Never Ending Curse

di Selene87 Piperina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Never Ending Curse ***
Capitolo 2: *** "In Aeternum" ***



Capitolo 1
*** Never Ending Curse ***


MASCHERA DI UNA NOTTE

Salve a tutti! È Piperina che parla.

Proprio così. Io e Selene87 ci siamo messe in società, creando questo account unico con il quale posteremo tutto ciò che scriveremo insieme.

Ho scritto questa one-shot di getto, su un’idea che avevo in testa da un po’. Ho buttato giù qualche idea, scritto qualche frase… ed eccola qui^^

Scritta da me, ma ovviamente grammaticalmente e logicamente corretta dalla mia collega (evviva le ripetizioni!).

Ed ora passo il testimone alla mia gemellina ^.*


Oddea, proprio grammaticalmente corretta no, ci vuole chi corregge le mie!

Ho solo aggiunto qualche grassetto qui e lì…. XD

Comunque, grazie per avermi passato la parola tesoro.

Siamo gemelline, amiche e ci dovrete subire anche insieme.

Non si tratta di una one-shot, ma saranno solo due capitoli. Se Ivana si è dedicata al primo capitolo riguardante Draco, io mi occuperò dei pensieri di Hermione.

E’ stata una sorpresa anche per me, la mia dolce metà mi ha informata solo ieri sera(se le mie ff rallentano ancora prendetevela con lei... XD)

Per questa volta ci siamo dedicate a due capitoli separati, ma dal prossimo lavoro mescoleremo i nostri stili.

Abbiamo già le idee chiare!

Ora non ci resta altro che augurarvi buona lettura.

Ivana & Ilaria

-Never Ending Curse-

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Non doveva andare così. Assolutamente.

 

Molto tempo fa feci una promessa. A mio padre.

Era stato tratto in inganno, catturato e portato ad Akzaban. Era successo tutto così velocemente che non se ne era neanche reso conto.

Sapeva solo una cosa e cioè il nome di chi aveva ideato quel piano: Hermione Granger.

Maledetta Mezzosangue.

Era stato colto sul fatto.

 

Sentenza: Bacio del Dissennatore.

 

Mia madre quasi morì a quella notizia. Si tenne in vita in uno stato pietoso fino al giorno in cui quell’assurda delibera fu messa in atto.

Quel giorno, poco prima di subire il Bacio, mio padre mi fece una richiesta.

 

“Distruggila, Draco. Falla a pezzi. Uccidila dentro.”

“Lo farò, Padre.”

 

Con quelle ultime parole salutai mio padre.

Si allontanò da me, strettamente scortato e sorvegliato e fu portato lì, dove quell’orrenda, immonda creatura, quella bestia senz’anima si chinò su di lui per prendere la sua.

Ed ora, Lucius Malfoy giace senza anima.

Era un involucro vuoto.

Non più un uomo.

 

Senza luce negli occhi.

Senza sangue nelle vene.

Senza battiti nel petto.

 

Quel giorno, persi la mia anima insieme alla sua.

E senza quel soffio vitale è facile ferire gli altri.

Niente voce interiore, niente coscienza, niente sentimenti.

Niente di niente.

 

Il nulla.

 

È così che ti ho ridotta, Mezzosangue.

Mi sono avvicinato a te, un giorno qualunque, fingendo di essere ubriaco. Fingendo di star male e aver bisogno di aiuto e tu, nonostante la tua diffidenza per il cognome che porto, mi sei corsa in aiuto.

Povera stupida Gryffindor… non avevi ancora imparato la lezione, eh?

Ma ci ho pensato io a questo.

 

Così, piano, poco per volta, abbiamo iniziato a parlare.

Ci è voluto molto tempo, ma è servito. Il mio duro sforzo è stato ricompensato.

Almeno in parte.

 

Ho iniziato a raccontarti piccole cose della mia vita, ricordi, veri o fittizi. Tu mi hai creduto.

Hai eri certa che stessi male, che avessi bisogno di aiuto, che fossi cambiato.

È stato questo il tuo errore, Mezzosangue.

Un Malfoy non cambia. Mai.

Credendo di non dovermi più temere, credendo che fossi diverso, hai abbassato le difese e ti sei mostrata a me.

Mi hai parlato di te, della tua vita prima di Hogwarts, del tuo rapporto con Potter e Weasley… di te.

Povera, piccola sciocca Mezzosangue.

Non vedevi la luce della vendetta brillare nei miei occhi?

Quando mi guardavi, vedevi solo ciò che volevi vedere?

 

Cosa vedevi?

 

- E’ piacevole parlare con te.- dici una sera, seduti su una panchina di un parco anonimo –Non avrei mai creduto che fosse possibile pensarlo, sai?- ridi.

La tua risata è fresca e sincera.

Io sono cupo e disonesto.

Ti sto solo prendendo in giro, non te ne accorgi?

Ti guardo e tu mi ricambi. Mi costa ammetterlo, ma mi è sempre piaciuto il modo in cui rispondevi ai miei insulti, alle mie occhiate torve, alle mie sfide.

 

Questa è l’unica sfida che non hai colto, Mezzosangue.

