Sssh! I have a secret but I'm fine! He's my care!

di NightOfTheHunter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Who I really am ***
Capitolo 2: *** Hey but you're an Echelon! ***
Capitolo 3: *** I have a mask ***
Capitolo 4: *** Hey Bro, I feel electric! ***
Capitolo 5: *** I'm not beautiful! What do you want from me, Shan? ***
Capitolo 6: *** I've never made ​​love ***
Capitolo 7: *** Roxenne, popcorn and kisses ***
Capitolo 8: *** His mask is killing me ***
Capitolo 9: *** The dark side - Shannon, help me! ***
Capitolo 10: *** I'm at home if you are with me ***
Capitolo 11: *** I love your smile, it's like listening to music ***
Capitolo 12: *** Lady Godiva locked out of heaven ***
Capitolo 13: *** it's a lie if I say that I don't need you! ***
Capitolo 14: *** My secret is now also your ***
Capitolo 15: *** Smoke after sex ***
Capitolo 16: *** Hi, mom! Happy B-Day! ***
Capitolo 17: *** Vicky wants the ice cream ***
Capitolo 18: *** I'm running out of adjectives, Kate! You are beautiful! ***
Capitolo 19: *** Kate, my son is afraid of love. ***
Capitolo 20: *** Do you want dancing with me? ***
Capitolo 21: *** Our first time ***
Capitolo 22: *** Hello Malibu - Making love in the shower ***
Capitolo 23: *** Happy B-Day Jared ***
Capitolo 24: *** Our wave ***
Capitolo 25: *** Shan, I can't dance! ***
Capitolo 26: *** Hello, Bitch!- Kate, you're a bad girl! ***
Capitolo 27: *** Do you love him? ***
Capitolo 28: *** I miss you, Shan! ***
Capitolo 29: *** The future scares me ***
Capitolo 30: *** But I'm...oh no! ***
Capitolo 31: *** Oh my God! I'm p... ***
Capitolo 32: *** He is my nephew ***
Capitolo 33: *** I kissed her ***
Capitolo 34: *** Our puzzle is now complete and it's beautiful! ***
Capitolo 35: *** Kate, do you want m...me? ***
Capitolo 36: *** Hunter, you're already here? ***
Capitolo 37: *** My painful past ***
Capitolo 38: *** I'm shannon, but you can call me daddy! ***
Capitolo 39: *** People are like songs ***
Capitolo 40: *** I'm a monster ***
Capitolo 41: *** Our wonderful present ***
Capitolo 42: *** He is back ***
Capitolo 43: *** The end! ***



Capitolo 1
*** Who I really am ***


Ciao! Questa è la mia nuova FF. Mi sono impegnata davvero tanto questa volta ;) spero vi piaccia! Fatemi sapere cosa ne pensata scrivendomi una recensione :D 
ps. ci tengo a precisare che tutto ciò che leggerete è pura fantasia e non fa parte di me. Io e la protagonista, Kate, siamo due persone completamente differenti. Non voglio rovinarvi la "sorpresa" ma ci tenevo a precisare che sono in salute in caso ve lo chiedeste ;)
Detto questo, vi lascio alla vostra lettura... Buona Lettura e aspetto le vostre recensioni. (non so quando aggiorno, siete avvisate XD)
 




Come poteva cambiare la mia giornata una semplice metropolitana?
 
Ore 7.30 Venerdì 3 Novembre 2012
Lui era li, mi guarda nascondendosi dietro i suoi occhiali da sole firmati. Mi fissava e si mordeva il labbro con fare malizioso. Tutto mi attraeva di lui: il suo fisico, i suoi occhi, le sue mani e la sua sicurezza. Non sono mai stata sicura in vita mia, né di me né di nessuno, ma in lui vedevo protezione. Continuavo a fissarlo mentre, con un gesto lento della mano, si toglieva il cappello. I suoi capelli era un po' lunghi, castano quasi biondo scuro, mai stati cosi lunghi. Era li difronte a me ed io non riuscivo a toccarlo. Lentamente la sua figura svaniva mentre cercavo di avvicinarmi. Più ero vicina e più era irraggiungibile.
*drin driiin*
'Dannazione! No!'. Impreco, spengo la sveglia e mi copro il viso con il piumone per la troppa luce. Era solo un sogno, lo stavo solo sognando, ma lui mi sembrava li veramente.
'Ok Kate non toccarti i capelli e ricorderai il sogno' m'incoraggio e lentamente abbasso il piumone. Il sole penetra la finestra con violenza e si scaglia direttamente sul mio letto, come sempre. Amo il sole ma Los Angeles ne ha veramente troppo. Vivo qui praticamente da sempre. I miei si sono trasferiti quando avevo poco più di due anni ed hanno comprato casa qui. Viviamo alla periferia di Los Angeles, precisamente ad Anaheim nella contea di Orange, un posto un po' pericoloso. Il fatto è che la zona di per se è carina: tante ville a schiera uguali, un grande giardino davanti ad ogni casa, posto auto e vialetto; la gente che ci vive o ci passa, un po' meno. La maggior parte della gente qui é brava, sono i loro figli che ogni sera finisco in manette. Per questo motivo cerco di frequentare il meno possibile la gente di qui, giusto per non finire nei guai. Mi alzo con il busto e infilo le pantofole mentre mi stiracchio guardando fuori dalla finestra.
'Fantastico alle 7.30 di mattina già c'é traffico? Dannato Disneyland!' Mi alzo e cerco di sistemare al meglio il mio letto in quanto non ho voglia di rifarlo completamente. Ah si, quasi dimenticavo, nella periferia di Los Angeles sorge il posto che ogni bambino desidera visitare: Disneyland. Il parco é situato fuori dalla zona delle case e puó essere raggiunto in 10 minuti a piedi da casa mia. Allungo la mano e afferro il mio Blackberry dal comodino.
'Dannazione sono le 7.35 già!'. Controllo velocemente le email dal mio cellulare e ne elimino qualcuna: tutte offerte o pubblicità. Mentre cancello l'ultima il cellulare mi vibra in mano, é un sms.
'Da: Sam Mcgrow
Ore:7:37 Data: 7 Novembre 2012
Ciao Dolcezza! Mi sento poco bene e quindi aprirò il negozio in ritardo, penso verso le 10:30/11:00. Vieni verso quell'ora.'
Che viscido! Odio quando mi chiama dolcezza. Sam Mcgrow é il mio datore di lavoro. Lavoro presso il suo negozio, un videonoleggio, da quasi 2 anni ormai. Di solito apriamo alle 9 ma oggi sta male, meglio cosi. Ogni mattina mi alzo presto perchè il videonoleggio é situato ad Hollywood. Prendo il pullman numero 10 che mi porta a Los Angeles e da li prendo la Metro per Hollywood/North Hollywood.
Apro la finestra per far cambiare l'aria alla stanza e vado in bagno. La mia casa non è tanto grande:  un salotto, una cucina con isola in tipico stile americano, 2 bagni, la mia camera e la camera dei miei genitori. Si, vivo con loro anche se ho 22 anni. Qui trovare un piccolo appartamento che posso permettermi é praticamente impossibile. Lo stipendio che mi da Sam é misero, mi permette di aiutare i miei genitori a pagare la spesa. Almeno quella. Afferro l'elastico dei capelli, che di solito appendo alla maniglia della porta per non perderlo, e mi faccio una coda lenta giusto per non avere i capelli davanti al viso. Mi guardo per un momento allo specchio: sono pallida, il mio viso sembra più lungo del solito ed inizio ad intravedere delle piccole ombre sotto agli zigomi. Ho i capelli neri che arrivano sotto le mie scapole e occhi grandi e castani. Sono alta e...non so se sono magra o grassa. Direi grassa. Mi lavo velocemente il viso e i denti e affronto la mia nemica di sempre: Mrs Bilancia Bastarda. Mi sfilo le pantofole e salgo su.
'Cazzo, 50! 50kg! Sono una vacca!' Sono alta 1,65cm e dovrei pesare molto di meno di 50 kg, credo. Sono enorme. Scendo sconfortata da quell'aggeggio e mi guardo di nuovo allo specchio.
'Guarda che culone! Guarda che pancia! Fanculo' mi ripeto mentalmente mentre mi spoglio guardandomi. Fa freddo ma devo trovare il coraggio di farmi una doccia. Apro l'acqua della doccia e aspetto che diventi calda. 'Sono un cesso, cristo' mi riguardo allo specchio coprendomi e voltandomi per ignorare quel riflesso cosi orrido e sbagliato. Entro nella doccia e verso il sapone sulla spugna, il mio preferito, quello al cocco. Sfrego un po' la spugna sulle mani e creo un po' di schiuma. 'Bhe sono belle, non importa se si vedono' mi dico mentalmente mentre passo la spugna sulle ossa del bacino, sulle clavicole ben evidenti e sullo sterno. Qualche minuto dopo sono pronta e asciutta per recarmi in cucina. Non appena entro trovo un biglietto sul bancone della cucina posto sopra ad un piatto coperto dalla carta stagnola.
"Ciao Kate, siamo già usciti perchè a quanto pare il parco é già affollato per lo show di quel ragazzino. Ti ho lasciato la colazione, basta che la riscaldi. Mamma." Ecco, i miei genitori sempre presenti. Non ci sono praticamente mai, io lavoro e loro lavorano nel parco, é sempre stato cosi anche quando ero più piccola. Ero l'unica bambina che odiava Disneyland per via dei genitori che non c'erano mai. Mai un'abbraccio, mai un bacio o un regalo, niente. Non ho il tipico rapporto genitore-figlio con i miei, io mi faccio gli affari miei e loro pure. Non mi sono mai confidata con mia madre e non sa praticamente niente della mia vita privata. 'Oh la colazione! Bella merda! Sono enorme e la colazione non mi serve' afferro il piatto, gli tolgo la carta e getto il contenuto nella spazzatura insieme al biglietto.
Ho deciso di andare già ad Hollywood, magari mi sarei fermata un po' in un parco, finché Sam non avesse aperto. Torno nella mia camera e inizio a vestirmi. Un jeans, delle converse, una felpa, un cappotto ed una bella sciarpa possono andare. Mi vesto velocemente e afferro la sciarpa mentre mi dirigo in bagno per guardarmi. Porto sempre la sciarpa di solito perché odio il mio collo cosi lungo e sottile che termina con le clavicole ben evidenti.
 
Mi chiudo la porta alle spalle ed esco dal vialetto. Il sole picchia forte in testa e sono almeno 20/25gradi, ma io sento freddo. Sento sempre freddo eppure il sole c'é. Le altre persone girano con una T-shirt a maniche lunghe o corte, io invece, indosso un piccolo cappottino leggero. Non sono mai contenta, ho sempre freddo nelle ossa. Cammino lungo la strada che mi porterà alla fermata del bus e mi guardo intorno. C'é un via vai di macchine assurdo. Mi sfrecciano di lato per poi accodarsi alla fine della strada. Vanno tutti al parco per il concerto di un certo Bieber: non so chi sia. Apro la borsa e prendo il mio mp3. Amo ascoltare la musica mentre viaggio. La loro musica. Tutto mi sembra diverso quando indosso le cuffie, non so, è come se il mondo mi apparisse migliore. Continuo a camminare sul marciappiede mentre un leggero vento tiepido mi accarezza le guance. Con la musica tutto mi sembra più bello, anche questo brutto quartiere. Devo ammettere però che amo l'America, sopratutto Los Angeles. Los Angeles é la città più grande di questo Stato, la California, e la seconda di tutti gli Stati Uniti. C'é da dire però che Los Angeles é divisa in distretti. Un po' ti ci perdi fra la Downtown, East, North, South, Hollywood, la zona del porto etc. La mia città, Anaheim, si basa praticamente sul turismo, fra Disneyland, i fan del cantautore Jeff Buckely e Leo Fender ideatore della marca più prestigiosa al mondo di chitarre, la Fender. Uno dei posti più belli, secondo me, é Venice Beach. Non ci vado spesso purtroppo perché lavoro, ma é davvero un posto favoloso. Quasi tutti li girano sui pattini, in bici o sullo skate e a volte fanno anche delle piccole gare. È pieno di artisti come ballerini, mimi, maghi o giocoglieri. Venice beach vanta anche della famosa Rodeo Drive una delle vie dello shopping per eccellenza. Spesso, quando cammini li, ti imbatti in limousine o masse di persone urlanti: Vip nei paraggi. La cosa più strana, per la quale mi reputo una sfigata, é che loro vivono qui e non sono mai riuscita a vederli.
 
Mi perdo un po' nei miei pensieri e, dopo aver preso il pullman ed essere arrivata a Los Angeles, finalmente scendo per prendere la metropolitana. Scendo le scale della Union Station nel Downtown e mi avvicino ad una delle tante macchinette per il biglietto. Aspetto una piccola fila di quattro persone e mi accingo a fare il biglietto. Devo andare ad Hollywood quindi a nord-ovest di L.A. Seleziono la linea rossa, che da qui porta direttamente ad Hollywood, ed inserisco il $1,25 per il tratto. Afferro il mio biglietto dalla macchinetta e cammino fino ai binari. Qui é sempre pieno di gente ed é un posto molto affollato. Essendo sotto terra sento un po' l'aria mancare e il caldo inizia a farsi sentire cosi decido di togliere il giacchino. Un paio di minuti dopo arriva il mio treno.
 
Continuo a sentire la loro musica mentre il treno mi dondola dolcemente portandomi a destinazione. Ci vogliono circa 15 minuti per arrivare ad Hollywood usando la metropolitana. Sto ascoltando tutto This is War dei 30 Seconds To Mars. Penso che sia partito da solo di nuovo e che questa sia la seconda volta che lo risento oggi. Rimango seduta al mio posto e non posso fare a meno di posare la mano sullo stomaco: mi brontola e brucia. Inizio a sentire la testa pesante cosi decido di rovesciarla indietro per riposarmi un po'. In questo momento parte L490 e inizio a fissare un uomo seduto difronte a me, qualche posto più a destra. Ha un viso famigliare per quello che riesco a vedere: porta un cappello beige e degli occhiali da sole con lenti molto scure. 'Io ti conosco, ma dove ti ho visto?' Ripeto mentalmente e continuo a fissare l'uomo, il quale, muove il dito sul suo iphone tenendo la testa bassa. 'Oh.mio.dio! È Shannon!' inizio a sentire il cuore che perde di qualche battito e poi accellera velocemente. 'E ora cosa faccio?' Disturbarlo per chiedergli una foto é l'ultimo dei miei pensieri. 

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Capitolo 2
*** Hey but you're an Echelon! ***


*ta ta ta taaaaaa* ok la smetto! XD LOL ecco il secondo capitolo, bellezze! Spero che il primo vi sia piaciuto! Ps: Buona lettura!



Rimango seduta al mio posto e continuo a contemplare quell'uomo cosi bello. È cosi vicino che potrei anche toccarlo ma decido di lasciar perdere e di non essere ostinata come nel mio sogno. Sfortunatamente il treno si ferma qualche minuto dopo, le porte si aprono e lui scivola via dal suo posto andandosene. Scuoto la testa, ripongo l'mp3 nella borsa e raccolgo la giacca mentre la gente esce dal treno, subito dopo esco anch'io. 'Forse l'ho sognato. Sarà un calo di zuccheri e l'ho immaginato? Eppure mi sembrava cosi vero. Se era li perché non mi sono mossa e non gli ho parlato?' Cammino con la testa bassa e continuo a rivolgermi domande mentalmente a cui non so dare risposta. Ero pietrificata e incollata al mio posto e per rispetto non volevo disturbarbo. 'E ho perso la mia occasione...brava Kate! Bhe almeno l'hai visto!' Le persone continuavano a passarmi intorno mentre fisso il pavimento sporco e rotto della stazione dalla quale stavo uscendo. 'E' bello come dicono tutti...chissà se qualcun'altro sul treno se n'é...' I miei pensieri vengono interroti da una spinta contro la mia spalla sinistra.
«Ma...» Farfuglio girandomi di scatto mentre mi accarezzo la spalla colpita.
«Scusami non ti ho vista. Tutto ok?» Sento una voce roca e bassa ed una persona accanto a me mentre la testa inzia a girarmi, la vista si appanna e diventa un po' buia. «Ehi...»Sento una mano sulla mia spalla che la scuote. Sono senza forze, non ci vedo bene o quasi niente, e le gambe mi tremano: cado in ginocchio sul pavimento freddo facendomi male. «Dio mio! ehi!» Continuo a non vedere e a non rispondere al tizio, spero solo che mi aiuti. Sento due mani possenti afferrarmi da sotto le ascelle e tirarmi su in piedi. Sono ancora stordita e rimango con gli occhi chiusi per non avere la nausa. La testa gira e pare che non vuole fermarsi. Non sento più il pavimento sotto ai piedi. Lo sconosciuto mi ha presa in braccio e ora mi fa sedere su una panchina. Tengo la testa bassa e la faccio penzolare. Mi sento cosi pesante, stanca, con il battito accellerato. «Ti senti bene?» Sento di nuovo quella voce roca e bassa e una mano si posa su un lato della mia testa costringendomi ad appoggiarla su una superfice calda e morbida: credo sia il suo petto.
«Mi gira un po' la testa...» Sussurro e lentamente trovo la forza di riaprire gli occhi.
«Vuoi che ti porti in ospedale?» Sento la sua mano che mi accarezza la testa ma non ho ancora alzato gli occhi per guardarlo.
«No no grazie» alzo lentamente la testa dal petto dell'uomo e lo guardo. I suoi occhi sono verdi con qualche sfumatura gialla, ha delle sopracciglia folte che tendono all'insù. Aveva tolto gli occhiali da sole, gli reggeva in una mano, ma portava ancora il cappello. Shannon.
«Hai fatto colazione?» chiede dolcemente mentre io continuo a fissarlo incredula. Mi parla come se mi conoscesse da tanto e ci tenesse a me.
«No» abbozzo un timido sorriso e mi gratto la nuca.
«L'ho capito dalla triad che spunta da sotto la sciarpa, dalle cuffiette e dalla wishband» lo guardo confusa e non posso fare a meno di alzare un sopracciglio.
«Capito cosa?» Sono ancora confusa e sento le ginocchia battere per la caduta.
«Sei un Echelon!» Mi sorride mostrandomi una fila di denti bianchi e perfetti che fanno da sfondo alle sue labbra carnose e rosse. «Ti senti bene ora? Vuoi che ti accompagno a casa?» 'Quale casa?' Mi chiedo maliziosamente e mi scappa un sorriso. Io non sono innamorata di lui, no, é solo una mia ossessione.
«No, grazie, tutto ok...»Allungo le mani e mi massaggio le ginocchia doloranti facendo una smorfia di dolore.
«Ti sei fatta male?» é premuroso e mi appoggia la sua mano sulla mia coscia, poco sopra il ginocchio. Non so perché lo faccia, forse gli faccio pena, forse perchè sono una echelon o forse perché lui é cosi...cosi semplice e buono.
«Si, mi si é annebbiata la vista e ho sbattuto» cerco di mantenere la calma perché in fondo é una persona come me, perché agitarsi? Fuori sono calma, almeno credo, ma dentro non so neanche io cosa provo. Sono agitata.
«Mi dispiace che ti sono venuto addosso, però posso sempre rimediare! Se vuoi ti accompagno ad un bar, beviamo qualcosa, mangi qualcosa e chiediamo del ghiaccio...ti va?» 'Perché insiste con colazione e mangiare? Non voglio nulla!' Mi rigiro per guardarlo e gli sorrido.
«Non ho molta fame» cerco di trovare una scusa. Al bar ci andrei ma non voglio mangiare.
«Sei quasi svenuta. Sai che la colazione é il pasto più importante della giornata?» Il suo volto assume un'espressiona da "sono un genio eh" quando pronuncia quella frase ed alza le sopracciglia con fare orgoglioso. Non riesco a trattenermi e scoppio in una risata rumorosa. «Perchè ridi?» Il suo sguardo diventa serio di colpo e mi guarda curioso.
«Oh nulla...scusa. Accetto un caffé, se per te va bene» mi alzo e infilo il giacchino per non sentire freddo.
«Bhe non vuoi altro? Solo un caffé?» Si alza anche lui e infila gli occhiali da sole. Per tutti questi minuti sono stata dipendente dal suo sguardo, perché ora si copre? Io amo i suoi occhi, il colore, la luminosità e quello che mi trasmettono. Capisco il motivo del suo gesto: non vuole essere infastidito con foto o autografi.
«Un caffé va più che bene, però tranquillo...se hai da fare...» Interrompe la mia frase con un sorriso mentre mi scompiglia i capelli con la mano.
«Sono libero...andiamo» infila le mani nelle tasche del suo giubbottino e con la testa bassa inizia a camminare. 'Che ha? Diavolo aspetta!' Sistemo la mia tracola sulla spalla, qui non si sa mai, e lo seguo. Cammino accanto a lui in silenzio e lentamente usciamo dalla metropolitana. Saliamo le scale e il sole caldo di LA picchia contro le nostre teste. La città é sempre viva. La gente cammina, corre, tutti verso il proprio lavoro. Mentre camminiamo mi soffermo con lo sguardo prima di salire sul marciapiede, dopo aver attraversato, su un bambino seduto su una panchina dalla parte opposta della strada: biondo, occhi verdi e un sorriso meraviglioso.
«Attenta!» Urla Shannon e mi sento tirare per un braccio. Subito dopo mi ritrovo fra le sue braccia che mi stringono forte a se. «Non ti hanno insegnato ad attraversare?» Mi sussurra dolcemente nell'orecchio. Il suo alito caldo mi accarezza l'orecchio e il mondo sembra fermarsi. La gente cammina, lavora, mangia, nasce, muore, il tutto nello stesso momento. Allungo le braccia e poso le mani sulla sua schiena stringendolo a me. Sento il suo cuore battere velocemente e il respiro veloce, sembra spaventato. Un rumore forte di un clackson mi riporta alla realtà.
«Emmh si...ma avevo visto un bimbo...li!» Mi volto ed indico la panchina, ma il bimbo non c'era più.
«Ti stavi facendo ammazzare per guardare un bimbo?» Il suo volto si distorce in una smorfia per non ridere mentre il sole si riflette nei suoi occhiali da sole. Scommetto che i suoi occhi ridono.
«Lascia stare!» Mi sento quasi offesa da quel gesto. Voleva ridere di me ma si è sforzato per non farlo. Ridere per cosa poi? è un uomo strano. Stringo le mani su me stessa per riscaldarmi inizio a camminare con un passo abbastanza veloce lasciandolo li.
«No aspetta! Dimmi...» Ha l'affanno per la piccola corsetta appena fatta per raggiungermi.
«No, ti faccio ridere...bhe ridi» continuo a camminare e non lo guardo.
«Mi sembri strana...tutto qui, prima il treno, poi sei svenuta ed ora il bimbo» con la coda dell'occhio riesco a vedere il suo profilo: é un po' dispiaciuto per quello che é successo. Decido di non rispondergli e continuo a camminare. Noto che estrae la mano dalla tasca e l'allunga per afferrare la mia, poi gira ed entra in un bar. Il bar é tutto moderno in stile zan e molto elegante. Tutte le persone che consumano la loro colazione seduti ai tavoli sono vestiti elegantemente. È un bar che non ho mai visto ma sarà sicuro costosissimo. "Caffé con panna 8$" riesco a leggere velocemente il cartello alla nostra destra. 'Cavolo!' Sgrano gli occhi e continuo a seguire Shan che mi tiene per mano andando verso un lungo bancone nero lucido.
«Salve, mi dica» dice una signorina bionda dietro il bancone con un enorme sorriso e voce squillante.
«Un tavolo per due appartato, non vicino al vetro. Grazie» Shannon le rivolge un sorriso un po' forzato e la guarda.
«Certo seguitemi» la signorina esce da dietro il lungo bancone e ci fa strada al nostro tavolo. Indossa una camica bianca aperta sul decolté prosperoso inserita in una gonna nera a tubo fino al ginocchio, calze nere e decolté in tinta. 'Sbava su! Guarda che bella' commento mentalmente mentre la bionda sculetta davanti a noi facendoci strada. Shannon continua a tenermi la mano e non le degna di uno sguardo. Strano.
«Ecco a voi» ci indica il posto e Shannon da gentiluomo mi sposta la sedia per farmi sedere.
«Grazie» surrurro e gli sorrido dolcemente mentre si siede difronte a me.
«Cosa prendete?» Ci chiede la bionda cameriera in tono acido e invidioso.
«Un caffé frddo per me e per la mia amica...?» Si toglie il cappello, lo appoggia sulla sua cosca e sistema gli occhiali sulla testa mentre mi fissa. 'A-amica? Oh wow! Pussa via biondona' non posso fare a meno di alzare le sopracciglia con aria orgogliosa. Mi schiarisco la voce e ordino.
«Un caffé con un po' di panna, grazie!» le sorrido gentilmente e lei mi fulmina con lo sguardo.
«Arrivano...» Scrive la comanda su un palmare e mi fissa quasi arrabbiata.
«Ah signorina! Gentilmente un po' di ghiaccio a cubetti e un tovagliolo di stoffa» aggiunge Shan voltandosi per guardarla.
«Sissignore» abbozza un sorriso e va via.
«Signor Leto...davvero io...» Interrompe la mia frase alzando una mano.
«Signor Leto...per favore, Shan va benissimo. Comunque piacere Shannon Leto...sono un'imbianchino daltonico» mi sorride e allunga la mano verso di me. 'Che?'. Scoppio a ridere e gli stringo la mano con forza sbattendola su e giu.
«Piacere sono Kate Strange...lavoro in un videonoleggio» mi stringe la mano e continuo a ridere mentre noto che i suoi occhi si incantano sulle mie labbra.
«Interessante! Ora parlami di te...» Mi lascia la mano, accavalla le gambe e mi fissa curioso. Cosa dovrei mai dirgli? é lui che dovrebbe parlami di quello che fa.
«Cosa devo dirti?» Arrossisco mentre la cameriera torna lasciando le nostre bevande. Shan fa un gesto con la testa per ringraziarla.
«Bhe non saprei...parlami del treno, perché ti sei comportata cosi?» Prende da una ciotolina dello zucchero di canna, apre la bustina e ci versa mezzo contenuto. Afferra il cucchiaino, posto sul piattino, e gira lentamente il liquido mentre mi guarda.
«Cosa ho fatto sul treno?» Lo fisso e non tocco la mia tazza di caffé.
«Pensavo venissi vicino a me...per una foto o un'autografo. Avevo capito che eri una Echelon, ma sai...non volevo essere disturbato perché ero di cattivo umore e non avevo proprio voglia di assecondarti ma allo stesso tempo non volevo essere scortese perché non é da me. Ma tu non ti sei avvicinata, mi guardavi con una faccia...non so, come se cercassi di capire se fossi io o un'allucinazione» mi sorride dolcemente e porta la tazza alla bocca per bere un sorso di caffé.
«Ah...é cosi in effetti. Non riuscivo a capire se fossi tu, poi ho capito dall'iphone e dal cappello che avevo già visto in una foto...» 'Dio Kate controllati! Sembri una stalker!' Mi dico mentalmente per riprendermi «e vabbé poi ho capito e non ho voluto disturbarti anche se avrei tanto voluto una foto con te o un'autografo» arrossisco e con il cucchiaino prendo un po' di panna. «Comunque non mi sembri scontroso o arrabbiato» assaggio la panna: é davvero buona.
«Lo ero...poi mi hai fatto ridere quando ti ho incontrata. Ammetto che inizialmente pensavo stessi scherzando...cioé che lo facevi per attirare la mia attenzione, perdonami, ma mi é già successa come cosa» mi irrigidisco un'attimo pensando a quello che ha appena detto e mi dispiace che la gente arrivi a tanto per farsi notare.
«E come hai capito che non fingevo? Comunque non sono quel tipo di persona, non volevo disturbarti in treno...figuriamoci attirare l'attenzione fingendo di svenire» afferro la tazza con la mano ma inizia a tremare: sono troppo nervosa. Lui se n'é accorge cosi decido di usare anche l'altra mano per reggere la tazza.
«Emmh» scuote la testa e il suo sguardo dalle miei mani passa al mio viso. «Quando sei caduta con le ginocchia sul pavimento si é sentito un tonfo...non poteva essere finto perché si vedeva che ti eri fatta male e che eri caduta con tutto il peso li. Mi é preso il panico, sono un tipo ansioso, e mi veniva quasi da piangere vedendoti cosi» l'ultima frase diventa quasi un sussurro che gli si strozza in gola ma riesco comunque a capirlo. Il cuore mi si blocca per un attimo. Non so se piangere o essere felice, magari piangere per la felicità. È una persona che, fondamentalmente, non conosco ma che si é preoccupata di me ed é andata nel panico: forse l'unica persona a farlo in tutta la mia vita.
«Ooh grazie per esserti preso cura di me prima» riesco a sussurra e abbasso la testa per bere un po' di caffé.
«Figurati» beve anche lui un sorso e poi mi guarda confuso. «Sei sicura di stare bene? Se vuoi ti accompagno al pronto soccorso...hai dimenticato qualche pillola per qualche malattia?» Non amo tanto quando mi si vengo rivolte delle domande, però nei suoi occhi leggo preoccupazione, quindi ignoro questo mio istinto ad arrabbiarmi. 'Malattia' mi ripeto mentalmente pur sapendo che per i medici io risulto malata ma per me stessa sono normale. 'Anoressia' odio questa parola perché io non sono quello. 'Tento solo di rimanere in forma, non é quello...e nessuno lo sa' questo dice la mia mente. Ma da qualche parte, dentro di me, chiedo aiuto e sono consapevole di quello che sono e che sia sbagliato.
«No no tranquillo. Avevi ragione tu... era un calo di zuccheri, mi sento già meglio» abbozzo un sorriso quando in realtà vorrei piangere sul suo petto e sfogarmi di questo peso enorme.
«E le mani?» Finisce tutto il suo caffé rovesciando la testa e muovendo il pomo d'adamo su e giù, mi incanto un attimo e gli rispondo.
«Emh sai com'é...sei tu...» Faccio spallucce, sorrido timidamente diventando rossa e finisco il mio caffé.
«Giusto. Ma ti svelo un segreto...sono una persona normale, come tutte...provo sentimenti, mangio, mi ubriaco e faccio anche la pipí» mi sussurra avvicinandosi a me con la mano al lato della bocca. Scoppio a ridere e mi reggo la pancia. Perchè é cosi? é vero, é tanto semplice e divertente e vendendolo non te l'aspetti. «Ridi di nuovo di me?» Aggiunge e ride anche lui.
«Scusami é che...mi fai ridere e riflettere allo stesso tempo» prendo un fazzolettino di carta e lo passo sulle labbra per eliminare qualche traccia di caffé.
«Riflettere? Cioé? Dimmi» tante domande ma vale la pena di rispondergli anche se io non so nulla di lui. Dovrebbe essere il contrario.
«Bhe diciamocelo...sei muscoloso, bello e sopratutto batterista...un personaggio forte, una figura forte...almeno a me o agli altri Echelon appari cosi. Il solito tipo da tante donne, belle macchine, tanti soldi e popolarità...però conoscendoti un po' sembra una maschera questa, in realtà, sei molto divertente, gentile e buono...cose che dal tuo personaggio non trapelano» 'finito di analizzarlo si?' Forse ho esagerato un po' ma volevo essere sincera e in fondo penso di aver detto una cosa carina. Vedo che il suo viso si rattristisce un po' e la sua fronte si increspa mentre fissa la sua tazza di caffé vuota. 'Ho esagerato! Boccaccia mia!'
«Dovresti metterti il ghiaccio» prende il tovagliolo e versa il bicchiere con i cubetti di ghiaccio portati dalla signorina prima. «Vado a pagare...tu mettilo su» mi passa il tovagliolo chiuso ed io faccio come mi dice rimanendo un po' scioccata da tutta quella freddezza.
«Aspetta ti do i soldi...» Mi giro un attimo per prendere la borsetta appesa alla sedia ma lui era già andato via verso il bancone. 'Ho esagerato si! Sono una cogliona!' Sento salirmi la rabbia e la voglia di urlare. Non ne faccio mai una giusta. Un paio di minuti dopo ritorna, poso il ghiaccio sul tavolo ed usciamo dal bar.
«Da che lato vai?» Mi chiede fuori dal bar mentre si infila gli occhiali e il cappello.
«Nord...» Evito di guardarlo negli occhi e fisso le macchine che passano.
«Va bene...non farti ammazzare e stai attenta...vado dalla parte opposta» finge un sorriso, appoggia la mano sul mio fianco sinistro e mi bacia la guancia.
«Addio» sussurro e abbasso la testa.
«Arrivederci» mi sorride dolcemente, alza il cappello per salutarmi e se ne va.
E' diventato un uomo di ghiaccio.

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Capitolo 3
*** I have a mask ***


La giornata prosegue abbastanza bene nel videonoleggio. Con la diffusione di internet e dello streaming dei film, non c'é poi cosi tanta gente. Fisso l'orologio del pc che segna l'1:15. Nel negozio ci sono solo quattro persone che cercano i loro film e penso che ne avranno per un bel po', cosi decido di andare in bagno. Sgattaiolo nel bagno e chiudo la porta a chiave. Per tutta la mattinata sono stata nervosa ma non ho avuto tempo di pensare a quello che era successo. Mi sento arrabbiata con me stessa, in colpa, una vera merda per averlo offeso. Non resisto e crollo in un piccolo pianto liberatorio appoggiando la testa contro il muro. Essendo nervosa e tesa, ho bisogno di scaricare il mio nervosa con qualcosa cosi sbatto la mano con forza contro il muro dando un bel pugno.
«Porca troia, puttana eva! Che dolore! Mio dio!» Grido un po' e infilo la mano fra le gambe ed inzio a saltellare per alleviare il dolore. Cerco di riprendermi quando il dolore passa un po', mi asciugo le lacrime e mi lavo la mano per pulire quel po' di sangue che é uscito dalle nocche. Mi metto un piccolo cerotto, che trovo nell'armadietto in bagno, ed esco come se nulla fosse successo. Torno al mio posto e salgo sulla scala, dietro il bancone con il pc,  per poter sistemare i dvd.
«Mi scusi...» Sento una voce roca vicino al bancone, dietro alle mie spalle, che mi chiama. Non mi volto e continuo a lavorare poiché sono su una scala, ho le mani piene di dvd e potrei cadere.
«Mi dica» rispondo e continuo a sistemare lo scaffale.
«Cerco dei dvd...quel tipo di dvd...capisce?» Scuoto la testa e rido fra me e me.
«I dvd erotici o porno gli trova in fondo al negozio...sulla destra c'é una tendina nera con scritto 'zona adulti'» spiego e sistemo gli ultimi dvd. Il signore alle mie spalle scoppia in una risata rumorosa facendo girare tutti i clienti nel negozio e me.
«Non quel tipo di dvd!» Continua a ridere e, non appena mi volto, diventa serio come se avesse visto un fantasma.
«Tu!» Mi agito un po' vedendolo li e la scala inizia a tremare. «Cristo!» Impreco ad alta voce, mi aggrappo alla scala e chiudo gli occhi.
«Tu! Io! Cazzo attenta! Tutto ok?» Si sporge buttandosi sul bancone come un tacchino su una tavola il giorno del ringraziamento e mi regge la scala mentre inizio a scendere.
«Si!» Scendo dalla scala e incrocio le braccia al petto guardandolo disteso sul bancone che regge ancora la scala.
«Che c'é?» Mi sorride e diventa viola in viso. Scoppio a ridere.
«Puoi scendere dal mio bancone? Non sono più sulla scala...» Torno seria ma faccio delle smorfie con le labbra per non ridere. Ora sembra un maiale arrosto, gli manca solo la mela in bocca.
«Si, scusa...» Scende dal bancone e si sistema la maglia che gli si é alzata.
«Dicevi?» Mi avvicino al pc e continuo a lavorare digitando sulla tastiera.
«Emh i film...» Posa l'iphone sul bancone e ci mette il cappello su alzando gli occhiali sulla testa.
«Dimmi...che film vuoi?» Fisso lo schermo del pc e con la coda dell'occhio seguo i suoi movimenti.
«Non porno» ride un po' e poi mi fissa la mano. «Che hai fatto?» Continua a guardare il cerotto e mi guarda curioso.
«Un dvd...» Rispondo senza degnargli di uno sguardo.
«Un dvd...cos'era un horror?» Alzo gli occhi al cielo e non rispondo. «Ok era pessima» sorride imbarazzato e si gratta la testa.
«Tanto pessima...» Mi fermo un attimo e lo guardo. «Cosa vuoi?» Ho un tono abbastanza acido e scontroso ma non vorrei trattarlo cosi. Dannati sbalzi d'umore.
«Emh...che qualcuno ti medichi?» Fissa la mano preoccupato.
«Perché?» Abbasso lo sguardo e mi fisso il cerotto: é completamente sporco di sangue. «Merda!» Impreco e velocemente esco dal bancone dirigendomi verso il bagno. Lui mi segue.
«Mi dici che hai fatto? Hai gli occhi rossi anche...» Entra in bagno e rimane dietro di me mentre strappo il cerotto e metto la mano sotto l'acqua fresca.
«Ti prego...non sono affari tuoi» la mano mi trema un po' e mi fa male ma continuo a tenerla sotto l'acqua.
«Sono affari miei se stai cosi per colpa mia» mi sussurra mentre chiude il rubinetto, prende della carta e delicatamente mi asciuga la mano. Decido di non rispondere e guardo i suoi movimenti. «Mi dispiace di averti lasciata cosi prima, non volevo...mi sono comportato da stronzo» 'Stronzo? Sicuro?' Commento mentalmente mentre apre l'armadietto del pronto soccorso e prende delle garze e il cerotto a nastro. Lo guardo attentamente metre posa tutto sul lavandino. «Mi sono sentito colpito per quello che hai detto...anche un po' ferito, se vuoi saperlo...e mi sono arrabbiato perché non ci conosciamo e mi hai giudicato da come sono fuori pensando che sia diverso da come sono dentro» prende le mie dita delicatamente e le piega una alla volta e poi muove il polso per controllare che non sia rotto. Non emetto alcun gemito di dolore, forse non lo sento perché sono troppo presa dal suo trattamento. «Però hai fottutamente ragione Kate. Ho reagito da stupido perché mi sono sentito spogliato di quella che per me é una maschera o armatura. Sei stata la prima a dirmi una cosa del genere e ad accorgertene sopratutto...e le persone che mi conosco da anni e anni non l'hanno mai capito...eccetto mio fratello perché, non dovrei dirlo, ma anche lui é cosi...solo che lentamente sta cercando di mostrarsi per quello che é. Io non ci riesco, ho paura di quello che sono veramente e che cosi non posso piacere. Ho costruito questa maschera su di me e ci sono affezionato. Non puoi capire quante volte lotto contro questa cosa e spesso sono arrabbiato...come questa mattina» lo lascio parlare. Le sua parole sono come una carezza dolce sul mio cuore ma allo stesso tempo sembra che mi abbia aperto il cervello e che ci stia leggendo dentro. Io lo capisco e forse ho detto quella cosa perché mi sono rivista in lui. E' stato un confessarmi più che sbattergli in faccia la verità. Le sue parole mi fanno piangere e in silenzio le lacrime mi rigano il viso ma rimango con la testa bassa e non lo guardo. «Ti prego non dirlo a nessuno...non sono pronto» la sua voce é roca, bassa, quasi mi stesse supplicando. Non farei mai una cosa del genere. Continua a medicarmi e piega le garze fissandole con il cerotto a nastro.
«G-grazie» singhiozzo e alzo la testa per guardarlo.
«Ehi ti prego, non piangere ancora per me...» Mi tira a se e mi stringe forte fra le sue braccia.
«Come sai che ho...» Rimango fra le sue braccia e per un momento mi sento quasi una bambina.
«Mi sono sentito una merda pure io per come ti ho trattata perché non lo meritavi. Mi dispiace tanto e ti prego di scusarmi...avevo gli occhiali e non vedevi me, ma io ho visto te e la delusione nei tuoi occhi...mi ha fatto male perché ci sostieni e non volevo che pensassi cosi di noi e che ti deludessimo...» Parla riferendosi alla band perché giustamente vive in funzione di essa. Ma c'é qualcosa che non sa.
«Il mio idolo» sussurro e lui si stacca un attimo guardandomi negli occhi.
«Sono...?» I suoi occhi brillano come pietre preziose. Verdi come degli smeraldi o pietre di Giada. Meravigliosi. E le sue ciglia cosi folte e lunghe che completano quello spettacolo incorniciandolo.
«Si...» Arrossisco un po'.
«E ti ho deluso. Sono un coglione» gli sorrido dolcementre mentre arriccia la fronte sentendosi in colpa.
«No anzi...mi hai dimostato che meravigliosa persona sei...lo sapevo già, é stata una conferma...scusami tu per il bar» sistemo la cassetta del pronto soccorso e mi sciugo le lacrime con il fazzoletto.
«Ooh mi fa piacere...ed io che credevo che ti piacesse Jared» si avvicina al wc e abbassa la cerniera del pantaloni.
«Dio santo! Avvisa però!» Apro velocemente la porta ed esco richiudendola alle spalle mentre sento una delle sue risate rumorose provenire dal bagno. Scuoto la testa e ridendo torno al bancone per schedare i dvd delle persone che aspettavano.
 
«Credevo mi aspettassi!» Si avvicina al bancone e si appoggia con il gomito su.
«Per vederti far pipì? No grazie» sorrido e mi siedo sulla sedia dietro al bancone. Siamo soli e il negozio é vuoto.
«Si si, tu volevi vedere come facevo pipí! Ammettilo su!» Alza le sopracciglia con fare orgoglioso e mi guarda.
«Oh si guarda! Era il mio sogno nel cassetto vedere il mio idolo fare pipì!» Mi porto una mano sul cuore e alzo gli occhi al cielo fingendomi commossa.
«Mi piace quella parola...» Torna un attimo serio e mi fissa. Mi mette un po' in soggezione quando lo fa, ma ormai mi sono abituata da stamattina.
«Quale?» Prendo un blocchetto e inizio a disegnare il suo volto mentre fissa le persone che passano per strada.
«Idolo» rimane fermo ed io affretto il mio lavoro.
«Era il bagno delle donne quello dove hai fatto la pipí lo sai, idolo?» Continuo tracciando con la penna il contorno degli occhi e le sopracciglia.
«Non porto sempre la parrucca con me» dice incantato dai passanti. È immobile, fermo, forse pensa o si é incantato veramente. Scoppio a ridere per l'ennesima volta e lui si gira a guardarmi.
«Che fai?» Guarda il foglio e cerca di prenderlo ma lo tiro a me.
«Nulla, per favore...» Nascondo il foglietto dietro la schiena e arrossisco.
«Va bene finisci...poi me lo regali?» Si rimette in posa e fissa fuori della vetrina posta sulla destra del bancone.
«Emh si!» Poso il foglio sul bancore e ricomincio a disegnare.
«Non sapevo che disegnassi...ok, non so niente di te...che stupido. È una cosa che fai per passione o hai frequentato una scuola?» Non posso di certo dirgli che disegno solo il suo volto e che di paesaggi, natura morta o altre persone non ho proprio provato. Ho iniziato da quando ho conosciuto la band anni fa, nel 2007, e da allora disegno solo il suo volto. È iniziato cosi, per caso, perché volevo accarezzare il suo viso e la matita era come se mi permettesse di farlo.
«No no, passione» continuo e mi sposto sul foglio per disegnare il suo mento.
«E cosa disegni? Dipingi anche?» 'Merda!' Ecco perché odio le domande.
«Ah bhe disegno di tutto. Peró é il primo ritratto che faccio questo...intendo tuo, cioé non ho mai disegnato il tuo volto...faccio altro...non mi fisso su un solo soggetto...sai, su tante cose» mi impanico e mento anche male.
«Mi piacerebbe vedere qualche disegno» sorride e continua a rimanere fermo. 'Merda merda!'
«Ok disegno solo il tuo volto dal 2007 e ho tipo 100 disegni chiusi in una scatola fatti con qualsiasi cosa...gessi, matite, carboncino e pastelli» dico velocemente una volta trovato il coraggio di ammetere una cosa cosi imbarazzante. Sono stata velocissima, chissà se avrà capito.
«Idolo! Non vergognarti, amo l'arte...e se vuoi farmeli vedere sono più che contento, potrebbe vederli anche Jared» 'che cosa? NO!' Sgrano gli occhi e mi passo una mano sulla fronte. «Ok va bene, Jared é troppo? Almeno io posso?» Mi sta facendo diventare pazza. Io non ho aperto bocca.
«Vedremo...Jared no, per favore» completo il mio disegno e lo guardo un attimo «fatto...» Si gira, prende il foglio fra le mani e lo guarda.
«Sei...bravissima! Una penna e 5 minuti! Wow! Dico sul serio...e guarda il pomo d'adamo com'é perfetto e realistico...anche gli occhi!» Divento bordeaux per tutti quei complimenti e mi ranicchio sulla sedia.
«Grazie mille...» Gli sorrido dolcemente mentre fissa ancora il disegno.
«Me lo regali veramente? Puoi farci una copia se vuoi metterlo nella collezione, o dai a me la copia» il suo tono é eccitato e impaziente come se stessi regalando un giocatolo ad un bimbo.
«Emh si!» Prendo il foglio, faccio la fotocopia e gli ridò l'originale.
«Wow! Firmamelo!» Alzo il sopracciglio, sorrido e firmo. «Ok lo metto nel portafoglio e lo tengo sempre li!» Porta la mano sul fondo schiena ed estrae dalla tasca un rettangolo di pelle nera, il portafoglio, e lo apre. «Aspetta» mi guarda e arrossisce. «Mi scrivi il tuo numero?» Scoppio a ridere e lo guardo.
«Perché?» Prendo il disegno e sotto alla firma scrivo il numero di cellulare.
«Perché mi piace parlare con te» riprende il foglio e lo mette nel portafoglio che risistema nella tasca posteriore dei jeans. «Non mi hai detto di dove sei? Comunque grazie»
«Milano, Italia...i miei si sono trasferiti qui quando avevo due anni...contea di Orange...Anaheim» mi avvicino al pc e rispondo a qualche email di alcuni clienti. Un modo per togliere i riflettori da me.
«Disneyland! Io sto a Los Angeles...sai quella zona un po' fuori città? Emmh» si guarda intorno e abbassa la voce perché senza accorgersene il negozio si é riempito lentamente.
«Si...tranquillo non dico nulla a nessuno» gli faccio un occhiolino e rispondo all'ultima email.
«Bhe ti lascio lavorare, non voglio farti licenziare...il tuo numero ce l'ho» si butta sul bancone davanti a tutti, come prima, e mi stampa un sonoro bacio sulla guancia. Arrossisco e mi scappa un sorriso.
«Mi spaccherai il bancone cosi e poi ripaghi tu eh» scende e si risistema. Prende la fotocopia del disegno e la firma.
«Se serve a rivederti...mi ci ributto» fa finta di sdraiarsi di nuovo sul bancone ma poso le mani sulle sue spalle per fermarlo.
«No no no! Hai il numero...non ti rifiuto un invito e grazie per l'autografo» guardo il foglio e c'é il suo nome scritto, non la solita S con la X.
«Figurati. Ora hai gli occhi rossi, avremo tanto tempo per farci una foto» calca con la voce la parola "tanto" e mi sorride.
«Basta che non fai pipí davanti a me...e che...continui a salvarmi la vita come oggi» o come sempre. Perchè lui involotariamente mi da la forza per andare avanti.
«Niente pipí e continuo a salvarti...é stata una giornata bellissima...non ne avevo una cosi da chissà quanto» 'eppure non abbiamo fatto chissà cosa' penso mentre lui sospira e si butta di nuovo sul bancone per stamparmi un altro bacio sulla guancia. 'Ooh' il mio cuore si scioglie.
«Il bancone!» Lo sgrido per scherzare e rido. «Dai Idolo vai» gli accarezzo il viso.
«Si si...il bancone!» Scoppia a ridere e indossa gli occhiali mentre prende il cappello dal bancone. «Signorina Kate...ci vediamo presto. Buona Giornata!» Fa un piccolo inchino mentre accarezza il bancone. 'Gli piace! Si, il bancone!'
«Ciao Signor Idolo Sfonda Banconi!» Urlo per farmi sentire mentre esce dal negozio.
Sospiro e guardo le persone aggirarsi per il negozio, abbasso lo sguardo e vedo il suo iphone sul bancone.
«Shan!!» Urlo ma ormai é troppo lontano e non posso lasciare il negozio.
Che faccio?
 

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Capitolo 4
*** Hey Bro, I feel electric! ***



Mi stringo nelle spalle e accellero il passo. Sono le 8:30 di sera e sto tornando a casa: é buio. Imbocco la strada di casa e un leggero vento freddo mi punzecchia la faccia. Per strada non c'è nessuno ed inizio ad essere ansiosa. Gli alberi si muovono lentamente e ondeggiano creando un leggero fruscio. I lampioni sono le uniche luci che illuminano la strada. Qualche casa ha le finestre illuminate e la gente al loro interno si prepara per la cena o guarda la tv. Infilo la mano nella tasca del giubbottino e afferro l'iphone, che Shannon ha dimenticato al negozio, e subito mi sento più tranquilla. Una volta arrivata a casa trovo i miei genitori che cenano.
«Ciao cara!» Mi saluta mamma euforica mentre si siede a tavola.
«Mamma...» Entro in cucina e apro il frigorifero.
«Kate c'è la pizza» m'informa papà prendendo un pezzo dalla scatola sul tavolo.
«Ah...va bene. Prendo solo un pezzo perché devo fare una cosa» richiudo il frigo, prendo un fazzoletto e afferro un pezzo di pizza.
«Che succede, Kate?» Mia madre si volta e mi guarda curiosa. 'Guardami cazzo!' Urlo mentalmente e sento la rabbia salirmi. 'Non chiedermi che succede! Sediamoci e parliamo!'
«Nulla mamma. Un ragazzo ha lasciato il suo telefono al lavoro e voglio restituirglielo» rimango in piedi e tiro qualche morso al pezzo di pizza.
«Prova a vedere nella rubrica, tesoro» si rigira e mangia anche lei un pezzo di pizza.
«È quello che avevo pensato di fare, mamma. Vado in camera mia, passo dopo per la buonanotte» avrei tanto bisogno di un loro abbraccio, di un loro bacio, ma non lo fanno. Non ho mai ricevuto affetto, so che mi amano, ma non si lasciano andare a gesti affettuosi.
«Va bene, Kate. Vuoi altro da mangiare?» In fondo il problema sono io perché lei tenta di capire cosa mi succede ma io non faccio trapelare nulla. Sono cosi io: chiusa. Confido solo a me stessa i miei problemi perché penso che sia l'unica persona che può capirmi.
«No mamma grazie. Più tardi mi mangio qualche biscotto» ovvio che lei non sa nulla. Non so neanche io cosa mi prende.
«Va bene cara. A dopo» abbozzo un sorriso e vado in camera mia mentre finisco il pezzo di pizza.
Poso la tracolla sulla sedia, mi tolgo le scarpe e appendo il giubotto all'attaccapanni. 'Che faccio?' Mi chiedo mentre mi sdraio a pancia in su sul letto e osservo l'iphone nelle mie mani. Non posso mettermi a guardare foto o quello che c'è dentro, anche se mi piacerebbe. 'Forse non se n'é accorto che l'ha perso o semplicemente lo sa ma non pensa che l'ho trovato io' premo il tasto dell'accensione e guardo lo schermo. La prima cosa che ho fatto quando ho visto il cellulare sul bancone é stato spegnerlo poiché si sarebbe scaricato fino a sera. Lo schermo si illumina e compare una frase "La vita é troppo breve per vivere di rimpianti" sorrido allo schermo e finalmente compare la schermata iniziale. Non c'è nessuno sfondo particolare, solo una foto ripresa dall'alto di Los Angeles di notte. Senza spingere alcun bottone compare una finestrella con scritto "5 chiamate perse da Bro" 'Jared? E ora cosa faccio?' Decido di cliccare sulla rubrica e scorrere i nomi. Mi sarei aspettata tutti nomi di donne, invece no, la maggior parte sono di uomini. Aveva ragione, non é come tutti pensano. Leggo tutti i nome e non é presente il contatto "Jared" cosi mi convinco che quel contatto "bro" sia il suo numero, di Jared. Mi alzo, apro la finestra e respiro un po' di aria fresca per rilassarmi. 'Ok stai per rompere le palle al frontman
 della tua band preferita alle 9 di sera. È per una buona causa!' Faccio un bel respirone e mi siedo al letto mentre premo il tasto per chiamare. Sono agitata e mi mordo il labbro per il nervoso mentre ascolto quel fastidioso "tuu tuu tuuu"
«Pronto...chi é?» È lui, Jared. Esito un po' prima di rispondergli e respiro profondamente.
«Salve signor Leto. Sono Kate Strange...ho trovato il telefono di suo fratello, in realtà l'ha dimenticato sul bancone del videonoleggio dove lavoro...sa dove posso trovarlo?» Mi rilasso un po' e chiudo gli occhi. Lui non risponde. «Signor Leto?» Lo chiamo e urlo un po' in caso non mi avesse sentita.
«Shannoooon!» Urla e allontano il telefono dall'orecchio. 'Mamma mia!'
«Bro dimmi» sento la voce di Shannon sempre più forte come se si stesse avvicinando al telefono.
«Una Kat...il tuo telefono...che ci facevi su un bancone a noleggio?» Sento la voce di Jared confusa e immagino che stia guardando suo fratello in cagnesco per la chiamata. Scoppio a ridere.
«Mi prendi per il culo?» Chiede Shannon ed io rimango ad ascoltare.
«No! Chi é questa? Qualche troia che frequenti? E perché ha il mio numero?» 'Ah...bene' Shannon frequenta quel tipo di donne, va bene, sono fatti suoi. Mi sento un po' offesa e presa in giro. Pensavo gli piacessero altre ragazza e di certo dicendo quella cosa Jared é stato poco carino.
«Dammi qui!» Sento un fruscio e vari rumori. «Pronto?» Ha la voce bassa, roca e calda. La amo. Il mio cuore inizia a battere non appena la sento e le mani mi sudano.
«Hai dimenticato il telefono al videonoleggio...» Il mio tono é calmo e freddo. Mi sono offesa veramente.
«Kate!» Urla al telefono. È sorpreso di sentirmi.
«Shan...quando vuoi puoi riprendere il tuo telefono. Sono sempre li» sussurro e le lacrime mi iniziano a rigare il viso. Non so neanche il motivo per il quale sto piangendo.
«Si...grazie...ehi che succede?» Esito un po' prima di rispondergli.
«Nulla Shan...» Singhiozzo un po' e balbetto.
«Hai sentito tutto...?» 'Che genio!' Mi passo una mano fra i capelli e sbuffo.
«Si! Tranquillo...é tutto ok. Quando vuoi vieni. Ciao. Buonanotte» non ho il coraggio di sentirlo ancora perché lui non é qui e non può consolarmi. Non voglio continuare a piangere perché so che non riuscirei a dormire. Non aspetto la risposta e chiudo la chiamata. Cerco di rilassarmi il più possibile e di calmarmi. Vado in bagno e mi cambio mettendo il pigiama. Quando torno in camera l'iphone si illumina e vibra. Mi avvicino al comodino e lo prendo in mano. Il segnale della batteria lampeggia ed é rosso. 'Ora che faccio?!' Lo fisso per un paio di minuti e rivibra: questa volta é un sms "Da bro". Decido di non aprirlo e poso l'iphone sul comodino.
È tardi e sono stanchissima però decido di andare in salotto per dare la buonanotte ai miei. Mi infilo la vestaglietta e mi avvio.
«Papà, ho parlato con quel ragazzo del telefono...mi presteresti il tuo caricabatterie? Il mio non é compatibile» dico entrando in sala mentre i miei guardano la tv sul divano.
«Certo Kate, è in camera da letto» mi sorride dolcemente.
«Va bene, grazie papà...buonanotte e sogni d'oro» gli sorrido e fisso un attimo la tv accesa.
«Buonanotte Kate!» Dicono i miei all'unisono. Gli ignoro e vedo che alla tv compare la foto di Shannon e accanto un quadrato bianco vuoto con un punto interrogativo.
«Stamattina il batterista dei 30 seconds to mars é stato avvistato con una bella ragazza. Non possiamo mandare le foto perché minorenne. Chi sarà mai? Ma ora vediamo le ultime news da hollywood...» M'informa la tv. 'che? Minorenne?' Scuoto la testa e vado in camera dei miei per recuperare il caricabatterie.
 
Sono stanchissima, é stata una giornata pesante. Sfilo le pantofole e la vestaglietta ed entro nel letto. Non appena mi copro il bb suona. 'Ma chi é ora? Basta! Che palle!' Afferro il Blackberry: é un sms.
'Da: ---  Ore: 10:15 pm
Ciao Kate, sono Shannon. Tranquilla per prima che mi hai chiuso il telefono in faccia, non sono arrabbiato. Ti chiedo scusa per Jared e per quello che ha detto. Io non penso che tu sia una tr**a, anzi...sei semplice, buona e con te ci sto bene. Amo parlare con te e passare del tempo con te...mi manchi già, anche se ci conosciamo da pochissimo. Non voglio che piangi perché non penso una cosa del genere e mai la penserò. Non ti preoccupare se hai visto al tg che ci hanno fotografati, probabilmente domani staremo sui giornali, ma tranquilla ho risolto tutto dicendo che sei minorenne cosi non ti perseguitano con foto. Ps. é il numero di Jared, se non hai credito rispondimi con il mio. Ti ho scritto anche li perché non volevo disturbarti sul tuo numero.'
Non ci penso due volte e premo il tasto rispondi dal mio BB.
'Da: -- Ore: 10:18 pm
Ciao Shan, scusami se ti ho chiuso la chiamata ma sai che non mi ha fatto piacere sentire quelle cose. Ora é tutto ok, non ti preoccupare. Comunque ho visto il tg, grazie per non avermi fatta comparire...ma ora? Ti giudicheranno male perché sono "minorenne" no? :('
Mentre aspetto la risposta leggo l'sms sull'iphone e rimango a bocca aperta.
"La tua bellezza non ha fine. È come un fiore raro che sboccia una volta ogni cent'anni. Più ti vedo e più ti penso, più ti penso e più mi piaci...e mi rendo conto che senza te sono come un fiore senza il suo profumo..." Sorrido e le lacrime mi rigano il viso, lentamente, di nuovo. Sono lacrime di gioia. Questo ragazzo mi fa sentire come nessuno, mi protegge, mi ascolta e mi capisce. Sembra che sia passata una settimana e o un mese da quanto ci siamo incontrati, e invece, sono passate solo poche ore. '...senza te sono come un fiore senza profumo'. Lo stesso vale per me. Avrei voluto portarlo a casa con me per parlare e parlare. Dalla mattina fino a sera insieme. Io non so quello che lui prova o sente per me, non credo sia amore perché é impossibile. Semplicemente mi sembra di conoscerlo da tanto come un amico d'infanzia e per lui é la stessa cosa. 'Perché é stato cosi gentile con me? Poteva aiutarmi in stazione e basta. È venuto anche al videonoleggio, ma perché?'
'Da: -- Ora: 10:23
Penso di si, non lo so. Sinceramente? Non me ne frega niente. Non sarà di certo questo ad impedirmi di parlarti o vederti. Se qualcuno chiede gli dirò che sei mia cugina. Ma non devo spiegare niente a nessuno. Cosa fai?'
'Da: -- Ora 10:25
Shannon, non voglio crearti guai. Non so perché fai tutto questo per me...non voglio farti pena e non voglio che continui a proteggermi. Perché questo allora? Va bene cosi, sto bene. Comunque niente, stavo per andare a dormire. Ps. Sto ricaricando l'iphone.'
Mentre aspetto la risposta decido di guarda l'iphone e i messaggi. Lo so che non devo però la curiosità é tanta. Sono tutti fra Shan e Jared. 'Un angelo bro. Qualcosa di strano. Un tocco e ho preso una scossa. I suoi occhi bro sono qualcosa di unico. Mi capisce e mi conosce più di me stesso' leggo mentalmente e mi scappa un sorriso. Penso stia parlando di me. La cosa strana é che mi sembra troppo preso, quasi innamorato quando io non ho fatto nulla: sono stata me stessa. Ho sempre odiato me stessa, quello che sono, non mi piaccio proprio come persona ma a lui piaccio cosi. Mi reputa speciale per quello che sono e non fingo come faccio di solito. 'Bro, vai piano...la conosci da poche ore e non sai praticamente niente di lei' ecco la risposta di Jared alla quale Shan ha risposto dicendo 'lo so Jared! Ma mi sento elettrico! Hai presente quando vedi una bella ragazza e ti viene voglia di fartela? Ecco é successo lo stesso con lei, mi succede con tutte le ragazze belle. Poi però quando l'ho aiutata in stazione, per la prima volta, ho pensato che volevo conoscerla prima e poi ci avrei fatto...l'amore' scuoto la testa ed esco velocemente dai messaggi. 'Mi trova attraente? Tanto da fare l'amore con me e non solo sesso?' Bhe l'ha detto, e allora perché io mi sento un cesso, che non merita un cazzo, neanche le sue attenzioni?
'Da: -- Ore: 10:30
Non sai quello che dici e queste cose mi fanno arrabbiare! Vai a dormire! Buonanotte!'
Sgrano gli occhi leggendo quel messaggio. 'Vaffanculo!' Impreco mentalmente, mi copro e lentamente scivolo nel sonno.

Ognuno è speciale a modo suo. Certo, difficilmente ci accorgiamo da soli di quanto lo siamo, ma se una persona vi dedica attenzioni e vi ripete che siete speciali: CREDETECI. E convincete voi stessi di questo!

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Capitolo 5
*** I'm not beautiful! What do you want from me, Shan? ***



La giornata nel negozio procede bene. Sempre le solite cose: metti a posto dei dvd, controlli se sono sani, schedi le scelte dei clienti e gli aiuti. Sempre la solita noia, oggi più che mai. Sono seduta alla sedia dietro il bancone e nel negozio c'é solo un signore sulla quarantina che si aggira fra gli scaffali.
«È già tesserato?» Gli chiedo quando si avvicina al bancone con un paio di dvd in mano.
«Certo...Jhon McJackins» si appoggia con le mani al bancone e mi fissa mentre cerco il suo nome nel pc. In quel momento entra Shannon, non dice nulla e si avvicina anche lui al bancone. «Ok, solo questi due film? Per quanto vuole tenerli?» Guardo Shan mentre rivolgo le domande al signore, il quale, mi fissa e arrossisce.
«Si...emh 2 giorni? Pago quando gli riporto» si agita un po' e si gratta la nuca.
«Certo nessun problema» sistemo i dvd in una bustina e glieli passo. «Grazie mille e buona visione» sorrido fingendo gentilezza e il signore va vai.
«Maiale figlio di puttana!» Dice Shannon sbattendo il pugno sul bancone.
«Ma che cazzo fai? Che t'ha fatto?» Mi agito anch'io vedendolo rosso in viso e con il fuoco negli occhi.
«Ti fissava!» Mi dice a denti stretti guardandomi negli occhi. È arrabbiato, geloso, e i suoi occhi sono di un verde scuro quasi petrolio.
«E bhe?» Faccio spallucce e incrocio le mani sul petto. Sono ancora arrabbiata per il suo messaggio di ieri.
«Il seno» sussurra e guarda altrove togliendosi gli occhiali da sole.
«Che? Non ti ho capito» giro il bancone e mi avvicino a lui. Siamo uno difronte all'altro. Guarda in alto e sbuffa.
«Non farmele guardare perché non sono maniaco! Il tizio ti stava guardando il seno...viscido...poteva esserti padre» 'ah...' Lui non guarda il seno delle donne? Non le usa? Non le illude? Bah.
«E tu sei arrabbiato per questo?» Gli accarezzo il viso. Mi sembra come un bimbo arrabbiato a cui hanno tolto il suo giocattolo. Lui sospira e si rilassa.
«Bhe fa schifo! Non puoi coprirti?» Abbassa la testa e mi guarda negli occhi.
«Shan...ho una maglia a giro collo, che altro devo mettere?» Giro il bancone e mi risiedo alla sedia.
«Non lo so...» Abbassa la testa e arriccia la fronte fissando il bancone. Mi alzo, prendo una sedia chiusa, che di solito abbiamo sotto il bancone, gliela apro e gliela metto accanto. Lui non risponde, si siede, appoggia la testa sul bancone e si copre con le braccia.
«Che hai?» Mi risiedo dietro il bancone, appoggio le mani e la testa su di esso.
«Mi va tutto di merda, Kate» rimane cosi e continua a coprisi il viso.
«Ti capisco...» Sussurro e lo guardo. Mi dispiace vederlo in quello stato. Io ho sempre pensato che fosse una roccia e infatti é più lui che aiuta me che non io lui.
«Ti va di venire a casa?» Alza la testa e mi guarda sorridendo. Sembra come se ha appena avuto l'idea del secolo.
«A casa tua?» Lo guardo un po' confusa.
«Si, possiamo vedere un film. Ti passo a prendere e ti riporto io» scuoto la testa e mi copro il viso con le mani. Sospiro.
«Shan dobbiamo parlare. Parlare di ieri e di quel messaggio» lo guardo negli occhi e capisco che non vuole affrontare il l'argomento.
«Non mi fai pena, Kate! Non lo faccio x quello...non lo faccio per niente...mi piaci e basta...é possibile?» Il suo tono é duro quasi rabbioso ma decido di ignorarlo.
«No che non é possibile! Ho visto le ragazze che frequenti tu...ed io...bhe io non sono come loro! Shannon non voglio essere presa per il culo...ho avuto già quello che volevo. Il mio sogno era quello di vederti e magari passare del tempo insieme...bhe é successo e ne sono grata. Ma non venirmi a dire che ti piaccio! Perché non é cosi! Tu sei tu ed io sono io...e sinceramente, Shan? Non sopporterei anche questa cosa! Il fatto di essere presa per il culo e usata!» Mi meraviglio di me stessa e del modo in cui lo sto attaccando ma, in fondo, penso queste cose ed é giusto che le sappia.
«Pensavo che mi conoscessi, che avessi capito che modelle, soldi, auto ecc. sono cose che odio ma che servono per sopravvivere nel mio mondo...da ragazzo sognavo di diventare quello che sono ora...e solo Dio sa quanto ho lavorato. Ma per avere tutto questo ho dovuto rinunciare ad una vita normale...sono diventato quello che serviva per poter raggiungere il mio sogno. Sai quante volte mi sono pentito? Sono sempre in conflitto con me stesso...24 ore su 24...c'é una parte di me che mollerebbe tutto per una donna e dei figli ma ho un lavoro particolare che amo fare...non so mai quale delle due cose é importante. Pensandoci io non metterei su famiglia con una modella o una ragazza famosa...ma con una ragazza che amo e che mi conosce bene. Può sembrare strano, posso passare per pazzo...ma non ho mai trovato una ragazza come te, che mi coinvolgesse cosi tanto in cosi poco tempo! Sono una persona che non si innamora...perché sono stato talmente derminato a raggiungere il mio sogno che non ho mai provato l'amore e non sono mai stato innamorato. Questo sono...e capisco il tuo punto di vista perché sono un uomo vuoto...» Rimango sconvolta da quelle parole, dallo sguardo fisso su un punto mentre parla, mentre si spogliava di quella maschera che tanto odia.
«Cosa vuoi da me, Shan?» Sussurro e lo guardo.
«Nulla. Non riesco a starti lontano perché sono me stesso e felice quando sono con te. Io non voglio costringerti a vedermi perché so quello che si dice di me in giro...però non ho intenzione di illuderti o ferirti. So che sto correndo, quindi rallenterò...» Non gli rispondo e fisso il pavimento. Si alza dalla sedia e viene vicino a me, si mette di fronte e mi stringe a se facendomi appoggiare la testa sul suo petto. Profuma di cocco ed é cosi caldo. Il suo cuore batte ed é un rumore meraviglioso che mi ricorda tanto la sua batteria. Mi tiene stretta a se e mi accarezza la testa la testa lentamente.
«Vediamo un film insieme stasera?» Prende il mio viso fra le mani, avvicina il suo, e lo alza lentamente costringendomi a guardarlo negli occhi.
«Si» il cuore mi batte cosi forte che sembra quasi voler uscire dalla cassa toracica. Le mani mi sudano e il respiro diventa un silenzioso ansimare.
«Grazie...» Si avvicina con il viso al mio e sento il suo alito caldo accarezzarmi lentamente le labbra. In risposta chiudo gli occhi. Le sue labbra si spostano e si posano sulla mia guancia lasciandomi un bacio. Apro gli occhi e lo guardo. Fisso quei due smeraldi luminosi. «No...ti prego...» Ansimo un po' sulle sue labbra e cerco di tirarlo a me. Tocco la sua spalla cosi scolpita e muscolosa ma lui non si muove.
«Cosa?» Sussurra e mi passa una mano fra i capelli.
«Ti prego...baciami» lo guardo quasi supplicandolo. Mi accarezza il viso e lentamente si avvicina. Sposto le mani dalla sua schiena al colletto del giubbottino di pelle e lo tiro a me posando le mie labbra sulle sue. Una piccola scossa, come un pizzico, mi sfiora le labbra. Con un gesto veloce, senza sforzo, mi prende in braccio e mi fa sedere sul bancone, allarga lentamente le mie gambe e posa il bacino sul mio. Gli infilo le mani fra i capelli mentre continuo a baciarlo con passione muovendo un po' la testa. Sento il suo bacino premere contro il mio e sento la sua erezione.
«Scusami» mi sussurra sulle mie labbra e mi guarda mentre mi sistema una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«Tranquillo...sei un uomo, penso sia normale» gli accarezza il viso e gli bacio il labbro inferiore. «Mi fa piacere vedere...» Mi fermo un po' perché mi sento in imbarazzo, mai quanto lui.
«Vedere? Che funziona anche se sono vecchio?» Scoppia a ridere e mi stringe a se.
«No scemo! Dai, hai rovinato il momento!» Faccio il labbruccio e lo guardo.
«Sei bellissima...ho capito cosa intendevi e di solito non mi capita per un bacio, infatti mi sento leggermente a disagio...giusto un po' eh» diventa rosso in viso e abbassa lo sguardo.
«Non devi...non mi é mai successo che un ragazzo...» Mi gratto la fronte e mi guardo intorno.
«Si eccitasse per te?» Mi guarda e non mi stacca gli occhi di dosso.
«Si»
«Perché una ragazza come te non é fidanzata?» Mi accarezza lentamente le cosce giocando con il tessuto dei jeans.
«Chi ti dice che non lo sono? Scherzo...te l'avrei detto perché ho notato il tuo interesse e non ti avrei mai preso per il culo...comunque non lo so. Non sono tanto bella...ho sempre aspettato il ragazzo giusto, quello che mi facesse battere il cuore, quello che mi proteggesse e tenesse al centro dell'attenzione...al centro del suo mondo» gli spiego e lui mi ascolta curioso.
«Non hai mai trovato un ragazzo che almeno un po' facesse tutto questo?» Mi accarezza le mani e le braccia mentre rimango seduta sul bancone.
«Oltre te no...e sinceramente non avrei mai pensato che il mio idolo fosse anche il ragazzo che ho sempre sognato» arrossisco e cerco di evitare il suo sguardo.
«Io non ti costringerei mai a fare cose che tu non vorresti. Prima volevo baciarti ma non sapevo se anche tu volessi...quindi tu non sei stata con nessuno?» Mi stringe a se e mi fa posare la testa sul petto. Amo questo suo modo di abbracciarmi o coccolarmi. Facendo cosi mi fa capire che sono al sicuro fra le sue braccia e che posso dire qualsiasi cosa.
«Le cose inaspettate sono sempre le più belle. Sognare di avere un bacio dal proprio idolo é tanto... é una cosa che una ragazza pensa una volta dicendosi "sarebbe bello se lui mi baciasse" ma poi non ci pensi più perché é impossibile...ma ultimamente mi sto ricredendo di tante cose. Comunque si...il primo» mi stringe di più a se e mi da un bacio sulla fronte.
 

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Capitolo 6
*** I've never made ​​love ***


 «Sono le 5, devi chiudere?» Mi chiede Shannon mentre gioca con l'iphone che gli ho restituito.
«Si, ma non abbiamo scelto il film per questa sera...» Lo guardo strano. Non so perché ma questa cosa della casa e del film: mi puzza.
«Tu cosa vorresti vedere?» Ripone l'iphone nella tasca e si alza dalla sedia.
«Non saprei...é appena arrivato questo nuovo film "amore e altri rimedi" che ne dici?» Gli indico la locandina sul cartonato accanto ai primi scaffali.
«Romantico? Perché no!» Mi sorride e fa l'occhiolino.
«Allora vada per quello» scendo dalla sedia e salgo lentamente sulla scala per cercare il dvd dallo scaffale dietro il bancone. Lui si alza e molto gentilmente afferra la scala da un lato. «Grazie...Shan, non mi hai ancora detto come hai capito che lavoravo qui» é vero che gli ho detto io che lavoro facevo, ma non é l'unico videonoleggio di hollywood.
«Sinceramente pensavo stessi scherzando perché io ho detto che facevo l'imbianchino» si ferma e ride «Ho solo fatto qualche ricerca e girato mezza hollywood» scendo dalla scala con il dvd in mano e gli sorrido. Lui si avvicina a me con il viso e tenta di darmi un bacio ma volto la testa e le sue labbra finisco sulla mia guancia. «Che succede?» Arriccia la fronte facendo comparire un paio di rughe.
«Ci sono clienti Shan...non vorrei perdere il posto» sussurro e gli prendo la mano.
«Già...e la pomiciata di prima? 'Ti prego baciami!'?» Imita la mia voce con scarsi risultati. Squittisce solamente ma io scoppio a ridere.
«Non è andata affatto cosi, signor Leto! Se non avesse girato il cartello della porta su 'Chiuso' i clienti sarebbero entrati ed io avrei perso il posto. E comunque mi hai baciata tu!» Alzo le sopracciglia, arriccio le labbra e mi avvio verso li scaffali per sistemare gli ultimi dvd. Lui mi segue.
«Il cartello l'ho girato quando sono entrato» scoppia a ridere come un ragazzino che si vanta di quello che ha fatto. In effetti ride tanto più che parlare, ma a me piace.
«Scemo...e se mi licenziava?» Cerco il genere del film e metto un dvd nello scaffale mentre continua a ridere.
«Avrei comprato il videonoleggio...penso» fa spallucce e mi guarda.
«Non puoi risolvere tutto con i soldi...reggimi dai, che non ci arrivo» poso le mani sulle sue spalle e mi aggrappo incrociando i piedi sul suo fondo schiena come una scimmietta.
«Perché devi farmi eccitare a tutti i costi?» Sussurra e diventa rosso.
«Avvicinati allo scaffale, non ci arrivo!» Allungo la mano mentre si avvicina allo scaffale e mi fa mettere gli ultimi due dvd a posto. «Io non voglio far eccitare nessuno...» Gli infilo le mani fra i capelli e glieli tiro indietro. Credo che non abbia mai portato i capelli cosi lunghi, almeno per quello che so, ma fortunatamente si é tagliato quella barba lunga da barbone.
«Se mi sbatti le tette in faccia si!» Tolgo le gambe dal suo bacino e scendo. «Ehi a me piaceva quando mi sbattevi le tette in faccia!» Posa le sue mani sui miei fianchi e mi guarda.
«Per favore Shan! Devo chiudere!» Prendo le sue mani e le tolgo dai miei fianchi. Sono  scontrosa perché non voglio che senta le ossa del bacino. Non voglio dare spiegazioni, almeno non per ora. Non sono pronta.
«Va bene...scusa» si gira e va verso il bancone.
Controllo le ultime email al pc, lo spengo e silenziosamente chiudo il negozio.
Mi accompagna alla sua macchina per riaccompagnarmi a casa.
«Lasciami a casa, grazie...prendi la strada per Anaheim» sussurro mentre guardo fuori dal finestrino. Le luci dei lampioni mi illuminano il viso a tratti ed inizio ad incantarmi mentre penso. Perché ci capiamo cosi tanto ma litighiamo spesso? Sono cose che succedono nelle coppie, ma noi non lo siamo. Ho il mio carattere e lui é cosi dolce e perfetto ma questo segreto non mi fa essere libera e scatto come una molla per qualsiasi cosa.
«Non vieni più a casa? Non volevo dire quella cosa sulle tette» tiene lo sguardo fisso sulla strada e stringe il volante sotto le mani. È arrabbiato ma cerca di controllarsi.
«Sei silenzioso ed arrabbiato...non lo so, non vorrei ritirarmi a piedi...comunque non é per le tette» accarezzo il vetro con le dita e ci appoggio il mento su. Il calore del mio fiato lo fa appannare un po'.
«Non sono arrabbiato e non ti farei mai tornare sola. Vorrei...» Sospira e cambia la marcia facendo scivolare il cambio sul palmo mano.
«Vorresti?» Mi giro a guardarlo. La luce della strada gli colpisce gli occhi un po' lucidi. Non sta piangendo é solo...emozionato.
«Che fossi più sincera...prima ti ho baciata, credevo ti piacesse, e poi ti ho toccato i fianchi e hai avuto una reazione esagerata...penso» arriccia la fronte per pensarci mentre continua a guardare la strada. Guida cosi bene, é cosi attento a tutto.
«Si...scusami» cerco di ranicchiarmi sul sedile, quasi volessi scomparire.
«Tranquilla non sono arrabbiato...quando vuoi dirmi qualsiasi cosa, io sono qui» sentire le sue parole, quelle parole, mi rasserena. Ho paura. Ho paura di dirglielo. Ho paura di una sua fuga. Ho paura che non mi capisca o che mi giudichi male.
«Grazie...» Sento un tonfo e vedo la sua gamba allungarsi sotto il volante: frena di colpo. Allunga la mano destra e la posa sul mio petto spingendomi contro il sedile.
«Coglione! Cazzo fai? Ti spacco la faccia!» Si slaccia la cintura velocemente e apre lo sportello.
«Shan per favore! Lascialo stare!» Urlo e afferro il suo braccio costringendo a rimanere nel Suv.
«Coglione! Guarda dove vai! Vai piano che il pompino lo hai lo stesso!» Urla sporgendo la testa dal finestrino. Mi abbasso e mi copro il viso con le mani.
«Scusa amico! Calmo!» Urla il ragazzo nella macchina davanti alla nostra e se ne va. Ci ha tagliato la strada e Shan aveva ragione, per fortuna ha frenato in tempo sennò chissà cosa sarebbe successo. Noi andavamo dritto e lui veniva da destra a tutta velocità. Rimango sconvolta dal gesto di Shan: con tutto che avevo la cintura ha steso il braccio per proteggermi, é stato talmente veloce che non ci ha neanche pensato.
«Vaffanculo! Scopa e vai piano!» Urla e rimette in moto. Addio al gentiluomo. Scoppio a ridere e lo guardo. «Si?» Arrossice e mi guarda un attimo prima di tornare con gli occhi sulla strada.
«Pompino? Scopata?» Cerco di non ridere e mi copro la bocca con le mani.
«Si, sai, quando due persone si amano...» Lo interrompo alzando la mano.
«Shan...lo so cos'é!» Non mi risponde e preme un pulsante sulla console al centro del cruscotto. «Oooh uh!» Gemo quando sento un calore provenire dal sedile e poi una leggera vibrazione.
«Ti piace?». Mi sussurra con voce roca e calda.
«Mmh si, é...mh uuh caldo» ansimo un po' e chiudo gli occhi. Sento una leggera risata ma non apro gli occhi.
«È caldo eh? E quanto ti piace?»
«Mmh tanto...» Strofino la schiena contro il sedile e mi ranicchio su.
«È grosso, eh?» Scoppia a ridere e vedo che mi guarda con la coda dell'occhio.
«Shan! Eddai...non prendermi per il culo! Accendi anche il tuo e vediamo come fai!». Incrocio le braccia braccia al petto e mi fingo offesa.
«Dai eri bellissima mentre facevi "uuh é cosi caldo mmh mmh ooh é grosso!" Tipo gatta» mi imita di nuovo e si struscia anche lui sul sedile. Vorrei odiarlo per le sue imitazioni, ma mi strappa solo sorrisi.
«Io non ho detto che é grosso...ma caldo!» Ride e scuote la testa mentre rido anche io.
«Sembravi che stessi...bhe gemevi e ansimavi...ma non ho mai sentito nessuna dirmi che é grosso e caldo» a volte dimentico che lui é più grande di me, ha più esperienza, ha più tutto rispetto a me.
«Scusa...ma é bellissimo questo sedile...» Arrossisco e gli indico la strada «la prima a destra, una delle ultime case...numero 69»
«Mi prendi in giro?» Sorride e svolta nella via.
«No, perché?» Lo guardo e alzo il sopracciglio.
«Per il numero...va bene, lascia stare» mi sorride dolcemente mentre parcheggia nel vialetto. Spegne il motore della macchina, si toglie la cintura e fa il giro della macchina per aprirmi lo sportello.
«Aspetta» scendo e gli afferro il braccio. «Cos'é questo numero?» Chiudo lo sportello e lo seguo fino alla porta di casa.
«Te lo spiego un'altra volta...anzi, te lo faccio vedere!» Mi sussurra nell'orecchio e suona il campanello. Faccio spallucce e lo guardo mentre mentalmente rido perchè so benissimo cos'è.
«Kate, ciao! Non pensavo avessimo ospiti...» Mi abbraccia papà e ci fa entrare in casa.
«No papà non ci fermiamo, il tempo di cambiarmi e vado a casa sua per vedere un film» spiego e abbozzo un sorriso un po' timido.
«Signor Strange, sono Shannon Leto...» Shan allunga la mano e papà gliela stringe sorridendo.
«Eddy Strange, chiamami Ed. Kate non sapevo avessi un ragazzo!» Fissa Shan negli occhi e continua a stringergli la mano.
«Un ragazzo?!» Urla mamma dalla cucina. 'Dio mio! Che figure di merda!'
«Siamo solo amici, signore...emh Ed» Tenta di salvare la situazione Shan anche se so che mente.
«Vieni, ti faccio conoscere mia moglia!» Papà prende sotto braccio Shan e si avviano verso la cucina. 'No! No! Cazzo! Perché non ci ho pensato a loro? Deficiente! Chissà Shannon che penserà' é rosso in viso da quanto siamo entrati, sarà in imbarazzo. Mi passo le mani sul viso e gli seguo.
«Cara guarda chi c'é!» Dice papà entando in cucina mentre mamma é di spalle che condisce l'insalata.
«Chi c'é?» Si gira di scatto, guarda Shan e fa cadere la ciotola di insalata che finisce sul pavimento in mille pezzi. Divento bordeaux e sgrano gli occhi.
«L'ho spaventata? C'é qualcosa che non va?» Chiede Shannon piegandosi per raccogliere i pezzi della ciotola più grossi da terra.
«Shan no...prendo la scopa, non voglio che ti tagli» lo fermo, apro il piccolo armadietto in cucina e prendo la scopa.
«No caro, é solo che mia figlia ti ama...parla spesso di te e della tua band e vederti qui, quando ti ho visto in foto, é...é strano» abbozza un sorriso e gli allunga la mano. «Claire Strange»
Shannon posa i pezzi di vetro sul tavolo tavolo e le stringe la mano, nel frattempo, inizio a pulire per terra.
«Shannon Leto...mi scusi per l'insalata» le stringe la mano e ricambia il sorriso.
«Figurati caro...ne preparo dell'altra. Vi fermate?» Finisco di pulire e poso la scopa.
«No mamma...devo cambiarmi e vado via, vediamo un film a casa sua» lascio Shan nelle mani dei miei e scappo in camera per cambiarmi. Apro l'armadio e lo guardo terrorizzata 'non ho niente! Cosa metto?' Inizio a frugare e butto alcuni abiti sul letto.
«Tranquillo signor...emh Ed, la riaccompagno io...non faremo tardi...» Sento la voce di Shan che tenta di rassicurare papà. 'Muoviti Kate! Povero sta nella merda'
«E quale film avete deciso di vedere?» Mamma e il suo interrogatorio. Mi spoglio velocemente e corro in bagno per rinfrescarmi.
«Amore e altri rimedi, se non erro signora...» Quanto é dolce e chissà cosa starà pensando. Esco dal bagno ed infilo una maglia a maniche lunghe, una camicia con le maniche risvoltate sui gomiti, un jeans e delle converse con la bandiera dell'america. 'Trucco o no? Si solo un po' ' corro di nuovo in bagno.
«Ah bel film...mai visto» 'mamma! bel film ma non l'ha mai visto!' Chiudo gli occhi e sbuffo. Applico un po' di fondotinta, lo fisso con la cipria, tiro una leggera linea di eye liner allungandola un po' alla fine e applico il mascara. 'Ti salvo io! Resisti' mi scappa da ridere ed esco correndo dal bagno. Sistemo i vestiti sporchi nel cesto e vedo papà passare per il corridoio andando in cucina. 'Non era già li?' Faccio spallucce e lo seguo.
«Eccomi! Andiamo...» Entro in cucina e appendo la borsetta alla mia spalla.
«K-kate...» Shannon mi fissa aprendo un po' la bocca e deglutisce rumorosamente. 'Che c'é?' Arrossisco e abbasso la testa.
«Sei bellissima! Bhe é stato un piacere conoscevi signori Strange...prometto che non faremo tardi. Buonanotte...» Sorride e mi prende la mano.
«Grazie. Ciao mamma, ciao papà...ci vediamo dopo» lo tiro fuori dalla cucina strattonandolo un po'. 'Basta figure di merda'.
«Ciao cara!» Mi salutano agitando la mano.
«Ciao Signori Strange!» Agita anche Shan la mano per prendergli per il culo e fa un sorriso da ebete.
«Si si ciao andiamo» lo tiro per tutto il corridoio e apro la porta di casa.
«Ciao caro! Non fare tardi, Kate» usciamo e chiudo la porta alle mie spalle sospirando.
Shannon si avvia alla macchina e mi apre lo sportello.
«Grazie...» Lo richiude, fa il giro dell'auto, sale e mette in moto. «Come stai?» Gli chiedo mentre si volta per fare retromarcia per uscire dal vialetto. Gira lo sterzo e si immette sulla strada.
«Alla grande, perché?» Spinge alcuni bottoni davanti a se e guarda fisso sulla strada.
«I miei...che ti hanno detto?» Sorride e scuote la testa. Ho sentito solo alcuni pezzi della conversazione poichè ero in bagno.
«Non é stato terribile...ecco...» Afferra lo sterzo con una mano e con l'altra fruga nelle tasche dei jeans. «Tuo padre mi ha dato questo...é per te» mi passa una bustina di plastica e la posa sulla mia coscia.
«Shan, non ci vedo...é buio» prendo la bustina e cerco di avvicinarla al vetro della finestrino per poter vedere.
«Ora?» Allunga la mano e spinge un bottone facendo accendere una piccola lucina sulle nostre teste.
«Cristo santo! Scusami...che figura di merda» 'un preservativo? Papà, dio mio' non potevo fare una figura più merdosa di quella. Papà che da un preservativo a Shan. Che imbarazzo.
«Tranquilla» sfondera uno dei suoi sorrisi mostrandomi i denti bianchi. Mi sento in imbarazzo per quello che é successo e per i miei, non ci avevo proprio pensato. «Ci tiene a te e alla tua salute...é una cosa bella...i genitori sono cosi, mamma é anche peggio» cambia la marcia e mi guarda.
«Lo so ma é imbarazzante...tua madre é peggio in che senso?» Chiedo curiosa e mi appoggio al sedile per ascoltarlo.
«Bhe é imbarazzante, però sei tu quindi posso...era la sera del ballo e decisi di andarci con la mia vicina di casa...venne lei da me, a casa, e fra una foto e l'altra mamma disse "Shan si é fatto i peli li sotto oggi...piccolo di mamma, con lo sfregamento se tu dovessi...vacci piano, cucciolo" non riesco a dimendicare questa cosa» é serio e imbarazzato. Non mi sarei mai aspettata di sentire una cosa cosi intima per lui e imbarazzante. Ha deciso di condividerla con me perché si fida e perché avrei capito. Sorrido e mi copro la bocca con la mano.
«Scusami...bhe che figura di merda eh? E poi?» Allungo la mano e gli accarezza il braccio. È un gesto spontaneo che serve per fargli capire che non é poi cosi brutto e imbarazzante.
«Dici se ho fatto sesso? No...arrivai al ballo e mi ubriacai...erano gli anni 80...1986 se non erro» Negli anni 80 non ero neanche nata io e lui già aveva finito la scuola. Tutto ciò é frustrante e mi fa sentire tanto piccola. Fino ad oggi, parlando con lui, non mi sembrava di sentire questi 20 anni di differenza.
«Avevi 16 anni...ed io non ero nata, un po' mi fa strano, sai? E poi? L'hai fatto?» Sto cercando di non andare sul personale, ma non ci riesco. Amo sentire questi racconti e quello che faceva da giovane. Queste cose non le trovi su internet ed io sono l'unica a saperle. Mi piace.
«Si 16 anni, ero piccolo» sorride con lo sguardo un po' malinconico. «Ti fa strano sentirlo perché io ero adolescente e magari tu non eri neanche fra i pensieri dei tuoi...é strano, peró non lo noto...non sento questa differenza perché non sei come le ragazze della tua età, fortunatamente» sta cercando di dirmi che sono matura e non stupida, pensavo di saperlo già, ma fa sempre piacere sentirlo. Io non posso dire lo stesso di lui. Per fortuna. «Bhe non sarebbe stata la prima volta la sera del ballo» 'ah...prima dei 16 anni' mi sento ancora più bambina e inesperta davanti a lui. «Circa un anno prima successe...ma non l'amavo, la conoscevo ed é successo...mi sono sempre chiesto com'é fare l'amore per la prima volta con una persona che ami...penso sia bello, ma ho sprecato quella occasione» appoggia la mano sulla sua gamba e tamburella un po' con le dita. Il suv prosegue dritto sulla grande strada che ci porterà a los angeles. Silenzioso va a 140 km/h e sembra di andare piano.
«Bhe penso di si, non lo so...ma hai detto che non ti sei mai innamorato...» Continuo ad accarezzargli il braccio e guardo davanti a noi. Con leggerezza gira un po' il volante evitando alcune macchine.
«Già...mi stai dicendo che comunque posso sempre fare l'amore e che sarebbe la prima volta?» So perfettamente che dai 15 anni ai 42 anni ha avuto più ragazze di quanti sono i miei anni però non si è mai innamorato. Era solo sesso. Però mi chiedo come fosse possibile che qualcuna non sia risciuta a dargli almeno un po' di quello che lui cercava.
«Si...se trovi una ragazza che ami e che ti ama, lo fate, penso sia amore quello e non sesso» solo ora mi rendo conto di quanto sia facile parlare di queste cose con lui. Sono stata sempre riservata, i miei genitori non sanno nulla di me, le mie amiche anche. Mi imbarazza un po' affrontare questo argomento, sopratutto con un uomo, ma con lui é diverso.
«Giusto...allora farò l'amore anch'io» si gira un attimo e mi sorride dolcemente. Credo che quella frase sia indirizzata a me ma non voglio farmi castelli. Forse parla di un'altra ragazza o una ragazza che deve incontrare. «...con te» aggiunge e il mio cuore perde di qualche battito per poi accellerare velocemente. 'Con te...con me. Con me? Perché?'
«Con me?»
«Con te...sempre se lo vorrai, sempre se mi vuoi, sempre se ci continuiamo a vedere...sempre se...é solo un'idea, non voglio costringere nessuno e sono sincero...quando tu vorrai, perché ora penso che sia presto...e ti sto portando a casa per vedere il film veramente» ride e stacca la mano dal volante per accarezzarmi il viso. Tutta questa dolcezza e questo essere sincero mi piace da matti. 

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Capitolo 7
*** Roxenne, popcorn and kisses ***


L'ha detto, ha detto che vuole fare l'amore con me. Mi rispetta e aspetta i miei tempi. Non so se avrei gradito che si fosse buttato addosso e che magari mi sarei lasciata andare perché era lui. Sta cercando di farmi capire che mi vuole ma in modo speciale. Almeno é sincero. Io lo vedevo più come un coniglio che monta qualsiasi cosa si muovesse. Rido per il mio pensiero e lui lo nota e ride insieme a me. «Cosa c'é?»
«Non ridevo di te...quello che hai detto é bellissimo e amo il modo in cui mi rispetti e mi tratti...puoi anche togliere quei "sempre se" e trasformare i verbi al presente» mi guarda un po' confuso.
«Non sono forte in grammatica, mi dispiace...in realtà in nulla!» Ride e alza il sopracciglio mordendosi un po' il labbro. 'Ehi...non si fa! Non giocare sporco, Leto!'
«Diventerebbe...lo voglio, ti voglio e voglio vederti...» Sussurro e arrossisco.
«Ooh» strizza un po' gli occhi. 'Si é commosso?' E alcuni lampioni mi danno la conferma. I suoi smeraldi sono lucidi. «Perché ridevi?»
«Signor Leto sa benissimo che fra noi Echelon ha la reputazione di un coniglio o sesso che cammina, si?» Lo informo con tono serio.
«No» scoppia a ridere. «Che si dice di me?» Svolta ed usciamo dalla grande strada. Los Angeles ci accoglie con le sue luci e i suoi palazzi. È davvero bella di sera, é davvero bella perché c'é lui.
«Non posso svelarti tutto sennó mi fanno fuori...comunque si dice che tu...bhe che fai tanto sesso. Conferma, signor Leto?» Cerco di stuzzicarlo un po' per sapere più cose possibili.
«Signorina Strange...inanzitutto nessuno può toccarti, non lo permetterei mai...secondo, siete...perverse...» Si ferma e ride «Non tocco una donna da mesi...meglio cosi, quindi sto...arrugginito? Si diciamo cosi...? quindi signorina Curiosona Strange, smentisco!» Con la punta del dito mi tocca la punta del mio naso, sorride e spegne il motore della macchina. Ero talmente presa dal discorso che non mi sono accorta che siamo arrivati. Ha parcheggiato nel vialetto davanti ad una grande villa su due piani. È tutta bianca e in pietra. Scende, fa il giro dell'auto e mi apre la portiera.
«Grazie...» Mi prende la mano e mi guardo intorno mentre si avvia verso la porta di casa. Il giardino sul davanti non é tanto grande ma é ben curato. Saliamo alcuni gradini e ci troviamo su una piccola veranda davanti alla casa. Ci sono due tavolini con il vetro su e delle portrone basse in stile zan. «Comunque non sei arruginito...stai solo per scoppiare...ho quasi paura...» Sussurro e rido mentre apre la porta di casa.
«Hai ragione...ma tranquilla, so contenermi...non ti mangio» spinge la porta e mi lascia passare per prima.
La casa é tutta accesa. Non appena si entra, un paio di metri davanti all'ingresso, c'é una grande scala bianca che porta al piano di sopra. Prima della scala, sulla destra, c'é una arco di pietra che porta nella cucina. «Tranquilla gira pure...ti aspetto» mi dice gentilmente mentre chiude la porta. «Posso chiudere a chiave la porta d'ingresso? Non vorrei avere visite» inserisce la chiave della toppa mentre vado nel salone che si trova a sinistra non appena si entra.
«Devi Shan...tranquillo...» Continuo a camminare per il salone, é davvero enorme. È diviso in due zone ma non ci sono muri ne porte. Una zona, accanto alla porta d'ingresso, é più classica mentre alla fine del salotto i mobili diventano più moderni. Accanto alla porta d'ingresso il muro rientra allargandosi verso l'esteno della casa creando un piccolo rettangolo che coincide con l'esterno e la sinistra della porta. Ora capisco perché vedendola dall'esterno aveva una forma strana. Fuori c'é la veranda e la porta, ma accanto alla porta, sulla sinistra, c'é un piccolo muro che sarebbe il salotto e quel pezzetto in più. In quel rettangolo Shan ci ha sistemato un vecchio pianoforte davanti ad una grande finestra. Accanto al piano, sulla sinistra al centro della stanza, c'é un camino in pietra marrone. Sulla destra, difronte al camino, messa in obliquo c'é una poltrona degli anni 60 e, difronte al fumaiolo, un divanetto blu stile 700 con tante teste di teschi su messe in fila.
«Mi piacciono...fanno arredamento» mi spiega mentre mi avvicino al divanetto. A qualche centimetro dal camino, sulla destra, c'é un'enorme libreria in vetro con al centro uno stereo di quelli enormi e modermi. La libreria é piena di cd, vinili e film tutti divisi. Sulla destra e sulla sinistra, nei quadrati di vetro ci sono i vinili e i cd. In alto e in basso, fra lo stereo enorme, ci sono tantissimi dvd. Non ho mai visto una libreria cosi piena e ben sistemata. In uno dei ripiani in vetro noto anche un vecchio mangiadischi bianco un po' ingiallito dal tempo. Di fonte alla libreria c'é un divano ad L nero di pelle, una tv al plasma da 50 pollici, credo, e un piccolo tavolino fra i due. Alla destra della libreria c'é una porta-finestra che esce sul giardino.
«Wow Shan...» Rimango a bocca aperta con il naso all'insù davanti a quella collezione cosi ricca. La libreria sarà larga 2 metri circa, forse di più, e arriva fin sotto il soffito.
«Bhe amo la musica e i film...ci sono vinili che valgo quanto il mio suv li in mezzo...e alcuni che hanno un valore cosi alto che non hanno cifra. Erano di nostro padre...questa é solo una parte, gli altri sono a casa di Jared» si avvicina e rimane dietro di me lasciandomi osservare la collezione da sola.
«Non ho mai visto una cosa del genere, posso?» Mi giro e lo guardo.
«Certo...» Sorride, si avvicina a me e mi sfila la giacca posandosela sul braccio.
«Grazie...sono tantissimi, mi sento come una bimba in un negozio di giocattoli» mi avvicino al lato del cd e leggo alcuni titoli come Pink Floyd, Nirvana, The Who, The Police, Sex Pistols, Metallica, Kiss, Led Zeppelin e posso andare avanti all'infinito. Ci sono tutti i cd di qualsiasi artista. «I tuoi preferiti sono questi nella zona centrale...Pink Floyd, Nirvana, The Who, The Police, Sex Pistols, Metallica, Kiss e Led Zeppelin...vero?» Tocco lentamente i cd con i polpastrelli delle dita.
«Si, quelle sono le mie band preferite...» Si avvicina e mi abbraccia da dietro.
«Ti confesso che non le conosco tutte» gli accarezzo le mani e le braccia.
«Sei giovane per questi tipi di band...però posso farti sentire qualche cosina, se ti va, la prossima volta...» Mi sento tanto ignorante in fatto di musica, non mi sono mai interessata a band del passato e di questo me ne pento.
«È un altro invito, Signor Leto?» Sento che mi stringe sempre di più a se.
«Si...» Mi sussurra nell'orecchio.
«Vorrei mettere una canzone...»
«Prego...» Allarga le braccia ed io mi avvicino alla libreria. Cerco un po' con lo sguardo, prendo un cd e lo inserisco nello sterio. Aspetto che si carichi e selezione la traccia numero 3. Lentamente la musica si diffone per tutta la stanza. Mi guarda e mi sorride. «Mamma mia che ricordi...questo é il primo album dei The Police...outlandos d'amour...1978...e questa é Roxenne...» 'Ok, fino al titolo della canzone ci arrivavo anch'io, ma dopo?' È un mostro, in senso buono. Da pochi secondi, da poche note, ha riconoscito l'artista, la canzone, il titolo dell'album e l'anno. Se questo non vuol dire amare la musica follemente allora non so cosa sia.
«Emh si...sei...» Lo guardo cercando di trovare un aggettivo addatto.
«Sono amante della musica...qualsiasi. Ho anche dei cd più moderni...tipo Adele» prende la mia mano, se la mette sul cuore e mi stringe facendomi ondeggiare lentamente. 'C'é qualcosa che non sa fare?' Io non so ballare, sono cosi scordinata e goffa.
«Mi piace Adele...» Mi fa girare su me stessa e mi fa fare un piccolo casquet.
«Ti avrei fatta ballare...magari il tango...ma non ho quella versione di Roxenne» ondeggiamo un po' e lo guardo negli occhi.
«Sai ballare anche il tango...» Poso la testa sul suo petto e mi lasci dondolare.
«Qualcosa...é un problema?» No che non lo é. Ma io mi sento di non essere alla sua altezza, questo é un problema.
«No...tu conosci la musica, per me la musica siete solo voi...tu sai ballare, io se faccio un passo cado...tu guidi un suv, io vado in metropolitana...tu...tu hai avuto tante ragazze, io neanche un ragazzo...tu hai una casa da mtv, io...lasciamo stare» sospiro e lui sorride posando le sue labbra sulla mia fronte.
«E sarebbero dei problemi? Non siamo tutti uguali...comunque ti ricordo che vado anch'io in metropolitana...e che c'entra mtv con la mia casa?» Mi accarezza la testa e non smette di sorridere. «Per le ragazze...posso dirti che é vero...e posso anche dirti che ho sbagliato...ho smesso di cercare la ragazza, di cercare l'amore e...puf...l'amore non si cerca, arriva e basta. Se te lo dice uno come me, fidati» stacco la testa dal suo petto e lo guardo negli occhi mentre continua ad ondeggiare. «Dimmi...» Mi guarda e mi accarezza il viso.
«Lo sai...l'hai capito che mi sento inferiore...non all'altezza...» Gli accarezzo il petto e non tolgo lo sguarda dai suoi smeraldi mentre il cd continua a suonare.
«é il contrario» sussurra sulle mie labbra e mi bacia affondando le mani nei miei capelli. L'elastico, che porto sempre per legare i capelli, si scioglie e cade a terra liberando la lunga chioma che mi arriva al sedere. «Sono lunghissimi...» Sorride sulle mie labbra e continua a baciarmi. «Ho tanto da imparare da te...» Passa la mano delicatamente sul mio braccio per accarezzarmi.
«Io penso di no...» Si stacca da me e si avvicina allo sterio. «Vuoi mettere qualcos'altro?» Mi sorride dolcemente.
«Uuh questo ce l'ho!» Prendo il cd di This is War e glielo mostro.
«Non avevo dubbi...» Scoppia a ridere e spegne lo stereo. «Hai fame?» Si toglie la giacca e la posa insieme alla mia, che aveva in mano, sul divanetto con i teschi. 'Non dovevo mettere altra musica? Frena uomo!'
«Bhe sono le 9...che ne dici di vedere il film e mangiare pop corn?» Mi avvicino al divanetto, poso la borsa su e prendo il dvd.
«Certo! Solo pop corn?» Si avvia verso la cucina ed io lo seguo. Ha una cucina in stile americano con l'isola al centro. È tutta rossa e nera lucida. Non appena si entra ci si ritrova davanti l'isola con 4 sgabelli davanti e il lavandino sulla sinistra. Dietro l'isola ci sono vari ripiani tutti uguali che formano una U. Ci sono 3 finestre: una grande difronte, e due più piccole ai lati. Gli elettrodomestici sono tutti moderni, i fornelli sono ad induzione ed io frigorifero é nero, grande con il distributore del ghiaccio e dell'acqua.
«Wow...emh si vanno bene quelli...la tua casa é meravigliosa! L'hai arredata da solo?» Sposto un po' lo sgabello e goffamente mi siedo su.
«Emh si e si vede» ride e apre un'armadietto, prende un pacchetto di pop corno e lo infila nel microonde. «Si vede no?» Si piega mostrandomi il sedere per poter leggere i numeri sul microonde. 'Dio mio!' Mi mordo il labbro e mi sporgo un po' dallo sgabello. «Lo prendo come un si...» Mi allungo con il busto e continuo a guardare il suo sedere.
«O-oddio! Cazzo!» Urlo mentre lo sgabello si rivolta facendomi finire sul pavimento. Sbatto la tempia per terra ma riesco a coprirmi il viso prima di cadere.
«Ma non posso lasciarti libera un attimo! Ti sei fatta male?» Si avvicina a me e si inginocchia sul pavimento.
«Dannati sgabelli! Sono alti! Ho sbattuto la tempia, cazzo» cerco di alzarmi ma rimango in ginocchio mentre mi massaggio la tempia con la mano. Mi sono fatta davvero male ma non voglio che si preoccupi quindi cerco di contenere il dolore.
«Cosa facevi sullo sgabello? Ti sei mossa?» Si alza e mi porge la mano che gentilmente afferro per potermi alzare. Mi giro e aggiusto lo sgabello al suo posto.
«Io? Emh niente...» Divento rossa e mi mordo il labbro cercando di non incontrare il suo sguardo. Noto che mi fissa e sorride. Decido di cedere. «Ti sei piegato...eh oh ti fissavo il culo, ok?» Incrocio le braccia al petto e sbuffo.
«Mmh, mi fissavi il culo? È bello?» Mi da un bacio sulla fronte e si gira per versare i pop corn nella ciotola. Non so perché mi bacia sempre la fronte, forse pensa che io non voglio un bacio sulle labbra. Sembra come che se mi baciasse sulle labbra non riuscisse più a staccarsi, e quindi evita questo contatto.
«Mh si dai, carino...tondo, normale...é un culo...e un culo é un culo» mi impanico un po' per l'imbarazzo e lo guardo mentre prende una birra e dell'acqua dal frigorifero.
«Tanto carino, tondo e normale da farti cadere a terra da uno sgabello eh?» Ridacchia e sculettando torna in sala. Alzo gli occhi al cielo e mi massaggio la tempia dolorante.
 
«Ti fa tanto male?» Posa i pop corn sul tavolino davanti alla tv insieme alla birra e si siede.
«Un po' ma non voglio mettere il ghiaccio sennò mi viene mal di testa...posso mettere il dvd?» Mi avvicino con il dvd in mano e lo guardo.
«Certo, sai come si fa?» Si siede al divano appoggiando il braccio sul bracciolo. «Avevo pensato anche io al ghiaccio, ma direttamente sulla tempia non credo faccia bene» mi sorride e accende la tv prendendo il telecomando accanto alla sua coscia sul divano.
«Si penso di farcela...» Mi piego un po' con il busto in avanti, accendo il dvd e apro lo sportellino premendo il bottone. «Shan, non mi fissare il culo!» Inserisco il dvd e spingo lo sportellino. Mi giro di scatto e noto che mi stava fissando. Si gira e guarda il soffitto fischiettando.
«Io? Che? Nah non guardo niente» scoppia a ridere. Mi avvicino al divano e mi posiziono a cavalcioni su di lui.
«Non si fissa il culo di una donna» gli accarezzo le labbra con l'indice e lui mi fissa negli occhi.
«Non si fissa il culo di un batterista» alza il sopracciglio e socchiude le labbra. Infilo le mani nei suoi capelli e mi avvicino con le mie labbra alle sue lentamente e ansimando. «Ok vediamo il film?» Ridacchio e mi alzo sedendomi accanto a lui.
«Mh si, ma prima devi darmi qualcosa» si gira su un fianco e si avvicina a me. Lentamente fa scivolare la mano sulla mia guancia per poi farla finire sulla mia nuca. Con le dita mi fa un piccolo massaggio ed io mi rilasso rovesciando la testa e chiudendo gli occhi. Sento che si avvicina. Il suo fiato é sempre più vicino al mio collo. Le sue labbra lisce e calde si posano sul mio collo che bacia più volte. Sento un po' della sua lingua accarezzarmi la pelle. Il mio respiro si spezza e il mio cuore non smette di battere velocemente. Struscia lentamente, senza farmi male, i denti sul collo fin dietro l'orecchio. Allungo la mano e gli accarezzo il petto scendendo lentamente sulla pancia. Tracciando una scia di baci dal collo si sposta fino alle mie labbra. Le bacia e le assapora con maestria ed io lo lascio fare. Mi infila una mano fra i capelli e lentamente sento la sua lingua entrarmi in bocca. Gioca con la mia per un paio di minuti mentre mi accarezza il viso.
«Vuoi togliere le scarpe cosi stai più comoda?» Muove i piedi uno sull'alltro e si sfila i suoi stivaletti facendoli finire sul tappeto accanto al tavolino. Mi piego, slaccio le mie converse e le tolgo.
«Grazie...» Mi avvicino e gli stampo un leggero bacio sulle labbra.
«Appoggia la testa sulle mie gambe e allungati...devi essere stanca» in effetti lo sono. Vorrei solo un bel letto grande e 12 ore tutte per me. Faccio come mi dice e appoggio la testa sulle sue cosce mentre, con il telecomando, fa partire il dvd.
«Grazie» accarezzo il suo ginocchio coperto dal jeans pesante e fisso la televisione mentre lentamente passa le dita fra i miei capelli.

