Alla Ricerca di Stelle

di __aris__
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** capitolo 12 - ultimo capitolo ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


“Tre ore. Tre lunghe, noiose ed infinite ore gettate letteralmente dalla finestra!!” fu il pensiero del Presidente della Daito alla fine della riunione con i rappresentanti di una nota casa di produzione occidentale. Salutò i suoi interlocutori con una stretta di mano ed un sorriso cortese mentre li accompagnava alla porta affinché la segretaria li facesse uscire. Erano quasi le nove di sera ed alla Daito erano rimasto solo lui, Mizuki e gli addetti alla sicurezza.
Si appoggiò alla scrivania rivolto alla finestra; prese una sigarette da quelle che teneva nella giaccia e l’accese. “Dannati inglesi! Sono mesi che trattiamo ed ora che siamo quasi giunti ad un accordo voi tornate al punto di partenza!? Ma imparerete quanto sa essere persuasivo Masumi Hayami!” ed il suo pensiero si affollò immediatamente di tattiche mefistofeliche per riuscire a concludere il contratto che avrebbe permesso alla sua azienda di uscire dai confini del Giappone. Queste riflessioni furono interrotte dall’elegante bussare di Mizuki:
“Io avrei finito di sbrigare tutti gli incartamenti della giornata. Se per lei non è un problema tornerei a casa.”
“grazie, vai pure!” fu la risposta del principale. La segretaria sorrise, gli augurò una buona serata ed uscì. Hayami spense il mozzicone di sigaretta. “Ho bisogno d’aria fresca!” pensò ad alta voce. Prese il cappotto ed uscì. Lasciò l’edificio in auto, ma dopo appena pochi minuti la parcheggiò ed iniziò a passeggiare.
Camminò lentamente per le strade del centro illuminate da insegne luminose per un bel po’, consumando diverse sigarette. La verità era che il giovane presidente, alla guida della società fondata dal padre da molti anni, uno degli uomini più influenti del Paese, era divorato dall’ansia e si sentiva mancare l’aria ogni giorno di più. Il matrimonio combinato con la sua fidanzata diventava sempre più inevitabile. In un primo momento aveva pensato di opporsi, e ne avrebbe anche, forse, avuto la possibilità, ma non lo fece. Tutti pensavano che il suo interesse fosse passato dalle imprese di famiglia alla bella Shiori, ma lui sapeva che nulla era più lontano dalla verità. Shiori era bella, raffinata e profondamente innamorata di lui, ma in fondo non c’era da stupirsi: Hayami era di bell’aspetto, sempre elegante, raffinato nei modi e sapeva come mettere a suo agio qualsiasi donna.
“Davvero qualsiasi donna Hayami?” si disse ironico. “Idiota ti sei messo in trappola con le tue stesse mani!” gli sembrava di stare nelle sabbie mobili: più sprofondava (volontariamente) in quella situazione e più desiderava uscirne per tornare a respirare. Rimpianse profondamente in momento in cui aveva accettato di sposarsi; ma allora pensava di essere senza speranze, poi in questa certezza si era insinuato furtivo il dubbio e l’aria aveva iniziato a mancargli. Un'altra sigaretta.
L’aria era diventata pungente, erano ormai le undici, Masumi si alzò il bavero del cappotto e vide l’insegna del suo bar preferito. Si avvicinò e posa le mano sul maniglione della porta per entrare ma realizzò che quella sera, stranamente,  non aveva voglia di ubriacarsi. “Ti stai rammollendo Hayami!!” si rimproverò mentre lasciava il maniglione.
Si diresse verso la macchina ma passando per il parco senza tornare per le luminose strade del centro, preferendo il parco: voleva respirare l’odore dell’erba ed un posto dove le luci della città fossero più attenuate per poter vedere le stelle. Arrivato al parco si saturò i polmoni dell’odore di erba umida e muschio; oltrepassò una fontana per giungere in quella zona dove era stata creata una piccola radura circondata da alberi e poco illuminata. Era il posto perfetto per alzare gli occhi ed ammirare la volta celeste. Mentre pensava a quali stelle erano visibili in quel periodo dell’anno, la sua attenzione fu attirata da qualcosa che lo lasciò letteralmente a bocca aperta: Maya Kitajima in posa meditativa su un piede solo con i palmi giunti sotto un albero! “Cosa ci fai in questo posto isolato in piena notte?! Non ti rendi conto che è pericoloso… ragazzina?!” pensò in un tono che racchiudeva preoccupazione, rabbia (quella particolare forma benevola dettata dall’amore verso un'altra persona) e tanto stupore. La concentrazione della ragazza era tale da on accorgersi dell’uomo che la fissava allibito da soli due alberi di distanza.
Dopo pochi istanti la visione si dissolse mentre Maya perdeva i sensi cadendo da un lato. Masumi le afferro saldamente un polso giusto un momento prima che la faccia dell’attrice si scontrasse con una radice. La tirò a sé e la strinse al petto, le accarezzò la testa come ad una bambina per poi passare ma mano sulla sua fronte; in quel momento si accorse che Maya aveva la febbre molto alta. Cercò rapidamente con lo sguardo gli effetti della ragazza, riconobbe nel buio la sagoma di un soprabito, che le aveva regalato ai tempi de Le Due Principesse, ed una borsetta poco distante. Infilò il cappottino alla ragazza (ancora svenuta) e, dopo aver recuperato anche la borsetta, la portò tra le sue braccia nell’auto.

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


La cameriera che aprì la porta aveva un grosso punto interrogativo sul volto nel vedere il padrone di casa reggere in braccio quella giovane sconosciuta; era stata assunta da meno di un anno e non sapeva di quando il vicepresidente della Daito aveva portato a casa una giovane e talentuosa attrice. Nella mente della domestica si affollavano molte domande: chi è questa ragazza? Perché il padrone torna in piena notte tenendola tra le breccia con una malcelata area preoccupata? Il signorino non avrà commesso qualche sciocchezza? Non è che da domani sarò cercata dalla polizia? Involontariamente le scappò un suono gutturale e Masumi decise che era ora di terminare quella farsa. Era durata solo pochi secondi, è vero, ma il suo istinto manageriale mal sopportava i dipendenti impiccioni che gli facevano perdere tempo prezioso.
Svelta! Questa ragazza ha la febbre alta bisogna: portarla in una delle camere per gli ospiti, metterle qualcosa di pulito e chiamare un dottore!” Disse con un tono che non ammetteva altra risposta del “Si! Subito… provvedo immediatamente!” prontamente pronunciato dalla domestica, sempre più colpita dallo strano comportamento del datore di lavoro. Tutti, lei compresa, lo ritenevano un autentico cubetto di ghiaccio, le uniche persone con cui aveva dei “rapporti umani” erano altri uomini d’affari e questo lo aveva reso, se possibile, ancora più cinico. “Ed ora? Torna a casa con una ragazza sconosciuta tra le braccia in piena notte?! Nemmeno la neve il 15 Agosto potrebbe essere più strana!”
Mentre la cameriera continuava in questo genere di riflessioni Hayami aveva iniziato a salire le scale che portano al piano nobile dirigendosi verso una grande stanza in fondo ad un corridoio. Quasi una parete e mezza era occupata da una finestra da cui si vedeva un vecchio e nodoso albero grazie al quale la stanza non era mai troppo assolata o troppo calda, sebbene fosse esposta a sud. Adagiò Maya sul letto, si girò verso la cameriera ripetendo quanto detto all’ingresso, la cameriera fece un leggero inchino ed uscì velocemente dalla stanza. Rimasero soli lei, sempre incosciente, e lui che la osservava balbettare qualcosa di incomprensibile alle orecchie umane; anche in quello stato riusciva a rapirlo non c’era proprio niente da fare! Abbassò la luce di cortesia sul comodino “Hayami che fai? Adesso crei l’atmosfera per una ragazzina svenuta?! SEI PATETICO!” ripeteva la parte razionale di lui con tutta la forza di cui era capace mentre l’uomo si avvicinava alla fronte della ragazza per darle un bacio. Il tentativo fallì per il tempestivo ritorno della cameriera “così impari a non darmi retta! Ti sta davvero bene Hayami!” disse la trionfante razionalità offesa per essere stata completamente ignorata.
Ho chiamato il medico: ha detto che sarà qui in pochi minuti. Le ho preso uno dei miei pigiami. “ riferì la serva cercando di essere il più naturale possibile; dallo sguardo dell’uomo aveva capito di aver decisamente sbagliato la tempistica dell’entrata e questo la rendeva ancora più curiosa.
Ottimo. Cambiala e chiamami appena il dottore l’avrà visitata.” Rispose lapidariamente l’uomo mentre usciva dalla camera per entrare nella sua.
 Giunto nella sua stanza gettò l’impermeabile che ancora indossava sul divano e si allentò il nodo della cravatta. Perché eri lì in piena notte? Ci aveva pensato durante tutto il viaggio. Sapeva per esperienza diretta che Maya aveva dei modi molto particolari per entrare nei personaggi ma non era passato molto tempo da quando era stata alla Valle dei Susini dove aveva lasciato tutti a bocca aperta con la sua interpretazione. Cos’era successo in questo breve lasso di tempo? C’era anche un'altra cosa che gli dava angoscia: ringraziava il cielo per essere arrivato appena in tempo ma allo steso tempo si chiedeva cose sarebbe potuto succedere a Maya se per caso le cose fossero andate diversamente. Aveva passato gli ultimi anni a proteggerla al meglio delle sue possibilità, anche se molte volte era stato lui la causa delle sue sofferenze, e non poteva sopportare la possibilità di fallire. Diede un pungo sul davanzale della finestra, che nel mentre aveva aperto, per rilasciare la tensione “Complimenti Hayami! Questa sera non ne azzecchi una! Non solo non ti senti meglio ma ora hai anche una mano dolorante! Forse potresti provare con una doccia calda, sempre ammesso che non ti riesca di annegartici sotto!” Seguì il suo consiglio.
Uscito dalla doccia, non era ancora completamente rivestito, la cameriera bussò alla porta.
Il medico ha finito di visitare la signorina…” disse sospendendo la frase. Non riusciva più a frenare la curiosità; sapeva di non poter chiedere al suo capo cos’era successo ma almeno il nome lo doveva sapere!
Kitasjima” rispose con non curanza.
“… Ho detto al dottore di aspettarla al piano di sotto nel salottino vittoriano.” rispose lei cercando di non mostrarsi turbata dalla visione dell’uomo a torso nudo, con i capelli leggermente umidi ed arruffati per lo strofinare dell’asciugamano poggiato con non curanza sulle spalle. Il tentativo era miseramente fallito.
 “Prepara del caffè e portalo appena scendo.” Masumi ignorò la poca professionalità della domestica, aveva altro da fare al posto di occuparsi dei turbamenti di cameriere represse ed impiccione. Chiuse la porta e terminò di vestirsi.
Mentre scendeva le scale la giovane cameriera, ancora scossa per la piacevole visione, si chiedeva quando trovasse il tempo per modellare così perfettamente i pettorali “quella non può essere solo madre natura! Non può essere stato tanto fortunato!” era giunta in cucina ed aveva iniziato a preparare il caffè.
Il salotto nel quale il medico aspettava il vicepresidente aveva il soffitto a grandi cassettoni, le pareti tinte con un polveroso verde acqua. C’erano due poltrone intonate alla vernice ed accanto ad ognuna era posizionato un piccolo tavolinetto; mentre davanti al divano color crema si trovava un tavolino. Completavano la stanza il caino bianco su una parete e le numerose orchidee (prima del fidanzamento c’era solo una grande pianta da interni in un angolo) che percorrevano tutti i toni dal celestino a lilla. Il dottore si era già accomodato sul divano quando Masumi entrò.
Buona sera dottore. La ringrazio per essere venuto così velocemente nonostante l’ora tarda!” disse chiudendo la porta con tono cortese sedendosi sulla poltroncina davanti al medico.
Ad essere completamente onesto dal tono strano della cameriera al telefono avevo temuto si trattasse di suo padre. Sono rimasto molto stupito quando ho visto la paziente!
Non era mia intenzione farla preoccupare più del dovuto, le chiedo scusa. Mio padre è ancora in Francia per gli accertamenti medici da lei consigliati. Come sta la signorina Kitasjima?” chiese Masumi appena la cameriera ebbe finito di servire il caffè.
Molto bene. Le condizioni della ragazza sono buone; la febbre dovrebbe scendere presto, probabilmente è dovuta alla stanchezza. Sa se è sottoposta ad un periodo di forte tensione?” si fermo per un sorso di caffè “Ha detto Kitasjima? Non sarà per caso la stessa ragazza che gareggia con Ayumi per la Dea Scarlatta??” la prima domanda era stata formulata quasi sovrappensiero mentre nel pronunciare la seconda il medico fissava negli occhi Hayami con l’espressione di chi ha appena ricevuto una rivelazione divina. Il medico era sicuro della risposta dell’interlocutore, e questo avrebbe spiegato anche perché si era preso la briga di portarla in casa e farla assistere da uno dei professionisti migliori del Paese. “Non sarà mica una nuova e diabolica strategia industriale di cui sono complice?” pensò con terrore.
Esatto proprio lei!” rispose calmo senza perdere il leggero sorriso sulle sue labbra “Come può immaginare sta sopportando parecchia pressione in questo momento. La Dea Scarlatta non è una semplice competizione con  Ayumi, ma è il suo sogno da quando era poco più che una bambina.” Proseguì sorseggiando il caffè.
Capisco. Se è così l’unica cosa che prescrivo è assoluto riposo per un paio di giorni. Posso chiederle come l’ha trovata?” chiese il medico finendo il caffè
Dottore la prego! Se togliesse a questa storia tutto il mistero perderebbe di fascino!”  rispose l’altro ridendo.
Il medico era rimasto serio e si era alzato per congedarsi “Come preferisce presidente Hayami. Si ricordi che la signorina ha bisogno di molto riposo e non deve ricevere stress di alcun tipo!” disse con tono severo da vecchio professore e l’indice alzato, ora che aveva capito chi era lei gli erano venuti in mente anche diversi titoli di giornale sul vicepresidente che faceva infuriare in pubblico l’attrice. “Buona notte signor Hayami.
Farò del mio meglio! Buona notte dottore!” concluse Masumi accompagnando il medico alla porta. Era una persona molto scrupolosa nel suo lavoro e non si sarebbe stupito di sapere che nei giorni successivi avrebbe chiamato per informarsi di Maya, se non fosse stato così non avrebbe mai accettato quella piccola predica!
Ritornò nel salottino dove trovò la cameriera intenta a sparecchiare il vassoio e le tazze di caffè “porta nella camera della signorina coperte, qualche cucino e quello che serve per vegliare la ragazza.” Doveva fare una breve pausa per trattenere la risata che gli stava uscendo spontanea “Per questa notte proverò a fare l’infermiere!”.
La cameriera rispose con un cenno del capo senza distrarsi da quello che stava facendo. Quando Masumi fu uscito commentò a bassa voce “strano… sono abbastanza sicura che quando è uscito per andare a lavoro fosse il cinico e spietato affarista di sempre...
 
