Il mio angelo oscuro

di _S_Barker_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo CAPITOLO ***
Capitolo 2: *** This could be the start of somethin' new.. ***
Capitolo 3: *** Il tuo sguardo ***
Capitolo 4: *** How Does it Feel? ***
Capitolo 5: *** Facciamo pace? ***
Capitolo 6: *** Merry Xmas, Muggleborn. ***
Capitolo 7: *** Let's talk about it.. ***
Capitolo 8: *** Fidati di me. ***
Capitolo 9: *** .Jealousy. ***
Capitolo 10: *** Now, i'm going to tell you a story.. ***
Capitolo 11: *** Hogsmeade ***
Capitolo 12: *** Tutto troppo perfetto ***
Capitolo 13: *** Scoperte ***
Capitolo 14: *** Il tuo posto ***
Capitolo 15: *** They're comin'! ***
Capitolo 16: *** Tutto l'amore che c'è. ***
Capitolo 17: *** Ritiro a Grimmauld Place ***
Capitolo 18: *** My angel ***
Capitolo 19: *** Alla Stramberga Strillante ***
Capitolo 20: *** Nuova vita ***
Capitolo 21: *** Ti devo dire una cosa. ***
Capitolo 22: *** La battaglia finale ***
Capitolo 23: *** E adesso cosa ci resta, se ricordare non basta? ***
Capitolo 24: *** Perchè è tutto così difficile? ***
Capitolo 25: *** Lettere mai spedite. ***



Capitolo 1
*** Primo CAPITOLO ***





I gufi consegnavano la posta, gli alunni scendevano lentamente dai dormitori per fare colazione. Un ragazzo rosso era arrivato al suo tavolo sotto gli stendardi rosso e oro e si era seduto vicino ad una ragazza dai folti capelli castani e dal viso gentile, baciandole la guancia.
Lei si era voltata sorpresa e gli aveva sorriso.
Un po' più in disparte, sotto gli stendardi verde e argento, lui si chiese come diavolo faceva quel Weasley a piacere ad una ragazza così. Ok, era una mezzosangue, una so-tutto-io insopportabile, ma tutto sommato era intelligente. E le piaceva Ron Weasley. Mah. La gente è strana, pensò. Ma che me ne frega dopotutto..
Si guardò intorno distogliendo dai suoi pensieri Weasly e Granger. Non sapeva che fare. Era solo il secondo fine settimana e non aveva compiti.
Che cosa voleva fare? Starsene da solo.. Ma dove?
Andò a sedersi dietro la serra numero 3 vicino ad una pianta spinosa.
Aveva ascoltato la pace che regnava là giù, quel silenzio così rilassante..
Non si muoveva una foglia, e si stava rilassando perfettamente, allontanado tutte le sue preoccupazioni dalla mentre, quando sentì due persone litigare.
".. Ma è possibile che non capisci mai?" strillò la voce di una ragazza.
"Sei tu che mi rendi le cose difficili da capire!". Una voce maschile.
"Ah sono io! Allora sai che ti dico? Lasciami in pace e torna quando sarai abbastanza maturo per capirmi!"
Passi che si allontanavano velocemente. Il ragazzo che la pregò di aspettare.
Ma è normale che le vostra litigate siano affare pubblico?

Improvvisamente un rumore di foglie e rami spostati.
Hermione Granger sbucò dalle foglie, piangendo. Non appena vide il Serpeverde si asciugò subito le lacrime e tornò dura. "Malfoy, che ci fai qui? Vattene.."
"Non sei nessuno per dirmi di andarmene, Mezzosangue.. Ci sono arrivato prima io e ci resto.. Pittusto, potrei farti la stessa domanda.. Cos'è, Lenticchia ti ha mollata?" ghignò Draco.
"Per tua informazione, io e Ron non stiamo insieme.. E ora vattene!" strillò Hermione.
Malfoy si alzò "Non me ne frega un accidenti, io non ne me vado."
Era molto più alto di lei, ma Hermione fece finta di non badarci.
"Malfoy, vattene, ho bisogno d stare sola" fece per estrarre la bacchetta, ma la mano di Malfoy volò verso la sua per bloccarla, strusciando il braccio contro i rovi e graffiandosi. Imprecò sotto voce e si inginocchiò.
Con sua estrema sorpresa, la ragazza si piegò, gli prese il braccio e alzò la manica della veste.
Un taglio profondo e sanguinante andava da metà braccio al polso. Estrasse la bacchettà e con un gesto veloce lo disinfettò, poi con un altro movimento creò una fasciatura. Lui la guardo inredulo.
"Io ti avrei lasciato qui a sanguinare, Granger.." disse con un filo di voce.
Hermione si rialzò, lo guardò con una strana espressione. "Ma io non sono te. Adesso comunque ti conviene tenere il braccio a riposo.. Domani dovresti poter togliere le bende.. Se non ti fidi vai da Madama Chips.. " e si allontanò velocemente.
Lui era rimasto a guardarsi il braccio, senza fare niente. E non era neanche passato da Madama Chips.
"Grazie" sussurrò, ma lei era già sparita.

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Capitolo 2
*** This could be the start of somethin' new.. ***


Però voleva ringraziarla. E poi il suo sensto senso gli diceva che lei poteva aiutarlo, quindi dopo cena la cercò.
Biblioteca, Sala Grande, serre.. Non aveva idea di dove potesse essere. Sconsolato, decise di andare in riva al lago, dove il sole stava tramontando. Improvvisamente si era fermato: sulla sabbia, seduta su un tronco caduto, c'era la ragazza che stava cercando, che con un bastoncino disegnava qualcosa sulla sabbia umida.
Le si avvicinò senza far rumore oltrepassando il tronco fino a trovarsi davanti a lei. Hermione alzò lo sguardo, ritrovandosi a fissarlo con i suoi occhi scuri.
"M-Malfoy?" "In carne ed ossa, Granger." si inginocchiò davanti a lei, finchè i loro visi non furono alla stessa altezza. "Volevo solo ringraziarti" disse mostrando il braccio fasciato.
"Oh.. Ma.. Figurati.. Cioè, è roba da niente.."
"Non è roba da niente."
Credimi, ti avrei volentieri lasciato là a sanguinare.. Pensò la ragazza, ma tenne il pensiero per sè. Era sicura che Draco Malfoy non l'avrebbe cercata solo per ringraziarla. Non era quel genere di persona.
Erano rimasti in silenzio, Hermione guardandosi le mani, Draco fissando il lago da sopra una spalla. Poi il suo sguardo era caduto sugli scarabocchi della ragazza. La parola "Ron" era ripetuta più volte. Hermione diventò rossa fino alla punta dei capelli e cancellò tutto con un gesto della mano.
"Non te lo togli proprio dalla testa eh?"
"Ma va' al diavolo e fatti i fatti tuoi, Malfoy".
Lei lo odiava. Si capiva dal tono che usava con lui.
"Con piacere.. Ma prima.."
Draco si era bloccato. Non era più sicuro di volerlo. Infondo, perchè avrebbe voluto aiutarlo? Dopo tutto quello che lui le aveva fatto.. Poi i suoi dubbi sparirono. "..mi devi aiutare, Granger"
"Devo? E chi ti dice che lo farò?" lo aveva guardato con uno sguardo carico d'ira.
"Beh, spero che lo farai"
"Cosa dovrei fare?" chiese dubbiosa.
"Mi devi aiutare a parlare con.. Con la Mc Granitt"
"Con chi??? E perchè?"
Draco l'aveva guardata, dubbioso. Si doveva confidare con lei? Quegli occhi color miele ispiravano fiducia, ma era pur sempre Hermione Granger. E lei lo odiava. Era stato uno stupido a chiedere aiuto a lei, lei non lo avrebbe mai aiutato. Ma forse, sapendo come stavano i fatti.. Ma poteva fidarsi? Fidarsi davvero? Coninuava a fissarla, seduta sul tronco, le mani unite sulle gambe. Aveva preso distrattamente una pietrolina, si era alzato e l'aveva tirata sul lago. Quattro rimbalzi. Era fuori allenamento.
"Allora?" La voce di lei era curiosa.
L'aveva guardata di nuovo, si era abbassato a prendere un altro sassolino, si era alzato e prima di tirarlo aveva deciso. Si sarebbe fidato.
"E' l'unica che possa aiutarmi. Io.. Non voglio diventare un Mangiamorte. Voglio far parte dell'Ordine della Fenice."
Cinque rimbalzi. Meglio.
Hermione Granger aveva la sorpresa dipinta sul volto.
"Non scherzo. Tu.. Tu non sai cosa significhi. Essere costretti a portare una maschera, sempre. Dover essere quello che tuo padre vuole che tu sia, non poter pensare con la propria testa. Non poter decidere. Io voglio scegliere da solo cosa fare nella mia vita, e non voglio essere un Mangiamorte. "
Aveva lanciato un altro sassolino, Hermione ancora in silenzio. Cinque. Merda.
Si sedette vicino a lei.
"Si dice che quando arrivi a sette rimbalzi, puoi esprimere un desiderio"
"Ma.. Perchè?"
"Superstizioni Babbane, penso."
"No.. Perchè non.. Non vuoi.."
"Perchè.. Perchè ho visto cosa succede ai Mangiamorte che falliscono, a quelli che tradiscono, a quelli che non sono all'altezza. E anche se sei il migliore, il Signore Oscuro ti tratta lo stesso come uno straccio. Perchè non voglio essere agli ordini di nessuno. Perchè non penso che sia la cosa giusta."
Hermione voltò il viso a guardarlo.
"Non riesco a credere alle mie orecchie!" e fu quasi sul punto di mettersi a ridere.
"Non c'è niente da ridere, Granger. Mi aiuterai?" Il suo tono di voce era calmo e pacato.
"Si, Malfoy, ti aiuterò".

Era tardi, quasi ora di rientrare ognuno nelle proprie sale comuni, quando Hermione e Draco bussarono alla porta dello studio della McGranitt.
Lei li accolse stupita, chiedendo il motivo della visita e Draco parlò per primo. Spiegò la sua richiesta, le disse quello che aveva detto ad Hermione.
"Professoressa, crede di potermi aiutare? L'Ordine potrebbe proteggermi? Una volta che sarò ufficialmente uno dell'Ordine, i Mangiamorte mi cercheranno in tutti i luoghi possibili.."
La McGranitt rispose con voce pacata. "Malfoy, so benissimo da cosa e come dovremmo proteggerti, ma ho bisogno di parlare prima con gli altri membri dell'Ordine. E dovrà conquistarsi la fiducia, ma avrà una sola possibilità, non so se mi spiego."
"Capisco perfettamente, professoressa."
"Bene, se è tutto, tornate nei dormitori. A domattina signor Malfoy, signorina Granger."
Uscirono dalla stanza ed Hermione domandò: "Ma a che ti servivo io?"
"Mmh, diciamo che tu, stando lì in silenzio, hai messo la tua buona parola.. Hai quasi ispirato fiducia alla McGranitt.. Grazie, Granger.."
"Ma non ho fatto niente di che.."
"Sì invece. Forse per te aiutare ed essere aiutata è una cosa normale. Per me no. Nessuno si è mai davvero preoccupato per me. Tu hai dei genitori che ti vogliono bene, ti seguono.. Io no, da sempre vado a scuola da settembre a giugno, quando sono a casa è come se non ci fossi.. Se mia madre prova anche solo a sorridermi, mio padre sarebbe capace di scagliarle contro una maledizione.. Hai degli amici che contano su di te e su cui tu puoi contare.. Io chi ho? Tiger e Goyle?" Aveva scosso la testa. "Scusa, sto passando un periodo difficile.. Mi dispiace di averti annoiato.. Notte, Granger.."
Aveva preso la sua decisione. Una scelta difficile. Ma sentiva di aver fatto la cosa giusta. Lei sembrava capirlo. Era comletamente diversi, ma lei, nonostante lo odiasse, lo capiva. O almeno ci provava, e si vedeva. Lo ascoltava in silenzio. Era estremamente silenziosa quando lui parlava. Smetteva di essere la so-tutto-io e diventava un essere umano. Forse era di questo che aveva bisogno.. Qualcuno di cui potersi fidare.. Ma era davvero Granger la persona giusta? Cosa avrebbero pensato i suoi compagni di Serpeverde? Oh al diavolo! Ma lei? Era stata riluttante di aiutarlo all'inizio, ma l'aveva fatto. Ma che andava a pensare? Essere amico di quella? Ma scherzi? Non se ne parla, quella stupida.. Che intanto l'aveva aiutato. Quella stupida che andava dietro a Weasley. Quella stupida. Che poi tanto stupida non era. Quella ragazza che quando sorrideva gli faceva capire che c'era qualcosa per cui valeva la pena di lottare, con quel suo sorriso sincero. Ma con quello sguardo triste.

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Capitolo 3
*** Il tuo sguardo ***


Passarono i giorni e tutto tornò come prima. Settembre si avvicinava alla fine ed Hermione e Draco non si erano più rivolti la parola.
Un giorno, durante l'ora di Incantesimi, tutta la classe era particolarmente eccitata, senza un motivo valido.
Chiacchieravano tutti, non si capiva più niente.
"Bastaaaaaaaa!" urlò il professor Vitius.
"Malfoy, la smetta di parlare con Zabini, avete tutto il pranzo per discutere, adesso deve stare a sentire me.
Immagino che nessuno dei due abbia la minima idea di cosa ho appena finito di dire, giusto?"
Draco e Blaise si erao guardati, imbarazzati, ma sull'orlo di un'enorme risata.
"Oh molto bene! Allora visto che i signorini non hanno prestato attenzione, la signorina Patil vorrà essere così gentile da spiegarlo.."
Calì si guardò intorno. "Io?"
"Certo, signorina. Allora, cosa ho detto?"
"Che.. beh, che gli incantesimi rallegranti.."
"Rallegranti??! Evidentemente in questa classe siete tutti troppo bravi da NON PRESTARE ATTENZIONE!"
La classe era muta ora.
"Benissimo. Adesso vi faccio vedere io.. Da ora in poi, questi saranno i posti durante le mie ore di lezione! Signorina Patil, vicino al signor Goyle. Brown, tu vai vicino a Paciock. Potter.. Con Tiger."
E aveva continuato a mischiare gli studenti delle case. Che grande idea.
"Ma professore! Non può mettermi con lui.. Per favore!"
"Perchè no, signorina Granger?"
"Perchè.. Perchè no!"
"Signorina Granger sa una cosa? Adesso tolgo cinque punti a Grifondoro, e ne toglierò altri se lei non va immediatamente a sedersi vicino al signor Malfoy!"
"Che cosa? Io vicino a quella non ci sto!" disse Malfoy.
"Cinque punti in meno anche a Serpeverde. E se continuate, ne toglierò altri. Ora sedetevi e lavorate".
Così lei aveva preso la borsa dei libri e si era avvicinata lentamente al banco suo e di lui. Non gli aveva rivolto la parola, mai. Le poche volte che incrociava il suo sguardo, non vi leggeva altro che odio, profondo. E lui capiva, non aveva fatto altro che umiliarla, da sempre. Aveva sbagliato, ma forse era tardi, troppo tardi..
Ma tu vedi, proprio col furetto dovevo capitare.. Ma come si fa? Con tutto l'odio che provo per lui.. Dopo tutte le volte che mi ha insultata, umiliata..
Due gironi dopo, Hermione arrivò in classe con gli occhi lucidi.
"Che succede?"
"Oh, niente Malfoy.. Lascia stare.."
La lezione era trascorsa come le altre, nel silenzio tombale fra loro, e nello stesso istante in cui la campanella era suonata, lei schizzò in piedi. Ma lui allungò un braccio e trattenne Hermione.
"E' per Weasley, vero?"
"Lasciami in pace, Malferret"
Lui ignorò il suo commento. "E' per quel deficente?"
Si era limitata ad annuire. Gli occhi le si velarono di lacrime.
"No.. Her... Hermione, non piangere, per favore. Non piangere. Odio veder la gente piangere."
Lei l'aveva fissato e orgogliosa si era asciugata le lacrime.
"Adesso dimmi, che è successo?"
"No, niente.. E' solo che credo ho.. Deciso di lasciar perdere.. Non è facile, ma non siamo fatti per stare insieme.."
"Granger.. Se è la tua decisione questa.. E' giusta. Sei tu che devi decidere. Quando hai bisogno, se vuoi sono qui. Ok? Ma se hai deciso tu così, cambia aria, cerca di stargli lontana.. Io scappo, ok? Ho Divinazione e sono già in ritardo.."
Si allontanò, ma poi..
"Ehi.. Aspetta!"
Hermione lo stava chiamando.
"Prima hai detto.."
"..che devi cambiare aria?"
"No.. Mi hai chiamata per nome. Mi hai chiamata Hermione."
Non se ne era neanche accorto.
"Beh, che c'è di male?" e con il suo solito ghigno, uscì dall'aula.
Lui, che per anni l'aveva insulata e forse anche invidiata, l'aveva odiata.. Adesso non riusciva a vederla piangere. Quando vedeva le lacrime sul suo viso orgoglioso e fiero, nei suoi occhi dorati, tutto cambiava. Non c'era più lo stemma di Grifondoro sulla sua divisa. Non era più la Mezzosangue.

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Capitolo 4
*** How Does it Feel? ***


Ottobre era arrivato e aveva lasciato posto a novembre, che aveva portato con sè freddo e pioggia..
Un ragazzo dai capelli biondi, alto, magro e con gli occhi grigi guardava fuori dalla finestra della torre di astronimia. Appoggiò la testa alla finestra a guardò fuori il cielo grigio. Era il 24 novembre e pioveva da giorni. Dove era lei in quel momento? Forse nella sua sala comune, preparandosi a scendere con i suoi amici di sempre. Lui era solo un amico. Uno qualunque. Non era il suo migliore amico. Lei invece per lui sì. Lei per lui era tutto. Strano, no? Eppure era così. Era l'unica persona che gli sorrideva sincera, gli isirava fiducia e si fidava allo stesso tempo, l'unica che provava a capirlo e ci riusciva, cazzo se ci riusciva. L'unica persona a cui importasse davvero qualcosa di lui. E si conoscevano da pochissimo tempo. Oddio, si erano sempre conosciuti, ma solo nelle ultime settimane avevano imparato a conoscersi sul serio. Hermione, dove sei? Non avrebbe mai immaginato di aver così bisogno di un'amica, di lei. E ora si chiedeva come aveva fatto per anni senza lei.
E' strano come tutto può cambiare, come si può arrivare a provare stima per una persona odiata. Eppure era successo, e adesso sembrava che Hermione e Draco fossero amici da sempre.
I giorni passavano veloci. La pioggia divenne neve nei primi giorni di dicembre.
Gli studenti approfittavano dei giorni senza vento per uscire e godersi la neve, fare battaglie o semplicemente sedersi su un troco innevato.
Hermione si sentiva strana. Aveva detestato Malfoy sin dall'inizio, ma adesso le sembrava una nuova persona. Era cambiato, e in meglio. Non riusciva a fidarsi completamente di lui, ma sentiva che poteva nascere una bella amicizia, che lui non era poi così male.
Un pomeriggio, Draco ed Hermione aspettavano che incominciasse l'ora di Cura delle Creature Magiche. Erano appoggiati al un recinto, aspettando il resto della classe, che era a Divinazione. Lei aveva lasciato quella materia da tempo, mentre lui aveva iniziato a non andarci da quealche settimana.
Hermione guardava gli alberi. Parlava e lui l'ascoltava distrattamente. Era intento a giocare con i suoi capelli, strettamente legati in una treccia.
"Sai.. Harry, Ron e Ginny non riescono a credere che io possa essere amica tua.."
"mmh.."
"Si chiedono come faccia.. Draco mi ascolti?" Si girò verso di lui, poi tornò a osservare il parco.
"Si si, Herm.. Ti ascolto sempre io.. Che vuoi che ti dica? Se non vuoi più frequentarmi, se non te la senti di "tradirli" così, dimmelo."
"Non è questo che voglio.."
"E allora di che ti preoccupi?"
Lei scrollò le spalle. "Non ne ho idea.."
Ad un certo punto lui prese l'elestico che fermava la sua treccia e lo fece scivolare via.
"Draco ma cosa--"
"Shh Hermione. Stai molto meglio così."
Hermione arrossì.
"Sai, dovresti scioglierli di più. Non sopporto i capelli legati o le regazze con i capelli corti.."
"Per Pansy non avevi problemi..."
"Certo che avevo problemi. Non mi è mai piaciuta."
"Come no?" Hermione si voltò di scatto, sorpresa.
"No.. Nè lei nè le altre. Non ho mai trovato una che mi facesse davvero girare la testa.. Tutte le ragazze con cui sono stato erano roba di pochi giorni.."
Hermione ridacchiò.
"Che c'è?"
"Niente.. Pensavo.. Roba da una notte.."
"Ti sbagli, sai? Non ho mai portato nessuna a letto. Aspetto ancora la ragazza giusta, che sappia stregarmi. E non con un filtro."
Ora sorrise anche lui, tristemente. Non c'era allegria in quel sorriro. Non c'era felicità nei suoi occhi. Non ricordava neanche quando era stato davvero felice l'ultima volta.
"Spero per te che la trovi.. Lo spero tanto.."
Hermione gli rivolse un sorriso dolcissimo.
"Ti voglio bene, mezzosangue."
Le baciò la fronte e lei lo guardò, imbarazzata.
Ci si sentiva così, a vole bene a qualcuno?

L'unico aspetto negativo di avere Hermione Granger come migliore amica era che passava la metà del tempo libero in biblioteca. Un po' perchè fuori faceva freddo e non potevano più studiare sul prato, un po' perchè lei non riusciva a non approfondire ogni singolo argomento. Una sera erano in biblioteca, lei cercava un libro che proprio non trovava..
Draco alzò la testa dal suo libro sulla storia del Quidditch e domandò:
"Ma si può sapere cosa diamine cerchi?"
"Oh è un libro sulla trasfigurazione molto avanzata.. L'ho preso per caso proprio il mese scorso, ma non avevo tempo per leggerlo, così l'ho rimesso sullo scaffale.."
"Vabbè Hermione è quasi ora di cena.. Lo cerchi domani!"
"Ma io lo voglio ora!"
Di lei le piaceva proprio questo. Non si dava mai per vinta, raggiungeva sempre l'obbiettivo.
Finalmente lo trovò. Lo ripose nella borsa e si diressero verso la Sala Grande.
"Che fai a Natale? Io resto a scuola.." esordì Draco.
"Coma mai?"
"Rispondi sempre con una domanda?" Sorrise divertito. "I miei ospitano tutti i Mangiamorte al castello.. Non mi va di tornare a casa.. Anche perchè non è casa mia quella.."
"Oh.. Io non lo so.. Cioè, mamma e papà vanno a sciare come sempre, e io odio sciare.."
"Scia che?"
"Sciare.. E' uno sport.. Babbano.. Comunque, dicevo, a me non piace, Ginny mi ha detto che la signora Weasley mi ha invitato con Harry da loro.. Ma stare tutto quel tempo a stretto contatto con Ron non mi sembra una grande idea.."
Lui la guardò, con un sopraccioglio alzato.
"E quindi, dirò a Ron che andrò dai miei.. E ai miei che resto a scuola per i M.A.G.O!"
"Ma che fantasia, signorina Granger!"
Sorrise divertita.
"Smettila Draco!"
Gli diede un pugnetto sul braccio. Poi divenne triste. "Sai.. Ron passa sempre più tempo con Luna Lovegood.."
"Lunatica Lovegood? La svampita di Corvonero?"
Hermione annuì, seria.
"Herm.. Non pensarci.. Infondo sai che non ti merita, dovresti volare più in alto.. Meriti molto meglio tu.. Fidati.. E poi, non dovevi lasciar perdere?"
Annuì di nuovo e gli occhi le si riempirono di lacrime. Si erano fermati nel bel mezzo di un corridoi.
Iniziò a piangere e si avvicinò sempre più a Draco, fino a trovarsi a singhiozzargli addosso.
Lei era più bassa di lui di diversi centimetri, la fronte arrivava perfettamente alla spalla.
Le accarezzò i capelli, stupito. Non si erano mai abbracciati così. Sentiva montare dentro un senso di protezione.. Voleva proteggerla..Non la voleva veder piangere, avrebbe voluto prendere a pugni Weasley.. Ci si sentiva così, a voler bene a qualcuno? Si provava quella voglia di proteggere le persone amate e prendere a pugni coloro che le fanno soffrire?
"Hermione? Su, dai.. Smettila.. Non serve a niente piangere.."
I quel momento passarono proprio Weasley e la Lovegood. Mano nella mano, ridacchiando. Quando Hermione sentì i passi, girò la testa vide Ron, rosso come un peperone, pronto a scoppiare e Luna imbarazzata che mormorò debolmente "Io vado" per poi sparire da dove era venuta. Hermione si staccò da Draco e si asciugò le lacrime.
Ron borbottò "Scusate, non volevo interrompervi, continuate" visibilmente geloso.
Ma si può essere più idioti di quello? Lei gli muore dietro da una vita, lui frequenta le altre.. E vedendola abbracciata a me, diventa nervoso e geloso!
"Scusami, Draco.. non ho più fame, andrò a dormire.."
"No Hermione scusami tu.. Ho-- Ho combinato un casino.."
"Tu? Ma scherzi? Non ti preoccupare.. Notte.."
E si allontanò. In silenzio.

