.
Sparì dietro il corridoio e lasciò il suo migliore amico da solo, era davvero arrabbiato, avrebbe affidato ad Albus la sua stessa vita, come poteva essere così diffidente nei suoi confronti?
Albus intanto ringraziò il fatto che fosse notte, o Scorpius avrebbe sicuramente cominciato a gridare, per lui non quella non era una litigata che si sarebbe sistemata facilmente, come aveva fatto ad essere così stupido?
Forse la sua iperprotettività nei confronti di Lily superava addirittura quella di James, il che era preoccupante, così preoccupante che l’aveva indotto a dubitare del suo migliore amico e a litigare con lui.
Ora che ci pensava, forse avrebbe dovuto lasciare a Lily un po’ più di libertà, però le voleva bene, troppo da lasciarla andare, era pur sempre la sua sorellina.
In qualche stanza più lontano, Lily era sveglia a fissare un punto indeterminato nell’oscurità.
La sua testa dopo una doccia aveva ripreso a  funzionare quasi normalmente, ma persisteva un dolore alle tempie che non accennava ad andarsene, giurò a se stessa di non bere mai più in vita sua se quelle erano le conseguenze.
Le parole di suo fratello echeggiavano nella sua mente. E con te non ho ancora finito, perché si era arrabbiato con Scorpius? Lui infondo non aveva fatto niente, si era divertita a parlare con lui, si era resa conto che abbassare le barriere qualche volta non poteva che farle bene.
Si era resa conto che Scorpius non era quel ragazzo altezzoso e antipatico che aveva catalogato cinque anni prima, quando aveva cominciato i suoi studi ad Hogwarts.
La mattina dopo, si sarebbe svegliata con il mal di testa, avrebbe ricominciato ad odiare Scorpius –  sarebbe stato strano per le altre persone vederli mentre si parlavano civilmente –  e avrebbe fatto finta che tutto andasse bene mentre cercava una pozione per far cessare quel dolora lancinante alle tempie.
Forse Lily aveva bisogno di crescere una volta per tutte, se voleva che suo fratello non si intromettesse nella sua vita, avrebbe dovuto tenercelo fuori e smetterla di rivolgersi a lui quando aveva un problema.
Quando era più piccola e ancora non accettava la Casa dove era stata smistata, trovava come unico punto positivo Albus, ma in quel momento le avrebbe fatto piacere avere sua cugina Rose al suo fianco.
Indipendenza. Questo era il nuovo obiettivo di Lily Luna Potter.
 
 
L’indomani, l’unica cosa che fece felice Lily era l’idea degli allenamenti.
Lei amava volare, la faceva sentire libera e l’aiutava a dimenticare, in più essere Battitrice aveva i suoi vantaggi, ad esempio poteva prendere qualcuno a mazzate in testa, non l’aveva mai fatto, ma si rivelava un’idea piuttosto allettante.
Con sua grande sorpresa si svegliò senza mal di testa, con ben pochi ricordi della festa dei gemelli Scamandro, non avevano spento le candeline perché lei che doveva prendere la torta era rimasta chiusa in uno sgabuzzino con Scorpius, e per quel verso Lily fu felice di non ricordare nient’altro.
Arrivò in Sala Comune piena di energie anche se non aveva dormito molto, poche ore, ma le erano state sufficienti; lo stesso non si poteva dire di Albus che era pallido con due occhiaie che gli scavano le guance, lo aveva sentito discutere con Scorpius quella notte, avevano litigato.
Salutò Lily ferma in piedi a leggere degli appunti indecifrabili di una sua compagna di dormitorio e uscì dalla Sala Comune per andare a fare colazione.
Lily lo guardò triste, dovevano aver litigato seriamente, e malgrado lei odiasse Scorpius, Albus doveva volergli bene, certo, i ragazzi avevano un modo tutto loro di dimostrare affetto ma gli andava bene così.
Lily rimise gli appunti nel libro di Storia della Magia e lo chiuse, rimettendolo nella borsa, in quel momento anche Scorpius uscì dal corridoio che portava ai dormitori maschili, aveva un aria decisamente più tranquilla e riposata anche se nei suoi occhi si poteva notare un po’ di turbamento, e senza accorgersene Lily si sorprese a fissarlo.
«Ciao, Potter» Disse Scorpius un po’ più gentile del solito accortosi che Lily lo stava guardando.
«Malfoy» Disse lei mantenendo un tono distaccato.
«Mi chiedevo… ti andrebbe di venireagliallenamenticonme?» Chiese Scorpius tutto d’un fiato.
Lily aggrottò le sopracciglia, il litigio dei due aveva fatto male anche a Scorpius, nemmeno lui sembrava più lo stesso, la salutava, era gentile ed era impacciato! Era troppo, troppo strano.
«Cosa?»
«Volevo sapere se dopo le lezioni ti sarebbe piaciuto venireagliallenamenticonme» Disse ancora ancor più velocemente di prima.
«Senti, non ho tempo, mi stai facendo fare tardi a Difesa, ciao» Disse Lily prendendo la borsa e uscendo dalla Sala Comune.
Si incamminò verso la Sala Grande per fare colazione, erano tutti troppo strani, sarebbe stato il colmo incontrare Rose che si lamentava per un brutto voto o Eleanor Zabini che offriva un po’ della sua colazione a qualcuno.
Mangiò di corsa il suo solito toast e bevve un po’ di succo di zucca, poi raggiunse suo cugino Hugo in fretta, condividevano Difesa contro le Arti Oscure con i Grifondoro e i Corvonero.
Intanto mentre i due cugini si dirigevano in tutta fretta verso l’aula, Scorpius stava parlando con sua cugina, Eleanor.
«Hai sentito Lily? Tutti dicono che lo zio Harry oggi verrà a fare una lezione speciale» Disse Hugo contento.
Ben diversa fu la reazione di Lily «Cosa? Io non ce lo voglio mio padre in classe!» Esclamò la ragazza.
C’era qualcosa di non usuale nell’aria quella mattina: Albus con l’umore sotto i piedi, Scorpius gentile e imbarazzato, e ora suo padre che veniva a fare una lezione speciale.
Entrò sbuffando nell’aula ancora dove Harry era seduto dietro la cattedra intento a leggere un libro.
La classe era quasi piena, quindi nessuno si accorse della loro entrata.
Lily e Hugo si misero seduti come sempre al secondo banco, quello affianco alla Zabini, Hugo pensava che si sarebbe potuto rivelare utile per copiare un giorno, sciocchezze.
«Buongiorno ragazzi, io sono Harry Potter, un Auror mandato dal ministero per una lezione un po’ speciale» Disse Harry una volta che tutti presero posti.
Tranquillo papà, nessuno sa che sei il Salvatore dell’intero Mondo Magico, presentati pure come un semplice Auror. Pensò Lily.
Hugo guardava affascinato lo zio, curioso di sapere cosa gli avrebbe insegnato quel giorno.
«Perché un po’ speciale? Perché oggi proveremo ad evocare un Patronus» Disse Harry.
Parecchie persone nella stanza si allarmarono, l’Incanto Patronus  era un incantesimo complicato, anche se Lily sapeva che suo padre aveva imparato ad evocarlo a soli tredici anni, ormai sapeva quella storia fino alla nausea.
«Tranquilli, so che non è facile,  persino per maghi più esperti di voi è complicato ma l’importante è impegnarsi al massimo» Continuò.
Lily notò quel luccichio negli occhi del padre, che compariva quando pensava al suo passato alle sue mille imprese, e le spuntò sul volto un sorriso spontaneo.
«E…signorina Zabini c’è scritto qualcosa di interessante su quel biglietto?» Chiese Harry, serio ma divertito allo stesso tempo.
«Mi scusi, non è destinato a me» Rispose la ragazza prontamente, per nulla a disagio.
Lily vide suo padre avvicinarsi al banco della Zabini, prendere il biglietto e leggerlo, era girato di spalle e non poteva vedere la sua espressione, poi Harry Potter si voltò verso suo figlia e impassibile le consegnò il biglietto.
«Credo sia per te» Disse e tornò alla cattedra, per poi lanciare un sospiro e ricominciare a spiegare come se niente fosse.
Lily vedeva che sul biglietto c’era scritto che era per lei, ma aveva decisamente paura ad aprirlo.
«Aprilo» Le sussurrò Hugo.
Lily lo guardò e deglutì. Con mani tremanti aprì il biglietto e quello che ci vide scritto le tolse il respiro per un attimo.
Con dell’inchiostro nero stava scritta in una bella e ordinata grafia la seguente frase: “Scorpius vuole sapere se ti piacerebbe andare agli allenamenti con lui dopo le lezioni”
Lily sbiancò, improvvisamente il suo viso diventò più pallido di quello del professor Rüf, quasi trasparente a dir la verità, la cosa che più la turbava non era il fatto che Scorpius per una ragione ignota volesse andare agli allenamenti di Quiddich con lei, ma il fatto che suo padre lo aveva letto.
Lily poteva anche cominciare a scavare la propria tomba.







NdA:
Buonasera! Come promesso il venerdì è arrivato ed è arrivato anche il quarto capitolo ^^
Bene, innanzitutto volevo ringraziarvi perchè la storia è arrivata a 24 seguite, 5 preferite e 2 ricordate, e udite udite...ben 14 recensioni totali, in soli tre capitoli *^* cioè...fdhdfhj.
Poi, per questa volta il mio livello di demenza si è trattenuto limitandosi ad una narraizone piuttosto seria (pfff) prometto che mi rifarò nel prossimo :3
Rimanendo seri, mi fa davvero vedere che la storia è gradita perchè mi ci sto impegnando, e non c'è cosa più bella vedere che il proprio lavoro piace a qualcuno *^* aww, mi sento sentimentale..
Premettendo che ho anche un'altra storia da aggiornare (sono un'autrice impegnata io o:) non ho la più pallida idea di quando metterò il prossimo capitolo, comunque mi sembra che qui ci siano abbastanza cose...Albus che litiga con il suo inseparbile BFF, Harry che legge un biglietto abbastanza equivoco indirizzato a sua figlia da parte del figlio di Draco Malfoy, sì, succede parecchia roba :')
Okay, ora sparisco e vi lascio alla lettura (anche se in teoria una volta arrivati qui avreste dovuto già aver finito il capitolo ma...)
Alla prossima,
Marianne

 

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Capitolo 5
*** Allenamenti di Quidditch e giocatori burloni. ***







5.   Allenamenti di Quidditch e giocatori burloni.

 

Hugo non sapeva cosa aveva fatto di male per ritrovarsi nella famiglia in cui era nato.
Tutti erano speciali in qualche modo, nel bene o nel male, mentre Hugo era solo Hugo.
Sua sorella era un genio, la migliore studentessa di tutta Hogwarts dopo sua madre.
I suoi genitori erano i migliori amici di Harry Potter, suo zio, erano gli eroi del mondo magico, venivano riconosciuti in ogni dove, una volta aveva persino visto suo padre firmare un autografo ad un mago mentre erano a Diagon Alley per comprare le cose di scuola.
I suoi cugini Fred e Roxanne erano dei patiti del Quiddich, suo zio George li aveva messi su una scopa a soli tre anni e sua zia Angelina ne era entusiasta.
Sua cugina Dominique, come Victoire e Louis, avevano del sangue Veela tra le vene, il che li rendeva i più belli della famiglia.
Poi c’erano Molly e Lucy, avevano finito Hogwarts due anni prima e ora studiavano entrambe Magisprudenza, suo zio Percy era così fiero di loro.
Suo cugino James era stato forse il più affascinante studente della scuola dopo suo nonno, di cui portava il nome.
Albus, bravo a scuola e pieno di buon senso, era il figlio modello ma aveva i suoi difetti, che venivano coperti dai suoi pregi, ovvio.
Infine c’era Lily la sua cugina preferita, quella più strana, quella che malgrado fossero passati ben dieci minuti da quando avevano letto il biglietto non accennava respirare normalmente, e da bianco che era il suo viso era diventato rosso, più rosso dei suoi capelli.
Hugo alzò titubante la mano. «Lily non si sente bene, credo» Disse rivolto a suo zio per poi guardare preoccupato suo cugina.
«Andate pure fuori a prendere un po’ d’aria» Gli disse Harry con un sorriso forzato.
Hugo fece alzare Lily ancora in una specie di trance e insieme uscirono dalla classe.
«Lily, ti senti bene?» Mormorò Hugo una volta usciti dalla classe.
Lily scosse la testa, certo che non stava bene, suo padre aveva appena letto un dannatissimo biglietto nel quale un ragazzo le chiedeva di andare insieme agli allenamenti, e non era un ragazzo qualsiasi, era Scorpius Malfoy.
«Hugo, sei invitato al mio funerale» Disse Lily solenne.
«Stai vaneggiando, andiamo in Infermeria» Disse Hugo.
«No!» Lily bloccò il braccio di suo cugino che stava per afferrarla «No, stiamo un po’ fuori e poi rientriamo» Disse Lily riprendendo il suo normale colorito.
Harry Potter caratterialmente era molto diverso dai suoi figli e  Albus e James non si somigliavano nemmeno un po’, ma se c’era una cosa che li accomunava tutti e tre era il senso di protezione verso Lily, la più piccola di casa.
Anche se aveva quindici anni, non avrebbe mai smesso di essere una piccola principessa per Harry, una dolce e innocente sorellina per James e una ragazza spaurita e indifesa per Albus, e tutto ciò la innervosiva.
Le dava fastidio essere così importante, come una pietra preziosa da difendere, da non lasciar toccare a nessuno, come un fiore che sembra spezzarsi al primo alito di vento invernale.
Quando rientrarono, Lily poté notare uno sguardo dispiaciuto da parte di Eleanor Zabini, ma non durò più di un attimo, la Corvonero si era quasi stupita di se stessa.
Dopo interminabili corse per i corridoi tra una lezione e l’altra per sfuggire a suo padre, Lily arrivò in Sala Grande stanca e affamata, per fortuna era giunta l’ora di pranzo.
Si mise seduta al suo solito posto, vicino ad Albus, e passò tutto il tempo a discutere con Janet, cacciatrice Serpeverde, dei nuovi schemi che Scorpius avrebbe adottato, l’aveva detto che quell’allenamento sarebbe stato speciale.
Lily però diventava paonazza non appena sentiva le paroleScorpius e allenamenti messe nella stessa frase, non aveva certo dimenticato il biglietto.
Decise di non aspettare a lungo e si allontanò da Janet, fece spostare suo fratello da dove stava e iniziò a parlare con Scorpius.
«Non ti pare squallido chiedermi una cosa tramite tua cugina?» Gli chiese impassibile.
«Allora l’hai letto, che ha deciso?» Le rispose Scorpius tranquillo, non curandosi della domanda che gli era stata rivolta da Lily.
«Deciso cosa?» Chiese Lily.
«Verrai agli allenamenti con me?»
«Oh…ehm va bene» Rispose Lily, sentì il viso bruciare anche se cercava di non arrossire con tutte le sue forze, Scorpius sorrise divertito e si alzò prendendo la borsa.
«Alle tre e mezzo in Sala Comune, Potter» Disse il ragazzo prima di andarsene.
Almeno è tornato in lui pensò Lily, anche se rimaneva da scoprire per quale motivo gli fosse venuta in mente un idea così strana.
Albus che aveva assistito a tutta la scena, stava cercando in tutti i modi di non sputare il cucchiaio di zuppa che aveva appena messo in bocca.
Sapeva che litigare con Scorpius non avrebbe fatto bene a nessuno dei due ma il suo migliore amico doveva averne risentito parecchio per andare agli allenamenti con Lily.
Albus infatti andava a vedere gli allenamenti della squadra, solo perché Scorpius lo pregava fin troppo di accompagnarlo al campo, come una ragazza quando chiede alla sua amica di andare in bagno con lei per controllare bene che nessun troll di montagna esca dalle tubature, o che non spunti un Basilisco pronto ad ucciderla.
Esattamente tre ore dopo, Lily era in Sala Comune ad aspettare Scorpius, convintissima che lui fosse in ritardo per mettere un altro po’ di gel su quei capelli tinti.
Quando finalmente arrivò con la scopa in una mano e la borsa che conteneva la divisa nell’altra, Lily lo squadrò da capo a piedi e si alzò dalla poltrona dove era seduta.
«Aspetti da molto?» Chiese Scorpius.
«Per tua fortuna no» Rispose secca Lily che aveva già indossato la divisa da Quiddich, passandogli davanti.
Si recarono al campo in silenzio, fortunatamente il bel tempo del giorno prima si era mantenuto e fuori splendeva il sole che riscaldava un po’ l’aria fredda di Marzo.
«Dove sono gli altri?» Chiese Lily una volta entrata in campo e trovandolo vuoto.
«Devono aver ignorato il mio messaggio che anticipava gli allenamenti» Disse Scorpius mordendosi un labbro, si dileguò velocemente verso gli spogliatoi per cambiarsi.
Scorpius Malfoy era troppo calmo, Lily sapeva che quando gli altri si presentavano in ritardo lui cominciava a spazientirsi e ad arrabbiarsi perché il tempo era prezioso.
Scorpius, mentre si cambiava doveva riconoscere che era troppo codardo per ammettere di aver programmato tutto, non aveva avvisato la squadra del presunto anticipo degli allenamenti.
Uscì dagli spogliatoi con la sua scopa in mano e non trovando Lily seduta sugli spalti dove l’aveva lasciata si allarmò, poi la voce squillante della ragazza echeggiò per tutto il campo e sul volto si Scorpius si aprì un sorriso mentre alzava la testa verso il cielo.
«Libera un Bolide, Malfoy, da sola o in compagnia io mi allenerò lo stesso» Gridò Lily.
Scorpius allora fece come gli era stato detto e un pesante Bolide si levò alto, sfrecciando a tutta velocità verso Lily che lo aspettava con un ghigno malefico sul volto, impugnò saldamente la mazza e lo colpì, mandandolo abbastanza lontano dal campo.
«È tutto ciò che sai fare, Potter?» Gridò Scorpius ancora a terra per farsi sentire dalla sua compagna di squadra.
Lily non rispose, aspettava che il bolide tornasse indietro, lo avvistò avvicinarsi ancor più veloce di prima e lo colpì di nuovo con tutta la forza che aveva, era fin troppo facile finché era da sola in campo.
«Sali su» Lily esortò Scorpius che in un attimo la raggiunse a cavallo della sua scopa.
Il Bolide tornò e vedendolo Scorpius sfrecciò via più veloce che mai, Lily lo rincorse e dopo qualche minuto si parò davanti a lui e respinse il Bolide, tirò un sospiro soddisfatto quando vide fin dove l’aveva lanciato.
Lily però si stava annoiando, in due non potevano fare la solita partita di allenamento, tornò a terra e recuperò il Bolide, con l’aiuto di Scorpius lo rimise nella sua custodia e si mise seduta sul prato, con la scopa al suo fianco.
«Mi sto annoiando» Annunciò la ragazza al suo unico compagno di squadra.
«Tra poco arriveranno, no?» Disse retorico Scorpius, sapeva che i loro compagni di squadra non sarebbero arrivati prima delle quattro.
«Perché avete litigato tu e mio fratello? Stavolta sembra una cosa seria» Disse Lily cambiando completamente discorso.
«Per te» Disse Scorpius meccanicamente.
Lily aggrottò le sopracciglia. «Per me?»
«È convinto che ti abbia potuto fare qualcosa mentre eravamo nello sgabuzzino, dato che ero ubriaco» Disse ancora sospirando, non gli piaceva parlare dei suoi problemi con nessuno, l’unico con cui si fosse mai aperto era Albus, ma con Lily gli sembrava tutto più semplice, le parole uscivano libere senza i limiti o le restrizioni che Scorpius si imponeva.
Dalla sorella del suo migliore amico si aspettava una scenata epica, forse peggiore da quella di Albus, ma Lily si mise semplicemente a ridere.
«Sei serio?» Chiese con le lacrime agli occhi mentre si stendeva sul prato a causa delle troppe risate.
«Beh…sì» Disse Scorpius stupito dalla reazione della ragazza.
Improvvisamente questa ritornò seria e smise di ridere.
«Io non mi ricordo nulla di ieri sera, è successo qualcosa degno di essere ricordato?» Disse Lily ancora distesa per terra.
«A parte il fatto che siamo riusciti a parlare civilmente, non è successo niente» Disse Scorpius.
«Bene» Lily si alzò dal prato e si tolse le tracce di terra dalla divisa, Scorpius era ancora seduto e la stava guardando, in quell’istante si rese conto che quando Lily Potter non urlava o non lo insultava era perfino una buona ascoltatrice.
«Stanno arrivando, ora possiamo allenarci come si deve» Esclamò Lily sbracciandosi per farsi notare dai suoi compagni di squadra.
Scorpius tornò alla realtà, doveva assolutamente eludere tutte le domande sul perché lui e Lily si trovassero già in campo ed evitare che Lily chiedesse perché non avevano visto il messaggio di Scorpius, altrimenti la dolce sorellina del suo migliore amico, sarebbe diventata più pericolosa e isterica di una banshee.
Si allenarono duramente, creando nuove strategie e nuovi schemi di gioco, quel sabato avrebbero dovuto vincere la partita contro i Grifondoro, ci andava la loro dignità di mezzo.
«Janet, quando prendi la Pluffa non volare per tutto il campo con l’intento di segnare, non ci riuscirai mai, passala a Chad che ha una mira eccellente» Scorpius diede alcuni consigli dopo la fine dell’allenamento, la partita era troppo importante e loro non potevano permettersi di sbagliare, tuttavia il capitano dei Serpeverde era calmo, il suo schema era imbattibile.
«Lily, tu…continua a giocare come hai sempre fatto» Le disse velocemente prima di congedare tutti.
Lily sorrise compiaciuta, sapeva che Scorpius non la sopportava ma si sarebbe strappato i capelli dalla disperazione se avesse perso la sua migliore giocatrice, quindi durante gli allenamenti la elogiava sempre e ovviamente tra i corridoi ritornava ad essere l’odioso Scorpius di sempre.
Mentre tornava nella sua Sala Comune, questa volta da sola, Lily incontrò suo padre che se ne stava andando per tornare a casa.
«Ciao Lily» Le disse Harry sorridendo.
«Ciao papà» Gli rispose sua figlia sorpresa di vederlo ancora in giro per il castello.
Ti prego Salazar, fa che non parli del biglietto. Se Lily fuori era apparentemente calma dentro di se si stava corrodendo dall’ansia.
«Verrò a vedere la partita sabato» Disse Harry che non sapendo di che parlare tirò fuori il Quiddich, poiché sua figlia indossava ancora la divisa.
«Ora che non c’è James tiferai per noi?» Chiese Lily.
La partite Serpeverde-Grifondoro erano un vero dramma per Harry Potter.
Suo figlio James era Cercatore dei Grifondoro fino ad un anno prima, poi il suo percorso scolastico era giunto al termine e dei suoi figli era rimasta solo Lily a giocare in una squadra.
«Mai tradire la propria Casa» Rispose Harry scherzando «Anche se per la mia principessa posso fare un’eccezione» Aggiunse.
«Papà!» Lo riprese Lily mentre le sue guance avvampavano, quei nomignoli la imbarazzavano, soprattutto se detti tra le mura di Hogwarts, notò alcuni quadri sghignazzare.
«Ora devo andare, a sabato» Padre e figlia si salutarono e Lily tornò in Sala Comune per una veloce doccia, poi sarebbe andata a cena e successivamente sapeva che sarebbe crollata non appena raggiunto un posto abbastanza comodo per dormire, era stata una giornata fin troppo faticosa.







NdA:
Sono di nuovo qui, viva e indenne, dopo circa una settimana, okay, sei giorni.
Non so come classificare questo capitolo, a dir la verità..mi scuso per tutti quelli che pensavano che Harry avrebbe fatto una sfuriata con tanto di minacce di morte verso il povero Scorpius, ma ho deciso così, punto u_u
Sono o non sono io l'autrice?
'Se vuoi definirti autrice...' Grazie, coscienza, sempre gentile.
Vabbè, adesso parlo anche da sola D: sto proprio degenerando...
Dunque, credo di aver finito qui, ol banner non si vedeva più e ho dovuto ricaricarlo altre 4464564 volte su tinypic ma non penso vi interessi, perciò alla prossima :3
Marianne

 

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Capitolo 6
*** Lily Potter: esperta in figuracce altamente mortali. ***




6.   Lily Potter: esperta in figuracce altamente mortali.
 

Fuori faceva freddo ma metà degli studenti di Hogwarts era seduta sugli spalti del campo da Quiddich, quella che si stava per disputare era forse la partita più importante dell’intera competizione della Coppa delle Case.
I Grifondoro avevano vinto le due precedenti partite contro i Serpeverde e se avessero avuto la meglio  anche in questa si sarebbero sicuramente aggiudicati la Coppa delle Case, i Serpeverde dovevano battere a tutti i costi  i loro avversari se volevano avere la possibilità di vincere dato che le restanti partite dopo quella non sembravano poi così difficili, ci sarebbe stata una quarta partita come quella, un’altra partita che vedeva Grifondoro e Serpeverde avversari, ma al momento la priorità per i giocatori in verde argento  era concentrarsi su quella partita di Marzo.
Negli spogliatoi Scorpius Malfoy, in quanto capitano, stava tenendo un discorso di incoraggiamento da più di dieci minuti anche se non era eccessivamente bravo con le parole.
«Bene, sapete cosa dovete fare adesso?» Chiese Scorpius aspettando una risposta abbastanza ovvia.
«Stracciare i Grifoni!» Esclamò tutta la squadra, Scorpius sorrise compiaciuto e afferrata la sua scopa uscì dallo spogliatoio.
Quando le due squadre fecero il loro ingresso, il tutto fu un ammasso di applausi misti a fischi, era sempre così ad ogni partita che si disputava.
Madama Bumb fece fare silenzio e decretò l’inizio della partita, i Grifondoro ottennero subito la Pluffa, dopo venti minuti il punteggio era quaranta a dieci per i Grifondoro.
Hugo Weasley non era altro che il commentatore della partita, e come faceva un certo Lee Jordan molti anni prima di lui, tifava per la propria Casa, commentando la partita in modo del tutto imparziale.
«Vincent prende la Pluffa, la passa a Fred che evita gli avversari, Fred  si avvicina, Fred tira la Pluffa, gol!  Cinquanta a dieci per Grifondoro, dai cugino continua così!» Inutile dire che si beccava sempre delle occhiatacce dalla preside, ma non poteva farci nulla.
«Lily colpisce un bolide, va dritto verso Roxanne, schivalo dai! Del boccino non c’è ancora nessuna traccia» Continuò Hugo seguendo attentamente la partita.
Era circa mezz’ora che si stava giocando e il boccino non era ancora stato liberato.
«Janet Nelson sottrae la Pluffa a Fred, ehi è rigore!» Protestò Hugo, ma il gioco non fu fermato, Janet, come Scorpius le aveva detto, passò la Pluffa al suo compagno Chad Parker che la tirò dritta nell’anello centrale, assegnando altri dieci punti alla sua squadra.
Fu un attimo, gli occhi di Scorpius videro uno scintillio dorato tre metri più in basso, andò in picchiata a tutta velocità fino a trovarsi alla stessa altezza del boccino, il Cercatore Grifondoro l’aveva notato e lo stava raggiungendo.
«Attenzione, Malfoy insegue il boccino; Charles, non fartelo scappare!» Gridò Hugo.
Scorpius allungò la mano, stava per prenderlo quando notò che un Bolide sfrecciava verso di lui, altri dieci secondi al massimo e l’avrebbe colpito, ma non poteva schivarlo, altrimenti avrebbe perso il boccino e Charles Thomas l’avrebbe sicuramente preso al posto suo, non poteva permetterlo.
«Un Bolide va dritto verso Malfoy, che sia la volta buona che gli stacca una mano?» Disse Hugo fino ad essere ripreso dalla preside.
«Weasley, adesso è troppo!» Sbottò la McGranitt.
Nessuno si era accorto però che Lily stava volando più veloce che potesse verso Scorpius e il Bolide che da un momento all’altro avrebbe colpito il capitano.
Gli si parò davanti e respinse il Bolide, in compenso però Scorpius si scontrò con Lily ed entrambi caddero a terra da ben quattro metri di altezza.
Lily non sentì molto dolore, a parte una fitta fastidiosa alla gamba destra, quando aprì gli occhi vide il prato e i segni che la loro caduta aveva lasciato sul terreno.
Si rese conto di essere poggiata sulla pancia di Scorpius e istintivamente si alzò, però non fu una mossa molto buona.
«Lily mi stai schiacciando lo stomaco» Si lamentò Scorpius che aveva ancora gli occhi chiusi.
Lily allora si tolse con uno slancio all’indietro e una volta seduta sull’erba si rese conto di stare bene.
«Ho preso il boccino?» Chiese Scorpius.
Lily si avvicinò a lui, gli prese la mano destra e questa aprendosi rivelò il boccino fermo e immobile.
«Sì, l’hai preso Scorpius, abbiamo vinto!» Lily presa dall’eccitazione della vittoria si chinò su di lui e lo abbracciò, Scorpius fece un sorriso accompagnato da una smorfia di dolore: doveva essersi rotto qualcosa.
Intanto i due erano stati accerchiati dal resto della squadra.
«State bene?» Chiese qualcuno.
«Io sì, Scorpius non lo so» Rispose Lily «Stai bene?»
Il ragazzo fece no con la testa e indicò il braccio sinistro, non riusciva a muoverlo, lo stesso per le gambe.
«È meglio se lo portiamo in infermeria» Disse Janet.
«Okay, Chad prendilo per i piedi io e Janet per le spalle» Disse Lily.
Dopo ben dieci minuti durante i quali Scorpius dettò tutto il suo testamento ai suoi compagni, convinto di morire da un momento all’altro, arrivarono in Infermeria e lo misero sul primo letto che trovarono libero.
«Che succede qui»?» Disse l’Infermiera Bell, Madama Chips ormai era vecchia e stanca e Katie Bell era il suo nuovo braccio destro.
«Quiddich, è caduto dalla scopa» Disse Lily sedendosi sulla prima sedia che trovò libera.
Katie Bell non disse nulla, e si limitò ad osservare Scorpius.
«Cosa ti fa male, ragazzo?» Gli chiese.
«Il braccio sinistro e non mi sento più le gambe» Disse sofferente Scorpius.
Lily dovette ammettere che un po’ di scena la faceva, si era rotto un braccio e pensava di star per morire, com’era melodrammatico.
«Il braccio è rotto e per le gambe un piccola paralisi temporanea, nulla che non si possa guarire in due giorni» Annunciò l’infermiera.
Due giorni senza Scorpius in giro per la scuola, due giorni di completo relax per Lily, stranamente però si sentì un po’ dispiaciuta.
«Ragazzi, può rimanere uno solo di voi» Annunciò l’Infermiera Bell.
«Rimani tu, Lily?» Chiese Chad.
«Io veramente…dovrei…» Balbettò la rossa ma i suoi due compagni di squadra erano già davanti la porta.
«Stasera solita festa post-partita» Disse Janet  strizzando l’occhio prima di richiudere la porta dietro di se.
Lily si accasciò sulla sedia e chiuse gli occhi, sarebbe dovuta rimanere in Infermeria almeno finché Scorpius non si fosse addormentato.
Avrebbe voluto togliersi quella divisa e scivolare in abiti più comodi ma vedere Scorpius inerme su un letto dell’Infermeria le fece un po’ di tenerezza, quindi decise di rimanere a fissarlo dalla sedia dove era seduta, mentre Madama Chips preparava qualche intruglio per farlo guarire.
«Grazie» Disse Scorpius a bassa voce.
Lily sorrise «Sono un Battitrice, è il mio compito evitare che i Bolidi feriscano i miei compagni» Rispose.
«Senza di te a quest’ora non avrei più una mano» Ribatté ancora Scorpius.
«E avremmo anche perso la partita» Aggiunse Lily.
Scoppiarono entrambi a ridere ma poi come se si fossero pentiti di quell’azione ritornarono muti e fissare ognuno un punto diverso della stanza.
Madama Chips entrò nella stanza e fece alzare Scorpius a sedere sul letto, gli fece bere un bicchiere di una miscuglio blu che Lily preferì non capire cosa fosse, ma dalla faccia che fece Scorpius quando ingoiò non doveva essere affatto buono.
Scorpius si rimise giù e cominciò ad osservare Lily che una volta incrociati gli occhi grigi del ragazzo spostò lo sguardo sul bicchiere vuoto che giaceva sul comodino accanto a lui.
Essere osservata non le piaceva, la imbarazzava, la metteva a disagio.
«Se vuoi puoi andare» Le disse Scorpius.
«No, non preoccuparti, resto finché non ti addormenti» Disse Lily.
«Allora buonanotte, Lily» Rispose Scorpius chiudendo gli occhi, a Lily sembrava un bambino indifeso, che ha bisogno delle cure della mamma, un bambino tenero e dolce.
Lily si abbandonò stanca sulla sedia e lanciò un sospiro, osservò Scorpius, ancora non dormiva, vedeva le sue palpebre chiuse muoversi impercettibilmente, quando il suo respiro si fece regolare Lily si alzò e decise di tornare in Sala Comune per rilassarsi un po’.
Non aveva voglia di festeggiare, avevano vinto ma era stanca, sia fisicamente che mentalmente.
Dopo essere arrivata nei sotterranei entrò nella sua Sala Comune, buia e tetra e trovò tutti intenti a festeggiare.
«Aspettavamo solo te, Lily» Le disse una ragazza di cui non ricordava il nome, la prese per mano e la trascinò al centro della stanza dove tutti erano allegri per la vittoria.
«Mi vado a cambiare e arrivo» Disse Lily cercando di scappare dalla mischia.
Lei non aveva quasi mai partecipato alle feste della squadra, non le era mai piaciuto festeggiare e stare al centro dell’attenzione.
Se ci fosse stato Scorpius sarebbe stato lui la star della festa, ma purtroppo – o forse no? – lui era in Infermeria con un braccio rotto e non sarebbe uscito di lì prima di due giorni, quindi dato che Lily aveva salvato la situazione in campo, era lei che tutti acclamavano, il solo pensiero la faceva rabbrividire.
Quando arrivò in dormitorio c’era silenzio, era vuoto e ciò la rilassò molto.
Prese dei vestiti puliti dal baule e li portò in bagno con se, una volta sola si tolse la divisa da Quiddich e scivolò nella doccia calda che la rilassò molto più del silenzio della solitudine.
Uscì e mise i suoi immancabili jeans e un maglione beige piuttosto largo, poi si preparò mentalmente per la festa che avrebbe dovuto affrontare, le battute alle quali avrebbe dovuto ridere.
Appena uscita dal Dormitorio incontrò Albus che, si vedeva, moriva dalla voglia di parlarle.
«Devi dirmi qualcosa, Al? Quello sguardo non mi piace» Gli chiese Lily.
«Come sta Scorpius?» Le chiese immediatamente Albus, aveva ceduto, fingeva di essere arrabbiato con Scorpius, ora che si era fatto male era preoccupato per lui.
«Non sta poi così male, due giorni e tornerà lo stesso di prima» Gli disse Lily mettendogli una mano sulla spalla, come per rincuorare suo fratello.
«Ora ti prego, portami via da questa festa» Gli disse Lily seria, non voleva partecipare.
Albus sorrise, avevano in comune il fatto di non amare i posti chiassosi e affollati, di preferire il silenzio al rumore, ed erano entrambi timidi.
Albus prese per mano sua sorella e uscirono di soppiatto dalla Sala Comune, il rumore nei corridoi non si sentiva affatto, merito dei muri insonorizzati, salirono qualche piano ed uscirono dal castello: il sole stava tramontando e Lily amava il tramonto, era il suo momento della giornata preferito, l’aiutava a pensare.
Camminarono in silenzio fino a raggiungere la riva del lago nero, che in quel periodo dell’anno a causa delle piogge stava sciogliendo la patina ghiacciata.
«Esattamente qui sotto, c’è la nostra Sala Comune» Annunciò Albus battendo un piede sul terreno.
«Già» Disse Lily ridendo debolmente.
«Hai davvero pensato che potesse farmi qualcosa, l’altra sera intendo» Chiese Lily lanciando un sasso nell’acqua.
«Come lo sai?» Chiese Albus aggrottando le sopracciglia.
«Scorpius» Rispose Lily lanciando un altro sasso.
«Ora è Scorpius? Fino a una settimana fa era Malfoy» Notò Albus sorpreso.
Lily si morse un labbro mentre cercava una risposta convincente.
«In una settimana sono successe delle cose, io…non lo odio come prima» Disse Lily, era la scelta giusta confidarsi con suo fratello?
«Allora è veramente successo qualcosa!» Disse Albus allarmato.
«Non lo so! Non mi ricordo nulla, Scorpius mi ha detto che non è successo niente tra di noi» Disse Lily, messa in difficoltà dal fratello.
E se Scorpius le avesse mentito? Se fosse successo davvero qualcosa tra loro due, Lily non se lo sarebbe mai  perdonato, e non perché era successo qualcosa con Scorpius Malfoy bensì perché non era lucida e consapevole di ciò che stava facendo, lei non era così stupida.
«E ti fidi di lui?» Le chiese Albus.
«Albus, mi stai aizzando contro il tuo migliore amico?» Chiese Lily stupita.
«Donne, gli dai un dito e si prendono tutto il braccio!» Esclamò Albus esasperato.
Lily si lasciò scappare un sorrisetto dopo la battuta di suo fratello.
«Quasi quasi preferivo la festa» Commentò acida sedendosi sull’erba e osservando il lago.
L’acqua rifletteva i raggi deboli del sole che tramontava, per un attimo si dimenticò di suo fratello che si chiedeva perché le ragazze fraintendessero sempre.
Lanciò un sospiro stanco e quando il sole sparì dietro le colline e la notte prese il sopravvento, i due fratelli si diressero verso il castello, quella festa non sarebbe finita prima della mattina seguente – dopotutto avevano vinto contro i Grifondoro, c’era tanto da festeggiare –  e a cena Lily cercava un posto dove passare la notte.
Avrebbe volentieri dormito  sul pavimento della Sala Comune dei Grifondoro, piuttosto che sorbirsi quella festa che, dopo la mezzanotte, sarebbe degenerata fino a diventare un qualcosa che  era certa un tipo come Marcus Nott non si sarebbe mai perso.
Uscita dalla Sala Grande, Lily non aveva alcuna intenzione di tornare nei sotterranei, Albus aveva deciso che avrebbe lanciato un incantesimo di insonorizzazione al dormitorio maschile, in modo che la festa non avrebbe potuto disturbarlo in nessun modo, Lily pensava che se lei avesse provato a farlo avrebbe distrutto metà del suo dormitorio, perciò vagò per il castello fino  ritrovarsi davanti all’infermeria.
Non sapeva cosa l’aveva portata lì, però entrò.
Vide senza molta sorpresa che solo un letto era occupato, si mise seduta sulla sedia dove era stata poche ore prima e chiuse gli occhi.
Non le importava della posizione scomoda, era così stanca che persino il pavimento si mostrava come un comodo giaciglio.
 
