La rivincita di Ino

di _Rael_89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Primo ***
Capitolo 2: *** Capitolo Secondo ***
Capitolo 3: *** Capitolo Terzo ***
Capitolo 4: *** Capitolo Quarto ***
Capitolo 5: *** Capitolo Quinto ***
Capitolo 6: *** Capitolo Sesto ***
Capitolo 7: *** Capitolo Settimo ***
Capitolo 8: *** Capitolo Ottavo ***
Capitolo 9: *** Capitolo Nono ***
Capitolo 10: *** Capitolo Decimo ***
Capitolo 11: *** Capitolo Undicesimo ***
Capitolo 12: *** Capitolo Dodicesimo ***
Capitolo 13: *** Capitolo Tredicesimo ***
Capitolo 14: *** Capitolo Quattordicesimo ***
Capitolo 15: *** Capitolo Quindicesimo ***
Capitolo 16: *** Capitolo Sedicesimo ***
Capitolo 17: *** Capitolo Diciasettesimo ***
Capitolo 18: *** Capitolo Diciottesimo ***
Capitolo 19: *** Capitolo Diciannovesimo ***
Capitolo 20: *** Capitolo Ventesimo ***
Capitolo 21: *** Capitolo Ventunesimo ***
Capitolo 22: *** Capitolo Ventiduesimo ***
Capitolo 23: *** Capitolo Ventitreesimo ***
Capitolo 24: *** Capitolo Ventiquattresimo ***
Capitolo 25: *** Capitolo Venticinquesimo ***
Capitolo 26: *** Capitolo Ventiseiesimo ***
Capitolo 27: *** Capitolo Ventisettesimo ***
Capitolo 28: *** Capitolo ventottesimo ***
Capitolo 29: *** Capitolo Ventinovesimo ***
Capitolo 30: *** Capitolo Trentesimo ***
Capitolo 31: *** Capitolo Trentunesimo ***
Capitolo 32: *** Capitolo Trentaduesimo ***
Capitolo 33: *** Capitolo Trentatreesimo ***
Capitolo 34: *** Capitolo Trentaquattresimo ***
Capitolo 35: *** Capitolo Trentacinquesimo ***
Capitolo 36: *** Capitolo Trentaseiesimo ***
Capitolo 37: *** Capitolo Trentasettesimo ***
Capitolo 38: *** Capitolo Trentottesimo [Prima parte] ***
Capitolo 39: *** Capitolo Trentottesimo [Seconda parte] ***



Capitolo 1
*** Capitolo Primo ***


capitolo primo

LA RIVINCITA DI INO

CAPITOLO 1
 

Una giovane ragazza dai capelli biondi, fissò la donna davanti a se, preoccupata.
“Ti prego, dimmi che non è vero!” urlò, disperata.
La donna abbassò lo sguardo. Gli occhi erano velati dalle lacrime.
“Mi dispiace Ino...” sussurrò.
“Mamma...mamma, come farò, io senza di te? Sarò sola!”
Ino si inginocchiò, davanti alla donna. Calde lacrime le rigavano il viso.
Sua madre aveva avuto una visita quel giorno. Era stata informata di avere un tumore. Un grave tumore. Non sarebbe potuta guarire, e sarebbe potuta rimanere con la figlia, solo per un altro mese.
“No, non sarai sola! È venuto il momento, per te, di sapere il nome di tuo padre...” disse con vigore, la giovane donna, afferrando le mani della figlia fra le sue.
La bionda la fissò con sguardo triste, ma incuriosito.
“Mamma...non avevi detto che papà...”
“Una bugia. In fin di bene, però...la nostra è stata una storia breve, da giovani ragazzi spensierati. Lui non sa nemmeno che sei sua figlia. Ci siamo lasciati prima che glielo dicessi...” spiegò, la madre, alzandosi e dirigendosi verso il computer.
“Perché, non provi a cercare Inoishi Yamanaka, Ino?”
La ragazza obbedì.
Digitò il nome nel motore di ricerca. Spalancò gli occhi, quando vide il risultato.
“Un...deputato?” domandò, sconvolta. Non pensava che suo padre fosse...un deputato famoso! Si ricordava perfettamente di averlo visto qualche volta in televisione. Se lo ricordava benissimo.
“Mamma io non...”
La ragazza si ritrovò una cornetta davanti al viso.
“Chiamalo.”
“Non possiedo il numero.” Spiegò, Ino.
“Terzo cassetto del mio comodino...” disse, la madre, indicando la camera della figlia.
Ino digitò il numero trovato.
“Mamma...è passato così tanto tempo, potrebbe non...”
“E’ giusto. Sono rimasta in contatto con il suo migliore amico, l’unico che sa di te. Chouza Akimichi.”
“Ma...che gli dico?”
La madre sbuffò, afferrando il telefono.
“Si? Pronto? Vorrei parlare con Inoishi. Si, sono una sua conoscente. D’accordo.” La donna coprì la cornetta con una mano. “Visto, non era difficile!!”
“Pronto?” una voce roca e adulta, fece sussultare entrambe.
“Inoishi...”
Silenzio.
“Miyu?” chiese poi, l’uomo, incerto. La donna annuì, consapevole di non essere vista.
“Già. Come va?” chiese, con leggero imbarazzo.
Ino sentì, perfettamente Inoishi deglutire.
“B-bene...come mai...”
“Voglio che tu ti prenda cura di mia figlia. Nostra, a dire il vero.”
“Figlia? Tu...non hai una...”
“Perché non lo chiedi a Chouza e non fai l’esame del DNA?” domandò, seccata, Miyu.
“Scherzi, vero? Chouza non potrebbe mai nascondermi una cosa del genere...”
“Oh, invece l’ha fatto. E per sedici anni, anche!” esclamò, allegramente la donna.
Ino si chiese da dove tirasse fuori tutto quel carattere. Era appena stata avvertita di avere solo un mese di vita, e che sua figlia, probabilmente sarebbe rimasta abbandonata. Wow...proprio super sua madre.
“Ok. Allora ho una domanda. Perché, se te ne sei presa cura per tanto tempo, dovrei accaparrarmela io?” domandò, acido, l’uomo.
Ino storse il naso.
“Bhe, perché...io ho ancora un mese, prima di lasciarla sola.” Spiegò, Miyu, leggermente scossa.
“Che...sei malata?” domandò Inoishi, con tono più dolce.
“Già.”
Un silenzio snervante. Ino pensò che praticamente stava per essere affidata a uno sconosciuto, anche se suo padre.
“D’accordo. Può venire da me, dopo che...bhe, hai capito.”
Miyu sorrise, vittoriosa. Ino la imitò, con un velo di tristezza.
“Grazie. Ino è una persona stupenda.”
Dopo i saluti, attaccarono.
Miyu Yamanaka si girò verso la figlia.
“Ora non sei più sola...”
Ino lasciò che altre lacrime le rigassero le guance, rosee.
“Si, ma a che prezzo?”

 

Ino Yamanaka si svegliò di soprassalto, il mattino seguente. Fissò, accaldata, la finestra di fronte al suo letto. Aveva sempre pensato che quella posizione, fosse scomoda. La mattina, la luce solare, la abbagliava.
Si alzò barcollante, tentando di ricordare i motivi per cui la sua notte era stata così...agitata.
“Mamma?” un mugolio. Si affacciò alla porta della cucina, non ricevendo risposta.
“Mamma?!” iniziò a preoccuparsi. Sua madre era malata, ecco perché era così agitata.
“Mamma!” urlò. Sua madre stava per morire, ecco perché iniziò a piangere.
“Mamma...” sussurrò, accasciandosi a terra.
Sarebbe rimasta sola. Con uno sconosciuto. Avrebbe dovuto abbandonare il paese, le sua amiche...rifarsi una nuova vita. E...bhe, tutto il resto.
“Ino? Mio Dio...ero in bagno, tesoro...”
La ragazza sospirò, sollevata, nel sentire le braccia della madre stringerla, calorosamente.
“Mi...mi ero...” balbettò, in preda ai singulti. Si aggrappò con forza al grembiule da cucina della donna, inondandolo di lacrime.
Miyu la cullò, premurosa, accarezzandole i capelli chiari. Le alzò poi il viso, e la guardò negli occhi. Uguali ai suoi...
“Ino...tu sei forte. Ce la farai anche senza di me. Voglio che quest’ultimo mese...sia speciale. Siamo fortunate! Abbiamo preso le vacanze estive, quindi potremmo stare sempre insieme!!”
La giovane spalancò gli occhi, stupita.
“Ma come puoi dire così! Fortunata?” chiese, con una nota isterica nella voce.
“Mh...oh, Ino! Scusa...non era quello che volevo dire! Solo...questo è il mio ultimo mese, tesoro. Non voglio  vedere lacrime. Ma sorrisi...” le disse, abbracciandola.
Ino sorrise.
“Mh, ok. In fondo sono forte. Come te, mamma...”

 

“Bhe, direi che se andrai a vivere con papà, dovrai comprare dei vestiti nuovi!” esclamò, Miyu, allegramente. Ino sorrise radiosa. Se c’era qualcosa che adorava era lo shopping. Non essendo molto benestanti, non poteva mai permettersi di spendere molto, ma quel giorno sembrava che sua madre fosse piuttosto decisa.
“Che ne pensi di questa gonna?” domandò, porgendo una gonnellina bianca a palloncino, ad Ino. La ragazza la fissò sognante.
“Dici davvero?”
La madre annuì, convinta.
“Certo, quando sarai con tuo padre potrai permetterti ogni cosa!”
Ino la fissò, un attimo.
“Sappi che preferirei continuare con questa vita, con te al mio fianco.”
Miyu si portò una mano alla bocca. Le parole della figlia l’avevano commossa. Molto. Afferrò una maglietta viola e un paio di jeans scuri.
“Provali, tesoro...”
La giovane provò a protestare...
“Ma io...”
“Niente ma!”

* *** *
 

Un’altra città. Un’altra vita.
Un ragazzo moro, camminava, scocciato, per le strade affollate di Tokyo. Aveva un look abbastanza trasandato, ma un occhio attento poteva benissimo notare le firme degli abiti.
“Sasuke?” un voce squillante ed energica. Il giovane si voltò. Una ragazza dai lunghi capelli rosa lo osservava con un sorriso malizioso.
“Che vuoi, Sakura?”
La ragazzo, arricciò le labbra, scontenta.
“Dovresti parlarmi meglio, Sasuke-kun!” si lamentò, incrociando le braccia al petto. Lui sbuffò, spazientito.
“Se, se...scusa. Adesso, se non ti dispiace, me ne vado!”
Si girò, convinto, ma fu fermato da un braccio che gli circondò il collo.
“Ehi, ehi, amico! Non si lascia una donzella da sola!”
Un giovane dai capelli biondi e gli occhi azzurri, ammiccò in direzione di Sakura.
“Tsk...Naruto, prenditela pure! Per me non ci sono problemi!” esclamò, indifferente Sasuke.
Le labbra di Sakura si arricciarono ancora di più.
“Ma!!”
“Sempre il solito...” sbottò, una voce alle loro spalle.
Il ragazzo di nome Naruto, rise divertito.
“Whe! Gaara! Ci onori della tua presenza?”
Il ragazzo in questione, alzò un sopracciglio scettico.
“Non sono qui per ascoltare le tue chiacchiere, ma per andare con Sasuke a vedere la partita.” Proclamò, con tono piatto.
Il biondo, falsamente offeso, si mise a terra, fingendo di fare cerchietti in un angolo. Sakura rise, divertita.
“Oh, Sakura! Eccoti!”
Una giovane dai capelli biondi, e una con i capelli neri, avevano raggiunto l’amica di corsa. Lo dimostrava il fatto che entrambe ansimavano, probabilmente non abituate a correre.
Naruto si illuminò.
“Temari! Karin! Ave a voi!”
Aveva circondato le spalle delle due, con le proprie braccia. Le ragazze, energicamente, gli avevano scoccato un bacio su entrambe le guance. Il biondo si girò verso Sasuke.
“Visto, Uchiha! Io si, che ho successo con le donne!” e se ne andò, ridendo della sua battuta.
Il ragazzo scosse la testa, annoiato.
“Quello è un idiota.” Se ne uscì, Sakura, fissando il moro di sottecchi. Il giovane, sentendosi osservato, alzò lo sguardo su di lei, che sorrise.
“Li seguiamo?” domandò, Gaara, osservando l’amico in attesa.
Sasuke ci pensò un attimo, poi annuì. In fondo, non aveva nulla da fare.

 

Rincasò poco prima dell’ora di cena. Fece in tempo a farsi una doccia e a cambiarsi, per poi raggiungere la famiglia in sala da pranzo.
Quella sera, la cena, era a base di pesce.
“Hai...fatto qualcosa di interessante, oggi, tesoro?”
Mikoto Uchiha, fissò il figlio con sguardo dolce, mentre un cameriere poggiava il secondo piatto davanti a lei.
Sasuke sorrise, con altrettanta dolcezza, in direzione della madre.
“No, sono stato solo con Naruto e Gaara.” Disse, fissando il fratello di sottecchi.
“E tu, caro?” domandò, appunto la madre, fissando l’altro figlio.
Il ragazzo poggiò le posate e si pulì, con eleganza, la bocca. Fissò la madre, e sorrise.
“Nulla. Ho solo trascorso la giornata in compagnia di Sasori.” Spiegò, con nonchalance. Sasuke sbuffò, impercettibilmente.
Itachi Uchiha. Suo fratello maggiore. Intelligente, bello e popolare. E per di più adorato da tutti.
“Dimmi, Sasuke...” proruppe il padre, con tono burbero, ma calmo.
“Mh?”
“Quando hai intenzione di finire i tuoi doveri?” domandò, per poi, inghiottire un altro boccone di pesce.
Sasuke fece finta di pensarci.
“Mh. Pensavo di averli già finiti, ma a quanto pare mi sono scordato qualcosa.”
Il padre, annuì, soddisfatto.
“Ottimo, ottimo...quindi hai finito tutti i compiti scolastici...?”
Sasuke annuì.
Itachi fece un sorriso di scherno. Per la famiglia, Sasuke, era ancora un bambino. Il coccolotto. Quello che veniva prima di tutti.
“Io ho finito...” proclamò, alzandosi, scocciato.
Raggiunse la sua stanza e si buttò di peso sul letto.
“Che palle...” sussurrò. Alzò lo sguardo, per osservare oltre la finestra. Voleva che quella vita noiosa si smuovesse. Voleva...cambiare.

 

“Mah...direi che questa stanza può andare bene.”
Un uomo biondo, fissava, disinteressato un enorme camera da letto, in perfetto stile femminile.
Un cameriere, in piedi davanti a lui, sorrise divertito.
“Siete agitato, per il suo arrivo, vero signore?” domandò. Ormai aveva confidenza con il padrone di casa. Lavorava per lui da quasi vent’anni.
“Bhe, è mia figlia. Una...femmina! Io non ci so fare con le femmine! Dopo avere cresciuto per sedici anni un ragazzo, come farò a...occuparmi di lei?” domandò, con una leggera nota isterica. Molto simile, a quella che Ino Yamanaka aveva avuto con la madre.
“Suvvia, sarete un buon padre! Non le farete mancare nulla! Sono sicuro che sarà felice di vivere con voi!”
Inoishi Yamanaka sbuffò.
“Mh...è poi, come la prenderà?”
“Parla di suo figli?”
“E di chi altri, Asuma?”
L’uomo ci pensò un attimo. Conosceva bene il carattere del ragazzo. Annoiato e strafottente, e non amava molto, la gente estranea. In particolare le donne.
“Bhe...” non trovò le parole adatte, per descrivere il suo pensiero.
“Te lo dico io...male!”
Asuma annuì, sconsolato.
“Comunque, vedrete che capirà. È un ragazzo intelligente!!”
Inoishi sbuffò, spazientito.
“Spero che sia come dici tu, Asuma...”

 

* *** *
 

Era passato un mese esatto. E come un orologio svizzero, Miyu Yamanaka aveva lasciato tutto e tutti.
Ino pianse amaramente per tre, lunghi, insostenibili giorni. Calde lacrime, di tristezza, piene di tutto l’amore che provava per la madre. Ma come le aveva ricordato la sua amica, non c’era tempo per le lacrime. E poi, Ino, era sicura che sua madre non sarebbe stata felice di vederla...così.
Rimase, fiera, accanto alla tomba della madre, con gli occhi umidi, ma orgogliosi, al funerale; sorretta da un’amica.
E poi...iniziò a preparare i bagagli, perché c’era una nuova vita da iniziare. Una vita senza la madre, senza più gli amici di sempre...in un mondo nuovo e sconosciuto, di cui lei aveva solo sentito parlare. Di cui non sapeva, veramente, nulla. Di cui non aveva mai fatto parte.
Si ritrovò seduta, a disagio, su una lussuosa macchina nera. Non ne conosceva nemmeno il nome, pensò sconsolata.
Fissava il paesaggio distratta, con la mente che volava, incantata, a tutte le cose che avrebbe potuto fare. Le avrebbe fatte anche per la madre. Ma soprattutto...soprattutto le avrebbe fatte per se stessa.
Si ritrovò abbastanza stupita, quando arrivò alla...sua nuova casa. Ma poteva davvero chiamarla casa? In verità pensava che fosse una reggia.
E stando alla donna che l’accolse, molto elegante, vi vivevano anche un re e una regina.
“Ino, cara! Io sono Yoshino! Benvenuta! Mio marito, tuo padre, Inoishi, ti aspetta!”
Ino annuì, imbarazzata.
La sua nuova vita aveva inizio. Aveva inizio...la sua rivincita.

 
Salve! In primis, complimenti per aver letto tutto il primo cap ^^
Come avrete capito, protagonista assoluta è Ino…
ammettiamo che la trama non è tutta farina del nostro sacco, ma ci è stata data una mano dalla mamma di Mimi (Grazie *o* )!
E’ una SasuInoIta (lasciamo un velo di mistero su chi dei due sceglierà alla fine! ), ed altre coppie ancora da definire…
Dei capitoli dispari se ne occuperà Mimi, dei pari Rael!
E’ la prima fanfiction che scriviamo assieme, e speriamo che il nostro lavoro vi piaccia!
Un’ultima cosa: aggiorneremo una volta a settimana… quindi, a venerdì prossimo!
Bacini
Mimi18 & _Rael_89


 

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Capitolo 2
*** Capitolo Secondo ***


cap 2

LA RIVINCITA DI INO

CAPITOLO 2

 

Ino salì la scalinata d’accesso continuando a fissare di sottecchi Yoshino; non si ricordava che lo Yamanaka fosse sposato. Doveva ammettere che però aveva buon gusto: era una bella donna, dai lunghi capelli corvini ed i lineamenti angelici. Benchè chiaramente non aspettasse altri ospiti all’infuori di lei, si era abbigliata lo stesso elegantemente:coperta di firme dalla testa ai piedi, con i capelli così in ordine come se fosse appena uscita dal parrucchiere, era bellissima. Forse era anche per questo che si sentiva così a disagio.
Però, quella Yoshino… come era diversa da Miyu! Due tipi di donna opposti completamente.
“Benvenuta, signorina Ino!”
“E’ un onore averla qui, signorina Ino!”
“Siamo lieti di fare la sua conoscenza, signorina Ino!”
Una vasta serie di cameriere, cuochi, maggiordomi e quant’altro la salutò in modo molto formale, inchinandosi al suo passaggio e facendo un cenno di rispetto anche verso Yoshino.
“Wow…” sospirò, non riuscendo a trattenersi; si trovava in una casa da sogno, anzi una reggia, circondata da gente che le portava rispetto e la chiamava addirittura signorina! Ok, forse quest’ultima parte non le piaceva poi tanto: si sentiva un po’ in imbarazzo ad essere trattata così, ed inoltre non le piaceva affatto essere servita e riverita! Al contrario suo, Yoshino era perfettamente a suo agio: si vedeva lontano un miglio che era una signora di classe, abituata ad un ambiente simile.
Ino si guardò attorno, restando abbagliata dal lusso che si percepiva in ogni oggetto esposto in quel corridoio… un ambiente troppo diverso da quello in cui lei viveva. Ma che ci faceva una come lei là, sotto lo stesso tetto di un deputato che fino ad un mese prima nemmeno sapeva fosse suo padre?! Desiderò di tornare alla vecchia vita, ai vecchi amici, le vecchie abitudini… desiderò tornare da sua madre. Purtroppo, questo era impossibile: dunque, si fece forza.
“Siamo quasi arrivati, Ino: tuo padre ci aspetta nel salone più piccolo.” disse d’improvviso Yoshino, svegliandola dai suoi pensieri.
“Salone più piccolo?”
“Ne abbiamo due, cara.”
Stranamente, la cosa non la stupì più di tanto: si stava abituando a tutto quel lusso.
“E poi conoscerai anche mio figlio.”
“…lei ha un figlio?!” la guardò attonita.
“Sì: un ragazzo della tua età… ma non darmi del lei, cara: sono la moglie di tuo padre, quindi puoi darmi del tu e chiamarmi per nome. E questo vale anche con tuo padre ed tuo fratello.”
“Ah… va bene, Yoshino.” si sforzò nel sembrare il più naturale possibile.
Finalmente, dopo aver percorso quel lungo corridoio, giunsero al salone: e, cavolo, se quello era il più piccolo, figuriamoci il grande! La ragazza sgranò i bellissimi occhi color del cielo, pensando che quella stanza aveva le dimensioni quasi pari al suo vecchio appartamento; e, di certo, almeno cinque volte più ricco. Intravide sul fondo della sala, proprio di fronte ad un caminetto, una alta figura girata di spalle: era riconoscibile lo stesso, soprattutto dalla lunga coda biondo scuro in cui aveva legato i capelli.
“Inoishi, è arrivata.” lo chiamò con una dolcezza tale che sembrava quasi non appartenerle.
L’uomo si girò, rivelandosi anche lui elegantemente vestito e ben pettinato; era bello, proprio come lo si vedeva in televisione. Posò i severi occhi azzurri sulla figura di Ino, avendo un piccolo sussulto quando la focalizzò meglio.
“…assomigli molto a Miyu.” sentì pronunciare da quella voce così baritonale.
“…e lei è sempre uguale, anche quando la vedo in tv.” le sembrò giusto dirgli così.
“Cara, te l’ho già detto: non devi darci del lei! D’ora in poi vivremo assieme come una vera famiglia, quindi puoi prenderti più confidenza.” la sgridò dolcemente, mettendole una mano sopra le spalle.
“Yoshino ha ragione.” annuì Inoishi. “Avvicinati a me.”
Ino fece come richiesto, e si mise di fronte a quell’uomo: si stupì della sua altezza, a malapena sfiorava con la fronte la sua spalla. Aveva un viso giovanile, ma dei tratti molto severi. La colpì il suo sguardo: forte, deciso, rassicurante. Le ricordava molto il suo.
“…da me hai preso lo sguardo.” disse lui, dimostrandogli che aveva pensato la stessa cosa.
“Io direi anche i capelli!” aggiunse con un sorriso la donna.
“Mamma diceva anche il carattere; siamo entrambi testardi, determinati e schietti.”
L’uomo non si trattenne un sorrisetto amaro. “Direi che tra noi era lei quella con meno peli sulla lingua!”
Ino abbassò lo sguardo per un istante. “Mamma era speciale…” lo rialzò subito,odiava mostrarsi debole. “…ed io non sono da meno!”
“Proprio vero… senza peli sulla lingua!” sentì alle sue spalle la dolce voce di Yoshino,che la rassicurò: quella donna già le piaceva da matti.
Inoishi si schiarì la voce, assumendo un aspetto più duro: eccolo che iniziava a fare il severo e rigido padre di famiglia. “Dunque, Ino. In questa casa ci sono alcune regole da rispettare… primo: ci si sveglia tutte le mattine alle 7.00, si fa colazione alle 7.30, si pranza alle 13.30 e si cena alle 20.00; secondo: se porti a casa qualche amica, o resti fuori per pranzo o a dormire, chiama sempre a casa per avvisare; terzo: se manchi di rispetto a me o a Yoshino sarai punita a dovere. Solitamente non sono severo, nemmeno con Shikamaru, ma non mi faccio mettere i piedi in testa da nessuno.”
Ino annuì decisa. “Sono abituata a regole più o meno come queste; e, di certo, non manco mai di rispetto agli adulti… solo una domanda: chi è Shikamaru?”
“Sono io.”
Sentì una voce maschile prorompere alle sue spalle. Si voltò, esattamente come Yoshino e Inoishi: sullo stipite della porta del salone era appoggiato con la schiena un bel ragazzo sui 16 anni; i capelli scuri tirati indietro con un codino, occhi decisi, aria annoiata e una smorfia sulle labbra. La prima cosa che pensò Ino su di lui, fu che era proprio un tipo buffo: con quel codino tirato indietro e quegli orecchini su entrambe le orecchie, assomigliava molto al suo stile! Poi, che il suo volto era identico a quello di Yoshino.
“Mà, è lei la sorellastra?” richiesta indirizzata proprio alla donna.
Rispose Inoishi al posto suo. “Shikamaru, lei è Ino Yamanaka. Ino,questo è il tuo fratellastro Shikamaru Nara.”
“Fratello, per favore: preferisco che lo consideri tale. E lo stesso vale per te, Shika: lei è tua sorella. Mentre con me, piccola Ino, non c’è bisogno che mi consideri matrigna o una sostituta di tua madre: sono semplicemente Yoshino.” la moretta preferì togliere dal linguaggio della sua famiglia quei termini così volgari.
Shikamaru annuì,avvicinandosi con le mani in tasca ad Ino; stessa cosa fece lei,ma sicuramente con aria più interessata della sua. Gli sorrise, non ricevendo un altro sorriso in risposta.
“Piacere di conoscerti, Shikamaru.” gli tese una mano amichevolmente.
Il ragazzo continuò a studiarla, sfruttando il fatto di avere un’altezza più elevata della sua per poterla guardare dall’alto in basso.
“…un’altra donna in casa! Perfetto!” sbuffò, non facendosi alcun timore nel mostrarle che era seccato. Anche da quella distanza, la biondina potè sentire che l’odore di fumo su di lui.
“Shika! Devi essere più gentile con tua sorella!” lo rimproverò Yoshino.
“Uffa…”
“Dai retta a tua madre!” aggiunse Inoishi, con voce imperiosa e sguardo serio.
Il ragazzo lo guardò in silenzio, non cambiando atteggiamento.
“Ehi!” Ino riportò l’attenzione su di sé. “Che problema avresti con me?”
Shikamaru sbuffò di nuovo. “Non è con te che ce l’ho in particolare: ma voi donne siete tutte una seccatura! Avete le vostre crisi, i vostri dubbi, le vostre paure, le angosce… mettete tutto sul melodrammatico, e ve la prendete anche per una minima sciocchezza! Ecco, siete delle belle rompiscatole! E questo vale soprattutto quando si ha la nostra età.”
Ino era senza parole: ma che discorso maschilista era quello?! Non poteva sopportare una cosa del genere…
“Ma come ti permetti!!!!Tu, brutto piccolo stupido uomo, che nemmeno hai ancora l’età per farti la barba! Ti atteggi a persona vissuta con una lunga esperienza di vita alle spalle, invece sei solo un poppante!! E lo dimostrano le tue parole… hai fatto un discorso totalmente infantile! Tu non ci capisci nulla delle donne, bello mio!!” concluse la sfuriata mettendosi a braccia conserte,e voltando il capo da un’altra parte stizzita.
Sia Inoishi che Yoshino la fissarono allibiti: nessuno prima d’ora aveva risposto alle frasette pungenti di Shikamaru in quel modo!
“Miyu aveva ragione, caro…ti somiglia parecchio.” bisbigliò la mora all’orecchio del marito; quest’ultimo sorrise con sguardo fiero a quella figlia appena conosciuta.
Un piccolo, quasi invisibile sorrisetto si disegnò sulle labbra del moretto: era la prima volta che gli rispondevano a quel modo, e gli piaceva la tempra forte di quella ragazza. “Quante stupidaggini…” bisbigliò, lasciando quella stanza senza salutare nessuno.
“Tsk!Che gran maleducato!!” sbuffò la biondina, facendo nascere ilarità tra i due adulti: erano certi che d’ora in poi la loro vita sarebbe sicuramente diventata molto movimentata!

 

* *** *
 

Al contrario della famiglia Yamanaka, Itachi Uchiha non pensava affatto che la sua vita sarebbe stata minimamente interessante in futuro. Se ne stava sdraiato sul letto, le cuffie dell’iPod nelle orecchie, sentendosi i Trapnest a palla. Sbuffò per l’ennesima volta; chissà perché, ultimamente, non c’era nulla per cui valesse la pena andare avanti. Cioè, in parole povere: si annoiava da morire. A malapena Sasori, il migliore amico, riusciva a distrarlo, e qualche volta anche Deidara… ma, ormai, anche marinare la scuola con loro per cazzeggiare per le strade di Tokyo gli sembrava troppo noioso. Era la solita routine che lo imprigionava: e lui odiava avere un guinzaglio al collo e delle sbarre a delimitare la sua libertà! Ci voleva qualcosa di nuovo, di fresco, di eccitante… chi lo sa: magari domani, andando seriamente a scuola, avrebbe trovato qualcosa di divertente da fare. Arrivando per una volta in orario, e non uscendo prima con un falso permesso… avrebbe fatto così! Anche per cambiare…
Vide il cellulare vibrare sul comodino accanto a sé; lo prese, accorgendosi che gli avevano appena inviato un messaggio.

 
Ehilà,bello! Io e Deidara volevamo andare
in un pub stasera…
Sei dei nostri?
Guarda che ti porto io fuori a calci da casa tua,
se dici di no!XD

 

Mittente: Sasori. Il suo migliore amico; l’unico che lo capiva. Sorrise: domani si sarebbe comportato da bravo bambino… ma, per stasera, al diavolo il resto!

 

* *** *
 

Sasuke-kun!
Come stai? Io benissimo!!
Sai, pensavo a te… mi piacerebbe che tu fossi qui con me, ora! ^///^
Domani ti va se ci organizziamo per uscire nel pomeriggio?
Non dirmi di no!!! *.*
Tvb =*

 
Sasuke Uchiha guardò il cellulare con aria annoiata. Mittente: Sakura. Uffa, ma quella tipa non lo lasciava mai in pace! Certo,una bella seccatura… e quel baka di Naruto gli diceva pure che era fortunato! Mah… lui avrebbe preferito di certo non avere nessuna palla al piede…
Appoggiò nuovamente il cellulare sul tavolo della veranda in maniera poco elegante, precipitandosi a riprendere il pallone ed a mirare il canestro: Sakura aveva osato disturbare il suo allenamento. Era da tempo che non giocava a basket: qualche anno fa gli piaceva, ed era anche piuttosto bravino… ma, come tutte le passioni dell’ Uchiha, dopo un po’ aveva lasciato stare: non resisteva a lungo. Ed infatti, doveva essere proprio annoiato per riprendere a fare qualche tiro…
Canestro! Non c’era niente da fare: non aveva perso il tocco.
Sentì un mormorio provenire alle sue spalle, che lo fece sussultare per un attimo; qualcuno era entrato nella saletta a nord di villa Uchiha, quella collegata con la veranda.
“State dicendo sul serio, signorino Itachi? Volete che io domani mattina vi svegli alle 7.00 come vostro fratello?!” sentì la voce incredula del maggiordomo Iruka.
“Certo. C’è qualche problema forse?” solito tono superbo del fratello maggiore.
“…ma no, signorino! Nessun problema!”
“Bene. Allora, conto che mi svegli per quell’orario.” lo sentì poi allontanarsi.
Sasuke si affacciò su quella saletta dalla portafinestra,tenendo il pallone sotto un braccio.
“Ehi, Iruka!” lo chiamò, mentre quello stava per andarsene da lì.
“Signorino Sasuke!” si voltò quando era di fronte alla porta, tornando indietro da lui. “Posso fare qualcosa per voi?”
“Ma mio fratello deve fare qualcosa domani?”
“Non lo so proprio!” Sospirò Iruka. “Il signorino Itachi non mi ha dato alcuna spiegazione… mi ha solo detto di svegliarlo al suo stesso orario domani, ed è quello che devo fare.”
Sasuke si fece per un attimo pensieroso: tutto ciò gli suonava molto strano. Non che a lui importasse qualcosa del fratello, figuriamoci: a dire la verità, non andavano molto d’accordo. Passavano le giornate a litigare, o ad ignorarsi: erano rari i momenti di dialogo pacifico. Però, quella strana decisione di Itachi gli puzzava troppo…
“Non sai proprio nulla?”
“Mi dispiace, signorino Sasuke, ma con me il signorino Itachi non si confida mai.” scosse la testa Iruka. “Ed è inutile andarglielo a chiedere ora: si sta preparando per uscire con i signorini Deidara e Sasori.”
Sasuke storse il naso: non gli piacevano proprio Sasori Akasuna e Deidara Tsuchi. Due tipi altezzosi e superbi, proprio come Itachi: ecco perché avevano formato un trio inseparabile! Ma, d’altro canto, anche lui aveva formato un gruppettino abbastanza unito con Naruto Uzumaki e Gaara Sabaku.
“Ho capito. Grazie,Iruka: non fare parola con nessuno di questa conversazione, ok?”
“Certo, signorino!” annuì di buon grado il maggiordomo, inchinandosi e salutandolo con un sorriso: tra tutti i membri della famiglia, si sentiva più legato a Sasuke.
Il ragazzo tornò a fare qualche tiro dalla linea dei tre punti, per distrarsi un po’.
Come il fratello, desiderò che arrivasse qualcosa a movimentargli un po’ la vita…

* *** *


Ore 20.00: come detto in precedenza da Inoishi, la famiglia Yamanaka si trovò a tavola per consumare la cena. Per Ino fu un’altra esperienza assolutamente nuova: tutti quei camerieri e cuochi che la servivano e riverivano, numerose portate, cibi di tutti i tipi e buonissimi… insomma, come se stesse cenando in un prestigioso ristorante straniero!
“Ed ora, il dessert!” esclamò il simpatico Gai, il capo cuoco, facendo servire dai suoi assistenti del freschissimo budino al creme caramel. “Totalmente preparato da me, anche il caramello!”
“Wow!” esclamò Ino, sorridendogli: già gli voleva un sacco di bene. “Gai, sei un mito!”
“La ringrazio, signorina Ino: anche lei è adorabile!” rispose con il suo classico sorriso a trentadue denti,con brilluccichìo finale.
“Uffi! Ti ho detto di chiamarmi Ino, non signorina! E di darmi del tu!”
“Deformazione professionale, signorina. Ci dispiace.” le si accostò Asuma, il maggiordomo, sorridendole.
“Mph!” sbuffò lei, arrendendosi.
Yoshino ed Inoishi si guardarono con complicità: era bastato pochissimo, e la piccola Ino si era subito ambientata in quella casa! Ed era incredibile l’allegria con cui contagiava tutti… persino Shikamaru, dall’altra parte del tavolo, la osservava incuriosito. Per la prima volta in vita sua, gli interessava qualcosa. Era una tipetta particolare: stranamente, si divertiva tanto quando lei era presente nella sua stessa stanza… insomma, in poche ore si era conquistata la simpatia di quel fratello così brontolone! Ma, naturalmente, Shika sarebbe morto sotto mille torture, piuttosto che confessarglielo.
“Bene Ino, ti informo che inizierai subito ad andare in una nuova scuola domani.” Inoishi la guardò serio. “Frequenterai lo stesso liceo di Shikamaru… quindi, sarà lui la tua guida.”
“Ma devo proprio?!” sbuffò lui; non gli piaceva fare il cicerone.
“Dai, Shika, fallo per tua sorella…” lo pregò Yoshino, poi rivolgendosi alla biondina. “Comunque, piccola, ti ho già preso l’uniforme femminile! E’ su in camera tua.”
Ino per poco non si strozzava con il creme caramel. “Aspetta un momento… uniforme scolastica?!” sgranò gli occhi, stupita: ancora si usavano portarle nei licei privati?! E pensare che lei, al massimo, ha portato il grembiulino all’asilo!
“Certamente! E vedessi come è carina!! Sono sicura che ti starà a pennello!” esclamò felice.
“Uhm…” la biondina aveva qualche dubbio.
“Non ami indossare vestiti troppo eleganti, eh?”
Le parole di Inoishi la sorpresero. “… come fai a saperlo?!”
“Sei uguale a Miyu.” annuì lui in risposta, finendosi l’ultimo cucchiaino di budino.
“Quindi, il contrario di me!” esclamò Yoshino ridacchiando. “Un giorno di questi dovremmo andare a fare shopping assieme… così, potrei conoscere i tuoi gusti! Ti va?”
“Certo!Sarà divertente!!” esclamò felice.
“… io vado a farmi una sigaretta, và!” esclamò Shikamaru, alzandosi dal tavolo: odiava quando le donne si mettevano a fare le moine tra loro.
“Vedi di non fumare troppo, Shika.” lo avvisò l’occhio severo di Inoishi.
“Sì,sì… ‘notte a tutti!” salutò con la mano, scomparendo dietro la porta.
“Vai anche tu in camera tua, Ino; domani devi svegliarti presto per la scuola.” le ordinò il padre sorridente.
“Ok!” scattò in piedi allegra.
“Prima però provati l’uniforme, piccola… voglio vederti con quella indosso!” la pregò Yoshino.
“Uhm… va bene! Allora mi sbrigo a cambiarmi!”
“Scendi per farci vedere come stai, e poi ci daremo la buonanotte.” non c’era nulla da fare, a Inoishi la parte del padre riusciva alla grande.
“Anko, accompagnala tu su in camera.” la moretta si rivolse ad una cameriera dai capelli castani.
“Sì, signora!” scattò lei, affiancandosi alla ragazza.
“D’ora in poi sarai la sua cameriera personale. Ora,andate.” ordinò infine Inoishi.
Le due salirono rapidamente le scale, dirigendosi verso la camera affidata alla biondina.
“… Anko?”
“Si, signorina Ino?”
“Almeno tu potresti darmi del tu e chiamarmi solo Ino? Anche soltanto quando stiamo sole.”
La cameriera ridacchiò: pensò che era proprio una ragazza semplice e simpatica. “Va bene… Ino.”
“Perfetto”! le sorrise, aprendo la porta della sua camera.
La biondina cambiò espressione quando vide l’uniforme appesa sul manichino accanto all’armadio: un vestito intero, con scollo alla
marinaretta, un grande fiocco rosso davanti, il simbolo della scuola cucito sulla sinistra.
“Anko… è quella?!” si augurò di sbagliarsi.
“Certamente,  Ino.”
“Ma… non posso non…”
“La signora Yoshino ci tiene molto; ed anche il direttore della scuola, a dire il vero.”
“Qundi devo arrendermi.” sospirò triste. “E c’è dell’altro?”
“A completare il tutto ci sono le calze scure ed i stivaletti di cuoio marroncini.” precisò.
“… ma che avrò fatto di male per meritarmi tutto questo?!” esclamò a voce alta, afferrando quel vestito e sparendo dietro il separeè. Anko la guardò, divertita: anche lei era convinta che Ino avrebbe decisamente cambiato le vite di tutti coloro che le stavano attorno!

Ecco a voi il secondo capitolo! Siamo delle tipe puntuali ^^
Sappiamo già quale sarà la domanda più gettonata…
“Ma quando Ino incontrerà Sasuke ed Itachi?!” XD
Presto, molto presto… abbiate fede!
Anche per le altre coppie, si formeranno lungo il corso della storia!
Un ringraziamento speciale a:

ElderClaud: Ciau ^^ grazie davvero per i complimenti! Speriamo di non deludere le tue aspettative… e poi beh, con una SasuInoIta è difficile scrivere una schifezza XD

Lala chan: Lala cara *.* sei carinissima come al solito!!! ^///^ dai, addirittura in un museo… XD abbiamo già pensato a fare i complimenti alla madre di Mimi per la bella idea, ma le riporteremo anche i tuoi! Purtroppo, a causa della scuola, non possiamo pubblicare (anzi, a dire il vero scrivere) con un ritmo serrato… ce la prendiamo con calma! Sì tesora, Ino incontrerà al più presto Sasuke ed Itachi… e non sarà un incontro banale XD Sappi che ti vogliamo entrambe un mondo di bene!!! Sei unica tesora *o* PS: Ciance… X°D

Ino_chan96: Ino-kohai!! Grazie per i complimenti ^.^ Speriamo che ti piaccia anche questo capitolo, e che continuerai a seguirci!

Neji’s fan94: Wow, riponi molta fiducia in entrambe XD allora, faremo di tutto per non deluderti! Uh, fai il tifo per Sasuke? Manteniamo il segreto sulle altre coppie, ma… ci sarà sicuramente un apparizione NejiTen! Soprattutto quest’ultima, avrà un ruolo importante nella storia. E poi, la loro è una delle coppie di cui siamo più convinte, a parte ShikaTema (cioè… Rael vuole ShikaTema, Mimi si astiene XD)! Quindi, puoi stare tranquilla ^^ e poi, lo sai che li adoriamo, così come adoriamo te! *.* a presto piccola!

_Crycry_: Ehilà Cry! Mimi è onorata di conoscerti ^^ e Rael felice di rivederti XD Eh sì, una SasuInoIta che potrebbe finire in SasuIno o in ItaIno… ecco, non ci chiedere quale sceglieremo perché siamo tutt’ora indecise X°D E ti ringraziamo per la fiducia che riponi in entrambe ^o^

Secchan: Salve ^^ Sì, la parte della madre di Ino è proprio tragica T^T tutto merito di Mimi! SasuInoIta è un pairing ancora sperimentale, speriamo ne esca fuori qualcosa di buono… ^^° un bacio!

Pinkcrystal: Pink, tesora!!! *.* è bello vedere che sei ancora viva… XD eri sparita, e ci stavamo preoccupando… quando tornerai a scrivere uno dei tuoi capolavori?! Comunque, bando alle ciance, torniamo al capitolo 1: è tutto merito di Mimi, è stata brava nel descrivere i sentimenti di Ino e Myu T.T ma vedrai che, d’ora in poi, le cose andranno meglio… eheh, povero Sasuke: ecco che ricompare una Sakura che lo assilla XD ma tanto è una SasuInoIta, dunque fronte spaziosa non ha molta speranza U.U A proposito del triangolo… quando sceglieremo la coppia finale, si sbroglierà la “matassa” XD Ti lovviamo tantissimo Pink! *.*

Giselle: Ciau! Mimi è felice di ritrovare un tuo commento, mentre Rael ti ridà il benvenuto (le sembravi sparita XD)! Grazie davvero per la fiducia, non ti deluderemo ^.- Vero, questo triangolo intriga parecchio… e siamo attratte sia da ItaIno che da SasuIno XD Comunque, terremo conto del tuo voto per SasuIno ^^ a presto!

Un ulteriore ringraziamento a tutti coloro che leggono questa fanfiction anche senza commentare... soprattutto a ElderClaud, Ino_chan96, Maoa e Pinkcrystal per averla messa tra i preferiti!!
Allora, a venerdì prossimo!
Baciozzi!

Mimi18 & _Rael_89

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Capitolo 3
*** Capitolo Terzo ***


capitolo 3

LA RIVINCITA DI INO

CAPITOLO 3

 

Ino si fissò scocciata allo specchio. Quella maledetta divisa, per quanto fosse...non aveva nemmeno parole per descriverla...le stava bene. Tentò di sollevarsi la gonna, ma siccome era un vestito, fu piuttosto inutile.
Stava per togliersi il tutto, quando Yoshino, entrò nella stanza.
“Oh mio Dio! Ino stai benissimo!”
Si era portata le mani, perfette, alla bocca, e la osservava commossa.
Ino pensò che il motivo fosse che non aveva mai avuto una figlia femmina da vestire o portare a fare shopping.
“Tu credi?” domandò, la bionda, con una nota di incertezza nella voce.
“Certo, cara. Però ti conviene sbrigarti, altrimenti Shikamaru dirà all’autista di partire, abbandonandoti qua!”
La giovane, allarmata, afferrò la cartella e si precipitò giù dalle scale. Fu fermata da Gai, il cuoco, che le porse una scatola con il bento. La ragazza, allegra, gli diede un bacio schioccante sulla guancia, che fece inorridire Shikamaru.
“Che hai?” domandò lei, con un sorriso. Il giovane sbadigliò.
“Come fai a essere così attiva, il primo giorno di scuola...” mormorò lui, afferrando il suo pranzo.
Ino stava per uscire dalla porta, quando si sentì chiamare.
“Ino?”
“Dimmi, Inoishi!” esclamò, felice, girandosi. Lui le sorrise dolcemente e le scostò una ciocca di capelli, da davanti agli occhi.
“Così sei più bella...” sussurrò. Ino lo baciò, imbarazzata, su una guancia e scappò fuori.
“Mi ha...”
Inoishi era rimasto piuttosto stupito da quel gesto.
“Baciato, si. So che le sedicenni ormai non ti baciano più, ma non ti pare una reazione esagerata?” Yoshino, osservò il marito divertita. L’uomo sbarrò gli occhi azzurri, semplicemente scioccato.
“Mi hai preso per un maniaco Yoshino?”
La bella donna se ne andò ridendo, allegra. Si, Ino aveva portato proprio un tocco di allegria, in quella casa.

 

“Sarebbe questa?”
Ino aveva un tono ancora più disgustato di quando aveva visto la divisa.
Cioè...tutti vestiti uguali. Tutti con le facce da...ricconi. (Tranne Shikamaru, ma si ritrovò a pensare che lui non era proprio normale) Tutti vestiti diligentemente. E infine, quell’orrendo palazzo grigio, che in realtà era la scuola più in vista della città. Rabbrividì.
“Non ci voglio venire.”
Il ragazzo moro, accanto a lei, si accese una sigaretta.
“Finalmente una che mi capisce!” sbuffò, guardandola.
“Ma...è orribile! Sembra un carcere!”
Shikamaru annuì.
“Vero, ma siamo obbligati a venire qui. E...ti conviene sistemare la tua gonna, se non vuoi che una come Haruno ti prenda per il culo a vita...” le disse, indicando il dietro della divisa, leggermente sollevato.
La bionda avvampò.
“Ma dove guardi?”
“Ehi...sei pur sempre una ragazza!!”
E detto ciò, si diresse velocemente verso un gruppetto di quattro ragazzi.
La ragazza rimase impalata dov’era. Ossia all’entrata della scuola.
Sbuffò, irritata. Shikamaru avrebbe anche potuto invitarla! Guardò l’orologio, e con suo sollievo, notò che mancavano ancora quindici minuti, prima del suono della campana.
Si guardò intorno, e poi optò per il dietro della scuola.
Li si stava decisamente meglio. Più natura, più tranquillità e meno tizi con la puzza sotto il naso.
Osservò, distratta, gli alberi di ciliegio. Era strano che in una scuola ci fossero quei tipi di alberi.
Prese un decisione. Se non voleva essere disturbata, doveva isolarsi. E lei aveva trovato un modo perfetto.
Si sollevò la gonna, per non rovinarla, e iniziò ad arrampicarsi sull’albero. Per fortuna da bambina, aveva fatto pratica, tanto che tutti la consideravano un perfetto maschiaccio. Quello era anche dovuto al fatto che a volta giocasse a calcio, ma non centra...
Si posizionò, allungandosi, su un ramo sicuro. Mise le braccia dietro la testa e chiuse gli occhi.
Magicamente ogni vocio sparì. Sentiva solamente il cantare degli uccellini, il frusciare del vento e dei passi. Passi?
Spalancò gli occhi. Non poteva già essere stata scoperta. No. Magari era un professore, che vedendola li, l’avrebbe ricacciata a casa...
Prese un respiro profondo, e si sporse per vedere. Nessun professore. Ma c’era comunque qualcuno. Ed erano tre. Tre ragazzi. Il suo primo pensiero fu, che quei tre insieme riportavano esattamente i colori della bandiera tedesca, mentre il secondo fu che erano tutti e tre senza puzza sotto il naso. Oh, e anche che erano i ragazzi più belli che avesse mai visto.
“Mh. Come mai a scuola oggi?” domandò, tranquillo, il ragazzo dai capelli rossi.
“Bha...ho voglia di qualcosa di nuovo, di eccitante!” esclamò, con occhi brillanti, l’amico dai capelli neri. Il terzo, ossia il biondo, si accese un sigaretta, e annuì concorde con l’amico.
“Mh. Hai ragione, qui fuori sta diventando una palla. Sempre stesse tipe, stesse facce. Ci vorrebbe qualcosa di nuovo...però, le primine non mi sembrano così...bhe. Hai capito, no?”
Il ragazzo moro annuì.
Ino si sporse ancora di più. Voleva vederlo meglio. Le sembrava quello più bello. E fu proprio in quel momento, che i loro occhi si incrociarono.
“Che diavolo...”
Ino scivolò, spaventata dallo sguardo di lui, e cadde.
“Ahi...” si rialzò, grattandosi la testa.
“Bhe. Pensa a me! Mi sei crollata addosso a peso morto!!”
Ino abbassò lo sguardo. Scomposto, con un po’ di terra sul viso, Itachi Uchiha la guardava.
Si rialzò subito, allontanandosi.
Il biondo, assunse una posa pensante, fissandola. Poi batté le mani, entusiasta.
“Questa è perfetta, Itachi! Ti è perfino saltata addosso!!”
Il moro, si rialzò, con un sorriso sbilenco.
“Le donne non resistono al mio fascino.”
“Ehi! Mica ho fatto apposta! Sono solo scivolata!”
“Il tuo dolce peso mi ha sfondato.”
“Come osi!? Maledetto idiota!”
“Ehi, modera il linguaggio ragazzina!”
“Qui il ragazzino sei tu!!”
“Io? Ma vuoi fare a botte?”
“Fatti sotto!” Ino serrò i pugni, e li portò davanti al viso.
Sasori, il rosso, le si avvicinò, tendendole la mano. Probabilmente, era l’unico che aveva un po’ di intelligenza. E forse era preoccupato, perché Itachi era capace di picchiarla davvero, quella tipa.
“Piacere. Io sono Sasori Akasuna. Loro Deidara Tsuchi e...”
Il moro la guardò seccato, e borbottò il suo nome.
“Itachi Uchiha.” proclamò. La ragazza, sentì le gote riscaldarsi. E si ritrovò a pensare, inorridita, che stava arrossendo.
“Ino. Ino Yamanaka.”
Ormai era quello il suo cognome. A tutti gli effetti.
“Mh. Che classe...”
DLIN DLON.
“La campana! Scusate, ma me ne devo andare! Non ho voglia di arrivare in ritardo il mio primo giorno!!” e scappò.
Itachi osservò la figura sinuosa da lei, fino a che non scomparve dietro l’angolo. Decisamente qualcosa di nuovo e terribilmente eccitante. Bhe, anche se era parecchio seccante...

 

Sasuke Uchiha, si ritrovò a sbuffare, seduto al proprio banco, in ultima fila. Tecnicamente, era un posto perfetto. Nessuno poteva vedere quello che facevi, e potevi guardare tranquillo fuori dalla finestra. Ma d’altro canto, ogni qual volta succedeva qualcosa la colpa ricadeva sempre su di te.
Poggiò la testa al vetro, piuttosto stanco. Non aveva dormito molto la sera prima. Naruto aveva trascinato lui e Gaara in un pub, dove erano stati raggiunti poi da Sakura, Temari e Karin.
“Seduti, prego.”
Sasuke sollevò lo sguardo. Il professore di Giapponese, era entrato in aula, con aria contrariata.
“Direi, che è giunto il momento di illustrarvi, i club scolastici, a cui anche quest’anno potrete iscrivervi.”
Aveva iniziato, un lunghissimo discorso, sull’importanza dei club, e su quanto fosse piacevole parteciparvi.
Sasuke si rigirò ad osservare fuori dalla finestra. Stavano allestendo i vari stendardi dei club, appunto. Il suo occhio, cadde proprio su quello di basket. E si domandò, se fosse stato il caso, di parteciparvi.  

 

* *** *

 
Ino si era stupita di una cosa. La scuola, poteva sembrare terribilmente noiosa e terrificante, dall’esterno, ma i professori le piacevano parecchio. Soprattutto il professor Kakashi. Era il profe di matematica, ma era quello più simpatico. Era già rientrato nella lista dei suoi preferiti.
Poi le cinque ore, erano volate in fretta. Forse dipendeva dal fatto, che non avevano fatto lezione, visto che avevano fatto un giro d’orientamento per i vari club scolastici.
Ino, dopo tutto il camminare per la scuola, si ritrovò affamata e stanca, alla ricerca della mensa scolastica. Perché, lei, mini genio, non aveva chiesto a nessuno dove diavolo fosse, quella maledetta mensa!!
“Oh, avanti! Non fare l’idiota! Direi che per una volta, potresti accettare il mio invito a uscire!!”
La bionda, avrebbe più che volentieri evitato quel discorso, se solo non si fosse accorta della ragazza. Alias, una che frequentava con lei, il corso di chimica.
“S-scusa. Ma...ma tu non...mi interessi!”
Ad Ino la questione pareva chiusa, quindi fece per andarsene. Se non che il ragazzo buttò a terra tutti i quaderni della ragazza.
“Sciocca! Alzati sembri una sguattera li a terra!!”
“Ehi! Tu brutto, stupido! Non ti pare un po’ esagerato da dire?” non ce l’aveva fatta a trattenersi. Si era impicciata in un affare non suo, che sarebbe potuto anche finire male, visto lo sguardo che il ragazzo aveva su di lei.
“E tu? Chi sei? Una novellina?”
La tempia sulla fronte di Ino, pulsava in modo decisamente incredibile. Tuttavia, evitò di rispondere, e si chinò ad aiutare la giovane che stava ancora raccogliendo i suoi quaderni.
“Tutto ok?” chiese, porgendole un’agenda.
“Si, ti ringrazio.”
“Ma...bionda, non penserai che ti perdoni, per esserti impicciata vero?”
Ino lo guardò un secondo, prima di tornare ad aiutare la ragazza.
“E guardami quando parlo!”
Le aveva dato una leggera spinta, che però le aveva fatto ricadere tutti i quaderni.
Furiosa, si alzò, per fronteggiarlo.
“Senti tu, mi hai già stancato, e non ti conosco nemmeno! Ma non hai nient’altro da fare? Eh? Vattene a fare un giro, e non stressare noi! Maledizione, i tipi come te mi danno sui nervi!!” urlò, puntandogli un dito contro. Aveva le gote arrossate per la rabbia, e il respiro leggermente affannoso.
“Ma...ehi, calmati. Non te la tirare...” le si era pericolosamente avvicinato “Non osare mai più parlarmi con quel tono, altrimenti...”
“Altrimenti cosa?” una voce, canzonatoria e distaccata, aveva fatto girare tutti e tre, i ragazzi.
“Uzumaki. Io...cioè, questa tizia mi ha urlato addosso!!”
Il ragazzo biondo, di fronte a loro, lanciò una lieve occhiata ad Hinata.
“Perché tu hai infastidito lei.” Spiegò, però, l’Uzumaki, con un sorriso.
Il giovane teppista, ringhiò e se ne andò, borbottando contro i: “Novellini maledetti!”
La bionda, si chinò, ancora una volta, sulla ragazza dai capelli neri, che stava mettendo al sicuro i libri nella cartella.
“Io sono Ino Yamanaka. Spero che quello...non ti abbia fatto male!” sorrise, porgendole la mano.
“Hinata Hyuga. Non mi ha fatto nulla, grazie a voi.”
Ino si voltò di scatto verso il biondo.
“Ti ringrazio...posso sapere ch...?!” domandò, osservandolo.
“Naruto Uzumaki...” disse, il giovane.
Lei alzò un sopracciglio.
“Piacere, io sono Ino...”
“E io Hinata Hyuga. Vi ringrazio, ancora. Adesso vado!” era imbarazzata. E sembrava che volesse evitare in tutti i modi gli occhi del biondo.
Ino la fermò.
“Senti, ti va di pranzare con me?” le domandò, fissandola.
Hinata spalancò gli occhi di un grigio quasi bianco, e la fissò come se non potesse credere alle sue orecchie.
“Tu...vuoi pranzare con me?”
“Bene, io vi lascio. È stato un piacere...”
Naruto se ne andò, sotto lo sguardo, leggermente imbarazzato delle due.
“Certo! Perché non dovrei?”
Hinata scosse il capo, allegra.
“Affatto! Solo, che...visto che sei piuttosto bella, pensavo fossi una ragazza pon-pon o un’amica di Haruno!!”
Ancora Haruno, pensò Ino, ricordandosi di Shikamaru.
“Però...se vogliamo mangiare, spero che tu sappia dove è la mensa!” esclamò, Ino, grattandosi la nuca, piuttosto imbarazzata. Hinata le sorrise, rassicurante.

 

“Allora Shika? Ci vuoi fare vedere la tua nuova sorellina?” un ragazzo paffutello, aveva abbracciato il giovane con la coda, che sbuffò scocciato.
“Te l’ho detto, Chouji. Non ho idea di dove sia, quell’arpia. E francamente non mi interessa.”
A dire la verità, era abbastanza preoccupato. Se Ino a casa si fosse lamentata del fatto che Shikamaru non le aveva fatto vedere la scuola, per lui sarebbero stati cavoli amari!
“Porca patatina!”
Il ragazzo moro, all’esclamazione dell’amico, si era girato a guardarlo.
“Che c’è?”
“Oggi ci sono entrambi i fratelli Uchiha, a quanto vedo...” sussurrò, mordendo un boccone di panino. Shikamaru fece spallucce.
“E a me?”
“Era solo a titolo informativo. Ma secondo te, l’Haruno e l’Uchiha, stanno insieme?” domandò, osservando la ragazza dai capelli rosa, con aria sognante.
Aveva una cotta per lei dai tempi dell’asilo. Ma in quella scuola, nessuno oltre a Shikamaru e qualche altra rara eccezione, non sbavava per quella tipa.
“Bha. Non mi pare che lui ne sia così...attratto.” sbuffò, totalmente disinteressato. A lui non piacevano i pettegolezzi.
“Piuttosto, hai notato che sventola la bionda che è appena entrata con Hinata Hyuga?” chiese il castano, accennando alla porta.
“Oh. Ecco, lei è mia sorella.” Disse, il moro, con noncuranza.
“Cosa?” il panino di Chouji era caduto a terra. Sul suo viso si poteva leggere un enorme stupore.
“Bhe. Lei è la mia nuova, adorabile, sorellina. Visto che tipo?”
Si era alzato in piedi. Aveva tutta l’intenzione di andare sul tetto o in giardino a fumarsi una sigaretta.
“Dove..?”
“A fumare.”
“Fumare fa male, sai?”
Questa frase, era stata pronunciata con un’alta dose di sarcasmo.
Shikamaru si voltò, per osservare il sorriso divertito di una bella ragazza bionda.
“Ciao, Temari.” sbuffò, seccato. La giovane sorrise, ancora più ampiamente.
“Posso venire con te? Così mi fai fare qualche tiro!!”
Il suo intento, non era quello di fumare, ma quello di passare un po’ di tempo con lui.
“Se proprio ci tieni.”
Chouji sorrise. Anche Shika, allora, aveva un punto debole.
“Scusa? Possiamo sederci qui?”
Spalancò gli occhi, incredulo.
“Certo! Sedetevi pure!!”
“Grazie! Io sono Ino, mentre lei è Hinata!”
“Chouji Akimichi.”
La vita di Ino era cambiata. Stava per conoscere persone, che avrebbero avuto, un importantissima influenza, nel suo futuro.

Ecco che finalmente Ino incontra Itachi! *.*
Nel prossimo ci sarà l’incontro con Sasuke… e sarà molto particolare!
Come avrete già capito, uno dei pairing di questa fanfiction è ShikaTema… forse anche NaruHina, ma siamo ancora un po’ indecise! XP
Quindi, aspettate un po’ prima di tirare conclusioni affrettate U.U
Un grazie di cuore a:

Pinkcrystal: Rael ringrazia per i complimenti ^^ Come al solito, per la Sakura “Sasuke-kun” siamo indecise tra NaruSaku o un altro dei suoi pairing (all’infuori degli Uchiha, si intende)! Indovinato: Gai ed Anko sono “made in The hooligan and the good girl” X°D Un bacione!

Ino_chan96: Eccoti accontentata, il primo giorno di scuola di Ino! Anche se, naturalmente, prosegue anche dopo… ed incontrerà altri personaggi molto importanti nella sua vita! Grazie per i complimenti!

Lala chan: Tesora, i tuoi commenti ci fanno sempre un enorme piacere *.* ecco qui, il primo incontro di Ino con Itachi… nel prossimo, ci sarà il nostro Sasu! Il rapporto Ino-Shika si evolverà sempre più, vogliamo farli diventare molto legati… come due veri fratelli!!! ^///^ sei troppo cara, grazie davvero per i complimenti… esageri troppo X°D ricordati sempre che ti lovviamo da morire!!

ElderClaud: Grazie ancora per i complimenti ^.^ abbiamo avuto l’idea di Asuma maggiordomo perché molto vicino sia ad Ino che a Shika anche nella storia reale… ma prevediamo che, più avanti, avrà uno spessore del tutto diverso! U.U Comunque, ti quotiamo alla grande: W le ItaInoSasu!!! *o* a presto!

Secchan: Ehilà! Grazie davvero per averla messa tra i preferiti ^^ Yoshino è proprio mitica, e lo stesso vale per Inoishi XD anche se nessuno supera Shika, sia chiaro U.U il riferimento a Nana è d’obbligo anche in questa fanfict! Infatti, se Itachi è appassionato dei Trapnest come te, indovina un po’ Sasuke invece… ? XD Kiss!

Neji’s fan94: Tranquilla, lo sappiamo del tuo pc ^^° wow, siamo addirittura i tuoi idoli?! Così ci fai arrossire °///° e poi ci montiamo la testa XD tra poco compariranno sia Neji che Ten, e cercheremo di trovare al più presto possibile uno spazietto anche per loro… grazie ancora ^o^

Un altro grazie speciale a chi ci legge anche senza lasciare commenti, ma soprattutto a Secchan, Shiratori_chan, Zenity e _Videl_ per aver aggiunto questa fanfiction tra i loro preferiti!
Ci aggiorniamo a venerdì prossimo!!
Bacini!
Mimi18 & _Rael_89

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Capitolo 4
*** Capitolo Quarto ***


cap 4

LA RIVINCITA DI INO

CAPITOLO 4

 

Shikamaru aspirò a fondo,godendosi il sapore della sigaretta: amava la pace e la tranquillità che quel posto, la terrazza della scuola, sembrava sempre regalargli. Ed anche quel giorno, generosa donatrice, le donò un fantastico cielo limpido, pieno di candide nuvole… i suoi occhi scuri, per un istante, si persero tra quelle immensità.
“Ehi, non vorrai finirti la sigaretta!” lo sgridò Temari, strappandogliela di mano ed assaporandone il tabacco.
“Oh, scusa!” sbuffò, ironico. “Che seccatura…”
A dir la verità, quella bionda era l’unica ragazza con cui andava d’accordo: non sapeva perché, ma ci si trovava bene. Non era fastidiosa: o, almeno, non come le altre ragazze.
“Anche quest’ anno, non parteciperai a nessun club?” gli chiese, fissandolo con i ridenti occhi verdi. Si: in sua presenza, ridevano.
“Non perdo tempo dietro a quelle cretinate.”
“L’immaginavo.”
“Invece, noi avremo l’onore di vederti in gonnellino saltellare e strillare come una gallina  a bordo campo, dietro a quell’isterica dell’ Haruno?!” si riprese la sigaretta.
Temari scosse la testa, con un sorrisetto.
“Non credo di passare un altro anno da cheer leader.”
“Ma come! Tu e Karin siete le sue amichette… non potete tradirla!” commentò, aspirando nuovamente.
“Le cose cambiano, Shika…” gli strappò nuovamente la sigaretta dalle mani. “C’è aria di novità.”
“E cosa te lo fa credere?” le chiese, ancora un po’ indignato dal “furto” della sigaretta.
“E’ solo una sensazione… ma, di solito, ci prendo sempre!” gli sbuffò maliziosamente il fumo sulle labbra,per poi infilarci in mezzo la sigaretta.
Fece un cenno di saluto, scomparendo dalla porta da cui si accedeva nel terrazzo.
“Che tipa.” Shikamaru scosse la testa, sentendo ancora su di sé l’odore del tabacco…

 

* *** *

Ino si sentì subito rassicurata vedendo il sorriso di quel ragazzo dall’aria così simpatica: la fece sentire subito a suo agio. Al contrario, la moretta accanto a lei non osava spiccicare parola: causa, la sua grande timidezza.
“Allora, come ci si sente ad intraprendere una nuova vita?” le chiese Chouji per attaccare bottone. “Sai già tutto di me?”
“Shika è il mio migliore amico da sempre, e parliamo spesso: e poi, credo che ormai sia già su tutti i giornali…”
“Cosa?! La mia vita privata su tutti i giornali?!” esclamò Ino indignata.
“Ti ci devi abituare: hai un padre famoso, e la tua vita sarà difficile da tenere privata…”
La biondina sospirò, guardando infastidita il contenuto del suo piatto: decisamente, non le piaceva essere famosa.
“No, no e no! Non permetto a degli estranei di farsi i cavoli miei!! Anche se ho un padre famoso, la mia vita resta mia e basta!!” sbottò infine.
Chouji restò a bocca aperta, per poco non gli cadeva una patatina a terra; Hinata alzò finalmente lo sguardo verso di lei, con espressione altrettanto attonita: entrambi,dopo un secondo di silenzio, scoppiarono a ridere.
“Ehi! Ma che ho detto di male?!” li guardò confusa.
“Niente, Ino…non preoccuparti…” Choji la fissò sorridente. “Shika aveva ragione: sei una tipa proprio diversa da noi. Io direi più genuina e semplice!“
Quei complimenti la fecero arrossire leggermente, meravigliandosi di sentirsi dire quelle cose.
“Maddai…” si voltò poi verso Hinata, furbetta. “Anche tu ridi di me, eh?”
La Hyuga la guardò mortificata e disperata contemporaneamente: abbassò subito lo sguardo a terra, arrossendo vistosamente e cercando di chiedere scusa, ottenendo qualche semplice frase balbettante.
“Io, ecco… scusami,Ino! Ti giuro che non volevo ridere di te …è … io… senti, è che la tua reazione è così fuori dalla norma per gente come noi… non voglio dire che tu sia strana… ma, non sei cresciuta nel nostro stesso ambiente, e…”
Stavolta, fu Ino a ridere.
“Ma guarda un po’: mi sono subito ripresa la rivincita!” le fece l’occhiolino. “Tranquilla, Hinata: non me la sono affatto presa. Anzi, sono contenta che ci sia stato quel momento divertente, così da farti sciogliere!”
“Io…”
“Sei molto timida, vero?” completò la frase Chouji.
La Hyuga annuì,alzando un poco lo sguardo.
“Non c’è niente di male in questo.” la rassicurarono, parlando in coro.
“Grazie…” balbettò di nuovo, accennando un piccolo sorriso. Pensò che, probabilmente, si stava facendo degli amici. Gli unici che avesse, in tutta la scuola.

 

Sasuke guardò torvo in direzione del ragazzo biondo di fronte a sé: ma che cavolo di amico era?! Ma non vedeva che lui faceva di tutto per evitare di prendere un appuntamento con Sakura?! Invece Naruto, sorridendo come un cretino come al suo solito, di fronte alla classica scenetta dell’ Haruno che tormentava l’Uchiha supplicandogli un appuntamento (e trattenendosi dal costringerlo con la forza), commentò più o meno con queste parole:
“Sasuke, ma perché non l’accontenti per una volta? Non ti costa nulla; ed in più, lei è molto carina!” accompagnò la frase da un malizioso occhiolino.
Sakura gli rispose con uno sguardo di ringraziamento, per poi subito tornare con gli occhi verdi sull’amata figura accanto a lei.
“Sentito, Sasuke-kun? Ed ora che farai?”
Da sotto il tavolo, il moretto diede un calcio sullo stinco di Naruto.
“Baka, tu vedi di farti i cazzi tuoi! E tu, invece, non aspettarti che io dia ascolto alle parole di quest’ idiota: se non voglio, non voglio.”
Si alzò dal tavolo veramente arrabbiato, seguito subito da una supplichevole Sakura. Dietro di loro, lasciarono un Naruto che si toccava la gamba dolorante.
“Ahio! Ma che cavolo gli è preso a Sasuke stavolta?!”
Gaara lo fissò, scuotendo la testa.
“Ma perché non impari mai a starti zitto?” sbuffò, sapendo che con lui era un caso perso.

 

Sasuke uscì dalla mensa con le mani in tasca e l’umore veramente nero: gli avevano fatto passare la fame. Ma la sua tranquillità durò per poco: fu subito raggiunto da Sakura.
“Sasuke-kun! Perché ti comporti sempre così con me?!”
Non lo stava rimproverando; o, almeno, il tono di voce non voleva essere quello. Ma dalla sua faccia si capiva che era il contrario.
“Senti, Sakura… ok, sei molto carina e simpatica, ma non ho alcuna intenzione di uscire con te. Né con nessun’altra ragazza, per il momento.”
“Ma perché?! E’ questo che non capisco…”
“Perché non voglio avere palle al piede!” sbuffò, chiaramente infastidito. “E Gaara la pensa come me. L’unico tra noi interessato alle ragazze è Naruto: quindi, se sei così interessata ad uscire con qualcuno, chiedilo a lui!”
Sakura abbassò per un momento lo sguardo, ferita da parole così dure: ma, in fondo, ci era abituata. Prese un bel respiro, rialzando lo sguardo decisa: era una tipetta che non si arrendeva facilmente.
“Non mi interessa uscire con un ragazzo che non sia tu, Sasuke-kun; quindi, aspetterò il momento in cui vorrai avere una ragazza.”
“Che ostinata!” commentò l’Uchiha.
La sua attenzione fu indirizzata verso una testolina bionda che, affannosamente, cercava qualcosa sulla bacheca della scuola… quando si voltò,  ebbe modo di studiare attentamente il suo volto: non l’aveva mai vista in vita sua. Chissà chi era… forse, qualche primina nuova… il suo sguardo lo lasciò attonito: era decisamente torva. Si avvicinò a lui meccanicamente e lentamente, come pronta a dovergli dire qualcosa… impossibile: nemmeno la conosceva!
“Tu!” gli puntò un dito davanti al naso. “Sappi che non ho dimenticato stamattina, Uchiha!”
Ok, ce l’aveva decisamente con lui.
“Ma di che parli?” la squadrò totalmente confuso.
“Oh, non fare il finto tonto!! Lo sai benissimo… senti, io non stavo spiando né te né i tuoi stupidi amichetti!! Ero là per caso… e, se ti sono saltata addosso, è solo perché sono caduta dall’albero… ma non c’era bisogno di essere così scortese con me!!”
Il ragazzo sgranò gli occhi color pece, ancora non capendo di cosa stesse parlando.
“… per caso sei impazzita?!”
“E non fare finta di non capire! Non ti permetto di prendermi ancora in giro, sai!!”
“Ehi, tu!” Sakura si intromise tra loro, riprendendosi dallo shock di quella pazza. “Per tua norma in regola, lui  stamattina è stato tutto il tempo con me!”
“Ma che vuoi tu, eh? Sono affari miei e di Itachi, carina!”
“Itachi?!” il ragazzo la squadrò incavolato nero. “Come puoi scambiarmi per mio fratello?! Stupida, guardami bene in faccia: sono totalmente diverso da lui… e non porto i capelli lunghi!!”
Ino si avvicinò per guardarlo meglio… ok, aveva ragione: non era lui.
“Senti, scusa allora se ti ho scambiato per lui…”
“Menomale che l’hai capito! Che stupida…” sbuffò infastidito.
“Non si può aggredire la gente così, sai?!” commentò acida Sakura.
Va bene che era lei ad aver torto… ma questi due erano proprio antipatici!
“Ma come vi permettete?! Ok che ho sbagliato io, ma non c’è bisogno di essere così odiosi!”
“Non c’è bisogno?!” Sakura inarcò un sopracciglio. “Ti presenti davanti a noi senza dirci il tuo nome, attacchi il mio Sasuke-kun come una pazza furiosa, e noi non avremmo il diritto di dirti queste cose?!”
Non c’era niente da fare: odiava quella tipa. “Bene, allora se è così: Ino Yamanaka, piacere. Quindi, cuciti la bocca e smettila di fare la saputella!!”
“Sakura Haruno. E qui se c’è una che la deve smettere di comportarsi in maniera errata, sei tu!”
La biondina si illuminò, ricordando che era stata menzionata sia da Shika che da Hinata qualche tempo prima… sbuffò: avrebbe preferito non conoscerla.
“Questi stupidi snob con la puzza sotto il naso…”
“E’ proprio vero allora: lo Yamanaka ha adottato una popolana.” commentò acidamente la ragazza.
“Tu che cavolo ne sai?!” le ringhiò contro.
“Tutti i giornali parlano di te,cara!”
La biondina sospirò a fondo, scontenta: ed ecco che la profezia di Chouji si avverava… sarebbe stato difficile conservare un po’ di privacy, d’ora in poi.
“Questo non ti basta per dare giudizi affrettati su di me, razza di fronte spaziosa!” le venne in mente quel soprannome notando quel piccolo difetto fisico.
“Ehi…” l’Haruno venne interrotta dal braccio di Sasuke.
“Nessuno ti ha giudicato sentendo le voci che girano su di te: è bastato vedere come mi hai attaccato prima. Non so che ti abbia fatto mio fratello, ma non voglio entrarci in questa storia! Quindi, ti saluto: non mi piacciono le tipe isteriche come te!”
Sbuffò, allontanandosi da loro; Ino gli fece la linguaccia da dietro.
“Ciò non ti dà comunque il diritto di trattarmi così! Sbagliare è umano, e se tu non vuoi cercare di capire che è stato un involontario equivoco, sono affari tuoi! Ma vedi di trattarmi con rispetto!”
“… Sasuke-kun!” lo chiamò Sakura, vedendolo andarsene.
“Oh, e lasciami in pace!” si girò solo per rivolgerle un occhiata infastidita;  la ragazza ammutolì subito, tirando un sospiro abbattuta. Ino continuò  a guardare quel tipo: era anche peggio del fratello! Decisamente, quegli Uchiha non le piacevano per niente!
“Tu, comunque, vedi di stargli lontana, brutta maialina!!”
Sentì la minacciosa voce di Sakura provenire da accanto a lei, accompagnata da uno sguardo che non prometteva nulla di buono… capì subito il nesso con il suo nome: cinghiale, uguale maiale.
“Non permetterti di chiamarmi così, frontona da strapazzo!!”
“Basta che tu gli stia alla larga.” concluse, tornando dalla direzione in cui era venuta. Ino sbuffò, continuandola a guardare: d’ora in poi avrebbe fatto bene a guardarsi sempre le spalle…

 

* *** *

In macchina, tornando a casa: che giornata movimentata! Shikamaru fece il muso, guardando fuori dal finestrino: Ino era di pessimo umore… forse, ne capiva anche il motivo.
“Noi, figli di ricconi, siamo talmente insopportabili per te?” commentò.
“Fatti i cavoli tuoi!” ringhiò, nervosa: ancora pensava a tutti quegli snob con cui si era scontrata oggi.
Per fortuna mancava poco a casa loro, pensò il ragazzo. Ma volle comunque metterla in guardia.
“Stà lontana dagli Uchiha.”
“… Uchiha?! E tu che ne sai di loro?”
“Alcuni miei amici ti hanno vista parlare con entrambi, il piccolo e il grande.” spiegò.
“… mi hai spiato?!?”
“No: è stato un caso. Ma ti ripeto, stà lontana da loro: sono pericolosi.”
“E da quando in qua ti preoccupi per me?!”
“Itachi è un bulletto che vuole solo una cosa dalle ragazzine… e Sasuke un capriccioso egoista, che ha sempre attorno l’Haruno: e, credimi, quella è pericolosa come rivale.”
“Non faccio ciò che mi ordini tu!” esclamò, indignata.
“Vuoi sapere anche un’altra cosa?” la guardò serio. “Fugaku Uchiha, padre di Itachi e Sasuke, è un politico come Inoishi… ma dello schieramento opposto!”
Ino rimase senza fiato alla notizia.
“Alle prossime elezioni, saranno rivali.” concluse il ragazzo.
La biondina guardò fuori dal finestrino, riconoscendo il cancello di casa Yamanaka; ecco, quella era la prima volta in vita sua che non seppe trovare una risposta pronta.

Vi avevamo avvertito che l’incontro con Sasuke sarebbe stato molto particolare, no? XD
Ok, in questa fanfiction Sakura non è proprio miss simpatia -.-°
ma, in futuro, sicuramente il suo ruolo cambierà…
Ed ora che sapete anche la verità sul rapporto tra Fugaku Uchiha e Inoishi Yamanaka… la faccenda si fa più interessante!
Ma passiamo oltre! Un grazie speciale a:

Ino_chan96: I tuoi complimenti ci fanno sempre un enorme piacere kohai! Hai visto in che modo Ino ha conosciuto Sasu?! XD la nostra cara biondina si distingue sempre!! Un bacione!

Lala chan: Tesora,hai la febbre?! T^T se ti può consolare, ce l’ha anche Rael XD Beh, ecco… Sakura è la più popolare, è normale che sia così corteggiata -.- anche se c’è chi non se la fila per niente… (Shika, Sasu e Gaara per fare tre nomi U.U)! XD Si, Shika è un braaavissimo fratellone! Senza di lui, Ino non avrebbe mai conosciuto gli Uchiha brothers! Dai, in fondo nella serie Shippuden Sakura non è poi così male… (vabbè, lo ammettiamo: per noi sarà sempre meglio Ino XP)! Ti amiamo da morire!!! *.*

Secchan: Sempre puntuali nell’aggiornamento! ^^ Che Sasuke sia un fan dei Blast è una piccola idea di Rael, non comunicata a Mimi… XD Probabilmente, ci inseriremo un riferimento a ciò! Ok, Naruto qui è troppo… °ç° per la NaruHina e la NaruSaku c’è sempre indecisione, purtroppo ^^° ci piacciono entrambe! Uh, sei dipendente da questa fanfict?! Allora ci impegneremo al massimo per renderla sempre più bella ed interessante!! Tanti baci!

Neji’s fan94: Ok, ormai ci siamo montate la testa a sufficienza, e la nostra autostima hanno raggiunto limiti disumani X°D Sei troppo gentile piccola!! Eheh, Mimi ringrazia e Rael esulta per il buon risultato ottenuto (a suo parere ^^°) nell’incontro Sasu-Ino =3 ah, nel prossimo capitolo farà la sua prima apparizione Ten-chan!! Baci!

_Crycry_: Tranquilla, commenta quando puoi ^^ grazie per averla aggiunta ai preferiti allora! Ok, qui Naru, Sasu ed Ita sono troppo fighi! *ç* Gai è sempre un mito, sia cuoco, sia insegnante, sia sensei U.U Beh, infatti il rapporto che Ino instaurerà con Anko sarà molto stretto… ma d’altronde lei è così adorabile! *o* Grazie davvero per i complimenti, siamo commosse T.T alla prossima! Tvb

Pinkcrystal: E’ facile sbagliarsi tra il gruppo di Sasu e quello di Ita… abbiamo deciso apposta le somiglianze nel colore dei capelli! come la bandiera tedesca… X°D Ed inoltre, c’è anche un altro rapporto che lega gli stessi componenti delle due bande… non avevamo dubbi che tifassi per la NaruHina XD siamo ancora abbastanza indecise però ^^° E che ne dici dell’incontro Sasu-Ino?! … particolare, no?! XD Grazie mille per i tuoi commenti, ti adoriamo troppo *.* Baci!!

Bambi88: Grazie per il commento! Rael dice che è felice di rivederti, e la prossima volta si prenota per una foto ShikaTema e SasuIno XD Beh, su questa coppia siamo abbastanza d’accordo entrambe, e cercheremo di inserirla il più possibile ^^ Baci!

D’ obbligo, il solito ringraziamento a chi legge anche senza commentare ed a chi ha messo la nostra fanfict tra i preferiti: Elfina e _Crycry_!!
Prossimo aggiornamento a venerdì!
Baciozzi!!!
Mimi & _Rael_89

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Capitolo 5
*** Capitolo Quinto ***


cap 5

LA RIVINCITA DI INO

CAPITOLO 5

 

Ino non rivolse la parola a nessuno, fino alla sera, durante la cena.
“Inoishi?”
L’uomo osservò incuriosito la bella figlia, poggiando la forchetta e rivolgendole la sua completa attenzione.
“Dimmi, tesoro.”
Ino sussultò. Era una cosa del tutto nuova per lei, essere chiamata tesoro da un adulto. Al massimo era sua madre a chiamarla così.
“Shika...” iniziò...
Il giovane, sentendo il proprio nome, alzò lo sguardo curioso. Cosa stava per dire? Forse che l’aveva tenuta d’occhio quando non era vero?
“Nelle prossime elezioni, mi ha spiegato che il tuo...ehm, rivale?, sarà Fugaku Uchiha.” esclamò, leggermente imbarazzata, di introdurre l’argomento “politica” durante la cena.
Vide il volto di Inoishi farsi serio. Lo vide unire le mani, davanti al viso.
“Mh. E così ne avete parlato. Già. Shikamaru ha detto bene.” spiegò, poi, sbuffando.
Yoshino fissava Ino, curiosa. Perché se aveva introdotto quell’argomento, voleva dire che era successo qualcosa.
“Ecco. Oggi ho conosciuto i suoi due figli.” Disse, la bionda, fissando il fratello, di sottecchi.
“È successo qualcosa, con loro?” domandò, preoccupandosi, il padre.
La bionda scosse subito il capo, negando.
“No.” Ma poi, mutò espressione. Gli occhi esprimevano odio, e sembrava che stessero per andare a fuoco. “Ma vedi di distruggere quel tizio! Così che i suoi figli non metteranno più il naso fuori di casa per la vergogna!!” urlò, poi, alzando il pugno. Era molto determinata.
“Ehm...si, certo...” annuì, Inoishi, preoccupato dalla reazione della figlia.
Shikamaru, con un enorme gocciolone in testa, fissava la ragazza.
“Ma questa è pazza...”

 

Sasuke sbuffò, sdraiato a pancia in giù sul letto. Aveva letto e riletto il programma scolastico di quell’anno. Era stato eletto capoclasse, e in quanto tale, doveva sbrigare tutte le mansioni.
Eppure lui non avrebbe mai voluto farlo, era una noia mortale. Doveva partecipare a tutte le riunioni e robe del genere. Non potevano eleggere uno come lo Hyuga? Lui si che era adatto!
“Signorino?”
Il moro rabbrividì, sentendosi chiamare a quel modo.
“Dimmi, Iruka.”
“È pronta la cena. I suoi genitori la attendono.” Proclamò, il cameriere.
Sasuke annuì, e si alzò superandolo
Passò davanti al fratello, che lo guardò con un ghigno divertito.
“E bravo, il cocco di mamma...” sibilò, fissandolo.
Sasuke ringhiò.

* *** *
 

“Sbrigati, scemo! Sei in ritardo!!”
Yoshino rise, divertita. Ino stava spronando Shikamaru a salire in macchina. Il ragazzo si muoveva alla velocità di un bradipo, e sembrava ancora nel mondo dei sogni.
Vide la ragazza, scendere dall’auto. Sembrava felice. Forse perché aveva scoperto, che c’era una divisa alternativa a quella del giorno prima, che consisteva in una gonna, lunga fino a metà coscia, la camicia con il simbolo della scuola e un maglioncino, sempre con il simbolo. Inoltre poteva decidere se mettere o no il cravattino, e lei ovviamente l’aveva lasciato sulla scrivania. E le scarpe...bhe, per quelle, non aveva potuto fare nulla. Solo i ragazzi potevano mettere scarpe da ginnastica.
“Mamma che rottura, Ino!! Urli perfino alla mattina!” sbottò il giovane, sedendosi accanto a lei, sulla macchina.
La ragazza non lo ascoltò nemmeno, e diresse la sua attenzione all’autista. Ossia, anche loro cameriere.
“Avanti, Asuma! Parti!!” esclamò, allegramente, facendo ridere l’uomo.
Una volta arrivati a scuola, Ino balzò fuori come un lampo dalla macchina, salutando velocemente i due. Aveva visto Hinata.
“Hi-na-ta! Buongiorno!” disse, allegra, raggiungendo la giovane, nuova amica.
La bella corvina, le sorrise, dimostrando tutta la sua felicità nel vederla.
“Buongiorno, Ino-chan!” esclamò, allegramente.
Si diressero, chiacchierando vivaci, verso l’aula di matematica. Avevano scoperto, che per loro fortuna, la maggior parte dei corsi erano identici. Tranne che Ino, non aveva corsi di pittura e musica, mentre Hinata, aveva praticamente l’anima di artista.
“Ti prego, Haruno-chan!”
Ino girò lo sguardo, verso la voce disperata.
“No! Maledizione! Quante volte te lo devo dire! Non uscirò mai con te!!” sbottò, la ragazza dai capelli rosa, fissando un giovane ragazzo moro, con le sopracciglia foltissime.
Gli occhi delle due ragazze, si incontrarono e un sorriso, si fece largo sul bel volto della rosa.
“Buongiorno, Ino! Che piacere vederti!” esclamò, raggiungendola.
La bionda, spalancò gli occhi stupita. Non le era sembrata così felice, il giorno prima. Cercò Hinata con lo sguardo, e la vide attaccata al muro, a disagio.
“Si, ciao, Haruno. Ora devo andare!” esclamò, afferrando la Hyuga e tirandosela dietro, di corsa.
Il suo sguardo, fu attirato da due ragazzi, che tentavano di consolare il giovane moro. Uno dai capelli lunghi, e molto bello, e l’altro dai capelli corti, carino. Il primo, aveva lo sguardo piantato su un punto accanto a lei. Più precisamente su Hinata.
“Ti prego, Ino, andiamo in classe...” disse, supplichevole, la ragazza.
La bionda annuì, fissando il giovane dai capelli lunghi, con curiosità. Aveva gli occhi, dello stesso colore di quelli di Hinata.
Ino rifletté tutta la mattina su quel fatto, fino a quando non vennero distribuiti i fogli per le iscrizioni ai club. Si girò subito verso Hinata, che sembrava a sua volta interessata.
“Che ne pensi di iscriverci a qualcosa?” domandò, eccitata.
La corvina arrossì. Non si era mai iscritta ad un club scolastico in tutta la sua vita.
“T-tipo quello di letteratura?” domandò, titubante. Lo sguardo schifato di Ino le fece intuire la risposta.
“Io pensava più ad un club sportivo.” Spiegò, allegra.
“Oh, ti prego, non la ragazza pon-pon!” esclamò, l’amica, supplicante. Ino la guardò nuovamente come se fosse pazza.
“Fossi matta! Dovrei far vedere a tutti le mie mutande! Non ci penso nemmeno!”
Hinata sospirò, sollevata. Tuttavia era ancora preoccupata, per la scelta che l’amica avrebbe potuto prendere. Non si fidava molto, delle decisioni della bionda.
“Ho trovato!! Questo è perfetto! Poi, sono sicura che avranno bisogno di iscritte!!” urlò, trionfante, facendo leggere il nome del club alla corvina, che spalancò gli occhi chiari, spaventata.

 

“Il prossimo, prego. Nome, cognome, classe e data di nascita.”
Una ragazza stava prendendo le iscrizioni del club, dalle varie matricole.
La giovane Yamanaka era piuttosto eccitata. Non erano molte, le ragazze in fila. Davanti a loro, ce ne erano esattamente cinque.
“Mamma, che lagna!” sbuffò, una ragazza dai capelli castani davanti a loro.
La bionda sorrise.
“In effetti, avrebbero potuto mettere due tavoli!” concordò, sorridendole. La ragazza la osservò.
“Già. Poi si lamentano che non ci sono iscritti!” sbuffò.
Hinata era rimasta incantata. Ino aveva parlato, tranquillamente a quella ragazza, come se la conoscesse da una vita. Lei non ce l’avrebbe mai fatta.
“Io sono Ino Yamanaka, piacere!”
L’altra afferrò la mano, entusiasta.
“Tenten Higurashi!! Il piacere è tutto mio! Tu sei Hinata Hyuuga, vero?” chiese poi, disinvolta e sorridente, verso la corvina che annuì imbarazzata.
“In che ruolo giochi?” domandò, la nuova ragazza, ad Ino che scrollò le spalle.
“Alla mia vecchia scuola, mi facevano giocare spesso come centrocampista. Ma gioco bene anche avanti!” esclamò, con vivacità. Tenten annuì.
“Io sono un attaccante! E tu?”
Hinata scosse il capo.
“È la prima volta...che mi iscrivo. Quando...giochiamo, in classe...sto in difesa, però.” Balbettò, emozionata. Ino le sorrise.
“Mancherebbe solo il portiere!!” rise, Tenten.
“Bhe, se a voi non dispiace, potrei farlo io!” esclamò, una voce dietro di loro.
Una ragazza bionda, che Ino aveva visto in compagnia dell’Haruno, le osservava con un sorriso.
“Temari Sabaku. Piacere.”
Le tre ragazze le si presentarono sorridenti.

 

Sasuke Uchiha, invece, avendo deciso di iscriversi al club di pallacanestro, doveva fare un sacco di fila.
Ovviamente aveva obbligato perfino Gaara e Naruto ad andare con lui. Il primo perché era un ottimo giocatore, e il secondo...bhe, per la verità Naruto si era accollato a loro.
Una volta, ricevuta la divisa, per gli allenamenti e tutti gli orari, cercò subito i due amici.
“Buongiorno! Se mi stai cercando sono qui!” esclamò, una voce, pimpante.
Il giovane si voltò, per rimanere deluso.
“Ah...sei tu, Sakura.”
La ragazza, era bellissima nel suo completino da capo cheerleader. Sventolò, allegra, i pon-pon sotto il naso di Sasuke, che indietreggiò.
“Non mi cercavi? Sai che sarò la capo cheerleader della squadra di basket?” domandò, senza nemmeno curarsi del fatto, che lui era seccato di averla intorno.
“Cosa?”
“Proprio così...perchè non ti iscrivi? Sono sicura che con il mio tifo, vincerete!!” esclamò, sempre allegra e vivace.
Poi, i suoi occhi verde chiaro, caddero sulla divisa provvisoria fra le mani di Sasuke. Cacciò subito un urletto di felicità, e si buttò fra le sue braccia.
“Che bello, che bello, che bello!”