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Capitolo 8
*** His mask is killing me ***



Mi rigiro nel letto e mi ranicchio stringedo la coperta intorno al corpo. Ho freddo, ho sempre freddo la mattina. Di solito la mia stanza è sempre illuminata dal sole che mi sveglia. Allungo la mano alla mia destra e il letto continua, non é il mio letto. Non può essere il mio letto perché é ad una piazza, invece questo, sembra matrimoniale. Rimango immobile e con le mani tocco sulla mia testa: sento una spagliera dura e un po' imbottita. 'Devo alzarmi, ma come faccio? Non ci vedo e non so dove sia la luce'. Inizio ad agitarmi un po' e lentamente l'ansia inizia a salire. «Aiuto!» Urlo a squarcia gola più volte. Non ricordo dove mi trovo. L'utimo ricordo risale alla sera prima, credo, ero con Shan e stavamo vedendo un film. 'Dove sono?'. Mi ranicchio sotto la coperta e continuo ad urlare. «Dove cazzo sono?!» Sento lentamente un qualcosa toccarmi. Abbasso la coperta e vedo Shan sorridermi. Institivamente prendo la sua mano e mi stringo intorno al suo braccio. «Buongiorno» mi accarezza il viso, spegne la luce e si avvicina alla finestra per aprire la tenda doppia che non permetteva al sole di entrare. «Hai fatto un incubo?» Torna da me e si siede al letto. «No...non capisco dove sono» passo le mani fra i miei capelli per sistemarmi e mi stropiccio gli occhi. «È la mia camera da letto. Ho chiuso le tende perché il sole sorge da questo lato della casa e quindi ti saresti svegliata presto...» Mi sorride dolcemente. Non ricordo come ci sono arrivata qui e temo di aver fatto qualche cazzata. Ora capisco che é la sua camera da letto: é bellissima. La casa ha uno stile che non esiste, il suo. La camera é grande e c'é una sola finestra larga difronte al letto, sulla destra di essa, un grosso armadio nero pieno di specchi che occupa tutta la parete. Sulla sinistra c'é una porta, presumo il bagno, e accando ad essa una poltrona, un tavolino e una piantana. La camera ha i muri rosso scuro e l'arredamento é tutto nero, tranne il letto che é bianco. È un letto matrimoniale con una testata di legno bianca ricoperta di pelle bianca morbidissima. Mi guardo intorno e sembra quasi una camera da letto di un hotel a cinque stelle. Ammetto che non ci sia un'arredamento particolare o costosissimo ma ogni cosa ha il suo posto e tutto sembra cosi bello e perfetto. Ho sempre immaginato la casa di Shan piena di video giochi, un po' in disordine e con dei graffiti sui muri. «Wow...é bellissima questa camera...é tutto bello...grazie per avermi fatta dormire tanto, ma come mi ritrovo qui?» Stringo il piumone rosso fuoco fra le mani e noto che sotto ci sono delle lenzuola di seta bianca cordinate alle federe. Non mi sarei aspettata delle lenzuola di seta da lui. Ma ho capito che non é come appare e poi sono morbidissime, le avrei scelte anch'io. «Bhe sai l'acool scorreva...volevi la birra...avevi sete e ti sei scolata 5 birre...mi sono ubriacato anch'io e...» Sgrano gli occhi e mi rendo conto solo ora che non porto i miei vistiti. Indosso un pantalone di una tuta decisamente largo per me ed una felpa anch'essa grande per me. Sono i suoi abiti. Porto le mani sul viso e sospiro. «Guarda sono ancora sudato per stanotte» si indica la maglia un po' bagnata e aderente che ha su. L'avevo notato: é cosi sexy. 'Cazzo ho fatto? Cogliona!' Mi ripeto mentalmente mentre lo guardo. «E noi abbiamo...?» Serro la mascella e lo guardo preoccupata.
«Esatto...» Arriccio la fronte mortificata e nascondo la testa fra le gambe. «È un problema?» No, non lo é ma avrei voluto almeno ricordare qualcosa. Ho fatto qualcosa per la prima volta e neanche mi ricordo com'é stato, si può essere più sceme? Credo di no. 'Cogliona!' «No...é tutto ok» sussurro e rimango con la testa fra le gambe.
«Ehi...é tanto brutto? Non é successo nulla...non abbiamo fatto nulla» allunga la mano e mi accarezza il braccio. «Scherzavo, scusa...non pensavo potessi reagire cosi...» 'Bastardo!' Cerco di calmarmi, alzo la testa e scoppio a ridere. «Sei uno stronzo!» Allungo la mano, afferro la sua canotta sudata e lo tiro a me facendolo sdraiare sul letto. «Non era un problema averlo fatto, anzi...ma non mi ricordo niente di ieri, solo il film...e mi stavo sentendo già in colpa per aver bevuto e per averlo fatto...» Poso la testa sul suo petto bagnandomi un po' la fronte di sudore, allunga le mani e mi avvolge stringendomi a se. «No, tranquilla» fa una pausa e ride. «Non faccio queste cose quando sono ubr...bhe non l'avrei fatto con te in quello stato» continua a ridere e mi accarezza la testa. «Ho dormito sul divano. Ieri mentre guardavamo il film ti accarezzavo la testa e i capelli...ti sei talmente rilassata che a 45 minuti dall'inizio del film sei crollata sulle mie gambe. Mi sono visto il film da solo...fra l'altro scopavano sempre, non era adatto a te...ah, e la maglia é sudata perché corro la mattina» alza le sopracciglia e scuote la testa. «Erano le 11 e mezza passate...mi sono alzato dal divano, ho preso il tuo blackberry e sono uscito per chiamare tuo padre...gli ho detto che dormivi da me...» Si ferma di nuovo, posa la mano sugli occhi e scoppia a ridere. 'Mio dio!' Alzo un po' la testa e lo guardo preoccupata. «Dio, che t'ha detto papà? T'ha rimproverato? S'è arrabbiato con me?» Toglie la mano dagli occhi e mi sistema una ciocca di capelli dietro l'orecchio. «No! Anzi...gli ho detto che eri crollata sul divano e che avresti dormito da me perché la strada é lunga e non volevo svegliarti, inoltre pioveva...peró gli ho spiegato che dormivo sul divano...pensavo di rassicurarlo, no? Invece mi ha detto "Bravo Shannon! Attento alla mia piccolina e usa quella cosa che ti ho dato, sennò ti spezzo le braccina...comportati bene. Divertitevi ragazzi! E non sono pronto per diventare nonno!"» 'Mio.dio.santissimo!' Ma che figura di merda! Shan cercava di convincerlo molto galantemente e di dirgli che dormivamo separati e papà pensava a tutt'altro. Pensavo si sarebbe arrabbiato. Forse hanno capito che shan é un bravo ragazzo e hanno visto che mi piace. Ok non é proprio un ragazzo, é un uomo. Se l'hanno capito perché devono farmi fare queste figure di merda? «Dio» affondo la testa nel suo petto e lo stringo a me. «Mi dispiace da morire...giuro che vi terrò separati» prende il mio mento fra il pollice e l'indice e mi costringe a guardarlo. «A me piace tuo padre. Sinceramente pensavo che si arrabbiasse al telefono perché avevo promesso che ti avrei riportata, invece no...pensa che gli ho detto una cazzata e che abbiamo fatto altro...ma comunque é tuo padre, ci tiene a te, e non si é arrabbiato perché pensa e sa che ormai sei una donna e che é giusto che sei libera di fare le tue scelte ed esperienze. L'avrei fatto anche io se fossi stata mia figlia...anzi no, avrei ucciso il ragazzo e ti avrei riportata a casa...penso che sarò un papà severo» sorride e i suoi occhi diventano verde chiaro un po' gialli, forse é la luce. Non avrei mai pensato che Shannon fosse cosi saggio e rispettoso, mi sembrava un uomo che andasse contro corrente. Ormai da quando lo conosco non smetto di ricredermi su quello che é davvero rispetto alla sua immagine. Mi sorprende sempre con modi di fare da gentiluomo dell'800. Apre la portiera, promette di riportarmi a casa, chiede il permesso di farmi dormire qui, dorme sul divano per farmi stare comoda e mi fa danzare. Un uomo moderno dai modi di fare antichi: a me piace cosi. Sarà stata l'educazione, non saprei, o é solo perché é un uomo adulto. «Sai, credo invece che tua figlia o tuo figlio saranno liberi di fare qualsiasi cosa...gli lascerai cadere per fagli imparare a stare in piedi da soli, gli farai sbagliare ma sarai sempre li a consolarli...sarai sempre li a spaccare le facce dei ragazzi che faranno soffrire tua figlia e darai i classici consigli da uomo a tuo figlio...lo so» gli accarezzo l'avambraccio tracciando con il dito il tatuaggio dei glyphics. «Come lo sai?» Mi guarda e sorride. «Di tante stronzate che si leggono su internet, penso che alcune siano vere...come la tua infanzia» arriccia un po' la fronte e mi guarda un po' malinconico. Forse gli ho ricordato qualcosa di cui lui aveva cancellato il ricordo per non soffrire. «Si...non ho avuto una bella infanzia...sia io che Jared ci siamo cresciuti a vicenda. Abbiamo imparato da soli ciò che era giusto e ciò che era sbagliato...» Mi fa male sentire le sue parole ma più o meno la sua infanzia si conosce quel poco per capire qualcosa di lui. «Tua madre é stata presente...ho notato che hai molto rispetto per gli adulti, per i miei genitori anche se hanno qualche hanno di più di te» Questo lato gentile e rispettoso non me lo sarei mai aspettata. Ho sempre immaginato che sotto quei muscoli fosse dolce ma nei suoi occhi vedevo ribbelione, voglia di scappare e di non avere regole. Shan mi ricorda tanto un cavallo nero selvaggio, un meraviglio mustang che galoppa libero contro tutto e tutti, ma solo ora capisco che quel cavallo desidera essere libero ma avere qualcuno che lo ami e lo curi. «Bhe si...ma conoscendomi so che sono cambiato. Ero arrabbiato con il mondo intero da adolescente, facevo disastri ovunque, odiavo andare a scuola e andavo anche male...ero scontroso, non rispettavo nessuno...un ribelle...amici e alcool, questo era l'unico modo per dimenticare tutta quella rabbia...la rabbia perché la vita non andava come dicevo e volevo io...mi sembrava di nuotare sempre a vuoto e di non trovare mai una riva...e più provavo e mi sforzavo a fare qualcosa che veramente mi interessava, più la corrente e le acque si agitavano. Quando sei adolescente tutto ti sembra un dramma...poi ho capito che avrei potuto sfogare quella rabbia coltivando il mio sogno...suonavo già il piano, la batteria e la chitarra da anni, ma erano un hobby...una cosa che facevo quando ero calmo e quando tutto sembrava andare bene. Poi scoprii che proprio quando ero arrabbiato tiravo fuori il meglio di me usando solo la batteria...cosi divenne la mia unica valvola di sfogo...più le cose andavano male, più la mia pratica e il suono della mia batteria miglioravano...stavo crescendo, stavo diventando quello che volevo senza accorgermene...ecco perché ti dissi, ma è una regola che vale per tutto...quando smetti di cercare l'amore, quando smetti di volere qualcosa fortemente, quando pensi che sia tutto perso...quello che hai sempre voluto arriva e ti tavolge. Sicuro non sarai pronto, chi lo é? Ma sta a te attaccarti a quella corda e reggerti finché le forze te lo permettono» fissa il soffitto e le sue guance si bagnano di qualche emozione che forse, per la prima volta, ha tirato fuori da qualche cassetto chiuso a chiave. «Jared...non puoi capire quanto Jared mi sia stato accanto, quasi quanto un padre, quando il maggiore ero io e dovevo badare io a lui..."Shannon non lo fare" "Shannon troveremo una soluzione" ma ero testardo, rabbioso e lui ha avuto tanta pazienza» poso le mani sul suo viso e con i pollici gli asciugo le lacrime. «Tua madre é orgogliosa, Jared é orgoglioso, tuo padre anche...e tu dovresti essere il primo ad essere orgoglioso di te stesso e di quello che sei...hai deciso di essere quello che non sei per rimanere aggrappato a quella corda...non devi darti colpe per questo...ora sei te stesso e devi essere felice e grato anche per la vita che ti ha remato contro...milioni di persone vivono e trovano cura nella tua batteria, io per prima» avvicino il viso al suo e poso le labbra sulle sue. Sono gonfie e calde perché ha pianto e i suoi occhi sono rossi. È dura vederlo cosi e non mi sarei mai aspettata di vederlo cosi. Shannon mi infonde sicurezza e protezione anche se in fondo é fragile come vetro, ma le sue perole mi hanno fatto riflettere. Credo che lui abbia una corazza. Una corazza che ha forgiato da solo, lentamente, e facendosi male: ma sotto di essa é un umano cosa che non accetta. La vita é fatta cosi e, si sa, l'umano tende a sbagliare e a pentirsi. C'é una costante ricerca di questa dannata felicità che tutti decantano quando nessuno si accorge che é ovunque, un sorriso, un bacio, un abbraccio di un amico, questa può essere felicità. Ma siamo umani e non capiamo che una cosa ci rende felice a meno che qualcuno non ce lo faccia notare. «Parlando di rispetto...emh i miei non sanno quanti anni hai...non vorrei rovinare tutto perché sei leggermente più grande di me» lo guardo mortificata sperando che non se la prenda. Conoscono Shannon per quello che fa e non sanno quando é nato. Io credo che possa essere un problema ma fortunatamente può passare benissimo da 28enne. «Tu pensi che se i tuoi ti vedessero felice potrebbero vietarti di vedermi per un numero?» Ha ragione, non possono. Ho comunque paura. Papà ha solo due anni di più di lui. Sarò io, non saprei, ma in Shan ho trovato quello che cercavo e non so se sia una caratteristica degli uomini adulti. «Non saprei Shan, ma non voglio arrivare a questo...papà per dirti cosi vuol dire che si fida e che sa come sei» Possono sempre scoprire chi è informandosi ovunque. Cosa farò? Non penso arrivino a tanto, però per lui lotterei. «Appunto...come può un numero far crollare delle idee?» Un numero no ma pensare che se mi avesse avuta a 20 anni, Shan, potrebbe essermi padre. Io non credo che un uomo della sua età o leggermente più grande potrebbe essere cosi protettivo e saggio. In fondo so che lui mi protegge e si preoccupa cosi tanto perché forse mi vede più piccola. «Il fatto che puoi essere mio padre fa crollare queste idee...tu cosa faresti se fossi tua figlia?» Lo guardo negli occhi. So che ci sta pensando, pensa che forse é un po' sbagliato tutto questo ma sa anche che non può comandare sul suo cuore. Nessuno può farlo. «Mi arrabbierei...ti direi "che cazzo fai?" Ma poi penserei...penserei che forse mia figlia é felice, che forse quel ragazzo é adatto a lei...mi sentirei rubare da quell'uomo il mio ruolo di padre...ma ragionerei anche e forse penserei che é meglio un uomo che sappia curare mia figlia e che l'aiuti nella vita...magari la cresca...cosa che un ragazzo più giovane non farebbe. La potrebbe ferire, lo so, come tutti gli uomi del resto...ma se qualcosa andasse storto, io sarei sempre li a ricoprire il mio ruolo». Ha ragione anche questa volta. È sconvolgente il mondo in cui é sincero, il modo in cui affronta tutto cercando sempre il lato migliore di ogni cosa. «Dovresti dirlo a papà...non corriamo, Shan...perché una volta che iniziamo, tu hai il freno a mano...io no, io continuerei e poi?» Di questo ho paura. Di arrivare ad un punto bellissimo e poi rimanere sola. Ho paura di creare un legame, di starci male, e di perderlo. «Lo so...» Fa un respiro profondo e fissa il soffitto. «Shan non mi hai detto perché sono vestita cosi...» Poso la mano sul suo petto e glielo accarezzo lentamente. È ancora sudato con la maglia bagnata, ma a me non importa. «Perché avevi quel jeans stretto, la camicia...volevo farti stare comoda ma le mie cose sono troppo grandi per te» 'Mi ha vista nuda? Cazzo!' Solo ora noto che i miei abiti sono piegati e sistemati sulla poltrona nella camera. «Ah...grazie» mi irrigidisco un po' e mi mordo il labbro. Non m'importa se mi ha vista nuda, non é un problema, mi importa di quello che ha visto. «Non ho toccato nulla tranquilla» sorride e mi tira a se facendomi sdraiare sul suo corpo. «Scusa sono sudato...» Abbozzo un sorriso e gli accarezzo il viso. «Si ma non puzzi...» Abbasso la testa e gli bacio le clavicole lentamente. «Eh, menomale!» Allunga le mani, come in un abbraccio, e mi accarezza la schiena infilando le mani sotto la maglietta. «Togliamo questa brutta, brutta, brutta canotta sudata, si?» Sorrido maliziosamente e afferro i lembi della canotta fra le dita. Annuisce e mi sorride. [ATTENZIONE: RATING ROSSO]
C'é silenzio, un delizioso silenzo. Come sottofondo ci sono i nostri respiri che si fondono. Lentamente sfilo la canotta e la lascio cadere per terra. Con un movimento veloce si gira facendomi finire sotto di lui. Poso le mani sulla sua schiena e gli accarezzo le scapole mentre si piega per baciarmi il collo. Alzo un po' il busto verso di lui per aiutarlo a togliermi la maglia. Lancia la maglia e la fa finire sul pavimento. «Ti voglio...ora...» Sussurro mentre prendo la sua testa fra le mani e lo bacio. In risposta, dal mio viso, si sposta sul mio seno. Abbassa le coppe del reggiseno e mi accarezza i capezzoli con le dita. Inarco la schiena per il piacere e mi mordo il labbro mentre con le mani sbottono il suo jeans e abbasso la zip. Inizia a baciarmi il collo e lentamente scende sul seno per baciare e succhiare i capezzoli. Ansimo un po' e con grande fatica abbasso i suoi pantaloni insieme al boxer, lui fa lo stesso e ,senza staccare le labbra dal mio seno, tira giù la tuta e le mie mutandine. Il suo corpo é caldo, bollente, e incontra il mio un po' freddo. Sento pungere la pelle e lentamente vengo travolta dal suo calore. Infilo le mani nei suoi capelli mentre continua a stuzzicarmi i capezzoli con le labbra e la lingua. Scendo lentamente con le mani e accarezzo la sua schiena fino al sedere. Geme e inarca la schiena facendo strusciare la sua erezione sulla mia coscia. «Kate...no! Kate...io...mi dispiace, non posso». Si stacca dal mio seno e mi guarda 'che? Cosa vuol dire che non può?' Mi guarda mortificato e si alza sdraiandosi accanto a me. 'Fine? Cosa ho combinato?'. Rimango un po' sconvolta dalle sue parole. Tiro a me la trapunta rosso fuoco e mi copro imbarazzata. Lo sapevo. Sapevo che non sono come lui mi vuole. «Ehi...io...» Alzo la mano per interromperlo mentre il mio sguardo fissa la finestra e le grandi palme che ondeggiano per il vento. «Ok...non devi dire niente» butto lentamente l'aria fuori e stringo forte la trapunta sotto le mani facendomi un po' male. «Ti vedi con un'altra? Sei fidanzato?» Sussurro con la voce che mi si strozza in gola. Non posso piangere, non voglio piangere. Perché fa cosi male? Perché fa male essere rifiutati? Forse ho frainteso io: non gli piaccio. «No!» Allunga la mano e tira a se il lenzuolo fino al bacino per potersi coprire. «Potevi dirlo...potevi evitare di fingere» Alzo il busto e, reggendo il lenzuolo attorno al corpo, recupero la biancheria intima dalla camera e la indosso. «Ti danno fastidio eh?» Tolgo il lenzuolo da corpo e indico il bacino posando le mani sui fianchi. «No. Non so perchè ti si vedono le ossa del bacino...ma penso che c'entra qualcosa il cibo...che eviti» rimane nel letto e non mi degna di uno sguardo. Mi piego per raccogliere i suoi boxer e glieli lancio in faccia. «Questo é il cesso?» Indico la porta accanto al tavolino e la poltrona mentre recupero i miei vestiti della sera prima. «Si» si toglie i boxer dalla faccia e gli infila rimanendo nel letto. «Fanculo!» Entro in bagno e chiudo la porta a chiave. È cosi freddo, distaccato e non si degna di darmi spigazioni. Mi guardo allo specchio: sono una stupida. Vedo solo una ragazza che per la prima volta stava riuscendo a dare un senso alla sua vita e che in pocchissimi minuti ha perso tutto. Siamo cosi bravi a creare relazioni, a tentare di far andare tutto per il verso giusto, ma siamo ancora più bravi a distruggere tutto. A volte siamo cosi sbagliati che permettiamo alla persona che amiamo di andare via da noi. Una parola non detta, un gesto che ci poteva sembrare sbagliato, può invece salvare un rapporto. Le persone si separano per orgoglio. Dimostrare che ami quella persona e che nonostante tutto la vorresti nella vita non vuol dire rivelarsi deboli. Siamo troppo presi e preoccupati di quello che pensa la gente, di non apparire quello che siamo veramente. Perché? Semplicemente é un difetto degli umani. Non mostrarsi deboli quando in realtà si é fragili, non mostrare che dipendiamo da una persona per paura che questa ci lasci, non mostrarci mentre soffriamo per paura che quella persona sia felice nel vederci cosi. In realtà le persone forti sono proprio quelle che mostrano se stesse per quello che sono: deboli, sofferenti e dipendenti. Le relazioni, qualsiasi esse siano, sono particolari... ma il poter dire "ho fatto tutto quello che potevo" é un vantaggio per se stessi perché ci avrete provato, avrete lottato e non siete rimasti a guardare. Continuo a fissare il mio riflesso allo specchio. Non lo meritava, non meritava di essere trattata cosi quando era stata chiara. Di questo non può pentirsene: parlo con me stessa guardandomi dal di fuori. È un riflesso solo, senza nessuno accanto, ma speranzoso. Infilo la maglia e la camicia. Indosso i jeans e mi siedo alla vasca da bagno per potermi allacciare le scarpe. Il bagno é grande, completamente bianco, con piastrelle verde smeraldo sul muro. Il lavandino é di quelli a forma rettangolare con un grande specchio circondato da lucine su. Ci sono sia la vasca da bagno, se cosi la si puó definire, sia la doccia. La doccia é semplice con pareti di vetro, un soffione di quelli grandi in acciaio, delle luci e dei fori sul muro: presumo siano per la cromoterapia e per l'idromassaggio. 'Bastardo riccone!' Per quanto mi sforzi, anche mentalmente, non riesco ad odiarlo o a dirli parolacce. La vasca, penso si chiami cosi, é rotonda e occupa tutto un angolo del bagno. Mai vista cosi grande. Ha una porticina e una serie di buchi all'interno. Riempio i polmoni di aria e butto fuori l'aria per rilassarmi. Apro la porta e torno in camera. Shan é seduto sul letto ed é vestito: una canotta aperta sui lati, una felpe non allacciata, il jeans e delle scarpe da ginnastica multicolor. «Mi riporti a casa tu? Posso prendere anche il treno...» Mi guarda sorpreso e si avvicina a me alzandosi dal letto. «Vuoi andare via?» Arriccia un po' le labbra e la fronte mortificato. Io vorrei rimanere con lui ma ho bisogno del mio rifugio. «È stato un sabato sera bellissimo, semplice ma bello...mi dispiace di essermi addormentata...mi é piaciuta anche questa domenica mattina, il risveglio soprattutto...ma dieci minuti fa...» Mi fermo un attimo, prendo un po' di aria e coraggio «Sto cercando di dirti che voglio tornare a casa» abbasso la testa e avvolgo le braccia intorno al mio corpo. «Va bene...puoi dirmi almeno il perché? Perché ti sei arrabbiata?» Allunga la mano per toccarmi il braccio ma mi sposto idietreggiando. So perfettamente che il mio comportamento lo ferisce, lo vedo dal suo volto, glielo leggo negli occhi e sento nella voce. «Cosa ti avevo detto? Non illudermi...non illudermi sul noi...non darmi la possibilità di credere in quel noi. Ma non l'hai fatto...mi baci, ti prendi cura di me e ti confidi...ho pensato che ti piacessi almeno un po'. Ho sempre saputo che non potevo aspirare ad avere chissà quale uomo al mio fianco...infatti tu per me sei impossibile. Ma questo non vuol dire che puoi comportarti come ti pare...so che se fosse successo non avrebbe significato niente per te. Tu hai un target di ragazze nel quale io non rientro. Sono cose che sto dicendo io, non ti do la colpa di questo...sai, ti avrei ascoltato anche se non mi avessi baciata o invitata a casa tua. Quando ti ho visto per la prima volta ho cercato di non farmi film mentali perché la realtà é cosi, io l'accetto. Ti avevo detto che non mi sentivo alla tua altezza, ergo ho una guerra dentro...non serviva fingere, Shannon...avrei fatto lo stesso di tutto per te...sei capace di baciarmi, forse ti sforzi, non so...però non sei riuscito a fare l'amore, emh del sesso, con me. Ti aguro che nessuno ti tratti come hai fatto tu oggi con me...non pensavo mi rifiutassi, é brutto...e io mi ero fatta un'altra idea su di te» con lo sguardo osservo i mobili nella stanza evitando il suo sguardo. Se lo guardassi scoppierei in lacrime, mostrerei la mia dipendenza e sofferenza. «Mi dispiace...non sono andato oltre perché...» Fa una pausa e si passa una mano fra i capelli. «perché avevo paura...paura di correre, paura di farti male...non so...paura che non fosse il momento giusto...» Sospira e fissa il pavimento «paura che diventi troppo importante, una droga...una dipendenza...paura di affezionarmi tanto e poi perderti» Questo cambia tutto. Ha paura di soffrire, ma cosi non amerà mai nessuno. Qualsiasi persona che crede essere giusta la allontana per questa paura. È sbagliato perché la sofferenza é l'unica cosa che ci forgia e vaccina contro tutto, so che lo sa. «Shan questo lo pensi, si...ed é sbagliato...perché se ci tieni ad una persona fai di tutto con lei. Non é una cosa che ti blocca...non é una paura che uno come te può coltivare...è solo che ami tenerti la tua maschera...ed io non posso far parte della tua vita cosi...sappiamo tutti e due cosa preferisci...e va bene cosi, fidati...grazie per il tuo sforzo» apro la porta ed esco nel corridoio. «Non é cosi...ti ho spiegato come stanno le cose! Però cazzo non capisci! Non c'entra! Non me ne frega un cazzo di nessuno...capito? Basta, mi sono rotto veramente i coglioni! Anch'io credevo fossi diversa...e invece no! Non mi sono sforzato di fare niente, ma non va bene! Cosa c'é di cosi sbagliato se non ho voluto farlo? Devo scopare con qualsiasi ragazza? Oh, non sapevo questa cosa! Scusa tanto! Avresti preferito essere scopata nel bagno mentre ti medicavo? Ah no! Direttamente sul tavolo nel bar! Sembra che faccio solo quello dalla mattina alla sera! No!» Mi urla in faccia con rabbia mentre io fisso il pavimento alla mia destra. Lo lascio fare. Continuo a farmi trattare male se questo serve a farlo stare meglio. Non rispondo e rimango con il volto girato. «Andiamo!» Mi prende per il braccio con forza e mi costringe a scendere le scale e ad uscire di casa. «La borsa...» Sussurro tirandomi indietro prima di uscire dalla porta. «Sta sul divano del camino! Prendi la tua fottuta borsa e andiamo!» Continua ad urlare e mi aspetta sulla porta. Mi avvicino al camino, apro la borsa e prendo la fodera del dvd: l'ha rimesso a posto lui. Richiudo tutto e con una piccola corsetta esco dalla casa. «Posso prendere il treno ho detto...» Mi avvicino al suv mentre lui apre il suo sportello. «Sali!» Faccio come mi dice. Apro lo sportello, lo richiudo e infilo la cintura di sicurezza. Accende il motore e lentamente si immette sulla strada. Guardo un attimo il cruscotto e il piccolo lcd, o navigatore, segna le 10:30 del mattino. Il sole é fortissimo e picchia sul vetro penetrandolo con violenza. Abbasso il viso e mi copro gli occhi con la mano poiché il sole mi fa bruciare e lacrimare gli occhi.

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Capitolo 9
*** The dark side - Shannon, help me! ***


Siamo in macchina da più di 10 minuti e stiamo salendo sulla rampa per immetterci sulla I-5 in direzione Santa Ana. Il suv si é surriscaldato ed é diventato peggio di un forno. Mi gira la testa e lo stomaco mi brucia. Porto la mano alla pancia e faccio una smorfia di dolore. Sento l'esofago e la gola bruciare.
«Shan, ti prego, fermati...non mi sento bene» porto la mano alla bocca e cerco di tapparmela mentre sento lo stomaco contrarsi.
«Dove mi fermo? Siamo sulla I-5, non posso ferm...» Non finisce la frase che il suv svolta velocemente sulla destra facendomi sbattere il braccio allo sportello e si ferma in un piccolo spazio accanto alla strada: l'aria di servizio.
Slaccio velocemente la cintura, apro lo sportello e mi precipito fuori. Non riesco a trattenermi, mi piego e vomito. Vomito il nulla. Vomito l'anima poiché non ho fatto colazione. Sono fatta cosi: più che piangere o disperarmi, scarico il nervoso e la sofferenza sul mio stomaco che ne risente.
«Cazzo!» Scavalca i sedili ed esce dal lato del passeggero. Se avesse aperto dal suo lato, con le macchine che sfrecciano, l'avrebbero preso sotto.
Rimango piegata e avvolgo le mani intorno allo stomaco. Sento le sue grandi mani callose accarezzarmi i capelli per poi raccoglierli dolcemente per non fargli sporcare. Tolgo la mano, che non smette di tremare, dalla pancia e la poso sulla mia fronte.
«Tutto ok?» Mette le mani sulle mie ascelle e mi aiuta ad alzarmi.
«Si, grazie. Andiamo...» Mi passa le mani fra i capelli contemporaneamente e gli scosta dal mio viso. Infila la mano nella tasca dei jeans ed esce un fazzoletto bianco e ben piegato. Lo afferro e mi pulisco la bocca mentre noto che, sul lembo, ci sono ricamate delle iniziali con un filo nero e argento: S.L. «Avevo i fazzoletti...questo é personale» lo ripiego e glielo porgo.
«No, tienilo...non fa niente» risale in macchina e rimette in moto. Lo seguo e salgo anch'io sul suv.
«Grazie...» Abbozzo un sorriso e mi ranicchio sul sedile.
«Figurati»
 
Siamo a lunedì ed ancora non ho metabolizzato quello che é successo ieri. Sono seduta dietro al bancone del video noleggio e sono le 11: non si é fatto vedere e sentire per niente.
«Kate! Kate! Ci sei?» Mi chiama Sam agitando la mano davanti al mio viso.
«Scusami Sam...dimmi» Sam é un uomo che non mi é mai piaciuto. Penso che avrà sui 45 anni, è alto, capelli neri brizzolati e occhi blu. Veste sempre sportivo e non porta quasi mai la barba.
«Devo mostrarti dove vanno i nuovi scaffali e la nuova disposizione...vieni» Non so praticamente nulla di lui. Non mi sta simpatico e mi fa quasi ribrezzo. Mi alzo e lo seguo. Si guarda un attimo intorno, il negozio é vuoto, ed entra nella zona adulti. Faccio spallucce ed entro anche io.
«Andranno qui? Vuoi togliere questa zona?» Non ho problemi ad entare li, conosco tutti i titoli a memoria e anche le copertine. Affittiamo parecchi porno, strano a dirsi, ma é cosi.
«No, il nostro guadagno dipende tutto da questa zona...e sai perché?» Sussurra e si avvicina a me.
«No...» Indietreggio un po' e sbatto la schiena contro lo scaffale. Per bloccarmi posa le due mani ai lati delle mie spalle.
«Perché l'uomo é un'essere...mmh particolare, piccola...ama eccitarsi, ama provare piacere. Lo sai?» Mi accarezza il braccio ed io rimango ferma. La paura mi blocca ogni possibilità di muovermi per scappare. Il cuore comincia a battermi forte e la saliva scompare dalla mia bocca.
«N-no» sussurro e balbetto. «Ti prego...ci saranno dei clienti...per favore» poso la mano sul suo petto e cerco di spingerlo via. È troppo pesante e muscoloso rispetto a me.
«No...voglio scopare con te, ora!» Mi afferra per il braccio e mi fa girare costringendomi ad appoggiare il viso sullo scaffale.
«No, ti prego Sam...non voglio» la voce mi si strozza in gola. Non so che fare, vorrei che lui fosse qui. 'Shan, dove sei?' So che non può sentirmi ma pensarlo mi fa distrarre dal tocco di quel viscido di Sam.
«Ti piacerà Kate...ssh ssh tranquilla» mi fa alzare le mani sulla testa ed inizia ad accarezzarmi e strizzarmi il seno. Scende sui fianchi e infine sul sedere. Sento il suo bacino premere contro il mio sedere per farmi sentire la sua erezione.
«Per favore no...» Sussurro senza fiato ma lui mi ignora. Infila la mano sinistra da sotto la maglia e mi strizza un seno facendomi gridare. Con la mano destra mi accarezza la pancia e lentamente la infila nel jeans, da sopra le mie mutandine, e accarezza il mio sesso. «Mi fai schifo!» Giro la testa, gli urlo e sputo in faccia.
«Ti faccio schifo eh?» Prende un seno nella sua mano e lo strizza facendomi urlare di nuovo. Esce con l'altra mano dai miei jeans, la infila fra i capelli e mi tira la testa indietro per poi sbattermela con forza contro lo scaffale. Con un gesto veloce abbasso il braccio dandogli una gomitata nello stomaco e lo allontano da me non una spinta.
«Troia!» Si avvicina e mi da uno schiaffo sulla guancia facendomi sbattere il labbro inferiore sui denti. Sento un sapore metallico invadermi la bocca: mi ha spaccato il labbro. «Torna a lavorare!» Massaggio la guancia e velocemente esco da quella stanza e torno al bancone. Sam passa fra gli scaffali e va in bagno. Mi ranicchio per terra dietro il bancone e infilo la testa fra le gambe. 'Shan! Shan!' Le lacrime mi scorrono sul viso e il sopracciglio mi brucia. Stringo le braccia intorno alle gambe e tremo. Tremo perché ho paura che torni. 'Shannon!'.
Sento il rumore della maniglia della porta che si abbassa: é la porta del negozio non il bagno. Tiro un sospiro di solievo e rimango nascosta. La porta si chiude e sento sei passi pesanti che si avvicinano al bancone.
«Giorno, c'é nessuno? Kate?» Vedo Shan davanti al bancone che mi cerca con lo sguardo davanti a se scrutando fra gli scaffali. Lo guardo e le lacrime aumentano e inizio a singhiozzare. Il mio singhiozzare lo costringe ad abbassare lo sguardo e mi nota dietro il bancone.
«Kate...emh che ci fai li?» Non si é ancora accorto di niente. Gira lentamente il bancone. Si ferma e mi guarda: il suo viso diventa bianco velocemente e gli occhiali da sole e il cappello che aveva in mano scivolano a terra. Mi fissa: é pietrificato e spaventato.
«S-shan...» Sussurro singhiozzando e lo guardo. Si avvicina a me velocemente e cade sulle ginocchia provocando un rumore come un tonfo.
«Kate...» Deglutisce rimorosamente e posa la sua mano destra sulla mia guancia. «Cosa é successo? Chi é stato?» Chiede preoccupato e diventa ancora più bianco quando si accorge che ho il collo della maglia strappato e il bottone del jeans aperto.
«Shan per favore lascia stare...» Mi allungo e lo stringo forte a me.
«Kate...dimmelo! Ora!» Sento il suo corpo diventare caldo, le sue braccia gonfiarsi, e le vene emergere.
«Sam...mi stava mostrando dove voleva mettere gli scaffali...eravamo nella zona adulti...Shan, io non lo sapevo» mi stacca da se e posa le mani sulle mie spalle.
«Kate cos'é successo? Per favore!» Mi guarda: i suoi occhi sono verdi e terrorizzati. Abbasso la testa e le lacrime riprendono a rigarmi il viso.
«Ha iniziato a dire che i film porno vendono tanto perché gli uomini si eccitano...» Balbetto un po' fra un singhiozzo ed un altro. Il suo viso acquista un colore rosso fuoco, i suoi occhi si chiudono in due fessure, la mascella si contrae quasi riesco a sentire che i suoi denti fregano gli uni sugli altri e le sue braccia vengono segnate dalle vene blu scuro che partono dal suo bicipite. Quasi mi fa paura. «Ha detto che voleva scoparmi...mi ha messo di faccia contro lo scaffale, ha iniziato ad accarezzarmi il seno, i fianchi e il sedere...poi mi ha messo una mano nel jeans, sopra le mutandine, e mi accarezzava li mentre con l'altra mano mi strizzava il seno facendomi male...gli ho pregato di smetterla e gli ho sputato in faccia...si é infuriato e mi ha stretto con forza il seno sinistro» porto la mano sul seno e lo massaggio, mi fa ancora male. «Mi ha tirato i capelli e sbattuto la testa contro lo scaffale» mi tocco il sopracciglio e la mia mano si sporca di sangue. «Gli ho dato una gomitata nello stomaco e mi ha dato uno schiaffo» i suoi occhi sono diventati due palle di fuoco e gli é comparsa una vena sulla fronte. Mi tira a se e mi stringe forte.
«Kate dov'é?» Prende il mio viso fra le mani e mi guarda negli occhi. Io non rispondo perché so come va a finire. «Kate! Dov'é!?» Mi accarezza il labbro e posa la manica della sua maglia, stranamente a maniche lunghe, sul sopracciglio per tamponare il sangue.
«Shan non fare stronzate...» Volto il viso e gli bacio il palmo della mano.
«Kate...dimmelo» si avvicina e mi lascia un leggero bacio sulle labbra facendo attenzione al taglio.
«Nel bagno...» Mi arrendo e lui si alza di scatto andando spedito verso il bagno. Raccolgo quelle poche forze rimaste e mi alzo per seguirlo.
Arriva davanti alla porta del bagno e abbassa con forza più volte la maniglia.
«Occupato» urla Sam dal bagno. Shan mi guarda ma non capisco le sue intenzioni. Piega le braccia avvicinandole al busto e con un colpo forte e deciso con il piede spacca la porta facendola aprire. Rimango pietrificata dalla potenza di quel calcio e inizio a spaventarmi.
Vedo Shan entrare nel bagno e mi avvicino per guardare. Prende Sam per i capelli e lo sbatte di testa nello specchio del lavandino facendolo spaccare in mille pezzi. 'Dio mio' rimango sulla soglia della porta in silenzio.
«Questo é per la testata nello scaffale...» Shan lo regge per la nuca e lo costringe a guardarlo negli occhi mentre la testa di Sam sanguina sporcandogli il viso.
«Troia! Hai chiamato il tuo ragazzo! Puttana di merda! Sei licenziata!» La mano sinistra di Shan si stacca dalla nuca di Sam per lasciare spazio alla mano destra che, velocemente, gli afferra il collo sbattendolo contro il muro. È cosi veloce e violento, quasi non lo riconosco.
«Ripeti i complimenti...se ci riesci» la mano di Shan si stringe sempre più intorno al collo di Sam facendolo diventare paonazzo.
«Shan per favore...» Lo supplico rimanendo sulla porta ma non posso evitare di essere orgogliosa di lui. Lo so che non dovrei esserlo però vederlo che mi difende é una cosa meravigliosa.
«Questo é per lo schiaffo...» Lascia andare il collo di Sam e gli sistema un bel cazzotto sulla faccia facendoli sanguinare il naso. «Ah, dimenticavo la strizzata di seno!» Posa le mani sulle spalle di Sam e gli da una ginocchiata avanti facendolo tossire e piegare. Sam non reagisce, sa che sarebbe peggio. «Fa male? Si? E questo?» Lo sbatte contro il muro con violenza e afferra i suoi gioielli di famiglia, con la mano destra, stringendoglieli con forza.
«Ho capito! Fa male!» Urla Sam pregandolo. «Sei licenziata! Giuro!» Shan aumenta la presa e Sam urla ancora di più.
«Da guando si può lavorare per i morti? Mh?» Shan piega la testa a destra, senza lasciare la presa, e sgrana gli occhi guardandolo quasi come se volesse mangiarselo. Chiude gli occhi in due fessure e poi gli apre mostandogli quegli smeraldi ormai diventati zaffiri gialli. Mi fa quasi paura quello sguardo soprattutto quando ci aggiunge un ringhio. In questo momento non mi sembra neanche umano. Ha la faccia di uno che ha fame di carne umana e ringhia come un cane rabbioso. Mi passa un brivido vedendo questa scena. È un'altra persona e non mi meraviglierei se affondasse i suoi denti nel collo di Sam. Mi ricorda tanto un vampiro accecato dall'odio. 
«Lasciami bastardo!» Shan lascia la presa su Sam, che sta in piedi per miracolo barcollando un po', e finge di sistemargli e pulirgli la camicia.
«Oh scusami tanto amico...non so cosa mi sia preso» alza il sopracciglio sinistro e gli sorride alzando solo il lato sinistro delle labbra: un sorriso malefico. Si gira e mi guarda sorridendo ancora. «Davvero...cioé...» non finisce la frase che si volta verso Sam e gli sistema con un pugno in pieno viso facendolo finire sul pavimento privo di sensi. «Ti amo...andiamo via di qui» mi stringe a se e mi stampa un lungo bacio sulle labbra.
 

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Capitolo 10
*** I'm at home if you are with me ***


Saliamo in macchina ma non l'accende, io in tanto allaccio la cintura. Noto il suo petto gonfiarsi per poi sospirare. Posa la testa sul volante insieme alle mani e rimane cosi per un paio di secondi.
«Shan, tutto ok?» Chiedo preoccupata mentre le persone passano e si fermano a guardare nella macchina. Qui ci sono tante macchine costose, perché fermarsi proprio davanti al suv? Gli guardo e arrossisco.
«Si...non facevo a botte da...non ricordo neanche quanto sia passato, forse 20 anni...e mi sento strano con i nervi tutti tesi. Comunque...» Alza la testa dal volante e l'appoggia al poggia testa. «Non ti vedono, sono vetri scuri...noi vediamo loro ma loro non vedono noi» 'Ci stavo arrivando, lo sapevo' sorrido e mi rilasso sul sedile. «Come stai tu?» Posa la mano sulla mia coscia e l'accarezza lentamente mentre mi guarda negli occhi.
«Bene...cioé insomma...» Abbasso la testa e guardo la sua mano.
«Vuoi andare al pronto soccorso?» Non sento dolore da nessuna parte. Sono un po' scioccata da quel suo "ti amo".
«No no sto bene...solo il seno mi fa male» afferro il collo della maglia e lo allargo per poterci guardare dentro. 'Cazzo!' Ho la pelle del seno tutta rossa e i segni delle dita che sono diventati lividi rossi. Sgrano gli occhi e mi risistemo.
«Cosa c'é?» Mi chiede preoccupato con la voce che trema. Non voglio farlo agitare e non voglio andare all'ospedale.
«Nulla Shan, tutto ok» Mento. Mento perché ho mille pensieri per la testa. Mento perché ho paura di quell'uomo ma non voglio che Shan mi salvi ogni volta.
«Kate...dai...» Mi supplica con lo sguardo ed io abbozzo un sorrido. Decido di cedere.
«È solo che ho paura...che faccio ora? Non posso tornare qui domani, non posso permettermi di non lavorare...io» mi passo una mano sul viso. «Mi sento in colpa perché ti sembro una bambina che ha bisogno sempre di essere aiutata...sei sempre li, prima la metro, il videonoleggio» sorride timidamente e mi guarda mentre io divento paonazza per l'imbarazzo.
«Sono il tuo angelo, vedila cosi...se fossi solo arrivato prima...dio, pensarci mi fa incazzare...se fossi arrivato prima quel verme non ti avrebbe toccata!» Colpisce il volante con la mano e si passa le dita fra i capelli.
«No! No! Non pensarlo...é stato un miracolo che tu fossi li» allunga la mano, mette in moto il suv ed esce dal parcheggio. «Ti stavo pensando anche quando aveva le mani addosso e mi toccava...cercavo di stare ferma e ti chiedevo aiuto mentalmente» abbasso il finestrino per far entrare un po' d'aria.
«Dobbiamo trovare una soluzione Kate...prima ti va di mangiare un panino?» Si ferma ad un semaforo rosso e mi guarda. La pancia mi brontola perché, come da abitudine, non faccio colazione e sono le 12 e mezza passate. Lo guardo un attimo negli occhi e gli sorrido.
«Si, ho tanta fame!» Riparte e svolta poco dopo entrando in una piccola via: il Mc drive.
«Sono felice di sentire che hai fame» mi accarezza il viso e passa il pollice su e giu sul mio zigomo.
«Benvenuti da Mc Donald's prego ditemi cosa desiderate» una vocina stridula ci riporta alla realtà. Mi volto e noto un piccolo autoparlante, all'altezza del finestrino, con un lcd su.
«Emmh...» Shan si volta e mi guarda. «Cosa vuoi?»
«Emh un panino con l'hamburger!» Non mangio un bel panino da tanto. Ho fame, stranamente, tanta fame.
«E...?» Sorride, alza le sopracciglia e si avvicina con il viso al mio. Scoppio a ridere.
«Patatine!» Afferro la sua canotta e lo tiro a me per baciarlo. Mi brucia e pizzica il labbro mentre mi bacia, ma non m'importa, continuo lo stesso.
«Mh mh! Va bene...signorina? C'é ancora?» Scoppia a ridere e da degli schiaffetti sull'autoparlante.
«Ahi! Si signore...mi dica!» Ridacchio e mi copro la bocca con la mano.
«Allora...prendiamo un panino con l'hamburger, un big mc, una porzione di patatine grande e due coca cola grandi» Sembra un bimbo mentre si lecca le labbra e si accarezza la pancia. È cosi bello il mio angelo. Ero gia affezionata a lui ancora prima di conoscerlo ma ora...ora é la mia droga.
«Un big mc mh?» Lecco le labbra e lo guardo, lui sgrana gli occhi e ride.
«Ma sei maliziosa!» 'Io? No...ok si!' Mi piace ridere e divertirmi con lui. Mi piace questo rapporto che c'é tra noi nonostante la litigata di ieri. Non so perché la mia mente non ci pensi più al fatto che mi ha gridato in faccia e cacciata da li. Forse quel gesto, far pagare Sam per quello che mi ha fatto, ha cancellato la mia rabbia e mi ha fatto capire che lui ci tiene a me.
«No, signor Leto! Mi chiedevo solo il perché di quella scelta» mento perché la mia battuta era a doppio senso.
«Bhe per un uomo come me ci vuole il big...» Alza il sopracciglio e si sposta, con la macchina, allo sportello per ritirare l'ordine. 'A cosa si riferisce?'
«Hai lo stomaco grande, si!» Si sporge dal finestrino, recupera il sacchetto dalla signorina e me lo posa sulle gambe.
«Lo stomaco? Solo quello?» Ride mentre con il volante svolta per uscire dal mc drive. Si immette sulla strada ma non so ancora dove sta andando.
«Shan! Sei un porco!» Scoppio a ridere e gli do un piccolo schiaffo sul braccio. Sono imbarazzata ma mentalmente gli do ragione perché l'ho sentito sulla mia coscia.
«Dai dai apri...ho fame!» Continua a guidare mentre gli passo una patatina e lo impocco.
«Dove andiamo ora?» Prendo il mio panino e tiro un morso: é veramente delizioso. Quando litigo con la gente o tutto mi va male evito di mangiare, infatti, ieri mangiai solo del pane con l'olio.
«Kate dobbiamo sistemare un paio di cose...» Infila la mano nella busta e prende il suo panino. Lo aiuto a togliere la carta e lui tira un bel morso mentre svolta per salire sulla I-5. «Ho paura che quel verme venga a casa tua, o che ti segua...preferirei che per un paio di giorni stessi da me» 'mi sta chiedendo di stare a casa sua?' Ho paura anch'io e non voglio rimanere sola. Se non c'é lui non mi sento al sicuro.
«Shan io...» Tiro un morso al panino e lui fa lo stesso mentre regge il volante con una mano. «Non voglio essere un peso...non voglio stabilirmi a casa tua e starti fra le palle» scuote la testa e non distoglie lo sguardo dalla strada.
«Kate te lo sto chiedendo io...non voglio costringerti ma mi sentirei più sereno sapendo che sei a casa con me. Sei una compagnìa meravigliosa e vorrei passare del tempo con te. È un uomo distubato quello e non mi meraviglierei se volesse pedinarti...puoi stare da me quanto vuoi, cerchiamo di risolvere questo problema perché non voglio che quell'uomo vada in giro...forse sei stata la prima o forse no» le sue parole mi fanno riflettere e una leggere scosse mi sale su per la schiena. Ha ragione, non possiamo far finta di niente, potrebbe capitare ad un'altra ragazza che non avrà la mia stessa fortuna di essere aiutata da Shan.
«Vuoi denunciarlo?» Finisco il mio panino mentre continua a guidare senza toccare il suo.
«Si, ma vorrei fare una cosa privata» Non possiamo neanche permetterci di fare una denuncia normale perché si verrebbe a sapere per poi finire sui giornali.
«Shan non voglio coinvolgerti...poi l'hai picchiato potresti finire anche tu in galera» afferro il bicchiere di coca cola e bevo un po'. Avvicino la scatola al suo viso e beve anche lui.
«Lo so...ci stavo pensando. Possiamo sempre dire che avevamo appuntamento e che quando sono arrivato lui aveva le mani su di te e da li abbiamo iniziato a prenderci a botte» tira un ultimo morso al panino e appoggia la carta nella busta sulle mie gambe. Ha pensato già a tutto pur di fargliela pagare. Lo fisso con gli occhi quasi lucidi e sento che il cuore mi sta scoppiando nel petto.
«Grazie per tutto Shan...andiamo a casa mia ora?» Gira il viso e si avvicina a me guardando la strada. Gli accarezzo il viso e lo bacio lentamente per poi mordergli il labbro inferiore.
«Si, prendi un paio di cose e andiamo a casa mia...pensiamo domani a tutto...dobbiamo spiegare ai tuoi la situazione e dobbiamo convincerli» tutta questa situazione mi mette ansia e scarica di adrenalina addosso, sembriamo quasi dei fuggitivi. 'Vuole proteggermi o semplicemente avermi tutta per se?' Penso tutt'e due. Era tanto arrabbiato con me domenica mattina ma poche ore fa, vedendomi in quello stato, quasi stava per piangere. Penso che si sia pentito per quella reazione, nel mio cuore so che é cosi, perché é tornato da me. Forse anche lui è un po' dipendente da me, vorrei fosse cosi.
«Si, quanti giorni posso rimanere? Cosi so cosa prendere» gli passo una patatina e lui l'addenta sfiorandomi il dito con le labbra.
«Magari per sempre» sussurra tra se ed io non riesco a capirlo. «Quanto vuoi Kate...vorrei farti conoscere Jared, Tomo e magari anche Vicki» ho sempre provato ad immaginare cosa avessi potuto fare con Shan in una giornata ed ora mi sta offrendo la possibilità di passare del tempo con tutte le persone a lui care. Mi sta lentamente portando nel suo mondo, un po' pericoloso come disse lui, ma tanto bello. Non mi sono mai piaciuti i cambiamenti di vita repentini ma questo...questo é un sogno che si avvera.
«Sarebbe bellissimo, Shan!» Fisso la strada davanti a noi e mi sforzo per non piange. 
«Sicura? Ti vedo un po' triste» sbatto le palpebre velocemente per ricacciare le lacrime dentro e gli sorrido dolcemente.
«Avevi ragione, sai? Io sono, o meglio, ero quel tipo di ragazza che la notte prima di addormentarsi pensava a quello che stava facendo il suo idolo...la sua band preferita. Vi immaginavo il sabato sera intorno ad un grande tavolo a cenare tutti insieme...tu, Jared, Emma, Jamie, Tomo e Vicki...ed ora ti confesso che fare parte della tua vita almeno per un po', vedere come vivi, mi fa strano. Ci conosciamo solo da 4 giorni ma a me sembra di stare su una montagna russa quasi da mesi...sembra passato davvero tanto tempo dalla metro, non mi riconosco più neanche io...da quando ci sei tu non riconosco i miei pensieri e mi meraviglio di me stessa...in modo positivo eh. Mi fa piacere passare un po' per la tua vita, vedere com'é, quando per me era solo un sogno. Mi chiedo se non stia sognando...» Poso la mano sul bracciolo e mi reggo la testa.
«Quando smetti di sperare e pensarci...te l'avevo detto. Sta succedendo quello che é successo a me quando avevo 16/17 anni...la tua vita sta cambiando e tu stai afferrando quella corda. Sono felice che io e la mia patetica vita siamo il tuo cambiamento» mi accarezza la testa e lascia un dolce bacio su.
«Patetica? Cosa ti manca?» Alzo la testa e lo guardo mentre lui arriccia la fronte.
«Meterialmente niente...per tutto il resto, le cose di tutti i giorni» 'materialmente...' Ripeto mentalmente. Ha i soldi, la fama, tutto ma dentro é incompleto.
«Quali sono per te le cose di tutti i giorni?». Mi dispiace che lui sia in questa situazione. Nessuno ha una vita perfetta, liscia, senza problemi. Qualcuno magari ce l'ha ma vede sempre il lato negativo di ogni cosa, forse basta solo ricordarglielo.
«Uscire con una ragazza mano nella mano, andare al cinema, fare quelle grandi cene che pensi tu...tutti sono impegnati con le loro vite famose ed io conosco solo quelle persone che non pensano di fare cose normali» Ha tutto ma é solo. C'é chi non é mai solo e vorrebbe tutto. A volte mi chiedo se veramente esista un equilibrio. O grasso o magro, alto o basso, povero o ricco. Vie di mezzo non esistono.
«Le faremo, se vuoi...era importante per te vedere quel film con me?» é una domanda banale e stupida però voglio capire.
«Si...era una cosa normale, no?» Sorride e svolta nella mia via. Si ricorda perfettamente la strada.
«Si» sorrido e gli accarezzo il braccio. «A me sembrava una proposta strana...una cosa non da te, ma mi sbagliavo» entra nel vialetto di casa e spegne il motore. Alza i due poggia braccia che ci dividono e mi tira a se. Prende il mio viso fra le mani e mi bacia con passione. Le sue labbra scivolano perfettamente sulle mie e si assaggiano a vicenda. Poso la mano sul suo petto e lui si stacca dalle mie labbra.
«C'era del bacon nel panino, Shan?» Alzo il sopracciglio e lo guardo, lui arrossice violentemente.
«Emh si...scusami...si sente?» Sorride imbarazzato.
«Si e mi piace da morire» poso le mani sulle sue spalle e lo bacio. Prendo il suo labbro superiore fra le mie labbra e continuo a baciarlo. Lentamente sento la sua lingua entrarmi in bocca per poi giocare con la mia. «Dobbiamo andare?» Gli accarezzo il viso e gli lascio un altro bacio sulle labbra.
«Mh, fosse per me continuerei per un'altra oretta...anche due» sorride e si morde il labbro.
«Shan!» Rido e gli accarezzo le labbra. «Dobbiamo andare...mi dispiace rovinare i tuoi piani» sorrido e scendo dalla macchina. Lui fa lo stesso e mi tiene la mano mentre ci avviciniamo alla porta. Allungo la mano e busso.
«Kate!» papà sgrana gli occhi guardandomi in quelle condizioni e mi stringe a se. Entriamo e Shan chiude la porta. «Sei stato tu?!» Guarda Shan in cagnesco e si avvicina a lui.
«No signore...ho bisogno di parlarvi» è serio, freddo, e infonde ansia e preoccupazione a papà.
«Si, accomodati...» Ci fa strada in salone dove mamma é seduta sul divano.
«Kate che é successo?» Mi stringe forte e fulmina con lo sguardo Shan. 'Poverino'. Mi sciolgo da quell'abbraccio senza rispondere e mi siedo al divano difronde al loro. Papà rimane in piedi e mamma si siede alla punta del divano.
«Mamma non é successo niente...è stato Sam...stavamo nella zona adulti perché voleva mostrarmi la nuova disposizione degli scaffali e...» Sento la mano di Shan posarsi sul mio ginocchio.
«E...era arrabbiato, forse per problemi suoi, e le ha alzato le mani...noi abbiamo avuto una piccola lite domenica mattina cosi ero andato al negozio per parlarle e l'ho trovata cosi...l'ho aiutata ad alzarsi e siamo andati via» non é andata proprio cosi e non capisco perché ora stia mentendo ma mi fido di lui, sa sempre cosa fare.
«Oh» mamma porta le mani davanti alla bocca. «Grazie, caro!» Gli sorride un po' commossa. Papà si avvicina a Shan e gli appoggia la mano sulla spalla.
«Grazie Shannon...grazie per esserti preso cura della mia piccola» 'si piccola, come no' L'ha detto anche Shan: ogni figlia agli occhi di suo padre rimane sempre bambina.
«Si figuri signore...Emh Ed...sono venuto qui per chiedervi una cosa signori Strange...» Ecco quella parte di Shan che tanto amo: la gentilezza e la galanteria. Fuori può anche portare la camicia, il giubottino di pelle e gli scarponcini ma dentro ha un bellissimo frack o smocking. «Ho paura che quell'uomo possa farle ancora del male, non sto cercando una scusa e non voglio mentirvi, sono sincero...vorrei che lei stesse con me per un paio di giorni a Los Angeles in modo da capire se questa persona può farle del male ancora e vorrei controllare io stesso quando entra, quando lavora e quando esce di li...so che per voi é una notizia improvvisa, me ne rendo perfettamente conto ma vorrei anche procedere con una denuncia come abbiamo deciso io e Kate. Saremo sempre rintracciabili e vi darò l'indirizzo di casa e il mio numero di cellulare in caso volesse venire ma comunque sono più che felice e disponibile a portarla qui quando vorrà...emh mi scuso ma non ho il telefono fisso per motivi...ecco, mi chiamerebbero sempre» nella mia testa sto pregando i miei genitori a dire di si ma le loro facce sono bianche e un po' sconvolte.
«Emh non so cosa dirti Shannon...mi fido di mia figlia e anche di te, so che sei un bravo ragazzo...grazie per il numero e l'indirizzo però sappiamo che Kate ci chiamerà quando avrà bisogno di noi. Se per lei va bene...Kate se vuoi stare da lui, per me non ci sono problemi...per te cara?» Tiro un sospiro di solievo, almeno papà ha detto di si.
«Kate se é quello che vuoi, si per me va bene...credo che Shannon sia capace di prendersi cura di te, forse meglio di noi. Grazie per quello che hai fatto e che stai facendo per lei...non vedo spesso mia figlia perché lavoro ed anche lei, ma da quando ti conosce la vedo diversa...più felice...sarà perché la ami e le trasmetti questo amore» 'mamma!' Arrossisco e prendo la mano di Shan per fargli capire che sono dispiaciuta.
«Si signora, é cosi...io non conoscevo Kate com'era prima...però so che non é l'unica ad essere felice...e ad essere cambiata» mi giro a guardare quell'uomo meraviglioso al mio fianco e noto che le sue guance sono rosse. Quanto é bello. Mi ama e me l'ha detto ma io non ho ancora risposto. Il bello é che prima ancora di dirmi quel "ti amo" mi ha dimostrato fin da subito che ci teneva a me e che ero importante per lui. Credo che prima di dire delle cose bisogna dimostrarle con piccoli gesti.
«Bhe sono felice per voi ragazzi...Kate non ha portato tanti ragazzi a casa, a dir la verità nessuno, però da padre ho sempre temuto che mi posse presentare un ragazzo che non andasse bene per lei o che non mi potesse piacere...sei giovane Shannon, non credo che tu mi capisca perché é un'idea che ti inizi a fare quando passi i 40 anni...dicevo, che non poteva portarmi un ragazzo migliore di te...sono un uomo che valuta una persona da come mi parla e da quello che mi dice...» 'Oh papà!' Mi fa quasi venire gli occhi lucidi. In questo momento vorrei dire a Shan che non sono l'unica che ha visto quanto sia speciale. Per fortuna papà lo reputa giovane.
«Sono contento Ed...le confesso che avevo paura di non farle una buona impressione...non so perché, sono un tipo insicuro» sorrido e gli stringo più forte la mano.
«Lo sono anch'io Shannon...io per esempio ho conosciuto i genitori di mia moglie in chiesa quando ci siamo sposati...ormai era fatta» ridacchia e gli fa l'occhiolino. «Kate devi portarti qualcosa?» Mi alzo e faccio alzare anche Shan.
«Si papà, devo prendere un paio di maglie...Shan vieni con me, cosi mi aiuti» tiro Shan per la mano e andiamo in camera mia. Non l'avrei mai lasciato li con quei succhia notizie dei miei.
Entriamo in camera e si siede sul mio letto guardandosi intorno. Non c'é nulla di che in camera mia ed é abbastanza piccola. Al centro del muro, sulla destra, c'é il mio letto, accanto, un piccolo comodino. Non appena si entra sulla destra c'é una scrivania bianca con il netbook su. Non uso tanto il pc, solo per le notizie, quindi la scrivania mi serve per disegnare. Di fronte al letto c'é una porta, il bagno, sulla destra di essa c'é una libreria con i loro cd e qualche libro e, sulla sinistra, un mobiletto sulla tv.
«M-mi emmh...il tuo muro mi guarda?» Arriccio la fronte e mi giro per guardare la parete. 'Figura di merda' ormai ho quasi dimenticato che ho una parete piena di loro foto in formato A4. Ci sono più di 100 foto e c'é una zona completamente piena di foto di Shan. Ormai non mi stupisco più, come le prime volte che avevo attaccato le foto, perché sono diventate come carta da parati.
«Si...scusami» apro l'armadio che si trova accanto alla libreria e prendo un grande borsone.
«E di cosa? é bellissimo...veramente, mai vista una camera cosi...» Sono contenta che gli piaccia anche se so che gli fa impressione vedersi in tante foto attaccate al muro di una cameretta, del resto, chi non lo sarebbe? «In defense of our dreams» si sposta con lo sguarda sul muro sopra la tv e legge la scritta fatta con il pennarello.
«Si...é una frase che amo, quasi un motto» inizio a prendere alcune maglie e un paio di jeans.
«Non puoi capire quante cadute mi sono fatto durante le riprese...hai presente quando pensi di saper fare una cosa? Tipo scendere le scale con la bici o salirle?» Continua a guardarsi in torno nel frattempo che preparo la borsa. Scoppio a ridere reggendomi la pancia mentre immagino la scena.
«Più o meno, Shan...» Chiudo la borsa e lo raggiungo sul letto per sedermi accanto a lui. «Mi sembra come se stessimo fuggendo» lo guardo e lui prende il mio viso fra le mani.
«Non sei costretta, lo faccio perché saresti al sicuro e ti voglio al sicuro...ti sembrerò egoista ma non sopporterei di stare a casa solo sapendo che sei qui o in giro, non voglio che ti accada più nulla...non me lo permetterei mai» si sente ancora in colpa per non essere arrivato in tempo. Io ringrazio che lui sia arrivato, non importa quando. E se non fosse venuto? Sam sarebbe uscito dal bagno e poi? L'ho pensato talmente tanto in quel momento che mi sono chiesta se fosse un'allucinazione vederlo dietro il bancone. Io penso che sia stato il destino, era scritto, tutto calcolato.
«Io voglio stare con te...mi sento protetta e a casa se tu ci sei» appoggio la testa sul suo petto e glielo accarezzo. Avvolge le braccia intorno al mio corpo e mi stringe a se.
«Hai del cotone e disinfettante, Kate? Vorrei pulirti la ferita del sopracciglio» è cosi premuroso, mi vuole anche disinfettare.
«Si..» Mi alzo, vado in bagno e torno con le cose che mi ha chiesto.
 

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Capitolo 11
*** I love your smile, it's like listening to music ***



Siamo tornati a casa di Shan da poco e sto sistemando quei pochi capi che ho preso da casa mia nel suo armadio. Mi fa strano appendere le mie cose accanto alle sue. Sembra che quasi conviviamo insieme. Sorrido a quel pensiero e scuoto la testa.
«Posso aiutarti?» Entra in camera con un bicchiere pieno di acqua un po' biancastra.
«No grazie, Shan...» Gli sorrido e appendo l'ultima maglia nell'armadio.
«Per te...penso che ti farebbe bene» mi passa il bicchiere ed io lo afferro. «é aspirina...cosi ti passa il dolore al seno» mi ero quasi dimenticata che il seno mi facesse male. Mi ero dimenticata già di tutto.
«Grazie...sei unico» mando giù tutta la medicina e poso il bicchiere sul comodino. «Ti dispiace se faccio un bagno?» Sono stanca, ho dolori dappertutto e un bel bagno caldo sarebbe una cosa meravigliosa.
«Si se lo fai da sola...» Mi sussurra e posa le mani suoi miei fianchi.
«Mh, vuoi fare il bagno con me?» Faccio scivolare le dita sulle sue braccia nude poiché porta una delle sue canotte.
«Si...se vuoi» prendo la sua mano e mi avvio verso la porta del bagno, entro e chiudo la porta. «Ok vuoi!» Ridacchia e mi bacia prendendomi il mento fra l'indice e il pollice. Afferro i lembi della sua canotta e la sfilo via facendola finire sul pavimento. Ha i pettorali gonfi, le braccia muscolose, e un filo di pancetta che tanto mi piace. I jeans gli cadono sui fianchi mostrandomi la linea ben definita dei suoi addominali bassi. Si allunga con il busto e apre l'acqua per far riempire l'enorme vasca. Ritorna davanti a me e mi sfila la maglia buttandola sulla sua canotta. Si sofferma un attimo con lo sguardo sul mio seno, abbasso la testa per capire perché mi sta guardando: il seno é ancora rosso, un po' gonfio, con i lividi che con le ore sono diventati più scuri e viola.
«Lo ammazzo» le sue braccia iniziano a gonfiarsi e chiude gli occhi in due fessure.
«No Shan...guardami» gli prendo il viso fra le mano e lo costringo a guardami. Ha gli occhi infuocati. «Andranno via...sto bene, per favore calmati» lo stringo a me e gli bacio il petto. Allunga le mani e lentamente mi sbottona il jeans, si piega sulle ginocchia e gli tira giù. Fa strusciare lentamente le mani callose sulle mie cosce e mi bacia la pancia. Piega la testa e mi aiuta a togliere le scarpe e le calze. Sale su e mi guarda negli occhi.
«Sei bellissima» sussurra e afferra i lati delle mutandine tirandole giù. Arrossisco per quel complimento mentre gli sbottono e abbasso i pantaloni. Lo imito e mi piego per togliergli le scarpe e le calze. Torno su e con un gesto veloce faccio cadere i suoi boxer. «Oh! Sono nudo!» Porta la mano davanti alla bocca e fa la faccia sorpresa. Rido e mi sfilo il reggiseno.
«Anch'io...aih!» Faccio una smorfia di dolore e mi tocco il seno.
«Fa male?» Posa le dita sul lividi e gli accarezza mentre mi guarda.
«Si, forse il reggiseno le faceva stare ferme...non appena l'ho tolto ho sentito dolore» gli accarezzo il braccio e lui mi bacia la fronte.
«Perché tira e non sono rette dalla coppa...vuoi rimettere il reggiseno?» Dovrei sentirmi leggermente in imbarazzo nuda davanti a lui e lui nudo davanti a me, ma non é cosi, mi sembra la cosa più naturale del mondo. Sono sempre stata una ragazza timida e più che scoprirmi tendo a coprirmi.
«No no...» Entro nella vasca. L'acqua é bollente ma molto piacevole. «No cazzo i capelli!» Eslamo e gli porto in avanti sul petto. Non voglio bagnarmeli perché ci metterei ore per asciugarli.
«Aspetta...» Si gira dandomi le spalle, anzi, mostrandomi la sua schiena larga e muscolosa e il suo sedere che mi fece sbattere la testa sul pavimento. Apre un cassetto di un piccolo mobiletto accanto al lavandino e ci fruga dento. 'Dio mio! Culo! Che ti farei!' Mi mordo il labbro inferiore e continuo a guardare quel ben di dio che madre natura gli ha dato. «Ti ricordo che sei caduta dallo sgabello» continua a frugare nel cassetto in cerca di qualcosa.
«E bhe?» Intreccio le braccia al petto e mi fingo offesa.
«Per fissarmi il culo...» Afferra due elastici neri e si gira avvicinandosi alla vasca per poi entrare.
«Si ma non ti fissavo il culo ora! Non hai gli occhi dietro la testa...quindi non lo sai» alzo le sopracciglia e arriccio le labbra mentre scuoto la testa.
«Mi fissavi le americhe sulla schiena...va bene cosi?» 'Ha le americhe sulla schiena? Ah si! Ma io guardavo un po' più sotto e non le ho notate' scoppio a ridere per il mio pensiero.
«Si signor Leto...lo ammetto, fissavo il suo tatuaggio» si passa le mani fra i capelli e gli raccoglie in un codino alto. 'Il codino no eh! Non voglio stuprarlo' ho un debole per quel piccolo codino che si fa, mi piace da impazzire e mi fa festeggiare gli ormoni.
«E com'é? Le piace signorina Kate?» Mi fa voltare e mi fa una coda alta. Lascia l'elastico largo e crea un piccolo chignon. 'Pure hair stylist! E che cappero!' Rido e mi volto.
«Le dirò signor Leto...» Mi abbasso e mi siedo nella vasca mentre lui fa lo stesso. «é tondo...tanto tondo...muscoloso...liscio...sodo...bello!» Sorrido e lo bacio velocemente sulle labbra.
«Un tatuaggio tondo, sodo e liscio non l'ho mai visto» ridacchia e si rilassa nella vasca appoggiando la testa al bordo.
«Manco io!» Scoppio a ridere e mi metto la mano davanti alla bocca per contenere i singhiozzi. Di solito se rido di gusto inizio quasi a singhiozzare, un rumore strano, e molto fastidioso. «Shan scusa...» Parlo a fatica mentre continuo a ridere e lui mi guarda divertito. «Il bagno senza sapone lo fai, di solito?» Lo guardo e ride ed io rido ancora di più. Mi fa male la pancia a furia di ridere per le facce che fa.
«No...é che mi sono incantato e perso nel tuo sorriso» Allunga la mano, prende una bottiglietta dal bordo della vasca, la apre e ne versa mezzo contenuto. Si sposta un po' arrivando sull'altro lato della vasca e spinge un bottone sulla piccola console nera posta sul muro.
«Ooh uuh ooh! Punge...no no bello mmh» mi rilasso appoggiando la nuca al bordo e mi lascio massaggiare e accarezzare la schiena dal getto dell'idromassaggio. Sorride e spinge un altro tasto, le luci si spengo, ma se ne accendono tantissime altre piccole e bianche sul soffitto: sembra un cielo stellato. «Dio che figo!» Torna accanto a me e mi stringe fra le sue braccia.
«Ti piace?» Mi sussurra all'orecchio mentre me lo mordicchia.
«Si...é...é magico. Quante ragazze hai rimorchiato con questa tecnica?» Mi guarda e scuote la testa. 'Sono stata troppo diretta?' Forse si, ma é talmente romantico che credo che sia pensato per una donna.
«Sei la prima donna che mette piede in casa mia, che dorme nel mio letto e che dorme con me, che fa il bagno con me e nella mia vasca e che guarda un film con me...ma sopratutto l'unica persona ad aver toccato i cd della libreria di giù» 'oh...' Questa cosa mi fa sentire unica e speciale rispetto alle tante ragazze prima di me. Però mi chiedo: cosa faceva con le altre? Non usciva, non guardava film con loro, nessuna ha mai dormito con lui o nel suo letto...cos'erano? Solo ragazze per una notte? Solo sesso? Presumo di si e solo ora mi sto ricredendo e sto pensando che forse mi sono arrabbiata con lui inutilmente.
«Ho sbagliato a trattarti cosi domenica...é solo che io ho cercato di fare di tutto per poterti dimostrare che ero diverso e farlo in quel mi sembrava sbagliato, mi sembrava di correre e non volevo illuderti di qualcosa anche se io avrei tanto voluto perché mi piaci...mi piaci fisicamente, mi piace il tuo carattere e quello che fai per me...mi piace che mi ami e anche da tanto...avevo paura come se fosse la mia prima volta, volevo e voglio solo renderlo indimenticabile, bellissimo per tutti e due...speciale...e voglio che sia spontaneo, da uno sguardo e poi il resto...voglio» lo interrompo mettendogli l'indice sulle labbra.
«Lo so, l'ho capito solo adesso...sei speciale Shan e incosciamente pensavo che se mi avessi trattata come le altre per te avrei contato qualcosa...ma é il contrario...ho capito quello che tentavi di fare e il perché ti eri bloccato, solo quando Sam mi ha messo le mani addosso. Da li ho capito che sei un uomo vero e unico...perché comportarsi come Sam o come facevi tu con le altre ragazze, é facile...aspettare e rendere il tutto unico, é difficile» lo guardo negli occhi e lui mi accarezza il viso con la mano un po' bagnata.
«Mi fa piacere che tu l'abbia capito...ero io che non riuscivo a farmi capire...» Poso la testa sulla sua spalla e con le mani gioco con la schiuma che si é creata sulla superfice dell'acqua.
«Ero io...Shan, posso chiederti una cosa?» Continuo a giocare e noto con la coda dell'occhio che lui mi guarda.
«Si...» Gira la testa lentamente e mi lascia un leggero bacio sulla fronte.
«Ho notato che difronte a questa camera ci sono 3 porte...cosa sono?» Sorride e posa la nuca sul bordo.
«Mi sono dimenticato di mostrartele...quando sali le scale, la prima porta, é una stanza dei giochi...poi c'é un bagno simile a questo ma solo con la doccia...e l'ultima stanza é una sala prove, ci sono delle chitarre e christine» 'oddio!' Amo sentire che chiama la sua batteria per nome, christine, quasi fosse una vera donna che gli sta accanto da anni e anni. Forse é veramente cosi per lui, in fondo, é arrivato dov'é ora suonando la sua Christine.
«Stanza dei giochi?» Grano gli occhi e lo guardo alzando la testa dalla sua spalla.
«Si perché?» Arriccia la fronte perché non capisce la mia reazione.
«Emh che tipo di giochi?» Allungo la mano e gli accarezzo il petto tenendo la mano sotto l'acqua.
«Wii, playstation, xbox, flipper, scacchi...perché che succede?» Scoppio a ridere e mi porto la mano al petto per sospirare. «Ehi...» Piega la testa a destra e mi guarda.
«Scusa Shan...é che, emmh...conosci 50 sfumature?» Mi siedo al centro della vasca difronte a lui e porto le ginocchia al petto.
«Si so che é una trilogia, tutti ne parlano...ma non so di che parla» imita la mia posizione e porta anche lui le ginocchia al petto.
«Bhe...ok non ridere...i libri, almeno il primo, parla di un tizio ricco, Christian, che incontra una ragazza, Ana...vabbé bla bla si incontrano, escono...ma lui emmh gli piace il sadomaso e ha delle sottomesse...vuole che questa Ana, che lui reputa bellissima, diventi la sua sottomessa...poi vabbé finisce per innamorarsene e non diventa sottomessa...cioé si ma senza un contratto perché glielo aveva proposto...si sottomette perché lo ama e perché sa che a lui piace. Il punto é che lui disse a lei "vuoi vedere la mia stanza dei giochi?" E la stupida pensava alla wii, xbox ecc...» Mi fissa e posa il mento sulle sue ginocchia. «Cosa c'é?» Arrossisco e abbasso la testa.
«Oh nulla...mi piace sentirti parlare, sopratutto di te...mi rilassa...sembra che quasi di ascoltare della musica» sorride e rimane in quella posizione.
«Ma sei umano? Sei di questa epoca?» Lo guardo e il suo labbro sinistro si alza in un sorriso un po' malizioso.
«Si sono umano...ho dei modi di fare tutti miei, e sono del 1970...sono di quell'epoca!» Scoppio a ridere e con il piede gli do un piccolo colpetto sul fianco.
«Sempre a prendermi per il culo! Lo so quando sei nato, bello, so tutto di te...» Incrocio le braccia al petto e alzo le sopracciglia. 'Mh! Capito si?' Lui rifà quel sorrisino malefico e malizioso.
«E io non so nulla di te però...non sei su wikipedia tu...eh eh» 'si vanta pure! Ma guarda un po' meglio che non sono su wikipedia, non mi piace dire tanto di me.
«Bhe...mh vediamo se posso aiutarti...sono Kate, Katherine Elisabeth Jennifer Strange, mamma é italiana, papà di San Francisco...sono Nata a Milano ma quando avevo due anni i miei si sono trasferiti qui...cioè ad Anaheim...ho frequentato tutte le scuole qui e diplomata qui ma mi piacerebbe tanto fare l'università, per motivi economici ho rinunciato...mh poi? Vi seguo dal 2007...i miei gusti musicali gli conosci...scrivo, a volte, e leggo...non ho una migliore amica o degli amici, solo conoscenti...ho 22 anni, credo di avertelo detto, o forse no...mi piacciono tanto gli animali...e amo New York» ok, forse é l'unica persona che sa quasi tutto di me, o meglio, che voglio che sappia tutto di me.
«Quanti nomi...sei un po' italiana...» Ridacchia e abbassa la testa. «Jared mi ha sempre detto che le italiane sono...emh focose» continua a ridere. «Non so come faccia a saperlo e non voglio chiedere...comunque che università vorresti fare?» Amo anche il fatto che si interessi a me facendomi delle domande. Stranamente mi fa piacere quando di solito odio le domande.
«Preferisco lavorare, ormai non mi dedicherei più allo studio...comunque mi piacerebbe medicina...volevo fare il chirurgo plastico ma non per fare tette e culi» annuisce e fa spallucce. La pensa come me. «Anche se la chirurgia estetica arricchisce, io, preferirei ricostruire un volto bruciato piuttosto che rifare il seno ad una vecchia di hollywood» mi avvicino al bordo opposto al suo e appoggio la nuca su.
«Concordo perfettamente...sei una ragazza matura se pensi una cosa cosi. Anch'io amo gli animali e ho avuto tanti cani...é sempre stata una sofferenza vederli morire, cosi ho deciso di non averne più...» Sospira. «Oh New York è bellissima...é un posto speciale e magico» quanto avrei voluto visitare New York o viverci. Mi attira come città per quello che offre. È un posto dove realizzare un sogno o vivere tante avventure.
«Non ci sono mai stata...ho sempre sognato di vivere li, alzarmi la mattina, prendere la metro e sedermi ad una delle panchine di central park per scrivere mentre sento della musica» quando ero più piccola, 16/17 anni, pensavo sempre a come sarebbe stato vivere li: era uno dei miei tanti sogni da adolescente e un po' lo é ancora.
«Scrivere di cosa? Anch'io scrivo, quando ho tempo, praticamente mai...però mi piace scrivere di quello che provo, un po' per sfogo e un po' per liberare la mente...» Lo capisco perfettamente, lo faccio anch'io. È un modo come un altro per sfogarsi se non si ha qualcuno con cui farlo.
«Mh scrivo sulle persone...sul perché due persone si amano ma allo stesso tempo riescono a farsi male...sul perché l'uomo é cosi e la donna é cosi...sulla vita e sulle emozioni che ogni essere umano prova. Rabbia, odio, amore, tristezza, solitudine...e cerco di capire perché una persona fa determinate azioni...come separarsi dalla persona che ama, pensarla e starci male...» Sono sempre stata cosi. Ho sempre pensato e mi sono sempre chiesta perché le persone facessero determinate cose. È una cosa che amo fare: analizzare le situazioni. Ma quasi sempre traggo dalle conclusioni che: l'essere umano é una macchina perfetta, complessa, sorprendente e meravigliosa ma allo stesso tempo difettosa all'interno.
«È bellissimo, Kate...per come pensi e per le cose che pensi non mi sembri una 22enne...i 22enni sono tutti fumo e alcol, discoteche e casini» arrossisco e sorrido.
«Non tutti però...» Bhe quasi tutti, ha ragione. Ma io so che là fuori c'é qualcuno che la pensa come me e che sia giovane quanto me.
«Ero il 22enne fumo, alcol e tanti casini...quindi se non lo so io» però ora é arrivato in alto anche se era uno di quei ragazzi: se ci credi puoi fare tutto.
«Però ce l'hai fatta comunque» ed io nel mio piccolo sono tanto orgogliosa di lui e di loro. Mi danno la forza e mi mostrano che non c'é solo schifo in giro ma anche altro. Mi fanno credere in me stessa anche se non sono una mia grande Fan.
«Si...» Sorride orgoglioso. Vorrei vederlo sempre cosi: felice di se stesso. «Raccontami di quei due...cosa succede nel libro?» Sarà un modo per distogliere i riflettori da lui, non saprei, però mi piace dirgli qualcosa che lui non sa.
«Ah mh nulla di che...lei si innamora di lui ma lui dopo tanto di lei...o meglio, sapeva di amarla già da quando la vide la prima volta». Sospira e mi interrompe.
«Come lo capisco...» Mi sta dicendo che anche per lui é stato cosi? Non saprei.
«Poi lei entra nella stanza dei giochi e fanno delle cose» mi imbarazza un po' parlare di questo argomento. Ho letto il libro ma non mi sono fatta ancora una mia idea.
«E cosa fanno?» Arrossisco e fisso la schiuma.
«Bhe tipo la fa mettere in ginocchio, in posizione di sottomissione...le nega l'or...orgasmo e la sculaccia o usa dei frustini...la lega» fa una smorfia di disgusto ed io sorrido.
«Io non lo farei mai...é una cosa che mi schifo...non mi divertirei a farla, tanto meno la ragazza a subirla» non avevo dubbi su come la pensasse perché so che non é quel tipo di uomo. Più che fare del male, fa solo del bene.
«Bhe ma ha avuto una brutta infanzia e...» Scuoto un attimo la testa e un pensiero arriva come un lampo. Perché farmi parlare di un libro? Shannon somiglia tanto a Christian, eccetto per quel suo vizio del sadomaso, ma cosa sta cercando di dirmi? «...da adolescente conosce la sottomissione che gli permette di controllarsi» La batteria per Shan é quasi come il sadomaso per Christian. 'Dio non pensare troppo! é un libro! Finzione'
«Ma se l'amava perché farle del male e trattarla cosi?» Sento che mi sta per scoppiare la testa. Troppi ragionamenti. Troppe cose a cui pensare.
«Infatti lui non vuole farle del male...la vuole far godere» non so neanche io quello che gli sto dicendo. Mi ha mandata completamente in Tilt.
«C'é modo e modo per far provare piacere...non solo sculacciando o legando una persona» fisso la schiuma e scoppio a ridere ripersando alle frasi o ai capitoli clou del libro.
«O ficcandole cose nel culo» continuo a ridere e lui mi guarda interrogativo.
«Cose nel culo?» 'Merda! Che sboccata che sono! Sì più femminile Kate' lo guardo e arrossisco per l'imbarazzo.
«Emh si quei cosini lunghi...tipo quelli dei maschi ma finti» vorrei sotterrarmi o infilare la testa nell'acqua. Lui mi guarda e scoppia a ridere. 'Bravo ridi di me! Mr. Muscolo!'
«Parlare di sesso ti imbarazza!» Continua a ridere e mi indica posando l'altra mano sulla pancia. 'Ok, quando hai finito di ridere di me...mandami un piccione viaggiatore da fare al forno, Mr Big Mc!' Incrocio le braccia al petto e lo guardo. «é che sei diventata rossissima e sei troppo, troppo, bella...dio, vieni qui» 'stronzo, mr muscolo!' Allunga la mano e mi tira a se, mi fa mettere a cavalcioni sulle sue gambe e mi stringe a se.
«Si ma non ridere di me...mi vergogno ok?» Sussurro e lo guardo.
«Ma l'hai detto...non devi vergognarti, mi piace quel tuo lato di te...emmh» poso le mani sulle sue spalle.
«Porco?» 'Aah ah! Zozzone!' Tipico dei ragazzi parlare sempre di sesso quando per le ragazze é un po' più difficile.
«Si...non essere timida per paura che ti giudichi...mi piace» anche a me piacciono le sue battutine a doppio senso e il suo vantarsi dell'amichetto delle parti basse.
«Dicevo...le ha ficcato un dilatatore nel culo! Oh!» 'Visto? Bhe!' Sorrido e alzo le sopracciglia orgogliosa.
«Ooh uuh e poi?» Avvicino il viso al suo e sfioro le mie labbra con le sue mentre scendo con la mano lentamente dalla spalla, al petto alla pancia.
«Shan?» Sussurro all'orecchio e gli mordo il lobo.
«Mh si?» Lo guardo e strofino il mio naso contro il suo. «Dimmi» sussurra con voce bassa e roca.
«Leggiti il libro!» Scoppio a ridere e cerco di minimizzare i sighiozzi. Mi fa ridere la sua facca da "ci sono rimasto male". 'Povero' gli accarezzo il viso e lo bacio mentre lui fa il broncio.
«Sei una cattivona!» Continua a tenere il broncio e mi guarda.
«Shan perché hai mentito hai miei?» é uno dei tanti pensieri a cui stavo pensando. Non ci penso due volte e glielo chiedo per togliermi ogni dubbio.
«Perché tuo padre ci sarebbe rimasto malissimo se avesse saputo che sua figlia quasi veniva stup...bhe quello e che io l'ho quasi ammazzato. Gli sarebbe vunuto un colpo e avrebbe pensato male di me. So di aver sbagliato a non digli quello che ho fatto...» Gli accarezzo le labbra con le dita per interromperlo.
«Shan, hai fatto bene...non ti ho contradetto perché mi fidavo di te e di quello che stavi dicendo. Hai ragione, chissà come avrebbe reagito...comunque hai fatto bene, non voglio mentirti, se lo meritava e non devi sentirti una persona violenta per quello che hai fatto...anzi...mi hai protetta. Poi quel...emh quel ti amo» lo guardo con gli occhi lucidi.
Sentiamo un rumore strano, poi le lucine si spengono e si accende solo quella centrale che illumina tutta la stanza.
«Bro!» Jared apre la porta di scatto ed entra nel bagno. Urlo e scendo dalle gambe di Shan colpendolo avanti con il ginocchio «Eccoti dov'eri bro! Oh porca merda!» Si volta di scatto e si copre gli occhi con le mani: come fanno i bimbi.
«Le palleeee! Kate!» Scoppio a ridere e stringo Shan a me mettendogli la mano avanti, sulle sue, che tiene li per il dolore.
«Mi dispiace! M'ha spaventata!» Continuo a ridere mentre mi fulmina con lo sguardo. 'Che situazione!'
«Bro stavi scopando?» Jared continua a stare girato con gli occhi chiusi.
«No bro!» Dice Shannon a denti stretti.
«Ma ti stava sopra bro! Non mentire!» Poso la mano sugli occhi e scuoto la testa.
«Jared esci!» Urla Shan e Jared scoppia a ridere. 'Ma é normale?' Mi chiedo guardando Jared che ci sculetta in faccia sempre tenedo gli occhi chiusi.
«Buona scopata! Ti aspetto giù, stallone!» Apre la porta e se ne va sculettando e facendo il verso della mucca. 'Bah' scuoto la testa e guardo Shan.
«Kate, mi dispiace da morire...devo togliergli le chiavi di casa...sono mortificato» mi sciolgo a guardalo in quello stato. Lo tiro a me e lo abbraccio forte.
«Shan tranquillo...é stato un'incidendete. Dispiace più a me per le tue...emh per le palle» mi da un piccolo bacio sulle labbra e mi accarezza il viso.
«Nulla di rotto» sorride e mi fa l'occhiolino. «Andiamo dai...la tua pelle ha fatto le pieghe...siamo qui da più di mezzora, credo»

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Capitolo 12
*** Lady Godiva locked out of heaven ***


Apro l'armadio e trovo qualcosa da mettermi. Shannon é già sceso e sta parlando con Jared in salotto ma sono troppo lontana per sentire. Afferro un jeans ed una maglia a maniche corte e gli infilo. Mi siedo al letto e indosso le scarpe. Voglio apparire al meglio davanti a Jared, anche se la figura di merda l'abbiamo già fatta, cosi decido di tirare una linea di eye liner facendo una puntina e applico un po' di mascara.
Mi guardo allo specchio nel bagno e mi sciolgo il codino che mi ha fatto Shan sorridendo. Afferro la spazzola e la passo sui capelli mettendomi a testa in giù. Alzo la testa velocemente e gli sistemo velocemente con le mani. Ho sempre detto "domani gli taglio" ma non l'ho mai fatto. Penso che non lo farò mai se ha Shan piacciono cosi. Però ho voglia di cambiare. Esco dalla camera e mi avvicino alle scale. Sento Jared e Shan parlare animatamente.
«Bro! Cazzo! È una Echelon!» Dice Jared urlando un po'.
«Non me ne frega un cazzo, Jared! Lo so che avevamo detto no alle Echelon...(ma si a Valsoia XD ok scusate ma dovevo) ma lei é diversa! Non voleva neanche un mio autografo!» Sento dei passi e sbuffare.
«Ho capito! Ma non c'entra nulla! Cazzo, perché non ragioni? Già te la sei portata in casa!»
«Qual'é il tuo problema? È casa mia e ti ho spiegato perché deve stare qui!» Urlano quasi stessero litigando ma non é una lite. Mi siedo sulle scale.
«Mi spieghi perché lo fai? Ok la scopata nella vasca, ma perché ora deve stare qui!? Non porti mai nessuno!»
«Ti ho detto che non abbiamo scopato! Smettila! Io porto chi mi pare qui...mi piace ok?»
«Come le altre ragazze...mi sembra anche giovane»
«Jared giuro che mi stai facendo incazzare! Ho 42 anni posso fare quello che voglio, no?»
«No, hai una band! E ti vedi con una fan!»
«Ti rendi conto di quello che dici? Dov'é il problema?»
«Avevamo detto di no! Te la potevi trovare più grande!»
«Io non ho trovato niente! Non è venuta lei, ne sono andato io da lei...é successo! Ho sbagliato a dirti le cose perché non capisci. Comunque ha 22 anni e a me non importa! Poteva averne anche 40...non mi frega un cazzo!»
«20 anni di differenza! Può esserti figlia!»
«Non farmi prediche che quelle che ti porti a letto sono più piccole o stiamo li!»
«Visto che te la porti a letto! Dillo!»
«Non é una troia, Jared!»
«E che ne sai? Non la conosci neanche!»
«Non sono affari tuoi. La conosco quanto basta per sapere che non mi può farmi del male»
«Qui non si parla solo di te. Potrebbe buttare tutto su un giornale e finiamo nella merda! Occhio a quello che le dici»
«Kate non lo farebbe mai! Mi fido e ho conosciuto anche i genitori!»
«Cristo! Pure i genitori, Shan?»
«Si! È successo e basta!»
«Tu eri quello da "non voglio neanche conoscere una ragazza, non serve, figuriamoci i genitori"!»
«Si cambia. Sono persone meravigliose! Non é stata lei a dirmi di andare a casa sua...doveva cambiarsi per venire qui e gli ho conosciuti. Punto! Non cerca lei me ma io lei! Capisci?»
«Quanto stai incasinato?»
«Non é la parola adatta...direi più preso...al 100% bro...lasciami in pace e non intrometterti, per favore...»
«Se succede qualcosa...»
«No! Tranquillo...non sono stupido. È cosi bella...»
«Solo perché é bella?» I toni si sono calmati.
«Bella dentro...ovvio anche fuori»
«Da quando ti importa del dentro delle persone?!»
«Da venerdì, bro»
«Non é solo sesso come le altre?»
«Non l'ho neanche toccata...non é solo sesso, e mai lo sarà...stavamo facendo il bagno perché volevo distrarla...mi sembra che abbia reagito bene a quello che è successo, e non capisco come mai...dovrebbe essere spaventata e dovrebbe avere paura di me» la voce di Shan si riduce ad un sussurro e le mie labbra tremano per le cose che dice.
«Perché sei tu...gli piaci e si sente al sicuro»
«Penso di si e non puoi capire quanto mi piace...le ho detto ti amo...»
«Tu cosa?» Mi piace sentirli parlare, si confidano e sono sempre uniti.
«Si...quando ho preso a botte quello li...stava sulla porta, mi sembrava cosi piccola e gliel'ho detto...m'é venuto da dentro, bro...mi sembrava l'unica cosa giusta da dire per farla stare bene...volevo diglielo anche se é presto, comunque provo quel sentimento» 'amore...l'amore Shan, si dice cosi...ooh'
«Ma tu non l'hai mai detto a nessuno...in 41 anni che ti conosco, mai a nessuna...»
«Me ne rendo conto, bro...domenica mattina abbiamo litigato, é una storia lunga e mi sono comportato da stronzo...le ho urlato in faccia e costretta ad uscire di casa»
«È stato un momento, Shan...ti sei scusato?»
«Si...ma ho paura che ce l'abbia ancora con me» 'no no no! No shan!'
«Io vi ho sentiti ridere...non penso che sia arrabbiata con te. Pensavo ti fossi ubriacato e stessi parlando da solo» poso la mano sugli occhi e scuoto la testa 'Jared!'
«No» ride. Amo la sua risata. «Non lo so, bro...spero di no. Non puoi capire quanto ci sono stato di merda domenica pomeriggio fino a lunedì mattina. Mi facevo schifo da solo e mi mancava già da quando aveva chiuso lo sportello per entrare in casa»
«Shan non sei il ragazzo di 24 anni fa...non più...lo sappiamo io e te che quel ragazzo é morto, sepolto...basta, ok?» Quanto é bello Jared che aiuta e consola Shan. 'Era cosi brutto Shan 24 anni fa? Ok l'alcool ecc ecc ma perché dire che é sepolto quel ragazzo? Era cosi ragazzaccio?' a me non dispiace, non é un dramma. Nella vita le persone cambiano e tutti questi cambiamenti aiutano a migliorarci. Non dovrebbe dimenticare, era sempre lui, magari peggio di ora, ma é sempre una parte di se.
«Si Jared...vado un attimo su, doveva già essere qui...» 'Oh merda' sento i passi di Shan, mi alzo e scappo in bagno e chiudendo la porta.
«Kate?» Bussa ed io apro la porta reggendo l'eye liner. «Oh scusa...»
«Finito!» Sorrido, poso l'eye liner nel beauty case e lo bacio intrecciando le mani dietro al suo collo. «Scusa se ci ho messo tanto ma sai...l'eye liner» gli faccio l'occhiolino. 'Si l'eye liner come no'
«Cose da donne, capisco...» Sorride alzando solo l'angolo sinistro delle labbra. 'Dannato sorrisetto sexy'
«Già...» Allunga le mani e mi sposta i capelli in avanti dividendoli in due grandi ciocche: mi arrivano all'altezza dell'ombelico.
«Non mi abituerò mai...sono troppo lunghi e belli...mi ricordi una principessa delle fiabe...anzi no Lady Godiva» 'esagerato' arrossisco violentemente e abbasso il viso.
«Capelliaco!» Scoppio a ridere e lo guardo.
«Che?» Mi guarda interrogativo ed io continuo a ridere.
«Colui che é fissato con i capelli» abbassa le sopracciglia e fa una faccia dubbiosa.
«Kate credo che non esiste questa parola, sai?» 'Genio'
«Si che esiste...come maniaco cioé colui che é fissato con le mani» le sto sparando grosse, tanto grosse. Sarà l'aria di Los Angeles, conoscere i fratelli Leto e cambiare vita che mi fa essere felice. Si, felice ed euforica. Prendiamoci in giro, credo che sia per le cose che ho sentito, anzi, ne sono sicura.
«Cosa?» Scoppia a ridere. «Dai andiamo Jared é impaziente di conoscerti!» 'O uccidermi, Shan'
Scendiamo le scale e svoltiamo per entrare in salone dove Jared é seduto al divano, difronte alla tv, con il BlackBerry in mano. Shan tossisce e Jared si alza.
«Piacere sono Jared...Jared Leto» 'James...James Bond!' Sorride mostrandomi i denti bianchissimi. Mi fa strano vederlo li e i suoi occhi mi mettono i soggezione. Sono celesti, più del cielo, e profondi come pozzi. Porta un malione blu, un jeans e delle...pantofole?!
«La troia che si scopa Shan, piacere...scherzo sono Kate Strange» gli stringo la mano e accenna un sorriso. 'Dio mio, quello che ride sempre fra i due é solo shan? Dai! Scherzavo'
«Emh si mi dispiace per la chiamata e per quello che hai sentito...» Si gratta la nuca imbarazzato.
«Figurati...non é successo nulla, tranquillo»
 
Mi giro e rigiro nel letto. Questa seta é cosi fredda e questo letto é cosi grande. Dove Shan? Allungo la mano e sento vuoto. 'Sarà giù a fare colazione e non mi ha svegliata' penso. Mi rigiro a pancia in su e lentamente mi alzo con il busto mettendomi a sedere. Apro gli occhi e noto che alla mia sinistra c'é una stellina che si illumina al buio. 'Cos'é?' Mi alzo e la ceramica ghiacciata mi pizzica sotto la pianta del piede. Continuo a camminare e mi avvicino alla stellina. Sono completamente al buio. Allungo la mano e la tocco ma sento come se é attaccata su qualcosa. La stacco lentamente e tocco una scatoletta rettangolare. Sento che c'é un pulsante cosi decido di premerlo. Subito la camera si illumina. Mi ha messo una stellina per trovare la luce e non farmi rimanere al buio. 'Quanto é bello' appiccico la stellina accanto all'interruttore e mi volto per sistemare il letto. Noto che sul suo cuscino c'é un bigliettino piegato, lo afferro e leggo.
"Buongiorno, mia Lady Godiva..." 'Ma chi é questa lady godiva? Bah' continuo a leggere. "Non sono in casa. Sono uscito per sistemare quel problema. Te l'avevo promesso. Non sono riuscito a chiudere occhio e prima chiudiamo questo capitolo e prima sarò e saremo tranquilli. Sono andato alla centrale di polizia in centro per parlare con qualcuno. Poi passerò al negozio, stai tranquilla" 'certo! Stai tranquilla, come no' "Non appena so qualcosa ti scrivo o quando torno ti racconto. Se hai bisogno di qualcosa Jared é in casa, lo trovi in giro ma aveva detto che lavorava, quindi lo trovi in studio (lato destro ultima porta sulla sinistra) mi dispiace che tu ti sia svegliata sola, rimedierò. Spero avrai visto la stellina, bhe se stai leggendo...vuol dire che hai acceso la luce! Che scemo! Ti do un grosso bacio, ci vediamo presto, mi manchi...-'cause u make me feel locked out of heaven- Ti amo" 'il mio Shan! Quanto é bello!' Infilo la vestaglietta e le pantofole e, tenendo la lettera in mano, vado nello studio per salutare Jared. Busso e sento un bisgiglio cosi decido di aprire.
«Buongiorno». Entro nella stanza e richiudo la porta alle mie spalle «Disturbo?». Jared é seduto alla scrivania, dietro il pc, che si trova sulla destra non appena si entra. La camera ha tutti i muri neri a rilievo come delle scatole di uova: é isonorizzata. Al centro c'é una batteria e, a destra di essa, una grande libreria piena di oggettini, libri e foto appiccicate su. Sulla testa di Jared, appeso al muro, c'é una grande lavagna bianca con disegnato un pentagnamma e delle note. Ci sono cavi e microfoni ovunque.
«Buongiorno a te, Kate! Come hai dormito?» Mi siedo accando alla scrivania su un divanetto rosso di pelle a forma di S.
«Bene...ma Shan non c'é. Mi ha lasciato questa lettera...tu, hai dormito o insonnia?» abbozzo un sorriso e gli mostro la lettera. Lui mi guarda e sgrana gli occhi mentre si alza dalla scrivania per sedersi accanto a me. Accavalla le gambe e prende la lettera dalle mie mani.
«Insonnia...come sempre, come lo sai?» Toglie gli occhiali, che aveva sulla testa, e gli inforca sul viso per poi leggere la lettera.
«Si sa...cosa facevi?» Faccio spallucce e lui sgrana gli occhi. Richiude la lettera e me la passa.
«Wow é proprio cotto! 'Cause u make me feel locked out of heaven...bella frase! Posso metterla in una canzone!» Posso quasi sentire la felicità nella sua voce e l'eccitazione per quella frase. Sembra quasi che abbia letto la notizia del secolo.
«Emh é una canzone già...» Gli ho rovinato il momento, che stronza che sono, ma é cosi.
«Chi è la stronza che l'ha scritta?» Scoppio a ridere e lo guardo.
«Stronzo Jared, é uomo...bruno mars e la canzone é locked out of heaven...non capisco però come faccia a sapere che mi piace tanto ultimamente» me lo stavo già chiedendo da quando l'ho letta.
«Hai un mp3?» Cosa c'entra ora?
«No...sento la musica dal BB» 'aaah! Dio che genio!'
«Se hai una playlist...bhe genio il bro...comunque dicevo, non facevo niente...controllavo twitter» Shan controlla il mio telefono? Sembra un fidanzato geloso ma non mi da fastidio.
«E cosa hai letto?» Lo guardo mentre passo la lettera fra le dita 'mi manca'
«Vogliono sposarmi tutte» ridacchia. «Hai twitter o facebook?»
«Si, ma non gli uso mai, solo per vedere delle notizie su di voi...e per comprare delle cose» sorrido e lo guardo. Anche Jared non é quello che sembra, ho questa impressione.
«Cosa compri? Ebay?» Non proprio. Uso internet solo per loro ma mi vergogno a dirglielo.
«No...acquisto i biglietti per i vyrt o gli oggetti dal mars store» porto la mano al collo e gli mostro la triad.
«Ooh mi fa piacere...quali vyrt hai visto?» Mi chiede curioso come un bimbo.
«Tutti...dal mars 300 a l'ultimo di agosto ed ho acquistato anche quello del primo dicembre» mi ero quasi dimenticata che avevo un'appuntamento il primo dicembre. Sono successe talmente tante cose.
«Ricordami che chiederò di rimborsartelo...grazie che ci sostieni...se vuoi vieni allo studio per il mars lab due...se vuoi...» 'C-cosa?!' Vuole che assista al VyRT, ed io che pensavo che mi odiasse.
«Oh grazie mille Jay» lo tiro a me e lo stringo fra le mie braccia. Sento i suoi muscoli e tutto il suo corpo irrigidirsi. Non ama gli abbracci e il contatto, lo so, ma é il mio modo di ringraziarlo. «Però, come ho detto a Shan, non voglio essere di peso...io neanche volevo venirci qui» abbasso la testa e fisso le mie mani sulle cosce.
«Io non ero d'accordo...non per te, ma per la band...so che ci sono tante persone in giro che sono pronte a distruggere quello che costruiscono gli altri...non é il tuo caso, Shan si fida e...ti ama» 'mi ama' ripeto mentalmente. Non ho avuto l'occasione ancora di rispondergli e di dirgli quello che provo.
«Lo so e mi fa strano» lo guardo e sorrido timidamente. «Jay io non farei mai una cosa del genere, non sono quel tipo di persona e siete troppo importanti per me. Sai, la prima volta che vidi Shan...portava il cappello, gli occhiali...era tutto coperto...non volevo disturbarlo anche se morivo dalla voglia di dirgli almeno un "Ciao, mi avete cambiato la vita. Ciao" però ho pensato che non volesse essere disturbato». Quel giorno, non appena si alzò, già mi ero pentita perché era la mia unica possibilità. Poi é successo tutt'altro.
«Sei venuta a qualche concerto?» Mi guarda e alza il labbro sinistro in un sorriso. 'Aah! questi sorrisini sexy! Sono tipici dei Leto?' Non mi sono ancora abituata alla loro presenza, o meglio, a Jared. Gli sto parlando, lo sto guardando, fuori sono serena ma dentro ho il carnevale di Rio de Janeiro.
«Emh lavoro e i miei non hanno una macchina...quando ero più piccola dovevo decidere se comprare i libri o venire ad un vostro concerto. Se riesco ad avere qualche soldo, non ho il tempo» lo guardo mortificata. Avrei tanto voluto andare ad un loro concerto. Non averli visti mi fa sentire una Echelon incompleta.
«Non ti preoccupare...verrai al prossimo...faremo tappe un po' ovunque e quando verremo qui potrai vederci» 'che cosa? Un tour?' Non avevo pensato a questa cosa ancora. Io qui e Shan in giro per il mondo per mesi o anni. Non sopporterei una cosa simile e solo ora capisco perché il mio buon senso mi diceva di non investire in questa storia. Lui deve andare in tour e starà lontano da me: non riuscire a vivere cosi. Doveva capitare prima o poi. Sono stata un stupida a pensare che potesse funzionare quando é impossibile. Era ed é impossibile.
«Un tour» abbozzo un sorrido ed annuisco. Vorrei piangere. Vorrei rinchiudermi nella mia camera e piangere. Il solo pensiero di lui lontano da me per anni, mi fa stare male. Io non riuscirei ad aspettarlo. Devo trovare la forza per chiudere questo breve ma meraviglioso capitolo prima che le cose peggiorino. Avevo paura di affezionarmi e dentro di me sapevo che non potevo permetterlo. L'essere umano sbaglia ed io ho dato retta al mio stupido cuore. «Jared...nella lettera Shan nomina una certa Lady Godiva, sai chi è?» Cerco di distrarmi da quel pensiero. Voglio rimanere in standbay per un po' fin quando non trovo il momento e le parole giuste per dirlo a Shan. Non posso permettermi di continuare a vederlo perché so che il mio destino sarà quello: rimanere sola fra un paio di mesi. Non voglio soffrire ancora e questa mi sembra l'unica soluzione. Jared mi guarda e ride scuotendo la testa.
«Bhe in effetti la ricordi molto...Lady Godiva era una signora sposata con un conte...cosi narra la leggenda...il quale un giorno aumentò le tasse. La moglie, Lady Godiva appunto, stanca che il popolo soffrisse la povertà decise di ribellarsi e di protestare in un modo un po' strano...andava a cavallo completamente nuda e solo i lunghi capelli le coprivano il seno e il corpo» 'Shan mi vede come una specie di eroina nuda a cavallo?' Io non mi sento ne bella, ne attraente e ne eroina ma il fatto che lui mi immagini cosi mi fa sorridere. Penso di nuovo a cosa sarà di me quando lui andrà in giro. Chi mi proteggerà, chi mi amerà, chi mi farà sorridere? Dura ammetterlo ma é cosi: sono dipendente da lui insieme alla mia vita. So che soffrirò se io sono qui e lui è dall'altra parte del mondo, e so che soffrirò anche se decidessi di non vederlo più. In un modo o nell'altra sono costretta a soffrire.
«Sono a casa!» Sentiamo Shan urlare dal piano di sotto.

