Una moglie per Goten.

di LORIGETA
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La gravidanza. ***
Capitolo 2: *** La fuga di Goten. ***
Capitolo 3: *** Una pazzia. ***
Capitolo 4: *** Una notte movimentata ***
Capitolo 5: *** La rabbia di Bra. ***



Capitolo 1
*** La gravidanza. ***


Una moglie per Goten.

 

 

Da diverse ore era seduta al tavolino della gelateria, aveva ordinato solo una bibita e dopo essersi accorta che il cameriere la guardava insistentemente si era fatta portare un panino.
Malgrado la stomaco brontolasse non lo aveva neanche assaggiato.
Valese continuava a comporre quel numero, che risultava sempre occupato.
“Brutto stronzo, se non mi rispondi ti taglio le palle, giuro che lo faccio” parlò a voce alta e una signora di fronte a lei si sollevò indispettita, lasciando il locale.
Era disperata, da giorni Goten non si faceva sentire e l’ultima volta  dopo aver fatto l’amore avevano litigato.  
Confessandogli i propri timori il ragazzo era impallidito.
“Sei in ritardo?” le aveva chiesto quasi soffocando e subito dopo con una scusa si era dileguato.
Da allora niente, nemmeno una telefonata.
“Egoista.” pensò.
Questa volta la giovane colpì il tavolino e lo stesso proprietario si avvicinò chiedendole se per caso si sentisse male.
“Sto bene, sono solo incinta di un bastardo” rispose afferrando la borsetta e gettando una banconota accanto al bicchiere.
Camminando  nella via del centro si soffermò davanti ad una vetrina che esponeva abbigliamento per neonati.
Guardando un vestitino le vennero le lacrime agli occhi, era così strano che dentro di lei ci fosse un esserino, ma come avrebbe fatto a crescerlo da sola?
Distrattamente muovendosi urtò una persona che stava arrivando verso di lei.   
“Scusi, sono mortificata, Trunks!” esclamò, mentre  le guance subito si imporporarono.
“Ciao Valese” rispose il ragazzo con un sorriso e guardandola vide una piccola lacrima appiccata alle ciglia.
“Che succede?” chiese puntandole contro gli occhi, che visti da vicino sembravano azzurri e splendenti come il cielo.
“Chiedilo al tuo amico, a proposito è vivo o qualcuna lo ha fatto fuori?” rise istericamente e strinse il pugno.
“Digli di stare attento perché se lo vedo gli affetto il salame”  continuò ridendo, ma all’improvviso scoppiò a piangere.
“Valese, cosa ti ha fatto? Sei sconvolta” il saiyan non l’aveva mai vista in quello stato, solitamente era gioviale e sorridente.
Certo non poteva ignorare che litigassero spesso, ma in fondo sembrano davvero innamorati.
“Sono incinta” disse tutto d’un fiato.
“In-incinta?” balbettò, le sopraciglia gli schizzarono all’insù, “Che guaio” pensò.
“E lui lo sa?” chiese facendosi coraggio, per poi pentirsene amaramente.
“Quel pervertito fa finta di niente,  gli avevo detto che avrei fatto il test di gravidanza”  sentì un bisogno incontrollabile di sfogarsi e colpì Trunks sul torace con una raffica di pugni.
“Siete tutti dei maiali voi ragazzi” la giovane tentò di scappare via, ma lui la raggiunse e l’afferrò per la vita.
“Stammi a sentire, non ti lascio in queste condizioni, stavo andando da lui e tu verrai con me” sarebbe stata la cosa più semplice, portala a casa Son e certamente Goten avrebbe adempiuto ai suoi doveri.
“Davvero posso venire?” chiese lei in preda alla confusione più totale.
“Sì, mi hanno invitato a cena stavo partendo proprio quando ti ho incontrato”. rispose, forse avrebbe dovuto avvisarlo della sorpresa, certamente l’amico sarebbe rimasto a bocca aperta.
“D’accordo vengo con te” un occasione del genere era da prenderle al volo e non appena la capsula  si trasformò in auto lei ci balzò dentro.
Durante il viaggio rimasero quasi sempre in silenzio, ma la mente di Trunks elaborava strani pensieri.
Come avrebbe reagito alla notizia il giovane Son? Perché gli aveva parlato di una nuova fiamma proprio il giorno prima?  E poi la cosa più strana, perché aveva cambiato numero di cellulare?
Quante domande, ma le risposte non arrivavano, guardava Valese e non poteva fare a meno di provare un infinita tenerezza.

   ****** 

 
Goten camminava su e in giù nella propria stanza.
Sentiva l’angoscia scoppiargli dentro, e provava una gran paura.
“Se dovessi incontrarla le dico che io non centro, sono stato attento ne sono sicuro”  rendendosi conto degli orribili pensieri decise che era meglio svagarsi e scese in soggiorno.
Guardò l’orologio e sorrise, mancava poco all’arrivo di Trunks.
“Aiutami ad apparecchiare”  Chichi aveva preparato con cura ogni cosa, nel forno cuoceva uno dei suoi piatti migliori e alle narici arrivava un invitante profumino.
Il giovane afferrò la tovaglia e una volta aperta la distese sul tavolo, era a fiori gialli e si intonava con le tende della cucina.
“Hai visto tuo padre?” chiese la donna porgendogli i piatti.
“E’ andato a lavarsi la ruscello,  sarà qui a momenti” rispose, aggiungendo le posate.
Il figlio sospirò.
Sarebbe stata una bella serata, dopo quella giornata stressante e sicuramente sarebbe riuscito a non pensare al  problema che lo tormentava.

 

Continua...

 

Un'altra idea, un altra storia.

Spero di avervi incuriosito  e se volete lasciate un commentino. 

 

Un bacio.

 

LORIGETA. ^^

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Capitolo 2
*** La fuga di Goten. ***


Una moglie per Goten

 

 Capitolo 2 : La fuga di Goten.

 

 

 

Gli occhi di Trunks, guardavano l’esile corpo di Valese. Indossava un paio di jeans e una maglietta fucsia decisamente sexy.
Si sentì assalire da un profondo senso di risentimento nei confronti dell’amico.
Come aveva potuto ingannare una ragazza così dolce e bella?
“Ancora dieci minuti e siamo arrivati. Tutto bene, spero...” lei si voltò, lentamente.
“Sì grazie, solo un po’ di nausea.” disse con voce spenta.
Com’era affascinante quel ragazzo e anche estremamente gentile, così diverso da Goten.
Strani pensieri l’accompagnarono per il resto del viaggio.