 

Ino aprì il suo pranzo, con allegria. Hinata e Tenten, erano tornate in classe a prenderlo, e l’avrebbero raggiunta subito, mentre Temari aveva dichiarato che doveva pranzare con Sakura. Era simpatica, per essere amica di una così. Era stato piacevole parlare con lei, forse perché avevano un carattere molto simile, anche se l’altra sembrava molto più...audace di lei.
“Ma guarda, guarda. Miss peso-piuma!”
La ragazza sbuffò, leggermente scocciata. Sicuramente quello era Itachi Uchiha. L’unico che avrebbe potuto chiamarla peso piuma. Maledetto idiota, pensò Ino.
“Buongiorno, uomo-fragile.” Esclamò, guardandolo sarcasticamente.
Il ragazzo, sorrise, lievemente malizioso.
“Oh, oh. La tua simpatia è una cosa...impressionante, dolcezza.” Disse, sedendosi accanto a lei. La ragazza si allontanò dal giovane, seccata.
“Se ti sto così antipatica, perché non te ne vai?” domandò, fissandolo, irosa.
Itachi rise.
“Che cavolo ti ridi, scemo?” domandò, indignata, la bionda. Il moro rise ancora più forte. Sembrava che per lui, la ragazza, fosse un pagliaccio.
“Mmh. Yamanaka, sei un forza. Anche se insopportabile...” sussurrò, sdraiandosi sul prato.
Ino, pur detestando con tutto il suo cuore quel ragazzo, sentì il sangue affluire alle guance. Stava arrossendo.
Pensò subito, ad abbassare lo sguardo.
“Piuttosto, ti sei iscritta la club di calcio femminile?” domandò, Itachi, osservandola. Perché aveva abbassato il capo?
“Già. A-anche tu...ti sei iscritto a qualcosa?”
Si diede, mentalmente, dell’idiota. Cioè, che cacchio balbettava?
“Si. Al club di calcio, pure io.” Spiegò, lui, alzandosi per guardarla negli occhi.
La ragazza, arrossì di nuovo.
“Che...che c’è?”
Sembrava che lui, non riuscisse a staccare gli occhi, da quelli della giovane.
“Oh no! Dovrò vederti tutti i giorni!” esclamò, poi, orripilato al solo pensiero.
Ino, spalancò la bocca, indignata, per poi alzarsi.
Il ragazzo, continuò a ridere della sua battuta.
“Complimenti. Con questa uscita, ti sei conquistato il mongolino d’oro.”
Vedendo che lui non aveva alcuna intenzione, di fermare quelle risate, afferrò la sua bottiglia d’acqua, rovesciandola in testa al ragazzo.
“Ops. Scusa. Mi è scivolata dalle mani.” esclamò, scoppiando a ridere, alla vista di Itachi, bagnato fradicio.
Il giovane alzò lo sguardo sulla bella bionda, con un mezzo sorriso.
“Maledetta primina!!”
Ino, preoccupata, iniziò a correre. Il moro, iniziò subito a inseguirla, armato di bottiglia.

 

“Che cosa guardi?” domandò, Gaara, fissando l’amico dai capelli scuri.
“Mh...”
“Oh, certo. Ho capito.” Borbottò, l’altro, sarcastico.
Sasuke gli sorrise, per poi indicare la scena, che si stava svolgendo in giardino.
“Itachi? E lei chi è?” domandò, Naruto, arrivato in quel momento.
Il moro, scosse il capo.
“Ino Yamanaka. Un’idiota.” Spiegò, seccato.
“Mh...però, è carina...” mormorò, interessato, il biondo.
“Può essere carina quanto vuoi, ma con il caratteraccio che si ritrova...” sibilò, Sasuke, osservando l’amico.
Naruto osservò, meglio, quella ragzza, che rideva e scherzava in giardino, con l’Uchiha.
“Oh, ma io la conosco.” se ne uscì, poi, facendo sbarrare gli occhi ai due amici.
“E come...?”
“Oh, ieri un tizio ci stava provando con una sua amica, e lei è intervenuta, aiutandola. Poi, il tipo se l’è presa pure con lei. Allora le ho dato una mano.” Spiegò, facendo spallucce, indifferente.
“Mh...allora, non è poi così male, Sasuke.” Disse Gaara, fissando il moro.
“Tsk. Un’oca come tutte le altre.”

 

Sospettoso il comportamento di Hinata con Neji, vero? U.U
Ma chiariremo tutto più avanti… perché nei prossimi capitoli che pubblicheremo, almeno fino al 10, ci dedicheremo soprattutto a SasuInoIta, con qualche accenno al resto… quindi, fans delle altre coppie, dovrete attendere un pochino ^^°
Insomma, passiamo ai ringraziamenti:

Bambi88: Grazie davvero per i complimenti ^^ per altre scene ShikaTema dovrai attendere dopo il capitolo 10… ah, domanda da parte di Rael: ci sarai a Lucca Comics? Baci!

Lala chan: Corto corto il commento, vero? XD Beh, chiaro che le cose cambieranno! Dopotutto, non è forse l’odio il sentimento più vicino all’amore?! U.U E poi, come si fa a non amare Ino?!? Tranquilla Lala, i fratelli Uchiha cambieranno ben presto parere su di lei!! Disgusto per le ShikaIno ultimamente? Lo sai che anche per Rael un po’ è così? Cioè, che ormai preferisce il NaruIno a quel pairing XD Mimi, invece, sempre fedele a ShikaIno *.* Aishiteru!!

Ino_chan96: Una Ino forte e con la risposta sempre pronta: veramente IC! Quella Sakura un po’ antipatica è anche dettata dal fatto che né Rael né Mimi l’apprezzano più di tanto -.-° ma non avrà sempre quel ruolo negativo! A presto kohai ^^

ElderClaud: Ehi, guarda che ci montiamo la testa! E poi sono cavoli… U///U Beh, conoscendo Ino era chiaro che l’incontro con Sasuke non sarebbe stato molto tranquillo XP vedrai in futuro allora che accadrà! Baci!

Neji’s fan94: Qui compaiono sia Neji che Tenten (il cognome inventato per ovvi motivi ^^°)! Ci dispiace che ci è impossibile per ora inserire una scenetta su di loro, ma non dovrai pazientare poi molto ^^ Si è capito che anche noi non vediamo di buon’occhio Sakura?! XD Tranqui, sicuro con Sasuke non andrà a finire -.- uh, sei troppo buona °///° davvero, non meritiamo tanti complimenti… ci fa troppo piacere già che apprezzi il nostro lavoro!! Tanti bacini kohai!!

_Crycry_: Purtroppo non è impossibile scambiare Sasuke per Itachi o viceversa XD Eh, sì: Ino è proprio fortunata… due fighi come quelli *ç* in qualsiasi modo finisca, sarà comunque alla grande per lei XD Uh, allora benvenuta nel fan club “I HATE SAKURA HARUNO”!! Siamo davvero tante, e non solo SasuIno stranamente O.O anche se, naturalmente, noi ne siamo presidentesse… XDDD A presto!!! Bacioni!

Ovviamente, un grazie da parte di entrambe a chi segue questa fanfiction; soprattutto, un ringraziamento di cuore a Kia_chan, Lallamagna, Mace, Yumi_chan e la nostra Lala chan per aver aggiunto “La rivincita di Ino” tra i preferiti!
Già lo sapete… appuntamento a venerdì prossimo!
Bacini!!!
Mimi & _Rael_89

 

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Capitolo 6
*** Capitolo Sesto ***


cap 6

LA RIVINCITA DI INO

CAPITOLO 6

 

Fugaku Uchiha comunicò alla sua segretaria che si sarebbe preso una pausa di cinque minuti; dunque, di far aspettare almeno per quel lasso di tempo chiunque avesse urgenza di vederlo, per qualsiasi motivo. Con calma, si fece portare il caffè appena fatto dalla macchinetta di quel piano, e ne assaporò il sapore, rilassandosi e leggendo il giornale; quella mattina, causa una grande fretta per la riunione del partito che si era tenuta presto, non aveva potuto farlo. Immediatamente, andò a sbirciare nella pagina della politica, per vedere se aveva accumulato qualche punto in più rispetto al rivale… ma c’era un altro servizio ancora più interessante in quella sezione:

YAMANAKA ED UCHIHA RIVALI ANCHE SUI BANCHI DI SCUOLA
Benché manchi ancora qualche mese alle elezioni per il nuovo sindaco di Tokyo, i due candidati Inoishi Yamanaka e Fugaku Uchiha hanno già iniziato a fronteggiarsi; per la precisione da ieri, primo giorno di scuola alla Konoha High School.
Infatti  i giovani Itachi e Sasuke Uchiha, iscritti da tempo in quella scuola, da quest’anno avranno una compagna di classe molto particolare: Ino Yamanaka, la figlia legittima dell’esponente di destra. Tutti sanno la tragica storia secondo la quale, la piccola Yamanaka è stata adottata dal padre perché rimasta orfana di  madre… ma chi si sarebbe aspettato che l’avrebbe iscritta nello stesso liceo dei due Uchiha?! Che ci sia qualche macchinazione sotto?! Lo stesso Inoishi si è discolpato…

 
Fugaku ridacchiò, vedendo che quello stupido articolo aveva trovato posto in un giornale di così prestigio… che un quotidiano come La gazzetta della Luna Rossa si fosse addirittura abbassato al livello delle riviste di pettegolezzi era una cosa assurda! Chissà che gli era preso a Kakuzu Mazashi, il direttore… e l’articolo era addirittura firmato da Hidan Taki, il celebre cronista di politica! Il candidato Uchiha sbuffò, riponendo il giornale: non aveva tempo per queste sciocchezze.

 

* *** *
 

Karin e Sakura  si avviarono verso il campo di allenamento delle Cheer Leaders, decisamente annoiate.
“Uffa! Ma come pretendono che, dopo aver pranzato, si possano fare gli allenamenti?!” iniziò a lagnarsi la ragazza dai capelli rosati.
“Oltretutto, oggi saranno noiosissimi… bisognerà preparare gli schemi ed i cori, e non entreremo in campo per sostenere i ragazzi della squadra di basket!!” la seguì la moretta con gli occhiali.
“Quella maledetta dell’allenatrice Rin! Ed io che volevo ammirare Sasuke-kun sul campo da gioco…”
Karin annuì, provando il suo stesso rimorso: anche lei era una grande fan dei fratelli Uchiha.
“Chissà perché Temari-chan quest’anno non ha voluto iscriversi al nostro stesso club…” si chiese Sakura.
“Mi ha detto che aveva voglia di cambiare… ed ha conosciuto delle ragazze simpatiche!”
“Però, mi dispiace lo stesso… non volevo che il nostro trio si dividesse così!”
“Beh, il fatto che stia in un club diverso non ci divide affatto, Saku-chan!”
“Ok, ma la volevo con noi lo stesso!”
Karin sorrise, vedendole quel musetto lungo: sapeva bene che l’Haruno le adorava entrambe, ed era molto possessiva con le amiche.
“Però peccato che la squadra di calcio non abbia delle Cheer Leader… avrei fatto volentieri il tifo per il mio Itachi-san!!” disse per cambiare argomento.
“Eh, no! Così non avrei avuto nemmeno te nella mia squadra!” scosse la testa energicamente. “E poi, è meglio Sasuke-kun di Itachi-san!”
“Ma come osi!” le gridò in faccia l’amica, incavolata nera perché aveva insultato il suo idolo. “Itachi-san è 10000 volte meglio di quel tuo Sasuke-kun!”
“No!E’ il contrario!!”
“Ma che cretinate dici!”
“Sei una stupida!!”
“E tu una deficiente!!”
“Meglio Sasuke-kun!”
“No!Itachi-san!”
“Sasuke-kun!”
“Itachi-san!”
Continuarono questa tiritera finchè non giunsero sul campo d’allenamento, e pensò l’allenatrice a dividerle: purtroppo per loro, quella volta non c’era Temari a farlo.

 

Ino sbuffò con sguardo infastidito, non appena lo vide comparire davanti a sé: Sasuke Uchiha era appena sbucato dal corridoio a destra, e si era posizionato al centro della strada. Proprio di fronte a lei. Anche lui ricambiò con un’ espressione altrettanto delusa. Proprio oggi che, per entrambi, era stata una giornata piacevole e tranquilla… ecco che saltava fuori un qualcosa a rovinare tutto!
“Ah, sei tu.”
“Oh, ma quanto sei entusiasta di ciò!” commentò ironicamente.
Entrambi portavano sulle loro spalle il borsone con il necessario per la loro attività extra-scolastica. Bastò un’occhiata per capire a quale club si fossero iscritti.
“Wow, come da copione… il bravo e popolare studente, campione di basket! I miei complimenti, Uchiha: lo interpreti a meraviglia il ruolo di cocco dei prof e delle ragazzine!”
“Ump.” non raccolse la sua provocazione. “Tu invece fai di tutto per non entrare in nessun ruolo… calcio femminile: spero proprio che sul campo da gioco tu possa sfogare le tue crisi isteriche e non rompermi più!!”
La biondina si morse un labbro, seccata: ormai non c’era niente da fare, era il tipo più antipatico dell’universo!!!
“Non so chi sia meglio tra te, lo spocchioso scogliattolo, o tuo fratello, la marmotta delicatina… e non so come facciate ad avere tutte queste fans. Per me siete due stupidi e maleducati ragazzini, peggio anche di tutti gli altri snob di questa scuola messi assieme!!!”
Più che gli insulti a lui diretti, ed il soprannome (chiaramente preso dalla traduzione del nome), ciò che gli diede maggiormente fastidio fu che di nuovo l’aveva messo a confronto con l’odiato fratello.
“Ma insomma, hai rotto!! Io sono totalmente diverso da Itachi, chiaro?! Quindi, stupida ragazzina, vedi di smetterla di accostarlo a me, e vedi anche di lasciarmi in pace!!!”
“Con vero piacere, sottospecie di mezz’uomo!!” gli ringhiò contro.
Entrambi con espressione zittita avanzarono, evitando accuratamente di incrociare gli sguardi; giunsero fino a pochi metri di distanza tra loro. E fu allora che accadde un qualcosa di particolare… Sasuke prese il lato sinistro, contemporaneamente ad Ino che prese il destro: si trovarono di nuovo la strada sbarrata l’uno dall’altra. Allora, innervositi, presero il lato opposto: di nuovo, stessa storia. E si ripetè di nuovo. E di nuovo. E di nuovo.
“Ma insomma!!” scoppiò infine la biondina. “Vuoi lasciarmi passare?!?”
“Sei tu che mi sbarri la strada, stupida!” rispose a tono il moretto.
E di nuovo, stessa scena di prima.
“Oh senti, basta così! Passo prima io!!” concluse Ino.
Sasuke la guardò scettico.
“E perché dovrei lasciarti passare per prima?! Dammene un motivo valido.”
“Uhm, vediamo… per il bon ton, carino! Un cavaliere lascia sempre passare una bella signorina per prima.”
“Io sarò pure un cavaliere, ma di belle signorine a cui dare la precedenza non ne vedo nel raggio di 50 metri…” ridacchiò, con tono di voce ironico.
Ok, aveva avuto fin troppa pazienza con quel tipo… ed Ino Yamanaka, solitamente, era davvero poco paziente: era ora di fargli capire come doveva comportarsi con lei!
“Vedi di portarmi rispetto, maledetto Uchiha!!” accompagnò la sua imprecazione ad un veloce ma secco gesto del braccio sinistro, proprio quello che teneva il borsone… aveva tutta l’intenzione di dargli una borsata in faccia!!! Ma, sfortunatamente per lei (e fortunatamente per lui), il ragazzo aveva i riflessi pronti: indietreggiò in tempo per evitarla.
“Ehi, ma che ragazza manesca!!” ridacchiò lui, soddisfatto che la sua offesa l’avesse centrata in pieno. “Già me li vedo su tutti i giornali, i titoli… la figlia del deputato Yamanaka Inoishi ha provocato a scuola il secondogenito dell’avversario Uchiha Fugaku, finendo in rissa!… davvero un ottima pubblicità per il tuo papà!”
“Maledetto… “ ringhiò lei, buttando il borsone a terra. Stava per avventarsi contro di lui, e prendere il suo bel musetto pulito a pugni, ma venne bloccata da delle risate maschili alle sue spalle.
“Wow, ma guarda un po’! Una ragazza che non impazzisce per il nostro Sasuke…”
“L’avevo detto che non era male… una tipa molto particolare!”
Ino si girò, assolutamente attonita: alle sue spalle, un rosso che non aveva mai visto prima, ed un biondo dall’aria familiare…
“Aspetta… tu!” gli puntò l’indice sotto il naso. “Sei quello che ha salvato me ed Hinata-chan!”
“Allora ti ricordi di me, piccola!” ridacchiò Naruto.
“Grazie ancora!” si inchinò educatamente.
“E’ sempre un piacere venire in soccorso delle belle ragazze…”
“Non iniziare a fare il provolone, baka!” lo rimproverò Sasuke, con sguardo disgustato.
“Io, comunque, sono Gaara Sabaku.”
“Piacere, Ino Yamanka.” gli sorrise. “Ma, aspetta… Sabaku?! Sei il fratello di Temari?! E che intendevi dire con l’avevo detto che non era male?!”
Il rosso scoppiò a ridere, seguito dal biondo.
“A quale domanda devo rispondere prima?!”
Ino li seguì, ridendo a sua volta.
“Scusami, troppe domande… scegli tu quella che vuoi!”
“Allora… primo: si,sono il fratello di Temari. Secondo: Sasuke ci ha parlato di te, e ti abbiamo vista ieri con Itachi.”
“Maddai! E così mi parli alle spalle, Uchiha…” lo guardò male.
“Tsk! Non c’è bisogno di parlare male di te… basta il tuo comportamento a dimostrare quanto tu sia isterica!”
“Antipatico…!”si voltò da un'altra parte, stizzita.
“Guarda che non ha detto nulla di male su di te… ci ha solo raccontato il bizzarro modo in cui vi siete conosciuti!” specificò Gaara.
“Anzi, già il fatto che ci abbia parlato di una ragazza… significa che ne è in qualche modo interessato!” Naruto la guardò, malizioso. “Peccato però che a te non piaccia lui, perché secondo me sotto sotto ti adora...”
Sentendo quelle cose, le sue guance si colorarono di purpureo: ma perché?! Perché le faceva piacere che quello spocchioso dell’ Uchiha fosse interessato a lei?! Stessa sensazione che provava in alcuni momenti con Itachi… la scacciò via.
“Brutto baka che non sei altro! Sei un bugiardo!!” gridò un Sasuke visibilmente imbarazzato, iniziando ad inseguire il biondo.
“Ahahaha! Ciò dimostra che ho ragione!!”
“Te la tappo io quella boccaccia a suon di pugni!!”
Ino iniziò a ridere di fronte a quella scena: doveva ammetterlo, gli amici dell’Uchiha erano simpaticissimi! E poi, avevano un buffo punto in comune con gli amici di Itachi… anche loro tre, assieme, formavano i colori della bandiera della Germania!
“… scusali.” sbuffò il rosso, bloccando il moretto e facendo cenno a Naruto di allontanarsi.
“Lasciami,Gaara! Devo uccidere il baka…”
Si bloccò, notando che Ino gli si era pericolosamente avvicinata al viso.Aveva un bel sorriso trionfante stampato in faccia.
“E così, io ti interesso… eh, Uchiha?” tipico sguardo di chi si è preso una bella rivincita. “Ed ora come la mettiamo?!”
Sasuke si ritrasse un po’ indietro, non sapendo che fare: era così a disagio! Oltretutto, era molto in imbarazzo… ok, quella Yamanaka era una strega, un’isterica insopportabile… ma doveva ammetterlo: accidenti se era una bella ragazza! Naturalmente, avrebbe preferito ingoiare una scatola intera di spilli appuntiti che dirglielo in faccia!!
“… ma sta zitta! Quel baka non sa nemmeno quel che dice!” si giustificò.
“Sarà…” ridacchiò lei.
Gaara pensò bene di salvare la situazione.
“Comunque, mi devi proprio spiegare dove hai conosciuto mia sorella Temari.”
“Ah si!” sorrise al rosso. “Siamo compagne di squadra, nel club di calcio femminile…”
Si interruppe: cadde un momento di silenzio. Tutti gli sguardi rivolti sulla biondina.
“…AAAHHH!!!” urlò, con la possente voce che si ritrovava.
Tutti e tre, a quell’acuto, si tapparono le orecchie doloranti.
“Cretina! Ti sembra il caso di urlare?!” scattò subito Sasuke.
“O mio dio!! Il club!!! Sono in ritardo!!!” esclamò sotto shock, facendosi largo tra i ragazzi, afferrando il borsone ed iniziando a correre verso il campo. “Scusatemi, ma vado di fretta!! Ci vediamo!”
Scomparì dietro l’angolo, lasciandoli visibilmente attoniti.
“Wow… un ciclone!” commentò Gaara.
“Una tipa davvero interessante… decisamente!” pensò ad alta voce Naruto. “Tu non trovi, Sasuke?”
“Ma sta zitto, baka!” lo guardò torvo. “Pensiamo ad andare al club, che a queste sciocchezze!!”
Si incamminò per primo verso il campo da basket, non notando l’occhiata d’intesa che si lanciarono i due amici alle spalle.

 

* *** *

Tre ragazze delle medie, riconoscibilissime dalle uniformi alla marinaretta ed i volti ancora freschi dell’infanzia, si fermarono sul marciapiede: erano tutte sospiri e sguardi ammirati, in direzione di tre ragazzi delle superiori: era evidente che provenissero dalla Konoha, vista la divisa scolastica che indossavano.
Tre tipi completamente diversi: quello più a destra, di bell’aspetto, aveva il particolare di due linee rosse disegnate sulle guance: non si capiva se tatuaggi o trucco. I capelli castani spettinati, ribelli, così come il suo sguardo; l’atteggiamento, chiaramente da fighetto. L’altro, al centro, era il più alto: uno strano taglio con frangia pari accentuava in qualche modo i sopracciglioni neri che aveva sopra gli occhi: molto dolci, a dire il vero. E, dal fisico, si capiva chiaramente che era un sportivo. Il terzo, il più affascinante dei tre, portava i lunghi capelli corvini sciolti; occhi canditi e profilo tipico degli Hyuga…
“Avete visto quel ragazzo?!”
“Oddio, è bello come il sole!!”
Sentirono benissimo i loro urletti trattenuti.
“Vedete, amici?! Nessuna resiste al fascino di Kiba Inuzuka!” esclamò il ragazzo a destra, dando una gomitata a quello al centro.
“Sarà, ma a me sembra siano rivolte a Neji…”
“Uhm…” al terzo non faceva piacere sapere di essere lui l’oggetto dei loro desideri.
“Ma che dici, Lee! Sono rivolte a me, capito?!”
“Se lo dici tu…”
Finalmente, i tre passarono accanto alle ragazzine delle medie… risultato: i loro occhi erano fissi sullo Hyuga!! Neji evitò accuratamente qualsiasi cenno rivolto a loro, mentre Kiba sbuffò deluso.
“Quelle tre non capiscono il mio fascino….”
Lee si trattenne dal ridere.
“Comunque, non erano un granchè.” si consolò l’Inuzuka.
“Stupide tredicenni.” commentò Neji: odiava le ragazzine tutte moine e smorfiosette.
“Uhm… beh, al contrario della mia Sakura-chan! Lei è bella, e non è una stupida!!” si infervorò Lee, ricordando l’amore della sua infanzia/preadolescenza/adolescenza. Una passione per l’Haruno nata da quando la vide all’asilo, e mai sfiorita.
Kiba e Neji si scambiarono uno sguardo complice: Sakura Haruno era la regina delle smorfiose! Ok, era molto bella… ma bastava pensare alla sua passione per Sasuke, che si capiva che non era da meno di quelle tre.
“Beh, se si parla di belle tipe, io metterei in mezzo anche Hinata…” l’Inuzuka annuì con fare saputello. “Lei si che è carina!”
Sia Lee che Neji rimasero a bocca aperta.
“…ti piace Hinata?!” lo guardò da sotto i sopracciglioni semplicemente incredulo.
“Ma no! Ho solo detto che è carina!” ma le sue guance si colorarono un pochino di rosso(… e non era per i tatuaggi!).
“Va bene.” annuì l’ingenuo Lee. “Allora, direi che anche la nuova arrivata, e amica di Hinata, è molto bella… “
“La Yamanaka?”
Annuì.
“Beh, effettivamente…” Kiba ci fece un pensierino su.
L’altro amico girò gli occhi verso lo Hyuga. “Neji! Come mai stai zitto?!”
Dallo sguardo del ragazzo, si capiva che era totalmente incavolato. Stringeva forte i pugni, guardava fisso davanti a se, silenzioso, camminando meccanicamente, ignorandoli. Una smorfia di disgusto imbruttì il candido volto.
“Io me ne torno a casa.” annunciò, voce atona.
“Ma…” Kiba lo prese per un braccio per fermarlo, ma l’altro si svincolò facilmente.
“Non mi piace il discorso che state facendo… non mi piace quando si parla di Hinata.”
“Ho capito, ma non è un motivo valido per…”
“Invece di controbattere iniziando a parlare male di lei, preferisco andarmene.” lo interruppe, guardandolo torvo.
Accellerò il passo, staccandosi dal gruppetto. Lee lo fissò dispiaciuto, non sapendo che dire.
“Non dovevamo parlare di Hinata…” sussurrò, abbattuto nel vedere Neji in quello stato.
“Ok che ha i suoi buoni motivi per odiarla, ma ora esagera!” sbuffò Kiba infastidito.
“Cerca di capirlo.”
Lo sguardo ed il tono dolce di Lee fece calmare il ragazzo.
“Va bene, in fondo è un nostro amico…”
“Meglio non pensarci più e tornare a casa.”
“Ok.”
Ma per i due ragazzi non fu facile non pensarci.

 

Che dire… il mistero su Neji ed Hinata si infittisce XD
Al contrario, Ino ha avuto l’ennesimo incontro “piacevole” con un’Uchiha… e chissà che accadrà nel prossimo capitolo!!
Sicuro, Itachi farà la sua mossa…
Vi lasciamo con questo dubbio XP
Un ringraziamento speciale a:

Giselle: Uh, sei tornata finalmente T^T eravamo indecise se chiamare o no la trasmissione “Chi l’ha visto”… X°D Naturalmente, le iscrizioni al fanclub Anti-Sakura sono sempre aperte ^^ Si, per fortuna c’è la nostra Ino a tenerla a bada... uh, per ora sei una dei pochi che tifano per ItaIno! Chissà che alla fine non sia questa coppia a spuntarla… comunque, bentornata sul sito *.*

Lala chan: Addirittura divisa tra questa fanfict e “Teenagers”?! O.O oddio, quella serpe del confettino ti sta contaggiando TOT beh, perlomeno qui non c’è il rischio di SasuSaku… ^^° siamo salve XD Ah, erano le ShikaTema? Beh, un poco qui ce ne è, naturalmente tutta opera di Rael (Mimi non ci mette “mano” -.-) XD Tesora, abbiamo deciso di prenotare Deidara tutto per te ^o^ ovviamente, Sasori è di Mimi e Itachi di Rael… dunque, le coppie sono ormai decise U.U XDDDD aishiteru Lala *.*

Bambi88: Si, Ino ed Itachi troppo carucci ^o^ e, secondo noi, una squadra formata da Tenten, Hinata, Temari ed Ino è sicuramente imbattibile!! Uhm, si dovrebbe inserire un pezzo di partita, tanto per vedere come si scatenano… da parte di Rael: allora sarà per la prossima fiera! A tua scelta, se porti Temari si farà foto SasuIno-ShikaTema, se porti Anko allora non potrà mancare una Kurenai-Anko XD Baci!

Ino_chan96: Allora ti annunciamo che sei entrata già nel fanclub contro confetto-girl! Chissà perché, ma noi fans di Ino siamo accomunate da questo “odio” per quella frontona… XP Uh, davvero hai in mente una SasuIno da dedicarci?! *.* ma quanto sei carinaaaa!!!! Si si, è chiaro che tifi per il SasuIno U.U noi siamo un po’ indecise, ma…XD taaanti bacini!!!

Semmy92: O.O no, ma guarda chi si rivede… Rael ti da il benvenuto in un’altra sua fanfiction, mentre Mimi è lieta di conoscerti ^^ beh, siamo felici che la nostra storia ti piaccia! Speriamo di non deludere le tue aspettative… baciozzi!

Saiyo83: Grazie a nome di entrambe ^^ speriamo che la storia continui a piacerti! Ci impegneremo al massimo ^.- Baci!

Marty93: Eh, ma quanti complimenti °///° grazie davvero! Proprio come te siamo delle grandi fans di Ino e di Sasuke ed Itachi… ci stuzzicava proprio un’idea su un triangolo tra loro XD Grazie ancora! A presto ^^

_Crycry_: Purtroppo la curiosità su Hinata te la dovrai tenere per qualche cappy… XP Beh, ovviamente il nostro scopo è farti innamorare sempre di più delle SasuIno… e chissà, magari farti appassionare anche alle ItaIno ^^ beh, come già detto è normale che inizialmente la nostra Sakura sia un po’ insopportabile… Grazie per il tuo sostegno continuo!!! Ti adoriamo *o*

Neji’s fan94: Sì sì, Ino e Ten sono le meglio XD di sicuro apparirà molto in futuro, essendo grande amica della protagonista, e ci sarà qualche cappy dedicato a lei… uh, altra sostenitrice del SasuIno! Abbiamo notato che è più popolare rispetto ad ItaIno… ma chissà che non cambiate invece idea!! Grazie davvero piccola, sei dolcissima!!! Ti adoriamo troppo!!!

Dunque, andiamo velocemente…
Ringraziamo tutti coloro che seguono questa fanfiction, in particolar modo Fey e Semmy92 che ci hanno aggiunto tra le loro preferenze ^^
Come già detto in altre fanfiction, per problemi tecnici di Rael (permanenza di 4 giorni a Lucca per la fiera), la pubblicazione verrà anticipata a mercoledì prossimo!

Bacini!

Mimi18 & _Rael_89

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Capitolo 7
*** Capitolo Settimo ***


epf

LA RIVINCITA DI INO

CAPITOLO 7

 

Ino buttò con foga il borsone sulla panca.
Hinata la osservava stupita, già vestita con la nuova divisa.
“Ino-chan, come mai così tardi?” domandò, stupita.
La Yamanaka, mosse velocemente una mano davanti al viso, come per scacciare una mosca.
“Lasciamo perdere...un idiota mi ha fermato...” borbottò.
La corvina inarcò le sopracciglia, interdetta.
“Chi...”
“Non so perché...” iniziò Temari “...ma scommetto che centra uno degli Uchiha...”
La biondina alzò gli occhi stupefatta.
“Come cavolo fai tu a saperlo?” domandò, sconcertata.
“Oh, sono una veggente...” esclamò, sarcastica.
Tenten rise divertita, seguita a ruota da Ino e Hinata.
“Già, certo...” borbottò, la castana.
Temari sorrise.
“Bhe, diciamo che vi ho intravisti nel corridoio...” esclamò.
Ino annuì. Era ovvio...
“Piuttosto, sbrigati a cambiarti!!” esclamò, Tenten, dandole una pacca sulla schiena.
La bionda aprì il borsone. E per poco non morì di infarto.
“CHE CAVOLO È STA ROBA????” urlò, spaventando le compagne.
Hinata, la prima ad essersi ripresa, osservò incuriosita l’interno della borse.
Una maglia rossa e un paio di calzoncini piegati con cura. E delle scarpe troppo grandi per essere quelle dell’amica...
“Bhe, direi che l’hai confusa...” proclamò.
La giovane la guardò sarcastica.
“Dai, non l’avevo capito...” disse “...scommetto che è di quell’idiota dell’Uchiha...” sbottò, poi.
Tenten la guardò inorridita.
“Ma...il campo di basket è da tutt’altra parte!!! Come cavolo fai ad arrivare in tempo??” domandò.
Temari si intromise.
“Ino, vai pure. Inventerò io una scusa...”
La ragazza con la coda la guardò grata.
“Oddio, ti adoro Tem!!”
E, correndo, corse fuori.

 

Sasuke estrasse inorridito un top nero dal suo borsone. Uno di quelli che le ragazze usavano spesso quando facevano sport.
“Che cavolo ci fa qui?”
Naruto e Gaara lo guardarono interrogativi, per poi scoppiare a ridere.
“Non ci credo!! Sasuke...ti piace indossare quel genere di cose?” domandò, Naruto, tenendosi la pancia.
Gaara si copriva la bocca, in segno di rispetto dell’amico.
“Non è che magari è di una tua donna, e non ti sei accorto di averlo preso, dopo essertela fatta?” domandò, Kiba, fissando il top nero. Sasuke arrossì.
“KIBA! CHE CAVOLO DICI????” strillò, bordeaux.
Tutto lo spogliatoio esplose in una grande risata.
“Senti, Sasuke...non è che il borsone è di Ino?” domandò, Gaara, l’unico che aveva ragionato.
Il moro parve illuminarsi.
Afferrò il borsone, e velocemente, corse alla porta dello spogliatoio, aprendola.
STONK.
Il giovane Uchiha guardò a terra. Ino si teneva il naso dolorante.
“Maledetto Uchiha! Stai un po’ attento!!!” strillò, con le lacrime agli occhi.
Lui arrossì, colpevole.
La bionda, alzandosi, gli gettò il borsone fra le mani.
“Scusa, devo averlo scambiato...” borbottò.
Sasuke annuì. Non si aspettava l’ammissione della colpa, così facilmente.
“Già...bhe...e tu scusa se ho mostrato il tuo top a tutti...”
La bionda, sentendo quelle parole, arrossì furiosamente.
“COSA CAVOLO HAI FATTO????”
L’Uchiha si tappò le orecchie, decisamente spaventato dalla reazione della giovane.

 

Sakura Haruno fece una capriola, mostrando le belle gambe all’intera squadra di calcio.
“WHA! ITACHIIIII!”
Karin era tutta infervorata, e gridava come una matta il nome del maggiore dei fratelli Uchiha, che non la degnava di uno sguardo. La considerava decisamente un’oca.
“Ehi, Itachi...ho sentito che una certa primina ti ha dato del filo da torcere!!”
Sasori, con la maglietta sollevata ad asciugarsi il sudore, guardava sorridendo l’amico.
Le ragazzine sulle tribune, vedendo i muscoli del giovane, strillarono eccitate.
Deidara, li accanto, sbuffò infastidito.
“Oche...” borbottò.
L’Uchiha sorrise a Sasori.
“Parli di quella pazza della Yamanaka?” domandò.
L’amico annuì, mentre Deidara li guardò incuriosito.
“Yamanaka? Quella che ti è caduta addosso il primo giorno?” domandò, il biondo. Itachi annuì.
“Già...non è male, anche se insopportabile...” sussurrò, con un sorriso divertito.
Sasori lo osservò un attimo, per poi chiudere gli occhi, mentre un sorriso si faceva largo sul suo volto.
“Aspetta, aspetta, aspetta...lo conosco quello sguardo! Non dirmi che sei interessato a quella primina?!”
Il moro arrossì lievemente.
“Bhe...” balbettò.
I due amici spalancarono gli occhi, e senza curarsi di nulla, cominciarono a fargli mille domande.
Itachi distolse la sua attenzione, volgendola verso il campo accanto al loro.
Un gruppo di ragazze stava correndo per il campo da calcio. Individuò subito le gambe slanciate e i lunghi capelli biondi di Ino Yamanaka. Sorrise.
Non indossava la maglietta come le altre. Solo un top nero, sportivo, di quelli che le calciatrici professioniste usavano. E le stava bene. Benissimo, visto che le risaltava le forme del corpo, perfettamente.
“Ditemi...come fate a non perdere la testa per una così?” domandò, poi, indicando la giovane con un cenno del capo.
Sasori e Deidara alzarono lo sguardo incuriositi, per poi fischiare  in segno di apprezzamento.
“Bella...” sussurrò, Sasori.
“Non te la darà...mai!” concluse, Deidara.

 

Ino si buttò esausta sulla panca. Era sudata e stanca. Decisamente distruttivo quell’allenamento.
Hinata, seduta accanto a lei, trangugiava la bottiglia d’acqua, lasciando che un po’ di gocce cadessero lungo il suo collo magro.
Tenten, era in piedi di fronte a loro, con la salvietta premuta sul viso.
Erano tutte in uno stato pietoso.  
Ino afferrò la busta con il necessario per fare la doccia e si catapultò, veloce, in quella più ampia.
Lasciò liberi i capelli, per poi farsi inondare dal getto tiepido dell’acqua. Un vero toccasana per il suo corpo stanco e sudato.
Sentì le chiacchiere delle compagne invadere il bagno e sorrise.
“Hina-chan? Ten-chan?” urlò.
Attese qualche secondo.
“Che c’è?” risposero le due all’unisono.
“Ci andiamo a prendere un gelato, dopo?” domandò.
“Si!” Tenten urlò felice di quella proposta.
“O-ok...” Hinata si ritrovò d’accordo a sua volta.

 

Le tre ragazze uscirono dallo spogliatoio parlando tranquillamente. Non si accorsero delle tre figure in piedi davanti a loro.
“Ehi miss peso-piuma! Non si saluta?”
Ino roteò gli occhi.
“Buongiorno, cretino...” borbottò.
Sasori sorrise, divertito.
“Oh, la tua gentilezza mi abbaglia ogni giorno di più...” sussurrò, divertito, Itachi.
Tenten osservava la scena in disparte accanto ad Hinata.
“Oh, ne sono onorata...” rispose Ino, sarcastica.
Deidara ghignò.
“Piuttosto, sventola, che fai sabato?”
La bionda, imitata dalle due amiche, sbarrò gli occhi.
“Che ti frega a te?”
Il moro sbuffò.
“Volevo invitarti...anche le tue amiche, sia chiaro...a ballare.” Spiegò, paziente, l’Uchiha.
“E dove?” chiese, incuriosita, Tenten. Sasori la osservò, incuriosito.
“Bhe...al 110...” disse.
Tenten spalancò gli occhi, per poi afferrare Ino per la manica.
“Andiamoci!!” esclamò.
La bionda la guardò stupita.
“Sei matta? Con quel cretino?” domandò, senza preoccuparsi di farsi sentire dal ragazzo.
“Avanti! Ti prego!!” la scongiurò la castana.
Ino si voltò verso Hinata, in cerca di sostegno, ma la corvina sembrava essere d’accordo con Tenten.
La bionda non poté che sospirare afflitta.
“D’accordo...” borbottò.
Itachi, Sasori e Deidara sorrisero soddisfatti. Si girarono per andarsene, ma Itachi si voltò a guardare la Yamanaka.
“Oh, Ino? Bel seno!!” esclamò.
La giovane spalancò la bocca, rossissima.
“ITACHIIIIIIIII!!!”

 

* *** *

 

Shikamaru osservò Ino seduta su una panchina del giardino. In un primo momento avrebbe voluto squagliarsela, ma poi pensò che forse sarebbe stato meglio sedersi con lei.
“Ciao, Shika...” sussurrò.
Il moro la osservò. Perché quel tono?
“Che c’è?” domandò.
“Vedi...Itachi Uchiha mi ha invitata ad uscire, con Tenten e Hinata, sabato sera e...”
Shikamaru osservò in attesa, la ragazza.
“...ho accettato. Non ti arrabbiare!!” esclamò, mettendosi le mani davanti al volto.
Il ragazzo con la coda la guardò inorridito.
“Esci...con quel cretino?” domandò, buttando a terra la sigaretta.
La bionda annuì. Si era già pentita della sua scelta...
“Ok, e perché...l’hai fatto?” chiese, mantenendo un tono calmo, il giovane.
“Bhe, perché...Tenten e Hinata ci tenevano...”
Lui si alzò in piedi di scatto.
“Ino...” disse, con tono burbero. Lei si preparò alla predica. “La vita è tua, fai come vuoi...ma non lamentarti se poi Itachi ti farà soffrire...” sbuffò, prima di andarsene.
La giovane osservò interdetta, la figura del fratellastro scomparire. Sentì una stretta allo stomaco. Decisamente meglio una predica...

 

E chi se lo sarebbe mai aspettato che Ino e Sasuke si erano scambiati i borsoni?! XD
Tutto merito della mente geniale di Mimi ^^
Ed ecco che Itachi fa la sua mossa… che accadrà il giorno dell’appuntamento?! Ino già prenderà la sua decisione? O Sasuke si metterà in mezzo?! O lei si accorgerà che… ok basta, che non facciamo altro che tormentare la vostra curiosità XD
Un doveroso ringraziamento a:

Bambi88: Gaara è un tesoro ^^ ed infatti, vorremmo trovare anche per lui una “compagna”… chissà che ci verrà in mente XD Ino… beh, che sia un vero e proprio ciclone è ormai appurato! Da parte di Rael: ovviamente, anche il mio raga ha dovuto subire l’umiliazione di qualche fotina in pose assurde XD allora, prepariamoci a fare la foto più bella del 3° Millennio XD Baci!

Ino_chan96: Abbiamo creato apposta due situazioni “stuzzicanti” per entrambi i contendenti: così che, con chiunque decideremo di far finire Ino (e, davvero, la scelta è ardua ^^°), almeno non verranno deluse le vostre aspettative! La questione Neji-Hinata la riprenderemo tra qualche cappy, dopo questo famoso appuntamento… e ne vedrete delle belle XD a presto kohai! Bacioni!

Neji’s fan94: Questo fan club anti-Sakura, montato su per gioco, sta raccogliendo numerosi adepti, a quanto pare O.O ci dovremmo pensare su a fondarne davvero uno X°DDD comunque… tranquilla: anche se Ino andrà a finire con Itachi (e noi siamo molto indecise, quindi non è detto!), di certo Sasuke non finirà mica con Sakura!! U.U per lei c’è o Naruto o qualcun altro, ancora da decidere… l’apparizione di Neji è stata sublime, ed anche in futuro te lo troverai ancora più figo… °ç° no piccola, siamo noi che adoriamo te *o* grazie mille per il tuo sostegno continuo!! Bacini!

Semmy92: Ehilà! E’ bello sapere che stai diventando “dipendente” da questa fanfiction… X°D vedrai cosa farà in futuro il nostro caro e dolce ciclone Yamanaka! XP Baciozzi!

Giselle: Che bello “rivederti” *.* E’ proprio il nostro scopo: far apprezzare sia ItaIno che SasuIno, in modo che nessuno venga deluso dal pairing finale che sceglieremo! Shi, qui Itachi è adorabile *ç* e poi, hai proprio ragione: SasuInoIta… meglio di così! *///* Baciozzi!

_Crycry_: Bene bene… è un vero piacere sapere che anche tu ti sia appassionando al nostro pairing preferito: Ino x Uchiha Brothers XD ti comprendiamo perfettamente: benché siamo fans di Sasuke anche Itachi… cioè… non è affatto male U///U accidentaccio, Ino è troppo fortunataaa! X°DDD Ricambiamo, è un piacere di averti tra i lettori e “commentatori” più assidui ^o^ Bacioni!!

Kaho_chan: Un vero onore avere una scrittrice brava come te nel pubblico dei lettori ^^ sia chiaro, entrambe adoriamo la tua raccolta ItaIno *///* e grazie per il consiglio che ci hai dato! A dire il vero, Rael nemmeno si era accorta che Sakura era tanto OOC… probabilmente hai ragione tu, esigenze di copione XD qualche “scenetta” kawai tra i due fratellastri Ino e Shika ci sarà… ma niente di che, perché qui (su decisione di Rael) domina un altro pairing… ShikaTema… anche se, tranqui, non riusciamo a dargli molto spazio ^^° ti consolerai alla grande con il triangolo principale della ficcy *ç* a presto! Baciozzi!!

Lala chan: Ovvio che Deidara è tuo! Sasori invece è di Mimi, mentre Itachi… sarebbe di Rael, ma potrebbe anche fare a scambio con Ino per Sasuke… se la gestiscono un po’ loro X°D Ebbene si, a Sasu inizia ad interessare una certa biondina… e, dopo l’appuntamento fissato con lei da Itachi, le cose prendono una piega piuttosto interessante… per quanto riguarda Lee e Kiba ancora non abbiamo deciso bene (per esempio, se sceglieremo come coppia KibaHina l’Inuzuka acquisterà importanza U.U), ma sicuro non li faremo “morire” solo come amici di Neji XD Ehhhh… la questione tra gli Hyuga verrà trattata tra qualche cappy! Quindi, dovrete tenervi per un po’ la curiosità ^^° Uhm, ashiteru al plurale?! … aishiteru, no?! X°D Boh! Vabbè, aishiteru x 2 XD *.*

Per ultimo, un grazie a Pandorasama per aver messo questa storia nei preferiti *o*
Prossimo aggiornamento:venerdì 9 Novembre!
Baciozzi!
Mimi & _Rael_89

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Capitolo 8
*** Capitolo Ottavo ***


cap 8

LA RIVINCITA DI INO

CAPITOLO 8

 

Sasuke fissò il canestro con concentrazione, prendendo bene la mira… fuori. Niente da fare: i tiri da tre punti erano proprio difficili per lui! Ma, parlando francamente, c’era altro nella testa del ragazzo, che riusciva a distrarlo benissimo: Ino. Quell’odiosa creatura, irritante, nevrotica, con la quale si era scontrato un paio di volte ed aveva persino scambiato il borsone… il ripensare al suo top nero ancora lo metteva in imbarazzo!! Ma c’era dell’altro. Si, decisamente dell’altro… qualcosa lo attirava a lei. Forse perché era così diversa dalle altre: non una stupida ochetta tutta sospiri e moine solo perché era un bel ragazzo… lo trattava da pari a pari. Schiettamente, gli diceva praticamente di tutto in faccia, non si tratteneva nemmeno se lo conosceva da poco. Nessuno, prima d’ora, aveva avuto il coraggio di agire così nei suoi confronti… lui era Sasuke Uchiha dopotutto, campione negli sport, tra i migliori studenti del liceo, amato dalle ragazze e figlio di un importante politico! Invece lei, Ino, Yamanaka da poco, miss nessuno fino a qualche mese prima, una ragazza assolutamente normale… non le era importato minimamente chi fosse: se aveva qualcosa da dirgli, qualsiasi, anche insulto, non si faceva scrupoli! Ed, inorridendo, si ritrovò a pensare che quella rompiscatole… in fondo, gli interessava. Forse meglio dire incuriosiva… comunque sia, sperò non fosse una malattia che gli durasse a lungo!
“Buonasera, Sasuke.” voce gentile alle sue spalle, e grandi occhi neri che lo fissavano. Il ragazzo raccolse il pallone, voltandosi per guardare Fugaku.
“Buonasera, padre.” piccolo cenno di rispetto con il capo.
“A quanto pare hai ripreso con il basket…”
“Già.” rispose, tornando però a concentrarsi su quel canestro di fronte a lui.
Ciò che lasciò amaro in bocca a Fugaku fu il poter constatare che, ormai, anche Sasuke era diventato grande abbastanza da poter decidere da solo, e senza doverlo informare di qualsiasi decisione… altro appunto, che lo trattava con rispetto misto a freddezza. Come Itachi: lui per loro era semplicemente il capofamiglia, era un padre, e non un papà.
“Comunque, ho letto sul giornale una cosa…” cambiò discorso: voleva provare un approccio diverso. “La figlia di Inoishi Yamanaka è diventata vostra compagna di scuola…”
“A quanto pare.” commentò, non smettendo di fissare il canestro.
“E, così, tanto per sapere… l’hai conosciuta?”
“Purtroppo.”
“Quindi non ti è simpatica?”
“Per niente.” mentì, mordendosi nervosamente il labbro.
“Uhm, capisco…” sospirò: aveva capito che il figlio non aveva alcuna voglia di parlare con lui, benché rispondesse sempre con rispetto. “Ti lascio ai tuoi allenamenti… ci vediamo dopo a cena.”
“A dopo, padre.” esclamò, tirando il pallone: di nuovo, fuori. Ok, o era la sua giornata no (probabile!), o non riusciva a concentrarsi. Se poi avesse saputo che proprio l’odiato fratello sarebbe uscito due giorni dopo con la ragazza a cui lui stava pensando… beh, probabilmente si sarebbe tirato il pallone in testa da solo!!!

 

* *** *

 

Quel giorno, Tenten si unì ad Ino ed Hinata per la pausa pranzo. Al contrario suo, Temari decise di stare con Karin e Sakura. Passò accanto al loro tavolo assieme alle amiche, facendo un cenno di saluto alle tre ragazze.
“Ciao, Tem!” risposero in coro la Yamanaka, la Hyuga e la Higurashi.
Sakura le guardò attonita, poi passò a colpire l’amica bionda con uno sguardo indignato. “Ma non mi dire… ti sei fatta amica di quelle!”
“…e allora?!”
“Ma… cioè, non te ne rendi conto?! La Yamanaka!!! Quella popolana!!”
Karin guardò Sakura trattenendo una risatina… niente da fare: era gelosa!
“Uhm… anche se fosse?! Ino è simpatica.” rispose con tono calmo Temari.
L’Haruno non si arrese. “Simpatica?!? Quella pazza isterica che ha aggredito me e Sasuke-kun solo perché lo aveva scambiato per Itachi-san… scherzi, vero?!”
“Affatto.” la bionda alzò le spalle. “E, comunque sia, non devo avere il tuo permesso per frequentare qualcuno…”
A Temari non piaceva quel comportamento di Sakura… le voleva un gran bene, ma a volte reagiva in maniera sbagliata secondo lei.
“Ah, si?! Beh, se pensi questo… puoi anche andare dalla tua amichetta!” esclamò ancora più indignata, aumentando il passo. “Tsk! E’ un male preoccuparsi per le amiche!!”
“Ma sentitela…”
Karin poggiò una mano sulla sua spalla, facendole l’occhiolino. “Temari-chan, lo sai come è Saku… è gelosa e possessiva con Sasuke-kun, figurati con noi!!”
“Ok, ma non può reagire così…”sbuffò.
“Che ne dici di seguirla e di parlarle fuori di qui? Cerchiamoci un luogo tranquillo: tu le assicurerai che la tua amicizia con quella Yamanaka e le altre non è pericolosa… e ti farai promettere che non si comporterà più così!”
Persino l’altra ragazza restò stupita da quelle parole così mature, pronunciate dalla bocca di Karin Hebi… che qualche alieno si fosse impossessato di lei?! Ridacchiò, dandosi della stupida: si era semplicemente limitata a fare da paciere. Naturalmente, anche lei teneva molto alla loro amicizia, dunque aveva agito di conseguenza.
“Uhm… mi hai convinto!” annuì Temari, seguendo la moretta fuori dalla mensa, alla ricerca dell’Haruno. Probabilmente, è stato meglio così: almeno, Sakura e Karin hanno evitato di vedere una scena molto spiacevole ai loro occhi…

 

“R…ragazze…” balbettò Hinata, con occhi sgranati.
“… che c’è?!” chiese Ino a bocca piena: un brutto difetto che non aveva ancora imparato a smettere.
“Voi… da quanto tempo non mangiate?”
“Da stamattina a colazione.” rispose tranquilla Tenten. “Perché?”
“Niente…” lasciò stare la Hyuga, ancora non capacitandosi della loro fame vorace: in poco tempo avevano finito gli hamburger presi prima, ed ora addentavano una un cheesburger, un’altra un altro panino, stuzzicando ogni tanto le patatine fritte.
“E’ normale che sia così, Hina… siamo ancora nell’età dello sviluppo.” spiegò sapientemente la Higurashi.
“Eh, già… bisogna che mangiamo abbastanza, così cresciamo in fretta!” le diede man forte la biondina.
Alle loro spalle, sentirono tre voci maschili sghignazzare come non mai.
“Ahahaha!!! L’importante è che cresciate in altezza e non in larghezza, piccole!” commentò uno di essi, comparendo alle loro viste con i suoi bei capelli rossicci.
“Eheheh! Senza contare che siete carine, e non credo che ciccia e brufoli vi starebbero bene…” aggiunse un biondo dalla chioma fluente.
L’ultimo, il moro, si accostò ad Ino, guardandola provocatorio. “Ora capisco perché sei miss peso-piuma!”
Hinata e Tenten li fissarono a bocca aperta, arrossendo vistosamente; stessa cosa fece la Yamanaka, riprendendosi subito ed incavolandosi come suo solito.
“Siete dei cretini!! Invece di pensare a noi che mangiamo, potreste trovare di meglio da fare!”
“Uh… ma che adorabile ed educata ragazzina!” esclamò sarcastico Sasori.
“Io lo dico per il tuo bene…” Itachi occupò il posto accanto al suo. “Non mi va poi di uscire con una cicciona piena di brufoli!!”
“Primo: levati da lì. Secondo: io non diventerò mai così, visto che ho una pelle d’incanto e brucio tutte le calorie giocando a calcio. Terzo: se non vuoi uscire con me meglio, mica te l’ho chiesto io!!!” puntualizzò, seccata dalle sue parole.
“Eheheh! Sei proprio un peperino tu!” Deidara iniziò a ridere come un cretino.
“Ehi, voi! Lasciate in pace Ino!!” intervenne finalmente Tenten per salvare l’amica.
Sasori si avvicinò a lei, fissandola divertito. “Oh ma guarda, sai parlare… credevo che ti avessero tagliato la lingua!”
La Higurashi arrossì vistosamente, abbassando per un istante lo sguardo. “Idiota…” mormorò.
Sasori iniziò a ridacchiare, prendendole il mento con la mano destra ed alzandole il viso per guardarla più da vicino.
“… sì, sei abbastanza carina per poter uscire con noi!” giudicò alla fine.
Ino lo guardò torva, mentre Hinata non aveva nemmeno il coraggio di alzare gli occhi.
“Ehi…” balbettò lei, vergognandosi da morire. “… io non ho detto di voler uscire con voi!”
“Ma se sei stata tu ieri ad insistere con la Yamanaka che accettasse l’invito…” le sorrise soddisfatto.
“… solo perché avete detto che saremmo andati al 110!!! Quello è un locale da sballo, dove ho sempre sognato di andare…”
“… ma non potevi, perché sei minorenne.” concluse la sua frase Deidara.
Il viso di Tenten si fece ancora più imbronciato. “Comunque, è solo per quel motivo… non mi interessa con chi vado, basta sia maggiorenne!”
Hinata annuì appena, alzando lo sguardo per darle ragione: la pensava esattamente come lei. Ma, non appena incontrò gli occhi azzurri e truccati dello Tsuchi, decisamente interessato a lei, tornò a guardare con interesse le proprie mani appoggiate sul grembo.
“Non importa come stiano le cose, basta che domani sera venite.” concluse Itachi, guardando soprattutto Ino.
“Ma sei sordo?! Se ti ho detto che veniamo, vuol dire che lo faremo!” sbuffò la biondina.
“Ok, miss peso-piuma… mi fido di te.” sogghignò, scattando verso la mano di lei che reggeva una patatina da tipo tre ore, e mordendola velocemente, sfiorando appena con le labbra la sua pelle…
“Ehi, ma sei matto?!” esclamò sorpresa quanto le altre di quel gesto.
“Ci vediamo presto, piccola.” sussurrò l’Uchiha a pochi centimetri dal suo viso, guardandola intensamente; aspettando qualche istante perché il suo colorito si accendesse di rosso, si alzò e fece cenno ai due amici di andare.
“Allora a presto… e spero di sentire parlare anche voi due la prossima volta!” commentò ironico Sasori, seguito da un Deidara che sghignazzava ancora.
Il silenziò calò su quel tavolo per qualche minuto: di certo le occhiatacce di alcune ragazze, fans di quei tre bulletti, aumentavano il disagio… ma Ino quasi non se ne accorse. Posò immediatamente la patatina morsa da Itachi su un tovagliolo, ripromettendosi di non mangiarla.
“Potrebbe essere contagiosa!” esclamò, scuotendo energicamente la testa.
Ancora qualche istante di silenzio tra quelle tre.
“Ino-chan… credo che Itachi Uchiha sia proprio interessato a te…” concluse a mezza voce Hinata; inutile dire quanto fosse scontata la cosa.
La Yamanaka sembrò non ascoltarla: ancora fissava quella patatina mangiucchiata, ripensando anche alle parole dette il giorno precedente da Shikamaru: non lamentarti se poi Itachi ti farà soffrire. Giunse ad una conclusione: meglio non dire nulla di ciò ad Inoishi.

 

Itachi ci sta bene nella parte del cattivo ragazzo, eh? *ç*
Tranquille, non dovrete aspettare a lungo… prossimo capitolo, la serata al 110 *o*
Non c’è altro da dire… solo: aspettatevi un bel casino! XD
E non solo SasuInoIta… ma, anche le altre coppie… vedrete!
Un grazie speciale a:

Ino_chan96: Grazie per i complimenti ed il sostegno continuo kohai^^ Bacini!

Ferula91: Eccolo il 9 novembre ed il capitolo XD Grazie davvero perché leggi questa fanfiction ^^ Bacioni!

ElderClaud: Esatto, ne vedrete proprio delle belle! L’invito di Itachi è solo l’inizio di tutto… Baci!

Pandorasama: Grazie per il sostegno! *.* Bye!

Saiyo83: Ne siamo felici, e speriamo possa interessarti sempre più ^^ Baci!

Bambi88: Effettivamente è da vedere Sasuke con indosso il top di Ino… XDDDD Purtroppo la curiosità sulla serata con Itachi ed il suo gruppo te la dovrai tenere per un po’… max 7 giorni ^.^ E, ben presto, ritorno ShikaTema… da parte di Rael: non diciamo niente ai nostri raga della foto, sennò si preparano due biglietti solo andata per Cuba! XD Bye bye!

Neji’s fan94: Rael ti quota, l’idea di Mimi dei borsoni è una genialata XP Sei troppo dolce kohai *.* speriamo che ti piaccia anche quella sottospecie di situazione che si sta creando… Sasori e TentenXD anche se, ovviamente, la coppia che nascerà sarà NejiTen… preparati al prox capitolo ^.- Baci!

Ashley Snape: Grazie sia a te che a Marty93 per i complimenti ^^ e te li rivolgiamo anche noi per la tua ItaIno… Bacini!

Lallamagna: Beh, questo è anche il dubbio di Sasuke… ma possiamo risponderti fin da subito (strano non si sia capito): Ino non è affatto una qualunque per Itachi. Anzi, è diventata molto importante per lui… più avanti vedrai che situazione dovrà sopportare… e si capirà meglio che i suoi sentimenti (ma anche quelli di Sasuke) sono sinceri… d’altronde, come si fa a non amarla?! *ç* A presto!

Kaho_chan: Permesso accordato se non ce la fai con le ShikaTema… XD L’idea del borsone viene dalla mente geniale di Mimi, merito suo U.U peccato non abbia sviluppato una scena in cui Sasuke indossasse il top di Ino… ma sarebbe stato poco realistico XD Per la serata dovrai aspettare al prossimo capitolo; intanto, goditi l’ultima piccola scena ItaIno… Baci!

Lala chan: Tranqui Lala, tutto ok… non sei l’unica ritardataria XD Eh, sembra SasoTen, vero?! Ma pensaci bene… Sasori non era di Mimi?! XD Diciamo che abbiamo creato una scenetta più stuzzicante, tanto per incuriosire il pubblico… O.O davvero nella tua città c’è un locale che si chiama 111?!? O.o wow… chissà se esiste il 110 invece XD Ok, abbiamo capito che Sasuke in top piace un po’ a tutte… per la vostra gioia, lo faremo ubriacare e lo indosserà!!! (ecco… per indossare il top di Ino, significa che lei deve esserselo tolto… e se è così, deve averglielo tolto Sasuke… quindi… beh, lasciamo il tutto alla fantasia del lettore!) A presto Lala! Aishiteru da entrambe!

Uh, aumentate sempre più… Yeah! Anzi, dattebayo (e qui ci sa tutto XD) ^o^
Un grazie in particolare a Ferula_91 per aver aggiunto la nostra fanfiction alle preferenze °O°
Gia lo sapete: venerdì prossimo,capitolo 9°!
Bacini!
Mimi & _Rael_89

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Capitolo 9
*** Capitolo Nono ***


cap 9

LA RIVINCITA DI INO

CAPITOLO 9

 

 

Ino si osservò distrattamente allo specchio.
Cosa avrebbe potuto indossare quella sera? Sicuramente non voleva sembrare troppo entusiasta, quindi aveva subito scartato l’idea di un vestitino, che di solito adorava.
Non voleva far capire ad Itachi che era piuttosto agitata, e che non vedeva l’ora, in fondo, di uscire con lui. In un certo senso, Itachi le stava molto più simpatico di Sasuke. Non era il re della gentilezza, certo, ma era piuttosto carino con lei. Tralasciando il fatto che continuasse a prenderla in giro, ovviamente.
Itachi poteva comportarsi così con lei, solamente perché era una novità, e a differenza delle altre, gli resisteva e riusciva a tenergli testa; anche se Ino non poteva pi fare a meno di arrossire, quando se lo trovava di fronte...senza contare il batticuore. Ma quello non voleva nemmeno pensarlo, altrimenti il fumo le sarebbe uscito dalla testa.
In quel momento la cosa principale da fare era trovare qualcosa di adatto da indossare, poi...bhe, avrebbe pensato quella sera stessa d Itachi Uchiha, e se sarebbe accaduto qualcosa...
“Ehi, Ino?”
La voce di Yoshino la interruppe, portandola alla realtà.
“D-dimmi...”
La bella donna sorrise divertita, vedendo la confusione che regnava ai piedi della ragazza.
“Non hai ancora deciso cosa indossare?” domandò, superando magliette e jeans, per raggiungere la bionda.
La giovane scosse il capo risentita.
“No...ho paura di sembrare o troppo sciatta, o troppo elegante...”
La mora annuì, saccente.
“Sai...non penso che potrai mai sembrare sciatta, tesoro.”
Ino arrossì, ma fu piuttosto piacevole sentirsi chiamare tesoro dopo tanto tempo.
“Perché?”
Yoshino sorrise, guardandola come se la risposta fosse scontata.
“Perché sei bellissima, e non puoi apparire che come tale con qualsiasi cosa tu indossi.”

 

Ino arrossì un poco, sentendo su di se gli sguardi compiaciuti della commessa e di Yoshino.
Era uscita titubante dal camerino, con indosso i vestiti che la signora Yamanaka le aveva consigliato, incitata dalla commessa.
“Oh mio Dio! Ino sei stupenda!!”
La bionda arrossì ancora di più, per poi abbassare lo sguardo.
I vestiti erano ok, ma la cosa che la preoccupava veramente erano le scarpe. Aveva paura di ritrovarsi stesa lungo il pavimento del 110, con Itachi che rideva...perchè aveva pensato ad Itachi?
“Yoshino...sei sicura che con queste scarpe...”
La donna la zittì.
“Certo! Prova a camminare...”
La bionda obbedì. Iniziò ad ondeggiare elegantemente, come facevano spesso le modelle in passerella.
“Visto??” esclamò, soddisfatta, Yoshino, battendo le mani.
Ino le sorrise in risposta, pensando che per lo meno Itachi non avrebbe avuto nessun motivo per prenderla in giro.

 

* *** *

 

“Signorina è sicura che non devo venirla a prendere?” domandò, ancora una volta, la bella Anko. Ormai, anche se erano solo pochi giorni che la conosceva, si era affezionata ad Ino e le voleva bene. Non poteva fare a meno di preoccuparsi per lei...
“Si, Anko-san! Non ti devi preoccupare!!”
Ino scese dall’elegante macchina nera. Era un poco agitata, e maledisse il fatto che con le ragazze si sarebbe dovuta trovare davanti al locale. Non potevano andarci insieme?
Si mise in piedi davanti ad un muro, ad aspettare.
Osservava interessata la gente che le passava davanti, studiandone il comportamento, i vestiti e ascoltando pezzi di discorso. Si era sempre divertita a farlo, fin da piccola.
Ad un tratto si sentì chiamare, e riconoscendo la voce, si girò sollevata.
“Ciao Tenten!” esclamò, correndo ad abbracciare l’amica.
Tenten quella sera era più carina del solito. Con la minigonellina di jeans e la canottierina bianca, non sembrava per nulla una calciatrice. Scarpe permettendo, visto che indossava un paio di Superga.
“Cacchio, Ino! Sei troppo...wow sta sera!!” urlò, senza saper trattenersi, la castana.
Ad Ino scappò una risata divertita.
“Allora siamo in due...”
“P-però è vero, Ino-chan...”
La bionda sorrise, abbracciando la giovane Hyuga, e baciandole una guancia.
“Anche tu sei carinissima...”
Tenten concordò.
“Dovresti vestirti più spesso, così!”
Hinata arrossì. C’era voluto tutto il suo coraggio per indossare quei pantaloni neri lucidi, e quella magliettina rosa leggermente scollata.
“T-tu dici...”
“Lo dico anche io.”
Una voce fin troppo conosciuta fece voltare le tra ragazze.
Deidara, terribilmente bello, era in piedi davanti a loro, e sembrava mangiarsi Hinata con gli occhi. Sicuramente era uno che non si faceva problemi a mostrare di essere interessato ad una persona.
“Già, anche tu cioccolatino sei molto carina...” concordò Sasori, mettendosi la mano sotto il mento, ed osservando compiaciuto Tenten, che arrossì.
“Non c’è bisogno che me lo dica tu...” borbottò, imbarazzata, facendolo ridere.
La bionda del gruppo si voltò verso l’Uchiha. Sussultò, appena incrociò i suoi occhi scuri e abbassò subito lo sguardo.
“Guarda che non ti mangio...” disse divertito.
Ino fece un piccolo sorrisetto.
“Lo so...”
“Anche se vestita così...beh, non ti assicuro nulla...”
Lei spalancò la bocca, sollevando il capo. Il giovane le si era avvicinato, e chinandosi su di lei, si era avvicinato al suo orecchio sinistro.
“Mi ecciti parecchio, miss peso-piuma...” le sussurrò, facendole salire i brividi lungo la schiena.
Soddisfatto, Itachi, si diresse verso i due amici (Deidara aveva già afferrato Hinata per le spalle) e insieme si incamminarono.
Ino rimase indietro con Tenten.
“Che ti ha detto?” chiese fissando l’amica. La guardò leggermente stupita, per poi sorridere e prenderla sottobraccio.
“Su, su...Itachi Uchiha fa quest’effetto a tutte!!” esclamò, consolandola.
Ino annuì, mentre si torturava una ciocca bionda, incapace di parlare per la troppa emozione e per il battito accelerato del suo cuore.

 

“Decisamente fan-ta-sti-co!” scandì bene le parole, la castana.
Sasori la fissò con un sorriso divertito. Quella tipa lo faceva divertire troppo.
“Mh-mh...”
Hinata annuì, ancora strettamente sorvegliata da Deidara, che la teneva vicino a se per la vita sottile di lei.
La bionda sorrise, osservandoli. Si notava benissimo che la corvina voleva mettere più distanza possibile fra lei e il ragazzo.
“Allora, Yamanaka? Ti va di ballare?” la voce calda di Itachi la fece sussultare.
“Con te?” chiese, tentando di mantenere un tono indifferente.
Il moro le sorrise con ovvietà. Lei scosse il capo, portando via Hinata e Tenten dalle grinfie degli amici dell’Uchiha maggiore.
“Più tardi...forse.
Itachi sorrise malizioso.
“Guarda che ci conto...”
Ino gli sorrise, per poi portarsi esattamente al centro della pista, affiancata dalle fedeli amiche.
Iniziarono a ballare, lasciandosi trasportare dalla musica. Si muovevano ritmicamente, abbandonando pian piano ogni traccia di imbarazzo.
Ino aveva gli occhi chiusi, le braccia sollevate verso l’alto. Ballava in maniera provocante, ma senza farlo apposta. Attirava gli sguardi, ma non ci faceva caso.
Tenten, a differenza della bionda, si scatenava con i vari ragazzi che ci provavano, lasciandoli tutti a bocca asciutta, quando si avvicinavano per un approccio più intimo.
Hinata, invece, ballava elegantemente. Senza troppe moine, ma decisamente in grado di attirare una buona dose di attenzione.
Tre ragazze del loro calibro, non passavano MAI inosservate.

 

Sasuke Uchiha afferrò un bicchiere di Vodka, per poi portarlo distrattamente alle labbra.
Osservava scocciato, le tre ragazze davanti a lui, in piedi sul cubo.
Sakura con la sua micro-gonna di dimenava come una ballerina di lap-dance, sicuramente consapevole. Il moro doveva ammetterlo, quella rosetta aveva un potenziale che faceva sudare perfino lui. Se solo non avesse avuto quel caratteraccio terribile...
“Cosa guardi, maniaco?”
Naruto aveva dato una gomitata all’amico, risvegliandolo dai pensieri poco ortodossi in cui si era avventurato.
“Hai bevuto troppo, Uchiha...” sbottò, severo, l’amico dai capelli rossi.
“Solo un paio di bicchieri...” si discolpò, Sasuke.
“Se con un paio di bicchieri ne intendi 5...beh...”
Naruto fece il verso all’amico. Anche lui era brillo.
“Su, Gaara! Goditi la giovinezza!!”
Il ragazzo in questione, lo guardò inorridito.
“Mi sembri Rock Lee quando parli così, amico...”
Il biondo rise, trovando la frase esageratamente divertente.
Poi, preso da un raptus, raggiunse le tre ragazze della compagnia, unendosi alle danze.
Karin iniziò a strusciarsi contro l’amico, evidentemente non molto sobria.
“Oddio...”
Gaara si mise una mano fra i capelli, mentre Sasuke rideva in preda all’iralità.
“Guarda che non c’è nulla da ridere, cretino...”
Questo non fece che aumentare le risate del moro...
L’amico sbuffò spazientito, portandosi alle labbra un bicchiere di qualcosa a lui sconosciuto.
Fissò scocciato la sala da ballo, gettando qualche occhiata di vago interesse alle varie ragazze, per poi soffermarsi su un gruppo in particolare.
“Sa-Sasuke?”
Il moro si girò verso la direzione indicatagli dell’amico, per poi sgranare gli occhi stupito.

 

“Allora, Ino, ora balliamo?”
La bionda rise divertita alle provocazioni del moro. L’aveva raggiunta afferrandola per la vita, e lei si era aggrappata al suo collo, stupendolo.
Poi aveva sentito il profumo dell’alcool. Quella cretina aveva accettato gli alcolici che i bar-man portavano qua e la per la pista.
“Ah, ah, ah...perchè vuoi ballare con me, Uchiha?” chiese, trovando la cosa, molto divertente.
Il moro le sorrise, abbracciandole la vita. Visti da li potevano sembrare una bella coppietta felice.
“Perché sei bella, miss peso-piuma...”
La bionda rise, buttando la testa all’indietro e facendo cadere lo sguardo di Itachi nella scollatura del top.
“Ino...se fai così non mi aiuti.” Proclamò.
La ragazza si fermò di botto, allontanandosi da lui, maliziosa.
“Ciao, ciao Itachi!”
Ed fra scomparsa fra la folla, lasciandolo con la bocca aperta per lo stupore.
Tenten aveva osservato tutta la scena, con la bocca spalancata. Sicuramente si era aspettata qualcosa di più, conoscendo Itachi.
“Mh...la tua amica aveva la situazione sotto controllo...” disse una voce calma, accanto a lei.
La ragazza si voltò.
“Ciao, Neji!”
Era piuttosto stupita, non si aspettava di trovarlo li.
“Come va, Ten-chan?”
La castana si ritrovò ad arrossire, per poi sorridere all’amico.
“Benissimo, e tu? Peccato che quest’anno non siamo più in classe insieme!!” disse, realmente dispiaciuta.
Lui le sorrise dolcemente, accarezzandole una guancia.
“Anche a me dispiace molto...”
Tenten arrossì nuovamente.
Neji Hyuga. Cugino di Hinata, campione di basket e...suo amore dal primo anno delle elementari.
Trovarselo davanti in quel momento, estremamente bello, la emozionò. Si aspettava di trovare tutti in quel locale, ma non lui. Non le sembrava il tipo...
“Come mai qui?” chiese, allora, incuriosita.
“Lee e Kiba mi ci hanno trascinato...” spiegò, alzando gli occhi al cielo.
La ragazza rise.
“Dovevo aspettarmelo...”
Neji le sorrise dolcemente. Alzò una mano verso il viso di lei, e le scostò una ciocca di capelli.
“Ora vado a cercarli...” sussurrò, scoccandole un lieve bacio sulla guancia.
Tenten osservò la sua figura allontanarsi, decisamente euforica.

 

Ino, senza guardare dove metteva i piedi, andò a sbattere addosso ad un ragazzo.
Sollevò lo sguardo, per poi sbattere gli occhi scocciata.
“Uchiha, ma che palle! Non ho voglia di ballare!” esclamò, roteando gli occhi.
“Mica voglio ballare con te...” esclamò, lui, con voce stupita.
Ino riuscì a percepire una leggera nota di voce differente, tuttavia non riusciva a distinguere con chiarezza la figura del ragazzo davanti a lei.
“E allora che vuoi?”
“Nulla, maleducata! Volevo solo salutarti!”
“Ma se ci siamo visti tre secondi fa!!”
Vide il sopracciglio del giovane aggrottarsi.
“Sei ubriaca?”
“Non sono l’unica...”
Sentì la sua risata.
Poi, qualcuno, un ragazzo vista la potenza della spinta, le fece perdere l’equilibrio. Cadde fra le braccia del moro, fortunatamente con i riflessi pronti.
Erano a un millimetro di distanza...e lui non resistette, e si appropriò di quelle labbra umide, che ricambiarono all’istante.

 

 
Ed ecco che sono finalmente arrivati i capitoli sulla serata al 110…
… e quale Uchiha avrà baciato Ino?!? *w*
E chiediamoci anche... come reagirà il fratello?!
E cosa faranno Sakura, Naruto, Hinata e tutti gli altri?!?
Non dimentichiamoci poi di Sasori e Deidara…
Basta torturarvi con queste domande XD
Un grazie di cuore a:Kaho_chan,Lallamagna,Ferula_91, Bambi88, Ino_chan96, Lala chan, Semmy92, Saiyo83 e Neji’s fan94 per averci lasciato una rece… ci scusiamo se non possiamo rispondere stavolta, ma siamo incasinatissime ^^°
Ovvio che un altro ringraziamento va a chi legge anche senza commentare ed a Angel_Sayuri per “averci preferito” =3
Data di pubblicazione del capitolo 10:venerdì prossimo!
Bacini!
Mimi18 & _Rael_89

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Capitolo 10
*** Capitolo Decimo ***


cap 10

LA RIVINCITA DI INO

CAPITOLO 10

 

 

Tutto accadde per caso. O, forse, tutto era voluto. Forse era destino. Forse, fu colpa dell’alcool… o, probabilmente, fu colpa degli strani pensieri che, ultimamente, si faceva su di lei. Non cercare scuse, Sasuke Uchiha: l’hai baciata e basta. Lei. Ino Yamanaka: la rompiscatole. L’hai baciata. No, non sei ubriaco… un po’ brillo sì, ma non ubriaco. Quindi, non hai perso il controllo. Ma ti fa comodo pensarla così, giusto?
“Ino… io… senti, dimentica tutto!” sbuffò infine, sperando di salvarsi dalla sua furia.
Invece, la sua reazione…
“… ahahahaha!!!” iniziò a ridere come una matta, tenendosi la pancia con una mano. “Quanto sei scemo, Uchiha!”
Ok, Sasuke aveva afferrato: era ubriaca. E, forse, quando sarebbe tornata in sé non avrebbe ricordato quell’ incidente…
“Complimenti, Sasuke-chan.”

 

Hinata, in qualche modo, riuscì a divincolarsi da Deidara: il ragazzo continuava ad insistere di volerle offrire qualcosa da bere, quindi di voler stare un po’ da soli… alla ragazza, non piaceva quella proposta: o, per meglio dire, non le piaceva Deidara. Ok, simpatico, carino… ma non era proprio il suo tipo. Troppo… appiccicoso. E sembrava avere fretta di volere una cosa… la piccola rabbrividì al solo pensiero. Si diresse verso il bagno con la scusa di incipriarsi il naso(tipica, ma funziona sempre!), sperando che le venisse qualche idea per toglierselo di torno…
“Ma guarda un po’ chi c’è!” esclamò una voce maschile alle sue spalle.
Hinata si girò di scatto, spaventata: quale delle sue conoscenze poteva frequentare quel locale? “… ma sei tu!” tirò un sospiro di sollievo, riconoscendo l’amico e compagno di classe fin dalle medie,  Kiba Inuzuka.
“Ma… che diavolo ci fai in un posto del genere?!” si chiese, scioccato nel vederla lì. “E… wow, sei uno schianto vestita così!”
La Hyuga arrossì vistosamente, coprendosi con una mano la bocca che non riusciva a tenere chiusa dalla troppa emozione. “Kiba-kun… io… io…”
“Oh, Hina, scusa! Lo so, non dovrei farti i complimenti, sei timida… ti prego, non reagire così!!” esclamò lui dispiaciuto, grattandosi dietro la testa senza sapere come fare per farla calmare.
“… non fa niente, dai. Grazie per il complimento.” in qualche modo, spiccicò quelle parole.
“Senti, facciamo marcia indietro, ok?” propose lui, cercando di rompere quell’ atmosfera di disagio. “Allora… ehi Hina, che ci fai in un posto del genere?”
La ragazza prese un bel respiro, riuscendo a calmarsi. “Sono qui con alcuni amici… ed amiche.” precisò.
“Ah, capisco… quindi ci sono dei maggiorenni nel tuo gruppo di amici!” domanda scontata. “Noi, invece, siamo riusciti ad entrare perché il cugino di Lee lavora come cameriere qui…”
“N-noi?!”
“Massì: io, Lee e Neji!” indicò il tavolo dove, seduti a sorseggiare Bacardi e Vodka, chiacchieravano tranquillamente lo Hyuga ed il suo amico. Nel sapere che il cugino era nello stesso posto, qualcosa fece trasalire la povera Hinata: si disegnò sul bel volto un ombra di inquietudine e paura, ed istintivamente si nascose dietro del ragazzo.
“Kiba-kun, ti prego… non dirgli che sono qui!”
“Ma… Hinata…”
“Te ne prego!”
Lo fissava con gli occhi candidi un po’ lucidi, essendo sul punto di scoppiare  a piangere: era spaventatissima, lo implorava con lo sguardo. Ed il cuore dell’Inuzuka fu smosso da tale candore e purezza… comprese la sua paura: ed era così carina, sembrava un coniglietto smarrito. Le sorrise dolcemente, accarezzandole una guancia. “No problem: terrò la bocca cucita!”
“Ti ringrazio infinitamente!” si inchinò educatamente, riconoscente. “Scusa, ma ora vorrei darmi una rinfrescatina in bagno…”
“Certamente” le sorrise. “Allora, ci vediamo.”
“Si. A presto, Kiba-kun.” dette queste parole, si affrettò a raggiungere la porta del bagno, poco distante da lì, per intrufolarsi: la chiuse delicatamente alle sue spalle, appoggiandovisi sopra. Era ancora spaventata. Prendeva grandi boccate d’aria. Ed il cuore, le batteva all’impazzata.

 

Anche Tenten approfittò di un momento di distrazione di Sasori per sgattaiolare via. Ma, a differenza di Hinata, si sentiva molto attratta dal rosso: era così carino! E poi, molto simpatico… ed era incredibile che un ragazzo del genere si fosse interessato a lei, il maschiaccio della scuola! Ma c’erano due punti out che le avevano fatto sentire il bisogno di allontanarsi da lui: primo, il fatto che lo stare in sua compagnia la faceva sentire in enorme disagio, come se dovesse sempre controllarsi per non sembrare una cretina; secondo, il più importante: Neji Hyuga. Ed infatti, andò proprio in sua ricerca…
“…accidentaccio!” esclamò, dopo esser sbucata fuori dalla folla che ballava anche ai lati della pista. “E’ proprio vero:  il 110 è sempre affollatissimo!”
Si maledì per aver scelto di indossare una minigonna: sarebbe stato meglio mettersi dei comodi jeans, come al solito! Ma voleva fare bella figura davanti ad Uchiha ed il suo gruppetto… senza contare che, inoltre, la musica a tutto volume e quelle luci psichedeliche non l’aiutavano affatto, anzi: aveva un gran mal di testa! Pensando che sarebbe stato meglio sedersi due secondi per recuperare energie, si diresse a capo chino verso uno dei divanetti… poco dopo, sentì che la sua spalla aveva urtato qualcosa.
“Ehi! Cerca di fare attenzione!” la rimproverò una voce femminile, familiare.
Alzò gli occhi, focalizzando la figura. “… Temari!”
“… Tenten? Che ci fai qui?”
“Ehm… io, Ino ed Hinata siamo uscite assieme ad Akasuna, Tsuchi ed Uchiha…”
La bionda sgranò gli occhi, non trattenendosi.
“COOOSA?! SIETE USCITE CON QUEI TRE?!”gridò a squarcia gola, quasi superando il volume della musica.
“Ehm… Tem, se gridi così forte tutto il locale saprà del nostro appuntamento!”
“Ma voi dovete essere impazzite… lo sapete si o no della fama che si sono fatti quei bulletti?!”
“Beh, sono i ragazzi più carini della scuola…”
“… e dalle primine vogliono una cosa sola.” sbuffò. “Che bastardi!”
Questa scoperta la fece inorridire.  Sentì un brivido passarle lungo la schiena, e divenne rossa d’un colpo. E prese la saggia decisione: Tenten Higurashi doveva tenersi lontana da Sasori Akasuna! Non aveva alcuna intenzione di… di… nemmeno riusciva a pensarla una cosa del genere!
“Comunque, ora bisogna trovare Ino ed Hinata!” esclamò, spaventata. “Non voglio pensare che potrebbe accadere se si trovassero da sole con Deidara ed Itachi!”
“Non credo che per Ino ci siano problemi, sa cavarsela… ma bisogna sbrigarsi a rintracciare Hinata!” concordò Temari. “L’ultima volta che le hai viste… dove erano dirette?”
“Uhm…” ci riflettè su. “Beh, Hinata ed io stavamo ballando ancora… non so dove si è allontanata… invece, Ino… è andata di là.” indicò un punto dall’altra parte della sala, quello in cui c’erano le scale per accedere al terrazzo del locale.
Temari si portò una mano davanti alla bocca. “Oh! Ma è in quel punto che si è allontanato l’Uchiha…”
Itachi?”
“No! Sasuke!”
“Scherzi?!”
“Affatto: io, Sakura e Karin siamo venute qui con lui, Naruto, Gaara e gli amici del fratello maggiore di Naru che ci hanno fatto da garanti perché maggiorenni.”
“Aspetta un istante… Sasuke Uchiha ed Itachi Uchiha nello stesso locale?! E con Ino?! E ci sono anche Sakura Haruno e Karin Hebi?!?” Tenten si mise le mani tra i capelli. “Cavolo… siamo passati dalla padella alla brace!”

 

“Complimenti, Sasuke-chan.”
Odiava quella voce derisoria. Odiava quel tono da superiore. Odiava la sua presenza alle spalle, sempre così arrogante e presuntuoso… ed odiava essere chiamato Sasuke-chan. Ok, anche il baka a volte lo chiamava così: ma per scherzare. Invece, quello stronzo, lo faceva apposta per innervosirlo.
“… che diavolo vuoi, Itachi?”
“Che fai, ora ti metti a rubare le ragazze altrui? Un comportamento del genere non è idoneo per il cocco della mamma e dei prof!”
L’altro sbuffò. Non ne poteva più di trovarselo sempre intorno.
“Se hai problemi perché nessuno ti si fila, e devi quindi attirare l’attenzione facendo cretinate… beh, non è affar mio.”
“Lascia stare questo. Sono cazzate.” liquidò velocemente il discorso. “Non sapevo che conoscessi Ino…”
“Non è affar tuo.”
Ma l’hai baciata.”
Nonostante il sangue freddo, gli bruciava enormemente che fosse stato proprio lui, il fratellino perfetto e carino, ben voluto da tutti, il primo ad appropriarsi di quelle labbra che lui contava di baciare almeno una volta in quella serata.
“… cazzi miei.”
“No! Sono anche cazzi miei!” impercettibile tono di voce più alto ed arrabbiato, ma sguardo chiaramente minaccioso. “Ino sta con me: vedi di starle lontano.”
“Non vedo perché dovrei.” rispose sprezzante il minore.
Veloce gesto di braccio: lo prese per il colletto della camicia, spingendolo poi via da sé; gli fece dare una leggera botta con la schiena al muro.
“Non giocare con il fuoco, Sasuke-chan. Potresti scottarti…”
“Cos’è, una minaccia?!” ringhiò, per nulla spaventato dal suo gesto; anzi, lo motivava ancora di più.
“Diverrà tale se continui ad alzare la cresta.”
Durante tutto quel dibattito, la biondina era rimasta in disparte, poggiandosi al muro: ora la testa le girava tutto a destra. Si era un po’ calmata, non era più euforica come prima, ma nemmeno lucida…
“Ora tocca a te.” Itachi si rivolse a lei. “Devi darmi ciò che mi spetta…”
Ino alzò gli occhi verso di lui, ancora intontita e confusa. “Uchiha, tu devi essere impazzito!” esclamò qualche secondo dopo, iniziando a ridere.
Il ragazzo, serio e composto come al solito, le si avvicinò calmo e sicuro: la fece staccare da quel muro, prendendola tra le sue braccia. Doveva ammetterlo: era troppo sensuale in quel momento, con gli occhi socchiusi, le labbra dischiuse, le gote arrossate, quel corpicino così snello e prosperoso fasciato dal morbido vestito e completamente appoggiato al suo… insomma, irresistibile. Penso che, forse, avrebbe dovuta farla ubriacare più spesso…
Girò gli occhi verso il fratello, che ancora si teneva con la schiena sul muro: dalla sua espressione, sembrava che volesse prenderlo a pugni da un momento all’altro, ma che si stesse controllando a fatica. E ne sapeva il motivo: a Sasuke non piaceva far danni; dunque, voleva evitare di fare a botte con Itachi, in quell’occasione… ci sarebbe riuscito?!
“Ora mi riprendo la rivincita.” gli comunicò con un sorrisetto.
Poi guardò Ino. E rapace, sicuro, veloce, rapì un morbido bacio da quelle labbra così pure.

 

“Ma dove è andato a finire Sasuke-kun?!”
Sakura, disperata, girò velocemente il capo a destra ed a sinistra, con continuo spostamento degli occhi verdi: il suo adorato era sparito.
“Dai, Sakura-chan, continuiamo a ballare!” esclamò Naruto, afferrandola per la vita.
L’attirò a sé, posandole la bocca sulla spalla nuda: un gesto che le fece venire i brividi.
“Adoro il tuo profumo, Sakura…” bisbigliò all’orecchio di lei, sensuale. “… potrei vivere respirandolo al posto dell’aria.”
La ragazza  si allontanò, squadrandolo severa.
“Hai bevuto?”
“No!”
Ma il suo odore diceva il contrario.
“Sei ubriaco.” concluse.
“Maddai!” iniziò a ridere come un matto.
Sakura lo guardò ancora severamente. “Mi dispiace, baka, ma non sei proprio il mio tipo.”
Lo lasciò a ballare con Karin, dirigendosi verso il divanetto dove sedeva Gaara.
“Disgustoso.” commentò, sedendogli accanto.
“A quanto pare, sia Karin che Naru sono un po’ brilli…”
“Puoi dirlo forte.” scosse la testa. “Io odio l’odore dell’alcool, così come quello del fumo! Non riuscirei mai a stare con un ragazzo che beve ed è un fumatore!”
“Ma senti un po’… che donna dai sani principi…” ridacchiò il rosso. “Guarda che anche il caro Sasuke-kun si è scolato un po’ di questa robetta…” indicò la bottiglia di Vodka ormai vuota.
“Ehm…”
“Ho capito: a Sasuke si scusa tutto.”
“… no! Cioè…” si guardò attorno smarrita, come cercando una risposta. “… ok, probabilmente lo giustifico troppo a Sasuke-kun. Ed, in effetti, secondo me sbaglia a bere alcolici. Ma non posso farci niente: mi piace un sacco!”
Gaara fu piacevolmente colpito da quella risposta; forse, non era poi così oca come sembrava. In fondo, aveva riconosciuto le colpe dell’Uchiha, senza contare che si rendeva conto che il suo atteggiamento di volevo sempre difendere era sbagliato… iniziò a pensare che, se non avesse quell’ossessione per Sasuke, magari sarebbe stata una ragazza a posto. Anche molto carina.
“… comunque, sai dove è andato a finire?!”
Ed eccola che ricomincia: il lupo perde il pelo ma non il vizio, del resto!
“E’ andato da quella parte, ma non so il perché…” sbuffò il rosso, indicando un punto della sala.
“Ok! Grazie mille Gaara!!” esclamò Sakura, balzando in piedi e raccattando Karin dalla pista da ballo, per portarsela dietro. Anche il Sabaku fece altrettanto, portandosi dietro Naruto: non sapeva bene il motivo, ma il suo istinto gli diceva di correre dall’amico…

Fu veloce, forte, deciso. Gli tirò un pugno, dritto su una guancia, non appena staccò le sue labbra da quelle di Ino. Talmente forte da scaraventarlo a terra, e lo sorprese: chi se lo sarebbe mai aspettato da Sasuke-chan?! Anche lui, a dire il vero, era attonito; non avrebbe mai immaginato che lo avrebbe colpito con una violenza tale. E poi, perché glielo aveva dato? Per l’ennesima umiliazione del fratello? Per le accuse lanciategli prima? O… per Ino?!
Si girò a guardarla: sembrava che non si fosse resa conto dell’accaduto. Se ne stava seduta a terra, con la schiena appoggiata al muro e la testa un po’ reclinata: il sonno ristoratore si stava impadronendo di lei.
“Ma guarda un po’… abbiamo deciso di tirare fuori le palle, eh?!” esclamò furioso Itachi, pulendosi la bocca: non gli piaceva il metallico sapore del sangue. “Questa me la paghi, moccioso!!”
Si avventò sul fratello, buttandolo a terra; ed ecco che iniziarono a riempirsi di pugni a vicenda, rotolandosi sul pavimento. Il maggiore doveva ammetterlo: di progressi ne aveva fatti. L’ultima volta che si erano scontrati… tre o quattro anni prima. Ci era voluto poco per metterlo K.O. Ora era diverso: una minima distrazione, e…
“… fermi!!” piagnucolò una voce femminile.
I due si voltarono, restando con Itachi sopra Sasuke, il pugno levato in aria per colpirlo: il grido fu lanciato da Sakura. Dietro di lei erano apparsi, da una direzione, Karin, Naruto e Gaara; da un’altra, Temari, Tenten, Sasori e Deidara. I due si staccarono subito, non ci fu bisogno di dividerli.
“… Ino!” esclamò la castana, accorrendo da lei per vedere se stesse bene.
“Che cazzo le avete fatto?!” Temari li guardò furiosa più che mai.
“Niente, assolutamente niente!” rispose Itachi.
“Era già ubriaca.” sbuffò Sasuke.
Karin si reggeva tra le braccia di un Naruto brillo quanto lei, ancora sconvolta.
“Sasuke-kun… Itachi-san… hanno fatto a botte per quella…” bisbigliò. L’alcool la rendeva debole, altrimenti avrebbe iniziato a sbraitare.
Sakura fece per andare da Sasuke, ma il braccio di Gaara la fermò. “Lascialo stare.” fu invece lui ad andare ad aiutarlo.
“Ma guarda un po’… cuginetto, la zia sa che sei qui?” ridacchiò Sasori, guardando il Sabaku.
“Va a quel paese!” lo insultò, sempre mantenendo la calma.
“Mph! Ma dimmi tu se questi mocciosi si possono mettere a fare i gradassi con noi adulti…” ridacchiò il biondo amico di Itachi.
“Deidara, chiudi il becco.” lo ammonì quest’ultimo.
Naruto, dal canto suo, era troppo brillo e sconvolto per dire o fare qualcosa: si limitò ad aiutare Gaara con Sasuke; Karin, invece, si attaccò al braccio di una Sakura ancora più incredula.
“Come sta?” chiese Temari, avvicinandosi ad Ino e Tenten.
“Bene. Ha solo un po’ di sonno.” le sorrise rassicurante.
“Ci pensi tu a riaccompagnarla a casa?” aspettò che lei annuisse, per sospirare di sollievo.
“Ah!” esclamò una vocetta alle loro spalle. “Che cosa è successo?!”
Tutti si voltarono: Hinata Hyuga comparve dietro di loro, con gli occhi un po’ gonfi: probabilmente, aveva pianto.
“Hina, ma dove ti eri cacciata?!” chiese un Deidara preoccupatissimo.
Lei lo ignorò. “Ino-chan…” si avvicinò all’amica, con il cuore in gola.
“Tranquilla. Sta bene.” fu Naruto a parlare. Non sapeva perché, ma si sentiva che doveva rassicurarla. La Hyuga alzò gli occhi verso il biondo, riabbassandoli all’istante: non reggeva il suo sguardo.
“Ti accompagno io a casa, tranquilla.” Temari le mise una mano sulla spalla.
“Ehi!” si intromise Deidara. “Lei era uscita con me!”
“Dovresti pensare più al tuo amico Itachi in questo momento!” gli ricordò.
Stava per replicare, quando Sasori lo fermò, scuotendo il capo: la Sabaku aveva ragione.
“Come volete!” sbuffò.
La bionda si girò verso l’Haruno. “Saku, ci pensi tu a Karin giusto?”
Lei sussultò, non aspettandosi di essere chiamata in causa. “…ok! Nessun problema!”
Sasuke non smise di fissare il fratello.
“Itachi… che questo resti tra noi.”
Il ragazzo recepì il messaggio: né Ino né altri ne dovevano sapere nulla. “Certo.” annuì, poi squadrandosi tutti. “E che questo valga anche per tutti voi.”
Nessuno obiettò.