 
«Potter, che ci fa qui?» La voce squillante di Madama Chips le risuonò nelle orecchie.
Lily aprì gli occhi un po’ spaesata, richiudendoli quasi subito per la troppa luce che filtrava nella stanza.
«Io…ero venuta a vedere Scor…» Non finì la frase perché ammonita dallo sguardo dell’Infermiera e si voltò osservando che Scorpius dormiva pesantemente, c’erano due bicchieri vuoti sul comodino.
«Devo essermi addormentata ieri e…vado via» Disse Lily alzandosi dalla sedia tutta indolenzita, quella posizione non aveva fatto bene al suo collo.
Uscì di fretta dall’Infermeria, quella donna era capace di metterla in soggezione con una sola sillaba, aveva i vestiti della sera precedente, doveva per forza passare a cambiarsi prima di andare a fare colazione.
Non aveva la minima idea di che ore fossero, poteva essere l’alba ma a giudicare dall’intensità del sole era impossibile.
Comunque sia era domenica e Lily poteva fare quello che voleva, quindi una volta entrata in Sala Comune fece una faccia disgustata per i residui della festa, se qualcuno non avesse pulito quello schifo li avrebbe schiantati uno ad uno.
Si recò in dormitorio che era conciato anche peggio, le sue compagne dormivano, si buttò sul suo letto vuoto e immacolato e aspettò che le altre si svegliassero.





NdA:
Salve a tutti ^^"
Vi annuncio che sto morendo: mal di gola, raffreddore, giramenti di testa e febbre non sono una bella combinazione e il tutto è iniziato oggi al compito di chimica, che è andato una schifezza assurda ma tralasciamo :3
Ringrazio il cielo che non mi sia preso ieri, perchè è ieri che ho finito il capitolo e quindi avvreste dovuto aspettare fino a non so quando D:
Comunque, spero di tenermi in vita almeno per scrivere il prossimo, giovedì cominciano le vacanze *^* (e forse io le inizierò domani se continuo a sentirmi moribonda)
Sostanzialmente, in questo capitolo i Serpeverde vincono e lo Scorpius che sto creando è un po' troppo gentile e melenso per i miei gusti, ragion per cui nel prossimo avremo una visione generale della vita ad Hogwarts dopo quella partita, e Scorpius non sarà un principe azzurro nella storia sbagliata, chiariamo.
Bene, credo di avervi annoiata abbastanza, alla prossima! :D
Marianne

 

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Capitolo 7
*** Strillettere, cugine pazze e bamboline vudù. ***




7.   Strillettere, cugine pazze e bamboline vudù.

 
 
Era passato quasi un mese dalla partita e quando Scorpius Malfoy era uscito dall’infermeria era stato acclamato da tutta la sua Casa come un eroe.
La sua popolarità era aumentata a dismisura, più di quanta ne avesse conquistata durante i suoi sette anni di scuola, e ovunque Lily si girasse vedeva ragazzine di ogni età svenirgli dietro.
 Credeva che avessero creato una specie di fan club in onore di Scorpius e pensava che alcune sarebbero state capaci di creare una bambolina vudù di Albus e tempestarla di spilli solo perché il ragazzo, essendo il migliore amico di Scorpius, passava la maggior parte del tempo con lui.
Dopo la partita, quella cosa strana nata tra Lily e Scorpius che in un futuro abbastanza lontano sarebbe potuta diventare amicizia, svanì del tutto.
Ritornarono freddi e distaccati e la strillettera che Lily aveva ricevuto dieci giorni prima glielo ricordava bene.
Era sabato, Lily e Hugo stavano uscendo dalla biblioteca al seguito di Rose, entrambi ringraziando Merlino per aver messo fine a quella tortura, Rose li sgridava dicendo che un pomeriggio lì dentro non poteva che aver fatto bene a tutti e due.
Una cosa era certa: Lily sarebbe entrata in biblioteca solo se strettamente necessario e Hugo..beh, Hugo non ci sarebbe rientrato affatto, aveva ereditato i geni Weasley alla perfezione, purtroppo i geni Granger si li era presi tutti Rose e il povero Hugo non poteva farci niente.
Ci vorrebbe Merlino in persona per far passare gli esami ad Hugo, aveva detto una volta la signora Weasley a suo marito.
Tornando alla piacevole passeggiata che i tre stavano facendo per i corridoi di Hogwarts, Lily si ricordò di aver lasciato una cosa di vitale importanza in Sala Comune, così i due fratelli l’accompagnarono fin nei sotterranei ed aspettarono Lily fuori dalla Sala Comune Serpeverde, purtroppo i loro incontri non furono dei più rosei quando dalla stessa parete di pietra da cui Lily era entrata, uscirono Scorpius Malfoy e Marcus Nott.
Il motivo dell’ombrosa compagnia di Scorpius era un Albus malato e a letto con la febbre.
«Due Weasley in una volta sola» Commentò Nott seguito dalla risatina di Scorpius. «So di essere bellissimo, mia cara Rose, non c’è bisogno che ti apposti fuori dalla mia Sala Comune» Riprese il ragazzo.
«Non siamo qui per te, Nott» Tagliò corto Hugo.
«Senti ragazzino, nessuno ti ha chiesto niente» Continuò Scorpius, Hugo aveva due anni meno di lui, ma erano alti uguali.
«Malfoy, non vale perdere tempo con loro» Disse Marcus Nott
«Perché no, Marcus? Ci divertiamo un po’»
In quel momento Lily Potter uscì dalla Sala Comune, aveva sentito gran parte della conversazione e fissava Scorpius accigliata.
«Lasciali stare Malfoy» Disse fredda.
«Sei per caso l’eroina del momento?» Sputò Nott aggrottando le sopracciglia.
«Non credo di averti interpellato, Nott, è una questione fra me e Scorpius» Riprese Lily alzando il tono di voce.
L’erede dei Malfoy sobbalzò quando sentì il proprio nome uscire dalla bocca di Lily, non sapeva cosa fosse stato, ma sicuramente nulla di buono, avrebbe dovuto dare retta a suo padre quando sette anni prima gli aveva detto che non doveva socializzare con i Potter.
«Spesso mi chiedo perché quel vecchio pezzo di stoffa non ti abbia messo tra i paladini della giustizia e dell’animo puro» Disse Scorpius.
«Avrà avuto i suoi motivi»
«Salazar si rivolterebbe nella tomba a vedere quanti Mezzosangue pullulano nella sua casa  al giorno d’oggi» Disse Scorpius con un più che percettibile insulto verso Lily tra i denti.
La ragazza portò la mano alla bacchetta con l’impulso di tirarla fuori.
«Vuoi sfidarmi, Potter? Sappi che non temo una ragazzina come te» Quelle parole non fecero solo che innescare la bomba che di lì a poco sarebbe esplosa.
I fratelli Weasley avevano osservato tutta la scena in silenzio e con gli occhi sbarrati, Marcus Nott non vedeva l’ora di vedere come Scorpius avrebbe ridotto in cenere la Potter e fu proprio nei sotterranei, in quell’atmosfera piena di tensione che i due diedero inizio ad un duello.
Inizialmente fu un ammasso di incantesimi evitati con agilità ed intelligenza da entrambe le parti, ma Scorpius era più furbo di Lily e appena sentì un miagolio fin troppo familiare nelle vicinanze, invece di usare il solito incantesimo di protezione contro gli efficaci – e a volte davvero pericolosi – schiantesimi di Lily si lasciò colpire, l’incantesimo lo scaraventò al muro e successivamente Scorpius cadde a terra, da bravo attore che era cominciò a lamentarsi, tant’è che aveva fatto allarmare persino il suo amico Marcus.
In meno di due minuti il vecchio – se non decrepito –  custode Gazza era lì con la sua gatta al seguito.
La McGranitt fu avvertita e i due mandati in presidenza, Lily cercò di giustificarsi in ogni modo che le era possibile, ma da ciò che aveva visto Gazza la colpa era solo e soltanto di Lily e Scorpius non era che la povera vittima.
Il mattino dopo a colazione, fu un po’ sorpresa di vedere il gufo di famiglia entrare in fretta e furia in Sala Grande, le lasciò una lettera contenuta in una busta rossa e si dileguò ancor prima che questa potesse aprirsi.
L’acuta voce di sua madre, che già urlava come suo solito, si amplificò grazie al potere della strillettera e tutta la Sala Grande diventò spettatrice di quel trambusto.
«LILY LUNA POTTER» Iniziò la lettera, Lily si preparò ad una delle sgridate più grandi di tutta la sua vita.
«COME DIAVOLO TI È SALTATO IN MENTE? DUELLARE PER I CORRIDOI DELLA SCUOLA E COLPIRE UN POVERO RAGAZZO INDIFESO» Continuò in tutta la sua furia.
Lily sbuffò e alzò gli occhi al cielo: non era indifeso era solo codardo e furbo.
«SO CHE STAI ALZANDO GLI OCCHI AL CIELO; IO E TUO PADRE SIAMO MOLTO, MOLTO DELUSI, SIGNORINA. SONO COSE CHE CI SAREMMO ASPETTATI DA JAMES, MA DA TE PROPRIO NO.
SPERO PER TE CHE PORGERAI LE DOVUTE SCUSE A QUEL POVERO RAGAZZO, O SARANNO GUAI, GUAI PIU’ GRANDI DI QUELLI CHE TI ASPETTERANNO A CASA.» Concluse sua madre attraverso la lettera, successivamente il tono di voce si calmò.
«Tuo padre si complimenta con te per la determinazione che hai usato e per la scelta del tuo avversario» La voce di sua madre sospirò e la strillettera si ridusse in mille pezzi, lasciando Lily spiazzata, con respiro mozzato e con gli occhi di mezza scuola puntati addosso.
Mancavano dieci giorni all’inizio delle vacanze, sperava con tutta se stessa che sua madre si fosse addolcita un po’.
Quel venerdì fortunatamente sarebbe stato l’ultimo che Lily avrebbe passato a scuola prima delle vacanze di Pasqua, da circa una settimana sua cugina Rose le ripeteva quello che i professori le dicevano dall’inizio dell’anno: i G.U.F.O. sempre e solo gli esami.
Rose non sembrava agitata per i suoi M.A.G.O. ma sapeva che dentro si stava corrodendo l’anima perché aveva paura di non superare le prove, Rose era brava a nascondere questi tipi di cose a volte, a differenza di sua madre Hermione che, da quello che Lily sapeva da storie di famiglie sentite e risentite mille volte, aveva esasperato così tanto Harry e Ron prima degli esami, che i due in quel periodo le stavano alla larga il più possibile.
«Rosie, ti ho già detto che inizierò a studiare dopo le vacanze» La rassicurò Lily mentre le due cugine si recavano in Sala Grande ancora con i libri in mano.
Lily era stata ben venti minuti ad aspettare che Rose uscisse dall’aula di Trasfigurazione, stava parlando con la McGranitt di qualcosa che preferì non sapere, sicuramente di compiti o di voti, oppure ancora peggio: di esami.
Una volta uscita, Lily iniziò a sgridarla e a dirle che era stata da sola per ben venti minuti, Pix l’aveva addirittura scambiata per una statua, come se fosse stata pietrificata da una Basilisco, e lo sarebbe sembrata davvero se non fosse stato per il suo stomaco che chiedeva pietà e la implorava di mangiare qualcosa.
«Sempre se ne avrai la testa, negli ultimi tempi sembri vivere su un altro mondo!» La rimproverò Rose.
Lily arrossì e quando Rose se ne accorse scoppiò a ridere.
«È ovvio che ti piace qualcuno, Lily» Le disse Rose maliziosa, non che Rose si interessasse di questo genere di cose, non era certo una pettegola come quella Yvonne Bennett che, da quel che si diceva in giro, era la nipote di  una certa Rita Skeeter, – suo zio Harry la conosceva bene, gli aveva procurato non pochi guai – saranno stati i geni di famiglia a renderle tutte così impiccione?
«Non è vero!» Lily schizzò quasi in aria dopo l’affermazione della cugina.
«Fidati di me, sono più grande e scommetterei che centra un certo biondino…» Disse ancora Rose entrando in Sala Grande.
«Non ho intenzione di sentire una parola di più sulle tue folli supposizioni» Disse Lily avviandosi verso il tavolo dei Serpeverde, Rose la bloccò per sussurrarle qualcosa all’orecchio.
«Vai pure, cugina cara, ti osserverò mentre te lo mangi con gli occhi» Poi la Weasley con un sorrisetto compiaciuto si andò a sedere vicino a suo fratello Hugo, mentre Lily, più rossa di un pomodoro fin troppo maturo, raggiungeva il tavolo dei Serpeverde.
«Tutto bene, Lils?» Le chiese Albus quando sua sorella si mise seduta vicino a lui.
«Tua cugina è fuori di testa» Disse Lily per poi lanciare un sospiro.
«Quale precisamente delle mie cugine?»
«Rose»
«Capisco, saranno gli esami»
Lily poi iniziò a mangiare quel che aveva nel piatto non curandosi nemmeno di cosa fosse, ma era fin troppo evidente che il destino non voleva che quella poltiglia gialla arrivasse al suo stomaco.
Rischiò di strozzarsi con il purè non appena sentì la voce di Scorpius salutare lei e suo fratello, entrambi, insieme e…era davvero il suo nome quello uscito dalla bocca di Scorpius? Il suo nome di battesimo, non Potter, non nessun’altro nomignolo sgradevole che il ragazzo aveva trovato da quando Lily era in quella scuola, ma il suo nome.
Poi Lily sputò non con molta grazia ciò che aveva in bocca quando Scorpius le chiese come avrebbe passato le vacanze.
Infine, quando i due migliori amici se ne andarono, lasciando Lily a finire il suo purè, lei era ben felice di mettere qualcosa nello stomaco, ma arrivò Dominique a sedersi vicino a lei con una notizia a dir poco succulenta appena ascoltata al tavolo dei Corvonero.
«La Zabini si è appena fatta scappare che i Malfoy organizzeranno una festa durante le vacanze, ci saranno tutti i più importanti personaggi del mondo magico, non devo assolutamente mancare» Le disse Dominique battendo le mani.
Lily mandò giù a fatica il boccone, finalmente, e osservò sua cugina con gli occhi sbarrati, possibile che si fossero rimbecillite tutte quante?
«Penso che lo zio Bill preferisca ballare in un tutù fucsia decisamente poco virile nel bel mezzo del Ministero piuttosto che portarti ad una festa organizzata dai Malfoy» Le disse Lily, le balenò in testa la figura di suo zio Bill con indosso un tutù e fece una faccia a dir poco inorridita, la voce di Dominique spazzò via quell’immagine non poco imbarazzante di suo zio e riportò Lily alla realtà.
«Già, ma arriverà mia zia Gabrielle dalla Francia e io convincerò lei e mia madre a partecipare a quella festa» Disse fiera di se Dominique, il suo piano non faceva una piega, Lily doveva ammetterlo.
Dominique si allontanò, e Lily guardò il suo purè di patate sconsolata, prese la borsa con i libri che giaceva ai suoi piedi e se la mise in spalla con l’intento di posarla in Sala Comune, la sua ultima lezione sarebbe stata Erbologia, nella serra non usavano mai il libro e poi il professor Paciok non seguiva la teoria, preferiva affrontare argomenti che avessero un collegamento tra loro piuttosto che seguire il livello di difficoltà.
Giunta la sera, Lily fece il suo baule, addirittura senza l’aiuto della magia per quanto era felice di uscire da quella scuola, da quel covo di pazzi.
Quella  stessa scuola che era diventata piena di cugine che per la testa avevano solo stramberie degne di un manicomio, fratelli fin troppo protettivi, giocatori di Quidditch un po’ troppo montati e ragazzine di dodici anni con bamboline vudù alla mano.
Una settimana lontana da tutto quello non poteva che giovare alla sua salute fisica e soprattutto mentale, messa a dura prova durante l’ultimo mese.







NdA:
Premettiamo un paio di cose prima che un'orda di Potterhead inferociti mi si rivolti contro. ^^
-Gazza è una vecchio decrepito che non si tiene in piedi, e oggi a scuola una mia amica (se non assidua lettrice e mia fanZ numero uno) mi ha fatto notare che Mrs Purr doveva essere morta da un pezzo, così il gatto c'è ma non sppiamo il nome, saranno i cuccioli, boh.
-Lily è una mezzosangue, (anche se io pensavo di no AHAHAHA) dopo varie ricerche ho realizzato che anche se Ginny è una purosangue, Harry è comunque un mezzosangue, perchè Lily Senior (?) era una babbana, peeeerciò Lily Luna è una mezzosangue.
Non si capisce una mazza ma okay D:
Adesso, voglio un grande applauso per il balletto di Bill nell'atrio del Ministero *^*
Detto questo, vi anticipo che l'ottavo capitolo ho cominciato già a scriverlo e sarà moolto di passaggio, infondo un capitolo nato in una sera molto sclerotica (?) come quella di ieri non può che essere di passaggio, quindi non sarà una cosa seria :3
Adesso sparisco e vado a studiare (già devo farlo anche io D:)
Baci,
Marianne



 

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Capitolo 8
*** Una famiglia apparentemente (a)normale. ***




8.   Una famiglia apparentemente (a)normale.
 

Quando Lily arrivò a King’s Cross respirando l’aria di Aprile non poteva che sentirsi bene, aveva riposato per tutto il viaggio e fu quasi felice di rivedere i suoi petulanti genitori.
Petulanti, ironici, odiosi, schiantabilissimi genitori.
Scese dal treno saltellando, come invasa dalla gioia, quando tornava a casa era sempre così felice, niente scuola, niente professori, niente Scorpius a farla finire in presidenza.
La pace più assoluta, in parole povere.
C’era un viavai di gente alla stazione, genitori che prendevano i figli più piccoli, ragazzi dell’ultimo anno che evitavano in qualsiasi modo i genitori.
Quella scena le ricordò James qualche anno prima, che cercava di scappare alla vista dei suoi genitori per passare gli ultimi sgoccioli di tempo con la sua fidanzata.
Lily se lo ricordava bene, perché quella fu l’unica relazione che James tenne in piedi per più di due mesi.
Kate Spencer, così si chiamava la fortunata, non era neanche male, era il tipo di James a dirla tutta.
Capelli lunghi e ondulati, aveva gli occhi chiari ma non troppo, quello che la povera Kate non aveva imparato era che se salutavi James Potter alla stazione di King’s Cross con un bacio passionale prima dell’inizio delle vacanze estive, non lo avresti rivisto mai più.
E non solo perchè James Potter cambiava fidanzata con la stessa frequenza di come cambiava le mutande, ma anche perchè le ragazze erano tutte così uguali per lui, che alla fine era arrivato a non trovarci più niente di interessante, in loro.
Tutta la sua famiglia era ignara di ciò, e lui preferiva non dire ai suoi genitori che non avrebbero mai conosciuto la loro nuora.
«Lily, Albus, come state?» Gli chiese Ginny abbracciandoli.
Ginny a volte – o la maggior parte del tempo – riusciva a farsi odiare dai suoi figli, ma era pur sempre la loro mamma, doveva solo rendersi conto che non erano più i bimbi di una volta, che erano cresciuti, doveva rendersi conto che Albus ormai era quasi un uomo, e Lily una quindicenne ribelle a cui serviva un po’ di libertà.
Non poteva certo biasimare sua figlia, era stata un’adolescente anche lei e non aveva dato certo poche gatte da pelare a sua madre e a suo padre quando era nel fiore degli anni.
Si perse nei ricordi della sua giovinezza, a quando si era messa con Harry tra le mura di Hogwarts, con una guerra pronta a scoppiare da un momento all’altro;
A quando aveva lottato con i suoi amici mentre la scuola era assediata dai Mangiamorte;
Ripensò alla pace, al tempo che ci fu per piangere il suo fratello defunto, – e qui sentì gli occhi inumidirsi un poco – alla sensazione di libertà che sembrava avvolgere il mondo magico dopo la caduta del Signore Oscuro.
Quelli sì che erano bei tempi.
«Bene, mamma» Risposero i due ragazzi quasi in coro, riportando la signora Potter alla realtà, con un sorriso angelico in faccia, Lily assecondava sua madre come non mai, che si fosse dimenticata della dovuta punizione?
Ovvio che no, Ginevra Potter non dimenticava, in qualunque situazione si trovasse.
Vicino a Harry e Ginny, c’erano gli immancabili Ron ed Hermione, in attesa dei loro due figli.
«Buon cielo, Ron!» Esclamò Hermione afferrando il braccio del marito «Quel ragazzo appena sceso dal treno con un libro in mano è davvero Hugo? Il nostro Hugo?»
«Sì, cara, credo proprio che sia lui» Rispose Ron abbozzando un sorrisetto.
Lily si girò, e per un attimo credette che qualcuno avesse lanciato un incantesimo allungante alla sua mascella.
Hugo stava leggendo un libro.
Se Hugo leggeva, Lily pensò che sua madre avrebbe potuto cominciare a preparare biscotti  tutte le domeniche, che James sarebbe riuscito a pulire la casa da cima a fondo, che Albus avrebbe potuto prendere una misera A in Pozioni e improvvisamente l’idea di suo zio Bill che ballava in un tutù fucsia nell’atrio del Ministero non le sembrò poi così strana.
«Rosie, cosa hai fatto a tuo fratello?» Chiese Ron a sua figlia, cominciando a pensare che i geni Granger avessero influenzato anche lui.
«Nulla» Rispose meccanicamente Rose girandosi verso Hugo.
«Per le mutande di Merlino, Hugo!» Esclamò Rose felice.
Hugo alzò la testa del libro che teneva in mano e osservò la sua famiglia preoccupato, sembravano tutti impazziti, più di quanto non lo fossero già, che fosse giunto il momento di cominciare a preoccuparsi?
«Si?»
«Cosa leggi, caro?» Chiese Hermione avvicinandosi a suo figlio.
«La biografia di un calciatore babbano» Rispose il ragazzo.
Improvvisamente l’espressione gioiosa sul viso di madre e figlia si tramutò in delusione.
Rose pensava che suo fratello avesse cominciato a capire il senso della vita mettendosi a studiare, ma le sue fantasmagoriche e decisamente irreali idee svanirono quasi subito.
Hermione invece dovette ricostruire i suoi dubbi sul fatto che Hugo fosse veramente figlio suo.
Davvero lo aveva portato in grembo per ben nove mesi? Beh, otto a dir la verità, era nato prematuramente di un mese, forse era quella la causa di tutto.
«Dai Hugo, pensa che nonno Arthur sarebbe fiero di te» Lo rincuorò Lily con una pacca sulla spalla, da brava cugina qual’era.
Hugo annuì distrattamente mentre si ributtava a capofitto tra le pagine di quel libro, Lily inclinò la testa per leggerne il titolo «E poi, se mai dovessi conoscere questo David Beckham saprai tutto di lui, no?» Continuò suo cugina ma Hugo non le dava ascolto, a dir la verità non sapeva nemmeno cosa stessero blaterando tutti.
La rossa sbuffò esasperata quando notò che Hugo non la stava ascoltando, quel ragazzo era davvero un ingrato.
Lei lo rincuorava e lui continuava a leggere quello spreco cartaceo!
Dopo i convenevoli tra cognati e migliori amici, i Weasley andarono via, mentre Rose cercava di strappare il fascicoletto dalle mani di Hugo per esaminarlo, non era un libro vero e proprio ma le foto sopra non erano affatto male.
Rose poi cambiò repentinamente di umore restituendo il libro a suo fratello, cadde di nuovo in una delle sue fasi depressive a causa degli esami durante le quali alternava risolini isterici a vere e proprie sfuriate di rabbia.
Lily provò un po’ di pena per suo cugino Hugo, costretto a passare i prossimi sette giorni sotto lo stesso tetto di quel pericolo ambulante.
I Potter stavano per andarsene quando Albus fu fermato da Scorpius, strano che non si fossero salutati sul treno, quei due erano peggio di due caramelle al miele ricoperte di zucchero a velo, sempre appiccicati in ogni occasione, ma non si stancavano mai?
Ah, gli uomini com’erano complicati.
«Al, ci vediamo dopo le vacanze» Gli disse Scorpius dopo una serie di insulti infantili e bonari dando una pacca sulla spalla all’amico.
Draco Malfoy guardava accigliato suo figlio, doveva aveva la testa quel ragazzo quando gli aveva detto di non dare confidenza ai Potter? Non sopportava l’idea di averne uno in giro per casa quando c’erano delle vacanze.
Le vacanze erano fatte per rilassarsi e San Potter in miniatura nella sua stessa casa non gli sembrava affatto la personificazione del relax.
Per non parlare di sua moglie Astoria, aveva deciso di invitare i Potter alla festa che sua madre aveva organizzato, era impazzita? Infondo erano pur sempre dei maghi nobili ed educati, non stava bene invitare alcune persone piuttosto che altre, e poi come si poteva non invitare il salvatore del mondo magico? Ecco con quali motivi sua moglie l’aveva convinto.
Fosse stato per lui, non avrebbe mai permesso allo Sfregiato di entrare in casa sua.
Ritornò a guardare suo figlio, perché ci metteva così tanto?
«Buona settimana» Gli disse Albus, Lily non prestava attenzione ai convenevoli dei due amici.
«Anche a voi, ciao Al, ciao Lily!» Disse infine Scorpius, quando sentì il suo nome pronunciato un’altra volta da lui, Lily alzò la testa e lo guardò incredula, era più che sicura che Albus gli mettesse qualcosa nel tè ogni mattina.
E per fortuna che Lily non aveva nulla in bocca, altrimenti avrebbe fatto la fine del famoso purè di patate che non era mai riuscita a finire.
«Lily, chiudi la bocca o entreranno le mosche» Le disse suo fratello guardandola confuso.
Lily, riportata alla realtà, sospirò e se le folli idee di sua cugina Rose cominciassero ad avverarsi, ad avere qualche fondamenta?
Lily scosse la testa. No e poi no, a lei non poteva piacere Malfoy, Scorpius Malfoy, quel Malfoy.
Era fuori da ogni canone, illogico, impossibile e assolutamente fuori discussione.
E poi Lily non ce la vedeva Rose con una sfera di cristallo davanti agli occhi a predire il futuro della gente, come quella pazza della Cooman – già era svitata ai tempi di Harry Potter, figuriamoci ora! –
Rose non era una veggente, quindi non prediceva il futuro, quindi a Lily non piaceva Scorpius Malfoy.
Tutto filava, nessun intoppo, nessuna piega.
L’apparentemente felice e del tutto normale famigliola si allontanò verso l’uscita della stazione, erano tutti e quattro in silenzio ma ognuno nella propria testa pensava a qualcosa di diverso.
Ad esempio Albus pensava a come sottrarre a Lily la camera di James che la sua furba sorella aveva occupato dopo che il maggiore dei fratelli Potter se ne era andato di casa.
Ginny pensava a come avrebbe reagito sua figlia Lily quando le avrebbe detto dell’invito alla festa che quella mattina stessa i Malfoy avevano fatto recapitare a casa Potter.
Dato che sua figlia era, per certi versi, uguale a suo padre, pensò che non ci fosse punizione migliore che portarla ad una festa organizzata dai Malfoy e quasi non diede peso a ciò che aveva escogitato dieci giorni prima.
Harry si chiedeva – e soprattutto sperava –  se sua moglie non avesse perso il buon gusto che aveva qualche anno prima a proposito di lingerie e di camicie da notte, e decise che lo avrebbe testato quando i ragazzi sarebbero tornati ad Hogwarts.
Infine Lily, aveva visualizzato la sua stanza, prima appartenuta a James, e successivamente il suo letto, con l’intento di passarci quell’intera settimana senza alcuna preoccupazione per la testa, infondo era l’ultima settimana che aveva prima di iniziare una terapia intensiva di studio.
Lily sorrise, sarebbe stata una settimana piena di tute grigie, calde coperte e tanta, tanta cioccolata.
La parte normale della stazione King’s Cross pullulava di babbani, che osservavano confusi i grandi bauli dei due ragazzi, si aspettavano delle normali valigie, era così tutti gli anni, ormai ci avevano fatto l’abitudine.
Una volta usciti in strada si smaterializzarono a casa senza essere visti da occhi indiscreti, per quanto Lily ci provasse non riusciva a bloccare la nausea dopo ogni smaterializzazione, non vedeva l’ora di cominciare l’anno seguente solo per le lezioni che avrebbe seguito, le uniche lezioni che avrebbe seguito volentieri.
Ginny era rimasta fin troppo in silenzio per i gusti dei suoi familiari, aveva dimenticato qualcosa, qualcosa di importante.
La cena era pronta, la casa era pulita, aveva letto l’invito dei Malfoy e dopo averne parlato con suo marito, l’aveva poggiato sul tavolo della cucina.
Ecco cosa dimenticava! Doveva togliere dal tavolo quel pezzo di carta prima che i suoi figli se ne accorgessero, ma l’urlo che lanciò Lily dalla cucina una volta che tornarono a casa, le fece capire che era troppo tardi.
Lily prese la pergamena di elegante fattura tra le mani, la lesse e rilesse più volte, non c’era ombra di dubbio, proveniva da casa loro, se annusava quella lettera Lily ricordava il profumo che aveva sentito quel Gennaio quando era andata in quella casa a studiare con Albus e Scorpius.
Brutti ricordi. Davvero brutti, brutti ricordi.
Quello non era l’invito a quella famosa festa a proposito della quale Dominique vaneggiava il giorno prima.
Non poteva essere.
Per un attimo pensò all’ipotesi di barricarsi in camera, lanciare qualche incantesimo alla porta e alla finestra per non far entrare nessuno, poi però si ricordò di sua madre che il Natale prima l’aveva minacciata di lanciarle una delle sue fatture se solo non fosse venuta a quella festa di Auror con loro.
Rabbrividì, sua madre arrabbiata non era esattamente una bella visione e si augurò di non doverla vedere mai più in quello stato, perciò si auto convinse che quella festa, dopotutto, non sarebbe stata così male.
Cosa potrebbe mai accadere ad una festa organizzata dai Malfoy in persona, nella loro residenza festiva, alla quale sono sicuramente stati invitati i maghi più illustri e importanti dell’intera Inghilterra? Pensò Lily una volta sola, scoppiando in una risata isterica.
E qui bisogna proprio dirlo: quelle furono le ultime parole famose.