 
*****

 
“Smettila di assaggiare tutto!” esclamò Chichi, con tono di rimprovero.
Invece di risponderle, Goten sprofondò il dito nella soffice panna della torta e con un rapido gesto lo sollevò, facendolo poi sparire dentro la bocca.
“Mmh... mamma,  sei la cuoca più brava di tutto l’universo!” disse con convinzione. Sapeva bene che quel complimento l’avrebbe rabbonita.
Lei sorrise.
“Vorrei sapere che fine ha fatto tuo padre! Trunks arriverà a momenti.” borbottò, posando alcuni bicchieri sul tavolo.
Udirono aprire la porta d’ingresso e si voltarono entrambi.
Entrò una fresca brezza e subito dopo apparve il sorriso di Son Goku.
“Eccomi a casa, saluti!” Diede l’impressione di essersi rotolato nel fango, sporco e sudato dalla testa ai piedi.
“Oh cielo, ma ti sembra il modo di presentarti? Credevo fossi andato al ruscello a lavarti!” strepitò la donna,  battendo un cucchiaio su una pentola.
“Eh eh, veramente ci sono stato al ruscello, ma sono rotolato giù per un dirupo, ho trovato una famiglia di scoiattoli in difficoltà e li ho aiutati a costruire un nido e...” di colpo fu interrotto da uno strillo.
“Basta! Ti scaldo dell’acqua, così ti togli quella melma da dosso!”
Goten non riuscì a trattenere una risata e si avvicinò alla finestra giusto in tempo per scorgere il veicolo dell’amico.
“Troppo tardi, sta arrivando.” disse, incollandosi con il viso al vetro per osservare le manovre di atterraggio.
Quando i portelloni si sollevarono il cuore fu sul punto di scoppiare. Per un attimo temette di cadere e dovette appoggiarsi al muro. Il corpo si irrigidì e la pelle divenne bianca, quasi cadaverica.
“E’ matto! Cosa gli è venuto in mente di portarla qui!” Il panico lo assalì.
“Accidenti! Se davvero è rimasta incinta sono nei guai...”pensò.
Li vide percorrere il selciato e avvicinarsi alla porta.
“Non riesco ad affrontarla adesso...” mormorò, sentendosi tremare le ginocchia. Si lasciò trascinare da un impulso incontrollabile.
“Che diavolo faccio?” pensò, mentre le iridi si incupirono.
Non aveva intenzione di fidanzarsi e tanto meno di sposarla, il suo cuore apparteneva ad un'altra ragazza.
Per Valese aveva provato solo una forte attrazione, ma non vero amore.
Impaurito, stringendo i denti e incrociando le dita, si allontanò in punta di piedi verso la scala.
La madre era troppo impegnata a rimproverare il padre e non si accorse degli strani movimenti del figlio.
Con prudenza, asciugandosi la fronte imperlata dal sudore, salì i gradini e una volta arrivato davanti alla propria stanza, vi entrò a razzo, chiudendo velocemente la porta.
Non vedeva l’ora di svignarsela e la finestra aperta era una tentazione allettante. Vi si lanciò senza pensarci troppo, volando verso la libertà.

 

*****

 “Lavati almeno le mani e finiscila di odorare il cibo!” Diventando rossa fuoco, la signora Son riuscì nel suo intento. Goku, rassegnato, eseguì alla lettera i suoi ammonimenti.
Bussarono alla porta.
“Goten, apri tu per favore, sto controllando la cottura dell’arrosto.”
Poco dopo la donna chiamò a raccolta ogni briciola della sua pazienza per non imprecare.
“Goten! Mi ascolti?” sbuffando, chiuse lo sportello del forno e si affacciò nel soggiorno.
Dopo un breve intervallo di tempo si accorse che del giovane non vi era nemmeno l’ombra.
“Goten?” borbottò.
Bussarono alla porta insistentemente.
“Vado io tesoro.” disse il marito, ma il risultato non fu all’altezza delle aspettative: inciampò nel tappeto e andò ad urtare contro lo spigolo della credenza, trascinando a terra i numerosi soprammobili.
“Che disastro!” esclamò lei,  congiungendo le mani.
Il guerriero sollevò le spalle e sorrise beato, fregandosi il capo dolorante.
Bussarono talmente forte che i due coniugi sobbalzarono.
“Arrivo, scusami Trunks.” Chichi si precipitò e tirò a sé la porta.
 Il sorriso scomparve nel vedere il viso preoccupato e contrito del ragazzo.
Dietro di lui vi era una giovane dall’aria corrucciata, i lunghi capelli curati e un abbigliamento firmato, chiaramente indicativo delle sue origini cittadine.
Quella rapida occhiata bastò ad entrambe, che voltarono lo sguardo ignorandosi.
“Ciao, vedo che sei in compagnia, entrate.” disse con tono poco socievole, scostandosi leggermente.
“Grazie.” Il giovane saiyan deglutì, senza volere si trovava in una situazione alquanto imbarazzante.
Valese cominciò a guardarsi in giro, rimanendo delusa dalla semplicità dell’arredamento.
Poi, improvvisamente impaurita, scorse nell’ombra una figura somigliante al fidanzato. Era distesa a terra e le stava sorridendo.
“Oh Santissimo... quello chi è?”
Proprio come fanno in bambini, lui, con un salto balzo in piedi e corse ad abbracciarla, dandole un buffetto sulla guancia.
“Piacere, Son Goku.” Per fortuna Trunks riuscì a liberarla, prima che si accasciasse al suolo svenuta.
“E’ il padre di Goten.” le spiegò,  ridacchiando e cercando di alleggerire la tensione.
Sconvolta, non sapeva che cosa fare, né che cosa dire, forse sarebbe stato meglio andarsene ed essere una ragazza madre.
D’altra parte, non voleva rinunciare all’opportunità di dare sfogo alla sua rabbia, quel verme meritava una lezione per il modo in cui l’aveva trattata.
“Dov’è quel bellimbusto di suo figlio?” chiese in malo modo rivolgendosi a Chichi.
La donna non gradì molto quel tono arrogante.
“Cosa ti importa di lui? E poi scusa, non sei la ragazza di Trunks?” domandò risentita.
Silenzio imbarazzante. 
“Forse è meglio che sia io a spiegare.” Il saiyan dai capelli lilla si fece avanti, raschiando la gola.
La signora Son si mise subito in agitazione, ripensandoci le parve sospetto che il figlio fosse scomparso proprio qualche attimo prima dell’arrivo della ragazza.
Rabbrividì e la squadrò meglio, tentando di non farsi notare. Malgrado tentasse, non riuscì a trovare niente che la rendesse un poco gradevole ai propri occhi.
“Mi volete spiegare?” sbottò.
“ Lui dov’è?” chiese il giovane Brief, dando un‘occhiata in giro.
Prima che la donna potesse rispondergli, si intromise la ragazza.
“Signora, c’è poco da spiegare, il suo caro figlioletto mi ha messo incinta!” 
Era esplosa, cogliendo tutti di sorpresa e ora la guardavano a bocca aperta.
“Urcaaa!” si limitò a dire Goku, mentre la moglie lo fulminava con gli occhi.
“Oh accidenti, che pasticcio!” disse quasi con raccapriccio.
“La disgrazia peggiore l’ho avuta io, quando ho conosciuto quel bugiardo!” 
Le parve di non farcela, la vita le sembrava troppo ingiusta e quella famiglia non le piaceva neanche un pò.
“Calmiamoci, non ho ancora capito dov’è finito Goten." Trunks tentò di rasserenarli, ma nessuno lo ascoltava.
Valese singhiozzava.
“Non piangere, se mio figlio è il padre si prenderà le sue responsabilità non temere.” Quelle parole le erano venute sulle labbra d’istinto.
“Certo, vi sposerete. Aspettiamo che ritorni e sistemeremo tutto.” continuò Goku, era difficile negargli quella generosità che l’aveva sempre contraddistinto.
“Grazie, il problema è che mio padre mi ha buttato fuori di casa e non so dove andare...” 
Scoppiò in un pianto dirotto, presa da tutta la sua angoscia.
Sembravano tutti preoccupati quanto lei, specialmente Trunks. Era livido di rabbia, se avesse avuto Goten sotto mano gli avrebbe dato una bella lezione.
“Ti fermerai qui da noi, dormirai in camera di mio figlio, tanto non sarà una novità dividere il letto con lui!”
“Per chi mi ha preso?” Cominciò a protestare.
“Senti, dovremo sopportaci a quanto pare, quindi cerchiamo di cominciare bene.” Chichi aveva un aria sconvolta e si sentiva come se qualcuno le avesse rovesciato addosso dell’acqua gelata, ma ormai il danno era fatto, sarebbe diventata nonna e in fondo non le dispiaceva, piuttosto, era preoccupata per il figlio.
 Si dimostrava così immaturo ed egoista, come avrebbe reagito alla notizia?
“Io avrei fame!” Goku aveva un' espressione implorante e di nascosto aveva ingoiato un boccone.
“Sediamoci a mangiare, sono convinta che tra poco tornerà.” invitò la signora Son, non era poi così sicura, ma non lo diede vedere.