 

Quando ti guardo in questo modo, mi chiedo se davvero capisci cosa c’è dentro di me, o se non lo vedi.

Non eri tu quella intelligente? Quella che doveva essere smistata a Ravenclaw invece di Gryffindor?

Il tuo acume non ti mette in guardia?

Quanto sei sciocca…

 

Ed è stata quella sera, in quel momento, che ho capito.

 

Ho capito di aver conquistato qualcosa di più della tua fiducia.

Ho fatto breccia in quel piccolo organo pulsante che batte nel tuo petto. Dopo molti mesi trascorsi insieme, dopo molte bugie tessute intorno a te, ho visto i primi veri risultati del mio lavoro.

 

Ti guardo negli occhi, lo sguardo d’oro che, se non presto attenzione, rischia di risucchiarmi nel gioco di luce che si riflette in essi, catturandomi fin quasi a togliermi il respiro.

Ed è proprio mentre formulo questo pensiero, che ti vedo: vedo il tuo piccolo viso colpito dalla tenue luce del lampione poco distante da noi, vedo le tue guance leggermente imporporate da un lieve rossore, un imbarazzo che non hai mai mostrato prima.

Vedo la tua espressione rilassarsi e farsi dolce.

Persa.

Ti ho conquistata, Mezzosangue.

Non hai idea della gioia selvaggia che ho provato in quel momento. Oh, no, non puoi proprio immaginarlo.

 

Ti accorgi di come ti guardo, e velocemente sposti le tue iridi dorate altrove, davanti a te, togliendomi dal tuo campo visivo.

Inutile.

Quei pochi secondi mi hanno mostrato una cosa molto, molto interessante.

Sicuro di questo pensiero, allungo una mano e ti sfioro il viso.

Tremi.

Ho le mani fredde. Fredde come la morte. Fredde come il corpo di mio padre.

 

Non ti sembra di sentire il suo tocco?

 

Forse lo senti davvero.

Interessante.

Mi passo la punta della lingua sulle labbra, ma tu non puoi vedere questo mio gesto.

Lentamente accarezzo la tua guancia. Hai la pelle di velluto. È calda.

 

Ti faccio girare verso di me e… oh, cosa vedo… vedo i tuoi occhi illuminati da un’emozione che non avresti mai pensato di provare insieme a me.

Mai, mai avresti immaginato una cosa simile.

Neanche io, a dire il vero. Fin quando non hai gettato mio padre tra le spire dei Dissennatori.

E allora ho deciso di renderti la vita un Inferno.

 

Un Inferno.

 

Ti volti, mi guardi… con quegli occhioni da cerbiatta, le guance arrossate e le labbra appena dischiuse.

Mmh… sai che sei molto invitante?

 

Non resisto.

 

L’eccitazione per averti colpita, per aver incrinato le tue difese e, sì… per come mi guardi, è forte.

Molto forte.

Non riesco a fermarmi.

Mi chino su di te e ti bacio. Forse non è il bacio dolce che aspettavi… o forse volevi proprio un bacio come questo.

Non ci vuole molto per stringerti a me e approfondire quel contatto.

Sento una tua mano infilarsi tra i miei capelli.

Ti piace…

Meglio di così non potevo sperare.

L’eccitazione cresce, ma è meglio fermarmi.

 

È stata dura portare avanti quella farsa del ragazzo diverso e innamorato, molto difficile.

Ma tu ti sei aperta a me completamente.

Mi hai donato il tuo cuore, il tuo corpo, la tua anima.

 

Oh, se penso a quando ti ho avuta, provo ancora un brivido.

Ricordo nitidamente quella sera.

Era la sera in cui abbiamo festeggiato un anno.

 

Un anno.

 

Mai trascorso più di una notte con una ragazza senza rotolarmi con lei in un letto, e con te avevo trascorso un anno intero senza toccarti.

Senza possederti.

Accontentandomi solo di baci e carezze.

 

Ma quella notte, ti ho avuta.

Ed è stata una soddisfazione così immensa che non credo tu abbia mai provato nulla di simile in tutta la tua insulsa vita.

 

Quella sera ti ho portata fuori a cena nel ristorante più raffinato di Londra.

Abbiamo cenato, parlato, riso e scherzato.

Le tue gote si imporporavano spesso, ricordo.

Nonostante l’odio che nutrivo nei tuoi confronti, in quei momenti riuscivi addirittura ad apparirmi graziosa.

Che magia hai usato, Granger?

Poco importa. Ho ottenuto il mio scopo.

 

Non del tutto.

 

Quella sera ti sei donata a me, Mezzosangue.

Bella e nuda, bagnata dalla luce della Luna, ti sei data a me.

“Draco…” dicevi.

Pronunciavi il mio nome con una dolcezza infinita.

E io ti stavo rubando l’anima che mi donavi.

Ti ho toccata, baciata e accarezzata con un’attenzione che non ho mai riservato a nessuna delle ragazze che erano entrate nel mio letto.

 

Ma tu, Mezzosangue, non ti sei infilata nel mio letto.

Tu, mi hai donato la tua anima.

Ed io l’ho catturata, stretta fra le mie mani e fatta a pezzi.

Oh, sì, Granger.

