don't matter what they say.

di ehibeliebers
(/viewuser.php?uid=296825)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** i don't care.. ***
Capitolo 2: *** omg. ***
Capitolo 3: *** tomorrow! ***
Capitolo 4: *** not today.. ***
Capitolo 5: *** who? ***
Capitolo 6: *** who's that boy? ***



Capitolo 1
*** i don't care.. ***


Taylor, alzati sono le 7:20! Devi prendere l'autobus tra venti minuti, o vuoi restare a casa a far niente come al solito?-


Come potete vedere, mia madre la mattina è dolcissima. Anzi, quasi sempre.
Mi alzo per farla contenta, perchè di voglia di andare a scuola non ne ho, come tutte le volte d'altronde. Comunque, mi chiamo Taylor Adison, ho sedici anni, vivo a New York,  e.. benvenuti nella mia vita merdosa.

Prendo i miei vestiti velocemente e vado a vestirmi in bagno.

- La sera struccati, mi sono stancata di pulire ogni volta i cuscini perchè c'è la tua stupida matita nera che ti cola di notte!- 
 

E io mi sono stancata di essere trattata come una cogliona. Mi butto un pò d'acqua fresca in faccia per svegliarmi e dopo essermi messa i vestiti, esco, prendo lo zaino, urlo un 'ciao' a mia madre, e corro, insomma, faccio una 'specie' di corsa verso la fermata e aspetto l'autobus che dovrebbe passare a momenti. 
La mia vita non è come quelle delle tipiche ragazze americane che tutte voi sognate di essere. Non so se mi spiego.
Avete presente quelle con tanti amici, una migliore amica, un fidanzato, una vita bellissima, voti alti, e una vita allegra? Ecco, NON SONO IO. Toglietevelo dalla testa. Sono tutto ciò che voi non vorreste essere, ovvero: grassa, senza amici, un rapporto schifoso con la madre, e voti di merda. Questa sono io.
La porta dell'autobus si apre proprio di fronte a me, salgo, e mi dirigo a testa bassa verso gli utlimi posti, come sempre.
Mi preparo a cinque ore di inferno, mentre scendo dall'autobus e comincio a dirigermi verso la mia classe. Faccio sempre così, mi piace stare la prima mezz'ora in classe da sola, in silenzio guardando il vuoto, forse perchè è l'unico che mi tranquillizza. Dura poco, e la classe comincia a riempirsi piano piano, e poi entra il professore di chimica. 

- Allora ragazzi, oggi verifica a sorpresa!-  

Il buongiorno si vede dal mattino, giusto? Bussano alla porta.

- Buongiorno, scusi il ritardo prof, ma ero al telefono!- 
Oh, vi presento Cindy, la ragazza che è appena entrata con 3432 kili di rossetto, e con una gomma in bocca.
 

- Arrivi più presto la prossima volta, ora si sieda. -

Si guarda intorno alla ricerca di un posto libero, e l'unico posto libero che vede è quello vicino a me. 

- Ehm, professore, potrei mettermi al posto di Collins? Non voglio stare li vicino a...Adison.- 

Lo dice con un filo di disprezzo nella voce, a cui io sono abituata. 

Collins si gira dalla mia parte e spalanca gli occhi.

- E va bene, Collins per favore spostati, così finalmente iniziamo questa lezione!-

La mattina passa normalmente, Collins venne cacciato dall'aula più volte, perchè l'avevano beccato con il telefono in mano, quindi restai ugualmente sola al banco, cosa che non mi dispiaceva affatto. 

Io ovviamente non avevo studiato niente per la verifica, e sapevo che non dovevo aspettarmi una A come voto.

Tornai a casa, mamma non c'era ovviamente.

Mi feci una fettina di carne, e basta. Non avevo fame.

Faccio i compiti, almeno per modo di dire. Apro il computer e mi guardo un film, e poi mi butto sul letto e mi addormento. 

Sento mia madre che mi chiama per la cena, a fatica mi alzo e scendo.

- Com'è andata a scuola?-

- Bene.-

- Compiti in classe?-

Damn.

-No..-

- Strano, sai mi ha chiamato il professor Denins.-

-Mhmh..-

-E mi ha detto che la situazione è tragica e che deov farti prendere ripetizioni!- 

Non rispondo.