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Capitolo 13
*** it's a lie if I say that I don't need you! ***


Ore 5:30 pm 
Shan è tornato ormai da sette ore a casa ma non ha voluto dirmi niente. Mi ha solo detto che ha parlato con il detective, che nel pomeriggio sarebbe venuto qui e che non ha saputo niente su Sam. Sentiamo bussare alla porta ma io rimango seduta al divano mentre Shan si alza per andare ad aprire. «Detective Malone prego si accomodi, da questa parte» chiude la porta ed io mi alzo.
«Buonasera signor Leto» entra nel salone e si avvicina a me. «Signorina Strange, buonasera...sono il detective Nick Malone della west bureau divisione hollywood» allungo la mano e lui me la stringe. La polizia qui a Los Angeles é molto efficente anche se hanno dei problemi di finanziamenti. La Los Angeles Police Department comprende 21 stazioni di polizia, dette anche divisioni, che sono raggruppate in quattro aree di comando dette Bureau. Ogni area di los angeles o vicino ad essa ha la sua centrale.
«Piacere detective Malone sono 
Katherine Elisabeth Jennifer Strange...prego si accomodi» gli indico il divano mentre mi siedo sul tavolino, difronte a quest'ultimo, accanto a Shan.
«Se non le dispiace signorina Strange vorrei farle un paio di domande» mi irrigidisco un po' e guardo Shan preoccupata.
«Va bene...» Sussurro e guardo il detective. 'Da quando i detective fanno le domande a domicilio?' è un bell'uomo e distinto. È castano, con i capelli un po' più corti di Shan, divisi da una riga al centro e scalati che vanno verso dietro. Ha il tipico viso da uomo americano: linee dure, sopratutto sulla mascella e viso spigoloso. Porta una leggera barba castano chiaro di quelle di almeno 3/4 giorni. I suoi occhi sono di ghiaccio, più celesti di quelli di Jared. Indossa un completo nero con una camicia bianca aperta un po' sul collo.
«So che può essere doloroso per lei...» Accavalla le gambe e si sistema sul divano. «Ma vorrei che mi raccontasse tutto signorina Strange...tutti i dettagli» 'posso farcela, non é difficile' Più che il ricordo a farmi male, come dice il detective, é il dolore fisico: il sopracciglio brucia e i lividi del seno sono diventati più scuri.
«Emh va bene» mi vergogno un po' ma é una cosa che va fatta. Devo raccontare e ricordare tutte le azioni e le cose che mi ha detto quel verme. Faccio un bel respiro, guardo Shan e inizio il mio racconto.
«Capisco che per lei é stato un trauma...mi dispiace averle fatto ricordare quella giornata» sembra dispiaciuto, io mi sento in imbarazzo, mentre mi guarda dopo aver terminato il racconto di quell giornata. Sono cosi penetranti i suoi occhi. A guardarlo direi che avrà 37 anni piu o meno. Va bene, ho un debole per gli occhi celesti, lo ammetto.
«Signor Leto...mi racconti lei» Shannon si addrizza con la schiena e irrigidisce la mascella. «Come le ho detto in centrale detective ero andato li per vederla» precisa Shan rilassandosi un po'.
«Va spesso a trovare la sua ragazza al lavoro?»
«No...ci conosciamo da poco...da venerdì...ero andato da lei perché aveva dimenticato il cellulare a casa mia domenica mattina. Quando la riaccompagnai verso le 11 di domenica, si accorse che non aveva il suo telefono con se. Le dissi che il lunedì mattina sarei passato in negozio per ridarglielo dato che poteva essere solo a casa mia perché é stata qui da sabato sera. Quando lunedì mattina sono andato al negozio stranamente non era dietro al bancone o fra gli scaffali...sentivo rumori strani provenire dalla zona adulti, come la chiamiamo noi, sarebbe una piccola stanza chiusa da una tenda nera dove ci sono film per adulti. Quando sono entrato ho cercato di staccarlo da lei e da li abbiamo iniziato a prenderci a botte finendo in bagno» 'oh shan' ha pensato a tutto. Io so che quello che ha fatto é stata una reazione a quello che prova per me e non merita ne galera ne niente.
«Dov'era la signorina Kate nel frattempo?» Chiede il detective chiudendo gli occhi in due fessure. «Dietro il bancone per medicarsi...perdeva tanto sangue e le ho detto io di stare li perché non volevo che le mettesse le mani a dosso un'altra volta»
«Lei non si è fatto niente rispetto al signor Mcgrow...da quello che mi é stato riferito ha riportato un leggero trauma cranico e testicolare...e il setto nasale rotto» 'porco cazzo, shan!' Si irrigidisce un po' e guarda il detective negli occhi, quasi per sfidarlo.
«Faccio difesa personale da anni per il mio lavoro...mi alleno tutte le mattine e faccio palestra da anni. Per un ragazzo nato a Bossier City e vissuto ovunque, compreso Haiti, la difesa é la prima cosa da imparare. Con questo non voglio giustificare il fatto che ci sono andato pesante...ma puzzava di alcol e continuava a darmi pugni al petto e calci alle gambe. Non erano forti perché era in quello stato...le ripeto, faccio palestra e lavoro con le braccia...non posso controllare un pugno sopratutto se una persona mi attacca. Non appena sono riuscito a staccarlo da me, perché era arrabbiato per i piani che fortunatamente gli ho rovinato, siamo andati via» non sapevo che Shan facesse tutte queste cose e che Sam avesse bevuto, non me ne sono accorta. «Capisco Signor Leto...chiedevo per fare rapporto e chiudere quel verme il più presto possibile. Ha fatto bene Signor Leto...Signorina Strange con lei com'era il Signor Mcgrow?» La voce del detective che mi chiama mi riporta alla realtà e mi giro di scatto, distogliendo lo sguardo da Shan, per guardarlo.
«Sinceramente io non pensavo potesse fare una cosa cosi. Con me si é sempre comportato bene, un normale rapporto di lavoro...eccetto per il "piccola" o "dolcezza" ma non ci ho mai dato peso, Signor Malone...pensavo fossero dei nomignoli perché lavoro li da 2 anni» che era una persona viscida lo sapevo, ma viscida e bastarda no.
«2 anni...non voglio tenervi le cose nascoste perché é giusto che sappiate anche voi...la Signorina Strange é stata fortunata perché il Signor Mcgrow é noto a noi della polizia...ha dei precedenti per stupro, spaccio di droga e violenza» grano gli occhi mentre Shan si irrigidisce e serra la mascella al mio fianco. «Era sposato, la moglie lo lasciò e chiese il divorzio, da allora ha stuprato 4 ragazze...da quello che sappiamo le drogava in discoteca, le stuprava, le picchiava e le lasciava per strada» Shan scavalla la gamba e batte il piede a terra diventando viola in viso. «E per quale cazzo di motivo quel bastardo non é dentro!? 4 ragazze!» é talmente teso che gli si gonfiano le vene del braccio. Allungo la mano e prendo la sua mano fra le mie.
«Mi creda Signor Leto gli sto dietro da anni...e sono arrabbiato tanto quanto lei quando tutte le prove, tutte le testimonianze e i fascicoli sono stati buttati in un archivio polveroso. Se la cava sempre con una cauzione e l'avrei picchiato io stesso vedendolo uscire sorridende dalla centrale. Mi creda, ho visto quelle donne, Signor Leto e lei sa...ci conosciamo da anni...ed é stata fortunata la Signorina che lei fosse li in quel momento. E non le do colpe se si é lasciato andare quando l'aveva davanti...ci sono passato io stesso. Questa volta é diverso. È già fermo in centrale e una pena di 15/16 anni non gliela toglie nessuno...come minimo» 'lei sa? Cosa sa shan?' Non riesco a capire cosa sta dicendo il dective e mi perdo un po'.
«Comprendo...mi scusi per la reazione» Shannon si calma e torna ad accavallare le gambe arricciando la fronte. 'Che succede?!'
«Si figuri. Procedo con la documentazione...e non si preoccupi per quella cosa che mi ha chiesto» si alza e noi lo imitiamo. «Grazie per il vostro tempo e scusatemi per le domande» ci stringe la mano e si avvia verso la porta. «Spero guarisca presto signorina Kate...almeno fuori, per i ricordi basta solo che passi del tempo» credo che a me serva solo Shan e non del tempo. «Grazie mille Detective Malone!» Apro la porta ed esce rimanendo sulla soglia.
«Grazie a voi...» Ci sorride e allaccia il suo trench nero che indossava da sopra al completo. «Arrivederci e grazie ancora...» Shannon chiude la porta e respira profondamente.
«Cosa sai Shan? Non ho capito le ultime cose che ha detto» prende il viso fra le mie mani e mi bacia mentre io mi irrigidisco un po'.
«Il detective é un amico di papà...anni fa fece quasi scandalo perché si sposò con una ragazza con la quale aveva una causa ed era una testimone. Presumo sia una di quelle 4 ragazze...e anche lui avrà pensato di uccidere quel verme ma per il suo lavoro non ha potuto neanche dargli uno schiaffo. Non pensavo che fosse quel Sam il bastardo!» mi vengono gli occhi lucidi mentre immagino quella storia. Lei spaventata mentre il detective le rivolge le domande, l'aiuta e si innamora di lei. Una storia da libro.
«Almeno ha trovato un marito che la ama e protegge...» Abbasso la testa e mi asciugo gli occhi. Per tutto il tempo che il detective é stato qui io pensavo a Shan. Ho solo bisogno di tempo sola con me stessa. «ora puoi riportarmi a casa...non può farmi male» sgrana gli occhi brillanti e preziosi come smeraldi e mi guarda.
«Vuoi tornare a casa? Perché!? Pensavo stessi bene qui!» 'TOUR, lui lontano da me' Allungo la mano ma lui si sposta.
«Shan ho bisogno di riflettere! Ho bisogno di un po' di tempo...lontano da te» la voce mi si strozza in gola perché vorrei tutto il contrario. Voglio sparire e lasciare di me solo un ricordo. «Del tempo? Perché? Quanto tempo?» Nel suo sguardo leggo dolore, solo dolore, e sono io a causarglielo.
«Non so quanto tempo...ho bisogno di stare lontana da te...» Odio mentire ma sto cercando di anestetizzare il tutto.
«Questo é il tuo grazie per averti aiutata e salvata» fa avanti e dietro davanti a me.
«No...per favore...ne ho bisogno! Non smetterò mai di ringraziarti per quello che hai fatto e lo sai...ti chiedo solo questo ora»
«Va bene...se è quello che vuoi...ci sono rimasto di merda se vuoi saperlo, ma facciamo come hai detto tu...solo, per favore, fatti sentire...non sparire...lo sai che io...» Sospira e si passa una mano fra i capelli. «Ho bisogno di te...sempre» cosi le cose si fanno più complicate, ma lo faccio per lui, per me e per noi. È giusto che continui la sua vita e che la riprenda da dove l'ha interrotta prima di me. Non poteva esserci futuro per una coppia cosi diversa ma unita più di un puzzle. Sono stata una piccola parentesi della sua vita, sapere che l'ho aiutato a ritrovare se stesso e a fargli capire che é speciale per quello che é mi ripaga e allevia il dolore.
Non voglio essere un peso per nessuno e prima ancora che tutto inizi a farsi più profondo, dobbiamo tagliare. Ora. Ma...io lo amo.

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Capitolo 14
*** My secret is now also your ***


Sono passati 4 giorni. Il mio BlackBerry squilla ma io rimango a letto. Sono 4 giorni che sono rifugiata sotto le coperte del mio letto. Sono 4 giorni che non lo vedo e non lo sento. Sono 4 giorni che non mangio. Mi sento sempre stanca. Sembra che l'anestetico più che al cuore e alla mente sia finito allo stomaco. Non ho voglia di mangiare e non ne sento la voglia. Non voglio fare niente, pensare, pensarlo, sentirlo, riprendermi...no. Sono un vegetale, o sono in standby, aspetto qualcosa che neanche io so cos'é. So che passerà, tutto passa no?
Da: Shannon Data: 8 novembre 21:32
"Ti ho assecondata. Ma mi sento in colpa, ho fatto qualcosa? Ti prego rispondimi. C'entra il detective di oggi pomeriggio? Ti amo."
Da: Shannon Data: 8 novembre 22:15
"Kate, per favore. Parlami."
Da: Shannon Data: 8 novembre 23:56
"Capisco che vuoi stare sola e pensare, ancora non so a cosa però, ma io non riesco a stare lontano da te. Mi capisci?"
Da: Shannon Data: 8 novembre 00:42
"Ti penso e mi viene da piangere. Buonanotte mia Lady Godiva. Vorrei fosse solo un incubo. Ti amo"
Da: Shannon Data: 9 novembre 10:09
"Buongiorno. Come va? Ti penso. Cause u make me feel locked out of haven...ti amo"
Da: Shannon Data: 9 novembre 18:22
"Sto uscendo pazzo. Rispondimi per favore. Ti amo."
Da: Shannon Data: 9 novembre 00:02
"Buonanotte. Ti amo...tu?"
 
Ho il cellulare pieno di messaggi di Shan: più di 50 in 4 giorno. Non gli ho risposto. Provava a chimarmi ma mettevo il silenzioso per poi rimettere la suoneria. Ogni messaggio, ogni bip, era come un coltello nel cuore. Mi chiedeva sempre cosa avesse fatto. Non c'é un colpevole qui, é la vita. Le persone si lasciano e basta. Ma perché é cosi difficile? Più che stare male per mancanza, sto più male perché so che soffre...si sente e lo leggo.
Sento bussare alla porta.
«Mamma non ho fame ho detto!» Urlo per farmi sentire e mi scopro la testa dalla coperta. Vedo la maniglia abbassarsi e la porta aprirsi
«Kate...» Shan entra lentamente in camera e aspetta sulla porta. Scoppio a piangere e mi copro la testa. «Kate, che succede? Sono 4 giorni che mi eviti. Se é successo qualcosa, dimmelo» si avvicina e sento il letto infossarsi un po': si é seduto. «Mi ha fatto entrare tuo padre che é preoccupato per te...ci hanno lasciati soli» sussurra e sento la sua mano che accarezza la coperta.
«Perché sei venuto? Perché?!» Abbasso la coperta e lo guardo con gli occhi gonfi e rossi.
«Perché ti amo, dannazione! E non mi darò pace finché non so che cazzo ho fatto!» Porto le ginocchia al petto e mi siedo.
«Shan ti avevo detto che era impossibile!»
«Nulla é impossibile! E poi perché?»
«Jared mi ha detto del tour! Cazzo, Shan tu ci hai pensato? No! Starai via per mesi o anni ed io?! No! Mi sono rotta le palle di stare sola. Quindi preferisco cosi...non sopporto l'idea che tu stai in giro, che non ti vedo e che io rimango qui come una cogliona ad aspettarti. Shan no! Non ce la faccio! Non posso!»
«Sono un musicista! Devo fare il tour! Non decido io»
«Appunto! Non sto dicendo niente! é giusto che tu vada in tour!»
«Perché se vado in tour devo perderti? Perché non posso essere un batterista ma allo stesso tempo averti?»
«Perché la vita é cosi, Shan! Te lo sto chiedendo come favore...lasciami in pace! Anzi, aiutami cacciandomi tu cosi mi metto l'anima in pace!»
«Non sentirai mai dire da me "esci dalla mia vita" "ti odio" "mi fai schifo" solo perché lo vuoi tu...non posso perché non é cosi. Mi stai chiedendo di scegliere»
«No! Ti sto dicendo di farlo e basta! Di chiudere!»
«Non posso scegliere fra te e la musica...se scelgo te perdo il mio sogno, se scelgo la musica perdo te...ed io non voglio...ho bisogno sia di te che della musica»
«Io non ti sto chiedendo nulla. Ti sto dicendo che non voglio tapparti le ali e che é giusto che tu faccia quello che ti piace...solo, aiutami a dimenticarti»
«Non posso...perché io non voglio!» Abbassa la testa quasi sconfitto o per nascondere i suoi occhi bagnati. Mi sistemo meglio sul letto e il collo della maglia scende sulla spalla. Si gira e mi guarda sgranando gli occhi. «Da quanto non mangi?» Dice a denti stretti fissandomi la clavicola.
«Non sono affari tuoi! Sto bene» afferra il collo della maglia e lo apre stracciandolo un po'.
«Sono affari miei! Tu...il giramento di testa...la colazione...le ossa» tiro il piumone a me e mi copro abbassando la testa mentre lui si infila le mani fra i capelli, abbassa la testa e se la regge. «Sei...anoressica»
«No! Non lo sono!» Urlo per rafforzare quella frase e per convincere me stessa.
«Si, Kate...ed io non l'ho capito...avevo qualche sospetto ma...quando sei con me mangi...abbiamo pranzato normalmente e anche con schifezze...non capisco» rimane in quella posizione e la sua voce si riduce ad un sussurro.
«Con te...solo con te. Shan, non mi piaccio...non mi sono mai piaciuta...ma tu...tu mi fai sentire come una pietra preziosa. Sei gentile, premuroso e mi ami. Avevo dimenticato quella brutta cosa...non ci penso quando sono con te...mi fai stare bene, mi fai sentire bene...normale. Mi trovi bella e mi tratti come una principessa»
«Perché lo sei»
«No, Shan...»
«Si, sei bellissima e lo sai perché te l'ho detto...» Alza la testa e mi guarda «perché non mi hai mai risposto ai ti amo?»
«Non lo so Shan...cercavo di non illudermi...»
«Prima di amarmi, prima di dirmi ti amo...devi amare te stessa»
«Mi odio...non vedo come potrei»
«Puoi perché ti amo, puoi perché farei di tutto per te...puoi perché ti voglio con me sempre...puoi perché questo non mi spaventa neanche un po'...puoi perché ti vedo come prima, ti amo più di prima e non ho voglia di allontanarmi solo perché tu non ami te stessa. Ti insegnerò a farlo...ti amerò ancora di più in modo che il mio amore ricompesi quello che tu non provi per te stessa» scoppio a piangere e mi copro la testa con il piumone: a volte ho proprio dei comportamenti da bambina. «Ehi...» Alza la coperta togliendomela dal viso e mi sorride con gli occhi pieni di lacrime.
«Si?»
«Ti amo...» Si avvicina stendendosi su di me e mi bacia accarezzandomi il viso. «Io non voglio scegliere...non ho dubbi sul fatto che ti voglio con me...ovunque, Kate...ovunque...e non ti lascerei mai qui...vieni con me in tour?» Infilo le mani fra i suoi capelli e gli prendo la testa guardandolo negli occhi. Mi piace questo suo nuovo taglio di capelli. Sono lunghi e un po' mossi ma sempre in perfetto ordine.
«Mancano mesi...tutto può cambiare...comunque ti dico si...a patto che ti togli le scarpe e ti infili sotto la coperta con me» mi sorride alzando un lato delle labbra e fa sue e giù con le sopracciglia: uno sguardo malizioso. «Shan!» Gli do un piccolo schiaffetto sul braccio e lui scoppia a ridere. Si sfila i giubbottino e le scarpe e gli posa a terra. Alza la coperta e si sdraia stringendomi a se. Il letto é piccolino e sono con il fianco sulla punta. Mi tiene stretta e non mi lascia modo di muovermi.
«Non scappare più da me...ok? Se hai qualche problema io sono qui...ti ascolto e ti aiuto sempre, lo sai...puoi dirmi tutto, e voglio che mi dici tutto» poso la testa sul suo petto mentre mi accarezza la testa. Non capisco perché é sempre cosi caldo. Il suo corpo é caldo e profumato come una casa. Stare fra le sue braccia dopo 4 giorni mi sembra come ritornare a casa dopo un lunghissimo viaggio.
«Prometto...» Sospira fra i miei capelli e mi bacia la testa.

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Capitolo 15
*** Smoke after sex ***


«Claire non lo so, dovrei entrare?» Sento la voce di papà. Ho caldo e non vedo nulla, solo buio. «Certo caro! Non avere paura su...non stanno facendo niente» mamma ridacchia e incoraggia papà. 'Ma che succede?' Poco dopo sento il rumore della porta aprirsi e una forte luce mi colpisce gli occhi facendomeli bruciare.
«Kate...tesoro...» Apro lentamente gli occhi e guardo papà davanti al letto.
«Papà...che succede?» Sono confusa. Non capisco cosa ci faccio nel mio letto e che ore sono. «Kate vi siete addormentati mentre eravamo fuori a fare la spesa. Non vi abbiamo sentiti ed é quasi ora di cena...sono le 8» 'addormentati' volto la testa e l'abbasso notando accanto a me Shan che dorme come un bimbo. Il suo viso è rilassato e il suo petto fa su e giù lentamente. «Emh grazie papà...si é addormentato» continuo a fissare Shan e gli accarezzo il viso. Con un gesto veloce del braccio mi blocca la mano e apre gli occhi di scatto facendomi spaventare. «Shan, sono io!» Il mio respiro accellera per lo spavento mentre continua a tenere il mio braccio bloccato per il polso.
«Dove sono?» Mi chiede confuso mentre si gratta la testa.
«A casa nostra, Shannon...sono il signor Strange...Ed» lo informa papà avvicinandosi di più al letto.
«Signor Strange? Oh cazzo!» Shannon guarda papà e sgrana gli occhi. Cerca di alzarsi ma finisce per cadere di sedere sul pavimento.
«Tutto ok, Shannon?» Papà gli allunga la mano e Shan l'afferra per potersi alzare. Mi ranicchio nel letto e mi copro la bocca per non ridere mentre Shan diventa rosso in viso.
«Si signore...sono mortificato...mi sono addormentato mentre parlavamo» si passa una mano fra i capelli e si aggiusta il jeans che é sceso un po' sui fianchi.
«Tranquillo ragazzo!» Gli da una pacca sulla schiena. «Ti fermi per cena?» Shan si gira a guardarmi come per chiedermi il permesso. Non so se sia una buona idea dato l'interrogatorio di mamma.
«Veramente io...» Shan fa spallucce e guarda papà.
«Si...papà avvisa mamma però cosi cuoce più pasta» mi alzo dal letto e infilo le pantofole. «Certo cara! Oggi mangiamo linguine in salsa rosa con funghi e salsiccia!» 'Roba leggera!' sorrido e guardo Shan che non capisce di cosa parliamo.
«Kate ma tu...» Interrompo Shan prendendogli la mano.
«Io voglio che ceni con noi...ma loro non sanno che Lady Godiva ha quel problema» lo guardo negli occhi e lui mi stringe a se mentre papà scuote la testa.
«Va bene piccioncini vi lascio in pace. 10 minuti a tavola...ah, l'amour!» Sospira e se ne va lasciandoci soli.
«Non lo sanno?» Mi prende il viso fra le mani e mi guarda negli occhi.
«No, sono brava a nasconderlo» avvicino il viso al suo e sussurro sulle sue labbra. Non ho mai detto nulla a nessuno, lo negavo anche a me stessa. Shan é l'unico che sa tutto. Mi fido di lui. «Sarà il nostro piccolo segreto» posa le labbra sulle mie e mi lascia un piccolo bacio. Le sue labbra sono calde e morbide: amo baciarlo. «Kate emh...io non ho ancora capito cosa mangeremo» scoppio a ridere e gli stampo un bacio sulla guancia.
«Shan, mamma fa solo cucina italiana...e mangeremo della pasta. È un piatto pesante ma davvero buono...panna, salsa di pomodoro, funghi e salsiccia...la pasta é lunga...una specie di spaghetto largo» gesticolo con le dita e lui mi guarda affascinato mettendomi in soggezione. «Posso stabilirmi qui? Amo la cucina italiana...é cosi, cosi...mh non so...ricca e buona...e la preferisco al sushi» sorride e mi sistema una ciocca dietro l'orecchio.
«Diventerai ciccione se mangi sempre qui...e mi piaci anche ciccione» gli accarezzo la pancia e gioco con la molla dei boxer mentre gli mordo il labbro.
«Mh si! Diventiamo obesi e rimaniamo a letto tutto il giorno a sbaciucchiarci» rido e scuoto la testa.
«Ma dai! Sbaciucchiarci? Quello lo fanno i bimbi!» Incrocio le braccia al petto e alzo il sopracciglio.
«Giusto, e noi che facciamo?» Posa le sue mani sui miei fianchi e mi guarda. Lo tiro a me ed indietreggio verso il letto, mi giro e lo spingo su mettendomi a cavalcioni.
«Noi...» Sussurro e mi mordo il labbro mentre alzo la sua canotta. «Possiamo...» Piego la testa e inizio a baciarli il petto. Mi sposto sui capezzoli e glieli lecco mentre geme sospirando rumorosamente. «Fare...» Partendo dal centro del petto inizio a scendere lasciandoli una scia di baci fin sotto l'ombelico. «Possiamo fare...che andiamo a mangiare perché ho fame! Si si!» Ridacchio e mi alzo dal letto.
«Tu...tu sei cattiva! Se ti prendo...» Alza il busto e si siede al letto. Mi accarezzo le labbra e lo guardo.
«A tavola!» Urla papá dalla cucina e Shan si alza dirigendosi verso la porta.
«Aspetta!» Lo fermo afferrandolo per il braccio e lo tiro a me. «Se mi prendi cosa mi fai?»
«Non ti faccio uscire dalla camera da letto per giorni...» Sgrano gli occhi e lo guardo deglutendo rumorosamente. «Ehi...no tranquilla...scherzavo» mi accarezza il viso e apre la porta. «Menomale!» Porto la mano al petto e sospiro ridendo.
«Per mesi...altro giorni! Mh mh!» Esce nel corridoio e va in cucina sculettando. Scuoto la testa e lo seguo. Ho quasi scordato questi 4 giorni passati da vegetale. È bastato vederlo, sentire la sua voce, che già sto bene e mi sento in paradiso. Ci sediamo intorno al tavolo: io e shan da un lato e mamma e papà dall'altro. Abbiamo tutti davanti i piatti di pasta dai quali esce un po' di fumo. «Bhe buon appettito a tutti!» Esclama papà afferrando la forchetta.
«Buon appettito!» Sorride Shan e fissa il piatto. Se non fosse che ci sono io o i miei secondo me l'avrebbe già pulito quel piatto chiedendo il bis.
«Mamma mi passi il formaggio? Grazie» Shan mi guarda e arriccia la fronte.
«Tieni cara...» Prendo la ciotolina con il cucchiaino e verso un po' di formaggio sulla pasta mentre i miei iniziano a mangiare.
«Kate...lo devo mettere?» Sussurra Shan nel mio orecchio senza farsi sentire. Sembra un bimbo che non sa come deve comportarsi. Mi fa ridere.
«Se vuoi Shan...diventa ancora più saporita...» Annuisce e riempie il suo piatto di formaggio. Mamma lo guarda e sgrana gli occhi.
«Caro, sai cucinare?» Inizia l'interrogatorio di Claire Nicoletta Della Valle 'evvai!'
«Mi limito a riscaldare cose surgelate...e spesso mangio da mio fratello che é un ottimo cuoco» 'chi Jared? contaci!' inforchetta un pezzettino di salsiccia e lo mangia. Jared cucina e anche bene, non l'avrei mai detto.
«Quello con gli occhi celesti?» 'Dio mio! Ha un nome, mamma!'
«Si mamma e si chiama Jared...» Preciso e continuo a mangiare la pasta: sono quasi a metà piatto. Shan si gira per guardarmi e mi sorride orgoglioso.
«Vuoi del vino, Shannon?» Papà alza la brocca ma Shannon lo ferma. 'No beve?' Ho sempre pensato che Shannon bevesse alcolici, sopratutto il vino.
«No no signore, grazie...devo guidare ed é buio» non beve perché guida, che uomo. Rimango sempre stupida di come sia Shan veramente.
«Fumi, Shannon?» Chiede mamma sottraendo Shan dall'interrogatorio di papà.
«Fumavo...sto cercando di smettere. Fumo solo quando faccio sesso, cioé dopo» gira la forchetta nel piatto e raccoglie un paio di linguine per poi portarle alla bocca. Mamma lo fissa a bocca aperta e fa cadere la forchetta nel piatto. 'Cazzo!' Mi passo la mano sulla fronte e guardo papà che è impietrito. Shannon alza la testa e ci guarda. «Emh...che succede?» Diventa bordeaux e posa la forchetta nel piatto.
«Vabbé é un uomo! é la natura! Sesso!» Papà da un paio di pacche forti sulla spalla di Shan e ride.
Solo lui può gettare una frase cosi mentre si cena e si parla di altro.

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Capitolo 16
*** Hi, mom! Happy B-Day! ***


23 Dicembre 2012
Io e Shan stiamo insieme da più di un mese. Certo, non abbiamo mai affrontato l'argomento "coppia" ma più o meno lo siamo, penso. Dopo quella sera, che ha cenato a casa mia, sono tornata qui e viviamo insieme. In questo mese sono successe talmente tante cose che le montagne russe sono diventate un intero parco giochi. Ho conosciuto quasi tutti gli amici di Shan. Emma e Jamie sono gli unici che hanno quasi la mia età ma non ho legato tanto con loro. Tomo e Vicki sono straordinari e posso dire che la signora Milicevic é la mia migliore amica. Dalla prima volta che ci siamo viste abbiamo parlato praticamente di tutto, mi ascolta e mi consiglia sempre. Tomo é molto dolce e spesso cucina per noi sfigatoni, io e Shan, che viviamo di schifezze. Sono una coppia davvero eccezionale. Siamo usciti spesso insieme per andare al cinema, alla sala giochi o a cena fuori. Shannon adora Tomo e sono praticamente migliori amici ed io adoro Vicki. Con Jared la situazione é cambiata, siamo diventati ottimi amici. Dopo Shan direi che é l'unico uomo che mi capisce veramente. Mi tratta come una persona normale ma io cerco di contenere sempre la mia parte da fan quando mi rivela i nuovi progetti, non vorrei mai urlargli contro come una pazza. Abbiamo fatto tutto quello che Shan voleva dalla vita, tranne la grande cena. Non ho ancora incontrato Constance perché al momento vive in Francia ma tornerà per natale. Il padre adottivo dei Leto é un uomo meraviglioso e siamo andati più volte nel suo negozio per salutarlo. Ha una piccola ottica poco fuori Los Angeles da dove Shan si rifornisce di occhiali da sole e da vista. Ultimamente Carl gli ha detto di portare gli occhiali da vista perché erano aumentate un po' le gradazione. Mi diverto a prenderlo in giro facendogli notare che é un vecchietto sexy con gli occhiali. È stato un mese stupendo. Non ha mai smesso di prendersi cura di me, mi ha insegnato a mangiare, ad amarmi e ha risolvere i problemi insieme. Sono aumentata di 3kg da quando stiamo insieme e secondo il mio IMC sono in perfetta forma peso, non più sottopeso. Facciamo praticamente di tutto insieme. Mi sono iscritta con lui al corso di autodifesa: più che imparare ridiamo e basta tutto il tempo. Ho detto più volte a Shan che vorrei lavorare ma mi risponde sempre "Pensiamoci l'anno prossimo" e rimanda sempre. Passiamo tanto tempo nella stanza dei giochi e ci divertiamo come bambini. La stanza é davvero grande, forse una delle più grandi della casa. Non appena si entra sulla sinistra c'é un grande televisore, sotto di esso, c'é un piccolo mobile pieno di console. Difronte alla tv c'é un divano a tre posti di pelle bianco latte e dietro un'enorme finistra che illumina la stanza. In fondo alla camera c'é un tipico gioco da sala giochi che Shan adora e che io adoro perché scende di li tutto sudato. È una pedana con 4 frecce, in tutto 8 perché si può giocare in 2, e uno schermo. Bisogna solo muoversi seguendo le frecce sullo schermo. Shan mi confessò che passava ore ed ore li su. Mi piace vederlo ballare, sudare e dire "porca cazzola!" quando sbaglia. Accanto a questo gioco ha fatto mettere da poco una di quelle macchinette con il vetro e i pupazzi dentro. Sapeva che adoravo quel gioco cosi da un giorno all'altra l'ho trovata li. La riempiamo spesso di peluche piccoli, caramelle, e ovviamente non va a monetine. Ricordo che qualche settimana fa eravamo li dentro e Shan aveva fame. Stette più di mezzora per provare a prendere una cioccolata, alla fine prese la chiave e aprì il vetro. Ridiamo ancora perché la scena fu esilarante. Accanto al "pesca tutto" c'é un vecchio flipper dei Simpson a cui non ci giochiamo spesso. Quando si entra nella camera, sulla sinistra, c'é anche una scacchiera con due sedie intorno: uno di quei giochi particolari che servono da arredamento perché è fatta tutta di vetro. Abbiamo fatto praticamente tutto insieme ma non abbiamo ancora fatto la cosa più importante. Spesso decidiamo di stare nudi nel letto, baci, carezze, ma non siamo ancora andati oltre. Sono la sua ragazza, mi presenta a tutti cosi, ma il nostro rapporto é diverso da quello degli altri fidanzati. Siamo innamorati si, ma prima di tutto ci confidiamo, ridiamo e siamo dei grandi amici. Ci divertiamo 24h su 24, abbiamo i momenti romantici e quelli in cui parliamo di cose serie. Ma viene spontaneo, capiamo da soli quando fare una determinata cosa, nessuno dice niente. Spesso la notte non dorme con me, o meglio, mi fa addormentare e poi va a suonare la batteria. Non trova il tempo per fare pratica e si riduce a farlo di notte, come un vampiro. La mattina presto torna e si infila nel letto. È sempre sudato ma a me piace. Gli ho detto più volte che poteva suonare ed io facevo altro ma no "non voglio sottrarre del tempo a noi".
Allungo la mano e accarezzo il suo petto, salgo sulla gola e infine sulla mascella. Salgo ancora con la mano e gli accarezzo le labbra, lui le apre e prende il dito fra i denti. «Ahi!» Mi lascia il dito e sento che si gira per mettersi difronte a me. Siamo al buio, saranno le 8/9 del mattino. «Buongiorno» sento il suo fiato caldo sul collo accompagnato dalla voce roca e bassa tipica di Shan appena sveglio.
«Batterista...buongiorno a lei» gli accarezzo il braccio. Non riesco a vederlo ma so che è bello lo stesso.
«Batterista?» Mi tira a se e mi stringe fra le sue braccia. Io sorrido nel buio ma so che lui se ne accorge.
«Il mio batterista» sussurro e gli accarezzo il viso. Con le mani trovo le sue labbra per poi baciarlo.
«Tuo...mh va già meglio, mi piace!» Poso la mano sulla sua spalla e lo spingo sul letto, a pancia in su, per potermi sdraiare su di lui.
«Tutto mio...l'amore mio» allunga le mani e mi accarezza lentamente la schiena.
«Solo tuo...questo» cerca la mia mano e la posa sul lato sinistro del suo petto. «é solo tuo...e sarà sempre tuo» sussurra e accarezza la mia mano.
«Spero di essere in grado di prendermene cura...ci provo» è una responsabilità. Ho il suo cuore e devo fare di tutto per farlo battere a lungo, per non ferirlo o distruggerlo. Non sono brava a far soffrire le persone se la prima che ci sta male sono io.
«Lo stai già facendo...da più di un mese...ed é stato bellissimo. Ogni singolo giorno, ogni ora, ogni minuto abbiamo fatto qualcosa...a volte facevo cose per la prima volta...giorni unici e indimenticabili» non é sempre cosi. La maggior parte delle volte ridiamo e scherziamo, ma quando é serio e deve dirmi veramente quello che sente, si spoglia di tutto ed é cosi dolce e romantico che penseresti che non sia lui a parlare.
«Lo stesso vale per me...hai fatto e stai facendo tanto per me» strofino la testa sulla sua canotta per asciugare le lacrime che come sempre si mostrano quando Shan mostra il suo lato romantico. «Hai chiamato tua mamma, Shan?» Cerco di cambiare discorso. Oggi é 23 dicembre, il compleanno di sua mamma, ma lei ha deciso di festeggiarlo domani, la vigilia, a casa sua con una grande cena. «La chiamiamo insieme...» Allunga la mano e prende l'iphone. Sblocca la tastiera e mi illumina il viso. «Buongiorno meraviglia» sorride e mi illumana il viso con l'iphone.
«Ciao amore...» Lo bacio dolcemente e rimango su di lui. Preme sullo schermo del telefono, compone il numero e mette il vivavoce. Non so perché ma mi sento in ansia. So che Shan ha parlato a Constance tante volte di me ma io non ho mai parlato con lei.
«Oui, bonjour qui est?» (buongiorno, chi è?) 'Non parla inglese? Che?' Sorrido a Shan mentre la voce dolce di sua madre invade la stanza.
«Je suis Shannon, maman! Joyeux anniversaire!» (sono io madre, il tuo figliUolo sexy! Buon Compleanno!) Guardo Shan alzando il sopracciglio. Non sapevo parlasse il francese.
«Oh grazie amore di mamma! Fra una mazz'oretta mi imbarcano e sarò li domani mattina presto, credo. Tranquillo viene tuo papà a prendermi...devo sistemare casa e vi aspetto domani sera alle 8...non fare tardi, testone!» Ridacchio e mi copro la bocca con la mano.
«Va bene mamma...Jared?»
«Quel piccolo bastardello mi ha chiamato circa due ore fa. Perchè non dorme? Sono preoccupata per lui» Shan piega il braccio e lo posiziona sotto la testa per reggersela.
«Lo sai com'è mamma...lavoro, lavoro e lavoro...non si ferma un attimo»
«Tu come stai, piccolo?» Scoppio a ridere.
«Mamma...dai! Mammina qui c'é una persona che vorrebbe parlarti» scuoto la testa e mimo "No" con le labbra.
«Uh chi è piccolo? Ho sentito una deliziosa risata» arrossisco e mi faccio coraggio.
«Signora? Sono Kate...buon compleanno!»
«Oh cara! Ciao! Grazie mille...non vedo l'ora di vederti! Come stai?»
«Bene grazie, lei?»
«Benissimo cara, un po' stanca...vi aspetto domani, invita anche i tuoi genitori come dissi a Shan»
«Si signora gli abbiamo già avvisati»
«Eri tu che ridevi?»
«Si...mi scusi» Shannon mi fa facce buffe e strane ed io trattengo la risata.
«Che risata deliziosa! Sai, per me possono anche avere 42 e 40 anni, quasi 41, ma sono sempre i miei bimbi...quelli a cui cambiavo il pannolino e puntualmente, quando erano liberi, mi facevano pipí addosso...sopratutto Shan...faceva sempre pipí e ha sempre avuto un ca...»
«Mamma! Mamma! Cara mamma! Abbiamo capito...» La interrompe Shan ed io scoppio a ridere.
«Lo so che ti imbarazzi, piccolo...ma é la verità...facevi pipí ovunque. Poi dopo il pannetto ricordo che odiavi il vasino e mi facevi pipi nelle piante di casa» divento viola e mi sdraio accanto a shan reggendomi la pancia per le risate.
«Va bene mamma...salvo la mia ragazza dall'agonia per le risate. Ci vediamo domani...ti voglio bene»
«Ciao orsacchiotto! Ciao Kate!»
«C-ciao Signora Costance!» Balbetto per le risate e Shan chiude la chiamata.
«Prospetto un natale pieno di figure di merda per i fratelli Leto!» Accendo la lampada sul comodino e guardo Shan che scuote la testa.
«Eri un piscione! E tua madre ha detto chiaramente che ce l'avevi grosso da piccolo» mi avvicino e gli lascio un bacio sulle labbra.
«Quando ero piccolo...figurati ora!» Ride e mi guarda maliziosamente.
«Sei un orsacchiotto porcelloso!» Gli scompiglio i capelli e lui si morde il labbro.
«Però ricordo che la facevo nelle piante, sai? Jared era quello perfetto...la faceva nel posto giusto e non gliela faceva addosso»
«Per me sei perfetto...guarda il lato positivo, ora sai dove si fa...certo, la fai anche se ti guardano però...ti ricordi?» Gli accarezzo il viso e lui sospira guardando il soffitto.
«Si, era il giorno stesso della metro...avevi dato un pugno al muro e ti stavo medicando...3 novembre...» Si ricorda tutto perfettamente, anche la data.
«Si. Però ho notato che non hai piante qui in casa» scoppia a ridere e si butta addosso sovrastandomi con il suo corpo palestrato.
«Ma dai! Non so curare una pianta!» Lo guardo ed alzo il sopracciglio.
«Non sai curare una pianta o non vuoi creare un terzo bagno, Leto?» Gli accarezzo la schiena e gli do uno schiaffetto sul sedere.
«Oh uh! Direi la seconda» si piega con il viso e mi bacia infilandomi la lingua in bocca.
«Parlando di cose serie...» Si alza e si mette su un fianco accanto a me. «Tomo mi ha scritto un sms mentre dormivi e mi ha detto di dirti che Vicki andava in un salone di bellezza stamattina per fare capelli ecc. per domani...vuoi andare con lei? Ti ha invitata lei» lo guardo ed arriccio la fronte. Non sono mai stata una tipa da saloni di bellezza. Non so neanche come sono fatti perchè non si sono mai stata.
«Io? In un salone? E cosa faccio?» Mi giro su un fianco e reggo la testa con la mano. «Non so...cose da donne no? Io dovrei andare a spuntare i capelli e a togliere la barba...ti avrei portata con me, però se vuoi vai con Vicki» è tanto bello cosi, però se vuole farsi la barba, non saró io ad impedirglielo.
«Tu cosa vuoi che faccia?» Mi alzo e apro la tenda e la finestra per far entrare la luce e l'aria. «Sei bellissima cosi...quello che vuoi fare, quello che ti senti, fai...» Mi stiracchio davanti al letto e lo guardo.
«Mi ci vorrebbe un bel massaggio da un brasiliano scuro e muscoloso» tento di fare la seria ma un piccolo sorrisino si fa largo sul mio viso
«Ok per il massaggio...per il brasiliano non saprei...direi di no, ti spezzo manine e gambine» alza il busto e si siede al centro del letto «dio che caldo» si toglie la canotta e si stiracchia 'dio mio' mi mordo il labbro e lo guardo.
«Altro che brasiliano! Guardate il mio uomo che fisico che ha!» Mi giro parlando con una finta folla e fischio.
«Fa tanto, tanto, tanto caldo» si sfila i pantaloni e si sdraia.
«Ok niente massaggio. Mi faccio i capelli...non gli taglio tranquillo e poi quello che mi consiglia Vicki...sai com'è, mi cosiglia sempre» mi siedo al letto dandogli le spalle.
«Non modificare tanto la tua immagine...mi piaci cosi come sei...il vestito l'hai presto?» Guardo fuori dalla finestra e le palme sono ferme: non c'é vento. Il cielo é celeste e libero da ogni nuvola. «Ce l'ha Vicki perché tu sbirci...tu che hai preso?»
«Io emmh vado oggi con Jared...com'é il tuo? Corto?» Sento che si muove nel letto ma non mi giro.
«No Shan...come ha detto la mia personal shopper Vicki Milicevic "agli eventi di sera si va con l'abito corto" quindi é lungo...é di un bel colore ed é tutto scollato avanti e dietro» cerco di farlo ingelosire e so che ci sto riuscendo.
«Mmh lo sai che sono geloso, ti voglio tutta per me» si avvicina, sposta i capelli di lato e mi bacia il collo leccandolo un po'. Un brivido, come una scossa, mi sale lungo la spina d'orsale per finire sulle mie tempie.
«Mh» gemo e chiudo gli occhi. «é solo per te quel vestito...tu cosa metti?» Porto la mano dietro e gli tengo la testa sul collo mentre gli accarezzo i capelli.
«Completo blu scuro, quasi nero, la cravatta e le scarpe nere lucide...» Mi fa sentire un po' i denti sul collo.
«E la camicia?» Afferro una ciocca di capelli e gliela tiro lentamente mentre lui geme sul mio collo.
«Bianca...» Sussurra e mi lecca dietro l'occhio.
«Mi conosci perfettamente e sai anche quali abiti da uomo preferisco...sei perfetto, domani sera non scappi...sei avvisato» mi giro e lo bacio stringendogli le braccia al collo.
«Sono pieno di chiodi, camice e scarponcini...e mi piace indossargli. Domani non scappi...sarà quella sera...è natale» continuo a baciarlo e gli accarezzo gli addominali bassi notando che non indossa i boxer.
«Si...domani...voglio fare l'amore con te» sussurro e lui si sdraia sul letto facendomi finire su di se.
«Si però ora...sono nudo...quindi?» Mi mordo il labbro e lo bacio.
«Mh ne avevo voglia! Coccole nudi!» Ride ed alza il lenzuolo sulle nostre teste.

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Capitolo 17
*** Vicky wants the ice cream ***


Siamo in macchina da 10 minuti e ci stiamo dirigendo verso casa di Vicki e Tomo. Abitano a Valley Village. La strada non é tanto lunga: sono 15 minuti da Los Angeles. Abbiamo imboccato da un paio di minuti la rampa di accesso US-101 N/Harbor Fwys verso Hollywood/Pasadena. «Quando tornate avvisami cosi ti vengo a prendere» ripete Shan per la quinta volta. Si preoccupa ma non sono una bambina.
«Si Shan...l'hai già detto» rido e lo guardo mentre guida. Mi piace che sia concentrato sulla strada e attento a qualsiasi movimento.
«Cosa c'é? Perchè ridi?» Sorride e posa la mano sulla sua coscia tamburellando con le dita. «Nulla é che mi ripeti le cose come papà...mi piace come guidi e come sei attento» fisso la sua mano che batte il ritmo sulla sua coscia. Pensa alla musica 24h su 24. Non é la prima volta che lo fa, prova il suono di ogni oggetto.
«Bhe non vorrei mai fare un'incidente con te...se non ci sei vado più veloce e ho un altro tipo di guida» quando é con me si sforza di tenere una velocità nella media e rispetta tutti i segnali. Mi fa ridere questa cosa anche se dovrebbe essere sempre cosi ma in fondo guida un suv, non può andare a 10 km/h.
«Amore...hai una grossa deviazione professionale, sai?» Mi piace che pensa sempre alla musica e non se ne accorge neanche. Se sta nel letto batte con le dita sulla pancia, se sta seduto al divano batte sul bracciolo, in cucina sul piano del lavoro.
«Cosa?» Sorride e appoggia la mano sul volante reggendolo con tutte e due le mani. Proseguiamo sulla State Hwy 170 N/Hollywood Fwy verso Sacramento.
«La deviazione professionale é quando tendi a fare quello che fai quando lavori anche nella vita...tipo le ballerine anche se sono a casa o fra amici hanno sempre la schiena dritta in prima posizione» La strada é grande e mi ricorda tanto quella dei film horror dove un gruppo di ragazzi si dirige verso un luogo in cui non arriverà mai. Sui lati della strada iniziano grandi prati secchi e marroni. Ogni tanto ci sono piccole macchie verdi di alberi sparsi su un letto color fieno. Difronte a noi ci sono grandi colline. C'é poco verde: tutto piatto color terra.
«Batto il ritmo ovunque...hai ragione. Ma non me ne rendo neanche conto. A volte mi dico "dio questo continuo battere, mi scoppia la testa" e mi accorgo che sono io» scuoto la testa e rido appoggiandola al poggia testa.
«Già diventa fastidioso dopo un po'...» Chiudo gli occhi e mi lascio colpire il viso dal sole mentre prendiamo l'uscita per Magnolia Blvd
. «Sai cosa mi piacerebbe fare?» Apre un po' il finestrino e fa entrare dell'aria fresca che mi accarezza i capelli.
«Cosa?» Sento il telefono di Shan squillare ma non risponde. «Non rispondi, Shan?»
«Sarà Jared perché siamo leggermente in ritardo e avevo appuntamento con lui mezz'ora fa...» Ridacchia e scuote la testa.
«Comunque vorrei vedere un film horror con te, ti piacciono?»
«Tanto! Comunque colpa tua se abbiamo fatto tardi...volevi le coccole!» Incrocio le braccia al petto e volto la testa per guardarlo.
«Mmh si...mi piace stare nudo su di te per baciarti tutta» 'ooh quanto lo amo!' Mi piace anche a me sentire il suo corpo caldo sul mio che si struscia mentre mi bacia. *one, two, one, two...three...'Cause u make me feel like locked out of haven* allungo la mano e tiro fuori dalla tasca il mio blackberry.
«Pronto? Ehi Vicki ciao! Si si stiamo arrivando...siamo appena usciti dalla Magnolia...1 minuto e siamo li. Va bene...penso di no, ora chiedo» abbasso il telefono e poso la mano su guardando Shan. «Shan, Vicki deve rubare la macchina a Tomo ma ha bisogno di essere lasciato in centro...puoi portarlo?» Ride e fa si con la testa. «Si si Vicki tranquilla...Shan deve farsi bello quindi va di li! Ah si? Emh aspettami». Abbasso di nuovo il telefono. «Shan va anche Tomo dal barbiere, va bene?»
«Certo! Viene con me! Andiamo dal migliore, diglielo...» Sorride e svolta in una stradina: siamo quasi arrivati.
«Va bene Vicki vanno insieme, siamo qui dietro...ci sentiamo dopo. Ciao...» Chiudo la chiamata e ripongo il cellulare nel jeans.

Siamo arrivate da poco e Vicki sta parcheggiando l'auto. Siamo ta Los Angeles di preciso a West Hollywood perché qui si trova il salone di bellezza dove Vicki va spesso. Ha una grossa scritta fucsia a led sulla porta di vetro "Extreme beauty". Non é possibile vedere dentro: ci sono due vetrine al lato delle porte con delle pubblicità di prodotti e dietro delle tende zebrate. «Carino...» Continuo a guardare mentre Vicki gira la testa per guardare dietro e parcheggiare. «Fa di tutto! Ma proprio tutto...» Spegne il motore e mi guarda. Vicki é straordinaria, non ho mai conosciuto una ragazza più gentile, buona e disponibile di lei. Di solito veste molto sportiva e non si trucca quasi mai, ma se c'é qualche occasione speciale, sa come essere sexy. Ultimamente ha deciso di farsi crescere i capelli che gli arrivano alle spalle. Vicki é castana con gli occhi blu, ma un blu molto scuro. È sempre tanto dolce con me anche se é più grande di 9 anni. Parliamo praticamente di tutto, io le parlo di Shan e lei di Tomo. Ho sempre sognato un'amica come lei: più grande, sincera, che mi volesse bene e che mi aiutasse sempre. Shan ha sempre ragione: quando smetti di cercare, quella cosa, arriva. E cosi é stato.
«Cosa devo fare Vic? Non so da dove iniziare e quello che mi serve» mi passo una mano fra i capelli portandoli dietro e sbuffo.
«Kate, tranquilla...facciamo manicure e pedicure, per iniziare...vuoi fare qualcosa ai capelli?» Mi sorride ed apre lo sportello, fa il giro e mi raggiunge mentre io scendo e chiudo il mio.
«Va bene...per i capelli non saprei...non voglio tagliargli...» Mi guardo intorno. Questa parte della città non la conoscevo ma in fondo Hollywood é grandissima. La gente passeggia, ride e parla. Ci sono tanti negozi e dal lato opposto della strada leggo una scritta che subito attira la mia attenzione "High Voltage Tattoo" con due fulmini gialli e arancioni ai lati. Sento Vicki che mi chiama e passa la mano davanti al viso.
«Non ho fatto il regalo a Shan per natale...» Sussurro e non distolgo lo sguardo da quel negozio. La gente mi passa accanto e le macchine davanti ma il tempo sembra che quasi si sia fermato. «Cosa c'entra il regalo di Shannon? Parlavamo di capelli» volto il viso e la guardo. Ha la faccia confusa e sembra non capire.
«Voglio farmi un tatuaggio dedicato a Shan...sarà il mio regalo. Vicki, é un uomo che ha tutto, cosa diavolo potrei regalargli?» Sgrana gli occhi e prende la mia mano.
«Sei sicura? Non va via...iniziamo ad andare nel salone, abbiamo tanto tempo per parlare» guardo per l'ultima volta quell'insegna ed entriamo nel salone.
«Signora Milicevic, buongiorno...solito trattamento?» Una signora dai capelli biondo platino raccolti in uno chignon alto ci accoglie e saluta Vicki. Ha una camicia nera con qualche strass e un pantalone rosso, a taglio dritto, che le arriva fino ai piedi lasciando intravedere solo la punta delle decolté nere di vernice.
«No no niente massaggio...io e la mia amica faremo la manicure, pedicure, sopracciglia e piega...» 'Che qualcuno mi salvi!' Dobbiamo proprio fare queste cose? Non amo stare tanto seduta su una poltrona mentre delle ragazze mi girano intorno tirandomi i capelli e le sopracciglia. Ho sempre fatto da me.
«Va bene Signora Milicevic, in fondo al salone» la donna dell'accoglienza si gira e ci indica due poltrone libere con la sua unghia lunga e a punta. 'Se me le facessi cosi? Penso che Shan mi lascerebbe' sorrido mentre, tenendoci per mano, io e vicki attraversiamo il salone e ci sediamo alle nostre poltrone. Il salone é quasi pieno. É molto lungo, i muri sono neri e le poltrone rosse di pelle. Sotto ogni poltroncina c'é un tappeto rotondo zebrato e difronte uno specchio con luci e vari oggetti di cui ignoro l'utilizzo. Ci sediamo e il mio Blackberry vibra.
Da: Shan Ore: 11:05 23 Novembre 2012
"Mi manchi, non farti troppo bella...un'infarto a quest'età é letale...:D HAA! Ps: il brasiliano?". Scoppio a ridere e Vicki piega la testa a destra.
«Oh é Shan...pensa che ci siano brasiliani muscolosi che fanno massaggi qui» scoppia a ridere e si piega per slacciare le scarpe.
«Ci sono! Ci sono!» Alza la testa e mi fa l'occhiolino.
«Ah...ok evito di dirglielo sennò si fionda qui...é tanto geloso» clicco sul pulsante rispondi e penso un po' prima di scrivere.
Da: Kate Ora: 11:07
"Signor batterista sexy e geloso, qui non c'é proprio nessuno. :D sono quattro vecchiette che si fanno i piedi...come sta per fare la sottoscritta. Ps. I miss u"
Da: Shan Ora: 11:08
"Cara Signorina che ha rubato il cuore al batterista, anche se ci fossero tu diresti il contrario. Ps. Che colore metti?" 'Ma che curiosone" arrossisco e sorrido allo schermo.
«Siete diabetici!» Vicki alza il sopracciglio e mi guarda mentre immerge i piedi nella vaschetta. Poso il cellullare sulla mensola sotto allo specchio, difronte a noi, tolgo le scarpe e immergo anche io i piedi nella vaschetta.
«Mi dice che gli ho rubato il cuore, Vic...é lui che é diabetico» rido, riprendo il cellulare e rispondo al messaggio.
Da: Kate Ora: 11:10
"Caro batterista, questi messaggi stanno diventando ridicoli...peggio di 50 sfumature che tu NON HAI LETTO. Si, non ti dico a cosa mi riferisco! comunque sto immergendo i piedini e poi tocca alle manine...il colore non lo so, consigli? Tanto sai che faccio di testa mia"
«Mai visto Shannon cosi...sembra una tavoletta di cioccolato, con il biscotto su e il tutto affogato nel miele» Ha ragione in fondo, ma questo é il bello di shan.
«Stai insinuando che il mio uomo é cicciottello?» Le punto il dito contro ma mi scappa una risata. «Io? Assolutamente...si! Dio che fame!» Si accarezza la pancia e sorride.
Da: Shan Ora: 11:12
"Rosso! Rosso! R-O-S-S-O! Mi piace :P é...sexy! Comunque, dannato quel libro e quel Christian :( aspetta, ma io non sono porco come lui! Ps. Passo la macchinetta e taglio tutti i capelli"
Da: Kate Ora: 11:13
"Non mi piace il rosso U_U smettila di trattarmi come una bambola :P perché non mi piace! (Mente) comunque tu non sei porco come lui! Amore, sei più porco di un porco! :D é un complimento ORSACCHIOTTO! Ahahahah Ps. No! Non toccare i capelli!"
Da: Shan Ora: 11:14
"Bambola, accetto il complimento :P ma non quel nomignolo :( odioso! Povero me domani! Ps. Non tocco nulla...ci sentiamo più tardi cosi ti lascio parlare di me con Vicki, cosi gli dici quanto sono bravo U_U divertiti, a dopo...Ti amo!"
Da: Kate ora 11:15
"Tranquillo, ci sono io! Cosa potrà dire mai tua mamma? ;) rilassati. Comunque smettila di vantarti perché non parliamo di te praticamente...mai! :D Ps. Ti amo, a dopo e sei cattivo! :P si!" «Non hai fatto colazione?» Guardo Vicki e mi dondolo sulla sedia.
«Certo! 3 cornetti, il caffé e 2 fette biscottate con la nutella! Ma ho voglia di...gelato alla nocciola» sorride e scoppio a ridere. Vicki é la classica persona che mangia di tutto e non ingrassa. Ama il cibo e sa cucinare benissimo. Il giorno del ringraziamento io, Shan e Jared siamo andati a casa Milicevic per pranzare con loro e le loro famiglie. Siamo usciti rotolando per come stavamo pieni. Tacchino ripieno, salsa gravy, corn bread, mashed potatoes e la famosa pumpkin pie. Abbiamo mangiato davvero troppo.
«Hai voglia di gelato, alla nocciola poi, a quest'ora? Oh cazzo!» Il mio tono di voce si alza di qualche ottava facendo girare due signore. «Sei incinta?» Sussurro e mi avvicino per non far sapere nulla a nessuno.
«Si!» Sorride e le diventano gli occhi lucidi. «Sei l'unica che lo sa! Tomo non sa nulla e neanche i miei» È una notizia bellissima. Un piccolo Milicevic che fra qualche mese sarà il nuovo giocattolino di Shan.
«Oddio é bellissimo! Congratulazioni!» Ci abbracciamo goffamente perché abbiamo i piedi nella vaschetta. «Di quanto...?»
«Non lo so di preciso Kate...penso sia stato dopo il ringraziamento. Ho intenzione di dirglielo domani a Tomo...a mezzanotte» che cosa meravigliosa. Sono cosi felice per loro. Chissà se un giorno io e Shan faremo un bimbo.
«Hai capito il tacchino! Eh eh! Tomo sarà felicissimo...secondo me scoppia a piangere» so che lo cercavano da tanto un bimbo e tutto questo mi fa pensare a Shan. Ha nuovamente ragione, lo volevano e poi é arrivato quando lei mi disse che sarebbe andata a fare un controllo. Quanto é saggio il mio uomo.
«L'avevo pensato anche io...vorrei dirglielo una volta arrivati a casa, dopo la cena, e mostrargli il test. Però non dirlo a Shan... Sai com'é fatto» Con le mani mi cucio la bocca e lei ride.
«Grazie!»
«Per cosi poco? Ti voglio bene! Grazie a te» l'abbraccio e mi stampa un sonoro bacio sulla guancia.

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Capitolo 18
*** I'm running out of adjectives, Kate! You are beautiful! ***


24 dicembre ore 7pm
Sono nervosa e faccio avanti e dietro nella camera da letto solo in intimo. Shannon é nella stanza dei giochi a prepararsi. Abbiamo deciso cosi: ci vestiamo in stanze diverse per poi ritrovarci giù. «Posso farcela...tranquilla Kate» sussurro e mi avvicino al letto. Ho sistemato il vestito perbene sul letto in modo che non facesse pieghe. Afferro la gruccia e alzo la pellicola trasparende che ricopre il vestito. 'Mio dio non me lo ricordavo cosi...cosi bello' Ho comprato questo vestito più di due settimane fa sotto consiglio di Vicki ed é stupendo. Ero in crisi perché non avevo abbastanza soldi cosi Shan ha deciso di regalarmelo. Non sa com'é e quando l'ho preso. Gli ho detto più volte che potevo mettere qualcosa di mamma ma non mi ha ascoltata. Ha dato i soldi a Vicki ed ora eccomi qui con uno splendido Valentino rosso fuoco sdraiato sul mio letto. Cammino per la stanza ed arrivo davanti allo specchio accanto alla poltrona. Mi guardo e vedo finalmente una ragazza felice e che ama se stessa. Le ossa non si vedono tanto come prima. Sorrido al riflesso sullo specchio e passo la mano sull'osso sinistro del bacino. Alla fine l'ho fatto: mi sono fatta un tatuaggio. Su quel lato, su quell'osso, ho tatuato un cuore rosso con una S all'interno. Non é grande: largo 2cm e lungo 1,5/2cm. È ancora rosso e in rilievo poiché l'ho fatto ieri ma penso che Shan lo apprezzi comunque. Non gli ho detto nulla e ho cercato di coprirmi sempre. Porto le mani dietro e slaccio il reggiseno, mi avvicino al letto e infilo il vestito facendolo cadere dall'alto. Lo raccolgo per non trascinarlo e mi guardo allo specchio. È perfetto, sembra cucito su di me e mi fa sembrare più adulta. È rosso fuoco, sotto il seno c'é una fascia stretta circa 2cm, che diventa più larga man mano che si avvicina ai lati del busto, ed é tempestata di swarovski argentati. La scollatura é a cuore e copre solo il seno. Sulle spalle, collegate alla parte superiore del vestito come spalline, ci sono due fasce anch'esse ricoperte di swarovski che continuano sulla schiena accarezzando le scapole. La schiena é completamente scoperta. C'é solo una X fatta di tessuto nella parte inferiore e, in quella superiore, é ricoperta di strass come le spalline e l'inserto sotto il seno. La scollatura sulla schiena finisce a punta sul mio sedere formando una V ricoperta, come la parte davanti, di brillantini. Sorrido nuovamente e mi siedo al letto per allacciare le scarpe. Sono basse, hanno solo un piccolo tacco di 5cm, poiché non voglio superare Shan. Hanno un'allacciatura a braccialetto sulla caviglia, sono tutte nere con la punta impreziosita da strass che richiamano quelli del vestito. Mi alzo e faccio un giro su me stessa: mi sembra di vivere un sogno. Prendo il brackberry e controllo l'ora: sono le 7:45. 'Cazzo alle 8 dovevamo essere li!' Corro in bagno e prendo il mio beauty case. 'Che figura che faremo' faccio un piccolo balletto sul posto per scaricare la tensione e inizio a stendere il fondotinta. Mi assicuro che sia sfumato per bene e fisso il tutto con la cipria. Prendo l'eye liner liquido e traccio la solita linea di eye liner un po' allungata alla fine e aggiungo abbondante mascara. 'Rossetto rosso? Troppo rosso, un lip glos neutro andrà bene' mi vengono in mente le parole di Vicki e afferro un gloss color carne dal beauty case. Lo stendo, un filo impercettibile, e con un pennello da viso creo un po' di contouring sulle tempie e sotto gli zigomi. Per finire sfumo un po' di blush sulle guance. 'Perfetto! Solo 12 minuti! Dai dai dai!' Richiudo tutto, afferro la spazzola e porto tutti i capelli in avanti. Creo la riga a destra e, aiutandomi con delle forcine, fisso i capelli della parte opposta al ciuffo ben tesi più sopra dell'orecchio. Sembra quasi che ho un lato della testa rasato. Afferro dal lavandino il gloss e la cipria e torno in camera per sistemarli nella pochette. La borsa é a tubo, piccola, di quelle che si portano in mano ed é argentata coordinata con la punta delle scarpe e gli strass del vestito. Riempio i polmoni di aria e, guardandomi allo specchio a figura intera, sospiro. 'Pronta'. Apro la porta lentamente e spengo la luce della camera da letto. «Shan?» Urlo un po', afferro la gonna del vestito ed esco nel corridoio.
«Sono giù...vieni» la sua voce e cosi calda ed invitante che automaticamente mi avvicino alle scale. Faccio un bel respiro e scendo lentamente le scale. Dopo un paio di gradini lo vedo alla fine della scala che mi aspetta. È meraviglioso. Ha tutti i capelli tirati indietro con il gel e raccolti in un codino ripiegato su se stesso. Indossa una camicia bianca e un completo blu scuro un po' lucido. Per completare il tutto ha abbinato una cravatta di un tono più chiara del completo e le scarpe classiche da uomo nere e lucide. Amo sentire il rumore di quelle scarpe sul parquette o sulla ceramica. Continuo a scendere e la sua faccia dice tutto: é ha bocca aperta con la mano sulla pancia. «Shan ti prego» lo raggiungo e gli accarezzo il mento per fargli chiudere la bocca. «Mi metti in imbarazzo»
«Io...i-io» balbetta per un po' e si schiarisce la voce. «Sei...bellissima, meravigliosa, favolosa...il mio cervello é a corto di aggettivi in questo momento» mi guarda e accarezza il mio fianco da sopra il tessuto.
«Ti piace? L'ha scelto Vicki, con i tuoi soldi ovvio...» Ridacchio e mi copro la bocca con la mano.
«Soldi spesi benissimo, ti sta d'incanto...rosso fuoco...rosso passione...ah! Tu non eri quella da "odio il rosso"?» mi prende la mano e nota la mia manicure rossa fatta il giorno prima.
«Shan, volevo che fosse una sorpresa! Sono un genio, ammettilo...
» mi avvicino con il viso al suo e gli accarezzo le labbra «...tu sei perfetto, sei la cosa più bella che io abbia mai visto in vita mia...» Sussurro sulle sue labbra e sento il suo alito fresco accarezzare le mie.
«Sei un genio bellissimo...non togliere questo vestito...lasciatelo per sempre» posa le mani sui miei fianchi e mi bacia con passione.
«Mh sicuro? Avevamo dei programmi per stasera, o sbaglio?» Poso le braccia sulle sue spalle e incrocio le mani sulla sua nuca.
«Non sbagli...solo se tu vuoi» mi guarda negli occhi. Il suo sguardo é cosi magnetico e penetrante che mi farei fare di tutto. Potrebbe portarmi ovunque ed io lo seguirei senza esitare. «Si...non esiste una persona che mi ama e ci tiene a me quanto te, non posso desiderare altro...non sono mai stata più convinta in vita mia» dai fianchi, con le mani, si sposta sul mio viso. Infila le dita dietro le orecchie e con i pollici mi accarezza le guance mentre mi bacia premendo con le labbra sulle mie.
«Ho due cose per te» infila la mano nella tasca della giacca ed esce una scatolina turchese con la scritta "tiffany" su ed un biglietto. «So che dovevo dartela stasera ma penso che sarebbe bellissima su questo vestito» mi passa la scatolina ed io la prendo fra le mie mani che tremano. «Shan...Amore, grazie ma non dovevi farmi nessun regalo...sei stato già il mio regalo di natale e spero di una vita...poi il vestito, pensavo fosse questo il regalo...» Slaccio il piccolo fiocchettino di raso bianco che chiude la scatola e la apro lentamente.
«Lo so, ma amo farti i regali e vederti sorridere» mi diventano gli occhi lucidi quando apro la scatolina. È una collana con un ciondolo a forma di cuore abbastanza grande, ma non esagerato. È ricoperto di diamanti piccolissimi e si apre. Al suo interno c'é una scritta: "Shan&Kate 3 Novembre 2012 L.A" sull'altro lato del cuore. "Ti amo da morire e sei la mia vita". Sfilo la collana e restituisco la scatolina a Shan. Giro e rigiro quella collana fra le dita. È bellissima ed é personalizzata con i nostri nomi: uno dei regali più belli mai ricevuto, l'unico.
«Sorrido sempre, lo sai...Shan, non posso piangere...il trucco...sei fantastico ed é bellissimo!» Poso il dorso della mano sul naso e guardo il soffitto per ricacciare le lacrime.
«No no no! Ssh ssh...non piangere» mi stringe a se e mi accarezza la testa. «Poi inizio pure io e siamo fottuti...» Ride e mi bacia. Prende la mia mano, prende la collana e me l'attacca al collo. «Shan...ti devo dire una cosa...» Lo guardo e poso la mano sul suo petto mentre chiude il cuore della collana. Solo se si apre si può leggere la scritta.
«é una cosa brutta? L'ultima volta che eravamo qui...» Poso l'indice e il medio sulle sue labbra per interromperlo.
«Avevi detto che prima di amare te e dirtelo, dovevo amare me stessa no? Prima quando mi vestivo, per la prima volta dopo tanto, sorridevo al riflesso dello specchio...mi guardavo ed ero felice di com'ero...tutto questo solo grazie a te...sono cosi perché tu mi ami e sei rimasto per aiutarmi. Quindi...Ti amo da morire...di solito te lo scrivo ma a voce non l'ho mai detto» infila la scatoletta e la busta nelle tasche della giacca, posa le mani sulle mie braccia e delicatamente mi appoggia con la schiena contro la porta d'ingresso. Mi bacia mentre afferra la mia gamba e se l'appoggia sul fianco. Infilo le mani sotto la giacca e gli accarezzo la schiena fasciata dalla camicia. Mi bacia ed infila la sua lingua in bocca. Gioca con la mia lingua e assapora tutta la mia bocca.
«Dobbiamo proprio andare? Non resisto fino a mezzanotte» posa la fronte sulla mia e mi ansima sulle labbra.
«Shan, siamo già in ritardo e tua mamma si offenderebbe...penso» gli accarezzo il viso. Mi sembra un bimbo che non riesce ad aspettare la mezzanotte per aprire il regalo, che sarei io. «Lo so...» Sbuffa e si alza liberandomi. «Ah! Quasi dimenticavo...per noi...» Mi passa un biglietto che esce dalla tasca. Lo afferro e leggo sul davanti "Chateau Marmont" «aprilo...possiamo anche non andarci» apro il biglietto e leggo con attenzione. "Lo Chateau Marmont e il suo staff sono lieti di invitare il sign. Shannon Leto e la sing.na 
 Katherine Elisabeth Jennifer Strange per il veglione di capodanno "happy new year" che si terrà il 31 dicembre 2012 presso la sala Hollywood del nostro Hotel. Cordiali Saluti, Marck Naville direttore ed organizzatore dell'evento. Si prega i signori invitati di avvisare in caso ques'ultimi non dovessero accettare l'invito. Chateau Marmon 8221 Sunset Boulevard, West Hollywood, CA 90046, Stati Uniti" questa si che é una sorpresa. Io e Shan che andiamo ad un veglione di capodanno in uno dei più costosi hotel di hollywood.
«Ci andiamo?» Lo guardo e sorrido a 32 denti.
«Certo!» Ride e mi accarezza il viso.
«Ma...com'é? Tu ci sei andato? Chi ci sarà?»
«Si, é pieno di gente famosa...cantanti, attori e registi...tutta hollywood» sgrano gli occhi e deglutisco rumorosamente mentre lui scoppia a ridere.
«S-shan t-tele-fff-ono c-c-asa!» Mi punta il dito contro e fa una strana vocina. 'Che vorrà dire? Ah, oddio! Che?'
«Hai capito? Ci sarà tutta hollywood»
«Ho capito che imiti E.T... Mi stai dicendo che ci sarà Spielberg?» Mi inizia a salire un po' di ansia e non so perché.
«Si, anche...tutte le persone che vedi in tv ecc...forse non le riconoscerai tutte, ma Jared ci aiuterà...l'anno scorso ero al tavolo con Spielberg, un vecchino simpatico...quest'anno non si sa» secondo Shan, Spielberg é un vecchino simpatico, andiamo bene. Non mi immagino per niente ad un tavolo con il vecchino simpatico e altre persone famose che ho visto solo in tv.
«Vecchino simpatico? é un mito, amore! Andiamo...voglio andarci. Ma...sarò con te ed io sono...» Mi interrompe prendendo la mia testa fra le sue mani.
«E tu sei meravigliosa. Sarai la fidanzata di Shannon Leto e non un'accompagnatrice...sono sempre andato solo, un paio di anni fa portai una ragazza ma arrivati li ci dividemmo...era solo una questione d'immagine. Ma io voglio presentarti a tutti» 'oh' io non so se reggerei l'ansia, perché sono una ragazza ansiosa, si sa. Però so che lui sarà li al mio fianco e questo mi da sicurezza.
«Ti amo e non vedo l'ora di darti il mio regalo!» Lo bacio e lo stringo forte a me.
«Quando?»
«Stanotte»
«Cos'é?»
«Non posso dirti tanto sennò non sarebbe una sorpresa...ti dico solo che...mh é una cosa piccola, la devi trovare da solo perché io non ti do nulla, é stata pensata con il cuore perché sei un uomo che può permettersi tutto, é stato una cose impulsiva far...emh comprarlo...e mi devo abituare al fatto che...sia in casa, ecco...spero ti piaccia»
«Mmh» si gratta la testa.
«Ci penserò tutta la serata...comunque non sono un uomo che ha tutto, se non ho te non ho niente»
«Lo sei perché sono solo tua!»

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Capitolo 19
*** Kate, my son is afraid of love. ***


Shannon parcheggia nel vialetto a fa il giro per potermi aprire lo sportello. Constance abita a Beverly Glen che si trova a circa 22 minuti da Los Angeles. Siamo in ritardo di quasi un ora ma Shan mi ha assicurato, chiedendo a Jared che é qui dalle 7, che Vicki e Tomo non sono ancora arrivati. Per fortuna evitiamo questa figuraccia. Mi apre lo sportello e afferro il vestito per non farlo sporcare. La villa é tutta illuminata e ci sono più di 5 macchine parcheggiate nel vialetto. Riconosco subito il bmw 760Li nero lucido di Jared. Shannon mi tiene la mano e mi sorride mentre saliamo le scale della grande villa. La villa é veramente grande e si espande in due piani. E' tutta bianca con il tetto grigio chiaro. Sul davantièe piena di finestre e la porta principale é in legno bianco con due colonne in stile romano sui lati. Afferro velocemente il Blackberry dalla borsetta e scrivo un sms a Vicki.
Da: Kate Ore: 20:54 "Vic, dove sei? Noi siamo appena arrivati. Penso ci siano tutti"
Shannon mi guarda e suona il campanello mentre arriccia la fronte.
«Scrivevo a Vicki, amore...stano che non sia qui»
«Shannon! Kate! Prego venite!» Il signor Leto ci apre la porta e ci invita ad entrare. Ci ritroviamo subito in un salone spazioso con una porta bianca in fondo: la cucina. Sulla destra e sulla sinistra ci sono 2 archi in pietra che portano in due stanza: un salotto con la tv e il camino e una sala da pranzo. Tutta la casa é arredata in strile antico. Mobili di legno e tappetti maestosi ovunque. Alzo lo sguardo e un grosso lampadario pieno di gemme di vetro é attaccato al soffitto. Sulla destra, dopo l'arco di pietra, c'é una scala bianca che porta al piano di sopra. Intravedo solo un lungo corridoio e presumo che ci siano delle camere da letto. Il soffitto é alto di quelli di metri e metri. Le pareti sono bianca con una leggera spugnatura gialla/dorata. Il muro è poco evidente perché ricoperto da quadri contornati da cornici vecchissime dell'800. Sulla sinistra c'é un'enorme albero di natale pieno di lucine e decorazioni. Tutta la casa é addobbata, anche le scale e le porte. C'é vischio e agrifoglio ovunque. Sento le mani di Shannon posarsi sulle mie spalle per poi togliemi il cappotto.
«Bella?» Sussurra con voce roca nel mio orecchio restando dietro di me. Annuisco e continuo a guardarmi intorno sbalordita.
«Come stai, Kate?» Carl, il padre adottivo dei Leto, mi riporta alla realtà. Abbasso la testa e lo guardo.
«Oh benissimo signor Leto...é meravigliosa questa casa, lei come sta?» non ho mai chiesto a Shan come fosse il rapporto fra i suoi genitori. Constance vive in Francia, credo, e lui qui. È strano.
«Oh Kate...chiamami Carl...sei bellissima» Mi sorride e Shannon rimane accanto a noi. Carl indossa un completo nero con una camicia celeste abbellita da un un papillon coordinato al completo.
«Carl, grazie
» arrossisco, sorrido e veniamo interrotti dallo squillo del mio cellulare «scusatemi» afferro il Blackberry: é un messaggio di Vicki.
Da: Vic Ora: 21:06
"Insomma Kate...stiamo sulla strada. Mi dispiace che siamo in ritardo ma non mi sono sentita bene"
Da: Kate Ora: 21:07
"Per quel fatto del salone di bellezza?"
Shan e Carl continuano a parlare davanti a me, penso di sport ma sono concentrata sul telefono e non gli sento.
Da: Vic Ora 21:09
"Si :D a dopo"
Ripongo il cellulare nella borsetta e Shannon mi guarda. Siamo soli nel grande salone.
«Ciao batterista» poso le mani sul suo petto e lo guardo.
«Ex videonoleggiatrice...» Mi guarda negli occhi e avvicina il suo viso al mio.
«Ti sento strano...» Accarezzo il suo viso e lo bacio. Per tutto il viaggio é stato silenzioso il che non é da lui. Forse ho fatto qualcosa e non mi sono resa conto.
«Lo sai che mi sto trattenendo, amo stare in famiglia, ma non riesco ad essere me stesso» getto le mie braccia attorno al suo collo e lo annuso. Ha un profumo meraviglioso: Hugo Boss. Anche se non mettesse del profumo sarebbe profumato lo stesso.
«Lo so Shan, ma tu rilassati...conosci tutti e...» Vengo interrotta dall'entrata di Jared nel salone. «Kate! Bro! Piccioncini!» Ci stringe forte abbracciandoci insieme. La famiglia cambia questi due uomini: Jared non abbraccia mai nessuno.
«JJ!» Lo abbraccio e gli do una piccola pacca sulla schiena. «Che figo che sei! Un vero modello» fa un giro su se stesso e sorride.
«Jared Leto per Hugo Boss! Completo disegnato solo per me» Ha un completo nero, quasi grigio, e lucido. Un colore davvero particolare. Sotto al completo indossa una camicia nera con i bottoni dello stesso colore del completo. Non indossa una cravatta, ha solo i primi 3 bottoni della camicia aperti.
«Wow! Hai visto il mio ragazzo?» Strattono Shan tirandolo per il braccio e lo avvicino a me mentre ridacchia. «Quando ti capita più di vederlo cosi...é meraviglioso» mi giro per guardarlo negli occhi mentre il suo viso diventa rosso. Gli stampo un lungo bacio sulle labbra mentre mi accarezza la schiena scoperta facendomi venire i lividi.
«Emh foto? Siete mielosi però» scoppiamo a ridere e mi copro la bocca con la mano.
«Si bro! Una bella foto!» Shannon mi stringe a me e sorride. Lo guardo e scoppio a ridere. «Dite...Shannon ce l'ha piccolo!» Jared porta la Nikon, che aveva in tasca, davanti a se e sorride come un ebete. Io e Shan ci guardiamo.
«Shannon ce l'ha grosso!» Urliamo all'unisono e scoppiamo a ridere. Penso che la foto sia venuta movimentata perché mi sono piegata in avanti per le risate.
«Ma no! Photobomber!» Jared si mette davanti a noi e sorride accecandoci con il flash.
«Jared gli occhi! Cazzo» Shannon abbassa la testa ridendo e se li stropiccia.
«Piccolo pinguino! Gne gne! Prendimi o le gambine corte non ci riescono?» Jared scappa in sala da pranzo ed io rimango nel salone
«Bastardo!» Shan lo rincorre e se ne va. Porto la mano sugli occhi e scuoto la testa. Mi sembrano due bambini anche se hanno 42 e 41 anni. Secondo me non cresceranno mai. In fondo mi piace vederli ridere e comportarsi da fratelli. I miei pensieri vengono interrotti dal campanello. Afferro il vestito e mi dirigo verso la porta per poi aprirla.
«Vic!» Urlo e la tiro a me abbracciandola.
«Kate, tesoro!» mi stringe forte e poi mi allontana per ammirare il vestito mentro Tomo entra e chiude la porta.
«Sei favolosa! Visto Tomo?» Tomo spunta da dietro Vicki e mi stampa un bacio sulla guancia. «Sei bellissima Kate, Shan é ancora vivo?» Scoppio a ridere e gli stringo in un grande abbraccio. «Si si é vivo...stava rincorrendo Jared perché fa foto a tutto...con il flash» Tomo e Vicki si guardano e scoppiano a ridere. Sono veramente bellissimi insieme ed un bambino gli completerebbe.
«Io e Tomo avevamo scommesso che Jared si fosse portato la sua ragazza» fa delle virgolette con le dita mentre pronuncia la parola "ragazza" «bhe si insomma, quella sua macchina fotografica...è un tipico Natale in stile Leto!» Bene. Jared che fotografa tutto mentre cerchiamo di festeggiare il natale come una famiglia unita.
«Siamo abituati noi» Tomo fa l'occhiolino e si dirige verso la sala da pranzo.

La cena procede bene. I miei genitori si sono adattati e papà parla tanto con Carl. Non avendo la macchina, il padre dei Leto, si é offerto di portare e riaccompagnare i miei. La tavola é imbandita e c'é di tutto, più addobbi che cibo. Abbiamo mangiato il classico tacchino arrosto con verdure e salsa di mirtilli, come nella tradizione, e siamo al dessert.
«Allora togliamo i piatti e portiamo il dolce?» Domanda Vicki a Constance.
«Certo...» Si alzano e io e mamma le imitiamo.
«Oh no Claire tranquilla, io e Vicki possiamo farcela. Kate se vuoi aiutarci...ti devo parlare» poso il tovagliolo sul tavolo, accanto al mio piatto, e guardo Shan preoccupata mentre Vicki e Constance iniziano a fare il giro per togliere i piatti. Shannon mi prende la mano e me l'accarezza. Gli sorrido ed inizio a fare il giro raccogliendo il piatto di Carl, Shan, Mamma e Jared.
«Kate, ti piace il Christmas Pudding?» Mi chiede Jared mentre raccolgo il suo piatto.
«Non tanto Jared...di solito io e la mia famiglia ceniamo Italiano a natale, come tutto l'anno. Però l'ho assaggiato...ma preferisco la Mince Pies» gli sorrido e vado verso la cucina.
«Il Mince Pies di mia moglie é favoloso Kate!» Suggerisce Carl ed io mi giro e guardo Shan. «Allora lo provo!» Shan mi sorride orgoglioso e mi lancia un bacio. Entro in cucina e poso i piatti sul piano.
«Devo lavarli?» Vicki e Constance si girano e mi guardano.
«Oh no cara tranquilla, mettiamo tutto in lavastoviglie» Constance mi sorride e apre l'elettrodomestico ed inizia a mettere i piatti dentro.
«Scusami e che a casa lavo sempre io i piatti e non abbiamo la lavastoviglie» Constance chiude lo sportello e si gira sorridendomi. È davvero una bella donna e Shan gli assomiglia tantissimo. Ha i capelli completamente bianchi, quasi argentati, lunghi fino alle scapole con un taglio dritto e una frangetta. Ha gli occhi di ghiaccio come Jared. Per l'occasione indossa un vestito blu notte, con la scollatura dritta e le spalline che scendono sulle braccia. È lungo e luminoso, a seconda di come la luce lo colpisce, e sotto al seno ha una striscia piccola di strass turchesi. Non capisco se porta scarpe basse o alte perché il vestito tocca completamente a terra.
«Tranquilla...sei una ragazza speciale...» Si avvicina e prende una ciocca dei miei capelli fra le mani e l'accarezza. Fortunatamente Shannon non ha fatto figure di merda, idem Jared. Trovo che Constance sia tanto dolce e molto intelligente. Vicki é accanto a me e riesco a vedere, con la coda dell'occhio, che è orgogliosa di me. Penso che stia pensando che conquistarsi la suocera é molto importante. Vicki e Tonka, la mamma di Tomo, hanno un ottimo rapporto quasi come una mamma e la figlia. Non ho conosciuto nessuno ancora della famiglia di Tomo poiché vivono in Croazia. Da quello che mi racconta Vicki, Filip, il fratello di Tomo, é molto divertente e simpatico mentre la sorella, Ivana, un po' meno. Non la conosco di persona e non voglio giudicare ma é stata con Shan, se cosi lo si può definire. Solo una settimana e poi Shan la lasciò. Non ho voglia di chiedere a lui e affrontare l'argomento "ex", ormai é passato e Shannon é stato chiaro su quello che sono per lui.
«Io? Perché?» Arrossisco e abbasso lo sguardo.
«Bhe forse lo sai meglio di me...non mi sono mai piaciute le ragazze che frequentava Shan. Sei la prima che mi presenta in 42 anni...» Ridacchia. «E quelle che ho visto con lui non erano come te...tu sei diversa e so che finalmente mio figlio si é innamorato. Temo che non lo sia mai stato e che per lui le ragazze erano solo sesso» C'é qualcun'altro oltre me e Jared che conosce Shan bene, più di se stesso. Facendo finta di pulire e sistemare la cucina, Vicki, va via e ci lascia sole. 'No Vic!' Vuole che parliamo da sole ma la sua presenza mi dava coraggio.
«Non saprei Constance, ci conosciamo da poco...» Lascia la mia ciocca e con le dita mi aggiusta i capelli. É tanto dolce quanto premurosa.
«Può anche essere, ma credo che mio figlio sia veramente innamorato...tu forse non lo notavi, ma per tutta la cena non ti toglieva gli occhi di dosso. So perfettamente come sono i miei figli...e so bene che Shan é molto chiuso. Ride, fa battute ma non l'ho mai visto veramente felice come stasera. Sta bene ed é solo grazie a te» questo sono parole meravigliose che mi riempieno il cuore di gioia. Sto facendo del bene a Shan e non é solo lui a dirlo. Il bello é che sto facendo del bene, anche se non me ne accorgo, e lo sto anche ricevendo da Shan.
«Io non faccio nulla Constance. Cerco solo di capire cosa non va...mi ha detto anche lui che è un tipo chiuso e che non si è mai aperto se non con Jared...io lo ascolto solamente, ma penso sia una cosa normale perché anche lui é molto dolce, protettivo e mi ascolta»
«Il mio Shan dolce, protettivo e che ascolta...chi l'avrebbe mai detto! È cambiato, Kate...per fortuna. Forse ha solo capito che sei quella giusta...sai, non so in cosa ho sbagliato...avrei tanto voluto vederli già con delle famiglie e con dei figli...almeno Shan. So che Jared é un ragazzo, come lo chiama suo padre, particolare...ha sempre puntato al successo, ha sempre lavorato duro per arrivare dov'é ora...quando ha avuto tempo per l'amore sembrava di aver trovato veramente un equilibrio...poi sai le storie finisco e da allora ha solo pensato al lavoro e alla musica. Kate, penso che i miei figli abbiano paura dell'amore...Shannon ora no, ma Jared si...hanno paura di essere feriti e di rimanerci male, di non riuscire ad alzarsi dopo una caduta. Credo sia anche colpa mia...il divorzo, il loro padre adottivo con il quale abbiamo una relazione particolare. Non hanno esempi. Io spero che Jared veda voi e si fidi di più di se stesso e degli altri. Hanno caratteri particolari ed io gli amo cosi come sono...il mio piccolo strimpellatore di padelle e il piccolo tutto fare» mi guarda con gli occhi lucidi ed io non posso fare a meno di abbracciarla. Si da delle colpe e non dovrebbe, un po' mi ricorda Shan. Ha ragione sul fatto che hanno paura dell'amore, almeno per Shan era cosi dato che me l'ha confessato. Sono parole forti che mi fanno riflette. Riflettere su come la vita é cosi strana. Un ragazzo, o meglio, un uomo bellissimo che sa fare praticamente di tutto, accoglie l'arte a 360°, ma ha paura di un sentimento. Un uomo forte e coraggioso come Shan che in una ragazza semplice come me ha trovato tutto quello che voleva. La vita da delle cose ma ne toglie tante altre.
«Constance non é colpa tua...prima o poi Jared troverà l'amore...il suo amore é l'arte...é innamorato di tutto ed é un'artista eccezionale. Vedrai che quando ne sentirà il bisogno metterà su famiglia...lo può fare a qualsiasi età. È Jared Leto infondo...può fare tutto. I tuoi figli sono qualcosa di magnifico ed unico e non sono la sola a pensarlo...milioni di persone vivono e sopravvivono grazie a loro» 'ed io sono la prima' la voce mi diventa un sussurro e si strozza in gola. Ricaccio le lacrime dentro e accarezzo la testa di Constance.
«Grazie...non potevo desiderare una ragazza migliore per Shan...oh guarda che stupida, piango e ora divento un panda. Kate non te l'ho ancora detto ma...sei bellissima e questo vestito ti sta una meraviglia. Mi meraviglia il fatto che Shan non tenti...bhe hai capito. Il mio figliolo porcellino» sorride e si asciuga le lacrime ed io scoppio a ridere. Se solo sapesse che il suo figliolo porcellino é praticamente diventato di gesso per resistere e che voleva annullare la cena, riderebbe anche lei. Scuoto la testa e continuo a ridere. Questa donna é un mix delle persone più importanti della mia vita: il mio ragazzo e il mio migliore amico.

Prendiamo il Christmas Pudding e la Mice pies e torniamo in sala. Poso il piatto al centro del tavolo e mi siedo. Shan mi afferra per la nuca e mi stampa un piccolo bacio sulle labbra.
«Prego servitevi!» Constance si siede e sorride ancora con gli occhi lucidi. Abbasso la testa per prendere il tovagliolo e lo poso sulla mia coscia. Alzo la testa e noto che i due fratelli mi stanno fissando, probabilmente perchè hanno visto la loro madre con gli occhi lucidi. Ai capi della tavola ci sono Constance e Carl. Alla destra di Constance ci siamo: Io, Shan, Jared e Papà. Dal lato sinistro: Vicki, Tomo e Mamma. Sono in un Leto Sandwich. Mi guardano preoccupati e alzano il sopracciglio. Poso la mano sulle loro cosce e ridacchio.
«Tutto ok...calmi...state cambiando colore...giallo, rosso, verde e blu...calma ragazzi» calco con il tono la parola ragazzi in quanto tutti hanno capito che i miei non sanno la vera età dei Leto e continuano a chiamarli "ragazzi".
«Sicura?» Jared prende una fetta del Christmas Pudding e mi guarda.
«Si Jared...tutto ok. Piccolo sfogo da donne» Shannon sospira e si rilassa. Mi avvicino e gli stampo un altro bacio sulle labbra.
«Ah Leto!» scuoto la testa e sospiro ridendo.

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Capitolo 20
*** Do you want dancing with me? ***


Ore 11:55 pm
Siamo tutti in salotto. Una grande stanza sempre arredata con mobili antichi. C'è un camino in pietra al centro del muro sulla sinistra. Ai suoi piedi un grande tappeto con frange bianche anch'esso antico. C'era un divano stile 800 davanti al camino ma i Leto hanno deciso di spostarlo e sistemarlo accanto alla parete sulla destra, davanti ad una grande libreria in legno con la scala, per fare spazio. A destra del camino c'é un piccolo muro che crea un angolo nel quale c'é un'impiato stereo moderno. Quel pezzetto di muro é il bagno che crea un piccolo corridoio, alla fine della stanza sulla destra, che termina con un arco in pietra che porta in cucina.
Abbiamo spostato anche il tavolino, che di solito è sul tappeto davanti al camino, mettendolo davanti ad una grossa scrivania, o scrittoio, antico che é posto sotto la finestra come si entra a sinistra. Siamo riuniti al centro della stanza e aspettiamo, guardando l'orologio a pendolo accanto al camino, la mezzanotte.
«Allora...come va?» Shan si avvicina e posa le mani sui miei fianchi e ci allontaniamo vicino alla finestra.
«Benissimo. I tuoi sono fantastici...» poso le mani sulle sue spalle e lo guardo negli occhi: stasera sono dorati per la luce un po' gialla che gli colpisce.
«Perché mamma piangeva?» mi accarezza il viso con il dorso della mano. Raschia un po' per i calli causati dalle drumstick ma non m'importa.
«Piangeva di gioia...ha detto che ti vede finalmente felice ed innamorato. Sai, vorrebbe tanto che vi sistemaste ed é un po' preoccupata per Jared. Shan, si da delle colpe...sa che avete paura dell'amore e dice che non é stata un'esempio» si irrigidisce un po' e serra la mascella.
«Io sono felice ed innamorato. Jay vive di musica, vive come un artista e non so quando metterà su famiglia...forse ha ragione» lo guardo ed arriccio la fronte.
«Sul fatto che avete paura dell'amore o sul fatto di darsi delle colpe?» so perfettamente che é per la seconda motivazione. Ed é quello il centro. Il centro della rabbia che provava Shan da giovane. Il fatto di cambiare sempre città, di vedere i suoi che divorziavano e suo padre che costruiva un'altra famiglia, poi l'adozione, so che non é stato facile. Lui non mi risponde e mi guarda. Poso le braccia sulle sue spalle e lo stringo a me. «Lo so. Non dirmi niente. Forse non ha pensato che ci sareste stati male per tutto, ma Shan voleva il meglio per voi e non vi voleva far mancare niente. Non era felice con il tuo padre biologico, ma cosa poteva fare? Era giovane con due bambini a cui badare. Non pensare a queste cose ora, non voglio, però sappi che è quello ti e vi ha portato dove siete ora. Non smetterò mai di dirtelo...»Sussurro e gli accarezzo la schiena.
«Ti amo, Kate...più della mia stessa vita» alza il viso dalla mia spalla e mi bacia prendendomi il mento fra il pollice e l'indice.
«10...9...8...» Urla Jared e tutti lo seguono. Sorrido sulle labbra di Shan, prendo la sua mano e raggiungiamo gli altri.
«7...6...5...4...3...2...1» un forte botto arriva dal fondo della stanza: é Carl che stappa lo champagne. Mi sembra quasi capodanno e non natale. Constance passa con un vassoio pieno di bicchieri vuoti che successivamente Carl riempirà. Ne afferro uno.
«No mamma, non bevo stasera...devo guidare» Shan sorride ed io lo guardo. Quanto lo amo. Amo lui e la sua fissa della sicurezza. Constance sgrana gli occhi e lo guarda strano.
«Va bene, Shan...» Carl passa e versa a tutti da bere. Guardo quel liquido giallino nel bicchiere e lo muovo un po'.
«Bevi e poi ti bacio...cosi lo assaggio» mi surrurra Shan all'orecchio. Poso il bicchiere sulle labbra, bevo e le bagno per bene.
«Bro!» Shan chiama Jared urlando il quale arriva con un cappellino da babbo natale in testa.
«Si?» Sorride e scuote la testa. Sembra quasi ubriaco.
«Tieni...» Gli da il mio bicchiere di Champagne ed io lo guardo strano. Posa la sua mano sulla mia spalla, mi fa fare un leggero casquet e si avvicina infilandomi la lingua in bocca. Grano gli occhi e lo guardo mentre mi bacia con gli occhi chiusi. Poso la mano sulla sua nuca e chiudo anche io gli occhi per baciarlo. Non posso vedere ma sento che tutti ci guardano. Gioco con la lingua di Shan per poi tirarmi su.
«Eh auguri! Pomiciate sempre!» Jared si avvicina e ci stampa dei sonori baci sulle guance. Non lo noto neanche, guardo Shan dritto negli occhi e lui ricambia con uno sguardo penetrante. Jared da il via agli auguri e tutti ci baciamo e stringiamo la mano.
«Ora bro?» Urla Jared che si trova vicino allo sterio.
«Si!» Guardo Shan alzando il sopracciglio e sorridendo. «Allora...lo dico a tutti» si sfila la giacca e la lancia sul divano. «La prima volta che Kate venne a casa mia si innamorò di una grandissima libreria piena di vinili e cd che ho in salotto...per me quella collezione é importante» si sfila lentamente la cravatta e la lancia sulla giacca. Continuo a non capire. «Oltre lei solo io la posso toccare perché sono molto geloso...parlo sempre dei cd eh» ridacchia.
«Neanche io posso! E sono tuo fratello!» Ci giriamo a guardare Jared e scoppiamo tutti a ridere.
«E ricordo perfettamente che la prima canzone che vide e poi mise nel lettore fu...Roxenne dei Police. È un po' la nostra canzone...» Si sbottona i polsini della camicia e gli risvolta sui gomiti. «Ballammo un po' ma non era proprio adatta quella versione» mi guarda e alza il labbro in un sorrisino sexy. 'Oh no no! No Shan!' «Quindi...signorina Kate vuole ballare con me?» Fa un piccolo inchino e mi tende la mano.
«Shan io...» Sono senza parole mentre Jared fa partire la canzone dei The Police, Roxenne, in versione tango. Shan sa benissimo che non so ballare infatti ha tanto insistito durante questo mese per insegnarmi qualche passo dedicando 30 minuti al giorno al Tango. Ora capisco perché.
Afferra la mia mano e mi mette in posizione. Mi tremano le gambe e le mani ma drizzo la schiena come mi ha sempre detto lui. Mi volto un attimo e vedo mamma e Constance che si tengono per mano emozionate e Vicki che sorride a 32 denti. Con un colpo di bacino mi tira a se mi stringe contro il suo corpo.
«Seguimi...»Sussurra al mio orecchio.
«Aspetta di tornare a casa, me la paghi, Leto!»Inizia a camminare per tutta la stanza e mi fa girare. Spinge il bacino contro il mio ed io lo seguo. Camminiamo sul tappeto e volto veloce la testa con uno scatto mentre mi fa piegare indietro. Mi tira su velocemente e posa la fronte sulla mia. Ansima sulle labbra ed io accavallo la gamba sulla sua. Sposta velocemente la gamba e continua guidarmi: io indietreggio e lui mi viene verso di me. Infila la gamba fra le mie e mi fa fare un casquet completo per poi tirarmi a se. Poso la mano sul suo petto staccandomi e lo spingo facendolo indietreggiare. Afferra la mia mano, mi fa fare una pirouette sul posto, e si mette dietro di me. Stendo la gamba destra piengando il ginocchio sinistro e lui ci passa la mano su alzandomi un po' il vestito. Gli blocco la mano, gliela afferro e mi giro mettendomi con la schiena contro la sua. Si gira di scatto e mi stringe a se mettendomi la mano fra le scapole. Afferra la mia mano destra e viene contro di me facendomi indietreggiare. Termina la canzone facendomi fare un casquett laterale. Mi alzo e tutti applaudono mentre Jared e Tomo fischiano. Il mio viso diventa il colore del mio vestito. Non so neanche io cosa ho fatto. È stato cosi passionale e travolgenge. Poso la mano sulla camicia un po' aperta di Shan, sfiorando il suo petto e i peli, sento che ansima, mi avvicino e lo bacio.
«Ora, scateniamoci!» Jared mette play e fa partire l'ormai famosa e tanto amata Locked out of heaven di bruno mars. Tutti si precipitano davanti al camino per ballare. Io e shan continuiamo a guardarci e ad ansimare.
«Hai pensato a tutto...» Sussurro e lo guardo.
«Cause u make me feel like locked out of heaven» canticchia urlando un po' e mi tira al centro della stanza insieme agli altri. Mi afferra i fianchi ed inizio inizio a farli ondeggiare mentre le mie mani finiscono sulla mia testa. Avvicina il bacino al mio e lo struscia. Infila una gamba fra le mie e spinge il bacino contro li mio. Posa la mano al lato del seno e mi accarezza tutto il fianco fino alla coscia. Continuamo a muoverci e a strusciarci uno contro l'altro mentre le nostre bocche si incontrano e le nostre lingue danzano insieme. Il nostro momento viene interrotto da Jared che ci saltella accanto. (posate le pistole...è pur sempre Jared XD lo so è fastidioso!) Prende le mie mani e saltella. Non posso fare a meno di ridere e seguirlo mentre Shan ci guarda ridendo.
«Uh! Uh!» Mi urla Shan nell'orecchio ed io scoppio a ridere.
«Yeah yeah yeah» gli urlo in faccia e lui suote le spalle.
Poso il braccio sulla spalla di Shan per poi farlo pendere dall'altro lato e faccio lo stesso con Jared. Ridiamo come 3 amici ubriachi mentre saltiamo e alziamo le mani al cielo. Jared é tutto sudato con i capelli appiccicati sulla fronte. Glieli stacco e Shan fa lo stesso con me. Lui é l'unico sudato ma con i capelli tirati. Shan non é geloso di me e Jared perché sa che siamo solo amici. Andiamo spesso a casa sua o Jared viene da noi. Stiamo sempre insieme e viene con noi ovunque. A me non da fastidio anche perché é solo e ci fa piacere che stia con noi. Ci fa sempre ridere e conosce sempre dei posticini particolari per divertirci. Di solito facciamo cose normali con i cogniugi milicevic e quando sono stanchi passiamo a prendere JJ e facciamo le cose che farebbero 3 ventenni. Ci voltiamo e notiamo che mamma, papà, Constance e Carl ballano insieme ondeggiando con le gambe come si ballava negli anni 70. Scuotiamo la testa e scoppiamo a ridere. Tomo e Vicki ballano per conto loro struscindosi.
«Ed ora i regali!» 'Regali? Che? Io non ho fatto niente a nessuno. Solo a Shan' Vicki si avvicina allo stereo e abbassa il volume. Guardo Shan confusa mentre mi lascia un leggero bacio sulla fronte.
«Io e Tomo ti abbiamo regalato un bellissimo vestito dato che Shan ci ha detto dello Chateau Mormont...» Vicki scompare dalla stanza velocemente e torna con una grossa scatola bianca con la scritta "Versace" su. «Per te! Buon Natale, Kate!» La guardo confusa mentre mi passa la scatola. Non mi sono mai potuta permettere cose firmate e un vestito di quella marca per me é troppo.
«Vic! Ma...ma...é troppo, io non vi ho preso niente» gli guardo confusa e dispiaciuta mentre Tomo ridacchia.
«Tranquilla...per me sei come una sorella. Avevo pensato che avessi bisogno di un vestito adatto per quell'occasione...é il Versace bianco che hai provato in negozio...ma promettimi che quel brutto ceffo» si gira a guardare Shan il quale alza il sopracciglio e ride mettendo le mani in tasca. «Non lo vedrà prima del 31!» Scoppio a ridere e la stringo forte a me reggendo la scatola con una mano.
«Promesso...sentito? Non sbirciare!» Poso la scatola sul divano e corro ad abbracciare Tomo. «Grazie...di tutto» sussurro e lui mi stringe forte.
«È stata un'idea di Vicki...però gli ho detto io che andavate li! Eh eh» mi sciolgo dall'abbraccio e gli sorrido.
«Uomo...non mentire» scoppia a ridere mentre tutti lo guardiamo. Tomo é fantastico. È buono, dolce, ama follemente sua moglia e grazie a lui ho preso 3kg.
«Kate anche noi abbiamo qualcosa per te...» Si avvicina constance a me seguita da Carl mentre i miei rimangono vicino al camino e mi guardano. Penso che finalmente mi vedano felice e si sono accorti che questa famiglia mi ama tanto.
«Oh Constance, mi fate sentire a disagio perchè non ho preso niente...non sapevo cosa prendervi...oltre il vino che ha portato papà...bhe grazie» mi passa una bustina nera con la scritta dorata "chanel" su. 'Mamma mia quanto spendono. Non me lo merito'
«Ero in francia e Shan mi parlava sempre di te cosi ho deciso di prenderti un regalino...» Mi giro a guardare Shan fulminandolo con lo sguardo.
«Grazie per avermi detto che i tuoi mi facevano un regalo, amore...avrei preso qualcosa» scuoto la testa e lo guardo riducendo gli occhi in due fessure. Non sono veramente arrabbiata ma lui diventa rossissimo.
«Tranquilla, cara...Shan ha comprato tutti gli addobbi di vetro dell'albero nella sala accanto...sono anche da parte tua» l'albero é enorme e altissimo, saranno più di 500 addobbi. Chissà quanto avrà pagato tutto.
«Oh grazie anche per avermi detto questa cosa, amore...» Ridacchio e apro la busta. Vedo una scatoletta nera identica alla busta con la scritta su "Chanel N5" sgrano gli occhi e guardo la scatolina. È un profumo costoso da quello che so.
«Sono anni che lo indosso e a Shan piace tanto cosi ho pensato di regalartelo. Di solito non ci facciamo regali fra noi per non comprare cose inutili...però sei nuova ed è il nostro benvenuto nella famiglia» Carl posa il braccio sulla spalla di Constance e sorride. Gli amo, amo tutti, e non per i regali. Sono semplici e credono tanto nel valore della famiglia.
«Grazie di tutto! Veramente!» Riposo la statoletta nella busta e gli abbraccio insieme. Si irrigidiscono un po' ma io gli stringo ancora più forte a me.
«Figurati, Kate! Siamo felicissimi!» Carl sorride e piega un po' la testa. È un uomo normale, credo abbia sui 65/70 anni. Ha i capelli bianchi e un po' rossicci. Porta i baffi e degli occhiali grandi a forma di goccia.
«Tocca a me! Kate?» Jared mi bussa alla spalla ed io mi giro. Mi sorride come un ebete reggendo in mano una chitarra nera con una forma particolare. In cima, sulle corde, c'è un grosso fiocco rosso. «Non sapevo come incartarla» sorride timidamente e arrossice. Sembra un ragazzo non ha per niente i lineamenti duri da uomo americano.
«È...oh mio dio...la copia di Artemis! Jared ma non so suonarla io...» Sento gli occhi di Shan addosso: mi guarda divertito. È appoggiato con il sedere al bracciolo del divano, le mani in tasca, i polsini risvoltati sui gomiti e il collo delle camicia aperto un po' sul petto. È di una bellezza disumana.
«Copia?» Chiede Jared distogliendo il mio sguardo da Shan.
«Bhe JJ la tua Artemis é graffiata ai lati perché la usi...»Afferro la chitarra e la guardo: é identica alla sua. È tutta nera con i glyphics bianchi stampati sul manico fra i tasti. La disegnò lui stesso e ci mise una grossa acquila nella parte più grande della chitarra. «Grazie Jay, ti voglio tanto bene» avvolgo il braccio intorno al collo e lo abbraccio mentre reggo la chitarra con la mano sinistra. So che non ama il contatto, gli abbracci, ma non m'importa.
«Dimenticavo che sei una Echelon e sei pure attenta! L'ho fatta rifare solo per te...e...» Prende la chitarra e la gira mostrandomi il retro. Una grossa scritta argentata e brillante occupa tutta la parte posteriore della chitarra "Kate".
«Ooh é bellissima! Grazie, Grazie e Grazie!»Sorrido e sento gli zigomi che iniziano a farmi male. Che bella sensazione. Solo con loro rido e sorrido fino a farmi venire una paralisi facciale. «Sei andato da Steve McSwain, JJ?» Da quello che so lui, il signor McSwain, é uno dei più famosi modificatori, se cosi lo si puó definire, di chitarre ed é il creatore di Artemis e Pythagoras: due chitarre uguali ma una nera ed una bianca.
«Ovvio, solo lui sa come accontentarmi» mi fa l'occhiolino e posa la chitarra sul divano.
«Tomo, sei ufficialmente fuori dalla band...» Dice Shan ridendo mentre guarda Tomo.
«No, non arrivo di certo al mitico chitarrista dei 30 Seconds To Mars, Tomo Milicevic! Per favore, non so neanche come si chiamano le parti della chitarra!» Guardo Tomo e sorrido il quale suote la testa.
«Fiù» si passa la mano sulla fronte e guarda Shan. «Ho ancora un lavoro!» 'Mi stanno forse prendendo in giro?' Credo di si, ma infondo hanno ragione, non saprei da dove iniziare e come affrontare il palco. Preferisco le quinte.
«Kate, Shan cosa ti ha regalato?» Mi chiede Constance curiosa ed io mi porto la mano al petto afferrando il cuore.
«Questa meravigliosa collana di Tiffany che si apre e il vestito...» Mi giro un attimo a guardarlo e gli mando un bacio sorridendo.
«Oh wow...bravo figliolo!»Constance osserva la collana mentre mamma e Vicki si avvicinano.
«E cosa c'è scritto dentro, Kate?» Chiede mamma e mi guarda.
«Ci sono i nostri nomi, la data e il luogo dove ci siamo conosciuti e...» Mi diventano gli occhi lucidi e guardo le tre donne difronte a me che si stringono e mi abbracciano.
«C'é scritto...Ti amo e sei la mia vita» sussura Shan mentre ci raggiunge e si ferma accanto a me posandomi una mano sul fianco. Vicki, Constance e mamma si allontanano mentre Shan mi bacia prendendomi la testa fra le mani.
«Tutti in pista! Balliamo dei...emh» Jared farfuglia delle parole ed impreca contro lo stereo. «Dei lenti! Anche se sono l'unico deficente senza dama! Su su» mette play e parte una canzone a me famigliare: Someone like you di Adele. Io e Shan continuamo a baciarci mentre gli altri ballano in coppia. Poso la testa sulla spalla, afferra la mia mano e inizia a dondolarsi.
«Qualcosa mi dice che sei stato tu a fare questo cd» sussurro mentre Shan continua a dondolarsi dolcemente.
«Mi hai detto che conoscevi Adele ed amo questa canzone» non rispondo, porto le mani sulla sua nuca e poso la fronte sulla spalla. Ci dondoliamo lentamente mentre mi tiene stretta a se. Mi sento a casa fra le sue braccia. Dove c'è lui, ci sono anch'io. Anche se non vorrei dipendere tanto da lui, ormai è cosi. Sono un povero girasole innamorato che gira e insegue il suo sole. Senza una meta, senza sapere nulla del futuro. Vago girando con una benda sugli occhi e lui é l'unica persona che mi guida. Ho sempre guardato il mondo con gli occhi di un cieco, non vedevo il bello in nulla, tutto mi sembrava brutto, tutto era nero. Shan m'ha preso per mano e mi sta mostrando lentamente la strada mentre prima vagavo con le mani davanti a me e sbattevo ovunque. So che prima o poi Shan mi toglierà questa benda e da li dovrò proseguire sola ma il mondo sarà diverso. Senza benda, Shan, sarà un ricordo. Non voglio che questo momento arrivi, ho bisogno di lui, della sua guida e del buio. Mi guida fra le cose brutte che la vita ci riserva ma non mi permette di vederle per proteggermi. È il mio scudo ed io senza di lui non posso affrontare nulla, figuriamoci una guerra. Una guerra contro me stessa. Io preferisco rimanere cosi, al buio, ma con lui accanto a me.

