Per sempre? Per ora.

di makeithappen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Ciao mi presento. Mi chiamo Serena Coleman. Capelli rossi, lunghi e lisci, magra di corporatura e occhi azzurri. Ho 17 anni e vivo a Londra da sola in un appartamento in periferia a causa della continua assenza dei miei parenti che vedo solo due volte all’anno perchè sono sempre in giro per il mondo per lavoro. I carabinieri volevano portarmi all’età di 7 anni in un collegio ma mi sono opposta e tutt’ora una volta alla settimana provano a persuadermi ad andare in quel posto ma per mia ‘fortuna’ ho un carattere molto testardo quindi riesco sempre a mandarli via a calci. Non ho nessuna intenzione di andare in quel carcere. Ogni santo giorno vado a scuola e non vedo l’ora di finire il liceo e compiere i 18 anni per andare a farmi un giro per il mondo anche io, un giro molto lungo che forse durerà per sempre. Sono sempre stata dell’idea che non si deve rimanere per forza in un posto per tutta la vita perché dopo un po’ ci si annoia, ci si stanca. Girare il mondo, esplorare posti nuovi dove magari puoi trovare persone che ti capiscano. A scuola sono abbastanza brava ma quello che odio di quel posto è una tipa, Katy Davidson. La solita troia della scuola. Ogni giorno mi prende di mira riempendomi di insulti e ovviamente tutti le vanno dietro quindi io sono l’idiota di turno, come sempre del resto. Ma come ho detto il mio è un carattere forte e non mi faccio problemi a rispondere. Questo non toglie che fa male sentire ogni giorno una persona che ti dice ‘stupida levati non servi a niente’. Ho solo un motivo per la quale sorrido. O meglio una persona, il mio migliore amico: Zayn Jawaad Malik. Lui mi capisce come nessuno, lui mi consola quando torno a casa piangendo dopo litigate continue con quella troia. Ci conosciamo da quando facevo il primo liceo, lui è un anno più grande di me quindi quando sono con lui mi sento protetta. Lui è quel tipo di ragazzo che sta un po’ con tutte le ragazze, non ama le relazioni fisse dopo una grande delusione d'amore ma sinceramente la sua vita sentimentale non mi riguarda. Ho altri tre grandi amici si chiamano Niall Horan (lui per fortuna ha la mia stessa età quindi sto con lui in classe), Louis Tomlinson e Liam Payne. Mi sento molto bene quando sto con loro, con il mio gruppo di amici. Beh cos’altro? Ah si.. lo stronzo, coglione, crudele, stupido come un sasso. Si parlo di lui: Harry Styles.
Colui che riesce a farmi stare peggio di Katy. Si lui, il ragazzo bello come un dio ma perfido come il mondo. Passa i pomeriggi a picchiarmi. Non so il perché ma ormai sono quattro anni e abbiamo quasi un ‘appuntamento’ per il mio pestaggio. Ci ho preso l’abitudine e tanto ormai non mi fa più cosi male perché come si dice “ciò che non uccide, fortifica”. Ogni volta che guardo quel ragazzo penso a quanta cattiveria prova dentro, quanto mi debba odiare anche se non so il perché. 
Il suo continuo bisogno di farmi soffrire mi distrugge. Sia fisicamente che mentalmente. Per anni subisco la sua rabbia che si scatena contro di me. 
Lo odio, credo.



Ciaaaaao ragazze c:
questo è il mio primo capitolo, spero vi piaccia. Pubblicherò prestissimo il prossimo lol
Ricordatevi di recensire, acetto critiche e consigli ovviamente :)

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


“SERENA! SERENA! Svegliati rincoglionita” Questo fu il fine risveglio di Zayn. Mi inzia sempre a svegliare con qualche carezza e dei leggeri baci sulla guancia ma finisce sempre con il buttarmi giù dal letto. è come un fratello per me. Zayn ha le chiavi del mio appartamento, abita nel palazzo accanto al mio e mi accompagna a scuola dato che andiamo nella stessa. Mi vesto con jeans, una maglietta dei Ramones, converse e un filo di trucco. Arriviamo a scuola dopo circa 20 minuti… benvenuti all’inferno.
Appena che entro Katy mi si avvicina con le sue amiche dietro come cagnolini e dice “Coleman perché sei qui?” “porca troia ma scherzi o fai sul serio? la scuola non ti appartiene vattene a fanculo” risposi innervosita. Lei si mise a ridere con le sue amiche non so per cosa, fece l’occhiolino a Zayn e andò via senza rivolgermi uno sguardo. Bene, pensai, Coleman 1-Davidson 0.
Zayn dopo questo breve dialogo mi disse “E dai non trattarla male. Lo sai che è la mia ragazza almeno non insultarla quando ci sono io..”
Ecco. Questa mi mancava. Con le lacrime che stavano premendo per uscire dai miei occhi dissi “Zayn anche tu? Ti prego dimmi che è uno scherzo! Dimmi che non stai con quella!”
Zayn rispose “Si scusa è che..”
“no no non devi chiedermi scusa la tua vita privata non mi riguarda ma io ora mi chiedo perché? Perché proprio lei?! Tu sai che la odio.”
“Si ma come hai detto tu ‘non ti riguarda’ mi dispiace davvero ma lei mi piace.”
Ero distrutta. Ed erano solo le 8 del mattino. Riuscii a rispondere con un sorriso “Okay Zayn non ti preoccupare basta che non ti dimenticherai di me”
“io? Dimenticarmi di te? Tu sarai sempre la mia preferita!” queste parole mi rincuorarono.
Gli diedi un lieve bacio sulla guancia e andai in classe. Le ore passarono molto velocemente grazie a Niall. Ogni cosa che diceva mi faceva sorridere. Si lui mi faceva questo effetto e lo adoravo, gli volevo davvero bene. Alle 13 uscii da scuola, salutai tutti e mi incamminai per andare a casa. Zayn non poteva riaccompagnarmi mai perché doveva fare molti corsi di recupero. Faceva freddo, non mi sentivo le gambe. Ma ancora ridevo per tutte le idiozie che mi aveva detto Niall durante le lezioni, aveva sempre la battuta pronta. Ma quel sorriso spensierato scomparve in un secondo quando vidi il volto del riccio. Si, Harry. Mi iniziavano a tremare le gambe ma stavolta non per il freddo e tutte le mie forze e la mia sicurezza si indebolivano. Avevo paura. Lo ammetto si, avevo paura di un essere umano, un ragazzo della mia stessa età che mi odiava. “Ciao Serena che fai?” mi chiese con il sorriso più falso del mondo ma non risposi, abbassai la testa e continuai a camminare. Ma una stretta molto forte mi prese per il polso e mi ritrovai a cinque centimetri dal suo viso. Era davvero bello, aveva due occhi color smeraldo, dei ricci perfetti e una bocca da baciare. Ma io lo odiavo, io non lo riuscirò mai a perdonare per quello che mi ha fatto e mi continua a fare ogni giorno. Devo ammettere che non mi ero mai trovata così vicino a lui e sentivo il suo profumo, menta e fragola, veniva voglia di baciarlo. "basta Serena" Mi ripetevo nella mente. Passarono dieci secondi poi il suo finto sorriso si trasformò in un ghigno e mi inizio a dare uno schiaffo sulla faccia e poi un pugno, un calcio e poi un altro e un altro ancora. Sentivo il sangue sgorgare a fiottoli dalle mie labbra impotenti di parlare o chiedere aiuto. I miei pantaloni si sporcavano di fango mentre il riccio mi faceva rotolare a terra. Harry si accovacciò vicino a me accarezzandomi il viso fissandomi negli occhi, vedevo solo rabbia nei suoi occhi. Le sue carezze dolci e delicate si trasformarono in un alternare schiaffi al graffiarmi la pelle. Il viso mi bruciava per le ferite causate da quelle mani cosi morbide, era come se qualcuno mi stesse mandando a fuoco la faccia, era orribile. Lui si alzò per poi darmi un calcio sulla costola, la mia pelle bianca diventava pian piano sempre con più chiazze violacee, il mio corpo non riusciva a reagire. L'odio nei suoi modi di fare verso di me mi faceva sentire ancora peggio, i suoi occhi fermi e impassibili mi fissavano per vedere le reazioni che avevo subendo una tale tortura fisica.
Riuscii ad alzare un braccio per respingere il suo pugno ma questo non avrei dovuto farlo, tant'è che si arrabbiò ancora di più.
"Adesso vuoi difenderti? Ma ti sei vista? Sei ridicola. Quelle quattro ossa che ti ritrovi cosa possono farmi? Chiama il tuo amichetto no? Cosi picchio anche lui e vi mando in coppia all'ospedale, com'è che si chiama?"
Non riuscivo a parlare, avevo a mala pena il fiato per respirare, ero stesa in una pozza di fango con il viso rivolto verso il cielo. Avevo paura. Harry senza esitare mi prese per i miei capelli rosso sangue e affondò il suo ginocchio nel mio stomaco, mi mancava l'aria.
Aveva capito che non respiravo, per farmi soffrire doppiamente mi lasciò i capelli e mi spinse di nuovo per terra, con un pugno in piena fronte. Vedevo tutto offuscato, non avrei retto per molto, presto sarei svenuta.
Mi diede un ultimo pugno sullo stomaco e decise che per oggi avrebbe finito. Iniziò a incamminarsi per andare via quando si voltò e mi guardò. Era la prima volta in quattro anni che lo faceva, che mi guardava dopo aver completato “il lavoro” e mi risultò molto strano, aveva uno sguardo triste come per chiedermi ‘scusa'. Si avvicinò a me e mi prese in braccio. 'Cazzo' pensai. 
HARRY-
Non so perchè ma quel corpo cosi indifeso mi fece pena, e pensare che ero stato io a ridurlo cosi. Sono un mostro. 
La portai a casa mia e mi occupai di medicarla e di mettere il ghiaccio dove aveva ferite. Le ferite che le avevo provocato io. Per tutto il tempo ci fu silenzio, lei mi osservava interrogativa e non capivo il perché. 
Cosa cazzo avevo fatto.




