Fly-Hope.

di Mel97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Uno. ***
Capitolo 2: *** Capitolo Due. ***
Capitolo 3: *** Capitolo Tre. ***
Capitolo 4: *** Capitolo Quattro. ***
Capitolo 5: *** Capitolo Cinque. ***
Capitolo 6: *** Capitolo Sei. ***
Capitolo 7: *** Capitolo Sette. ***
Capitolo 8: *** Capitolo Otto. ***
Capitolo 9: *** Capitolo Nove. ***



Capitolo 1
*** Capitolo Uno. ***


*Preghiamo La gentile clientela di allacciare le cinture. Tra poco minuti attererermo all’aeroporto di Parigi. Vi ringraziamo per aver scelto AirFrance*
*Benvenue à Paris*
Eccomi, finalmente Parigi. Sogno di vivere in questa città da quando avevo 5 anni. Grazie a mia madre, ho imparato a conoscerla e ad amarla, proprio come lei da giovane. Tutti dicono che sembriamo sorelle, ma in realtà c’e molta differenza. Lei, bionda e occhi verdi. Io,capelli neri come la pece e occhi azzurri, come il mare. L’unica cosa, siamo tutte e due alte. Ora ricominceremo insieme una nuova vita. Io ricomincerò tutto da capo.
Appena atterrate, io e  la mamma, abbiamo dovuto subire tutti i controlli del metal detector, consegnare carta d’identità e passaporto.
-Nome e Cognome: Gabrielle Rossi
- Cittadinanza: Italiana
- Data e luogo di nascita: 17/06/1997, Napoli.
Lo consegno mentre prendo il cellulare dallo zaino per accenderlo. Alzo lo sguardo e due occhi castano scuro, mi fissano. Mi sono sempre piaciuti i ragazzi con la divisa. 

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Capitolo 2
*** Capitolo Due. ***


*15 Settembre 2012*
Non ho chiuso occhio tutta la notte, i miei soliti incubi mi hanno tormentato. Tutto quello che cerco di dimenticare ritorna indietro. Quegli occhi e  quel viso cosi perfetto: capelli neri, occhi castani, carnagione color cioccolato a latte, labbra carnose..  “basta, non devo pensarci. Devo dormire e pensare alla nuova vita. Non posso innamorarmi di nessuno.”
Primo giorno di scuola, sono terrorizzata, il mio entusiasmo di essere arrivata qui a Parigi è sceso subito. Io e la mamma, abbiamo passato la notte nella villa più lussuosa di Parigi, proprietà di Marie-Clare Rousseau, mia nonna materna. Nata e cresciuta in questo paese e di conseguenza anche mia madre. Si era sposata con un ricco imprenditore parigino a 25 anni.. Amava il nonno, ma pochi anni fa è morto.. Sono tanto legata a lei, quando vivevo ancora in Italia ci sentivamo ogni settimana, mi ricopre di regali sempre.. infondo, sono la sua unica nipote.. Invece la mamma, Eléonore Legrand, si è innamorata di mio padre, quando aveva 17 anni. Lui, era a Parigi per uno stage. Si sono incontrati a Notre-Dame ed è stato amore a prima vista…
“Merda, mi sono persa nei miei pensieri del cazzo  e ho perso l’autobus! Mi toccherà farmela a piedi..”
*A scuola*
Entro a scuola con l’affanno e ad aspettarmi c’è un bidello dall’aria annoiata, sulla cinquantina,  con pantaloni di velluto nero, scarpe lucide nere, una camicia azzurrina e un camice blu, armato di secchio e scopa, pronto a lavare il pavimento..
-Primo giorno di scuola e già in ritardo, signorina?
- Mi scusi, ho perso l’autobus questa mattina. Sono nuova.. sa dirmi dove posso trovare la mia classe?
- Mi segua.. Lei è Gabrielle Rossi?
- Si.
-La stavamo aspettando. Lei frequenterà la 2A dell’indirizzo linguistico, aula 34.
*In classe*
-Professoressa Fonteyn, questa ragazza è Gabrielle Rossi. Si è appena trasferita dall’ Italia.
- Salve Gabrielle, sono la professoressa Fonteyn, insegno storia e letteratura francese, prego si accomodi affianco a Clare. Può andare Antoine.
“Perché mi fissano tutti, non hanno mai visto un italiana?, forse ho qualcosa sul viso, tra i capelli? No, non mi sembra, e quest’altra che mi fissa?...”
-Ciao, sono Clare.
-Piacere, Gabrielle. (sfoderando uno dei miei sorrisi diplomatici)
-Allora, come mai ti sei trasferita qui a Parigi?
-Ehm.. adoro la Francia e poi mia madre è cresciuta qui..
-Perché hai lasciato l’Italia?
-Fatti miei…. Non mi va di parlare di questo..
-Scusa… Hai un fidanzano?
- Ehm.. no.. tu?
- Lui.
Clare, mi indica un ragazzo seduto in fondo all’aula che assomiglia molto a Freddie di Skins.. alto, capelli castani, occhi verdi con filamenti d’orati.  Portava un paio di converse nere, jeans larghi e una camicia a quadretti verde acqua e blu..
-Ti piace? E un fico da paura…
-Si, è molto carino…
-Si chiama  Alec, stiamo insieme da due mesi.. non facciamo altro che fare sesso…
-Wow…
-Vieni, te lo presento..
-Ma stiamo facendo lezione…
-No, la campanella è suonata, vedi, la Fonteyn non c’è…
-Alec: Ciao ragazze… *Alec da un bacio a stampo sulle labbra di Clare*
-Ciao amore, lei è Gabrielle.
-Piacere, Alec.
-Ciao…
-Come stai?
“Wow, è la prima persona che mi chiede come sto da quando…”
-Senti, Gabe, noi andiamo alla villetta qui vicino, ti va di venire?
“Gabe?”
-No Clare.. grazie ma devo aiutare mia madre con il trasloco..
-D’accordo.. Allora a domani..
-Certo, a domani…
“Di Clare, mi sono colpiti subito gli occhi color miele. E alta, magra(fisico da ballerina), capelli biondo ossigenato con qualche ciocca azzurra.. Tipica francesina.. Il suo stile è molto trendy, anche se il trucco un po’ esagerato. Indossava jeans chiari e un top rosa, che risaltavano la sua carnagione chiara e il grosso seno che ha, tacchi vertiginosi e uno zaino rosa confetto, con firme e frasi delle canzoni dei Paramore. Io invece ho indossato un jeans scuro, top bianco con un camicia a mezze maniche rossa e le mie Vans nere.  Trovo che Clare sia molto simpatica, ma forse un po’ troppo invadente in alcuni casi.. E dolce e carina.. Ma credo lei e quell’ Alec non vadano bene come coppia, forse solamente per scopare.. non voglio essere pessimista, ma spero che diventeremo amiche.. soprattutto in questo momento, ho bisogno solo di distrarmi, farmi dei nuovi amici e pensare a questa nuova vita..”
*A casa*
-Ciao tesoro mio, come è andato il primo giorno di scuola? Hai fatto amicizia?Com’è la scuola? Che cosa hai fatto?
-Mamma, una domanda alla volta.. allora: e andato tutto bene, ho fatto amicizia e la scuola è molto grande.. L’aula è molto spaziosa, e abbiamo anche una lavagna multimediale. Ho solo fatto due ore con una prof di storia e letteratura francese.. Tu che hai fatto?
-Niente, ho sistemato un po’ qua e la.. disfatto le valige…
-La nonna?
-In giardino..
-Bene, vado a salutarla e poi corro in camera a studiare..
-D’accordo..
--------------------------------------------------------------------- Hei nonna… *eccola lì, da quando il nonno è andato via, passa il suo tempo libero prendendosi cura delle sue piante.. Dice che la fa sentire in pace, e vicina al nonno.. Anche lui, amava molto i fiori.. Ricordo, che quando veniva a trovarci a Napoli, mi portava sempre dei semi da seminare nel nostro piccolo giardino.. *
-Bambina mia.. com’è andato il primo giorno di scuola?
-Bene..
-Brava la mia piccolina..
-Nonna, vado in camera mia, a disfare le valigie...
-Certo piccola, a dopo…
-Ah Gabrielle, dopo ti va di fare una partita a tennis?
-Con piacere nonna.
----------------------------------------------------------------------- “I can fly
but I want his wings
I can shine even in the darkness
but I crave the light that he brings
revel in the songs that he sings
my angel Gabriel

