Nightmares

di Notalovestory
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** Secrets ***



Capitolo 1
*** 1. ***



Why here? Why us?

 
 
 
 
 
 
«Goldie, muoviti.» la voce di mia madre echeggiò per il corridoio, mi stava avvertendo. Stava inziando a farsi tardi. Afferrai con una mano la valigia, trascinandola per le scale.
«Oh, cos'è quella faccia, tesoro? Sono sicura che ti troverai bene in quella scuola!» mia madre mi sorrise, accarezzandomi i capelli neri.
‘Ci mancherai’ mio padre mi sorrise, con gli occhi che brillavano. Io, al contrario suo e della mamma, detestavo ogni tipo di smanceria.
«Anche voi, ma ora devo andare. C'è un carro funebre fuori che mi aspetta» così definivo le macchine lunghe e nere, con i vetri piuttosto scuri.  Sistemai i miei bagagli, poi agitando la mano per un ultimo saluto, entrai nell'auto.
«Non sono Rihanna, perchè questi finestrini e questa macchina? Non era meglio una semplice auto blu?»
«Sarebbe stato noioso, lei non trova?» il tizio al volante rise. Non volevo andare in una scuola di studenti indisciplinati, per sei mesi per giunta. Sicuramente ci sarebbe stata una preside severa e una vicepreside imbranata e occhialuta. Mi appisolai dopo alcuni minuti, fino a quando non arrivammo a destinazione.
«Siamo arrivati, può scendere.» l'autista sorrise, poi mi salutò. Scesi dall'auto con un'espressione incuriosita e rimasi impalata di fronte ad un edificio così grande e maestoso. Era immerso nel verde, il che significava che si trovava ben lontano da una precisa città. Non era molto antico, solo molto rustico. Il sole mi batteva sugli occhi, quindi non mi accorsi degli altri sei ragazzi che mi stavano intorno, tra cui una ragazza.
Un signore abbastanza alto e con la barba, affiancato da una signorina roscia con degli occhietti vispi e azzurri, si avvicinavarono. La donna aveva un sorriso piuttosto dolce ed era molto bella, avrà avuto almeno venticinque anni.
«Buonasera ragazzi, e ragazze - disse l'uomo barbuto, sorridendo- e benvenuti. Io sono il capo di questa scuola educativa, se vogliamo chiamarla così, e voi potete chiamarmi professor. Braiton e lei è Julie, la vicepreside. Ora vi accompagnerà dentro per dare un'occhiata, io devo scappare. Ci vedremo dopo per la cena» con un cenno del capo il professor. Braiton ci lasciò con Julie, sparendo dietro al muro del giardino.
La vicepreside eseguì gli ordini e i miei occhi, prima di entrare, si posarono su una figura abbastanza alta che buttava una sigaretta a terra per poi schiacciarla col piede. Girai lo sguardo non appena il moro alzò la testa.
«Sembra un mondo parallelo!» esclamò un ragazzo biondo, con la cresta e occhi azzurri, sfoderando un sorriso a trentasei denti. La vicepreside sorrise a sua volta. Il corridoio era lungo e pulito e fornito di molte stanze. L'edificio non era antico, anzi moderno e molto grande. 
«Se vi mostro tutto l'edificio si farà tardi, quindi passo a smistarvi nelle vostre stanze così che possiate sistemarvi - annunciò la vicepreside - le combinazioni per le stanze sono puramente casuali quindi, può capitare che siate anche mischiati con le ragazze.» Qualche fischio eccheggiò tra i maschi che si lanciarono sguardi d'intesa.
«Allora Goldie con Zayn e Louis, mentre Pepper con Liam, Harry e Niall.» dopo averci accompagnati nelle rispettive stanze se ne andò, lasciandoci sistemare i bagagli e le altre cose. Erano grandi, fornite di computer, finestre con vista e un grande bagno, uno solo. Puntai subito gli occhi su quella stanza ma intanto il ragazzo dagli occhi celesti aveva fatto lo stesso, così ci precipitammo dentro.
«L'ho visto prima io.» dissi, incrociando le braccia.
«Stronzate.»
«Non puoi metterti a competere con una femmina perchè vuoi entrare per primo al bagno, cos'è? Vuoi segarti?»  lui mi fece il verso, lasciandomi passare, poi si buttò a peso morto sul letto, aspettando che finissi.
Dopo essermi lavata i capelli, uscii dal bagno lasciando una scia di bagnato per terra. Non avevo il pettine, e non volevo chiederlo a quei due quindi aprì la porta della stanza per dirigermi verso una camera più avanti, per andarla a chiedere a Pepper, l'altra ragazza.
Bussai una, due volte, poi aprirono. Davanti a me un riccio, alto una quaresima, stava sorridendo.
«Ciao, serve qualcosa?»
«Volevo sapere se la ragazza aveva un pettine, io l'ho scordato e gli altri due sono troppo occupati a prepararsi, quindi...»
«Il mio si è rotto qualche minuto fa - sorrise divertito - vado a chiederglielo» si spostò, facendomi spazio per entrare. La loro stanza era più grossa di quella in cui avevano messo noi, forse perchè era più grande. Notai subito la parte di Pepper, si era stanziata sotto alla finestra e aveva già ordinato tutto. Il riccio di prima distolse la mia attenzione dalla parte di camera del ragazzo biondo.
«Ehm..Pepper?» lo guardai bussare cautamente alla porta del bagno.
«Vi ho già detto che l'acqua non la paghiamo, non c'è bisogno di fare la doc..oh, ciao» vidi la porta spalancarsi, e la figura già vestita di Pepper - anche se con i capelli fradici - sporgersi per guardare chi stava bussando, quando mi vide abbassò la testa, sorridendo imbarazzata per la figuraccia.
«Le serviva una spazzola..» le disse Harry, trattenendo una risata. Pepper entrò nel bagno e mi porse il suo pettine.
«Scusa per l'accoglienza poco..accogliente.» mi disse ridendo.
Dopo essere uscita, corsi nella mia stanza. Era tardi e dovevo iniziare a prepararmi per la cena.
 