Avevo avvisato chi mi ha recensito che la pubblicazione di questo capitolo avrebbe potuto tardare, ma le recensioni stesse mi hanno convinta a sistemare quello che avevo già scritto e pubblicarlo. Ringrazio chi ma ha recensita e spero che questo capitolo vi piaccia, non temete Maya si sveglierà presto! Vi auguro anche buone feste!

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


Masumi tornò nella stanza dove era stata sistemata Maya; vide che sul comodino accanto al letto il medico aveva lasciato un flaconcino con alcune pillole ed un bigliettino: queste pillole fanno  scendere la febbre e facilitano il sonno. Somministrarne due solo se la febbre dovesse salire.
Davvero un dottore scrupoloso!” sussurrò per non turbare il riposo della ragazza.
La cameriera entrò recando con sé una coperta in lana, due cuscini, un termos contenente acqua gelida ed alcune pezze di lino. Posò il termos e le pezze sul comodino per poi sistemare i cuscini e la coperta sull’ottomana posizionata sulla parete della porta. “Serve altro signore?” “Per ora no. Ma se servisse suonerò subito!” rispose l’uomo indicando un piccolo bottoncino incastonato accanto alla testiera del letto. “Allora buona notte!” concluse la cameriera uscendo.
Ora erano davvero soli, anche se Maya in quel momento non era cosciente. Ma questo non importava a Masumi: da anni desiderava guardarla dormire, svegliarsi nella stessa stanza alla mattina, baciare quei capelli che profumavano sempre di vaniglia e stringerla a sé per placare i suoi istinti possessivi. Capitava spesso che dopo i loro incontri, o magari anche se la vedeva dalla sua auto passeggiare in compagnia di Rei e delle altre amiche, la notte la sognasse accanto a lui ed allungando istintivamente il braccio nel tentativo di afferrarla si ritrovasse a stringere solo aria vuota. Il pensiero che tra qualche tempo la sua mano avrebbe incontrato Shinori, poi, era sufficiente a fargli gelare il sangue.
Ma quella notte non gli importava nulla: Shinori non c’era e non lo avrebbe mai saputo, suo padre e la sua capacità di portare infelicità erano dall’altro capo del mondo a torturare qualcun altro. Quella notte, probabilmente solo per quella notte, c’erano solo loro due e tutto il resto scompariva nel nulla. Ormai era disteso sulla metà vuota del grande letto come se fosse un triclinio romano accarezzando i morbidi capelli di Maya. Assaporando la pace di quel momento si addormentò.
Si risvegliò molto presto, la luce che filtrava attraverso la finestra era ancora rosea per l’alba appena terminata. Con sollievo notò che Maya era ancora nella posizione in cui l’aveva lasciata; per sua fortuna non si era svegliata, era perfettamente consapevole che se la sarebbe vista molto brutta in quel caso! Non ricordava nemmeno tutto ciò che Maya gli aveva tirato contro, o aveva minacciato di fare, nel corso degli anni! Appoggiò la mano sulla fronte della ragazza: la febbre è quasi scomparsa! ora riposa ragazzina! Le diede un leggero bacio sulla fronte, non voleva assolutamente svegliarla, ed uscì.
Entrò direttamente nel suo studio per telefonare alla sua segretaria che rispose al terzo squillo del cellulare con voce neutra:
Singor Hayami cosa posso fare per lei così di buon ora?” come segretaria era talmente perfetta che alle volte Hayami sospettasse non fosse nemmeno umana.
Buon giorno anche a te Mizuki. Per prima cosa cancella tutti i miei impegni di oggi ed anche quelli di domani mattina, sono certo che riuscirai a trovare un ottima scusa. Poi chiama Kuronuma e digli che ho la sua dea” pronunciò la frase con una punta di soddisfazione calcando le ultime parole, cosa che non sfuggì alla segretaria.
Da come ne parla sembra che Maya Kitasjima si trovi nel suo letto signor presidente!” la frase fu preceduta da una delle solite risatine leggere che la donna si lasciava sfuggire quando parlavano di Maya. Sapeva che il suo capo era un uomo con il quale era meglio non scherzare ma una parte di lei non poteva non trovare il suo comportamento divertente, ed in fondo era il suo modo per farlo scuotere e prendere l’iniziativa. Ma non sempre riusciva a schernirlo: c’erano le volte in cui Shinori telefonasse subito appena finito di ricevere il rapporto periodico su Maya per confermare un appuntamento, per chiedere quale tipo di tappezzeria preferisse, o di porcellane, o altre futilità simili. Appena sentite le parole “c’è la sua fidanzata al telefono” la luce che ancora brillava negli occhi del giovane presidente si spegneva, la postura si irrigidiva ed assumeva lo stesso aspetto di quando si trovava in una riunione interminabile. In quei momenti provava una sconfinata pena: era evidente che Shinori fosse solo una pratica noiosa. “Vuole che gli dica anche questo?” terminò lo scherno.
Da un certo punto di vista Mizuki ci aveva preso in pieno. Questo era uno di quei momenti (tipici quando lei lo scherniva) in cui la perspicacia della donna diventava la possibile causa del suo licenziamento, per poi essere compensata dall’assoluta lealtà dell’assistente. Masumi si limitò a pronunciare il suo nome con tono perentorio.
Si?
Digli solo di venire il prima possibile. Ho da dirgli delle cose molto importanti!
Come preferisce.” Rispose con il suo tono neutro.
È tutto. Buon lavoro Mizuki!
Buona giornata Presidente” chiuse la comunicazione la donna sorridendo sperando che il suo capo riuscisse a sfruttare al meglio quell’occasione irripetibile. Come prima cosa chiamò Kuronuma pensando che si trattasse di una bella gatta da pelare visto quanto che le aveva detto il suo capo, tenendo anche conto della sua reputazione, si poteva tranquillamente trattare i un sequestro di persona.
Il telefono suonò ripetutamente prima che il regista rispondesse.
Pronto? Chi è?” esordì l’uomo
Buon giorno signor Kuronuma, sono la segretaria del presidente Hyami
Perché mi cerca?” le parole uscirono in modo più burbero del previsto, ma d’altronde quella donna lo aveva svegliato.
la volevo informare che Maya Kitasjima si trova a villa Hayami e che il presidente la prega di raggiungerlo il prima possibile.” Spiegò Mizuki con lo stesso tono con cui telefonava per confermare gli appuntamenti del suo principale.
L’altro capo della cornetta tacque per qualche secondo. “Cos’è successo?” La segretaria pensò che le parole furono dette con un modo che assomigliava più ad un padre che parla della figlia rispetto ad un regista riferito alla sua prima attrice.
Credo che la signorina stia bene, se è questo che intende; ma sfortunatamente il Presidente non mi ha dato altri dettagli. Mi creda sono davvero spiacente!”
Il regista si rese conto della sincerità delle parole della segretaria e decise di evitare altre domande. Fece un sospiro rassegnato e si fece dire come raggiungere la villa.
Kuronuma arrivò alla villa verso le otto del mattino e disse al maggiordomo che gli aprì la porta di essere atteso dal Presidente della Daito. Fu condotto in una stanza con un camino bianco e piena di orchidee sui toni del lilla dove avrebbe aspettato il suo ospite.
Kuronuma non fece in tempo a pensare che le orchidee non gli sembravano il fiore adatto a Masumi Hayami che questi entrò nella stanza. Nessuno dei due voleva perdere tempo in convenevoli e formalità per cui la discussione entrò subito nel vivo.
Questa mattina mi ha telefonato la sua segretaria per dirmi che Kitasjima si trova a casa sua. Posso chiedere cosa è successo?!” la domanda solo fu un modo per costruire la frase che nella testa del regista era più simile a dimmi cosa ci fa Maya nella casa di uno sporco affarista noto per i suoi doppi fini!
Masumi capì perfettamente questa parte e rispose pacato.
Ieri notte ho trovato Maya che meditata sotto un albero, quando è svenuta ho deciso di portarla a casa mia. Se l’avessi ricoverata in qualche ospedale la notizia sarebbe rimbalzata su tutti i giornali con titoli come candidata alla dea scarlatta ricoverata dal presidente della Daito Art Production. Immagini quanti problemi ne sarebbero sorti!” la bugia gli era venuta in mente mano a mano che parlava; in effetti quando aveva portato a casa Maya non riusciva a pensare a nulla se non alle condizioni di salute della ragazza. “ho chiamato il mio medico personale perché Maya aveva la febbre molto alta. Il dottore ha prescritto solo molto riposo e di evitare stress, la febbre e scesa durante la notte. Ora riposa in una delle stanze per gli ospiti.”
Il regista ascoltò la spiegazione molto attentamente distinguendo il vero dal falso ed ammettendo che Hayami mentiva molto bene, una persona normale avrebbe creduto ad ogni sua parola tanto era la naturalezza con cui aveva mentito.
Capisco.” Disse lapidario. Ora toccava a Masumi di fare le domande:
Ora che ha accertato che Maya sta bene mi tolga una curiosità. Quando l’ho trovata ieri notte stava meditando da diverse ore sotto un albero, magari lei mi sa spiegare come mai. Forse è successo qualcosa alle prove?
Meditava sotto un albero?” il regista era la raffigurazione dello stupore. Dopo qualche istante di riflessione raccontò che da qualche giorno in Maya c’era qualcosa che non andava. L’intesa con Sakuracoshi era ottima, anche se erano solo in una fase iniziale di prove. “Non so spiegare cosa sia successo ma sembra che il contatto tra la Dea e Maya si stia piano a pian affievolendo da quando la ragazza ha lasciato la valle dei susini. Ad ogni prova sembra che se ne allontani sempre di più. Per fortuna il resto della compagnia non sembra essersene accorto.
Kuronuma mentre parlava osservava attentamente il suo interlocutore. Hayami aveva rivolto la domanda in modo stranamente preoccupato, come se ci tenesse soprattutto da un punto di vista umano più che economico. Dal loro primo incontro aveva notato uno strano atteggiamento del produttore verso la giovane attrice, un interesse particolare per dirla meglio. Durante la spiegazione del regista Hayami aveva abbandonato la sua comoda posizione con la schiena appoggiata allo schienale della poltroncina ed aveva portato il busto in avanti, appoggiato i gomiti alle ginocchia ed intrecciato le dita davanti alla bocca. Se il regista voleva una conferma dei suoi sospetti l’aveva avuta.
Capisco. Maya ha sempre usato metodi… bizzarri per entrare nei personaggi. Spero che non sia un problema se la tengo con me fino a domani?” Masumi non sapeva se complimentarsi con se stesso per l’ultima frase oppure prendersi a sberle per non aver detto “qui” al posto di “con me”. Ormai era tardi, la frittata fatta, non gli restava che riprendere la sua posizione rilassata sul divano nel tentativo di dissimulare tranquillità.
Per me non è un problema, ma le ricordo che alla ragazza è stato prescritto del riposo!
Masumi sorrise constatando che se il regisa avesse detto “tratta bene mia figlia altrimenti te la vedrai con me!” avrebbe usato un tono molto simile. “Si lo rammento perfettamente! Non è mia intenzione rovinare la competizione per la Dea, anzi voglio che Maya dia il meglio di sé.
Se le cose stanno così credo che per ora non abbiamo altro da dirci signor Hayami!” Kuronuma si alzò dal divano e si congedò dal presidente.
Kuronuma era allibito quello che aveva capito da quel colloquio lo aveva letteralmente lasciato senza parole! Masumi Hayami: il freddo uomo d’affari dietro la sua scrivania in mogano! Niente emozioni! Niente sentimenti! Soltanto cifre e calcoli! Quell’uomo era innamorato, profondamente e perdutamente di Maya Kitassjima, che da canto suo sosteneva di non poterlo nemmeno vedere. In gioco c’era il futuro della sua prima attrice e non riusciva a non preoccuparsi.
Congedato il regista Masumi tornò ella camera dove dormiva Maya temporaneamente affidata alla giovane cameriera che l’aveva aiutato la sera precedente. Disse alla cameriera che poteva andare e passò il resto della giornata a guardare la sua ragazzina che dormiva rimanendo allibito di come si potessero coniugare così bene l’innocenza di una bambina e la grazia di una donna fatta all’interno di quel corpicino minuto!
Quando Maya si svegliò si trovò in un grande letto chiaro con le lenzuola profumate di pulito. Il letto arredava una grande stanza illuminata dal rosso del tramonto che arrivava da due grandi finestre affacciate su un enorme albero: il modo in cui la luce del sole si rifletteva nella stanza rendeva l’atmosfera quasi incantata e Maya non poté che rimanerne estasiata. Dopo qualche secondo cerò di ricordare dove si trovava e come era arrivata in quella stanza sconosciuta ma proprio non ci riusciva. L’ultima cosa che ricordava era di aver deciso di ripetere gli esercizi di meditazione imparati alla Valle dei Susini nel tentativo di schiarirsi le idee e non pensare a lui….
Si tirò su dal letto e sentì una voce provenire dal fondo della camera, perfettamente riconoscibile anche se celata dall’ombra: “Si è svegliata ragazzina! Iniziavo a pensare che avrebbe dormito fino a domani mattina!
No! No! No! Si era tanto impegnata per non pensare a lui per cosa? Per finire in casa sua! No! Era decisamente troppo!
Signor Hayami… cos’è successo?... dove mi trovo?” chiese con l’intensità del fruscio del vento tra le foglie, mentre le sue guance iniziavano ad arrossare.
Ma come non ricorda? Si trova a casa mia! Ieri notte l’ho trovata quasi svenuta al parco e l’ho portata qui e mi sono preso personalmente cura di lei!” rispose con estrema naturalezza mentre si alzava dall’ottomana su cui era seduto. Si ricordava gli ordini del medico ma amava provocarla e scoprire quante espressioni il suo viso sapesse tirare fuori. Oppure era l’astinenza da nicotina.
Se avessero potuto le guance di Maya avrebbero preso fuoco per autocombustione mentre Masumi si avvicinava lentamente al letto.