Ti ho distrutta.

E non sai che piacere è stato, per me, vederti in quello stato.

 

Ti ho baciata con dolcezza, toccata e accarezzata con passione.

Sono entrato in te riempiendoti di me.

Ho fuso il tuo corpo con il mio, incastrandolo con le catene con cui ti ho legata.

Ho stretto i tuoi polsi, morso il tuo collo, lacerato la tua carne.

 

Quanto è durata quella farsa?

Oh, tanto, troppo tempo.

E, alla fine, dopo mesi e mesi di finzione, di bugie e menzogne, ti ho gettata nel baratro che avrebbe dovuto inghiottirti fin dalla nascita.

In quel baratro nero che brama i corpi dei Sanguesporco quale sei tu.

 

È stato bello illuderti, Granger.

Farti credere che fossi cambiato, diverso.

Che ti amassi.

Io, amare la feccia come te?

Rido di gusto a queste parole.

 

E mi sbagliavo.

 

“Avevi detto di amarmi!” piagnucoli.

Balle.

Tutte balle, Granger, non l’avevi capito?

Io sono un Malfoy, bella, questo dovrebbe bastarti, no?

E invece non ti è bastato.

Continui a dire che mi ami, che sono confuso, che no, non può essere vero.

 

Non insistere.

 

Non capisci che devo farti male? Distruggerti?

L’ho promesso a mio padre poco prima che andasse a farsi prendere l’anima, Granger, credi davvero che possa lasciar perdere tutto per due occhioni lacrimanti?

Non posso, Granger. Ho promesso.

E un Malfoy mantiene sempre le promesse che fa.

 

Sei proprio stupida, Granger!” dico ridendo –“Non hai capito niente! NIENTE!”

Mi guardi, tremante, le mani unite al petto.

Guarda, Granger.

Non ti reggi neanche in piedi.

 

“Sei patetica, Mezzosangue.”

Sussulti quando ti chiamo così.

Ti ho ferita, vero? Lo so.

L’ho fatto apposta.

 

“No…” sussurri –“Draco… non è… non è possibile… tu…”

“Io. Sì, proprio io. Ti ho solo presa in giro, Granger.”

La mia voce è ghiaccio sul tuo piccolo, stupido cuore pulsante.

Ti getto addosso il mio dolore, la mia frustrazione, le umiliazioni che tu e i tuoi amichetti mi avete fatto subire, gli ordini di mio padre, le minacce di Voldemort… tutto, tutto.

Lo riverso tutto su di te.

 

E forse non lo meritavi.

 

Vedo una scintilla nei tuoi occhi d’oro.

Rabbia.

Ti senti ferita, Mezzosangue? Ti senti umiliata? Ti senti sporca?

Tu lo sei, Mezzosangue.

Sei sporca, perché sporco è il tuo sangue e il tuo nome, sporco è il tuo corpo che mi hai concesso infinite volte, sporca è la tua bocca che ho violato, sporca è l’anima che mi hai donato.

Sporco è il tuo cuore che mi ama.

 

Non devi amarmi! Non così!

 

“Tu!” mi inveisci contro –“Come hai potuto? Come?!”

Ti arrabbi, Mezzosangue.

 

“Come hai potuto farmi una cosa simile?”

La rabbia va scemando.

Sei furiosa, lo so, ma l’amore che provi per me ti impedisce di ragionare.

“Non… non è possibile…” la tua voce si abbassa, i tuoi occhi si inumidiscono.

Non tremi più per l’indignazione.

Come ti senti, Mezzosangue? Ti senti stupida?

 

Lo sei. Lo sei stata.

 

“Io… io mi sono fidata di te!” scuoti il capo riccioluto, incredula –“Ho creduto che fossi cambiato!”

“Cambiato?” ti faccio eco –“Io?”

Sì, è disprezzo quello che leggi nei miei occhi, Granger.

 

Ti disprezzo perché sporca.

Ti disprezzo perché debole.

Ti disprezzo perché sei fragile.

Ti disprezzo perché non hai saputo sostenere il mio sguardo.

Ti disprezzo perché non hai saputo cogliere questa mia, ultima, sfida.

 

“Mi sono fidata di te…” ripeti –“Non… non posso crederci…”

Credici, Granger. È la realtà.

“Non può essere stato tutto una finta!” asserisci alzando il capo, decisa –“Nessuno può fingere per tutto questo tempo!”

“Dici?” ribatto ghignando.

Mi guardi in quel modo che… ah, eccolo, Granger, lo sguardo che mi piace.

Lo sguardo con il quale mi hai sempre sfidato.

“Dico.” confermi.

 

Smettila di sfidarmi, Granger. Hai perso.

 

Ma non smetti di guardarmi in quel modo.

“Sei solo una stupida, Granger. Pensavi davvero che io… IO! Potessi provare qualcosa per te? Qualcosa che va oltre l’ovvio disprezzo che ho sempre provato? Eh?” avanzo verso di te, ma tu non ti muovi.

Mi sfidi. È tardi, ormai, per farlo.

È inutile.

“Come hai potuto pensare che io potessi abbassarmi a provare… amore… per una come te? Per TE?”

