A different girl.

di _Ve
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** E io, ero in compagnia del mio amico invisibile. ***
Capitolo 2: *** "Tu saresti...?" ***
Capitolo 3: *** "Perchè sorridi sempre?!" ***
Capitolo 4: *** "Betta, giusto?" ***
Capitolo 5: *** "Sei acida come poche" ***



Capitolo 1
*** E io, ero in compagnia del mio amico invisibile. ***


E io, ero in compagnia del mio amico invisibile. 
 

L'autobus era, per l'ennesima volta, in ritardo. Non che la cosa mi toccasse particolarmente; sinceramente preferivo stare lì, al freddo delle 7.20 del mattino, piuttosto che entrare in quella sottospecie di veicolo. Quando arrivò, passai la mia tessera del pullman. L'ondata di gente presente mi spinse a destra e a sinistra, finché due fermate dopo non uscii da quel casino.

La cosa sarebbe stata confortante, se non avessi saputo che stavo per entrare a scuola.

Avevano appena aperto le porte e, già annoiata, mi trascinai fino all'ingresso. Ero pronta per un'altra schifosa, noiosa e altri brutti aggettivi che finiscono io "iosa" giornata.

"Ciao Betta!" ecco uno dei miei 18 simpaticissimi compagni. Eravamo 18 maschi e tre femmine, voi penserete "che bello!". Bello un cazzo, c'era da spararsi.

"Ciao"

"Hai studiato per il compito di scienze?" Ma pensava davvero che me ne fregasse qualcosa di quel fottutissimo compito?!

"Sì, poi sono andata a dolcilandia e ha comprato caramelle a mio fratello", risposi.

"Lensy, sei sempre così dolce" Ecco la mia migliore amica, Giada. Le volevo un bene dell'anima. Forse era l'unica persona a cui tenevo realmente.

"Ciao stronza" Sapeva che scherzavo. Il nostro era un rapporto piuttosto strano. Non eravamo quel tipo di amiche che passano il tempo a spiattellarsi gossip, a chiamarsi "tesoro" e a farsi foto, noi eravamo amiche e basta. Ci raccontavamo i nostri problemi, facevamo le coglione, cose così. Eravamo piuttosto diverse: lei abbastanza solare e simpatica, io sfacciata e acida. Mi dicevano tutti che quello che mi rovinava era il carattere: effettivamente fisicamente non ero così male. Abbastanza magra, alta, una faccia passabile. Certo, avevo una misera seconda e il mio culo era insignificante, ma mi andava bene così.

E poi, c'era una cosa in me inspiegabile: amavo la matematica, era la mia materia preferita. La capivo al volo. E mi distraeva da quella merda che era la mia vita.

Tornata a casa, per pranzo mangiai dei panini, come sempre. Mia mamma era all'ospedale, da mio papà che è ricoverato da due mesi. Mio fratello, di tre anni in più di me, era da un suo amico. E io, ero in compagnia del mio amico invisibile.

Nel caso non l'aveste capito: avevo 17 anni, una vita che mi faceva schifo e un pessimismo che nessun altro aveva.

Quel pomeriggio, uscii; dovevo andare a comprare un regalo a Giada. Tra pochi giorni ci sarebbe stata la sua festa di compleanno, a casa sua. Giada aveva la fortuna di avere quasi sempre la casa libera, così dava spesso delle feste. Camminando nel centro di Londra, la mia città, vidi un negozio che non avevo mai notato prima. Il mio ingresso fu annunciato dal campanellino sopra alla porta, che emise uno rumore abbastanza fastidioso. Guardandomi attorno, scoprii che si trattava di un negozio di musica.

"Posso esserti utile?" Il commesso, un ragazzo sui 21 anni, mi sorrise.

"Sto cercando un regalo per la mia migliore amica. Ama un certo Ed Sheeran e so che desidera molto l'album Plus."

"Oh, certo, sono appena arrivati. Vado subito a prendertene uno." Era molto gentile, aveva i capelli castani e gli occhi chiari.

Tornò due minuti dopo con il cd in mano. Mentre me lo porgeva, si sistemò il cartellino sul quale c'era scritto "Louis Tomlinson".

"Grazie." Presi il cd, pagai e me ne andai. Quel ragazzo sorrideva sempre, ero colpita. No, non colpita in quel senso, io avevo chiuso da parecchio coi ragazzi. La mia ultima storia non si era conclusa nel migliore dei modi. D'altronde, diciamolo, i ragazzi sono dei coglioni. Ne trovano una con due tette soddisfacenti, la riempono di complimenti, se la portano a letto e poi la scaricano. È così che funziona.