 *****

A chilometri di distanza, un ragazzo dai capelli lunghi e spettinati si era disteso sulla sabbia, le mani sotto la nuca, lo sguardo serio sotto il cielo stellato.
Nella sua mente si intrecciavano ricordi e sensazioni, gli occhi scuri tradivano ansietà.
“Che guaio, cosa posso fare? Non voglio rinunciare alla donna che amo.” 
Che orrenda prospettiva l’idea di sposarsi con Valese. 
Gli sembrava che la testa gli scoppiasse e il cuore si fosse frantumato.
“Bra, come faccio a vivere senza di te...” balbettò.
  

Continua...

 

Ringrazio tutti i lettori che apprezzano le mie fic .

 

Un bacio a :

 

Valese89, Sorella di Gogeta, Dolcissima_Bra, ary22, liri, LoveDolphin, Ally, miss miyu 91,  nicichan, Mimi18, Bra, ike.  

 E’ importante per me sapere che ci siete....grazie di cuore.

 
Nihal_N – non so come farei senza di te...grazie ti voglio tanto bene ^^

 

 Lasciate un commento e ditemi se la storia vi interessa.

 

 

A presto LORIGETA ^^

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Capitolo 3
*** Una pazzia. ***


goten3
Una moglie per Goten.





Chichi si sforzò di sorridere e mise sulla tavola il suo capolavoro di arte culinaria. Si era impegnata e il risultato superava ogni aspettativa.
“La zuppa alla Paoz” era una miscuglio di erbe aromatiche sapientemente selezionate, richiedeva una cottura lenta e come ultima aggiunta un pizzico di peperoncino. Il profumo si diffondeva nell’aria stuzzicando l’appetito.
Goku si passò la lingua sulle labbra, impaziente di gustarla e anche Trunks sembrava entusiasta.
Ben presto furono serviti. La fumante pietanza colmava i piatti, la signora Son era abituata a ricevere parecchi complimenti subito dopo il primo assaggio.
L’espressione di disgusto che apparve sul volto di Valese non fu di suo gradimento.

Essendo fondamentalmente suscettibile e orgogliosa, decise di andare a fondo nella questione.
 La fissò, corrucciando lo sguardo.