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


Masumi camminava piano. Metà della sua figura illuminata di rosso e l’altra metà in ombra. Maya non aveva parole per descrivere quanto il suo ospite fosse affascinante in quel momento: grazie alla luce particolare i capelli dell’uomo percorrevano tutte le sfumature dal biondo grano al rosso rame; il volto era rilassato da un vero sorriso (non il solito risolino caustico e sardonico) che Maya non gli aveva mai visto. Camminava lentamente, quasi assaporando gli attimi, con una mano in tasca mentre l’altra ciondolava leggermente e non spostando mai i suoi occhi dalla ragazza sbigottita sul letto. Ogni tanto Maya aveva notato una strana luce negli occhi dell’uomo, ma quella che di solito era solo una fugace scintilla ora una luce abbagliante che rendeva il cobalto dei suoi occhi ancora più brillante e resistente al rosso intenso della stanza.
Quei pochi passi sembrarono infiniti all’attrice, le sue guance ormai erano rosso vivo “S ignor Hayami…” furono le sole parole che riuscì a balbettare. Che stava succedendo? Lui cosa stava facendo? Era un sogno o uno scherzo crudele?
Non disse niente, si sedette sul bordo del letto e Maya rimase a fissarlo impietrita mentre allungava una mano sulla sua fronte.
La febbre non c’è più. Devo ammetterlo: sei piccolina ma hai la scorza dura ragazzina!” la giovane era troppo sconvolta per notare che Masumi aveva faticato per mantenere il suo solito tono sprezzante.
Maya avrebbe voluto replicare e se le circostanze fossero state diverse gli avrebbe risposto a modo, sicuro! Ma il busto di Masumi si era improvvisamente proteso in avanti con fare deciso e le parole morirono in gola divorate da una dubbio: che farà adesso? mi dirà che è l’ammiratore delle rose, che mi ha vegliata e protetta in silenzio per anni, oppure si prenderà nuovamente gioco di me? Questa era la domanda che attanagliava Maya dal ritorno dalla Valle, un tarlo che la rosicava lentamente. Celato dietro un mazzo di rose era capace di dimostrare una gentilezza infinita ma di persona era sempre così scostante e solo raramente lasciava trasparire il suo lato umano. Per anni lo aveva odiato, con tutta la forza di cui era capace,  ma scoperta la verità l’odio aveva lasciato il posto ad un sentimento di tutt’altro segno; appena aveva capito che nonostante tutte le cose orribili che gli aveva detto (e che di sicuro l’avevano ferito) lui era rimasto a vegliare su di lei come un angelo invisibile ed imperturbabile. Sapeva  che era fidanzato, ed anche se non lo fosse stato l’aveva sempre trattata come una bambina mai come una donna; e che il suo era un sentimento impossibile; si doveva accontentare solo delle rose. Questo lo avrebbe anche potuto sopportare, con il tempo, ma quel comportamento così … schizofrenico (per quanto ci aveva provato non aveva trovato altro aggettivo) era atroce! Davvero non capiva come facesse a passare così facilmente da angelo custode ad indisponente affarista pronto a schernirla davanti a tutti!
Ma l’uomo si limitò a protendersi verso il bottoncino incastonato nella testiera del letto per far portare qualcosa da mangiare a Maya senza dire una parola. Quel gesto gli era costato una fatica immensa. Mentre raggiungeva il letto aveva pensato a come fosse baciare Maya; non i suoi soliti baci da pervertito rubati a fanciulle indifese ed incoscienti, ma un vero bacio, uno ricambiato: sarebbe stato ardente di passione o leggero come la brezza marina? In realtà la sua mente era andata anche ben oltre i baci. Quando poi si era seduto sul letto e l’aveva vista da vicino aveva dovuto pregare tutti i muscoli, i tendini, le ossa ed ogni fibra del suo corpo per non saltarle letteralmente addosso e seguire l’istinto. Oltrepassala senza nemmeno sfiorarla, infine, aveva richiesto una concentrazione degna del migliore eremita tibetano!
Dopo qualche istante in cui nella stanza non si mosse nulla Masumi chiese con faccia seria e voce penetrante “Cosa facevi sotto quell’albero?
Maya girò il viso per allontanare lo sguardo dagli occhi indagatori dell’interlocutore; temeva che avrebbero potuto leggerle la verità stampata sul viso. Non rispose nemmeno, d’altronde cosa gli poteva dire “sono andata a meditare perché da quando sono tornata non faccio che pensarla e questo mi fa stare peggio ogni giorno!”? Non era decisamente il caso!
Ma Masumi voleva una risposta! Aveva passato le ultime venti ore a torturarsi il cervello ed il cuore con quella domanda senza risultato; adesso Maya avrebbe dovuto rispondergli! Le prese il mento tra due dita girandole il viso per poterla nuovamente guardare negli occhi: “Allora dimmi perché ti trovavi in un parco poco illuminato ed isolato in piena notte a meditare!”. Non poteva più scappare, la presa dell’uomo era delicata ma salda e le impediva perfino di abbassare lo sguardo. Non posso … non devo … non posso rispondere e dire la verità!
Il giovane presidente la fissò intensamente per un attimo ancora, il tempo di vedere delle lacrime farsi strada tra le ciglia senza scendere sulle guance diventate improvvisamente pallide. La lasciò e si girò verso la porta con lo sguardo basso. Sei un idiota Maumi Hayami presidente della Daito Art Production! Sei un idiota tanto quanto è altisonante il tuo titolo! Prima ti avvicini a lei con pensieri molto poco casti, e poi nella tua ricerca disperata di risposte per alleggerirti la coscienza la riduci in questo stato! Sei un vero idiota e dovresti solo vergognarti di te stesso!
Se non vuoi dirmelo fai pure. Ma se non fossi arrivato appena in tempo davvero non so cosa sarebbe stato di te!” Fin da piccolo gli avevano insegnato a dissimulare ed a mettere un vetro tra lui e gli altri affinché questi non lo potessero vedere e toccare, ma in quel momento nessuno di questi insegnamenti sembrava essere stato appreso: le mani giunte, lo sguardo basso e le parole dette in un sussurro carico di preoccupazione e pentimento troppo grandi da restare dentro di lui.  Maya non poteva resistere a quella visione e decise che se non tutta almeno una parte della verità la doveva dire, almeno al suo ammiratore:
Da qualche tempo non riesco più a concentrarmi come dovrei e non riesco più a diventare la Dea. Più il tempo passa e più o la sensazione di fare dei passi indietro, per cui ho deciso di ripetere un esercizio di meditazione che la sinora Tsukikage aveva fatto fare a me ed Ayumi nella Valle … non mai stata così vicino alla Dea come in quel momento ... ma il tempo è passato senza che me ne accorgessi … l’assicuro che non voleva darle pensiero!” Si era interrotta diverse volte cercando le parole giuste, parlando piano e lentamente.
Mano a mano che l’attrice parlava l’espressione contratta di Masumi si rilassava, alzò gli occhi e li portò in direzione dell’attrice come se fossero attratti da una forza invisibile. Avrebbe voluto allungare una mano per accarezzarle una guancia ed infonderle un po’ di calore, ma il provvidenziale bussare della cameriera gli impose di rimanere immobile. Si chiese se non avesse una sorta di sesto senso per scegliere i momenti meno opportuni in cui comparire, se avesse aspettato dietro la porta proprio quel momento o se era semplicemente un modo in cui l’universo gli ricordava che il semaforo era e rimaneva rosso.
Oramai erano quasi al buio e la cameriera dovette accendere la luce per portare il carrello vicino al letto ignorando, molto faticosamente, i pugnali di odio profondo che lanciavano gli occhi del suo datore di lavoro. Scoprì il piatto sul carrello: “Serve altro signore?”disse mentre mentalmente implorava: dica di no e non solo prometto di non chiedere mai aumenti di stipendio ma giuro che sparisco dalla stanza alla velocità della luce!
Puoi andare!” rispose il principale cortesemente, abilmente nascondendo il reale “sparisci o ti licenzio in tronco!”
Letteralmente grata a Dio ed a tutti i Santi del Paradiso la cameriera corse via dalla stanza terrorizzata. Mentre scendeva le scale che portavano alle cucine anche lei comprese quello che già Mizuki aveva assodato da anni e si chiese come sperasse di poter celare ancora un sentimento così profondo alla donna che lo ispirava ed al resto del mondo, per non parlare poi di trascorrere tutta la vita sposato con un'altra donna. Folle … signore lei è un folle!
Aggiorno la storia perché vorrei fare una sorta di sondaggio per coloro che decideranno di concedermi qualche minuto del loro tempo! Nel prossimo capitolo (o in quello successivo, dipenderà dalla lunghezza del cap 5) Masumi suonerà qualcosa al pianoforte. Io amo la musica classica, anche se non la conosco benissimo, ed avevo deciso fin dall’inizio questa scena. Il problema è che non riesco a trovare il pezzo giusto e vorrei, se fosse possibile il vostro aiuto! Le tre alternative sono queste:
1 CHOPIN notturno Op 9 n 2 http://www.youtube.com/watch?v=rSQZWluOVFE
  2  LISTZ  Sogno d’Amore
http://www.youtube.com/watch?v=TKKGpE4T1Gw
3 DEBUSSY Claire de Lune
http://www.youtube.com/watch?v=ZIsQPdC9YnY
 
La scelta è molto importante perché da questa dipenderà anche il tono dell’intero capitolo. Il problema è che, almeno per me sono tutti talmente belli che sceglierne uno è davvero difficile per cui spero che qualcuno di voi mi possa aiutare!
Grazie anche solo per aver letto!

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


L’entrata della cameriera aveva almeno fatto recuperare a Masumi parte del suo aplomb facendolo raddrizzare mentre avvicinava ancora un po’ il carrello al letto.
Cos’è?” chiese la fanciulla sinceramente incuriosita. Dell’apparizione della domestica non ci aveva capito molto: l’aveva vista avvicinarsi con l’espressione di chi deve mantenere un certo contegno anche sul cratere di un vulcano in eruzione; ma dalla sua posizione non era riuscita a vederne la causa. Poi, mentre usciva, aveva pensato che forse era semplicemente intimidita dal suo padrone: chi potrebbe darle torto?
Sembrerebbe una semplice minestra con verdure e carne. Ha anche un buon odore.” Masumi aveva chiesto alla cuoca di preparare qualcosa per Maya la mattina e di tenerla in caldo, non aveva specificato cosa lasciando la scelta alla cucina.
Maya osservò l’uomo sollevare uno di quei vassoi per fare la colazione a letto che aveva visto solo al cinema e non poté impedire all’imbarazzo di salirle fin sopra le orecchie. Non solo non era abituata ad un simile trattamento, c’era anche Masumi Hayami come cameriere personale! Ora era lei quella rigida come un lampione mentre l’uomo la guardava con disinvoltura lasciandosi scappare una fugace risata leggera mentre posizionava il vassoio sul letto.
Deve mangiarla prima che si freddi!” disse calmo prima di protrarsi sopra il vassoio  arrivando a pochi centimetri dal naso dell’attrice. “Ma se si sente ancora debole posso sempre imboccarti io ragazzina?” terminò con voce suadente. Ancora una volta non era riuscito a desistere dal provocarla! Speri forse che ti dica di si? Chiedeva dubbiosa la razionalità nella sua testa.
Mayia spalancò la bocca e gli occhi per lo sdegno senza dire una parola. “Avanti è normale che le ragazzine piccole si facciano imboccare dai grandi!Sei un bastardo Hayami! Sei un vero bastardo! E rischi seriamente un ustione! Ed intatnto la sua razionalità iniziava a trovare tutto tremendamente divertente.
Ma Maya non gli tirò il piatto in faccia: in un primo momento mise su il broncio (cosa che mandò Masumi un brodo di giuggiole facendolo sentire ancora più verme di prima) e poi passo all’attacco con tutto il cipiglio di cui fu capace:
Sono anni che le ripeto che non sono una ragazzina! E per la cronaca mi sento benissimo e sono perfettamente capace di mangiare da sola!”  
Masumi indietreggiò alzando le mani in segno di resa “Faccia come preferisce! Non ho intenzione di lottare con una ragazzina ingrata!”. Detto questo si alzò ed uscì dalla stanza.
IO NON SONO UNA RAGAZZINA!!
Lo so che non sei una ragazzina, lo so meglio di quanto credi!” disse a bassa voce dopo aver chiuso la porta alla sue spalle, incamminandosi lungo il corridoio.
Che uomo assurdo! Incomprensibile! Insopportabile! Irritante! Impudente! Arrogante! Odioso!Probabilmente era l’unica persona sulla faccia del pianeta a riuscire a farla infuriare in quel modo! Maya sbuffò lasciandosi andare sul cuscino; decise che era meglio non pensare troppo a lui!
Diede un occhiata alla spaziosa stanza: alla sua destra si trovava la grande finestra, che occupava anche parte della parete vicina; notò che il davanzale era basso e ricoperto da un lungo cuscino dall’aria morbida, evidentemente era fatto per sedersi ed ammirare le foglie al vento! Davanti al letto c’era un tre piede rotondo e scuro con un vaso di fiori freschi (tulipani, fresie, giunchiglie e qualche rosa) che riprendevano i colori tenui della carta da parati, su cui campeggiavano alcuni quadri con vedute di campagna all’occidentale. Sulla parete opposta alla finestra era posizionata un’ottomana su cui erano ancora sistemati i cuscini e la coperta portati dalla cameriera la sera prima. Appena Maya li vide le mancò il fiato: quando ha detto che si era preso personalmente cura di me voleva dire che mi ha vegliata ininterrottamente da ieri sera?
Masumi Hayami era capace di essere la creatura più odiosa sulla faccia del pianeta sicuro! Ma  era anche in grado di dimostrare affetto come nessun’altro sul pianeta! Perché se fosse stato preoccupato solo da un punto di vista professionale l’avrebbe affidata ad una domestica, non sarebbe certo rimasto lì per quasi un giorno! Si sentì come una bambina che ha appena compiuto una grave marachella mentre si apprestava sommessamente a mangiare la zuppa, ormai quasi tiepida. Terminata la cena ammise con se stessa che a stomaco pieno si sentiva leggermente meglio; spostò il vassoio sul lato vuoto del letto e cercò il bottoncino che l’uomo aveva premuto prima, dopo pochi minuti la cameriera bussò alla porta:
Avanti!
Come sta signorina Kitashima? Si sente meglio? Ho pensato che dopo quasi venti ore a letto avrebbe voluto sgranchirsi le gambe e le ho portato un paio di indumenti! I suoi non si sono ancora completamente asciugati, mi dispiace!” disse con massima naturalezza e cordialità mostrando un paio di jeans ed una maglietta a collo alto.
Grazie, era proprio quello che volevo fare!” rispose lei incredula su come avesse fatto quella perfetta estranea a leggerle nel pensiero .“Ma prima vorrei darmi una rinfrescata … solo che… “ confessare che non trovava il bagno si rivelò più complicato del previsto perché la faceva sentire incredibilmente stupida.
La stanza da bagno è la porta alla sua sinistra.”rispose l’altra con tono da cameriera cortese “mentre le sue scarpe sono nel guardaroba alla sua destra
G … gr … grazie …” rispose Maya chiedendosi quale potere paranormale avesse la domestica per riuscire ad anticipare tutte le sue richieste. Si alzò dal letto, prese gli indumenti che l’altra le porgeva ed entrò nel bagno.
Quando ne uscì pochi minuti dopo la cameriera aveva risistemato il vassoio sul carrello, posizionato le scarpe di Maya accanto alla porta del bagno e stava rifacendo il letto:
Mi sembra in piena forma signorina Kitashima, il signor Hayami ne sarà sollevato!” sapeva che non doveva ma era curiosa di capire che rapporto c’era tra quei due: lui era follemente innamorato. Questo era evidente. E lei? Quella piccola ragazzina dall’aria ordinaria chi era? E che rapporti aveva con il giovane padrone? Lo ricambiava? Gli accadimenti della scorsa notte e l’espressione del presidente quando aveva portato la cena erano decisamente inconsueti per quella casa. Sapeva che troppa curiosità uccide ma era più forte di lei!
La frase era stata detta con un sorriso sulle labbra, ma l’attrice si rabbuiò immediatamente “Si, immagino che se mi fosse capitato qualcosa di brutto per la Daito poteva essere un problema.” Non c’era rabbia nelle sue parole, solo tanta tristezza che fece stringere il cuore della cameriera evidentemente si conoscono da molti anni, per quanto folle d’amore il signorino Hayami non porterebbe in casa qualcuno che non conosce bene, ma lei non lo ha nemmeno nominato ed ha fatto riferimento solo alla società … ma se il loro fosse solo un rapporto d’affari perché quell’aria inconsolabile?
Molti anni fa fece lo stesso.” proseguiva Maya con sguardo assorto: “Quando morì mia madre mi portò in casa sua. Nonostante il fatto che lo ritenessi responsabile dell’accaduto, figuriamoci se volevo stare in casa sua, che non volessi più recitare, nonostante la mia profonda depressione che mi rese in uno stato quasi catatonico mi rimase accanto. Non mi mollò un momento e quando scappai mi riportò qui con la forza, io scalciavo ed urlavo “mi lasci!!” ma lui fu irremovibile.” Si era fermata, ora guardava il pavimento. “Purtroppo ho capito solo molto tempo dopo che fece tutto per aiutarmi. Devo ammetterlo senza di lui oggi non starei competendo con Hayumi per la Dea Scarlatta!”. Quando finì di parlare non aveva più l’espressione inconsolabile di prima, guardava negli occhi la cameriera a cui non sfuggì che un velo di amarezza rimaneva ancora sul volto della ragazza. Lei era già stata alla villa?? No: lui l’ha portata qui per farla uscire da un profondo stato depressivo? Addirittura un sequestro di persona?! Uno sviluppo decisamente inaspettato! Ma nulla di tutto ciò trasparì dal volto della cameriera.
Allora forse anche questa volta ha agito solo per il suo bene. Non pensa che ci sia anche questa possibilità?
Il caccitorpediniere Maya Kitashima fu colpito ed affondato con una sola frase.
Prego …” proseguì la domestica quando Maya si fu messa le scarpe: “La conduco al piano di sotto. Se vuole respirare un po’ d’aria fresca la villa ha uno splendido giardino: metà in stile classico giapponese con un piccolo laghetto e l’altra è in stile inglese.
Davvero?!” rispose l’attrice entusiasta:  “Mi farebbe piacere! Poi non credo di aver mai visto un autentico giardino all’inglese!
Perfetto! L’accompagnerei io ma ho delle faccende da sistemare!” disse l’altra indicando il carrello che doveva tornare in cucina. “Lei intanto visiti liberamente il pian terreno; vedrà che troverà qualcuno che le mostri anche l’esterno!” e poi scomparve dietro un angolo con il carrello sghignazzando compiaciuta: vero come il sole … troverà proprio qualcuno ...
Maya si incamminò leggermente intimidita lungo il corridoio. Le due donne non avevano seguito “la strada principale” lungo la grande scala che Masumi aveva percorso di corsa la sera precedete; ma avevano usato un ascensore istallato per Eisuke che dava in un lungo corridoio con un pesante tappeto sul pavimento, su cui si affacciavano delle porte in legno scuro. Maya le oltrepassò tutte senza aprirle, aveva troppe cose per la testa per pensare di sbirciare dietro alle porte! La possibilità che lui l’avesse portata a casa sua e vegliata per quasi un giorno intero senza doppi fini o complotti ma solo perché ci teneva a lei era un pensiero dolce e straziante. Forse Maya Kitashima per Masumi Hayami era importante, ma, ciò ammesso, lo era solo per “ammirazione professionale”, per le sue doti di attrice; non per lei. Ed anche se fosse stato così, ma era un se molto grosso, Masumi Hayami era ufficialmente fidanzato con Shinori Takamiya!
Continuò a camminare e si accorse che i suoi passi erano guidati da una dolcissima melodia di pianoforte; ignorò il sontuoso salone di ingresso (un concretato di lusso ed opulenza che Eisuke aveva voluto con funzione intimidatoria, per mostrare tutta la sua potenza e ricchezza)  ed entrò in un altro corridoio, più largo del predente e con più decori alle pareti. Una delle porte era aperta e quando Maya si affacciò in silenzio rimase per la seconda volta sconvolta nell’ammirare Masymi che suonava il pianoforte.