Quella sera, quando entrai in casa, mamma era triste. Da quando papà era entrato in coma, dopo l'incidente, passava tutto il suo tempo in ospedale. Oramai noi (io e mio fratello) non esistavamo più.

Mio fratello si chiamava Edoardo, aveva tre anni in più di me e devo dire che andavamo d'accordo. Cioè, lui era un idiota, ma mi voleva bene e io ne volevo a lui. Aveva però un grande difetto: era fidanzato con un'oca insopportabile che mi stava davvero sulle ovaie. Cioè, era una di quelle "so' figa so' bella so' fotomodella", capelli biondi platino, occhi azzurri e gambe aper... gambe lunghe e affusolate. Ecco, una di quel tipo.

Io, Elisabetta Lensy, potevo sembrare un'adolescente paturniosa e che si fa seghe mentali su quanto la vita sia ingiusta. Solo che nessuno sapeva quello che avevo passato, quindi nessuno poteva giudicarmi.

 

Hello everybody!

Se avete avuto la pazienza di arrivare fin qua, grazie. Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate e se questa storia fa schifo :D

Grazie quindi a tuuuuutti quelli che hanno cagato minimamente questa storia. La protagonista è una tipa molto yeah, potrebbe sembrare depressa ma le cose cambieranno :') Qui entra già in scena Louis, che però non sarà uno dei personaggi principali.

Riuscirò Elisabetta a diventare più allegra?

Tutto nella prossima puntata (?).

Mi eclisso.

Ve.

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Capitolo 2
*** "Tu saresti...?" ***


"Tu saresti...?"
 

Il pomeriggio seguente decisi di andare a trovare mio papà in ospedale. Mi vestii, presi il mio iPod e uscii. Fuori pioveva, ma non era un problema. Io amavo la pioggia, sembrava spazzarmi via tutti i pensieri. Accesi l'iPod mentre mi incamminavo verso l'ospedale. Ah, musica e pioggia, cosa c'era di meglio?

Dopo una quindicina di minuti, mi ritrovai davanti all'entrata dell'ospedale. Le porte si aprirono e, a quel punto, entrai. I muri dell'ingresso, nel quale c'era uno squallido bar, erano stinti, di un color rosa pallido che sapeva di malattia, e il silenzio che c'era lì dentro faceva venire la depressione. Mi avviai verso l'ascensore e cliccai il pulsante che portava al secondo piano, nel frattempo mi tolsi le cuffiette. L'ascensore si fermò un piano prima del previsto, dove entrò un uomo che teneva per mano una bambina che immaginavo fosse sua figlia. Aveva circa sette anni ed era davvero carina. I suoi capelli, biondi, erano legati in due piccoli codini e la fronte era coperta dalla frangetta. Aveva due grandi occhi azzurri, che esploravano il mondo, e sembrava.... Come dire... Impaurita. Era vestita tutta di rosa.

Bleach. Io odiavo il rosa. Da piccola mettevo le tute smesse di mio fratello e non ho mai giocato con una Barbie in vita mia. Sinceramente, preferivo giocare ai video-games.

"Papà, ma mamma dov'è?", pronunciò, con una vocina piccola piccola.

"Tra poco la vedrai, amore", rispose prontamente lui.

A quel punto, le porte dell'ascensore si aprirono e io, l'uomo e sua figlia uscimmo. Mi resi conto di non avere idea della camera in cui fosse mio papà, così chiesi informazioni a un infermiera.

"Mi scusi, sa dirmi dove posso trovare mio papà? Si chiama Paul Lensy..."

"Come ha detto che si chiama?" iniziavo a perdere la pazienza.

"Lensy. Paul Lensy."

"E in che reparto è?" Dio, ma era scema forte allora. Se lo avessi saputo non glielo avrei chiesto, no?!

"Se lo sapessi, non glielo chiederei, non crede? Lasci stare, me lo cerco da sola, grazie mille per la gentilezza, per la disponibilità e soprattutto per la competenza." sottolineai l'ultima parola in modo che afferrasse il sarcasmo. A quel punto iniziai a vagare, nella speranza di trovare la camera dove stava mio papà. Mentre cercavo, vidi un ragazzo seduto su una sedia. Aveva il ciuffo tinto di biondo e due occhi azzurri magnifici, dai quali uscivano... Lacrime? Decisi di lasciar perdere e di continuare la mia ricerca. Alla fine, dopo 15 minuti, trovai la stanza ed entrai. Ero già andata a trovarlo, ma lo spostavano continuamente. La sua vista non mi provocò nessuna emozione, era così anche la settimana prima e quella prima ancora. E no, non mi mancava.