- Taylor, quest'anno devi studiare, non m'importa dei compagni, e se ti fai bocciare, non ti andrà bene come l'anno scorso.-

- Bene? Fanculo mamma.-

Mi alzo da tavola e me ne vado in camera, metto il pigiama, e mi sdraio sul letto. Sento sbattere i piatti nel lavandino, segno che mamma è incazzata.



 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** omg. ***


Non capisco come mia madre possa pensare tutto ciò. Non capisce che la mia vita fa schifo, che odio me stessa, e a volte dovrebbe pensare più a sua figlia che al lavoro e la scuola. Ma questo ovviamente non lo capirà mai. 
Mi giro a pancia in sotto, e con la faccia sul cuscino, inizio a urlare, ''senza farmi sentire''.

Invece di mandare via papà, non potevi andartene tu, vecchiaccia? quanto la odio dio mio.

Ecco i miei pensieri su mia madre, non le importa niente. L'anno scorso ho passato un inferno, con le prese in giro, e lo sto passando tutt'ora. E mentre mio padre mi difendeva, e mi ha fatto cambiare classe, lei era troppo impegnata a lavorare, per poi finire per litigarci. Lei che non c'era mai stata, e non c'è nemmeno ora. 
Cominciai a piangere, liberandomi di tutta la frustrazione che ho dentro di me ogni santo giorno.

Mia madre entra.

- Sai bussare?- gli rispondo amaramente.

- Senti, io non ce la faccio più. Cerchi di darti una calmata?-

Non la guardo nemmeno e continuo a guardare il muro mentre sono sdraiata.

Sento un sospiro.

- Comunque, domani mattina presto io parto, e ritorno tra tre giorni, okay? Ah, e ti prego di andare a scuola e cercare di recuperare quei voti. Non ho cresciuto una fallita.-

Non ce la faccio più nemmeno io, sai mamma?

- Buonanotte.-
 

Chiude la porta e se ne va.
Tre giorni di totale libertà, cosa c'è di meglio? 

Mentre cercavo di addormentarmi, mi squilla il telefono e salto per lo spavento.

Chi mi chiama a quest'ora? Wtf?

- Pronto?-

Sento un respiro, e poi tu-tu-tu.

Guardo il numero, e non mi pare di conoscerlo.

Sarà qualcuno con poco gusto, o magari ha sbagliato. 
Penso.

Mi addormento.

No, non mi addormento. Passo la notte in bianco, perchè non riesco a non pensare a quella telefonata. Prendo il telefono, rifaccio il numero, e chiamo.

.........

- P-pronto?-

- Chi sei? Perchè mi hai chiamata?-

E riattacca. Oddio ma chi è? 
Mi arriva un messaggio. 

"Vediamoci domani al parco vicino al centro commerciale 'Cool' alle 15:00"

Queste persone mi mettono ansia. Però, la mia vita è spenta, domani sono sola, perchè non tentare? Cosa potra farmi? Al massimo faccio finta di niente.
Adesso mi addormento veramente.

Driiin driin driin driin

E STA ZITTA.

Mi sveglio, non vedo l'ora di sapere chi è questo tizio della chiamata. Scelgo un paio di jeans e una maglietta lunga. Come sempre. Uso le magliette così, per coprire un minimo i miei fianchi che odio completamente.

Esco dal bagno, e sono già pronta. Sono le 7:10, è presto. Visto che non c'è nessuno, esco a fare colazione al mio bar preferito.

Esco, chiudo casa. E mi dirigo verso il bar con lo zaino in spalla.

La mattina presto è bellissima, c'è quasi silenzio, sembra magica. L'unica cosa che la rovina è la scuola, fottuta.

Entro e prendo un cappuccino, me lo bevo lentamente guardando fuori dal vetro. Mi chiedo come le persone possano guardare senza osservare, non so se mi spiego. Sono tutti talmente concentrate su cose stupide, e disprezzano tutto ciò che li circonda. A me piace osservare attentamente, e studiare ogni piccola cosa che è intorno a me. 
Prendo la macchinetta fotografica e scatto una foto a un albero, spoglio che sta appena davanti al sole, che è quasi sorto. Ecco, la mia passione è la fotografia. Mi piace pensarla così, e ogni volta che osservo qualcosa che mi piace, penso: e se poi scomparisse? 
Quindi faccio una foto, e me la tengo. 