NdA:
E ancora una volta sono riuscita ad aggiornare decentemente in tempo.
Diciamo che questo capitolo può essere considerato di passaggio (i fatti succulenti accadranno nel prossimo °w°) anche se, si possono capire alcune cose che io ho voluto mascherare un po' perchè non voglio spoilerarvi tantissimo. *coff* James Sirius Potter *coff*
Dicevamo? Ah sì, che è un capitolo di passaggio, non uccidetemi altrimenti non avrete il prossimo, mwuahahaha.
Precisiamo che non seguo David Beckham e non so nemmeno in che squadra giochi o se giochi ancora in qualche squadra °^° però è il primo calciatore inglese che mi è venuto in mente, e stava anche sul mio libro di inglese dell'anno scorso, credo, quindi...
Okay, adesso sparisco, spero vi sia piaciuto :3
Alla prossima,
Marianne

PS: come li scelgo i nomi dei capitoli io, non li sceglie nessuno.

 

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Capitolo 9
*** Baci equivoci in casa Malfoy. ***




9.   Baci equivoci in casa Malfoy.
 


Lily si guardò allo specchio per un’ultima volta, non sarebbe uscita da quella stanza nemmeno se l’avessero pagata oro.
Aveva un abito rosa pallido lungo, che toccava terra, delle scarpe – ahimè – col tacco nere, i suoi capelli erano tirati su, acconciati con uno chignon, Ginny era stata più di un’ora a sistemare i capelli a sua figlia.
Purtroppo un boccolo rosso era sfuggito all’acconciatura e dato che Ginny non aveva né la voglia né il tempo di ricominciare tutto da capo, lo lasciarono solitario.
Qualche colpo alla porta destò Lily, era un tocco troppo gentile per essere quello di sua madre, riconosceva i membri della sua famiglia persino da come bussavano la porta.
«Entra, Al» Gli disse la ragazza.
Albus entrò in camera della sorella, quanto l’avrebbe voluta lui, era ampia e luminosa, ma purtroppo Lily era stata più veloce ad accaparrarsela.
«La mamma vuole sapere quanto ti manca» Le disse Albus, e come risposta ricevette solo uno sbuffo.
Più che comprensibile dato che negli ultimi dieci minuti aveva mandato o Albus o suo padre a chiederlo almeno una ventina di volte.
«Comunque credo di essere pronta» Disse Lily, forse rivolta più alla sua immagine nello specchio che a suo fratello che stava in piedi davanti alla porta.
Albus portava un abito nero, con una cravatta dello stesso colore, di certo scegliere un abito per loro era semplice, secondo Lily erano tutti perfettamente uguali.
Sbuffò di nuovo riguardandosi.
«Lily smettila, sei bellissima, va bene?» Le disse Albus esasperato.
Lily lo guardò, suo fratello le aveva veramente appena fatto un complimento?
«Non è vero» Disse con un filo di voce, Albus si chiedeva perché le donne fossero così complicate.
Fai un complimento ad una donna e stai certo che questa penserà che la stai prendendo in giro o cose del genere, non puoi semplicemente pensare che abbia veramente una qualche qualità?
Albus afferrò sua sorella per un braccio e la trascinò fuori dalla stanza, poi chiuse la porta con la mano libera. «Siamo pronti, mamma!» Gridò Albus a sua madre intenta a sistemare la cravatta di Harry.
«Sono passati anni e non sai metterti una cravatta decentemente» Sbuffò Ginny rivolta a suo marito.
Lily tossì richiamando l’attenzione di sua madre.
«Siete fantastici ragazzi, Al, aggiusta il colletto della camicia, Lily sicura di non voler mettere nessuna collana o cose di questo genere?» Chiese Ginny.
In un attimo Lily sbuffò come ormai faceva da circa un’ora, Albus cercò di capire cosa non andasse nella sua camicia e Harry  picchiettava le dita su un mobile, impaziente.
«Bene, siamo pronti ad andare» Annunciò Ginny, impeccabile nel suo abito da sera blu.
Dato che presentarsi nel camino del Malfoy non sembrava un bell’arrivo i quattro si  smaterializzarono direttamente fuori dal castello.
Questo, se possibile, era addirittura più grande della casa dove Scorpius viveva, Lily era sicura che quella sera si sarebbe persa e avrebbe dovuto passare il resto della sua vita in una parte del castello, la cosa non le piaceva affatto.
Senza dire una parola, Lily si accostò al fratello osservando ciò che stava attorno a lei: giardini immensi e perfettamente curati, fontane in ogni dove e una volta arrivati all’imponente entrata, si preparò psicologicamente alle seguenti quattro ore che avrebbe passato in quelle mura.
Entrando, rimase abbagliata dal lusso sfrenato che regnava sovrano in quella casa – forse chiamarla casa era leggermente riduttivo – e pensare che i Malfoy ci passavano solo le vacanze in quel posto.
I quadri degli innumerevoli antenati erano appesi alle pareti, i fiori erano stati accuratamente sistemati sui tavolini e il salone principale era ben illuminato.
Lily notò una piccola orchestra, il sinistro segno che ci sarebbe stato un ballo, non sarebbe potuto andare peggio.
Dovete sapere che se Lily era un asso nel Quidditch, agile a veloce a volare su una scopa, a ballare era un completo disastro, già non riusciva a fare un passo come si deve su quelle scarpe mortali, figurarsi a ballare.
Alcuni degli invitati erano già arrivati e si intrattenevano parlando tra di loro alzando qualche volta i bicchieri di champagne in aria, Lily notò Draco Malfoy parlare con alcune persone, per poi fare un cenno di saluto a suo padre Harry.
Vide poi una donna elegante nel suo abito nero, i capelli castani legati in una complicata acconciatura, avvicinarsi a loro, aveva un sorriso amorevole sul volto e guardava Albus.
«Buonasera, Signora Malfoy» La salutò educato suo fratello.
Quella era la madre di Scorpius, sembrava così gentile e simpatica… tutto il contrario di suo figlio.
«Tu devi essere Lily» Disse poi Astoria rivolta a Lily.
Lily annuì e sorrise, aveva capito cosa avrebbe dovuto fare, sorridere ed annuire, annuire e sorridere, e tutto sarebbe andato bene.
La Signora Malfoy continuò a parlare con Albus per un altro paio di minuti, poi si allontanò, probabilmente per andare a salutare altri invitati, pensò Lily.
Invece Astoria salì le scale che portavano ai piani superiori, dove si trovavano le stanze da letto e sentì le frasi esasperate e piuttosto sconnesse di sua suocera, Narcissa.
«Cosa succede?» Chiese entrando nella stanza di suo figlio Scorpius, rendendosi stranamente conto che il trambusto proveniva da lì.
«Astoria, fai ragionare tuo figlio» Esclamò lady Narcissa esasperata.
«Scorpius, cosa hai combinato?» Chiese calma.
«La nonna vuole farmi mettere questo coso» Disse sventolando un papillon nero. «Mentre io credo di stare molto meglio così» Disse sbottonando il primo bottone nella camicia bianca.
Narcissa se ne era andata, era scesa al piano di sotto, probabilmente per riprendere quel che Astoria stava facendo prima di salire al secondo piano.
«Non importa, basta che scendi Scorpius, gli invitati sono arrivati» Gli disse Astoria, mantenendo un tono calmo.
Lei era sempre pacata, non si arrabbiava mai e il più delle volte in una discussione preferiva venirne a capo parlando e ragionando civilmente, invece che passare ad alzare la voce.
La donna se ne andò, lasciando suo figlio che stava ancora guardando la sua figura nello specchio.
I suoi occhi grigi quella sera avevano qualcosa di strano, malinconia, forse?
Si chiese perché dovesse essere malinconico, si sentiva un po’ in colpa per quello che aveva fatto passare a Lily due settimane prima, ma non troppo, infondo si era divertito a sentire la strillettera di Lily riecheggiare per le pareti della Sala Grande, e poi dall’espressione che le aveva visto sul volto dopo la ramanzina di sua madre non sembrava così di cattivo umore.
O forse si?
E dire che di ragazze ne aveva avute, aveva capito – se pur in piccola parte – come funzionava il cervello delle donne.
Era strano e molto contorto ma era dell’idea che quando una donna diceva di si, esprimeva approvazione e non viceversa come dicevano tutti, non erano certo così stupide.
Certo, ogni regola aveva la sua eccezione.
Sbuffò e uscì dalla stanza sbattendo la porta dietro di lui, attraversò il corridoio che l’avrebbe portato alle scale e una volta messo piede sul primo gradino, quasi non inciampò.
Lily Potter era a meno di due metri da lui, con un piede poggiato sul quinto gradino della scalinata e l’altro ancora sul quarto, entrambi erano fermi immobili, si erano visti e si stavano osservando.
Scorpius sembrò uscire dallo stato di trance nel quale era caduto e raggiunse Lily scendendo i gradini che lo separavano da lei.
«Ciao» Disse lei prima che Scorpius potesse aprire bocca.
«Perché stavi salendo?» Le chiese.
«Salutare è passato di moda?» Disse Lily seccata, quella conversazione non era iniziata nel migliore dei modi e sarebbe finita peggio.
Intanto Scorpius si stava maledicendo, perché era così stupido, perché?
«Scusami…buonasera, Lily» Le disse sorridendo.
Lily fece un respiro profondo. «Stavo cerando il bagno» Disse poi rispondendo alla precedente domanda di Scorpius.
Lui sembrò non capire per un momento, poi il suo viso assunse un espressione del tutto calma e rilassata, sapeva che prima o poi si sarebbe pentito di quello che stava per fare.
Porse il braccio a Lily e lei lo guardò stranita.
«Cosa…?» Iniziò lei.
«Ti sto invitando a ballare, Potter» Le spiegò Scorpius, Lily annuì, aveva altra scelta?
Sì quella rifiutare gentilmente l’invito a suon di insulti.
Lily però, nonostante non sapesse ballare, nonostante credeva di odiare Scorpius con tutta se stessa, incastrò il suo braccio con quello di Scorpius e scese le scale con lui.
Solo alcuni secondi dopo si rese conto che lì c’era la sua famiglia, forse c’erano anche i suoi cugini ma non poteva certo tirarsi indietro.
Appena Astoria scorse il figlio con Lily apparve leggermente confusa, poi scosse la testa e fece cenno all’orchestra di iniziare a suonare.
Il suono dei violini si espanse per la sala, Lily seguì Scorpius al centro della pista che si era creata.
«Non so ballare» Sussurrò impaurita mentre erano ancora fermi.
«Segui i miei movimenti» Le rispose in fretta Scorpius prima di cingerle la vita con la mano sinistra e afferrare quella di Lily con la destra.
Iniziarono a ballare, Lily chiuse gli occhi, muoversi non le sembrò così difficile, Scorpius aveva ragione.
Le bastava seguirlo, si muovevano in sincronia, e istintivamente sorrise.
Non un sorriso falso come quelli fatti fino a quel momento per mostrarsi gentile a tutti gli invitati, un sorriso vero, si stava divertendo a ballare, e sembrava aver dimenticato tutte le persone intorno a loro.
Scorpius le fece fare una giravolta, si sorprese quando ritornò davanti a lui ancora in piedi.
«Malfoy, perché ci guardano tutti? Non dovrebbero ballare?» Chiese Lily sottovoce, in modo che solo lui potesse sentirla.
«Sai, è tradizione dei Malfoy che il più giovane apra le danze» Le rispose lui.
Un'altra giravolta.
Stavolta Lily si sentì tirare verso Scorpius, e si ritrovarono più vicini di quando avrebbero dovuto essere.
Chiunque avesse visto Lily in quell’istante, l’avrebbe scambiata per una principessa, il vestito morbido, gli occhi luminosi, le guance appena arrossate dal ballo, ma quello che disse – o meglio, urlò – fu tutt’altro che principesco.
«PORCO SALAZAR, PERCHÉ DIAVOLO NON ME L’HAI….» Iniziò Lily ma la sua frase morì sul nascere, poiché alla sua bocca fu impedito di continuare.
E se Scorpius si sarebbe pentito di aver invitato Lily Potter a ballare, pensò che le conseguenze dell’azione che aveva appena fatto sarebbero state a dir poco catastrofiche.
Già, perché Scorpius stava baciando Lily nel bel mezzo della pista da ballo, con almeno un centinaio di persone che li stavano guardando esterrefatti, ma più di tutti i loro genitori.
«Ginny, dimmi che non è nostra figlia quella che sta baciando Malfoy» Disse Harry con gli occhi sbarrati.
«Io…non…Albus è tua sorella quella?» Balbettò Ginny rivolta al figlio.
«Perché chiedete sempre tutto a me?» Esclamò Albus allontanandosi dai suoi genitori mentre non riusciva a staccare gli occhi da Lily.
Dall’altra parte della stanza Draco Malfoy pensò che ben presto avrebbe avuto il primo e l’ultimo infarto della sua frastagliata vita.
Già era stato un duro colpo per lui sapere che suo figlio era diventato il migliore amico di Albus Potter, vedere che sempre suo figlio stava baciando appassionatamente la più piccola dei fratelli Potter lo avrebbe definitivamente ucciso.
«Astoria, il mio brandy» Annunciò non staccando gli occhi di dosso a tuo figlio.
«Tesoro, sai che non puoi…» Gli disse sua moglie.
«Astoria, dammi il mio maledetto brandy» Disse ancora più alterato.
«Sarà meglio che cominciate a ballare voi due, così distoglierete le attenzioni dallo scempio che sta facendo il mio unico nipote lì in mezzo!» Disse Narcissa, forse alterata più di suo figlio.
I coniugi Malfoy si trascinarono nella pista da ballo e seguendo il loro esempio questa si riempì, Scorpius non ci pensò due volte e cercò di uscire da quella trappola infernale nella quale si era cacciato.
Con se trascinò Lily fino alla rampa di scale dove erano pochi minuti prima.
Chiuse gli occhi, l’avrebbe sicuramente picchiato, schiantato, gli avrebbe lanciato un’ Avada Kedavra o peggio: prima l’avrebbe anche cruciato.
Però Lily non fece nessuna di queste cose, se ne stava immobile di fronte a lui, incapace di elaborare una qualsiasi reazione.
«Devo prendere un po’ d’aria, non venirmi a cercare» Queste furono le esatte parole di Lily che si allontanò in fretta da Scorpius e si diresse verso l’uscita a grandi passi.






NdA:
Aaaaaaw *^*
Salve, avevate ragione, in questo capitolo altro che fuochi d'artififcio, vere e proprie bombe, lol
Comunque, non penso esista nessuna tradizione dei Malfoy, e posso assicurarvi che questa festa durerà almeno altri due capitoli, tanto per allungare il brodo e tenervi sulle spine.
Sì, sono cattiva °w°
Questo (click) è il disegno che una mia compagna di classe ha fatto giovedì scorso durante l'ora di """"grammatica"""" più che altro è l'ora di cazzeggio, ma...dettagli.
Io lo adoro *^* sarà perché a disegnare faccio schifo :') spero di essere riuscita a mettere il link...
Okay, io spero che vi piaccia: intanto volevo ringraziare tutti voi per le 39 recensioni totali, 51 seguiti e 17 preferiti, mi fate commuovere ♥
Alla prossima,
Marianne


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Capitolo 10
*** Alleanza tra padri. ***




10.   Alleanza tra padri.
 

L’aria fuori era fresca e aiutò Lily a ritrovare il senno della ragione.
Malfoy, bacio.
Bacio, Malfoy.
Era tutto quello a cui Lily riusciva a pensare, e sebbene non volesse crederci doveva guardare in faccia la realtà e rassegnarsi al fatto di aver baciato Scorpius Malfoy.
Quel che la preoccupava di più, oltre a ciò che avrebbe detto suo padre una volta a casa, era il fatto che lei non aveva opposto resistenza, non si era arrabbiata, non aveva fatto niente.
Era rimasta impassibile, come una statua.
Gliel’aveva fatta passare liscia, come se niente fosse e non se lo sarebbe mai perdonato.
Sapeva che avrebbe dovuto respingerlo e rifiutare quel bacio ambito da chissà quante ragazze davanti a tutti, e si domandò perché non l’avesse fatto.
I suoi pensieri fortunatamente furono interrotti dalla voce di qualcuno, Lily era dell'idea che se avesse continuato a pensare ancora un po’ la sua testa sarebbe a dir poco esplosa, da una parte sarebbe stato meglio.
Si rese conto però non essere poi così tanto fortunata quando riconobbe che quella era proprio la voce di sua madre.
Porco Merlino figlio di una maganò.
«Lily cara» Cominciò sua madre Ginny, sembrava la reincarnazione di sua nonna Molly quando cominciava a parlare in quel modo. «perché non ci hai detto di avere un fidanzato, tesoro?» Le chiese Ginny sorridendo.
Era totalmente fuori di testa, Lily non si mise le mani nei capelli solo perché li avrebbe rovinati, anche se a quel punto non importava molto.
«Perché io non ce l’ho un fidanzato, mamma» Disse Lily sottolineando il concetto che lei non era fidanzata, tantomeno con Scorpius Malfoy.
«Su non nasconderci l’evidente, l’abbiamo visto tutti» Disse Ginny.
Lily notò suo padre dietro la figura di sua madre, era immobile come se non volesse parlare e questo confortò Lily un po’.
«E poi hai quindici anni, tesoro, è normalissimo» Continuò la donna dai capelli rossi sorridendo a sua figlia.
«No che non è normale» Si intromise Harry «È una bambina»
Lily sbuffò, era una battaglia persa, come poteva far capire ai suoi genitori – e soprattutto a suo padre – che non era una bambina? Sapeva badare a se stessa ormai.
E come gli avrebbe fatto capire che tra lei e Scorpius c’era  solamente l’intera pianura Siberiana? Gelo per tutto l’anno, gelo e ancora gelo.
Quel che c’era tra di loro era freddo e ghiacciato e non si sarebbe mai sciolto in qualcosa di più della semplice indifferenza, o dell’odio reciproco.
«Lily, sei qui fuori?» Quella voce.
Non poteva essere uscito a cercarla, avrebbe confermato i sospetti di Ginny e avrebbe fatto infuriare Harry ancora di più.
«Giuro che lo schianto» Sibilò Lily a denti stretti.
«Ah, l’amore, ti lasciamo sola» Annunciò sua madre afferrando Harry per il braccio e avviandosi verso l’entrata.
Questi incrociarono Scorpius Malfoy mentre rientravano nell’imponente tenuta estiva dei Malfoy, e Harry lo incenerì con lo sguardo, nessuno poteva baciare la sua principessa.
«Lily, ecco dov’eri!» Esclamò Scorpius scorgendo Lily seduta su una panca.
«Quale parte della frase “non venirmi a cercare” non ti è chiara, Malfoy?» Disse Lily sospirando.
«Sono qui per parlarti di due cose» Rispose Scorpius ignorando la domanda che gli era stata fatta.
Quella ragazza era impossibile, l’aveva baciata e ora sembrava odiarlo ancora più di prima, ma cosa aveva di sbagliato?
«Non mi interessa» Disse Lily alzandosi.
«Invece credo di sì, quel bacio tu lo volevi, vero? Non provare a dirmi il contrario» Disse Scorpius, si mise di fronte a lei e la guardò negli occhi, in quegli occhi castani così diversi dai suoi grigi e freddi, gli occhi di Lily erano caldi, luminosi ed erano bellissimi.
Lily deglutì, come poteva mentire con il suo sguardo magnetico puntato dentro di lei?
Sì, perché quando Scorpius Malfoy la guardava sembrava perforarle l’anima con quegli occhi freddi e grigi come la lama di una spada.
«Io…no, non volevo baciarti, mi ha fatto piuttosto schifo» Disse Lily sorpresa delle sue stesse parole solo dopo aver distolto lo sguardo, improvvisamente il prato perfettamente tagliato era diventato molto interessante, avrebbe dovuto prendere lezioni di giardinaggio da chiunque si occupasse di quel prato.
«Ripetilo» Le disse Scorpius prendendole il meno tra due dita e costringendola a guardarlo negli occhi.
«Lasciami, Malfoy» Lily si divincolò dalla presa di Scorpius che sorrise compiaciuto.
I suoi sospetti forse erano veri.
Lily si sentiva ancora più confusa di prima, lui aveva ragione: lei quel bacio si era sorpresa a volerlo, come fosse un bisogno primario, come se senza non potesse vivere.
Come se fosse ossigeno.
Ciò spiegava perché non l’aveva spinto via e non aveva reagito malamente una volta lontani da occhi indiscreti.
«Cos’altro vuoi?» Chiese Lily dopo aver preso un respiro molto profondo.
«I miei credono che stiamo insieme, e mia madre vuole conoscerti meglio» Disse Scorpius.
«Cosa? Io non fingerò di essere la tua ragazza, scordatelo» Ribatté Lily.
Era fuori discussione. No. Pas. Nada. Niet.
«Solo per questa sera, ti prego, Lily» La implorò Scorpius, doveva essere davvero caduto in basso per implorare qualcosa a lei.
Lily scosse di nuovo la testa, decisa e con un grande rifiuto impresso nella mente.
«Farò tutto ciò che vorrai, ti prego, non voglio deludere mia madre» Le disse Scorpius afferrandola per un polso.
Lily sospirò e si voltò verso di lui osservando la sincerità nei suoi occhi.
«Tutto ciò che voglio?» Ripeté incredula di ciò che Scorpius aveva appena detto.
Scorpius annuì, sperando che Lily avrebbe accettato.
«Affare fatto, Malfoy» Disse Lily stringendogli la mano, era una proposta allettante e se il prezzo da pagare era fingere di essere la ragazza di Scorpius per una sera, avrebbe anche potuto sopportarlo.
Chiuse gli occhi  sospirò, finse di essere tranquilla quando un espressione totalmente serena si dipinse sul suo volto.
Con leggera riluttanza Lily prese la mano di Scorpius e rientrarono nel castello, facendosi strada per arrivare dove Draco e Astoria Malfoy stavano parlando tra di loro.
Stavano parlando di una cosa seria a giudicare dal viso pallido di Draco – e fidatevi, era più pallido del solito – e Astoria che continuava ad alzare gli occhi al cielo dopo ogni frase pronunciata dal marito.
Lily osservò il signor Malfoy: sembrava volesse affogare nel bicchiere di champagne che teneva in mano, perché nessuno aveva inserito del Brandy nel menù di quella festa?
Che staff  incompetente, li avrebbe licenziati uno ad uno.
«Mamma, papà…» Iniziò Scorpius tossendo per richiamare l’attenzione dei genitori.
Se Draco Malfoy avesse voluto affogare nello champagne che gli era appena andato di traverso, Lily avrebbe voluto scavare una voragini fino al centro della terra e caderci dentro, magari oblivando tutti senza che nessuno si ricordasse della sua presunta esistenza.
«Lei è Lily, la mia ragazza, ma penso lo sappiate già» Disse completamente disinvolto.
Ma come fa? Pensò Lily, lei era sicura di essere rossa in viso, non riusciva a muovere un muscolo e pensava di avere una paralisi facciale, poiché non faceva che sorridere quando erano rientrati.
Scorpius le diede un leggera gomitata per farla svegliare dallo stato di trance nel quale era caduta.
«Sì, io… buonasera» Disse Lily completamente paonazza in volto.
Astoria cominciò a parlare di come fosse contenta per loro, gli augurava di rimanere insieme il più possibile e gli diceva  con un po’ di fortuna sarebbero rimasti insieme per tutta la vita.
L’ultima affermazione della signora Malfoy fu percepita da Lily come fosse una barzelletta, tant’è che la ragazza scoppiò a ridere sotto gli sguardi confusi di madre e figlio.
Scorpius però, dopo aver calmato la sua ragazza dall’inarrestabile crisi di risate che l’aveva colpita, guardò sua madre.
Cosa gli aveva appena detto?
Non era possibile che sua madre, Astoria Greengrass in Malfoy, avesse appena dato la sua benedizione al presunto fidanzamento di suo figlio con Lily Potter.
Doveva esserci qualcosa di molto forte nello champagne quella sera, adesso capiva perché suo padre preferiva il brandy.
«Quand’è che avete capito di essere innamorati?» Chiese Astoria rivolta principalmente a Lily come tutte le neo-suocere che si rispettino.
«Mamma…» Iniziò Scorpius, visibilmente imbarazzato.
«Dopo una partita di Quidditch» Rispose Lily che aveva magicamente ritrovato la parola, quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare e Lily Potter non era certo il tipo che si fermava di fronte ad una situazione come quella, anzi, si stava perfino divertendo.
«L’ultima che avete giocato?» Chiese ancora Astoria con velo di preoccupazione negli occhi, era la partita da dove era nata quella scintilla tra Lily e Scorpius destinata a morire sul nascere.
I due ragazzi annuirono contemporaneamente mentre Draco rischiava di strozzarsi con lo champagne.
«Lily è rimasta in Infermeria con me per tutta la notte» Disse Scorpius.
Ipocrita, bugiardo, e…un momento, lei era veramente rimasta tutta la notte con lui, solo che Scorpius non lo sapeva perché dormiva come un bradipo in letargo e Lily era entrata ed uscita dall’infermeria prima che lui potesse accorgersene.
Draco Malfoy, completamente disgustato dalla scena che aveva davanti, si era alzato, aveva appoggiato il suo – ormai vuoto – bicchiere di champagne, che era un attentato alla sua vita, da qualche parte e stava camminando velocemente verso Harry Potter.
Aveva un piano in mente e se conosceva Potter quanto credeva, attuarlo non sarebbe stato affatto difficile.
«Potter, devo parlarti, molto urgentemente» Gli disse con un tono gentile non appena Harry finì di parlare con qualcuno di dubbie conoscenze.
«Dimmi pure» Rispose Harry.
I due colleghi si isolarono uscendo dal castello, quando furono sul prato del giardino, lontani da orecchi indiscreti, Draco cominciò a parlare di quelle che secondo lui erano cose serie.
«Potter, né tu né io approviamo la pseudo-relazione tra i nostri figli, giusto?» Chiese Draco Malfoy aspettandosi una risposta ovviamente affermativa da Harry.
«Giusto, Malfoy» Rispose Harry annuendo.
«Bene, ho una proposta: faremo qualsiasi cosa in nostro potere per impedire ai nostri figli di frequentarsi, va bene?» Chiese Draco Malfoy con un ghigno degno di un Serpeverde sul volto.
Harry esaminò la proposta dal suo collega, non sembrava affatto male, per una volta quel Mangiam…quell’uomo aveva avuto un’idea piuttosto intelligente.
«Va più che bene; parlerò con Lily, e poi Albus potrebbe…insomma è il migliore amico di…tuo figlio» Disse Harry annuendo, evitando che gli scappasse qualche sottospecie di insulto verso l’essere che aveva baciato sua figlia.
«Bene, io mi occuperò di Scorpius e dirò a mia nipote di scambiare due chiacchiere con tua figlia» Ribatté prontamente Draco Malfoy.
Da quando Lily era amica di Eleanor Zabini? Strano, a dir la verità, ma Harry non ci diede molto peso.
I due sorrisero e per la prima volta in tutta la sua vita, Harry Potter si era alleato con Draco Malfoy, il mondo sarebbe potuto finire da un momento all’altro per chiunque conoscesse Harry.
Draco stesso non riusciva a credere che Harry avesse accettato la sua proposta, però era per una buona causa, non avrebbe mai permesso che nelle vene dei suoi nipoti scorresse lo stesso sangue dei Potter.
Era inconcepibile, se solo suo padre Lucius avesse saputo cosa stava succedendo si sarebbe rivoltato nella tomba.
Ammise a se stesso di esagerare un po’, era solo un amore adolescenziale dopotutto, ma la cosa non gli andava comunque a genio, suo figlio non poteva stare con Lily Potter.
I pensieri dei due padri erano molto simili in fondo, mentre Draco disprezzava con tutto se stesso i Potter, nonostante si fosse appena alleato con il più grande, irritante e pericoloso di questi, con il loro capobanda, Harry era fermamente convito che non avrebbe permesso mai e poi mai che i geni Malfoy influenzassero la sua dolce, piccola, tenera e innocente figliola.
La sua unica figlia femmina.
Lily era la sua principessa e lo sarebbe sempre stata, Scorpius Malfoy avrebbe fatto meglio a sparire dalla circolazione e dalla vita di sua figlia se teneva alla pelle e ai suoi finti capelli biondi.