Lui non si poteva definire "mio papà". Non c'era mai stato, era sempre in viaggio per lavoro, e le poche volte che ci vedevamo non faceva altro che ripetere a me e a mio fratello quanto fossimo inutili. Aveva sempre fatto il duro, e ora era lì, su quel letto bianco. Dal braccio partiva il tubo tramite il quale gli immetevano le flebo e aveva gli occhi chiusi. Sembrava quasi morto. Mi avvicinai, sussurrai un "ciao, papà" e me ne andai. Uscii dalla stanza e dopo altri 10 minuti trovai l'ascensore con il quale ero arrivata.Cliccai "piano terra". Questa volta ero in solitudine. Mi guardai nel grande specchio che c'era su una parete, notando ancora una volta quanto fossi insignificante. I capelli, castani e mossi, mi ricadevano sulle spalle e il trucco che mi circondava gli occhi color nocciola era un po' sbavato. Con un "plin" l'ascensore si fermò e io, finalmente, arrivai nel bar dell'ingresso. Stavo per comprarmi un caffé (ero praticamente drogata di quella roba) quando sentii dei singhiozzi dietro di me. Erano alquanto fastidiosi, quindi aspettando il mio caffé mi misi le cuffiette e accesi l'iPod. "My heart's a stereo, he beats for * singhiozzo* ..sten close, hear my * altro singhiozzo* ...ry note. Make me your..". Minchia oh, neanche una canzone in pace si poteva ascoltare! Presi il mio caffé e mi girai per chiedere al depresso di fare meno rumore; stavo per aprire bocca quando vidi che i singhiozzi provenivano dal ragazzo di prima. Il suo sguardo era triste, addolorato, e piangeva come uno che ha perso tutto. Mi avvicinai.

"Ehi, perchè piangi?", chiesi. Mi stupii di me stessa, non era da me essere gentile con un estraneo.

"Mia mamma... ha un tumore. Ha due mesi di vita." mi rispose piano. Oh, merda. Un ragazzo che piangeva per sua mamma. Era evidentemente uno senza palle.

"Ah, ehm, mi dispiace" Wow Elisabetta, un ragazzo sta piangendo e tu gli dici "mi dispiace". Che sensibilità.

"Tu saresti...?" mi chiese, incuriosito. Effettivamente una che ti chiede cos'hai senza nemmeno conoscerti non deve sembrare tutta normale.

"Elisabetta. Ma chiamami Betta, odio il mio nome, è troppo lungo. E poi dai, sembra il misto di due nome, Elisa e Betta, una vera merda insomma" Ma che cazzo stavo dicendo? "Sì, sto sparando un mucchio di cazzate, ma non preoccuparti, è normale. Tu invece ti chiami...?"

"Niall. Niall Horan." disse ridendo, probabilmente per tutte le puttanate che avevo appena detto. Aveva un sorriso davvero bello, trasmetteva allegria. Stavo per chiedergli qualcosa di più sulla sua vita, quando la bambina dell'ascensore si aggrappò a una delle sue gambe.

"El... Betta, lei è mia sorella, Mary. Mary, saluta Betta"

"Ciaaaao. Sei bella". Non capivo perchè la gente si divertisse a prendermi in giro. Insomma, io bella, ma per favore. O mi stava prendendo in giro o aveva bisogno di un paio di occhiali.

"Ehm, Betta, io devo andare. Piacere di averti conosciuta." Sorrise.

"Ciao Niall". Tornando a casa, mi misi a pensare. Quel ragazzo, il biondo, mi aveva colpita. Sembrava così... spontaneo, così sincero.

Ero in casa da dieci minuti quando sentii il telefono di casa squillare.

"Pronto?"

"Beeeeeeeeeeeeeetta. Ho lot of novità da comunicarti."

"Dimmi bella"

"Allora, il mio compleanno è domani, alle 21.30, ma tu sei invitata per le 20.30 così mi aiuti a preparare"

"Anche io ho voglia di passare un po' di tempo da sole, come sei tenera"

"Non metterti a fare la patetica e muovi il culo. Ah, indovina cosa mi hanno regalato i miei genitori? Plus, di Ed Sheeran! Oh, che bello, li amo li amo li amo"

"Wow, sono contenta per te!" merda cazzo culo.

"Già, già... Ci vediamo domani sera! Ciao brutta"

"Ciao puzzona".

E così, ero nella merda. Sarei dovuta andare a cambiare il cd. La mia solita sfiga.