Tra poco passa l'autobus e mi dirigo verso la fermata. 

Arrivo a scuola, e alla prima ora, con il professore di chimica, c'è un bellissimo foglio che mi attende sul banco, con una F grande stampata su di esso. Insomma, sai che novità. 

Le ore passano in fretta, non ho ascoltato niente di tutto ciò che hann detto i professori, perchè sono troppo curiosa di sapere chi è il tizio.

Vado a casa, mangio un insalata al volo, e esco di casa con il cellulare.

"Sbaglio o ti hanno insegnato che non si esce con gli sconosciuti?" 

MI guardo intorno, un pò spaventata.

E c'è un signore, che mi fissa. Oh mio dio.

- Chi sei?- urlo con voce un pò tremolante.
Si avvicina, ha un viso..

- Taylor?-

-Tu.. p-papà?!-

E' il giorno più bello della mia vita. Gli dò un abbraccio fortissimo, e lui abbassandosi, ricambia. 
Dio quanto mi mancava.
Lo faccio entrare, ho le lacrime agli occhi.

- Tesoro mio, come stai? Tutto bene?-

- Si, tu? Dov'eri finito?-

-Bhè.. la mamma non voleva che mi facessi vedere.-

Gli dò un altro abbraccio.

- Mi manchi, ti prego torna qui!-

- Non sai quanto vorrei bambina mia, sei cresciuta tantissimo, sei bellissima!-

- Ti voglio bene, rimani per cena?-

- No, non posso mi dispiace, devo tornare a.. lavoro!- sorride. 

- Oh okay, ma torni vero?-

Gli apro la porta, e gli dò un bacio.

- Certo tesoro!-

Metto la musica a palla. Si, questo è il giorno più bello della mia vita.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** tomorrow! ***


Sono felicissima, e papà gia' mi manca. Sono proprio di buon umore e una strana idea mi passa per la testa.
STUDIARE.
Salgo in camera e comincio ad aprire il libro di fisica. Leggo, e ripeto. Cosa mai fatta.
Passano le ore in fretta, e diventano le 21.00. Mi sono dimenticata pure di cenare.
Scendo in cucina e mi preparo un hamburger, nel frattempo vado sul divano e accendo la tv.
Ora che ci penso, papà dove vive? E soprattutto con chi? Sono curiosa.
Prendo il telefono, compongo il numero, e lo chiamo.
Squilla, squilla. Ma  non risponde. Rifaccio la stessa cosa altre due volte, ma niente. Boh.
MI ricordo dell'hamburger che sta quasi bruciando, e comincio a mangiare.
Papà richiama.

- Tesoro, è successo qualcosa?-

Ingoio il boccone che avevo in bocca rischiando di strozzarmi e rispondo.

- Si si, volevo solo sapere una cosa-

- Dimmi tutto!-

-Ma tu dove vivi?-

Ci fu un attimo di silenzio.

- In una casa ahah- Rise nervosamente.

- Eh maddai, intendo dove!-

- Vicino la tua scuola..-

- Oh, perfetto. Domani potrei venire da te!-

- Beh..-

- Se non vuoi va bene, non voglio essere un peso..-

Ci sarei abituata.

- No tesoro, tranquilla puoi venire, è di fianco al ''il chiosco''.-

- Okay, allora a domani! Buonanotte papà-

- Buonanotte!-

Riattacco e rimango a fissare il vuoto per un pò. Perchè ci ha pensato quando gli ho chiesto di venire? Bah. Devo stare tranquilla, è mio padre no?

Metto il piatto nel lavandino, e vado in camera. Metto il pigiama e mi infilo del letto, con le sue coperte calde. Il paradiso.

E' la prima volta che non piango per una sera, grazie papà.
Mi addormento.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** not today.. ***


Mi suona la sveglia, e mi alzo dal letto di buonumore, cosa alquanto strana. Prendo i vestiti, vado in bagno. E poi appena prendo lo zaino esco di casa.