Tutti sono andati via ed io, Shan e JJ siamo nella cameretta degli ospiti, al piano di sopra, di casa Leto. Constance e Carl sono nella camera difronte e presumo che dormano già. Solo l'1:45 di mattina del 25 Dicembre. Abbiamo passato tutti una bellissima serata. Il cibo era fantastico, JJ che faceva da intrattenimento mettendo le canzoni per farci ballare, e i meravigliosi regali. Jared é sdraiato sul letto, senza scarpe, Shan in piedi ed io seduta accanto a JJ sul letto. Stiamo parlando della serata e stiamo dando la buonanotte a Jared. Ha deciso di dormire qui perchè sarebbe solo a casa sua ed é troppo stanco per guidare. A volte io e Shan lo trattiamo come un figlio, come in questo caso, che gli stiamo dando la buonanotte.
«Domani cosa vuoi fare per il tuo compleanno, Jared?» Chiedo e lui posa le mani sulla faccia.
«41! 41 bro!» Urla un po' Shan e agita le mani all'aria. 'Eppure non hai bevuto lo Champagne!' Rido e lo guardo mentre continua a ballare.
«Non so...andiamo a malibu?» Jared sorride con gli occhi che brillano e ci guarda aspettando la nostra risposta.
«Va bene bro...dormiamo in spiaggia? Tenda?» Gli guardo confusa e arriccio la fronte. Da quello che mi ha detto Jared, lui,  ha una grande villa sul mare a Malibu.
«Perché no...anche se c'é la casa però sarebbe bello» gli lascio parlare e non mi intrometto. Shan sorride ed io lo seguo a mia volta.
«Bro, però per favore...la tenda é una, non scopate!» Shan scoppia a ridere e si butta, poco elegantemente, sul letto accanto a Jared.
«Tranquillo Jared, non scopiamo...te lo prometto» lo rassicuro. Non so quali siano i piani di Shan e il fatto che mi lancia occhiate maliziose mi fa pensare che non manterò la mia promessa. Jared è suo fratello e mio amico ma abbiamo evitato di digli che non abbiamo mai fatto l'amore. Io e Shan avevamo deciso per stanotte anche se ci rendiamo perfettamente conto che è una cosa che non va programmata.
«Non scopiamo?!» Shan alza il busto di scatto e mi fa un'occhiolino senza farsi vedere da Jared.
«Emh...» Guardo Shan e Jared andando nel panico. «Mettiti i tappi Jared!» Shan scoppia a ridere e guarda suo fratello.
«Visto? Mh mh. Ti vai a fare un bel giro...lungo, tanto tanto lungo bro» ridacchia e guarda Jared che ha una faccia sconvolta.
«Ma é il giorno del mio compleanno...tanto vale che me ne sto a casa» fa il labbruccio ed incrocia le braccia al petto.
«Ed io sono un uomo con dei bisogni, brotha!» Lo guarda alza le sopracciglia e si morde il labbro.
«Io so che Kate mi vuole bene e che non ti darà proprio niente! Vero?» Alzo gli occhi al cielo e scuoto la testa. Sono dei bambini in fondo. Anche se sono uomini con una bella carriera sono pur sempre infantili.
«È cosi, confermo...Shan, amore, é il suo compleanno...scopiamo alla mezzanotte del 27» scoppio a ridere vedendo che aprono la bocca e sgranano gli occhi. Sono bellissimi e finalmente riesco anch'io a prendergli per il culo. «Scherzavo...come Shan, vero?»
«Ovvio...bro scherziamo, sappiamo comportarci...bhe» si alza dal letto e viene accanto a me facendomi alzare. «Andiamo a dormire che siamo stanchissimi»
«Bro miraccomando a guidare...é buio ed tardi...»
«Si bro, vado piano...per le 2 e mezza saremo a casa, spero...ci vediamo domani per pranzo e ci organizziamo per malibu...»
«Va bene bro...dopo posso venire a casa vostra?»
«La sera dici?» Chiedo intromettendomi nel discorso
«Si...se non avete altro da fare» mi piace che Jared sia tanto educato e che ci chieda il permesso per venire da noi. Sa che comunque siamo fidanzati, siamo una coppia, e abbiamo bisogno del nostro spazio. Io e Shan siamo diversi e ci fa piacere che lui sta con noi spesso. Ama suo fratello ed io gli voglio bene. Non capisco perché non riesce a trovare una ragazza che lo ami. Ok che ha paura ma non gli fa bene comportarsi come Shan prima di incontrarmi.
Guardo Shan e lui annuisce.
«Va bene. Facciamo qualche bella partita o un film...ok?» Abbraccio Jared e lui mi stringe forte a se. «Buonanotte Jay...e dormi, non pensare!»
«Grazie...buonanotte Kate» Shan si avvicina e stritola suo fratello: quanto sono dolci.
«Notte bro...sogni d'oro...a domani»

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Capitolo 21
*** Our first time ***


Siamo tornati da poco e casa e Shan ha appena spento il motore del suv parcheggiando nel vialetto. Poso la testa al poggia testa e lo guardo mentre fissa il volante. Siamo stanchi ma tanto felici. Le ore sono passate e mi sembrano passati solo pochi minuti da quando ero nella camera e facevo avanti e dietro ansiosa. Allungo la mano e gli accarezzo la nuca.
«Mi sono divetita ed é stato tutto perfetto» sussurro e lentamente un sorriso compare sulla sua faccia.
«Il natale più bello della mia vita» si volta a guardarmi e mi tira a se, afferrandomi dalla nuca, per baciarmi. «Aspettami qui» apre velocemente lo sportallo senza darmi la possibilità di rispondergli e fa il giro del suv. Apre il mio sportello e mi guarda maliziosamente.
«Che fai? Che succede?» Sorrido e lo guardo strano. Non ho capito le sue intenzioni ma il suo sguardo malizioso mi fa venire in mente varie ipotesi.
«Indovina» si sporge con il corpo nel suv, mi slaccia la cintura e mi carica sulle spalle come un sacco di patate.
«Shan, no! Ho paura!» Sento come se da un momento all'altra cadrò di testa a terra. Cerco di tirarmi su ma non ci riesco. Mi aggrappo con le mani al retro della giacca ma é troppo liscia e mi sfrega contro le mani. Lui ridacchia, chiude il suv ed entra in casa. «Shan per favore! Cado! Dio!» Gli alzo la giacca e stringo, fra le mie mani, la cintura e la parte superiore del pantalone per appoggiarmi. Il suo sedere fa su e giu mentre sale le scale di casa e mi aggrappo più forte. Riesco ad abbassargli il pantalone leggermente e noto i suoi boxer neri. Le mani mi bruciano per la presa e per la pelle della cinta che mi sega il palmo della mano. Sento le sue mani sui fianchi, mi alza e finisco sul letto. 'Ah, capito! Ci siamo' mi agito un po' e lo stomaco mi si chiude: l'ansia si fa sentire. Mi guarda mordendosi il labbro mentre allunga la mano per accendere la piccola lampada sul comodino. Lo fisso e alzo le braccia sulla testa. Con dei piccoli colpetti sui talloni si sfila le scarpe e si sdraia su di me. Mi bacia. Un bacio pieno di passione e voglia. Sento la sua lingua entrare prepotentemente nella mia bocca per poi esplorarla. Le mie mani finiscono sulle sue spalle. Afferro i lembi della giacca e gliela filo via lanciandola sul pavimento.
«Shan, aspetta...devo darti il mio regalo...» Poso la mano sul suo petto e lui si stacca guardandomi negli occhi. Scivolo da sotto il suo corpo e mi alzo in piedi mettendomi al lato del letto. «Ecco io...é stata una cosa impulsiva. Non sapevo cosa regalarti e poi ho visto un negozio...High Voltage» mi piego e sfilo velocemente le scarpe slacciando il braccialetto. Le sposto a un lato con il piede mentre lui mi guarda sgranando gli occhi. Penso che sappia perfettamente cosa si faccia in quel negozio. Afferro la stoffa del vestito dai fianchi, incrociando le braccia, e lo sfilo via lanciandolo sulla poltrona. Rimango solo con le mutandine perché non potevo mettere un reggiseno sotto quel modello di vestito. Mi guarda dalla testa ai piedi ed io mi avvicino lentamente a lui che è seduto al bordo destro del letto. Abbassa la testa per poi alzarla lentamente e, con lo sguardo, dai piedi arriva al mio bacino. Sono vicina a lui e la sua faccia é difronte alla mia pancia. Sento il suo alito caldo accarezzarmi la pancia e quasi mi fa il solettico. «Conosco perfettamente il tuo corpo senza vestiti, é il primo?» posa la mano sul mio fianco e con il pollice mi accarezza il tatuaggio mentre alza la testa per guardarmi negli occhi.
«Si, il primo. È un cuore perché tu mi dicesti che per te non ero solo sesso e che quando sarebbe successo sarebbe stato amore...quindi il cuore che é il simbolo dell'amore...il mio primo tatuaggio perché é la prima volta per me e la prima volta che fai l'amore tu...e la S di Shan, bhe é scontato» sorrido timidamente e arrossisco. Mi accarezza la pancia e si avvicina con il viso per baciare il tatuaggio. Allungo le mani e gli accarezzo la testa slegando lentamente il codino.
«è fresco...» Alza un attimo la testa per poi riabbassarla per continuare a baciare il tatuaggio. «L'ho fatto ieri, cioé due giorni fa...emh quando sono andata con vicki al salone» ridacchio e mi passo una mano fra i capelli mentre lui si alza davanti a me. 'Che scema, faccio pure confusione! Sono emozionata'
«Non é solo la prima volta che faccio l'amore...ma é la prima volta che sono il primo per una ragazza» mi guarda negli occhi ed io mi perdo nel suo sguardo. 'Ma com'é possibile?'
«In 42 anni sei solo il primo per me?» Sorride quasi ridacchiando e scuote la testa.
«Ho 42 anni ma non è che come sono nato già lo facevo» scoppio a ridere e lui mi segue. 'Kate calmiamoci! E che cappero!' «Penso sia cosi, me ne sarei accorto...e poi le ragazze che frequentavo non potevano essere vergini...» 'Certe zoccole! E ci credo!' Abbasso la testa e mi passo la mano sulla fronte chiudendo un attimo gli occhi. «Ehi, ssh...rilassati» mi prende le mani e le posa sul suo suo petto. «Guardami...» Alzo la testa e lo guardo negli occhi. «Ti amo...» Mi avvicino con il viso al suo e lo bacio mentre le mie mani si spostano al centro del petto per iniziare a sbottonare la camicia. Tolto l'ultimo bottone dall'asola, sfilo la camicia e la lancio sulla poltrona.
«Ti amo anch'io...» Poso una mano sulla sua nuca e continuo a baciarlo mentre l'altra mano vaga sul suo petto accarezzando la leggera peluria. Appoggia le sue mani sulla mia schiena e accarezzandomi si sdraia sul letto tirandomi a se senza staccare mai la sua bocca dalla mia. Piego il braccio e sfilo velocemente le due forcine dai capelli e le lancio sul comodino. I capelli ricadono sui lati dei nostri volti facendo da tenda alle nostre teste. Sorride sulle mie labbra e scende con le mani, dalla mia schiena, sui glutei. Gli accarezza e strizza un po' senza farmi male. «Dov'é la tua devizione professionale, batterista?» Arriccia la fronte e mi da un piccolo schiaffetto dolce sul sedere. «Eccola!» Rido e mi sposto sulla sinistra facendolo finire su di me. Apre velocemente il letto e afferra solo il lenzuolo per poi rimettersi su di me. Allungo le mani, mentre lui continua a baciarmi e a giocare con la mia lingua, gli slaccio la cintura, sbottono il pantalone e abbasso la zip. Dalla bocca si sposta sul mio collo per scendere fino al seno. Gemo quando mi bacia e lecca i miei capezzoli. Con i piedi riesco a sfilarlgli i pantaloni che finiscono alla punta del letto. Inarco la schiena mentre prende un capezzolo fra le sue labbra e lentamente lo succhia. Con l'altra mano mi accarezza un seno. Ansimo un po' e chiudo gli occhi rilassandomi. Dal mio seno si sposta scendendo sulla pancia. Afferra i lati delle mutandine e lentamente me le sfila, le fa girare intorno al dito sorridendo e le lancia verso la portrona. Sorrido e mi copro gli occhi con la mano. Piega la testa sulla mia pancia e sento la sua lingua che lentamente lecca il punto dove ho il tatuaggio. Apro gli occhi e lo tiro a me per poi baciarlo. Poso la mano dietro la sua testa e spingo le labbra contro le mie. Con la mano libera afferro il lato dei boxer e glieli calo, mi aiuta allungando la mano per poi sfilarseli. La sua mano mi accarezza la coscia, il fianco e riscende per accarezzarmi il pube e l'inguine. Gemo sulle sue labbra mentre la sua erezione preme e struscia contro di me.
«Tutto ok?» Mi guarda negli occhi e mi passa una mano fra i capelli. Ha i capelli scompigliati e ricci per il gel, gli occhi verde scuro e le labbra gonfie e turgide per i baci.
«Tutto ok...» Sussurro e gli accarezzo la schiena con i polpastrelli delle dita. É perfettamente scolpita e posso sentire tutti i muscoli passarmi sotto le dita. Mi accarezza la coscia e la alza sul suo fianco. Lo bacio velocemente e poso la fronte sulla sua spalla stringendolo a me. Sento il suo bacino avvicinarsi a me e abbassarsi. Stringo di più la presa sulla sua schiena e sposto la fronte sulla clavicola. Mi bacia dietro l'orecchio e lentamente entra dentro di me. Sento un leggero fastidio, come un bruciore, e una sensazione di pienezza. 'Porca troia!'
«Porca troia!» 'No, l'ho detto? No no! Cretina' si ferma dentro di me e alza la testa per potermi guardare negli occhi.
«Amore!» 'Stupida! Sei una stupida' arrossisco violentemente e sento le guance andarmi a fuoco e le mani ghiacciarsi velocemente.
«Eh oh amore è quello che è...» Ridacchio. «é vero quello che si dice di te fra noi Echelon» continuo a ridacchiare e scoppio in una risata posando la fronte contro il suo mento.
«Echelon zozzone!» Mi bacia la fronte e sento che lentamente esce da me per poi rientrare. «Fammi un favore...ricordati altro e non il porca troia...grazie» non riesco e non riusciamo ad essere seri neanche in un momento come questo.
«Ah no no! Ricorderò sempre il porca troia...é stato fantastico» si piega su di me per baciarmi ed inizia lentamente a prendere il ritmo spingendo dentro di me.
«Sei un bastardo...» Gli infilo le mani fra i capelli e gli mordo il labbro tirandoglielo.
«Ti amo anch'io...» Incrocio le gambe sul suo sedere e le spinte si fanno più forti con un ritmo costante.
«Ti amo, porca troia!» Riprendiamo a baciarci e lentamente il suo bacino acquista un ritmo più veloce. Non sento più fastidio ne bruciore: mi piace. Fino ad ora é stato perfetto, lui é perfetto, il modo in cui mi tratta e il nostro rapporto. Ricorderò per sempre questa volta. Ricorderò la mia figura di merda nel dirgli Porca Troia, ricorderò Shan che mi calma e che quasi si commuove nel vedere il mio tatuaggio. Non potevo vedere tanto per la poca luce ma avrei giurato che i suoi occhi fossero lucidi. È una cosa che ogni persona ricorda e che si porterà dietro a vita. Quasi tutte sognano che sia perfetto, io speravo solo di farlo con una persona che mi amasse veramente. Poi tutto può succedere, magari ci si lascia, ma almeno avrai un bel ricordo con quella persona. Ognuno vive la sua esperienza, c'é a chi non é piaciuto, a chi si, a chi è stato un disastro e ci sono persone che l'hanno fatto con il loro migliore amico, chi con la persona che amavano, chi con uno sconosciuto e chi, sfortunatamento, non hanno potuto decidere. Potevo essere una di quelle ragazze, quelle che non potevano decidere, se solo non avessi trovato la forza e Shan non fosse stato li 1 mese fa. Sento i muscoli del vetre contrarsi ad ogni spinta. I muscoli della mia vagina si contraggono e sembrano come se volessero salirmi in gola. Sudo e il battito del mio cuore aumenta quasi se volesse uscirmi da petto. La mia schiena si inarca andando contro il bacino di Shan. Le gambe mi tremano e le tempie battono. Sento mancarmi il fiato e inizio ad ansimare velocemente.
«S-shan...» Il mio corpo inizia a tremare tutto mentre Shan scivola perfettamente su di me aiutato dal sudore. Alza la testa, che aveva posato sulla mia spalla, e posa la fronte sulla mia. Il suo viso é completamente ricoperto da coccioline di sudore, presumo anche il mio. Cerca e afferra la mia mia mano destra, intreccia le dita alle mie e la stringe forte. Mi guarda dritto negli occhi ed ansima sulle mie labbra. Sento il mio corpo che cessa di funzionare, come in standby, per due secondi. Sento il suo membro gonfiarsi dentro di me. Gemo e ansimo mentre Shan mi bacia e stringe forte la mia mano per soffocare il mio e il suo orgasmo. Mi sento leggera, libera, come se non pesassi. Il cuore continua a battermi velocemente come un tamburo. Shan esce lasciandomi una sensazione di vuoto e rimane su di me. Lo stringo forte a me mentre mi ansima nell'orecchio. Lentamente i respiri e i battiti dei nostri cuori tornano normali. Mi sento veramente strana. Mi sento tanto stanca.

Porto la mano davanti agli occhi per coprirmi dal sole che picchia sulla mia faccia. Continuano a bruciarmi gli occhi e vedo che la luce si attenua. Lentamente apro gli occhi e me li stropiccio con le dita. Vedo accanto a me Shan che mi sorride e regge il lenzuolo sulla mia testa. Mi avvicino e poso la testa sul suo petto, abbasso il lenzuolo e lui mi stringe a se. Siamo completamente nudi e solo la seta bianca del lenzuolo ci copre.
«Buongiorno dormigliona» rimango con gli occhi chiusi, mi bacia la fronte e lentamente inizia a pettinarmi i capelli con le dita.
«Si si giorno...mh» strofino la testa sul suo petto profumato e lui ridacchia. «Mi stavi guardando mentre dormivo?»
«Si, da circa un'ora...mi sono svegliato ed ho iniziato a fissarti mentre ripassavo mentalmente la nottata di ieri...cioé stamattina» continua a pettinarmi i capelli con le dita ed io mi rilasso.
«Ah si? E come ti é sembrata?»
«La più bella della mia vita»
«Esagerato...» Apro gli occhi e mi giro a pancia in giu posanto il mento sul suo petto. «No...togliendo il fatto che praticamente mi hai spompato...» Scoppia a ridere e mi bacia la fronte.
«Io? Non è vero!» Rido e divento bordeaux. Si, é colpa mia.
«Si si tu. Eri tu che mi sussurravi "ancora"...e li ero tipo felice e nella testa mi dicevo "evvai ancora! Si!" Poi quando mi hai ridetto "ancora" ho capito che...avevi tanta fame, ecco» piega le braccia e le sistema sotto la testa per poterla alzare un po'. Le sue braccia si contraggono mostrandomi i due bicipiti gonfi e grossi.
«Ah ah, divertente! Tu non avevi fame?»
«Io ho fame dal 3 novembre! Eh, pensa un po'! Bhe l'abbiamo fatto finchè non siamo crollati sfiniti. Tre volte di fila, mai fatte» il mio ego e autostima crescono. Almeno abbiamo fatto qualcosa che non ha mai fatto.
«Dal 3 novembre! Ingordo! Comunque si si...anche io mai fatte 3 volte di fila eh» mi siedo sul letto, accanto a lui, incrociando le gambe e mi copro il seno con il lenzuolo bloccandolo sotto le ascelle.
«Ma dai! Non ci credo! L'hai fatte e più di 3!» Alza il sopracciglio e storce la bocca da un lato.
«Mi prendi per il culo?»
«Ovvio» scoppia a ridere e si posa la mano sulla pancia. Alzo gli occhi al cielo e sbuffo.
«Cosa ti è piaciuto di più?» Gli prendo la sua mano fra le mie e gliela guardo. Amo le sue mani. Sono fissata con le mani degli uomini in generale, ma le sue sono particolari. Hanno i calli da drumstick e quasi sempre ci sono delle croscicine di ferite che si stanno rimarginando. Sbatte spesso le nocche e le falangi staccandosi piccoli pezzettini di pelle.
«Togliendo il Porca troia?» Lo guardo e stranamente non rido, sono seria.
«Shan...sono seria»
«Scusa...tutto comunque...non c'é nulla in particolare perché è stato tutto unico e bello...mi piacciono tanto i tuoi capelli e vederti sopra di me che fai su e giù» chiude gli occhi per ricordare o pensare. «Mi piace quando ti aggrappi alla schiena e mi stringi forte...mi é piaciuto quando hai sussurrato il mio nome ed io ti ho afferrato istintivamente la mano. Mi é piaciuto tutto perchè lo sai che era da tanto che aspetto e aspettavo te. Mi piace sentirti mia, fra le mie braccia...é bello, non puoi descrivere o scegliere una cosa fra tante cose diverse ed uniche» apre lentamente gli occhi e gira la testa per guardarmi. I suoi occhi ieri erano verde scuro, oggi sono gialli come quelli dei gatti. Amo studiare ed osservare tutte le sfumature dei suoi occhi.
«Lo stesso vale per me...sai che non ho termini di paragone, quindi mi baso su quello che abbiamo fatto e quello che pensavo di fare»
«Cosa pensavi di fare?»
«Sinceramente? Non saprei, Shan...avevo paura che magari non mi potesse piacere, avevo paura del dolore, di fare qualcosa che a te potesse dare fastidio o viceversa...avevo paura di non provare niente e che tutto quello che avevo immaginato prima non accadesse...sarebbe stato comunque bello perché sei tu e ti amo ma avevo paura di queste cose...volevo che fosse perfetto ed unico per potermelo sempre ricordare a vita, ma temevo anche che qualcosa andasse storto e che avrei avuto il classico ricordo "si non é stato nulla di che" "non ho provato niente"...non so come spiegartelo e non vorrei che fraintendessi per poi offenderti» stringo il lenzuolo sul seno e abbasso la testa. Non riesco a spiegarmi ed è tanto frustrante per me. Non vorrei mai che capisse altro.
«Vieni qui» mi tira a se e mi stringe facendomi posare la testa sul suo petto. «Non posso dirti che ti capisco perché quelle che mi stai dicendo sono le paura di una ragazza ed io sono un uomo...abbiamo paure e modi di vivere le cose molto diversi...però sto cercando di capire...magari una donna, cioé tu, ha paura del dolore o di non provare niente...com'é giusto che sia, penso...per me é diverso, non avevo paura di farlo da tanto tempo...l'ultima volta é stata la prima volta quando ero adoloscente...ero ansioso e agitato perchè non sapevo che fare, avevo presente cosa si faceva a grandi linee...ma avevo comunque paura perché non sapevo dove toccare...avevo paura di agitarmi cosi tanto da non riuscire a...trovare la via, diciamo cosi...e soprattuto avevo paura che il mio amichetto non volesse e che mi avrebbe fatto fare una figura di merda. E ti dirò, ero teso come una corda di un violino e non mi sono goduto quel momento...togliendo il fatto che non la conoscevo e non l'amavo, il che é già sbagliato...e quindi sono uno che pensa "mh si nulla di che la prima volta"...più o meno sono queste le paura di un ragazzo che sono differenti dalle tue però so che ci sono. Con te ho avuto altre paure che non pensavo potessero esistere...avevo paura di farti male, il che già mi bloccò l'altra volta, avevo paura che non ti potesse piacere e che non sarebbe stato bello o perfetto come volevi tu...avevo perfino paura di non riuscire a darti piacere. Un coglione in poche parole...però poi ho visto che avevi più paura di me e mi sono fatto coraggio per poterne dare un po' a te. Poi é stato tutto spontaneo, perfetto e bello...e stamattina mi sono sentito un deficiente a pensare che avessi paura perché non stavamo facendo nulla di male. È andato meglio di come anch'io avevo pensato...poi noi siamo cosi, riusciamo a spezzare la tensione e a cancellare le paure con le risate» amo ascoltare i suoi racconti di quando era giovane. Senza che io chiedo, lui racconta. Riesce a farmi capire tante cose e risponde a tutte le mie domande. C'é passato, ha passato tutto quello che anch'io passerò e saperlo accanto a me, più grande di me e che sa sempre cosa dirmi, é un solievo. Non mi nasconde il fatto che la vita può andare bene e poi precipitare. Può distruggerti, buttarti a terra, calpestarti, farti agonizzare per tanto ma gli unici giocatori siamo noi e noi decidiamo cosa fare. Noi decidiamo se alzarci e quando alzarci, noi decidiamo se cadere o tentare di rimanere su ed essere forti. Per me Shan é tutto: il mio ragazzo, il mio migliore amico e confidente, la mia guida, il mio punto di riferimento e il mio aiutante come in una favola.
«Riesci anche a capire cosa intendevo pur essendomi spiegata malissimo...era quello che tentavo di dirti, avevo paura di quelle cose e volevo dirtelo senza però che pensassi che fosse stato brutto...cercavo di dirti che per quanto puoi immaginare una cosa non va mai come nei tuoi piani...peggio o meglio che sia. Io già al tuo "guardami" e al successivo "ti amo" non avevo più paura di niente...sapevo che non poteva andare come avevo immagino perché avevo pensato ad una prima volta normale e non ad una prima volta con te. Mi piace sapere che anche per gli uomini non é cosi facile come sembra, non lo mostano...e mi fa sorridere il fatto che anche tu ci sei passato e avevi paura proprio come me. Tu vedi una persona muscolosa, bella, che ti da una sicurezza assurda e non penseresti mai che anche lui ha paura. Però fa bene saperlo...fa bene mostrarsi, per quello che si é, sensibili...ed io non ti reputo ne un coglione ne un deficiente perché hai avuto paura...è normale averne, non sei un robot...e amo il fatto che tu me lo dica senza vergognarti...sei sincero e te ne freghi per come potresti apparirmi perché sai che non penserei mai quello che tu pensi di te stesso. È questo il bello...non tutti gli uomini lo fanno e forse lo fai perché fra noi c'é tanta complicità. In fondo il nostro rapporto é iniziato con me che ti dicevo che non eri come apparivi quando, in realtà, descrivevo me e basta» prende il mio mento e mi bacia dolcemente sulle labbra.
«Forse gli uomini hanno più paura di una donna. La paura che poi gli porta ad avere l'ansia da prestazione che non ti permette di farlo e ti blocca. Per una donna é diverso, dopo la prima volta di cosa ha paura?» Fra i due quello più saggio e che risponde alle domande della vita é lui, non io, quindi non saprei come soddisfarre la sua curiosità.
«Emh lo sai che io non sono brava con le risposte...» Gioco con i peli del suo petto e arrossisco.
«Pensaci...» Io e Shan siamo cosi: logorroici. Parliamo anche ore di un unico argomento, scambiandoci i punti di vista molto diversi spesso, finché non siamo soddisfatti. Stamattina é toccata alla prima volta ma di solito parliamo di tutto anche del perchè l'uomo ama la musica e cose cosi. Non é tutto baci e coccole il nostro rapporto, é tanto speciale e credo che cosi non esistano.
«Forse la paura che il ragazzo ti costringesse a fare una cosa che non vuoi...che fosse un po' violento e che lo facesse giusto per»
«Mh...ah, sono cose che io non faccio e non mi piacciono. Kate...» Alzo la testa e lo guardo. «Dimmi...» Arriccia la fronte e abbassa lo sguardo mortificato.
«Ti ho fatto male?» Come può pensare una cosa simile? è normale che non può essere indolore ma non é mica colpa sua.
«Ma non é colpa tua, Shan...» Gli accarezzo il viso.
«Non mi hai risposto»
«È normale sentire del dolore, Shan...non devi fartene una colpa. Pensavo fosse più forte perché ti ho detto che avevo paura...bruciava un po'» non voglio mentirgli dicendogli che non ho sentito niente perché non é vero. Non voglio che ci pensi perché so che, per come é fatto, ci rimuginerà su. 

«Potevi dirmi di fare più piano» chiudo gli occhi e sospiro. Scivolo su di lui e mi sdraio sul suo corpo.
«Hai fatto piano. Sei stato dolce e tanto romantico...sono stati solo pochi secondi, il tempo di abituarmi e poi é stato bellissimo. Sai...» Arrossisco e abbasso lo sguardo. Quello che sto per dirgli mi imbarazza da morire ma cerco di trovare il coraggio per essere il più sincera possibile. Se non c'è sincerità in un rapporto allora cosa c'é? é essenziale. «Io pensavo che avessimo fatto...sai, tipo il numero civico di casa mia» scoppio a ridere e lui fa lo stesso. «Ecco per quello pensavo che fosse...forse presto...non so e di quello ho paura»
«Bhe il numero civico di casa tua, per i comuni mortali il 69, é una posizione che si fa più in la...dopo un po'. C'é tempo per provare e sperimentare tutto...non serve fretta...verrà anche quello spontaneo, non ti obbligo e non mi obblighi...se succede, succede...ma di quello non devi avere paura magari ne parli con Vicki se vuoi sapre qualcosa» mi sento di nuovo una deficiente, che non sa le cose, e molto inesperta.
«Perché tu pensi che Vicki faccia...?» Sgrano gli occhi. Ho sempre saputo le cose base. Quando andavo a scuola le mie amiche erano come me e si parlava anche di quello, poi ovvio c'erano quelle che avevano fatto di tutto, ma proprio tutto, e non le frequentavo. Quindi le informazioni, anche errate, giravano solo fra noi.
«...pompini a Tomo? Penso di si...é una cosa normale, Kate» mi accarezza la testa ed io mi sento una bambina. Shan mi fa anche un po' da padre. Anche se sono grande ho sempre pensato che fare del sesso orale fosse da troie e che facesse schifo.
«Capisco...scusa»
«Per cosa?»
«Perchè sono cosi inesperta e scema»
«Bhe non sono nato che sapevo già tutto io...e se vuoi sai che puoi chiedere, a me piace parlare di tutto...e non ho problemi»
«Lo so, ma che fai? mi dai anche lezioni?»
«Se vuoi...ok scherzo, quello che voglio farti capire che devi solo provare...e piano piano capirai cosa devi fare»
«E se a te non piacesse?» Ridacchia e diventa rosso.
«Ok mi sto imbarazzando anch'io un po' a parlarne»
«Eh, figurati come mi sento io, Shan...una deficiente» mi accarezza la testa e me la bacia.
«Non sei una deficiente, ci passano tutti...comunque impossibile che non mi piaccia, posso pensare anche io di sbagliare se faccio una cosa e che non può piacerti perché ognuno é diverso...é cosi, si prova e basta...non c'é un manuale. O forse...mmh» mi guarda e ridacchia. «Shan non l'hai letto e non puoi capire lo schifo che c'é li dentro» torniamo a parlare del famoso best seller 50 sfumature. Ne parlammo già ma lui si ostina nel chiedere, fino alla fine glielo racconterò tutto.
«Non c'è una parte che parla di sesso orale?» Ridacchia e scuoto la mia testa che é sul suo petto.
«Emh si ma non é un manuale. È scritto maluccio e la protagonista é una deficiente proprio...trovi frasi tipo "me lo sto scopando con la bocca" si festeggia, vuoi anche un cappellino? Oppure "glielo succhio" e lui "ana non voglio venirti in bocca"» faccio il vocione da uomo per interpretare la parte di Christian e lui ride come un bimbo.
«Come non detto...perchè l'hai letto, amore?»
«Bhe mi interessava la storia, sapevo che c'era del porno ma non l'ho letto per quello...ero curiosa perché tutti ne parlavano...»
«Certo come no...l'hai letto per le scene porno!»
«Ti giuro, no! Ma se mi imbarazzo a parlarne...lo sai...» Lo bacio e lui scende con la mani per accarezzarmi il sedere.
«Jared! Ci vediamo un bel porno con lui e chiedi a lui...il bro é molto esplicito nello spiegare» calca con il tono la parola "molto" e alza e abbassa le sopracciglia velocemente.
«Ah ah ah! Divertente, Idolo! Prima mi dici "sperimenta" poi "cerca in 50 sfumature" poi "chiedi a Vicki o Jared" e ora il porno? Leto, secondo me hai bisogno anche tu di una ripassatina»
«Mmh dici? Sai, sono duro ad imparare le cose...mi aiuti a ripassare?» Prende il lenzuolo e lentamente lo alza sulle teste.
«E va bene, ripassiamo...poi sono io quella che ti spompa e che chiede "ancora" no? Mi sembra giusto dare la colpa agli altri quando il signorino ha fame più di me e...» Mi interrompe girandosi e facendomi mettere sotto di se.

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Capitolo 22
*** Hello Malibu - Making love in the shower ***


25 dicembre 2012 ore 7:30 pm

Siamo in viaggio da più di mezzora e siamo diretti a Malibu. Il viaggio da Los Angeles a Malibu dura circa 40 minuti ma abbiamo trovato traffico per le festività. Siamo sulla I-10 W in direzione Santa Monica e stiamo per continuare sulla State Hwy 1. Abbiamo deciso di passare la notte in spiaggia ma avremo comunque a disposizione la villa di JJ che é proprio a pochi passi dal mare. Abbiamo preso una bella tenda grande e fatto la spesa. Prima di tornare a casa domani, stiamo decidendo se fare un piccolo viaggetto per visitare Santa Monica o la Playa Del Rey che si trovano a mezz'ora, o giu di li, da Malibu. Siamo in viaggio con il suv in quanto il bmw di Jared é poco spazioso. Io sono dietro, Jared alla guida e Shan accanto a lui. Stiamo ascoltando della musica, un po' di tutto, con un volume abbastanza alto. Ora nel suv c'é You've Got Love, Florence + The Machine. Jared canticchia e porta il ritmo sul volante. Non sembra ma ascolta e conosce a memoria parecchi testi di altri cantanti. Per l'occassione indosso degli shorts di jeans, delle infradito e una canotta aperta sui lati stile Leto. Da sotto gli abiti ho indossato il costume e non l'intimo. Jared porta dei pantaloni lunghi di una tuta e una t-shirt nera con uno scollo a V; Shan, invece, indossa un pantaloncino corto fino al ginocchio, il costume a slip da sotto e una canotta come la mia su.

«Kate...é una persecuzione!» Dice Shan mentre sentiamo le amichevoli bacchette dell'inizio della canzone Locked Out Of Heaven di Bruno Mars. È una persecuzione veramente. Andiamo nel supermercato per fare spesa e gli autoparlanti diffondono quella canzone, idem nel parcheggio e alla radio nel suv. Io e shan non ne possiamo più.
«Sto quasi per odiarla...ma mi piace troppo» mi sposto sul sedile centrale e appoggio le braccia sul sedili davanti affacciandomi, fra di essi, con il busto.
«Anche le prossime canzoni dei mars saranno cosi tormentose! Fidati!» Urla JJ per farsi sentire un po'. «Ah, Kate! Ho un cd demo a casa!» 'Bastardo' cerca sempre di scatenare la fan che c'é in me e mi dice sempre le ultime news a volte anche finte. L'ultima che mi disse é che avrebbero girato il nuovo video a Mosca ed io ci credetti perché Jared é un tipo strano e la scelta di quella città non era affatto strana.
«Ah...figo...bello...bravo» Shannon ridacchia perché sa perfettamente cosa sto facendo: cerco di non dargli importanza.
«'Cause your LOVE takes me to paradise...» Urla Shannon canticchiando. So che lui conosce la canzone a memoria e non è un caso se ha cambiato la parola sex con love. Dopo stamattina e il dopo risveglio gli sembrava giusto ricordarmelo. Dopo che abbiamo parlato abbiamo fatto, come dice lui, pratica compreso di tutto. È venuto da se fare sesso orale e infatti ora dice che facciamo pratica e orale. Che scemo. Gli é piaciuto ed anche a me perché Shan con la lingua ci sa proprio fare.
«é Sex bro. S.E.X no love!» Lo rimprovera Jared e Shan mi manda un'occhiata dallo specchietto mentre ride.
«Eh scusa bro...la memoria!» Guardando la strada, Shan, porta la mano dietro e mi accarezza il viso.
«Ah, questi gli conosco! I maroon5! Love Somebody da Overexposed» muovo un po' la testa seguendo il ritmo della canzone mentre Jared sgrana gli occhi.
«Ho un ottimo insegnante Jared...forse non lo sai, ma tuo fratello conosce tutte le canzoni...quelle vecchi e quelle nuove, di gruppi o cantanti. E i maroon5 spaccano!» Jared é un tipo che ama la musica, tutta, ma che fa fatica a lasciarsi andare ad apprezzamenti sopratutto sulle band. Si agita sul sedile come un polipo e guarda Shan e fuori dal finestrino, più volte. L'ha presa bene a quanto vedo. 'Certo come no!'
«I maroon5? I maroon5, Shan? Kate? Cosa?» Ogni giorno Shan mi fa conoscere una band o un cantante facendomi ascoltare le canzoni che, secondo lui, sono le più belle. Ultimamente stiamo ascoltando i Maroon5 e il loro ultimo cd: Overexposed. Ci piace tanto per le canzoni e il loro ritmo.
«Jared, overexposed dei maroon5 é meraviglioso! Dovresti sentirlo» poso la mano sulla sua spalla e Shan mi guarda curioso.
«Mh, questa come si chiama?» Si diffonde nel suv un ritmo travolgente che ti fa venire voglia di ballare o di muoverti e noto che la mano di Jared batte il tempo sulla sua coscia. 'Gli piace!'
«Lucky Strike...» Lo informo e lui mi fa un sorriso fintissimo.
«Bro, veramente...dovresti dargli un'ascoltata...non é ai livelli del tuo lavoro perché sono dei sound diversi però si sono rinnovati...» Smetto di ascoltare Shan e afferro velocemente il BB in quanto ho capito perché Jared era cosi teso e nervoso.
Da:Kate Ora: 8:47
"Amore basta con i Maroon5! Gli ricordano quella modella bionda e zoccola, non si sa mai. Ps. Quella che stava con Levine dal cognome impronunciabile."
Sento vibrare il telefono di Shan, legge e subito cambia canzone. Si alza un attimo dal sedile e si affaccia con la testa dietro.
«Dimmi amore...» Gli accarezzo il viso e lo guardo negli occhi.
«Ti amo...grazie, mi ero dimenticato» sussurra al mio orecchio e mi bacia sulle labbra.
«Anch'io...tranquillo. Su torna avanti...» Sorrido e lui si risiede al suo posto sistemando la cintura.

 
Abbiamo sistemato la tenda da poco e acceso un piccolo fuoco che i Leto stanno alimentando con la legna e la carta. Sono seduta su un asciugamano fuori dalla tenda e gli guardo non attenzione. Un momento sistemano il fuoco e un momento dopo si rotolano nella sabbia facendo finta di prendersi a botte. Afferro la busta accanto a me e prendo il pacco di marshmellow e i biscotti. Sfilo le ciabattine e gli raggiungo.
«Chi ha fame?» Scuoto i due pacchetti e finalmente la smettono di prendersi a botte e si siedono difronte al fuoco. Mi siedo accanto a Shan e gli passo i biscotti e i marshmellow.
«Devo ancora digerire quelli del VyRT io!» Jared si accarezza lo stomaco e fa una faccia schifata.
«Maddai bro...» Shan ridacchia e afferra un rametto sottile, infila un il marshmellow sulla punta e lo avvicina al fuoco.
«Quanto ci scommetti che lo brucia, Kate?» Io e Jared guardiamo Shan e improvvisamente il mashmellow si infiamma diventando nero.
«Emh...è buono lo stesso» scoppio in una risata rumorosa seguita da quella Jared per la faccia di Shan che ci è rimasto male. «Ridi?» Mi guarda Shan ed io continuo.
«Si...amore, ci sei rimasto di merda!»
«E va bene» si alza di scatto e divento seria. 'Che succede?' «L'hai voluto tu!»
«Che Shan?» Si piega e mi afferra dalle caviglie trascinandomi sulla sabbia in direzione del mare. 'Oh merda!' «No Shan! No! Jared cazzo fai qualcosa!» Cerco di liberarmi  mentre Shan ridacchia e goffamente mi tira.
«Arrivo io, Kate! Non temere!» Urla e ci raggiunge correndo mentre Shan si ferma.
«Grazie Jared...tuo fratello é un bastardo» Jared mi afferra per le ascella ed inizia a camminare verso il mare mentre, Shan, mi alza per le gambe. Mi reggono come un maiale sul girarrosto: sono incaprettata. «Me la pagate! Giuro siete dei...» Non finisco la frase che mi ritrovo sott'acqua. Apro gli occhi ma é tutto buio. Poso le mani sul fondo, fatto di sabbia, e mi tiro su riemergendo. Rovescio la testa indietro e mi passo le mani fra i capelli. Mi hanno bagnato anche i vestiti, per fortuna ho un cambio. Cammino a fatica nel mare ed arrivo al bagnasciuga. Non c'é traccia dei Leto.
«Bastardi dove siete? Shan giuro che facciamo i conti!» Cammino sulla sabbia verso il fuoco e loro non ci sono. 'Dove sono finiti?' Sfilo la canotta e la strizzo perbene. «Shan? Jared?» Mi guardo intorno ma non ci sono.
«Aaaalla caricaaaa, affoghiamola!» gli vedo uscire da dietro la tenda e corrermi incontro come dei tori o dei giocatore di di rugby.
«Porca troia!» Inizio a correre mentre loro mi raggiungono. Mi fermo davanti al fuoco e loro si fermano sui due lati circuendomi.
«Amore arrenditi, due contro uno...» Mi dice Shan avvicinandosi pacificamente. Allarga le braccia per prendermi ma faccio una finta e riesco a scappare. Inizio a correre lungo il bagnasciuga e loro mi vengono dietro.
«Siete vecchi e questa spiaggia é chilometrica, prima o poi creperete al suolo...» Continuo a correre e urlo ansimando. Spero che la smettano perché ho già il fiatone.
«Amore facciamo palestra...arrenditi!» Mi fermo di colpo e loro mi sorpassano. Mi volto e corro dalla parte opposta verso il fuoco. Scoppio a ridere vedendo le loro facce e tornano indietro verso di me. Continuo a correre e arrivo al fuoco, mi sdraio sulla sabbia e aspetto che arrivino. Sono esausta e stanca. Non sono abituata a corre e a fare esercizio fisico.
«S'é arresa, bro!» Urla Jared mentre mi raggiungono.
«Tutto ok amore?» Mi tende la mano e l'afferro per alzarmi.
«Insomma...bastardi!» Jared mi passa una bottiglietta di acqua ed io la bevo tutta di colpo. «Grazie Jared» ho il fiatone e mi sono scolata in pochi secondi una bottiglietta di acqua. I Leto ridono e mi guardano.
«E noi siamo i vecchi, JJ? Certo come no!» Guardo Shan cercando di riprendere fiato e non avevo notato che é completamente nudo ed indossa sola la piccola mutandina nera del costume da bagno. Si é tirato i capelli facendosi il codino. Lo stesso Jared, indossa solo un boxer per fare il bagno e si é fatto un piccolo codino alto. Io sono l'unica che é ancora vestito anche se indosso solo lo short, il costume da sotto, e sopra un reggiseno rosso a costume con l'allacciatura all'americana.
«Sei bellissimo S-shan...» Ho ancora il fiatone. Guardo Shan e poso le mani sui fianchi mentre il mio petto di gonfia e sgonfia.
«Grazie ma non ci casco! Jared, su!» Jared si avvicina a me e mi carica sulle spalle andando verso il mare. «Jared no, dai...almeno tu...so che fra i due sei quello normale e bravo» stringe la presa e continua a camminare senza rispondermi mentre Shan ci segue. «Shan la pratica te la scordi per una settimana! Ne parliamo l'anno nuovo! Giuro, quanto é vero che mi chiamo 
Katherine Elisabeth Jennifer Strange!» Urlo e gli alzo il dito medio facendo una faccia arrabbiata. Scoppia a ridere e non lo vedo più: finisco di nuovo in acqua. Nuoto verso l'alto e riemergo portando i capelli indietro. Nel frattempo, I Leto, sono entrati con comodo in acqua. L'unica che può essere buttata nell'acqua fredda sono io, loro devono ambientarsi giustamente. 'Stronzi!'. Jared entra lentamente nel mare ed inizia a camminare mentre, Shannon, si tuffa e va sott'acqua. Poco dopo riemerge davanti a me uscendo dall'acqua come un Dio. L'acqua gli gocciola sul viso, é completamente bagnato e mi fissa.
«Tu...» Mi guarda negli occhi, infila la mano nel mio short e mi tira a se. «Sei mia...» Sorride e mi bacia con passione stringendomi a se e infilandomi la lingua in bocca.
«Lo so...ma la punizione rimane, amore» gli mento perché non riesco a stargli lontanta. Lo voglio.
«Vedremo...saprai resistermi?»
«No...»
 
Abbiamo fatto un bel bagno lungo, più di un'ora. Fra tuffi, schizzi e giochi sembra volato il tempo e sono già le 11:15. Siamo intorno al fuoco e non riesco ad asciugarmi. Shan mi stringe a se ma avendo i capelli troppo lunghi sono rimasti bagnati. Il costume lentamente si asciuga sul mio corpo. Poso la testa sul petto di Shan e starnutisco.
«Ooh amore...hai freddo?» Mi bacia la fronte ed io annuisco.
«Andiamo a casa? Ci facciamo una doccia per togliere il sale e torniamo?» Propone Jared stringendosi nel suo asciugamano. Effettivamente non é stata una buona idea. Non c'é vento e non fa freddo ma siamo bagnati e il fuoco non ci asciuga. L'acqua, dopo un po' che eravamo dentro, é diventata tiepida. Era tutto buio e solo la luna dava una leggera luce bianca.
«é una buona idea» mi alzo e sfilo il telo da mare dalla spalle. Lo stendo a terra accanto al fuoco per farlo asciugare. Jared mi guarda la pancia e arriccia la fronte. «Che succede?» Shan si alza e aggiusta anche lui il suo telo a terra.
«Cos'é? Un tatuaggio?» Si alza e viene vicino a me piegando la testa per osservarlo meglio.
«Ah...questo» sorrido ed arrossisco. «L'ho fatto il 23...é un cuore con la S» Jared alza la testa e guarda Shan un po' spaventato.
«Kate, non dovevi bagnarlo...non potevi farti il bagno perché può fare infezione» 'cazzo!' Mi passo la mano fra i capelli e lo guardo preoccupata mordendomi il labbro.
«È che mi sono dimenticata Jared...poi avete fatto tutto voi...» Mi giro e guardo Shan preoccupata ma lui guarda Jared.
«Mi ero dimenticato anch'io...per ora facciamo la doccia e ci mettiamo un po' di crema dopo...tranquilla» Shan mi abbraccia da dietro e mi bacia sul collo.
«Andiamo dai...non dovrebbe succedere nulla, credo di avere la crema in casa» Jared si avvia verso la grossa villa alle nostre spalle ed io e Shan lo seguiamo.
 
Guardo un attimo la villa prima di entrare: é spettacolare. È tutta bianca con un giardino grande e verde davanti. C'é un piccolo salottino sul lato sinistro della casa completamente sull'erba: due divani in stile Zen fatti di paglia nera intrecciata e un tavolino, nello stesso stile, ma con un vetro su. Tutto il di fuori della casa é illuminato da piccole luci tonde nel terreno. La casa e piena di finestre e porte a finestra ma sono scure: puoi vedere fuori stando dentro ma viceversa no. Jared si avvicina ad una grossa porta finesta con la veranda davanti ed inserisce la chiave. Spinge la finesta sulla sinistra, facendola scivolare sul binario, ed entra. All'improvviso tutta la casa si illumina. Shan mi sorride vedendo la mia faccia sbalordita ed entra tenendomi per mano. Non saprei proprio dove guardare: c'é di tutto. Non appena si entra, sul muro a destra, c'é un camino rifinito in marmo bianco e sopra ad esso una scultura strana a rilievo di colore rossiccio/marrone. Ci sono tappeti zebrati, giraffati e leopardati ovunque. Sulla destra del camino, posizionato sotto una grossa vetrata, c'é un divano a L lunghissimo di tessuto color beige. Difronte al camino c'é un tavolo lungo e alto con 6 sgabelli intorno. 'Dannati sbabelli, sono una persecuzione!' Difronte al camino e al tavolo c'é una porta scorrevole bianca con un'anta aperta dalla quale posso intravedere un pezzetto di cucina. Accanto alla porta della cucina c'é una porta, anch'essa bianca, con un omino nero disegnato su. Presumo sia il bagno. Invece sulla sinistra, non appena si entra, c'é una un salottino: una tv al plasma che occupa tutto la superfice di un mobiletto basso in stile neo classico un po' orientale. Difronte alla tv c'é un altro divano, identico quello accanto al camino, ma a forma di U con un tavolino, coordinato al mobile della tv, al centro. Sulla destra del salottino, difronte al tavolo con gli sgabelli, c'é una scala bianca con i gradini in marmo grigi. Accanto a quest'ultima c'é un piccolo tavolino, posto in un angolo fra la scala e la colonna, con delle scultume in ferro su. Sulla parete difronte al tavolino, che coincide con il muro della cucina, c'é un grosso armadio con un'anta aperta. È marrone scuro con dei dragoni dipinti su. Al suo interno é pieno di cassettini e scomparti rossi rivestiti di velluto. Mi sembra un mobile in stile cinese. Alla fine della stanza, sulla sinistra del mobile cinese, c'é una porta a finestra e sul lato un piano moderno nero lucido.
«Ti piace?» Mi chiede Jared rimanendo con Shan davanti alla scala mentre io faccio un giro.
«Cavolo! é wow...molto colorata...» Sono senza parole e una foto grande in bianco e nero incorniciata con una cornice nera lucida, posta sul piano, attira la mia attenzione: sono Jared e Shan che sorridono. Sono piccoli, avranno un 4 e 5 anni. Hanno un taglio di capelli uguale, a caschetto, e la stessa camicia a quadri. Sorridono e con le mani in alto. Sento Shan che si avvicina lentamente a me e mi stringe in un abbraccio da dietro.
«Avevo 5 anni li...e Jared 4...era il suo compleanno...vedi, abbiamo i cappellini per festeggiare» sento che sorride ma continuo a fissare la foto. «Odiavamo quei capellini...il tempo della foto e poi gli abbiamo tolti. Forse ci dava fastidio l'elastico, non ricordo...» Mi parla dolcemente nell'orecchio accarezzandomelo con l'alito e un brivido, come la pelle d'oca, mi sale lungo la spina d'orsale.
«La scattò papà...» Sussurra Jared malinconico rimanendo accanto alle scale. Ora che ci penso, a casa di Shan, non ci sono foto ne sue ne di altri. Io sapevo che aveva la passione per la fotografia anche, ma perché non ha foto?
«Eravamo ancora a Bossier City...» Aggiunge Shan. Mi volto lentamente e lo stringo forte a me come un orsacchiotto. Sento le sue mani cingermi il corpo per poi abbracciarmi.
«Vieni Jared...» Allungo la mano per invitarlo ad abbracciarsi a noi. Lui fa la sua solita faccia schifata e agita le mani.
«Odio gli abbracci, Kate...lo sai...» Scuoto la testa e ridacchio.
«Non m'importa» vado da lui e lo stringo forte alzandolo un po' da terra mentre Shannon si strozza ridendo rumorosamente.
«Dai fra un po' è mezzanotte! A lavarci!» Salgo velocemente le scale senza sapere dove andare. Mi ritrovo in lungo corridoio pieno di porte, a destra e a sinistra, e quadri coloratissimi e astratti. Mi fermo e aspetto che i Leto salgano.
«Ultima porta a sinistra è il bagno...io uso quello della camera da letto, ce la fate con uno?» Ci chiede Jared mentre apre la porta di un'enorme camera da letto. Io e Shan ci guardiamo e lui mi ride maliziosamente. «Ma ovvio che stupido...siete due calamite! Fra 15 minuti giu eh...mi raccomando ragazzi!» Jared agita la mano per salutarci e chiude la porta senza darci il tempo di rispondere. Shan mi guarda e si morde il labbro.
«Ah ah! No bello! Contieni la tua fame...grazie!» Chiudo gli occhi in due fessure, alzo un sopracciglio e agito l'indice davanti al suo viso. «No!»
«Mh mh...si!» Mi carica come un sacco di patate sulla spalla e va verso il bagno.
«Ma é un vizio dei Leto prendermi per un sacco di patate da trasportare?...siete strani» appoggio il gomito sulla sua spalla mentre cammina. Ormai ho imparato a reggermi, non è la prima e temo che non sarà neanche l'ultima. Mi piace quando lo fa Shan, sopratutto perché quando lo fa, finiamo sempre a letto. È una specie di modo per dirmi che mi vuole e che sono sua...ma so anche camminare.
Mi posa al centro del bagno, in piedi, e corre a chiudere la porta.
«Vuoi fare il bagno o la doccia?» Calca con tono roco la parola "fare" mentre si sfila la canotta e la fa scivolare sul pavimento. Mi giro e incrocio le braccia al petto. Sto solo fingendo, in relatà, lo voglio più di quanto lui vuole me.
«Voglio puzzare, grazie...com'é che dici tu? Sweat Only!» Scoppia a ridere alle mie spalle ed io non posso fare a meno di sorridere.
«Abbiamo solo 15 minuti...tic tac!» Mi sussurra nell'orecchio e mi morde il lobo. Porta le mani in avanti e mi accarezza la pancia nuda scendendo per poi afferrare i lembi del costume. Mi volto e lo bacio premendo le mie labbra contro le sue.
«Sono pochi 15 minuti!» Ridacchia e scuote la testa mentre gli accarezzo il petto e lo spingo lentamente contro il vetro esterno della doccia. Continuo a baciarlo mentre le sue mani si allungano per slacciare i due nodi nel costume, uno sul collo ed uno sulla schiena, che gli permettono di rimanere su. Lo sfila e lo lancia sulla canotta. Accarezza la mia schiena e con una mano mi blocca la nuca per poter scendere con la bocca sul collo e sul seno. Slaccio il piccolo fiocco sui suoi pantaloncini e con le mani glieli calo insieme al costume da bagno che aveva sotto. Alza una gamba e poi l'altra per potersi sfilare i vestiti, gli spinge via con il piede, senza mai staccarsi dal mio collo. Piego la testa e gli bacio il collo, facendogli sentire un po' i denti, mentre la mia mano accarezza il suo petto, la sua pancia, i suoi addominali bassi e infine afferra la sua erezione. Sorride sul mio collo e si sposta per baciarmi le labbra. Mi infila la lingua in bocca facendo iniziare il nostro gioco preferito: rincorrersi. Infila i pollici nei lembi laterali, sui miei fianchi, delle mutandine e le abbassa sfilandole. Imito il suo modimento e con il piede le sposto sul mucchio di vestiti sul pavimento. Gli passo la mano sinistra fra i capelli, costringelo a rovesciare la testa indietro, avvicino le mie labbra al suo pomo d'adamo e glielo bacio e lecco mentre la mia mano destra acquista movimento sul suo membro. Geme e inspira bruscamente mentre chiude gli occhi. Mi accarezza la schiena e il sedere lentamente mentre io continuo con la bocca e la mano.
«Andiamo nella doccia...» Sussurra e sento la sua gola vibrare sotto le mie labbra. Allunga la mano dietro la sua schiena e apre il vetro tirandomi dentro con se. Si gira ed apre l'acqua della doccia che esce subito calda creando un leggero vapore. Infilo le braccia fra le sue e lo abbraccio da dietro. Gli bacio le americhe sulla sua schiena mentre l'acqua inizia a bagnarci i corpi dall'alto. Si gira lentamente e mi guarda. Intorno a noi c'é un leggero vapore che ha oscurato i vetri della doccia. L'acqua scende sulla sua testa accarezzandogli i capelli, il viso, il petto e gli addominali bassi ben definiti. Allunga la mano destra verso di me ma io gliela blocco. Gli giro lentamente la mano con il palmo verso l'alto e gli bacio uno ad uno ogni centimentro di pelle dell'avambraccio dove ci sono tatuati i glyphics. Mi guarda e sorride mentre l'acqua gli accarezza le labbra. Infilo le mani fra i suoi capelli e glieli tiro indietro per poter baciare la triad sotto l'orecchio sinistro. Posa la sua mano destra sul mio petto e lentamente scende accarezzandomi il seno, la pancia e il pube. Si sofferma li ed inizia un piccolo massaggio accarezzandomi le grandi labbra. Gemo e mi mordo il labbro inferiore mentre chiudo gli occhi e poso la fronte sulla sua clavicola. Scende con la mano e lentamente infila due dita dentro di me. Porto la mano sinistra sulla sua nuca e istintivamente gliela afferro con una leggere presa.
«Ooh S-shan» mi bacia la fronte e, con la stessa lentezza con cui é entrato, inizia a muovere le dita spingendo in fondo. Passo le unghie, senza raschiarlo, sul suo petto e scendo per afferrare di nuovo la sua erezione. Cerco di sincronizzarmi al suo movimento mentre alzo la testa, lo bacio e lui ansima sulle mie labbra. Mi stacco lentamente e mi giro posando la schiena sul suo petto aprendo un po' le gambe. L'acqua ha una temperatura calda, é bollente, ma sembra che evapori al contatto con la nostra pelle. Posa la mano destra sulla mia pancia ed io mi piego un po' con il busto in avanti. Accarezza tutta la mia schiena, con la mano sinistra, per poi fermarmi sul mio fianco. Avvicina il suo bacino a me e lentamente entra riempiendomi. Ormai è diventata un sensazione bellissima e famigliare. Ansimo bruscamente, poso le mani sul vetro difronte a me e lui inizia lentamente a spingere. Si piega in avanti e mi lecca un pezzetto di schiena fino alla spalla. Mi aggrappo al vetro quando le sue spinte di fanno più forti e decise. Lentamente sento i muscoli del ventre contarsi ad ogni colpo.
«Voglio guardarti negli occhi...» Mi sussurra ansimando ed io lentamente mi giro per posare la schiena sul vetro. Si avvicina a me e mi bacia con passiane alzandomi la gamba destra sul suo fianco. Posa la fronte sulla mia e mi guarda dritto negli occhi mentre lentamente entra di nuovo dentro di me. Mi regge la gamba sul suo fianco ed inizia a muoversi acquistandondo velocemente il ritmo di prima. L'acqua non riesce a colpirci, o meglio, arriva solo sulla schiena di Shan. Preme il bacino contro di il mio facendolo strusciare dolcemente sul clitoride. Continua a fissarmi negli occhi, ansima sulle mie labbra e mi afferra la mano sinistra intrecciando le dita alle mie. Quella famigliare sensazione di rilassamento totale e stanchezza arriva poco dopo. Veniamo insieme e le mie gambe iniziano a tremare. Sono senza forze. Esce da me e mi stringe forte reggendomi. Poso le mie mani sulla sua schiena e cerco di aggrapparmi.
«Ti amo...» Diciamo all'unisono e diventiamo rossi. Due scemi.
«Tutto ok?» Mi sussurra all'orecchio posando la sua mano sulla mia guancia. Lo guardo dritto negli occhi. Ho il corpo il fiamme, mi fa caldo, e sento la pelle umida non bagnata.
«Mi batte forte il cuore...» Poso la mano sul mio petto e cerco di respirare lentamente mentre lo guardo.
«Lo stesso vale per me...» Posa la mano sulla mia. «Il tuo cuore sta lavorando, sta pompando molto più sangue...e sei stanca, come se volessi dormire, perché c'é un rilascio di endorfina e ossitocina da parte del tuo corpo» lo guardo e sgrano gli occhi. Sa pure queste cose? Sono un po' sconvolta. Shannon non mi sembra il tipo da scienza o che si interessi a queste cose, eppure le sa.
«Emh si, lo sapevo» mento e se ne accorge facendomi un timido sorrisetto sexy.
«Certo, lo sapevi...hai fatto una faccia quando l'ho detto» arrossisco. Bhe non sapevo il fatto che quelle due "cose" si liberassero dentro di me, ma il fatto che il cuore stesse pompando più sangue, c'ero arrivata anch'io. «Era ed é una delle poche materie che veramente mi affascina...la scienza ma in particolare il corpo umano. Ecco perché ero stupito nel sentirti dire che volessi fare medicina, sopratutto chirurgia, per salvare delle vite. L'avrei fatto anche io, ma non ho una mano cosi ferma da poter operare» un'altra cosa in comune. Anche io amo la scienza e il corpo umano. 'Forse ero assente il giorno in cui la professoressa ci spiegò l'orgasmo.' Sorrido per il mio pensiero e arriccio la fronte.
«Come sai che non hai una man...» Ridacchia interrompendomi.
«Era la fine degli anni 70 inizio anni 80...secondo te come si giocava? Uccidevo e aprivo piccoli animaletti come lucertole o topolini...a volte erano già morti. Mentre JJ disegnava o recitava per un pubblico inesistente, io, mi divertivo in giardino. Gridava e chiamava mamma quando gli mostravo le lucertoline aperte» scuote la testa e posso vedere che nei suoi occhi c'é un pizzico di malinconia. Non voglio che si abbatta o che ci pensi proprio ora. Non voglio rovinare il momento.
«Sai che Hannibal Lecter ha iniziato cosi, si?» Scoppia a ridere e si regge la pancia mentre io lo guardo e sorrido. Mi piace vederlo ridere di gusto come un bimbo, é una gioia per i miei occhi.
«Oh amore! Io non ti mangerei mai!» Continua a ridere e la voce gli si strozza in gola.
«Fiù...grazie!»

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Capitolo 23
*** Happy B-Day Jared ***


Ci siamo fatti la doccia e abbiamo recuperato i vestiti dal borsone che Shan aveva dimenticato per le scale. Mi ha spalmato una pomata contro le infezioni e ha messo un grosso cerotto sul tatuaggio. Scendiamo le scale e vediamo Jared che ci aspetta seduto ad uno sgabello con la testa bassa. Mi avvicino lentamente seguita da Shan e noto che ha il blackberry in mano. Non mi sembra ne felice ne triste.
«Jay...tutto ok?» Poso la mano sulla sua spalla e lo guardo. Si gira di scatto e mi guarda.
«Ehi Kate, si si tutto ok...leggevo alcuni messaggi dei fan su twitter e non vi ho sentiti...bro hai controllato l'iphone?» Shan arriccia la fronte e guarda Jared confuso.
«Emh no...un attimo bro» Shan mi guarda preoccupato mentre faccio spallucce. Infila la mano in tasca e guarda l'iphone. I suoi occhi vanno da sinistra a destra come se stesse leggendo, poi un grande sorriso compare sulla sua faccia.
«Vicki é incinta e Tomo sarà papà!» Sorrido e lo guardo: é felice e gli brillano gli occhi. So che quel bambino non avrà un attimo di respiro fra suo padre e Shan. Sarà il loro giocattolo. Qualcosa mi dice che sarà maschio, certe cose una donna le sente.
«Sei felice? E tu Jay?» Shan mi stringe forte. Sembra come se fosse lui il padre. Vorrei tanto vedere la sua faccia se gli dicessi che sono incinta. Penso che sia un po' presto, sono giovane, e ci conosciamo da poco.
«Ovvio che si! Sarò come uno zio!» Mi afferra la testa fra le mani e mi bacia premendo contro le mie labbra.
«Sono felice che sarà papà Tomo...ma un po' meno per gli zii che si rivroverà...voglio fargli la crestina pomegranate!» Jared si alza dallo sgabello e si avvicina a noi mettendo il blackberry nella tasca dei jeans.
«Jared! è un bimbo! Per favore...é bello cosi com'é...e poi credo che Vic non te lo permetterebbe mai!» Rido e guardo Shan. Mi fissa e so perfettamente perché lo fa: vorrebbe tanto chiedermi di avere un bambino tutto nostro. Abbiamo affrontato l'argomento più volte, qualche settimana fa, e siamo daccordo che vorremmo averlo e basta senza programmarlo. Non ci siamo mai detti che forse é presto, sappiamo che quando arriverà, arriverà. So che Shan, anche se non sembra, ha un forte senso paterno. Ma io? Io no. Mi sento piccola, non ho senso materno, e non saprei proprio da dove iniziare. Ho sempre pensato di non avere mai figli proprio perché non ho senso materno, ma se Shan é con me, penso che riuscirei a fare di tutto, anche la madre.
«Ed io lo faccio di nascosto!» Jared incrocia le braccia al petto e fa una smorfia.
«Chitarrista uccide Frontman della sua band perchè, quest'ultimo, ha colorato e tagliato i capelli al figlio...cioè al figlio del chitarrista» scoppio a ridere. «Bel titolo in copertina! Leto bro andiamo dai, sono le 11 e 50»
Usciamo di casa e io e Shan andiamo avanti mentre Jared spegne e chiude la villa. Scendiamo le piccole scalette di pientra e ci ritroviamo subito in spiaggia. Mi siedo sul telo davanti al fuoco e Shan fa lo stesso sedendosi sul suo telo. Ho cambiato i vestiti: indosso un unico vestito con pataloni e scollo dritto. È nero, fatto di tuta, ed é stretto sul seno e alle caviglie. Per abbellirlo un po' ho abbinato una piccola cintura sulla vita, inserendola fra i passanti, e ho fatto un piccolo fiocchettino che si trova intorno ai lembi, sul seno, nella parte superiore. L'ho stretto in modo che non potesse cadermi perché non porto il reggiseno data la scollatura che mi lascia braccia, parte superiore del petto, e spalle nude.
Shan si sdraia sul telo a pancia in su aprendosi la camicia e reggendosi sui gomiti. Indossa una delle tante camicie a quadretti rossi, blu e bianchi che amo e un jeans chiaro, con alcuni strappi sulle ginocchia, retto dalla cinta nera di pelle. Lo fisso: é cosi bello. Sotto la camicia non porta niente, è a petto nudo, e i suoi capelli sono un po' mossi con piccole onde. Non nota che lo fisso perché s'é incantato a guardare il fuoco. La luce del piccolo falò riscalda tutta la sua figura: illumina il ciuffetto di peli biondi sul petto e i suoi occhi sembrano gialli un po' color rame. Mi incanto anch'io e lo fisso. Non so neanche quanti secondi o minuti passano. 'Lui sta con me? Impossibile' mi ripeto mentalmente. È cosi coraggioso, sicuro di se - solo a volte - bello, dolce e potrei continuare all'infinito...cosa c'entra con me? é una domanda che mi rivolgo spesso ma non riesco mai a darmi una risposta. Lui famoso e io senza lavoro, lui bello e io lasciamo stare, lui conosce la vita meglio di chiunque io conosca ed io non so niente, lui ascolta poche note e sa dirti il titolo di una canzone e io, invece, devo ascoltarmela tutta e cercare su google. Siamo l'opposto l'uno dell'altra. Però si dice che gli opposti si attraggono, quanto può essere vera questa cosa? Però é cosi. Forse non ho ancora accettato il fatto che lui mi ama, non lo so. È cosi e me lo dimostra. Me lo dice e fa anche l'amore con me.
«Kate!» Urla Jared scuotendomi un po'. Mi giro di scatto e mi porto la mano al petto.
«Che c'é?! Mi hai fatta spaventare! Dannato Little Leto!» Guardo Shan che ridacchia e rovescia la testa indietro. 'Jared sparisci! Dio mio, mi sta provocando? Se solo Jared non ci fosse...'
«Little Leto!» Si butta fra di noi, sulla sabbia, e scoppia a ridere reggendosi la pancia. Diventa serio di colpo. «Davvero Kate...stai bene? Sono qui da 1 minuto e fissavi Shan, o meglio, il suo pacco come se te lo volessi mangiare!» Ridacchia e Shan gli da una piccola spinta toccandogli la spalla.
«Io? Ma che dici!» Arrossisco e porto le gambe al petto. Non so quale fosse la mia faccia, spero tanto che non fosse come dice JJ.
«Ti dico di si! Era cosi...» Si mette a 3/4 in modo che io lo possa vedere, si lecca le labbra e guarda il pantalone di Shan. «Ooh Shannon...mmh mi ecciti tanto...dioo siii bello pisellone!» Jared fa la voce da donna, un po' fastidiosa e squillante, si accarezza i capezzoli da sotto la canotta e chiude gli occhi. Sgrano gli occhi. Che JJ non fosse normale lo sapevamo, ma non cosi tanto. Shan non dice niente, si limita a ridere e scuotere la testa.
«Io non faccio cosi! Smettila! Lo guardavo perchè...perchè é bello! Mi sembra un modello di quelli delle pubblicità di jeans...sai, sono sempre a petto nudo o con camice, quelli li» arrossisco e guardo Shan.
«Il bro ha fatto la pubblicità di jeans...ma credimi, non era affatto sexy...si aggirava in un parco giochi saltellando con una ragazza e portava i jeans più sopra dell'ombelico...un coglione, amore!» Scoppia a ridere e si sdraia posando le mani sulla pancia.
«L'ho vista! L'ho vista!» Urlo un po' e indico Jared ridendo e cadendo con la schiena sulla sabbia.
«Ah! Ah! Divertente! Era la moda, cari!» Alza le sopracciglia con fare orgoglioso e scuote la testa. Io e Shan ci guardiamo e ridiamo ancora di più!»
«Bro! Mezzanotte! Auguri!» Shan si alza di scatto, spinge JJ facendolo sdraiare sulla sabbia, e si butta su di lui schiacciandolo. «Amore! Mettiti su!» Jared cerca di divincolarsi ma io mi sdraio sulla schiena di Shan a pancia in giú.
«A-aiuto! Siete pesanti! Anzi...Shan solo tu...cristo» ride e alza gli occhi al cielo.
«Auguri Little Leto! 41!!» Rimango su Shan e mi sporgo per dargli un bacio sulla guancia. Si libera con una mano e si pulisce la guancia come i bimbi. Rido ma non me la prendo perché so che lui é cosi: vuole ma non chiede.
«Auguri Little Brotha!» Urla Shan quasi ululando. Se grida un po' troppo la voce di Shan si abbassa e stona. È una cosa che ho notato, basta che la sforzi un po' e va via. Quando mi gridò in faccia e si arrabbiò, il giorno dopo aveva una voce calda e bassa tipo cioccolata calda.
«Grazie grazie! Oddio oddio! Che é?» dice Jared ed io mi alzo di scatto spaventandomi e gli guardo: sembrano due fidanzati che si coccolano.
«Che è cosa?» Mi passo la mano fra i capelli. Ho sempre avuto paura dei serpenti e dei piccoli animaletti e qui è facile trovarli.
«Una cosa dura! Bro!» Alzo gli occhi al cielo e sbuffo. Decido di prendere da bere o da mangiare e mi avvio andando verso la tenda.
«Non è quello che pensi, bro! é l'iphone!»Sorrido e scuoto la testa mentre cerco la busta nella tenda.
«Si, l'iphone! E io sono vergine! Bro, sei un porco!» Ma quanto sono deficienti? Ed il bello è che se non lo fossero sarebbero come tutti gli altri, copie di copie. Sono speciali ed unici perché si voglio bene, passano tutta la giornata insieme e litigano anche. Ma sono ancora qua, che giocano e si rotolano nella sabbia come bimbi. Per quanto una persona possa litigare e cercare di evitarne un'alta, non può, se ci tiene veramente. Loro sono cosi. Sembrano uniti, sembrano che si vogliono bene ma quando litigano fanno sul serio. Ho assistito ad una loro discussione, oltre quella che ho origliato, e quasi si prendevano a botte. Il tutto per una canzone. So che Shan non é un tipo che ragiona o pensa a quello che dice, agisce e basta. Ha un limite, come tutti, ma é molto basso. Superato il limite, Shan, diventa violento o ti prende a parole pesanti. Fu un giorno brutto perché eravamo solo noi in casa ed io non sapevo cosa fare. Shan guardava Jared con lo stesso sguardo di quando picchiò Sam. È raro vederlo cosi perché cerca di controllarsi ma, quando succede, fa paura. Oltre allo sguardo tende a gonfiare le vene e a sudare. L'unica cosa che ho fatto, perché era la prima volta che lo vedevo cosi e che non riusciva a calmarsi in quanto la volta con Sam lentamente ritornó in se stesso, fu di trascinarlo, dargli le drumstick e lasciarlo nella stanzetta. Jared andò via ma la sera, dopo un paio di ore dalla litigata, tornò e si abbracciarono. Se non fosse stato Jared quello davanti a lui, sicuro lo avrebbe picchiato. Non dico che sia un suo difetto, ognuno é fatto a modo suo, e lo amo anche per questo. Io voglio che lui sia se stesso ma voglio anche fargli capire che essere violenti non serve se poi ti penti. Nel caso di Sam ha esagerato ed é stata la gelosia a non farlo fermare ma comunque lo meritava.
Afferro un pacchetto di pop corn, delle patatine, 2 birre e una bottiglietta di acqua e torno verso il fuoco. Sono seduti e parlano tranquillamente. Hanno sbalzi di umore peggio di una donna con il ciclo.
«Per voi...pop corn per il festeggiato e patatine alla paprika dolce per il mio batterista che si eccita facilmente» ridacchio e gli passo i pacchetti. Mi siedo fra di loro, davanti al fuoco, e abbasso la testa per vedere il pantalone.
«Kate! Amore non era vero...é JJ che pensa sempre male...non mi eccito di certo per due muscoletti! Mi piace altro» ridacchia ed io lo guardo. Non so perché l'occhio mi sia caduto li.
«Si ma ha sentito una cosa dura!» Gli faccio l'occhiolino e mi giro a guardare Jared. «Jay com'era?» Apro il pacchetto di patatine e lo metto fra le gambe di Shan.
«Mh piccolo...lo sentivo sulla coscia!» Ridacchia e si riempie la bocca di pop corn.
«Era l'iphone allora» scoppio a ridere. «Non é per niente piccolo...hai sentito male Jay! Vero Idolo?» Mi giro e gli mordo il labbro tirandoglielo un po' e guardandolo negli occhi.
«Confermo!» Mi bacia velocemente e mi posa una patatina sulle labbra. L'afferro con la mano e la mangio. Amiamo le patatine alla paprika dolce sopratutto quando rimane la polverina arancione sulle dita.
«Non volevo i dettagli della vostra vita sessuale! Non voglio sapere le posizioni...grazie!» Prendo un'altra patatina e scuoto la testa mentre Jared tenta di aprire la bottiglia di birra con i denti.
«Pecorina! Scherzo eh...bro dammi qua!» Shan allunga la mano e toglie dalla bocca di Jared la bottiglia di birra.
«Amore! Ti fai male...troviamo qualcosa...» Mi guardo intorno ma siamo nel nulla. Abbiamo fatto la spesa mentre eravamo in viaggio e non abbiamo neanche un misero apribottiglia con noi. Siamo dei geni proprio.
«è impossibile Shan!»Jared lo guarda e cerca di togliergli la bottiglia dalle mani.
«Scommessa? Tu...» Mi guarda e mi indica. «Tu mi baci...un bel bacio! E tu, bro...emmh devi dire che sono un fottuto genio forzuto! Va bene? Se ci riesco lo fate!» Guarda JJ e lui mi guarda un po' confuso. Io se perdo mi diverto ma JJ? So perfettamente che ci riuscirà.
«Ci sto!» Diciamo all'unisono io e JJ e guardiamo Shan. Ci sorride, afferra un lembo della camica e lo posa sul tappo. Alza il gomito girando la mano sul collo della bottiglia e lancia il tappo sulla sabbia alzando il sopracciglio.
«JJ paga...prima io eh...» Faccio sdraiare Shan e mi sistemo su di lui. Gli blocco, con le mani, le braccia sulla testa e poso le labbra sulle sue. Prendo il suo labbro superiore fra le mie labbra e glielo bacio. Esce un po' di lingua e mi lecca il labbro inferiore. Piego la testa a destra e gli infilo la lingua in bocca.
«Dio un porno! Mamma mia! Bro...sei un fottuto genio forzuto!» Jared ridacchia e la bocca di Shan si apre in un sorriso. Ride sulle mie labbra e mi fa alzare.
«Ho pagato! Hai altre scommesse da fare, Shan?» Gli apro le gambe e mi siedo posando la schiena contro il suo petto.
«Per ora no...ci penso su però» poso le mani sulle sue ginocchia usandole come braccioli e noto che é scalzo. Non me n'ero accorta. Camicia aperta, il jeans chiaro con gli stappi e la cintura di pelle e scalzo...qualcosa mi dice che vuole provocarmi perchè non potrebbe essere più sexy di cosi. Prendo il pacchetto di patatine e inizio a mangiare imboccando Shan alle mie spalle.
«Qualcosa mi dice che se io non ci fossi...minimo l'avreste già fatto nel mare, sul bagnasciuga, in tenda e in casa mia! Meglio cosi...sono un bastardo e vi tengo d'occhio!» Jared afferra la bottiglietta e la apre per bere mentre fissa il fuoco.
«Credi che dovremmo dirglielo che non serve che lui non ci sia? Lo facciamo lo stesso!»Sussurra Shan posando la fronte sulla mia nuca. Gli do un piccolo colpetto sul ginocchio e ride.
«Ssh! Zitto!» Sorrido a Jared e mi alzo di scatto. Come da tradizone, in un compleanno, ci sono i regali. «Shan! Il regalo!» Corro verso la tenda e frugo dentro per trovare la bustina.
«Un regalo, bro?» Jared arriccia la fronte e guarda Shan mentre io sto già tornando, correndo, per darglielo.
«é stata un'idea di Kate...» Mi siedo sulla ginocchia e glielo passo.
«Per te...é una cosa piccola, non è costosa, ma é fatta con il cuore...hai tutto JJ e non sapevo cos'altro prenderti...io e shan ne abbiamo parlato e mi ha aiutato lui...» Jared guarda il pacchetto quasi commosso e lo apre lentamente. Gli abbiamo regalato una cornice tutta colorata con delle conchiglie su e dentro abbiamo inserito una foto di noi tre che sorridiamo.
«Ooh grazie...é bellissima» una piccolissima lacrima gli scende sul viso ma subito l'asciuga con la mano. Mi siedo accanto a lui e lo abbraccio.
«Eravamo fuori a Katsuya, ricordi? Aspettavamo che il fattorino ci riportasse il suv...» Sorride e accarezza la cornice con le dita.
«Si...abbiamo speso più di 30 dollari a persona per mangiare del pesce morto e dopo siamo andati al Mc Donald's» rido e guardo Shan. In realtà lui mangiò tutto il sushi ma aveva ancora fame.
«Avevo fame...era stata una mia idea...» Shan arrossisce e si avvicina a noi mettendosi accanto a Jared.
«Jay...posso farti una domanda?»Lo guardo ma lui ha ancora la testa bassa e fissa la foto. Mi annuisce e sorride. «Ti piace cosi il compleanno? Era come te lo sei immaginato?» Gli accarezzo il braccio e poso la testa sulla sua spalla.
«è meglio di come me lo sono immaginato...sai, tu e shan state insieme ed io ho sempre festeggiato con lui...solo io e lui...non potevo chiederglielo anche quest'anno perché non può lasciarti a casa ed io non volevo neanche perché mi diverto con te...cosi pensavo di passarlo solo...però poi ho pensato di fare questa cosa perché mi parli sempre di Venice Beach e del fatto che ti piace...cosi ho chiesto e francamente avevo paura di un vostro rifiuto...» Alza la testa e mi guarda «so che non é Venice Beach ma li non si può dormire...c'é sempre gente a qualsiasi ora...e non era sicuro...almeno qui é privato e c'é sempre la casa» questa é una delle tante parti di Jared che amo. Il fatto che abbia paura di chiedere, che si senta il terzo incomodo, e che anche lui pensa a quello che mi piace per soddisfarmi.
«Oh Jay!» Allungo le braccia da stringo forte. Lui non si irrigidisce come il suo solito. Possono sembrare forti ma in realtà hanno bisogno di affetto. Sono uomini e quindi non possono chiedere o mostarsi deboli. Non capisco il perché, forse sono io, ma non ci vedo nulla di strano. Shannon sa che può chiedere e dirmi tutto senza passare per un uomo debole o frivolo. Non so se sia la mancanza di un padre, i vari spostamenti, o la mamma che non era presente a fargli sentire questa mancanza d'amore.

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Capitolo 24
*** Our wave ***


Sento un lento fruscio e qualche uccellino che cinguetta. La tenda si muove leggermente e sento lo sciabordio delle onde lontano. Apro lentamente gli occhi e mi guardo attorno: alla mia destra c'é Shan e accanto a lui JJ. Sono cosi sereni e belli quando dormono. Lo fisso per un'inistante: Shan é a pancia in su con le mani sul petto. Porta ancora i vestiti di ieri e la camicia é aperta. Mi sembra un Dio, un qualcosa di impossibile, la mela più alta dell'albero che nessuno riesce a cogliere. Allungo la mano e lentamenete gli sfioro le nocche delle mani, lui geme e fa una smorfia. Mi alzo con il busto e apro la cerniera dalla tenda per poi uscire. Il sole é già alto, saranno le 8 circa, e c'è un leggero vento freddo. Afferro il borsone accanto alla tenda e cerco una felpa. Essendo tanto intelligente non mi sono portata nemmeno un capo a maniche lunghe: decido di prendere una felpa nera e pesante di Shan. La indosso ed ovviamente é larga e lunga con le maniche che pendono. Sembro una bimba con i vestiti del papà. Cammino verso il mare e raccolgo l'asciugamano, trascinandolo con me, che é rimasto davanti al fuoco ormai morto con della cenere e il legno nero. Ripiego il telo e lo sistemo sulla riva, dove non arriva l'acqua, mi siedo su e porto le ginocchia al petto. Amo il mare ma non troppo. Qui la sabbia é bianca, fina e pulitissima. L'acqua é turchese e trasparente, ma infondo stiamo parlando dell'oceano pacifico e di una delle spiagge più famose e belle del Est coast: Malibu. Malibu vanta di 43 km di spiagge racchiuse tra l'oceano e la strada costiera Pacific Caost Highway. Una delle spiagge più romantiche e suggestive di malibu é la El Matador Beach. È una distesa di sabbia dorata incorniciata da piccole rocce. È una spiaggia selvaggia e deserta come un'oasi naturale.
C'è silenzio, si stente solo il rumore del mare e qualche gabbiano che starnazza. Tutto e tranquillo. Mi piace guarda questi posti cosi magici ma non per troppo perché mi fanno pensare. Mi piace distrarmi, mi piace la confusione e i luoghi abbastanza affollati in modo da non pensare per non deprimermi. Poso il mento sulle ginocchia e fisso l'orrizzonte.
«Ehi...buongiorno» Shan si siede accanto a me. Ha la voce roca e calda come tutte le mattine. Mi sembra come musica quella voce cosi particolare ed unica.
«Ciao...» Sussurro e mi giro posando l'orecchio sulle ginocchia per guardarlo. Non porta più la camicia ma bensí una t-shirt: la mia preferita. È semplice con il collo a V, a maniche corte, di colore grigio con tre scritte su: alcohol, caffeine e nicotine. Indossa anche degli occhiali da sole RayBan, modello a goccia, con le lenti gialle/dorate e la montatura marrone.
«Già sveglia? Come mai?» Si avvicina a me con dil telo e mi stringe.
«Sonno leggero e non mi piace dormire all'aperto...» Mi stringo contro il suo petto infilando le mani nella felpe.
«Potevamo dormire in casa...» Bacia la mia fronte e alza lo sguardo per fissare il mare.
«No no...Jared desiderava tanto festeggiare cosi, non volevo rovinargli il compleanno...» Sorrido e alzo il volto per baciarlo mentre gli accarezzo il petto. «Mh...alcol, quando non guidi; caffeina, ormai sei dipendete; e nicotina, quando noi...» Ridacchio e lo guardo. «Bhe quello...lo sai che ti fanno male» non sono una di quelle ragazze che vieta le cose alle persone. So perfettamente che ha 42 anni e che deve essere libero di fare quello che vuole. Non voglio rimproverarlo come una vecchia madre scorbutica. Sa che gli fanno male e sa anche regolarsi.
«Già, ma ieri non ho fumato...quindi...posso?» Estrae dalla tasca un pacchetto di marlboro rosse 100's e sfila una sigaretta.
«Lo sai che non te lo impedisco...come sai anche che ti fa male e che stai smettendo per questo» porta la sigaretta alla bocca e l'accende coprendo con le mani l'accendino e la punta della sigaretta.
«Lo so però ogni tanto ci vuole...» Mi sorride ed io fisso la sigaretta. Non ho mai fumato in vita mia, neanche per provare. Non so quale sia la sensazione, noto solo che Shan si rilassa profondamente. «Vuoi fare un tiro? Sai che dovrei dirti di no...ma sono uno che ha provato di tutto...sta a te decidere se prendere il vizio» questo é un altro lato che amo di Shan. Non mi vieta nulla, solo vuole che sia presente lui a qualsiasi cosa decida di fare. Mi piace essere libera. Mi piace sbagliare e capire che ho sbagliato. Mi piace cadere per poi rialzarmi da sola. Non amo chiedere l'aiuto di nessuno però so che Shan é li e, senza chiedere, sa quando intervenire. Mi avvicino con il viso alla sigaretta e lui avvicina la mano portandola alla mia bocca. Socchiudo le labbra e le chiudo intorno al filtro aspirando un po'.
«Porca troia!» Tossisco e mi porto la mano al petto. Sento dell'amaro in bocca, il tabacco, e uno strano senso di nausa e giramento di testa. Shan scoppia a ridere e mi guarda.
«Quella parola...porca e troia...ormai mi fa pensare solo a noi e alla nostra prima volta. Amore, non dirlo a JJ sennò stacca la testa prima a me e poi a te...odia le sigarette» 'Nostra...alla nostra prima volta' ha usato il plurale ed é una cosa che stranamente mi fa felice. È solo una parola ma é speciale. Lui scoppia a ridere e mi stringe forte posando le labbra sulle mie mentre regge con la mano destra la sigaretta.
«Non fa per me...che schifo!» Scuoto la testa e lui ride portando la sigaretta alla bocca, fra il pollice e l'indice, e inspirando.
«Menomale...non vorrei mai che tu prendessi il vizio, ma almeno hai provato...» Mi guarda negli occhi e accarezza il mio viso.
«Non ho neanche una ruga! 41! E che cazzo! Uoh uuh!» Vediamo correre Jared facendo delle capriole solo con il costume da bagno per poi tuffarsi in acqua. Io e Shan ci guardiamo e scoppiamo a ridere.
«Dai andiamo!» Spegne la sigaretta nella sabbia e la posa sul telo alzandosi.
«No Shan sono vestita e senza costume...e il tatuaggio poi?» Mi alzo mentre lui si sfila la maglia e i jeans. «
Corri a mettertelo...ti aspetto...anzi andiamo che non posso bagnare il boxer» mi prende per mano, reggendo nell'altra i vestiti, e andiamo verso la tenda.
«Ragazzi! Dai! Non mi lasciate solo!» Urla Jared da dentro l'acqua.
«Bro ci mettiamo il costume! Aspetta!» Corriamo verso la tenda, frugo nel borsone, afferro i costumi ed entriamo chiudendola.
«E il tatuaggio? Come faccio?» Mi sfilo la felpa e slego il piccolo laccetto che regge il vestito sul seno.
«Mettiamo la pomata e la garza dopo...tranquilla» mi bacia sulla fronte e mi slaccia la piccola cintura sulla vita. Prendo la sua testa fra le mani e lo bacio con passione tirandolo su di me. «Ehi...Kate, no...non possiamo ora» mi accarezza il fianco fino alla coscia e mi guarda negli occhi.
«Lo so...scusami» poso la mia mano sul suo petto per farlo alzare. Mi metto in ginocchio e faccio scendere il vestito, poso il sedere sulla tenda fra gli asciugamani e lo sfilo tirandolo per le caviglie. Afferro il reggiseno del costume e lo infilo. Shan mi guarda e si sdraia a pancia in su, alza il bacino e si sfila i boxer per infilare il costume. Lo imito e infilo il pezzo di sotto.
«Tutto ok?» Mi guarda preoccupato arricciando la fronte e mi accarezza il viso.
«Si...» Abbozzo un sorriso un po' finto e apro la tenda uscendo. Mi incammino verso il mare e sento che lui mi segue.
«Non è ok...non mentirmi!» Blocca la mia camminata afferrandomi per il polso per costringermi a guardarlo.
«é tutto ok!» Mi libero dalla sua presa tirando il braccio a me e continuo a camminare. Da un momento all'altro sono diventata nervosa ed arrabbiata e neanche io so perché. Mi succede spesso, forse sono solo lunatica. Arrivo sul bagnasciuga e mi siedo.
«Kate, non vieni?» Shan si piega sulle ginocchia ed io mi nascondo portando le ginocchia al petto e nascondendo la testa coprendomi con le braccia.
«Non ne ho voglia...andate voi...vi aspetto qui» tiro su con il naso e mi stringo su me stessa. «Come vuoi...ho fatto qualcosa?» Mi accarezza la schiena e sento il suo sguardo addosso.
«No, Shan no...non pensarlo neanche...voglio solo stare un po' sola» con la mano sale e mi accarezza la tesa giocando con qualche ciocca di capelli.
«Va bene...spero che sia solo un momento...non farmi preoccupare...lo sai che ti amo?» Mi accarezza anche lo stinco e il ginocchio.
«S-si» balbetto fra un singhiozzo e l'altro.
«Brava...ti lascio sola, anche se non vorrei» mi bacia sulla nuca e va via. Cosa mi succede? Mi succede che prima che arrivasse Shan stamattina, io stavo pensando. Pensavo a tante cose e mi sono ripetuta più volte che non ce l'avrei fatta. Un momento sto bene e un'altro sono triste e piango. La verità è che so che Shan non mi merità: questo é il problema. Mentre lui dormiva, io pensavo a quante patatine avessi mangiato per calcolare le calorie. Non ho sconfitto proprio un bel niente perché ci penso ancora quando sono sola. Ho visto quanto Shan fosse felice e contento per la notizia di Vicki e Tomo. Io riuscirò mai a dargli quella felicità? Non voglio ingrassare, non voglio vedermi enorme e con un pancione grosso. So che é una cosa bella, forse l'accetterei, ma se non fosse cosi? Non posso permettermi di illuderlo, di non dirgli nulla e di andare avanti cosi. Nella tenda mi ha fissato negli occhi e li ho capito che con me non può essere felice. Non ho quello che lui vuole. Mi ha detto che sarebbe rimasto e che mi avrebbe aiutata, ma non voglio dargli questo peso, questa responsabilità. Non me la sento. So che mi ama, ed io amo lui, ma é una cosa più grande di noi. Se io affondo, lui vorrà venire con me, ed io non posso permetterglielo. Non so cosa posso fare. Non riuscirei a stare lontano da lui ma non so come potrà prendere questa cosa. Gli avevo detto la sera di natale che mi piacevo, ed era cosi, solo grazie a lui ma non posso fingere ora. Amo quando mi sorride ed é orgoglioso di me, se glielo dicessi sarebbe la stessa cosa?
«Kate...» Sento una mano liscia che mi accarezza la schiena nuda. Non alzo la testa perché so di chi é quella mano: Jared. Solo lui può avere una mano piccola, curata e liscia. «Io chiudo la tenda e tutto cosi andiamo via...ti lascio parlare con Shan...se ti serve aiuto, chiamami» annuisco con la testa e la mano si allontana dalla mia schiena.
«G-grazie...scusami...» Continuo a balbettare per i singhiozzi e sento che va via.
«Amore, che hai?» Shan si siede accanto a me e cerca di alzarmi le braccia. Per un momento esito, poi alzo la testa e lo guardo. Lui sgrana gli occhi e mi stringe forte a se bagnandomi un po' con l'acqua di mare. «Ti prego parlami...ti prego» mi sussurra all'orecchio con la voce strozzata e preoccupata. Mi sciolgo dall'abbraccio e lo guardo.
«C'é! C'é sempre! Non riesco a non pensarci...é come un trapano nella testa. Perché non riesco ad essere come tutte le ragazza della mia età?» Poso la mano sulle tempie e continuo a piangere. «Io ti avevo promesso che ci provavo, e ci sto provando, solo per te, perché vuoi aiutarmi...ma per ogni bracciata che faccio, mi sento spinta di metri e metri più lontana dalla riva da quest'onda che non riesco a superare...nuoto, onda e poi indietro...Shan, mi sto stancando...» Abbasso la testa e le lacrime non smettono di rigarmi il viso.
«Ed io ti avevo promesso che ti avrei aiutata e sono qui...ma Kate, devi dirmelo...non voglio che ti chiudi e stai da sola perchè ti fa male...l'ho capito che se io non ci sono, tu ci pensi...ed é per questo motivo che riempio le nostre giornate con le cose più strane e divertenti, per farti distrarre. Io ti amo cosi come sei...mi piace tutto di te...e non smetterò mai di dirtelo. Farò tutto quello che posso per aiutarti...voglio essere solo e non voglio chiedere l'aiuto di nessuno, sarebbe troppo facile anche chiedere a mio fratello...no! é una cosa nostra e la risolviamo noi...non vederti sola in mezzo al mare perché io sono accanto a te...volta la testa e guardami ignorando quella stupida onda bastarda»
«È proprio questo il problema, Shan...sei li e travolge anche te...ti fa andare sotto con me ed io non lo voglio»
«So nuotare...andremo sotto, ti tirerò su ed impareremo insieme, solo insieme, a saltare se passerà di nuovo...una volta supereta, ci rimane la riva...solo noi due...da li non può toglierci nessuno...anche se ti venisse in mente di tornare di nuovo in acqua, io non lo permetterò...e se dovesse succedere? Nuoterei di nuovo, ti raggiungere e insieme impareremo di nuovo a saltare e non ad affondare. Io lo farei sempre, non mi stancherei mai...troverò la forza. Io voglio solo te e non m'importa di nient'altro...non mi allontanerai mai dicendomi cosi, non ci penso neanche...andrò via solo quando non mi amerai più»
«Prima o poi ti stancherai...ma é giusto cosi»
«Dovresti conoscermi...mi sono mai arreso in vita mia? No...ne ho avute anch'io di onde...da quando avevo 4 anni e non sapevo neanche nuotare...é sempre stato cosi...una bracciata e 2 metri indietro...ma non mi sono mai stancato e mai lo farò...sono forte abbastanza per aiutare anche te con la tua onda. Non pensare che mi hai tirato tu accanto a te e nel tuo mare perché é stata un'idea mia... perchè é li che devo stare ed é li che sto bene...» Gli prendo la mano e lo guardo.
«Vicki e Tomo stanno per avere un figlio...e noi? Io come faccio?» Mi accarezza il viso e lo prende fra le sue mani.
«È una cosa cosi bella perché sarà il frutto del nostro amore che tu non penserai a quella cosa...te lo prometto. Lo sai che amo i bambini e vorrei tanto diventare papà...ma prima di ogni cosa, prima di me stesso, vieni tu e basta...quando vorrai, quando saremo sulla riva ci penseremo» mi guarda dritto negli occhi. I suoi meravigliosi smeraldi brillano di più per l'emozione. Sono pieni di lacrime ma non per tristezza.
«Perché non vai via? Perché sei qui con me? Io non lo merito Shan...sei in tempo, cosi avremo solo ricordi belli» abbasso lo sguardo e lui continua a reggermi la testa.
«Perché non voglio...perché non vivo senza di te...perché sei la mia vita e cosa faccio io senza la mia vita? Non voglio tornare ad essere come prima...non voglio quella vita. Tu lo meriti Kate, perchè mi ami...mi hai sempre amato...mi ami da 5 anni! Non c'é persona che lo merita più di te...lo sai com'ero? Esistevo solo io. Shan risolve i problemi solo di Shan. Non ci sono mai stato per nessuno...eccetto Jared...ma sai quanti vaffanculo, vattane, lasciami stare e non sai un cazzo di me gli ho detto? Anni e anni...ma lui era sempre li...ed io farò lo stesso con te! Cacciarmi non servirebbe perché ti sarò sempre vicino...ed é una cosa che non controllo io ma...» Mi prende la mano e la posa sul suo petto. Sento battere il suo cuore sotto la mia mano. Ha ancora il petto bagnato ma é caldo. «Lui...fa tutto lui...é lui che mi ha portato alla videoteca...é lui che mi hato il coraggio di chiederti il numero perché sono timido...è lui che brucia di gelosia se qualcuno ti tocca...ed é lui che comanda ogni mio gesto irresponsabile se qualcuno ti dovesse fare del male. E a me piace» lui é qui e ci sarà sempre. Non c'é modo di mandarlo via perché mi ama e farebbe di tutto per me. Devo essere forte per lui. Devo dimostrare e dimostrarmi che sono forte, che posso fare tutto, anche sconfiggere quella "cosa". Lui sarà fiero di me e questo mi ripagherà. Quindi basta. Prima di pensare alle calorie penserò al suo amore. Mi sforzerò perché poi tutto sarà più semplice e bello. Soli sulla nosta isola. Lui mi rende felice ed io voglio ricambiare. Mi sono abbattuta e ho perso fiducia in me stessa e in noi, ma ora é arrivato il momento di essere un'altra persona. Volto pagina, concludo questo capitolo. Non voglio stracciare e buttare le pagine perché proprio quei momenti mi faranno capire quanto sono stata forte. Continuerò a scrivere capitoli e capitoli e sarò fiera di andare avanti. Rimarrà un capito brutto ma sto decidendo di scrivere ancora e di non lasciarmi andare. Il tutto perché é lui, é Shan, ed io sono cosi stupida ad abbatermi per una cosa cosi. Lui c'é e ci sarà, cosa voglio di più? È stato forte al suo tempo e ha sconfitto tutto, lui é il mio esempio e anch'io voglio fare cosi. Non voglio dire ai miei figli che la loro mamma si abbatteva per qualsiasi cosa. Voglio essere fiera di raccontare le cose, anche quelle brutte, proprio come Shan. Non nega di aver sofferto e lottato però sa che é servito. Ha costruito una grande e maestosa fortezza dopo che é stata distrutta più volte. Lo voglio anch'io. Anch'io voglio la fortezza. Lentamente, mattone su mattone, la costruirò ma non sarò sola come lo era lui. Stop. Basta.
«Shan...» Gli passo la mano sul viso per asciugargli le lacrime e lui mi guarda.
«Dimmi...» Sorride e mi sembra la cosa più bella che io abbia mai visto in vita mia.
«Jared deve venire a casa stasera, no?» Gli passo una mano fra i capelli e lo bacio. Le sue labbra sono gonfie e calde perché ha pianto.
«Si...ma se non vuoi, inventiamo una scusa» gli guardo le labbra e gliele accarezzo con il l'indice e il medio.
«No no...facciamo la pizza? Proprio noi, con la farina e l'acqua...» Mi stringe forte a se e mi bacia tutto il viso: la fronte, il naso, le labbra e le guance come nei cartoon.
«Si! Si! Tutto quello che vuoi...anche se io e Jay non sappiamo come si fa» mi sistema i capelli dietro la schiena e mi accarezza il viso appoggiando la fronte sulla mia.
«Io si...penso» ridaccio e gli butto le mani al collo stringendolo forte per baciarlo. Con la coda dell'occhio notiamo Jay vicino alla tenda che balla sculettando con due pietre in mano. «Pensavo fossi tu il fratello più pazzo e ballerino...» Lo guardo e scoppio a ridere.
«Si chiama concorrenza, amore...io sono il fratello più bravo e sexy» mi fa l'occhiolino e mi bacia la fronte sorridendo. «Quanto sei deficiente! Che fai?» Gli urla Shan poiché la tenda é lontana e JJ non ha sentito niente. Ha pensato che avessimo risolto, forse festeggia per questo. Mi alzo e tiro Shan su stringendolo a me. Jared corre e sbatte le pietre fra loro. 'A che serviranno? é Jared...non capirei comunque a che servirebbero'
«Per voi!» Ci passa una pietra grossa e liscia. É tutta bianca con alcune venature nere.
«Noi?» Chiedo confusa arricciando la fronte.
«Bhe...avete avuto un problema, ora non c'é più! Lancia quella pietra, ragazza!» Era troppo lontano per sentire, ma che qualcosa non andava, era evidente. Prendo la pietra grossa fra le mani, pesa un po', mentre guardo Shan.
«Ora non c'é più...» Ripeto a Shan senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi. Allunga la mano e la posa sulla mia per reggere la pietra. «Lanciala tu, sei più forte...voglio che vada lontano dove non possiamo trovarla» gli passo la pietra, ci prendiamo per mano intrecciando le dita e girandoci verso il mare. «Più forte che puoi...» Gli stringo la mano e lo guardo.
«Urla bro! Cosi si fa!» Suggerisce JJ mentre Shan alza il braccio reggendo la pietra. Con un gesto veloce, come se fosse scattata una molla, la pietra finisce in mare. Finisce lontana e non riusciamo a vedere dove il punto preciso. Urliamo insieme. Io urlo normalmente e lui, come sempre, ulula. Scoppio a ridere. Il fratello fa certi urli potenti e lui diventa afono.
«Fanculo!» Urla Jared e lancia la sua pietra con forza ma va meno lontana della nostra. «E facciamoci sto fottuto bagno, piccioncini!» Entra in acqua e si immerge sott'acqua. Shan mi stringe la mano ed entra lentamente nel mare guidandomi. Ci immergiamo anche noi e mi tira a se per baciarmi sott'acqua. Stiamo per circa un minuto li sotto, in silenzio, a baciarci. Non avevo preso neanche aria, me la sta dando Shan. Riemergiamo e nuotiamo verso Jared che si é allontanato un po'.
«Santa Monica dopo?» Chiedo a Jared rimanendo a galla e guardo Jared mentre Shan nuota accanto a me.
«Si é più bella della Playa Del Rey! E dopo?» Guardo Shan e gli tolgo una ciocca bagnata dalla fronte.
«Dopo...dopo vieni a casa che facciamo la pizza!» Sorrido e mi appoggio a Shan. L'acqua é profonda ma si riesce a vedere il fondale. Alcuni pesciolini ci nuotano attorno e Jared sembra apprezzare mentre Shan si incanta a guardarli.
«Facciamo? Noi? Guarda quel deficiente del tuo ragazzo...c'ha fame! Shan non é sushi! Sono vivi!» Jared scoppia a ridere ed io lo seguo a mia volta.
«Eh? Che?» Shan alza la testa e ci guarda.
«Nulla amore...fissa i pesciolini» gli accarezzo il viso e lui arrossisce. 'Il mio bimbo fissa pesci' «Si si noi...sono Italoamericana, Little Leto!»
«Capito bro? Mh mh» dice Shan mentre guarda JJ in modo strano.
«E no! La voglio pure io la donna italoamericana!» Jared fa il labbruccio e mi guarda.
«Ancora con il fatto del sesso? Ma perché?» Jared mi fa un sorrisetto sexy e mi scompiglia i capelli.
«Perché si dice e perchè lo so dalla tappa del tour fatta li...vero Shan?» Questi due nascondono qualcosa, non so cosa peró.
«Sei stato a letto con un'Italiana?» Mi giro e guardo Shan che diventa rosso e cerca aiuto in Jared.
«Emh si...ma a me non è piaciuto, a JJ si perché era un'altra ragazza» almeno é sincero anche se é diventato paonazzo.
«Jared hai trovato la porca eh? Perchè non ti é piaciuto amore?» Lo bacio e gli accarezzo il viso.
«Perché mi é sembrato normale...é JJ che ha trovato la tipa che aveva molta fame...ma non sei gelosa o arrabbiata?» Mi guarda negli occhi chiedendomi di dirgli la verità. Lo tiro a me e lo stringo forte.
«Perché dovrei? é stato anni fa e non ti é piaciuto. Ci sto io con te, non lei...quindi» faccio spallucce e lo guardo sorridendo.
«Tu l'hai fatto con l'italiana ed io con l'americano...siamo pari» ridacchio e lo bacio.
«Chi é questo figlio di...emh bravo ragazzo?» Faccio spallucce e mi guardo intorno.
«Shan é stato con mezzo mondo! Porco! E manco ricordava i nomi, come avevano gli occhi o i capelli!» Jared ride e Shan lo fulmina con lo sguardo.
«Lo so com'era Shan...» Ridacchio e gli guardo: Shan sta per sbranarlo.
«E non sei gelosa e non ti da fastidio?» Shan sgrana gli occhi e si passa una mano fra i capelli esasperato.
«No, Jay...perché dovrei? Lui mi ha detto cosa faceva prima, é stato sincero...e poi ti sei dato la risposta da solo, non se le ricordava neanche...dovrei compevolizzarlo? è un uomo ed ha dei biosogni fra virgolette...non serve che mi dice ti amo o che sono l'unica...il fatto che sta con me da un mese, che mi ama tutti i giorni, che si prende cura di me e che sono l'unica che é entrata in casa sua e in casa di vostra madre...mi fa capire che ci tiene e che non sono come le altre. Lo dice ma lo dimostra ancora di più...poi ci sono cose nostre e cose che mi ha detto su di lui e su di me per le quali sono sicura di essere diversa. E pensa, Jared, che sono una persona insicura di tutto e di me stessa...» Jared mi guarda e sgrana gli occhi mentre Shan mi stringe forte a se.
«Hai una sorella come te?» Lo guardo strano. Pensavo sapesse che fossi figlia unica.
«Intendeva dire di carattere, amore...» Shan mi schiarisce le idee perché probabilmente ha notato la mia faccia.
«Cos'ho che vorresti che avesse la tua ragazza?» Jared abbassa lo sguardo, ci pensa su e muove l'acqua davanti a se lentamente.
«Bhe sembra che capisci Shan...sembra che sai perché lui è cosi...cioé emh...sembra che sai quello che ha passato come se ci fossi sempre stata...ed é bello. È bello essere capiti anche se fodamentalmente non si dice nulla. Tu accetti Shan per quello che é...quando un'altra accetta e vede solo Shannon Leto il batterista famoso...é questo quello che non capisco...lui mi ha detto come vi siete conosciuti e in tanti anni che sono a contatto con fan, sia perché sono musicista, sia perché sono un attore...non mi era mai successo...disturbano sempre, anche se é giusto perché vorrebbero incontrarci» capisco quello che vuole dire ed é strano anche per noi. Ma ormai chiedercelo, del perché ci capiamo essendo l'opposto l'uno dell'altro, non ha senso. Non troviamo mai risposta.
«Sai Jay...non voglio dirti una cazzata o roba simile ma mi sono sempre immaginata come avrei reagito davanti a Shan se l'avessi visto...ovvio tutto questo prima di conoscerlo...e...non so come spiegarti. Più che chiedergli una foto o un'autografo, ho sempre sognato di poterlo stare a sentire ore ed ore...lui parlava ed io ascoltavo...magari ad una fan piacerebbe vederlo suonare ore ed ore più che ascoltarlo. Io lo amo...amo Shan...e il fatto che lui faccia il musicista mi piace perchè era il suo sogno, ma lui lo fa passare come un lavoro normale e quindi anche io. Non mi sono innamorata perchè é ricco, é famoso e fa il musicista...mi piace come persona. Ed io del passato di Shan non so molto...quando lui vorrà raccontare, io ascolterò volentieri...so le cose che si leggono su internet e provo a capirvi perché non ci sono passata. Lui dice sempre che faceva guai e si dipinge come un ragazzaccio salvato dalla musica e da suo fratello...quando lui ne avrà voglia o sentirà la necessità di sfogarsi e dirmi anche le cose che lo feriscono, perchè un po' di coraggio ci vuole, io sarò li... e lo consolerò, eventualmente» Shan mi sorride dolcemente e mi bacia sulla fronte. Non penso più che sia schifato dalle mie labbra, semplicemente gli piace baciarmi li. Trovo che sia anche più tenero e dolce come gesto.
«Ed è questo che ti distingue...anche se conoscessi una che neanche mi conosce e non ascolta la nostra musica, se n'é approfiterebbe...o si divertono con i tuoi soldi, o con te per poi dire che sono state con quello famoso o raccontano cose sui giornali» ora capisco perché é cosi Jared. Come puoi dargli torto? Una persona cerca una ragazza ma puntualmente viene sfruttato per quello che é. Anche Jared non é come appare e vorrebbe tanto liberarsi e dire "io sono cosi, problemi?" Ma non si fida di nessuno.
«Lo so, capisco...non capiscono loro. Ho letto di tante ragazze, famose sopratutto, che si vantavano di essere state con te o smentivano» perché dirlo? perché negare? Tienitelo per te e pensa che magari quella persona potrebbe anche pentirsene di essere venuta con te.
«Si, negano sempre...» Mi appoggio a Shan. Ho le gambe che iniziano a pesarmi.
«Negano male...perché si dice in giro che sei dotato. Allora dicono che lo sei e poi che non sono state con te? é da stupide. Io non lo direi, lo terrei solo per me» mi guarda e fa spallucce rassegnato.
«Glielo faccio solo vedere e poi scappano!» Scoppio a ridere mentre Shan scuote la testa sorridendo.
«Bhe la Lohan ha detto che farlo con te é come infilare un piede grande in una Jimmy Choo piccola» continuo a ridere e lo guardo mentre alza il sopracciglio. «Ah! non so...è un complimento|» Alzo le mani e scuoto la testa.
«Certo, perché io ho solo quello?» Sembra quasi arrabbiato. Piano piano il vero Jared sta uscendo e sto capendo il perché dei suoi comportamenti.
«Lo so Jared...forse é una cosa che ti fa rabbia...non voglio giudicare...ma mi sembra che il tuo essere oggettivamente un bell'uomo, affascinante, di successo e tante altre cose che dicono...ti pesi e anche tanto. Scrivi canzoni particolari e reciti parti complicate perché? Perché sei altro oltre a quello che tutti vedono...sei tanto altro...solo uno stupido penserebbe che sei solo bello e bravo...dietro di te c'é un mondo pieno di cose tue...il tuo essere artista a 360° che la gente non vede...riconosce solo l'attore, il cantante e il bell'uomo. Stop...ma ti dirò, non uscire matto per mostrare tutto di te perché la gente vede quello che le va e ti giudica comunque...ti sforzi per niente. Mostra quello che te la senti di mostrare solo alle persone che ti capiranno e apprezzeranno...la tua famiglia» sgrana gli occhi e guarda Shan. Nuota un po' verso di me e mi stringe forte. 'Jared che abbraccia qualcuno che non sia suo fratello? Una novitá!'
«è quello che penso...mi leggi nella testa...però hai ragione, non devo perdere tempo...» Tiro Shan a me e lui abbraccia sia me che Jared.
«Io ascolto e osservo tutti...con voi mi sembra facile...perché noto le differenze fra le vostre due vite. E quando vuoi, io ti ascolto...sempre se il mio ragazzo non ti spacca la faccia per gelosia» sussurro ma faccio in modo che anche Shan mi senta. Sorride e fa spallucce.
«Shan non é un tipo violento...» Lo guarda e Shan abbassa lo sguardo.
«Ma io lo so...ha dei limiti, come tutti...é impulsivo ma si pente se dovesse fare qualche cazzata...ti dirò, anche se é una cosa strana, mi piace vedere gli uomini che si picchiano...però non in modo esagerato...tipo la boxe, ma senza esagerare...mi piacerebbe vedere Shan che si sfoga cosi, ma se gli arrivasse qualche cazzotto spacca naso...l'avversario ha fatto i cazzi suoi» ridacchio e mi copro la bocca.
«Uh! Le piace pure la boxe e le cose violente...devo fare più giri in metropolitana! E che cazzo!» Jared alza e abbassa le sopracciglia tipo maniaco.
«Perché é più impulsiva e violenta di me» questa é una delle cose che Shan non sa di me ma che l'ha capita.
«Si...é cosi. Ma sono una donna, risolvere con le mani non è elegante...» Guardo Shan e gli sorrido accarezzandogli il viso.
«Secondo me avresti steso quel Sam!» Abbasso un attimo lo sguardo e vedo i miei piedi che si muovono insieme a quello dei fratelli.
«Bro...parliamo di altro» Shannon mi stringe da dietro e mi bacia la spalla.
«No no...é tutto ok. Jared io pensavo vermante di dargli un cazzotto o almeno tirargli i capelli» continuo a fissare l'acqua. «Anche un calcio li poteva andare bene...ma la paura mi ha bloccata...mi toccava dove non volevo e mi faceva schifo...però non potevo muovermi...fissavo lo scaffale e chiamavo mentalmente tuo fratello...poi gli ho sputato e mi ha sbattuto la testa sullo scaffale...li mi sono arrabbiata perché non amo essere toccata, sia come faceva lui che per farmi male» alzo lo sguardo e lo guardo: mi sembra scioccato.
«Però hai creduto in te stessa e ci sei riuscita...é quello che dico sempre io!» Gli sorrido e guardo Shan.
«Pensavo a quest'uomo qui e alla tue perle di saggezza» lo bacio e gli infilo la lingua in bocca mentre gli accarezzo la testa.
«E poi? Shan non mi ha detto cosa gli ha fatto...» Mi giro e guardo Jared.
«Una scena pazzesca! Di testa nello specchio, cazzotti in faccia e...strizzata di palle» Jared guarda Shan e sgrana gli occhi incredulo.
«Bro, mi giravano di brutto...non riuscivo neanche a calmarmi»
«Stava tanto teso...poi vabbé abbiamo fatto quello che Shan ama tanto fare...24 ore al giorno» internengo e continuo a spiegare come sono andate le cose.
«Sesso?» Jared scoppia a ridere.
«Ah conosci bene tuo fratello eh?! Comunque no...abbiamo mangiato»

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Capitolo 25
*** Shan, I can't dance! ***


Siamo tornati a casa da circa una mezz'oretta e sono le 8:30 di sera. Siamo stati a Santa Monica e sembravamo 3 ragazzini in gita scolastica. Ogni cosa che vedavamo la dovevamo toccare o osservare. È un posto davvero magico e ci siamo trovati proprio per osservare il tramonto. Santa Monica é un luogo molto turisco che attira tanta gente sopratutto per il Santa Monica Pier, ovvero, il molo. I Leto lo conoscono bene ma io non ci sono mai stata. Proprio li é stato girato il video di K+Q perché, da come mi raccontava Jared, é un posto bellissimo e che lui ama perchè lo fa ritornare bambino. In effetti ti senti un po' nel paese dei balocchi vedendo quella grossa ruota panoramica, tutta piena di luci colorate, e le giostre. C'erano come sempre gli artisti di strada, sopratutto maghi, che rendevano il tutto ancora più magico. Stare su quella grossa ruota panoramica é stato un po' un truma in quanto soffro di vertigini ma i Leto, come se nulla fosse, si facevano le foto mentre io ero incollata alla sbarra d'acciaio di sicurezza. Per andare da Santa Monica a Los Angeles ci si impiega solo 20 minuti da macchina. Bisogna salire sulla I-10E direzione Los Angeles, uscire sulla State Hwy 110N verso Pasadena e infine proseguire sulla US101 I-5/I-10 verso San Bernardino/Santa Ana.
«Da quando mio fratello ha la farina?» Jared apre lo stipetto e prende il pacco appoggiandolo sul bancone.
«Da quando ci sono io qui...compro cose ma non so cucinare...» Jared scoppia a ridere mentre Shan indossa in grembuile «ehi...serve sempre come in questi casi» gli faccio l'occhiolino e lui si siede allo sgabello girandosi verso il bancone
«Facciamo questa benedetta pizza sperando di non morire! Io impasto!» Shan si lava le mani e corre accanto a me. Mi sembra un bambino che non vede l'ora di giocare con la massa più che uomo che cucina. Io e JJ abbiamo deciso da farlo "sfogare" dicendogli che serve tanta forza per impastare quando non é vero.
«Ma scusa...abbiamo quella bellissima impastatrice che Shan non ha mai usato...fra un po' fa un anno che é li» Bene andiamo molto bene. Potremmo usare quella. È nuovissima e rosso fuoco.
«Non é la stessa cosa, bro! Lascia fare a me...amore, quello che fa questo coso con questa cosa come si chiama?» Shan mi guarda e prende il pacco di farina mentre io scoppio a ridere.
«Quella cosa è massa e quella cosa che stai per fare si chiama impastare e colui che impasta si chiama pizzaiolo o fornaio...» Jared ridacchia e sospira.
«Come ti capisce, bro...eh l'amour...Je suis Jarèd Létó!» Mi sembra di stare in una casa di pazzi. Il mio ragazzo che parla dicendo solo la parola "cosa", a volte é pure dislessico, e il fratello che parla in francese.
«Oui oui Little Leto!» Questo é il massimo che so oltre a dire come mi chiamo, il tutto grazie a Shan.
«Come si dice piccolo in francese?» Mi chiede Jared mentre Shan svuota tutto il pacco della farina sul bancone.
«Petit, bro» risponde Shan mentre inizia a giocare con la farina. Prendo un bicchiere dal cassetto e apro l'acqua aspettando che diventi calda.
«Mmh Petit Letò...non suona bene!» Jared fa una faccia crucciata ma sembra come se ci pensa su.
«Bro...» Shannon si sporge sul bancone avvicinandosi a Jared. «Tu non sei petit...tu hai qualcosa di petit!» si gira, mi sorride e fa l'occhiolino a Jared. Il cantante si alza e avvicina il viso a quello di Shan.
«Vuoi fare la gara? Giu i pantaloni!» Shannon si alza e slaccia velocemente la cintura. Lascio il bicchiere sul mobile, chiudendo l'acqua, e corro davanti a Shan.
«Amore, ma dai! Non essere scemo...» Gli allaccio la cintura mentre fissa Jared chiudendo gli occhi in due fessure. «Abbiamo capito che siete uomini e che ce l'avete...ma non parlate sempre di quello! Maniaci!» Incrocio le braccia al petto fingendomi offesa mentre loro ridono.
«Amore, ma diglielo tu!» Guardo Shan e gli accarezzo il braccio.
«Jared, Shan ha un grosso, enorme, lungo, caldo, largo e profumato...» Mi appoggio al bancone con il gomito. «Piumone in camera da letto! Lo sapevi?» Scoppia a ridere e sbatte il pugno sul mobile mentre Shan ha la faccia di uno che ci é rimasto parecchio male.
«Kate non se lo ricorda! Diciamo cosi, bro!» Sgrano gli occhi e guardo JJ fingendomi stupita.
«Come ha fatto ad indovinare? Hai proprio ragione!» Scuoto la testa e faccio spallucce.
«Vuol dire che faremo un lungo ripasso» mi sussurra Shan nell'orecchio senza farsi sentire da Jared.
«Ssh concentrazione!» Chiudo gli occhi e unisco le mani fra loro.
«Ho capito, chiamo il fattorino?» Dice Jared ed io sorrido mentre fingo di meditare.
«Calma giovane Leto...la pizza non si può fare!» Alzo l'indice davanti a me e Shannon mi guarda come se fossi impazzita. «Abbiamo bisogno di farla lievitare almeno 2 ore...quindi...piadina!» Sorrido e mi guardano alzando il sopracciglio.
«Cos'é?» Mi chiede Shan mentre continua a giocare con la farina.
«é un disco di pasta, tipo pane, non so spiegarvi bene e dentro ci possiamo mettere di tutto...anche delle cose dolci» sfilo il grembiule a Shan per poterlo indossare io. «Shan siediti...vi preparo io» lui ubbidisce ed io mi fermo un attimo per pensare. Apro il frigo e prendo del burro. Lo poso sul bancone e mi procuro dell'acqua, del sale e del bicarbonato. Faccio una piccola fontanella e inizio ad impastare versando un po' di acqua e un pizzico di sale.
«Mi ricorda la mamma quando preparava» JJ si appoggia con il gomito al bancone e posa la testa sulla mano per reggerla.
«Io la vedo come una mamma che prepara i pranzi, lo sai bro? Amore ti ci vedo tanto» Shan posa le braccia sul bancone e mi guarda insieme a suo fratello.
«Sono daccordo bro. Ho capito ora...stende la pasta e la cuoce...e poi ci infiliamo le schifezze in mezzo! Mi piace...assomiglia al tacos!» Alzo la testa per guardargli e mi sorridono come ebeti.
«Più o meno, Jay» Mischio tutti gli ingredieti e accendo il fornello ad induzione posizionando una padella abbastanza grande su. Torno vicino al bancone e noto che Shan mi segue con lo sguardo. Mi guarda in modo strano, come se avesse visto qualcosa di unico e bellissimo. «Amore, che hai?» Divido la massa in piccoli pezzi e inizio a stenderli con un piccolo mattarello che fortunatamente Shan aveva. La cucina é praticamente nuova, intatta, mai usata.
«Mi piace vederti cucinare...tanto» sorrido imbarazzata diventando in po' rossa e posiziono la prima piadina sulla padella.
«Se non ci fossi io, come ho giá detto in spiaggia, sarebbe salito sul bancone...quella frittella si sarebbe bruciata e qualcuno si sarebbe ritrovata piena di farina...» Jared ridacchia e si gira dall'altro lato per non farsi vedere mentre Shan sembra incantato e fissa un punto impreciso.
«Oh si puoi dirlo forte bro...sarebbe successo!» Scuote la testa e mi sorride maliziosamente.
«Siete dei porcellini! Solo a quello pensate?» Giro la piadina e la faccio cuocere anche dall'altra parte. Speriamo siano buone. Non voglio fare una figura di merda.
«Ah, Kate...si! E prima era peggio...cioé da adolescenti...sai, gli ormoni...più io di Shan devo ammettere» scuoto la testa ed alzo gli occhi al cielo.
«Avevo altro a cui pensare...ora che ci penso, per me non é stato mai cosi importante farlo...lo vedevo come un bisogno, tipo la sigaretta» poso nel piatto la piadina e lo guardo.
«Era? Ed ora?» Metto a cuocere l'altra piadina. È sempre stato un bisogno nel senso che no gliene importa nulla. È strano.
«Ora é diverso...non mi spinge nulla a farlo...nel senso emmh» si gratta la testa e arrossisce imbarazzato.
«Nel senso che prima lo faceva perché era il suo cosino che ne aveva bisogno...ora lo fa perché gli piace, perché ti vuole e perché ne ha veramente voglia» Jared sorride e fa una faccia soddisfatta.
«Grazie per la spiegazione JJ...ho capito amore...» Giro la piadina e sorrido. Sono di spalle e non possono vedermi. È una cosa bella anche se non si è saputo spiegare. Lo apprezzo lo stesso.
«Figurati...fra uomini ci si capisce» mi rigiro e lo guarda arricciando la fronte.
«Anche fra me e Shan ci si capisce...e anche bene. Sopratutto lui riesce a capire me...il che è notevole dato che sono una donna, sono complicata per natura» Shan mi sorride e guarda il fratello con una faccia soddisfatta facendo ondeggiare la testa. «Chi vuole provare a girare questa cosa qui?» Prendo la padella e la poso sul bancone. C'é casino ovunque il tutto per due piadine. Sono brava a mettere disordine, a fare il contrario un po' meno. «Shan vai tu, tanto JJ la distrugge...non sa neanche girare un pancake» ridacchio ricordando il primo VyRT. Fu tanto bello e mi divertii da matti. La scimmietta, i vegan pancake e le canzoni in acustico con il quartetto di archi. Tutto meraviglioso.
«Ok ci provo...3..2...» Shannon afferra la padella e con un leggero movimento del polso fa scivolare perfettamente la piadina dall'altro. «E che cazzo! Sono un genio» ridacchio e porto la padella sul fornello. Vedo Jared che alza l'indice e apre la bocca per parlare, poi ci ripensa, e poi di nuovo.
«Io non ho mai distrutto un pan...ah, quel pancake...emh» arrossisce e abbassa la testa quasi vergognato.
«27 aprile 2012 il primo mars Lab...non potete capire come stavo...ridevo da sola davanti al pc e chiesi anche il permesso al lavoro per vedervi!» Jared mi guarda come se si fosse incantato. «Poi stare li il primo dicembre con voi é stato fantastico...quanto era dolce Rippley...ah JJ esigo la foto con la scimmia, quella davanti al falò e quella con me e shan insieme al coro di spermatozoi, come gli chiama lui» scoppio a ridere. Ricordo perfettamente la scena: arriviamo io e Shan e troviamo questi tizi vestiti con tute bianche con solo il viso scoperto. Gli chiesi chi fossero e mi disse che era il coro ed io, ingenuamente, gli dissi che erano strani e che mi ricordavano qualcosa. Lui mi rispose dicendomi che erano degli spermatozoi. Ridemmo tutti e Jamie non riusciva a smettere.
«Sono nella canon, ricordami! Shan, tu sempre tanto tenero con i complimenti...era il mio coro e a me piacevano vestiti cosi» alza le sopracciglia ed io poso la piadina nel piatto per mettere l'altra.
«Ma bro...mi facevano ridere! Poi anche la banda di messicani! Dio, che serata» c'era anche una banda di messicani che dopo lo show mi seguiva ovunque andassi nello studio. Solo poco dopo ho scoperto che glielo aveva detto Shan di darmi il tormento. Mi stava scoppiando la testa e mi vedevo queste 10 persone inseguirmi con maracas e chitarre mentre, i due Leto, ridevano.
«Bastardi che non siete altro!» Rigiro la piadina mentre Shan si alza di scatto.
«Aspetta, aspetta!!» Scappa in salone e sentiamo dei rumori.
«No Shan! Salomé! No!» Jared si passa le mano sul viso mentre si diffonde una leggera musica messicana per tutta casa. Shan torna e agita un po' i fianchi. Lo guardo strano: mi sembra ubriaco ma non ha bevuto.
«Vamonos Chica!» Shannon mi posa le mani sui fianchi e muove i suo piedi facendo un leggero mambo. Jared scoppia a ridere mentre io rimango immobile davanti a Shan e al suo bacino che ruota e si snoda perfettamente.
«Da quando sai ballere anche il Latino?» Lo guardo e alza le braccia facendo ondeggiare il bacino. É tanto eccitante.
«Da...non lo so...Jared finisci di cuocere...» Mi afferra per il polso e mi porta nel salone difronte al camino. Jared continua a ridere diventando paonazzo e gira la piadina.
«Ma non so ballare Shan! Il tango era già tanto» mi ignora, si apre la camicia e inizia a ballare il mambo guardandomi. La musica é cambiata: ora c'é Mambo Number 5 di Lou Bega. Mi tira a se e tenendomi la mano destra su mi fa ondeggiare velocemente. Mette una gamba fra le mie e si struscia con il bacino sul mio. Si allontana tenendomi la mano e fa dei piccoli saltelli.
«Destra...uno...due...dai!» Si mette accanto a me, si sposa sulla destra e fa degli strani passi con i piedi. Scoppio a ridere e poso la mano sulla fronte. «Va bene...una cosa più semplice...» Cambia la musica mettendo, come l'ha chiamato prima JJ, Salomé e si sistema dietro di me.
«Shan é inutile...sono un tronco!» Posa me sue mani sul miei fianchi e sento il suo respiro sul mio collo.
«Non lo sei...sciogliti...senti la musica...» Avvicina il suo bacino al mio sedere e lo spinge per farmi muovere un po'. Inizio a muovere i fianchi lentamente facendoli ondeggiare. «Gira...» Ruoto i fianchi e lui fa lo stesso. Mi giro di scatto e poso le mani sul suo petto. Cerco di imitare i suoi passi di prima mettendo i piedi uno davanti all'altro e muovendo i fianchi. «Oh vedi! Puoi!» Mi tira a se afferrandomi per la maglia e mi bacia premendo le labbra sulle mie.
«Qualcosa mi dice che faròuna bella figura di merda a capodanno!»Mi passo le mani fra i capelli e mi sorride maliziosamente.