 

 

Hello everybody!
Qui entra in scena il bello, tenero, fantastico... Niall Horan * clap clap clap *
Scherzi a parte, il capitolo non mi convince molto, ma mi serve :D Tra un paio di capitoli Betta conoscerà finalmente anche Liam, Zayn e Harry.
Che emozione :')
Scherzi a parte, ditemi cosa ne pensate perchè ci tengo.
A questo proposito GRAZIE alle otto persone che hanno recensito il primo capitolo, che sono:
_vivvy_
One Thing s
Rose_Elle
writers_idols
Littlemixsvoice
Dhuri_Harrybellotutto
paynesmouth
Some_problems

Grazie anche a chi ha letto questo capitolo :)
Ve.



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Capitolo 3
*** "Perchè sorridi sempre?!" ***


"Perchè sorridi sempre?!"


"Betta, sei pronta?"

"Edo non rompere i coglioni, sono ancora le cinque."

"Se vuoi che ti dia un passaggio fino al negozio di musica, muovi il culo. Tra cinque minuti esco di casa" Ah già, il cd. Cazzus. Mi preparai e cinque minuti dopo uscii di casa. Non avevo proprio voglia di camminare.

Arrivata al negozio, tirai fuori il cd e lo scontrino. C'era di nuovo il negoziante sorridente.

"Ehi, ciao, il cd non funziona?"

"Ehm, sinceramente non lo so. Non so se ti ricordi, era per una mia amica... Sfortunatamente però ho scoperto che gliel'hanno già regalato."

"Cavolo, mi dispiace! Ne vuoi un altro?"

"Se c'è, so che gli piace anche un certo Conor Mei... Boh, qualcosa del genere" Mi sorrise.

"Conor Maynard" disse "E sì, vado a prenderti il suo ultimo album" aggiunse sorridendo. Di nuovo. Minchia oh, mi prendeva per il culo? Perchè sorrideva sempre? Sei lì, chiuso in negozio a lavorare e sorridi? Boh.

"Scusa, posso chiederti una cosa?", dissi. "Perchè sorridi sempre?!". Probabilmente mi avrebbe preso per pazza.

"Beh, la mia famiglia mi vuole bene, ho una ragazza che amo e un lavoro che adoro. Perchè non dovrei sorridere?". Perchè quel ragazzo aveva tutta la fortuna di questo mondo?

"Comunque piacere, mi chiamo Louis."

"Sì, lo so come ti chiami, c'è scritto." Wo-ho, minchia Betta sei davvero TROPPO simpatica.

"Cioè, volevo dire, io mi chiamo Elisabetta, ma preferisco essere chiamata Betta." dissi cercando di rimediare. Inutile dire che non ci riuscii.

"E perchè tu invece sei scazzata?" mi chiese con naturalezza.

"Oh, be', potrei scriverci un libro sul perchè sono di pessimo umore. Allora, inizio con dire che mio papà è in ospedale. Non me ne fregherebbe molto, quell'uomo mi sta sul culo e non si può definire mio padre dato che non c'è mai stato per me, il punto è che mia mamma è sempre con lui ed è diventata insopportabile. La mia ultima storia d'amore risale a quattro mesi fa; amavo il mio ragazzo. Solo che quello stronzo dopo avermi portata a letto mi lasciò. Ah, aggiungiamo anche il fatto che scoprii che mi tradiva mentre stavamo insieme. Infine, a parte la mia migliore amica sto sul culo a tutti a causa del carattere di merda che mi ritrovo." Dio, avevo davvero spifferato tutti i cazzi miei ad un ragazzo che avevo appena conosciuto? Com'ero messa male.

"Ehm, mi dispiace, davvero." Era imbarazzato, ovviamente.

"Lascia stare, non so cosa mi è preso. Grazie per il cd". Dette queste parole, uscii dal negozio.

Stavo passeggiando tranquillamente quando sentii una voce chiamarmi. Oggi era ufficialmente la giornata del "rompiamo-le-ovaie-a-Betta".

"Bettaaa!" Apparteneva a quel figo del cugino di Giada, Harry Styles. Gran fisico, niente cervello. D'altronde mica si può avere tutto, no? Vicino a lui c'era un altro ragazzo, che non conoscevo.

"Oh, ciao Harry. Ci sei questa sera alla festa di Giada?"

"Certo! A proposito, devo ancora comparle un regalo e sono piuttosto nella merda. Hai qualche consiglio?"

"Ehm, boh, comprale una sciarpa, so che ne ha bisogno!"

"Visto? Te l'avevo detto!" disse il ragazzo vicino a lui. "Solo che tu mi hai risposto "Ma no, figurati se le regalo una sciarpa". Payne 1 Styles 0!"

"Betta, lui è Liam. Liam, lei è Betta." ci stringemmo la mano, poi loro si avvicinarano a un negozio di vestiti e io continuai il mio lungo e faticoso cammino verso casa.