EEEEEHI
ecco il secondo capitolo spero vi sia piaciuto c:
Recensiteee

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


SERENA-
Ero molto imbarazzata da ciò che stava accadendo, lui mi ha fatto provare solo dolore e sofferenza. Perché stavo lì? Cosa cazzo voleva? Incrociai per un secondo il suo viso mentre mi fasciava la gamba e mi ripuliva le ferite. Ma odiavo quel ragazzo e non sarebbe stato adesso che si mette a fare il ‘bravo medico’ che lo avrei perdonato. Ma comunque volevo sapere perché stava facendo tutto questo. Volevo sapere perché mi aiutava cosi con un filo di voce dissi “Harry…” lui mi rivolse lo sguardo e continuai “senti perché mi stai aiutando?” il suo sguardo che fino a pochi secondi fa era dolce tornò il solito sguardo duro. “va via adesso” mi disse. Senza farmelo ripetere presi la mia borsa e provai ad alzarmi. Dico provai perché appena che misi il mio piede sul pavimento una scarica di dolore e tensione mi penetrarono dai piedi alla testa. Stavo male, molto male. Non riuscivo a muovermi, ora sarà felice quel coglione. Mi aveva ridotto a uno schifo. Dalla pelle bianca che avevo, ero diventata una ragazza con chiazze nere e viola.
HARRY-
Ecco! Ora non si riesce nemmeno ad alzare! cosa le ho fatto. Vedendola in quello stato le dissi “dai ti riaccompagno io a casa” ma lei subito mi rispose “No! Non voglio avere niente a che fare con te! Non voglio che continui ad aiutarmi perché è un po’ tardi per il senso di colpa non credi? Sono capace di cavarmela benissimo da sola come ho fatto fin ora. Mi hai ridotto in questo stato per anni e adesso ti accorgi che quando riempi di botte una persona, quella persona soffre? Mi fai schifo.” Strinsi forte i pugni. La voglia di farle rimangiare tutto ciò che aveva detto era davvero tanta.Ma forse non era il caso. Qualcosa mi attraeva da quella ragazza. Era molto bella, una cascata di lunghi capelli rosso fuoco le contornavano il viso, occhi azzurri come il mare. insomma era perfetta. Ma la sua perfezione era stata ‘infettata’ da me, dai miei rimorsi, dalla mia rabbia che mi assale, che non riesco a controllare. Aveva un occhio nero che faceva risaltare ancora di più l’azzurro di quei meravigliosi occhi. I suoi capelli erano sporchi, disordinati dopo aver rotolato per una strada. Vidi una lacrima scenderle sul viso, una delle tante lacrime. Senza pensare alle conseguenze dissi “mi dispiace, davvero” Lei mi guardò molto sorpresa e dopotutto lo ero anche io. Non avevo mai chiesto scusa in modo sincero a qualcuno, perché proprio a lei? Non capivo ma dentro sentivo che glielo dovevo. Dovevo almeno provare a farmi perdonare dopo tutto ciò che le avevo fatto. Ora era a me che stava scendendo una lacrima. Ma come? No non è possibile, no! Io sono il duro, lo stronzo senza un cuore, quello che non ha compassione per nessuno, io non piango mai. Eppure non smettevo.
SERENA-
Adesso piange? Ma per favore. Non volevo vedere lui piangere così mi alzai dolorante. Camminai reggendomi a ogni cosa che trovavo davanti a me: un mobile, un comodino, il muro… volevo andare via da quella casa. Riuscii a trovare la porta per l’uscita e guardai per un’ultima volta Harry. Ora non piangeva più, ora mi guardava con un viso spento. Ma non mi importava così dissi “Sai una cosa?! Non rivolgermi più la parola e se devi farmi del male fallo in silenzio!” detto questo sbattei la porta e uscii. Poi mi accorsi che mi vibrava la tasca.. ma certo il cellulare! Mi ero dimenticata di chiamare Zayn! E infatti la chiamata era proprio sua. Risposi. “pronto?” “Bimba dove sei?” “Zayn ti posso richiam… Ahhhhhhh” ero appena caduta a terra, non avevo forza nelle gambe! E dovevo camminare ancora molto per la fermata dell’autobus! “Sere che succede? Stai bene? Perché prima non rispondevi mi hai fatto preoccupare!” “Ti prego aiutami!” dissi tutto ad un fiato “ti prego vienimi a prendere!” “Cosa succede dimmi cosa hai!” “Ti spiego tutto dopo però vieni ti scongiuro!” diedi l’indirizzo a Zayn e arrivò dopo dieci minuti. 
“O MIO DIO!” disse portandosi una mano alla bocca mentre mi guardava
“lo so.. portami via ti supplico” senza aggiungere altro Zayn mi prese in braccio e mi mise sul motorino e arrivammo a casa e gli spiegai tutto, si tutto. La storia di Harry, di quello che mi aveva fatto per questi anni e che mi aveva aiutata alla fine. “Appena vedo quel coglione lo uccido!” disse, era furioso. E’ sempre stato molto protettivo con me e io lo adoravo per questo ma adesso aveva i nervi a mille.
“No non fare niente. Credo che non mi farà più nulla” dissi.
Lui rispose “Serena ma ti sei vista? Guarda come cazzo ti ha ridotto!”
“ti prego Zayn non fare niente. Fallo per me” lui annui, sapevo che mi avrebbe dato retta. Ormai erano le undici di sera e io ero stanca morta. Zayn decise di dormire con me per stanotte. "resta con me" dissi.
Lui si avvicinò al letto e si accovacciò vicino a me, amavo sentire qualcuno vicino. 
MATTINA-
Un bacio sulla guancia mi fece risvegliare. “mh?” dissi ancora assonnata “dobbiamo andare a scuola, vuoi restare qui per riposarti?” chiese il mio migliore amico.
“No no vengo!”  Mi tolsi il pigiama, e mi spogliai. Non mi facevo problemi con Zayn ma vide tutti i graffi che avevo. Aveva una faccia sconvolta quindi misi subito un maglione largo e pantaloni da ginnastica per coprire tutte le ferite. “Guarda cosa ti ha fatto!” disse “non ce la faccio Sere”
“stai tranquillo ora sto bene davvero!” mentivo molto bene perché vidi in lui un sospiro di sollievo, era preoccupato.
Andammo a scuola e appena mi voltai per salutare i miei amici chi mi ritrovai davanti? Ancora il riccio.
Non volevo parlargli quindi mi voltai di scatto e feci per andare da Liam. Ma lui mi prese per il polso, era la seconda volta che lo faceva ed ero stanca! Non volevo mi toccasse. Ma era una presa troppo forte così decisi di girarmi verso di lui e dissi fredda “cosa c’è?” lui mi osservava, osservava il mio viso pieno di graffi, ferite e lividi. Non li volevo coprire con chili e chili di fondotinta, ero senza trucco stavolta. Volevo farlo soffrire, volevo farlo stare peggio di quanto ero stata io, semplicemente con le parole. Farlo sentire meno di zero, come lui aveva fatto con me.
Lui disse altrettanto distaccato “possiamo parlare Serena?” ci pensai un attimo, esitai ma poi feci cenno di si con la testa così lui continuò “Ti devo parlare in privato” così andammo dentro la scuola che era deserta poiché mancava ancora mezz’ora all’inizio delle lezioni. Andammo in classe, io non dissi una parola e lui iniziò “Senti davvero mi dispiace per tutto quello che ti ho fatto! Stanotte non ho dormito, ho passato il tempo a pensare, a pensare a te e a tutto questi anni in cui ti ho provocato dolore.”
Era sincero. Lo vedevo dagli occhi, quando un ragazzo è davvero pentito si deve guardare la sua espressione, i suoi modi di fare, ma gli occhi, gli occhi sono la cosa più importante. Se avesse abbassato lo sguardo avrei capito che mentiva ma non smetteva che fissarmi. Non sapevo cosa fare, ero arrabbiata, ero felice, ero triste, avevo avuto così tante esperienze nelle ultime 24 ore che non capivo più niente. Così feci solo una cosa, che volevo fare da tantissimo tempo. Alzai la mano destra, lui pensò che volevo stringergliela ma in pochi secondi gli diedi uno schiaffo sulla guancia talmente forte che mi faceva male la mano a me! Mi sentivo libera, adesso avrei potuto ricominciare da capo.
“Ma che cazzo fai?” disse Harry mentre si massaggiava la guancia, non se l’aspettava e mi sentivo soddisfatta.
“Dovevo farlo.” Dissi con un sorriso abbastanza forzato. 
Mi voltai per andarmene ma Harry disse “Dove vai?” 
"Dai miei amici, ciao”
“Aspetta” disse avvicinandosi a me.
“Cosa c’è ora? Abbiamo fatto una specie di pace o tregua chiamala come ti pare, ora nessuno sarà contro l’altro anche se non ho mai saputo perché avevi sempre il desiderio di picchiarmi! Direi che adesso le nostre strade si possono separare. Tu vai dalla tua squadra di football piena di coglioni psicopatici che passano le serate a ubriacarsi e io vado dai miei migliori amici che mi tirano su il morale e mi vogliono bene, se non ti dispiace. Non voglio avere niente a che fare con te non so se l'hai capito”
Cosa voleva adesso? Voleva passare del tempo con me? Oh Cristo.
“Ancora non hai capito? Io ti ho sempre odiato perché in primo liceo hai scelto Zayn come amico invece che me. Io ti ero stato vicino quando piangevi per la continua assenza dei tuoi genitori ma hai preferito Zayn! Serena mi ero innamorato di te non te ne sei mai resa conto?”
“Come facevo a rendermene conto?” dissi con le lacrime agli occhi “Tu per poco non mi mandavi all’ospedale! E’ passato troppo tempo Harry! E' meglio cosi” 
“Meglio cosi? Forse è meglio per te ma per me no” disse con gli occhi lucidi.
Si avvicino a me, posò la sua fronte sulla mia e chiudemmo entrambi gli occhi. Il calore delle sue mani intrecciate nelle mie mi dava quasi una sensazione di pace, stavo bene ma tremavo. Poi disse “Non ti voglio perdere definitivamente Serena”.
“Tu mi hai già perso. Anzi non sono mai stata tua. Harry tu mi hai fatto soffrire, tu mi hai fatto passare notti insonni, tu mi hai fatto del male, devo sapere di potermi fidare di nuovo di te.” Il suo viso si stacco dal mio e si illuminò.
“Vieni con me.” Disse porgendomi la mano. Io la presi esitate e lo seguii.
Correvamo, correvamo come il vento per la strada. Io nella sua mano, sembravamo due innamorati senza una meta. Invece eravamo due nemici con un rimorso da colmare.
“Dove stiamo andando? Harry ti prego fermati!” dissi con il fiatone, ero esausta erano dieci minuti che correvamo senza sosta. Mi prese sulle spalle e continuò a correre con me sopra. Era molto forte, chissà quanto tempo passava in palestra. Lui mi teneva e io lo stringevo al mio petto per non cadere. Era una sensazione bellissima anche se imbarazzante. 
“Eccoci” disse semplicemente. Quando vidi quel posto i ricordi riaffiorarono nella mia mente. Ancora se lo ricordava? Mi chiesi con le lacrime agli occhi dalla gioia. Mi aveva portato nel nostro ‘posto segreto’ dove andavamo a 14 anni per raccontarci tutto, dove lui mi consolava dopo gli insulti che Katy mi diceva. Mi aiutava a sorridere facendo battute stupide, mi faceva fare passeggiate intorno al giardino di quella casa abbandonata da almeno cinquant’anni che noi avevamo aggiustato, insieme. Il posto dove eravamo noi stessi. Eravamo inseparabili, sembravamo fratelli. Senza di lui mi sentivo sola, se lui non veniva a scuola io avevo paura che gli fosse successo qualcosa anche se stava benissimo. 
“Oh Harry” dissi mentre le lacrime continuavano a scendere, anche lui piangeva, ma allo stesso tempo sorrideva, era un ragazzo stupendo, non riuscivo a vederlo piangere. Adesso capivo, capivo tutto l’odio che portava per me fino a pochi giorni fa. Capivo tutto adesso. Quando a metà del primo anno di liceo arrivarono Zayn, Louis, Niall e Liam io li sostituii a Harry. Non parlavo più con lui, ma non perché fossi arrabbiata, ero insensibile e ogni volta che mi cercava preferivo i miei nuovi migliori amici. Solo ora mi rendevo conto di quanto ero stata cattiva, di quanto ero stata crudele con lui. E poi alla fine del primo liceo, Harry si avvicinò a me e mi diete il primo pugno, ero scioccata, non capivo il perché. Continuava e continuava, mi guardava disgustato e poi andò via, senza voltarsi per vedere come ero ridotta. Fu uno dei giorni peggiori e da lì dimenticai di quanto ci volevamo bene, il nostro rapporto di amicizia diventò in un giorno odio reciproco, o forse ero solo io il problema di tutto? Quello fu il giorno in cui Harry mise più forza nei suoi calci, nei suoi pugni. Era accaduto lo stesso ieri. Rivedevo ancora il viso duro della prima volta, mi aveva ridotta sull’orlo di un trauma.
Ma ora ero lì, con lui nel posto dove abbiamo passato mesi pieni di gioia, ma anche sofferenza, la cosa bella è che eravamo insieme. Mentre ora non riuscivo nemmeno a parlarci. Ma forse non tutto era perduto, non volevo abbandonare per sempre un’amicizia che forse stava premendo per uscire di nuovo e sconvolgerci. Guardai Harry dritto negli occhi e dissi “Grazie” solo una parola, che racchiudeva tutte le mie sensazioni. Lui fece un lungo sospiro e disse “Mi sei mancata Serena, non puoi capire quanto, quando ti facevo del male era perchè non accettavo il fatto di non fare più parte della tua vita, se non in modo negativo.” 
“Mi dispiace così tanto” risposi. Senza pensarci due volte, mi avvicinai a lui e lo abbracciai. Rimanemmo minuti ad abbracciarci, mi era mancato così tanto. Io adoravo con tutta me stessa Zayn ma Harry, Harry era speciale. E’ stato il primo ad aiutarmi, anche se poi per quasi quattro anni mi stava sfigurando.
Ma ora era tutto finito. Quando ci staccammo l’uno dall’altro ci guardammo fissi negli occhi. Forse era presto ma le sue labbra si avvicinavano sempre di più alle mie.



