Rendimi felice ancora una volta, canta per me.

di margaree writes
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** epilogo ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


Capitolo 1



Kurt Hummel era il nobile e stimato principe del regno di McKinley a ovest delle lande. La sua dinastia aveva regnato per secoli e lui ne era l’orgoglioso e deciso principe discendente. Dopo la morte di suo padre aveva rimodernato il castello e rinnovato il personale perché le mura risentissero del nuovo regnante e fino ai regni vicini si sapesse che il castello Hummel era rispettabile poiché all’avanguardia. Non aveva preso moglie, anche se aveva sia l’età propizia sia che nel regno vi era la necessità di un regno stabile e sicuro. Il principe Hummel era un uomo esigente e il fatto di pretendere sempre il meglio non lo faceva avvalere di consiglieri. Quello che non sapeva e che ogni principe che si rispetti non doveva sapere era che la corte era stufa dei suoi continui “cambi di stagione” che richiedevano tende nuove in finestra, lenzuola e coperte a tono in ogni stanza  e il cambiamento di dita stagionale per tutto il castello . il principe Hummel adorava lo spettacolo e ogni sette giorni si svolgevano a corte spettacoli diversi e con stili sempre originali. Se lo spettacolo era la grande passione del principe ne era anche la sua pecca perché dopo aver soddisfatto le sue voglie artistiche più impensate ritornava giù di morale. Non per tutto l’oro che spendeva in questa passione. Perché (è bene dirlo) al castello Hummel l’oro non veniva a mancare mai. Ma perché ormai aveva visto di tutto e ascoltato innumerevoli tonalità vocali e non trovare più nulla di esaltante lo stressava.
Per superare lo stress non bastavano le sue interminabili passeggiate per tutto il castello che si erano estese ai confini dell’enorme lago o i suoi continui cambi di abito che davano l’impressione non di trovarsi in un castello ma in un granaio, con vestiti al posto di sacchi di grano. Il principe vedeva un oblio di fronte a sé e se non fosse riuscito a trovare la sua musa il regno sarebbe stato trascurato e questo lo impensieriva di più portandolo a trascorrere le sue pause dalle passeggiate e dai cambi d’abito nelle cucine reali dove lo vuotare le dispense reali e le continue taglie in più del suo girovita lo stavano portando all’esasperazione.
Se era contegno quello che mostrava di fronte ai sudditi e visitatori, la tristezza più buia annebbiava il suo animo e giorno dopo giorno era destinata a non finire.
“Mio caro sire.” Diceva a Sir William. “Credo che tra non molto dovrò dichiarare banca rotta e chiudere il castello.” A sir William era concesso di cacciare nei vasti boschi del regno poiché il principe considerava questo sport uno spreco di tempo ed energie.
“Voi, maestà” Gli rispondeva sir William. “Siete solo un po’ giù di morale. Dovete solo aspettare la fanciulla che aprirà il vostro cuore e la vostra mente. Solo allora potrete vantare di una gioia assoluta ed eterna. “
“No. Caro sir William. Voi divagate.” Continuava a dire il principe. “E questo è conseguenza del fatto che il vostro è un matrimonio agli inizi con una fanciulla bella (solo per ora) e dotata. Non spero nella vostra fortuna ma faccio tesoro dei vostri consigli.”
Non solo i discorsi con sir William in fatto di prendere moglie finivano ad un punto cieco ma anche quelli intrattenuti con chiunque a corte. E se per il principe era una sofferenza parlarne, dover sopportare i colloqui fissati con le principesse dei suoi non meno che odiati consiglieri era uno strazio.
“principe Hummel. Oggi la principessina Lopez ci verrà a trovare nel primo pomeriggio. Prima i quanto avessimo sperato.” Disse un giorno un consigliere. “Le assicuro che ha scelto sua maestà come primo colloquio ufficiale.”
Alla notizia di quell’ennesima sofferenza il principe si recò nelle sue stanze dove fissando il sole sperò che esso non calasse oltre lo zenit così  da non dover sopportare il tremendo colloquio. Nonostante ciò un’ora prima convocò i suoi servi per rendersi presentabile e pronto a svolgere i suoi oneri. L’arrivo della principessa Lopez non tardò ad arrivare (come tutte le cose spiacevoli) e il principe si sedette sul suo trono per accoglierla. A primo impatto la principessa Lopez era di bell’aspetto con la pelle ambrata e gli occhi ovali e scuri quanto i suoi capelli corvini. Se tutti i sudditi si erano prostrati di fronte a tanta bellezza il principe non aveva battuto ciglio e aveva continuato a guardare la tappezzerei immaginandovi un nuovo design.
“principe Hummell. Mi presento sono Lady Lopez.” Cominciò la principessa.
Il principe diede un cenno di assenso col capo, anche se non avrebbe voluto farlo perché la principessa continuò a presentarsi elogiando tutte le sue caratteristiche con un tono sempre più altezzoso e irritante. Il principe continuò a fare finta di ascoltarla concentrandosi invece su quale veste avrebbe indossato per la cena. Quando la principessa ebbe finito di parlare si avvicinò al principe e gli mostrò la mano, segno che i consiglieri l’avevano informata di una passeggiata all’insaputa del principe stesso. Maledicendo ognuno di essi e ripromettendosi di licenziarli in massa. Allora si alzò dal trono pronto ad affrontare l’interminabile e scomoda passeggiata con la nuova conosciuta e dall’ego smisurato principessa. Il principe non aveva ancora deciso l’età in cui sarebbe stato pronto per il suo matrimonio e nemmeno se avrebbe scelto una principessa. Questo e il fatto e il fatto che la mancanza di una donna al suo fianco non lo scombussolassero affatto rispetto alle sue viziose abitudini era ignote alla corte.
Quando la notte il principe poté tornare al suo letto pianse, perché la solitudine che cresceva sempre più nel suo cuore lo stava facendo soffocare. Tra le lacrime si addormentò. 
 
Il mattino dopo il principe si svegliò con il suo solito umore e decise di recarsi nelle cucine per vedere se le pietanze erano pronte o se doveva licenziare gran parte dei suoi cuochi. Mentre camminava, non si era accorto  di essersi svegliato molto presto e nemmeno di avere ancora addosso le vesti della notte. Di questo diede la colpa agli ultimi avvenimenti avvenuti e decise comunque di recarsi alle cucine, sperando che i cuochi fossero mattinieri quanto lui. Con sua grande sfortuna le scale che conducevano alle cucine erano vuote ma decise lo stesso di proseguire dicendosi che si sarebbe accontentato (controvoglia) dei dolci avanzati la sera prima.
Poi qualcosa prima che scendesse l’ultimo gradino cambiò radicalmente il suo umore: una voce celestiale, come di un usignolo che riecheggiava per tutte le cucine. Il principe ebbe un fremito, tutto quello che aveva sempre cercato era a pochi passi da lui. Non ci volle molto ad intercettare da dove veniva la voce: un servo chino sul pavimento che lucidava le preziose piastrelle e per alleggerire il suo gravoso compito aveva deciso di cominciare a cantare.
Il principe rimase ad ascoltarlo sperando che mai si girasse e ai interrompesse quello spettacolo. Pur troppo le sue speranze si infransero poiché appena il servo ebbe finito di pulire la zona che lo circondava si alzò per cambiare posizione. A quel punto i suoi occhi incontrarono quelli del principe e dopo aver fatto un goffo inchino borbottò qualcosa simile ad un buongiorno per via dell’imbarazzo.
“Tu saresti?”  chiese incuriosito il principe. Il suo sguardo non smetteva di posarsi sugli occhi del giovane i quali erano di un colorito marrone definito ma quando la luce penetrò dalla finestra diede loro una tonalità vede, cosa che fece sussultare il principe.
“Blaine Anderson, altezza. Al vostro servizio.” Rispose il giovane cercando di controllare il proprio nervosismo.
“devi essere un nuovo acquisto.” Sentenziò il principe cercando di mantenere il suo contegno.
“sì, altezza.”
“hai un’occupazione fissa in queste cucine?”
“No, altezza.”
“Sapresti, per grazia, portarmi del dolce dalla dispensa?”
Come preso da una scossa il giovane cerco si mosse verso la dispensa dove cercò di mettere insieme dei pasticcini per portarli al principe.
“Mio principe!” disse, dopo averli posati sul tavolo. Dopo aver preso il primo pasticcino il principe cominciò a studiare il servo. Era di bell’aspetto con delle ampie spalle e muscolose braccia. Il principe si soffermò sulle sue mani.
“Fa vedere che mani.” Disse con il suo tono altezzoso.
Il ragazzo strofinò le mani sul grigio vestito che indossava per renderle più presentabili, sperando che il gesto non avesse peggiorato le cose.
Il principe le prese tra le sue e cominciò ad osservarle, soffermandosi sulle numerose vesciche e sui tagli che le decoravano.
“Non sei adatto a fare lavori manuali.” Sentenziò il principe.
“Quando c’è da trovale lavoro qualsiasi cosa va bene.”
“Hai mai provato a fare l’artista?”
“Mio principe so che lavori come questo richiedono fortuna e la fortuna e quella che viene a mancare di più in tempi come questi.”
“allora credo di trovarmi davanti a quello che definisco talento sprecato. E io odio gli sprechi artistici, come la moda di cattivo gusto per cui da oggi fino alla fine dei tuoi giorni la tua occupazione sarà l’intrattenimento a corte. A meno che tu non voglia lasciare il regno nell’immediato.”
Il ragazzo rimase a bocca spalancata. Mai avrebbe immaginato che la sua vita avrebbe avuto una svolta così radicale. Si era sempre visto come l’eterno servo alla mercé di qualcun altro che lo comandava si pulire il meno o il più ed era pronto a sbatterlo via da un posto all’altro. E non aveva mai avuto un posto fisso dove stare, era sempre stato proprietà del più e del meno ed essere libero era la sua più grande aspirazione, era arrivato al castello come sguatteri poiché cacciato dal precedente posto e mai avrebbe immaginato che sarebbe potuto diventare un’artista di corte.
Dopo aver osservato la finestra e ringraziato il cielo per aver rimandato le pulizie del giorno prima a quella mattina fece un inchino al r principe e gli sorrise in cenno di assenso.
“Molto bene.” Cominciò il principe. “ Da oggi in poi alloggerai in una delle stanze dell’ala est del palazzo, sarai sistemato e vestito decorosamente. Fece una pausa per dare uno sguardo alle povere vesti del ragazzo. “ Ed ogni fine  settimana allieterai la cena del tuo principe con brani di tua scelta. Potrai avvalerti dell’orchestra reale che da ora in poi sarà ai tuoi ordini.”
Se il fatto di avere un incarico decente aveva rallegrato Blaine il fatto che potesse disporre di un gruppo di persone al suo servizio lo estasiava. Con questi pensieri seguì il principe che corridoio dopo corridoio lo precedeva nella sala grande. Arrivati lì il principe suonò il campanello e un tris di servi si affrettò a soccorrerlo.
“Alla buon ora.” Sentenziò il principe alla serva più anziana. “Da questo preciso istante tu ti occuperai di questo giovane, lo laverai, vestirai con dei vestiti appropriati e gli consegnerai una delle camere ad est. Poi dirai ai tuoi paggetti di preparare il mio vestiario per la giornata e di chiamare dama Berry per farla arrivare nelle mie stanze.”
Detto questo con fare altezzoso raggiunse le sue stanze e si sdraiò sul letto felice della parte di giornata appena passata e ottimista per quella che rimaneva.
 
