Una moglie per Goten. di LORIGETA (/viewuser.php?uid=21359)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La gravidanza. ***
Capitolo 2: *** La fuga di Goten. ***
Capitolo 3: *** Una pazzia. ***
Capitolo 4: *** Una notte movimentata ***
Capitolo 5: *** La rabbia di Bra. ***
Capitolo 1 *** La gravidanza. ***
Una moglie per
Goten.
Da diverse ore era seduta al
tavolino della gelateria, aveva ordinato solo una bibita e dopo essersi
accorta che il cameriere la guardava insistentemente si era fatta
portare un panino.
Malgrado la stomaco brontolasse non lo aveva neanche assaggiato.
Valese continuava a comporre quel numero, che risultava sempre
occupato.
“Brutto stronzo, se non mi rispondi ti taglio le palle, giuro
che lo faccio” parlò a voce alta e una signora di
fronte a lei si sollevò indispettita, lasciando il locale.
Era disperata, da giorni Goten non si faceva sentire e
l’ultima volta dopo aver
fatto l’amore avevano litigato.
Confessandogli i propri timori il ragazzo era impallidito.
“Sei in ritardo?” le aveva chiesto quasi soffocando
e subito dopo con una scusa si era dileguato.
Da allora niente, nemmeno una telefonata.
“Egoista.” pensò.
Questa volta la giovane colpì il
tavolino e lo stesso proprietario si avvicinò chiedendole se
per caso si sentisse male.
“Sto bene, sono solo incinta di un bastardo”
rispose afferrando la borsetta e gettando una banconota accanto al
bicchiere.
Camminando nella via del centro si
soffermò davanti ad una vetrina che esponeva abbigliamento
per neonati.
Guardando un vestitino le vennero le lacrime agli occhi, era
così strano che dentro di lei ci fosse un esserino, ma come
avrebbe fatto a crescerlo da sola?
Distrattamente muovendosi urtò una persona che stava
arrivando verso di lei.
“Scusi, sono mortificata, Trunks!”
esclamò, mentre le
guance subito si imporporarono.
“Ciao Valese” rispose il ragazzo con un sorriso e
guardandola vide una piccola lacrima appiccata alle ciglia.
“Che succede?” chiese puntandole contro gli occhi,
che visti da vicino sembravano azzurri e splendenti come il cielo.
“Chiedilo al tuo amico, a proposito è vivo o
qualcuna lo ha fatto fuori?” rise istericamente e strinse il
pugno.
“Digli di stare attento perché se lo vedo gli
affetto il salame” continuò
ridendo, ma all’improvviso scoppiò a piangere.
“Valese, cosa ti ha fatto? Sei sconvolta” il saiyan
non l’aveva mai vista in quello stato, solitamente era
gioviale e sorridente.
Certo non poteva ignorare che litigassero spesso, ma in fondo sembrano
davvero innamorati.
“Sono incinta” disse tutto d’un fiato.
“In-incinta?” balbettò, le sopraciglia
gli schizzarono all’insù, “Che
guaio” pensò.
“E lui lo sa?” chiese facendosi coraggio, per poi
pentirsene amaramente.
“Quel pervertito fa finta di niente, gli
avevo detto che avrei fatto il test di gravidanza” sentì
un bisogno incontrollabile di sfogarsi e colpì Trunks sul
torace con una raffica di pugni.
“Siete tutti dei maiali voi ragazzi” la giovane
tentò di scappare via, ma lui la raggiunse e
l’afferrò per la vita.
“Stammi a sentire, non ti lascio in queste condizioni, stavo
andando da lui e tu verrai con me” sarebbe stata la cosa
più semplice, portala a casa Son e certamente Goten avrebbe
adempiuto ai suoi doveri.
“Davvero posso venire?” chiese lei in preda alla
confusione più totale.
“Sì, mi hanno invitato a cena stavo partendo
proprio quando ti ho incontrato”. rispose, forse avrebbe
dovuto avvisarlo della sorpresa, certamente l’amico sarebbe
rimasto a bocca aperta.
“D’accordo vengo con te” un occasione del
genere era da prenderle al volo e non appena la capsula
si trasformò in auto lei ci balzò
dentro.
Durante il viaggio rimasero quasi sempre in silenzio, ma la mente di
Trunks elaborava strani pensieri.
Come avrebbe reagito alla notizia il giovane Son? Perché gli
aveva parlato di una nuova fiamma proprio il giorno prima?
E poi la cosa più strana, perché
aveva cambiato numero di cellulare?
Quante domande, ma le risposte non arrivavano, guardava Valese e non
poteva fare a meno di provare un infinita tenerezza.
******
Goten camminava su e in giù nella propria stanza.
Sentiva l’angoscia scoppiargli dentro, e provava una gran
paura.
“Se dovessi incontrarla le dico che io non centro, sono stato
attento ne sono sicuro” rendendosi
conto degli orribili pensieri decise che era meglio svagarsi e scese in
soggiorno.
Guardò l’orologio e sorrise, mancava poco
all’arrivo di Trunks.
“Aiutami ad apparecchiare” Chichi
aveva preparato con cura ogni cosa, nel forno cuoceva uno dei suoi
piatti migliori e alle narici arrivava un invitante profumino.
Il giovane afferrò la tovaglia e una volta aperta la distese
sul tavolo, era a fiori gialli e si intonava con le tende della cucina.
“Hai visto tuo padre?” chiese la donna porgendogli
i piatti.
“E’ andato a lavarsi la ruscello,
sarà qui a momenti” rispose,
aggiungendo le posate.
Il figlio sospirò.
Sarebbe stata una bella serata, dopo quella giornata stressante e
sicuramente sarebbe riuscito a non pensare al problema
che lo tormentava.
Continua...
Un'altra idea, un altra storia.
Spero di avervi incuriosito
e se volete lasciate un commentino.
Un bacio.
LORIGETA. ^^
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Capitolo 2 *** La fuga di Goten. ***
Una moglie per Goten
Capitolo
2 : La fuga di Goten.
Gli occhi di Trunks, guardavano
l’esile corpo di Valese. Indossava un paio di jeans e una
maglietta fucsia decisamente sexy.
Si sentì assalire da un profondo senso di risentimento nei
confronti dell’amico.
Come aveva potuto ingannare una ragazza così dolce e bella?
“Ancora dieci minuti e siamo arrivati. Tutto bene,
spero...” lei si voltò, lentamente.
“Sì grazie, solo un po’ di
nausea.” disse con voce spenta.
Com’era affascinante quel ragazzo e anche estremamente
gentile, così diverso da Goten.