“Non ti piace la buona cucina?" Chiese in modo poco garbato.
Goku pensando fosse una battuta ridacchiò e un rivolo verdastro scese dal lato della sua bocca. Prontamente si pulì con il bordo della tovaglia e fece l’occhiolino alla ragazza.
“E’ disgustoso!” esclamò lei quando lo sentì ingurgitare il brodo rumorosamente.
Scese il silenzio.
Ancora una volta Trunks venne in suo aiuto cercando di alleggerire la tensione.
“Forse è troppo sconvolta per mangiare, bisogna capirla, nella sua situazione...”
I loro occhi si incrociarono, il cuore di lui accelerò il battito.
“Non mi ha risposto, però.” continuò Chichi posando le mani sui fianchi. Non era ammissibile quel comportamento, esigeva rispetto.
“No, non mi piace questa brodaglia!” Le guance le avvamparono, ormai era sull’orlo di una crisi di nervi.
In che razza di posto era capitata? Accidenti! Quel momento di piacere le era costato caro, quel pasticcione invece di stare attento l’aveva messa nei guai.
Un feroce mal di testa assalì la moglie del guerriero, offesa, ferita nel profondo scaricò addosso alla ragazza tutta la sua rabbia.
“Stammi bene a sentire, sei viziata e presuntuosa, ma se credi di poter venire qui e fare i tuoi comodi ti sbagli! Se sposerai mio figlio dovrei abituarti a questa vita fatta di cose semplici! Imparerai a cucinare, a lavare, a coltivare l’orto, proprio come ho fatto io, intesi!?”
La giovane deglutì.
Era un incubo o cosa? Per un instante si vide davanti ai fornelli, trascurata e stanca, con un cucchiaio di legno in mano e una riga di bambini attorno.
Cielo che condanna! Impallidì e si trattene dal vomitare.
“Stai male?” Trunks assunse un'aria allarmata, alzò lo sguardo e si rivolse a Chichi con tono gentile.
“Per favore, è spaventata, dalle tempo, sei una persona fantastica, imparerà ad apprezzarti.” Adulandola riuscì a calmarla.
“Grazie caro.” Aveva cambiato atteggiamento, riempì il bicchiere della giovane, dopo di che sorrise.
Lei sorseggiò lentamente e con aria rassegnata prese a mangiare, spalancando gli occhi quando vide il Son prendere il mestolo e riempire con rapidità un altro piatto.
Passarono i minuti, le lancette dell’orologio si muovevano instancabilmente e mettevano un’ansia indicibile.
Il saiyan più giovane si sollevò di scatto, facendo arretrare la sedia.
“Scusate, ma non riesco a stare qui ad aspettare, vado a cercare quel mascalzone!” Annunciò con impeto.
Non gli avrebbe permesso di farla soffrire, si sentiva attratto da Valese, ma cercò di scacciare quei pensieri che gli turbavano la mente. Non poteva innamorarsi di lei. Come poteva dirle che i suoi occhi sprigionavano un fascino incredibile? Aspettava un figlio dal suo migliore amico, l’unica cosa che poteva fare era aiutarla.
“Te ne vai?” Chiese lei. Sembrava mortificata e il giovane poteva leggerle sul viso il timore di rimanere sola con quei due individui.
“Stai tranquilla, ti prometto che presto sarò di ritorno e tutto si sistemerà, dai, sorridi”, mormorò dolcemente.
“A dopo.” disse incamminandosi verso la porta accompagnato, da Chichi.

“Vedi di trovarlo e digli che quanto torna a casa lo sistemo! Guarda in che brutta situazione si è cacciato, ah, perché non ho avuto una femmina? Acciderba a lui e al suo pisello!” Sbottò la donna.
Già, quel “pisello” era irrorato da un sangue troppo caliente e lo rendeva pericoloso, in quanto a sesso si poteva ritenere un vero esperto, aveva perso il conto delle avventure con le varie ragazze, però soltanto una era riuscita a conquistarlo.
 La bella e fiera principessa.


******

La ragazza era seduta alla scrivania, i gomiti poggiati sul ripiani e l’aria pensierosa. Quel compito era una vera tortura, possibile che non riuscisse a completare gli esercizi? La sua testa era altrove.
Sospirò, quel segreto che custodiva nel cuore cominciava a pesarle, nessuno sospettava che da un po’ di tempo il sentimento che la legava a Goten andasse ben oltre l’amicizia.
Cercò di immaginare il momento in cui lo avrebbe confessato al padre e rabbrividì, forse era un bene aspettare, si trattava di un argomento delicato, bisognava essere cauti.
Un rumore la fece trasalire, si voltò verso la finestra, chi poteva esserci in giardino? Dopo qualche istante si affacciò dal balcone e i suoi occhi azzurri furono rapiti da quella vista.
“Go-Goten?” Mentre finiva di domandarsi il motivo di quella visita inaspettata, lui levitò arrivandole di fronte.
“Ciao.” passandosi una mano tra i capelli attese con impazienza un suo sorriso, la camicia da notte in tessuto leggero le lasciava trasparire il seno e le fasciava i fianchi rendendola irresistibile.
“Ciao, ma come mai qui? Pensavo che Trunks fosse venuto a cena da voi.” rispose.
Niente di importante, ecco... io.” Goten si tradì balbettando.
Bra incominciava ad insospettirsi e corrucciò lo sguardo.

“Vieni, mio padre è in casa, se si accorge che sei qui sono guai seri.”
Si scostò in modo da lasciarlo entrare, richiuse l’infisso e vi si appoggiò con la schiena.
“Mi vuoi spiegare? Hai una faccia preoccupata, non avrai combinato qualche guaio?”
Il saiyan avrebbe voluto dirle la verità, ma non ci riusciva, temeva di perderla, era come ipnotizzato da quella giovane ninfa.
“Avevo voglia di vederti, ecco tutto. Ti amo.” Trattenne il fiato d’innanzi a quelle labbra così ben disegnate.
La tentazione fu irresistibile, si tolse la camicia gettandola a terra
“Facciamo l’amore.” Si stava già pentendo di averlo detto. Fissò con attenzione il suo viso delicato e le guance arrossate, faceva tenerezza, ma lui non riusciva a tenere a bada i propri istinti.
“Io, io non capisco, mi stai chiedendo di, ma ne abbiamo già parlato, voglio aspettare, lo sai...”
Lui la interruppe con irruenza, afferrandola per la vita e trascinandola a sé.
“Tu mi ami?” L’intensità di quella voce la fece emozionare.
“Sì, tanto.” Era chiaro che stava cedendo. Gli posò le labbra sulle sue, gemette al contatto della lingua calda che si univa alla propria.
“Bra, come sei bella... ”  le sussurrò con voce roca.
Incominciò ad accarezzarla delicatamente, era devastato dal desiderio, sentendo il seno aderire contro il torace.
“Aspetta, chiudo la porta.” mormorò lei e si scostò rapidamente facendo ruotare la chiave nella serratura.
“Vieni qui. ” disse il saiyan tendendo una mano.
 La sentì sospirare, imbarazzata a compiere la sua prima esperienza.
“Ho un po’ di paura, se dovessero sentirci e poi sai, non l’ho mai fatto...” Abbassò lo sguardo, me lui prontamente le sollevò il mento.
“Stai tranquilla, sarò delicato, ti fidi di me?”
“Moltissimo.” mormorò.
La voleva tutta per sè.
 Era così bella, spigliata, piena di vita.

Poteva ingannarla, farla soffrire, piangere, poteva davvero essere così vigliacco?


Continua...


Ciao ^^ sono contenta che la fic interessi.
Certo che il mio Goten è proprio biricchino!