I can love
but I need his heart
I am strong even on my own
but from him I never want to part
he's been there since the very start
my angel Gabriel
my angel Gabriel

bless the day he came to be
angel's wings carried him to me
heavenly
i can fly
but I want his wings
I can shine even in the darkness
but I crave the light that he brings
revel in the songs that he sings
my angel Gabriel
my angel Gabriel
my angel Gabriel”
“La mia vita è la musica, un porto sicuro dove approdare.. l’unica cosa che può farmi rilassare… Cuffie alle orecchie, mi stendo sul letto, mi rilasso.. di nuovo quegli incubi, quella sera, quegli occhi… Perché? “

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Capitolo 3
*** Capitolo Tre. ***


Quella notte mi svegliai alle 2 del mattino, pioveva a dirotto e Parigi era più bella che mai. Decisi di fumare una sigaretta per rilassarmi.. Avevo cominciato a fumare da poco, ma non era diventata un’abitudine.. mi serviva solamente per sfogarmi … Quella notte piansi… Non lo facevo da quella tragica notte.. In un ora, avevamo lasciato tutto: Mezz’ora per fare le valigie, chiamare un taxi e prenotare un volo di sola andata per Parigi. Lasciare Napoli è stata la cosa più brutta che abbia mai fatto, ma forse è stato meglio cosi.. Io e la mamma non potevamo rimanere in quella città..
*In questi giorni non ho fatto altro che andare a scuola, tornare a casa, chiedermi in camera, studiare, mangiare e poi dormire.. *
*18 SETTEMBRE 2012*
-Salve, Merit da 10.
-Guarda un po’ chi si vede, la piccola Gabe.. ciao dolcezza.
-Alec… che ci fai qui?
-Quello che fai tu.. siamo in una tabaccheria..
- Ah certo..
-Da quando fumi? mi chiese Alec..
-Ehm.. da un po’.. tu?
-Da quando avevo 14 anni.. Ti va di andare a fare una passeggiata?
-Certo, con piacere.
-Allora Gabe, qual buon vento ti ha portata proprio qui a Parigi?
-Bhe… vivere a Parigi è sempre stato il mio sogno, e poi io e la mamma avevamo bisogno di aria fresca..
-Perché dove abitavi?
-A Napoli.. ci sei mai stato?
-No, ma ho dei parenti che vivono lì vicino..
-Io non sono proprio di Napoli centro.. abitavo in un piccolo paese di provincia a pochi minuti dal caos della bella Napoli.. mi piaceva vivere lì.. adoravo andare sulla costiera amalfitana le domeniche d’estate…
-Hai detto che tu e tua madre avevate bisogno di aria fresca… ma, non mi hai ancora parlato di tuo padre.. dov’è?
-Bhe ecco, lui non c’è.
- I tuoi sono divorziati?
-No… mio padre è morto..
-Mi dispiace… non lo sapevo..
-No, non devi dispiacerti, come potevi saperlo, non ci conosciamo nemmeno..
In quel momento Alec mi abbracciò, e dentro di me incominciò a muoversi qualcosa… farfalle…
“Gabrielle stai calma, ricorda è il fidanzato di una tua amica.. non puoi rubarle il ragazzo… anche se è proprio bello.. ha un sorriso che potrebbe far sciogliere anche le pietre..”
-Ho un’ idea, ti va di prendere un gelato? Dietro l’angolo c’è la migliore gelateria di tutta Parigi… Ti piace il gelato,vero?
-Mi hai letto nel pensiero..
-Bhe grazie, sono sempre stato bravo con le ragazze…
Arrivati nella gelateria ordinammo lo stesso gelato: kinder,cioccolato bianco e una montagna di panna..
-Alec, raccontami di te… voglio conoscerti…
-Vuoi conoscermi?
-Intendo come amica…
-Allora, vivo a Parigi da quando sono nato, ho 17 anni…
-Dai, non scherzare, a questo posso arrivarci anche da sola… * ed eccolo lì che sfodera un sorriso cosi perfetto da farmi sciogliere il cuore..*
-I miei sono divorziati, con mia madre parlo poco mentre mio padre non lo vedo quasi mai, è sempre in “viaggio di lavoro”… Ho un fratello più piccolo, si chiama James, ha 3 anni.. dovresti vederlo è adorabile… magari uno di questi giorni te lo faccio conoscere..
-Se posso chiedertelo, perché i tuoi hanno divorziato?
-Mio padre ha tradito mio madre con la vicina di casa, quando mio fratello aveva solo 6 mesi… La mamma, aveva lasciato il suo lavoro per dedicarsi per i primi tempi a James, mentre mio padre inventava qualsiasi scusa per poter stare sempre più lontano da quella casa, finchè un giorno, mia madre non scoprì che lui era a fare sesso nella casa affianco con un’altra donna.. Abbiamo cambiato casa e ora lui vive in quell’appartamento..
-Ti capisco…
-Gia…
-Dai, parlami di qualcos’altro.. qual è genere di musica ascolti?
-Mi piace molto il rock… tipo come i Nirvana, Pink Floyd, ma anche i Beatles.. tu invece?
- Io amo Bruno Mars, ma mi piacciono anche i Muse, i Fun, Christina Aguilera, Rihanna e poi Ligabue che è il mio cantante preferito italiano…
-Bruno Mars non l’ho mai sentito… un giorno me lo farai ascoltare?
-Puoi anche andare su Youtube e cercarlo.
Eravamo in un parco, gli sporco il naso con la panna e comincio a correre per non farmi acchiappare. Cadiamo tutti e due sull’erba, lui su di me. Mi guarda, so che vuole baciarmi…
-Scusami, ma devo andare. Grazie per lo splendido pomeriggio..
Piangevo e non sapevo il perché. Le mie lacrime amare si mischiavano alle gocce di pioggia, che lentamente si facevano sempre più fitte. Ritornai a casa, non c’era nessuno per fortuna, la mamma era uscita con la nonna per fare un po’ di spesa. Entrai in camera mia, sul mio letto c’era seduta Clare.
*Alec era rimasto nel frattempo ancora sdraiato sull’erba. Stava ripensando a Gabrielle, a quanto fosse bella e dolce. Ma stava pensando contemporaneamente anche a Clare, alla sua bellezza immacolata, la sua risata cosi dolce e spiritosa, però sentiva che Gabrielle era diversa dalle altre. Qualcosa li univa in qualche modo, e lei se ne era accorta. Suonò il telefono, era Mike il suo migliore amico.*
-Hey Mike.
-Alec ma dove sei?
-Sono a casa, perché?
-Ti stiamo aspettando per le prove, siamo tutti da Chris, manchi solo tu.
-Arrivo subito. 

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Capitolo 4
*** Capitolo Quattro. ***