Passarono due giorni. Hermione e Draco erano di nuovo in biblioteca e non nominavano Ron dalla sera in cui l'avevano incontrato. Hermione scriveva un papiro, il foglio di pergamena arrivava a terra e lei non accennava a smettere. "Ma per chi è quel tema? Non ricordo che alcun professore ci abbia dato un tema COSI' lungo.."
"Non è un tema.. E' una lettera..."
"Una lettera? E a chi scrivi quel papiro?"
"A.. Vicktor.."
"Krum?"
"S-si.."
Hermione iniziò a parlare di quanto fosse stata severa la McGranitt nell'assegnare la punizione ad un alunno di Tassorosso, ma Draco non si dava per vinto.
"Hermione, non cambiare discorso con me. Perchè scrivi quel papiro a Krum?"
"Perchè.." la sua voce vacillò "Perchè stasera lascerò questa lettera nel tema per Piton vicino ai miei libri in sala comune.. e ROn la prenderà pensando sia il tema.. e.. Devi sapere che Ron è gelosissimo di Vick--"
"Ma ti è dato di volta il cervello? Davvero ti abbassi a questo.. per quel.. Non oso nemmeno definiro un ragazzo! Che fine ha fatto tutto il tuo orgoglio?"
Hermione abbossò la testa, poi la rialzò, di nuovo orgogliosa.
"La vita è la mia, permetti? Se decido di abbassarmi a tanto è perchè io ci credo, perchè io lo voglio, perchè io so che voglio stare con Ron, costi quel che costi.."
"Bene, come vuoi.. Fai quello che credi.. Lo dicevo solo per te, perchè ci tengo a te.."
E' gelosia quella che vedo nei tuoi occhi Draco?
"Sì. Farò come voglio io."
"Io ti ho avvisato.. Vai vai, finisci la lettera per far morire di gelosia il tuo pezzente pel di carota.."
"NON CHIAMARLO COSI'!!"
"E come dovrei chiamarlo? Quel pezzente è un pezzente.. Non so come facciate tu e san Potter a stare in casa sua tutto quel tempo.."
"Malfoy, parlo seriamente! Loro sono i miei amici, sono importanti per me, e se davvero io conto qualcosa per.. per te, dovresti avere rispetto dei miei sentimenti!"
E corse via dalla biblioteca, furiosa.
Draco rimase lì, con quel sapore amaro in bocca. Ci si sentiva così, dopo aver litigato con qualcuno a cui tieni davvero?

La mattina dopo scese a colazione. Si sedette e restò in silenzio, alzando ogni tanto lo sguardo verso il tavolo dei Grifondoro. Hermione rideva e scherzava con tutti. Era felice. Non aveva problemi. Perchè lui invece era nervoso a causa sua? Chi era lei per farlo stare così, seduto, immobile a fissarla? Tiger e Goyle lo guardavano senza capire. Lui non distolse lo sguardo dalla ragazza. Era arrivata all'improvviso nella sua vita e gliel'aveva sconvolta.
Fece un cenno a Tiger e Goyle e si diressero verso l'aula della prima lezione. Non aveva mangiato niente, sentiva un nodo allo stomaco. Per tutta la giornata continuò a fissarla, ma lei non lo guardava mai.. Era come se non esistesse.. Provava a lanciare frecciatine a Potter e Weasley ma lei non reagiva.
Guardami.. Girati, guardami, so che ho sbagliato..
Ma perchè gli faceva quell'effetto? Infondo, era solo Granger. Già. Granger. Ci si sentiva così, a voler bene ad Hermione Granger?

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Capitolo 5
*** Facciamo pace? ***


Passarono i giorni, Hermione non cedeva. Era triste, non lo dava a vedere, ma lo era. Passava tutto il tempo con Harry e Ginny e sebbene non stessero insieme, si sentiva di troppo. Andò in biblioteca, verso il suo tavolo. Quel tavolo isolato che usava sempre, che non occupava mai nessuno. E invece questa volta non era libero. Malfoy.
"Che ci fai qui?"
"Studio, Granger, non vedi?"
"Oh, beh scusa se ti ho disturbato, Malfoy."
Si allontanò, ma lui le afferrò il polso teneramente e la fece girare verso di lui. I loro volti erano così vicini.
"Scusami.."
"Come hai detto?"
"Hai sentito benissimo.."
"Sì, ma dillo di nuovo."
"Scusami.."
Si era scusato due volte. Due volte. Lui che non si scusava mai. E per chi?
"Mi perdoni, Hermione?"
"Perchè dovrei, Malfoy? Resterai sempre l'arrogante presuntuoso di sempre.."
"No.. No Hermione, davvero.."
"Adesso dici così.. Ma sono stata una stupida a fidarmi di te.. Tu non puoi cambiare.. Se odi una persona, non puoi diventare così gentile da un momento all'altro.."
Si era allontanata un po' da suo viso, ma la mano di lui le stringeva ancora il polso, con più forza ora.
"Lasciamo il polso, mi fai male"
"Non ti ho mai odiato. Era una stupida, odiosa maschera. Maschera per far finta di essere quello che mio padre vuole che sia.. E tu, come mai non mi odi più?"
"Razza di idiota!" Hermione sorrire. "Il mio era un odio..reciproco, diciamo.. Ti odiavo perchè tu mi odiavi e non facevi altro che insulatarmi" sorrise e gli diede un pugno leggero sul braccio.
"Ah.. Ecco.."
Lei gli fece la linguaccia.
"Allora, mi scusi?"
"Certo, razza di idiota..!"
Gli diede un altro piccolo pugno sul braccio, ancora più debole. Lui fece finta di essersi fatto male e lasciò cadere a terra la borsa dei libri.
"Ma guarda che hai combinato!" disse Draco, con un mezzo sorriso stampato in faccia.
Si chinarono a raccogliere i libri che erano caduti e fra le mani di Hermione si ritrovò un romanzo. Lo girò, lesse il titolò e rimase stupita.
"Stai leggendo questo libro?"
"Oh.. Mh, si diciamo.." rispose Draco, imbarazzato.
"Perchè diciamo? Non è una cosa brutta avere una cultura.. L'ho letto anche io questo libro, e anche gli altri di questo autore.." gli sorrise. Ma sorrideva sempre Hermione?
"L'ho preso in biblioteca qualche giorno fa, avevo voglia di leggere qualcosa.. Anche io ho letto gli altri.. E anche questo, ma mi andava di rileggerlo.."
"Veramente? Oh, io lo adoro questo libro!"
"Già.."
"Non sapevo che ti piacesse leggere, sai?"
"Oh.. Non lo sa nessuno.. Secondo i miei è una cosa da stupidi.. Tiger e Goyle è già tanto se sanno leggere una frase molto semplice.." alzò le spalle. "Vabbè, meglio che vada.."
"Già anche io.. A domani, razza di scemo acculturato!"
E si allontanò sorridendo. Saltellando, come faceva lei. Come faceva solo lei.

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Capitolo 6
*** Merry Xmas, Muggleborn. ***


Ecco accontentate le persone che hanno chiesto il seguito!! ^^


Arrivarono le vacanze di Natale. Il castello era stranamente popolato quell'anno.
La mattina di Natale Hermione aprì gli occhi e trovò Calì ad aprire i regali. Lavanda era tornata a casa, e Calì ed Hermione erano sole nella loro stanza.
"Buon Natale Herm!"
"Anche a te Calì, grazie.."
Si sedette e aprì i regali. Un altro libro da Ron. ne aveva sentito parlare, ma non l'aveva letto.. Beh, l'avrebbe ringraziato di cuore stavolta.
Un profumo da Harry. Molto dolce e leggero.
Una trousse di trucchi da Ginny, un pacco di zucotti dalla signora Weasley. I suoi le avevano mandato un'altra scatola di dolci e una lettera.
Finì di aprire i regali e si chiese se i suoi regali sarebbero piaciuti. A Ron aveva preso un libro sul Quidditch, a Ginny un cappellino molto originale, per Harry aveva comprato una scatola contenente migliaia di dolci da Mielandia.
Passò la mattina con Calì, Neville e Seamus Finnigan, a chiacchierare davanti al fuoco, poi scesero a pranzo.
I tavoli delle case erano scomparsi, c'era un unico tavolo. I tre Grifondoro si sedettero, Neville vicino ad un ragazzo del secondo anno, Calì fra lui e Hermione, Seamus di fronte a loro, vicinoa Padma, la gemella di Calì, appartenente ai Corvonero. Non passarono che due minuti quando Malfoy, con voce gentile chiese "Posso, signorina Granger?" indicando il posto accanto a lei, ancora vuoto.
"C-certo, Draco.." gli sorris. "Buon Natale". Il suo sorriso. Solo lei sorrideva così.
Calì guardò storto sia Hermione che Draco, poi tornò a chiacchierare con sua sorella Padma.
"Buon Natale anche a te, Hermione". Il suo sorriso. Triste. Pranzarono. Gli elfi domestici avevano fatto un ottimo lavoro, come sempre.
"Signor Malfoy, dovrei parlarle un attimo". La voce della McGranitt.
"Signorina Granger, può venire anche lei."
I ragazzi si alzarono e seguirono la McGranitt nel suo ufficio. La professoressa chiuse la porta e li invitò a sedere.
"Prima di tutto, buon Natale Hermione, buon Natale signor Malfoy.. Vi ho convocati per aggiornarvi.. Ho discusso a lungo di questo argomento con gli altri membri dell'Ordine. E siamo giunti alla conclusione di darle una, e ripeto una, sola possibilità. Potrà far parte dell'Ordine della Fenice non appena avrà superato i suoi M.A.G.O., allo stesso modo della signorina Granger qui presente e dei signori Potter, Weasley e Paciock. Ci sarà solo una differenza. Fino a quando tutti i membri non saranno del tutto sicuri di lei, non potrà partecipare completamente alle riunioni. Una volta che avrà conquistato la fiducia di tutti, farà parte dell'Ordine a tutti gli effetti. Non appena avrete superato gli esami, discuteremo del suo ruolo.. Non ci è ben chiaro, i seguaci di Colui-che-non-deve-essere-nominato, si fidano ancora di lei?"
"Sì.." fece una smorfia.
"Quindi dovrebbe agire tipo spia.."
"Se è questo che volete, sì."
"Molto bene, approfondiremo quest'argomento. Ora potete andare, buona giornata.."
Usciti dall'ufficio, Draco sembrava teso.
"C'è qualcosa che non va?"
"No, no tutto ok.."
"Sicuro?"
"No.. Cioè, aspettavo da tempouna risposta dalla McGranitt.. E cosa è cambiato? Sarò in prova.."
"Non ci si può fidare subito di tutti.. "
"Sarà.."
Rimasero in silenzio per un po', poi Hermione parlò. "Hai da fare adesso?"
"Libero come l'aria.."
"Ti va di fare una camminata nel parco?"
La guardò. Certo che mi va.
"Sì, va bene.."
"Vado a prendere il mantello, ci vediamo qui fra una decina di minuti?"
Camminavano nel parco da circa dieci minuti, in silenzio, pensierosi tutti e due.
Ma come faccio? Mi piace, ok. Ma di sicuro mi scoppia a ridere in faccia. E comunque, con Ron come la metto?
Hermione lo guardò di nascosto. I lineamenti precisi, perfetti. I capelli perfetti, biondi quasi da sembrare bianchi. Gli occhi di ghiaccio, lo sguardo deciso. Il naso dritto e perfetto anche questo. E poi pensò al suo ghigno befferdo che si trasformava in un sorriso triste. Può una persona così perfetta avere quel sorriso triste?
Siamo tropo diversi, a prescindere dal capirsi perfettamente. Io sono un Serpeverde, lei fa parte dei Grifondoro. I Grifondoro odiano i Serpeverde e i Serpeverde odiano i Grifondoro. Lei è nata babbana, io discendo da una famiglia purosangue.. Ma fa poi tanta differenza? Cosa ha meno di me? E la casa di appartenenza, crea così tanti problemi? Io e te non possiamo essere neanche.. Amici?
Faceva freddo. E loro facevano fatica a camminare nella neve alta.
Senza chiedere a lei se fosse d'accordo, Draco si sedette ai piedi di una torre del castello e si appoggiò al muro. Hermione si sedette, un po distante da lui, rimuginando ancora.
Dopo un po' sentì una palla di neve arrivarle addosso.
"Ehiiii" si voltò, Draco rideva divertito..
"Non ho potuto farne a meno, sei così buffa mentre pensi..!"
"Razza di idiota!" rise anche lei. Era la prima volta che lo vedeva ridere.. Ridere, divertito davvero. Aveva un bel sorriso, doveva ammetterlo.
"A cosa pensavi?"
"Un po' di tutto.." Si chinò, prese una manciata di neve e gliela lanciò. Lo mancò, e lui rise di nuovo.
Iniziarono a lanciarsi una palla dopo l'altra, fin quando lei non si arrese.
"Ok, ok, hai vinto.." lo canzonò.
Si risedette, poi cambiò idea e si stese nella neve.
Draco si stese alla sua destra e iniziò a prenderla in giro. "Sono troppo forte per te.." scherzò.
"Non esagerare.." gli fece una smorfia. Poi gli tirò un pizzicotto sul braccio.
"Ehi!"
Hermione ridacchiò.
Fece per tirargliene un altro, la mano sinistra di Draco volò verso il polso della sua mono destra, a bloccarla. Lei allora alzò la sinistra, ma Draco fu più veloce, e gliela bloccò con la destra.
Lei, in trappola, iniziò a ridere.
Lui si alzò su un gomito, senza lasciare la presa e la guardò negli occhi color nocciola. Non seppe perchè, ma si chinò sul suo viso, spinto da una voglia irresistibile di baciarla. Hermione smise di ridere e lo fissò, senza dire niente.
Poi Draco tornò in sè e risero insieme, ancora vicini, lei ancora prigioniera di quel gioco, lui ancora prigioniero della parte di lui che aveva bisogno di affetto.
"Razza di scemo!"
"Hai sbagliato, piccola stupidina.. Io sono razza di idiota.." e quella parte ebbe la meglio.
Draco si chinò e sfiorò le sue labbra, senza più pensare a niente.
Hermione schiuse le labbra, gli occhi chiusi.
Lui lasciò la presa sui polsi della ragazza e usò una mano per reggersi, l'altra volò sul collo di Hermione.
Lei passò le mani ora libere fra i capelli dei Draco, e continuarono a perdersi l'uno nell'altro. Draco le baciò il collo, le orecchie, poi le sciolse i capelli, ancora pieni di neve. Poi si tirò su e la guardò. Era bellissima, e lo fissava con uno sguardo strano, insicuro.
Si riavvicinò alle sue labbra, ma lei lo bloccò.
"Draco, io.. Io non so se è quello che voglio.. scusami.." si alzò e corse via, diventando una macchiolina scura nel paesaggio candido.
"Hermione, aspetta!"
Draco restò solo, nella neve. Solo dentro. Si era giocato l'unica persona che gli era rimasta?
Si buttò nella neve e fissò il cielo. Dopo pochi minuti si alzò, con un nodo allo stomaco. Doveva trovarla, dirle che non sarebbe successo più se lei non voleva, che aveva sbagliato..
Ma dove si era cacciata? L'unico luogo dove poteva essere era la torre di Grifondoro.. E lui, orgoglioso Serpeverde, non ci poteva entrare.

Seduta davanti al camino, Hermione pensava. Pensava a Ron. A Ron con Luna. Pensava a.. No, non doveva pensare a Draco. Lei voleva Ron. Aveva sempre voluto Ron, avrebbe dovuto fermare prima Draco. L'immagine di Ron la rilassò, poi il ricordo di Ron che rideva con Luna le fece un nodo allo stomaco. Era confusa e non sapeva come venirne a capo. Fuori nevicava. La neve nei suoi capelli, quando lui glieli aveva sciolti. La sua mano che le accarezzava il collo, la sua bocca che.. Basta! Doveva smetterla. Avrebbe parlato con Draco, gli avrebbe detto che nonostante ci fosse Luna di mezzo lei voleva Ron ed era stato uno sbaglio. Tutto. Si alzò e si mise a leggere, per distrarsi. Il libro che le aveva regalato Ron. Regali. Il regalo per Draco! Vabbè, lo avrebbe tenuto, poteva sempre regalarlo ad Harry per il compleanno..
Non riuscì a leggere continuava a pensarci. Si andò a buttare sul letto e si chiese dove avessa sbagliato con Ron. Tutto. Aveva sempre sbagliato tutto?

Non scese a cena e quando arrivò Calì le chiese se fosse tutto ok.

"Si si, mi sentivo solo stanca.." Il giorno dopo scese a colazione. I tavoli erano stati rimessi ai rispettivi posti, nonostante fossero mezzivuoti. Fu solleva, almeno non rischiava di trovarselo accanto. Mangiò poco, poi tornò in sala comune. Aveva bisogno di pensare, ancora.
Si sedette in una poltrona, con il libro in mano. Non poteva. Erano tropp diversi. O no? Infondo, non bisogna essere uguali per andare d'accordo no? Andava più d'accordo con Draco che con Ron, quasi! E poi, anche Ron era molto diverso da lei.. Un nodo allo stomaco. E se anche per Draco fosse stato uno sbaglio?
Passarono i giorni, ma Draco non riuscì a parlarle. Hermione era sempre in sala comune. Non ce la faceva, doveva sistemare tutto.. Ma come?
Hermione, d'altro canto, non ci pensava quasi per niente. Aveva deciso che avrebbe cambiato aria del tutto. Nè Ron nè Draco. Non voleva impegnarsi nè perdere la testa. Sperava. E quando tornarono tutti dal Natale, salutò Ron come aveva fatto i primi anni. Come un'amica. Lo ringraziò per il regalo, poi si voltò a salutare Harry e Ginny.
Quei due si guardavano in modo strano, l'aveva notato, ma non disse niente.
Più tardi quella sera, erano rimasti solo lei ed Harry svegli.
"Avanti, Harry, ora puoi parlare.. Che è successo con Ginny?"
"Noi.. Ehm niente, perchè?" fece finta di niente, poi, capendo che lottare era inutile aggiunse "Ci siamo rimessi insieme. So che magari sbagliamo, che è pericoloso, che siamo in pericolo costante, ma appunto per questo, perchè non goderci questo tempo?" le sorrise.
"Oh Harry sono così contenta!" si abbracciarono.
"Anche io.. Piuttosto, tu.. Ti vedo strana.. Come mai non sei più nervosa quando c'è Ron in giro?"
"Io? Beh.. Diciamo che voglio cambiare aria.."
E poi lo fece. Gli raccontò cosa era successo, gli confidò le sue paure.
"Hermione.. Io già non so come fai ad esserci amica--" "Harry, abbiamo affrontato questo argomento tante volte io e te.."
"Sì, ma.. Boh, ok.. Come pensi di venirne a capo?"
"Cambiando aria.."
"L'hai già detto.. Ma tu e.. coso.. vi siete più parlati poi?"
"No.. Lo sto.."evitando", diciamo.."
"Non serve a niente evitarsi, lo sai.. Mettere le cose in chiaro, spiegatevi, vedrai che starai meglio.. Se eravate amici, non penso che questo possa cambiare tutto.."
"Si, hai ragione.. DOmani proverò a parlargli.. Adesso vado.. Non fare tardi neanche tu, domani ricominciano le lezioni.. Notte, Harry.. Grazie.."




Grazie mille a 8marta8, sfigatalcubo, Kirby e Lady_Malfoy_4ever *-*

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Capitolo 7
*** Let's talk about it.. ***


Quella mattina Hermione non mangiò, tanto era nervosa e per una volta non prese neanche appunti durante le lezioni. A pranzo intravide il Serpeverde. Incrociò il suo sguardo e fu quasi sul punto di arrossire, quando decise mantenere il contatto, e indurì l'espressione. Si alzò e non lo rivide fino alla fine delle lezioni. Stava andando a cena, da sola. Lui la raggiunse mentre camminava a fatica sotto il peso della borsa. Le corse incontro e le tolse la borsa.
"Studi troppo sai? Pesa un accidenti questo affare.."
"Lasciami in pace.."
"Andiamo Hermione.. Possiamo parlare due minuti?"
Possiamo? DOBBIAMO parlare noi! pensò la ragazza, ma aveva paura di quel che si sarebbero detti. Aveva paura della sua reazione. Aveva paura di cosa LEI avrebbe potuto dire, quindi..
"No."
Sono una scema. Sono una scema.
"Come no? Vabbè, come vuoi.. Posso accompagnarti a cena almeno? Crollerai sotto il peso di questa borsa.."
"Non.. Va bene, sì.. Mi accompagni a cena ma dammi la borsa.."
"Non essere stupida.."
Ma io sono stupida, Draco.
Gli lasciò la borsa.
"Sei proprio sicura che non possiamo parlare?"
"No.. Cioè, non sono sicura, possiamo parlare, prima volevo dire si e ho detto no.. Oh vabbè, hai capito!"
Draco ridacchiò.
"Senti.. Volevo chiederti scusa.. Forse sono stato impulsivo e ho sbagliato, non so cosa mi abbia preso, ma evidentemente tu non eri d'accordo.. Scusa.. Non vorrei aver rovinato tutto.."
"S-scusami tu per averti evitato forse avremmo dovuto chiarire prima.." Hermione deglutì. Improvvisamente aveva un nodo allo stomaco e nessuna voglia di andare a cena.
"Non hai niente di cui scusarti.. Sono stato io a sbagliare.. Ehi ma dove stai andando? La Sala Grande è di qui.."
"Non ho fame.. Vado in sala comune.. Dammi la borsa, grazie per avermela portata.. Ci vediamo Draco"
"Sì.. Prego.. Ci vediamo.." una nota di delusione nella sua voce.
Hermione camminò piano.
Ma non era Hermione Granger lei? La Grifondoro? Aveva sempre pensato che i Grifondoro fossero coraggiosi? E lei che faceva? Scappava perchè aveva paura! Paura di parlare!
Draco s voltò e si avviò verso i sotteranei, senza fame anche lui.
Poi la sentì correre verso di lui. Era sicuro che fosse lei ancora prima di voltarsi e vedersela piombare fra le braccia, la borsa lasciata a terra.
"Scusami scusami scusami.. Io sono una stupida.. Draco scusami.."
"Shh.. Per cosa dovrei scusarti?"
Hermione lo guardò, mordendosi un labbro.
"Perchè.. Perchè ho capito solo adesso che.. Che c'è una parte di me che.. Sarebbe voluta restare..". L'aveva detto. Aveva sganciato la bomba. Ora doveva solo aspettare che esplodesse.
A Draco bastò. Le passò una mano sotto il mento e la baciò. Le loro labbra si incontrarono, si sfioravano teneramente, la mano libera di Draco che le accarezzava la schiena, le mani di Hermione che passavano dal collo ai capelli. Quando si staccarono Draco la guardò e lei gli sorrise. Il suo sorriso. Tutto per lui.
Raccolse la sua borsa, la prese per mano e la portò in un alua vuota. Lasciò cadere la borsa su un banco e la spinse dolcemente verso la cattedra. Sorrideva, un sorriso dolce che Hermione non aveva mai visto. Draco le prese una mano e la strinse. Ricominciarono a baciarsi, questa volta più velocemente, con più desiderio. Le mani si cercavano, si lasciavano, vagavano sul corpo dell'altro e tornavano a stringersi. Lui le sciolse i capelli e lei lo guardo indispettita.
La strinse a se. Non avrebbe mai immaginato di essere lì, con la Granger.. Eppure c'era e non se ne sarebbe andato per niente al mondo. Guardò il suo viso, quel sorriso, adesso quasi malizioso..
"Non scapperai via di nuovo vero?"
"Certo che no.. " lo baciò a stampo.
"E Weasley?"
"Chi è Weasley?"
"Un ragazzo dai capelli rossi.." "Non mi interessa nessun ragazzo con i capelli rossi in questo momento, sai?"
"E dopo?"
"Neanche"
Si sorrisero. Lei gardò i suoi occhi freddi e si chiese cosa ci fosse dietro.
Ci sono tante cose che non so di te, Draco.. Cosa nascondi dietro quegli occhi? Ma l'avrebbe scoperto. Con calma.

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Capitolo 8
*** Fidati di me. ***


La mattina dopo, Hermione si svegliò di buon umore. Si vestì velocmente e quando fu sul punto di pettinarsi, prese il suo fermacoda e lo buttò infondo al baule. Scese a colazione con i capelli sciolti e si sedette accanto a Ginny. "Ehi, come mai tutta quest'allegria? Stanno benissimo i capelli così! A proposito, dov'eri ieri sera? Non ti ho vista in sala comune!"
"Oh, in biblioteca.. Comunque, niente, solo che va tutto bene.."
"E mio fratello?"
"Tuo fratello? Sta scendendo penso.."
"Non fare la stupida.."
"Niente, sono felice che stia con Luna.."
"Sicura?"
"Certo."
Un bel gufo elegante planò davanti a lei.
Buongiorno Hermione. recitava la grafia elegante. Ginny non si era accorta di niente, dal momento che era arrivato Harry.
Hermione alzò gli occhi e sorrise all'autore del biglietto. Quanto era bello, con la sua divisa nera e verde..
"Hermione? Ci sei?"
"Eh? Sì sì, Harry scusa.."
"Niente, ti vedevo solo sulle nuvole.."
"Ehm si, dici? Vabbè io inizio ad andare.."
Si alzò e schizzò via.
Fuori dalla Sala Grande, lui l'aspettava.
"Ciao, Draco." arrossì.
Lui le sorrise, poi si incamminarono verso l'aula di Trasfigurazione.
"Draco.. Secondo te, gli altri devono saperlo?"
"Cosa?"
"Che..beh.. Che noi.. Sì insomma.."
"Come vuoi tu, per me è uguale.."
"E cosa diranno?"
"T'importa?"
"Beh.. No.."
"E allora, qual'è il problema?" si chinò a baciarla.
"Nessuno" gli sorrise e gli prese la mano.