 

Ino Yamanaka dormiva placidamente, nella limousine degli Higurashi. Tenten, accanto a lei, la guardava un po’ divertita. Aveva parlato al telefono con Anko, la quale avrebbe pensato a mantenere il segreto della sua ubriacatura con i suoi genitori. Dopotutto, non era colpa sua: si era ritrovata per la prima volta in un locale così da sballo per ricconi, ed era prevedibile che perdesse il controllo… buffo però che se l’era saputa cavare anche in quel caso, addormentandosi proprio mentre facevano a botte! Almeno, non ne fu coinvolta eccessivamente. Sospirò. Però… doveva ammettere che, nonostante tutto, si era divertita! Non aveva mai passato una serata così… tutto merito suo: con il suo carisma aveva contagiato tutti, ed involontariamente aveva creato quello scompiglio generale. Il suo problema era che era una calamita vivente, dunque punto focale di tutti. E poi, era chiaro il guaio in cui si era cacciata senza volerlo: non solo Itachi, ma anche Sasuke Uchiha era irresistibilmente attratto da lei… un bel casino davvero! Non dimentichiamoci di Karin e Sakura, poi! Sicuramente, a scuola l’avrebbero presa di petto…
“Spero solo che tu, quando ti risveglierai domani mattina, non ti ricordi di nulla di tutto ciò…” bisbigliò al corpo dominato dal placido sonno, accarezzandole i morbidi capelli biondi.

 

Molti di voi lettori l’avevano capito che era Sasuke il fortunato… e che ci sarebbe poi stata una scazzottata tra Uchiha XDDD
Beh, confessiamo che era prevedibile… ma non tutto il resto!
Diciamo che ci sono un po’ tutti i pairing in questo capitolo: NaruSaku, GaaSaku (uscito fuori mentre scrivevamo, ma ci gusta…), NaruHina, KibaHina, DeiHina (ma non crediamo proprio di sceglierlo come pairing finale XD), un pizzico di NejiTen, e naturalmente SasuInoIta… ma vi abbiamo solo confuso di più le idee così XD
Vedrete più avanti, vedrete…
Un ringraziamento di cuore a:

Ferula_91: Aggiorniamo tutti i venerdì! E grazie per il sostegno ^^

Saiyo83: Siamo felici che ti sia piaciuto lo scorso cap! Facci sapere che ne pensi di questo =D

Angel_Sayuri: Beccata! XD Beh, una settimana è un tempo sufficiente per far crescere la curiosità dei lettori… non sei d’accordo? XP

Silvy49: Grazie mille ^.^

Devil_Uchiha: Ehhh, ma quanti complimenti °///° grazie mille davvero! Speriamo che la nostra ficcy continui a piacerti!

Bambi88: Gente del calibro di Ino, Tenten ed Hinata effettivamente… Rael aggiunge alla lista Temari e dice che sono loro le classiche tipe che non passano inosservate XD Ah, a proposito: tra qualche cappy ritorno di ShikaTema… Baci!

Maoa: Ci dispiace deludere le tue aspettative, ma questa fanfiction è una NejiTen… non prevediamo altre scene SasoTen ^^° anche perché Sasori (che figo *ç*) ci servirà di nuovo in futuro… grazie per i complimenti!

Ino_chan96: Aspetta a dirlo, kohai… in futuro vi aspetta di meglio XD Din don, risposta esatta: proprio Sasuke Uchiha! *.* Vabbè, un po’ era scontato… XD Grazie per il sostegno, ti adoriamo tanto piccola °o°

Neji’s fan94: Le tue recensioni ci fanno sempre commuovere, e ci danno un enorme piacere… T.T siamo noi ad adorare te, Francy! Diciamo che ci hai fatto un po’ aumentare il già grande amore per le NejiTen… XD in futuro vedrai altre scenette sulla coppietta tutte dedicate a te ^^

Lallamagna: Wow… praticamente, senza saperlo, hai previsto per filo e per segno tutta la trama del cap 10 XD Yes, yes… Sasuke ha baciato Ino, Itachi li ha visti e… beh, lo hai potuto leggere in questo capitolo XD Grazie mille per i complimenti *.* sempre utili, anche per dirci cosa non vi sia piaciuto! Baci ^.-

Kaho_chan: Insomma, anche tu hai già intuito tutto del capitolo 10 XD Ecco la mini-scazzottata tra Uchiha, che probabilmente richedierà una seconda parte più avanti… ed Itachi a bocca asciutta non ci sarebbe mai rimasto XD Beh, diciamo che per ora stanno pari… la partita è ancora aperta! Non dimenticare che ci fidiamo del tuo parere: se qualcosa non va bene nel capitolo, comunicacela subito U.U e non dimenticare: Scippo is love and life *.*

Lala chan: Nostra amatissima Lala *o* ma dove eri finita?! E’ da un po’ che non ti vediamo… e ci manchi T.T Ma passiamo al capitolo XD anche tu hai indovinato, è stato proprio Sasu a baciare Ino! E pure tutto il resto… O.O sei un genio! Sul fatto di Sakura… dai, nello Shippuden è carina XD Ma da notare che Sasuke è un po’ brillo… quindi non è che connetta molto bene… e poi era vestita in modo provocante… insomma tranquilla, delirava X°DD Insomma: tanto ama Ino, no? Quindi, no pro ù.ù Scherzi a parte torna a farti viva che ci manchi tantissimo T.T e tranquilla: lo sappiamo quanto tu ci voglia bene *.* è reciproco! Aishiteru da entrambe!

Concludiamo come al solito: grazie a tutte quelle persone che seguono questa fanfiction anche senza commentare (vero, Angel_Sayuri?! XD)…
E grazie a chi ci ha messo tra i preferiti: Anna94_17, LalyBlackangel, SakuraHaruno e Tsuki no Hana *w*
Come al solito, prossimo puntuale aggiornamento a venerdì!
Baciozzi!
Mimi18 & _Rael_89

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Capitolo 11
*** Capitolo Undicesimo ***


cap 11

LA RIVINCITA DI INO

CAPITOLO 11

 

 

Ino Yamanaka si svegliò con un mal di testa terribile. Si massaggiò le tempie, stancamente. Osservando la sua stanza si sorprese non poco della confusione, visto che da quando abitava li, era sempre tutto perfettamente in ordine.
I vestiti della sera prima erano stati buttati malamente a terra, e le scarpe giacevano ai piedi di una sedia, su cui era appoggiata la sua borsetta.
Ringraziò mentalmente il fatto che fosse domenica, mentre si dirigeva nel bagno.
Si osservò distrattamente allo specchio, per poi storcere disgustata la bocca. Aveva un aspetto orribile, a causa del fatto che non si era struccata; la matita era sbavata intorno agli occhi, e l’ombretto quasi del tutto scomparso. fortunatamente non aveva messo il mascara...
“Maledizione...” borbottò sottovoce, afferrando una salviettina struccante.
Iniziò a pulirsi lentamente il volto. Due occhiaie si potevano vedere benissimo sotto gli occhi azzurro chiaro.
Sbuffò, buttando la salviettina sporca nella pattumiera piccola posta sotto il lavabo. Appoggiò i gomiti su di esso e si afferrò il volto fra le mani. Era stanca, non si sentiva per nulla bene e, cosa peggiore di tutte, non si ricordava NULLA della sera precedente. Erano tutti i sintomi relativi ad una grandissima sbornia e...al fatto che fosse stata una vera e propria cretina.
Un bussare insistente alla porta la distolse dalla sua autocommiserazione; corse verso di essa, incurante del fatto di essere in camicia da notte, e aprì.
Lo sguardo di Shikamaru la percorse lungo tutto il corpo, per poi fischiare apprezzante.
“Però...che sexy la mia sorellina...” esclamò entrando nella stanza.
La bionda afferrò una vestaglia violetto e la indossò, imbarazzata.
“Che hai Shika?” domandò, fissandolo.
Lui le sorrise, per poi sdraiarsi sul letto, non facendo caso alle occhiatacce della ragazza.
“Sono venuto per un reso conto completo della tua serata...”
“Mi dispiace, ma non posso soddisfarti. Non è successo nulla.” mentì la ragazza. Non voleva dire di essersi ubriacata e che ora non si ricordava nulla.
“Davvero?” chiese, indagatore, il ragazzo con la coda.
Ino annuì, temendo che lui potesse sapere qualcosa.
“Tu, invece?”
“Io? Io sono uscito con Chouji...siamo andati al cinema...”
La bionda si sdraiò accanto al nuovo fratello, per poi appoggiarsi con il volto sul suo petto. Shikamaru le accarezzò dolcemente i capelli.
“Che è successo, Ino?”
“Non mi ricordo. Mi sono ubriacata come una cretina, e ora non so nulla...” spiegò, cedendo. Non sapeva perché, ma si sentiva a suo agio con quel maledetto strafottente.
“Oh...”
Lei sollevò il viso verso il ragazzo, per poi accoccolarsi ancora di più.
“Ti ho deluso, Shika-kun?”
Lui sorrise, per poi darle una bottarella sulla testa.
“L’importante è che non lo farai più...” disse.
Ino sorrise e gettò le braccia attorno al collo del moro, che arrossì all’istante.
Dopo essersi staccata, la ragazza lo osservò con un sorriso. Le era tornato il buonumore.
“Com’era il film?”
Shikamaru si carezzò il collo, evidentemente in imbarazzo.
“Mi sono addormentato dopo i primi dieci minuti, per poi risvegliarmi ai titoli di coda...”
La risata cristallina di Ino giunse fino alla Sala da Pranzo, dove Inoishi e Yoshino stavano facendo colazione.

 

* *** *

 

Lunedì mattina. Giorno tragico per gli studenti. Significava che una nuova settimana piena di compiti e verifiche li aspettava.
Ino non si distingueva dalla massa, infatti continuava a lamentarsi con il povero Shikamaru, che faceva finta di nulla continuando a contemplare il paesaggio al di fuori del finestrino.
“Siamo arrivati.” Proclamò Asuma, aprendo la portiera di Ino.
Lei scese con un saltello e batté le mani sulla gonna per toglierle le pieghe. Si voltò facendo volare il gonnellino, verso il moro.
“Shika-kun! Non si fuma di mattina!”
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo. Si era appena acceso una sigaretta, non aveva che dato la prima boccata, quando Ino gliela tolse fuori.
“Ino! Dammela!”
La ragazza lo guardò furbetta, per poi andare all’indietro.
“Ehi, ehi, ehi! Attenzione, piccola!”
Nel sentire quella voce, la bionda, si girò di scatto dopo aver lanciato la sigaretta in bocca al fratello, che sbuffò.
“Itachi! Buongiorno!” esclamò, imbarazzata.
Non sapeva perché, ma ormai aveva compreso che quel ragazzo le interessava. Parecchio...
“Come stai?” le domandò gentilmente, mentre varcavano il cancello.
Lei scrollò le spalle.
“Così...tu?”
“Benissimo. Sabato ti sei divertita?”
Il moro pensò che fare finta che non fosse successo nulla era molto difficile. Non solo perché aveva una voglia matta di dirle quello che era successo, ma anche perché voleva baciarla ancora. E ancora, e ancora...
“Si, da quanto mi ricordo...”
L’Uchiha maggiore rise.
“Che ti ridi? Scommetto che mi hai fatto qualcosa!” esclamò, Ino, scherzando e facendolo ammutolire.
Il giovane simulò un attacco di tosse, che le fece inarcare le sopracciglia.
“Non mi hai fatto niente, vero Itachi?”
Lo sguardo indagatore di Ino lo fece arrossire. Non era MAI arrossito con nessuna ragazza. Lui era Itachi Uchiha!
“Mi dispiace dirtelo, ma sì. Abbiamo fatto sesso follemente in bagno e tu mi hai urlato ti amo...” disse, serio.
La bionda arrossì.
“C-cosa...abbiamo fatto?” domandò, portandosi le mani alla bocca.
Itachi mantenne ancora la sua espressione seria, per poi scoppiare a ridere.
“Scema! Ci sei cascata davvero?” rideva senza ritegno, tenendosi la pancia, e con gli occhi lucidi.
La bionda, indignata, gli diede una cartellata e lo superò.
Il moro si massaggiò il punto colpito, per poi inseguirla.
“Ino? Ehi, Ino! Scherzavo!”
La afferrò per un polso, e la sentì fremere.
Gli studenti passavano accanto a loro lanciando occhiate stupite, spaesate, ammirate e gelose.
Ino rimase un attimo immobile. Si voltò verso il giovane e, delicatamente, sciolse la stretta.
“Itachi-kun...”
Il ragazzo sentì il battito del cuore accelerare. Quel kun lo aveva emozionato tantissimo...
“Dimmi...Ino-chan...”
“Io...noi...non abbiamo...”
Itachi sorrise e le si avvicinò. Poggiò la sua mano sulla testa chiara della giovane, accarezzandole i capelli.
“Nulla. Non è successo nulla.”
La ragazza sospirò di sollievo, per poi sorridere verso di lui.
“Ok. Mi accompagni in classe?” chiese, candidamente.
Itachi rise e la prese per mano.
“Andiamo, pazzoide...”

 

Tenten osservò l’amica con sguardo indagatore.
“Non ti ricordi nulla, quindi?” chiese, per la terza volta.
Ino roteò gli occhi.
“No, Ten-chan. Non ho idea di cosa sia successo, e no. Non  mi ricordo nulla.”
Hinata le osservava con le bacchette in bocca.
Stavano pranzando sotto l’albero di ciliegio, come al solito.
La castana sospirò, rassicurata.
“Meno male...”
La bionda del gruppo la guardò senza capire. Scrollò le spalle lasciando perdere. Se fosse stata una cosa importante, gliene avrebbero parlato.
“Yamanaka?”
Ino voltò lo sguardo verso il ragazzo che l’aveva chiamata.
“Ciao, Uchiha!” esclamò, alzandosi in piedi.
Avvicinandosi al giovane poté notare le gote arrossate e il continuo movimento degli occhi; sembrava che non volesse guardarla.
“È successo forse qualcosa?” chiese, preoccupandosi.
Il giovane scosse il capo.
“Non ti ricordi nulla?” domandò a bruciapelo.
La bionda pensò a cosa potesse riferirsi. Quando capì a cosa si stesse riferendo scosse il capo in segno di diniego.
“No, nulla. Ma perché me lo chiedete tutti?”
Sasuke sussultò.
“Tutti chi?”
Era quasi certo che Itachi centrasse qualcosa.
“Tuo fratello...”
Appunto. Perché lui doveva sempre anticiparlo in tutto? Bhe...quasi tutto, pensò osservando le labbra dischiuse della bionda. Ripensando al bacio che si erano scambiati arrossì. Gli era piaciuto un sacco baciarla. Con nessuna ragazza aveva provato quelle emozioni...
“Oggi hai allenamento?” chiese la ragazza, cambiando discorso.
“Sì, tu?”
“Già...penso che oggi ci farà fare una partitella per scegliere le titolari...” spiegò, con uno sbuffo.
Sasuke sorrise.
“Oh, capito. Allora buona fortuna.”
Ino spalancò gli occhi stupita, per poi arrossire. Sasuke Uchiha non aveva mai usato quel tono gentile con lei.
“G-grazie...” sussurrò, mentre il vento le scompigliava i capelli.
Il moro la osservò. Ad un tratto allungò una mano verso il volto della ragazza, raggiungendo i suoi capelli.
“Avevi un petalo...” sussurrò, a pochi centimetri da lei.
La bionda sentiva il cuore batterle in petto.
“Grazie...di nuovo...”
Il moro le sorrise dolcemente. Si voltò, e alzò una mano verso l’alto in segno di saluto.
Alla ragazza venne naturale toccarsi il punto in cui le dita di lui l’avevano sfiorata...
...era naturale provare quel batticuore per due persone contemporaneamente?

 

“Tredici, quattordici, quindici...uff...”
Tenten, affannata, malediceva mentalmente la loro allenatrice. Kurenahi Yuhi. La adorava quando si trattava di una materia scolastica normale, ma quando si comportava in quel modo...
Ino, accanto all’amica, sembrava del suo stesso parere. Era sudata, anche se portava un top rosso, uguale a quello della castana, e si vedeva benissimo che gli addominali iniziavano a dolerle.
Temari, dal canto suo, eseguiva senza alcun problema ogni tipo di esercizio che veniva richiesto, così come Hinata.
“Bene! Basta così!” proclamò l’avvenente professoressa, fischiando.
Tenten e Ino si aiutarono a vicenda. La bionda sorresse l’altra, che si appoggiò comodamente sulle spalle di Ino.
“Le ragazze che chiamo sono pregate di fare un passo avanti: Atsushi, Koizumi,  Yagami, Ishida, Yamanaka, Higurashi, Kinomoto, Ryuzaki, Rukawa, Tachibana.”
Le undici ragazze fecero come era stato ordinato. Ino e Tenten gioirono. Erano finite in squadra insieme.
Hinata e Temari furono piuttosto entusiaste. Per lo meno si conoscevano.
Al fischio di inizio, la squadra A si impossessò subito della palla.
Erano tutte in gamba, ma le avversarie sapevano il fatto loro. Per Ino, era difficile passare palloni a Tenten, tuttavia riuscirono a trovare il modo di arrivare nell’area di rigore dopo un paio di finte.
Il problema si presentò presto. Non solo faticarono a superare Hinata, ma Temari si dimostrò un portiere degno di quel nome. Aveva parato senza troppo difficoltà il tiro di Tenten.
“Ino...” la voce seccata di Tenten fece sorridere la bionda.
“Le superiamo, Ten-chan...ci puoi contare!”
Scattò subito e rubò la palla ad una rossina dell’altra squadra. Avanzò piuttosto facilmente. Erano alla fine del primo tempo, che sarebbe durato solo trenta minuti.
Tenten, di fianco all’amica, chiese la palla, che le venne consegnata.
Fissò lo specchio della porta. Temari era al centro.
O la va, o la spacca, pensò la ragazza tirando. Chiuse gli occhi, e li riaprì solo quando sentì una pacca sulla spalla.
“Quasi, Higurashi...”
Kurenai l’aveva raggiunta, e sorridendo aveva proclamato la pausa.
Durò solo pochi minuti. Il tempo di riprendere fiato, e lo scontro ricominciò più acceso che mai...

 

“Ale-oho! Ale-oho!”
Ino e Tenten cantavano abbracciate nello spogliatoio, e non per la partita che era finita in un pareggio, ma perché entrambe erano titolari.
Uscirono allegramente canticchiando quel motivetto, seguite da Hinata e Temari, anche loro titolari.
“Che è successo di così speciale?” domandò una voce annoiata alle loro spalle.
Sia Ino, che Temari si voltarono con un sorriso a trentadue denti.
“Ciao Shika!” esclamarono, divertite, all’unisono.
Si guardarono leggermente stupite, per poi scoppiare a ridere.
“Tu conosci questo scemo?” chiese Ino sorpresa.
La bionda annuì, asciugandosi una lacrima.
“Già, siamo amici dalle medie...” spiegò, guardando la sigaretta in bocca all’amico.
Gli si avvicinò quatta, quatta per poi rubargliela.
“Ehi!”
Il ragazzo tentò, inutilmente, di riappropriarsene, tuttavia Temari fu molto più in gamba di lui e in due boccate la finì.
Le tre ragazze davanti a loro sorrisero divertite, per poi salutare i due ragazzi.
A detta di Hinata, quei due erano perfetti insieme.

 

Un pizzico di ShikaTema che non fa mai male… ed ecco a voi l’11° capitolo! Beh, le parti più salienti sono senz’altro con i fratelli Uchiha XD E la povera Ino non ricorda proprio nulla… ma inizia a provare qualcosa per entrambi… ed è da qui che inizieranno i vari casini! XD
Tranquilli, vi aspettano altre piccole sorprese nel 12° capitolo ù.ù
Per ora ci limitiamo a ringraziare:

Talpina Pensierosa: Grazie per i complimenti ^^ speriamo che anche questo capitolo ti piaccia!

LalyBlackangel: Chissà che le tue speranze non siano avverate… per ora non lo sappiamo nemmeno noi XD Un bacio!

Bambi88: Ma si sa come sono i maschi ù.ù ringraziando il cielo, sono intervenuti gli altri a fermarli (soprattutto Temari… lei è stata decisiva *.*)! Un bacio

Ferula_91: Sasuke ringrazia per l’incoraggiamento XD Ti promette che la prossima volta lo stenderà ad Itachi (*Mimi e Rael piangono per questo T.T*)! Grazie per i complimenti ^^

Maoa: Vero, era un capitolo un po’ prevedibile ù.ù E non è detto che SasuIno sia il pairing finale, siamo molto combattute entrambe su questo punto T^T sicuramente amiamo il KibaHina ed il NaruSaku, ma anche qui siamo molto indecise… belli anche NaruHina (benché preferiamo l’altro) e GaaSaku U.U Scusa, ma le critiche su NejiTen non le accettiamo: a nostro parere una persona può criticare lo stile (anzi, deve dirci se c’è qualcosa che non va, per aiutarci a migliorare), ma non il pairing: scelte dell’autore. Di certo la situazione di Tenten e Sasori non era molto propizia per una possibile relazione, visto e considerato che erano una “coppia forzata” dalle circostanze. Inoltre stai parlando con due persone che amano il SasoIno ed il SasoMimi XD Speriamo che, nonostante ciò, la storia ti piaccia comunque ^^ Grazie ancora!

Neji’s fan94: Beh, è stato semplicemente per la tua dedizione ed il sostegno continuo ad entrambe che ci siamo affezionate a te… ed ora abbiamo un motivo in più per scrivere sempre il NejiTen ^^ Anche noi lo preferiamo a SasoTen (non dimentichiamoci le solite coppie SasoIno e SasoMimi di cui siamo fans ù.ù)! E puoi stare tranquilla sul SasuKarin e SasuSaku… se iniziassimo a scrivere di questi pairing non saremmo più Mimi18 e _Rael_89 U.U Tu sei fantastica Fracy… *.* ci fai commuovere! Grazie davvero T.T

Ino_chan96: A quanto pare la scazzottata tra Uchiha ha avuto un bel successo XD Davvero ora ti piace Temari?! O.O Colpa di Rael XDDD (che ti quota… Tem è proprio una forza *.*) Hinata ha bisogno di superare alcune cose, prima di aprirsi con un ragazzo (ed il mistero degli Hyuuga si infittisce ù.ù)! No no, DeiHina non lo sceglieremo maiXD Massimo con Naru o Kiba… Grazie ancora per il tuo sostegno kohai (_ _) anche noi ti vogliamo taaanto bene *.*

Kaho_chan: Beh… Sasori in prestito, Itachi in via di scambio con Sasuke (Ino e Rael devono mettersi d’accordo ù.ù), e Yondaime tutto tuo… meglio di così?! XD Shishi, la scazzottata tra Uchiha ci voleva U.U Se capiterà di nuovo, stavolta la Yamanaka DOVRA’ assistere! E, per le coppie da te sperate… sai già che Rael è perfettamente d’accordo, no?! *.* (NaruSaku, KibaHina, KarinSuigetsu… kyaaah!!! >.<) Per quanto riguarda Sakura, l’avevamo anticipato che sarebbe stata rivalutata! Anche perché a Rael inizia a piacere… (naturalmente in coppia con Naru! Anche se, pure con Gaara…)! Rael muy felice che il capitolo sia stato perfetto, soprattutto la parte delle varie battutine e frecciatine tra Sasuke ed Itachi *.* Sei tu che sei fantastica, infatti ci affidiamo ai tuoi giudizi ù.ù Ya ya, shippo is life and love! (E proponiamo serata di delirio con Itachi, Sasori e Yondaime… ci stai? °ç°)XDDD Besos!

Come al solito, ringraziamento speciale a chi ha messo questa fanfiction tra i preferiti: Sakura Yoshiyuki, Sakurachan67 e Talpina Pensierosa! (_ _)
E non dimenticate: prossimo aggiornamento a venerdì!
Bacini!
Mimi18 & _Rael_89

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Capitolo 12
*** Capitolo Dodicesimo ***


cap 12

LA RIVINCITA DI INO

CAPITOLO 12

 

 

Dava l’idea di un pervertito. Proprio così! Un tizio con un cappellaccio beige in testa, un impermeabile dello stesso colore, macchina fotografica al collo, occhiali da sole… appostato vicino al cancello di un prestigioso liceo! Pieno di dolci, ingenue ed adorabili studentesse… in realtà, se qualcuno avesse sentito cosa stesse dicendo al cellulare, avrebbe capito che era proprio l’ultima persona a perder tempo appostandosi per spiare delle ragazzine!!
“Ehm… capo, sono davanti all’edificio!”
“Ottimo, ottimo… se non mi sbaglio, sta per iniziare l’ora dei club scolastici.”
“Già… ed io, dovrei agire…”
“Proprio così! E, mi raccomando: servizio completo!”
“Ma lei ne è sicuro che una storia come questa fa soldi?!”
“Lo dicono i dati delle statistiche: lo Yamanaka è aumentato del 9% nelle ultime settimane!! E tutto, sicuramente, grazie alla dolce figliola ritrovata…”
“Però, è sicuro che tra lei e gli Uchiha… ci sia una sottospecie di menagè-a-trois?!”
“Ma certamente, idiota!! Una fonte affidabile mi ha rivelato che, sabato sera, ha avuto contatti avvicinati con entrambi… dunque, sta nascendo qualcosa tra loro!”
“Mh… va bene, capo!”
“E portami belle notizie, altrimenti…”
“Cosa?! Eh?! Non la sento… zzz… zzz… capo… zzz!”
Ed attaccò. Se c’era una cosa che Hidan Taki  odiava, era quando Kakuzu lo minacciava di licenziamento.

 

* *** *

 

Din don.
L’anziana e fedele cameriera della famiglia Haruno accorse ad aprire la porta, chiedendosi chi poteva essere venuto a far loro visita a quell’ora: e si stupì di trovare di fronte a sé un ragazzo dai disordinati capelli biondi, l’aria da birbante e la divisa della stessa scuola che frequentava il piccolo angelo di quella casa…
“Salve signora.” si inchinò educatamente. “Sono un amico di Sakura, il mio nome è Naruto Uzumaki.”
“Oh!” ebbe un sussulto, sentendo quel cognome. “Lei deve essere il figlio di Minato Uzumaki allora, l’ambasciatore.”
“Sono il suo secondogenito.”
“Siete venuto a far visita alla signorina Sakura?”
“Proprio così!” annuì.
“Chiyo!” la chiamò una voce alle sue spalle: la sua padroncina stava scendendo dalla grande scalinata centrale, avvolta in un candido e morbido maglioncino di cotone. “Ti ringrazio per aver accolto il mio amico: puoi andare.”
“Come desidera, signorina Sakura. Si ricordi che, per qualsiasi cosa, mi può sempre chiamare.” si inchinò la vecchietta, guardandola quasi come se fosse una nipotina: ed, effettivamente, per lei la cara Chiyo rappresentava un po’ quella nonna morta prematuramente e mai conosciuta.
La ragazza aspettò che la governante entrasse in cucina, per uscire nel portico antecedente la porta di casa, e socchiuderla alle sue spalle. “Ma non dovresti essere agli allenamenti di basket?!”
“Li ho saltati.” le confessò, grattandosi dietro la testa.
“Il solito baka… ma quante volte devo ripeterti che non puoi prendere tutto sempre alla leggera?!” iniziò la solita ramanzina.
“E dai, Sakura-chan! Io ero venuto a vedere come stavi…”
Ne fu piacevolmente colpita: oltre a Karin e Temari (che l’avevano chiamata al telefono), lui era stato l’unico a preoccuparsi per l’assenza fatta quel giorno. ”… era solo un po’ di raffreddore! Niente di che!”
“Guarda che Gaara mi ha raccontato tutto di sabato sera.”
L’espressione del suo viso cambiò: finalmente, cancellò quel falso sorriso che da molte ore indossava come maschera. “… ah.” abbassò lo sguardo.
“Mi dispiace davvero… per tutto.” sbuffò lui, amareggiato. “Come il solito cretino che sono, mi sono quasi ubriacato: e non ero di certo d’aiuto in quel momento!!”
“… non è colpa tua.”
“Ma ti sarei dovuto essere vicino! E, di questo, me ne rimprovero molto.”
Il cuore di Sakura sussultò; alzò immediatamente le due bellissime perle verdi, occhi riconoscenti, occhi commossi, occhi che invocavano aiuto.
“… Naruto…”
Stavolta fu lui ad abbassare gli occhi. “Non so quel che sia successo tra Sasuke ed Ino… non lo sa nessuno. Ma io, se fossi in te… chiarirei la situazione. Cioè, è solo un consiglio, non lo devi seguire per forza… però, non è giusto che tu continui a soffrire così…”
Da quanto tempo lo conosceva, a quel baka? Dalle elementari. Ed era sempre stato così solare, farfallone, un po’ infantile… lo aveva sempre creduto incapace di maturare. Ed ora… cosa gli si prospettava davanti? Un ragazzo cresciuto in fretta. No, non un ragazzo: un giovane uomo. Si coprì con la mano destra dalle unghie smaltate la bocca, perché capì che le stavano tremando le labbra: e pregò i suoi occhi, che non emettessero più lacrime. Sakura, il tempo di piangere è finito: e lo sai. Quindi, non lo fare… non lo fare…
Ed invece, lo fece: si buttò tra le sue braccia, nascondendo il viso nella bianca camicia del ragazzo: e si morse un labbro, maledicendo quell’unica lacrima che non riuscì a trattenersi. Il biondino, dapprima incredulo, sorrise dolcemente: era così bello essere diventato la sua spalla, su cui poteva sfogarsi. Abbracciò quel corpicino travagliato dalla gelosia e dalla paura, sperando di infonderle coraggio. Ed, accarezzandole la chioma rosea, si accorse solo allora che teneva i corti ciuffi raccolti sulla nuca con un fermaglio.
“Sakura-chan, stai benissimo con questa pettinatura.” commentò.
Lei non si mosse, non osò staccarsi da lui.
“… grazie davvero, Naruto-kun.”

 

 

* *** *

 

 
“Allora, a domani Ino-chan!”
“A presto, Hinata-chan.”
La Yamanaka e la Hyuga, le più lente a fare la doccia del club di calcio, uscirono dalla porta posteriore: si diressero verso il cancello principale, dove la moretta aveva sentito il suono del clacson della limousine della sua famiglia; per questo si affrettò ad uscire, lasciando indietro l’amica che, maledicendo Asuma che non avrebbe potuto riaccompagnarla a casa quel giorno, camminava lentamente per godersi quel meraviglioso sole primaverile…
“Non trova che sia una bella giornata, miss Yamanaka?”
Ino sgranò gli occhi turchesi, fissando quella strana figura accanto a lei.
“… prego?”
“Era la solita scusa per iniziare una conversazione con una ragazza carina… ma stia tranquilla: mi rendo conto che sono troppo adulto per provare a rimorchiarla!”
“Ci conosciamo?!”
“Direi di no… non di persona, almeno.”
“Come diavolo fa a sapere… ah, aspetti, già lo so: perché sei la famosa figlia di Inoishi Yamanaka…” sbuffò: la notorietà non le piaceva affatto.
“Io aggiungerei anche bella ed intelligente, oltre che famosa…” si tolse gli occhiali da sole, sorridendole. “Sarà bene che mi presenti: il mio nome è Hidan Taki. E vorrei che di dessimo del tu: in fondo, non sono così tanto più grande di lei!”
“Uhm…” ripensò a quel nome: Hidan… Taki… ma dove l’aveva già sentito?!
“Finalmente un bel faccino a rappresentare la politica del nostro paese! E mi dicono che sei anche simpatica, umile e semplice… non come quegli snob degli Uchiha.”
“Crede di conoscerci così bene da dare tali giudizi su di noi?”
Dentro di sé, Hidan gongolò dalla gioia… stava difendendo i figli dell’avversario politico del padre! Molto, molto sospetto…
“Ahi, ahi! Ti avevo pregato di darmi del tu, Ino-chan…” finse di sgridarla. “Comunque, questo è ciò che mi hanno detto… ma, visto che tu sembri conoscerli bene, potresti anche raccontarmi qualcosina… sicuramente, sei una fonte attendibile!!”
Accidenti, quanta confidenza: addirittura Ino-chan!!Ecco, non le piacevano i tipi così… lascivi, forse. Troppi complimenti; e sembrava avere un interesse particolare per Itachi e Sasuke…
“Scusami Hidan, ma sai ho tanti compiti oggi… dovrei proprio scappare a casa!” gli rifilò come scusa, aumentando il passo.
L’uomo capì all’istante la sua intenzione: la fuga.
“Ma aspetta, Ino! Dai, non puoi stare tutto il pomeriggio sui libri!!” la prese per un braccio. “Ti offro un caffè e facciamo quattro chiacchiere… dai…”
“Ehi! Lasciami!”
“Insisto!!”
“Guarda che chiamo aiuto!!”
“Ma qui non c’è nessuno… e poi, non voglio mica farti del male…” sogghignò.
Iniziò a stringere forte; era chiaro che non l’avrebbe lasciata scappare via. La biondina si morse un labbro, innervosita dalla sua insistenza: quanto avrebbe voluto dargli una cartellata in faccia, e levarselo di torno! Beh, se avesse continuato così, sicuramente l’avrebbe fatto…
“Lasciami!”
“Dai, Ino-chan!!”
Ok, non desisteva. Quindi, al 3: …1 … 2…
Ciò che invece colpì il viso di Hidan, quando contò il numero 3, non fu la sua cartella: ma un pugno, precisamente il destro, precisamente appartenente a Sasuke Uchiha.
“Ehi tu, ma che cazzo vuoi da lei?!” gli ringhiò, buttandolo a terra.
“Ahi…” Hidan si toccò la guancia, decisamente scocciato: quegli stupidi snob!!
“… Sasuke?!”
Si voltò a guardarla, non resistendo a lungo: non riusciva a fissarla in volto, si sentiva ancora a disagio.
“Stai bene, Ino?” mormorò in qualche modo.
“Mh… sì.” ok, era proprio una giornata strana… Sasuke Uchiha che era gentile con lei? E che la difendeva?! Ma… il mondo andava al contrario?!
“Ma guarda un po’…” sogghignò l’uomo, pulendosi il sangue dalla bocca. “Ero certo che, prima o poi, sarebbe intervenuto l’eroe per salvare la sua bella…” tirò fuori la sua macchinetta fotografica, sorprendendoli con un flash accecante. “Ed ecco la prima prova che sta nascendo una love-story tra Ino Yamanaka ed i fratelli Uchiha!”
La ragazza lo guardò, sconcertata: ma che diavolo diceva quel tipo?! E chi era?! Nello stesso tempo, divenne rossa da capo a piedi: una storia d’amore con Sasuke ed Itachi?!? Stessa reazione la ebbe il ragazzo accanto a lei: ma si riprese subito, reagendo.
“Ehi! Dammi quella macchina fotografica, stronzo!” gli intimò il ragazzo.
Hidan si difese come meglio potè: a suon di flash. “Ehehehe!!! Un ottimo materiale per il mio articolo…”
“Accidentaccio!” imprecò lei, difendendosi dalla luce con il braccio.
Stessa cosa fece Sasuke; ma, essendo più esperto di lei in queste situazioni, sapeva come comportarsi. Rubare la macchina fotografica no, Hidan sembrava abbastanza forte per lui: dunque, c’era la classica opzione… la prese per un braccio, continuando a ripararsi dai flash, e fuggendo via con lei.
“Ihihihih!! Fuggite, fuggite pure piccioncini! Tanto, ho già ciò che mi serve… ma ci vedremo presto!” sentirono la sua voce derisoria e videro appena il ghigno soddisfatto disegnato sul suo volto: perché, in pochi secondi, furono fuori dal suo raggio visivo.

 
Ricordate quel che disse Chouji nel capitolo 4?! Che per Ino sarebbe stato difficile mantenere la sua vita “privata”… beh, ora ne abbiamo visto gli effetti! XD
Naturalmente non aspettatevi che Hidan si fermi qui... in futuro farà di nuovo la sua comparsa ù.ù
E la scena NaruSaku… piccolo capriccio di Rael, ma non è detto che sia questa la coppia! Insomma, aspettate almeno altri due capitoli per dire l’ultima parola!
Un grazie speciale a:

Silvy49: Fa nulla, grazie comunque ^^

LalyBlackangel: Wow, che ragazza seria XD Al contrario tuo, a detta di Rael quando si è ubriacata una volta non ha poi ricordato nulla… e ci siamo immaginate una Ino solitamente astemia XD Baci!

Ferula_91: Ino riesce a tirar fuori proprio il suo lato più dolce ^^ speriamo che anche questo cap ti sia piaciuto! Baciotti ^.-

Bambi88: Si, Rael ti quota: Shika e Tema perfetti *o* Infatti dovremmo farla tornare un po’ questa coppia, li abbiamo lasciati da parte… aspetta ancora pochi cap ^.- Grazie per i complimenti! Baci!

Talpina Pensierosa: Capisco, divergenze di pairing… XD Dai, c’è anche la possibilità che scelga Sasuke U.U Grazie da entrambe per i tuoi complimenti! Kiss *.*

Maoa: Diciamo che è proprio questo il bello di un Sasuke innamorato ed un po’ OOC: il suo imbarazzo *.* E beh, ci divertiamo a tormentare un po’ Ino lasciandola totalmente indecisa tra i due (Grazie mille! -.- ndIno) XD Ah, per la SasoTen… perché non scrivi tu qualcosa? Bye ^^

Nady: Wow… siamo riuscite in un botto a farti simpatizzare per Ino, Itachi e SasuIno XD Siamo delle grandi ù.ù XDD A presto, e speriamo che la storia ti piaccia ancora =D

Ino: Un vero nome rispondere ad un utente con un nick simile *.* XDDD Se Ino Yamanaka ti somiglia, devi essere una forza tu! Comunque grazie per i complimenti  e non ti preoccupare per le recensioni ^.-  Bye bye!

Neji’s fan94: Proprio vero, Itachi conquista un po’ tutte *ç* ma vediamo con piacevole sorpresa che prevale comunque SasuIno XP Dunque… intanto, grazie di nuovo per i tuoi complimenti ( non finiremo mai di ringraziarti XD! (_ _) Attendi ancora qualche cap per il ritorno di NejiTen *.* e… da parte di Mimi: c’è un nome che ti piacerebbe avere in giapponese? Poi capirai il perché di questa domanda… Baciotti *.*

Ino_chan96: Rael è entusiasta di sentire che la sua influenza nefanda riesce a combinare casini dappertutto XD Beh, è comunque un piacere che tu stia rivalutando Tem (solo per Rael -.-°)! Visto che il capitolo l’ha scritto Mimi, puoi stare certa che non sia una coincidenza XD E’ uno dei manga che legge ^^ Grazie ancora kohai! Bye *.*

Kaho_chan: O.O recensioni sempre più lunghe a quanto pare… ma è un piacere leggerle °O° vediamo un po’… *.* davvero la nostra storia ti piace così tanto?! XDDDD L’incesto tra Ino e Shika… sarebbe una soluzione per lei, almeno sarebbero finiti i casini con gli Uchiha… XD Ma parliamo di Itachi: malizioso, sexy, audace… e ti meravigli che Rael l’abbia scelto?! ù.ù ovvio che le scene con lui siano… molto interessanti °ç° Sasuke… strano come, una volta conquistato, si riveli dolce e teneramente imbranato, eh?! Ma noi ce lo immaginiamo proprio così *.* Anche se non abbandona mai la sua aria da duro che ci ha conquistate un po’ tutte ù.ù XD Anche a te inizia a piacere un pochino Temari?! … ah, l’hai detto! ShikaTema è venuto puccio! O.O … colpa di Rael, eh? XD Vabbè, faremo finta di niente U.U … SasoMimi, Yokaho, ItaRael and shippo forever! Kiss!

Infine, già sapete a chi dobbiamo un ringraziamento: Nady, Bambi88, Devil_Uchiha, la nostra Kaho_chan e Silvy49 per aver messo tra i preferiti questa fanfiction (_ _)
Aspettate pazientemente venerdì per il prossimo capitolo ^.-
Un bacio!
Mimi18 & _Rael_89

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Capitolo 13
*** Capitolo Tredicesimo ***


cap 13

LA RIVINCITA DI INO

CAPITOLO 13

 

 

Ino fissava ansante il giovane ragazzo davanti a lei. Era imbarazzata. Non solo perché si tenevano per mano, ma anche per quello che, a quanto aveva capito, la gente pensava.
“Uchiha-kun?”
La sua voce risultò un poco stridula; Sasuke si voltò a fissarla, fermandosi di botto. Si piegò in due, mettendosi le mani sulle ginocchia per riprendere fiato.
“Scusa...solo che scappare mi sembrava la soluzione migliore!” si spiegò, guardandola di sottecchi.
La bionda aveva estratto un fazzolettino di stoffa, e gentilmente, l’aveva porto al ragazzo.
“Grazie, Yamanaka...”
“Prego, Uchiha-kun...”
Sembrava che non si conoscessero ancora. Eppure, ormai, erano sempre a stretto contatto, anche se non per volere.
“Mi puoi chiamare Sasuke?” chiese, un poco scocciato, il giovane.
La ragazza sussultò. Non si aspettava una proposta del genere.
“Certo! E tu...”
“Ino. Va bene, ti chiamerò così...anche se rompiscatole mi piaceva di più!!” esclamò, allontanandosi per precauzione.
Ino spalancò la bocca un poco indignata, per poi scoppiare a ridere, stupendo Sasuke.
Bella. Quando rideva era bella. Non che le altre volte non lo fosse, ovvio. Però il suo sorriso aveva qualcosa di...speciale.
“Sei...bella...”
Si bloccò di colpo; quasi si strangolò, per il troppo stupore.
“Che hai detto?” chiese, sconcertata.
“...sei bella...” arrossì. Non era da lui dire quelle cose. Per niente! Tra l’altro proprio per quella ragazzina immatura che conosceva da così poco! E che aveva già baciato...
“Sasuke-kun?”
Il ragazzo sobbalzò; gli occhi azzurri di Ino erano vicinissimi, tanto che poteva contarne le ciglia. Sentiva il suo respiro caldo sulle labbra. Il suo profumo di fiori...
“Scusami! Devo andare!” esclamò, allontanandosi dalla ragazza e correndo via.
Ino si accasciò a terra, per poi toccarsi, ancora una volta, il suo cuore in subbuglio.
“Mamma...” sussurrò, rossa e...emozionata.

 

Sasuke Uchiha si diede mentalmente dell’idiota. Non poteva davvero provare...qualcosa per quella ragazzina! Cioè, era bella. Nulla da ridire. Anche perchè ormai l’aveva addirittura ammesso ad alta voce, quindi...ma non era quello il fatto. Lei era troppo...troppo...petulante! Una del genere non era il suo tipo! Che poi fosse anche simpatica, era una cosa di poco conto. E anche il fatto che si era dimostrata forte e coraggiosa non centrava nulla.
C’era un’altra cosa che Sasuke si chiedeva. Non è che Ino gli interessava solo perché anche Itachi lo era? Non era l’ennesimo scontro fra titani, che quella volta avrebbe avuto in palio un premio ben più bello e...speciale?
Sbuffò, stanco di tutte quelle riflessioni. Non poteva darsi così tanta pena per Ino Yamanaka. E se davvero gli piaceva come credeva, bhe. Avrebbe accettato la situazione.

 

Hinata Hyuga aprì lentamente la portiera dell’automobile. Come al solito si era dimenticata che quel compito spettava al maggiordomo.
Era sempre stato così. Faceva sempre tutto da sola. I letti, le polveri, passare l’aspirapolvere...sembrava che non fosse una nobile e ricca erede di una delle più prestigiose famiglie.
Camminò lentamente fino al grande portone di casa Hyuga.
Alzò lo sguardo candido sull’imponente villa, segnata da quel velo di maestosità ed eleganza che le metteva sempre un po’ di terrore. Aveva quella tipica aria delle vecchie ville, quelle che nei racconti di fantasmi erano...bhe, le case infestate.
Qualche volta, lo avrebbe giurato, aveva sentito dei rumorini strani provenire da luoghi in cui non aveva nemmeno provato ad andare. Aveva lasciato perdere, sicura che quei rumori fossero semplicemente frutto della sua fantasia.
Aprì il portone, senza attendere l’arrivo di nessuna cameriera. Il cigolio sinistro la fece rabbrividire. Sbirciò al di la della porta, per poi sgattaiolare all’interno.
Si sfilò lentamente  scarpe, per poi avviarsi in punta di piedi sulle scale.
Lasciò che i suo piedi fasciati da candide calze bianche venissero a contatto con il freddo e duro pavimento in marmo.
Camminava, ma in realtà sembrava che scivolasse.
Arrivata davanti in cima alle scale fissò il corridoio alla sua sinistra. Quello che l’avrebbe portata verso la sua stanza.
Eppure...le venne da girare il capo, in direzione opposta a dove sarebbe dovuta andare. Un lungo e buio corridoio, che lei aveva percorso una sola volta in tutta la sua vita. Non ne ricordava molto, ma le pareti spoglie e grigie, quelle finestre affacciate su una parte sempre in ombra della casa e quelle stanze sempre chiuse a chiave...quei particolari erano indelebili.
Sobbalzò, sentendo la porta della casa sbattere dietro di lei.
“Padre...buo-buongiorno...” un balbettio sommesso, tanto che l’affascinante padrone di casa si dovette avvicinare alla scalinata per sentire.
“Buongiorno, Hinata. È stata una giornata piacevole?” quella domanda posta con una dolcezza infinita la fece sobbalzare di nuovo.
“Oh, si...ho...ho conosciuto delle persone molto gentili oggi.”
“Mh. E con Ino Yamanaka e Tenten Higurashi?” domandò, poi, interessato alla vita della figlia.
“Benissimo, loro....sono davvero molto importanti per me.”
Hiashi Hyuga sorrise. Un sorriso buono e affettuoso. Racchiudeva il buon sentimento che covava per la bella figlia in piedi e tremante davanti a lui.
“Sono molto felice di questo, Hinata. Ora va a riposare un po’, ci rivedremo questa sera a cena.”
E dopo un breve cenno di saluto, scomparì nel suo studio.
Hinata sospirò di sollievo, lasciando che una mano le andasse a poggiarsi sul cuore.
“Che cosa c’è da sospirare?”
Quella voce bassa e sprezzante la fece impallidire. Prima suo padre, dolce ma austero, ora lui.
“Neji nee-san, salve...” un passo indietro, perché lui era comparso alle sue spalle.
La corvina si avvicinò alla ringhiera in ferro battuto delle scale, per poi afferrarla in segno di sostegno.
“Hinata-sama. Buona giornata anche a lei.”
Non sembrava un augurio gentile, come invece avrebbe dovuto essere. Quegli occhi bianchi, così simili a quelli della ragazza, quel viso avvenente mai turbato, e quel tono di voce basso e cupo, sembravano mille lame pronta a trafiggerla, perchè Neji Hyuga detestava Hinata.
Lo sguardo di lui vagò lungo il corpo esile della giovane Hyuga. Lo percorse con occhio critico, senza aver paura di dimostrare quello che pensava; con un sorriso sarcastico osservò quel bottone allacciato sbagliato del golf, quel corto ciuffo di capelli che non era riuscita a domare e quell’unghia poco più lunga delle altre.

Imperfetta.
“Nee-san...” la voce tremante di Hinata gli fece sollevare lo sguardo. Il sorriso, tuttavia, non si era ancora spento.
Debole.
“Che ruolo hai nella squadra?”
Hinata deglutì.
“Difesa...”
Il sorriso sul volto di lui si accentuò.

Inutile
“Capisco. Bhe, buona giornata Hinata-sama.”
E scese le scale, in silenzio, con ancora quel sorriso aperto su quel viso che aveva fatto innamorare una delle sue migliori amiche.

 

I due codini che solitamente teneva legati sulla nuca vennero slegati, cosicché i capelli castani andarono a toccarle la metà schiena.
Tenten si fissò allo specchio con criticità.
Non aveva mai adorato il suo viso. Troppo comune. Classici capelli castani, classici occhi color nocciola, classica bocca all’ingiù; classico naso dritto e con qualche lentiggine.
Non aveva nulla di speciale.
Non aveva i lunghi capelli biondi di Ino.
Non aveva i rari occhi chiari di Hinata.
Non aveva la sicurezza di Temari.
Non era nessuno.
Semplicemente Tenten. Classica sedicenne, con classico aspetto e classico carattere...
...e classica cotta per uno bello e popolare.
Perché lei era innamorata di Neji Hyuga. Di quel ragazzo così intelligente e piacente, che le sembrava lontano anni luce. Di quel ragazzo così dolce, che poteva farle battere il cuore anche solo con un saluto appena accennato.
Quel ragazzo così...speciale.
Sospirò, lasciando che la gonna della divisa le scivolasse lungo le gambe magre e sode. Si fissò di nuovo allo specchio, per poi togliere la maglietta.
Vista così, forse non era poi così male. Ma Neji aveva a che fare con ragazze stupende. Con ragazze con una certa esperienza. Con ragazze...che non le assomigliavano.
Afferrò con rabbia una maglietta troppo larga per lei, e la indossò con furia. Nel farlo un unghia le graffio la pancia, ma lei non fece caso alla piccola goccia di sangue che scese.
Si lasciò cadere sul letto, troppo stanca per sdraiarsi sotto le coperte.
Lasciò che gli occhi le si chiudessero, troppo esausta per fare i compiti.
Lasciò che la mente viaggiasse lontana da tutto e tutti, perché a volte i sogni...sono più sicuri della realtà.

 

* *** *

 

L’orologio batté la mezzanotte, e Hinata si rigirò nel letto.
Il vento batteva contro la finestra, e la luna creava ombra sulla parete davanti a lei che le incutevano terrore.

Non devi avere paura.
Tap. Tap. Tap.
Passi. Sommessi passi, che provenivano da un lato della casa che in quel momento lei non comprese.
Si tirò le coperte sopra la testa, scomparendo nell’oscurità delle lenzuola.
Lasciò che le labbra provassero dolore, a causa dei morsi agitati.
Lasciò che le lacrime, salate, le scivolassero lungo le guance arrossate per via della paura.
Poi...più nulla.
I rumori cessarono di colpo, tanto che lei stessa si stupì.
Saltò fuori dal letto, presa da uno sbalzo di coraggio a lei sconosciuto, e senza curarsi del rumore corse fuori dalla sua stanza.
Il freddo le provocava brividi, però continuò a correre, ritrovandosi davanti a quel corridoio.
Lo osservò per un secondo, ansante e insicura; poi, inghiottendo, riprese la sua marcia, più tranquilla.
Un passo, e poi un altro. Un passo, e poi una altro.
E la paura scomparì del tutto, lasciando spazio alla curiosità, alla voglia di sapere.
Osservò le porte. Nessuno rumore, solo silenzio. Arrivò in fondo al corridoio.
Un’unica porta si ergeva davanti a lei. Marrone, legno scuro e un poco rovinato.
Il silenzio le fece venire dei dubbi su quei rumori che aveva sentito, ma poco prima di girarsi la vide. La luce sotto la fessura della porta, muoversi, traballare. Una candela? No, non erano in tempi di candela...l’elettricità era stata scoperta da anni, quindi poteva solo essere una lampada...una lampada mal funzionante.
Fece un passo in avanti, e si accostò ad essa, pronta a captare ogni tipo di suono o rumore.
Sentiva solo borbottii, che la fecero rabbrividire. Cominciò a pensare che non fosse stata una buona idea, avventurarsi per quel corridoio, e che il suo letto fosse molto più sicuro.
Poi un rumore la terrorizzò ancora di più.
Passi. Passi verso la porta...e il rumore di una serratura che stava per essere aperta.
Saltellò sul piede destro, poi su quello sinistro. Le mani portate sulla bocca, così che i singhiozzi non potevano essere uditi.
Poi...
La porta si spalancò, e la figura austera di suo padre, e quella giovane di Neji comparvero. I due si guardarono un po’ intorno, circospetti, per poi avviarsi lungo il corridoio.
La giovane erede della casata stette ferma per dieci minuti, nonostante ne servissero solo 3 per terminare il corridoio.
Poi si lasciò cadere a terra, portandosi una mano sul petto. Il respiro affannoso, il sudore che colava lungo la fronte e che le andava a scivolare sul petto, non le impedirono di ringraziare quella vecchia e polverosa tenda bordeaux dietro cui si era nascosta.
Dopo essersi calmata si sollevò in piedi, e sbatté un po’ della polvere dalla camicia da notte.
Osservò la porta, con un sopracciglio inarcato. Avrebbe tanto voluto aprirla, ma sicuramente era stata chiusa a chiave.
Si appoggiò ad essa, sospirando...
...e cadde a terra, perché la porta si aprì alle sue spalle, sorprendendola.
Finì sdraiata a terra, le braccia lunghe e distese davanti a se.
La lampada mal funzionante che aveva intravisto si accese di colpo, e una voce burbera si sollevò nella stanza.
“Chi va la?”

 

Come promesso, abbiamo ripreso il rapporto Neji-Hinata… che mistero cela Villa Hyuga?! E che sarà successo alla povera Hina?!
Beh… questo ed altro nel prossimo episodio XD
Inoltre, potrete capire quali saranno effettivamente le coppie…
e ci sarà un ritorno ShikaTema e ItaIno ^^
Un grazie di cuore a ( che diventate sempre più numerosi *.*):

Chika: Grazie per i complimenti ^^ Sì, Sasuke gentile risulta un po’ strano XDDD

Silvy49: Ora lo sai XD Baci!

Ferula_91: Ultimamente a Rael sta più simpatica Sakura, dunque anche a lei dispiace un pò… ma Naruto ha saputo consolarla *w* Baci!

Sakura23: Due coppie che amiamo entrambe alla follia, ma che siamo indecise XD Più che altro per cambiare un po’, e creare qualche sorpresina… speriamo di non deluderti anche se sarà ItaIno e GaaSaku ^^

Nady: Vero, ti quotiamo: Sasuke è proprio figo *ç* wow, benvenuta nel club “Amanti di Itachi Uchiha” ù.ù Per NaruSaku… ci piace molto come coppia, ma non la dare per scontato XD Grazie!

LalyBlackangel: NaruSaku e KibaHina o NaruHina e GaaSaku?! Ecco, siamo proprio indecise XD Probabilmente nel prossimo avrai le idee chiare! Baci!

Talpina Pensierosa: Vero, Naru-baka sa essere puccio quando fa un po’ il serio °o° Allora grazie per la fiducia, speriamo di scrivere sempre bene in modo che tu possa leggerci piacevolmente ^^ E grazie ancora per la SasuIno che ci hai dedicato (_ _)

ElderClaud: Ma grazie a te che ci riempi di complimenti U///U Anche noi siamo fans della NaruSaku, in effetti(evidentissimo dai nostri profili) *w* Ed Hidan era proprio quello più adatto per fare il paparazzo impiccione XDDD Kiss!

Mary05: Ehilà ^^ Grazie per il tuo sostegno! Vero, anche noi siamo patite della coppia NaruSaku, ma forse sceglieremo GaaSaku perché ci stuzzica… speriamo che, nonostante ciò, continui a seguirci lo stesso ^^

Bambi88: Venerdì prossimo la scena ShikaTema come promesso =3 Davvero ti piace la KankuroxSakura?! O.O Un pairing mai pensato… ma, in effetti, non starebbero male XD Beh, grazie per i complimenti! Bacini!

Ino_chan96: E la scena SasuIno in realtà continua anche in questo capitolo! Vero, adorabili assieme *.* Hidan è il paparazzo perfetto: impiccione, cafone ed antipatico XP Inoltre, è in parte attinente con Ino anche nella storia reale del manga (Spoiler!) XD Grazie per il tuo sostegno continuo kohai! Ti vogliamo tanto bene *///*

Maoa: E di che XD Se riesci a far fruttare qualcosa che faccia successo, magari fai guadagnare popolarità al pairing XD Sappiamo come sia difficile scrivere di coppie diciamo “assurde” (esempi lampanti i nostri ItaIno e SasoIno ù.ù): se proprio non ti riesce a farli IC, puoi sempre mettere OOC, che anzi è un’avvertenza che mette curiosità al lettore. Per quanto riguarda lo scorso capitolo, Hidan e Kakuzu sono perfetti come giornalisti antipatici e velenosi XD Più avanti torneranno in scena. E la scena NaruSaku effettivamente è una parte di cui andiamo fiere *.* Grazie a te per il sostegno ^.-

Ino: Allora parli con Rael XD Beh, nel suo profilo unico disegno che ha messo è quello iniziale che ci raffigura ad entrambe (Mimi&Rael alla riscossa!) ^///^ Gli altri, se vuoi, sono nel link della sua web page di Deviantart! In effetti anche lei adora i Blink 182 ed i Green Day, e ti ringrazia per i complimenti! Infine, con amarezza deve sottolineare che somiglia più a Deidara che ad Ino T.T Ma passiamo alla ficcy: grazie ancora per i complimenti! Baciozzi ^^

Neji’s fan94: Yeah, ti abbiamo totalmente contagiato con il SasuIno X°DDD Ma grazie mille per i tuoi complimenti °///° come al solito leggere un tuo commento ci dà un enorme piacere, e fa sparire la malinconia o la tristezza (se c’è in qualche giornata) ^^ Davvero: GRAZIE MILLE *O* E, per i nomi… beh, dopo aver adocchiato la raccolta di Rael l’avrai capito XD Allora ne scegliamo uno, ci mettiamo all’opera e ti facciamo sapere =3 In questo cappy c’era un po’ di Neji ed una scenetta di Ten… attendi ancora un pochino, e finalmente li rivedrai assieme! Ti adoriamo °o°

Kaho_chan: Rael si arrende T.T  (se….ve piacerebbe, vero?! Mai! NdRael con risata sadica) Hidan è perfetto: ha la faccia da impiccione XD Ed ora, gli abbiamo dato anche i modi… colpa sua se la vita della povera Yamanaka è finita su tutti i quotidiani T^T (un giorno quella ragazza ce la farà pagare, talmente la tormentiamo X°D)! Beh, Itachi al posto di Sasuke avrebbe sfasciato la macchina fotografica in testa ad Hidan XD E’ stata una scelta dovuta, per evitare spargimenti di sangue ù.ù (… a chi volete darla a bere?! -.- NdKaho) Uff… tu ci tenti con la NaruSaku… quella coppia è troppo perfetta… però c’è anche la GaaSaku che non è male… e NaruHina (oddio, non che ne siamo particolarmente amanti XD)… T.T Cattiva! Beh, prima o poi saprai che abbiamo deciso! Noi adoriamo te *.* e sempre insieme per combattere per i nostri pairings [MAIB forever]! *w* We love you!

Promettiamo che, nel prossimo capitolo, saprete quali coppie abbiamo scelto XD
Ed un ultimo ringraziamento a Mary05 per averci messo tra i preferiti!

Prossimo aggiornamento: venerdì!
Kiss!
Mimi18 & _Rael_89

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Capitolo 14
*** Capitolo Quattordicesimo ***


cap 14

LA RIVINCITA DI INO

CAPITOLO 14

 

 

La fresca brezza di una seratina di fine primavera accarezzò i loro corpi.
“Insomma… questo è tutto.”
Spalancò di nuovo i begli occhi verdi, fissando il ragazzo seduto sulla ringhiera accanto a lei. Shikamaru Nara non si mosse di un millimetro, continuando a fumarsi la sua sigaretta indifferente: ma lei avrebbe giurato di vedere la sua mano sinistra stringere per un solo momento più forte sul collo di quella bottiglia di birra.
“Grazie, Temari.”
“Eh?”
“Per quello che hai fatto per Ino… se non ci fossi stata tu quella sera, probabilmente sarebbe stato peggio.”
La bionda si meravigliò per il suo complimento: ok, era vero che lei aveva preso il controllo della situazione, salvando una povera Ino ubriaca da Itachi e Sasuke… ma non si sarebbe mai aspettata una reazione così calma da lui! Cioè, insomma… non erano sempre gli insopportabili Itachi e Sasuke quelli che potevano aver fatto chissà cosa a sua sorella?!
“Però… vuoi fargliela pagare agli Uchiha?”
Fu sorpreso da tale domanda.
“Sì…” annuì poco convinto. “Ma… più che altro, posso solo tenere gli occhi aperti: non sono sicuro che le abbiano fatto qualcosa. Certo, se anche Ino collaborasse…”
“Scherzi? Se le imponi di non vederli più, quella finisce che scappa a Las Vegas e se li sposa in due giorni!”
La sua battuta gli fece un po’ sollevare l’umore. Si portò di nuovo alle labbra la sigaretta, più rilassato di prima. Adorava quel locale, il Moon Light, un luogo adatto per un tipo come lui: qualche alcolico, odore di nicotina, musica rock di sottofondo, poca gente e tranquilla. Spesso ci andava con Choji e gli altri amici, altrettanto spesso ci portava Temari: e gli piaceva soprattutto passare la serata sul terrazzino a fumare e bere, magari anche chiacchierando un po’. Eppure, chissà come mai, quel brontolone di un Nara non vide mai la differenza… non aveva notato i suoi nuovi stivali neri di pelle; non si era accorto che lei portava una mini troppo corta per un clima umidiccio come quello; e di quel filo di trucco più marcato, il lieve rossetto, la maglia dalla scollatura audace, troppo femminile e sofisticata rispetto al suo stile più tipico… ed i capelli sciolti, le unghie smaltate, e mille altre cose: Shika, apri gli occhi! Ma non vedi che, ogni volta che inviti Temari a passare una seratina apparentemente tra amici, lei fa di tutto per essere irresistibile?! Si, che te ne sei accorto, si… ma come al solito, ignaro delle grandi macchinazioni di una mente femminile, pensi sia solo un caso…
Ti allunga un bacio. Ok, questo non è affatto un caso!!!
“…mh.” mugugnò toccandosi le labbra, in un gesto di pulirsele dal rossetto: in realtà era rimasto piuttosto spiazzato, ma non infastidito.
“Ma insomma!” lo guardò severa. “Questa non è la prima volta che ti bacio, no?”
No che non lo era… c’erano state altre volte, tante… ma tutte morte in quel piccolo gesto, poi ignorato da entrambi.
“E allora?”
“Beh… mi sembra che gradisci, no? Dopotutto, non mi scansi via… e se non ti piace, faresti meglio a dirmelo!”
“E se mi piacesse?”
“Altrettanto.”
“Uffa! Voi donne siete così noiose… volete sempre conferme, parole, fatti…” sbuffò, avvicinandola a sé e baciandola a sua volta. “Ok, va bene così o il messaggio non è chiaro?!

 

* *** *

 

Fu quel raggio di sole che la colpì sull’occhio destro a destarla. Lo strofinò, emettendo un piccolo respiro…
“… ah!”
Scattò a sedere sul letto, spalancando occhi e bocca contemporaneamente. Mise a fuoco l’ambiente attorno: la sua camera. Ma, lei… non stava di fronte… cioè, era di fronte a quella porta… e qualcuno l’aveva spalancata… un viso con una cicatrice… una voce burbera… si portò le mani sulle guance: Hinata Hyuga, possibile che hai solo sognato?! Si sentì una stupida: aveva creduto che fosse la realtà. Ma insomma, se era veramente così, come faceva a trovarsi là? Forse, colui che aveva spalancato la porta gentilmente l’aveva presa in braccio portandola fino in camera sua??? Maddai, Hina! Scosse il capo, come per scacciare l’inquietudine che si portava dentro; e si alzò dal letto, udendo solo il frusciare della sua candida camicia da notte, tanto era il silenzio. D’improvviso, sentì le mani pruderle in modo strano… le guardò. Rimase scioccata: ma da dove saltavano fuori tutti quei filetti bordeaux?! Sembravano quasi… la vecchia tenda di una delle finestre del  piano inferiore…
“Ma, allora…”

Che segreto nasconde villa Hyuga?!

 

* *** *

 

Camminava diritta davanti a sé, a testa alta: sorrideva a tutti quelli che la salutavano, ma senza sbilanciarsi troppo. Sembrava così inattaccabile, così invulnerabile, così dura…
“Stamattina siamo allegri, a quanto pare…”
Si girò, riconoscendo la sua voce. “Buona giornata anche a te, Gaara.”
Prese a camminarle a fianco. “Non devi farlo… non devi mostrarti felice comunque.” il suo sorriso non lo ingannò.
“Ma… perché dovrei essere triste? Cioè… non ne ho motivo!”
C’ero anche io quella sera, Sakura…
E, in un lampo, notò quell’ombra d’amarezza in quelle perle di menta.
“Però… ho delle amiche che si preoccupano per me. E Naruto.”
“Lui…”
“E’ il mio migliore amico!” precisò. “Lo è sempre stato… e sa capirmi.”
“Mh.” commentò Gaara; e si meravigliò di come gli stesse a cuore quella ragazza…
“Comunque sia, io sto davvero bene!” si stiracchiò, poi passandosi una mano tra i corti ciuffi rosei. “Sono abbastanza forte da poter superare anche una delusione amorosa!”
Però si mordeva un labbro, con lo sguardo fisso a terra, ed un maledetto brilluccichio negli occhi. No, non farlo… non scoppiare a piangere…
“Sakura...” gli mise una mano sopra la testa, in un’impacciata carezza. “Hai ragione: sei abbastanza forte per superare tutto questo.”
Cambiò espressione, lo fissò con occhi confusi.
“Perché mi consoli? Cioè… ti eri accorto della mia assenza da scuola?”
Nessuno le aveva detto niente per quei giorni trascorsi a casa; nessuno, a parte i suoi tre veri amici.
Anche lui non sapeva bene che risponderle. ”Probabilmente, appartengo alla schiera di quelli che si preoccupano per te…”
Ok, anche stavolta il cuore di Sakura sussultò. Ma in maniera diversa: talmente forte quasi da scoppiarle. Non come con Naruto, scoprendo che a qualcuno importava qualcosa di lei… perché non era qualcuno: era a Gaara che importava di lei. E, questa sensazione, le destò qualche preoccupazione…

 

“Maddai… e così il prof Kakashi si era dimenticato a casa i fogli del compito in classe?!”
“Ti giuro!!! Sono morta dalle risate!”
Chiacchieravano allegre e spensierate, passeggiando per il cortile del liceo: in realtà si stava facendo tardi, e l’allenatrice le avrebbe sgridate se fossero di nuovo state le ultime a scendere in campo… ma era troppo piacevole il tepore di quel sole primaverile, che si infiltrava tra i morbidi ciuffi dei loro capelli ed accarezzava i giovani volti! Ecco perché Ino e Tenten procedevano con passo lento, come dimenticandosi dei loro impegni imminenti…
“Infatti lo abbiamo dovuto rimandare… ma penso che stavolta il vicepreside se lo mangia vivo!!”
Hinata, accanto a loro, sembrava non sentire quelle risate: era da stamattina che non pronunciava una sillaba, non partecipava ai loro discorsi, stava sempre con la testa tra le nuvole; inizialmente le due volevano chiederle spiegazioni, ma pensarono bene di essere discrete. Forse, non era niente di grave…
“Ehm… ragazze?”
Un piccolo sibilo, ma le due scattarono all’istante come se fosse un grido.
“…si, Hinata?!?” esclamarono, avvicinandosi incuriosite a lei.
“Ehm…” tipico gesto di tamburellare gli indici. “ Vi andrebbe… cioè… di venire a dormire da me?”
Gli occhi marini di Ino incrociarono quelli nocciola di Tenten: Hinata Hyuga che le invitava a casa sua?! Ma non era lei quella che evitava accuratamente di parlare della sua famiglia?!? Cosa… cioè… perché quella decisione?!
“Uhm… non credo che ci siano problemi…”
“Nemmeno per me…”
“Scusatemi se ve l’ho chiesto così, senza preavviso!” esclamò la moretta, inchinandosi.
“Ma Hina, mi sembri turbata… c’è qualcosa che non va?” domandò infine la Yamanaka.
Sulle prime, non voleva parlarne con loro; ma, dopo qualche secondo per pensarci, si disse che era meglio spiegare tutto.
“Ecco… ci sarebbe un qualcosa che vorrei scoprire…” non aveva il coraggio di alzare lo sguardo. “Ho come l’impressione che la mia famiglia mi nasconda qualcosa… ma… ho paura ad andare sola…”
“Oh, Hina-chan!” Tenten l’abbracciò. “Ci siamo noi!”
“E non ti abbandoneremo!” promise l’altra amica, con un occhiolino.
“Ragazze…” la piccola Hyuga era commossa. “Ino-chan, Ten-chan… grazie di cuore!”
“A stasera gli altri dettagli!” accordò la Higurashi.
Il loro discorso venne interrotto da un’ombra alle loro spalle, che poi si schiarì la voce; seguì un veloce gesto del braccio, che afferrò la fronte della biondina.
“Se permettete, vi rubo per qualche secondo Miss peso-piuma…” la voce di Itachi Uchiha era inconfondibile.
“Ehi, ma che modi! Mica si afferra così la gente!!” si lamentò l’altra.
Tenten ed Hinata si scambiarono uno sguardo.
“Nessun problema… ci vediamo dopo, Ino!” annuì la castana. “Ma… sta attenta.”
“Sì!” si aggiunse l’altra, guardando intimorita il ragazzo. Poi, le due si avviarono velocemente verso il campo da calcio. Itachi fece accostare Ino un po’ più vicino al muro, sbarrandole le vie di fuga con le braccia appoggiatevi sopra.
“Non mi scappi, piccola!”
“Ehi, tu!” esclamò indispettita, ma anche piacevolmente imbarazzata: insomma, chi non desidera essere messa con le spalle al muro dal ragazzo che le piace?! Anche perché, lo spazio tra  i due era davvero ridotto…
“Cos’è, le tue amiche hanno paura che ti stupri?!” ridacchiò, ricordando l’avvertimento di Tenten e lo sguardo impaurito di Hinata.
“Ma no, scemo! Solo che, conoscendo il tipo, giustamente si preoccupano…”
“Ah, e che tipo sarei?” il suo sorriso e quel tono malizioso era troppo stuzzicante.
“Tu… un maniaco!” cercò di non farsi intimidire dal suo imbarazzo: ma era molto difficile.
“Ma sentila…” si accostò ancor di più a lei, per sussurrarle in un orecchio. “Se ero veramente un maniaco, a quest’ora ti avevo già spogliato del tutto… e ti ricoprivo di baci…”
Forse erano quelle parole, forse il suo tono di voce, forse il fatto di avere il suo respiro su una guancia: ma Ino Yamanaka si sentì completamente travolta da una girandola di emozioni a non finire; si ritrovò senza fiato.
“… era questo che dovevi dirmi?!” domandò, in difesa da quell’atteggiamento troppo provocante.
Itachi ridacchiò, contento di avere quell’influenza su di lei. “Beh, la faccenda è un po’ più seria…”
“Spara, Uchiha!”
E va bene… tu cosa provi per me?
Era passato da un atteggiamento derisorio ad un comportamento più serio: straordinaria come trasformazione! Ma, nonostante questo, la sua domanda era anche peggio delle allusioni di prima…
“Ma… che cavolo dici?!?” si infuriò, non sapendo che rispondergli: bastava già il colorito delle sue guance a svelarla. “Non sono domande da porsi, cretino!!”
Mh… va bene: allora dimmi cosa provi per Sasuke.
“… eh?”
“Non far finta di cadere dalle nuvole, Yamanaka: lo so che sei molto a contatto anche con lui!”
Glielo lesse negli occhi: ci teneva parecchio nel sapere la risposta.
“Io... cioè… credo…” balbettava. Strano. “… non so che risponderti. A nessuna delle due domande.”
“Me lo aspettavo.” strinse forte i pugni. “Cazzo, Ino! E’ una cosa dannatamente seria… lo vuoi capire si o no che mi hai fatto perdere la testa?! E mi lasci così sulle spine?!”
Ok, quella confessione le fece perdere il ritmo del battito cardiaco… ma, solito maledetto orgoglio, si innervosì per il suo tono così ammonitore.
“Ma come ti permetti di dirmi queste cose, eh?! Io non lo so, ok?!? Non puoi costringermi a rispondere se sono confusa! E, comunque, anche se fosse, Sasuke non è interessato a me!”
Ma a chi vuoi prendere in giro, Yamanaka?! Già dimentichi come ti ha preso per mano? Come ti guarda? E che ti ha detto che sei bella…
“Tsk! Non hai capito nulla… forse, sei l’unica cosa che condividiamo.”
Ingoiò a fatica, sopraffatta da sentimenti strani… confusione, felicità, paura, ansia. Perché?! Perché prova tutto questo per due ragazzi?! Ma, ora, non poteva pensare a Itachi e Sasuke… c’era il problema di Hinata da risolvere: e lei, in quanto sua amica, aveva il dovere di starle vicino.
“Uchiha, lasciami andare.” sussurrò, calma. “Devo correre agli allenamenti.”
Il ragazzo sbuffò, aprendo il braccio destro per crearle un passaggio. “Prima o poi dovrai affrontare questo problema.
La ragazza annuì, fissandolo seria; poi si allontanò da lui.

 

Puntuali come al solito ù.ù
Ok, come promesso eccovi la ShikaTema e l’ItaIno… beh, anche se l’ItaIno è piu che altro nuovamente turbata dal triangolo XD
Ebbene… avete proprio capito! Benché ci riteniamo sostenitrici, amanti e adulatrici nel profondo delle nostre anime della NaruSaku… non useremo questo pairing T.T Ci dispiace per le fans, ma sappiate che non l’abbiamo scelto per la NaruHina (non ci piace molto XD) U.U bensì per la GaaSaku: ci stuzzicava parecchio *w*
Ed il mistero di Villa Hyuga… rimandato al prossimo capitolo! XD
Un ringraziamento speciale va a:

Silvy49: Grazie!

Noemi Uchiha: Yeah, SasuIno *w* Anche se pure ItaIno non è male… ma noi ci riteniamo sostenitrici dell’ItaRael (… chissà perché XP)!Kiss

Talpina Pensierosa: Per il segreto della famiglia Hyuga dovrai aspettare un altro capitolo ^^ Grazie a te!

Ferula_91: Grazie mille a te ^o^ Buon Natale!

LalyBlackangel: Benché entrambe la pensiamo al contrario (NaruSaku is love *.*), involontariamente ti abbiamo accontentato XD Speriamo che ti piaccia anche GaaSaku ^^

Bambi88: Non ci è chiara una cosa… con quale pairing ti abbiamo contaggiata? SasuIno o ItaIno? XD Mimi ringrazia per i complimenti allo scorso capitolo (_ _) Per il mistero di Neji ed Hinata, dovrai aspettare un capitolo XD E per ShikaTema… eccola! Rael te la dedica ^^ Baci! PS: Oltre a Saku e Kankuro, che ne dici di Gaara e Sakura?

Neji’s fan94: Rael promette di mettersi al più presto all’opera per inserirti nella raccolta °w° Intanto… Mimi era sicura che ti sarebbe piaciuta la scena di Ten-chan! Che poi chissà perché si fa tanti complessi… è così carina! (A detta nostra, anche più di Hina e Saku U.U) XDDD Niente da fare, ormai il SasuIno è dentro di te XD Al prossimo capitolo con il mistero della famiglia di Neji! Un grazie per il tuo sostegno ed un grande bacio! =*

Ino: Tranquilla, Mimi non se l’è presa XD Può capitare, visto che a pubblicarla è solo una delle due autrici… *.* hai la febbre? Allora ti auguriamo pronta guarigione ^^ Come già detto, sugli Hyuga aspetta un altro capitolo… ed ecco che anche Itachi ammette che gli interessa Ino! Beh chiaro, in fondo è la meglio U.U Grazie ancora! Baci ^.-

Angel_Sayuri: Nuuuuu! Ci dispiace per il tuo pc T.T Noi senza non riusciremmo a vivere X°D Grazie davvero per tutti i complimenti sugli ultimi capitoli ^^ Beh, Hidan e Kakuzu li abbiamo resi volontariamente odiosi XD (siamo state molto brave, lo sappiamo ù.ù) Il “dramma di Ino” descritto nel cap 11 è tutto merito di Mimi, che ringrazia per i complimenti (_ _), invece le ShikaTema sono tutte opera di Rael (per forza XD) che ti ringrazia anche lei per l’apprezzamento nonostante non sia la tua coppia preferita ^^ Beh, il nostro obiettivo era proprio contaggiarvi con il SasuInoIta XD Quindi, se vuoi scrivere un AU su questo triangolo fai pure! Anzi, ci piacerebbe leggere altri lavori sopra *.* e, se la trama è diversa, niente plagio tranquilla ^^ Forse sotto le feste natalizie riusciremo ad aggiornare un po’ più spesso… vedremo XD Grazie ancora! Kiss

Kaho_chan: Yeah, alleata del MAIB: l’importante è esserci U.U Ci solleva il fatto di non aver descritto un Sasuke troppo OOC o zuccheroso, è un personaggio veramente difficile da trattare ^^° e speriamo sia lo stesso anche per Itachi XD Infatti, ecco la tua ItaIno: speriamo sia di tuo gradimento! Per quanto riguarda la famiglia Hyuga (ultimamente sono al centro dell’attenzione XD)… Hiashi ci piace più così ^^ E questo Neji in fondo rispecchia il manga, benché ci sia un qualcosa di diverso nel suo passato che lo porta ad essere così “cattivo” con Hinata… beh, non sveliamo altro per ora XP Grazie ancora Tess/Geme! Ti adoriamo *w*

Concludiamo con il ringraziare anche gli altri lettori che non lasciano una recensione =3
Ed auguriamo un felice natale a tutti voi!

Prossimo aggiornamento: venerdì!
(non perdetelo ^.-)
Besos!
Mimi18 & _Rael_89

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Capitolo 15
*** Capitolo Quindicesimo ***


cap 15

LA RIVINCITA DI INO

CAPITOLO 15

 

 

Ino Yamanaka si fermò di scatto, riprendendo fiato. Era corsa via da quelle braccia possenti, da quel viso così attraente e da quella dannata voce sensuale.
Era scappata via dai suoi sentimenti, lasciando Itachi nel dubbio, e nell’insicurezza.
Probabilmente se avesse ascoltato la parte più superficiale del suo cuore avrebbe mandato a farsi benedire Sasuke Uchiha e si sarebbe gettata fra le braccia di Itachi.
Ma quella vocina...quel batticuore...quelle emozioni che provava in presenza del più giovane degli Uchiha...non si potevano ignorare.
Fece un passo, per poi bloccarsi di nuovo. Si ritrovò a sorridere, pensando che quel giorno le sorprese non erano poche.
Trovarsi davanti una come Sakura Haruno, che sembrava aspettare proprio Ino, era una cosa che non capitava tutti i giorni. Almeno non alla bionda...
“Buongiorno Haruno.”
Sperò che con quel saluto educato si liberasse da quella ragazza.
“Volevo parlare con te...”
Il fruscio del vento fece volare i capelli biondi di Ino davanti ai suoi occhi. Le coprirono la visuale. Sakura, a differenza sua, non aveva fatto una piega. Non si era lamentata per il freddo, ne per il fatto che la pettinatura le si potesse rovinare. Era rimasta immobile, davanti a lei. Lo sguardo freddo e impassibile.
“Voglio sapere cosa c’è fra te e Sasuke.”
Di nuovo? Avrebbe davvero voluto rispondere così, ma non lo fece. Inarcò semplicemente il sopracciglio.
“Prego? Nulla. Solo un conoscente, che non mi sta per nulla simpatico...”
Il sorriso comparì sul volto di Sakura, che le si avvicinò.
“Guarda che non ti faccio nulla se mi dici che ti piace. Tanto ormai...è una battaglia persa. Contro di te non ho speranze...”
Mise le mani dietro la nuca, e Ino si stupì di quel gesto. Non sembrava la Sakura di pochi giorni prima, quella antipatica e sbruffona; ma una semplicissima sedicenne con una delusione amorosa sulle spalle e che tenta di guardare avanti.
“Mi fido...ma non so comunque cosa risponderti. Sembra che oggi vi siate messi tutti d’accordo per farmi questa domanda...” borbottò la bionda.
Lasciando ormai perdere gli allenamenti, sicuramente già iniziati, si sedette all’ombra di un albero.
Alzò lo sguardo celeste, incontrando quello verde prato della rosa. Sorridendo, batté una mano accanto a se, invitando la giovane a sedersi accanto a lei.
“Hai voglia di farti una chiacchierata?” domandò, ingenuamente.
Sakura la fissò stupita, per poi ridere e buttarsi accanto alla bionda.
“Mamma, come ho fatto a non sopportarti?”

 

Fugaku Uchiha sbuffò un poco infastidito, leggendo il titolo del giornale quotidiano.

 

COME ROMEO E GIULIETTA
I due giovani figli Ino Yamanaka e Sasuke Uchiha appaiono davvero innamorati in questa foto, in cui lui la difende come un principe azzurro, per poi scappare via insieme mano nella mano.
Sembra che la rivalità fra le due famiglie non importi molto ai due giovani, visto che non fanno altro che passare il tempo insieme...

 

Lo gettò nel cestino, senza nemmeno finire di leggere. A suo parere erano tutte sciocchezze. Solo, ed esclusivamente sciocchezze.
Sasuke non avrebbe mai perso tempo dietro alla Yamanaka, nemmeno se quest’ultima sarebbe stata la più bella ragazza della terra. Per non parlare del fatto che a Sasuke le ragazze non interessavano. I suoi unici interessi erano la scuola e la pallacanestro. Nient’altro...
“Orochimaru?” chiamò a gran voce l’affascinante segretario, che comparve subito all’interno della stanza.
Alto e con i capelli lunghi dalla bellezza quasi femminea, Orochimaru lavora da ben sette anni per Fugaku Uchiha. Più che un socio, era un amico.
“Si?”
Fugaku lo invitò con lo sguardo ad accomodarsi alla poltrona davanti alla sua.
“Voglio che il giornale la smetta di dare queste notizie idiote...”
Il moro davanti a lui sorrise.
“Parla dell’articolo di oggi?”
Come se non lo sapesse...
“Già. Quell’idiota di Hidan Taki non fa che inventarsi scemenze!”
La rabbia si poteva leggere perfettamente negli occhi di Fugaku, tanto che per la troppa ira scaraventò giù dalla scrivania il portapenne.
“Signore, penso che lei abbia perfettamente ragione. Non solo parlerò con il giornale, ma anche con il signorino Sasuke.”
E senza aggiungere altro uscì dalla porta.
Camminò con passo e lento fino al proprio ufficio, per poi sedersi alla scrivania e comporre un numero.
Aspetto paziente finché una voce maschile non si rispose al di la del telefono.
“Kabuto? Ottimo lavoro...ora devi solo trovare un modo per far capire di che pasta è fatta la Yamanaka.”
L’uomo all’altro capo del telefono sorrise compiaciuto.
“Ho già trovato del materiale, signore. Sono sicuro che le piacerà. Con questo sicuramente Fugaku Uchiha salirà in vetta.”
Orochimaru sorrise soddisfatto, e senza salutare riagganciò.
Osservò il suo ufficio quadrato, con una malcelata felicità negli occhi.
Il suo piano stava procedendo perfettamente; Fugaku Uchiha avrebbe vinto le prossime elezioni, e con il sua aiuto una volta pronto, anche Sasuke Uchiha sarebbe diventato un ottimo politico...

 

* *** *

 

Ino infilò nella borsa una camicia da notte violetto, piuttosto graziosa. Era la sua preferita, e voleva fare bella figura. Quella sarebbe stata la prima notte che passava con le sue due nuove amiche.
Alzò lo sguardo verso il vetro, fissando la propria immagine con curiosità.
Si chiese perché Itachi Uchiha fosse interessato a lei, e perché Sasuke le avesse detto di essere bella.
“Forse perché lo sei.”
Si girò di scatto, stupita nel trovare Shikamaru che la guardava con curiosità.
“C-come?”
“Non stai forse pensando al perché quei due ti vengono dietro?” domandò, avviandosi verso la finestra.
La bionda spalancò la bocca interdetta. Come cavolo aveva fatto a capirlo?
“Come ho fatto capirlo? Semplice. Te lo si legge in faccia...”
Ino si portò una mano al volto preoccupata, per poi riguardarsi allo specchio. Cercò segni di quella testimonianza, ma quando sentì la risata del fratello sbuffò infastidita.
“Hai solo tirato ad indovinare, vero?”
Vederlo sbellicarsi in quel modo le fece un certo effetto. Era raro vederlo ridere o sorridere. Sempre annoiato e seccato, con la solita espressione.
Si chiese il motivo di tutta quella noia, ma non glielo domandò. Era stata fulminata da un pensiero...ovvero che Shikamaru era davvero carino quando sorrideva.
“Sai, dovresti ridere più spesso...” decretò, mettendosi a braccia incrociate.
Lui la osservò, sempre con il sorriso, per poi avvicinarsi.
“Mi hanno detto che vai dalla Hyuga a dormire...” borbottò, osservando il borsone.
La ragazza dopo aver annuito, si avviò verso l’armadio alla ricerca di vestiti per il giorno dopo.
“Ma siamo sicuri che non te ne vai dagli Uchiha?”
Ino si voltò, non capendo il significato di quell’affermazione. Quando vide la sua camicia da notte nelle mani del moro cacciò un urlo, per poi dargli un pugno in pieno viso.
“MANIACO PERVERTITO!!!”
Shikamaru si massaggiò la parte lesa, con un sorrise strafottente.
“Io rimango del mio parere...”
La giovane si morse il labbro inferiore, le guance arrossate e gli occhi lucidi per la vergogna.
“Cretino, scemo, idiota, deficiente!” strillò, inginocchiandosi accanto a lui, e iniziando a prenderlo a pugni.
“Scemo, scemo, scemo!”
Il ragazzo con la coda la fermò. Le afferrò i pugni, fissandola serio.
“Ino...ti sei innamorata?”
Lei sussultò. Di nuovo quella domanda, di nuovo nessuna risposta.
“Non lo so.” sussurrò, scappando dalla sua stretta.
Il giovane si rialzò, per poi portarsi accanto a lei.
“Io ci sono...se vuoi parlare...” le bisbigliò, per poi uscire dalla camera.
Ino si toccò la guancia che lui le aveva sfiorato con il respiro, mentre le diceva quelle cose.
La gioia si fece largo nel suo cuore.
Ritornò a cercare i vestiti, più allegra, cantando un vivace motivetto.

 

Probabilmente se Ino e Tenten non avessero mai viste le loro ville, sarebbero rimaste con la mascella a terra.
In quel caso, vedendo villa Hyuga, si limitarono ad un semplicissimo spalancamento della bocca.
La villa davanti a loro oltre ad essere enorme, era anche spettrale.
“Senti...non è che Hinata ci ha invitate per una prova di coraggio?” domandò la bionda, afferrando il più saldamente possibile, il proprio borsone.
Tenten rabbrividì.
“Oddio...spero di no. Io detesto i fantasmi...”
Ino sghignazzò.
“Bene, perché mi sa che siamo finite in una casa che ne è infestata!”
L’espressione dell’amica la fece ridere a crepapelle.
La castana incrociò le braccia al petto offesa.
“Non mi prendere in giro, Yamanaka...”
La ragazza in questione sollevò lo sguardo lucido su di lei, con un sorriso stampato in volto.
“Allora? Suoni o no?” domandò, riprendendo la calma.

 

“...e qui c’è il bagno.”
Hinata si voltò con una piroetta verso le due ragazze. Entrambe osservavano la grande toilette che la corvina aveva mostrato loro.
“Hai proprio una bella casa, Hinata...” si complimentò Ino, con un sorriso.
Tenten annuì concorde.
“Hinata? Le tue amiche si trovano bene?”
Hiashi Hyuga comparì dall’angolo opposto della posizione delle tre. La figlia gli sorrise, per poi fare un lievissimo inchino, imitata dalle amiche.
“è un piacere conoscerla, signore Hyuga.”
Tenten sorrise educata, fissando l’uomo, per poi arrossire quando vide la figura del ragazzo accanto a lui.
“Buona...buonasera, Neji-kun!” balbettò, avvicinandosi a Ino, che fece un sorrisetto malizioso.
“Ciao, Ten-chan.”
La ragazza si sciolse, sentendo quel suffisso. Sembrava che il suo nome dette da lui fosse diverso...
“Hinata, fai accomodare le tue amiche...”
La ragazza annuì, e dopo aver salutato i due parenti, condusse le amiche nella propria stanza.
“Ovviamente mio padre era contrario a farci dormire tutte insieme, quindi dovremo accontentarci delle camere comunicanti.” Spiegò, con aria afflitta, la giovane erede della casata.
La bionda le sorrise candidamente, mentre Tenten stava ancora riprendendosi dallo shock di pochi minuti prima.
“Hina-chan, potevi dirmelo che tuo cugino abitava nella tua stessa casa!” disse poi, buttandosi di peso sul letto.
La corvina arrossì dispiaciuta, inginocchiandosi subito di fronte alla castana.
Le afferrò le mani, chiudendole fra le sue.
“Scusa, perdonami Ten-chan...” sussurrò, sinceramente dispiaciuta.
Tenten le sorrise, e le diede un buffetto sulla guancia.
“Suvvia, scherzavo...”
Ino le osservò con un sorriso malinconico sul viso.
Nonostante fosse li per divertirsi in un certo senso, non riusciva a cancellare dalla sua mente l’immagine di Itachi.
Sbuffò e raggiunse le due amiche.
“Hina, mi dici che cavolo di paure hai?” domandò, un poco bruscamente.
Hinata non fece molto caso al suo tono, e si portò un dito sul mento, pensierosa.
“Mh...è da un po’ che sento dei rumori strani. Sento dei passi provenienti nell’altro corridoio...per di più ieri sera sono sicura di esserci andata, ma la mattina mi sono svegliata qui.”
Tenten si portò le mani alla bocca, un leggere colorito bluastro.
Ino, sapendo che nel giro di due secondi l’amica avrebbe urlato la parola fantasmi, le diede un pizzicotto.
“Oh, quindi...mi stai dicendo che...c’è qualcuno?” domandò, beccandosi un’occhiataccia dalla castana.
“Già...solo che avevo paura a ritornarci da sola...” spiegò fissando gli occhi azzurri della bionda.
Ino schioccò le dita, per poi alzarsi dal letto.
Dopo aver fatto qualche passo si voltò verso le due amiche, battendo le mani.
“Allora...visto che è ancora presto che si fa? Non passeremo tutta la sera a fare le detective!!” esclamò, mettendo un po’ di allegria in quella stanza.
Tenten ci pensò su un attimo, per poi sorridere maliziosa.
“Sai Ino...non ci conosciamo ancora molto bene, che ne pensi di fare una bella seduta di chiacchierata?”
La bionda ricambiò il sorriso, mentre Hinata correva a prendere i cuscini dall’armadio.
“Bene...chi inizia?” domandò Ino, mentre gli occhi di Hinata ricadevano quasi con casualità sulla castana.
“Perché proprio io?” domandò quella, un po’ imbarazzata.
“Perché tu hai lanciato l’idea...avanti, sputa il rospo. Da quanto vai dietro a Neji Hyuga?” domandò senza peli sulla lingua la bionda.
Tenten arrossì di botto, mentre Hinata spalancava la bocca.
“Dalla prima media.” Borbottò, dopo qualche secondo.
La bionda le sorrise; fece per rivolgersi ad Hinata, ma fu bloccata dall’altra.
“Oh no, tesoro mio. Tocca a te...”
Ino non seppe perché, ma iniziò a sudare freddo.
“Hai già dato il primo bacio?”
Per fortuna, pensò poi, non era una domanda poi così difficile.
“Si. Ho baciato un ragazzo una sola volta, al mio quindicesimo compleanno.”
Hinata arrossì un poco, sapendo che quello era il SUO turno.
“Allora, dicci. Ultimamente non hai nessun in testa?”
La corvina sussultò. Non potevano davvero aver capito...
“Come fate...”
Le due arrossirono maliziose, mentre l’altra si diede dell’idiota per essere cascata in un tranello così sciocco.
“In effetti...si, c’è.”
Le due annuirono soddisfatte. Non le chiesero il nome, sapendo che l’avrebbero messa ancora più in imbarazzo. Tanto sapevano entrambe chi era il tizio in questione...
“Ino?”
La bionda si voltò verso Hinata...
“Quale preferisci dei due Uchiha?”
Terza. Quella era la terza volta in un giorno che qualcuno le chiedeva degli Uchiha. No, si sbagliava. Contando Itachi stesso le volte erano quattro...
“Non lo so. Quando l’avrò capito ve lo dirò a voi per prime...” bisbigliò, un poco imbarazzata.