 
La sala da pranzo era immensa, come tutte le stanze del resto. La tavola era già apparecchiata e ci sedemmo tutti, senza dire una parola. Nessuno aveva il coraggio di iniziare una conversazione.
«Passami l'acqua.» Louis, mi guardò irritato.
«Per prima cosa, ho un nome. E secondo, non sono la tua schiava, puoi benissimo allungare una mano e prendertela.»
«Sei sempre così antipatica?»
«Povero chi ti sopporta.» mi passai una mano tra i capelli ancora umidi.
«Smettetela, siete due palle al piede» disse un ragazzo dai capelli color castano chiaro e  gli occhi marroni.
«Tu saresti?» chiesi, picchiettando le mani sul tavolo.
«Sapessi»
«Simpatia portami via»
«Sono più simpatico di te»
«Io sono più simpatico di voi due» continuò il ragazzo con la maglietta a righe mentre sorseggiava l'acqua.
«Basta»
«Volete stare zitti?» Louis sputò l'acqua che continuava a tenere in bocca da prima, in faccia ad Harry che, per ribattere, gli tirò l'insalata piena di aceto sui capelli.
«Che classe» Liam, il ragazzo dagli occhi marroni e i capelli castano chiaro, si girò, per poi tirare a Pepper la coca cola, direttamente dalla bottiglia. In poco tempo tutti ci stavamo tirando del cibo, pur essendo consapevoli che dopo che ci avrebbero scoperti ci avrebbero messi in punizione a vita.  Infatti, nella stanza entrò Julie. Era vestita tutta impettita, con una piccola cartellina in mano.
«Oh dio»
«Ripuliremo tutto, ma la prego, non ci metta in punizione» la supplicò il biondino, inginocchiandosi e abbassando la testa. Un piccolo sorriso si allargò nella bocca della vicepreside.
«Ok, ripulite tutto ed io intanto tengo occupato il direttore»
 
 
«Sigaretta?» Pepper mi pose un pacchetto, dove c'erano ancora sei sigarette intere e ne presi una. 
«Grazie. Io vado in camera»
«Buonanotte» mi risposero gli altri all'unisono. Mi dispiaceva lasciar sola Pepper con cinque ragazzi, ma ero sicura che se la sarebbe cavata.
Uscii fuori. Il giardino era illuminato da dei lampioni, la vista era grandiosa ma metteva ansia. Mi accesi la sigaretta e mi strinsi nella felpa imbottita. Pur essendo appena entrati nella stagione estiva di sera tirava il vento.
«Bello vero?» la voce roca e allo stesso tempo dolce di Niall mi fece sobbalzare.
«Molto, un po' angosciante, ma bello..»
«Tu sai perchè siamo quì?» 
«Bella domanda... No, non lo so. Ma forse lo capiremo presto»


 




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Capitolo 2
*** Secrets ***


 
 
Secrets.