NdA:
Sono tornaaaaata :3
E, wow, siamo già al capitolo 10, è passato tutto così in fretta *^*
Questo sarà uno spazio autrice molto striminzito perchè sono già le tre e qualcosa e io domani ho due compiti in classe, e in teoria non avrei manco dovuto accendere il pc, ma dato che ieri ho finito il capitolo mi sembrava ingiusto non metterlo, quuuuindi, siatene felici :3
Vi anticipo che Eleanor Zabini è stata creata per essere odiata,comparirà solo successivamente nella storia (anche se qualche cosuccia gliel'ho già fatta fare), voi la odietere perchè...l'ho creata io, quindi dovrei saperlo perchè ç_ç vabbè, lasciamo stare.
E così Harry e Draco si sono alleati, non avrei mai pensato di dover scrivere una cosa del genere in vita mia, ma come si dice? A mali estremi, estremi rimedi, e tutto ciò è decisamente estremo, comunque, sono degli adulti che si comportano come ragazzini per salvare l'onore della famiglia, me gusta (:
Doveva essere corto, lo spazio autrice, ma io come sempre mi dilungo veramente troppo, tant'è che sono passati già cinque minuti da quando ho scritto "NdA" :')
Si spera che con il ponte abbia più tempo per scrivere, ma so che i miei prof mi vogliono così bene che non mi permetteranno di sentire la loro mancanza e mi riempiranno di compiti, non sono dolcissimi? ^^"
Okay, ora sparisco tra i miei adoratissimi aoristi passivi e verbi politematici (brutta cosa il greco).
Alla prossima :33
Marianne






 

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Capitolo 11
*** I più buoni ci rimettono sempre, in un modo o nell'altro. ***




11.   I più buoni ci rimettono sempre, in un modo o nell'altro.



James Potter sosteneva che la vita andasse vissuta appieno, senza mai perdersi nulla.
E sebbene fosse rimasto a dir poco scioccato – se non inorridito – dal fatto che sua sorella stesse con Malfoy, si disse che se Lily era felice allora per lui andava bene.
Certo,  Scorpius Malfoy non gli andava affatto a genio, non era il ragazzo ideale per Lily, anzi, se fosse stato per lui nessun ragazzo sarebbe stato quello giusto per Lily, dannata gelosia fraterna!
Si era allontanato da Teddy e Victoire che si stavano scambiando dolci effusioni in pubblico, la cosa gli dava parecchio fastidio, e non perché lui non aveva una ragazza, anzi, ne aveva avute fin troppe, e in tutti quegli anni non aveva mai capito perché le rifiutasse tutte, perché ne cambiava una ogni settimana, quel motivo però l’aveva scoperto non appena era uscito da Hogwarts, e sempre quel motivo cambiava il colore dei suoi capelli a suo piacimento.
Non che a Teddy piacesse starsene tutto il tempo Victoire, però lei aveva deciso di dargli una mano per mascherare il tutto con gli altri parenti, doveva ringraziarla.
Qualche metro più lontano, Lily e Scorpius stavano ancora parlando con Astoria del loro presunto primo bacio.
«Scorpius, fai conoscere Lily alla nonna» Disse la signora Malfoy incitando suo figlio.
Sarebbe scoppiata una guerra familiare, Lily se lo sentiva, un’altra bugia su quanto loro due fossero perdutamente innamorati e qualcuno lì dentro avrebbe diseredato Scorpius.
«Non credo sia una buona idea, mamma» Disse Scorpius.
«Suvvia, Lily è una così cara ragazza!» Esclamò la donna spingendo i due ragazzi verso la poltrona dove Narcissa Malfoy era seduta mentre sorseggiava un po’ di champagne e parlava con il ritratto di suo marito, che si limitava ad annuire.
«Signora Malfoy, io…» Iniziò Lily che aveva il sospetto che la nonna di Scorpius non l’avrebbe ritenuta così simpatica come sua madre.
«Chiamami pure Astoria» Le disse la donna sorridendole.
«Astoria – si corresse Lily – mi piacerebbe davvero tanto, ma mio fratello James mi sta chiamando, deve essere una cosa seria» Disse Lily cercando di costruire un improbabile scusa.
«Confermo» Disse Scorpius.
«Beh, avremo altre occasioni» Disse Astoria, Lily la salutò fingendo un sorriso e si avviò a grandi passi verso suo fratello James.
Era proprio quello che le serviva, a dir la verità, dopo la conversazione con i suoi genitori fuori dal cortile, non aveva molta voglia di ritornare a casa, l’avrebbero aspettata le domande di sua madre e l’epico rimprovero di suo padre.
Harry Potter era un tipo calmo, non si arrabbiava facilmente, ma quando succedeva era meglio mettersi ai ripari.
E quale miglior rifugio se non la casa di James e Teddy?
Avrebbe chiesto asilo a James, e lui non gliel’avrebbe negato di certo, quante volte si era cacciato nei guai e aveva fatto di tutto pur di sfuggire all’ira dei genitori?
Non sarebbe stato lui che avrebbe fatto la predica a Lily.
La ragazza si stava avvicinando a suo fratello, questo la salutò con un cenno della mano e un sorriso sul viso, posò il bicchiere che qualche cameriere gli aveva affibbiato su un tavolino e le corse incontro.
James adorava Lily, era la sua piccola sorellina, la bambina a cui tirava i capelli quando era piccola facendola piangere e scalciare come non mai, una volta aveva anche rischiato di rompersi in naso a causa sua.
Le voleva bene e non avrebbe mai lasciato che qualcuno le facesse del male, ragion per cui se qualcuno ci avesse provato avrebbe fatto meglio ad emigrare dall’altra parte del mondo e a cambiare nome, se non voleva assaggiare la furia di James.
«James!» Esclamò Lily gettandosi tra le braccia del fratello. James la prese al volo sollevandola da terra e facendole fare qualche giro in aria, poi la rimise giù.
«Mi serve il tuo aiuto, fratellone, e prima che tu lo chieda: no, io e Malfoy non stiamo insieme» Disse Lily tutto d’un fiato.
«Una cosa per volta, mia dolce Lils» Disse James che stava ancora riflettendo sulle parole della sorella.
«Tu non stai con Malfoy, e questo mi fa piacere ma lo hai baciato e stavi parlando con i suoi genitori…» Disse ancora James visibilmente confuso.
«Ti spiegherò tutto quando torneremo a casa tua» Disse Lily convinta.
Il viso di James assunse un’espressione ancora più confusa.
«Puoi ospitarmi almeno finché non finiscono le vacanze? Ti prego, James, per favore» Lo supplicò Lily.
«Io…sì, credo, tanto Teddy e Victoire restano in Francia per almeno due giorni» Disse James triste e schifato allo stesso tempo.
«Ti adoro James, grazie, grazie, grazie! Andiamo a dirlo a mamma e papà» Lily piena di euforia prese James per un polso e trascinò il fratello per l’enorme sala, finché non trovò i suoi genitori impegnati in una conversazione piuttosto seria.
Non aveva la minima idea invece, di dove si fosse andato a cacciare Albus, ma poco le importava, avrebbe passato i prossimi tre giorni a casa di James lontana dai suoi genitori, lontana da Albus, e anche se forse doveva prepararsi psicologicamente per lo stile di vita che conduceva James, preferiva mille volte quello a ciò che l’aspettava a casa.
«Lily eccoti dove ti eri cacciata!» Disse Ginny «Oh, ciao tesoro, come va a Londra?» Chiese poi rivolta a suo figlio maggiore.
«Bene mamma, a proposito di Lily: mi stava appunto chiedendo di poter passare i prossimi tre giorni a casa con me» Rispose James ben pensando di introdurre subito la cosa ai suoi genitori.
Lily annuiva e sorrideva convincente, mentre suo padre la guardava incerto, di sottecchi.
«James, noi…» Iniziò Harry un po’ contrariato.
«Suvvia, Harry, sono solo tre giorni e poi James è un ragazzo responsabile, vero tesoro?» Disse Ginny.
Lily spalancò gli occhi, non poteva essere vero.
Sua madre, Ginevra Weasley, forse una delle madri più temute dell’intero mondo magico, stava incoraggiando sua figlia ad andarsene di casa per tre giorni?
Quel bacio doveva averla scosso parecchio.
L’ora che la divideva dalla fine della festa passò velocemente, dopo aver salutato Scorpius come da copione, appena uscita dal castello, salutò i suoi genitori e suo fratello dicendogli di prepararle il baule che James sarebbe venuto a prendere prima che Lily tornasse a scuola.
Lily afferrò la mano di suo fratello James e insieme si smaterializzarono, inutile dire che la povera Lily per l’ennesima volta sentì l’immediato bisogno di vomitare, ma si stava abituando pian piano, doveva resistere ancora un altro anno prima di iniziare le lezioni.
James, un po’ per il sonno, un po’ perché se avesse bevuto qualche altro bicchiere di champagne avrebbe salutato quel poco che rimaneva del suo cervello per sempre, tirò fuori le chiavi e con molta fatica cercò di infilarle nella toppa della serratura,quindi Lily, spazientita, aprì la porta senza troppi complimenti e i due fratelli entrarono in casa.
Dopo essersi richiusa la porta alle spalle Lily quasi non inciampò su un…non riusciva a capire cos’era, e aveva la sensazione di non volerlo scoprire, sfortunatamente quando James accese la luce, il corridoio dell’appartamento si rivelò un percorso ad ostacoli.
«James come diavolo fai a vivere in questo modo?» Sbraitò Lily che già non si reggeva in piedi sulle sue scarpe, figurarsi ad attraversare un campo minato per arrivare alla prima stanza dove sarebbe potuta crollare in pace sul letto.
«Vieni Lily, non puoi dormire con quel vestito» Rispose James con un sonoro singhiozzo che face perdere la speranza di una conversazione sensata con suo fratello.
Lily allora si tolse le scarpe e seguì James in quella che sembrava essere la sua stanza e una volta entrata, e aver visto che tra quelle quattro mura era scoppiata la terza guerra magica sperò solo che Teddy fosse un po’ più ordinato.
James prese una maglietta dal cassetto, la maglietta per eccellenza, infatti quella era la maglietta che lui e sua sorella avevano comprato insieme alla partita dei Cannoni di Chudley, andava grande persino a James, quindi quando Lily entrò nella stanza di Teddy che sarebbe stata sua per almeno due giorni l’indossò per usarla come pigiama, scoprì che le arrivava fino al ginocchio.
Per sua fortuna la camera di Teddy era più ordinata di quella di James, anzi, nella camera di Teddy sembrava che non ci dormisse nessuno da molto tempo, e tutto ciò era davvero molto strano.
Crollò sul letto ancor prima di tirare giù le coperte, ma si risvegliò verso le due di notte perché aveva freddo, così dovette mettersi sotto le coperte e stranamente riprese sonno quasi subito.
La mattina dopo, si alzò tardi, e vide suo fratello James già in piedi, anche se non da molto: anche lui aveva ancora il pigiama e i capelli scompigliati –  a dir la verità quelli ce li aveva sempre.
«Buongiorno Lils, cosa desideri per colazione?» Le chiese James appena la intravide entrare in cucina.
Lily sbatté le palpebre un paio di volte e piegò la testa di lato, non aveva capito una parola per quanto era frastornata dal sonno.
Dopo un sonoro sbadiglio realizzò la domanda di James e rispose con un'altra domanda: «Cosa c’è?»
«Due uova, del latte e basta…oh no, c’è anche del bacon avanzato dall’altro ieri» Disse James sorridente.
«Le uova andranno bene» Sospirò Lily accasciandosi su una sedia.
Dopo alcuni minuti di assoluto silenzio James versò le uova strapazzate in due piatti, poi si mise seduto di fronte a sua sorella Lily e iniziarono a mangiare.
«James, devi andare a prendere il mio baule a casa» Disse Lily una volta finito di mangiare.
«Oggi?»
«Non posso certo rimanere con questa maglietta tutto il giorno, già che ci sei fatti dare dei vestiti puliti dalla mamma» Disse Lily per poi alzarsi e mettere i piatti nel lavandino.
Dopo circa mezz’ora James si decise a mettere un paio di jeans, a cambiarsi la maglietta e uscì di casa, intanto Lily che si era fatta lasciare le chiavi di casa, cercò ovunque qualcosa da mettere prima che James tornasse, si era imposta di fare la spesa una volta appurato che il frigorifero era quasi vuoto.
Dopo molte ricerche si arrese e prese le scarpe col tacco che portava la sera precedente alla festa, le mise sotto i pantaloni di una tuta che era troppo piccola per James e con una maglietta che non riusciva a capire se fosse da uomo o da donna.
Comunque, si disse che nessuno l’avrebbe più rivista nel supermercato babbano dove era intenzionata ad entrare.
A Godric’s Hallow intanto, James Potter aveva appena suonato il campanello della sua vecchia casa.
Gli era venuta ad aprire sua madre Ginny sorpresa di vederlo lì, in effetti da quando aveva finito la scuola non aveva più messo piede dentro quella casa.
«James, che sorpresa!» Esclamò Harry alzandosi dal divano.
«Sono qui per prendere il baule di Lily e, cito testualmente, “qualche vestito decente da mettere che non sia la roba orribile e decrepita di mamma”» Disse James allegro come sempre mentre sua madre diventava rossa per non si sa quale sentimento.
Prima che suo fratello maggiore potesse creare una tragedia famigliare dicendo altre cose che non avrebbe dovuto dire, Albus lo prese per un braccio e lo trascinò nella sua vecchia stanza, che apparteneva a Lily ormai per aiutarlo a fare il baule della sorella.
«Ehi! Al, dove vai? La stanza di Lily è ques…» Ma James non finì la frase che Albus lo zittì con un grugnito abbastanza arrabbiato.
Ed entrò nella camera di Lily, dopo aver preso il baule da sotto il letto, si assicurò che James non stesse avendo un infarto.
James infatti, sembrava sul punto di svenire, era fermo in piedi con la bocca spalancata mentre osservava in cosa era stata trasformata la sua stanza, la patria dei suoi scherzi e piani più impossibili.
«James, stai bene?» Gli chiese Albus che stava facendo lievitare i vestiti e i libri dall’armadio di Lily per metterli nel baule sul letto.
«Uno scempio» Mormorò James, stava osservando la sciarpa con i colori di Serpeverde appesa sopra il letto, la foto incorniciata sulla parete che ritraeva Lily dopo la sua prima vittoria.
C’era tutta la squadra e una Lily poco più che tredicenne sorrideva al flash e poi salutava con la mano, alzando trionfante la sua scopa.
«Ha trasformato la mia camera in uno scempio!» Ripeté James ancora scioccato.
«Guarda il lato positivo: se non l’avesse presa Lily per prima, a quest’ora sarebbe mia» Gli disse Albus, che intanto aveva cominciato a buttare cose a caso nel baule, tanto per essere sicuri.
Sua sorella se ne andava di casa per quattro giorni lasciando il baule da fare lì? Peggio per lei.
«Preferisco lo stile di Lily» Disse James non osando pensare a come Albus avrebbe potuto trasformarla, almeno a Lily piacevano il Quidditch e i Cannoni di Chudley.
Una volta che il baule sul letto fu talmente pieno che sarebbe potuto scoppiare da un momento all’altro, James lo prese e chiese a sua madre di dargli un po’ di vestiti da portare a Lily, Ginny spazientita aprì l’armadio della figlia ma tutto quel che vi trovò fu una vecchia maglietta bucherellata.
Albus aveva messo davvero tutto in quel baule, ecco perché pesava così tanto.
I suoi genitori cercarono di convincere James a farlo rimanere per pranzo ma lui non vedeva l’ora di tornare a casa e mettersi sul suo comodissimo divano, quell’estate il cosiddetto anno sabbatico che si era preso dopo Hogwarts sarebbe finito e lui avrebbe cominciato a studiare come Auror, inutile dire che si era quasi sentito in dovere di farlo, con suo padre che gliene parlava tutto il giorno.
Quindi declinò l’offerta dei suoi genitori dicendo che Lily altrimenti non avrebbe avuto nessuno a prepararle il pranzo, e dopo aver salutato tutti uscì.
«Mi sentirà quella piccola Serpe, eccome se mi sentirà» Borbottò James una volta sceso in strada.
Si sentì un sonoro crack e un attimo dopo James Potter era sparito.






NdA:
Lo so, non sono riuscita ad infilare i chiarimenti su James in questo capitolo, ma sarebbe stato troppo lungo, ragion per cui il prossimo sarà interamente dedicato a quei due scansafatiche, combinaguai, tenerissimi ragazzi di James e Teddy. Infatti ho già cominciato a scriverlo *si applaude*
Speriamo di riuscire a postarlo prima che abbandoni il pc per due settimane per mettermi a studiare ç_ç
Non ho intenzione di dilungarmi troppo, anche perchè penso che mia madre mi picchierà con la teglia delle lasagne se non vado a mangiare, lol, però volevo linkarvi questo video che ho scoperto stamattina e che mi ha fatto venire i birividi: This is War -- Harry Potter: The End of an Era (che poi ogni video che vedo con sottofondo una canzone che mi piace mi fa venire i birivdi, ma questo è spettacolare, almeno per me u.u)
Ah, e dovete ringraziare una mia amica per avermi fatto ascoltare i 30 Seconds to Mars, hjkgfhjk.
Okay, ho finito e come al solito mi sono lasciata prendere D:
Spero vi piaccia e alla prosisma :3
Marianne



 
 

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Capitolo 12
*** Segreti impensabili finalmente rivelati. ***




12.      Segreti impensabili finalmente rivelati.

 

Quando James tornò a casa, aveva un’aria decisamente arrabbiata e scocciata, non solo perché era dovuto andare a prendere il baule di sua sorella – e perché questo pesava un quintale – ma anche perché era dovuto andarci di prima mattina.
Insomma, le undici non erano esattamente quello che la gente normale definirebbe mattina ma per lui lo erano eccome.
Però, il buon profumo di ragù che arrivava dalla cucina, fece scomparire il broncio che era intenzionato a mettere, di rado qualcuno cucinava per lui e Teddy, anzi, da quando avevano capito come funzionasse il telefono ordinavano delle pizze e delle birre e come andava finire di solito era sepolto nelle loro menti.
Entrò in cucina e strabuzzò gli occhi vedendo Lily con la vecchia tuta di Teddy intenta a cucinare, insomma Lily non era capace di distunguere un mestolo da uno scolapasta, una foglia di insalata da un uovo, possibile che stesse cucinando?
James fece spallucce e notò che la sorella era intenzionata a far cuocere delle fettuccine, anche se non sapeva da dove era saltato fuori tutto quel cibo, era ben felice di mangiare qualcosa di commestibile ogni tanto.
Sempre che Lily non stesse cercando di avvelenarlo, ma dopo tutto quello che aveva fatto per lei, un delizioso pranzetto era il minimo.
«Sei tornato! Io ho fatto la spesa e sto morendo di fame» Esclamò Lily piena di energie.
«Lo vedo» Disse James lasciando il baule in mezzo al corridoio, non curandosi che qualcuno ci avrebbe potuto inciampare sopra.
«Bene, allora metto la pas…» Lily non finì la frase perché qualcuno suonò al campanello; entrambi i fratelli Potter assunsero un’espressione interrogativa, piegarono la testa di lato guardando in direzione della porta di ingresso, poi James sembrò avere un’illuminazione.
«Deve essere Teddy» Disse alzandosi di scatto dalla sedia dove si era seduto.
«Ma non rimaneva in Francia con Victoire?» Chiese Lily lasciando stare i fornelli ancora accesi, seguì James per tutto il corridoio fino ad arrivare davanti alla porta.
«Non nominare la Francia o Victoire di fronte a lui, chiaro?» Le disse James prima di mettere la mano sulla maniglia dorata. «Vai a controllare che il sugo non si bruci»
«Da quando prendo ordini da te?» Chiese Lily incrociando le braccia sotto il seno, indignata.
«Da oggi, vai» Ribatté James, ma sua sorella non si mosse, anzi, puntò i piedi e guardò il fratello con aria combattiva, come a sfidarlo.
Di conseguenza James aveva uno sguardo truce del tipo “L’hai voluto tu” e stava per commettere un fratricidio di cui non era sicuro si sarebbe pentito, magari iniziandolo con una lotta alla Babbana in cui Lily lo prendeva a pugni e a calci senza grandi risultati nel corridoio di casa sua, ma il suono del campanello lo riportò alla realtà.
Così il ragazzo aprì la porta e un Teddy sorridente fece il suo ingresso nell’appartamento.
In meno di una frazione di secondo successero tante cose.
Prima di tutto, Lily si disse che avrebbe dovuto mettere più pasta se anche lui avesse mangiato con loro, poi la mano di Teddy non a caso si andò ad appoggiare  sul fondoschiena di James e solo dopo avergli sussurrato qualcosa all’orecchio si accorse di Lily che era rimasta appoggiata al muro ad osservare la scena imperterrita.
«Ehm, ciao Lily» Disse Teddy visibilmente imbarazzato, i suoi capelli, prima di un blu scuro erano diventati rosso fuoco, avrebbero potuto competere con quelli di Lily.
«Vado a controllare il sugo» Disse impassibile la ragazza scomparendo in cucina.
Intanto Teddy, constatando che il pericolo era momentaneamente passato cinse le spalle di James con un braccio. «Ti sono mancato, eh?» Disse quasi sapesse la risposta, e infatti la sapeva, sapeva che era mancato a James, in genere non si separavano mai, vivevano insieme, dormivano insieme, e Teddy aveva addirittura accettato di iniziare a studiare come Auror per seguire James.
Una stanza più in là, Lily spense il fornello del sugo e lo assaggiò, il tutto mentre era con la testa tra le nuvole.
Non aveva alcuna certezza di quello che stava pensando eppure ne era convinta.
Infondo i maschi erano strani, forse darsi una pacca – anche piuttosto vigorosa, dovette ammettere – sul sedere faceva parte del loro modo di dimostrarsi affetto ed amicizia, un po’ come due ragazze quando per salutarsi si baciano su entrambe le guance.
Ne avrebbe parlato con James più tardi, poi però si rese conto che se le sue supposizioni erano esatte non ci sarebbe stato un più tardi, nemmeno dopo tante altre pacche sul fondoschiena di suo fratello, perciò si disse che gliene avrebbe parlato a pranzo, anche con l’altro sospettato presente.
Il fatto che Teddy avesse nove anni più di lei e sei anni più di James non le incuteva timidezza, infondo era cresciuto in casa loro sotto lo sguardo vigile di suo padre Harry e di sua madre Ginny, e in quel momento Lily si ricordò di tutte le volte che suo padre si metteva a raccontare una storia strappalacrime sulla guerra, in particolare si ricordò quella dei genitori di Teddy, morti per proteggere Hogwarts e il Mondo Magico.
Non si accorse nemmeno che le fettuccine ormai erano pronte e spense il fuoco appena in tempo, prima che queste diventassero una poltiglia molle e alquanto immangiabile, non aveva fatto mica la spesa per niente.
Al supermercato babbano, tutti l’avevano guardata male per come si era vestita e la commessa le aveva fatto gentilmente notare – ovvero le aveva urlato contro con un’ isteria quasi paragonabile a quella di sua madre – che non poteva pagare con delle monete d’oro giocattolo, Lily le aveva risposto che quelle monete forse valevano più dell’intero supermercato guadagnandosi l’odio perenne della commessa.
Alla fine, fortunatamente, si ricordò di avere anche dei soldi babbani e dopo aver pagato uscì indignata dal supermercato con le pesanti buste in mano, dannato Statuto di Segretezza e stupide leggi che le impedivano di fare magie al di fuori di Hogwarts, si sarebbe risparmiata un sacco di fatica con un Incantesimo di Locomozione.
Non si sa come, Lily era riuscita a portare i tre piatti in tavola, che almeno quei due scansafatiche di suo fratello e del suo pseudo ancora non confermato ragazzo avevano avuto la decenza di apparecchiare invece di stare sul divano consunto a fare altro.
E no, Lily non ci teneva a sapere per cosa si intendesse con altro.
Mangiarono tutti e tre in silenzio, un silenzio alquanto imbarazzante perché James non faceva che guardare Teddy, che ricambiava gli sguardi di James, che erano ben diversi da quelli inceneritori di Lily.
«James, caro» Iniziò Lily dopo aver spazzolato con cura ogni residuo di pasta dal suo piatto «devi per caso dire qualcosa alla tua affidabile e dolce sorellina?» Chiese rivolta al fratello che rischiò di strozzarsi con la grossa forchettata di fettuccine.
«No, perché?» Rispose nervoso una volta cominciato a respirare normalmente.
«E tu Teddy?» Chiese Lily con un sorriso a trentadue denti.
«Per me se n’è accorta» Disse Teddy ignorando la domanda di Lily mentre guardava James riprendere un colorito normale.
«Dici?» Chiese James preoccupato.
«Certo che lo dice, andiamo, non sono mica stupida» Sbottò Lily attirando l’attenzione comune su di lei, dato che si sentiva parecchio ignorata.
«Insomma» Borbottò James incrociando le braccia.
«Posso picchiarlo?» Chiese rivolta a Teddy.
«Fratello tuo, scelte tue» Rispose quest’ultimo.
«Tu dovresti difendermi!» Sbottò James mentre si riparava dagli schiaffi che Lily aveva cominciato a dargli.
«Scusami, tesoro, ma certe cose sono troppo divertenti per perdersele» Rispose Teddy che intanto guardava la scena ridendo come un idiota.
Quando Lily finì di avventarsi su James fu quando lui la prese in braccio immobilizzandole braccia e gambe e la scaraventò sul divano, poi si lisciò la maglietta e si scompigliò i capelli, infine sospirò soddisfatto del suo lavoro.
«Però ci sono alcune cose che non tornano» Osservò Lily rimasta sdraiata sul divano.
«Tipo?» Chiesero in coro di due ragazzi che si erano visti costretti a sparecchiare.
«Che centra Victoire in tutto questo?» Chiese Lily, Teddy strabuzzò gli occhi e James incenerì la sorella con uno sguardo, dopotutto gliel’aveva detto che non doveva nominarla in presenza di Teddy.
«Lei…ha gentilmente accettato di aiutarci, è una specie di copertura» Disse James.
«Ha accettato? Fossi stata in lei non l’avrei fatto, insomma non c’è niente di cui vergognarsi» Continuò Lily.
Certo, all’inizio, nemmeno un’ora fa, era stato un po’ strano scoprire che James, il ragazzo che cambiava fidanzata ogni settimana, era fidanzato con Teddy che era stato sempre una specie di fratello maggiore per loro, quello responsabile per farla breve.
Però, pensandoci meglio tutto tornava, James cambiava ragazza più frequentemente della biancheria intima perché, a dirla tutta, le ragazze non gli piacevano.
«Non diresti così se sapessi già la reazione di tuo padre» Sputò James.
«Pensi che papà si arrabbierebbe?» Chiese Lily.
«Noi lo pensiamo» Si intromise Teddy.
«Beh pensate male, basterà solo un po’ di tatto, certo, se evitate le pacche sul di dietro» E qui gli occhi di Lily si posarono su Teddy «E i sussurri equivoci sul divano» La preda degli occhi color cioccolato di Lily adesso era James «Papà e mamma saranno molto comprensivi» Concluse Lily.
Per lei non c’era alcun problema a sapere che suo fratello era gay, a dirla tutta, non che le cambiasse molto, per i nipotini poteva sempre contare su Albus, anche se dubitava che suo fratello di sarebbe mai deciso a trovarsi una ragazza e mettere su famiglia seriamente, impegnato com’era a fantasticare sulle coppie impossibili – come lei insieme a Scorpius, argh! – non avrebbe avuto il tempo o la voglia di pensare alla sua vita sentimentale.
«Forse hai ragione, Lils, ma finché non saremo completamente convinti, mantieni il segreto» Le disse James, serio questa volta.
«Bocca cucita, promesso» Disse lei alzando gli occhi al cielo e le mani in alto «Ad un condizione» Disse riprendendo il discorso.
«Finché sono qui, non fatevi venire in mente fantasticherie perverse, perché io ci tengo a dormire di notte, chiaro?» Disse avviandosi per il corridoio, lontano dalla sala da pranzo.
«Puro e limpido!» Esclamò James con una nota di disappunto.
«Puoi prendere la mia stanza!» Gridò Teddy.
«Già fatto!» Urlò Lily di rimando, entrò nella stanza di Teddy e chiuse la porta, poi chiuse gli occhi.
In un week-end erano successe così tante cose.
Era andata ad una festa organizzata dai Malfoy con i suoi genitori e suo fratello Albus, aveva baciato Scorpius Malfoy davanti alle più importanti famiglie dell’Inghilterra – tra cui la sua e tutta la famiglia Weasley al completo, con zii e zie da tutto il mondo – e ai loro figli, era scappata di casa per sfuggire all’ira e alla curiosità morbosa dei suoi genitori, rifugiandosi a casa di suo fratello James, per poi scoprire che quest’ultimo apparteneva all’altra sponda e nascondeva al mondo di essere felicemente fidanzato con Teddy da chissà quanto tempo.
Insomma, tutte cose da niente.

 




NdA:
È il tre maggio e tutto va bene. (sì, come no...)
Okay, finalmente ho aggiornato *^* perdonate il ritardo.
E questo è il capitolo au James e Teddy, io li adoro, quei due sono l'ammmmmmmore *-* okay, io shippo Jeddy (?) oppure Temes (?) No, Jeddy è più figo.
Sarò molto breve perchè devo uscire, quindi grazie per tutte le recensioni, le preferite/seguite/ricordate!
Spero vi piaccia e se tutto va bene ci risentiamo la settimana prossima, spero, scuola permettendo.
Alla prossima,
Marianne


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Capitolo 13
*** Tra scompartimenti maledetti e cugine gelose. ***




13.   Tra scompartimenti maledetti e cugine gelose.
 
 

Lily odiava tornare a scuola più di ogni altra cosa al mondo, e quel lunedì di Aprile non fu da meno.
Quando James l’aveva portata alla stazione era stata assalita da domande su domande da parte di sua madre e rimproveri un po’ troppo eccessivi da suo padre. Li aveva semplicemente ignorati ed era salita sul treno senza nemmeno salutarli.
Albus non le aveva rivolto la parola per il resto delle vacanze, Lily si chiedeva se fosse a causa del fatto che aveva baciato Scorpius o perché nessuno dei due gli aveva detto niente.
Lily non sapeva se Albus non rivolgesse la parola nemmeno al suo migliore amico e decisamente poco le importava.
Sul treno però, Albus non si sedette nel suo solito scompartimento con Scorpius bensì trascinò con molta poca grazia sua sorella in uno scompartimento vuoto, perennemente vuoto.
Voci di corridoio dicevano che quello era lo scompartimento dove un Dissennatore aveva attaccato Harry Potter più di vent’anni prima, di conseguenza era come se fosse stato maledetto.
Ad Albus e a Lily poco importava dell’ombra che galleggiava su quello scompartimento, anche se sapevano che la dicerie erano vere, Albus però aveva lo stretto bisogno di parlare con sua sorella.
Credeva che l’essere più stupido della terra fosse suo fratello James ma dopo quelle vacanze si era decisamente ricreduto.
«Perché Lily?» Le chiese Albus. Subito dopo aver chiuso la porta, aveva fatto sedere sua sorella e si era messo di fronte a lei.
«Perché cosa, Albus? Perché il sole è giallo, il cielo è blu e le margherite sono bianche? Sinceramente non lo so, non è con me che dovresti parlare di queste cose, forse con qualcuno un po’ più in alto di noi e…» Iniziò Lily mantenendosi vaga, sapeva dove voleva arrivare suo fratello, era pur sempre una serpe.
«Il bacio Lily, il bacio» Specificò Albus.
«Intendi quel quadro babbano? Me lo ha fatto vedere zia Hermione, è davvero bello, sai? Dovresti interessarti anche tu all’arte babbana» Continuò Lily.
Albus si mise una mano nei capelli perennemente spettinati – era pur sempre il secondogenito di Harry Potter – e sbuffò: o sua sorella era incredibilmente stupida o incredibilmente elusiva.
Conoscendola, era abbastanza indeciso.
«Lily, il tuo bacio, con Scorp» Disse ancora Albus.
Ora Lily non aveva modo di scappare o di cambiare argomento.
Sospirò e guardò fuori, quanto faceva male buttarsi dal finestrino di un treno in corsa? Non avrebbe mai  voluto scoprirlo ma a mali estremi…
«Sì, insomma…non era un vero bacio, alla fine» Disse Lily.
Albus alzò un sopracciglio, poi storse il naso e alzò anche altro.
«Vi stavate staccando la bocca a vicenda» Commentò serio ed impassibile.
«È il tuo migliore amico che mi stava staccando la bocca, il tuo migliore amico che mi ha baciata come se nulla fosse alla festa dei Malfoy, ed è sempre il tuo migliore amico che bacia così dannatamente bene che mi ha fatto dimenticare di doverlo picchiare» Si bloccò portandosi le mani alla bocca, con gli occhi spalancati, aveva detto la più grossa idiozia che si potesse dire.
Aveva appena detto a suo fratello che Scorpius Malfoy baciava dannatamente bene.
«Merda» Imprecò Lily rendendosi conto di ciò che aveva appena detto mentre cercava di far riprendere Albus dallo stato di trance nel quale era caduto, quel ragazzo si impressionava troppo facilmente, non si sarebbe stupita se avesse scoperto che credeva ancora alla storia della cicogna che porta dei bambini alle coppie felici.
«Al…» Mormorò Lily sventolando una mano davanti il viso di Albus.
«Albus» Disse di nuovo Lily scuotendolo per le spalle.
«Albus Severus Potter!»
Alla fine Lily si arrese, forse quello era veramente uno scompartimento maledetto, avrebbe lasciato suo fratello lì dentro se questo non si fosse ripreso improvvisamente dallo stato di ibernazione che aveva raggiunto.
«Io dico che a te piace Scorpius» Esclamò, dopo sul suo viso si formò un ghigno soddisfatto, aveva fatto due più due e ci era arrivato, sua sorella era palesemente cotta di Scorpius.
«E io dico che tu sei fuori di testa» Disse Lily accarezzando i capelli neri di Albus, come se gli facesse pena.
In effetti, la mente di Albus doveva essere decisamente malata e logora per pensare una cosa del genere, ma era comunque la mente di Albus, un po’ di ragione doveva avercela.
I due fratelli uscirono dallo scompartimento e ritornarono nei propri.
Proprio mentre raggiungeva gli scompartimenti occupati dai Serpeverde, una mano la prese per il braccio e portò Lily nell’angusto e squallido bagno del treno.
Dov’era la sua bacchetta?
Nella tasca sinistra, avrebbe affatturato il suo aggressore, si rese conto però che la mano che l’aveva portata lì tirandola malamente per un braccio aveva le unghie colorate di un rosso molto accesso.
E c’era una sola persona in tutta Hogwarts che era capace di trascinarti in un bagno, per di più quello dell’Espresso Hogwarts, con una tale fretta e curiosità che sarebbe stata capace di abbattere tutti i muri della scuola, e quella persona era Dominique Weasley.
«Domi, cosa ti prende?» Chiese Lily cominciando a respirare regolarmente, sua cugina l’aveva spaventata a morte.
Dominique si accertò che la porta fosse chiusa e fissando la sua immagine nello specchio sospirò.
«Cugina cara, secondo te perché ti ho trascinato in questo buco chiamato bagno?» Disse Dominique tirando fuori da una piccola borsa che portava sempre con se un lucidalabbra.
«Perché sei pazza?» Disse Lily sorridendo come solo uno scemo saprebbe fare.
«Lily, piccola, dolce, innocente, ignara Lily. Ti viene in mente qualcosa se ti dico Scorpius Malfoy?» Chiese Dominique guardando negli occhi la sua interlocutrice.
Lily si mise seduta sulla tazza del water, portandosi le ginocchia al petto, sentiva che sarebbe stata una lunghissima mattinata.
«Per la centesima volta in quattro giorni: io e Malfoy non stiamo insieme, chiaro?» Disse Lily spazientita già alla prima domanda, perché era certa che ce ne sarebbero state altre.
«Fingerò di crederci, secondo te perché ha deciso di baciarti proprio davanti a tutta quella gente?» Chiese ancora Dominique alla cugina.
Lily aggrottò le sopracciglia, come diavolo poteva sapere lei perché Scorpius l’avesse baciata, non viveva mica nella sua testa, anche se per un attimo desiderò di trovarcisi, magari avrebbe capito perché era così strano.
«E cosa più importante, a te è piaciuto?» Dominique continuò il suo imbarazzante interrogatorio nel bagno del treno e Lily si ritrovò costretta ad ammettere che quello era stato il suo vero primo bacio e che non era certo il massimo delle sue aspettative.
Certo, se poi vogliamo considerare il bacio che si era data a fior di labbra con un Grifondoro di un anno più grande di lei quando aveva undici anni, quello con Scorpius era stato il secondo.
Insomma, lo sapeva che la sua non era una delle vite più invidiabili dalle ragazze della sua età, sapeva che non avrebbe vissuto una storia d’amore come quelle che le quindicenni di solito sognano, ma non sapeva che avrebbe preso una via così disastrosa e degradata.
Dopo una buona mezz’ora Lily uscì dal bagno, finalmente respirando aria pulita e piena d’ossigeno, dubitava che in quel bagno l’aria fosse respirabile però era sopravvissuta e ciò le bastava per capire che, per quanto strano, quel bagno era norma.
Credeva di avere le allucinazioni – Dominique e puzza di pesce morto non erano certo la combinazione perfetta –  quando vide suo cugino Hugo parlare normalmente con Marcus Nott senza che i due si lanciassero insulti o Maledizioni Senza Perdono, o peggio, che non si stessero picchiando alla babbana.
Lily tornò al suo scompartimento, per sua sfortuna quello di Albus e Scorpius, e si accasciò su uno dei sedili chiudendo gli occhi, voleva solo riposare un po’ dopo una notte in bianco, un processo da parte di Albus e un interrogatorio in un bagno orripilante con Dominique, chiedeva troppo?
Evidentemente sì dato che appena entrata nel vagone dei Serpeverde si era beccata le occhiatacce di tutte le ragazze che aveva incrociato.
Entrata nello scompartimento, ignorò Scorpius che leggeva un libro di cui Lily non aveva alcun interesse a scoprire di che trattasse, si mise seduta, con la testa appoggiata al finestrino mentre cercava di dormire.
Sperava con tutta se stessa che Scorpius le parlasse, anche un ciao, oppure il suo solito: Potter non avvicinarti troppo, le sarebbe andato bene anche un insulto ma non quell’indifferenza, non dopo quello che era successo.
Dovette però abbandonare presto quell’idea, perché Scorpius non alzò gli occhi nemmeno una volta per controllare se Lily stesse dormendo o meno, non alzò gli occhi nemmeno quando Albus rientrò quindi non c’era molto da stupirsi: il libro doveva essere proprio interessante.
 
