Romance Dawn

di Kira0
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Romance Dawn: l'alba di una nuova avventura ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Romance Dawn: l'alba di una nuova avventura ***




Romance Dawn - l'alba di una grande avventura



La storia è ambientata dopo che Rufy, Ace e Shanks se ne sono andati già da molti anni dal villaggio di Foosha però prima dei 2 anni di allenamento della ciurma. Innanzitutto in questa storia dovete sapere che Makino, la barista del villaggio, ha avuto una figlia da Shanks (immaginate che sia arrivato nel villaggio qualche anno prima che nella storia vera di Oda sensei) nell'agosto dello stesso anno in cui è nato Rufy, quindi adesso questa figlia misteriosa (poi capirete chi è) ha 17 anni. Però non ha potuto conoscere né Makino, né Shanks, né Rufy, né Ace, perchè Makino e Shanks non potevano mantenerla: Shanks infatti prima o poi se ne sarebbe andato, mentre Makino era solo una barista e non guadagnava abbastanza per mantenere un'altra persona. Quindi hanno consegnato la bambina ad un viandante che passava di lì e gli hanno detto di lasciarla, durante uno dei suoi viaggi, ad una famiglia che potesse crescerla. Alla fine la bambina è stata adottata da una famiglia di cacciatori, in una cittadina chiamata Ninive, che si trova in un isola vicino alla linea rossa. La bambina è cresciuta bella, sana e forte * detto con molta enfasi * in questo paese, non sapendo però di essere stata adottata...

La bambina si chiama Natsumi (che si scrive coナツ e significa bellezza d'estate, infatti è nata il 9 agosto).





Aiedail

********************************************************************************








Un giorno stavo passeggiando tranquillamente per la via centrale di Ninive per andare fuori nel bosco a cacciare qualcosa per la cena. Attraversai il cancello d'ingresso, salutai le due guardie, una delle quali era il padre di uno dei miei amici, e cercai qualche animale che si potesse mangiare. Non trovando nulla di commestibile decisi di inoltrarmi nel bosco sperando di trovare qualcosa di meglio, cosa che, data la mia fama fra gli animali di cacciatrice, non successe.

Alla fine camminai così tanto che arrivai alla riva e, attratta dalla brezza marina che soffiava portando con sé un forte odore di salmastro e scompigliandomi leggera i capelli rossi, mi fermai e cercai di ragionare su una trappola per poter catturare quegli astuti animali (che sembrava si stessero prendendo gioco di me).

Secondo me... si stavano anche divertendo... illusi... ne avrei catturato uno a costo di passare la notte fuori.

Il posto in cui mi trovavo era una piccola radura che terminava con una spiaggetta sul mare. Lasciai lo zaino, l'arco e le frecce ai piedi di un albero vicino alla spiaggia e sedendomi anch'io con la schiena poggiata al tronco, iniziai a pensare a qualche stratagemma per la caccia.

Mentre pensavo girai lo sguardo verso il mare e mi persi come al solito nei miei pensieri, dimenticando totalmente la mia iniziale intenzione.

Ho sempre adorato il mare e fin da piccola ho sognato di poter navigare ed esplorare l'oceano e tutte le isole di cui sentivo parlare dai viandanti: da come le descrivevano loro sembrava che fossero dei luoghi meravigliosi, dove si incontravano persone, animali e piante totalmente diversi dai nostri. Poi ogni tanto capitava che approdasse sulla nostra isola qualche pirata; di solito tutti ne stavano alla larga, ma io invece, se vedevo che erano persone gentili, andavo da loro e gli chiedevo le loro avventure e quello che avevano visto nei loro viaggi e stranamente i miei genitori mi lasciavano parlare con loro, stando comunque all'erta, al contrario degli altri che si chiudevano in casa con i loro figli, guardandomi come se fossi una pazza; ma a me non era mai importato più di tanto.

Infatti il mio sogno era di diventare un pirata, anche se ero una femmina; le avventure che mi descrivevano quei pirati sembravano così belle che mi sarebbe piaciuto viverne qualcuna, tanto che ogni giorno facevo vari esercizi, mi allenavo con le mie tre katana, insomma, cercavo di essere più forte per diventare un pirata.

Mentre stavo pensando a queste cose, vidi in lontananza una nave, man mano che si avvicinava, capivo quanto era grande, anzi gigantesca, fino ad allora non avevo mai visto una nave così enorme.

Vedendo che si stava avvicinando al porto decisi di andare a vedere mandando al diavolo la caccia e quei dannati animali e mi misi a correre.