Erano le 18.30 quando finalmente arrivai. Mi tolsi la giacca e impacchettai il cd di Conor Meicoso. Feci il pacchetto con cura, facendo attenzione ai dettagli. Quando finii lo alzai, lo guardai e... Mi resi conto che faceva cagare. Quindi lo disfai, lo misi in un sacchetto e ci appiccicai un fiocco.

Simple, but effective.

Dopodiché, andai in camera mia per prepararmi.

Presi l'unico vestito che avevo (io odiavo i vestiti e qualsiasi indumento non fosse comodo) e lo indossai. Stranamente mi stava bene, era stretto nei punti giusti e non mi faceva sembrare una puttanella. Era un tubino nero, senza spalline, lungo fino a metà coscia. Al vestito abbinai le mie uniche paperine (odiavo i tacchi più dei vestiti) e uncoprispalle semitrasparente. Dopodiché andai in bagno per truccarmi. Ah, dimenticavo di dire che odiavo anche truccarmi. Strano, vero?

Misi semplicemente un ombretto argento e del mascara. Per finire, mi piastrai i capelli e mi diedi un'occhiata allo specchio.

Il mio primo pensiero fu "Wow, sono bellissima!", seguito poi da un "E' inutile che cerchi di auto-convincerti di essere bella. Cesso sei e cesso rimani." La mia autostima si trovava nello stesso posto della mia simpatia: sottoterra.

Quando finii di prepararmi, andai da mio fratello per chiedergli un passaggio. Bussai una, due, tre volte e, dato che non mi rispondeva, entrai comunque in camera sua. Aveva due cuffiette alle orecchie; ecco perchè non mi sentiva.

"EDO! DEVO ANDARE DA GIADA!"

Si tolse le cuffiette e mi rispose:

"Ah già, minchia, me ne ero dimenticato. Prendo le chiavi della macchina e arrivo."

Due minuti, finalmente, partimmo. Nella macchina c'eravamo solo io e lui. Anzi, no, c'era anche il mio famoso amico invisibile.

Mio fratello mi lasciò 15 minuti dopo davanti alla casa della mia migliore amica. Erano le 20.20, ero pure in anticipo. Dlin dlon, suonai il campanello.

"Bettaaaa, sei arrivata finalmente! Oh, era ora, dai che ci sono un mucchio di cose che we have to do."

"Sì Giada, io sto bene! E anche io sono felice di vederti." Le risposi sorridendo.

"Senti, se hai intenzione di fare la rompiballs non ci siamo capite. Muovi il tuo culetto d'oro e helpami. E poi ho una buona notizia per te!" Aié. Le sue "buone notizie" mi facevano paura.

"So che mi penitrò di quello che sto per dire... Qual è questa buona notizia?"

"Mio cugino, Harry, porta dei suoi amici fighi! Ma di quelli fighi-fighi! E anche Zayn mi ha detto che si fa accompagnare da un suo amico... Dai che stavolta ti troviamo un fidanzato! Yuppiiii!"

Oh, God, perchè? Già me lo immagino l'amico di Zayn-Facciadaschiaffi-Malik. Probabilmente si presenterò dicendo "Ehi, bellezza, mi chiamo pincopallo e sì, sono figo". Non che avessi nulla contro il ragazzo di Giada, eh. A parte quel suo carattere di merda, la sua faccia di schiaffi e la sua insopportabile vanitosità (no, non so se vanitosità esiste ma io posso pensare quello che voglio), era quasi simpatico. E Giada era follemente innamorata di Jawy-jawy.

Finimmo di preparare il giardino fuori alla villetta dei Maden (sì, era il cognome di Giada) per la festa e dopo aver mandato a cagare la mia amica (voleva truccarmi di più, che cosa ridicola) ci preparammo per ricevere i 60 invitati.

Alle 21.20 suonò il campanello e incontrammo il primo invitato.

 

 

Hello everybody!
Allooooooooooooora, qui Betta Bettina Bettuzza (?) conosce meglio Louis e incontra finalmente Harry e Liam. Non so perchè ve lo sto dicendo, se state leggendo 'sta roba qui dovreste saperlo lol.
Io AMO Giada, davvero, scriverei dei capitoli solo su di lei.
Comunque, spero che il capitolo vi piaccia e mi piacerebbe sapere cosa ne pensate. A questo proposito, grazie a:
IloveLiamPayne_
shadowgirl
horansfood
writers_idols (yeah, sei nei ringraziamenti per la seconda volta lol, grazie)
Some_problems (grazie anche a te per continuare a recensire la mia storia)
He is mine
Losi
per aver recensito il capitolo due.
Grazie a Some_problems (di nuovo lol) per aver messo la storia nelle preferite, e infine grazie a shadowgirl, Some_problems e Virginiacerulo per averla messa nelle seguite. #Ailovviù
Un bacio,
Ve.