Mi fermo a pochi centimetri dal tuo viso, alto e fiero seppur rosso per la rabbia e la vergogna dell’umiliazione subita.

“Tu non sei nessuno, Granger. Sei solo inutile feccia. Sei una lurida Sanguesporco.” ti sputo in faccia questa parole con tutto l’odio di cui sono capace.

I tuoi occhi brillano, orgogliosi, ma vedo una luce disperata in essi.

 

“Mi sono divertito a giocare con te. Ti ho manovrata a mio piacimento. Ti ho avuta, come più mi piaceva averti. E tu ti sei prostrata ai miei piedi. Hai assecondato ogni mio desiderio.” rido amaro –“Ti sei gettata tra le mie braccia, nelle mie lenzuola, Granger.”

Sempre più vicino, la punta del mio naso sfiora la tua.

E ti sento tremare.

Provi vergogna? Eh? La provi, Granger?

“Sei diventata la mia puttana.”

 

Violento come solo tu puoi darlo, il tuo schiaffo mi colpisce in pieno viso.

La guancia sinistra pulsa.

Non mi muovo, passandomi solo la punta della lingua sulle labbra.

Mi piace quando fai così. Sei graffiante, Mezzosangue.

Ma la rabbia mi invade.

 

PUTTANA!” grido quasi senza accorgermene.

Ti afferro i polsi, strattonandoti, avanzando fino al muro, contro il quale ti spingo senza tante cerimonie.

“Tu hai reso la mia vita un inferno!” ti urlo contro –“Tu hai sempre intralciato i miei piani! Mi hai sempre deriso davanti a tutti, e non potevo far niente per vendicarmi! Tu hai mandato mio padre a morire, maledetta Sanguesporco!!

Sono furioso.

 

Non doveva andare così.

 

Terrorizzata, tremi cercando di divincolarti dalla mia stretta.

Mi godo lo spettacolo, calmandomi un poco.

Sorrido come faccio sempre, e ti lascio andare, facendo qualche passo indietro.

“Ti senti sporca, vero?” sibilo verso di te –“Ti senti sbagliata. Non è così?”

 

Oh, hai capito a cosa mi riferisco.

Smetti di muoverti, immobilizzandoti come fossi stata pietrificata, lo sguardo basso, le braccia ancora alzate davanti al viso.

Ma non mi guardi.

Non ne hai il coraggio, vero? Eh, Gryffindor?

 

Faccio un passo avanti –“E’ umiliante sentirti dire la verità, Granger. Tu hai lasciato Potter e Weasley per stare con me.

La verità fa male. Molto, molto male.

Tremi, stringi i pugni, serri la mascella.

È un divertimento guardare le reazioni che tenti di contenere, Mezzosangue.

 

Ricordo ancora quando mi parlavi dei tuoi amichetti.

“Loro non capiscono.” dicevi scuotendo la testa –“Sono convinti che tu non cambierai mai.”

Mi guardavi come se fossi stata colpevole anche tu –“Ho cercato di spiegare che non è così, Draco, ma…” un sospiro –“Non è servito a niente.”

Ti aggrappavi al mio braccio, accoccolandoti come una bambina.

“Mi dispiace.”

 

Non dispiacerti per me. Preoccupati per te stessa.

 

Alla fine, dopo mesi di discussioni, litigi, parole crudeli e insulti, silenzi e riprese, successe.

Era riuscito a farti rompere i legami con quei due buoni a nulla dei tuoi amici.

Oh, quanto hai pianto tra le mie braccia, Granger… ti addormentavi, piangendo, pensando a loro.

“Meno male che ci sei tu con me, Draco…” piagnucolavi –“Sto così bene con te…”

Sorridevi.

 

E quel sorriso faceva male, Granger.

 

Abbassi le braccia e, lentamente, alzi il volto. Mi guardi, con il fuoco negli occhi dorati.

“Bastardo…” sussurri –“Sei un bastardo! Io mi sono fidata di te! Ti ho creduto! Ti ho dato tutto, tutto! Ti ho dato la mia vita!” tremi di rabbia.

Continua. È piacevole guardarti mentre cadi in mille pezzi.

“Ho rotto con Harry e Ron, ho litigato con loro mesi interi… per TE!” mi punti il dito contro –“Ma sappi che non finisce qui, Draco Malfoy!” pronunci il mio nome come se ti facesse schifo.

 

Fa schifo anche a me.

 

“Divertente, Granger… davvero divertente. rido delle tue parole, rido del tuo dolore, rido della tua rabbia.

Mi guardi, e mi maledici con quegli occhi d’oro.

“Io sarò sempre con te, in ogni momento, in ogni attimo della tua vita!” dici come se stessi facendo una profezia –“Quando ti guarderai allo specchio, sarà il mio volto che vedrai! Quando toccherai una donna, sentirai il profumo della mia pelle. Quando sarai a letto con una donna, sentirai la mia voce invocare il tuo nome. Saranno mie le unghie che ti graffieranno la schiena. Saranno miei i denti che morderanno la tue pelle.”

Rabbrividisco. Devo ammetterlo.

 

Non sei mai stata così bella come in questo momento.