Arrivo a scuola prima del solito, e mi sento a disagio, così entro subito in classe, prendo le cuffie, e ascolto la musica finchè non entrano tutti. Non c'è cosa più bella che stare da soli con l'unica cosa che riesce a guardarti nel cuore. Mi godo questo momento, e iniziano ad entrare i miei compagni, ed il professore di fisica, che già mi guarda.

-Adison, vogliamo cominciare la lezione con una bella interrogazione? Sempre se hai studiato..-

E' già pronto con la penna, per mettermi l'ennesimo impreparato, non sapendo che stò per fargli il culo.

- No, ho studiato.-

Inizio a parlare, senza fermarmi. Ha gli occhi spalancati, perchè è la prima volta che stò per prendere la sufficenza quest'anno. 
Ho preso otto. Lo guardo con una faccia tipo 'in your face', e vado a posto. Forse per la prima volta, mamma sarà fiera di me.
Un momento..
Mamma.
Stasera, deve tornare. Cavolo, non le ho ancora detto niente di papà. Come faccio?
Okay, Taylor, stai tranquilla. Cosa potrebbe fare? Non è mica tornato a vivere qui no? Anche se mi piacerebbe, ma so che mamma non lo accetterebbe.
Stasera devo essere a casa prima di lei, l'accoglierò con un otto all'interrogazione di fisica, e poi le dirò che papà.
Sono un fottuto genio. 
Le ore passano velocemente, manca un'ora e posso andare a casa. La prof. manca, menomale. Vado in biblioteca, scelgo un libro, mi siedo e comincio a leggere. 
Leggere è così rilassante, dovrei farlo più spesso.

- Ehi, guardate chi c'è, la balena Adison!-

No, non oggi.
E' Scott, che cavolo. 
Mi prende il mento e mi gira la testa verso la sua, e mi fa quasi male.

- Devi guardarmi mentre ti insulto, altrimenti che gusto c'è?- 

I suoi amici gli ridacchiano dietro.

- Oh, scusa, sei talmente grassa che ora non riesci nemmeno a girarti?-

Perchè? Dio, quando la finirà di sputarmi odio addosso? 
Mi alzo, prendo le mie cose, e me ne vado.

- Corri? Non credo che con tutto quel grasso tu possa andare chissà dove!-

Inizio a piangere, ma cerco di non darlo a vedere.

- Vaffanculo!-

Gli urlo, ed esco dalla scuola dirigendomi verso casa di papà. 
Sono stanca di tutto questo, di essere presa in giro per il mio peso, perchè non posso essere come le ragazze della mia scuola? Perchè sono nata con così tanto grasso? 
Mi passa vicino due fidanzati. Lei è magra, e porta dei jeans, che le evidenziano i fianchi. Perchè non posso essere così? Mi odio.

Arrivo davanti al portone e suono il campanello, continuando a piangere. E' frustrante, oggi doveva essere un giorno sereno, so che è difficile non starmi a guardare disgustati, a scuola lo fanno tutti, e ci sono 'abituata'. Ma sentirti dire tutto ciò, non è bello. So di essere una balena. Credono che non mi guardi schifata allo specchio? Però comunque, non mi servono loro e le loro stupide frasi per capirlo.
Mi siedo per terra, piangendo ancora di più.

- Chi è?-

- T-taylor-

- Chi?-

- Taylor!-

Sento la porta che si apre, ma non mi giro nemmeno.

- Tesoro, che ci fai li per terra?-

Sente i miei singhiozzi.

- E perchè piangi? Dai, entra!-

Mi aiuta a tirarmi su, ed entriamo. Ha una casa bellissima, c'è un salotto abbastanza grande, la televisione proprio davanti al divano grande. Poi più in la c'è un muretto, che divide la sala dalla cucina, anch'essa molto grande. Devo dire che si è sistemato bene papà.
Mi fa sedere e mi prende le mani.

- Che succede bimba?-

Inizio a piangere ancora di più. 

- Non ce la faccio più, mi odio, perchè non posso avere un bel corpo come tutte le altre ragazze li fuori, e andare a scuola a testa alta senza stare con la paura che qualcuno ti dica di nuovo 'balena'? Non voglio essere così.-

- Tesoro, sei bellissima, balena? Non mi sembri così grassa, hai un viso e un sorriso bellissimo, quelli non hanno la minima idea di cosa dicono, parlano a caso!-

Sorrido, e lo abbraccio.