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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


avviso ai lettori: se volete potete ancora darmi la vostra opinione sul "sondaggio" del capitolo 4 perché, come avete letto, la storia non è ancora arrivata al momento in cui Maya chiede a Masumi cosa stia suonando. 








Uscito dalla stanza di Maya, Masumi si diresse senza nemmeno pensarci troppo nel suo studio. Doveva calmarsi, fare ordine e rammentare quello che poteva e quello che non poteva fare. Per prima cosa si versò due dita di brandy, si accese una sigaretta ed infine si lasciò sprofondare su una poltrona di pelle.
Il comportamento di Maya era stato più strano del solito: era certo che appena le avesse rivelato dove si trovava lei avrebbe urlato o si sarebbe comunque agitata, magari gli avrebbe tirato un cuscino o il pesante orologio posizionato sul comodino accanto al letto. Allora la dovresti ringraziare! Se lo avesse fatto e ti avesse preso non ne saresti uscito incolume!
Non aveva nemmeno replicato quando le aveva chiesto del perché si era messa a meditare in mezzo al parco. Quando in passato si informava sui metodi che usava per prepararsi gli rispondeva sempre per le rime. Perché questa sera non lo hai fatto? Perché quell’espressione da “la prego mi chieda tutto ma non questo!”? Perché, pur di non rispondere, stavi quasi piangendo? E cosa ti ha fatto cambiare idea? Era talmente assorto che non sentiva nemmeno il liquore entrargli in corpo mentre lo beveva ed il potere rilassante della nicotina era praticamente nullo.
Continuava a rivedere tutte le espressioni che gli occhi di Maya avevano comunicato: ricordava lo sbigottimento e lo smarrimento mentre le si avvicinava. La scintilla che preannunciava una risposta per le rime degna della sua forma migliore quando le aveva detto che aveva la scorza sorprendentemente dura. Non gli era nemmeno sfuggita la sorpresa velata di paura che non era riuscita a celare quando aveva chiamato la cameriera. Paura di cosa? Poi la prima volta che ti ho formulato la domanda ti sei  contratta, hai stretto tra le dita le coperte, distolto lo sguardo ed assunto un espressione quasi colpevole; come se stessi per scoprire un segreto impronunciabile. Ti è successo qualcosa? Oppure semplicemente non dovevo essere io, Masumi Hayami lo sporco affarista senza scrupoli che gode delle disgrazie altrui come un corvo della sfortuna, ad interrogarti? Se fosse stato Sakurakoji o Kuronuma avresti reagito in un altro modo? E perché non mi hai semplicemente detto che non erano cose che mi potessero interessare? E tu Masumi Hayami perché l’hai forzata portandola sull’orlo del pianto? Davvero l’unico modo che hai per non farla soffrire e nasconderti dietro una rosa? Bevve ancora un sorso di liquore vuotando il bicchiere, si alzò sospirando e si versò altre due dita.
Quello che maggiormente non capiva era cosa le avesse fatto cambiare improvvisamente idea. Sapeva che Maya era molto ostinata e che costringerla a fare qualcosa che non voleva era un impresa impossibile (aveva provato per anni a convincerla ad entrare alla Daito guadagnando solo insulti), quindi era lei che aveva deciso di aprirgli l’animo.
Ripensò alla Valle … in quell’occasione aveva notato un atteggiamento decisamente meno ostile, addirittura amichevole: eccetto che per i soliti piccoli battibecchi erano riusciti parlare liberamente, senza che lei si offendesse troppo e lo insultasse. Lei gli aveva perfino detto che non lo odiava! Ma i sogno sono belli perché durano lo spazio di una notte ed appena tornato “nel mondo reale” tutto era ricominciato come prima. Il ramo ricevuto in dono, simbolo dei sentimenti della ragazza, era appassito prima ancora di giungere a casa. Perfino “l’incontro di anime”, mentre lo viveva gli sembrava esattamente quello, avuto sul fiume per il Presidente era una sorta di allucinazione dovuta all’atmosfera; si era quasi convinto, ci si era costretto a dirla tutta, che se non fosse arrivata Shiori avrebbe proteso la mano verso il vuoto.
Poi ci fu la festa di fidanzamento dove Maya arriva, evidentemente ignara di cosa stesse succedendo, e gli dice in modo abbastanza sconvolto di essere felice con la sua fidanzata che si proclamava sua anima gemella. Ogni volta che pensava a quell’affermazione lo stomaco di Masumi si rivoltava talmente forte che probabilmente riusciva ad infrangere le leggi della fisica e dell’anatomia umana! Aveva già fumato due sigarette ed in quel momento la prospettiva di un enfisema polmonare gli sembrava meglio nel matrimonio con Shiori, per cui ne accese un'altra.
Forse era dalla Valle che l’aria aveva iniziato a venire meno. All’inizio fu una sensazione molto leggera, spariva con un buon super alcolico e lui l’aveva semplicemente attribuita allo stress: preparare quello che la stampa aveva già chiamato il matrimonio dell’anno, continuando a gestire una delle più importanti società del Paese, occuparsi di Shiori che richiedeva la sua presenza per ogni cosa! Dal visitare un museo a quando gli aveva telefonato nel mezzo di una riunione con il reparto finanziario della società per quella che lei definì una “questione fondamentale! Di vita o di morte!”: i centro tavola dovevano essere a forma di angioletto o di cherubino? L’irritazione del presidente in quel momento era incalcolabile, se fosse stata una sua dipendente l’avrebbe licenziata in modo tale che sarebbe scappata sulla Luna per essere sicura di non rincontrarlo mai più! Ma Shiori era la sua fidanzata e tutto quello che poté dirle fu “Scegli con calma, sono sicuro che prenderai la decisione migliore!”, per fortuna abbandonò angioletti di varia foggia e natura optando per diecimila orchidee!
Nelle ultime settimane la sensazione di soffocamento era insopportabile. Se in quel momento avesse ricordato che l’indomani avrebbe dovuto lasciare la sua Maya (anche se non corrispondente alla verità quell’aggettivo, nella sua testa, era inseparabile al nome dell’attrice) a quel ragazzetto sbarbato diSakurakoji … Hayami avrebbe cercato il laccio che sicuramente gli stringeva il collo soffocandolo!
Terminato il brandy decise che stare fermo a rimuginare non era la soluzione migliore. Pensò a qualcosa che richiedesse molta concentrazione e si diresse verso la sala da musica della villa.

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Capitolo 7
*** capitolo 7 ***


Di solito non faccio premesse o preamboli ai miei capitoli ma questa volta sono necessari! Per prima cosa ringrazio tutti coloro che stanno leggendo questa storia, vedo che siete davvero in molti e questo mi rende molto felice! Vorrei anche ringraziare le ragazze che mi hanno aiutato nella scelta del brano che Masumi suona, siete state davvero gentili! Ringrazio anche coloro che mi recensiscono: chi dall’inizio (è bello ritrovarvi ogni volta!) e chi si aggiunge ad ogni capitolo (è altrettanto bello sapere la vostra opinione!) Consiglio, per entrare “nell’atmosfera” delle prossime righe, di ascoltare durante la lettura il Notturno Op 9 n 2 di Chopin (http://www.youtube.com/watch?v=sTTbn0beBFU). Detto questo mi congedo, sperando che il capitolo vi piaccia ed invitandovi a continuare a recensire, tengo molto a conoscere le opinioni di chi mi legge!
 
 
 