“Mio principe! Chiamò Rachel Berry appena ebbe raggiunto la stanza reale. “ Mi avete fatto chiamare?”
Il principe si girò verso di lei e la fece sedere,
“Ho fatto una coperta incredibile.” Disse lentamente.
Gli occhi della dama brillarono. “sono tutta orecchi.” Disse con un fremito nella voce.
“Si chiama Blaine Anderson. Ed ha la voce più bella che abbia mai sentito. È quello che ho sempre cercato.”
“Sono felice per voi.”
“E sta sera lo farò esibire. Voglio che tu ci sia. Devi sentirlo. È qualcosa di favoloso.”
“Sicuro che non sia solo la sua voce ad essere bella.”
Il principe le fece una piccola smorfia.
“Non vedo l’ora di vederlo.” Disse dama Rachel.
“Ti devo chiedere un’altra cosa.”
“Mi dica pure.”
“È nuovo a corte. (comprenderai perché). Alloggia in una delle stanze a est in questo momento. L’ho scoperto questa mattina mentre mi recavo in cucina per… uno… spuntino e ne sono rimasto estasiato. Non credo che conosca quella che realmente è la vita o l’atteggiamento di corte e voglio affidarlo a te. Credo che nessuno meglio di te possa essere una buona mentore. Spero sia pronto per sta sera.”
“Lo farò, mio principe.” Disse con un sorriso dama Rachel. Vedendo che la discussione non proseguiva si alzò, fece un inchino e si diresse fuori dalla stanza.
“Rachel!” la fermò il principe. La dama sorrise. “Sta sera siederai vicino a me.”
Dama Rachel sorrise di nuovo. “Grazie Kurt.”
 
Dama Rachel arrivò alla stanza di Blaine e lo trovò immerso nella vasca che giocava con l’enorme schiuma che aveva prodotto. Diede un colpo di tosse per annunciarsi.
Blaine sobbalzò.
“Sono Rachel Berry.”
“Non è questa la situazione ideale con cui mi presento a qualcuno.” Rispose Blaine.
“Speravo mi dicessi il tuo nome.”
“Blaine Anderson.”
“Molto bene. Quando avrai finito di fare brodo lì dentro ti spiegherò come porti a sua maestà e cosa indossare per allietare la cena.”
“allietare la cena?”
“Hai capito bene.”
“Ma sapevo queste cose si svolgessero solo nei week end.”
Rachel sbuffò. “Sua altezza mi ha chiesto di prepararti per sta sera e per sta sera tu sarai pronto.”
Gli diede qualche minuto perché uscisse dalla vasca e si vestisse mentre era rivolta vesto la finestra e poi riprese: “è mezzodì, tra un po’ ti arriverà la colazione. Dopo di che..”
Non potè finire perché Blaine la interruppe. “Come? Arriverà fino a qui il mio pranzo?”
“sì ragazzo! O dove tu vuoi ti venga portato.”
“Direttamente dalle cucine?”
“Se adesso hai finito con le domande sciocche posso illustrarti cosa dovrai fare per sta sera.”
Blaine non diede molto ascolto alle parole della dama . era troppo ammaliato dai vestiti che indossava. Per lui era una novità indossare vestiti completi o coordinati e per di più aveva fatto il bagno a metà mattina. Dopo essersi ancora sconvolto per il fatto che avrebbe ricevuto pasti nella sua nuova e smisurata camera si sedette sul suo enorme letto sperando che quello non fosse un sogno, troppo bello per poter finire. Mentre dama Rachel continuava a stra-parlare sulle usanze a corte Blaine pensò alla sua famiglia che aveva lasciato a miglia di distanza e al fatto che lo avesse sempre guardato in cattivo modo per via della sua fame di avventure. Blaine era un ragazzo intraprendente, questo e il fatto che la sua famiglia lo stesse soffocando gli avevano dato la forza per lasciare tutto e recarsi verso terre sempre diverse. Il dover cambiare sempre posti dove stare non lo aveva dispiaciuto ma adesso la sua nuova e lussuosa posizione non l’avrebbe cambiata per nulla al mondo.
Riuscì a distrarsi dai suoi pensieri per ascoltare le ultime parole sella dama che aveva davanti.
“E il tuo cambio d’abito ti sarà portato un ora prima un’ora prima della cena.”
“Cambio d’abito? Perché, questi che ho adesso come vanno?”
 
Niente più di quella cena lo aveva messo in agitazione. Blaine sobbalzava per ogni frastuono e prima di entrare nella gigantesca sala le gambe gli tremavano. Il fatto che il principe avesse deciso di accoglierlo con un applauso suo e di tutta la corte non aveva migliorato le cose.
“Il signor Blaine questa sera ha acconsentito a deliziarci con la sua voce,” cominciò il principe “Concorderete con me quanta fortuna abbia avuto ad ingaggiarlo.”
Blaine trasse un profondo respiro e quando la musica iniziò chiuse gli occhi e smise di pensare a dove si trovava e con chi vi si trovava. Iniziò a cantare.
Quando ebbe finito il principe si alzò e lo applaudì e così fece l’intera corte.
“Che cosa ti avevo detto?” affermò il principe a dama Rechel.
“Avevate ragione. È qualcosa di fantastico. Ascolterei la sua voce non solo per utta la sera ma per il resto dei miei giorni.”
“Sono d’accordo con te.”
“inoltre è davvero attraente. Uno spettacolo sia per le orecchie che per gli occhi.”
Quando la serata fu terminata il principe si recò nella stanza di Blaine che stava cenando. Appena Blaine vide il principe smise di mangiare e si alzò.
“Questa sera sei stato impeccabile.” Disse il principe.
“grazie mio principe.” Rispose Blaine.
“per domani ci aspetta una passeggiata mattutina al seguito della quale pranzeremo.”
“Io e lei, mio principe?”
Il principe non considerò la domanda e si allontanò aggiungendo. “abbi cura di essere pronto per le 9. E dormi sta sera, non facciamo che diventi un peso.”
Blaine rimase più cotto che crudo ma decise di non meravigliarsi più per quello che gli sarebbe accaduto e ricominciò a mangiare.
 