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Capitolo 4
*** "Betta, giusto?" ***


"Betta, giusto?"
 

Zayn-Facciadaschiaffi-Malik ci venne incontro, seguito dal suo amico. Non riuscii a vedere chi era in quanto era andato a posare la giacca sull'appendiabiti. Dopo avermi salutata, Accy (il diminuitivo di facciadaschiaffi) dedicò la sua attenzione a Giada. Con questo ovviamente intendo dire che le ficcò la lingua in bocca e che posizionò le sue mani in posti di norma non palpabili in pubblico. Stetti lì, in imbarazzo, ad osservare i due chirurgi (dai rumori provenienti dalle loro bocche capii che in quel momento era iniziata l'esplorazione della gola) per circa due minuti, quando l'amico di Zan Zan mi riportò alla realtà con un "Ehi! Ma io ti conosco!". Mi voltai di scatto e riconobbi la faccia di Na... Ni... Beh, del tipo dell'ospedale.

"Betta, giusto?", mi disse con un largo sorriso.

"Proprio io. Tu ti chiami..."

"Niall, e sono offeso per questa tua dimenticanza", scherzò.

"Me lo ricordavo, era solo per metterti alla prova e vedere se sapevi come ti chiamavi.", risposi ridendo. Quel ragazzo era un portento, era riuscito a mettermi di buon umore.

Nei venti minuti successivi erano arrivati anche gli altri ospiti e, una volta che ci trovammo tutti nel giardino, la festà iniziò. La gente ballava, beveva, si baciava e tutti sembravano divertirsi. Vidi in mezzo al giardino una ragazza davvero appariscente, aveva un vestito color fucsia che, per così dire, non lasciava molto spazio all'immaginazione. Poi, quando il dj mise un lento, notai un tipo, evidentemente in imbarazzo, che stava chiedendo di ballare a una ragazza, la quale accettò con piacere. Insomma, tutti sembravano stare bene ed io ero probabilmente l'unica che si stava annoiando. Mi sembrava che la musica fosse troppo alta e che la gente fosse davvero tanta, eravamo tutti appiccicati.

"Non ti stai divertendo molto, vero?", disse Niall leggendomi nel pensiero. Dopodiché si sedette su una sedia vicina alla mia. Sembrava di buon umore, sul suo viso non c'era nessuna traccia di tristezza. Lo osservai con attenzione e, dovevo ammetterlo, era davvero bello. Rimasi incantata dai suoi occhi;erano blu. Ma proprio blu-blu. Non blu scuro o azzurrognolo, solo blu.

"E' così facile da capire?", risposi. Tutti mi avevano sempre detto che ero impassibile e che fosse davvero difficile capire cosa provavo.

"E, sentiamo, cos'è che ti diverte?" A questa domanda avevo già la risposta da un po' di tempo.

"Niente." Ed era vero. Non mi divertiva niente. Voglio dire, mi piaceva l'alcool, era un ottimo modo per svuotare la testa e non pensare più a niente, ma non trovavo divertente bere. Almeno, non da quando l'anno prima era successa quella cosa.

"Sei... Strana. Tu sei una di quelle persone convinte che la vita sia una merda, ma sei tu che la fai diventare tale." Ma lui chi era per sapere cosa la mia vita era o non era?! Come si permetteva? Stavo per alzarmi e andarmente quando un'altra voce (evviva!) chiamò il mio nome.

"Betta!" Dicendo queste parole, il cugino di Giada mi fece l'occhiolino. Oh, quanto non lo sopportavo quando faceva così.

"Haz, non è il momento, vai a fare il tacchino da qualche altra parte." risposi.

"Simpatica come sempre! Comunque ero venuto per presentarti i miei amici... Lui è Liam, quello dell'altro giorno, e lui è Louis"

"Harry?" Niall portò l'attenzione sul nuovo arrivato.

"Niall! Anche tu qui!", gli rispose Louis.

Aspé. Mi sfuggiva qualche collegamento. Harry, Liam, l'altro tipo e Niall si conoscevano?

"Aspettate un attimo, non capisco più nulla! Voi vi conoscete?!", esposi in miei pensieri ad alta voce.

"Più o meno da quando abbiamo sei anni, dolcezza. Ci eravamo persi di vista... Non ti aspettavo di trovarti qui Niall! Betta, per una volta nella tua vita sei servita a qualcosa", mi rispose il simatico cugino di Giada.