Clare era seduta sul mio letto, gambe incrociate e mani appoggiate sulle ginocchia. Indossava un leggins nero, con una maglia lunga bianca con lo scollo a V, una felpa fucsia e stranamente delle converse verde acqua. Portava i capelli raccolti in uno chignon, legati da un fiocco gigante rosa a  pois, da far spiccare cosi le sue ciocche blu tra i capelli biondi.
-Clare che ci fai qui? Come hai fatto ad entrare?
-Tua madre mi ha fatta entrare, volevo venire a trovarti. Bella casa.
-Grazie…
Non so perché, avevo paura.. credevo che Clare avesse scoperto quello che è successo con Alec prima, anzi quello che non è successo. E la prima persona con cui ho parlato appena arrivata qui, e non voglio rovinare quest’amicizia…
-Posso? -Clare, si stava avvicinando al mio armadio, non avevo neanche detto di si che già si era fiondata lì dentro per esaminare tutti i miei vestiti.-
-Prego…
-Hai dei vestiti carini, ma secondo me hai bisogno di un nuovo guardaroba… Che ne dici se domani andiamo a fare shopping insieme?
-Si, mi farebbe molto piacere..
-Bene, allora domani dopo scuola.. va bene per te?
- Va benissimo…
Appena Clare uscì da casa mia, ritornai nella mia camera e mi misi a riordinare tutti i vestiti sparsi sul pavimento che Clare aveva buttato mentre ispezionava il mio armadio. Aveva ragione, avevo bisogno di un cambio di look.. Il mio stile comprendeva solo jeans e magliette, anche se sapevo benissimo che i vestitini e le gonne mi stavamo bene, ma non avevo mai comprate più di una…
Il giorno seguente, mi sveglia presto per decidere cosa mettere e alla fine scelsi un leggins nero, converse rosse, una maglia lunga grigia e rossa e un cappello da rapper nero. Amavo le converse, ne avevo di tutti i tipi e di tutti i colori.  Scesi a fare colazione insieme a mia madre e mia nonna che comprendeva in una tazzina di caffè e due biscotti, anche se la nonna si sforzava inutilmente per convincermi a mangiare qualcosa di più “sostanzioso”.
-Tesoro, però devi prendere anche qualcos’altro, non puoi mangiare solo due miseri biscotti. Prendi un cornetto, almeno metterai qualche grammo, di questo passo diventerai anoressica. –disse la nonna-
-Mamma lascia stare, ormai è una guerra inutile, ha la testa dura. –disse mia madre-
-Mi ricorda tanto una persona… -rispose la nonna-
-Mamma oggi Clare ed io dopo scuola andiamo a fare shopping in centro..
-Chi è Clare? –mi chiese mia madre-
-Una mia compagna di scuola, è venuta ieri qui, l’hai aperta tu!
-Ah si è vero, quella ragazza bionda con le ciocche blu… Si, mi è sembrata molto simpatica… Fai bene ad uscire un po’ e poi il tuo guardaroba ha bisogno di essere rinnovato..
-D’accordo, allora ci vediamo direttamente stasera.. Buona giornata..
-Buona giornata anche a te tesoro mio. -disse la nonna-
Diedi un bacio alla mamma e alla nonna e scesi di casa per andare a scuola. Dopo l’ultima volta, preferivo non prendere più l’autobus e camminare un po’ a piedi. Presi il mio mp3 e selezionai sulla traccia n° 10: Bruno Mars-Grenade, la mia preferita. Arrivai dopo 5 minuti a scuola e sulle scale mi stavano aspettando i miei amici: Clare, Alec, Mike, Chris, Lola, Catherine e Isabelle. Gli ultimi 5 li avevo conosciuti grazie ad a Clare ed Alec. Mike e Chris sono i migliori amici di Alec, suonano tutti e 3 in una band e spesso si esibiscono in un locale vicino la scuola..
Mike assomigliava molto a Sid di Skins, l’unica differenza era che lui è abbastanza alto, capelli castani che gli scendono sul collo portati sempre con un cappello, ogni giorno di un colore diverso. Quel giorno ne aveva uno grigio, intonato alla sua maglietta della Duff. Indossa quasi sempre dei jeans a vita bassa molto larghi. Si teneva per mano con Lola, la sua fidanzata da 2 anni, anche se a differenza di Mike, Lola è molto pazzerella, ha sempre voglia di divertirsi e quando sei con lei la tristezza va via subito. Ha una montagna di capelli ricci biondi, occhi castani e un piercing sul naso.  Anche Chris è come Lola, ama le feste e cazzeggiare, ed è un “Don Giovanni”. Tutte le ragazze gli cadono ai piedi, infatti è alto, fisico scolpito, biondo con occhi azzurri. Oltre ad essere il batterista del band è anche un calciatore professionista. Catherine è… timida, non è molto alta, ma ha dei grandi occhi verdi che spiccano sotto una folta capigliatura castana, mentre Isabelle è molto aperta con tutti, se deve dirti che una cosa non le sta bene lo fa e basta, non se ne frega di come la possa prendere, ma in compenso è una grande ascoltatrice e consigliera. Ha il fisico di una modella, la carnagione bianco latte e dei capelli rosso fuoco. Quando arrivai mi fissavano tutti, tranne Alec, appena l’ho visto il mio cuore ha cominciato a battere più forte e le mie guance sono subito diventate rosse come le mie converse, mentre lui ha distolto lo sguardo…
“Cazzo, ma perché faccio tutte figure di merda?”
-Hei Gabe, perché sei tutta rossa? –mi chiese Isabelle-
-Niente, ho corso per non essere in ritardo.. ehm, la campanella sta per suonare.. perché non entriamo? Noi abbiamo la Fonteyn alla prima ora, e lo sapete meglio di me che si incazza come una bestia se arriviamo in ritardo…
-Vero, Gabrielle oggi è confermato per lo shopping? –mi domandò Clare-
-Certo.
Entrammo tutti insieme nella scuola, salutammo Antoine il bidello, e poi ognuno si diresse nelle proprie classi: io, Clare e Alec nell’aula 34 dedicata al linguistico, Chris, Mike e Catherine  nell’ aula 25 per lo scientifico, mentre Lola e Isabelle al classico nell’aula 30.
Entrai in classe e mi sedetti come sempre accanto a Clare, Alec dietro di me seduto affianco alla secchiona della classe: Bernadette, una ragazza acqua e sapone che porta sempre degli occhiali molto più grandi del suo viso. All’improvviso il mio cellulare vibrò, era un messaggio da un numero sconosciuto:
“Non riesco a non pensarti, a non pensare al tuo viso delicato, il tuo dolce sorriso, ai tuoi occhi.”
Mi girai intorno per capire chi mi avesse mandato quel messaggio, ma nessuno aveva il cellulare in mano..
-Gabrielle c’è qualcosa che non va? –mi chiese la prof.-
-No, professoressa. Ho solo bisogno di uscire un attimo, non mi sento bene.
-Certo, esci.
Uscì da quella classe, mi girava la testa. Andai in bagno per bagnarmi un po’ il viso.
“Chi può avermi mandato quel messaggio? Alec!
Aprì la porta, andai a sbattere contro qualcuno, alzai lo sguardo era lui: Alec.
-Sei stato tu a mandarmi quel messaggio?
-Si. –rispose lui-
-Perché?
-Perché… credo di essere innamorato di te.
-No, non puoi. Non è giusto nei confronti di Clare.
-Io e Clare non stiamo realmente insieme. Lei non è innamorata di me e nemmeno io di lei. Ci usiamo a vicenda, solo per non rimanere soli. Lo sai anche tu che c’è qualcosa tra di noi.
Mentre parlava più si avvicinava a me più io indietreggiavo. Ero arrivata a sbattere contro una porta dei 3 bagni, eravamo faccia a faccia. In quel momento posò le sue mani sulle mie guance e cominciò ad accarezzarle dolcemente. Le mie labbra morivano dalla voglia di essere posate sulle sue, avevo le mani sudate, il cuore batteva all’impazzata.. Volevo baciarlo, ma non potevo. Mi era già capitato di essere abbindolata da un bel ragazzo proprio come Alec ma era finita male. Non volevo soffrire né io né far soffrire qualcun altro.
-Alec non posso.
-Ma perché? – mi chiese lui-
-Perché ancora non ci conosciamo bene…
-Quindi ti va se ci frequentiamo prima un po’ come amici?
-Si. –risposi io-
-D’accordo, allora domani sera ti va di andare al cinema?
Lo risposi dandogli un bacio sulla guancia e ritornai in classe. Sorridendo.
-Hei tesoro ma che hai avuto? – mi chiese Clare che stava uscendo dalla classe –
-Niente, non preoccuparti..
-Ho preso le tue cose, se non ti senti bene non andiamo a fare shopping.
-Mi sento benissimo, vogliamo andare?
-Certo.
Uscite da scuola salutammo gli altri e andammo a “Lafayette” e ai “Grandi magazzini Haussmann”. Comprammo di tutto, dai pantaloni alle gonne, dai vestitini scollati alle scarpe col tacco 12(la mamma mi aveva dato la sua carta di credito). Ci fermammo a mangiare qualcosa in uno di quei ristoranti famosi che si affacciano sulla Torre Eiffel. Si avvicinò al nostro tavolo un cameriere sulla cinquantina, portava dei baffi arricciati e degli occhiali che gli cadevano sul naso, era grassottello e aveva l’aria di uno che fa quel mestiere da una vita e che avrebbe tanto bisogno di starsene a casa a leggere il giornale.  Ordinammo entrambe vitello alle olive, da bere acqua frizzante e per dolce due crème brûlée, quel giorno avevo voglia di sperimentare nuovi sapori.. e poi ancora non avevo assaggiato la cucina francese..
-Mi piace molto quella gonna rossa. – mi disse Clare per rompere il ghiaccio –
-Si anche a me, il rosso è il mio colore preferito..
-Gia me ne sono accorta, hai comprato quasi tutto rosso..
-Come va con Alec?
-Bene, anche se ho conosciuto un altro ragazzo..
-Davvero? Raccontami..
-Ci siamo conosciuti in palestra, mentre lui faceva i pesi. Si chiama Adrien, ha 23 anni quindi ha la macchina… Dovresti vederlo quant’è bello e intelligente. E altissimo 1,80 m, capelli biondi, pelle abbronzata, occhi verdi.. E poi è dolcissimo..
-Bhe, da quanto ho capito ti piace molto questo Adrien.. ma Alec dove lo metti?
-Alec mi piace, ma non credo che siamo fatti per stare insieme. Il sesso con lui è stupendo, ma credo che anche lui si sia innamorato di un’altra..
“Già, io. “
-Quindi non ti darebbe fastidio se uscisse con qualche altra ragazza?
-No. Siamo liberi di fare le nostre scelte, se non siamo fatti l’uno per l’altro, perché dovremmo stare insieme?!.. Gabrielle ti piace Alec, vero?
-No ma che dici Clare (?)
-Allora perché diventi rossa ogni volta che c’è lui?
-Clare, NO! Smettila!
-D’accordo tesoro.
Lo stesso cameriere di prima ci portò il nostro vitello alle olive, era buonissimo, dovevo dire alla mamma che doveva prepararlo, è un ottima cuoca..
La conversazione con Clare si dileguò e non parlammo più di Alec, ma la incitai a raccontarmi ancora di quell’Adrien nel frattempo che assaporavamo le nostre ordinazioni. Pagò lei il pranzo e decidemmo che quella sarebbe diventata una regola: shopping e pranzo insieme, una volta a settimana. Ritornammo ognuna a casa e decidemmo di vederci il giorno dopo per studiare insieme da lei.