"Hermione!"
Si voltò. Si era appena seduta al tavolo dei Grifondoro per la cena.
"Harry! Dimmi che succede?"
"Che succede me lo dici tu, piuttosto!"
Lei lo guardò con uno sgardo interrogativo, e lui prima di continuare si sedette.
"Cos'è questa storia di te e Malfoy? L'ha sentita Ginny in bagno oggi.. Avete chiarito vedo.."
"Harry, non fare così. A me piace, e io gli piaccio, punto, fine della discussione"
"E Ron?" borbottò con la bocca piena.
"Ron andasse a farsi fottere, no? Gli sono andata dietro per secoli e lui ora sta con Luna"
"Quindi stai con Malfoy per ripicca?"
"Certo che no! Solo ho aperto gli occhi.. E ho trovato di meglio.."
"Hermione ma.. Malfoy! Ti rendi conto? Draco Malfoy? No secondo me tu sei matta.." "Harry, finiscila. Sono abbastanza grande da saper badare a me stessa!"
"Sta' attenta Hermione.. Ci tengo a te, non voglio vederti soffrire.. Se a Ron non ho spaccato la faccia è stato solo perchè è il mio migliore amico.. Ma se sento che ti fa soffrire, anche solo una lacrima devo vedere sul tuo volto.."
Gli sorrise. "Va bene, Harry. Grazie di tutto"
"Ma grazie di che.. Sei una sorella per me, voglio solo che tu stia bene.."
Si sorrisero. Harry notò una luce strana negli occhi della sua amica. Avrebbe fatto sue chiacchiere con Malfoy..
Arrivò Ginny, e ancor prima di salutarli, strillò: "Non ci posso credere! Allora, è vero?"
Hermione annuì lentamente e la rossa le saltò al collo. "Ma tu sei pazza! Con lui! Oddio..!"
"Ginny, smettila ci guardano tutti.." ridacchiò Hermione.
Anche Draco le guardava, e non poteva far a meno di essere contento sapendo il motivo della felicità della ragazza. Della SUA ragazza. Bella come l'aveva sempre immaginata, non una delle tante belle ragazze facili, non una delle tante belle ragazze stupide. La sua era una ragazza bella, seria, intelligente, allegra.. Chissa da dove prendeva la forza per essere sempre così..
Vide Ron Weasley arrivare e gridarle "Traditrice!". Che ragazzo idiota.
"Non capisci che vuole solo usarti?" le gridò.
Enno Weasley, le scene di gelosia passano, ma questo NO.
Si alzò, attraversò la sala e giunse al tavolo dei Grifondoro e mise una mano sulla splla del ragazzo. Si avvicinò al suo orecchio in modo che solo lui potesse sentirlo e gli sussurrò :"La prossima volta che dici anche solo un'altra cosa del genere su di me, la paghi, Weasley. Non sono affari tuoi cosa ci sia fra me e la tua amica Hermione."
Si rialzò, fece l'occhiolino ad Hermione che lo guardava stupita e se ne andò, facendo svolazzare la divisa.
Hermione si alzò e gli corse dietro.
Fuori dalla sala grande, gli prese timidamente la mano. "D-Draco.. Scusalo.. E' solo geloso.."
"L'ho solo avvertito.." si voltò a guardarla. "Tu gli credi? Pensi davvero che ti stia usando?"
Hermione scosse la testa.
"Hermione, sei libera di fare quello che vuoi.. Se credi che ti stia usando, se non vui fidarti di me, fai come credi. Non c'è niente che posso fare per provarti che non voglio usarti. Devi fidarti della mia parola e basta. Se ti fidi è già un buon inizio.."
"I-io mi fido, Draco.."
La baciò sulle labbra poi lei disse che quella sera doveva studiare. Lui l'accompagnò al buco del ritratto e si diedero la buona notte.
Malfoy scese nei sotteranei e con enorme sorpresa trovo Harry Potter, appoggiato ad una colonna, con in mano una pergamena tutta stropicciata.
"Potter"
"Malfoy" Harry piegò la pergamena, la mise in tasca ma non si mosse.
"A cosa devo la tua.. Ehm.. Gentile visita?"
"Risparmiati queste stronzate, Malfoy."
"Vieni al dunque allora"
"Ehi ehi.. Calmiamoci. Sono venuto solo a dirti che io voglio parecchio bene ad Hermione e non voglio vederla soffrire. Ha già sofferto abbastanza per Ron, quindi sei avvisato. Non farla soffrire, Malfoy"
"Sempre in cattiva fede tu e Weasley eh? Non sono affari vostr--"
Harry si staccò dalla colonna e si fece più vicino a Draco. "E invece si, lei è la mia migliore amica.."
"Vuoi sapere una cosa, Potter? Anche io ci tengo. E tu non immagini neanche quanto. Tu non puoi immaginarlo. Tu hai accanto persone che ti vogliono bene, io ho solo lei. Solo lei mi ha creduto sin dall'inizio.."
"Ah questa faccenda dell'Ordine poi.. Cos'è, ai compagni di tuo padre serve una nuova spia?"
"Potte.. Non.. Dire.. Cazzate! Puoi anche non fidarti di me.. IO so come stanno i fatti.. E credimi, un giorno anche voi avrete un motivo per fidarvi.."
"Speriamo.." borbottò il ragazzo moro e si allontnò.
Era così difficile, conquistare la fiducia di qualcuno?
Draco entrò nella sala comune e andò a sedersi vicino al camino. Prese una pergamena, ma non riuscì a svolgere il tema. Chiuse tutti i libri e andò nel dormitorio. Trovò Blaise Zabini seduto nel letto, che provava un incantesimo nel buio.
"Notte, Blaise." si infilò il pigiama.
"No aspetta Draco.. Stai davvero con la Mezzosangue?" Zabini aveva smesso di fare incantesimi e si era voltato a guardarlo.
"Non chiamarla Mezzosangue, perchè è molto più strega di quanto tu sia mago.. E comunque, sì, problemi?" si sedette con forza sul letto.
"Io? Nessun problema.. Forse Pansy ne avrà qualcuno.. Ma le passerà.. Si rifarà.."
"Certo, sono stato l'unico che non è mai voluto andare a letto con lei.. Ma come hai detto tu, fra qualche giorno ne avrà trovato un altro.."
"Allora, Draco.. Perchè?"
"Cosa perchè?"
"Perchè stai con lei? Cosa ti piace di lei?"
"A parte che ora che è cresciuta è diventata davvero un bella ragazza.. E poi sto con lei perchè mi piace.."
"Si ma.. E' per passare informazione dell'Ordine al Signore Oscuro, no?"
Draco fu sul punto di urlargli contro, ma poi si rese conto che sarebe stato un errore. Non poteva dire a Blaise quali erano le sue intenzioni.. Doveva trovare un modo per proteggersi le spalle..
"Hai afferrato.. E' bella e farà parte dell'Ordine.. Cosa volere di più? Passerò informazioni fresche e di ottima qualità.."
"Sei un mito, amico.."
"Non c'è bisogno che me lo ripeti. Ora, buonanotte.."
"Notte.."
Draco si girò nel letto, pensieroso.
E ora? La sua storia con Hermione metteva tutto in pericolo.. O poteva fare il doppio gioco? Poteva passare a Voldemort false informazioni.. Avrebbe rischiato sì, ma sarebbe stata una buona idea.. Fin quando non avrebbe dovuto mettere in mostra il suo tradimento andava bene.. Ma poi?

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Capitolo 9
*** .Jealousy. ***


I giorni trascorrevano, forse anche troppo veloci. Dopo la scuola sarebbe stato tutto più difficile, e gli ultimi mesi della loro adolescenza scorrevano via troppo velocemente. Si dice che quando ci si annoia il tempo non passi mai, mentre quando ci si diverte, si è felici, allora il tempo voli. Ed era quello che stavano sperimentando Draco ed Hermione. Giorno dopo giorno, si scoprivano sempre più presi. Nonostante fosse tutto complicato, nonostante le differenze.. Ormai tutta la scuola sapevano che il biondo del settimo anno di Serpeverde stava con la ragazza più brillante dello stesso anno, appartenente a Grifondoro. Tutti gli studenti erano sbalorditi, e le ragazzine più piccole li guardavano invidiose, a volte sosrpirando, immaginando e sperando una storia altrettanto degna di fama. Quando qualche ragazzina si trovava a vederli abbracciati, i capelli castani e ricci di lei che si mischiavano a quelli lisci e biondi di lui, non poteva fare a meno di interromperli sussurrando un "Oh, come siete carini!". I due, durante le lezioni, a pranzo, si scambiavano sorrisi, si cercavano con lo sguardo solo per sentirsi vicini. Perfino Hermione passava molto meno tempo a studiare, prendeva appunti giusto il necessario e aveva smesso definitivamente di legarsi i capelli.
"Draco dice che stanno meglio.." aveva detto una volta a Ginny, imbarazzata.
Ginny le aveva sorriso, contenta per l'amica.
Draco aveva dovuto riferire la conversazione con Zabini ad Hermione, una sera, nella stanza delle necessità.
"Ma è un'idea geniale, Draco! Potresti fare la spia, e che spia! Uno come te non farà mai enir alcun dubbio ai Mangiamorte e tu non dovrai ammettere che non vuoi diventare un Mangiamorte!"
"Dovranno marchiarmi, Hermione."
"Non è un marchio che ti rende marngiamorte, e lo sai.."
Draco ed Hermione avevano riferito alla McGranitt la loro idea, e lei ne era parsa abbastanza convinta.
Ma le liti non tardarono ad arrivare. Draco non poteva sopportare che Hermione passasse così tanto tempo con Harry Potter, ma Hermione non tollerava gli sguardi di odio che le rivolgevano Tiger, Goyele e quell'oca della Parkinson.
Harry Potter sarebbe sceco volentieri nella sala comune dei Serpeverde per dire due parole a Malfoy, ma lei glielo impediva, ogni volta. E le mattine successive, puntualmente, si sorridevano a colazione, come se niente fosse successo. Era diventato come un gioco, il loro gioco. I giorni passavano e una mattina Draco si fece trovare fuori dal buco del ritratto dei Grifondoro.
"Draco!" esclamò Hermione vedendolo.
Lui la abbracciò e scesero insieme le scale. Poi, invece che girare per la Sala Grande, lui la fece nascondere dietro una colonna e le sorrise. Hermione non capiva e lo fissava.
"Hermione, che giorno è oggi?"
Hermione fece mente locale. 7 febbraio. Beh? Che succede il 7 febbraio? Poi capì e il viso le si illuminò.
Gli saltò al collo e lui la strinse forte, per non farla andar via da lui, dalla sua vita.
Un mese che stavano insieme. Loro. Hermione e Draco. Granger e Malfoy.
Le passò le mani intorno al collo e lei sentì subito il freddo del metallo alla base del collo. Si portò le mani nel punto in cui aveva sentito il contatto e si trovò a toccare una catenina, sottile ed elegante. Doveva essere oro bianco, per come splendeva. Spostò le mani e trovò il ciondolo. Un cuoricino, semplice, con dietro incavate delle iniziali. Le LORO iniziali. Hermione alzò lo sguardo, senza dire niente. A volte le parole diventano di troppo.
Lui le mise una mano alla base del collo, sotto l'orecchio, l'attrasse a sè e la baciò. Hermione ricambiò il bacio e si strinse ancora di più a lui, finchè i loro corpi non furono l'uno addosso all'altro.

Quel pomeriggio entrambi non avevano lezione. Si sedettero di fronte al lago dove Draco si era confidato con lei per la prima volta. Come in quell'occasione, Draco si mise a lanciare le pietre nel lago. 5 rimbalzi. Riprovò. 6. Ancora. 4. Fanculo.
Si sedette accanto a lei, che leggeva e la baciò teneramente.
"Sempre a leggere eh?!"
Hermione non rispose, sorrise solamente. Che bel sorriso che aveva.
Draco si rialzò, prese un altro sassolino.
"Ancora?" chiese Hermione. "E' quasi ora di cena e ho freddo.."
"L'ultimo promesso." Draco chiuse gli occhi, lanciò il sassolino e li riaprì.
Uno, due, tre, quatto, cinque, sei, sette. Sette. Draco esultò.
Hermione gli sorrise e chiese "Adesso possiamo andare, mio piccolo bimbo?"
"Certo, mia piccola Mezzosangue".

Un giorno, dopo la prima ora di lezione, Draco fermò Hermione diretta a Pozioni.
"Hermione, mi è arrivata questa oggi" disse nervoso, porgendole una pergamena piegata in quattro con cura. Lei l'aprì e lesse velocemente.
Era una lettera del padre di Draco. Non era d'accordo con la loro relazione, ma da quanto riferiva il padre di Zabini era tutto per il bene della loro battaglia contro l'Ordine. Gli raccomandava di non rivelare alcun informazione e di non lasciarsi prendere. Chiudeva informandolo che avevano fissato la data in cui sarebbe stato marchiato, il 1 luglio, non appena tornato dalla scuola e aver superato i M.A.G.O.. Hermione lo fissò, lui riprese la lettera e la strappò. Si incamminnò e lei lo seguì.
"Odioso deficente.. Crede che io sia come lui.."
"Draco.."
Lui non la sentì. "Non lo sopporto.."
"Ascolta.."
"Non sopporto lui e il modo in cui vuole decidere lui per me.."
"Calmati.."
"Calmarmi? Mi marchiano! Proprio quello che non volevo! Maledizione.."
"Draco, troveremo un modo.." erano arrivati davanti all'aula di Pozioni, ed Hermione si fermò.
"Sì, certo.. Speriamo che la McGranitt abbia un'idea.."
"Ce l'avrà, ma gradirei che non te la prendessi con me, sempre e solo con me.."
"Scusami, amore.."
"Come mi hai chiamato?" chiese Hermione stupita.
La fissò. "Amore.." ripetè.
Hermione lo guardò senza dire niente, a bocca aperta. Draco le si avvicinò. "Amore.." le sussurrò nell'orecchio. Le si riempirono gli occhi di lacrime, e disse, fra sorrisi e singhiozzi, che nessuno l'aveva mai chiamata così prima. Lui le prese una mano e le promise che sarebbe andato tutto bene, poi entrarono nell'aula.
Fu una lezione particolarmente difficile. Avevano da preparare un antidoto molto complicato e nessuno dei due era concentrato.
"Hermione?! Sveglia!" Harry la scosse mentre distruggeva la corteccia dell'albero rigenerante anzichè tagliarla a fettine.
"Uh..? Oh si Harry, grazie mille.. "
"Ma che, è successo qualcosa? Che non ci perdo niente a spaccare la faccia a quello.."
"No! No Harry, non è come pensi.. Davvero.." gli sorrise. "Sto bene, sono solo un po' sulle nuvole.."
"L'avevo notato.. Vabbè come vuoi.."
Suonò la campanella.
Hermione fece un breve cenno a Draco per dirgli che andava in bagno. Entrò, poggiò la borsa dei libri e si lavò le mani.
"Finalmente ti incontro, piccola mezzosangue" disse una voce alle sue spalle.
Hermione si voltò e i suoi occhi incontrarono quelli di Pansy Parkinson, appoggiata ad un muro. Quando era arrivata?
Si rivoltò, senza prestarle attenzione.
"Ehi, tu, non voltarti mentre ti parlo."
"Io faccio quello che voglio.."
"E chi pensi di essere? Oh ma tu adesso stai con Draco.. Sei felice no? Ti senti al sicuro.. Protetta? Beh, lascia che ti dia un consiglio. Lascialo perdere. Togliti dai piedi, perchè potresti farti molto male, non so se mi spiego.."
Hermione la guardò dallo specchio sul lavandino.
"Non mi faccio intimidire da te, Parkinson"
Pansy ridacchiò. La sua risata ricordò ad Hermione il verso di una iena.
"Certo, certo.. Ma vedi, lui.. Diciamo che ti sta usando.. Ha detto a Blaise Zabini la verità.. E cioè che ti userà solamente.. Vedi un po' tu.."
Hermione conosceva già quella storia, e meglio di lei. Si voltò.
"Senti, miss-perfezione.. Lasciami in pace tu, non ti intromettere, d'accordo? Non lascerò Draco solo perchè me l'hai detto tu, e non sono affari tuoi i motivi per cui stiamo insieme."
"Piccola stronza, allora non hai capito niente" estrasse la bacchetta, ma Hermione fu più veloce.
"Expelliarmus!"
La bacchetta della Serpeverde volò, lei cadde a terra ed Hermione uscì dal bagno senza degnarla di uno sguardo.

La Parkinson le aveva sconvolto la giornata. Dopotutto, stava riponendo troppa fiducia in una persona che non conosceva. Non del tutto almeno. Aveva bisogno di scoprire così tante cose su di lui.. Alla fine decise; sarebbe rimasta con lui, scoprendo qualcosa poco a poco. Era fondamentale.

I try to figure you out this life
Won't you take me by the hand take me somewhere new
I don't know who you are
But I'm with you..


Hermione riferì a Draco cosa fosse successo con la Parkinson e lui le consigliò di lasciarla perdere, promettendole che ci avrebbe parlato lui.
Così quella sera, dopo aver passato un paio d'ore con Hermione, scese nella sua sala comune.
Era mezzanotte passata, ed erano quasi tutti a dormire, tranne Pansy e le sue amiche. Perfetto.
"Oh Draco, bentornato.." disse Pansy con voce mielata.
Draco doveva finire i compiti, quindi andò subito al sodo. "Pansy, ti devo parlare."
Lei lanciò un sorriso compiaciuto alle amiche, e loro andarono via ridendo.
"Dimmi tutto, allora." si sedette su una poltrona, accavallando le gambe scoperta da una minigonna troppo corta. "Ho saputo che sei andata da Hermione.."
"Beh, che c'è di male?"
"C'è di male che devi farti i fatti tuoi, ecco che c'è di male!" quasi urlò, poi cercando di calmasi, si sedette su una poltrona di fronte a lei. Fra di loro, una tavolino pieno di libri.
Draco pensò ai suoi compiti. Era stanco. Era estremamente stanco.
Pansy stava in silenzio a fissarsi le unghie perfette. Troppo perfette. Ecco cosa non andava in lei. Era troppo perfetta e voleva esserlo sempre di più. Essere perfetti non è una gran cosa.
"Hai finito?" chiese alzando lo sguardo su di lui.
"Sì" Draco chinò la testa. Gli faceva un male cane.
"Ti senti bene?"
"Sì, sì, tutto ok, solo un po' di mal di testa.."
Lei si alzò e andò dietro la sua poltrona. Gli mise le mani sul collo e cominciò ad accarezzarlo.
Pansy smettila.
Non riusciva a parlare, era troppo stanco. Chiuse gli occhi.
Fermati, non voglio.
Lei adesso accarezzava con più decisione, gli passava le dita dietro le orecchie e fra i capelli.
"Ti va un massaggio?"
"No Pansy, smettila.."
"Su, Draco, la mezzosangue non lo saprà mai.."
Draco si risvegliò, aprì gli occhi e balzò in piedi. Si girò verso di lei, con lo sguardo carico d ira.
"Scusami, Draco.. E' solo che non riesco a vederti con q-q-quella.. I-io non posso farci niente.. Io.. Vorrei essere al suo posto, sai.. Che cosa ha lei che io non ho? I-i-io ti amo, Draco.."
Lei sembrò farsi sempre più piccola. Draco passò al lato della poltrona, le si fece più vicino e sussurrò "Mi fai schifo, Pansy"
Detto questo, si diresse al dormitorio, lasciando la ragazza in lacrime.
Pansy si sedette sul pavimento, il mascara che le lasciava segni scuri sulle guancie, asciugandosi le lacrime con la camicia bianca e sporcando anche quella. Lei gli faceva schifo. Lei lo amava e lui le diceva che gli faceva schifo. E lui stava con la mezzosangue. Che la amasse o no, non aveva importanza. Stava con lei. E non poteva o non voleva tradirla. Ma non poteva farlo Zabini, il doppio gioco?

Draco dormì male e quando si alzò quella mattina era ancora nervoso.
Si sedette fra Tiger e Goyle a colazione, deciso a non parlare con la Parkinson o con Zabini, che era il suo migliore amico. Prese un caffè in fretta, e quando ebbe finito Hermione non era ancora scesa.
Questo lo fece innervosire ancora di più, poi decise che avrebbe fatto meglio a calmarsi.
Quando finalmente la sua testa fece capolino nella Sala Grande, il suo sorriso gli aggiustò la giornata.
Restò seduto a guardarla mentre discuteva con Calì Patil e una ragazza più piccola, finchè non si alzò e lo raggiunse. "Dormito bene?"
"Perfettamente" mentì. Non aveva senso farla preoccupare e creare altri problemi.
"Per caso.. Hai parlato con P--"
"Sì tutto apposto non si metterà più in mezzo."
Lei gli sorrise raggiante. Gli faceva male mentirle.
"Che hai adesso?"
"Divinazione, divinazione e ora libera.."
"Mmh, io due ore di antiche rune poi aritmanzia.. Ci vediamo a pranzo allora.. A dopo Draco!" lo baciò sulle labbra e si allontanò.

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Capitolo 10
*** Now, i'm going to tell you a story.. ***


Questo è stato un capitolo complicato.. Parecchio.. Spero vi piaccia, grazie a tutte le persone che leggono e commentano.. i commenti sono sempre graditissimi **



Quante cose che non sai di me
Quante cose che non puoi sapere..


Fortunatamente, sembrò che Pansy avesse lasciato perdere. Di fatti, evitava ogni contatto con Hermione o Draco, e non vi furono altre preoccupazioni.
Stavano bene insieme, ma Draco da un po' di tempo era chiuso in se stesso.
"Draco, ma che hai?" gli chiese lei un giorno, mentre seduti in riva al lago, lui fissava il vuoto.
"Io?"
"No sai.."
"Niente..". Bugia.
"Non è vero.. Te lo si legge in faccia.."
"Ma non posso tenermi niente per me eh?" la abbracciò e le sorrise lentamente. Ma non c'era allegria in quel sorriso. Solo tristezza e amarezza.
"Scusa" Hermione si guardò le mani.
"Mi è arrivata un'altra lettera da casa" lui ignorò le sue inutili scuse.
"Di tuo padre..?"
"No.. Di mia madre.."
Lo fissò, dubbioso.
"Dice che le cose vanno sempre peggio a casa.." si passò una mano sul viso stanco e fissò Hermione negli occhi, dove lei vi lesse un dolore struggente.
"In che senso sempre peggio?"
"Forse dovrei cominciare dall'inizio.." fece una pausa. "Quando ero ancora un bambino, mio padre non lo vedo mai, vivevo nel castello con mia madre e gli elfi. Lui tornava a casa la sera, tardi, e spesso io ero già a letto. La mattina quando andava via, io dormivo ancora.
Ma a me andava bene così, capisci? Non sentivo la sua mancanza, non sapev o cosa significasse avere un padre.. Io e mia madre eravamo felici. Lui stava a casa solo quando era festa, o nei weekend.. Si chiudeva nel suo studio e restava lì ore e ore.. Io e mia madre stavamo bene. Lei rideva con me, mi faceva giocare..
Poi una sera mi mise a letto di fretta, mi diede velocemente la buonanotte e non restò seduta sul letto finchè non mi fossi adormentato come faceva di solito. Mi mise a letto e uscì. La sentii salire in camera sua, cioè, loro. Sentii la porta che sbatteva e le urla di mio padre. Non l'avevo sentito tornare a casa, ma lui era già su. Per un attimo fui egoista, e pensai a me, mi chiesi perchè non era venuto neanche a salutarmi, visto che era tornato prima. Poi sentii mia madre che piangeva, e smisi di pensare solo a me. Lei piangeva e gli diceva che ero piccolo, che non poteva decidere allora per il mio futuro.
Mio padre urlò che era stato deciso tutti già prima che nascessi e lei non avrebbe cambiato niente perchè lei non contava niente, e sentii il suono di uno schiaffo pesante, poi un altro. La porta sbattuta. I passi leggeri di mia madre per le scale, la porta della mia stanza aprirsi lentamente. Mia madre prese la sedia a dondolo, la portò vicino al mio letto, si mise sopra e con una mano che stringeva la mia, conitnuò a piangere. Io fingevo di dormire, in realtà non avevo capito tutto per bene.
Il giorno dopo lei non c'era quando mi svegliai. Scesi a colazione e trovai anche mio padre seduto. Non mangiava e mi disse che aveva un bel programma per il mio futuro, ma ero piccolo per saperlo. Poi uscì. Non se ne parlò più, ma mia madre stava sempre più tempo con me, come se da un momento all'altro ci dovessero separare. Ogni tanto, di notte, li sentivo litigare, ma davanti agli altri sembravano sempre una coppia felice. Poi sono cresciuto, ha iniziato a portarmi in giro con lui, a farmi conoscere gli altri Mangiamorte, e mi ha fatto diventare come lui. O meglio, questo è quello che crede. Io non sono come lui, mi comportavo come voleva lui, ma ho sempre disprezzato il suo mondo.
Ogni volta che tornavamo a casa, io correvo sempre ad abbracciare mia madre. Una sera mettendomi a letto mi fece promettere che non sarei diventato come Lucius, senza sapere che me l'ero già promesso da solo da tempo. E adesso lei non può neanche scrivermi una lettera senza che mio padre la controlli.
Questa è riuscita a mandarmela di nascosto. Dice che lei cerca di opporsi, non vuole che io diventi un Mangiamorte solo perchè lo vuole lui, ma non riesce, lui ha il controllo totale su di lei.." Draco sospirò. "Io amo mia madre, non sopporto che le venga fatto del male. E' l'unica persona che mi abbia mai voluto bene prima di te. Vorrei uccidere mio padre per ogni schiaffo che le ha dato, ogni lacrima che le ha fatto versare." Scosse la testa. "Lo odio, sai? Per tutto questo.. E adesso eccomi qui, Draco Lucius Malfoy, porto il nome della persona che odio di più al mondo, che ti racconto la mia vita.." Fece un gesto vago con la mano e si voltò a guardarla.
Lei aveva la testa china e sentendo il suo sguardo su di lei, la alzò e mormorò "Mi dispiace.."
"Anche a me.. Sai, mia madre, anche essendo purosangue, sarebbe felice di conoscerti, di averti in famiglia.. A lei dopotutto non importa se sto con una ragazza purosangue o no, ma che io stia con una ragazza a cui tengo davvero.."
La guardò con quegli occhi di ghiaccio. Amore, dolore, rabbia, frustrazione, odio. Si potevano porvare tutti quei sentimenti insieme? Gli occhi di Draco erano come una porta aperta in quel momento, e lei potè leggervi dentro un dolore così dolce e struggente che per poco non si mise a piangere. "Draco mi.. mi dispiace. Davvero."
"L'unica cose che mi trattiene e non mi fa crollare è la speranza che un giorno si sistemerà tutto.. Porterò via mia madre da quell'inferno.." Le passò un braccio sulla spalla, e restarono così, fianco a fianco, a guardare il parco. Ognuno con i suoi problemi, le sue ansie.