Salveeee
Capitolo tre appena sfornato (?) AHAHAHAH
che dire, buona lettura spero vi sia piaciuto!
Gli altri capitoli hanno raggiunto moltissime visualizzazioni, vi amoo
Un bacio, Sabry 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


HARRY-
Le presi la sua mano e la feci passare sul mio petto.
“Senti” dissi. “senti come batte forte il mio cuore”
Lei chiuse gli occhi, era piacevole sentire la sua mano calda sul mio cuore che andava a mille. Mentre teneva gli occhi chiusi io mi limitavo ad osservarla e a sorridere, con lei stavo in pace.
“Sei bellissima” mi sfuggì. Lei aprì gli occhi.
“No Harry, tu sei bellissimo. Ma non dico solo dal tuo aspetto fisico. Dico dentro, nel tuo cuore, nella mente. Tu sei così sensibile, attento a ogni dettaglio, così fragile e così forte allo stesso tempo, così gentile ma così pazzo, Harry tu sei bellissimo, sei perfetto. Quello che è successo in questi anni ormai per me è acqua passata.”
Quando finì quella frase non esitai più. Mi avvicinai al suo viso ancora rigato dalle lacrime di gioia, con un abbraccio mi intrecciai al suo corpo e con mia sorpresa fu lei a baciarmi. Fu un lungo bacio, un bacio appassionato pieno di tutti i nostri sentimenti, pieni di felicità dopo un periodo di odio reciproco, pieni di tristezza sapendo le conseguenze che avrebbe portato quel bacio, pieno di amicizia e almeno per me, pieno di amore. Le accarezzavo quei capelli morbidi che tanto amavo, sentivo il suo profumo penetrarmi, le nostre labbra erano in sintonia insieme. Finalmente potevo stare con la ragazza che amavo, non ci sarebbero più stati momenti di dolore, ormai la sofferenza era solo un brutto ricordo.
SERENA-
Non eravamo imbarazzati quando ci staccammo l'uno dall'altra, continuavamo a chiacchierare e scherzare, sembravamo due bambini. Due bambini ormai cresciuti che avevano voglia di tornare grandi amici come una volta. Appena arrivammo al centro di Londra io lo salutai ma lui insistette per riaccompagnarmi a casa. Zoppicavo così lui mi prese sulle spalle e si mise ancora a correre. Arrivammo alla porta del mio minuscolo appartamento, Harry non entrava in quel posto da tantissimo e lo avevo praticamente capovolto, avevo cambiato la disposizione delle stanze.. insomma tutto.
Volevo fargli vedere la mia nuova casa così dissi “Hey hai impegni?”
“Stavo per andare a football perché?” chiese incuriosito con uno sguardo assurdo.
“Ah no niente” ero un po’ delusa.
“Ti volevo invitare a salire, sai così parlavamo ancora un po’ ma vabbè sarà per un’altra volta” iniziai a salire le scale quando sentì due grandi mani cingermi i fianchi e un lieve bacio sul collo che mi fece venire la pelle d'oca, sentivo la risata di Harry per la mia reazione risuonare nelle orecchie. Girai leggermente il volto e mi trovai le sue labbra davanti ancora sorridenti.
“Ora che ci ripenso, ho dimenticato il cambio a casa e non mi va di andare a football quindi se non ti dispiace” disse prendendomi direttamente le chiavi dalla mia tasca e aprendo il portone.
“Salimmo per i cinque piani che mi dividevano dal mio appartamento, quando aprii la porta Harry aveva una faccia scioccata. L’ultima volta che era stato da me le camere erano perfettamente in ordine, adesso.. si ecco adesso avevano l’aspetto di una discarica. Forse anche peggio. Muri graffiati e pieni di scritte, tavoli e sedie rivoltati. Ma non mi vergognavo, volevo vedesse come vivevo. Lui mi avrebbe capita.
“E’…E’… diversa” disse.
“Fa schifo lo so.”
“perché è così?”
“harry sei sempre tu il motivo di questo. Ogni volta che volevo vendicarmi su di te, distruggevo una parte della mia vita. Lo so è molto strano ma fa stare bene. Solo ora mi accorgo che vivo nel posto di nessuno.”
Continuammo a chiacchierare di tutti quegli anni in cui eravamo lontani. Gli raccontai dei miei fidanzati che mi avevano fatta soffrire. Gli raccontai tutto.
Quando finì il racconto rimanemmo in silenzio per qualche istante poi senza sapere cosa facevamo ci sdraiammo sul divano abbracciati l’uno con l’altro e ci addormentammo. Era stata una giornata piena. In tutti i sensi.
Quando arrivò la mattina mi svegliai molto tardi, me ne resi conto dal sole già alto dalla finestra. Mi sveglio un rumore di grita e gemiti, a quanto pare di dolore. No non ero io stavolta, ero sul divano al caldo. Appena aprii gli occhi una visione orribile mi si presentò davanti. Zayn, si lui, il mio migliore amico. Stava riempiendo di pugni, calci e insulti Harry. Appena vidi il viso del riccio mi si ribaltò lo stomaco. Aveva entrambi gli occhi neri, ferite e graffi su tutto il corpo. I vestiti strappati dalla quale uscivano gocce di sangue fresco, il suo volto inerme fissava quello dei Zayn. Sembravo io. Poi vidi Zayn che avevo uno sguardo duro, pieno di rabbia e odio. I ruoli si erano ribaltati era Harry la vittima adesso. Mi alzai di scatto. Ebbi un piccolo giramento di testa a cui non feci caso e urlai con tutta l’aria che avevo nei polmoni
“ZAYN SEI UN MOSTRO!”
Quello che stavo vedendo mi fece scendere una lacrima, l’ennesima lacrima. Mi ero davvero stancata.
Infuriata dissi “Zayn cosa cazzo gli stai facendo"
Appena lui mi vide sveglia mollò subito la presa su di Harry. Perdeva sangue dal labbro. Corsi verso i due ragazzi e presi il riccio tra le mie braccia.
“perché? Perché hai fatto questo Zayn?” chiesi mentre guardavo inorridita il viso del mio migliore amico.
“ti ha fatto del male! Serena io non posso accettare che lui stia nella stessa stanza con te lo capisci?”
“si ma questo non è un buon motivo per pestarlo e metterlo sull’orlo di un coma! Io sono riuscita a perdonarlo dovresti iniziare anche tu almeno a provarci!”
Zayn sbuffò. Lo odiavo quando si comportava da bambino testardo.
“Bene.” Dissi. “Se è cosi che affronti le situazioni allora è meglio se te ne vai. Esci da casa mia porca troia!” non capivo più niente. Ero furiosa, in quel momento lo avrei riempito di insulti ma mi limitai a cacciarlo dal mio appartamento.
“Serena tu non sai cosa dici! Quello ti ammazza!”
“ma tu cosa ne vuoi sapere?” dissi “vai via Zayn ti prego. Vattene Zayn! E vaffanculo"
Zayn uscì e fece sbattere la porta tanto che si scardinò. Ecco ora mi distruggeva anche lo schifo di casa che avevo, bene.
Ma appena che ritornai in me mi ricordai che Harry era ridotto male. Non lo portai in ospedale, lo curai io stessa. Ormai l’esperienza mi aveva insegnato a come sopravvivere.
Una volta che ritornò ad avere un colorito roseo in viso e non più pallido, mi tranquillizzai.
“Grazie” disse.
“ehi te lo dovevo, hai fatto lo stesso con me ieri" dissi accennando un sorriso.
Era pomeriggio e ormai Harry si era ripreso. Uscimmo e lo accompagnai a casa sua. Poi mi condussi verso il parco, avevo voglia di prendere una boccata d’aria.
Bene, pensai, c’è Katy. Ero così stanca, furiosa, incazzata, delusa e triste che avevo voglia di litigare con lei. Come mi stavo riducendo? Era meglio quando l’unico a stare dalla mia parte era Zayn, non avevo dubbi su nulla mentre ora ero incredibilmente confusa.
“Hey Davidson” cominciai. “come mai sei qui tutta sola e non dal tuo ragazzo a giocare mh?”
“Coleman sta zitta e vatti a trovare qualcuno che mi fai pena. E comunque io e Zayn non stiamo più insieme”
“Ah brava! Ti sei stancata anche di lui e lo hai mollato no? Tanto che ti frega”
“è stato lui a lasciarmi, proprio cinque minuti fa. Sarai felice spero.”
“si sono felicissima” amavo trovare i suoi momenti di debolezza, coglievo il momento per sfotterla dato che non avevo mai il modo per difendermi “e come mai ti ha scaricato?”
“Perché non lo chiedi a lui? Minchia vattene!”
Con un sorriso, mi girai e mi avviai verso casa di Zayn.
Era casa sua, vedevo la luce della sua camera. La camera in cui a 14 anni ci confidavamo i segreti. Citofonai ma nessuno rispose. Avevo le chiavi quindi entrai da sola. Zayn era nella sua camera sdraiato sul letto a guardare un album di foto, il nostro album. Lo avevo trattato male, non lo meritava. Lui fece come se non ci fossi, mi avvicinai a lui e lo bacia sulla guancia, solo allora mi accorsi che aveva gli occhi lucidi. “che hai?” chiesi.
“Serena mi dispiace, di tutto. Non dovevo picchiare Harry ma lo sai come sono fatto. Nessuno ti può toccare tranne me.”
Gli diedi un altro bacio, stavolta molto più vicino alle labbra.
Mi guardò perplesso ma non gli diedi il tempo di parlare che dissi “D’accordo Zayn, ma devi sapere una cosa, credo di essermi innamorata di lui.”
Lo sguardo di quegli occhi color cioccolato erano un misto tra lo shock, la delusione e la sorpresa. Si limitò a dire “Ah” abbassò lo sguardo ma io alzai il suo mento affinchè i nostri sguardi si incontrassero.
“qualche problema?” dissi.
“no niente.” Disse sorridendo.
“bene” lo abbracciai, era così bello abbracciarlo, mi sentivo al sicuro.
“Ti prego resta con me, ho bisogno della persona di cui mi fido più di me stesso” disse
Mi limitai a ricominciare ad abbracciarlo e a disegnare cerchi immaginari sul suo braccio.
“hey ma ti sei lasciato con Katy?” dissi staccandomi e tornando seria.
“Ehm… si”
“Come mai?” volevo dirgli quello che pensavo, chiedergli perché stava diventando insicuro e quasi timido a parlare con me.. ma forse era solo una mia impressione.
“Ecco, c’è un’altra ragazza.”
"chi è l’altra ragazza?” chiesi ridendo e lui tornò serio di nuovo, oddio.
“Non credo che lo vuoi sapere.” Disse freddo.
“Zayn ora basta! Era per scherzare pensavo che mi avresti risposto come sempre ‘e a te che ti frega?’. Sei come un fratello per me smettila di fare l'insicuro, ma che problemi hai?"
“Senti mi dispiace ma oggi è stata una giornata stancante. Non so cosa dirti. Prima passi la notte con quello, poi sfotti la gente e pretendi anche che io faccia come se non fosse successo niente?”
“ma se sei stato tu a chiedermi scusa! E comunque con Harry non è successo niente”
“lo so ma adesso vuoi anche che sto sempre a ridere e scherzare, porca troia dammi il tempo di riflettere. Senti vado a farmi una doccia” disse.
Mi diede un bacio sulla fronte alla quale io mi scansai. Appena entrò nel bagno avevo voglia di andarmene e lasciarlo da solo ma non volevo litigare di nuovo così rimasi. Mi stesi sul suo letto a fissare il muro. Passarono venti minuti e io pensavo, pensavo allo strano comportamento che il mio migliore amico stava avendo con me. Poi sentì un rumore, era arrivato un messaggio a Zayn. Vidi la tastiera, c’era scritto “messaggio da Perrie”. Ero tentata a leggerlo ma riuscii a resistere distraendomi con la cerniera del cuscino. Poi dopo altri dieci minuti davanti a me si presentò Zayn mezzo nudo completamente bagnato che mi sorrideva.
oh cazzo.