SPERO VI PIACCIA.
-MEL <3

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Capitolo 5
*** Capitolo Cinque. ***


Quel mattinata di sabato non c’era scuola e decisi, appena sveglia, di ridipingere la mia camera e darle un tocco più femminile. Tanto tempo fa’ era lo studio del nonno, ma da quando è morto, la nonna lo ha trasformato nella mia camera da letto (da usare quando sarei venuta per le vacanze estive,ma a quanto pare le cose sono cambiate..). Aveva le pareti giallo canarino, una scrivania di legno placcato bianco, un letto matrimoniale ed un armadio dello stesso genere della scrivania. Quella camera, di lì a poco, sarebbe cambiata e nessuno l’avrebbe più riconosciuta. Mi armai di pittura, pennello e scaletto, avevo indossato una maglietta a mezze maniche verde e una salopette di jeans, nel frattempo il mio computer suonava a tutto volume le note di “Ti vorrei dire” di Fedez, il mio rapper italiano preferito.
“Quando la strada che prendi sembra sempre in salita
ti vorrei dire che va tutto benee..
quando la fortuna è travestita da sfiga
ti vorrei dire che va tutto benee..
quando sembra finita e la speranza è svanita
ti vorrei dire che va tutto benee..
ti vorrei dire che va tutto benee.. (maa)………”
All’improvviso la mamma entrò in camera, stavo quasi per cadere per terra se non mi avesse preso in tempo..
-Mamma, ma perché entri cosi silenziosa in camera mia? Vuoi farmi venire un infarto?
-Gabrielle ma che stai combinando? –mi chiese mia madre mentre mi riprendevo dallo spavento.-
-Mamma te ne ho parlato già qualche settimana fa che avrei cambiato questa stanza!
Da quando la mamma ha trovato un nuovo lavoro, non c’è quasi mai in casa, infatti adesso lavora in una delle più importanti banche francesi, anche prima lo faceva a Napoli…
-A che ora sei ritornata ieri?
Ieri ero stata tutto il tempo da Clare a “studiare”…
-Alle 10 mamma…
-Vi siete divertite?
-Si, abbiamo studiato e poi visto un film..
-Ha chiamato tantissime volte ieri sera un ragazzo… non mi ricordo il nome… Al, Alex, Alec…
Cazzo! Ho dimenticato l’appuntamento con Alec…
 Nel frattempo che ero immersa nei mie pensieri la mamma era ritornata nella sua stanza e io mi rimisi a dipingere ripromettendomi di chiamare Alec per scusarmi…
Nel pomeriggio, feci una pausa e chiamai Alec… Il telefono squillava e al decimo rispose una voce… cosi sexy…
-Pronto?
-Alec?
-Gabrielle… finalmente… ti ho chiamata tutta la sera ieri…
-Si lo so, scusami tanto.. Sono stata tutto il giorno da Clare.. ed ecco, insomma, mi sono dimenticata…
-No, non preoccuparti.. –mi rispose con tono triste..-
-Mi farò perdonare, promesso!
-Che fai più tardi? –mi chiese lui.-
-Ho appena finito di ridipingere la mia stanza, sono molto stanca, quindi non credo che uscirò…
-Magari posso venire da te per aiutarti… in qualche modo…
-Mi farebbe molto piacere…
Mezz’ora dopo qualcuno buossò alla porta e andò ad aprire la nonna..
-Gabrielle, c’è qui un “giovanotto” per te.. –mi annunciò la nonna, pronunciando la parola “giovanotto” in italiano.-
-Ti piace la mia nipotina? Che intensioni hai con lei? –chiese immediatamente la nonna ad Alec.-
-Che cosa?! No, cioè si.. ma… -rispose sbalordito lui.-
-Nonna! –arrivai giusto in tempo prima che dicesse qualcos’altro e Alec si facesse ancora più rosso di un peperone.-
-Scusami piccolina mia, ma una nonna si preoccupa sempre per la sua bambina! –mi disse la nonna nell’orecchio..-
Dicendo queste ultime parole, mi diede un bacio, lanciò un occhiatina ad Alec e ritornò in giardino per curare le sue piantine..
-Tua nonna è… molto simpatica… -disse Alec.-
-Si, ma non si è mai comportata cosi..
-Bhe la capisco, lo farei anch’io se fossi al posto suo… -Il suo viso cominciò a ritornare normale, ma il rossore alle guance rimase comunque. Si avvicino a me e mi diede un bacio, tra la guancia e l’angolo della bocca e come sempre, anch’io arrossì..
Passammo il pomeriggio mettendo a posto la mia  “nuova” camera e ascoltando musica.. Era venuta proprio bene… Avevo pitturato le pareti di rosso, in cantina trovai un tappeto orientale rosso, arancione e blu e poi Alec mi aveva aiutato a montare delle mensolette intonate alla scrivania e all’armadio. Avevo appeso sui muri quadri, poster dei miei cantanti preferiti, foto di Napoli e dei miei vecchi amici, sul comodino accanto al mio letto avevo messo una foto di mio padre ed io appena nata, quando lui mi teneva fra le braccia delicatamente e mi cullava…
-Ti deve mancare molto tuo padre, vero? – mentre prendeva la foto dal comodino.-
-Si, tanto. –risposi io.-
 -Scusami per la freddezza nel modo in cui sto per farti questa domanda, ma… come è morto tuo padre?
Sbiancai, mi incupì, ma prima o poi a qualcuno l’avrei dovuto dire, mi sarei potuta sfogare con Alec, mi fidavo di lui..
-… mio padre è stato assassinato..
-Oh mio Dio, tesoro… deve essere stato uno shock per te… ma perché?
-E morto una settimana prima del mio 15esimo compleanno. Mio padre era stato scambiato per un altro uomo, dei camorristi l’hanno sparato una sera in macchina sotto casa nostra, lui era venuto a prendermi dalla scuola di canto, mi aveva riportata a casa... stava andando al campetto della parrocchia per giocare a calcetto con i suoi colleghi d’ufficio.. l’hanno scambiato per un'altra persona. Io e la mamma siamo impazzite lì, non potevamo continuare a viverci, tutto ci ricordava lui, per questo siamo qui.. vuole ricordarlo felice, come  quando si erano conosciuti..- dissi tutto di fiato, senza respirare, le lacrime scendevano a fiotti, finalmente mi ero tolta un peso, mi sentivo felice, piangevo e ridevo.-
Si avvicinò a me, il suo sguardo si confondeva con il mio , anche il suo fiato con il mio. C'era una musica di sottofondo; erano i nostri cuori che battevano. Le nostre labbra si sono sfiorate, toccate, baciate. Se è un sogno, voglio continuare a sognare.