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Capitolo 11
*** Hogsmeade ***


Febbraio era scivolato via, marzo trascorreva veloce. Hermione diventò sempre più nervosa e passava quasi tutto il tempo libero chiusa in biblioteca a studiare. Draco studiava accanto a lei o semplicemente la guardava e chiacchierava con qualcuno che passava.
Ma non era facile. Se fosse stato per Hermione, avrebbero potuto anche saltare tutti i pranzi. Era difficile scollarla dai libri. "Hermione! E' tardi e ho fame, per favore, andiamo a cena?"
"Ma Draco, sto ripetendo.."
"Amore, gli esami NON SONO DOMANI."
"Sì ma c'è tanto da ripetere.. Farò una figuraccia, sarò bocciata in tutte le materie!"
"Ma non dire sciocchezze, se bocciano te deveno bocciare tutti! Dai, andiamo.."
Così, tutte le sere.
E oltre a Hermione, si mettevano anche gli insegnati a ripetere quanto fosse necessario impegnarsi.
Le giornate miglioravano e presto Draco riuscì a convincerla ad andare a studiare sul prato. Spesso e volentieri però lui la interrompeva con un bacio e lei lo lasciava fare. E addio ripetizioni.
Le cose miglioravano anche con Harry e Ginny. Entrambi avevano accettato che Draco stesse con Hermione, non si insultavano quasi più. Anche perchè poi, avrebbero presto lavorato insieme nell'Ordine.
Un giorno a pranzo, Ron arrivò tutto nervoso.
"Che ti prende Ron?" chiese Neville. "Quel pezzo di.. Lumacorno mi ha assegnato una punizione. Indovinate quando? Sabato!"
"Ma sabato.. E' già l'ultimo finesettimana di marzo?" fece Ginny controllando l'agenda.
"Esatto! Tutti andranno ad Hogsmeade.. E io sarò chiuso nel castello! Miseriaccia.."
"Che fai tu Hermione?" chiese Ginny.
"Non ci ho pensato ancora.. Tu?"
"Non ne ho idea.. Visto che Ron non viene, starò con Harry penso.."
"Che ne dici se verso mezzogiorno ci incontriamo per pranzare insieme? Tu, Harry, Draco ed io.."
"Si può fare.." sorrise all'amica. Doveva cercare di allacciare il più possibile i rapporti con il Serpeverde e una gita era un'ottima occasione..

"Draco!" Hermione gli corsa incontro e lui la abbracciò sorpreso.
"Draco, senti.. Sabato c'è un'uscita ad Hogmeade.. E io e Ginny stavamo pensando che magari potremmo pranzare tutti insieme!"
"Con San Potter? Non se ne parla.."
"Draco Lucius Malfoy! Non chiamarlo San Potter. E poi, devi cercare di accettare Harry e i Weasley, se non vuoi mandare tutto a rotoli.."
"E va bene.. Ma la mattina la passiamo insieme, solo noi due d'accordo?"

Il sabato arrivò. Hermione mise la sveglia presto, ma quando suonò la spense. La sera prima aveva studiato fino a tardi.. Quando si svegliò senti la voce di Lavanda. "Calì, presto! Faremo tardi!"
Cristo, ma è tardissimo!!
Hermione si vestì velocemente ma con cura. Scese i gradini a due a due e passò davanti alla Sala Grande senza entrarci. Non c'era tempo di fare colazione.
Giunse al portone e lo vide, appoggiato ad una colonna. Non portava la divisa, intravedeva un pantalone nero sotto il mantello, nero anche questo, che gli svolazzava intorno ogni volta che qualcuno aprima il portono per uscire e faceva entrare il vento.
Gli andò incontro.
"Hermione, dove eri? Non ti ho vista a colazione..."
"Ho fatto tardi.."
"Quindi non hai mangiato? Andiamo, conosco un posto dove possiamo bere un caffe.."
Si incamminarono per le strade.
"A mezzogiorno andiamo ai Tre Manici Di Scopa.."
"Mmh.."
"E adesso?"
"Non ti preoccupare, conosco io il locale."
La condusse in un locale poco affollato. La stanza non era molto grande, con tavolini quadrati e sgabelli neri eleganti. C'erano pochi altri studenti, ma nessun Grifondoro. Hermione intravide Micheal Corner con una biondina. Si sedettero e attesero che la barista arrivasse. Era una donna di mezza età, con capelli lunghi e neri, leggermete mossi. Sorrise ai due, prese le ordinazioni e dopo un po' tornò con un caffè per Draco e un cappuccino per Hermione.
"Carino il posto.." Hermione sorrise.
"Te l'avevo detto io.." anche lui sorrise. "L'ho scoperto l'anno scorso.. Non è affollato come i Tre Manici di Scopa, non fa schifo come la Testa di Porco e non è neanche tutto rosa come Madama Piediburro.."
Hermione sorrise di nuovo. Chiacchierarone del più e del meno, poi decisero di farsi un giro.
Hermione tirò fuori il portafoglio ma Draco la bloccò.
"Non se ne parla neanche, offro io"
"Ma Draco scherzi? Dai, fammi pagare.."
"Ti ho detto di no.."
"Va bene, però la prossima volta offro io.."
"Si, si.. Certo" le fece la linguaccia e le spinse il portafoglio nella borsa.
Uscirono e si fermarono davanti a vari negozi, senza entrare. Camminarono per circa due ore, ma a loro sembrarono pochi minuti. A mezzogiorno andarono ai Tre Manici di Scopa. Trovarono Harry e Ginny seduti ad un tavolo. Hermione li salutò con affetto e loro ricambiarono.
"Ciao" disse Harry a Draco.
"Potter" poi spostò lo sguardò. "Weasley"
Hermione gli rivolse un'occhiata severa e prese posto accanto a Ginny.
Dopo andò meglio. Sapevano tutti che Draco Malfoy ed Harry Potter non sarebbero MAI diventati amici, nè si sarebbero mai voluti bene. Ma pian piano sarebbero riusciti a convivere dalla stessa parte.
Alla fine della giornata, Draco accompagnò Hermione fino alla torre dei Grifondoro. Parlarono un po', fuori dal buco del ritratto.
"Allora, sei contenta?"
"Che ci siamo incontrati con Harry? Abbastanza.. So che non lo amerai mai" rise. "Però non mi sento una sciocca a sperare che possiate mettere da parte il passato.."
"Vedremo.." le passò una mano sul collo e la baciò teneramente. "Ti amo Hermione"
Lei si staccò e lo guardò. Pian piano la sua espressione stupita si trasformò in gioia. Gli saltò al collo e si strinse forte forte a lui. Non seppe per quanto. Forse minuti, forse solo qualche secondo. Quando si lasciò andare, gli occhi le brillavano. "Anche io, Draco" riuscì a dire. Lui le prese la mano e la baciò di nuovo. Più a lungo. Con più passione. Lei ricambiò il bacio e si strinsero ancora di più l'un l'altro. Si persero in quel bacio, i loro nasi che si incastravano, le mani che si cercavano, poi tornavano sul corpo dell'altro, mentre tutto intorno a loro spariva e perdeva significato.

Grazie a tutte le persone che commentano ^_^ spero di non deludervi.. Un grazie in particolare a colore che mi seguono dall'inizio :D
un bacione, Serena.

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Capitolo 12
*** Tutto troppo perfetto ***


La mattina dopo Hermione scese di buon umore. Era domenica mattina, e Draco non era ancora arrivato. Si sedette di fronte ad Harry.
"Ciao Harry" gli regalò un sorriso. Lui ricambiò, con i suoi occhi verdi che la fissavano.
"Ron e Ginny?"
"Ron si è appena alzato, scenderà dopo.. Ginny.. Uhm penso che sia con Luna.."
"E' successo qualcosa?"
"Oh niente.. Solo che abbiamo avuto una piccola lite.. Lei vorrebbe lasciare la scuola dopo questo anno ed entrare a far parte dell'Ordine.. Io ovviamente le ho detto che sbaglia, cioè Hermione, per me se non ci entra proprio è meglio, a dirla tutta.."
guardò il suo porridge, avvillito. "E' troppo.. Come dire.. Vuole combattere, ecco. Non sopporta l'idea di essere lasciata da parte.."
"Harry, sai benissimo che nè sua madre nè la McGranitt la faranno entrare nell'Ordine per ora. Ma devi lasciarla scegliere. Devi lasciare che decida lei cosa fare della sua vita, se rischiare per una buona causa o no."
Gli prese la mano. "Andrà tutto bene, Harry"
"Speriamo.. Grazie Hermione.."
Harry si alzò e sparì fra la folla. Hermione mangiò appena la sua colazione, poi intravide il biondo entrare, seguito da Tiger e Goyle.
Si sedettero ad un'estremità del tavolo dei Serpeverde. Lei li guardò, poi finalmente lui alzò gli occhi grigi verso di lei e le sorrise.
Si incontrarono fuori dalla Sala Grande. Era domenica e non avevano molti. Mancava una settimana all'inizio delle vacanze di Pasqua ed Hermione aveva già ripetuto tutti gli argomenti di tutte le materie una volta; avrebbe aspettato il giorno dopo per il secondo giro, così decisero di godersi i primi raggi di sole. Presero i mantelli e andarono nel giardino. Draco si sedette sotto un albero e lei lo raggiunse, sedendosi fra le sue gambe. Si misero a parlare, degli esami, di cosa avrebbero fatto dopo la scuola. Poi entrambi restarono in silenzio per un po'.
Il vento era fresco, ma non faceva freddo. Il profumo di Hermione invadeva l'aria intorno a loro.
"Va tutto troppo bene." disse Draco sottovoce.
"In che senso?"
"Niente era mai andato bene, così bene, prima. Non sono mai stato così felice. E' come se dovesse precipitare tutto da un momento all'altro.."
Hermione non commentò. Anche lei ne era convinta. Silenzio, di nuovo.
"Draco" Hermione interruppe il silenzio. "Parlami di Pansy." "Ancora? Non ci siamo più parlati, te l'ho detto.."
"No, mi spiego meglio. Una volta mi hai detto che lei non ti è mai piaciuta, no?"
Draco annuì. Aveva capito dove voleva arrivare lei.
"Allora.. Perchè l'hai invitata al Ballo del Ceppo? Ci sei stato insieme?"
"Perchè mio padre voleva così. A me Pansy non piace, non mi è mai piaciuta. E' solo una brutta oca secondo me.. Sempre a controllare di essere perfetta, sempre a cercare l'errore in tutto.." fece un gesto vago con la mano.
"E le altre con cui sei stato?"
"Eh? Mah.. Solo una pomiciata e basta.. Non mi sono mai interessate più di tanto.."
"Non le hai mai amate?"
"Mai."
"Giuramelo" non era una richiesta, neanche un obbligo. Era entrambi. O forse nessuno dei due.
"Te lo giuro.. Ma perchè ti interessa?"
"Così" scrollò le spalle, facendo ondeggiare i capelli.
Lui le sorrise, spostandole una ciocca di capelli dal viso. "Sei curiosa"
"Volevo solo sapere qualcosa di te.. Sei sempre così misterioso.."
"E tu? Con chi sei stata prima di me?"
"Solo con Viktor.."
"Sul serio?"
"Sì.."
Lui sorrise. "Ti amo, lo sai?"
"Ridimmelo"
"Ti amo"
"Ancora"
"Ti amo, Hermione. Ti amo, ti amo, ti amo."
"Anche io ti amo Draco"
Si abbracciarono. Draco pregò perchè il tempo si fermasse. Ma arrivò l'ora di rientrare, di separarsi, di tornare ognuno alla propria sala comune, ognuno alla propria vita.

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Capitolo 13
*** Scoperte ***


Ringrazio tutte le persone che commentano, come sempre *_* e poi vorrei dire due paroline a qualcuna :P

8marta8: va tutto troppo bene eh? spero di non deludervi con i prossimi capitoli! grazie per commentare sempre *_*

Lady_Malfoy_4ever: grazie anche a te per i commenti ^^ non potevo aggiungere sclerotica a Pansy.. da questa ff non sembra, ma a me piace parekkio (non sono pazza xD), è stata già dura dover aggiungere OCA xD

sfigatalcubo: beh, di certo harry e draco non potevano andare d'accordo! XD non ho ancora deciso se Draco verrà marchiato.. Gran parte del finale sì, l'ho già deciso, ma molti particolari non ancora.. ^^

tutte le altre: mi spiace, non riesco a ringraziarvi tutte.. sappiate solo che vi adorooooo *-* bacioni, Serena.

Spero vi piacciano i colpi di scena!



Draco era seduto al suo tavolo, mangiava. Vide arrivare Hermione, seguita da San Potty e Lenticchia. La coppia che scoppia. Sorrise ad Hermione, e lei ricambiò debolmente. La vide sedersi vicino a Ginny Weasley. Lenticchia prese posto al suo fianco. No, un momento. Non era al suo fianco. Le stava praticamente addosso. No aspetta. Le aveva passato un braccio sulle spalle. Ehy, era un bacio quello che le aveva appena stampato sulla guancia? Ma quel Weasley non aveva capito niente!
Vide Hermione girarsi a guardarlo.
Ecco, adesso gli molla un ceffone.
Ma lei guardò l'amico e poi spostò lo sguardo su Draco.
Ma che ca..
Draco si alzò, raggiunse il tavolo dei Grifondoro e giunto alle spalle di Ron, lo tirò su dal colletto della camicia.
"Ci stai provando con la mia ragazza Weasley?"
"Malfoy, mettilo giù" San Potty. Il salvatore del mondo.
Hermione li fissava, senza parole.
"No, io.."
"Weasley, io ti spacco la faccia.."
"No, Draco." la voce di Hermione.
Come no?
"Lascia stare Ron."
Lascia stare Ron. Lasciarlo stare?
"Ah dovrei lasciarlo stare? Allora fermalo tu, invece di startene impalata con lui addosso! Perchè hai lasciato che ti baciasse, che si sedesse praticamente in braccio a te, il braccio sulle spalle.."
Si stava rendendo ridicolo. Oh cielo, si stava rendendo ridicolo davanti a tutta la scuola.
Hermione si alzò. La sua faccia vicinissima a quella di Draco.
"Perchè a me non da fastidio. Perchè io voglio stare con Ron. Mi hai scocciato. Tu, sempre a credere di essere perfetto. Non voglio più vederti. Non ti amo più. Sparisci. Io amo Ron."
Io amo Ron. Lo ama. E io, Hermione? Che fine ho fatto io?

Draco Malfoy aprì gli occhi. Era sudato e freddo. Si guardò intorno. Era nel suo letto. Goyle russava forte dall'altra parte della stanza. Cristo Goyle, non puoi russare in silenzio?
Si alzò, andando verso il bagno. Accese la luce e guardò il suo riflesso nello specchio. Aveva la faccia del sonno e gli occhi persi. Pensava ancora a quell'incubo. Cielo, sembrava vero. Gli occhi di Hermione brillavano sul serio, come se fossero.. vivi.
Guardò l'orologio. Le cinque. Albeggiava forse, ma lui da lì non poteva vederlo. Sbattè le parpebre e tornò a guardare lo specchio. Poi, scuotendo la testa, si ributtò sul letto.

Non riuscì a seguire le lezioni, per il sonno. Sbadiglio dopo sbadiglio, si trascinò a pranzo.
Mangiò in silenzio, incrociando il suo bellissimo sguardo un paio di volte. Era stato solo un sogno, eppure sembrava così vero..
Si incontrarono dopo pranzo, sul prato. Ormai era arrivato maggio, si stava bene fuori.
Le raccontò il sogno. Lei lo guardò, poi gli sorrise come solo lei sorrideva. "Amore, Ron ormai non è altro che un amico. E io sono pazzamente innamorata sì.. Ma di te.."
Si baciarono, mentre un raggio di sole riscaldava la loro ancora breve innocenza.
Dopo parecchio tempo, tornarono al castello per le lezioni pomeridiane. Quella sera, cenarono con il solito gioco di sguardi, ma dopo cena lei disse di dover studiare e lui la portò alla torre.
Scese le scale velocemente, entrò nei sotteranei, poi nella sua sala comune e senza guardare in faccia nessuno e si chiuse nel dormitorio. Si stava per buttare sul letto quando vi vide il suo elegante barbagianni.
"Vieni qui"
L'uccello andò da lui e gli porse la zampa con la lettera. Poi volò nella sala comune, diretto alla finestra più vicina per raggiungere la guferia.
Draco aprì la busta con la grafia chiara di suo padre.
"Draco,
ormai è fatta. Fra pochi giorni arriveremo ad Hogwarts, attaccheremo la scuola. E' tutto organizzato. Dobbiamo rubare una cosa, ma quello è compito mio. Tu devi preoccuparti soltanto di tenere sempre il nostro mantello nella borsa, pronto a mascherarti.
Lucius Malfoy"

Non sembrava neanche una lettera di suo padre. Draco esitò, poi prese il mantello e uscì di corsa dalla stanza.
"Draco ehi!" lo chiamo Blaise.
Ma lui non aveva tempo. Non poteva perdere tempo.
Corse, diretto all'ufficio della McGranitt. Nonostante fosse preside, aveva continuato a insegnare e non aveva voluto gli alloggi di Silente.
"Professoressa, professoressa..!"
Bussò, finchè non gli fu aperta la porta.
"Signor Malfoy, le sembra modo di bussare? Per poco non mi buttava giù la porta!"
"Professoressa, mi scusi, ma stanno per attaccare!" disse tutto d'un fiato. Le porse la lettera, e lei la prese con mani tremanti. Lesse attentamente, poi alzò lo sguardo su di lui.
"Mi segua, Draco" si incamminarono per una strada che ultimamente Draco aveva fatto fin troppo volte e giunti al buco del ritratto la professoressa sig irò a guardarlo.
"Aspetti qui signor Malfoy"
Entrò e dopo un minuto o due che per Draco furono come ore, ne riemerse con Hermione, Harry, Ron, Neville e Ginny. "Draco!" sussultò Hermione.
Lui le fece un cenno con la testa, ma niente di più. Tornarono nello studio e la McGranitt mandò a chiamare Luna Lovegood.
Quando la corvonero arrivò, la McGranitt cominciò a parlare. "Come mi ha appena informata il signor Malfoy.. I Mangiamorte stanno per attaccarci. In quanto futuri membri dell'Ordine potreste correre qualche se non parecchi rischi, quindi mi pare giusto avvisarvi." deglutì. "Dovete sapere cosa cercano i Mangiamorte."
Si avvicinò alla sua libreria e prese un cofanetto. Sussurrò una parola d'ordine che nessuno capì e quello si aprì.
Dentro c'era un diamante grande quanto un pugno. No, non era un diamante. Era solo una pietra, ma brillava come se fosse stata una stella.

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Capitolo 14
*** Il tuo posto ***


Non uccidetemi per quello che sto per fare..!


"Cos'è?" chiese Ginny.
"Questa è.. La pietra di Aryan. E' una pietra molto rara. Non mi meraviglierei se questo fosse l'ultimo esempio rimasto. Questa pietra.. beh, vedete.. A contatto con un certo distillato.. si scioglie, creando una pozione che rende invincibili. E Voi-Sapete-Chi, ovviamente la sta cercando."
"Ma professoressa, potremmo creare noi la pozione e.." iniziò Harry, ma lei lo interruppe.
"Non è così semplice, Harry." sospirò. "Chi la beve diventa invicibile, ma anche insaziabile. Ha bisogno di vincere, sempre, diventa una vera e propria macchina da guerra. Non possiamo permetterci di dover combattere contro i Mangiamorte e contro questa persona."
I ragazzi si guardarono sconcertati.
"Chi ci dice che arriveranno davvero?" domandò Neville.
"Io." rispose Draco, calmo.
Neville lo scrutò, poi tornò a guardare la McGranitt.
"Ora, voi dovete concentrarvi su altro. Metteremo membri dell'Ordine a pattugliare la scuola, ma tenete a portata di mano le bacchette. Siete tutti in pericolo per quello che è successo al Ministero e ad Hogwarts l'anno scorso. Ma non voglio allarmarvi. Vi dico solo di fare attenzione. In qualsiasi caso, signor Malfoy, lei segua i Mangiamorte. Non deve far scoprire la sua posizione. Ora, andate, devo avvisare il resto dell'Ordine.."

Fuori dall'ufficio, Hermione abbracciò Draco, che ricambiò debolmente. Aveva strani pensieri per la testa. Ron acompagnò Luna con Harry, Ginny e Neville, così i due rimasero soli.
"Oh Draco.." iniziò lei, ma fu subito interrotta.
"Hermione.. Ti devo parlare."
Si sedettero su un gradino delle scale lì vicino e lui abbassò lo sguardo.
Non poteva. Ma doveva.
"Hermione, quello che sta per succedere.." non trovava le parole. Perchè era così difficile?
La guardò. Lei aveva capito. Lo sapeva. Lo guardava con un misto di gelo e tenerezza.
"Hermione, dobbiamo lasciarci." disse con cautela.
"Perchè?"
No, amore. Non chiedermi perchè. Ho già dovuto ripeterlo a me stesso tante volte..
La fissò. Lei aveva gli occhi velati di lacrime, ma era decisa a non piangere.
"Perchè è rischioso, perchè potrebbero nascere troppi sospetti se continuiamo a stare insieme. Lo capisci, vero?"
"Si Draco, lo capisco" abbassò lo sguardo.
"Adesso mi odierai, ma non posso farci niente. Corriamo troppo rischi e non possiamo permettercelo. Io.."
"Non dire più niente, Draco. Sei stato chiarissimo. Ci vediamo"
Si alzò e si allontanò, senza saltellare come faceva di solito. Senza sorriso. Il sorriso che lui amava tanto si era spento. Ed era stato lui a spegnerlo.
Hermione entrò nella sala comune e vi trovò già i suoi compagni. Ron e Neville erano a letto già. Lei abbracciò Ginny e iniziò a piangere.

Draco camminava per i corridoi. Non voleva tornare nella sala comune. Non voleva incontrare lo sguardo di nessuno. Voleva solo avere una vita normale, e non poteva. Si passò una mano fra i capelli, si guardò nel vetro di una finestra. Era decisamente troppo stanco. Si odiò per quello che aveva appena fatto. Lui la amava davvero, e avrebbe fatto qualsiasi cosa per non vederla soffrire, per evitarle dolore. E sapeva che con lui avrebbe sofferto. Così invece si sarebbe ripresa presto, avrebbe ricominciato. Andò a letto. Dormivano già tutti, doveva essere tardi. Si sedette sul letto, non voleva dormire. Aveva paura di quello che avrebbe sognato. Poi, senza volerlo, si addormentò, pensandola.

La mattina dopo, Draco raggiunse il suo tavolo e si sedette. Quando capì che non avrebbe mangiato si alzò e si diresse verso la porta. Mentre varcava la soglia, Hermione e Ginny entravano. La rossa lo guardava con odio, lei semplicemente non lo guardò. Lui fu tentato di fermarla, c'era una voce in lui che gli diceva di fermarla e baciarla. Ma non lo fece. Continuò a camminare.

Fermami, Draco. Rincorrimi, fa qualsiasi cosa, ma non stare lì impalato a fissarmi.
Hermione prese posto accanto a Ginny, poi andò con Harry a lezione. Incrociò poche volte lo sguardo di Draco.

Perchè mi guardi così, Hermione? Con quegli occhi tristi, pieni di delusione e dolore. Non riesco a pensare, vorrei sparire, so di essere io la causa di quello sguardo. Hermione, vieni qui. Tirami un ceffone. Sputami addosso. Urlami contro tutto quello che vuoi, ma fammi capire che per te conto. Non startene lì, come se non fosse successo niente..

Draco passò tutta l'ora di Incantesimi a guardare la sua compagna di banco che non lo degnava di uno sguardo, come se fosse seduta da sola. Osservò i ciuffi di capelli che lei continuava a togliesi dagli occhi, il naso perfetto, le mani piccole..

Hermione si chiedeva perchè la guardava così. Non era arrabbiata con lui. Non aveva rancore. Lo capiva, ma trovava la situazione ingiusta. Erano cambiati entrambi insieme, avevano scoperto un nuovo mondo.. Ma si erano dimenticati del vecchio di quel mondo dove non sempre è tutto giusto.

L'unica volta che si parlarono, fu lei perchè lei gli aveva chiesto il motivo per cui la fissava a colazione. "PErchè mi sono innamorato del bel faccino di Potty, sai.."
Alla fine della lezione, lei non si voltò neanche a guardarlo. La vide andar via, senza voltarsi. Stava uscendo dalla sua vita? Non sarebbe stata più sua?
Non andartene.. Avrebbe voluto gridare. Ma lasciò che la ragazza uscisse dall'aula senza aspettarlo.
Non è più mia. Non è più la mia piccola Mezzosangue. La mia bellissima Mezzosangue. La mia ragazza. Ex-ragazza, ormai.
E mentre questi pensieri affollavano la mente del ragazzo, prese una decisione. Nessuno, mai, li avrebbe separati. Lei avrebbe avuto per sempre un posto nel suo cuore, sarebbe stata sempre importante per lui. Infondo lei gli aveva insegnato ad amare. Lui che aveva amato e amava ancora solo sua madre in vita sua, prima di incontrare la ragazza, si era innamorato di lei. Lei gli aveva insegnato a sorridere, gli aveva ricordato cosa significasse essere amato e amare.. Nessuna avrebbe mai preso il posto di Hermione.

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Capitolo 15
*** They're comin'! ***


Come sempre ringrazio tutti per i commenti ^^ wow.. 19 preferiti ç_ç me commossa ^_^ spero non sia troppo confuso come capitolo..! bacioni, Serena..