Fu tre giorni dopo il loro arrivo ad Hogwarts però, che il malumore di Lily raggiunse i minimi storici.
Era appena uscita dall’aula di Pozioni con suo cugino Hugo, a differenza di Albus che era un genio, lei di Pozioni non ci capiva niente.
Temperature di ebollizione, ingredienti che andavano tagliati trasversalmente, tempi da misurare con il cronometro alla mano non facevano per lei.
Ed era per questo che manteneva una media tra il Desolante e lo Scadente.
Non sapeva come era andata avanti per ben cinque anni, ma i G.U.F.O. si avvicinavano e lei non li avrebbe superati, non almeno senza l’aiuto di qualcuno.
Chiedere ad Albus era fuori discussione, era un secchione di prim’ordine, uno di quelli che non fa copiare i compiti nemmeno a sua sorella.
Chiedere a Rose era altrettanto impensabile, l’avrebbe costretta a studiare giorno e notte, l’avrebbe tenuta in biblioteca anche quando Madama Pince le avrebbe detto prima gentilmente, poi con non molta grazia, di sloggiare, e il tutto per farle prendere almeno Eccellente.
No, a Lily bastava un Oltre Ogni Previsione (serviva quel voto per passare i G.U.F.O).
II due cugini si affrettavano verso la Sala Grande per l’ora di pranzo, stavano morendo di fame ma, come ormai penso abbiate imparato, se Lily Potter cammina, la sfortuna la segue ovunque lei vada.
Eleanor Zabini, infatti, stava ferma in mezzo al corridoio, in attesa di qualcuno, e quel qualcuno era nientemeno che Lily.
Hugo aveva intenzione di continuare a camminare ignorando la ragazza che gli stava davanti, questa però richiamò Lily a gran voce, e dato che lui era con lei, dovette fermarsi.
«Che vuoi, Zabini?» Chiese Lily con lo sguardo freddo e gelido.
«Andiamo Lily, non dovresti perdere tempo con gente così» Disse Hugo cercando di tirare sua cugina per il braccio.
«No, Hugo, vai pure, ti raggiungo tra poco» Disse Lily gentilmente, Hugo sospirò, guardò di traverso Eleanor Zabini e si avviò a grandi passi verso la Sala Grande.
«Ora che Weasley si è tolto dai piedi, possiamo parlare» Disse Eleanor sorridendo.
«Non pronunciare una parola su mio cugino, Zabini» La riprese Lily.
«Okay, lasciamo perdere Weasley, sono qui per parlarti di mio cugino» Continuò la ragazza sbattendo le palpebre sopra i suoi occhi neri.
Non era possibile, ora anche la cugina di Malfoy veniva a farle la predica? Le mancava solo questo.
«Tra me e tuo cugino non c’è niente, e ora sparisci» Disse Lily cercando di andarsene.
«No no no, un momento» Eleanor bloccò Lily, suo zio in persona le aveva chiesto di fare qualcosa e dato che anche a lei Lily non stava molto simpatica, non aveva perso l’occasione.
«Devi sapere, Lily, che nel nostro mondo, quello dei Purosangue intendo, non è tutto rose e fiori come sembra» Disse Eleanor mantenendo un tono calmo e pacato.
Lily aggrottò le sopracciglia, il loro mondo non le sembrava rose e fiori, a dir la verità non le piaceva affatto.
Tuttavia restò zitta, pensò che prima Eleanor avesse finito di parlare, prima Lily se ne sarebbe andata.
«Devi sapere che nessuno decide chi amare, nessuno decide con chi passare il resto della propria vita, nessuno decide niente per se» Continuò la Corvonero solenne, sarà stata antipatica ma quando iniziava un discorso sapeva come portarlo avanti.
«Quindi, mia cara Lily,  a Scorpius, come a me e come a chissà quanti altri come noi, hanno già progettato la vita e lui non potrà cambiarla» Disse la ragazza.
Matrimoni combinati, che schifo.
«Se vuoi un consiglio, da donna a donna, lascia stare Scorpius e nessuno dei due soffrirà» Così la Zabini concluse il suo discorso.
Lily rifletté un attimo sulle parole di Eleanor Zabini, era vero quello che aveva detto, sapeva che tra le famiglie di maghi Purosangue funzionava così, per la stupida ossessione di mantenere il sangue puro ma…
«Premettendo che a me non interessa tuo cugino» Disse Lily.
«Per quanto Scorpius possa essere odioso, cattivo, inutile, fastidioso e tutto il resto…non è stupido, non lascerà che decidano per lui» Continuò la rossa, e così dicendo pensò di andarsene ma Eleanor la bloccò con un' ultima frase.
«Ormai non può fare nulla»
Lily scosse la testa ignorandola, e si diresse verso la Sala Grande, improvvisamente l’appetito le era passato e rimuginava cose assurde su quello che quell’arpia che si credeva chissà chi le aveva detto.
Mentre camminava sentì l’amaro odore della verità: forse i genitori di Scorpius avevano già deciso la persona più adatta a lui, e Lily dovette accettarlo, né lei né nessun altro avrebbero cambiato le cose.
Però a lei non interessava Malfoy, giusto? Perché si doveva dare tanto pena per lui?





NdA:
E siamo tornati ad Hogwarts! Le vicende con Scorpius rinizieranno ufficialmente nel prossimo capitolo, ve lo prometto u.u
Poi, non è che abbia molto da dire, se non che vi ringrazio per tutte le seguite/preferite/ricordate e per tutte le recensioni :3
Quindi, sono rimasta sbalordita/contenta nel vedere le reazioni che ha suscitato lo scorso capitolo, lol, ma James e Teddy...come si fa a non amarli? fdhjkfhj.
Detto ciò, spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento, alla prossima :33
Marianne

 

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Capitolo 14
*** Cosa succede quando Albus Potter mette la biancheria intima nel baule sbagliato. ***




14.   Cosa succede quando Albus Potter mette la biancheria intima nel baule sbagliato.

 
 
 
Lily era più che certa che il professor Lumacorno l’avrebbe uccisa.
Anzi no, l’avrebbe sminuzzata come gli ingredienti della pozione che avrebbe dovuto preparare quel mercoledì, e poi l’avrebbe gettata nel calderone.
Insomma, far saltare in aria metà dell’aula di Pozioni perché non aveva studiato il pomeriggio precedente era una cosa tanto grave?
Lily aveva scoperto che sì, era una cosa piuttosto brutta, infatti le furono tolti trenta  punti, più cinque per non aver fatto i compiti di Pozioni, quindi in quel momento Serpeverde non si trovava a soli trenta punti dal superare Grifondoro, primo in classifica, bensì la sua scalata era scesa a sessantacinque punti di distanza.
Per questo Lily aveva solo due possibilità: o mettersi a studiare seriamente Pozioni per riparare il danno, o allenarsi il più possibile per vincere le ultime due partite della stagione e, ovviamente, trovare un modo per far perdere Grifondoro contro Tassorosso, e lì ci sarebbe voluto tutto l’ingegno del mondo.
Era nel suo dormitorio quando dopo aver osservato per ben dieci minuti il baule e il libro di Pozioni poggiato sopra, scaraventò quest’ultimo sul letto e aprì il baule per prendere la divisa da Quidditch, l’indossò e con suo grande disgusto, mentre cercava le ginocchiere, trovò un paio di boxer nel suo baule.
Albus.
Li prese con ribrezzo e li osservò, solo suo fratello poteva indossare delle mutande verdi mela con gli aeroplani.
Poi, decisa, uscì dal dormitorio femminile a grande passi, sotto gli sguardi scandalizzati della maggior parte delle ragazze, arrivò in Sala Comune e gli sguardi scioccati si raddoppiarono, prese il corridoio che la portava ai dormitori maschili, e gli sguardi dei ragazzi erano piuttosto equivoci.
Stava per spalancare la porta dietro la quale si trovava Albus quando lo sentì parlare con qualcuno, probabilmente Scorpius e, ancora con i boxer in mano, accostò l’orecchio alla porta e ascoltò.
«Al, devi esserti bevuto il cervello, io con tua sorella!» Disse Scorpius scoppiando in una fragorosa risata.
Motivo in più per ascoltare, si disse Lily.
«Se vuoi sapere perché l’ho baciata, insomma è stato per zittirla, non faceva che parlare e urlare, e ha cominciato ad imprecare in casa di mia nonna, dovevo fermarla» Continuò Scorpius completamente disinvolto, come se tutto fosse stata un enorme barzelletta.
Lily sentì qualcosa rompersi, non seppe mai se fu qualche vetro infranto al di là della porta accanto o qualcosa dentro di lei, preferì sempre optare per la prima possibilità.
«E mia madre crede che stiamo insieme, dovrò inventarmi qualcosa per spiegarle la nostra drammatica rottura» Aggiunse il ragazzo, la porta era leggermente aperta, Lily poteva vederlo buttarsi sul letto con le braccia incrociate dietro la testa, mentre Albus lo osservava confuso.
Allora Lily capì, la loro amicizia che stava per nascere ma che era morta ancor prima di sbocciare, il bacio, niente per Scorpius aveva avuto senso.
Per un momento Lily sembrava dare ragione ad Eleanor Zabini, chi era lei per fermare ciò che era deciso? Evidentemente Scorpius sapeva a cosa andava incontro e non sarebbe mai cambiato, avrebbe dovuto aspettarselo.
Meschino, stupido, odioso, ipocrita, falso. Era con questi aggettivi che Lily lo stava descrivendo dentro la sua testa, prima di pronunciare mentalmente un Ti odio così tanto deciso da sembrare fin troppo serio.
Gli occhi di Albus guizzarono per un momento verso la porta, fu un attimo, ma abbastanza da cogliere la presenza di qualcuno.
«Scorp, credo che qualcuno ci stia ascoltando» Sibilò Albus rivolto all’amico sdraiato sul letto.
«Scopriamo chi, allora» Replicò Scorpius con un ghignò divertito sul volto, si alzò dal letto  e avanzò verso la porta.
Lily voleva scappare, correre via, ma le sue gambe erano come pietrificate.
Scorpius si avvicinava sempre di più, e ormai era ad una distanza tale che anche se Lily se ne fosse andata, fosse scappata in quel momento, avrebbe comunque capito chi origliava alla porta.
Non lo fece, rimase immobile, ferma, aspettava che Scorpius aprisse quella porta, voleva che l’aprisse, voleva che la vedesse, che capisse cosa aveva appena fatto.
L’espressione divertita sul volto di Scorpius Malfoy, si spense non appena i suoi occhi incontrarono quelli di Lily fuori la porta.
Rimasero fermi, in silenzio ad osservarsi, lo sguardo di Lily era impenetrabile anche se più volte aveva sentito gli occhi inumidirsi nell’arco di quei venti secondi che passarono immobili, prima che la voce di Albus li interrompesse.
«Scorp, che succede?» Chiese Albus voltandosi verso di loro, la figura di Lily era coperta da quella di Scorpius quindi lei non fu vista da suo fratello.
«Di al tuo migliore amico di mettere le sue mutande nel baule giusto la prossima volta, grazie» Disse Lily tirando i boxer verdognoli di suo fratello in faccia a Scorpius, e così facendo girò i tacchi e se ne andò.
La sua voce era scomposta, tremante, le sue emozioni l’avevano tradita fin troppo, ma ciò era bastato a Scorpius per capire di aver combinato un disastro.
Il ragazzo guardò la chioma di capelli rossi – stranamente in ordine quel giorno – allontanarsi sempre di più fino a sparire, e rimase sulla porta a fissare un punto nel vuoto, come un idiota che aveva in mano dei boxer verde mela.
«Scorp, che ci fai con i miei boxer in mano? E quella era Lily?» Chiese Albus trafelato alzandosi dal divano.
«Ha detto che la prossima volta devi mettere le tue mutande nel tuo baule» Rispose atono Scorpius, Albus gli strappò le mutande di mano e le mise nel baule mentre Scorpius si sedeva sul letto prendendosi la testa tra le mani.
«Sono un perfetto idiota, Al» Mormorò Scorpius a voce così bassa che Albus dovesse avvicinarsi e chiedergli di ripetere.
E quella volta, forse per la prima volta in tutti i suoi diciassette anni di vita, ammise di aver sbagliato e per un attimo pensò di andare a chiedere scusa a Lily.
Chiederle scusa per tutte quelle cosa che aveva detto su di lei.
Si guardò intorno, fissando il copriletto verde dai particolari argentati, poi la flebile luce che veniva dal lume appoggiato sul comodino, e infine il suo migliore amico Albus, leggendo nei suoi occhi verdi che doveva almeno provarci.
Si alzò e si gettò a capofitto verso la Sala Comune, ignorando tutti quelli che lo guardavano mentre correva a perdifiato, una volta giunto a destinazione si guardò attorno ma non vide nessuna ragazza con i capelli rossi che se ne stava accucciata in un angolo del divano.
«Hai visto Lily Potter?» Chiese ad una ragazzina del secondo anno che riordinava i suoi libri.
La ragazzina dai capelli biondo cenere raccolti in una ordinata treccia lo guardò impaurita, deglutì e si limitò a dire un flebile: «Nel dormitorio»
Lily aveva rinunciato ad andare al campo di Quidditch per allenarsi e si era allontana dal dormitorio maschile per recarsi in quello femminile sull’orlo delle lacrime, ma senza farle uscire.
Scorpius annuì e non ebbe nemmeno il tempo di ringraziarla che si era avviato per il corridoio che portava ai dormitori femminili, non si curò affatto di tutti gli sguardi sbalorditi delle ragazze, alcune picchiettavano la loro amica con il gomito, altre lo indicavano diventando rosse, infondo era pur sempre uno dei ragazzi più ambiti di Hogwarts.
Da qualche giorno tutti avevano pensato che lui e Lily non stessero insieme, che non ci fossero mai stati, perché i due si ignoravano a vicenda e Lily da quando aveva parlato con Eleanor Zabini cercava di evitare Scorpius il più possibile.
Quando videro però il ragazzo avvicinarsi alla stanza che Lily condivideva con altre tre ragazze di cui una era Janet, la cacciatrice della squadra di Serpeverde, tutte pensarono l’esatto contrario.
Scorpius spalancò la porta senza nemmeno bussare e vi trovò Lily seduta a gambe incrociate sul letto con un libro aperto sotto il naso, dall’altra parte della stanza c’erano due ragazze, gemelle, le coinquiline di stanza di Lily.
La ragazza alzò lo sguardo e dopo aver incrociato quello di Scorpius lo riabbassò sul libro, le due gemelle si allontanarono uscendo con qualche risolino sommosso lasciando Lily e Scorpius da soli.
«È maleducazione entrare nella stanza di una ragazza senza nemmeno bussare» Disse Lily con lo sguardo ancora fisso sul libro di Pozioni.
«Io sono venuto fin qui per chiederti scusa» Mormorò Scorpius.
«Non che sia un grande viaggio da fare»
«Ti sto chiedendo scusa, Lily, non credo di pensarlo veramente, quello che ho detto» Disse ancora Scorpius alzando il tono di voce.
Lily alzò gli occhi e li puntò su quelli di Scorpius.
«Io e te abbiamo un patto, ricordi?» Disse Lily cambiando discorso.
Scorpius annuì, se lo ricordava bene, quando lui alla festa l’aveva implorata di fingere di essere la sua ragazza e le aveva detto che in cambio avrebbe fatto qualsiasi cosa.
«Cosa devo fare?» Chiese Scorpius, voleva avvicinarsi a Lily ma allo stesso tempo le sue gambe lo bloccavano.
Lily prese il libro di Pozioni e lo fece vedere al suo interlocutore, poi lo riappoggiò sul letto e sospirò.
«Pozioni, devi darmi una mano» Disse la ragazza.
Scorpius alzò un sopracciglio «Tutto qui?»  Chiese il ragazzo che, modestamente parlando, in Pozioni non se la cavava affatto male.
Lily annuì senza dire una parola.
«Mi aspettavo, che so, un bagno nel lago nero per sfuggire alla Piovra Gigante, di doverti fare i compiti per non so quanto tempo, oppure essere gentile con qualcuno dei tuoi cugini fino alla fine dell’anno, passare un intera giornata nel bagno di Mirtilla…» Iniziò Scorpius elencando ogni cosa sulla punta delle dita.
«Accetta questa proposta, prima che cambi idea» Tagliò corto Lily.
«Va bene ti aiuterò in Pozioni, magari dopo le nostre lezioni potremmo anche…parlare» Disse Scorpius che voleva chiarirsi con Lily.
«No» Disse decisa Lily «Non ci sarà nient’altro oltre le ripetizioni» Continuò fissando un punto nel vuoto.
Stava alzando le sue difese, stava costruendo i suoi muri di cinta con i mattoni della delusione, stava evitando gli occhi l’ avrebbero fatta cedere, e stava ascoltando le parole che uscivano dalla bocca che l’ aveva distrutta.
«Possiamo iniziare domani pomeriggio» Disse Lily sospirando.
Voleva rimanere sola, e non solo fisicamente, voleva rimanere sola e vuota, svuotata dai suoi pensieri, dai suoi dubbi, dalle domande che aveva paura di fare.
Scorpius annuì per l’ennesima volta e si allontanò verso la porta.
«Scorpius…» Lo richiamò Lily, aveva trovato il coraggio di fare quella domanda, alla quale aveva avuto una risposta qualche decina di minuti prima, mentre origliava la conversazione dei due amici.
Scorpius di voltò e la guardò negli occhi, occhi che trasmettevano speranza, occhi che speravano.
«A domani» Mormorò Lily abbassando lo sguardo, chiuse gli occhi e aspettò che Scorpius fosse uscito chiudendo per bene la porta dietro di se per riaprirli.
Si era cacciata in una situazione più grande di lei, perché aveva chiesto a lui di aiutarla in Pozioni?
Avrebbe potuto chiedere a qualunque individuo in quella scuola con una media al di sopra l’Accettabile come Roxanne, i gemelli Scamandro, invece era andata a chiedere aiuto a Scorpius.
Si convinceva ogni giorno di più che nel suo cervello c’era qualcosa di strano, qualcosa che la spingeva a fare la cosa sbagliata, qualcosa che la spingeva ad amare le cose che le facevano del male.
Come quando a sei anni, a casa dello zio George, lui e Harry l’avevano messa su una scopa per la prima volta e lei si era scontrata contro un albero rompendosi un polso, adesso il Quidditch era più importante dell’aria.
Oppure quando ne aveva solo due e suo fratello James che ne aveva cinque la punzecchiava con la bacchetta della mamma, facendola scoppiare a piangere mentre tirava calci a non finire al povero James,  per Lily era il migliore fratello che avesse mai potuto desiderare.
E adesso, dopo aver scoperto che tutto quello che lei e Scorpius avevano passato, come la partita di Quidditch vinta per un pelo, gli allenamenti insieme, la festa e il bacio, per lui non avevano significato nulla, gli aveva chiesto di aiutarla passando così almeno due giorni a settimana chiusa con lui nella Stanza delle Necessità o in un’aula di Pozioni.
Lily era certa di aver combinato la più grande idiozia della sua vita, ma distesa sul letto, con lo sguardo rivolto al soffitto, mentre i capelli rossi si intrecciavano ai fili argentati della coperta, sorrise.
 
 
 

 

NdA:
SAAAAAAALVE!
Il titolo mi piace un sacco, e non lo cambierò per nulla al mondo, u.u
Premesso questo, non so cosa abbia suscitato in voi questo capitolo, ma se fossi una lettrice probabilmente mi lapiderei da sola e poi cercherei di rimediare spedendo l'autrice ad aggiustare tutto prima che possa prendere in mano un forcone, quindi...se farete lo stesso vi capirò.
Non ho molto da dire, se non grazie per aver fatto arrivare il primo capitolo ad oltre MILLE visualizzazioni *OO*  *si scioglie come un ghiacciolo sotto il sole d'agosto*
Fatemi sapere cosa ne pensate :3
Per il prossimo temo dovrete aspettare un po', sicuramente più di una settimana perchè tra lunedì e venerdì ho almeno sei/sette compiti in classe, gli ultimi dell'anno per essere precisi e devo studiare per mantenere la sufficienza :)
Baci,
Marianne

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Capitolo 15
*** Pozioni riappacificatrici. ***



15.   Pozioni riappacificatrici.

 
 
Lily stava correndo a perdifiato per le scale, nel disperato tentativo di raggiungere la Stanza delle Necessità, dove sarebbe dovuta essere almeno dieci minuti prima.
Per di più, come se non fosse già il ritardo, quelle stupide scale non accennavano a trovarsi nel posto giusto quando le servivano.
Non avrebbe biasimato Scorpius se, una volta arrivata lì, non le avesse rivolto la parola.
Dopo altri cinque minuti, passati a maledire Pix e minacciandolo di raccontare tutto al Barone Sanguinario, raggiunse la sua meta, come previsto Scorpius era già lì, e aveva un’aria piuttosto spazientita.
«Scusami il ritardo» Disse Lily con il fiatone, mentre cercava di tenere tra le braccia il libro di pozioni.
«Non fa niente» Rispose Scorpius atono mentre cominciava a camminare su e giù per il corridoio.
Lily fece silenzio, Scorpius si stava concentrando per far apparire la porta.
Dopo tre giri di corridoio una grande e alta porta di legno scuro apparve davanti i loro, una volta entrati videro un laboratorio di Pozioni perfettamente allestito.
C’era un grande tavolo al centro, dove erano posizionati due calderoni di rame, nelle vicinanze c’erano dei piccoli armadietti, dentro i quali dovevano esserci quanti più in gradienti possibili, infine appesi alla parete di fronte a loro, c’erano tre grandi orologi che misuravano rispettivamente i secondi i minuti e le ore.
«Wow» Fu l’unica cosa che Lily riuscì a dire davanti a tutto quello, era meraviglioso, amava ciò che la Stanza gli riservava.
«Questo si che è una laboratorio come si deve, non come quelle topaie dove lavoriamo noi» Borbottò Scorpius poggiando il suo libro sul tavolo, accanto al primo calderone.
«Bene, direi che possiamo iniziare» Disse Lily prendendo posto.
Scorpius non rispose, si limitò ad annuire, forse non le stava dando nemmeno ascolto.
Sospirò, lui non poteva continuare così doveva chiarirsi con Lily.
«Lily…prima di iniziare, parliamo, devo dirti delle cose importanti» Disse non prestando attenzione al fatto che Lily aveva già aperto il libro al capitolo sette.
«Sono qui per le ripetizioni, non credo che…» Iniziò Lily.
«Al diavolo, Lily! Io devo chiarirmi con te!» Esclamò Scorpius chiudendo il libro della ragazza.
Lily lo guardò furente, riaprì il libro e si avviò verso il l’armadio che conteneva gli ingredienti.
Decise di ignorarlo, solo lei sapeva che l’indifferenza era la miglior arma che si potesse usare, quella che faceva più male, lei che l’aveva sentito sulla sua pelle e sul suo cuore.
«Sai che ti dico? Sono stufo delle tue bambinate, se vuoi fare la persona matura vedi di venire qui e ascoltami, altrimenti puoi anche andartene e trovare un'altra persona che ti aiuti in Pozioni!» Gridò Scorpius ad un tratto, facendo sobbalzare Lily.
Adesso, la ragazza aveva cominciato a respirare velocemente, ancora voltata verso l’armadio, aveva paura a girarsi, temeva di vedere lo sguardo severo e arrabbiato di Scorpius pronto a renderla colpevole.
Sospirò e si alzò, si andò a sedere al suo posto e lo guardò facendosi forza, per l’ultima volta avrebbe sentito cosa aveva da dire.
«Mi dispiace Lily, davvero» Mormorò Scorpius, la sua voce quasi non si sentiva, sembrava sentirsi in colpa per aver alzato così tanto la voce.
«Ti stai scusando per aver illuso una ragazza, per aver ingannato i tuoi genitori o per aver mandato tua cugina a dirmi di lasciarti stare?» Esclamò Lily, e subito dopo si pentì delle sue parole.
Gli aveva detto che si era illusa per qualcosa di impossibile, per qualcosa che non sarebbe mai accaduto.
Si era illusa pensando che tra di loro stesse per nascere un’amicizia, un rapporto basato sulla fiducia, e cosa più brutta: si era illusa per aver pensato che quando Scorpius l’aveva baciata fosse perché sentiva davvero qualcosa bruciare nel petto da spingerlo a fare un’azione simile.
«Per tutto Lily, tranne che per mia cugina, io non le ho detto niente» Disse Scorpius ancora in piedi davanti la porta, aveva fatto solo qualche passo verso il letto da quando era entrato.
«Sì invece» Ribatté Lily.
«Ti giuro che è dalla festa che non parlo con El» Disse Scorpius ancor più deciso.
Lily aggrottò le sopracciglia, confusa, chi poteva mai essere stato a indurre la cugina di Scorpius a dirle quelle cose?
Eleanor non l’avrebbe mai fatto di sua spontanea volontà, infondo cosa le sarebbe potuto importare?
«Cosa ti ha detto mia cugina?» Chiese Scorpius.
«Niente, insomma mi ha detto di lasciarti stare» Sibilò Lily.
«Cosa ti ha detto mia cugina» Nel modo in cui lo disse, Lily sentì un ordine impartito, non una semplice domanda, si disse che era meglio riportargli quasi le stesse parole.
«Che voi non decidete niente, che i tuoi genitori hanno probabilmente già trovato qualcuno alla tua altezza» Mormorò la ragazza, in quel momento desiderò di scomparire, di diventare minuscola e di nascondersi in qualche crepa nel muro, sentiva le guance prendere fuoco e non era decisamente un buon segno.
«In parole povere, mi ha spiegato che c’è questa cosa dei matrimoni combinati che…» Provò a dire, Scorpius però la bloccò scoppiando in una fragorosa risata.
«Lily, esiste questa cosa ma…si usava farlo quaranta anni fa, quando mio padre non aveva nemmeno dieci  anni!» Disse Scorpius che non riusciva a smettere di ridere.
«Mia cugina non ti sopporta, e deve aver creduto a tutte le false voci sul fatto che stiamo insieme, la facevo più intelligente, sai?» Continuò Scorpius.
Lily ebbe bisogno di una paio di minuti per elaborare la cosa.
Eleanor Zabini non la sopportava, anzi, se fosse stato per lei avrebbe volentieri cancellato Lily dalla faccia della Terra, quindi era più che normale che le distogliesse dal fatto di continuare a passare del tempo con Scorpius.
Quest’ultimo aveva appena assestato un duro colpo al cuore di Lily specificando che tutto ciò che era accaduto era una farsa, una stupida voce messa in giro quella sera alla festa.
I due ragazzi, dopo aver capito cosa non andava si sentivano un peso in meno da portare ogni giorno sullo stomaco, ma Lily si crucciava ancora per le parole di Scorpius nonostante il ragazzo le avesse chiesto scusa una miriade di volte.
Sospirò e guardò il suo calderone di rame pronto per essere usato, aprì il libro e lo mise nel mezzo del tavolo in modo che entrambi potessero leggere.
«Cominciamo» Disse Lily, e i due abbandonarono ogni altro argomento all’infuori della pozione che avrebbero preparato: bevanda della pace.
 
 
«Complimenti, signorina Potter, la sua pozione è tra le migliori dell’intera classe!» Aveva detto il professor Lumacorno quel mercoledì mattina.
Lily si era sentita particolarmente orgogliosa di se stessa, in Sala Grande, sua cugina Rose l’aveva abbracciata fino a toglierle tutta l’aria che aveva nei polmoni, e l’aveva rassicurata che gli esami sarebbero andati bene.
Lily avrebbe voluto confortare sua cugina a sua volta, ma ogni volta che qualcuno nominava i M.A.G.O. in presenza di Rose avrebbe passato un brutto quarto d’ora a sentire le crisi isteriche della ragazza.
Albus si chiedeva ancora come sua sorella fosse riuscita a preparare una pozione senza fondere il calderone o senza far saltare in aria l’aula dove si trovava (si ricordava ancora di come l’aula di pozioni fosse stata inagibile per una settimana a causa di Lily).
Scorpius faceva finta di niente, mentre sapeva che era tutto merito suo, aveva notato che durante le lezioni Lily era molto socievole, poiché faceva tutto quello che Scorpius le diceva di fare, e si sentiva soddisfatto.
In più, sembrava che con l’aumentare della sua media scolastica, aumentassero anche il buon umore e le capacità in campo di Lily.
Nell’ultima partita contro i Corvonero, li avevano stracciati con un punteggio di duecentosessanta a ottanta.
Il professor Lumacorno aveva cominciato a pensare che anche Lily oltre a suo fratello avesse ripreso un po’ da suo padre che, nell’unico anno al quale aveva insegnato, si era dimostrato uno dei migliori alunni.
Il rapporto tra Lily e Scorpius era un insieme di alti  bassi, nelle partite e nell’aula di pozioni scherzavano e si comportavano come due buoni amici mentre tra i corridoi, in Sala Comune e in Sala Grande si ignoravano, come avessero paura di farsi vedere con gli altri, come se temessero che altre voci si mescolassero a quelle già messe in giro.
Erano ad una delle loro lezioni, un martedì pomeriggio, quando Lily si ricordò della partita che i Grifondoro avrebbero disputato contro i Tassorosso il sabato seguente.
«Scorpius, mi è venuta in mente un’idea geniale» Disse Lily, come colpita da un’illuminazione.
«Attenta! Un’altra squama di Sirena e avresti rischiato di far scoppiare la stanza!» Esclamò Scorpius afferrando la mano di Lily prima che potesse combinare un disastro.
La pelle di Scorpius era calda e morbida, era come Lily se la ricordava, quando si erano baciati alla festa organizzata dai Malfoy.
«Sì...» Farfugliò Lily confusa, ritornando a leggere il libro: diceva di mescolare cinque volte in senso orario e poi di lasciar bollire a fuoco lento per un quarto d’ora.
Dopo aver fatto ciò che il libro diceva, aveva un quarto d’ora libero prima di riprendere la pozione.
«Dai, spiegami la tua idea geniale» Le disse Scorpius, curioso.
Lily sorrise e si mise seduta su uno sgabello, aveva una strategia incredibile in testa.
«Beh, sabato mattina c’è la partita dei Grifoni, no?» Iniziò.
Scorpius annuì.
«Se io chiedo a mio zio George una Palude Portatile da far apparire misteriosamente nella sala di ritrovo dei Grifondoro venerdì notte, non penso mi farà molte domande» Disse Lily con un sorrisetto malefico sul volto e con un’immagine lampante negli occhi.
L’immagine dei Grifondoro che non si presentavano alla partita, perdendo a tavolino contro i Tassorosso.
Anche gli occhi di Scorpius si illuminarono, non nascose che Lily aveva avuto una sporca, orribile e fantastica idea.
«Lily, tu sei un genio» Furono le uniche parole che riuscì a dire, non sarà stata una cima in Pozioni anche se ultimamente stava migliorando con notevoli risultati, ma era davvero meschina e geniale.
Una combinazione perfetta e allo stesso tempo pericolosa.
Trascorso il quarto d’ora, Lily alzò il fuoco e mescolò per altre ultime tre volte in senso antiorario, poi spense il fuoco e la pozione si rivelò pronta.
«Finita» Esalò Lily lasciandosi cadere sullo sgabello.
I capelli rossi erano raccolti in una coda di cavallo ormai sfatta alla quale era sfuggito qualche ciuffo che le ricadeva fastidiosamente sulla fronte.
Il colore della pozione era di un giallo molto accesso, ed emanava un odore forte ma non sgradevole, era l’Elisir dell’Euforia.
Da qualche lezione prima, avevano cominciato ad esercitarsi con preparati più difficili, superiori al livello dei G.U.F.O. ma Scorpius l’aveva sempre aiutata, spesso facendo mezza pozione al posto suo.
«Proviamola» Disse Scorpius prendendo una fiala e un mestolo.
«No, grazie, il colore è quello giusto e anche l’odore, non voglio provarla» Disse Lily allontanandosi.
L’ultima cosa che le serviva era diventare stranamente felice ed euforica, un arrestabile tornado sprizzante di allegria da tutti i pori.
Scorpius ripose ciò che aveva preso e con un colpo di bacchetta face sparire il tutto dal calderone, riordinò il suo libro e i suoi appunti, e Lily fece lo stesso.
«Facciamo venerdì la prossima lezione?» Chiese Lily cercando di infilare tutto nella sua borsa.
«Sì» Si limitò a dire Scorpius.
Lui si aveva sempre visto Lily come l’antipatica sorella del suo migliore amico, pensandoci meglio però, se la si conosceva poteva rivelarsi davvero una ragazza incredibile.
Chiariamoci, con Albus non poteva parlare di Quidditch, di come far perdere la partita ai Grifondoro, non poteva parlare di scherzi meschini senza che questo non lo riprendesse.
Per certi versi Lily era davvero molto più socievole di suo fratello Albus, d’altra parte però, Scorpius sapeva che senza il buon senso di Albus a tirarli fuori dai guai non sarebbe andato molto lontano.
Insieme, lasciarono la Stanza delle Necessità avviandosi verso la Sala Grande per cenare, le lezioni li sfinivano e Lily sapeva che nel caso sarebbe riuscita a superare i G.U.F.O. non avrebbe mai ringraziato Scorpius abbastanza.