 

Senza rendermene conto faccio un passo avanti. Uno dopo l’altro, fino ad arrivare di fronte a te.

Afferro la tua mano, stringendola nella mia.

Ti spingo contro il muro, premendo il mio corpo contro il tuo.

E mi chino su di te per baciarti.

 

L’ultimo bacio, prima della fine.

 

Le tue labbra hanno il sapore delle lacrime che hai versato.

Le tue guance sono bagnate e accaldate.

Mi stai uccidendo con questo bacio, Granger.

La tua lingua nella mia bocca è veleno, veleno puro. E non riesco a farne a meno.

Ti stringo a me con un impeto di passione che non ho mai provato prima.

Voglio averti, Granger, un’ultima volta.

Devo averti. Ma tu non la pensi come me.

 

Come una carezza le tue mani sfiorano il mio petto per fermarsi sulle spalle.

Fai pressione e mi allontani da te.

Mi fissi con i tuoi occhi d’oro, colmi di qualcosa che non ho mai visto.

 

E che non vedrò mai più.

 

“Se io sono maledetta, Draco, tu lo lo sarai quanto me.”

Con queste parole ti Smaterializzi, lasciando solo l’eco di quell’amore bruciante che riluceva nei tuoi occhi.

Quell’amore che, fino alla fine, non sei riuscita a reprimere per far posto all’odio.

Quell’amore che mi ha bruciato l’anima con un bacio.

 

E adesso sono qui, Granger, davanti ad una lastra di marmo bianco su cui è inciso il tuo nome e le date che segnato la tua nascita e la tua morte.

Perché sei morta, Granger.

Uccisa.

Ti sei uccisa quella notte, vittima della disperazione.

 

Ed io, qui, davanti a te, mi sento sporco.

Maledetto.

Perché non ho smesso di pensare a te per un solo istante da quella sera.

 

La sera in cui mi hai maledetto col tuo amore.

 

Tengo in mano un oggetto babbano. Metallo gelido tra le mie dita.

Sorrido.

Non ho mantenuto la promessa, Padre.

 

Ma che senso avrebbe vivere, dopo quello che è successo?

 

Non era così che doveva andare, dannazione, no! Non doveva andare in questo modo!

Perché diavolo ti sei uccisa, Granger? Perché?

 

L’amore fa fare cose folli.

Ma l’amore è follia.

Vivi, vivi d’amore e vivrai di follia.

 

Il freddo del metallo di questo oggetto mi ferisce.

Ma mi ferirono molto di più, a quel tempo, le tue parole.

La maledizione d’amore che mi scagliasti addosso con la luce che brillava nei tuoi occhi.

 

Dannazione, Granger, mi manca tutto di te.

E ti odio per questo, perché mi hai maledetto, rendendomi incapace di vivere senza la tua presenza al mio fianco.

Senza la tua voce, il tuo sorriso e le tue mani.

 

Senza te.

 

Sorrido amaramente.

“Hai vinto, Granger.” alzo il braccio destro.

La punta fredda mi solletica la tempia –“Ma adesso pareggeremo i conti.”

 

Un solo colpo, e Draco Lucius Malfoy cade a terra, privo di vita.

Il corpo steso sulla lapide della donna che ha ferito, la pistola stretta ancora nel pugno, e il suo prezioso sangue puro riversato sul bianco del marmo che reca il nome di Hermione Jane Granger.

 

Perché una maledizione non è mai a senso unico.

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Capitolo 2
*** "In Aeternum" ***


Ecco finalmente l’ultima parte di “Never Ending Curse”

Ecco finalmente l’ultima parte di “Never Ending Curse”.

Il capitolo riguardante Hermione l’ho scritto io, Ilaria.

La mia socia si è gentilmente offerta di correggerlo.

Spero di non aver deluso innanzitutto la mia gemellina, Ivana, che mi ha affidato l’onore di continuare il suo capolavoro, né voi che avete apprezzato il primo capitolo.

Abbiamo aggiunto anche dei disegni ispirati a questa fiction.

I capolavori sono di Piperina. Spero che vi piacciano.

Questa è la nostra prima collaborazione e di sicuro non sarà l’ultima. Tempo fa abbiamo già pensato ad un’altra storia. Che dici collega anticipiamo qualcosa???

 

Mmm anticipare dici? Mah… io posso solo dirvi che, da noi due, verranno sganciate delle bombe inimmaginabili! Grandi e Potenti, assolutamente Perfette.

Fate bene a tremare, non avete idea di cosa le nostre mente unite abbiano concepito! (muahuahuahua risata malefica).

A parte questo… gemellina, non potresti mai deludermi!

Spero che questo secondo capitolo vi piaccia, e che gradiate i miei disegni^^ (fatti a scuola ovviamente… hihihihihi).

Entrambe speriamo che contonuerete a seguirci, insieme e nelle singole storie che scriviamo autonomamente. Ora non mi resta che augurarvi buona lettura!

In fondo troverete i ringraziamenti a chi ha scritto e a chi ha la fic tra i preferiti. Essendo tardi, però, e non volendo fare le cose alla buona, vi nomineremo soltanto.