CIAO A TUTTI!!! Il capitolo non è un granché, lo ammetto.. lo studio mi toglie tanto tempo e per scrivere  mi resta solo un po’ la sera..
Spero che però vi piaccia lo stesso.. 
Baci, Mel <3

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Capitolo 6
*** Capitolo Sei. ***


Quella notte facemmo l’amore. Le nostre paure, delusioni, amore, lacrime, odio si mescolarono e diventarono tutt’uno: Noi. Alec cominciò a baciarmi prima con dolcezza, poi con foga, i suoi baci diventarono più forti, la sua lingua incontrò la mia e insieme cominciammo ad ispezionare le nostre bocche, le mie gambe cingevano il suo corpo, le mani intrecciate alle sue, le nostre bocche non si staccavano mai. Alec mi spogliò e io feci lo stesso con lui, eravamo nudi, avevo vergogna del mio corpo non mi era mai piaciuto..
-Tu sei tutta bella. –mi disse Alec.-
 Mi prese il viso fra le mani e mi baciò prima la fronte, poi le guancie una ad una, il naso e infine le lebbra, facendomi sciogliere il cuore e rimanendomi senza fiato.
-Alec, ho paura, per me è la prima volta. –dissi io.-
-Ti fidi di me?
-Si. –risposi.-
Entrò dentro di me e tutta la paura scomparve. Eravamo sotto le lenzuola del mio letto, lui su di me. Le mie mani si intrecciavano nei suoi capelli, accarezzavano le spalle e il petto di lui.. Ero felice e non mi preoccupavo se la mamma o la nonna ci avrebbero sentiti, la porta era chiusa a chiave ma tutto il resto del mondo, in quel momento, non esisteva. Facemmo l’amore più volte, eravamo insaziabili l’uno dell’altro, finchè non ci addormentammo abbracciati. Al calare della sera, qualcuno bussò alla porta.. Io e Alec ci svegliammo di soprassalto, ci guardammo negli occhi e lui sfoderò quei suoi denti bianchi in un fantastico sorriso.
-Gabrielle? Il tuo amico resta a cena con noi? Abbiamo un posto in più a tavola, tua madre è uscita con dei suoi colleghi.  -era la voce della nonna.-
-Si nonna, Alec rimane qui a cena. –risposi io guardando la sveglia sul comodino. Quando sentimmo che la nonna era ormai lontana, scoppiamo a ridere, ma Alec mi prese e mi fece appoggiare la testa sul suo petto, per poi darmi un bacio sulla fronte.-
Rimanemmo a letto per un’altra buona mezz’oretta, ma poi ci alzammo e ci vestimmo.. Scendemmo insieme e prima di arrivare in cucina ci baciammo..
-Ok, mi raccomando, la nonna non deve sospettare nulla! –dissi io.-
-Signorsì capitano! –rispose lui, mettendosi sull’attenti come un militare.-
La nonna era ai fornelli, aveva cucinato tante cose: pollo fritto, patatine e crocchè, praticamente il mio piatto preferito, corsi da lei e l’abbracciai.
-Come è venuta la stanza? -ci chiese la nonna.-
-Stupenda. –rispose Alec guardandomi.-
-Nonna tu che hai fatto? Non ti ho sentita proprio.. –le chiesi, facendo finta di nulla.-
-Sono uscita per fare la spesa con tua madre, mi ha riportata a casa ed ora eccomi qui..
Ci mettemmo a tavola tutti e tre e mangiammo in silenzio. Alec era seduto di fronte a me, mentre la nonna a capotavola, ci lanciavamo occhiatine e sembrava che la nonna non si accorgesse di nulla. Finita la cena, Alec mi aiutò a sparecchiare la tavola e poi lo accompagnai all’uscita. Fuori faceva freddo, e Alec, vedendomi tremare, mi abbracciò e mi baciò a lungo. Ci staccammo e rimasi fuori l’uscio della porta finchè non vidi che svoltava l’angolo. Rientrai in casa e corsi in camera mia, mi spogliai e andai a dormire.
Il giorno dopo mi svegliai che erano le 10 passate.. accesi il mio Iphone e trovai 3 messaggi:
Uno era della mamma:
“Tesoro sono uscita a fare shopping con una collega, la nonna è a pranzo da una sua amica.. Torneremo entrambe stasera. Ti voglio bene cucciola mia <3”
Il secondo era di Clare:
“Ehi tesoro, ti aspetto oggi da me, insieme a Isabelle, Catherine e Lola! Devo raccontarti tante cose. J
Il terzo era di Alec:
“Buongiorno piccola, ti ho pensata tutta la notte..”
Posai il cellulare al posto in cui si trovava prima e mi rimisi sotto le coperte, riaddormentandomi.
Mi risvegliai un ora dopo tutta sudata, sognai di nuovo quella sera, quei colpi di pistola, io che mi riparavo sotto casa, la mamma che guardava tutto dalla finestra e mio padre che moriva dissanguato nella nostra macchina..
Scesi in cucina per prendere un bicchiere d’acqua, ritornai in camera mia, aprìì l’armadio e mi misi un pantaloncino nero con un top bianco e una felpa grigia. Presi l’ Iphone e cuffiette e scesi per andare da Clare.
Arrivata lì mi aprì la madre di Clare, una donna sulla trentina, ex modella, alta, bionda con occhi azzurri e labbra carnose. Era la prima volta che la vedevo, l’ultima volta che ero a casa di Clare, la madre e il padre erano partiti per un viaggio di lavoro.
-Ciao, tu devi essere Gabrielle.
-Salve signora, si sono io.
- Oh chiamami Elise, Clare mi ha parlato tanto di te. Sei italiana giusto?
-Si. –risposi io.
-Adoro l’Italia, un paio di anni fa ho sfilato per Valentino, divino. Le ragazze sono di sopra. -mi disse Elise.-
-Grazie mille Elise.
La camera di Clare si trovava in fondo al corridoio a destra. Entrai nella stanza, c’erano Catherine, Lola e Isabelle sedute sul tappeto peloso fucsia, mentre Clare sul suo letto a baldacchino color lilla e coperte dello stesso colore del tappeto.
-Gaaaabrieeelleeeeeeeeeeeeeeee! –urlò Clare appena mi vide, lanciandosi verso di me per abbracciarmi e insieme a lei corsero anche le altre.-
-Ma che fine avevi fatto? Sono giorni che non ti fai sentire. –mi chiese Isabelle.-
-Ehm.. sono stata un po’ impegnata…
-Bhe, allora ti aggiorno subito.. –disse Clare emozionata.-
-Spara, siamo tutte orecchie. –disse Lola.-
-Allora, sapete che ho conosciuto quell’Adrien e ieri, usciti dalla palestra, mi ha invitato a prendere un caffè insieme a lui.. Ho accettato e mi ha portato in un lussuoso caffè-ristorante di Parigi.. Arrivati lì, un cameriere ci ha fatti accomodare ad un tavolo in fondo alla sala dove si vedeva tutta Parigi, immaginatevi voi come stavo: tuta da ginnastica, un solo filo di eyeliner sugli occhi e capelli arruffati dal sudore… Ma ritorniamo al dunque, ci portarono degli aperitivi e poi piatti dagli strani nomi, tutti buonissimi.. Durante il pranzo, parlammo di tutto, della scuola, del suo lavoro.. dopo mi ha portata a fare una passeggiata lungo la Senna… -disse Clare tutto d’un fiato, con aria sognante.-
-E cosa ti ha detto più? Vi siete baciati? –chiese Catherine fremendo.-
-Si, l’ha fatto. –rispose Clare eccitata alla domanda di Catherine.-
-Clare, lo sai come andrà a finire vero? –domandò Lola.-
-In che senso? –rispose la bionda.-
-Che tra qualche settimana/mese tu lo pianterai perché ti piacerà un altro o viceversa. –disse Isabelle.-
-Clare ma forse ti sei dimenticata di un piccolo dettaglio! –disse Lola.-
-E quale? –domandò Clare.-
-TU STAI ANCORA CON ALEC! –urlò la riccia.-                 
-Ah gia.. ma tanto comunque ci saremo lasciati..
Comincia a sentirmi a disagio mentre Lola, Clare e Isabelle discutevano sulla serietà in amore.. quando d’improvviso irruppe Elise in camera, nel momento giusto prima che sarebbe potuta scoppiare una lotta tra  le tre ragazze, dicendoci che aveva ordinato la pizza e che lei sarebbe uscita per andare a prendere il fratello di Clare, Liam, a casa di un suo amico.
Nel frattempo era arrivato quello delle pizze e scendemmo in cucina per mangiare…
-Ragazze, stasera cosa vi metterete? –chiese Lola alle quattro ragazze, mentre masticava un pezzo di pizza.-
-Perché stasera cosa c’è? –domandai io.-
-Il concerto dei ragazzi.
-Ma come c’è un concerto? Non ne sapevo nulla… -chiesi io.-
-Stasera al Phoenix vicino scuola.. verso le 22:00… -mi informò Isabelle prendendo una fetta di pizza di Catherine.-
 -Gabri tu devi assolutamente venire! –mi disse Clare.-
Dopo aver mangiato le pizze, ci sedemmo sul grande e moderno divano bianco di casa Moses e guardammo il mio film preferito: “Amici di letto”. Verso le sei del pomeriggio ritornai a casa..
Rientrata a casa, salìì per andare in camera mia quando vidi la luce accesa della camera di mia madre. La trovai con l’accappatoio addosso mentre prendeva una vecchia tuta e consumata che indossava per la casa. Alzò lo sguardo e mi trovò a fissarla sullo spigolo della porta.
-Ehi tesoro, perché mi fissi?
-Niente. Com’è andato il pranzo con la tua collega? –le chiesi io.-
-Bene, siamo state in ristorante vicino “Lafayette”… tu che hai fatto?
-Sono stata da Clare insieme a Isabelle, Lola e Catherine.. ah mamma stasera esco, i ragazzi suonano in un locale vicino scuola.-
-Ma come, esci di nuovo? Sei appena tornata! –mi rimproverò la mamma.-
-Lo so mami, ma ci tengono tutti..
-Soprattutto quell’Alec, vero? –disse mia madre avvicinandosi a me per darmi un bacio sulla fronte.-
-Si.. –risposi io.-
-D’accordo puoi andare.. ma non fare tardi!
-Oh grazie mamma! –risposi io cominciando a saltare!.-
“E ora che mi metto?!”          
CIAO A TUTTI!!
SPERO VI PIACCIA IL CAPITOLO, ANCHE SE LA FINE NON MI CONVINCE MOLTO..
FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE.
UN BACIO, LA VOSTRA MEL!