Grazie a :

#°Kairi°# ,goku4ever, Bra, laurakovac, PiNk_ViDeL, Amina_chan, ike, miss miyu , Ally,nicichan, xhennet, LightAngel_93, liri, ary22, Mimi18, giada_chan, Nihal_N,
we_we, sweet giulySs, Elechan86, linasyan, Usako 89, jolly24.

Un bacio a Nihal_N ^^


Meritereste di essere ringraziati uno ad uno, ma ho davvero poco tempo scusatemi ^^

Fatemi sapere se il cap vi è piaciuto.

Gogeta ci sei? Fatti sentire ...


Una parola alla finta camillassj5 :

Sentimi bene, puoi dirmi che la storia non ti piace, ma almeno abbi il coraggio di farti riconoscere! Conosco Camilla e la stimo sia come autrice che come persona ... non potrebbe nemmeno pensarle certe cattiverie, lei è stata una delle prime a recensirmi positivamente. Vergognati.

A presto  LORIGETA ^^


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Capitolo 4
*** Una notte movimentata ***


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Una moglie per Goten.

 

Due corpi ansiosi di scoprirsi, l’uno fra le braccia dell’altra.
Goten sudava, mentre le grandi mani si insinuavano sotto lo scollo della leggera camicia, palpando la pelle liscia e morbida di lei.
Bra gli faceva perdere la ragione, infiammando in lui la passione più sfrenata, facendogli dimenticare i problemi e le responsabilità che invece avrebbe dovuto affrontare.
“Goten, ti amo...” Mormorò stringendogli forte le braccia attorno al collo e posandogli le labbra sulle sue.
Si lasciarono trasportare dall’impeto del loro amore, scivolando sul letto, lui sopra di lei.
“Piccola, ti desidero, sei l’unica che mi abbia fatto innamorare.” sussurrò, con sincerità, incrociando gli occhi chiari e limpidi e trafiggendoli con i sui nerissimi e infuocati.
“Giurami che stai dicendo la verità, ho un po’ di paura, ma voglio diventare donna con te...” chiuse gli occhi, percorsa da tanti piccoli brividi, sentendo il soffio del suo respiro affannoso e i suoi muscoli sudati premere contro il proprio corpo.
“Sì, sono sincero, non c’è nessun’altra nella mia vita.” In effetti non era un bugiardo, perché il suo cuore traboccava d’amore per la giovane principessa, peccato trascurasse un piccolo particolare, presto l’altra lo avrebbe reso padre, ma al diavolo tutto!
Voleva stingerla e accarezzarla, baciarla dolcemente e farla sua, al dopo ci avrebbe pensato, adesso voleva solo essere felice.


******

“Quando ti trovo ti cambio i connotati!” Trunks sfrecciava nel cielo, le braccia allungate in avanti e i pugni stetti, la pelle arrossata dall’aria fresca della notte.
“Come si può essere così irresponsabili? Scappare di fronte ad una ragazza indifesa e per di più incinta!” Non riusciva ad ingoiare quel boccone amaro.
Aveva appena virato verso ovest, quando a poca distanza avvertì avvicinarsi l’aura di un Son.
“Eccoti finalmente!” esclamò aumentando la potenza e parandosi contro alla figura che gli svettava davanti.
Fu un colpo tremendo, non riuscendo a fermarsi questa gli finì contro, spiccicandosi sul suo torace muscoloso.
Seguirono alcuni istanti di silenzio, che si tramutò in imbarazzo nel momento in cui lei sollevò lo sguardo, trattenendosi dall’infierirgli contro, avendolo riconosciuto.
“Trunks?” chiese spalancando i grandi occhi nocciola e cercando di non fargli notare il colore troppo acceso delle guance.
“Oh Pan, scusami, che sciocco, per un attimo ti ho scambiato per Goten!” Si giustificò il saiyan passandosi una mano nei capelli, sentendosi quasi ridicolo ad aver causato quel rocambolesco faccia a faccia.
“Bene, grazie del complimento! Così io assomiglierei a mio zio?” Aveva uno sguardo risentito, i capelli scompigliati sul viso e le mani suoi fianchi, indossava la tuta arancione che usava per allenarsi nella palestra del campione dei campioni, ovvero suo nonno materno Mister Satan.
“No, no, non volevo dire che tu sembri Goten fisicamente, insomma, si vede che sei una ragazza...” Fu interrotto bruscamente da un tono di voce aspro, la giovane lo osservava sempre più incollerita.
“Come sei perspicace, pensavo non te ne saresti mai accorto, beh, meglio tardi che mai! Dopo diciotto anni hai finalmente capito a che sesso appartengo!” Quell’abbigliamento sportivo e lo scarso decolté la rendevano simile ad un maschiaccio, ma in fondo non era mai stato un problema, soltanto in presenza del presidente si sentiva a disagio.
Quando gli era vicino avrebbe desiderato cambiare aspetto, che d’incanto il seno si gonfiasse almeno di due taglie e i fianchi snelli si tornissero divenendo seducenti, ma questa era pura fantasia, per lui sarebbe rimasta per sempre la piccola Pan.
“Perdonami, a volte parlo senza riflettere, comunque è già da tempo che l’avevo notato.”
Trunks la squadrò da capo a piedi, sorridendole, facendole mancare un battito del cuore.
Gli occhi più belli di tutto il pianeta si erano posati su di lei.
Oddio, quant’era magnifico e seducente, probabilmente non si rendeva nemmeno conto di quel potere, senza il minimo sforzo, infatti qualsiasi donna si sarebbe gettata ai suoi piedi.
“Cosa avevi notato?” domandò ormai troppo confusa per fare anche il minimo ragionamento.
“Che sei una femmina!” esclamò con tono ironico lui, scoppiarono a ridere, ma c’era una sottile vena di malinconia nello sguardo della ragazza.
Fosse stato per lei gli avrebbe gettato le braccia al collo e poi senza tante parole lo avrebbe baciato togliendogli il fiato. Lo amava troppo, da tantissimo tempo, forse da sempre, non v’era mai stato nessun altro nei suoi pensieri.
“Come mai cerchi il caro zietto?” chiese cercando di allacciare un discorso che la distogliesse da quel sogno irrealizzabile.
Il viso di Trunks si rabbuiò, dimenticando la risata di qualche attimo prima.
“Ha combinato un grosso guaio, ti ricordi di Valese?” facendosi serio sollevò un sopraciglio, le labbra si piegarono in una smorfia.
Quell’espressione le trasmise un brivido freddo e subito intuì che la notizia sarebbe stata spiacevole.
“Certo che ricordo, è stata la sua ragazza per parecchio tempo, quella…” Si fermò, in fondo non era carino fargli sapere che la considerava un’oca giuliva, preferì chiedergli altre spiegazioni.
“Continua, cosa volevi dirmi? ” Incrociò le braccia, preparandosi al peggio.
“L’ha messa incinta!” esclamò il ragazzo tutto d’un fiato, stringendo il pugno.
“Oh, no!”  la giovane pensava che Goten non meritasse una pena tanto severa.
 