Erano già passate due settimane, le peggiori di tutta la mia vita. Era ormai palese che Louis Tomlinson nutriva puro odio verso di me, proprio come la vicepreside, e passavamo la maggior parte del tempo a litigare. Zayn, invece, non mi rivolgeva parola quasi mai, ma ogni tanto lo trovavo a fissarmi. Osservava ogni mio minimo movimento e anche se a volte provavo a ricambiare il suo sguardo, ero comunque io a distoglierlo per prima. 
- Goldie, se non ti sbrighi ti trascino giù per i capelli! - mi urlò quest'ultimo, dalla camera.
- Louis, c'è un problema! -
- Non me ne frega un cazzo! -
- Non trovo la maglietta! - lo sentii bisbigliare qualcosa a Zayn.
- Prova a vedere in giardino, dentro alla fontana... - disse, stranazzando. La risata di Zayn riempì la stanza. Maledetti stronzi. Sbuffai, mi infilai l'accappatoio del moro e uscii. Mi stava un po grande , ma era sempre meglio che uscire nuda.
- Hai il mio accappatoio! -
- Però, sei perspicace. -
Afferrai una maglietta e mi diressi in bagno. Dopo essermi vestita scesi. Quando vidi Peps, sembrò quasi un'apparizione.
- Donzella, pronta per svolgere i pesanti compiti dati dalla cara vicepreside Julie? - le chiesi, facendo un inchino. Peps rise divertita, e mi imitò.
- Certamente, mia cara fanciulla. Come minimo, ci farà pulire con la lingua i sotterranei. E a loro? Dirà di lavarsi i denti, arduo compito - Scoppiai a ridere insieme a lei, mentre si spostava una ciocca di capelli biondi dietro all'orecchio.
- Non è colpa nostra se le state antipatiche...- Ribattè Liam, passandosi una mano fra i capelli.
Parli del diavolo e spuntano le corna. Julie oltrepassò la porta del salotto vestita di tutto punto, con la solita cartellina sotto braccio.
- Oggi Pepper e Golden lavoreranno in giardino, mentre i ragazzi metteranno a posto la sala da pranzo. - quando Pepper spalancò la bocca, mi preoccupai che la sua mascella potesse staccarsi e cadere a terra. 
- Tutto qui?!  -  disse poi, piccata.
- Questo atteggiamento non giova alla vostra situazione, Pepper. Non mi piace che qualcuno, soprattutto dei miei studenti, mi si rivolgano così, quindi aggiungo anche il pulire la stalla, ai vostri compiti -
- Ma non è giusto! - ribattei, irritata.
 