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Capitolo 7
*** Capitolo Sette. ***


Due del mattino, ancora sveglia.

 Il concerto era stato a dir poco fantastico, i ragazzi erano stati bravissimi e alla fine dell’esibizione un signore, alto e calvo di colore, di una casa discografica aveva proposto a loro di suonare sabato prossimo in un locale famoso di Parigi per presentarli al suo capo e poter firmare un contratto discografico. Ero felice per Alec e gli altri, ero felice di essere venuta a vivere qui, ero felice di essermi ambienta cosi bene con tutti loro, ma non mi ero nemmeno soffermata per un attimo a pensare che mi mancavano i miei “Amici”, amici veri con la “A” maiuscola. Fino a quel momento. Quella serata mi aveva fatto ricordare tutti i bei momenti passati con loro. Non avevo neanche potuto salutarli e dirgli:“Ehi ragazzi, sto partendo per sempre e forse non ci rivedremo mai più!” Di sicuro avrebbero sclerato e sarebbero corsi da mia madre per convincerla a non partire, eravamo tutti molto uniti, erano la mia famiglia e non mi avrebbero perdonato mai.
Presi il mio computer e digitai su google la parola Facebook. Appena entrata trovai più di 30 notifiche e 10 messaggi, tutti da parte della mia migliore amica: Sonia.
_” Ehi ma che fine hai fatto? Sei sparita!” 
                       
- “Ok, Gabe mi stai facendo preoccupare! Perche non rispondi ai miei messaggi? Ho fatto qualcosa? Ti prego rispondimi.”

-“Sono passata a casa tua, Carmen mi ha detto che sei partita!!!!! Quand’è che avevi intenzione di dirmelo?????”

Gli altri beh continuavano più o meno allo stesso modo.. Decisi di scriverle un messaggio e spiegarle tutto:

“Ehii! Indovina un po’ dove sono?? In Francia!
Ok, hai tutte le ragioni per essere arrabbiata con me, non ho scuse per quello che ho fatto, ma non sapevo come dirtelo né a te né agli altri. Mia madre non ce la faceva a stare lì e un bel giorno mi ha detto che saremmo partite per venire a trovare la nonna, finché non eravamo sull’aereo e mi ha detto che ci saremmo rimaste mooolto tempo. Figurati mi aveva anche già iscritto in una nuova scuola! So di essere stata una stronza a non chiamarti e ne a mandarti un messaggio, mi manchi cosi tanto e mi mancano anche tutti gli altri…….”

Mentre scrivevo, grossi goccioloni di lacrime scendevamo dai miei occhi blu e nella mia testa scorrevano immagini di alcuni momenti più felici e divertenti passati con Sonia, soprattutto quando voleva parlare con un ragazzo che le piaceva da impazzire e l’idea che gli era venuta in mente era quella di chiedergli una gomma da cancellare! Oppure di quando avevamo fatto tanta strada a piedi per andare a comprare il biglietto del concerto del nostro idolo(Fedez!) con bolle ai piedi per le massacranti prove di danza e schiena a pezzi(Ah già, non l’ho detto? Io e Sonia ci siamo conosciute in una delle scuole di danza più prestigiose della nostra città e da lì siamo diventate migliore amiche. Avevamo continuato insieme e poi a me si era aggiunta anche l’opportunità di poter cantare) Questo mi fece sorridere e mi diede la forza di asciugarmi le lacrime dal viso e continuare a scriverle.

“ Mi trovo bene qui, anche se casa mia è in Italia… ho conosciuto un paio di persone davvero simpatiche e devo dire che non tutti i francesi hanno la “puzza sotto al naso” come credevamo. La mia vita è cambiata, ma vorrei tanto averti qui con me per raccontarti tutto quello che mi è successo. Ho conosciuto un ragazzo davvero carino, si chiama Alec… ho fatto l’amore con lui (Ok, questo l’avrebbe fatta sciogliere e incazzare davanti al computer xD). Don’t worry! Sei la prima a cui l’ho detto! Come stanno Elvi, Cate, Sara, Anna, Salvatore, Pasquale, Chiara, Fausto, Francesco(il ragazzo di cui era cotta lei da 2 anni e si, quello della gomma da cancellare!) e Raffaele? “

Già.. Raffaele. Il mio ex e primo ragazzo. Era più grande di me di 3 anni ed eravamo stati insieme per 2 anni, ma se avessimo contato tutte le volte che ci siamo mollati perché lui faceva lo stronzo, allora saremmo stati insieme almeno 6 mesi. Mi aveva promesso cosi tante volte che sarebbe cambiato e io come la scema gli credevo anche, finché non mi sono scocciata di tutte quelle promesse non mantenute e l’avevo piantato sul serio, anche se questo mi aveva provocato un fitta al cuore enorme. Da allora, ha continuato a starmi dietro come sempre, ma ormai non gli credevo più e partire forse era stata anche una buona idea, per potermi distrarre e non pensare più a lui.
Salutai Sonia e le dissi ancora che mi mancava da morire e che speravo mi perdonasse. Le dissi che anche se non vivevo più a Napoli lei era sempre e comunque la mia migliore amica e che le volevo un bene da matti. Spensi il computer e tornai a letto cercando di dormire. Non riuscendoci, cominciai a contare le pecore.. “1,2,3,4,5…” finché i miei occhi non si chiusero e sognai il mio papà.

CIAOOOOOO A TUTTI!
DA QUANTO TEMPO NON SCRIVEVO, MA LA SCUOLA MI HA TOLTO TANTO TEMPO, PERò FINALMENTE è FINITA!
SPERO VI PIACCIA IL CAPITOLO.
BACI MEL <3

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Capitolo 8
*** Capitolo Otto. ***


“Driin-driin.”

Lunedì mattina. Tutto ricominciava. Orma quella per me era diventata un routine, del resto come lo era quando vivevo a Napoli: scuola-casa-Clare/Alec-casa-letto.

Era una bella giornata, il sole splendeva e nessuna nuvola macchiava il cielo limpido.