 

Si salutarono poco dopo le undici, tutte e tre barcollanti a causa del sonno.
Tutto tranquillo, nessun rumore. Si addormentarono quasi subito, tranquillamente.
Fu al rintocco della mezzanotte, che ebbe inizio il tutto.
Hinata si svegliò di soprassalto, sentendo quei passi. Il frusciare del vento non era abbastanza forte per coprirli.
Saltò giù dal letto, e corse verso la porta più vicina. La spalancò senza nemmeno bussare, trovandovi Ino già in piedi, probabilmente svegliata a sua volta da quei rumori.
Si fissarono per qualche secondo, per poi corrersi incontro, e senza dire nulla raggiunsero la camera di Tenten.
Spalancarono la porta senza troppe cerimonie, e quello che videro le lasciò allibite.

 

Capito chi c’era dietro la storia di Hidan e Kakuzu? Orochimaru O.O
Come alleato degli Uchiha ce lo vedevamo proprio XD Quindi, nemico degli Yamanaka… aspettatevi altro da lui e da Kabuto in futuro ù.ù
La riappacificazione tra Sakura ed Ino: un punto su cui tenevamo parecchio. E finchè non rinuncia a Sasuke non si può avviare la GaaSaku, no? XD
La famosa questione di Villa Hyuga: il mistero svelato nel prossimo capitolo! Promesso ^.-
Ringraziamo di cuore LalyBlackangel, Talpina Pensierosa, Silvy49, Ferula_91, Bambi88, SangoChan88, Ino, Kaho_chan, Nejisfan 94 e Maoa per aver lasciato un commento, e ci scusiamo se per problemi di tempo non siamo riuscite a rispondere ^^°
Di nuovo grazie a Nejisfan 94 per aver messo tra i preferiti la nostra fanfiction *.*
Concludiamo dandovi gli auguri di buon anno nuovo!
Prossimo aggiornamento: venerdì 4 Gennaio!
Kiss ^.-
Mimi18 & _Rael_89

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Capitolo 16
*** Capitolo Sedicesimo ***


cap 16

LA RIVINCITA DI INO

CAPITOLO 16

 

 

La mano della Yamanaka, poggiata sulla maniglia della porta, iniziò a sudare freddo.
“… Tenten?”
Silenzio.
“Ten-chan?”
Nessuna voce rispose nemmeno alla padrona di casa. Benché la camera fosse avvolta dalla semioscurità, si poteva vedere benissimo… il letto era disfatto. Ma vuoto.
“Ino-chan… dove può essere andata Tenten?”
Non sentì la voce di Hinata, tantomeno percepì la piccola stretta sulla camicia da notte; la sua mente viaggiava più lontano, arrivando a rammentare tutte le scemenze che diceva la cara amica sui fantasmi… che avesse ragione?! Che veramente il segreto di villa Hyuga fosse che era infestata da demoni o quant’altro?!? Sentì un brivido passarle lungo il corpo e… maddai, Ino! Dio, quanto sei baka… ma ti pare logico?!? Si era fatta influenzare troppo dalle chiacchiere della Higurashi… beh, forse allora… magari era andata in camera di Neji…
“… ahahahah!!!”
“… Ino-chan?!” Hinata la guardò allibita.
“No, scusami Hina… pensavo ad una cosa assurda… lascia stare.” si calmò.
Ma andiamo!!! Cioè, Tenten che ha la sfacciataggine di andare in camera di Neji… è più probabile l’ipotesi dei fantasmi, a questo punto!
“Ehm… ragazze?!”
La voce alle loro spalle le fece trasalire. Sussultarono, girandosi in contemporanea… immediatamente, sentirono l’impulso di gridare: ma si coprirono l’un l’altra la bocca con una mano. Perché, dietro di loro, guardandole con occhi perplessi…
“Tenten!”
“Sì?”
“Ma… tu… dove diavolo eri?!”
Indicò dietro di sé. “In bagno.”
Le due si fissarono allibite, con un gocciolone sopra la testa.
“Allora… che si fa?”
“Si entra in azione!” esclamò la Yamanaka alzando un braccio in aria.
“… sì!” la Hyuga cercò di imitare il suo entusiasmo.
Tenten annuì lentamente, trattenendosi un sospiro: avrebbe preferito di gran lunga restarsene dentro il lettuccio caldo a dormire!!!

 

Piccoli passi felpati in punta di piedi, movimento ondulatorio, camminata in fila indiana…
Crick.
“Ssst!!” si voltarono la bionda e la castana, mettendosi l’indice sulle labbra.
La Hyuga si maledì per aver beccato quella trave malmessa, e chiese scusa con lo sguardo. E così, ripresero la marcia…
Non appena finì il corridoio, e giunsero vicino allo scalone principale, si appiattirono contro il muro.
“Hina, quale è la collocazione della camera misteriosa?” Ino si era proprio immedesimata bene nel ruolo di detective.
“Appena scese le scale, bisogna svoltare subito a sinistra e prendere il corridoio laterale… l’ultima stanza in fondo.”
“Bene… bisognerà dividersi i compiti, allora…”
Tenten si trattenne una risatina: la serietà della Yamanaka era assurda!
Tutte e tre, comunque, assunsero una posa da pensatore, spremendosi per bene le meningi…
Tap.Tap.Tap… passi! Qualcuno si è accorto di loro!!! Di primo istinto, si misero le mani tra i capelli, spaesate: ma la solita Ino, ripresasi quasi subito dallo spavento, afferrò le amiche per un braccio portandosele con sé dietro una grande tenda scura del finestrone laterale.
“… c’è qualcuno?!” mormorò una voce profonda che uscì fuori dal corridoio; la piccola mano della Hyuga aprì leggermente il telone, per dar modo di vedere chi fosse…
“… ma è Neji nee-san!” imprecò in un sussurro strozzato.
“Ma che ci fa qui?!” esclamò dietro di lei una Yamanaka forse più attonita.
Tenten non disse nulla, mettendosi una mano sul cuore: fortunatamente, aveva ripreso a battere. Ma il modo in cui stava aumentando il ritmo era preoccupante… ma c’è da capirla: vedere Neji Hyuga in pantaloni grigi del pigiama e maglia candida talmente stretta da risaltare il fisico statuario… insomma, beh…
“Ragazze… io avrei avuto un’idea…” sogghignò Ino.
Il suo sguardo furbetto preoccupò seriamente la Hyuga e la Higurashi.
Una di noi dovrà distrarre Neji, inventandosi una scusa e facendolo tornare in camera sua… e, quando può, raggiungerci al piano di sotto…”
“Beh… può andare.” annuì la castana.
“Ma chi ci andrà?” chiese la moretta.
Gli occhi marini di Ino si fermarono prevedibilmente su una certa figura che, presa alla sprovvista, venne spinta via dalla tenda…
“… ah, ma sei tu Ten-chan!” il ragazzo emise un sospiro di sollievo.
“Ehm… e già!” balbettò lei, maledicendo dentro di sé la cara amica dai capelli di miele.
“Ma che ci fai in piedi?”
“Beh… ecco…” per sua fortuna, possedeva un cervello che andava a 1000 all’ora. “… non riuscivo a dormire, tutto qui.”
“C’è qualcosa che ti preoccupa?”
“Mh…”
“Ne vuoi parlare?” si avvicinò di più a lei, veramente preoccupato.
“… ok…” le era impossibile dirgli di no.
“Allora vieni in camera mia, se non ti disturba troppo: anche perché, se ci trovano qui, potrebbe sembrare sospetto!” rise lui, notando quel colorito bordeaux così acceso sulle sue guance.
“Va bene…”
E, mentre Neji Hyuga la conduceva fino alla sua stanza, Tenten Higurashi lanciò un’occhiataccia verso la tenda dove erano nascoste le sue dolci amiche… avrebbe proprio dovuto ricordarsi di ringraziarle, in futuro!

 

“Che ne dici, usciamo?” bisbigliò Hinata, cacciando un poco la testolina fuori dalla tenda.
“Sì, il ‘pericolo’ è passato…” ridacchiò l’altra. “In camera con tuo cugino… scommetto che per Tenten questa sarà una notte magica!!”
“Sì, ma… cioè…” era visibilmente in imbarazzo. “… che potrebbero fare?”
La bionda ci pensò su. “Uhm… forse, concepire un figlio…”
Hinata sembrava sul punto di svenire.
“Dai, scherzo!!” le diede una pacca sulla spalla, trattenendosi dallo scoppiare a ridere per non fare troppo rumore. “Sarà meglio che ci sbrighiamo, ora!”
La Hyuga annuì, cercando dentro di sé un po’ di coraggio… in qualsiasi punto lo tenesse nascosto!!

 

Spalancò la porta davanti a sé.
“Ed eccoci qui…”
Gli occhi di caffè della fanciulla vagarono da un angolo all’altro della stanza, facendo una valutazione rapida: luminosa, spaziosa, ordinatissima, pochi oggetti ma strettamente necessari. E cosa che la colpì, oltre alla straordinaria quantità di libri collezionati ( segno evidente della sua passione per la letteratura europea), uno strumento musicale poggiato su un mobile…
“… suoni il basso?!” esclamò la Higurashi, avvicinandosi ad esso.
“E’ solo un hobby.” le sorrise.
“Beh, è comunque fantastico!!” si voltò, guardandolo eccitata. “Deve essere bellissimo saper suonare qualcosa… figuriamoci, io sono stonata e non ho per niente senso del ritmo!”
Il ragazzo non potè trattenersi una risata: Tenten era la ragazza più simpatica e spiritosa che avesse mai conosciuto in vita sua! Anche lei su unì alle risate dello Hyuga, pensando quanto fosse bello il suo sorriso…
“Allora… cos’è che ti preoccupa?”

 

La mano di Hinata strinse con più forza quella di Ino.
“Siamo arrivate.” annunciò in un sussurro.
La bionda guardò quella vecchia porta scura, meravigliandosi di come il grande segreto di casa Hyuga si nascondesse dietro… una semplice porta scura.
“Beh… bussiamo?”
“Ma, Ino!! E se ci apre qualcuno di pericoloso?!”
“Se era tanto pericoloso, non se ne sarebbe rimasto rinchiuso qui dentro!”
“Ok, ma… meglio non svegliare il can che dorme, no?”
“Hina… ti tiri indietro?”
“Ehm…” iniziò a tamburellare gli indici come suo solito.
“Dai… e poi adesso ci sono anche io, no?” l’abbracciò. “Entreremo di soppiatto… e, se ci attaccano, ci penserò io a stenderli!! Non per niente, mia madre mi ha costretto a prendere qualche lezione di karate due anni fa…”
“… grazie Ino-chan!”
“Ed ora, andiamo!”
La Hyuga annuì di nuovo poco convinta, guardando la maniglia. “Però… potresti aprire tu la porta?”

 

Ed ora che cavolo mi invento?! Fu più o meno questo che pensò Tenten, quando Neji la invitò ad esporgli il suo problema… la ragazza si andò a sedere sul suo letto, prendendo un bel respiro (cioè… prendendosi tempo per ideare qualcosa!). Il giovane si sedette sulla sedia davanti alla scrivania, guardandola tranquillo: non voleva metterle fretta.
“Beh…”
“Dai, sputa il rospo!” le rivolse un sorriso rassicurante.
“… come mai non ti va a genio Hinata?”

 

Ino si attaccò alla maniglia, prendendo un bel respiro. Hinata si accaccò al suo braccio, sentendole il piccolo organo vitale pulsarle come non mai in vita sua.
Insomma… non potevano restare a lungo lì ferme davanti alla porta!!
“O la va, o la spacca!”
La porta si aprì accompagnata da un cigolìo; stranamente, ciò che pensò la Yamanaka fu che dovevano darle un po’ di olio. La luce della luna colpì l’interno di quella misteriosa camera, posandosi sui vari mobili dalla fattura raffinata ma vecchia. Insomma, apparentemente si mostrava come una normalissima camera da letto…
“… sembra vuota.”
“Aspetta a dirlo… magari, chi vi alloggia dorme…”
La spinse dentro con sé, socchiudendo leggermente la porta. Si accorse che la luce dei lampioni all’esterno del giardino penetrava un poco attraverso la tenda bianco sporco della finestrella, e che la visuale era abbastanza decente.
“Fai piano, mi raccomando.” sussurrò ad Hinata, staccandosi da lei e diringendosi nel lato destro della stanza.
“Ino… chan…” balbettò un’insicura Hyuga, desiderando di tornare vicina all’amica. Si mosse verso sinistra con cautela,  cercando di farsi coraggio… purtroppo per lei, ancora non era riuscita a trovarlo… cavolo però, quanto era buio… e sentì un qualcosa sfiorarle la spalla.
“… aaahhh!”

 

“… come mai non ti va a genio Hinata?”
Non sapeva perché lo aveva detto. Forse perché, indecisa su cosa addurre come scusa, pensò di poter continuare ad indagare… ma se ne pentì.
La sua domanda colse Neji alla sprovvista: non potè fare a meno di incupidirsi, sentendo il nome della cugina.
“Tenten… non capisco perché dovresti preoccuparti per…”
“Scusami! Non avrei dovuto chiedertelo!!” scattò in piedi a disagio, dirigendosi verso la porta. “Me ne torno subito in camera mia…”
Ma la mano dello Hyuga, che afferrò delicatamente il suo braccio, la bloccò. E, quando si voltò per vedere quel dolce viso così vicino al suo, se ne rese conto: era divenuto parecchio più alto di lei. Ed il suo sguardo, maturato. Da uomo.
“Ti preoccupa la situazione tra me ed Hinata-sama?” le chiese pacatamente.
“Ecco… vedo che lei ne soffre: e non posso non stare male per una mia amica.”
Sentì la sua stretta più forte, stava toccando un tasto dolente. “Scusami, Neji-kun…”
Abbassò lo sguardo, mordendosi il labbro inferiore. Il ragazzo stette per un po’ in silenzio, poi le diede un buffetto sul mento per farle alzare il capo.
“Voglio raccontarti tutto, proprio perché sei molto legata sia a me che ad Hinata-sama…” si allontanò da lei, dandole le spalle. “Ma, quel che sentirai, non ti piacerà.”

 

“… aaahhh!”
Ino si voltò immediatamente verso il punto dove proveniva il grido, capendo che fosse stato lanciato da Hinata; non era a voce troppo alta, ma abbastanza da avvertire qualcuno nelle vicinanze…
“Hina…?!” si bloccò, sentendo che qualcuno l’aveva afferrata saldamente per un braccio.
“Chi va là?!” tuonò una profonda voce maschile, un po’ rauca.
Si sentì il rumore di un interruttore acceso… e luce fu.

 

Neji si posizionò esattamente dall’altro capo della stanza, davanti alla finestra; con una mano, si lisciò i capelli.
“Come già saprai, i nostri padri sono fratelli… ma c’è un particolare in più: Hiashi-sama e Hizashi, mio padre, sono gemelli.” si accentuò un amaro sorriso sulle labbra. “Anche se, per volere della natura, mio zio è il maggiore.”
Tenten si sedette sul letto, rapita dalla sua voce: non capiva perché parlasse di quella parentela, ma non volle interromperlo.
“Per volere di mio nonno, fu Hiashi Hyuga a divenire direttore generale dell’azienda della nostra famiglia: mio padre, venne relegato ad un ruolo minore. Importante sì; ma minore. E già so che sarà così anche per me… Hinata-sama avrà tutto: io sarò messo probabilmente sullo stesso piano di Hanabi-sama, sua sorella più piccola. Purtroppo, non importa che io sia nato un anno prima di lei… sono inferiore perché generato da un cadetto.”
La ragazza si mise una mano sul cuore; non poteva vedere né il suo viso, né sentire benissimo l’intonazione della voce: ma la sua schiena era contratta. Quel che Neji tirava fuori era veleno.

 

Vennero sgranati non un paio, ma bensì due di candidi occhi; ed i capelli che ebbero un piccolo scossone, a causa di un sussulto per la sorpresa, erano entrambi soffici e candidi. Ma una era una giovane ragazza dalla pelle di pesca; l’altro un adulto, dalla vistosa cicatrice sul viso. Cicatrice che partiva dalla parte sinistra della fronte, tagliando come una diagonale il volto, fino a lambire sotto la guancia destra il mento…
Hinata aveva già visto quella cicatrice.
Hinata conosceva quell’uomo…
“Zio Hizashi-sama!” esclamò.
Ino spalancò la bocca per lo stupore.

 

“Non pensare che sia solo una sottospecie di ‘gelosia’ che mi muove ad avercela con Hinata-sama, sia chiaro.” precisò, ma senza guardarla. “La trovo imperfetta come direttrice generale del nostro impero commerciale… ma c’è dell’altro.”
“Lo so…” azzardò.
Lui chiuse gli occhi.
“Non sei un tipo superficiale, Neji-kun.”
“Tu invece sei molto intelligente, Ten-chan. E lo apprezzo.”
“Io… non vorrei farti tirare fuori cose che, magari, preferiresti non venissero alla luce…”
“Mi fido di te.”

 

Negli occhi dell’uomo si poteva leggere una nota di incertezza.
“Hinata… ma come hai fatto a trovarmi?”
Ino si sentiva completamente spaesata… “Ehi, non dirmi che lui…”
La moretta sussultò, come ricordandosi che c’era anche la sua amica.
“Zio, lei è Ino Yamanaka… Ino-chan, ti presento mio zio, Hizashi Hyuga; è il padre di Neji nee-san.”
“Molto piacere.” sorrise l’uomo, facendo come per avvicinarsi a loro…
E fu allora che se ne accorsero: era seduto su una sedia a rotelle. Entrambe si portarono un mano davanti alla bocca.
“… zio, che ti è successo?!” esclamò la Hyuga, scioccata.
“Ma come? Non ricordi… ah, già.” sorrise amaramente. “Eri troppo piccola, allora…”
“Zio…”
“Ehi, un momento!” la bionda li guardò seriamente. “Mi dispiace intromettermi, che non sono affari miei… ma ci deve spiegare un po’ di cose, signor Hyuga! In primis, che diavolo ci fa qui!”

 

Fu istintivo: alzarsi ed andare da lui, per poggiargli una mano sulla spalla. Sul volto del giovane si disegnò una dolce espressione, e rispose poggiando a sua volta un arto sopra quella gelida manina.
“Sono parecchi anni che i membri della mia famiglia non vedono mio padre… credono sia sempre in giro per lavoro.” riprese a raccontare.
“… non è così?”
“Cioè… con il portatile, è sempre collegato con i fornitori di fuori città… però, fisicamente… è qui a Tokyo.”
“Eh?”
“E’ da qui che inizia la parte che non ti piacerà, Ten-chan.”

 

La luce della lampada era intermittente; in fondo, rendeva la giusta atmosfera. Hizashi Hyuga fece accomodare le due ragazze sedute su due poltroncine di quella spaziosa camera, probabilmente ricavata da due stanze attigue.
“Avevo appena spento il computer, e stavo in bagno a lavarmi i denti.” spiegò, guardando la porticina laterale accanto all’armadio.
“Zio… scusaci…”
“Ci dispiace averla disturbata, signor Hyuga.”
“Tranquille… prima o poi, sapevo che sarebbe saltato fuori tutto.” sospirò, forse un po’ sollevato. “Sarà meglio però che spieghi tutto…”

 

“… tutto iniziò quando più o meno avevo 7 anni. In un giorno proprio come quello trascorso oggi, apparentemente normale…” Neji non staccava gli occhi dalla luna, che troneggiava sulla volta scura del cielo. “Io ed Hinata-sama siamo stati portati in un cantiere di proprietà degli Hyuga, per vedere in cosa consistesse il lavoro che avremmo intrapreso in futuro. Fin da piccoli, dovevamo sapere quale sarebbe stato il nostro destino…”

 

“E tu Hinata, attratta da non so cosa, ti perdesti.” Hizashi la guardò con dolcezza. “Ti cercammo a lungo, ci dividemmo in piccole squadre… ma fu io, che ero solo, a trovarti. Ti eri intrufolata vicino ad uno dei macchinari più vecchi… e, spaventata dal rumore, piangevi come una fontanella.”

 

“Non so bene che accadde, io sono rimasto con mia madre e mia zia Hikari… sentii un grosso tonfo, e vidi uomini correre spaventati e preoccupati di qua e di là… poi notai mia madre piangere, mio zio Hiashi-sama che strillava come un forsennato… mai l’ho visto perdere il controllo, come allora…” strinse forte la mano di Tenten.

 

“… fu per salvarti che mi procurai questa cicatrice. E le ustioni mi paralizzarono le gambe.” abbassò i candidi occhi verso il pavimento.
Hinata ed Ino erano senza parole… anzi: ne avevano molte da dire. Ma faticavano ad uscire. La Hyuga non potrè trattenersi quella lacrima: e la Yamanaka, in un sospiro, la strinse a sé.

 

“Fu per colpa di Hinata-sama… fu per lei che mio padre rischiò la vita, rimettendoci le gambe. Fu per lei che ora deve nascondersi… perché non voleva vederla soffrire, sapendo di ciò che gli era successo. Ecco perché, ora, tutti pensano che lui sia in viaggio…”
“… come hanno a non accorgersi della sua scomparsa?! Cioè… sono passati molti anni…”
“Mio zio Hiashi-sama ha preso spesso il suo posto… dopotutto, sono gemelli no?!”
Tenten emise un lungo sospiro. E fu a quel punto che Neji diede un forte pugno sullo stipite della finestra, sfogando la sua rabbia.

 

“Zio…” Hinata si inginocchiò accanto a lui, prendendogli le mani. “Scusa…”
L’uomo le asciugò le lacrime. “E’ per questo che ho evitato di farmi vedere in giro…”
“Io non voglio che tu ti nasconda ancora… tu devi essere libero… io ti rivoglio nella nostra famiglia…” balbettò, singhiozzando.
Hizashi Hyuga non riuscì a rispondere, preso anche lui da forti sentimenti: i due si strinsero con vigore. Ino guardò quella scena commossa, non sapendo che dire: sapeva che certe volte non era un bene scoprire verità nascoste. Ma, quella volta… non se ne pentì affatto.

 

“Neji… ti prego, sta calmo.” lo abbracciò; ma quella schiena era ancora contratta. “Hinata… lei non ha colpa.”
La strattonò via da sé, alterato dalla sua affermazione.
“Tenten!” si trattenne dal dire altro; ma bastò il chiamarla senza quel nomignolo, Ten-chan, senza il solito sorriso sulle labbra…
La ragazza si morse il labbro, trattenendosi: non voleva fargli vedere quanto quel gesto l’avesse fatta rimanere male.
“Tu, Neji Hyuga, tu… sei solo un’immaturo.” esclamò, sbuffando. “Non ti rendi conto del bel gesto che ha fatto tuo padre?! E che Hinata non ha colpa, perché era troppo piccola?!? Ti credi tanto perfetto? Guarda che sbagliando si impara… invece di dare contro ad una povera vittima di quell’incidente, faresti meglio a dire a tuo padre quanto tu sia orgoglioso di lui…”
Non lo disse con voce alterata, o strillando, o con viso arrabbiato. Aveva uno sguardo deluso; ed era calma. Forse, fu peggio così… si allontanò in silenzio, chiudendo la porta dietro di lei: Neji Hyuga rimase senza parole.

 

Ed eccovi qui tutto il racconto del segreto di Villa Hyuuga! Confessiamo che l’idea è venuta a Mimi, ispirandosi ad un libro: “Il giardino segreto”…
Il capitolo è anche segnato dalla coppia NejiTen, anche se sul finale… ma aspettate qualche capitolo per vedere come andrà a finire!
Un ringraziamento speciale a:

LalyBlackangel: No, non è stato proprio così… ma in fondo, in questo capitolo alla fine sono stati nella stessa stanza XD Kiss!

SangoChan88: Mistero risolto! Tu dici? E chi sceglieresti al posto di Ino? Al contrario, anche noi saremmo confuse come lei @.@ Bacini!

Silvy49: Grazie!

Bambi88: Beh, era facile pensare che fosse Neji in camera con Ten… ma non è stato così XD A quanto pare, finchè non prenderà una decisione sarà tormentata da un po’ tutti… Grazie mille per i complimenti *.* Un bacio!

Talpina Pensierosa: Grazie mille ^^

Nejisfan 94: Capitolo ricco di NejiTen, no Francy? *w* E, per quanto riguarda Ino… diremmo che non manca molto alla scelta finale ^.- Grazie mille per il tuo sostegno!! Ti adoriamo ^o^

Ino: Su Tsunade, sappi che l’abbiamo già inserita ( noi stiamo scrivendo il capitolo 25, e prima di leggerlo la Godaime avrà già fatto un’apparizione)… su Tayuya non crediamo di riuscire a metterla in questa storia, ma non è detto! Per quanto riguarda Ino e Sakura… beh, a noi piace la loro amicizia ^^ Ed è un punto di partenza per GaaSaku… Grazie ancora per il tuo sostegno! Kiss!

Un grazie speciale anche a Jenna Uchiha per aver messo tra le sue preferenze la nostra fanfiction…
Prossimo aggiornamento: venerdì!
Kiss!
Mimi_18 & _Rael_89

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Capitolo 17
*** Capitolo Diciasettesimo ***


cap 17 rivincita

LA RIVINCITA DI INO

CAPITOLO 17

 

Ino fissò per qualche secondo la figura irosa di Tenten che buttava nello zaino il pigiama. Era curiosa di sapere quello che le era successo, ma aveva paura di scatenare le ire dell’amica.
“Ten-chan?”
La voce tranquilla di Hinata fece sobbalzare entrambe.
Dopo aver sbuffato, la castana, osservò l’amica.
“Posso sapere cosa vi siete detti tu e mio cugino?” domandò con candida innocenza, che fece sorridere la bionda del trio.
“Tuo cugino è solo un’idiota...non so perché mi sono affannata dietro a lui per così tanto tempo, maledizione a me...”
Hinata la fissò un poco dispiaciuta, mentre Ino piegò la sua camicia da notte.
“Tuo zio ha parlato a tuo padre?” domandò, per spezzare la tensione.
“Si. Dice che se per me non ci saranno problemi, scorrazzerà tranquillamente per casa...”
Il tono schifato di Hinata fece sorridere la bionda. Non l’aveva mai vista così, era forte sentire Hinata lamentarsi.
“E hai già deciso quando tu ti chiarirai con Neji?”
Gli occhi bianchi della Hyuga si spalancarono, ma dopo aver fissato l’amica tossire, tranquilla.
“E tu quando chiarirai con Itachi?”

 

“Neji, posso parlarti?”
Il giovane si stupì un poco di vedere la figura della cugina in piedi, sullo stipite della porta. Al contrasto con il legno scuro, sembrava una presenza angelica, talmente la pelle era chiara.
“Hinata-sama...come vuole.”
Non avrebbe mai abbandonato quel tono distaccato, nemmeno ora che lei sapeva tutto. Nemmeno dopo la sfuriata di Tenten.
“Ti chiedo scusa...”
Spalancò gli occhi stupito. Si girò di scatto, incrociando lo sguardo lucido della cugina, che tratteneva le lacrime.
“Hina...”
“è colpa mia...solo colpa mia. Tuo padre si è fatto male, ed è rimasto nascosto per tanto tempo solo per non ferirmi...”
Singhiozzava, pur di trattenere quelle lacrime. Non voleva piangere, e lui si domandò il perché.
“Hinata...”
“Hai tutte le ragioni per odiarmi, ma volevo...scusarmi, ora che so tutto...”
Si portò un pugnetto sotto l’occhio, premendolo contro le occhiaie marcate, che segnavano la notte in bianco che aveva trascorso.
Neji venne fulminato da alcune parole che aveva pensato di lei.

Debole.
Eppure stava dimostrando una forza incredibile. Era lui il debole, quello che non aveva la forza di parlare perché stupito da quella confessione.
“Io...non voglio...essere odiata da te...”
Le lacrime minacciavano di uscire, ma lei continuava a trattenerle. Non voleva far sembrare quella situazione peggiore di quanto non fosse già, per non parlare del fatto che Neji l’avrebbe considerata ancora una volta una debole...
“Hinata-sama...non è colpa tua.”
Alzò subito lo sguardo sul bel ragazzo, che la fissava con un sorriso malinconico. Sembrava stanco di quella situazione. Esausto...
“Non è colpa tua, sono io che ti ho addossato colpe inesistenti. E mi dispiace averlo capito solo ora...”
Un inchino verso di lei, che aveva sempre considerato debole, indegna del nome Hyuga, fallita...
Si chinò verso di lei, in segno di onore. Una riverenza che la fece cedere. Iniziò a piangere, lasciando che le lacrime sgorgassero come pioggia dai suoi occhi.
Quando il giovane Hyuga alzò lo sguardo la trovò bellissima. Non aveva mai visto delle lacrime belle come quelle della cugina. Lacrime di gioia, di sollievo. Così limpide e trasparenti...

Perfetta.
Le si avvicinò, mentre con una mano andava a porgerle un fazzoletto.
Lei lo afferrò, e si asciugò le lacrime, non smettendo però di singhiozzare.
“Ti chiedo scusa, Hinata-sama...”
“Ed io chiedo scusa ad entrambi...”
I due si voltarono, fissando l’imponente figura di Hiashi Hyuga riversa in un inchino.
“Papà?”
“Zio?”
L’uomo sorrise, vedendo i volti stupiti dei due, per poi chinare nuovamente il capo, in segno di scuse.
Si avvicinò con passo lento alla finestra e, dopo aver scostato un poco la tenda bordeaux, fissò il giardino esterno. La luce flebile del sole lo fece sorridere. Adorava il mattino...
“Sai, Neji...per tanti anni hai dato la colpa di quello che è successo ad Hinata. Ma la verità è che è solo colpa mia. Sono stato io a perdere Hinata quel giorno, io a volere che lei non soffrisse, io a voler relegare tuo padre. L’odio che hai covato per lei...doveva essere per me.”
Il ragazzo sospirò. Sapeva che lo zio aveva perfettamente ragione, non c’era nulla da fare. Hinata non aveva nessuna colpa di quello che era accaduto...era solo una bambina. Probabilmente se fosse capitata a lui una cosa del genere, sarebbe accaduta la stessa cosa. Hinata l’avrebbe odiato perché Hiashi si sarebbe ferito, e non avrebbero parlato per anni...ma Hinata non era come lui.
Lei era, prima di tutto, buona. Nonostante lui le diceva cattiverie, sputava veleno su di lei, non si era mai arrabbiata. Sempre tranquilla e gentile con lui.
La osservò, un poco raddolcito. Le dita delle mani che giocherellavano ansiose fra di loro, mentre i suoi occhi candidi facevano scorrere lo sguardo da lui, al padre.
“Hiashi-sama...zio?”
L’uomo sussultò sentendo la voce del nipote, mentre Hinata tratteneva il respiro.
“Abbiamo sbagliato entrambi. Tuttavia a subire le conseguenze dei nostri errori sono state persone che non centravano nulla. Hinata e mio padre, loro sono stati buoni e corretti, mentre noi ci comportavamo da vittime, lasciando da parte la comprensione dei loro sentimenti.”
Hinata spalancò le labbra. Quel giorno Neji doveva aver qualcosa di strano, perché era impossibile che dicesse quelle cose.
“Neji nee-san?”
Il castano si voltò verso la cugina, che lo guardava impacciata.
“Io...penso che la difesa sia un ruolo importante...”
Spalancò gli occhi, sentendo le sue parole. Al momento non riuscì a capire cosa intendesse, ma quando vide il sorriso di lei si tranquillizzò.
“Già. Hai ragione...”
Allungò una mano verso il capo della giovane che, dopo aver chiuso gli occhi, si godette il contatto con il ragazzo...

 

* *** *

 

Ino entrò senza troppe cerimonie nel corridoio della scuola, affiancata da Tenten.
Erano in ritardo di ben due ore, ed era ovvio che le persone presenti le guardassero un po’ stupiti.
In effetti avrebbero fatto meglio ad andarsene a casa, ma Hiashi Hyuga aveva firmato loro un permesso speciale.
Camminarono un poco imbarazzate, fino ad arrivare di fronte alla mensa.
Entrarono, ringraziando il fatto che quel giorno era dedicato ai giochi sportivi di inizio anno, che annunciavano l’inizio dei tornei scolastici.
Osservarono un poco stupite gli studenti presenti. Chi in tuta, chi in calzoncini, chi con la divisa da ragazza pon-pon.
La bionda sorrise, sedendosi ad uno dei pochi tavoli rimasti liberi. Tenten prese subito posto accanto a lei.
Ino si portò una mano alla fronte, tirandosi lontano dal volto una ciocca di capelli ribelli. Era esausta...non aveva dormito nulla quella notte, visto che aveva scorazzato per casa Hyuga tutto il tempo.
Per la castana era lo stesso. Sentiva le palpebre pesanti, e avrebbe tanto voluto sdraiarsi sul tavolo a dormire.
Ovviamente avevano entrambe un motivo per essere andate a scuola, ossia il fatto che quel pomeriggio avrebbero dovuto disputare la prima partita dell’anno. Essendo titolari non potevano certo mancare ad un evento del genere; non sapevano se Hinata le avrebbe raggiunte, poco più tardi, ma quel che contava era che in quel momento loro...ci fossero.
“Tra un quarto d’ora inizia la partita del club di basket...andiamo a vederla?”
Le due ragazze sentirono quella frase provenire dal tavolo dietro di loro.
Ino sentì lo stomaco contrarsi alla parola basket. Perché basket stava a significare Sasuke, e Sasuke stava a significare batticuore, e batticuore stava a significare...confusione.
“Ci vuoi andare?”
Fu risvegliata dalla voce di Tenten, che la osservava con sguardo dolce.
La biondina ci pensò un attimo, per poi annuire. In fondo...cosa aveva da perdere?

 

“Neji, grazie a Dio sei qui! Senza di te non ce l’avremmo mai fatta, avremmo già perso prima ancora di cominciare...”
Lee si buttò alle gambe dell’amico, stringendole in un abbraccio di gioia.
Il ragazzo arrossì, imbarazzato da tanto affetto...
“Ma se fino a due minuti fa dicevi che ce l’avremmo fatta anche senza di lui?”
La voce sconcertata di Naruto fece ridere i compagni, mentre Lee arrossiva.
Sasuke osservò per qualche secondo i compagni di squadra, per poi alzarsi dalla panca.
Lo spogliatoio si zittì all’istante.
“Ragazzi...siamo i primi ad aprire il campionato. Facciamogliela vedere...”
Un urlo collettivo fece sussultare le giovani cheerleader che passavano di li.

 

Sasuke alzò lo sguardo sugli spalti, senza realmente guardarli. Sentiva i cori di incitamento che le pon-pon cantavano, le urla di Naruto, gli ordini del mister e i battiti della folla acclamante. Un miscuglio di suoni, che lui aveva dimenticato da tempo.
Non aveva più sentito l’emozione di trovarsi su un campo di basket, davanti a centinaia di persone.
Alzò il volto verso l’alto, con un sorriso.
“Ben tornato, Sasuke...”
E mentre disse quella frase, una voce che lui conosceva ormai benissimo si insinuò nella sua mente.
“SASUKE-KUN! VAI!!!!!”
Sorrise, osservando la figura della giovane bionda che si agitava in modo convulso sugli spalti, insieme alla Higurashi.
“Hai perfino una pon-pon di riserva...”
Fu abbracciato da Naruto, che gli disse quella frase con malizia. Il moro gli sorrise, indicando la ragazza corvina accanto alle due.
“E a te quella non interessa?”
La risata cristallina del biondo, fu come una scossa elettrica.
Naruto sorrise, riconoscendo lo sguardo dell’amico.
“Facciamoli neri, Sasuke.”
Gaara osservò i due amici, per poi annuire.
“Dimostra a tuo fratello...che non sei un fallito...”
Sasuke sorrise, per poi battere un cinque ai due amici.
“Ci potete scommettere...”
E, prima di andare in campo, fissò ancora una volta la bionda, che si stava ancora sbracciando verso di lui.
Alzò una mano in segno di saluto, sorridendo.
“Ti batterò, Itachi...”

 

Tre ragazzi entrarono al fischio d’inizio della partita. Di fronte a loro, un affascinante professore dai capelli castani li guardava con uno sguardo divertito, masticando un senbon*.
 “Allora...mi raccomando. Statevene buoni qui.”
E senza aspettare risposta, il professore Shiranui scomparve dalla vista dei tre.
Itachi si sedette su un gradino degli spalti sbuffando, mentre Deidara inveiva contro il professore, che non mancò di ricordare al biondo che la scuola avrebbe avuto bisogno di un aiuto per pulire, e che lui era un candidato ideale per quel ruolo. Al sentire di quella minaccia il ragazzo si tranquillizzò, sedendosi accanto all’amico moro.
Sasori fissò entrambi con un sorriso sarcastico, per poi portare il suo sguardo sulle gambe nude delle cheerleader che facevano il tifo a bordo campo.
“Non capisco perché dobbiamo assistere ad una partita di basket, quando ci dovremmo allenare...” sbottò Deidara, lamentandosi.
Itachi non lo ascoltò. Puntò il suo sguardo su un punto preciso delle tribune, per poi schioccare la lingua, seccato.
“Decisamente seccante...” sibilò, mentre socchiuse gli occhi, per osservare meglio la figura di Ino Yamanaka che si sbracciava urlando il nome del fratello.

 

Forse non particolarmente interessante questo capitolo: le conseguenze della nottata a Villa Hyuga, la riappacificazione tra Hinata e Neji, l’inizio dei tornei scolastici.
Però si respira un certo SasuInoIta che mancava da un po’, un pizzico di NaruHina giusto per un accenno iniziale… e le altre coppie nel prossimo capitolo ^.^
E ci saranno altre conseguenze anche di questa giornata… ma basta, vi abbiamo incuriosito anche troppo XDDD
Un grazie di cuore va a LalyBlackangel, Bambi88, SangoChan88,Ino, Kaho_chan, Silvy49, Nejisfan 94 e Talpina Pensierosa per averci lasciato una recensione!
(E perdonateci se non siamo riuscite a rispondere ^^°)
Un ringraziamento va anche a chi legge senza commentare (_ _)

Solito aggiornamento: venerdì prossimo!
Bye bye!
Mimi18 & _Rael_89

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Capitolo 18
*** Capitolo Diciottesimo ***


cap 18

LA RIVINCITA DI INO

CAPITOLO 18

 

 I compagni non esistevano. Gli avversari non esistevano. Il pubblico non esisteva. C’era solo lui. C’era solo quel campo. C’era solo quel pallone. Non sentiva altro che i tonfi di quella sfera amaranto sul pavimento in legno, un ritmo irrefrenabile, che l’aveva come ipnotizzato; non sentiva le gambe, i piedi si muovevano involontariamente, attratti anche loro dalla musica di quel rimbalzo continuo… gli occhi neri erano fissi su un cesto posto più in alto di quel che ricordava.
Il canestro. E tu ce la puoi fare.
Avvertì una fastidiosa presenza invisibile, vuole ostacolarlo; ma è appunto invisibile, effimera… la evitò: e sparì in un lampo. Ansimava, apparentemente per la fatica, ma più che altro per l’emozione… formicolio sulle mani, il corpo fremeva tutto.

Puoi fare canestro. Devi fare canestro. Vuoi fare canestro.
Odiava quei ciuffi corvini un po’ troppo lunghi, lo pizzicavano e solleticavano in ogni angolo delle guance, volevano distrarlo… illusi: niente avrebbe potuto deconcentrarlo.
Ed eccolo l’obiettivo, è a due passi, troppo vicino, sai che è il momento, non conviene perdere altro tempo… cazzo, salta!
Lo fece: balzò in aria, staccandosi di un bel po’ dal terreno; trattenne il fiato, lasciò una piccola fessura degli occhi aperta, strinse un po’ le dita sul pallone… lo lasciò andare.

Canestro.
Atterrò con i piedi ben saldi sul terreno, piegando un poco le ginocchia; due secondi dopo, il tonfo del pallone caduto a terra. Goccioline di sudore che gli scorrevano lungo il viso: tangibile segno del suo impegno. E sentì quell’impulso, la gioia, il sapore della vittoria… come quando ti esplode tutto dentro: questo era il suo entusiasmo.
Cavolo… quelle emozioni gli erano mancate proprio!
“… Sasuke-kun!” sentì solo quella voce, in mezzo al vociare della folla, alle grida dei compagni, ai canti delle cheerleaders… venne riportato da quella voce sulla terra. Ma ignorò comunque tutti: non vedeva altro che una testolina bionda agitarsi in preda all’entusiasmo, e ricambiò subito lo sguardo di quegl’occhi tanto belli… alzò il braccio in aria, esibendo un pollice in segno di vittoria. Chiaro messaggio: questo è per te, Ino. Nell’attimo immediatamente successivo venne travolto da braccia muscolose e sudate, e sorrisi maschili: la squadra che esultava con lui per il punto.

 

“Sasuke-kun!!!” continuò a gridare la Yamanaka, restituendogli lo stesso gesto d’intesa. Hinata e Tenten si scambiarono uno sguardo.
“E’ stato bravo Sasuke… vero, Ino?!” fece maliziosa la Higurashi.
“Che domande! Se ha segnato, mi sembra ovvio!!” non si lasciò ingannare dalla sua allusione.
“Mmh…” scontenta di non aver colto l’amica in flagrante decise di rivolgersi verso l’altra ragazza, sicuramente meno sveglia di lei. “… invece tu, Hina, non è che abbia esultato molto per il canestro di prima… cos’è, ti vergognavi forse?!”
“Eh?” la guardò con candidi occhi innocenti.
“Massì! Il canestro da tre punti di Gaara…” la biondina intuì subito le intenzioni della castana.
“Sì, è stato bravo… perché avrei dovuto esultare di più?”
Le due si guardarono perplesse, poi sbuffando affrante: certo che la Hyuga era proprio una frana in queste cose!
“Visto che è il ragazzo che ti piace, avresti dovuto tenere un comportamento diverso… più entusiasta!”
“Sì, esatto: tipo quello di Ino con Sasuke…”
“Ten, finiscila!!” la fulminò con lo sguardo.
Hinata si portò un dito della manina candida e curatissima quasi sotto il naso, autoindicandosi. “Aspettate… io? Gaara? Ragazzo che ti piace?!” il suo rossore venne risaltato ancora di più dalla carnagione diafana; ma c’era un qualcosa che faceva intuire che non fosse piacevole come sensazione… “… ma non mi piace… cioè… non è Gaara che mi piace!!” balbettò.
Quattro occhi sgranati, un paio di cioccolato e gli altri due di zaffiro, la fissarono sconcertati. “COSAAA?!?”
“Ma… perché avete pensato a Gaara?”
Ok, non c’era un vero motivo: solo che, essendo Gaara il ragazzo apparentemente più maturo, gentile, responsabile, tranquillo e dolce… cioè… pensavano fosse il tipo ideale per Hinata!
“Ma, allora… chi diavolo è?!?” esclamò Ino ormai in preda alla confusione.
La piccola moretta sussultò, sentendosi una domanda del genere… avrebbe voluto non rispondere, ma ormai era in ballo: e così, con il ditino tremolante e le guance completamente di rubino, indicò un giocatore che marcava l’avversario nell’area nord del campo… un ragazzo insospettabile, di cui nessuna delle due si sarebbe mai immaginato…
“… Naruto?!?!?” esclamarono in contemporanea.
Impercettibile annuire della testa color carbone, accompagnato da un movimento di tamburellare gli indici. Ino e Tenten, ancora scioccate da tale notizia, si scambiarono un ultimo sguardo…
“Ragazze mie, non ci avete capito nulla della nostra Hinata!” ridacchiò alle loro spalle la squillante voce di Temari, che aveva ascoltato tutta la conversazione.

 

Un paio di capelli color rame correva all’impazzava  per il campo, sviando tutti gli avversari: niente da fare, Gaara Sabaku era un ottimo playmaker!
Le cheers sgambettavano qua e là, agitando all’aria i coloratissimi pon pon e regalando ai maschietti dolci visioni di candide mutandine bianche…
“Gaara!!! Wooow!!!” esultarono Karin ed un’altra biondina con lei, muovendosi a ritmo ed invocando il nome del bel giovane; entrambe vennero fulminate da un paio di occhi di menta, appartenenti alla ragazza più carina del gruppo…
“… Sakura?!” commentò allibita la Hebi.
L’altra girò la testa di scatto dall’altro lato, venendo colpita con violenza dai morbidi ciuffi di rosa… perché aveva reagito così?! Perché si era sentita così… così… era gelosa?! Di Gaara?!? Scosse di nuovo la testa, dimenticando quel che era successo: cercò di concentrarsi sul tifo, sul gioco… ma, era così difficile scostare lo sguardo da quegli occhi color del cielo…
Karin Hebi continuò a fissarla con un’espressione sospetta dipinta sul volto.

 

Fischio di inizio: impercettibile movimento della coda bionda, che passò la palla alla riccia di fronte a lei; la ricevette di nuovo, e si buttò all’impazzata verso la parte di campo avversaria.
“Forza, Ino-chan!!” gridò una corvina in difesa.
“Passa a Tenten!! E’ smarcata!” consigliò la bionda in porta.
La Yamanaka, infastidita dalla maglia rossa di una taglia più grande della sua, continuo a correre diritto: si illuminò il suo sguardo quando notò quella giovane compagna dai capelli nocciola, piccolo panda bruno in mezzo al campo; sviò un’avversaria, e lanciò il pallone in aria.
“Ten!” la chiamò.
Intuì subito il suo passaggio; con un colpo di testa fermo la palla, facendola finire esattamente sotto i suoi piedi. L’avversaria, colpita da quel tocco di classe, si distrasse per un attimo: bastò perché la Higurashi le sfuggisse di mano. Correva non troppo veloce, non era passato nemmeno il primo tempo e non poteva stancarsi troppo; fece una finta all’avversaria dalla maglia verde che provò a crossarla, e proseguì avanti. Ma non poteva durare a lungo quella corsa: due difensori avversari la chiusero in un piccolo cerchio. Vi fu un breve gioco di gambe, durante il quale la ragazza tratteneva a fatica il pallone… contemporaneamente, gli occhi caffè scattavano di qua e di là, alla ricerca di una compagna libera…
“Tenten!” si sentì chiamare da una mora con i capelli corti, sua collega  attaccante: sorrideva furbetta mentre metteva a segno un tunnel alla spilungona con la maglia azzurra, passandole il pallone.
“Tutto tuo Kagura!!” le gridò.
L’altra si allungò un poco per intercettare il passaggio, ed anche lei si diresse verso la porta avversaria; il portiere, una giovane dai capelli rossi ed il viso pieno di lentiggini, si stiracchiò le mani, con l’aria di chi dice: ti aspetto. Ma l’attaccante della Konoha non aveva proprio questo in mente… giunta a bordo della linea dell’area di rigore, fece un veloce passaggio indietro: perché c’era Ino Yamanaka ad attendere un qualsiasi coinvolgimento nell’azione. Immediatamente, due difensori corsero verso di lei; il terzo, rimase a marcare Kagura Ryuzaki; stava andando tutto come previsto… la biondina provò qualche finta, anche indietreggiando un poco con il pallone… d’improvviso, tirò in alto verso il cielo. Indovinate un po’ chi intercettò il tiro…
“Accidentaccio!!! Quella è smarcata!!” esclamò infuriata il portiere avversario, indicando Tenten che avanzava; la ragazza sapeva bene di non poter oltrepassare l’area di rigore senza avere affianco un difensore; e così, per non incorrere in fuorigioco, tirò dalla linea… la ragazza dai capelli rossi si buttò prontamente a sinistra, ma sembrò non bastare. Perché non riuscì proprio ad arrivare all’angolo in alto… sfiorò la sfera nero-bianco con le dita: e la rete si mosse scossa da un’onda d’urto causata dal pallone.
Gooooooooal!!!!” esclamarono Kagura ed Ino in coro, correndo ad abbracciare Tenten Higurashi; e, il resto della squadra, alzò un pugno in aria.

 

“Brava Ten-chan!!!!!” sbracciò Lee dal palco, alzandosi in piedi.
Ten-chan?! Ma allora la conosci già?” chiese un attonito Kiba.
“Sì.” annuì Neji. “Frequentiamo gli stessi edifici scolastici fin da bambini, e giocavamo spesso insieme.”
“Siamo un trio formidabile…”
“Lee, non esagerare…”
“Beh, ma è vero!”
Lo Hyuga scosse la testa, poi fissando sorridente la giovane dai capelli castani autrice del primo goal: i suoi candidi occhi mostravano quanto fosse fiero di lei. Si pentì di aver reagito in quel modo la sera precedente, e si sentì davvero uno stronzo: non voleva far soffrire Tenten. Soprattutto, proprio ora che si era accorto che il loro era un legame molto specialeforse troppo speciale.
“Neji, è successo qualcosa con Ten-chan?”
La voce di Lee lo sorprese.
“Perché mi era sembrato che oggi ti avesse evitato… e poi, quando la vedevi, ti irrigidivi un po’, come se a disagio…” era molto preoccupato.
Strano come, benché avesse sempre tenuto il solito comportamento, solo Rock Lee se ne fosse accorto… ma, d’altronde, non era forse il suo migliore amico?
“Sì… abbiamo avuto una piccola discussione.” ammise. “Ma niente di che…”
“Le vuoi chiedere scusa?”
“Forse più tardi: ho pensato che, prima della partita, avrei potuto deconcentrarla.”
“Capito…” sospirò sollevato.
Lo Hyuga ricambiò con un sorriso, chiedendosi come mai Kiba non avesse fatto domande sentendo quelle parole: impiccione come era! Ma si accorse che il giovane Inuzuka fissava incantato il campo… precisamente, una bella chioma corvina…
“Che dici, Kiba si sta invaghendo di Hinata?” chiese in un sussurro Lee a Neji.

Domanda retorica.

 

Altro che ruolo passivo: era davvero impegnativo essere un difensore! Ma Hinata Hyuga e Kayoko Atsushi se la cavavano egregiamente; per gli attaccanti in maglia azzurra era quasi impossibile passare. Ma una tra loro, la più esperta nel gioco, capì immediatamente quale potesse essere il punto debole della corvina… ed ebbe modo di constatare che aveva ragione: fece una finta e, con un tunnel, sorpassò la Hyuga.
“Acc…!” esclamò delusa la ragazza,  continuando a rincorrerla. Doveva proprio ammetterlo: benché gracile e debole nell’aspetto, ne aveva di grinta quella Hinata!!!
L’intervento di Temari le sorprese entrambe: uscì dalla porta e, dando un forte calcio al pallone, lo tolse dai piedi dell’avversaria; ad intercettarlo fu un’altra centrocampista, Takako Yagami.
“Di qui non si passa, bella!” sbottò la Sabaku, chiaramente orgogliosa del suo intervento; e venne giustamente applaudita dal pubblico.

 

Dagli spalti, ci sentì lo scrosciare di un forte applauso: gli studenti della Konoha High School apprezzarono l’azione del loro portiere. Ma, in mezzo al loro, ce ne era uno, solo, solo uno, che non si mosse di un centimetro, continuando ad assistere al gioco seduto scompostamente: e non per antipatia nei confronti della giovane giocatrice, ma bensì per pigrizia…
“Perché non ti unisci agli applausi, Shika? Temari è stata bravissima!” chiese Choji guardandolo perplesso.
“Non mi va di scomodarmi.” commentò con uno sbuffo il Nara.
“Sarà… comunque, anche Ino è brava!”
“Niente di che.”
“Sai che sei antipatico quando fai così?”
“E vabbè.”
L’Akimichi scosse il capo, tornando a concentrarsi sul gioco; non si era accorto che il caro amico, sempre sbuffando e con aria annoiata, non smetteva di fissare una certa testolina bionda e riccia… naturalmente, piuttosto che ammettere che era orgoglioso di Temari, avrebbe preferito ingoiare una scatola di rasoi!

 

Fischio di inizio. Ed Itachi Uchiha toccò quel pallone, passandolo a Sasori Akasuna, e ricevendolo di nuovo: e via spedito per il campo da gioco, seguito dal rosso e dal centrocampista Deidara Tsuchi. Gli avversari, quelle maglie verdi dalle carnagioni un po’ bruciate dal sole, non esistevano: inutili involucri assieme agli altri in maglia rossa. Perché quello era il palcoscenico di quel trio: quella era la loro arte, il loro fascino, non protagonisti, unici personaggi in scena. Perché esistevano solo i dolci occhi nocciola di Sasori, esisteva solo la rosea carnagione di Deidara, esisteva solo la chioma d’oro nero di Itachi: il resto serviva ad esaltare le loro maestà.
Ed Ino lo poteva percepire, era disegnato nel sorrisetto dell’Uchiha… sente il tuo sguardo su di sé; e vuole farsi bello, esibirsi, mostrarti che è il migliore. Guarda, Yamanaka: il pavone si lucida le piume della coda.
Ed anche lei ne era consapevole, che era preda del fascino di quel giovane; no, non poteva, anzi non voleva resistergli. Il cuore pulsava a ritmo della sua corsa; il respiro seguiva il pallone; lo sguardo diritto su quella faccia pulita, ma con un non so che di teppista. Ed adesso che fai, eh Ino? Ti mordi nervosamente il labbro inferiore? Cerchi di distogliere lo sguardo? Arricci un poco il nasino? Perché, cavolo, lo sai bene…
Le stesse sensazioni che provi per Itachi, le provi anche per Sasuke.

E, questa, è la tua condanna…

 

* *** *

 

Kakuzu Mazashi sbuffò, tirando la maniglia della porta: proprio ora che stava per chiudere con quella faticosa giornata! Si girò, osservando l’infernale arnese elettronico che squillava insistentemente. Odioso. Lasciò passare altri due squilli, decidendo se ignorare la telefonata o meno… ma, assurdo e maledetto senso del dovere, dovette rispondere.
Dai, sarà breve, non serve che posi sull’attaccapanni il cappotto…
“Pronto?”
“La disturbo?”
Gli bastarono due secondi per riconoscere quella voce: sorrise.
“Lei non mi disturba mai, signor Oto!” lo trovava buffo quel nome: e si era accorto subito che non fosse altro che uno pseudonimo. Ma, ad amici così fruttuosi, non criticava mai nulla…
“Io avrei pronto altro materiale sulla Yamanaka, ma ho bisogno di qualche servigio del vostro Hidan.”
“Mi dica solo che le serve.”
“Qualche scatto che incrimini Ino Yamanaka ed Itachi Uchiha assieme.”
“E su Sasuke Uchiha?”
“Se trova qualcosa su di lui, se la tenga da parte: ci servirà più avanti.”
Kakuzu annuì, benché sapesse di non poter essere visto dal suo interlocutore; in realtà non si capacitava di come quello strano signore mai incontrato di persona ci tenesse a fare campagna al suo giornale. Ovviamente, più che la voglia di aiutare La gazzetta della Luna Rossa, era sicuramente spinto da un odio per la Yamanaka… e fremeva, perché voleva fargli scappare qualcosa, anche per comprendere meglio la sua possibile identità. “Mi scusi, ma a questo punto devo porle una domanda.”
“Può chiedermi di tutto: ma sa già che voglio restare anonimo.”
“Non si preoccupi per questo.” si schiarì la voce. “Visto che siamo ad un passo dal periodo delle elezioni… lei vuole aiutare il candidato Uchiha?”
E si meravigliò di come quella voce gli rispondesse sempre calma. “No, non in particolare: sono solo uno che ci tiene perché la verità salti fuori.” piccolo momento di pausa. “Faccia ciò che ho detto. Ed ora mi scusi, devo congedarmi.”
Prima che il caporedattore avesse la possibilità di rispondere, l’altro agganciò la cornetta. Sbuffando, compose un altro numero ben conosciuto, sapendo che, a quell’ora, era attiva solo la segreteria.
“Hidan, tra due giorni devi tornare in azione. Obiettivi: Ino Yamanaka ed Itachi Uchiha.”

 

Di nuovo in scena Hidan e Kakuzu, giusto per aumentare i problemi dei nostri protagonisti XD
Ma vi aspetta ben altro nel prossimo capitolo… vi diciamo solo qualche nome: NejiTen, SasuInoIta, GaaSaku ed un accennino su Kiba e…
… e lo scoprirete nel prossimo capitolo ^.-
Un ringraziamento a:

Talpina Pensierosa: Vero, dolcissimo il chiarimento NejiHina (Rael fa i complimenti alla collega Mimi ù.ù)! E, nel prossimo capitolo, vedrai NejiTen! Kiss

Bambi88: Ihihihih… la vendetta di Itachi non sarà tremenda… ma crudele °o° Nel prossimo capitolo vedrai che combinerà l’affascinante Uchiha senior XP Grazie mille per i complimenti (_ _) E ti ringraziamo per la tua stupenda ItaIno… fantastica *____*

Ferula_91: No problem, basta che poi nella lettura ti ritrovi XD Grazie per il tuo sostegno ^^ Baci

Ino: Beh, qui c’è il continuo dei tornei scolastici =3 Ino e le altre magnifiche in campo, idem per Uchiha Brothers&co. U.U Eh già, Itachi si sta ingelosendo… ma, nel prossimo capitolo vedrai che combina XD Grazie mille per il tuo sostegno, sei davvero un tesoro *w* Tanti bacini!

SangoChan88: Allora vuol dire che il nostro Neji un po’ ti è piaciuto XD Beh, la vendetta di Itachi… nel prossimo capitolo combinerà qualcosa che, di certo, non andrà molto a genio a Sasuke U.U Vedrai, vedrai… grazie per il tuo sostegno!

Angel_Sayuri: Ciau, bentornata ^^ Non sei l’unica, si è avvertito un po’ di NejiHina nel capitolo scorso… (rassicuriamo le fans NejiTen&NaruHina: restano quelle le coppie, tranquille XD)! Vero, pucci pucci *w* Diciamo che ci sarà una sorta di “chiarimento” tra Ino ed Itachi nel prossimo capitolo… ma sarà più marcata la “vendetta” nei confronti di Sasuke… vedrai, vedrai XD Besos!

Nejis fan94: Sappiamo quanto tu sia impegnata Francy, no problem °o° Per Neji e Tenten di nuovo d’amore e d’accordo, dovrai aspettare il prossimo capitolo… abbiamo già pensato a tutto U.U E SasuInoIta… di nuovo, nel prossimo capitolo XD Ti adoriamo piccola *_____* Kiss!

Un ultimo ringraziamento a chi ha messo la nostra fanfiction tra le preferite: Monny!
Prossimo aggiornamento: venerdì!
(non è una novità ^^°)
Besos
Mimi18 & _Rael_89

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Capitolo 19
*** Capitolo Diciannovesimo ***


cap 19

LA RIVINCITA DI INO

CAPITOLO 19

 

Non poteva distrarsi a quel modo. La partita stava continuando sotto i suoi occhi zaffiro, mentre nel campo accanto quella di lui era appena iniziata.
L’aveva sentito subito il suo sguardo su di sé. Aveva subito capito che voleva che lei lo guardasse, e lei aveva ceduto. Aveva voltato il suo sguardo, incrociando i due occhi color pece di Itachi.
Il cuore aveva cominciato a battere, come al solito. Le mani avevano iniziato a sudare e si era, inevitabilmente, distratta.
Aveva lasciato passare un’avversaria, poi un’altra e un’altra ancora.
Non le aveva fermate, lasciandole dirigere verso quel rettangolo che era rimasto inviolato per quasi 68 minuti.
Si riprese solo quando sentì la voce di lui fra la folla, che le chiedeva in modo quasi sprezzante a che cazzo stesse pensando.
Scosse la chioma bionda, lasciando perdere la sua distrazione e iniziando a correre, per raggiungere quella stra maledetta avversaria che l’aveva superata. Non poteva certo lasciarsi ridicolizzare in quel modo...
Le portò via subito il pallone, lasciando perdere il fatto che l’aveva quasi buttata a terra. Si girò e prima di riprendere il gioco si distrasse nuovamente, ma solo un secondo.
Vide lei in mezzo a quella folla, che la fissava fiera ed orgogliosa. Un sorriso dolce stampato in volto, bella come se la ricordava.
Con un tuffo al cuore riprese la partita, scartando e le avversarie, un obbiettivo in mente.
Fissò quella porta, il portiere e, senza aspettare, tirò. Seppe di aver segnato ancor prima di guardare, visto il boato dello stadio, tuttavia il suo sguardo si puntò ancora nel punto in cui l’aveva vista, non trovandola.
Sorrise malinconica, dandosi mentalmente della scema. Come poteva essere li?
Si lasciò abbracciare da Tenten, che le urlava nelle orecchie, lasciò che Hinata le desse un bacio sulla guancia e che Temari le tirasse la coda che si era sistemata frettolosamente prima della partita. Ma non tolse lo sguardo da dove lei era comparsa, a infonderle quel coraggio.

 

Itachi osservò compiaciuto la sfera centrare la porta, segno chiaro di una sua tripletta.
Era una partita troppo facile, per uno come lui.
Loro erano troppo forti, per degli avversari del genere. Sarebbero bastati solamente lui, Deidara e Sasori per batterli. Erano superiori.
Sorrise quando sentì le urla di Ino rompere il leggero vociare in cui erano cadute le tribune. Probabilmente, appena finita la propria partita, era corsa subito nello spogliatoio facendo una doccia velocissima, per poi correre da lui con i capelli ancora gocciolanti.
Vederli davvero bagnati, quei capelli biondo platino, lo fece ridere. Quel fatto gli diede a carica per scattare (di nuovo) verso quelle linee bianche dell’aria avversaria, e segnare un nuovo goal.
Si girò, guardandola fisso. Non fece caso ai compagni che si congratulavano con lui, alle pacche di Deidara e della domanda di Sasori (“Dove va?”).
Fece semplicemente quello che si sentiva di fare; corse verso gli spalti, verso la folla acclamante, verso di lei. Fissò con il sorriso il suo volto stupito, mentre lo vedeva avvicinarsi. Si chinò subito, verso il basso della ringhiera.
E lui si arrampicò, ignorando le domande dell’allenatore e gli sbuffi delle altre ragazze sugli spalti.
Afferrò il mento di lei attraverso quelle sbarre e, senza far caso agli altri, le rubò un bacio.
“La mia ricompensa, per averti regalato questo goal.” Spiegò con semplicità.
Lei rimase un attimo scioccata, non aveva ancora aperto bocca, ma si ritrovò (inevitabilmente) a sorridere e a toccarsi le labbra infuocate.
Il moro si staccò dalla ringhiera, soddisfatto.
Come da copione trovò il suo sguardo infuocato. Sorrise, contento di averlo superato.
2 a 1, fratellino. Pensò, prima di correre in campo.

 

* *** *

 

Tenten fissò sconsolata e irritata la figura avvenente del ragazzo davanti a lei.
Neji non aveva l’aria di chi poteva aspettare ancora. Sembrava bisognoso di parlare con lei. E, ovviamente, la mora non aveva ancora la forza per rifiutarlo.
“Che vuoi?”
Tentò di essere meno gentile possibile, ricordandosi delle parole che lui le aveva detto la sera prima. Stupido e arrogante, pensò quasi con cattiveria.
“Volevo scusarmi con te. Ti ho mostrato un me stesso che non sapevo di avere. Tu sei...importante per me - Tenten sussultò – e non voglio farti pensare che sono così. Ho chiarito con Hinata, e mi ha perdonato. So di aver sbagliato, giudicandola colpevole di un reato che in realtà non era colpa sua. E anche che è da mocciosi capire solo ora queste cose...”
La bella giovane si portò le mani curate alle labbra rosee, facendolo sorridere.
“Mi puoi perdonare?” domandò, ancora, lui.
Tenten sentì le guance bagnarsi e una sapore salato insinuarsi fra le sue labbra. Lacrime.
“Ugh...sei un cretino, Neji.”
Lo Hyuga si grattò la testa imbarazzato, voltando la testa alla propria destra. Poi, sempre con imbarazzo, tastò nelle proprie tasche. Porse un candido fazzoletto alla giovane che lo afferrò.
Si asciugò le lacrime, fissandolo negli occhi.
“Complimenti per la partita, Neji-kun.” Sussurrò, poi, avvicinandosi a lui e abbracciandolo.
Neji rimase rigido, sentendo le braccia di lei stringere la schiena. Poi, rilassandosi, cinse la vita sottile di lei, affondando il volto nell’incavo del suo collo, sospirando e facendo rabbrividire.
“Grazie, Ten-chan...”

 

“Uhm...come devo considerarla questa merenda?” domandò con curiosità un ragazzo dai capelli rossi, ad una bella giovane davanti a lui.
“Come un regalo per la partita.” Spiegò con ovvietà.
Gaara rise, dando un morso all’invitante panino che lei gli aveva preparato.
“Sai, Sakura? Non pensavo che fossi capace di cucinare!”
Lo sguardo indignato della ragazza lo fece ridere a crepapelle. Si piegò su se stesso, le lacrime agli occhi.
Non aveva mai riso tanto con una ragazza in vita sua.
La rosa lo fissò un poco scocciata, per poi aprire il volto in un sorriso. Gli occhi verdi sembravano ancore più luminosi...
“Direi che devo avere una rivincita...”
Sottolineò quell’ultima parola, caricandola di malizia. Aveva reso la sua voce accattivante, facendo venire quasi la pelle d’oca al giovane.
“Sakura...che cosa...?”
La fissò avvicinarsi gattonando sensualmente; una spalla su, una giù. Era sempre più vicina. Lasciò che gli occhi vagassero nell’apertura della camicia bianca, rabbrividendo alla vista che poteva avere.
“Ti sottopongo al castigo...dell’abbraccio!” esclamò, buttandogli le braccia al collo.
Lui cadde all’indietro, portandola con sé. Sdraiata sopra di lui, scomposta e rossa in viso, era ancora più bella.
Aveva le guance color rubino, i capelli un poco spettinato e un sorriso malizioso.
“Atterrato...” sussurrò, a un millimetro dalla labbra di lui.
Gaara le fissò; avrebbe potuto assaggiarle, sapere se, come aveva sempre immaginato, sapessero veramente di fragola. Sarebbe bastato semplicemente allungare il collo, e le avrebbe incontrate.
“Sai, sei piuttosto pesante...” disse, invece, scatenando le ire della rosa che tirò in resto del pranzo in testa al giovane, che rimase ad osservare la sua figura avvenente andarsene.
“Ma che ho detto?”

 

Karin fissò per un secondo la figura di Itachi per poi voltarsi con un sospiro.
Lui era bellissimo, non poteva certo accontentarsi di una come lei.
È vero, era amica di Sakura, ma dove stava scritto che fosse bella come la rosa?
È vero, andava d’accordo con Temari, ma dove stava scritto che era sensuale come lei?
Lei era una semplicissima oca, che urlava ad ogni fatto un poco diverso, che si eccitava per un no nulla, che si agitava per il niente.
Lei era Karin Hebi, e non aveva nulla di speciale che potesse piacere a qualcuno.
“Ehi! Che cavolo stai qui? Potevo travolgerti!!”
La bicicletta impennò, per non colpirla e lei cacciò un urlo. Si era presa un bello spavento, e appena si riprese era già pronta ad inveire contro il biciclettomane pazzoide.
Si ritrovò faccia a faccia con due occhi di un colore non molto definito e un paio di tatuaggi. Rossi.
“Kiba?” domandò, portandosi una mano su cuore.
Lui le sorrise, appoggiandosi al manubrio della bicicletta.
“Karin, che piacere...come mai qui? Oh, che scemo...Itachi Uchiha sta per uscire dallo spogliatoio.” Si rispose da solo, quasi come se fosse matto.
Lei lo guardò con gli occhi sgranati, dietro agli occhiali.
Il ragazzo storse il naso.
“Non sei per nulla carina con quell’espressione...” decretò, con indifferenza.
“Brutto cretino, ma chi ti credi di essere?” urlò, dandogli uno schiaffo.
L’impatto con la mano di lei fu talmente violento, che cadde a terra.
“Non ti permettere mai più di dirmi che sono brutta! E poi non si può girare per il cortile con la bici, scemo!”
Fece per voltarsi ma la voce e il braccio di lui la bloccarono.
“Ehi, ehi, ehi...stai calma! Non volevo mica offenderti! E poi sono in bici perché stavo andando a prendere da mangiare...” spiegò, un poco dispiaciuto per il poco tatto che aveva avuto con lei.
Karin si morse il labbro inferiore, mentre gli occhi le pizzicavano, chiaro segno che le lacrime avevano una grande voglia di uscire.
“Senti...” cominciò l’Inuzuka “...non volevo offenderti, davvero. Solo che ti trovo molto più carina quando sorridi. Con quell’espressione mi sembravi un marziano...” sussurrò, coprendosi il volto, pronto a ricevere un altro schiaffo.
Tuttavia rimase stupito, sentendo la risata cristallina della mora.
“Carina io? Ma tu devi essere matto! Penso che sia più giusto dire che assomiglio ad un marziano!!”
Non la smetteva più di ridere, tanto che Kiba dovette chiuderle la bocca con la proprio mano.
“Ehi! Basta!!” esclamò ridendo a sua volta.
Lei si tolse gli occhiali, asciugandosi gli occhi.
“Perché vai a prendere da mangiare?” chiese, dopo.
“Perché non ho voglia di guardare gli altri che giocano...tornerò una volta finito tutto...”
Karin sorrise, fissando il sellino della bici. Dietro ad esso lei avrebbe potuto accomodarsi tranquillamente.
“Posso...?” non finì la frase, perché la voce di Kiba la sovrastò.
“Perché non vieni anche tu? Poi, passiamo pure da casa mia a prendere Akamaru! Sono sicuro che andrete d’accordo...”
Lei annuì, chiedendosi che fosse questo Akamaru.
Si issò dietro al giovane, aggrappandosi alla sua felpa e, spericolato, lui partì facendola ridere nuovamente.

 

Ino si alzò di scatto dalla panchina fissando la figura scura di Sasuke davanti a sé.
L’aveva aspettato fuori dalla mensa, dove stava pranzando con i compagni di squadra.
“Sasuke-kun...” esclamò, avvicinandosi a lui.
“Sta zitta.”
Si bloccò, con la mano a mezz’aria. Il sorriso le si era spento, e gli occhi si erano spalancati.
Aveva usato un tono freddo e disprezzante. Lo sguardo che le stava rivolgendo era carico di disgusto, tanto che quasi lei si mise ad urlare.
“Sasuke-kun...”
“Vattene da Itachi a fare la gallina...” sibilò, passandole accanto.
Spalancò la bocca, stupita.
Gli afferrò una manica, tirandolo verso di sé.
“Sei forse scemo?” chiese, arrabbiata.
Lo sguardo sarcastico e gelido di lui la fecero sussultare.
“E’ stato lui a baciarmi! Io non ho fatto nulla, porca scimmia!” urlò, allargando le braccia, gli occhi azzurri spalancati.
Il moro affondò maggiormente le mani nelle tasche, e socchiuse gli occhi.
“Potevi benissimo evitare quel sorrisetto idiota...” disse, con freddezza.
Ancora una volta, Ino sussultò.
“Io...non...hai ragione. Solo che era la prima volta che baciavo un ragazzo così bello e in modo tanto romantico!” spiegò, stupita dalla bugia che si era inventata per non farlo soffrire.
Gli occhi di Sasuke le fecero capire che non le aveva creduto.
“Sei una sciocca, Yamanaka...” proclamò, voltandosi.
La lasciò dietro di sé di almeno tre metri, ma nemmeno un minuto dopo si sentì afferrare nuovamente da lei.
Gli prese la felpa scura fra le mani, tirandolo verso il basso e facendolo arrivare a terra.
Lei si accomodò sopra di lui e, impedendogli di parlare, lo baciò.
Sasuke rimase stupito da quel gesto, ma solo per pochi secondi. Si lasciò andare, assaporando nuovamente le labbra di Ino, che sapevano tanto di un gusto sconosciuto. Non era un bacio come il primo che si erano scambiati, no. Era un vero bacio. Le loro lingue danzavano, erano impegnate in un gioco eccitante e malizioso a cui nessuno dei due voleva perdere.
Il ragazzo si ricordò solo in quel momento dove si trovassero. Non staccò le labbra da lei, ma si alzò tirandola con sé. L’abbracciò e unì il suo corpo a quello di lei.
Ino affondò le mani nei capelli neri del ragazzo, dimenticandosi completamente di Itachi, del loro bacio, delle sensazione che provava con lui. Si lasciò cullare dalle labbra di Sasuke, che le stavano facendo perdere il senso di lucidità che possedeva.
Sentì il tonfo del borsone del giovane e quasi sorrise. Avvertì un braccio di lui cingerle la vita, mentre con la mano libera andava ad accarezzarle il volto.
Ino socchiuse gli occhi, le guance arrossate. Due scorci neri la fissavano a loro volta, e un poco stupita, scoppiò a ridere interrompendo il bacio.
L’Uchiha la imitò, lasciando volar via l’imbarazzo e piegandosi sulle ginocchia.
Ino lasciò ondeggiare la coda, per poi avvicinarsi a lui.
“Non volevo farti star male, con il mio bacio con Itachi...” sussurrò, prendendogli la mano.
Il giovane la strinse, e si chinò a baciarle la fronte.
“So che non sai ancora chi scegliere...e aspetto.” Le bisbigliò in un orecchio, mentre gli occhi di lei si riempivano di lacrime.
Lo abbracciò stretto, mentre lui ricambiava.
Da sopra le larghe spalle del giovane vide ancora la figura di lei che la osservava, sempre con orgoglio e...commozione?

 

La maggiorparte dei lettori se l’aspettavano, una sorta di vendetta da parte di Itachi… quale modo migliore per far arrabbiare Sasuke?! XD
E sfidiamo qualsiasi ragazza a non volersi abbandonare ad un bacio del genere con il bell’Uchiha, se fosse state al posto di Ino U.U
Insomma… forse, si sta smuovendo qualcosa. Forse, la Yamanaka sta prendendo una decisione…
E, nel frattempo, Gaara e Sakura si avvicinano sempre più, così come Neji e Tenten ^.^ Mentre, Kiba e Karin… ma avrete modo di vedere come procederà la loro relazione nei prossimi capitoli!
Un grazie a Ino, Bambi88, SangoChan88, Talpina Pensierosa, Nidaime_93(Oh, a proposito: noi siamo fans NaruSaku, ma abbiamo optato per la NaruHina solo perché ci piaceva provare la GaaSaku^^) e Silvy49 per averci lasciato una recensione!
Un grazie anche a chi legge senza commentare ed a Jakogeta per averci preferito *.*

Prossimo (solito) aggiornamento: venerdì!
Kiss
Mimi18 & _Rael_89

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Capitolo 20
*** Capitolo Ventesimo ***


cap 20

LA RIVINCITA DI INO

CAPITOLO 20

 

Era da quasi una settimana che Neji Hyuga faceva l’onore di sedersi a mensa in compagnia del solito gruppetto composto da Ino, Hinata, Tenten, Shikamaru e Chouji, portandosi dietro naturalmente Kiba e Lee… e, come dire… già erano diventati molto affiatati tra loro!
“Stupido animale di un’Inuzuka!!!Ti ho visto, mi hai rubato un’aletta di pollo!!!”sbraitò la Yamanaka verso il ragazzo seduto di fronte.
“Cretina di una bionda finta, non ti ho rubato proprio nulla!!!” rispose in malomodo a bocca piena.
“Se continuerai a mangiare così diventerai proprio una maialina… degna del tuo nome!” sbuffò il Nara.
“Primo: INO significa CINGHIALE e non MAIALE! !Secondo: non sono affari tuoi!!!” e tornò a strillare in faccia ad un Kiba che rideva a crepapelle.
“Ino-chan… calmati…” Hinata provò a farla tornare seduta.
“Eheheh!! Da quando ci siete voi, questo tavolo è diventato molto più vivace…” commentò Tenten tenendosi la pancia dal troppo ridere.
“Ma guardateli!!!! Oddio, quanto è bella la giovinezza!!” Lee era commosso di fronte allo spettacolo di tanta energia.
Neji si limitò a scuotere il capo con un sorrisetto sarcastico.
Una mano paffutella si intrufolò tra i due giovani contendenti, rubando l’ennesima aletta di pollo in mezzo al gruppo incriminato.
“Se non avete fame, posso favorire io!” si propose l’Akimichi.
“BRUTTO CICCIONE DI UN CHOUJI!!!!” ringhiarono con occhi di fuoco Kiba ed Ino.
“Su dai, calmatevi!” esclamarono in coro Neji e Tenten, riuscendo a rimetterli seduti (e salvando così la vita dell’amico paffutello!). “Ci stavi raccontando del ballo, Ino…”
“Ah, sì!” la biondina si battè una mano sulla fronte. “A quanto mi ha detto Inoishi, ci saranno un po’ tutti gli esponenti della politica: il pezzo forte però sarà il dibattito tra lui e Fugaku Uchiha.”
“Naturalmente noi dovremo parteciparvi… assieme a loro.” sbuffò Shikamaru. Non c’era nemmeno bisogno di dirlo, a chi si riferiva: ed il fatto di trovarsi in mezzo ad una sala assieme con Sasuke, Itachi ed Ino, gli faceva ribollire il sangue al cervello.
“Certo che idee strambe che ha il nostro sindaco Tsunade però!” commentò Lee, per far cambiare argomento. “Un ricevimento che comprende un dibattito politico a casa sua…”
“Mi hanno detto che è una tipa bizzarra…?” con gli occhi di zaffiro, la Yamanaka cercava conferme.
“E’… una donna molto particolare.” mormorò Hinata, non sapendo che dire per non offenderla.
“Eccentrica e severa.” annuì l’altro Hyuga con aria saggia.
“Tette enormi, capelli biondi, eleganza di un elefante.” completò il quadro Kiba.
“Mah…”
“Sai, Ino, ci sarà anche la mia famiglia invitata!” proruppe Chouji a bocca piena. “E mio padre ha manifestato il desiderio di conoscerti.”
La bionda annuì, ricordando che già la madre aveva accennato ad una conoscenza con Chouza Akimichi; probabilmente, lo aveva già incontrato in passato… forse non se ne ricordava. Ma sta di fatto che la faccia di Chouji non le è mai sembrata un sconosciuta!
“Ehi Ino, c’è Tem!” tamburellò sulla sua spalla Tenten.
Ed infatti da dietro la porta della mensa comparvero le tre figure di Sakura Haruno, Temari Sabaku e Karin Hebi: tre tipi di bellezza diverse, tre lunghe e snelle gambe lattee, tre chiome morbide alla vista, tre sorrisi affascinanti. Qualche ragazzo si girò per ammirarle, qualcun altro fece loro i complimenti per l’esibizione da cheers, qualche impudente si lasciò scappare un fischio di ammirazione; ciò allargò il sorrisetto compiaciuto sul volto di Karin. E Kiba lo notò, sorprendendosi in qualche modo ingelosito da tali apprezzamenti. Al contrario, Sakura sembrava cercare qualcuno con gli occhi nella grande sala…
“Salve, ragazze!” una sorridente Yamanaka si parò davanti a loro.
“Ehilà, Ino!” alzò la mano Temari in un gesto di saluto.
“Buona giornata.” sorrise teneramente l’Haruno, scoprendosi ancora più bella agli occhi della ex-rivale; Karin, invece, a malapena le rivolgeva lo sguardo.
“Volete unirvi al tavolo con noi?”le invitò.
“A dire il vero, avevo promesso a baka-Naru di mangiare assieme a loro… ma Temari potrebbe anche venire con voi…”
Gli occhi di clorofilla della Sabaku si posarono sulla chioma rosata dell’amica, captandone lo sguardo malizioso.
“Beh, in effetti…” con la coda dell’occhio, notò il ciuffo ad ananas del Nara.
“Tu Karin che fai?”
La ragazza mora arricciò il naso, alzando con un dito gli occhiali che le erano scivolati più giù. “Io non vengo.”
Il tono di voce duro sorprese le tre ragazze.
“Non ho intenzione di sedere a tavola con una poco di buono.” fulminava gli occhi azzurri della Yamanaka.
“Se hai qualcosa da dire, dilla e basta.” la provocò.
“Oh no, quella che dovrebbe dire qualcosa sei tu.” proseguì inviperita la Hebi. “Non ti sei ancora stufata di giocare con Itachi-san e Sasuke-kun?! Quando avrai intenzione di lasciarli in pace?!”
 “Mi stai dando della puttana?” non era ancora arrabbiata; solo seccata.
“Tu non comportarti come tale, ed io non te lo dirò.” concluse, dandole una spallata mentre la superava.
Temari e Sakura si guardarono scioccate: quella era Karin?! E pensare che, qualche settimana prima, si era dimostrata calma e distaccata nei suoi confronti…
“Ino… mi dispiace…” mormorò confusa l’Haruno. “Io la raggiungo.”
Superò la bionda senza aspettare una risposta, allungando il passo ed un braccio per afferrare l’altra amica; condusse Karin un po’ accostata al muro, non voleva essere al centro dell’attenzione.
“… allora?” domandò, mettendosi a braccia conserte.
Notò come tutto il corpo dell’Hebi tremasse: una tipica reazione di quando era semplicemente furiosa. Storse di nuovo il naso, guardando un punto indefinito con lo sguardo.
“Dovresti chiederle scusa.”
“Ma per favore, Sakura! Se fino a poco tempo fa tu la consideravi una strega!”
“Abbassa la voce, Karin.”
“E perché? Non mi piace fare buon viso a cattivo gioco, lo sai bene.” almeno, in questo rifiuto di un atteggiamento ipocrita erano simili.
“Fa male, eh? Solo quando lo si sperimenta sulla pelle lo si può capire…” tono chiaramente provocatorio: Sakura era abbastanza intelligente per intuire cosa fece scatenare la reazione di Karin… il bacio: quel bacio che Itachi aveva rubato a fior di labbra ad Ino, il giorno d’inizio dei tornei scolastici. Davanti a tutti. Ed era stato umiliante, oltre che doloroso, esser “tradita” davanti a tutti.
“Che c’è? Dimentichi forse l’articolo sul giornale?! Ed il fatto che stiano sempre insieme?! E non ti importa più di Sasuke-kun?!”
La ragazza prese un bel respiro, iniziando a giocherellare con un ciuffo dei suoi capelli di zucchero filato: ovvio che ancora le importasse di Sasuke. Ovvio che ancora ci stesse male. Ma ormai era decisa a dimenticarlo: e resisteva nonostante tutto, cercando di evitarlo il più possibile almeno per i primi tempi. E poi… e poi…
“Ragazze? Tutto ok?”
Naruto e Gaara si avvicinarono alle due cheer leaders, entrambi non capendo perché non si unissero a loro per pranzo. Karin osservò l’amica blaterare una qualche scusa per farli tornare a posto… e notò una cosa: con una mano stava torturando la gonnellina a pieghe. Gesto tipico, troppo tipico di quando era in compagnia di Sasuke… e gli sguardi che gli lanciava… in fondo, l’aveva sempre considerato un ragazzo d’oro, il principe perfetto. L’aveva sempre detto, no? Ma inconsciamente, scherzandoci sopra, aveva detto che se un giorno avesse dimenticato Sasuke, probabilmente sarebbe stato lui il candidato numero uno… e Karin se ne ricordò. Ecco perché, quando Sakura si girò di nuovo verso di lei, le vide stampato in volto una smorfia di disprezzo.
“Ora capisco tutto. Ora è diventato lui il tuo Sasuke-kun.” un ciuffo d’oro nero accarezzò la lente dei suoi occhiali, non riuscendo però a placare il suo sguardo di ghiaccio. Si allontanò senza nemmeno dire una parola o rivolgerle uno sguardo: ma nemmeno Sakura si mosse.

Il suo segreto era stato svelato.

 

“Ino…”
Temari l’aveva capito, glielo leggeva negli occhi: benché sembrasse in una posizione di vantaggio, era lei quella che soffriva di più. Perché portava il peso di gioie o dolori di almeno quattro persone…
“Ino…” la chiamò di nuovo, poggiandole una mano su una spalla.
Si notava da come guardava Sakura.

Scusa, se amo e sono amata dalla persona più importante della tua vita.
Si notava da come aveva risposto a Karin.
Scusa, se ti ho rubato la persona più importante della tua vita… e non me ne sento in colpa.
Si notava da come pronunciava i nomi di Itachi e Sasuke.
Scusa, se mi sono innamorata sia di te che di tuo fratello.
“Ino…?”
“Temari, potresti dire agli altri che ho dimenticato qualcosa in classe?”
Glielo stava supplicando, con quella vocettina flebile.

Scusa, se voglio chiudermi in me stessa.
L’altra bionda annuì, capendo perfettamente la gravità della situazione: ed ammirò la sua forza, che le faceva mantenere la testa sempre alta nonostante tutto.
Con stupore di tutti, tornò invece Temari a sedersi al tavolo, incrociando lo sguardo di Shikamaru. Sguardo incolore: aveva capito tutto come al solito.

 

* *** *

 

Si disegnò una ruga preoccupata sulla fronte di quel bel quarantenne, che per qualche secondo tacque: la voce della segretaria le aveva appena annunciato che in linea c’era sua moglie. Perché mai lo avrebbe dovuto chiamare al lavoro? Era successo qualcosa di grave?! Ancora in apprensione, riuscì a bisbigliare qualcosa, ed a farsi passare la compagna della sua vita.
“… Yoshino?!” si intuiva anche al telefono che era preoccupatissimo.
“Mi dispiace averti disturbato, Inoishi.” si scusò lei, sedendosi sul loro morbido letto coperto da un finissimo lenzuolo di seta. “E’ una questione piuttosto urgente, ma non grave.”
Lo Yamanaka tirò un sospiro di sollievo, scostando un capello di grano che gli solleticava la guancia. “L’importante è che tu stia bene.”
“Non ti ruberò molto tempo…” gli occhi neri della signora continuavano a fissare l’oggetto che teneva tra le mani.

Il colore era blu.

 

* *** *

 

Ino Yamanaka si avviò solitaria nel lungo cortile, con lo sguardo perso nel vuoto: si era trattenuta fin troppo sotto la doccia, dopo gli allenamenti. Però, insomma… il tepore dell’acqua bollente sulla candida carnagione, e quel senso di isolamento totale… erano stati attimi di benessere, estraneamento. Ed ora che era tornata ad una temperatura meno elevata, ora che era circondata di nuovo dai suoi problemi… stava molto peggio. E desiderò ardentemente di tornare sotto la doccia.
“… ce ne hai messo di tempo.” tuonò una voce familiare, troppo, alle sue spalle. Si girò, trovandolo appoggiato al muro, le braccia conserte: posa apparentemente casuale, ma faceva intuire che il ragazzo sapeva benissimo di essere dinamite pura.
“Mi aspettavi, Itachi?”
Il ragazzo rispose solo con un gesto di volerla vicino.
E lei si avvicinò a lui, benché sapesse che era sbagliato. Lui era sbagliato; la situazione era sbagliata; quei sentimenti erano sbagliati. Eppure, ogni passo che faceva… sempre più tentatore, sempre più affascinante, sempre più irresistibile. Non valeva la pena provarci: era totalmente preda di Itachi Uchiha. Ma ogni passo che faceva… gli sguardi malinconici di Sakura, che cercava di celare ad ogni costo; le parole di Karin, cariche di umiliazione e dolore; la voce fredda e distaccata di Sasuke, ed il loro bacio…
Ecco, ora era a solo un passo da lui: e non riusciva a staccargli gli occhi di dosso. Percepì nel suo sguardo un forte desiderio sessuale, quel ragazzo la voleva a tutti i costi; lusingata, lo ricambiava.
“Dovremo aspettare ancora molto?”
“Se mi vuoi parlare di questo, allora preferisco tornarmene subito a casa.”
“No.” le prese inconsciamente un braccio, voleva trattenerla. “Io voglio solamente te, Ino.”
Le era divenuto difficile respirare: tipica reazione dalla sua vicinanza.
“E so che anche tu vuoi me…”
Vero, non poteva negarlo. Non c’era bisogno di dire altro, almeno per il momento: si lasciò affascinare totalmente dal ragazzo. Sì, cazzo, totalmente: ma Sasuke continuava ad esistere dentro di lei, era dannatamente doloroso. E fu un piacere puro sentire le sue mani sulla piccola vita, intrufolarsi dopo un po’ coraggiosamente sotto la camicetta, accarezzare le sue forme, andando prima su e poi giù, ma mai troppo sopra o troppo sotto da doverle dare fastidio. E lei pose le manine lattee sulle spalle di lui, sentendo attraverso i vestiti i muscoli contrarsi e distendersi, immaginandoseli, imbarazzata anche un po’ dal pensiero… quando rialzò il viso, si accorse che tra le labbra di Itachi e le sue passava a malapena uno spiraglio di luce. Iniziò a socchiudere gli occhi, ricordando il dolce sapore del suo bacio…
Piegò il viso un po’ a sinistra, spalancando gli occhi: la bocca di Itachi si posò quasi sulla guancia. Rimase senza fiato, non capì cosa l’avesse fatta spostare; non capì cosa cazzo avesse fatto…
E sentì le mani dell’Uchiha premerle forte sulla pelle, e lo captò dallo sguardo, l’incredulità e la rabbia.

Che cazzo hai fatto, Ino?
Non disse niente, spinse un poco il ragazzo indietro per darle lo slancio per indietreggiare lei: ancora lo guardava smarrita.
“… scusa…” blaterò, prima di sparire.
Ed Itachi la lasciò andare, non la inseguì: anzi, preferì non guardarla nemmeno. Gli venne naturale stringere i denti, stringere i pugni, iniziare a respirare violentemente; e diede un forte calcio ad un cespuglio, creando una pioggerellina di foglie.
“… merda!!” sibillò, ansimando. Sbattè un veloce pugno sul muro, allontanandosi in direzione dell’uscita posteriore; e frugò nelle tasche per trovare le sigarette, estrasse fuori il pacchetto di Wild Seven, con mano tremanti se ne mise una in bocca, accendendola all’istante con il suo accendino nero… ma nemmeno il sapore della nicotina lo calmò: troppo più forte era l’amarezza della delusione.
Ora state 2-2, Itachi.