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Capitolo 26
*** Hello, Bitch!- Kate, you're a bad girl! ***


31 dicembre ore 8:00pm

Ci stiamo dirigendo verso lo Chateau Marmont che si trova a West Hollywood quindi a 10 minuti circa da Los Angeles. Sono agitata e non riesco a stare ferma. Ho paura di combinare qualche casino, di inciampare nel vestito o di dire qualche cavolata. Indosso il Versace regalatomi da Vicki. È completamente diverso dal modello di Valentino. È più lungo e ha un piccolo strascico. Il vestito é in se color nudo, fatto di raso, e sopra c'è un velo bianco tutto ricamato di fiori dello stesso colore. Chi mi vedrebbe da lontano penserebbe che ho solo il velo addosso e che sono nuda, ma non é cosi. È solo un giochetto vedo e non vedo. Davanti sono tutta coperta, sul seno e sul bacino dove i fiori diventano più vicini, e dietro ho la schiena tutta scoperta fino al sedere. L'effetto sarebbe quello che i fiori sembra che coprano le parti importanti e il resto è tutto nudo. La scollatura é a taglio dritto e alto, accarezza le mie clavicole fermandosi sulle spalle per scendere sul sedere creando un ovale che termina a punta. Per far reggere la stoffa sulle spalle c'é una piccola striscia di stoffa, identica al vestito, che termina con un bottoncino alla fine della nuca. Le braccia sono coperte da maniche strette fatte solo di velo e fiori, senza fodera color carne, che si stringono sul polso e termano con un piccolo merletto impercettibile che é posto anche alla fine della gonna. La gonna termina con una punta che richiama il taglio del vestito sul sedere. Solo nella zona del seno e della vita, dove i fiori si intensificano, sono state applicati degli strass e delle pailettes madreparlate. Le scarpe sono delle semplice decolté, non tanto alte, di color nudo lucide. Nessuno le noterà perché il vestito é molto lungo. Mi chiedo a fine serata come sarà da sotto l'orlo: nero e sporchissimo. Per i capelli non ho fatto un granché. Vicki mi ha consigliato di farmi delle trecce dall'orecchio in giu per poi scioglierle, in modo da fargli uscire mossi, e di portargli sempre a sinistra per mostrare la scollatura. Per il make up ho cercato di concentrarmi al massimo su ogni singolo punto. Ho creato una bella base che duri tutta la sera, ho tirato la solita linea di eye liner, ho intensificato lo sguardo con abbondante mascara e, per finire, ho deciso di indossare un rossetto rosso acceso.
«Sei meravigliosa...». Mi sussurra mentre continua a guidare.
«Ho paura di non sembrare me stessa...lo sai come sono fatta» lo guardo e sorrido. Shan non veste spesso elegante, ma quando lo fa, io impazzisco. Indossa un completo nero, una camicia bianca con i bottoni neri e il papillon. Pensavo che fosse già bellissimo e sexy con la cravatta, ma il papillon é tutto un'altra cosa. Ha messo anche le scarpe classiche e lucide che tanto amo.
«Kate...tutti hanno vari lati di se stessi, sopratutto le donne...lo so che preferisci i jeans e le converse ma sei bellissima anche cosi...devi sentirti a tuo agio perché so che sei una ragazza semplice ma pur sempre una donna che può permettersi vestiti costosi ed eleganti» non voglio neanche pensare a quanto sia costato questo e l'altro vestito. Per natale i Milicevic mi hanno comprato un Versace da atelier e solo dopo, Shan, mi ha detto che gli ha regalato la piscina da mettere nella nuova casa dei cogniugi. Non so chi abbia fatto il regalo per primo, forse si sono messi daccordo.
«A me piace essere cosi anche...un po' e un po' ma non voglio diventare una viziata con il guardaroba pieno di abiti firmati» ridacchia e scuote la testa. In realtà ho l'armadio pieno di jeans, camice e maglie del Mars Store. Ogni volta che Jared viene a trovarci mi porta una maglia di quelle che io avrei tanto voluto comprare. Ultimamente ci ha portato due maglie con i creeps su: nera per Shan e pomegranate per me.
«Amore, non é possibile che diventi cosi...sei semplice e cosi devi rimanere...a te piace tanto essere cosi quindi é impossibile che cambi anche perché io ti amo cosi come sei...e mi piace la Kate elegante e che ride mettendosi la mano davanti alla bocca...come mi piace la Kate che lancia il cibo su mio fratello, lo prende in giro e si vergogna per le mie battutine a sfondo sessuale» ridacchio e abbasso la testa sorridendo. Anche a me piace sia lo Shannon elegante che quello di tutti i giorni.
«Anche a me piace lo Shannon che si butta sul divano aprendosi i jeans perché ha mangiato di tutto, quello che mi dice cose dolci diventando paonazzo, quello che si riduce a suonare alle 3 del mattino per non sottrarre tempo a noi...poi c'é lo Shan elegante e composto che fa da cavagliere alla sua ragazza...e poi c'é il musicista famoso che ama i suoi fan e scatenarsi sul palco» mi sorride e guarda la strada. Le luci di Hollywood gli colpiscono gli occhi a tratti. Ha gli occhi verde chiaro con sfumature verde scuro all'esterno e gialle all'interno intorno alla pupilla.
«Lo so...ed é bellissimo...mi fa strano vederti senza triad» porto la mano sul collo e sento sotto le dita il cuore pieno di diamantini che mi ha regalato lui.
«Già ma non volevo creare casino con foto ecc...ho il tuo cuore...e...» Sorrido e alzo la gamba scoprendo la caviglia sinistra. «Lei c'é sempre...non posso stare senza la mia triad» ho fatto più giri intorno alla caviglia con il laccio e lo appesa li. Nessuno la noterà.
«Me lo sentivo» ridacchia e spegne il motore. Siamo fuori dall'hotel. C'é un muro alto e bianco dal quale spuntano degli alberi. È tutto illuminato e c'é gente che entra varcando l'enorme cancello di ferro nero. L'hotel é tutto bianco con il tetto grigio e ricorda tanto un castello.
«Dio...» Mi porto la mano alla bocca e mi sporgo in avanti per ammirare l'hotel.
«Ora do le chiavi al fattorino che parcheggerà il suv...dopo il cancello c'é un enorme tappeto rosso ed é pieno di luci. Ci sono transenne sui lati con i fotografi in modo da non creare casino qui fuori perché ci sono le macchine.» Sgrano gli occhi e lo guardo.
«Mi devo fare una specie di red carpet? Perché non me l'hai detto?» Lo guardo e chiudo gli occhi in due fessure. Se solo me l'avesse detto mi sarei preparata psicologicamente.
«Per non spaventarti...ci avresti pensato su...» Ha ragione. Mi sarei logorata lo stomaco per giorni e alla fine gli avrei detto di no.
«Grazie...» Gli sorrido e gli accarezzo il viso. Avvicina la testa e posa la fonte sulla mia.
«Non posso baciarti perché hai il rossetto, vero?» Annuisco e ridacchio. «Allora stasera...tanto restiamo qui a dormire» alzo il sopracciglio mentre lui esce velocemente da suv per aprire la mia portiere. Lo seguo con lo sguardo mentre passa davanti all'automobile.
«Che?» Scendo e lui chiude lo sportello.
«Mi avresti detto di no...sai, casa dolce casa...» Ridacchia e mi prende la mano mentre lascia le chiavi al parcheggiatore.
«Mi conosci bene...» Ci avviciniamo al cancello. Mi metto alla sua destra e gli do la mano intrecciando le dita alle sue.
«Sono qui...» Gira la testa e mi guarda negli occhi. Gli stringo un po' la mano e sorrido.
«Si...ti amo» mi stringe a se velocemente e mi bacia la fronte. «Sei bellissimo» gli accarezzo il petto e lui mi guarda negli occhi.
«Ti amo anch'io...e tu sei indescrivibile» mi volto per guardare quel lungo tappeto rosso. Sono solo pochi metri, forse 7. 'Posso farcela...io Kate Strange che percorre un'entrata con paparazzi e tappeto rosso quando più di un mese fa lavorava in una videoteca' la mia vita é cambiata. Sono la ragazza di un batterista famoso e devo sottostare a foto e domande. Domani, o fra due giorni, sarò ovunque. È un piccolo prezzo da pagare: la poca privacy.
Shannon inizia a camminare e subito tante luci ci colpiscono il viso. Rimango attaccata alla sua mano. Sentiamo delle voci e poi delle persone, i fotografi, si girano da entrambi i lati e iniziano a scattare. Sorrido a 32 denti e guarda Shan che mi fissa tutto felice ed orgoglioso. Iniziamo a camminare e difronte a noi, distante di metri, vediamo una grossa porta di vetro: l'entrata. Ecco la meta. Sul tappeto ci sono altre persone ma sono tutte davanti a noi e voltate per fare foto. C'é troppa confusione e per il momento non riconosco nessun vip. Ci sono piante e alberi ovunque, dopo i due muri dietro le transenne, che ti fanno sentire immersa in una foresta.
«Signor Leto! Signor Leto!» Urla un fotografo sporgendo il braccio per chiamarlo. Shan si avvicina tenendo la mia mano nella sua e sorride al fotografo.
«Mi dica...» Fa un cenno della testa per salutarlo e gli mostra un sorriso stepitoso. È cosi distinto e gentile: quasi irriconoscibile. É la sua maschera. Ha tutti i capelli tirati indietro con il gel fermati con il solito codino.
«Il nome della ragazza...accompagnatrice o ragazza?» Chiede questo signore sulla quarantina, brizzolato e vestito in modo sportivo.
«Ragazza...é la mia fidanzata...» Mi guarda e fa un gesto con la testa verso il signore.
«Sono Katherine Strange» mi presento senza dargli la mano mentre i colleghi del signore si accalcano continuando a fare foto e a prendere appunti. Saranno più di 100 ma mi sembrano tutti uguali.
«Posso farle delle foto...le dispiace signor Leto? Solo alla signorina Strange» mi allontano un po' e guardo Shan che rimane li appoggiandosi alla transenna.
«Va bene cosi?» Sorrido con le braccia lungo il corpo. Sembro un tronco. Una natura morta é più fotogenica di me.
«Il vestito signorina...» Mi volto di spalle, sistemo lo strascico e sposto i capelli a destra voltando un po' la testa per sorridere e guardare il fotografo. Non é l'unico a scattare, anche i suoi colleghi si uniscono e anche i paparazzi dall'altro lato. Mi bruciano quasi gli occhi per i tanti flash. Rimango li per quasi un minuto e quando giro la testa un uomo passa davanti a me. Mi sembra di conoscerlo, é solo sul red carpet, ha gli occhi di ghiaccio, i capelli neri, folte ciglia che sembra come se indossa della matita. Ha un completo nero lucido, una camicia bianca ed una gravatta nera. Mi guarda dalla testa ai piedi e mi fa l'occhiolino mentre storce la bocca da un lato in un sorrisetto sexy. 'Oh porca merda! Il vampiro! Come cazzo ti chiami? Ian! Si! Che figo'. Arrossisco e mi rigiro notando che Shan lo sta fulminando con lo sguardo.
«Grazie mille signorina Kate» mi avvicino a Shan e guardo il fotografo.
«Ma lei non festeggia? Rimanete qui al freddo a fare foto?» Chiedo curiosa mentre intreccio le dita alla mano di Shan.
«Già signorina...» L'uomo mi sorride mentre vedo, con la coda dell'occhio, Shan che arriccia la fronte.
«Mi dispiace...ma è lavoro. Bhe buon lavoro signori...e buon anno» gli saluto con la mano mentre Shan prosegue camminando sul tappeto.
«Sai che domani anche questa cosa uscirà sui giornali?» Mi sussurra nell'orecchio mentre continuamo a camminare e ci fermiamo ogni tanto per la foto.
«Il fatto che mi dispiace che loro siano qui mentre noi ci divertiamo e sono lontani dalle loro famiglie? Si! Ma non ci vedo nulla di male...» Mi stringe a se e si ferma davanti ad un fotografo posandomi la mano sul fianco.
«Lo so...hai fatto bene. Diventerai la loro paladina!» Ridacchia e mi guarda. «Cosa voleva quel ragazzetto?»
«Che ragazzetto?» Faccio finta di niente ma so che si riferisce ad Ian.
«Il vampiretto...» Mi accarezza il viso e proseguamo.
«Non lo conosco...mi ha sorriso e fatto l'occhiolino» evito di dirgli che era dannatamente sexy e che mi sono sentita le gambe a gelatina e lo stomaco chiuso, quasi stritolato.
«Aveva fame forse...» Scoppia a ridere ma si ricompone subito.
«Ma dai...mica succhia sangue veramente» però i suoi occhi sono come nel telefilm: magnetici. Non appena mi ha fissata sorridendomi mi sono sentita subito confusa. Saranno gli occhi di ghiaccio, non posso farci niente, anche con JJ é cosi.
«Intendevo un'altra fame, amore» certo come se Ian mi ha notata e apprezzata. Forse sorrideva ad un'altra, cosa molto probabile, ma Shan se n'é accorto.
«Ma per favore...è tipo da sesso nei cessi e modelle...e poi fatti suoi, io sono fidanzata e non so che farmene di lui» sono una ragazza particolare. Riesco ad amare un ragazzo ma posso fissarmi con la bellezza di un altro. Shan é bello, più di Ian per me, ma lui mi ha sorriso per un attimo. Forse era l'effetto di vederlo li ed era sexy. 'Kate, lui é bello...ma tu ami Shan da sempre...é solo che quel sorrisetto ti ha colpita e anche il fatto che sia tanto sexy...colpa sua e dei suoi che l'hanno fatto cosi!' Ridacchio per il mio pensiero e Shan mi sorride.
Finalmente il tappeto rosso finisce e riusciamo a varcare la hall. Il lusso e lo sfarzo la fanno da padrona qui. Non appena si entra, sulla desta e sulla sinistra difronte alla porta d'ingresso di vetro, ci sono due lunghi banconi di legno intarsiato e ricoperti, nella parte davanti, da pelle imbottita color moka. Sulle scrivanie ci sono delle lampade da ministero in ottone lucido con paralume di vetro verde e l'accensione a catenella. L'ambiente non é molto illuminato. Oltre alle lampade in ottone, sul soffitto con volte a crociera in pietra, ci sono appesi dei paralumi abbastanza grandi, in stile Tiffany, sui colori del verde e del marrone. Sui lati adiacenti alla porta ci sono due salottini in stile rustico ma sofisticato. Tutto l'hotel è arredato in questo stile che punta a richiamare la tradizione contadina e popolare. Quasi tutti i mobili, dalla reception al divano o al camino, sono in legno, ferro o pietra. La Hall trasmette una sensazione di calore ed accoglienza grazie al legno usato ovunque. I salottini hanno rispettivamente un divano a 3 posti e 2 poltrone sui lati fatti in legno che sembra quasi consumato, e rivestiti e imbottiti di un tessuto a fondo bianco con fantasia scozzese verde e marrone. Nel salottino a sinistra é presente un camino, abbastanza grande, fatto di pietre grige, marroni e rossicce. Nel camino, che in questo momento é spento, é adagiato un portalegna in ferro battuto con i pomoli in ottone lucido e, su di esso, c'é un orologio da appoggio in resina tutto d'orato. Davanti al camino, posto un po' di lato, c'é un parascintille in ottone lucido e un set di attrezzi per il caminetto in ferro battuto. Il salottino sulla destra é identico all'altro ma al posto del camino c'é una grossa libreria in legno con una scaletta. Al centro dei due salotti ci sono due tavolini in legno con il vetro posti su un tappeto rustico con fantasia floreale e frange. Le pareti sono panna con una leggera spugnatura in oro e abbellite da lampade a ventola con pergamena davanti e dipinti molto antichi, di donne o paesaggi, contornati da cornici in oro. La Hall é affollata e dietro ogni reception ci sono almeno 5 signorine in camicetta bianca e gonna a tubo nera. Shannon mi posa la mano sul fianco opposto a dove si trova e passiamo fra i due banconi dirigendoci verso la sala. Non appena si supera la reception ci si ritrova in un corridoio lungo dove ci sono 4 ascensori sulla sinistra, accanto ad essi, un bancone lungo che funge da bar e poi un altro corridoio che svolta a sinistra. Sulla destra, invece, c'éuna grossa sala con delle porte di vetro.
«Kate!» Sento bussare alla spalla e mi volto. È Jared ma non é solo, c'é un uomo accanto a lui. Occhi celesti, capelli semi lunghi portati un po' indietro, un meraviglioso sorriso e il classico viso con linee abbastanza dure da uomo americano: é Matt Bomer. Non posso crederci. Mi irrigidisco e poso ma mano su quella di Shannon, che é sul mio fianco, stringendogliela un po'.
«Jared! Sei bellissimo!» Ci abbracciamo e lo guardo dalla testa ai piedi tenendogli le mani. Indossa un completo nero leggermente gessato, una camicia bianca con colletto raquette, una cravatta di quelle strette e lunge, anch'essa nera, e delle scarpe nere e bianche, classiche e lucide in stile inglese.
«Grazie...anche tu sei favolosa!» Arrossisco e abbasso lo sguardo mentre Matt mi osserva e sfodera uno dei suoi sorrisi amalianti. Sento la presa di Shan farsi pesante sul mio fianco. Volto il viso per osservarlo: é teso, irrigidito e guarda Matt chiudendo gli occhi in due fessure. «Ah! Che scemo! Vi presento Matt Bomer...loro sono mio fratello e la sua ragazza» Guardo Matt e mi incanto un attimo. È più alto di Jared di qualche centimentro e i suoi occhi sono di ghiaccio. 'Perché gli uomini con gli occhi chiari mi mettono in soggezione?' Mi chiedo fra me e me. Ti guardano, sgranano gli occhi e ti fanno sorrisetti sexy: tutti uguali. Matt indossa un completo grigio fumo, una camicia celeste e una cravatta blu notte. Ora che ci penso, in queste occasioni, gli uomini sembrano tutti uguali pechè indossano tutti i completi neri o blu scuro e le cravatte. Le persone ci passano davanti per dirigersi ed entrare nella sala. Mi sento leggermente a disagio per il mio vestito: sono tutte vestite di rosso, nero o dorato e forse sono l'unica vestita in bianco. 'Sembro una sposa? Al diavolo! Ho un vestace addosso! E che...cappero'.
«Shannon Leto...piacere» Shan allunga la mano e sorride, con un sorriso fintissimo, a Matt il quale gli stringe la mano e sorride a sua volta. 'Smettila di sorridere, Bomer! Dio!' Scuoto la testa e guardo Jared che ha già capito che mi sento a disagio in quanto so chi é e cosa fa Matt.
«Matt Bomer, piacere mio...e questa bellissima signorina è?» Allunga la mano verso di me ed io gliela stringo mentre sorrido alzando la testa. Mi sento una nana e sono costretta ad alzare la testa e lo sguardo per salutarlo: é alto.
«Katherine Strange...ma Kate va bene...il tu va bane» ci manca solo una bella figura di merda davanti a lui e poi posso pure tornare a casa. Non devo impanicarmi. Non devo guardarlo negli occhi o fissare il suo sorriso. Mi lascia la mano e se la passa fra i capelli mentre mi fissa e sorride. 'Finito si? Bravo!' Guardo un attimo Shan con la coda dell'occhio: continua ad essere teso e una piccola vena gli si è gonfiata sulla tempia. È geloso, tanto geloso, ma sa che il caro Matt é gay? Mi piace vederlo cosi e non posso di certo digli di calmarsi perché é gay, Matt sentirebbe. Nella mia testa sto ridendo come una matta perché lo sbranerebbe se solo non fossimo in un luogo affolato.
«Kate...io sono Matt...» Prende la mia mano destra fra le sue e la porta alla bocca senza toccare il dorso. 'Un baciamano! Impara Shan!' «non ti ho mai vista qui in giro...sai, nel settore più o meno tutti ci conosciamo» posa la mano nella tasca mentre mi guarda. Sento le guance che lentamente si riscaldano: sto arrossendo.
«Emh...non sono ne attrice ne cantante...non faccio parte del mondo dello spettacolo. Il mio ragazzo, Shannon, è il batterista dei 30 Seconds To Mars...la band di Jared. Signor Bomer...emh Matt sei uno dei miei attori preferiti, sopratutto ho molto apprezzato il personaggio di Neal Caffrey di White Collar» Jared mi sorride tutto soffisfatto. Qualcosa mi dice che sapeva che io lo conoscessi e che sa che Shan non sa chi sia. Secondo me lo sta prendendo per il culo.
«Mi fa piacere, Kate... Nel 2013 riprenderanno le riprese per la quinta stagione di White Collar...e poi ci sono tanti altri progetti...» Amo la serie e praticamente la guardo solo perché c'é lui. Spero che fra i suoi tanti progetti ci siano le riprese della trilogia di E.L James, lui sarebbe perfetto nel ruolo di Christian Gray.
«L'avevo letto...bhe anche Eric Hill è un personaggio che mi piace tanto...anche se non fa proprio una bella fine» arrossisco e ridacchio mentre lui mi guarda sempre nello stesso modo. Ride e annuisce con la testa.
«Non ti piacciono gli horror, Kate?» Piega la testa a destra e mi guarda curioso storcendo un po' le labbra di lato per sorridermi.
«Oh no no...gli amo, sopratutto non aprite quella porta. Dicevo proprio l'altro giorno al mio ragazzo che dovremmo vederci un bell'horror prima o poi...il problema é che Eric era un militare...quindi ero convinta che sopravivesse e invece...» Faccio spallucce e lo guardo un po' dispiaciuta. Ricordo perfettamente le scene di quel film dove era presente Matt. Portava spesso una canottiera bianca ed era sempre sporco di sangue sul viso e i suoi occhi risultavano più chiari del solito.
«E invece é morto...bhe guarda il lato positivo, Matt...non muori come me in ogni film» aggiunge Jared posando la mano sulla spalla dell'attore. Scoppio a ridere e Matt mi segue a sua volta. Shan ride per finta mentre fulmina Matt con lo sguardo. 'Ma povero! Lascialo tranquillo'.
«Salve, scusate...amore, il nostro tavolo é pronto...»Un signore alto, brizzolato, con un po' di barba e vestito molto elegante si avvicina a Matt e posa la mano sulla sua spalla.
«Allora andiamo...Kate, Signor Leto, Jared...lui é il mio compagno e agente Simon Hall...» Shan rimane fermo e fissa il signor Hall. Posso leggere stupore nei suoi occhi. Starà pensando che si é ingelosito per niente.
«Simon Hall...piancere...» Ci stringe la mano a tutti e tre e ci sorride cordialmente.
«Bhe ci si vede in in giro...é stato un piacere parlarvi, sopratutto con te Kate...buona serata» stringe la mano ai fratelli mentre a me fa il baciamano come quello di prima per poi andare via.
Jared scoppia a ridere e mi guarda.
«Hai visto che faccia il bro, Kate?» Ridacchio e mi copro la bocca con la mano.
«Bro non pensavo che fosse...» Gli accarezzo il viso e lo bacio leggermente sulle labbra per non sporcarlo con il rossetto.
«Che fosse Gay? Lo sanno tutti, amore...si vedeva che eri leggermente...emh geloso?» Lo guardo negli occhi e lui scuote la testa.
«Io? No no...é solo che oggettivamente un bell'uomo, carismatico e ti guardava in modo strano» scoppio a ridere e poso la mano sulla mia pancia.
«Come se volesse mangiarmi?» Jared è accanto a noi e ci guarda attraverso le lenti dei suoi occhiali neri. Ultimamente porta sempre gli occhiali, no che ne abbia bisogno, ma servono come cornice per gli occhi in quanto ha dovuto depilarsi le sopracciglia per il nuovo film. Anche lui come Shan si é fatto il cordino portando i capelli indietro.
«Si...» Sorride Shan mostandomi tutta la fila di denti bianchi. Per quanto possa essere oggettivamente bello Matt o Ian, Shan, rimane Shan ed io lo amo cosi com'é.
«Lo so...ero in imbarazzo...Jay, tu lo sapevi? Perché ce l'hai presentato?» mi volto a guardarlo e si lui si guarda intorno fischiettando. Che deficiente.
«Volevo vedere la reazione di Shan! È stato divertente!» Ridacchio e poso la mano sulla spalla di Jared.
«A casa facciamo i conti, stronzo!» Shan gli fa l'occhiolino e mi prende per mano per poter entrare nella sala.

La sala era grande e si vedeva anche da fuori. È quadrata e sui lati é piena ti tavoli. C'é un piccolo palchetto non appena si entra sulla destra con un piano e vari strumenti musicali sistemati su.
«Shan, il BB è nella tua tasca?» Mi guardo attorno e noto parecchia gente famosa: Jennifer Lopez, Robert Downey Jr., Daniel Radcliffe, Emma Watson, Keanu Reeves, Jodie Foster, Megan Fox, Hugh Jackman, Jennifer Garner ecc...ci sono tutti! E poi noto anche tanti cantanti: Katy Perry, Rihanna, Lady Gaga (credo sia lei, ha un vestito stranissimo), Sting, Matt Bellamy e la sua band al completo, Adele, Mika, Lana Del Rey, Bruno Mars, Adam Levine ecc...
«Si amore...» Shan si guarda attorno un po' spaventato mentre mi passa il blackberry. Lo afferro e apro gli sms.
«Shan che hai?» Pensavo fosse abituato a tutta questa gente famosa e a queste serate.
«Nulla...tutto ok...» Sorride. Mi sembra un sorriso finto. È agitato e un po' ansioso, non capisco che gli prende. Faccio spallucce e decido di scrivere a Vicki.
Da: Kate Data: 31 dicembre 9:13
'Ehi Vic!! Ci siamo...ti mando la foto del vestito. C'é tanta gente famosa e per ora ho incontrato solo Matt Bomer...chiamalo "solo" ahahaah. Ti voglio bene! Come stai?'
Cerco fra le foto e le invio quella fatta a casa davanti allo specchio.
Da: Vic Data: 31 dicembre 9:14
'Kate! Sei uno SCHIANTO! Bello Bomer, molto affascinante! Ti voglio bene anch'io! Goditi la serata...ps. Tutto ok, solo nausea! :S'
Rimango in il blackberry in mano mentre Shannon mi accompagna al tavolo. Non appena ci avviciniamo notiamo che sono seduti anche Matt e il suo compagno. Ridacchio mentre lui sorride e mi guarda.
«Buonasera...sarà meraviglioso dividere il tavolo con voi!» Sorrido mentre Shannon mi accarezza la schiena e mi sposta la sedia per farmi sedere. La sala è classica: soliti candelabri enormi di vetro e tavoli rotondi con tovaglia bianca e ben sistemati sui lati.
«Anche per noi! Grazie amore...» Gli accarezzo il viso e lui si siede alla mia sinistra accanto al compagno dell'attore, il quale é seduto difronte a me. Sulla destra c'é il suo fidanzato e sulla sinistra 3 posti vuoti. Allungo la mano e afferro il menù. Sulla parte davanti leggo 3 cognomi: 'Tavolo Leto/Strange, Bomer/Hall & Burton/Carter'. Arriccio la fronte confusa. Non possono essere loro due.
«Quest'anno hanno deciso di mischiare e non dividere i tavogli in gruppi...ogni tavolo ha un attore, un cantante o band e un regista...quindi manca Tim Burton e la sua compagna Helena Bonham Carter...» M'informa Matt sorridendomi da dietro al menu. Ricambio il sorriso mentre Shannon parla con Simon Hall.
«Quel Burton?» Sgrano gli occhi e lui annuisce alzando le sopracciglia. «Porca tro...emh wow! é uno dei miei registi preferiti! Sono cresciuta con Edward mani di forbice, Beetlejuice e Batman» lui scoppia a ridere per la mia parolaccia non detta e mi sorride subito dopo.
«È un mito...lo ammiro! Abbiamo gli stessi gusti in fatto di film...» La nostra chiacchierata viene interrotta dall'arrivo di Jared, Burton, la sua compagna e...'Oh mio dio! Jhonny Depp!'. Sorrido nervosamente a Jared e tutti ci alziamo dalla tavola per accogliegli.
«Buonasera a tutti...oh, che fantastica compagnia!» Esclama Burton guardandoci da dietro i suoi occhiali con lenti leggermente scure mentre sorride.
«Ti avevo detto di venire, Tim!» Sorride Jhonny mentre si passa una mano fra i capelli. 'Mio dio!'. L'attore indossa un completo blu elettrico con una camicia nera aperta sul petto. Non indossa nessuna cravatta o pipillon. Per completare il tutto indossa le famosissime scarpe classiche da uomo. Tim invece indossa un completo a doppio petto color fango molto morbido e una camicia bianca. Anche lui non porta ne cravatta ne papillon. Al suo fianco c'é Helena, particolare come sempre nel vestirsi, nel truccarsi e acconciarsi i capelli. Indossa un vestito modello impero tutto nero, con una sola spallina, e una cinta sottile e angentata sotto il seno. I cappelli sono come sempre raccolti e ricci e ha un pesante smokey eyes borgogna sugli occhi.
«Lo sai che amo la mia Londra e vengo qui solo per lavoro» Tim piega la testa e sorride a Jhonny e Jared, loro ricambiano.
«Aah, sempre lavoro e lavoro...Io sono Helena, piacere!» Ci stringe la mano a tutti e vedo Shan un po' colpito dal modo di vestire e di truccarsi della donna. In effetti sono una coppia un pò macabra.
«Tim...piacere mio» anche lui fa come la sua compagna e ci stringe la mano. Noto che gli occhi di Jhonny non si staccano dal mio corpo. Mi fissa il vestito e si sofferma spesso sui miei occhi.
«Jhonny...» Prende la mia mano fra le sue e mi fa il baciamano fissandomi negli occhi. Finisce il giro stringendo le mani a tutti e ci accomodiamo intorno al tavolo.
«Bhe é stato un piacere, signori...io sono al tavolo di fronte...» Si gira e lo indica. «Depp, Gaga e Tarantino...ci sarà da divertirsi! Buona serata a tutti» sorride e alza le mani per salutarci.
«Grazie Jhonny...ci si vede!» Jared allunga la mano e Jhonny gliela stringe: un saluto da uomini e non la classica stretta di mano. Si baciano sulla guancia e Jared sorride soddisfatto. Io continuo a fissare l'attore: forse sono sotto shock. Diciamocelo, è un tipo molto particolare e che ama andare contro corrente. Il suo essere cosi diverso gli permette di far diventare anche i suoi personaggi cosi unici e speciali. E' un'attore che mi affascina molto, non per la sua bellezza, ma per la sua bravura. Poi, come si dice in giro, è il feticcio di Burton il che, ai miei occhi, lo rende già speciale. Ammetto che i film prodotti dal signor Burton non siano proprio adatti a tutti. C'è sempre un pò di tristezza, oscurità e voglia di essere diversi: forse mi piacciono anche per questo.
«Figurati! Ah, buona cena!» Ride e salutando va verso il suo tavolo attraversando tutta la sala. 
Forse non ho ancora realizzato dove mi trovo, cosa sto facendo e con chi sono. C'è una parte di me che vorrebbe tornare a casa per seguire il suo telefilm in tv e un'altra parte che muore dalla voglia di conoscere tutti e presentarsi per quello che è. Pensavo che la mia vita fosse cambiata con l'arrivo di Shannon ma solo ora mi sto rendendo conto che è solo l'inizio.
Come sempre le domande e i dubbi non tardano ad arrivare. E' giusto? sto sbagliando? bisogna cambiare vita quando si è in difficoltà o lasciare tutto com'è?
Solo due mesi fa pensavo che la mia vita fosse uno schifo, una monotonia, quasi da volerla interrompere. Ero stanca. Stanca di nuotare senza arrivare mai alla riva per riprendere fiato. Allora mi chiedo: è cosi per tutti? La vita deve farti prima male, prima ti deve calpestare e far agonizare e poi ti getta addosso cose meravigliose. Forse basta solo crederci nei momenti più brutti che forse un giorno tutto cambierà, ma se ci pensate bene, proprio quando avete bisogno di darvi coraggio, questo, viene a mancare. Mi sono sempre detta "è un momento passerà" e in realtà non passava mai. Mi ero rassegnata, avevo iniziato a fare il morto a galla, il che è sbagliato. E' un'errore. Ma ora, io, voglio veramente tutto questo? Mi sento incompleta. Non mi sento infinita, o forse, non lo sono mai stata.

Siamo tutti seduti, dalla mia destra alla sinista ci sono: Jared, Tim, Helena, Matt, Simon e Shan. Sono sempre nel Leto Sandwich.
«Allora amore...» Prendo il menu e lo apro per leggere le portate mentre Shan e Matt mi ascoltano, il resto del nostro tavolo chiacchiera. «Mmh senti un po'...prosciutto, formaggio e mozzarella...» Leggo e alzo lo sguardo su Shan. Non mi sta ascoltando e fissa la tavola. Forse è l'ambiente e non si sente a suo agio. Per me è tutto cosi nuovo e vorrei che mi fosse più vicino. «Amore?» Poso la mano sulla sua spalla e lui si gira di scatto quasi spaventato. Mi faccio un po' indietro con il busto e lo guardo strano. 'Che diavolo ha? Non parla, si incanta e si spaventa'
«Vado un attimo fuori...scusate» si alza velocemente e non mi da il tempo di rispondergli. Sento il nervoso salirmi e stringo le mani a pugno mentre Matt mi fissa incredulo. Sono scioccata e sconvolta tanto quanto lui. Sento un piccolo dolore al petto ma non c'entra nulla con muscoli o ossa: è qualcosa di più profondo. Mi sento come abbandonata, scaricata come un oggetto senza un'anima. 
«Scusalo Matt...» Lo guardo un attimo e abbasso la testa. Simon guarda Matt, il quale, fa delle piccole spallucce. Tutti se ne sono accorti della reazione di Shan e mi fissano. Non so proprio che fare e cosa pensare. Vorrei sotterrarmi. E proprio ora esce prepotente quella parte di me che vorrebbe tornare a casa.
«Tranquilla...tutto ok?» Afferra la bottiglia e mi versa un po' di acqua nel bicchiere.
«Emh si...Grazie Matt» alzo lo sguardo e abbozzo un sorriso. Non capisco il perché del suo comportamento. Era tutto ok e poi? Qualcosa lo ha infastidito e fatto arrabbiare. Matt? Abbiamo assodato che non gli interesso. Jhonny? certo mi mangiava con lo sguardo ma forse era una provocazione. Allora cosa succede? Spero tanto che non si sia pentito di avermi portata qui. 
Solo ora noto che qualcosa non va in me stessa. Basta un gesto di una persona per mettermi mille paure e dubbi addosso.
«Kate che succede?» Si avvicina a me Jared e sussurra ma Matt e il suo compagno sentono lo stesso.
«Jay...non lo so...non appena abbiamo varcato quella porta é diventato strano... è freddo, distante e non ho fatto niente...penso» mi porto la mano sulla fronte e scuoto la testa.
«Siete solo entrati e poi?» Mi accarezza la schiena nuda e mi guarda, tutti mi guardano. Credo che peggio di cosi non possa andare.
«E poi ci siamo seduti...ma da quando siamo entrati e gli ho chiesto il BB, mi sembrava distratto...voglio parlargli» gli infilo il blackberry nella tasca dalla giacca e lo guardo mentre mi bacia la fronte. «Da sola, Jay...tranquillo» gli sorrido.
«Va bene...10 minuti...» Mi alzo e faccio un cenno con la testa a tutti per schiedere scusa. Aggiusto lo strascico del vestito e attraverso la sala mentre tutti mi guardano o fissano a bocca aperta. 'Ma che guardate? I fatti vosti no eh?' Arrivo davanti alla porta di vetro che da sul giardino e la spingo lentamente per poi uscire. Vedo Shannon di spalle qualche metro più in là ed una ragazza con lui. Non mi hanno sentita uscire cosi decido di nascondemi dietro la colonna del porticato. 'Bastarda! Troia che non sei altro!' Shannon parla, o meglio litiga, con Lana Del Rey. Spostandomi sono riuscita a riconoscerla e sono sicura che sia lei. Sento una fitta al cuore perchè qualcosa mi diceva che prima o poi avrei dovuto fare i conti con il passato. Per quanto una persona possa di e illudersi che il passato ormai è tale, non lo è mai. Torna, torna sempre nei momenti meno apportuni per abbatterti e farti crollare quello che di bello hai costruito.
«Ti ho detto perché l'ho fatto! Smettila!» Shannon gli urla in faccia e sembra veramente arrabbiato.
«No! Noi stavamo insieme! Chi é quella troia?» Posa ma mano sul fianco e lo guarda chiudendo gli occhi in due fessure. 'Dio! Ti uccido!' Sapevo di una relazione ma ho preferito non chiedere nulla a Shannon. Mi rendo conto che il passato degli altri magari non è tanto bello e a volte prefeirsco non chiedere per non soffrire. E' una mossa per preservare me stessa e la mia felicità, o meglio, quella cosa che ti fa stare bene per un po'. La felicità esiste?
«Vuoi ritornare in sala piangendo con la la faccia rossa? Penso di no...quindi modera i termini e non mi fare girare i coglioni! Si chiama Kate ed è la mia ragazza!» Fuori non è tanto luminoso ma posso vedera la spalla di Shannon che si gonfia e distende con fare minaccioso.
«La tua che? Shan, tu stai con me!» Lui scoppia a ridere mentre a me viene da piangere. Mi ha presa in giro per tutto questo tempo? Io non capisco. Non pensavo fosse fidanzato, cioé, é impossibile. Forse é ubriaca ed io non ci credo. Non posso permettermi di crederle.
«Senti!» Si avvicina al suo viso con fare minaccioso quasi righiando. «Ti ho fatto solo un favore! Sono uscito con te per fare gossip e farti fare un po' di cariera...era un favore perché nessuno ti cagava!» Lana appoggia le mani sulle spalle di Shan e lo spinge con forza allontanandolo.
Esco da dietro la colonna, afferro il vestito per la coda e scendo velocemente i gradini.
«Kate!» Supero Shan fermandomi davanti a Lana. È tutta rifatta! Ci sarà qualcosa in questa donna che sia vero?. Indossa un bruttissimo vestito marrone di seta con spalline e i capelli lunghi e sciolti. La fisso negli occhi e irrigidisco la mascella. Shan mi afferra per il braccio ma lo tiro a me per liberarmi dalla presa. Continuo a fissarla, abbasso il braccio destro e lo rialzo velocemente per poterle colpire il viso con il dorso della mano. Sono talmente tesa ed arrabbiata che lo schiaffo al rovescio arriva forte e le fa sanguinare il naso. Shan mi afferra i fianchi da dietro e mi tira a se. Lana abbassa la testa e si porta la mano sul naso. Alza lo sguardo e mi fulmina con esso. Non sono mai arrivata a picchiare una donna, questo mi fa capire quanto il mio cervello non comandi il mio cuore che bruciava di gelosia pochi secondi prima.
«Sei una troia!» Mi viene in contro ed io cerco di liberarmi mentre Shan mi stringe a se.
«Io? Tu vuoi il mio uomo! Shan lasciami» urlo un po' e la mia rabbia sale. Shan mi lascia andare e mi guarda. Si fida di me e sa che posso farcela da sola. Io e Shan abbiamo una specie di accordo: sono libera di provare qualsiasi cosa a patto che lui ci sia. Vuole che cado e che mi rialzo da sola. Devo imparare e vivere la mia vita superando anche i pericoli.
Le afferro i capelli con forza e la costringo a guardarmi negli occhi. «Lui é mio...tu non mi chiami ne troia ne tanto meno lo spingi» la guardo piegando la testa a destra e chiudendo gli occhi in due fessure. Da qualche parte dentro di me sono spaventata. Mi rivedo troppo in Shannon e nel suo comportamento, a volte, violento ed esagerato. E' giusto reagire cosi per gelosia? Se te ne freghi la persona pensa che non è importante, se esageri penserà che sei una pazza. L'equilibrio è una cosa che in amore non esiste, penso.
«Illusa...diglielo Shannon! Chi cazzo sei? Non fai un cazzo! Nessuno ti conosce e non dovresti essere qui!» Le tiro piùforte i capelli. Ho superato il mio limite. La corda si é spezzata. La goccia ha fatto traboccare l'acqua dal vaso. Le piego la testa indietro, tirandole i capelli, e sbatto la mia fronte contro il suo labbro facendoglielo spaccare.
«Sparisci dalla mia vista, subito...o veramente dovrai finire sotto i ferri...e non sarebbe la prima volta» la guardo negli occhi: é terrorizzata e dispiaciuta. In questi casi non m'importa di quello che la persona pensa o dimostra davanti a me. Sono io che decido quando fermarmi, mi impongo nuovi limiti quando supero quelli vecchi. Non vado tanto fiera di questa mie parte particolarmente violenta e vendicativa. Non é una cosa di cui mi vanto o mi piaccia infatti, con il tempo, questo limite é aumentato dopo delusioni e cadute. Cerco sempre di controllarmi e lasciar scorrere le cose, ma se mi si offende, mi si dicono bugie, scatta il limite. Sono una persona fondamentalmente buona, dolce, solare e amichevole ma come tutti nascondo anche dell'altro. C'é chi ride ma é triste, c'é chi é forte ma debole e ci sono io che sono l'opposto di me stessa. Come posso essere buona e dolce, se nessuno mi provoca, riesco ad essere violenta, perfida, vendicativa e non perdono. Sono il meglio e il peggio di me stessa, come tutti. Non amo vedere che la gente si sente libera di fare ciò che vuole di me solo perché appaio cosi: buona. Non sono buona, in fondo chi lo é veramente? Nessuno. Ognuno reagisce alle situazioni in modo diverso. C'é chi piange e si abbatte, chi si rifugia nella musica e chi, come me, sfoga la rabbia contro muri o cose. Non mi era mai successo di fare male ad una persona. Ho cercato sempre di trovare un posto nella mia mente, un posto sereno, dove rifugiarmi se una persona mi attaccava. Ho reagito cosi perché é Shan, io per lui farei di tutto. Si, ucciderei anche. Sono fiera di me e del fatto che quella parte di me, che un po' odio, non viene spesso fuori. Se dovessi descrivermi penserei subito ad una principessa bellissima, con un bel vestito e la corona, ma vedrei anche una bestia. La bestia rinchiusa in una gabbia, ma il bello è che la chiave non la possiedo io ma le persone. È anche colpa loro se mi costringono ad essere quella persona. Capisco Shan più di qualsiasi altra persona perchéanche lui é cosi, oltre alle sue tante personalità, c'é anche la bestia. Lui vede solo quella e non il principe che é. Io sono convinta che tutti infondo abbiamo la bestia dentro di noi. Alcuni non sanno di avercela e lo scoprono facendo quanche cazzata, altri lo sanno ma reprimono la cosa e altri sono solo bestie e hanno legato le loro principesse o i loro principi. Siamo cosi diversi ma tanto uguali. Tutti hanno qualcosa da nascondere o le doppie personalità. La vita le richiede, è una necessità. Non puoi essere buono perché ci sarà sempre in giro la gente bastarda, ma non puoi essere bestia perché esiste anche gente buona. Bisogna sapere quando è il momento adatto per mostrare tutto: principe o principessa e bestia. Magari chi avrete di fronte non accetterà mai uno dei due, ma sapete una cosa? Sono fatti loro! Prima o poi arriverà la persona che vi amerà per come siete e che accetterà tutto di voi. Chi é fortunato la trova al primo colpo ma, la maggior parte delle volte, la gente scapperà. Ma sapete un'altra cosa? Prima o poi, colui che è scappato, incontrerà una persona qualsiasi e si pentirà. Non bisogna mai pensare che la gente vive meglio senza di noi perchè non é vero, si pente sempre. Bisogna sempre sapere e trovare il momento giusto per rivelarsi. Delusioni e allontanamenti ci saranno, é inevitabile, é la vita. Quindi nascondere, qualsiasi cosa, non ha senso perché può essere motivo di orgoglio per voi stessi (perchèvi vi siete mostrati per quello siete veramente) e di fiducia per colui o colei che vi sta davanti.
Lana si alza e, con la mano sul naso, torna dentro lasciandoci soli. Rimango voltata mentre sento la mano di Shan che trema un po' posarsi sulla mia spalla.
«Ci sei andato a letto?» Sussurro e mi cingo la pancia con le mani.
«No, te lo giuro...ci siamo solo fatti vedere qui per dare aria ai giornali. Lei non mi piace, neanche un po', e non siamo stati mai insieme tanto meno se sto con te. Erano passati più di due mesi da quelle foto e poi ti ho incontrata...io ti amo» mi fa voltare e mi stringe a se. Porto le braccia sulla sua schiena e gliela accarezzo stringendolo a me.
«Ti amo anch'io...» Lo guardo negli occhi e lui mi bacia la fronte.
«Tutto ok?» Sorrido e gli accarezzo il viso sospirando.
«Una meraviglia...andiamo dai, sennó chissà cosa penseranno» ridacchio e gli prendo la mano.
«Aspetta...devo chiederti una cosa» mi fa voltare e mi guarda negli occhi. Tutto intorno a noi si ferma: è cosi quando Shannon mi guarda. Sento il leggero fruscio degli alberi e il rumore del vento che accarezza la superfice dell'acqua della piscina alle nostra spalle. I suoi occhi sono cosi penetranti a volte che pur essendo fra mille persone mi sentirei nuda e in imbarazzo. Quando qualcuno ti guarda e guarda la tua anima, è cosi.
«Dimmi...» sorrido debolmente ma non per la paura che lui possa chiedermi qualcosa di brutto. Sono ancora tesa per lo scontro con Lana e lentamente, forse troppo, la mia rabbia si sta scaricando nel terreno.
«Uccideresti per me?» quelle parole arrivano come un proiettile che entra in una tempia per poi uscire dall'altra. Non ho bisogno di pensarci, di riflettere, è più che evidente.
«Mi ucciderei per salvarti la vita o per qualsiasi altra cosa...e si, sporcherei le mie mani di sangue per te»

Torniamo al porticato, saliamo le scale e apriamo la porta della sala. Notiamo che sul palco, dall'altra parte della sala, c'é Rihanna con un microfono in mano ed una base che é appena partita quando siamo entrati.
«Merda» sussurro a Shan mentre tutti si girano a guardarci. Volto la testa e lo guardo come per nascondermi da quegli sguardi fastidiosi e pungenti. Poso la mano sul suo petto e glielo fisso.
«Rihanna...S&M dal cd Loud traccia 1!» Shan ridacchia e si avvicina al mio orecchio per parlare.
«Shan...non è momento!» Le persone ci fissano ma noto che fissano anche alla nostra sinistra. Ci voltiamo e vediamo Lana appoggiata alla porta con la mano sul naso. Alzo il sopracciglio e tiro Shan a me dalla cravatta per baciarlo. Lo bacio per pochi secondi, mi giro e alzo la mano muovendo solo le dita per salutarla mentre faccio l'occhiolino. «Vado al bagno» sussurro e lui sorride.
«Fammi una bella passerella...fagli vedere chi sei!» Mi giro verso la sala, sistemo la coda del vestito e i capelli per per poi posare la mano sul fianco. Sto per fare una stronzata da vip ma non m'importa 'ho piacchiato Lana Dell Rey e che cazzo! Posso permettermelo'. Aspetto l'attacco del ritornello mentre tutti continuano a fissarmi. Inizio a camminare con la mano sul fianco e ondeggiando un po'. 'Mi sento figa! Vai Kate!' Cammino imitando una modella e il vestito scivola dietro con me. Passo davanti al tavolo dove eravamo e vedo Matt sorridermi e farmi un'occhiolino mentre Jared sorride tutto contento. Anche una "mortale" può sfilare. Qui tutti mangiano e chiacchierano ma se potessero si ucciderebbero fra loro. Sento la voce di Rihanna abbassarsi quando mi fissa, poi ritorna normale. 'Che vi guardate? Vado al bagno' rido mentalmente perché, come ha detto Matt, non mi hanno mai vista e forse pensano che non merito di stare qui e si credono superiori. Finisco la mia "sfilata" ed entro in bagno portando la mano sul petto. 'Fiú!'.
Poso le mani sul lavandino e mi guardo allo specchio ridendo. 'Fammi una bella passerella' mi ripeto le parole di Shan mentalmente. Ed io? Io l'ho fatta! Sono come plastilina nelle mani di quell'uomo. Sento la maniglia della porta abbassarsi e mi volto di scatto: é Jared. Entra e chiude la porta dietro di se.
«Jay!» Tiro un sospiro di solievo e apro l'acqua per sciacquarmi le mani. Il bagno è semplice: un rettangolo con 3 porte e 3 lavandini difronte, sempre in stile rustico, con un grande specchio su contornato da una cornice dorata.
«Kate che é succeso?» Chiude la porta a chiave mentre io afferro delle salviette per asciugarmi le mani.
«Emh io...» Abbasso la testa e il busto piegandomi sulle ginocchia per controllare che nei bagni non ci sia nessuno. «Shan e Lana discutevano...lei l'ha spinto e mi ha dato della troia ma io ero nascosta dietro la colonna...» Faccio spallucce e mi guardo allo specchio per sistemare i capelli.
«E...? Le usciva il sangue dal naso...» Si avvicina a me e prende la mia mano sinistra fra le sue guardandomi negli occhi.
«E le ho dato uno schiaffo con il dorso delle mano e una testata sulle labbra» ridacchio nervosamente.
«Stai bene ora?» Mi accarezza la mano con i pollici e continua a fissarmi.
«Si...Jay, se la faceva?» Voglio che sia sincero con me, non voglio che mi dica bugie. Io mi fido di Shan e della sua parola ma voglio solo una conferma.
«No...me l'avrebbe detto...» Lascia la mia mano e la posa sulla mia guancia per accarezzarla. Porto le mie mani sulla sua e gliela faccio tenere sulla guancia. Chiudo gli occhi e sospiro. Ho ancora i nervi tesi e sto cercando di rilassarmi. Sento il suo respiro accarezzarmi il naso e l'aco di cupido. Non apro gli occhi e non so neanche io il perché. Sento le sue labbra calde e morbide posarsi sulle mie. Mi accarezza la testa e continua a baciarmi ma io sono immobile, non rispondo. Apro di scatto gli occhi e lo guardo allontanandomi. Gli do un piccolo schiaffo e lui posa la mano sulla guancia dolorante mentre mi guarda.
«Jay scusami...io...» Lo stringo forte a me e poso la testa sul suo petto.
«Scusami tu, Kate...siamo solo amici, lo sai, ma sei bellissima stasera...ed io» poso le dita sulle sue labbra e lo interrompo.
«Tranquillo...solo amici, non é successo niente...» Lo guardo negli occhi e gli sorrido.
«Finisci...ci vediamo al tavolo» mi bacia velocemente sulla fronte e va via abbassando la testa.
Gli ho mentito e non è da me. È successo eccome qualcosa perché conoscendomi so che se Shannon mi guarderà negli occhi, io glielo dirò, e non so come potrà prenderla. Ho paura della sua reazione. Prendo un paio di respiri e cerco di calmarmi. In fondo non é successo nulla, non ho ricambiato, era solo un bacio. Shan si arrabbierebbe per un bacio? Non lo so in questo momento ma credo che non la prenderebbe bene. Mi sistemo i capelli ed esco dal bagno.

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Capitolo 27
*** Do you love him? ***



La serata procede bene. Abbiamo ballato, chiacchierato e mangiato tanto. Shannon ha prenotato una camera per noi due qui nell'hotel. Per tutta la serata ho cercato di dimenticare quel bacio e di sembrare il più serena e felice possibile, credo di esserci riuscita. Ho indossato una maschera, cosa che non avrei voluto mai fare, perché sono stata costretta. Non potevo rovinare questa serata ma sento un peso sul petto. Ho tenuto sempre lo sguardo basso e quando mi guardava lo baciavo. Mi sento sporca e non ho il coraggio di far finta di niente per tanto.
«Shannon Leto e Katherine Strange...avevo prenotato una suite con un letto matrimoniale e il balcone con vista piscina...» Shannon si appoggia al bancone della Hall e parla con la signorina. 'Un letto matrimoniale? Perché esistono suite che ne hanno due?' Siamo allo Chateau Marmont e c'é di tutto, non mi stupire se in una camera ci fossero due letti matrimoniali. Ho le palpebre pesanti e i piedi doloranti. Sono stanca e mi appoggio anche io al bancone.
«Certo signor Leto...camera 169 al quinto piano...» La signorina si gira un attimo, va verso una bacheca e prende la chiave per poi tornare. «Ecco a voi...gli ascensori sono qui dietro, difronte alla sala...per qualsiasi cosa, siamo in servizio 24 ore su 24...basta chiamarci» ci sorride e Shan afferra la chiave. Anche lui é molto stanco e si appoggia a qualsiasi cosa.
«Grazie mille...arrivederci» Shan abbozza un sorriso fintissimo e mi prende la mano. Ci avviamo verso gli ascensori ed entriamo in uno dei 3 spingendo il pulsante 5. «169...interessante...»Mi guarda mentre le porte dell'ascensore si chiudono ed iniziamo a salire. Le pareti sono tutte di legno e su una, quella difronte alle porte, c'é un lungo specchio.
«Perché?» Mi avvicino a lui e gli accarezzo il petto infilando la mano nella giacca. Shan mi guarda e mi fa l'occhiolino storcendo la bocca in un sorrisetto sexy ed io gli guardo la camicia. «Aah, che malizioso che sei amore» mi alza il viso prendendolo fra le sue dita il mento ed io bacio. Continuo ad evitare il suo sguardo. So che mi farebbe male ed io ne farei a lui.
«Ma tu...avevi detto che non sapevi cosa fosse quel numero» mi guarda ed io piego la testa per iniziare a baciargli il collo. Lui posa le mani sui miei fianchi mentre gli lecco un po' il collo e gli faccio sentire i denti. Cerco di distrarlo, cerco di fare di tutto, pur di non essere guardata.
«Emh...sorpresa!» Ridacchio sul suo collo e continuo mentre le sue mani scendono sul mio sedere per accarezzarlo. «Ma la camera é la 169...ci sono le centinaia però eh eh» il nostro discorso da intellettuali viene interrotto dal campanello dell'ascensore che ci avvisa che siamo arrivati al nostro piano. Shan mi prende per mano, esce dall'ascensore e si guarda a destra e a sinistra. Controlla il numero delle camere e inizia a camminare nel corridoio andando a sinistra. Lo seguo e ridacchio coprendomi la bocca. «Sei impaziente...» Sussurro in modo che mi senta in quanto siamo in un'hotel ed é parecchio tardi.
«Io? No...ho tanto, tanto, ma proprio tanto sonno!» Si ferma davanti alla porta con su il numero 169 e striscia la carta sullo scanner. Apre la porta e si fa da parte. «Dopo di lei signorina...» Piego un po' la testa per ringraziarlo ed entro mentre lui ridacchia e chiude la porta.
Davanti a noi si estende una grande stanza che termina con una finesta che porta al balcone. L'ambiente é arredato sempre in stile rustico. Sulla parete destra c'é un camino in pietra molto largo, davanti ad esso,  un divano identico a quello della Hall con due tavolini sui lati.
«Ti voglio...da morire» Shan mi fa indietreggiare ed io poso la schiena sulla porta. Mi bacia sulle labbra e distrae la mia perlustrazione della stanza. Gli accarezzo la nuca con la mano sinista mentre, con la destra, gli abbasso una spalla della giacca. Mi accarezza i fianchi e scende fino alle cosce. Afferra la stoffa del vestito fra le mani e lentamente la tira su scoprendomi le gambe.
«Shan...» Sussurro e dalle mie labbra si sposta sul mio collo. Il vestito continua a salire verso il bacino e mi scopre le cosce. Poso le mani sul suo petto e cerco di allontanarlo un po' ma lui continua e non si stacca dal mio collo. «Shan...no! Aspetta!» Aumento la pressione sul suo petto e finalmente si stacca da me.
«Scusa...pensavo...» Abbassa la testa mortificato e si gratta la nuca. Sospiro e stacco la schiena dalla porta.
«Devo parlarti...» Intreccio le dita delle mie mani fra loro e me le fisso. Sono nervosa e anche agitata. Abbasso lo sguardo e inizio a torturami le dita con le unghie: lo faccio spesso quando sono nervosa.
«Che succede?» Si allontana un po' e batte il piede nervosamente a terra appoggiando la mano sul fianco. Cerco di trovare le parole e di ordinare i pensieri. Rimango in silenzio e non rispondo. «Kate! Che cazzo!» Alza il tono della voce urlandomi, lontano di un metro, contro. Continuo a tenere la testa bassa e mi mordo il labbro. Devo dirglielo. Non posso fare l'amore con lui fingendo che tutto sia ok. «Mi sono rotto i coglioni dei tuoi sbalzi di umore!» Alzo la testa e lo guardo negli occhi.
«Io e Jared ci siamo baciati...» Sussurro e fisso un punto impreciso alle sue spalle.
«Eh? Non ho sentito» si avvicina lentamente e mi guarda.
«Io e Jared ci siamo baciati nel bagno!» Gli urlo in faccia e chiudo le mani a pugno. Subito dopo sento la guancia sinistra bruciare e pizzicare un po'. Mi ha dato uno schiaffo e anche forte. Istintivamente porto la mano sulla guancia e me l'accarezzo mentre lui mi fissa a bocca aperta.
«Kate...io...mi dispiace...» Allunga la mano verso di me per potermi accarezzare ma gliela abbasso.
«Lascia stare...» Infilo la mano nella tasca della sua giacca e recupero il mio blackberry. Non avendo la borsa l'ho fatto tenere a Shan e se lui era in bagno lo davo a Jared. Sistemo il vestito e mi giro per aprire la porta. Esco sul corridoio e mi dirigo verso l'ascensore camminando velocemente. Stringo i pugni e serro la mascella. Sono arrabbiata. So di aver sbagliato e me ne pento ma non meritavo quello schiaffo. Temevo una reazione cosi ma dentro di me mi ripetevo 'no Shan non lo farebbe mai, é assurdo' mi sbagliavo. Non mi sento orgogliosa di quello che ho fatto e di quello che è successo, anzi, mi sento una merda. Odio mentire e non sono brava a farlo. Ho cercato di non pensarci ma finivo sempre col farlo. Non penso di aver sbagliato a dirglielo, doveva saperlo perché é il mio ragazzo. Entro nell'ascensore e vedo Shan che si precipita davanti bloccando le porte.
«Kate, ti prego...mi dispiace!» Mi giro e spingo più volte il bottone del piano terra.
«Non m'importa! Non seguirmi...c'é gente giu e non mi va di fare figuracce! Torna in camera e lasciami in pace!» Lo guardo negli occhi e incrocio le braccia al petto. Il mio tono éduro e un po' acuto ma in realtà vorrei piangere e nascondermi da qualche parte.
«Sono quasi le 5! Dove cazzo vai a quest'ora?» Chiude gli occhi in due fessure dopo aver controllato l'ora sul suo rolex nero.
«A fare in culo! Lasciami stare e spostati!» Cerco di spingerlo via ma con scarsi risultati: é troppo forte e pesante.
«Torniamo in camera...» Scuoto la testa e lo sfido con lo sguardo. «Giuro che lo ammazzo! Non me ne frega un cazzo» il suo viso acquista un colore rosso e una vena gli compare sulla fronte.
«Senti...» Mi avvicino a lui e gli afferro il bavero della giacca tirandoglielo. «Non permetterti...non pensarlo neanche! Sfioragli un solo capello e giuro che ti rovino e sparisco dalla tua vita per sempre! Hai capito?» Lo guardo dritto negli occhi e lui gli chiude un attimo.
«Lo ami?» Sussurra rassegnato e abbassa la testa. Sospiro e gli lascio la giacca.
«Non dovresti neanche chiedermelo...sai già la risposta. È solo il mio migliore amico, punto. Io non so perché sia successo» torno nell'ascensore e appoggio la schiena al vetro. Le porte tentano di chiudersi nuovamente ma lui le blocca dandogli un colpo con il palmo della mano.
«Se é solo un amico perché lo difendi? Non sono più importante?» Si passa una mano fra i capelli, quasi esasperato e si sistema la giacca per evitare il mio sguardo duro.
«Perché é tuo fratello, dannazione! E ti pentiresti a vita se lo picchiassi...lo so! Smettila di farmi domande, le risposte le conosci. E poi...é stata colpa mia...l'ho baciato io» non posso dare la colpa a Jared, non me la sento. So che ho dato il colpo di grazia a Shan ma non posso permettere che faccia del male a Jared. Abbassa la testa e toglie la mano dalle porte per potersene andare. Rimango sola nell'ascensore e mi guardo allo specchio. Vedo di nuovo una ragazza triste e sola. Gli ho mentito, gli ho fatto del male ed era l'ultima cosa che avrei voluto fare. Il suo sguardo basso, come la testa, quando andava via é stata una coltellata al cuore e un pugno nello stomaco. Non l'ho mai visto cosi. Perché se due persone si amano, inevitabilmente, devono farsi del male? Non mi sarei mai aspettata che sarei stata io la prima a far del male a noi. Io mi fido di lui e lo amo ma qualcosa mi diceva che avrei sofferto per lui quando, in realtà, é stato il contrario. Per tutta la serata, escludendo il fatto che fosse nervoso per Lana e che cercava di proteggermi, è stato meraviglioso. Mi ha fatto conoscere tanta gente, mi ha fatta ballare e mi ha resa felice per ore. Non so che fare e dove andare. Non ho soldi e di certo non posso chiamare i miei che non hanno la macchina. Tomo e Vicki possono essermi d'aiuto ma la loro casa è piena di scatoloni e piccola per via del trasloco. 'Jared...' Lui è l'unico che può aiutarmi ma sono le 5 del mattino, non posso disturbarlo. Le porte dell'ascensore si aprono ed esco dirigendomi verso il bar.
«Buonasera signorina, mi dica» un uomo anziano con i capelli bianchi pulisce un bicchiere con uno straccio e mi guarda preoccupato da dietro il lungo bancone.
«Emh...della vodka» non so neanche io cosa sto facendo. Non amo bere e ubriacarmi. Shan mi fece assaggiare un dito di vodka e mi sembrò abbastanza buona. Non lo so, sto cercando un'anestetico forse. Il signore fa un cenno della testa e mi posa un piccolo bicchiere sul bancone. «Oh no no...la bottiglia, c'é?» Lo guardo e gli ripasso il bicchiere scuotendo la testa e sorridendo.
«Certo signorina...» Si gira, osseva tutti gli scaffali e afferra una bottiglia posandomela davanti.
«Quant'é?» Poso la mano sul collo della bottiglia e la tiro a me.
«54,60...» 'Porco cazzo!' Sono senza soldi e non so che fare. Mi guardo un attimo intorno per poi fissare il signore. Non pensavo che una bottiglia di vodka costasse cosi tanto, forse é da vip. Siamo nell'hotel più costoso di Hollywood e di certo non possono servirti della vodka da 10 dollari.
«Emh...può mettere sul conto della camera 169 a nome Shannon Leto?» Mi agito un po'. Cosa direbbe Shan se vedesse quella bottiglia sul conto? Al diavolo, pagasse e basta. Tutti devono pagare per i loro errori. Io ho avuto uno schiaffo e penso di aver saldato il mio debito. La bottiglia mi sembra il minimo sopratutto per il suo 'mi fanno girare i coglioni i tuoi sbalzi d'umore' e menomale che mi ama cosi come sono. Perché la gente riesce a dire cose e a non sentirle? Se dicono "ti amo" e "sei la mia vita" perché poi due persone finiscono per separarsi? Non mi amavi? Non ero la tua vita? E allora? Dovrebbe essere sempre cosi. A volte lo si dice e non lo si pensa, in quel caso, sono delle bugie.
«Certo signorina...» Mi sorride dolcemente e torna a pulire il bicchiere.
«Grazie mille...buonanotte» afferro la bottiglie e mi dirigo verso l'uscita. Attraverso tutta la hall e spingo la porta di vetro per poter uscire. Fuori l'aria é fresca e il cielo é giallino perché il sole sta per sorgere. Prendo un grosso respiro e mi incammino verso l'uscita passando su quel tappeto rosso che, poche ore prima, era il mio incubo. Compongo il numero di Jared e porto il BB all'orecchio mentre continuo a camminare. Aspetto e dopo un paio di squilli risponde.
«Kate! Dimmi, che succede?» Sospiro e trovo la forza di parlargli. Non amo disturbare le parsone. Voglio fare sempre le cose da me e sopratutto sola.
«Ti ho svegliato, Jay?» La voce mi si strozza in gola ma mi sforzo di ricacciare le lacrime.
«No no...sai che non prendo sonno facilmente. Kate, mi dici che succede? Non eri con Shan?» Esco da cancello e mi guardo intorno. Sunset Strip é deserta e non c'è neanche una macchina che passa. Jared é preoccupato e mi sembra anche un po' agitato. Rimango un attimo in silenzio e una lacrima mi riga il viso.
«Jay, non ho soldi e non sapevo chi altro chiamare...ho litigato con Shan e...» Mi interrompe ed io lo ascolto.
«Dammi 10 minuti...sono subito li...aspettami» chiude la chiamata ed io mi siedo sul marciapiede. Ho un vestito bianco e anche costoso ma non m'importa. Apro la bottiglia togliendo la carta che la siggilla e inizio a bere qualche sorso. La vodka è un buon anestetico? Penso proprio di no. Allora mi chiedo: esiste un'anestetico per il cuore? C'è chi rispondere che è il tempo, ma io poco ci credo. Possono passare giorni, mesi o, addirittura, anni ma se ami una persona difficilmente la potrai dimenticare. Forse sarebbe meglio non innamorarsi o affezionarsi alle persone.

Passano i minuti, non so quanti, e finalmente vedo il bmw di Jared arrivare. Accosta accanto al marciapiede, mi alzo ed entro nella macchina reggendo le bottiglia.
«Mi dici che cazzo é successo?» Mi guarda sconvolto dalla testa ai piedi soffermandosi con lo sguardo sulla bottiglia. Si guarda intorno, ingrana la marcia e sterza per potersi immettere sulla strada.
«Gli ho detto che ci siamo baciati, mi ha dato uno schiaffo ed io me ne sono andata» sorseggio un altro po' mentre fisso la strada guardando fuori dal finestrino. Con la coda dell'occhio noto che Jared é in tuta e ha delle scarpe da ginnastica: si sarà messo le prime cose che ha trovato.
«Ti ha dato uno schiaffo?» Sgrana gli occhi celesti cielo mentre fissa la strada e scuote la testa. «Impossibile!» Mi guarda un attimo e preme il piede sull'accellaratore in quanto la strada è libera.
«Lo pensavo anch'io...poi mi ha ragiunta nell'ascensore. Ha detto che ti ammazza ed io gli ho afferrato la giacca...gli ho detto che non mi rivede più se solo ti facesse qualcosa perché sei suo fratello e perchè...gli ho che ti ho baciato io» chiude un attimo gli occhi e inspira bruscamente mentre arriccia la fronte.
«Perché gli hai detto cosi?!» si volta un attimo per guardami e subito dopo volta la testa e ritorna con gli occhi sulla strada.
«Cosa potevo fare? Non voglio che ti picchia...deve stabilire i suoi cazzo di limiti! So che sai difenderti, Jay...ma preferisco che sia arrabbiato con me e non con te!» Alzo la bottiglia e bevo un altro sorso fissando fuori dal finestrino. C'é poca luce e man mano che proseguiamo sulla strada tutto sembra illuminarsi. Non ci sono macchine in giro ne tantomeno persone. «Scusami se ti ho chiamato ma i miei non hanno una macchina e tomo e vicki sono...» Mi interrompe sfoderando un meraviglioso sorriso. 'ma che ti ridi? ti picchierei per quello che hai fatto!' è l'acol che parla.
«Tranquilla...prima o poi si calmerà e puoi stare da me quanto vuoi» afferra la bottiglia con la mano e se la infila fra le gambe per reggerla. «Basta con questa però...da quando bevi?» Mi volto e lo guardo.
«Grazie Jay...devo trovare un altro posto però...» Allungo la mano e gli accarezzo lentamente la guancia. «Comunque da quando...non lo so, non bevo...mi é sembrato un'ottimo anestetico» abbozzo un sorriso e poso le mani sulle mie cosce.
«Se solo ti sentisse Shan...» chiude le labbra in una linea dura e scuote la testa per disapprovare.
«Cosa farebbe? Un altro schiaffo? So come la pensa sull'alcol e non m'importa...si arrabbiasse pure quando va a pagare il...» Vengo interrotta dalla suoneria del blackberry. La nostra canzone. Quella canzone che scrisse sul bigliettino, o meglio, una frase di essa. Mi viene un tonfo al cuore e fisso lo schermo del blackberry mentre bruno mars canta e diffonde la sua voce nel bmw.
«Rispondigli Kate...cosi si arrabbierà ancora di più...» Sussurra Jared mentre svolta in una stradina.
Premo il pulsante verde e porto il BB all'orecchio.
«Kate!» La sua voce mi spoglia di tutta la mia rabbia. Uno sguardo, una parola, ed io posso dimenticarmi chi sono. Sono dipendente da quest'uomo e già mi manca tanto.
«Si...» Non posso e non voglio cedere perché ha esagerato. Il mio tono è freddo e distaccato.
«Sei ancora nell'hotel?» Chiede preoccupato ma io rimango sulla mia posizione.
«No...» Mi scende una lacrima ma la asciugo velocemente con il dorso della mano.
«Ti vengo a prendere...dove sei?» Sento dei rumori di sotto fondo, probabilmente sta uscendo dalla camera.
«Sto bene...é venuto Jared e...» Sento borbottare qualcosa e sbuffare pesantemente.
«Troia!» Urla e mi chiude la chiamata in faccia senza darmi la possibilità di rispondere. Poso il BB sulle gambe e mi volto mentre le lacrime mi rigano il viso e non smettono di bagnarlo.
«Che succede?» Jared é preoccupato e muove lo sguardo dalla strada a me.
«Nulla...vai a casa di Shan» ho bisogno di prendere tutte le mie cose e andarmene di li.
«Kate!» Urla e sbatte la mano sul volante.
«Jared che cosa vuoi che ti dica?! Prima mi dice che si é rotto i coglioni dei miei sbalzi d'uomore...poi lo schiaffo ed ora...indovina? Sono una troia perché sono con te! Contento?» Lo guardo e gli urlo in faccia mentre continuo a piangere. Afferro la bottiglia dalle sue gambe e bevo un altro sorso.
Jared parcheggia nel vialetto della casa di Shan e mi tira a se stringendomi fra le sue braccia.
«Ho combinato un casino...mi dispiace, gli parlerò io» mi accarezza la testa infilando le dita fra i capelli ed io lo guardo negli occhi.
«No! Tu non gli dici niente...Jay giuro che non mi vedete più...va bene cosi, tranquillo» mi asciuga le lacrime e lo stringo forte a me.
                                     
Entro in casa di Jared reggendomi a lui con la bottiglia nell'altra mano. Siamo stati a casa di Shan e ho recuperato tutta la mia roba. La casa di Jared è identica a quella di Shan con l'unica differenza che qui ci sono mobili moderni e al piano di sopra c'é una camera degli ospiti e non una saletta giochi.
«Che bella...bravo Jared!» Mi appoggio con il peso sulla sua spalla e singhiozzo. La vodka ha fatto effetto e mi sento spaesata, con la testa che gira e le gambe che tremano.
«Grazie...emh le scale...su...uno, due...» Mi lascia per un attimo e crollo in ginocchio sul pavimento mentre rido. «Kate su!» Batte il piede a terra e si passa una mano fra i capelli sbuffando. Continuo a ridere e poso la bottiglia sul pavimento.
«Sono una troia, Jay...una gran cattivona!» Ridacchio e imito la voce di Shan con scarsi risultati.
«Andiamo in camera...» Mi prende in braccio per poi caricarmi sulle spalle.
«E che culo!» Gli do una pacca sul sedere e poi glielo strizzo mentre lui sale le scale. Entriamo nella camera degli ospiti, la prima a destra, e Jared rimane dietro di me. Incrocio le mani davanti a me e afferro la stoffa del vestito che è sui fianchi. Lo sfilo via e lo poso sulla poltroncina ai piedi del letto. Tiro il piumone e il lenzuolo e apro il letto. Jared mi guarda perplesso e rimane al centro della stanza. Entro nel letto e lui si avvicina.
«Ti copro...per qualsiasi cosa sono nell'altra camera...» Alza la coperta ma io gli blocco le mani. «Che succede?» Arriccia la fronte ed io lo guardo.
«Sei bellissimo» gli afferro la nuca e lo tiro a me. Si sdraia su di me e mi accarezza il viso. Afferro i lembi della sua felpa e gliela sfilo lentamente. Poso le mie mani sul suo viso e lo bacio con passione premendo le mie labbra sulle sue. Scendo con le mani sulla sua schiena e gliela accarezzo sentento tutti i suoi muscoli perfettamenti scoltiti sotto i miei polpastrelli. Posa le mani sul guanciale, ai lati della mia testa, e si piega per baciarmi il collo. Accarezzo i suoi fianchi per poi spostarmi sulla pancia. Ha i muscoli contratti per la posizione e sento perfettamente la sua tartaruga sotto la mia mano. Continua a baciarmi il collo mentre accarezzo il suo corpo. Sale con la bocca dietro l'orecchio e lo lecca. Un piccolo brivido mi sale lungo la schiena per poi diffondersi per tutto il corpo.
«Shan...Shan...» Scendo con le mani sul suo pantalone e sfilo il piccolo fiocco fatto con la corda della tuta.
 

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Capitolo 28
*** I miss you, Shan! ***


Una fastidiosa luce mi colpisce il viso svegliandomi. Apro lentamente gli occhi e gli copro un po' con le mani. Mi guardo attorno: sono nella stanza degli ospiti nella casa di Jared. Non é molto grande ma é a forma di rettangolo. In fondo a desta c'é una porta, accanto ad essa, é sistemato un piccolo armadio bianco a due ante. Procedendo verso l'altro lato della stanza, sulla sinistra, c'é una grossa tv a schermo piatto e, sotto di essa, una scrivania moderna con un IMac su. Difronte alla tv e alla scrivania c'é un piccolo divanetto a due posti con un piccolo tappeto, con il pelo corto e blu, ai suoi piedi. Il letto é posto nell'angolo, infondo alla stanza, sulla destra. È piccolo, ad una piazza, e sulla destra e sopra alla testiera ci solo due finestre che si uniscono nell'angolo. Appoggiata alla scrivania c'é la mia Artemis Two The Revenge, come la chiama Jared, la mia chitarra insomma. Allungo la mano alla mia destra e afferro il blackberry dal comodino accanto al letto. Neanche una chiamata, un sms, niente. Ieri sera, prima di arrivare a casa di Jared, siamo andati a casa di Shannon per poter prendere le mie cose. Ho svuotato tutto l'armadio. Ho lascianto solo il valentino rosso sul letto, la sua collana di Tiffany aperta e un piccolo bigliettino. "Grazie di tutto. È stato bello occupare per poco un pezzetto del tuo cuore, della tua mente e della tua vita. Ti amo e ti amerò per sempre, lo sai. Ma ho bisogno di stare sola anche se mi mancherai...quello che hai fatto é stato inaspettato come la canzone di questa sera, ma quella era una cosa bella. L'unico uomo di cui mi fidavo, l'unico uomo che non mi avrebbe mai fatto del male fisico e l'unico che non mi avrebbe mai chiamata 'troia' eri tu...ti credevo diverso, forse lo sei ed io non l'ho visto? Non lo so, come non so se sia un addio o altro. Voglio solo quello che ho chiesto. Per quanto riguarda Jared...io non lo amo e siamo solo amici...era l'unico che potevo chiamare perché sai che non potevano venire i miei. Non ho nient'altro da dirti. Scusami se ti restituisco queste cose ma non me la sento di tenerle. Kate" oltre alle mie cose ho rubato una sua maglia, di quelle che mette per suonare. Ha talmente tanti abiti che non lo noterà. Ho bisogno di qualcosa di suo e con il suo odore. Guardo l'orario: sono le 10:52. Inizio a giocare con il cellulare e finisco nella multimedia per guardare le foto di ieri. Ci sono molte foto, clicco sulla prima e inizio a scorrere. Nella prima foto ci siamo io e Shan che sorridiamo come ebeti con i bicchieri di Champagne in mano. Nella successiva c'è Matt che mi da un bacio sulla guancia. Fino alla fine io, Shan, Matt e Simon abbiamo legato tanto e abbiamo parlato di tutto. Ho notato che Shan era molto preso dai discorsi che il compagno di Bomer decideva di affrontare. Parlavano di bambini, molto spesso, del mondo dello spettacolo che lui cerca di evitare e di quanto la vita privata sia ridotta al minimo. Per me e Matt erano discorsi troppo pesanti perciò abbiamo parlato di quanto fosse enorme il sedere della Lopez e di quanto la Gaga sia poco normale. È una persona meravigliosa anche se all'inizio mi sembrava rigido, impostato e poco divertente. Quando abbiamo iniziato a parlare si é sciolto un po' e devo dire che Matt é davvero molto intelligente ma allo stesso tempo divertente: più o meno come Caffrey. Non é poi cosi tanto diverso dal personaggio che interpreta, togliendo il fatto che non è un truffattore, non é egocentrico e non si vanta molto della sua bellezza. È un uomo normale come tutti. Ama il vino, l'arte, e quando deve leggere qualcosa inforca i suoi occhiali. Abbiamo parlato tanto dell'Italia in quanto la ama e vorrebbe vivere li. Non abbiamo proprio gli stessi pareri perché li io non ci tornerei mai, anche se é il mio paese natale. Continuo a scorrere le foto e trovo una foto di me, Shan e JJ che mi fa venire gli occhi lucidi. Ci sono io al centro e loro due sui lati che mi baciano sulle guance. Mi riprendo un attimo e continuo. Ci sono almeno una decina di foto fatte da Shan dove ci sono io e alcune persone famose, prevalentemente uomini, come: Robert Downey Jr. Hugh Jackman, Tim Burton, Quentin Tarantino, Jhonny Depp, i Fun al completo, i maroon5, Adam Lavine, Brad Pitt, Orlando Bloom ed una forzata con Robert Pattinson. Devo dire che sono stati tutti carini e si sono prestati alle foto. Solo Robert Pattinson ha esitato un attimo perché era ubriaco fradicio già alle 11 di sera. Shannon rideva e mi ha costretta a fare la foto. Gli unici che mi hanno chiesto il nome e con cui ho chiacchierato sono stati Burton e Depp, Lavine, Nate Ruess dei fun e Matt Bellamy, anche se con quest'ultimo non ho una foto. Era più Jared che intratteneva e mi faceva conoscere gente come il meraviglioso Colin Farell, lui é un mito, e Nicolas Cage. Ha lavorato con tutti: Alexander e Lord Of War. Da come parlavano e da quello che si dicevano, Jared, era molto più amico di Farell. Scherzavano e ridevano. É un tipo davvero interessante e divertente ma, anche lui, dopo mezzanotte l'abbiamo perso perché era ubriaco. Quasi tutti lo erano e forse avevano preso altro oltre l'alcol. Continuo ad andare avanti e trovo le foto con alcune donne: Katy Perry, Adele, Rihanna, Angelina Jolie, Kate Winstlet, Winona Ryder e Anne Hathaway. Erano le uniche senza puzza sotto il naso e davvero interessanti come donne: da ammirare. Katy Perry era qualcosa di unico. Bellissima con un mini dress rosso pieno di pailettea rosse e un velo che spuntava dalla gonna e arrivava ai piedi. Fino a qui é tutto ok, ma gli accessori? Una caramella enorme e rossa in testa e due lecca lecca colorati sul seno. Davvero unica. Rihanna mi era indifferente e mi facevano paura le sue unghia a punta: orribili. Poi tutte le altre sono state disponibili e gentili anche a chiacchierare. Ovvio Shan chiedeva e faceva tutto, ero troppo in imbarazzo per farlo io. Continuo a sfogliare le foto e mi soffermo su una: Io e Bruno Mars. È stato il momento più imbarazzante della serata. Shan gli è corso dietro mentre quel poverino andava al bagno. Io non avevo intuito niente e ho continuato a parlare con Helena, Tim e Jared. Eravamo solo noi 3 al tavolo in quanto Matt e Samon erano fuori per una sigaretta. Non mi aspettavo nulla e tranquillamente continuavo a parlare. Dopo un paio di minuti vedo arrivare Bruno Mars, spedito verso di me con Shan al seguito, con una rosa blu in mano. Sono andata nel panico e istintivamente mi sono alzata. È venuto difronte a me mentre quelli del nostro tavolo guardavano e Matt e Samon erano appena tornati. Mi lascia la rosa in mano e si avvicina al mio orecchio. «Da Shannon per la meravigliosa Kate...» Mi fa un bacia mano e correndo va verso il palco. Non capivo nulla. Poi Shan mi ha preso la mano e mi ha portata al centro della sala in mezzo agli altri. Sentiamo le bacchette battere una contro l'altra per poi sentire la nostra canzone. Ero stupita e meravigliata perchè sul retro del menu c'erano i cantanti che avevano aderito ad esibirsi e Bruno Mars non era presente. L'avevo fatto notare a Shan perchè mi sarebbe piaciuto sentirlo. Poi Jared, Matt e Simon ci hanno ragiunti e abbiamo ballato tutti insieme. Ero circondata da uomini che sudavano come maiali al girarrosto e saltavano. Il più composto era Simon che ballava ondeggiando, mentre Matt, saltava come un pazzo guastandosi tutti i capelli perfetti. Jared agitava la testa e basta come nel video di Capricorn e Shannon si strusciava saltando. Eravamo gli unici che si sono scatenati al massimo, tutti si contenevano, escluso Bruno Mars che saltava da solo sul palco. Era piena la sala, tutti al centro, ma ballavano normalmente. Ora che ci penso forse eravamo noi ad esagerare o semplicemente erano tutti ubriachi. Una volta finita la canzone Bruno ci ha ragiunti con il fiatone e per parlarci. «Cara Kate quest'uomo ti ama alla follia...non era prevista una mia esibizione perché emmh...» Si sofferma per riprendere fiato e si indica la fronte. «Sudo tanto e sarebbe stato un disastro...cosi non ho aderito. Ma Shannon mi ha detto che é la vostra canzone, la tua suoneria, e che la ami.., quindi ho accettato quando é venuto in bagno per supplicarmi...infondo scrivo sull'amore no?» Ho cercato di prendere fiato e di riordinare le idee per rispondegli mentre Matt ridacchiava con Shan e si complimentava.
«Grazie signor Hernandez...é vero amo Locked out of heaven...é una di quelle canzone che ascolto sempre qualsiasi sia il mio umore. Shannon la scrisse su un bigliettino e da allora ci perseguita ed è diventata la nostra canzone...granzie ancora e lo scusi...a volte é insistente, posso capire» Ci salutiamo e poi va via per tornare al suo tavolo. La parte più esilarante arriva dopo con Shan che mi fa una domanda.
«Amore...Hernandez? Chi é?»
«Bruno Mars...il suo vero nome é Peter Gene Hernandez!»
«Ah...» Matt scoppia a ridere e Shan lo fulmina con lo sguardo. «Sai io quando l'ho visto sono andato in bagno e mi sono messo ad urlare "Bruno, Bruno, Mars!" Tipo fan isterica in preda agli ormoni...pensavo fosse quello il nome...Bruno Mars...Matt smettila!» Poverino non riusciva a smettere perchè pensava alla scena ed anch'io cosi siamo scoppiati tutti a ridere. Poi Matt ha finto di arrabbiarsi con Simon perchè lui non aveva avuto la canzone come la mia.
«E a me Simon? Perché io no?» Sono troppo belli insieme. Si vede che sono innamorati e sono molto legati. Come fa la gente a trattare delle persone cosi in modo diverso? Non me lo spiego ed è una cosa che odio. L'amore è una cosa bellissima ed importante e non importa verso chi é. Uomo e Uomo, donna e donna o uomo e donna che differenza c'è? Non sono diversi e mai penserò il contrario.
«Amore...se Freddy Mercury fosse vivo ti farei cantare you and I...» Matt era quasi commosso per le parole del suo compagno e per non piangere l'ha baciato.
Continuo a sfogliare le foto e ne trovo tantissime di me, Jared e Shannon tutte scattate da Matt o Samon. Ne trovo anche alcune dell'attore e del suo agente mentre ballano o si baciano. Avevano lasciato i cellulari a casa cosi mi hanno chiesto di scattare qualche foto da iniviare via email a Matt. Esco dalle foto e guardo qualche video della serata. Mi salgono le lacrime agli occhi quando trovo il video di me e Shan che balliamo davanti a tutti il nostro famoso tango. Poi ho ballato un piccolo lento con Matt solo dopo aver chiesto il permesso a Shan. Era altissimo ed io gli arrivavo alle labbra con tutto che avevo i tacchi. Mi ha saputa guidare bene ma mi ha confessato che non sa ballare il tango o altri balli movimentati, solo lenti sul posto. Mi manca Shan. Mi manca il suo sorriso, il suo viso, le sue mani, la sua voce...tutto. Mi manca la serata di ieri, ero cosi felice e serena che vorrei passare tutte le serate cosi. Non è possibile sfortunatamente. Mi asciugo le lacrime e mi alzo dal letto. Infilo le mie pantofole e, tenendo il è blackberry in mano, esco dalla camera. Mi guardo intorno e non c'é nessuno. Il corridoio é vuoto. Decido di andare nello studio/sala prove/rifugio di Jared, so che può essere solo li. Busso alla porta e aspetto.
«Avanti...» Abbasso la maniglia e apro la porta sorridendo. Credo che la vodka di ieri abbia fatto effetto o forse sono quelle foto. Mi sento normale. Forse sto solo reprimendo il fatto che lui non sia qui , il fatto che mi abbia trattata male, e che mi manchi.
«Buongiorno Jay!» è seduto dietro la sua scrivania difronte alla porta d'entrata. C'é un IMac sulla scrivania ma sembra che stia scrivendo qualcosa su un diario. Indossa dei jeans, un maglione celeste, le sue solite pantofole marroni e gli occhiali. Ha tutti i capelli indietro fermi in un codino alto. La camera non è tanto grande. Pareti con quelle specie di porta uova nere, un microfono e una sedia sulla sinistra difronte alla finestra, e due mobili. Sul mobile dietro la scrivania ci sono dei premi e, su quello sulla sinistra, dei libri e alcuni cd. Sotto la finestra c'é un porta chitarre pieno.
«Ehi...come va?» Alza lo sguardo dal diario e io mi siedo al divano accanto alla porta.
«Tutto bene, a te?». Mento e anche un po' male, forse per orgoglio.
«A me bene...Kate, hai gli occhi rossi» abbasso lo sguardo e fisso il blackberry.
«Lo so...vedevo le foto di ieri e...bhe mi sono commossa...» Alzo lo sguardo e lui viene vicino a me portandosi il diario dietro.
«A proposito di ieri...emh non ricordi niente vero?» Sgrano gli occhi e solo ora noto che ho il mio pigiama di pile addosso. Non ricordo di essermelo messo. Non lo metto mai, uso sempre la camicia da notte da quando vivo con Shan.
«Emh no...cos'é successo?» Mi passo una mano fra i capelli e lo guardo sgranando gli occhi. Ricordo solo che ero ubriaca, che siamo venuti qui e...'No! Cristo! No'
«Non faccio leggere a nessuno il mio diario, ma racconta di ieri sera...sei la prima che legge...a parole non saprei proprio da dove iniziare» mi posa il diario aperto con la pagina giusta sulle gambe e si siede accanto a me. Lo prendo fra le mani e inizio a leggere. "31 dicembre 2012 È stata una serata favolosa e ricca di sorprese. Non é stato facile rivedere Cameron, sopratutto in compagnia, e che si divertiva mentre io ero solo al mio tavolo. Ma ho cercato di ingorare il tutto e di divertirmi, e cosi è stato. Abbiamo ballato e mangiato. Non avevo una serata cosi divertente forse da 20 anni. Una volta finito il tutto sono tornato a casa. Ero triste perché non sapevo cosa fare. Mentre tutti si divertivano e dormivano in compagnia, io, ero in questa casa grande e fredda. Verso le 5 del mattino é arrivata una chiamata e quasi mi é sembrato un miracolo. Era Kate. Kate e la sua meravigliosa voce strozzata dalle lacrime che mi chiedeva aiuto. Non ho esitato. Ho infilato i primi abiti e sono corso da lei. L'ho trovata con una bottiglia di vodka in mano, fortunatamente non era ancora ubriaca. È salita in macchina e mi ha raccontato: aveva litigato con Shannon e lui le ha dato uno schiaffo. Ho cercato di reprimere la mia rabbia per non mostrarglielo e penso di esserci riuscito. Continuava a bere cosi ho deciso di toglierle la bottiglia. Quando siamo arrivati a casa di Shan per prendere alcune cose, é scoppiata a piangere. Shannon l'aveva chiamata e le ha detto che é una troia. Quello non é mio fratello, lui non é cosi ed io lo so. Non avrebbe mai fatto quello che ha fatto e neanche detto. Non capisco. So di averla chiamata anch'io cosi e mi sono pentito tante volte perché é speciale e lei lo sa. Siamo tornati a casa e l'alcol aveva fatto effetto. Non si reggeva in piedi e rideva da sola. Non sapevo che fare e sono andato nel panico. Siamo riusciti a salire le scale perché l'ho caricata sulle mie spalle. Una volta arrivati in camera ha aperto il letto e si é sfilata il vestito rimanendo in intimo. Pensavo già che fosse stupenda con quel vestito ma senza é tutt'altra cosa. Si é sdraiata sul letto e quando mi sono avvicinato mi ha tirato a se. Mi ha baciato ed io ho risposto. Sentivo le sue mani accarezzami la spalla e la pancia: ho avuto la pelle d'oca. Sapevo che era sbagliato ma quel contatto, quelle mani, sono state una cosa strana per me. Non amo essere toccato o toccare. Non era piacere fisico anche se il mio corpo ha risposto con un'erezione. Era tutto strano. Io non volevo lei perché é la ragazza di mio fratello e la mia migliore amica. Volevo altro. Forse mi trasmette amore. Si, è cosi. E per me é una cosa nuova. Lei mi baciava ma io pensavo alle sue mani. Forse credo che sia una cosa che riguardi il mio passato e il mio modo di essere. L'amore é una cosa strana e molto complicata. Ma non serve andare per forza a letto insieme per sentirlo, no? O forse si? Non lo so. So solo che per me é una cosa meccanica, é sempre stato cosi. Piacere e basta, senza sentimenti. Non riuscivo a staccarmi da lei perché stavo bene fra le sue braccia. Sentire la sua voce che supplicava e chiamava mio fratello mi ha riportato alla realtà. Le ho infilato il suo pigiama caldo e sono andato via. Nella mia testa so che non avrei continuato anche se la reazione del mio corpo diceva altro. Cos'é veramente l'amore? Di cosa si tratta?" Sorrido commossa e guardo il soffitto mentre le lacrime mi appanano la vista.
«Ti prego, io...non piangere...» Allunga il braccio e mi stringe a se. Poso il polso sul naso e cerco di calmarmi ma non riesco. Le lacrime mi rigano il viso e scendono senza il mio permesso.
«Mi dispiace per ieri, Jay...» Lo guardo e balbetto mentre continuo a piangere. Non so esattamente il motivo. Forse per le sue parole o perché lui mi manca.
«Ssh, tranquilla...scusa se hai dovuto leggere ma non sapevo come dirtelo» abbassa la testa e posa le mani fra le sue ginocchia.
«Jared non devi sentirti in colpa...è normale...» Sospiro e poso la testa sulla sua spalla destra.
«Probabilmente non dovrei dirtelo, non so...ma anche tuo fratello é cosi...non c'è nulla di male a chiedere di essere coccolati un po', fa bene...»
«Lo so, ma...era strano...» Arriccia la fronte e fissa il pavimento.
«Perchè sono una donna e non...?»
«Gia...Kate, per carità, sei bellissima ma quello che ho provato é stato altro...»
«Jared, non esiste solo quello...e lo sai» come può un uomo intelligente essere cosi confuso quando si parla di sentimenti? Io non uso google, vado direttamente da Jared perchè sa sempre tutto. A volte scoppia a ridere dicendomi "non sono un'enciclopedia" però sa sempre come rispondermi. Shan é più da consigli sulla vita e domande esistenziali, Jared più su quelle materiali.
«Quindi anche a Shan piace quando lo accarezzi? Ma io sono diverso a me non piacciono queste cose» si gira guardandomi ed io alzo la testa dalla sua spalle.
«Emh si...tanto. Per più di un mese non abbiamo fatto altro...ma Jared se non permetti alle persone di abbracciarti non puoi saperlo. Neanch'io amavo queste cose...i miei non mi hanno mai coccolata. Forse le prime carezze sono state quelle di Shan...» La mia voce si abbassa fino ad un sussurro che si strozza in gola.
«Sei arrabbiata con lui?» Sospiro e chiudo un attimo gli occhi.
«No...non riesco, Jay...lo amo e lo perdono...» Gli passo una mano fra i capelli e gli accarezzo la testa mentre lui mi sorride.
«Verrà lui da te...me lo sento...» Uno strano bip continuo proviene dal pc di Jared. Faccio spallucce e lo guardo mentre si siede al pc. Fissa lo schermo e clicca più volte con il mouse. Mi guardo attorno e aspetto che finisca.
«Matt! Ciao! Che piacere sentirti!» Urla un po' Jared ed io alzo la schiena e la testa tutta curiosa. «Ciao Jared...dio come si usa questo coso? Dove devo guardare?» Stanno usando skype presumo e Matt mi disse che era negato con il computer.
«Davanti a te, Matt...ti vedo e sento» scoppio a ridere e rido anch'io coprendomi la bocca.
«Ti ho chiamato perché Simon ha notato che google é pieno di foto di Kate di ieri...tutti si chiedono chi sia, il vestito e il presunto conflitto con Lana Del Rey» storco la bocca in una smorfia e mi avvicino al pc per mostrarmi. «Kate! Ciao!» Matt mi sorride guardando nella webcam e mi saluta agitando la mano.
«Ciao Emme! Come va?» Guardo Jared che batte sulla sua gamba cosi deciso di sedermi appoggiando i gomiti alla scrivania.
«Alla grande...» Matt si gira di scatto e io e Jared non capiamo che succede. «Henry smettila di lanciare i giocattoli sulla testa di tuo fratello Walker!» Jared scuote la testa e scoppia a ridere mentre io sorrido e vedo due bimbi biondi e uguali che si lanciano cose addosso. «Walker vieni qui! Subito!» Il bambino lascia i giocattoli a terra e raggiunge il suo papà per poi sedersi sulle sue gambe.
«Alla grande eh?» Chiede Jared mentre si incanta a guardare il bimbo biondo nel pc. È bellissimo, avrà sui 5 anni, biondo con gli occhi celesti.
«I gemelli si lanciano sempre giocattoli e il più grande, Kit, é nella fase dei perchè!» Rido e mi passo la mano sulla fronte.
«Ahi Matt, brutta fase...ma quest'ometto come si chiama?» Faccio un po' la vocina da bimba o da deficiente che solitamente esce quando vedi un bimbo piccolo o un cucciolo.
«Walker!» Urla il bimbo e batte le mani. «E tu sei una principessa!» Arriccio la fronte e scuoto la testa.
«No, Walker...sono Kate e non sono una principessa» sussurro e gli faccio l'occhiolino.
«Ma papà ha i capelli lunghi!» Guarda il suo papà e fa spallucce alzando le manine.
«Si piccolo ma non tutte le ragazze con i capelli lunghi sono principesse...» Guarda il bimbo e gli sistema i capelli. «Anche se Kate, lasciatelo dire...ha ragione! Sembri una principessa delle favole» arrossisco violentemente e sorrido.
«Se te lo dice il mio papino é vero, lui non dice bugie perché ha gli occhi celesti!» Matt scoppia a ridere e il bimbo agita le manine sulla sua testa.
«Certo...non si dicono le bugie...» Scuoto la testa e agito l'indice per rafforzare il mio no.
«Cosa mi dicevi Matt su Kate?» Jared interrompe il piccolo gioco fra me e Walker e mi guarda un attimo.
«Apri google, Jay...basta che scrivi il suo nome...» Jared sposta la finestra di skype sulla parte sinistra del monitor e apre il browser sulla parte destra. Inserisce l'indirizzo di Google nella barra URL e, una volta aperta la pagina, digita il mio nome. Sgrano gli occhi quando vedo tutte le foto di ieri fatte sul redcarpet. Matt ridacchia e mi guarda. «E non é niente...apri il primo link...tanto dicono tutti la stessa cosa» Jared fa come l'attore gli dice e carica la pagina del primo link. «Katherine Strange, chi è? Iniziamo con il dire che é la nuova ragazza di Shannon Leto, noto batterista dei 30STM. Ieri é comparsa sul tappeto rosso dello Chateau Marmont. All'inizio si pensava che fosse l'accompagnatrice di Leto ma come confermato da quest'ultimo, stanno insieme. Inutile dire che é di una bellezza sconvolgente e che quel vestito sembrava fosse stato disegnato per lei e per il suo corpo. Da quello che sappiamo, fonti non confermate, si tratterebbe di un Versace da 3.000$ a quanto pare. Sappiamo poco di lei, solo il suo nome. Questa ragazza che, a quanto pare, non faccia parte del mondo dello spettacolo ha fatto parlare di se più di Jennifer Lopez e Lady Gaga. Ora é caccia alle sue informazioni personali per sapere davvero chi é questa ragazza. Sappiamo che é tanto dolce e davvero semplice sia fuori che dentro. Quello che colpisce di lei é la sua chioma folta e lunga, che il bel batterista si sia innamora proprio dei suoi capelli? Lo scopriremo presto! All'uscita dallo Chateau Marmont abbiamo intervistato alcuni personaggi che hanno avuto il piacere di conoscerla. Fra questi: Matt Bomer e il suo compagno che si sono espressi dicendo che è una ragazza fantastica e molto intelligente. Bruno Mars non ha lasciato trapelare molto solo che Leto e Strange fanno sul serio. Lana Del Rey si é astenuta con un leggero "no comment". Concludendo, questa ragazza ha colpito tutti, persone famose e non, con il suo sex appeal e la sua semplicità. Continueremo ad indagare per voi, cari lettori. Ma veniamo alla nostra valutazione! Per noi é 10...dal look al personaggio. Complimenti Katherine!» Jared finisce di leggere ed io porto la mano davanti alla bocca e scoppio in una risata rumorosa mentre Jared e Matt mi fissano seri.
«è uno scherzo? Sex appeal...Matt, ma per favore!» Continuo a ridere e quasi arrivo alle lacrime. Indagheranno su di me perché gli ho conquistati. Ridicolo.
«Bhe Kate sai che io non sono l'uomo più adatto per dirtelo...però dicono cosi...vero, Jay?» Jared annuisce e ridacchia.
«Mi prende per il culo pure!» Mi giro verso Jared e rimanendo in equilibrio sulla sua gamba gli do degli schiaffettini sul braccio.
«Papy cos'é il sex appeal?» 'Oh merda' il bimbo era li e ha sentito tutto. Si era piegato e non veniva ripreso dalla webcam. Matt ci guarda terrorizzato e Jared ridacchia.
«Walker...quando una persona é...bella, si!» Jared interviene e cerca di salvare la situazione con scarsi risultati. Il bimbo volta la testa e guarda verso una porta. Arriccio la fronte.
«Papà! Papi ha sex appeal?» Urla il bimbo e subito sentiamo la voce di Simon vicina per poi apparirci difronte nella webcam.
«Matt, ma cosa dici a nostro figlio?» Lo guarda in cagnesco mentre Matt sgrana gli occhi e fa una smorfia con la bocca per non ridere. Simon prende in braccio il bambino.
«Allora papà!?» Chiede impaziente Walker arrampicandosi al collo del suo papà.
«Si piccolo...il tuo papy ha tanto sex appeal...Ciao Kate! Jared!» Si piega e sorride avvicinandosi alla webcam.
«Ciao Simon!» Io e Jared sorridiamo e lo salutiamo agitando la mano.
«Scusate ma non posso trattenermi...ho il piccolo che lancia roba ovunque...»
«Tranquillo Simon...vai da loro. A presto!» Lo risaluto e lui sorride andando via.
«Ti amo, Simon!» Matt fa una faccia da 'sono nei guai' e ci sorride nella webcam.
«Non era veramente arrabbiato, Matt...» Lo rassicuro e lui si passa una mano ra i capelli.
«Lo so, non si arrabbia neanche con i bimbi...é strepitoso!» Sorrido e riesco a vedere quei pezzi di cielo un po' lucidi. Non ho mai visto due persone più innamorate di loro.
«Matt vai da lui...ha bisogno del tuo aiuto» poso il braccio sulla spalla di Jared e mi sistemo meglio sulle sue gambe.
«Vado! Kate mi ha fatto piacere parlare con te...e grazie Jared per aver accettato la chiamata! Quando volete sieti invitati a casa nostra!» Ci sorride e alza i pollici. Ridacchio e annuisco.
«Certo! Grazie Matt...poi ti scrivo!»
«Quando vuoi...emh come si chiude questa cosa?» I suoi occhi vagano sullo schermo e cerca di trovare un pulsante per chiudere.
«Matt, fuggi da una prigione di massima sicurezza e non mi sai usare skype? Delusione» faccio il labbruccio e scoppio a ridere. «Pronto? Chiudo io...» Afferro il mouse e lo posiziono sulla X.
«Ciaooo!» Ci saluta agitando le manone davanti alla webcam.
«Ciao Matt!» Diciamo all'unisono io e Jared mentre lo salutiamo e chiudo la chiamata.
«Gli adoro!» Sorride Jared e mi bacia una guancia prendendomi la testa fra le mani.
«Già, sono fantastici!» Gli accarezzo la testa e sospiro.
«Che succede?» Abbasso la testa e la scuoto un po'.
«Che diavolo faccio ora? Io non voglio stare sempre qui, Jared...non posso...e di certo non voglio tornare a casa mia dicendo ai miei "eccomi, finita la convivenza con Shan, sono tornata e pure senza lavoro"» mi passo le mani sul viso e chiudo un attimo gli occhi.
«Ehi...aspetta. Per me va bene se stai qui, veramente...almeno non sono solo...per il lavoro puoi venire in studio. Emma non c'é per una settimana ed avere una echelon li é una fortuna...» Tolgo le mani dal viso e lo guardo mentre mi sorride come un ebete piegando la testa a destra.
«Veramente? Cosi posso pagarti! Ma Shan?» Non appena pronuncio il suo nome divento triste. Mi manca e anche tanto. Devo ancora metabolizzare la cosa. Sono fatta cosi, mi ci vuole tempo. Per fortuna c'è Jared ma anche Matt. Ho bisogno di parlare urgentemente con Vicki ma aspetto che mi contatti lei perché so che ultimamente sta male.
«Sarà un modo per riallacciare i rapporti...non serve che mi ripaghi, aiuterai più tu me che io te» mi accarezza il viso e i miei occhi diventano lucidi, di nuovo.
«E cosa posso fare li?» Mi strofino gli occhi con le mani per cercare di asciugare le lacrime.
«Bhe non so...mi dai un parere...usi twitter e mi aiuti ad organizzare alcune cose» poso la testa sulla sua spalla e lui mi stringe a se.
«Mi manca...mi manca da matti. Grazie Jay...»