NdA:
*approda vittoriosa con il nuovo capitolo* SAAAALVE GENTAGLIA :3
Sono miracolosamente viva, e sono in parte uscita indenne da questa settimana orribile, mi manca solo il compito di latino venerdì, poi per quanto mi riguarda ho finito di studiare per il resto dell'anno scolastico.
Che bella cosa :')
Allora, io spero che vi piaccia, e ancora non mi sembra vero che siamo arrivati al capitolo 15 D:
Vi avverto già da ora, a me le cose lunghe non piacciono molto, per questo cerco sempre di non andare oltre i 20/25 capitoli, anche per questa storia sarà così, ne prevedo circa 21 forse 22, non so.
Detto ciò mi dileguo, alla prossima! :D
Marianne


 

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Capitolo 16
*** Tale padre, tale figlio. ***




16. Tale padre, tale figlio.


Come stabilito, venerdì pomeriggio, dopo un’imbarazzantissima conversazione con suo padre sul perché stesse correndo con il libro di Pozioni in mano verso un’aula ormai vuota dal mattino appena trascorso, Lily si trovava nell’aula di Pozioni stavolta, per l’ultima lezione che avrebbe fatto con Scorpius.
Si sentiva pronta ad affrontare i G.U.F.O. , pronta come non lo era mai stata.
L’aula di Pozioni nella quale si trovava era più piccola rispetto a quella dove erano abituati e c’era molta meno luce, ma non potevano rischiare di sparire per due ore anche quel pomeriggio dato che Albus l’aveva notato, quindi avevano optato per l’aula dei sotterranei, molto più vicina alla loro Sala Comune.
Scorpius le aveva detto che non l’avrebbe aiutata e che avrebbe potuto guardare il libro solo due volte durante la preparazione, Lily aveva scelto quella da preparare: il distillato della morte vivente.
Si da il caso, stabilito dalla dea bendata che ormai aveva preso Lily in antipatia, che dopo un’ora e cinquanta minuti circa da che Lily era entrata nell’aula di Pozioni, passasse per quei corridoi sotterranei Harry Potter, in cerca del professor Lumacorno.
«È possibile che nostro padre sia in questa scuola tutti i giorni?» Aveva sbottato Lily in Sala Grande a pranzo.
«Lils, ci viene una volta ogni due mesi» Aveva precisato Albus.
«Ogni volta che devo fare qualcosa di importante ce l’ho tra i piedi, è inconcepibile» Continuò.
«Cosa devi fare di tanto importante oggi?» Albus in tanto si era incuriosito.
E con quella domanda la conversazione morì sul nascere, non poteva certo dire a suo fratello che quella notte lei e Scorpius dovevano creare scompiglio nella sala di ritrovo dei Grifondoro.
Poi, conoscendo suo padre, Lily pensò che sarebbe rimasto a dormire per vedere la partita, con la scusa di vedere i suoi nipoti giocare, ma infondo sapeva che lo faceva solo per orgoglio.
Tornando nei sotterranei, Harry era riuscito a trovare lo studio del professore di Pozioni, necessitava di un Filtro anti Pietrificante, il Ministero l’aveva appena informato di uno strano fenomeno nei boschi dell’Irlanda del Nord, e dato che si trovava ad Hogwarts, aveva ben pensato di chiedere una mano al suo vecchio professore di Pozioni.
Uscì trionfante con una bottiglietta di notevoli dimensioni tra le mani e salutò il professor Lumacorno.
«Grazie mille, professore» Si congedò Harry.
«Oh, Harry, chiamami pure Horace» Rispose divertito l’anziano signore.
«D’accordo, Horace»
Così dicendo si allontanò e, colpito da uno strano odore proveniente dall’aula di pozioni si avvicinò per vedere cosa stesse succedendo.
«Ho sbagliato qualcosa?» Chiese una voce femminile piuttosto allarmata.
Era sua figlia Lily, si poteva sapere cosa diavolo stesse combinando?
«No, è normale, adesso è finita» Rispose un’altra voce, era un ragazzo, forse più grande, istintivamente pensò fosse suo figlio Albus che stesse dando una mano a sua sorella, poi appena giunse davanti alla porta semiaperta notò una chioma bionda vicino a quella rossa di sua figlia, e di certo non era quella di Albus.
«Proviamo» Continuò il ragazzo che Harry con somma preoccupazione scoprì essere Scorpius Malfoy.
«Non  ho intenzione di bere il Distillato della Morte Vivente» Rispose Lily guardandolo storto.
«Non devi berlo» Disse Scorpius esasperato mentre staccava una foglia da una piantina ornamentale.
Si avvicinò al calderone e gettò la foglia nell’ intruglio nerastro, questa si rinsecchì diventando un marrone scuro, ormai priva della sua vitalità.
«Direi che è perfetta» Sentenziò Scorpius sorridendo compiaciuto, sul volto di Lily si aprì un sorriso luminoso.
«E considerando che è una pozione che si impara al sesto anno, ti è venuta piuttosto bene» Continuò, era orgoglioso di se stesso, magari da grande avrebbe potuto insegnare Pozioni, era sempre stato un po’ incerto sul suo futuro, tra suo padre che gli diceva di fare l’Auror, sua madre che gli consigliava di prendere Medimagia e sua zia che lo incoraggiava a fare il Pozionista, forse era ora di decidere con la propria testa.
Allora Lily fece una cosa che né Scorpius, né Harry –  che intanto era rimasto ad osservare tutto – si aspettavano.
Presa dalla felicità e dalla soddisfazione del suo operato si slanciò verso Scorpius e lo abbracciò, poi gli posò un bacio sulla guancia facendo così comparire sul volto del ragazzo un’espressione tra la confusione e la contentezza.
«Grazie» Mormorò ancora stringendo il ragazzo in un caloroso abbraccio dopo aver posato la testa sulla spalla di Scorpius.
Scorpius non sapeva cosa fare, se ricambiare l’abbraccio o se rispondere, così fece entrambe le cose.
Una mano andava stringere la schiena di Lily mentre l’altra si posava delicata sui capelli rossi della ragazza, accarezzandoli un po’.
«Per così poco?» Chiese Scorpius sorpreso.
Lily sciolse l’abbraccio, posando le mani sulle spalle di Scorpius e guardandolo negli occhi.
«Poco? Hai alzato la mia media in Pozioni di almeno quattro voti!» Esclamò Lily che sprizzava allegria da tutti i pori.
Scorpius deglutì, doveva dirglielo, dirle quello che non aveva ancora detto a nessuno, forse perché aveva paura di quel pensiero fisso che da qualche giorno gli tormentava la mente.
«Lily, devo dirti una cosa» Disse ancora guardandola negli occhi marroni e caldi.
«Dimmi»
«Ecco…io…non l’ho detto nemmeno ad Al, perché credo che tu debba saperlo per prima, vedi…» Iniziò cercando di non inciampare sulle sue stesse parole.
Lily sembrava ascoltare, almeno finché l’orologio alle spalle di Scorpius non catturò la sua attenzione.
«Per tutte le sottovesti di Morgana! È tardissimo, mancheremo di nuovo la cena» Esclamò Lily quasi gridando.
Scorpius maledì mentalmente l’orologio, gli orari della cena e il fatto di essere così tremendamente idiota quando stava con Lily, ma era questo l’effetto che gli faceva: lo rendeva impacciato e insicuro, cosa che con tutte le altre ragazze non era mai successo, casomai il contrario.
Lily allora si affrettò a riordinare libri, ingredienti e calderoni, in due minuti preparò sia la sua che la borsa di Scorpius e furono pronti ad uscire.
Non dimentichiamoci di Harry, rimasto dietro la porta per tutta la durata dei fatti qui narrati, che vide bene di nascondersi nell’ombra di una colonna, aspettando che i due uscissero e si allontanassero dal corridoio.
Una volta che Lily e Scorpius si furono allontanati, Harry si ricordò della pozione che aveva in mano e si diede una mossa per avviarsi verso l’alloggio che gli era riservato quando veniva ad Hogwarts a fare le sue lezioni speciali, si trovava al sesto piano quindi dovette fare una bella corsa – purtroppo non era più il ragazzino arzillo che scappava da Gazza per non farsi scoprire a girovagare per il castello nel cuore della notte – per arrivare a cena in tempo.
Durante la cena, dal posto che aveva tra Neville e la McGranitt, non notò nulla di strano.
A parte Dominique che girava per i tavoli a parlare con più di mezza scuola o a Rose  che non faceva altro che sgridare Hugo, Fred e Roxanne, oppure Lily che parlava civilmente con Scorpius Malfoy abbracciando ripetutamente Albus.
Forse aveva le allucinazioni, una scena del genere non se la sarebbe immaginata nemmeno nei suoi peggiori incubi.
Spostandoci tra i tavoli, più precisamente al tavolo dei Serpeverde, Lily e Scorpius si guardavano con aria complice.
«Tutto pronto per dopo?» Chiese Scorpius stuzzicando con la forchetta le olive che aveva nel piatto.
«Prontissimo» Confermò Lily tranquilla.
Albus non si era certo lasciato sfuggire quel giro di occhiate e quelle frasi sospette, però si disse che qualsiasi cosa avessero in mente quei due, avrebbe sventato il loro piano, anche a costo di infrangere più della metà delle regole.
Durante la cena non si rivelarono altri elementi sospetti nei gesti di sua sorella e del suo migliore amico, ma li seguì a distanza.
Una volta entrati nella Sala Comune notò che i due rimasero su uno dei divani neri al centro della stanza e non di diressero nei dormitori.
Eppure Albus era così stanco, come mai quei due non avevano sonno? Avevano qualcosa di losco in mente, ragion per cui rimase ad osservarli di nascosto  da sotto un grande tavolo di legno.
Passarono almeno tre ore, doveva essere mezzanotte oppure l’una, Lily e Scorpius erano ancora sul divano a far finta di leggere.
Lily alzò la testa e si guardò intorno, sembrava non esserci più nessuno, Albus non vedeva l’ora di uscire dal suo nascondiglio e sgranchirsi le gambe, in più aveva un grande bisogno di andare in bagno.
Lily diede una gomitata a Scorpius che alzò la testa a sua volta, le fece un cenno e Lily scomparì verso il dormitorio femminile.
Albus era molto confuso: perché si era decisa ad andare a dormire solo adesso? Però Lily non era andata a dormire, infatti poco dopo ritornò nella stanza con un pacchetto dei Tiri Vispi Weasley tra le mani, non preannunciava nulla di buono.
Scorpius si alzò dal divano e poi con Lily uscì dalla Sala Comune, quando sparirono dietro la pietra fredda, Albus uscì dal suo nascondiglio e lì seguì a debita distanza, tenendo in mano la bacchetta per farsi luce.
Lily e Scorpius salivano, salivano e salivano ancora, Albus si chiedeva dove stessero andando nel cuore della notte e soprattutto cosa avessero in mente di fare.
Si accorse di essere arrivato al settimo piano, e di aver preso la strada che portava alla Torre dei Grifondoro, si nascose dietro la prima colonna che trovò mentre osservava sua sorella e il suo migliore amico avvicinarsi al ritratto della Signora Grassa.
«Sveglia» Sussurrò Scorpius nella speranza che il dipinto aprisse gli occhi.
«Chi è che mi disturba a quest’ora?» Si lamentò la Signora Grassa ad alta voce.
«Shh» Le intimarono entrambi, costringendola a farli entrare.
«Dobbiamo entrare» Disse Scorpius.
«Parola d’ordine?» Chiese come suo solito la Signora Grasse.
«Ehm..caccaverde, no…serpecacca» Disse Lily sforzandosi di ricordare.
«Avevi detto che era tutto sotto controllo!» Esclamò Scorpius.
«Hugo me l’ha detta una sacco di tempo fa…ci sono: merdaverde» Disse Lily.
Il buco nel ritratto si aprì rivelando loro un passaggio, Lily saltò soddisfatta prima di entrare nella Sala Comune.
Albus rimase fuori, anche se aveva una voglia matta di entrare e scoprire cosa stessero combinando nella sala di ritrovo dei Grifondoro quei due.
Il buco si chiuse dopo che anche Scorpius fu entrato, allora Albus si disse che non aveva scelta se non quella di aspettare.
«Devo dire che il loro Caposcuola è davvero maturo» Borbottò Scorpius riguardo alla parola d’ordine.
«Ci odiano» Gli spiegò Lily che, dopo essersi accertata che non ci fosse nessuno in giro, aprì il pacchetto contenente la Palude Portatile e la liberò al centro della stanza.
La colpì con la bacchetta e questa cominciò pian piano ad allargarsi emanando un odore piuttosto sgradevole, i due così dopo aver battuto il cinque soddisfatti della riuscita del loro piano, uscirono velocemente dalla Sala Comune per ritrovarsi nel corridoio; tutti la mattina seguente avrebbero trovato una spiacevole sorpresa.
Si affrettarono a scendere le scale mentre Albus, ancora dietro la colonna, si concesse qualche minuto per capire cosa stesse succedendo.
Aveva la parola d’ordine, avrebbe potuto comunque entrare e controllare ma si disse che era meglio non farlo così a passi felpati e silenziosi si diresse lento verso i sotterranei.
Al contrario suo, Lily e Scorpius correvano per le scale quasi inciampando ad ogni gradino, svegliando alcuni quadri e creando una confusione pazzesca, erano arrivati al primo piano quando sentirono la voce di Gazza.
«Siamo morti» Disse Scorpius.
«Seguimi» Gli disse Lily prendendolo per mano e trascinandolo nel bagno delle ragazze, più precisamente nel bagno di Mirtilla Malcontenta dove non ci andava nessuno.





NdA:
Finalmente sono riuscita ad aggiornare, miei prodi.
Sono in ritardo di un giorno ma mi perdonerete, perchè questi due rincitrulliti (tanto amore per Lily e Scorp ) stanno diventando amici, e stanno capendo qualche cosa, ma non pensate che sia così facile, perchè li farò ammattire. Sì, tratto bene i miei personaggi :3
Poi, da brava serpeverde quale sono, aggiungo che solo i grifondoro potevano essere così idioti da usare una parola d'ordine del genere (dovrei scusarmi con i grifondoro ma non lo farò :3)
Quanto amo il momento fluff nell'aula di Pozioni *w*
Spero che vi sia piaciuto, e vi saluto [oh, la rima! (oggi sono particolarmente iperattiva e non so perchè, meglio, e mi sono appena accorta di aver messo le parentesi quadrate per poi far spazio alle tonde! Non sono normale)]
Alla prossima settimana :3
Marianne


 

 
 
 

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Capitolo 17
*** I piani ideati dai Serpeverde non falliscono mai (o quasi). ***




17.   I piani ideati dai Serpeverde non falliscono mai (o quasi).
 

«Chi viene a farmi visita ad un’ora così insolita?» Chiese la voce acuta di Mirtilla che se ne stava appollaiata sulla porta di un gabinetto.
I due ragazzi la ignorarono e si nascosero dentro uno dei bagni trattenendo il fiato, la voce di Gazza si sentiva ancora, speranzosa di trovare qualche alunno nel posto sbagliato, a quella però se ne sovrappose un’altra.
«Mastro Gazza, lasci stare, me ne occupo io» Era la voce di Harry Potter, da quando si decideva a fare la ronde di notte? Al primo piano, per giunta.
Le voci si placarono ma il suono di passi verso di loro aumentò, Mirtilla intanto aveva fatto saltare la tubatura di un rubinetto, richiamando l’attenzione verso il suo bagno.
Lily ora era più che certa che quel fantasma la odiasse.
I passi aumentarono, e sapevano di essere spacciati, ma infondo era pur sempre Harry, il padre di Lily sarebbe stavo veramente così cattivo con sua figlia?
Harry Potter, entrato nel bagno di Mirtilla si chiedeva perché il fantasma avesse fatto saltare una tubatura nel cuore della notte, mentre cercava di capire dove fossero gli studenti che stava cercando.
«Harry! Mi sentivo tanto sola, poi per fortuna due giovani ragazzi sono venuti a farmi compagnia, carino da parte loro non trovi?» Disse Mirtilla.
Harry annuiva, era più che certo che le persone che cercava si trovassero in quel bagno.
«Quel fantasma mi odia» Sibilò Lily, la sua voce era coperta dallo sgorgare dell’acqua dalla tubatura rotta, così solo Scorpius poteva sentirla.
«Tuo padre ci sta per beccare» Le fece notare Scorpius.
«Quindi?»
«Quindi?! Io ci tengo alla pelle, e non pensi che potrebbe risultare un po’ equivoco il fatto che io mi trovi con te, chiuso in un bagno nel cuore della notte?» Disse Scorpius allarmato che coma risposta ottenne solo uno schiaffo sulla spalla da parte di Lily.
«Stai urlando troppo forte» Lo riprese.
«Ti prego Lily, tutto ma non questi doppi sensi, ti prego» Disse ancora Scorpius.
Un altro schiaffo.
Successivamente Lily si portò un dito alla bocca intimandogli di stare zitto, e gli diede alcune istruzioni.
«Appena mio padre aprirà la porta, cominceremo a litigare come non mai, va bene?» Chiese Lily a voce ancor più bassa.
Scorpius annuì e la serratura del bagno saltò, rivelando un signor Potter piuttosto confuso, mentre puntava la luce che proveniva dalla bacchetta verso Lily e Scorpius per capire chi fossero.
«Lily! Che ci fai qui…con lui?» Esclamò Harry.
Lily sospirò pensando alla risposta.
«Sei un completo idiota!» Sbottò rivolta verso Scorpius, dovevano far finta di litigare e l’avrebbero fatto.
Scorpius aggrottò le sopracciglia, sembrava non capire, poi dopo uno sguardo intenditore di Lily cominciò a stare a gioco.
«Io? Sei tu che eri convinta che nel bagno di Mirtilla non ci avrebbero scoperto!» Disse Scorpius cercando di imitare la voce di Lily.
«E sei tu ad aver fatto tutto quel rumore! Se sapessi camminare senza rovesciare armature a quest’ora saremmo nella nostra Sala Comune» Continuò Lily.
Di Harry sembravano essersi dimenticati, quanto erano presi nel mettere in scena una litigata, poi il signor Potter intervenne, dicendogli di seguirlo, probabilmente nell’ufficio di Gazza.
Allora, molto galantemente Scorpius si alzò tendendo la mano a Lily che l’accettò senza alcun ripensamento, una volta in piedi, con i vestiti bagnati si diressero al seguito di Harry verso l’ufficio del custode Gazza.
«Che ci facevate in giro per la scuola?» Chiese Harry calmo.
«Allora» Iniziò Lily, Scorpius pensò che era meglio far parlare lei, infondo era pur sempre suo padre quello ad averli sorpresi nascosti e accovacciati un gabinetto.
«Io avevo fame, insomma, lo sai che io ho sempre fame, perciò mi stavo dirigendo verso il passaggio segreto che porta alle cucine – dopo quattro anni passati a sbirciare la mappa dalle mani di James! – poi ho incontrato lui, non avevo idea di cosa stesse facendo, e non lo voglio nemmeno sapere» Disse Lily quasi senza prendere aria per respirare, lo sguardo di Harry si rivolse verso Scorpius.
«Ehm, io...stavo andando a dormire, prima mi trovavo nella…Sala Comune dei Corvonero, sa signor Potter, mia cugina è una Corvonero…» Disse Scorpius alternando le parole alla tosse che aveva.
Harry Potter annuì, non molto convinto della versione dei due ragazzi, c’era qualcosa di molto più grande sotto ma li lasciò andare rimproverandoli e dicendogli che una cosa del genere non si sarebbe dovuta ripetere mai più.
Uscito anche lui dall’ufficio del custode, sbadigliò sonoramente e decise di andare a dormire con il cuore più leggero.
Lily aveva avuto ragione a dire che tra lei e il figlio di Malfoy non c’era niente, quella sera durante le vacanze di Pasqua, perché i due sembravano odiarsi come non mai, quindi non trovò modo di allarmarsi.
Intanto, almeno otto piani più in  basso, Lily e Scorpius erano tornati nella loro Sala Comune, inzuppati, terrorizzati e stanchi.
Lily avrebbe volentieri dormito sulla prima superficie apparentemente comoda che avesse trovato libera, però fece lo sforzo di salutare Scorpius prima di prendere il corridoio per il suo dormitorio, fece appena in tempo a togliersi i vestiti e buttarli per terra, le sue compagne di dormitorio l’avrebbero rimproverata ma in quel momento era davvero troppo stanca, infatti, appena infilato il pigiama crollò sul letto.
Doveva ammettere però, che ne era davvero valsa la pena: il solo pensiero che i Grifondoro avrebbero perso contro i Tassorosso perché non potevano presentarsi alla partita fece svegliare Lily di buon umore.
E Lily quando dormiva meno di otto ore non era mai di buon’umore, però alle otto e trenta della mattina seguente era già in piedi, nonostante le sei scarse ore di sonno.
Dopo essersi vestita, e dopo aver coperto quelle orribili occhiaie che le erano comparse, uscì saltellando dai dormitori e raggiunta la Sala Comune la trovò deserta.
Non c’era nessuno eccetto un ragazzo del quarto anno che si era appisolato una poltrona.
Eppure era alle nove che lei e Scorpius si sarebbero dovuti vedere, perché lui non c’era?
Aspettò cinque, dieci, venti minuti ma di Scorpius nemmeno l’ombra e la partita sarebbe iniziata alle dieci!
Allora si alzò e decisa si diresse a grandi passi verso i dormitori maschili, giunta a destinazione spalancò la porta della stanza e vi trovò dentro Albus che leggeva, Scorpius che barcollava assonnato e due ragazzi che non conosceva che dormivano come due ghiri.
«Lily?» Chiese Albus.
«Che ci fai ancora in pigiama tu?» Sbraitò Lily vedendo Scorpius ancora nel mondo dei sogni «Oh, ciao Al» Disse poi rivolta al fratello.
«Mi sono svegliato tardi» Disse Scorpius stroppiciandosi gli occhi, i suoi capelli dovevano essere orribilmente spettinati e lui era in pigiama davanti al Lily, non sarebbe potuto andare peggio quel risveglio.
«Si può sapere perché volete andare a vedere la partita?» Chiese Albus.
«Per vedere i Grifondoro perdere schifosamente» Rispose svelta Lily.
Scorpius intanto si era tolto la maglietta mentre si chiedeva se il suo occhio destro si sarebbe mai aperto, Lily tornò a guardarlo e stava per dirgli di muoversi quando rimase totalmente paralizzata.
«Vuoi rimanere a guardare? So di essere uno spettacolo ma…» Disse Scorpius prima di togliersi anche i pantaloni.
Lily ritrovò magicamente il dono della parola, ma prima che potesse dire qualcosa suo fratello Albus parlò per lei.
«Lily ti aspetta in Sala Comune, vero sorellina?»
Lily annuì e sparì dalla stanza mentre si dirigeva ancora confusa e con la vista annebbiata verso la Sala Comune.
Albus intanto cercava di non arrabbiarsi con Scorpius, le battutine del suo migliore amico a volte facevano ridere ma non quando erano rivolte a sua sorella.
«Ti pare il tipo da cedere alla tue moine, mia sorella? Sei totalmente impazzito» Diceva Albus a voce troppo alta, rischiando di svegliare i loro compagni di dormitorio.
«È tua sorella che un giorno mi manderà al manicomio» Borbottò Scorpius mentre si infilava una maglietta pulita.
Verso le nove e quarantacinque era pronto, con tanto di capelli pettinati, raggiunse Lily che aspettava pazientemente su uno dei divani neri e dopo aver richiamato la sua attenzione, uscirono dalla Sala Comune per dirigersi al campo di Quidditch.
Tra gli spalti c’erano solamente i Tassorosso, non c’era nemmeno la traccia di un Grifondoro, Lily e Scorpius si guardarono compiaciuti, avevano fatto davvero un bel lavoro.
Il posto di Hugo era vuoto, d’altronde anche lui era  bloccato nel dormitorio, scoccarono le dieci e la squadra dei Tassorosso entrò trionfante in campo, subito dopo però il loro capitano, Frank Paciok, andò a chiedere spiegazioni a Madama Bumb.
La donna sembrava non sapere perché i Grifondoro non erano ancora scesi in campo, ma decretò comunque che se non si fossero presentati entro un quarto d’ora, la partita sarebbe stata aggiudicata ai Tassorosso.
Lily e Scorpius aspettarono pazientemente quei quindici minuti, intanto non si erano accorti che la McGranitt aveva lasciato il suo posto ed era tornata nel castello.
Un minuto prima dell’inesorabile vittoria a tavolino dei Tassi, Fred Weasley entrò in campo seguito dal resto della squadra.
Lily sgranò gli occhi, non poteva essere vero, come erano riusciti a liberarsi della Palude?
Era stato davvero un incubo per i Grifondoro quella mattina svegliarsi con una palude amazzonica nella Sala Comune, incapaci di raggiungere il buco nel ritratto per uscire di lì.
Fred si era alzato di buon’ora per la partita ed era andato a svegliare sua sorella Roxanne e tutti gli altri che facevano parte della squadra.
Né lui né Roxanne riuscivano a ricordare l’incantesimo per far sparire la Palude, nonostante fosse uno dei prodotti di loro padre George e nonostante il fatto che lui glielo avesse detto almeno un trilione di volte, così, pazienti – per modo di dire – avevano aspettato che qualcuno li aiutasse.
Quando furono le dieci, ognuno si disperò come meglio poteva dicendo che ormai la partita era persa, poi come per miracolo apparve la preside, la sua faccia disgustata di fronte alla palude non aveva prezzo e con un semplice gesto della bacchetta la fece sparire riportando la Sala Comune alla normalità.
Fred preso dalla contentezza si era fatto scappare un: «Signora preside, la amo, vuole sposarmi?»
La McGranitt sembrava aver ignorato il commento del ragazzo, mentre conduceva lui e  il resto della squadra al campo.
Così,  i Grifondoro si presentarono alla partita, Lily era disperata: se i Grifondoro avessero vinto quella partita – e  avrebbero sicuramente vinto – i Serpeverde sarebbero stati ancora per un anno gli eterni secondi, ed era inammissibile.
«Tranquilla Lily, avevo un piano B» Disse Scorpius per nulla turbato.
Lily abbandonò l’idea di lanciare quanti più Confundus possibili e stette a sentire Scorpius.
«Si da il caso che qualche giorno fa mi sia casualmente trovato ad osservare il loro allenamento, e che sempre qualche giorno fa per sbaglio mi sia fatto scappare il loro metodo e la loro formazione con Paciok, quindi stai tranquilla» Le disse Scorpius.
Certo, i Tassorosso erano incorruttibili, ma c’è sempre quell’eccezione che conferma la regola, no?
Sul volto di Lily si aprì un sorriso, quel ragazzo era un genio, se non le avesse fatto passare tutti quei guai l’avrebbe sposato su due piedi.
«Credo di amarti» Mormorò mentre guardava speranzosa i Tassorosso, qualche Confundus d’altronde non avrebbe fatto male a nessuno. «Non letteralmente» Aggiunse poi temendo che qualcuno l’avesse sentita, sapeva che Scorpius non era così stupido da credere a quelle frasi.
Il problema era che Scorpius quando era con Lily era uno stupido, più ingenuo di un bambino, si può dire che qualcuno vicino a lui abbia visto i suoi occhi grigi illuminarsi in seguito a certe parole e subito dopo perdere luce mentre annuiva distrattamente con un cenno del capo.
La partita iniziò e i Tassorosso tenevano testa ai Grifondoro, sembravano prevedere qualsiasi loro mossa e quando segnarono per la quinta volta di seguito, portando il punteggio a cinquanta a venti per i Tassorosso, Lily e Scorpius si erano persino alzati in piedi ad applaudire, beccandosi le occhiatacce di gran parte dello stadio.
Ma la svolta accadde quando tutto d’un tratto, Frank Paciok si ritrovò il boccino tra le mani e i Tassorosso vinsero, allora Scorpius e Lily si abbracciarono, si unirono al grido dei Tassorosso e poi, usciti dallo stadio erano sicuri che niente e nessuno avrebbe potuto togliergli i sorriso dalla faccia.
I Serpeverde erano ad un passo dalla vittoria definitiva, la settimana dopo sarebbero stati loro a giocare contro i Grifondoro e non potevano permettersi di perdere.
Albus era sempre più convinto che facesse bene a sospettare di quei due, prima per quasi un mese mezzo ogni due pomeriggi a settimana sparivano dalla mappa – che aveva ben visto di sottrarre a James – poi la sera prima li aveva scoperti mentre entravano nella Sala Comune dei Grifondoro a combinare qualcosa che non prometteva nulla di buono.
Eppure tutti i suoi cugini gli sembravano vivi e vegeti – e sì, quando si trattava di Lily e Scorpius la prudenza non era mai troppa – quindi non riusciva a capire cosa diavolo avessero combinato la notte precedente.
La risposta la ottenne quando si ritrovò schiacciato tra Rose, Dominique e Roxanne mentre andava a pranzo.
Le tre ragazze parlavano di come era stato orribile svegliarsi quella mattina con un’orrenda e puzzolente Palude che occupava tutta la Sala Comune.
Soprattutto Dominique specificava che la cosa le aveva fatto piuttosto schifo.
Allora Albus capì.
Comprese che erano stati sua sorella e il suo migliore amico a mettere la Palude nella sala di ritrovo dei Grifondoro, capì perché Lily era andata nel suo dormitorio a prendere la scatoletta marchiata Tiri Vispi Weasley.
Solo che non credeva che suo cugino Fred fosse così idiota da non ricordarsi l’incantesimo che lo zio George gli aveva ripetuto tantissime volte.
L’aveva sempre pensato che James lo aveva portato sulla cattiva strada. 