I ringraziamenti personali li troverete nelle nostre long-fic, in modo da essere sicure di aver ringraziato tutti quanti.

Che dire… buona lettura, e grazie per averci seguite ^_^

 

Ilaria & Ivana

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*Act II*

- In Aeternum -

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Ho sempre pensato che morire fosse come volare.

Essere liberi di vagare nell’infinito, perdersi nella sua immensità e cadere nell’oblio.

 

All’alba della mia nuova vita, invece, ricordavo ancora perfettamente quel fascio di luce verde – come la speranza di volare via – e lui.

 

Il mio più grande amore.

La mia ragione di vita.

 

Draco Lucius Malfoy.

La mia ragione di morte.

 

Una maledizione…

 

“Se io sono maledetta, Draco, tu lo sarai quanto me.”

 

.mi incatena alla sua vita.

 

Alla sua morte.

 

Per sempre.

 

Era una notte chiara e serena, quando quell’anima tormentata mi imprigionò nella gabbia dorata della vendetta.

 

Quella sera era ubriaco…almeno credevo.

 

Hai sempre recitato bene, lo sai Draco?

 

Il volto illuminato dalla pallida luce della luna.

Un ghigno di amara sofferenza dipinto sulle labbra.

 

Quanto ti faceva soffrire quella farsa Draco?

 

Sembravi così indifeso – umano – ed io così sciocca.

I tuoi occhi cinerei brillavano quella sera.

 

Di rabbia.

Odio.

Disprezzo.

 

“Odio il mondo che mi circonda” – mi dicesti durante uno dei tanti incontri in cui eravamo soliti fermarci ad insinuarci l’uno nell’animo dell’atro – “corrotto, privo di valori. Dove l’opportunismo e la sete di potere ti portano ad essere ciò che non vuoi, a nascondere te stesso per salvare te stesso e le persone che ti sono care. Disprezzo questa vita che mi ha costretto a seguire la strada sbagliata.

 

Il tuo tono continuava a scendere ad ogni parola.

La voce si faceva sempre più sofferente mentre mantenevi il tuo sguardo, screziato di sofferenza. Fisso nel mio smarrito.

 

Non ti sentivi in colpa, mentre lentamente mi uccidevi guardandomi negli occhi?

Draco, una persona abietta come te riesce a sentirsi in colpa?

 

Quanto strazio celato dietro a quelle parole, ma cosa c’era di vero?

Forse tutto.

Forse niente.

 

Volevi sembrare – apparire – sincero, ma dimmi, Draco, un essere infido come te può essere sincero?

 

Iridi adamantine cariche di collera.

Rancore.

Disgusto.

Per me che vi andavo incontro a braccia aperte, vinta.

 

In trappola.

 

“Gli oggetti ripugnanti ci affascinano:
ogni giorno discendiamo di un passo verso l’inferno,
senza provare orrore, attraversando tenebre mefitiche
.”

(C.Baudelaire, “Al lettore” da I Fiori Del Male)

 

 

“Loro mi hanno insegnato a disprezzare la gente sbagliata, persone come te. Ti devo le mie scuse Hermione”

 

Con queste parole, Draco, hai fatto crollare ogni certezza.

Ogni speranza di salvezza.

 

L’astio con cui sputavi ogni parla e la difficoltà che esprimevi con gesti nervosi mi rimasero senza fiato.

 

Poteva Draco Malfoy essere in difficoltà?

Sì.

Per mentite a se stesso.

 

La trama dell’insidia stava diventando troppo fitta anche per te vero Draco?

 

Nessuna maschera, per quanto spessa e fittizia, poteva resistere ad un’eresia del genere vero Malfoy?

 

Sono stata una sciocca.

Un’ingenua, perché per TE ho rinunciato alla mia vita.

 

 

“Hermione ragiona. E’ MALFOY, lo stesso ragazzino viziato che per sette anni ti ha insultata e disprezzata. Non può essere cambiato. Ti sta illudendo, raggirando con qualche parolina dolce e tanti bei falsi gesti”

 

Ron.

Mio caro Ron.

Le tue parole mi ferivano, mi facevano sentire una delle tante.

Ma Lui mi aveva promesso che non lo sarei stata.

Ero l’unica….persa nei meandri del suo inganno.

 

Ero persa.

Vivevo di Lui

Delle sue parole, dei suoi sguardi, dei suoi sorrisi, illusori come i più inconfessabili segreti.

Vivo per Lui.

 

“Hermione, torna in te. Ha ragione Ron questa volta. Ti sta ingannando. Una serpe non dà mai niente per niente.”

 

Harry.

Le tua parole mi colpivano violentemente in volto come solo la verità può fare.

Volevi proteggermi, ma mi stavi uccidendo.

 

Draco non voleva nulla in cambio.

Aveva già tutto.

ME.

 

Con gli occhi colmi di lacrime, quella sera vi dissi addio.

Non mi sentivo sola senza di voi.

Con me c’era Draco.

 

“Loro non capiscono” – dicevo scuotendo la testa –“sono convinti che tu non cambierai mai.

“Ho cercato di spiegare che non è così, Draco, ma…” un sospiro –“Non è servito a niente.

Il tuo sguardo era soddisfatto.