In mezz'ora, giunsi al villaggio, oltrepassai il cancello e giunsi trafelata davanti a casa mia, che si trovava nella stessa piazza del porto. Lì trovai tutta la mia famiglia tranne mio padre che era al lavoro: mia mamma, i miei due pestiferi fratelli gemelli Ren e Kohaku di 14 anni e la mia sorellina Miku di 10 anni: sì lo so... eravamo molti... Però vivevamo bene, sopravvivevamo grazie al lavoro di mio padre che gestiva l'unica locanda del paese, alla caccia, che praticavo io, alla pesca, che svolgevano i miei fratelli, più per divertirsi che per altro (anche se ogni tanto ricavavamo qualche pesce decente) inoltre se queste due attività andavano bene vendevamo ciò che avanzava, guadagnando dei berry che potevamo spendere in quello che volevamo, per esempio libri o spade (ogni tanto le mie si rompevano ed erano talmente scadenti che costava di più ripararle che ricomprarle, ora potrete immaginare quanto i miei allenamenti fossero utili, con delle katana che si rompevano ogni due per tre).

Quando mia madre mi vide mi disse:

-Stavolta è meglio se non parli con loro mi sembrano dei pirati più forti delle altre volte, non vorrei che ti facessero del male.-

-Ok mamma, come vuoi. Però se sono simpatici posso parlarci?- dissi con gli occhi da cucciolo bastonato (contraddicendomi subito dopo), di solito questa tecnica funzionava sempre.

-Solo se sembrano affidabili.- sospirò rassegnata.

-Grazie!- esclamai con un sorriso a trentadue denti.

Da lì, guardai meglio la bandiera e vidi che era nera con un teschio bianco con due strisce rosse sull'occhio sinistro e al posto delle due ossa, dietro c'erano due spade; probabilmente il capitano era uno spadaccino.

Nel frattempo la nave era arrivata e si vedevano i pirati che si affaccendavano per riuscire ad ancorarla, era tanto grande che si limitarono ad appoggiare la fiancata al pontile per far scendere le persone senza però ancorarsi col rischio di danneggiarlo perchè... bhe... diciamo che quello che noi chiamiamo “porto” in realtà sono delle travi di legno collegate fra loro e legate al pavimento della piazza che era affacciato direttamente sul mare, senza neanche una spiaggia in mezzo (la città era costruita su una specie di scogliera più o meno al livello del mare, anche se in realtà sotto al livello del mare c'erano almeno venti metri). Era un “porto” dove si potevano legare delle barchette, non delle navi come quella.

Alcuni pirati scesero dalla nave senza le scalette, con dei salti stupefacenti, senza farsi male, come se fosse cosa da tutti i giorni, altri invece che sembravano più giovani ed inesperti, scesero come tutte le persone normali con delle scalette gettate precedentemente dal parapetto. Alla fine dopo che furono scesi circa venti pirati, ne scese uno che mi incuriosì più degli altri, aveva dei capelli rosso acceso, tre graffi sull'occhio sinistro come sulla bandiera e gli mancava il braccio sinistro; indossava dei sandali, dei pantaloni marroncini che arrivavano appena sotto al polpaccio, una camicia larga bianca aperta fino a metà e tenuta stretta in vita da una fascia rossa ed un mantello nero, inoltre aveva una katana appesa al fianco destro.

Ero sicura che fosse lui il capitano... però c'era qualcosa che non mi convinceva. Appena era saltato giù dalla nave, aveva detto ad un pirata con i capelli neri ed una sigaretta in bocca che gli lasciava il comando della nave finché non fosse tornato e poi si era incamminato tranquillamente, ignorando le persone che appena lo vedevano scappavano in casa, fino ad arrivare nella locanda di mio padre che si trovava dalla parte opposta della piazza rispetto a casa nostra e lì si sedette su uno sgabello davanti al bancone e ordinò qualcosa a mio padre. Subito dopo mio padre tornò dalla dispensa con in mano una bottiglia di sakè e dette quest'ultima al rosso che iniziò a bere.