Due giorni dopo, a pranzo.
L'elegante barbagianni di Draco Malfoy arriva al tavolo dei Serpeverde, lasciando un biglietto al suo proprietario.
"Oggi.Ora di cena."
Niente firma. Ma Draco sapeva di chi era.
Finito il pranzo, inseguì la McGranitt che stava uscendo.
"Professoressa!" Le diede il bigliettino. Il volto della professoressa sbiancò, poi si ricompose.
"Ci penso io ad avvisare gli altri, signor Malfoy."
"E quella cosa, porfessoressa?"
"Ci ho già pensato, non è più nel mio ufficio.. Ora può andare a lezione.. Stia attento, d'accordo?"
Draco annuì, poi se ne andò, immaginando che ci fosse Hermione al suo fianco.
Il pomeriggio trascorse veloce. Troppo veloce. Prima di cena, Draco intravide alcuni membi dell'Ordine alle porte di Hogwarts.
Scese a cena e si sedette, nervoso. Gli studenti mangiavano, chi tranquillo, chi nervoso, chi preoccupato per un compito difficile. Solo la Lovegood e i cinque Grifondoro erano come lui, sul filo del rasoio. Incrociò lo sguardo di Hermione. Improvvisamente, Tonks entrò come una furia nel salone. "Stanno arrivando, Minerva!" Urlò.
E panico fu.
Alcuni studenti urlarono, altri rimasero immobili che ancora non capivano.
"Siiiilenziiio!" urlò la McGranitt. Tutti tacquero. "Prefetti, accompagnate gli studenti nei dormitori. Tutti!" aggiunse.
Draco si diresse con la massa di Serpeverde, poi si nascose dietro una colonna e attese.

"Ginny, vai nella sala comune!" urlava Harry.
"Non se non vieni anche tu, Harry!"
"Harry, andiamo" Hermione comparve al suo fianco.
"No Hermione, io voglio combattere!"
"Harry! Non capisci che non sei ancora pronto?"
"Non m'importa.. Io vado.." e sparì.
"Hermione che facciamo?" chiese Ginny quasi piangendo. Hermione le prese il polso senza parlare e la trascinò nella direzione in cui era sparito il ragazzo.

Ron e Luna seguivano Hermione e Ginny di nascosto. I corridoi erano deserti.
"Bene, bene, bene.. Weasley, come stai?"
Si girarono. La voce di Bellatrix Lestrange li incestì come una cascata.

Draco indosso la tunica tanto odiata. Gli calzava a pennello, eppure si sentiva scomodo dentro.
Non è questo il mio destino, pensò. All'improvviso un urlo. Corse nella direzione della voce e trovò sua zia Bellatrix che torturava Luna Lovegood, Ron Weasley che guardava, legato da corde magiche. Incrociò lo sguardo del rosso e si fece avanti.
"Zia Bella" mormorò.
"Draco! Oh ma che piacere! Come mai non sei venuto a casa per Natale? Comunque sia, datti da fare, finisci questi due.. Io vado ad aiutare tuo padre..!"
"Ci puoi giurare" ghignò. "Come siete entrati?"
"Abbiamo usato un nuovo passagio segreto!" e scappò.
Luna, intanto, era per terra e respirava a fatica. Non appena sua zia fu sparita, Draco le si avvicinò.
"Malfoy, non toccarla" disse Ron.
"Weasley, ti sei dimanticato da che parte sto?" con un gesto della bacchetta lo slegò.
"Grazie" mormorò il Grifondoro, poi si avvicinò a Luna.
"Senti, mettetevi in salvo, io vado a vedere che succede giù" si rialzò.
"Noi veniamo con te!"
"Lovegood, andrà tutto a puttane se mi vedono scendere con voi due." e si allontanò in fretta.
Corse. Corse perchè sapeva che lei non era con gli altri Grifondoro nella torre, lei era lì, nascosta dietro una colonna. Corse perchè doveva trovarla, doveva sapere che era al sicuro.
Corse ancora e ancora. Mangiamorte e Auror lottavano, ma lui non li vedeva. Hermione, dove ti sei cacciata..? Fu a quel punto che vide la ragazza. Era per terra. Harry Potter e Ginny Weasley combattevano contro sua zia Bellatrix, mentre suo padre torturava con la maledizione cruciatus Hermione. Sentì il sangue gelarsi nelle vene, non riusciva a muoversi. No, no, no.
"Draco!" si sentì chiamare, si girò.
Avery correva verso di lui. "Stanno chiamando rinforzi, scappiamo!"
Le battaglie cessarono. I Mangiamorte correvano verso il Salone d'Ingresso, per arrivare nel parco e poi ad Hogsmeade. L'Ordine della Fenice alla calcagna.
Draco si girò, per controllarte Hermione. Correva, nonostante le torture subite. Scosse la testa, per dirle di rimanere dov'era, ma lei parve non vederlo.
Draco era arrivato fuori, aspettava il padre per smaterializzarsi. Lucius Malfoy correva verso il cancello, girandosi e lanciando incantesimi ogni tanto. Non si accorse della ragazza che gli saltò alla spalle, per fermarlo.
"Piccola puttanella!" la immobilizzò e corse via.
Fuori dai cancelli, lei riuscì a liberarsi, ma Lucius afferrò lei e il figlio e si smaterializzò.

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Capitolo 16
*** Tutto l'amore che c'è. ***


Draco si sentì sbattere da tutte le parti, poi si accorse di essere sdraiato per terra. Sul pavimento della villa Malfoy. Si guardò intorno. L'aveva vista. Suo padre l'aveva presa. E ora, che le stavano facendo?
Si mise a sedere.
"Draco!" disse sua zia. "Abbiamo un ostaggio! La Mezzosangue! Vieni, vieni.. E' legata di sotto.."
Draco si alzò, cercando di nascondere le emozioni. Seguì Bellatrix, finchè non sentì le urla della ragazza. La donna aprì una porta e Draco trovò Hermione, stesa per terra che si contorceva.
Sua padre aveva la bacchetta alzata. Avrebbe voluto gridare contro il padre di smetterla, ma non uscì alcun suono. "Figlio! Guardala, come si contorce!" Malfoy ride.
Tu, viscido verme schifoso, lasciala stare!
"Stupida ragazzina! Credevi davvero che un Malfoy come mio figlio fosse davvero interessato a te?"
Hermione urlò. Urla ancora, i suoi occhi erano spenti e sofferenti.
"Mezzosangue, sai cosa succederà ora? Ti porterò dall'Oscuro Signore, e deciderà lui la fine migliore per te! A meno che tu non ci dica esattamente dove è nascosta la pietra.. Sappiamo che lo sai!" la voce di Bellatrix suonò come uno schiaffo per la ragazza.
Hermione sputò ai piedi della donna. "Mai! Non lo so, e se lo sapessi, preferirei morire!"
"Molto bene! Lucius, sono tutti di sopra.. Draco, va avanti. Avvisa che stiamo arrivando."
Draco uscì dalla stanza.
Hermione guardò la sua ultima speranza sparire dalla porta e si lasciò trasportare di sopra. Entrò in una stanza piena di uomini incappucciati. Riconobbe Draco, grazie ad un ciuffo di capelli d'argento che gli usciva dalla parte superiore del cappuccio. Lucius la fece cadere, o forse si lasciò cadere lei.
Dei passi. Una voce bassa, rauca.
"Mezzosangue amica di Potter, che piacere." Hermione alzò lo sguardo, per incontrare gli occhi rossi di Voldemort.
"Ho pensato che farti duellare con qualcuno dei miei uomini sarebbe troppo poco divertente. Non dureresti cinque secondi. E io non potrei godermi lo spettacolo. Quindi, ti propongo qualcuno alla tua altezza.. La migliore studentessa di Hogwarts eh? Penso che il miglior studente sia un avversario adeguato. Lucius.. Tuo figlio."
"Ma p-p-padrone.."
"Lucius, mi balbetti ora?"
Draco era immobile. No. No.
"E' che forse Draco non è all'altezza.."
"Sciocchezze. Non mi starai mica dicendo che tuo figlio è una femminuccia?" i suoi occhi rossi e crudeli diventarono due fessure.
"No, mio signore.. Draco, vieni.."
Io non posso ucciderla. Non posso. Uccidimi tu Hermione. Io non voglio vivere se tu muori.
Draco fece qualche passo avantì, il viso nascosto dall'ombra del cappuccio. Si trovò di fronte ad Hermione. Non aveva il coraggio di alzare la bacchetta. I secondi scorrevano lenti. Lei si rimise in piedi. I suoi occhi sono una porta aperta per lui. Gli sta dicendo di ucciderla. Ma come può, lui, farlo? La guardò. E lei lo guardò con tutto l'amore possibili, tutto l'amore di cui era capace. Tutto l'amore che c'era fra loro.
Levò la bacchetta, deciso a mancarla. Lei lo imitò. Parole silenzione, due lampi di luce rossa che mancano volontariamente l'avversario. Expelliarmus.
Draco sentì la testa girargli. Non può, non può.
"Muoviti, Draco!" urlò Voldemort, sempre che quella voce roca potesse urlare.
Draco cadde a terra, il cappuccio gli scivolò dal viso.
Hermione levò ancora la bacchetta. Due lacrime solitarie le rigavano il viso. Due scie umide su quelle guarcie sporche. Deglutì. Fisso gli occhi del ragazzo per la prima volta da quando si trovava alla villa. Singhiozzò.
"Avanti mezzosangue, uccidilo, o lui ucciderà te"
Hermione scosse leggermete la testa, gli occhi ancora pieni li lacrime.
"Mi ucciderete lo stesso, che senso ha per me spezzare una vita?"
"Draco, uccidila, fa presto."
"No". fu la risposta del ragazzo. Due lettere. Una parola. Si voltò. "Non posso farlo." I Mangiamorte ammutolirono.
"Molto bene"
Bellatrix levò la bacchetta e nello stesso istante un boato assordante fece spaventare tutti.
Hermione alzò lo sguardo, mentre cadeva a terra. Il soffitto era crollato. Sentì le urla di Harry.
Gente che lanciava maledizioni, urla. Una figura le si avvicinò strisciando, il mantello sporco di polvere. Alzò il viso, lei intravide gli occhi. Grigi. Gli occhi di Draco. "Stai bene?" le chiese. Lei annuì, si alzò e corse in aiuto di Harry.
"Harry, Hermione, qui!" la voce di Lupin.
Harry prese Hermione, la trascinò dall'uomo, mentre lei gridava il nome di Draco.
"Draco! Draco!"
Una mano fredda afferrò la sua, la strinse forte. Hermione si voltò per incrociare lo sguardo del ragazzo. Harry li strattonò ancora una volta poi afferrò la mano di Lupin.

Grazie a tutte come sempre.. Baci!

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Capitolo 17
*** Ritiro a Grimmauld Place ***


Materializzazione congiunta, la chiamano.
Harry, Hermione e Draco atterrarono sul pavimento della cucina di Grammauld Place, numero 12, accanto a Remus Lupin. Subito dopo arrivanoro anche Tonks, Moody e la McGranitt, sporchi di polvere, seguiti da Ron, Fre, George e Arthur Weasley.
"Harry! Hermione! Ragazzi! Oh grazie al cielo siete vivi!" la signora Weasley piangeva. Aiutò i due ragazzi ad alzarsi, mentre la famiglia Weasley si rimetteva in piedi.
Draco rimase seduto sul pavimento, finchè non vide la mano di Ron davanti al viso.
"Tirati su, Malfoy"
Draco si alzò e subito Tonks lo mise a sedere, medicandogli ferite che lui non ricordava neanche di essersi fatto. Poi gli diede qualcosa da bere e crollò in un sonno profondo.

Draco si guardò intorno. Dov'era? Vedeva solo alberi, muschio e nient'altro intorno a lui. Era in una foresta. Ma non era quella di scuola. Neanche quella dietro casa sua. Non era buio, doveva essere giorno perchè una luce chiara filtrava attraverso gli alti pini che lo circondavano. Si voltò, per esplorare il territorio dietro di sè. Un immensa distesa di acqua si estendeva davanti ai suoi occhi, che arrivava fino ai monti molte miglia più avanti. A riva, la creature più bella che avesse mai visto. Un unicorno, bianco, candido come il latte. Una figura altrettanto pura si avvicinò all'animale, non si accorse neanche di Draco. Aveva un vestito bianco, più bianco dell'animale, se è possibile, che le lasciava scoperta la schiena. I capelli castani erano sciolti e svolazzavano intorno, ma non c'era vento. Era bellissima, bella da far svenire, bella da togliere il fiato. Accarezzò l'unicorno, poi si sedette sulla riva e misa una mano nella distesa nera.
Improvvisamente si voltò e gli occhi di Draco incontrarono quelli di Hermione. Ma non poteva essere lei. Non lì. E poi, dov'era "lì"? Si guardò ancora una volta intorno, poi si sentì risucchiare, come se un vento improvviso lo stesse portando via dalla sua Hermione.

Draco aprì gli occhi. Era steso su un letto, avvolto in lenzuola candide. Si mise a sedere e si passò le dita sugli occhi. Era in una stanza con altri tre letti. Uno vuoto, ma sfatto, segno che qualcuno ci aveva dormito. Negli altri due c'erano Ron, che dormiva ancora, il polso fasciato. Accanto a lui, nell'altro letto, Harry sedeva con le ginocchia al petto, intento a fissare il vuoto. Si voltò a guardarlo e gli fece un breve cenno con il capo. Draco ricordò cosa era successo il giorno prima. Ricordò che era atterrato in quella cucina piena di persone, poi una donna di nome Tonks l'aveva portato in disparte, pulito, disinfettato le sue ferite e gli aveva fatto bere qualcosa per dormire. Si alzò, ando alla finestra. Un debole raggio di sole illuminava i palazzi intorno. Doveva essere a Londra. E aveva decisamente bisogno di una doccia.
"Dove siamo?" chiese ad Harry.
"Londra, Grimmauld Place, numero 12. Era la casa dei Black." rispose Harry, con voce che non lasciava trasparire nessun'emozione.
"E che ci facciamo qui?"
"E' il quartier generale dell'Ordine. Quando Sirius morì, ha lasciato tutto a me.. E io ho dato la disponibilità a lasciarlo come quartier generale."
Draco guardò Harry. Poi chiese se potesse usare il bagno. Harry, che si era già lavato, gli fece strada.

Ginny Weasley si svegliò. Hermione e Luna dormivano ancora, alzò lentamente e andò in bagno. Lo trovò occupato, quindi scese al piano inferiore. Dopodichè, andò nella cucina. Sua madre e Tonks bevevano un caffè.
"Cos'è successo?" chiese.
Sua madre si accorse della sua presenza. "Oh Ginny, tesoro, buongiorno.. Tieni, bevi questo" le versò latte e caffè, mettendole dei toast sul tavolo e indicando una sedia vuota "Adesso che si svegliano tutti ci sarà una riunione.. Fred e George sono alla Tana, hanno detto che avevano da lavorare.. Sai, il negozio.. Neville è di sopra con Harry, sono appena scesi a fare colazione.. Ron dorme.. Anche Hermione e Luna suppongo?"
Ginny annuì.
"E Malfoy?"
"Oh. Quello.. Ha detto Harry che scende tra poco.."
Ginny mangiò in silenzio. Arrivarono Lupin, suo padre e due persone che non conosceva, un uomo eccentrico e una donna anziana.
Quando furono scesi tutti e furono tutti in cucina, arrivarono anche i gemelli.
"Bene," esordì Lupin "Ragazzi, questa è la signora Paciock, la nonna di Neville" e indicò la donna "e questo è il signor Lovegood, padre di Luna" indicò l'uomo. Guardò i ragazzi.
"Ieri siamo stati attaccati. La professoressa McGranitt è riuscita a salvare la pietra di Aryan, noi siamo riusciti a salvare Hermione. Ora tu " e la indicò "puoi spiegarci come sei arrivata alla villa dei Malfoy?" chiese gentilmente.
Hermione raccontò di come Lucius l'avesse afferrata e si fosse smaterializzato, poi insieme a Draco raccontò quello che era successo. Arrivò al momento dell'esplosione e da lì in poi sapevano la storia.
"Ora, la pietra è custodita meglio di prima, ma resta il fatto che abbiamo te da proteggere ora." indicò Draco. "Se Harry acconsente, potresti restare qui."
Harry esitò, poi annuì lentamente. "Sempre se tu vuoi o se non hai un altro posto sicuro dove stare" aggiunse Harry rivolto a Draco.
Draco si strinse nelle spalle. Lupin riprese a parlare. "Harry, penso che anche tu debba restare qua, sei ricercato almeno quanto Draco."
Harry annuì. Poi aggiunse "Possono restare tutti, per me.."
"Beh, questo semplifica le cose.. Hermione, se preferisci tornare dai tu-"
"Non se ne parla.. Resto qui, sempre che ci sia il posto" "Certo che c'è.. Bene, avremmo bisogno di una cuoca.. Molly, pensi che tu e Arthur possiate tornare a stare qui?"
La signora Weasley annuì, poi aggiunse "Anche Ron e Ginny staranno qui, mentre Luna e Neville, voi tornerete a casa, abbiamo messo incantesimi di protezione incredibilmente potenti.." tutti annuirono.
"Fred, George, voi potete decidere se stare qui o tornare alla Tana.." Fred e George si guardarono. Alla fine decisero che sarebbero rimasti lì.
"Bene" guardò Moody. "Noi andiamo adesso. Torneremo spesso per tenervi aggiornati.. Molly, Minerva arriverà nel pomeriggio.."
Il resto dell'Ordine uscì dalla casa,lasciando Harry, Hermione, i Weasley e Draco in cucina.
La signora Weasley iniziò subito a darsi da fare.
"Ragazzi, vedo che vi siete lavati, avete fatto colazione.. Bene, precedentemente io e altri avevamo sistemato la casa, spero non ti dispiaccia Harry caro.. Penso che dividerete le stanza.. Ginny ed Hermione, la stanza che avevate prima vi va bene?"
Le ragazza annuirono.
"La McGranitt arriverà nel pomeriggio con la vostra roba, non proeccupatevi, fare gli esami in estate con lei.. Fred, George, voi due potete usare la camera accanto a quella della ragazze.. Mentre voi tre.." indicò Harry, Draco e Ron "prenderete quella di fronte.. Vado a fare i letti.."
"Molly, io vado a lavoro.. Penso che te la caverai, sì?"
"Certo che sì Arthur!" e sparì per le scale.
La signora Weasley mise tutti all'opera. Hermione e Ginny l'auitarono sistemare le camere, Fred e George pulirono il salotto e la cucina, mentre Harry, Ron e Draco si ritrovarono a pelare le patate per il pranzo. Draco non disse niente, prese il suo coltello e si mise al lavoro.
Pranzarono in silenzio, poi la signora Weasley mandò tutti di sopra. Ron si buttò a dormire, disse di essere stanco. Fred, George, Harry e Ginny iniziarono una partita ad uno strano gioco di babbani.. Scala40, sembrò a Draco.. Salì le scale, andò nella camera che divideva con Potty e Lenticchia.
Il rosso dormiva già.
Draco si sedette sul letto, ripesando agli avvenimenti del giorno prima. Si sentiva svuotato. I Mangiamorte cercavano anche lui ora. Era considerato un traditore. Suo padre lo odiava, probabilmente. Sicuramente anche sua zia. Lui, erede dei Malfoy e dei Black, era diventato un traditore. E non se ne pentiva. Chissa cosa faceva sua madre in quel momento. Poi pian piano, i boccoli biondi di Narcissa Malfoy, lasciarono spazio a quelli castani di Hermione, i freddi occhi grigi si scurirono, diventarono color cioccolata. E Draco si ritrovò a pensare ad Hermione, quando l'aveva vista contorcersi sul pavimento, quando lo aveva guardato piangendo, con i Mangiamorte intorno, quando le si era avvicinato strisciando a terra e le aveva chiesto come stava. Il volto sporco di polvere, graffi sul viso, occhi decisi. Hermione sorridente. Hermione triste. Allegra, delusa, decisa, semplice.
Draco si alzò, uscì dalla stanza e bussò alla porta di fronte. Nessuna risposta. Bussò più forte. Niente. Aprì leggermente la porta. La stanza era vuota. Sentì un rumore, come di un passo, dal piano di sopra, e lentamente salì le scale.







Come sempre ringrazio tutte!! Un bacione enorme! Ho voluto inserire una parte in questo capitolo che non ha niente a che vedere con la storia (penso abbiate capito quale =P) ma mi piaceva, me la sono immaginata mentre studiavo (._.) e mi è piaciuta..!


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Capitolo 18
*** My angel ***


Mi dispiace annunciare che domani ricomincio la scuola. :°°°°°°°°° non so se riuscirò a postare regolarmente.. forse all'inizio sì.. poi non ne ho idea :( cercerò di finire anche l'altro capitolo per stasera.. o al massimo lo finisco domani quando torno a mezzogiorno.. enjoy ^^


Hermione era seduta su un letto in una stanza al terzo piano. Era ancora scossa dalla sera prima. Aveva avuto paura, paura sul serio. Sapeva che Draco non l'avrebbe mai uccisa, ma un altro Mangiamorte sì. E questo l'aveva terrorizzata. Per fortuna erano arrivati gli altri. Si alzò, guardò fuori dalla finestra. Sentì bussare.
"Avanti" disse.
Draco entrò in camera. Lei lo guardò, poi tornò a fissare fuori. Non aveva voglia di sentire quello che doveva dirle. Non aveva voglia di sentire niente.
Draco la guardò. Dio, come era bella, con i capelli legati in una coda alta che le lasciava scoperto il collo, quella maglia leggermente larga che le cadeva dolcemente sul seno e sui fianchi e quei jeans che le scendevano perfettamente sulle lunghe gambe. Fissava fuori, mentre un debole raggio di sole le illuminava il viso. Distolse lo sguardo.

I can see how you are beautiful
Can you feel my eyes on you?
I'm shy and turn my head away

~Shy - Sonata Arctica~

Le si avvicinò.
"Come stai?" chiese in un sussurro.
"Bene" rispose lei, con voce ancora più bassa.
"Sei sicura?"
Hermione annuì.
"Mi dispiace per quello che ti ha fatto mio padre.."
"Non ti preoccupare, non è niente.. Cioè, no, mi ha fatto male, ma tu non devi scusarti, no è colpa tua.."
Scosse la testa.
Draco si poggiò al davanzale. Non sapeva cosa dirle, quella vicinanza lo rendeva nervoso, ma non poteva restare in silenzio.
"Sei bellissima, lo sai?" disse infine.
Lei staccò gli occhi dalla finestra e li posò su di lui.
Adesso anche lui era investito dalla luce del sole, i capelli biondi leggermente spettinati dalla brezza, gli occhi grigi riflettevano il giardino di fronte. Sembrava un angelo.
Non rispose. Non aveva senso rispondere. O sì? Distolse lo sguardo, guardò il tramonto fuori dalla finestra.
"Hermione, senti, mi dispiace, per tutto quello che è successo, per essere un codardo.."
"Non.. Non sei un codardo."
"Sì che lo sono.."
"Se tuo padre ti avesse minacciato a morte ieri sera, mi avresti uccisa?" lo interruppe.
"No, certo che no!"
"E allora non sei un codardo.." abbassò la voce.
Rimasero in silenzio per un po'.
"Sai, non conosco davvero il motivo che mi ha spinto a venire qui, adesso. Forse avevo solo bisogno di parlare, e l'unica a capirmi sei tu.. Oppure è perchè avevo voglia di vederti.."
"Va via Draco."
"Come?"
"Va' via, hai sentito benissimo. Se non hai un motivo per stare in questa stanza, esci ti prego. La tua presenza qui mi innervosisce. Quindi, se non hai un motivo.." aveva la testa bassa.
"Ce l'ho un motivo"
"Sarebbe?"
Draco non rispose. Le tolse un ciuffo di capelli dal viso e glielo portò dietro l'orecchio, poi portò la stessa mano sotto il mento della ragazza e con l'indice le fece alzare il volto.

Non si erano mai baciati così.. Draco la stava baciando con una tenerezza di cui non era minimamente consapevole. Lei si era lasciata togliere i capelli dal viso, l'aveva lasciato fare mentre le alzava il viso e si avvicinava.
Non ci poteva fare niente. Desiderava Draco con tutta se stessa. Improvvisamente Draco smise di baciarla, tirò fori la bacchetta dai jeans e chiuse la porta magicamente.
"Draco io.."
"Shhh.. Non dire niente.. Non c'è n'è bisogno"
"Sì invece.. Mi hai già lasciata una volta, potresti farlo di nuovo.."
"No, non succederà più.. Quando ti ho lasciata ho capito che senza di te non riesco a respirare.. Ho capito che se la svolta più importante della mia vita.. Che comunque vadano le cose, ti starò accanto per sempre.."
"Io ci credevo.. In te.. In noi.." Una lacrima le scivolò lungo la guancia.
Le sorrise, dolcemente, poi le asciugò la lacrima con il pollice. "E credici ancora amore.. Un'altra volta, ti prego.. Riproviamoci.. Ti ho già detto che ti amo più di ogni cosa al mondo?"
Hermione sorrise debolmente. "Anche io.."
Lui le sorrise di nuovo, poi fece per parlare, ma lei gli posò due dita sulle labbra e si avvicinò al suo viso. Fece scivolare via le dita e gli stampò un bacio sulle labbra.
"Dove eravamo rimasti?"
Draco le baciò le labbra, lei gli morse il labbro inferiore con delicatezza.
Le baciò il collo sotto l'orecchio, le morse teneramente il lobo.
La coscienza di Hermione le diceva che era il momento sbagliato, perchè c'era una guerra in corso, poi si ricordo di una conversazione con Harry.

"Ci siamo rimessi insieme. So che magari sbagliamo, che è pericoloso, che siamo in pericolo costante, ma appunto per questo, perchè non goderci questo tempo?"