Strani pensieri l’accompagnarono per il resto del viaggio.
*****
“Smettila di assaggiare tutto!” esclamò
Chichi, con tono di rimprovero.
Invece di risponderle, Goten sprofondò il dito nella soffice
panna della torta e con un rapido gesto lo sollevò,
facendolo poi sparire dentro la bocca.
“Mmh... mamma, sei
la cuoca più brava di tutto l’universo!”
disse con convinzione. Sapeva bene che quel complimento
l’avrebbe rabbonita.
Lei sorrise.
“Vorrei sapere che fine ha fatto tuo padre! Trunks
arriverà a momenti.” borbottò, posando
alcuni bicchieri sul tavolo.
Udirono aprire la porta d’ingresso e si voltarono entrambi.
Entrò una fresca brezza e subito dopo apparve il sorriso di
Son Goku.
“Eccomi a casa, saluti!” Diede
l’impressione di essersi rotolato nel fango, sporco e sudato
dalla testa ai piedi.
“Oh cielo, ma ti sembra il modo di presentarti? Credevo fossi
andato al ruscello a lavarti!” strepitò la donna, battendo
un cucchiaio su una pentola.
“Eh eh, veramente ci sono stato al ruscello, ma sono rotolato
giù per un dirupo, ho trovato una famiglia di scoiattoli in
difficoltà e li ho aiutati a costruire un nido
e...” di colpo fu interrotto da uno strillo.
“Basta! Ti scaldo dell’acqua, così ti
togli quella melma da dosso!”
Goten non riuscì a trattenere una risata e si
avvicinò alla finestra giusto in tempo per scorgere il
veicolo dell’amico.
“Troppo tardi, sta arrivando.” disse, incollandosi
con il viso al vetro per osservare le manovre di atterraggio.
Quando i portelloni si sollevarono il cuore fu sul punto di scoppiare. Per
un attimo temette di cadere e dovette appoggiarsi al muro. Il corpo si
irrigidì e la pelle divenne bianca, quasi cadaverica.
“E’ matto! Cosa gli è venuto in mente di
portarla qui!” Il panico lo assalì.
“Accidenti! Se davvero è rimasta incinta sono nei
guai...”pensò.
Li vide percorrere il selciato e avvicinarsi alla porta.
“Non riesco ad affrontarla adesso...”
mormorò, sentendosi tremare le ginocchia. Si
lasciò trascinare da un impulso incontrollabile.
“Che diavolo faccio?” pensò, mentre le
iridi si incupirono.
Non aveva intenzione di fidanzarsi e tanto meno di sposarla, il suo
cuore apparteneva ad un'altra ragazza.
Per Valese aveva provato solo una forte attrazione, ma non vero amore.
Impaurito, stringendo i denti e incrociando le dita, si
allontanò in punta di piedi verso la scala.
La madre era troppo impegnata a rimproverare il padre e non si accorse
degli strani movimenti del figlio.
Con prudenza, asciugandosi la fronte imperlata dal sudore,
salì i gradini e una volta arrivato davanti alla propria
stanza, vi entrò a razzo, chiudendo velocemente la porta.
Non vedeva l’ora di svignarsela e la finestra aperta era una
tentazione allettante. Vi si lanciò senza pensarci troppo,
volando verso la libertà.
*****
“Lavati
almeno le mani e finiscila di odorare il cibo!” Diventando
rossa fuoco, la signora Son riuscì nel suo intento. Goku,
rassegnato, eseguì alla lettera i suoi ammonimenti.
Bussarono alla porta.
“Goten, apri tu per favore, sto controllando la cottura
dell’arrosto.”
Poco dopo la donna chiamò a raccolta ogni briciola della sua
pazienza per non imprecare.
“Goten! Mi ascolti?” sbuffando, chiuse lo sportello
del forno e si affacciò nel soggiorno.
Dopo un breve intervallo di tempo si accorse che del giovane non vi era
nemmeno l’ombra.
“Goten?” borbottò.
Bussarono alla porta insistentemente.
“Vado io tesoro.” disse il marito, ma il risultato
non fu all’altezza delle aspettative: inciampò nel
tappeto e andò ad urtare contro lo spigolo della credenza,
trascinando a terra i numerosi soprammobili.
“Che disastro!” esclamò lei, congiungendo
le mani.
Il guerriero sollevò le spalle e sorrise beato, fregandosi
il capo dolorante.
Bussarono talmente forte che i due coniugi sobbalzarono.
“Arrivo, scusami Trunks.” Chichi si
precipitò e tirò a sé la porta.
Il sorriso scomparve nel vedere il
viso preoccupato e contrito del ragazzo.
Dietro di lui vi era una giovane dall’aria corrucciata, i
lunghi capelli curati e un abbigliamento firmato, chiaramente
indicativo delle sue origini cittadine.
Quella rapida occhiata bastò ad entrambe, che voltarono lo
sguardo ignorandosi.
“Ciao, vedo che sei in compagnia, entrate.” disse
con tono poco socievole, scostandosi leggermente.
“Grazie.” Il giovane saiyan deglutì,
senza volere si trovava in una situazione alquanto imbarazzante.
Valese cominciò a guardarsi in giro, rimanendo delusa dalla
semplicità dell’arredamento.
Poi, improvvisamente impaurita, scorse
nell’ombra una figura somigliante al fidanzato. Era distesa a
terra e le stava sorridendo.
“Oh Santissimo... quello chi è?”
Proprio come fanno in bambini, lui, con un salto balzo in piedi e corse
ad abbracciarla, dandole un buffetto sulla guancia.
“Piacere, Son Goku.” Per fortuna Trunks
riuscì a liberarla, prima che si accasciasse al suolo
svenuta.
“E’ il padre di Goten.” le
spiegò, ridacchiando e
cercando di alleggerire la tensione.
Sconvolta, non sapeva che cosa fare, né che cosa dire, forse
sarebbe stato meglio andarsene ed essere una ragazza madre.
D’altra parte, non voleva rinunciare
all’opportunità di dare sfogo alla sua rabbia,
quel verme meritava una lezione per il modo in cui l’aveva
trattata.
“Dov’è quel bellimbusto di suo
figlio?” chiese in malo modo rivolgendosi a Chichi.
La donna non gradì molto quel tono arrogante.
“Cosa ti importa di lui? E poi scusa, non sei la ragazza di
Trunks?” domandò risentita.
Silenzio imbarazzante.
“Forse è meglio che sia io a spiegare.”
Il saiyan dai capelli lilla si fece avanti, raschiando la gola.
