Angel

di IJustLoveYou
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo/Introduzione ***
Capitolo 2: *** L' arrivo ***
Capitolo 3: *** La bolla ***
Capitolo 4: *** La catastrofe sventata ***
Capitolo 5: *** Il Tempo ***



Capitolo 1
*** Prologo/Introduzione ***


In genere le mie vacanze estive sono organizzate prestissimo per Agosto e stiamo solo in un posto, in genere al mare per tre settimane all’ estero; ma, quest’ estate è diversa, forse è per questo che spero che succederà qualcosa di divertente!
Quest’ estate, infatti, staremo per due settimane in sicilia, vicino a Sciacca; precisamente in un residence sul mare chiamato Makauda beach; poi andremo in maremma per una settimana. Da un po’di tempo ho capito di non essere proprio nella norma, ho scoperto di essere bisex, mi piacciono le persone, non uomini, non donne, solo persone, senza distinzioni. Non mi sono fidanzato durante il periodo scolastico, anche se mi piaceva un ragazzo: Mauro; però, per ora non ho ancora fatto outing, quindi, non volendo rischiare non l’ho mai detto, se non alla mia migliore amica, Silvia, che lo sà già. Quindi, per ora, mi limito a sognare che qualcuno si innamori di me,anche se so che non accadrà, anche perchè i sogni che faccio non si avverano mai; io, però, ci spero lo stesso.
Scusa, non mi sono presentato, mi chiamo Andrea, ho 16 anni, capelli castano scuro, occhi – fantastici, la cosa che amo di più di me stesso – nocciola chiaro al buio o con poca luce, verde scuro con la luce; sono alto un po’ più della media, un metro e 83 e ho un sorriso sempre stampato sulla faccia. Gia che ci sono vi presento anche la mia famiglia:
-          Mia mamma, Ilaria, è nata in toscana, come me, è abbastanza è abbastanza alta (15 centimetri in meno di me), ha i capelli castano – ramati e occhi esattamente come i miei, costantemente innervosita anche se, quando ci sono gli altri, sorride falsamente, lei è quella più in crisi della famiglia sulla mia bisessualità, non lo riesce ad accettare, ma, per ora, visto che non stò con nessuno, non le dà fastidio;
-          Mio padre, Giuseppe, è un po’ più alto di mia madre ma non quanto me, quando litiga con mia mamma, alla fine le dà sempre ragione; ha i capelli e gli occhi marroni e i capelli neri, un calabrese “puro”; lui mi vorrebbe far piacere solo le ragazze ma non ce la fa;
-          Infine, mio fratello, Alessandro, è l’unico milanese della famiglia, mangia un sacco, ha gli occhi come di mia mamma e i capelli pure, drogato di videogiochi li usa appena ne ha la possibilità; lui ha solo nove anni e penso che sia abbastanza, se non parecchio, omofobo.

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Capitolo 2
*** L' arrivo ***


“Among my frivolous thoughts
I belive there are beautiful things seen by the astronauts
 
So wake me if you’re out there!”
 
 
Un salto della macchina mi fa sobbalzare e svegliare – cavolo mi ero addormentato così bene! – guardo fuori dal finestrino e vedo la stradina dissestata e scoscesa da cui stiamo scendeno, mi stiracchio e noto che mio fratello sta ancora giocando al DS. Siamo arrivati, finalmente!
Prendiamo le chiavi dell’ appartamento che abbiamo affittato per due settimane e scarichiamo la nostra roba insieme all’ altra famiglia che è venuta con noi. Tra i miei, come al solito c’è un po’ di tensione, quindi decido di andare a delle amache che ho visto poco fa dalla macchina e mi ci sdraio sopra. Forse mi ero addormentato, forse no, ma dopo poco – credo... – apro gli occhi e lo vedo. Lui ha una tartaruga perfetta, delle braccia muscolose – ma non sembrando uno pompato –, un costume rosso, largo e con il classico motivo a fiori hawaiiani; la faccia non la vedo bene perchè guarda verso l’ alto, ma i capelli li riesco a vedere: sono castano chiaro, così chiaro che sulla punta diventano biondi, è ancora bagnato e ha lo sguardo perso nel cielo. Solo allora alzandomi un po’ vedo il colose dei suoi occhi: verde acqua, il miglior colore di occhi mai visto.Il suo naso è piccolo e rivolto leggermente verso l’ alto e la bocca rosso chiaro e con le labbra poco aperte, giusto per espirare. Ma mi perdo soprattutto nei suoi occhi che dopo poco si girano e iniziano a studiarmi attentamente fino a fermarsi sui miei. Non so per quanto ci siamo guardati ma, dopo un po’, lui, sembrando imbarazzato e allarmato allo stesso tempo si alza dall’ amaca. Io stavo ancora pensando ai suoi occhi fantastici. Dopo poco però arrivano i bambini e iniziano a fare casino; io mi alzo, ancora pensieroso e me ne vado in “esplorazione” del residence, trovo subito una panchina e decido che ne avrei fatto la mia bolla, un posto in cui possa scomparire e non pensare più al resto del mondo, o pensarne in tranquillità.
Ad un certo punto sento la voce, ormai troppo conosciuta, di mia madre; quindi esco dalla bolla e vado direttamente all’ appartamento. Nel momento in cui entro mia mamma mi aggredisce dicendomi: ”Non ci hai aiutati per niente a mettere a posto”
“Scusa!” le rispondo subito; vado in camera mia e mi sdraio su quello che decido che sarà il mio letto, non posso smettere di pensare a lui. Niente da fare; il problema è che pensarea lui mi rende felice – insomma lui è così carino! – ma allo stesso tempo mi rende triste perchè so che anche se lui fosse gay o bisex non avrei speranze con lui per la mia bruttezza.
La sera scopriamo che il proprietario organizza ogni sera il karaoke. Con mia grande sorpresa il ragazzo – che scopro che si chiama Luca – canta “Angels” di Owl City. Io mi emoziono subito perchè è la canzone che gli avevo affibbiato quando ci siamo visti e ho sentito come se lui mi avesse letto nel pensiero; fantastico, adesso dovrò anche resistere al suo carattere perfetto per me.