- Ti voglio bene!-

- Anch'io bimba, vuoi vedere la tua camera? Sali le scale, a sinistra-

Salgo, entro in camera, e chiudo la porta.

- Tu sei?-

- Eh?-

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** who? ***


- Chi sei?-

Dico con una faccia perplessa.

- Chi sei tu! Io ci vivo qui!-

Cosa? 
Ci alziamo di scatto squadrandoci, e scendiamo dal MIO papà.

- Chi è?!-

Urliamo in coro.

- Ops..-

- Papà, mi spieghi chi è? E perchè vive qui?-

- Papà?-

- Silenzio! Allora, Taylor, lei è Aileen, Aileen, lei è Taylor-

- Okay, ma cosa ci fa nella mia camera?-

- Ehi, quella è la MIA camera!-

- Non ricominciate vi prego.. fatemi spiegare!-

- Parla.-

- Taylor, lei è una ragazza che è stata abbandonata dai genitori, e non aveva nessuno, così quando mi stavo comprando casa, è venuta a stare da me, e questo è successo ben undici anni fa, proprio quando tua madre mi ha mandato via.-

- Oh, quindi è per questo che eri un pò perplesso quando to ho chiesto di venire a casa tua? Perchè ora hai una nuova figlia? Bene, bastava dirmelo. Ora me ne vado, ciao.-

Esco e vado verso casa.
Mi sento rifiutata dal mondo. 

- Ehi, senti siamo partite male, fermati!-

Mi giro con una faccia incazzata.

- Chi sei tu per dirmi di fermarmi, eh?-

- Hai ragione, non sono nessuno per dirti niente. Ma posso garantirti che tuo padre ti ama più di qualunque altra cosa, mi ha sempre parlato di te sai?-

Ero ferma, guardando il vuoto, con lei che mi parlava alle spalle.

- Quando litigavo con i miei amici mi tranquillizzava sempre, e mi diceva 'tranquilla, un giorno ti farò conoscere mia figlia, con il carattere che ha, credo che sarebbe un'amica fantastica!'. E in fondo, ho sempre sperato di poterti incontrare. Quindi... perchè non rientri?-

Mi giro, senza guardarla in faccia, e rientro in casa.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** who's that boy? ***


- Scusa papà, ma non è una bella giornata..-

- Tranquilla tesoro, perchè non andate su in camera?-

Aileen annuisce e saliamo.
Prima non ci avevo fatto caso, ma è una camera bellissima, spaziosa, forse quella che ho sempre sognato. E, ci sono anche due letti.

- Posso chiederti una cosa?-

- C-certo..- rispondo.

- Quando sei entrata ti ho sentita piangere, perchè?-

- Oh, niente.. giornata brutta.-

Come al solito.
Penso.

- Che succede?-

- Scusa ma... non ho voglia di parlarne.-

Gli rivolgo un sorriso. Devo ammettere che è una ragazza bellissima, chissà che bella vita che ha.

- Ah, comunque mi dispiace per come ti ho trattata prima, ma non è stata una bella giornata nemmeno per me.-

- Non ti preoccupare, spero di non darti fastidio, se vuoi vado via-

- No! Perchè mai! Anzi, perchè non ti fermi a cena?-

- Non lo so, devo prima fare una cosa.-

- Andiamo, cosa sarà di cos'ì importante?-

Si butta sul letto sorridendo.

- E' solo che devo dire a mia madre che sono qui, e non so come la prenderà.. cioè, non so se sai la storia.-

- Si si, capisco.. perchè non la inviti qui?-

- Ma sei matta? Lei e papà si ucciderebbero!-

- Non credo, e poi, davanti a te? Tua madre non vorrebbe vederti triste.-

- Non la conosci, sono anni che piango tutte le sere per la vita schifosa che faccio ogni giorno, e tutto ciò di cui si preoccupa sono i cuscini sporchi di matita, che secondo lei cola di notte, solo perchè non mi strucco. Normale vero?-

- Hai mai provato a parlarci? Secondo me sarebbe una soluzione.-

- No, non mi capirebbe, e poi non cambierebbe molto. Lei non c'è mai, è sempre fuori per lavoro, infatti torna stasera, purtroppo.-

La osservo mentre guarda verso il soffitto pensierosa. Vorrei essere come lei, ha degli occhi grandi, color nocciola. Ha un viso delicato. Ma soprattutto, è magra, insomma, normale. 