Il mattino dopo dama Rachel si svegliò di buon ora per recarsi nella stanza di Blaine e organizzare la sua mattina. Ancora una volta lo trovò nella vasca a far volare la schiuma di sapone. “Spero che per te non diventi un’abitudine farti trovare in questo stato.” Disse.
“Spero che per te non diventi un’abitudine irrompere nella mia stanza.”
“Vedo che stai diventando impertinente! Comunque sia per sta mattina devi andare a fare una passeggiata col principe e poi…”
“Lo so già.” La interruppe.
“Lo sai?”
“Sì. Me lo ha detto il principe ieri notte stesso.”
“È strano che comunichi qualcosa lui stesso. In ogni caso… vedi di essere veloce. Sai già cosa indossare?”
“Quello che ho indossavo ieri va ancora bene.”
Dama Rachel si sforzò di non sbuffare e alzò gli occhi al cielo. “Quando sei da solo puoi vestirti come vuoi ma di fronte al principe devi dimostrare un certo gusto per ciò che indossi. Grazie al cielo oggi sarà Brittany ad aiutarti, io ho meglio da fare che badare a te.”
Appena fu andata via la biondina che aveva portato con se mostrò a Blaine un enorme sorriso e gli porse la mano. “Sei stato davvero bravo ieri sera. Non riuscivo a smettere di ascoltarti. Io non faccio parte della corte. Oh no. Però ero vicino alla sala e non ho riuscivo, davvero, a smettere di ascoltarti.” Detto ciò gli porse un enorme asciugamano e aprì l’armadio per scegliere i vestiti. “Credo che al principe piaccia il verde. Anzi, lo adora.  In oltre questo è un colore che, sono sicura, ti donerà molto. Guarda questa veste! E questi pantaloni…”
Così continuando lo aiutò a vestirsi e a fare colazione e ad accompagnarlo alle porte del palazzo commendando ogni singola cosa che vedeva. Quando Blaine si ritrovò di fronte al principe gli mostrò un inchino. Brittany fece lo stesso e se ne andò.
“Vedo che hai fatto la conoscenza di Brittany.” Disse il principe.
“Si, mio principe. Una ragazza che non da prezzo alle parole.”
Il principe sorrise e gli indicò la strada. “questa mattina andremo a cavallo.” Disse. “Tu sai andare a cavallo?”
“Mio principe, con i tempi che corrono se non si sa fare qualcosa si viene tagliati fuori.”
Il principe annuì alla risposta.
Durante la cavalcata Blaine rimaneva sempre più estasiato della foresta vicino al castello e vedendo questo il principe disse: “ Vedo che non hai mai visto un posto come questo.”
“È il regno più bello che abbia visitato.”
“Grazie ragazzo.” Dopo un po’ il principe riprese a parlare. “ Dei sapere che non mi piace solo la musica ma anche le belle storie. Parlami di te. Qual è la tua storia?”
“Non è niente di avvincente, mio principe.”
“Sono sicuro che ti sbagli. Quali posti hai visitato? Quali persone hai conosciuto? Cosa ti ha affascinato o disgustato? Comincia.”
Blaine si ritrovò a parlare di se stessi per la prima volta, da quando aveva lasciato casa, parlò di quanto fosse stato felice di lasciare la sua casa. Di quanti boschi avesse dovuto superare prima di arrivare alla sua prima fermata e quanti lavori avesse fatto per assicurarsi un pasto e un posto dove dormire di come erano ben diversi gli usi ed i costumi da regno a regno e di come ogni regnante credesse che il proprio regno fosse migliore degli altri.
A questo punto pensò di essersi spinto troppo oltre ma la risata del principe lo rassicurò.
“Sapevo che la tua sarebbe stata una storia affascinante. Sono felice che tu me l’abbia raccontata.” Disse il principe. “adesso però dobbiamo tornare al castello per la colazione e non mi sono ancora cambiato d’abito.
Dopo aver cavalcato ancora un po’ Blaine parlo. “Mio principe?”
“parla.” Disse l’altro.
“anche a me ha fatto piacere raccontarle la mia storia.”
Il principe sorrise e proseguì per il castello.
 
Il principe aveva cominciato a trovare sempre più piacevole la compagnia di Blaine e vederli assieme era diventata un’abitudine. Blaine da parte sua, non si lamentava affatto delle passeggiato col principe nelle quali la loro amicizia diventava sempre più solida.
 
 
To be continued

 
 
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Questa è la prima ff che scrivo e ho deciso di farla su questo fantastico telefilm. Comunque sia in questo primo capitolo ho presentato Blaine come lo vedo io: con una voce fantastica in gradi di stregare tutti. Perché è anche la verità v.v
Spero il capitolo vi sia piaciuto e se non vi è piaciuto potete dirlo liberamente scrivo qui perché non mi conoscete e potete dire quello che vi passa per la testa.
Aggiornerò o il prossimo week end o quando la scuola mi darà un po’ di corda.

Sempre vostra
Mary

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Capitolo 2

 
 
Un giorno, dopo essere stato con i consiglieri per una riunione il principe andò di corsa nelle stanze e diede ordine di non farsi raggiungere da nessuno.
Blaine capendo che qualcosa fosse successo, ignorò l’ordine e senza farsi vedere riuscì a raggiungere le stanze del principe. Era sdraiato nel suo letto. Le lacrime gli scorrevano lungo le guancie arrossate  e gli occhi verde-azzurro erano velati.
“mio principe.” Chiamò Blaine.
“speravo venissi.” Disse il principe, mettendosi a sedere.
“mio principe, odio vedervi in questo stato. Cosa è successo?”
Blaine si sedette accanto a lui.
“sono cose che tu è meglio non sappia. Dolori e doveri che solo un principe deve sopportare.”
“mio principe. Sono io. A me può parlare.”
Dopo un respiro profondo il principe parlò: “I consiglieri pensano che il regno necesiti di una regine per conferire stabilità. Ma io no mi sento pronto a prendere moglie. Non so se mai sarò pronto a prendere moglie. Non so nemmeno se mai avrò a cuore una donna. Cerco sempre di sviare tutto. E questo anno dopo anno continua a giovare sull’idea che il regno si fa su di me. Ecco. Sono queste le preoccupazioni del tuo stupido principe.”
“Non penso che lei sia stupido.” Intervenne Blaine.
“Ripeti?”
“non trovo che… Lei è solo stanco della pressione che le hanno messo addosso e non potrà mai sapere qual è l’immagine che il regno si è fatto su di lei se non lo vede con i suoi occhi.”
“non capisco.”
“Venga con me. Prenda un po’ d’aria fresca. La porto al villaggio.”
“al villaggio?” il principe aggrottò la fronte. Si asciugò le lacrime, che finalmente avevano smesso di scorrere e si mise a sedere.
“Sì mio principe. Si stupirà lei stesso di quanta gente affascinante lo abita.”
“Non sono mai stato al villaggio. Ma dato che questa è una bella giornata lo farò. Chiama qualcuno faccio organizzare la carrozza e preparo i miei vestiti.”
“principe??”
“Dimmi!”
“forse lei non ha afferrato il punto del discorso.”
“allora sarai tua a spiegarmelo.”
“Non si sfogherà mai se viene con la carrozza e tutti i paramenti. Venga con me dal portone di servizio. Si camuffi. Solo allora potrà parlare in confidenza col popolo e sapere le loro idee.”
“Camuffarmi?” chiese il tutta stupito. Guardando Blaine come se fosse pazzo. “Passare per uno di loro? Entrare a contatto? Per lo più no n sono mai sceso al villaggio. Chissà da chi è abitato.”
Blaine alzò gli occhi al cielo poi guardò il tutta e gli fece un sorriso rassicurante. Il tutta si calmò e disse: “Per la prima volta nella mia vita nella mia vita devo affermare: sono ai tuoi comandi.”
 