La signora Son si mise subito in agitazione, ripensandoci le parve
sospetto che il figlio fosse scomparso proprio qualche attimo prima
dell’arrivo della ragazza.
Rabbrividì e la squadrò meglio, tentando
di non farsi notare. Malgrado
tentasse, non riuscì a trovare
niente che la rendesse un poco gradevole ai propri occhi.
“Mi volete spiegare?” sbottò.
“ Lui dov’è?” chiese il
giovane Brief, dando un‘occhiata in giro.
Prima che la donna potesse rispondergli, si
intromise la ragazza.
“Signora, c’è poco da spiegare, il suo
caro figlioletto mi ha messo incinta!”
Era esplosa, cogliendo tutti di sorpresa e ora la guardavano a bocca
aperta.
“Urcaaa!” si limitò a dire Goku, mentre
la moglie lo fulminava con gli occhi.
“Oh accidenti, che pasticcio!” disse quasi con
raccapriccio.
“La disgrazia peggiore l’ho avuta io, quando ho
conosciuto quel bugiardo!”
Le parve di non farcela, la vita le sembrava troppo ingiusta e quella
famiglia non le piaceva neanche un pò.
“Calmiamoci, non ho ancora capito dov’è
finito Goten." Trunks tentò di rasserenarli, ma nessuno lo
ascoltava.
Valese singhiozzava.
“Non piangere, se mio figlio è il padre si
prenderà le sue responsabilità non
temere.” Quelle parole le erano venute sulle labbra
d’istinto.
“Certo, vi sposerete. Aspettiamo che ritorni e sistemeremo
tutto.” continuò Goku, era difficile negargli
quella generosità che l’aveva sempre
contraddistinto.
“Grazie, il problema è che mio padre mi ha buttato
fuori di casa e non so dove andare...”
Scoppiò in un pianto dirotto, presa da tutta la sua angoscia.
Sembravano tutti preoccupati quanto lei, specialmente Trunks. Era
livido di rabbia, se avesse avuto Goten sotto mano gli avrebbe dato una
bella lezione.
“Ti fermerai qui da noi, dormirai in camera di mio figlio,
tanto non sarà una novità dividere il letto con
lui!”
“Per chi mi ha preso?” Cominciò a
protestare.
“Senti, dovremo sopportaci a quanto pare, quindi cerchiamo di
cominciare bene.” Chichi aveva un aria sconvolta e si sentiva
come se qualcuno le avesse rovesciato addosso dell’acqua
gelata, ma ormai il danno era fatto, sarebbe diventata nonna e in fondo
non le dispiaceva, piuttosto, era preoccupata per il figlio.
Si dimostrava così
immaturo ed egoista, come avrebbe reagito alla notizia?
“Io avrei fame!” Goku aveva un' espressione
implorante e di nascosto aveva ingoiato un boccone.
“Sediamoci a mangiare, sono convinta che tra poco
tornerà.” invitò la signora Son, non
era poi così sicura, ma non lo diede vedere.
*****
A chilometri
di distanza, un ragazzo dai capelli lunghi e spettinati si era disteso
sulla sabbia, le mani sotto la nuca, lo sguardo serio sotto il cielo
stellato.
Nella sua mente si intrecciavano ricordi e sensazioni, gli occhi scuri
tradivano ansietà.
“Che guaio, cosa posso fare? Non voglio rinunciare alla donna
che amo.”
Che orrenda prospettiva l’idea di sposarsi con
Valese.
Gli sembrava che la testa gli scoppiasse e il cuore si fosse frantumato.
“Bra, come faccio a vivere senza di te...” balbettò.
Continua...
Ringrazio tutti i lettori che
apprezzano le mie fic .
Un bacio a :
Valese89,
Sorella di Gogeta, Dolcissima_Bra, ary22, liri,
LoveDolphin, Ally, miss miyu 91, nicichan, Mimi18, Bra, ike.
E’ importante per me
sapere che ci siete....grazie di cuore.
Nihal_N
– non so come farei senza di te...grazie ti voglio tanto bene
^^
Lasciate
un commento e ditemi se la storia vi interessa.
A presto LORIGETA ^^
|
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Capitolo 3 *** Una pazzia. ***
goten3
Una
moglie per Goten.
Chichi si
sforzò di sorridere e mise sulla tavola il suo capolavoro di
arte culinaria. Si era impegnata e il risultato superava ogni
aspettativa.
“La
zuppa alla Paoz” era una miscuglio di erbe aromatiche
sapientemente selezionate, richiedeva una cottura lenta e come ultima
aggiunta un pizzico di peperoncino. Il profumo si diffondeva
nell’aria stuzzicando l’appetito.
Goku si
passò la lingua sulle labbra, impaziente di gustarla e anche
Trunks sembrava entusiasta.
Ben presto
furono serviti. La fumante pietanza colmava i piatti, la signora Son
era abituata a ricevere parecchi complimenti subito dopo il primo
assaggio.
L’espressione di disgusto che apparve sul volto di Valese non
fu di suo gradimento.
Essendo
fondamentalmente suscettibile e orgogliosa, decise di andare a fondo
nella questione.
La fissò, corrucciando lo sguardo.
“Non
ti piace la buona cucina?" Chiese in modo poco garbato.
Goku pensando
fosse una battuta ridacchiò e un rivolo verdastro scese dal
lato della sua bocca. Prontamente si pulì con il bordo della
tovaglia e fece l’occhiolino alla ragazza.
“E’
disgustoso!” esclamò lei quando lo
sentì ingurgitare il brodo rumorosamente.
Scese il
silenzio.
Ancora una
volta Trunks venne in suo aiuto cercando di alleggerire la tensione.
“Forse
è troppo sconvolta per mangiare, bisogna capirla, nella sua
situazione...”
I loro occhi
si incrociarono, il cuore di lui accelerò il battito.
“Non
mi ha risposto, però.” continuò Chichi
posando le mani sui fianchi. Non era ammissibile quel comportamento,
esigeva rispetto.
“No,
non mi piace questa brodaglia!” Le guance le avvamparono,
ormai era sull’orlo di una crisi di nervi.
In che razza
di posto era capitata? Accidenti! Quel momento di piacere le era
costato caro, quel pasticcione invece di stare attento
l’aveva messa nei guai.
Un feroce mal
di testa assalì la moglie del guerriero, offesa, ferita nel
profondo scaricò addosso alla ragazza tutta la sua rabbia.
“Stammi
bene a sentire, sei viziata e presuntuosa, ma se credi di poter venire
qui e fare i tuoi comodi ti sbagli! Se sposerai mio figlio dovrei
abituarti a questa vita fatta di cose semplici! Imparerai a cucinare, a
lavare, a coltivare l’orto, proprio come ho fatto io,
intesi!?”