CIAAAAAO
sono brava brava sks ho pubblicato quattro capitoli in quattro giorni (?)
allora, la storia vi piace? se avete consigli ditemi pure c:
Recensitee, non costa nulla lol

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


“Hey Malik”
“Hey Coleman” rispose sorridendo.
Si stava mettendo in mostra, si era capito. Mi avvicinai a lui e gli diedi un bacio sulla guancia.
“Senti è meglio che vado a casa sono stanchissima”
“okay, ci vediamo domani”
“okay” dissi sorridendo.
Uscii dal suo appartamento e tornai a casa. Mi feci un bel bagno caldo e poi andai a vedere la tv sul divano con un pacco di caramelle. Mi addormentai pochi minuti dopo.
MATTINA- Girls girls girls i just can’t say no, never see them coming i…
"vaffanculo ai martedì mattina" dissi tra uno sbadiglio e l'altro. Spensi la sveglia e mi alzai. Non avevo voglia di andare a scuola così mandai un messaggio a Zayn dicendogli “Ciccio io oggi non vengo non mi aspettare”.
Uscii di casa e mi ritrovai Harry davanti a me. Com’era bello, gli saltai letteralmente addosso e le nostre labbra si incontrarono in un bacio. Le nostre lingue danzavano. Lui mi accarezzava il viso mentre io mi godevo il momento, massaggiavo la sua schiena e lui mi teneva in braccio.
“Ciao amore” disse. “Ti va di uscire?” continuò poi.
“Certo, dove andiamo amore?” chiesi.
“Vieni con me” mi rispose. Era questo che mi attraeva di lui, il suo aspetto misterioso ma dolce, quel sorriso che ti fa sciogliere e poi gli occhi, gli occhi mi facevano morire. Presi la sua mano e ci incamminammo verso la sua macchina scassata anni ‘60. Durante il tragitto sembravamo due matti e forse lo eravamo. Anche se la macchina era di seconda mano aveva la decappottabile così togliemmo il tettino e il vento ci andava contro dato che Harry guidava come un pazzo.
Accendemmo la radio e partì una canzone dei swedish house mafia “don’t worry child” e ci mettemmo a cantare a squarciagola. Ogni volta che arrivava il ritornello facevamo silenzio e poi ci mettevamo ad urlare come se fossimo ad un concerto. La sua mano sulla mia spalla, il suo viso sorridente, la mia voglia di scaricarmi dato che non avevo mai fatto una cosa del genere, non mi ero mai sentita così libera. Ogni tanto alzavo le mani al cielo per sentire il vento freddo che mi rinfrescava. Finalmente vivevo. Finalmente qualcuno mi faceva sentire viva per davvero. Arrivammo vicino al mare, passammo le quattro ore successive a farci un bagno gelato nella quale ci schizzavamo continuamente, ridevamo, scherzavamo. Harry mi prendeva per il bacino stringendomi forte a se, sentivo il calore del suo corpo che si trasmetteva su di me, il suo cuore pulsare. Iniziò a cullarmi delicatamente, cantando a bassa voce nel mio orecchio.
 Alla fine ci decidemmo ad uscire. Eravamo in costume e ci sdraiammo sulla sabbia gelata. Ci continuavamo a guardare e parlare poi Harry si avvicinò a me e mi avvolse tra le sue calde labbra. Iniziammo ad abbracciarci e continuavamo a cullarci, inziò a baciarmi sul collo delicatamente per poi risalire sulle mie labbra calde. Lui si mise sopra il mio corpo infreddolito, tremavo per le emozioni che mi stava facendo provare. Io ero sua e lui era mio. Dopo qualche ora decidemmo di rivestirci, faceva davvero troppo freddo,  Harry propose di andare sulla scogliera.
HARRY-
Ero la felicità fatta persona. Io la amavo lei mi amava, era tutto così perfetto. Così perfetto che avevo paura che qualcosa potesse andare storto. Proposi di andare sulla scogliera, volevo fare delle foto a Serena, era così bella. Appena arrivammo tirai fuori la macchinetta fotografica e dissi “Dai facciamoci delle foto, voglio ricordare per sempre questo giorno”
Iniziammo a scattarci foto di tutti i tipi. Facevamo faccie da cretini, semplici foto in cui ridevamo. La maggior parte di esse ritraevano noi due abbracciati o che ci incontravamo con un bacio. 
"Ti amo Harry” disse improvvisamente Serena.
“Ti amo Serena” sorrisi al suo viso minuto e le diedi un bacio sulla fronte.
“dimmi che staremo insieme per sempre” continuò lei. Io le presi il viso e la iniziai a baciare di nuovo.
“giuramelo Harry” disse lei tremando.
“Te lo giuro. Staremo insieme per sempre.” Lei sorrise e io ricambiai.
“Meglio se andiamo” dissi.
“Noo aspetta voglio scattarti una foto qui, sarà il mio sfondo del cellulare” Mi prese la macchinetta dalle mani e iniziò a scattarmi foto su foto in cui ridevo per le faccie assurde che faceva per fami ridere.
“dai Sere basta sto morendo di freddo ahahah” dissi ancora con la pancia dolorante per quanto avevo riso. Mi avvicinai di più a lei accorgendomi che a pochi metri dietro di lei finiva la scogliera quindi le dissi “hey ciccia attenda che mi cadi di sotto eh”
Lei rise e ricominciò a farmi foto. Mi avvicinai a lei ancora di più e lei fece un passo indietro ma non mi ricordai della scogliera così comincia ad avanzare verso di lei ancora ridendo e lei continuava a scattare foto.
“Sere attenta! La scogliera finisce attenta!” dissi urlando. Avevo paura del peggio. Vidi il viso ridente della persona che amavo più della mia stessa vita tornare in uno sguardo serio. Era andata troppo indietro e io ero a soli due metri da lei. Stava cadendo, si sbilanciava.
“Harry aiutami! Aiutami ti prego!”
Quando le stavo per afferrare il braccio un’ondata di vento travolse tutti e due facendo sbilanciare Serena quel poco che serviva per farla cadere dalla scogliera.
“NO SERENA!” urlai con le lacrime che rigavano il mio viso. L’ultimo suono che ascoltai fu un urlo e poi un tonfo sordo. Non riuscivo a crederci. Iniziai ad urlare, a piangere e dare pugni al terreno roccioso che avevo sotto il mio corpo ormai senza forze. Ero disperato, avevo gli occhi rossi e gonfi, urlai il suo nome più e più volte. Le mie nocche erano graffiate, usciva sangue a fiottoli per tutti i pugni che avevo dato al terreno. Il peggio era avvenuto. Mi sbilanciai anche io per cercare il suo corpo nel vuoto dove era sprofondata ma di Serena Coleman non vedevo nulla.