Che strano, di solito ero abituata a vedere dei capitani più, come dire, responsabili... in ogni caso quello a cui aveva lasciato il comando (cosa da cui dedussi che era il vice capitano) aveva finito di dare ordini e quando tutti quelli che erano scesi a terra ebbero finito di sistemare delle casse e delle botti vuote, che probabilmente avrebbero dovuto riempire di provviste e acqua, anche questi, seguiti da quelli che erano rimasti sulla nave a sistemare le vele, andarono nella locanda e seguirono il suo esempio mangiando e bevendo a sazietà, sotto i nostri sguardi stralunati (miei, della mia famiglia e dei paesani che nel frattempo si erano affacciati sull'uscio delle porte). Con quei guadagni scommetto che avremmo potuto campare per almeno altri dieci anni senza dover lavorare neanche un giorno (→ non è questo quello di cui si dovrebbe stupire n.d.a).

-Mamma a me sembrano affidabili, posso andare a parlarci?-

-D'accordo, ma sii cauta e soprattutto stai vicino al papà-

-Ok- dissi con un altro sorriso a trentadue denti.

Entrai nella locanda e, andando dietro al bancone, raggiunsi mio padre che stava guardando alquanto stupefatto la quantità di cibo che quei pirati stavano ingoiando senza sosta; se avessero continuato così si sarebbero soffocati...

-Bhe, considera il lato positivo papà, anche se non ci sarà troppo cibo per un po' di tempo, non si potrà dire lo stesso dei berry, non credi?- dissi con un ghigno ironico a mio padre.

-Già... lo credo anch'io.-

Allora spostai la mia attenzione sul rosso:

-Mi scusi, posso farle qualche domanda?- chiesi un po' titubante a quest'ultimo.

-Shì, gncerto.- disse finendo di ingoiare un pezzo di carne.

-Non vorrei essere invadente o farvi perdere tempo, però se le va, mi piacerebbe sapere qualcuna delle vostre avventure.-

-Non ti preoccupare, non c'è nessun problema.- mi disse con un mega-sorriso. In quel momento mio padre, che stava vicino a me, fece una esclamazione di stupore e sia io che il rosso, che stava ancora sorridendo, ci girammo verso di lui che stava facendo passare lo sguardo da me al capitano in continuazione.

-Che c'è?- chiesi io, leggermente stranita dal suo comportamento.

-Voi due... vo... voi due... il... i il sorriso... è... è-

-E'?- esclamammo in coro io ed il pirata.

-Provate un attimo a fare un grande sorriso-

-Perchè?-

-Fatelo e basta, voglio solo... sì... solo vedere una cosa.-

Io mi girai verso il pirata e guardandoci leggermente stupiti, alzammo le spalle e rivolgendoci di nuovo verso mio padre facemmo un “grande sorriso” come aveva detto mio padre.

Restammo così qualche secondo, poi quando smettemmo, vedemmo gli altri pirati che ci stavano fissando in un imbarazzante silenzio, erano tutti fermi ed alcuni avevano ancora la carne in bocca, oppure si erano fermati con la bottiglia di sakè ad un centimetro dalla bocca, con la mano tremante.

-Si può sapere che cosa avete tutti quanti?-

-Voi... siete...- iniziò a dire il vicecomandante, a cui la sigaretta era caduta di bocca dallo stupore.

-Uguali...- finirono in coro gli altri.

-Uguali?- chiedemmo io ed il rosso.

Poi ci girammo l'uno verso l'altra ed anche lui iniziò a fissarmi con gli occhi socchiusi, come se volesse capire qualcosa che prima gli era sfuggito.

-Per caso... ti chiami Natsumi?-

E quello fu il mio momento di spalancare gli occhi e di aprire la bocca, tanto che ci mancava poco che la mandibola non mi si staccasse dal resto della faccia.


-E tu... come fai a sapere il mio nome!?!-







Note dell'autrice xD :

Allooooooora... spero che vi sia piaciuta, perdonatemi il fatto che ho dovuto spiegare molte cose all'inizio, è solo che la storia credo che sarà molto lunga già senza la parte dove lasciano al mercante la bambina ecc. ecc. quindi ho riassunto tutto.

Spero che questa storia vi possa attirare, anche se dovete considerare che è la mia prima storia a capitoli e che forse non aggiornerò sempre regolarmente, ma prometto (scherzavo quando dicevo un mese xD *cerca un posto dove nascondersi) che dopo la scuola (quindi circa due mesi giusto?) riinizierò... °><°''''''''''''' (che faccina spastica...)

Sappiate comunque che le recensioni sono ben gradite, è inutile dire che vanno bene anche quelle negative purchè mi possano aiutare a migliorare la storia xD .

Bene allora vi lascio.


Pomodoooriiii! Pomodori freschi! Pomodoriii! * finisce di venderli e si nasconde terrorizzata in un angolino buio *

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2





-Uguali?- chiedemmo io ed il rosso.