La giovane
deglutì.
Era un incubo
o cosa? Per un instante si vide davanti ai fornelli, trascurata e
stanca, con un cucchiaio di legno in mano e una riga di bambini attorno.
Cielo che
condanna! Impallidì e si trattene dal vomitare.
“Stai
male?” Trunks assunse un'aria allarmata, alzò lo
sguardo e si rivolse a Chichi con tono gentile.
“Per
favore, è spaventata, dalle tempo, sei una persona
fantastica, imparerà ad apprezzarti.” Adulandola
riuscì a calmarla.
“Grazie
caro.” Aveva cambiato atteggiamento, riempì il
bicchiere della giovane, dopo di che sorrise.
Lei
sorseggiò lentamente e con aria rassegnata prese a mangiare,
spalancando gli occhi quando vide il Son prendere il mestolo e riempire
con rapidità un altro piatto.
Passarono i
minuti, le lancette dell’orologio si muovevano
instancabilmente e mettevano un’ansia indicibile.
Il saiyan
più giovane si sollevò di scatto, facendo
arretrare la sedia.
“Scusate,
ma non riesco a stare qui ad aspettare, vado a cercare quel
mascalzone!” Annunciò con impeto.
Non gli
avrebbe permesso di farla soffrire, si sentiva attratto da Valese, ma
cercò di scacciare quei pensieri che gli turbavano la mente.
Non poteva innamorarsi di lei. Come poteva dirle che i suoi occhi
sprigionavano un fascino incredibile? Aspettava un figlio dal suo
migliore amico, l’unica cosa che poteva fare era aiutarla.
“Te
ne vai?” Chiese lei. Sembrava mortificata e il giovane poteva
leggerle sul viso il timore di rimanere sola con quei due individui.
“Stai
tranquilla, ti prometto che presto sarò di ritorno e tutto
si sistemerà, dai, sorridi”, mormorò
dolcemente.
“A dopo.” disse incamminandosi verso la porta
accompagnato, da Chichi.
“Vedi
di trovarlo e digli che quanto torna a casa lo sistemo! Guarda in che
brutta situazione si è cacciato, ah, perché non
ho avuto una femmina? Acciderba a lui e al suo pisello!”
Sbottò la donna.
Già,
quel “pisello” era irrorato da un sangue troppo
caliente e lo rendeva pericoloso, in quanto a sesso si poteva ritenere
un vero esperto, aveva perso il conto delle avventure con le varie
ragazze, però soltanto una era riuscita a conquistarlo.
La bella e fiera principessa.
******
La ragazza era
seduta alla scrivania, i gomiti poggiati sul ripiani e l’aria
pensierosa. Quel compito era una vera tortura, possibile che non
riuscisse a completare gli esercizi? La sua testa era altrove.
Sospirò,
quel segreto che custodiva nel cuore cominciava a pesarle, nessuno
sospettava che da un po’ di tempo il sentimento che la legava
a Goten andasse ben oltre l’amicizia.
Cercò
di immaginare il momento in cui lo avrebbe confessato al padre e
rabbrividì, forse era un bene aspettare, si trattava di un
argomento delicato, bisognava essere cauti.
Un rumore la
fece trasalire, si voltò verso la finestra, chi poteva
esserci in giardino? Dopo qualche istante si affacciò dal
balcone e i suoi occhi azzurri furono rapiti da quella vista.
“Go-Goten?”
Mentre finiva di domandarsi il motivo di quella visita inaspettata, lui
levitò arrivandole di fronte.
“Ciao.”
passandosi una mano tra i capelli attese con impazienza un suo sorriso,
la camicia da notte in tessuto leggero le lasciava trasparire il seno e
le fasciava i fianchi rendendola irresistibile.
“Ciao,
ma come mai qui? Pensavo che Trunks fosse venuto a cena da
voi.” rispose.
Niente di
importante, ecco... io.” Goten si tradì
balbettando.
Bra incominciava ad insospettirsi e corrucciò lo sguardo.
“Vieni,
mio padre è in casa, se si accorge che sei qui sono guai
seri.”
Si
scostò in modo da lasciarlo entrare, richiuse
l’infisso e vi si appoggiò con la schiena.
“Mi
vuoi spiegare? Hai una faccia preoccupata, non avrai combinato qualche
guaio?”
Il saiyan
avrebbe voluto dirle la verità, ma non ci riusciva, temeva
di perderla, era come ipnotizzato da quella giovane ninfa.
“Avevo
voglia di vederti, ecco tutto. Ti amo.” Trattenne il fiato
d’innanzi a quelle labbra così ben disegnate.
La tentazione
fu irresistibile, si tolse la camicia gettandola a terra
“Facciamo
l’amore.” Si stava già pentendo di
averlo detto. Fissò con attenzione il suo viso delicato e le
guance arrossate, faceva tenerezza, ma lui non riusciva a tenere a bada
i propri istinti.
“Io,
io non capisco, mi stai chiedendo di, ma ne abbiamo già
parlato, voglio aspettare, lo sai...”
Lui la
interruppe con irruenza, afferrandola per la vita e trascinandola a
sé.
“Tu
mi ami?” L’intensità di quella voce la
fece emozionare.
“Sì,
tanto.” Era chiaro che stava cedendo. Gli posò le
labbra sulle sue, gemette al contatto della lingua calda che si univa
alla propria.
“Bra,
come sei bella... ” le sussurrò con voce
roca.
Incominciò
ad accarezzarla delicatamente, era devastato dal desiderio, sentendo il
seno aderire contro il torace.
“Aspetta,
chiudo la porta.” mormorò lei e si
scostò rapidamente facendo ruotare la chiave nella serratura.
“Vieni
qui. ” disse il saiyan tendendo una mano.
La
sentì sospirare, imbarazzata a compiere la sua prima
esperienza.
“Ho
un po’ di paura, se dovessero sentirci e poi sai, non
l’ho mai fatto...” Abbassò lo sguardo,
me lui prontamente le sollevò il mento.
“Stai
tranquilla, sarò delicato, ti fidi di me?”
“Moltissimo.”
mormorò.
La voleva
tutta per sè.
Era così bella, spigliata, piena di
vita.
Poteva
ingannarla, farla soffrire, piangere, poteva davvero essere
così vigliacco?
Continua...
Ciao ^^ sono
contenta che la fic interessi.
Certo che il
mio Goten è proprio biricchino!