Scesi dal letto e mi diressi in bagno, mi guardai allo specchio e quella che vidi era una ragazza troppo magra con poco seno, occhiaie che cerchiavano quegli occhi blu mare e ciliegina sulla torta, capelli arruffati. Smisi di guardare quell’orrenda immagine di me e cominciai a truccarmi(un po’ di eyeliner e mascara) e a pettinarmi. Aprii l’armadio e optai per i miei soliti jeans, un top semplice giallo, cardigan merlettato nero e ballerine lucide nere. In cucina, la mamma e la nonna facevano colazione e quello che presi fu solamente una tazzina di caffè(macchiato, ovviamente!), che mi faceva ricordare la mia vecchia casa quando la domenica mattina mio padre si alzava presto e preparava il suo “famoso” cappuccino che diffondeva il suo profumo in tutte le stanze. Schioccai un bacio alla nonna e alla mamma e con le cuffiette alle orecchie mi diressi a scuola.

Quella giornata a scuola fu davvero noiosa, i prof continuavano a parlare e io non gli prestavo la ben minima attenzione, tutto perché si moriva dal caldo ed era molto strano quel tempo nel mese di Novembre. In quel momento avrei voluto solo fare una cosa: prendere un aereo, tornare a Napoli, rivedere i miei amici e tutti insieme andare ad Amalfi per fare un bel bagno. Essi, mi mancavano davvero tanto.

-Ehi Gabrielle, c’è qualcosa che non va? –mi chiese Clare.-
-Non preoccuparti. Va tutto bene, sono solo un po’ stanca e qui si muore dal caldo.-
-Già.. hai ragione. E proprio strano, ma sono felice di poter indossare ancora top e minigonne. –sentenziò Clare felice della sua affermazione.-  
-Sembra tanto il mese di giugno quando arriva l’estate a Napoli…
-Ti manca vero? –mi domandò Clare.-
Annuii. Era vero. Avevo troppa nostalgia della mia terra.
-Shh! –disse qualcuno alle mie spalle.- Sapevo chi era, e mi girai per fargli una linguaccia e sorridergli, Alec ricambiò il sorriso e mi fece l’occhiolino.
Per fortuna quella era l’ultima ora, e dopo una noiosissima lezione su Carlo Magno, finalmente il prof di storia ci lasciò uscire. Ci aspettavano tutti fuori scuola, sotto l’albero di pesco. Alec mi abbracciò da dietro e mi diede un bacio sulla guancia. Anche se la nostra “storia” era venuta a galla, non riuscivo a non diventare rossa ogni volta che Alec dimostrava il suo affetto in pubblico, visto che ero la ragazza del più figo della scuola.
-Come stai? –mi chiese lui.-
-Bene grazie, tu?
-Bene. –rispose dandomi un casto bacio sulle labbra.-
-Ehi ragazzi, che ne dite se andiamo da “Chez Louis” per una pizza? –propose Chris.-
-Per me va bene. –rispose Lola, insieme a Isabelle, Mike, Clare, Isabelle e Catherine che acconsentirono.-
-Voi che fate piccioncini? Venite o no? –ci chiese Chris con una punta di sarcasmo.-
-No ragazzi, devo ritornare a casa. –dissi io.-
-Io vengo. Ho proprio voglia di una bella pizza. –disse Alec.-

Dopo di ciò, salutai tutti e ritornai a casa, per potermi buttare sul divano e accendere il computer per controllare se Sonia avesse risposto. E infatti…

“Stronza! Mi manchi anche tu da morire! Certo che ti perdono, sei la mia migliore amica! :’( lo so, ora starai pensando che per quanto riguarda la finezza sono sempre la numero 1! Ahahahahahahah!!
E una noia senza di te! Da quando abbiamo saputo che sei partita è cambiato tutto e non so più con chi sfogarmi e lamentarmi (lo so che questa parte di me ti manca u.u)
Quando sono a scuola non so più con chi divertirmi e “spiare Francesco” anche se ha fatto un passo avanti e mi ha chiesto di uscire! Mio Dio, ma ci credi????????????????????? FRANCESCO MI HA CHIESTO DI USCIREEEEEEEEEEEEEE!!!!!!! Sono cosi felice e vorrei tanto condividere con te tutto quello che mi sta succedendo.. ma ora veniamo a te!
Cazzoooooooo davvero hai fatto l’amore???? Com’è stato???? E stato come te lo sei sempre immaginata da piccola??? Sei felice?? Oddio quanto mi manchi!!!! Ma lo sai che faccio?? Prendo un aereo, vengo a prenderti e ti trascino di nuovo qui!

Vuoi saperla un’altra novità?? Raffaele è scomparso…….”

“Cosaa?? Impossibile!! Lui non può essere scomparso!” All’improvviso, una fitta al cuore mi travolse, lacrime cominciavano a rigarmi il viso. Il “mio” Raffaele non poteva essere scomparso.

“…...so che in questo momento, sicuramente, i tuoi occhi si saranno gonfiati e starai cominciando a piangere.. beh allora spero che tu stia seduta, perché è scomparso da una settimana…”

“Una settimana!”
Dai miei occhi cominciarono a uscire sempre più lacrime, non vedevo più niente e nella mia testa scorrevano pensieri terrificanti su cosa gli fosse successo.

“E se l’avessero rapito?”

 “ E se fosse morto?!”

“No! Lui è forte!”

Cancellai quel pensiero dalla testa e cercai di continuare a leggere il messaggio della mia migliore amica:
“Tesoro, quanto vorrei essere accanto a te per abbracciarti. Siamo tutti preoccupati per lui, ma sicuramente starà bene, forse sarà partito e non avrà detto niente a nessuno. Sai, da quando aveva saputo che eri andata via ha cominciato a comportarsi in modo strano. Si è sempre più isolato dal resto del gruppo, finché non abbiamo visto la sua foto sul giornale…
Ti voglio tanto bene scricciolo. Quando vuoi, facciamo una web su Skipe.”

Spensi il computer nel momento in cui arrivò mia madre. Mi vide distesa sul divano mentre singhiozzavo. Lasciò cadere le buste della spesa e corse da me, mi prese in braccio e cominciò ad accarezzarmi.
-Tesoro cos’è successo?

Non ce la facevo a parlare, il pensiero che Raffaele fosse scomparso mi lacerava il cuore. Eravamo cresciuti insieme, era stato il mio primo amore, era sempre dolce con me, finché il suo fratellino era morto in un incidente insieme a lui..i genitori gli avevano dato la colpa, ma non era vero: Un camionista ubriaco gli era venuto a dosso. Questo lo cambiò e il ragazzo dolce e premuroso che conoscevo non c’era più, anche se sapevo che si trovava in una parte del suo cuore.

-Tesoro ti prego, dimmi cos’è successo? Qualcosa a scuola? I tuoi amici? –mi chiese la mamma incitandomi a raccontarle cosa fosse successso.-
-Raffaele è scomparso.- riuscì a dire con un filo di voce prima di svenire.-

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Capitolo 9
*** Capitolo Nove. ***


“Gabrielle… Gabrielle… tesoro mi senti?”

Quella voce… la conoscevo…

“Amore mio mi senti?”-continuava quella voce sensuale, seducente e… familiare…-

“Raffaele! Sei tu!” –la mia non era una domanda, era lui, non potevo non riconoscere la sua voce, quella che per la prima volta avevo sentito alla scuola di canto. Cosi ci eravamo conosciuti, non avrei mai potuto dimenticarla.-

“Si amore mio. Sono io.”

“Raff ma dove sei? Perché sei scomparso? Cosa ti è successo?”

“Piccola io sto bene, perché tu sei partita? Non puoi immaginare quanto sono stato male. Non posso stare senza te.”

“Raff io.. io non volevo.. ti prego dimmi cosa ti è successo!”

“No amore mio. Non posso. Non ora. Ricordati che ti amo.” –a queste parole sentì qualcosa sfiorarmi sulle labbra. Non vedevo niente, c’era solo bianco e la sua voce era scomparsa.