Le sue mani si muovevano leggere sulla tastiera. Danzavano! Sembravano farfalle! Il corpo dell’uomo compiva dei leggeri movimenti ritmici del busto per favorire i movimenti della mano sinistra che compiva diversi “salti” sulla tastiera; mentre la mano destra suonava la melodia, un canto dolce e suadente che le scivolava lungo il corpo e riempiva la stanza. Maya era ammaliata dall’uomo che rimaneva concentrato sulla musica e non si era accorto che la ragazza era entrata nella stanza; quello che l’attirava maggiormente erano le mani: si spostavano con grazia ed eleganza, il loro tocco era talmente delicato che sembrava che i tasti si abbassassero da soli!
Maya era semplicemente ipnotizzata! Nel tentativo di riscuotersi alzò gli occhi verso il suo viso: i lineamenti rilassati, lo sguardo concentrato che si spostava dalla mano sinistra a quella destra per seguire i rispettivi passaggi. Ancora una volta la ragazza ammirò il suo sorriso: era appena accennato e triste, ma non avrebbe mai pensato di vedere un espressione del genere sullo spietato Presidente Masumi Hayami!
La musica stava finendo, ormai era giunto ad uno dei passaggi conclusivi che all’attrice sembrò una sorta di trillo acuto suonato con tre o quattro dita della mano destra. La concentrazione dell’esecutore era evidentemente molto alta: la mano sinistra era immobile sollevata in una posa elegante, i movimenti dell’altra erano talmente veloci, armonici e delicati che Maya pensò seriamente che a far scendere e risalire i vari tasti fosse una sorta di capacità telecinetica, tanto le pareva impossibile che quei brevi tocchi mettessero in moto tutto il meccanismo di corde e martelletti che occupava la lunga coda nera del pianoforte.
Terminata l’esecuzione Maya si ritrovò ad applaudire il pianista senza nemmeno essersene resa conto. “Era molto bello! Cos’era?” chiese con voce entusiasta.
Masumi non si aspettava certo di vedere Maya entusiasta della sua esibizione, in effetti non  aspettava nemmeno un pubblico per cui non la si poteva proprio definire un esibizione! La ragazza si era avvicinata raggiante al pianoforte, i suoi occhi erano ancora più grandi del solito e brillavano come quelli dei cartoni animati. L’uomo mantenne la sua posa composta sul sediolino del pianoforte mentre prendeva qualche frazione di secondo per essere certo che dalla sua voce non trasparisse tutta la sua sorpresa.
Era un notturno di Chopin.” Disse alla fine senza molto entusiasmo.
Era davvero meraviglioso! Suona da tanto?” si interruppe un attimo e guardò in basso mormorando tra sé e sé “Oh che domanda stupida, evidentemente si!” poi tornando a guardarlo proseguì con voce più alta “Mi perdoni! Le piace suonare?” chiese infine accarezzando uno dei lati della cassa dello strumento.
Masumi rise di core, adorava la spontaneità di Maya. Lei sgranò gli occhi e disse “Cos’ho detto di tanto buffo?
Assolutamente nulla!” rispose cercando di ritornare serio. “Ho iniziato da bambino. Era una delle tante cose che il figlio di Eisuke Hayami doveva imparare per cui, più che una passione, l’ho sempre sentito come un dovere. Ma la ringrazio per il complimento!” concluse con un altro sorriso sincero che la spiazzò per un momento.
Oh! Però è davvero bravo, non si direbbe che le piaccia poco! Non pensavo che suonasse così bene!” Maya aveva sentito suonare Masumi già un'altra volta, ma in quell’occasione la conversazione era degenerata quasi immediatamente e lei non aveva prestato molta attenzione al suo modo di suonare.
Perché mi ritiene un uomo spietato?” chiese con voce un po’ brusca distogliendo lo sguardo dall’attrice.
Io avrei detto impegnato! Ma se tiene tanto alla sue reputazione …” anche la risposta fu brusca.
Cos’è ragazzina non mi considera più uno spietato affarista senza scrupoli iettatore fautore dei più mefistofelici complotti? Potrei offendermi!” chiese con il tono proprio del personaggio. alzandosi dal seggiolino ed avvicinandosi alla giovane.
Maya non rispose cercò qualcosa per distrarre lo sguardo, erano successe talmente tante cose che davvero non sapeva più cosa pensare su di lui. Masumi avrebbe quasi preferito una delle classiche risposte piccate della ragazza al posto di quello strano mutismo. Perché non mi ricordi tutti gli epiteti che mi hai affibbiato in questi anni?
Per qualche istante gli occhi della ragazza vagarono per la stanza senza una meta precisa. La sala da musica aveva forma circolare ed il soffitto a cupola; al centro era posizionato il lungo pianoforte a coda nero mentre gran parte delle pareti era ricoperta da librerie piene di partiture. Su un lato c’era la porta finestra che dava sul giardino. All’improvviso le luci dell’esterno si accesero e Maya, sempre senza dire una parola, si avvicinò all’uscita.
Vorrebbe che le mostrassi il giardino signorina Kitasjima?” chiese a quel punto l’uomo con tono cortese da perfetto padrone di casa, nel tentativo di smorzare la tensione.
La ringrazio! Mi farebbe molto piacere!” rispose lei felice voltandosi per guardarlo in faccia.
Bene! Mi aspetti solo un momento, se non le dispiace.” Dicendo queste parole Hayami uscì dalla stanza. Rientrò pochi minuti dopo con un impermeabile in mano e vide Maya seduta al piano che poggiava le sue dita affusolate sulle note che compongono la scala cromatica di Do, senza premere i tasti ma sol sfiorandoli. Erano anni che gli capitava di rimanere folgorato da quella ragazzina dall’apparenza ordinaria e senza qualità, ma ancora non ci aveva fatto l’abitudine! Era una scossa di vita ed energia che si propagava lungo le terminazioni nervose come elettricità pura! Non faceva nulla di speciale! Era seduta al piano che giocava con i tasti bianchi e neri del pianoforte, ma per Masumi era talmente perfetta che quasi gli dispiaceva entrare e rovinare il quadro!
Metta questo, farà freddo fuori.” Disse porgendole l’impermeabile mentre si avvicinava. Lei ringraziò, si lasciò sistemare l’indumento sulle spalle e (mentre Masumi lo faceva si chiedeva come fosse possibile) liberare i capelli dal soprabito. Ragazzina ti conviene smetterla di fare così! Questa volta potrei davvero non trattenermi dalle mie strane idee!
Aprì la portafinestra e le fece cenno di uscire. Maya si ritrovò nel giardino inglese che occupava tutto quel lato della villa. Sembrava un altro mondo: non percepiva nessun rumore della città, l’aria era piena del profumo dei fiori. Masumi la condusse lungo un piccolo sentiero irregolare fatto d’erba morbida immerso tra alti alberi ricoperti di edere, arbusti e cespugli di varia forma e dimensione. Delle piccole lanterne posizionate di tanto in tanto illuminavano il cammino. Continuarono a camminare e Maya perse la cognizione del tempo, era inebriata dall’odore dei fiori e di Maymi impregnato nell’impermeabile; quel giardino non era la Valle ma le riusciva comunque a dare quella sensazione di serenità e pace che cercava da diverse settimane!
Masumi girò a destra e dopo poco giunsero davanti ad un ruscelletto artificiale dall’aria placida e cristallina. Maya era sbalordita, tutto di quel posto le sembrava assolutamente incantevole!
Masumi le lesse lo stupore in volto e disse: ”L’idea base del giardino inglese è ricreare un ambiente naturale, perché la sola natura è capace di emozionare. Le pinte sono scelte e posizionate con cura, ma poi si lascia che crescano seguendo le loro forme naturali. Come ha visto tutte le forme sono molto morbide e ben lontane dalla precisione geometrica dei giardini all’italiana.” Poi si avvicinò al ruscello: “In oltre è data anche grande importanza all’acqua, considerata l’elemento più poetico del giardino.”
In quel momento Masumi si rese conto che, senza nemmeno pensarci, aveva portato la sua ragazzina in uno dei posti più romantici di tuta la villa: la luna, le stelle, il silenzio totale rotto solo dal frusciare del’acqua ... Era allibito! Come avevano fatto i suoi piedi a portarli in quel luogo senza che lui se ne accorgesse? Non era da lui distrarsi in quel modo! L’unica cosa che riuscì a dirsi fu: Vergognati! Cosa speri di fare? Ma non si rispose nemmeno, non voleva dare voce a quella segreta speranza che nelle ultime ore era tornata a tormentarlo. Tanto è semplicemente impossibile! Io sono e resto affarista che ha ucciso sua madre! Si ricordò per tornare alla realtà.
In quel momento Maya notò che in mezzo al ruscello erano posizionati dei grossi sassi che facevano da ponte e decise di oltrepassare il corso d’acqua. Quando Masumi la vide posare il piede sul primo sasso le disse: “Ne è sicura ragazzina? Anche se l’acqua non è profonda non sia certa che mi tufferò per salvarla!
E lei presidente non sia così certo che io cada prima di giungere sull’altra riva!” rispose con aria di sfida posando il piede sul ciottolo gigante.
Masumi scosse la testa e con aria rassegnata disse: “Non riuscirò a farle cambiare idea testarda com’è! Permetta almeno che l’aiuti!” e senza che lei avesse il tempo di replicare, salì sul primo masso, poi sul secondo ed infine sul terzo dal quale tese la mano all’attrice che, dopo un attimo di esitazione, l’afferrò. “Stia attenta! Non voglio fare il bagno per colpa sua!” ed il suo tono era di nuovo quello del Presidente della Daito. Maya si spostò sul secondo ciottolo e rispose piccata: “Le ho già detto che non cadrò quindi stia tranquillo! E le ricordo che io non sono una ragazzina!”. Masumi avrebbe voluto replicare ma si limitò a sorridere mentre si spostava sull’appoggio successivo, decidendo di rimandare la conversazione all’altra riva.
Camminarono ancora un po’ ed arrivarono ad una scalinata coperta da una arco di gelsomino. Maumi si fermò e la vide Maya riempirsi i polmoni del profumo dei fiori. Nessuno dei due aveva parlato dopo quel piccolo battibecco: Maya sembrava assorta nell’osservare ogni dettaglio del giardino e lui la sciava fare mentre pensava ancora a quando le non gli aveva detto che lo considerava più spietato e senza scrupoli. Vergognati! Sei talmente disperato che cerchi conforto anche nelle omissioni!
In realtà anche lei era tormentata dai dubbi. Iniziava a pensare che non avrebbe mai capito l’uomo che le stava accanto: prima la porta a casa e se ne prende cura. Poi si diverte ad indispettirla. Le parla della sua infanzia e subito dopo ricorda di essere un affarista votato solo al denaro; per poi, il minuto dopo, chiederle cortesemente se vuole vedere il giardino. Ed infine prima le dice che non sarà capace di attraversare il fiume senza cadere e poi l’aiuta nell’operazione senza darle il tempo di replicare. Sembrava fare tutto ed il suo contrario nello stesso istante! Chi è Masumi Hayami? l’uomo cinico sempre pronto a prendermi in giro o il donatore di rose? Al posto del cuore ha davvero solo un preventivo? Oppure è solo una maschera che cela un uomo buono e gentile? Se Maya fosse riuscita a rispondere a queste domande, forse il suo animo sarebbe stato più leggero! Ma in quel momento era impossibile: l’atmosfera romantica e l’odore dei gelsomini mischiati al suo annullavano la sua capacità di pensare lucidamene.
 Hayami si ricordò improvvisamente che la scala era poco illuminata e scivolosa; fece per porgerle la mano, come al ruscello, ma si accorse che nessuno dei due aveva lasciato la presa.  Perché non l’ha ritratta subito? Possibile che nessuno se ne sia accorto?

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Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


Scesero i pochi gradini sotto l’arco di gelsomino e Maya si trovò davanti ad un lago molto grande con delle ninfee ed i bordi che scomparivano nel buio della notte, facendolo sembrare immenso. Aveva la sensazione che il lago nascesse dall’oscurità al solo scopo di riflettere la luna. Quello spettacolo inusuale per una metropoli era il frutto di un attento lavoro di progettazione che nella mente di Eiusuke doveva ribadire la ricchezza della famiglia Hayami; ma tutto questo alla ragazza non importava: era semplicemente incantata dall’acqua argentea che usciva dal buio rischiarando l’aria circostante.
Sentì una leggera folata di vento arrivarle da dietro le spalle. Attorno a lei danzarono per qualche secondo foglie e fiori profumati. In quel momento di assoluta tranquillità, ammirando quell’incredibile lago Maya non percepì solo il vento accarezzarle la pelle; quello che sentì fu la voce del vento e di tutto ciò che trasportava. Era una sorta di canto, una melodia … non sapeva come descriverlo … nemmeno nel paradiso della valle aveva vissuto una cosa del genere! Chiuse gli occhi e cercò di concentrarsi ed espandere la propria percezione.
Erano giorni che Kuronuma la faceva esercitare per capire il rapporto tra la Dea e ciò che la circondava senza grandi risultati! Le aveva persino detto di parlare ad un albero ma lei s era sentita intimidita e l’esperimento fu un vero disastro! Ed, come le succedeva sempre, per caso capiva cosa Akoya intendeva quando diceva che era stata la natura ad insegnarle tutto! Aveva affrontato il problema in modo sbagliato! Lei non doveva parlare alla natura! Doveva ascoltare, e per comunicare a sua volta doveva “accordare” il suo spirito con quello che la circondava, proprio come fanno i musicisti di un orchestra!
All’improvviso Masumi sentì che Maya stava ritirando la mano, si voltò e vide la ragazza concentrata con gli occhi chiusi intenta ad ascoltare qualcosa a lui impercettibile. Si guardò attorno: non c’era nulla di strano nel giardino: il lago, la siepe di gelsomino alle loro spalle, il piccolo prato sul quale si trovavano … era tutto normale! Ma allora cosa ascoltava Maya? Sembrava in contatto con qualcos’altro rispetto a quello che i suoi sensi riuscivano a percepire. Ma cosa? L’uomo non aveva ancora finito di cercare cos’avesse attirato l’attenzione dell’attrice in modo così violento che lei mimò di reggere un velo con le mani. Gli occhi rimanevano chiusi, i lineamenti si disteso completamente, non comunicavano nessuna espressione in particolare ma solo un profondo stato di serenità, gli angoli delle labbra assunsero la forma di un sorriso.
Masumi aveva intuito che Maya aveva iniziato a capire lo spirito della Dea quindi rimase immobile, temendo che anche solo un movimento d’aria avrebbe potuto mandare tutto in frantumi: quello che vedeva era un “embrione di dea” qualcosa che necessitava di essere sgrezzato e su cui Maya avrebbe dovuto lavorare ancora molto, ma che conteneva la spiritualità e la consapevolezza dello spirito del susino millenario. Se solo i suoi movimenti fossero stati più aggraziati non sarebbe servita molta fantasia per vederla indossare un kimono e camminare tra i susini! Ma, almeno per quella parte, l’Ammiratore la poteva aiutare!
Sempre nel suo stato di profonda concentrazione Maya si era avvicinata al lago, si era piegata sulle ginocchia ed aveva raccolto dell’acqua con le mani, come se fosse un qualcosa di inestimabile, per poi la lasciò defluire tra le dita. Poi si era rialzata aveva fatto ancora qualche passo cambiando continuamente direzione per poi dirigersi verso l’uomo, che la osservava immobile e felice, e gli tese una mano. Maya sentiva il bisogno di renderlo partecipe di quell’esperienza e gli porgeva la mano sperando che, se lui l’avesse afferrata, per magia avrebbe sentito quello che li circondava nel modo in cui lo sentiva lei! In quel momento si era completamente dimenticata chi era, dove si trovava e con chi; percepiva uno spirito, un anima che emanava amore. Non sapeva il perché ma aveva bisogno di condividere quest’esperienza con l’anima che le stava accanto!
Hayami stai fermo! Non ti muovere! Non provare ad avvicinarti a lei! Tu sei il presidente della Daito Art production non puoi fare certe cose! Cosa credi che accadrà se ti avvicini e la sfiori? Lei si sveglierà! ma non è la bella addormentata e tu non sei il suo principe azzurro! L’unica cosa che riceverai in cambio saranno urla e ceffoni! Gli urlava la razionalità. Ma Masumi si era avvicinato senza accorgersene alla sua ragazzina, che gli sorrideva porgendogli una mano cercando un contatto con lui! I suoi piedi si erano semplicemente mossi da soli! E quando se la ritrovò davanti … le prese la mano e le diede un bacio delicato all’interno del polso … sapeva che quel contatto era troppo, ma sapeva anche che non avrebbe mai avuto altro per cui riversò in quel piccolo bacio tutto il suo amore.
Come la principessa della favola Maya si svegliò da quello stato trascendente appena le labbra dell’uomo si posarono sulla sua vena. L’aveva baciata?! Con dolcezza ed affetto indescrivibili! Sentì il polso bruciare e poi la sensazione di estese al resto del corpo: scese lungo il braccio, arrivò alle gambe rendendole macigni inamovibili, poi risalì come una vertigine e le arrivò nella testa con potenza impressionante e li esplose in pura estasi.
Rimasero fermi a guardarsi per un po’, nessuno avrebbe saputo dire quanto, fino a quando una folata di vento gelido spinse Maya tra le braccia di Masumi. L’uomo sussultò per quel gesto inaspettato per poi cingere la ragazza, che non aveva ancora detto una parola. Dopo aver impiegato qualche istante per trattenere l’impulso di baciarla nuovamente, disse: “Stai congelando … conviene rientrare …”, quindi si avvicinò all’impermeabile, caduto poco prima, e lo rimise sulle spalle di Maya che lo guardava come se non capisse bene quello che succedeva attorno a lei. Risalirono la scala e tornarono velocemente nella villa attraverso una portafinestra più vicina.
Maya doveva fare ordine nel suo animo sbattuto, sconvolto e percosso due volte nell’arco di pochi minuti. Prima la sensazione di essere una parte armonica della natura che la circondava: per tutti i suoi ruoli aveva avuto delle “rivelazioni” sul modo d’essere del personaggio ma mai nessuna con quella intensità, nessuna che le pervadesse in quel modo tutte le cellule del corpo! Doveva trovare come interiorizzarla, riuscire a riportarla sul palco e poi trasmetterla agli spettatori!
Ma ancora più devastante era stato il bacio: nonostante il tocco leggero delle labbra di Masumi, quel piccolo bacio era esploso in lei come un uragano: prima l’aveva atterrita al suolo, poi trascinata in aria dive si era sentita annientata dall’affetto che l’uomo le aveva comunicato. Affetto? Così forte e prepotente nell’animo dello spietato Presidente della Daito? E tutto quell’affetto era riservato esclusivamente a lei?! Non alla sua perfetta e bellissima fidanzata? Già … Shiori Takamiya … anche ammesso che Masumi la ricambiasse era sempre fidanzato e non si sarebbe potuto svincolare da quel legame tanto facilmente! Alla fine, anche se ricambiato, il suo sarebbe comunque rimasto un sentimento impossibile! Ed a questa nuova consapevolezza non poté vietare alle lacrime di arrivare tra le ciglia (ma non poteva piangere in quel momento!); fece un enorme sforzo per cacciarle via e godersi gli ultimi metri abbracciata all’uomo di cui era innamorata, prima che lui la riportasse nella sua stanza da letto.