"Ma allora sei tu, Betta! La tipa un po' pazza del negozio!", esclamò Louis.

Oh, fantastico. Anche il commesso conosceva Harry? No, non ero pronta a ricevere così tante informazioni insieme. Il mio cervello aveva bisogno di calma.

"Ah, ehm, credo di sì... Cioè, sì, certo che io sono io!" Figura di merda number 2, la vendetta.

"Oh beh, hai le idee chiare, vedo", dette queste parole, scoppiò a ridere seguito dagli altri tre simpaticoni.

Dopo quella emozionante (si fa per dire) conersazione, me ne tornai in casa. Avevo mal di testa e non avevo intenzione di fermarmi a parlare ancora con qualcuno. Nel salotto il rumore era più ovattato ed ebbi così l'occasione di ripensare a quello che mi aveva detto Niall.

Era davvero il mio modo di pensare che faceva diventare la mia vita una schifezza? Secondo me no. La vita era un fregatura, un'immensa bugia. Mi bastava pensare all'incidente dell'anno prima, a quel fottuto incidente. Quello in cui mio papà non era stato l'unico a rimetterci. Ripensandoci, mi vennero le lacrime agli occhi. Ma non era solo questo; la mia vita faceva schifo e basta. Ero un persona nella media, non di quelle strapopolari e neanche di quelle odiate da tutti, non mi piaceva il mio fisico e la mia famiglia era come se non ci fosse. Insomma, ero un persona insignificante, di quelle di cui ti dimentichi nel giro di dieci minuti.

 

***

 

Alle due la festa finì e, dopo che Giada ebbe aperto i regali, tutti gli invitati se ne andarono. O meglio, quasi tutti. Erano le due e mezza quando Giada rientrò in casa, seguita da suo cugino (accompagnato dai suoi due amici), dal suo ragazzo e da Niall.

"Giada, restano anche loro a dormire qui questa notte!" Avevo deciso durante la festa di restare a da lei per la notte, ma se avessi saputo che ci sarebbero stati anche loro probabilmente non avrei accettato l'invito. Provai a pensare positivo e mi accorsi che, in realtà, non c'era nessun problema. Io avrei dormito in camera di Giada, distante da loro, no?

"Ah... Okay... Beh, io vado a prepararmi, in camera tua! Buonanotte a tutti." Puntai verso le scale, quando una mano mi fermò.

"Ehm... Betta... In camera mia volevamo starci io e Zayn. Se non è un problema potresti dormire qui in salotto, sul divano, tanto loro -" e indicò i ragazzi "- hanno portato il sacco a pelo", disse arrossendo di colpo.

Oh, prima o poi l'avrei uccisa.

 

Hello everybody!

Scusate per l'immenso, schifosissimo ritardo ç_ç. In 'sto periodo ho da fare per la scuola e non ho più avuto il tempo di scrivere. In più, aggiungiamo il fatto che ho una connessione di merda che va e viene quando vuole :c

SCUSAAATEEEEEE!

In 'sto capitolo abbastanza merdoso Bettuz ha scoperto che i ragazzi si conoscono :D E, per sua sfortuna, dovrà dormire nella loro stessa stanza... Sì, sarà una sfortuna dal suo punto di vista u.u

Come sempre, grazie a tutte quelle che hanno recensito il capitolo precedente e grazie a tutte quelle che continuano a seguire questa storia. Vorrei scrivere i vostri nomi ma ho paura che salti la connessione, perdonatemi :c

Grazie anche a chi magari ha letto questa storia senza lasciare recensioni, per me sono importanti anche le "lettrici silenziose".

Mi eclisso, un bacio.

Ve.

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Capitolo 5
*** "Sei acida come poche" ***


"Sei acida come poche"
 

La odiavo. La odiavo taaanto, tantissimo. Perchè me l'ero scelta come migliore amica, perchè? Io e i miei ottimi gusti. Ora ero costretta a dormire con quattro ragazzi che praticamente non conoscevo. Non che io odi gli sconosciuti in particolare, eh. A me semplicemente stanno abbastanza sul culo tutti.

Mentre facevo questi allegri e simpatici pensieri mi guardai allo specchio del bagno. Bisognava ammettere che quel vestito era abbastanza carino, anche se sinceramente avrei preferito andare alla festa in pigiam... OH MERDA. Il pigiama. Non avevo dietro nient'altro che quel vestito e, dai rumori provenienti dal piano di sopra, conclusi che era meglio non disturbare Giada. La odiavo, l'ho già detto?