 

Iniziò a correre, ancora non capacitandosi di quella reazione così istintiva: quel rifiuto al suo bacio. Si fermò in mezzo al cortile, toccandosi le labbra…
E si maledisse.
“Ahahahah!!! Ma guarda un po’… noto con piacere che sei diventata più accorta, Ino-chan.”
La disgustosa voce proveniva da una disgustosa persona che, con macchina fotografica in mano, uscì fuori da uno dei folti cespugli del cortile del liceo.
“Mh.” la biondina storse il naso. “Preferisco che lei mi dia del tu, e riprenda a chiamarmi miss Yamanaka… anzi, che non mi chiami più!”
“Eh, ma come sei antipatica…” borbottò il giornalista, non smettendo di sorridere. “Non importa anche se non ti sei baciata con Itachi Uchiha… tanto ho comunque dei bellissimi scatti sul vostro tenero abbraccio…”
Sentendo quelle parole, la ragazza si infiammò: balzò verso di lui a braccia tese, tenendo lo sguardo fisso sulla macchina fotografica. “Dammi quel maledetto arnese!!!”
“Fossi matto!! Sei una delle mie migliori clienti, non mi lascio di certo scappare la mia gallina dalle uova d’oro!” ridacchiò riuscendo a salvare il suo tesoro perché avendo un’altezza più elevata della sua. Ma la bionda sapeva reagire bene…
“Ahia!!!” esclamò, saltellando sullo stinco morso dall’avversaria. “Ma sei forse una bestia?!? Stupida mocciosa!!!”
Si sentirono il rumore di alcuni passi, poi si vide una lunga ombra alle loro spalle. “Ma che succede?!” tuonò la voce dell’affidabile Asuma, maggiordomo di casa Yamanaka. “Signorina Ino!!”
Si contrappose subito tra i due, parandosi a difesa della padroncina. “Ma come si permette?! Aggredire una ragazzina indifesa…”
“Indifesa non direi proprio!!” bofonchiò, ancora sentendo il dolore del morso. “E comunque è lei che mi ha aggredito, per rubarmi questa!”
Ci volle un attimo, il mostrare la sua macchinetta fotografica, per riconoscere che fosse un giornalista… e subito ricordò la sua identità. “Ma lei è Hidan Taki!”
“Modestamente…” sorrisetto pieno di orgoglio per la sua fama.
“Lei è quel bastardo che sta cercando di incastrare la signorina Ino…” l’uomo si tirò su le maniche della giacca, mettendosi in posizione da pugile. “Ma io non le permetterò di continuare così, disgraziato!!!”
Il giornalista indietreggiò, spaventato dall’aria minacciosa e dalla stazza abbastanza possente del suo avversario. “Ma, ecco… beh, sarà per la prossima volta!!” iniziò a darsela a gambe, inseguito almeno inizialmente da Asuma.
“Vedi di non farti rivedere più!!!” esclamò lui, sputando a terra. “Che persona meschina!”
Ino rimase a bocca aperta di fronte alla reazione del maggiordomo: wow… che forza quell’uomo!
“Signorina, sta bene?” si avvicinò con molta dolcezza, spolverandole i vestiti e tastando che non avesse ferite.
“Tranquillo, Asuma: me la so cavare bene da sola.”
“Per fortuna, non è successo nulla di grave… ma deve stare più attenta la prossima volta!”
“Ehi, ora ti metti a farmi la predica? Come se fossi mio padre?!” ridacchiò, per sdrammatizzare.
Anche sul volto barbuto del maggiordomo di dipinse un bel sorriso. “Già… diciamo più uno zio, però.” le fece cenno di seguirlo fino alla limousine.
A pochi passi dalla macchina, riuscì a vedere l’ombra di Shikamaru: probabilmente stava borbottando qualcosa, mentre ascoltava i Beck con il suo mp3. La giovane si bloccò.
“Asuma… potresti non dire niente a nessuno riguardo quest’incontro?”
L’uomo le lanciò un’occhiata piena di apprensione. “Entro domani lo sapranno tutti.”
“Ma desidero avere ancora qualche ora di pace…”
Con un sospiro, il maggiordomo annuì. “Capisco… farò come vuole.”
Ma, dentro di sé, si ripromise che avrebbe tenuto gli occhi ben aperti…

 

 

Ecco, in realtà il ruolo affidato a Hidan come giornalista era soprattutto per creare una “contesa” tra lui ed Asuma, quasi in ripresa del manga XD
Ma in questo capitolo ci si concentra su altri punti: lo strano segreto di Yoshino, la disputa tra Ino e Karin, una particina GaaSaku…
Ed il rifiuto. Ino che finalmente ha preso la sua decisione… o almeno, così sembra. Chissà come reagirà quando incontrerà Sasuke…
Interrompendo qui tutti questi elementi che non fanno altro che incuriosirvi, passiamo ai ringraziamenti XD
A Ino, Bambi88, Talpina Pensierosa, Ferula_91, SangoChan88, Nidaime_93 (Rael promette sicuramente altre parti ShikaTema U.U), Silvy49 e la nostra Kaho ^.^
Un ringraziamento speciale a Fujiima, HinaNaru, GiO91 e Pikkola Rin per averci messo tra i preferiti (_ _)

Prossimo aggiornamento: venerdì!
E buon… martedì grasso a tutti XP
Baci
Mimi18 & _Rael_89

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Capitolo 21
*** Capitolo Ventunesimo ***


cap 21

LA RIVINCITA DI INO

CAPITOLO 21

 

Inoishi fissò il giornale un poco contrariato. Lo teneva stretto fra le sue mani, incurante del fatto che ne stava provocando lo sgualcimento, a causa della forza che utilizzava per tenerlo fra le mani.
Ma non poteva evitarlo. Quella foto lo mandava in bestia.
Ino, la sua Ino, abbracciato ad un tizio come Itachi Uchiha e, solo pochi giorni prima, la stessa scena ma con Sasuke Uchiha.
Ma non era tanto quello a farlo arrabbiare, ma le parole che seguivano a quello scatto rubato.

 

INSERTO STRAORDINARIO
A quanto pare le voci su una duplice relazione con i fratelli Uchiha era fondata.
Ino Yamanaka non solo si comporta come una fidanzata con Sasuke Uchiha, ma anche con Itachi.
Lo dimostra questa foto di Hidan Taki...

 

Hidan Taki. Quanto avrebbe voluto prenderlo a pugni, quel bastardo...
Stava ridicolizzando la sua famiglia, sputando sentenze sicuramente false su sua figlia.
Doveva fargliela pagare, a quel maledetto giornalista. Voleva che Ino non dovesse più vergognarsi ad andare in giro, ma soprattutto non voleva che sua figlia venisse additata come una poco di buono...
Con uno sbuffo fissò l’orologio, gemendo a causa dell’ora. Yoshino l’aveva pregato di arrivare presto, perché aveva una notizia, ma non era riuscito a mantenere la promessa a causa di una riunione.
Afferrò il cappotto beige, poggiato sull’appendiabiti e uscì dall’elegante studio, spegnendo la luce.
Il giornale giaceva stropicciato e quasi strappato all’interno del piccolo cestino ai piedi della scrivania.

 

Ino evitò lo sguardo del padre per tutta la durata della cena. Aveva visto il giornale, che praticamente era uscito appositamente per la sua notizia. Aveva visto quello che vi era scritto, quello che ormai la gente pensava di lei.
“Ino...”

Scusa, ti ho deluso. Disse, mentalmente, guardando gli occhi del padre.
“Io sono in conflitto con Fugaku Uchiha, ma non penso che tu debba cambiare la tua vita in funzione di ciò.” Disse, pulendosi la bocca con un tovagliolo color crema.

Perché sei così buono?
“Se sei innamorata di uno dei due Uchiha, non vedo perché tu non debba vivere una storia d’amore con uno di quei due. In fondo è quello che sognano le ragazzine della tua età...” concluse, fissandola con un sorriso.
La sincerità si poteva leggere in quegli occhi così simili ai suoi, così belli.
Inoishi aveva dimostrato di essere una persona gentile quando l’aveva accettata in casa sua, quando era praticamente un’estranea. Ma in quel momento, lui che aveva sempre dichiarato di non essere adatto a fare il padre, l’aveva lasciata senza parole.
“Solo, ti prego, scegli in fretta! Non penso che resisterò a lungo senza sapere chi sarà il mio futuro genero!!” esclamò, facendola ridere.
Shikamaru sbuffò, fissando la figura della bionda accanto a sé.
“Chissà perché le donne piangono sempre...” borbottò, guadagnando un occhiataccia dalla madre, che carezzò la schiena ad Ino.
Il sorriso sul suo viso e le lacrime trasparenti e pure che solcavano le sue guance la rendevano ancora più bella, e questo Inoishi lo sapeva bene.
“Mi fido di te, Ino...”
“Grazie papà...”

 

“Allora, mi vuoi dare questa notiziola??” domandò l’uomo dai capelli biondi, sdraiandosi accanto alla bella moglie.
La donna lo fissò con un mezzo sorriso, lisciandogli la guancia ruvida.
“Sai, sei stato bravo con Ino, poco fa...” sussurrò, addolcita.
Inoishi arrossì un poco. Era raro che lei fosse così dolce...
“Yoshino, devo pensare che è successo qualcosa?”
“No, nulla di grave. Solo che mi piace l’idea che tu sappia fare il padre...” spiegò con semplicità.
“Uhm...”
Non riusciva a capire le parole della moglie. Erano parole incomprensibili per lui.
“Sono felice, sai?” esclamò, poi, lei.
Il biondo girò il volto verso di lei, con sguardo incuriosito.
“E perché di grazia?” domandò, avvicinandosi a lei.
La donna sorrise con malizia, accarezzandogli nuovamente la guancia.
“Perché finalmente cresceremo un figlio insieme...”
L’uomo sorrise, annuendo. Le baciò dolcemente le labbra, per poi sdraiarsi su un fianco.
Chiuse gli occhi, pensando alle parole di lei.
“UN FIGLIO?!” urlò, capendo solo in quel momento il significato.
La mora annuì, divertita. Osservò li marito alzarsi e cominciare ad andare avanti e indietro per la stanza.
“Ma...ho quarant’anni. Non sono pronto per questo...” continuava a borbottare, ma un sorrisetto era già nato su quelle labbra.
“Andrò domani in ospedale per esserne sicura. Se tutto va come credo, domani sera ci sarà da calmare Shikamaru...”
Inoishi buttò la testa indietro, scoppiando in una grassa risata, per poi raggiungere la donna e baciarla nuovamente.

 

* *** *

 

Non badò ai sussurri che tutti scatenavano quando passava per i corridoi.
Non badò alle dita puntate verso di lei quando camminava per il giardino.
Non badò agli sguardi invidiosi, alle parole urlate, agli insulti, alle richieste poco carine e agli spintoni. Non badò a nulla. Continuò semplicemente, cercando lui.
Si, cercava la sua oasi nel deserto. La sua pace, il suo tranquillante.
Perché per quanto fosse responsabile di quella situazione solo lui aveva il potere di tranquillizzarla in modi semplici.
Sapeva dove lo avrebbe trovato. Lo sapeva bene.
“Ciao.”
Perché lui era sempre in quel cortile dietro la scuola. In quel campetto di basket quasi inutilizzato, con quel pallone sgualcito rubato dalla palestra della scuola di nascosto.
“Ehi...”
Lui era sempre li da solo, ad allenarsi, a pensare. Ma quel giorno pareva sapesse che lei sarebbe andata a cercarlo. Pareva sapesse già che lei, appena lo avrebbe visto, si sarebbe buttata fra le sue braccia.
“Scusami...”
Pareva che aspettasse già le sue scuse, per quell’abbraccio a cui lui (a sua insaputa) aveva assistito.
“Non l’hai baciato e mi basta...”
I suoi occhi spalancati per lo stupore non lo stupirono. Sapeva che li avrebbe spalancati in quel modo buffo, creando delle piccole rughe fra le sopracciglia dal taglio perfetto.
“Come...”
“Vi ho visto...”
Poteva anticipare anche le sue domande, ormai.
E sapeva benissimo che lei, in quel momento, aveva bisogno solamente delle sue braccia.
La strinse forte, mentre lei si aggrappava alla sua camicia. Schiacciò la lunga chioma bionda, facendo aderire la fronte di lei contro le proprio spalle.
“Grazie, Sasuke-kun...”
Sorrise, sentendo il suo nome pronunciato da quelle labbra.
Si staccò lievemente da lei, prendendola per mano e portandola verso la panchina in legno, affiancata al campetto.
Il legno quasi rovinato, non le diede fastidio quando si sedette. Si voltò quasi subito verso di lui, chiedendo nuovamente il calore e la dolcezza di quelle braccia.
Lui la accontentò, tirandola a sé.
Sentendo il suo profumo, gli venne un po’ da ridere. Non si sarebbe mai aspettato che lui, Sasuke Uchiha, sarebbe impazzito per una ragazzina isterica, pazza, maleducata e rozza come Ino Yamanaka. Se qualcuno gliel’avesse detto, probabilmente, gli avrebbe riso in faccia.
Ma si sa, che le cose più improbabili, alla fine, succedono sempre. Sempre. Sempre.
Le afferrò il volto fra le mani, studiandone i contorni. Ne studiò ogni parte, imprimendosele nella mente. Dagli occhi dal taglio poco giapponese, alle piccole lentiggini che aveva sul naso leggermente all’insù. Tutti particolari piccoli e quasi invisibili. Come la fossetta che le si formava quando sorrideva o rideva.
Si avvicinò alle labbra di lei, curioso e impaziente. Voleva vedere se lei lo avrebbe respinto come con Itachi o lo avrebbe accettato.
Sorrise, quando le sfiorò le labbra. Morbide. Piene. Perfette.
Sorrise, quando lei gli chiese di aprire quelle labbra per approfondire il bacio.
Sorrise, perché non l’aveva rifiutato.
Ma non fece come al solito, contando il punteggio fra lui ed Itachi. Lasciò perdere, perché Ino non era una partita di basket o di calcio. Non era un premio per la loro sfida. Era Ino. Semplicemente.
Lasciò perdere tutto, stringendola più forte a sé e sorridendo in quel bacio.
Non l’aveva rifiutato, e ora sapeva perché. Aveva rifiutato Itachi, e ora sapeva perché.
Non era ancora del tutto sicura, ma stare li, abbracciata a Sasuke, legata a lui in un bacio mozzafiato, quando solo il giorno prima aveva rifiutato Itachi, non poteva avere molti significati.

 

Teneva strette a sé quelle fotocopie dall’aria importante. Erano molto, un pila talmente alta che le copriva la visuale. Non vedere nulla davanti a sé, sperava solo che gli altri vedessero lei, così da spostarsi e lasciarla passare.
“Ehi! Vuoi una mano?” domandò una voce dal timbro giovanile e che, purtroppo, lei conosceva.
“N-Naruto-kun...grazie...”
Le gote le si imporporarono, e lei diede loro delle idiote e si maledisse per aver balbettato.
Maledisse anche il fatto che a pranzo si era macchiata con la maionese, una macchia in mezzo alla camicia bianca della divisa non era che un ricordo, rispetto al segno iniziale.
“Dove devi portarle?” chiese il ragazzo, prendendone una buona parte.
“In...in sala insegnanti, a Kakashi-sensei...” sussurrò, con il capo chino.
Il biondo annuì, iniziando a precorrere a grandi falcate il corridoio, seguito a fatica dalla giovane Hyuga.
L’Uzumaki lanciava, ogni tanto, qualche occhiata dietro di sé per vedere se lei riusciva a tenere il passo.
Vederla a capo chino e le guance arrossate lo inteneriva. Era una ragazza di una bellezza rara. Un bellezza pura, tanto da sembrare e innocente. Naruto non era solito fissare quel tipo di ragazze, a lui piacevano più i tipi svegli come Ino, quelli forti come Temari, quelli un po’ isterici come Sakura e dolci come Tenten. Hinata non era per nulla il suo tipo, e per questo...si era interessato a lei.
L’aveva colpito la sua timidezza, in primis. Non aveva mai visto nessuna ragazza così timida. La corvina accanto a lui era davvero un caso disperato. Eppure lo trovava carino come particolare...
Poi l’aveva colpito la sua dolcezza. Vedeva sempre gli sguardi dolci e comprensivi che lei lanciava alle amiche, oppure a Neji e Kiba. Vedeva con quanta tenerezza li osservava, attenta ai loro stati d’animo...
Infine gli occhi...così rari e forse unici. Non erano come quelli di Neji, quelli di Hinata erano forse più candidi. Quasi bianchi...e quelli l’avevano affascinato.
“Naruto-kun?”
La voce della ragazza lo riportò alla realtà e sorrise, vedendo l’aula davanti a loro.
“Ok, ti lascio le fotocopie. Scusa, ma quest’aula per me è come un campo minato...”
E dopo aver aspettato che la risata di lei terminasse si dileguò. Gli occhi di lei non lo abbandonarono fino a che non scomparve dietro l’angolo del corridoio...

 

“Uhm...che cavolo sono queste fotocopie?”
Un avvenente professore dai capelli castani fissava i fogli che Hinata aveva portato poco prima.
“Sono gli avvisi per i primi colloqui individuali...quest’anno il preside li ha anticipati.” spiegò la professoressa Kurenai, fissando il collega.
“Accidenti...sono per settimana prossima...”
Kakashi sollevò gli occhi dal libro che teneva fra le mani, puntandoli sul collega.
“Genma, ci pensi tu a distribuirli?” domandò, incuriosito.
“Uhm...si. Non vedo chi altro potrebbe farlo...”
Kurenai sorrise, correndo verso il professor Shiranui.
“Dato che devi uscire...che ne pensi di fermarti a prendermi un caffé?” domandò affabile, mentre lui spalancava le labbra indignato.
“Ma...ma...non puoi chiederlo a Kakashi?”
Lo sguardo eloquente della donna lo fece tacere.
Girò i tacchi, spalancando la porta dell’aula.
“Con poco zucchero, caro!!” trillò la professoressa, sedendosi accanto a Kakashi.
“Sai, non ti facevo così vipera...” sussurrò, voltando pagina.
La donna rise divertita, chinandosi su di lui.
“Dovresti aver imparato a conoscermi...è dodici anni che lavoriamo insieme!”
L’uomo scosse il capo, devastato dal carattere gaio di lei.
“Stasera ti passo a prendere alle otto...vedi di essere puntuale...” le disse l’uomo, sbuffando.
Kurenai inarcò un sopracciglio, con scetticità.
“Non dovrei essere io a dirlo?”

 

Sasuke sbuffò, fissando il rosso accanto a sé.
“Ti dico che non è successo nulla fra di noi...” borbottò l’Uchiha per l’ennesima volta.
Gaara lo guardò con un sopracciglio inarcato, imitato dal biondo accanto a lui.
“Certo...e io sono la fata turchina...” sibilò, riducendo gli occhi a due fessure.
L’Uchiha non si fece intimidire, anzi. Si mise a ridere, facendo stupire i due.
Vedendo le facce degli amici si sdraiò sul pavimento lucido della palestra, ignorando gli ordini di Kakashi.
“Sei impazzito?” chiese Naruto allontanandosi un poco dall’amico.
Sasuke rise più forte, girandosi prono.
Gaara lo fissò un po’ male, prima di sospirare.
“Quella tipa ti ha dato alla testa...” proclamò, incrociando le braccia.
Naruto fissò i due senza capire....tipa?
“Tipa?”
Lo sguardo di Sasuke e Gaara era lo stesso. Gli occhi spalancati, le labbra semiaperte e una grande gocciolona di sudore che cadeva dalla tempia.
“Non dirmi...che non ti sei accorto di Sasuke ed Ino!”
Lo sguardo interdetto di Naruto bastò più di mille parole.
Si portò la mano al volto, coprendo gli occhi verde acqua, pensando a quanto fosse idiota l’amico.
Girò il volto verso la finestra, lasciando che gli occhi scorressero lungo le divise femminili, sulle gambe di alcune ragazze, per poi sorridere una volta individuata una chioma rosa.
“E dimmi, Naruto...” cominciò Sasuke, distogliendo Gaara dai sue pensieri.
“Uh?”
“Hai notato almeno quello che sta succedendo fra Gaara e Sakura?”
Le gote del ragazzo raggiunsero le tonalità dei capelli, e il suo urlo poté sentirlo perfino Chouji, che quel giorno era a casa con l’influenza...

 

“Ino, Ino, Ino...”
La ragazza alzò gli occhi al cielo, con un mezzo sorriso. Tenten aveva voluto sapere tutto quello che era successo con Sasuke, con Itachi e ancora con Sasuke. Ora la bionda si stava subendo i sospiri e le frasi innamorate della castana di fronte a lei, mentre Hinata elogiava Sasuke.
“Sai, credo che tu abbia fatto la tua scelta...” sussurrò, infine, la castana.
Lei non si stupì di quelle parole e sorrise.
“Non lo so...Itachi, in fondo, è importante...penso spesso a lui e anche Sasuke pensa che sia troppo presto per prendere una decisione...” sussurrò, con un mezzo sorriso.
Hinata inarcò un sopracciglio scuro, con sguardo confuso.
“Ma scusa...se hai cercato Sasuke e non Itachi...non ci sarà un motivo?” chiese, incerta.
Ino sussultò, per poi ragionare sulle parole dell’amica.
Vero. Era corsa da Sasuke, scartando subito Itachi. Ma l’aveva fatto perché sapeva che l’altro l’avrebbe cacciata, dopo il rifiuto del giorno prima. Era per quello, no? Non l’aveva fatto perchè aveva notato che con Sasuke perfino la razionalità spariva e non pensava a lui solo come un ragazzo stupendo che la faceva eccitare per i suoi modi maliziosi. Non l’aveva fatto perché Sasuke era talmente...dolce da mandarle quasi il cervello a farsi benedire, no? Non l’aveva fatto...perchè preferiva Sasuke, no?
“Merda...” sussurrò, portandosi una mano alle labbra, mentre la bocca le si apriva in un grande sorriso.
“Hai ragione, maledizione...”
Hinata sorrise, abbracciando l’amica.
Nel farlo gettò un’occhiata verso la finestra che stava sopra di loro e sorrise, vedendo dei capelli di un taglio particolare e scuri come la notte...
“Sono sicura che Sasuke non ti prende in giro...” esclamò Tenten, balzando in piedi.
La biondina annuì, pensando però ad un ragazzo con la coda, che tuttavia, non riusciva ancora a cacciar via...

 

Inoishi è un papà meraviglioso *w* E lo sarà anche per il bimbo che verrà… che ne pensate di Yoshino incinta?! Ve lo sareste aspettato?! XDDD
E, beh… piccola scena NaruHina, piccolo regalo di Mimi a Rael (la KakaKure U.U), e… si, Ino sta prendendo una decisione!
Ma aspettate il prossimo capitolo…
Un ringraziamento speciale a:

Talpina Pensierosa: Grazie!

Silvy49: Thanks! ^.-

Kaho_chan: Effettivamente, un po’ di ItaIno ci stava bene… ma cavolo, purtroppo prima o poi Ino dovrà decidere -.- Peccato, ci piaceva questo triangolo XDD Però aspetta un pochino… magari le cose cambiano… aishiteru, tessò!

Bambi88: Quoto, quoto: Ino, sei una stupida XDDD Cavolo, rifiutare Itachi… ma vabbè, la si perdona ù.ù Baci!

Ferula_91: Nu nu, il bacio non c’è stato… ma chissà in futuro… grazie per il sostegno! ^.^

Ino: Beh, ogni tanto un personaggio antipatico esce fuori… ma Ino avrà la sua rivincita ù.ù e Karin… anche lei cambierà prospettiva XDD Per la decisione di Ino… aspetta altri due capitoli almeno! Baci

Nejis fan94: Riprenditi, Francy XDDD No, tranqui: non significa che la storia stia finendo… anche se ha scelto, ci sono ancora le elezioni… e gli sviluppi della coppia principale *w* ti adoriamo!

Minority girl: Ma ciau!! Mimi e Rael sono felici di vederti anche qui, e ti ringraziano per i complimenti ed i preferiti (_ _) Speriamo che la storia continui a piacerti! Kiss

Nidaime_93: Grazie per i complimenti! E la ShikaTema… al più presto, parola di Rael ^.-

Ringraziamo anche chi ci ha messo tra i preferiti: Ely 91 e Minority girl!
Prossimo aggiornamento: il solito venerdì!
Kiss!
Mimi18 & _Rael_89

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Capitolo 22
*** Capitolo Ventiduesimo ***


cap 22

LA RIVINCITA DI INO

CAPITOLO 22

 

Scese quella lunga scalinata facendo dei piccoli passi: cavolo però, se quelle maledettissime scarpette con il tacco a spillo le facevano male! Inoltre, sentiva  la testa dolerle al minimo movimento: causa, le numerose forcine che avevano raccolto i lunghissimi capelli di miele sulla nuca, lasciando scappare via solo il solito ciuffo a celarle l’occhio destro. Forse, l’unica cosa di cui era soddisfatta era proprio l’abito: lungo, di colore violetto, finissimo raso, bustino attillato senza bretelline e gonna ampia; l’aveva preso su consiglio di Yoshino, e doveva ammettere che quella donna aveva un gusto sopraffino. Inoltre, la bella moglie del deputato Yamanaka le aveva prestato un completo di orecchini di brillanti, collier ed paio di candidi guanti: nient’altro per risaltare la sua bellezza, a parte quella leggera passata di trucco merito di Anko, facendola apparire naturale ed accentuando soltanto i bellissimi occhi marini.
Ino Yamanaka scendeva i gradini della scalinata che conduceva al salone della villa del sindaco Tsunade preceduta da una bellissima Yoshino accompagnata dal padre, e tenendosi per mano con Shikamaru Nara: le faceva un po’ strano vederlo in giacca e cravatta scura, capelli sciolti ma perfettamente a posto; e sorrise, pensando che Temari non si accontentava mai di poco…
“Ti pregherei di non ridere solo perché sono vestito da cretino: tu non stai di certo meglio di me!” mentì imbarazzato dal suo look, muovendo impercettibilmente la bocca.
“… antipatico!” sbuffò la sorellastra.
Davanti a loro, Inoishi e Yoshino sorridevano come due bambini.
“Adoro queste feste…” sospirò estasiata lei.
“Anche io.” annuì. “E tu sei davvero bellissima.”
La signora Yamanaka abbassò lo sguardo, colorando le guance di un rosso acceso: effettivamente era davvero meravigliosa, con quel vestito dorato che le lasciava la schiena scoperta, ed i capelli neri sciolti e vaporosi dalla lacca.
Quando quelle maledette scale finirono, la biondina girò velocemente gli occhi a destra ed a sinistra, visualizzando tutta la sala: una serie di facce stupite la fissavano, chi bisbigliando qualcosa nell’orecchio del vicino, chi disegnando un sorrisetto malizioso sulle labbra…
“Sono solo una massa di pettegole e superficiali.” Shikamaru strinse di più la stretta. “Non conta il loro parere.”
Ino sorrise, rilassata dalle sue parole. “Grazie.”
“Dovere.”
“C’è qualcuno in mezzo a questa folla che conosciamo?”
“Uhm… beh, il padre di Chouji è l’assessore del sindaco Tsunade: dunque, la famiglia Akimichi c’è. Poi…  sicuramente gli Hyuga, i Sabaku ed i genitori di Tenten Higurashi… beh, sai che ci sono anche quei due…”
Non c’era bisogno di aggiungere altro: Sasuke ed Itachi. La giovane si sentì una stretta allo stomaco: era da un po’ che non vedeva nessuno dei due; il primo, perché voleva evitare di farsi ancora fare delle foto a tradimento; il secondo… beh, dopo il rifiuto si evitavano a vicenda! Sgusciò in mezzo alla folla di donne dai vestiti ingombranti e uomini con acqua di colonia maledettamente profumata, seguendo passo passo il padre, mentre in realtà cercava con gli occhi Sasuke…
“Oh, è un piacere averti qui Inoishi!” esclamò a voce alta una figura femminile, che la fece girare: e quella donna catturò la sua attenzione. Bionda, acconciatura apparentemente casuale, viso giovanile ed un abito rosso che lasciava intravedere un’audace scollatura riempita dal seno più abbondante che lei avesse mai visto. Quarta. No, quinta. Probabilmente, si stava avviando verso una sesta…
“Signorina Tsunade! E’ un vero piacer_” il deputato venne interrotto dalla solita forte stretta di mano della donna.
“Sì sì, proprio un piacere. E la cara Yoshino…” abbracciò con molto calore la moglie di Inoshin, che chiaramente dall’espressione dipinta sul suo volto era sul punto di morire per asfissia.
“… quella è Tsunade?!” bisbigliò una sconcertata Ino all’orecchio del Nara. Il ragazzo fece appena in tempo ad annuire…
“… mio giovane Shikamaru, è un piacere vedere anche te!” gli diede una leggera pacca sulla spalla che quasi lo mise K.O.; poi, i grandi occhi nocciola captarono la sua figura…
“E tu devi essere Ino!”
La Yamanaka annuì, allungando un po’ divertita dalla sua esuberanza la mano destra. “Buonasera, signorina…”
“Mi sembri una ragazza educata.” le concesse uno dei suoi magnifici sorrisi. “Ho avuto però la sfortuna di leggere uno di quegli articoli che parlano di te…”
Ino trasalì, probabilmente in contemporanea di Inoishi. Accidenti, pensò, ed ecco che troverà il modo per dirmi anche lei che sono una puttana…
“… oddio, non sai quanto mi dispiaccia!!” l’abbracciò d’improvviso. “Quei giornalisti sono così stupidi, ma mai quanto la gente che legge quelle robacce!! Invece, dovrebbero capire che tu sei una ragazza qualunque, e che sei indecisa tra due ragazzi molto carini che ti fanno il filo…”
La sua schiettezza e la sua intelligenza la colpirono: non potè fare a meno di sgranare gli occhi. Incontrò l’ironico sorriso di Yoshino: e si ricordò delle sue parole.

Tsunade è una donna molto fuori dal normale…

 

La signora Uchiha si lisciò la lunga treccia color oro nero con cui aveva acconciato i suoi capelli, fissando con un po’ di rammarico i due figli: erano giorni che Sasuke ed Itachi non si scambiavano parola. Non che fossero mai andati d’accordo, sia chiaro; ma la situazione è molto peggiorata negli ultimi tempi. Tutta colpa di una certa biondina… che poi, darle colpe era ingiusto: una semplice sedicenne che, per sua sfortuna, aveva ai suoi piedi due fantastici ragazzi… e Mikoto la poteva capire benissimo, anzi le dispiaceva un po’ per lei. Di certo, al momento era più concentrata su Sasuke ed Itachi… glielo leggeva in faccia: entrambi mascheravano a fatica i loro sentimenti. Fugaku la pensava come lei, riguardo Ino: ma non riguardo i due ragazzi. Inizialmente, accolse l’articolo che parlava di una relazione tra la Yamanaka e Sasuke come una sciocchezza, benché ne fosse in qualche modo contento… ora che aveva avuto prova che anche Itachi mirava alla stessa ragazza, non potè evitare di intervenire: e la sera successiva alla pubblicazione dell’articolo incriminato si accese una feroce discussione, dove metteva ben in chiaro ai due di dover lasciare in pace quella povera fanciulla, e di non instaurare l’ennesima sfida tra loro giocando con i suoi sentimenti. Concluse rimproverandoli per il comportamento vergognoso che portò addirittura alla pubblicazione di due imbarazzanti articoli. Ciò non fece altro che rendere più marcato il distacco: da papà a padre. Itachi sbraitò un po’, tipico del suo carattere ribelle, uscendo da casa sbattendo la porta per sfogarsi in giro con i suoi amichetti Deidara e Sasori; Sasuke, invece, lo liquidò con il classico inutile spiegarti, non capiresti mai, e si ritirò nella sua stanza. Mikoto lo conosceva troppo bene… quel ragazzo, il figlio preferito, si rinchiudeva sempre in sé stesso. Atteggiamento sbagliato: che la metteva sempre in allarme. Ed il suo silenzio, silenzio che seguì durante quei giorni, a tavola, in macchina… continuava a fissare Sasuke che, con le mani in tasca e il colletto un po’ allentato, si guardava attorno annoiato. Poi lo sguardo di quegli occhi color notte si fermò sul figlio maggiore, il solito Itachi che si difendeva con frasette pungenti, il solito Itachi che non voleva portare la cravatta, il solito Itachi che sorrideva sarcasticamente per qualsiasi cosa… un’Itachi dall’espressione delusa, e l’atteggiamento poco interessato al mondo. Infine, il caro marito ferito e frustrato dal conflitto eterno con i figli… e benché si sforzasse di concentrarsi, benché si rileggesse migliaia di volte quel discorso preparato assieme ad Orochimaru… niente: no concentrazione. Mikoto afferrò la sua mano.
“… ti dona il blu.” commentò con un sorriso Fugaku, accarezzandole la spalla nuda.

 

“… ehi, Shikamaru!! Ino!!”
I due giovani sentirono la familiare voce provenire da poco distante da loro: e si allontanarono da Inoishi e Yoshino, che parlavano tranquillamente con il capo della polizia e la sua consorte. Poco più avanti, sbucò fuori da un gruppo di signore un ragazzo paffutello…
“Ehilà, Chouji!” la biondina agitò il braccio in segno di saluto, ricevendo qualche occhiataccia per il suo atteggiamento poco elegante.
“E’ bello trovare facce amiche!” commentò con un sorriso. “Stavo iniziando ad annoiarmi…”
“Se può consolarti, lo stesso vale per me.” sbuffò Shika.
“Oh, beh… e quando è che tu non sei annoiato?!?” ridacchiò la biondina, seguita a ruota dall’amico; come al solito, il Nara si imbronciò.
“Ehi, Cho: non vuoi presentarmi la tua nuova amica?”
La voce profonda e l’enorme ombra che coprì almeno parzialmente la luce del grande lampadario centrale proveniva da un mezzo gigante con i capelli rossicci, lunghi, ed i tipici tratti degli Akimichi.
“Oh, papà!” esclamò, accompagnando un sorriso all’ampio gesto di mano. “Lei è Ino Yamanaka… Ino, lui è mio padre, Chouza Akimichi.”
La giovane tese una mano all’uomo, che la richiuse delicatamente nella sua gigantesca: più lo fissava, più gli sembrava familiare…
“Qualche volta venni a trovare tua madre nel vostro negozio di fiori.” anticipò una eventuale domanda. “Ma quando ti vidi dovevi avere all’incirca 6 o 7 anni… mi accogliesti tu, ricordi?”
“Uhm…” si portò un indice sotto il mento.
“Eri seduta al bancone; o, per meglio dire, eri in ginocchio sullo sgabello, per poter arrivare al tavolo. Mi hai accolto come se fossi un cliente; poi, quando ti dissi che volevo parlare con Miyu, andasti a chiamarla nel magazzino, per poi condurmi fino lì da lei.”
“Mi dispiace, ma non ricordo bene… benché il suo volto mi sembri familiare…”
“Tranquilla, piccola: eri una bambina, e sono passati molti anni. Comunque, mi fa piacere vedere che sei cresciuta molto…” la guardò quasi con fare paterno. “… sei diventata bella come Miyu.”
“Oh, no… non sarò mai come la mamma…” balbettò un pochino, troppo imbarazzata dai suoi complimenti: sia Choji che Shika non poterono non notare che, in quello stato, era ancora più affascinante.
D’improvviso si sentì una musica, un dolce suono che cullò i loro pensieri… un fracasso che risvegliò però un categorico ordine nei pensieri dei due figli del deputato Yamanaka…
Ino e Shikamaru si scambiarono uno sguardo.

Il valzer.

 

Mikoto Uchiha sospirò un poco sollevata, notando che Sasuke sembrava essersi distratto un po’: chiacchierava allegramente con il suo miglior amico Naruto, figlio dell’ambasciatore. Sorrise alla cara donna davanti a lei, una delle persone a cui era più legate, Kushina Uzumaki; si passava una mano tra i corti ciuffi di rame appena tagliati, e sorrideva ringraziandola per i complimenti sul nuovo taglio. Anche i loro mariti, Fugaku e Minato, si intrattenevano su disquisizioni di politica; l’unico che sembrava non essersi ripreso era proprio Itachi. A dire il vero, tra lui ed il maggiore di casa Uzumaki, Yondaime, non correva buon sangue: e così il giovane Uchiha preferì sparire per un po’ dalla circolazione. Ma Mikoto, che doveva sempre mantenere il sorriso sulle labbra, cercò di non pensarci.
“Sasuke… ma tuo fratello?” chiese d’improvviso il biondino, guardandosi attorno.
Il moretto si rabbuiò. “Se non c’è, meglio.”
L’amico lo guardò abbattuto: gli dispiaceva un po’ per quel rapporto conflittuale tra i due Uchiha. Eppure, lui ed il suo Yondaime erano molto legati… non concepiva un legame del genere tra due fratelli.
“… Ino ha peggiorato le cose?”
“Non ha colpe.” la difese Sasuke; ed, effettivamente, così la pensava anche Naruto.
Gli occhi azzurri dell’Uzumaki si illuminarono, quando localizzò una figura in mezzo alla folla di ballerini.
“Parli del diavolo…” picchiettò sulla spalla dell’amico, con un sorrisetto. “Quella biondina è proprio uno schianto!”
Sasuke si girò a guardare nella direzione a cui alludeva Naruto…

… e sorrise.

 

Vennero trasportati dalla leggerezza della musica; non esisteva altro, solo quella sublime melodia. Si muovevano all’unisono, perfetti. La teneva ben stretta, ma abbastanza da lasciarla libera di muoversi: e lei seguiva ogni suo minimo movimento, si sottometteva quasi alle movenze del suo cavaliere. Eppure, era uno strano spettacolo: la danza è un’arte d’amore. Ma loro non si amavano: sì, si volevano molto bene… ma lui avrebbe preferito stringere la vita di un’altra, e guardare occhi color menta; e lei… beh, lei si sarebbe lasciata andare volentieri ad un corpo più robusto del suo, appoggiandosi al vigoroso petto per essere accarezzata dai suoi ciuffi d’ebano…
Sì, strano spettacolo: perché erano perfetti.  Amanti solo nella danza… fratelli e migliori amici nella realtà. E le donne invidiarono quella testolina bionda dalla sinuosa forma, che volteggiava in quel vestito che le stava bene, troppo bene. E lei alzò per un attimo lo sguardo in alto, sorridendo illuminata dalla luce artificiale: un giorno danzerai con Sasuke. E’ una promessa, piccola.
“Pensavo che saremmo andati peggio.” la voce di Shikamaru la riportò alla realtà.
“Io mi aspettavo di venire calpestata dai tuoi stupidi piedoni…” ridacchiò lei.
“A proposito, mi fanno male questi maledettissimi mocassini…”
“Potrei dire lo stesso di queste scarpette!” sbuffò. “Prima ed ultima volta che vengo ad una festa del genere… “
“Concordo.”
I due si scambiarono un’occhiata d’intesa, poi non trattenendosi una risatina. Ad interrompere quel momento ci pensò l’espressione in volto di Shika…
“… ma… che c’è?”
“Ino, girati piano.”
Con un giro di danza, la pose sulla visuale del suo obiettivo: ed il cuore perse il ritmo, appena lo vide. Sasuke Uchiha che, un po’ in disparte, ballava avvinghiato ad una rossa; accanto, Naruto Uzumaki con una moretta.
“Kin e Tayuya, figli di due colleghi di Fugaku Uchiha.” anticipò la sua domanda.
Le diede un’enorme fastidio, e distolse lo sguardo; ma non potè fare a meno di riguardarlo… anche perché gli occhi dell’Uchiha erano fissi su di lei. No, non guardava la sua dama; trapassava chiunque in quella sala… esisti solo tu. Tu. Il suo mondo.
“Hai fatto la tua scelta.” commentò Shikamaru; il solito Shika, che capiva tutto al volo.
Sorrise imbarazzata. “So già che starai per dire…”
“Accetto la tua decisione: non ho di certo paura di prenderlo a pugni in seguito, se dovesse farti soffrire.”
La naturalezza con la quale diede quella risposta la commosse un pochino. Shika… come farei senza di te?

 

Appoggiato allo stipite della finestra con la schiena, le braccia conserte, lo sguardo fisso su di lei.
Cazzo… non poteva resisterle. Ino era troppo… troppo, perché lui potesse sfuggire all’incantesimo. Ai suoi occhi appariva come una farfalla, dalle grandi ali viola, una scia dorata lasciata dal suo volo; e rugiada erano quei grandi occhi azzurri. Tutto in lei fioriva in bellezza.
Itachi Uchiha si morse un labbro, sentendo crescere dentro di sé il desiderio di lei: d’istinto, sarebbe corso per afferrarla e portarsela via. Per averla, per amarla. Ma lei…

Lei scostò il capo ad un tuo bacio: lei rifiutò il tuo bacio.
E fu una pugnalata al cuore quello sguardo che lanciò a Sasuke, quel sospiro che si trattenne, quel sorriso maldestramente nascosto…
Itachi: l’ama.
Fu veleno. Insopportabile veleno.
E, purtroppo, lui sapeva la verità su Sasuke…

Fu questo che lo fece stare peggio.

 

“Posso stringere la mano al mio rivale?” la calda voce di Inoishi, ed il sorridente volto lasciarono piacevolmente sorpreso Fugaku.
“Un vero piacere.” gliela strinse con calore. “Da stasera saremo proprio rivali.”
“Non potrei desiderare di avere qualcun altro.”
Anche l’Uchiha annuì, con sorriso sincero: i due, benché schierati in fazioni politiche opposte, erano stati molto affiatati ai tempi che sedevano sui seggi del parlamento. Gli occhi scuri dell’esponente di sinistra si fermarono sulla bella donna che teneva per mano lo Yamanaka.
“Signora Yoshino, stasera la trovo incantevole.” le fece il baciamano.
“Lei è un vero gentiluomo.” fece un cenno con il capo. “Ma non potrei mai dire di essere al pari della sua consorte.”
“Volete unirvi a noi? Stiamo con Minato e Kushina Uzumaki…”
“Sono spiacente di dover declinare, ma siamo già stati invitati dall’ambasciatore Akimichi e sua moglie.”
“Non si preoccupi. Sarà per la prossima volta.”
I due uomini si strinsero nuovamente la mano, augurandosi in bocca al lupo per il discorso e la campagna elettorale; e, quando lo Yamanaka si allontanò dall’Uchiha, poterono tirare un sospiro di sollievo.

Per fortuna, l’argomento figli non era stato toccato…

 

Incurante di quel saluto tra il padre ed il rivale, Ino si dileguò dal centro del salone, confondendosi tra la folla: aveva perso di vista Sasuke. Come la cacciatrice alla ricerca dell’ambita preda si aggira con movenze feline, scruta dappertutto, in fremito si tortura il povero vestito con le mani: ed il raso scivola leggero tra quelle dita, dita che vogliono afferrare il ruvido volto dalla barba sempre fatta di Sasuke Uchiha, che vogliono trascinarlo fino al suo per unirlo in un bacio… mani che lo desiderano. E si accorse di essere troppo in ansia quando una ciocca dei capelli d’oro, prima tenuta indietro dalle forcine, azzardò accarezzarle una guancia; la rimise dietro l’orecchio, dandosi una calmata. Allora… in sala non c’era, aveva praticamente guardato dappertutto… pensò bene di cercare allora fuori, nella terrazza. Girò tutto il corpo, avviandosi in fretta nella direzione della portafinestra: e si stupì di come fosse forte il rumore dei suoi tacchetti a spillo sul pavimento lucido. Si trattenne un respiro quando, in prossimità del luogo, notò una figura fuori… e lasciò andare quel maledetto sospiro, quando riconobbe il profilo e la pettinatura tipica di Sasuke. Con la camicia sbottonata, la cravatta allentata, la giacca scura… era… troppo. Stava maledettamente bene. Fu sorpresa nel sentire una seconda voce, maschile, più profonda, più matura, oltre alla sua: ovviamente, stava conversando con qualcuno. Si sporse un poco, augurandosi di non venire scoperta… e rimase di sasso: ok, l’aveva immaginato che non poteva essere Naruto…
“Dove vuoi arrivare, Itachi?” chiaramente, stava perdendo la pazienza.
Itachi Uchiha. Ino si mise una mano sul cuore: le batteva leggermente. Insomma… benché ormai avesse capito che le interessava seriamente Sasuke, non potè fare a meno di provare quelle emozioni. Insomma… era pur sempre il solito Itachi Uchiha. Irresistibilmente sexy.
“Credo che dovresti saperlo…” sorrisetto e tono di voce provocatorio.
“Non capisco cosa c’entri la nostra rivalità con Ino.
Sussultò, sentendo il suo nome: e si sporse di più, per poter captare meglio il discorso.
“Sta alla base di tutto, Sasuke-chan… non far finta di non capire.”
“Smettila di chiamarmi Sasuke-chan.”
“Sei ancora un bambino.”
“Non sai un cazzo di me.”
“So molto, invece.” ancora con le mani in tasca ed appoggiato alla ringhiera, si issò in piedi muovendo qualche passo in direzione del fratello. “So tutto, direi.”
“Tutto cosa? Ma di che parli?!”si stava spazientendo.
“E’ per questo che non posso lasciartela… no, non posso: perché se fossi sicuro che con te sarebbe felice, mi farei da parte.”
“Tsk! Ma smettila Itachi: sei soltanto geloso. Non insinuare che io non saprei renderla soddisfatta.”
Geloso? Perché ti ha scelto?” lo disse come se fosse una presa in giro. “Ino non sa minimamente la cazzata che ha fatto…”
“Non voglio che pronunci più il suo nome.” era così strano vederlo furibondo: collera trattenuta.
La Yamanaka graffiò la pietra del muro, tanto era in trepidazione.
“Perfetto… allora dimmela la verità, Sasuke.” lo provocò ancora, per l’ennesima volta. “Tira fuori le palle e dilla.”
“Cosa cazzo vuoi sapere da me, Itachi?!” esclamò a voce alta, era snervato dalla tensione.
Tu l’ami?

 

Non ve l’aspettavate di trovarvi già al ricevimento a casa di Tsunade, eh?! XD Beh, non abbiamo voluto perder tempo ù.ù
Informiamo che anche il prossimo capitolo, cioè la seconda parte e conclusione della serata, sarà incentrato sul triangolo SasuInoIta… prima o poi, dobbiamo togliercelo da torno (a malincuore T.T)!
Per ora la Yamanaka ha scelto l’Uchiha minore, ma chi lo sa se questa conversazione non le faccia cambiare idea…
E, se non sarà così, aspettatevi altro in futuro! XD
Per via della scuola e di San Valentino non siamo riuscite a rispondere alle recensioni (_ _) scusateci!!
A proposito… auguri, anche se in ritardo! XD
Ma, bando alle ciance: a venerdì, per l’aggiornamento!
Ancora grazie a chi ci legge ed a chi ci ha preferito: Gohan4ever e Winny_lalli!
Baciozzi!
Mimi18 & _Rael_89

 

 

 

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Farai felice milioni di scrittori.

… perché abbiamo notato che ci avete preferito in 40, ma ci commentate in 10 XDDD Fateci felici, su *w*

(Chiunque voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)

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Capitolo 23
*** Capitolo Ventitreesimo ***


cap 23

“Perfetto… allora dimmela la verità, Sasuke.”
“Cosa cazzo vuoi sapere da me, Itachi?!”
Tu l’ami?

 

LA RIVINCITA DI INO

CAPITOLO 23

 

Ino trattenne il fiato...Itachi non poteva aver detto veramente quella frase. Non poteva, davvero, aver chiesto a Sasuke...lei...non voleva saperlo così.
Era certa che Sasuke non l’amasse. Ne era sicura. Nemmeno lei era convinta che il sentimento che provava per l’Uchiha fosse realmente amore.
“Perché ti interessa?”
La bionda si stupì nel sentire la voce di Sasuke calma e rilassata. Si era aspettata una sfuriata...
“Perché così sarò sicuro che tu non la farai soffrire...” sibilò l’Uchiha maggiore fissando il fratello.
Sasuke strinse i pugni, fino a conficcare le unghie nei palmi...manco fosse stato una donna.
“Voglio sapere...se la stai usando come oggetto di sfida fra di noi, Sasuke.”
Non aveva usato il suffisso chan per la prima volta dall’inizio della discussione. Il moro si stupì non poco di questo...ma cosa che lo lasciò veramente interdetto...
“...oggetto?” chiese quasi disgustato.
La risata di Itachi fece rabbrividire la giovane Yamanaka, che nel frattempo si era portata la mano guantata alla bocca, per trattenere un gemito...oggetto di sfida...
“Perché non è a questo che hai pensato, quando hai notato che lei era interessata anche a me?” domandò con sarcasmo, aprendo le braccia.
Sasuke inghiottì la saliva, per poi portarsi una mano ad allentare il nodo della cravatta.

Nervosismo.
“Perché non hai pensato che se lei avesse scelto te, finalmente tu saresti stato il più in gamba?”
Il pugno sinistro sempre più stretto.

Ira.
“Perché tu non sei mica il cocco di casa? Quello che deve portare sempre il meglio? Ed Ino non è...il meglio?”
Gli occhi celesti le si inumidirono. Le parole di Itachi erano stati dei coltelli affilati, che le avevano trapassato il corpo senza lasciare carne intatta.
Le ferite aperte le sanguinavano...è la verità, Sas’ke-kun?
Avrebbe voluto porgli quella domanda, ma sapeva di non poterlo fare. Se glielo avesse chiesto lei in persona, Sasuke le avrebbe detto che era una bugia. Era meglio continuare a seguire il discorso nascosta, attendendo con ansia la risposta.
Il sospiro di Sasuke le fece riportare l’attenzione sulla scena.
Il ragazzo aveva abbassato il capo, quasi colpevole. Il suo cuore stava per essere colpito.
“Lo ammetto. Quando ho iniziato ad interessarmi ad Ino, ho cercato tutte le scuse possibili per far cessare questo sentimento, ed una era proprio quella di usarla...come trofeo. Poi però l’ho conosciuta, e sono rimasto disgustato da quello che avevo pensato. Ho iniziato a cercarla fra un’ora e l’altra a scuola, a pensarla spesso...è iniziata addirittura ad occupare i miei sogni. Non so se tu sia mai stato innamorato, ma...non è amore questo, Itachi-chan?”
Il tono malizioso e canzonatorio che aveva utilizzato per quel chan gli fece perdere il controllo.
Lui era suo fratello minore...

La manica della camicia risvoltata...
...non aveva il permesso...
...il pugno alzato...
...per prenderlo in giro!

...la mano sbattuta sullo zigomo bianco e perfetto.
Ma tu non dovevi perdere il controllo, Itachi.
“Ino!”
La voce di Sasuke gli giunse ovattata. Fissava i capelli color del grano della giovane volare, liberati da quella acconciatura.
Una scena, quasi a farlo apposta, a rallentatore.
Ino cadeva davanti ai suoi occhi, mentre lui rimaneva immobile a fissarla come incantato.
La conferma del fatto che Ino aveva preferito Sasuke l’aveva avuta in quel momento. Pur di non vederlo soffrire...aveva preso un pugno in pieno viso.
“Ino!”
Le braccia di Sasuke l’afferrarono saldamente e, dopo aver fissato la sua guancia, la strinse forte.
Sollevò lo sguardo sul fratello, la bocca stretta in una smorfia di disgusto ed ira e gli occhi che lanciavano scintille.
“Vattene...” sibilò, fissandolo dritto negli occhi.
Itachi si allontanò da un passo, inciampò nel gradino poco dietro di lui.
“Vattene e...stai lontano da lei.”
Il maggiore degli Uchiha si mise una mano fra i capelli e, dopo aver lanciato un’ultima occhiata al corpo di Ino, girò sui tacchi scomparendo nel buio del corridoio.

 

“Ma dove cazzo è finita quell’idiota?”
“Shikamaru!”
Il giovane si voltò con faccia scocciata verso la castana accanto a sé.
Tenten aveva le mani poggiate sui fianchi, classica posa da mamma arrabbiata.
Il moro sbuffò, sollevando gli occhi al cielo seccato.

Le donne...
“Però...è vero; dove sarà finita Ino-chan?” domandò Hinata, portandosi un dito sotto il mento.
Neji accanto a lei sollevò il sopracciglio sinistro, osservando con scetticismo un punto alle spalle di Chouji.
“Quello non è l’Uchiha?” domandò, disinteressato.
Shikamaru si voltò, pronto a fronteggiare Sasuke. Si stupì non poco nel ritrovarsi di fronte un Itachi sudato e scosso, che correva al cancello di uscita.
Senza aspettare alcun secondo, lasciando perdere il fatto che avrebbe dovuto faticare, corse dietro al ragazzo.
Corse senza stancarsi, nonostante fosse una cosa che non faceva praticamente mai.
Lo raggiunse subito, con facilità.
Gli afferrò la giacca, voltandolo verso di sé. Non gli diede il tempo di aprire bocca, che l’aveva già sbattuto contro il cancello.
“Che cazzo le hai fatto?” chiese sibilando, con le mani strette intorno al colletto della camicia del moro.
Itachi deglutì, scostandolo da sé.
“Non sono fatti tuoi, Nara...”
Il giovane sussultò. Nessuno lo chiamava Nara da una vita...
“Si tratta di mia sorella...è ovvio che siano cazzi miei.”
Il tono con cui aveva pronunciato quelle parole fece rimanere di sasso Itachi.
Quel tizio non era colui che guardava le nuvole sul tetto della scuola e che considerava anche camminare una seccatura?
“Non le ho fatto nulla, io. È lei che si è messa in mezzo...”
Shikamaru spalancò gli occhi, interdetto. Non capì il significato delle parole dell’Uchiha fino a che un paio di mani gli afferrarono il braccio, tirandolo lontano dall’altro.
Il ragazzo con la coda si girò ad osservare la ragazza bionda accanto a sé.
“Ino è di la con Sasuke. Sta bene.”
Temari lanciò un’occhiata obliqua ad Itachi, che scrollò le spalle e, approfittando del fatto che il Nara non lo stava guardando, uscì dal cancello.

 

“Uhm...”
“Non ti lamentare.”
“Non mi sto lamentando...”
“Lo stai facendo.”
“Non è vero!”
“...”
Lo sguardo scettico del moro la fece tacere. In effetti, si stava lamentando.
Però non era a causa sua. Quel livido sembrava un maledetto demone che ce l’aveva con lei. Pulsava di continuo, senza mai smettere e, dal riflesso dietro la porta, poteva vedere che si stava espandendo fino a raggiungere l’occhio sinistro.
“Sono un mostro...” sussurrò, abbassando lo sguardo.
Sasuke ripose il tubetto di crema nell’apposita valigetta, per poi sollevare lo sguardo sulla bionda.
Le accarezzò la guancia colpita, delicatamente. Lei sussultò al contatto con le fredde mani di lui, per poi rilassarsi. Si lasciò cullare dal suo tocco, che era meglio di una medicina.
Le sue dita le sfioravano con una dolcezza infinita la parte dolente. Quasi non sembrava nemmeno lui.
“Scusa.” Le sussurrò, portandosi accanto a lei, senza staccare la mano dalla sua guancia.
La bionda spalancò gli occhi senza capire.
“Per cosa?”
“Perché ti sei fatta male a causa mia...”
Ino gli sorrise. Si avvicinò a lui, lasciandogli un bacio sulla fronte.
Le guance arrossate di Sasuke la fecero sorridere.
“Grazie per quello che hai detto...” gli bisbigliò, riferendosi al discorso di poco prima.
Il ragazzo sussultò. La fissò dritta in quegli occhi così azzurri, che quasi gli facevano male.
“Hai...”
“Si.”
Ha sentito tutto, e ne è felice. È felice di essere rimasta nascosta dietro quella colonna fredda e di aver origliato quella conversazione.
È felice di aver sentito che quello era amore. Felice di aver scelto Sasuke, sicura come non mai che quella fosse la cosa giusta.
Era felice di aver fatto qualcosa per lui. Quel dolore significava la partita chiusa con Itachi. Significava che in quel momento, Sasuke, era la persona più importante per lei.
Si avvicinò a lui, tirando a sé lo strascico del vestito.
Socchiuse gli occhi, le labbra sporte verso di lui.
Il giovane sorrise, afferrandole entrambe le guance con le mani, attento a non farle male.
L’attirò a sé, lambendole le labbra di lei con le proprie. Impose il volere di approfondire quel bacio da subito. Aveva bisogno di quel contatto, dopo quasi una settimana che non la sentiva, non la toccava, non la baciava...
Lei lasciò scivolare le mani sotto la giacca nera, infilando un dito sotto la camicia, sentendolo rabbrividire. Sorrise nel bacio, tracciando linee immaginarie sul petto di lui.
“Inoseiquimiodioscusate!”
I due ragazzi si staccarono di colpo, allontanandosi affannosi.
Yoshino li fissava con la bocca spalancata, ma nei suoi occhi si poteva benissimo vedere un’aria ridente.
“Yoshino, l’hai...”
“...merda.
L’imponente figura di Inoishi apparì sulla soglia della porta, mentre Sasuke si diede una sberla sulla fronte.
“Ino-chan!”
Hinata e Tenten comparirono dietro ai genitori della ragazza, mentre il ragazzo accanto a lei aveva l’aria di uno che si domandava se fosse stata indetta una riunione.
“Uhm.”
Ino strinse la mano del ragazzo, nervosa.
Sasuke ricambiò la stretta, teso quanto la ragazza.
“Sasuke?”
La voce calda di Mikoto invase la stanza, facendo si che la stretta di lui divenisse più salda. La bionda accanto a lui girò lo sguardo, incuriosita, per poi riportarlo sulla donna. Sorrise dolcemente, alzandosi.
“Buonasera...” bisbigliò, un poco imbarazzata.
“Che cosa succede?” Inoishi aveva assunto un’aria sospetta, che si tramutò in una sconcertata vedendo la guancia gonfia di Ino.
“Che cosa ti è successo?” urlò Tenten, precedendo il padre dell’amica.
Ino rise per smorzare la tensione, e cercò con lo sguardo l’aiuto di Sasuke.
“è...caduta.” proclamò lui, annuendo convinto.

Idiota.
Yoshino si portò verso la ragazza con ancora l’espressione ridente.
Le si avvicinò, notando con piacere che la ferita non si era gonfiata.
“Questo ragazzo sa il fatto suo!” proclamò, dando una pacca sulla spalla di Sasuke, che tossì imbarazzato.
“Ma che ci facevate qui da soli?”
Hinata fu guardata con sguardo omicida dai due, mentre i presenti li fissavano curiosi.

 

 

“Shika?”
Ino comparve sulla porta della stanza del fratello, mentre teneva stretto al petto un cuscino.
Il ragazzo la fissò incuriosito, mentre un dubbio si faceva strada nella sua mente.
“Che c’è?” domandò, incuriosito.
Lei zampettò fino al letto di lui, buttandosi di peso su di esso.
Si sdraiò a pancia in su, fissandolo negli occhi.
“Posso dormire con te?” chiese con sguardo angelico, dando fondo ai sospetti di lui.
“Stai scherzando, vero?”
Ovvio che non scherza, Shika. Lo sguardo eloquente e un po’ infantile di lei lo fece sbuffare.
La fece spostare, così da poter scostare le coperte.
“Che seccatura...” sussurrò, sentendo i piedi freddi di lei scontrarsi con le sue gambe.
Si sporse verso l’interruttore, schiacciandolo.
La stanza fu invasa dal buio.
Shikamaru sentiva il respiro leggero di Ino sulla schiena, segno che era girato con il volto verso di lui.
“Mi dovevi dire qualcosa?”
“Ci hanno scoperti...” sussurrò, con un risolino.
Il ragazzo con la coda si voltò verso di lei, scontrandosi con il naso a punta della ragazza.
“Come?”
“Tua madre ha visto me e Sas’ke-kun...” ridisse lei, mentre si era portata una mano al naso.
“Ma Ino, sei un incapace!”
Sentì lo sbuffo della ragazza e, senza aspettare, si voltò verso il soffitto.
“Che ti hanno detto?”
“Uhm...Papà ha detto che non c’è problema. In fondo era già preparato. Mikoto Uchiha si è messa a ridere ed è corsa ad abbracciare Sasuke...”
Il ragazzo rise, alla visione del moro stretto in un abbraccio mozzafiato con la madre.
“Secondo te ci tiene a me?” fece quella domanda a bruciapelo, lasciandogli il tempo di rispondere.
“Uhm...beh, direi di sì.”
Ino si zittì, lasciando che il solo rumore in quella stanza fossero i loro respiri.
“Che cosa ti ha fatto Itachi Uchiha?”
“Uhm...nulla.”
La ragazza si portò la mano alla guancia, ripensando al pugno ricevuto accidentalmente.
“Si, e io sono pollicino...” esclamò sarcastico il giovane, girando lo sguardo verso di lei.
“Ho preso un pugno che era destinato a Sasuke!” rispose lei, sbuffando.
Shikamaru si mise a sedere di scatto, colpendola con il gomito.
L’urlo trattenuto di Ino lo fece sbuffare.
“Scusa.” Borbottò.
La bionda rise divertita, lasciando che lui si tranquillizzasse.
Si sdraiò nuovamente accanto alla ragazza.
Il silenzio era nuovamente palpabile all’interno della stanza.
“Shika?”
Fu nuovamente Ino ad interrompere il silenzio.
“Nh?”
“Ti voglio bene...”
E senza aspettare alcuna risposta lo abbracciò, non sapendo che in quel momento Shikamaru era arrossito, diventando simile ad un pomodoro.

 

 

 

Ok, ok… non vi aspettavate questa risposta da Sasuke, eh?! XD
E beh, per una volta è stata la donna a fare un gesto romantico U.U Brava Ino!
Beh, magari qui siamo state un po’ cattivelle con Itachi… però, mica crederete che tutto finisca così per l’Uchiha senior?! O davvero pensate che le cose andranno bene, Ino e Sasuke saranno felicemente fidanzati e le elezioni procederanno lisce come l’olio?!
Beh… non fatevi illusioni, perché non andrà così XD
Mimi e Rael ringraziano:

Gohan4ever: Dai su, che venerdì arriva presto XD Grazie mille!

Ferula_91: Infatti le recensioni sono l’anima della storia *.* Cioè, noi crediamo se sia bello e giusto che ogni lettore dica ciò che pensa riguardo la storia… ma vabbè, speriamo che questa campagna di sensibilizzazione valga a qualcosa XD Kiss!

Talpina Pensierosa: Grazie mille! ^^

Bambi88: Se non Itachi, qualcun altro avrà in mente qualcosa per complicare la vita agli Yamanaka ed agli Uchiha… fidati, Itachi tornerà in auge (yatta! *w*) E le allusioni a Temari hanno fatto bene anche a Rael XD Bacini!

Pikkola Rin: Previsione azzeccata, Sasuke ha proprio risposto così! XD Beh, colpa nostra che magari mostriamo un’Itachi troppo cattivo… eppure a noi piace tanto T.T Grazie!

Nejisfan 94: Sasuke si salva dalle tue percosse, perché ha proprio risposto giusto (certo, anche dalle nostre… è.é) XDD Beh, tutto ciò serve per creare suspance U.U Noi siamo le maghe di questa tecnica XDD Grazie ancora Francy *.* E complimenti di nuovo per la tua SasuIno! Nous t’adorons *w*

Minority girl: Mimi ti quota, anche lei adora Shika! Sarebbe bello avere un fratello così… *_____* (Facciamolo diventare fratello di Temari! *.* NdRael) (No! è.é NdMimi) (Si! è.é NdRael) (No!! è.é NdMimi) (Uff… T.T NdRael) … ok, basta con questo sclero XD Grazie ancora!

Kaho_chan: *.* infatti ti attendiamo sempre con impazienza, geme/tessò! Quotiamo, politici come Inoishi e Fugaku sarebbero proprio ideali… e poi schierati da parti opposte anche meglio, così chi vince è comunque una persona onesta U.U La parte del valzer Shika-Ino Rael la scritta pensando a te (E sai quel che penso della coppia… ^^° NdRael) (ShikaIno! *w* NdMimi) (Shut up! ù.ù NdRael) (Cattiva T.T NdMimi) E l’incesto… beh, magari ci starebbe pure bene, ma sai che una delle due autrici è contraria XD Però vero, la storia prenderebbe una piega interessante *.* Ma lo sai che ti ci vediamo troppo a fare da cheers ad Itachi?! XDDD Dai su su, l’Uchiha senior avrà un piccolo riscatto U.U E ti sbagliavi su Sasuke: sarebbe stato troppo scontato XP Yes, preghiamo perché il messaggio spoiler funga! °o° We love you, Kaho! *____*

Uff, finiti! ^^°
(_ _) ringraziamo anche chi legge senza commentare! (… leggete il messaggio sottostante *.*)
Prossimo solito aggiornamento: venerdì!
Buon week-end ^^
Mimi18 & _Rael_89

 

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…continuate a farci felici, su!! *w*

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Capitolo 24
*** Capitolo Ventiquattresimo ***


cap 24

LA RIVINCITA DI INO

CAPITOLO 24

 

Era passata solo una settimana. Appena sette giorni dal ricevimento. Ventiquattro ore per sette dall’acceso dibattito tra i due candidati Uchiha e Yamanaka che infiammò quella serata, riuscendo involontariamente a non far cadere l’attenzione generale su ciò che accadde tra i loro figli. Solo sette giorni… sembrava almeno un anno.
Ino non era abituata ad un clima simile: trovare la faccia del padre e del rivale Fugaku continuamente in televisione, l’appostamento di vari giornalisti e reporter nelle vicinanze della sua casa, il sentite nominare la parola elezioni fino ad averne la nausea. Probabilmente, era l’unica a reggere a fatica quell’atmosfera: Shikamaru sembrava il solito pigrone che saltava spesso le lezioni per fumare ammirando le nuvole in cielo, magari a volte raggiunto dalla piacevole compagnia di Temari; Yoshino continuava a fare shopping in negozi di lusso e ad partecipare alle varie attività dei club, aggiungendo le preoccupazioni e le ansie per una nuova gravidanza dopo quasi diciassette anni dalla prima; Anko, Asuma, Gai e gli altri servitori erano sempre tutti carini ed efficienti; forse era proprio Inoishi a sentirsi un po’ come lei: ma più che frastornato da un clima così soffocante, in lui giocava l’importante componente dell’agitazione per la campagna elettorale e l’arrivo del nuovo nascituro.
Fu per questo che, quella mattina in macchina, l’atmosfera era stranamente silenziosa: sia Asuma che Shikamaru guardavano di sottecchi la bionda testolina ben legata in una fluente coda che, sospirando di tanto in tanto, fissava l’esterno attraverso il finestrino senza dire una parola…
“… oggi hai una pessima cera!” commento derisorio del Nara, pungente apposta per attirare la sua attenzione… inutilmente. Perché nei suoi pensieri non c’era altro posto che per Sasuke; e nelle sue orecchie risuonava solo la sua mascolina voce. Era da due giorni che non lo vedeva: sapeva bene che era impegnato con la campagna elettorale del padre. E non potè fare a meno di chiedersi se fosse successo qualcosa con  Itachi… il pensiero più amaro per lei.
“… per fortuna che, tra quella folla di giornalisti accampati intorno alla villa, non c’è il signor Taki.” osservò a voce alta il fedele maggiordomo.
La sua affermazione risvegliò Ino; incrociò il suo sorriso attraverso lo specchietto retrovisore.
“Ne sei sicuro?”
“Credo che quell’assurda storia tra lei ed i signorini Uchiha sia passata in secondo piano.” annuì incoraggiante.
Le venne spontaneo portarsi una mano sul cuore ed emettere un lungo sospiro. “Non potevi darmi notizia più bella!”
Asuma ricambiò con un altro sorriso.

 

* *** *

 

Alzò il capo, scostando un lungo ciuffo d’oro nero dall’occhio; reazione automatica a quel bussare leggero alla porta del suo ufficio. Aveva detto alla segretaria di non far passare nessuno; nessuno, tranne lui
“Entra.”
E non si stupì di veder avanzare verso la sua scrivania una figura dai capelli argentei raccolti in una coda, che richiuse dietro di sé la porta di elegante abete.
“La vedo piuttosto agitato…” commentò la giovanile voce, fissando l’unghia dell’indice destro un po’ mangiucchiata e la stretta forte della mano che reggeva la stilografica purpurea.
“… e mi biasimi?!” borbottò a denti stretti, gli occhi a due fessure. “Quel Yamanaka mi ha fregato! Non solo la figlia è riuscita a conquistare del tutto il signorino Sasuke ed ha scelto lui al posto del signorino Itachi… ma con l’annuncio della gravidanza della moglie ha anche guadagnato qualche punto in più!”
“La capisco…” anche lui strinse il pugno, lasciandosi andare un sospiro poco elegante. “Ma sa che non possiamo arrenderci proprio ora.”
“Certo che no, Kabuto!” tornò a mordicchiarsi quella maledetta unghia. “Siamo in pieno periodo elettorale, la partita è ancora aperta!”
Il ragazzo si sedette alla scrivania del segretario, allentandosi un poco il nodo della cravatta: benché non provasse tutta la rabbia che in quel momento Orochimaru tratteneva dando prova di un autocontrollo perfetto, non poteva negare che era sgradevole il veder andare in fumo tutti i suoi sforzi. Si sistemò gli occhiali sul naso, sperando davvero di poter trovare qualcosa di utile da fare…
“… ormai non ci resta che fare una sola cosa.” proruppe d’improvviso l’uomo di fronte a lui.
“Scusi se mi permetto… ma lei intende…”
“Proprio così.”
“Non è una decisione un po’ drastica?”
“Vedi altre alternative?”
Sbuffò, scuotendo il capo. “Se si potesse evitare…”
“Non abbiamo scelta.” si riaccese una strana luce nel suo sguardo dorato, ed appoggiando i gomiti si mise le mani appoggiate sul mento. “Non possiamo fare altro…”

 

* *** *

 

Sbuffò rumorosamente, notando che il suo posto era stato violato: ma a lei poteva permetterglielo…
“Mi stavo appunto chiedendo quando saresti arrivato qui, ad ammirare le nuvole in compagnia di una bella sigaretta!” rise apertamente Temari, seduta sulla ringhiera della terrazza della scuola.
“A quanto pare, hai perso il vizio di scroccare da me…” notò, fissando quel che restava di una sigaretta tra le sue labbra.
“Dai ci puoi fare ancora due tiri!” gli concesse, sfilandosela dalla bocca e passandogliela; il giovane si poggiò con la schiena accanto a lei, aspirando l’acre sapore della nicotina e fissando quel susseguirsi di spirali evanescenti che prepotentemente provavano a contrastare la forza del vento.
“Ino come sta?”

Inutilmente.
“Un po’ fra le nuvole, si deve solo abituare ad un clima abbastanza teso anche in casa.”
Eppure, non si fiaccavano alla sua forza.
“Non credi che sia anche per Sasuke?”
Stupidamente, andavano avanti in quella folle sfida.
“Io direi più per il pugno ricevuto da Itachi.” e morse la sigaretta.
Nuova sessione di spirali di fumo: nuovo tentativo.
“E’ da un po’ che non viene a scuola…”
Testarde, continuavano a provarci.
“Oggi sono passata da una mia compagna di squadra, Kaori Ishida… pensa, è nella stessa classe con quell’idiota di mio cugino Sasori.” aggiunse, vedendo che non rispose. “Mi ha detto che lui, Itachi e Deidara Tsuchi è da un po’ che non si fanno vedere a scuola…”
Probabilmente, perché vivevano per volare.
“Mh.” aspirò di nuovo.
Non potevano fare altro.
“Hanno ricominciato a fare come vogliono…”
“Meglio per Ino.” commentò.
Temari allungò lo sguardo smeraldino su di lui, come per studiarlo… “Tsk! Credo che tu abbia ragione.” ed accavallò le gambe, gesto che non sfuggì all’occhio del Nara.
“E la notizia del nuovo nascituro?” cambiò discorso, concedendogli un altro sorriso.
“Sicuramente ha sconvolto la nostra già confusionaria vita.” sbuffò, nel ricordare la scena. “Non sai i salti di gioia ed i gridolini acuti che ha lanciato Ino! Mi ha fatto venire un mal di testa assurdo!”
“Ti lamenti come al solito… ma so già come invece avrai reagito tu: sfoderando la tua eterna espressione scocciata, e dichiarando di non voler cambiare pannolini, dare il biberon, portare a passeggio, ecc. , il tutto accompagnato dalla speranza che non sia un’altra stupida femmina…”
“Dimentichi il fatto che farò spostare la mia camera dall’altro lato della villa…” buttò la cicca a terra, incontrando la sua faccia allibita. “Beh, che c’è?! Io ci tengo a continuare a dormire la notte!”
“… sei proprio impossibile!” si lasciò scappare una risatina, mentre scendeva dalla balaustra.
“Tsk! Non mi scocciare…” commentò, non potendo fare a meno di osservare le belle gambe scoperte per quella frazione di secondo che la gonna svolazzò.
“E noi quando ci vediamo?” chiese d’improvviso entusiasta, scattando sull’attenti di fronte a lui.
“Quando avrò tempo o voglia…”
“Uhm… beh, allora spero che ci sia posto anche per me nella tua agenda!” gli mollò un rapido bacio a fior di labbra. “E, per la voglia… saprò io come fartela tornare!”
Shikamaru Nara osservò la figura di Temari correre via dalla terrazza, ancora imbarazzato dalle sue parole; si portò una mano a coprirsi gli occhi.

Maledette donne!

 

Quel lungo raggio di sole ciondolava in mezzo alla massa, freneticamente scosso dalla sua camminata a passi pesanti: come al solito era impossibile non vederla. Ma era lei a non vedere gli altri, gli occhi azzurri quasi come vitrei, il corpo animato da un sentimento tanto forte da farla isolare dal resto del mondo.
Aveva gli allenamenti; cazzo, lo sapeva. Ma, saltarne uno per una volta… quello era molto più importante.
E camminò fiera in mezzo alle cheers, quelle stupide oche appena uscite dal parrucchiere che sfoggiavano gambe abbronzate sotto il gonnellino bianco e purpureo; e si fermò impudente e soddisfatta in mezzo a loro, costringendole a dividersi per non travolgerla: braccia conserte, immobile, come roccia.
“Karin Hebi.” pronunciò quelle parole con deliziosa enfasi.
La mora con gli occhiali fece un passo avanti: già aveva storto la bocca riconoscendola.
“Ino Yamanaka.”
E le altre ragazze lo sentirono chiaramente sulle loro pelli perfettamente trattate con prodotti di bellezza: la calma prima della tempesta.
“Avrei bisogno di parlarti.” la bionda non perse tempo.
“Ho già detto che con una come te non voglio avere nulla a che fare.” si tirò su gli occhiali. “E poi, ho gli allenamenti.”
“Non ti tratterrò a lungo.”
“Ti ho già detto di no.”
“Paura?” sogghignò.
Quanto la faceva incazzare quel sorriso…
“Ehi, ma hai sentito?! Non vuole veni…!” la cheer leader dai riccioli d’oro accanto alla Hebi venne interrotta dal braccio della stessa amica.
“Ragazze, andate.”
“Ma, Karin-chan…”
“Sayoko-chan, vai. Me la cavo benissimo da sola.”

 

Come al solito, era la prima ad arrivare sul campo di allenamento.
Come al solito, era sola.
Sorrise con una punta di imbarazzo nel ricordare che, un tempo, era una di loro: oche senz’anima e cervello, troppo prese dalla moda e dai trucchi, troppo innamorate dei fighi come Sasuke Uchiha.
Per fortuna, ora non era più come loro…
“… Haruno-san!”
Si voltò, incredula nel vederle arrivare in fretta verso di lei (e, per una volta, senza lamentarsi di come l’esercizio fisico rovini la permanente).
“Haruno-san!”

da quanto non la chiamavano più Sakura-chan?
“Calma, Edogawa.” restituì la cortesia. “Spiegatemi perché avete tutta questa fretta…”
“Quella strega della Yamanaka!” riuscì ad esclamare Sayoko, mentre riprendeva fiato. “Ha fermato Karin-chan! E vuole parlare…”
Inaspettatamente… si, perché quella reazione di Sakura fu anche più inaspettata della visita di Ino: iniziò a ridere di gusto.
“… ma davvero?!” si lisciò i capelli, stringendo gli occhi per il troppo ridere.
Nessuno seppe che risponderle… nessuno poteva comprenderla. No, meglio così: perché lei non era più come loro.
“Ma…”
“Tranquille… non credo che Ino le faccia troppo male!” alzò le spalle, sbuffando. “E comunque, quando vuole Karin è troppo velenosa!”

 

Si poggiò al tronco di quel vecchio albero, incrociando le braccia: attraverso gli occhiali già lanciava sguardi spazientiti e carichi di risentimento.
“Senti, non voglio perdere troppo tempo.”
“Nemmeno io.” tutto sommato, la bionda era calma. “Ma voglio la mia rivincita.
“… rivincita?!” si trattenne una risata ironica. “Che cazzo intendi?”
Gesto secco con il braccio: ok, iniziava a snervarsi.
“Non permetto a nessuno di parlarmi con il tono con cui mi hai parlato tu l’altro giorno.”
Capì subito a cosa si riferiva: e sorrise ampiamente, impudentemente.
“Oh… beh, la paura non ti ha fatto reagire…”
E fu inaspettato: un lampo di rabbia negli occhi chiari, un bagliore scuro riflesso in quel mare, orgoglio ferito che dirompeva in lei. E lo notò nell’impercettibile movimento del corpo, che fece ciondolare un poco la coda d’oro; ed in quei pugni stretti…

Voleva esplodere.
“Se non ti ho risposto è semplicemente perché ti do ragione: non mi comportavo affatto bene, né con Itachi o Sasuke, né con te o Sakura.” fu istintivo l’avanzare verso di lei. “Ma ciò non toglie che tu ti sia rivolta nel modo sbagliato nei miei confronti… e mi fa incazzare da morire, prenderei volentieri a pugni quel tuo bel sorrisetto ironico…” sospirò. “Ma voglio farti ragionare. O, almeno, spero che il tuo cervello da gallina riesca a seguirmi…”
“Come os…!”
“Tu non mi sei superiore: io sono un essere umano come te, pregi e difetti compresi. Accettalo, e cerca di imprimertelo bene in testa: nulla ti differenzia da me. Non hai un cazzo di diverso da me.”
“Yamanaka, mi fai ridere: dici un sacco di stronzare.” non abbandonò l’atteggiamento ironico. “Io non sono una puttanella come te…”
“Ma ti senti tanto inferiore a questa puttanella, vero?”

Qualcosa si ruppe.
“Altrimenti perché attaccare… perché reagire così?! No Hebi, non me la dai a bere… hai una fottuta paura del mondo, eh? Ti senti non all’altezza, vittima degli occhi e dei giudizi altrui… mi fai quasi pena.”
“Non sai un cazzo!”
“No?! Ma ti senti quando parli?! Dici sempre tu. Punti il dito contro. Giudichi. Anche nella giungla si fa così… si uccide per non venire uccisi.”
Non connetteva, no. Non sentiva quasi nulla…
“E tu non vuoi che qualcuno ti punti il dito contro…”

Non c’è nessuno più forte di te, Karin.
Le si schiuse la bocca, di fronte a quella ragazza.
Basta mostrarsi forte… il gioco è fatto.
Strinse la stoffa del top bianco all’altezza del cuore, stretto in una morsa.
Tutto sta nel sembrare: se ti senti bella e forte, lo sarai.
Nessuno prima d’ora osò ribattere alle sue provocazioni…
Perché prima ci voleva poco, eh Karin? Bastava un gesto di rabbia, una frase che facesse percepire la tua ira… e tutti tremavano.
Ma ora davanti a lei non aveva la solita massa.
L’apparenza è tutto. E tu sei la regina degli inganni.
Avanzava piano, ma la rabbia dormiente era in lei.
Svegliati, Karin… ciò che hai costruito in realtà è puro cristallo.
Lei era così diversa… lei non voleva fingere…
Ed il cristallo prima o poi si infrange.
Uno schiaffo. Fu sonoro. Fu caldo.
La svegliò.
La guancia era rossa e calda; anche la sua mano era rossa e calda. Karin alzò lo sguardo verso quegli occhi azzurri, dove l’ira si era placata: erano veri.
“Ne ho conosciuti tanti come te… sapevano solo fare a pugni o dire cattiverie.” l’espressione sul volto si addolcì. “Sappi che nessuno vuole giudicarti, nessuno ci tiene a dirti che sei inferiore… è la tua stessa paura a fartelo diventare.”
Karin Hebi era una ragazza perfetta: l’emblema di tutto ciò che le altre volevano essere.
Karin Hebi era una maschera perfetta.
Karin Hebi voleva essere Sakura Haruno. O almeno Temari Sabaku.
“Se sprecassi meno tempo a pensare a come gli altri vogliono Karin Hebi, risulteresti più simpatica. E genuina.”
E Karin Hebi si sciolse al sorriso di Ino Yamanaka.

 

* *** *

 

Un leggero tremolio la fece sussultare: l’equilibrio su quella scala era molto precario. Si allungò di nuovo, imprudentemente sulla punta dei piedi: ma centrò il bersaglio, ed anche quel libro fu rimesso al suo posto. Attorno a lei, silenzio totale: ed il calore di quel sole così splendente entrava attraverso le grandi finestre della biblioteca del liceo, accarezzava la sua pelle di pesca, addolciva in qualche modo le sue fatiche.
“Un luogo dove non mi sarei aspettato di trovarti.”
Si girò di scatto, sentendosi di nuovo instabile su quella scala.
“… Sas’ke-kun!”
Sorride nel sentirsi chiamare anche da lei con quel nome: ma l’esser pronunciato dalla sua voce lo rese più piacevole. Catturò nel suo sorriso il ridente sguardo turchese.
“Che diavolo ci fai qui?”
“Quel maledetto del prof Morino mi ha messo in punizione perché ho chiacchierato per tutta l’ora con Hinata…” sbuffò, scuotendo il ciuffo biondo.
“Chissà perché, ma non mi stupisco più di tanto…” inarcò un sopracciglio.
“Che c’è, Uchiha?! Torni a fare l’antipatico?!”
“Ho solo detto la verità, Yamanaka…” e sorrise ampliamente.
“Tsk!” indispettita, gli diede le spalle. “Sei proprio un cretino.”
Alzò le spalle, non raccogliendo la provocazione. E l’osservò per un po’ affaticarsi su quella scala, distribuire con attenzione e cura i libri sullo scaffale, allungarsi ogni tanto per arrivare sulla cima… e si compiacque di quel corpo snello e morbido alla vista, delle lunghe gambe lattee, del seno risaltato anche sotto la divisa scolastica… pensieri normalissimi, per un ragazzo di quell’età: e qualche desiderio iniziava a farsi sentire…
“Mi infastidisci.” proruppe la sua squillante voce, senza guardarlo.
L’Uchiha sgranò gli occhi scuri. “Ma se non sto facendo nulla!”
“Mi osservi. Non mi piace essere osservata.”
“Oh, scusa tanto… non vorrei urtare la tua delicatezza…” si morse un labbro, esplorando velocemente per l’ennesima volta il suo corpo. “Ma, sai com’è… da questa posizione ho un’ottima visuale di cosa c’è sotto la tua gonna…”
Da quando Sasuke Uchiha si era fatto più dolce con lei? E maledettamente malizioso… da quando si era aperto così con lei? Da quando aveva deposto le armi?! Solo ora se ne rese conto, benché ormai dovesse essersene abituata: ma sapeva che quella era la sua vendetta. Perché solo Sasuke Uchiha sa come le situazioni imbarazzanti la mettessero in crisi…

… e perse l’equilibrio.
Lievitò in aria leggiadra, accarezzata dai lunghi fili d’oro dei suoi capelli: ma non ebbe paura, perché lo sapeva dietro di lei. Ed infatti l’afferrò, impreparato, cadendo anche lui a terra; e si ritrovò tra le sue braccia, inebriata dal nuovo profumo che aveva preso in adozione, tastando con le guance la morbidezza del suo dopobarba.
“Ahi…”
Ovviamente, a guastare il tutto vi era qualche parte un pochino dolorante…
“Proprio l’eleganza di un cinghiale, Yamanaka…”
“Chiudi il becco, scogliattolo spocchioso!” ruggì lei, puntando le mani a terra e facendosi forza per rialzarsi in piedi; ma qualcosa la bloccò… “Ehi!”
Sasuke strinse di più le braccia attorno alla bionda, imprigionò Ino in un abbraccio: e la distanza dei loro volti era a meno di un respiro.
“Lasciami!”
“E perché? Così scappi di nuovo, come hai fatto in tutta questa settimana?!” sbuffò serio, intenzionato a non mollare.
“Sasuke… potrebbero vederci…”
“… e pensare che stiamo assieme? Che male ci sarebbe?!”
“Non dimenticarti delle elezioni… ti avevo detto che…”
“Ino, non siamo noi candidati a diventare sindaco: ma i nostri padri. E’ ora che la piantiamo di preoccuparcene…”
“Invece dovremo pensare a darci un contegno!” esclamò, cercando nuovamente di ribellarsi alla sua forza. “E, comunque, non ho intenzione di fare nulla con te finchè non saremo fidanzati!”
“… fidanzati?!” quella parola suonava strana sulle sue labbra.
Annuì decisa. “Voglio un fidanzamento ufficiale.”
“Uhm…” alzò gli occhi al soffitto, pensandoci su. “Dunque vuoi proprio incastrarmi…” si parò prontamente da un suo pugno.
“Cretino! E comunque, accetta la realtà: o fidanzati, o niente.”
Sbuffò rumorosamente. “Le donne…”
“Dio, mi ricordi Shikamaru…”
“Credo che potremmo trovare punti in comune io e lui…” sogghignò, afferrandola per il mento e conducendola fino alle sue labbra.
“Eh no, Uchiha!” esclamò, allontanandolo. “Niente fino a che non saremo fidanzati!”
“Che ragazza esigente…”
“Attieniti alle regole, ed avrai ciò che vuoi.” affermò convinta, alzandosi a raccogliere dei libri.
“… tutto?”
Non le piacque lo sguardo che lesse nei suoi occhi… “… che intenzioni hai?!”
Scosse il capo, facendo cenno di dimenticare.
“Non mi dimenticherò della tua promessa, Ino-chan…” sogghignò misterioso, facendole un cenno di saluto.
“Sasu…” le ci volle un attimo per capire tutto: ed i libri le caddero di mano, nello stesso istante in cui divenne anche più rossa di Hinata Hyuga nei peggiori momenti di imbarazzo. “… ti odio!

 

Capitolo interessante, no? Piccola scena ShikaTema che promettevamo da un po’  (ci scusiamo con le fans ^^°), un acceso dibattito tra Karin ed Ino (beh, doveva avere la sua “rivincita”, la storia si chiama così U.U), una parte finale SasuIno… a quanto pare le cose tra loro filano liscie come l’olio… ma non statene troppo sicuri, non dimenticate le parole di Orochimaru e Kabuto ù.ù
Anche se la parte più bella è a nostro parere quella di Sakura, dove si segna la sua demarcazione tra la “vecchia Sakura” e la “nuova e più matura”…
Ok, sapete come al solito che nel prossimo capitolo ne vedrete delle belle XD
Un ringraziamento speciale a Princess of bang, Gohan4ever, Ferula_91, Bambi88 (visto?! Noi manteniamo le promesse Shikatemarose XD), Talpina Pensierosa, Kaho_chan, Minority girl & Zac (_ _)
E grazie a chi ci ha messo tra i preferiti: Koraline2008, Romualdo & Zac!
Prossimo aggiornamento: venerdì!
Un bacio!!
Mimi18 & _Rael_89

 

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Capitolo 25
*** Capitolo Venticinquesimo ***


cap 25

.LA RIVINCITA DI INO

CAPITOLO 25

 

Ino Yamanaka osservò di sottecchi Hinata che, con destrezza, teneva lo sguardo lontano da un certo biondino seduto due tavoli a destra del loro.
Continuava a tenere quel maledetto sguardo albino sul piatto di curry che stava davanti a lei, quasi come se fosse un attrazione particolarmente bella.
“Sai, Hinata-chan, Naruto è molto carino oggi.”
Tenten sorrise soddisfatta, quando vide le guance dell’amica imporporarsi. Decisamente divertente prenderla in giro.
“Vero, la camicia della divisa gli sta divinamente...”
Ino si leccò un labbro, con fare malizioso, sotto i sorrisini ironici di Tenten e lo sguardo scioccato di Hinata.
“Smettetela..” lo sussurrò talmente piano che le due si dovettero sporgere.
“Oh, Hina-chan! Dovrai farti avanti prima o poi!”
La ragazza scosse il capo e, con decisione, pronunciò un no secco, che fece rimanere le due amiche di stucco.
Ino si appoggiò con sguardo scettico allo schienale della sedia, mentre Tenten teneva gli occhi aperti per lo stupore.
“E perché?”
“Perché credo che abbia una cotta per Haruno.”
Le parole colpirono come un fulmine Ino che, per la sorpresa, perse l’equilibrio e cadde dalla sedia, scatenando l’iralità di Kiba e, per l’appunto, Naruto.
“Vaffanculo.” Sibilò, rivolta ai due.
Hinata la osservò preoccupata. Le scostò i capelli dal volto, e la osservò alla ricerca di qualche possibile livido.
“Hina-chan?”
Tenten le picchiettò una spalla.
“Non ora, Ino-chan mi sa che si è fatta male...”
“Ma, Naruto sta venendo qui!”
A quelle parole la corvina lasciò andare Ino, che teneva appoggiata a sé, e sollevò lo sguardo in cerca del biondo che, come detto dalla castana, stava venendo verso di lei.
“Hyuga-san, non è che mi spiegheresti l’ultimo argomento di matematica? Sai, io sono un fesso...”
Il biondo si grattò la nuca, mentre le guance di coloravano di un vivace color rosso.
Hinata boccheggiò per qualche secondo, incapace di spiccicare parola, poi, con un calcio di Ino, si fece avanti.
“C-certo...Uzumaki-kun! Lo faccio volentieri!”
“Grazie, Hinata-chan!”
La velocità con cui aveva deciso di chiamarla per nome la fecero arrossire, ma non ebbe tempo nemmeno di dire A, che Naruto l’aveva già presa per mano e portata via dalle sue amiche.
“Ino, pensi che Hinata riuscirà a trovare la forza per parlare con Naruto?”
La domanda così, maledettamente, ingenua di Tenten fece sorridere la bionda che, con nonchalance, scosse la lunga coda bionda e si risedette elegantemente.
“Sai, cara, penso che troveremo Hinata in infermeria con il sangue al naso.”
La risata di Tenten la udì perfino Kakashi Hatake che in quel momento si trovava nell’aula professori a correggere i compiti di Giapponese.

 

“Voglio 10 scatti! Adesso!”
Kurenai alzò il braccio, schiacciando il pulsante di accensione del cronometro.
Dieci ragazze partirono subito, sollevando un poco di polvere dal campo perfettamente tagliato.
Osservò con orgoglio le ragazze eseguire, senza stancarsi, l’ordine ricevuto.
Era sicura che quell’anno, con le nuove arrivate, avrebbe vinto. Avrebbero vinto.
Si sarebbero classificate fra le prime 5 squadre, ne era assolutamente sicura.
“Yuuhi-sensei!”
La voce di Temari la distrasse. Sollevò lo sguardo, e la vide che si asciugava il volto con la maglia rossa dell’allenamento.
“Si?”
“Possiamo fare una partitella?”
“Riserve contro titolari. Avanti. Sarà divisa in due tempi da 30 minuti.”