 
Lo so è un capitolo triste e con pochi dialoghi! Ma è molto importante all’interno dell’arco narrativo, quindi fatemi sapere cosa ne pensate!

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Capitolo 9
*** capitolo 9 ***


Avviso: si preparano grandi eventi per i nostri protagonisti! La stria ha preso una piega inaspettata anche per me! Cercate di non volermene! Per chi non avesse mai visto Casablanca metto il link della scena finale: http://www.youtube.com/watch?v=TFwXj6uXFls Spero che vi piaccia!
 
 
 
 
Erano rientrati da uno dei tanti salottini della villa.
Mentre percorrevano il sontuoso ingresso Masumi sentì Maya strusciarsi sul suo maglione come un gatto e poi stringerlo maggiormente con il braccio.  Maya? Perché? Davvero non mi odi? Vuoi addirittura avvicinarmi a te? E la strinse anche lui.
Giunsero davanti alla porta della camera di Maya, sempre abbracciati e muti:
Ora riposa. Domani mattina verranno Kuronuma e Sakurakoji a prenderti.” Pronunciò le parole lentamente continuando a fissare la sua ragazzina negli occhi e cercando di non far trasparire l’enorme tristezza che gli straziava il cuore. Da domani mattina sarebbe tornato tutto come al solito: lei la candidata alla dea scarlatta che ostacolava i piani della Daito, e lui lo spietato presidente della società fidanzato con un’ereditiera del bel mondo. Quella sera era solo un sogno; l’indomani la realtà sarebbe tornata in tutta la sua crudezza!
Ma una piccola parte di Hayami era dubbiosa, c’era qualcosa che non tornava! Dal lago Maaya si era comportata in modo decisamente insolito! Non che durate il resto della serata il suo agire fosse rientrato nella normalità del loro rapporto, ma gli ultimi minuti erano per lui un vero mistero Gli aveva detto talmente tante volte che lo odiava, lo aveva apostrofato con i peggiori epiteti in una tale miriade di occasioni che riteneva impossibile essere considerato diversamente! Eppure, ne era certo, lei non solo non si era ribellata quando lui le si avvicinava, ma aveva addirittura cercato un maggiore contatto. Che stava succedendo? Stava impazzendo o i sentimenti di Maya erano mutati a tal punto?
Signor Hayami …” stava iniziando la ragazza con voce titubante ed uno sguardo che cercava rassicurazione. Mi dica almeno che non ho sognato quel bacio …
Non dire niente, non è il momento adatto!Potrebbe  non esserci mai un momento adatto!Non fare la ragazzina capricciosa e dormi, ne hai bisogno!”. Le disse tristemente, consapevole di non stare mantenendo le giuste distanze tra loro. Lei lo guardava con gli occhi bagnati di lacrime come Ingrid Bergman in Casablanca e lui doveva recitare la parte di Humpirey Bogart allontanandola. E dire che lo aveva sempre giudicato un coglione! Mollare la donna che ami da anni al tuo rivale, che aveva l’unico lato positivo di essere il futuro premier cecoslovacco!! Peccato che lui stava facendo esattamente lo stesso! Sai che di dico Hayami? Tu sei messo peggio di Humpirey! Almeno lui lascia Ilsa al futuro capo di stato della Cecoslovacchia! Mentre tu consegni Maya ad uno smielato ragazzino sbarbato! Avrebbe voluto fare molte cose Masumi Hayami in quel momento: avrebbe voluto baciarla, accarezzarla, confessarle il suo amore (un’occasione come quella non gli sarebbe mai capitata!) ed amarla fino al mattino dopo. Ma l’unica cosa che doveva fare era mettere la sua ragazzina su quel dannato aereo e vederla andare via!
Maya guardò attentamente i profondi occhi blu dell’uomo davanti a lei: si chiedeva da dove il crudele e temuto Masumi Hayami fosse capace di tirare fuori quella strana aria triste. Si chiedeva anche cos’era che lo rendeva tanto triste, ma non riusciva a capirlo. Dopo pochi istanti gli augurò timidamente la buona notte ed entrò in camera.
 “Buona notte ragazzina!” rispose lui alla porta chiusa prima di ritirarsi in camera dove avrebbe trascorso una notte insonne.
Entrambi ebbero una notte agitata, temevano il sorgere del sole che avrebbe cancellato tutto quello che era accaduto durante la sera, proprio come nella Valle.
 “Buon giorno ragazzina! Come si sente oggi?
La mattina seguente Masumi accoglieva Maya nella biblioteca della villa con uno dei suoi migliori sorrisi mentre la faceva accomodare al tavolo dove era apparecchiata la colazione: “Cosa preferisce? Ci sono the, succo d’arancia, caffè, latte, frutta …” l’uomo si interruppe un momento mentre scoperchiava l’alzata d’argento sul tavolo “anche una torta al cioccolato.” concluse minimizzando l’ultima parte, immaginando l’effetto che avrebbe avuto sulla sua ospite! “Allora cosa desidera?” domandò infine con voce penetrante voltandosi per guardarla negli occhi.
Credo che del the ed un po’ di torta saranno sufficienti! Grazie!” rispose lei rossa, imbarazzata e rigida mentre lui le faceva nuovamente da cameriere. Come sospettato Masumi si comportava come se la sera prima non fosse successo niente ed una parte di Maya era convinta che fosse meglio così.
 “Vedo che gli abiti che le ho fatto arriva le stanno bene. Li ha indossati senza storie o ha fatto la ragazzina capricciosa?” disse Masumi un attimo prima che la forchetta di Maya intaccasse l’invitante fetta di torta. Si era ripromesso di iniziate la giornata nel migliore dei modi ma provocare la sua interlocutrice era una tentazione a cui non sapeva resistere a lungo.
Non avevo molta altra scelta, la cameriera mi ha detto che i miei vestiti erano ancora sporchi!” rispose lei piccata per il tono impenitente dell’uomo che le sorrideva in modo stranamente compiaciuto.
Si sembra che sui suoi abiti ci fossero macchie di terra e muschio che la lavanderia non è riuscita a togliere.” rispose lui calmo. Hayami sei patetico e ridicolo! E non dire “sembra” in quel modo naturale! Tanto sappiamo la verità: tu hai detto alla cameriera di dare quei vestiti a Maya; inventando una scusa banale per non darle i suoi, che intanto sono accuratamente lavati e sistemati in camera tua! E tutto pur di passare del tempo da solo con le prima del matrimonio! Anche per quello che il resto del genere umano chiama “appuntamento” hai bisogno di sotterfugi i mezzucci da due soldi!!! Vergogna! E poi cosa speri di ottenere? Lo sgridava la razionalità, di pessimo umore per la notte in bianco! “Stia tranquilla: le riporterò i suoi vestiti quanto prima!
Il cuore di Maya saltò un battito, gli occhi le uscirono per una frazione di secondo dalle orbite ed il boccone di torta le andò di traverso. Cosa? Lui mi riporterà i vestiti di persona? Forse sto ancora sognando! “ … La ringrazio ma non serve che si disturbi personalmente …” disse dopo qualche attimo cercando di riprendere un certo contegno.
Doveva recuperare la situazione! Fece quello che gli riusciva meglio: rifugiarsi nella sua maschera di uomo volto solo al profitto personale! “No ragazzina, non lo faccia! Le devo forse ricordare che per me lei è solo un prodotto molto prezioso?” Masumi s’interruppe per una delle sue risate false che gli servivano più per auto convincersi che ad altro. “mi creda il mio comportamento non è altruismo disinteressato!
E lei si prende personalmente cura di tutte le uova d’oro che trova proprio come ha fatto con me?” Maya si accorse di aver pensato la frase ad alta voce troppo tardi ma rimase a fissare negli occhi l’uomo intento a sorseggiare del caffè.
Il presidente della Daito posò la tazzina sul tavolo e rispedendo gli sguardi indagatori della ragazza al mittente disse in modo pacato: “Per prima cosa mi permetta di sottolineare che di talenti come il suo non se ne trovano molti! E secondariamente l’unica altra persona che le si può paragonare non è mai stata … difficile ed ostinata come lei!
Se Maya avesse avuto un paio di occhiali magici che permettono di scrutare nell’animo delle persone avrebbe visto che Masumi si malediceva per ogni singola parola di quella frase e che in realtà le uniche qualità che gli erano venute in mente erano vitale, determinata e splendida; che le avrebbe voluto dire la verità! Ma non poteva! Masumi sapeva che quanto accaduto quella notte non era un bene! Lei non lo aveva preso a ceffoni, ma ciò non voleva dire nulla! Per lo stato in cui si trovava la ragazza in quel momento non era nemmeno sicuro che avesse percepito il bacio o che di averlo stretto a sé! Doveva riportare le giuste distanze tra il presidente Hayami e la candidata alla Dea Scarlatta Maya Kitashjima! Eppure la possibilità che lei davvero non lo odiasse più aveva acceso nell’uomo il desiderio di un atro incontro con la donna capace di ammaliarlo persino quando, come ora, lo guardava con gli occhi pieni di rabbia, delusione e tristezza.
Sfortunatamente la giovane attrice non aveva qualcosa del genere e vide solo un uomo che le ricordava con la massima naturalezza, come se fosse ovvio, che lei per lui era solo una cosa, un oggetto. Forse di valore, ma solo una cosa! Ed allora quel bacio? Ormai si doveva rassegnare: nonostante i rari momenti di umanità, Masumi Hayami rimaneva un uomo freddo, spietato e interessato solo al successo personale! Non avrebbe mai ricambiato i suoi sentimenti! Non capiva come potesse essere davvero la stessa persona che la aiutava e sosteneva senza fallo dai tempi di Piccole Donne! Forse davvero in lei ammirava solo il talento! Si impose di non lasciar vedere quanto si sentisse fisicamente male in quel momento! Quanto le mancasse l’aria e si sentisse sprofondare nel vuoto! Quanto si sentisse avvolta dal nulla … Appena valicato il portone magari sarebbe scoppiata a piangere, ma davanti al Presidente Hayami avrebbe mostrato la stessa maschera dietro cui si rifugiava l’uomo. Dopotutto se era un attrice doveva essere in grado di farlo, si disse.
Quindi non serve che la ringrazi per tutto quello che ha fatto negli ultimi due giorni? Vero?” l’altro l’aveva fissata attentamente durante tutta la conversazione senza lasciarsi sfuggire il fremito che aveva colpito il corpo della ragazza mentre lui parlava ed il lampo di infelicità e rabbia che per un stante aveva sconvolto i suoi bellissimi occhi. Per un fugace attimo Maya, quella splendida creatura che riusciva ad infondere la vita in qualunque cosa, era l’immagine della disperazione, di coloro che sono stati abbandonati dalla speranza ed i cui occhi possono brillare solo per il pianto. 

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Capitolo 10
*** capitolo 10 ***


Spero che il capitolo vi piaccia, per me è stato il naturale prosieguo del precedente! Ancora una volta i personaggi hanno fatto come hanno voluto; mi auguro non vi abbiano deluso! Ricordate che ci tengo particolarmente alle opinioni di chi mi leggerà! Ps: so di essere stata crudele ma volevo togliermi una piccola soddisfazione!
 
 
 