Grazie a :
#°Kairi°#
,goku4ever, Bra, laurakovac, PiNk_ViDeL, Amina_chan, ike, miss miyu ,
Ally,nicichan, xhennet, LightAngel_93, liri, ary22, Mimi18, giada_chan,
Nihal_N,
we_we, sweet
giulySs, Elechan86, linasyan, Usako 89, jolly24.
Un bacio a Nihal_N ^^
Meritereste di essere ringraziati uno ad uno, ma ho davvero poco tempo
scusatemi ^^
Fatemi sapere
se il cap vi è piaciuto.
Gogeta ci sei? Fatti sentire ...
Una parola alla finta camillassj5 :
Sentimi bene,
puoi dirmi che la storia non ti piace, ma almeno abbi il coraggio di
farti riconoscere! Conosco Camilla e la stimo sia come autrice che come
persona ... non potrebbe nemmeno pensarle certe cattiverie, lei
è stata una delle prime a recensirmi positivamente.
Vergognati.
A
presto LORIGETA ^^
|
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Capitolo 4 *** Una notte movimentata ***
got
Una
moglie per Goten.
Due corpi
ansiosi di scoprirsi, l’uno fra le braccia
dell’altra.
Goten sudava, mentre le grandi mani si insinuavano sotto lo scollo
della leggera camicia, palpando la pelle liscia e morbida di lei.
Bra gli faceva perdere la ragione, infiammando in lui la passione
più sfrenata, facendogli dimenticare i problemi e le
responsabilità che invece avrebbe dovuto affrontare.
“Goten, ti amo...” Mormorò stringendogli
forte le braccia attorno al collo e posandogli le labbra sulle sue.
Si lasciarono trasportare dall’impeto del loro amore,
scivolando sul letto, lui sopra di lei.
“Piccola, ti desidero, sei l’unica che mi abbia
fatto innamorare.” sussurrò, con
sincerità, incrociando gli occhi chiari e limpidi e
trafiggendoli con i sui nerissimi e infuocati.
“Giurami che stai dicendo la verità, ho un
po’ di paura, ma voglio diventare donna con te...”
chiuse gli occhi, percorsa da tanti piccoli brividi, sentendo il soffio
del suo respiro affannoso e i suoi muscoli sudati premere contro il
proprio corpo.
“Sì, sono sincero, non c’è
nessun’altra nella mia vita.” In effetti non era un
bugiardo, perché il suo cuore traboccava d’amore
per la giovane principessa, peccato trascurasse un piccolo particolare,
presto l’altra lo avrebbe reso padre, ma al diavolo tutto!
Voleva stingerla e accarezzarla, baciarla dolcemente e farla sua, al
dopo ci avrebbe pensato, adesso voleva solo essere felice.
******
“Quando
ti trovo ti cambio i connotati!” Trunks sfrecciava nel cielo,
le braccia allungate in avanti e i pugni stetti, la pelle arrossata
dall’aria fresca della notte.
“Come si può essere così
irresponsabili? Scappare di fronte ad una ragazza indifesa e per di
più incinta!” Non riusciva ad ingoiare quel
boccone amaro.
Aveva appena virato verso ovest, quando a poca distanza
avvertì avvicinarsi l’aura di un Son.
“Eccoti finalmente!” esclamò aumentando
la potenza e parandosi contro alla figura che gli svettava davanti.
Fu un colpo tremendo, non riuscendo a fermarsi questa gli
finì contro, spiccicandosi sul suo torace muscoloso.
Seguirono alcuni istanti di silenzio, che si tramutò in
imbarazzo nel momento in cui lei sollevò lo sguardo,
trattenendosi dall’infierirgli contro, avendolo riconosciuto.
“Trunks?” chiese spalancando i grandi occhi
nocciola e cercando di non fargli notare il colore troppo acceso delle
guance.
“Oh Pan, scusami, che sciocco, per un attimo ti ho scambiato
per Goten!” Si giustificò il saiyan passandosi una
mano nei capelli, sentendosi quasi ridicolo ad aver causato quel
rocambolesco faccia a faccia.
“Bene, grazie del complimento! Così io
assomiglierei a mio zio?” Aveva uno sguardo risentito, i
capelli scompigliati sul viso e le mani suoi fianchi, indossava la tuta
arancione che usava per allenarsi nella palestra del campione dei
campioni, ovvero suo nonno materno Mister Satan.
“No, no, non volevo dire che tu sembri Goten fisicamente,
insomma, si vede che sei una ragazza...” Fu interrotto
bruscamente da un tono di voce aspro, la giovane lo osservava sempre
più incollerita.
“Come sei perspicace, pensavo non te ne saresti mai accorto,
beh, meglio tardi che mai! Dopo diciotto anni hai finalmente capito a
che sesso appartengo!” Quell’abbigliamento sportivo
e lo scarso decolté la rendevano simile ad un maschiaccio,
ma in fondo non era mai stato un problema, soltanto in presenza del
presidente si sentiva a disagio.
Quando gli era vicino avrebbe desiderato cambiare aspetto, che
d’incanto il seno si gonfiasse almeno di due taglie e i
fianchi snelli si tornissero divenendo seducenti, ma questa era pura
fantasia, per lui sarebbe rimasta per sempre la piccola Pan.
“Perdonami, a volte parlo senza riflettere, comunque
è già da tempo che l’avevo
notato.”
Trunks la squadrò da capo a piedi, sorridendole, facendole
mancare un battito del cuore.
Gli occhi più belli di tutto il pianeta si erano posati su
di lei.
Oddio, quant’era magnifico e seducente, probabilmente non si
rendeva nemmeno conto di quel potere, senza il minimo sforzo, infatti
qualsiasi donna si sarebbe gettata ai suoi piedi.
“Cosa avevi notato?” domandò ormai
troppo confusa per fare anche il minimo ragionamento.
“Che sei una femmina!” esclamò con tono
ironico lui, scoppiarono a ridere, ma c’era una sottile vena
di malinconia nello sguardo della ragazza.
Fosse stato per lei gli avrebbe gettato le braccia al collo e poi senza
tante parole lo avrebbe baciato togliendogli il fiato. Lo amava troppo,
da tantissimo tempo, forse da sempre, non v’era mai stato
nessun altro nei suoi pensieri.
“Come mai cerchi il caro zietto?” chiese cercando
di allacciare un discorso che la distogliesse da quel sogno
irrealizzabile.
Il viso di Trunks si rabbuiò, dimenticando la risata di
qualche attimo prima.
“Ha combinato un grosso guaio, ti ricordi di
Valese?” facendosi serio sollevò un sopraciglio,
le labbra si piegarono in una smorfia.
Quell’espressione le trasmise un brivido freddo e subito
intuì che la notizia sarebbe stata spiacevole.