D’accordo,  era un donnaiolo e un bugiardo, ma sposare Valese equivaleva ad una lunga e dolorosa agonia.
“Povero zio, mi fa pena...” Aggiunse sinceramente, notando lo stupore dipingersi sul viso di lui.
“Ti fa pena? Stai scherzando?! Andrebbe castrato all’istante quel fannullone, io trovo che sia Valese da compatire, sai quante delusioni dovrà sopportare?” esclamò con convinzione, tanto che la giovane si sentì infastidita, perché tutto quel fervore nei confronti di quell’antipatica snob, che lei non riusciva a sopportare?
Sospirò tristemente, prima di riprendere la parola.
“Perché lo stai cercando? Non mi dirai che…” Non si sbagliava, aveva già capito la reazione istintiva del congiunto e dentro si sé non riuscì a biasimarlo.
“E’ scappato di casa non appena ci ha visto arrivare, si è comportato da codardo!” Non v’era alcun dubbio che Trunks fosse incollerito più del dovuto e Pan si prefissò di scoprirne il motivo.
“Ti accompagno, così ti aiuterò ad acciuffarlo.” disse perdendosi in quello sguardo sorpreso che la stava fissando.
“Ma è tardi e poi sarai stanca, sei stata tutto il giorno in palestra, immagino.”
“Che stai dicendo, stanca?” Sbotto. Era pur sempre la nipote di Son Goku, la figlia di Gohan, una saiyan e non una debole femmina terrestre.
“Ho capito, inutile discutere, hai già deciso di seguirmi.” Aveva mosso appena la testa in segno di sconfitta, conoscendola, era impossibile farla desistere.
“Partenza?” Propose la mezzosangue pronta a lanciargli un’amichevole sfida di velocità, la capitale distava circa mezz’ora di volo.
Il giovane sorrise, gli sembrava ieri che quella mocciosa si era intrufolata nella navicella prendendo il posto che spettava al suo amico d’infanzia, per partire alla ricerca delle sfere del drago e ora nuovamente la ritrovava al suo fianco.

******

“Cosa fai lì impalata?” gridò puntandole un dito contro.
La giovane trasalì, sconcertata dal caratteraccio della futura suocera.
“Muoviti, mettiti questo e dammi una mano a lavare i piatti!” borbottò Chichi porgendole un grembiule da cucina bianco e molto ampio, con due tasche laterali.
Valese fece una smorfia riluttante e afferrandolo di malavoglia, lo gettò sul pavimento.
“Signorina, che modi sono?” La donna puntò gli occhi su di lei, assumendo un'espressione corrucciata.
“Non crederà che io mi rovini le unghie smaltate lavando quella roba?” Sollevando il mento la guardò con aria di sfida.
Senza risponderle la signora Son l’afferrò per un braccio e la condusse di fronte al lavandino, dove v’era poggiata una pila interminabili di piatti, unti e incrostati.
“Lavali bene, mi raccomando, e non adoperare troppo sapone, costa e le nostre finanze sono limitate.”
Improvvisamente la ragazza lanciò uno strillo acuto, Goku cascò giù dal divano dove stava schiacciando un pisolino.
“Che succede?” chiese frenando uno sbadiglio che gli sfuggì rumoroso.
“Succede che sto istradando la nostra futura nuora alla vita di montagna” rispose la moglie,  arrotolandosi le maniche soddisfatta.
Valese cominciò a singhiozzare e sentì una morsa stringerle lo stomaco. Afferrando la spugna e insaponandola, diede inizio al suo lavoro, mai prima d’ora era stata così infelice.

******

Non avrebbe sopportato di vivere senza di lei, ora che l’aveva fra le braccia, che la sentiva gemere ad ogni tocco delle sue mani esperte.
“Bra, ti voglio.”
Era arrivato il momento tanto atteso, dopo un'infinità di baci e carezze, stavano per fare l’amore.
“Sì, anch’io ti voglio.” Sollevò gli occhi nei suoi e poi li chiuse lentamente, aspettando che si decidesse a farla sua.
Qualcuno bussò alla porta e i due giovani interrotti proprio nel momento cruciale, balzarono sul letto a sedere.
“Oddio, papà!” mormorò impallidita.
“Papà?” ripeté il Son tremando al pensiero del genitore.
“Presto, nell’armadio!” Indicò lei rapida, afferrando la vestaglia e indossandola.
 Lo spinse dentro il mobile e richiuse l’anta.
Goten stretto e al buio cominciò a pregare, cosa sarebbe successo se lo avesse scoperto? Faceva male anche solo il pensiero e si ritrovò a battere i denti.

 

Continua…

 

Goten cosa mi combini? E perché scrivo così tanto su di te? Mmh…no, no stammi alla larga!

Io sono di Trunks ^^ hihihih…che follieeeee!!

Allora vi è piaciuto il capitolo? Si sta complicando la faccenda, ma come sapete io adoro questi casini ^^

Chissà se Vegeta scoprirà il Son e Valese come se la caverà sui monti Paoz?

Ringrazio i numerosi lettori e quelli adorati che lasciano il commento :

 

gaara love, LightAngel_93 (è un po’ che non ti sento Luca) Amina_chan,

 miss miyu 91, liri, sweetlove, Valese89, giada_chan, molly, nicichan, Ally,

goku4ever, heartprincipess, Usako89, sweet giulySs, Bra, xhennet, Demonmc.

Ma grazieee!! Sono felicissima che la ff vi piaccia, continuate a recensiere …

Ringrazio Nihal_N per i suoi consigli …TVTB

 

Ciao,  LORIGETA ^^

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Capitolo 5
*** La rabbia di Bra. ***


Una moglie per Goten.