 
L’espressione disperata sul volto di Maya era durata solo qualche frazione di secondo ma Masumi l’aveva riconosciuta perfettamente: era la stessa espressione che doveva avere lui quando pensava di essere senza speranza. Era peggio che guardarsi in uno specchio perché sentiva il nulla divorare l’anima splendente della donna seduta davanti a lui.
Il nodo alla gola che lo tormentava da settimane si fece sentire con intensità atroce! Dunque Maya provava quello che provava lui!! Ma lui continuava a farla soffrire, a causare la sua l’infelicità! Masumi di diede mentalmente del coglione per non aver capito prima la situazione. Fortuna che nel mondo della finanza sei considerato un acuto osservatore! Lo schernì la razionalità. Poi decise che era arrivato il momento di far scendere Ilsa dall’aero e dirle la verità.
Qualcosa non va ragazzina?” chiese con il solito tono da Masumi Hayami, senza lasciar trapelare nessuno dei suoi pensieri.
Se ne è accorto!Pensò Maya mentre lasciava definitivamente perdere la fetta di torta nel piatto. “Assolutamente no.” rispose alzandosi da tavola ed avvicinandosi al grande mappamondo in legno posto vicino alla finestra. “Sono solo io che continuo a credere che, prima o poi, per lei possa diventare un essere umano, una donna! Alle volte nemmeno io mi considero tale quando sono con lei! Ma per lei sono solo un prodotto e resterò solo questo! Vero? Al massimo potrei essere colei che si interpone sulla strada verso i diritti della Dea Scarlatta! Lei in me apprezza solo il talento! In me vede solo le maschere! Non l’essere umano che le p …
Mano a mano che la ragazza parlava il suo tono di voce era diventato sempre più concitato e lei si era spostata verso una delle grandi librerie in mogano con gli scaffali ricolmi di volumi. Si era voltata per nascondere le grosse lacrime sul bordo delle ciglia ed aveva appoggiato le mani sulla libreria per farle smettere di tremare. L’ultimo “cambiamento d’umore” di Masumi l’aveva definitivamente mandata in cortocircuito! Si era ripromessa di non mostrare i suoi sentimenti davanti a lui; ma questi avevano infranto ogni argine, ogni barriera ed il suo piccolo corpo non era più capace di trattenerli. La cosa peggiore che poteva succederle era che la prendesse in giro come al solito; ma almeno si sarebbe sfogata un po’! La luna aveva portato via Masumi, ed ora il sole illuminava il presidente Hayami in tutta la sua crudeltà.
Maya non riuscì a finire la frase perché fu interrotta da qualcosa di decisamente inaspettato: Masumi l’abbracciò teneramente da dietro e le baciò i capelli, inebriandosi del profumo della sua ragazzina. Le parole le morirono in gola, o forse anche prima. Sussultò e si voltò stupita per guardare l’uomo che non dava segno di voler sciogliere l’abbraccio. Si era già trovata tra le braccia dell’uomo in passato ma questa volta era completamente diverso! La stretta era calda e confortevole come non mai; le sembrava anche molto più possessiva di come la ricordasse!
Mentre compiva il movimento di rotazione Masumi aumentò la stretta e lei si trovò obbligata a poggiare le mani sul suo torace. Com’era calmo e regolare il battito del cuore di Masumi! Ci avrebbe potuto ballare il valzer! Alzò il viso e vide gli occhi dell’uomo rimanendo senza fiato! Quella scintilla che ogni tanto li illuminava ora sembrava luce di mezzogiorno che si riverbera dentro due zaffiri purissimi, creando mille sfumature di blu per ogni sfaccettatura della pietra. Era senza parole, senza fiato ed il suo cuore aveva anche dimenticato diversi battiti; aveva perso il controllo delle terminazioni nervose assieme alla capacità di arrossire o di sgranare gli occhi quando si accorse dell’infinita dolcezza nello sguardo di Hayami.
Quello che rimaneva delle sue facoltà cognitive fu definitivamente annientato dal sorriso che completava il nuovo volto dell’uomo, che continuava ad attirare a sé l’attrice. Per Maya fu come non averlo mai visto prima; i suoi lineamenti erano sicuri e decisi eppure anche molto rilassati. Era così abituata a vederlo rigido e composto in un tre bottoni di alta sartoria che stentava a credere si trattasse proprio del cinico, arrogante, spietato, avido maneggione a capo della Daito. Nemmeno nella sue veste di Ammiratore lo avrebbe mai potuto immaginare così!
Quelli che alla giovane donna sembrarono un eternità, furono in realtà solo pochi secondi durante i quali Masumi aveva studiato ogni millimetro della gracile creatura saldamente protetta dalle sue braccia; non un tremito, un sussulto o uno dei forsennati battiti del cuore gli erano sfuggiti. Tutto era stato annotato, catalogato ed archiviato in quella parte della memoria etichettata “cose da ricordare fino a quando sono vivo”. Per la prima volta aveva la sua (com’era bello che davvero quell’aggettivo corrispondesse a verità!) tra le braccia! Aveva capito da molto tempo che quella ragazzina per lui era indispensabile; ma non aveva mai  davvero realizzato quanto lo fosse fino a quell’abbraccio! Si chiedeva come avesse fatto negli ultimi trent’anni senza! Soffriva già di crisi di astinenza al pensiero che quel momento sarebbe finito! Assaporava già le labbra di Maya quando si ricordò che prima le doveva chiedere scusa per tutto il male che le aveva fatto negli ultimi nove anni; ed allora l’infinita felicità di quel momento fu sostituita dalla più infamante delle vergogne.
Fece salire le sue mani lungo il busto della fanciulla e le arrestò tra il collo ed i capelli; poi appoggio la sua fronte su quella di lei.  “Perdonami … se puoi perdonami per tutto il male che ti ho fatto …” sussurrò dopo qualche istante in cui aveva tenuto gli occhi chiusi ripercorrendo tutti i torti che le aveva causato.
Lo avevo fatto molto tempo fa.” Rispose subito Maya mentre abbracciava a sua volta Masumi, cogliendolo completamente alla sprovvista.
 L’uomo allentò la presa e si allontanò di qualche centimetro, senza scogliere l’abbraccio: doveva ancora dirle un paio di cose e nel mentre la voleva vedere bene in viso, voleva stamparsi nella mente le reazioni che avrebbero avuto i suoi grandi occhi. “Maya …” iniziò piano “Maya … so che quello che sto per dirti ti sembrerà assurdo, l’ennesima presa in giro … che non ho mai fatto nulla apertamente che lo lasciasse immaginare …” Aveva visto centinaia di spettacoli teatrali e film in cui gli sceneggiatori rendevano la parte della dichiarazione d’amore il momento culminante della storia; aveva sentito innumerevoli frasi ad effetto che avrebbero potuto essergli utili in quel momento; eppure era senza parole! D’altronde come fare a dire “ti ho pubblicamente ridicolizzata ed ostacolata negli ultimi nove anni ma in realtà sono perdutamente innamorato di te da non so quando tempo”? Nei vecchi film degli anni ’50 Bogart avrebbe dato un bacio appassionato alla Ilsa di turno e non sarebbero servite spiegazioni! Rapido, veloce ed efficace! Ma lui aveva bisogno che lei vedesse l’animo di Masumi, offuscato per troppo tempo dal Presidente Hayami. Sorrise un attimo mentre si accorse che le stava accarezzando le guance con i pollici … prese il coraggio necessario e  … “Maya ti amo …
Le parole erano rimaste per diversi istanti ferme in gola ma alla fine erano uscite con estrema naturalezza. La frase rimase sospesa perché la reazione di Maya immediata: gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime mute che le scivolarono sulle guance e lei si rituffò nell’ampio petto di Masumi, abbracciandolo forte. Se è un sogno non fatemi svegliare! Intanto lui continuava ad accarezzarle la testa come ad una bambina. Appena Maya si fu calmata un po’ disse “Scusa ma non sono mai stata tanto felice!
Finalmente! Niente maschere! Niente trucchi o provocazioni! Niente spietato Presidente iettatore ed attrice impertinente! Solo Maya e Masumi! Per lui era un sogno che si realizzava! Si avvicinò alle sue labbra e le baciò con delicatezza; si dovette imporre di ricordare che per la lussuria e la passione ci sarebbe stato tempo quando lei rispose al suo bacio. Si era chiesto per anni come sarebbe stato; per troppo tempo si era imposto maschera e catene per contenersi, era stato roso dall’invidia e dalla gelosia per tutti i fidanzatini della sua ragazzina, veri o presunti che fossero, ed ora la passione con cui lei lo ricambiava lo ripagava di tutto! Anzi si sentiva ancora più in debito!
Se fosse dipeso da loro i due innamorati avrebbero continuato a scambiarsi effusioni per molto tempo ancora! Sfortunatamente furono interrotti dall’arrivo di un raggiante Sakurakossji che aprì la porta sicuro e baldanzoso esordendo con “Ciao Maya! Come ti senti? Siamo venuti a prenderti!” le parole gli erano uscite a raffica, come tanti fuochi d’artificio, ma rimase con il cerino in mano appena mise a fuoco la scena che aveva interrotto.

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Capitolo 11
*** capitolo 11 ***


Lei lo odia!!
Lei lo odia!!!
Lei ha sempre detto che lo odia!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Yuu Sakuracosji era una statua di sale. Era rimasto letteralmente impietrito, non era nemmeno riuscito a cancellare il sorriso smagliante che aveva appena spalancata la porta della biblioteca. Solo gli occhi erano cambiati mostrando tutto lo stupore e lo smarrimento del ragazzo. Ci mise un po’ per superare lo shock; ed il fatto che Masumi non mollasse una Maya visibilmente imbarazzata non aveva certo aiutato! Appena si riprese urlò contro il padrone di casa “La lasci subito andare! Non le permetterò di usare Maya per i suoi raggiri!!”
Masumi non poté trattenere uno impeto di scherno mentre rinsaldava l’abbraccio. Che fai? Reciti la parte del valoroso principe pronto a combattere il mostro per salvare la sua bella? Sei bravo in questo ruolo, lo ammetto! Peccato solo che hai sbagliato storia! Maya non sia la tua bella! Lei è mia, solo mia! Era come un felino che fissa minaccioso l’intruso nel suo territorio prima di azzannarlo alla giugulare.
Maya aveva iniziato a balbettare qualcosa che avrebbe voluto essere il classico “posso spiegarti tutto! Non è come pensi!” delle situazioni imbarazzanti, ma riuscì ad emettere solo dei suoni inarticolati. Aveva già detto e ripetuto a Yuu che per lei era solo un carissimo amico e non sarebbe mai potuto diventare altro. Gli avrebbe anche detto quello che era successo con Masumi, ma con tutta la calma ed il tatto di cui sarebbe stata capace! Non voleva certo che lo scoprisse in questo modo! Era orribile e crudele! Riusciva perfino a farla vergognare del suo amore come una ladra della peggior specie! Dopo tanto tempo lei e Masumi erano finalmente riusciti a trovarsi ed ora rischiava di perdere il suo più caro amico … che prezzo alto da pagare!
Ha sentito cosa ho detto! Non pensi che abbia paura di lei perché …” riprese l’attore con maggiore forza di prima.
Sakurakosji basta!” tuonò una voce brusca alle sue spalle. Kuronuma entrò nella stanza come fosse uno sceriffo in un saloon del far west dove stava per scoppiare la più violenta delle risse mentre il giovane attore stava andando alla carica del biondo che gli lanciava risatine non troppo sommesse si scherno. “Fermo!” e Yuu si arrestò immediatamente. “Hayami …” la parola uscì con un tono spregiativo che a Masumi sembrava velare un “defloratore di fanciulle innocenti” o peggio “lasci la signorina Kitashjima!”. Il presidente obbedì sommessamente e Maya, un po’ spaesata, fece un passo indietro.
Sakurakosji guarda Maya! Guardala bene! Ed ora guarda attentamente Hayami!” il ragazzo eseguì l’intimazione del regista. “Tu sei Isshin! Dovresti aver capito che l’amore non tiene conto dell’età o delle differenze di ceto! Che può sbocciare tra un povero mendicante ed il più nobile dei re! E che nessuno può vi sfuggire!” parlava con il suo solito tono severo da regista-orco. Né Masumi né Maya capirono se li stesse difendendo o no. Yuu non rispose, rimase rigido, teso ed immobile.
Kitashima hai già saltato un giorno di prove! Muoviti a prendere le tue cose!” disse alla fine il regista, desideroso più di tutti di levasi da quella situazione imbarazzante. Sakurakosji fu tuttavia il primo a lasciare la stanza, a passo di marcia raggiunse il portone della villa per poi correre a perdifiato lungo il giardino e perdersi tra la folla che percorreva freneticamente le vie di Tokio sperando di scappare dal proprio dolore.
Yuu aspetta!” aveva detto Maya muovendosi per rincorrerlo ma Kuronuma le disse con la stessa voce autoritaria di prima “Lascialo stare! Tu devi andare alle prove!”.
Lei si voltò verso Masumi, che si era guardato bene dal fare qualsiasi mossa: “Forza ragazzina devi andare! Non fare i capricci! Altrimenti non ti passo a prendere quando avrai finito!” le disse con lo stesso sorriso sincero di poco prima. Maya felice ricambiò il sorriso, ringraziò educatamente Masumi per tutto quello che aveva fatto ed uscì.
Kuronuma seguì la sua prima attrice non prima di aver lanciato uno sguardo ammonitore ad Hayami il quale, per niente intimidito dal quel “falle del male e ti spezzo in due”, lo congedò con un sorriso ed una stretta di mano.
Rimasto solo Masumi telefonò al Mizuki:
Buon giorno presidente. cosa posso fare per lei?
Masumi saltò i convenevoli, quello che le doveva dire cancellava tutto il resto “Contatta il reparto legale e digli di trovare una buona scusa per rompere il fidanzamento. Possibilmente entro oggi. Ovviamente il tutto nella massima segretezza.
Certo presidente!” disse la segretaria sinceramente felice, erano settimane che sperava di sentire quelle parole uscire dal suo principale. “posso fare altro?”
Arrivo tra venti minuti, fammi trovare un caffè molto forte.
Certamente. A più tardi!” disse Mizuki immediatamente prima di contattare il reparto legale della Daito, pensando che per una buona volta quello stuolo di sanguisughe sarebbe stato utile a qualcosa!
Ai Kid’s Studio le prove di Maya andarono sorprendentemente bene, tutti rimasero esterrefatti dagli incredibili progressi fatti dall’attrice in quelle poche ore! Tuttavia non tutto era rose e fiori: Sakurakosji non si era fatto vedere per tutta la mattina e durante la sessione pomeridiana non era riuscito a recitare la parte dell’innamorato. Le scene con gli altri attori erano andate bene ma quando il ragazzo era solo con Maya sul palco era un vero disastro! Era ancora talmente sconvolto per gli eventi della mattina che quando la ragazza gli si avvicinava lui si allontanava! Kuronuma aveva perso il conto di quante volte aveva urlato all’attore di concentrarsi solo su Isshin senza risultato! Il regista era molto preoccupato: la recitazione di Yuu era talmente pessima che riusciva ad affossare anche quella di Maya; se il ragazzo non avesse superato in fretta lo shock, almeno sul palco, la Dea Scarlatta sarebbe andata ad Ayumi!
Maya si era accorta perfettamente di cosa stava succedendo e decise di parlare in privato con Yuu prima che lui lasciasse gli studi.
Yuu aspetta! Posso parlarti un attimo?” lo rincorse Maya ancora con il velo da dea in mano.
Se proprio ci tieni.” Rispose senza girarsi ed in modo freddo.
Yuu … non fare così … ti prego io non volevo ferirti!” non giunse nessuna risposta e Maya fece qualche passo avanti verso il ragazzo “Ti assicuro che non è come può sembrare!” cercò di spiegare con le lacrime agli occhi.
Sakurakosji si voltò e le rispose urlando “Sei rimasta due notti in casa sua e questa mattina vi ho colti in flagrante! Dimmi Maya: cosa dovrei pensare che non corrisponde a verità?!
No Yuu … non fare così … davvero ti posso spiegare! … non rendere tutto più difficile!” le parole uscirono tra un singhiozzo e l’altro.
Avanti Maya spiegami come non ti sei concessa al Presidente della Daito per avvantaggiarti contro Ayumi!” Sakurakosji aveva afferrato Maya per le braccia e sbattuta contro un muro mentre le sputava in faccia quelle parole piene di disgusto. “Ti devo forse ricordare che ha undici anni più di te? Che è fidanzato e tra qualche settimana si sposa? Che negli ultimi dieci anni ti ha ostacolato con tutti i mezzi che ha avuto? E tu che fai? Preferisci quel bastardo a me?
Davanti a tutta quella rabbia Maya non poteva fare altro che piangere inerme balbettando tra una tirata di naso e due singhiozzi: “Ti assicuro che tra me e Mas … ed il signor Hayami non è successo nulla più di quello che hai visto! Io non sono quel tipo di persona! Quel tipo di attrice! Yuu tu sei il mio più caro amico! Dovresti saperlo! Io ho … ho provato … ho sperato di provare per te qualcosa di più … ma non è così! Non ti ho mai mentito sui miei sentimenti! ti prego Yuu…” ed il seguito della frase fu divorato dal pianto.
Sakurakosji lasciò andare l’attrice, che cadde a terra senza forze, e riprese a camminare lungo il corridoio per uscire ma fu fermato da Kuronuma, che aveva sentito tutto e gli stava sbarrando la strada con le braccia incrociate al petto.
Mi dispiace ma non posso … non ci riesco …” mormorò l’attore non riuscendo a sostenere lo sguardo del regista.
Quando sali su quel palco tu sei Isshin, solo Isshin! Yuu Sakurakosji deve rimanere in camerino! Tu sei un attore e questo e quello che la compagnia si aspetta da te, quello che tu devi ai tuoi colleghi! A tutti loro! Anche a Kitashjima!” il ragazzo non rispondeva al severo rimprovero del regista che continuò “credi davvero a quello che hai detto?”
Io … io non … non …” balbettò il giovane scuotendo la testa. In effetti il ragazzo sapeva che la sua collega non gli aveva mentito ma in quel momento provava troppe emozioni: rabbia, frustrazione, sgomento, gelosia e molte altre. Era convinto che recitando con Maya lei prima o poi si sarebbe innamorata di lui. Negli ultimi mesi si era detto che doveva solo aspettare. Ma quella mattina aveva scoperto amaramente che la sua era solo un illusione. Ed il colpo di grazia finale era che Maya gli aveva preferito il Presidente Hayami! Erano talmente tanti i torti e le umiliazioni che quell’uomo le aveva inflitto che Sakurakosji non le ricordava nemmeno tutte! Anche se Hayami aveva affrontato un tifone per assistere ala prima di Lande Dimenticate, e ciò che gli aveva detto il regista il giovane attore stentava ancora a credere che tra lui e Maya ci fosse più della reciproca avversione che avevano sempre dimostrato in pubblico.
Kuronuma lo lasciò passare, poteva solo sperare che il ragazzo avesse capito e che dal giorno dopo sarebbe stato più concentrato ed avrebbe affrontato le prove con maggiore impegno. Lui non poteva intervenire oltre; era un dolore che Sakurakosji avrebbe dovuto affrontare da solo.