Poi ci girammo l'uno verso l'altra ed anche lui iniziò a fissarmi con gli occhi socchiusi, come se volesse capire qualcosa che prima gli era sfuggito.

-Per caso... ti chiami Natsumi?-

E quello fu il mio momento di spalancare gli occhi e di aprire la bocca, tanto che ci mancava poco che la mandibola non mi si staccasse dal resto della faccia.


-E tu... come fai a sapere il mio nome!?!-





Il rosso imbarazzato guardò il barista, che contraccambiò lo sguardo con altrettanto imbarazzo.

-Eh eh... sì... posso.... devo.... dovrei... ecco sì... parlarecontuopadre... eh eh- disse infine il pirata.

-Eh... certamente- rispose il locandiere dirigendosi verso il cortile interno, prontamente seguito dal pirata che, ancora confuso, si muoveva ondeggiando come sul ponte di una nave durante una tempesta, con un'espressione vuota stampata in faccia.

Capii che non dovevo seguirli, però allungai le orecchie quanto più potei e captai solamente le prime parole del pirata: “E' lei?!?”- poi non sentii più niente perchè i pirati ricominciarono a fare chiasso.


-intanto, all'esterno-


-E' lei?!?-

-E' lei il padre, vero?- rispose il locandiere.

-Sì, io ho avuto una figlia Natsumi, che avevo affidato ad un viandante perchè la consegnasse ad una famiglia per bene. La mia vita non è adatta per crescere dei figli-

-Come faccio ad esserne sicuro?-

-Avevo lasciato alla bambina una catenina con infilato un anello a forma di fiore con al centro una piccola “N” e avevo detto al viandante di consegnare alla famiglia un piccolo scrigno sigillato-

-Allora non ci sono dubbi, lei è veramente il padre di Natsumi. Ecco perchè fin da quando ha l'età della ragione ha sempre desiderato essere un pirata. E' da anni che si allena con tre katana-

-AH...-

-Che c'è?-

-Era esattamente la cosa che volevo evitare...-

-Non vuole metterla nei guai vero?-

-Indovinato-

-E adesso?- chiese il locandiere -Non può far finta di niente, ormai è palese. Deve dirglielo-

-CHE!?!-

-E' giusto che la ragazza sappia qual'è la sua vera famiglia-

-Ma ma ma ma ma ma ma ma io...-

-Oh suvvia, niente ma. Glielo dica e basta-

-Ma... con lei ha più confidenza! Glielo dica lei-

-No no, tocca a lei- e dicendo ciò il locandiere iniziò a spingere un Shanks ancora riluttante verso l'interno.


Finalmente i due rientrarono. La scena che si presentò era a dir poco assurda. Mio padre un ometto mingherlino e già un po' avanti con gli anni stava spingendo con determinazione il capitano di quella nave pirata che si lasciava trascinare con imbarazzo senza però riuscire, o voler davvero, bloccare la spinta di papà.

Tutti i pirati scoppiarono a ridere, quando il capitano li zittì, ancora rosso, con uno sguardo omicida.

Poi si rivolse a me: -Ti dispiace Natsumi seguirmi fuori un momento? Eh eh...- disse sorridendo stranamente.

Pronunciato da lui, il mio nome aveva una strana dolcezza.

Uscimmo e ci dirigemmo verso il molo.

Durante tutto il tragitto sembrava che ogni tanto volesse dirmi qualcosa, ma senza riuscirci.

Arrivati, ci sedemmo ancora in silenzio con le gambe penzoloni a pelo d'acqua.

-Senti...- iniziò a dire il rosso.

-Sì?- chiesi io un po' impaziente.

-Eeh... io mi chiamo Shanks- disse sorridendo. Non so perchè ho avuto la sensazione che non fosse quello che voleva dirmi in realtà.

-Ok. Ma come sai il mio nome?-

-E' una storia lunga.-

-Sììì?- chiesi ormai senza pazienza.

-Nonsonofierodiquellochehofattomalodovevopropriofarecapisci?-

-No-

-Ok allora partiamo dall'inizio- disse prendendo un profondo respiro -17 anni fa io e Makino, la donna che amo, abbiamo avuto una figlia, una bambina bellissima dai capelli rossi come i miei e gli occhi neri e profondi di sua madre. Decidemmo assieme che per il suo bene doveva avere una vita normale, sicura e lontana da quei pericoli che caratterizzano la mia; quindi la facemmo consegnare ad una famiglia per bene che la potesse crescere. Il suo nome era Natsumi.- qui fece una pausa guardandomi con tenerezza.