"è difficile dimenticare qualcuno che ti ha dato cosi tanto da ricordare"



Ciao belle c:
Questo è uno dei capitoli più 'drammatici' della storia, il prossimo sarà moooolto triste e deprimente.
Comunque spero vi sia piaciuto :)
Recensitee

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


2 anni dopo.

HARRY-
La sveglia suonò come sempre, mi alzai come sempre e poi mi ributtai sul letto, come sempre.
Ormai le giornate erano così, mi svegliavo, mi riaddormentavo e piangevo. Avevo finito per grazia il liceo un anno fa con il minimo. Durante la maturità avevo studiato quel poco che serviva per andarsene dalla scuola.
Passavo le giornate a casa, chiuso nella mia stanza con i miei ricordi. Quei ricordi che ogni giorno, ogni ora, ogni secondo tornavano nella mia testa. Era una droga, non riuscivo a dimenticare quella ragazza dai capelli rosso fuoco che mi aveva dato la felicità.
Erano passati due anni dalla sua scomparsa, due anni di sofferenza, due anni di tristezza. All’inizio, appena mi resi conto che Serena era caduta dalla scogliera, non mi diedi pace, passai mesi e mesi a cercare il suo corpo. Pensavo che finchè non avrei trovato il suo corpo non mi sarei mai arreso. Inizia a pensare che se Serena era viva, sarebbe subito tornata da me, ma forse era ferita, forse non ne era in grado, intanto io continuavo a cercare ovunque. I miei genitori, i miei amici, i medici, gli psicologi cercavano di farmi capire cosa stava succedendo. Volevano farmi entrare in testa l’idea che ormai non c’era più niente da fare, che le ricerche erano inutili, che perdevo il mio tempo. Ma è ovvio, loro non capiscono, non capiscono quanto quella ragazza mi abbia cambiato, quanto mi abbia reso felice, quanto solo un suo sorriso mi cambiava completamente la giornata. Loro non capivano, non capivano niente perché non hanno mai provato quello che stavo provando. Quando Niall, Louis, Liam ma soprattutto Zayn seppero la notizia, rimasero scioccati. Zayn è nelle mie stesse condizioni. Passa i giorni ormai vuoti della sua vita, della nostra vita nella sua stanza. Non esce mai, non fa niente. ogni tanto ci telefoniamo, ogni tanto ci veniamo a trovare a casa. Ma io, io sono morto dentro. Io non riesco più a relazionarmi con le ragazze perché qualunque ragazza mi ricorda Serena, qualunque persona ha una sua miuscola caratteristica che mi fa scoppiare in un pianto isterico. Sono dimagrito moltissimo, mangio quel poco che serve per sopravvivere, anche se dopotutto sarebbe meglio farla finita. Non ho più una ragione per vivere perché dentro sono morto, sono vuoto.
Oggi sento l’odore di carne che mia madre ha preparato dalla cucina. Come sempre mi viene a chiamare per andare a tavola.
“Harry vieni è pronto” disse mia madre sapendo già la mia risposta.
“Non ho fame grazie” dissi con uno sguardo vuoto, gli occhi ancora rossi e il corpo che tremava.
“Ti prego Harry” insistette.
“Non ho fame, grazie” risposi di nuovo, ero quasi scocciato. Perché insisteva? Tanto sapeva cosa le avrei detto. Mia madre uscì dalla mia stanza rassegnata. Ricominciai ad isolarmi dal mondo. Era molto facile stare da soli, la cosa difficile era recuperare le amicizie perse nel tempo. Ma non mi importava. Quei pochi amici che avevo mi prendono per pazzo adesso, per un disperato. Loro non sanno niente. Loro non sanno di quello che io Serena facevamo, non sapevano di ciò che ci dicevamo, non sapevano del nostro amore, non sapevano dei sorrisi indecisi che a volte ci scambiavamo, ma so che se solo lo sapessero sarebbero stati gelosi. Loro non sapevano, non sapevano niente di noi due.
A volte mi odio. Mi faccio male da solo, mi deprimo da solo, faccio tutto da solo. Non ho più lei.
Prendo la scatola in cui tenevo le foto mie e di Serena. C’erano anche quelle che ci scattammo quel giorno sulla scogliera. Eravamo così belli, ridevamo, scherzavamo.. c’erano le foto in cui ci abbracciavamo e in cui ci baciavamo. Appena le vidi mi si formò un sorriso sulla faccia che durò meno di un secondo per poi trasformarsi in un pianto. Iniziai ad urlare il suo nome, rimasi più di un’ora ad urlare, la gente mi prendeva per pazzo e forse lo ero. O meglio, lo ero diventato. Poi in fondo alla scatola trovai una lettera, era ancora chiusa.
La aprii e capii che era stata scritta da Serena, probabilmente era finita lì per caso.. Era la sua lettera per il mio compleanno dei diciotto anni. Era domani, quindi un giorno dopo l’incidente. Senza pensarci la inizia a leggere ad alta voce..

“Caro Harry sappi che sto passando dei giorni fantastici grazie a te. Sai, ancora mi ricordo quando ci siamo conosciuti.. ero appena arrivata al liceo e non conoscevo nessuno. Anche tu eri nuovo e ti notai subito, avevi la tua maglietta nera dei Ramones, la tua band preferita, le tue solite converse bianche e quei ricci perfetti. Appena ti voltai verso di me mi persi nei tuoi occhi color smeraldo.. tu ti avvicinasti a me per sapere cosa avevo da guardare e tra una cosa e l’altra, non so perché, ma diventammo amici, ci piacemmo subito, o almeno tu piacesti a me. Ma ti vedevo più come un fratello, come un migliore amico. Ti ricordi quando conobbi Katy e tu le chiesi ‘ma cosa hai alo posto della faccia una maschera di halloween?’ amore ti giuro la faccia che fece quella fu epica. Mi facevi sempre morire dalle risate.. qualunque cosa dicevi o facevi ci mettevi l’anima, eri la persona più importante che avevo, e che ho tutt’ora. Ti ricordi quando stavamo andando verso il mare a piedi come due matti e trovammo davanti a noi la casa abbandonata? L’abbiamo aggiustata tutta ed è diventato il nostro ‘posto segreto’, ricordi quando facevamo i piani malefici contro Katy e le sue amiche? E quando le abbiamo lanciato addosso la limonata durante la festa del ragazzo che le piaceva? Ricordi quando siamo andati insieme al concerto di Beyoncè? Eravamo in prima fila e tu le urlasti di tutto, si accorse di te che la amavi in un modo assurdo e ci chiamò dopo il concerto nel backstage per fare una foto e un autografo, hai sempre fatto colpo sulla gente ne sono testimone. I momenti con te sono sempre stati magici sai? Ogni volta che stavo con te mi sentivo felice, ma felice per davvero. Poi arrivarono Zayn, Louis, Liam e Niall e ci dividemmo. Non so ancora come farmi perdonare dopo tutto quello che ti ho fatto. Ma ora sono qui, insieme alla persona che amo più di chiunque altro, tu.
Harry oggi compi diciotto anni, stai diventando sempre più meraviglioso. Noi staremo insieme per sempre, me lo hai promesso. Auguri amore mio.
La tua Serena.”

Piangevo, piangevo come non avevo mai fatto. Ero disperato, questa lettera mi aveva dato il colpo di grazia. Non servivo più a niente volevo farla finita con tutto questo. Non avrei più rivisto quei due occhi color cielo che mi fissavano, non avrei più sentito il suo profumo, ero il nulla senza lei.
Poi sentì alla porta qualcuno che bussava.
“a-avanti” risposi tra un singhiozzo e l’altro.
Entrò Zayn, il suo viso era semplicemente vuoto, solo lui poteva capire il mio dolore. Mi abbracciò come un amico, dopotutto questa disgrazia ci aveva fatto diventare amici.
“come stai?” mi chiese. Come stavo? Bhe non avevo forze, non volevo uscire dalla mia stanza, ero diventato un asociale, ogni cinque minuti cadevo in un pianto isterico, non parlavo con qualcuno a parte lui e mia madre da almeno un mese. Volevo restare lì dov’ero aspettando qualcosa che non sarebbe arrivata ecco come stavo.
“Bene” risposi. Non potevo dire una bugia più grande ma tanto Zayn sapeva qual’era il mio stato d’animo reale.
“Senti andiamo a prendere una boccata d’aria, andiamo in una birreria domani è il tuo compleanno”
“D’accordo” dissi. Volevo almeno sembrare di avere un comportamento normale.
Uscimmo e non so come ma Zayn mi fece ridere. Ci scambiavamo battute, era diventato il mio migliore amico. Erano due anni che non ridevo, mi ero quasi dimenticato come si faceva.
Arrivammo nel bar e ordinammo due birre. Iniziai a bere, poi mi voltai ed ebbi un mancamento. Non era possibile, c’era lei, c’era Serena, l'amore della mia vita, davanti a me.