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Capitolo 29
*** The future scares me ***


2 Gennaio 2013

La sveglia suona ed io apro gli occhi di scatto. Allungo la mano e prendo il BB per poter stoppare quella fastidiosa musichetta. Sono le 8:30 del mattino e ho solo mezz'ora per prepararmi: primo giorno di lavoro nello studio. Dire che sono ansiosa é dire poco. Non so quale sarà la reazione di Shan. Non so se sarò all'altezza del lavoro, spero di si. Sono solita fare casini ovunque vada. Speriamo che tutto fili liscio. Scendo dal letto ed infilo le pantofole. Mi avvicino all'armadio e lo apro per potermi guardare allo specchio appeso nell'anta. 'Posso farcela!' Faccio un bel respiro ma la pancia mi brontola: non ho cenato ieri sera. Tipico di me respingere il cibo se ho qualche problema. Jared insisteva e poverino aveva anche fatto la spesa per me ma ho rifiutato. Sono entrata di nuovo in modalità vegetale però devo sforzarmi perchè ho fatto una promessa a me stessa e a Lui. Jared mi é sempre accanto, mi fa sfogare fra le sue braccia e capisce i miei silenzi. Non so perchè faccia tutto questo per me, come sempre penso di non meritarmelo. Scendo al piano di sotto e vado in cucina.
«Ma buongiorno! Ti ho svegliata con la musica?» Jared è seduto al tavolo in cucina e sta facendo colazione con una ciotola piena di yogurt e del muslei, credo. Mangia cose talmente strane che mi rifiuto anche di assaggiarle.
«Eh? Che musica?» Mi fermo un attimo e noto che per la casa si diffonde una leggera melodia arricchita da due voci. «Ah questa! No no...avevo messo la sveglia» apro il frigo e prendo la scatola del latte.
«Gotye...somebody that i used to know» mi informa e porta alla bocca il cucchiaio pieno di yogurt e altra roba. Sul tavolo c'é un giornale, di quelli con solo gossip, aperto e Jared gira le pagine lentamente.
«Ah bhe...leggero. Non é come svegliarsi con i sex pistols, i nirvana, led zeppelin e pink floyd...come faceva tuo fratello non lo so» afferro un bicchiere dal mobiletto sul lavandino e mi siedo portandomi dietro la scatola del latte. Jared ridacchia e annuisce.
«Guarda qui...» Mi passa il giornale aperto ad una pagina piena di mie foto con un grosso titolo rosso in cima "Katherine Strange: Fidanzata di Shannon Leto? Amica? Accompagnatrice o Fan?" Scuoto la testa e allontano il giornale schifata.
«Badante!» Jared scoppia a ridere strozzandosi con lo yogurt. Gli batto sulla schiena e lui continua a ridere. «Ma come diavolo fate?» Per una stupida cena in un'hotel mi ritrovo ovunque. La gente non sa di cosa parlare e si fissa sulla vita degli altri. Spero che la cosa sfumi velocemente perchè mi irrita parecchio.
«Benvenuta nel mio mondo...» Jared si riprende dopo essere diventato paonazzo e si ricompone. «Parlando del mio mondo...sul divano ci sono delle cose per te» mi sorride e porta alla bocca un altro cucchiaio pieno di yogurt.
«Per me?» Verso un po' di latte nel bicchiere e lo bevo velocemente. La mattina mi sveglio sempre con la bocca secca e tanta voglia di bere ma non amo l'acqua, preferisco il latte, almeno la mattina presto.
«Si si!» Annuisce e continua a sfogliare il giornale. Arriccio la fronte e mi alzo per poi andare in salone. Sul divano trovo 3 pacchi: un cartone di scarpe -penso- una bustina più piccola e una busta grande spillata sul bordo. Gli afferro tutti e torno in cucina.
«Jared...lo sai che non amo che spendi soldi per me...già Artemis Two The Revenge ti é costata parecchio» poso i pacchetti sul tavolo mentre lui continua a leggere e a fare colazione. Odio quando mi ignora. Capisco che se lo può permettere ma io non voglio, e lui lo sa.

«Ssh! Apri...spero ti piacciano» è un tipico vizio dei Leto far sembrare tutti i giorni natale. Forse amano il natale ma Jared é il più esagerato. Mi ha riempito l'armadio di maglie dei mars e le braccia di wishband.
Alzo gli occhi al cielo e apro il pacchetto più piccolo. È una piccola bustina argentata chiusa in cima con lo scoch. Aiutandomi con le poche unghie che ho, riesco ad aprire la bustina. Infilo la mano dentro ed estraggo uno strano oggetto blu e gommosso.
«Oddio Jay...é bellissimo! Dove l'hai trovato?» è una cover per blackberry a forma di Stitch, l'alieno blu del cartone animato. Ha le orecchie che si possono muovere e puoi decidere l'altezza. Sarà perfetto sul mio blackberry.
«Sai ieri quando sono andato a fare la spesa e tu sei rimasta a casa? Bhe passeggiavo e l'ho visto in un negozietto...so che é il tuo cartoon preferito cosi l'ho preso. Certo non é il massimo della comodità, forse non entra nella tasca, ma mi è piaciuto...» Poso la cover sul tavolo e corro ad abbracciarlo. Lo stringo forte fra le mie braccia e gli stampo tanti baci sulla guancia. «Per cosi poco...dai apri gli altri...basta che non mi strizzi come un peluche!» Gli scompiglio i capelli e lui mi fulmina con lo sguardo mentre tenta di non ridere.
«Sei un peluche, Little Leto!» Avvicino la busta spillata in cima a me e la apro lentamente per non rovinarla. Noto uno strano oggetto in tessuno e nero. Infilo la mano nella busta e tiro fuori il regalo. Lo guardo attentamente e poi riesco a capire cos'é. È una tracolla tutta nera e nella parte davanti c'è scritto con delle borchie argentate "30STM" e una triad in basso a destra rispetto alla scritta.
«Ooh Jay...da dove l'hai presa?» La guardo attentamente e me la infilo iniziando ad aprire tutte le tasche e gli scopartimenti.
«Era un'idea che ho sviluppato qualche mese fa...forse la mettiamo nello store e tu sei la prima ad averla. Usala a lavoro, cosi puoi mettere il mio pc e anche le tue cose» finisce la sua colazione e mi sorride tutto orgoglioso.
«Grazie Jay! è stupenda...» Faccio un giro su me stessa per fargliela vedere mentre l'accarezzo come un bambino. «E la scatola?» La guardo e alzo il coperchio. Sposto della carta velina nera e guardo dentro: ci sono un paio di scarpe. «Oh mio dio le creative recreation testa nera modificate con la triad e la suola rossa!» Le poso sul tavolo e corro ad abbracciarlo di nuovo. Mi piego e poso la testa sul suo petto mentre lui mi stringe a se.
«Sono contento che ti piacciano...non si vede!» Scoppio a ridere e continuo a tenere la testa sul suo petto mentre la sua mano scivola fra i miei capelli accarezzandoli.
«Dovrei andarmi a vestire...sai, ho un lavoro io...» Mi alzo e gli faccio l'occhiolino.
«Ooh...e che lavoro fa, signorina Strange?» Accavalla le gambe e si regge il mento con la mano posando il gomito sulla sua coscia. Infilo tutto nella grossa busta e lo guardo.
«Mh...Jared Leto, conosci?» Sorrido e mi avvicino alla porta della cucina.
«Si...bastardo!» Ridacchia e si alza per pulire la tavola. Che scema non ho tolto neanche il mio bicchiere del latte. La casa brilla e non c'é una cosa fuori posto. Jared é davvero fissato con l'ordine e la pulizia.
«Grandissimo bastardo!» Urlo un po' ed esco dalla cucina per andare in camera mia.
 
Siamo appena arrivati in studio e stiamo scendendo le scale. Più mi avvicino alla porta d'ingresso e più il cuore batte forte. Sono 2 giorni che non vedo Shan e non so quale potrebbe essere la mia reazione. Ho cercato di far finta di niente, di dimostrarmi forte, ma non ci sono riuscita. Se c'era Jared fingevo di stare bene e di sorridere, non potevo di certo piangere sempre sulla sua spalla, quando andava via crollavo in un pianto lungo ore. Per il primo giorno di lavoro ho optato per una maglia nera con la scritta celeste "who's f***g bartholomew cubbins", una camicia a quadri rossa e celeste risvoltata sui gomiti, dei semplici jeans e le nuove testa nera con la triad che mi ha regalato Jared. Per completare il tutto ho portato con me anche la tracolla e ho legato i capelli in una grossa treccia che parte dalla nuca e finisce sotto le scapole all'altezza dei fianchi. Scendo le scale prima di Jared reggendo nella mano il mio Blackberry.
«Non ti entra in tasca!» Guardo il cellulare nella mia mano e ridacchio. Ha ragione, con questa nuova cover non entra nella tasca dei jeans. Non importa lo reggo sempre nella mano e non voglio toglierla.
«Lo so...ma mi piace davvero tanto!» Scendiamo tutte le scale e ci troviamo in difronte ad una piscina abbastanza grande. A sinistra c'é un gazebo con un tavolo da picnick sotto e sotto le scale c'è un grosso divano ad U nero con dei cuscini bianchi e un pouf uguale.
Jared si avvicina alla porta e la apre per farmi passare per prima. Mi giro e gli sorrido mentre entro. È rimasto tutto com'era dall'ultimo Vyrt, eccetto che sulla sinistra ora ci sono un divano, una poltrona, sulla sinistra di esso, e un tavolino al centro. Il mobiletto pieno di dvd e la tv sono sempre li.
Sul divano sono seduti Jamie e Tomo e sull'unica poltrona a sinistra c'é Shan. Mi fermo al centro della stanza e lo guardo.
«Buongiorno a tutti...» Abbozzo un sorriso fintissimo e tutti mi salutano. Non riesco a togliergli gli occhi di dosso. 'Dannazione! Perché sei cosi?!' Indossa una canotta mimetica, un jeans chiaro, delle scarpe classiche all'inglese nere e si é raccolto i capelli in un codino. 'Dio mio! Pure i Rayban no! Mi licenzio!' Ammetto che tutto l'abbigliamento insieme fa a pugni ma lui é Shan, si veste con la luce spenta. Il rumore della porta che si chiude, mentre Jared mi passa davanti, mi riporta alla realtà. Sarà dura questa giornata, me lo sento. Non farà altro che sbattermi in faccia la sua bellezza da Dio ma io non cederò, credo.
«Buongiorno a tutti! Allora...sapete che Emma non c'è no? Kate la sostituirà per questa settimana...un applauso» Jared e sempre il solito e solo lui sa come mettere a proprio agio la gente, certo come no. Arrossisco e sorrido imbarazzata mentre tutti applaudono compreso Shan.
«Grazie Jared...veramente!» Mi giro e mi avvicino alla batteria di Shan che é posta a destra rispetto la porta d'ingresso e prendo una sedia. L'avvicino al divano e la posiziono dalla parte opposta rispetto alla poltrona dov'é Shan. «Devo prenderti il pc?» Jared rimane un po' stupito dal mio gesto e si siede sulla sedia accavallando le gambe. 'Sono un'assistente o no? Ma insomma!' Ridacchio e aspetto la sua risposta. «Jared...vuoi il pc?» Ripeto e lui scuote la testa con fare confuso.
«Si si grazie...» Gli sorrido e faccio il giro del divano posando la traccola accanto a Jamie che é seduto alla sinistra di Tomo. Apro la tracolla e afferro il pc, allungo la mano e lo passo a Jared. «Grazie» apre il pc sulle sue gambe e lo accende.
«Figurati...» Gli sorrido, poso la tracolla sul tavolino e mi siedo accanto a Jamie. Shannon non mi stacca gli occhi di dosso. Accavallo le gambe e mi siedo a 3/4 per guardare Jared.
«Allora...Shannon, oggi non devi fare niente in quanto deve registrare Tomo e...» Jared muove il dito sul mouse del suo mac book e guarda lo schermo.
«E posso tornare a casa e andarmene di qui, no?» Lo interrompe Shan posando i piedi sul tavalino davanti a noi. Jared lo fulmina con lo sguardo. Mi sento leggermente in imbarazzo, forse era riferito a me. Capisco che sia arrabbiato con me ma non serve sottolinearlo. «Scherzavo...» Aggiunge e alza le mani scuotendo la testa. Lo guardo un attimo e noto che porta ancora gli occhiali, mi chiedo come siano oggi i suoi occhi.
«Kate, allora...» Jared mi guarda ed io allungo la mano per afferrare una penna e un blocknotes dalla tracolla. Mi sporgo con il busto senza alzarmi e la treccia si sposta in avanti finendo sul mio petto.
«Non l'avevo notata...» Jamie mi guarda ed io ritorno a sedermi accavallando le gambe.
«Cosa?» Mi volto a destra e guardo Jamie.
«La treccia...non pensavo avessi i capelli lughi...» Sorride e continua ad ammirare i miei capelli.
«Perchè faccio lo chignon e non si nota» gli faccio l'occhiolino mentre noto che Tomo ridacchia. «Che c'é?» Sorrido al chitarresta e lui si drizza con la schiena.
«Vuoi farmi concorrenza?» Mi guarda chiudendo gli occhi in due fessure e scoppia ridere.
«Signor Milicevic...assolutamente no! Non é nei miei piani!» Alzo un sopracciglio e guardo Jared che è pronto per dettarmi.
«Allora devi andare al piano di sopra...chiedi di AJ e digli che deve preparare la nuova transmission...» Inizio a scrivere il nome del ragazzo e quello che devo dirgli. Ho una pessima memoria. «La nuova data é a Voix Du Gaou in Francia il 19...emh 18 Luglio...digli di mettere il link per Instagram, il Vyrt, lo store, facebook e le solite cose...digli di iniziare cosi per metà gennaio é pronto...per la musica e i libri devo decidere ancora» continuo a scrivere ed annuisco per fargli capire che avevo scritto tutto. «Bene...domande o suggerimenti?» Jared ci guarda ed io faccio spallucce. Sono belle queste riunioni, non so perché. Qualsiasi Echelon ucciderebbe per stare al posto mio e se sono qui é solo grazie a Shan.
«Dobbiamo rivedere la parte finale di Up in the Air, Jared» suggerisce Jamie e Jared ci pensa su.
«Esatto...allora andiamo cosi poi Tomo ha tutto il pomeriggio!» Posa il pc sul tavolino e tutti si alzano. Gli seguo a mia volta senza capire cosa sta succedendo.
«Jared...io che faccio? Volete dei caffè?» Mi guardo intorno e tutti sorridono.
«Caffé lungo senza zucchero, grazie» dice Tomo ed io cerco di memorizzarlo mentalmente.
«2 di zucchero e un po' di latte» anche Jamie fa il suo ordine. Perché l'ho chiesto? Farò sicuramente confusione.
«Freddo per me...» Aggiunge Shan alle mie spalle e mi volto per guardarlo. Mi sorride ma sembra fingere. Queste sue battutine o sorrisi finti mi fanno male perché non servono, già mi sento in colpa di mio.
«E per me...» Interrompo Jared facendo il giro del divano con il blocknotes in mano.
«Thè nero aromatizzato al bergamotto, no?» Sorride ed annuisce.
«L'earl grey...» Si avvicina alla porta dello studio ed io vado verso la cucina.
«Arrivano!» Apro la porta che da su un lungo corridoio e mi dirigo in cucina. Inizio a preparare l'acqua per il thè. Fortunatamente sono le bustine e quindi sarà facile. L'earl grey é un thé nero aromatizzato al bergamotto, ovvero, un agrume dal sapore acre che non va mangiato come la frutta comune. Il bergamotto viene usato nel thé o per fare conservati e canditi. Afferro la scatola del twinings ed estraggo una bustina. Ultimamente la formula di questo thé é cambiata e ci sono state parecchie polemiche. Il sapore dicono che sia simile a detersivo per piatti ma a Jared piace comunque: ha dei gusti decisamente particolari. Per fortuna anche il caffé é già pronto nella caraffa che lo mantiene caldo, qualcuno l'avrà già fatto, forse le persone che lavorano al piano di sopra. Salendo le scale si trovano varie stanze, in una di queste, ci sono circa 5/6 persone che si occupano di facebook, twitter, transmission e store lavorando tutte ai loro pc. 'Come diavolo si fa il caffé freddo?' Preparo i due caffé per Tomo e Jamie nel frattempo. 'Ci va il ghiaccio!' verso il caffé nella tazza e apro il frizzer. Prendo due cubetti di ghiaccio e gli immergo nella tazza facendo spallucce. Rido da sola come una deficiente perché non so neanche io lo schifo che sto facendo. Poso le tazze su un piatto piano e mi dirigo verso lo studio. Apro la porta e salgo i due scalini. Tomo é nella cabina di vetro che suona, Jared e Shannon seduti dietro la scrivania dietro Jamie che é al pc.
«Ooh grazie!» Mi avvicino a Jared e gli passo la tazza di thé fumante. Afferro la tazza di caffé freddo e mi avvicino a Shan passandoglielo mentre lui usa l'iphone con l'altra mano. Mi fa un cenno di ringraziamento con la testa. 'Wow, ti sei sforzato'. Passo anche a Jamie la sua tazza e appoggio sulla scrivania il caffé per Tomo. Una leggera melodia fatta solo da una chitarra si diffonde per tutta la stanza.
«Grazie!» Mi sorride Jamie ed io ricambio con un sorriso.
«Cristo! Che schifo!» Impreca Shan e sputa il liquido nel bicchiere. Mi avvicino a lui lentamente e gli passo davanti.
«Che succede?» Lo guardo ma lui porta ancora gli occhiali. Jared e Jamie ci ignorano e seguono con gli occhi delle strane onde sul monitor del pc.
«Succede che non sai fare il caffé!» Rimane con la testa bassa e lo sguardo sull'iphone. Allunga la mano e sbatte il bicchiere sulla mia pancia facendo rovesciare mezzo contenuto sulla mia maglia. «Cazzo! Kate io...» Alzo le mani per interromperlo e serro la mascella. 'Grazie tante!'
«Non dire niente! Stai fermo...pulisco io...» Gli afferro il bicchiere dalle mani e lo fulmino con lo sguardo.
«Ti aiuto!» Si alza Jared dalla sedia ma io alzo la mano per fermarlo.
«È tutto ok, Jared. Tranquillo...continuate...torno subito» mi volto ed esco velocemente dalla sala d'incisione. 'Bastardo!' L'avrà fatto apposta. Eppure qualcosa mi dice che era veramente mortificato, glielo leggevo sul volto. Vado in cucina a prendo un rotolo di scottex. Mentre torno indietro noto Jared che punta il dito contro Shannon e sembra urlare. La stanza é insonorizzata e quindi non posso sentire ma mi sembra davvero arrabbiato. Tiro la porta a me e salgo le scalette.
«Non me ne frega un cazzo, ok?» Jared continua a puntargli il dito contro ed io mi fermo davanti alla scrivania. Lancio una piccola occhiata a Jamie e lui fa spallucce.
«Va bene» mi avvicino alla sedia dove é seduto Shan e mi piego per pulire con lo scottex. Jared guarda Shannon e chiude gli occhi in due fessure. Mi sembra davvero arrabbiatato e muove la gamba accavallata sull'altra per il nervoso. «Ti aiuto?» Shannon si piega e allunga la mano per accarezzarmi il viso. Gli sorrido e scuoto la testa.
«No no, tranquillo...» Finisco di pulire tutto il caffé dal pavimento e vado in bagno. Mi guardo allo specchio: ho la maglia completamente bagnata. Per fortuna il caffé era tiepido perché c'era il ghiaccio. Sfilo la camicia e la poso sul wc abbassando il coperchio. 'Come diavolo mi pulisco?' Sfilo la maglia e la poso sul lavandino. 'Forse il sapone per le mani può pulirla' faccio spallucce e apro il rubinetto. Sento la maniglia della porta abbassarsi. Alzo lo sguardo, guardando nello specchio davanti a me, e vedo Shannon dietro di me.
«Ti serve il bagno?» Prendo un po' di sapone e lo strofino sulla maglia. Sono rimasta in reggiseno e non so cosa mettermi: userò la camicia.
«Si...devo fare pipì...» Mi sciacquo le mani velocemente e le asciugo lasciando la maglia nel lavandino. Apro la porta ma mi lui mi blocca afferrando il mio polso. «Sei mezza nuda...puoi rimanere...» Lo guardo negli occhi. Mi spaventa un po'. Ha tolto gli occhiali e i suoi occhi sono piccolissimi, ha le occhiaie e sono pieni di vene rosse. Non l'ho mai visto cosi. Sembra che non abbia dormito, che abbia pianto per ore e ore o che si sia fatto. Continuo a guardarlo e mi accorgo che la sua pupilla é normale, per fortuna. «Mi dispiace per prima...veramente» abbassa la testa e lascia la presa sulla mia mano.
«è tutto ok...veramente» mi avvicino al lavandino e con la coda dell'occhio seguo i suoi movimenti. Afferra la mia camicia e se la posa sulla spalle, apre la tavoletta e si gira di spalle per fare pipi.
«Non è tutto ok...l'hai già detto almeno tre volte...so quando qualcosa non va» sussurra con voce roca rimanendo girato. Scuoto la testa e continuo a pulire la mia maglia. La strofino fra le mani con rabbia creando della schiuma.
«Secondo te, cosa c'é che non va?» Continuo e la voce mi si strozza in gola e fatica ad uscire. Non voglio piangere, non ora, mi mostrerei debole.
«Mi dispiace per tutto quello che é successo...non volevo fare quello che ho fatto» si aggiusta i jeans e viene accanto a me per lavarsi e asciugarsi le mani.
«Fatto?» Lascio la maglia nel lavandino e alzo la testa. Lui é dietro di me ed io guardo i nostri due riflessi nello specchio. Vedo solo due persone, non dovrei vedere un'unica cosa? Siamo diversi ed io quasi non mi riconosco. Sono arrabbiata e anche tanto. Il mio sguardo é infiamme e la mia pelle é bianca e gelida. «Non accentuare la mia rabbia! È peggio! Non hai solo fatto...da dove iniziamo?» Mi giro per guardarlo e poso le mani sul lavandino appoggiandomi con il fondoschiena.
«Mettiti anche nei miei panni» mi guarda dritto negli occhi e noto che ha ancora la mia camicia sulla spalla.
«Mi ci sono messa, Shan! Mi sono sentita una merda se ti fa piacere, ok? Contento? Lo sai come stanno le cose e te l'ho spiegato. Preferivi non sentirlo?» Abbassa un attimo lo sguardo in segno di sconfitta e sospira.
«No...grazie. Ma...sono geloso» alzo gli occhi al cielo e incrocio le braccia al petto.
«E pensi che non lo sappia?!» Inizio a fare avanti e dietro davanti a lui mentre rimane fermo. Quando sono nervosa non riesco a rimanere ferma, a parlare tranquillamente e a dire cose sensate. Posso dire anche cose che non penso. «Sono stata tutta la serata a pensare a quale cazzo di reazione potessi avere! Ho pensato di tutto, anche allo schiaffo! Ma mi sono detta "il mio uomo non mi darebbe mai uno schiaffo, é impossibile! Mi ama!" Certo come no! Che cretina! Preferivo essere cacciata da quella camera e basta. Ti ho ripetuto tante volte che devi alzare la soglia del tuo limite...non puoi fare subito quello che pensi, e lo sai. Dopo Sam non é che io mi fidassi tanto di un uomo...non mi fido di nessuno! Solo di te...perché sai, di solito mi proteggi...ma a quanto vedo, non sempre! Tu e quello avete qualcosa in comune almeno!» Gli punto il dito contro e gli urlo in faccia. Il suo viso si colora di rosso e le sue braccia si riempino di vene. Alza il braccio ed io mi allontano coprendomi il viso e chiudendo gli occhi. È un gesto spontaneo di auto difesa. 'Ho paura di lui?!' Apro lentamente gli occhi e lo guardo: é davanti a me che mi porge la camicia. L'afferro e abbasso la testa. Sono arrivata al punto di spaventarmi per un piccolo gesto? Forse sono le sue braccia, il suo viso.
«Ti ho chiesto scusa...» Mi guarda e vedo nei suoi occhi una tristezza infinita. Ha notato il mio gesto. Ha capito che ho paura di lui ma io so che non lo rifarebbe mai. Shan non ha tanta autostima, pensa sempre il peggio di se stesso e comportandomi cosi sto solo peggiorando la situazione. 'Cogliona!'
«Per il "mi hai rotto i coglioni con i tuoi sbalzi d'umore", lo schiaffo e il "troia" al telefono?» La mia voce diventa un sussurro per i sensi di colpa. Gli sto facendo del male più di quanto lui ne abbia fatto a me.
«Per tutto...» Rimane fermo. È sempre rimasto li e non si é mosso di un passo.
«Shan per favore...» Mi avvicino e poso la testa sul suo petto stringendolo a me. «Non sentirti in colpa...sappiamo che non devi...per favore» gli accarezzo il petto. Mi sembra fatto di marmo: é cosi freddo dentro e fuori.
«Appunto...lo sai...troppo tardi, io e quel viscido abbiamo tante cose in comune...va bene cosi, lo sapevo già» 'no!' Lo stringo più forte a me e gli bacio il petto da sopra alla canotta in fantasia mimetica.
«Che hai fatto? Perché sei in questo stato?» Mi stacca da se lentamente e mi guarda.
«Devo lavorare...» Continua a guardarmi e mi mente. Mente perché oggi non tocca a lui ed io lo so, è solo una scusa.
«Shan...» Gli accarezzo il braccio ma lui si irrigidisce tutto serrando la mascella.
«Vodka, Lucky Strike e batteria...ok?» Sgrano gli occhi e lo guardo scioccata. Vodka? Da quando la beve? Lucky Strike? Non ne fuma, preferisce le Malrboro.
«Perché?» Infilo la camicia ed inizio ad abbottonarla.
«Per favore...lo sai il perché!» Esce e sbatte violentemente la porta.
«Vaffanculo!» Urlo contro la porta e continuo a sistemarmi la camicia. Riusciremo mai ad uscire da questa situazione? La supereremo o lasceremo morire questa storia? Dipende un po' da tutti e due. Ho esegerato anche questa volta ma era la rabbia che parlava. Io non penso quelle cose e mai le penserò, ma le ho detto. Continuo a lavare la maglietta e la strizzo per bene fra le mani. Mi giro e l'appoggio sul termosifone che asciuga anche i vestiti. Sono talmente negata nelle faccende domestiche, un po' in tutto diciamocelo, che noto che la maglia gocciola. Afferro un'asciugamano e lo stendo sotto il termosifone. 'Cosi può andare!' Accendo l'asciuga indumenti e torno nella saletta. Tomo é ancora dietro il vetro che suona la chitarra. Mi avvicino a Jared e mi piego per parlargli nell'orecchio in quanto gli altri sono concentrati ad ascoltare Tomo.
«Vado da AJ?» Gli sussurro all'orecchio e riesco a sentire il suo profumo: é cosi dolce che credo sia cocco.
«No no...ho bisogno del tuo parere da Echelon...» Con un gesto veloce mi tira a se e mi fa sedere sulle sue gambe facendomi appoggiare il sedere sulla gamba sinistra e le cosce sulla destra.
«Eh? Io? Jared non so che fare!» Tanto di alzarmi mentre lui mi blocca e mi fa risedere. Jamie e Shannon ci guardano e ridono fra loro. Jared alza la mano e fa un segno a Tomo, il quale, finisce la canzone e apre il vetro rimanendo seduto.
«Non andava bene?» Chiede il chitarrista e tutti lo guardiamo.
«No no era perfetta...ascoltiamo un attiamo up in the air versione acustica...forse dobbiamo aumentare il ritmo» Tomo fa spallucce a Shan, e Jamie si gira posando la mano sul mouse. Non capisco ancora cosa devo fare e tutto questo un po' mi spaventa. Rimango suduta sulle gambe di Jared e aspetto. Un paio di secondi dopo una leggera melodia composta solo da una chitarra si diffonde per tutta la stanza. «Ascolta e basta» mi sussurra Jared. Drizzo la schiena e chiudo un attimo gli occhi. Farei cosi se dovessi ascoltare un nuovo cd, magari mi metterei nel mio lettino con una coperta in testa. 'Kate ascolta!' Cerco di rilassarmi il più possibile e di ascoltare attentamente. 'Si professionale e non dire solo: wow che bella!'. Dopo la chitarra, la voce calda e un po' bassa, rispetto alle altre canzoni, di Jared si fonde alla melodia. Poso le mani sulle ginocchia e continuo ad ascoltare. La sua voce sembra quasi una carezza. Entra nelle orecchie e si diffonde nel cervello avvolgendolo come in una bolla di sapone. Faccio una smorfia con la bocca sentendo che le mie gambe e le mie cosce hanno la pelle d'oca: una sensazione davvero stranissima. Sento come se un milione di formiche minuscole camminano sulla mia schiena per poi finire fra i capelli. Non posso fare a meno di muovere le labbra per scandire le parole in quanto la conosco quasi a memoria. Apro gli occhi lentamente quando la canzone termina. Mi sembra come se qualche persona mi avesse abbandonata. Già mi mancano quelle parole e quella melodia. I miei occhi sono leggermente lucidi a causa di tutto: la musica, la voce e la pelle d'oca. Ascoltare una canzone nella versione acustica, sopratutto quelle dei Mars, é qualcosa di diverso...di profondo. Senti la voce di Jared che ti travolte e non sai mai quale emozione puoi provare. Di solito ho la pelle d'oca e mi vengono gli occhi lucidi per la felicità perchè in quel momento sto bene. Non é la prima volta che ascolto una canzone fatta in acustica da Jared. Quando siamo a casa canta praticamente di tutto ovunque sia. Sentirlo cantare in casa è meraviglioso perchè sono canzoni spenzierate, allegre, mentre l'acustico è una cosa più profondo e ricco di emozioni e, a volte, si commuove lui stesso. Non credo che esista una persona più devota all'arte di Jared. Per lui la musica é una donna, una dea, da venerare e curare giorno per giorno. Ammetto che un po' ti abbatte vederlo con gli occhi lucidi dopo che posa la chitarra. Spesso canta con gli occhi chiusi per nascondere questa sua emozione. Ciò che prova e canta riesce a trasmetterlo in maniera chiara e forte e, ovviamente, anche lui lo sente.
«Mi é venuta la pelle d'oca» sussurro e mi alzo dalle sue ginocchia.
«È una cosa buona no?» Mi guarda negli occhi e sembra un po' preoccupato come un bimbo che ha appena rotto un vaso. Ridacchio e guardo Shan con la coda dell'occhio che sorride per poi diventare serio. Cerca di trattenersi perché é arrabbiato ma noi siamo sempre stati cosi: rido io e ride lui.
«Ovvio! Una cosa stranissima...ma la lasci cosi?» Faccio il giro e poso la mano sulla scrivania per reggermi mentre Jamie mi sorride. Jamie mi sorride sempre e non so perché, forse gli sto simpatica.
«No no sarà più...movimentata» mi fa l'occhiolino. «Dobbiamo aggiungere la batteria di Shannon e le chitarre...» So già che sarà tutta un'altra cosa. Sarà bellissima lo stesso ma non emozionerà quando la versione in acustico, credo. Non m'intendo tanto di musica ma, per esperienza personale, mi sono sempre emozionata con le versioni chitarra e voce. (PS: ho scritto questa parte a fine Gennaio 2013 U.U sn una veggente xk up in the air è movimentata U_U mh mh ciao XD)
«Sarà meravigliosa...me lo sento. Non é facile farmi alzare tutti i peli del corpo!» Ridacchio e Tomo scoppia a ridere alle mie spalle.
«Mh sarà...non sei di parte?» Chiede Jamie guardandomi da dietro lo schermo dell'imac.
«Dici perché sono una fan?» Mi volto per guardarlo e lui alza gli occhiali sulla testa facendogli sparire fra i suoi riccioli.
«Esatto...» Guardo i Leto e loro mi guardano. Jared spera che io non sia di parte, glielo posso leggere in faccia.
«Bhe Jamie ti dirò...non sono una ragazza che ama una band e il resto della musica le fa schifo e non l'apprezza. Ho sempre amato loro e non mi sono dedicata ad altro...solo ultimamente sto ascoltando tante altre band e cantanti grazie a loro...sopratutto grazie a Shan...e quando una canzone mi piace e non é loro, l'apprezzo comunque e mi ci fisso...quindi era un giudizio obbiettivo. Sono a contatto con loro 24h su 24...tranne con Tomo e per me sono Shan e JJ, stop...gli vedo come amici che hanno una band, non come persone famose...forse non é mai stato il contrario perché loro sono cosi. Quindi il fatto che sia una loro fan non c'entra e non cambia il rapporto con loro...o sbaglio?» Gli guardo e scoppio a ridere. Lo so, mi sono persa in chiacchiere ma spero di essermi spiegata. Sono cosi diversi fuori e dentro che a me sembrano uguali.
«No...é cosi Jamie. Non urla per casa, tranquillo!» dice Jared e Shannon scoppia a ridere e batte la mano sul ginocchio. Mi piace vederlo cosi. Mi vengono in mente le parole che mi disse tempo fa in una delle nostre chiacchierate "mi arrabbio, forse troppo spesso, ma basta farmi ridere e passa tutto" sarà cosi anche ora?
«Oh mio dio!» Urlo e porto le mani sulla testa mordendomi il labbro. Tutti diventano seri e mi guardano preoccupati. «I 30 seconds to mars! Ok vado da AJ...ciao puttanelle!» Scoppio a ridere e mi avvio verso le scale.
«Ti ricordo che abbiamo una piscina, vero Shan?» Mi fermo sulla porta e mi giro lentamente 'porca merda!' Sorrido timidamente e guardo i 4 uomini che scoppiano a ridere.
«Shannon, Jared, Tomo e Jamie vi auguro una bellissima giornata piena di soddisfazioni e tanta gioia! Ora, se volete scusarmi, devo lavorare perché il mio capo é esigente e quindi mi dirigerò al piano di sopra per parlare con AJ!» Alzo le sopracciglia e gesticolo indicando il soffitto con il dito indice.
«Perfetto signorina Strange!» Jared ridacchia e accavalla le gambe facendo una faccia soddisfatta.
«See you soon, guys!» Scendo le scale e chiudo la porta. Afferro il block notes che avevo appoggiato sul tavolino. 'Ma non era con me? Come ci é finito qui?' Faccio spallucce e mi avvio verso le scale per salire al piano di sopra. Sento il mio BB vibrare e suonare in tasca. Infilo il blocco degli appunti fra le gambe e con grande fatica, data la cover di Stitch, riesco a farlo uscire dalla tasca: é un sms.
Da: Shan Data: 2 Gennaio 2013 11:26
'Mi hai fatto sorridere...di nuovo.'
Sorrido allo schermo ed inizio a salire le scale.
Da: Kate Data: 2 Gennaio 2013
'Sto cercando di non pensarci anche se é difficile. Non sarebbe bello essere depressi anche davanti agli altri...quindi, per tutti...fingo. Io non so cosa succederà e sinceramente il futuro mi spaventa'
Da: Shan Data: 2 Gennaio 2013 11:28
'Dobbiamo parlare...possibilmente senza che mi urli in faccia'

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Capitolo 30
*** But I'm...oh no! ***


Sono da poco passate le 12:30 e sono seduta sul bordo della piscina nel giardino. Siamo in pausa pranzo anche se nessuno di noi sta mangiando. Jamie e gli altri del primo piano sono usciti per pranzo mentre noi siamo rimasti in studio. Jared, Shannon e Tomo sono seduti al divano difronte alla piscina dove, di solito, fanno il Q&A durante i VyRT. Fisso l'acqua liscia e trasparente della piscina e seguo con lo sguardo il robot che pulisce il fondo. C'é un leggero vento tiepido e gli alberi si muovono lentamente.
«Kate!» Urla Jared ed io alzo la testa per guardarlo. «Vieni...» Mi alzo e strofino le mani fra loro, per pulirle, dirigendomi verso il divano. Jared è ranicchiato con le ginocchia al petto, Shan é seduto con le braccia lungo lo schienale e i piedi sul tavolino mentre Tomo é seduto con le gamba accavallate e il cellulare in mano.
«Dimmi...» Sorrido e gli guardo. In realtà fisso solo Shan. Vorrei tanto baciarlo e abbracciarlo. Scambiare le nostre anime come un tempo.
«Non vuoi stare qui con noi?» Vengo distratta da un ragazzo, con una divisa bianca ed un cappellino, che si avvicina al cancello in cima alle scale.
«Emh stavo pensando ma...» Abbasso la testa e lo guardo. «Aspetti qualcuno, Jay?» Alzo lo sguardo e fisso l'uomo che aspetta davanti al cancello. Jared si sporge un po' e guarda oltre le scale.
«Si si, il pranzo!» Alzo la mano e faccio segno al fattorino di aspettare mentre Jared fruga nelle tasche.
«Vado io tranquillo...devo pagare?» Esce il portafoglio dalla tasca e lo apre per poi guardarci dentro. Estre una banconota da 50 dollari e me la passa. «Torno subito» infilo i soldi nella tasca e mi dirigo verso le scale per poi salire. Pago il ragazzo delle consegne e afferro la busta.
«Buon appetito!» Poso la busta sul tavolino e gli guardo sorridendo. Non sapevo che si mangiasse, mi sarei portata qualcosina per me. Shan si avvicina al tavolino e apre la busta. Faccio spallucce e mi giro per tornare a fare quello che stavo facendo: fissare l'acqua.
«Kate non mangi? Shan ha ordinato per tutti» chiede Tomo mentre Shan gli passa una scatola di plastica bianca.
«Emh c'è qualcosa per me?» Mi volto e Shannon allunga la mano passandomi una scatola rettangolare e bianca identica a quella di Tomo.
«Panino con hamburger, sottiletta e bacon alla piastra...no?»  Shannon sorride e prede dalla busta la sua scatola. Rimango stupita da quello che ha ordinato: é il mio panino preferito. Non siamo dei tipi da fast food io e Shan, anche se mangiamo tante schifezze, ma quando ci siamo andati il panino che ordinavo era questo.
«Si grazie...» Infilo la mano in tasca e poso il resto sul tavolino. Jared segue i movimenti della mia mano con lo sguardo e arriccia la fronte. «Il resto, Jay...bhe vado a mangiare sotto il gazebo»
«Potevi tenerlo il resto, se vuoi...mangi sola?» Jared prende dalla busta una scatola trasparente con dell'insalata dentro e l'appoggia sulle gambe. A volte mi chiedo come faccia a stare su, a tenersi in forza, mangiando solo verdure perché serve anche la carne. Io sverrei spesso se facessi la sua dieta, forse non sono abituata.
«Devo chiamare mamma, Vicki e rispondere a Matt...» Shannon mi guarda e drizza la schiena. Le sue mani si serrano in due pugni e i suoi occhi iniziono ad ardere. «Bomer...» Lo guardo tornare un attimo normale ed alzo gli occhi al cielo. Possibile che sia cosi geloso? Non sa neanche lui cosa vuole. Mi vuole o no? Vedo solo che é bravo a scrivere e a dire cose a metà, e il resto?
«Non l'hai detto a tua madre?» Jared é l'opposto. Shannon dice cose molto belle e profonde quando è predisposto e quando gli va ma, in realtà, non ti dice mai tutto, fa tantissimi giri di parole per farti capire cosa sei per lui. Jared te lo dice in faccia cosa sei e cosa non sei ma si trattiene e tiene per se le frasi dolci e il suo lato tenero. Capisco che per Constance sia stato difficile crescere due bambini sola e senza fondi ma non le do la colpa di nulla se loro sono cosi. Capirli é davvero un'impresa titanica perché, come tutti, hanno svariate sfumature nei loro caratteri e non sempre riesci ad indentificarle.
«No...non ci sentiamo da Natale...le avevo promesso che l'avrei chiamata io...ma cosa le dico? Non posso dirle che vivo con un altro uomo» guardo Jared preoccupata e lui fa una smorfia con la bocca.
«Bhe effettivamente non è normale che stai già in casa di un altro uomo e che ci fai chissà che cosa!» Aggiunge Shannon in tono acido. Tomo é accanto a lui, alza la testa e lo guarda un po' sconvolto. Ha esagerato e Tomo l'ha notato ma, come sempre, si fa gli affari suoi.
«Ma...» Jared tenta di parlare ma io alzo la mano per interrompo e fulmino con lo sguardo Shannon.
«Bhe effettivamente é normale ricevere uno schiaffo dal proprio ragazzo! E mi limito a questo...come é normale che prima mi scrivi sms dolci e un paio di ore dopo insinui che vado a letto con tuo fratello. È meraviglioso sapere quello che pensi di me!» Mi irrigidisco davanti a lui e alzo leggermente il tono della voce. Non so perché riesco a rimanere cosi calma e tranquilla davanti a lui quando, in realtà, lo prenderei a schiaffi.
«Stai esagerando! Non farei mai una cosa simile! Non dorme con me ma nella stanza degli ospiti! Tu veramente quando parli non sai neanche cosa dici...» Lo informa Jared ed io lo guardo: i suoi occhi sono chiusi in due fessure e guarda suo fratello in cagnesco. Quasi non gli riconosco più a tutt’e due. Shannon che mi tratta di merda manco ci fossi andata veramente con suo fratello e Jared che si arrabbia cosa rarissima da parte sua.
«Lascia stare, Jared...buon appetito a tutti» abbozzo un sorriso fintissimo e mi volto dirigendomi verso il tavolo sotto il gazebo con la scatola del panino in mano. Mi siedo e poso la scatola e il blackberry sul tavolo. Sento che chiacchierano, o meglio, sembra che Jared si stia lamentando, ma sono troppo lontana per capire di cosa parla.
Apro la scatola e afferro il panino avvolto nel fazzoletto. Mi è passata un po' la fame per la rabbia ma devo fare un piccolo sforzo. Tiro un morso al panino e subito sento quel sapore famigliare e buonissimo del bacon alla piastra. Appoggio il gomito sul tavolo e tiro un altro morso al panino mentre afferro il blackberry per chiamare mamma.
«Tesoro! Che fine hai fatto?»La sua voce ésquillante e fastidiosa e mi costringe ad allontanare il telefono dall'orecchio.
«Ehi mamma, ciao! Scusami non ho avuto un attimo di tempo»
La conversazione procede liscia e come sempre mento. Le dico che sto bene, che Shannon sta bene e che siamo felici e lei ci casca. Non abbiamo un rapporto tale da permettermi di dirle la verità. Dentro di me ho un misto di emozioni quasi tutte negative e sento il bisogno di sfogarmi con qualcuno. Jared èsempre li ma non voglio usare sempre la sua spalla per sfogarmi, non mi sembra giusto. Mi sento in trappola, come in una bolla, e non so come uscire. Non posso tornare dai miei, non posso rimanere da Jared, non posso prendermi una casa per me e non riesco a parlare seriamente con Shannon. Bloccata senza via d'uscita.
Terminata la chiamata con mamma provo a chiamare Vicki. Poso il fazzoletto del panino, ormai finito, nella scatola e la chiudo.
«Pronto?»La voce di Vicki mi fa diventare gli occhi lucidi. Mi manca. Mi manca parlare con lei.
«Vic! Sono Kate!»Mi giro sulla panca e porto le ginocchia al petto guardando verso la piscina. Con la coda dell'occhio noto che i ragazzi sono ancora li e che Shannon mi fissa.
«Piccola! Dimmi tutto...tutto ok?»Ètanto dolce con me, sembra quasi una mamma. L’unica vera amica che io abbia mai avuto.
«Emh diciamo di si...»La mia voce si abbassa e si rattristisce un po' e lei non fa fatica nel capirlo. Forse mi capisce piùdi me stessa.
«Shannon?»Ovviamente lei sa tutto  nei minimi dettagli perchéla chiamai la sera dopo il capodanno raccontandole quello che era successo. Piansi come una deficiente al telefono e lei si dispiaque perchénon poteva essere li.
«Si...ma lasciamo stare. Come va con i lavori?»Stanno per traslocare e Vic non ha un momento libero per se o per parlare. Non éfacile impacchettare tutti i mobili da sola e controllare i lavori nella nuova casa. So perfettamente che non mi posso precipitare li all'improvviso o viceversa.
«Lo sai che puoi dirmi tutto...peròse non vuoi èok, Kate. Èun casino qui, ci sono scatole ovunque ed édura senza Tomo...»Non amo tanto parlare dei miei problemi. In tutta la mia vita non l'ho fatto spesso eccetto con Shan, Vic e JJ.
«Lo so ma non dovresti fare sforzi, no?»mi sembra che la vita degli altri proceda e anche bene quando la mia èferma li senza senso.
«No no, ci sono gli operai! Sono ancora nel primo mese...qualcosa posso farla. Ah, ho fissato l'appuntamento con la ginecologa per il 28 di Gennaio»quando Vic pronuncia l'ultima frase il mio corpo si irrigidisce e si raffredda. Le mani e le gambe mi tremano e lo stomaco mi si éaccartocciato.
«Vic...scusami, mi chiama Jared...ti chiamo piùtardi?»La mia voce éfredda e distaccata quasi spaventata.
«Emh va bene Kate...stai bene?»Mi passo una mano sulla fronte e sospiro: sto sudando freddo e mi gira la testa.
«Si si Vic ésolo che Jay mi fa lavorare tanto»cerco di cambiare tono e riesco a farlo diventare piùleggero.
«Ah, che bastardo! Va bene Kate...a dopo e buon lavoro!»Sorrido al telefono pensando che lei mi possa vedere ma non écosi.
«A dopo, Vic!»Chiudo la chiamata e poso il BB sul tavolo con le mani che tremano. Mi prendo la testa fra le mani e la scuoto. 'Ginecologo...' Ripeto mentalmente. Avrei dovuto avere il ciclo dopo il compleanno di Jared ma prima di capodanno. Non ho mai avuto ritardi neanche di un giorno. Forse éun periodo stressante ma ne ho avuti di peggiori. 'Posso essere incinta' fra natale, compleanno e capodanno non mi sono fermata un attimo e non ho pensato che avrei dovuto prendere la pillola. Avevo detto a Shan che l'avrei presa il giorno dopo ma eravamo a malibù, poi c'éstato il viaggio e mi èpassato completamente di mente. 'Cazzo! Cogliona!' Non potevo complicarmi la vita piùdi cosi. Poso le braccia sul tavolo e abbasso la testa coprendola con gli avambracci. 'Non énulla di certo...calma' cerco di farmi coraggio anche se sento che mi sono cacciata nella merda. Shannon si arrabbierebbe perchégli avevo dato la mia parola. Sono una stupida smemorata e lui si fidava di me. Le lacrime iniziano a rigarmi il viso. Forse ésolo suggestione ed éun semplice ritardo. Sento una leggera pressione sulle tempie. Alzo il busto e decido di sciogliere la treccia. Infilo le mani fra i capelli e lentamente apro le ciocche. Ho fatto la treccia stamattina e ora ho i capelli ondulati. Poso la testa di nuovo sul tavolo e i capelli ricadono sui lati come una tenda. Chiudo un attimo gli occhi e cerco di trovare la calma e di ragionare...poi il buio.
 

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Capitolo 31
*** Oh my God! I'm p... ***


Delle voci mi fanno tornare alla realtà. Mi sento cosi stanca e debole che non riesco ad aprire gli occhi. Sento che sono sdraiata e che accanto a me ci sono delle persone ma ancora non riesco ad identificarle. Sono su un fianco e, sotto il dorso della mano, sento della pelle: forse è il divano. «Cioè si é addormentata sul tavolo?» Questa é la voce di Shan: la riconoscerei fra mille. Il suo timbro basso, roco e un po' sabbiato é cosi famigliare. Riconoscerei la sua voce, le sue mani, le sue labbra, tutto anche bendata.
«Si, non é che potevo lasciarla li....» Jared e la sua meravigliosa voce. È cosi tenera come una carezza o un'abbraccio.
«Si addormenta sul tavolo, ha le occhiaie...mi spieghi che cazzo fate di notte?!» Le loro voci sono un sussurro ma Shan sembra veramente arrabbiato.
«Oh si, scopiamo tutta la notte, fratellone! Ma vaffanculo per chi mi hai preso? Non lo so perché ha tanto sonno ma so perché ha le occhiaie...ed é colpa tua!» Sento dei passi come se una persona facesse avanti e dietro.
«Mia? Che? Quindi voi non...?» Sento sospirare bruscamente.
«No! No! No! Non mi permetterei mai! Comunque si, tua perchè piange la notte ed io la sento mentre lavoro o dormo!» «Come fa ad essere colpa mia se ti ha baciato lei? é sua la colpa!» Il mio stomaco si contrae e brucia un po'. Apro lentamente gli occhi e poso la mano sulla testa.
«Io...lei...» Jared si blocca e vedo due figure avvicinarsi a me.
«Mmh...che succede?» Sussurro e lentamente mi alzo aprendo gli occhi. Sono seduta sul divano nello studio e i Leto sono difronte a me. Mi passo le mani fra i capelli e mi massaggio le tempie mentre Shannon mi guarda a bocca aperta.
«Che hai?» Arrossisce violentemente e abbassa lo sguardo.
«I capelli...» Raccolgo i capelli di lato e gli guardo: sono odulati ancora e seguono il movimento delle trecce. Sorrido e capisco subito che gli piaccio cosi perchè mi ha sempre detto che ama i capelli mossi.
«Oh...mi sono addormentata?» Mi alzo e mi stiracchio mentre Jared ridacchia e annuisce. «Che pessima assistente!» Cerco di sdrammatizzare quando la figura di merda ormai l'ho fatta.
«Non fa niente...ti eri addormentata sul tavolo» Jared continua a ridacchiare e si gira per indicare il tavolo nel giardino. Poso la mano sulla fronte e scuoto la testa. Lo stomaco riprende a bruciale e anche il petto.
«Scusatemi...che stavate...» Poso la mano sulla bocca e respiro profondamente. «Torno subito» faccio il giro del divano e, con un passo veloce, mi dirigo verso il bagno. Arrivo in tempo al wc e il mio stomaco iniza a liberarsi. Poso le mani sulla ceramica fredda del sanitario e tutto il pranzo finisce nel wc. Crollo sulle ginocchia esausta e con lo stomaco dolorante. Scarico e rimango in quella posizione sul pavimento. Avverto un rumore di passi che lentamente diventa più forte e poi sento bussare.
«Kate! Apri!» Arriccio la fronte e faccio una smorfia con la bocca.
«Shan é aperto!» Non faccio in tempo a finire la frase che lui piomba nel bagno e si ferma davanti al lavantino. Il bagno non é tanto grande. Un rettangolo e tutti i sanitari sono in ordine sulla sinistra: lavandino con specchio, bidet, wc e doccia. Non ha nulla di particolare ci sono solo delle mattonelle verdi con qualche sfumatura verde scura.
«Che cazzo fai?» Si passa una mano fra i capelli e solo ora mi accorgo che non porta più il cordino. Sembra disperato e stordito.
«Non mi sento bene...ti calmi?» Allungo la mano e lui mi aiuta ad alzarmi. Mi fa innervosire il suo comportamento e a volte é insopportabile quando capisce cose sbagliate. Pensa che sia un vomito volontario, ma si sbaglia.
«Cosa stavi facendo?!» Mi avvicino al lavandino e mi sciacquo perbene la bocca e le mani. Sfortunatamente non ho il dentifricio e mi devo accontentare dell'acqua e forse di qualche caramella alla menta. Odio vomitare, del resto, a chi piace? Odio sentire la gola bruciare e i denti quasi graffiati.
«Non sono affari tuoi, Shan!» Afferro l'asciugamano e lo passo sul viso. Ho bagnato anche il viso per riprendermi un po'.
«Ah no?» Rimane dietro di me mentre sistemo l'asciugamano al suo posto. Mi volto e lo guardo: è sudato e irrequieto.
«No...» Abbasso la testa ed esco dal bagno per tornale nello studio. Sento i passi pesanti delle scarpe, con la suola liscia, di Shan che mi inseguono. Nello studio trovo Jared in piedi, con le mani nelle tasche della tuta, che mi guarda. «Jay...» Mi avvicino a lui e abbasso la testa e anche il tono della mia voce facendolo diventare un sussurro. Non posso più rimanere con il dubbio se sono o no incinta. Ho bisogno di saperlo per decidere decidere cosa fare. Ho bisogno di essere tranquilla. «Devo fare qualcosa? Hai bisogno di me?» Con la coda dell'occhio intravedo Shan dietro di me confuso e arrabbiato.
«No no, Kate...perché?» Rimango con la testa bassa per non guardarlo. Jay, come Shan, può farmi sputare il rospo usando solo i suoi occhi e io non voglio. Non posso permettermi di crollare proprio ora.
«Posso uscire? Nel senso, posso andare a fare un giro? però rimango raggiungibile sul BB» mi mordo il labbro e alzo la testa per guardarlo. I suoi occhi celesti e brillanti mi fissano preoccupati.
«Va bene...certo» abbozza un sorriso forzato che cela terrore e preoccupazione per le mie parole. Si preoccupano tutt’e due, ma non sono una bambina.
«Grazie, Jay...» lo ringrazio anche con lo sguardo e mi dirigo verso il tavolino per prendere la mia tracolla.
«Ma se hai vomitato! Dove vai?!» Shannon si avvicina a me e mi tira la borsa dalle mani. Lo guardo e sbuffo allungando la mano. «No!» Scuote la testa e tiene la tracolla vicino al suo petto.
«Sei un bambino...Shan, per favore» lo guardo negli occhi e lui mi cede la borsa esitando un attimo. Credo che il mio viso e i miei occhi l'abbiano pregato involontariamente.
«Se ti succede qualcosa...» Stringe le mani a pugni e si irrigidisce serrando la mascella. «E se ti senti male?» Faccio spallucce e abbasso la testa.
«Chiamatemi se devo fare qualcosa...non mi allontano tanto dato che sono a piedi» infilo la giacca, che prendo dalla spagliera del divano, e sistemo la tracolla sulla spalla.
«Va bene ma...». Interviene Jared mentre io continuo a sistemarmi. Alzo lo sguardo e lo guardo. «Stai attenta...» I suoi occhi mi fissano e so che si sta rivolgendo mille domande.
«Si...» Mi avvicino a Jared e gli stampo un leggero bacio sulla guancia. Lo supero e arrivo alla porta posando la mano sulla maniglia. Sento la presenza di Shan dietro di me, al centro della stanza, che aspetta. Apro la porta e mi volto. A testa bassa attraverso la stanza e gli getto le braccia al collo stringendolo a me. Sento un sussulto e le sue braccia muscolose mi stringono a se. «Ci vediamo dopo...» Sussurro e mi stacco per andare via. La mia mano viene bloccata dalla sua, mi fa girare, e posa le sue labbra sulle mie. Poso la mano sulla sua nuca e gliel'accarezzo mentre rispondo al suo bacio.
«Kate...ti amo!» Mi guarda negli occhi e sussurra quelle parole dolci sulle mie labbra. 'Eh no Leto! Non mi farai crollare' involontariamente i miei occhi diventano lucidi. Abbozzo un sorriso e vado via senza rispondere.

L'aria fuori è leggermente fresca e il sole non é tanto alto. Saranno le 4:30-5 di pomeriggio il che mi fa pensare che ho dormito parecchio. Non so bene dove sto andando so solo che ho bisogno di un test di gravidanza. Solo una ragazza particolare e quando viaggio osservo tutte le strade e i negozi. Stamattina, mentre Jared guidava diretto verso lo studio, ho notato a 2-3 isolati, prima di arrivare a destrinazione, un drug store. I drug store sono le farmacie americane ma non si limitano a vedendere solo farmaci. Nella Pharmacy o Drugs Store trovi i viveri ma anche l'abbigliamento, infatti, sono edifici enormi e a volte su più piani. Mamma mi ha sempre detto che in italia le farmacie sono diverse: vendono solo medicine. Continuo a camminare sul marciapiede e le macchine mi sfrecciano accanto come sempre: anche in una zona abitata qui sfrecciano come pazzi. Sto cercando di non pensare al Positivo o Negativo del test. Non voglio fasciarmi la testa prima di cadere. Mi stringo nelle spalle e il mio cellulare vibra. 'Voglio stare sola! Basta!' Afferro il BB e noto che é arrivato un sms.
Da: Shan
'Mi sembrava un'addio...è successo qualcosa?'
Da: Kate
'No. Sono solo...non so. Non fai altro che trattarmi di merda'
Da: Shan '
Scusami...'
Faccio una smorfia quando leggo quel messaggio e ripongo il telefono in tasca senza rispondere. Non capirsco perchè ha questi sbalzi d'umore improvvisi, manco fosse lui incinta. Percorro i miei due isolati prima di arrivare al drug store. È posto ad angolo fra due grandi strade. In cima c'è una grossa scritta a neon rossa: Walgreens. Sui lati dell'entrata dello store ci sono i parcheggi che, a prima vista, mi sembrano tutti occupati e scarsi rispetto alla struttura. Sulle porte nere scorrevoli dell'entrata c'è un grosso cartello: Now Open. Questi drug store, come Walgreens, sono aperti 24h su 24 anche di notte. La struttura é tutta in pietra con un porticato, anch'esso in pietra, abbellito da volte. Mi avvicino all'ingresso schivando qualche macchina e subito le porte a sensore si aprono. Nel negozio ci sono quelle fastidiose musichette come quelle dei videogames. Inizio a camminare fra gli scaffali e mi guardo intorno in cerca del bancone della farmacia. Non è tanto affollato lo store, forse per l'orario. Ci sono solo una ventina di persone con i loro carrelli e i bimbi che urlano per capriccio. Il cellulare vibra di nuovo ma capisco che è una chiamata. Decido di ignorarlo e aiutandomi con le scritte in cima agli scaffali riesco finalmente a trovare la farmacia. É un semplice bancone posto ad angolo e su di esso, attaccato al soffitto, c'è un cartello luminoso con scritto: W (walgreens) Pharmacy. Sulla sinistra, alla fine del bancone, c'è uno scaffale pieno di medicine, credo, e prodotti per bambini. Il bancone é fatto di legno chiaro, forse di cigliegio, ed é diviso in due in modo che ogni cliente abbia la sua privacy. Se guardo bene, il bancone, non è a se ma sui suoi lati ci sono i muri e una porta per potervi accedere. La farmacia non é che un piccolo rettangolo pieno di medicine chiuso da un muro e un bancone: solo i dipendenti posso aprire la porta ed andare dietro al bancone. Mi avvicino lentamente ad uno dei due sportelli e noto una signora, dietro al bancone appoggiata sui gomiti, con gli occhiali e la testa bassa intenta a leggere un giornale.
«Salve...» Sussurro in modo che mi possa sentire mentre poso le mani sul bancone.
«Ciao, cara...cosa ti serve?» La signora alza lo sguardo e noto che porta un camice bianco dal quale spunta un dolcevita nero. Non è tanto giovane, avrà l'età di mia madre. Ha i capelli corti con un taglio a caschetto e una frangetta, ormai lunga, che porta di lato come se fosse un ciuffo. Indossa un paio di occhiali con lenti rettangolari e le aste nere e larghe. Ha un viso tondo e un filo di mascara e matita sugli occhi.
«Emh io...senta, ho un ritardo» il tono della mia voce si abbassa ulteriolmente e mi guardo intorno: fortunatamente non c'è nessuno. Non so perché mi vergogno tanto nel dirlo, non ho mica ucciso una persona. 'Test di gravidanza, Kate!'
«Ti prendo un test di gravidanza...tranquilla» mi sorride dolcemente e si gira per posizionare la scaletta difronte allo scaffale posto alle spalle del bancone. Guardo la scaletta e la mia mano non può fare a meno di accarezzare il bancone. 'Oh Shan, quante volte ti sei lanciato sul mio bancone per baciarmi. Quel bancone dietro al quale mi sono rifugiata in attesa del tuo arrivo. E la scaletta...la reggevi in modo che non potesse muoversi. Shan, dove sei?' Abbasso la testa e continuo ad accarezzare il bancone con i polpastrelli un po' malinconica. I miei occhi diventano leggermente lucidi e per ricacciare le lacrime volto la testa a destra. Accanto a me c'è un'espositore, di quelli a cesto, pieno di scatolette; Arriccio la fronte e leggo la scritta: Offerta Preservativi 2x1!
Alzo gli occhi al cielo e scuoto la testa. 'Vaffanculo, davvero divertente! Lo so che ho sbagliato! Basta' parlo mentalmente quasi rivolgendomi a Dio. Non sono mai stata una forte credente e praticante, certo, ho tutti i sacramenti tranne il matrimonio, ma sono stata costretta e andavo anche contro voglia al catechismo. Mi piace parlare con lui a volte anche se, per la maggior parte delle volte, non ho risposte. Penso che Dio sia uno solo per tutti: Dio, Allah, Buddah o Shiva. Non fa differenza. Sono una di quelle persone che si chiedono sempre "Se Dio esiste perchè succedono alcune cose?" Vivendo ad Anaheim ne ho viste e sentite tante.
«Ecco a te, cara...» La voce della farmacista mi riporta alla realtà e interrompe i miei pensieri. Scuoto la testa e prendo la scatoletta fra le mani esaminadola bene. Ero talmente immersa nei miei pensieri che non ho notato che la signora aveva posato il test sul bancone. La scatola é piena di scritte e tutta colorata. Arriccio la fronte e continuo a guardarla. 'Dio mio'. «Guarda è semplice...si vede che é la prima volta...se permetti ti spiego...» Alzo la testa e arrossisco.
«Emh si...grazie mille è molto gentile» mi gratto la nuca e sorrido timidamente.
«Ormai lavoro qui da 15 anni e ho visto tante ragazze come te, anche più piccole...anche di 13 anni!» Alza le sopracciglia e scuote la testa. Io non mi sento pronta a 22 anni, figuriamoci una bimba di 13 anni. Come si può rimanere incinta a quell'età? io giocavo con le barbie. «Vai al reparto 7, quello delle bibite e prendi una bella bottiglia di quello che preferisci...paga e ed esci dallo store. Sotto i portici ci sono delle panchine, siediti li e bevi. Quando senti di dover andare in bagno, prosegui sotto il porticato a destra e trovi il bagno. Devi fare pipì su per almeno 10 secondi...rimetti il tappo e posa il test su una superficie piana, come la cassetta dello scarico o la panchina...forse é meglio se ti siedi. 3 minuti e lo saprai...» 'Come sa che devo farlo ora? Ah, queste commesse!'
«Cosa si vede? La linea?» Continuo a girare la scatoletta e cerco di leggere le spiegazioni.
«2 linee se sei incinta...era una cosa voluta?» Alzo la testa e la guardo confusa. 'Ah la gravidanza!'
«No no...é successo» annuisce e infila la scatoletta in una bustina. «E tu lo vuoi?» Come sempre odio quando la gente mi rivolge le domande ma a questa come rispondo? 'Lo voglio?' «Non voglio sembrarle un'insensibile...ma dipende dal mio uomo...senza di lui penso che non sarei capace» questa è la verità senza il mio batterista famoso dagli occhi come nessuno, io, non saprei da dove iniziare.
«Crescerlo da sola é duro e tu hai ragione...le cose si fanno in due» mi passa il sacchetto ed io apro la tracolla per infilarlo dentro. «12,49 per te» afferro il portafoglio e pago. «Grazie mille e buona fortuna»
«Grazie a lei per la spiegazione» sorrido e richiudo la tracolla. «Arrivederci!» Seguo alla lettera le istruzioni della farmacista. Ricordo che Jared mi ha sempre detto che l'acqua di cocco fa fare tanta pipì cosi ho deciso di bere quella al posto di un succo di frutta o coca cola. Sono sulla panchina e mi sono seduta da pochi secondi. Ho posato il test di gravidanza sulla panchina e l'ho coperto con la sciarpa per non guardarlo. Per tutto il tempo il mio cellulare squillava ma ho deciso di ignorarlo. Lo afferro dalla tasca per guardare chi mi avesse chiamata anche se ho una mezza idea. Scorro nel menu e leggo: Shan 3, Jared 1, Matt 1 e Vicki 4. Sorrido e mi faccio un'idea su com'é andata. I Leto avranno chiamato Vicki per sapere qualcosa e forse lei preoccupata per la mia reazione mi ha chiamata tutte queste volte. Decido di chiamare Matt per sapere perchè mi stesse cercando. Porto il telefono all'orecchio ma il mio sguardo è fisso sulla sciarpa.
«Kate!» Urla un po' al telefono ed io sorrido. Amo il suo entusiamo e la sua semplicità, è una cosa che lo contraddistingue.
«Matt, ciao! Mi hai chiamata prima...» Porto le ginocchia al petto e mi stringo su me stessa. Fa leggermente freddo e il sole sta tramontando lentamente. Spero tanto che quei due non abbiano chiamato anche lui. Mi sembra di avere 3 padri, a volte, ma so che sono protettivi perchè ci tengono a me, in particolare Shan.
«Emh si scusami, disturbo?» 'No no sto solo aspettando un risultato che mi cambierà la vita'
«No no, Matt...lo so ti dovevo inviare le foto...che stupida, non appena chiudiamo la chiamata te le allego in un'email» il mio tono di voce diventa leggermente ansioso e preoccupato, non so neanche io perché. Sento una leggera risatina.
«Ehi, tranquilla é tutto ok...quando puoi. Come stai?» 'Male! Malissimo!'
«Bene...tu?» Sospiro e abbasso la testa passandomi una mano fra i capelli.
«Io bene...ma dalla tua voce non si direbbe, Kate...» Faccio un bel respiro e non rispondo. Sento che aspetta ma io chiudo un attimo gli occhi per riordinare i pensieri. La gente mi passa accanto, forse pensano che sono una barbona. Scuoto la testa, non m'importa di quello che penso la gente, non ora. «Kate...» La sua voce cosi bassa e cristallina ma anche un po' famigliare mi fa cedere.
«Matt...sono fuori da walgreens, non so neanche che via sia...però è vicino allo studio dove incidono JJ e Shan. Ho avuto un ritardo e sto aspettando il risultato del test seduta alla pancina» sento silenzio dall'altra parte, sembra quasi scioccato. Non so perché gliel'ho detto. È vero, ci conosciamo, ma non cosi tanto. Matt ha dei figli e sa cosa vuol dire, forse il mio cervello mi ha spinto a dirglielo perché mi avrebbe capita, in un certo senso. Subito mi sento più leggera, libera.
«Non era programmato?»
«No...» Sussurro e continuo a chiudermi su me stessa come un riccio. «Dovrei controllare...ci ho messo la sciarpa su» sorrido e tiro su con il naso. In effetti è un comportamento infantile.
«Ti richiamo dopo o...» Interrompo la sua frase e alzo di scatto la testa dalle ginocchia.
«No! Stai con me...scusa è che mi sembra un miracolo parlare con te perchè hai figli e mia madre non lo sa neanche...sei il primo» il suo silenzio mi fa capire che sta sorridendo. Pagherei oro per vedere quel sorriso adesso. È cosi rassicurante.
«Bhe si...ma io non ero pronto. In fondo chi lo é?»
«Non saprei neanche da dove iniziare se fosse positivo, Matt»
«Non voglio dirti cazzate...più o meno sai che sono una persona che non ha peli sulla lingua. Ma ti dirò...all'inizio ero terrorizzato...ma lo nascondevo perchè era più forte il desiderio di diventare padre. Non avevo senso paterno e già ci vedevo in difficoltà. Due omossessuali alle prese con un bambino...di per se era già difficile. Ma poi é venuto tutto spontanio...fidati, avevo paura per fino di tenerli in braccio e di fargli male per quanto erano piccoli. Tu cosa speri che sia?» Le sue parole sono consolatorie e sa sempre cosa dire. Grazie cervello per avermi fatto chiamare Matt. Accennò la sera di capodanno l'argomento bambini e figli di omosessuali ma non entrò nei particolari. Forse era una cosa che voleva fortemente Simon più che lui.
«Negativo? Non saprei...non mi sento all'altezza»
«Per qualsiasi figlio é cosi...sopratutto per il primo...hai visto cosa dice?» Io sono sempre a favore di tutto per quanto riguarda gli omosessuali e Matt lo sa. Sono a favore del matrimonio e anche della possibilità di avere figli perchè non importa chi siano i genitori, basta che ci sia amore. Tutto questo mi fa pensare a come Shan potrebbe prenderla. 'Speriamo sia negativo'.
«No no sto per alzare le sciarpa» riempio i polmoni di aria gelida e la trattengo mentre lentamente alzo la sciarpa. La poso sulle gambe e afferro il test chiudendo gli occhi. Le mani mi tremano e sento il viso caldo mentre il resto del corpo é congelato. Getto l'aria fuori liberando i polmoni e apro lentamente gli occhi. Avvicino il bastoncino al viso e guardo bene il risultato: due linee viola/blu ben marcate. «Pos...sono incinta» la mia voce si é limitatata ad un sussurro che si perde fra l'aria gelida di Los Angeles. Le persone continuano a camminarmi intorno ed io riposo il test nella borsa. Il mondo si é fermato, tutto si é fermato. Non riesco a pensare a parlare, a sentire e a muovermi. Dovrei essere felice? Dovrei disperarmi? Che diavolo devo fare ora? È tutto un tale casino.
«È bellissimo Kate...il frutto del vostro amore! Non vederlo come una cosa brutta...» Quanto sono vere le parole di Matt. Perché vederlo come una cosa brutta e di cui sbarazzarsene? É il frutto, il risultato, di una delle notti più belle della mia vita passata con lui. Quell'uomo che amavo da quando ero adolescente e che un giorno, grazie ad una metropolitana, sono riuscita a conoscere. Non ho fatto nulla, sono stata me stessa, e lui si è innamorato di me. Prima di venire qui mi ha detto "ti amo" ed io come una stupida non ho risposto. Come può allontanarmi o lasciarmi perché sono incinta di suo figlio? Shan non è quel tipo di uomo e questa volta ne sono sicura. Avevo dubbi sulla reazione al bacio ma questa volta metterei la mano sul fuoco. Conosco il suo sguardo davanti ad un bambino o quando si parla di loro, diventa un altro. Il suo desiderio di essere padre è cosi forte che quasi l'ha fatto diventare impossibile. Non può arrabbiarsi per una cosa cosi come non può abbandonare suo figlio.
«Grazie Matt...» Asciugo velocemente una piccola lacrima che aveva appena iniziato il suo percorso sul mio viso e sorrido. «Vedrò come dirlo a Shan...speriamo bene» cerco di convincere me stessa con quelle parole anche se la mia mente pensa a tante altre cose.
«Vedrai che sarà al settimo cielo! Ne sono sicuro!» La sua voce acquista vigore e sembra frizzante e felice. Mi mette di buon uomore.
«Me lo sentivo...non appena ho capito di avere il ritardo...ne ero sicura. Shan mi ha sempre detto che ama i bambini e che ne vorrebbe tanti» sorrido e scuoto la testa. "Ci pensiamo noi a mandare avanti il genere umano" queste furono le sue parole che mi disse ridendo. Mi fece immaginare una grande casa piena di piccoli Leto che suonavano qualsiasi tipo di strumento: un casino. Lui rideva e raccontava facendomi fantasticare. Erano progetti con un prospetto di anni e anni, quasi 10.
«Allora lo renderai l'uomo più felice del mondo. Dai, con Simon non faceva altro che parlare di pannolini e pappine...ricordi? Erano pesanti e pallosi per noi» mi ricordo perfettamente. Andavano cosi daccordo e parlavano solo di quello. Io e Matt siamo simili, lui non era pronto e neanche io lo sono. Spero tanto di diventare come lui.
«Si, ricordo...sarà più bravo di me...» Sorrido e mi passo la mano sulla fronte.
«Ecco, magari aspetta un po' a dirglielo...trova il momento giusto....» Continuo ad ascoltarlo mentre vedo un uomo avvicinarsi con una macchina fotografica. Lo ignoro e volto il viso. «Senza fargli venire un infarto...» Ridacchia e io abbozzo un sorriso rimanendo in silenzio. Il tizio si avvicina e inizia a scattarmi delle foto con un flash abbagliante.
«Ma cazzo! Che vuoi?» Infilo la tracolla e mi alzo allontanandomi ma lui mi segue.
«Eh?» Sento la voce di Matt che é ancora in linea.
«Che succede?!»
«C'è uno che mi fotografa, cristo che nervi!» Abbasso la testa tenendo il cellulare all'orecchio e attraverso velocemente tutto il porticato arrivando davanti all'entrata del negozio.
«Torna in sala di registrazione, Kate. Ci sentiamo dopo. Ignoralo e cammina»
«Mi insegue pure!» Faccio un leggero slalom fra le macchine del parcheggio e attraverso la strada.
«Forse ce n'è più di uno...abbassa la testa e cammina alzando il passo» il sole ormai é basso ed è tramontato da poco.
«Grazie Matt! Torno subito...grazie di tutto! Poi ti richiamo e invio le foto!» Allungo il passo e cammino più velocemente mentre il fotografo é sempre dietro di me.
«Figurati! Fammi sapere...stai attenta! Ciao Kate!» Chiudo la chiamata e infilo il telefono in tasca. Il mio passo aumenta ancora e diventa una corsa.
«Perché mi insegui? Che vuoi?» Corro sul marciapiede e sono già stanca ma riesco a tenere un ritmo costante in una corsetta.
«Per farti le foto! Sei la ragazza di Leto?» Mi dice con il fiatone e continua ad inseguirmi.
«Mi dai fastidio! Per favore hai fatto le tue foto! Vai via!» Ho il fiatone e l'affanno anch'io ma mi manca poco per arrivare.
«Voglio vedere dove vai cosi ho una bella esclusiva!» 'Una che? Dio mio' continuo a correre e lui non cede. Non mi preoccupo per due foto perché non sono un problema ma l'essere seguita e vedermi alle spalle questo flash abbagliente mi da fastidio. In 5 minuti sono arrivata già al cancello dello studio. Citofono e l'uomo rimane alle mie spalle.
«Questa é proprietà privata!» Continuo a tenere la testa bassa. 'Dai Jared, cazzo! Apri!' Agito le gambe per il nervoso e finalmente sento il cancello aprirsi. Entro e mi giro per chiuderlo ma il fotografo mette il piede in mezzo e lo blocca. Continua a scattare le foto accecandomi con il flash. Spingo il cancello contro il suo piede ma lui continua a tenerlo li. «Ho detto che é proprietà privata! Non ci può entrare qui!» Continuo a spingere il cancello con tutta la forza che ho ma non molla. 'Dannazione!' «Devo solo fare delle foto ai 30 seconds to mars e chiedere qualche informazione sull'album!» Rimane con il piede che blocca la porta ed esce dalla tasca un registratore. «Ho detto di no! Ora non é possibile e non rilasciano interviste! Sono a lavoro! Vada via, dannazione!» urlo un po' e lui ripone il registratore. Infila la mano velocemente fra le sbarre e mi afferra il bavero della giacca. 'Ma che cazzo?!' Apro il cancello constringendolo a ritirare la mano e il piede a se.
«Mi faccia passare!» Mi afferra di nuovo il bavero della giacca e mi strattona.
«No! Si fotta!» Crede veramente che io gli permetta di importunare i ragazzi e di rubare notizie in esclusiva da sbattere sui giornali? Certo come no. Gli do un calcio forte fra le gambe e lo spingo via sbattendo il cancello per farlo chiudere. «Te la sei cercato! Fotografati i tuoi coglioni distutti!» Continuo ad urlargli contro e gli punto anche il dito. Il poverino si piega su se stesso portandosi una mano avanti.
«Ti denuncio!» Urla con la voce soffocata per il dolore.
«Accomodati! Ti sembra normale forzare un cancello di una proprietà privata? No! Vaffanculo! Oh» mi sistemo il giubbottino, i capelli e mi accarezzo involontariamente la pancia. 'Visto? Non devi essere mai debole. Me l'ha insegnato il tuo papà però ssh non diciamoglielo, rimane fra noi' sorrido come un'ebete e inizio a scendere le scale. Alzo lo sguardo e noto che il giardino é tutto buio, c'é solo la luce dello studio che attraversa i vetri e illumina una piccola parte della piscina. Continuo a scendere le scale e noto tre presenze fuori dalla porta a vetro che da sul salotto dello studio. 'Oh merda...papà con gli zii, ooh!' Storco la bocca in una smorfia fra un "ho combinato un casino" e un sorriso. Finisco di scendere le scale e mi avvicino lentamente a loro. Le tre figure da essere nere acquistano colore e confermano le loro presenze.
«Vado a recuperare le foto» Shannon mi sorride orgoglioso e si dirige verso il povero tizio.
«Sera...» Sorrido timidamente mentre Tomo e Jared mi guardano sconvolti. 'Ho esagerato?' Direi di si ma quando si tratta di loro e di lui posso ammazzare anche, come ho già detto. Non me lo sarei mai perdonato se mi avesse superato e sarebbe piombato in studio fotografando qualsiasi cosa. Mi rendo perfettamente conto che il mio atteggiamento e il mio linguaggio erano poco femminili ma odio ripetere le cose tante volte ed essere ignorata.
«Bentornata...un'entrata silenziosa direi! Ti ha seguita?» Jared infila le mani nelle tasche e mi guarda lanciando qualche sguardo verso le scale. Mi volto verso le scale ma non vedo nessuno. 'Il tuo papà e il suo dannato limite'
«Si dal walgreens infondo alla strada...» Apro la borsa ed estraggo la bottiglia per poter bere un goccio di acqua di cocco, infondo ho ancora il fiatone.
«Sei andata li per...?» Mi toglie la bottiglia dalla bocca senza darmi il tempo di finire di bere e la porta alla sua bocca.
«Ehi! Jay! Per comprare l'acqua di cocco che tanto ti piace, mi sembra ovvio...scherzo, per stare per i fatti miei...lo sai come sono fatta» annuisce e continua e bere.
«Fotografati i tuoi coglioni distrutti! Wooh ooh!» Tomo mi imita ed io scoppio a ridere. 'Ero cosi terribile?'.
«Oh donna! È stato epico!» Continuo a ridere insieme a Tomo e Jared spruzza un po' di acqua di cocco ovunque e scoppia a ridere.
«Tomo ma hai visto che calcio...tipo stavamo tutti e tre qui e abbiamo detto insieme "uh! Ahi!"» Jared storce la bocca in una smorfia di dolore e porta le mani avanti. Lo guardo e continuo a ridere mentre mi reggo la pancia. 'Non é tutti i giorni cosi, piccolo...lui é tuo zio ed é sempre cosi...abituati'
«Ti sei fatta male?» Shan spunta alle mie spalle e passa la macchina fotografica e il registratore a Jared. Sgrano gli occhi e lo guardo.
«Io sto bene...ma quello?» Lo guardo e sbatto le palpebre velocemente. Jared accende la macchina fotografica e guarda le foto mentre Tomo ci ascolta.
«Benissimo...» Sorride con uno dei suoi sorrisi maliziosi e un po' malvagi.
«Si, ti ha dato la macchina fotografica e il registratore di sua spontanea volontà?» Alzo il sopracciglio e poso la mano sul fianco mentre Tomo ridacchia e viene fulminato dallo sguardo di Shan.
«Ovvio...» Alza le sopracciglia e chiude gli occhi con aria orgogliosa.
«Si...come no!» Ridacchio ed entro nello studio per riscaldarmi. Mi siedo al divano e tiro un sospiro di solievo. Lentamente l'adrenalina va via e mi rilasso.
«Tutto ok?» Shannon si siede sulla sua poltrona e mi guarda. Sono stanca e le gambe mi fanno male per la piccola corsetta.
«Si si...ho corso solo un po'» gli sorrido e mi massaggio le ginocchia.
«Acqua di cocco eh?» Jared fa il giro del divano e si siede accanto a me.
«Davvero buona! Volevo provarla» sorrido e anche Tomo si siede con noi sul divano. Mi guarda e mi sento leggermente in imbarazzo. «Cosa avete fatto?» Accavallo le gambe e gli guardo. Non voglio stare al centro dell'attenzione e non voglio dare spiegazioni a nessuno.
«Mh il solito...» Risponde Tomo ed io faccio spallucce.
«Eravate fuori da tanto? Avete visto tutto?» Mi mordo le labbra per il nervoso mentre Jared si incanta a fissare il tavolino. 'Che vitalità!'
«Abbiamo visto tutto...» Precisa Shan e inizia a tamburellare le dita sul bracciolo della portrona. La tensione si sente e non sappiamo neanche di cosa parlare.
«E non sei intervenuto» faccio una smorfia con la bocca e annuisco dispiaciuta. È vero, mi piace fare le cose da sola ma è anche bello sentirsi protette.

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Capitolo 32
*** He is my nephew ***


Siamo appena tornati a casa ed io e JJ siamo distrutti. Fuori fa freddo e per fortuna in casa si sta benissimo. Abbiamo chiacchierato per poco più di mezzora ma non ho più parlato: sono rimasta zitta. Ho pensato tanto mentre loro chiacchieravano, è stata una giornata davvero pesante. Sapere che Shannon fosse li e che non ha voluto difendermi, ha fatto crollare un po' tutti i miei pensieri e la mia fiducia. Certo, ho 22 anni e posso cavarmela da sola, e allora perchè mi sembra come se non gli importasse? Ho pensato a lungo. Ero li con loro ma ero chiusa nel mio mondo.
«Kate, hai fame?» La voce di Jared mi porta alla realtà. È davanti a me e mi sorride con la testa piegata a destra.
«Oh no no, Jay...grazie» gli sorrido e lo supero per dirigermi verso le scale. Lui rimane li, davanti alla porta della cucina, e mi guarda salire.
«No ehi aspetta...stai a digiuno!» Apro la porta della mia camera mentre sento la voce di Jared avvicinarsi. I suoi passi rumorosi che salgono le scale mi confermo che sta venendo da me. 'Perchè? No ti prego!' Sospiro ed apro l'armadio, mi fermo a guardarlo un attimo mentre lui entra in camera. Poso le mani sulle ante dell'armadio e abbasso la testa. 'Sto fuggendo? Dove vado ora?' Allungo la mano e afferro la sua canotta che tengo nascosta fra uno dei miei maglioni. La guardo e quasi mi sembra di averlo qui. Mi manca. Mi manca tutto di lui. Mi manca quello che eravamo. Mi manca potergli dire le cose con semplicità senza ricorrere a bugie. Qualcosa mi dice che non mi vuole più, credo. È bravo con le parole ma i fatti? Prima era tutto il contrario. Prima mi dimostrava tutto e le parole potevano anche essere omesse. Ora è il contrario.
«Kate...» La voce di Jared è bassa e calma, forse preoccupata. Allunga la mano verso di me ma io mi schivo. Continuo a fissare quella canotta. La sua canotta che tanto ama. Quella con cui provava. Serro la mascella con l'intento di non piangere. Fallisce miseramente quando le lacrime iniziano a rigarmi il viso e la mia vista si appanna.
«Vi ho rovinato la vita...» Continuo a tenere la testa bassa e mi siedo al divanetto. Mi sento vuota, strana. Vorrei solo che lui fosse qui. Vorrei che mi dicesse cosa devo fare. Vorrei rassicurazioni.
«Cosa? Eh? Che stai dicendo?» Jared si avvicina a me e posa le sue mani sulle mie ginocchia per poi piegarsi sulle sue ginocchia. Mi guarda e cerca il mio sguardo mentre io rimango con la testa bassa.
«Ho detto che vi ho rovinato la vita...non faccio altro che mettervi uno contro l'altro...tuo fratello è nervoso...fuma e beve per colpa mia. Tu non lo so...avevi una casa libera prima...ora hai una cogliona che porta solo guai» sospira e abbassa la testa mentre la scuote.
«Mio fratello ha sempre bevuto e fumato...non c'entri tu, lui é cosi. Io non ho mai visto Shannon come ora...ok, ultimamente non andate daccordo, ma capita no? Lui è un uomo che scherza e ride ma infondo non è felice e si capisce...capisci che manca quel qualcosa. Quel qualcosa che solo tu gli dai...ed io lo vedo. Forse a te non sembra ma io lo conosco bene...fidati se ti dico che gli hai solo migliorato la vita...e anche a me» la mia testa é sempre in quella posizione: bassa. Noto la sua bocca aprirsi in un sorriso.
«No invece...é un casino! Il tour...é tutto cosi veloce...mi sta travolgendo e non so neanche io dopo cosa succederà» arriccia la fronte e si siede accanto a me accavallando la gamba. Tipico di Jared sedersi cosi. È sempre cosi composto e vederlo alterarsi è più che raro. Prende tutto con leggerezza, cosi sembra.
«Il tour? Avevamo deciso che venivi con noi...se dovete fare cose zozze vi prendo un bel bus tutto per voi!» Sorrido anche se non è il momento giusto. Lui sorride insieme a me e mi accarezza la schiena lentamente.
«Quello non é un problema» alzo la testa e lo guardo. «Se andassi via ora? Cosi, sparisco...avrebbe solo dei bei ricordi, no?» Continuo a piangere e balbetto mentre lui mi guarda e diventa triste. La sua fronte si abbassa e le sue labbra si arricciano leggermente.
«Sai che ti cercherebbe ovunque...impazzirebbe, lo sai. Perchè vuoi fargli una cosa simile? Perchè vuoi fagli del male?» Sospiro e mi passo le mani fra i capelli. Non saprei come dirglielo o forse non voglio dirglielo.
«Non voglio fargli del male...lo so che impazzirebbe. Forse sono egoista» mi asciugo le lacrime anche se continuano a scorrerere ormai senza controllo.
«No, non lo sei...» Mi guarda e studia ogni mio movimento. Cerca di capirmi e di capire cosa cerco di dirgli.
«Si, perchè sto proteggendo me stessa perché mi lascerebbe!» Il tono della mia voce di alza leggeremente e diventa quasi disperato. Mi sento in gabbia. Non posso uscire per andare avanti o indietro. Non si può. Sarebbe tutto più facile se potessi tornare indietro.
«È solo un momento! Mi ha detto che gli manchi...mi hai fatto dire tu quella bugia! È convinto che tu mi abbia baciato e non se ne fa una ragione! Ti avevo detto che non serviva e ora stiamo cosi!» Si alza di scatto e anche il tono della sua voce aumentano. Mi sta rimproverando e mi sembra veramente arrabbiato e spazientito.
«Io l'ho fatto per te! Per voi! Principalmente perché ci tengo a te e anche perché ci lavori con lui. Se litigate come cazzo fate eh? Avete una band e non avrei mai permesso una cosa del genere! Lo sai, cazzo! Conosci tuo fratello meglio di me...non sarebbe più venuto in studio e non ti avrebbe rivolto la parola per un po'! E come facevate con la band, il cd da completare e il tour? Spiegamelo! Ecco perché me ne voglio andare...perchè è un casino con Shan e pure questa cosa...» Mi alzo anch'io e mi posiziono davanti a lui. Gli urlo in faccia quasi isterica e un po' mi dispiace. Lui mi guarda negli occhi e non batte ciglio. Incassa tutte le cose che gli dico.
«Questa cosa, cosa?» Torna di nuovo calmo e il suo sguardo si abbassa e si sofferma sulla mia pancia. 'Che cosa? Come lo sa?' Avvolgo le mani intorno alla pancia e abbasso la testa spostando i capelli davanti quasi per coprirmi. «Kate...» Mi sposta i capelli mettendomeli dietro e mi alza la testa posando l'indice sotto il mio mento.
«Si...sono incinta, come lo sai?» Non riesco a sentirlo perché non lo sto toccando ma sono sicura che il suo corpo è pietrificato e tutto contratto: glielo si legge in faccia.
«Non chiamarlo "cosa" per favore...è un bambino. Lo so perché quel fotografo ti aveva fotografata mentre guardavi il test. Sfogliavo le foto e lo visto. Le ho cancellate subito dalla macchina...all'inizio pensavo di aver visto male...poi ho capito» si risiede al divano posando la schiena allo schienale e non accavalla le gambe. Sembra rilassato o forse cerca di controllarsi.
«Si, dovevo avere delle conferme cosi sono scappata dallo studio oggi pomeriggio...Shannon era li e tu non hai detto niente, perchè?» Mi siedo accanto a lui portando le ginocchia al petto.
«Cosa dovevo fare? Non potevo puntarti il dito contro e dire "è incinta!". Non ti ho chiesto neanche se lo fossi perchè aspettavo che lo dicessi tu. Chi altro lo sa?»
«Matt...perchè l'ho chiamato mentre aspettavo il risultato...praticamente me l'ha tirato di bocca perché mi sentiva strana. Solo tu e lui lo sapete. Non ho neanche chiamato Vicki...»
«E lui cosa ti ha detto?»
«Che Shan sarebbe stato felice e che é il frutto del nostro amore...gli ho dato ragione, ma ora penso tutt'altro»
«Shan sarebbe felicissimo...»
«Certo, non mi calcola più...ed io non voglio neanche dirglielo...»
«Cioè? Lo devi tenere allo scuro di tutto? Prima o poi ti si vedrà la pancia e avrai un bambino!» Non so neanche io cosa sto dicendo. Non sto pensando neanche. So solo che ho bisogno di sapere come può prenderla lui, solo cosi posso decidere.
«Se io...abor...quello, non si vede più nulla» abbasso la testa. So perfettamente che non é una soluzione ed é una cosa orribile da fare, ma è un'ipotesi. O in tre o sola. Solo lui sa come aiutarmi e ha un gran senso paterno.
«No! Cosa? Che? No! Tu...no! è mio nipote!» Jared si alza di nuovo e cammina davanti a me scuotendo la testa.
«E pensi che non lo sappia? Non è una cosa bella...ma io senza Shan, non lo voglio!» Rimango sul divano e lo fisso. Cammina e pensa scuotendo sempre la testa.
«Non é un'oggetto! Non si tratta di volere o no...non é una cosa che si butta! Hai bisogno di riflettere sulle tue priorità. Perché non lo vuoi?» Si ferma un attimo e mi guarda battendo il piede a terra. Mi mette ansia e nervoso.
«Le mie priorità siete voi e basta. Non voglio che succeda nulla a voi...non voglio che Shannon scappi da qualche parte se lo sa...e se lo sa e lo accetta ma decide di lasciare tutti per dedicarsi a lui? Ci pensi a questo? Pensi che glielo permetterei? No! Prima di me...prima di tutto quello che esiste...ci siete voi, c'è lui che é arrivato qui sudando e cadendo...ha realizzato il suo sogno e non permetto che butti tutto per me o per lui. Sarebbe bello si, e so che potrebbe farlo, ma non posso vedere la fine della band solo perchè sono stata stupida io. È stato un'errore» mi guarda e sbatte le palpebre. Si calma e si siede accanto a me.
«Non è mai un'errore...»
«Un'errore mio e lui potrebbe arrabbiarsi perché sono una cogliona...gli ho detto io di andare tranquillo»
«Che? Aspetta...non ti seguo» ho quasi il fiatone per quanto parlo veloce. Forse voglio liberarmi prima che il coraggio mi manchi.
«È imbarazzante Jay...io e Shan non l'abbiamo fatto subito...la sera di natale era la prima volta che l'abbiamo fatto...era la prima volta per me...e lui lo sapeva e ha voluto aspettare apposta...ci conoscevamo da più di un mese e non abbiamo fatto niente prima della sera di natale» arrossisco e la mia voce si limita ad un sussurro.
«E Shannon non ha preso precauzioni?»
«Ne avevamo parlato ed io gli dissi di stare tranquillo...avrei preso la pillola ma poi siamo andati a malibù, il mini viaggio, sei venuto a casa e mi sono dimenticata proprio. Abbiamo fatto talmente tante cose che non sono stata un attiamo sola per ricordarmi»
«Si ma può capitare...non é un'errore!»
«Lo so...però capisci che se una persona ti dice di stare tranquilla è perché sa quello che fa e quindi ti fidi. Come glielo dico che sono stata una stupida? Non si fiderà più di me» solo sentendo le mie parole mi rendo conto di quanto dirglielo possa far crollare l'immagine che lui ha di me. Sa che gli dico tutto e non mento mai, dirglielo farebbe crollare la sua fiducia. Riponeva della fiducia nel fatto che ci avrei pensato io ed invece mi sono dimenticata.
«Io bhe...» Sospira e chiude un attimo gli occhi per poi riaprirli «qualsiasi cosa decidi di fare, io ci sono...sai che una delle due soluzioni non l'approvo ma non posso convincerti...ti chiedo solo di riflettere. Rimani qui, non venire in studio perchè é stressante stare li e Shan sta sempre nervoso, lo sai...pensaci su quanto vuoi...prenditi del tempo per te, ma rimani qui...io non ho problemi...valuta per bene tutte le soluzioni e le conseguenze possibili. Io ti aiuto ma sai meglio di me che hai bisogno di stare sola con te stessa...con lui...» Mi guarda e posa la mano sulla mia pancia sorridendo dolcemente. 'Zio ti ama già...guarda che faccia da ebete!' Gli occhi mi diventano dinuovo lucidi nel vedere Jared in quello stato.
«Grazie...a Shan diciamo che ho l'influenza e per un po' sto a casa dei miei. Glielo dici tu e gli dici che appena sto meglio gli scrivo» stringo a me Jared e lo abbraccio forte.
«Un'altra bugia? Vorrà vederti...» Mi stacco dall'abbraccio e lo guardo. In effetti ha ragione ma non saprei che altro dirgli.
«Non puoi dirgli che sono qui e che non voglio venire in studio. Sa che mi piace e che verrei anche in fin di vita...tu digli cosi e digli che voglio del tempo per me dato che sto male» l'ultima volta che gli ho detto cosi, lui è venuto a cercarmi. Disse che ci stette male e che si sentiva cosi solo e incompleto senza di me.
«Va bene...l'ultima però...» Jared mi accarezza il viso e quella strana sensazione allo stomaco torna. Sento bruciare e pungere sotto il petto. Mi alzo di scatto e corro in bagno. Faccio in tempo ad arrivare al wc che si ripete, come in dejavu, la scena di questo pomeriggio. Mi piego e tossisco. Rimetto l'anima e quel poco di acqua di cocco, penso. Sento la mano di Jared posarsi sulla mia schiena. Lentamente le sue mani passano fra i miei capelli e gli raccolgono sulla nuca per non fagli sporcare. La mia schiena si inarca involontariamente ad ogni contrazione dello stomaco. Sembrano quasi pugni. Lo stomaco continua a contarsi e a farmi male ma non esce nulla perché sono a digiuno. Rimetto solo quei pochi succhi gastrici. La testa mi gira ma riesco ad alzarmi. Afferro un pezzo di carta igienica e mi pulisco mentre scarico.
«Scusami...» Abbozzo un sorriso mortificato e mi avvicino al lavandino per lavarmi i denti.
«E di cosa? Tranquilla...vuoi andare all'ospedale?» Jared si appoggia al muro con la spalla mentre io mi lavo i denti e asciugo la faccia e la bocca.
«Non é normale?» Mi sorride e scuote leggermente la testa.
«Non é lui...é un po' troppo presto...penso sia dai 2/3 mesi in poi» come fa a sapere certe cose? Mi sembra preso e abbastanza informato. Bhe in fondo lo chiamo Google o Wikipedia a volte. 'Che demente e che nomignoli che gli do!' Qualsiasi cosa gli chiedi, lui la sa e a me piace perchè è sempre disponibile.
«Ecco...tu lo sai ed io no, iniziamo bene...» Faccio una smorfia e mi passo una mano fra i capelli.
«Mi piacciono i bambini...»
«Hai detto lui? Credi sia un lui?» Storce la bocca di lato e fa spallucce.
«Sicuro sarà un Leto!» Sorride orgoglioso e alza il sopracciglio. «Sai, non ha importanza...penso anche per Shan. Basta che sia sano»
«Lo so...era per dire. Tu vorresti fosse un maschietto?» Sorrido e mi prendo fra i denti il labbro inferiore. Vederlo cosi mi da quel briciolo di forza e di felicità che Shan mi darebbe da solo.
«Una Leto...una bella bruna come la mamma e dagli occhi color nocciola e verdi come il papà...» Jared mi da un'immagine di quella che potrebbe essere mia figlia: una meraviglia. Sarebbe bello vedere una bimba bruna dagli occhioni verdi che da la manina a Shan. «Mamma sarebbe felicissima...non appena glielo dirai, se decidi di tenerlo...io spero di si...la renderesti la donna più felice del mondo. E magari Shan potrebbe pensare di mollare tutto...si, ma solo per voi...lo farei anch'io per la mia famiglia...ma darti colpe o abbandonarti, mai...non é quel tipo di uomo»
«Ti aspettano tutti...vedremo il tuo papà che vorrà fare piccolo» mi accarezzo la pancia e Jared sorride quasi con le lacrime agli occhi. Non l'avrei mai buttato come un sacchetto delle patatine. Era un momento da "mi sta crollando il mondo addosso" ed era un'ipotesi. Ha ragione Jay: devo solo pensarci su.
«Hunter...»
«Cosa?» Alzo la testa e lo guardo confusa.
«Piccolo Hunter...suona bene»
«Hunter? Mmh e se é femmina?»
«Hunter come la tua canzone preferita. Non é il nome definitivo anche perché non é bello...al posto di chiamarlo Junior, bimbo o piccolo...sai, quei nomi li? Poi se sapremo il sesso...decidiamo un nome no?»
«Joseph...e non lo cambio...se é maschio si chiamerà come te...non mettiamo il primo nome cosi vi distinguete»
«Lo metteresti davvero?»
«é da quando ho 14 anni che lo dico...e lo farò! Certo nei miei programmi c'era il nome Jared e Joseph ma non pensavo che suo zio fossi stato tu»
«Grazie che ci sostieni cosi tanto e ci metti prima di tutto. A volte mi chiedo come fai»
«Sono cresciuta con la vostra musica...penso sia normale»

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Capitolo 33
*** I kissed her ***


6 Gennaio 2013 4:30 pm
 
Sono seduta al divano e mi annoio a morte. La tv ènoiosa, non danno mai nulla di interessante e che mi piaccia. Mi sistemo sdraiandomi e poso la mano sulla pancia. Sto ancora male e mi nutro solo di pane e frutta, se mangio qualcosina in piùfinisco per rimettere tutto. Prima o poi passerà perché è influenza. Sono 4 giorni che non sento Shannon. Jared mi dice che sembra tranquillo ma ogni tanto si innervosisce facilmente: è teso. Forse si chiede dove sia finita. Ho ricevuto una decina di sms, tutti bellissimi. Gli manco, mi scrisse, ma mi ha anche detto che sa che voglio del tempo e che non sto male. Non é proprio cosi, ma sto lontana da lui per prendere decisioni. Mi sembra passato un secolo da quando eravamo allo Chateau Marmont e invece era solo qualche giorno fa. I giorni passano lentissimi e una settimana sembra un mese. Sarà forse la sua assenza. Ho pensato tanto, notte e giorno, su quello che avrei dovuto fare. Mi sono resa conto, troppo tardi forse, che ho bisogno di lui e di parlare con lui: da sola non posso decidere niente. Ho bisogno di sapere cosa ne pensa e cosa vorrebbe fare. Mi sono allontanata da lui e ci sto malissimo perché si sa che i girasoli hanno bisogno del loro sole. Io sono un girasole e lui èil mio sole: non posso vivere senza di lui. Jared c’è, lui c’è sempre, ma non è come Shan. Mi mancano i suoi sorrisi, la sua risata rumorosa, e i suoi sguardi penetranti. Sembra come se qualcuno mi abbia tolto la musica, un rifugio, e quel qualcuno sono io. Nella mia vita mi sono sempre fatta male da sola, involotariamente, e continuo ancora perché insisto a stare lontana da Shan. Ho sempre provveduto per me stessa da sola, Kate per Kate, e forse dentro di me non accetto ancora questa mia dipendenza che è Shan.
«Mela...ti va?»Jared spunta da dietro al divano con un piccolo piattino in mano. Alzo la testa e mi siedo al divano. E’ sempre cosi premuroso con me e Shan dovrebbe ringraziarlo. Dove sarei io senza Jared? A casa mia, nel letto, a fare il vegetale. Quando guardo Jared penso subito a Shan e alla promessa che gli feci: devo amare me stessa. Già la infransi una volta e non voglio ripetere lo stesso errore. Trovo la forza perchépenso che lui sarebbe orgoglioso di me. Non voglio neanche che Jared si insospettisca perchélui non sa niente, èun segreto fra me e Shan.
«Ci provo...» Si siede accanto a me e mi passa il piattino. Ha fatto la mela a pezzettini e ha portato anche una forchettina. Prendo la forchetta e porto alla bocca un pezzettino di mela. «Non vai a lavorare, Jay?» Lo guardo e mastico la mela. È davvero buona, croccante, come piace a me. Mi guarda: ha i capelli con il solito codino e indossa una tuta. Mi sono sempre chiesta “ma perché si fa sempre il codino?” ho visto una sola volta i capelli di Jared sciolti, al naturale, e scoppiai a ridere rotolandomi a terre. Sembrava avesse preso una scossa o che si fosse fatto un giro in macchina con la testa di fuori al finestrino. Tossisco quando un pezzettino di mela si blocca in gola al pensiero di Jared con quei capelli.
«Èdomenica, Kate...» Sgrano gli occhi e sbatto le palpebre mentre lui ridacchia e scuote la testa per poi accavallare le gambe.
«Che stupida!» Prendo un altro pezzetto di mela e lo mangio. «Sembra passato un secolo!» Finisco di masticare e il mio BB sul tavolino squilla. Ogni volta che mi arriva una chiamata sento una fitta al cuore. La suoneria ésempre quella: la nostra canzone. Non ho il coraggio di toglierla. Non ho il coraggio di dimenticare perchéforse non voglio. Perché dovrei?
«È tua mamma...» Jared guarda lo schermo del mio cellulare e me lo passa. Arriccio la fronte, poso il piatto sul tavolino e rispondo. Mamma che mi chiama? Strano. Fra noi c’èun’accordo: la chiamo e mi faccio sentire sempre io.
«Mamma...» il mio tono ècalmo ma un po’infastidito. Ho questo rapporto con mamma, preferisco evitarla per evitare domande.
«Kate, tesoro...dove sei?» La sua voce é ansiosa e preoccupata. Guardo Jared preoccupata e lui fa spallucce. Grida talmente tanto al telefono che Jared la sente, io ormai mi sono abituata. E’ sempre convinta che qualcuno non la sente dall’altra parte: è negata con la tecnologia.
«Da Jared...quel Jared, mamma...perché? Che succede?» Inizio a sentirmi anch'io ansiosa poichè non ho mai sentito cosi agitata mamma.
«Tesoro, non lo so! E' piombato qui Shannon e ti cercava...pensavo fossi con lui. Tuo padre gli ha detto che non eri qui ma lui ha insistito e si ègirato tutta la casa guardando ovunque...non ci ha creduto! E' andato via 30 minuti fa» 'che?' Shannon che entra in casa dei miei e la mette a soqquadro per cercarmi? é ridicolo. Il nervoso e la rabbia iniziano a salirmi. Che diavolo di comportamento! Contraggo la mascella e cerco di rilassarmi. E’ impazzito!
«Che cosa?!» il tono della mia voce si alza un po’mentre alzo gli occhi al cielo. Sicuro i miei si fideranno di me e di Lui ancora, certo come no.
«Si pensava fossi qui...e noi pensavamo che tu fossi con lui! Era arrabbiato e ha detto che lo stavamo prendendo per il culo...» Mi alzo di scatto e inizio a fare avanti e dietro passandomi le mani fra i capelli. Che casino. Perchéèandato li e perchési ècomportato cosi? Mi sembra un bambino a volte.
«Va bene...tranquilli. Ti chiedo scusa per il suo comportamento, mamma. È colpa mia, non gli avevo detto che ero con Jared...oggi pomeriggio»cerco di sistemare al meglio la situazione facendole capire che vivo ancora da Shannon.
«Non fa niente, tesoro...non ha fatto nulla di che...ci siamo solo preoccupati per te» 'da quando i miei si preoccupano per me?' Non ci sono mai stati per me, per i miei problemi o per correggermi semplicemente i compiti. Non sono mai stati i genitori perfetti e amorevoli. Ma va bene cosi. Sono cosi grazie a loro. Forte perché nonostante tutto vado avanti o debole perchého bisogno di lui? Cosa sono veramente. Shannon direbbe che sono una persona forte, io direi il contrario. Ognuno pensa sempre il contrario di quello che dice la gente perchénon vede quello che vedono gli altri.
«Capito. Ora chiudo e lo chiamo...ciao mamma!» Guardo Jared e gli mando un'occhiataccia preoccupata.
«Ciao Kate!» Chiudo la chiamata e poso il telefono sul tavolino.
«Tuo fratello sta male!» Continuo a camminare avanti e dietro mordendomi il labbro inferiore e Jared mi guarda preoccupato. «Ha fatto casino a casa dei miei pensando che fossi li...ha detto mamma che girava per casa e loro continuavano a dire che...» Vengo interrotta dal campanello della porta che suona. Guardo Jared e lui si alza.
«Indovina chi è...» Va verso la porta, sospira e la apre. Io lo seguo e rimango accanto a lui.
«Tu! Tu mi avevi detto che era li e non c'è! Dov'è andata?!» Shannon entra in casa prepotentemente e afferra Jared dal colletto della maglia. E’ talmente arrabbiato che neanche mi nota alla destra di Jared.
«Shan!» Poso la mano sul suo braccio e lui volta la testa di scatto per guardarmi. Il suo sguardo era duro, arrabbiato e in fiamme quando é entrato, ora si é addolcito. Mi guarda e i suoi occhi brillano e le sue sopracciglia si abbassano. Sembra stanco e trasandato.
«Oh Kate!» Lascia la presa sulla maglia di Jared e mi tira a se avvolgendomi fra le sue braccia. Mi irrigidisco e guardo Jared per poi abbassare lo sguardo. «Perchè non mi hai detto che eri qui? Ti ho cercato a casa dei tuoi perché lui mi ha detto cosi» mi prende la testa fra le sue mani e mi guarda negli occhi. I suoi occhi sono luminosi e gialli, assomigliano quasi a quelli di alcuni gatti. Mi bacia tutto il viso, ovunque. Sembra disperato come se non mi vedesse da mesi e mesi. Non so perché ma questo comportamento mi da fastidio.
«C'è modo e modo di cercarmi...»Poso le mie mani sulle sue e gliele faccio togliere dalla mia faccia. Cammino verso le scale con l'intenzione di andarmene in camera sola, ma loro mi seguono. Vorrei un po' di tranquillitàe facendo cosi non fa altro che farmi isolare e allontanare da lui. Entro in camera mia e mi siedo sul divanetto. So già che la discussione continuerà ma non ho tante forze ultimamente.
«Kate, lo so...mi dispiace...ma pensavo che fossi in camera tua e che non volessero che ti parlassi!» Sono tutti e due in piedi davanti a me ed io rimango con la testa bassa. Mi sento cosi stanca e pesante.
«Ma ti avevano detto che non c'ero!» Il mio tono della voce si alza ma la mia testa rimane bassa e appesa.
«Lui mi aveva detto che eri da loro. Mi hai mentito, grazie! Te l'ho chiesto piùdi dieci volte se fossi sicuro e il perchèfosse li! Ma no...dovevi dirmi una bugia!» Shannon si avvicina a suo fratello e gli urla in faccia diventando paonazzo e rigido. La testa mi scoppia e involontariamente poso mani suelle tempie.
«Non te l'ho detto perchè me l'ha chiesto lei! Cosa dovevo fare?» Anche Jared inizia ad urlare ma rimane fermo al suo posto senza scomporsi. Stanno litigando come dei bambini ed io non ho la forza di dividerli o di intervenire. Sento che le mie energie lentamente svaniscono. Odio litigare e odio vedere due persone di litigare. Sono fratelli e dovrebbero andare d’accordo. Perché si litiga anche se ci si vuole bene? L’unica risposta è che l’uomo èun essere che tende a sbagliare e a ripetere i proprio sbagli.
«Dirmi la verità! Sei mio fratello, dannazione!» Shan stringe le mani in due pugni e batte il piede a terra. A volte mi sembra cosi infantile e altre volte cosi saggio e un po' vecchio.
«La verità è che me l'ha chiesto lei! La verità è che tu sei geloso e pensi che facciamo chissàcosa, cosi per farti stare tranquillo, ti ha detto che era dai suoi. La verità è che dorme qui! In questa stanza!» Jared gesticola e gli mostra la stanza mentre Shan rimane a bocca aperta sconvolto.
«Perchè non mi hai detto come stavano le cose? Perchè vuoi stare qui? Lo ami?» Shannon si gira a guardarmi mentre Jared sbuffa bruscamente scuotendo la testa.
«Perchè non volevo dire a mamma che non stavo piùda te...non volevo dargli problemi...non è che voglio stare qui, non sapevo dove andare e tuo fratello mi ha detto di stare qui...io non lo amo, mi hai già fatto questa domanda e sai la risposta. È solo il mio migliore amico, tuo fratello, e non ti tradirei...» Alzo la testa e lo guardo con gli occhi lucidi. Jared storce la bocca in un piccolo sorriso dolce. Ho caldo e le guance mi vanno a fuoco.
«E allora perchè l'hai baciato? Io...io non me ne faccio una ragione...» Poso la mano sulla fronte e mi copro gli occhi sospirando. Tutto ciò mi opprime. Mi sento schiacciata e so che mi porterà dove io non voglio: alla verità.
«L'ho baciata io...» Sussurra Jared mentre guarda Shan, il quale non ci pensa due volte e gli da uno schiaffo. Jared rimane fermo, immobile, e la sua guancia diventa leggermente rossa.
«Perchè?!» Shannon urla ancora di più e sento la testa scoppiarmi e gli occhi bruciare.
«Non lo so! Non c'è nulla fra noi!» Jared lo guarda e chiude gli occhi in due fessure. E’ arrabbiato per lo schiaffo ma forse sa di meritarlo anche se per me non è cosi.
«Quante volte vi siete baciati?!» Shannon afferra di nuovo Jared per la maglia e lo tira a se costringendolo a guardarlo negli occhi.
«Due! Quella e quando siamo tornati a casa...in quel caso ha baciato lei me perché era ubriaca e voleva te! Piangeva e pensava che io fossi te! Le mancavi tanto e urlava il tuo nome!» il secondo schiaffo non tarda ad arrivare. Jared incassa e rimane con gli occhi fissi su Shan senza fare una smorfia di dolore o altro.
«Allora perchè è qui? Perchè vuole stare lontana da me se non vi amate? Non capisco...» Jared strattona Shannon e si libera. Mi chiedo se è la prima volta che Shan lo picchia o no. Forse da piccoli.
«Perchè lei...» Jared si ferma e mi guarda. Non è lui che dovrebbe dirlo ma io e questo éil momento. Non era come l'avevo immaginato ma continuare a nasconderlo e a dire bugie peggiora solo la situazione. Una bugia tira l'altra e alla fine hai creato un enorme peso sulle tue spalle. Mi alzo e mi avvicino a Shan barcollando. Le gambe mi tremano, non riesco a tenere gli occhi aperti perchémi bruciano e mi fa freddo.
«Shan...sono incinta» la mia voce èun sussurro leggero come un vento estivo. Afferro la sua canotta e la stringo fra le mani mentre le mie gambe iniziano a cedere e la mia vista si appanna diventando infine tutto buio.
«Bro, la testa!»