Si lasciò andare. Ricambiò il bacio con più passione, sempre tenera, le lingue che si cercavano.
"Mi sei mancata, sai?"
Lei non rispose e si lasciò buttare dolcemente verso il letto. Lui si mise a cavalcioni sopra di lei. Il sole stava tramontando, lasciando la stanza nella penombra.
Ripresero a baciarsi, con passione, desiderio. Le loro mani volavano, finchè quelle di Draco non si fermarono sul bottone dei jeans di Hermione. Lei trattenne il respiro e Draco fece salire lentamente la mano, fino a passare sotto l'orlo della maglietta.
Hermione trattenne ancora il respiro mentre la mano fredda di Draco scivolava lenta sulla sua pelle calda. La fece mettere a sedere e le sfilò la maglia dolcemente. Lei fece lo stesso, con mani tremanti, e si ritrovò ad accarezzargli il petto, le spalle, i muscoli ben scolpiti ma non eccessivi, poi lentamente si distese di nuovo. Draco la baciò, poi esitando, riprese ciò che aveva interrotto prima. Hermione aspettava, ora. Una parte di lei voleva lasciarlo fare, un'altra parte le diceva di fermarlo. Decise di vedere fin dove voleva arrivare il ragazzo, e lo baciò, attenta ad ogni suo movimento.
La mano di Draco giocherellò un po' con il bottone dei suoi jeans, poi con delicatezza lo aprì e si fermò, sentendola tesa. Stava quasi per chiederle se voleva che si fermasse, quando lei raggiunse il suo orecchio con le labbra e gli sussurrò "Voglio fare l'amore con te, Draco."
La sua voce era calda e tenera. Non l'aveva mai sentita parlare così. Piano piano le sfilò i jeans, lasciando che lei sfilasse i suoi. Lei lo guardò. Nella penombra, i suoi capelli splendevano, sembrava proprio un angelo.. Il suo angelo. Misterioso. Dolce.
Lasciò che Draco le slacciasse il reggiseno, poi non se ne rese conto e non aveva più le mutandine. Non ce le aveva più neanche lui.
No. Non ce la farò. Oddio, non posso farcela. Poi scacciò quei pensieri, e si lasciò andare mentre lei e Draco diventavano una cosa sola.

"Draco"
La sua voce.
"Ti amo"
"Anche io ti amo, Hermione." Le prese il viso fra le mani. "E sei mia, mia, soltanto mia. La mia mezzosangue perfetta."
Lei sorrise e lo baciò sulle labbra.
"Giurami che te lo ridorderai per sempre"
"Come potrei scordarmene?"
Lei sorrise. Le piaceva quella risposta.

"Vi siete rimessi insieme??"
"Harry, per favore, non urlare!"
"Hermione, ma.. ti aveva lasciata no?"
"Anche tu avevi lasciato Ginny no?"
"Si ma io amo Ginny!"
"E anche io lo amo, Harry. E non m'importa se porta il nome di un uomo che vorremmo tutti uccidere."
"Fa' come credi Hermione.."
"Sì. Farò come credo."



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Capitolo 19
*** Alla Stramberga Strillante ***


Beh, ce l'ho fatta ^^ non vedo l'ora di andare a scuola.. no, non sono pazza xD ricomincia il casinooo *-* xDD bacioni ^^



I giorni trascorrevano lenti. Occupati ad aiutare la signora Weasley metà del tempo, stesi in giardino il resto della giornata. Lupin si era trasferito nuovamente a Grimmauld Place, con immensa gioia di Harry.
Hermione e Draco erano spensierati, tranquilli. Ron si era lasciato con Luna, diceva di essersi scocciato. Quando lo aveva detto agli altri, Hermione e Ginny lo avevono guardato incredule, poi gli avevano detto che era un idiota; Fred e George si erano meravigliati che Ron avesse avuto una ragazza per così tanto tempo. George aveva deto ad Harry, in disparte, che si meravigliava anche solo che ne avesse avuta una ed Harry aveva dovuto trattenere le risate. Anche i rapporti fra Draco e i Weasley andavano migliorando. Avevano capito che non era come suo padre, ma totalmente diverso e adesso a tavola non regnava più il silenzio glaciale delle prime volte.
Una sera, seduti nella veranda, Draco aveva tirato fuori una lettera.
"Mi è arrivata questa, prima.. Non l'ho ancora aperta.."
"Aprila, amore.."
Draco era riluttante. Poi seguì il consiglio della ragazza e aprì le lettera. Era scritta con una grafia piccola e chiara.
"Caro Draco,
non sai quanto sono preoccupata per te! Da quando sei sparito con l'Ordine qui regna il caos.. Ci sono dei Mangiamorte che tendono a credere che tu sia stato rapito.. Mentre l'Oscuro Signore.. Lui sa, che sei andato di tua volontà.. Dice che ti ha sentito, mentre dicevic he non volevi uccidere la ragazza, ti ha visto avvicinarti a lei.. Ma Draco, dove sei finito? Ti cercano tutti, ma non riescono a trovarti.. Ho pensato che magari poteva farti piacere sapere che.. Che io.. Sono orgogliosa di te! Decisamente orgogliosa.. Sei riuscito a sfuggire al tuo destino, quello segnato da tuo padre.. Non è da tutti.. Sto scappando anche io, sai.. Mi sono messa in contatto con una vecchia amica di scuola, potrebbe ospitarmi lei.. Sono stanca, tesoro.. Qui ogni giorno è tutto più difficile.. Vorrei tanto rivederti, sapere se sei vivo..
Fammi sapere al più presto se possiamo incontrarci..
Con affetto,
tua madre
Narcissa Black"
Draco guardò Hermione. Non riusciva a crederci. Non era possibile..
"Incontrala!"
"Potrebbe essere una trappola"
"Ma.. è.. hai ragione.." scosse la testa.
Draco fissò il foglio. Sua madre lo avrebbe mai attirato in una trappola così? Rilesse attentamente. Non c'era nessun dubbio, quella lettera era stata scritta da lei, la grafia chiara e ordinata.. Era sua. E sua madre lo amava. Ma.. C'era un ma. Era rischioso uscire dalla casa, là erano al sicuro. Eppure avrebbe rischiato tutto pur di vederla..
"Vieni con me"
Prese Hermione per mano, entrarono in casa e salirono le scale. Draco aprì la porta della stanza sua e dei ragazzi. Harry e Ron si voltarono al loro ingresso. Erano intenti a giocare a scacchi.
"Pott-- Harry. Ho bisogno del tuo aiuto."
"Che cosa c'è?"
"Ho.. Ho bisogno di uscire. E di un posto sicuro dove poter incontrare una persona."
"Chi?" chiese Ron dubbioso.
"Mia madre, We-- Ron."
Harry e Ron si guardarono, poi guardarono Hermione, che li guardò a sua volta, rassicurandoli con lo sguardo.
"E' importante."
"Po.. Potresti incontrarvi.. Che ne so, ai Tre Manici di Scopa.. Ma è affollato.. Anche alla Testa di Porco, ma anche là c'è comunque gente.." iniziò a dire Ron.
"La Stramberga Strillante" sussurrò Hermione.
"Dove?"
"La Stramberga Strillante. Harry, è disegnata sulla Mappa?"
Harry annuì, ma non capiva dove volesse arrivare.
"Potremmo andare tutti insieme. Se non sbaglio, da qualche parte ci deve essere un vecchio mantello dell'Invisibilità, potremmo prenderlo e andare.. Ginny e i gemelli potrebbero coprirci.. E con la mappa, sapremmo se è sola davvero.. In caso contrario, ci smaterializziamo.."
"Io non ho ancora passato l'esame Hermione.." Draco era titubante.
"Ma Harry e Ron sì, tu puoi venire con me!"
"Si può fare" disse Harry. Anche lui non ce la faceva più a stare in casa.
"Se non sbaglio, la settimana prossima mamma e papà tornano alla tana per un po'.. Sapete, Fleur e Bill si sono sposati l'estate scorsa e Fleur aspetta un bambino.. Mamma vuole starle vicina, sta per partorire.."
"Perfetto Ron!"
"Grazie.." sussurrò Draco.
"Non ti preoccupare.." Harry lo guardò.
"Beh, io credo che andrò a letto.. Buonanotte ragazzi!"
Hermione li salutò, poi sparì nel corridoio.
Draco fissò i due ragazzi, poi si cambiò e scivolò nel letto.

Il giorno dopo, Draco mandò una lettera alla madre, in cui le spiegava che la settimana seguente sarebbe potuto uscire, le forniva il luogo e l'ora, ma l'avrebbe aggiornata sul giorno.
Quando il gufo fu uscito dalla finestra, si voltò, appoggiò i gomiti al davanzale e sospirò.
Era nella stanza di Hermione e Ginny. Le due sistemavano un po' in giro, vestiti, libri..
Qualcuno bussò.
Era Fred.
"Noi stiamo andando ad allenarci a Quidditch.. Vuoi venire Malfer-- Draco?"
Lo guardò. Annuì, poi andò a prendere la scopa. Li raggiunse anche Ginny, e per una volta Draco non giocò per vincere, o per dimostrare di essere migliore di Harry. Giocò per divertirsi. E non gli dispiacque affatto.

Passarono due giorni, quando un giorno a pranzo, la signora Weasley annunciò che la mattina dopo sarebbero andati via. Lupin era fuori per l'Ordine, sarebbero rimasti soli una decina di giorni.
"NO mamma, non ti distruggiamo niente. Si, metteremo in ordine. Cucineremo, non moriremo di fame, non ci uccideremo e resteremo in casa. Mamma, ormai anche Ginny ha 17 anni!" i ragazzi Weasley rassicuravano la madre, ripetendo di non essere dei bambini.
La mattina dopo lei partì. Draco era estremamente nervoso. I gemelli e Ginny avrebbero preferito andare anche loro, ma poi Hermione li aveva convinti a restare.
Verso le sette, Hermione andò in camera dei ragazzi. In mano il vecchio matello di cui aveva parlato.
Draco si aggrapò a lei, sotto il mantello. Harry coprì lui e Ron con il suo, e si smaterializzarono.
Erano per le vie di Hogsmeade. Non c'era nessuno, così Hermione e Draco andarono a sbattere contro Harry e Ron, dicendo loro di seguirli. Arrivarono alla Stramberga Strillante ed entrarono, sfilandosi i mantelli.
Era apparentemente vuota, le pareti spoglie. Nessun rumore, nessun profumo. Salirono le scale, fino a trovare una porta leggermente aperta da cui filtrava una luce. Harry controllò la mappa e diedi il via libera.
Draco si fece avanti e aprì leggermente la porta.
La stanza era piccola e spoglia. C'era solo un tavolino in un angolo e una candela accesa sopra. Su uno sgabello, sedeva una figura incappucciata.
All'entrata di Draco, la figura si alzò, la lunga veste nera le ricadeva addosso coprendo le forme perfette. Esistò, poi lentamente si abbassò il cappuccio, rivelando una massa di capelli biondi ondulati, arruffati dal cappuccio,che le scendevano sulle spalle elegantemente, e due profondi occhi azzurri, intensi come il cielo.
"Draco.." mormorò e corse ad abbracciare il figlio.
Lo stomaco di Harry si contorse. Per la prima volta in vita sua, provava invidia per Draco Malfoy. Nonostante i Weasley fossero come una famiglia per lui, sapeva benissimo che la mamma di Ron non era sua madre. Lui non era mai stato abbracciato così, nessuna lo aveva sterro così, prendendogli il viso fra le mani e baciandolo sulla fronte. Nessuna donna lo aveva mai amato così. Anzi, no. Una c'era stata, ma lui non poteva ricordarlo.
Si avvicinarono.
Narcissa si staccò dal figlio, controllò che stesse bene. Poi partì con le domande.
Quando si accorse che non erano soli nella stanza, fu quasi imbarazzata. Parlarono per così tanto tempo, che Draco perse il conto di quante cose si erano detti.
Narcissa fu lieta di conoscere Hermione, la guardava con dolcezza.
"Oh, Draco.. Ho scordato di dirti una cosa. Tempo fa tuo padre creò una cassetta per te alla Gringott.. Questa è la chiave.." Draco la fissò sbalordito. Aveva rubato la chiave. L'aveva fatto per lui. "E ti ho portato anche questo.."
Un album di foto, tutte di Draco. Draco sul prato, Draco a cavallo, Draco e Narcissa.
Ringraziò debolmente la madre. Quell'album era l'unica cosa che gli importava della villa.

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Capitolo 20
*** Nuova vita ***


Sono tornata! E con due capitoli, non uno! xD Beh, questo capitolo può risultare un po' "noioso" ma non potevo correre avanti di tanto tempo senza dire dire niente no? hope u like it!


Il giorno dopo, Draco si svegliò e provò a muoversi nel letto, ma non ci riuscì. Hermione dormiva rannicchiata al suo fianco. Lentamente scese dal letto senza svegliarla e si guardò intorno. Harry dormiva con Ginny, il lettodi Ron era intatto. Ma che era successo? Cercò di ricordare gli avvenimenti della sera prima. Erano tornati dopo aver incontrato sua madre e avevano trovato i gemelli e Ginny ad aspettarli in cucina. Harry, Ron e Draco erano entrati nella loro stanza, seguiti da Hermione e Ginny. Hermione si era seduta sul letto del biondo, mentre Harry e Ginny parlavano, Draco si cambiava e Ron cercava di calmare il suo gufo. Leo. Gli avrebbero spiegato poi cos voleva dire. Leo. Mha.
Dopodichè, Draco si era voltato e aveva visto Hermione addormentata. Si era steso accanto a lei, mentre Harry e Ginny ridevano e parlottavano sotto voce abbracciati nel letto. Ricordava anche che Ron aveva borbottato "Vado a dormire di là".
Draco scese in cucina, ripensando all'incontro con sua madre. Era appena iniziato luglio. Era lì da quanto..? Un mesetto? Più o meno. Ma già non ne poteva più. Ormai era grande, sapeva badare a se stesso. Avrebbe cercato un appartamento, un giorno o l'altro. Se ne sarebbe andato, avrebbe studiato per diventare Auror e poi.. Beh, poi ci avrebbe pensato. La porta si aprì.
Lupin entrò nella cucina, salutandolo. "Ciao Draco"
"'Giorno.."
"Tutto bene qui?"
Draco annuì.
"Bene. Fleur ha partorito.. Presto tornerà con Bill e il figlio (l'hanno chiamato Thomas) a casa sua, quindi a giorni Arthur e Molly saranno qui.. Senti. Mi ha chiesto Alastor di chiederti una cosa. Dove si nasconde Voldemort?"
"Io.. Non lo so. Vaga, sta un po' nella villa di mio padre, un po' da altri seguaci.. Altre volte sparisce.."
"Va bene, non preoccuparti.. Hai deciso cosa farai adesso? Studierai, cercherai lavoro..?"
Ma gli leggeva nel pensiero?
"Io.. Pensavo di fare il corso per Auror.. Poi.. Ho la chiave della mia camera blindata alla Gringott, quindi potrei prendere un appartamento.. E poi non so.."
"Mmh. Magari potresti convivere con Harry.. Anche lui aveva gli stessi progetti, l'anno scorso."
"Harry? Non resta qui?"
"No.. Non vuole.." Lupin alzò le spalle. "Beh, comunque sia, è ora che si alzino tutti.. Pensi di poter preparare il caffè?"
"Sicuro.."
Si mise ai fornelli e preparò il caffè. Il resto dei ragazzi scese pian piano, poco per volta.
Fecero colazione, poi chiesero a Lupin se c'erano novità. Dopo aver ripulito la cucina, Draco andò a parlare con Harry.
"Potter" lo chiamò dalla soglia della loro stanza. Il moro era intento a dar da mangiare alla sua civetta.
"Malfoy, mi ricordo come mi chiamo"
"Già"
"Che c'è?"
"Lupin dice che te ne vuoi andare da qui"
"E' vero.. perchè?"
"Anche io.. Mi ha consigliato di cercare un appartamento con te.."
"Stava scherzando"
"No, era serio.. Giuro!"
Harry ridacchiò. "Non sa che potremmo ucciderci a vicenda?"
"Ehi, che fate?" arrivò Hermione.
Harry e Draco si guardarono, ridendo silenziosamente.
"Niente Hermione.. Io e Draco pensavamo di andare a vivere insieme!"
"Ma sarebbe meravigioso!"
"Scherzavamo, amore" ribatte subito Draco.
Hermione rimase delusa. "Ma perchè scusate.. Volete andarvene?"
"Vuoi passare tutta la tua vita qui dentro?"
"N-no.."
"Io, comunque, cercherò casa.." disse Draco.
"Anche io"
"Se ve ne andate voi, posso andarmene anche io!" sbuffò Hermione.
I due ragazzi la guardavano.
"Forse.. Forse potremmo provare.. A convivere tutti insieme.. Dico, Ginny ha un altro anno di scuola, ma noi tre e Ron no.." iniziò Hermione.
"Ne ho già parlato con Ron.. Avevamo deciso di prenderlo insieme già da un po'.." la interruppe Harry.
"Ah"
Harry annuì. "Ginny ha chiesto se volevo stare da loro.. Ma io non voglio pesare a nessuno.."
"Idem" confermò Hermione.
"E io nemmeno."
"Beh, ragazzi.. Credo che un appartamentino per noi quattro si più che sufficente!" esclamò Hermione allegra.
Li aveva fregati.
Al suo ritorno, la signora Weasley non fu molto entusiasta della decisione dei tre ragazzi, ma "non sono vostra madre, decidete voi.. Siete sempre i benvenuti ovviamente."
Ron, Harry Hermione e Draco avevano iniziato a girare e infine avevano trovato una bella casa, piccola, su due piani. Al piano di sotto la cucina e una sala da pranzo molto piccola con un bagno. Al piano di sopra quattro camere da letto e un bagno. Perfetta.
Dopo un mesetto si trasferirono. Hermione si prese il bagno di sopra, mentre quallo di giù andò ai maschi.
"E se un giorno Ginny decidesse di venire a vivere con noi?" chiese Ron un giorno a pranzo.
"Può stare in camera mia" propose Hermione.
"Te lo sogni, sta in camera mia" ribattè Harry con un sorrisino malizioso.
"Starà in camera di Hermione." disse Ron secco, poi lui ed Harry scoppiarono a ridere.
Si erano iscritti tutti e quattro al corso per Auror, ma per frequentarlo erano costretti a prendere la pozione polisucco per non farsi riconoscere. Hermione come sempre, era la migliore di tutti. Sembrava che andasse tutto bene, sia fra Hermione e Draco, che con gli altri. Beh, certo, ogni tanto Draco aveva le sue discussioni con Harry e Ron, ma poi passava tutto. Tutti i ragazzi criticavano spesso la cucina di Hermione, ma si rassegnavano a mangiare quando la ragazza incrociava le braccia al petto, si sedeva e mettendo il broncio diceva "Cucinate voi allora!". E comunque, non cucinava poi così male, dovevano ammetterlo.
Harry faceva la spola fra la loro casa e la Tana per andare a trovare Ginny ma quando lei partì per Hogwarts passò molto più tempo in casa.
Arrivò Natale, furono invitati alla Tana. La mattina di Natale, Draco baciò Hermione e le infilò al dito una fedina d'argento. Lei gli aveva regalato un maglione di un bel verde smeraldo. Il pranzo trascorse senza impicci e in men che non si dica, tornarono a casa loro. Era quasi un anno che Hermione e Draco stavano insieme, e lui non se ne era scordato. Poco prima che riprendessero le lezioni, Draco chiese a Harry un favore. Così, la sera del sei gennaio, Ron disse che il giorno dopo sua madre lo voleva per forza a pranzo il giorno dopo, mentre Harry finse di dover andare dai suoi zii a prendersi delle cose.
La mattina dopo, Hermione aprì gli occhi. Sapeva benissimo che giorno era. Guardò l'orologio, e decise che potevano permettersi di perdere un po' di tempo. Uscì silenziosamente dalla stanza, e aprì la porta di quella di Draco. Il biondo dormiva profondamente, i capelli scompigliati, il respiro regolare, sembrava un bimbo. Si sedette sul letto accanto a lui e iniziò ad accarezzargli i capelli lisci. Lui si rigirò nel letto, poi aprì gli occhi. "Buongiorno amore" lei gli baciò la fronte, mentre lui si stiracchiava sotto le coperte. Lei si alzò e aprì leggermente la tenda, lasciando entrare un debole raggio di sole nella stanza.
"'Giorno" riuscì a dire Draco, ancora nel mondo dei sogni.
"Sveglia dormiglione". Lei saltò sul letto ridendo, mettendosi a cavalcioni sopra di lui e chinandosi a baciarlo. "Sai che giorno è oggi?"
"Certo che lo so, scemina" le sistemò una ciocca di capelli ribelle. "Credi che potrei dimenticarmene?"
Si sorrisero, lui l'attrasse a sè e la baciò. Ad un certo punto si staccò e propose di non andare a lezione, quel giorno.
Lei gli riservò un'occhiata severa che voleva intendere "Draco-Malfoy-non-ti-azzardare-mai-più-a-proporre-una-cosa-del-genere-a-me" poi si alzò e andò a preparare la colazione.
Finite le lezioni, Ron ed Harry si smaterializzarono non molto lontano, in un fastfood. Ron era piuttosto scocciato da quell'idea, ma soprattutto per il fatto che Harry avesse acconsentito. Stare tutto il giorno fuori di casa! pansò, ma non diede voce ai suoi pensieri, li accantonò e si lasciò andare alla risate con il suo migliore amico.
Draco portò Hermione a casa, poi pranzarono, sorridendosi di tanto intanto. Quando Hermione si alzò, Draco fece sparire tutto con un gesto della bacchetta, poi la prese in braccio a la portò al piano di sopra, nella sua stanza da letto. Lei si lasciò cadere sul letto, rotolandosi. Draco era entrato poche volte in quella stanza, di solito era sempre lei ad andare da lui, quando la cercava lui invece, la trovava sempre sul divano a leggere. Era ordinata e pulita, le lenzuola azzurre e le tende bianche, centinaia di foto alle pareti.
Draco lasciò perdere le foto, puntando la sua attenzione sulla ragazza. Le stampò un bacio sulle labbra, poi le sfilò la maglietta e lei fece lo stesso. Fecero l'amore, bisognosi l'uno dell'altra, poi restarono nel letto, a coccolarsi, a guardarsi, a capirsi con uno sguardo.

Passarono i mesi. Draco aveva superato l'esame di materializzazione, Hermione aveva insistito per comprare una tv, visto che "abitavano in città e arrivava la corrente elettrica". Ron e Draco rimasero scandalizzati quando Hermione fece vedere loro a cosa serviva.
"Miseriaccia! E posso vedere quello che voglio?" chiese Ron.
"Beh, di quello che trasmettono.." Harry era divertito.
"Trascosa?"
"Trasmettono, Draco.. Vuol dire che.. Come te lo spiego.. Di quello che c'è.."
"Oh"
Restava il problema che Draco cercava di accenderlo.. a voce. Si sedeva sul divano e ordinava "Funziona". Poi si alzava esasperato, imprecando sottovoce che era quel "dannatoaggeggioinutile" che non funzionava.
Nel frattempo, Voldemort sembrava essere scomparso. Non era scomparsa nessuna persona innocente, i membri dell'Ordine erano tutti vivi e i Mangiamorte non davano segno di esistenza.
Senza che i ragazzi se ne accorgessero era arrivato giugno, Ginny prese i M.A.G.O. e andò a vivere con loro, dividendo al camera e il bagno con Hermione.
I giorni trascorrevano, non troppo in fretta, non troppo lenti, ma l'aria della tempesta si avvicinava ogni giorno di più. E intanto non arrivava. I mesi scorrevano, ma tutto restava così. Tutto bene, tutto perfetto, tutto calmo. I ragazzi erano Auror ora, lavoravano per il Ministero. Ginny era diventata una Guaritrice, Ron si era rimesso con Luna, che scriveva per il Cavillo. Avevano anche deciso che quella casa era piccola, per sei persone. Ron e Luna volevano stare insieme, come Harry e Ginny ed Hermione e Draco. Così la lasciarono, presero villette separate.
Hermione e Draco dormivano in una sola stanza ora, in un letto matrimoniale, dividevano lo stesso armadio, lo stesso bagno. Avevano diviso la vita, se si può dire, e non se ne pentivano. Beh, Hermione era arrivata a passare una notte intera da Harry e Ginny per una litigata furiosa, ma tutto si era risolto.
Voldemort riprese ad attaccare, ma l'Ordine non perse nessuno per fortuna. Ormai i ragazzi erano cresciuti, avevano quasi 20 anni, eppure in cuor suo Harry aveva paura di non avere "tutta una vita davanti". Sapeva benissimo che se non fosse riuscito a sconfiggere Voldemort, sarebbe stato sconfitto.