BUONASERAAA
Ve lo avevo detto che era triste lol
penso sia uno dei capitoli più tristi e drammatici, spero vi sia piaciuto
all'ultimo capitolo ho ricevuto settanta visualizzazioni e tre recenzioni, vi amoo


 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


HARRY-

Era lei, si era lei ne ero sicuro. Non avevo dimenticato nulla di lei anche se erano passati due anni. Era lei, ogni sua caratteristica più semplice le apparteneva. Le minuscole lentiggini sulle guance rosee, le sue labbra sottili e definite, le sue piccole mani che due anni prima stringevo tra le mie, poi gli occhi, i suoi occhi sono unici, blu come il mare in cui ti perdi. L’unica cosa diversa erano i capelli, non aveva più una lunga cascata di capelli lisci ma erano più corti e le arrivavano alle spalle, sempre del solito color rosso fuoco.
Lei mi fissava. Dovevo darmi una svegliata altrimenti chissà cosa avrebbe pensato ma dopotutto perché non correva da me ora che la avevo trovata? Perchè non veniva ad abbracciarmi e dirmi che le ero mancato?
Zayn notò che stavo fissando qualcuno, si voltò e rimase pietrificato, proprio come me. Poi distogliendo lo sguardo da lei e di conseguenza girandomi la faccia verso lui mi disse “è lei?”
“non lo so, ma è talmente uguale” risposi tremando.
Poi continuai “forse è tornata, per me”
“senti Harry non fare supposizioni troppo affrettate perché potresti rimanere deluso come negli ultimi due anni. Ti ricordi quando c’era quella ragazza simile a Serena e tu sei corso verso di lei dandole un bacio? E poi anche tu ti sei accorto che quella non era lei? E che poi il suo fidanzato ti ha dato un pugno in faccia e ci sei rimasto di merda? Harry lascia perdere, mi fa malissimo anche a me trovare ragazze che assomigliano a lei ma ormai..”
“No” risposi secco. Stavolta non sarebbe stato così, stavolta sarei tornato felice, perché lei, quella ragazza dai capelli rossi, ne ero sicuro era la mia Serena Coleman. La rivolevo, la rivolevo e subito perché ero esausto di tutto, di tutta la sofferenza che avevo provato nel rimanere solo per anni. Ogni volta che avevo bisogno di lei, dei suoi abbracci e del suo amore, lei non c’era e io morivo. Ero stanco dei miei ‘amici’ che mi ritenevano un pazzo malato di una persona che era passata a miglior vita. Ero stanco di cadere e non avere più Serena che mi aiutava a rialzarmi. Stanco di rimanere mesi in una stanza e uscire solo per far circolare l’aria per poi rinchiudermi di nuovo in quell’inferno che era la mia testa piena di pensieri. Stanco, stanco di tutto.
“Harry ragiona, io cerco di proteggerti, io voglio bene come nessuno a Serena ma ho paura che soffriremo ancora di più”
“non mi importa Zayn ci devo provare, è lei guardala”
Zayn si mise ad osservare quella ragazza che mi convinceva sempre di più di essere la stessa ragazza che due anni fa era con me su quella scogliera a fare foto e ridere, ora lei stava parlando con un ragazzo, poi Zayn mi disse “si ammetto che sono molto simili ma…”
“senti usciamo un attimo dal bar così ne parliamo” dissi.
Uscimmo e poi continuai “Zayn ascoltami ti prego, prima di dirmi che sono un idiota che vede Serena ovunque, ti scongiuro. Senti io non la vedo, non ascolto la sua voce e non la guardo negli occhi da troppo. Si, forse sono disperato, forse non so fare altro che continuare a sognare con gli occhi aperti, forse sono stupido nel credere nel vero lieto fine, ma non ce la faccio più. Rivoglio Serena, la rivoglio subito Zayn! Mi sto esaurendo, sto diventando una persona che non sono. Zayn rivoglio la persona che mi ha reso felice! Rivoglio la mia vita porca puttana!” dissi. Stavo urlando le ultime frasi che avevo detto per la rabbia e il dolore, tanto che vidi la ragazza girarsi verso di me da dentro il bar. Presi molto coraggio ma soprattutto molta forza e mi avvicinai a lei rientrando nel locale.
“ehm ciao” dissi agitato, volevo scappare ma ormai ero lì.
“ciao” rispose. Cazzo, era la sua voce, la sua voce calda e decisa, rimasi calmo però.
“ci conosciamo?” continuò lei. Ecco avevo sbagliato di nuovo, non poteva dirmi questo, mi sentì sprofondare il cuore, la remota sensazione di aver ritrovato l’amore della mia vita si distrusse in un secondo.
“no non penso” risposi “ma mi ricordi molto una ragazza.. senti ti chiami Serena?”
“cosa? No mi chiamo Alex e tu?”
“piacere harry” ci stringemmo la mano, la voglia di abbracciarla era davvero tanta ma non sapevo cosa avrebbe pensato quindi mi limitai a sorridere, lei ricambiò. Il suo sorriso, era identico. Il suo profumo, lo riconoscevo.
Forse non si ricordava di me perché con l’impatto che aveva avuto con il terreno da una scogliera, aveva perso una parte della sua memoria, a quanto pare una parte importante, almeno per me.


ALEX-

Appena vidi il viso di quel ragazzo non so perché ma nella mia mente arrivò un’immagine molto strana, c’ero io con quel ragazzo che si chiamava Harry da quanto diceva, ridevamo in una macchina molto vecchia, sembravamo felici. Non mi spiegai il motivo di quel pensiero ma quel ragazzo aveva qualcosa di familiare.
“sicuro che non ci siamo già visti?” chiesi di nuovo.
“No, cioè non lo so” mi rispose, era diventato completamente rosso e non capivo perché. Che problemi aveva? Poi mi disse “ascolta ehm.. io ti dovrei parlare di una cosa molto importante”
“dimmi” risposi. Appena dissi quella parola sentii Josh che mi chiamava dal nostro tavolo “amore vieni dai” mi disse.
“arrivo” risposi sorridendo, io e Josh stiamo insieme da circa un anno e mezzo e tengo molto a lui.
“senti Harry magari è meglio se ne parliamo in un altro momento” dissi a lui.
“non fa niente, ciao” mi disse quasi deluso, il suo sorriso si era spento, le fossette erano scomparse, gli occhi guardavano il basso, il suo comportamento dava l'idea di qualcuno che stava per scoppiare dentro. Però dopotutto mi doveva dire qualcosa di importante così lo presi per il polso e dissi “senti per quello che devi dirmi, magari ti do il mio numero così un giorno ci vediamo” presi un pezzo di carta e scrissi il mio numero di cellulare.
“sicura che non te lo sei inventato?” mi chiese, io ridendo dissi “nono è vero giuro, ora vado ciao Harry” ci salutammo con un bacio sulla guancia e di nuovo un’immagine di me e lui mentre ci abbracciavamo entrò nella mia mente, non capivo il motivo di tutto questo ma probabilmente lui si accorse che era successo qualcosa dentro me così disse preoccupato “che ti succede?”
“niente” risposi mentendo, mi allontanai e tornai da Josh, l’immagine di me e quel ragazzo dagli occhi verdi che ci abbracciavamo ormai era fissa nella mia testa, l’unica cosa era che non ne capivo il motivo, non capivo perché ogni volta che toccavo Harry la mia mente mi presentava momenti in cui eravamo insieme. Voglio dire, io lo conosco solo da mezz’ora. 



HARRY-

Dopo aver parlato con “Alex” mi prese un attacco di tristezza, panico e rabbia. Non mi aveva riconosciuto, forse perché probabilmente non era lei. Forse perché era solo una delle tante ragazze in cui rivedevo Serena. Sto diventando seriamente malato di mente, ero malato di lei. Magari se partissi, andassi via da tutto questo, ricominciassi una nuova vita magari starei meglio. Mentre nella mia mente entravano questi pensieri mi diressi fuori dal bar e quando mi voltai per guardare quella meravigliosa ragazza, tutto ciò che vidi fu lei appiccicata alla bocca di quel tale Josh. Faceva male, tanto. Soprattutto quando sai che forse hai ritrovato il motivo per cui vivevi e poi scopri che ha un altro.
Iniziai ad urlare il suo nome ma lei non mi sentiva, la musica nel bar era troppo alta, vedevo le loro espressioni sorridenti, erano felici. Volevo morire, sprofondare. Ormai non c’era nulla che io potessi dire o fare. Inizia ad incamminarmi verso il tower bridge, mi sarei buttato da lì, basta soffire. Ma una stretta alla mano mi fermò, era Zayn. Era rimasto fuori dal bar e nonostante ci fosse poca luce vedevo benissimo le lacrime che gli uscivano dal viso.
Ormai i giorni di felicità erano finiti da un pezzo, ormai sorridere non faceva più parte di me. Il mio “angelo” se ne stava andando, Serena se ne era andata. Era volata via, con il suo solito viso pallido, con quei capelli a volte spettinati, era andata via. Ormai respiravo a fiocchi di neve, stava nevicando. Faceva freddo, troppo freddo per piangere. Troppo freddo per sorridere. Troppo freddo per vivere.
Zayn mi diede una pacca sulla spalla e ci incamminammo verso il mio appartamento. Zayn aveva appena smesso di piangere. Lo salutai e me ne andai a dormire, ero troppo stanco.
La mattina dopo mi sveglia di soprassalto. Mi aveva svegliato un rumore fastidioso, veniva da fuori così mi alzai e vidi che qualcuno stava lanciando sassi sulla finestra, la MIA finestra che mi era costata un occhio della testa per farla riparare l’anno scorso dato che dei ragazzi a capodanno ci lanciarono un petardo e per poco non mi squarciavo una mano, coglioni. Fatto sta che nonostante fossi ridotto a uno schifo per come mi sentivo, aprii la finestra e urlai contro chi stava tirando quei sassi, era una ragazza, era Alex.
Le avevo appena urlato contro i peggiori insulti che potessero uscirmi dalla bocca, ecco fatto. Invece di vedere lei che andava via infuriata anche se non so perché, si mise a ridere. Il suo sorriso, era così perfetta.
Perché era qui? Come faceva a sapere dove abitavo? Senza farmi storie mentali le chiesi “ciao.. che ci fai qui?”
Lei rispose “ehi ti ho spaventato? Scusa non volevo comunque non dovevi parlarmi?”
“ah si” dissi, sinceramente non avevo voglia di raccontarle la verità ma pur di stare con lei avrei fatto qualunque cosa, qualunque sacrificio.
“vieni ti apro il portone” aggiunsi.
Lei entrò e un’ondata di profumo mi avvolse. Prima le dissi “senti ma come sai dove abito?”
“bhe hai presente ieri quando siete andati via tu e quel ragazzo che si chiama Zayn?”
Ero confuso, come conosceva Zayn?
“si certo. E’ il mio migliore amico” risposi.
“ecco lui è tornato al bar e si è presentato a me e mi ha detto che eravate amici, ci siamo messi a parlare, è davvero simpatico. Comunque è stato lui che mi ha dato il tuo indirizzo”
“ah allora okay ahaha” ero abbastanza nervoso. Avrei voluto baciarla, dirle che una volta noi due eravamo felici insieme, ma non potevo. Lei a quanto pare non ricordava niente.