 

“Ehi, Akasuna?!”
Il ragazzo interpellato corse verso l’allenatore, passandosi una mano fra i capelli, un gesto che provocò molti sospiri fra le cheerleader a bordo campo.
“Si, sensei?”
“Dove diavolo è l’Uchiha?!”
Sasori assunse un’aria pensosa, ed inarcò le sopracciglia.
“Sa, è la stessa cosa che ci chiediamo io e Deidara.”
Gai Maito spalancò la bocca, stupefatto.
A quanto ne sapeva, quei tre, erano sempre inseparabili. Che mancasse il leader, poi, era ancora più strano.
Con un gesto scocciato della mano fece segno al giovane di allontanarsi.
“Che voleva?”
Deidara raggiunse l’amico, mentre tentava di legarsi i capelli in qualche modo.
Il sorriso sbilenco che Sasori gli rivolse gli fece inarcare le sopracciglia e, accidentalmente, cadere il codino viola che teneva fra le dita.
“Sapere dove fosse Itachi.”
“Oh!”
“Ovviamente non potevo dirgli che è a casa, con il cuore a pezzi.”
Deidara sorrise con malizia, e si lisciò i capelli con fare provocatorio.
“Dovremmo trovargli una nuova fiamma...”
Sasori sorrise più ampiamente e, dopo avergli dato una pacca sulla spalla, corse verso i compagni a centro campo iniziando a riscaldarsi.
Deidara si sfiorò il mento, con un sorriso sarcastico.

 

* *** *

 

Ino guardò con orrore il foglio che teneva fra le mani.
Le dita si serrarono con forza, fino a stropicciarne la parte destra.
“Colloqui...genitori e insegnanti?” la voce tremante di Tenten, le fece capire che non era l’unica ad esserne preoccupata.
Si girò verso l’amica, quasi sollevata.
“Li bruciamo?” domandò, quasi con una punta di urgenza nella voce.
Tenten sgranò gli occhi, per poi farsi pensierosa.
“Bha...io tanto non dovrei avere problemi. Inoichi sarà sicuramente preso dalle elezioni!”
La bionda si portò le mani dietro la nuca, chiudendo gli occhi.
Probabilmente sarebbe andata Anko, al posto di suo padre. Yoshino non poteva certo affaticarsi, per lo più aveva i colloqui di Shikamaru a cui pensare che, probabilmente, sarebbero stati ancora più terribili dei suoi.
Un sorrisetto si fece largo sul volto della ragazza, dato che si stava immaginando il fratellastro che rispondeva con uno svogliato mendokuse alle riprese della madre.
“Ehi, Ino! Che ne pensi di andarcene da qualche parte questo sabato?”
La voce squillante di Kiba la portò alla realtà e, con sguardo scocciato, si voltò a guardarlo.
“E dove cavolo vorresti andare?” chiese, quasi certa che lui avesse sparato quella frase a botto.
“Che ne so! Al Blue Marine! Decidete voi!”
Ino inarcò le sopracciglia, osservando Tenten annuire.
“Il Blue Marine è bello come posto. Ci va un sacco di gente carina, perché non ci andiamo Ino?”
La bionda piegò le labbra in un sorriso, segno che era ok.
“Però io non lo conosco!”
Tenten arricciò le labbra, e si volse verso Neji, quasi ignorando volutamente la frase dell’amica.
Il ragazza stava ancora osservando il foglio, con un’aria pensierosa. Probabilmente, aveva un otto al posto dei soliti nove in Giapponese antico, pensò Tenten.
“Neji è carino, vero?”
“Già...”
Arrossì furiosamente, voltandosi verso Ino e Kiba che, con un sorrisetto malizioso, la stavano osservando.
Ino teneva il mento appoggiato alla mano destra, con un espressione alla ma che dolce, la mia migliore amica innamorata.
Kiba, invece, aveva un semplicissimo sguardo trionfante, probabilmente perché Tenten era caduta nella loro trappola.
La castana tossicchiò, imbarazzata.
“E tu, Kiba-kun? Ho sentito dire di una fuga d’amore con una certa Karin Hebi...”
Ino si voltò verso l’amico, gli occhi sbarrati.
“No!”
“Si!” strillò l’amica, osservando le guance di Kiba colorarsi.
“Non è come credete...”
La bionda si sdraiò sul banco, mettendo un dito sotto al mento del ragazzo, maliziosa.
“Avanti, Kiba-chan, dicci tutto. Siamo amici, no?”

 

Sakura lanciò un’occhiata fuori dalla finestra, ed osservò con un sorriso un ragazzo dai capelli rossi.
Toccò il vetro, quasi con titubanza, appoggiandovi un dito.
Tracciò il contorno del volto di lui, mentre il cuore incominciava a battere più veloce.
Da quanto si sentiva sempre così su di giri, quando lo pensava?
Da settimane.
Da quanto aveva il batticuore, solo sentendo la sua voce?
Da settimane.
Da quanto si era innamorata di Gaara?
In quel preciso istante, quando lo vide voltarsi verso di lei e sorriderle, nonostante fossero distanti metri, lui l’aveva riconosciuta.
Si sedette a terra, le guance imporporate.
La gonna toccò il pavimento, e la gente che le passava accanto poteva intravedere le candide mutandine che indossava.
Non le importava nulla, perché in quel momento si era resa conto di qualcosa di ben più importante.
Vedere Sasuke con Ino non le dava alcun fastidio. Quando Sasuke passava, lei cercava sempre gli occhi chiari di Gaara.
Voleva Gaara. Si era, stupidamente, innamorata di nuovo.
Questo fece nascere un sorriso sulle sue labbra, che Karin interpretò come un simbolo di pazzia.

 

Sasuke osservò la gonna svolazzante della Yamanaka che, con grazia, si era sporta dalla ringhiera del corridoio e aveva urlato il suo nome.
La vide correre giù dalle scale, diretta verso di lui.
La camicia bianca, era sbottonata per i primi bottoni, proprio come la sua. Poteva intravedere il taglio del seno, un particolare che lo fece sorridere con malizia.
Una malizia che avrebbe dovuto cancellare dal suo volto, visto che Ino era stata chiara. Niente sesso fino alla fine delle elezioni.
Allungò il braccio, quando le lo raggiunse, e le cinse la vita.
Chinò il volto, poggiando un tenero bacio sul suo collo niveo.
La sentì rabbrividire.
“Sasuke-kun...”
Aveva semplicemente detto il suo nome, ma era bastato a mandarlo quasi in tilt.
Era un sedicenne in crisi ormonale, e stava con una delle ragazze più belle che avesse mai visto in vita sua, ma non poteva farci nulla. Quello era un grave problema, a guardarci bene.
“Ino, che ne pensi di venire a casa mia, domani?”
La ragazza spalancò la bocca, stupita.
Sasuke indovinò subito i suoi pensieri, e scosse il capo.
“Scusa, domanda cretina. C’è anche Itachi a casa mia.”
Ino gli sorrise e, con dolcezza, portò una mano a sfiorare il volto del ragazzo.
Le sue dita lisce, sfiorarono la guancia ruvida, a causa della barba, mentre lui chiuse gli occhi, per poter godere a pieno di quel contatto.
Girò la testa verso sinistra, e le labbra baciarono il palmo della bionda che, sorpresa, si strinse a lui.
Affondò le mani nella camicia bianca, inspirando profondamente, e inondandosi del profumo di lampone del ragazzo.
“Non qui, giovani.”
Una voce divertita li fece voltare.
Uno uomo sulla cinquantina, con i lunghi capelli bianchi, osservava i due con espressione maliziosa e felice.
“Preside!”
Ino sentì stupita le parole di Sasuke ed osservò l’uomo.
“Signor Uchiha, non pensa che questi gesti non siano adatti ad una scuola?”
Il suo tono di voce assomigliava a tutto, fuorché ad un rimprovero. Ino sorrise, e si inchinò.
“Un onore conoscerla, signor preside.”
“L’onore è mio, non capita tutti giorni di vedere una ragazza così bella.”
Sasuke lanciò uno sguardo fulminante al preside che, con un sorriso, si scusò e scomparve tra la folla.
Il moro si voltò infastidito, ma la voce di Ino lo raggiunse.
“Che ne pensi di venire tu da me, invece?”

 

Chi non sognerebbe di avere un preside come Jiraiya, eh? XD
Dovremmo inserirlo di più nella storia, già già ù.ù
Insomma, vi abbiamo regalato emozioni SasuIno, GaaSaku, NaruHina… e magari un po’ di dispiacere per Itachi anche se, tranquilli, si riprenderà U.U
Ma attendete il prossimo capitolo con ancora più impazienza del solito… sarà il preludio della tragedia!
Un grazie da Mimi e Rael a Talpina Pensierosa, Bambi88, Minority girl e Neji’s fan94!
Un grazie anche a Amy_Rose, Chibi51, Inooo, Ino_, Violetta30 e _Zexion_!

Vi diamo appuntamento a venerdì prossimo
(_ _)
Baciozzi!
Mimi18 & _Rael_89 

 

 

 

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Capitolo 26
*** Capitolo Ventiseiesimo ***


Ho notato che ci sono davvero pochissime FF su Sasuke Uchiha e Ino Yamanaka

LA RIVINCITA DI INO

CAPITOLO 26

 

 

Quando udì il rumore di un colpo di pugno leggero sulla porta, alzò il capo sobbalzando: si era talmente concentrato sul suo lavoro quasi da chiudersi in un mondo tutto suo.

“Signor Yamanaka?” la testolina dalla chioma color caffè della sua segretaria sbucò fuori da quella porta.

“Entra pure, Ayako.” le fece un cenno con la mano, tornando a graffiare su quel documento con la sua bella stilografica bordeaux.

“E’ arrivato questo documento dal comune: a quanto pare è una raccolta di firme per la costruzione di un impianto medico dalle parti di un distretto appena fuori città; e poi, sua moglie ha chiamato per ricordarle che domani pomeriggio avrà una visita in ginecologia.” quest’ultima parte la disse senza nascondere un sorriso; in effetti, la ragazza si era intenerita molto nel sapere la notizia della gravidanza della signora Yoshino.

“No, non me ne dimentico proprio.” sbuffò esausto, portandosi una mano ad alzare la frangia bionda. “Anche se ho molto lavoro a causa delle elezioni, domani dovrò spostare tutti i miei appuntamenti.”

“Ci penso io ad organizzarli in maniera più comoda, sempre che lei sia d’accordo.” propose la candida voce della segretaria.

“Mi faresti proprio un favore Ayako; ti ringrazio molto.” afferrò il foglio che le stava porgendo, senza nemmeno dargli un’occhiata: era sicuramente uno di quei progetti che avevano bisogno della firma di un candidato per venire approvati, e di cui lui aveva bisogno per farsi pubblicità. Non vide il nome della zona, della via, o semplicemente del vecchio impianto da distruggere per collocare il nuovo ambulatorio: firmò e basta.

“Vuole anche che le porti un caffè?”

“Meglio un thè; grazie.” le restituì il documento, congedandola con un minimo sorriso di cortesia.

La prima cosa che fece la segretaria, appena uscita dall’ufficio del deputato Yamanaka, fu di mandar quel documento via fax al comune…

 

* *** *

 

Dopo essersi lamentata in lungo ed in largo riguardo la scadente qualità delle carote servite alla mensa scolastica quel giorno, Tenten Higurashi venne interrotta dalla squillante voce di Naruto Uzumaki, il quale chiedeva alla sua amica Hinata Hyuga se poteva ancora dargli ripetizioni di matematica. E sbuffò, perché ormai quella scena si ripeteva da qualche settimana: lei che annuiva flebilmente, nascondendo sotto la frangia un rossore accecante; lui che, con fare impacciato, grattandosi la nuca la conduceva fuori dalla mensa, per restare poi almeno una mezz’oretta nascosti in una classe a combattere con numeri e formule matematicamente troppo difficili per l’Uzumaki.

Ma stavolta qualcosa cambiò: e lei lo avvertì chiaramente, ma forse solo perché le era al fianco, che il suo Uzumaki-kun si era tramutato in un più formale Naruto… ok, forse non era il massimo della confidenza, ma prima o poi ci sarebbe arrivata a quel maledetto Naruto-kun!

 

In quello stesso momento, i tacchetti a spillo di un paio di eleganti scarpette nere lucide percorrevano i lunghi corridoi del liceo, in compagnia di un silenzioso collega.

“… immerso nella lettura?” mormorarono due labbra truccate di un rosso acceso che, seppure donava anche più femminilità al suo viso maturo, non sapeva che lui le avrebbe volentieri pulite per riportarle al colore originale.

Una testa di capelli color borotalco annuì placidamente, girando un’altra pagina.

Quelle labbra divennero tese, ed il nasino si storse a malapena. “Dunque, preferisci leggere piuttosto che farti una chiacchierata con me?”

“Dai, Kure! Fammi finire questo pezzo…” la sua voce giunse ovattata da sotto la mascherina bianca, usata come protezione per non spargere nell’aria i microbi della sua influenza quasi debellata.

La donna sbuffò, stringendo con le mani la cartellina che portava: era sempre la stessa storia, non appena il preside gli passava quel libro -ma lo si può chiamare così?!- che usciva mensilmente in pochissime copie e, in modo assolutamente misterioso, finiva sempre per ritrovarsene due da regalare anche a lui. Kakashi Hatake sarà anche l’insegnante più affascinante del liceo, probabilmente preda di occhiate languide e sospiri malamente nascosti dalla sua voce intenta a spiegare numeri e monomi, ma quando ci si metteva… era anche più bambino dei primini giunti quest’anno!

Vabbè senti, ti lascio finire il tuo prezioso shojo-manga… io meglio che corra in palestra a cambiarmi!” accompagnò questa frase ad un veloce gesto, che gli coprì per un istante la visuale dal libro: poi scappò via, correndo ad una velocità piuttosto elevata per indossare delle scarpe con il tacco.

“Ma… Kure…?” il professor Hatake le lanciò uno sguardo attonito, domandandosi la causa di tanta fretta… alzò le spalle, tornando con gli occhi curiosi a gustarsi la sua adorata lettura; e non si accorse di quel segno di labbra rosso acceso  che qualcuno gli aveva lasciato sulla mascherina.

 

Maledì quello stupido ciuffo cioccolato, che non voleva proprio vedere di stare al suo posto: non riusciva a capire come la sua parrucchiera di fiducia glielo avesse tagliato più corto rispetto agli altri; ed ora quell’errore le dava un fastidio tremendo.

“E quello specchietto? Non sapevo ne possedessi uno tascabile.”

Non riconobbe la voce, né tantomeno la figura che si sedette accanto a lei, su quelle poltroncine poste nella hall della scuola.

“Me lo ha regalato Ino: e mi è tornato molto utile.” bisbigliò a denti stretti, continuando la sua lotta.

“Capisco.” non lo vide, ma avvertì che stava sorridendo. “Credevo che passassi la ricreazione con Hinata-sama.”

“Lei è andata a dare qualche ripetizione a Naruto Uzumaki, come al solito; dunque, ora sono qui da sola che mi annoio.” sbuffò, però senza perdere il buon umore. “In fondo sono contenta per lei: finalmente lui mostra un po’ di interesse…”

“Capisco.” e lo ripetè con lo stesso tono.

Nel momento stesso in cui riuscì ad infilare quella maledetta ciocca sotto una più lunga e ben legata ad uno dei suoi codini –non ce la faceva più a combattere con i suoi capelli- un lampo le venne in mente, sorprendendosi di non essersene accorta prima: c’era solo una persona che aggiungeva il sama rispettoso al nome di Hinata… e voltandosi a guardare il compagno, non ebbe alcun dubbio nell’incrociare gli occhi chiari degli Hyuga.

“… Neji!” esclamò.

“Non mi avevi riconosciuto, Ten?” se ne stupì.

“Beh… pensavo fossi qualcun altro…” si affrettò a riporre lo specchietto nel taschino, tentando di nascondere il suo imbarazzo: che stupida che era stata!

Il giovane Hyuga non si trattenne un sorrisetto educato, ma ciò la fece arrossire maggiormente. “Tipico di te…”

Il candore delle sue parole, accompagnate da un’espressione tipicamente confidenziale, le sciolsero ogni remora.

“… e tu come mai sei qui? Non dovresti essere con Lee-kun e Kiba?”

“Sono impegnati in una delle solite sfide infantili…” sbuffò, alzando le spalle. “A quanto pare, Kiba insiste sul fatto che sia più veloce di lui, nonostante non abbia mai fatto atletica… so già che vincerà Lee, quindi perché assistere?!”

L’ironia del rampollo di una delle famiglia più importanti della città sapeva essere educata ma, allo stesso tempo, pungente.

“Forse hai ragione…” si coprì con la mano la bocca, in un gesto tipicamente femminile; che Neji notò.

Prima rideva a bocca aperta, senza farsi nessun problema.

Ora, invece, aveva preso l’eleganza di Hinata.

Prima si sedeva scomposta, poggiando i gomiti sui braccioli.

Ora, invece, aveva accavallato le gambe e posato con grazia le braccia sul grembo, nello stile della sensualità di Ino.

Prima non avrebbe mai badato ad un ciuffo fuori posto.

Ora si controllava spesso sullo specchietto, per assumere un aspetto in ordine secondo i canoni della perfezione di Temari.

E probabilmente doveva venire da un loro consiglio anche quella leggera passata di eyeliner sotto gli occhi, la cura per le sue mani e l’uso di orecchini piccoli ma brillanti.

“Sai, ho notato che sei cambiata un po’, da quando frequenti Ino ed il suo gruppo…” bisbigliò, lasciandola senza parole.

“… cioè?”

“Non so, forse non è grazie a loro, ma per l’età… però mi sembri più matura. E femminile.”

Quel complimento le risultò piacevolissimo; arrossì, cercando di trattenere l’agitazione che cresceva in lei. Quello ancora non le riusciva: ma Neji era anche più felice di vedere che non era cambiata del tutto.

“Ho due biglietti per l’anteprima di un film.” mormorò, per scacciare la tensione da lei. “E’ uno di quei film di arti marziali che produce il padre di Lee… ricordo che ti piacevano molto; non se anche ora…”

“… scherzi?!” balzò in piedi, non contendendo la sua gioia. “Era proprio il film che volevo vedere!”

La risata di Neji, di fronte al suo entusiasmo, la riportò a sedere un po’ imbarazzata per essersi fatta prendere troppo.

“Era proprio questa la reazione che mi aspettavo.” annuì. “Allora, domani realizzerò il tuo desiderio.”

“… io e te?!” sgranò gli occhi di caffè, autoindicandosi; provò a tenere fermo quel batticuore crescente. “Ma… a Kiba non interessa quel genere di film?”

“Sì: ma mi ha detto che ha un altro appuntamento, domani.”

Non era del tutto una bugia: l’Inuzuka gli aveva effettivamente accennato quel che avrebbe voluto fare il giorno successivo… ma lo Hyuga non gli aveva chiesto di accompagnarlo a vedere il film.

“Mh… e Lee?”

“Ten, l’avrà già visto, no? Il regista è suo padre!!”

“Giusto!” si diede un colpetto sulla nuca. “Quindi… ci andremo insieme?”

“Se mi darai quest’onore…”

“No no, l’onore è tutto mio!”

Neji allargò un sorriso. “Bene… allora domani, dopo scuola, avrò il piacere di farle da cavaliere, signorina Higurashi.” si alzò in piedi, eseguendo un inchino degno di un vero principe; e lo osservò allontanarsi con il solito passo fiero e solenne, rimanendo come al solito incredula di fronte alla sua eleganza.

Tu, Tenten Higurashi… con Neji Hyuga… da soli, domani…

Ovvia domanda che le passò per la testa: che cavolo mi metto?!

Meglio una consultazione generale con le amiche…

 

* *** *

 

Come previsto, l’attendeva appoggiata alla ringhiera del cancello.

“Scusa, scusa, scusa per il ritardo!!” tuonò dispiaciuto, aspettandosi una scenata…

“… non importa: andiamo.” lo fissò attraverso la lente degli occhiali, in realtà osservandolo a malapena; e si incamminò fuori il territorio scolastico, dando un ritmo impetuoso alla sua minigonna a pieghe.

“… ehi!” esclamò lui, imbronciato.

Sembrò non sentirlo.

“Ehi!” esclamò con più veemenza, afferrandola per un braccio; la giacca che teneva poggiata sulle spalle, tolta per il troppo caldo di quella giornata, cadde a terra.

“Che c’è, Inuzuka?! Sbrighiamoci: mi hai già fatto perdere troppo tempo.”

Kiba sbuffò a denti stretti –no, non l’aveva mai chiamato per cognome- indicando con il capo un punto poco distante. “Ho la bici.”

La Hebi sgranò gli occhi, per poi riprendere il solito contegno. “Scusa, me ne ero dimenticata.”

“Karin, ma che cacchio ti succede?!” sbuffò, allargando le braccia esasperato. “Fino a ieri eri sempre gentile e disponibile, e mi avevi detto che volevi accompagnarmi a portare a spasso Akamaru con la bicicletta… ed ora mi dici che te ne sei dimenticata?!?”

La ragazza scostò lo sguardo da lui, un poco offesa dal suo tono duro; si mise una mano tra i capelli, attorcigliando una ciocca su un dito, gesto tipico di quando aveva qualcosa da nascondere.

“Non c’è affatto bisogno che urli come un cafone…”

Le mise le mani sulle spalle, scrollandola con leggerezza ma decisione. “Perfetto! Allora spiegami tutto.”

Finalmente tornò a guardarlo, ma stavolta con aria di sfida. “Ah, vuoi sapere tutto?! Va bene.” con uno schiaffetto tolse le sue mani da sé. “Indovina un po’ chi è tornato oggi a scuola… con il cuore a pezzi, ovviamente.”

Gli ci volle poco per intuire quel nome… e non disse nulla.

“Ino l’ha ridotto ad uno straccio, ad Itachi-san: e, benché ormai io non ce l’abbia più con lei, mi fa ancora male il vederlo così.”

Perché, nonostante la solita aria da duro e l’atteggiamento sprezzante, lo sguardo di Itachi è spesso perso nel vuoto…

Per quanto tempo doveva averlo osservato, per rendersi conto di questo?!

L’Inuzuka strinse forte i pugni, abbassando lo sguardo.

“Te ne frega ancora qualcosa di quel cojone?!”

Karin sussultò, non aspettandosi quella reazione.

“Rispondi!”

No, non stava urlando… la voce aveva una leggera tonalità dura… ma più che quello, era ciò che le trasmetteva a turbarla: ferito.

“Kiba… io…” scostò lo sguardo da lui, venendo colpita da un venticello tiepido piacevole sulla sua pelle.

Ma il silenzio era duro come una pugnalata.

“La vuoi sapere una cosa, Karin?” alzò il capo per fissarlo. “Prima di iniziare a frequentare te… ero ancora pazzo di Hinata Hyuga.”

Il parlare così apertamente dei suoi sentimenti –e di quel vecchio amore, duraturo ma altrettanto doloroso- non lo fece sentire meglio. E la Hebi era attenta a non fare o dire nulla, per turbarlo ulteriormente.

“Per anni, le sono stato vicino, probabilmente ero uno dei pochi che la notò… ma i suoi occhi non avevano altro punto d’attrazione che la figura di Naruto Uzumaki: venni irrimediabilmente sconfitto da quell’idiota narcisista, seppure lui non avesse fatto nulla per decretare la sua vittoria.” si passò la lingua sulle labbra. “Avevo notato anche te e Sakura, a dir la verità: vi trovavo le ragazze più carine della scuola. Feci uno sforzo enorme, per staccarmi da Hinata… e probabilmente, se non ci fossimo scontrati quel giorno dei tornei scolastici, starei ancora come un fesso a sbavare per una ragazza che non mi guarderà mai.”

Alla fine di quel racconto, Karin emise un lungo sospiro…

Tutta la verità su Kiba le era svelata.

In fondo, è giusto così.

“… perché mi hai raccontato queste cose?”

“Perché siamo uguali, io e te.”

Delusi da amori impossibili.

“… già.” sorrise amaramente.

Ma è ancora possibile rialzarsi…

“Anche io, voglio staccarmi da Itachi.” confessò, cercando di catturare i suoi occhi. “Mi aiuterai tu?”

Quelle parole lo lasciarono senza fiato…

… per rialzarsi, era necessario prendersi per mano.

“… però non farò tutto il lavoro da solo!” solito sorriso tipico degli Inuzuka.

E la contagiò, con quel sorriso.

“Certo: una Hebi non si tira mai indietro.” proruppe, toccandosi gli occhiali.

“Ed ora sbrighiamoci: Akamaru ci starà attendendo impaziente!”

 

* *** *

 

Alle dieci in punto della mattina successiva, il rumore delle macchine da distruzione sovrastò quel piccolo quartiere.

Era così semplice e veloce, quando il sistema veniva corrotto.

Alcuni curiosi passanti si fermarono attorno alle ringhiere di protezione, lanciando sguardi in alto verso i macchinari; altri, probabilmente abitanti o lavoratori di quella zona, già informati da tempo riguardo quel progetto, trattenevano i loro sentimenti di disprezzo nei confronti di quel che stava accadendo.

“Quanta gente è venuta ad assistere a questo scempio.” bisbigliò una donna dalle forme rotonde e l’aria gentile, ma tutt’altro che così in quel momento.

Un ragazzo, accanto a lei, annuì; la pelle diafana della sua carnagione lo rendeva ancora più triste.

“Questa è un’impunità!” decretò un uomo poco più avanti di loro, toccandosi i baffi sale e pepe.

Quel giovane lo fissò, per poi leccarsi le labbra; e notò con l’occhio attento dell’artista come il nero di quella sfera gigante agganciata ad un macchinario giallo senape assomigliasse troppo al suo colore di capelli…

Gli uscì un pensiero amaro.

La principessa si è dimenticata da dove provenga.

La palla in ferro diede il primo colpo, facendo tremare i loro cuori; l’insegna del negozio cadde a terra.

Kinomiya’s flower shop.

 

Aw! Che bel capitolo!*-*

Rael è un mito, solo lei può scrivere questi capolavori..*-*

Si, avete capito bene! Per una volta sarò io, Mimi, a rispondere!

Devo dire che ne avevo una voglia matta, vi ringrazio per le gentilissime recensioni al mio precedente capitolo:

 

Bambi88: Ciau Roby [posso chiamarti così?], finalmente riesco a ringraziarti personalmente. In primis, grazie per la ItaIno, bellissima.

Poi ti ringrazio per la recensione! *-* Tu sei troppo gentile. Eh...tua SasuIno? Molto interessante..*ghgh* Un bacione!

Talpina Pensierosa: Felice chi ti sia piaciuto!*-* NaruHina e GaaSaku...che coppie caruccie! Grazie! Un bacione!

Mat Darkwind: Ne approfitto per ringraziarti dei preferiti, è un onore. *-* Per quanto riguarda il contatto, Rael ha un po’ di problemi con MSN quindi non riesce ad aggiungerti. Comunque grazie mille! Un bacione!

Kaho: Ciau Gecchin, ci ritroviamo anche qui. ^-^ Si, hai ragione; questi sono proprio capitoli tranquilli, ma dal prossimo inizierà già la tempesta! *Mimi si guarda in giro, consapevole di esserne la causa* Ovviamente Jiraya è sempre un mito!XD Viva l’ero-sennin! Non hai letto NaruHina? No problem!XD Io salto perfino le parti ShikaTema scritte da Rael, qui! Un bacione e grazie mille!

Minority Girl: Uhm.. Mi sa che si è trattata di una svista! Scusa l’ignoranze. T^T NaruHina è caruccia come coppia, ma il GaaSaku la batte di gran lunga! Quei due sono davvero carinissimi insieme, a mio modesto parere. Grazie mille, sei stata gentilissima. Un bacione!

Ferula_91: Qui siamo in due grandi curiose. Io e te andremmo d’accordo! XD Contenta che il capitolo ti sia piaciuto, spero ti piaccia anche questo! Un bacione!

NejisFan 94: AW! J’adore KibaKarin! Sono la coppia più crack del mondo, ma sono troppo carini!*-* Francy, sei sempre troppo gentile. Io ti adoVo, e Rael concorda. Felice che le scenette GaaSaku e NaruHina ti siano piaciute. Grazie e un bacione!

 

Non pensavo che Jiraya sarebbe piaciuto così tanto!XD

L’avevo messo a caso, senza pensarci troppo. Questo dimostra che il mio cervello è del tutto scollegato da me...-.-

Tsk. Prometto di impegnarmi!

Ci [alla Rael] aggiorniamo Venerdì prossimo!

Un bacio!

 

_Rael_89 & Mimi18

 

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Capitolo 27
*** Capitolo Ventisettesimo ***


cap 27 rivincita

LA RIVINCITA DI INO

CAPITOLO 27
[Capitolo con presenze Lime]

Chissà che sarà di noi?
Lo scopriremo solo vivendo...

Lucio Battisti, Nastro Rosa

Itachi Uchiha fissò di sbieco la bionda cameriera del pub, che puliva con abilità il bicchiere di birra.
Lo rigirava lentamente fra le sue mani, passando sugli strati bagnati uno strofinaccio grigio fumo.
Buttò giù un altro sorso, quando vide il suo sguardo su di sé. Sorrise malinconico, scotendo il capo. Non gliene fregava un cazzo.
Quella avrebbe potuto perfino ballare nuda davanti a lui, che se ne sarebbe fregato altamente.
Sollevò lo sguardo, incontrando gli occhi nocciola di Sasori, che lo osservava da sopra le spalle di una morettina che, in quel momento, gli stava baciando il collo.
Itachi inarcò un sopracciglio, osservandoli. Quella, se non si sbagliava, era la terza volta che uscivano insieme. Sasori non aveva mai fatto durare tanto una storia con un ragazza. Mai.
Anche Deidara, sicuramente, era con quella biondina che da qualche tempo frequentava con lui i corsi d’arte moderna.
Tutti occupati, i suoi amici. Tutti tranne lui; il solo idiota che si era innamorato di una maledetta puttana.
Con occhi feroci, chiese un altro giro di whisky.

Tenten fissò Neji Hyuga con occhi adoranti.
Com’era bello, quel giorno. I suoi capelli lunghi, sembravano più luminosi del solito. Gli occhi candidi la scrutavano con amore e le sue braccia continuavano a sfiorarla distrattamente, provocandole piacevolissimi brividi lungo la schiena.
Camminavano fianco a fianco, diretti verso un fast food che Neji le aveva proposto.
A dire la verità, non le importava molto il luogo in cui lui l’avrebbe portata. Le bastava stare in suo compagnia, quello era tutto.
Sorrise, abbassando gli occhi. Da quando era così romantica?
Era sempre stata innamorata di lui, ma mai così. Era diventata quasi dipendente dalla sua voce, dalla sua presenza. Dipendente da lui. Era la sua droga.
“Tenten?”
Interruppe il corso dei suoi pensieri, sollevando appena gli occhi.
Le gote le bruciavano, segno chiaro che era arrossita.
“Dimmi.”
“Tu vai a prendere il posto?”
Annuì, allontanandosi [scappando] dal ragazzo. Avvistò un tavolino libero, proprio accanto alla grande vetrata del Fast Food.
Si sedette, sospirando malinconica. Non avrebbe dovuto più distrarsi in quel modo, o Neji avrebbe potuto pensare che si stesse annoiando. Cosa assolutamente falsa.
Si portò una mano agli occhi, con delicatezza. Non voleva rischiare di rovinare il trucco curato che Ino le aveva fatto.

Ino.
Chissà cosa stava facendo, lei, in quel momento.
Probabilmente era con Sasuke. Ormai, quei due, passavano un sacco di tempo insieme. A quanto pare, però, la ragazza aveva deciso di frenare la loro storia. Di andarci piano.
Sorrise, arrossendo. Lei non aveva mai baciato un ragazzo, e Ino era già sul punto di fare l’amore col suo. Troppa differenza, fra due coetanee.
In fondo, la situazione di Ino era del tutto normale. Probabilmente solo lei, e forse Hinata, in tutta la scuola non erano mai andate oltre un abbraccio.
Di quello aveva un po’ paura. Non sapeva cosa fare, come avrebbe dovuto comportarsi. Non aveva la minima idea di come si baciasse un ragazzo. Oddio, proprio nessuna no, ma era poco il suo sapere su quell’argomento.
La cosa che la spaventava di più, però, era sapere che lui avesse già avuto delle esperienze. Ne era sicura, di quello. Neji era un gentleman, ma pur sempre un diciassettenne. Un diciassettenne che, a detta dei suoi migliori amici, aveva sempre riscosso parecchio successo con le ragazze.
E se non gli fosse piaciuta, solo per la sua inesperienza?
“Eccomi.”
La voce di lui, di nuovo, la interruppe.
Si morse il labbro inferiore, tentando di cacciare via quei pensieri che la facevano stare male.
Era li con lui, ed era la sola cosa che doveva importarle.
“Mangiamo!”
Esclamò, con un falso tono allegro.
Neji inarcò un sopracciglio, afferrando un Hamburger fra le mani, portandoselo vicino alle labbra.
Fissò Tenten di sottecchi, mangiare il panino.
Che aveva?
“C’è qualcosa che non va?” domandò a bruciapelo.
La ragazza scosse il capo con un sorriso sbieco, scrollando la chioma castana lasciata sciolta per l’occasione.
“No, Neji-kun. Tutto bene.”
Lui le sorrise, leggermente tranquillizzato.
“Ok.”

“Arrivata.”
La voce tranquilla e bassa di Hinata lo fece sorridere.
Si appoggiò al grande cancello nero in ottone, fissandola intensamente.
Si era avvicinato a lei, con la scusa di recuperare qualche materia in cui era negato prima dei colloqui con i genitori. La verità era che voleva passare più tempo con lei.
Passare più tempo, senza doverla osservare di nascosto. Sarebbe bastato fare finta di ascoltare quello che lei spiegava, per dare una motivazione valida per gli sguardi che gli lanciava.
Gli sarebbe bastata la sua vicinanza, annusare il suo profumo di rosa e perdersi nei suoi occhi.
Si, semplicemente quello.
La ragazza allungò una mano verso il pulsante del citofono, incerta.
“Hinata...”
Scattò in avanti; infondo, quello, non gli bastava più.
Forse, aveva fatto male i suoi calcoli.
Stare con lei, non aveva fatto altro che aumentare il suo battito cardiaco, mozzargli i fiato e...fargli ricordare sempre quei sorrisini timidi.
“D-dimmi...Naruto.”
Si morse un labbro, incerto. Se lei lo avesse rifiutato, probabilmente, non avrebbe più avuto il coraggio di parlargli. Oppure, l’avrebbe accettato solo perché non voleva fargli del male.

Voleva davvero rischiare?
“Naruto?”
Sollevò lo sguardo, osservandola.
Aveva la testa bassa, tuttavia poteva intravedere le sue gote arrossate.
“Naruto. Volevo ringraziarti. Per tutto quello che fai, per me.”
Le dita delle sue mani si incontrarono, ed iniziò a giocare con esse nervosa.
“Hinata-chan! Non devi ringraziarmi! Sono io che devo farlo, sono felicissimo di...stare con te.”
La giovane Hyuga alzò lo sguardo, rossissima.
Vide Naruto avvicinarsi a lei, e le scappò un gemito quando sentì le sue mani posarsi sulle sue spalle.
“Io...ti voglio bene, Hinata. Ma non come un’amica. Sei...qualcosa di più, credo. Anzi, ne sono sicuro.”
Quando batteva veloce il cuore, in quel momento?
Tantissimo.
Una lacrima le scivolò lungo la guancia, trattenendo un singhiozzo.
Da quanto aspettava quel momento?
Tantissimo.
Si portò le mani alle labbra sottili, coprendo il sorriso di gioia.
Da quanto sognava quella scena?
Tantissimo.
Le lacrime continuarono a scendere copiose, per una volta tanto non se ne pentì.
Alzò lo sguardo su Naruto, sorridendo.
Quanto lo amava?
Osservò i suoi occhi azzurri, i capelli biondi spettinati e quei buffi segni sulle guance.
Sorrise più ampiamente.

Tantissimo.

La ragazza scosse i lunghi capelli color caramella, avanzando sensualmente verso il letto a baldacchino.
La camicia che indossava, ad ogni suo passo, si sollevava leggermente, mostrando quell’intimo candido che portava.
Sorrideva maliziosa, avanzando con sicurezza.
“Allora, Gaara-kun, che vogliamo fare?”
Lui rise divertito, portandosi una mano a coprire i occhi.
Chi se lo aspettava che una serata al cinema, potesse concludersi in quel modo?
Lui no di certo.
Quando Sakura, poco più di un’ora prima, gli aveva proposto di andare a casa sua aveva spalancato la bocca come un’idiota.
Infondo, aveva capito di interessarle, ma non credeva che fosse così interessata.
No, quello non se lo aspettava proprio.
“Non so, Sakura-chan. Tu che vorresti fare?”
La sua risata maliziosa gli fece perdere un battito, stupendolo.
Era davvero lui, quello?
Si stava, davvero, emozionando così tanto per una ragazza?
La osservò meglio e, ancora, un battito gli venne a mancare.
Si, era lui. Si, si stava emozionando. E si, aveva voglia di lei.
Sakura osservò lo sguardo di Gaara farsi serio e, come fulminata, decise di smettere di ridere.
Lo vide alzarsi e avvicinarsi a lei.
Si morse il labbro inferiore, nervosa.
Non aveva paura di quello che avrebbero fatto, ma di quello che sarebbe successo dopo.
Non aveva nessuna sicurezza, infondo, che lui volesse stare davvero con lei.
Rischiava, ancora una volta, di soffrire per amore. Di soffrire...di più.
Sentì la mano di Gaara sfiorarle la spalla, e si lasciò andare.
Solo andando avanti, avrebbe potuto scoprirlo. Voleva fidarsi di Gaara, non dubitare.
Chiuse gli occhi, avvicinandosi a lui e baciandolo.
Il rosso fremette, stupito. Sentì la lingua di Sakura cercare la sua, e l’assecondò. Portò una mano a stringerle il fianco, avvicinandola di più a sé.
Continuò a baciarla, e quando sentì le mani di lei affondare nei suoi capelli la prese in braccio, portandola sul letto.
La fece stendere sotto di sé, e si staccò da lei. Fissò gli occhi di Sakura aprirsi, lenti, in attesa. In attesa di un cenno, per andare avanti.
Lei gli sorrise, sollevando una mano e portandola al suo volto. Lo accarezzò leggermente, fermandosi poi quel tatuaggio che lui aveva sulla fronte.

Amore.
“Lo voglio fare.”
Si imbarazzò, sentendo quella frase. Era quello che aspettava, ma non detto così audacemente.
Sakura, vedendo il tentennamento di lui, si avvicinò baciandolo ancora.
Fece scorrere una mano lungo il suo petto, sollevando la maglietta.
Aprì gli occhi, scostandosi da lui.
“Facciamolo, Gaara. Mi fido di te.”
Il ragazzo, riprendendosi, sorrise.
Le si avvicinò, baciandole il collo.
“Sì.”
La trattò con dolcezza, quasi come se quella fosse la sua prima volta. Quasi come se avesse fra le sue mani una bellissimo, ma delicatissimo fiore. Un fiore che, in quel momento, era solo suo.
Suo, suo, suo.
E lo sarebbe stato ancora, e ancora. Perché, in quel momento più che mai, capì che Sakura non era uno sfogo di sesso, o una distrazione, o un oggetto.
No, era importante. Piano, piano l’aveva capito. Sentendo il suo nome invocato da quelle labbra, sentendo le dita bruciare ogni qual volta che sfiorava la sua pelle.
Era il suo fiore.
Il suo bello, bellissimo fiore.
“Ti amo.”

* *** *

Ino corse giù dalle scale, spintonando Shikamaru che, sbadigliando, stava per entrare nel salone di casa Yamanaka.
“Scemo!” trillò, facendogli una linguaccia.
Il giovane si grattò il capo, sbadigliando di nuovo.
Mendokuse, Ino.”
La ragazza scomparì all’interno della stanza, saltellando. I suoi capelli sbatterono all’aria, mentre la risata cristallina arrivava fino alle cucine, due piani più in basso. Mentre il suo profumo di lavanda non abbandonava Shikamaru, nonostante fosse ormai a tre metri da lei.
La ragazza si sedette tranquilla al tavolo, afferrando subito un pane tostato, arricchendolo di marmellata all’arancia.

Adorava l’arancia.
“Mh.”
Un gemito di apprezzamento, non appena mise in bocca quella bontà.
Shikamaru sbuffò seccato, versandosi del caffé nelle tazzina.
“Buongiorno, ragazzi.”
Yoshino, più bella che mai, comparì sulla porta.
Lasciò scorrere lo sguardo su Ino, che indossava la sua divisa, e poi su Shikamaru, stravaccato sulla sedia e con la divisa scomposta.
Alzò gli occhi al cielo divertita, sfiorandosi il ventre.
“Chissà come sarai tu...” pensò, sedendosi.
In quel momento entrò anche Inoishi che, con un sorriso alla moglie, si sedette accanto a lei.
Ino storse il naso, infastidita da qualcosa.
Fissò il padre di sottecchi, dubbiosa.
C’era qualcosa di strano.
“Che c’è, Ino?”
Lei scosse il capo, sorridendo incerta a Yoshino.
Il padre, nel frattempo, aveva afferrato il giornale. Aveva saltato le prime pagine che, ora, erano girate verso Ino.
La bionda lesse il titolo con curiosità.
Solitamente i quotidiani non la interessavano, ma l’immagine di un qualcosa raso al suolo attirò la sua attenzione.
Piegò il capo verso destra, tentando di leggere.
I suoi occhi azzurri cercarono il nome di quel negozio mentre uno strano formicolio si impossessava della mano con cui stringeva il pane.
Si scostò un ciuffo di capelli, riuscendo finalmente a leggere:

Inoishi Yamanaka nemico dei fiorai

Inoishi Yamanaka, da sempre dichiaratosi un fido aiutante del popolo, ha raso al suolo un negozio di fiori di Konoha, una piccola prefettura di Tokyo.
Questo negozio, pare, avesse una forte influenza sugli abitanti della piccola cittadina. Infatti, una folla di numerose persone si è recata nella zona, con l’intenzione di fermare i lavori.
La cosa che, più di tutti, ha fatto parlare è stato il nome del negozio, Kinomya’s Flowers Shop, che pareva possedesse in precedenza Miyu Kinomiya, madre di Ino Yamanaka...

Le posate le caddero a terra, sfiorandole la gamba e procurandole un taglio.
Sentì il rumore di vetri rotti, e si alzò in piedi, afferrando il giornale e strappandolo dalle mani del padre.
L’uomo la fissò sconcertato, mentre Yoshino osservava stupita la scena e Shikamaru si era risvegliato dalla catalessi in cui era caduto.
Fissò la sorella con sguardo obliquo, per poi lanciare un’occhiata al giornale che teneva fra le mani.
“Ino, che diavolo ti salta in mente?” domandò l’uomo dai capelli lunghi, alzandosi in piedi per fronteggiare la bella figlia.
Ino gli si avvicinò, arrivando a pochi millimetri dal suo viso.
“Bastardo.” Sussurrò, mentre le lacrime pizzicavano insistenti.
Inoishi spalancò gli occhi, alzando una mano pronto a colpirla.
Yoshino strillò, coprendosi gli occhi, mentre Shikamaru agì.
Afferrò la mano del patrigno, proteggendo la ragazza.
“L’hai fatto fuori tu! Sei solo un bastardo bugiardo!”
Le urla di Ino lo confusero. Si abbassò, afferrando il giornale. Con orrore fissò il nome del negozio che lui aveva dato l’ordine di radere al suolo.
Per una sua distrazione, ora, sua figlia, la sua Ino, stava soffrendo.
Alzò una mano su di lei, tentando di toccarla, ma questa gliela schiaffeggiò fissandolo con disgusto.
“Lo sapevo che voi politici eravate tutti dei bastardi; sapevo che sarebbe stato un errore venire da te! Ma io, stupida idiota, mi ero fidata! E guarda cosa ci ho guadagnato! La distruzione del negozio che mia madre ha gestito per tanti anni!”
Le lacrime non scesero lungo quelle guance. Non voleva mostrarsi debole nemmeno in un momento come quello.
Shikamaru la fissò, stupito. Quanta cattiveria in quella voce; quanta tristezza in quegl’occhi. Quanta bellezza, anche in quell’occasione.
Il risuonare di uno schiaffo lo distrasse.
Vide la mano di Yoshino sollevata, mentre Ino era scomparsa.
La guancia di Inoishi era rossa e pulsante.
“Che delusione.”
La voce di Ino gli giunse alle orecchie, ma non la vide.
Probabilmente, era corsa a prendere le sue cose.
Con uno sbuffo guardò ancora i due genitori.
“Che cazzo hai combinato, Inoishi?”
La voce di sua madre era piena di disprezzo. Inoishi sembrava un bambino, in quel momento.
Si teneva la guancia, con un’espressione dispiaciuta e sembrava, quasi, che avesse voglia di piangere.
“Shika, vai a cercare Ino.”
Non avrebbe protestato, per una volta. Non avrebbe detto mendokuse, o sbuffato; scattò semplicemente, nella direzione in cui lei era scappata.
“Mi hai deluso, Inoishi.”
Strinse gli occhi, rallentando un attimo la sua corsa.
“Non voglio più avere a che fare con te.”
Un singulto gli scappò dalle labbra, mentre si appoggiava alla porta.
Scotendo il capo si precipitò fuori, lasciando perdere le faccende degli adulti. Ora, aveva qualcuno di più importante a cui pensare.
Sicuramente, sua madre sapeva quello che faceva.

Sasuke alzò lo sguardo verso il cielo, sorridendo.
Azzurro.
Azzurro come tante cose.
Azzurro come il mare, azzurro come gli occhi di Ino.
Sorrise, imbarazzandosi.
Si sistemò meglio la cartella sulle spalle.
“Sasuke...”
Si voltò stupito, sentendo quella supplica.

Piove.
Pensò, avvicinandosi alla giovane. Le posò una mano sulla spalla, preoccupato.
“Che succede, Ino?”
Sentì le braccia di lei stringerlo e la sua maglietta inumidirsi.
“Ehi...”
I singhiozzi di Ino lo colpirono. Non l’aveva mai vista piangere. Non l’aveva mai vista in quello stato.
La strinse forte a sé, carezzandole la schiena.
“Ehi.” Disse di nuovo, baciandole il capo.

Non ve lo aspettavate, vero?! Beh, direi proprio che Mimi si è impazzita O.O … se andiamo avanti di questo passo, la fict diventerà una lemon XDDDD
Beh, a mio parere, eccessivamente bella la parte GaaSaku. Ovvio, anche le altre… ma direi che qui è quella che colpisce di più. Come la parte di Ino ed Inoishi… questo è il prologo della crisi, cari lettori: un uragano di guai che coinvolgerà non solo la famiglia Yamanaka, ma direttamente anche la famiglia Uchiha. Ed avvertiamo le fan di Itachi che avranno una loro “rivincita” (o, almeno, questa è la nostra idea da mettere in pratica XD)…

Rael si scusa enormemente per non poter rispondere alle recensioni, o ringraziare direttamente chi ha messo la “Rivincita” tra i preferiti: problemi di linea non le permettono di connettersi -.-° Dovrebbe risolversi tutto in massimo 2 settimane ma, per ora, tra le sue pubblicazioni dovrete accontentarvi di leggere solo questa…
Ringraziamo tutti coloro che ci leggono, ci commentano ( su su, vogliamo che aumentiate di numero ù.ù), e ci sostengono: senza di voi, la “Rivincita” non sarebbe quel che è (_ _)
Puntualmente, ci vediamo venerdì prossimo!
Bacini
Mimi18 & _Rael_89

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Capitolo 28
*** Capitolo ventottesimo ***


THE HOOLIGAN AND THE GOOD GIRL

LA RIVINCITA DI INO

CAPITOLO 28

 

 

La campanella suonò la prima ora.

Seduti sulle scale anti-incendio dell’entrata posteriore, un rumore soffocato di singhiozzi, misti a paroline bisbigliate a fatica.

Lui l’ascoltava, stringendola a sé.

In silenzio.

L’ascoltava.

Ma non la comprendeva.

Nella sua mente veniva rievocata la vita di una giovane donna, madre appena ventenne senza un compagno, una vita di sforzi, sacrifici, di fatiche, per tenere aperto il negozio di fiori ereditato dai genitori morti prematuramente pochi anni prima… era la vita di Miyu Kinomiya. Era la sua vita, di Ino Yamanaka.

No, mai fu Yamanaka. Ino Kinomiya.

Tremava. Ma non versava lacrime; le aveva esaurite. O, probabilmente, si era rifatta viva la sua parte più orgogliosa, che disprezza l’umiliazione di mostrarsi debole: e stringeva i denti, resisteva al dolore.

Eppur lo sentiva, accarezzandole i biondi capelli spettinati; poteva respirare la sua disperazione.

Ma capirla no. Perché pensieri di Sasuke, più che a Miyu, andavano ad Inoishi.

C’è il perdono.

C’è un padre che ha sbagliato, ma che l’ama da morire.

Lui questo comprendeva: e questo fu quello che avrebbe voluto comunicarle. Ma non ora. Non lì.

Restò in silenzio, ad ascoltare.

 

* *** *

 

Il respiro fu smorzato, non appena sentì quella voce bisbigliare il suo nome.

“Sakura.”

L’aveva già richiamata un’altra volta.

Perché non si era girata?  Perché aveva fatto finta di non sentirlo?!

“… ah, sei tu Gaara.”

“E’ da un po’ che ti cerco.” non gli piacque quel falso sorriso disegnatosi sulle sue labbra. “Se non hai ancora pranzato, magari siedi con me.”

“… beh, a dire il vero, ho già mangiato con Karin.”

“Capisco.”

“Mh.”

I suoi occhi passavano da quel ciuffo rosso che si alzava dal suo orecchio destro all’orecchino dorato, al mento, alla bocca, al colletto della camicia, al tatuaggio sulla fronte, alla frangia che glielo lasciava scoperto. Ma mai agli occhi.

“Se vuoi farmi compagnia, non ci metterò molto; il resto della ricreazione potremo passarlo a passeggiare nel giardino, o che ne so, dove vuoi tu.”

Lei schiuse le labbra, senza parlare; rinunciò a qualsiasi cosa volesse dire, tirandosi indietro come quasi stesse per sbagliare risposta. Con la mano destra si toccò la sinistra lasciata libera accanto alla gonnellina, accarezzandosi il palmo.

Un disagio che cercava di scacciare via.

“Mi piacerebbe, certo… ma…” l’angolo destro della bocca si incrinò. “… ho promesso a Karin che l’avrei aiutata a studiare! Quindi… meglio che la raggiunga.”

Gaara non disse niente. Non disse niente, perché probabilmente non voleva capire quel che era evidente. Sbuffò leggermente, schiodando gli occhi azzurri da quel visetto che tentava di evitarlo in ogni modo.

“Sarà per la prossima volta!”

Il tuo sorriso è falso, Sakura.

“Certo.” annuì per nulla convinto.

Voltandosi i capelli tagliarono l’aria, che gli colpì la faccia; vedeva  la chioma fragola scuotersi al ritmo di quel passo veloce eppur incerto, in realtà trapassandoli; voleva carpire che nascondeva quella testolina complicata.

 

Sbattè la porta alle sue spalle; con un sospiro liberatorio, si appoggiò al muro. Un attimo di tranquillità; e si prese il petto, con un cuore che dolorosamente batteva forte; un respiro che traduceva il suo battito cardiaco. Si passò una mano tra i ciuffi corti.

Che mi è preso?!

L’aveva ignorato; cercava di farlo.

L’aveva affrontato.

… ma si può affrontare la persona che ami?

Eppure, l’aveva avvertito così.

Non incontro. Scontro.

Così l’aveva avvertito: il giorno dopo aver fatto l’amore con lui. E non aveva voglia nemmeno di sentire il suo nome…

Gli occhi si aprirono, scrutando in mezzo alla vegetazione del cortile; scovò Karin passeggiare sottobraccio con Kiba, mentre quest’ultimo prendeva in giro un Naruto imbarazzatissimo dalle sue parole, ed accanto a lui Hinata rideva educatamente.

Un piccolo rumorino la distolse da quei pensieri.

E’ amaro ricordare che gli hai mentito, vero Sakura?!

Si toccò il ventre…

No, non aveva già pranzato con Karin.

No, non doveva aiutarla a studiare.

 

* *** *

Il rumore troppo alto dei Trapnest comportò una sonora bussata alla porta da parte del fedele Iruka, su mandato di Mikoto; ma ciò non comportò alcuna reazione in Itachi. Sempre sdraiato sul letto, capelli sciolti ancora umidi dalla doccia, occhi socchiusi e resi sanguigni dal riflesso del tramonto.

Sbuffò. Odiava vedersi così. Si era rotto di starsene così in pena per Ino; quella puttana l’aveva davvero ridotto ad un colabrodo. Afferrò il cellulare poggiato sul comodino, trattenendo tra le labbra un brutta troia che non lo avrebbe di certo sfogato; ma sapeva chi avrebbe potuto aiutare a farlo.

Una birretta, una seratina tra amici, musica rock… quello che gli ci voleva!

Si rizzò a sedere, spegnendo la musica con il telecomando e ponendosi l’apparecchio telefonico all’orecchio; i secondi passarono al ritmo del tamburellare delle sue dita sul legno di noce finchè, storcendo il naso, non gli venne un sospetto…

… e se Sasori non si fosse fatto ancora vivo perché stava con quella morettina dell’altro giorno?! Quella lì, con gli occhi chiari… come si chiamava… sì, proprio quella che frequenta da una settimanella o giù di lì… un record, per Sasori Akasuna!

Itachi Uchiha fissò il display luminoso dello start tac, finchè non si spense; lo chiuse con forza, quasi buttandolo con veemenza sul comodino.

Sbuffò più violentemente.

“Quel maledetto… scopati pure la tua nuova fiamma!” imprecò, quasi augurandogli che qualcosa gli andasse storto. Poi si calmò. Si rimise seduto più comodamente sul letto, afferrando il telecomando ed accendendo la tv…

… un servizio su quel programma di gossip pomeridiano lo colpì particolarmente.

 

“… non ci sono state dichiarazioni né da parte del sindaco Tsunade, né per quanto riguarda il deputato Yamanaka; al contrario, le proteste degli abitanti di quartiere si sono fatte sentire anche dopo la demolizione. La faccenda si fa sempre più interessante, in quanto non sappiamo nemmeno le reazioni della figlia dello Yamanaka, Ino Kinomiya, al centro come sappiamo di un torbido triangolo con i figli dell’avversario Uchiha che, secondo alcune voci, non si sarebbe ancora risolto. Uno sfregio da parte di Inoishi per la cara figlioletta Ino, che lo fa impazzire con questi scandali? O, forse, sotto ci sono degli interessi ed un giro di corruzioni, come affermano gli abitanti di Konoha, che avrebbero portato all’abbattimento del negozio di fiori della defunta Miyu Kinomiya?!”

La televisione venne spenta con un sibilo; eppure, la mano che teneva ancora premuto il tasto rosso sul telecomando tremava leggermente. La donna, ultimamente, odiava quel programma di pettegolezzi; e finalmente notava quel tono così sarcasticamente cattivo della conduttrice dai capelli color cobalto e le acconciature sempre con decorazioni floreali.

“Non ti piaceva quella trasmissione?” la voce del figlio le giunse ovattata, a svegliarla dai suoi pensieri.

“Sì…” posò il telecomando sul tavolo, spostando un ciuffo d’ebano dietro l’orecchio. “Ma… trovo insopportabile quella smorfiosa di Konan!”

Liquidò altre spiegazioni con un gesto veloce della mano, tornando a preparare la cena; il ragazzo la seguì con lo sguardo velato, per poi tornare ai suoi compiti.

“… povera piccola Ino. Invischiata in quell’ambiente così schifoso e corrotto.”

Fu la voce sincera, il tono così preso, a colpirlo; ed il nome di Ino.

“… mh.” commentò; la pensava esattamente come lei, ma non c’era bisogno di dirlo. Posò la matita sul tavolo, passandosi una mano sui capelli, talmente bianca da risultare come una combinazione artistica perfetta con il carbone brillante dei suoi ciuffi. Chiuse gli occhi, li riaprì; e focalizzò il cellulare, lasciato in stand by lì vicino. Schiuse le labbra…

Sì, avrebbe proprio dovuto farlo. 

 

* *** *

 

“Buonasera, signorina.” Asuma esibì un inchino perfetto di fronte a quella giovane, che rispose con un cenno del capo biondiccio.

“Buonasera. Mi scuso per l’ora, non vorrei aver disturbato la famiglia.”

“Nessun disturbo: i signori non si sono ancora messi a cena.” si toccò la barba dal taglio perfetto. “Lei non è un’amica del signorino Shikamaru?”

“Il mio nome è Temari Sabaku.” annuì, presentandosi. “Ma non sono qui per Shika… bensì, per Ino.”

Il maggiordomo si trattenne dal dire qualsiasi cosa; pur essendo molto preoccupato per lei, non doveva dimenticarsi quale fosse il suo ruolo. Aprì del tutto la candida porta dal taglio inglese, inchinandosi nuovamente per invitarla ad entrare. “I signori la riceveranno subito.”

La biondina lo seguì, sentendosi leggermente a disagio: avrebbe decisamente preferito parlare con Shikamaru; ma fortunatamente si era preparata a quell’evenienza, e dunque si era vestita in modo più consono. Entrando nel saloncino si accomodò velocemente, sedendosi con la schiena diritta ed accavallando le gambe, forse in un vano tentativo di stare più comoda. Si lasciò andare ad un lungo sospiro.

No, non era decisamente il momento di lasciarsi prendere dal nervosismo.

“… salve.” la voce di Inoishi la colse del tutto impreparata.

“Buonasera!” scattò in piedi, offrendogli la mano. “Il mio nome è Temari Sabaku: sono un’amica di Shikamaru ed Ino.”

“Lieto di fare la sua conoscenza.” la sua stretta risultò forte e decisa; con un cenno, la invitò ad accomodarsi. “Credo di averla già vista, a qualche festa o riunione.”

“Frequento la stessa scuola di Ino e Shikamaru; e sicuramente ci saremo visti in altri ambienti, visto che mio padre si interessa di politica.”

“Sabaku… siete soci di una compagnia aerea, vero? E, se non sbaglio, avete tendenze di sinistra, dunque frequentate il mio rivale Uchiha.”

“Esattamente.” la biondina annuì, sistemandosi la camicetta candida; notò che la signora Yoshino non era con lui, e pervenne alla conclusione, secondo il misero racconto ottenuto quella mattina per bocca del Nara, che dovevano ancora essere in litigio.

“… hai notizie di Ino? A quanto mi ha detto Asuma, si è rifiutata di tornare a casa.” il suo tono di voce era calmo, controllato; eppure potè notare il formarsi di quella rughetta sulla fronte, e quel pugno stretto a tirargli i pantaloni chiari.

“L’ho invitata a stare da me.” si lasciò scappare un sospiro. “Ecco perché sono qui: mi ha pregata di venire a ritirare una valigia con tutte le sue cose.”

L’uomo annuì, portandosi una mano a massaggiarsi gli occhi; chiamò a gran voce la cameriera Anko e, nel suo entrare incerto ed immediato, la squadrò sospettoso: conoscendola, doveva aver origliato alla porta.

E, conoscendoli, Asuma e Gai dovevano essere con lei.

“Prepara la valigia di Ino; starà per qualche giorno dalla signorina Sabaku.”

Anko sussultò, iniziando a mordicchiarsi un labbro; con un flebile si congedò, facendo nascere un amaro sorriso in viso a Inoishi: era bello vedere che ci fosse molta gente ad amare sua figlia.

“Signor Yamanaka.” la voce della Sabaku lo richiamò. “Non so quanto possano valere le mie parole, ma… se lei assomiglia almeno un poco a sua figlia Ino, sono certa che non l’abbia fatto apposta a creare tutto questo casino.”

Ha riacquistato compostezza, il solito controllo e capacità d’analisi e d’azione che contraddistinguono la sua maturità: e non si scompose nemmeno quando lo Yamanaka riaprì gli occhi per guardarla, decisamente più sconvolto rispetto a lei.

“Ti ringrazio. Davvero. Le tue parole mi sono di conforto, in un momento come questo.”

“Anche Shikamaru la pensa così. Ma, ovviamente…”

“… non lo confesserà mai.” sbuffò, in una risatina ironica. “Gli sei molto vicina… ti ringrazio.”

Benché imbarazzata, non abbassò lo sguardo; ma le sue guance si colorarono di un rosso maturo.

“Ed anche con Ino… grazie di tutto.”

“Cercherò di starle vicino… e le assicuro che faranno così anche Hinata Hyuga, Tenten Higurashi, Sasuke Uchiha e gli altri.”

Socchiuse leggermente gli occhi, mostrandole uno di quei sorrisi che il Nara avrebbe definito, storcendo il naso, da padre. “Sasuke Uchiha… lui come è con lei?”

La colse del tutto impreparata, quella domanda; non le piaceva parlare dei rapporti d’amore altrui… anche perché, il suo era abbastanza incasinato! Però…

“Lui… è dolce. Strano, per un ragazzo della nostra età.” ci pensò bene, augurandosi di non dire cavolate. “A primo impatto, può sembrare freddo e distaccato… ma lo è perché, credo, non si fidi molto della gente. In realtà… sa essere sincero e premuroso; è maturo, sa controllarsi, è molto intelligente. Ha quel suo fare un po’ da… sì, da brontolone: ma, alla fine, la sua gentilezza lo spinge a fare tanto, per gli altri. E posso dire che non l’ho mai visto innamorato come prima d’ora…” annuì, convinta: si, Sasuke Uchiha era proprio così, quando stava con Ino.

L’uomo scrollò le spalle, emettendo un lungo sospiro; gli si era alleggerito il cuore, ora che sapeva tutto questo. Voleva togliersi quel senso di colpa per essersi perso i primi 15 anni della vita di sua figlia; ed ora che era con lui, quella preoccupazione tipica dei papà lo assaliva sempre, invogliandolo ad un senso di protezione che, in quella situazione di crisi con lei, gli doleva maggiormente.

“Grazie di tutto… so che è in buone mani.”

Temari annuì, ancora non capacitandosi come Ino non si accorgesse quale uomo avesse di fronte.

 

* *** *

 

Fu un toccasana, quel getto di acqua calda sulla pelle: le regalò dei forti ed intensi brividi che la rilassarono totalmente. La schiuma rosea scivolava velocemente su quelle candide rotondità, e le sue mani continuarono a passare su quella superficie liscia, per togliere ogni residuo di sapone; poi andarono a raccogliere i capelli sfregandoli leggermente sotto il getto della doccia, massaggiandosi il cuoio ricoperto dallo shampoo alla mela. Quando finalmente, con un ultimo getto d’acqua, si lasciò andare al tepore del liquido, richiuse la manovella con un gesto secco; e spalancò gli occhi tenuti chiusi, quasi a paura di lasciarsi prendere da un colpo di sonno a causa dell’effetto rilassante di quell’acqua. Scostò un poco la tendina, ed afferrò un accappatoio azzurrino; si immerse in quella morbidezza, sfregandosi con più forza i capelli per asciugarli, aiutata dal cappuccio dell’indumento. A passi svelti, su quelle pantofole perfette benché non sue, raggiunse la camera attigua; una bellissima camera da letto non più da bambina, ma da donna. Si ritrovò a pensare che Temari fosse molto fortunata, ad avere un bagno tutto personale; ma dopotutto, avendo due fratelli maschi, era stata sicuramente una scelta obbligata da parte dei suoi genitori. A proposito di loro, i signori Sabaku si erano rivelati molto gentili e discreti con lei; la faccenda del negozio non venne nominata, e non si stupirono nemmeno di veder tornare a casa la loro unica figlia in sua compagnia, con l’annuncio che per qualche giorno l’avrebbero ospitata: probabilmente, Tem si era messa d’accordo prima con loro. Non aveva ancora avuto modo di conoscere Kankuro, il fratello maggiore già universitario, e di salutare Gaara: ma, in fondo, il rapporto tra i due non era mai stato molto intimo, benché cortese e gentile.

Si sedette sul morbido letto dell’amica, con le braccia dolenti a causa dei bruschi movimenti per asciugare i capelli: di usare il phon non se ne parlava, non aveva affatto voglia di perdere troppo tempo.

Fu allora che notò il display del suo vecchio star tac spegnersi della sua luce verdina; lo afferrò velocemente, chiedendosi chi poteva aver tentato di chiamarla o le doveva aver mandato un messaggio. Aprì lo schermo superiore, andando a pigiare con forza i tasti già consumati: sapeva bene che doveva cambiare cellulare, e prendersene uno nuovo… ma beh, quello è stato uno degli ultimi regali di compleanno ricevuto da lei. Ed ancora ricordava quanti sacrifici aveva fatto per poterglielo acquistare…

Lo schermo cambiò colore, visualizzando il messaggio.

 

Hai visto, principessa?

Gli orchi hanno distrutto il tuo giardino.

E questo non è giusto.

… non dimenticare mai dove sei nata.

 

Il cappuccio dell’accappatoio le cadde dal capo, adagiandosi sulle sue spalle.

Si portò una mano sulle labbra.

Mittente: Sai.

 

 

 

Tu guarda chi si è fatto vivo...O.O

Tsè, tsè...Rael non la batterà mai nessuno con le sue super idee! Niente da fare..

Secondo voi si possono mettere i suoi capitoli fra preferiti? XD

 

Thanks to:

Minority girl: La scena Gaara Saku prendeva anche me, che la scrivevo! Non so se mi spiego..^-^ Comunque grazie mille, sei stata gentilissima! Un bacione!

Ferula_91: Felice che la parte NaruHina ti sia piaciuta! Mi tocca scrivere sempre a me di quei due *scuote il capo* Grazie mille, un bacione!

Bambi88: Ma ecco come l’ha avuta! *ghgh* Appena finisco qui vado a recensire le altre tue storielle! XD Bacione e grazie!

HinaNaru: Ottima intuizione! *-* Grazie mille, un bacione!

Talpina pensierosa: Grazie mille! *-* Un bacione!

Nidaime93: *Mimi si riguarda le recensione* Quale? Rimossa dalla mente! XD Grazie mille per i complimenti, li accettiamo volentieri! Un bacio!!

 

Bhe, direi che per oggi è tutto! Lasciateci qualche commentino, fa sempre piacere sapere che cosa ne pensate. *-*

Alla Rael: Ci leggiamo venerdì!

 

Mimi&Rael

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Capitolo 29
*** Capitolo Ventinovesimo ***


cap 29 rivincita

Il cappuccio dell’accappatoio le cadde dal capo, adagiandosi sulle sue spalle.
Si portò una mano sulle labbra.
Mittente: Sai.

LA RIVINCITA DI INO

CAPITOLO 29

“Toc-toc”
Itachi inarcò un sopracciglio, fissando con la coda dell’occhio la figura slanciata del suo migliore amico.
“Che cazzo vuoi?”
Sasori sorrise, avvicinandosi leggermente cauto, per poi sedersi sulla sedia di fronte al moro.
Si girò verso le stereo, sorridendo più ampiamente. La voce di Reira, bella e melodiosa, lo mandò in estasi.
“La mia ragazza preferisce i Trapnest, come te. Però ha una cotta per il chitarrista dei Blast..”
Itachi grugnì, facendo capire che non gliene fregava un emerito cazzo dei gusti della sua donna.

Buoni gusti, in effetti.
“Che cosa ci fai qui?”
La domanda di Sasori lo fece sorridere ironico.
“Vediamo: tu, falso amico, sei incollato alla tua tipa ventiquattro ore su ventiquattro; idem Deidara che, come immagino, sarà con lei anche adesso. Secondo, Ino mi ha piantato” Sasori roteò gli occhi “e non è mai successo.”
“Oh bhe...c’è sempre una prima volta, no?”
Itachi spalancò la bocca pronto a ribattere, ma fu bloccato dal rosso.
“Insomma, la Yamanaka ti ha piantato, e allora? Il mondo è pieno di ragazze più fighe di lei! La vita è breve, insomma! Godiamocela, spassiamocela!”
Il moro sbuffò, dando ragione all’amico.
Aveva diciotto anni, non aveva ancora molto tempo per divertirsi.
Ino non lo voleva, ok. E allora? Aveva migliaia di ragazze che avrebbero pagato oro per stare con lui.
“Hai ragione.” Decretò, alzandosi in piedi.
Sasori annuì compiaciuto, allungando una mano davanti al volto e alitando sulle unghie, con falsa modestia.
“Lo so, darling.”
Il volto di Itachi fu scosso da un brivido, mentre l’altro si alzava e andava verso l’armadio del moro alla ricerca di qualcosa di decente per sta sera!

“Gne, gne, gne..”
Kankuro era un bel ragazzo. Questo era stato, più o meno, il pensiero di Ino appena lo vide.
Capelli rossicci, più tendenti al castano; occhi chiari, fisico ben piazzato.
Aveva tutto ciò che una ragazza poteva desiderare in un uomo.
In uomo, che non parla..
Come aprì bocca le certezze di Ino crollarono.
“IDIOTA!”
Così come crollarono le certezze di ragazza calma e matura nei confronti di Temari.
Era li, di fronte a lei, con un dito puntato al volto del fratello che, per nulla imbarazzato, era in solo asciugamano di fronte alla nuova arrivata.
“Sempre ad urlare, tu eh?”
Ino pensò che quella non era una bella cosa da dire, se quel tipo ci teneva veramente alla pelle.
La vena sulla tempia di Temari pulsò in modo preoccupante, tanto che la bionda Yamanaka dovette alzarsi a trattenerla.
“Tema-chan, cara, lui non ha fatto apposta! Non poteva sapere che fossi vostra ospite..”
Kankuro, del tutto d’accordo con lei, annuì convinto.
“Ascolta la tua saggia amica.”
“Tu, Kankuro-kun, vai a metterti qualcosa addosso, ti prego!”
Il ragazzo sorrise, vedendo le guance di Ino imporporarsi.
Sbuffò, mettendosi le mani dietro la nuca, cosicché l’asciugamano si sollevò leggermente.
“Oddio.”
Ino lasciò andare l’amica e si coprì gli occhi, sentendosi Hinata.
Temari, approfittandone, fece per saltare addosso al fratello, ma fu bloccata dalla voce di Gaara.
“Temari, fermati. Tu, idiota” Kankuro arrossì “vai a vestirti. Non fare vedere agli ospiti la tua stupidità.”
La bionda sussultò, sentendo le parole fredde e dure del giovane coetaneo. Non l’aveva mai visto così...cattivo.
Incrociò i suoi occhi color acqua, e rabbrividì.
“Buo-buongiorno, Gaara-san.”
Si diede della stupida; perché balbettava?
Il rosso inarcò un sopracciglio e, sorpassandola, borbottò un flebile “ciao”.
Temari osservò i due interdetta, rivolgendosi poi all’amica.
“Ma...avete litigato?”

“Uhm.”
Chouji inarcò un sopracciglio, fissando Shikamaru che, stranamente, sembrava in difficoltà.
Il Nara, imbronciato, si grattava il mento ruvido a causa della barba tagliata. Sembrava, con la mente, rivolto altrove.
Probabilmente, pensò l’amico paffuto, ad una delle due bionde che incasinavano la sua vita.
“Sai, Cho..” il castano lasciò perdere il pacchetto di patatine “Ino mi manca.”
Il giovane spalancò gli occhi, fissando le gote dell’amico arrossarsi, per poi sorridere con malizia.
“Se lo sa Temari..”
“Ti prego, non andarglielo a dire...”

“Karin, ti prego, no!”
La rossa sorrise con malizia, portando fuori dalla portata di Kiba il guinzaglio di Akamaru.
Il gran cagnolone, libero, corse verso il fiume ai piedi dei due ragazzi, immergendovi le candide zampe.
Kiba sgranò gli occhi, troppo stupito per dire qualcosa, mentre Karin rideva a crepapelle.
Il giovane borbottò, fissandola storto.
“Sai, penso che non sia una buona idea portarti con me ed Akamaru.”
La rossa rise ancora più forte, sedendosi sull’erba umida, sporcandosi lievemente i pantaloni di velluto che indossava.
“Tanto... so... che mi adori…” riuscì a dire, preda alle risate.
Il castano si grattò il naso, decisamente imbarazzato.
Le si sedette accanto, per poi sdraiarsi totalmente.
Fissò il cielo quasi del tutto oscurato, pensando che forse Shikamaru aveva ragione. Non era poi così male..
“A che pensi?”
La voce, più tranquilla, di lei lo riportò alla realtà.
Le sorrise dolcemente, pensando che quello era uno strano giorno.
Fissò le sue labbra e si chiese, improvvisamente, da quanto uscissero insieme.
Una settimana? Bhe, anche nel caso fossero state due, era troppo presto per baciarla.
“Al fatto che...è una.”
Lei inarcò un sopracciglio. Voltò lo sguardo dritto davanti a sé, facendo finta di nulla.
Forse aveva capito. Forse.
Infondo, erano solo 8 giorni e 16 ore che erano diventati...
...che cosa?
“Kiba..”
“Nh?”
“Noi che cosa siamo, esattamente?”
Il ragazzo sospirò, pensando che Karin era troppo arguta. Agli occhi di molti poteva pure sembrare un’oca, ma lui sapeva bene quanto in realtà fosse sveglia.
“Uhm. Esattamente, eh?”
Non era imbarazzato dalla domanda. Non ve ne era alcun motivo; infondo, era sicuro che prima o poi, lei, gliel’avrebbe posta.
“Non so.”
Lei sapeva, ne era certa, che lui le avrebbe detto qualcos’altro.
Lo vide mettersi a sedere, e girarsi versi di lei.
Occhi negli occhi.
“Karin, fosse per me, ora, saremmo già così” due dita unite “ma ho promesso che avrei aspettato che tu ti saresti dimenticata di Itachi. Quindi...io e te siamo un po’ come...Harry Potter e Hermione Granger!”
Lei lo fissò, spalancando gli occhi dietro alle lenti degli occhiali.
Ma davvero stava provando ad uscire con quel deficiente?
Si alzò in piedi, infuriata.
“Sai?” disse procedendo verso la strada a grandi falcate “io non so come cavolo faccio a...a...non so nemmeno io cosa!”
Lui la guardò interdetto, per poi mettersi a seguirla.
La raggiunse facilmente e la bloccò stringendole il polso.
Karin si voltò, lanciandogli un’occhiata aggressiva.
“Hermione e Harry, se non lo sai, alla fine del libro non si mettono insieme! Tu mi vedi semplicemente come un’amica, secondo questo ragionamento schifosamente idiota!”
Il ragazzo osservò gli occhi di lei divenire lucidi e, per quanto potesse sembrare da bastardi, era felice.
“Sai, Karin, sono felice. Significa che allora non vuoi rimanere mia amica per tutta la vita...”
La rossa si bloccò, arrossendo. Era caduta come una cretina nella sua trappola.
Voleva vedere la sua reazione. Semplicissimo ed efficace.
“Tu...”
Kiba rise, mollando la presa. Si piegò in due, lasciando che Karin gli rivolgesse contro mille improperi.
“Maledetto stronzo! L’hai fatto apposta!”
E avrebbe continuato, se Kiba non l’avesse afferrata per la vita e l’avrebbe portata a terra, proprio sotto di sé.
E gli avrebbe stampato un ceffone se, in quel momento, il suo cuore non avrebbe iniziato a palpitare così veloce.
E, se lui l’avesse baciata, avrebbe ricambiato.
Ma rimasero li, uno sopra l’altra, a fissarsi negli occhi. Emozionati e... forse un po’ innamorati.

La musica lo fece andare in estasi, ancora prima di bere un solo bicchiere.
La sua vecchia vita stava per tornare.
Sapeva di essere attraente. Lo sapeva. Sentiva su di sé gli sguardi adoranti delle ragazze e, forse, anche di qualche ragazzo.
E sorrideva, per la prima volta dopo giorni, felice e spavaldo.
Sasori, li accanto, aveva più o meno la stessa espressione.
“Ma guardali…”
Una voce esageratamente ironica li fermò.
Una bella ragazza bionda li osservava sarcastica, dall’alto al basso, mentre teneva fra le mani un bicchiere di vodka.
Itachi la squadrò, notando un somiglianza con qualcuno di sua conoscenza.
I lunghi capelli biondi stretti in una coda alta, gli occhi maledettamente azzurri.
E un carattere, come al solito, spavaldo e sicuro di sé.
“Ce l’ha con noi?”
Lei buttò giù un sorso, sorridendo allusiva ad una moretta dietro di lei.
Itachi sgranò gli occhi, riconoscendola come la...
“Tua ragazza?” urlò all’amico rosso che rise divertito.
La giovane andò verso di lui, stampandogli un bacio sulla guancia.
“Piacere di conoscerti.”
Uhm. Per lo meno, notò il ragazzo, era carina. E pure gentile.....non come la sua amica.
“Uhm. Piacere mio.”
Il sorriso di lei lo fece sciogliere. Capì subito perché Sasori non era più così dongiovanni...
“Lei, tra parentesi, è la mia migliore amica. Le fai compagnia mentre io e Sasori andiamo a farci un giro?”
Ovviamente, pensò il moro, la domanda era retorica. Li vide scomparire ancora prima di aver dato una risposta.
Sbuffò irritato, lanciando un’occhiata colpevole alla ragazza che, stupita, scrollò le spalle.
“Puoi sempre andartene, se vuoi... non ho bisogno della guardia.”
Lui sbuffò di nuovo, pensando che, almeno, non lo stava obbligando.
Ordinò un gin tonic al bancone, per poi girarsi verso la ragazza.
La osservò meglio e notò che, nonostante tutto, era parecchio bella.
Un bel bocconcino, in effetti.
“Come hai detto che ti chiami?”
Lei rise divertita, girandosi a guardarlo.
Aveva anche un bel sorriso.
“Non l’ho detto.”
“Io sono Itachi Uchiha.”
“Lo so.”
Inarcò un sopracciglio divertito, appoggiandosi con i gomiti a poca distanza da lei.
“Uhm. Allora, mi dici chi sei o no?”
E, sulle note di She’s the one, la risata cristallina della bionda lo colpì particolarmente.

“Ehi.”
La voce calda di Gaara la portò alla realtà e, frettolosa, si asciugò le lacrime che, cattive, le erano sfuggite dagli occhi chiari.
Sentì il calore della coperta posarsi sulle sue spalle e con uno sguardo lo ringraziò.
“Scusa per prima. Ero incazzato per i fatti miei e me la sono presa con voi...”
Lei gli sorrise comprensiva, facendo un lieve cenno con il capo.
Il rosso ricambiò, sorseggiando la cioccolata che teneva fra le mani.
“C’entra Sakura?”
Si ingozzò e, con gli occhi lucidi, si voltò verso la bionda.
Con la testa inclinata a destra e gli occhioni spalancati era proprio carina.
“Si...cioè...”
“Lei ti piace?”
Arrossì, sentendo che con lei tutte le sue difese andavano a farsi benedire.
Era troppo diretta e...sincera.
“Non sono io quello che ha dei dubbi, Ino.”
Lei arrossì. Era la prima volta che la chiamava per nome.
Poi, accortasi della confessione di Gaara, si stupì.
“Ma a Sakura-san piaci di sicuro!”
Il ragazzo scosse il capo, assumendo un’aria, notò lei, un po’ troppo triste.
Gli si accoccolò accanto, poggiandogli una mano sulla spalla.
“Forse” iniziò “è semplicemente confusa. Infondo, fino a poco fa le piaceva Sasuke, no?”
Lui sorrise amaro, fissandola dritta negli occhi.
“E non poteva rendersene conto prima di venire a letto con me?”
La bionda spalancò la bocca, quasi cadendo all’indietro, ma Gaara le afferrò la mano, tirandola verso di sé.
La fissò negli occhi, per nulla imbarazzato da quella vicinanza.
“Ino, sicura che a Sakura piaceva Sasuke?”
Il tono in cui lo disse fece stringere più forte le mani di Ino, ancora strette in quelle del ragazzo.
Gaara le sorrise incoraggiante, mentre gli occhi di lei si facevano lucidi.
“Ma non è affare tuo questo; hai già i tuoi problemi, senza che ti rompa con i miei.”
Lei scattò in piedi, fulminata da quelle parole.
“Baka!”
Gaara la guardò stupito; nessuno si era mai rivolto a lui...in quel modo.
Ino, rossa dalla rabbia, lo afferrò per i bavero della camicia azzurra.
“Tu, come Sakura, sei mio amico! Mi stai aiutando in un problema che non è affare tuo, e potresti benissimo sbattertene come hai chiesto di fare a me, eppure non lo fai! Come puoi pretendere che sia io quella a farlo?”
Lui le sorrise, afferrandole [di nuovo] le mani.
“Hai ragione. Scusa.”
Ino annuì soddisfatta, risedendosi accanto al ragazzo.
Gaara la fissò di sottecchi, indeciso su cosa dire. Aveva capito, però, il motivo per cui Sasuke si era preso una cotta per quella testolina bionda.
“Senti..” iniziò lei “mi fai assaggiare la tua cioccolata?”

E quella serata si concluse così.
In casa Sabaku con gli schiamazzi di Ino e Gaara, con quest’ultimo che tentava di salvare la sua cioccolata.
In un parchetto con Kiba e Karin ancora un po’ rossi ma felici.
Con un Sasori un po’ più serio, e un Itachi Uchiha ancora Itachi.
Una serata felice, per smorzare un po’ di tutta la tristezza che li stava, piano piano, sovrastando.

Capitolo riassuntivo sulla situazione come è messa a questo punto.
Sì, un Sasori un po’ più serio ed un Itachi pur sempre Itachi: le loro storie si intrecceranno con quelle delle due misteriose ragazze, o sarà una sbandata momentanea? E (per quanto riguarda Itachi) dove sono andati a finire i sentimenti per Ino?
Senza dimenticare poi la crisi della Yamanaka, un poco affievolita da quell’avvicinamento così intimo con Gaara (no, non fatevi strane idee… hanno solo in comune le stesse ansie); almeno, possiamo goderci un po’ di tenerezze con Karin e Kiba, no? XD
Chiediamo scusa per aver saltato una settimana senza avvertirvi: Rael se ne prende la piena responsabilità.
Colpa del modem rotto e del tempo portatole via dalla scuola (compito di Italiano e simulazione della 3° prova… credetemi, settimana insostenibile -.-‘), ma rinnoviamo la promessa di non fare più così tardi XD
Quindi, stavolta, ci aggiorniamo (veramente!) a venerdì prossimo!
Un bacio
Mimi_18 & _Rael_89

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Capitolo 30
*** Capitolo Trentesimo ***


cap 30 rivincita

LA RIVINCITA DI INO

CAPITOLO 30

Si carezzò il ventre, assaporando la flanella con cui era cucito il suo vestito. Non vi era ancora segno della sua gravidanza e, a sedici anni di distanza, le sembrava di non ricordarsi di questo periodo: quando sai di esserlo, incinta, ma gli altri non possono vederlo. E ricordava solo il portar fiera quel pancione gonfio, quasi come fosse stata l’unica donna a procreare sulla terra. E ricordava le nausee, i calci, i cali di pressione: tutte cose che al tempo detestava, ma che ora rimembrava con un misto di malinconica placidità. Osservava ogni giorno Shikamaru farsi uomo, fumare, andare a scuola, uscire con gli amici; un occhio in più quando usciva con quella Temari, un occhio in più sul suo atteggiamento che cambiava in un istante, un occhio in più sullo sguardo totalmente rapito da quegli occhi clorofilla.
E lo osservava ora, con un reverenziale rispetto al contrario di prima: perché ora poteva contemplarlo nel mostrarsi responsabile e maturo. Unico membro della famiglia che non perse la calma, quel giorno; unico membro della famiglia che si sforzava di far finta che non fosse successo nulla, che tutto andava come sempre, nella solita routine quotidiana.
Eppure, Ino non c’era. E mancava tanto anche a lui.
Eppure, lei ed Inoishi non dormivano più nello stesso letto.
E quasi si vergognava di fronte a lui, perché lei, donna ormai quasi quarantenne, si stava comportando peggio di una adolescente.
Le sue dita sfiorarono la maniglia della porta, quasi incerte; ma due secondi dopo, ebbe la decisione giusta per andare avanti. Emise a malapena un piccolo sibilo; e si augurò che, se stesse dormendo, non lo avesse svegliato.
Ma come previsto, non dormiva affatto. Aveva i capelli sciolti, un tantino spettinati, elettrici nella fioca luce proveniente dal comodino; la camicia era sbottonata, si poteva vedere in una lunga fessura la sua pelle arrossata; il mento era puntellato da barba non rasata: cosa alquanto strana, per un uomo preciso come lui. Poggiò un bicchiere di vetro vuoto ma maleodorante di brandy sulla superficie in legno, emettendo un lungo sospiro; osservò le sue spalle rilassarsi.
Si toccò di nuovo il ventre.
“Come nomi avevo pensato ad Inomaru e Shina… ancora non sappiamo il sesso.”
Vide i muscoli tendersi di nuovo, non appena finì di pronunciare quella frase; si girò di scatto, guardandola sorpreso dal fondo di quelle due marcate occhiaie.
Da quanto non lo vedeva?!
“Sarebbe l’unione dei nomi Ino e Shikamaru… se a te va bene.” un lungo sorriso ma placido si disegnò sulle labbra, e si avvicinò al letto.
“Yoshino…” il compagno le prese una mano, non appena lei si sedette sull’altro lato del mobile.
Gli occhi neri fissarono le dita tozze e sporche di inchiostro, poi coprendole con la sua manina sempre curata dalla manicure. “Perdonami, Inoishi.”
“No, no… è colpa mia, io…”
“Sht.” il suo indice andò a coprire le sue labbra. “Basta. Bisogna farlo per lui. Per il bambino.”
“E per Ino e Shikamaru.” aggiunse il biondo, con un sorriso stanco.
“Sì. Perché lei tornerà.” e lo disse sicura, convinta.

Grazie, Shikamaru.

* *** *

Indietreggiò, nel riconoscere la limousine nera con i vetri oscuri; le venne istintivo avvicinarsi al muretto angolare della via, quasi a voler nascondersi: e se ne pentì.
Osservò lo sportello aprirsi, i movimenti lenti del ragazzo che ne usciva, la borsa afferrata con uno scatto e poggiata su un spalla in malo modo; osservò la sua camicia slacciata ed un po’ sgualcita, i capelli tirati in modo probabilmente doloroso in quel codino ad ananas, la bocca contratta che avrebbe ben presto ospitato un bacio da una certa biondina o una sigaretta. Graffiò il muricciolo rossastro con le unghie udendo il portello sbattere con forza e la vettura stridere tra il fumo oscuro dello smog, immaginando l’espressione attenta del conducente.
Ino si morse un labbro, sentendoselo solleticare da un ciuffo dorato: avrebbe preferito non incontrare Shikamaru. Forse, sarebbe stato meglio non uscire di casa così presto, ma aspettare Temari e Gaara; forse, se non avrebbe voluto avere un attimo di pace prima dell’inizio delle lezioni per parlargli… ed infatti si sbrigò ad attraversare il cortile del liceo, ignorando la vista dei fiori di ciliegio che sbocciavano sui rami, il profumo di una nuova stagione, quel mondo che si popolava di colori e suoni piacevoli per i sensi. L’attraversò; per dirigersi verso una palestra dall’odore di chiuso ed un semibuio che fa girare un tantino la testa, dando anche una sensazione soffocante. Ed osservò quel giovane dai capelli neri come il carbone ma spettinati come la coda di un uccellino, sbucare fuori da esso; osservò le spalle contrarsi per lo sforzo, arricciò un poco il naso nel sentire il fastidioso rumore dei materassini trascinati, la vista di vene pulsare sul palmo delle sue mani. Lo vide trattenere il respiro mentre alzava leggermente il capo, accompagnando gli occhi più veloci, spalancarli, diventare di uno strano rossore per lui, perché sapeva di essere totalmente orribile in quel momento.
“Dai, in fondo lo sporco-polvere della tua t-shirt ti dona… un po’ meno del sudore che ti cola dalla fronte, ma non sei poi tanto male. Stile muratore americano anni ’60, direi.” le sue labbra si allungarono in un sorriso furbetto.
“Ino…” il tono della voce si fece un tantino irritato, e si passò una mano ad asciugarsi il sudore.
“Sai che potresti rimorchiare qualche quarantenne, conciato così?!!” e scoppiò in una risata che fu frenata dalle sue braccia forti che l’afferrarono, stringendola a sé; la colpì con uno sguardo severo.
“Maledetta… come sapevi che questo giovedì era il mio turno di preparare la palestra per gli allenamenti?!”
“Me l’ha confessato un uccellino con i capelli rossi ed un tatuaggio sulla fronte.” sussurrò, mostrandogli la linguaccia. “Ma, a dire il vero, non sono qui per prenderti in giro.”
“L’immaginavo.” sbuffò prima di posare le sue labbra su quelle di lei come a volerle cancellare quel sorriso provocatorio, un bacio pieno di passione, stringendola a sé con forza, soffiandole il respiro sulla pelle calda, regalandole inebrianti emozioni con il gioco della sua lingua sul suo palato; e strinse più forte il suo corpo, animandosi di nuovo come se avesse ripreso fiato, intenzionato a non lasciarla scappare da quel vortice di emozioni.

Era troppo tempo che non si vedevano. Che non si baciavano.
“Come stai?” chiede ad un soffio dalle sue labbra, catturandole gli occhi cerulei.
Domanda ricorrente, in quei giorni; ma stavolta poteva anche non rispondere improvvisando di malavoglia uno dei suoi grandi sorrisi, e pregando l’altro di non doversi più preoccupare per lei: fece semplicemente ciò che voleva. Si sedette sul materassino, impuntando i gomiti sulle ginocchia e mettendosi le mani sotto il mento.
“Uno schifo, grazie.”
Sasuke la seguì, sbuffando con gli occhi stretti. “Non l’hai più sentito?”
“E non voglio, se è per questo. Per quel che mi riguarda è come morto.” lo disse con uno sguardo troppo deciso, fissando il vuoto, come distante da lui; ed in effetti lo era, perché non era più la sua Ino, non aveva più quella luce negli occhi, non sentiva più comparirle naturalmente il suo bel sorriso; non faceva altro che perdere nell’aria il suo sguardo indecifrabile, con le labbra sempre contratte.

No, non era più lei.
“Però… si è fatto vivo un mio vecchio amico, di quando vivevo con lei. Confesso che non ho avuto il coraggio di rispondergli… ma so che dovrò farlo.”
Ormai ne parlava quasi come se fosse un capitolo di storia studiato per l’interrogazione, di quel suo dolore: con una voce modulare e priva d’emozione, come se non si rendesse conto che ciò che stava dicendo implicava forti sentimenti. Sasuke osservava la sua mano destra, che ora aveva preso a mordicchiarsi le unghie; si accorse del dislivello sulla crescita di esse, immaginandone il motivo facilmente.
“Ino…”

Bisogna risolvere questa situazione.
“Tu sei proprio convinta…”
Deve aprire gli occhi.
“… che sia colpa sua?”
Colpita ed affondata.
Finalmente lo guardò in faccia, ma con un espressione che non le aveva mai visto.
“… cosa?!” la sua voce si era fatta stranamente nasale.
“Quello che voglio dire è che non l’ha fatto di certo intenzionalmente. Cioè, non sapeva che quello fosse il negozio di tua madre, probabilmente non ha nemmeno letto il documento. Ok, è stato un suo errore perché doveva essere più attento; ma… lo stai punendo in modo eccessivo: tuo padre non voleva farti soffrire.”
Ino scattò in piedi, schiudendo le labbra, quasi come non riuscisse a parlare.