Blaine andò a recuperare alcune vesti che aveva indossato prima del suo servizio a corte, rifece il tragitto e le portò dal principe. Dapprima il tutta non fu molto entusiasta di indossare qualcosa che fosse tanto sgualcito, ma l’idea di lasciare il castello almeno per un giorno era troppo allettante. Si svestì e indossò quelle vesti,. Poi si mise di fronte allo specchio per ammirarsi.
“ siete impeccabile lo stesso, principe.” Disse Blaine.
Il principe sorrise in risposta.
Il tragitto per il villaggio non era molto lungo ma dovettero prendere molte vie secondari per non essere visti. Quando arrivarono al villaggio, lo trovarono in piena attività, tutti i sudditi stavano gestendo il mercato che occupava il villaggio dall’ingresso fino alla zona centrale.  Il principe affrettò il passo per vedere cosa fosse tutto quel movimento e non poté non rimanere meravigliato da tutto quello che stava accadendo. Gente da ogni dove comprava e vendeva o scambiava la propria merce per averne dell’altra. Rimase particolarmente colpito da quei venditori che a squarciagola annunciavano la propria merce. “È normale che gridi così?” chiese a Blaine.
“Sì, principe.” Rispose Blaine. Senza nascondere un sorriso diverto a come il principe fosse rimasto ammaliato da tutto quello che aveva intorno.
Dopo che ebbe girato intorno per essersi assicurato di aver visto proprio tutto il principe si avvicinò a un fruttivendolo per ammirare tutti gli svariati tipi di frutta e verdura che stava vendendo.
“Salve giovanotto! Sei interessato a qualcosa?” disse il venditore vedendo che il principe stava fissando maliziosamente delle fragole.
“Come dite messere?!” chiese il principe.
Il venditore rimase straniato da quella risposta e prima che potesse ribattere Blaine prese da parte il principe.
“Mio principe, forse non dovreste usare qui lo stesso linguaggio che usate a corte.” Suggerì Blaine.
“Dici?” chiese il principe. Blaine annuì. “hai ragione. Allora, forse nemmeno tu dovresti chiamarmi principe.”
“E come dovrei chiamarvi?”
“Ho anche un nome!” rispose il principe guardandolo come se fosse ovvio.
Il principe tornò alla bancarella e si riavvicinò alle fragole. “Avrei dovuto portare delle monete.” Disse.
“Oh ragazzo!” esclamò il venditore. “Mi stai simpatico. Prendi pure ti faccio una regalo. Oggi mi è nata una bambina e dovrebbe essere festa per tutti!”
Il principe sorrise. Prese un cesto di fragole e si allontanò con Blaine che rideva del suo sguardo meravigliato.
“è stata una persona veramente deliziosa.” Disse il principe . “come queste.” Poi il principe si fermò e fisso Blaine. “Ne vuoi una?” gli chiese.
Blaine si sentì smarrito e non seppe cosa rispondere. Prese a guardare il principe aspettando chele parole gli venissero. Il principe stufo di aspettare prese una fragole  e gliela portò alla bocca. Blaine andò per prese la mano del principe  che racchiudeva la fragola e le diede un morso. Al contatto i loro occhi si incontrarono e dopo un flebile sorriso guardarono in direzioni opposte. Il principe tolse la mano e riprese a camminare.
“Kurt?” chiamò il principe dopo un po’. Soffermandosi sul modo in cui lo aveva chiamato.
“Dimmi!” rispose l’altro.
“Conosco un posto qui al villaggio che ti piacerà sicuramente. È il mio preferito.”
Il principe sorrise. “Fammi strasa.”
Blaine lo superò e si diresse nel cuore del mercato dove era radunata una folla attorno ad una fontana. Stava battendo le mai a ritmo di musica seguendo il ritmo di una piccola orchestra improvvisata. Piano piano persone a due a due si prendevano per mano e cominciavano a ballare. L’atmosfera era festosa.
“Che cosa incantevole.”  Disse il principe.
“So di per certo che è ancora più incantevole ballare.” Disse Blaine.
Il principe ebbe un attimo di smarrimento. Blaine ne approfittò, prese le sue mani. Regalò le fragole che teneva ad una ragazzina e lo portò vicino alla musica dove seguendo il ritmo cominciarono a ballare. Ad un tratto i pensieri che si annidavano nella mente del principe svanirono come le nuvole dopo un temporale. Si lascio cullare da quella musica come se la ballasse da una vita e come se la ballasse con Blaine da una vita e non poté fare a meno di pensare che lui era un ottimo ballerino ed era grato per avergli fatto scoprire quell’angolo di paradiso.
Quando la musica cessò e le persone cominciarono a sparpagliarsi i due si sedettero sul bordo della fontana per riprendere fiato.
Il principe fissò il cielo era già ora di pranzo e avendo fame si rivolse a Blaine. “avremmo dovuto portare delle monete! È ora di pranzo e comincio ad avere fame.”
“sta tranquillo. Prima di venire al castello lavoravo in una taverna. Appartiene ad una donna deliziosa che sono sicuro ci offrirà il pranzo. Seguimi.”
“Trovo che tua sia troppo ottimista.”
“e io trovo che lei si sta preoccupando troppo.”
Il principe decise di non ribattere e lo seguì. Raggiunsero un locale con una scritta in legno. Appena furono entrati una donna alta e sorridente fece loro segno da lontano. Poi raggiunse Blaine e lo abbracciò. “Blaine! Ragazzo mio! Da quanto tempo non ti fai vedere! Cominciavo a pensare che ti tenessero rinchiuso. Come vanno le cose al castello? Ti trattano bene non è vero? Mi sentiranno se è il contrario.”
Blaine sorrise. “tranquilla. Sto benissimo. Lavoro a corte con qui…” si girò verso il principe. “ il mio amico Kurt.”
“Ha lo stesso nome del principe.”
Blaine arrossì della sua stupidità nel non aver inventato un altro nome. “Coincidenze.”
“Perché non vi sedete? Vi faccio portare qualcosa.”
Blaine prese leggermente il braccio del principe e lo condusse ad un tavolo per sedersi.
Dopo un po’ la donna portò loro due enormi piatti carichi di patate e carne e li posizionò davanti ognuno di loro. Poi si sedette ad osservarli.
“È qui che dovremmo mangiare?” chiese il principe.
Blaine rise per non far sembrare la domanda equivoca e la donna lo seguì.
“Hai detto che lavorate a corte?! Deve essere una cosa bellissima!” disse la donna. I due sorrisero scambiandosi un’occhiata complice. “Come vi trovate?”
“non ci lamentiamo.” Rispose Blaine.”
“Dicono che il principe e nevrotico e schizzinoso. Cambia d’abito ogni ora.”
Il principe arrossì e prima che potesse rispondere Blaine lo fece. “Nevrotico? No affatto. Schizzinoso? Quale reale non lo è? In quanto a cambiare abito ogni ora vi sbagliate. Lo fa ogni 15 minuti!”
La donna e Blaine risero. Il principe si unì a loro sforzandosi e quando la donna si alzò per badare al locale si scagliò contro Blaine. “Ogni 15 minuti?? Sei serio? Così non aiuti per niente!” gli disse arrabbiato.
“Stavo solo scherzando.” Si giustificò Blaine.
“Scherzando? Adesso quella donna che cosa starà pensando su di me? Quando ritorna lascia che sia io a parlare.”
Blaine annuì.
La donna tornò con due boccali di birra. Mentre Blaine cominciò a bere subito il principe guardò incerto il boccale e lo odorò.
“Non ti piace questa roba?”
“No signora.” Rispose lui.
“Tu da dove vieni?”
“Io. Sono sempre stato al castello. Mio padre… lavorava là e quando è morto ho preso il suo posto.”
“Deve proprio piacerti il tuo lavoro.”
“Insomma. Non lo adoro e a volte non vorrei proprio farlo. Ma penso: se non sono io a farlo chi può? Qualcun’altro potrebbe farlo peggio.”
La donna sorrise. “Quando ero giovane mia madre lavorava per il castello e andavo molto spesso la.” Disse.
“allora dovete aver conosciuto il principe.”
“sì solo una volta.. qualche anno fa. Quando era piccolo. Un cosetto minuscolo era. Come se non mangiasse mai. Se ne stava in disparte e poi non ricordo molto. Quella è stata l’unica volta in cui l’ho visto. Devo ritenermi fortunata dopotutto. Qui ci sono persone che non lo hanno mai visto. Di queste molti pensano che non sia nemmeno nel castello.”
“ ma è assurdo!” disse il principe.
“lo so!” rispose la signora.
Il principe cominciò a pensare alle cose che avrebbe potuto fare per far cambiare idea al poopolo e decise di agire. “Blaine! È ora di andare.” Disse risoluto.
Anche se con un lato di amarezza Blaine si alzò.
“Blaine, te ne vai così?” disse la signora.
“Il dovere mi chiama.”
“Se solo cantassi qualcosa per me come facevi quando eri qua. Mi renderesti davvero felice.”
“ce li abbiamo 5 minuti?” chiese Blaine.
“per sentirti cantare? Ne abbiamo tutti quelli che vuoi!”
“certo. Anche perché tu canterai con me.”
Il principe lo guardò allibito. “che cosa dici? Te la cavi benissimo anche senza di me.” Disse.
“Beh… la signora ci ha offerto il pranzo, si offenderà se non ci sdebitiamo insieme” Blaine fece l’occhiolino alla signora.
Il principe pensò che era inutile ribattere e si alzò per seguire Blaine che stava raggiungendo una pedana in un angolo della sala.
Cominciarono a cantare.
A quel punto si dimenticarono chi erano. Dimenticarono di trovarsi su una pedana con tanta gente intorno. C’erano solo le loro voci. Come se si fossero sempre aspettati sapendo l’uno della presenza dell’altro e solo adesso la loro attesa era stata ripagata. Lasciarono che fossero le loro voci a parlare per loro mentre con gli occhi non smettevano di fissarsi.
Dopo quella canzone a aver raccolto gli applausi del pubblico decisero di tornare al villaggio. Senza scambiarsi una parola, lasciando che fossero il loro pensieri a parlare. Si scambiarono un breve saluto solo quando arrivarono al portone del castello e andarono ognuno nelle rispettive camere a riposare.
 
Quando dama Rachel seppe che il principe era tornato al castello andò a trovarlo nella sua stanza da letto e vide che stava dormendo. Si avvicinò un po’ di più e vi che stava sorridendo, come mai in vita sua aveva fatto. Rachel sorrise per la felicità del suo principe sperando che questa non fosse destinata a finire. Il principe stava superando degli anni difficili aggravati dalla morte del padre che aveva aggiunto dolore al suo cuore insieme a quello che gli aveva provocato la mancanza  della madre per tutta la sua vita. Il cambiamento che era avvenuto nel principe in quei giorni la rendeva felice e allo stesso tempo curiosa. Adesso non trascorrevano più tanto tempo insieme. Il principe stava sempre in giro con Blaine e anche se questa cosa le andava bene la rendeva gelosa.
Decise che avrebbe lasciato il principe a i suoi sogni e si allontanò.
 
 


to be continued


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Finalmente ho aggiunto il secondo capitolo!
So che è un capitolo molto flat. Molto tranquillo. Ma mi rifarò nel prossimo :3
Quindi dovete aspettare un altro po’ per l’azione.
Spero sia piaciuto!

Sempre vostra
Mary

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


Capitolo 3





Il giorno dopo il principe e Blaine si ritrovarono nella loro abituale passeggiata e il principe per smorzare la monotonia decise di prendere un altro sentiero nel bosco. Quello che portava ai piedi di una montagnola. Il risultato fu di vagare oltre l’orario previsto.
 
“Ci siamo persi” sentenziò Blaine.
 
“no! Affatto.” Rispose il principe.
 
“io dico di sì.”
 
“Io invece dico di sì. E siccome il principe sono io. E siccome sono ben esperto delle mie terre ti dico che questa è la strada giusta per il ritorno.”
 
“Anche ai principi è concesso sbagliare.”
 
“Io non sbaglio.”
 
Blaine sbuffò ma continuò a seguirlo finchè una leggera pioggerella cominciò a scorrere. Se fossero rimasti in quel sentiero alberato si sarebbero bagnati il doppio del normale di lì a poco.
 