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Capitolo 21
*** Ti devo dire una cosa. ***


Hermione era seduta davanti alla finestra, sfogliando un album di foto che raccontava gli ultimi undici anni della sua vita. Lei, oramai ventiduenne, guardava quelle foto, alcune rovinate, altre ancora come nuove. Lei, Harry e Ron nella sala comune di Grifondoro al primo anno, sul treno del primo ritorno a casa, sul prato, lei ed Harry subito dopo la sua prima partita di Quidditch, lei e Ginny quando lei era stata messa a Grifondoro, lei, Harry e Ron nella neve, lei e Ginny al Ballo del Ceppo.. Per poi arrivare alle foto scattate durante le riunioni dell'ES, con Luna, Seamus, Dean.. Al sesto anno ne aveva scattate pochissime.. Poi arrivavano quelle del settimo, l'anno che le aveva cambiato la vita.. L'anno in cui aveva conosciuto Draco e si era innamorata di lui.. E lo era ancora.. E stavano ancora insieme.. Lei e Draco sul prato, il lago nero al tramonto.. Poi una serie di foto a Grimmauld Place, nella loro vecchia casa, la prima che avevano diviso lei, Draco, Harry e Ron..
Le foto dell'unica vacanza che aveva fatto con Draco, Ron, Luna, Harry e Ginny.. Quelle due settimane favolose in Sardegna, un'isola dell'Italia, spensierati, giovani, felici.. Pagine su pagine di foto sulla spiaggia, lei e Draco abbracciati al sole, lei seduta sul telo con quel costume bianco che faceva risaltare l'abbronzatura dorata, lei e Ginny sedute sull'amaca che ridevano, lei e Ron vicini, finalmente buoni amici, lei e Luna sedute su un tronco, dopo aver superato i disagi del suo ultimo anno ad Hogwarts.. E ancora, sfogliò le pagine.. Lei e Draco vestiti da sera, lui l'abbracciava da dietro, sotto le stelle.. I loro occhi erano troppo belli, i loro capelli si mischiavano perfetti.. Quella foto era appesa anche sopra il suo comodino.. Lei in piscina sulle spalle di Draco, lei che abbraccia Harry da dietro, il suo migliore amico, il fratello che aveva sempre voluto.. Felici, abbronzati, sorridenti.. Lei e Ginny sedute sul bordo della piscina, i capelli al vento, gli occhi felici.. Lei e Draco che si baciavano davanti ad uno scoglio, un tramonto, Harry che portava Ginny sulle spalle..
Le foto del matrimonio di Harry e Ginny.. Erano entrambi molto giovani, ma avevano deciso di sposarsi, perchè come dicevano loro, non si sa mai quanto tempo abbiamo ancora.. Hermione e Draco convivevano, ma non ne avevano mai parlato.. Guardò meglio le foto.. Ginny stava benissimo quel giorno, l'abito semplice, bianco e senza pizzetti. Anche Harry stava bene, per non dire benissimo.. Draco era divino, secondo lei, ma questo era un altro discorso.. Guardò la foto in cui lei sorrideva, seduta su una panchina con Thomas, il figlio di Fleur e Bill.. Aveva quattro anni, ed era un amore.. I capelli rossi rossi come il padre, bello come la madre.. I gemelli, vestiti uguali ancora una volta.. Ron e Luna, lei con un vestito blu che si intonava con gli occhi.. Hermione e Draco al tavolo, Hermione e Ginny, Hermione e Draco con gli sposi.. La signora Weasley aveva pianto parecchio quel giorno..
Hermione sospirò. Chiuse l'album e si alzò. Doveva dire una cosa a Draco, e con urgenza. Ma lui era a lavoro. Lei era rimasta a casa perchè era il suo turno libero, mentre lui era andato via solo da un paio d'ore. Calcolò che mancavano circa tre-quattro ore perchè tornasse. Scese le scale e si sedette sul divano con un libro, ma non riuscì a concentrarsi. Doveva assolutamente parlargli! Ammazzò il tempo, leggendo, scrivendo a Ginny, preparando la cena.

Draco si smaterializzò davanti a casa sua. Dove c'era la sua ragazza dentro. Cazzo. Ma lo poteva fare veramente? Ne avrebbe avuto il coraggio? Si passò una mano fra i capelli. Doveva. Si preparò il discorso mentalmente, poi aprì la porta di casa.

"Amore ci sei?"
Hermione era sul letto a leggere quando si sentì chiamare.
E' arrivato!
Scese da letto e lo trovò fuori dalla porta della camera da letto.
Lo baciò, poi lo fissò negli occhi.
"Dobbiamo parlare" dissero insieme.

Oddio.. E se volesse lasciarmi? Io resterei.. Non voglio neanche pensarci.. Io.. Sto per dirgli che.. Per l'amore del cielo, Hermione calmati! si disse lei.

Si sedettero sul letto.

Mi vuole parlare? Lei? E se.. E se si fosse stancati di me? E se volesse lasciarmi..? Io sto per chiederle.. Cazzo, sei un Malfoy. Calmati.

"Prima tu" dissero insieme, di nuovo.
Lui scosse la testa. "Parla. Non è niente di importante a me.."
Hermione sosprirò, si morse la lingua.
"Draco io.. Non so come dirtelo.. E'.."
Si è innamorata di un altro! Lo sapevo, lo sapevo! Draco si passò le mani sul viso.
"Io.. Dracosonoincinta"
"Che cosa???!"
Hermione deglutì. "Sono incinta."
"No, aspetta. Tu che cosa?"
"Hai capito benissimo!"
Draco si alzò. Stava per diventare papà.
"Da quanto tempo?"
"Ecco.. So che avrei dovuto dirtelo mooolto tempo fa.. 3 mesi."
Draco la guardò.
"Amore.. E'.. Meraviglioso!"
Lei sorrise, timida.
"Avrò un figlio!"
"Ehm.. "
"Cosa vuoi dire? E' femmina?"
Scosse la testa.
"E' un maschio allora?"
Scosse di nuovo la testa.
"Ho capito, non lo sai ancora.."
"Draco. Ascoltami. Lo so. E.. Beh, non è colpa nostra penso.. Sono due."
"Due??!" No. Non ci poteva credere.
"Due." confermò.
"Due.." disse Draco sottovoce. "Due.." annuì di nuovo lei.
"Oddio!" si coprì il volto con le mani.
Le tremò il labbro. Poi lui si alzò, la buttò sul letto e l'abbracciò forte. "Amore, è stupendo!"
"S-Sei contento?"
"Certo! Due piccoli Malfoy.. Ehi, ma non mi hai detto se sono due maschi, due femmine.."
"Un maschio e una femmina.."
"Hermione.. E' meraviglioso!"
La baciò a lungo, stesi sul letto.
"Draco, cosa dovevi dirmi tu?"
Se ne era quasi dimenticato. "Oh.." si mise a sedere sul letto. Infilò una mano in tasca.
Porgendole il pacchetto, le chise se volesse sposarlo. "Scherzi? Oddio si!!" lei si buttò al collo di lui, quasi in lacrime. Era il giorno più bello della sua vita. Ma ancora per poco.




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Capitolo 22
*** La battaglia finale ***


Ho appena finito di scriverlo.. La mia ff si avvicina al termine.. Sigh :°°
Beh, non voglio anticipare niente.. Solo che è necessario. Spero di poter aggiornare presto.. bacioni.. recensite però :((


"Scherzi? Oddio si!!" Hermione gli si buttò al collo, quasi in lacrime. Continuava a ripete "sì, amore!"
Lui le accarezzò dolcemente i capelli, poi le fece alzare il viso. Hermione sorrideva come non l'aveva mai vista sorridere, ed era successo tante volte.
"Oddio, Draco ma ti immagini? Considerando che abbiamo due camere da letto oltre la nostra possiamo darne una ciascuno.. Però bisogna arredarle.. E dobbiamo pensare ai nostri vestiti! In smoking al matrimonio di Harry stavi da Dio! Io penso che uno nero vada bene.. Per me, non so.. Oddio, oddio, oddio!"
"Ehi, calmati" le disse, ma non era calmo neanche lui. Gli tremavano le mani per il nervoso.
"Draco! I testimoni! Penso che Ginny sarà entusiasta! Per te.. Harry potrebbe farlo, non trovi?"
"Hermione, non è domani, calmati! E poi, non voglio Harry.. Te l'ho detto, da quando Blaise è diventato Auror e ha mandato a quel paese suo padre ci siamo.. Come dire.. Siamo tornati i vecchi amici di un tempo.. E speravo che potesse farmi lui, da testimone.."
"Oh.. oh sì, sì!" parve delusa all'inizio, poi le tornò il sorriso, e continuò a fantasticare.
"E poi, Draco.. I padrini peri i bambini possono farli Harry e Ron.. Chissà se Thomas ci può portare le fedi! E le damigelle.. Oh, chi possono farle? Non ha qualche proprocugina..?"
"No, amore.. Ma le troveremo.."
"No, no trovato! Una mia cugina ha una bambina di sei o sette anni.. Sarò perfetta!!"
"E' Babbana?" chiese allarmato.
"Fa differenza?" si mise le mani sui fianchi.
"No" si rilassò e le sorrise.
"Ah pensavo.. Si, comunque.."
Si baciarono, in ginocchio sul loro letto. Lei parve calmarsi.
"Vieni" Draco la prese per mano, scivolando giù dal letto e trascinandola lungo le scale. Entrò nel loro salotto e si avvicinò allo stereo che gli aveva comprato Hermione. Lui le aveva raccontato che in casa dei suoi, aveva un giradischi (i maghi non usavano i cd, ma i dischi) ed era appassionato di musica. In effetti, come lei aveva scoperto negli ultimi mesi, Draco ascoltava qualsiasi tipo di musica, e gli piaceva ascoltarla mentre mangiavano, mentre lei leggeva e lui le accarezzava i capelli, mentre facevano l'amore, sempre.
Poi cambiò idea, le cinse la vita e inizò a canticchiarle un motivo nell'orecchio, muovendosi dolcemente, come se stessero danzando.

And I will love you, baby - Always
And I'll be there forever and a day - Always
I'll be there till the stars don't shine
Till the heavens burst and
The words don't rhyme
And I know when I die, you'll be on my mind
And I'll love you - Always


Hermione lo abbracciò più forte, gli affondò il viso fra la spalla e il collo, poi gli sorrise. Sarebbe restata tutta la sera fra le sue braccia, mentre lui continuava a cantarle nell'orecchio, e la mattina dopo, e per sempre..
Ridendo si buttarono sul divano, lui le accarezzò la pancia, le baciò il collo. Poi qualcuno bussò alla porta con violenza.
Draco balzò in piedi, e andò ad aprire.
"Chi è?"
"Draco, sono Harry!". La voce era quasi un sussurro, aveva il fiatone.
Draco aprì di scatto, e si trovò davanti Harry Potter, con Ginny in braccio. Lei aveva la testa poggiata sulla spalla di Harry e le braccia abbandonate.
Draco si fece da parte, li fece entrare e richiuse la porta. "Harry! Che è successo?" chiese Hermione arrivando dal salotto. "Ginny!" si portò le mani alla bocca "Harry, mettila qui, cosa è successo?"
Harry prese aria e parlò. "E' stata schiantata, sono stati loro. Sono tornati. Hermione, sono tornati!"
"Harry, calmati." gli porse un bicchiera d'acqua, mentre Draco rianimava Ginny. Era molto pallida, Draco la mise a sedere sul divano, mentre Harry finiva di raccontare. "Era appena rientrata.. Stavamo per cenare.. Hanno praticamente sfondato la porta.. Hanno schiantato Ginny, hanno provato anche con me, ma ho usato lo Scudo.. Ho preso Ginny sono uscito velocemente dalla porta sul retro e mi sono smaterializzato.. Da solo non potevo farcela.." si prese la testa fra le mani.
"Harry hai fatto la cosa migliore a venire qui." disse Hermione, scambiando un'occhiata con Draco. "Adesso io porto di sopra Ginny, tu manda un Patronus a Lupin.. Ok?"
Harry annuì, ancora sconvolto.
Hermione portò Ginny di su, la fece sfogare.
"Hermione, ma ti rendi conto? Ci sono piombati fra capo e piedi, così, all'improvviso.. E poi.. Hermione, Harry non l'ha detto.. Non so se l'ha notato.. Ma erano strani.. Ho provato a fare un Sortilegio Scudo, ma l'ha mandato in frantumi!"
"Cosa?"
"Si, ti giuro! E tu conosci i miei scudi, non sono mica piccoli e fragili!"
Hermione si catapultò giù dalle scale, con Ginny che si trascinava dietro di lei.
"Harry! Hanno infranto lo scudo di Ginny?"
"Te l'ha detto lei?"
Draco spostava lo sguardo da Harry a Hermione e Ginny. Poi ricominciava.
Harry sospirò di nuovo. "Bellatrix ha lanciato lo schiantesimo contro lo scudo di Ginny e l'ha infranto. Sono molto più potenti ora.." Draco battè un pugno sul tavolo. Solo venti minuti prima andava tutto bene..
Una forma argentata a forma di lupo arrivò nel salotto. La voce di Lupin rimbombò.
"Harry, so dell'attacco. Tu e gli altri venite immediatamente alla Tana.. Hanno attaccato anche lì"
"La tana!" strillò Ginny, e corse fuori dalla porta per smaterializzarsi.
"Ginny sei troppo debole..!" Harry le corse dietro.
"Ce la faccio" disse lei un attimo prima di sparire.
Hermione fece per seguirli, ma Draco la bloccò. "Resta qui." non era un obbligo. "Per favore."
"Draco, non posso restare qui.."
"Hermione, per favore.. Te lo chiedo per favore.. Resta qui, non venire.."
"Non se ne parla.. Io vengo." Gli occhi erano decisi. E lei era testarda e orgogliosa, non sarebbe mai rimasta lì.
"Hermione.." La voce di Draco era quasi un sussurro, era una peghiera, la stava supplicando di restare lì.
"Draco, ascolta. Io non resterò mai, mai, qui, mentre voi combattete.. Lo capisci? Tu resteresti?"
"Io non aspetto due bambini!"
"Ma Draco.. Non voglio che un giorno sentiranno dire che sono una codarda.. Sono un auror, membro dell'Ordine. E verrò"
Draco sapeva che non sarebbe servito a niente legarla, proteggere la casa in modo che non posse smaterializzarsi o altro, perchè lei avrebbe sciolto ogni incantesimo. Le prese la mano e partirono.

***************************

Alla Tana era tutto sotto sopra. Ogni Mangiamorte combatteva con due auror.. E non aveva difficoltà. Era vero, erano più forti. Più abili.
"Guardate.. La Mezzosangue e il traditore..!" urlò la voce familiare di Bellatrix.
Hermione e Draco iniziarono a combattere. Arrivarono Neville, Luna e Ron.
Continuarono a combattere, poi un urlo straziante rimbombò nel giardino della Tana.
Harry Potter stringeva fra le braccia il corpo di una donna dai capelli rossi, esile, il viso pieno di lentiggini, gli occhi azzurri privi di vita.
Le lacrime rigavano il viso di Harry, calde, umide, amare. Harry piangeva, come aveva pianto per Sirius, per Silente. Anzi, ancora di più. Chinò il viso, lasciò che le lacrime cadessero su quello di Ginny, che restava lì, ferma, immobile. Sembrava addormentata, gli occhi chiusi, le labbra leggermente aperte, la testa di lato.
Hermione si avvicinò ai due, piangendo anche lei, seguita da Luna. Quando la signora Weasley si accorse di ciò che stava succedendo, urlò, pianse, strappò Ginny dalla braccia di Harry e la cullò, come se fosse ancora una bambina, la sua bambina, e stesse solo dormendo.
Ron era immobile, piangeva in silenzio, aggrappato alla spalla di Draco, fissavano il corpo senza dire niente, Fred e George lo stesso. Il signor Weasley fissava la figlia, immobile, incredulo. La sua unica figlia, la più piccola, la più coccolata, se ne era andata.. Fleur passò un braccio intorno alla vita di Bill e pianse sulla sua spalla. Tutti erano fermi, persino i Mangiamorte non attaccavano.
Harry continuava a stare lì, così Hermione gli si avvicinò e lo fece alzare, trattenendolo a fatica. Sentirono la risata di Bellatrix Lestrange.
"Oh, piccino Potty.. Ti ho ucciso l'amichetta? Coooome mi dispiaceeeee.. Le volevi bene, no? Come volevi bene a mio cugino vero?" continuò a ridere, e non si accorse del lampo verde che partì dalla bacchetta di Harry e la raggiunse, stendendola a terra, per sempre.
Hermione guardò Harry, gli occhi verdi ancora arrossati, con una nuova luce, carichi di odio, disprezzo. Harry adesso avrebbe potuto uccidere, senza pensarci due volte, e l'aveva appena fatto. "Puttana.. Non azzardarti mai più.. Non provarci nemmeno.." ma Bellatrix non poteva sentirlo.
Harry respirava a fatica, la bacchetta alzata verso i Mangiamorte. Improvvisamente, una folata di vento gelido fece rabbrividire tutti, mentre una figura si materializzava al centro del campo. Lord Voldemort scendeva ad affrontare il suo nemico.
"Bene, bene.. Potter.. Mi hai ucciso Bellatrix, eh? Ti credi forte vero? Ma averla uccisa non riporterà indietro la tua Weasley, lo sai? Lo sai?" urlò.
Harry, non rispose.
"Oh, ma tu l'amavi.. Certo, certo.. L'amore eh? Bene, ti dico una cosa. L'amore non esiste! E' una stupidaggine inventata dalla gente debole come te, non si può amare!"
"Non è vero!" urlò Harry a pieni polmoni.
"Sì che è vero!"
"No, Riddle. Tu non puoi amare. Io sì. Loro" e indicò i suoi amici e il resto dei membri dell'Ordine "sì. Solo tu, bastardo, non puoi.."
Voldemort rise. "Stupido sciocco! L'amore non esiste, non puoi provarlo.. E' una bugia, Potter! Avanti, dimostrami che esiste!"
Harry, senza esitare, guardò il corpo di Ginny, poi gli occhi rossi di Voldemort, e urlò, per la seconda volta in pochi minuti, le parole dell'anatema che uccide.
"Scudo!" urlò Voldemort.
"Pensi di poter vincere contro di me? Lo pensi davvero? Combattiamo, allora!"
"Expelliarmus!" gridò Harry.
"Avada Keda--" ma non fu abbastanza svelto, la bacchetta gli volò di mano e caddè a terra.
Harry si fece più vicino, poi con le lacrime agli occhi, pensando al sorriso di Ginny, ci provò ancora. Questa volta Voldemort non creò lo scudo e fu investito in pieno petto dall'incantesimo, mentre Harry cadeva a terra in ginocchio, piangendo.
Tutti trattennero il fiato, poi Neville sussurrò "E' finita.." mentre Ron correva da Harry e si inginocchiava accanto a lui.
Alla luce della luna, Hermione potè vedere le larime bagnare il viso di Ron e si strinse a Draco, mentre lui le baciava la testa. Bill prese il corpo della sorella ed entrò in casa, mentre Charlie sorreggeva la signora Weasley e Frad entrava in silenzio con i padre. George battè una mano sulla spalla di Neville, e passò un braccio sulle spalle di Luna.
I Mangiamorte scapparono, tutti. Tranne uno. Ancora incappucciato, si avvicinò al gruppo.
"Il signore oscuro potrà anche essere caduto.. Ma io devo ancora regolare due conti con te." Calò il cappuccio. Lucius Malfoy ghignava, il volto pallido, i lunghi capelli biondi lisci sulle spalle.
Il viso di Draco si oscurò. Prese la bacchetta, pronto a qualsiasi evenienza.
"Non si saluta più, eh figliolo?"
"Non-chiamarmi-figliolo" disse a denti stretti. "Tu.. Tu non sei mio padre."
"Ah no? Caspita, devo essermene dimenticato.. E allora chi sei tu?" ringhiò.
"Qualsiasi persona, basta che non sono come te" rispose Draco, alzando il viso per incontrare i fredi occhi dell'uomo.
Hermione gli si avvicinò, fece per prendergli la mano. Voleva dirgli di lasciar stare, ma lui la scacciò.
"Sta indietro Hermione. E' una faccenda fra me e lui"
"Giusto, Draco." poi levò la bacchetta e la puntò in un punto impreciso fra Hermione e Draco. "Avada Kedavra!"
Draco abbracciò Hermione, poi la luce li investì e caddero a terra, uno morto, l'altro sotto il peso del corpo della persona amata.

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Capitolo 23
*** E adesso cosa ci resta, se ricordare non basta? ***


Che stupida che sono xD dovrei studiare, e sto qui a postare la ff xD vabbè..
:°°°°°°





Luna si portò le mani alla bocca, trattenendo il respiro, e corse verso i due, abbracciati per terra. Lucius Malfoy la spiense via con un gesto della bacchetta e lei caddè a terra. Neville, preso da una rabbia ceca, levò la bacchetta e anche il corpo di Lucius Malfoy cadde a terra senza vita. Luna si rialzò e raggiunse i due, li scosse leggermente. Non potevano essere morti tutti e due, non potevano..
Vide gli occhi di Hermione aprirsi.

Prima di cadere a terra, Hermione udì la voce di Draco sussurrarle che l'amava, le riuscì a dire "Anche io", poi vide un lampo verde e cadde a terra, sotto il corpo di Draco.
No, no, no.
Aprì gli occhi e iniziò a piangere. Poco più in là, vede il corpo di Lucius Malfoy steso a terra. Somigliava così tanto a Draco. Ma erano completamente diversi. Incontrò lo sguardo di Luna, che spostò il corpo di Draco e la strinse forte. Non era giusto. Non era giusto, niente lo era. Si staccò dall'amica, e si chinò sul corpo di Draco. Lo scosse leggermente. "Draco.. Draco.. Dobbiamo andare a casa.. Draco" disse con voce rotta dal pianto.
Battè un pugno per terra, mentre le lacrime continuavano a bagnarle le guancie. Iniziò a piovere, ma lei restò lì, accovacciata accanto a Draco, tenendogli la mano, stringendola più forte che poteva. Lui non poteva abbandonarla. Non ora. Non per colpa di quello stronzo. Non poteva. E invece l'aveva lasciate, per sempre. Non avrebbe mai più rivisto il suo sorriso, solo in quelle foto sull'album o attaccate al muro. Non avrebbe più assaggiato il sapore delle sue labbra, avrebbe avuto solo un ricordo del calore del suo corpo, che adesso giaceva lì, fermo immobile.

"Draco, noi due staremo insieme per sempre?" aveva chiesto Hermione, seduta su un telo da mare, mentre il sole tramontava e lui le si sedeva accanto.
"Certo amore mio"
"Promesso?"
"Promesso.".
L'aveva baciata. E Luna, dispettosa, aveva scattato loro una foto, che adesso era in quell'album, insieme a tutte le altre. Ma lui non aveva mantenuto la promessa.

Era seduta sul un letto a Grimmauld Place. Dopo la battaglia si erano smaterializzati tutti la, dove c'era abbastanza spazio per tutti, che avevano riempito la casa in poco più di due minuti. Il vuoto dentro di lei, invece, restava senza fine.
Era il letto dove lei e Draco avevano fatto l'amore per la prima volta. Tutta la felicità di solo qualche ora prima era sparita. Diede un pugno alla tastiera del letto e si fece male. Lo rifece, con più forza. Un bel livido stava già comparendo sul bordo esterno della mano. Non le importava. Non le importava più niente. Aveva appena perso Ginny e Draco, più niente contava. Strinse i pugni fino a conficcarsi le unghie nei palmi, finchè uscì il sangue. Si sedette a terra, la spalla poggiata al letto e guardò la finestra. Dove lui le era sembrato un angelo. Bussarono, ma lei fece finta di niente. Voleva stare sola.
La porta si aprì. Qualcuno si avvicinò, le mise una mano sulla spalla. "Hermione.."
Hermione si girò. "Ron.."
Lui si sedette vicino a lei. Aveva gli occhi rossi di pianto.
Le prese la mano e rimasero lì, ognuno con i propri pensieri, con lo stesso dolore, poi lui la fece alzare e notò la mano.
"Cosa ti sei fatta?" chiese alzandole il palmo su cui le lacrime di sangue scintillavano nelle penombra.
"Io.. Niente.."
"Herm.." disse Ron dolcemente. L'abbracciò e lei si lasciò andare a quell'abbraccio, si lasciò andare e pianse sulla sua spalla fino a quando non ebbe più lacrime, e Ron pianse con lei.
"Grazie Ron.."
"Figurati.. Scendi dai.."
"No, davvero, non me la sento.. Harry dov'è?"
"E' chiuso in una stanza, esattamente come te.. Solo che è chiuso, ha bloccato la porta.." alzò le spalle. "Hermione, per qualsiasi cosa.. Io sono qui ok? Io ci sono. E penso che Luna sarebbe d'accordo se per un po' venissi a stare da noi.."
"No, Ron.. Non voglio dare fastidio a nessuno.." "Fastidio? Ma scherzi?"
"No, Ron, davvero, grazie.. Ma starò bene. Magari per un po' no, ma starò bene."
"Sei sicura?"
Lei annuì, poi le si velarono gli occhi di lacrime.
"Ron, io.." fece un respiro profondo "Ron, lo sa solo Draco.. Lo sapeva.." le scese una lacrima lungo la guancia "io.. sto aspettando due bambini."
Ron rimase a bocca aperta.
"Davvero?"
Lei annuì.
"Sono sicuro che Luna saprà starti vicino.. Tu non farti problemi a chiedere, per qualsiasi cosa ok?.. Vado a vedere come sta mamma.. Sai.." e sparì.
Hermione rimase sola per un po'. Aveva ancora bisogno di tempo, di sfogarsi. E di lui. Aveva dannatamente bisogno di lui, ma non poteva averlo. Si buttò sul letto. Non gli avrebbe mai più stretto la mano, nè baciato il collo, non si sarebbero più sorrisi, soltanto il cielo invernale avrebbe avuto il colore dei suoi occhi, soltanto in quelle foto loro si sarebbero abbracciati ancora, si sarebbero baciati di nuovo, sarebbero stati insieme. Nessuno le avrebbe più detto che l'amava. Nessuno avrebbe più ascoltato quei cd con la stessa passione e avrebbe cantato le sue canzoni preferite come se le avesse scritte lui. Nessuno avrebbe avuto la sua voce, che lei non avrebbe sentito mai più. Non ci sarebbe stato mai più un altro ragazzo con cui vivere la prima volta.. Nessuno che le cantava dolcemente in un orecchio, cullandola. Nessuno che imprecava contro la tv facendola ridere, nessuno che la buttava sul letto con la stessa luce negli occhi.. Hermione strinse con forza un cuscino al petto, distrutta da quei pensieri, mentre una della canzoni preferite di Draco le faceva capolino nella mente.

And I'd give up forever to touch you
'Cause I know that you feel me somehow
You're the closest to heaven that I'll ever be
And I don't want to go home right now


No, non voleva andare a casa. Quella casa era piena di ricordi per lei, e non poteva sopportarlo. Non poteva sopportare di non vederlo mai più, non toccarlo mai più. Non poteva accettare che lui se ne era andato.