-Che coincidenza, siamo omonime!- esclamai contenta. Non avevo mai conosciuto nessun'altra Natsumi -e poi? Che successe?- non so perchè ma Shanks si spalmò la mano sulla faccia esasperato -che succede?-

-SUCCEDE CHE... quella Natsumi sei tu-

-Davvero? Sono io tua figlia?- chiesi con gli occhi spalancati incredula, mentre Shanks mi guardava come se avesse paura della mia reazione...





-SONO LA FIGLIA DI UN PIRATA!!!-












Note dell'autrice:

Non linciatemi, d'ora in poi ci metterò di meno a pubblicare :D *cerca di schivare i pomodori metre fugge dal palcoscenico (?)*


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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3





-Davvero? Sono io tua figlia?- chiesi con gli occhi spalancati incredula, mentre Shanks mi guardava come se avesse paura della mia reazione...





-SONO LA FIGLIA DI UN PIRATA!!!-





“Sììììììììììì!!!” urlai in preda all'euforia, osservata da un Shanks abbastanza (è dire poco n.d.a.) probabilmente scioccato dalla mia reazione esuberante: “Evviva!!! In questo modo, non solo ho una mamma, un papà, due fratelli gemelli ed una sorellina, ma sono anche la figlia di pirata!”

“N-n-n-n-non-non-non è............................ normale?” disse Shanks, il sopracciglio destro alzato in un'espressione stralunata “Insomma, sul serio ti va bene così?”

“Sì, è meraviglioso!” risposi con un grande sorriso stampato in faccia.

“Ma almeno sai che tipo di pirata sono?”

“Perchè ci sono dei tipi di pirata?” chiesi sconcertata.

“Hai mai sentito parlare dei quattro imperatori?”

“No, chi sono?”

“Sono tre le potenze mondiali che reggono l'equilibrio di questo mondo: il Governo Mondiale, la Marina Militare, ed infine i Quattro Imperatori. Barbabianca per esempio è uno dei quattro imperatori. Beh, anche io sono uno di loro.”

“Wow...”

“...”

“...”

“Tutto qui?”

“Eh?”

“Eh?”

“Eh?”

“Lasciamo perdere...” disse infine Shanks esasperato “in ogni caso, la mia vita è molto pericolosa: né la Marina, né il Governo oseranno mai attaccarmi ma ci sono comunque vari pericoli, che non posso e non voglio farti correre” concluse con tono autoritario fissandomi negli occhi.

“Con ciò intendi dire che se io ti chiedessi di portarmi con te in uno dei tuoi viaggi, tu non mi permetteresti di venire?”

“Assolutamente no!”

“Ma... ma io...”

“Niente “ma”, non permetterò alla mia unica figlia di farsi del male. A proposito, tuo padre... sì cioè, intendo dire il locandiere, che però è anche tuo padre...”

“Mio padre adottivo?” chiesi seccata da quanto fosse gli fosse difficile trovare quell'unica parola adatta.

“Sì, appunto, mi ha detto che ti stai allenando come spadaccina... per me va benissimo, però non voglio assolutamente che tu diventi un pirata o un marine. Non arrabbiarti, mi preoccupo solo per te” disse, iniziando con tono severo e concludendo invece con uno sguardo apprensivo.

“Ma papà...” ribattei. Però subito dopo aver parlato, mi accorsi che mio padre mi stava fissando con un'espressione che inizialmente non riuscii ad interpretare. Sembrava quasi che si fosse bloccato. Infatti mi accorsi che lo avevo chiamato per la prima volta “Papà”... mi suonava talmente naturale, che sul momento non pensai nemmeno a ciò che avevo detto. Quindi chiesi titubante “Posso chiamarti “Papà”... vero?”

“Certo... è solo stato... un po'... strano. Credo...” rispose anche lui titubante come me “In-in ogni caso, non voglio discutere. Mi dispiace, Natsumi” disse finalmente, alzandosi, segnalando così la fine di quel discorso in cui io non avrei potuto, nemmeno volendo, avere l'ultima parola.

Dopo che si fu alzato, mi tese la mano sorridendomi, un po' dispiaciuto, ed io la afferrai alzandomi a mia volta. Poi ci dirigemmo verso la locanda.

“Papà?” chiesi io con timidezza.

“Sì?”