NdA:
Ed eccomi ancora qui, con un capitolo che è lo schifo più totale.
Santo cielo che sfacielo.
Okay, non  ne sono particolarmente entusiasta, lo ammetto, e posso solo sperare che almeno a voi piaccia perchè per me non è lo stesso çwç
Perdonatemi, ma sono gli ultimi giorni di scuola, e io davvero non realizzo che tra sei giorni sarò ufficialmente in vacanza, in più sembra che i miei prof siao affetti da una strana malattia chiamata "interroghiamo tutti su tutto negli ultimi giorni che rimangono per far soffrire dei poveri adolescenti" quindi...
La buona notizia è che quando posterò, o almeno quando cercherò di postare aka giovedì 13 Giugno, sarò molto più felice e rilassata *^*
Alla prossima :3
Marianne


 

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Capitolo 18
*** Lacrime vendicative per un Cercatore innamorato. ***


18.   Lacrime vendicative per un Cercatore innamorato.
 
 

 
Il sabato dopo c’era parecchia tensione negli spogliatoi dei Serpeverde.
C’era chi come Janet, Chad e Paula, i tre Cacciatori, facevano riti propiziatori, facendo il giro delle panche mentre pronunciavano strane parole, assomigliando quindi ai vecchi stregoni degli indigeni pellerossa.
C’era chi come Greg lucidava la mazza da Battitore, con la speranza di renderla più efficace.
C’era chi come Robert, il portiere, si metteva e si toglieva i guanti ottocento volte al secondo, cercando qualche cosa fuori posto.
C’era chi come Lily e Scorpius, guardavano il tutto scioccati, chiedendosi come avevano fatto a ritrovarsi una squadra del genere.
«Bene, ragazzi, chi siamo?» Esordì Scorpius richiamando l’attenzione generale, non aveva trovato ancora le parole per il suo discorso incoraggiatore , ma non poteva mancarlo era una tradizione da quando era stato nominato capitano.
«I Serpeverde» Annunciarono tutti in coro, era una cosa piuttosto idiota, ma per alleggerire la tensione avrebbero fatto di tutto.
«Cosa vogliamo?» Disse ancora Scorpius.
«Vincere» Risposero ancora tutti gli altri.
«Perfetto, quindi usciamo li fuori…e…riduciamo i Grifondoro a della carta straccia!» Esclamò e tutti cacciarono fuori un grido liberatorio, uscendo quasi di corsa dallo spogliatoio.
Le due squadre entrarono contemporaneamente, accompagnate da applausi e fischi, si librarono in volo, costeggiando gli spalti, e poi tornarono a terra per fari si che Madama Bumb decretasse l’inizio della partita.
Inizialmente fu tutto molto confuso, la Pluffa passava dalle mani di un giocatore a quelle di un altro, del Boccino non c’era traccia e i Bolidi quel giorno sembrarono volare più veloci che mai.
Dopo circa mezz’ora il punteggio era sessanta e venti per i Grifondoro, ma i Serpeverde rimontarono velocemente raggiungendo i loro avversari in agili e veloci mosse.
I dieci minuti che seguirono dopo la rimonta fecero tenere il fiato sospeso a tutti gli spettatori: il boccino volava velocissimo per il campo, alzandosi di parecchi metri per poi scendere in picchiata e prenderlo era veramente difficile stavolta.
Lily colpiva i Bolidi a più non posso verso gli avversari, era stanchissima e Scorpius ancora non era riuscito a prendere quel maledetto boccino.
Se Fred Weasley avesse saputo che era stato proprio il suo avversario ad aver creato quel disastro nella sala di ritrovo dei Grifondoro, una settimana prima, avrebbe giocato con molta più cattiveria, ma per fortuna era all’oscuro di tutto così cercava di giocare come meglio poteva, rispettando le regole.
Charles Thomas era un tipo tosto, un bravo Cercatore, e prendere il boccino prima di lui era quasi un impresa per tutti gli altri Cercatori di Hogwarts, Scorpius però doveva farcela, anche a costo di rimetterci un braccio, come era successo qualche tempo prima.
Tutto quello a cui riusciva a pensare era di mandare al diavolo le regole, così diede una spintonata al Cercatore del Grifondoro distogliendolo dal boccino, in modo da avere più possibilità di prenderlo.
«È rigore, Madama Bumb, preside glielo dica anche lei! È rigore per i Grifondoro» Hugo intanto urlava nel microfono, frastornando tutti, Lily pensava che suo cugino non sarebbe mai riuscito a commentare una partita decentemente mentre colpiva un bolide dritto verso Fred.
Gli avrebbe chiesto scusa più tardi, durante le partite era a dir poco spietata, l’anno prima aveva quasi rischiato di amputare una gamba a suo fratello James.
Teneva d’occhio Scorpius dall’alto, l’ultima volta un Bolide gli aveva quasi staccato una mano mentre lui cercava i prendere il boccino e se non fosse stato per Lily oltre alla mano di Scorpius avrebbero perso anche la partita.
In un attimo Lily decise di monitorare la situazione dal basso, dato che  del Bolide che sfrecciava in alto se ne stava occupando Greg, l’altro Battitore.
E fu una vera fortuna, perché quel maledetto Bolide che si era abbassato sembrava avercela con Scorpius, per un attimo credette che fosse stregato, ma non poteva essere possibile.
Ad ogni modo, cominciò a volare dietro di loro, una mano ben ferma sul manico della scopa e l’altra che teneva pronta la mazza nel caso il Bolide fosse diventato pericoloso.
Fortunatamente, il bolide fu respinto da Roxanne che lo indirizzò verso Chad che aveva la Pluffa in mano, se ne sarebbe occupato Greg.
Scorpius era più deciso che mai a prendere il boccino, quindi cercò di andare ancor più veloce, e dopo un attimo stringeva il boccino nella mano destra così forte che aveva paura di disintegrarlo in mille pezzi.
Lily sorrise felice e per festeggiare fece un paio di capriole in aria mentre Scorpius scendeva a terra insieme a tutto il resto della squadra.
Dagli spalti si erano levati gridi di disapprovazione, sovrastati però da quelli trionfanti dei Serpeverde, Lily non riusciva a crederci: avevano vinto la Coppa delle Case dopo cinque anni che erano secondi, mitico!
Lily fece per scendere ma proprio in quel momento Paula – precisamente la componente della squadra che non sopportava – si era gettata tra le braccia di Scorpius facendogli mille complimenti, e lui non sembrava dispiacersi tutte quelle attenzioni.
Allora Lily rimase sospesa in aria a fissare incredula quella scena, sentendo gli occhi che le pizzicavano e stringendoli per impedire che le lacrime uscissero.
Doveva averlo capito ormai, si era illusa.
Scorpius la vedeva solo come la petulante sorellina di Albus, e non l’avrebbe mai vista come qualcos’altro.
Qualche metro più in basso lui era riuscito a divincolarsi dagli abbracci dei compagni di squadra, notando che ne mancava una, la cercò con gli occhi per il campo e poi la vide: in alto ancora sulla sua scopa mentre fissava il vuoto accanto a lui.
«Ehi Lily!» La richiamò a gran voce, la ragazza fu riportata alla realtà «Vieni giù» Le disse Scorpius con un cenno del braccio.
Lily volse lo sguardo altrove, prese un bel respiro e guardò di nuovo Scorpius, stavolta con un sorriso più falso dei capelli di Nancy McMillan, e scosse la testa, poi planò delicatamente verso il basso, ma non verso Scorpius bensì verso gli spogliatoi.
Si appoggiò al muro freddo togliendosi i guanti della divisa e si strofinò gli occhi, facendo grandi respiri per non piangere, poi prese la borsa e dopo averci infilato i guanti si avviò verso la Sala Comune.
Avrebbero fatto la solita festa ma lei non voleva parteciparvi, Scorpius sarebbe stato il fulcro di tutto, tutti avrebbero parlato solo ed esclusivamente di lui, lo avrebbero elogiato e lei non voleva tutto quello, voleva starsene in pace.
Mentre raggiungeva i sotterranei però, scoppiò, scoppiò in un pianto silenzioso ma liberatorio, cercava di asciugarsi le guance bagnate dalle lacrime che scendevano senza fermarsi, e quando entrò vedendo Albus proprio di fronte a lei, cercò di ricomporsi come meglio poteva.
«Lily, che hai fatto?» Chiese gentile suo fratello.
«Niente» Disse Lily secca, non voleva parlarne, non voleva nemmeno pensarci.
«Ma stai piangendo!» Esclamò Albus.
«Ti ho detto che non ho niente, per favore» Disse ancora Lily, sembrava più una supplica per dirgli di  lasciarla in pace  piuttosto che l’ordine che aveva in testa.
In quel momento entrò anche Scorpius che sembrava reduce da una lunga corsa.
«Al, hai ancora quegli appunti di Trasfigurazione?» Chiese con il fiatone, era palese che fosse solamente una scusa. Chi avrebbe avuto in testa lo studio dopo la vittoria di una partita, della partita più importante dell’anno?
Lily si voltò verso di lui e i suoi occhi ritornarono lucidi, tirò su con il naso e senza dire una parola di più camminò veloce verso il suo dormitorio, spalancando la sua porta e trovando la stanza piacevolmente vuota.
Buttò la borsa sul letto e si chiuse in bagno.
 
Dieci minuti più tardi, Scorpius era indeciso su quale camicia mettere sopra i jeans scuri che indossava, esasperato ne prese una a caso e l’appoggiò sopra il baule, poi si buttò sul letto e si coprì il viso con le mani.
Quel giorno l’aveva sentito più che mai, il pensiero che gli rimbombava in testa, che gli scendeva per la gola impedendogli di respirare e che poi andava a dar fastidio al suo cuore che batteva più veloce ogni volta che Lily era tra le vicinanze.
La porta si spalancò rivelando un Albus piuttosto arrabbiato.
«Che cose le hai fatto?» Esclamò furente, sembrava che i suoi occhi avessero preso fuoco.
«Di che parli?» Chiese Scorpius.
Non bastava quella strana sensazione che si era instaurata in lui, ora aveva anche il miglior amico incazzato.
«Lily, che cosa le hai fatto?» Ripeté Albus ancor più forte di prima.
«Non ti capisco, Al» Disse Scorpius, voleva chiedergli se poteva prestargli quei famosi appunti ma non gli sembrava il momento adatto.
«Stava piangendo, e quando ti ha visto sembrava sul punto di scoppiare, che cose le hai fatto?» Disse ancor Albus.
«Non lo so! Non le ho fatto niente, prima della partita stava bene e dopo non ci ho nemmeno parlato» Esclamò Scorpius infilandosi la camicia nera, sembrava che abbottonare pian piano i bottoni lo rilassasse.
«Andrai alla festa?» Chiese Albus ambiando discorso.
«Mi pare evidente» Rispose Scorpius piuttosto seccato.
Così dicendo i due non si rivolsero più la parola, Albus si sentiva fuori posto, aveva accusato il suo migliore amico senza basi fondate, eppure era sicuro che lui centrasse qualcosa.
Passò circa un’ora durante la quale Albus si vestì per la festa e lesse un po’, ma dato che non riusciva a sopportare la presenza del suo migliore amico quella sera, chiuse il libro e uscì.
Si diresse verso i dormitori femminili, doveva parlare con sua sorella e chiederle cosa era andato storto, le voleva bene e non avrebbe permesso a nessuno di ridurla in quello stato.
Arrivato davanti alla porta della stanza che Lily condivideva con altre tre studentesse, Janet Nelson e le gemelle Lydia e Rebecca Snow, bussò e quando una voce femminile lo invitò ad entrare sorrise imbarazzato davanti alle tre ragazze.
«Dov’è Lily?» Chiese.
«In bagno, da più di un’ora» Disse Rebecca, allora Albus si allarmò.
Si precipitò verso la porta del bagno e bussò forte, come se volesse buttarla giù.
«Ho finito!» Esclamò Lily dietro la porta e Albus cacciò un sospirò di sollievo, Lily non aveva deciso di suicidarsi.
Quello che vide quando sua sorella aprì la porta però, lo face preoccupare ugualmente.
Lei  indossava un abito bianco che le copriva a mala pena il sedere, tacchi vertiginosi ed era truccata pesantemente mantenendo però quel pizzico di eleganza.
«Oh, sei tu Albus» Disse sorridendo, della ragazza triste non c’era più traccia, ora c’era una Lily incredibilmente bella e pericolosamente sensuale.
«Lily…tu» Biascicò Albus senza parola.
«Sì, lo so, non ho trovato gli orecchini giusti, ma credo che terrò i capelli sciolti, a proposito, sai se il tuo amichetto del cuore viene alla festa?» Chiese Lily ignorando che Albus stava letteralmente per svenire.
«S-Sì, ma tu hai intenzione di andarci conciata così?» Chiese ancora deglutendo.
Lily sorrise compiaciuta, con un ghigno, poi sospirò.
«Me l’ha prestato Dominique, è un peccato non usarlo» Disse Lily rivolta al suo vestito – era una parola grossa chiamarlo vestito dato che le lasciava quasi tutte le gambe scoperte.
«Ora fuori, ci vediamo alla festa, fratellino» Disse Lily costringendo Albus ad uscire chiudendogli la porta in faccia.
Albus era esterrefatto, quella non era sua sorella, era un qualche demone che si era impossessato di lei, non c’era atra spiegazione.
Confuso sbatté gli occhi un paio di volte poi se ne ritornò nella propria stanza, ancora sotto shock.
La vista di sua sorella però non era la cosa più strana che gli sarebbe capitata quella sera, infatti appena entrato nella stanza, Scorpius lo fissò, come se avesse bisogno disperatamente di lui.
«Al, sono nei casini» Mormorò Scorpius con gli occhi spalancati, nel suo tono c’era qualcosa che lo spaventava a morte, il che fece preoccupare Albus.
«Che cosa?» Chiese Albus sedendosi vicino a lui.
«Mi sono innamorato di tua sorella» Rispose Scorpius a bassissima voce, come se non avesse la forza di parlare.
Albus spalancò gli occhi, sconcertato, quel giorno il destino si era preparato per fargli venire il primo e ultimo infarto della sua vita.






NdA:
La scuola è finita. AMEN.
Davvero, ancora non realizzo che sono in vacanza da ventisei ore e trentacinque minuti, ora piango di gioia.
Penso che i miei Lily e Scorpius siano degli idioti con i prosciutti sugli occhi, davvero, però alla fine è meglio così e...povero Albus :')
-Se mio padre non fosse capo degli Auror ti crucerei.
-Torna nella storia tu!
Ora parlo anche con i personaggi, che cosa bella la pazzia :')
Bene, spero vi sia piaciuto, qui si capiscono meglio i sentimenti di Lily e Scorpius che - ripeto - non si accorgono di nulla come due poveri allocchi.
Cosa avrà mai in mente Lily? Zaaan zaaan zaaan. *sparisce*
Baci,
Marianne

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Capitolo 19
*** Mai accettare un bicchiere di Whisky Incendiario da Lily Potter. ***




19.   Mai accettare un bicchiere di Whisky Incendiario da Lily Potter.


Lily non aveva messo quel vestito perché voleva provarlo, non l’aveva fatto per caso. Aveva un piano, un piano piuttosto pericoloso e subdolo, ma non avrebbe permesso che uno stupido ragazzo la facesse stare male.
Anche se quel ragazzo era Scorpius Malfoy che accettava ogni tipo di complimento dalle componenti del suo fan club.
Anche se vedere tutte quelle ragazze in preda agli ormoni fare le smorfiose con lui le scatenasse dentro una furia omicida.
Anche se non voleva, ma doveva ammettere a se stessa che lui era importante, e che cominciava a prendere un ruolo piuttosto significativo nella sua vita.
Sei mesi prima, se le avessero chiesto cose ne pensasse di Scorpius Malfoy, avrebbe risposto che era solamente un ragazzino viziato che aveva avuto la brutta idea di avere Albus come migliore amico. Adesso invece, a due settimane della fine della scuola, l’ultimo sabato di respiro prima degli esami, avrebbe detto che era una persona per cui valeva la pena rischiare malgrado il suo comportamento spesso irritante.
Uscì con passo deciso dal dormitorio per recarsi dove la festa stava pian piano prendendo vita.
Quando apparve, non pochi sguardi provenienti dai ragazzi Serpeverde si posarono su di lei.
Sembrava che Lily se ne compiacesse, mentre si stupiva di se stessa, non le piaceva ricevere attenzioni, tantomeno sguardi piuttosto fraintendibili.
Tutto quello che fece però, fu semplicemente sedersi su una poltrona in pelle nera, mentre nel dormitorio maschile Albus stava letteralmente implorando il suo migliore amico di non andare a quella festa.
E non stiamo scherzando, Albus stava per terra, tirando Scorpius per i pantaloni, mentre gli diceva che andarci non avrebbe comportato nulla di buono.
Infatti dopo la shockante rivelazione di Scorpius, nella sua testa vedeva ancora Lily nel suo striminzito vestitino bianco, e sapeva quanto Scorpius avrebbe perso la testa non appena l’avesse vista.
Però non ci fu verso di impedire al ragazzo di uscire dalla stanza e di recarsi alla festa, cominciata già da un pezzo.
Appena mise piede nella Sala Comune fu accolto da un grido di ammirazione, allora Lily si girò e lo vide: un po’ confuso ma felice dell’accoglienza che tutti gli avevano riservato.
Sul viso di Lily si formò un ghigno che non preannunciava nulla di buono: era giunto il momento di mettere in atto il suo piano.
Dopo aver bevuto tutto d’un sorso il bicchiere di Whisky Incendiario che aveva in mano, lo riempì e con se ne portò anche un altro.
Si alzò in piedi, miracolosamente non barcollava su quelle scarpe vertiginose: un altro prestito di Dominique, doveva tanto a quella ragazza.
Raggiunse Scorpius che era già stato accerchiato dalla solita folla di ragazzine, tra cui Paula, un anno più grande di Lily.
Dovette faticare parecchio per non mandare in frantumi i bicchieri che aveva in mano.
Scorpius la vide e si liberò facilmente delle ragazze che aveva intorno per dirigersi verso di lei.
La sua mente non riusciva ad elaborare pensieri, tanto era bella Lily quella sera.
Si soffermò a guardarla per un’eternità, analizzava ogni dettaglio che la rendeva simile ad una dea.
I capelli rossi lasciati sciolti, che le ricadevano morbidi sulla schiena, gli occhi marroni, così caldi, che lo trafiggevano, contornati da un trucco piuttosto elegante anche se appariscente.
Notò il vestito bianco, che aveva una manica lunga che ricopriva interamente il braccio destro mentre il sinistro era completamente scoperto.
Le gambe lunghe che non aveva mai avuto occasione di notare, perfette.
Più di tutti però, notò quell’espressione misteriosa sul viso di Lily, le sue labbra colorate di rosso serrate in un piccolo sorriso.
Scorpius deglutì e le si avvicinò, salutandola.
«Ehi Lily…» Esordì facendo un cenno con la mano, sorprendendosi della sua voce strozzata.
«Vuoi?» Chiese Lily perfettamente consapevole di ciò che stava facendo, alzando il bicchiere di Whisky sotto il naso di Scorpius.
«Grazie» Scorpius afferrò il bicchiere e cominciò a bere a piccoli sorsi, a differenza di Lily che lo scolò come fosse acqua.
Quel gesto non sfuggì ad Albus che aveva deciso di tenere sotto controllo sua sorella.
Non era difficile immaginare come sarebbero andate le cose se l’avesse lasciata fare: vestito striminzito, alcool, festa piena di ragazzi poco a affidabili…no, non poteva permetterlo, suo padre non gliel’avrebbe mai perdonato.
Intanto i bicchieri svuotati e riempiti diventarono quattro, e una canzone parecchio movimentate della Sorelle Stravagarie rimbombava nelle orecchie.
Allora Lily passò alla seconda parte del suo piano.
«Vieni a ballare?» Disse a Scorpius.
Il ragazzo era molto confuso. Lily che ballava. Aveva bevuto troppo, non si era dimenticato della festa di Lysander e Lorcan Scamandro, quando erano rimasti chiusi in quella stanzetta.
«Lily, non penso sia il caso, e poi non sono dell’umore giusto» Disse Scorpius, magari il suo malumore avrebbe contagiato anche Lily impedendole di gettarsi nella mischia.
L’intenzione di Lily però non era quella di ballare con Scorpius, bensì quella di ballare a patto che Scorpius fosse presente alla festa, e c’era una differenza abissale anche se entrambe si presentavano piuttosto efficaci come idee.
Ignorò Scorpius e si alzò, andò a ballare da sola, muovendosi al ritmo della musica.
Fino a quel momento, Scorpius non aveva considerato Lily in quel senso.
Gli piaceva stare in sua compagnia, parlare con lei, scherzarci, gli piaceva il modo in cui si spostava nervosamente i capelli dietro l’orecchio, e di come lo abbracciasse quando era felice.
Gli piaceva quella strana sensazione che si intrufolava dentro di lui ogni volta che i loro occhi si incrociavano, ma aveva di gran lunga sottovalutato le armi di seduzione di Lily.
Non poté fare a meno di notare che le sue gambe erano perfette, che ogni movimento che faceva sembrava incastonarsi perfettamente al concetto di armonia, grazia e bellezza.
Sembrava incantato dai movimenti di Lily, incanto che sparì non appena si accorse che Marcus Nott si era pericolosamente avvicinato a lei, e Lily non aveva rifiutato il suo invito a ballare, ma Nott aveva sempre in mente qualcos’altro. Sempre.
Anche Albus lo notò e per poco non sputò il Whisky che l’avevano costretto a bere, se lo sentiva che non sarebbe successo nulla di buono.
Scorpius si alzò si scatto dal divano dove era seduto e si avvicinò ai due, prima che potesse raggiungerli Paula gli si presentò davanti.
Erano settimane che lo assillava, come glielo doveva dire che non era interessato a lei? Maledetto il giorno in cui l’ammise nella squadra di Quidditch.
«Scusa Paula, ho da fare» Disse divincolandosi disperatamente dalla ragazza, si avvicinò a Marcus e gli mise una mano sulla spalla facendolo sobbalzare.
«Amico, ti dispiace se ti rubo la dama?» Disse, e ancor prima che Marcus Nott potesse rispondere aveva trascinato Lily via dalla pista.
«Perché l’hai fatto? Mi stavo divertendo con lui» Protestò Lily decisamente più ubriaca di quanto non lo fosse già.
«Lui è pericoloso, adesso tu resti con me» E così dicendo si sedettero entrambi su un divano vuoto.
«Ho capito cosa vuoi fare» Disse Lily smettendo di dimenarsi tra le braccia di Scorpius, che intanto non aveva capito una parola di quello che aveva detto Lily.
Era confuso e lo fu ancor di più quando Lily gli fu letteralmente sopra, non sapeva come ci era finita a cavalcioni su di lui, ma sapeva che Lily Potter lo stava baciando, su un divano della Sala Comune e che sicuramente quello non era un sogno.
Non aveva idea di come le mani di Lily fossero arrivate ai primi bottoni della sua camicia, poi però, come preso da un’illuminazione, ritornò lucido e scansò Lily dal divano, allontanandola.
«Lily, no» Disse senza fiato, lei per protesta gli si avvicinò ancora, ma Scorpius le afferrò le spalle tenendola a distanza.
«Fermati, adesso ce ne andiamo di qui» Disse, non riusciva a controllarsi in quello stato, e lui non avrebbe permesso che la ragazza che amava si rovinasse in una sola notte.
Si alzò e le prese la mano, poi la condusse nei dormitori femminili: voleva che si addormentasse e che dimenticasse tutto di quella festa.
Entrarono nella stanza che ospitava i quattro letti e poi nel bagno, la luce era più accesa e illuminava decisamente di più.
«Dimmi, hai qualcosa per toglierti questa roba dalla faccia?» Chiese Scorpius.
Sembrava che la luce avesse ammutolito Lily, che si limito ad indicare un pacco di salviette sul lavandino.
Scorpius ne prese una e richiuse il pacchetto, Lily intanto di era seduta per terra.
Sì abbassò anche lui, per avere il viso di Lily proprio di fronte al suo, le prese il meno tra due dita.
«Chiudi gli occhi» Lily obbedì e sentì qualcosa di fresco e morbido accarezzarle il viso, quando Scorpius ebbe finito di struccarla ci mise secoli a trovare un secchio per buttare la salvietta, per poi scoprire che era proprio accanto a lui.
Quando Scorpius posò lo sguardo su Lily lei stava disperatamente cercando di arrivare alla tazza del gabinetto, allora lui le si avvicinò e le sollevò i capelli mentre Lily rigettava nel water tutto quel poco che aveva mangiato quella sera.
Sembrava aver finito quando Scorpius l’aiutò a rialzarsi dal pavimento del bagno e la condusse di nuovo nella camera.
«Adesso andiamo a dormire, Lily» Sussurrò dolcemente, cercando di calmarla.
«Dormi con me?» Chiese lei, tenendo gli occhi chiusi.
«No» Rispose Scorpius, scostò le coperte e aiutò Lily a sdraiarsi, poi la coprì e si sedette sul letto, mentre Lily infilava una mano sotto al cuscino e si rannicchiava su se stessa.
«Dormi, domani mattina starai meglio» Così dicendo le accarezzò i capelli e uscì dalla stanza e dai dormitori con l’aria di uno che è stato appena schiacciato da un gigante.
Era certo di aver fatto la cosa giusta, non si era approfittato della situazione e aveva tirato Lily fuori da quel disastro, la voglia di festeggiare per la vincita della Coppa delle Case gli era ormai passata, voleva solo dormire e dimenticare tutto.
Albus notò che il suo migliore amico si dirigeva stanco verso i dormitori maschili e decise di seguirlo, le feste che organizzavano i Serpeverde non gli erano mai piaciute, si riducevano sempre allo squallore più totale.
«Scorpius, Lily dov’è?» Chiese Albus una volta entrato i camera.
«Sta dormendo» Rispose atono Scorpius, avrebbe preferito che nessuno gli parlasse di Lily al momento, però capiva che Albus era preoccupato.
«Mi sento uno schifo totale, voglio scomparire dalla faccia della terra» Disse Scorpius buttandosi sul letto, non gli era mai capitato di stare così male per una ragazza.
«Che intendi dire?» Chiese Albus, aveva capito che il suo migliore amico non ce la faceva più a tenersi tutto dentro e che presto sarebbe scoppiato, perciò, si sedette sul suo letto e aspettò paziente che Scorpius rispondesse
«Voglio dire che Lily mi ha baciato: per me è stato il momento più bello della mia vita e lei non si ricorderà niente di questa sera» Mormorò Scorpius facendo calare la stanza nell’oscurità.
Albus assunse un’espressione triste, che nessuno poté vedere.
Scorpius era veramente innamorato di Lily da come parlava e decise che l’avrebbe aiutato.
L’avrebbe aiutato a conquistare Lily nelle ultime due settimane che gli rimanevano davanti.
Era incredibile di come si fosse ritrovato in una situazione del genere, era estremamente geloso di suo sorella, non lasciava che nessuno le si avvicinasse, aveva tenuto il suo cuore in una campana di vetro in modo che nessuno lo potesse spezzare.
Probabilmente suo padre l’avrebbe diseredato e suo fratello James l’avrebbe costretto a cambiare cognome per un atto del genere, ma Albus era convinto che quella era la scelta giusta, a che servivano i pregiudizi quando c’era di mezzo l’amore?

 





NdA: 
Buongiorno a tutti! L'estate mi mette di buonumore anche se fa caldissimo e sono arrivata a bere un litro d'acqua in venticinque minuti...
Che dire? Vi piace questa Lily audace, oppure preferite la Lily di sempre? Personalmente prenderei a spragante questa nuova personalità, anche se l'ho creata io, il che è preoccupante °-°
Avrei facilmente postato ieri ma ho letto circa quattro volumi di un manga fighissimo sono stata presa da altre cose u_u
Come sempre vi ringrazio per tutte le recensioni bellissime (ora finisco di rispondere, eh, non mi dimentico çç) e tutte le persone che hanno messo nelle seguite/ricordate/preferite fhjfdh.
Comuuunque, volevo dire un'altra cosa prima di continuare a leggere il manga sparire da qui: sabato 22 giugno ci sarà un raduno di Potterheads a Roma, dove non vedo l'ora di andare.
Per chi vuole (e per chi può) vi lascio il link dell'evento su facebook: https://www.facebook.com/events/175165945980370/ :)
Baci e alla prossima :33
Marianne



 

 
 
 
 

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Capitolo 20
*** Esami, esami e ancora esami! ***