“Certo che ricordo, è stata la sua ragazza per
parecchio tempo, quella…” Si fermò, in
fondo non era carino fargli sapere che la considerava un’oca
giuliva, preferì chiedergli altre spiegazioni.
“Continua, cosa volevi dirmi? ” Incrociò
le braccia, preparandosi al peggio.
“L’ha messa incinta!” esclamò
il ragazzo tutto d’un fiato, stringendo il pugno.
“Oh, no!” la
giovane pensava che Goten non meritasse una pena tanto severa.
D’accordo, era
un donnaiolo e un bugiardo, ma sposare Valese equivaleva ad una lunga e
dolorosa agonia.
“Povero zio, mi fa pena...” Aggiunse sinceramente,
notando lo stupore dipingersi sul viso di lui.
“Ti fa pena? Stai scherzando?! Andrebbe castrato
all’istante quel fannullone, io trovo che sia Valese da
compatire, sai quante delusioni dovrà sopportare?”
esclamò con convinzione, tanto che la giovane si
sentì infastidita, perché tutto quel fervore nei
confronti di quell’antipatica snob, che lei non riusciva a
sopportare?
Sospirò tristemente, prima di riprendere la parola.
“Perché lo stai cercando? Non mi dirai
che…” Non si sbagliava, aveva già
capito la reazione istintiva del congiunto e dentro si sé
non riuscì a biasimarlo.
“E’ scappato di casa non appena ci ha visto
arrivare, si è comportato da codardo!” Non
v’era alcun dubbio che Trunks fosse incollerito
più del dovuto e Pan si prefissò di scoprirne il
motivo.
“Ti accompagno, così ti aiuterò ad
acciuffarlo.” disse perdendosi in quello sguardo sorpreso che
la stava fissando.
“Ma è tardi e poi sarai stanca, sei stata tutto il
giorno in palestra, immagino.”
“Che stai dicendo, stanca?” Sbotto. Era pur sempre
la nipote di Son Goku, la figlia di Gohan, una saiyan e non una debole
femmina terrestre.
“Ho capito, inutile discutere, hai già deciso di
seguirmi.” Aveva mosso appena la testa in segno di sconfitta,
conoscendola, era impossibile farla desistere.
“Partenza?” Propose la mezzosangue pronta a
lanciargli un’amichevole sfida di velocità, la
capitale distava circa mezz’ora di volo.
Il giovane sorrise, gli sembrava ieri che quella mocciosa si era
intrufolata nella navicella prendendo il posto che spettava al suo
amico d’infanzia, per partire alla ricerca delle sfere del
drago e ora nuovamente la ritrovava al suo fianco.
******
“Cosa
fai lì impalata?” gridò puntandole un
dito contro.
La giovane trasalì, sconcertata dal caratteraccio della
futura suocera.
“Muoviti, mettiti questo e dammi una mano a lavare i
piatti!” borbottò Chichi porgendole un grembiule
da cucina bianco e molto ampio, con due tasche laterali.
Valese fece una smorfia riluttante e afferrandolo di malavoglia, lo
gettò sul pavimento.
“Signorina, che modi sono?” La donna
puntò gli occhi su di lei, assumendo un'espressione
corrucciata.
“Non crederà che io mi rovini le unghie smaltate
lavando quella roba?” Sollevando il mento la
guardò con aria di sfida.
Senza risponderle la signora Son l’afferrò per un
braccio e la condusse di fronte al lavandino, dove v’era
poggiata una pila interminabili di piatti, unti e incrostati.
“Lavali bene, mi raccomando, e non adoperare troppo sapone,
costa e le nostre finanze sono limitate.”
Improvvisamente la ragazza lanciò uno strillo acuto, Goku
cascò giù dal divano dove stava schiacciando un
pisolino.
“Che succede?” chiese frenando uno sbadiglio che
gli sfuggì rumoroso.
“Succede che sto istradando la nostra futura nuora alla vita
di montagna” rispose la moglie, arrotolandosi
le maniche soddisfatta.
Valese cominciò a singhiozzare e sentì una morsa
stringerle lo stomaco. Afferrando la spugna e insaponandola, diede
inizio al suo lavoro, mai prima d’ora era stata
così infelice.
******
Non avrebbe
sopportato di vivere senza di lei, ora che l’aveva fra le
braccia, che la sentiva gemere ad ogni tocco delle sue mani esperte.
“Bra, ti voglio.”
Era arrivato il momento tanto atteso, dopo un'infinità di
baci e carezze, stavano per fare l’amore.
“Sì, anch’io ti voglio.”
Sollevò gli occhi nei suoi e poi li chiuse lentamente,
aspettando che si decidesse a farla sua.
Qualcuno bussò alla porta e i due giovani interrotti proprio
nel momento cruciale, balzarono sul letto a sedere.
“Oddio, papà!” mormorò
impallidita.
“Papà?” ripeté il Son
tremando al pensiero del genitore.
“Presto, nell’armadio!” Indicò
lei rapida, afferrando la vestaglia e indossandola.
Lo spinse dentro il mobile e
richiuse l’anta.
Goten stretto e al buio cominciò a pregare, cosa sarebbe
successo se lo avesse scoperto? Faceva male anche solo il pensiero e si
ritrovò a battere i denti.
Continua…
Goten cosa mi
combini? E perché scrivo così tanto su di te?
Mmh…no, no stammi alla larga!
Io sono di Trunks ^^
hihihih…che follieeeee!!
Allora vi
è piaciuto il capitolo? Si sta complicando la faccenda, ma
come sapete io adoro questi casini ^^
Chissà
se Vegeta scoprirà il Son e Valese come se la
caverà sui monti Paoz?
Ringrazio i
numerosi lettori e quelli adorati che lasciano il commento :
gaara
love, LightAngel_93
(è un po’ che non ti sento Luca) Amina_chan,
miss
miyu 91, liri, sweetlove, Valese89, giada_chan, molly, nicichan, Ally,
goku4ever, heartprincipess, Usako89, sweet
giulySs, Bra, xhennet, Demonmc.
Ma
grazieee!! Sono felicissima che la ff vi piaccia, continuate a
recensiere …
Ringrazio
Nihal_N per i suoi consigli …TVTB
Ciao, LORIGETA
^^
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Capitolo 5 *** La rabbia di Bra. ***
Una moglie per Goten.
“Accidenti
speriamo che non sia Vegeta alla
porta, fortuna avevo azzerato l’aura e non dovrei correre
rischi.” Goten
non osava immaginare la reazione del
principe se lo avesse scoperto completamente nudo in camera della
figlia, solo
per un attimo la mente fu sconvolta dalla visone dell’
orrenda fine che gli
avrebbe designato.