Lo sta difendendo.
Non ha più parole per te.
Sasuke la seguì subito, poggiandole una mano sulla spalla.
Dice che tu stai sbagliando.
Non ti guarda più.
Diede uno schiaffo a quella mano, allontanandola come se fosse un insetto.
Lui è contro di te.
Lei non ti vuole più.
Girò un poco lo sguardo, due fessure impietose.
Lui non è più il tuo Sasuke.
Lei non è più la tua Ino.
“Tu… non capisci nulla.”
Feriscilo, così come lui ha ferito te.
Sì, l’hai ferita.
“Tu… tu… credi forse che solo per il fatto di schiacciare non intenzionalmente una formica sotto il piede, allora la tua colpa sia più leggera?! Che la sua morte sia alleviata da ciò?!”
“Ino… Ino…” Sasuke prese a massaggiarsi le tempie, sbuffando: odiava quando la sua voce diventava stridula, perché stava urlando.
“Tu non sai che vuol dire guadagnarsi da vivere con il sudore della fronte, realizzare un sogno facendo tanti sacrifici… e vederselo buttare giù così, con una firma. Non lo sai, non lo saprai mai, tu chiedi e ti sarà dato!!” si morse il labbro, riprendendo fiato. “Non mi stupisce il fatto che tu sia così ottuso, e dia ragione ad Inoishi!”
Sasuke l’afferrò per un braccio, stringendo forte per il nervosismo. “Ehi, calmati Yamanaka! Cazzo, ma come fai a non vedere oltre il tuo naso, eh?! Come cazzo fai ad essere così egoista? Guarda che tra me e te, sei tu quella viziata!”
Le sue parole vennero bloccare da una sberla in piena guancia, un contatto forte che lo fece indietreggiare, caldo, che lasciò un segno rosso sul suo viso.

Ed un segno indelebile sul suo cuore.
“Io non sono Yamanaka… non lo sono mai stata, chiaro?! Tu, tu… tu non hai diritto di dirmi certe cose, chiaro Uchiha?! Sei un bambino viziato che passa il tempo a fare a gara con il fratello, a batterlo perché in realtà si crede inferiore a lui… sei contento che mi hai vinto, eh?! Ti basta questo, che Itachi sia stato umiliato, eh?! Che io abbia scelto te, non è vero?!?” tremava, tremava eccessivamente per non piangere…
E disse troppo.
Disse ciò che non pensava.
Sasuke non si toccò la guancia e non rialzò lo sguardo; strinse anche lui gli occhi allungati, talmente tanto che sembravano chiusi. Respirava a mezza bocca rumorosamente, ma non emise alcun suono.
Non reagì.
“Pensi davvero questo?”
Digli di no, Ino, perché sai che non è vero.
Indugiò. “Sì.”
Maledetto stupido orgoglio.
“Mh.” non disse altro, lasciando lo sguardo fisso nel vuoto; sentì il suo corpo accendersi, un impeto di rabbia che lo travolse, che avrebbe voluto sfogare in qualche modo: ma sarebbe stato inutile.
“Vattene.” e non le disse altro, sempre fissando il vuoto con quegli occhi furiosamente feriti.
Ed anche il suo orgoglio ne rimase ferito; perché, benché riluttante, voleva che si umiliasse ai suoi piedi. Le supplicasse di perdonarlo.
Ma non lo fece.
“Non cercarmi più.” decretò la bionda, fendendo l’aria con la sua coda dorata, che ciondolò con forza da destra a sinistra, a ritmo del suo passo. E stavolta l’Uchiha non si fermò a guardarla di spalle allontanarsi con il suo passo deciso e solenne; stavolta no.

E’ finita.

La campanella della prima ora suonò; ma lui la ignorò, cercando di concentrarsi sul sapore della nicotina. Si era rifugiato di nuovo sulla terrazza dell’edificio; lì, dove le nuvole erano visibili, dove nell’aria si perdeva il forte odore di tabacco che detestava benché ne avesse sempre voglia, dove ogni tanto trovava lei ad attenderlo, seduta sulla ringhiera a mostrare gentile le gambe accavallate, simbolo della sua audace femminilità. Ma quel giorno non c’era: e lui era rimasto semplicemente lì a fumare in solitudine, studiando quei giganti candidi di forme e grandezze diverse che gli si prospettavano davanti agli occhi, prospettando nella sua mente fantasie di ogni tipo. E fu la pigrizia a non farlo desistere dal fumo, a non farlo scendere da lì al suono della prima ora; si trattenne altri dieci minuti, finche il sapore non ne fosse del tutto consumato.
E quando toccò quel doloroso momento, buttò con uno scatto la sigaretta consumata dalla fiamma, avviandosi con le mani in tasca verso l’uscita; sempre sguardo annoiato, bocca contratta, sbadiglio ad ogni passo ritmato.
Ma c’era qualcosa in più, in quello sguardo annoiato…
“Ah, ma eri già qui.”
Quella voce lo colse impreparato, non appena aprì la porta di metallo per rientrare; ma riconobbe subito gli occhi di menta pizzicati da ciuffi di grano.
“Non sei in classe?”
“Non mi andava; e vedo nemmeno a te…” Temari lo osservò chiudere la porta alle sue spalle, ma senza smorzare quello sguardo preoccupato. “Hai incontrato Ino?”
Piccolo sussulto, interrotto dal fiato che si fece leggermente più pesante. Scosse il capo.
“Stamattina è voluta uscire prima di me e Gaara, per andare a parlare con Sasuke; ma pensavo che volesse farlo anche con te…”
“Io non la vedo da allora.” concluse il Nara, scendendo le scale con passi lenti e pesanti; la Sabaku lo squadrò, restando a qualche gradino di distanza, immobile, mano poggiata sul corrimano; osservò il suo sguardo che evitava apposta di focalizzare qualsiasi cosa, e quel respiro sempre più pesante come affaticato. Ebbe la possibilità di studiare più a fondo il volto quando le passò accanto, ignorandola come se fosse aria, non cercando nemmeno di nascondere le rughe simbolo della sua stanchezza.
“Hai le occhiaie.”
“All’Uchiha donano; perché non dovrebbero stare bene anche a me?” scese un altro gradino.
“Sei esausto, vero?” un ombreggiatura si impadronì della parte superiore del suo viso.
Fermò il suo passo inesorabile, senza fare altro.
“E’ difficile andare avanti così…” le parole della ragazza sembravano scrutarlo, leggergli dentro; ma lui non rispose ancora. “Non so che peso tu stia portando, per questa storia: ma non è giusto che tu lo faccia da solo.”
“Tem…” finalmente si girò, osservandole la schiena poco evidente dalla camicetta troppo larga. “Non voglio che tu ne venga coinvolta.”
“Come se non lo fossi già… ma mi sta bene così.”
Shikamaru salì un gradino, per avvicinarsi a lei.
“Voglio condividere ogni cosa con te.” si girò anche lei finalmente, tirando le labbra ad un tenue e mesto sorriso. “Ti prego, lasciamelo fare…”
Allungò le braccia per cingergli le spalle, giusta altezza visto che si trovava a due gradini più sopra; spinse leggermente la testa di lui verso il suo petto, attirandolo a sé. Il Nara poggiò la fronte sulla sua spalla e chiuse gli occhi, cullato dalle dolci carezze delle dita di lei che passavano tra i capelli tirati.
“Hai bisogno di un momento di relax, vero? Che ne diresti di saltare scuola e di dirigerci da qualche altra parte? Tipo cinema, o sala videogiochi… noi due, lontani da questa storia.”
La sua voce, calda e melodiosa, e la sua proposta, così invitante, riuscirono a tranquillizzare in parte ciò che si agitava dentro di lui; e si chiese come facesse, quella maledetta femmina, a leggergli così impunemente nella sua mente…
“Qualsiasi cosa, pur di saltare scuola…”
“Oh, non mostrare mai troppo entusiasmo, eh?” sbuffò lei, fissandolo in viso un poco offesa. “Vabbè… andiamo và, prima che i bidelli ci becchino!”

* *** *

L’improvvisa vibrazione del suo cellulare lo fece quasi saltar giù dalla sedia; era poco avvezzo a ricevere chiamate durante le ore di lezione. Approfittò della soporifera catalessi in cui era caduto il professore a raccontare la vicenda della rivolta dei Samurai contro gli Shogun nel secolo scorso, e lo estrasse a malapena dalla tasca, giusto per vedere il nome di colui che insisteva così tanto a chiamarlo…
“… mi scusi, professore: dovrei andare un attimo al bagno…” farfugliò quelle parole in un soffio, stringendo nella tasca l’oggettino elettronico; aspettò un cenno del suo capo pelato per dirigersi a passi svelti nel corridoio, e chiudersi la porta alle spalle. Tirò di nuovo fuori il cellulare, schiudendolo dal pugno candido come latte, trattenendosi un sorriso: era sempre la solita testarda.
“… principessa?” mormorò rispondendo. Avvertì un respiro profondo ed un poco turbato dalla linea vagante dei due vecchi telefonini; poi finalmente percepì un suo sussulto.
“Riesci ad immaginare dove sia in questo momento, Sai?”
Il ragazzo non rispose, in realtà indovinandolo.
La giovane sentì i lunghi capelli biondi svolazzarle nell’aria mattutina, mentre di reggeva ben salda seduta su quella ringhiera. “Dall’altra parte della strada lo vedo, quel che c’è ora. E mi sembra incredibile come abbiano potuto distruggere un negozio in un istante… in confronto agli anni che ci sono voluti per innalzarlo.” ed un’altra maledetta lacrima le carezzò la pelle.

L’ennesima maledetta.
“Ino…” non sapeva proprio che dire.
“Credi che mi perdonerà? Cioè… io avrei dovuto…”
“Non è stata colpa tua: e non potevi farci niente. Non rimproverarti.”
Gli bastava davvero poco, per capirla.
“Sai…” si morse il labbro, alzando gli occhi resi ancor più azzurri dall’alone rosso attorno ad essi. “… mi manca da impazzire.”
Il ragazzo si abbandonò il muro, addossandogli tutto il peso; poggiò la testa, chiudendo gli occhi. Come poteva sentirlo addosso, tutto quel dolore che si era portata dentro… e come gli laceravano i ricordi dei suoi sforzi, dei finti sorrisi, del suo coraggio che l’hanno retta in piedi fino ad ora… senza che lui potesse mai fare nulla, per lenirle almeno un poco quella sofferenza.
“Sei stata fin troppo forte, Ino. E Miyu è fiera di te per questo.”
“Mh.” mezzo respiro. “Ma dovrò dimostrarlo al resto del mondo.”
“Ce la farai.” sbuffò, portandosi una mano a scacciare i pungenti ciuffi dai suoi occhi. “Tu sei Ino Kinomiya… ce l’hai sempre fatta, in un modo o nell’altro.”
Le venne da annuire, come se fosse di fronte a lei; in effetti, in quel momento se lo sentiva molto vicino.
“Vuoi che ti raggiunga? La mia scuola è poco distante da dove sei tu.”
“No… io credo di voler restare da sola.” diede un calcio ad una lattina, colpendo il cestino di latta accanto a lei. “Ho persino litigato con il mio ragazzo.”
“Mh… uno dei fratelli Uchiha?”
“… Sasuke.” arrossì leggermente, ricordando che la sua vita sentimentale era stata divulgata dai giornali per molto tempo. “Però… lui è uno stronzo come gli altri.”
“Tu non meriti di soffrire, Ino.” lo disse con severità, come additandolo allo stesso Sasuke; un tono quasi paterno, protettivo, come se cercasse comunque di essere una figura essenziale nella sua vita.
“ Lo so.”
Ci fu un momento di silenzio, in cui entrambi si presero una ciocca di capelli tra le dita; ed assaporarono l’oro di ciascuno, chi brillante come il sole, chi nero come il petrolio, perdendosi in pensieri senza senso, eppur attraenti perché li facevano esternare da una realtà dolorosa.
“Io sono ospite dai Sabaku.” disse d’improvviso Ino, non aggiungendo quel vieni quando vuoi che era sottointeso.
“Mh.” un chiaro alla sua preghiera.
“Ora… meglio che vada. Credo.”
“Sì… io dovrei tornarmene in classe.”
Uno strano imbarazzo, lo stesso che prendeva loro da piccoli quando si confessavano i grandi segreti…
“… grazie.”
“Di cosa?”
“Tutto.” E sorrise.

* *** *

“Sakura-chan! Ti va di venire a casa mia?” l’improvvisa apparizione di Naruto Uzumaki sopra la sua spalla la fece sussultare.
“Ehi, baka! Vedi di non urlare come una cornacchia, che ci sento bene!” si portò le delicate manine a tapparsi le orecchie, storcendo il naso.
“Scusami… è che domani ho un test di matematica, e so che tu sei un genio…”
“Che c’è? Hinata Hyuga ti ha dato buca?” lo disse per prenderlo in giro, scherzando: ma vedendo la sua reazione, capì che ci aveva preso.
“Dice che va a trovare i nonni…” sbuffò, abbassando gli occhi a terra. “Le dispiace molto, ed ha detto che mi aiuterà un’altra volta.”
Sakura si trattenne una smorfia sul viso, mentre cercava il cellulare nello zaino: non le piacevano affatto gli uomini che si riducevano così per una cavolata. “Beh dai, non significa nulla… è sempre molto disponibile con te, e credo che tu le piaccia parecchio…”
Naruto diede un forte calcio ad un sassolino, diventando di colpo rosso come un peperoncino; ma l’Haruno lo ignorò, componendo in fretta il familiare numero della sua villa. Parlottò a bassa voce con la sua governante Chiyo, avvertendola che sarebbe rincasata sul pomeriggio tardi, accompagnata almeno dall’autista di casa Uzumaki; poi riattaccò, prendendo un bel respiro. Si girò verso il biondino accanto a lei, che si era poggiato al muretto che delimitava il cortile. Il suo sguardo si era decisamente fatto più serio.
“Il mio autista arriverà tra cinque minuti, Sakura-chan…” venne catturata dai suoi occhi color oceano.
“Eh?”
“Volevo parlare da solo con te.”
La ragazza emise un lungo sospiro, affiancandoglisi: a dir tutta la verità, non aveva proprio voglia di confidarsi con lui, benché fosse il suo migliore amico.
“… che succede con Gaara?” domanda a bruciapelo, detta con il cuore in gola. L’Haruno sussultò, ed i suoi occhi verdi si illuminarono di piccole luccicanti lacrime.
“Noi… noi…” aveva perso la voce, quasi. “… siamo andati a letto insieme.”
Il ragazzo schiuse la bocca, ma non gli uscirono le parole.
“… avrai notato che siamo molto più… intimi ultimamente.”
“Eh già…” alzò lo sguardo al cielo. “Ma… però ho anche notato che sempre ultimamente quell’intimità non c’è più…”

Sì, Naruto era maturato parecchio.
Un soffio di vento trasportò i suoi capelli color fragola lontani dal suo viso, così come quelle piccole perle che versò dagli occhi.
“Gaara è uno dei miei migliori amici… però… se dovesse farti soffrire, sono pronto a schierarmi dalla tua parte, Sakura-chan.”
“Naruto… no.” scosse il capo con veemenza, quasi a punire se stessa. “No, no, non è così! Sono io, Naruto… sono io… sono cattiva.”
Il biondino si sporse, per cercare di carpire l’espressione del suo viso.
“Sono io… io che ho paura… e mi sono tirata in dietro.” lo disse di un fiato.
E lo fissò. Con gli occhi pieni di lacrime. Le labbra serrate. Il respiro lento e solenne.
Al contrario suo, l’Uzumaki era totalmente in confusione; si portò una mano ad alzarsi i capelli della frangia, e prese grandi boccate d’aria. “Ma come… io credevo… che fosse lui…”
“Ho paura, Naruto.” lo afferrò per la camicia, accostandoglisi per nascondere il viso rigato da gocce salate. Il ragazzo portò una mano ad accarezzarle i capelli, come faceva sempre con lei; e le rivenne in mente il giorno in cui la consolò, dopo che aveva deciso di rinunciare all’amore della sua vita…
“Sakura-chan, io capisco che tu abbia paura… ma… ma…” prese un bel respiro. “Gaara non è Sasuke. E… non voglio rimproverarti, perché so bene che stai soffrendo molto… ma non pensi che ora quello che ci stia peggio è proprio Gaara?
La ragazza alzò il volto verso di lui, totalmente attonita.

No, non ci aveva pensato.
Un clacson interruppe la loro conversazione.

Le scene di Sakura e Naruto mi piacciono sempre un casino *.* Rimpiango di non aver deciso per il NaruSaku in questa fanfiction… e vabbè XD
Uh, a quanto pare anche in “paradiso” hanno i loro problemi: ovvero, Sasuke ed Ino. Un po’ era prevedibile che sarebbe finito in un litigio, no? E… potrebbe mettersi di nuovo di mezzo Itachi? Beh, starete a vedere cosa accadrà ^.-
Invece, per fortuna, un problema ce lo siamo tolto: Inoichi e Yoshino. Non dimentichiamoci poi di ShikaTema…
Dai, un po’ di calma in mezzo a questo putiferio ci voleva^^°
Ringraziamo di cuore tutti coloro che ci hanno commentato:

Kimykaiba: Non so se la tua fosse una provocazione, ma mi è sembrato così O.o Comunque, devo correggerti: ItaIno è molto più OOC di SasuIno. Almeno, a Sasuke, Ino lo conosce, e gli piace pure… oh, non è un attacco: solo una precisazione^^

Sousuke Sagara: Scusa se non ti ho risposto prima^^° grazie per il commento alla mia shot NaruIno, ma devo declinare il tuo invito: il SakuNaruIno non mi piace per niente. Al contrario, oltre SasuInoIta, amo il NaruInoSasu (e vince sempre Sasuke)^^° E per la storia di Sasuke ex di Sakura mi dispiace, ma il SasuSaku non lo sopporto proprio -.- Non penso che scriverò nemmeno altre NaruIno… mi dispiace (_ _)

Kaho_chan: … noi nella storia?! NOI?! Ma… no dai, c’è sicuramente uno sbaglio… forse… XDDDD Avrai modo di leggere se ci hai azzeccato tessò ù.ù Noi però siamo arrabbiate con te… dovevi portarci a Barcellona è.é brutta antipatica! Ah, ma non te la cavi senza una descrizione accurata delle tue vacanze… presto su msn salderai il debito XP Oddio… davvero hai pensato a QUELLO leggendo la parte su Kankuro?! O.O Ma… OMG XDDDDDDDD Al prossimo cappy, tessò!

HinaNaru: Menomale, mi sono salvata^^° Beh, puntualmente (max sabato) avrai sempre notizie aggiornate su Gaara e Sakura, Ino e Sasuke, Itachi… ed immagino che ti premi sapere anche Naruto ed Hinata, no? XD A presto!

Minority girl: Poche parole ma efficaci XD Grazie ancora! Un bacio.

Inoooo: Grazie per il complimento^^ Beh, Shika è un bravo fratellone per Ino! Kiss

Bambi88: Wow! Con te il nostro Kankuro ha fatto proprio una gran bella impressione… beh, glielo diremo XD Giusto, Gaara ultimamente è puccioso in questa fanfiction *w* E… direi che anche la parte ShikaTema ti sia piaciuta, no? (*Rael si esalta*) Volevo giusto far vedere come, nonostante si mostri forte, la crisi della sua famiglia tocchi nel profondi il povero Nara… ma per fortuna ha accanto a sé la biondina del deserto! Un bacio.

Talpina Pensierosa: Grazie mille! Alla prossima ^.-

Princess of band: Visto che ci sono, ne approfitto per farti ancora i complimenti per la tua ultima shot SasuIno (_ _) Ed ora, rispondo alla recensione XD Beh, il divertimento delle due autrici (*Mimi e Rael se la spassano*) è proprio quello di lasciare Itachi come un incognita: resterà ancora un ostacolo per la storia di Sasuke ed Ino? Riuscirà a conquistare quest’ultima? O… punterà al fratello minore?! X°D Vabbè dai, scherzi a parte, lasciamo un po’ di mistero sui sentimenti di Itachi. E, per quanto riguarda Gaara ed Ino… sono fedeli a Sakura e Sasuke, mi dispiace XD Kiss!

Mi scuso se ho pubblicato stavolta con un giorno di posticipo, ma sapete che ho problemi con internet T.T l’importante è che continui ad aggiornare, no?!XD
Beh, vi prometto che per il prossimo capitolo… vedrò di essere puntuale XD
Un ringraziamento anche a chi ha messo la Rivincita tra i preferiti, i cui nomi saranno citati più avanti appena risolti tutti i problemi (_ _)

Prossimo aggiornamento: venerdì (spero)!
Un caloroso saluto
Mimi18 & _Rael_89

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Capitolo 31
*** Capitolo Trentunesimo ***


cap 31 rivincita

“Pensi davvero questo?”
Digli di no, Ino, perché sai che non è vero.
Indugiò. “Sì.”
Maledetto stupido orgoglio.

LA RIVINCITA DI INO

CAPITOLO 31

Sasuke sbatté la porta di casa, buttando a terra lo zaino blu che portava quel giorno, non curandosi del bicchiere che, accidentalmente, aveva urtato e fatto cadere.
Si gettò di peso sul divano, lasciando le braccia a penzoloni che sfioravano il pavimento in parquet, ed il freddo che gli saliva per le dita.
Nella sua testa le parole di Ino vorticavano, maliziose, fredde, cattive. Lo volevano fare soffrire, volevano che lui piangesse.
“Merda.”
Morse il cuscino, facendosi quasi del male. Non era da lui, ma era nervoso. Arrabbiato. Per la prima volta da quando l’aveva conosciuta, sentiva di volere sistemare davvero il carattere di Ino Yamanaka.
Si era comportata come una bambina orgogliosa e viziata. Probabilmente in quel momento avrebbe addirittura avuto voglia di tirarle una sberla. Ma gli occhioni azzurri di Ino, ovviamente, l’avevano fermato. L’amava troppo, per poterla anche solo sfiorare.
Eppure...non aveva la minima intenzione di andare da lei e chiederle scusa. Non voleva darla vinta ad Ino, perché in quell’occasione era risultata davvero ingiusta.
Tirare fuori quella frase, quell’argomento, suo fratello. Lei non sapeva niente della loro vita, non poteva permettersi di interferire. Non sapeva un cazzo dei sentimenti suoi e di Itachi, ne di quello che aveva passato mentre la vedeva con suo fratello. Avrebbe dovuto solamente stare zitta.
Tirò un pugno al divano, chiudendo gli occhi.
Non si era mai sentito così arrabbiato e...triste.
“Toh guarda, il mio fratellino a casa così presto.”
Sasuke sollevò lievemente lo sguardo, incrociando gli occhi scuri dell’altro.
Itachi se ne stava davanti a lui, in posizione sicura, appoggiato con una spalla alla porta. Lo fissava con le labbra piegate in un ghigno divertito, quasi per prenderlo in giro.
“Fatti i cazzi i tuoi.”
Non aveva voglia di parlare con lui; in quel momento era l’ultima persona che voleva vedere. Desiderava solamente dormire, non pensare a nulla, studiare anche; avrebbe fatto di tutto per non avere più una coda bionda nella sua testa.
“Ma che maleducato. E io che mi preoccupo per te.”
La voce di Itachi era sempre più...divertita.
Sasuke si mise a sedere, fronteggiandolo con sguardo truce. Unì le mani davanti al viso, poggiando i gomiti sulle ginocchia.
“Itachi, lasciami in pace.”
Il maggiore dei fratelli socchiuse gli occhi, guardandolo male.
Si alzò in piedi, camminando poi lentamente verso il fratello. Quando gli fu davanti, si chinò su di lui, ad un millimetro dal suo viso.
“Hai per caso litigato con la tua Ino-chan, nee-chan?”
E, in quel momento, Sasuke non ci vide più.
In futuro, non avrebbe mai saputo dire cosa accadde di preciso, seppe solo che lui ed Itachi si picchiarono per un tempo infinito, e furono fermati solamente dalla madre che, disperata, piangeva a dirotto, pregandoli di smettere...

Tenten si fissò critica allo specchio, arricciando le labbra.
I suoi occhi nocciola scorrevano lungo tutto il suo viso, mentre si osservava allo specchio. I capelli castani, lasciati sciolti quel giorno, non le stavano particolarmente bene, a suo parere.

Stupida.
Forse, pensò, si era messa troppo phard; e una sua mano sfiorò la guancia, quasi rovinando il trucco che, per una volta, aveva fatto lei stessa.
“Ten-chan, maledizione sei stupenda!”
La castana si voltò, incrociando gli occhi scuri del ragazzo che aveva parlato.
Si avvicinò a lui, stringendo la borsetta bianca che teneva fra le mani, proprio davanti alla gonnellina azzurrina per cui aveva optato; forse era fin troppo femminile, per i suoi gusti, ma quel pomeriggio era piuttosto importante per lei...
“Grazie, Lee-kun. Anche tu stai molto bene vestito così.”
Il giovane le sorrise, sollevando il pollice e allungandolo nella sua direzione.
La ragazza rise divertita, afferrandolo a braccetto; brutta o bella...almeno qualcuno che l’apprezzava c’era.
“Che cosa vuoi fare, madame?”
“Te l’ho detto! Dobbiamo comprare un regalo!”
Lui le sorrise, un sorriso malinconico, a dire il vero.
Strinse la mano che Tenten aveva poggiato sul suo braccio, fermandosi nel bel mezzo del marciapiedi.
La gente passava accanto a loro, osservandoli con un sorriso compiaciuto.
Ai loro occhi, apparivano come una coppia di giovani innamorati...
“Sai, Ten-chan? Se Neji non ti noterà...è veramente un’idiota.”
Lei spalancò la bocca, fissando quel sopracciglione che, con poca fatica, si era guadagnato uno dei posti più importanti del suo cuore.
Si conoscevano da una vita, aveva sempre capito tutto di lei, anche solo da uno sguardo veloce Lee comprendeva.
Le era sempre stato vicino, in qualsiasi occasione. Sempre con lei e per lei.
E lei, se non ci fosse stato Neji nella sua vita, l’avrebbe amato con tutta sé stessa.
Perché nessuno, in quel mondo, era come Lee.
Il suo caro, amato, Lee.
“Ti voglio bene.”
E mentre lo abbracciava, pensò che quel trucco andava rovinandosi, ma non le importava nulla. Perché lui l’aveva sempre vista anche senza, l’aveva sempre trovata bella naturale. E le avrebbe voluto bene anche senza quel quintale di phard che portava.
“Anche io, Ten-chan. Ed ora, andiamo a cercare un regalo giovanile per Neji, che sta invecchiando a vista d’occhio.”

* *** *

Il primo pensiero di Sakura Haruno, quella mattina, fu come le notizie trapelassero in fretta.
Tutti gli sguardi erano puntati su di lei, come non lo erano da una vita. Sentiva i bisbigli delle ragazze, i fischi di apprezzamento dei giovani e qualche battuta cattiva sul suo corpo.
Si morse il labbro, sentendo gli occhi pizzicare.
Eccole le lacrime, precise e puntuali come al solito.
Quando sarebbe cambiata? Quando avrebbe smesso di piangere per ogni cosa?
“Avete ancora tanto da bisbigliare, idioti?!”
Fu colpita da un fulmine, udendo la voce forte ed autoritari di Temari accanto a lei.
Incrociò i suoi occhi verdi, sorridendole grata.
“Già, se avete qualcosa da dire, venite qui. Saremmo liete di ascoltarvi.”
Ed ecco anche Karin, con una voce squillante e spavalda che, con gli occhi scuri, minacciava tutte, incutendo terrore.

Le sue migliori amiche.
Sakura si sentì afferrare a destra, dalla rossa del gruppo, e si fece tirare verso l’entrata della scuola docile ed obbediente.
Sorrideva, mentre osservava la schiena di Temari che, con il solito fare mascolino, intimava tutti a stare zitti e a guardare altrove.
Karin, invece, stava minacciando un gruppo di ragazzine, prometteva loro qualcosa di atroce e sadico se non avessero fatto silenzio per tutto il resto della giornata.
E lei rise, vera, dopo due giorni di tristezza.
Rise, buttando la testa all’indietro, facendo ondeggiare i capelli color caramella che, finalmente, erano ricresciuti quasi fino a sotto le spalle, donandole un’aria molto più femminile.
Abbracciò le due amiche, stringendole forte; Sakura, Karin e Temari.
Da quanto non stavano più così insieme? Da quanto non erano più così unite...?
“Ve voglio bene...”
La pronuncia sbagliata apposta, per ricordare la vacanza che, l’anno prima, avevano trascorso in Messico, insieme. La vacanza, a loro detta, più bella del mondo.
Probabilmente, era da quei giorni che non erano più così unite...
“Anche io, sciocca.”
“Mi aggrego...nonostante siate delle tremende seccature.”
E quella frase della bionda fece partire una serie di battutine sul suo rapporto con l’ananas, mentre ridevano spensierate, come non facevano da una vita.
“Oggi è la nostra giornata.”
E nessuno avrebbe mai avuto il coraggio di dire il contrario.

Gaara sospirò di sollievo, vedendo la figura sinuosa di Sakura scomparire all’interno della scuola.
Sbucò dal suo nascondiglio, sotto gli occhi divertiti delle ragazzine che, adoranti, avevano poco prima parlato alle spalle dell’Haruno.
Il giovane si portò una mano fra i capelli, spettinandoli maggiormente.
Sbuffò piano, voltandosi verso il cancello scolastico.
“Che cuor di leone, Gaara.”
Il tono sarcastico con cui era stata detta quella frase lo fece ringhiare, voltare e quasi picchiare via la testa.
Fissò Naruto con astio, mentre questi intimava Hinata ad entrare.
Il biondo inarcò un sopracciglio, vedendo il rosso avanzare verso di lui. incrociò le braccia al petto, facendo si che la camicia bianca aderisse ancora di più al suo corpo.
“Non mi rompere, Naruto.”
Gli passò accanto, senza degnarlo che di uno sguardo.
Veloce, scomparve all’interno della scuola, sentendo sempre dietro di sé la presenza dell’amico.
“Hai perfettamente ragione a comportarti così. Ma sei nel torto, se non vai da lei a parlare.”
Il rosso, furente, si voltò verso Naruto, afferrandolo per il bavero della camicia. Lo sbattè contro l’albero di pino, facendolo gemere di dolore.
Gli occhi acquamarina lo guardavo scintillanti, mentre mentalmente lo mandava a quel paese.
“Uzumaki, che cazzo ne vuoi sapere tu di questa storia?”
Naruto non era per nulla impressionato degli sguardi dell’altro. Lo fissava con sufficienza, superiorità e...divertimento.
E questo non fece che aumentare la rabbia di Gaara.
“So solo che Sakura-chan” Gaara storse le labbra “ti piace da morire, forse l’ami. Ma sei troppo pavido per andare da lei e dirglielo. Non capisci che lei ha paura che tu non la vuoi? Devi farle capire che può innamorarsi di te, anzi...che è innamorata di te.”
Gaara stette zitto, osservando l’amico con criticità.
Inclinò il capo, stringendo ancora più forte il collo della camicia di Naruto; questi sibilò un soffoco, provocando l’iralità del rosso.
Lo lasciò andare, per poi grattarsi i capelli imbarazzato per via del fatto di avere perso la calma così facilmente; non era da lui un simile comportamento..
“Ah” iniziò Naruto, sgranchendosi le braccia “le donne, che brutto vizio.”
Aveva interpretato alla perfezione, con quella frase, i pensieri che poco prima erano stati i dominatori della mente di Gaara.
“Bhe, Uzumaki. Mi sa che andrò da lei...”
E Naruto, in quel momento, mostrò il più bel sorriso che potesse fare, facendo sciogliere la giovane Hinata, nascosta dietro al tronco dell’albero..

Una pila di fogli sbatterono violentemente sulla scrivania della segretaria, che allibita spalancava la bocca.
Si allungò meglio, per potere vedere che cosa vi fosse scritto, incrociando poi gli occhi azzurri di Inoichi.
“Un progetto.” spiegò senza troppi giri di parole, facendo sorridere la donna in piedi dietro di lui.
“E...cioè?”
L’uomo sorrise ancora di più, rendendosi conto solo in quel momento che tutti in quell’ufficio avevano gli occhi puntati su di lui.
Schiarì al meglio la voce, guardando deciso la donna stupita.
“Voglio costruire un centro di assistenza...” iniziò, battendo sulle carte “nella periferia di Tokyo, dove poco fa se ne stava il negozietto di fiori.”
Yoshino sorrise, partecipe di quell’idea, sentendosi fiera del marito.
Poggiò una mano al ventre ancora piatto, pensando mentalmente al bambino e, sorridendo, sperò con tutta se stessa che avesse visto il padre in quel momento così glorioso.
“Oh.” continuò Inoichi, sotto gli sguardi stupiti “voglio che sia pronto prima del voto.”
E con la parola voto, le bocche di tutti sfiorarono il suolo.
Un mese. Avevano solo un mese, per portare la calma e...vincere.

Ino Yamanaka sbuffò, osservando per la decima volta l’orologio quel giorno.
Aveva saltato scuola, era scappata dal paese e si era diretta, per la prima volta, in quel luogo che aveva evitato così tanto.
Si era inchinata, imbarazzata, davanti alla lapide in marmo di sua madre, chinando il capo in segno di scuse.
E, da quel momento, non aveva ancora smesso di pregare.
Le mani congiunte davanti al volto, il ciuffo di capelli oro puro che le era caduto malizioso e le offuscava la vista.
Bellissima.
“Mamma, mi dispiace.”
Erano state le uniche parole che le aveva rivolto, quel giorno.
Le uniche che aveva avuto il coraggio di dirle, prima di andarsene.
Aveva poggiato le labbra sulla foto di Miyu, che sorrideva allegra mentre la guardava, cambiato i fiori e pregato ancora.
In quel momento, mentre l’aria fischiava, aveva una gran voglia di essere abbracciata.
Ma non aveva più nessuno. Sasuke se ne era andato, o meglio, lei l’aveva cacciato. Inoichi e Miyu non aveva intenzione di vederli e Shikamaru...
...le mancava da morire.
Forse, anche più degli altri. Aveva bisogno di sentire almeno lui, in quel momento. Le sarebbe bastato vederlo da lontano, sentire la sua voce lamentarsi. Solo quello...
E le lacrime ricominciarono a scendere copiose, facendo sentire Ino più debole che mai.
Piegata in due per quel dolore che, lentamente, la stava uccidendo.
Singhiozzava forte quando, come una ventata, sentì una mano sfiorarle la schiena. Accarezzarla piano e poi stringerla con forza...
Non aveva idea di chi fosse, ma si lasciò stringere.
Perché, forse, quel profumo un po’ la rassicurava. Perché l’odore che quel corpo emanava non era così sconosciuto...
Fiori e fumo.
I loro profumi mischiati, creando un’essenza paradisiaca.
“Shika.”
E singhiozzò di nuovo, stringendo la sua maglietta.
“Sono qui, Ino. Torniamo a casa...”
E fu solo un si che uscì dalle belle labbra della bionda, mentre lui le baciava il capo con fare fraterno.

Le reazioni di Sasuke, Sakura, Ino e Gaara: tutte per motivi diversi.
La rivalità tra gli Uchiha che è sempre viva, l’affetto di due care amiche come Karin e Temari, la nostalgia per la perdita della persona più cara ed un caro amico che ti fa riaprire gli occhi.
E poi si inserisce anche Tenten, dolcissima con il suo caro amico Lee e decisa a conquistare il cuore di Neji Hyuga.
E Shikamaru che, probabilmente, vince l’oscar di miglior fratello del mondo.
Il vortice della crisi che si ingarbuglia sempre più, ma attraverso cui si comincia a vedere una via d’uscita: non manca molto, come avrete capito, alla fine del tunnel. Ed alla fine di questa storia.

A causa di motivi di ritardo nel visionare i capitoli dell’altra, io e Mimi siamo costrette a ritardare la pubblicazione: almeno per questa settimana salta.
Dunque, ci aggiorniamo a venerdì 9 Maggio.
Ringraziamo dal più profondo del cuore chi ci ha preferito e commentato: continuate a farlo, ed a seguirci, e ci farebbe piacere se diventaste anche più numerosi (_ _)
Baciozzi
Mimi18 & _Rael_89

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Capitolo 32
*** Capitolo Trentaduesimo ***


cap 32 rivincita

E singhiozzò di nuovo, stringendo la sua maglietta.
“Sono qui, Ino. Torniamo a casa...”
E fu solo un si che uscì dalle belle labbra della bionda, mentre lui le baciava il capo con fare fraterno.

LA RIVINCITA DI INO

CAPITOLO 32

Avanzò in quella casa con uno stato d’animo simile a quello che la invase quando percorse i primi passi: un agitazione continua.
Prima, per paura di scoprire la sua nuova vita.
Ora, per rigetto nel tornarci.
Un rigetto stemperato dai bei ricordi, le nostalgie delle persone care, dei vecchi sentimenti… e, anche un po’, da quell’ombra dal ciuffo allungato che, davanti a sé, le dava una sorta di sicurezza.
“Te l’ho già detto grazie, Shika?”
“Troppe volte: mi farai venire la nausea.” sbuffò, col solito sorriso che ultimamente l’accompagnava.
Fu per poco, che durò quel silenzio.
Poi… poi braccia familiari che la stringevano forte, sussurri o urla distillate forse da lacrime trattenute, alcune no, l’emozione che le invase il viso nel ritornare a casa. In quella che ora, stranamente, volente o nolente, era la sua famiglia.
“Signorina Ino!”
“Che bello rivederti qui!”
“Ci sei mancata tanto, Ino!”
E versò una lacrima, nel sentire finalmente darle del tu, quasi sparendo quel signorina, riuscendo finalmente a vedersi accanto ad Anko, Gai, Asuma e gli altri camerieri come una di loro, una loro amica alla pari.
“Ino cara!!”
E verso un’altra lacrima, stavolta con più piacere, nel cogliere la maturità di madre sul volto di Yoshino, una nota che era sempre dipinta in Miyu quando la accoglieva in casa dal ritorno dalla scuola.
“Ben tornata, piccola mia.” poggiò quelle mani sempre perfette sulle sue spalle, baciandole con delicatezza il capo biondo; la ragazza socchiuse gli occhi, focalizzando il ventre della donna che, miracolosamente, sembrava fissarla.

Anche lui o lei, quella nuova vita che tra qualche mese farà parte della tua famiglia, ti dice ‘bentornata’.
Poi versò l’ultima lacrima, vedendolo laggiù, fermo in piedi sulla soglia del salone, intimorito dalla sua ombra, eppure sempre solenne, un poco come Miyu.
Versò l’ultima lacrima di dolore.
Perché Ino, nonostante tutto, non poteva tramutare quel che era successo in una nuvola di vapore d’incenso.

* *** *

Voleva goderselo proprio, quel pomeriggio di pausa.
“Hai qualche idea?” proruppe, osservandolo sporcarsi di nuovo di cioccolato sulle guance.
“… idea?”
“Oh, senti… domani c’è festa, no? Quindi, approfittiamone per fare qualcosa di bello!”
“Io sto bene anche qui, a mangiare un gelato con te.” aggrottò la fronte.
“Insomma, come uno dei nostri soliti pomeriggi…” lasciò andare il suo sospiro verso la vetrina del locale, osservando i passanti che sfrecciavano come cacciatori per i negozi della principale via della città.
“Io non capisco che ci sarebbe di male, Karin… stiamo bene anche così, no?”
“Eh no, mio caro Inuzuka!” si mise a braccia conserte, sguardo severo accentuato dal riflesso sulle lenti a contatto. “E’ da un bel po’ che usciamo insieme, e facciamo praticamente le stesse cose di due bimbi delle medie… io voglio svagarmi, divertirmi un po’!!”
“Senti, te l’ho detto… mia madre non mi sgancia più molti soldi, finchè non avrò qualche bel voto: quindi, non posso portarti in discoteca, né in un pub. Ho solo qualche spicciolo per mangiare un gelato qui, assieme.”
“Uff… certo che tua madre è una rompi!” tirò le labbra.
Alzò le spalle, scostandosi un ciuffo di capelli color caffè dagli occhi. “Martedì ho l’interrogazione di storia: dice che se prendo almeno una sufficienza, sabato mi dà qualche soldo per andare al Blue Marine.”
“Uh, è quel nuovo locale che hanno aperto da queste parti?”
“Esatto.” affondò il cucchiaino nel cremoso gelato. “Tenten e Temari stanno organizzando un’uscita tutti assieme, per tirare su il morale di Ino. Non sanno se però chiamare anche Naruto, Gaara e Sasuke, perché a quanto pare quella biondina ossigenata ed il confettino dell’amica sua hanno qualche problemino con i loro ragazzi…”
“Dici sul serio?!” sgranò gli occhi. “Glielo hanno detto loro?”
“Beh non credo, visto che Sakura è stata assente ieri ed oggi da scuola, mentre la Yamanaka non rivolge quasi più la parola a nessuno… però l’Uchiha e quell’altro sono sempre di malumore.”
“Beh, ora che me lo fai notare…” sbuffò, sistemandosi il colletto della camicetta. “Speriamo bene…”
Kiba annuì, trangugiando il suo dolce; si ritenne molto fortunato, dopotutto, che né lui né la sua ragazza avessero avuto finora dei problemi: per quanto riguardava Itachi ed Hinata, la faccenda era archiviata, e sembrava proprio che la loro relazione stesse maturando parecchio, anche un po’ di corsa…
“Ehi, Kiba.” lo chiamò in un soffio.
“Mh?” teneva il cucchiaino ben saldo tra le labbra.
“Visto che tua madre vuole che le porti un bel voto in storia, e praticamente ti mancano tre giorni per finire di studiare… e ti conosco ormai, so che perderai tempo sui videogiochi e non saprai spiccicare nemmeno una parola davanti al prof… che ne dici di venire su da me? Ora non c’è nessuno, i miei sono al lavoro, i domestici starebbero al piano di sotto: quindi, potremmo studiare in santa pace, no?”
Il cucchiaino cadde sulla superficie liscia del tavolino.

Ok, ora la loro relazione stava correndo a tutta birra!

Afferrò la cornetta del telefono ignorando gli sguardi allusivi di quell’idiota: gli era bastato poco, il sentire che una voce femminile cercava il suo caro fratellino, per farsi chissà quali pensieri; eppure, non poteva sapere nulla di quel che stava realmente accadendo.
“Perdona quel cretino di mio fratello Kankuro.” si scusò subito, ma con fare un poco freddo; e lei lo percepì benissimo.
“… ti disturbo, Gaara?”
“Preferirei parlare a voce con te, lo sai.”

L’aveva preceduto di un giorno; l’avrebbe fatto lui stesso, ma faccia a faccia.
“A voce non ce la farei…”
“… hai paura di me, Sakura?!” schioccò la lingua sul palato: volle essere chiaro fin dall’inizio.
La sentì respirare più profondamente, e con un ritmo irregolare: conoscendola, stava facendo un grande sforzo per non piangere. “… no. Cioè… non di te.”
“Stai indugiando: vuol dire che non è del tutto la verità.”
“Come cavolo fai ad essere così freddo con me?! Questa è una questione seria, Gaara! Non devi scherzarci sopra, non ci provare!!” la sua voce si fece acuta, con un sottofondo nasale; non poteva vederla, ma le sue gote si erano imporporate eccessivamente. “Tu… perché sei così freddo con me? Non ti importa niente?! Non ti importa niente… di quello che abbiamo fatto?!”

Si era scatenata. Sfogata.
“Cazzo, come vuoi che non me ne importi?” imprecò, senza volersi far trasportare dall’impeto. “Non sono io che, qualche giorno dopo che abbiamo scopato, si è rigirato nel letto dicendosi che era una situazione da dimenticare.” questa parte la disse a bassa voce.
Ma con i nervi a fior di pelle, sotto quell’aria gelida.

Con la rabbia della delusione.
“… Gaara….” sentì un singhiozzo, che si perse in piccoli sospiri e, probabilmente, tra lunghe lacrime.
Eccessivamente cattivo, Sabaku.
Eppure non dimenticare le parole di Naruto: lei è solo impaurita.
“Io… scusami.” si portò una mano tra i capelli, scombinandoseli. “Scusa, scusami. Ho esagerato, lo so.”
“Tu… Gaara… tu non hai paura?” la sua voce si era fatta flebile, quasi non percepibile.
“… parecchia.” e gli costò ammetterlo.
“Perché stiamo correndo troppo?”
“Tu corri troppo, Sakura. Se le tue paure provate con Sasuke non se ne sono ancora andate, se…”
“… tu pensi questo? Che sia stato sesso, e non amore, per dimenticarmi di lui?!” nonostante le lacrime, sembrava un rimprovero.
“Io…”

Che persona meschina, a pensarlo.
“… la verità è che la tua reazione mi ha spiazzato del tutto, Sakura. Ed io non so come reagire…”
Totalmente, lei l’aveva spiazzato. Lei: sempre desiderata in segreto, ma con la modestia di chi pensa di non poterla ottenere. Irraggiungibile, devi puntare ad altro, Gaara Sabaku, perché non sei alla sua altezza… e poi, e poi: i suoi occhi verdi che si spostano dalla schiena di Sasuke al tuo viso, le sue labbra che iniziano a cercarti, diventa la tua cacciatrice, e riesce a prenderti nella sua morsa; su quel letto in cui, più che scopare, c’è stato altro.

E poi, la sua crisi.
La tua crisi.
“… sono io, la persona meschina.” proruppe quella voce un poco più forte, asciugandosi le lacrime per paura di venir scoperta dalla amata governante. “Io, con la mia folle paura che tutto finisca come con lui…”
“Ma io non sono Sasuke: io sono Gaara.”

Le stesse parole di Naruto.
“… devo liberarmi prima dalla paura, e dal peso dell’attaccamento al mio primo amore.”
“Sì, mi sembra giusto.” annuì inconsapevolmente, concentrando gli occhi sul suo polsino bianco sporco che odorava di fango.
“Non so se sia giusto… chiederti di… no, non dovresti aspettarmi…”
“… ma lo farò. Se, in tutto questo tempo che ti conosco, non sono riuscito ad interessarmi seriamente a qualche altra ragazza, una ragione ci deve essere.”
“Gaara, tu non meriti questo.”
“Nemmeno tu meritavi di soffrire, con Sasuke: ma è così che va la vita.”
Ed il suo pessimismo non la fece stare meglio.
“… grazie.” fu l’ultimo sospiro, prima di attaccare la cornetta.

Perché sapeva che non c’era altro da dire.

I raggi di un sole al culmine del giorno quasi non filtravano più dalla finestra di quella camera, troppo ad est per poter venirne raggiunta.
“Allora, hai capito tutto?”
Il tonfo che fece la sua testa su quella scrivania fu una risposta.
“Non mi dire che ti è venuta un’emicrania solo studiando le cause e le prime fasi della I Guerra Mondiale?!” strabuzzò gli occhi da dietro le lenti degli occhiali.
“Solo?!” sbuffò. “Karin, forse per te la storia di una stupida guerra in Europa potrà essere interessante… ma per me è un paese troppo lontano e troppo noioso, perché me ne possa interessare!!”
“Si dice continente.” puntualizzò. “E devi fartelo interessare per forza, che io sabato sera non starò di certo a casa per farti compagnia.”
Balzò immediatamente in piedi. “Cioè… tu andresti da sola al Blue Marine, sapendo che io non vengo perché non mi ci mandano?!”
“Non starò da sola, ma con i ragazzi del gruppo: e sì, perché ho un po’ di soldi da parte, e se non ci vieni è solo per colpa tua che dovevi studiare meglio.”
“Sei una carogna.”
Si beccò uno schiaffo sulla nuca. “Tu vedi di filare diritto.”
“Perché dovrei prendere ordini da te?! Sono più alto e robusto, e potrei schiacciarti sotto il mio volere!”
“Primo: sei in casa mia; mi basta un grido, e vieni buttato fuori a calci. Secondo: ti conviene anche per tua madre, così non si lamenterà più e riavrai la tua paghetta per intero. Terzo: ho molto più da offrire, che qualche ballo al locale e due bacetti sulle labbra…” lo disse con un fare un po’ maliziosetto, guardandolo intensamente; portò le delicatissime unghie abbellite dal french sui bottoni della sua camicetta rosa, destreggiandosi con lentezza per creare più suspance; venne aiutata dalla gravità, che abbassò leggermente gli occhiali sul naso, dandole un’aria più seducente. Kiba ammirava a bocca aperta quel filino di pelle che poteva intravedere attraverso la camicetta aperta, compiaciuto dal cogliere un pizzo bianco all’altezza del reggiseno.
“… ma… Karin…” divenne anche più rosso della t-shirt cremisi che portava.
“Per ora, bello mio, avrai solo questo…” lasciò scivolare l’indumento a terra. “Ma, se farai il bravo, avrai anche di più…”
In fondo ti conviene, no Inuzuka?

* *** *

Lo chiese a Yoshino, il permesso, di marinare la scuola il giorno successivo.
Per tornare lì.
Si inginocchiò a terra, spolverando su quella lastra in metallo per leggerla chiaramente; strano come, benché la fantasia floreale a colori si fosse mantenuta intatta, fosse invece sbiadita la scritta su di essa.
Kinomiya’s flower shop.
Definitivamente cancellato.
“Era necessario venire qui, Ino?” insistette Sai con la sua aria severa, poggiandole una mano sulla spalla.
“Sì… dovevo.” non si girò verso di lui, ma si toccò il petto sotto il cardigan leggero. “Ma tu non eri costretto a seguirmi.”
Sbuffò. “E’ una frase ricorrente in questi giorni.”
“Sei tu che vuoi che ci incontriamo, quando marino la scuola: io non vorrei costringerti a fare come me.”
“E’ il quarto giorno che accade.”
“Sei preoccupato?”
“Un pochino.”
“Mi ricordi lei.”
Lei sapeva essere seria, quando serviva.”
“Quindi, io non lo sono?”
“Tu non vuoi semplicemente crescere.”
Si alzò in piedi, colpendolo con i suoi occhi color ghiaccio [si, ora erano freddi come esso]; quasi imprecò contro madre natura, per non avere più un’altezza più elevata rispetto al ragazzo, cosa che fino a qualche anno fa le permetteva di guardarlo dall’alto in basso. “Non è per paura di Sasuke, che non vado più a scuola.”
“Lo so: tu non hai mai paura. Se stai marinando la scuola, è per tornare qui: qui, nei luoghi che ti hanno visto crescere, e che ora ti provocano un senso di opprimente angoscia. E’ perché vuoi affrontarli i tuoi problemi, che sei qui: cerchi come di punirti, per chiudere il conto. Perché odi scappare.”
Le scappò un fugace sorriso. “Sai.. mi conosci ancora bene.”
“Tu ti punisci troppo: ma non è colpa tua.”
“Però, anche io conosco bene te.” sbattè le ciglia allungate dal rimmel.“Aggiungerai che non è nemmeno colpa di Inoishi. E che io sbaglio.”
“Effettivamente sì, lo penso proprio…” prese un bel respiro. “Ma, visto che lo sai da sola, non ho bisogno di esprimerlo a parole.”
Sorrise divertito, quando rivide per l’ennesima volta quella smorfia dipinta sul volto, quando la innervosiva l’essere messa con le spalle al muro; storse il nasino a punta perdendo lo sguardo in alto, e portando le braccia al petto.
“Anche se sei tornata a casa, il conto non è chiuso. Questo tuo fratellastro Shikamaru è diventato molto importante nella tua vita: ma non lui, probabilmente nemmeno io, potremmo farti cambiare idea. Quindi, ho ragione: no, non sei cambiata affatto, principessa.”
“… perché mi chiami così?” tornò a guardarlo. “Me lo sono sempre chiesta.”
Il ragazzo sospirò, indietreggiando un pochino; si appoggiò alla ringhiera che delimitava quel campo, dove i lavori in corso procedevano inesorabili.
“Ricordi, la prima volta che ci siamo conosciuti?”
“Alle elementari, nel cortile della scuola…” si poggiò accanto a lui, perdendosi nei pensieri. “Tu eri un bambino viziato e delicato, che amava disegnare e basta.”
“E tu una mocciosa manesca e permalosa, se è per questo.” rispose a tono.“Ma eri anche gentile, e sensibile: e contagiavi tutti con la tua allegria.”
“Ehi, non dimenticare che io ti ho salvato da quei ragazzini di terza: se non era per me, ce le prendevi da quelli!”
“Se non era per quel giorno, probabilmente non ci saremmo mai parlati.” si alzò la frangia. “Arrivasti d’improvviso a salvarmi; mi sembravi un gigante, forte e robusta, quando invece eri solo una bimba magrolina ma molto alta. Forse era per i tuoi capelli corti, o perché portavi principalmente i pantaloni… ma ammetto che, all’inizio, ti scambiai per un maschio.”
“Lo ricordo… quando me lo dicesti, ci rimasi malissimo” storse il naso.
“Insomma, eri quasi il mio eroe; forte e sincero, pronto ad aiutare i più deboli. Poi, il giorno dopo, quando ci rincontrammo… rimasi folgorato: portavi un vestitino carinissimo che risaltava la tua grazia infantile, in coordinato con il cerchietto.”
“Meglio, rispetto a jeans ed il viso sporco di terra, no?” scherzò.
“Beh, io ti presi come principe di una favola per femmine… ma dovetti ricredermi: tu eri una principessa, e molto carina.” si girò a guardarla. “Ed anche ora sei una principessa, solo che bella.”
Rimase totalmente imbarazzata dal suo complimento; scrollò il capo, facendo volare i capelli saldamente legati in una treccia. “Sai… dai, non scherzare!!”
“Beh, ora hai anche un principe, no? Quindi, non puoi darmi torto…” si allontanò dalla retina. “Ecco, a proposito di lui: dovresti smetterla di essere così severa. Tienitelo stretto, non lasciartelo scappare: i bravi ragazzi così carini sono rari, al giorno d’oggi.” l’anticipò, avviandosi verso l’apertura in cui erano passati; ad Ino non sfuggì la sottigliezza della sua ultima frase, accompagnata da un gesto carico di malizia; divenne ancora più rossa.

Nel frattempo, la campagna elettorale va avanti, con tutte le sue conseguenze.
Viene sparso molto fango, e raramente pulito.
Si fa affidamento sui numeri, anche se la partita vera si giocherà tra qualche tempo.

C’è chi festeggia al gusto di brandy o vodka per la riuscita dei suoi piani, alle spalle di un candidato serio.
C’è chi guarda con preoccupazione il suo avversario, infastidito dal non poter più giocare ad armi pari e con onestà.
Ed infine c’è chi paga amaramente le conseguenze di un errore involontario, raccogliendo il coraggio necessario per rimediare.
Ma mancano poco più di tre settimane alla fine delle elezioni: niente è ancora stato decretato.

Qui ci siamo concentrati soprattutto su Karin e Kiba; colpa di Rael, che si consola dal non poter scrivere su Karin e Suigetsu XD
Notizie ancora di crisi, per quel che riguarda Gaara e Sakura, ed Ino: ma almeno per la nostra coppietta sembra riaprirsi qualche strada verso la riconciliazione.
E per la Yamanaka… cavolo, i problemi non si sbrogliano mai!
Ma vedrete, vedrete… tornerà Sasuke. E Itachi.
… basta per riaccendere la vostra curiosità?! XP
Un grazie speciale a tutti coloro che ci hanno commentato: Kaho_chan, Bambi88, Minority girl, Princess of Bang & Ferula_91!
Ci conviene aggiornare di nuovo saltando una settimana; non per cattiveria, ma per ritardo nella scrittura ^^°
Prossimo aggiornamento: venerdì 23 Maggio
(Uh, vicino al mio compleanno!** ndRael) (… ‘sti cavoli!-.-ndMimi)
Kissoni

Mimi18 & _Rael_89

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Capitolo 33
*** Capitolo Trentatreesimo ***


cap 33 Rivincita

LA RIVINCITA DI INO

CAPITOLO 33

_Rael_89 & Mimi18 ©
Masashi Kishimoto ©

Grattò la sedia a terra, alzandosi velocemente e dirigendosi senza lanciare nessuna occhiata fuori dalla sala da pranzo, seguita a ruota da Shikamaru.
Ino tirò un sospiro di sollievo, quando chiuse la portiera dell’auto e Asuma accese il motore e partì.
Voltò lo sguardo verso il fratello che, seccato, fissava il paesaggio fuori dal finestrino.
“Scusa, Shika.”
Un borbottio sommesso le fece capire che non c’era nulla per cui dovesse chiedere scusa [a lui].
Ino osservò mordendosi un labbro il cortile della scuola che compariva dal finestrino, la divise degli studenti e i rumori della macchina che, lentamente, andava fermandosi.
Incrociò gli occhi scuri di Shikamaru, quando lui le aprì la portiera. Non si era nemmeno accorta che fosse sceso.
“Andiamo”, aveva sussurrato piano, prendendole la mano.
Ed ora erano li così, mano nella mano, nonostante fossero due fratelli [fratellastri], avanzavano senza vergogna sotto le occhiate di qualche ragazza troppo maligna, che lanciava battutine ad entrambi.
No, le battutine erano solo per Ino.
La bionda si voltò verso l’entrata del cancello, incontrando un paio di occhi chiari e quasi le venne da piangere.
Da quanto non si sentiva così sicura, come in quel momento?
Da quando aveva così bisogno di Hinata Hyuuga?
Si staccò dalla mano di Shikamaru, senza spiegazione, correndo verso l’amica.
Buttò a terra la cartella, quando fu a pochi passi da lei.
Anche la stessa Hinata si era staccata dalla mano di Naruto e, cone le lacrime agli occhi, le stava venendo incontro.
Non potevano certo sapere che, anche una terza figura, le avrebbe strette in un abbraccio portentoso, sotto gli occhi di tutti.
Ed ora eccole li, quelle tre amiche conosciutesi per caso, o per fortuna, strette in una morsa micidiale, con una qualche lacrima maliziosa, un qualche sorrisetto felice e qualche sentimento di colpa.
Ed ecco la voce di Tenten che, coraggiosa più di tutte, spezza quei rumori.
“Mi sei mancata, Ino-chan.”
Pochi giorni, una settimana forse. Eppure avevano sentito così tanto la sua mancanza.
Sentì il capo di Hinata, contro la sua spalla, annuire.
Aveva capito, però, che non era solo per la mancanza. Era per tutto quello che era successo, che doveva succedere, che la stavano abbracciando.
Perché loro, qualsiasi cosa fosse accaduta, sarebbero state insieme.
Sempre.

“Decisamente esagerata”, proclamò Shikamaru, osservando divertito la sorella abbracciare le due amiche.
“Concordo”.
Per poco non urlò spaventato, quando sentì la voce di Lee e Naruto accanto a lui.
Lo guardavano con un sorriso sarcastico, in attesa.
Shikamaru, dal canto suo, estrasse una sigaretta dal pacchetto, riponendolo poi con cura nella tasca destra della camicia.
L’accese con lentezza, aspirando un po’ di fumo.
Non aveva mai parlato con quei ragazzi, o meglio, non era mai stato solo con loro.
“Uhm. Sono donne...”
Naruto cacciò una risatina, incrociando il capo annuente di Lee.
“Naruto.”
Fu quella voce che spezzò l’aria leggera che, per qualche istante, si era venuta a creare fra di loro.
La voce bassa e roca di Sasuke Uchiha, in piedi in una posizione seccata di fronte a loro. Perfino più seccata di quella che, solitamente, era sul viso di Shikamaru.
Quest’ultimo inarcò un sopracciglio, gettando un’occhiata veloce alla bionda ancora impegnata nell’abbraccio stritolante, alle sue spalle.
Sasuke avanzò con lentezza, senza degnarlo nemmeno di uno sguardo.
“Che ci fai qui fuori?”
Solo quando gli passò accanto, Shikamaru notò i lividi che ricoprivano il viso, solitamente perfetto, del giovane Uchiha.
Quasi la sigaretta gli cadde dalle labbra. Che cazzo aveva combinato?
Probabilmente anche Naruto Uzumaki si stava chiedendo la stessa cosa, dalla faccia che stava facendo.
Boccheggiava quasi quanto lui, forse in un tentativo mal riuscito di formulare una frase.
“Che cosa...”, cominciò allora, non riuscendo però a terminare.
Fu spinto da Sasuke verso l’entrata da scuola, e Shikamaru sorrise.
Allora non era solo Ino quella in ansia.

Karin osservò con espressione scocciata il giovane Inuzuka che, con lentezza, chiudeva il lucchetto della sua bici blu.
Il ragazzo sollevò gli occhi, lucidi, verso la giovane, sorridendole leggero.
“Andiamo?”
La domanda fece sbuffare con maggiore intensità la rossa che a grandi falcate di diresse verso l’ingresso senza attenderlo.
La risata di Kiba le giunse veloce e chiara alle orecchie, sapeva che erano a pochi passi di distanza.
E, pensando alla sera prima, non poté fare a meno di arrossire.
Non avevano fatto nulla di male, in realtà. Un bacio mal riuscito, perché interrotto dallo squillo del cellulare del giovane.
Così, troppo imbarazzato, Kiba se ne era andato. Senza avere studiato...
“Kiba?”, si girò a guardarlo, mordendosi un labbro.
Il ragazzo si fermò di botto, stupito. Non l’aveva mai vista esitare.
“Tu...non sei arrabbiato per ieri, vero?”
“Che?”
“Si, insomma. Per come è...andata.”
L’Inuzuka sorrise, avvicinandosi alla ragazza maggiormente. Con le gote arrossate, le mani che giocavano fra di loro per l’agitazione e gli occhi che non volevano guardarlo, gli fecero una tenerezza infinita.
Non l’aveva mai trovata così bella.
“Karin? Abbiamo tutto il tempo che vogliamo per fare di tutto”.
All’udire quelle parole, Karin sollevò il volto, incrociando gli occhi sinceri di lui.
Sporse il labbro inferiore, commossa.
“Grazie, Kiba!”
“Già, già...”, canticchiò abbracciandola. “Di tutto e di più, cara la mia Karin.”
La rossa arrossì e, con una piccola spinta, tentò di staccarsi da lui, imbarazzata.
Ma la presa di Kiba era troppo forte. Si sentì afferrare il viso e, come da manuale, a pochi centimetri dal viso di Kiba infiniti secondi dopo.
“Ki...”
“Tutto il tempo che vogliamo, per stare insieme, Karin”, sussurrò, baciandola con leggerezza, incurante degli sguardi dei giovani studenti, di fronte a loro.

* *** *

Sakura sbuffò, buttando il capo all’indietro, poggiando la scatola rosa del bento vuoto a terra.
Osservò l’albero di ciliegio scolastico, non ancora fiorito, e sorrise malinconica.
Sotto quell’albero, erano successe troppe cose, ed erano tutte cose che avevano segnato la sua vita...dalla prima all’ultima.
Li, per la prima volta, aveva conosciuto Sasuke.

Li, aveva iniziato a soffrire.
Li, aveva quasi fatto a botte con Ino.
Li, aveva aperto per la prima volta un po’ il suo cuore.
Li, aveva pranzato e dato il suo primo bacio a Gaara.
Li, aveva ricominciato ad amare.
E allora, se davvero aveva ricominciato ad amare, perché era così devastata?
Perché stava così male sentendo anche solo l’eco della voce di Gaara?
Perché pensava alle sue mani, quella notte, che la sfioravano?
Perché aveva così maledettamente voglia di vederlo?
Perché era così scema?
Cacciò uno sbuffo, arricciandosi una ciocca di capelli all’indice destro del dito, sollevando nuovamente gli occhi al cielo.
Un cielo, però, diverso. Era solo azzurro, quel cielo.
“Ehilà, Sakura.”
Sorrise, malinconica. Da quanto non si vedevano?
“Ciao, Ino.”
Una compagna di sventure, in effetti. Chi meglio di lei poteva capire le pene d’amore per cui stava morendo di dolore?
Si scostò di lato, lasciandole un piccolo spazio accanto a sé, che Ino occupò subito.
La bionda si appoggiò al tronco dell’albero, incrociando le braccia dietro la nuca, stendendo le lunghe gambe.
Sakura sorrise, pensando a come Ino Yamanaka fosse cambiata. Con quel comportamento così mascolino, le sembrava la bionda dei primissimi giorni.
“Tutto bene, Sakura?”, domandò senza entusiasmo la bionda.
Probabilmente, Ino sapeva già tutto.
“No, va tutto da schifo.”
“Qua la mano, allora.”
Non dissero altro, rimasero li sedute l’una accanto all’altra come non avevano mai fatto.
Silenziose e tranquille, forse un po’ più in pace, sapendo di avere un’amica con gli stessi problemi...

Naruto sorrise alla ragazza accanto a sé, mangiando con gusto il pranzo che lei, come al solito, gli aveva preparato.
Hinata era un’ottima cuoca, senza ombra di dubbio.
Per di più, se al fatto che sapesse cucinare si univa anche il fatto che preparava sempre [e solo] i suoi piatti preferiti, Naruto poteva anche sentirsi in paradiso.
Preso da un moto d’affetto, le cinse le spalle, attirandola a sé.
La strinse forte, poggiandole un bacio dolce sulla nuca.
Il profumo di gigli di Hinata lo invase. Nessuna ragazza riusciva a mandarlo in estasi quanto lei, in quel momento.
“Hinata-chan, ti adoro.”
Lei sorrise, le gote arrossate, stringendosi maggiormente al petto del biondo.
Strinse con forza la camicia bianca di lui, avvicinando il viso al suo collo bianco.
Naruto profumava di dopobarba, e quello la fece ridere un pochino.
Non avrebbe mai pensato di potere essere così, con lui, dopo tutti gli anni passati ad amarlo silenziosa.
Eppure erano li, uniti come non mai, su quel praticello, attaccati solo da un venticello fresco, che non faceva che saldare la presa di Naruto, intento a proteggerla dai brividi di freddo.
Hinata sorrise maggiormente, avvicinandosi, per quanto fosse possibile, ancora di più a lui.
“Anche io, Naruto-kun.”

Gaara, silenzioso, osservava con distaccato interesse quello che avveniva al di là del vetro trasparente.
Sakura e Ino, insieme, che parlavano.
Un quadro più triste, per lui, non ci poteva essere.
Due ragazze così belle, devastate in quel modo, unite per principio.
Sasuke, accanto a lui, sembrava totalmente indifferente a tutto ciò.
Quando quella mattina l’aveva visto arrivare pieno di lividi, aveva quasi pensato che fosse andato dalla Yamanaka e lei lo avesse preso a pugni.
Poi, invece, con un ragionamento a mente fredda, era più che scontato presupporre che il fautore di quei lividi fosse il fratello maggiore.
Il motivo, però, rimaneva all’oscuro.
“Cazzo”, il sibilo di Sasuke lo fece sorridere.
Gli diede una pacca sulla spalla, con l’intento di confortarlo.
“Già.”

Fugaku Uchiha si passò una mano sul volto, coprendo uno sbadiglio.
Sulla scrivania era poggiato il giornale che parlava delle ultime cazzate su Inoishi Yamanaka.
Era stanco di dovere leggere sempre quegli articoli.
Più che politici, sembravano dei vip. Sempre sulle prime pagine, ma mai sui loro incontri con altri Capi si Stato, o per cose riguardanti la politica.
Sembrava che la gente fosse più preoccupata delle loro vite private, che per il resto.
Ma c’era una cosa, però, che non gli quadrava.
Quel negozietto di fiori abbattuto, di cui Inoishi non sapeva nemmeno l’esistenza, a momenti. Di cui, il biondo, non aveva saputo nulla fino all’ultimo.

Chi aveva richiesto di abbattere quel negozio, e perché?
Che senso avrebbe avuto?
Osservò con uno sbuffo il piccolo [minuscolo] foglio di carta poggiato alla sua scrivania.
Lo afferrò, per scrutarlo ancora una volta.

Ottimo lavoro.
Orochimaru

Non che significasse nulla di particolare, ovvio.
Ma i dubbi gli fecero afferrare quel telefono, perché i sensi di colpa lo attanagliavano.

Bellissima la parte dedicata ad Ino, Tenten ed Hinata.
Complimenti alla mia Koi ù.ù
Anche quella tra i “maschetti”, ovviamente.
E vogliamo parlare di Sakura ed Ino?! Bel parallelo anche con i loro ragazzi. Ci aggiungo NaruHina e KibaKarin trattate con molta delicatezza… oggi sono in vena di complimenti XD
Ma non devo trasformare questa premessa finale in una recensione.
I nodi vengono alla matassa: Fugaku ha aperto gli occhi.
Forse… e vedremo come reagirà Inoishi.
Saltiamo di nuovo di una settimana, per rimetterci in pari con i capitoli, lo sapete…
Quindi: prossimo aggiornamento al 6 Giugno.
Ringraziamo ancora chi ci commenta e ci legge, invitandolo a proseguire così; ed informiamo che abbiamo deciso un capitolo finale sul 38°-39°.
Kissoni
Mimi18 & _Rael_89

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Capitolo 34
*** Capitolo Trentaquattresimo ***


cap 34

LA RIVINCITA DI INO

CAPITOLO 34

_Rael_89 & Mimi18 ©
Masashi Kishimoto ©

 

Ma se Dio ti ha fatto bella
Come il cielo, come il mare,
A che cosa ti ribelli, di chi ti vuoi vendicare?
Marco Masini, Bella stronza

 

 

Non si stupì quasi di venir risvegliata da un forte odore di tabacco.
“Se qualcuno entrasse, e sentisse questo forte tanfo, potrebbe sospettare qualcosa, no?” si rizzò a sedere, tenendo il lenzuolo ben tirato a celarle il seno nudo.
“Ho aperto la finestra.” precisò il ragazzo lì accanto senza nemmeno guardarla, ma facendo un cenno verso la sua sinistra.
“Comunque, un buongiorno sarebbe carino da sentirsi dire…”
“Tu non me l’hai detto, non appena mi sono svegliato.”
“Ma io stavo ancora dormendo.” schioccò la lingua sul palato.
Lo sentì emettere un verso di brontolio, mentre aspirava la sigaretta; lo osservò emettere fumo grigio lentamente, prima di rispondere il solito: “Le donne. Sempre troppo complicate.”
Con un gesto secco, la bionda si prese la sua parte di sigaretta.
“… buongiorno.” si arrese, sbuffando mentre poggiava il gomito su un ginocchio.
“Grazie. Così va meglio.”
Seconda boccata, schiudendo un po’ le labbra mentre, passandogliela, gli concedeva di finirsela tutta; il ragazzo rispose con un gesto fulmineo, contraendo i muscoli mentre si sistemava in una posizione confortevole.
“La vuoi sapere una cosa?” non smise un solo istante di fissarlo. “Con i capelli sciolti stai meglio, Shika.”
Il ragazzo ruotò solo i piccoli occhi scuri. “Forse perché non mi ci hai mai visto.”
“Risaltano di più la forma allungata del tuo sguardo.” si passò una mano tra i ciuffi biondi. “Per quale diavolo di motivo te li leghi in una coda? Non credi che sia meno scomodo tenerseli sciolti?”
“Al contrario, mi pizzicano terribilmente sul collo, e mi vanno sempre davanti agli occhi. Preferisco quindi fare lo sforzo di legarmeli, piuttosto che soffrire tutto il giorno.”
“Shikamaru… tu sei impossibile!” e non si trattenne una risata forte e cristallina. Il Nara storse il naso, infastidito da tutte le sue prese in giro; aspirò forte lanciando poi il mozzicone fuori dalla finestra; quindi, prese a raccogliere i pantaloni da terra.
“Ehi, Sabaku… non credi che qualcuno potrebbe accorgersi che non hai dormito a casa tua?”
“Tecnicamente, ci sono ancora, a casa mia. I miei sanno che ogni tanto mi piace venire qui, in questa dependance agli estremi del giardino della villa, per avere un po’ di privacy dai miei due fratelli… soprattutto da quel baka di Kankuro.” gli diede le spalle per infilarsi il reggiseno chiaro. “Piuttosto, dovrei essere io a chiederlo a te.”
Alzò le spalle. “Inoishi non mi fa mai domande; e posso benissimo dire a Chouji di coprirmi con mia madre.”
“Bene; così, potrò dire ad Ino la verità…” lasciò cadere la frase per dare più malizia al pensiero.
Shikamaru si voltò subito, trattenendo il suo imbarazzo. “Se lo fai, quella mi prende in giro a vita.”
“Oh, ma è proprio per questo che voglio farlo.” si morse un labbro. “E poi, sicuramente mi chiederà qualcosa: anche perché sono convinta che lei con l’Uchiha non sia arrivata fino a questo punto… altrimenti, sarebbe già morto sotto le tue grinfie.”
“Questo non lo so, e sinceramente non mi interessa.” si tirò la zip dei pantaloni. “E poi, ne parli come se fosse la prima volta…”
“Niente romanticismo, eh Nara?” lo rimproverò; ma cambiò espressione in un istante.
“… lei sta bene.” Shikamaru anticipò la sua domanda, intuendola. “Anche se in casa si comporta come un’estranea nei confronti di Inoishi, resiste. Però, spero che alla fine ceda con lui.”
“Come facevi a sapere che volevo chiederti di Ino?”
“Ti conosco, Tem: quando fai gli occhioni, è perché sei preoccupata; e poi, stavamo parlando di lei.”
Per tutta risposta ricevette una cuscinata in faccia. “Occhioni, dici? Beh, sarà meglio che ti sbrighi ad uscire perché io non ti do la colazione; non vorrai mica arrivare in ritardo a scuola solo perché ti sei fermato a mangiare in un bar, spero!”
Lo stomaco di Shikamaru le rispose a tono.

 

* *** *

 

Camminava sempre diritta, a testa alta: manteneva un rigore dettato dall’orgoglio nei suoi gesti, abituali, di lisciarsi i capelli, stringere i pugni, muovere sinuosamente le lunge gambe. E, davvero, era il modello perfetto dell’alienazione: pur sapendo che la sua immagine si rifletteva negli occhi di tutti coloro che le stavano intorno, occhi scuri o chiari, grandi o piccoli, vivaci o spenti, nonostante questo non lo sapeva affatto, annullando con la propria volontà la loro esistenza. Perché era cosciente che il caso Ino Yamanaka fosse troppo succoso per essere lasciato cadere nell’oblio anche dopo qualche settimana; ma beh, poteva persino non importarle più di tanto.
Bella, forse troppo. Una bellezza risaltata da uno sguardo diventato serio eppure disperso, la grazia che teneva a bada la folle bestia della rabbia che nutriva in seno, deridendo quasi la vita per la sua più grande contraddizione.

Vita misera, ma bellezza struggente.
Ciò che è dentro non si rispecchia all’esterno.
E se qualcuno che non avesse mai saputo niente di quella storia si fosse trovato lì, solo conoscendo il suo nome e la sua origine, osservandola camminare in un sentiero artificiale delimitato dalle due file di studenti, le avrebbe sicuramente gridato: da cosa è dettata la tua rabbia? Sei bella, sei ricca, hai gli occhi di tutti puntati addosso: molti invidiano la tua vita. Quindi, la tua rabbia per qualsiasi sciocchezza è un insulto a chi non ha niente.
Eppure, era così che lei si sentiva: non aveva niente.
Un mormorio le fece abbassare lo sguardo verso la realtà: e riconobbe subito quei lunghi ciuffi che celavano in parte il viso di Sasuke Uchiha. Non che avesse paura di incontrarlo: si era preparata. Ma si stupì nel riscoprirlo sempre uguale, con il cravattino allentato e la giacca dalle maniche arrotolate. Intuì che nemmeno lui se ne sorprese più di tanto; entrambi furono degli ottimi dilettanti nello studiarsi senza incrociare gli occhi. Ma quando le passò accanto, quando avvertì il solito brivido caldo che avvampava il suo corpo nello sfiorare la figura di Sasuke, avvertì anche la realizzazione della più grande fobia della sua vita.

La vita di Sasuke non è cambiata di una virgola.
Anche senza di te.

 

La campanella della ricreazione era già squillata da almeno due minuti; ma lui non voleva alzarsi dal banco prima di aver finito di copiare gli ultimi appunti che gli aveva gentilmente prestato un suo compagno di classe.
“… disturbo?”
Alzò lo sguardo nel sentire questa voce, localizzando quella testolina che sbucava fuori dalla porta dell’aula: sorrise. “Buongiorno, Ten.”
“Neji-kun… ora come stai?” si avvicinò al suo banco, preoccupata.
“Bene, tranquilla: credo di aver preso quel virus intestinale che gira in questo periodo in città; ma ora sto benissimo. Non so cosa vi abbia detto Hinata-sama, ma penso proprio che vi abbia allarmato molto…”
“La conosci: ci ha trasmesso tutta la sua preoccupazione.” rise educatamente.“Ma beh, visto che stai bene non devo più preoccuparmi.”
Lo Hyuga annuì, sistemandosi le maniche arrotolate sul braccio. “Stavo finendo di copiare gli appunti delle ultime lezioni che mi ha lasciato il mio compagno di banco; ma, se vuoi, puoi anche restare.”
“Oh, tranquillo, non ti ruberò molto tempo. Ero venuta per vedere come stavi, e per… cioè… dovrei darti una cosa.”
Neji alzò gli occhi dal foglio, incuriosito; poggiò la matita accanto al braccio, osservando meglio il suo viso. E solo allora notò un qualcosa. “… oggi ti sei truccata più rispetto al solito?”
Tenten prese a giocherellare con una ciocca di capelli. “Beh… si…”

Stesso azzardo del giorno in cui era uscita con Lee: ma perfettamente riuscito anche stavolta.
“Ti sta bene, sai? Dovresti truccarti più spesso così.”
La castana ringraziò il fatto di non avere un carattere così timido come Hinata, e riuscì a mantenere il sangue freddo ed a governare tutto l’imbarazzo. “Sai, il giorno in cui sei mancato da scuola dovevo darti un regalo… però, visto che non c’eri, ho pensato di dartelo oggi.”
Gli occhi chiari dello Hyuga si accesero maggiormente. “Un regalo? Ma… non dovevi disturbarti…”
“L’ho scelto assieme a Lee.” disse d’un fiato, tirando fuori il pacchettino da dietro la schiena.
“Posso chiederti il motivo di questa tua cortesia?”
“Beh… userò le stesse parole di Lee: un regalo per ridonarti la tua vitalità giovanile, visto che stai invecchiando a vista d’occhio!
Lo Hyuga rise pacatamente in coro con la ragazza. “Vero… forse questo periodo di intenso studio mi sta invecchiando leggermente; e la mia permanenza in malattia a casa non ha aiutato affatto.”
“Ma, Neji-kun, è normale che sia così: hai gli esami, e devi prepararti per bene!” lo giustificò senza batter ciglio.
“Vero.” il moro annuì. “Ma è anche vero che mi ci voleva proprio, un po’ della vitalità giovanile.” scherzò con un sorriso, accettando il regalo con un gesto di cortesia.
“Senti… ci sarebbe anche questa…” la ragazza posò con un gesto secco sul suo banco una busta di carta, abbassando immediatamente lo sguardo a terra.“Ti prego però di aprire questi doni quando sarai in casa.”
Non ne capì il motivo, ma gli sembrava una maleducazione chiedere ulteriori delucidazioni. “Certamente. Ti ringrazio ancora; e porgi i miei ringraziamenti anche a Lee.”
Tenten annuì in modo impacciato, riprendendo a giocherellare con una ciocca di capelli. “Beh, sarà meglio che vada, Hinata-chan ed Ino-chan mi aspettano alla mensa… a presto.” si inchinò frettolosamente, scomparendo dalla sua vista ancora prima che Neji potesse emettere una sillaba.

 

* *** *

 

L’uomo si slacciò il primo bottone della camicia, seguendo il secondo; si strinse la coda di capelli biondi per renderla più stabile, mentre liberava la mente per due secondi da quel terribile mal di testa che l’avvolgeva.
“Sei stanco, Inoishi? Vuoi che facciamo una pausa?” una goccia di sudore navigò su quella guancia paffuta.
L’altro uomo sorrise. “No, ti ringrazio. Vorrei finire il prima possibile.”
“Se vuoi, posso fare un colpo di telefono a mio fratello: sai che è un ottimo avvocato, e ci potrebbe dare una grande mano.”
“Ho già coinvolto te, benché tu debba esonerarti dal farlo visto che sono coinvolto nelle elezioni, Chouza: non vorrei che uscisse fuori uno scandalo sul fatto che il vecchio sindaco patteggia per me.”
“Tranquillo: terremo la vecchia Tsunie fuori da tutto questo. E poi non mi sarei mai esentato dal doverti aiutare.”
La penna tornò a scarabocchiare su quei fogli, mentre l’assessore del sindaco uscente lanciava veloci occhiate allo schermo piatto del computer, emettendo ad intervalli regolari un ticchettio proveniente dalla tastiera per proseguire la ricerca.
“Se non trovi niente, farò qualche telefonata.” aggiunse con un sospiro sulle labbra lo Yamanaka, mentre raccoglieva una pila di fogli da consultare.
“Ringraziamo il fatto che hai molti collaboratori; altrimenti, i fascicoli su cui lavorare sarebbero almeno il triplo.”
“Forse…” i suoi occhi chiari si focalizzarono su piccoli caratteri battuti a macchina. “… forse qui c’è la documentazione che ci serve.”
“Fa vedere.” l’Akimichi allungò una mano, analizzando il foglio che gli aveva passato.
“Nel frattempo, sento gli altri a che punto stanno.” si allungò verso il telefono, cliccando sul tasto dell’altoparlante. “Ayako? C’è qualche novità?”
“Gli architetti stanno completando il progetto, signor Yamanaka; purtroppo non ho avuto tempo di sentire gli altri, ma se vuole lo faccio ora.” gracchiò la voce metallica.
“No, non preoccuparti, fai con calma: so che hai molto lavoro.”
“Oh, signore: le hanno lasciato un messaggio. Non la ho avvertita perché sapevo che era molto concentrato nella consultazione dei fascicoli.”
“Ti ringrazio. Dimmi di che si tratta.”
“L’ha chiamata l’onorevole Uchiha: dice che ha bisogno di parlarle.”
Inoishi e Chouza si scambiarono uno sguardo.
“Va bene, lo chiamerò subito… grazie ancora, Ayako.” il biondo attaccò la conversazione con la segretaria, del tutto spiazzato.
L’Akimichi gli lanciò un sorriso, afferrando la cornetta. “Che aspetti?!”

 

“… cosa?!” Orochimaru storse il naso, non appena quella sconosciuta voce pronunciò il nome di Inoishi Yamanaka.
“Si, so che può sembrare strano: ma è stato proprio l’onorevole Uchiha a chiedermi di parlare con lui.”
L’uomo si portò una ciocca di capelli color notte dietro l’orecchio, del tutto spiazzato: perché mai Fugaku avrebbe dovuto fare una cazzata del genere?! Che aveva in mente? Voleva darsi la zappa sui piedi?! Rovinare tutto il suo magnifico lavoro?!? Sulle prime, ebbe l’istinto di dire che non era in ufficio, così da levarselo di torno; ma poi pensò che avrebbe richiamato, che comunque Fugaku avrebbe scoperto che non glielo aveva passato al telefono, e che comunque avrebbero parlato.
E poi, così avrebbe anche potuto sapere cosa si stavano dicendo.
“Oh, capisco, onorevole Yamanaka. Passo la telefonata nell’ufficio dell’onorevole Uchiha.” rispose con pacatezza, non trattenendosi una smorfia; poi pigiò con forza il tasto rosso sull’apparecchio telefonico, senza abbassare la cornetta.
Il telefono risuonò forte nel piccolo ambiente del candidato di sinistra.
“Pronto.”
“Salve, signor Fugaku, sono Inoishi Yamanaka. So che mi aveva cercato prima.”
“Sì, e mi dispiace se l’ho disturbata: si mormora che lei è molto impegnato con il lavoro.”
“Non si preoccupi, una pausa mi ci voleva.”
“Piuttosto, dopo tanti anni di conoscenza, e visto che ormai stiamo per arrivare assieme verso un traguardo, che ne direbbe di darci del tu?”
“Si, credo che sarebbe proprio il caso, Fugaku.”
“Ti ringrazio, Inoishi. D’altronde, siamo anche uniti in un legame più stretto grazie ai nostri figli.”
“Rivali e consuoceri: che strana accoppiata.” si trattenne una risatina.
“Già, già… comunque, ti avevo chiamato perché avrei una proposta da farti.”
“Che genere di proposta?”
“Riguarda gli ultimi scandali suscitati da giornalisti e voci maligne.” l’Uchiha toccò la punta spigolosa del suo fermacarte d’oro, fissandolo incantato.“Immagino che tu stia già provvedendo per rimediare… ma beh, avrei anche io da dire la mia.”
“Cosa intendi? Scusa la domanda, ma non riesco a seguirti.”
“Certo, ora le mie parole possono sembrarti misteriose e strane; ma sappi che so quel che faccio. Purtroppo è un vecchio detto quello che i muri hanno anche le orecchie; e, per mia esperienza, so che lo stesso vale persino per i telefoni.” schioccò la lingua sul palato. “Che ne diresti di incontrarci per un caffè? Così potremo discuterne insieme senza rischi.”
“Se ti fai tanti scrupoli, è perché deve essere qualcosa di molto importante… non posso esimermi dal soddisfare la tua richiesta. Anzi, sarà anche un piacere.”
“Sono felice di sentire queste tue parole. Però, per quanto riguarda luogo ed ora di incontro… anche in questo caso preferisco stare all’erta: ti manderò un biglietto attraverso Sasuke, che lo consegnerà a tua figlia Ino. Ti chiedo ancora scusa, ma non fidarsi è sempre meglio.”
“Ti capisco… allora, attenderò il tuo biglietto e sarò puntuale al nostro appuntamento.”
“Ora ti lascio al tuo lavoro. E’ stato un piacere, Inoishi.”
“A presto, Fugaku. E grazie ancora.”
Alla fine della telefonata i sospetti di Orochimaru, ancora in ascolto, si fecero più vividi.

 

Lo Yamanaka agganciò la cornetta, lasciandosi andare ad un lungo sospiro.
“C’è qualcosa che non va?” Chouza si sporse verso l’amico.
“No, niente… anzi, forse Fugaku è la mia salvezza. Però…” si portò una mano a tirarsi su la frangia. “Purtroppo, dovrò costringere la mia piccola Ino ad avere contatti con le due persone alle quali, in questo momento, secondo le spiegazioni datemi da Shikamaru, sono quelle a cui è più ostile: Sasuke Uchiha e me.”

 

* *** *

 

Crash.
Fu quel suono di vetri rotti ad interrompere il concerto della pioggia, che fiaccava l’ambiente esterno anche ora che era calato il tramonto.
Come fendenti, le sue trecce color miele tagliarono l’aria, seguendo il movimento improvviso di inchinarsi a raccogliere l’oggetto caduto per caso.

Caduto senza un motivo apparente.
Con le dita tremanti, Ino afferrò la fotografia; rimase inorridita a fissare la crepa formatasi sul vetro lucido, mentre le varie schegge deformavano e quasi ferivano il bel volto di Miyu Kinomiya che, con un grande sorriso, faceva un segno di vittoria verso il fotografo. Sentì le lacrime solcarle le guance in un attimo mentre studiava il suo taglio corto appena fatto, la leggera passata di trucco a risaltarle il viso giovanile, gli occhi azzurri illuminati dai suoi capelli castani, unghie mangiucchiate e top corto di un acceso arancione.
Miyu, l’unica che sapeva farla piangere in un solo istante.

Perché è caduta?
Eppure lei si trovava dall’altra parte della stanza.
Era un messaggio?
Si dice che, quando la fotografia di una persona defunta si rompa, questa voglia dirci che è arrabbiata o infelice.
Ino ripensò a questo, mordendosi un labbro: quella lacrima le cadde sul vetro. Casualmente sopra il suo occhio, scendendo piano…

Ino, mamma sta piangendo.
Forse era quello, quel senso di inquietudine che l’invadeva in quei giorni.
Ino, mamma è arrabbiata con te.
Quei giorni, in cui il peso della sua morte è insostenibile.
Vivi con i morti, piccola. Ma tu sei viva.
Sasuke, papà, gli altri… avrebbe abbandonato tutti, per sentire di nuovo l’odore della sua mamma.
Ma, forse, era proprio questo il suo problema…
Un tonfo interruppe i suoi pensieri. Ne seguì un altro. La biondina si rialzò, asciugandosi le lacrime: non era da lei perdersi troppo nei suoi dolori. Ultimamente, stava diventando patetica.
Sentì il terzo tonfo, che la avvertì che c’era proprio qualcuno che la cercava; si diresse verso la finestra della sua camera, stupendosi che colui o colei che la desiderava la chiamasse proprio da lì invece di usare la porta, probabilmente lanciando qualche sassolino sul vetro. Scostò la tendina.

Era lui.
Lui. Lì, in piedi sotto la pioggia.
Lui. Senza stancarsi di aspettarla.
Lui.

Itachi Uchiha.

 

Le cose si complicano ulteriormente, per Sasuke ed Ino… non si parlano, non si filano, quasi dimenticano quel che c’è stato tra loro. Ma non dimenticano, in realtà… è questo il problema.
Ed ora, l’incontro di Ino con Itachi cosa provocherà? Migliorerà o peggiorerà la situazione?! Sappiate che non è facile farci una previsione sopra…
Da qui parte anche la vera e propria NejiTen. Nel senso che, ora, forse lo Hyuga si accorgerà di qualcosa… per i fans NejiTen questi saranno i capitoli più belli!!
E, nel prossimo, saprete qualcosina in più anche su Inoishi e Fugaku…
Un grazie a chi ci ha commentato: Talpina Pensierosa, Minority girl, Bambi88, HinaNaru, Princess of Bang. E chi ci ha commentato nei capitoli scorsi ^.-
Prossimo aggiornamento:Venerdì 13 giugno (sì, riprendiamo normalmente)
Baci
Mimi18 & _Rael_89
 

PS: Scusate per il ritardo di un giorno, ieri sera Rael ha avuto problemi^^°

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Capitolo 35
*** Capitolo Trentacinquesimo ***


cap 35

“Senti… ci sarebbe anche questa…” la ragazza posò con un gesto secco sul suo banco una busta di carta, abbassando immediatamente lo sguardo a terra.“Ti prego però di aprire questi doni quando sarai in casa.”
-La Rivincita di Ino, Neji e Tenten-

 

LA RIVINCITA DI INO

CAPITOLO 35

 

 

Caro Neji,
te la ricordi la prima volta che ci siamo incontrati?
Io era una bambina che, per qualche oscuro gioco del destino, non era nata maschio.
Ero in piedi accanto a Lee, non lo conoscevo ancora, e tu, impeccabile come al solito, te ne stavi a pochi passi da noi.
Avevi lo sguardo fisso di fronte a te, probabilmente non ascoltavi nemmeno il discorso che il sindaco Sarutobi stava facendo...ma come fartene una colpa? Eri solo un bambino, e solo oggi so che in quel periodo, tuo padre aveva avuto quel grave incidente.
Io ti guardavo rapita, catturata da tutto quel fascino che, inconsapevolmente, emanavi.
Per qualche assurdo motivo, il fato ci ha fatto incontrare ancora. Eravamo compagni di classe, ed io non potevo sprecare una simile occasione, no?
Eri li, al tuo banco da solo, mi sono avvicinata e ti ho proposto di giocare a calcio.
Una bambina di classe come me, avrai pensato, che faceva proposte simili...
Forse è stato in quel momento Neji, quando con una vocina flebile che tanto non ti si addice mi hai guardato e sussurrato un “sì”, forse è stato in quel momento che mi sono resa conto di tutto.
Perché anche se non ti conoscevo, ero piccola, maschiaccio, inesperta ed infantile...mi sono innamorata.
E questo sentimento non è cambiato, sai?
Dirtelo tramite lettera è una vergogna, ma non avrei mai il coraggio di dirti tutto faccia a faccia. Il fatto che potresti rifiutarmi è così possibile che non reggerei.
Quindi ti prego, sii gentile, appena mi vedrai. Sono solo una povera ragazzina innamorata di un ragazzo impossibile..
Perdonami. Ho rovinato tutto quello che c’è stato fra di noi.
Tua per sempre,
Tenten

 

Neji osservò con occhi spalancati quelle parole scritte con sincerità, su quel foglio bianco e gli venne voglia di urlare.
Perché lui, perfetto ed impeccabile, era un’idiota. Un emerito cretino, che non si era mai accorto dei sentimenti che la sua migliore amica provava...
I segnali c’erano stati, anche molti. Le gote arrossate, gli occhi so per te, le frasi farfugliate, il giocare frenetico con le ciocche di capelli...
Sei davvero stato così cieco, Neji Hyuuga?
I pugni si strinsero intorno al foglio, in segno di arrabbiatura. Una rabbia che provava verso sé stesso.
Con passo veloce si diresse alla porta, spalancandola e, veloce, corse. Corse, corse, corse, ora che vedeva perfettamente quello che gli stava di fronte; e mai qualcosa gli era sembrato così bello..