ALEX-

Harry mi piaceva, era così dolce e insicuro, mi faceva tenerezza.
Appena mi sfiorò per chiudere la porta un altro ‘flash back’ o non so cosa mi arrivò nella mente insinuandosi nel mio cervello. Eravamo io e Harry come sempre, stavamo in una casa, sembrava abbandonata. Ridevamo, io piangevo, forse dalla gioia. Harry mi stringeva la mano e gli scese una lacrima, perché quella casa mi sembrava così familiare? Harry mi guardava, io lo guardavo, sembravamo così innamorati.
Si stava avvicinando a me, insicuro come sempre. Io stavo tremando, vedevo Harry avvicinarsi sempre di più a me fino a darmi un lieve bacio sulle labbra.
Perché ogni cazzo di volta che sfioravo solo Harry, nella mia mente arrivavano immagini, momenti o solo ombre in cui ci siamo noi due? Non potevo tenermi dentro tutto così appena che il ‘flash back’ finì dissi ad Harry “Ehm..”
“devi dirmi qualcosa?” mi chiese.
“ecco.. hai presente quando qualcuno entra nella tua vita all’improvviso? Però tu hai la sensazione di averla già conosciuta? Magari non ricordi bene, non so forse perché hai perso la memoria o cose varie?”
“certo, mi sta capitando la stessa cosa” rispose. Se non altro non mi avrebbe preso per pazza.
Poi lui continuò “perché mi chiedi questo?”
Risposi “sai Harry, dal primo momento in cui ti ho conosciuto ho visto in te qualcosa di familiare, penso che noi, forse siamo stati insieme un tempo. Lo so sembra strano, ci conosciamo da poco ma ogni volta che ti tocco, anche solo stringendoti la mano, nella mia testa si attiva un processo o non so cosa sia, che mi proietta momenti in cui stavamo insieme. Non ti sto prendendo in giro lo giuro, non voglio che mi prendi per malata mentale ma è così”
Harry iniziò a sorridere, un sorriso a trentadue denti, un sorriso così puro e semplice ma allo stesso tempo nervoso. Fece un respiro e mi disse “Che tipo di pensieri?”
“ecco, ci siamo noi due mentre siamo su una spiaggia, ridiamo, scherziamo, sembriamo felici, felici ma soprattutto innamorati. Harry dimmi cosa sta succedendo ti prego” dissi spaventata, senza pensare lo abbracciai.
Lui ricambiò l’abbraccio, stava tremando, forse lui sapeva perchè avevo quelle ‘visioni’, forse lui sapeva tutto. Per questo voleva parlarmi. Stavolta la visione che ebbi era molto complessa e più lunga delle altre, forse perché non avevo mai abbracciato Harry, o forse si.
Nella visione lui mi picchiava, sembrava cattivo, aveva un’altra espressione in volto, duro, senza scrupoli. Mi usciva sangue dalle braccia, graffi dal viso e i vestiti erano strappati. Io urlavo ma lui continuava, poi quando caddi a terra, lui si voltò e mi prese in braccio e mi guardava, sembrava dispiaciuto. Quando finì la visione trasalii e mi staccai dall’abbraccio di Harry. Dovevo sapere tutto, subito.
 
 

EHI EHI EEEEHI
nuovo capitolo c:
sono davvero felicissima che la storia vi piace
Ricordatevi di recensire, accetto critiche e consigli, skst.
cieo.
 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


ALEX-

si, dovevo chiarire quello che stava accadendo, dovevo capire qual'era il mio vero passato, dovevo sapere la verità.
Avere dubbi sul proprio passato, non c'è niente di peggio, se non la morte. Morte, cos'era la morte? Ogni tanto avevo paura, paura di crollare, paura di non farcela. Ma la morte cos'era? Non sapevo perchè, ma mi era sembrato di avere un altro 'flashback'. Cadevo, cadevo da un dirupo e l'ultima cosa che vidi fu un viso, un viso molto bello, il viso di un riccio, occhi verdi.. Harry. Era Harry che allungava la mano verso di me.
Era stato lui a spingermi giù dal dirupo. Era stato lui a farmi perdere la memoria. Era colpa sua se adesso non ricordavo niente, assolutamente niente. Non ricordavo il mio compleanno dei dieci anni.
Non ricordavo i nomi dei miei amici, niente se non il mio presente.
Era stato lui a rovinarmi la vita.
"Harry.." dissi indecisa, cosa dovevo dirgli? Dovevo chiedergli se per caso gli era capitato di buttarmi giù da un dirupo? Si, era necessario.
"Senti.. ti ripeto di nuovo che ogni volta che io ti sfioro.. succedono cose strane"
"in che senso?" chiese interessato.
"allora" feci un respiro profondo "quando ti tocco, ti abbraccio o ti sfioro nella mia mente rivedo come.."
"come?" mi incitò a continuare. Volevo andarmene ma era troppo tardi non potevo lasciare le cose a metà.
"Harry io vedo noi due.. che sembriamo felici, sembra che stavamo insieme"
Le lacrime scesero sul suo viso.
"che hai?" chiesi.
"Alex ti devo spiegare, è difficile ma devi sapere come stanno le cose"
"sediamoci" dissi, curandomi di stare il più lontano possibile da lui.

HARRY-

Finalmente era arrivato il momento in cui avrebbe saputo.
Le spiegai tutto, lei rimaneva impassibile e ogni tanto annuiva con la testa.
Quando finii non sembrava scioccata, era come se le avessi confermato qualcosa che già sapeva.
"quindi io mi chiamo Serena Coleman?" chiese.
"esatto" risposi "hai vent'anni e sei la più straordinaria ragazza che esista"
Sembrava lusingata.
"Harry ascolta.. capisco che io sia stata importante per te e tu lo stesso per me ma io ormai sto con Josh, non puoi pretendere che di punto in bianco lo molli, io lo amo"
Ero stato pugnalato, era come se mille lame mi avessero trafitto il petto, come se la terra non esistesse più e io stessi sprofondando nel vuoto. Ora che credevo che ci sarebbe stata la risalita nella mia esistenza, era come se fossi sprofondato nel più profondo degli abissi.
Ero morto, stavolta non avrei sopportato il dolore, non avrei potuto vedere la ragazza che amo, che mi ha reso felice con un altro. Era peggio di quanto avessi pensato di stare. La continuavo a fissare inredulo delle parole che mi aveva detto. Non riuscivo nemmeno a piangere, troppo avevo pianto in quegli anni con la sua assenza.
Tutto quello che provavo era rabbia. Cosi tanta rabbia che inizia ad insultare pesantemente Serena, non potevo accettarlo, non potevo.
"Serena allora non hai capito un cazzo. Lo sai cosa significa perdere tutto ciò che hai? Restare solo come un cane? Lo sai cosa significa non avere la persona che ami più della tua stessa vita? Perdere la metà che ti completava? Lo sai cosa significa amare all'estremo? Vivere solo perchè è quella persona a tenerti in vita, a renderti felice? Lo sai cosa ho passato questi tre anni senza di te? Te lo dico io, l'inferno. Ho passato due fottutissimi anni a cercarti, piangere, ricordare. E ora tu vuoi un altro, ma vaffanculo." urlavo, urlavo cosi forte che non mi ascoltavo, non sentivo quello che dicevo, parlavo senza pensare, agivo senza pensare. Ero talmente sconvolto che non mi resi nemmeno conto di aver appena dato uno schiaffo in faccia a Serena.

 SERENA-

un pesante schiaffo mi arrivò in faccia, nella mia mente tornavano tutti i conti, ora ricordavo tutto. Ricordavo ogni cosa. Ricordavo TUTTO finalmente, quello schiaffo è come se mi avesse riportato alla realtà. Era la goccia che mi avrebbe aiutato a tornare me stessa.
Forse mi sarei dovuta arrabbiare ma l'unica cosa che feci fu saltare tra le braccia di quel ragazzo dagli occhi smeraldo che mi aveva in un certo senso 'aiutato'.
"Harry scusa" dissi con le lacrime agli occhi, ero felice ma anche triste, ero arrabbiata ma anche stanca, ero confusa ma allo stesso tempo avevo capito tutto.
Harry mi strinse forte a se stesso, come se quell'abbraccio fosse tutto quello di cui aveva bisogno, ero stravolta, forse quello che gli avevo appena detto, che non volevo stare con lui, era la più grande cazzata che poteva uscire dalla mia bocca.
Presi un respiro e dissi "Harry quello che ti ho detto prima, non lo pensavo davvero"
Lui rispose subito "cosa? vuoi dire che vuoi stare con me?"
"Si Harry! Sei il ragazzo più incredibile che abbia mai conosciuto, ora finalmente ho capito cosa voglio"
Il riccio fece scendere diverse lacrime, lacrime di gioia.
Piangevamo insieme, non sapevamo nemmeno perchè piangevamo, forse perchè dopo tutto quello che avevamo passato dovevamo sfogarci per 'ricominciare'.
Poi Harry disse "Serena, grazie. Grazie davvero, dopo questi anni senza te ero come morto dentro, grazie per essere tornata, grazie per non avermi dimenticato perchè io ogni singolo giorno della mia esistenza senza te stavo male, male da morire. Grazie Serena, grazie per avermi salvato la vita"
Si avvicinò a me e con un grande sorriso, grande come il sole, si avvicinò alle mie labbra e finalmente dopo circa due anni riavevo il suo amore che mi mancava.
Ogni tanto ci staccavamo e per qualche motivo ridevamo, eravamo come due bambini che non si vedevano da tanto, troppo tempo, finalmente lo riavevo.
"Vieni" mi disse.
senza farmelo ripetere presi la sua morbida e calda mano e iniziammo a correre, scena già vista.
Mi stancai e lui mi prese sulle spalle, scena già vista.
Andammo in quella casa abbandonata dove ci baciammo per la prima volta, scena già vista.
Scesi dalle sue spalle ed entrammo dentro, iniziammo a ballare senza la musica, a ridere, a prendere gli oggetti e tirarli ovunque, eravamo matti, eravamo matti ma lo eravamo insieme.
Entrammo nella camera da letto, ci stendemmo sopra di esso, continuavamo a ridere e baciarci, dopo un tempo infinito ci addormentammo vicini, con il sorriso stampato sulle labbra.
Finalmente, niente più amnesia. Solo io, lui e basta, il resto del mondo? Dimenticato, o almeno per il momento.