- Taylor, non c'è altro modo, devi chiamarla e farla venire qui!-

Faccio per dire un 'ma', e mi blocca subito mettendomi in mano il telefono.
Compongo il numero, e squilla. Mi sale un pò l'ansia, ma poi mi tranquillizzo.

- Pronto?-

- Mamma, sono Taylor.-

- Ah, sto prendendo l'aereo, sarò a casa tra poche ore!-

- Ehm, volevo dirti..-

- Taylor, sbrigati, tra poco devo spegnere il telefono.-

- Io sono da una mia amica, e rimango a cena qui..-

- Amica? Oh, e chi è?-

Alzo le sopracciglia ad Aileen che stava ascoltando, come per dirgli 'vedi! perfino per lei è strano!'

- Si chiama Aileen, comunque, prima di tornare a casa, passa direttamente qui a prendermi, abita vicino al bar di fianco alla scuola.-

- Okay, a dopo!-

Attacco, e mi sento sollevata. Metà del lavoro, è fatto, bene.

- Okay, vado a dirlo a papà, tu resta qui!-

Annuisco, e poi continuo a guardarmi intorno. La suoneria del telefono di Aileen mi sveglia. Prendo il telefono, per portarglielo, ma per poco non mi cade e per sbaglio con il dito premo il tasto per rispondere, dio quanto sono tonta.

- Pronto? Aileen?-

- E che cazzo!-

Finalmente riesco a fermarmi, e sentivo continuamente 'pronto?' non sapevo che fare, ma che cavolo di imbranata. Apro la porta e fortunatamente Aileen stava per entrare, così gli do' subito il telefono.
Mi guarda un pò stranita. E ti credo.

- Pronto? Ehi ciao!-

-Che? Ma se ero giu!-

Mi siedo sul letto e aspetto che la telefonata finisce.

- Ah no, forse era Taylor, è una mia amica ed è qui con me!-

Mi guarda e sorride, oddio che vergogna, gli sta raccontando della mia figuraccia.
Attacca.

- Mi è scappata una parolaccia, perchè mi stava cadendo il telefono!-

Ride.

- Comunque, con papà tutt'apposto, ci è rimasto un pò, ma sono riuscita a convircelo. Insomma, devi dire a tua madre solo che tuo padre è ''tornato'', e quindi, vi sentite di nuovo.-

Faccio un sospirone.

- Già..-

- Che c'è che non va?-

Mi alzo, come se fossi scocciata.

- E' che, io vorrei viverci con mio padre, io voglio bene a mamma, ma... lei non mi capisce! A volte la odio.-

- Non puoi dire una cosa del genere, potresti pentirtene..-

- Scusa.. mi dispiace.-

Guardo l'orologio, è quasi ora di cena.

- Tra poco arriverà mamma...-

- Ah, viene anche un mio amico!-

- Cosa? Amico? Chi?-

- Ehi tranquilla, non morde mica!-

- No senti, allora è meglio che vada, oggi non è giornata, mi hanno preso abbastanza per il culo, stasera voglio rilassarmi, quindi ciao, ci vedia..-

- FERMA! Cos'è che ti preoccupa? E' solo un maschio.-

- Cos'è che mi preoccupa? I maschi mi chiamano 'balena' tutti i giorni, a volte anche le femmine.-

- Ecco, non mi pare che io lo faccio, no? Dai, rimani. Poi se ti dice qualcosa ti difendo!-

- Okay..-

Bussano alla porta.

- Avanti!-

- Aileen? Ciao!-

- Ciao!-

Si danno due baci sulla guancia.

- Allora, lei è Taylor, la 'ragazza delicata' di cui parlavi.-

Faccio un sorriso imbarazzata. Mi allunga una mano.

- Piacere, Justin!- 

Mi fa un sorriso.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1600497