“Sta piovendo Kurt!” esclamo esasperato Blaine.
 
“Lo vedo.” Il principe rispose tranquillo e continuò a camminare.
Blaine alzò gli occhi al cielo. Lo raggiunse e lo fissò. “ È pericoloso esporre i cavalli a questa pioggia. Troviamo un rifugio e rimaniamo lì finchè non è passata.”
 
Il principe si sforzò di annuire il meno possibile e senza fissare Blaine proseguì. Blaine sorrise alle sue spalle segnando una vittoria a suo favore.
Continuarono il sentiero cercando di raggiungere la parete della  montagna e per loro fortuna vi era una piccola rientranza abbastanza per far entrare i due uomini e i cavalli. Appena furono dentro Blaine cominciò a raccattare un po’ di legna e  con un acciarino riuscì ad accendere un piccolo fuoco intorno al quale si radunarono lui e il principe.
Anche se aveva preso qualche goccia di quell’inizio di pioggia il principe cominciò a tremare, non abituato a rimanere bagnate, cercando di nasconderlo il più possibile. Blaine se ne accorse e mostrandogli un sorriso gli mise sulle spalle la sua giacca. “Altrimenti congelerai.” Gli sussurrò.
 
“Ma se la dai a me congelerai tu.” Rispose il principe.
 
“io ho la pelle dura.”
 
“Grazie.” Disse il principe. Blaine sorrise. “avevi ragione.” Cercò poi di dire il più piano possibile.
 
Blaine lo sentì ugualmente. “riguardo cosa in particolare?” chiese ridendo.
Il principe sorrise lievemente. “Non avevo la più pallida idea di dove stessimo andando.”
 
“cercherò di non fartelo pesare.” Fece una pausa, “almeno per oggi.” Aggiunse con un’altra risata.
Rise anche il principe e si strinse ancora di più nella giacca di Blaine.
 
“Vorrei che questa pioggia non finisse più” disse Kurt. “tornare significherebbe riprendere i miei compiti e il peso di un regno. A volte immagino come sarebbe avere una vota come la tua, Blaine. Libero da tutti. Libero da te stesso. Senza sapere cosa aspettarsi dal domani. Fare quello che più ti piace. Libero.”
 
Blaine rimase un po’ spiazzato dal discorso che Kurt aveva cominciato e provò una certa tenerezza per lui. Ma gli rispose. “Libero io? Cosa è la libertà di fronte a quello che hai tu? Puoi decidere per un intero regno. Puoi fare quello che ti pare perché puoi permettertelo.”
 
Kurt trovò assurde le parole di Blaine la sua testa era affollata dalle mille strade che avrebbe potuto prendere se non avesse avuto quella posizione, “E i miei doveri? Con loro come la mettiamo?”
 
“Voi pensate che io sia libero. Ma non è tutto incantevole. C’è anche non sapere dove andare. Non avere con chi stare. Non avere una dimora definitiva. Mi sento come una piuma al vento.”
 
“Blaine.” Kurt fece una pausa massaggiandosi gli occhi. “ Tu sei una persona meravigliosa e hai un cuore grande e umile. Un giorno diventerai un artista famoso. Ovunque si conoscerà il tuo nome. Vivrai felice, Blaine.” Fece una pausa e sospirò. Cerco con tutte le forze di trattenere le lacrime. La tristezza ricominciava a farsi sentire. “io sono nato in quel castello. Morirò lì. E un giorno sarò dimenticato da tutti e da…” Kurt non riuscì a finire la frase le lacrime che gli scorrevano lentamente dagli occhi velati e la sensazione di amaro in bocca. Poggiò la testa sulle ginocchia e tentò di nascondere il viso.
A quella vista Blaime gli si avvicinò e gli accarezzò dolcemente la nuca. Kurt alzò la testa e fece per asciugarsi le lacrime, Blaine fermò la mano e lo fece al posto suo. Bliane si avvicinò ancora di più a lui gli diede un piccolo bacio sulla guancia e poi cercò le sue labbra. Quando il contatto arrivò Kurt non si tirò indietro ma approfondì ancora di più il bacio.
Quando si separarono presero a fissarsi in silenzio. L’uno si poteva perdere negli occhi dell’altro. Questa volta fu Kurt ad iniziare un altro bacio ma più intenso e duraturo. Finirono per aspettare il finire della pioggia abbracciati ed in silenzio.
Quando tornarono al castello, era sera. Si salutarono con un cenno del capo. Non sapendo cosa dire. E andarono nelle rispettive stanze.
 
 


 
 
Il giorno dopo Blaine scese nella sala centrale sperando di rivedere il principe ma dopo che ebbe aspettato a lungo decise di provare a trovarlo nelle cucine. Non vedendolo nemmeno lì e dato il fatto che nessuno lo aveva chiamato per affidargli qualche incarico decise di andare nelle stanze del principe a cercarlo. Il principe non era nemmeno la.
Solo dopo riuscì a scoprire che era uscito dal castello per camminare.
Blaine allora capì. Capì che il principe lo stava evitando. Stava evitando di vederlo e l’unica spiegazione poteva essere che non voleva affrontare quello che era accaduto il giorno prima. Decise allora di tornare nella sua stanza e aspettare il suo ritorno. Pensando e ripensando a cosa gli avrebbe detto e in quale modo. Nervoso, alternando il camminare su e giù per la stessa stanza a sedersi e rialzarsi.
 
Quando il principe arrivò Blaine aspettò qualche momento e poi decise di raggiungerlo nelle sue stanze.
Entrò in quella dove si trovava e aspettò che notasse la sua presenza.
Il principe si voltò e sobbalzò per lo spavento.”Non ero al corrente della tua visita.” Disse.
 
“credo che mi stai evitando.” Disse Blaine cercando di rimanere più calmo possibile. Vedendo che il principe non rispondeva ma continuava a fare finta di riordinare la sua mensola, dandogli le spalle.  Continuò. “Allora? È la verità?” fece una pausa. “Trovi che sia una idiota.”
 
Il principe disse senza girarsi: “Perché dici così?”
 
“Perché dopo quello che è successo ieri sei sparito! Perché fai finta che non sia successo niente. Ma qualcosa è successo. Dentro di me.”
 
“Lo so.” Disse ad una fiato il principe.
 
“Lo sai? Lo sai e basta? Ah ho capito. Per te è stato solo un gioco. Io sono solo il tuo stupido giocattolino. Pensi che non abbia dei sentimenti? Fino a sta mattina erano concentrati solo su di te. E adesso è meglio che tu mi risposta perché so che anche tu hai dei sentimenti. E se non mi dici qualcosa  io non so come comportarmi. Kurt, ho pensato solo a te.”
 
Il principe si girò verso di lui. Le lacrime che gli rigavano le guancie, ancora una volta. “non è giusto.” Riuscì a sussurrare. “Ieri sera non ho sperato che quella pioggia finisse solo per poter ritornare qua ma anche per mai dovermi separare dalle tue braccia. Ma è accaduto. Prima di quanto volessi. E sono tornato qua e la realtà mi è caduta addosso. Anche se quelle sono state le ore più belle della mia vita so che non è quello che devo fare. Non è quello che deve essere. Io ho un regno da governare. E per lo più tu sei un uomo Blaine. È malsano nei confronti dell’immagine che gli altri si fanno di me. Dovrei apparire come il l’inutile, viziato, presuntuoso e adesso gay principe Hummel. Che cosa ne sarebbe di me. Ho dei doveri! E non sempre quello che voglio fare coincide con quello che deve essere.” La sua voce si spense verso l’ultima frase.
 
Blaine prese il fiato e rispose. “Sono queste le tue ultime parole. Vuoi davvero che me ne vada? Vuoi che non interferisca più con quello che devi fare? Se vuoi che io non ti dia più fastidio devi dirlo. Dimmi di andarmene e lo farò, senza esitare. Non mi volterò nemmeno una volta indietro. Ma devi dirmelo guardandomi negli occhi.  Kurt, dimmi di andarmene e lo farò.”
 
Kurt alzò il capo e cominciò a fissarlo. Dopo aver preso fiato, gli sussurrò: “Ti amo.”
 
Blaine si avvicinò lentamente a lui e lo strinse tra le sue braccia. Poi cominciò a baciargli prima le guance e poi le labbra. Come se quella discussione non fosse mai avvenuta. Come se si stessero di nuovo ritagliando un pezzo di mondo dove potevano essere loro stessi e felici.
 
 
 
 
Le giornate cominciavano ad essere sempre più belle e non solo perché il cattivo tempo si allontanava ma anche perché i due amanti passavano sempre più tempo insieme a stringersi tra di loro, tra una passeggiata e l’altra. La loro relazione segreta continuava ad essere tale. Solo dama Rachel si accorse che il suo principe era sempre più allegro e quando le cose si fecero proprio eclatanti decise di affrontare l’argomento.
 
“Sono felice per te.” Gli disse. “ sono felice per qualsiasi cosa ti renda felice. Anche se non conosco quel ragazzo e l’impressione che mi ha fatto non è delle migliori ti appoggio.”
 
Il principe pensava che il sole non sarebbe mai potuto più tramontare ma  non aveva fatto i conti con la realtà.
 
 
 


 
 
Erano passati tanti giorni da quel loro primo bacio e mentre camminavano verso il lago, e Blaine lo deliziava con la sua voce, il principe si rese conto che il giorno dopo sarebbe stato il suo compleanno e lo comunicò a Blaine.
 