CIEEEEEO
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l'ultimo è arrivato a tre recensioni, let me love youu

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


SERENA-

Ci svegliammo di soprassalto, c'erano dei rumori fuori dalla casa. Harry si alzò dal letto, mi diede un lieve bacio sulla guancia e poi andò a vedere cosa stava succedendo. Passarono i minuti, il rumore si era fermato e ascoltavo la voce roca di Harry mentre parlava. Decisi di alzarmi anche io e capire cosa stava succedendo. Harry discuteva fuori dalla casa con cinque ragazzi più o meno della nostra età, stavano lanciando pietre e mattoni sulla casa, la volevano distruggere.
Harry era infuriato "Cosa cazzo vi dice il cervello? Questa è casa mia!"
"No, questo è un buco di terra praticamente distrutto, vogliamo divertirci un po' tutto qui" disse uno dei ragazzi.
"Divertirvi? Se lanciate anche solo un altro sasso su questa casa ve ne pentirete, andatevene ora" rispose aggressivo Harry, iniziò ad incamminarsi per tornare dentro, ma uno di quei cinque ragazzi gli tirò un pezzo di legno dietro le spalle. Harry si girò, la mascella si era tesa e aveva i pugni stretti, riuscivo a percepire la rabbia che provava. Corse verso uno dei ragazzi e gli sferrò un pugno in piena faccia. Iniziò ad aggredire tutti e cinque, purtoppo loro erano in cinque, lui uno solo. I ragazzi lo presero di peso e lo lanciarono letteralmente per terra di un paio di metri. Corsi verso Harry "Smettetela idioti! Andavene" ma fu inutile, mi spostarono, un ragazzo mi tratteneva per non farmi muovere e tornarono su Harry. Sentivo il rumore dei pugni che si infrangevano sul suo viso, non riuscivo a guardare, chiusi gli occhi e iniziai a piangere, quando li riaprii vidi il volto di Harry pieno di ferite, presero un bastone e gli diedero una fortissima scossa sulla testa, lui cadde a terra. I cinque diedero fuoco alla casa, mentre io cercavo di rinimanre Harry, chiamai un'ambulanza, arrivammo in ospedale. Non smettevo di piangere, i singhiozzi e  le lacrime continuavano a scendere dal mio viso.
Un dottore uscì dalla stanza dove era Harry, disse due parole "è in coma".
Mi sentivo mancare l'aria, mi alzai di scatto ed entrai nella camera, lui era lì, su un letto bianco, con tutti quei fili attaccati al corpo. Era come morto. Mi sentivo male, mi avvicinai per prendergli la mano, feci un respiro e cominciai a parlargli:
"Ciao Harry" dissi con un filo di voce, accennando un sorriso disperato "lo sai, dicono che anche se sei in coma mi puoi sentire, io non credo sia vero ma non mi importa. Senti Harry, tu devi smetterla di essere cosi impulsivo, di voler sempre difendere tutto ciò che hai, guarda cosa ti è successo" mi fermai un attimo, stavo per scoppiare in un pianto ma cercai di trattenermi "t-tu devi farcela, mi hai capito? Hai capito quello che ti ho detto? Harry, mi senti?" lo guardavo, aspettando un segno, ma niente "E' co lpa mia, è tutta colpa mia, avrei dovuto fermarti, non dovevo lasciarti picchiare quei ragazzi. Lo sai, tu sei l'unico ragazzo che amo così tanto, ti amo Harry, ti amo fino allo sfinimento, ti amo da farmi schifo, ti amo come non ho mai amato. Se muori tu, muoio io, lo capisci? Harry.. quanto vorrei essere io al posto tuo, non riesco a vederti, così, con tutti questi fili attaccati al corpo, con quel viso spento, ho bisogno del tuo sorriso. Vorrei tornare indietro nel tempo, vorrei fermarti ogni volta che fai qualcosa di stupido. Harry tu sei una delle persone più forti che abbia mai conosciuto, tu puoi farcela, tu puoi aprire quegli occhi verdi, tu puoi svegliarti, ti prego"
Rimasi lì, senza muovermi, presi una sedia e dopo essermi seduta presi di nuovo la sua mano, poggiandovi sopra la mia fronte. Restai in quella posizione per ore, per un tempo infinito.
Volevo restare lì con lui, alla fine mi alzai, presi un pezzo di carta e mi sedetti di nuovo, iniziai a scrivere, a scrivere tutto quello che pensavo

"chiedo scusa a chi ho tradito, e affanculo ogni nemico
Che io vinca o che io perda è sempre la stessa merda
E non importa quanta gente ho visto, quanta ne ho conosciuta
Questa vita ha conquistato me e io l'ho conquistata
"Questa vita" ha detto mia madre "figlia mia va vissuta,
Questa vita non guarda in faccia e in faccia al massimo sputa"
Io mi pulisco e basta con la manica della mia giacca
E quando qualcuno ti schiaccia devi essere il primo che attacca.
Non ce l'ho mai fatta, ho sempre incassato,
E sempre incazzata fino a perdere il fiato
Arriverà la fine, ma non sarà la fine
E come ogni volta ad aspettare e fare mille file
Con il tuo numero in mano e su di te un primo piano
Come un bel film che purtroppo non guarderà nessuno.
Io non lo so chi sono e mi spaventa scoprirlo,
Guardo il mio volto allo specchio ma non saprei disegnarlo
Come ti parlo, parlo da sempre della mia stessa vita,
Non posso rifarlo e raccontarlo è una gran fatica.

Vorrei che fosse oggi, in un attimo già domani
Per reiniziare, per stravolgere tutti i miei piani,
Perchè sarà migliore e io sarò migliore
Come un bel film che lascia tutti senza parole.

Non mi sembra vero e non lo è mai sembrato
Facile, dolce perchè amaro come il passato
Tutto questo mi ha cambiato
E mi son fatto rubare forse gli anni migliori
Dalle mie paranoie e da mille altri errori
Sono strana lo ammetto, e conto più di un difetto
Ma qualcuno lassù mi ha guardato e mi ha detto:
"Io ti salvo stavolta, come l'ultima volta".
Quante ne vorrei fare ma poi rimango fermo,
Guardo la vita in foto e già è arrivato un altro inverno,
Non cambio mai su questo mai, distruggo tutto sempre,
Se vi ho deluso chieder scusa non servirà a niente"

Misi il foglio tra le mani di Harry, ferme, calde ma immobili, come un sasso.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Hai mai avuto la sensazione di sprofondare? Quella sensazione di vuoto dentro, quella sensazione che provi quando perdi qualcosa di davvero importante? Quei momenti che sembrano durare untempo infinito, quei momenti che ricorderai sempre, anche quando sarai vecchio, quando cominceranno a caderti i capelli, quando le tue mani non saranno più rosee come da ragazza, quando non avrai più nulla da fare in questo mondo, tu lo ricorderai. Ricorderai quel momento in cui eri felice, nella tua giovinezza. Quel momento in cui nemmeno un insulto può farti perdere il buon umore, quel momento in cui vivi. 
Ci sono persone come me, forse. Persone che pensano che tutto andrà bene alla fine, ma non è mai così. Finisci per desiderare di scomparire. Ti chiedi "ma a cosa servo io?" "perchè sto qui? a cosa servo?" "se andrò via, lontano, qualcuno sentirà la mia mancanza?"
Te le chiedi, te lo richiedi, passi le ore a piangere, le ore a pensare, le ore a desiderare di essere un'altra persona, una di quelle sicure, una di quelle indistruttibili, una di quelle forti.
Mentre gli altri stanno lì, al mare o in discoteca tu rimani in casa, ma non perchè vuoi così, non perchè questo ti rende felice, questo ti dustrugge. E' perchè ti senti inadeguata per questo mondo, perchè vedi milioni di persone migliori di te e ti ripeti che la tua presenza o la tua assenza non cambia niente a nessuno.
Poi arriva qualcuno, qualcuno che ti salva, qualcuno che ti prende e ti porta via. Qualcuno che ti salva, in tutti i modi con la quale si può salvare una persona. Qualcuno altamente migliore di te, ma che ti vede, che guarda i tuoi occhi come se non avesse mai visto niente di più bello. Qualcuno che ti accetta per quello che sei, non per quello che dovresti essere. Una persona vera, una persona che vede il buono negli altri. E quando incontri questa persona ti dici che da quel momento andrà tutto bene. Non pensi più a niente, non ti fai più complessi mentali, non vedi più niente, non senti più niente, se non lui.
E dopo poche settimane ti affezioni a quella persona come non hai mai fatto, ti tratta come nessuno ti ha mai trattato, ti guarda come nessuno ti ha mai guardato, ti parla come se nessuno ti avesse mai parlato.
Senti che gli puoi dire tutto e non ti giudicherà.
E' questo il problema, quando ti innamori veramente di qualcuno, quando senti che senza di questa persona non potresti vivere, senti che senza sei persa, senza non sei nessuno, senza torni ad essere quella di prima, quella con i complessi mentali, quando questo succede, perchè succede, ti distruggi da sola. Perchè niente è per sempre, niente dura all'infinito se non l'infinito stesso. 
Prima la tua presenza non serviva a niente, c'era sempre una ragazza più bella, più simpatica di te. Una meno pensierosa, una più spensierata.
Ma non ti importa, perchè c'è lui. C'è lui che ti fa sentire la più bella, la più simaptica di tutti, ti fa capire che senza te lui non ce la fa.
E in quel momento, è quello il momento che non scorderai mai, quello che ricorderai anche da vecchio. Ti ricorderai di quella persona, te ne ricorderai per sempre, perchè quella persona arriva, arriva quando meno te lo aspetti e ti stravolge la vita e ti fa sentire migliore, una persona con la quale crei i progetti per la tua nuova vita, quella persona con cui hai dei nuovi sorrisi, quei sorrisi sinceri, quelli veri.
E con quella persona puoi solo piangere dalla felicità, i giorni tristi finiscono.
E ridi, ridi ancora di più. Ridi e non sai nemmeno perchè, ridi perchè ti va di ridere.
E ti senti infinito.

Serena era lì, in ginocchio su un piccolo letto dell'ospedale, accanto a 'quella persona'. Quella persona si chiamava Harry, Harry Edward Styles.
Serena era ferma, immobile accanto a quel corpo, a quel viso così bello, a quel viso che le aveva dato la felicità, accanto a quell'angelo.
Continuavano a scendere, scendevano sempre di più, sempre più velocemente, quelle lacrime.
Scendevano e nessuno le fermava. 
L'ultima volta che Serena lo vide fu quando gli gettarono la terra addosso, tutta quella terra che lo seppellì.
Non ce l'aveva fatta.
Serena era lì, sempre lì, sempre in ginocchio davanti a quella pietra con inciso il nome della sua felicità.
C'erano tante persone, mille occhiali neri e mille fazzoletti bianchi.
Serena si alzò in piedi, prima di andarsene prese un pezzo di carta e una penna. Scrisse qualcosa, piegò il foglio e lo mise davanti alla bara.
Era la frase che si ripeteva sempre, tutti i giorni e tutte le notti.
"non dovevi morire, non era nei piani"

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