Mi aggrappavo al tuo braccio, accoccolandomi come una bambina.

“Mi dispiace.”

 

Mi stavi manovrando vero?

Ero un burattino nelle tue mani.

Io soffrivo e tu ti saziavi del mio dolore.

 

Harry, Ron potrete mai perdonarmi?

 

Intanto le tue bugie di cristallo mi stavano legando alla mia dannazione, Draco.

 

Ricordi il nostro primo bacio?

 

Non fu un bacio dolce, ma impetuoso, come i sentimenti che mi stavano travolgendo.

Eri riuscito ad entrare nel mio cuore, quel muscolo che, involontario, batteva per te.

 

Ti stavo donando l’anima Draco.

La sentivi?

L’avvertivi – fragile e arrendevole – tra le tue mani, mentre la strappavi accuratamente?

 

Io sentivo freddo.

Le tue mani erano fredde.

Un gelo lacerante, che ti attanaglia violentemente.

Che offusca i sensi.

Che inganna.

 

Era il giorno più caldo di quell’estate, lo sapevi Draco?

Eppure io sentivo freddo tra le tue braccia.

 

Per un anno mi hai donato l’ombra di un amore, prendendo in cambio me stessa.

Ti ho donato il mio corpo.

Ricordi le mie mani che scorrevano su di te?

La mia voce che ti sussurrava all’orecchio?

Le mie labbra che, avidamente, cercavano le tue?

 

“Draco….”

 

Ti sei unito ad una mezzosangue …e la cosa non ti è dispiaciuta.

 

Vedevo che lo desideravi.

Lo leggevo nei tuoi occhi.

A modo mio, anche io ti ho stregato Draco.

 

Però continuavo a non vedere.

Non volevo aprire gli occhi, perché pensavo che tu fossi cambiato.

Per me.

Che mi amassi.
Perché io amavo te.

 

Sei cambiato sul serio Draco e lo hai fatto per tuo padre.

 

“Avevi detto di amarmi!” – piagnucolavo incredula.

 

Era una notte chiara e serena, quando Tu, Draco, firmasti la mia condanna.

Come la notte in cui ci siamo avvicinati.

La sera in cui hai iniziato a corrompere il mio cuore con le tue menzogne.

 

Tu sei un Malfoy, gente come te non cambia.

 

Eppure Ti Amo.

 

Sei proprio stupida, Granger!” – dicevi ridendo –“non hai capito niente! NIENTE!”

Ti guardavo tremante, con le mani congiunte al petto.

Tremavo.

Speravo.

Affinché si trattasse di un incubo.

 

Ho bisogno di aggrapparmi a qualcosa Draco.

 

“Sei patetica, Mezzosangue.”

Il tuo sibilo spregevole e carico di ostilità mi fece trasalire.

 

“No…” continuavo a sussurrare –“Draco… non è… non è possibile… tu…”

“Io. Sì, proprio io. Ti ho solo presa in giro, Granger.”

 

Mi riversavi addosso la tua rabbia, mi attribuivi colpe che non avevo commesso, umiliazioni che ti ha inferto il mondo.

 

Chi odi Draco?

ME o il mondo che consideri ingiusto?

Merito il tuo rancore?

 

Mi hai fatta sentire sporca Draco.

Sporca per averti donato qualcosa di troppo puro.

 

Me.

Il mio corpo.

Il mio amore.

La mia Anima.

 

“Tu!” – ti inveivo contro –“Come hai potuto? Come?!”

“Come hai potuto farmi una cosa simile?”

 

Non riesco ad arrabbiarmi Draco.

 

“Non… non è possibile…” – le lacrime pizzicavano gli occhi.

Mi sentivo una povera sciocca.

 

Hai calpestato la mia anima, l’hai dilaniata con i tuoi inganni – i tuoi errori.

 

Ti disprezzo perché sei un Malfoy.

Ti disprezzo perché mi fai sentire debole.

Ti disprezzo perché hai fatto di me la tua PUTTANA.

Ti disprezzo perché Ti amo.

 

Sentivi la disperazione nel mio schiaffo?

Fa male Draco?

 

Con la lingua ti carezzasti le labbra, mente in te la rabbia cresceva.

Mi afferrasti i polsi.

Con forza o forse ero io che non opponevo resistenza.

 

Doveva andare esattamente così.

 

Avevo paura.

Di me.

Di te.

Di quello che stavo provando.

Sentimenti sbagliati, provati da una persona sbagliata, per te che sei sbagliato.

 

Non meritavi tutto ciò.

Ero furiosa, ma cercavo di contenermi.

 

Non mi do per vinta Draco.

 

 “Bastardo…Sei un bastardo! Io mi sono fidata di te! Ti ho creduto! Ti ho dato tutto, tutto! Ti ho dato la mia vita!”

 

Amare un Angelo infernale come te comporta una condanna gravosa – La Dannazione – ed io sono pronta ad espiarla.

 

Ma sappi che non finisce qui, Draco Malfoy!”

Quel nome sputato con rancore e disprezzo.