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Capitolo 34
*** Our puzzle is now complete and it's beautiful! ***



Non vedo niente, sono completamente al buio. Cerco di muovermi ma ogni muscolo del mio corpo è dolorante. La testa mi fa male, le tempie sono pesanti e gli occhi bruciano. Non ho la forza di aprire gli occhi ma sento delle voci. Sono sul letto, almeno credo, e ho freddo. Le punte delle mani e dei piedi sono congelate. Vorrei che qualcuno mi coprisse.
«...il fatto che sia svenuta è dovuto all'influenza...come ha detto suo fratello, la signorina, sta mangiando poco...dovete provare a darle qualcosa di più sostanzioso e sopratutto riuscire a somministarle dei farmaci sintomatici» sento una voce bassa e lontana. Non la conosco. Continuo ad ascoltare ma non mi sembra familiare. Èun uomo, forse un dottore da come parla.
«Quindi non dipende dal fatto che sia incinta?» Questa è la voce calda, bassa e sabbiata di Shan. È lui, non ho dubbi.
«No no èpresto per le prime nausee» sono solo in due a parlare nella stanza: Shannon e quell'uomo.
«Potrebbe non essere incinta?» rimango ad ascoltare con gli occhi chiusi senza muovermi. Non riesco a capire chi sia l’altro uomo.
«Se la signorina ha detto cosi forse ha avuto un ritardo e ha fatto un test come ha detto vostro fratello»  'Jared? Cosa c’entra?'
«Si si...ma potrebbe sbagliarsi, no?»
«Signor Leto, la vedo leggermente agitato...ha paura che sia incita la sua fidanzata?»
«Paura? No no! Voglio essere sicuro...sono più che felice. Non vorrei festeggiare e poi bhe ecco...si vorrei tanto che fosse incinta perché voglio diventare papà. Le chiedevo perché voglio una conferma...non per paura che lo sia...» 'Oh Shan! Ti amo!' É più che felice che io sia incinta. Non ci posso credere, forse sto sognando. È tutto nero, ho dolori ovunque, forse sto immaginando tutto. Se non fosse un sogno sarebbe la cosa piùbella che io abbia mai sentito.
«Capisco. Ma dovrebbe mangiare un po' di più perché mi sembra sotto peso...»
«È l'influenza...»
«Non saprei signor Leto. È per caso anoressica? Ho notato che le clavicole...» l’uomo abbassa la voce che diventa subito preoccupata.
«No!» Shannon alza la voce e quasi mi sembra di vederlo. Immagino che l’abbia detto a denti stretti, le mani chiuse in due pugni e gli occhi ridotti a due fessure.
«Va bene...la faccia mangiare un po' di più...sopratutto per il bambino» Shannon conserva il nostro segreto ancora. Non sono più quello, ormai è passato, però ho riperso peso a causa dell’influenza. Mi piace sentire Shan che mi difende. Difende noi e quello che siamo. E’ geloso .  Vorrei tanto alzarmi, abbracciarlo e baciarlo. Chiedergli scusa per il mio comportamento cosi infantile. A volte tendo a scappare dai problemi e mi rifugio dove capita: è sbagliato.
«Va bene...l’accompagno. Grazie mille Dottor Stone» 'bingo! Un dottore!' Ho tanto sonno e freddo. Mi ranicchio su un lato e mi riaddormento.
 
Sento la mano destra calda mentre la sinistra é fredda, quasi congelata. Apro lentamente gli occhi e noto subito che dalla finestra non entra luce: è sera. Sbatto le palpebre velocemente e la vista, prima appannata, diventa chiara. Volto la testa a destra e abbasso lo sguardo. La mia mano è calda perchè qualcuno la tiene nella sua. Alzo lo sguardo e noto che Shannon é seduto accanto a me su una sedia, mi tiene la mano e fissa la mia pancia quasi incantato come se fosse assente.
«Ciao...» Sussurro e lo guardo. Alza lentamente la testa e mi guarda sorridendo dolcemente.
«Ciao...come stai?» Mi posa la mano sulla guancia e me l'accarezza con il pollice. Io sorrido e continuo a guardarlo perdendomi in quelle foreste luminose che ha al posto degli occhi.
«Insomma...ho freddo, Shan» strofino i piedi fra loro e mi volto su un fianco rimanendo con la mano sulla sua.
«Non posso coprirti» storce la bocca in una smorfia dispiaciuta abbassando la fronte. «Hai la febbre...» Sospiro e mi ranicchio su me stessa stringendogli la mano. Mi piace che lui sia qui e che si preoccupi di me.
«Dammi calore con il tuo corpo...entra nel letto, no?» Lo guardo e so che involontariamente il mio viso e i miei occhi lo stanno pregando. Lui si irrigidisce, lo capisco dalla presa che aumenta sulla mia mano, e della sua bocca che si schiude. Sembra scioccato, quasi sconvolto, dalla mia proposta. 'Era cosi avventata? Che ho detto?' «Va bene, fa niente...tranquillo. Ho la febbre...si alzerebbe e...» Non mi da il tempo di finire la frase. Mi lascia la mano e si piega per slacciarsi gli scarponcini. Lo guardo strano mentre se gli sfila. Mi sposto appiccicando la schiena al muro per fargli posto e lui si sdraia nel letto.
«È da tanto che non mi dimostri qualcosa...» Ha pienamente ragione ed istintivamente abbasso la testa. «Ti dico che ti amo e non mi rispondi...ti bacio ma non ti vedo convinta...» Gli passo una mano fra i capelli e lo guardo. Non mi piace vederlo soffrire sopratutto se la causa sono io. «Non mi hai ancora perdonato?» La mia mano scende e gli accarezzo il viso. Ha un po' di barba che non mi dispiace affatto anzi, gli da un'aria più sexy.
«No no, ti ho perdonato...é che sei nervoso ultimamente e sempre arrabbiato» posa la sua mano sul mio fianco e già non sento più freddo.
«Nervoso e arrabbiato perché non sei con me...mi eviti» i miei occhi diventano lucidi. Mi sembra come se avesse perso un pezzo di se stesso e quel pezzo sono io. Perché non me ne rendo conto? Stare lontani non fa bene ne a me ne a lui. Non possiamo stare lontani perché soffriamo. Ci facciamo solo del male quando possiamo stare insieme ed essere veramente felici. Allora mi chiedo: perché l'uomo tende a cercare la felicità ma è bravo a negarsela per orgoglio? é una cosa quasi normale stare lontani da una persona anche se questa è la nostra vita e la nostra unica fonte di felicità.
«Avevo bisogno di riflettere...ma mi sei mancato veramente tanto...» Poso la mano sulla mia pancia e me l'accarezzo mentre lo guardo e i suoi occhi diventano lucidi.
«Jared mi ha raccontato tutto...è crollato e ha sputato tutto il rospo mentre il medico ti visitava...» Mi gratto la fronte e lo guardo arricciandola.
«Dov'è Jared? Un medico?» Scuote la testa e mi sorride accarezzandomi il viso. A volte mi tratta come una bambina. Ora sono una madre.
«Sei svenuta perché non stai mangiando per via dell'influenza...Jared è uscito a fare delle commissioni ed è andato da mamma» sgrano gli occhi. 'Il medico! Si!' Ora ricordo tutto. Per un attimo la mia mente si era formattata dell'ultima giornata.
«Non deve dirlo a tua mamma sennò lo sa la mia pure!» Alzo il busto e mi passo le mani fra i capelli. Odio i passaparola e non voglio che i miei lo vengano a scoprire cosi, devo essere io a dirglielo, non loro.
«Ssh ssh no, non dirà nulla...chi altro lo sa?» Mi fa sdraiare di nuovo e mi stringe a se fra le sue braccia.
«Tu, Jay, Matt e Vicki...» Alla fine ho chiamato Vicki la sera stessa, non le ho detto che avevo paura poichè urlava al telefono per la felicità.
«L'ultimo che l'ha saputo sono stato io...» Sorride e mi mostra i denti bianchissimi che rendono spettacolare quel volto insieme ai suoi occhi.
«Emh non sapevo come dirtelo...non so se ti avrebbe fatto piacere o no...veramente non lo so ancora» lo guardo e spero tanto in una bella risposta. Ricordo vagamente di aver sentito che gli facesse piacere ma non so se stavo sognando o se l'ha detto veramente.
«È il regalo più bello che potessi farmi. Sono al settimo cielo. Sai quando senti che ti manca qualcosa? Tipo un puzzle e il famoso pezzettino che non trovi? Bhe mi sentivo cosi...ora vedo il puzzle tutto completo...e credimi è bellissimo! Forse non si capisce che sono felice perchè mi preoccupa questa dannata influenza e il fatto che non stai mangiando» poso la testa sul suo petto e lo stringo forte a me nascondendo la testa per non mostrare la mia emozione. Gli occhi mi sono diventati subito lucidi. Questo è il mio Shannon, lui è cosi, dolce e buono.
«Shan, giuro sto mangiando...non è colpa mia...puoi chiedere a Jared che ormai taglia frutta ad occhi chiusi...» Singhiozzo e tiro su con il naso mentre lo guardo. Lui mi sorride dolcemente e mi passa una mano fra i capelli.
«Ssh lo so. Ti amo...» Avvicina il viso e posa le sue labbra sulle mie. Infilo una mano fra i suoi capelli e rispondo al bacio. Lo tiro a me costringendolo a premere le sue labbra contro le mie. La sua mano sul mio fianco mi tira a se facendo unire il suo bacino al mio.
«Ti amo anch'io...ehi, tu hai sentito?» Alzo la maglia scoprendomi la pancia e sorrido facendo uscire una vocina fastidiosamente stridula.
«Ci parli?» Shannon ridacchia e posa la sua mano sulla mia pancia nuda.
«Bhe si...è piccolo, ma Hunter ascolta» lo guardo e gli stampo un altro bacio sulle labbra.
«Hunter?» Storce la bocca in una smorfia. Sembra che non apprezzi il nome. Io scoppio a ridere e scuoto la testa.
«Jared lo chiama cosi per non dire coso o bimbo...o sai, per non chiamarlo Junior come tutti...lo chiama Hunter» Shannon sgrana gli occhi e muove lentamente la mano sulla pancia.
«Non é definitivo, vero?» Mi guarda preoccupato. Vorrei tanto prenderlo in giro ma non mi sembra il caso. Sono felice che sia contento. La mia felicità ormai dipende dalla sua.
«No no! Jared lo chiama cosi e anch'io...al nome ci sto pensando anche se è presto...sai, mi piacerebbe Joseph...ma voglio anche un secondo nome» si alza con il busto e si piega sulla mia pancia per baciarla. Alza lo sguardo e mi guarda.
«Cerca nomi femminili...sento che é una bellissima bambina» mi ribacia la pancia ed io sorrido come un'ebete felice. Un'ebete che non potrebbe desiderare altro, ha tutto quello che ha sempre sognato. Un'ebete che si fa mille problemi e previsioni sbagliate e che puntualmente il suo uomo cancella. Un'ebete che si chiede sempre se sia un sogno. Non é un sogno, é la realtà. Sono la ragazza del mio idolo e dentro di me cresce suo figlio.
«Come nomi femminili non ho dubbi...» Mi guarda e arriccia la fronte. Sembra non capire. «Christine...avrei chiamato mia figlia cosi...l'ho deciso da quando mi sono innamorata di te e della tua batteria» gli accarezzo la testa e lui rimane con il viso sulla mia pancia.
«Ma non sapevi che sarei stato io il padre...» Alza il sopracciglio e mi sorride alzando un angolo della bocca.
«Bhe ovvio, era impossibile» chi l'avrebbe mai detto? Posso benissimo scrivere un libro su questa storia. Alcuni non mi crederebbero altri direbbero "che culo!".
«Nulla é impossibile...basta crederci senza accanirsi» si sdraia accanto a me e posa la testa sul mio seno abbassando la maglia per coprirmi.
«Lo so...sai, ora dobbiamo aggiungere un nuovo nome ai tanti che ti do...» Infilo una mano fra i suoi capelli e inizio a giocarci. È una cosa che rilassa sia lui che me.
«Cioè?» Sussurra e sento il suo fiato caldo sul mio petto mentre la sua mano mi accarezza la pancia.
«Shan, idolo, batterista, amore...e...papà» non riesco a vedere il suo viso ma sono sicura che sta sorridendo.
«Papà...» Ripete sussurrano ed io annuisco accarezzandogli il braccio. È una cosa che voleva cosi fortemente ed io gli sto facendo questo regalo. Certo, avere un bambino a 22 anni mi sembrava presto ma ora non m'importa. Mi ama, lo amo ed é cosi presente e premuroso che non ho paura di nulla. Gli alzo il viso lentamente e lo bacio. Lo tiro a me per la maglia facendolo finire disteso sul mio corpo. Sento che alza un po' la pancia dalla mia forse per non schiacciarmi.
«Puoi stare...non succede nulla...» Accarezzo la sua schiena e il suo sedere e lui si sdraia su di me. Shannon è stato tante volte su di me ma non l'ho mai sentito pesante, non so perché, sembra come se fosse leggerissimo. È un uomo muscoloso da 85kg ma quando é su di me sembra non pesare. Il suo corpo è sempre caldo, profumato ed incredibilemente morbido, tutto il contrario delle sue mani che sono sempre ruvide.
Lo bacio accarezzandogli la nuca fino a far scendere la mano sulla sua schiena. La sua bocca si sposta sul mio collo, lo bacia e lo lecca abilmente come solo lui sa fare. Afferro i lembi della sua canotta e la sfilo lentamente. Alza il viso e mi guarda negli occhi, tenta di parlarmi ma poso l'indice e il medio sulle sue labbra.
«Ti voglio...» Sussurro e lo guardo. Mi bacia i polpastrelli delle dita ed io sorrido. Piega la testa a sinistra e riprende a baciarmi il collo. Le mie mani vagano sulla sua schiena, sui fianchi e sulla pancia. Mordicchia il mio collo e tira un po' la pelle senza farmi male. Gemo e sento il suo bacino premere contro il mio: è pronto per me. Si sposta aprendo le gambe e posiziona le ginocchia sul materasso, all'altezza dei miei fianchi, mettendosi a cavalcioni. Alzo il busto e mi sfilo velocemente la maglia gettandola sul pavimento sulla sua che avevo gettato prima. Mi sdraio e lui si piega su di me. Bacia le mie clavicole e lentamente scende in mezzo al seno. Allunga le mani dietro la mia schiena e arriva al gancetto del reggiseno, lo slaccia e mi libera dall'indumento. La sua bocca ritorna sulla mia. Mi bacia e le nostre lingue iniziano a giocare mentre le sue mani mi accarezzano il seno e le dita tormentano i capezzoli.
«Non ce la faccio più» prendo il suo viso fra le mie mani e lo guardo negli occhi. Si sdraia su di me e alza un po' il bacino. Scendo con le mani e arrivo al bottone dei suoi jeans, lo sfilo dall'asola e abbasso la zip. Mi sorride maliziosamente e senza alzarsi si sfila via i jeans. La sua testa si piega sul mio seno. Lo lecca lentamente nel centro e poi si sposta sui lati per tormentarmi i capezzoli con la lingua e le labbra. Le sue mani, nel frattempo, mi sfilano il pantalone della tuta senza che io me ne accorgo. Chiudo gli occhi e mi lascio andare. Mi faccio fare tutto quello che lui vuole. Il mio cuore accelera, la mia pelle brucia a contatto con le sue labbra e la mia bocca si schiude. Sento ansimare: sono io. È una cosa involontaria. Allungo le mani e le infilo fra i suoi capelli mentre la sua bocca è ancora sul mio seno. Lentamente scende sulla sua mia pancia: la bacia e lecca lentamente l'ombelico.
«Ciao, piccolo...o piccola. Metti le ditina nelle orecchie e non ascoltare. Mamy e papy giocano, ma nulla di che» scoppio a ridere e lo guardo con gli occhi lucidi mentre afferra i lembi delle mie mutandine.
«Non ti sente e non ha le ditina...é piccino cosi...» Gesticolo con le dita e afferra il mio indice fra i suoi denti senza farmi male. Sfila via prima le mie mutandine e poi velocemente anche i suoi boxer. Si sdraia su di me e le nostre labbra si incontrano di nuovo. Afferro la sua erezione nella mia mano sinistra mente la destra vaga sulla sua schiena accarezzandogliela. Si regge sul gomito sinistro per non schiacciarmi e con la mano destra scende lentamente creando un meraviglioso percorso: collo, seno, pancia, fianco e coscia. Risale lentamente con la mano graffiandomi leggermente la pelle con i calli delle mani. Arriva fino al mio sesso per accarezzarlo. Le sue dita esperte esplorano delicatamente le mie parti intime. Mi accarezza le grandi labbra per poi stuzzicarmi il clitoride, prima lentamente, aumentando gradualmente il ritmo. La mia mano continua il movimento sul suo membro seguendo involontariamente il suo ritmo. Sento le sue dita scendere all'entra della mia vagina. Lentamente entra ed io inarco la schiena lanciando un piccolo gemito. Inizia a muoversi lentamente dentro di me con le dita. Sento il cuore accelerare velocemente e quasi lo sento in gola. Rovescio la testa indietro e chiudo gli occhi. Il mio bacino va incontro alla sua mano ondeggiando lentamente. Il suo pollice mi accarezza brevemente il pube per poi stuzzicarmi il clitoride seguendo il ritmo delle dita. La mia mano destra si stacca dal suo membro e insieme alla sinistra finiscono sulla sua spalla. Lo stringo a me e abbasso il viso. Le nostre labbra si incontrano ancora una volta. Mi bacia e infila la lingua nella mi bocca. La sua schiena è umida e sudata come la sua fronte alla quale si sono attaccati i capelli. Esce le sue dita da me e si posiziona sul mio corpo. Afferro il lenzuolo da un lembo e lo tiro su fino al suo sedere.
«Shan...» Sussurro e prendo la sua testa fra le mani per guardarlo negli occhi.
«Dimmi...» Posa la fronte sulla mia e mi guarda. I suoi occhi sono brillanti e assomigliano a delle pietre preziose. Sono qualcosa di unico e raro.
«Ti amo. Non ho mai amato nessuno quanto te...sei l'unico e sarà cosi per sempre anche se non mi vorrai»
«Ti ho aspettata per tanto...troppo...» Lo tiro a me posando la mano sulla nuca e lo bacio. Con l'altra mano gli accarezzo la schiena scendendo sul suo sedere che spingo verso di me per costringerlo ad entrare. Lentamente entra dentro di me abbassando il bacino e mi riempie tutta. Sento un po' bruciare ma non m'importa. Come sempre lui si ferma prima di iniziare a spingere lentamente. Ansimo nel suo orecchio e sulle sue labbra guardandolo negli occhi mentre il suo bacino acquisisce un ritmo più veloce. Poso le mie labbra sulla sua spalla, la mordo e lecco leggermente per contenere i gemiti. Le sue spinte si fanno più vigorose e profonde. Ha un ritmo veloce, costante e deciso. Sento il suo membro pulsare e gonfiarsi dentro di me. Il suo bacino si abbassa ancora spingendo contro il mio per farlo strusciare sul clitoride. Suda e continua a muoversi. Non ho termini di paragone con nessuno, ma credo che Shan faccia l’amore in modo unico. Per lui è come musica, deve seguire il ritmo. Tutta la sua vita è scandita e ha un ritmo, come la sua batteria. Nel suo sangue non ci sono solo globuli bianchi e rossi, no, c’è musica. Da quando era piccolissimo, 4 anni, ha sviluppato un amore profondo per la musica. Certo, battere con due bacchette su delle pentole non è musica, però, piano piano ha capito cosa avrebbe fatto della sua vita. Ha sempre fatto musica, fin da piccolo, e questa alla fine lo ha ringraziato ripagandolo. Il suo impegno e la sua completa devozione ad essa gli hanno permesso di essere quello che è ora.
Con un paio di spinte decise raggiungiamo l'apice del piacere. I nostri respiri sono affannati e i cuori tentano la fuga dalla cassa toracica. Esce lentamente da me e inizia a tracciarmi una scia di baci: collo, seno e infine la pancia che guarda sorridendo per poi baciarla.

Se mi avvicino ti lasci andare. Se mi avvicino ti lasci toccare. Se mi avvicno ti voglio sentire. Se ti avvicini facciamo l'amore. E poi domani se piove o c'è il sole, non m'interessa e non voglio sapere. Come sei bello, lasciati guardare.

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Capitolo 35
*** Kate, do you want m...me? ***


 
5 luglio 2013 ore 9:00 am
Mi alzo velocemente dal letto, attraverso il corridoio del tour bus e corro in bagno. Come al solito, se mangio un po' di più la sera, la mattina ho sempre la nausea. La gravidanza procede bene e raramente ho la nausa ma in compenso ho tantissime voglie che Shannon cerca di accontentare. Da quella lontana sera di 7 mesi fa é tornato tutto normale. Sono tornata ad abitare a casa di Shannon e abbiamo detto a tutti che ero in dolce attesa. Certo, abbiamo aspettato un po' e, dopo aver fatto i giusti controlli, l'abbiamo detto: era metà marzo circa. Mia mamma è scoppiata a piangere, non so se fosse per gioia o per altro. Papà era contento e commosso al pensiero di diventare nonno. Constance era al settimo cielo e con mamma si sono e si stanno occupando delle cose per la cameretta. Non abbiamo pensato di cambiare casa, non ora che il cd è uscito e siamo in tour. Abbiamo deciso di mettere il lettino e le altre cose nella camera da letto dato che è tanto grande. Per quanto riguarda il sesso del bambino abbiamo deciso di non saperlo. Quando ho fatto la visita, intorno al terzo mese, con me c'erano praticamente tutti: Shan, Jared, mamma, papà, Constance, Carl, tomo e Vicki. Nessuna sa il sesso, l'unico è Jared. Abbiamo deciso che solo lui poteva saperlo senza dire nulla a nessuno. Shannon cerca sempre di parlare al maschile per far cedere Jared con la correzione al femminile perchè crede che sia femmina. Jared non molla e continua a chiamarlo Hunter facendo convincere Shannon che sia maschio. Per quanto mi riguarda sento che è femmina e Shannon cambia idea ogni giorno. Con l'arrivo di Hunter, mamma e Constance, si sono unite e mi stanno sempre intorno per aiutarmi in tutto. Shannon è tanto presente, a volte anche troppo. Ho cercato di ritagliarmi degli spazi per me ma é quasi impossibile. Non sono invalida, sono solo incinta ma sembrano non capire. Il tour è iniziato e già mi manca tanto casa nostra. Mi piace stare in tour anche se mancano alcune comodità. Abbiamo un bus tutto nostro e la gravidanza non mi pesa. Certo, ho qualche nausea la mattina ma per il resto va tutto bene. Oggi siamo ad Arras in Francia.
«Amore...» Shannon infila le mani fra i miei capelli e gli raccoglie mentre io mi alzo dal pavimento e scarico il wc.
«Tutto ok...» Gli sorrido e accarezzo il suo viso preoccupato mentre ritira le mani. Mi avvicino al lavandino e mi lavo i denti e la bocca.
«Ma tu non puoi svegliare la mamma più dolcemente, amore di papà? Dai, cucciola!» Rimane dietro di me e mi guarda la pancia attraverso lo specchio. Sorrido e scuoto la testa abbassando lo sguardo commosso. È cosi dolce quando gli parla e mi commuovo sempre.
«Vuole la musica forse...» Mi asciugo il viso e mi volto per guardarlo.
«Vado subito, signorina. Papà non vuole viziarti però!» Mi bacia ed esce dal bagno. Attraverso di nuovo tutto il bus e torno in camera. Il bus è grande e ha due piani. Al piano terra c'è una camera da letto, il bagno, la cucina e un divano lunghissimo di quelli che si trovano nei camper. Al piano di sopra abbiamo un piccolo salottino con un televisore e uno stereo. Mi sdraio sul letto per aspettare Shannon. La mia mano scende involontariamente sulla mia pancia per accarezzarla. La nostra bimba o bimbo è già un'amante della musica. Ormai è un’abitudine: ogni mattina Shan mette della musica e aspetta che il suo piccolo si faccia sentire. Non appena sente della musica, lui risponde con un calcetto. Ama la musica che gli fa sentire il suo papà ma scalcia anche al suono della chitarra di suo zio, per il resto è sempre tranquillo. Shannon torna, apre la tenda per far entrare un po’ di luce, e si sdraia a pancia in giù posando le mani ben aperte sulla pancia sotto la maglia. Una musica leggera, una chitarra, si diffonde per la stanza. Lo stereo nel salotto, al piano di sopra, comanda anche le casse di tutto il bus.
«Piccola? Dormi?» Scoppio a ridere e mi passo una mano fra i capelli. La sua faccia delusa mi fa ridere.
«Sei troppo bello quando le parli!» Gli accarezzo la testa e alzo la maglia. Le sue mani sono li mentre la canzone continua a diffondersi.
«Forse dorme...o forse odia gli Who...» Sorrido e faccio spallucce. E’ cosi tutte le mattine. Di solito gli altri papà cantano ninna nanne o fanno sentire canzoni da cartoni animati, lui no, fa ascoltare a nostra figlia i sex pistols, gli who, i ramones e i beatles: roba adatta ai bimbi insomma. È un papà alternativo per non parlare dello zio che è fissato con la musica classica. "Fa bene al bambino, lo rilassa" ripete sempre e nella mia testa rido al pensiero che magari gli piaccia tutt'altra musica. La cosa divertente è che tutti e due si sono informati su qualsiasi cosa e ne sanno molto più di me. Jared è quello più naturale possibile, Shannon segue ciò che dicono i dottori. Jared è da erbe e oli e Shannon da medicine. Non nascondo che a volte sono proprio stressanti ma anche tanto divertenti. Sembrano sicuri di se quando sono i primi spaventati e si commuovono quando vedono l'ecografia. Shannon era bellissimo quel giorno, con gli occhi lucidi, e Jared ripeteva "congiuntivite del cavolo!" Per mascherare i suoi occhi lucidi. Mamma e Constance si sono abbracciate e piangevano come delle fontane.
«Hunter su, non deludere tuo pa...» Non finisco di pronunciare la frase che il bimbo scalcia e la bocca di Shannon si apre in un sorrisone fiero.
«Cavolo piccola, ti aspettiamo...non vedo l'ora di stritolarti!» Gli accarezzo il viso e per un attimo mi sembra di vedere un dipinto o una foto: una di quelle famiglie normali e felici che in realtà non esisto. Non so esattamente che tipo di madre sarò. Dire "non voglio essere come mia madre" credo che sia sbagliato. Il mio problema, il mio ex problema, nasce forse dal poco amore e dal loro essere poco presenti nella mia vita. Allora mi chiedo: se i miei fossero stati amorevoli io mi sarei rifugiata nella musica dei Mars? Probabilmente no, o forse si. Nessuno può saperlo. Le cose vanno cosi, la vita va cosi, ti fa penare per poi regalarti cose belle. È tutto cosi veloce, inaspettato, e nel giro di un anno puoi diventare un'altra persona e stravolgere la tua vita. I cambiamenti, se pur repentini, posso spaventare inizialmente ma fanno sempre bene.
«Shan, hai paura di qualcosa?» Fisso fuori dalla finestra, difronte a noi, e mi perso un po' nei miei pensieri. So perfettamente che è una di quelle domande un po' scomode e alla quale nessuno risponde con sincerità. Nessuno, tranne Shan.
«Io...bhe...» Sistema la maglia per coprire il pancione e si sdraia accanto a me. Non è tanto grande, sono solo al quinto mese, però si vede. Ogni domenica Shannon mi fa alcune foto da inserire in un grande album: tutte alla pancia. Secondo me ha paura di dimenticare alcune cose quando sarà più vecchio, o semplicemente, per avere ricordi dato che non ha tante foto di quando era piccolo. «Ho paura di deluderla...o deluderlo...sai, non voglio che mi dica che le ho rovinato la vita, che mi odia...voglio che viva la sua vita normalmente senza i fotografi, senza amici falsi che la sfruttano per la sua famiglia poco normale. Mi sono rivolto questa domanda tantissime volte...» Si gira su un fianco e posa la sua mano destra sulla mia guancia. Mi accarezza lo zigomo con il pollice e mi guarda negli occhi. «All'inizio avevo paura che non fosse sano...ma poi mi sono detto che comunque sarà mio figlio, comunque l'amerò e che comunque sarà come gli altri...o speciale a modo suo. Quindi per me non è neanche un problema. Voglio fare di tutto per lei o lui...sarò duro quanto basta anche se i suoi "vaffanculo papà" mi feriranno. Tu di cosa hai paura?» Gli sorrido un po' commossa. Sono fiera di lui e di quello che è. Ho sempre pensato che l'aspetto fisico spesso non corrisponde con la personalità e il cervello di una persona: Shannon ne è l'esempio. Forse non mi sono innamorata di lui per il suo aspetto ma per il suo cervello. Per il modo in cui vede la vita e l'affronta.
«Di nulla se tu sei con me» é la prima frase che mi viene in mente: buttata li senza pensarci. 'Ho paura di qualcosa o veramente se lui è con me mi sento al sicuro?' Questa é una di quelle domande che bisogna porsi giornalmente.
«Io non ti ho mai lasciata e mai lo farò perché sei troppo importante...» Mi avvicino al suo viso con il mio e lo bacio mentre gli accarezzo la nuca. Lentamente la mia mano si sposta fra i suoi capelli accarezzandoli. Poso la mano sulla sua spalla destra e lo spingo finendo a cavalcioni su di lui. I miei capelli, come sempre, si dividono e coprono i lati dei nostri volti. Intreccio le dita delle mani alle sue e gliele porto sulla testa bloccandolo. Sorrido sulle sue labbra e lui alza un po' la testa dal cuscino per baciarmi. Mi morde con delicatezza il labbro inferiore per poi tirarlo. Non so neanche io cosa sto facendo: voglio fare l'amore con lui. Cosi dal nulla, dalle sue parole, ora, lo voglio. Libero le sue mani che subito scendono sui miei fianchi senza staccare le labbra dalle mie. Mi infila la lingua in bocca e inizia ad esplorarla mentre le sue mani vagano sui miei fianchi, glutei e cosce. La musica continua a diffondersi per tutta la camera ma non saprei indentificare il cantante: forse sono ancora gli Who. Afferra i lembi della mi maglia e la sfila lentamente lanciandola sulla poltrona accanto alla finestra. Alzo il busto e mi passo una mano fra i capelli per portargli indietro. Anche lui alza il busto e si siede facendomi scivolare con il sedere sulle sue cosce. Piego le ginocchia e le posiziono hai lati del suo busto. Gli passo una mano fra i capelli, iniziando dalla fronte, e la faccio scivolare fino alla nuca tirandoglieli un po'.
 
Mi sdraio accanto a lui stanca e ansimante. Mi tira a se e mi fa appoggiare la testa sul suo petto. Ansima anche lui ed è tutto sudato. La luce, proveniente dalla finestra, si scaglia sul suo petto e sembra quasi brillare per le goccioline di sudore. Tiro il lenzuolo sui nostri corpi per coprirli e lo guardo. Piega la testa e mi guarda negli occhi posando le labbra sulla mia fronte: mi da un bacio.
«Ah!» Poso le mani sulla pancia e alzo un po' la testa per guardarla. Il piccolo si é fatto risentire.
«Farai un calciatore?» Shannon sorride e posa la mano sulla mia pancia per accarezzarla mentre mi guarda negli occhi.
«Non era femminuccia?» Poso la testa di nuovo sul suo petto e glielo accarezzo.
«Ahi...poveri ragazzi. Non fatela arrabbiare sennò addio gioielli di famiglia...» Scoppio a ridere e lui mi stringe fra le sue braccia facendo attenzione alla pancia. Quando é iniziato il tour, dentro di me, sapevo che forse sarebbe stato difficile affrontarlo con un pancione. Mi sbagliavo. Tutta la craw é attenta quando mi vede, mi saluta e mi accarezza la pancia. Sono spesso con Shan durante il soundcheck e quando c'è il concerto rimango dietro le quinte o da qualche parte più tranquilla. Ogni sera, quando il concerto finisce, Shan torna dietro le quinte e mi bacia dopo aver baciato la pancia. Mi manca tanto mamma e Vicki. Lo so, con lei non avevo un grandissimo rapporto però mi manca. Constance è sempre presente quando può e rimane sempre in contatto con mia madre. Prima di partire, 2 mesi fa, erano quasi insopportabili e non mi lasciavano respirare. Vicki è all'ottavo mese e mezzo e ha preferito rimanere a casa. Sa perfettamente che forse quando partorirà Tomo non ci sarà e lei se n'è fatta una ragione. Mi confidò che avrebbe tanto voluto che le stringesse la mano mentre partoriva ma sa anche che Tomo é un musicista. «Quando sposi un musicista è cosi. Sposi la vita da vagabondo in giro per il mondo. Ci ho pensato tantissimo prima di dirgli il si e non mi sono pentita» furono queste le parole di Vicki che un po' mi fecero riflettere. Il destino, o forse è stato Jared, vuole che il mese di settembre i Mars sono a riposo. Hanno un solo concerto a Rio De Janeiro il 14 settembre, io partorirò per la fine di quel mese.   
«Fine settembre...ci siamo quasi, Shan» lo guardo e lui mi passa una mano fra i capelli un po' bagnati per il sudore.
«Non riesco ad aspettare...e non riesco ad aspettare neanche per un altra cosa...» Mi guarda e si siede al letto. Allunga la mano e apre il cassetto del comodino. 'Eh? Che sta facendo?' Alzo la testa dal cuscino per poter vedere cosa combina ma non riesco a capire. Porta la mano dietro la schiena e si siede sul letto incrociando le gambe mentre mi guarda.
«Shan sei...nudo....ancora» ridacchio e gli passo il lenzuolo sulle gambe. Non mi da fastidio vederlo nudo, ma non so perché, l'occhio mi cade sempre li e non riesco ad ascoltarlo. Lo guardo: la luce della finestra alle sue spalle gli riscalda tutta la figura. La sua pelle brilla ancora abbellendo il suo fisico palestrato.
«Ah grazie, amore» sorride imbarazzato e si passa una mano fra i capelli mentre l'altra rimane dietro la schiena. Il ciuffo gli ricade sul viso e sbuffa per spostarlo. Sorride quando il ciuffo si sistema sulla testa. 'Che bambino' «lo so che non è il luogo più romantico, il momento più romantico e tante altre cose...ma sento che scoppio...devo dirtelo» arriccio la fronte e mi siedo difronte a lui coprendomi con il lenzuolo. «So che non sarà una cosa che faremo velocemente, c'é il tour e ne avremo ancora per un anno ma vedere questo...» Toglie la mano da dietro la schiena e mi passa una scatolina con la scritta su De Beers. Le mani mi tremano e il cuore mi batte forte. Afferro la scatolina con la mano che trema e la confezione oscilla. 'Calmati Kate!' «Vedere questo anello al tuo dito é già un qualcosa in più» apre la scatolina ed io rimango a bocca aperta. «Kate...» Alzo lo sguardo e lo guardo con gli occhi lucidi mentre afferra delicatamente la mia mano sinistra. Sento lo stomaco contrarsi e chiudersi di colpo. Sono senza parole, immobile, come se fossi paralizzata. «Kate, vuoi sposarmi?» Prende l'anello e lo regge fra le dita. E' grande, luminoso...è troppo. Porto la mano destra sul petto facendo reggere il lenzuolo.
«Shan...io...» Sotto la mano sento il cuore che mi batte. Il mio respiro quasi non lo sento. Sto respirando? La bocca é secca e faccio fatica a deglutire.
«Lo so Kate, non ci conosciamo da secoli come Tomo e Vicki per esempio...ma io ti amo...io voglio passare tutta la vita con te...tu sei il mio essenziale. Dimmi di si» sono senza parole. Non riesco a ragionare, a fare niente.
«Shan, si...si!» Inizio a singhiozzare e mi getto su di lui sdraiandomi sul suo corpo.
«Si?» Mi sposta i capelli dal viso e mi prende la testa fra le mani per guardarmi negli occhi. Le sue foreste brillano e mi fissano. Mi perdo un attimo nei suoi occhi ed annuisco sorridendo. Afferra nuovamente la mia mano e infila lentamente l'anello. «Questi sono diamantini bianchi da 4.5 carati e quello al centro è un diamante rosa da 0,8 carati...si chiama Secret Kiss of the Rose Ring. Ti piace?» 'Porca troia!' Allungo la mano davanti a me e lo guardo: ha delle strisce piene di diamantini bianchi che abbracciano tutto il dito e al centro troneggia un diamante rosa favoloso. Mi sembra strano vederlo al mio dito. Ho una mano piccola, le dita affusolate e le unghie mangiate. Vedere quell'anello al mio dito é come vedere una bambina con i tacchi della mamma.
«Shan...non ho parole. E' grosso...» 'Wow Kate...sforzati' continuo a guardare quella meraviglia al mio dito e mi incanto. Quanto sarà costato? Cioé parliamo di diamanti. Io non gli merito.
«Quando l'hai preso?» Gli accarezzo il viso e lo bacio dolcemente. Ancora non riesco a crederci che mi ha chiesto di sposarlo. Non m'importa se eravamo nudi su un letto di un bus, é stato unico e perfetto comunque.
«La settimana scorsa. Non sono riuscito ad aspettare...scusami» scoppio a ridere nel vedere la sua faccia mortificata e mi giro per farlo finire sul mio corpo.
«Ti perdono, per questa volta...ma devi pagare» accarezzo con i piedi i suoi polpacci e lo guardo negli occhi sorridendogli maliziosamente.
«E come?» Ridacchia e alza il lenzuolo sulle nostre teste mentre inizia a baciarmi il collo.
(e voi direte “ma lo fanno sempre?” ahahah e bene si! U.U è shannon, ragazze! Sesso che cammina hahaha ok *se ne va*)
Scendiamo dal bus intorno alle 3 del pomeriggio dopo aver mangiato. Ormai ho imparato a cucinare. Di solito cucina Tomo o Jared ma oggi hanno deciso di visitare la città e vederci direttamente alle prove. Shannon mi da la mano come sempre e iniziamo ad avviarci verso il palco. Per questioni di tempo e comodità i bus sono tutti parcheggiati dietro al palco. Tiene la mia mano fra la sua ed ogni tanto abbassa lo sguardo per guardare l'anello e sorridere. Io sono ancora un po' scossa o semplicemente devo abituarmi e capire. Sono sicura che piano piano mi renderò conto che diventerò la moglie di Shannon Leto. Mi eccita di più il fatto di essere sua moglie che non di diventare la moglie di un famoso batterista. Arriviamo al palco e notiamo che Jared e Tomo sono già su. Jared guarda Shannon e batte l'indice sul polso. Shannon alza la mia mano e gli mostra l'anello senza salire sul palco. Jared lancia un urlo un po' femminile e afferra il microfono.
«Kate e Shannon si sposano, ragazzi! Un applauso su!» Divento bordeaux e abbasso la testa mentre vedo Tomo, Jared, Emma, Evans e alcuni uomini attaccati all'impalcatura, intenti a sistemare le luci, battere le mani. 'Basta, mio dio' sorrido e cerco di nascondere la testa. Il sole batte forte ed é una bellissima giornata di luglio. Il palco é sistemato su un'enorme prato grigio con piccole pietroline: la classica location e palco da festival.
«Dai vai a provare...stai attento alla caviglia, amore» lo guardo negli occhi e lo bacio. Ultimamente Shan sta avendo problemi con la caviglia con la quale suona la gran cassa. Per fortuna abbiamo un'ottima fiseoterapista che l'aiuta. Il mio Shanimal suonerebbe anche se non avesse una gamba, lo so. So che durante i concerti, sopratutto verso la fine, le sue braccia bruciano e la sua caviglia chiede pietà ma lui non si ferma.
«Ti amo...» Mi bacia e mi accarezza il viso. Abbassa la testa e posa la mano sulla mia pancia. «Vi amo...» Sorride e indossa i suoi i suoi rayban che tanto mi fanno impazzire.
«Ti amiamo anche noi...» Gli passo una mano fra i capelli e lui va via salendo sul palco. Mi avvicino e chiamo Jared con la mano. Fa una piccola corsetta e arriva alla punta del palco, si piega sulle ginocchia e fa sbattere il manico della della chitarra sul pavimento. Faccio una piccola smorfia e lo guardo: povere chitarre.
«Si?» Sorrido a Shan che si posiziona dietro la batteria e guardo in cagnesco Jared che é davanti a me.
«Stronzo...fai fare figure di merda!» Ridacchio e gli do un piccolo schiaffettino sul braccio.
«Tuo marito...e sottolineo marito...ti ha alzato la mano, colpa sua» sistema la fascia che regge la chitarra e cerca di evitare il mio sguardo.
«Mio cognato...e sottolineo cognato...é sempre esagerato! Lo sapevi?» Alza la testa e mi fa un sorriso malefico alzando il sopracciglio.
«Ovvio...io so tutto, sempre!» Alza le sopracciglia con fare orgoglioso ed io m'incanto a guardare l'anello alla mia mano posandola sul palco.
«Chi l'ha scelto? Sincero...» Alzo la testa e porto una ciocca di capelli dietro l'orecchio mentre lo guardo.
«Lui...era quello più costoso in negozio...l'unico...sono diamanti, cara!» Si alza di scatto, afferra la chitarra e va verso l'asta del microfono.
«Che cosa? Jared...aspetta!» 'Dannazione' scuoto la testa e guardo Shan che sta parlando con Evans. 'L'anello più costoso del negozio' ripeto mentalmente. Che costasse l'avevo capito, ma il più costoso del negozio é un'altra cosa.
«Devo lavorare!» Jared sculetta un po' e sistema il cavo della chitarra e il microfono. 'Certo, ora deve lavorare'. Scuoto la testa e ridacchio. Jared é il tipo che prende quasi tutto alla leggera e scarica le ansie sulla povera Emma che fa la trottola ovunque. Mi sposto all'ombra, sul lato sinistro sotto al palco e trovo un posto all'ombra. Sono sul lato dove di solito si posiziona Tomo. Mi appoggio alla transenna e vedo che esce da dietro alla tenda. Tomo é quello perfetto. Tutto deve essere perfetto per lui e si occupa personalmente dei suoi strumenti. Aggiusta qualche cavo qua e la e mi sorride. Io Tomo non parliamo tanto però so che mi capisce. Ha capito che sono in imbarazzo e che devo ancora metabolizzare la cosa.
Noto che Shan saltella sul posto come un pugile per riscaldarsi. Fa qualche movimento delle braccia e abbassa la cerniera della felpa: la sfila insieme alla canotta rimanendo a petto nudo. Si posiziona di nuovo dietro la batteria e aspetta l'attacco di Jared.
Loro suonano ed io vivo. Loro suonano ed io respiro. Loro suonano ed io mi sento finalmente nel posto giusto al momento giusto.
Parte la batteria di Shan e la chitarra di Tomo e subito riconosco Night of the Hunter. Jared inizia a cantare e mi sembra quasi che faccia l'amore con il microfono e con l'asta. Cerca di abbassare la voce e di farla uscire il più calda e profonda possibile. Amo Night of the Hunter e ho pregato Jared per fargliela mettere nel nuovo tour. Guardo un attimo Shan: muove le braccia e quasi non riesco a notare le drumstick per quanto é veloce. Ha la testa bassa e gli occhi chiusi. Ondeggia un po' con la testa seguendo il ritmo e storce la bocca come se volesse baciare qualcuno. Shan improvvisa praticamente sempre, ascolta e cerca di omologare la batteria alla chitarra di Jared e Tomo: non gli piace suonare la stessa cosa tutte le sere. Muovo un po' la testa sorridendo come un ebete. Ormai sono 14 volte che guardo le prove e 14 volte che assisto ai concerti. Anche se avevo mal di schiena o qualche giramento di testa, sono sempre rimasta dietro le quinte dove Shan potesse vedermi perché so che lo rendo felice stando li.
Jared continua a cantare e Shannon, come al solito, inizia a sudare. 'Tu ci credi che quello é il tuo papà e il futuro marito della mamma, Hunter? Io no. Guardalo...é perfetto. Il modo in cui suona, il modo in cui sorride e ama la vita, e il modo in cui ha cambiato la vita della mamma. Cerca di essere orgoglioso di lui anche se ti lancerà in aria, ti giocherà 24h su 24 e ti farà tante domande sulla scuola o sulla tua vita privata. Si fiero di lui anche se é un musicista e spesso non ci sarà per il tuo compleanno. Si fiero di lui perché ti aspetta da più di 12 anni. Si fiero di lui sempre perché lui é fiero di te. Porta pazienza se ti riceverai rimproveri e penserai di non meritarli, capirai con il tempo che lui vuole solo il tuo bene. E' successo anche a me. Mi ha fatto capire quanto sia bella la vita quando tua mamma la stava buttando via. Per quanto riguardo tuo zio...bhe, porta pazienza anche con lui che é bimbo quanto te' gli parlo come tutti i giorni e so che lui mi ascolta pur non aprendo bocca. Mi accarezzo la pancia mentre la canzone finisce e sento due piccoli calcettini.
Continuo a guardare i ragazzi provare e non noto Emma che si avvicina a me.
«Vuoi?» Allunga il bicchiere ed io l'afferro.
«Oh grazie Emma, cos'é?» Si appoggia anche lei alle transenne e guarda verso il palco.
«Thè al limone ghiacciato, oggi fa caldo» si sventola con la mano e si raccoglie i capelli in una coda lenta sulla nuca.
«é stato Jared? Emma so che fai già tanto, non devi occuparti anche di me» sorseggio un po' di the: é davvero buonissimo, il mio preferito.
«Si ma tranquilla...é solo un thè» si volta per guardami e mi sorride.
«Perché non glielo dici?» Guardiamo verso il palco e continuo a sorseggiare il thè.
«Dire cosa?» Si gira a guardami ma io non distolgo lo sguardo da Shan.
«Che Jared ti piace e che lo ami» sorrido e guardo quei due deficienti che si rotolano sul palco facendo finta di prendersi a botte.
«A che mese stai? Scalcia?» Emma sorride e posa le mani sulla mia pancia. Mi volto e la guardo posando una mano sulla sua spalla.
«Emma...non cambiare discorso» mi guarda negli occhi. I suoi occhi sono celesti e ha delle leggere occhiaie per la stanchezza.
«Kate, é inutile...va bene cosi...so che ama la musica ed e un musicista. E' tutto ok» leggo nei suoi occhi un po' di tristezza. Jared non ha voglia di impegnarsi ed Emma, da donna, spera in qualcosa di più che semplici visite notturne di solo sesso. Tutti lo sanno, ma nessuno ne parla. Provai a dire a Jared di buttarsi, che magari Emma voleva qualcosa di più, ma disse che a lui andava bene cosi e anche ad Emma che, essendo una donna, ha nascosto i suoi sentimenti.
«Ha solo bisogno di fidarsi. Magari faglielo capire con qualche gesto...non so» faccio spallucce e le accarezza il viso. Ormai sono a contatto tutto il giorno con Emma e siamo diventate amiche. So che é più grande di me ma odio vedere le persone tristi e quindi mi piace consolarla.
«Più che correre dovunque vuole lui e lasciare sempre il mio bus aperto...non so che altro fare»


Ok allora adesso confesso: non avevo che te. Come farò a vivere sola, senza te? E senza i tuoi sorrisi e tutti i giorni spesi...io, cosa sono senza di lui?

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Capitolo 36
*** Hunter, you're already here? ***


23 Settebre 2013 5:30 pm
 
Guardo fuori dalla finestra, difronte a me, mentre aspetto che l'acqua nel pentolino sul fuoco arrivi ad ebbollizione. E' una di quelle giornate calde e soffia un leggero vento tiepido. Le palme in giardino oscillano lentamente ed io mi incanto un attimo. Sto preparando un thè a Jared e il caffé freddo a Shan che sono sù nella sala prove. Si, ho imparato a fare il caffé freddo finalmente. Scuoto la testa per disincantarmi e allungo il braccio per afferrare un vassoio dalla credenza. Sono al nono mese di gravidanza e tutto procede liscio. Il parto é programmato per il 30 settembre: manca solo una settimana. La tensione si fa sentire. Shan cerca di contenersi quando in realtà vorebbe urlare e stringerla, o stringerlo, fra le sue braccia. Jared è quello che mette più tensione con i suoi "e se...". Il tour fino ad ora è andato alla grande e ci sono stati parecchi sold out. Le due tappe in Italia sono state le più belle, secondo me. Siamo stati a Lucca e a Padova e ho avuto modo di conoscere tantissime Echelon ai Meet and Greet. Ero presente a tutti i concerti e M&G ma devo dire che le Echelon italiane sono state le più affettuose fra tutte. Non amo mettermi in mostra o stare sempre fra i piedi quindi rimanevo una attimo in disparte. Quella sera del 13 luglio eravamo a Lucca, ero al lato del tendone nero, e aspettavo che Shan finisse con le foto. Un gruppo di Echelon, tutte giovanisse, si avvicinò e mi chiese se fossi la fidanzata di Shannon: risposi di si. Mi dissero «Abbiamo una cosa per te, spero ti piaccia» ero emozionatissima e sono diventata tutta rossa. Mi passarono un pacchettino e mi chiesero di aprirlo. Era una favolosa maglia con scritto "Baby Echelon Inside". Mi diventarono subito gli occhi lucidi e la indossai quella sera stessa. Feci una foto con loro. Ricordo ancora i nomi: Giada, Raffaella, Federica, Maya, Carolina e Miryam. In realtà erano tutte timide e l'unica con cui parlai e che mi diede il regalo, da parte di tutte, fu Giada. Dopo il M&G, Emma ha condotto le ragazze fuori le quinte ma dovevo far qualcosa per ringraziare quella ragazza. La fermai, la presi per mano e andai nel camerino di Shan. Ricordo perfettamente la sua faccia un po' sconvolta quando entrò nel camerino. Spiegai a Shan chi fosse e gli regalò le sue drumstick autografate, un autografo e un paio di foto oltre quella fatta dal fotografo del m&g. Era palese che la ragazza, Giada, fosse follemente innamorata di Shannon perché tremava come una foglia. Shan essendo molto affettuoso, la strinse a se e cercò di calmarla. È molto affettuoso con i fan e si ferma volentieri anche fuori, per strada. A me non pesa come cosa anche perché so che cosa si prova. Salutammo la ragazza che se ne andò un po' confusa. Mi confessò che era stata una sua idea la maglia e fino a quella data non avevo mai ricevuto niente, neanche un saluto, da parte degli Echelon: solo brutti sguardi. A Padova, il giorno successivo, mi hanno salutata e regalato una tutina fucsia, o Pomegranate come dice lo zio, con una bella triad fatta di strass argentati sul davanti. Ringraziai tutte le ragazze che, rispetto a Lucca, erano meno timide.
La casa é piena di scatoloni e giochi per bambini ovunque. Fra regali di parenti, amici e conoscenti siamo apposto fino ai 3 anni del bimbo. Il regalo più bello e originale é stato quello di Antoine Becks: una scatola porta giochi a forma di console da DJ. Veramente bellissima.
Poso il caffé freddo e il thè sul vassoio e mi dirigo al piano di sopra salendo lentamente le scale. Il pancione é diventato abbasanza grande e ingombrante: ho spesso mal di schiena. Reggo il vassoio con una mano mentre con l'altra apro la porta.
«Amore! Potevamo fare noi...non devi fare sforzi!» Shan mi riprende da dietro la sua batteria mentre io arrivo al centro della stanza. Jared é dietro la scrivania.
Sento una strana sensazione fra le gambe. Sgrano gli occhi e il vassoio mi cade finendo sul pavimento. Le tazze si spaccano in mille pezzi e il caffé e il thé sporcano tutto il pavimento.
«Shannon!» Lancio un urlo pieno di paura che mi si blocca in gola. Poso le mani sulla pancia mentre Shannon si alza di scatto dallo sgabello e mi guarda. Sento delle fitte fortissime dietro alla schiena e ai lati dell'ombelico. Un dolore insopportabile.
«O la tua futura moglie si è pisciata addosso o stai per diventare papà, Shan!» Jared si alza lentamente, sistema la sedia e fa il giro della scrivania mentre Shannon con un salto si precipita al mio fianco e mi regge. «Calma ragazzi...respira e andiamo all'ospedale» Jared si avvicina con tranquillità, gli afferro la maglia e lo tiro a me.
«Fa male!» Gli urlo in faccia a denti stretti. «Lo capisci!?» Shannon mi accarezza la schiena e mi guarda: mi sembra pietraficato.
«Tu...» Shannon guarda Jared e gli punta il dito contro. «Prendi il borsone in salone ed esci il suv dal vialetto» Jared fa un cenno con la testa e si avvia verso la porta della stanza.
«Ma calmatevi, cazzo! Sta solo per partorire!» Esce e lascia la porta aperta.
«Mi passi qualcosa di pesante? Tipo un sasso? Un corpo contundente, Shan!» Guardo Shan e lui arriccia la fronte.
«Perché, amore?» Continua ad accarezzarmi la schiena mentre io mi piego un po' in avanti con il busto.
«Per lanciargliela contro! Shan...dio, porca troia!» Poso le mani sulla pancia e cerco di accarezzarmela per far passare il dolore ma é tutto inutile.
«Kate...» Si mette davanti a me e mi guarda prendendomi il viso fra le mani. «Ho paura e so che tu ne hai di più di me...cerchiamo di stare calmi sennò siamo fottuti. Respira e...oh mio dio, sta in anticipo...io non sono preparato!» Alzo gli occhi al cielo e alzo il sopracciglio. «Respira!» Imita la classica respirazione da fare e mi guarda.
«Shan lo sto facendo! Sennò sarei già morta! Calmati tu...si, stai per diventare papà! Dio, mi sono bagnata tutta...che casino!» Sorride e scuote la testa mentre io mi passo le mani fra i capelli. Ho tutto il jeans bagnato da un lato e per terra c'è una confusione assurda fra caffé, thé e cocci.
«Non fa niente...Kate...» Continuo a guardarmi e ad ignorarlo. «Kate...guardami» quelle parole mi attraversano il cuore e la testa. L'ultima volta che le ha pronunciate stavamo per fare l'amore per la prima volte e ora eccoci qui, 9 mesi dopo. Sento un attimo girare la testa. Sono successe talmente tante cose, tutte velocemente, che ancora mi devo abituare alla mia nuova vita. «Ti amo e io sono qui!» Lo guardo negli occhi e lui fa lo stesso mentre mi prende le mani per infondermi coraggio.
«Ti amo anch'io!» Afferro il suo viso fra le mani e poso le labbra sulle mie premendo per baciarlo. Sentiamo un clacson famigliare. Shannon si mette al mio frianco e mi prende in braccio reggendo le mie gambe con un braccio: Jared é pronto. Usciamo dalla camera e scendiamo le scale, usciamo di casa e arrivamo al suv posteggiato davanti al vialetto. Shannon apre lo sportello di dietro e mi fa sdraiare sui sedili posteriori mentre lui si siede davanti.
«Dove andiamo?» Chiede Jared e Shannon lo fulmina con lo sguardo. «Ok, all'ospedale» mette in moto e parte schiacciando il piede sull'acceleratore. Shannon si mette in ginocchio sul sedile e si gira per guardarmi e tenermi la mano.
«Giuro che se non lo uccidi tu, lo faccio io» poso la mano sulla fronte: mi scoppia la testa e sto sudando tanto. Sento ogni tanto delle fitte profonde dietro la schiena e nella pancia. «Porca troia!» Urlo e faccio una smorfia di dolore sbattendo più volte il retro della testa sul sedile.
«Amore, cos'hai? Respira!» Mi calmo un attimo e stringo la sua mano nella mia più forte che posso.
«Cos'ho?! Cos'ho, Shan? Oh niente mi si sta solo allargando un buco di pochi centimentri per arrivare a 9 centimetri! Renditi conto! Giuro che ti ammazzo Shan se ti riavvicini a me!» Sento Jared che scoppia in una risata rumorosa mentre il suv procede velocemente sulla strada. «Che cazzo ti ridi? Zitto o ammazzo anche te!» La mia voce è un urlo continuo e sono sicura che ho l'aria di una posseduta al momento. Se solo provassero anche loro questo dolore. 'Fottuta Eva tu e quella dannata mela! Ti potevi mangiare una fragola cosi partorivi senza dolore' impreco mentalmente e continuo a muovere le gambe aprendole e chiudendole.
«Amore...capisco il dolore e tutto...ma io ci lavoro con le mani, se me la fratturi...io...» Giro la testa lentamente e lo guardo. Ok sembro posseduta veramente. Allento la presa e noto che il suo viso si rilassa. «Grazie...amore, cosa senti?» Riprendo a respirare e mi accarezzo la pancia.
«Fitte ovunque! Voglio spingere!» Alzo un po' il busto e mi guardo la pancia.
«Spingi!» Shannon mi stringe la mano e posa una mano sulla mia fronte accarezzandomi.
«No! Mio nipote non nascerà sui sedili posteriori di un suv! Resisti! Siamo arrivati» inizio a ridere istericamente e allungo la mano per poter arrivare a Jared ma Shannon mi blocca.
«Amore, no...ssh sssh è Jared...lo ammazzi dopo. Vero Jared, può?» Alzo un po' il busto e noto che Jared alza la mano destra, mentre con la sinistra guida, e mi mostra il dito medio. Scoppio a ridere e mi sdraio di nuovo.
«Shan, ti prego...mi fa male!» Guardo la mia mano nella sua per poi soffermarmi sul suo viso spaventato e preoccupato: é bianco con le guance rosso fuoco.
«Amore è normale!» Mi sorride con un sorriso fintissimo perché é teso ed io sospiro.
«La mano! Io devo stringere la tua non tu la mia!»
 
 
Siamo arrivati all'ospedale e subito mi hanno portata in sala parto. Mi hanno spogliata e messo un camice di quelli da ospedale. Sono tutta sudata e i dolori aumentano. Ho chiesto più volte qualcosa per il dolore ma mi hanno detto che ero già pronta e un'epidurale non sarebbe servita. Shannon è sempre accanto a me, mi tiene la mano, e osserva i dottore e ogni mossa all'interno della stanza.
«Queste deve toglierle, signorina!» C'è poca luce e un medico si avvicina afferrando la triad e il cuore che porto al collo. Volto la testa e guardo Shan preoccupata.
«No! Che cosa? No!» Allungo il braccio e afferro il polso del dottore per spingerlo via.
«Amore...» Shannon mi accarezza la testa, il collo, e sfila via la collana con il cuore per mettersela in tasca. «Bisogna togliergli...» Lo guardo terrorizzata mentre un'infermiera mi alza le gambe, le piega e sistema i piedi su un poggiapiedi. Ci sono quattro persone nella stanza, forse di più. Mi sento cosi confusa e disorientata. Shannon afferra le forbici, che gli passa il medico, e taglia il laccio della triad che sistema in tasca insieme al cuore.
«Shan...fa male!» Stringo forte la sua mano mentre il dottore si posiziona fra le mie gambe.
«Lo so, amore...ci siamo...segui quello che dice il dottore e andrà tutto bene. Te lo prometto...non ti lascio, sono qui» lo guardo mentre piega la testa e posa le labbra sulla mia mano, che tiene nella sua, lasciandomi un bacio sul dorso. Sorrido debolmente. E' cosi bello: ha qualche ciocca di capelli scompigliati, che spuntano da sotto la cuffia, per la corsa e gli occhi terrorizzati. Non mi ero neanche accorta che indossava un camice e la classica cuffia verde.
«Kate, allora ascoltami...il bambino sta soffrendo e ad ogni contrazione perde di qualche battito che poi riprende. Devi spingere...deve uscire velocemente o dobbiamo farti il cesareo. Puoi farcela...un paio di spinte e uscirà. Impegnati in modo che non soffra» alzo la testa e guardo il medico terrorizzata. Il mio battito cardiaco aumenta e sento che il mio corpo si raffredda in pochi secondi: sto sudando freddo. Poso la testa sul lettino e cerco di respirare facendo dei bei respiri profondi.
«Sono qui...puoi farcela...» Shannon mi afferra la mano e la tiene fra le sue mentre mi guarda negli occhi.
«Non appena senti la contrazione, spingi. Deve uscire il più presto possibile. Ok, Kate?» Il dottore mi guarda ed io faccio un cenno con la testa. 'Hunter, dovevi nascere fra una settimana!' Continuo a guardare Shan e non posso fare a meno di sorridere. Ho la fronte tutta sudata e i capelli bagnati. Sono stanca, ho dolori ovunque e le forze sono ridotte a zero. Sento arrivare un'altra contrazione. Stringo forte la mano di Shan, alzo la testa e la piego in avanti. Spingo più che posso serrando la mascella. Continuo a respirare lentamente e non sento più la parte inferiore del mio corpo: forse per il troppo dolore.
«È uscita la testa...grande, Kate. Un'altra spinta...forza» il dottore mi parla con una voce calma cercandomi di infodermi coraggio. «Kate...Kate come? Il cognome...» 'Che cazzo di domande fai? Stai zitto o ti ammazzo' È normale che una donna prossima al parto voglia ammazzare tutti? 'Forse vuole farti rilassare? Aah!' Cerco di aprire la bocca per rispondere ma vengo interrotta da Shan.
«
Katherine Elisabeth Jennifer Leto...» Apro la bocca meravigliata e guardo Shannon mentre pronuncia il mio nome. Un'altra contrazione arriva ed io mi piego su me stessa spingendo più che posso con tutta la forza che ho. Non era questo il momento di arrendersi per un po' di dolore. Sono spaventata, felice, confusa e tanto altro. Non lo so neanche io cosa provo al momento. Lancio un piccolo urlo e mi lascio andare sul lettino esausta. Shannon mi sorride orgoglioso con gli occhi lucidi.
«Non piange...perché non piange?!» Shannon mi lascia la mano e si gira per guardare un gruppo di infermieri che sono voltati di spalle in un angolo.
«Signor Leto esca subito...venga l'accompagno...» Un infermiera si avvicina a Shan e lo tira per il braccio.

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Capitolo 37
*** My painful past ***


 
«Signor Leto esca subito...venga l'accompagno» un'infermiera tenta di afferrarmi il braccio e di trascinarmi fuori dalla stanza. Guardo Kate: è sul lettino, stanca, tutta sudata e ha il camice pieno di sangue nella parte inferiore.
«Cosa cazzo succede? Perché mio figlio non piange?» Afferro l'infermiera dalle spalle e la guardo. Nessuno mi spiega cosa succede e questo non fa altro che farmi arrabbiare.
«La sua bambina sta bene, signor Leto! È stato un parto difficile e respirava a fatica» guardo i medici intorno a mia figlia. Uno di loro si sposta e riesco a vedere una piccola creaturina rosa che muove mani e piedi. 'Christine!'
«Bambina...è femmina...una bambina...» Guardo l'infermiera che mi guarda terrorizzata per la mia presa sulle sue spalle e sento che i miei occhi si stanno bagnando e la mia vista si sta appannando un po'.
«La signorina...la signorina sta perdendo battiti!» 'Kate!' Sento il dottore urlare mentre il monitor segna i battiti sempre più lenti. Kate mi fissa ma é immobile e il suo petto si muove leggermente. Mi guarda ma è come se fosse incantata, come se non mi stesse guardando veramente.
«Kate!» Urlo e cerco di avvicinarmi a lei quando due braccia possenti mi gingono il busto e mi trascinano via con forza: è un infermire.
«Signor Leto esca se vuole salvare sua moglie! Subito!» Mi urla nell'orecchio l'infermire mentre mi tira via da lei e mi spinge verso la porta. Tutti gli infermieri e il dottore si avvicinano al letto e lo circondano: non riesco a vedere nulla.
«Kate!» Ignoro l'infermiere che continua a tirarmi via. Cerco di divincolarmi mentre continuo ad urlare il suo nome. Sono stanco di lottare. Stanco di spingere quell'uomo per arrivare a lei. Nessuno può portarmela via. Volto la testa a sinistra e noto che in una piccola incubatrice c'è una bimbina. La mia bambia. Si muove e sento che piange muovendo le manine davanti a se. «Christine!» Con una spinta potente l'infermiere riesce a farmi uscire dalla stanza. Finisco nel corridoio e mi chiude la porta in faccia in modo che io non possa rientrare. Abbasso la maniglia più volte mentre vedo l'infermiere oscurare i due vetri posti sulla porta. Continuo a spingere la maniglia e a dare alcune spallate per poter entrare ma la porta è chiusa a chiave. «Vaffanculo!» Urlo contro la porta e sbatto il piede su dando un calcio forte. Sono nervoso. Sono arrabbiato. Sono senza controllo perché nessuno mi dice niente. Sono stato cacciato come un cane. Mi volto e noto che il corridoio é deserto. Davanti a me ci sono solo alcune sedie messe una accanto all'altra. Noto una presenza che corre verso di me: so perfettamente chi è. Mi avvicino alle sedie e ne afferro una. La lancio con forza alla mia destra facendola arrivare lontano. Si spacca, credo, e fa un rumore assordante che fa eco per tutto il corridoio deserto. Cado sulle ginocchia e mi ritrovo sul pavimento. Abbasso la testa e chiudo le mani a pugno sulle ginocchia.
«Shannon!» Vedo Jared scivolare velocemente, con le ginocchia, sul pavimento e posizionarsi difronte a me in ginocchio. «Che succede?!» Mi prende la testa fra le mani ed io lo guardo negli occhi. Serro la mascella facendo strisciare i denti fra loro e gli occhi mi diventano lucidi. Mi tira a se e mi abbraccia forte. Rimaniamo cosi, in ginocchio sul pavimento freddo dell'ospedale.
«Mi hanno cacciato via...la bambina non piangeva...poi Kate...il suo battito è sceso...poi Christine ha pianto...io» scoppio a piangere e questo è tutto quello che riesco a spiegargli fra un singhiozzo e l'altro, in modo molto confuso. Non so che pensare. Non so cosa dire. Vorrei solo delle risposte alle mille domande che mi stanno attraversando la testa come proiettili.
«Christine...Christine, Shan...è una lei, tu volevi una bambina...sono sei mesi che mi porto dentro questa gioia» Jared cerca di rassicurarmi e mi aiuta ad alzarmi afferrandomi un braccio.
«Kate...l'ha uccisa! Quella cosa ha ucciso Kate!» Farfuglio e subito la mia guancia diventa rossa: Jared mi ha dato uno schiaffo. Abbasso la testa e mi siedo ad una delle sedie difronte alla porta.
«Non è una cosa. Kate starà bene e qualsiasi cosa succederà tu amerai Christine! Hai capito?» Annuisco ed evito di guardarlo. Sono sempre stato un bimbino, un ragazzo e un uomo particolare. Jared per me c'è sempre stato ed è stato per me come un padre. Avrei dovuto prendermi io questa resposabilità e questo incarico fra i due ma, all'epoca, non ne ero capace. Siamo cresciuti senza un padre e quello che ne ha risentito di più di questa mancanza, ero io. Non l'accettavo, non l'ho mai accettato. Non riuscivo a colmare questa mancanza con nulla. Ho trovato solo soluzioni di breve durata come alcol, fumo e droghe. Il periodo dell'adolescenza per me è stato un'inferno. Ero ribelle e avevo bisogno di qualcuno che mi dicesse dove stessi sbagliando magari anche dandomi uno schiaffo. Avevo bisogno di una figura maschile forte che mi insegnasse le cose. Ma si sa, non si può avere tutto dalla vita. Iniziai lentamente a trasgredire e a ribellarmi per poter dimentire per poche ore il dolore. Iniziai ad andare male a scuola, non sono mai andato bene in realtà. A 13 anni mi sentii potente e soddisfatto quando iniziai a fumare le sigarette per la prima volta. Colmavano quel grande vuoto. Era un modo per evadere, per andare contro corrente. Non accettavo la mia vita e come essa andava. Volevo decidere io, ma non era possibile. Mamma non lo scoprì mai. Jared mi ripeteva sempre che era sbagliato e che dovevo smettere, lo zittivo con un "vaffanculo" e continuavo per la mia strada. Odiavo tutto e tutti, anche me stesso. Mi sono odiato, tanto da pensare che sarebbe stato meglio non nascere se quella fosse la mia vita. Era sempre la solita musica tutti i giorni. Arrivai ad un punto, verso i 16 anni, nel quale le sigarette non mi facevano più sentire bene e non cancellavano più i miei problemi, e dolori, per quei pochi minuti. Aggiunsi l'alcol. Forse avevo solo cattive compagnie o forse ero proprio io una brutta persona. Tornavo a casa tutte le sere ubriaco e vomitavo. Desideravo tanto un uomo che dopo aver vomitato mi dicesse "che cazzo fai, Shan?" E mi desse uno schiaffo. Forse prima di avvicinarmi ad un'altra bottiglia, ci avrei pensato. Avrei pensato a quello sguardo deluso e al dolore della mia guancia. Nessuno mi diceva nulla: mamma neanche si accorgeva di quello che facevo. Jared era sempre lì che tentava di salvarmi da quelle brutte cose, ma io ero troppo stupido e testardo per ascoltarlo. Ero perennemente arrabbiato e scontroso con tutti. Mandavo a quel paese gli insegnanti, picchiavo qualche ragazzetto effemminato a scuola e la sera facevo spesso delle risse con degli sconosciuti. Io penso che mamma vedesse il mio labbro spaccato, il mio livido sullo zigomo, ma che preferiva non chiedermi perché sapeva che avrei risposto mandando anche lei a quel paese. Mi stavo distruggendo da solo, con le mie mani. Diventai autolesionista a 18 anni. Non mi tagliavo, nulla di cosi estremo: prendevo a pugni qualsiasi cosa, dai muri agli alberi. Mi odiavo perché mi era stato sempre detto e raccontato dai parenti che i miei erano felici insieme, prima della nascita. Pensai che il problema fossi io e cosi mi odiavo. Distruggevo le mie nocche e le mie falangi fino a farle sanguinare. Avevo le gambe piene di lividi per i calci dati a qualsiasi cosa. Suonavo già la batteria ma era sempre per hobby e, quando ero particolarmente arrabbiato, mi sfogavo con lei. Chiudevo gli occhi e le mie braccia andavano per conto loro creando un suono, ma all'epoca era rumore, che mi faceva calmare. I muscoli delle mie braccia iniziarono a formarsi per le tante ore passate a sfogarmi. Era una piccola batteria, una gran cassa e due paia di piatti, nulla a che vedere con la mia Christine di adesso. Per un breve periodo, 3/4 mesi, smisi di fumare e di bere: mi sfogavo con la batteria. Era l'unica che ascoltava i miei silenzi, che riusciva a domarmi e a farmi capire che tutto quello era sbagliato. Quando avevo 19 anni, mi arrivò notizia che mio padre si era risposato da poco e che aveva avuto due figli: Christian e Robert. La rabbia e l'odio verso quell'uomo tornarono. Mi chiusi in me stesso: mangiavo solo quando lo stomaco chiedeva pietà. Alcuni giorni mangiavo di tutto fino a scoppiare, altri giorni non mi alzavo neanche dal letto. Ero depresso, forse. Non toccavo più la batteria, non parlavo più con Jared e ormai avevo abbandonato tutti gli studi ormai da anni. Trovai una nuova cosa che mi permetteva di evadere da tutto quel dolore: le canne. Ricordo come fosse ieri quando Jared mi scoprì a fumarne una. Ero in camera mia, sdraiato sul letto e avevo acceso da poco la canna. Jared entrò, mi guardò e rimase immobile davanti al letto «Se non smetti giuro che non ti parlerò più. Cambierò strada se ti inconterò». Alzai la testa, portai la canna alla bocca e aspirai sfidandolo con lo guardo. «Fottiti» risposi. Lui fece il giro del letto, mi tolse la canna dalla mano e me la spense sul palmo. Da allora non toccai più le canne. Ogni volta che ero intento a farmene una, guardavo quella piccola cicatrice sul palmo, e la buttavo. Con il tempo e con l'uso delle drumstick non si nota più il segno, ma io so che c'è, e questo mi basta per non fumarne più. Mi sono sempre chiesto del perchè io avessi bisogno di essere sgridato o picchiato per evitare di fare cose del genere. Solo ultimamente ho capito che avevo bisogno di sentire che qualcuno mi amasse, che ci tenesse a me tanto da proccuparsi. Quel giorno Jared lo fece, mi dimostrò di tenerci a me e di volermi aiutare a tutti i costi. Ero cattivo, direi stronzo, perché Jared pagò quel gesto: lo picchiai. Mamma ci vidi e ci divise. «Cosa succede?» Ci chiese. «Una ragazza, mamma...litigavamo per lei» disse Jared nascondendo la canna nel jeans. Non ho mai avuto il coraggio di ringraziarlo per tutto quello che ha fatto per me. Posso dire, che nella mia vita, ho provato di tutto. Non so perché penso solo adesso a tutte queste cose, avevo smesso di farlo da anni e anni. Forse è perché ora io ho un compito difficile, il più difficile del mondo: fare il padre. Non ho esempi di nulla ma so di cosa ha bisogno mia figlia: una guida, tanto amore e una persona sempre presente. Avevo smesso di pensare al mio passato ma con Kate tutto è ritornato, come un fantasma. Lei non sa niente di tutto questo perché ho paura che scappi e che mi giudichi. Non mi ha mai chiesto nulla perché sa che, prima o poi, sarò io a lasciarmi andare. Ho solo bisogno di tempo. Sono ferite che hanno punti e togliergli le farebbe risanguinare, ma poi so guarirebbero. Le ho chiesto di sposarmi, abbiamo tutta una vita davanti per parlare del mio passato no? Penso proprio di si. Quello che Kate era, mi ha fatto riflettere su quello che ero io. Quando le dissi «Non ti lascerò per questo problema, non ho paura» ero sincero e coscente di quello che le stavo dicendo. L'ho capita, bastava solo quello, capire. Capire il perché lo facesse. Capire perché odiasse se stessa a tal punto da farsi male. Tutto riporta a quello che volevo io da ragazzo per stare bene: un po' di amore in più. Nella mia vita ho affrontato onde talmente alte che non riuscivo neanche a vedere la loro fine. Sono finito talmente tante volte sott'acqua che ormai avevo deciso di rimanerci lì sotto. Sono salito in superfice da solo e forse per questo che sono un po' più forte oggi. Se la vita mi ha fatto soffrire cosi tanto, distruggendomi, facendomi distruggere da solo, solo per arrivare a questo punto ed essere forte per aiutare Kate, allora si, soffrirei altre mille volte. Rivivrei tutto se fosse servito a salvare Kate. Tutto. Con lei ho capito cos'è veramente la felicità. La felicità è una cosa rara, tutti la cercano, ma nessuno si rende conto che la si trova nella cose semplici. La felità nel sentirsi le ossa, nel tagliasi, nel sentire la testa girare o nel vedere tutto sfuocato, è finta. È una felicità falsa che dura pochi secondi, che copre tutto per poi mostrarti il peggio. Camuffa i problemi e anestetizza il dolore per quei pochi minuti o ore. Io ho capito che la felicità la si trova nelle piccole cose, nelle persone che si amano, sopratutto. In un bacio: mi sento amato e amo quella persona. Se mi fermo un attimo capisco che, in un semplice bacio, riesco ad essere felice. La felicità si nasconde dietro l'amore. Se una persona ti guarda ed è innamorata di te, tu sei automaticamente felice perché lei ha deciso di stare con te. Ha scelto te. Un bacio, un sorriso, una carezza, una lacrima di gioia, un'abbraccio: tutto può essere felicità. Se ci pensate viene da ridere e viene da pensare quanto la gente sia stupida. Almeno una volta, durante la giornata, una persona ti bacerà, ti sorriderà, ti accarezzerà e ti abbraccerà e tu sarai felice ma non te ne accorgerai. Capita di ricevere una di queste cose anche più volte al giorno da persone amate e noi siamo felici più volte ma non lo sappiamo. Ci ripetiamo sempre «Vorrei essere felice almeno per un giorno» tutti sono felici, tutti i giorni, e non lo sanno. Forse é l'uomo che vede la felicità come una cosa impossibile, a volte, quando non è cosi. È una cosa cosi semplice che nessuno la vede. Tutti pensano che sia una cosa che dura giorni ed è sbagliato, un secondo, un attimo, ecco perchè neanche ci accorgiamo di esserlo.
«Io non vivo senza di lei» abbasso la testa e poso i gomiti sulle cosce facendo pendere le mani fra le cambe. Jared é seduto accanto a me e rimane in silenzio. Non c'è un rumore: niente. Tutto deserto da più di mezz'ora. «Non è possibile che ogni fottutissima volta che sono felice, che sono sereno e sto bene, tutto precipita in un buco nero...ogni volta...sono stufo. Perché non può andare tutto bene e basta?» Rimango con la testa bassa e quelle parole escono come un sussurro leggero che si perde nell'enorme corridoio deserto.
«Si chiama vita, Shan...è la vita...non può andare sempre come vuoi tu» Jared si rilassa sulla sedia e posa la testa al muro rovesciandola indietro.
«E perché io devo provare sulla mia pelle di tutto?» Alzo la testa e lo guardo con gli occhi lucidi. Il suo viso diventa di colpo triste quando mi vede. Mi tira a se e mi stringe in un abbraccio. È già la seconda dimostrazione di affetto da parte di Jared: non è un tipo che si lascia andare agli abbracci. Sospiro e mi alzo. Mi avvicino ad una finestra posta ad un paio di metri dalle sedie. La apro: è una di quelle finestre vecchie e di ferro tipiche degli ospedali. Apro i due vetri perbene e mi appoggio con il gomito sul davanzale. Infilo la mano in tasca e afferro il pacchetto di sigarette.
«Shan! Siamo in un ospedale!» Jared volta le testa e mi riprende mentre gesticola. Porto la sigaretta alla bocca, afferro l'accendino e abbasso la testa, coprando con le mani, per accenderla.
«Me ne fotto» appoggio il gomito destro sul davanzale e guardo fuori dalla finestra mentre reggo la rigaretta con le labbra. Il buio è calato e la luce della luna è leggermente offuscata dalle nuvole. L'aria è fresca e tira un leggero vento qui su. Siamo al decimo piano del Cedars Sinai Medical Center di Los Angeles uno dei migliori ospedali, cosi si dice. Da qui su si può ammirare tutta la Beverly Bvld: é piena di luci, insegne e macchine che sfrecciano.
«Ci manca sono un bel rimprovero» Jared incrocia le braccia al petto e batte il piede a terra. Afferro la sigaretta fra il pollice e l'indice della mano sinistra e sporgo il braccio fuori dalla finestra per gettare la cenere in eccesso.
«Ho detto che me ne fotto! Sono passati 35 minuti...35! E nessuno è uscito per avvisare...forse Kate è morta, forse Christine è morta...non lo sappiamo! Quindi io fumo perché mi girano i coglioni e me ne fotto se siamo in un ospedale, va bene?!» Guardo Jared e chiudo gli occhi in due fessure. Porto la sigaretta alla bocca e aspiro un po'.
«Va bene...» Alzo di nuovo la testa e guardo cielo. Sto cercando di contenermi per non piangere perché sono un uomo. Vorrei spaccare quella porta a pugni. Vorrei distruggere tutto e picchiare uno ad uno tutte le persone lì dentro. Sono teso e terribilemente nervoso. 'Giuro che se succede qualcosa a loro, tu la paghi. Te lo giuro' mi rivolgo ad una persona nella mia testa: forse dio. Non lo so. Non sono mai stato un forte credente ma frequentavo la chiesa quando ero più piccolo perché mamma mi costringeva. Dopo il divorzio è degenerato tutto. Tutto è diventato merda e pregare non avrebbe risolto un bel niente.
«Hai chiamato qualcuno?» Sporgo la testa fuori dalla finestra, controllo che non ci sia nessuno e getto la sigaretta.
«Sono tutti giù. Mamma, Carl, Claire ed Ed» torno alle sedie e mi siedo accanto a Jared. «Vuoi andare giù cosi...» Alzo la mano per interromperlo e scuoto la testa.
«Non voglio vedere nessuno, per favore» mi rilasso sulla sedia e apro le gambe stendendole davanti a me.
 

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Capitolo 38
*** I'm shannon, but you can call me daddy! ***


I minuti continuano a passare, le ore continuano a passare, e non è uscito nessuno da quella stanza. Guardo l'orologio al mio polso che segna le 10:45 di sera. Jared è accanto a me e si addormenta ogni 5 minuti per poi dire che era sveglio e rifletteva ad occhi chiusi. Certo come no.
«Signor Leto?» Una donna, dal fondo del corridoio, mi chiama ed io mi alzo di scatto. Jared si sveglia e si alza anche lui.
«Si, mi dica...» Mi avvicino alla donna facendo una piccola corsa mentre Jared mi segue.
«Venga con me» la signora si volta e regge nella mano sinistra una cartella medica. Inizia a camminare e noi la seguiamo.
«È tutto ok? Sono passate 3 ore e non mi avete detto nulla» cerco di controllare il tono della mia voce mentre seguo l'infermiera grattandomi la nuca. Giriamo in un corridoio e continuiamo a camminare. Nessuna risposta. Arriviamo alla fine del corridoio e la donna si ferma davanti alle scale. Avrà sui 50 anni, capelli castani raccolti in uno chignon, e gli occhiali appesi al collo: la tipica infermiera arrogante con la puzza sotto al naso. Indossa un camice bianco e delle scarpe bianche da reparto.
«La bambina sta benissimo, Signor Leto» l'infermiera si volta e mi guarda. «La sua fidanzata ha avuto una brutta emorragia...ma ora sta benissimo!» Mi passo una mano fra i capelli e annuisco sospirando. Kate sta bene. La mia Kate e la mia Christine stanno bene! Cerco di controllare la felicità quando, in realtà, vorrei urlare e fare capriole. Non poteva portarmela via, io non vivo senza di lei. Che uomo sarei stato? io ho bisogno di lei! Non avevo dubbi che Christine stesse bene, piangeva, e so che è una bambina forte come la mamma.
«Jared vai ad avvisare tutti giù...» Mi volto e guardo Jared alle mie spalle. Il suo viso è cambiato: è più sereno. Per tutto il tempo è rimasto con l'ansia addosso ma ovviamente ha cercato di nascondere il tutto.
«L'oraio di visite é passato da un pezzo, Signor Leto. Non posso far salire nessuno. Domani mattina si» 'mi stai sulle palle...arrogante donna con la faccia quadrata!'
«Questo lo so, grazie» Jared cerca di contenere la sua risata storcendo la bocca per poi andare via. Sentiamo una risata lungo il corridoio. L'infermiera scuote la testa e continua a salire le scale con passo pesante, quasi fosse arrabbiata.
«Ci sono delle regole qui, signor Leto» 'ma fottiti!' Continuamo a salire le rampe di scale e la donna fa scivolare la mano sullo scorrimano mentre regge la cartella nell'altra mano.
«Ah si? Non lo sapevo» alzo gli occhi al cielo e faccio una faccia schifata alzando il labbro: sono dietro di lei e non può vedermi, fortunatamente.
«Orari...ci sono degli orari per le visite....e signor Leto?» Arriva alla fine della scala e mi scruta fermandosi all'ultimo gradino mentre io mi fermo 3 gradini sotto di lei.
«Si?» Alzo la testa e la guardo sfidandola con lo sguardo. 'Ti prego portami da Kate e Christine e statti zitta' le sorrido un po' schifato e alzo il sopracciglio.
«È vietato fumare...» Si volta di scatto e continua a camminare facendo rumore per tutto il corridoio con quelle orribili ciabatte.
«Sono rimasto dietro quella porta per più di 3 ore e lei spunta alla fine del corridoio...mi sono sentito un coglione, se permette! Sono stato cacciato e non sapevo neanche se la mia ragazza fosse viva o no dopo 3 ore...3 ore, capisce? Per non parlare di mia figlia e che caz...cavolo!» L'infermiera si ferma davanti ad un'enorme vetro ed io continuo a parlare mentre lei mi fissa negli occhi. «Nessuno...non è uscito nessuno! Se permette, sempre, avevo bisogno di fumare e di certo non scendevo giù dato che aspettavo infor...» Alza gli occhi al cielo ed io mi fermo. 'E ora che vuole?'
«Capisco...vuole vedere la sua bambina o no?» Indica il vetro alla nostra destra e mi guarda. Mi volto e noto che davanti a me, oltre il vetro, ci sono 4 culle: 3 celesti e una, l'ultima sulla destra, rosa. Poso la mano sul vetro e osservo quella creaturina tutta vestita di rosa che si muove appena: è bellissima. È piccolissima, ha delle manine minuscole. Sorrido e continuo a guardarla quasi incantato. È la bimba più bella che io abbia mai visto. «La stanza di sua moglie è la 24, come da lei richiesto, è sola in camera...vada li e si dia una rinfrescata. Fra 10 minuti sarò da lei con la bimba» mi volto di scatto e guardo la donna.
«Pensavo ci fossero degli orari...che non potesse stare con me al momento...» Arriccio la fronte e mi gratto la nuca. Di solito i bambini devono stare con la mamma e spesso non dormono nella stessa stanza, ne sono sicuro. È successo lo stesso con Vicki e il piccolo Anthony.
«Signor Leto...la bambina non ha conosciuto la mamma in quanto stavamo cercando di fermare l'emorragia...credo che abbia bisogno di un po' di affetto e di conoscere il suo papà» sorrido da una guancia all'altra e stringo la donna fra le mie braccia alzandola dal pavimento.
«Grazie!» La scuoto un po' e la riposo sul pavimento.
«Signor Leto!» Si passa una mano fra i capelli per sistemarli e si aggiusta il camice. Ok, forse ho esagerato ma sono felice. Tanto felice. Felice che tutto finalmente vada come dico io. Kate sta bene e Christine è una meraviglia. Ora la donna non mi sta più sulle palle.
«Kate come sta? È davvero tutto ok?» Per un attimo mi fermo a pensare che non ho chiesto molto su di lei. Non mi è passata di mente: sono tanto confuso. La stanchezza si fa sentire e anche lo stress.
«Ora sta meglio...le abbiamo messo dei punti e abbiamo fermato l'emorragia. Stiamo facendo gli ultimi controlli...fra un paio di ore la porteremo in camera» sospiro e chiudo un attimo gli occhi. 'Grazie' annuisco e sbatto le palpebre velocemente per ricacciare le lacrime. Mi volto e guardo il frutto del nostro amore attraverso il vetro. 'Oh piccola' appoggio di nuovo la mano al vetro e striscio i polpastrelli su, come se volessi accarezzarla. «Signor Leto...che aspetta? Vado su...non vorrà far sentire la puzza di sigaretta a...» Ignoro l'infermiera e continuo a fissare la mia bambina. La mia meravigliosa bambina.
«Christine Nicole Leto...si chiama cosi» mi volto e sorrido alla donna. Ricambia il sorriso e mi posa la mano sulla mia spalla.
«È un bellissimo nome...provvederò ad aggiornare la sua cartella! Corra su!» Stringo con forza la mano dell'infermiera e la scuoto su e giù.
«Grazie mille!»
 
Faccio avanti e dietro nella stanza. Mi sono lavato le mani non so quante volte pur di togliere l'odore delle sigarette. Mi sono fatto un piccolo codino e lavato la faccia.
«Ma quanto ci mette...ora mi stai di nuovo sulle palle» parlo ad alta voce e cammino per la stanza a testa bassa. La stanza è tutta bianca, un letto, ancuni macchinari, un paio di sedie e una finestra. Ho usato il bagno che c'era nella camera. Per fortuna è tutto pulito e ordinato, ci tengo a queste cose. Sento abbassare la maniglia e mi volto di scatto sorridendo.
«Signor Leto, lei è Christine...» L'infermiera di prima entra nella stanza e si avvicina a me con un fagottino rosa fra le braccia. «Attento alla testa...» Mi passa la bambina ed io l'accolgo fra le mie braccia facendo attenzione alla testa, come mi ha detto la donna. «Vi lascio fare amicizia...per la vostra fidanzata ci vorrà un'altra ora, poi potrà vederla...» Guardo l'infermiera con una faccia terrorizzata. 'Mi lasci cosi tanto con mia figlia?! Io non so da dove iniziare!
involontariamente inizio a molleggiare sulle ginocchia e a cullare la mia bimba fra le braccia.
«Perché cosi tanto?» Faccio una smorfia con la bocca e noto che la donna mi guarda dalla testa ai piedi.
«Per gli ultimi controlli. Sta bene, tranquillo...tutt'e due stanno bene...spesso questi parti finiscono con il cesareo ma la vostra fidanzata ha avuto tanta forza e coraggio. Temevo il peggio per lei e la bimba ma grazie a Dio tutto è andato perfettamente. Staranno bene, glielo prometto» 'la mia domanda era un'altra' per fortuna l'infermiera mi rassicura. Non mi sono mai fidato tanto dei dottori e quando ero in bagno non facevo altro che pensare a Kate, alla mia Kate.
«Va bene...aspetterò» le sorrido con un sorriso finto pieno di preoccupazione e continuo a cullare la bimba.
«Noto che già sa fare il padre. Ci vediamo più tardi, Signor Leto» sorride e sistema il cappellino sulla testa della mia bimba.
«Grazie...arrivederci» fa un cenno con la testa ed esce dalla stanza. Continuo a cullare Christine e mi guardo intorno. 'E ora che faccio?' Sento qualcosa che tira la mia camicia: forse si è impigliato un bottone nella copertina della bimba. Abbasso la testa e noto che Christine mi sta tirando il bottone della cammicia. Sorrido e mi avvicino ad una delle sedie nella camera per sedermi.
«Cosa fai piccola?». Non smetto di sorridere, quasi sento dolore alle guance. Reggo Chris con il braccio sinistro e con la mano destra le accarezzo il viso. La mia mano è la metà di tutto il corpo della piccola. Il suo visino è piccolino e rosa con qualche macchietta rossa sulle guance. Ha un piccolo cappellino rosa ed é avvolta in una copertina dello stesso colore. Apro lentamente la copertina e noto che anche la sua tutina è rosa con la scritta "I love my daddy" sul petto. 'Kate!' Sono sicuro che questa tutina l'ha comprata lei e avrà detto all'infermiera di mettergliela quando la stavano preparando per il parto. Sorrido commosso e ricopro Christine stringendola a me.
«Allora, vediamo...a chi assomigli?» Faccio delle smorfie con la faccia e noto che la bimba mi fissa aprendo i suoi occhioni. Si incanta a guardarmi ed io sorrido. Non smetto mai di sorridere. «Hai gli occhi di papà! Sono verdi e un po' a mandorla con le ciglia folte...1 a 0 per papà...vediamo, la bocca è di tua mamma...è cosi piccola e a cuoricino. Siamo pari! Il naso...direi della mamma, piccola...però anch'io ce l'avevo cosi piccolino, poi non so cosa gli sia successo» ridacchio e scuoto la testa. «Le manine...» Prendo fra il mio pollice e l'indice una delle sue manine e la guardo mentre lei mi afferra l'indice. «Come sei forte, amore di papà...allora hai preso le manine da me. La mamma sarà gelosa...sei la mia fotocopia! Aspetta...i capelli sono della mamma?» Alzo un po' il cappellino e noto la testolina piena di capelli neri. «Ma che cappellona che sei, amore! Ne hai più di papà che sta pure stempiando! Direi della mamma...si si, i capelli sono i suoi» continuo a cullarla ancora e mi guardo intorno. Sono orgoglioso di me e della mia vita finalmente. Le mani di Chris giocano con la mia e porta il mio mignolo in bocca per succhiarlo. «Sei una mangiona come papà!» Abbasso la testa e mi piego per baciarle la fronte e il nasino. «Allora, di al tuo papà...cosa vuoi fare da grande? Sai, papà è un musicista come zio. Ah si, hai uno zio. Una cosa alla volta. Io sono Shannon, ma tu chiamami papà, e suono la batteria nei 30 Seconds To Mars insieme a mio fratello, tuo zio, che canta e suona la chitarra e al mio migliore amico, Tomo, anche lui chitarrista. Ah piccola, per il significato della band, chiedi a tuo zio Jared perché io in 15 anni non l'ho ancora capito» scoppio a ridere e Christine continua a succhiare il mio mignolo e a fissarmi negli occhi. 'Ascoltatrice come la mamma!' «Dicevo...quindi sono un batterista. La mamma era una videonoleggiatrice, come la chiamo io...ora fa un lavoro meraviglioso: la mamma e l'assistente di papà nei concerti. Tuo zio, Jared, è un tipo particolare...era lui che ti faceva ascoltare musica classica quando eri nella pancia della mamma...io ero quello che ti faceva sentire i sex pistols, gli who, amore eh eh» le faccio l'occhiolino e ormai il mio mignolo è pieno di saliva ma non m'importa. «Poi c'è tuo zio Tomo, non è proprio tuo zio, ma chiamalo cosi...è sposato con tua zia Vicki e un mese fa hanno avuto un bambino che hanno chiamato Anthony Filip Milicevic, il tuo cuginetto, appunto...poi ci sono i tuoi nonni: Claire ed Ed, i tuoi nonni materni, e Constance e...» Mi fermo un attimo e fisso il soffitto mentre gli occhi mi diventano lucidi. «E Carl...un amico di nonna Constance» dentro di me non ho mai accettato il fatto di essere stato abbandonato da mio padre e poi adottato da Carl. È una cosa che non riesco a superare: mi fa male. Pensare che lui ci ha abbandonati per farsi un'altra famiglia, mi fa sentire una merda. Lui non mi voleva, non ci voleva. Sennò perché farlo? Avrei tanto voluto sbattergli in faccia la mia felicità in questo momento. Avrei tanto voluto mostrargli quello che siamo diventati da soli, senza che nessuno ci avesse aiutato. Ma si sa, la vita è cosi e ha deciso di prenderselo dopo la nascita di sua figlia Charlotte: la più piccola dei tre. Non ho mai visto Carl come mio padre, ma neanche Tony. Io non ho mai avuto un padre. Si dice che chi ti cresce veramente è tuo genitore: io sono stato cresciuto da Shannon e basta. Ho vissuto per conto mio, ho sbagliato da solo e mi sono fatto coraggio da solo: il tutto da quando avevo 10 anni. Ho sempre pensato e detto che mio padre, Tony, è stato un gran pezzo di merda. Solo ora, che sono padre anch'io, mi rendo conto che è stato più di un pezzo di merda. Come si fa ad abbandonare due bambini? Due figli? È una cosa che non mi spiego e mai mi spiegherò. Ho speso troppo tempo ad odiarmi e a soffrire per un uomo che neanche mi voleva bene. Sono stato uno stupido. «Sai, voglio essere sincero con te...promettimi che prenderai come esempio tua mamma Kate e tuo zio Jared...io sono un brutto esempio e non voglio che tu prenda da me. Non sono forte, non sono coraggioso, non sono intelligente...non sono niente. Ho fatto tanti errori nella mia vita, troppi, amore mio...tuo zio Jared è forte e sa sempre cosa è giusto e cosa no. Ispirati a lui, sempre...e a tua mamma anche, che per me è tutto...lei è forte, tanto forte, dolce, buona e mi ha amato come nessuno ha mai fatto. Magari, che so, non vuoi diventare una musicista come papà o zio...ma sai, io non voglio obbligarti in nulla...voglio solo che tu sia felice, voglio che tu non ti senta mai sola, voglio che ami te stessa quanto io e la mamma ti amiamo...voglio vedere uno dei tuoi sogni realizzati, e se un giorno chiederai aiuto per realizzarlo...papà ci sarà sempre. Sempre. Quando sarai triste, felice, arrabbiata, annoiata...sempre, amore. Te lo prometto ed io mantengo le mie promesse, la mamma questo lo sa. Quando ti sentirai giù, piangerai perchè sarai triste per qualcosa...spero che non sarà per un ragazzo perché piangerà anche lui in quel caso...io ci sarò, voglio consolarti e dirti che questa è la vita e va cosi. Non ti dico e non ti dirò mai che è un viaggio semplice tutto in discesa perchè non è cosi: è pieno di salite, tante, strade interrote, non asfaltate e bivi. Bisogna solo abituarsi e capire che non sarà mai tutta una discesa». Passo il dorso della mano destra sulla guancia e tiro un po' su per il naso. La mia mano si bagna leggermente. Sorrido a Christine e la guardo. «Scusami...mi sono commosso. Sai, in 43 anni non ho ancora capito se è un segno di debolezza o di sincerità quando un uomo piange. Secondo te? Cioè voglio dire...se io piango ti sembro un cogl...uno scemo? Oppure ti sembra normale?» Lascia il mio mignolo, mi guarda e apre la boccuccia sbadigliando. «Va bene, ho afferrato il concetto...sei esagerata, amore di papà! Di che vuoi parlare tu? Eh eh?» Riprendo a fare delle facce buffe e lei si infila di nuovo il mio mignolo in bocca per succhiarlo. È cosi piccola, dolce, bella...tutto. «Ma ti hanno dato la pappa? Devi mangiare tanto amore di papà sennò poi rimani piccoletta come me...ok, non è vero...mangiavo tanto da piccolo...ma come il naso, non so che mi sia successo dopo» rovescio la testa indietro e sorrido guardando il soffitto e sospirando. Sto parlando con mia figlia, che non può rispondermi, da più di 20 minuti e mi sto divertendo. E quando parlerà e camminerà? Non vedo l'ora! «Vuoi fare la nanna, amore? è tardi...» Mi alzo dalla sedia e mi avvicino al letto dove accanto è posto un piccolo lettino tipico da ospedale. Sistemo Christine nel lettino e la copro perbene. 