And all I can taste is this moment
And all I can breathe is your life
'Cause sooner or later it's over
I just don't want to miss you tonight

E se ne era andato sotto i suoi occhi. La vita era scivolata via dal suo corpo mentre ancora si stringevano, per non separarsi, per proteggersi a vicenda.

And I don't want the world to see me
'Cause I don't think that they'd understand
When everything's made to be broken
I just want you to know who I am

Voleva stare da sola. Sola, in quella stanza, dove nessuno poteva vederla, perchè lei lo sapeva, nessuno l'avrebbe capita. Sì, i Weasley avevano perso Ginny.. Ma Ginny per loro non era l'unica. Non era l'unico senso della vita. Solo per Harry. Già, solo Harry forse poteva capirla. Era tutto dannatamente ingiusto.

And you can't fight the tears that ain't coming
Or the moment of truth in your lies
When everything feels like the movies
And you bleed just to know you're alive

Le lacrime le scorrevano sul viso da ore, ma non poteva fermarle. Era dura ammetterlo, ma la vita non è un film. Non finisce sempre tutto bene, vero Hermione?

Qualcuno entrò.
"Hermione, sono Tonks. Posso stare o devo andare via?" "Resta" disse Hermione, la faccia sprofondata nel cuscino. La donna si sedette sul letto, le mise una mano sulla spalla.
"Hermione, ascolta. Io non posso sapere come ti senti, lo so. Ma posso immaginare, e so che non è facile. Magari oggi puoi restare chiusa qui. Domani. Anche dopodomani, se hai bisogno. Ma poi devi rialzarti. Hai 22 anni, non puoi fermarti. Il mondo va avanti, non aspetta quelli che si fermano. Devi continuare a sperare, a credere, devi vivere.. C'è tanta gente che soffre al mondo, eppure continua.."
"Tonks, ma io.."
"Niente ma. Se ti fermi, è finita. Se non ti scuoti adesso, se non ricominci ora, non ricominci più. Se ti lasci andare, sei persa per sempre. Lo capisci?"
Hermione annuì.
"Volevo parlare anche con Harry, ma è chiuso lì dentro.." sospirò. "Draco non lo conoscevo bene.. Ma mi dispiace comunque.. Era un bravo ragazzo.. Ginny.. Beh, la conosco da anni ormai.. Era come una sorellina per me.. E anche tu lo sei.. Per questo non posso permetterti di lasciarti andare.."
"Grazie Tonks"
"Figurati.. Oh e se hai fame, ho preparato qualcosa.." la donna si alzò e uscì dalla camera.
Non aveva fame. Ma uscì comunque dalla stanza.
Incontrò la signora Weasley, che l'abbracciò forte e si mise a piangere. Avevano vinto, sì.. Ma avevano anche perso. Avevano perso troppo.
Quando la signora Weasley sciolse l'abbraccio, Hermione le chiese di indicarle la stanza in cui stava rinchiuso Harry. Bussò e non ottenendo risposta, disse "Harry, sono io, Hermione."
Sentì il rumore di una serratura aperta, spinse verso il basso la maniglia e la porta si aprì.
Harry era seduto sulla scrivania, le gambe al petto.
La guardò, lei si avvicinò a lui e gli accarezzo il viso. Le guarcie erano umide, gli occhi rossi.
"Harry.." disse dolcemente. Non voleva piangere ancora. Ma guardare Harry era come guardarsi allo specchio. E quando una lacrima le scivolò sulla guancia, Harry balzò giù dal tavolo e l'abbracciò, forte, quasi le fece male. Per un attimo rimasero lì, come se non fosse successo niente, come se Draco e Ginny fossero nella stanza accanto, come se l'ultimo giorno non fosse mai esistito. Poi la realtà ripiombò sulle spalle dei due e lei ricambiò la stretta, cercando di non piangere. Hermione sciolse l'abbraccio e si avviò verso la porta.
"Harry, io. Scusa, non sarei dovuta venire.. Me ne vado"
"No"
Hermione di voltò a guardarlo. Aveva dannatamente bisogno di lui ora. Era il suo migliore amico, ed era nella sua stessa situazione.
Si sedette sulla scrivania, lui fece lo stesso e le passò un braccio intorno alle spalle.
Si strinsero, restarono così, finchè Hermione non decise di tornare a casa sua.
"Sei sicura?"
Kei fece segno di sì con testa, poi uscì dalla stanza, salutò chi si trovò davanti e sparì.
Entrò in casa, in silenzio, ripensando a quando tornava a casa dal lavoro e Draco aveva il giorno libero.. E le faceva trovare la cena, la musica a basso volume.. Si buttò sul divano. Immediatamente, Lupin si smaterializzò da lei. "Remus!"
"Hermione, torna a Grimmauld Place"
"No.. Sono grande, so badare a me stessa.."
"Ma sei sconvolta.."
"So-cosa-faccio!"
"Va bene.. Senti.. Non molto tempo tempo fa.. Draco mi ha dato questa.. Da darti se gli fosse sucesso qualcosa.. Speravo di non dovertela dare.. Ci vediamo domani.."
E sparì.
Hermione si girò fra le mani la busta, indecisa se aprirla o meno.
La curiosità ebbe la meglio. Guardò la data. Era solo di quattro giorni prima.

Hermione,
non è facile trovare parole per questa lettera, che so già sarà la più difficile della mia vita. Se stai leggendo questa lettere vuol dire che.. Beh, se la stai leggendo, sappi che avrei voluto che non accadesse mai. Buffo vero? Sono qui, in carne ed ossa, a scrivere una cosa che leggerai SE dovesse succedermi qualcosa.. Vorrei essere lì, accanto a te, a stringerti.. Ora e per sempre.. Eppure non posso.. Strana la vita a volte.. Per anni ci siamo insultati, e adesso non posso fare a meno di te, Hermione.. Sei la cosa più bella che mi sia capitata.. Davvero, non potrei chiedere di più.. E mi fa male scriverti questa lettera, perchè so che se la leggerai, io non ci sarò più; ma devi sapere che se è successo, doveva succedere. E' triste dirlo, ma tu devi continuare, anche senza di me. T'innamorerai di nuovo, sarai di nuovo felice, spero. Ma continua. Continua, amore mio. Va' avanti, finchè puoi. Se ti riesce più facile, odiami. Per non aver mantenuto la promessa di starti accanto per sempre. Per essermene andato. Ma ti prego, non dimenticarmi. Non dimenticare quel che abbiamo vissuto. Ricordo ogni attimo della nostra storia, dal primo all'ultimo, quelli belli, quelli brutti, i baci e le litigate, la notti passate abbracciati e quelle passate come due semplici conoscenti. Sai, prima di conoscere te, non avevo mai amato nessuna.. Prima di conoscere te, nessuna mi aveva fatto perdere la testa così.. E poi, sei arrivata tu, quando avevo bisogno di aiuto.. Quando ero solo, sei entrata nella vita, piano, lentamente, come una semplice amica.. E poi hai riempito quello spazio immensamente vuoto nel mio cuore.. Dio, Herm.. Spero tanto che tu non debba mai e poi mai leggere queste parole.. Adesso sono a casa, mentre tu dormi. E' notte, e non riesco a dormire, tormentato dal pensiero di non avere tempo. Sono giorni che vorrei chiederti di sposarmi, sai?


Gli occhi di Hermione si riempirono di lacrime, poi tornò a leggere.

E ogni volta che ti guardo negli occhi, ho paura che tu posso dirmi no. Che tu mi dica che è presto, o che non ti senti pronta. Oppure ho paura di non riuscire a dirtelo, di non avere abbastanza coraggio.. Ti ho già detto che ti amo? A volte provo a immaginarci fra vent'anni. Io e te, seduti sul divano.. I nostri figli adolescenti che preparano il baule per Hogwarts..
Ci pensi mai, a come sarebbe stata la nostra via che se le nostre strade non si fossero incrociate? Amore, stai per svegliarti. E' meglio se finisco qui. Adesso ti preparo un caffè.. E tu non saprai mai niente di questa lettera.. Addio, amore mio. Odiami, detestami, fai quel che vuoi, ma non scordarti mai quanto ti ho amata, quanto ti amo ancora e quanto amore c'è stato fra di noi.
Tuo per sempre, Draco.

Hermione rilesse la lettera mille e più volte, ricominciando a piangere, a disperarsi.
Aprì un mobile, vi trovo il Whisky Incendiario di Draco. Solo un sorso. Lei era stanxa, ma troppo agitata per dormire. Forse quel sorso l'avrebbe aiutata. Si sedette sul divano, senza bicchiere, e bevve alla bottiglia.
Sorso dopo sorso, scolò la prima metà del Whisky. La testa le girava, non riusciva a mettere a fuoco ciò che le stava intorno. Non aveva mai bevuto molto, a dir la verità. Ma se l'alcool la faceva andare fuori di testa, perchè il dolore non passava? Continuò a bere, sperando di riuscire a dormire. Imrpovvisamente sentì le palpebre pesanti. Poggiò la bottiglia ormai vuota a terra e si accasciò sul divano.
La sua ultima preghiera prima di crollare nel sonno, fu di tornare insieme a Draco.





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Capitolo 24
*** Perchè è tutto così difficile? ***


allora, prima di tutto, grazie a coloro che hanno commentato.
grazie a gypsy_rose90, anche io adoro iris. e mi dispiace di avervi reso tristi.
grazie a SlytherinGirl; non è finita. non ci sarano più colpi di scena, ma c'è l'epilogo.
grazie a Lady_Malfoy_4ever, che ha commentato non dico tutti ma quasi i capitoli, e che faremo disintossicare, visto che si droga xD grazie soprattutto perchè adoro i tuoi commenti..
grazie a sfigatalcubo, che è sempre stata presente ^^
e grazie a kami.. anche io ho perso una persona troppo importante, e so che è difficile andare avanti.. indipendentemente dall'età.. un bacione..






Harry Potter uscì da Grimmauld Place. Era no le tre del mattino, ma non aveva voglia di tornare a casa. Aveva bisogno di una persona accanto, e sapeva che questa persona aveva bisogno di lui ora.
Si smaterializzò davanti alla porta di casa sua. Non poteva materializzarsi dentro, perchè lei aveva messo incantesimi di protezione molto avanzati. Bussò, senza ottenere risposta. Girò, andò neul giardino sul retro. Sapeva che Hermione teneva sempre una chiava della porta sul retro sotto un vaso molto pesante.
"Wingardium Leviosa" sussurrò. Il vaso si alzò lasciando intravedere una piccola chiave.
Harry infilò la chiave nella serratura e scoprì che non era chiusa.
Spinse leggermente la porta ed entrò nella cucina vuota. Avanzò senza far rumore, arrivando nel salotto, apparentemente vuoto. Poi qualcosa catturò la sua attenzione. Una bottiglia di vetro rotolava sul pavimento, davanti al divano di cui lui vedeva solo la spalliera. Si avvicinò e trovò il corpo di Hermione steso per terra, il volto umido di lacrime. Si chinò a sentirle il polso. Batteva, non aveva tenta di fare cazzate. Le passò una mano sotto le ginocchia e un'altra sotto un braccio e la alzò da terra. La poggiò lentamente sul divano. Hermione puzzava di alcool in una maniera tremenda; Harry agitò la bacchetta, pulendo la stanza e facendo sparire quell'odore nauseante.
Poi si sedette sul pavimento vicino al divano, guardando Hermione, capendo il suo dolore, capendo quanto infondo fossero simili, legati dentro. Avevano appena perso entrambi la persona più importante. Si erano sentiti tutti immortali, e non lo erano. La guardò, dormiva agitata, si girava, si voltava, non stava ferma due minuti. le prese una mano e la strinse. Lei, senza capire forse, ricambiò la stretta, e quasi si calmò. Poi anche Harry, poggiando la testa sul bordo del divano, scivolò un un dormiveglia tormentato.

Quando le prime luci del mattino entrarono nel salotto, Harry aprì gli occhi.
Cercò di ricordarsi che ci faceva, lì, la testa sul divano, il corpo per terra, nel salotto di Hermione, con lei addormentata sul divano, la mano che stringeva disperatamente la sua. La verità gli ripiobò sulle spalle, si alzò e andò a sciaquarsi la faccia. Andò nella cucina e preparò il caffè; misse due tazzine su un vassoio e lo poggiò sul tavolo davanti al divano. Hermione cominciò a voltarsi, a stirare i muscoli e mormorò qualcosa tipo "Draco ma è presto" e soffocò uno sbadiglio. Aprì gli occhi e si trovò di fronte un giovane uomo moro, non biondo. Gli occhi verdi, non grigi. Si coprì il volto con le mani e si mise a sedere.
"Harry, che ci fai qui?"
Lui le raccontò che era andato a cercarla, perchè l'idea di essere solo gli faceva male, troppo male, e le spiegò che l'aveva trovata ubriaca, a terra.
Hermione scuoteva la testa di tanto in tanto.
"Oggi pomeriggio.. ci sono.. I funerali.. " esordì Harry.
"Ah.. Ok.." disse Hermione con voce senza espressione.
"Harry.. Perchè è tutto così difficile?"
"Non ne ho idea, Herm.. Io vado.. Ci vediamo.."
"Sì, Harry.. Ci vediamo.."

Draco Lucius Malfoy
5 giugno 1980 - 26 Ottobre 2002

Hermione fissò ancora una volta la lapide fredda, la foto di Draco che le sorrideva, incastrata nel marmo bianco.
Guardò ancora la foto. Draco sorrideva, era il giorno in cui avevano dato l'esame per diventare Auror. Indossava la divisa nera, la A stampata sul petto, i capelli biondi facevano a cazzotti con il mantello scuro. Era bellissimo, come il sole. Si erano sentiti perfetti insieme, e lo erano.
"Addio amore.." riuscì a dire Hermione fra i singhiozzi, poi la mano di Luna la prese delicatemente e la portò via di lì.

Hermione passò i giorni successivi fra la Tana e casa di Ron e Luna, Harry sempre con lei. Cercava di non pensare a Draco, di riempire il vuoto enorme che lui aveva lasciato dentro di lei.
Non c'è niente da fare, quando ci manca qualcosa dobbiamo riempire quel vuoto. Anche se quando ci manca l'amore non c'è veramente nulla che basti..
Una sera, disse ad Harry di essere incinta. Di due bambini.
Lui la strinse forte, le promise che sarebbe andato tutto bene.

Fu difficile tornare in ufficio e vedere il suo armadietto vuoto, gli impiegati che lo pulivano cme se avesse semplicemente lasciato il lavoro, come se fosse ancora lì. E invece se ne era andato per sempre. Era difficile accettarlo, e quando Hermione lo ebbe fatto, la consapevolezza non fece che accrescere la sua angoscia.
Aveva sentito spesso l'espressione "cuore spezzato", ma fino ad allora l'aveva sempre considerata una descrizione astratta, non un vero sintomo fisico. Ora però avvertiva un profondo dolore nel petto, come se avesse un muscolo dolente, e ciascun battito del cuore le faceva male.
Il suo unico conforto erano Harry, Ron e Luna. In quei giorni, non l'avevano mai abbandonata per più di qualche minuto, e lei alla fine avveva accettato l'invito, e adesso dormiva nella stanza degli ospiti a casa di Ron e Luna. Pian piano, Hermione ricominciò a ridere, gli occhi ripresero vita. Ritornò a casa sua, e questa volta non finì ubriaca sul divano. Lentamente, poco per volta, raccolse le forze e guardò avanti. Aspettava due bambini, andò da un dottore, si fece seguire.
Avrebbe cresciuto i suoi bambini, insegnando loro cosa è giusto e cosa no, li avrebbe salvati da quel mondo infamme. Aveva trovato un nuovo scopo nella vita, aveva ritrovato un senso alle sue giornate, anche se il vuoto lasciato da Draco, non l'avrebbe colmato più nessuno.




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Capitolo 25
*** Lettere mai spedite. ***


ed è finiiiiiiitaaaa :°°°°° è l'ultimo capitolo. l'epilogo. finita, stop. chiusa. mi mancherà scriverla, sapete? ne ho già altre in mente, ma questa è la prima ff scritta da me a cui mi appassiona davvero tanto. ne ho già pubblicata una, sempre d/hr.. poi ne ho un mente una bella d/pansy *-* e una harry/ginny, per la maggior parte già scritta, di tre o quattro chap.. beh, per ora intanto, vi lascio questa.. mamma che brrrruuutttooooo l'ultimo capitolo che pubblicoooo :cry: ok, basta. spero vi piaccia, lo spero proprio.
alla fine del capitolo, metto i ringraziamenti, se vi interessano.. ^^




Hermione fece ancora qualche passo nella sabbia umida e fredda, a piedi nudi. Erano passati sei anni e più da quella notte. Era un fresco pomeriggio di aprile, una domenica come tutte le altre fin quando, verso le 11 di mattina, Harry Potter non era passato da lei, con un sorriso smagliante, una giacca sportiva di jeans e uno zaino in spalla.
"Hermione, prendi i ragazzi.. Andiamo a fare un picnic sulla spiaggia.. Daiiiii"
"Harry, ma scherzi? Ho già preparato il pranzo, Lesley e Joseph dormono.."
"Svegliali no? Lo mangiate a cena.. "
Hermione lo aveva guardato, appoggiata alla porta, poi l'aveva fatto entrare.
Viveva ancora in quella casa, non era riuscita a cambiarla, ad andarsene. C'erano troppi ricordi. Tristi, ma facevano parte di lei. Non poteva dimenticare.
Erano andati sulla costa, con Ron e Luna, che stava per partorire. Joseph e Lesley Malfoy volevano andare a fare una passeggiata, così Harry ed Hermione li seguivano, piùù lenti, mentre loro correvano sul bagnasciuga. Ron e Luna erano rimasti dove avevano lasciato la roba, perchè Luna non se la sentiva di camminare. Hermione si strinse nel mantello. Il cielo si stava annuvolando e iniziava a fare freddo.
"Lesley! Mettiti il maglione, come Joseph!" urlò Harry per farsi sentire dalla bambina. "Hai freddo?" aggiunse, vedendo Hermione rabbrividire.
"No, no.."
"Tieni.." le mise il suo mantello addosso.
"Harry, e tu?"
"Io sto benissimo" allargò le braccia, a mostrare un maglione di lana.
Si sorrisero. In quegli anni erano diventati come fratello e sorella. Passavano la maggior parte della giornata insieme, al lavoro, e poi spesso Harry cenava da loro. Joseph era entusiasta di avere "lo zio Harry" sempre a casa, mentre Lesley un po' meno. Sosteneva che se la cavavano benissimo da soli, non avevano bisogno di nessuno.
"Grazie, Harry"
"Figurati.."
Continuarono a camminare, mentre il vento scompigliava i capelli di Harry e mandava i ciuffi sfuggiti alla coda sul viso di Hermione.
Hermione lanciò un'occhiata ai bambini. Erano estremamente diversi, seppur gemelli. Lei aveva i capelli ricci e biondi, con due stupendi occhi color cioccolata. Lui aveva i capelli lisci, castani e gli piaceva portarli a spina, gli occhi grigi come quelli di Draco. Quando Hermione li aveva visti, aveva rivisto lui. E aveva sentito un dolore, dalle parti del cuore.
Forse per questo non ne era uscita. Era ancora talmente tanto in quel dolore.. Forse perchè ogni volta che incrociava lo sguardo di suo figlio, gli sembrava lo sguardo dell'unico uomo che aveva amato. Ogni volta che pettinava i capelli della sua bambina, le sembrava di poter ancora passare una mano nei suoi capelli, che sembravano un raggio di sole.
Harry la fece tornare sulla terra. "Ieri sera ero in un pub con Dean Thomas.. Continua a dirmi di uscire con alcune amiche sue.."
"E fallo Harry.. Sei giovane, non hai niente di cui preoccuparti.. So che Ginny è ancora molto importante per te, ma devi ricominciare!"
"Parli proprio tu.."
"Sai che per me è diverso.. Io ho due figli.. Suoi.. E poi non ce la faccio.. Non posso.. Ogni volta che qualcuno mi propone di uscire io penso sempre a lui.." una lacrima solitaria le scivolò sulla guancia.
"Hermione, non piangere.. Vieni qui.." la strinse a sè, asciugandole la lacrima "Per me è lo stesso.. Solo che magari a te servirebbe qualcuno.. I bambini hanno bisogno di un padre con cui giocare, che gli insegni tante cose.."
"No, Harry, stiamo bene così. E poi, considerano te come un padre, non servirebbe a niente.. Harry, io lo amo ancora. So che è da pazzi, so che non potrò mai più rivederlo, ma io lo amo ancora."
"Anche io la amo ancora. E ti capisco." sciolsero l'abbraccio.
"Ogni notte.. Ogni respiro che faccio.. Penso sempre a lui.."
"Mamma!! Joseph mi ha tirato la sabbia addosso!"
Lesley interruppe il discorso, piombando fra le braccia della madre.
Hermione pulì i vestiti della bambina, poi propose di tornare a casa.


"Mammaaaaa!" Hermione si era appena seduta sul divano, quando Lesley le si parò davanti, apparentemente moooooolto adirata.
"Les, cosa c'è ora?"
"Mamma, Joseph dice che zia Luna deve avere un bimbo!"
esplose lei.
"Beh, sì.." Tutto qui?
"E dove lo vanno a comprare?"
Hermione ridacchiò. "Non si comprano i bimbi.."
"No?" sembrava quasi delusa.
"No, tesoro.. I bambini crescono nella pancia della mamma.."
"Ecco perchè zia Luna ha la pancia tanto gonfia!"
"Bravissima.."
"Ma mamma.. All'imrovviso cresce la pancia? Così?" protestò la bambina.
Hermione rise, ancora, preparandosi alla risposta più difficile. "Ma no Lesley.. Nascono quando la mamma e il papà si vogliono molto bene.. Si amano tanto.."
"E perchè io e Joseph non abbiamoil papà?" chiese curiosa.
Hermione sapeva che sarebbe arrivato quel momento. Lo sapeva, cazzo se lo sapeva. Lo aspettava da quando aveva preso in braccio per la prima volta i bambini.. Aveva visto negli occhi di lei i suoi occhi, la stessa curiosità..
"Beh, il tuo papà era una persona molto coraggiosa.. E ti voleva tanto bene.."
"Sì, ma ora dov'è? Perchè NON è qui con ME?"
"E'.. andato via, diciamo.."
"E non gliene importa niente di me? Non mi chiama mai!" la bambina mise le mani sui pianchi, con il broncio. Hermione la sollevò da terra e la fece sedere sulle sue ginocchia.
"No amore, lui ti ama tantissimo, come ti amo io. Solo che non può chiamare.. Non può neanche passare a trovarci.."
"E perchè?"
"Perchè è andato via, te l'ho detto.."
"Vuoi dire che è morto? Come il cane del cartone animato?"
"Sì.. E' stato un incidente.. Magari quando cresci te lo spiego meglio.. Ma il tuo papà è morto per proteggere me, te e Joseph.. Ci amava, tantissimo.."
"Ma aspetta.. Papà è il ragazzo che sta con te in tutte quelle foto?"
"Si, amore.."
"Come era bello.."
"Era bellissimo.. E tu e Joseph siete bellissimi come lui!"
"Anche tu sei bellissima mamma! Ma non c'è proprio modo di incontrarlo?"
"No tesoro, mi dispiace.. Però devi essero orgogliosa di essere sua figlia sai? Era bello, coraggioso.. Gli volevamo tutti bene.."
"Vabbè.. Non fa niente.. Ehi mamma non piangere! Dai, io sto bene lo stesso! Non ho bisogno di un papà io.."


Passarono gli anni. E venne il giorno in cui Lesley si sposò. La mattina, seduta sul letto, perfettamente vestita, guardava una foto. Era la sua mamma, quando era ancora una ragazzina, con suo padre. Immaginò quello stesso ragazzo oggi, con qualche anno in più, che la portava all'altare, invece che lo zio Harry. Portava il cognome di un uomo che non aveva mai conosciuto, però ne era orgogliosa. Sapeva, e da parecchi anni ormai, cosa era successo davvero. E quando qualcuno la chiamava Malfoy, o nominava suo padre, si riempiva di orgoglio.
Adesso ricordava quando aveva detto a sua madre di non aver bisogno di un vero papà. Harry per lei era come un padre, è vero. Ma non lo era davvero.
Probabilmente l'aveva fatta addormentare quando sua madre non ce la faceva, le aveva letto qualche storia, portata a scuola.. Ma non era suo padre. E lei lo sapeva. Le voleva bene, ma non l'amava come l'avrebbe amata suo padre.


Hermione tornò a casa con Joseph quella sera. Erano entrambi stanchi della giornata. Lesley si era sposata, erano rimasti solo loro due ora. Hermione si sedette al tavolo della cucina, con un foglio e una penna, come faceva quasi tutte le sere.
Iniziò a scrivere una lettera. Come ogni volta, gli raccontò la giornata, gli disse che sentiva la sua mancanza, che lo amava ancora come un tempo. Poi piegò quell'ennesima lettera, che sapeva già sarebbe finita in quella scatola, nell'armadio, insieme a tutte le altre lettere mai spedite.
Mai arrivate al destinatario.


Non ti ho superato. Sono ancora ferma, con te.


e ora eccomi qui. a ringraziarvi. anche se non ci sono parole..
per prime, a Lady_Malfoy_4ever, sfigatalcubo, 8marta8, SlytherinGirl e kirby, che hanno commentato non dico tutti, ma quasi, i capitoli. alla fine, era per loro che scrivevo.
Grazie a eddy, gypsy_rose90, KiaraRowling e Checie, che hanno commentato poche volte, ma ho apprezzato molto cmq! :)
e un grazie finale a kami, che mi ha commosso con i suoi commenti..
Grazie a quelle che mi hanno messo fra i preferiti, senza recensire.. o che hanno letto senza lasciare commenti..
se volete, leggete le altre ff che pubblicherò.. (aggiungetemi nei preferiti, sarà più facile ^^).. e commentate quest'ultimo capitolo! vvb ^^



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