Il giardino e la stalla?! Sul serio?!
- Non è giusto! - replicò Pepper, furiosa, accanto a me, mentre si attorcigliava una ciocca di capelli.
- Signorina, non è lei che decide. -
Sospirai e mi sedetti sul divano, vicino a Niall che mi sorrise. Dopo pochi minuti la porta si aprì ed entrò il preside. L'avevo visto solo una volta, cioè quando ero arrivata in quella specie di scuola. Era un uomo sulla sessantina, con capelli e barba bianca. Gli occhi erano piccoli, vispi e azzurri. Julie fece un passo indietro abbassando la testa. 
Gli unici con cui avevo legato in quei sette giorni erano Pepper e Niall. Io e Peps avevamo scoperto che la vicepreside nutriva uno strano risentimento verso di noi ma non eravamo a conoscenza del motivo. Eravamo sempre noi a fare il "lavoro sporco", tornavamo sempre in camera stanche morte, ma ovviamente a quella stronza non fregava.D'un tratto la porta si aprì ed entrò il preside, sempre in giacca e cravatta. Ma non sentiva il caldo? Julie fece un passo indietro, per farlo passare, e ci guardò con un'espressione seria.
- Non si risponde cosi alla vicepreside, ragazze - disse, lanciando un'occhiata a Pepper che fece finta di niente guardando da tutt'altra parte  - Per cui, pulirete la stalla, alle cinque di questo pomeriggio, ma i ragazzi vi daranno una mano, vero ragazzi? - Niall e Liam annuirono prontamente, a differenza di Harry, Louis e Zayn che sbuffarono.
- Ragazzi? - chiese di nuovo, con un tono che non ammetteva repliche. Zayn spostò lo sguardo dal pavimento al vecchio uomo in completo blu, e annuì stancamente.
- Certamente, preside. -
- Ma... -cercai di replicare, senza alcun risultato. Il preside mi zittì con un gesto della mano.
Quando i due docenti furono usciti, Louis mi si piazzò davanti con la sua solita faccia da culo.
- Che diamine vuoi?! -
- E' sempre colpa tua e della tua amichetta, dannazione! -
- Ma non è stata colpa loro, Louis. - ci difese il riccio con tono dolce, guardando prima Louis poi Pepper.
- Zitto Harry! - Louis voleva sempre comandare. Un pallone gonfiato, che si credeva il re del mondo. Si sistemò la giacca nera poi uscì. Zayn, mi guardò male. Sul lato inquilinistico, Pepper era messa decisamente meglio di me.
Due ore dopo.
- Goldie, hai finito? Sono le cinque, muoviti! - 
Mi scrollai di dosso un po di terra e  mi avviai verso la stalla. La puzza di letame si sentiva da fuori. L'edificio era vecchio, si notava dal legno rovinato dall'umidità e le piogge brevi ma abbondanti di inizio estate. Dentro c'era una luce che ci permetteva di farci strada tra le balle di fieno, le gabbie delle galline, e i secchi in cui mettevano il mangime.
- Dove sono quei cogl... -
- Ragazze! - Harry entrò nella stalla insieme a Niall. Sobbalzai, poi ricambiai il saluto. Dopo qualche minuto di silenzio e sorrisi imbarazzanti decisi di incominciare una conversazione.
- Sapete dove si sono cacciati gli altri? - Tutti mi guardarono disinteressati, poi il riccio si alzò per andare a cercare i tre mancanti.
- Vado a cercarli, voi aspettate qui. -
- E chi si muove... - Peps guardò Harry andare via, poi sospirò. Un sorrisetto si fece spazio nella mia bocca, poi mi alzai e seguita dagli altri cominciammo a vagare per la stanza puzzolente. Eravamo in cerca di qualcosa, ma non sapevamo di cosa.
- Ragazze, guardate! - esclamò il biondino eccitato. Corremmo verso di lui. Con l'indice indicava un libro, ricoperto di spighe di grano e coperto tra le balle di fieno. Era grande ma la rilegatura era fragile. Sulla copertina non c'era scritto niente e non c'era neanche una figura.
- Secondo voi di cosa si tratta? -
- Scopriamolo. - lo aprii. Tutto di quel libro era strano. A partire dal fatto che tutti noi ne eravamo incredibilmente attratti, e come se fossimo stati destinati a trovarlo. Iniziari a far scorrere lo sguardo sulle pagine ingiallite dal tempo.
Continuai a sfogliare finchè una pagina in particolare non catturò la mia attenzione. La osservai. Il sole illuminava dei piccoli pallini, erano di diversi colori, sette colori e accanto ad oguno di loro era presente una didascalia.
 
Il primo colore era il rosso, rosso brillante. Rappresentava la capacità di capire cosa provavano le persone in un preciso momento, le sensazioni. La frase seguente era stata resa illegibile, appariva quasi trasparente ora. Sfiorai con un'unghia il piccolo pallino rosso.
Il bianco. La capacità di riconoscere le menzogne.
L'arancione rappresentava la capicità di essere abile come un felino ed intelligente e furbo come una volpe.
Il colore che seguiva era il viola, capacità di mostrare i propri ricordi e la capacità di cancellare quelli di un'intera vita. Capacità di cancellare la memoria.
Blu chiaro: la capicità di dominare il fuoco.
E il blu scuro; la capacità di abbindolare chiunque, con il proprio fascino.
Il verde, la capacità di leggere nel futuro.
 
- Non capisco... - chiusi improvvisamente il libro, lasciando che la polvere si adagiasse sul pavimento lurido.
- Che diavolo è? - chiese Niall, quasi spaventato. Pepper scosse la testa, sconvolta. Dei passi riecheggiarono per la stalla.
- Che diavolo è, cosa? - quella voce mi era familiare. Zayn si avvicinò a me, e mi tolse dolcemente il libro dalle mani, cominciando a leggere.
- Che cazzata. -
- Dai Zayn, pensaci. Forse c'entra qualcosa con questa scuola, è strana. Tutti qui sono strani, a partire da Julie...- Louis non aveva proferito parola, stranamente ed era interessato alla conversazione fra me e Zayn come tutti gli altri.
- Non credo alla magia, anzi penso che questa scuola ti stia dando alla testa. Dovresti tornare a casa, piccola. - sospirai. In effetti, forse quel libro era un'immensa cazzata scritta da alcuni studenti che erano stati lì prima di noi. 
Il moro, che era uscito dalla stalla pochi secondi prima tornò indietro. Si avvicinò a me cosi tanto che riuscii a notare il taglio degli occhi perfetti. Mi sfiorò la guancia con il pollice per pulirmi dalla terra rimasta sulla mia faccia. Spalancai la bocca, fissandolo.
- Che hai da guardare? Eri sporca - ribattè, per poi girare i tacchi e andandosene stizzito. Lui sì, che era strano.

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