 

 

 

 “Accidenti speriamo che non sia Vegeta alla porta, fortuna avevo azzerato l’aura e non dovrei correre rischi.” Goten non osava immaginare la reazione del principe se lo avesse scoperto completamente nudo in camera della figlia, solo per un attimo la mente fu sconvolta dalla visone dell’ orrenda fine che gli avrebbe designato.
Il mezzosangue cercò di rimanere immobile malgrado fosse claustrofobica quella nicchia buia e stretta, gli mancava l’aria chiuso dentro all’ armadio e i vestiti appesi alle grucce gli solleticavano il naso facendogli temere un’ improvvisa voglia di starnutire.     
“Sbrigati Bra …liberati dello scocciatore.” Pregò a mani giunte madido di sudore.
La ragazza indossò una vestaglietta color fucsia e in un baleno riuscì a sistemare le lenzuola del letto che avevano spiegazzato con i loro movimenti passionali.     
Con il cuore che le pulsava in gola aprì la porta e rimase sbalordita nel vedere il volto della madre che le sorrideva nell’oscurità.
“Ehm, Mamma?” presa in contropiede si impegnò a fingere un certo buonumore cercando di controllare la stizza che le ribolliva nel sangue.
“Disturbo tesoro?” chiese la donna con tono palesemente divertito, sicuramente doveva dirle qualcosa di importante e non stava più nella pelle.   
“No, vieni pure, stavo leggendo un libro.” la figlia le fece segno di accomodarsi e si scostò leggermente: provava un’ incontenibile desiderio di inveirle contro, se intendeva farle perdere tempo a raccontarle qualcuna delle sue geniali invenzioni aveva sbagliato serata, l’avrebbe liquidata in fretta e furia.
“Oh cara, sapessi mi viene troppo da ridere.” riprese a parlare la donna scotendo la testa,
“Ti consiglio di sederti, ho una notizia bomba.” continuò mentre lei la guardava perplessa senza capire.
“Una notizia? Non dirmi che papà ti sposerà finalmente? “ domandò Bra con sarcasmo mangiucchiandosi un’unghia, almeno si fosse decisa a raccontarle la news e poi avesse girato i tacchi, voleva tornare fra le braccia di Goten.  
“Ho appena parlato con Chichi, è furiosa! Sapessi cos’ha combinato il nostro playboy!”
La ragazza sbatté le ciglia frastornata, parlava di lui ovviamente.
“Goten? Cos’ha fatto?”  si appoggiò con la schiena al muro e sbiancò improvvisamente, si stava mettendo male, ma soprattutto le cedevano le gambe.
“Ti riferisci a lui vero?” quella domanda apparve inutile! E di chi altro poteva essere? Era del giovane viveur che di solito si spettegolava all’ora di pranzo o durante una pausa sorseggiando una tazza di te tra un pasticcino e l’altro.
L’argomento: vita senza troppe regole era tra i più gettonati come pure quello del suo hobby preferito o meglio correre dietro alle gonnelle.
“Stavolta l’ha fatta grossa o Kami che casino!”  sembrava che Bulma non riuscisse a smettere di ridere mentre la figlia quasi venne colta da un malore, si tormentò una ciocca di capelli e barcollò prima di riuscire a parlare.  
“Dimmi cos’ha fatto quel lavativo!” sbottò accecata dall’ira.
Se si trattava di qualche guaio con una donna giurò a se stessa di tagliargli le palle! Lo avrebbe evirato con le sue stesse mani.  
“Tesoro ti senti bene? Se viola in faccia!”  le parve strano che fosse così sconvolta, perché se la prendeva tanto per il Son? La vedeva agitata, ansiosa, arrabbiata.
“Raccontami tutto!” urlò la principessa colpendo il comò con una mano e facendo traballare i numerosi oggetti che v’ erano posti sopra.
“Porca la miseria sono rovinato!” Goten deglutì giacché grazie al fine udito aveva ascoltato ogni singola parola del loro discorso e adesso stava battendo i denti.
Come si sarebbe giustificato? Come poteva spiegarle che non amava Valese e non desiderava quel bambino senza passare per un essere spregevole!?
“Boh, eppure sono stato attento, ma come ha fatto a restare incinta? Non le sono mai venuto dentro.” Trasalì all’urlo che sopraggiunse dall’esterno, Bulma di certo l’aveva informata della tragedia, ora doveva prepararsi al peggio.
“NO che sfiga! Perché mia madre non tiene mai la bocca chiusa? Cosa le dico adesso?Dove la trovo una scusa che non sia patetica? E se fa qualche cazzata tipo aprire l’ anta dell’armadio e mettersi a urlare ? E se arriva Vegeta? Oh Dende dammi una mano sono nella merda fino al collo.”  poteva udire la sua voce spezzata dallo sgomento, dal dispiacere, dal dolore, stava per dare il via ad una scenata tremenda ne era certo.
“Mi dispiace piccola, io ti amo davvero e non volevo farti del male. Al diavolo ma perché è successa una cosa del genere? Io non voglio sposare Valese!” nell’oscurità di quello stretto nascondiglio Goten frenò a stento una lacrima, non poteva fuggire in eterno, prima o dopo avrebbe dovuto affrontare le proprie responsabilità.
“Che bastardo!Che schifoso! Che verme!”  folle di rabbia Bra aveva visto crollare tutti  i suoi sogni, la consapevolezza di essere stata ingannata le lacerava il cuore, quel maledetto doveva pagarla, aveva messo incinta quella smorfiosa e poi era venuto a cercare lei per fare l’amore.
Vendetta, vendetta, vendetta.  
La scienziata la fissò impensierita e si domandò cosa stesse succedendo.
Per quale motivo era così incollerita? Non si aspettava una simile reazione, possibile che fosse gelosa?
“Bra, dimmi la verità, cosa c’è tra te e Goten?”  la giovane rispose con impeto, le labbra strette e il volto ormai bagnato dalle lacrime.  
“E’ un bugiardo, un ipocrita, un maiale…lo odio!”  la donna sentì il cuore balzarle in gola, dunque c’era da preoccuparsi seriamente: era palese che la ragazza si fosse  innamorata di lui.
La principessa meditò per qualche istante, poi sulla sua bocca si delineò un ghigno inquietante.
“Dov’è papà?” chiese sottovoce.
“Mmmh…credo sia ancora ad allenarsi, oggi era piuttosto nervoso.” spiegò la madre cercando di non farsi prendere dal panico intuendo cosa volesse fare.  
Cosa stava tramando nella testolina azzurra? La vide uscire di corsa, rossa dalla rabbia e si fermò a sbirciare sulla soglia.
Come aveva supposto si stava dirigendo verso la camera gravitazionale!
“Ehi, cos’è tutto questo silenzio? Dove sono finite Bra e Bulma?” il Son non fu in grado di fornirsi una risposta, spinse leggermente la porta e osservò la stanza dalla fessura, la signora Brief aveva un ‘espressione preoccupata e con sommo terrore la udì pronunciare il nome del compagno.
Passò solo un attimo prima che il mezzosangue balzasse fuori dall’armadio e le strappasse un urlo.
“Go-Goten! Tu, tu ..dannatissimo depravato!” rapida come un fulmine, Bulma agguantò un vaso e gli centrò in pieno la testa facendolo vacillare.
A malapena lui respirava per l’imbarazzo, tentava di coprirsi la parte intima con una mano e con l’altra di afferrare i pantaloni per rivestirsi, ricordava di averli imboscati sotto il cuscino della poltrona. 
“Non è come pensi, giuro non abbiamo fatto nulla è solo un malinteso…”  magari gli avesse creduto, lo stava mettendo in difficoltà da tanto urlava, lo immaginava addosso alla figlia a fare i suoi porci comodi con il rischio di metterla incinta.
“Mi spiace di non aver più tempo per discolparmi, ma è meglio che vada, mi sembra di sentire dei passi.”  Veloce come la luce infilò i blue jeans, calzò le scarpe e si lanciò verso la finestra, ma si voltò prima di librarsi nelle tenebre e parlò a gran voce.
“Dille che l’amo da morire, che mi dispiace, sono sempre stato sincero con lei.”
“Sei un pervertito!” ringhiò Bulma , ma lui era già sparito nelle profondità del cielo.