Blaine interruppe di cantare e gli disse: “hai detto qualcosa?”
 
“Domani è il mio  compleanno.” Disse Kurt col suo fare altezzoso.
 
“Quanti anni compi?”
 
“credo siano vent’uno.
 
“Vent’uno? Addirittura!”
 
Kurt sorrise.
Quando si avvicinarono al lago Blaine scese da cavallo e si tolse le scarpe. Cominciò a strofinare i suoi piedi nell’erba e poi prese a mirare la distesa d’acqua.
 
“Blaine?” chiamo il principe vedendolo incantato.
 
“Vent’un anni. Sono un bel traguardo. E anche uno importante. È a quell’età che si comincia ad essere seri. Per cui hai questo ultimo giorno per divertirti.
Kurt scese da cavallo e quando fu giù vide che Blaine si stava togliendo i vestiti. Lo fisso ipnotizzato finche non ebbe finito e si gettò nel lago.
 
“L’acqua è perfetta!” disse Blaine nuotando un po’.
 
“che ti salta per la testa?” gli disse Kurt incrociando le braccia.
 
“Dai! Vieni. Non sai cosa ti perdi!” lo invitò Blaine.
 
“Se pensi che io mi immergerò in quel coso. Senza sapere ce cosa vi è dentro e senza nemmeno i miei asciugamani stai sbagliando strada.”
 
“Non è il momento di fare lo schizzato!”
 
“Si dice schizzinoso. E io non sono ne l’uno ne l’altro. Per cui se la nuotatina ti è bastata torna a riva e andiamo.”
 
“Devo dedurre che sua maestà non ha abbastanza fegato per venire fino a qui. Oppure non ha abbastanza voglia.” Blaine scandì l’ultima parola con fare sensuale.  Kurt divenne rosso in viso e cedette.
 
Cominciò a togliersi i vestiti sotto lo sguardo estasiato di Blaine e quando si immerse in acqua l’altro lo raggiunse.
 
“Che ti dicevo.” Gli sussurrò Blaine. Kurt sorrise. “Avevo torto.”
 
“Su cosa in particolare?” gli chiese ridendo Kurt, senza smettere di fissarlo.
 
“Sul fatto che non avevi abbastanza fegato per venire.”
Blaine cominciò a mordicchiargli l’orecchio. Poi gli cinse i fianchi e cominciò ad accarezzarlo sempre di più. L’uno poteva sentire il corpo dell’altro accanto a se stesso.
Poi Blaine lo prese con se e lo portò a riva. Cominciandolo ad accarezzare sempre di più. Così come le loro menti i loro corpi erano in sintonia.
Non smisero nemmeno un istante di fissarsi e di pensare che quella giornata come la notte che sarebbe venuta sarebbero state le più belle della loro vita.
 



 
 
To be continued…
 
 
 
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Ecco qua l’altro capitolo. Spero di aver fatto una sorpresa a pubblicarlo prima.
Spero vi sia piaciuto.
Soprattutto nel finale. Ho preferito dare spazio alla vostra fantasia perversa piuttosto che scrivere.
 
Comunque ho notato che molto spesso ci sono degli errori di battitura tra le frasi e quando me ne accorgo non posso usare il pc. Spero mi possiate perdonare.
Come avete notato questo capitolo è stato scritto più ordinato, si sto cominciando a far pratica! XD
Any way il prossimo capitolo sarà pubblicato o domenica o a sorpresa, scusate ma scrivo solo quando trovo un po’ di tempo.

 Mary

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


Capitolo 4

 


 
 



Il giorno si presentava soleggiato e i prati non erano mai stati così fioriti. Dama Rachel ammirava quello spettacolo deliziata, promettendosi che quel pomeriggio sarebbe uscita a raccogliere qualche fiore. Proprio come una bimbetta. Come a lei piaceva fare.
Dovette però destarsi da quei pensieri quando un paggetto la chiamò.
Si ritrovava a dover chiamare il principe di nuovo. Come se in quel castello fosse lei l’unica addetta. Decise di prendersi il più tempo possibile.
Quando entrò nella stanza del principe diventò un rosso scuro per  la vergogna e si copri gli occhi con entrambe le mani mentre si girava verso il muro.
Il principe era abbracciato a Blaine e si stavano accarezzando. Quando videro che Rachel era entrata sussultarono. Dopo aver visto la sua reazione risero.
 
“Ragazzi, ragazzi… Scusate…. Scusate.” Rachel cominciò a balbettare ancora con entrambe le mani sugli occhi.
 
“Rachel… va tutto bene.” La tranquillizzò il principe ridacchiando.
 
“Avrei dovuto annunciare la mia presenza.” Disse lo stesso dama Rachel.
 
“Ragazza, calmati. Ti perdoniamo questa interruzione solo se te ne vai.” Disse Blaine ridendo e baciando sulla tempia il principe che lo guardava sorridendo.
 
A quel punto dama Rachel tolse le mani dagli occhi per fulminare con lo sguardo Blaine.
 
“Non sono venuta per vedere con chi stava il mio principe. Ho un messaggio.”
 
“Chi ha detto che è tuo?” disse Blaine sorridendo e baciando di nuovo il principe. Dama Rachel alzò gli occhi al cielo.
 
“Blaine, smettila. Non riesco a concentrarmi con te che continui a darmi bacetti.” Disse il principe, mettendo due dita sulle labbra di Blaine.
 
Blaine sorrise e si staccò.
 
“Dimmi Rachel.” Disse il principe, incoraggiandola.
 
“ero nella mia stanza e stavo fissando il paesaggio, quando sono stata chiamata. I consiglieri ti vogliono. È stata indetta una riunione.” Disse ad un fiato dama Rachel.
 
“che cosa?” chiese Blaine.
 
“No! Non ora.” Disse Blaine.
 
“Ho fatto il possibile. Mi dispiace. Dai ti aiuto a vestirti.” Disse dama Rachel in tono triste.
 
Il principe sospirò e si distese. Blaine portò la testa sopra di lui e gli sorrise.
 
“scusa.” Disse. “Sarei voluto stare con te tutto il giorno. Invece.”
 
“shhhh.” Blaine gli fece segno di fare silenzio portandogli poi un dito sulle labbra. “Va tutto bene, amore. Quando potrà durare? Un ora? Due? Posso aspettare. Non fare quella faccia triste.”
 
Il principe sorrise debolmente e cominciò ad accarezzare i lineamenti di Blaine beandosi di quella visione ancora per un poco. Ma un colpo di tosse dal fondo della stanza gli ricordò che dama Rachel era ancora lì e che di sotto lo stavano aspettando e soprattutto che ancora una volta avrebbe fatto qualcosa controvoglia.
Si mise a sedere diede un altro bacio a Blaine e poi andò a prepararsi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Il fatto che la riunione fosse andata male lo si potè notare dalla reazione del principe. Corse in camera sua e si andò a sdraiare con la testa immersa nel cuscino, sperando che questo potesse sopprimere le lacrime. E anche dal fatto che non aveva visto per niente Blaine seduto al tavolinetto della stanza.
 
Blaine dal canto suo aveva osservato la scena scombussolato. Si era aspettato un principe annoiato che veniva tra le sue braccia per poterlo accarezzare come la notte precedente. Invece aveva davanti a se la scena peggiore a cui doveva assistere ogni volta che il principe entrava a contatto con uno qualsiasi  di quegli avvoltoi che stavano al piano di sotto.
Blaine si alzò raggiunse la stanza dove era il letto e si sedette su di un bordo e accarezzò dolcemente il capo del principe. Poi lo fece alzare lentamente e lo mise tra le sue braccia così che potesse piangere sulla sua spalla.
Dolcemente gli sussurrò parole gentili all’orecchio in modo che si potesse calmare.
 
Quando i sussulti cominciarono a cessare Blaine azzardò a chiedere: “Kurt. Che cosa è successo?”
 
“Nulla.”

“So che qualcosa è successo.”
 
“forse è meglio che tu mi lasci da solo.” Detto questo il principe cominciò a cercare di liberarsi dalla presa di Blaine ma lui strinse ancora più forte.
 
“non dire così.” Disse Blaine.
 
Il principe riprese a piangere.
Si calmò solo alcuni minuti dopo. Alzò il capo e con ancora gli occhi lucidi cominciò a fissare Blaine.
 
“Parlami, tesoro.” Disse Blaine asciugandogli le lacrime con le proprie dita.
 
“È troppo tardi. E non è giusto.” Disse il principe.
 
“Cosa è tardi? Che cosa è successo?” chiede Blaine.
 
“il mio compleanno è stato anche la mia rovina.” Cominciò a dire il principe con la voce che risentiva ancora del pianto. “Hanno sempre voluto costringermi a sposarmi e questa volta ci sono riusciti. Hanno agito alle mie spalle e sono riusciti ad incastrarmi. Siccome per molti anni avevo rimandato la decisione della data e la persona con cui mi sarei unito a nozze hanno ben pensato di organizzare loro il tutto. Mi sposo tra una settimana. Mi sposo senza volerlo. Tra una settimana la mia vita finirà.”
 
“Non dire così.” Lo consolò Blaine.
 
“Sapeva che prima o poi questo sarebbe successo. Sapevo che le cose belle non erano destinate a durare per sempre. Lo sapevo.”
 
“Che cosa sarà di noi?” chiese Blaine con un filo di voce.
 