Il
mezzosangue cercò di rimanere immobile malgrado fosse
claustrofobica quella
nicchia buia e stretta, gli mancava l’aria chiuso dentro
all’ armadio e i
vestiti appesi alle grucce gli solleticavano il naso facendogli temere
un’
improvvisa voglia di starnutire.
“Sbrigati Bra
…liberati dello scocciatore.” Pregò a
mani giunte madido di
sudore.
La ragazza
indossò una vestaglietta color fucsia e in un baleno
riuscì a sistemare le
lenzuola del letto che avevano spiegazzato con i loro movimenti
passionali.
Con il cuore
che le pulsava in gola aprì la porta e rimase sbalordita nel
vedere il volto
della madre che le sorrideva nell’oscurità.
“Ehm, Mamma?”
presa in contropiede si impegnò a fingere un certo buonumore
cercando di
controllare la stizza che le ribolliva nel sangue.
“Disturbo
tesoro?” chiese la donna con tono palesemente divertito,
sicuramente doveva
dirle qualcosa di importante e non stava più nella pelle.
“No, vieni
pure, stavo leggendo un libro.” la figlia le fece segno di
accomodarsi e si
scostò leggermente: provava un’ incontenibile
desiderio di inveirle contro, se
intendeva farle perdere tempo a raccontarle qualcuna delle sue geniali
invenzioni aveva sbagliato serata, l’avrebbe liquidata in
fretta e furia.
“Oh cara,
sapessi mi viene troppo da ridere.” riprese a parlare la
donna scotendo la
testa,
“Ti consiglio
di sederti, ho una notizia bomba.” continuò mentre
lei la guardava perplessa
senza capire.
“Una notizia?
Non dirmi che papà ti sposerà finalmente?
“ domandò Bra con sarcasmo
mangiucchiandosi un’unghia, almeno si fosse decisa a
raccontarle la news e poi
avesse girato i tacchi, voleva tornare fra le braccia di Goten.
“Ho appena
parlato con Chichi, è furiosa! Sapessi cos’ha
combinato il nostro playboy!”
La ragazza sbatté le
ciglia frastornata, parlava di lui ovviamente.
“Goten?
Cos’ha fatto?” si
appoggiò con la
schiena al muro e sbiancò improvvisamente, si stava mettendo
male, ma
soprattutto le cedevano le gambe.
“Ti riferisci
a lui vero?” quella domanda apparve inutile! E di chi altro
poteva essere? Era
del giovane viveur che di solito si spettegolava all’ora di
pranzo o durante
una pausa sorseggiando una tazza di te tra un pasticcino e
l’altro.
L’argomento:
vita senza troppe regole era tra i più gettonati come pure
quello del suo hobby
preferito o meglio correre dietro alle gonnelle.
“Stavolta
l’ha fatta grossa o Kami che casino!”
sembrava che Bulma non riuscisse a smettere di ridere
mentre la figlia quasi venne
colta da un malore, si tormentò una ciocca di capelli e
barcollò prima di
riuscire a parlare.
“Dimmi cos’ha
fatto quel lavativo!” sbottò accecata
dall’ira.
Se si
trattava di qualche guaio con una donna giurò a se stessa di
tagliargli le
palle! Lo avrebbe evirato con
le sue stesse
mani.
“Tesoro ti
senti bene? Se viola in faccia!”
le
parve strano che fosse così sconvolta, perché se
la prendeva tanto per il Son?
La vedeva agitata, ansiosa, arrabbiata.
“Raccontami
tutto!” urlò la principessa colpendo il
comò con una mano e facendo traballare
i numerosi oggetti che v’ erano posti sopra.
“Porca la
miseria sono rovinato!” Goten deglutì
giacché grazie al fine udito aveva
ascoltato ogni singola parola del loro discorso e adesso stava battendo
i
denti.
Come si
sarebbe giustificato? Come poteva spiegarle che non amava Valese e non
desiderava quel bambino senza passare per un essere spregevole!?
“Boh, eppure
sono stato attento, ma come ha fatto a restare incinta? Non le sono mai
venuto
dentro.” Trasalì all’urlo che
sopraggiunse dall’esterno, Bulma di certo l’aveva
informata della tragedia, ora doveva prepararsi al peggio.
“NO che sfiga!
Perché mia madre non tiene mai la bocca chiusa? Cosa le dico
adesso?Dove la
trovo una scusa che non sia patetica? E se fa qualche cazzata tipo
aprire l’
anta dell’armadio e mettersi a urlare ? E se arriva Vegeta?
Oh Dende dammi una
mano sono nella merda fino al collo.” poteva
udire la sua voce spezzata dallo sgomento, dal dispiacere, dal dolore,
stava
per dare il via ad una scenata tremenda ne era certo.
“Mi dispiace
piccola, io ti amo davvero e non volevo farti del male. Al diavolo ma
perché è
successa una cosa del genere? Io non voglio sposare Valese!”
nell’oscurità di
quello stretto nascondiglio Goten frenò a stento una
lacrima, non poteva
fuggire in eterno, prima o dopo avrebbe dovuto affrontare le proprie
responsabilità.
“Che bastardo!Che
schifoso! Che verme!” folle
di rabbia
Bra aveva visto crollare tutti i
suoi
sogni, la consapevolezza di essere stata ingannata le lacerava il
cuore, quel
maledetto doveva pagarla, aveva messo incinta quella smorfiosa e poi era venuto a
cercare
lei per fare l’amore.
Vendetta,
vendetta, vendetta.
La scienziata la
fissò impensierita e si domandò cosa stesse
succedendo.
Per quale motivo era
così incollerita? Non si aspettava una simile reazione,
possibile che fosse
gelosa?
“Bra, dimmi
la verità, cosa c’è tra te e
Goten?” la
giovane rispose con impeto, le labbra strette e il volto ormai bagnato
dalle
lacrime.
“E’ un
bugiardo, un ipocrita, un maiale…lo odio!”
la donna sentì il cuore balzarle in gola,
dunque c’era da
preoccuparsi seriamente: era palese che la ragazza si fosse innamorata di lui.
La
principessa meditò per qualche istante, poi sulla sua bocca
si delineò un
ghigno inquietante.
“Dov’è papà?”
chiese sottovoce.
“Mmmh…credo
sia ancora ad allenarsi, oggi era piuttosto nervoso.”
spiegò la madre cercando
di non farsi prendere dal panico
intuendo cosa volesse fare.