 

I piedi nudi zampettavano veloci sul pavimento gelido, facendole scorrere brividi di freddo lungo la schiena, coperta solo da una sottilissima camicia da notte.
Scese le scale, lisciando il corrimano con la mano bianca, il respiro affannoso e gli occhi spalancati per lo stupore.
Non cercò un ombrello con cui ripararsi, non ne aveva tempo. Che cosa sarebbe stata poi un po’ di pioggia, rispetto al freddo che Itachi, in quel momento, stava provando?
Spalancò la porta di casa e le gocce d’acqua la investirono in pieno, facendola rabbrividire.
A piedi nudi, uscì in giardino e subito lui le fu davanti.
La sigaretta spenta a penzoloni sulle labbra, aperte in un sorriso malinconico, le fecero venire tanta voglia di piangere.
“Itachi”, le scappò un sussurro, coperto sicuramente dallo scrosciare incessante della pioggia.
Lui inclinò il capo, e ad Ino parve di vedere le sue labbra pronunciare piano, pianissimo, il suo nome.
Senza aspettare altro, lo afferrò per la manica del giubbottino di pelle e, con forza, lo trascinò in casa. Nella sua stanza.
Si chiuse la porta alle spalle, mentre goccioline di pioggia cadevano a terra.
I suoi occhi cerulei saettarono subito al corpo tonico di Itachi, in piedi accanto a lei, che non ancora aveva smesso di guardarla.
Sembrava che volesse stamparsi il suo viso nella mente, come una fotografia. Le pareva quasi che lui, così bello in quel momento, fosse venuto per dirle qualcosa che non le sarebbe piaciuto.
“Ino”, la sua voce dopo tanto tempo la fece rabbrividire. Si sentì come indietro di mesi, quando ancora il suo cuore era in bilico fra lui e Sasuke.
In quel momento, nulla avrebbe dovuto più essere in bilico. Invece si ritrovava sul filo di un rasoio, in cui la felicità sembrava la strada più ardua da raggiungere.
“Quanto tempo”.
Annuì piano, lei, abbassando lo sguardo. Non passarono che cinque secondi, Itachi la stava già stringendo fra le sue braccia, inconsapevole del freddo che stava procurandole a causa dei vestiti zuppi e, soprattutto, del batticuore che aveva preso possesso del suo corpo.
Inconsciamente, le sue mani andarono a stringere il corpo freddo di Itachi, forse speranzose di trovare un po’ di quel sentimento che solo il corpo di Sasuke riusciva a donare.
Rimasero così per minuti, che tanto sembravano ore, mentre l’unico rumore in quella stanza era lo scrosciare continuo della pioggia e i loro respiri affannati, causa di quell’abbraccio così passionale in cui erano uniti.

 

Tenten sorrise amara, strofinando il viso pulito nel cuscino, un tentativo mal riuscito di asciugare le lacrime.
Forse era stata un po’ contagiata da Ino, nell’ultimo periodo era diventata davvero una piagnucolona inutile.
Si portò supina, coprendosi il volto con le mani. Un sospiro basso e singhiozzante le sfuggì dalle labbra, morse poi dai denti, arrabbiati con lei per tutta quella fragilità che stava mostrando.
Neji aveva sicuramente già letto la lettera, sapeva che sarebbe successo. Non aveva motivo per starsene così in ansia, l’avrebbe rifiutata, con il solito sorriso pacato, la consueta tranquillità che lo contraddistingueva.
Il bussare incessante alla porte interruppe il filo [triste] che i suoi pensieri avevano preso, borbottò un avanti e non si preoccupò di essere udita o meno. Tanto sarebbero entrati comunque..
Sentì la porta sbattere e, non fece a tempo ad aprire gli occhi, che si ritrovò schiacciata da un peso sul suo corpo.
“Ne-Neji?”, domandò insicura, stuzzicata dai lunghi capelli castani del giovane.
Lui grugnì qualcosa, sollevandosi e Tenten poté notare le gote arrossate, per via dell’imbarazzo, che mai aveva visto su quel viso così bello.
Solo in quel momento rifletté sul gesto di Neji. Il suo corpo che la spingeva sul letto, i visi a pochi centimetri di distanza..
“Hai...letto la lettera?”, domandò sicura della risposta.
Lui allungò una mano al suo viso, sciogliendo la solita crocchia in cui teneva legati i capelli castani, lasciando che ricadessero leggeri davanti al suo viso.
Annuì piano, mentre si avvicinava a lei.
Le labbra già sfioravano il collo di Tenten, quando per la prima volta parlarono.
“Non ha rovinato nulla, Ten”.
La ragazza portò le mani sulle spalle di Neji, buttando la testa all’indietro e chiudendo gli occhi.
Lui fece scivolare le mani lungo il suo corpo, sollevandole con delicatezza la camicia da notte.
“Mi hai solamente mostrato ciò che volevo”.
Le sue labbra cozzarono perfettamente contro quelle di Tenten, baciandola con passione e non lasciandole il tempo i pensare a nulla.
Solo un turbinio di emozioni, una danza pacata e leggera, parole dolci che gli sussurrava all’orecchio, ormai persa ogni vergogna.

Amore.

 

Sedevano a poca distanza l’uno dall’altra, quasi avevano paura a parlare, interrompere quell’atmosfera speciale che si era venuta a creare.
Ino sollevò lo sguardo, e subito fu fulminata dagl’occhi scuri di Itachi.
“Perché sei qui”, sussurrò allora, mentre il sangue affluiva malizioso alle gote.
Lui sorrise placidamente, accendendosi una sigaretta.
Ino avrebbe voluto strappargliela via, quando il fumo iniziò ad invadere la stanza.
“Sono qui perché non mi piace il modo in cui mi hai lasciato, perché ho litigato per te [di nuovo] con Sasuke, perché voglio capire se c’è ancora qualche cosa che provo per te, Ino”.
Le parole la colpirono come una doccia gelida. Rimase, tremante, di fronte a lui, fissandolo come se fosse un pazzo omicida che veniva ad ucciderla.
Spalancò la bocca per parlare, ma lui l’anticipò.
“E si, Ino, sono ancora innamorato di te”.
La bionda richiuse la bocca, zittita da quella frase.
Non le faceva affatto piacere, sentirselo dire così su due piedi. Si stava già pentendo di quell’abbraccio che gli aveva concesso solo pochi minuti prima...
“Che ha da dire? Oppure preferisci stare zitta tutta sera?”
Ino storse il naso stizzita, girandosi e guardando il giovane dritto negli occhi come non faceva da una vita.
Si afferrò la camicia da notte con forza, stringendola e conficcandosi le unghie nei palmi delle mani.
“Io non ti amo, Itachi. Non posso negare di volerti più che bene, ma amo Sasuke. Per quanto possa odiare certi lati del suo carattere, per quanto possa odiarlo in questo momento, io...”
...voglio averlo qui con me. Io lo amo, lo voglio, voglio renderlo felice. Quante cose desideri, Ino?

Troppe, per il tuo fottuto orgoglio.
Sentì la mano di Itachi carezzarle i capelli e alzò lo sguardo su di lui.
Un sorriso che per niente gli si addiceva era aperto sul suo bel volto, mentre la osservava con tenerezza, quasi come se fosse una bambola di cristallo sotto mani forti.
“Lo so”.
Due semplici parole, che la fecero nuovamente scoppiare a piangere.
Si accasciò sul letto, portandosi le ginocchia al petto e stringendola con le braccia. Solo pochi secondi, poi le braccia di Itachi la cinsero per darle forza.
E un fiume di parole uscì dalle sue labbra, mentre le lacrime continuavano a cadere.
Quello che provava verso Sasuke, suo padre, Shikamaru, lui, Sai, sua madre...
Quando pronunciò quel senso di vuoto che, ormai sempre, la opprimeva, le sembrò che la stretta di Itachi fosse aumentata.
“Ino, tu devi vivere la tua vita come meglio credi. Non puoi continuare a rincorrere il ricordo di tua madre, lasciando perdere quello che tuo padre prova per te...”
Le sembrò strano sentire quelle parole così giuste uscire dalle labbra di Itachi.
Gli si avvicinò piano, facendo incontrare le loro bocche per una frazione di secondo.
“Un po’, ti amerò sempre, Itachi-kun”.
E, esausta, si addormentò fra le sue braccia.

 

Fugaku Uchiha sbuffò scocciato, passandosi una mano sul volto stanco e provato, sotto gli occhi preoccupati della moglie.
Gli occhi scuri di Mikoto lo fissavano preoccupati, ben attenta ad ogni singolo movimento che Fugaku compiva.
“Mikoto, vai a chiamare Sasuke, te ne prego”.
La donna si alzò obbediente, dirigendosi a passo svelto verso la camera del figlio minore.
Bussò leggera alla porta e, senz’attendere, entrò.
Lo trovò sdraiato supino sul letto, ad ascoltare l’mp3 che aveva ricevuto in regalo per il compleanno, probabilmente pieno di quella musica rumorosa che tanto gli piaceva.
Si sedette sul letto, facendolo sobbalzare per la sorpresa.
I loro occhi [identici] si incontrarono; Mikoto sorrise dolce, accarezzandogli il volto liscio e pallido.
“Ancora tu ed Ino non avete risolto i vostri screzi?”
Come facesse a saperlo, Sasuke non lo sapeva, si limitò ad annuire cupo, appoggiando l’mp3 sul comodino accanto al letto.
“Tuo padre ti cerca”, disse sorridendo dolcemente ed alzandosi.
Si avvicinò con passo lento alla porta, per poi girarsi verso di lui con un espressione scocciata in volto.
“Proprio non capisco, queste cantanti non potrebbero coprirsi di più?”, domandò alludendo al poster di Nana Osaki appeso sulla parete sopra il letto di Sasuke.
Il ragazzo rise, seguendola, e lanciando un’occhiata alla donna più bella che avesse mai visto, che tappezzava i muri di camera sua.
Quando arrivò in salotto, Mikoto trovò il marito con un espressione più composta e le venne da ridere. Probabilmente, si fingeva così tranquillo per non farsi vedere esausto di fronte a Sasuke.
Il ragazzo si sedette davanti a Fugaku e attese paziente e silenzioso che il genitore prendesse la parola. Questi allungò una busta bianca sul tavolino che li separava.
“Devi darla domani ad Ino Yamanaka, in modo che la consegni a suo padre”.
Sasuke spalancò la bocca stupito, ma prima che potesse parlare suo padre lo anticipò.
“Ti prego, so che non vorresti, ma è una questione vitale. Forse posso porre fine alla situazione che si è venuta a creare”.
Mikoto osservò il figlio con un sorriso, poggiando una mano sulla spalla del marito, in attesa di una qualche reazione.

 

Si arricciò una ciocca di capelli color caramella intorno al dito, mentre attendeva con impazienza che qualcuno bloccasse quel fastidioso “tu-tu” del telefono.
Con sollievo, fu la voce calda e bassa che tanto conosceva a risponderle.
“Sono io”, sussurrò flebile.
Rimase qualche secondo in attesa che lui parlasse.
“Vorrei parlarti...domani, se vorrai, rimarrò ad aspettarti fino alle dieci di sera sotto il ciliegio in cui ci siamo baciati per la prima volta”.
Non gli diede il tempo di rispondere, riattaccò semplicemente, lasciando perplesse il ragazzo che, indeciso, si grattò la nuca.
“Chi era?”, domandò il fratello minore, osservando Kankuro riporre la cornetta.
Questi lo osservò perplesso, scotendo le spalle.
“Non ne ho idea. Deve aver sbagliato. Cioè, era una che domani aspetterà fino alle dieci sotto un ciliegio. Porella”.
Gaara inarcò un sopracciglio, osservando con occhio critico il telefono nero. Per un attimo, aveva sperato che si trattasse di Sakura
.

 

… che dite, si sono complicate le cose anche per Gaara e Sakura?!
Domanda retorica, ultimamente qui non c’è niente che funzioni bene ù.ù A parte… NejiTen! Ed ecco che finalmente si smuove qualcosa tra di loro! Ma… che sarà successo? Cosa avranno fatto?!
Ku ku ku… lo scoprirete tra due capitoli XD
Così come vedrete cosa comporterà la visita di Itachi ad Ino, soprattutto se Sasuke lo saprà…
Un grazie a chi ci ha commentato: HinaNaru (nuuu, povero Sasuke! XD), Princess of Destiny (in questi ultimi capitoli hanno un ruolo più importante, anche se SasuInoIta ovviamente resta protagonista ù.ù), Talpina Pensierosa, Bambi88, Princess of Bang & Minority girl!
Un grazie di cuore a chi ci segue sempre!

Prossimo aggiornamento: venerdì 20
!
(brrr… gli esami sono vicini! O.O NdRael)
Baci
Mimi18 & _Rael_89

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Capitolo 36
*** Capitolo Trentaseiesimo ***


“Chi era?”, domandò il fratello minore, osservando Kankuro riporre la cornetta.
Questi lo osservò perplesso, scotendo le spalle.
“Non ne ho idea. Deve aver sbagliato. Cioè, era una che domani aspetterà fino alle dieci sotto un ciliegio. Porella”.
Gaara inarcò un sopracciglio, osservando con occhio critico il telefono nero. Per un attimo, aveva sperato che si trattasse di Sakura.

-La Rivincita di Sakura e Gaara?-

 

“Io non ti amo, Itachi. Non posso negare di volerti più che bene, ma amo Sasuke. Per quanto possa odiare certi lati del suo carattere, per quanto possa odiarlo in questo momento, io...”
...voglio averlo qui con me. Io lo amo, lo voglio, voglio renderlo felice. Quante cose desideri, Ino?

Troppe, per il tuo fottuto orgoglio.
-E la Rivincita di Sasuke ed Ino?-

 

 

LA RIVINCITA DI INO

CAPITOLO 36

 

 

Mikoto osservò il figlio con un sorriso, poggiando una mano sulla spalla del marito, in attesa di una qualche reazione.
Sasuke rigirò l’anello d’argento al pollice sinistro, primo simbolo di una sua adesione allo stile rock – e, probabilmente, primo sintomo di una ribellione giovanile. Si sentiva un po’ strano, non sapeva nemmeno lui come esprimersi; dover incontrare Ino era strano.

Era paura?!
Ma no: non era un cacasotto.
Paura di dover provare di nuovo quei sentimenti.
Ah, forse…
Ma aveva paura?!
Paura di qualcosa che non era riuscito a cacciare?
Allora, cosa era?
Disagio. Rabbia. Riluttanza.
Vedere la ragazza di cui era innamorato… era quasi stomachevole.
“… se domani la incontro a scuola, glielo consegnerò.” ma era quasi vicino a rispondergli no.
La mano di Mikoto strinse con più forza la spalla del marito.

Solo una mamma capisce.
“Sasuke…” Fugaku sospirò a lungo. “Purtroppo, è una cosa che devi proprio fare domani. Altrimenti, non si farà in tempo, e ne andrà in gioco della carriera di Inoichi Yamanaka.”
Il ragazzo contrasse le labbra.
“E dovrei fare questo senza nemmeno sapere di che si tratta?”
“Non sono affari che ti riguardano.” sentenziò, con troppa fretta: e se ne pentì.
Mikoto trattenne il respiro.
Lo sguardo di Sasuke era chiaro.

Lo sguardo di Itachi dodicenne, che rispose a tono alla parola paterna.
La sedia stridette sul pavimento; il ragazzo era in piedi.
“Se non sono affari che mi riguardano, perché dovrei…”
“Sasuke!” invocò la madre con un filo di voce; il figlio annuì.
“Va bene, ho capito. Farò come mi è stato richiesto, padre.”
Gli voltò le spalle, senza salutarlo.
E Fugaku se ne pentì una seconda volta.

 

* *** *

 

Le sue labbra sensuali erano schiuse, come se invitassero ad essere baciate.
“… Sakura?”
Si girò di scatto, incrociando lo sguardo malizioso di Karin sotto gli occhiali da vista.
“A chi pensi?”
“Veramente, io…”
“Non ti sei alzata per salutare il prof Hatake. Scommetto che non hai sentito una parola di quel che ha detto in quest’ora, vero?!”
Contrasse le labbra; odiava, quando l’amica la prendeva alla sprovvista.
“Karin, dove vuoi…?”
“Non è da quella secchia dell’Haruno che conosco io!”
Si morse il labbro.

Karin, dove vuoi andare a parare?!
“E, aggiungerei che quell’albero fuori nel cortile, è evocatore di ricordi e forti emozioni… o sbaglio?”
Sakura piantò i palmi delle mani sul banco, facendosi forza per scattare in piedi; era decisamente indecisa se picchiarla o raccontarle la verità su Gaara.

 

S’appostò accanto alla porta della sua classe, sperando di poterle fare compagnia per pranzo; già si pregustava con il ricordo il sapore di uno dei suoi soliti manicaretti, che erano da qualche settimana il suo menù fisso. Ciò che però rendeva ancor più piacevole la pausa pranzo, però, non era solo il cibo: ma vedere come ogni giorno la bellezza si manifestasse in lei. Un cerchietto, un filo di ombretto di un colore più scuro, il pungente odore di un profumo nuovo: ogni cosa le stava dannatamente bene. Era un dono, davvero.
Ma il vociare basso e profondo di gentili frasi cortesi di corde vocali perfettamente riconosciute, lo fecero appiattire accanto alla porta dell’aula; e riuscì a diventare invisibile, mentre la sua bella andava a pranzo con il cugino, probabilmente a tavolo con il solito gruppo di amici; ma la sua sorpresa venne catturata dal polso destro del ragazzo, su cui era legato ben stretto un braccialettino colorato, di quelli di filo.

… ma che bracciale strambo per un tipo delicatino e raffinato come Neji Hyuga! Fu quel che sinceramente pensò Naruto Uzumaki.
Un regalo che Rock Lee avrebbe definito giovanile.

 

* *** *

 

“… tua sorella sta sempre assieme alla Yamanaka, vero?”
Alzò gli occhi chiari, colpito dal fatto che ora la chiamasse per cognome.
“Sì, molto spesso; sono nello stesso club.”
“Sai quando hanno gli allenamenti?”
“Vuoi parlarle?”
“Non sono cazzi tuoi, e lo sai.”
“Vero.”
“…”
“…”
“… allora?!”
“Mezz’ora dopo le lezioni, ogni giorno.”
“Quindi, anche oggi.”

Temari spalancò gli occhi da gatta, seguita a ruota da Hinata, che frenò il suo strano attacco di parlantina sulle ultime notizie di Neji e Tenten.
Ino, semplicemente, cercò di non dare a vedere il suo stupore.

Ma era la più sorpresa di tutte.

“Ovviamente.”
“Bene.”
Lo fissò allontanarsi, notando perfettamente la schiena rigida.
“Ehi.”
Si voltò.
“Che vuoi, Gaara?!”
“Cerca di fare di meno lo stronzo, ok? E sarebbe anche carino dire la parolina magica.”

Sasuke era appoggiato alla rete del cortile, in quello spiazzo che conduceva allo spogliatoio delle giocatrici del club di calcio. Sembrava aspettare qualcuno; ed infatti, appena le vide si rizzò in piedi.
“… Yamanaka.”
Sussultò, sentendo di nuovo la voce pronunciare quell’indifferenza nel nome.
“Uchiha.”
Indifferenza, che ricambiò con altrettanta.
Temari ed Hinata si scambiarono uno sguardo, come indecise su cosa fare; la Sabaku stava per prendere la parola in difesa di Ino, volendolo scacciare: ma l’amica bionda l’anticipò.
“Tem, Hina-chan… andate avanti voi.”
Hinata schiuse le labbra, preparandosi per ribattere.
Voglio sentire che ha da dirmi.” imperò Ino.
La Sabaku e la Hyuga si scambiarono di nuovo quello sguardo.

“… parolina magica?! Io non le devo niente.”
“Pensala come vuoi… ma in questa situazione soffrite entrambi.”

 “Che c’è? Perché non volevano lasciarti da sola con me?”
“Arriva al dunque, Uchiha.” decise di non concedersi alcuna formalità di cortesia… altrimenti, non sarebbe riuscita a trattarlo con freddezza.
Sasuke scosse il capo, lasciando che i ciuffi petrolio carezzassero totalmente le guance; sospirò, volendo scaricarsi della tensione che cresceva tra i due.
“Devo darti questo cavolo di bigliettino…” portò una mano a scansare i capelli dalla fronte. “Che storia. Sembra che stiamo scambiando corrispondenza per lettere d’amore tra due adolescenti.”
“Ma è importante.” azzardò, senza rendersi conto che a spingere le sue parole era stata l’implicita volontà di difendere Inoishi. “Yoshino mi ha spiegato a grandi linee.”
“So che per te non è facile.” le tese la mano, stringendo quel pezzo di carta con forza.
“Sarei infantile se mi tirassi indietro.” allungò la sua mano.
E le dita si sfiorarono.

Fu come una volta, vero?
Il calore passava attraverso i polpastrelli.
Ed il respiro si smorzò, vero?
Sempre un contatto dolce, familiare.
Ed il cuore impazzì, vero?
C’era la voglia di assaggiare con le labbra il sapore della pelle.
Fu così per entrambi.
“… grazie.” la scostò con velocità, quella mano bollente.
E se la toccò, quella mano bollente: come ferita.
Ferita si, da quei sentimenti repressi.
Sasuke passò velocemente la lingua sul labbro inferiore; l’umidità di quella giornata di una prima estate si sentiva forte, in quell’atmosfera. C’era una sorta di desiderio che nasceva nell’uomo, un bisogno di pace: basta, c’è già il calore a trattarci male. E c’era quella necessità di abbracciarla, dettata forse dall’età, forse dalla stagione ispiratrice di romantici sentimenti, dettata dagli ormoni… o, più semplicemente, dalla mancanza del suo abbraccio.

Per fortuna, che c’era quella necessità ora.
“Ino…” non c’era più indifferenza.
Alzò di nuovo gli occhi, puri come oceano, verso di lui.
Speranzosi, come una nuova vita.

Lo vide rientrare in casa la mattina, senza chiedersene il motivo; fradicio, senza chiedersene il motivo.
Ma avvertì, nella sua vicinanza, l’odor di lei che emanava la sua camicia.
“Forse, non dovrei dirtelo, Sas’ke-chan.”sorrideva; ma in modo strano. “Hai capito dove sono stato?”
Alzò il capo, cercando di frenare le sue pulsioni emozionali.
“Non mi è mai importato nulla della tua vita.”
“… ma lei ti ama.”
Strinse troppo forte il cravattino.
“Prego?”
“Ino ti ama. Quindi, pensa tu a lei. O te la farò pagare, fratellino.”
Era da tempo, che Itachi non lo chiamava così.

“Ino… io non ti chiederò scusa per le cose dette.” il pugno si strinse forte, appoggiandosi alla rete. “Ma per come le ho dette.”
Schiuse le labbra, senza sapere che dire.
Se ne accorse solo allora che la distanza tra i due si era accorciata, e di molto.
“Io sono poco sensibile a volte, lo so. E’ nell’indole maschile, questo. Però sono certo di una cosa: di non essere un egoista capriccioso ed arrogante, come pensano molti. Io guardo solo al di là delle cose.”
Le fu istintivo, abbassare gli occhi.
“Sei molto maturo. Al contrario mio.”
“Tu hai ben più d’un motivo per non voler essere matura in questa situazione.”
Rialzò gli occhi, sotto la sua carezza che la coccolò.
“Le penso ancora, tutte quelle cose: tuo padre non ha colpe. Almeno, non fu fatto con volontà; e tu dovresti perdonarlo, per questo.”
Si era fatta troppo debole; ma ci pensò lui ad asciugarle quella lacrima, ed a tacere su quella debolezza.
“Sasuke… così non funzionerà tra noi.”
Sapeva a cosa si riferiva. “Vero… toccherà a te il secondo passo; altrimenti, questo logorerà la nostra storia.”
Si accostò a lei, strusciando la sua guancia contro la gota rosata della sedicenne; con gesti piccoli e delicati, sganciò il gancetto di quel cerchietto d’argento che era solita portare come orecchini, rubandoglielo senza chiederle il consenso.
“Questo lo terrò io… e tu avrai il mio, solo quando avrai la forza di fare il secondo passo.”
Il sole giocò sull’oro dell’unico orecchino del ragazzo, come ad evidenziare le sue parole; e la Yamanaka sentì un vuoto improvviso sul suo lobo sinistro.
“…”

Ma fu troppo debole, per l’ennesima volta.
Scappò via.
Ino, non sei più tu.

 

* *** *

 

Sakura si appoggiò all’albero, lanciando un lungo sospiro. Si aggiustò il cardigan, meravigliandosi di come una quasi serata estiva potesse essere così fresca. I suoi occhi avevano smesso di guardare l’orizzonte; troppo amaro aspettarlo, più facile ricevere la sorpresa. Prese dallo zaino il cellulare, digitando un messaggio per la madre, che sarebbe rincasata tardi… aveva la strana impressione che quella serata, maledetta serata, sarebbe durata a lungo.
Un fruscio. Un tap tap di foglie secche schiacciate.
Alzò gli occhi, brillanti di lacrime.
Un cagnolino randagio corse via attraverso i rombi delle reti del cortile. Chissà che ci faceva lì?

No, Sakura, non arriva.
Ed il cuore vacillava.

 

* *** *

 

Con un tonfo, poggiò il borsone sul pavimento, subito accolto dalla cameriera.
“Grazie, Matsuri.” le rivolse un veloce gesto di ringraziamento; ma la ragazza se ne stupì, tanto che arrossì di piacere.
Salì la grande scalinata nel salone, evitando di entrare nella sala da pranzo; non che avesse molta fame, e comunque era abbastanza nervoso da non voler incontrare nessuno. Quel giorno non era riuscito a vedere Sakura; e se ne era chiesto il motivo, più volte ripensandoci, addirittura distraendosi dalle lezioni, addirittura rispondendo male ai suoi amici. Si sfilò la camicia, senza badare che si trovasse in corridoio; e si diresse dritto dritto verso il bagno, girando la manopola con forza…
“… occupato!” tuonò la voce di Kankuro, seguita da un fruscio di acqua corrente aperta.
Gaara si morse il labbro, cercando di non perdere la calma; come al solito, quel rompiscatole del fratello lo aveva anticipato nel farsi una doccia. In certi casi, sentiva di avere manie omicide nei confronti del maggiore…
“… allora, fratellino?” Temari uscì fuori dalla sua camera, con un gran sorriso. “Come è andata oggi a scuola, eh?”
Il rosso sbatté le palpebre, senza intuire a cosa facesse riferimento con quel tono.
“Normale… anzi, abbastanza noioso. Per non dire che ora sono stanco e nervoso…”
“Eh?! E con Sakura?”
“Sakura? Di che parli?”
“Insomma… io voglio sapere come è andata con lei! Che vi siete detti, se si è risolto tutto… queste cose così!” fece un ampio gesto con il braccio.
Gaara assottigliò gli occhi chiari, pensando che sua sorella fosse proprio un impicciona; ma ciò che lo colpì maggiormente…
“… io Sakura oggi non l’ho vista proprio!”
Temari spalancò gli occhi da gatta.
“… scherzi?!”
“Affatto.” scosse il capo.
“… e l’incontro al ciliegio in cortile?”
“… ciliegio in cortile?”
Un vago ricordo si fece vivo in lui… una telefonata… una poraccia che aspetterà fino alle dieci sotto un ciliegio…
Temari intuì subito, impuntandosi arrabbiata. “Stupido! Lei ti starà ancora aspettando là sotto!!” gli prese la camicia dalle mani con forza, tirandogliela in faccia violentemente. “Sbrigati, vestiti e corri da lei! O, credimi, ti farò diventare femmina!!”

 

Le lacrime, oramai, scendevano copiose. E l’aria era satura di correnti fredde, non eccessivamente, ma di certo un clima poco ideale per usare la divisa scolastica estiva di sera. Il sole era un disco trasparente quasi invisibile, perso nell’immensità del buio notturno. No, non era notte, non erano ancora le dieci… ma possibile che lei dovesse stare come un idiota sotto un ciliegio ad aspettare a lui?! Possibile che lui la facesse aspettare così tanto?! No: non è il tipo da fare ritardo, o da vendicarsi in modo così subdolo; non sarebbe mai venuto, semplicemente. Giustamente, si sarà stufato di aspettare i suoi tempi; e non poteva certo biasimarlo…
Si alzò, spolverandosi la gonna; si morse di nuovo il labbro, cercando di trattenere le lacrime successive.

Stupida: è finita.

 

Gaara corse a perdifiato, giungendo nei pressi del liceo; si appoggiò al muro esterno, prendendo grandi boccate d’ossigeno. Aveva un po’ freddo, ma quasi non lo sentiva.
Si sporse, cercando con gli occhi il ciliegio…
Dovette ingoiare un boccone amaro.

Vuoto. Deserto.
Sakura non lo aveva aspettato.
Si avvicinò a piccoli passi pensando che forse era buio e non aveva visto bene, che forse era seduta a terra e doveva cercare meglio, o forse non era quello il ciliegio, ma quello affianco, quello ancora dietro, non era possibile…
Ma era così.
Nei pressi del ciliegio si inginocchiò a terra, del tutto attonito. Si maledisse: avrebbe dovuto almeno controllare, o venirgli il sospetto… o rispondere lui al telefono… avrebbe dovuto…

Un fruscio. Un tap tap di foglie secche schiacciate.
Si girò, focalizzando una piccola figura muoversi verso l’uscita posteriore del cortile, lentamente come se non ne avesse la forza. Si concentrò su di essa; portava una gonna, dunque era una ragazza. E, dal movimento convulso delle spalle, stava proprio piangendo…
“Sakura!” scattò in piedi, chiamandola a gran voce.
La figura si girò; poi sussultò… poi iniziò a correre.
“Gaara! Gaara! Gaara!!!” lo strinse forte, quella chioma rosa; e singhiozzò più veemente, dando dei piccoli pugnetti al suo petto. “Cattivo! Sei stato cattivo a farmi aspettare tanto!”
“Ma se non sono ancora le dieci: non avresti aspettato fino ad allora?” scherzò.
“Cattivo, cattivo, cattivo!”
“E, comunque, la prossima volta che devi dirmi qualcosa al telefono, assicurati che sia io a rispondere…”
Alzò lo sguardo attonito verso di lui.
“Era mio fratello Kankuro al telefono. E, per inciso, non avevo intuito che fossi tu… è stato solo grazie a mia sorella Temari se sono qui.”
Sakura schiuse le labbra, inumidite dalle lacrime. “… ah.” si staccò da lui, portandosi le mani sulle guance, calde d’imbarazzo. “… sono io la stupida allora…”
“Dai, su: non è niente di grave.” gli diede un buffetto sulla fronte.“Comunque, ora sono qui…”
“Già.” alzò lo sguardo cristallino verso di lui; uno sguardo diverso, innamorato, speranzoso… lo stesso di quel giorno, in cui fu consumato quel prematuro amore.
Gaara non resistette più; congiunse le sue labbra con quelle di Sakura, maledicendo il tempo, le incomprensioni, le incertezze per averlo fatto attendere così tanto. E fu un bacio perfetto, migliore di quello dato ad una altra qualsiasi precedente ragazza. Anche l’Haruno se ne meravigliò: fu precisamente il bacio programmato con Sasuke, quel trionfo di emozioni, quel batticuore che ti arriva in gola e te la secca, quel rossore che ti annebbia il cervello, quel che lei si aspettava. Ma non con l’Uchiha: bensì con Gaara.

E fu quella la sorpresa migliore.

 

Rael si scusa se non si perde troppo in chiacchiere nell’angolo delle autrici: è sotto esame di maturità, e lo studio la impegna tanto da lasciarle poco tempo da dedicare alle sue storie…
Ma sia lei che Mimi ringraziano la gente che segue questa fanfiction e ci commenta! (_ _)
Avvertiamo: il prossimo capitolo sarà probabilmente il penultimo.
Prossimo aggiornamento: venerdì.
Un bacio, e grazie!
Mimi18 & _Rael_89

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Capitolo 37
*** Capitolo Trentasettesimo ***


cap 37

“Questo lo terrò io… e tu avrai il mio, solo quando avrai la forza di fare il secondo passo.”
Il sole giocò sull’oro dell’unico orecchino del ragazzo, come ad evidenziare le sue parole; e la Yamanaka sentì un vuoto improvviso sul suo lobo sinistro.
“…”

Ma fu troppo debole, per l’ennesima volta.
Scappò via.
Ino, non sei più tu.
-Quando avrai la tua rivincita, Ino?!-

 

 

LA RIVINCITA DI INO

37- PENULTIMO CAPITOLO

 

Le accarezzò lievemente i capelli color pesco, poggiando le sue labbra alla sua fronte, che gli piaceva così tanto.
Incrociò il suo sguardo smeraldino e le sorrise; sentì le mani piccole di Sakura stringerlo forte, forte, appoggiare la sua testa al suo petto, gambe contro gambe.
Se quella era la realtà, non avrebbe mai voluto addormentarsi.
La strinse forte a sua volta, rendendosi conto che il profumo di ciliegia che emanava Sakura lo faceva impazzire, quasi quanto la ragazza.
“Gaara?”
La vocina bassa e flebile di lei lo chiamò, abbassò gli occhi acquamarina, osservando con curiosità il capo rosato, in attesa che lei lo alzasse o dicesse qualcosa.
“Sì?”, la incitò allora, vedendo che niente usciva dalle labbra di Sakura.
La ragazza si mosse, scostandosi per un attimo dal suo abbraccio, mostrando il suo sorriso più bello.
Un sorriso luminoso, una fila di denti bianchissimi che esprimevano tutta la felicità che provava.
“Volevo solo vedere se non stavo sognando e che sei realmente accanto a me”, sussurrò imbarazzata, mentre le guance le si imporporavano vivacemente.
Gaara sentì il cuore perdere un battito. Quella ragazza l’avrebbe mandato al pronto soccorso, se avessero continuato così per troppo tempo.
Ma vedendone lo sguardo innocente, non poté fare a meno di sorriderle, di accarezzarle dolcemente una guancia, chinarsi su di lei e fermarsi a pochi millimetri dalle sue labbra.
“Sono qui, sono sempre qui”, bisbigliò prima di baciarla, prima di stringerla, di far cozzare perfettamente i loro corpi, incastonarli come nessuno dei era mai riuscito a fare con altri.
Lì, sotto quel ciliegio; lì alla luce della luna, c’era qualcuno che aveva avuto la sua rivincita.

 

Inoichi osservò di sottecchi la figlia, comodamente seduta sul divano di casa a leggere un libro; Shikamaru, ai suoi piedi, ormai dimentico delle regole della casa, fumava placido una sigaretta.
Il fumo saliva, andava verso Ino che, con un sorriso, dava una pacca al fratello, pregandolo di smettere; fingeva una voce seccata, invece si vedeva che si divertiva un mondo.
“Ino”, la chiamò incerto. Subito gli occhi cerulei di lei saettarono ai suoi, facendo accelerare il battito cardiaco, manco fosse stato uno studente delle scuole medie.
Si allentò il colletto della camicia bianca, allungando le gambe sotto il tavolo, in cerca delle parole adatte da dire.
“Ino, grazie per le carte. Ora...io e Fugaku potremo...bhè, sistemare ogni cosa”.
Fu la goccia che fece traboccare il vaso.
La vide gettare a terra il libro, sentì il tonfo ovattato e poi se la ritrovò di fronte a sé.
Gli occhi fiammeggianti, le gote arrossate e perfino i capelli, sempre così perfetti, sembravano in disordine.
Non c’era coordinazione, in lei.
Non era Ino.
“Senti”, cominciò puntando un dito al suo petto, “io non so che cavolo contengano quelle carte, ma sicuramente non potranno mai riportare il negozio di mia madre. Quindi, vedi di non sparare frasette fatte per riavermi ai tuoi piedi, Yamanaka”.
Ansimò un attimo, riprendendo fiato.
L’unico rumore era quello prodotto da Shikamaru che, incurante delle urla della giovane, sfogliava il libro da lei lanciato a terra, evidentemente disgustato da ciò che conteneva.
Inoichi si alzò in piedi, superando Ino di almeno due spanne; non era mai stato ne robusto ne alto, Shikamaru era di lunga ben messo di lui, eppure Ino indietreggiò, spaventata da quella figura da cui non sapeva più cosa aspettarsi.
Vide il suo sguardo passare a dietro di lei, capì subito che Yoshino era entrata nel salotto.
Quando riportò l’attenzione sull’uomo, lo trovò inchinato a terra, di fronte a lei, la fronte appoggiata sulle mani.
Si portò una mano alla bocca, scioccata.
“Ino, perdonami”, bofonchiò con voce quasi incomprensibile, alzando appena lo sguardo sulla figlia, “io...non lo sapevo. Ho firmato a caso, senza nemmeno guardare cosa contenesse il contratto. Non ho mai ordinato nulla del genere, non è stata una mia idea, ed ora ho le prove per vendicare il negozio di tua madre. Ora potrò mostrarti che non sono io quello che ha distrutto tutto, o almeno, non volontariamente. Non avrei mai fatto qualcosa per farti soffrire”, esclamò alzandosi, arrivando di fronte a Ino e prendendola per le spalle.
La ragazza, silenziosa come mai prima, si lasciò afferrare docilmente, capendo quanto fossero realmente importanti i documenti che lei stessa aveva consegnato a suo padre.
“Ti voglio bene, Ino. Sono troppo affezionato a te, per fare qualcosa che potrebbe compromettere la tua felicità”, le sussurrò, in modo che solo lei potesse sentirla.
Lo capì dagli occhi lucidi, così simili ai suoi, ma così uguali a quelli di Miyu, che Ino gli credeva.
Probabilmente, anche lui doveva avere una luce sincera negl’occhi.
Sentì le braccia esili di Ino [quanto era dimagrita?] stringerlo in vita, la camicia farsi umida [le ultime lacrime], i singhiozzi di dolere farsi largo in quella stanza.
La strinse a sua volte, emettendo un singulto, scioccato da tutta quella sofferenza: aveva perso il ragazzo che amava a causa sua, un ricordo di sua madre, la fiducia conquistata piano con un padre, il rispetto.
Eppure, ora erano lì, l’uno fra le braccia dell’altra, a stringersi, consolarsi, reggersi.
Ino sentì chiaramente l’odore di nicotina farsi più vicino, riconobbe subito il tocco leggero, ma forte, di Shikamaru sulla sua spalla.
Inoichi la lasciò andare e lei si rifugiò fra le braccia del ragazzo, respirando a fondo tutta quella nicotina che la faceva sempre sentire al sicuro.
Yoshino raggiunse il marito, gli accarezzò teneramente una guancia, prendendogli poi una mano e portandola al ventre, appena pronunciato.
Lui sarà fiero di te”.
Inoichi le sorrise, mentre anche i due figli gli raggiungevano; Ino si chinò, appoggiò con tenerezza una guancia al ventre, proprio accanto alla mano del padre che, un po’ titubante, l’allungò ad accarezzarle i capelli biondi.
Ino sollevò gli occhi, ancora umidi, e sorrise, afferrandogli quella mano così grande e così sicura.

 

Sasuke sbuffò del fumo dalle labbra.
Odiava fumare, vero, ma non c’era nulla oltre alle sigarette che potesse calmarlo.
Pochi minuti prima, aveva avuto l’ennesima discussione con suo padre, manco fosse Itachi; avevano iniziato a litigare, solamente Mikoto era riuscita a fermarli.
Per cosa, poi, Sasuke non l’aveva veramente capito: poteva essere una cosa importante, come una cosa futile.
In quel momento, aveva capito di essere più vicino ad Itachi di quanto desiderasse. Aveva capito perché il fratello se n’era quasi andato del tutto, perché si ribellasse in continuazione.
Lui era stato troppo pavido e insicuro per capirlo prima; la figura del padre era troppo imponente, troppo grande per un ragazzino come lui.
Ma adesso era cresciuto. Non era più un bambino; da quando Ino era entrata nella sua vita, sentiva di essere maturato, di essere pronto per esprimere i suoi pensieri.

Di sapere amare senza paura.
Il suo sguardo pece andò verso l’orecchino che, in solitudine, giaceva nel buio della stanza, sul comodino.
La luce lunare lo illuminava, creando un effetto brillante piacevole perfino davanti alla sua solita indifferenza.
Allungò una mano, prendendolo fra le dita, esaminandolo e portandoselo alle labbra.
Aveva una voglia matta di Ino.
Voleva toccare i suoi capelli, sfiorare il suo corpo, baciare le sue labbra. Avrebbe voluto essere un tutt’uno con lei, sentire la sua voce, vedere il suo sorriso luminoso.
Strinse con forza l’orecchino, alzandosi del tutto da quel letto scomodo e sfatto.
Salutò con un cenno del capo Nana Osaki, scappando fuori dalla finestra.
Non si accorse della figura di Itachi, poggiato allo stipite della porta con la spalla, venuto appositamente per parlare con lui.
Non si accorse del [primo] sorriso fiero che gli comparve sul bel volto.
E non seppe mai che, quella notte, Itachi Uchiha l’avrebbe difeso a spada tratta, evitando di fare scoprire la sua fuga ai genitori.

 

Le labbra di Neji viaggiavano sul suo corpo, ormai lo conoscevano come le sue tasche.
La mano passava sul ventre piatto, mentre lei gli circondava il collo con le braccia, portandolo più vicino a sé, baciando poi la sua fronte.
Gli sorrise, quando incrociò in suo sguardo; una felicità palpabile nell’aria, portata da quella finestra semi-aperta, da cui il giovane e impeccabile Hyuuga era entrato.
Facevano tutto a gesti silenziosi, preoccupati di essere scoperti, ma ogni qual volta Tenten si lasciava sfuggire un gemito o il letto scricchiolava, entrambi ridevano, divertiti e spaventati.
Il giovane posò lo sguardo sulle gambe nude di Tenten, ammirandole silenzioso. Non aveva mai visto nulla di più perfetto.
Tenten era perfetta.
Un unione di bellezza ed armonia che non aveva mai visto in nessun’altra ragazza, nemmeno in sua cugina.
Gliele accarezzò piano, guardandola dritta negl’occhi, captando ogni minimo sentimento sul viso così espressivo della ragazza.
Tenten sorrideva, sicura e tranquilla, c’era lui con lei. Di cosa avrebbe dovuto avere paura?
“Tenten”, lui tornò alle labbra della ragazza, baciandole piano, casto. Tenten aspettò, aspettò che approfondisse il bacio, perché sapeva che era quello che lui desiderava. Ma non lo fece, allora fu lei ad afferrare quella nuca, a baciarlo come lui [lei] voleva.
Le lingue che danzavano, le mani che viaggiavano, i respiri che parlavano al posto loro.
Quando si staccarono, Neji appoggiò la fronte contro quella di Tenten, il respiro affannoso che picchiava sulle labbra dell’altra.
“Tenten, voglio fare l’amore”.
Gli occhi nocciola di lei si spalancarono, stupiti, forse un po’ timorosi; ma sentendo le mani di Neji alzarle piano, titubanti, la maglietta, sorrise rincuorata.
Poteva benissimo sentire il cuore palpitante di Neji contro il suo petto, vedeva le sue gote arrossate e gli occhi chiari che le sfuggivano, mentre le toglieva del tutto la maglietta del pigiama.
Osservò la figura di Neji solleva dal suo corpo, inginocchiata in mezzo alle sue gambe. Si alzò a sua volta, fermandogli le mani e afferrandogli lei stessa i bordi della maglia.
Gliela tolse, baciandolo leggera e risdraiandosi sul letto, in attesa che lui la raggiungesse.
Le accarezzò una guancia, mentre era a pochi millimetri dalle sue labbra, mentre i loro respiri si mischiavano.
“è la mia prima volta”, sussurrò spaventata, imbarazzata e titubante. Neji le sorrise, baciandole il collo.
“Anche per me”.

 

Non avrebbe mai pensato che infiltrasi nel giardino degli Yamanaka fosse così facile. Aveva semplicemente scavalcato il cancello d’entrata, non c’era nessuna telecamera.
Saltò nel prato, atterrando in piedi, sbattendosi via un po’ di polvere dalla giacca blu notte che indossava.
Avanzò con sicurezza nell’oscurità, lanciando occhiate intorno a sé circospetto.
Fu in quel momento che sentì un ringhio basso, proveniente dalle sue spalle: e si diede dell’idiota per non averci pensato.
Era un vero pezzo d’idiota.
L’aveva anche visto il cartello “attenti al cane”, fuori dalla villa. Ma era troppo preoccupato alle telecamere inesistenti, per prestare attenzione ad un dettaglio che, in quel momento, poteva pure costargli la vita.
Indietreggiò d’un passo con titubanza, ben attento a non fare il minimo rumore; ma la sfortuna era con lui. Pestò un ramo, un ramo secco che si spezzò.
Sussurrando imprecazioni, vide la sagoma del dobberman scattare, correre verso di lui.
Sasuke si trattenne dall’urlare, correndo ad una velocità impressionante anche per un giocatore di calcio del suo calibro.
La casa era vicina [per fortuna] e poteva intravedere bene le luci delle stanze ancora accese.
Afferrò con le mani la balaustra del balcone e, con slancio, si issò sopra, facendo una linguaccia infantile al cane nero che, ringhiando, si appostò li sotto per attenderlo.
Sasuke si passò una mano fra i capelli, girandosi verso la portafinestra; sapeva bene che quella non era la camera dei genitori di Ino, ne quella dei servitori.
Quindi, con passo sicuro, avanzò verso di essa, bussando piano.
Vedendo che nessuno andava ad aprirgli, bussò appena più forte. E poi ancora, ancora e ancora.
Fino a che, con imprecazioni per niente gentili, la figura di Shikamaru Nara comparve di fronte a lui, con l’espressione più seccata del mondo.
E Sasuke si ritrovò a darsi per la terza volta in una sera dell’idiota, perché si era dimenticato del fratellastro della bionda.
“Che cazzo ci fai qui? Come hai fatto a saltare Sally?”
Quel coso è una femmina, pensò sconcertato Sasuke, lanciando un’occhiata incerta alle sue spalle.
“Volevo...dov’è la stanza di Ino?”
Shikamaru incrociò le braccia al petto, sollevando un sopracciglio sottile e guardandolo malissimo.
Sasuke non gli era mai piaciuto, ed ora si presentava in piena notte davanti alla sua camera in cerca di Ino?
“Vuoi litigare con lei?”, domandò sbuffando ed estraendo un pacchetto di sigarette dal...pigiama?
Sasuke spalancò gli occhi, considerando quella cavolo di situazione stupidissima.
“N-no”.
“Vuoi farla piangere?
Ed ora iniziava a seccarsi, Sasuke.
“No”.
“Vuoi stuprarla?”
“NO! Spero sia consenziente, altrimenti me ne vado a casa, idiota!”
Si squadrarono per un attimo: Sasuke con la tempia pulsante, Shikamaru con un sorrisetto divertito.
Si stava prendendo la sua personalissima rivincita sull’Uchiha.
“Ok, prima stanza a destra dopo la mia”.
Il moro ringraziò e lo sorpassò.
Uscì piano dalla stanza, chiudendosela alle spalle. in punta di piedi, individuò la stanza indicatagli dal Nara; fece scorrere la mano lungo di essa e, piano, la aprì.
“MANIACOOOOOOOOO!!!!!”
Una donna mora, sui venticinque anni, gli tirò dietro un paio di pantaloni.
Sasuke borbottò qualche scusa affrettata, chiudendosi la porta alle spalle.
Non seppe perché, ma si sentiva vagamente preso per il culo.
Preso dall’istinto [e dalla paura che la donna lo avrebbe cercato] aprì la porta opposta a quella che Shikamaru gli aveva indicato.
Una stanza silenziosa, buia.
E la vide.
I capelli sparsi sul letto, un dito portato alla bocca stesa in un sorriso pacato, il respiro leggero e le gambe lasciate scoperte.
Si avvicinò piano a lei: si sedette sul bordo del letto, allungò una mano a spostarle i ciuffi d’orati dalla fronte chiara.
E gli occhi cerulei di Ino si spalancarono.
E anche la bocca.
“AA---“
“Zitta, sono io!”, Sasuke le tappò la bocca con la mano, spaventato da quella reazione.
Ino si divincolò con forza, mordendolo quasi.
“Che cosa ci fai qui?”
“Bhè...sicuramente non per tuo fratello.”, borbottò maledicendo il ragazzo mentalmente.
Ino inarcò un sopracciglio albino, seccata.
Ma poi, si ritrovò a sorridere.
“Sasuke?”, lo chiamò piano, e lui si voltò a guardarla. La guardò da vicino, come non faceva da tempo, anzi...non l’aveva mai vista così vicina.
Le labbra di Ino premevano contro le sue, stuzzicanti e volenterose di approfondire il bacio.
Le afferrò la nuca, accontentandola all’istante.
“Ino”, bofonchiò contro le sue labbra, dopo pochi istanti. Sentì un mugugno di lei, restia a staccarsi.
“Perdonami, Sasuke. Sono stata una bambina”, sibilò, allontanandosi non più di due centimetri.
Il ragazzo spalancò la bocca stupito, grattandosi poi la guancia, preso in contropiede.
“Avevi ragione fin dall’inizio, ma il mio stupido orgoglio ha impedito tutto. Ma ti amo, Sasuke, non voglio perderti”.
E se non fosse stato per Ino, che lo teneva stretto per il polso, sarebbe probabilmente caduto all’indietro.
La bionda sorrise divertita, trovandolo in quello stato di trance e, senza preoccuparsi, si gettò fra le sue braccia, trascinandolo nel letto con sé, senza pensare alle conseguenze.
Sasuke l’abbracciò. L’abbracciò come aspettava da una vita, da quanto non sentiva tutto il corpo di Ino contro il suo?
Da troppo, troppo, troppo, troppo tempo.
La schiacciò con il suo peso, contro il materasso morbido, provocando delle risatine divertite alla ragazza.
Andò a sfilargli la giacca blu, la maglietta. Rimase ad osservarlo a torso nudo, bello come non mai nel buio, sollevato sui gomiti, appena a qualche decina di centimetri dal suo viso.
E lui la imitò.
Le tolse quella trasparenza di camicia da notte lillà, lasciandola li mezza nuda sotto di sé, bella più di qualsiasi attrice, modella e perfino di Nana Osaki stessa.
Non resistette, le baciò il collo, lasciandole un segno violaceo su di esso, mentre lei rideva e rideva.
La bionda sollevò lo sguardo, mentre lui continuava a baciarla su tutto il corpo, imperterrito.
Lì, seduta sulla poltroncina di fronte al letto, sua madre le faceva un segno di vittoria.
Spalancò le labbra per dire qualcosa, ma la bocca di Sasuke gliele chiuse.
E lei si lasciò andare, con un sorriso ed una lacrima.

 

 

* *** *

 

Hinata osservò con un sorriso Naruto, seduto sulle sue ginocchia, la bocca aperta e protesa verso di lei.
La giovane portò un gamberetto alle sue labbra, imboccandolo divertita, come aveva sempre sognato di fare.
Gli accarezzò i ciuffi di capelli biondi, scostandoli leggermente dal viso di lui, in modo di avere una vista migliore dei suoi occhi.
Naruto le sorrise divertito, afferrò la nuca della ragazza e l’attirò a sé, baciandola casto e con tranquillità.
Hinata sentì le gote imporporarsi, ma allungò comunque una mano, che andò a poggiarsi sul petto di Naruto.
Lo accarezzò leggera, provocando dei brividi al ragazzo.
“Hinata”, lui si staccò, osservandola negl’occhi, “ti andrebbe di conoscere i miei genitori?”, domandò arrossendo leggermente, portandosi una mano a grattarsi la nuca, segno che era in evidente imbarazzo.
La bocca di Hinata si aprì in una piccola “o” di stupore.
“Mi rendo conto che è un po’ improvviso, ma...”
“Ok”, sussurrò piano, guardandolo fissò negl’occhi.
Naruto si azzittì all’istante, fissandola stupito.
“Davvero?”
Hinata annuì con sicurezza, andando contro il suo petto, stringendosi a lui; Naruto ricambiò l’abbraccio, un mezzo sorriso sulle labbra.

 

Ino osservò Sasuke di fronte a lei, guardarla con divertimento.
Da quanto non pranzavano insieme?
“Hai provato a cucinare?”, domandò con una nota insicura nella voce.
Lei annuì, porgendogli il bento e sorridendo rassicurante.
Sasuke l’afferrò con titubanza, aprendolo molto lontano dal suo viso.
Ricevette una sberla da parte di Ino.
“Baka! Guarda che è commestibile! So cucinare!”, esclamò offesa, guardandolo con la tempia pulsante.
Lui sorrise, annuendo con scetticismo, ingoiando un gamberetto.
Lo masticò con calma, stupendosi.
“Ma è commestibile!”
Un altro pugno arrivò dritto alla sua testa.
Sasuke appoggiò il bento a terra, afferrando la ragazza per la vita, tirandola a terra, proprio sotto di sé.
Ino sorrise maliziosa, chiudendo gli occhi, in attesa.
Ma l’unica cosa che ricevette fu un attacco di solletico da parte di Sasuke.
“SASUKE?!”
La voce forte e chiara di Kakashi Hatake lo raggiunse: si staccò da Ino con riluttanza, tirandosi in piedi e sollevando il volto verso la finestra aperta.
Kakashi gli faceva segno di raggiungerlo.
Sbuffò contrito, osservando Ino che sorrideva divertita.
“Vado e torno”, borbottò.
La ragazza aspettò fino a che la figura di Sasuke non fu scomparsa, poi si buttò sull’erba supina, ridendo da sola, sentendosi scema.
La verità era che, finalmente, si sentiva felice.
Rise ancora, con gusto. Chiudendo gli occhi, dimentica del mondo.
“Ci diamo alla pazza gioia?”
“Eh?”
Aprì gli occhi. Aprì gli occhi e si trovò catturata da due braccia forti e un odore di colonia maschile al naso.
Non fece tempo a ribellarsi. Un narcotizzante la fece addormentare.

 

Sasuke arrivò di corsa al posto in cui aveva lasciato Ino.
E lo trovò vuoto.
La coperta senza Ino, Ino non era sulla coperta.
Si grattò la nuca interdetto, arricciando il naso infastidito.
Dove cavolo era andata quella scema?

 

E siamo giunti al penultimo capitolo: tutto sembra essersi risolto per il meglio… o dite di no?
Insomma, Ino e Sasuke sono tornati assieme, quindi si è risolto il triangolo SasuInoIta; anche le altre coppie si sono formate. I problemi tra Ino ed Inoichi sono stati appianati e, a quanto pare, anche per quanto riguarda la reputazione dello Yamanaka ci sono le carte giuste per rimettere le cose in ordine…
Ok, ma vi invito a riflettere: ed Orochimaru?
Che fine ha fatto? Dov’è?
Anzi, più che altro, vi chiederete… Ino! Che cavolo le è successo?
Beh, logicamente potrete leggerlo nel prossimo capitolo, probabilmente il più lungo perché l’ultimo.
Rael promette di impegnarsi seriamente per scriverlo bene (_ _)
E Mimi con questo ha chiuso, quindi necessariamente ringrazia fin da qui tutti coloro che hanno apprezzato il suo lavoro.
Il tempo per i ringraziamenti anche stavolta non c’è, scusateci: ma domani a Rael l’aspetta la prova orale della maturità… quindi, troverete i nomi di tutti con i dovuti ringraziamenti nel prossimo capitolo.

Aggiornamento dell’ultimo capitolo: venerdì.
Seguiteci anche ora, è l’epilogo!
Un bacio
Mimi18 & _Rael_89

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Capitolo 38
*** Capitolo Trentottesimo [Prima parte] ***


cap 38

LA RIVINCITA DI INO

CAPITOLO 38- Ultimo capitolo
[Prima parte]

 

 

Riaprì gli occhi, ma non riusciva a vedere: un panno di lino bianco era tutto il suo mondo. Si sentiva intontita, come appena svegliata, come dopo una botta in testa, ed in effetti il senso di torpore non l’aveva abbandonata; ma il vibrare di quattro ruote sull’asfalto non la facevano riaddormentare. Aspetta…
Quattro ruote sull’asfalto?!?
Non stava forse pranzando con Sasuke?!
Sasuke?!?
Sentì basse risate maschili, mentre una voce gracchiante alla radio dava le notizie di politica.
Non ebbe la forza di alzare la testa, non ebbe la forza di parlare; ma, ad una seconda analisi, pensò fosse meglio così. Almeno, chiunque l’avesse rapita -… rapita?- non si sarebbe accorto che si era già svegliata, ed aveva tutto il tempo per riflettere su come uscire fuori da questo guaio.
Cavolo, però: altro che telefilm poliziesco…

 

Si sistemò quel ciuffo ribelle, mentre accennava un nervoso sorriso.
Trovarsi sotto lo sguardo chiaro –severo- di Hiashi Hyuga dava la sensazione di essere scrutati all’interno della propria anima.
“Sì, insomma…” roteò gli occhi, e si accorse che la sua mano destra, che reggeva la tazzina da thè, tremava impercettibilmente.

A Hiashi Hyuga non sfuggì il suo nervosismo.
E gli piacque, a dire il vero.
“Quindi non hai nessun progetto per il futuro?” concluse, bevendo un po’ ti thè.
Ma Naruto percepì il suo come un ammonito secco e scontento.
“No, cioè… ecco.” avvertì la manina di Hinata stringere forte la sua, che teneva in una morsa la stoffa dei pantaloni; e bastò tanto poco per sentirla vicina. “Io so di essere ancora molto giovane ed inesperto. Mi piacerebbe fare un lavoro che mi porti a viaggiare ed a conoscere tante persone nuove, come quello di mio padre; ma non voglio imitare le sue orme. Già lo sta facendo mio fratello, e non mi piace fare qualcosa solo perché ho la strada spianata: forse entrerò in politica, ma in un ambito completamente diverso da quello di mio padre.”
Hiashi riaprì gli occhi, scorgendo una strana luce in quello sguardo cristallino del giovane Uzumaki, che ora teneva fisso a guardarlo, per la prima volta. Era uno strano cambiamento, visto che finora il ragazzo aveva balbettato due parole ed evitato di incrociare gli sguardi; ma notò le mani dei due strette l’una nell’altra.

Hinata gli dà molta forza…
“Credo sia un bel progetto… vero, papà?” lo fissò in un sorriso incoraggiante, non velato dalla solita timidezza.
… così come ne riceve tanta da Naruto.
Il vecchio Hyuga sospirò, rilassandosi in un sorriso. “E tu, ragazzo mio, dicevi di non avere progetti… questo mi sembra già un passo avanti.”
Fu una sua impressione, o lo sguardo si stemperò gradatamente?
“Beh, in realtà non ho ben chiaro il mio futuro…” si grattò dietro la nuca.
“Sei quasi al secondo anno di liceo: ne hai di tempo per pensarci.” gli concesse, lanciando poi un cenno alla figlia. “Hinata, hai trovato un vero uomo… ora capisco perché sei maturata così tanto.”
In contemporanea sia la Hyuga che l’Uzumaki abbassarono il capo, imbarazzati da quel complimento; ma mentre la ragazza non riuscì a spiccicare parola, invasa da un rossore molesto, il fidanzato si riprese subito.
“Glielo prometto, signor Hyuga… non la deluderemo.”
Il sorriso di Naruto ricevette risposta nel gesto secco del capofamiglia.
“Puoi anche chiamarmi Hiashi.”

 

Il vibrare della macchina si calmò con lo spengersi del motore. Ino trattenne il fiato, sentendosi il cuore vacillare. Era completamente nelle mani di quegli uomini: avrebbero potuto farle di tutto, la sua vita era appesa ad un filo. Però non sembravano un granché pericolosi: a quanto aveva potuto capire dalle chiacchiere sommesse ed il gracchiare della radio sulle notizie delle elezioni, volevano ricattare suo padre; quindi, serviva viva.
Ancora un poco intontita dal cloroformio ricordò a malapena che quel giorno sarebbero stati dati i risultati elettorali: e lei avrebbe dovuto trovarsi quella sera nello studio di un programma importante, famiglia al completo dei due candidati. Avrebbe rivisto Sasuke in giacca  e cravatta, probabilmente… ed aveva passato la mattina a scervellarsi su cosa indossare. Buffo: ci stava pensando anche ora.
Una sferzata d’aria fresca la colpì, ed avvertì dal tonfo metallico che dovevano aver aperto la portiera; si sentì afferrare da braccia forti, ricoperte di peluria, probabilmente maschili, che la trasportarono chissà dove.
“Pensavo fosse più pesante.” commentò con voce sommessa l’uomo, e lei quasi se ne risentì. Fu perfetta nell’interpretare il ruolo della prigioniera  svenuta ed innocua, non destando il minimo sospetto nei suoi carcerieri: non riuscì a capire quel che le accadde intorno, finché non si sentì poggiare a terra in modo poco delicato; si alzò un odore forte di animali di stalla, mentre attraverso il panno di lino poteva notare le ombre gettate da una lampadina elettrica dalla luce instabile nel vano in cui era rinchiusa. La porta sbatté, con l’uomo che uscì a passi pesanti: e si ritrovò sola.

 
Se ne stava seduto a gambe incrociate, lasciandole l’onore di frugare al posto suo nell’armadio in noce.
“Ti avverto: se trovo biancheria, sporca o pulita, te la faccio mangiare!”
“Io sono un tipo ordinato.” puntualizzò, afferrando il posacenere per depositare il mozzicone di sigaretta. “Mica come i tuoi fratelli…”
“Gaara no; ma Kankuro è un caso a parte!” sbuffò, ricacciando la testa nell’armadio.
Restò a fissarla per un po’, studiando la forma del suo fondoschiena con un certo piacere; non se lo sarebbe mai permesso se lei se ne fosse accorta.
“Senti, che ne dici di questa camicia?” tirò fuori dal groviglio di vestiti un panno nero mezzo sgualcito. “E’ un colore che ti dona: basta darle una stirata e via!”
“Temari, dopo la darò ad Anko e ci penserà lei.” sbuffò, reggendosi il mento con una mano. “Vieni qui: ho qualcosa da dirti.”
La bionda avanzò incuriosita a carponi, salendo sul letto per appollaiarsi accanto al ragazzo. “Ora mi incuriosisci parecchio.”
Shikamaru prese un bel respiro, fissando direttamente quelle verdi pupille da gatta. “So che me ne pentirò.” schioccò la lingua sul palato. “Non so se te l’ho detto… mi sto riavvicinando con mio padre.”
Sbatté più volte le ciglia truccate. “Ah.”
Era al corrente che non correva buon sangue tra lui e Shikaku Nara, il produttore televisivo; ma questa era una vera e propria novità.
“L’esperienza di Ino mi ha fatto capire che mi stavo perdendo qualcosa.” ammise, anticipando la sua domanda. “Quindi, mi ha proposto di andare qualche giorno in vacanza al mare da lui, visto che la scuola è quasi al termine… sta ad Hokkaido. E mi domandavo se volevi seguirmi.”
Un sorriso sostituì l’espressione confusa e curiosa nel bel volto della biondina. “… scherzi?”
“No.”
“E… mi presenterai come la tua ragazza?”
Smise di guardarla in faccia, arrossendo un poco. “Non so… non ci ho ancora pensato. Perché dovrei?”
Gli diede un pizzicotto sul braccio. “Non è forse così?!
Staccò il braccio da lei, massaggiandoselo. “Mendokuse! Non sono costretto a dire gli affari miei agli altri!”
Arricciò il naso. “Beh, visto che sei ospite, una spiegazione dovrai pure dargliela, no?”
La fissò con quello sguardo da impunito per qualche istante; poi le cinse le spalle con un braccio. “Verrai?”
Temari stirò le labbra in un sorriso. “Non mi perderei una vacanza ad Hokkaido per nulla al mondo…

 

“… ah!” sibilò, mentre un lungo graffio si disegnava sulla sua guancia destra; ma almeno riuscì ad ottenere il suo scopo. Ino soffiò l’aria a piccoli tocchi per esorcizzare il dolore, ed aprì l’occhio destro finalmente scoperto da quella benda: studiò l’ambiente circostante, quella sottospecie di stalla in legno che maleodorava di olio e cavalli. Si morse un labbro, mentre la vista piano piano si abituava alla semioscurità, concedendole di analizzare ogni minimo dettaglio. Avanzò sulle ginocchia verso il lato opposto della sala per cercare un oggetto appuntito, rovinando la pelle liscia a contatto con il ruvido legno del pavimento; il respiro palpitava sempre più prepotentemente nei suoi polmoni, segnale dell’adrenalina crescente.
Un chiodo sporgente  mal conficcato nella trave del muro fece capolino proprio sotto il suo naso; quella scoperta riuscì a farla calmare. Si girò di schiena, sfregando le corde dei polsi sulla punta arruginita per tagliarle: almeno, nei film funzionava così. Concentrò la tua attenzione su quel che accadeva al di là della porta: ma i suoi sequestratori, incuranti che fosse sveglia ed a buon punto per scappare, ascoltavano rumoreggiando tra di loro le notizie di una vecchia e gracchiante radiolina portatile…

 

“Non avrò il debito in storia.” fu quel che riuscì a bisbigliare, poco prima di essere travolto da una furia dai capelli rossi. Si sentì stringere forte da quella ragazzina, ed infondo gli piacque: insomma, quale giovane con gli ormoni a mille dovrebbe disdegnare un contatto così ravvicinato con un corpo femminile di tale bellezza?!
“Hai visto che se ti impegni ce la fai? Baka!” con un pugno gli colpì il capo.
“Ehi!” si sfregò il punto dolorante. “Mica sono Naruto! Non chiamarmi baka!”
”… Inuzuka.”
Il ragazzo trasalì, girandosi lentamente.
“Non festeggiare eccessivamente: so che l’hai scampata per un pelo per quel debito…” il prof Hatake lo squadrò divertito dall’ingresso dell’edificio scolastico, sottobraccio con la professoressa Yuuhi.
Kiba cercò di ricambiare con un sorriso; ma quel che pensava dentro di sé era un qualcosa tipo il professor Mizuki deve imparare a tacere!

“Spero bene che ti impegnerai, l’anno prossimo.” fece un cenno di saluto, entrando nell’atrio della scuola. Un secondo dopo, si sentì tirato per la mezza manica della camicia.
“Kakashi, a volte sei perfido!”
Baciò la chioma scura della sua compagna. “Kure, è mio dovere in quanto coordinatore di classe riprendere gli studenti, no?” le fece l’occhiolino. “ E poi pensa in positivo: per quest’anno potremo goderci le ferie interamente per tre mesi, tu ed io…”
La donna si ammorbidì, sorridendogli amabilmente.
Kiba fissava ancora il riflesso dei suoi professori al di là della porta a vetri.
“Oi.”
Si girò, incrociando lo sguardo serio di Karin attraverso le lenti degli occhiali; sussultò, cercando di trovare una risposta per calmarla…
“Non pensare a quel che ti ha detto il prof Hatake; piuttosto, scegli dove andare a festeggiare!”
Rimase per quasi un minuto sorpreso dalla sua reazione; poi le cinse le spalle con un braccio.
“Andiamo al nuovo luna park!” le accarezzò una guancia. “Ti ho mai detto che sei speciale, Karin?”
Sorrise. “Sì… ma ripeterlo non fa mai male!”

 

Stiracchiandosi nel suo letto si accorse che erano quasi le due del pomeriggio; poco male, pensò, vista la bella serata passata. La comitiva della nuova ragazza di Sasori gli piaceva parecchio: e doveva ammettere che con quella biondina un po’ presuntuosa le cose si stavano facendo interessanti… afferrò subito il cellulare, per vedere se aveva ricevuto qualche messaggio da lei.
Trasalì; una chiamata persa da un numero che non si sarebbe mai aspettato.
Sasuke-chan.
A mezzo fiato, pigiò velocemente il tasto di chiamata.
Con sua grande sorpresa, rispose al secondo squillo. “Itachi, è un emergenza.”
La voce concitata del fratello lo innervosì. “Ehi, ma che cazzo è successo?!”
“Sto correndo a casa, mi devi aiutare fratello!”

Fratello… una parola calda.
“Sasuke, vedi di parlare, porco giuda! Mi vuoi spiegare…”
“Ino.” prese un respiro. “L’ho lasciata per un attimo sola, e non l’ho più trovata.”
Si scoprì dal lenzuolo, grattandosi dietro la nuca. “Beh, se avete litigato non vedo perché…”
“Itachi, una ragazza l’ha vista uscire svenuta tra le braccia di due uomini incappucciati.” Ringhiò quasi senza fiato. “Deve essere stata rapita! Ed io so che…”
Il respiro del ragazzo si bloccò: una notizia del genere lo allarmò del tutto, e si sentì contagiato dalla paura del fratellino. Ma non potè fare a meno di notare come Sasuke fosse riuscito a non mantenere il solito sangue freddo in una questione che riguardava la Yamanaka…
“Ehi, fratellino.” buttò fuori l’aria dal corpo. “Cerca di calmarti. Cosa ti ha detto esattamente questa ragazza?”
Sasuke si fermò a pochi passi da casa, portandosi una mano a spostare i ciuffi pungenti sulla fronte. “Che mi ha detto… lei mi ha detto che si stavano dirigendo ad ovest, fuori città; e sono riuscito a sapere da un'altra persona che stava nei paraggi che una macchina nera era ferma davanti alla scuola proprio in quei momenti; ho parte del numero di targa…”
“Aspetta, prendo carta e penna così puoi dettarmelo.” cercò di rovistare con una mano sola nel cassetto del comodino. “Ho delle conoscenze nella centrale di polizia; possono localizzare se è una macchina rubata o noleggiata o altro, e dirci più o meno dove si è diretta, grazie al satellite…”
“Vuoi immischiare la polizia?”
“No, mi inventerò una balla: Sasuke, non possiamo coinvolgere gli sbirri proprio oggi, che è giornata dei risultati elettorali: inoltre, non voglio allarmare i genitori di Ino.”
“Guarda che non è un gioco: non possiamo risolvere questa faccenda da soli! Potrebbe essere rischioso, per noi e per la vita di Ino!!”
“Ma sono inesperti, non l’hai capito? Intanto, la rapiscono a scuola, dove tutti potrebbero vederli; e poi si servono di una macchina che lasciano parcheggiata per qualche minuto, senza coprire la targa… sono degli idioti, Sasuke.”
Arricciò il naso, confuso dalle sue teorie. “E queste cose da cosa le hai dedotte? Da qualche stupido telefilm?!”
“Il fratello di Sasori è un ispettore di polizia: da mocciosi ci divertivamo a leggere i suoi rapporti sui vecchi casi.” con la penna appena trovata graffiò sul foglio, per vedere se funzionava. “Ok, ora dimmi il numero di targa.”
Il ragazzo si poggiò sul cancello che delimitava villa Uchiha, sorridendo inconsciamente.
“… Itachi?”
“Mh?”
“… grazie.”
Anche l’altro sorrise inconsciamente.
“Ancora non ho fatto nulla, fratellino.”

 

Rael si scusa per aver saltato una settimana: non è riuscita a finire il capitolo. A dire tutta la verità, è ancora incompleto^^°
Le riesce molto difficile scrivere di un rapimento, liberazione, elezioni politiche e i finali di tutte le coppie in un sol colpo!
Ecco perché ha pensato di dividere in due parti questo epilogo finale: la prima è questa, la seconda sarà pronta e completa per venerdì.
Quel che vi si richiede ora è un parere sincero su come è scritto: realistico, troppo di fantasia, assurdo, verosimile. Tutto qui, Rael ci tiene: ecco perché vi si invita a lasciare più recensioni.
Mimi e Rael ringraziano tutti coloro che hanno commentato finora!

A venerdì per il capitolo finale e tutti i ringraziamenti!
Baciozzi
Mimi18 & _Rael_89

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Capitolo 39
*** Capitolo Trentottesimo [Seconda parte] ***


riv
LA RIVINCITA DI INO
CAPITOLO 38- Ultimo capitolo
[Seconda parte]


Prendeva aria a grandi boccate, mentre falciava la folta vegetazione che circondava il capanno nel tentativo di trovarsi una via di fuga. Un dolore sordo pulsava sui suoi polsi, memori delle corde che la tenevano legata. Ino Yamanaka poteva avvertire il sudore imprimerle i vestiti, e le membra intorpidirsi per la stanchezza. Ma c’era quel suo cuore a battere a mille, a dirle che non doveva fermarsi, non poteva fermarsi; se l’avessero ripresa sarebbe stato peggio.
Chissa, forse l’avrebbero uccisa; o forse ne avevano intenzione fin dall’inizio.

“Grazie.” gli sorrise amabilmente vedendosi aprire lo sportello della
macchina, come qualsiasi cavaliere avrebbe fatto.
Osservò Villa Hyuga con il solito luccichio di meraviglia in quegli occhi di caffè, riconoscendo ogni volta che quella, più che una villa, era una reggia.
Ma, stavolta, la sua visita lì era molto diversa.
“Spero che non ti senta troppo a disagio, Ten-chan.” Neji la prese per mano, lasciando che l’autista chiudesse lo sportello della limousine.
“Prima o poi mi avresti dovuto presentare ai tuoi come la tua fidanzata.” Provò a sorridere sicura di sé stessa.
A dir la verità, le tremavano le gambe.
“Ho scelto oggi perché so che anche Naruto Uzumaki conoscerà mio zio Hiashi: ho pensato che magari sarebbe stato meno imbarazzante per entrambi.”
In effetti… pensò la ragazza, salendo con calma la grande scalinata.
“In realtà hai già conosciuto la mia famiglia; l’unico cambiamento è che ora non sei solo l’amica di Hinata-sama.”
“Già…” prese un bel respiro.
Neji afferrò la sua vita, portandosela affianco.
“Sei nervosa.”
E non servivano quegli occhi bianchi come la neve per capirlo.
Tenten si coprì il viso, leggermente arrossato.
“Un po’… ma insomma: voglio vedere quando toccherà a te, domenica prossima!”
“Cercherò di darlo meno a vedere di te.” scherzò, per farla calmare.
Un sospiro, unito ad una risatina trattenuta, cacciarono via un po’ di inquietudine dal cuore di Tenten Higurashi.
“Per fortuna, tra un quarto d’ora inizieranno a dare i risultati elettorali: almeno, accenderemo subito la tv…”
Il ragazzo le sorrise, bussando al grande portone della villa con il batacchio. Le diede un rapace bacio sulla testolina ben pettinata.
Oggi sei bellissima.”

Il rombo della moto si placò in contemporanea allo stridere delle ruote sull’asfalto.
“Bingo: ecco l’automobile.” sorrise Itachi, quasi leggendo nei pensieri del fratello.
“La targa è quella.” era già sceso dalla moto, e aveva liberato il suo capo eburneo dalla morsa del casco. “Per quanto dovremo aspettarli?”
Il maggiore fece altrettanto. “Sasori mi ha assicurato che avrebbero fatto il prima possibile; anzi, è strano che siamo arrivati prima noi, visto che le coordinate del punto esatto ce le hanno date loro.”
“La polizia sarà veloce nel sapere tutto di tutti, ma di certo nel muoversi è davvero lenta.” tagliò corto. “Non possiamo aspettare…”
“Fermo.” lo prese per una spalla. “Che intenzioni hai?”
“Quelli potrebbero farle qualsiasi cosa, Itachi.”
Il suo sguardo era tagliente.
“Ma Sasuke, sicuramente aspetteranno dopo i risultati elettorali per comunicare il rapimento agli Yamanaka; e, anche se sono dei dilettanti, non è roba per t…”
Un gesto secco lo fece divincolare dalla presa dell’altro Uchiha.
“Non me ne frega un cazzo! Lei è là… io devo andare!”
Con uno scatto il ragazzo uscì fuori dall’autostrada, per immergersi nella boscaglia più folta.
“Tsk!” Itachi scosse il capo. “A fare gli eroi si muore, fratellino…”

Non appena chiuse la porta, tirò un sospiro di sollievo.
“Hai i nervi a pezzi?” scherzò la ragazza, avvicinandosi.
“Puoi dirlo forte.” si passò una mano dietro al collo. “Hai una governante davvero impicciona ed insistente… nemmeno fosse stata tua madre!”
“Chiyo non sarà mia parente, ma mi è molto cara lo stesso.” precisò, fulminandolo con lo sguardo smeraldino.
Gaara le lanciò un occhiataccia per troncare la discussione.
“Sappi che i miei sono anche peggio.” osservò Sakura, arricciandosi un ciuffo su un dito.
“Non che la cosa mi faccia piacere…”
“Ehi! Guarda che, prima o poi, voglio che tu li conosca!”
“Acc!” afferrò distratto un coniglio di pezza tra l’esercito di peluche che invadevano il letto dell’Haruno. “Non c’è modo che io la scampi?”
“No!” gli strappò di mano il pupazzetto.
Il ragazzo fece un gesto secco con la mano. “Va bene, va bene.”
“D’altronde, da come reagisci non mi sembri molto impaurito dalla notizia di questo incontro...”
“Beh, questo perché sono un ragazzo maturo che ha un sangue freddo eccezionale.” la osservò accavallare le gambe nude sotto i pantaloncini. “E sto già subendo la noia di vedere la tua cameretta tutta a fragoline e coniglietti, nonché l’incontro/scontro con la tua tata… mi sto preparando per la guerra.”
Sakura gli lanciò un cuscino in faccia.
“Stronzo.”
“Ma è per questo che ti piaccio, no?” la stuzzicò, avvicinandosi talmente tanto da costringerla a piegarsi all’indietro. “Però, mi devi qualcosa in cambio…”
Sakura quasi trasalì quando sentì la mano di Gaara viaggiarle sulla coscia; alzò gli occhi al cielo.
“Oh, ma guarda, stanno per cominciare!” lo spinse via, afferrando il telecomando ed accendendo la televisione. “Non dirmi che non vuoi vedere se il papà del tuo carissimo Sas’ke-chan ha vinto.”
Gaara mise il broncio, allontanandosi da lei e fissando lo schermo illuminato.
Stronza

Dovette appoggiarsi ad un albero perché le forze mancanti non le consentivano più quella corsa sfrenata; si morse un labbro, cercando di fermare il suo fiatone tanto rumoroso. Aveva l’orecchio vigile al sentire il minimo respiro.
Infatti, non appena avvertì i rumorosi passi di anfibi che calpestavano pesantemente il terriccio di quella pineta, scattò veloce come una lepre spaurita. Sentiva un calore pulsarle sui polpacci, allenati per resistere a 90 minuti di partita ma ad una velocità minore; era cosciente che stava rallentando a vista d’occhio, ma il sapore della laringite incendiata dalla corsa non le permetteva di ragionare lucidamente. La luce filtrava attraverso la spessa coltre dei rami, donandole momenti di sole intenso e momenti di ombra fitta: saranno state le 18.00 del pomeriggio ma il disco solare non accennava a tramontare; grazie, natura.
Proprio non vide quel ramo che, impertinente, si issava da un cespuglio spinoso; ramo che si affacciava sulla via che stava percorrendo Ino e che, inesorabilmente, venne colpito dalla sua irruenza. Recise la gonnellina della divisa scolastica con un bello spacco, entrando anche nella carne: il sangue uscì quasi in contemporanea al grido rovinoso della giovane, che cadde a terra con il viso affogato nel fango e la coscia lattea macchiata di un liquido purpureo.

Davanti a loro osservavano la schiena del presentatore ancora un po’ rigida, cosa che succedeva sempre i primi istanti che la sigla d’apertura del programma aveva inizio; la sua squillante voce però rimediava a qualsiasi segno dell’iniziale disagio.
Fugaku ed Inoichi sentivano in quel momento la stessa punta d’amarezza: non c’erano i loro figli lì con loro, a sostenerli. Mikoto tentò di giustificare davanti al marito in ogni modo l’assenza di Itachi, per motivi sicuramente di ritardo, ma non seppe come fare per Sasuke… incrociò gli Yamanaka in quell’istante, e lo sguardo del deputato si fece oltremodo geloso nel pensare la figlioletta sparita chissà dove con il fidanzatino.
“Shikamaru, almeno, si è degnato di avvertirci che non voleva venire…” bisbigliò a Yoshino, che tirò le labbra senza rispondergli; anche se era più che certa che Ino non fosse lì perché scappata per amoreggiare con uno dei due figli Uchiha, sarebbe stato inutile dirglielo.
I pensieri di Inoichi e di Fugaku erano rimasti immutati per tutti quei dieci minuti; ed infatti, quando il presentatore lì chiamò per intervistarli, quasi scattarono sull’attenti come svegliati da un sonno profondo.

Riaprì gli occhi in due fessure, stringendo i denti per esorcizzare il bruciore del taglio appena procuratasi sulla coscia sinistra. Si issò sui gomiti, cercando di alzarsi in piedi, mentre sputava il terriccio che le aveva cosparso la parte inferiore del viso come un rossetto mal messo. Si passò una mano sui capelli incrostati dal fango e dal sudore, l’adrenalina cercò di pulsarle comandi di sbrigarsi, di rialzarsi in fretta, di rimettersi a correre…
Un calcio arrivò ben piazzato sulla sua schiena, e la fece di nuovo cadere nel fango; si girò di scatto, percependo l’obiettivo di un arma da fuoco puntato sulla sua fronte.
“Stronza…” l’uomo, quarantenne dal volto coperto da un passamontagna, aveva ancora il fiatone. “Che cazzo ti è preso?! Scappare a quel modo non è certo una idea…!!”
Un ruggito di dolore interruppe bruscamente la sua frase: Ino potè rendersi conto in un solo istante che un sasso, scagliato ad una velocità elevata da chissà dove, aveva centrato la sua mano, lasciandogli cadere la pistola, oltre al procurargli una ferita di non poco conto; non passò nemmeno mezzo secondo a chiedersi che cosa stesse accadendo che gli rifilò una piedata sull’inguine, sorridendo come per rispondergli del calcio di prima. Tentò di rialzarsi in piedi, per sfuggirgli; un’ombra le si affiancò accanto, sferrando un pugno contro il viso mascherato del rapitore, che cadde a terra sbattendo la testa e la schiena contro il tronco di un solido albero.
“Non vale, Yamanaka… non sai che quel punto è delicatissimo per un uomo? Rischi di avergli provocato danni irreparabili…”
Si girò subito a guardarlo; ed un sorriso nacque spontaneo sulle labbra sporche di terriccio.
Sasuke.

Una mezz’oretta appena, e sentì la gola bruciargli per le troppe emozioni.
Incredulità, smarrimento, gioia… di quelle senza motivo.
Abbracciò la moglie affogando la bocca nell’incavo del collo scoperto, assaporandone il solito profumo costoso,
sentendosi già chiamare signor sindaco.
Le luci della trasmissione si spensero, assieme alla sigla di chiusura;
il vociare dei macchinisti e delle telecamere saturò l’aria.
Quando riaprì gli occhi, e si staccò dall’abbraccio con la consorte,
tutto era già terminato.
Ancora intontito dalla vittoria, si vide allungare la mano da parte dell’avversario. “Complimenti, signor sindaco.”
Rispose impacciato alla stretta di mano. “Grazie Fugaku…” aumentò la stretta, accendendo un sorriso. “Mi hai salvato da numerosi scandali… hai salvato queste elezioni.”
“Non sarei stato felice di vincere solo per i trucchetti di Orochimaru.” placò l’oscurità dello sguardo.
“Già… però, credo che avrò bisogno di gente come te al Comune, gente di cui posso fidarmi…”
“… gente di cui, volente o nolente, stiamo per imparentarci!” intervenne sarcastica Yoshino, suscitando l’imbarazzo dei due uomini.
“Sì… ma non sono ancora pronto a diventare nonno!” precisò Inoichi.
L’Uchiha scosse la testa, accennando un sorriso. “Lo dirò a Sasuke… e sarà un vero piacere collaborare con te.”


* *** *

Tre anni passano in fretta, in fondo.
Il rumore dei mocassini usciti da poco dal negozio si diffuse nel cortile semivuoto, mentre una miriade di ricordi le invadevano la mente. Da un pò di tempo, soprattutto, riviveva i momenti del suo sequestro-lampo... e l'immagine del suo principe salvarla nel momento più cruciale, seguito subito da Itachi, Sasori e qualche agente di polizia, le suonava un pò troppo da libro delle fiabe.
Una mano si posò improvvisamente sulla sua spalla, e la fece trasalire in un'istante.
"Ripassi la tabellina del due?" il tono ironico dell' Haruno la pizzicò all'orecchio.
"Dovresti farlo tu, visto che io mi sto per diplomare, mentre la cara Sakura affronta l'esame di sesta elementare..." sapeva bene come risponderle.
"Che tono altezzoso... degno della figlia del sindaco." rise, volendo mostrarsi falsamente offesa.
Si avviarono ad una panchina, sedendosi all'ombra del ciliegio nel massimo della fioritura; la calura estiva avrebbe presto imperlato di sudore le loro carnaggioni poco abbronzate e probabilmente, dopo qualche ora passata su un foglio bianco da riempire con numeri o ideogrammi, avrebbe ricevuto qualche mentale maledizione da parte delle due studentesse.
"E così, ci siamo... un compito, e saremo fuori dal liceo."
"E fuori dall'adolescenza." rispose la Yamanaka, raccogliendosi i capelli in un mollettone. "Dopotutto, siamo donne oramai... o almeno, io sicuramente!"
Sakura rispose alla sua frecciatina maliziosa con un'occhiataccia.
"Avere qualche taglia di reggiseno in più e delle gambe lunghe non fanno di te una donna migliore di me..." mostrò la sua infantile linguaccia che, si ripromise, avrebbe evitato di fare in futuro.
L'amica stemperò il divertimento con una strana dolcezza, palpabile nel suo sguardo.
"Ricordi come abbiamo cominciato? Inizialmente, non mi potevi sopportare..."
"Guarda che so che era reciproco, Yamanaka..."
"... e poi, come siamo finiti?" si portò una mano sotto il mento. "Io e Sasuke, come è logico, ci siamo fidanzati; Naruto ed Hinata hanno trovato il coraggio di dichiararsi... tu e Gaara..."
"... il passato è passato, mia cara." l'altra estrasse dalla borsa lo specchietto, sistemandosi il trucco in caso di sbavature.
Ino la osservò curare in ogni dettaglio il make up di quel giorno, per poi richiudere l'oggettino con un piccolo tonfo. "Beh, chi l'avrebbe mai detto che Naruto ed Hinata si sarebbero lasciati, mh?"
"Eh già..." la infastidì quello sguardo ammiccante che le lanciava.
"E così, ora tu esci con lui..."
"E' solo un amico." precisò, aprendo la borsa. "Nulla più."
La biondina alzò le spalle, insoddisfatta che non sia per niente colpita dalle sue frecciatine: ricordava ancora come, appena un anno fa, piangesse di aver lasciato Gaara, perchè l'incantesimo era svanito; e di come, in poco tempo, Naruto le abbia fatto tornare il sorriso. Sì, quel Naruto da sempre suo migliore amico, quel Naruto che aveva costruito un rapporto perfetto con la sua Hinata.
Ma le cose perfette non durano a lungo...
"Sai che Karin ora esce con il ragazzo arrivato quest'anno?" preferì cambiare discorso.
"Quale, quello con i capelli lunghi?"
"Sì; Suigetsu mi sembra che si chiami..."
"Povero Kiba! Lei ci ha messo una bella pietra sopra sulla loro storia, eh?"
Ino alzò di nuovo le spalle, guardandosi le unghie smaltate da poco.
"Io e Sasuke, Shikamaru e Temari, Neji e Tenten... diciamo che non tutte le coppie sono sopravvissute al periodo scolastico... ma era logico." ruotò gli occhi ad incrociare i suoi, verdi come la speranza. "Però ne stanno nascendo alcune di nuove..."
Sakura ignorò di nuovo la sua provocazione; mai e poi mai le avrebbe confidato che, per quel pomeriggio, aveva in programma di vedersi con Naruto...
"A proposito, Shikamaru e Temari?"
"Vacanze anticipate." Ino si accigliò. "Bella storia il diploma breve per accedere già all'università... Shikamaru me la pagherà!"
"Almeno, non si sorbiscono i pianti isterici di Inomaru, no?" ridacchiò l'amica.
Ino sorrise inaspettatamente al pensiero di quella piccola peste dai capelli biondicci e le gambe snelle come quelle di un grilletto, che correva per i grandi saloni di villa Yamanaka, facendo disperare Inoishi e Yoshino mai come prima, guadagnandosi le simpatie di Anko e del resto della servitù, seguendo come un'ombra la sorella maggiore...
... solo la vista di Sasuke, che si avvicinava affiancato da Naruto e Gaara, la ridestò dai ricordi del fratellino. Si alzò improvvisamente, avvicinandosi al gruppetto; e le rivenne in mente come lo incontrò la prima volta. L'equivoco di Itachi... già, Itachi: era da un pò che non lo vedeva. Ma, nonostante tutto, continuava a pensare che era destinata unicamente per l'Uchiha minore, anche se non si fosse invaghita del maggiore.

Un gruppetto di cinque amici si avviò verso l'aula dove si sarebbe tenuto l'esame.
Kiba, appoggiato al cancello, si stupì come Sakura avesse mantenuto i buoni rapporti anche con Gaara, mentre non poteva fare a meno di detestare le urla insistenti di Ino che pregava Sasuke di lasciarle sbirciare dal suo compito.
Girò lo sguardo verso la strada, e inquadrò la vettura degli Hyuuga fermarsi a pochi metri da lui; Hinata scese, rossa dall'eccitazione per la prova che stava per affrontare. Si avvicinò a grandi falciate, prese la mano che l'Inuzuka le tendeva, e si avviarono insieme nel cortile...
In fondo, nè Kiba nè Hinata erano usciti perdenti da quell'assurdo gioco che era l'amore.


Penso che qualcuno resterà deluso da questo finale; qualcuno, invece, ne gioirà.
Non parlo dell'elezione di Inoishi, o del salvataggio di Ino: spero che almeno quelle parti non vi
abbiano deluso. Forse c'è stato poco realismo, ma ho fatto del mio meglio.
Parlo del cambio di coppie.
Scusatemi tanto: ma volevo far vedere il futuro dei nostri personaggi, di fronte agli esami di
maturità imminenti; e, nella vita reale, non tutte le coppie sopravvivono.
Inoltre, questa fanfiction doveva rappresentare un pò me e Mimi.
In maggiorparte rappresenta me, perchè ne ho scritto il finale; ma qualche scelta la dovrebbe condividere anche lei.
In fondo, abbiamo rappresentato un pò tutto, abbiamo accontentato un pò tutti...
Quindi, mi auguro che qualcuno non ci resti troppo male.

Per quanto riguarda me, Rael, questa è la mia ultima longfiction, credo.
Non so se avete letto il mio profilo, ma vorrei lasciare il mondo della scrittura,
con tutte le soddisfazioni che mi sono presa.
Farò un ultimo gran finale, aspettatevi le mie solite coppie.

Nel frattempo, grazie di cuore a tutti.
Chi ci ha letto, commentato, favorito, sostenuto.
Grazie davvero col cuore.
E speriamo di avervi fatto sognare con questa storia.
Mimi18 & _Rael_89

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