“Oh. Io lo so benissimo. Noi non possiamo separarci, non possiamo. Ci ameremo lo stesso. Quella che sceglieranno come mia moglie sarà solo di comparsa. Perché solo tu potrai mai esserci nel mio cuore.”
 
“Ma Kurt… non….”
 
Il principe interruppe le parole di Blaine. “No, non preoccuparti. Andrà tutto bene.”
 
Blaine riprovò a parlare ma si interruppe. Dopo essersi fissati per un po’ disse comunque: “Penseremo dopo a questo. Oggi è ancora il tuo compleanno, non roviniamo la giornata. Andiamo fuori.”
 
Passarono la giornata senza parlare molto solo sorridendo e tendendosi per mando e scambiandosi effusioni. Cercando in tutti i modi di non pensare a cosa li attendeva dentro le mura. Il principe più dell’altro.
Quando il sole tramontò e venne la notte si resero conto che non avrebbero potuto rimandare il loro rientro ancora per molto.
 
Raggiunta la stanza del principe si distesero senza dire una parola.
Kurt fissò Bliane nei suoi occhi che con il buoi erano marroni e sorrise. Vicino a lui sarebbe stato al sicuro. Poi appoggiò la testa al suo petto e aspetto che il sonno prendesse il sopravvento su di lui. Ma fu deluso, le ore passavano ma non riusciva a chiudere occhio. Pensava alla situazione che si era venuta a creare. Solo la notte prima non poteva essere più felice e quella mattina invece il suo mondo si era capovolto. Sapeva di per certo che se non ci fosse stato Blaine a sostenerlo sarebbe crollato. Pensava anche che tra una settimana avrebbe dovuto passare parte delle sue giornate con una donna che mai avrebbe amato e alla quale mai avrebbe prestato attenzione. La magra consolazione che il suo matrimonio sarebbe stato solo una farsa non lo consolava. Si sentiva lo stesso soffocare. Soffocare dentro quelle mura che avevano segnato la sua vita.
 
“Blaine, tesoro. Sei ancora sveglio.” Disse Kurt ad un certo punto.
 
Blaine sospirò e gli rispose di sì. Anche lui fino a quel momento aveva avuto i suoi pensieri da affrontare.
 
“Blaine, rendimi felice ancora una volta, canta per me.” Disse Kurt.
 
“Che cosa vuoi che ti canti, mio caro.”
 
“canta quello che vuoi. Qualsiasi cosa andrà bene. Ma canta per favore, fallo per me.”
 
“Per te farei qualsiasi cosa.” Disse Blaine. E dopo aver preso fiato cominciò a cantare con solo in testa il pensiero di Kurt e con tutto il sentimento che riuscì a mettere in quelle parole.
 
Kurt si lasciò cullare dolcemente da quella voce fantastica finchè non si addormentò.
Quando Blaine si rese conto che Kurt si era addormentato gli baciò il capo e si addormentò a sua volta.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Il girono dopo il principe incontrò quella che sarebbe stata la sua futura moglie. La principessa Lopez, il peggio che si potesse aspettare. Ma sorrise e annuì comunque durante l’intera conversazione che ebbero e non diede segno di disturbo alla proposta di una passeggiata con lei. Passeggiata alla quale Blaine assistette da lontano e sulla quale poté riflettere.
Riflettè sul fatto che adesso che il suo amato  si sposava con una perfetta sconosciuta non avrebbe più potuto amarlo liberamente e il tempo a loro disposizione sarebbe stato ridicolo. Riflettè sul fatto che nonostante Kurt fosse stato sempre suo non lo sarebbe stato completamente. Ma soprattutto riflettè sul fatto che mai sarebbe potuto rimanere là. Lo pensava già dalla notte precedente ma adesso la visione di quei due che camminavano gliene aveva dato la conferma. Se fosse rimasto sarebbe stato soltanto infelice di vedere il suo amore sballottato qua e la da un’altra. La sua infelicità sarebbe stata trasmessa a Kurt e questo lo avrebbe devastato. In oltre se la loro relazione fosse stata scoperta sarebbe stata la fine per Kurt, dopo il sacrificio di sposare una donna lui –Blaine-  avrebbe potuto mandare tutto all’aria per quei capricci che sicuramente avrebbe avuto in futuro. Blaine se ne sarebbe dovuto andare. Avrebbe dovuto lasciare quella che finalmente poteva definire una casa, quella che per molto tempo aveva cercato e dove si sentiva accettato. Avrebbe dovuto lasciare l’amore della sua vita. Avrebbe dovuto sopprimere i suoi sentimenti e non voltarsi più indietro. Già per certo sapeva che mai più avrebbe amato. Ma doveva farlo. Per il bene di Kurt. Per entrambi. Se davvero lo amava doveva farlo. E lo avrebbe fatto quella notte stessa.
 
 
 
 
 
Non ci volle molto per Kurt a capire che per la testa di Blaine frullavano mille idee ma comunque volle interpretare quel suo malessere e il fatto che continuava a fissarlo quando abbassava lo sguardo come la tristezza della situazione che si sarebbe presentata di li a pochi giorni. Decise comunque di intraprendere qualche discussione monotona durante la cena e cominciare a stuzzicarlo per quello che sarebbe stato dopo.
Quando andarono a coricarsi Blaine strinse a se Kurt accarezzandogli il viso e soffermandosi sul suo mento. Poi si pose sopra di lui e cominciò a baciarlo sempre più intensamente e con più passione assaporando ogni attimo e ogni parte di lui che riusciva a baciare. Kurt cominciò a lasciarsi coccolare sempre di più e ricambiare quel piacere con le sue carezze, a sua volta.







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Ce l’ho fatta!!! A fare cosa? A pubblicare (come promesso) domenica. Anche se la conclusione di questo quarto è un po’ come quella del terzo una spiegazione c’è: inizialmente doveva finire una pagina dopo ma siccome non  riesco a scrivere più a quest’ora (scusate sono un po’ umana) e non so quando potrò aggiornare non volevo rimandare l’aggiornamento.
Dopo questa penosa parte del mio spazio autrice parliamo della storia.
Spero di non avervi lasciato con la bocca asciutta e se è questo che pensate dovete leggere il prossimo che sarà molto più avvincente. Promesso. sono sicura ci saranno errori di battitura, vado sempre di fretta e sono avventata (sorry).
come potete vedere le scene il mio rating arancione dovrebbe essere giallo o anche panna ( XD ) ma preferisco fare così non ho mai scritto a raiting rosso (fino ad ora ) e non credo che sforzarmi e farlo sarebbe coerente con le mie idee.
Dopo questo... Spero il capitolo vi sia piaciuto e vogliate continuare a seguirmi.

Sempre vostra
Mary 

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


capitolo 5





Solo quando Kurt si fu addormentato Blaine si mise a sedere e cominciò a fissarlo. Poteva rimanere a guardarlo per sempre mai si sarebbe riempito gli occhi con la sua bellezza. Gli occhi così come le sue mani scorrevano lievemente sul suo profilo. Blaine rimase a fissarlo fino all’alba. Aveva solo quella notte per poter ben imprimere nella sua mente la sua bellezza e di questo ricordo sarebbe sopravvissuto.
Decise di lasciare sulla fronte del suo amato un bacio. Un piccolo regalo nel quale aveva messo tutto il suo amore e che sperava potesse dare forza in futuro all’altro.
Dopo essere riuscito, con uno sforzo immane, a staccare lo sguardo si alzò, si mise a sedere e si vestì.
Dopo aver fatto un primo passo verso la porta quasi inciampò nella veste di Kurt. Si calò e la sollevò. Odorava ancora di lui, come se l’avesse appena tolta. Decise allora di portarla con se per avere un piccolo pezzo di quella che era stata la parte più bella della sua vita e che mai più avrebbe avuto.
 
Sapeva che la sua decisione sarebbe stata difficile per entrambi ma lui doveva prenderla. Lo stava facendo per il bene di Kurt. Sapeva che prima o poi il suo amato avrebbe superato il trauma e avrebbe cominciato a vivere una vita più tranquilla. Senza amori da nascondere, senza ansie o altre sofferenze. Prima o poi avrebbe raggiunto in un altro modo la felicità.
Per quanto riguardava lui. Blaine. Blaine sarebbe sopravvissuto benissimo. Di certo all’inizio avrebbe sofferto ma poi ci avrebbe fatto l’abitudine. Quel drappo da un punto di vista poteva sembrare insignificante ma da suo  punto di vista era la cosa più importante del mondo. Quella che gli avrebbe dato un raggio di luce nei momenti di buio, di sconforto.
Blaine strinse i denti, poteva farcela. Doveva farcela doveva lasciarlo. Sia incamminò finalmente verso la porta e quando l’ebbe raggiunta si girò indietro una volta –l’ultima volta- prima di andare via.
Quando le guancie cominciarono a scorrere sulle sue guancie, non se ne accorse nemmeno. Adesso niente più aveva importanza.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Kurt si svegliò la mattina dopo con le prime luci. Subito si accorse che qualcosa era cambiato. Allungo la mano dietro di se e si accorse che il resto del letto era vuoto. Decise di non andare nel panico e convincersi che quello che sentiva era solo uno stupido presentimento. Raccolse il fiato e cominciò a chiamare Blaine sperando che fosse nell’altra stanza ma nessuno rispose.
Allora il panico si impossessò di lui. Scese dal letto e mise addosso quanti più vestiti potesse per non sembrare nudo. Cominciò a correre. Cercò Blaine per i corridoi che portavano alla sua camera sperando di trovarlo per la via. E solo prima di arrivarvi si fermò e capì.
Blaine se ne era andato.
Blaine non sarebbe più tornato.
Se ne era andato per sempre. Aveva rinunciato al loro amore ed era andato via. Cominciò a sentire una fitta lancinante e cominciò ad avere la nausea. Kurt credette di trovarsi in uno di quei suoi incubi dal quale il giorno dopo sarebbe potuto fuggire. Solo che quello  non era un incubo e non c’erano vie di fuga.
Kurt cadette in ginocchio. Il respiro gli veniva a mancare sempre di più. Blaine se ne era andato e con se aveva portato tutta la sua voglia di vivere. Mai più Kurt avrebbe amato. Mai più sarebbe stato felice.
Adesso tutto avrebbe perso di significato. Odiava se stesso e odiava Blaine per quello che aveva fatto. Odiava tutto in quel castello. Avrebbe voluto urlare. Picchiare la testa contro il muro. Distruggere tutto. Avrebbe voluto far tremare la terra.
Ma non poteva. Non poteva fare niente. Si sentiva insignificante. Inutile.
Poteva solo stare fermo lì. Coricarsi su quel pavimento di pietra, freddo e umido, stringere le ginocchia al petto. Lasciare che le lacrime avessero la meglio su di lui. E affogare nel suo stesso dolore.
Sperando di morire.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Ecco qua! Più che il quinto capitolo è la continuazione del quarto. Ma mettiamolo pure come quinto. Ho aggiornato ora perché ho avuto un piccolo spazio di tempo per me stessa.
So che non è molto lungo ma come ho detto è un pezzo dell’altro.