E ora che minchia avrei fatto? Di dormire con quel vestito non se ne parlava. Pensa Betta, pensa. Pensa pensa pensa. "Non come Winnie The Pooh, idiota", disse una voce nella mia testa.

Oh, fantastico, sentivo pure le voci. Come se non avssi già abbastanza problemi.

Calcolai le possibilità che avevo.

Opzione 1: entrare in sala in mutande e reggiseno come se nulla fosse sperando che quei quattro - che per quanto ne sapevo avrebbero potuto essere dei maniaci - non mi vedessero. "Già, sicuramente non ti vedranno, in fondo dormite solo nella stessa stanza". Oh, mi prendeva anche per il culo quella vocina di merda!

Opzione 2:A andare a dormire e, una volta dentro al sacco a pelo, sfilarmi con nonchalance il vestito.

Vada per l'ipotesi due.

 

Entrando nel salotto, spensi la luce, per favorire il riposo di tutti i presenti. Oh, come sono fine e colta.

"No, ho paura del buio!", urlarono due voci alle mie spalle. Oh, iniziavamo bene.

"Cazzi vostri, dormite e basta", risposi con evidente scazzo. Io con la luce accesa non riuscivo a dormire e mi sarei fatta rispettare. Sì, ero una persona decisa, testarda e...

"VA BENE HARRY, TIENI ACCESA QUELLA CAZZO DI LUCE E NON FRACASSARMI I MARONI". Lui e quella sua faccia da coniglietto cucci cucci... Oh, chetttenero... Aaaw, la amavo...

"Scusate tutti, devo scorreggiare!".

Cos'è che dicevamo, sulla tenerezza?

Una volta nel sacco a pelo, iniziai lentamente a togliermi il vestito, cercando di non far rumore per non farmi beccare. Piano Betta, così, vai, ce la puoi fare, sai tranquilla... PATAPUM! Un Louis sbilanciato mi cadde addosso eliminando tutti i miei sforzi di non fare rumore. Liam, Harry e Niall si alzarono di colpo, osservando me e Louis. Iniziarono a tossire, tutti insieme. Minchia, che si prendano una beneagol.

"Cazzo avete da tossire?" chiesi con la mia solita dolcezza. Quando Louis arrossì, mi accorsi del fatto che era esattamente sopra di me e che io ero in reggiseno. Oh, merda.

"Sono inciampato e...", provò a spiegare lui, ma subito fu interrotto da diversi fischi. Decisi che era il momento di intervenire. Vai Betta, stai calma e sii gentile.

"Allora, è inciampato ed è caduto, ok? Ora chiudete i vostri fottutissimi occhi e tornate a dormire, il primo che dice ancora una parola lo castro. E, Louis, muovi il tuo culo da qui.". Molto gentile, devo dire.

Stavo per addormentarmi, quando sentii chiamare il mio nome.

"Ehi, Betta!" disse Niall sottovoce.

"Che cosa vuoi?", risposi, ancora un po' incazzata per quello che mi aveva detto quella sera.

"Potresti anche essere più gentile, sai? In fondo neanche ci conosci... Pensi sempre e solo ad insultare la gente. Piantala di fare la depressa e goditi la vita."

"Niall, la mia vita, checché tu ne pensi, FA SCHIFO. C'è poco da godere. Quindi, per favore, fatti i cazzi tuoi."

"Sei acida come poche". Questo non doveva dirlo.

Quella... Quella era la sua frase. Delle lacrime mi scivolarono sulle guance, dei singhiozzi muti mi scossero. Era tutto successo così in fretta...

"V-va tutto bene? Non volevo farti star male... Ma, che fai, piangi?", domandò con profondo stupore.

Già, che stavo facendo, piangevo?

"Hai già fatto abbastanza, buona notte". Cercai di troncare il discorso ma, al posto di allontanarsi, Niall si avvicinò ancora di più.

"Andiamo in cucina, ora mi spieghi." Qualcosa nella sua voce mi convinse ad alzarmi e a seguirlo.

E così, mi ritrovavo alla 4 del mattino a raccontare il più grosso trauma della mia vita a uno sconosciuto, il tutto nella cucina della mia migliore amica.

Cosa mi stava succedendo?



Ave a voi, gente (sempre che qualcuno stia leggendo sta roba qui).
Ebbene sì, non aggiorno da *asdfghjk rumore di sottofondo*, ma vabbe' peace and love <3
Boh, non so perchè mi sia rimessa a scrivere quando avevo deciso di abbandonare, è chemi piace (:
Se vi va, lasciate un commentino ino ino per farmi saper cosa ne pensate e se è meglio che mi do all'ippica. 
Vi lovvuxxo ìhìh

-Ve

 

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