20.   Esami, esami e ancora esami!
 

Lily la mattina seguente si svegliò frastornata, confusa e con un grande mal di testa.
Non ricordava niente, se non immagini confuse di lei che ballava con quel poco di buono di Marcus Nott, per un attimo fu presa dal panico, e se avesse combinato qualcosa di cui si sarebbe pentita?
Si accorse di avere addosso ancora il vestito della sera precedente e lanciò un sospiro di sollievo.
Delle sue coinquiline solo le gemelle Snow erano nel proprio letto, chissà dov’era finita Janet.
Si alzò e si pentì di averlo fatto: fu colpita da alcuni giramenti di testa che la fecero barcollare e poi sprofondare di nuovo nel suo letto a peso morto.
Ci riprovò, stavolta riusciva a tenersi in equilibrio, il suo cuscino non era macchiato di trucco, molto strano.
Non ricordava di aver avuto le forze necessarie per raggiungere il suo letto, figuriamoci per togliersi tutta quella roba dal viso, qualcuno doveva averla portata lì, qualcuno l’aveva aiutata.
Con grande sorpresa, trovò la forza e la volontà di indossare abiti puliti e soprattutto decenti, ricordava la reazione di Albus appena l’aveva vista, e ricordava un po’ meno quella di Scorpius, ma non era molto facile dimenticare quegli occhi grigi puntati su di lei, come se fossero incollati.
Quello che davvero le importava però, era che aveva fame, avrebbe mangiato anche uno dei Nargilli di cui Lysander e Lorcan andavano predicando l’esistenza.
Arrivata in Sala Comune, con lo stomaco che brontolava, notò con grande sorpresa che i residui della festa erano stati spazzati via, e la stanza già pullulava di persone intenti a ripassare.
Infatti il giorno dopo sarebbe iniziata la settimana degli esami, un vero incubo per tutti.
Lily nonostante stesse morendo di fame, non aveva voglia di andare a fare colazione e sicuramente l’aveva persa, data la marea di gente che era già in piedi, così si avvicinò ad una ragazza del terzo anno, aveva bisogno di sapere alcune cose.
«Scusami, sai dirmi che ore sono?» Chiese Lily cercando di mantenere un tono gentile e soprattutto normale.
«Le undici e quaranta» Le rispose la ragazza gentilmente.
«Grazie e sai dov’è Albus?» Chiese ancora Lily, ma l’espressione che assunse il viso della ragazza, le fece intendere che doveva essere più specifica «Albus Potter, mio fratello» Disse ancora.
«L’ho sentito dire che aveva bisogno di andare in biblioteca» Le disse la ragazza.
Lily annuì e uscì dalla parete di pietra, aveva davvero bisogno che Albus le spiegasse cos’era successo appena dodici ore prima, perché lei aveva una voragine nella testa, un vuoto di memoria e le dava enormemente fastidio.
Avrebbe potuto aver combinato un disastro irreparabile e non si ricordava niente, però sapeva quello che aveva in mente, ricordava il piano che aveva escogitato.
Non aveva la più pallida idea se fosse riuscita nell’intento di sedurre Scorpius per poi mollarlo senza pietà nel bel mezzo della Sala Comune, illudendolo.
Perché era così che si sentiva a causa sua: illusa, incompleta.
Pensava di poter avere qualcosa di più che la sua semplice amicizia, e si era resa di essersi sbagliata di grosso.
Anche se Scorpius Malfoy non aveva tutta la colpa in tutto ciò, in qualche modo era partito tutto da lui, perciò Lily lo riteneva responsabile.
Senza accorgersene, era arrivata davanti alla biblioteca, quindi aumentò il passo ed entrò  cercando tra gli innumerevoli studenti il viso di Albus.
Lo trovò, suo fratello come sempre era chino su un libro, e al suo fianco c’era l’immancabile Scorpius che parlava a bassa voce per non farsi sentire da Madama Pince.
A Lily non interessavano le regole della biblioteca, sapeva che non ci avrebbe più messo piede se non per i suoi M.A.G.O. fermo restante che prima doveva superare i G.U.F.O. e le sembrava una cosa molto ardua.
Spostò la sedia facendo rumore e si mise seduta davanti ai due ragazzi che alzarono gli occhi dal libro e la fissarono.
«Al, devo parlarti» Sentenziò Lily con un’espressione molto seria sul volto.
Albus annuì senza dire una parola, chi tace acconsente, perciò Lily iniziò a parlare incurante del fatto che ci fosse Scorpius, per lei era invisibile.
Se avesse fatto finta che non esistesse sarebbe stato meglio per tutti, e fra due settimane lui avrebbe lasciato quella scuola per sempre, non poteva andare meglio.
«Ho bisogno che tu mi dica cosa è successo di preciso ieri sera, tutto quello che ricordo è che stavo ballando con Nott e ho paura a scoprire cosa è successo dopo» Le mani di Lily torturavano nervosamente un pezzo di pergamena che era sul tavolo mentre parlava.
«Io ti ho portata via da lui» Disse Scorpius intromettendosi nella conversazione, doveva darsi una mossa se voleva conquistare Lily, e poi quella era la verità, solo la verità, nient’altro che la verità.
«Esatto» Confermò Albus, strano ma vero: Albus Potter stava aiutando il suo migliore amico, nonché Scorpius Malfoy, figlio dell’uomo che suo padre non riusciva a sopportare, a conquistare sua sorella Lily.
Gli esami dovevano avergli decisamente dato alla testa.
«E poi?» Chiese Lily picchiettando nervosamente le dita sul tavolo, si pentì di non aver ringraziato Scorpius ma poi le ritornò in mente il fatto che doveva evitarlo il più possibile.
«E poi hai baciato Scorpius» Disse Albus con molta nonchalance sfogliando distrattamente il libro che aveva sotto gli occhi.
«Io…cosa ho fatto?» Disse Lily, no,era sbagliato.
Quel bacio avrebbe mandato a monte il suo piano, era stata una completa idiota.
«Mi hai baciato e poi te ne sei andata a dormire» Tagliò corto Scorpius alzandosi verso gli scaffali, non doveva prendere un libro, voleva solo evitare di nuovo lo sguardo terrorizzato di Lily.
Era logico che lei non era cosciente, non era sua intenzione baciarlo, era perfettamente normale che aveva paura di quello che aveva fatto.
La vide ancora parlare con Albus, poi lei si alzò e uscì dalla biblioteca, Albus chiuse il Manuale di Trasfigurazione Avanzata e si alzò per raggiungere Scorpius tra gli scaffali, lontano dallo sguardo severo di Madama Pince.
«Perché non le hai detto che sei stato tu ad aiutarla a tornare nel dormitorio?» Chiese Albus, quella notte erano rimasti svegli, tutti e due erano troppo sconcertati per riuscire a dormire.
«È meglio così, credimi» E così dicendo anche Scorpius uscì dalla biblioteca, non ci riusciva a studiare quel giorno, forse avrebbe ripassato un po’ la sera, chiuso nella stanza, senza il pensiero di Lily a tormentarlo.
La cena giunse presto, e l’unica cosa a tirare su di morale i tre ragazzi era quella di aver vinto la Coppa delle Case.
Tutta la Sala Grande era stata adornata di stendardi verde-argento, e dopo aver annunciato il nome della Casa vincitrice seguita da un mare di applausi provenienti stranamente dal tavolo dei Tassorosso, la preside McGranitt fece il solito annuncio di fine anno riguardante gli esami.
«Un attimo di attenzione per favore» Disse. «Da domani inizieranno gli esami finali che dureranno una settimana, ricordo agli studenti del quinto e del settimo anno, prossimi ai G.U.F.O. e ai M.A.G.O. che i loro esami si prolungheranno per due settimane per le prove pratiche; e adesso, diamo inizio al banchetto» Con queste parole la McGranitt ritornò al tavolo dei professori e si mise seduta al centro.
Lily mangiò con poca voglia quella sera, nonostante avessero vinto la Coppa delle Case, nonostante quello fosse stato davvero un anno trionfale per loro, proprio non riusciva ad esserne felice.
L’indomani più della metà degli studenti era in completa crisi, tuttavia, Lily non trovò molto difficile l’esame scritto di Incantesimi né quello di Rune Antiche oppure quello di Storia della Magia il giorno successivo.
Il mercoledì Lily si trovava in difficoltà, la mattina si era svegliata a causa del caldo e non era più riuscita ad addormentarsi, per quanto fosse nervosa.
Ancora in pigiama, aveva accesso la luce sul comodino che non faceva che creare altro calore, e aveva preso gli appunti di Pozioni scritti con Scorpius settimane prima, durante le loro lezioni clandestine.
Chissà quale pozione le avrebbe fatto preparare il professor Lumacorno, sperava vivamente che avesse deciso di farle fare la Bevanda della Pace: era quella su cui si era esercitata di più durante l’anno.
E stranamente, esattamente tre ore dopo, nell’aula di Pozioni, Lily lesse sul foglietto che gli era stato consegnato che dovevano preparare la Bevanda della Pace, e chiese scusa alla Dea Bendata per averla offesa e maledetta tutte quelle volte, qualcuno doveva volerle parecchio bene lassù.
Dopo pranzo arrivò fin sopra la Torre Nord per l’esame di Divinazione, notò uno sguardo compiaciuto da parte della professoressa Cooman dopo essersi inventata che si sarebbe rotta una gamba appena scesa dal treno e che avrebbe dovuto passare l’estate chiusa in casa con Albus che le faceva da balia.
Il Giovedì Lily affrontò l’esame di Trasfigurazione mentre un piano più in basso Albus e Scorpius si stavano dando da fare per l’esame di Storia della Magia, a mezzanotte andò dritta sulla Torre d’Astronomia per completare mappe lunari, tanto le lune di Giove non se le sarebbe mai ricordate tutte.
Venerdì, ultimo giorno degli esami scritti, si ritrovò a scrivere più di quaranta centimetri di pergamena sulle proprietà e le caratteristiche delle piante carnivore del Sud America nell’esame di Erbologia e il pomeriggio aveva affrontato quello di Difesa Contro le Arti Oscure.
Non che ci fosse molto da fare nella prova scritta di Difesa, forse era l’esame più facile che Lily avesse fatto fino a quel momento.
Lily si sentiva tranquilla, tranquilla come non lo era mai stata, era sicura che tutti i suoi esami erano andati bene, e la sua tranquillità si sarebbe mantenuta anche per la settimana successiva, se solo Albus avesse tenuto a freno la lingua quella sera a cena.
Infatti, si era dimenticato che Lily era seduta proprio vicino a lui, e sembrava essersi dimenticato anche che  lei stava facendo del suo meglio per evitare Scorpius, infatti quando lui le aveva chiesto come era andato l’esame di Pozioni, si limitò a rispondere con un “bene” molto svogliatamente mentre ripassava per le altre materie.
Paula Harvey si era avvicinata a Scorpius, scansando alcuni ragazzi del terzo anno che lo idolatravano come il dio del Quidditch, e si era seduta vicino a lui.
«Come sono andati gli esami, Scorp?» Chiese con un tono melenso.
Lily strinse in pugno la sua forchetta e masticò con violenza il povero pezzo di carne che aveva in bocca.
Scorp? Scorp! L’aveva chiamato Scorp, e non era decisamente una buona cosa.
L’impulso di trafiggere Paula con la forchetta fu forte, ma Lily si limitò a martoriare la bistecca che aveva nel piatto e a pensare che fosse la faccia di Paula.
Poi ci rifletté su, e si disse che era assolutamente stupido e illogico arrabbiarsi perché una ragazza gli aveva rivolto la parola sbattendo le ciglia ogni due dannati secondi. Lei non era gelosa di Scorpius, per lei Scorpius non doveva esistere, eppure sentiva una morsa allo stomaco e la paura che potesse essere preso da qualcuno che non lo meritava, una sensazione strana quanto terrificante.
«Non male» Rispose lui, cercando di essere gentile, intanto anche Albus stringeva la sua forchetta in pugno: lui Paula non la sopportava, ovunque fosse Scorpius c’era anche lei, ed era una cosa alquanto fastidiosa.
«Che ne dici di andare a Hogsmeade domani?» Gli chiese.
Era davvero troppo, Lily sbatté il suo bicchiere sul tavolo con forza, troppa forza a dir la verità, tant’è che mezzo tavolo di era girato a guardarla.
«Veramente io dovrei studiare, sai, noi del settimo anno abbiamo anche le prove pratiche» Rispose Scorpius.
«Ma per quelle non si deve studiare, io non l’ho fatto» Rispose Paula che era al sesto anno, perciò un anno prima aveva affrontato i G.U.F.O. come Lily.
Forse era per quello che era così stupida.
«Paula, ascolta, Scorpius è fin troppo gentile per dirti di sloggiare, perché attualmente lui è interessato ad un’altra ragazza che, mi dispiace dirtelo, non sei tu» Sbottò Albus ad un certo punto.
La foglia di lattuga che Lily stava per mangiare le rimase a penzoloni fuori dalla bocca, Scorpius aveva gli occhi spalancati e avrebbe volentieri ucciso il suo migliore amico a mani nude, ma allo stesso tempo lo stava ringraziando per averlo liberato da Paula che, indignata, aveva girato i tacchi ed era tornata a sedersi al suo posto.
Tutto ciò provocò una marea di strane emozioni in Lily; da una parte era felice che quella piattola si fosse tolta dai piedi una volta per tutte, ma dall’altra era incredibilmente triste perché a Scorpius piaceva un’altra ragazza, e sicuramente non era lei.
Insomma a chi sarebbe potuta piacere la piccola, stupida, antipatica e petulante sorellina di James e Albus Potter?





NdA:
BuonGeorge a tutti :3
La fine dell'anno scolastico di questi poveretti si avvicina, e così la fine della storia çç ancora non ci credo che questo è il ventesimo capitolo D:
La mia stima per il povero Albus cresce sempre più, e lui non mi odia più come un tempo, yeeeeeeah.
Facendo le persone serie (pfff) abbiam cacciato via Paula, ma non i prosciutti sugli occhi dei nostri due piccioncini, pazienza... che ve ne pare?
Fatemelo sapere con una recensione c:
Baci e alla prossima,
Marianne


 
 

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Capitolo 21
*** Serviva solo un ricordo felice. ***




21.   Serviva solo un ricordo felice.
 

Lily affrontò le prove pratiche con l’umore sotto le scarpe, e una furia assassina rinchiusa nel petto.
Già, perché Lily Potter non era il tipo da abbattersi e da mettersi a piangere sotto il letto perché il ragazzo di cui credeva di essere innamorata era interessato ad un’altra.
Lily era vendicativa, e giurò che se avesse trovato quella poverina l’avrebbe strangolata con le sue stesse mani, se faceva parte dello Scorpius Fan Club tanto meglio: non si sarebbe trattenuta da lanciarle prima una Maledizione Cruciatus.
I grandi geni dei suoi professori avevano deciso di fissare il suo esame pratico di Difesa Contro le Arti Oscure il venerdì mattina, il giorno prima della partenza, mentre tutti gli altri erano fuori tra i prati a rilassarsi dopo gli esami.
I risultati dei G.U.F.O. non sarebbero arrivati prima della fine di Luglio, e Lily era così ansiosa di scoprire con quale voto era passata in Pozioni – se era passata – che per una volta avrebbe fatto a meno di un mese di vacanze estive.
Si dirigeva con la bacchetta stretta in pugno verso l’aula dove avrebbe affrontato la sua ultima prova, controcorrente rispetto agli altri studenti che uscivano dal castello.
Uno però, andava nella sua stessa direzione, forse aveva avuto la medesima sfortuna di dover fare l’ultimo esame proprio l’ultimo giorno di scuola, Lily poi lo osservò meglio: era alto, biondo, aveva la divisa con lo stemma dei Serpeverde e…
…Scorpius.
Perché la seguiva? Avrebbe fatto meglio ad andare dietro alla gallina tutte forme niente cervello a cui era interessato, non a lei.
Scorpius si avvicinò a Lily e le chiese dove stesse andando con quel bel sole che splendeva fuori.
«A fare il mio esame di Difesa» Borbottò Lily mentre cercava di camminare più veloce per lasciarselo alle spalle, ma era tutto inutile, Scorpius sembrava reggere senza difficoltà il nuovo ritmo che Lily aveva adottato.
«Beh, buona fortuna» Le disse Scorpius arrestandosi, finalmente si era deciso a togliersi dai piedi, Lily però si accorse di aver superato l’aula e capii che Scorpius si era fermato perché l’avevano raggiunta.
In effetti, era troppo bello per essere vero.
Si fece coraggio, lanciò un respiro profondo, poi si voltò verso Scorpius che le regalò uno sguardo e addirittura un sorriso per infonderle coraggio, mossa sbagliata, sbagliatissima.
Perché se prima Lily era nervosa a causa dell’esame, ora oltre a quello aveva anche uno branco di Ungheri Spinati nello stomaco solo per uno stupido sguardo.
Cercò di sorridere per mascherare il suo nervosismo, senza molto successo, poi aprì la grande porta di quercia e sparì dalla vista di Scorpius.
Il ragazzo intanto si era seduto su una superficie di pietra, e aveva intenzione di rimanerci almeno finché Lily non fosse uscita da quell’aula.
Passò seduto lì dieci, quindici, venti minuti e di Lily nemmeno l’ombra. Il suo esame pratico di Difesa non era durato così a lungo, ma doveva ammettere che variava da persona a persona e magari Lily aveva bisogno di più tempo.
Sentì dei passi avvicinarsi e si chiese chi potesse mai essere l’idiota che dopo aver finito gli esami si rinchiudeva nel castello, a parte lui, ovvio.
Scorpius aveva una buona ragione per non godersi il sole di metà Giugno, sentiva il dovere di accompagnare Lily in quelli che erano i passi più importanti della sua vita, anche se lui non ne sarebbe stato il protagonista, doveva farlo, non c’era niente che riuscisse ad impedirglielo.
Alzò la testa e vide Albus avvicinarsi con sua cugina Rose al seguito.
«Scorpius! Che ci fai qui?» Chiese Albus molto sorpreso di vederlo lì, con le mani in mano davanti ad una porta chiusa.
«Sto aspettando che Lily esca» E dopo aver detto ciò, la grande porta di quercia si aprì, rivelando una Lily con i capelli spettinati e lo sguardo stanco.
Nessuno disse niente, però Rose, Albus e Scorpius la stavano guardando per avere informazioni, terrorizzati che ad una sola parola Lily potesse scoppiare in una crisi isterica, dato lo stato dei suoi capelli.
«Mi hanno detto che molto probabilmente avrò il massimo dei voti» Disse Lily con gli occhi spalancati, incredula di ciò che aveva appena detto.
Di certo, solitamente i professori e gli esaminatori non dicevano quello che sarebbe molto probabilmente stato l’esito finale dell’esame appena svolto, ma questo era uno dei vantaggi di essere una Potter, la figlia del Salvatore del Mondo Magico, del capo degli Auror, e di tante altre nomine che Lily aveva anche dimenticato.
Si sentiva così felice, così orgogliosa di se stessa, ancora non ci credeva di aver concluso il suo esame nel migliore dei modi, e soprattutto non credeva di esserci riuscita.
«Il massimo? Fatti abbracciare» Disse Rose andando incontro alla cugina per strangolarla in un abbraccio, si aggiunse anche Albus, mentre Scorpius rimase dov’era.
Non sembrava parecchio interessato a rovinare quel quadretto familiare.
Quando Lily fu rilasciata da sua cugina e da suo fratello si fece coraggio e si avvicinò a lei, tendendole la mano per congratularsi. «Complimenti» Le disse, allora Lily fissò la mano di Scorpius e lentamente alzò lo sguardo stupita.
Pervasa della contentezza, si gettò tra le braccia di Scorpius e lo stritolò a dovere, stringendolo forte, con un classico abbraccio alla Potter; quando si staccò sembrava confusa quanto lui per l’azione che aveva appena fatto.
Non parlarsi da due settimane e poi abbracciarsi come se niente fosse non era decisamente una cosa normalissima.
Rose capì al volo, quello che sospettava da mesi ormai sembrava palese, così prese Albus per la manica della divisa allontanandolo. «Al, Hugo ci aspetta fuori, andiamo» E così i due cugini si allontanarono dal corridoio lasciato Lily e Scorpius da soli.
Per un nanosecondo, Scorpius ebbe l’impulso di ringraziare Rose Weasley, poi, come schifato da quel pensiero ritornò a guardare Lily con un aria decisamente imbarazzata: cosa le avrebbe detto?
«Allora, che cosa hai fatto per prendere il massimo dei voti?» Chiese Scorpius, tergiversare sull’esame era la cosa migliore da fare.
«Ho evocato un Patronus» Disse Lily come fosse niente.
Un Patronus, molto al di sopra delle capacità di una del quinto anno, nemmeno Scorpius ci riusciva completamente, gli mancava quel ricordo intenso da farlo risultare efficace.
Gli era successo solamente una volta, e non ricordava nemmeno in quale circostanza.
«E dimmi, che forma ha il tuo Patronus?» Chiese ancora Scorpius, se si erano ridotti a parlare delle forme dei propri Patronus, era davvero un caso disperato.
Avrebbe avuto così tante cose da dirle: prima di tutto che non era uscito con Paula solo perché era lei, Lily, che occupava la maggior parte dei suoi pensieri; avrebbe voluto dirle che l’amava, invece le aveva chiesto la forma del suo Patronus, era inconcepibile di come diventasse improvvisamente un citrullo privo di cervello quando parlava con lei.
«Oh beh, una tigre, strano vero?» Disse Lily cercando di nascondere che le sue guance stavano andando a fuoco, non voleva parlare del suo Patronus e del suo esame, era sicuramente meglio cambiare discorso, continuando così non avrebbero ottenuto nulla di buono, a parte un imbarazzante conversazione sul significato degli animali.
E sì, per Lily era strano, perché la tigre stava a significare dominanza, potere, forza, e Lily era tutto, tranne che dominante, potente e forte.
«Non è possibile» Disse Scorpius scuotendo la testa.
«Invece sì, è proprio una tigre» Ribatté Lily, cosa stava facendo? Contestava la forma del suo Patronus? Il caldo doveva dargli alla testa.
«No, perché la tigre è il mio Patronus, non può essere anche il tuo» Disse Scorpius nervoso.
Ci mancava solo che si mettessero a litigare per dei Patronus e avremmo avuto una lista di stupidi pretesti più che completa.
Lily spalancò gli occhi, quella situazione le era familiare, le faceva venire in mente una cosa che suo padre aveva raccontato ai suoi figli anni addietro.
«Magari è una coincidenza» Borbottò Scorpius cercando di riparare il danno fatto, dato che Lily sembrava come in trance e non c’era verso di riportarla tra i comuni mortali.
«Non è una coincidenza» Mormorò Lily.
«Che cosa?»
«Mio padre, ci ha sempre raccontato che i Patronus di due persone che si amano sono sempre uguali, o complementari, almeno uno deve essere innamorato dell’altro» Disse Lily avvampando, sfiorando tutte le cromature del rosso.
Certo, non era davvero un bel modo di dichiararsi quello, ma di disse che comunque, era il momento giusto.
Adesso o mai più.
Come era possibile che i loro Patronus fossero uguali? Loro non si amavano, o meglio lei sì, Lily ogni giorno si svegliava con la convinzione sempre più forte di essere innamorata di Scorpius ma non pensava che lui fosse innamorato di lei.
«Non capisco cosa ci sia di strano, Lily» Disse Scorpius, anche se mentiva, era più che strano il fatto che Lily fosse innamorata di lui dato che erano circa due settimane che non si sarebbe fatta scappare l’occasione per triturarlo e gettarlo dentro un calderone.
«Voglio dire, è impossibile che tu… io non posso piacerti, chi è la ragazza per cui Albus ha risposto male a Paula l’altra settimana? È lei, non io» Disse Lily tutto d’un fiato, non credeva di aver detto quelle parole, anche se molto stranamente, probabilmente dopo aver confuso le idee di Scorpius ancora di più, Lily gliel’aveva fatto capire, e Scorpius sorrise.
«Lily! Tu hai pensato che io… che la ragazza. Oh Lily sei tu, dannazione!» Esclamò Scorpius pieno di gioia; Lily aggrottò le sopracciglia, o quel ragazzo era impazzito o lei avrebbe fatto meglio ad andare in Infermeria.
«Io?»
E Scorpius non disse niente, si limitò ad annuire, ad accarezzare il viso di Lily e a prenderlo tra le mani.
Poi, come fosse la cosa più naturale del mondo la baciò, e Lily dapprima sorpresa, dopo aver realizzato che era Scorpius Malfoy quello stava baciando, ricambiò il bacio con trasporto.
In quel momento sembrava tutto così perfetto: la mano di Scorpius sul collo di Lily che l’avvicinava sempre di più a lui, la mano di Lily sul petto di Scorpius che percepiva il battito frenetico e accelerato del suo cuore, gli occhi chiusi, per impedire che niente potesse rovinare quell’attimo.
Non si accorsero nemmeno che il professor Wilson, il loro insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, era uscito dall’aula per godersi un po’ di meritato riposo; non si accorsero che alcuni studenti erano rientrati, e stavano salendo le scale; a dir la verità non gli sembrava nemmeno di trovarsi ad Hogwarts, ma in un posto tutto loro, creato dall’immaginazione.
«Scorpius…» Disse Lily una volta che si staccarono, quasi sorpresa di aver formulato una parola sensata. «Ho un nuovo ricordo felice» Continuò ricominciando a respirare regolarmente.
Quello fu il primo bacio con un significato. Infatti, la prima volta fu alla festa dei Malfoy, dove Scorpius l’aveva baciata solo per impedire a Lily di parlare, e in quel momento gli era sembrata la cosa più adatta da fare.
Quando si erano baciati per la seconda volta, due settimane prima, Lily era fuori di se e non ricordava assolutamente nulla.
Quella era decisamente il bacio giusto, il primo vero bacio.
«Quindi…» Iniziò Lily, non aveva la minima idea di come sarebbe andata a finire quella giornata, avrebbero dovuto nascondersi da Albus e da tutti i suoi parenti? Forse, ma Scorpius la baciò di nuovo, impedendole di dire qualsiasi altra cosa, ora che poteva, non avrebbe perso nemmeno un minuto in chiacchiere.
Quando Lily riaprì gli occhi, ciò che vide non le piacque per niente, forse perché temeva che Albus potesse scoppiare da un momento all’altro oppure che potesse trasformarsi in un’Acromantula assatanata.
Almeno, avevano risolto il problema di come dirgli di essere innamorati, infatti Albus era fermo e immobile a pochi metri la loro e li fissava ancora sconcertato, dopo aver sbattuto le palpebre un paio di volte, si grattò la testa e disse qualcosa molto simile ad uno: “Scusatemi” e poi sparì verso i sotterranei.
Lily e Scorpius si scambiarono uno sguardo veloce, dovevano parlare ad Albus prima che lui scoppiasse in una crisi di nervi, forse si sarebbe sentito meno offeso.





NdA:
Questa volta niente titoli strambi, ci diamo al fluff :')
Allora, dopo ventuno capitoli, sono riusciti a capire un po' tutto *^* AHAHAHAHA li ho tenuti tanto sulle spine, che questo mi sembrava il minimo e_e
Che ne pensate? Spero di aver reso bene la storia dei patronus che ho sempre trovato un po' contorta a dir la verità, comunque...
Vi preannuncio che questo che avete appena letto è il penultimo capitolo, infatti il prossimo, il 22 (I don't know about you, but I'm feeling 22 *canta* okay, non so come ci è finita Taylor Swift qui in mezzo :o) sarà l'ultimo :3
Detto ciò, abbiamo superato i 100 seguiti, io mi sciolgo, davvero dhjkfdhjk, per la precisione siete 104 seguiti,  11 ricordati e 38 preferiti, beh, GRAZIE ♥
Spero vi sia piaciuto e ci risentiamo alla prossima, che sarà anche l'ultima :c
Baci,
Marianne

 

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Capitolo 22
*** Il rossetto dello scandalo. ***




22.   Il rossetto dello scandalo.


 
Scorpius e Lily avevano parlato con Albus tutto il pomeriggio, privandosi delle ore di luce e calore che il bel tempo gli riservava.
Dopo averlo tranquillizzato sul fatto che era successo solo da pochi minuti e che non si erano affatto messi d’accordo da mesi, e che soprattuto non era uno scherzo come quello di Aprile, Albus sembrava decisamente più tranquillo e addirittura felice.
Il suo migliore amico sembrava finalmente aver ripreso vitalità, sua sorella era contenta, sprizzava gioia da tutti i pori e gli sembrò che avesse riacquistato quella parlantina che l’annoiava a morte, cosa sarebbe mai potuto andare storto?
Semplicemente tutto.
Immaginate un Albus Potter felice che sua sorella e il suo migliore amico stessero insieme, e che gli diceva per lui andava bene.
Ora, immaginate sempre lo stesso Albus Potter che stava per uccidere i piccioncini con un Avada Kedavra, perché i due, a detta sua, occupavano troppo spazio vitale da rendere impossibile viaggiare nel loro stesso scompartimento.
La verità era però che loro due non potevano farci niente, e approfittavano di quelle ore di viaggio dato che una volta arrivati in stazione avrebbero dovuto far finta di niente per evitare che Harry Potter disintegrasse Scorpius con le sue stesse mani.
O che Lily non si suicidasse prima per disperazione.
Oppure entrambe le cose. Probabilmente prima suo padre avrebbe ucciso Scorpius e poi lei si sarebbe suicidata per raggiungere il suo amato nell’aldilà, faceva molto quella tragedia babbana: Romeo e Giulietta.
Esasperato, Albus uscì dallo scompartimento e andò a cercare rifugio dai cugini Weasley che ridevano animatamente, almeno con loro non doveva rendersi invisibile per non dover vomitare.
Poi, Lily e Scorpius non erano nemmeno così diabetici, solo che Albus non sopportava a prescindere tutte le smancerie da fidanzati, perciò aveva visto bene di andarsene e trovare rifugio in mezzo a tutte quelle teste rosse.
Arrivati in stazione, Lily si alzò seguita da Scorpius e dopo aver preso i bauli scesero dal treno fingendosi distaccati come non mai.
Quello che videro però, non gli fu affatto di aiuto: infatti i coniugi Potter stavano allegramente parlando con i Malfoy e, a patto che qualcuno non avesse lanciato un Confundus generale, quella situazione era decisamente troppo strana ed inverosimile.
I ragazzi fecero spallucce e si diressero verso i genitori con i proprio bauli al seguito.
«Albus, Lily, finalmente siete a casa, come sono andati gli esami? Albus tu cosa hai intenzione di fare ora che hai finito la scuola e Lily ho sentito che i tuoi voti in Pozioni sono migliorati!» Disse Ginny stritolando i suoi figli, disse tutto così velocemente che Lily non capì nemmeno mezza parola e Albus fece finta di cambiare discorso.
Intanto mentre Scorpius parlava con sua madre Astoria, si girava qualche volta verso di Lily per concedersi uno sguardo distratto.
Ad un tratto tutti si voltarono indietro, catturati da un rumore di scarpe col tacco, tutto quello che vide Lily era la chioma bionda di sua cugina Dominique avvicinarsi a velocità supersonica verso di loro, chiamando Lily a gran voce, e la ragazza sospettò giustamente che non sarebbe successo nulla di buono.
«Lily, devi darmi il rossetto che ti ho prestato in treno, è urgente» Disse Dominique una volta raggiunta la cugina, nessuno sembrò dare molto peso alla frase della Weasley, infatti tutti tornarono a comportarsi come prima,
Lily cercò nelle tasche dei jeans e trovò il rossetto rosso che Dominique le aveva dato poche ore prima.
«Grazie cugina…e Malfoy?» Disse ancora Dominique lanciando un’occhiata a Scorpius, per poi controllare che Lily non avesse martoriato il suo povero rossetto rosso fuoco.
Scorpius, alzò lo sguardo sulla ragazza. «Weasley?»
«Sei un po’ sporco di rosso, proprio qui sotto il labbro» Disse Dominique sorridendo, poi sparì a grandi passi verso i suoi genitori che l’aspettavano dall’altra parte della stazione.
Scorpius diventò bianco come un lenzuolo, Lily diventò più rossa di un pomodoro mentre tutti li guardavano sorpresi e confusi.
«Avevo ragione!» Esclamò Rose rompendo l’imbarazzante silenzio che si era creato.
«Su cosa, piccola?» Chiese Ron che aveva notato l’imminente sfuriata del suo compagno di avventure.
«Beh, lo sospettavo già da un po’ di tempo e oggi ne ho avuto la conferma» Disse ancora Rose fiera delle sue indagini pienamente riuscite.
«Qualcuno mi spiega cosa significa tutto questo?» Sbottò Draco Malfoy che aveva un terribile presentimento, ma preferii non crederci.
Lily intanto si era allontanata a parlare con Fred e Roxanne, che stavano raggiungendo i loro genitori, dicendosi che più avrebbe evitato quella tragedia, più sarebbe stata al sicuro.
Si chiese per quanto suo zio George avrebbe potuto ospitarla, non si prospettava affatto una cattiva idea giocare a Quiddicht con i suoi due cugini per tutta l'estate...
Purtroppo, Marcus Nott, che per qualche inspiegabile motivo si trovava ancora in stazione, raggiunse i tre. Non ci mise molto a scacciare Fred eRoxanne intimandogli con la sua solita gentilezza da Purosangue di sloggiare sostenendo  che doveva parlare con Lily.
A dir la verità, Nott ci era rimasto piuttosto male quando il suo amico Scorpius aveva portato la ragazza via da lui alla festa per festeggiare le vittoria di Serpeverde e Lily Potter era uno dei nomi che gli mancava per completare la lista di ragazze con cui era stato, e ora cercava di rimediare il tutto.
Mentre prendeva Lily per un braccio, lei capì che Nott non era decisamente intenzionato a parlare come sosteneva, ed era già pronta a tirargli un calcio là dove non batte il sole quando udì la voce di Scorpius.
«Ehi, Nott! Lascia stare la mia ragazza» Gridò per farsi sentire dall’amico, si allontanò dai suoi genitori che intanto lo avevano accerchiato pericolosamente e si avviò verso Lily e Marcus.
«Ditemi che non l’ha detto davvero» Biasciò Draco in presa ad una crisi di asma.
«Invece credo proprio di sì» Commentò atona Astoria.
«Papà… come si dice? Carpe diem! Cogli l’attimo, se si amano che problema c’è?» Si intromise Albus cercando di far ragionare suo padre.
«Stai certo che lo coglierò l’attimo, per uccidere quel finto biondo del tuo migliore amico!»
«È di mio figlio che stiamo parlando, Potter. Ti pare che con un padre come me i suoi capelli possano essere finti?»
E mentre Draco e Harry bisticciavano su chi avesse i capelli più belli, il figlio più bello e il lavoro più bello, Lily e Scorpius si erano nascosti dietro una delle grandi colonne che sorreggevano gli archi della stazione.
Rose temeva che un giorno sarebbe finita ad insegnare Divinazione ad Hogwarts, poi però, si disse che non aveva predetto nulla, aveva solamente osservato attentamente ed era giunta ad una conclusione tramite ragionamenti più che logici.
Ginny e Astoria cercavano di separare i loro mariti che intanto erano passati ad una lotta alla babbana, ad un certo punto arrivarono Teddy e James, contenti di aver trovato i Potter.
James disse che li stavano aspettando fuori dalla stazione ma che non vedendoli si erano preoccupati, poi assunse una faccia perplessa chiedendosi perché suo padre si stesse azzuffando con Draco Malfoy.
«Oh, avete visto? Lily ha trovato un ragazzo, strano a dirsi» Esordì James per scaricare la tensione senza grandissimi risultati a dir la verità, tant’è che suo padre lo fulminò con lo sguardo.
Improvvisamente la sicurezza che aveva per dire ai suoi genitori del fatto che lui e Teddy stessero insieme svanì e decise che avrebbe comunicato quella notizia alla sua famiglia in un’altra occasione, magari il prossimo Natale, o quello dopo ancora.
«Ma se vuoi, papà, vado lì dietro dove sono nascosti e lo uccido all’istante» Rimediò James, e non l’avesse mai detto, perché Draco Malfoy sembrò che stesse per avventarsi su James, nessuno seppe mai  perché il ragazzo stava minacciando di uccidere Scorpius oppure perché suo figlio stava probabilmente esplorando il palato di Lily Potter
«Vado a chiamare Lily» Mormorò Albus sicuro che nessuno l’avesse sentito.
Quando i due uscirono dal loro nascondiglio, erano in condizioni ancora peggiori di come erano prima, Lily aveva i capelli scompigliati che cercava di rimettere a posto, mentre la scia di rossetto sul mento di Scorpius era ancora più evidente.
«Amico, se vuoi un consiglio, togliti quel rossetto dalla faccia se non vuoi che qualcuno venga seriamente ricoverato al San Mungo» Gli disse Albus con una pacca sulla spalla.
Scorpius dovette riconoscere che per la sanità mentale di James e Harry Potter, e per quella fisica di suo padre, e soprattutto per la sua sanità sia fisica che mentale, Albus aveva nettamente ragione.
E poi non era detto che suo padre non l’avrebbe più fatto uscire di casa, aveva pur sempre diciassette anni – beh, quasi diciassette, mese in più, mese in meno, cosa cambiava? – avrebbe potuto dire che andava a trovare Albus e  tenendosi a debita distanza da Harry Potter magari avrebbe potuto anche vedere Lily.
Comunque sia, ai due poco importava del futuro, avevano scoperto di amarsi l’un l’altro dopo mesi di equivoci, litigate ingiustificate e sentimenti abbastanza strani, era giunta l’ora di dimenticarsi e di lasciarsi alle spalle tutte le preoccupazioni che li avevano tenuti separati.
Avevano colto il loro momento, e lo stavano vivendo nel migliore dei modi.


The end.


 

NdA:
OMG, è finita. Ora piango, aiuto ç_ç
Allora questo capitolo è un po' corto, lo so, ma originalmente l'avevo pensato più come un epilogo, poi mi sono resa conto che non avevo creato il prologo e mi son detta "che lo metti a fare un epilogo che non c'è il prologo?" e così ecco questo ventiduesimo e ultimo capitolo.
Okay. Impressioni? Siete contenti di questo finale?
Ancora non ci credo di essere arrivata alla fine, e ringrazio tutti voi per il supporto, per le recensioni, per tutte le letture silenziose ♥
Ebbene, questa fan fiction è durata la bellezza di quattro mesi e cinque giorni, wow!
Detto ciò, vi posso assicurare che  non ci sarà un"addio", chi ha seguito la mia prima long nella sezione Harry Potter, sa che dopo averla finita ho pubblicato un missing moment perchè mi mancava troppo :')
Lo farò anche per questa, anche se non sarà un missing moment perchè quello di cui voglio parlare accade durante il settimo anno di Lily, quindi sarà una semplice one-shot Lily/Scorpius che, se volete, può essere ricollegata a questa storia.
Ho finito di annoiarvi per ora xD Se volete parlare un po', anche di cose che con efp non c'entrano nulla, vi lascio il mio Twitter e il mio fake su Facebook.
Vi voglio tanto bene TwT
Marianne


 

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