Bene, la storia.
Adesso Kurt e Blaine sono distanti. Ma c’è ancora una cosa da dire. Cosa che sarà detta nell’epilogo, prossimamente. Non dico altro e spero lo leggerete come avete letto quelli precedenti. Vi adoro quando lo fate.

Spero non vi siano stati errori di battitura e spero vi sia piaciuto.

Sempre vostra
Mary

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Capitolo 6
*** epilogo ***


Epilogo


 

 
Era mattina dama Rachel era stata svegliata dalla luce che penetrava dalla tendina della sua stanza. Quando la luce le colpì il viso e la fece svegliare si ripromise di fare più attenzione a incatenare bene le tende la notte stessa.
Dopo essersi vestita decise di raggiungere le stanze del principe per darli assistenza, sperando di non trovare la stessa situazione imbarazzante della mattina passata.
 
 
Il principe non era nelle sue stanze e nemmeno in cucina e che ne avesse chiesto in giro non era uscito dal castello. Questo la fece preoccupare tantissimo. Cominciò a cercarlo per varie stanze comuni finché non le venne in mente che potesse essere nella stanza di Blaine.
Si affrettò a raggiungere la stanza di Blaine e fu lì che trovò Kurt.
Era raggomitolato su se stesso. Disteso sul pavimento. Non la vide arrivare perché non vedeva più niente. I suoi occhi erano persi nel vuoto. Sembrava sopraffatto dal dolore. Questo diede alla ragazza un immenso dispiacere. Qualcosa era successo e il principe ne era rimasto straziato. Per cercare di aiutarlo dama Rachel decise di usare quanto più tatto possibile.
Quando dama Rachel gli parlò, dovette parlare più volte perché il principe si destasse dal suo coma.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Kurt riuscì a stento a destarsi. Tutti i suoi muscoli gridavano dolore per essere stato coricato su quel pavimento freddo. Quanto vi era stato? Ore? Giorni? Mesi? Non riusciva ad avere una precisa concezione del tempo. Vide che dama Rachel lo stava accarezzando e si chiese da quando fosse arrivata e perché.
Cercò di parlare ma la voce gli venne a mancare. Dal nulla dama Rachel gli porse una tazza di acqua e gliela avvicinò alle labbra.
Dopo aver bevuto Kurt prese fiato e disse. “se ne è andato”
 
Race sospirò e gli rispose. “oh, no.”
 
Kurt riprese. “non sono più niente. Perché sono ancora qua?”
 
“Kurt, ascolta.”
 
“no. Non voglio più esistere. Che senso ha ancora la mia vita… Senza di lui.”
 
“lo so. È così ingiusto. Il mondo è ingiusto. E anche tutto il resto delle altre cose. Avete avuto così poco tempo per amarvi. Ma anche se non puoi realizzarlo, non è così che dovresti fare.”
 
“che cosa è che dovrei fare? Cosa ne sarà di me?”
 
“Kurt. Ascolta..”
 
Kurt alzò lo sguardo verso dama Rachel sperando, per un folle attimo, che forse lei – che gli era stato sempre così vicina – potesse avere la soluzione a tutti i suoi problemi. Sperando che la soluzione potesse essere ovvia.
Dama Rachel, vedendo di aver attratto la sua attenzione, cominciò. “rimanere qua ti ucciderà. Va da lui.”
 
Kurt sgranò gli occhi. “che cosa.”
 
“Non pensare che non ci sia soluzione. L’amore ha sempre una soluzione. E fermarsi al primo ostacolo non aiuterà a trovarla. Alzati, Kurt. Alzati e combatti. Va da lui. Ritrovalo. Siete fatti per stare insieme.”
 
Kurt parlò con un filo di voce: “proprio tu mi dici di trovare l’amore. Proprio tu che non hai avuto affatto il coraggio di sposare sir Finn? Proprio tu dici che bisogna trovare una soluzione?”
 
“Kurt. Sii tu la mia soluzione. Sento che se tu riesci ad andare da lui io riuscirò a sposare sir Finn. Troverai la soluzione alle mie paure e incertezze.”
 
“Io Rachel?”
 
“Sicuro.”
 
“Allora aiutami.”
 
“Come?”
 
“Aiutami a prepararmi. Parto subito.”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Kurt dopo essersi preparato riuscì a malapena vedere a quale cavallo aveva messo la sella perché parti velocissimo.
Era stato così stupido a non capire che avrebbe potuto farlo, che la soluzione che doveva prendere era sempre stata sotto i suoi occhi. Doveva seguire il suo cuore e curare di meno quello che gli stava intorno.
Il suo viaggio non fu certo piacevole ma poco gli importava come sarebbe arrivato, l’importante era arrivare. E la sua destinazione era una. Blaine.
Sapeva di essere vicino perché più lo era più le informazioni dettagliate.
Il villaggio in cui incontrò Blaine non lo avrebbe mai più dimenticato. Era piccolo, forse nemmeno segnato nelle carte. Ma per Kurt sarebbe stato il più bello di tutti.
 
Una piccola fontana si trovava al centro di una piazzetta e al bordo di essa c’era – in piedi – Blaine che stava cantando per intrattenere una folla che per caso si era lì radunata.
Un sorriso increspò le labbra di Kurt. Finalmente lo aveva trovato. Aveva Blaine. E mentre faceva la cosa che sempre gli aveva detto avrebbe dovuto fare. Kurt incrociò le braccia e aspettò che la canzone finisse. Non sapeva nemmeno lui quanto gli era mancata quella voce.
Quando la canzone finì Kurt si fece largo tra la folla e si mise nella visuale di Blaine. Blaine vedendolo pensò per un attimo che fosse un’illusione e si strofinò gli occhi. ma poi si accorse che era più che reale. Scese con un balzò dal bordo della fontana e lo raggiunse. Dopo averlo fissato per un attimo gli sfiorò la guancia.
 
“Sono qui, Blaine.” Disse Kurt non riuscendo a trattenere un risolino.
 
“Sei davvero qua?”
 
“Si, amore. E non me ne andrò mai.”
 
“Non so che cosa dire. Credevo di averti perso per sempre. Invece sei venuto a cercarmi.”
 
“Io ti cercherò sempre.”
 
“Kurt. Ti amo così tanto.”
 
“adesso staremo insieme per sempre.
 
E non importava la folla intorno. O il sole soffocante o il resto del mondo. Adesso, per lo importava che uno fosse nelle braccia dell’altro. E che si sarebbero potuti amare per sempre.
 
 
 
Fine!
 
 
 
 
 
 
 
 
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Alleluia! Alleluia perché sono riuscita a pubblicare il capitolo. Lo so che mi sono presa una pausa più che esagerata ma tra vacanze passate a grattarmi la pancia e cose da fare non ho trovato il tempo di battere qualcosa. Spero però mi abbiate aspettato e che abbiate aspettato questo capitolo.
C’era qualcuno che credeva che non avrei rimesso i due ragazzi insieme? Beh… si sbagliava. Loro sono Kurt e Blaine e staranno SEMPRE insieme. Quindi credo di averlo anche fatto solo perché erano loro due. Ma vabè.
Spero la storia vi sia piaciuta tutta. So che è stata veloce ma è la mia prima ff e avevo paura di fare capitoli ripetitivi o di non saper gestire decine di capitoli.
Comunque passiamo ad alcune note. Nei capitoli precedenti Kurt era chiamato principe mentre adesso solo Kurt. L’ho fatto perché siccome era una situazione confidenziale mettere principe l’avrebbe resa fredda.
Ecco adesso finisco anche la nota. I ringraziamenti.  Non smetterò di ringraziare che ha seguito tutta la storia, siete stati voi a darmi la forza di aggiornarla. Grazie! Spero continuiate a seguirmi in futuro.
 
 

Sempre vostra
Mary

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