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Capitolo 3
*** La bolla ***


Il giorno dopo un po’ per pigrizia, un po’ per la voglia che manca – soprattutto in vacanza – abbiamo deciso di rimanere alla spiaggia del residence. Ma, sceso in spiaggia, mi pietrifico alla vista di Luca – non potevo stare nella stessa spiaggia senza evitare di fissarlo – quindi decido che per evitare figuracce fissandolo gli avrei parlato così potevo guardarlo senza troppo imbarazzo – sarebbe risultato meno meno strano! Anche se un po’ di imbarazzo sarebbe rimasto almeno da parte mia. Quindi, dopo aver posato i chili di roba di cui mio fratello ha sempre bisogno ma non usa mai, mi sono tuffato in acqua e subito dopo è entrato lui – com’è carino! – così attacco a parlargli dicendo come sia fastidioso mio fratello (così non avrei dovuto sforzarmi a inventare qualcosa).
Subito prima di pranzo – caspita! È volato velocissimo il tempo parlandogli – lo saluto con un timido: “Ciao, a dopo” e lui mi risponde altrettanto timidamente: “Sì, dopo devo farti vedere una cosa” (Non pensate male!XD).
Ho passato tutto il pranzo a pensare cosa mi dovesse far vedere (Come sopra!XD); subito dopo pranzo sono corso – letteralmente – a cercare Luca dove ero quasi sicuro che si fosse messo: alle amache. Arrivato lì, lo trovo, come la prima volta, sdraiato a guardare il cielo, pensieroso; ma, questa volta lo trovo a canticchiare felicemente: I belive there are beautiful things seen by the astronauts”  poi si alza a sedere e mi vede, sorride con un sorriso fantastico e io, ovviamente, ricambio. Quindi gli chiedo: “Come va?”
Lui risponde: “Io sto bene ma adesso ti porto a vedere quella cosa che ti avevo detto poco fa”, si alza e mi prende per mano – lui ha la mano veramente morbida e non stringe mai troppo forte la mia –,  mi porta dentro la bolla e mi dice: “Questo posto è il mio preferito in tutto il residence perchè non lo conosce nessuno – credo neanche il proprietario –, ci  vengo spesso, è rilassante... Che ne pensi?” ed io subito rispondo: “È fantastico!” quindi ci guardiamo negli occhi e – quasi senza accorgecene – ci sediamo sulla panca e ci baciamo poi ci guardiamo a vicenda con un fare interrogativo e allo stesso tempo spaventato per la reazione che l’ altro potrebbe avere, il mio cuore batte così forte che sento le pulsazioni nelle orecchie, e alla fine ci troviamo a sorridere insieme – come degli ebeti – e ci ribaciamo; da quel momento la bolla è diventata il mio posto preferito in tutto il mondo.

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Capitolo 4
*** La catastrofe sventata ***