 

 

**********

 

Volavano velocissimi nella quiete della notte uno affianco all’altra, percepiva  nettamente quanto fosse adirato, avevano perlustrato varie volte la pianura fino ai grandi laghi e ora sembrava intenzionato a dirigersi verso la distesa oceanica seppure fosse molto tardi e le forze cominciassero ad abbandonarli.  
“Trunks, ascolta!”  gli aveva urlato facendolo trasalire, ma in fondo non c’era bisogno di ridursi in quello stato, Pan allungò una mano e strinse la sua camicia gonfia d’aria.
“Cosa c’è? Hai visto qualcosa?” domandò lui diminuendo la velocità e scrutando verso il basso la vasta distesa popolata solo da ombre.
“Sì! Ho visto te e sei esausto e anch’io lo sono. Fermiamoci un po’ a riposare.”  Si portò in avanti e gli sbarrò la strada allargando le braccia, Trunks riuscì a bloccarsi ad un centimetro da lei, ansante.  
“Pan, non sono stanco, voglio trovarlo quel vigliacco, la deve pagare.”  la ragazza fece una smorfia e mise le mani avanti, gli sfiorò il torace sudato, un brivido le risalì la schiena, ma anche una frustrazione insopportabile.
“Ti piace vero?” gli lanciò un occhiata maliziosa ma poi si morse la lingua, come aveva potuto fargli una simile domanda? C’era solo una spiegazione plausibile: necessitava di lui come l’aria e se le avesse risposto di sì? Sarebbe soffocata?
“Chi mi piace? Tuo zio?” bene, adesso la buttava sullo scherzo, ma forse era meglio così, con un gesto affettuoso le scompigliò i capelli.
“Non è divertente caro mio presidente, io intendevo l’oca. L’oca ti piace?” ed  eccola Pan Son trasformata in un concentrato di pura acidità, stentava a riconoscersi, lo stava mettendo in imbarazzo, la fissava sbalordito.
“Pan!” le sue parole allusive lo avevano innervosito.
“Ti riferisci a Valese? Sarebbe lei l’oca?”  chiese seccato e lei disperata e incurante della possibile conseguenza  gli sbottò contro esibendo il bel caratterino.
“Oh andiamo Trunks sembra che caschi dalle nuvole! Dimmi se esiste una più scema di lei in tutto il pianeta, ti sfido a trovarla!”  il mezzosangue aggrottò le sopraciglia. Sul volto apparve un’espressione contrariata.
“Per amor del cielo non dire sciocchezze, quella ragazza è adorabile, un po’ timida forse, ma non certo tonta.”  Pan scosse la testa facendo segno di no, avrebbe voluto prenderlo a schiaffi, ma non intendeva risultare ridicola, piuttosto si sarebbe impegnata a smascherare ogni difetto della futura zietta.    
Alzò lo sguardo per scusarsi, era infelice ma poco importava, perlomeno poteva cercare di non passare per un’ isterica.  
“Vuoi davvero passare tutta la notte a cercare zio Goten?”  lo guardò intensamente, il colore così azzurro dei suoi occhi la fece impallidire, accadeva da anni ormai, aveva passato interi pomeriggi a fantasticare di essere fra le sue braccia.
Nessuno sapeva quanto fosse coinvolta, il desiderio che teneva confinato nel cuore, una voglia dolceamara compagna di lunghe notti insonni.
Non poteva fare a meno di amarlo, si strinse nella tuta, stava tremando.
“Pan, ti senti male? Sei così pallida, forse hai ragione scendiamo e riprendiamo fiato.” la giovane attese che le facesse strada, discesero lentamente verso la pianura, il subconscio le riportava in superficie immagini del passato, ricordi piacevoli, altri meno, ma sempre intensi, il cuore le batteva forte.     

 

Continua …

 

 

Wew ciao ^^ dopo tanto tempo sono riuscita ad aggiornare questa fic XD spero che a qualcuno interessi ancora …

Comunque vorrei precisare che  ho intenzione di concludere tutte le mie storie …non so come ne quando, ma ci riuscirò …^_-

Passiamo ai ringraziamenti :

 

derty lamp, Goten87, xhennet, giada_chan, liri, Laia 92, nicichan, molly, Bra, miss miyu 91, Matteo.

Purtroppo mi rendo conto che la sezione Dragon Ball sta perdendo sempre più lettori, tanti sono attratti da Naruto …altri si sono semplicemente stancati ..beh mi dispiace ^^ voi resistete! Rimanete qui!

 

Dopo questa  vi saluto …

 

Un bacio grande,

LORIGETA ^^

 

 

 

 

 

 

 

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