Cosa stava
tramando nella testolina azzurra? La vide uscire di corsa, rossa dalla
rabbia e
si fermò a sbirciare sulla soglia.
Come aveva
supposto si stava dirigendo verso la camera gravitazionale!
“Ehi, cos’è
tutto questo silenzio? Dove sono finite Bra e Bulma?” il Son
non fu in grado di
fornirsi una risposta, spinse leggermente la porta e osservò
la stanza dalla
fessura, la signora Brief aveva un ‘espressione preoccupata e
con sommo terrore
la udì pronunciare il nome del compagno.
Passò solo un
attimo prima che il mezzosangue balzasse fuori dall’armadio e
le strappasse un
urlo.
“Go-Goten!
Tu, tu ..dannatissimo depravato!” rapida come un fulmine,
Bulma agguantò un
vaso e gli centrò in pieno la testa facendolo vacillare.
A malapena
lui respirava per l’imbarazzo, tentava di coprirsi la parte
intima con una mano
e con l’altra di afferrare i pantaloni per rivestirsi,
ricordava di averli
imboscati sotto il cuscino della poltrona.
“Non è come
pensi, giuro non abbiamo fatto nulla è solo un
malinteso…” magari
gli avesse creduto, lo stava mettendo
in difficoltà da tanto urlava, lo immaginava addosso alla
figlia a fare i suoi
porci comodi con il rischio di metterla incinta.
“Mi spiace di
non aver più tempo per discolparmi, ma è meglio
che vada, mi sembra di sentire
dei passi.” Veloce
come la luce infilò i
blue jeans, calzò le scarpe e si lanciò verso la
finestra, ma si voltò prima di
librarsi nelle tenebre e parlò a gran voce.
“Dille che
l’amo da morire, che mi dispiace, sono sempre stato sincero
con lei.”
“Sei un
pervertito!” ringhiò Bulma , ma lui era
già sparito nelle profondità del cielo.
**********
Volavano
velocissimi nella quiete della notte uno affianco all’altra,
percepiva nettamente
quanto fosse adirato, avevano
perlustrato varie volte la pianura fino ai grandi laghi e ora sembrava
intenzionato
a dirigersi verso la distesa oceanica seppure fosse molto tardi e le
forze
cominciassero ad abbandonarli.
“Trunks,
ascolta!” gli
aveva urlato facendolo
trasalire, ma in fondo non c’era bisogno di ridursi in quello
stato, Pan allungò
una mano e strinse la sua camicia gonfia d’aria.
“Cosa c’è?
Hai visto qualcosa?” domandò lui diminuendo la
velocità e scrutando verso il basso
la vasta distesa popolata solo da ombre.
“Sì! Ho visto
te e sei esausto e anch’io lo sono. Fermiamoci un
po’ a riposare.”
Si portò in avanti e gli sbarrò la
strada
allargando le braccia, Trunks riuscì a bloccarsi ad un
centimetro da lei,
ansante.
“Pan, non
sono stanco, voglio trovarlo quel vigliacco, la deve pagare.” la ragazza fece una
smorfia e mise le mani
avanti, gli sfiorò il torace sudato, un brivido le
risalì la schiena, ma anche
una frustrazione insopportabile.
“Ti piace
vero?” gli lanciò un occhiata maliziosa ma poi si
morse la lingua, come aveva
potuto fargli una simile domanda? C’era solo una spiegazione
plausibile: necessitava
di lui come l’aria e se le avesse risposto di sì?
Sarebbe soffocata?
“Chi mi
piace? Tuo zio?” bene, adesso la buttava sullo scherzo, ma
forse era meglio
così, con un gesto affettuoso le scompigliò i
capelli.
“Non è
divertente caro mio presidente, io intendevo l’oca.
L’oca ti piace?” ed eccola
Pan Son trasformata in un concentrato
di pura acidità, stentava a riconoscersi, lo stava mettendo
in imbarazzo, la
fissava sbalordito.
“Pan!” le sue
parole allusive lo avevano innervosito.
“Ti riferisci
a Valese? Sarebbe lei l’oca?”
chiese seccato e lei disperata e
incurante della possibile conseguenza
gli sbottò contro esibendo il bel caratterino.
“Oh andiamo Trunks
sembra che caschi dalle nuvole! Dimmi se esiste una più
scema di lei in tutto
il pianeta, ti sfido a trovarla!”
il
mezzosangue aggrottò le sopraciglia. Sul volto apparve
un’espressione
contrariata.
“Per amor del
cielo non dire sciocchezze, quella ragazza è adorabile, un
po’ timida forse, ma
non certo tonta.” Pan
scosse la testa
facendo segno di no, avrebbe voluto prenderlo a schiaffi, ma non
intendeva
risultare ridicola, piuttosto si sarebbe impegnata a smascherare ogni
difetto
della futura zietta.
Alzò lo
sguardo per scusarsi, era infelice ma poco importava, perlomeno poteva
cercare
di non passare per un’ isterica.
“Vuoi davvero
passare tutta la notte a cercare zio Goten?”
lo guardò intensamente, il colore
così azzurro dei suoi occhi la fece
impallidire, accadeva da anni ormai, aveva passato interi pomeriggi a
fantasticare di essere fra le sue braccia.
Nessuno
sapeva quanto fosse coinvolta, il desiderio che teneva confinato nel
cuore, una
voglia dolceamara compagna di lunghe notti insonni.
Non poteva
fare a meno di amarlo, si strinse nella tuta, stava tremando.
“Pan, ti
senti male? Sei così pallida, forse hai ragione scendiamo e
riprendiamo fiato.”
la giovane attese che le facesse strada, discesero lentamente verso la
pianura,
il subconscio le riportava in superficie immagini del passato, ricordi
piacevoli, altri meno, ma sempre intensi, il cuore le batteva forte.
Continua
…
Wew
ciao ^^
dopo tanto tempo sono riuscita ad aggiornare questa fic XD spero che a
qualcuno
interessi ancora …
Comunque
vorrei precisare che ho
intenzione di concludere
tutte le mie storie …non so come ne quando, ma ci
riuscirò …^_-
Passiamo
ai
ringraziamenti :
derty
lamp, Goten87,
xhennet,
giada_chan,
liri,
Laia 92,
nicichan,
molly,
Bra, miss
miyu
91, Matteo.
Purtroppo
mi rendo conto che la sezione Dragon Ball sta perdendo sempre
più lettori, tanti sono attratti da Naruto …altri
si sono semplicemente
stancati ..beh mi dispiace ^^ voi resistete! Rimanete qui!
Dopo
questa vi saluto
…
Un
bacio
grande,
LORIGETA
^^
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