 

 “Io sarò sempre con te, in ogni momento, in ogni attimo della tua vita! Quando ti guarderai allo specchio, sarà il mio volto che vedrai! Quando toccherai una donna, sentirai il profumo della mia pelle. Quando sarai a letto con una donna, sentirai la mia voce invocare il tuo nome. Saranno mie le unghie che ti graffieranno la schiena. Saranno miei i denti che morderanno la tue pelle.”

 

Con due falcate mi raggiungesti e, con la forza di uno sguardo, mi spingesti contro il muro.

Mi baciasti.

 

L’ultimo bacio, prima della fine.

Labbra che assaporavano l’addio.

Labbra che uccidevano.

Labbra che amavano.

Mi volevi.

Ti volevo.

Non Potevo averti.

 

“Se io sono maledetta, Draco, tu lo sarai quanto me.”

 

Con queste parole ti abbandonavo, Draco. Per sempre.

 

Sei cambiato.

Sei diventato un assassino, Draco.

 

Come ti senti?

Vuoto?

Adesso anche io ho qualcosa che ti appartiene.….la tua anima dannata.

 

Illuminami serpe, perché sei qui?

Cosa ti porta sulla tomba di un’insulsa sanguesporco, per di più con una pistola babbana?

 

La tua coscienza?

Il tuo cuore?

Ah, giusto.

La maledizione.

La mia maledizione.

 

Sentivi la mia mano fredda – morta – sfiorarti, mentre un’altra donna osava carezzarti?

Potevi sentire i miei ansimi e i miei gemiti, mentre portavi lei al piacere?

Le mie unghie affondare nella carne e il mio nome urlare il tuo regale nome, mentre voi raggiungevate l’estremo?

 

Ti sono mancata Draco?

 

“Hai vinto, Granger. Ma adesso pareggeremo i conti” – dici portando la pistola alla tempia.

 

No Draco.

Entrambi abbiamo perso.

Entrambi abbiamo vinto.

 

Saremo dannati insieme.

Per sempre.

 

Ogni maledizione ha un inizio, ma non ha una fine.

Quando ha avuto inizio la nostra?

Al nostro primo incontro.

Oppure quella sera in cui ti sei aperto a me.

Forse il Destino ci ha voluti dannati prima ancora che nascessimo.

 

Stai sorridendo Draco, un sorriso amaro e…..appagato?

Vorresti farmi credere di essere soddisfatto per potermi raggiungere?

 

Ti prego.

Basta menzogne.

 

Rabbrividisci al contatto del freddo del metallo dell’arma con la tua pelle.

 

Non preoccuparti Amore mio, io sono qui.

Con te.

Per te.

Ti sto aspettando.

L’ho fatto per una vita intera.

 

Forse se circondassi la tua vita con le mie braccia evanescenti e posassi la mia testa sulla spalla, sentiresti la mia vicinanza?

 

Mi senti Draco? Non ti lascerò solo.

 

Sull’eco del mio pensiero – come se tu lo avessi sentito – premi il grilletto.

 

Un secondo, un fugace istante, basta per mettere fine ad una vita tormentata.

A spezzarla in due.

 

Osservo il tuo corpo cadere in avanti.

Inerme sulla mia tomba.

Il tuo puro sangue sta imbrattando il marmo bianco della mia lapide.

 

Alle mie spalle sento una presenza.

Mi appaga.

Mi turba.

Inconfondibile.

La tua.

 

Mi volto di scatto e ti vedo.

Sei a due passi da me, con le mani infilate nelle tasche anteriori dei pantaloni.

I capelli, mossi dal tenue vento, ti solleticano la guancia.

Il cielo infuriato si rispecchia nel grigio dei tuoi occhi.

 

Sei bello Draco, anche da morto.

 

Non hai il solito ghigno stampato sulle labbra.

Sorridi.

Felice.

 

Mi avvicino e stringo le tue mani.

 

Mi sei mancato Draco – non ho bisogno di pronunciare queste parole.

Lo sai. Sai che mi sono sentita persa senza dite.

 

Insieme ci incamminiamo.

Insieme le nostre anime spiccano il volo verso l’infinito.

Libere per l’eternità.

Maledette per sempre.

Colpevoli di un solo peccato.

L’Amore.

 

Ti amo Draco.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*Fine*

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*SPAZIO AUTRICI*

 

Eccoci giunti al termine… ringraziamo tantissimo le 11 persone che hanno inserito questa fiction tra i preferiti:

 

AlyssFleur12

ashara

Dreamer1989

gealach

guenny

JosephineAntoniette

meli_mao

nevr8ika

Polvere_di_stelle

 robertina

 titti6493

 

 

 

Ringraziamo inoltre tutti coloro che hanno recensito, avvisandovi però che, data l’ora, non risponderemo singolarmente ad ognuno di voi; lo faremo nelle long-fic quindi, se volete leggere il ringraziamento personale, controllateci e lo troverete^^

Grazie quindi a:

 

pinkstone      

titti6493

Dreamer1989           

JosephineAntoniette           

Guenny         

_Ellie_           

HermyKitty  

Lady_Malfoy_4ever 

robertina       

Maky 

Dama_Elanor          

Ledy Slytherin         

Senara           

claere91         

Sheena

 

 

 

Con affetto,

Ivana & Ilaria

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