Quando mi svegliai ero nel mio letto, la pelle appiccicata per il sudore sentivo la mamma parlare fuori la porta con qualcuno.. provai ad alzarmi, ma la testa mi faceva male, non riuscivo a capire perché mi sentissi cosi stanca e dolorante ovunque. Poi tutto si riaffiorò nella mia mente: io che tornavo da scuola e avevo acceso il computer per poter leggere la risposta della mia migliore amica e poi quella tragica notizia.. era tutto molto stano, cioè Raffaele era scomparso e quello strano sogno in cui sentivo la sua voce. Quel dolore lacerante aveva cominciato di nuovo a disturbare il mio cuore. Soffrivo per lui. Soffrivo per averlo lasciato e perché stesse soffrendo anche lui a sua volta. Soffrivo perché mi manca e non solo lui, ma tutti. Soffrivo perché mio ero fatta convincere dalla mamma che avremmo ricominciato una vita nuova qui, ma solo lei ci stava riuscendo. Potevo nasconderlo bene questo, ero sempre stata brava a nascondere le cose, mi mancavano i miei amici e nessuno li avrebbe potuti sostituire. Non volevo prendermela con la mamma, io non volevo dimenticare il mio papà.
Quando rientrò nella stanza, ero ormai sveglia, il petto mi faceva ancora male, ma cercai di dimenticarlo e sembrare il più “naturale” possibile.
-Piccola come ti senti?
-Bene… -risposi appena. Cavolo quella era la mia voce? Sembra che avessi avuto un brutto mal di gola e raffreddore di quelli forti che si prendono accompagnati dalla febbre alta. –Con chi parlavi prima? -continuai io.-
-Era il medico. La nonna l’ha chiamato per farti visitare… -rispose la mamma.-
-Oh tesoro, deve essere stato un choc per te sapere di.. Raf-faele.. –continuò la mamma balbettando e con gli occhi lucidi.-
Non riuscivo a parlare ancora.. non mi sembrava ancora vero. Perché? “Devo parlare con Sonia, al più presto.” –pensai mentre la mamma diceva che non dovevo preoccuparmi.-
-Tesoro mi stai ascoltando?
-Mamma scusa, voglio stare un po’ sola.
-Certo, ti capisco. Qualsiasi cosa chiamami. –mi raccomandò la mamma dandomi poi un bacio sulla fronte.-

Appena la mamma uscì dalla stanza presi il computer che era stato appoggiato sul comodino accanto al letto. Erano le 17:30 e sicuramente Sonia stava su Facebook a cazzeggiare.. mi collegai anche io e come avevo previsto era in chat. La  contattai:
“Ehi… <3”
“Tesorooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo <3333”
“Ti va di fare una web?” –le chiesi.-
“Ti chiamo.”

Cinque secondi dopo vedevo finalmente la mia migliore amica. Eccola lì in quella piccola cameretta tappezzata di poster di Fedez, Tiziano Ferro e varie scritte fatta da lei con la bomboletta. Aveva i capelli ricci che le cadevano sulle spalle, le punte ora azzurre, ma quando l’avevo lasciata erano viola. In sottofondo si sentiva il suo fratellino più piccolo giocare..
-Che bello vederti. –dissi io, mentre i miei occhi cominciavano a riempirsi di lacrime e vedevo che anche a Sonia, dietro i suoi occhiali “fucsia”, le lacrime cominciavano a rigarle il viso.
-Anche io sono felice di “vederti”. Come stai? –mi chiese lei.-
-Mi manchi. Come potrei stare?!...
-Non stai piangendo solo per me, vero? E anche per Raff..
-Si. –ero sincera con lei, non potevo mentirle, se ne sarebbe accorta comunque. Piangevo per lui, dopo tutto non potevo negare tutto quello che c’era stato tra di noi.- -Come è accaduto? –le chiesi.-
Sonia stava cercando di asciugarsi le lacrime e quando finalmente trovò un pacchetto di fazzoletti vicino la scrivania cominciò a parlare.
 –E successo una o due settimane fa.. avevamo già saputo che eri partita da un pezzo e Raff aveva cominciato ad allontanasi sempre più da noi e dalla comunità(chiariamo, non una comunità di recupero o cose del genere, ma una comunità della chiesa, dove ci riunivamo, pregavamo o giocavamo.. un posto dove tutti potevano rifugiarsi.).. Francesco(migliore amico di Raffaele) stava sempre con lui e mi ha detto che spesso ritornava a casa ubriaco.. fino a quando una sera la madre non ha trovato più nessun vestito nell’armadio…
Non mi guardava e la conoscevo troppo bene per capire che non era finita fino a qui.. –Sonia devi dirmi tutta la verità!
- Oh tesoro, so come ti senti… So che gli vuoi bene ancora, e quello che è successo tra di voi non potrà mai essere dimenticato… anche se ci avete provato…
-Sonia TI PREGO!!!
-Beh… ecco…
 Alzò la testa per guardarmi e cominciò a parlare. -Due giorni fa hanno trovato una macchina come la sua, in una campagna vicino Milano. Ma lui non c’era dentro.
A quelle ultime parole non sapevo se piangere perché fosse sparito o perché avessero trovato la sua macchina ma senza di lui.
-Ci può essere ancora una speranza.- dissi ad alta voce, mentre il volto della mia migliore amica spariva dalla schermo, lasciandomi sola in quella stanza.

Rimasi sola per un po’ rimuginando su cosa avrei potuto fare. “Non posso fare niente! La macchina è stata ritrovata a Milano, quindi sarà ancora in Italia..” “Come posso tornare lì! Mia madre non me lo permetterebbe MAI!”
Qualcuno bussò alla porta interrompendo i miei pensieri. Occhi grandi verdi caldi, sotto una chioma color platino si affacciarono e si incrociarono nei miei insieme ad un sorriso. Era la nonna con in mano un vassoio.
-Guarda cosa ho preparato alla mia bella nipotina!
-Grazie nonna… -mentre la nonna mi porgeva il piatto fumante, sentivo l’odore che emanava.. era senz’altro brodo di pollo.- -Presi una cucchiaiata e quel brodo caldo cominciò a scendermi per la gola riscaldandomi tutta.
-Allora bambina mia, come ti senti? –mi chiese la nonna.-
-Mi sento molto meglio ora che mi hai preparato il tuo famoso brodo di pollo. E delizioso! –dissi sorridendola e assaggiando un pezzo di carne.-
-Oh mi fai stare cosi bene quando sorridi! Ora però non preoccuparti per il tuo amico, starà bene vedrai. So che per te deve essere stato importante, ma ora devi cercare di stare bene. Non ti trovi bene qui?
-Si nonna, si che sto bene qui. Mi piace vivere a Parigi, solo vorrei che Sonia e tutti gli altri fossero qui con me… sono sicura che anche loro si sentirebbero a proprio agio. Qui siamo liberi.
-Beh ecco, non proprio tesoro.. ricorda che non sei ancora maggiorenne e che sei ancora la mia “bambina”! –disse la nonna scherzando.-
-D’accordo, allora ti adesso ti lascio riposare un po’.. ti voglio bene scricciolo.
-Anche io nonna. –le risposi.-

Ed ecco che anche la nonna mi lasciava sola… il brodo ormai finito..
 Avevo cosi tanta voglia di mare… Già, il mare.. ogni volta che mi sentivo triste correvo per prendere un treno o un pullman che portava ad Amalfi. Il mare mi era sempre piaciuto.. cosi libero, cosi infinito.. Ricordo una volta di quando avevo 11 anni e per un litigio con mia madre presi il pullman che mi portava proprio ad Amalfi. Allora non ero cosciente di quello che facevo, avevo fatto preoccupare i miei genitori allarmando mezza paese e dintorni, fin quando non mi trovarono sulla spiaggia, mentre guardavo il sole morire nel mare.

Presi il mio Iphone e le cuffie. Le mie vene, il mio sangue, il mio cuore e il mio cervello attendevano con ansia parole magiche per farmi sprofondare in un mondo nuovo.
 Nelle mio orecchie, cantava Fedez-Polaroid.

“Ricordi impressi in un istante come una Polaroid…”


*Angolo Autrice*

Ciao a tutti! Che bello il primo capitolo ha superato le 150 visite. Sono contentissima e mi fa molto piacere che a qualcuno piaccia.. in effetti, tra il primo e il terzo/quarto capitolo ho cambiato modo di scrittura e la storia sta prendendo una nuova piega di come l’avevo immaginata. Infatti, non ho scritto per un po’ proprio perché stavo pensando a nuove idee.
Spero che il capitolo vi piaccia e inoltre accetto qualsiasi critica buona, neutra, cattiva, quello che sia.
Un bacione, Mel C:

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