Il pomeriggio stesso mia madre decide di andare ad “esplorare” la zona per trovare le spiagge migliori – uffa! Oltre a non poter stare con luca mi devo sorbire anche ore in macchina a non fare niente! – e ritorniamo solo per l’ ora del tramonto. Dopo una rilassante doccia calda – non potre mai farmi una doccia fresca – vado nella bolla nella speranza di trovarlo lì; infatti mi sta aspettando impazientemente sulla panchina e appena entro si alza e mi sorride. Il mio cuore corre spropositatamente per la felicità, infatti, senza neanche salutarlo, lo bacio tenendo le mie braccia attorno alla sua nuca. Lui, subito dopo mi saluta sorridendomi ancora – Cavolo! Ha proprio un bel sorriso! – il sole è tramontato quasi del tutto e con questa luce i suoi occhi, ormai azzurrissimi per la luce, risaltano come due gocce azzurro intenso su una roccia rossa; mentre, i miei, che sono diventati verdi, mi dice che sembrano due alberi rigogliosi in messo ad un deserto torrido e che sono fantastici, io gli ribadisco che i suoi sono altrettanto fantastici e, mentre rielaboro il fatto che lui mi abbia fatto un complimento, gli sorrido che ricambia con dolcezza. A questo punto ci guardiamo e iniziamo a parla re delle nostre vite; proprio in questo modo scopro che lui ha 18 anni compiuti ad aprile, il due, abita a pisa ma si trasferiranno a milano all’ inizio dell’ anno scolastico, dice; quando io gli dico di avere quasi tre anni in meno di lui mi dice, scompigliandomi dolcemente i capelli con la sua mano: “Il mio piccolo amore”  e subito penso ‹‹Aww, come è carino con me!›› e gli sorrido; qundo, poi gli dico di abitare vicino Milano i suoi occhi si illuminano e, impazientemente, mi chiede: “ Dove?”, io, perplesso, gli rispondo: “...A...San Donato...”; lui, felicissimo, mi bacia, un bacio passionale, io, che inizio a capire il perchè della sua felicità, gli chiedo: “Vieni ad abitare anche tu a San Donato...Vero?”, e lui urla: “SÌ!” con tutta la voce che ha in corpo. Poi si gira, ancora iperattivo per la fantastica notizia, mi guarda con gli occhi spalancati di chi ha appena avuto una rivelazione e dice: “In che scuola vai!?”; io rispondo praticamente ridendo: “Allo scientifico, il Primo Levi; Anche tu vero?”. Lui, per rispondere, mi rivolge un sorriso che non scorderò mai, così largo che si sarebbe potuto mordere le orecchie senza problemi; per questo capisco 4 cose:
1.       Ho avuto una fortuna sfacciata;
2.       Verrà alla mia stessa scuola;
3.       Staremo insieme, almeno per un po’;
4.       Dovrò fare outing con tutti.
All’ inizio sono un po’ in ansia ma poi penso che, considerato che la maggioranza dei pensieri è positiva, sono felice. Lo bacio ancora, ci guardiamo negli occhi, ma la mia attenzione è subito distolta dal miracolo che mi ritrovo davanti dalla voce di mia madre che mi chiama, forse per la cena; lo saluto ed esco dalla bolla, poco dopo lo sento uscire ed andare via anche lui che mi dice in labiale: “ti amo, ci vediamo stasera al karaoke?” e io gli faccio cenno di sì in risposta e mi dirigo verso l’ appartamento pensando a cosa mettere stasera.

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Capitolo 5
*** Il Tempo ***



Luca dovrebbe sembrare più o meno così...un po' più giovane ma l' idea è questa...(attore, Paul Walker)(RECENSITE!!!)


“COSA?!?” urlo contro mia madre che mi fulmina con il suo sguardo arrabbiata della mia reazione. Di colpo tutti i progetti per la serata con Luca svaniscono. Andiamo fuori a cena. “Non avevi detto che volevi uscire?”
‹‹Sì›› penso ‹‹Ma prima di aver conosciuto il mio angelo››; io, un po’ arrabbiato rispondo “No!”. Uffa! D’altra parte la mia vita è così: fortuna poi sfortuna; ma mi vesto veloce per cercare Luca e avvisarlo.
‹‹Per lo meno ci resta meno male›› penso.
Lo trovo che si avvia verso la bolla; corro per raggiungerlo e lui si gira di colpo, spaventato. “Oddio! Non venirmi incontro da dietro così di colpo” dice scherzoso e raggiante – come sempre – quindi io gli rispondo come se stessi ingoiando qualcosa qualcosa di amarissimo: “Mi dispiace angioletto mio, ma mia mamma vuole uscire stasera” faccio io con gli occhi tristi da cucciolo, lui mi guarda con amarezza e poi mi prende per il braccio e mi porta dentro la bolla in modo travolgente. Lì mi bacia, mi abbraccia con le sue braccia muscolose dietro la nuca chiede quanto tempo abbiamo; “Un quarto d’ ora, venti minuti” e quindi inizia a baciarmi in modo fantastico dopo avermi detto: “Ti amo e voglio vivere al massimo quando ci sei per recuperare quando sei via, così, durante la serata, mi sdraio sull amaca, o vengo quì, e ripenso a te”.
“Ti amo tantissimo” rispondo. Ad un certo punto sento il clacson di mio padre, stacco la mia bocca dalla sua – controvoglia – gli dico che lo amo e corro via urlando: “Arrivo, papà!”, continuando, però, a pensare a lui.

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