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Capitolo 39
*** People are like songs ***


Ciao :) scusate se non ho postato in questi giorni ma ho avuto tanto da fare XD il capitolo è piccolo, brutto e antipatico già ve lo dico XD ma ho avuto più volte il blocco dello scrittore (aspetta, sn una scrittrice? no...ah ecco XD fiù ahahahah) quindi perdonatemi! E' un capitolo che serve per legare gli altri, so che potevo non metterlo però sarebbe stato tutto diverso. (ok mi sto perdendo in chiacchiere e vi sto invitando nel mio cervello contorto O.O no! XD) Prometto che i prossimi capitoli saranno decenti e presentabili :D sorry. Un bacio :*

Shannon's POV (Shan ha preso il controllo di questa FF muahhahah ok ciao XD)

Mi sento toccare la spalla ma non ho voglia di svegliarmi. Allungo la mano e cerco di togliere questa mano dalla mia spalla. Mi sento scuotere cosi decido di aprire gli occhi.
«Signor Leto...» Apro gli occhi di scatto e mi guardo intorno confuso: noto che accanto a me c'è sempre la stessa infermiera. Sono seduto su una sedia e sono in ospedale. 'Kate' continuo a guardarmi intorno e noto che davanti a me c'è un letto e una culla accanto. Mi alzo velocemente dalla sedia e mi precipito vicino al letto. Kate è sdraiata, immobile, e respira lentamente. Ha una flebo nel braccio che tiene steso sul letto, sopra il lenzuolo.
«È sveglia?» Le accarezzo la testa e il viso e noto che i suoi occhi si muovono ma ha le palpebre chiuse.
«Dovrebbe essere sveglia...forse è stanca» l'infermiera si avvicina alla culla e sistema Christine in una coperta per poi prenderla in braccio. Sento delle dita accarezzarmi il polso della mano sinistra, che ho appoggiato sul materasso, mentre con la mano destra le accarezzo i capelli.
«Grazie per avermi svegliato, signora! Kate...amore...» La guardo e lentamente lei apre gli occhi. Quanto mi è mancato il suo sguardo. Mi sento perso senza di lei. Mi afferra la mano sinistra e la stringe.
«Ciao...» Sussurra con la voce un po' impastata dal sonno ed io sorrido quasi commosso.
«Ciao...come stai, amore?» Accarezzo la sua mano, mentre la tengo nella mia, con il pollice e la guardo. Non smetto di guardarla perché mi è mancata troppo. Sono incompleto senza di lei. Lei ha completato il mio puzzle e migliorato la mia vita. Le devo tanto, troppo. Un solo grazie non basterebbe.
«Mi hanno messo i punti, Shan?» Mi guarda confusa mentre apre e chiude le palpebre per schiarirsi la vista.
«Si amore…» Mi piego con il busto in avanti e le stampo un bacio sulla fronte mentre lei mi sorride debolmente. E' pallida in viso con qualche accenno di occhiaie. I suoi meravigliosi capelli neri sono lucidi per il sudore delle ore prima.
«Il mio bambino. E’ il mio bambino?» Kate volta la testa e nota l’infermiera con un fagottino fra le braccia.
«Christine...è una bambina, amore» Solo ora mi rendo conto che Kate non ha ancora visto sua figlia e non sapeva neanche che fosse una femminuccia. L’infermiera si avvicina e posa Christine fra le braccia di Kate. Mi commuovo subito nel vederle insieme: sono cosi belle. Questa è la mia famiglia. La mia meravigliosa famiglia ed io sono cosi orgoglioso e felice.
«Signora, capisco che è stanca e molto debole ma vorrebbe provare ad allattare la bambina. Ha bisogno di contatto» L’infermiera guarda Kate e poi me. E’ stato tutto cosi veloce che Christine non ha neanche provato ad attaccarsi a Kate.
«Certo, cosa devo fare signora?» Mi sposto dal letto e mi allontano un po’ mentre osservo tutta la scena. La donna alza lo schienale del letto di Kate facendola mettere semi seduta. Kate lentamente si sbottona i primi bottoni della camicia da notte scoprendosi il petto. Mi sento come un bambino che sta guardando una cosa per la prima volta. Sono cosi affascinato da queste cose: dalla natura. Due persone che si amano danno alla luce un’altra vita: il futuro. Certo, spesso si da alla luce una creatura e magari fra le due persone non c’è amore. Credo che sia sbagliato. Fare un figlio senza amore è come condannarlo ad una vita dura già dall’inizio ed io ne sono un esempio. Anch’io avrei tanto voluto nascere in una famiglia piena di amore e felicità. Ma esistono veramente famiglie cosi, come quelle della pubblicità? Avrei tanto voluto che ora mio padre mi dicesse “Bravo, Shan. Sono orgoglioso di te” mentre guardava sua nipote fra le braccia di suo figlio. Non capisco da cosa derivi la mia rabbia: dal fatto di avermi abbandonato o dal fatto che sia morto troppo presto, prima del mio successo? Forse avevo solo bisogno di tempo perché io, oggi, gli parlerei e gli direi di quanto la vita sia stata schifosa dopo che se ne andò. Gli direi grazie anche. Si, gli direi grazie, perché senza il dolore io non sarei dove sono ora. Non avrei fatto nulla. Senza rabbia non mi sarei sfogato con la batteria, non avrei migliorato la mia tecnica.
Christine accarezza il seno di Kate con la manina sinistra mentre si attacca al capezzolo sinistro, con facilità. Sospiro e sorrido: temevo che rifiutasse il seno. Ho letto tantissimi libri e mi sono informato su qualsiasi cosa, ma ora ricordo ben poco. Chiudo la mano a pugno e la poso sulla bocca: mi stanno facendo commuovere.
«Vi lascio da soli, torno fra un po'» l'infermiera fa un cenno con la testa e va via dalla camera. Mi avvicino lentamente al letto e mi siedo sul lato destro cercando di occupare meno spazio possibile.
«È bellissima...» Le accarezzo il visino velocemente con l'indice mentre continua a bere dal seno di Kate.
«È identica a te...» Kate mi sorride ed io mi sento vivo ed infinito. Penso che le persone siano come una canzone. L'anima della gente non è altro che uno spartito da leggere. Però si sa, non tutti sanno leggere e identificare le note. Alcuni semplicemente non provano neanche a leggere perchè non gli importa della tua musica. Si, alcune persone ti parlano, ti sorridono, magari vedono anche che sei triste ma non hanno voglia di leggere il tuo spartito. Te ne accorgi subito se qualcuno legge la tua anima perché ti senti capito e aiutato. Kate. Kate ha letto il mio spartito imparandolo a memoria. A volte mi fermo per pensare: lei già conosceva il mio spartito pur non avendolo mai visto da vicino. Forse funziona cosi, ancora non lo so. Forse ad ogni persona ne corrisponde un'altra che è in grado di leggere la sua anima. Ci sarà sempre quella persona che ti spoglierà l'anima ed inizierà a guardarti e ammirarti per quello che sei. Ci sarà e ti sentirai vivo. Persone cosi sono difficili da trovare ecco perché penso che ci siano già delle coppie, è destino. Al mondo puoi trovare tantissime persone. Colui o colei che non proverà neanche a leggere. Colui o colei che leggerà a metà. Colui o colei che leggerà tutto e scapperà. Colui o colei che leggerà e prenderà la matita iniziando a fare correzioni. Colui e colei che leggerà, capirà e amerà il tuo spartito senza apportare nessuna modifica. Una volta trovata quella persona, bisogna solo essere bravi a tenersela stretta a se. Io spero solo che per Kate sia cosi, per me lo è.
«Mi sei mancata...» Sussurro abbassando la testa quasi sentendomi in colpa per quello che ho appena detto.
«Ho visto tutto, Shan...la tua voglia di arrivare a me, la tua paura negli occhi e la tua gioia quando Christine ha pianto. Avevo la vista appannata e molto scura...ma ho visto, non ti ho mai visto cosi...cosi vivo, Shan. Avevi paura, il terrore, cosa che non é da te...la gioia e l'emozione nel sentirla, quasi avevi gli occhi lucidi» alza un po' il gomito e sistema meglio Chris. La guardo: mi sembra nata per fare la mamma. È cosi spontanea e bellissima mentre l'allatta. E pensare che mesi fa aveva paura di rimanere incinta.
«Si...mi sento vivo. Sai quando la tua vita va bene e ti senti realizzato, felice, nel posto giusto al momento giusto? Quando tutto, tutta la tua vita, ha un senso finalmente? La tua intera esistenza...» Poso il ginocchio sul letto e mi sistemo meglio. Amo parlare con lei. Semplicemente parlare di tutto. Penso che sia importante in un rapporto confrontarsi sempre senza essere timidi o riservati.
«Si, mi é successo. Ero...era un giorno come un altro...poi ho visto un uomo in metropolitana...sai, ci siamo scontrati e da li ho capito che tutto sarebbe cambiato e che la mia vita avrebbe avuto senso...finalmente» Christine si stacca un attimo, guarda Kate e lei le sorride. Con la manina le accarezza il seno per poi riattaccarsi. Le guardo e sorrido come un'ebete perché sono felice. Ma questo l'ho già detto.
«E poi? Cos'è successo? Ora dove sono?» Poso la mano sulla coperta e le accarezzo il ginocchio mentre la guardo.
«Lui...lui le ha salvato la vita. Sono successe tante cose dopo quella giornata...ora? Ora sono felici e hanno una bimba» storce un po' la bocca e i suoi occhi diventano subito lucidi e pieni di lacrime. Le sue guance diventano rosse come il naso che divanta anche un po' lucido.
«Tu credi che lui abbia salvato lei? Io penso che sia il contrario...o forse é stato un salvarsi a vicenda» allungo la mano e accarezzo lentamente la testolina di Christine che si stacca dal seno di Kate.
«è stato un salvar...» Kate interrompe la sua frase a metà e volta la testa a destra guardando verso la porta: hanno bussato. Arriccio la fronte e la guardo mentre lei fa spallucce.
«Avanti...» Vediamo spuntare Jared da dietro la porta tutto sorridente. La richiude dietro di se ed io mi alzo per raggiungerlo. «Che ci fai qui?» Pensavo ci fossero gli orari e che fosse andato via, ma a quanto pare non è cosi.
«Mia nipote! Oh mio dio! Mia nipote!» Mi ignora e si avvicina al letto con le mani allungate davanti a se. Kate gli sorride e si copre alzando un po' la testa di Christine. «È tutta suo zio!» Jared si siede al letto e le accarezza le manine. Alzo gli occhi al cielo e noto che Kate mi guarda ridacchiando.
«Ma se ha gli occhi verdi! È identica a me!» Mi avvicino anch'io al letto senza sedermi e gli guardo.
«Diventeranno celesti! E comunque è bellissima come lo zio...» Non mi guarda e continua ad accarezzare le manine di Chris quasi incantato. «Ah auguri piccioncini» Kate scoppia a ridere cullando un po' Chris per la risata.
«Tu...da dove esci? Ci sono infermiere ovunque!» Fa facce buffe a mia figlia mentre lei lo guarda dritto negli occhi. Jared ama i bambini e vorrei tanto vederlo diventare papà.
«Ti sei dato la risposta da solo» mi fa un sorriso malizioso e si alza andando in bagno. Torna con in mano un asciugamano da bidet che mi posa sulla spalla destra. Lo ignoro e poso la mano sul fianco in attesa di risposta. «Oh andiamo bro! Sono Jared Leto...e quelle sono donne!» Mi fa l'occhiolino e prende Christine in braccio. Kate ascolta e lo lascia fare. Jared molleggia sulle ginocchia e mi guarda mentre culla Chris.
«Che cosa hai combinato? Ci sono degli orari!» Sgrano gli occhi mentre penso al peggio. Jared é cosi: a volte fa dei casini.
«Bro!» Sgrana gli occhi e apre la bocca mentre mi fissa. «Sembra che ti sei mangiato l'infermiera culona dalla testa quadrata che ci ha dato notizie su Kate! Rilassati! Dillo anche tu piccola al tuo papà di rilassarsi, Christine!» Alza la bimba avvicinando il viso al suo e mi fa il labbruccio. Sbuffo e mi passo una mano sulla fronte.
«Che ci faccio con questa cosa?» Indico l'asciugamano sulla mia spalla e lui scuote la testa fulminandomi con lo sguardo.
«Deve fare il ruttino, sai?» Posiziona Christine sulla mia spalla, afferra la mia mano sinistra e la posiziona sulla schiena di Chris che reggo con il braccio destro. «Cosi, piano...batti» lo guardo un po' sconvolto mentre afferra il mio polso e mi da il ritmo della mano sulla schiena della bambina.
«Abbiamo già la tata, amore! Fantastico! Tata Gerarda!» Kate sorride e muove le braccia davanti a se tenendo le mani chiuse a pugno come in un balletto. Jared la guarda e scoppia a ridere mentre la imita.
«Tu lasceresti nostra figlia nelle mani di questo qui? Io no sinceramente...» Scoppio a ridere rovesciando la testa mentre continuo a battere la mano sulla schiena di Christine. Jared mi fulmina con lo sguardo mentre rialzo la testa.
«Come stai, Kate?» Jared alza il sopracciglio, si siede al letto e accavalla le gambe. 'Che donna!'
«Insomma, meglio...mi tirano un po' i punti e inizio a sentirli ora» Kate fa una smorfia di dolore e si sistema sul letto. Noto che Christine ha digerito. Porto l'asciugamano in bagno, la pulisco e torno in camera tenendola fra le braccia.
«Vuoi che chiami qualcuno per farti dare qualcosa?» Cullo Christine che ha ripreso il suo giochino preferito: tirare il bottone della mia camicia.
«No no Jared, resisto» Kate ci sorride cercando di dimenticare il dolore.

«Allora bro, che hai combinato?» Cullo Christine e le lascio un leggero bacio sulla fronte.
«Oh guardalo! Sa fare il papà! Che uomo!» alzo gli occhi al cielo mentre Jared fa la solita vocina stridula come per imitare una donna. «Ho fatto qualche autografo, qualche foto, qualche...per l'amore di mia nipote! Dovevo vederla no?» mi sorride ed io scoppio a ridere. Jared che vende se stesso per sua nipote, chi l'avrebbe mai detto.

Sento dentro di me qualcosa di strano, qualcosa che tenta di emergere perchè per troppo tempo è rimasto chiuso in gabbia. Si, ma cosa? 


Sopra un pianoforte si sparpaglia la mia mente...anche se, io credo di star bene e spero che tu sia felice come me.

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Capitolo 40
*** I'm a monster ***


Ore 4:30 pm
Siamo tutti in camera ed è pieno di gente. Sono venuti tutti in ospedale per trovare Kate e vedere Christine. Sono seduto accanto al letto e guardo twitter: la notizia si è diffusa. Tutte le echelon mi fanno gli auguri e alcune mi scrivono "perché non hai fatto un bambino con me?" Sorrido da solo fissando lo schermo. Mi limito a scrivere un grazie per gli auguri e uno smile come il mio solito. Ancora non so se voglio postare una foto di Christine. Ho bisogno di capire se sia pericoloso per lei e per la sua vita. Non voglio ritrovarmi con un onda di paparazzi mentre la porto dal pediatra. Forse se hanno la foto, almeno all'inizio, non mi perseguitano. Questa è una delle mie paure. La paura che Christine non viva una vita normale come tutti i bambini.
«È davvero bellissima. Siete bellissimi» Matt culla Christine mentre Kate sorride. Ci sono proprio tutti: Mamma, Carl, Claire, Ed, Jared, Tomo e Vicki - senza Anthony - Matt e Simon. «È cosi piccola...» Matt continua a parlare mentre io infilo l'iphone in tasca. Mi guardo attorno: la stanza é piena di pacchetti, buste e carte. Sono ovunque. Ci hanno regalato dei vestitini e cosine per la bimba di cui ignoro l'utilizzo. L'unico alternativo é stato Jared che ci ha regalato una t-shirt piccolissima con la scritta 'I love my uncle', Kate ha riso per 10 minuti quando l'ha vista. Ci ha anche fatto vedere il disegno di una chitarra che sta progettando unicamente per Christine: speriamo le piaccia la musica e che non lo deluda. Credo che Jared sarà un'ottimo zio e che vizierà mia figlia più che può. Se guardo al futuro, vedo una bimba di circa sei anni che sa suonare di tutto. A me non importa se vorrà suonare la batteria, la chitarra o il piano: vorrei che amasse la musica tanto quanto me. Magari avrà altri interessi, chissà. Voglio vederla sorridere sempre e non fa differenza se sorride dietro un microfono, una batteria, un piano, seduta ad una scrivania mentre disegna, davanti ad uno specchio mentre balla o su un trampolino di una piscina, basta che sorrida sempre.
«Matt gentilmente puoi portare Christine dal nonno Carl che non l'ha ancora tenuta in braccio» Kate sorride a Matt e indica Carl. Alzo un attimo la testa risvegliandomi dai miei pensieri e guardo Matt attraversare la stanza.
«Non è suo nonno...» Kate si gira per guardarmi, tutti la imitano. Mi guardano sconvolti come se avessi detto qualcosa di grave.
«Shannon!» Mi riprende mamma mentre accarezza la testa di Christine che é arrivata fra le braccia di Carl.
«Che c'è? Non é mio padre! E quindi non è suo nonno!» Il bambino ribelle e ferito che c'è in me sta uscendo. È stato in gabbia per anni aspettando un confronto o qualcos'altro.
«Hai bisogno di aria, Shannon! Chiedi scusa!» Sbuffo e mi guardo attorno. Odio essere fissato e per giunta male. Jared mi guarda ma sembra supportarmi: so benissimo che anche per lui è cosi. Abbiamo vissuto le stesse situazioni ed emozioni reagendo in modo diverso. Le ferite sono uguali, sugli stessi punti e profonde nello stesso modo. Io ho scavato nelle mie ferite facendomi male, facendole sanguinare, punendomi per chi me le avesse fatte, forse, cosi superficiali. Jared ha optato per i punti. Ha una forza incredibile mio fratello, tutto dipende dalla sua mente che è molto più forte della mia. Basta un attimo di debolezza che ti succede qualcosa che ti rimarrà sulla pelle come una cicatrice. Le mie cicatrici sono più evidenti di quelle di Jared perché, all'epoca, ero troppo stupido e non sapevo mettermi i punti. Abbiamo ferite un po' ovunque. Sulla testa per le cose che abbiamo sentito quando si sono lasciati, e ora sono ricordi. Sugli occhi per averlo visto andare via sbattendo la porta. Sul cuore, non é proprio una ferita, è più un buco enorme che abbiamo riempito con tutto. Quel tutto non era mai abbastanza. Ero piccolo, avevo 5 anni, ma certe cose ormai le ricordo come ieri a furia di pensarci in continuazione.
«Amore, non fa niente...è tutto ok» Carl la tranquillizza mentre il viso di mamma diventa rosso. Io non odio Carl, anche perché porto il suo cognome. Odio il fatto che mia madre si sia dedicata alla ricerca di un compagno quando aveva due bambini piccoli che hanno visto il padre andare via. Non sono egoista, almeno credo, anche perché non poteva rimanere sola a vita. Penso solo che poteva aiutarci a superare almeno quella mancanza, colmare quel vuoto enorme nel petto: lei era la cura. Mi sono sempre chiesto perché non piangesse, perché sembrasse ogni giorno più felice mentre noi eravamo ogni giorno più tristi. Forse si odiavano veramente.
«Non ho 10 anni!» Scavallo le gambe e poso i gomiti sulle cosce reggendomi la testa.
«Se dici queste cose...é evidente che hai bisogno d'aria, non credi?» Sta cercando di umiliarmi o cosa? Guardo Kate e mi sorride dolcemente. Lei e Christine sono la mia famiglia, degli altri non m'importa. Basta.
«Amore, vai...sei qui dentro da ore...vai tranquillo, sto benissimo» mi tende la mano ed io gliela bacio alzandomi dalla sedia. Quando Kate mi parla, io obbedisco senza fiatare. Sono dipendente da lei, come stregato.
«Ti amo...» Mi avvicino e sussurro quelle parole sulle sue labbra mentre lei sorride timidamente abbassando la testa.
«Non permettere alle tue ferite di trasformarti nell'uomo che non sei, ok?» Mi guarda negli occhi ed io annuisco per poi posare le labbra sulle sue. Le accarezzo la testa e mi avvio verso la porta seguito da mamma. Esco velocemente da quella stanza per paura di mostrare una parte di me stesso che odio. Sto per scoppiare e tutte le litigate e le urla di 38 anni fa si scagliano come frecce nel mio cervello.
«Ti sembra il modo di parlare?» Cammino a testa bassa per il corridoio raggiungendo l'ascensore mentre mamma fatica a starmi dietro e a seguirmi. «Mi dici che ti prende?» 'Stai zitta!' Spingo più volte il bottone per prenotare l'ascensore e aspetto battendo il piedw a terra.
«Sto bene...» Mento. Mento come sempre perché so che dire la verità la farebbe soffrire. Io amo mia madre anche se a volte ha sbagliato, ma è umana. Preferisco soffrire io. Sono forse masochista? Se io sono masochista, mio padre era un sadico? O lo é mia madre?
«Non é vero, orsacchiotto...mi dici che ti prende?» Allunga la mano come per accarezzarmi il viso ma il mi sposto entrando nell'ascensore che é appena arrivato. Lei entra e si posiziona accanto a me. Spingo il bottone e le porte si chiudono: ci siamo solo noi.
«Ho detto che sto bene, mamma! Mi chiamo Shannon e non orsacchiotto! Per favore...ho 43 anni!» Il tono della mia voce si fa duro e basso, come un rimprovero.
«Scusami, pensavo ti piacesse» abbassa la testa quasi mortificata mentre regge fra le mani la sua borsetta a bustina. Mi fa sentire leggermente in colpa, in questo è davvero brava.
«No...chiamami Shannon» infilo le mani nelle tasche e appoggio la schiena alla parete dell'ascensore. Odio l'odore dell'ospedale e dell'ascensore, sopratutto. Quell'odore di disinfettante e medicine misto ad aria pesante: insopportabile.
«Cos'hai contro Carl? Ti girano le palle, per caso?» Alzo la testa e la guardo dritta negli occhi con una faccia quasi schifata e sento che la mia bocca si storce in una smorfia.
«Oh mamma, mi girano le palle da quando ho 5 anni...pensa come stanno!» Sbuffo stringendo le labbra in una linea dura. Siamo ancora al settimo piano. 'Aah, questi ascensori velocissimi! Gli amo!'. Si, soffro di claustrofobia e mi sento in trappola.
«Cosa dovevo fare, Shan? Se n'é andato!» Fa spallucce e sento la rabbia salirmi. Odio questo suo comportamento indifferente.
«Andato perché? Perché se n'é andato? Cosa hai fatto?!» Mi avvicino velocemente al suo viso e le urlo in faccia mentre lei indietreggia e si chiude nelle spalle.
«Shan...sono passati tanti anni. Ormai é passato!»La guardo chiudendo gli occhi in due fessure mentre lei evita il mio sguardo. Anche le mie mani si chiudono a pugno.
«Passato?»L'ascensore fa uno strano suono e ci avvisa che siamo arrivati. Volto la testa e noto che ci sono persone che aspettano di entrare nell'ascensore. Usciamo velocemente e attraversiamo tutto il pronto soccorso. Camminiamo fin quando non troviamo un posto tranquillo: il retro dell'ospedale dove ci sono le scale d'emergenza.
«Passato, mamma? Passato?»Riprendo il mio discorso. Lei rimane immobile accanto alle scale mentre io cammino davanti a lei e gesticolo. «Mi piace che ne sei convinta, mamma»
«Èmorto. Ha preferito farsi una nuova famiglia!»Alzo la testa e mi blocco davanti a lei.
«Cosa gli hai fatto, mamma? Un uomo non prende e sparisce cosi! Litigavate si, ma per stronzate! Avevi un altro?»Abbassa la testa e sbuffa quasi annoiata.
«No, Shannon! Amavo tuo padre...non puoi dimenticare? Per favore»alza la testa e mi guarda, volto la testa ed evito il suo sguardo.
«Dimenticare, dio mamma! Come cazzo faccio a dimenticare? Mi avete rovinato la vita, porca troia!»Il tono della mia voce si alza di nuovo ed inizio a sentire la pelle del viso bruciare e le tempie battere.
«Non usare il plurale, Shannon! Èstato lui!»Quando vieni abbandonato ti si crea un buco nel petto, e mamma ha continuato a scavare quel buco fino ai 25 anni.
«Lui? Lui ha iniziato e tu hai finito! Che cazzo ti passava per la testa? Cristo santo mamma, eravamo dei bambini senza un padre e tu ti preoccupavi di trovare un altro per rimanere sola!» Continuo ad urlare e lei mi guarda stringendo le labbra in una linea dura.
«Siete cresciuti benissimo lo stesso! Guarda dove siete!» Inizia ad urlarmi contro ed io le afferro il braccio tirandola a me mentre la fulmino con lo sguardo.
«Non ti permetto di dire che siamo qui grazie a te! Sono qui grazie a me...grazie a Jared, ma non grazie a te!» Le lascio il braccio e lei indietreggia di qualche passo.
«Hai avuto un'adolescenza bellissima, uscivi sempre con i tuoi amici per divertirti! Tanto male per tuo padre non ci stavi, Shannon!» Mi passo una mano fra i capelli e me li tiro un po'. Sono nervoso ed arrabbiato.
«Non sai un cazzo...stai zitta!» Dico a denti stretti mentre lei mi sfida con lo sguardo.
«Vuoi parlare del passato, bene...cosa non andava? Cosa nn so, Shannon?!» Posa la mano sul fianco e batte il piede a terra. Scuoto la testa tenendola bassa e sorrido alzando la l'angolo delle labbra.
«Lascia stare...» Ridacchio. Una risata nervosa quando in realtà vorrei correre andarmene da qualche parte da solo.
«No! Qual'é il tuo problema? Che ti prende oggi!? C'é qualcosa che non so?»
Alzo la testa e la piego a destra abbassando la fronte quasi arrabbiato.
«Da dove cominciamo mamma?» Rialzo la testa e alzo il sopracciglio sinistro. «Ti faccio un riassunto veloce, che ne dici?» Arriccia la fronte e mi guarda dubbiosa.
«Riassunto di cosa?» La sua voce trema un po' quasi terrorizata. 'Tranquilla non ho ancora iniziato il mio racconto'.
«Stavo talmente male per papà e per te che non ti degnavi di curarci o curare quel vuoto che a 13 anni ho iniziato a fumare, a 16 a bere, a 18 ero un coglione che si faceva male da solo...si chiama autolesionismo, mamma, in caso non lo sapessi...qualche anno dopo mi facevo le canne e dai 20 ai 25 anni ho provato di tutto...droghe mamma! Eroina? Si! Cocaina? Si! Devo continuare con l'elenco? No, vero? Tutto ciò che ti viene in mente mamma, tuo figlio l'ha provato! Tu, tu dov'eri? A scopare con quello! No ma prego, dimmi come ti senti ora!» Getto fuori tutto il dolore, la rabbia e lo schifo che ho tenuto per me per anni.
«Perché non me l'hai detto?!» Si passa una mano sulla fronte mentre riflette sulle mie parole. «Ti avrei aiutato!»
«Aiutato? Mamma eri tu la causa...se fossi stata più attenta te ne saresti accorta! Vedevo la tua faccia quando mi ritiravo pieno di lividi. Cosa facevi tu? Mi ignoravi!» Gridiamo tutt'e due e per fortuna nessuno ci sente. Cerco di controllare al massimo la mia rabbia ma sento che sto fallendo.
«Shannon cosa cazzo dovevo fare? È stato un miracolo che se ne sia andato! Mi picchiava! Mi picchiava tutte le sere perché si ritirava ubriaco! Cercavo una figura maschile che lo sostituisse per non farvi sentire quella mancanza! Ma a quanto sento...ho fallito! Ho fallito perché mio figlio si drogava e dio solo sa cos'altro!» Alla parola 'ubriaco' il mio corpo si é gelato, come congelato. I miei nervi si sono tesi come la corda di un arco pronto a scoccare la freccia. Nella mie mente raffiorano parole e volti che avevo cercato di dimenticare. Vedo una ragazza spaventata, con il terrore negli occhi, che mi guarda. Ricordo perfettamente chi è. Si chiamava Mary ed era la mia ragazza quando avevo 17 anni. Era bionda con gli occhi verdi con qualche sfumature celeste. Non stavamo proprio insieme, uscivamo con la nostra comitiva ed ogni tanto scappava qualche bacio e, a volte, dell'altro. Una sera mi ubriacai. Mi ubriacai talmente tanto che non mi reggevo in piedi. Lei mi stava accompagnando a casa insieme a Jared mentre io mi trascinavo a fatica reggendomi a loro. Avevo un mal di testa terribile e lei non faceva altro che parlare e parlare. Era veramente innamorata ma io cercavo il suo corpo più che la sua anima. Forse ci teneva a me, non lo so. Continuava a chiedermi "Shannon perché lo fai? Guardati, non ti reggi in piedi! Controllati per favore! Ancora non capisco perché lo fai!" Continuò per più di 10 minuti distruggendomi il cervello con le sue domande. Raccolsi quelle poche forze e le diedi un pugno in pieno viso. Da allora non la vidi più, sparì. Jared mi disse che se ne andò con il naso che sanguinava. Non ricordo proprio tutto di quella sera, solo questi piccoli dettagli. Mi sono sempre detto che non sarei mai diventato come mio padre, non avrei mai abbandonato mia figlia. Ero la fotocopia di mio padre già a 17 anni. Ho picchiato una ragazza come faceva lui con mamma. Mi sono fatto schifo da solo per mesi per quel gesto. Mi vedevo ancora più mostro di prima. Sapere che ero l'uomo che tanto ho odiato per anni, mi fa odiare di più me stesso. Jared me lo ripete in continuazione perché sa che ci sto ancora male "tu non sei quel tipo di uomo! Tu sei buono" 'Buono?' Mi copro gli occhi con la mano: mi sembra di essere ritornato a quando avevo 19 anni. La voglia di farmi del male sembra essere ritornata com'é ritornato il ricordo dello schiaffo che ho dato a Kate nella camera di quell'hotel. Sono identico a mio padre: un mostro. Un pezzo di merda che picchiava mia madre da ubriaco e ha abbandonato due bambini. E se lo facessi anch'io? Se sono veramente come lui perché sono suo figlio? Sangue del suo sangue.
«E hai aspettato tutti questi anni per dirmelo? Perché mamma? Perché!» Continuo a tenere la mano sugli occhi per evitare il suo sguardo.
«Avevo bisogno di sapere che fossi diventato abbastanza maturo da capire...Shan, è colpa mia in parte...ma non ce la facevo più. Ora sei maturo abbastanza da far capire a Jared che...» Alzo la testa e fermo la sua frase a metà alzando la mano davanti al viso.
«Oh no mamma, io non dirò un bel niente a Jared! Sarai tu ad infilargli questo coltello nello stomaco...non io...non puoi chiedermi una cosa cosi! No, mamma! No!» Le urlo in faccia le ultime parole e mi siedo sulle scale dietro di noi.
«Dirmi cosa?» Jared spunta da dietro il muro con un sorrisono stampato in faccia. «Vi stavo cercando! Tua figlia ha fatto un rutto pazzesco, Shan! È tutta suo padre!» Sorrido al pensiero della mia Christine e rimango seduto sulle scale con la testa bassa.
«Vedi? Su avanti mamma...diglielo! Distruggi la sua felicità come hai fatto con me pochi secondi fa! È il momento giusto! Parliamo tutti allegramente ora perché non tornerai su questo argomento ancora...io sono qui, e la mia famiglia è al decimo piano di questo edificio. Non sprecherai ancora altri minuti della mia vita a rovinarmela!» Sussurro in modo che possano sentirmi mentre estraggo dalla tasca un pacchetto di sigarette.
«Shan! Che stai dicendo?» Jared mi guarda per poi fissare mamma quasi spaventato. Ha intuito l'argomento della nostra discussione probabilmente.
«Jared, Shannon ha ragione...ho bisogno di parlarti» mamma inizia il suo racconto ed io fisso il pacchetto di sigarette per tutta la durata delle sue parole. Jared non interviene, rimane immobile davanti a lei. Fisso il pacchetto e cerco di resistere: non voglio puzzare di fumo. Non voglio che mia figlia senta quel brutto odore di tabacco anche se ho proprio bisogno di una sigaretta. Mamma finisce il suo racconto ed io alzo la testa per guardare Jared: ha le lacrime agli occhi ed è bianco in viso. Noto che fa una smorfia con la bocca per poi avvicinarsi al lato della scala. Mi alzo velocemente lasciando il pacchetto di sigarette sulla scala e mi avvicino a Jared che si è piegato sulle ginocchia e vomita. Gli accarezzo la schiena e volto la testa per non guardare il suo vomito misto a lacrime.
«Jared...» Mamma si avvicina a noi ed io mi alzo.
«Dammi dei fazzoletti e vai via...» Le dico a denti stretti allungando la mano. Non esita, apre velocemente la borsetta e mi passa un pacchetto di fazzoletti.
«Avete...»
«No, non abbiamo bisogno di te. Vai via, per favore» mi guarda con gli occhi pieni di lacrime e va via a testa bassa. Mi avvicino di nuovo a Jared e gli passo i fazzoletti. «Bro» Jared si alza e si pulisce per poi sistemarsi i jeans con le mani. Mi sorride alzando leggermente gli angoli della bocca per poi soffiarsi il naso.
«Tutto bene» gli afferro il braccio e lo tiro a me stringendolo fra le mie braccia. Per una volta ha bisogno di un fratello maggiore, è stato sempre il contrario. Tira su con il naso fra un singhiozzo e l'altro e mi guarda. «Ti conosco troppo bene...so a cosa stai pensando. Shan, sei un uomo buono e tu e quell'uomo siete diversi...tanto diversi.» Faccio una smorfia con la bocca per disapprovare le sue parole.
«Lo so» mi limito a dirgli una bugia, forse per la prima volta. «Tu stai bene?»
«Ho solo bisogno di una doccia...non voglio che mia nipote senta l'odore di sudore...c'é già quello del suo papà, povera cucciola» sorrido e scuoto la testa mentre gli scompiglio i capelli. Questo é il modo che usa Jared per andare avanti: trova la cura in qualsiasi cosa, in questo caso, nella sua nipotina. Non pensa che nostro padre era un mostro e che nostra madre ha aspettato anni e anni per dircelo, no, pensa alla sua nipotina e come apparire al meglio per lei. Jared si è rifugiato nell'arte per nascondere e curare il suo dolore.
 
Torno in camera, dopo aver salutato Jared, e noto che tutti sono andati via. Kate dorme nel suo letto e Chris è nella sua culla indaffarata nell'analizarsi le manine. Vorrei proprio sapere a cosa pensa. Sorrido e le faccio una carezza. Attraverso tutta la stanza e vado in bagno. Mi bagno velocemente la faccia e l'asciugo. Evito in tutti i modi lo specchio. Poso la schiena al muro e alzo la testa guardando il soffitto. Inizio a sentire i miei occhi che si riempiono di lascrime e la mia vista si appanna. Scivololo verso il basso e mi piego sulle ginocchia posando le mani sul viso. Inizio a piangere. Inizio a sfogarmi e far uscire tutto il dolore dai miei occhi.
«Shan?» Vedo la porta aprirsi. Kate entra in bagno portandosi dietro l'asta che regge la flebo. «Shan, che succede?» Si avvicina a me ed io alzo la testa. Mi mostro. Mi mostro per quello che sono: un uomo debole. «Shannon!» Kate urla un po' e si piega verso di me prendendo il mio viso fra le sue mani.
«Ho parlato con mamma di papà...torna a letto, amore...è tutto ok» tiro su con il naso e accarezzo il suo viso preoccupato.
«Cosa ti ha detto?» Si sistema meglio sulle sue ginocchia, facendo attenzione ai punti, e mi guarda. Non resisto e getto fuori tutto, tutto quello che mi passa per la testa. Quello che sento, quello che ho provato. Le racconto tutto del mio passato.
«Vieni con me...» allunga la mano ed io l'afferro per poi alzarmi. Trascina il ferro con la flebo e mi porta in camera davanti alla culla di Christine. «Lei...lei com'è?»
«È bellissima, é la bimba più bella che io abbia mai visto» mi tiene per mano ed io guardo Christine che continua a guardarsi le manine.
«I mostri non fanno cose cosi belle, innocenti e preziose...non credi?»
«Si ma...»
«È tua figlia...è bella come sei bello tu...dentro...lei è il frutto dell'amore che provi per me. Ti sembra brutto? No...dimentica quello schiaffo che mi hai dato, me lo meritavo...e guardala...non poteva avere un padre migliore di te. È fortunata...dalle tutto l'amore che non hai ricevuto in modo che possa crescere felice e serena...i suoi sorrisi ti ripagheranno di tutto...sai di essere un buon padre...credo che rendere meravigliose due vite, non ti renda un mostro...per non parlare delle milioni di persone li fuori»
«Kate...»
«Dimmi...»
«Ti amo...e voglio essere diverso, io vi amo!»

 
Oggi ti vedrò di colpo sparire, fra la folla te ne andrai. Mi sono rotto delle scuse e sono stanco dei tuoi guai. Hai detto che non vuoi più camminare accanto a me. Grazie per avermi fatto male, non lo dimenticherò. Grazie, io riparto...e sarò pronto a correre per...NOI. 

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Capitolo 41
*** Our wonderful present ***



15 anni dopo - 5 ottobre 2028

Una fastidiosa luce mi colpisce gli occhi facendomeli bruciare e dandomi fastidio: sono nel letto. Mi volto e cerco di coprirmi con il lenzuolo. Apro lentamente gli occhi e cerco di schiarmi la vista. Ormai mi sono svegliata. Abbasso lentamente il lenzuolo e mi volto: lui é accanto a me. È sdraiato sul letto con la schiena appoggiata alla spagliera. Volta lentamente la testa e mi sorride. La finestra alla sua destra gli illumina tutto il petto nudo fino alla pancia, da quest'ultima in giù è coperto dal lenzuolo.
«Buongiorno dormigliona...» Mi stropiccio gli occhi e mi avvicino a lui posando la testa sulla sua pancia mentre sorrido e mi stiracchio.
«Buongiorno a te, papà!» Allungo la mano sulla mia testa e gli accarezzo il pezzo e la peluria su di esso.
«Domani sono 14...» Intreccia le dita alla mia mano sinistra e l'allunga davanti ai nostri visi.
«14 anni che ti sopporto...» Ridacchio mentre con le dita mi accarezza la fede.
«14 anni dal si...» Sento che sorride ma non alzo la testa per guardarlo. Dopo la nascita di Christine abbiamo aspettato 1 anno per sposarci. Abbiamo detto il si il 6 ottobre 2014. Ricordo come fosse ieri quel giorno: uno dei più emozionanti della mia vita. Non abbiamo fatto un matrimonio in grande stile. Abbiamo optato per un posto a noi famigliare e davvero importante: la spiaggia di malibù. Con vari permessi, anche grazie a Jared, siamo riusciti ad allestire un matrimonio proprio li. Erano poco più di 50 invitati. C'erano 6 gazebi bianchi con dei girasoli attaccati alle 4 travi di sostegno. I tavoli avevano le tovaglie bianche e i tovaglioli gialli per richiamare il colore dei girasoli ma anche del rivestimento delle sedie. Il matrimonio é stato interamente organizzato da Vicki con l'aiuto di Jared, mamma e Constance. Non abbiamo passato un bellissimo periodo dopo la nascita di Christine: Shan non parlò con sua madre per più di due mesi e non le fece vedere la nipotina. Tuttavia quando Shan era fuori o in studio, invitavo Constance a casa per farle vedere la bimba. Qualche mese più tardi fu Jared a far chiarire i due e a mettere una pietra sopra: usò Christine come scusa dicendo che aveva bisogno di una nonna, anche. Oltre ai gazebi, allestirono anche un piccolo arco pieno di girasoli sotto al quale ci siamo sposati e abbiamo detto il si. Vado pazza per i girasoli e tutti lo sapevano. Come menu, chiesto esplicitamente da Shannon, abbiamo optato per la cucina Italiana. Un amico di Jared, Andam, è uno chef e ha cucinato per noi usando la cucina della villa del frontman: era presente anche al VyRT. Tutto era ottimo e davvero buono. Ricordo come fosse ieri la tensione e l'ansia nel guardarmi allo specchio in una delle camere della villa di Jared. Ho indossato due abiti che mi sono stati disegnati appositamente da Karl Lagerfeld, grande amico di Jared. Erano un gioiello più che dei vestito. Il primo, quello con il quale mi sono sposata, era bianco a pezzo unico. Aveva un corpetto senza spalline, con lo scollo a cuore, e si fermava suoi fianchi. Dai fianchi in giù c'era la gonna fatta di velo e stoffa che creava come delle onde per richiamare la location del matrimonio. Il corpetto era tutto ricamato con un filo d'argento e impreziosito da swarovski e perle: tutto la parte davanti era completamente ricamata e impreziosita. Sul retro del vestito avevo una chiusura a corpetto con un nastro di raso argentato che finiva con un piccolo fiocchetto all'inizio della gonna: nulla di cosi evidete. I capelli erano sciolti e con una piccola acconciatura: i ciuffi che incorniciavano il viso sono stati raccolti e fermati dietro la testa con un fermaglio pieno di strass. Avevo solo qualche boccolo e i capelli mi coprivano le spalle e la schiena come un velo che ho deciso di non mettere. Le scarpe erano bianche, con un semi tacco e decorate tutte su un lato con le stesse applicazioni del corpetto. Non avevo tantissimi gioielli, il vestito lo era già abbastanza. Ho indossato solo due dimantini alle orecchie, che mi sono stati regalati da Constance per l'occasione, il cuore di Tiffany, che mi regalò Shan, al collo e un braccialetto anch'esso con i diamantini. Non potevo sposarmi senza quella cosa per la quale sono stata, forse, aiutata: legai la mia triad alla caviglia cambiandole il laccio e mettendo una catenina in argento. Shan era mevaviglioso quel giorno. Aveva i capelli corti, con il ciuffo e i lati un po' più corti, e senza barba. Tagliò i capelli qualche mese dopo la nascita di Christine. Aveva un meraviglioso completo: una giacca nera con pochette bianca, un gilet nero con una gessatura molto marcata e bianca. Non aveva ne cravatta e ne papilon, solo un fazzoletto che cingeva il collo, e il colletto alzato della camicia, della stessa tinta del gilet: un po' vintage. Tutti erano vestiti eleganti tranne Jared, o meglio, era elegante nella parte superiore. Aveva indossato una giacca nera, papillon e camicia grigio fumo abbinata, in modo inguardabile, ad un pantaloncino da mare, lungo fino alle ginocchia, celeste con delle nuvolette e per finire delle infradito nere. Il prete ci rimase quando lo vide e scoppiò a ridere in quanto era il testimone di Shan ed era sempre accanto a lui. La mia testimone é stata Vicki. Dopo la cerimonia e il pranzo, il tutto é finito verso le 8 di sera, abbiamo iniziato una festa più movimentata. Antoine ha installato una console da dj in spiaggia e ci ha trattenuti fino alle 2 del mattino. Alla fine del pranzo mi sono cambiata d'abito per ballare più comodamente. Ho indossato un abito corto, con una gonna fino al ginocchio, identico a quello con cui mi ero sposata. Aveva gli stessi ricami e movimenti sulla gonna, ma era più corto del primo. Per quell'occasione la nostra Christine é stata vestita con un abitino bianco e semplice abbellito da una coroncina di roselline rosa, intorno sulla vita, prima della gonna fatta di velo. Jared le comprò anche una fascia da mettere, sui tanti capelli neri che aveva, tutta ricamata a mano e delle scarpettine rosa piene di lustrini: sembrava una bambola. Per tutto il matrimonio é stata buona e non ha dato per niente fastidio. È rimasta seduta alla sua sedia a guardarsi le scarpette che brillavano. Non è mai stata una bambina capricciosa, non piangeva praticamente mai. Dopo la sua nascita, circa 3 mesi dopo, il tour è ripreso e lei é venuta con noi. Faceva dormire il suo papà e non piangeva mai di notte a meno che non avesse mal di pancia, in quel caso svegliava tutta la crew con le sue grida. É stato davvero facile essere in tour con una bimba. La mia bimba è speciale. Dopo il tour, che é durato fino a settembre 2014, ci siamo sposati e alla fine di ottobre siamo andati in luna di miele ovviamente portando Christine e...si, anche Jared. Avevamo bisogno di lui e che ci tenesse Christine quando eravamo in giro per l'Italia. Ha cosi insistito perché ama l'italia, più le ragazze italiane a dir la verità, che Shannon ha deciso di sfruttarlo. Si, abbiamo fatto il viaggio di nozze in Italia appoggiandoci alla villa nel Chianti che aveva comprato Shan anni prima. La sera del matrimonio, quando anche la festa con Antoine come dj era finita, siamo rimasti a dormire nella villa di Jared e Christine andò via con il frontman a casa sua. Non lasciamo mai a nessuno nostra figlia, neanche ai nonni, solo a Jared. La capiva in una maniera incredibile anche se lei non parlava. Stavano sempre insieme e per noi, a volte, era una fortuna perché avevamo bisogno di staccare la spina per un po'. È stato davvero presente e si é occupato di lei come fosse suo padre. A noi piaceva vedere Jared felice, cosi non ci é presa a male se voleva passare del tempo con lei. Veniva a casa praticamente tutti i giorni, prendeva la bimba e andava nello studio con Shan. Mi sono sempre chiesta cosa diavolo facessero li dentro. Un giorno scoprii che fotografavano la bimba ogni giorno dietro la batteria per creare un album per vedere quanto crescesse. L'album esiste ed é in camera di Christine. Le foto si fermano a quando aveva 10 anni perché riusci a stare seduta, con i piedi a terra, dietro la batteria. Da allora le facciamo una foto ad ogni compleanno e non tutti i giorni. In fondo all'album c'è una scritta e questo fu uno dei regali per il suo decimo compleanno "Non dimenticare mai chi sei. Con amore, Papà e Zio". Christine, era prevedibile come cosa, già a otto anni sapeva suonare la batteria. Ora che ne ha 15 suona praticamente di tutto, ma credo che non sia proprio la sua strada. Ama disegnare, come suo zio, sopratutto gli abiti: vorrebbe diventare stilista. Abbiamo vissuto nella vecchia casa per più di 3 anni dopo la nascita di Chris, poi ci siamo trasferiti nella casa attuale. In quanto a Jared, bè la sua vita non è andata tanto bene quanto la nostra.
«Svegli tu la piccola?» Shan mi accarezza il viso ed io faccio una smorfia. Non sono tanto brava e convincente e Chistine fa fatica ad alzarsi la mattina. Shan invece e molto più bravo di me. La scopre, la prende di peso e la infila della doccia. Quante bestemmie che sentiamo la mattina. Se non facesse cosi, lei non si alzerebbe e non andrebbe a scuola. È una ragazza davvero intelligente. Ama la natura, la musica anche, la moda e la pallavolo. Ascolta tanti tipi di musica, é davvero onnivora, se cosi si può dire. In questo periodo é nella fase tipica da quindicenne, non sa se coltivare la sua passione per farla diventare una carriera o curarsi della sua vita sociale e degli amici.
«Proprio io perché?» Mi sposto a pancia in su e poso il mento sulla sua pancia.
«Perché tocca a te oggi, amore» Shannon ridacchia ed io faccio il labbruccio. È rimasto tale e quale a quando l'ho conosciuto, ha solo qualche ruga intorno agli occhi e qualche capello bianco.
«Mmh, possiamo fare che...» Piego la testa in avanti e gli bacio la pancia guardandolo negli occhi. «Oggi vai tu...» Inizio a salire verso il suo viso e mi metto a cavalcioni su di lui per baciargli il petto. «E domani...o magari mai...» Gli accarezzo il petto, le braccia e gli lecco brevemente i capezzoli. Lui geme e rovescia la testa indietro chiudendo gli occhi. «Vai tu...sai che sei più bravo di me, si?» Bacio il suo pomo d'adamo, la sua mascella ed infine arrivo alle labbra che bacio mentre ha gli occhi ancora chiusi. Allunga le mani davanti a se e mi accarezza la schiena.
«Mmh...io che? Al "possiamo fare che" mi sono perso» sorrido sulle sue labbra e lui mi bacia posando la sua mano sulla mia nuca per poi infilarmi la lingua in bocca.
«Ho detto...oggi vai tu, vero?» Sussurro e lo guardo negli occhi sbattendo le palpebre velocemente. Lui scoppia a ridere e mi bacia premendo le labbra sulle mie. Posa la mano dietro la mia testa e con un gesto veloce mi fa finire sul letto mettendosi su di me.
«Oggi vado io...sai come corrompermi, sempre» alzo il braccio, chiudo la mano a pugno per poi piegare il gomito.
«Si, ooh si! Sono bravissima in questo, non credi?» Lo guardo e lui mi sorride maliziosamente alzando il sopracciglio mentre si regge con le mani sul materasso stando su di me.
«Io sono bravo a fare altro...» Apro la bocca e porto la mano davanti per poi scoppiare in una risata rumorosa.
«Mostramelo!» Accavallo le gambe sul suo sedere e lo strigno a me.
«Mammaaaaaaaa» sentiamo dei passi e poi una voce che urla. Shannon si stacca di scatto e si mette accanto a me.
«Fai finta di dormire» mi sussurra ed io scoppio a ridere. Ha 58 anni ma ha ancora comportamenti infantili: non crescerà mai. Faccio come mi dice e chiudiamo gli occhi. Sentiamo la porta che si apre e una persona entra in camera.
«Mamma?» Sento una manina che mi accarezza il viso. È Joseph, nostro figlio più piccolo. 5 anni dopo la nascita di Christine, sono rimasta di nuovo incinta, stavolta di un maschietto. Shannon era al settimo cielo. Questa volta il nome l'ho deciso io: Joseph.
«Che ci fai sveglio?» Dice Shannon con il vocione mentre si alza di scatto e alza le braccia in aria come per spaventarlo. Ho aperto leggermente gli occhi per poter assistere alla scena. Joseph si passa una mano sugli occhi e sospira.
«Papà, sei un vecchio scemo!» Scoppio a ridere rumorosamente e mi rotolo nel letto reggendomi la pancia. Quasi piango per le risate. Joseph sale sul letto e si mette a cavalcioni su Shan. «Ma ti voglio comunque bene, questo lo sai vero? Non scordarlo!» Posa la testolina sul suo petto e lo stringe come se fosse un mega peluche. Mi blocco un attimo e gli guardo. Shannon gli accarezza la testa e lo guarda commosso.
«Lo so, amore di papà. Tu lo sai?» Joseph è un bambino straordinario. È un ottimo pianista, ama follemente la tecnologia e i computer e ha una passione per la scenza, per lo spazio, in particolare. Ha solo 10 anni, ma mentalmente é come se ne avesse 16. È poco più basso di Shan, gli arriva alla spalla, capelli neri come i miei ed occhi celesti quasi di ghiaccio. È tutto il contrario di Christine che è alta quanto Shan, capelli biondo cenere tendenti al castano come suo padre ed occhi verde chiaro. Con gli anni sono cambiati gli occhi di Christine, inizialmente erano solo verdi, ora sono verdi e intorno alla pupilla sono leggermente celesti. Tutt'e due i miei figli hanno preso qualcosa dai nonni. Papà ha gli occhi celesti come Constance ed io e Shan, probabilmente, glieli abbiamo trasmessi sopratutto a Joseph. Non hanno nulla a che vedere con gli occhi di suo zio perché sono molto più chiari ed enfatizzati dalle lunghe e folte ciglia nere. È davvero un bambino bellissimo.
«Certo che lo so, papà! Non sono scemo» alza la testa e lo guarda mentre inizia a giocare con i peli del petto di Shan.
«Lo so, cucciolo. Sei più intelligente di me!» Mi volto su un fianco e gli guardo sorridendo.
«Vabbè Shan, non ci vuole nulla ad essere più intelligenti di te!» Alza il sopracciglio mentre io ridacchio. Si sposta con la schiena e afferra il guanciale da sotto la testa e glielo passa a Joseph.
«Fai tu, amore di papà!» Joseph afferra il guanciale e me lo lancia in faccia ridacchiando.
«Va bene, me lo sono meritato. Joseph...» Lo guardo e sorrido in modo malvagio. «Che ne dici di...» Allungo le mani davanti a me e muovo le dita piegandole un po'. «A papà?»
«Siii!» Joseph capisce subito a cosa mi riferisco ed inizia a fare il solettico a Shan il quale diventa rosso in viso e si dimena nel letto come un polpo.
«Basta! Joseph...no...basta!» Le manine piccole e abili di nostro figlio soletticano la pancia di Shan che é quasi diventato blu/viola in viso. Nel vedere suo padre cosi, Joseph, si ferma e si sdraia fra di noi posando la testa sul mio seno.
«Mamma, che stavate facendo?» Storco la bocca in una smorfia e guardo Shannon terrorizata.
«Davo il buongiorno alla mamma!» Si gira a pancia in giu con la sua solita grazia da elefante e si avvicina al mio viso. «Cosi...» Mi bacia e mi morde un po' il labbro inferiore mentre Joseph si copre gli occhi con le manine.
«Che schifo! Che schifo! Che schifo! Io non lo farò mai!» Shannon scoppia a ridere e gli toglie le manine dagli occhi mentre lo guarda e annuisce.
«Oh si amore di papà, tu lo farai eccome...quando sarai innamorato...» Gli stampa un sonoro bacio sulla guancia e si sdraia su un fianco, verso di me, stringendolo a se.
«E come capisco quando sono innamorato, papà?» Shannon sorride e mi guarda. Sorrido anch'io un po' commossa.
«Si dice che lo sei quando ti batte forte il cuoricino, ti sudano le manine e senti una strana sensazione allo stomaco. Si dice...io l'ho capito quando ho visto la mamma, era cosi bella...lo è tutt'ora...mi sorrideva ed io la fissavo quasi incantato. Io ho capito di essere innamorato quando sentivo la sua mancanza, non era con me e ci stavo male...mi sentivo solo...quando diventi dipendente da una persona é cosi» gli accarezza la testa e gli passa una mano fra i capelli mentre lo guarda.
«Pensavo che si potesse essere dipendenti dalle cose...tipo zio dalla musica o tu dal caffé, papà» ridacchio e mi copro la bocca con la mano. Ho sempre pensato e detto che mio figlio é tanto intelligente e a volte mette in crisi Shan o me con le sue domande.
«Anche dalle persone, amore...se sei felice con lei o lui...se le tue emozioni dipendono da questa persona, allora lo sei» Joseph arriccia la fronte come per pensarci e guarda il suo papà.
«Oltre ai baci cosa fanno due persone che sono innamorate, papà?» Shannon mi guarda in cerca di aiuto ed io sorrido facendogli l'occhiolino.
«L'amore e i figli...» Non abbiamo mai detto ai nostri figli la storia del cavolo o della cicogna, anche perchè non ci credevano. Hanno visto delle donne incinta, delle nostre amiche, e hanno capito che c'entrava qualcosa con l'ospedale quando gli abbiamo fatto visita. Qualche mese fa, Shannon, spiegò a Joseph come funziona. Certo, a grandi linee senza entrare nei dettagli e usando della frutta. Credo che gli abbia messo più confusione in testa a suo figlio. Christine sa tutto, anche perché è grande, e Shan è stato stato chiaro e le ha parlato più volte delle precauzioni. Non le ha mai detto di aspettare, di non fare nulla, solo di andare da lui per darle qualche preservativo e che doveva essere sicura e amare quella persona. Non siamo quei genitori che mettono dei tabù ovunque, sopratutto Shan. Mi disse che fu imbarazzante parlarle sopratutto mostrarle cosa fosse un preservativo, ma che comunque era meglio che lasciarla nell'ignoranza o nelle voci sbagliate che girano a scuola. Lei gli disse semplicemente che nel caso avesse trovato un ragazzo giusto per lei, si fosse innamorata e avesse deciso di andare oltre il bacio, sarebbe venuta da noi comunque per dei consigli. Quando si tratta di queste cose, preferisco sempre far parlare Shan perché sa sempre cosa dire e con quali parole. Tralasciando il fatto di spiegare il sesso con della frutta, ancora mi chiedo cosa gli abbia detto e cosa lui abbia capito.
«E a me piacerà fare i figli e l'amore? Tu ami la mamma, papà? Quanto?»
«Certo che amo la mamma, non avrei fatto Chris e te se non fosse stato cosi! Suppongo di si, amore...se ami una persona è normale che ci fai l'amore e dei figli. Mi piacerebbe diventare nonno, ora sei piccolo eh...» Si ferma e ridacchia. «Però promettimi che farai dei figli quando sarai pronto, consapevole e amerai quella persona...si fa cosi» gli accarezza il viso e lo guarda dritto negli occhi.
«Sarai il mio esempio, papà»
 

Succede a volte di sentirsi soli e fingere che va bene cosi. Che tanto prima o poi dovrà passare questo gelo senza brividi.

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Capitolo 42
*** He is back ***


Mi passo una mano fra i capelli e scendo velocemente le tre rampe di scale. La casa è davvero grande e Shannon ha voluto metterci proprio di tutto. È una villetta tutta bianca con un piccolo porticato sul davanti. È sviluppata in altezza più che in larghezza. Tutta la villa è recintata da un muro di pietra grigio abbastanza alto. Ci sono due cancelli sul davanti, uno per entrare normalmente a piedi ed uno per uscire la macchina. La casa è circondata dal verde su tre lati. Quel verde che Shannon ha rovinato con i suoi "giocattolini" come li chiamo io. Sulla destra della casa, nell'angolo, ha fatto impiantare un piccolo laghetto dove ci ha messo dei pesci colorati e tutt'intorno ci sono delle rocce, levigate apposta, che fungono da panchina. Fra una roccia e l'altra ha fatto impiantare delle querce che coprono il laghetto. Devo dire che forse é il posto che preferisco fra tutti, perché d'estate, si illumina e diventa magico grazie alle lucciole che volano sull'acqua. Certo, è un po' faticoso sedersi su quelle rocce e arrivare li perché ormai i rami delle querce e le foglie hanno creato una specie di tenda. Sulla destra del laghetto c'è il muro della recinzione ma, a sinistra, spostandosi di qualche metro, Shan, ha fatto costruire un quadrato in pietra con delle panchine, anch'esse in pietra, dove di solito accende il fuoco. Gli piaceva tanto l'idea di fare i falò, il fuoco e la tranquillità, cosi ha deciso di creare questo posto. Spostandoci ancora sulla sinistra, si arriva dietro la casa dove ci sono una piscina abbastanza grande a forma di L, un piccolo gazebo in legno con un tavolino e delle sedie, e un piccolo parco giochi. Tutto il prato del lato sinistro della casa è dedicato ai ragazzi. Ha fatto mettere degli scivoli, dei giochi per arrampicarsi, altalene e altri giochi. Ci hanno giocato tanto li vicino i miei figli, ma se devo essere sincera, più loro padre. Con la scusa del "lo faccio per i miei figli cosi si divertono e giocano" era sempre in giardino. «Dai, vieni a giocare Joseph» diceva mentre si dondolava sull'altalena o si arrampicava da qualche parte. «No, papà sto leggendo!» Diceva Joseph mentre reggeva un libro in mano seduto sull'erba. Non ho mai pensato che fosse un comportamento infantile o altro, semplicemente gli piacciono i parco giochi. Acquistammo questa casa quando aveva solo la struttura, tutto il resto, compresa la piscina, sono stati aggiunti da noi. «Voglio fare un parco giochi per i nostri figli!» Mi disse un giorno raccontandomi del proggetto. All'epoca vivevamo ancora nella vecchia casa. «Cosa? Ma poi cresceranno. Dai, é una follia» gli spiegai e lui mi guardò con una faccia da "lo so" «Non sono mai andato in parco giochi. Mamma era troppo indaffarata per portarci. Sarebbe bello averlo e vedere i nostri figli giocare e sorridere» a quelle parole non aggiunsi altro, gli lascia carta bianca su qualsiasi cosa. Voleva una casa da sogno, una casa da mtv, una casa che gli permettesse di fare di tutto. Ha speso davvero tantissimi soldi per questa casa e le varie aggiunte e lui é soddisfatto cosi. Si sente soddisfatto e vede che tutto il sacrificio é servito a qualcosa. Ultimamente ha fatto installare nell'angolo a sinistra, accanto al parco giochi, due vasche moderne con idromassaggio. Ha fatto mettere tutto intorno una siepe ed un cancello in modo che nessuno possa vedere quando qualcuno è nell'idromassaggio: facile capire il perché. È porcellino. Per quanto riguarda la casa, bisogna salire delle piccole scalette che portano all'ingresso e al piccolo porticato. Sotto al porticato abbiamo sistemato un salottino e un'amaca. Non appena si entra in casa c'è un piccolo corridoio, alla fine del quale, c'è una porta che da accesso al giardino e si trova difronte al parco giochi. Superato l'arco, a sinistra dell'entrata, ci si ritrova in salotto. Sulla destra c'è un televisore a schermo piatto, due portrone, un divano difronte ad esso, e uno stereo. Dalla parte opposta al salotto c'è una scala, sotto la quale Shan ha messo la famosa libreria piena di cd. Sulla sinistra del salotto, ad angolo, c'é un piccolo bagno, a forma di rettangolo, con doccia. Difronte al bagno c'è un piccolo corridoio. Sulla sinistra c'è l'accesso alla scala e sulla destra una porta che da su un'altra veranda grande dove, di solito, facciamo delle grigliate perché Shan ha fatto mettere un barbeque e un forno in pietra. Alla fine del piccolo corridoio c'é un arco che porta in cucina, o meglio, nella sala da pranzo. È una stanza rettangolare con un tavolo al centro e sulla destra dei banconi con sopra degli stipetti. Sul muro a sinistra vi è un altro arco che porta alla cucina. Nella sala da pranzo, Shan, ha fatto mettere anche un bancone piccolo da bar che non usa praticamente mai. La cucina é grandissima e senza isola. Ci sono banconi su tutt'e 4 le pareti, qualche stipetto, un fringo, 4 fuochi ad induzione, due forni e vari elettrodomestistici. Anche la lavastoviglie che Shan ha rotto più volte mettendoci di tutto. Non ho 2 figli, ma 3! Salendo le scale si arriva al piano dei ragazzi: due bagni, due camere da letto e un salotto con la tv, tutto per loro. Shan voleva fortemente un piano per i ragazzi, sopratutto un salotto dove potessero leggere, studiare o rilassarsi: ci sono 2 scrivanie e una grande libreria, un divano e una tv. Salendo ancora le scale si arriva al nostro piano. È identico a quello dei ragazzi: solo che abbiamo il bagno in camera e la stanza in più, che al piano di sotto corrisponde a quella di Joseph, é una piccola palestra. Abbiamo anche un'altro bagno che non usiamo praticamente mai. Difronte alle camere c'é un salottino dove Shan ha messo il famoso flipper dei Simpsons e le sue varie console collegate alla tv a schermo piatto. Salendo ancora le scale, l'ultimo piano, si arriva nella mansarda che é stata trasformata in un vero e proprio studio di registrazione e prove.
Entro in cucina e accendo i fornelli mettendo una padella su di essi. Sono ancora in pigiama e pantofole, indosso solo una vestaglia per coprirmi. Sento il campanello della porta cosi decido di abbassare il fuoco del fornello e corro ad aprire.
«Zia!» Un bambino mi salta addosso ed io lo prendo in braccio stringendolo a me.
«Ciao Leon!» Intreccia le braccina al mio collo ed io gli bacio la guancia. «Vieni Jay...entrate!» Jared mi sorride ed io mi avvio verso la cucina tenendo Leon in braccio mentre Jared chiude la porta d'ingresso.
«Buongiorno, sono pronti per la scuola?» Jared si siede attorno al tavolo ed io sistemo Leon accanto a lui sulla sedia.
«Shan sta lottando con Christine...oggi di non si vuole proprio alzare!» Noto che il bambino ci guarda per poi guardare verso la cucina. «Hai fame Leon?» Gli sorrido e gli accarezzo il visino. Leon è il figlio adottivo di Jared. Ha 8 anni ed è stato adottato quanto aveva poco più di un anno. Dopo il nostro matrimonio, sotto il nostro consiglio, Jared ha provato ad avere una storia con Emma. Sono stati insieme per 5 anni ma litigavano sempre. Dopo l'ennesima litigata si separarono per un mese, poi lei tornò chiedendo scusa. Fecero la pace e rimasero insieme per qualche altro mese, dopo arrivò il colpo di grazia. Una cosa che non mi sarei mai aspettata da Emma e che ha fatto chiudere a riccio Jared per dei mesi: la trovò a letto con un altro il giorno prima di San Valentino. Jared da allora non è stato più lo stesso. Per quasi 6 mesi non ha toccato la chitarra, si curava poco e non usciva di casa. Eravamo noi che andavamo a casa sua, Shan a volte lo aiutava a lavarsi ed io gli sistemavo la casa. Christine all'epoca aveva 8 anni e le dicemmo che lo zio non stava bene: non volevamo che lo vedesse in quelle condizioni. Per più di 6 mesi lei ci ha creduto ma poi ci ha detto «Mamma, lo zio è morto e non volete dirmelo?» A quelle parole Shan decise di portarla da Jared. Non appena la vide scoppio a piangere e la strinse a se per più di 10 minuti. Lei le disse «Credevo fossi morto zio, non mi vuoi più bene e mi eviti?» Jared continuò a piangere e le raccontò tutto dicendole che la zia non amava più lo zio. Dopo quel giorno, Jared, si é ripreso. Due anni dopo decise di adottare Leon per colmare un po' quel vuoto e non sentirsi solo. È cambiato, non è più come una volta, o meglio, solo con le donne. Per lui, ormai, é solo sesso e non prova neanche a cercare un'altra ragazza: non si fida. Già non si fidava prima ed aveva paura, dopo Emma, ancora di più. Vorrei tanto dirgli di provare, di aprirsi un po', ma mi sento in colpa perchè fui io a costringerlo a provare con Emma.
Il bambino mi guarda e fa spallucce. Io ridacchio e gli scompiglio i capelli. Leon è un bambino meraviglioso e tanto dolce. È mulatto con gli occhi verdi tendendi al blu: un colore davvero strano. Ha i capelli castano chiaro, corti, con tanti piccoli ricciolini.
«Papà ha cucinato i pancakes, vero mostriciattolo?» Jared sorride orgoglioso mentre Leon fa una faccia schifata. Mi piego un po' sul tavolo con il busto e poso le mani su.
«E dimmi, amore di zia, com'erano?» Jared lo guarda e aspetta l'opinione di suo figlio il quale ci pensa un po' su.
«Zia, lascia stare...» Scoppio a ridere e Jared sgrana gli occhi. «Erano vegani e bruciati!» Jared ridacchia ed annuisce come se fosse una cosa positiva. «Io non sono vegano, papy!» Jared lo prende in braccio e lo posiziona sulle sue gambe stringendolo a se mentre lo riempie di baci. «Uffi, papy!» Scoppio a ridere e vado in cucina.
«Uova e bacon, Leon? Vanno bene?» Urlo un po' ed apro il frigo.
«Zia, non voglio disturbarti...va bene tutto» sorrido commossa e prendo il bacon e le uova. Quel bimbo è di una dolcezza e umanità che lo rendono speciale. Quale bambino di 8 anni ti dice che non vuole disturbarti per la colazione? è davvero speciale. È tanto umile e ha quel qualcosa in più che solo con gli anni e la vecchiaia si acquisisce.
«Zio!» Sento urlare Christine e mi affaccio in sala da pranzo mentre il bacon e le uova stanno cuocendo nella padella.
«Piccola!» Jared l'abbraccia e la stringe a se accarezzandole i capelli.
«Bhe tanto piccola non sono, zio» ridacchia e si stacca dall'abbraccio. In effetti, è poco più bassa di Jared. «Leon!» Fa il giro del tavolo e prende in braccio il suo cuginetto. Christine é cosi: molto affettuosa. È cosi praticamente tutte le mattine, sembra che non gli vedesse da anni.
«Bhe lo so, hai 15 anni...io all'età tua già lavoravo!» Jared alza le sopracciglia e si passa una mano sui capelli che porta ancora un po' lunghi. Christine e Leon lo ingrorano e giocano facendosi facce buffe.
«Sei il mio gnomo preferito, Leon!» Christine lo stringe a se e gli riempie la guancia di bacetti. Jared gli osserva quasi commosso e sorride come un ebete.
«Chris, e zio dove lo metti?» Scoppio a ridere e torno in cucina quando sento le parole di Leon. So perfettamente che si riferiva a Shannon perché Christine, di tanto in tanto, gli dice "sei cosi piccolo, morbido e dolce, papà!". È una ragazza particolare e davvero tanto simpatica: ha preso tutto da Shannon.
Ci sendiamo tutti a tavola e sistemo le uova e il bacon nei piatti: anche Shannon e Joseph ci hanno ragiunti.
«Chris, il cellulare...siamo a tavola» la riprende dolcemente Shannon mentre nostra figlia digita velocemente un messaggio sulla tastiera del suo cellulare.
«Lo so papà, scusami...» Sorride allo schermo tutta felice e attende la risposta.
«Qualche ragazzetto?» Shannon prende un pezzettino di uovo e lo porta alla bocca. Tutti la guardiamo e aspettiamo la risposta.
«Joseph, amore, vai a prendere lo zainetto e mostra a Leon il nuovo giocattolo che ti ha comprato papà» do un bacio sulla testa e mio figlio e con una scusa gli mando al piano di sopra. Joseph e Christine sono fratello e sorella, e come tutti, bisticciano ogni tanto. So che Chris, in questo momento, vuole parlarci e Joseph la prende in giro per qualsiasi cosa. A volte Christine si vendica e cosi non la smettono più. I due bambini si alzano e corrono di sopra.
«Non correte!» Urlo un po' e Christine mi sorride.
«Grazie, mamma!» Faccio un cenno con la testa e mi alzo per sparecchiare. «Ecco...si, è un ragazzo!» Christine diventa rossa in viso e abbassa la testa chiudendosi nelle spalle.
«Amore, mi serve della frutta!» Mi urla un po' Shannon mentre io sono in cucina e sistemo i piatti nella lavastoviglie.
«Papà! Non sono mica Joseph! Non serve...» Christine scoppia a ridere e torno anch'io in cucina ridendo.
«Sei giovane per un ragazzo...o no?» Jared è sempre attento a tutto e le da anche lui dei consigli, come fosse un secondo padre: a volte è più severo di Shan.
«Non lo so, zio...» Christine arrossisce di nuovo e un leggero sorriso si fa largo sulla sua faccia.
«Lo conosciamo almeno? Sappiamo dove abita?» Shannon allunga la mano con il palmo rivolto verso l'alto, posando il dorso sul tavolo, e Christine posa la sua mano su quella di suo padre.
«Papà...è un bravo ragazzo...» Chris alza la testa e guarda Shannon negli occhi. Io rimango in disparte dietro Shan e ascolto con attenzione. Mi sono già fatta un'idea su chi possa essere, in questo, Christine mi parlò già di lui.
«Amore di papà, fai decidere a me se lo è...per te un motociclista alcolizzato pieno di tatuaggi può essere un bravo ragazzo, magari non lo è...ma lo vedi, com'è che dite voi giovani? Ah si figo...ti sembra figo e quindi bravo» Jared annuisce alle parole di Shan e alza il pollice in segno di approvazione.
«Papà...è Anthony Milicevic!» Noto che Shannon raddrizza la schiena e si pietrifica. Cerco di contenermi quando in realtà vorrei ridere. Anthony e Chris sono cresciuti insieme, frequentano la stessa scuola e studiano sempre insieme: sono due ottimi migliori amici.
«Un Milicevic? Oh, un Milicevic!» Urla Jared e sospira mettendosi la mano sul cuore. Shannon lo fulmina con lo sguardo.
«Credevo foste amici, amore...» Shannon si gira un attiamo a guardarmi ed io gli sorrido. Dopo la nascita di Anthony, esattamente 3 anni dopo, i Milicevic hanno avuto due splendide gemelle: Katy e Ivana.
«E lo siamo, papà...lui mi piace e non sa niente...è una cosa che mi porto dento. Ma io non gli piaccio...» Vedo la fronte di Shannon arricciarsi. La sua mano si allunga e accarezza il viso di sua figlia.
«Perché dici cosi, amore? Sei bellissima! Guardati!» Jared sorride e annuisce alzando i pollici. Io ridacchio e mi copro la bocca con la mano.
«Ma papà...sei mio padre...e credo che sia...emmh...» Chris si guarda intorno e diventa rossa mentre si gratta la nuca.
«Gay!» Urla Jared sbattendo la mano sul tavolo. «Bhe era presto per un ragazzo!» Intreccia le mani al petto e tutti lo fulminiamo con lo sguardo.
«Amore...sai, non esiste solo l'amore fra una donna e un uomo...e...» Christine alza le braccia come per fermarlo e si alza spingendo la sedia indietro.
«Papà! Zio Matt e zio Simon sono omesessuali! Lo so che ci sono tanti tipi di amore!» Si alza ma suo padre la blocca afferrandole il polso. «Papà...faccio tardi a scuola!» Shannon le lascia il polso e si alza per mettersi davanti a lei e guardarla.
«Diglielo...se lo ami, diglielo. Non avere paura dei tuoi sentimenti, amore. Mai! Lui ti spiegherà tutto se è gay o no...magari non lo è ed è solo timido» Christine getta le braccia intorno al collo di suo padre e lo stringe forte. Shannon fa una faccia sorpresa quando riceve quell'abbraccio e le accarezza la schiena.
«Vado a prepararmi ora, papà» gli stampa un sonoro bacio sulla guancia e scappa al piano di sopra correndo.
 
Salutiamo Jared mentre va via con l'auto e porta i ragazzi a scuola. Chiudo la porta e guardo Shan che è accanto a me.
«Pensi che glielo dirà?» mi rivolgo a Shan e sorrido leggermente pensando che la mia bambina che ormai è diventata grande e ha già i primi problemi con il sesso opposto. Mi confidò questa cosa un paio di settimane fa ma voleva mettere anche al corrente Shannon dato che è un uomo: pensava che potesse capire di più la mente di Anthony. Io penso che siano amici da tanto e lui abbia paura di rovinare tutto: non penso sia gay.
«No. Non glielo dirà mai. Farà lui il primo passo...andiamo, non è gay!» Faccio spallucce e mi avvio verso la sala da pranzo. «Dove vai?» Mi segue mentre io entro nella stanza e inizio a ripulire il tavolo dove prima avevamo fatto colazione.
«Faccio le pulizie, no? Tu non devi lavorare?» Di solito Shannon lavora all'ultimo piano della casa, nello studio, fino all'ora di pranzo. Jared di solito viene qui dopo aver accompagnato i ragazzi, ma oggi rimane a scuola con Leon per la giornata del papà. Si notava che era teso e stranamente silenzioso: ripeteva mentalmente la sua presentazione, forse. Shannon ci è passato, ha affrontato ben due giornate dei papà. Ricordo ancora la prima volta, quando accompagnò Christine, era tutto agitato e sudava freddo.  
«È presto...» Posa le mani sui miei fianchi mentre continuo a sparecchiare. «Avevo un'idea...» Poso i piatti, davanti a me, sul tavolo e rimango voltata.
«Che tipo di idea?» La sua mano mi sposta i capelli a sinistra e la sua bocca inizia a baciarmi il collo dal lato destro.
«Ah, questa idea!» Mi volto per guardarlo, sposto lentamente i piatti al centro del tavolo e mi siedo su.
«Sono vecchio per il tavolo, amore» si morde il labbro e afferra la cinta della mia vestaglia. Alza la testa e mi guarda negli occhi mentre io arrossisco. Dopo anni e anni non mi sono abituata ancora al suo sguardo penetrante.
«Va bene...allora niente!» Alzo le sopracciglia e scendo dal tavolo fingendomi offesa. «Allora...io vado al piano di sopra...per...rifare il letto, si...5 minuti e vieni a vedere com'è bello e sono brava?» Lo guardo e mi mordo il labbro mentre ondeggio sulle gambe. Lui scoppia a ridere e si lecca le labbra mentre annuisce. Faccio una piccola corsetta e salgo i due piani dirigendomi in camera. 'E ora? Che faccio?!' Mi passo le mani fra i capelli e apro il cassetto dell'intimo. Prendo le prime due cose che mi capitano sotto mano e corro in bagno. Mi spoglio davanti allo specchio mentre rido come un'ebete. Quella Kate di 16 anni fa non c'è più, è morta. Shannon mi ha insegnato che il mio riflesso non è un nemico, anzi. Dopo la nascita di Christine, per paura che mi vedessi grassa, mi faceva mettere davanti allo specchio e insieme facevamo delle boccacce. Sorrido e scuoto la testa. Afferro le mutandine e le indosso. 'Da quando ho degli slip di pizzo nero a perizoma?' Alzo il sopracciglio e sbatto le palpebre velocemente. 'Ah si!' Shannon mi ha regalato questo completino qualche San Valentino fa ed io non l'ho mai messo perché mi vergogno.
«Che bel letto...sfatto, amore!» Urla Shannon entrando in camera mentre io sono chiusa in camera. 'Cazzo! Non posso più cambiarmi!' Infilo anche il reggiseno coordinato agli slip e la camiciola che va da sopra. 'Ma porco cazzo! Un babydoll...io?' Mi guardo allo specchio e scoppio a ridere. Sento che anche Shannon ride, come al suo solito, rumorosamente. Mi pettino velocemente i cepelli, stando a testa in giu, e poi rialzo la testa. Ammicco allo specchio alzando e abbassando velocemente le sopracciglia. Poso la mano sulla maniglia della porta e faccio un bel respirone.
«Shan, non ridere!» Abbasso la maniglia e aspetto ancora prima di aprire la porta.
«Perché dovrei ridere, amore?» Apro la porta e aspetto sulla soglia della camera. «Porca...tr...quello!» Ridacchio e abbasso la testa diventando rossa. Lui si avvicina a me, afferra la mia mano e mi porta al centro della stanza.
«È quello che mi hai regalato a San Valentino...qualche anno fa...» Sorrido e lui si avvicina ancora di più a me. Mi bacia sulle labbra mentre mi accarezza la schiena.
«Ti sta da Dio!» Afferro il suo viso fra le mie mani e premo le mie labbra sulle sue. Lui mi accarezza il sedere e gioca con il lembo delle mutandine. Gli faccio piegare la testa a destra e inizio a leccare il suo collo mentre con le mani gli accarezzo il petto da sotto la maglia. Le sue mani vagano sulla mia pancia alla ricerca del laccetto, che slaccia lentamente, per poi togliermi la parte superiore del babydoll: rimango in intimo. Afferro il lembi della sua maglia e la sfilo via lentamente gettandola sul pavimento. Abbasso la testa e gli fisso il petto. Glielo accarezzo più volte mentre struscio leggermente il naso fra la peluria inspirando il suo odore. Risalgo e gli bacio le spalle e le clavicole mentre lui rimane immobile davanti a me: mi lascia fare. Infilo le mani fra i suoi capelli e lo bacio di nuovo infilandogli la lingua in bocca. Le nostre lingue giocano e le sue mani mi accerezzano le cosce. Mi stacco, contro voglia, dalle sue labbra e scendo lentamente sul petto, glielo bacio e lecco. Mi concentro sui capezzoli che succhio e lecco. Lui geme ed inizia ad ansimare lentamente mentre la mia lingua tormenta i capezzoli. La sua testa si rovescia all'indietro mentre le mie labbra scendono sulla sua pancia. Mi piego sulla ginocchia inginocchiandomi mentre gli bacio e lecco l'ombelico. Abbassa la testa e mi guarda mentre infila le mani fra i miei capelli. Negli anni sono sempre rimasti cosi di lunghezza, a volte però, gli spuntavo. Slaccio il fiocco, che permette ai pantalone della tuta di rimanere su, mentre lo guardo dritto negli occhi. I pantaloni cadono velocemente ai suoi piedi ed io gli sorrido maliziosamente mentre gli accarezzo le cosce. I suoi occhi ardono di passione e sono impazienti: sa già quello che ho intenzione di fare. Si abbassa velocemente con il busto e si fila la tuta e i calzini. Lo aspetto mentre lo guardo e mi mordo il labbro. Non appena finisce, riaddrizzo la schiena e mi avvicino al suo sesso. Mi accarezza la testa ed io, in risposta, gli accarezzo il membro da sopra i boxer. Lui rovescia di nuovo la testa all'indietro e deglutisce rumorosamente. Poso le mie labbra poco sopra l'elestico degli slip e lo bacio più volte. Infilo i pollici nell'orlo dei boxer e gli abbasso lentemente sfilandoglieli. Il suo respiro accellera quando la mia bocca dalla pancia inizia a scendere. Le sue cosce si contraggono mostrandomi il muscolo ben definito. Gli bacio gli addominali bassi per poi tirare un piccolo morso sulla pancetta. Amo ritardare questi piccoli momenti per farlo impazzire. Afferro nella mano destra il suo membro, lui alza un attimo la testa, si morde il labbro e la rovescia indietro. Inizio lentamente a muovere la mano lungo l'asta del suo membro. Ansima lentamente, cosi decido di avvicinare la bocca e inizio a leccare la punta del suo membro con la lingua. La sua pancia si contrae mostrandomi gli addominali. Decido di infilarmi tutto il suo sesso in bocca per poi posare le mani sui suoi fianchi. Lentamente la mia testa acquista un po' di ritmo muovendosi avanti e dietro. Il suo ansimare diventa più udibile e i suoi gemiti gli si strozzano in gola per poi uscire bassi e graffianti. Amo sentirlo mentre gode. Le mie labbra si stringono intorno alla sua asta e le mie unghie gli graffiano leggermente i fianchi e i glutei.  Un gemito, forte e rumoroso, mi fa fermare e alzare la testa: é al limite e non ce la fa più. Abbassa la testa per guardarmi e me l'accarezza facendomi alzare. Afferra il mio viso fra le sue mani e mi bacia con passione infilandomi la lingua in bocca. La esplora per poi staccarsi e guardami negli occhi. Mi spinge dolcemente a sinistra ed io ricado sul letto sdraiandomi. Si posiziona su di me ed io inizio ad indietreggiare sul letto, aiutandomi con i gomiti, mentre lui gattona su di me. Mi sdraio e lui si mette a cavalcioni su di me. Inclina la schiena verso di me e mi bacia il collo mentre lentamente riesce a sfilarmi il reggiseno. Lo lancia alla fine del letto, facendolo cadere per terra, mi sorride e mi bacia sulle labbra. Inizia a scendere lentamente tracciando un percorso di baci: bocca, mascella, collo e seno. Si ferma su quest'ultimo e ricambia la mia tortura che gli ho fatto alcuni minuti prima. Accarezza il seno lentamente, graffiandomi leggermente con i calli delle mani, e si piega per baciarlo e succhiarlo. Continua a scendere e arriva sulla pancia: l'accarezza e la lecca. Alzo la testa e noto che mi bacia, da una parte all'altra, la cicatrice del parto cesareo di Joseph. Anche con lui non è stato un parto facile poiché aveva tre giri di cordone ombelicale intorno al collo. Sbuffo brevemente e riposo la testa sul cuscino.
«Non è brutta...ed é una cicatrice di cui devi essere fiera. Joseph è meraviglioso» gli accarezzo la testa e sorrido ma lui non riesce a vedermi. Continua a baciarmi e lentamente mi sfila le mutandine. Mi bacia e accarezza contemporaneamente le mie cosce fino ad arrivare al mio sesso. Sento la sua lingua strusciare sulle e fra le mie grandi labbra. Involontariamente inarco il bacino e lo avvicino ancora di più alla sua bocca. Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare da quella magnifica sensazione e dai brividi che mi provococa. Sento le sue dita entrare lentamente dentro di me. I miei piedi si flettono facendo le punte mentre la sua lingua si sincronizza, alle dita, sul mio clitoride. La punta della sua lingua stuzzica velocemente il mio clitoride provocandomi delle piccole contrazioni nel ventre. Inizio ad ansimare velocemente e infilo le mani nei sui capelli. Il suo ritmo aumenta e involontariamente inizio a chiudere le gambe. Lui lo avverte e inizia a salire verso la mia bocca. Mi bacia ancora una volta con passione mentre si sdraia lentamente su di me. Mi accarezza la coscia e la porta sul suo fianco destro. Lentamente entra dentro di me per poi fermarsi. Rovescio la testa indietro e mi lascio mordicchiare il mento e il collo mentre acquista il ritmo dentro di me. Allungo le mani sulla sua schiena e gliela accarezzo mentre posa le sue mani ai lati della mia testa e si tira su con il busto. Rimane con le mani impuntate nel materasso mentre aumenta ancora una volta il ritmo delle spinte. Mi guarda e si piega per baciarmi sulla bocca. La sua schiena si contrae per la posizione e lo sforzo, facendomi sentire tutti i muscoli sotto i polpastrelli. Alzo la schiena dal letto e lo spingo sulla mia destra facendolo sdraiare sotto di me. Mi sistemo a cavalcioni, con il busto dritto, e inizio lentamente a fare su e giù con il corpo sulla sua erezione. Poso le mani sul suo petto e rovescio la testa indietro aumentando il ritmo. Le sue mani vagano sul mio corpo accarezzandomi la schiena, il seno e le cosce. Ansimiamo insieme ed io mi piego per zittirlo con un bacio. Gli accarezzo la testa infilando le mani fra i suoi capelli mentre il mio bacino continua con il suo movimento. Scendo dal suo corpo e mi posiziono sul letto mettendomi su un fianco, lui mi raggiunge e si sistema dietro di me. Mi cinge la vita con il braccio da dietro e mi stringe a se. Sposto il mio corpo in obliquo per facilitargli l'entrata. Mi bacia la nuca e la spalla mente entra lentamente, di nuovo, dentro di me. Poso la nuca sulla sua spalla e la sua mano si sposta sul mio fianco, lo afferra saldamente senza farmi male, e riprende a muoversi. Le sue spinte, questa volta, si fanno più profonde e potenti. Mi morde la spalle e, a volte l'orecchio, mentre la sua mano mi accarezza la coscia per poi salire sul mio sesso. Accarezza brevemente il mio pube, avvicina il dito medio alla sua bocca, se lo succhia, e scende dinuovo sul mio clitoride. Lo tormenta deliziosamente mentre inizio a perdermi fra le sue spinte. Ansimiamo all'unisono e lui alterna qualche gemito misto ad un ringhio. Raggiungo l'apice del piacere: la mia vagina si contrae insieme al mio ventre, involontariamente, e il mio cuore sembra volere uscire dalla cassa toracica. Porta dinuovo la mano sul mio fianco, lo afferra e con un paio di spinte decise raggiunge anche lui l'orgasmo. Un liquido caldo mi riempie ed istintivamente chiudo le gambe. Mi volto verso di lui e lo stringo a me. Alza il lenzuolo sul nostro corpo e mi guarda mentre io poso la testa sul suo petto. Il suo cuore batte velocemente e istintivamente gli accarezzo il petto come per calmarlo.
«A cosa pensi?» Gli chiedo e alzo la testa per guardarlo negli occhi. Ha il ciuffo appiccicato alla fronte per il sudore e lo sforzo di qualche minuto prima.
«Che ti amo da morire da 16 anni!»

ore 2:15 pm
I ragazzi sono appena tornati a casa ed io sto rifacendo il letto. Mi sono dedicata a tutta la casa, stamattina, mentre Shan lavorava in studio. Ho riordinato la camera dei ragazzi, la cucina, i 3 salotti e curato un pò il giardino. La casa è molto grande e c'è sempre qualcosa da fare. Sistemo i due cuscini nelle federe e sento una persona che sale velocemente le scale per poi aprire la porta.
«Mamma!» mi volto di scatto e mi ritrovo Christine fra le braccia che mi stringe. Le accarezzo la testa e la guardo un attimo sconvolta.
«Amore, che succede?» lei sorride e mi abbraccia di nuovo con gli occhi lucidi.
«Non è gay...mi ha baciata!» porto le mani davanti alla bocca e la stringo forte fra le mie braccia. Sapevo quanto lei ci tenesse a lui e quanto ci ha sofferto per questo dubbio. So anche che era il suo primo bacio e che lui è un ragazzo fantastico.
«Oh Chris! Sono cosi felice per te...emmh aspetta a dirlo a tuo padre, va bene? trova il momento giusto» lei annuisce e ridacchia.
«Ah, mamma...» sfila la tracolla dal suo corpo e la posa sul letto: la apre e ci guarda dentro. «Un uomo...oggi a scuola...» continua a frugare nella tracola. «Mi ha dato questo per te...ha detto "dallo alla mamma"» estrae uno strano oggetto rettangolare dalla tracolla e me lo passa.
«Un uomo? Jared dov'era, amore?» riconosco subito l'oggetto fra le mie mani ma cerco di controllarmi per non ricevere una raffica di domande da Chris.
«Si si, alto...aveva un cappello ed era vesito sportivo. Lo zio ha fatto ritardo perché Lion si è sentito male in macchina...» Annuisco e i miei occhi non si spostano da quell'oggetto. «è tutto ok, mamma?» alzo la testa e cerco di sfoderare uno dei miei sorrisi convincenti e rassicuranti tipici di una madre.
«Certo amore! E' un amico di famiglia. Ti ha solo dato quest'oggetto e detto di darlo a me?» Afferro la tracolla dal letto e gliela passo.
«Si, mamma!» Lei sorride. Leggo innocenza nel suo sorriso e nei suoi occhi: non sa cosa sta succedendo e probabilmente non lo saprà mai.
«Va bene amore. E' solo un amico. Vai a lavarti che fra 5 minuti si pranza!» Le sorrido e le scompiglio i capelli. Lei sbuffa e va via saltellando. 
Corro a chiudere la porta a chiave e mi volto posando la schina sulla porta e inizio a scendere verso il basso, fino a sedermi a terra. Ho fra le mani una vecchia custodia di un dvd. La apro lentamente e noto che dentro c'è un bigliettino scritto a mano con una scrittura poco comprensibile. "Alle 7 di questa sera sono a casa tua. So dove abitate e chi sono i tuoi figli. Non chiamare la polizia" . Il mio cuore perde di qualche battito. I miei occhi diventano lucidi e non riesco a contenere le lacrime. Fisso il bigliettino e lo rileggo più volte mentalmente. Cerco di tranquillizzarmi ma è tutto inutile. "so dove abitate e chi sono i tuoi figli" ripeto sotto voce. Il mio stomaco si contrae e la testa mi gira al solo pensiero di quell'uomo.
«Sam...»

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Capitolo 43
*** The end! ***


Continuo a fissare quel fogliettino. Il cuore mi batte e la salivazione si è azzerata completamente. Sono seduta a terra non so neanch'io da quanto tempo. Piango. Piango pensando che quel mostro ha visto e parlato con la mia bambina: potrebbe farle quello che, fortunatamente, non ha fatto a me. Non riesco a spiegarmi come abbia fatto a trovarmi e ha trovare Christine. Questione di minuti. Se solo Leon non si fosse sentito male e Jared fosse arrivato in tempo, sarebbe stato tutto diverso. L'avrebbe riconosciuto dopo le foto apparse in tv dopo l'arresto: avrebbe fatto qualcosa. A volte penso che ormai il nostro destino sia già segnato e che noi possiamo solo scegliere difronte a dei bivi. I minuti. Solo dei pochissimi minuti che hanno fatto la differenza. 
Poso la custodia sul pavimento e mi passo le mani fra i capelli. Cerco di pensare, di trovare una soluzione, ma penso il peggio. Sono pessimista a volte. Cosa devo fare? Devo farlo entrare in casa mia come se nulla fosse? E se fosse armato? I ragazzi dove li porto? Devo dirlo a Shan?. Mille domande come queste si scagliano con forza contro il mio cervello, come una freccia e un bersaglio. Sento bussare alla porta e qualcuno tenta di aprire.
«Chi è?» Rimango seduta per terra e spero tanto che non sia lui. Cerco di calibrare il tono della voce per non far trapelare la mia tristezza.
«Mamma, vieni a fare la pappa con noi?» La voce di Joseph, cosi cristallina e innocente, mi fa scoppiare in lacrime. Aspetto qualche secondo prima di rispondere: ho bisogno di calmare i singhiozzi. «Mamma, perché sei triste?» Cerca nuovamente di aprire la porta ma capisce che é proprio chiusa a chiave.
«Amore...non sono triste...di a papà che la mamma non sta bene e che scenderà. Voi mangiate...corri cosi non si fredda la pappa! La mamma arriva subito» cerco di trovare le parole giuste in modo da calmarlo. So che é un bambino estremamente intelligente e che le mie parole non lo convinceranno mai. Se ha una sua opinione o pensiero, é difficile farglielo cambiare.
«Va bene, mamma! Ciao...» Tiro un sospiro di solievo e mi rilasso mentre sento che va via. Infilo la testa fra le gambe e riprendo a pensare. Mi gira quasi la testa al pensiero di lui dentro casa mia. Il cuore mi batte a mille. Non abbiamo protezione e non possiamo neanche chiamare la polizia. È un uomo pericoloso e questa volta non verrà disarmato. Non puoi minacciare qualcuno e venire senza un coltello o una pistola, visto che anni prima sei finito in ospedale. Potrebbe trovare una pistola ovunque o peggio ancora un coltello. Sento bussare alla porta e questa volta riconosco il rumore delle nocche sul legno. Mi alzo e apro lentamente la porta.
«Che succede?» Spinge la porta verso di me ed io faccio in tempo a spostarmi. Piomba in camera e mi prende il viso fra le mani guardandomi. «Perché stai piangendo, amore?» Abbasso lo sguardo e continuo a singhiozzare. Con un gesto della testa gli indico la fodera del dvd a terra e lui la raccoglie. Si siede al letto con le mani che tremano e la apre prendendo il biglietto dall'interno. Legge velocemente e alza la testa per guardarmi. «E ora chi cazzo é questo? Che vuole dai nostri figli?» Avrà cancellato tutto, daltronde sono passati anni. È un brutto ricordo e la sua mente avrà lasciato spazio ai ricordi più felici.
«Sono passati 15 anni, Shan...» Continuo a tenere la testa bassa e sospiro passandomi una mano fra i capelli. 
«15 anni da cosa?!» Si alza di scatto come il tono della sua voce, del resto. Mi avvicino lentamente a lui e gli accarezzo il viso.
«Sam...ha aspettato Christine fuori da scuola per darle questo...è uscito, Shan. È là fuori» getto fuori velocemente tutte le parole per evitare di ricordare. Cerco di non pensare a quello che sta succedendo. Sono cosi: tendo ad isolare il problema. 
Vedo il viso di Shan diventare rosso e sulle tempie iniziano a comparire alcune vene. Apre velocemente la custodia e la spacca in due aiutandosi con il ginocchio. La distrugge in mille pezzi senza toccare il fogliettino. I piccoli pezzettini di plastica fanno rumore quando si divinono in due fra le sue mani. I suoi occhi sono due palle di fuoco e la sua pelle ormai brilla per il sudore. Mi avvicino e gli strappo di mano quei pezzettini di plastica. Lo stringo a me e lui mi avvolge con le sue braccia. Appoggia la fronte sulla mia spalla ed io gli accarezzo la nuca come per calmarlo. «L'ha toccata?» Sussurra con la voce che trema piena di preoccupazione, ansia e spavento.
«No, le ha solo detto di darmi la custodia e basta. Ho detto a Christine che è un vecchio amico di famiglia...me l'avrebbe detto se le avesse fatto qualcosa» Abbiamo sempre cercato di proteggere i nostri figli dai fotografi e da altre persone. Sono stati esposti ai media per pochissimo tempo: dai pochi mesi fino ai 4 anni. Shan decise di fare un'unica copertina con intervista dove mostrava Christine. Mi disse che secondo lui non c'era nulla di male nel mostrare a tutti, sopratutto agli Echelon, la sua gioia: la sua bambina. Posò per la copertina di Rolling Stone nel settembre del 2015: Christine aveva 2 anni. Nella foto c'è Shan a petto nudo, solo con un jeans indosso, e Christine fra le sue braccia che regge un paio di drumstick fra le manine. È la foto più bella che io abbia mai visto. Lui sorrideva e Chistine aveva la classica faccia da bimba curiosa che non sapeva dove si trovava. Nell'intervista spiegò come ti cambia la vita quando diventi padre. Per la prima volta si lasciò andare a qualche dettaglio su suo padre e sul suo passato. Spiegò come la batteria l'avesse aiutato a superare i brutti momenti e le difficoltà della vita. Quel numero vendette tanto, forse fu il più venduto nella storia della rivista. Si lasciò andare e rispose a tutte le domande con semplicità. Da allora l'immagine della band è cambiata. Molte persone, molti genitori, si sono rivisti nelle parole di Shan e hanno cambiato il loro pensiero riguardo la band. Gli Echelon sono cresciuti a vista d'occhio e nel 2017 i Mars hanno pubblicato un nuovo album: Born, grow and run. Ancora una volta hanno superato se stessi, si sono rinnovati e il disco ha superato le vendita dell'album precedente Love Lust Faith + Dreams. Il modo di scrivere di Jared è cambiato, come il sound, e tutto il resto. Sono tornati ad essere rock come un tempo, come nella old school. Jared scrisse un paio di ballate rock riguardanti l'amore e il tradimento. Se, dal punto di vista dei sentimenti, Emma l'aveva distrutto, lui è rinato come artista. Nel settembre 2018, Shannon, compose una canzone al piano e scrisse le parole che poi cantò: una specie di ninna nanna dedicata a Christine. All'inizio decise di tenere tutto per se, come un regalo di un padre per sua figlia, ma Jared lo convinse a pubblicare il singolo su Itunes. Il 23 settembre del 2018 il singolo fu pubblicato e per 7 settimane rimase al primo posto in classifica. Era un uomo nuovo, diverso, e tutti se n'erano accorti. Gli Echelon rimasero impressionati dal suo modo di scrivere e di suonare il piano. Certo, la voce non è quella di Jared, ma Shannon cantava con il cuore: sussurrava. 
«Non possiamo chiamare la polizia e i nostri figli non posso rimanere qui...» Mi guarda negli occchi e posso leggere preoccupazione, quasi terrore, da parte sua. 

Sono seduta sul divano in salone e Shan è in piedi accanto alle scale. Lo stiamo aspettando. Abbiamo deciso di affrontarlo. I bambini sono da Jared nella villa a Malibù e nessuno sa nulla, compreso il frontman. La casa è tutta illuminata e la tensione é presente. Shannon continua a fissare il pavimento: indossa una canotta nera aderente, dei jeans e un paio di scape da ginnastica. Alza un attimo lo sguardo e si avvicina alla finestra per poi spostare leggermente la tenda. Dalla sua faccia che sbianca velocemente mi rendo conto che Sam è arrivato. Riaddrizzio la schiena per il brivido che l'attraversa. Sentiamo suonare il campanello e per la tensione mi alzo velocemente. Mi avvio verso la porta ma Shannon mi ferma, stampa un lungo bacio sulle mie labbra e va verso la porta.
«I Leto! Buonasera...» Sam entra prepotentemente in casa non appena Shan apre la porta. Indossa un vecchio pantalone con qualche macchia, una t-shirt scolorita, un berretto e delle scarpe a stivaletto. «Caspita che casa! Devi guadagnare bene Leto, anche se fate musica di merda!» Sam si guarda intorno mentre noi lo raggiungiamo in salotto. Fa scorrere le dita sul poggia schiena del divano e guarda attentamente il televisore e le altre cose tecnologiche. Shannon lo segue con lo sguardo per poi scuotere la testa.
«Punti di vita...» Gli risponde secco mentre io rimango dietro di lui e l'osservo.
«Siete i Leto giusto? Siete sposati?» Si volta e si avvicina lentamente a Shan. Arriva difronte al suo viso e lo guarda dritto negli occhi. 
«Si...siamo...» Lentamente il braccio di Shan si avvicina alla sua tasca posteriore del jeans dal quale vedo spuntare un manico di un coltello. «Sposati!» Estrae il coltello velocemente ma Sam lo ferma bloccandolo per il polso. Il mio cuore sussulta un attimo. Istintivamente porto la mano destra alla bocca e allungo la mano sinistra davanti a me: come per fermarli. 
«Che cazzo fai, Leto? Eh? 15 anni in carcere per colpa tua...si diventa forti li dentro!» I loro sguardi si incontrano sfidandosi. Sento i loro respiri pesanti diffondersi per tutto il salotto. Shannon apre la mano per poi lasciar cadere il coltello nella mano di Sam. «Bravo ragazzo! La cucina dov'è? Andate avanti!» Il tono della voce di Sam è cambiato rapidamente da quando è entrato in casa. Guardo Shan e abbasso la testa per poi dirigermi verso la cucina. Non riesco a pensare. Entro in cucina seguita da Sam e Shan. Lo sguardo di Shan mi sembra distrutto e so il perché: ha fallito nel suo tentativo. Voleva ferirlo o ucciderlo per mettere fine a questa storia. Sam entra in cucina e si guarda intorno annuendo: sembra apprezzare. Si avvicina al tavolo e sposta una sedia per poi metterla al centro della stanza. Shannon mi guarda e increspa la fronte: sembra non capire. Sam estrae, dalla tracolla che indossava, una corda e un sigaro che appoggia sul tavolo. «Accomodati batterista!» Ridacchia Sam e scuote la testa. Shannon lo guarda, chiude gli occhi in due fessure e si siede alla sedia. Lo sta sfidando, gli sta mostrando che lui non ha paura di Sam e di quello che può fare.
«Allora...come va, ragazzi?» Sam prende la corda e si avvicina alla sedia. Il mio cuore inzia a battere forte in quanto ho capito le sue intenzioni. Inizia a far girare la corda sui polsi di Shan, bloccandoglieli dietro la schiena, per poi chiudere il nodo intorno ai piedi. Sam sorride dando uno schiaffetto sul viso di Shan per poi avvicinarsi al tavolo. Afferra il sigaro, che porta alla bocca, e lo accende. 
«Stronzo! Affrontami da uomo! Non hai le palle? Ah no, scusa...ti ho fatto diventare donna l'ultima volta che ci siamo visti!» Sam chiude gli occhi in due fessure e con un gesto veloce si sposta verso Shan per dargli un pugno sul naso.
«Shan!» Urlo e tento di avvicinarmi a lui ma Sam mi spinge via dandomi uno schiaffo con il dorso della mano.
«Tu mi hai rovinato la vita! E ora farò lo stesso con la vostra...» Sam gli urla in faccia mentre tira i capelli di Shan, il quale, abbassa lo sguardo e tenta di voltare la testa. Mi massaggio la guancia e rimango a qualche metro da loro. Sam si accende il sigaro e appoggia il fondoschiena al tavolo. «Sai...Christine, vostra figlia, è davvero una bella ragazza» Shannon, che aveva la testa penzolante e bassa, la alza e lo guarda chiudendo gli occhi in due fessure.
«Ti spacco il culo!» Scandisce lentamente tutte le parole a denti stretti. Quasi lo sento ringhiare.
«Così piccola...così ingenua!» Ride e aspira un po' dal sigaro mentre ci guarda. 
«Te la fai con le ragazzine! Hai bisogno di far male ad una donna per averla...pezzo di merda!» Shan urla e vedo le vene del suo collo gonfiarsi. Tenta di liberarsi ma le corde sono troppo strette.
«Tua figlia è una troia! Come la mamma!» Rimango impassibile davanti alle sue parole. Non posso reagire e non posso fare nulla.
«Come tua moglie che ti lasciò! Non ti sopportava più!» Sam si avvicina di nuovo a Shan e lo guarda serrando le labbra in una linea dura. Sfila il sigaro dalla bocca e lo preme con violenza sull'avambraccio sinistro di Shan. Lui urla. Delle grida di sofferenza che fanno bloccare il mio cuore per qualche secondo. Abbasso la testa e chiudo gli occhi mentre le urla roche e graffiate di Shan mi distruggono.
«Che cosa vuoi?» Alzo la testa e guardo Sam, il quale, si ferma e getta il sigaro a terra. Shannon ha gli occhi lucidi e il viso rosso. Sul suo braccio c'è la forma del sigaro rossa, un po' viola, e gonfia. 
«Quello che non ho fatto anni fa! Devo scoparti...qui, davanti al tuo uomo!» Guardo Shan e piego le braccia iniziando per iniziare a sbottonare la camicetta. Lo sfido con lo sguardo mentre finisco di sbottonare gli ultimi bottoni.
«Allora fallo e poi sparisci! È questo quello che vuoi? Vendicarti scopandomi davanti a mio marito? Fallo! Ma se poi non vai via, ti uccido con le mie mani!» Guardo gli occhi di Sam che bruciano di desiderio alla vista del mio reggiseno. Mi avvicino al tavolo e mi siedo leggermente. In tutti questi anni non ho mai smesso di fare autodifesa sia per sport che per cavarmela in queste situazioni. Ma con lui è diverso. Con lui ritorno ad essere quella ragazza indifesa e imparuta di anni fa. 
«Kate, no! Kate!» Mi urla Shan mentre Sam si avvicina a me. Lo guardo dispiaciuta e abbasso la testa. Sam mi accarezza le coscie per poi iniziare a baciare il mio collo.
«Oh, Leto...guarda attentamente!» Mi sfila la camicetta mentre preme la sua schifosa erezione contro la mia coscia. 
«Aspetta...Sam...» Alzo la sua testa dal mio collo e lo guardo. «Se mi giro, se ti metti tu appoggiato al tavolo, lui vede meglio» gli faccio l'occhiolino mentre mi mordo il labbro. Guardo la faccia dubbiosa di Shan che sembra non capire. Sam annuisce e si gira appoggiandosi al tavolo.
«Non dirmi che tua moglie non è troia, Leto! Vuole offrirti uno spettacolo in prima fila!» Sam alza il sopracciglio per poi riprendere a baciare il mio collo. Piego leggermente il busto e faccio notare a Shannon il coltello che porto nella tasca posteriore del jeans. Non potevo non proteggermi con qualcosa. Non potevo essere completamente disarmata davanti a lui. 
«Sam, perché mi fai questo? Perché mi odi così tanto?» Shannon tenta di distrarre Sam rivolgendogli delle domande. Sam ci casca e inizia a rispondergli fermandosi.
«Perché hai tutto! Perché sei uno stronzo ed io odio quelli come te...hai una casa, dei figli, una moglie e la fama! E tu...» Shannon lo interrompe urlando mentre io porto la mia mano destra sulla tasca posteriore del jeans.
«Kate, ora!» Urla Shan e con un gesto veloce, estraggo il coltello dalla tasca e lo infilo rapidamente nella coscia sinistra di Sam. Mi allontano e mi avvicino a Shan. Inizio a liberarlo dalla corda mentre Sam si accascia a terra gridando e bestemmiando. Shannon si alza velocemente e mi stampa un lungo bacio sulle labbra prendendomi il viso tra le sue mani.
«Ti amo! Sei stata bravissima!» Mi accarezza il viso e si dirige verso Sam. Io non rispondo, mi limito a sorridere. Sono un po' sotto shock: ho appena infilato un coltello nella coscia di un uomo.
Guardo Shan che afferra per i capelli Sam e lo constringe ad alzarsi. I ricordi degli anni e anni prima riaffiorano nella mia testa. Ricordo quel giorno come fosse ieri. Shannon sbatte Sam al muro e inizia a dargli una serie di pugni nella pancia per poi passare al viso. Sam tenta di raschiare il viso di Shan per respingerlo. Ci riesce. Shan finisce al centro della stanza e Sam inizia a dargli dei calci che Shan tenta di schivare. Alcuni gli schiva ed altri gli incassa. La colluttazione continua e Shannon sembra avere la meglio. Sam bracca Shannon sa dietro avvolgengo il suo braccio intorno al suo collo. Il batterista inizia a tossire e tenta di liberarsi quando decide di spingere più a fondo il coltello nella coscia di Sam. Sento di nuovo gridare e la presa del braccio di Sam, intorno al collo di Shan, si fa sempre più stretta. 
«Shannon!» Sento urlare una voce maschile alla mia sinistra. Shannon si volta dandoci le spalle di Sam. Volto la testa a sinistra e noto una canna di una pistola, nella mano di un uomo, che fuma. Un forte rumore di sparo si é diffuso per tutta la casa. Giro la testa e noto che la testa di Sam inizia a sanguinare. Si accascia a terra mentre il sangue inizia a scorrere e sporcare tutto il pavimento. Tutta l'azione é avvenuta in pochi secondi ma a me sono sembrati minuti: mi sembrava di essere in slow-motion.
«Kate! Kate!» Shannon si avvicina a me prendendomi il viso fra le mani e mi guarda. Rimango immobile come se il mio corpo fosse congelato. Continuo a fissare il corpo di Sam sul pavimento, dalla cui testa, zampilla un po' di sangue.
«Kate!» Ripete Shan ed io scuoto la testa.
«S-si...» Il mio cuore non smette di battere velocemente e il mio respiro fatica a ritornare normale.
«È tutto finito» mi sussurra all'orecchio mentre mi abbraccia. Volto la testa a sinistra e noto che in cucina entrano delle persone vestite tutte di bianco o nero: alcuni sono della polizia. Sposto un attimo lo sguardo verso un uomo: mi sembra di conoscerlo. Sono passati anni e la brizzolatura è ben visibile ma ci scommetterei: è il detective Nick Malone. Noto che la sua mano impugna la stessa pistola che ho visto pochi secondi prima. Ha sparato lui a Sam. Mi sciolgo dall'abbraccio e noto che il corpo di Sam viene avvolgo in un sacco nero dagli uomini vestiti di bianco.
Shannon mi prende per mano e ci avviamo verso la porta di casa.
«Nick...grazie...sono in debito con te!» Dice Shan al Detective che si é appostato sulla porta per seguire le operazioni. 
«Grazie per averci chiamati, Shannon. Eravate in pericolo e vi era stato espressamente detto di non chiamare la polizia...ma, finalmente, ora tutto è finito!» Continuo a tenere la testa bassa mentre il mio corpo riacquista i ritmi normali.
«G-grazie...» sussurro. Non mi era stato detto che sarebbe intervenuto il Detective e che ci sarebbe stato un piano. Ora non m'importa, voglio andare dai miei figli e non pensare più a Sam. 
«È tutto okay, Kate...» Mi posa una mano sulla spalla mentre si avvicina con il viso a Shan per sussurrargli qualcosa. «Andate dai vostri figli, qui ci pensiamo noi...andate!» Shannon annuisce e institivamente abbraccia Nick.

Siamo arrivati da pochi minuti a Malibù da Jared e, Shan, sta parcheggiando il suv. Non appena siamo usciti di casa, una serie di persone ci ha accolti e portati in ambulanza. Abbiamo deciso di non andare all'ospedale e curarci li dentro in quanto volevamo riabbracciare i nostri figli. Mi é stata data una maglia e a Shan è stata medicata la bruciatura. Non abbiamo chiamato nessuno e nessuno sa nulla di tutta questa storia. Pensiamo di non dirlo mai a Constance in quanto potrebbe essere un brutto colpo. Per quanto riguarda Vicki, ho bisogno di riorganizzare i pensieri e vederla. Scendiamo dal suv e citofoniamo a casa di Jared. Lo abbiamo chiamato, durante il viaggio da L.A a malibù, per raccontargli tutto e per non far capire nulla ai ragazzi: come se nulla fosse successo. Ci ha chiesto se stavamo bene e ha evitato di chiederci dei dettagli perché probabilmente i ragazzi ascoltavano.
«Shan! Kate!» Jared apre la porta e ci abbraccia forte, insieme, in un unico abbraccio. 
«Mamma!» Urlano all'unisono i miei ragazzi. Corrono verso di me ed io mi inginocchio per abbracciargli. «Zia!» Anche Leon mi abbraccia. Mi scende qualche lacrima vedendo i miei ragazzi e mio nipote felici. Non so se verranno al corrente di questa storia quando saranno più grandi. Per ora voglio solo che vivano la loro adolescenza senza pensieri e paura.
«E nessuno saluta papà o zio! Bravi!» Shannon ridacchia mentre Jared lo guarda un po' commosso. Si abbracciano come due fratelli che hanno superato insieme, e non, mille avventure e difficoltà. I ragazzi si liberano dal mio abbraccio e corrono da Shan, il quale, si butta a terra mentre i ragazzi si sdraiano tutti su di lui.
«Shannon...» Sussurro mentre mi alzo e lo guardo. Lui diventa subito serio e prega i ragazzi di stare buoni per qualche secondo. «Shannon...diventerai papà...Jay, tu zio...Chris, Joseph, avrete una sorellina o fratellino...e tu Leon un cuginetto o cuginetta...insomma, sono incinta!»

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