“Ma io ho sempre desiderato diventare un pirata, sul serio non posso proprio?”

Mio padre mi guardò.

“Non sopporto il fatto di doverti negare la possibilità di realizzare un sogno, è proprio per questo che avevo fatto in modo che tu non avessi nessun tipo di rapporto con me. Però purtroppo, nelle tue vene scorre il mio stesso sangue, avrei dovuto immaginare che allontanarti sarebbe stato inutile” disse, guardandomi per un istante con tenerezza. Subito dopo girò la testa proseguendo il discorso con un sospiro “Se proprio ci tieni così tanto, te lo permetterò... ma ad una condizione” disse, improvvisamente alzando la testa verso di me e guardandomi divertito con aria di sfida.

“Quale?” chiesi, improvvisamente incuriosita, ma soprattutto felice per essere riuscita, forse, a fargli cambiare idea.

“Dovrai superare una prova. Sai dirmi un punto di quest'isola in cui si può combattere senza doversi preoccupare di distruggere qualcosa?”

“Sì. Il posto in cui mi alleno va benissimo. E' una spiaggia, si trova ad Est dal villaggio. E' molto facile da trovare, basta che tu percorra la costa verso Est, e la prima spiaggia che vedi è quella in cui mi alleno. Si trova fra due pareti di roccia per cui è molto difficile scendere fino alla spiaggia. E' per questo che nessuno viene mai lì e non c'è nessuno che può disturbare”

“E' perfetto! Bene allora domani mattina verso le dieci ti aspetto lì; se supererai questa prova potrai diventare un pirata. Con ciò non intendo dire che ti porterò con me. Infatti se proprio ci tieni, devi o creare una ciurma tua e diventare il capitano, oppure unirti ad un'altra ciurma già esistente che si trovi qui nel mare orientale. Perchè se tu ti unissi ad un ciurma le cui capacità sono molto superiori alle tue, come la mia, allora non diventerai mai più forte di come sei adesso e non saresti in grado di difenderti”

“Evviva!!! Che bello! Diventerò un pirata!!!” urlai in preda alla felicità.

“Ehi ehi ehi, stai calma. Non è ancora detto che supererai questa prova” disse papà, probabilmente ancora combattuto tra il lasciarmi diventare un pirata oppure no.

“Non c'è nessun problema. Supererò a qualsiasi costo la prova, diventerò un pirata e troverò lo One Piece!”

“Ehi frena. Non è ancora detto”

“Ehi papà, ti devo aiutare?” chiesi, stavolta non a Shanks, ma a Tadase, mio padre adottivo, per sapere se aveva bisogno di aiuto per sistemare la locanda; infatti mentre io e papà stavamo discutendo della fatidica prova eravamo arrivati già da un po' nella locanda e ci eravamo seduti al bancone.

“No Natsumi, non ti preoccupare. Ci penso io qui” disse mio padre Tadase sorridendomi “Piuttosto, ormai è tardi, è meglio se torni a casa. Dì alla mamma che io torno tardi; molti pirati si fermano qui per la notte e devo sistemare le stanze”

“D'accordo papà. Allora io vado a casa. Papà, ci vediamo domani” Dissi, rivolgendomi infine verso il mio vero padre. Lo so, probabilmente erano un po' confusi.

Non vedevo l'ora di fare quella prova.






Finalmente sarei diventata un vero pirata!!!















Eccomi di nuovo qui :D

*fa un rito di purificazione dell'anima, per farsi perdonare il ritardo (?)*

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, nel prossimo ci sarà la prova =)

Ok, adesso che ho detto tutto, vi lascio; dovrei pubblicare fra una settimana e mezzo circa... comunque ci metterò meno tempo, perchè ho già scritto il capitolo, solo che devo controllarlo, e poi, siccome vado in montagna, non posso neanche pubblicarlo (niente internet).

Quindi alla prossima! *saluta sbracciandosi (?)*




Ringrazio:

Shalia

Axul

veve99

Dianna Scarlet

Ryuu Koori

per aver recensito :D


Itacina

Julls994

Sasu_Saku

per aver messo la storia fra le preferite :D


darastrix92

vale passion95

per averla messa fra le ricordate


AlexisSlyterin

Axul

Chimera_lupo99

daliapetra93

giuliaxace

leonedifuoco

NightmareKla

rufy95

Shalia

TheLadyVampire97

valepassion95

veve99

per averla messa fra le seguite :D



E ringrazio anche tutti quelli che hanno letto!



Grazie a tutti =D

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