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Capitolo 12
*** capitolo 12 - ultimo capitolo ***


Masumi era rimasto a concordare una strategia per sciogliere il fidanzamento senza perdere la società con il reparto legale per tutto il pomeriggio. La sua decisione improvvisa aveva sconvolto tutti gli strapagati avvocati della Daito che, dopo aver chiesto al giovane Presidente se fosse davvero sicuro, avevano accuratamente spulciato il contratto prematrimoniale, le leggi ed i precedenti (nota dell’autrice: in linguaggio giuridico i precedenti sono le sentenze riguardo a casi simili) per trovare uno di quei cavilli che trasformano la forma in sostanza tanto amati dagli avvocati! Masumi aveva visto per quattro ore gli occhi dei suoi dipendenti brillare come piccoli diamanti mentre gli spiegavano minuziosamente il “piano”, gli erano sembrati quindici sporchi topi complottatori, ed ora aveva davvero bisogno della sua ragazzina!
Prima di uscire Mizuki gli aveva dato un cartoncino che profumava di cioccolato sul quale era segnato l’indirizzo di un nuovo ristorante. Masumi la guardò dubbioso per un attimo e la segretaria prontamente gli rispose: “Non faccia così, lo so che ha un appuntamento con Maya. Glielo si legge in faccia! Ho già sistemato tutto.” E senza che lui avesse il tempo di replicare lo “accompagnò” all’ascensore. Dopo aver premuto il bottone gli chiese: “Non le ha ancora detto che lei è il suo Ammiratore, vero?”
L’insubordinazione della segretaria stava superando ogni limite e Masumi decise che era il momento di ricordare alla donna qual’era il suo posto in quell’ufficio: “Miz…” iniziò con tono autoritario, lasciando trasparire tutto la sua irritazione.
Oh bene! Proprio come pensavo! Vada e si diverta!” disse la donna sorridente mentre lo buttava, letteralmente, nell’ascensore che era appena arrivato.
Masumi sospirò rassegnato, come riuscisse quella donna ad essere così informata era uno dei tanti misteri che non avrebbe mai capito. Si consolò pensando che, almeno, nessuno aveva assistito a quella scena imbarazzante e si diresse al suo appuntamento con Maya.
Quando arrivò agli Studi le prove erano terminate da poco più di mezz’ora e gli attori erano quasi tutti andati via. Chiese alla portineria se Maya fosse già andata via ed il portinaio gli rispose di attendere fuori perché l’attrice si stava ancora cambiando. Mentre aspettava, con la solita sigaretta tra le dita, incontrò Kuronuma e si informò su come fossero andate le prove ed il regista gli raccontò degli enormi progressi della ragazza, della brutta giornata di Sakurakosji e del litigio con l’attrice. Masumi ascoltò tutto molto attentamente e non poté fare a meno di pensare che continuava ad essere causa d’infelicità di Maya. Bravo! Complimenti! Ora per marchiare il territorio ha compromesso anni di duro lavoro, impegno e sacrifici! Sei un animale Hayami! ripeteva una la solita vocina nella testa annientando la nicotina. Nemmeno quando Maya gli corse incontro sorridente la razionalità smise di tormentarlo. Kuronuma si allontanò senza dire una parola ed i due si diressero in auto verso il ristorante.
Durante il tragitto in auto non si parlarono: Maya era ancora visibilmente scossa dal litigio con Yuu e si limitava a fissare pensierosa le luci della città che passavano lungo il finestrino mentre teneva una mano delicatamente appoggiata su quella che l’uomo usava per cambiare le marce. Masumi avrebbe voluto chiedere spiegazioni all’attrice ma non voleva turbarla troppo; quella era stata una giornata già abbastanza emotivamente pesante e qualcosa gli diceva che Mizuki gli stava riservando un possibile colpo di grazia, quindi non disse nulla.
Giunsero al ristorante e furono accolti da un cameriere che aiutò Maya a scendere e poi portò la macchina di Masumi nel parcheggio sotterraneo. L’attrice, che ormai si era calmata un po’, guardava l’uomo in cerca di rassicurazione, completamente ignara del fatto che fosse spaesato quanto lei.
Avete già mangiato in questo posto?” chiese la ragazza mentre si avvicinavano alla porta di ingresso.
A quelle parole Masumi si arrestò di colpo: altro che spiegarle che lui era il suo ammiratore, c’erano questioni ben più urgenti e fastidiose da risolvere! “Maya!” anche l’attrice si fermò e si voltò verso l’uomo con sguardo interrogativo; aveva capito di aver sbagliato qualcosa ma non cosa. “Non pensi che ora sia il caso di darci del tu?” disse lui con tono serio e sguardo penetrante.
Le avvampò per l’imbarazzo e portò una mano davanti alla bocca “Oh, hai ragione …” Maumi sorrise e riprese a camminare “Vogliamo andare … ragazzina?” aveva provato a trattenersi ma quel “ragazzina” era così dannatamente allettante!
Anche se l’epiteto era suonato in modo completamente differente rispetto al solito, dolce e carezzevole, Maya non era riuscita a trattenere uno sguardo leggermente torvo al suo accompagnatore e gli aveva chiesto “Non pensi che ora sia il caso di smettere di chiamarmi ragazzina?
No.” Sentenziò lui immediatamente prima di vedere un muto perché delinearsi sul volto dell’attrice. “Perché mi piace chiamarti ragazzina!” le sussurrò ad un orecchio mentre la invitava ad accomodarsi nel lussuoso ristorante.
Maya guardò allibita l’uomo sorridente per una frazione di secondo ma fu distratta dall’arrivo del cameriere che dava il benvenuto ai clienti. “Presidente Hayami! Buona sera! La stavamo aspettando! Le abbiamo preparato un tavolo molto tranquillo ed è tutto come ha disposto!” si affrettò a dire mentre faceva strada.
Bene.” Rispose lui dissimulando di sapere perfettamente a cosa si riferisse l’uomo mentre si chiedeva cos’avesse escogitato Mizuki. Pensava anche che la sua segretaria non era mai stata più vicina al licenziamento come in quel momento!
Il cameriere li condusse in una sala privata con un tavolo per due ed una grande vetrata da cui si aveva una magnifica vista della città. La sala era sui toni del crema, ma non risultava affatto scialba; invece era molto elegante: il lampadario a tre braccia sorreggeva piccoli tulipani in finissimo vetro, le pareti erano decorate con foto in color seppia raffiguranti soggetti di vario tipo, le porte ai lati opposti della sala erano fatte con un unico pezzo di legno e non lasciavano trapelare alcun rumore dall’esterno.  Il cameriere si congedò con un veloce inchino non prima di aver consegnato i menù agli ospiti.
Quando Masumi lesse le pietanze si ricordò che Shiori gli aveva detto di voler assolutamente cenare in quel ristorante, visto che stava diventando il posto più in della città. La ragione della popolarità del locale, che aveva aperto solo da pochi mesi, stava nel fatto che tutti i piatti, dagli antipasti ai dessert, avevano come ingrediente base il cacao. Osservò Maya intenta a leggere i vari piatti: ogni pietanza la stupiva più della precedente! Adorava il cioccolato, ma non avrebbe mai pensato che ci si potessero fare tante atre cose oltre ai dolci!
Il cameriere tornò per prendere le ordinazioni ed avvisò che in cucina avevano già preparato un dessert speciale per loro. Segnate le ordinazioni sparì silenziosamente, ricomparendo solo ogni tanto per portare i piatti e le vivande.
La cena trascorse amenamente: Masumi e Maya parlarono di un infinità di cose: le prove, la casa ad Izu, la Valle e tanti altri piccoli argomenti apparentemente irrilevanti ma che permisero ai due di abbattere quel che restava dei muri costruiti negli anni. Entrambi rimasero sorpresi di come quella conversazione fosse naturale, spontanea e vivace; era come se in quelle poche ore si fossero recuperati gli anni persi. C’era solo una cosa che tormentava Masumi: il dolce! In quel momento il complotto della segretaria si sarebbe concretizzato! Ad ogni comparsa del cameriere si sentiva come un uomo che sale un altro gradino verso il patibolo!
Ed alla fine il momento tanto atteso arrivò ed il cameriere servì quelle che sembravano due banalissime mousse al cioccolato. Mentre osservava l’espressione estasiata di Maya decise di tranquillizzarsi; in fondo, si disse, cosa ci può essere di tanto tremendo dentro una deliziosa e spumosa mousse al cioccolato fondente?
Proprio mentre Hayami decideva di godersi l’ultima pietanza il cucchiaino di Maya urtò contro qualcosa di solido: scavò meglio e trovò un delizioso ciondolo a forma di rosa. Estrasse con cautela il gioiello per osservalo con più attenzione: era in oro rosa ed aveva la corolla smaltata; ogni dettaglio, dalle arricciature dei petali alle due piccole foglie sullo stelo, era raffigurato con grande cura. Maya rimase a contemplare quel piccolo oggetto sbattendo ripetutamente le palpebre per lo stupore. Durante gli anni in cui l’Ammiratore l’aveva sostenuta aveva immaginato diverse ipotesi su come quell’uomo, prima o poi, le avrebbe rivelato la sua identità; quando poi aveva scoperto che lui altri non era che Masumi le possibili varianti al copione erano aumentate a dismisura. Ma mai aveva immaginato la scena che stava vivendo in quel momento! La cura e l’attenzione con cui era stato forgiato l’oggetto rappresentavano la cura e la premura che l’Ammiratore aveva sempre dimostrato nei suoi confronti. Rimase ferma aspettando la mossa dell’uomo seduto al lato opposto del tavolo che la guardava sorridendo. Quel momento era così perfetto che non voleva assolutamente rovinarlo, e poi lui l’aveva fatta penare per talmente tanti anni!
Masumi aveva riconosciuto subito il pendente: lo aveva fatto fare molti anni prima quando aveva messo Maya sotto contratto. Appena l’attrice fu scritturata  aveva pensato che fosse giunto il momento in cui i loro rapporti sarebbero potuti migliorare al punto da svelarle tutta la verità, quindi aveva commissionato il ciondolo al più abile orafo fiorentino. Ma le cose andarono in modo completamente diverso dalle sue aspettative ed il gioiello aveva passato gli ultimi anni ben nascosto dentro la cassaforte del suo ufficio, gli unici a sapere della sua esistenza erano lui e Mizuki. Ad essere onesti fino a quella sera lui stesso se ne era completamente dimenticato!
Alla vista dell’oggetto aveva faticato molto per mantenere un’espressione composta e rilassata, ma in realtà si era quasi soffocato con il dolce mentre si chiedeva come diamine avesse fatto Mizuki a prendere l’oggetto ed a portarlo al ristorante senza che lui se ne fosse accorto! Per una piccola frazione di secondo gli sembrò persino di vedere l‘inappuntabile segretaria fargli marameo da dietro una tenda! Si scosse dai suoi pensieri e si avvicinò all’attrice che non aveva ancora detto una sola parola.
Maya” incominciò mentre si appoggiava al tavolo vicino a lei “che idea ti sei fatta del tuo ammiratore in questi anni?” chiese con voce più penetrante del solito, quasi volesse indagare nell’animo dell’attrice.
Maya sorrise impercettibilmente: aveva atteso quel momento per anni ed ora ne avrebbe goduto ogni istante! Si prese qualche secondo per cercare le parole più appropriate e poi rispose fissando il pendente:
Penso … penso che sia una gran brava persona; che sia leale, gentile, premuroso e sincero.” Di aggettivi ne avrebbe avuti mille altri ma decise che questi erano sufficienti, si voltò verso Masumi e concluse sorridendo “penso anche che sia un uomo con un cuore grande e caldo! Ma penso che sia … timido!
L’uomo aveva ascoltato tutto con attenzione e rimase interdetto da quel “timido”. Nessuno mai aveva definito il Presidente della Daito timido! Ma in fondo c’è sempre una prima volta e lui pensò che forse che, se qualcuno lo doveva apostrofare in quel modo, era giusto che fosse Maya! Lei non poteva saperlo ma per lui ogni suo gesto, anche quello più insignificante e banale era una scoperta sorprendente! In ogni cosa riusciva a trasmettergli sensazioni inaspettate! Quindi era giusto che anche in quel momento fosse così! Ed in oltre come definire una persona che per nove anni ti ricopre di fiori e regali  costosi senza mai mostrarsi in viso? Gentile, premuroso, leale ma timido!
Ed hai mai provato a pensare alla sua identità?” le chiese con un tono allusivamente vago.
Lei annui “Oh molte volte! ma non negli ultimi tempi!”
Male, male! Molto male! Le cose non vanno secondo i piani! Disse una voce nella testa del Presidente ma la razionalità la zittì stizzita: perché noi avevamo un piano? Qui l’unica ad avere un piano è Mizuki! E Masumi la vide nuovamente intenta a fargli uno sberleffo da dietro la tenda. Si riscosse e chiese sinceramente incuriosito.
Come mai? Pensavo che ci tenessi al tuo Ammiratore?
Infatti. ma da qualche tempo ho capito che appena avesse potuto mi avrebbe rivelato la sua identità personalmente!” Maya guardava gli occhi di Masumi con un intensità tale da mozzargli il fiato, ed in quel momento Masumi capi! Non sapeva se erano state le parole dell’attrice, o il tono, o la luce abbagliante che le illuminava il viso; o tutti questi elementi assieme! Ma non importava perché ora lui sapeva! Dio com’era stato stupido e ceco!!!!
Le portò le mani sul collo e la baciò nel modo più dolce di cui fu capace. Quando il bacio finì, con un solo respiro a separarli, le chiese in un sussurro “Da quanto lo sai?
Lande Dimenticate.
Un’eternità! Scusami. Con la mia stupidità ci ho fatto perdere troppo tempo …” disse con amarezza.
Maya sorrise mentre scuoteva dolcemente la testa e gli accarezzava una guancia “non importa amore. Abbiamo tutta la vita per recuperare!”
Le pesanti nuvole che incombevano sul cuore di Masumi furono spazzate via da quelle parole. Lui attirò s sé la sua Maya, facendo cadere a terra la sedia di cui nessuno si curò, e la baciò nuovamente con passione, irruenza, romanticismo, delicatezza, con tutto quello che aveva negato, ignorato e represso per un terzo della sua vita ma che era sempre stato nel suo cuore ad aspettare la sua stella.
Cari lettori siamo giunti alla fine di questo viaggio! Quello che accade dopo questa sera lo lascio alla vostra immaginazione! Spero che la storia vi sia piaciuta e vi chiedo la cortesia di farmi sapere cosa ne pensate! Grazie a tutti per aver letto il mio racconto, di avermi sostenuta ed incoraggiata con le vostre recensioni. A presto Aris.

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